Potrebbe non essere così facile per
titoli come Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings
tornare sul set in seguito alla pandemia di Covid-19. A metà dello
scorso marzo, tantissime produzioni di film e serie tv sono state
momentaneamente bloccate a causa dell’emergenza Coronavirus.
Naturalmente, le conseguenze per l’industria cinematografica sono
state a dir poco disastrose, con diversi membri del settore che si
sono ritrovati dall’oggi al domani senza lavoro.
Tra le produzioni che sono state
rimandate, oltre al già citato
Shang-Chi, nuovo film della Fase 4 del MCU, figurano anche gli attesissimi
The
Batman, Jurassic
World: Dominion e Avatar 2. La vera domanda che oggi tormenta la
maggior parte degli addetti ai lavori ma anche dei cinefili è la
seguente: quando potranno davvero ripartire queste produzioni? Un
segnale di ripresa si è già avuto nelle ultime settimane, quando
diverse città hanno annunciato che nei prossimi mesi le riprese di
film e serie tv potranno ricominciare, sempre rispettando tutta una
serie di norme di sicurezza.
Tra le produzioni che dovrebbero
tornare attiva a breve figura Avatar 2: sappiamo infatti che James
Cameron sarebbe atterrato in Nuova Zelanda e, dopo un
periodo obbligatorio di quarantena (circa due settimane), dovrebbe
finalmente essere in grado di poter tornare sul set. Sempre di
recente abbiamo appreso che anche le riprese di Mission Impossibile 7 dovrebbero ripartire a
Settembre: buona parte del film dovrebbe essere realizzata nei
teatri di posa di Londra, con la speranza di poter tornare a girare
nelle location attorno al mondo inizialmente stabilite, una volta
passata l’estate.
Avatar 2 potrebbe rappresentare
un’eccezione: i film rientreranno in produzione così
velocemente?
Stando ad un nuovo report di
The Wrap, Avatar 2 potrebbe rappresentare un’eccezione,
e che non tutti i film potrebbero tornare in produzione così
velocemente. Proprio come qualsiasi altra area pubblica del lavoro
che necessita di riaprire in questo periodo nonostante la pandemia,
anche i set cinematografici saranno costretti a rispettare tutta
una serie di nuove norme di sicurezza al fine di tutelare la salute
di tutte le persone coinvolte.
Nel report della fonte si legge:
“Gli studi stanno ancora determinando il modo in cui verranno
implementati questi nuovi protocolli sui progetti cinematografici
di varie dimensioni, in particolare blockbuster come The
Batman, Jurassic World: Dominion e Shang-Chi and the Legend of
the Ten Rings”. Un ulteriore ostacolo è rappresentato dalle
misure di sicurezza e dai protocolli che verranno adottati dai
singoli paesi del mondo…
Sebbene molte produzioni abbiano
ottenuto il consenso da parte delle autorità sanitarie e politiche
per poter tornare sul set (come
nel caso di The Batman e Animali
Fantastici 3 nel Regno Unito), dovranno trovare il
modo più sicuro per poter lavorare senza alcun tipo di rischio. Ciò
potrebbe richiedere più tempo del previsto, quindi è probabile che
non sarà così facile tornare sui set entro i prossimi mesi.
Naturalmente, ogni produzione è diversa dalle altre, con alcune che
potrebbero essere già pronte a ripartire entro poche settimane,
come Jurassic
World: Dominion, le cui riprese dovrebbero ripartire a
Luglio.
Phil Lord,
co-regista che insieme a Chris Miller avrebbe
dovuto dirigere inizialmente lo spin-off
Solo: A Star Wars Story, ha rivelato quali erano i
piani originali per il personaggio del giovane Lando
Calrissian interpretato da Donald Glover. All’epoca delle riprese del
film, il duo di registi venne licenziato dalla Lucasfilm a causa di
alcune “divergenze creative” e sostituito in corsa dal
premio Oscar Ron Howard.
Nonostante sia stato il primo film
dell’universo di Star
Wars a floppare al box office, Solo
è stato comunque accolto da critiche generalmente positive. Ad
oggi, c’è anche sul web una campagna messa insieme dal fandom della
saga che vorrebbe la release di un sequel dello spin-off (campagna
denominata #MakeSolo2Happen). Ciononostante, è probabile
che ci sia ancora qualcuno interessato a scoprire come sarebbe
stata la versione originale del film ad opera di Lord e Miller, e
adesso è stato proprio lo stesso Lord a rivelare un nuovo dettaglio
sul progetto che non abbiamo mai visto.
Su Twitter,
il critico Robert Daniels di Polygon ha condiviso un articolo a
proposito di
John Boyega, star della trilogia sequel di Star
Wars, e del suo impegno alla lotta contro il razzismo
negli Stati Uniti sulla scia dei recenti disordini avvenuti in
America e della nascita del movimento #BlackLivesMatter. Secondo Daniels, il
franchise nato dalla mente di George Lucas avrebbe perso l’occasione –
tramite il personaggio di Finn interpretato da Boyega – di
raccontare al cinema l’esperienza afroamericana.
Il personaggio di Lando Calrissian
in Solo avrebbe dovuto veicolare una serie di temi
“importanti”
In risposta al tweet di Daniels,
Phil Lord ha commentato: “Alcuni di noi ci
hanno provato…”. La risposta di Lord è un chiaro
riferimento al periodo di Solo
e al lavoro che probabilmente avrebbe voluto fare, in accordo con
Chris Miller, sul personaggio di Lando
Calrissian. Essendo Lando un personaggio di supporto
assolutamente chiave in Solo,
è palese che il duo volesse utilizzarlo per parlare di temi più
“elevati”, sicuramente in maniera diversa rispetto a quella che è
stata poi la caratterizzazione dello stesso nel film che abbiamo
visto in sala.
Ari Aster, acclamato regista di
Hereditary – Le radici del male e Midsommar – Il villaggio dei dannati, ha
svelato i primissimi dettagli sul suo prossimo progetto
cinematografico. L’occasione è stata una recente sessione di AMA
(il celebre format Ask Me Anything) su Reddit, dove al
regista è stato proprio chiesto di sviscerare qualcosa in merito ai
suoi piani futuri.
A quanto pare, sembra che Ari Aster si prenderà una pausa dal genere
horror, e che probabilmente ci vorranno diversi anni prima che
torni ad occuparsi di una storia che possa far saltare gli
spettatori sulla poltrona. Per il suo prossimo progetto, infatti,
Aster sembra intenzionato ad esplorare un genere totalmente
nuovo.
“Il mio prossimo film sarà una
commedia da incubo o, probabilmnete, un grande melodramma
domestico”, ha dichiarato Aster. “Potrebbero volerci
alcuni film prima di tornare alle origini, ma adoro l’horror e sono
sicuro che tornerò ad occuparmi di quel genere”. Il regista ha
poi aggiunto che il film sarà vietato ai minori e che potrebbe
durare all’incirca 4 ore.
Midsommar – Il villaggio dei
dannati, l’ultimo film diretto da Ari Aster
In attesa di nuovi dettagli,
ricordiamo che
Midsommar – Il villaggio dei dannati, l’ultimo film
diretto da Ari Aster, è uscito nelle nostre sale lo
scorso 25 luglio. Il cast del film annovera
Florence Pugh, Jack
Reynor, William Jackson Harper, Will Poulter, Vilhelm Blomgran,
Archie Madekwe e Ellora
Torchia.
In
Midsommar – Il villaggio dei dannati, Aster ci porta
in un piccolo villaggio della Svezia dove ogni novant’anni in piena
estate si svolge un leggendario Festival. Ma per un gruppo di amici
quella che doveva essere una vacanza idilliaca si trasforma ben
presto in un incubo terrificante.
Joker
è stato un grandissimo successo, talmente incredibile che neanche
la stessa Warner Bros. si sarebbe mai aspettata i risultati
ottenuti dinecomic di Todd
Phillips. Proprio sulla scia dei grandi riscontri del
film, a lungo si è parlato della possibilità di un nuovo
stand-alone dedicato ad un altro iconico villain della DC.
Adesso, un nuovo report del ben noto
Umberto Gonzalez apparso su Heroic Hollywood,
suggerisce che potrebbe esserci qualcosa che piani della major che
riguarderebbe il personaggio di Bane, già apparso
al cinema in Batman & Robin del 1997 e ne Il cavaliere oscuro – Il ritorno del 2021,
interpretato da Tom Hardy (sicuramente l’iterazione più
celebre di Dorrance).
È importante ricordare che, di
recente, Gonzalez aveva anticipato non solo la release della
Snyder Cut di Justice
League su HBO Max, ma anche il ritorno di
Henry Cavill nel DCEU nei panni di Superman.
Fatta questa premessa necessaria, andiamo a scoprire cosa si legge
nel report della fonte: “Dopo l’inaspettato successo del Joker
con protagonista il premio Oscar Joaquin Phoenix, ad Heroic
Hollywood sarebbe arrivata una voce esclusiva secondo cui alla DC
starebbero pensando ad un film interamente dedicato a
Bane.”
Un potenziale spin-off di Bane
basato sulla serie a fumetti “Batman: La Vendetta di Bane”
Ancora: “Al pari di quanto
accaduto con il film di Todd Phillips, al regista incaricato di
dirigere il film verrà offerta la possibilità di esplorare la
psicologia del personaggio, tracciando un vero e proprio ‘studio’
sullo stesso, con scene che potrebbero contenere un maggiore tasso
‘adrenalinico’.”
Il report continua: “Un
potenziale pitch per il film avrebbe usato la storia tratta dalla
serie ‘Batman: La Vendetta di Bane’ come base per l’eventuale
sceneggiatura. La trama avrebbe introdotto Bane nel DCEU, rivelando
come le sue tragiche origini ebbero inizio ancora prima che
nascesse. Dal momento che Batman è la chiave della motivazione del
personaggio in relazione al suo arco narrativo, l’Uomo Pipistrello
sarebbe potuto esistere da qualche parte nel film, anche se fosse
stato soltanto una presenza che incombeva su Gotham City.”
Come specificato dalla fonte, pare
che alla fine questa potenziale storia per un film sia stata
scartata, e che semmai uno stand-alone dedicato a Bane dovesse
vedere la luce, l’ispirazione dalle serie a fumetti sarebbe
totalmente diversa. Inoltre, sempre come sottolineato dalla fonte,
sembra che Matt
Reeves possa avere in programma di introdurre
Bane in un eventuale sequel di The
Batman. Naturalmente, nulla di tutto ciò è al momento
confermato. Non bisogna far altro, quindi, che attendere eventuali
conferme o smentite.
La regista Lilly
Wachowski, nota per aver diretto insieme alla sorella Lana
la trilogia di Matrix,
ha rivelato in una nuova intervista come mai ha deciso di
allontanarsi dal mondo di Hollywood. Come sappiamo da diverso
tempo, infatti, l’attesissimo Matrix
4 sarà diretto esclusivamente da Lana
Wachowski.
La trilogia di Matrix ha
letteralmente stravolto le regole non scritte di un genere, la
fantascienza, che proprio a partire dalle intuizioni – tanto
narrative quanto visive – avute dalle due sorelle, è andato
incontro ad una vera e propria rivoluzione a partire dagli inizi
del nuovo millennio. Dopo l’incredibile successo della
trilogia, le sorelle Wachowski hanno scritto e prodotto
V per Vendetta, diretto Speed Racer,
Cloud Atlas e Jupiter – Il destino dell’universo e creato la
serie tv Sense8.
A metà del 2010, più o meno quando
lei e Lana erano impegnate a lavorare proprio a Sense8, Lilly
decise di lasciare momentaneamente Hollywood per concentrarsi sulla
sua vita privata e in particolare sulla proprio transizione,
ufficialmente terminata nel 2016. In una recente intervista con
THR, Lilly Wachowski ha spiegato i reali
motivi dietro questa lunga pausa: “Ho iniziato a lavorare
quando l’industria cinematografica era al suo apice. Prima che i
dirigenti e i responsabili del marketing la trasformassero in un
inferno. Tutte queste persone finirono nella stessa stanza con il
regista… dietro la macchina da presa, da scrivere… in sala di
montaggio. La cosa mi rese parecchio nervosa. Raggiunsi un punto di
rottura, e perciò decisi di lasciare.”
Lilly Wachowski su come Matrix sia
nato dalla sua personale esperienza
La Wachowski ha poi commentato il
suo processo di transizione, facendo riferimento proprio alla
genesi della saga di Matrix:
“È una saga nata dalla rabbia, dalla furia nei confronti del
capitalismo e della struttura corporativista. È una saga nata dalla
furia contro ogni forma di oppressione. E quella furia irrequieta
era relativa al fatto che io per prima mi sentivo oppressa. Mi
forzavo di reprimere me stessa.”
A dicembre del 2019 Lilly ha scritto
e prodotto la serie Work in Progress, in onda sul
network Showtime e rinnovata lo scorso gennaio per una seconda
stagione. A proposito di quell’esperienza, ha raccontato: “Ho
sempre realizzato film e serie che io per prima volevo vedere. Oggi
sono una donna trans fiera di esserlo: non c’è più spazio per i
fraintendimenti sui temi che affronta la nostra serie. Ciò mi dà
grandissima soddisfazione. Posso muovermi come voglio nel mio
mondo. Intendo portare sullo schermo più persone trans e queer.
Voglio mostrare ciò che siamo in grado di fare. Voglio mostrare gli
artisti straordinari che siamo.”
Matrix
4 vedrà nel cast il ritorno
di Keanu
Reeves, Carrie-Ann
Moss e Jada
Pinkett-Smith al fianco delle new
entry Yahya Abdul-Mateen II, Neil Patrick Harris,
Jonathan Groff, Jessica
Henwicke Toby
Onwumere. L’uscita nelle sale è fissata per il 21 maggio
2021. Il nuovo capitolo del franchise sarà diretto da Lana
Wachowski. La sceneggiatura del film è stata firmata a
sei mani con Aleksandar Hemon e David Mitchell.
Il regista David
Ayer ha confermato che i reshoot di Suicide
Squad, in particolare quelli relativi alla backstory
di Harley Quinn (Margot
Robbie), hanno ufficialmente cambiato l’originale
timeline in cui si sarebbe dovuto inserire il cinecomic. Adesso che
la
Snyder Cut di Justice
League vedrà finalmente la luce (su HBO Max, il
prossimo anno), il fandom della DC si sta concentrando sul prossimo
obiettivo da raggiungere: la release della Ayer
Cut di Suicide Squad.
Nonostante la campagna a favore
della Director’s Cut del cinecomic uscito nel 2016 non abbia
ricevuto lo stesso sostegno di quella nata a favore della
Snyder Cut, è comunque riuscita a catalizzare
l’attenzione del web, soprattutto nelle ultime settimane e anche
grazie al coinvolgimento in prima persona di David
Ayer, che di recente ha iniziato a svelare dettagli
sempre più inediti sulla “sua” versione del cinecomic.
Grazie all’intro del film che
presenta i vari personaggi della storia, veniamo a conoscenza di un
dettaglio molto particolare sulla storia di Harley Quinn: la
Mattacchiona, infatti, è stata complice del Joker di
Jared Leto nell’omicidio di Robin, il giovane
assistente di Batman. Secondo una prima versione della storia
partorita da Ayer, Batman si sarebbe vendicato della morte del suo
amico strappando i denti al Clown Principe del Crimine, e
costringendolo ad indossare dei finti denti in metallo.
La backstory di Harley Quinn in
Suicide Squad completamente alternata dalle riprese aggiuntive
Tornando al film, Suicide
Squad ci mostra il momento del primo incontro tra
Harley e il Joker, ed è palese in quella scena che il Joker abbia
già i suoi denti in metallo: ciò suggerisce che Joker ha ucciso
Robin prima di incontrare Harley. Sui social, dopo che un fan ha
dichiarato che sarebbe stato interessante capire di più sul
coinvolgimento di Harley nell’omicidio di Robin, un altro fan ha
sottolineato che quel dettaglio nel film è stato aggiunto da
qualcuno che probabilmente non conosceva tutta la storia e le idee
iniziali di Ayer.
A confermarlo è stato lo stesso
David
Ayer, che su Twitter
– in risposta ai due fan – ha scritto: “Sì. Hanno spezzato la
mia timeline. Johns lo ha aggiunto”. Il Johns a cui fa
riferimento Ayer è Geoff Johns, che all’epoca
dell’uscita di Suicide
Squad era a capo della DC Films. Non è la prima volta che
Ayer sottolinea come i suoi piani originali per il film siano stati
cambiati durante le riprese aggiuntive. Ad esempio,
il regista aveva già rivelato che Harley avrebbe dovuto
innamorarsi di Deadshot (Will
Smith) e non finire col Joker, e che il personaggio di
Diablo (Jay Hernandez) non sarebbe dovuto
morire.
Suicide
Squad è un film del 2016 diretto
da David Ayer con Will
Smith, Margot
Robbie, Jared
Leto, Joel
Kinnaman, Jai Courtney, Cara
Delevingne, Viola
Davis, Scott
Eastwood, Raymond Olubawale, Jay Hernandez, Ike Barinholtz, Ted
Whittall, Robin Atkin Downes e David
Harbour. Nel film i più temuti supercriminali del
mondo vengono reclutati in gran segreto da Amanda Waller per
costituire la Task Force X, una squadra di antieroi che in seguito
alla morte di Superman avrà il compito di difendere l’umanità da
ogni genere di minaccia.
Create rispettivamente da
Frank Herbert e George Lucas,
Dune e
Star
Wars sono due proprietà fantascientifiche che hanno
molto in comune. In vista dell’arrivo nelle sale del nuovo
adattamento ad opera di Denis
Villeneuve, sono in molti a chiedersi come il nuovo
film del regista di Blade
Runner 2049 sarà diverso rispetto agli episodi
dell’amatissima saga, soprattutto da un punto di vista visivo.
In passato era stato lo stesso
Villeneuve a descrive il suo Dune –
in riferimento al suo approccio al materiale originale – come
“il film di Star
Wars che non avete mai visto”, definendo inoltre
l’universo creato da Herbert una sorta di “Star Wars per
adulti”. Anche Jason Momoa, il celebre Aquaman del DCEU che nel film interpreterà Duncan
Idaho, in una vecchia intervista
ha paragonato il suo personaggio a quello di Han Solo.
I parallelismi tra i due universi
non finiscono certo qui, dal momento che il direttore della
fotografia del nuovo Dune sarà
Greig Fraser, che aveva già lavorato allo spin-off
Rogue One e ad alcuni episodi della prima stagione di
The
Mandalorian. In una recente intervista con Collider, Fraser ha
raccontato che fin dal primo momento ha voluto accertarsi che il
suo lavoro per Dune sarebbe
stato molto diverso dai suoi sforzi per Star Wars.
Il direttore della fotografia di
Dune rivela che Star Wars è stato influenzato dal romanzo di Frank
Herbert
“È stato parecchio divertente,
perché ho dovuto dimenticare molto di ciò che avevo fatto con Star
Wars quando stavo girando Dune”, ha dichiarato Fraser. “Non è stato
difficile, però. Denis e io abbiamo parlato chiaramente
dell’aspetto visivo del film, di come doveva essere. Del formato,
di tantissimi aspetti… quindi non è stato difficile scartare delle
cose e cambiare direzione. C’erano alcune somiglianze tra le due
proprietà, come i deserti.”
Cosa ancora più interessante, Fraser
ha rivelato che apparentemente, quando la Lucasfilm realizzò il
primo Guerre Stellari nel 1979, si ispirò in parte al
romanzo originale di Herbert: “Voglio dire… alla fine sono
certo che anche George Lucas si sia ispirato a Dune quando ha
realizzato il primo Star Wars. Non so se sia un sacrilegio parlare
di questa cosa, ma ci sono diverse somiglianze, quindi penso si
possa tranquillamente dire che Dune abbia influenzato Star Wars.
Per questo ci sono andato molto cauto, cercando di non ripetermi. E
non solo per il bene del film, ma anche per me stesso. Odio fare la
stessa cosa due volte.”
Anche per l’edizione 2020
del Biografilm Festival – International Celebration of
Lives, previsto online dal 5 al 15 giugno, Sky
Arte e Sky Cinema sono i Main
Media Partner e, durante le date della rassegna,
proporranno una selezione di acclamatissimi documentari e film
biografici per ripercorrere la vita di personaggi che hanno scritto
capitoli cruciali di storia, cultura e cronaca.
In particolare, Sky
Arte trasmetterà in prima tv due documentari presentati
alla scorsa edizione del festival: si comincia sabato 6
giugno alle 21.15 con Herzog incontra
Gorbaciov, il film diretto dal prolifico regista Werner
Herzog, che nell’arco di sei mesi incontra tre volte Mikhail
Gorbaciov, l’ultimo segretario del Partito Comunista sovietico, per
ricostruire, oltre all’ascesa politica di Gorbaciov e il crollo
dell’URSS, l’impegno costante di “Misha” verso il disarmo e
l’uscita dall’era della Guerra fredda. Il film non è soltanto un
racconto della vita dell’uomo che quel 25 dicembre 1991 ha
annunciato la dissoluzione dell’URSS, dando le dimissioni, ma anche
una narrazione degli anni che hanno rivoluzionato il corso del
Novecento, cambiando per sempre la geografia politico- economica e
sociale dell’intero mondo.
Il secondo appuntamento è invece
previsto sabato 13 giugno alle
21.15 quandoandrà in onda PEPE
MUJICA – UNA VITA SUPREMA, il documentario diretto da Emir
Kusturica sull’icona di resistenza e di lotta rivoluzionaria Pepe
Mujica. Nel documentario, il regista racconta il presente e il
tragico passato del detenuto politico Mujica, delineando la sua
imponente figura di politico. Rinchiuso per dodici anni, isolato in
un pozzo senza contatti con nessuno, scopriamo la vita del «Che
Guevara senza sigaro dell’Uruguay», diventato poi il suo
presidente.
Anche Sky Cinema
Drama proporrà una programmazione speciale, in
prima e seconda seratada venerdì 5 a lunedì 15
giugno, durante tutta la durata del festival, con la
collezione Vite da Film, una rassegna di film
biografici per ripercorrere, attraverso le vicende di personaggi
preminenti, pagine fondamentali del mondo della storia, della
cronaca e della cultura. Venerdì 5 aprono il
ciclo le storie di due serial killer che hanno colpito negli Stati
Uniti, TED BUNDY – FASCINO CRIMINALE con
Zac Efron e MONSTER con
Charlize Theron nelle vesti di Aileen Wuornos,
premiata con Oscar, Golden Globe e Orso d’argento a Berlino per
questo ruolo; sabato 6 ci si sposta alla corte
inglese con MARIA REGINA DI SCOZIA con
Saoirse Ronan e
Margot Robbie e LA FAVORITA con
Emma Stone,
Rachel Weisz e Olivia Colman che per l’interpretazione della
regina Anna ha ottenuto l’Oscar, il Golden Globe e la Coppa
Volpi; domenica 7 sono previste due pellicole che
parlano dell’operato di due coraggiose giornaliste in A
MANO DISARMATA con Claudia Gerini, nei panni di
Federica Angeli, e A PRIVATE WAR con
Rosamund Pike, in quelli della reporter di guerra Marie
Colvin; lunedì 8 si passa alla famiglia Kennedy
con JACKIE, in cui Natalie Portman è Jacqueline Kennedy nel
momento in cui è chiamata ad affrontare il dolore per l’assassinio
del marito, e LO
SCANDALOKENNEDY, storia dello scandalo
che travolse Ted Kennedy, interpretato da Jason Clarke. E ancora,
martedì 9 la serata è dedicata all’arte
con VAN GOGH – SULLA SOGLIA
DELL’ETERNITÀ con Willem Dafoe, premiato a Venezia con
la Coppa Volpi, e IO, LEONARDO con Luca
Argentero; mercoledì 10 è la volta di due capitoli
inerenti a Cosa Nostra, IL TRADITORE con
Pierfrancesco Favino, chiamato a interpretare il mafioso pentito
Tommaso Buscetta, e I CENTO PASSI con Luigi
Lo Cascio nei panni del giornalista Peppino Impastato che sfidò il
muro d’omertà legato alla mafia; giovedì 11 si
parla di due celebri politici: CHURCHILL, in cui
Brian Cox interpreta il Primo ministro inglese, e PATH
TO WAR, L’ALTRO VIETNAM dove Michael Gambon è il
Presidente degli Stati Uniti Lyndon Johnson; venerdì
12 si passa a due artisti che sono rimasti
nell’immaginario collettivo con i film NUREYEV – THE
WHITE CROW e BOHEMIAN
RHAPSODY con Rami Malek, premiato con l’Oscar® per
l’interpretazione di Freddie Mercury; sabato 13 si
fa un passo indietro nella Storia con IL PRIMO RE, che
racconta il mito di Romolo e Remo, e THE YOUNG
MESSIAH, pellicola che ripercorre l’infanzia di
Gesù; domenica 14 è la volta di due film
nostalgici: STANLIO & OLLIO, con Steve Coogan e
John C. Reilly nei panni leggendario duo comico, e OLD
MAN & THE GUN, in cui Robert Redford è il criminale
“gentiluomo” Forrest Tucker. Infine, lunedì
15 chiudono il ciclo due pellicole che raccontano due
viaggi verso la Luna: FIRST MAN – IL PRIMO UOMO,
con Ryan Gosling chiamato a interpretare Neil Armstrong,
e APOLLO 13 con Tom Hanks.
Tutti i titoli sono disponibili
anche nella collezione on demand su Sky e NOW TV insieme ad altri
film come ad esempio THE AVIATOR, diretto
da Martin Scorsese con Leonardo Di Caprio nei panni di Howard
Hughes e GANDHI, la pellicola di Richard
Attenborough vincitrice di otto premi Oscar®.
Cubano naturalizzato statunitense,
l’attore Andy Garcia si è negli anni costruito una
notevole fama all’interno dell’industria hollywoodiana, prendendo
da prima parte a celebri gangster movie d’autore, per poi spaziare
attraverso i generi, dalla commedia alla fantascienza. Ad oggi è
considerato uno degli interpreti dotato di maggior classe, eleganza
e carisma.
Ecco 10 cose che non sai di
Andy Garcia.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Andy Garcia: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attore ha debuttato sul grande schermo
con il film Nudi in paradiso (1983), per poi ottenere una
prima notorietà grazie a Gli intoccabili (1987), con
Kevin
Costner e SeanConnery. Si consacra poi grazie al ruolo di
Vincent Mancini in Il Padrino – Parte III (1990), con
AlPacino. Negli anni seguenti recita poi in film
come Gli occhi del delitto (1992), Prove
apparenti (1997) e Ocean’s Eleven (2001), di StevenSoderbergh. Riprenderà poi il suo ruolo in
Ocean’s Twelve (2004), per poi apparire in The Lost
City (2005), Ocean’s Thirteen (2007), La Pantera
Rosa 2 (2009), con Jean
Reno, A Dark Truth (2012),Ghostbuster (2016), con
Kristen
Wiig,Passengers
(2016), Geostorm
(2017), Book Club
(2018) Mamma mia! Ci
risiamo (2018) e Il corriere
(2018), di Clint
Eastwood.
9. È anche sceneggiatore,
regista e produttore. Interessato non solo alla
recitazione, Garcia si è negli anni cimentato in diverse attività
legate al cinema. Nel 2005 ha infatti esordito alla regia del film
The Lost City, da lui anche prodotto, e incentrato sulla
rivoluzione cubana tra gli anni Cinquanta e Sessanta.
Prossimamente, Garcia tornerà dietro la macchina da presa per il
film Hemingway & Fuentes, da lui anche scritto, e basato
sul romanzo Il vecchio e il mare.
8. Ha preso parte a
progetti televisivi. Negli ultimi anni l’attore ha preso
parte a diversi titoli per la televisione, come le serie
Ballers (2016), 3 in mezzo a noi: I racconti di
Arcadia (2018-2019) e Flipped (2020). In particolare,
è stato apprezzato per il suo ruolo nella serie antologica
Modern Love (2019), dove ha recitato nel ruolo di Michael
negli episodi Quando cupito è una giornalista indiscreta e
La corsa diventa più dolce vicino all’ultimo giro,
rispettivamente secondo e ottavo della prima stagione.
Andy Garcia: la moglie e i
figli
7. È sposato.
Particolarmente discreto per quanto riguarda la propria vita
privata, l’attore non è solito puntare i riflettori su di essa. Di
lui si sa però che è sposato dal 1982 con una donna di nome Maria
Vittoria Lorido, anch’ella di origine cubana. Negli anni la coppia
ha avuto quattro figli, rispettivamente nel 1983, 1988, 1991 e
2002.
6. Sua figlia è
un’attrice. La primogenita di Garcia, chiamata Dominik, è
a sua volta diventata un’attrice, seguendo le orme del padre. I due
hanno inoltre avuto modo di lavorare insieme quando nel 2005 Garcia
l’ha voluta per il ruolo di Mercedes Fellove nel suo film da
regista, The Lost City.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Andy Garcia in Il Padrino – Parte
III
5. Ha ricevuto una
nomination al premio Oscar. Con il suo ruolo di Vincent
Mancini, figlio illegittimo di Sonny Corleone, Garcia si consacra
agli occhi dell’industria cinematografica. La sua interpretazione
viene infatti riconosciuta con la candidatura al premio Oscar nella
categoria al miglior attore non protagonista. Ad oggi, si tratta
dell’unica nomination ricevuta dall’attore.
4. Ha dovuto convincere i
produttori del film. Per ottenere la parte di Mancini,
l’attore ha dovuto convincere i produttori di essere la scelta
giusta. Questi erano infatti convinti che Garcia avesse dei tratti
che rendevano troppo evidenti le sue origini cubane, le quali
andavano in contrasto con quelle del personaggio. Tuttavia,
l’attore riuscì ad essere convincente e finì con l’ottenere la
parte.
3. Ha realmente ferito uno
stuntman. Nel girare la scena di lotta prevista, l’attore
pretese di poter utilizzare una vera pistola, così da poter
risultare più realistico. Lo fu a tal punto che finì con il ferire
davvero lo stuntman con il quale si scontrava, il quale dovette
ricorrere a diversi punti per richiudere la ferita.
Andy Garcia e la sua cicatrice
sulla spalla
2. Era nato come gemello
siamese. Al momento della nascita, l’attore era congiunto
per una spalla al fratello gemello. Questi, tuttavia, venne alla
luce già deceduto e con un intervento chirurgico i due vennero
separati. Da quel momento, l’attore porta inevitabilmente una
vistosa cicatrice sulla spalla.
Andy Garcia: età e altezza
1. Andy Garcia è nato a
L’Avana, a Cuba, il 12 aprile 1956. L’attore è alto
complessivamente 175 centimetri.
È in arrivo oggi, direttamente on
demand, una nuova, divertentissima versione di una delle favole più
amate di tutti i tempi. Scritta e diretta da Sungho Hong e
animata dal veterano Disney Jin Kim, Scarpette Rosse e i
sette nani è una rivisitazione moderna e brillante di un
grande classico delle storie per bambini – il mito di
Biancaneve.
Non una mela ma delle scarpette
rosse, non una principessa dalla pelle candida ma una ragazza come
tante alle prese con le proprie insicurezze, non un solo principe
ma ben sette, che però si ritrovano imprigionati in un corpo
diverso. La nuova Biancaneve, coraggiosa e vivace principessa dal
cuore puro, ha la vocedi Baby K,
per la prima volta coinvolta in un doppiaggio. Sono invece
affidate alla comicità di Pio & Amedeo le voci di
due meravigliosi principi alle prese con una maledizione che li ha
trasformati in buffissimi nanetti.
Scarpette rosse e i
sette nani, la sinossi
Delle magiche scarpette rosse sono
il segreto della bellezza di Biancaneve e il motivo per cui sette
principi, trasformati in nani da una maledizione, la stanno
cercando disperatamente. Per spezzare l’incantesimo, infatti,
devono riceve il bacio della donna più bella del mondo. In una
folle competizione per ricevere il bacio agognato e in un buffo
gioco di equivoci, i principi, un tempo arroganti e ossessionati
dall’aspetto fisico, gradualmente scoprono il vero significato
della bellezza. Una scorretta e divertentissima rivisitazione
della favola più amata di tutti i tempi.
Rakuten TV ha annunciato oggi il
lancio del suo primo canale live sulla piattaforma:
Euronews, il canale di notizie internazionale numero uno
in Europa. Il canale, che fornisce contenuti informativi 24 ore su
24, sarà disponibile in tutti i paesi Europei in cui è presente
Rakuten TV secondo un lancio progressivo nei diversi territori,
come parte dell’offerta gratuita della piattaforma nella sezione
AVOD (Advertising-video-on-demand). In Italia il canale è live da
oggi stesso.
Il portfolio di contenuti del canale
è incentrato su notizie da una prospettiva europea coprendo diversi
ambiti: attualità, business, cultura, sport, scienza e tecnologia e
lifestyle. Il suo feed live sarà disponibile in sei lingue tra cui
francese, portoghese, italiano, tedesco, spagnolo e inglese per i
restanti paesi europei.
I contenuti di Euronews saranno visibili all’interno dell’app
Rakuten TV presente sui modelli di Smart TV Samsung Electronics e
LG a partire dal 2019. Il bottone Rakuten TV presente sui
telecomandi e l’app preinstallata sulle Smart TV LG e Samsung
faranno entrare Euronews nelle case di milioni di famiglie europee.
In un secondo momento, il canale sarà reso disponibile su altri
dispositivi.
Teresa López, European Content
Director di Rakuten TV, ha dichiarato: “Siamo molto
entusiasti del lancio del nostro primo canale live, che ci consente
di arricchire la nostra attuale proposta fornendo contenuti sempre
più vari all’interno della piattaforma. Rakuten TV è impaziente di
continuare ad espandere la sua offerta di contenuti al fine di
offrire un’esperienza completa con un solo clic ”.
Maxime Carboni, direttore Worldwide Distribution di Euronews, ha
dichiarato: “Siamo onorati di essere i primi fornitori di
contenuti live a unirsi al servizio AVOD di Rakuten TV, consentendo
agli spettatori di guardare diverse versioni di Euronews sulla
piattaforma. Questa importante partnership rafforza definitivamente
la strategia di Euronews di rivolgersi al proprio pubblico in modi
nuovi attraverso formati innovativi e piattaforme digitali. Siamo
stati in grado di costruire insieme a Rakuten TV una proposta e un
modello di contenuti di notizie che si adattano ai nostri valori
comuni: localizzazione dei contenuti, ottima esperienza utente e
attenzione alla qualità “.
Il lancio di Euronews su Rakuten TV è un ulteriore passo che la
piattaforma sta intraprendendo nell’ambito della sua strategia
volta ad implementare l’offerta della sezione gratuita supportata
dalla pubblicità, che include già i canali
tematici Film con pellicole di
Hollywood, Kids dedicato ai più piccoli
e Rakuten Stories che offre contenuti esclusivi
e originali tra cui la serie TV Matchday – Inside FC
Barcelona e i documentari appena lanciati su Sadio
Mané, Made in Senegal e Andrés Iniesta
– L’eroe inaspettato. Rakuten TV è la prima piattaforma
europea che combina I modelli di business TVOD e AVOD in tutta
Europa, fornendo un unico punto di accesso ad un universo di
contenuti illimitati.
Euronews è l’unico canale di notizie
internazionale con una prospettiva europea. È distribuito in 160
paesi e quasi 400 milioni di case – tra cui il 67% delle case
nell’UE e nel Regno Unito – raggiungendo oltre 141 milioni di
persone ogni mese, secondo il Global Web Index.
È disponibile dal 20 maggio su Amazon
Prime il primo film che vede protagonisti Antonio
Matranga ed Emanuele Minafò – duo comico
palermitano giunto alla notorietà grazie alle apparizioni
televisive in trasmissioni come Made in Sud e ad un
tormentone nato proprio lì. Un pugno di
amici è diretto da Sergio Colabona,
regista televisivo che con Vita, cuore,
battito aveva già portato sul grande schermo gli
Arteteca, altro duo di Made in Sud.
Un pugno di
amici, la trama
Toni (Antonio Matranga) ed Emanuele
(Emanuele Minafò) organizzano una rapina a un centro scommesse di
Palermo, assieme ai due amici Mariano (Mariano
Bruno) e Jesus (Domenico Fazio). Qualcosa
però va storto e i quattro si ritrovano con una borsa piena di
vestiti usati anziché di soldi.
Oltre a scoprire chi ha fatto lo
scambio ed è scappato col malloppo, devono sottrarsi alle ire di
Don Calogero (Paride Benassi), che rivuole
indietro i soldi del suo centro scommesse. A dare la caccia sia al
boss che ai quattro amici, rapinatori improvvisati, un nuovo
commissario (Maurizio Casagrade), appena arrivato
da Napoli. Riusciranno a cavarsela?
Matranga e Minafò prima di
Un pugno di amici
La comicità del duo palermitano
Matranga e Minafò nasce semplice e affonda le radici nel luogo
comune del maschio cacciatore e della femmina preda, nel modo più
banale. Nell’estate 2019 ha spopolato con la hit Appalermo –
s’inzuppa il biscottino, che declinava poi in tutti i modi
possibili il concetto. Un vero e proprio tormentone nato con gli
sketch portati a Made in Sud e a SiciliaCabaret. Un tormentone come fu quello di Fabio Rovazzi
qualche estate prima. Una comicità datata e anche sessista quella
del duo, dalla quale si sperava di essersi liberati, ma che invece
continua a fare presa su alcuni, almeno a teatro e in tv.
Piena appunto di tette, culi,
patate, biscotti e tutto ciò che il repertorio possa offrire in
materia. Dove le donne sono “selvaggina” da catturare e da
esibire come trofei (nei vecchi sketch ricorrono frasi del tipo:
“Me ne sono fatte più di dieci”). L’elemento realmente
comico sta più che altro nel contrasto tra l’aspetto tutt’altro che
prestante del gracile Minafò, sfortunato con le donne, e la sua
fiducia nel proporsi, convinto di riuscire ad abbordarle, conciato
nei modi più improbabili.
Un buon canovaccio rovinato
da una serie di squallide gag
Il soggetto del film, firmato dal
regista, potrebbe anche funzionare: ci sono scambi d’identità che
mettono i protagonisti in situazioni potenzialmente divertenti e un
twist finale che fa riflettere sul valore dell’amicizia – come
sancisce la citazione finale di Bob Marley – ed è purtroppo l’unica
cosa che risolleva un po’ il film dal livello terra terra sul quale
si è mosso fino alla fine.
In Un pugno di
amici il tormentone c’è, irrinunciabile marchio di
fabbrica del duo, ma poi si è costretti a cercare altri modi per
suscitare la risata. E qui i problemi si susseguono, come la serie
di sketch con battute dall’umorismo a volte raggelante che
compongono il film, segno che la sceneggiatura (di Colabona,
Nando Mormone, Ciro Cerruti e gli
stessi Matranga e Minafò) non funziona quanto il soggetto.
Le gag dunque non funzionano e non
si ride, a parte qualche battuta sulla somiglianza di uno degli
amici, Jesus – Domenico Fazio, componente del
quartetto comico I 4 Gusti – con Gesù, da cui il
soprannome. Neanche i componenti dello sgangherato commissariato
guidato da Maurizio Casagrande riescono a far sorridere, piuttosto
imbarazzano e lasciano perplessi: a partire da Gianni –
Rosario Alagna de I Respinti –
che ripete costantemente “Io sono Gianni” e Giuseppe –
Giuseppe Stancampiano de I 4
Gusti – che dice sempre e solo “Si”. Tormentoni
anche questi già deboli su un palcoscenico, ma che rivelano tutta
la loro pochezza se reiterati per 90 minuti sul grande schermo.
Altrettanto perplessi lasciano personaggi come quello del cardinale
interpretato da Domenico Manfredi, la cui comicità
gestuale è ai limiti dell’irritante.
A condire il tutto, luoghi comuni
come quello dei meridionali scansafatiche. Da apprezzare
invece le location, tra cui Villa Naselli di Palermo, per un film
girato tra il capoluogo siciliano, Termini Imerese, Gratteri,
Lascari e l’Isola delle Femmine.
A Matranga e
Minafò, che aspirerebbero a diventare i nuovi
Ficarra e Picone, però, non basta tornare sui
propri passi, scegliendo di girare nel villaggio dove tutto
cominciò, dove davvero iniziarono come animatori, per fare un buon
film. Non basta neppure affidarsi agli amici di altri sodalizi
comici per garantire la riuscita del progetto, né basta un
tormentone. Occorre qualche idea in più per sostenere un film, una
comicità più intelligente, anche fatta di sketch e gesti, ma che
sappia suscitare qualcosa di più di un perplesso: bah …
In seguito all’omicidio
di George Floyd, negli Stati Uniti continuano
a moltiplicarsi le manifestazioni e le prese di posizione contro il
razzismo e l’omicidio delle persone di colore da parte della
polizia, che hanno poi condotto alla nascita del movimento
internazionale #BlackLivesMatter. Ecco 10
film che trovate comodamente in streaming e che possono aiutare a
capire meglio quanto sta accadendo in America:
I Am Not Your Negro, 2016 (Chili)
I Am Not Your
Negro è un documentario del 2016 diretto da Raoul
Peck e candidato all’Oscar nel 2017 per il miglior
documentario. Racconta il pensiero di James
Baldwin partendo da un’opera dello scrittore statunitense
rimasta incompiuta (che di fatto figura anche come sceneggiatore,
nonostante sia scomparso nel 1987).
Il pensiero di Baldwin è
fondamentale per capire la questione razziale che ancora oggi
attanaglia gli Stati Uniti. Il documentario, disponibile in
streaming su
Chili, è una lezione di storia e di etica che,
attraverso il linguaggio innovativo di uno dei più importanti,
empatici e lucidi scrittori della storia americana, aiuta a
comprendere con maggiore consapevolezza il mondo che ci
circonda.
Adattamento cinematografico
dell’omonimo libro scritto dall’ex poliziotto Ron
Stallworth (nel film interpretato da John David Washington), il film racconta la
storia vera dello stesso Stallworth, primo poliziotto nero nella
storia di Colorado Springs ad essersi infiltrato nel Ku Klux Klan.
Servendosi di uno stile assolutamente innovativo, Lee manifesta
tutta la sua rabbia nei confronti di una situazione sociale,
politica e culturale profondamente radicata tanto nell’America del
passato quanto in quella di oggi.
Invictus, 2009 (Prime Video)
Invictus – L’invincibile è un film del 2009
diretto dal maestro Clint Eastwood. Ispirato a fatti realmente
accaduti, la storia – basata su un romanzo di John
Carlin – ruota attorno ad una serie di eventi che ebbero
luogo in occasione della Coppa del Mondo di rugby del 1995,
tenutasi in Sudafrica poco tempo dopo l’insediamento
di Nelson Mandela come presidente della nazione.
Nel film, disponibile su
Prime Video, Mandela (interpretato da Morgan Freeman) è appena diventato il primo
presidente sudafricano di colore. Dopo la caduta del regime
dell’apartheid, si ritrova a guidare la nazione in un periodo
storico particolarmente delicato. Il suo obiettivo è quello di
riconnettere la popolazione sudafricana, ancora fortemente divisa
dall’odio fra la maggioranza nera e la minoranza bianca.
XIII emendamento, 2016
(Netflix)
XIII emendamento è
un documentario del 2016, diretto da Ava DuVernay,
regista che aveva già ampiamente affrontata il tema del razzismo
nel bellissimo Selma – La strada della libertà del 2014. Il
documentario ha vinto il premio Emmy nel 2017 nella categoria di
appartenenza.
Il documentario, disponibile su
Netflix,
non sceglie la via della sovversione o della rivoluzione, e non
racconta unicamente del razzismo di matrice “ideologica”:
XIII emendamento, infatti, passa in
rassegna tutta una serie di questioni e di avvenimenti che nel
corso degli anni sono passate inosservate, sia per negligenza che
per ignoranza.
Mudbound, 2017 (Netflix)
Mudbound
è un film del 2017 diretto da Dee Rees.
Adattamento dell’omonimo romanzo di Hillary Jordan, il film venne
presentato in anteprima al Sundance Film Festival e ricevette
quattro candidature ai premi Oscar, inclusa quella alla migliore
attrice non protagonista per la celebre cantante Mary J.
Blige.
Disponibile su Netflix,
il film è un’epopea inarrestabile ed emozionante che, pur
rifacendosi agli stilemi più abusati del cinema classico, riesce
con sguardo innovativo a raccontare le luci e le ombre del Sogno
Americano infrantosi tra l’inizio e la fine della Seconda Guerra
Mondiale.
The Birth of a Nation, 2016 (Google Play)
The
Birth of a Nation, disponibile su Google Play, è un film del 2016 scritto e
diretto da Nate Parker, che nella pellicola si è
anche ritagliato il ruolo del protagonista principale, Nat Turner,
uno schiavo afroamericano che nell’agosto del 1831 guidò la rivolta
degli schiavi nella Contea di Southampton, in Virginia.
Il film, il cui titolo è un
riferimento ironico al controverso film del 1915 Nascita di
una nazione, che descriveva la nascita – appunto – del Ku
Klux Klan, ha vinto il gran premio della giuria e il premio del
pubblico al Sundance Film Festival. Un film che, attraverso feroci
sequenze dall’impatto emotivo straordinario, ci ricorda come il
peso della Storia non faccia sconti a nessuno.
LA 92, 2017 (Netflix)
LA 92 è un
documentario del 2017 diretto da Daniel Lindsay e
T. J. Martin che racconta, a 25 anni di distanza
dai fatti accaduti, le proteste e le rivolte che sconvolsero la
città di Los Angeles nel 1992.
Il documentario, che ha debuttato
in anteprima al Tribeca Film Festival e che ha anche vinto un Emmy,
è disponibile su Netflix.
Include immagini di repertorio relative alle rivolte del quartiere
di Watts del 1965, all’elezione di Tom Bradley del 1973, alla
promozione di Daryl Gates nel 1978, alla sparatoria di Latasha
Harlins, alle violenze perpetrate dalla polizia americana ai danni
di Rodney King e alle successive rivolte e violenze scoppiate dopo
l’assoluzione degli ufficiali coinvolti nel pestaggio.
Fa’ la cosa giusta, 1989 (Chili, Google Play, iTunes)
Fa’ la cosa giusta
è probabilmente uno dei film più celebri di Spike
Lee, considerato da molti il capolavoro del regista
statunitense. All’epoca della sua uscita in sala, nel 1989, fu al
centro di grosse polemiche, perché secondo alcuni la storia
raccontata nel film istigava i giovani afro-americani alla
rivolta.
Candidato a due premi Oscar e
trainato da una colonna sonora tanto irresistibile quanto
fortemente critica nei confronti della società statunitense, il
film (che prende spunto da alcuni fatti di cronaca realmente
accaduti, tra cui il famoso “Howard Beach Incident”) è ancora oggi
considerato uno dei migliori della storia del cinema. Lo trovate in
streaming su
Chili,
Google Play e iTunes.
The Help, 2011 (Rakuten Tv, Chili)
The Help è un film del 2010 diretto da
Tate Taylor e basato sull’omonimo romanzo di
Kathryn Stockett, amica d’infanzia del regista. Il cast è
assolutamente di prim’ordine:
Emma Stone, Viola
Davis, Bryce
Dallas Howard, Jessica
Chastain, Allison Janney, Sissy Spacek e Octavia Spencer, che per il suo ruolo riuscì
anche ad ottenere un Oscar come migliore attrice non
protagonista.
The Help, disponibile su Rakuten Tv e
Chili, è una commedia drammatica a tratti divertente,
ma anche amara e sinceramente toccante, che racconta un periodo
oscuro della storia dell’uomo, profondamente caratterizzato da
segregazione e razzismo.
When They See Us, 2019 (Netflix)
When They See Us è
una miniserie tv diretta da Ava DuVerny, già
acclamata per Selma – La strada della libertà e per il già
citato documentario XIII emendamento. Disponibile su
Netflix, la serie ricostruisce il caso della jogger
di Central Park, una donna bianca che nel 1989 venne aggredita
durante una sessione di allenamento all’interno del celebre parco
di New York.
In seguito al tragico accaduto,
cinque giovani ragazzi, quattro di colore e uno ispanico, furono
condannati per il reato nonostante l’assenza di prove. Nel 2002,
quando il vero colpevole confessò il reato, i cinque vennero
scagionati e liberati. Una miniserie spaventosamente toccante che
mette in luce le falle di un sistema giudiziario che, nel corso
della sua storia, ha troppo spesso ignorato i principi fondamentali
di giustizia e uguaglianza, a favore di un’ossessiva ricerca del
colpevole.
È stato un periodo davvero difficile
per Woody Allen che, dopo la bufera che lo ha
travolto, legata al riaffiorare delle accuse di molestie e stupro
che gli erano state rivolte, si è trovato, come tutti, a fare i
conti anche con la chiusura dei cinema, che hanno messo di nuovo a
dura prova la sua vena creativa e la sua volontà di continuare a
realizzare bei film.
Durante una recente intervista con
il Financial Times, Woody Allen si è
lasciato andare a dichiarazioni cariche di sconforto, legate
soprattutto al suo lavoro nell’industria del cinematografica, non
solo a seguito delle sue vicende personali, ma anche per la
pandemia, che ha causato la chiusura dei cinema di tutto il mondo,
compresi quelli di New York, la sua città.
Woody Allen abbandona il cinema?
Sappiamo che Woody
Allen è al lavoro su
Rifkin’s Festival, il suo prossimo film, che è già
pronto, ma potrebbe essere anche il suo ultimo film, stando a
quanto ha dichiarato al giornale. Per lui, dice, ogni film è
diventato una vera e propria battaglia e a confermarlo c’è la
brutta storia di Un Giorno di Pioggia a New York, che ha avuto
una vita distributiva tanto difficile in tutto il mondo e
arrivato da noi con Lucky Red.
A peggiorare le aspettative di Allen
riguardo al suo futuro nel cinema c’è stata la pandemia. Per il
regista e sceneggiatore il lockdown è stato “un altro chiodo
nella bara” dell’industria cinematografica. Una visione
davvero nera che però ha anche delle ragioni di esistere, dal
momento che Woody Allen è estremamente legato alla
sala e alla fruizione del cinema in maniera tradizionale.
“Potrebbe avere un effetto
negativo su di me, tutte le sale qui sono chiuse e non so se molte
di queste riapriranno mai. La gente sta pensando che in fondo non è
male stare a casa, che possono cenare e poi vedere un film su una
televisione dallo schermo molto grande, in alta definizione e con
il suono surround. Ma io non voglio fare film per la
televisione, per cui potrei smettere di farne”.
Rifkin’s Festival di Woody Allen è già
pronto
Da programma, Rifkin’s
Festival doveva essere presentato al mondo nel corso del
Festival di San Sebastian, visto che a differenza
di Cannes, prima meta del film, il Festival basco è confermato per
il prossimo ottobre. Nonostante dichiarazioni così dure e nere
verso il futuro, Allen ha però già scritto un’altra sceneggiatura
per un film che doveva essere girato quest’estate a Parigi, riprese
interrotte dalla pandemia.
“Ho 84 anni e presto sarò morto
– dice Woody Allen– Anche se avessi
scritto la migliore sceneggiatura del mondo, non ci sarebbe nessuno
per produrlo e nessun posto in cui proiettarlo, per cui non ho
proprio grandi incentivi. Sono abituato a finire una sceneggiatura,
tirarla fuori della macchina da scrivere, correre dal mio
produttore che prepara il budget, fare il casting e quindi girare.
L’ho fatto per anni e anni nella stessa maniera, un processo molto
semplice. Ma ora non funziona… cosa posso fare?”.
Dopo il totale lockdown mondiale,
l’ormai famigerata quarantena che ha costretto tutto il mondo a
rimanere chiuso in casa, si avvertono i primi segnali di
riapertura, speriamo cauta, non solo dalle strade affollate, ma
anche dalla graduale ripresa dell’industria cinematografica che,
timidamente, riapre i set e annuncia nuove date d’uscita per i
film.
Mentre alcuni grossi film
dell’estate continuano ad avere un destino in sala incerto, la
Disney è la prima Major a fare un passo importante e ad annunciare
l’uscita italiana a luglio di un grande film commerciale. Si tratta
di Onward – oltre la magia, il film
Disney Pixar previsto per marzo, poi slittato a
metà aprile e poi sospeso, a data da definirsi.
Adesso questa data è arrivata, è il
22 luglio. Sebbene si tratti di un’uscita italiana e non worldwide,
visto che il film Pixar era uscito nelle sale USA prima del
lockdown, è comunque un segnale importante, di fiducia e ottimismo,
da parte della Casa di Topolino. Questo di suggerisce anche che le
date d’uscita degli altri film distribuiti da Disney, come i titoli
Marvel o ad esempio il live action
di Mulan,
avranno a breve date d’uscita certe.
Per quanto riguarda invece le altre
major, pensiamo a Warner Bros, è ancora incerta la sorte dei titoli
previsti per l’estate. Resta dunque da vedere quale sarà il destino
cinematografico di film quali Tenet
e Wonder
Woman 1984.
Arriva in prima visione su
Sky Cinema l’ultimo film scritto e diretto da
Woody Allen, il grande regista newyorkese che
proprio nella Grande Mela ha scelto di ambientare il suo 49esimo
titolo: “Un
giorno di pioggia a New York” andrà in onda
venerdì 5 giugnoalle 21.15 su Sky Cinema
Due, disponibile anche on demand su Sky e
in streaming su NOW TV.
Un giorno di pioggia a New
York racconta come il programma di due fidanzatini, Gatsby
(Timothée
Chalamet) e Ashleigh (Elle
Fanning), di trascorrere un romantico fine settimana a
New York vada in fumo non appena i due mettono piede in città.
L’occasione del viaggio della coppia nasce da un compito che viene
assegnato ad Ashleigh dal giornale del college: intervistare a
Manhattan il suo regista preferito, Roland Pollard (Liev
Schreiber). Da orgoglioso newyorkese qual è, Gatsby è
a sua volta ansioso di far conoscere ad Ashleigh i posti che
preferisce della sua città, visto che lei, cresciuta in Arizona,
non ci mette piede da quando era bambina.
Ma i piani sono fatti per essere
cambiati e così, Ashleigh non fa in tempo a porre la prima domanda
a Pollard, che lui le confessa di aver perso fiducia in se stesso
come artista ed è pronto ad abbandonare le riprese del suo prossimo
film. Da sua vera ammiratrice, Ashleigh lo esorta a non mollare e
lo rassicura dicendogli che il suo film migliore deve ancora
venire. Commosso dalla fiducia che lei gli dimostra, Pollard la
invita alla proiezione di un work-in-progress del suo nuovo film,
facendo così saltare il pranzo fissato con il suo Gatsby che rimane
deluso, ma anche sospettoso per come la ragazza sia entrata in
intimità col regista in così poco tempo.
Mentre Ashleigh incontra anche il
tormentato sceneggiatore Ted Davidoff (Jude
Law) e il famoso attore sudamericano Francisco Vega
(Diego
Luna), Gatsby viene convinto ad interpretare un
piccolo ruolo in un film con anche una scena in cui deve baciare
una donna, che altri non è se non Chan (Selena
Gomez), la sorella minore della sua ex fidanzata
Amy.
«I personaggi del film hanno
bisogno che gli altri riescano a vederli oltre la loro apparenza
fisica, per quello che hanno dentro», spiega Allen. «È una
cosa comune nella nostra vita. Hai una cotta per qualcuno ma
nessuno se ne accorge. Certamente tutti ti vedono fisicamente, ma a
volte ti rendi conto di non avere l’impatto che vorresti sulla vita
di alcune persone». Oltre a New York, anche la pioggia ha un
ruolo centrale nel film: «Volevamo che la pioggia
simboleggiasse il romanticismo e l’amore», continua Allen.
«New York è stupenda nei giorni grigi, nebbiosi o anche
piovosi. Acquista una luce tenue e le strade diventano lucide e
pulite». La pioggia suggerisce anche il modo diverso in cui
Gatsby e Ashleigh vedono la vita. «Ashleigh pensa che la
pioggia sia triste, mentre Gatsby la trova romantica»,
conclude Allen.
In occasione dell’arrivo di Un
giorno di pioggia a New York è disponibile on demand
su Sky e NOW TV una collezione dal titolo “New
York, New York”, in cui rivivere alcune grandi storie del
cinema ambientate nella Grande Mela. Tra i titoli,
“Harry, ti presento Sally”con Meg Ryan e
Billy Crystal, “Io & Annie” con Diane
Keaton, “Spider-Man” con Tobey Maguire e
Kirsten Dunst, “Autumn in New York” con
Richard Gere e Winona Ryder, “Ghostbusters –
Acchiappafantasmi” con Bill Murray e Dan Aykroyd.
Dopo aver confermato che apparirà
nei panni di un Na’vi nei sequel di Avatar,
l’attore David Thewlis, noto principalmente per i suoi
ruoli in Harry
Potter e Wonder
Woman, ha specificato in una nuova intervista in quali
film apparirà. Stando infatti alle ultime dichiarazioni
dell’attore, il suo personaggio non sarà presente in Avatar 2, ma soltanto nei successivi tre
sequel, quindi Avatar
3, 4 e 5.
Parlando con
Collider, infatti, ha rivelato che, a differenza di quanto
molti hanno potuto erroneamente credere in base alle sue precedenti
affermazioni, non sarà in Avatar 2: “Niente potrebbe essere più
diverso di Avatar”, ha spiegato l’attore. “Non ricordo
nulla di simile tra ciò che ho avuto la fortuna di fare in passato,
neanche lontanamente. Devo specificare però che non sarò in
Avatar
2. So che su un magazine britannico è girata questa voce. No,
non sarò in Avatar 2! Sarà in Avatar 3, che è stato girato insieme
al secondo capitolo. I piani sono quelli di far tornare il mio
personaggio anche in Avatar 4 e 5. Ci tenevo a chiarire questa
cosa.”
David Thewlis parla
della performance capture di Avatar e del suo rapporto con James
Cameron
Nella stessa
intervista, David Thewlis ha parlato dell’esperienza di
lavorare con James
Cameron, un regista noto per essere alquanto
“difficile”. Thewlis ha affermato di aver trovato Cameron “una
persona assolutamente piacevole”, descrivendolo come un
“genio”. L’attore ha anche parlato delle difficoltà legate
alla performance capture, esperienza che non aveva mai
provato prima e che ha reso il set dei sequel qualcosa di
assolutamente nuovo per lui.
Avatar
2debutterà
il 17 dicembre 2021, seguito dal terzo
capitolo il 22 dicembre 2023. Per il quarto e
quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche
anno: 19 dicembre 2025 e 17
dicembre 2027.
Il cast della serie di film è
formato da Kate
Winslet, Edie
Falco, Michelle Yeoh, Vin
Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia Sam
Worthington, Zoe
Saldana, Stephen
Lang, Sigourney
Weaver, Joel David
Moore, Dileep
Rao e Matt Gerald.
Ridley Scott ha
confermato che il terzo prequel mai realizzato di Alien avrebbe
finalmente rivelato ai fan del franchise il mistero dietro le uova
di Xenomorfo che abbiamo visto nel primo iconico capitolo della
saga uscito nel 1979. Intitolato Alien: Awakening,
il film sarebbe stato ambientato tra gli aventi di Alien:
Covenant e quelli del primo film con Sigourney Weaver.
La sceneggiatura avrebbe portato la
firma di John Logan (già co-autore dello script di
Covenant),
con gli Ingegneri sopravvissuti che avrebbero dato la caccia
all’androide David (Michael
Fassbender), nella speranza di
vendicarsi di lui per aver eliminato la loro specie. In una
recente intervista con il
Los Angeles Times, Scott ha parlato proprio del film mai
realizzato, rivelando che il suo intento era quello di colmare il
gap esistente tra Prometheus e il primo Alien del
’79, cercando di rispondere a tutta una serie di domande lasciate
in sospeso da Covenant:
“Penso che ci sia ancora molto
da dire su Alien. Ma penso anche che sia arrivato il momento di
evolversi nuovamente. Mentre giravo il primo episodio, pensavo
sempre: ‘Perché è stata creata una creatura come questa e perché
sta viaggiando in quella che noi vediamo come una nave da guerra
che trasporta un cargo di baccelli? Qual è lo scopo del veicolo e
qual è quello delle uova? Questo è ciò che immagino ci saremmo
chiesti se avessimo realizzato il terzo prequel: chi, perché e per
quale motivo.”
Quale sarà il destino della saga di
Alien? La Disney è ancora interessata a proseguire con il
franchise?
Al momento non sappiamo quale sarà
il destino della saga di Alien,
soprattutto dopo l’acquisizione della Fox da parte della Disney.
Sono anni, comunque, che Ridley Scott parla della
possibilità di riuscire a portare a termine la sua trilogia
prequel. Speriamo che un giorno posso veramente riuscirci,
nonostante il flop al botteghino di Covenant
non faccia sperare nel prosieguo della saga… almeno per il
momento.
Alien:
Covenant di Ridley Scott è uscito il
18 maggio 2017. Alla sceneggiatura hanno lavorato John Logan e
Dante Harper. Il cast del film annovera
Michael Fassbender,
Katherine Waterston,
Billy Crudup, Danny McBride e Demián Bichir. Dieci anni dopo la fallimentare
spedizione Prometheus, che avrebbe dovuto rintracciare gli alieni
precursori della vita sulla Terra, un nuovo equipaggio parte a
bordo dell’astronave Covenant per popolare il pianeta Origae-6.
Negli anni l’attrice
Heather Graham si è costruita la fama di icona del
cinema indipendente americano, partecipando a progetti spesso
diversi tra loro. Così facendo ha potuto mettersi continuamente
alla prova, dimostrando versatilità e carisma. Con il tempo,
l’attrice ha avuto modo di ricoprire anche altri ruoli all’interno
dell’industria, debuttando anche come regista.
Ecco 10 cose che non sai di
Heather Graham.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Heather Graham: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in noti
lungometraggi. L’attrice debutta al cinema nel 1984 con il
film Fuga d’inverno, per poi affermarsi grazie a pellicole
come Drugstore Cowboy (1989), Twin Peaks – Fuoco
cammina con me (1992), Cowgirl – Il nuovo sesso
(1993), e Boogie Nights – L’altra Hollywood (1997), con
Mark
Wahlberg, grazie al quale si consacra. Negli anni
successivi ha poi preso parte a titoli come Scream 2
(1997), La vera storia di Jack lo squartatore (2001), con
Johnny
Depp, Terapia d’urto (2003),
Mary (2005), Una notte da
leoni (2009) e Una notte da leoni
3 (2013), con Bradley
Cooper,Horns (2013), Half Magic
(2018) e The Rest of Us (2019).
9. Ha scritto e diretto un
film. Nel 2018 l’attrice scrive e dirige il suo primo
film. Si tratta della commedia romantica Half Magic,
incentrata su Honey, interpretata dalla stessa Graham, che si
ritrova a vivere una vera e propria riscoperta di sé e della
propria sessualità. Il film ha così permesso all’attrice di
cimentarsi anche dietro la macchina da presa, ricevendo lodi per il
lavoro svolto.
8. Ha preso parte a note
serie TV. All’inizio degli anni Novanta la Graham si è
resa celebre grazie al personaggio di Annie nella famosa serie
Twin Peaks (1991).
In seguito, è comparsa in alcuni episodi di serie
come Hotel Alexandria (1999), Sex and the
City (2002-2003), con Sarah Jessica
Parker, e Arrested Development (2004). Ai più
è tuttavia nota per aver dato volto alla dottoressa Molly Clock nel
corso della quarta stagione della sit-com Scrubs
(2004-2005). Negli anni seguenti ha poi recitato in serie come
Californication
(2014), Law & Order True Crime (2017) e Angie
Tribeca (2016-2018).
Heather Graham è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 294 mila persone. All’interno
di questo la Graham è solita condividere fotografie realizzate
durante momenti di svago quotidiano o dei luoghi da lei visitati.
Non mancano poi anche immagini promozionali dei propri progetti
cinematografici o televisivi.
Heather Graham ha un marito?
6. Non è sposata.
L’attrice è sempre stata particolarmente riservata riguardo la
propria vita sentimentale. Benché le vengano attribuite alcune
frequentazioni con persone più o meno del mondo dello spettacolo,
lei non ha mai confermato tali voci. In diverse occasioni ha invece
affermato di non avere intenzione di sposarsi, preferendo mantenere
una propria indipendenza.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Heather Graham in Twin Peaks
5. Ha avuto un ruolo di
rilievo nella serie. Uno dei primi ruoli ad aver fatto la
fortuna dell’attrice è stato quello di Annie Blackburn nella
celebre serie Twin Peaks, ideata da David
Lynch e Mark Frost. Il suo personaggio
acquista una sempre maggiore importanza all’interno della serie,
diventando l’interesse amoroso del protagonista Dale Cooper. Per
questo motivo, correrà ovviamente grossi pericoli.
4. Non ha ripreso il
proprio ruolo per la nuova stagione. Dopo circa 25 anni,
Twin Peaks è tornata in televisione con una lunga terza
stagione, che riprendeva gli eventi lì dove li aveva lasciati.
Nelle nuove puntate, tuttavia, manca il personaggio della Graham.
Intervistata a riguardo, l’attrice ha dichiarato di non sapere che
fine abbia fatto Annie, ma che se non è presente non può esserle
accaduto nulla di buono.
Heather Graham in Scrubs
3. Ha interpretato un
personaggio particolarmente apprezzato. Nel corso della
quarta stagione di Scrubs l’attrice ha ricoperto il ruolo
della dottoressa Molly Clock. Questa è una psichiatra piuttosto
svampita, dai comportamenti strani ma dall’acuta intelligenza.
Nonostante la sua breve permanenza, è infatti in grado di
comprendere a fondo l’animo dei vari protagonisti. Quando il suo
personaggio venne fatto uscire dalla serie, ciò causo molto
malcontento tra i fan, ormai affezionatisi a lei.
Heather Graham: dov’è oggi
2. Ha diversi progetti in
lavorazione. L’attrice continua a lavorare in modo
apparentemente instancabile. Da oggi ai prossimi anni è infatti
attesa in diversi progetti, come il film Desperados, con
Robbie
Amell, e il crime Wander, con Katheryn
Winnick. Reciterà poi anche nell’attesa serie
L’ombra dello scorpione, tratta dall’omonimo romanzo di
Stephen King e attesa per il 2020.
Heather Graham: età e altezza
1. Heather Grahaman è nata
a Milwaukee, nel Wisconsin, Stati Uniti, il 29 gennaio
1970. L’attrice è alta complessivamente 171 centimetri.
Il marchio Weird Book porta in tutte le
fumetterie il primo volume di una serie di comics atipici e
visionari di Mauro “Manthomex” Antonini:
The Horror Piccion Show. Forse avrete già sentito
parlare di piccioni “viaggiatori”, ma di sicuro non ne avete ancora
incontrato uno come Piccion!
Ma chi è Piccion?
Si tratta di un piccione molto
speciale, con il potere di comparire nei momenti fondamentali della
storia del cinema. Di vignetta in vignetta si trova sbalzato in
situazioni straordinarie, in cui incontra le icone del cinema
classico e contemporaneo. In The Horror Piccion
Show sono raccolte tutte le sue avventure nel regno
dell’horror, del gotico e del fantastico: una divertentissima serie
di gag surreali, colorate e poetiche, che vi faranno vedere i
vostri film preferiti con occhi diversi.
SCHEDA TECNICA
Copertina
Titolo: The Horror Piccion Show
Autore: Mauro Antonini
Editore: Weird Book
Collana: Dark House
Genere: Fumetto
Pagine: 116
Prezzo: € 16,90
Formato: 17 x 24 cm
Caratteristiche: Brossurato
1 di 5
Coraline e la porta
magica
Dracula
Frankenstein Junior
Halloween
Hitchcock
L’autore di Piccion, Mauro
“Manthomex” Antonini
MANTHOMEX, alias Mauro Antonini
(Roma, 1980), è un cartoonist fortemente attivo con storie a
fumetti su sceneggiatura originale, illustrazioni e character
designs su FurAffinity, Patreon e Deviant Art, con una pagina che
ha recentemente raggiunto due milioni di visualizzazioni. Ha
collaborato con lo studio di effetti speciali del Maestro Sergio
Stivaletti.
Sue illustrazioni sono apparse come materiale promozionale
ufficiale di film Hollywoodiani quali Teenage Mutant Ninja
Turtles – Out of the Shadows (ParamountPictures) e
Warcraft (Universal Pictures).
Per Weird Book a realizzato una
serie di cover esclusive per i fumetti ufficiali di Evil
Dead 2 e The Howling. La serie
Piccioncinema, nata sul web nel 2011 e tutt’ora in corso, è, ad
oggi, il suo progetto più personale.
Come nasce Piccion?
La serie Piccioncinema e il
suo protagonista, Piccion, nascono nel 2011 sul
blog di Manthomex (ora chiuso). Le vignette – realizzate
tradizionalmente, a matita e china – uscivano settimanalmente e
tutte in bianco e nero. La serie guadagnò da subito un buon
riscontro di pubblico che la portò a uscire dall’ambito digitale
venendo esposta in mostra in diverse collettanee o eventi più o
meno underground di Roma e dintorni, dal Circolo degli Artisti al
cineclub Detour, dalla libreria Altroquando al Fantafestival.
Nel 2012, in occasione della
pubblicazione del primo sketchbook della serie (autoprodotto e
ancora in bianco e nero) la Cart Gallery, prestigiosa galleria del
fumetto in via del Gesù a Roma, dedica una personale alla serie e
al suo autore. Da lì in poi Piccioncinema si è evoluta in
una serie di prodotti esclusivi (folders, stampe limitate, cards,
tutti a colori) presentati di volta in volta alla numerosissime
fiere del fumetto italiane ed estere dov’era ospite l’autore.
Nel 2019 la casa editrice
Weird Book – per la quale Manthomex aveva realizzato in esclusiva
alcune cover per i fumetti ufficiali di Evil Dead 2 e
The Howling – inizia a valutare la possibilità di portare
Piccion in libreria con una serie di volumi tematici, che
raccolgano versioni appositamente riviste per la pubblicazione
cartacea di molte delle vignette apparse sul web e tante altre
inedite. Il primo volume – The Horror Piccion Show –
Piccioncinema vol 1 – esce proprio per Weird Book nel
giugno 2020.
Indicato come uno dei film comici
simbolo degli ultimi anni, Una notte da
leoni ha significativamente contribuito a
lanciare le carriere dei suoi protagonisti, oggi tra i più
affermati interpreti dell’industria hollywoodiana. Brillantemente
demenziale ed emotivamente coinvolgente, il film diretto da
Todd
Phillips conquistò fan in tutto il mondo, tanto da
ottenere poi altri due sequel. Ecco 10 cose che non sulla
saga Una notte da leoni.
Una notte da leoni: la trama del
film
10. È incentrato sulle
folli avventure di un trio di amici. Protagonisti del film
sono Philip, Stuart e Alan. I tre, i quali si conoscono a malapena,
organizzano un addio al celibato per il loro amico Doug, portandolo
a vivere una notte folle a Las Vegas. Il mattino dopo, tuttavia,
hanno un completo blackout su quanto accaduto, e cosa peggiore
Doug è scomparso
senza lasciare traccia. Per i tre inizia così una corsa contro il
tempo per ritrovare l’amico e portarlo sano e salvo al proprio
matrimonio.
9. È ispirato ad eventi
realmente accaduti. Per quanto folli ed estremizzati, gli
eventi del film hanno un fondo di verità. Una vicenda simile
accadde al produttore Tripp Vinson, il quale in
seguito al suo addio al celibato a Las Vegas si sveglio in un luogo
completamente differente da quello in cui avrebbe dovuto essere,
non riuscendo a ricordare nulla di quando accaduto.
Una notte da leoni: la colonna
sonora del film
8. Il film è ricco di
celebri canzoni. Ad accompagnare le spericolate avventure
del trio di amici vi è una colonna sonora comprendente canzoni di
svariati artisti famosi. Tra i brani divenuti più iconici per il
loro accompagnamento alle immagini vi sono It’s Now Or
Never, di El Vez, In the Air Tonight, di
PhilCollins, Right
Round, di Flo Rida, Can’t Tell Me
Nothing, di Kanye West e Live Your
Life, di Rihanna. Ecco tutte le canzoni del
primo film:
It’s Now Or Never – El Vez
Thirteen – Danzig
Take It Off – The Donnas
Fever – The Cramps
Wedding Bells – Gene Vincent & His Blue
Caps
In the Air Tonight – Phil Collins
Stu’s Song – Ed Helms
Rhythm And Booze – Treat Her Right
Iko Iko – The Belle Stars
Three Best Friends – Zach Galifianakis
Ride The Sky II – Revolution Mother
Candy Shop – Dan Finnerty & The Dan
Band
Tracce aggiuntive:
Who Let the Dogs Out? – Baha Men
Right Round – Flo
Rida featuring Kesha (è una cover di You
Spin Me Round del gruppo musicale Dead or
Alive)
Can’t Tell Me Nothing – Kanye West
Live Your
Life – T.I. featuring Rihanna
Joker And The Thief – Wolfmother
What Do You Say – Mickey Avalon
Yeah! – Usher ft. Ludacris & Lil’ Jon
Una notte da leoni è in
streaming
7. È presente su diverse
piattaforme. Per chi desidera vedere o rivedere il film, è
possibile farlo affidandosi ad alcune tra più ricche piattaforme
streaming presenti sul Web. Tra queste si annoverano infatti Tim
Vision, Rakuten TV e Amazon Prime. In base a quale di queste si
sceglie, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare
il singolo film per poterlo rivedere in tranquillità.
Una notte da leoni: i suoi
sequel
6. Fa parte di una
trilogia. A fronte di un budget di circa 35 milioni di
dollari, il film ha globalmente incassato circa 467 milioni di
dollari. Questo ha naturalmente spinto la produzione a realizzare
due sequel al film, Una notte da leoni
2 (2011) e Una notte da
leoni 3 (2013). Per quanto la trama cambi di film in
film, tutto è costruito per ruotare ugualmente intorno alle
avventure dell’acclamato trio di amici.
Una notte da leoni (2009)
Una notte da leoni, in originale
The Hangover è il primo capitolo della saga diretta da
Todd
Phillips, con Bradley
Cooper, Ed Helms,
Zach Galifianakis, Justin Bartha e
Heather Graham. La pellicola è stata scritta da
Jon Lucas e Scott Moore, e con Todd
Phillips e Daniel Goldberg come
produttori esecutivi.
Vincitore di un Golden Globe come
miglior film commedia o musicale, la pellicola racconta di Phil
(Bradley
Cooper), Stu (Ed Helms) e Alan
(Zach
Galifianakis) decidono di passare un fine settimana a
Las Vegas per l’addio al celibato del loro amico Doug
(Justin Bartha). I quattro decidono di trascorrere
la notte al Caesars Palace, dove si rilassano nella loro suite
d’albergo, prima di festeggiare con un drink sul tetto dell’hotel e
brindare “alla notte che non dimenticheremo mai”. La mattina
seguente, Phil, Stu e Alan si svegliano nella loro camera e
scoprono che non ricordano assolutamente nulla della sera
precedente. Inoltre Doug non è con loro: così iniziano a cercarlo,
ma l’amico non si trova da nessuna parte. Nel frattempo, iniziano a
notare diverse assurdità: a Stu manca un dente, che scoprono essere
nella tasca di Alan, la loro suite è in uno stato di completo
disordine, c’è una tigre nel loro bagno, un pollo nel soggiorno e
un bambino nell’armadio. I tre decidono di ripercorrere i loro
passi per ritrovare il futuro sposo, ma quando chiedono la loro
macchina all’ingresso del Caesars Palace, il valletto consegna loro
una macchina della polizia al posto della loro Mercedes.
Una notte da leoni 2 (2011)
Dopo che il primo capitolo ha
incassato oltre 450 milioni di dollari fronte di un budget di
soli 35 milioni di dollari, la Warner Bros produce il sequel
Una notte da leoni 2, in originale The
Hangover Part II, che si rivelerà essere un successo come la
pellicola precedente. Ritorna in cabina di regia Todd
Phillips e tutto il cast: Bradley
Cooper, Ed Helms,
Zach Galifianakis, Justin Bartha e Ken
Jeong, con l’aggiunta dei nuovi volti come quelli di
John Goodman, Melissa McCarthy e Jamie Chung.
Il film riprende la sua storia due
anni dopo dalla folle notte di Las Vegas, e Stu sta per sposarsi in
Thailandia con la sua nuova ragazza, Lauren. Al matrimonio sono
invitati anche Doug e Phil con le rispettive consorti, ma non Alan,
poiché Stu teme che la sua presenza possa rovinare tutto. Tracy
riesce a far intercedere il marito affinché Stu acconsenta
all’invito per il fratello, che alla fine arriva, e Doug, Phil e
Stu, entrando nella stanza di Alan, scoprono che le fotografie
dell’episodio a Las Vegas sono appese in camera. Oltre a questo,
scoprono che Alan è diventato amico di Leslie Chow. Il gruppo
all’aeroporto incontra il sedicenne Teddy, fratello di Lauren. Dopo
il volo si dirigono al resort sulla costa dove iniziano i
preparativi per le nozze, e fanno la conoscenza del padre della
sposa, il signor Srisai. La sera, dopo un brindisi, i quattro e
Teddy si recano in spiaggia per gustarsi dei marshmallow. Il giorno
seguente Phil, Alan e Stu si risvegliano in un motel di Bangkok
completamente disorientati: Alan è rasato a zero, Stu ha un
tatuaggio alla Mike Tyson in faccia, nella stanza c’è una
scimmietta e di Teddy si ritrova solo il suo dito. Subito dopo
ricevono una chiamata da Doug che si trova all’albergo che ospita
le nozze, dato che si è allontanato dal gruppo a tarda sera. Né
Phil né gli altri ricordano nulla della notte precedente.
Una notte da leoni 3 (2013)
Dopo che il secondo capitolo
incassa quasi 600 milioni di dollari la Warner Bros commissiona un
terzo e ultimo capitolo della saga che arriva al cinema nel 2013.
Alla regia confermatissimo Todd
Phillips, mentre nel cast ritornano i protagonisti
Bradley
Cooper, Ed Helms,
Zach Galifianakis, Justin Bartha e
Heather Graham. Tornano anche John Goodmane
Melissa McCarthy .
Il terzo capitolo ambientato due
anni dopo gli eventi di Bangkok, Leslie Chow (Ken Jeong) fugge
dalla prigione di massima sicurezza nella quale era recluso,
sfruttando una rivolta creatasi all’interno dell’edificio. Nel
frattempo, negli Stati Uniti, Alan (Zach Galifianakis), in una
delle sue bravate, acquista una giraffa e, mentre la trasporta in
autostrada, causa accidentalmente la sua decapitazione. In preda
alla rabbia e alla frustrazione per l’ennesimo guaio causato dal
figlio, il padre di Alan, Sid, muore per un attacco di cuore. Dopo
il funerale, il cognato di Alan, Doug (Justin Bartha), rivela ai
suoi amici, Phil (Bradley Cooper) e Stu (Ed Helms), che Alan non
prende più da tempo le sue medicine e per questo è fuori controllo.
La famiglia di Alan è decisa nel farlo ricoverare in un istituto
psicoterapeutico, ma ha bisogno dell’aiuto di Phil e Stu per farlo,
dal momento che l’unico modo per convincerlo è che il “branco” lo
accompagni verso l’Arizona.
Una notte da leoni: il cast del
film
5. Bradley Cooper è uno dei
protagonisti. Nel ruolo di Philip, il membro del gruppo
che per la sua razionalità si erge a leader, vi è l’attore Bradley
Cooper. Grazie a tale ruolo, l’attore cominciò ad
ottenere sempre più riconoscimenti, cominciando ad interpretare
sempre più ruoli di rilievi e dimostrando grandi capacità anche al
di fuori della commedia.
4. Zach Galifianakis è
diventato un icona grazie al film. Se fino a quel momento
Zach Galifianakis aveva ricoperto ruoli di
poco rilievo, con Una notte da leoni diventò una vera e
propria celebrità, nonché uno dei comici più richiesti. Il suo
personaggio Alan si è infatti affermato come il vero motore comico
del film, nonché il protagonista delle gag e delle battute più
divertenti.
3. Ed Helms ha dovuto
perdere peso per il proprio ruolo. A chiudere il trio è
l’attore Ed Helms, che nei panni di Stuart è il
personaggio più isterico e restìo a gettarsi nelle spericolate
avventure del film. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare,
per sostenere le attività richieste l’attore dovette sottoporsi ad
una notevole preparazione fisica, arrivando a perdere circa tre
chili.
2. I tre attori si
conoscevano a malapena. Cooper,
Galifianakis ed Helms hanno raccontato di essere poco meno che
conoscenti prima delle riprese del film, e dal loro punto di vista
ciò è stato un bene. Trascorrere tanto tempo insieme sul set li ha
aiutati a stringere da zero un legame, arrivando a dar vita a
quella chimica tra di loro che ha fatto la fortuna del film.
Una notte da leoni: le frasi
migliori del film
1. È ricco di frasi
divenute cult. Altro elemento chiave del film sono le
frizzati battute pronunciate dai protagonisti, che arricchiscono il
film di pura comicità. Molte di queste sono entrate
nell’immaginario comune, divenendo estremamente iconiche. Ecco
dunque alcune delle frasi più celebri.
– È buffo perché è
panzone! (Leslie Chow)
– “Io mi ritengo un tipo un po’
solitario… diciamo che tendo a definirmi un branco con un lupo
solo” (Alan)
– Alan: Contare le carte non é
illegale é malvisto come…. masturbarsi in aereo.
Stu: Mi sa che anche quello é illegale.
Alan: Si, dopo l’11 Settembre che sono tutti suscettibili,
grazie tante Bin Laden.
Nel 1996 la Tokuma Shoten siglò una
partnership con i Walt Disney Studios, con la
Buena Vista Pictures che divenne l’unico distributore
internazionale dei film d’animazione. Il primo film dello
Studio Ghibli ad essere incluso nel catalogo della Disney fu
Principessa Mononoke nel 1997: nel corso delle
successive due decadi, altri 15 film venne “affidati” alla
multinazionale statunitense a livello internazionale. I film in
questione, però, venne alterati e nuovamente doppiati dalla Disney
prima della nuova distribuzione, nonostante lo Studio Ghibli avesse
una rigida politica in merito ai tagli da poter apportare ai film,
a seguito soprattutto dei bruschi cambiamenti che vennero apportati
al montaggio di Nausicaä della Valle del vento per la
distribuzione negli Stati Uniti. Nel 2005, lo Studio si separò
dalla Tokuma Shoten ma continuò a mantenere il suo contratto con la
Disney. A partire dal 2019, è HBO Max a detenere i
diritti per la distribuzione dei film dello Studio Ghibli negli
Stati Uniti.
Nel suo libro di memorie:
“Sharing a House with the Never-Ending Man: 15 Years at Studio
Ghibli”,Steve Alpert ha ricordato gli anni
in cui ha lavorato allo Studio Ghibli in qualità di capo della
divisione internazionale. Via Cartoon Brew, è
emerso che l’orgine della politica relativa ai tagli era radicata
in un accesso dibattito avuto con Harvey
Weinstein, all’epoca a capo della Miramax, il quale
sosteneva che Principessa Mononoke dovesse essere
“rivisitato” per apparire più “commerciale” agli occhi del pubblico
americano.
La Disney ignorò il contratto
siglato con lo Studio Ghibli e apportò delle modifiche a Kiki –
Consegne a domicilio
Nonostante Miyazaki si oppose con
profonda resistenza a qualsiasi tipo di taglio, la Disney alterò i
lavori del maestro senza il suo consenso. Come rivelato da Alpert,
la versione in lingua inglese di Kiki – Consegne a domicilio rilasciata dalla
Disney nel 1998 contiene musiche, effetti sonori e dialoghi non
presenti nella versione originale: la multinazionale ha così
ignorato il contratto con lo Studio, che prevedeva l’impossibilità
di apportare sostanziali modifiche ai film. Quando Alpert fece
notare la cosa ad uno dei dirigenti della Disney di cui ha
preferito non fare il nome, dice che lo questi si lamentò con il
produttore responsabile della versione inglese del film, dandogli
quella che lo stesso Alpert ha definito “una tipica sferzata
verbale in grado di far piangere chi non è più un
bambino.”
Durante gli anni di Alpert allo
Studio Ghibli, la compagnia ottene un totale di cinque
candidature ai premi Oscar, con La città incantata che riuscì a portare a casa
l’ambita statuetta nel 2002 per il miglior film d’animazione. Il
libro di memorie di Alpert usicrà negli Stati Uniti tra circa due
settimane. Il libro si concentra principalmente sui suoi primi sei
anni allo Studio, in cui spesso era solito fare da interprete per
Miyazaki nei suoi viaggi in America.
In seguito all’omicidio di
George Floyd, negli Stati Uniti continuano a
moltiplicarsi le manifestazioni e le prese di posizione contro il
razzismo e l’omicidio delle persone di colore da parte della
polizia, che hanno poi condotto alla nascita del movimento
internazionale #BlackLivesMatter. A sostengo del
movimento sono intervenute anche le più grande celebrità non solo
del mondo del cinema, ma dall’arte in generale.
Tra queste figura anche
Dwayne Johnson, l’ex wrestler noto al pubblico per i
suoi ruoli in Fast & Furious, Baywatch e Jumanji,
che in genere utilizza i social per aggiornare in merito ai suoi
progetti e per condividere momenti del suo privato. Adesso, però,
“The Rock” ha voluto utilizzare i suoi profili ufficiali per
lanciare un messaggio meno scanzonato e sicuramente più
importante.
In un lungo video della durata di
ben 8 minuti e mezzo, infatti, Dwayne Johnson ha commentato con i
suoi follower di Instagram ciò che sta
accadendo in questo giorni negli Stati Uniti, rivolgendosi
direttamente al Presidente Donald Trump, senza
però mai fare il suo nome: “Dov’è il nostro leader? Dove sei?
Dov’è il nostro leader in un momento in cui il nostro paese è in
ginocchio a supplicare e implorare di essere ascoltato?”,
dichiara Johnson nel video.
Dwayne Johnson sostiene il
#BlackLivesMatter: “Un cambiamento è necessario per ristabilire
l’uguaglianza.”
“Alzatevi con me, perché io sono
qui”, continua
Dwayne Johnson. “Io ci sono e vi sento, vi
ascolto. Vi do la mia parola che farò tutto il possibile per dare
vita ad un cambiamento. Un cambiamento necessario per ristabilire
l’uguaglianza”. L’attore ha voluto ringraziare tutti per la
solidarietà mostrata in questi giorni all’America e alla comunità
afroamericana, e pur non essendo un politico ha voluto sottolineare
quanto tenga alla sicurezza del proprio paese, usando anche parole
forti, segno di una comprovata delusione per l’attuale situazione:
“Sono amareggiato, frustrato, arrabbiato. Eppure, cerco di fare
del mio meglio per restare concentrato e calmo e prendere le
decisioni più giuste per la mia famiglia e per il mio
paese.”
Pochi giorni prima, oltre a
condividere l’immagine nera simbolo del
#BlackoutTuesday, la star hollywoodiana aveva
condiviso anche uno scatto raffigurante un biglietto che riporta le
ultime parole pronunciate da George Floyd: “I
Can’t Breathe”.
Ad oggi consacrato come uno degli
attori comici più popolari dell’industria cinematografica,
Zach Galifianakis ha dimostrato film dopo film di
sapersi rinnovare anche all’interno del genere che lo ha reso
celebre. Nella sua carriera non sono però mancati anche ruoli
diversi da quelli comici, potendo così dimostrare di possedere
versatilità e carisma.
Ecco 10 cose che non sai di
Zach Galifianakis.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Zach Galifianakis: i suoi film e
le serie TV
10. Ha recitato in celebri
film comici. L’attore debutta al cinema con la commedia
Heartbreakers – Vizio di famiglia (2001), per poi recitare
in titoli come Into the Wild (2007), di Sean
Penn, e Notte brava a Las Vegas (2008). Si
consacra poi con il film Una notte da leoni (2009), dove recita accanto a
Bradley
Cooper. Ormai famoso, prende parte a titoli come
Tra le nuvole
(2009), A cena con un cretino (2010), Parto col
folle (2010), Una notte da leoni
2 (2011), di Todd
Phillips, Candidato a sorpresa (2012), con
Will
Ferrell,Una notte da leoni
3 (2013) e Birdman
(2014). Recentemente ha invece recitato in Masterminds
(2016), La ragazza dei tulipani (2017) e Between Two
Ferns – Il film (2019).
9. Ha partecipato al
doppiaggio di alcuni film. Galifianakis si è distinto
anche per aver prestato la propria voce ad alcuni noti film
d’animazione. Il primo di questi è Il gatto con gli
stivali (2011), dove interpreta il personaggio di Humpty
Alexander Dumpty. Nel 2017 dà invece voce all’iconico personaggio
del Joker per LEGO Batman – Il film,
mentre la sua più recente attività come doppiatore è quella per il
film Missing Link, dando voce al protagonista.
8. Ha condotto una propria
serie televisiva. Dal 2008 al 2018 Galifianakis è stato
l’autore e il conduttore della serie Between Two Ferns with
Zach Galifianakis, parodia dei talk show americani dove
l’attore invitava celebri personalità dello spettacolo ponendo loro
domande spesso imbarazzanti o fuori luogo. Tra gli ospiti più noti
vi sono stati gli attori Jon Hamm, Natalie
Portman e Ben
Stiller.
Zach Galifianakis: i meme
7. Sono molto popolari i
meme con lui protagonista. Tra le più diffuse “forme di
comunicazione” oggi presenti sul Web vi sono i meme. Grazie ai suoi
personaggi, Galifianakis è oggi protagonista di diverse di queste
immagini, tratte il più delle volte dai suoi film. La comicità e la
popolarità dell’attore hanno certamente influito su di esse,
permettendo loro di diventare virali.
Zach Galifianakis: chi è sua
moglie
6. È sposato.
L’attore non è solito permettere che vita privata e carriera si
mischino tra loro. Della sua vita sentimentale è noto solamente il
suo matrimonio avvenuto nel 2012 con Quinn Lundberg, attivista e
fondatrice di Growing Voices Charity. Con lei, l’attore ha dato
vita ad un figlio nel settembre del 2013, mancando la premier di un
suo film pur di assistere alla nascita. Nel novembre del 2016 è
invece nato il loro secondo figlio.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Zach Galifianakis in Una notte da
leoni
5. Ha impedito a sua madre
di vedere il film. Galifianakis è oggi celebre per il
personaggio di Alan nel film Una notte da leoni. Poiché
nel corso del film l’attore si trova in situazioni particolarmente
imbarazzanti, ed è solito dire cose estremamente controverse, egli
cercò di impedire a sua madre di vedere il film, imbarazzato da ciò
che la donna avrebbe potuto pensare del figlio.
4. Si è rifiutato di
tagliarsi la barba. In Una notte da leoni 2,
l’attore torna a vestire i panni di Alan, con un notevole
cambiamento estetico. Nel film, infatti, il personaggio si rade
completamente la testa. Originariamente, tuttavia, la sceneggiatura
prevedeva che questi si radesse la barba e non i capelli, ma
Galifianakis rifiutò categoricamente la cosa, troppo legato alla
sua barba.
3. Ha dovuto ricorrere al
trucco per il terzo film della trilogia. A partire dal
2012, l’attore cominciò a sottoporsi ad una dieta che lo portò a
perdere molto peso. Tuttavia, poiché una delle caratteristiche
comiche di Alan è il suo essere sovrappeso, l’attore dovette
ricorrere al trucco per sembrare ancora tale. Indossò infatti delle
speciali cinture prostetiche che simulassero il grasso.
Zach Galifianakis: il suo nuovo
film su Netflix
2. Ha rilasciato il suo
nuovo film sulla celebre piattaforma. Nel 2019 l’attore
trae ispirazione per il suo nuovo film dal finto talk show da lui
realizzato nel corso degli anni precedenti, Between Two
Ferns. Questo segue le avventure di Galifianakis alla ricerca
di celebrità da intervistare, in modo del tutto non professionale.
Distribuito direttamente su Netflix, al termine del trailer del film si può
vedere l’attore esplicitare il fatto che il film non sarà al cinema
ma, appunto, sulla sola piattaforma.
Zach Galifianakis: età e
altezza
1. Zach Galifianakis è nato
a Wilkesboro, in North Carolina, Stati Uniti, il 1 ottobre
1969. L’attore è alto complessivamente 170 centimetri.
L’emergenza Covid-19 ha messo
letteralmente in ginocchio l’industria cinematografica, con
numerosi attesissimi blockbuster che sono stati posticipati
addirittura al 2021. Eppure, c’è un film il cui futuro sul grande
schermo rimane ancora oggi un mistero: stiamo parlando di Godzilla
vs. Kong, il film della coppia Legendary/Warner in cui
vedremo scontrarsi i due iconici mostri cinematografici.
Al momento non sappiamo se il film
arriverà ancora nelle sale il prossimo novembre o se verrà
posticipato al prossimo anno. Nonostante la Warner Bros. non abbia
ancora rilasciato alcun materiale ufficiale, oggi apprendiamo la
notizia – via
CBM – che il film è stato ufficialmente classificato dalla
MPAA, la Motion Picture Association of
America, l’associazione che si occupa di associare il
divieto alle pellicole distribuite negli Stati Uniti.
Il film ha “stranamente” ricevuto
un PG-13, ossia un divieto ai minori di 13 anni. La motivazione
consiste nella presenza nel film di “intense scene di violenza
e distruzione e di linguaggio volgare”. Nessun divieto ai
minori di 17 anni, lasciando presagire che il film sarà molto meno
crudo di quanto i fan probabilmente si aspettano.
La campagna marketing di Godzilla
vs Kong partirà solo quando la Warner Bros. deciderà il futuro di
Tenet?
La più grande domanda, adesso, è se
vedremo a breve un primissimo trailer del crossover, dal
momento che il rating assegnato alla pellicola significa che il
film è stato ufficialmente completato. È innegabile quanto la
Warner Bros. si trovi attualmente in una posizione critica, dovuta
essenzialmente all’uscita nelle sale – che quasi sicuramente verrà
posticipata – di Tenet.
Probabilmente, non abbiamo ancora visto nulla di Godzilla
vs. Kong in termini di campagna marketing perché è
quasi certo che il calendario delle prossime uscite della major
dipenderà dal rinvio o meno dell’attesissimo film di Christopher Nolan.
Ci sono voluti circa sei anni prima
che Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle vedesse
finalmente la luce, e probabilmente bisognerà attendere lo stesso
arco di tempo per vedere un ipotetico terzo capitolo del popolare e
amatissimo franchise Disney. Nonostante non abbia avuto lo stesso
impatto “culturale” del primo film, Frozen 2 è stato
comunque un enorme successo, sia di critica che di pubblico,
superando in termini di incassi il precedessore e diventando il
film d’animazione più visto nella storia.
Un terzo capitolo dedicato alle
avventure di Elsa e Anna sembrerebbe scontato, eppure i Walt Disney
Studios non hanno ancora ufficializzato nulla. In una recente
intervista con
Pop Culture, è stato Josh
Gad – voce di Olaf nella versione originale dei film –
a parlare della possibilità di un nuovo episodio, specificando che
probabilmente un nuovo film del franchise vedrà la luce soltanto
quando ci sarà una storia abbastanza forte e convincente da
raccontare, stesso ragionamento che ha portato allo sviluppo e alla
realizzazione di
Frozen 2.
“Non so quando ci sarà un Frozen
III”, ha spiegato Gad. “Voglio dire, il patto in genere è
questo: Frozen II non era Frozen II fino a quando non c’è stata una
ragione che potesse giustificarne l’esistenza. Ecco perché non so
se e quando ci sarà un Frozen III. Sono discussioni che vanno al di
là di ciò che posso o non posso sapere. Ad ogni modo, quello che
posso dire è: c’è stata l’opportunità di riportare sullo schermo
quei personaggi, e con loro un nuovo senso di ispirazione e
speranza. Ecco perché io e la Disney abbiamo collaborato per i
corti di Olaf. Così la saga di Frozen è andata avanti, anche se non
necessariamente attraverso un terzo film.”
Quanto tempo i fan dovranno
attendere prima di vedere Frozen 3? Per Josh Gad tutto dipenderà
dalla storia…
L’attore ha poi aggiunto: “Ad
ogni modo, vedremo! Se ci sarà una storia che varrà la pena
raccontare, sono certo che Jennifer Lee e l’incredibile team della
Disney Animation la racconteranno un giorno”. Per adesso,
dunque, non sembra esserci un Frozen 3 in
sviluppo. Le parole di Josh
Gad, comunque, fanno ipotizzare che potrebbe volerci
soltanto più tempo del previsto prima che gli amatissimi personaggi
di Elsa, Anna, Olaf e Kristoff ritornino sullo schermo.
In Frozen
2 – Il Segreto di Arendelle, diretto da
Jennifer Lee e Chris Buck, Elsa
parte insieme ad Anna, Kristoff, Olaf e Sven per un viaggio
pericoloso ma straordinario verso l’ignoto oltre Arendelle per
scoprire una verità nascosta sul suo passato. Le risposte che
cerca, però, metteranno in pericolo il suo regno e, se in passato
Elsa temeva che i suoi poteri fossero troppo grandi per essere
accettati dal mondo, ora dovrà sperare che siano abbastanza forti
per salvarlo. Il film è uscito nelle nostre sale il 27 novembre
2019 ed è disponibile dallo scorso aprile in home video.
Nonostante ci sia un palese e
diffuso entusiasmo relativo alla release della Snyder
Cut di Justice
League su HBO Max, la decisione della Warner
Bros. di distribuire la versione del film così com’era stato
inizialmente concepito dal regista Zack
Snyder non è stata esente da critiche. Sono in molti,
infatti, a sostenere che potrebbe trattarsi di un precedente
abbastanza pericoloso, che darebbe ai fan più potere di quanto in
realtà spetti loro.
Dopo l’ufficializzazione che la
Snyder Cut avrebbe visto finalmente la luce, una domanda ha
iniziato a serpeggiare sul web nonostante l’euforia generale: e se
un certo tipo di fandom arrivasse ad influenzare a tal punto le
decisioni di una major da riuscire a stabilire cosa meriti di
passare per il grande schermo? Naturalmente l’interrogativo apre ad
una quantità infinita di scenari possibili, soprattutto dopo la
nascita di un movimento praticamente simile a quello che ha portato
alla release della Snyder Cut di Justice
League, ossia #ReleaseTheAyerCut, in
riferimento alla versione mai vista al cinema del cinecomic
Suicide
Squad di David
Ayer.
Durante una recente intervista con
The Verge (via
CBM), Tony Goncalves, boss di HBO Max, ha
commentato la decisione di distribuire la Snyder
Cut, specificando che non si tratta di una norma che
adesso verrà applicata ad ogni tipo di film: “Sicuramente non è
un precedente. Esistono diverse tipologie di fandom. Esiste il
fandom positivo e il fandom negativo. Il mio fandom di riferimento
è quello che utilizza gli spazi adeguati per far sentire la propria
voce e per avanzare richieste. Se c’è una domanda, siamo pronti ad
ascoltare. Avevo un capo che una volta disse: ‘L’industria e i
consumatori non sono sempre allineati, ma sono i consumatori che
tendono a vincere’. È un ottimo equilibrio.”
La Snyder Cut di Justice League
creerà un pericoloso precedente? Quanto potere può avere il
fandom?
Poi ha aggiunto: “Penso che
quando si tratti di intrattenimento, i consumatori non hanno mai
avuto più scelta di oggi. Ma questo non significa che siamo pronti
ad investire i nostri soldi in ogni singola richiesta che
avanzeranno. In riferimento ai fan di Justice League, o anche di Friends, i
consumatori hanno parlato e noi abbiamo voluto ascoltarli. Questo
non significa che rilasceremo le Director’s Cut di ogni film
realizzato. Penso solo che non ci sia nulla di male ad ascoltare il
pubblico. Ed è quello che abbiamo fatto.”
Naturalmente, le parole di Goncalves
non spengono necessariamente qualsiasi tipo di speranza in merito
alla Ayer Cut di Suicide
Squad. Semplicemente, il boss di HBO Max ha lasciato
intendere che ogni situazione è diversa da un’altra e che ogni
“richiesta” da parte dei fan verrà valutata singolarmente. Ad ogni
modo, è innegabile quanto la release della Snyder
Cut di Justice
League porterà nuovi iscritti sulla piattaforma di
streaming: uno degli aspetti da valutare, è se lo stesso possa
accadere con il cinecomic di David
Ayer…
Vi ricordiamo che la Justice
League Snyder Cut uscirà
nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner
Bros HBO MAX che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Inizialmente previsto, come suo
solito, per la metà di maggio, anche il Festival
di Cannes ha infine dovuto cedere all’emergenza
Covid-19. A lungo i dirigenti hanno cercato di salvare la 73ª
edizione del più importante festival cinematografico, inizialmente
ripensando il tutto tra la fine di giugno e i
primi di luglio. Con il complicarsi della situazione mondiale,
tuttavia, è risultato evidente che dar vita al Festival, facendo
allo stesso tempo rispettare le norme di sicurezza, era un compito troppo
rischio.
Per questo motivo, l’edizione 2020
del Festival è stata definitivamente annullata. Il direttore
artistico Thierry Fremaux ha però annunciato che
la dirigenza ha aperto
trattative con alcuni altri importanti festival
cinematografici, da Toronto a New York, da Roma a Telluride,
manifestando l’intenzione di presentare presso questi i film che
avrebbero dovuto far parte della propria Selezione Ufficiale, i
quali manterranno però l’etichetta di Cannes 2020.
Nei giorni precedenti, Fremaux aveva
annunciato l’intenzione di rivelare ugualmente quelli che sono i
film che compongono la Selezione Ufficiale. 56 titoli selezionati a
fronte di circa 2067 candidati, per quella che stando alle parole
del direttore artistico avrebbe potuto essere “una delle
edizioni più belle degli ultimi anni, con film in grado di
rappresentare le diversità che compongono il nostro
mondo“.
Ecco dunque la Selezione Ufficiale
del Festival di Cannes 2020:
Nell’immaginario collettivo,
Superman è il supereroe per eccellenza. Caduto
sulla terra da un pianeta lontano, egli usa i suoi incredibili
poteri per combattere le minacce che mettono a repentaglio la vita
della razza umana e della terra. Protagonista di una lunga lista di
fumetti, film e cartoni animati, è da decenni a questa parte tra le
icone più popolari della cultura di massa, un vero e proprio
simbolo del bene che lotta contro il male.
10. Negli anni sono stati
realizzati molti film a lui dedicati. Nel corso dei
decenni sono molte le opere cinematografiche che hanno portato sul
grande schermo le gesta del personaggio. La prima è stata
Superman and the Mole-man (1951), ma la più celebre è
senz’altro il Superman del
1978 con Christopher Reeve. Questi riprese il ruolo nei
seguiti Superman II
(1980), Superman III
(1983) e Superman IV
(1987).
8. Sono stati realizzati
molti film d’animazione. Se sono 9 i film che hanno
raccontato il personaggio, molti di più sono invece i film
d’animazione in cui è comparso in modo più o meno rilevante. Dal
2006 ad oggi, infatti sono stati realizzati circa 32 film, il più
dei quali pensato però direttamente per l’home video. Tra questi si
annoverano anche The LEGO Movie
(2014) e The LEGO Movie 2
(2019), dove la voce del personaggio è dell’attore Channing
Tatum.
Superman: gli attori che lo hanno
interpretato
7. Per il film del 1978 vi
fu una lunga ricerca per il protagonista. Il film del 1978
era pensato per essere il primo vero film dal grande budget
incentrato sul personaggio. Per la sua riuscita, era fondamentale
che si trovasse l’attore giusto per il ruolo principale. La ricerca
fu lunga e particolarmente complessa. Il regista Richard
Donner racconta di essere stato sull’orlo della
disperazione, finché non trovo Reeve, che per volto e fisico
risultò essere il più idoneo. Ancora oggi, egli è il volto più
iconico per il personaggio al cinema.
6. Herny Cavill è il nuovo
volto del supereroe. Attualmente, l’ultimo attore ad aver
interpretato il celebre kryptoniano è l’attore Herny
Cavill. A lui si deve un apparentemente banale ma
importante rinnovamento nei confronti del personaggio. Cavill si
rifiutò infatti di depilarsi il petto, spingendo così a superare
l’idea di un Superman muscoloso e completamente glabro in favore di
uno sdoganamento nei confronti dei peli sul petto.
Parte delle cose che non sai sul
supereroe
Superman: il logo del
personaggio
5. Ha diversi
significati. Il celebre supereroe fu il primo ad avere sul
proprio petto un simbolo rappresentativo, dando vita ad una lunga
schiera di imitatori. Il significato della grande S rossa è
piuttosto vario. Essa non rappresenta solo il nome del personaggio,
ma, stando anche ai film realizzati, essa sarebbe un simbolo
kryptoniano, emblema della casata degli El, a cui il supereroe
appartiene.
Superman: Red Son
4. Racconta il personaggio
da un nuovo punto di vista. Una delle opere più
affascinanti realizzate negli ultimi anni sul personaggio è il
fumetto Superman: Red Son. Nella sua realizzazione gli
autori sono partiti dalla premessa “cosa sarebbe successo se
l’astronave che trasportava Superman fosse precipitata in Unione
Sovietica?“. All’interno del fumetto si racconta così del
celebre supereroe impegnato per sostenere Stalin, il socialismo e
la classe operaia.
Superman e Lois: la serie TV
3. Sarà protagonista di una
serie spin-off. Tra il 2020 e il 2021 arriverà in
televisione una nuova versione del personaggio. L’emittente The CW
sta infatti sviluppando la serie Superman e Lois, che sarà
un nuovo spin-off dell’Arrowverse.
La trama ruoterà intorno alla vita da genitori del supereroe e
della giornalista Lois Lane, mostrando la loro difficoltà nel
gestire i rispettivi lavori e la vita famigliare.
Superman Returns
2. Per il regista fu
semplice trovare l’attore giusto. Per il film del 2006, il
regista Bryan Singer incontrò
l’attore Brandon Routh in un bar. Per
l’agitazione, tuttavia, questi rovesciò tutto il caffè sul tavolo.
Temette allora di aver rovinato e perso la sua possibilità di
entrare a far parte del film, ma in realtà quell’incidente convinse
Singer che Routh poteva benissimo interpretare il maldestro e
timido Clark Kent.
1. Avrebbe dovuto contenere
un celebre cameo. Per il suo film, Singer chiese di poter
far comparire in un cameo Christopher Reeve, che aveva interpretato il
supereroe tra gli anni Settanta e Ottanta. Questi, tuttavia, morì
qualche mese prima dell’inizio delle riprese. Singer decise allora
di dedicare il film alla sua memoria.
Con l’emergenza
Covid-19 che ha letteralmente stravolto il
calendario delle uscite cinematografiche su scala mondiale, è forse
giunto il momento di fare un pochino d’ordine tra le release forse
più bramate di tutte: quelle dei film tratti dai fumetti
Marvel.
Screen Rant ha raccolto tutte le prossime uscite tratte dai
celebri fumetti (non solo i film appartenenti al MCU), con le relative release
americane aggiornate:
The New Mutants (28 agosto 2020)
Il travagliatissimo nuovo film della
saga di X-Men,
l’ultimo sotto l’egida della 20th Century Fox, arriverà finalmente
nelle sale il prossimo 28 agosto. Il film è stato posticipato
un’infinità di volta: prima dell’emergenza Covid-19, sarebbe dovuto
arrivare nelle sale il 9 aprile 2020.
The King’s Man è il prequel del celebre franchise
Kingsman, diretto ancora una volta da Matthew
Vaughn. Nel film
Ralph Fiennes interpreta il Duca di Oxford,
mentre Harris Dickinson (visto in
1917) interpreta il suo “protetto” Conrad. Nel nuovo
capitolo, un uomo dovrà lottare per impedire a
Rasputin e alla sua pericolosa alleanza di provocare una guerra
destinata ad milioni di persone.
The King’s Man sarebbe dovuto arrivare nelle sale nel
2019: è stato poi posticipato a Febbraio 2020 e, a causa del
Covid-19, ancora una volta al prossimo Settembre.
Black Widow – 6 Novembre 2020
Lo standalone dedicato a Black
Widow arriverà finalmente nelle sale nell’autunno del
2020, con Cate Shortland incaricata di dirigere il
film (si tratta della prima regista donna che viene scelta per
dirigere un film dei MCU, dopo che Anna
Boden aveva co-diretto Captain
Marvel).
Nel 2021, i Marvel Studios introdurranno finalmente
Gli Eterni nel
MCU, con il film omonimo che sarà
diretto dalla regista Chloe Zhao. Scritto da
Matthew e Ryan Firpo, il cinecomic coprirà un arco narrativo lungo
7000 anni, mentre racconterà la vita della razza aliena immortale
del titolo.
A guidare il cast il premio Oscar
Angelina Jolie , affiancata da
Richard Madden, Kumail Nanjiani, Salma Hayek, Gemma Chan,
Bryan Tyree Henry e
Kit Harington.
Morbius (19 Marzo 2021)
Dopo aver interpretato il Joker in
Suicide
Squad,Jared
Leto ritornerà nell’universo dei fumetti, questa
volta con un ruolo da assoluto protagonista. A Marzo del 2021
arriverà infatti Morbius della Sony Pictures. Il
film sarebbe dovuto arrivare nelle sale il prossimo
luglio.
Nel film Leto intepreterà Michael
Morbius, che dopo essere stato infettato da una rara e pericolosa
malattia del sangue, si trasforma nel celebre Vampiro Vivente.
Diretto da Daniel Espinosa (Safe House), il film
annovera nel cast anche
Matt Smith e
Jared Harris.
Shang-Chi and the Legend of the Ten
Rings (7 Maggio 2021)
Shang-Chi and the Legend of
the Ten Rings è una delle priorità della Fase 4 del
MCU, con la promessa di portare un
po’ della bellezza e della complessità delle arti marziali
all’interno dell’universo condiviso.
Il film sarà diretto da
Destin Daniel Cretton(Il diritto di
opporsi) e arriverà nelle sale il 7 maggio 2021. Simu
Liu intepreterà l’eroe del titolo, mentre Tony
Leung sarà il famigerato Mandarino (il solo ed unico, e
non l’imitazione che abbiamo visto in Iron Man 3). Nel cast anche
Awkwafina.
Venom: Let There Be Carnage (25 Giugno 2021)
Nonostante la critica non abbia
apprezzato il film, a causa dei suoi incassi (circa 855 milioni di
dollari a livello mondiale), un sequel di Venom
era praticamente scontatato. Venom 2
vedrà il ritorno di Kelly Marcel alla
sceneggiatura, mentre Andy Serkis (le saghe de Il signore degli
anelli e Il pianeta delle scimmie) raccoglierà
l’eredità di Ruben Fleischer e si occuperà della
regia del film.
Venom
2, che sarebbe dovuto arrivare il prossimo ottobre,
farà adesso il suo debutto nell’estate del 2021. Oltre a
Tom Hardy e
Michelle Williams, nel cast ci saranno anche
Woody Harrelson (Carnage) e Naomie
Harris (Shriek).
Spider-Man 3 (5 Novembre 2021)
Non ha ancora un titolo ufficiale,
ma il terzo film di Spider-Man ambientato nel MC U
– nato sulla scia del nuovo accordo siglato tra Marvel e Sony – arriverà al cinema
nell’autunno del 2021. Il regista Jon Watts
tornerà dietro la macchina da presa dopo Homecoming e Far
From Home, così come gli sceneggiatori Chris McKenna e
Erik Sommers.
Tom
Holland tornerà a vestire i panni dell’Uomo Ragno. È
da tempo che si parla della possibilità che Kraven il Cacciatore
appaia come principale antagonista del film, anche se ad oggi non
esiste nessuna conferma ufficiale.
Thor: Love And Thunder (11 Febbraio
2022)
Con l’uscita di Thor: Love
and Thunder, il Dio del Tuono diventerà il primo
personaggio del MCU ad avere un quarto film a lui
interamente dedicato. Love and Thunder vedrà il ritorno di
Taika Waititi dietro la macchina da presa,
dopo l’esperienza con Ragnarok.
Inoltre, il film segnerà il ritorno
del premio Oscar
Natalie Portman nel MCU: Jane Foster, infatti,
diventerà la versione femminile di Thor, mentre Valkiria
(Tessa
Thompson), nuovo Re di Asgard, si metterà sulla tracce
della sua regina.
Chris Hemsworth, ovviamente, tornerà nei panni del
figlio di Odino.
Doctor Strange In The Multiverse Of
Madness (25 Marzo 2022)
Nel film apparirà anche la Scarlet
Witch di
Elizabeth Olsen: il personaggio avrà un ruolo chiave
nella storia, sui cui al momento non esistono dettagli, ma soltanto
una valanga di teorie sui Multiversi che il Dottore visiterà e sui
personaggi che potrebbero apparire nel film.
Black Panther 2 – May 6, 2022
Black
Panther di Ryan Coogler è diventato
in pochissimi tempo (e in maniera del tuttto inaspettata) uno dei
film più acclamati del MCU, ricevendo addirittura una
candidatura agli Oscar come miglior film.
Coogler tornerà dietro la macchina
da presa per Black Panther
2, così come
Chadwick Boseman sarà ancora una volta il Re di
Wakanda. Al momento non si conoscono i dettagli sulla trama. Le
riprese partiranno a marzo del prossimo anno.
Captain Marvel 2 (8 Luglio 2022)
Sebbene non abbia ottenuto lo stesso
successo di Black
Panther o di Avengers:
Endgame,Captain
Marvel è comunque riuscito a conquistare il pubblico:
ecco perché la notizia del sequel non ha certamente colto di
sorpresa.
Come da tradizione, poco o nulla si
sa ancora di Captain Marvel 2, se non che
Brie Larson tornerà nei panni di Carol Danvers.
Sembra che i Marvel Studios siano intenzionati
ad affidare la regia del film ad una donna, dal momento che i
registi del primo film non torneranno per il sequel.
Spider-Man: Un Nuovo Universo 2 – 7
Ottobre 2022
In poco tempo, nonostante la
lavorazione particolarmente complessa, Spider-Man: Un Nuovo Universo, primo film
d’animazione con protagonista l’Uomo Ragno, nonché debutto
cinematografico del personaggio di Miles Morales, è diventato
un’incredibile successo.
Anche in questo caso non si conosce
alcun dettaglio sulla trama del sequel, che arriverà nel 2022 e che
sarà seguito da un terzo capitolo. La storia di Miles Morales è
destinata dunque ad espandersi e sembra che nel secondo film
vedremo addirittura una versione giapponese dell’Uomo Ragno…