Dal 1993 al 2002 hanno conquistato
diverse generazioni di spettatori, e adesso, a partire dal 6 Aprile
2017, i Power Rangers si preparano a sbarcare al
cinema, diretti da Dean Israelite, in una
rivisitazione in chiave “moderna” che ne conserva lo spirito, ne
sfuma i confini e si accinge a conquistare tutta un’altra
generazione di giovani fan.
La storia di base non cambia:
cinque ragazzi che non si conoscono vengono per caso a contatto con
un’astronave aliena che si rivela essere il quartier generale di
Zordon, un alieno che li investe dei poteri dei Power
Rangers, guerrieri leggendari che hanno come compito
proteggere la vita sulla Terra dalla temibile Rita Repulsa, che
vuole invece distruggerla.
Power Rangers è un
ottimo prodotto di intrattenimento
La trama, elementare e pretestuosa,
viene arricchita nel film di Israelite da una serie di elementi che
attualizzano il prodotto, rendendolo per alcuni versi interessante,
strutturandolo in racconto cinematografico efficace e avvincente,
una perfetta confezione per un blockbuster di intrattenimento.
Aggirati gli stereotipi razziali
che vigevano nella prima stagione dello show (l’asiatica era il
Ranger Giallo, il nero era il Black Ranger, e così via), inseriti
alcuni temi “caldi” per il racconto adolescenziale moderno (quali
la ricerca dell’identità sessuale, l’autismo, l’integrazione, il
bullismo anche cibernetico), Power Rangers si
costruisce per un’abbondante prima parte sulle spalle del cinque
protagonisti, tutti volti nuovi per il grande schermo, ognuno
impegnato a rappresentare uno stereotipo che sconfina dagli argini
e diventa un’evoluzione di quelli che erano i personaggi
involontariamente canonizzati da John Hughes in
Breakfast Club. E non spaventa tirar fuori il
grande John, dal momento che il film ha protagonisti degli
adolescenti che raccontano il loro malessere in una società che li
assale da ogni lato.
Forti gli echi di John
Hughes e degli anni ’80

Prima di riuscire a diventare Rangers, i nostri dovranno riuscire a
fare squadra, a diventare amici e lo faranno solo attraverso il
riconoscimento della loro vera natura: non più un “cervello… e
un atleta… e una fuori di testa, una principessa e un
criminale”, ma degli “sfigati” in un certo senso, dei
“poveri goonies”, potremmo anche azzardare, che nella
compagnia e nell’amicizia trovano il loro senso nel mondo. Questa
costruzione delle dinamiche personali, così centrale nel film,
rende possibile che Jason, Kimberly, Zack, Bill e Trini scoprano
prima l’eroismo nei loro cuori, e soltanto dopo il supereroismo,
nelle loro sgargianti tute a bordo dei loro Dinozord.
Da un punto di vista registico,
soprattutto nella prima parte, Israelite compie lo
sforzo di cercare sempre l’inquadratura perfetta, a scapito di una
più classica simmetria, costruendo le scene con intelligenza e cura
e con almeno un paio di felici soluzioni stilistiche inedite.
Elizabeth Banks è una villain
perfetta, terrificante e sexy
Fiore all’occhiello del film è
senza dubbio Rita Repulsa. Interpretata da
Elizabeth Banks, la strega non è la buffa
cattivona della serie tv, ma un’entità malvagia a tutti gli
effetti, una presenza malefica e crudele. Il concept studiato per
la realizzazione del personaggio è senza dubbio una delle parti
migliori del film, che chiaramente si conclude nel delirio
scoppiettante di un combattimento tra robot e creature gigante di
turno. Per tener fede alla tradizione, appunto.
Moltissime le
citazioni alla serie originale (quella andata in onda dal ’93 al
’95) ma profondo anche lo spirito degli anni ’80 che pervade tutta
la strutturazione delle dinamiche personali e la caratterizzazione
dei personaggi. Con energia e divertimento
Dacre Montgomery (Jason Lee Scott/Red Ranger),
Naomi Scott (Kimberly Hart/Pink Ranger),
RJ Cyler (Billy Cranston/Blue Ranger),
Becky G (Trini Kwan/Yellow Ranger) e
Ludi Lin (Zack Taylor/Black Ranger) portano sullo
schermo dei Power Rangers irriverenti,
scapestrati, molto lontani dai bravi ragazzi degli anni ’90, più
vicini a quello che può essere un giovane adolescente ribelle di
oggi. Nel cast anche
Bryan Cranston nel ruolo di Zordon.
Assolutamente perfetto nel suo
genere, Power Rangers intrattiene con
intelligenza, con un buon ritmo e con una rappresentazione
adeguata. Un vero regalo per i fan nostalgici, una piacevole e
divertente scoperta per le nuove generazioni.
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