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10 grandi sequel di film che hanno abbandonato le premesse degli originali

I sequel di film permettendo alle storie di evolversi al di là del modo in cui sono state presentate per la prima volta al pubblico. Infatti, sebbene i generi siano utili per classificare i film nel corso della storia, possono limitare la portata e il potenziale delle premesse e dei franchise più promettenti. Un modo per risolvere questo problema è il fatto che i registi a volte sviluppano sequel che si discostano pesantemente da temi, generi o caratterizzazioni precedentemente stabiliti. Solo nel corso degli anni i sequel hanno raggiunto l’apice e la loro genialità si è rivelata solo dopo un po’ di riflessione. Questi 10 film hanno finito per stabilire dei punti d’appoggio per i loro franchise in nuovi generi e direzioni creative sorprendenti.

Fast Five (2011)

Fast Five (2011)

Il quinto film della saga Fast, Fast Five, aveva in particolare una sola scena in cui comparivano le corse clandestine, la cultura su cui si basa l’intero franchise. Tuttavia, poiché questo allontanamento dalla premessa originale è avvenuto in modo organico per la storia – e anche per l’evoluzione delle sequenze d’azione – Fast Five ha permesso al franchise di passare senza problemi a concentrarsi maggiormente su altri temi come per esempio le rapine. Il film del 2011, sequel dell’iconico franchise, ha visto anche la prima apparizione del Luke Hobbs di Dwayne Johnson e ha gettato le basi per l’arco finale della saga Fast. Soprattutto, Fast Five è ancora oggi probabilmente il miglior film di rapine della Saga Fast.

Aliens (1986)

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Mentre Alien di Ridley Scott era una combinazione oscura, misteriosa e lunatica di horror e fantascienza, Aliens di James Cameron era un film d’azione che espandeva abilmente la storia, dando alla premessa iniziale lo spazio necessario per crescere in un franchise. Un esempio popolare tra i grandi sequel di film che hanno abbandonato la premessa originale, Aliens era quasi una svolta completa rispetto al precedente, ma l’introduzione delle fazioni, della regina e l’ambientazione bellica più ampia del sequel si adattavano perfettamente alla visione di Scott. In effetti, Sigourney Weaver è stata candidata all’Oscar come miglior attrice per la sua interpretazione dell’unica sopravvissuta della Nostromo del primo film, Ellen Ripley.

C’era una volta in Messico (2003)

C'era una volta in Messico (2003)

Terzo e ultimo film della trilogia messicana di Robert Rodriguez, C’era una volta in Messico ha fatto più incassi degli ultimi due messi insieme. Sebbene il sequel abbia distolto l’attenzione da El Mariachi di Antonio Banderas, la critica non ha potuto ignorare la straordinaria interpretazione di Johnny Depp nei panni di Sheldon Jeffrey Sands della CIA e il modo in cui il film ha concluso la contorta storia di Desperado. Per essere stato il punto di incontro tra la regia hollywoodiana e la visione indipendente di Rodriguez, C’era una volta in Messico si è assicurato un posto accanto ai grandi sequel di film che hanno abbandonato la premessa originale.

L’armata delle tenebre (1992)

L'armata delle tenebre (1992)

Mentre The Evil Dead introduceva i Deadites e gli altri orrori del Necronomicon, Evil Dead II dava all’Ash di Bruce Campbell la sua caratteristica mano a motosega e chiudeva la storia della capanna dove tutto era iniziato. L’armata delle tenebre, ha ripreso le radici comiche dell’horror soprannaturale del franchise e le ha iniettate con una necessaria dose di fantasy epico. Mentre i primi due film confinavano l’azione nell’iconica baita in mezzo al nulla, L’armata delle tenebre è il luogo in cui Ash si trasforma finalmente nell’iconico eroe riluttante che brandisce la motosega e viaggia nel tempo.

Mad Max 2 (1981)

Interceptor - Il guerriero della strada film

Il primo Mad Max seguiva l’antieroe del titolo di Mel Gibson mentre lui e i suoi colleghi poliziotti lottavano per mantenere la pace in un’Australia distopica. Solo in Mad Max 2, noto anche come Il guerriero della strada, la visione post-apocalittica del regista George Miller è stata pienamente realizzata. Unico tra i grandi sequel cinematografici che hanno abbandonato la premessa originale, Il guerriero della strada ha inequivocabilmente superato l’impatto culturale del film iniziale. Mad Max ha dato il via a tutto, ma è stato Il guerriero della strada a diventare fondamentale per quasi tutti i film, le serie e persino i videogiochi western successivi sul tema della post-apocalisse.

Star Trek IV: Rotta verso la Terra (1986)

Sequel Star Trek IV Rotta verso la Terra (1986)

A differenza dei tre precedenti film originali di Star Trek, Star Trek IV: Rotta verso la Terra si svolge in gran parte sulla Terra. Invece di immergersi in un’avventura spaziale allegorica definita da elementi intensamente drammatici e di hard sci-fi, il sequel era un film spensierato con un messaggio diretto: proteggere le megattere in via di estinzione nel futuro. Sebbene fosse strano per il franchise, la premessa comica da pesce fuor d’acqua dell’equipaggio futuristico dell’Enterprise bloccato negli anni ’80 ha ampliato l’appeal di massa del franchise. Come altri grandi sequel cinematografici che hanno abbandonato la premessa originale, Star Trek IV è stato acclamato come il migliore del franchise.

10 Cloverfield Lane (2016)

10 cloverfield lane

Cloverfield è famoso per aver utilizzato abilmente l’horror found footage per creare un film kaiju davvero unico. Gli stessi kaiju hanno continuato a terrorizzare gli americani nel sequel, 10 Cloverfield Lane, che però si è discostato dal formato del found footage e si è svolto più come un thriller tradizionale. Sebbene il pubblico che aveva amato Cloverfield fosse inizialmente scettico riguardo ai cambiamenti, 10 Cloverfield Lane è stato alla fine acclamato dalla critica come un grande sequel cinematografico che ha abbandonato la premessa originale. Pur essendo completamente diverso dal primo film ha messo in luce il commento sociale di fondo del materiale e ha contribuito a gettare le basi per l’attuale franchise cinematografico di Cloverfield.

Nel fantastico mondo di Oz (1985)

Nel fantastico mondo di Oz (1985)

Sequel non ufficiale dell’amato musical e film per bambini Il mago di Oz, Nel fantastico mondo di Oz è una rivisitazione molto più cupa della storia di Dorothy. Seguiva gli eventi de Il mago di Oz, il sequel fu erroneamente considerato un altro film per bambini, il che ne determinò il fallimento commerciale. Tuttavia, il sequel è in realtà molto più fedele ai libri di L. Frank Baum su cui si basa il franchise, ma è rivolto a un pubblico adulto. Rispetto ad altri grandi sequel che hanno abbandonato le premesse originali, Nel fantastico mondo di Oz è quello che si è discostato di più dalle sue radici cinematografiche.

Prey (2022)

Derivati dal franchise di Alien, i primi quattro film di Predator hanno visto gli ostili extraterrestri combattere contro soldati e mercenari moderni. Ogni film successivo è stato più grande del precedente in termini di puro spettacolo e di espansione della storia dei Predator. Prey ha poi adottato un approccio completamente diverso, lanciando un Predator nelle Grandi Pianure del Nord America all’inizio del 1700 e contrapponendo l’alieno a cacciatori Comanche e colonialisti francesi storicamente accurati. Pur essendo l’unico film d’epoca della serie, Prey si distingue per aver capitalizzato gli elementi horror e d’azione più importanti che hanno reso iconici i primi film di Predator e Alien.

Logan (2017)

Logan

Mentre i precedenti film sugli X-Men hanno stabilito e ampliato l’universo dei supereroi della Fox, Logan era ben lontano dall’essere un tipico film di supereroi. Basato sui fumetti Old Man Logan di Mark Millar e Steve McNiven, il sequel reimmaginava il mutante di Hugh Jackman come un ex eroe distrutto i cui poteri di guarigione stavano svanendo. Al posto dell’invulnerabile e feroce Wolverine, il protagonista di Logan è un antieroe neo-occidentale in rovina, con un passato oscuro e un futuro incerto. Per essere riuscito a sovvertire le convenzioni di genere all’apice della popolarità del franchise principale – pur rimanendo fedele al materiale di partenza – Logan è un esempio notevole tra i grandi sequel cinematografici che hanno abbandonato la premessa originale.

Fast X: ecco com’è nato il villain di Jason Momoa

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Fast X: ecco com’è nato il villain di Jason Momoa

Il regista di Fast X, Louis Leterrier, parla di come è stato creato il villain del film interpretato da Jason Momoa, Dante Reyes. Il Dante di Momoa è il figlio di Hernan Reyes (Joaquim de Almeida), il malvagio signore della droga ucciso nel quinto capitolo del franchise. Fast X si concentra su Dante che insegue la famiglia di Dom per vendetta, facendolo in modo divertito ma molto violento. Il percorso di vendetta di Dante ha portato al finale mozzafiato di Fast X, che ha visto le vite di più personaggi in bilico.

Parlando con ComicBook.com, Leterrier si apre su quanto Momoa abbia influenzato la caratterizzazione di Dante nel film. Il regista indica che la creazione di Dante è stata un’esperienza di collaborazione tra lui e Momoa, l’attore stesso ha avuto un ruolo importante nel modo in cui Dante è stato scritto.

“È un po’ come spingerlo, rendendosi conto che abbiamo lo stesso senso dell’umorismo e la stessa sensibilità riguardo a film e personaggi, e come i più grandi cattivi siano anche quelli più personificati ed eccitanti. [La] minaccia arriva attraverso l’umorismo e l’umorismo arriva attraverso il pericolo, e avere questi interruttori ci ha fatto capire che siamo su un terreno comune. E poi abbiamo iniziato a lavorare, abbiamo iniziato a provare, abbiamo iniziato [a] inventare nuovi dialoghi e nuove scene – francamente, intere scene per il suo personaggio. Ma è Jason, non avrei potuto farlo con nessun altro che Jason. Chiunque sia Dante è una versione bizzarra di Jason Momoa. Il violento, arrabbiato, pervertito Jason Momoa. Jason guida Bentley del 1938, e costruisce queste motociclette, e ha sciarpe di seta e tutta quella roba. Devi solo prendere questo e poi spingerlo un po’, e hai Dante.”

Fast X, la trama e il cast del nuovo film della saga

La fine della corsa ha inizio. Fast X, il decimo film della saga di Fast & Furious, dà il via ai capitoli finali di uno dei più leggendari e popolari franchise cinematografici, giunto al suo terzo decennio e ancora sostenuto dallo stesso cast e dagli stessi personaggi degli esordi. Nel corso di molte sfide e contro ostacoli impossibili, Dom Toretto (Vin Diesel) e la sua famiglia hanno superato in astuzia, coraggio e abilità tutti i nemici che hanno incontrato sul loro cammino. Ora si trovano di fronte all’avversario più letale che abbiano mai affrontato: una minaccia terribile che emerge dalle ombre del passato, alimentata dalla vendetta, determinata a disperdere la famiglia e a distruggere per sempre tutto e tutti i suoi cari.

In Fast Five del 2011, Dom e la sua squadra hanno eliminato il famigerato boss della droga brasiliano Hernan Reyes e distrutto il suo impero su un ponte di Rio De Janeiro. Quello che non sapevano è che il figlio di Reyes, Dante (Jason Momoa di Aquaman), ha assistito a tutto questo e ha passato gli ultimi 12 anni a elaborare un piano per far pagare a Dom il prezzo più alto. Il complotto di Dante spingerà la famiglia di Dom da Los Angeles alle catacombe di Roma, dal Brasile a Londra e dal Portogallo all’Antartide. Si stringeranno nuove alleanze e torneranno vecchi nemici. Ma tutto cambia quando Dom scopre che suo figlio di 8 anni (Leo Abelo Perry, Black-ish) è l’obiettivo finale della vendetta di Dante.

The Town di Ben Affleck: un ex rapinatore di banche elogia la verosimiglianza del film

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Un vero rapinatore di banche ha espresso il suo apprezzamento per l’aderenza alla realtà di The Town, il film diretto e interpretato da Ben Affleck nel 2010. In The Town Affleck interpreta un membro di un gruppo di rapinatori di banche che viene coinvolto sentimentalmente con una vittima di una delle sue rapine mentre sta pianificando un audace colpo al Fenway Park di Boston. Vantando un impressionante cast di supporto tra cui Blake Lively, Jeremy Renner, Rebecca Hall, Jon Hamm e Chris Cooper, The Town è stato un successo di critica, come si evince dalla sua valutazione del 92% su Rotten Tomatoes.

Oltre alle straordinarie interpretazioni, The Town vanta anche scene di rapina che sembrano particolarmente realistiche ed elettrizzanti, e adesso scopriamo che le scene di rapina del film sono abbastanza realistiche, almeno secondo un esperto. In un video per Insider, l’ex rapinatore di banche Cain Vincent Dyer analizza The Town e definisce il film “assolutamente perfetto” quando si tratta dei dettagli della rapina.

Dyer elogia il film per aver descritto i trucchi dei veri rapinatori di banche, come usare uno scanner della polizia e cambiare macchina dopo la rapina.

“(Il film) È assolutamente azzeccato. Le rapine ai camion sono abbastanza comuni. Penso che ce ne sia stata una a Los Angeles solo una settimana fa. E’ da lì che le banche prendono i soldi. Detto questo, stai centuplicando il tuo livello di rischio. Sai, quelle guardie di sicurezza dei furgoni blindati sono addestrate a rispondere al fuoco e difendere quei soldi. È molto diverso da quello che succede in una banca, dove spesso pur di averti fuori di lì ti danno i soldi e basta.

In realtà ho usato gli scanner della polizia in molte delle mie rapine in banca. Con quelli si può attingere all’attività della polizia all’interno di un’area. Sapere quando arriveranno, sapere quanto tempo ti rimane. Quindi, sì, è assolutamente qualcosa che una banda di quel calibro avrebbe.

Vediamo anche che cambiano auto dopo la rapina, il che è molto, molto, molto comune. Tutte le auto che usano sono state rubate, molto probabilmente, giusto? Invece di rubare un’auto, quello che farei è trovare quella marca e modello dell’auto che avevo e rubare la targa da un’auto identica. Ci sono un sacco di ragazzi nella troupe là fuori che fanno così. The Town merita in 10 per verosimiglianza.”

Secondo lungometraggio da regista per Ben Affleck, The Town ha avuto un’accoglienza molto calorosa, arrivando anche a far guadagnare a Jeremy Renner una nomination agli Oscar come migliore attore non protagonista.

Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente, un nuovo video espande il mondo di Panem

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Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente si svela con un nuovo video in cui l’universo di Panem si amplia. Nel filmato vediamo i personaggi che esordiranno nel film, sequel del franchise di successo con Jennifer Lawrence. Si tratta si un “video di orientamento”.

Dopo l’enorme successo dei libri e dei film di Hunger Games, Suzanne Collins ha scritto un romanzo prequel su Coriolanus Snow durante la decima edizione dei Giochi molto prima che diventasse Presidente Snow di Panem. Oltre a Snow e ad altri personaggi di Capitol City, il romanzo si concentra su Lucy Gray Baird, il tributo donna del Distretto 12, interpretata da Rachel Zegler nell’adattamento cinematografico che uscirà questo autunno.

Fandango ha ora pubblicato un video nello stile di un orientamento che introduce i personaggi di Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente, tra cui Dean Casca Highbottom (Peter Dinklage), Dr. Volumnia Gaul (Viola Davis), Coriolanus Snow (Tom Blyth) e Sejanus Zoccolo (Josh Andrés Rivera). Guarda il video qui di seguito:

I protagonisti sono l’inglese emergente Tom Blyth e Rachel Zegler di West Side Story e Hunter Schafer della serie Euphoria. Nei ruoli comprimari Viola Davis, Peter Dinklage e Jason Schwartzman.

La trama di Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente

Anni prima di diventare il tirannico presidente di Panem, il diciottenne Coriolanus Snow è l’ultima speranza per il buon nome della sua casata in declino: un’orgogliosa famiglia caduta in disgrazia nel dopoguerra di Capitol City. Con l’avvicinarsi della decima edizione degli Hunger Games, il giovane Snow teme per la sua reputazione poiché nominato mentore di Lucy Grey Baird, la ragazza tributo del miserabile Distretto 12. Ma quando Lucy Grey magnetizza l’intera nazione di Panem cantando con aria di sfida alla cerimonia della mietitura, Snow comprende che potrebbe ribaltare la situazione a suo favore. Unendo i loro istinti per lo spettacolo e l’astuzia politica, Snow e Lucy mireranno alla sopravvivenza dando vita a una corsa contro il tempo che decreterà chi è l’usignolo e chi il serpente.

Emma Stone: il suo nuovo look alimenta le speculazioni in merito a un live action su Spider-Woman

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La nuova acconciatura di Emma Stone sembra uscita direttamente dai fumetti di Spider-Man, dal momento che ricorda precisamente il look di Gwen Stacy visto nei film d’animazione SONY dedicati all’Uomo Ragno. Che si possa trattare di un suggerimento per un prossimo live-action dedicato a Spider-Woman?

Emma Stone ha interpretato Gwen Stacy nei film di Amazing Spider-Man, nei quali ha recitato al fianco di Andrew Garfield prima che il Marvel Universe presentasse la sua versione di Spider-Man. Sebbene Gwen Stacy non sia più apparsa nei live-action da allora, la Sony l’ha portata sotto i riflettori nei film dello Spider-Verse, dove Gwen è una Spider-Person più giovane proveniente da una delle infinite realtà del multiverso.

Quasi un decennio dopo la sua ultima apparizione come Gwen Stacy, Emma Stone ricorda ancora quanto sia perfetta per interpretare quel ruolo in carne e ossa, e questa volta con un look che sembra davvero uscito dai fumetti. Su Instagram, l’hairstylist di Hollywood Mara Roszak (@mararoszak) ha condiviso un’immagine di Emma Stone che sfoggia un nuovo taglio di capelli che sembra una riproduzione esatta di quello che Gwen Stacy ha nei film di Spider-Verse, specialmente all’inizio di Spider-Man: Into the Spider-Verse.

Sebbene il nuovo taglio di capelli di Emma Stone non significhi necessariamente che tornerà nei panni di Gwen Stacy, potrebbe anche essere possibile che l’attrice riprenda riprendere il suo ruolo grazie all’attuale prevalenza di storie multiversali. Spider-Man: Across the Spider-Verse ha già mostrato scene in live-action per riconoscere gli universi di Spider-Man e The Amazing Spider-Man, tanto che ha presentato anche Donald Glover come una variante di Prowler del MCU imprigionata presso la sede della Spider-Society. Allo stesso modo, Spider-Man: Across the Spider-Verse potrebbe lanciare Emma Stone come una versione live-action di Gwen Stacy alias Spider-Gwen di Hailee Steinfeld, e la cosa potrebbe esplicitarsi anche soltanto in un cameo e un omaggio ai fan, come accaduto proprio con il personaggio di Glover.

Chiaramente, se questo dovesse accadere, non sarebbe qualcosa che potrà avvenire a breve termine, dato il coinvolgimento di Emma Stone nello sciopero SAG-AFTRA, per cui non ci resta che sognare e aspettare di farci sorprendere.

Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One, ecco come nasce il nemico del film

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In Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One il villain contro cui Ethan Hunt e la sua squadra si confrontano è l’Intelligenza Artificiale. Questo inafferrabile avversario è al centro del nuovo video dedicato al film, in cui il regista Christopher McQuarrie spiega come The Entity è nata e come è diventata una minaccia, nel mondo di Hunt.

Un nuovo video condiviso da Paramount Pictures su YouTube approfondisce la creazione di McQuarrie per Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One, il cattivo AI.

Il video presenta McQuarrie che discute della sua concezione originale di un cattivo basato sulla tecnologia dell’informazione a metà degli anni 2010, quando si è unito per la prima volta al franchise. Quando Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One era in post-produzione, spiega il regista, The Entity ha iniziato in modo agghiacciante a diventare più vicino alla realtà scientifica che alla fantascienza.

Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One è uscito nei cinema il 12 luglio 2023, mentre Mission Impossible – Dead Reckoning Parte Due arriverà il 27 giugno 2024.

DCEU: 10 grandi casting che si sono rivelati una delusione

Sebbene diversi cast di film DCEU abbiano portato a grandi film, altri non hanno mai avuto il tempo di funzionare appieno. Il regista Zack Snyder ha dato vita al DCEU con L’uomo di acciaio nel 2013. La DC ha provato a eguagliare il MCU con film di successo come Wonder Woman e Aquaman, ma sono state delle meteore poiché il franchise dei supereroi a differenze del rivale non ha mai sfondato al botteghino. Nel corso degli anni, la DC ha scritturato alcuni dei più grandi attori del mondo per entrare a far parte delle sue proprietà live-action e, se da un lato ci sono molti casi in cui un attore ha mantenuto la promessa in un ruolo, dall’altro ci sono anche molti casi in cui un ottimo casting è finito in una delusione. Ecco 10 grandi attori in cui un casting DC non ha mantenuto le aspettative.

Jeffrey Dean Morgan – Thomas Wayne

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Jeffrey Dean Morgan ha interpretato il padre di Batman (interpretato da Ben Affleck) Thomas Wayne, in una sequenza flashback in Batman v Superman: Dawn of Justice. Sebbene Thomas sia morto quando Bruce era ancora un bambino, a un certo punto sembrava destinato a un ruolo più importante. Quando The Flash con Ezra Miller è stato annunciato come adattamento di Flashpoint, è stata preparata la strada per il ritorno di Morgan come versione batmaniana del Thomas Wayne di quella storia. Dopo anni di ritardi e cambiamenti nel team creativo, The Flash ha finito per realizzare una versione libera di Flashpoint, con il Batman di Michael Keaton a occupare il ruolo che il Thomas Wayne di Morgan avrebbe potuto avere nella storia.

J.K. Simmons – Jim Gordon

J.K. Simmons - Jim Gordon DC

J.K. Simmons è diventato famoso nel genere dei supereroi per essere diventato il personaggio di Spider-Man, J. Jonah Jameson. L’attore è poi passato alla DC, interpretando un altro personaggio iconico dei fumetti, il commissario Jim Gordon di Gotham. A causa di problemi dietro le quinte della DC, Simmons ha avuto solo un piccolo ruolo teatrale come Gordon per lo studio, facendo un cameo in Justice League del 2017. La cancellazione di Batgirl ha reso Simmons il più grande spreco del DCEU, poiché Gordon avrebbe dovuto avere un ruolo importante nel film, dato che sua figlia Barbara era l’eroe del titolo. Poiché anche il film di Affleck su Batman da solista non si è mai concretizzato, il Gordon di Simmons è finito per essere solo un cameo nel DCEU.

Amy Adams – Lois Lane

lois lane

Il casting di Amy Adams per il ruolo di Lois Lane era ottimo sulla carta, ma non si è mai tradotto in una grande interpretazione nel DCEU. La Adams è un’attrice fantastica, ma il suo ruolo di Lois non si colloca tra i migliori adattamenti della giornalista in live-action. A questo hanno contribuito alcuni fattori: i film in cui è apparsa sono stati tra i più controversi del DCEU, e il ruolo di Lois è stato incredibilmente ridotto, persino ne L’uomo d’acciaio. Se a ciò si aggiunge che la Lois della Adams non è mai stata scritta per mettere in mostra la sua personalità entusiasta e curiosa, è stato sprecato un grande casting.

Joe Manganiello – Deathstroke

Joe Manganiello - Deathstroke DC

Il Deathstroke di Joe Manganiello è apparso minaccioso come dovrebbe durante il breve tempo trascorso sullo schermo nella prima scena post-credits di Justice League. Il film lasciava presagire un ruolo importante per Deathstroke nel DCEU, in quanto il personaggio avrebbe dovuto unirsi a Lex Luthor in risposta alla Justice League. A causa dell’insuccesso del film, il progetto di continuare la storia è stato abbandonato. Il Deathstroke di Manganiello doveva anche essere il cattivo principale del film di Ben Affleck su Batman, ma dopo che il film è stato cancellato a causa dei problemi personali di Affleck, Manganiello non ha mai potuto dare seguito all’eccitante promessa del suo debutto nella DC.

Jared Leto – The Joker

Jared Leto - The Joker DC

Il Joker di Jared Leto è uno dei grandi personaggi DC che purtroppo non ha rispettato le aspettative. In un universo pieno di scelte controverse, il Joker è uno dei più criticati. Il design del Joker di Leto è stato giudicato troppo spigoloso, con i tatuaggi sul viso. Inoltre, l’attore ha dovuto ricalcare il ruolo del cattivo di Heath Ledger ne Il cavaliere oscuro, un compito quasi impossibile. La scarsa performance di Leto nel ruolo, unita al fatto che il personaggio è stato tagliato dalla maggior parte delle scene di Suicide Squad del 2016, ha contribuito a rendere il casting del premio Oscar poco amato.

Ryan Reynolds – Lanterna Verde

Ryan Reynolds Blake Lively

Il casting di Ryan Reynolds per Lanterna Verde non è stato il problema principale del film Lanterna Verde del 2011. Il popolare attore è stato un’ottima scelta per il ruolo di Hal Jordan e, se il film avesse preso decisioni migliori per quanto riguarda la storia e i VFX, il carismatico ruolo di Reynolds come Lanterna Verde avrebbe potuto avere successo e non essere collegato a uno dei film considerati tra i peggiori film di supereroi di tutti i tempi. Nonostante Reynolds abbia offerto un’interpretazione ricca di fascino e di eccellenti tempi comici, non è stato sufficiente a salvare Lanterna Verde, sprecando così il potenziale di Reynolds nel ruolo.

Dwayne Johnson – Black Adam

Black Adam

Il ruolo di Black Adam è stato affidato a Dwayne Johnson nel lontano 2007, ma l’attore ha potuto dare vita all’antieroe DC solo 15 anni dopo, in Black Adam del 2022. Con la sua interpretazione nel film, Johnson ha dimostrato che l’attesa è valsa la pena, rendendo Black Adam potente e temibile come nei fumetti. Il film avrebbe dovuto rivitalizzare il DCEU, facendo presagire una lotta tra Black Adam e Superman. Con il reboot dell’Universo DC che prevedeva il casting di Cavill e non includeva il Black Adam di Johnson, il potenziale incontro è stato abbandonato.

Brandon Routh – Superman

Brandon Routh Superman

In Superman Returns il personaggio principale interpretato da Brandon Routh rispecchia il personaggio del Superman di Christopher Reeve. L’attore ha fatto un ottimo lavoro nel ricreare i modi di Reeve, sia come Clark Kent che come Superman. Il Superman di Routh era tutto ciò che il personaggio dovrebbe essere, con la sua speranza che traspariva nonostante la storia cupa del film: Superman assente dalla Terra da anni e che nel frattempo aveva perso Lois. Routh è stato una scelta fantastica per il ruolo di Superman che è ritornato nell’iconico ruolo più recentemente nel crossover Crisis on Infinite Earths dell’Arrowverse dove ha dimostrato che ancora oggi è perfetto per il ruolo.

Henry Cavill – Superman

Superman Legacy eredità Henry Cavill

Henry Cavill è stato un altro caso di grande casting per Superman che si è concluso con una delusione. L’attore ha avuto solo un film da solista nel ruolo, mentre il suo sequel non è mai stato realizzato dopo che l’attore è stato coinvolto in una serie di film DC che hanno suscitato forti polemiche. Purtroppo, il DCEU non ha mai permesso a Cavill di interpretare una versione più leggera di Superman, avvolgendo invece il personaggio nell’oscurità, il che ha contribuito a sprecare un casting perfetto. Adesso il testimone è passato nelle mani di David Corenswet che è diventato il nuovo Superman del DCU.

Ben Affleck – Batman

Ben Affleck ha fornito un’interpretazione ricca di sfumature, interpretando sia un Batman più vecchio che un Bruce Wayne in ripresa dopo aver interagito con gli altri eroi della Justice League. Affleck ha dato il meglio di sé nel ruolo del personaggio in The Flash, e sarebbe stato emozionante vederlo continuare. Il vigilante sarà rifondato per l’Universo DC anche se esiste già la versione di Robert Pattinson sappiamo già che non è legata agli eventi di quell’universo, così come il Joker di Joaquin Phoenix.

Francis Ford Coppola ricorda l’amico William Friedkin

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Francis Ford Coppola ricorda l’amico William Friedkin

Francis Ford Coppola ha porto un commosso omaggio a William Friedkin, ieri, dopo la notizia della dipartita del collega. I due registi, insieme a Peter Bogdanovich, sono stati grandi amici e sodali all’inizio della loro carriera, tanto che hanno fondato una casa di produzione insieme, la Directors Company, che però ha avuto vita breve.

Dopo la morte di Friedkin a 87 anni, Coppola ha rilasciato una dichiarazione in omaggio al regista de L’esorcista e Il braccio violento della legge, in cui si legge in parte: 

“William Friedkin è stato il mio primo amico tra i registi della mia generazione e sono addolorato per la perdita di un compagno molto amato“, ha scritto su Instagram Coppola. “I suoi successi nel cinema sono straordinari e unici. È l’unico collega che conoscevo il cui lavoro ha effettivamente salvato la vita di un uomo (The People vs. Paul Crump). Il lavoro di Billy rappresenta delle vere pietre miliari nel Cinema, una lista che non sarà mai dimenticata; certamente Il braccio violento della legge, L’esorcista e Il salario della paura, ma tutti i suoi film sono vivi nel suo genio. Scegli uno di loro da un cappello e rimarrai abbagliato. La sua personalità amabile e irascibile era la copertura di un gigante di un uomo bello, brillante e profondo. È molto difficile capire che non godrò mai più della sua compagnia, ma almeno il suo lavoro lo sostituirà”.

J.K. Rowling rimossa dalla mostra di Harry Potter del Seattle Museum of Pop Culture

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L’autrice di Harry Potter J.K. Rowling non è inclusa nelle mostre che il Seattle Museum of Pop Culture ha dedicato al franchise a causa di commenti passati che sono stati ritenuti anti-trans. Basato sull’amata serie di romanzi della Rowling, il franchise di Harry Potter è diventato un grande successo per la Warner Bros. Mentre l’amore per i film e i libri continua, la Rowling è diventata una figura divisiva per le sue continue osservazioni sulla comunità trans.

In un recente post sul blog condiviso dal Museum of Pop Culture, il project manager Chris Moore spiega che l’autrice di Harry Potter non sarà inclusa in nessuna delle mostre in franchising del museo a causa delle sue opinioni anti-trans. Rowling non è presente in alcun modo significativo nel museo, e la spiegazione di Moore rende molto chiari i suoi pensieri sull’autrice.

“C’è un’entità fredda, senza cuore e che succhia la gioia nel mondo di Harry Potter e, questa volta, non è un Dissennatore. Ci piacerebbe seguire la teoria di Internet secondo cui questi libri sono stati effettivamente scritti senza un autore, ma questa certa persona è un po’ troppo esplicita con le sue opinioni super odiose e controverse per essere ignorata. Per il momento, i curatori hanno deciso di rimuovere tutti i suoi manufatti da questa galleria per ridurre il suo impatto. Non è una soluzione perfetta, ma è ciò che siamo stati in grado di fare a breve termine determinando pratiche a lungo termine”.

Nel 2019, Rowling ha sostenuto un ricercatore che è stato licenziato per aver espresso opinioni anti-trans. La Rowling ha affrontato un contraccolpo per la sua presa di posizione, ma nel 2020 ha raddoppiato le sue visualizzazioni in una serie di post su Twitter. Un tweet degno di nota ha coinvolto l’autrice che ha contestato una pubblicazione usando la frase “persone che hanno le mestruazioni” invece di dire “donne“.

Pur sottolineando la sua fedeltà alla comunità trans, l’autrice avrebbe continuato a condividere una retorica che era ampiamente percepita per suggerire esattamente il contrario. La posizione della Rowling hanno poi successivamente diviso la fan base di Harry Potter, con i suoi commenti che hanno avuto importanti conseguenze nel suo percepito e nel mondo di internet.

Gal Gadot: Wonder Woman ha determinato la sua partecipazione a Heart of Stone di Netflix

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Gal Gadot ha spiegato come Wonder Woman ha portato alla sua partecipazione a Heart of Stone, il prossimo action prodotto da Netflix che la vede protagonista. Gadot è protagonista e produttore del prossimo film d’azione che uscirà l’11 agosto. L’attrice interpreta un ufficiale dell’intelligence internazionale di nome Rachel Stone, che deve impedire a un oggetto misterioso noto come “il cuore” di cadere nelle mani di pericolosi nemici. Accanto a lei in Heart of Stone c’è anche Jamie Dornan.

Durante un’intervista di Entertainment Weekly condotta prima dello sciopero SAG-AFTRA, Gal Gadot ha spiegato come il successo di Wonder Woman abbia contribuito a rendere Heart of Stone una realtà. Il successo di un film di supereroi guidato da donne ha aperto molte nuove porte a Hollywood, anche al di là del genere dei supereroi.

“Così tanti film guidati da uomini sono stati realizzati in modo brillante, e ho sempre pensato che ci fosse spazio per più film guidati da donne. Bond, Mission: Impossible, Bourne Identity, Die Hard: divoro questi film e ho sempre voluto interpretarne uno. E il successo di Wonder Woman mi ha mostrato che il pubblico va a vedere anche gli action guidati da donne. E ho capito. Possiamo [fare di più], quindi facciamolo. Ho guadagnato un po’ di fiducia e abbiamo deciso di iniziare e sviluppare Heart of Stone.”

Heart of Stone non è il primo film d’azione Netflix realizzato da Gadot dopo Wonder Woman. Gadot ha recitato per la prima volta in Red Notice al fianco di Dwayne Johnson e Ryan Reynolds che è diventato il film di maggiore successo di sempre della piattaforma, tanto che adesso sono in sviluppo dei sequel. Prima di Wonder Woman, Gadot era nota per aver interpretato Gisele Yashar nella serie di Fast & Furious.

Al di fuori dei suoi ruoli d’azione, uno dei progetti imminenti più attesi di Gadot è il live-action della Disney Biancaneve in cui interpreterà la regina cattiva al fianco di Rachel Zegler. Nel prossimo futuro, Gal Gadot sarà impegnata anche con il ruolo di Cleopatra, in un biopic già molto discusso.

William Friedkin: il tributo di Ellen Burstyn: “Era senza dubbio un genio”

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La star de L’esorcista Ellen Burstyn rende omaggio a William Friedkin, definendo il defunto regista “intelligente, senza paura e di grande talento“. Basato su un romanzo di William Peter Blatty, L’esorcista del 1973 ha terrorizzato il pubblico come mai prima di allora, diventando un successo mondiale, stabilendo uno standard per i film horror di Hollywood che probabilmente non è mai stato eguagliato.

Alla guida del cast di L’esorcista nel ruolo di Chris MacNeil, Ellen Burstyn ha offerto una performance straziante e ha ricevuto una nomination all’Oscar come migliore attrice. Quest’anno, Burstyn torna nel franchise per la prima volta dopo decenni, riprendendo il ruolo di MacNeil in The Exorcist: Believer di David Gordon Green.

Mentre il franchise si prepara a tornare sugli schermi, è arrivata la triste notizia della scomparsa di William Friedkin, regista del film originale. Alla morte del regista, Burstyn ha affidato a Deadline un ricordo e un omaggio al grande regista:

“Il mio amico Bill Friedkin era un originale, intelligente, colto, senza paura e di grande talento. Sul set, sapeva cosa voleva, avrebbe fatto di tutto per ottenerlo ma era in grado di lasciarlo andare se vedeva accadere qualcosa di meglio. Era senza dubbio un genio”.

Gli artisti dei VFX Marvel Studios hanno votato per la sindacalizzazione

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Le squadre degli effetti visivi (VFX) che lavorano per i Marvel Studios hanno votato per il sindacalizzarsi. Un comunicato stampa rivela che “la stragrande maggioranza della squadra di oltre 50 lavoratori della Marvel ha firmato dei documenti che indicano che desiderano essere rappresentate dalla International Alliance of Theatrical Stage Employees (IATSE)”.

“Per quasi mezzo secolo, ai lavoratori dell’industria degli effetti visivi sono state negate le stesse protezioni e benefici su cui i loro colleghi e compagni di troupe hanno fatto affidamento dall’inizio dell’industria cinematografica di Hollywood”, ha dichiarato Mark Patch, organizzatore VFX per IATSE, in una dichiarazione. annunciando il deposito. “Questo è un primo passo storico per i lavoratori VFX che si uniscono con una voce collettiva che chiede rispetto per il lavoro che facciamo”.

Lo sforzo di sindacalizzazione segna la prima volta che i professionisti di VFX si sono uniti in questo modo, poiché questo segmento del settore è rimasto in gran parte non sindacale. IATSE rappresenta più di 168.000 tecnici e artigiani che lavorano nel cinema e in TV, ma mentre “posizioni come scenografi/direttori artistici, operatori di ripresa, audio, montatori, parrucchieri e truccatori, costumi/guardaroba, supervisori di sceneggiature, prese, luci, oggetti di scena e vernice, tra gli altri, sono stati storicamente rappresentati da IATSE”, spiega il comunicato, “i lavoratori nelle classificazioni VFX storicamente no.”

Gli artisti dei VFX Marvel Studios hanno votato per la sindacalizzazione

La coordinatrice degli effetti visivi Bella Huffman ha aggiunto: “I tempi di consegna non si applicano a noi, le ore protette non si applicano a noi e l’equità salariale non si applica a noi. Gli effetti visivi devono diventare un reparto sostenibile e sicuro per tutti coloro che hanno sofferto troppo a lungo e per tutti i nuovi arrivati che hanno bisogno di sapere che non saranno sfruttati”.

La decisione degli artisti VFX arriva anche nel mezzo di una più ampia ondata di attività sindacali quest’estate, mentre sceneggiatori e attori continuano a marciare sui picchetti in uno storico doppio sciopero.

“Stiamo assistendo a un’ondata di solidarietà senza precedenti che sta abbattendo vecchie barriere nel settore e dimostrando che siamo tutti insieme in questa lotta. Ciò non accade nel vuoto”, ha detto il presidente internazionale IATSE Matthew D. Loeb riguardo ai tempi del voto. “I lavoratori dello spettacolo di tutto il mondo si battono per i reciproci diritti, ecco di cosa tratta il nostro movimento. Mi congratulo con questi lavoratori per aver compiuto questo passo importante e aver usato la loro voce collettiva”.

Il reparto dei VFX Marvel Studios ha fatto notizia, nell’ultimo anno, per i cattivi risultati consegnati al pubblico in diverse occasioni, a partire dalla serie Disney+ She-Hulk: Attorney at Law, fino a Ant-Man and the Wasp: Quantumania e Thor: Love and Thunder. Già lo scorso anno sono venute fuori le prime informazioni relative ai ritmi di lavoro complessi e insostenibili, e questa azione collettiva dovrebbe regolamentare e tutelare un lavoro che nel cinema contemporaneo è ormai indispensabile.

Fonte: Variety

Only Murders in the Building, la recensione della terza stagione

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Se l’Arconia esistesse davvero, sarebbe il caso di starne alla larga, dato che l’edificio è teatro di sanguinosi omicidi alla base di Only Murders in the Building, la serie Hulu, disponibile su Disney+ in Italia che dall’8 agosto si arricchirà di un terzo ciclo di episodi e di un terzo omicidio da risolvere per Charles, Oliver e Mabel (interpretati da Steve Martin, Martin Short e Selena Gomez).

Il trio, in questa terza stagione di Only Murders in the Building deve indagare sull’omicidio, avvenuto appunto all’Arconia, di un attore cinematografico, famoso per i suoi film d’azione, che ha tentato la scalata a Broadway proprio alla vigilia della sua misteriosa morte.

Only Murders in  the Building, le strade si separano

Le serie di successo si distinguono da quelle che invece giocano sempre sul sicuro quando, pur rimanendo se stesse, hanno il coraggio di cambiare le carte in tavola, mescolando gli elementi vincenti e osando piccoli cambiamenti per rinfrescare la formula. È quello che cerca di fare, con discreti risultati, la terza stagione dello show ideato da Steve Martin e John Hoffman che separa per la prima volta l’irresistibile trio protagonista e mette in scena dei conflitti trai protagonisti i quali, per la prima volta da quando li conosciamo, sembrano avere degli scopi differenti. Charles, Oliver e Mabel non sembrano più tanto interessati, allo stesso modo, a risolvere il mistero, quanto a realizzarsi personalmente, desiderio che mette in discussione l’armonia del terzetto fino a questo momento sperimentata.

C’è ancora l’elemento del Podcast, che nelle altre stagioni era il collante del terzetto, ma arriva molto dopo l’inizio delle indagini e questa volta sembra essere un motivo di rottura piuttosto che un elemento di coesione. Mabel, Charles e Oliver sembrano intenzionati, questa volta, a dare priorità alle loro vite piuttosto che alla risoluzione del caso, e questa scelta narrativa dà un movimento inedito alla serie, pur senza tradirne lo spirito.

Only Murders in the Building 3Un mix di toni familiare

La terza stagione di Only Murders in the Building propone dunque sempre lo stesso tono dei cicli precedenti, un mix perfetto tra comedy e mistery, con diverse situazioni ai limiti del reale, che corteggiano insistentemente la commedia dell’assurdo per poi rimanere sempre all’interno di un contesto di verosimiglianza che poi è l’elemento che più fidelizza il pubblico.

La scelta di separare, per un certo periodo, i percorsi dei tre protagonisti è sicuramente dettata dal bisogno di rinnovamento, ma toglie per tutta la prima parte allo show il suo aspetto più riuscito: l’alchimia tra Short, Martin e Gomez insieme in scena, che per fortuna, una volta ripristinata, fa veleggiare la storia verso un finale a sorpresa (che chi scrive non ha ancora visto, dal momento che gli episodi a disposizione della stampa erano solo i primo 8 di 10).

Uno schema ricorrente che non perde smalto

Per il suo terzo omicidio da risolvere, Only Murders in  the Building sembra seguire lo schema preciso già visto nelle stagioni precedenti, in cui di nuovo i nostri eroi sono al centro delle indagini, cosa che li rende in qualche modo dei sospettati o che li mette molto vicini ai veri colpevoli, in un gioco di equivoci e di illuminazioni che non perde smalto, nonostante sia stato ormai svelato il meccanismo.

Attesissimi i nuovi personaggi di questa stagione, che dato il calibro degli interpreti non possono certo essere relegati a semplici comparse collaterali. Attenzione quindi a Loretta (Meryl Streep), l’aspirante attrice che non abbandona mai il suo sogno di Broadway, e Ben (Paul Rudd), il divo del cinema action che dà un po’ troppo per scontato la sua fama, entrambi al centro degli intrighi, ed entrambi fuoriclasse che impreziosiscono un prodotto che si conferma una delle più grandi benedizioni di cui il genere comedy ha goduto negli ultimi anni di saturazione da piattaforme.

Only Murders in the Building 3

Ritorno al futuro 4: tutto quello che sarebbe potuto essere (ma non sarà)

Dato che Ritorno al futuro è una delle trilogie più amate di tutti i tempi, per troppo si è vociferato di un quarto capitolo dedicato al franchise. Il film originale ha fatto conoscere al mondo Marty McFly (Michael J. Fox) e la DeLorean che viaggiava nel tempo e che lo riportava nel 1955 dove lui e Doc Brown (Christopher Lloyd) dovevano salvare il futuro di Marty.

Il grande successo ha portato a due sequel prima che la storia di Marty McFly e Doc Brown si concludesse in modo apparentemente soddisfacente. Un possibile ritorno dei protagonisti suscita sentimenti contrastanti tra i fan che sono preoccupati dell’eredità che il franchise rappresenta. Ci sono anche notizie contrastanti che non danno per certo Ritorno al futuro 4, ma che neanche lo accantonano del tutto.

Ritorno al futuro 4, le ultime notizie

Doc Ritorno al futuro 4

Le ultime notizie su Ritorno al futuro 4 arrivano dal co-sceneggiatore della serie, Bob Gale, al quale è stato chiesto nel corso degli anni se ci fossero aggiornamenti su un possibile quarto film. La risposta è stata dare una risposta schietta e cioè che vogliono tornare al franchise. Gale ha sottolineato che le persone che chiedono di Ritorno al futuro 4 in realtà chiedono soprattutto un ritorno alle emozioni che il film ha suscitato. Per questo ha fornito un’idea forte su come riportare il sul grande schermo. Non si tratterebbe di un sequel o un remake dell’originale, ma si potrebbe realizzare un adattamento cinematografico dell’acclamato musical teatrale che consentirebbe al pubblico di rivisitare la storia che ama in un modo nuovo.

Ritorno al futuro 4, il cast

ritorno al futuro

Un ritorno sul grande schermo del film implicherebbe anche il ritorno dei personaggi principali. È difficile immaginare una storia che non abbia Michael J. Fox e Christopher Lloyd come protagonisti, ma vista l’età e le condizioni di salute è un’idea alla quale i fan devono aprirsi. Fox si è ufficialmente ritirato dalla recitazione nel 2021 a causa della sua battaglia contro il Parkinson. Lloyd, invece, recita ancora e di recente è apparso nella terza stagione di The Mandalorian. Entrambi gli attori poi hanno dichiarato di non ritenere necessario un Ritorno al futuro 4, poiché i primi tre film hanno raccontato la storia che doveva essere raccontata. Un quarto film potrebbe coinvolgere nuovi attori, magari più giovani. Un rifacimento di Ritorno al futuro con Tom Holland e Robert Downey Jr. ha suscitato un certo scalpore online anni fa.

La trama

Ritorno al futuro - Parte II cast

Non sono mai stati condivisi dettagli sulla storia di Ritorno al futuro 4 nel corso degli anni, quindi la direzione che potrebbe prendere il film è puramente speculativa. Ritorno al futuro parte III si è concluso in modo soddisfacente per Marty e Doc Brown, che hanno preso strade diverse: Marty è tornato nel presente e Doc si è fatto una nuova famiglia nel passato. Dopo tutti questi anni, è possibile che i due si incrocino di nuovo, soprattutto perché Doc Brown ora ha un treno che viaggia nel tempo, ma il ritiro di Michael J. Fox rende improbabile che Marty abbia un ruolo importante in qualsiasi continuazione. Si potrebbe prendere in considerazione la trama del musical che racconta in modo divertente la storia del film e potrebbe essere una nuova strada per riportare in auge il franchise di Ritorno al futuro.

Si farà?

Ritorno al futuro - Parte II film

Mentre le notizie su Ritorno al futuro 4 si susseguono da anni, il film non è mai stato confermato. Anche se l’idea non è stata scartata dal regista Robert Zemeckis, non sembra che si sia mai avvicinata alla realtà. Zemeckis ha rivelato che il vero motivo per cui il film non è stato realizzato è che non aveva un’idea originale. Ha ammesso che “se avessi avuto un’idea che avrei potuto proporre a Bob [Gale] con una faccia seria, l’avremmo realizzata“. Anche se questo non suggerisce che Ritorno al futuro 4 sia attivamente in lavorazione, Zemeckis sembra quantomeno aperto all’idea.

William Friedkin: morto a 87 anni il regista de L’Esorcista

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William Friedkin: morto a 87 anni il regista de L’Esorcista

Il regista William Friedkin, meglio conosciuto per il suo premio Oscar Il braccio violento della legge e per il blockbuster L’Esorcista, è morto lunedì a Los Angeles. Aveva 87 anni. La sua dipartita è stata confermata dal preside della Chapman University Stephen Galloway, un amico della moglie di Friedkin, Sherry Lansing. Il suo ultimo film, The Caine Mutiny Court-Martial, con Kiefer Sutherland, sarà presentato in anteprima al Festival di Venezia.

Insieme a Peter Bogdanovich, Francis Ford Coppola e Hal Ashby, Friedkin è arrivato al successo negli anni ’70, parte di una nuova generazione di registi vivaci e audaci. Combinando la sua esperienza in televisione, in particolare nei documentari, con uno stile di montaggio all’avanguardia, Friedkin ha dato nuova vitalità ai generi horror e thriller poliziesco.

Dopo il trionfo critico di Il braccio violento della legge, che gli valse l’Oscar alla regia, è arrivato L’Esorcista del 1973, che ha incassato l’incredibile cifra di 500 milioni di dollari in tutto il mondo e, insieme a Il Padrino, ha dato inizio all’era dei successi cinematografici. Adattato dal romanzo di William Peter Blatty sulla possessione demoniaca di una ragazzina, L’Esorcista era un thriller fortemente stilizzato, che ha influenzato tanto il genere horror quanto il film precedente ha fatto con il genere poliziesco.

Nato a Chicago, Friedkin ha frequentato la Senn High School, dove non era uno studente modello, ma ha cercato di sviluppare la sua abilità nel basket a livello professionale. Dal momento che non è mai cresciuto più di un metro e ottanta, tuttavia, ha cambiato il suo percorso professionale in giornalismo.

Il regista che aveva passato anni a lavorare nella forma del documentario è apparso in molti di essi su film e registi nel corso degli anni. E’ stato sposato con la giornalista Kelly Lange e le attrici Lesley-Anne Down e Jeanne Moreau. Lascia la quarta moglie Lansing e due figli.

La Sirenetta, dal 6 settembre su Disney+

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La Sirenetta, dal 6 settembre su Disney+

La Sirenetta, la rivisitazione in chiave live-action del classico d’animazione vincitore dell’Oscar®, che ha debuttato nelle sale lo scorso maggio incassando più di 542 milioni di dollari al botteghino mondiale, arriverà su Disney+ il 6 settembre 2023.

La Sirenetta racconta l’amata storia di Ariel, una bellissima e vivace giovane sirena in cerca di avventura. Ariel, la figlia più giovane di Re Tritone e la più ribelle, desidera scoprire di più sul mondo al di là del mare e, mentre esplora la superficie, si innamora dell’affascinante principe Eric. Alle sirene è vietato interagire con gli umani, ma Ariel deve seguire il suo cuore e stringe un patto con la malvagia strega del mare, Ursula, che le offre la possibilità di sperimentare la vita sulla terraferma, mettendo però in pericolo la sua vita e la corona di suo padre.

Il film è interpretato dalla cantante e attrice Halle Bailey (grown-ish) nel ruolo di Ariel; Jonah Hauer-King (Un viaggio a quattro zampe) nel ruolo del principe Eric; Noma Dumezweni (Il Ritorno di Mary Poppins) nel ruolo della Regina; Art Malik (Homeland – Caccia alla spia) nel ruolo di Sir Grimsby; con il vincitore del premio Oscar® Javier Bardem (Non è un paese per vecchi) nel ruolo di Re Tritone; e con la due volte candidata all’Academy Award® Melissa McCarthy (Copia originale, Le amiche della sposa) nel ruolo di Ursula.

Nella versione italiana del film, la cantante Yana_C e la doppiatrice Sara Labidi prestano le proprie voci, rispettivamente nelle canzoni e nei dialoghi, alla bellissima e vivace giovane sirena Ariel; mentre l’attrice, cantante, doppiatrice e docente di doppiaggio Simona Patitucci, che aveva doppiato la protagonista nel classico d’animazione, è la voce della malvagia strega del mare Ursula. Tra le voci italiane del film anche l’autore e cantante stimato nella scena italiana e internazionale Mahmood, nel ruolo dell’iconico personaggio di Sebastian.

La Sirenetta è diretto dal candidato all’Oscar® Rob Marshall (Chicago, Il Ritorno di Mary Poppins), con una sceneggiatura del due volte candidato all’Oscar David Magee (Vita di Pi, Neverland – Un sogno per la vita). Le musiche delle canzoni sono composte dal pluripremiato agli Academy Award® Alan Menken (La Bella e la Bestia, Aladdin), con i testi di Howard Ashman e i nuovi testi del tre volte vincitore del Tony Award® Lin-Manuel Miranda (Hamilton, In the Heights). Il film è prodotto dal due volte vincitore dell’Emmy® Marc Platt (Jesus Christ Superstar Live in Concert, Grease: Live!), da Lin-Manuel Miranda, dal due volte vincitore dell’Emmy John DeLuca (Tony Bennett: An American Classic) e da Rob Marshall, mentre Jeffrey Silver (Il Re Leone) è il produttore esecutivo.

I am Groot, il trailer della seconda stagione della serie Marvel!

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Disney+ ha annunciato che cinque nuovi corti di I Am Groot debutteranno sulla piattaforma streaming a partire dal 6 settembre. Sono stati diffusi anche il trailer, la key art e le immagini.

L’alberello dispettoso torna a combinare guai nella seconda stagione di I Am Groot. Questa volta, Baby Groot, a bordo delle astronavi dei Guardiani, si ritrova a esplorare l’universo e oltre, trovandosi faccia a faccia – o naso a naso – con nuove e colorate creature e ambienti. Vin Diesel torna a dare la voce a Groot, nella versione originale, in cinque nuovissimi cortometraggi.

Kirsten Lepore, sceneggiatrice/regista della prima stagione, ritorna nella stessa veste per la seconda. Il supervising producer è Danielle Costa; i produttori sono Craig Rittenbaum e Alex Scharf; i produttori esecutivi sono Brad Winderbaum, Kevin Feige, Louis D’Esposito, Victoria Alonso e Kirsten Lepore. Dana Vasquez-Eberhardt è co-produttrice esecutiva.

Box office: Barbie ancora primo in classifica

Box office: Barbie ancora primo in classifica

Alla terza settimana dalla sua uscita nei cinema italiani, Barbie continua ad attirare il grande pubblico nelle sale. La commedia femminista con Margot Robbie e Ryan Gosling nei panni dei due protagonisti Barbie e Ken continua a registrare grandi incassi: nel solo fine settimana ha incassato €724.882 a fronte di un totale che si avvicina ad i 25 milioni di euro.

Al secondo posto ritroviamo invece una nuova uscita di questa settimana: Shark 2: l’abisso. Al   suo primo week end in sala la pellicola ottiene un ottimo risultato, pur marcatamente inferiore rispetto a Barbie: l’incasso è di 545.305 su un totale che ha superato già i 2 milioni di euro.

Si continua a mantenere alto in classifica Mission Impossible: dead reckoning parte uno, a quasi un mese dalla sua uscita nelle sale. Questo settimo capitolo della serie cinematografica d’azione con Tom Cruise guadagna nel fine settimana €108.262 a fronte di un totale di più di 2 milioni e mezzo di euro.

Box office: il resto della classifica

Al quarto e quinto posto si trovano rispettivamente Elemental, nei cinema dal 21 giugno, e Indiana Jones e il quadrante del destino, nelle sale italiane dal 28 giugno. Elemental, cartone animato Disney, ha incassato €76.183, mentre il quinto capitolo di Indiana Jones ha raggiunto un guadagno di €47.533 ed entrambi hanno raggiunto un incasso totale di 6 milioni di euro.

Al sesto e settimo posto si stabiliscono Papà scatenato, nei cinema dal 27 luglio, e Ruby Gillman la ragazza con i tentacoli, nelle sale dal 5 luglio. Papà scatenato, commedia con Robert De Niro, ha incassato nel fine settimana €24.972, mentre Ruby Gillman, pellicola animata, raggiunge un incasso di €17.386.

Incassi molto più bassi vengono raggiunti dagli ultimi tre film nel box office di questo week end: Insidious- la porta rossa, quinto ed ultimo capitolo della saga horror, incassa €7.216, guadagnandosi  l’ottavo  posto in classifica. Penultimo classificato è La maledizione della queen Mary, guadagnando €6.840, mentre in fondo alla classifica troviamo Hai mai avuto paura?, il quale incassa €6.054.

Cinecomic: 10 sequel che hanno superato gli originali

Cinecomic: 10 sequel che hanno superato gli originali

Hollywood ha tratto ispirazione dai cinecomic e dai fumetti fin dai primi serial della Golden Age. Da allora, film supereroistici da solisti o franchise del genere hanno dominato il cinema con le loro interessanti rappresentazioni dei supereroi. Questi progetti sono generalmente popolari tra il pubblico mainstream e molti dei film di maggior successo della storia appartengono a questo genere: non sorprende che molti di essi si siano guadagnati senza sforzo dei sequel, e alcuni siano arrivati addirittura più in là di un terzo capitolo. Molti di questi sequel hanno superato i loro originali, sia perché la qualità dei film precedenti era discutibile, sia perché il sequel ha elevato buone idee a grandi livelli: scopriamo insieme di quali di questi stiamo parlando!

X-Men: Giorni di un futuro passato

X-Men - Giorni di un futuro passato

X-Men: Giorni di un futuro passato è stato il secondo film del reboot/prequel degli X-Men che ha seguito la formazione originale della squadra di Xavier. Il film ha colmato il divario tra la trilogia originale e i prequel, con Logan che viene mandato indietro dal futuro per salvare i mutanti dalle Sentinelle, robot progettati per uccidere i mutanti. Giorni di un futuro passato è senza dubbio uno dei tre migliori film sugli X-Men e ha onorato una delle migliori storie dei fumetti Marvel. First Class è stato un buon film, ma la posta in gioco più alta, il legame con il passato e lo sviluppo più interessante dei personaggi sono stati di gran lunga migliori nel secondo film: per non parlare della nostalgia di vedere tornare gli attori della prima trilogia!

Thor: Ragnarok

Thor: Ragnarok ha fatto seguito alla delusione di Thor: The Dark World e ha migliorato tutto, dal tono comico fino ai villain del cinecomic. Il film ha seguito le vicende di Thor alle prese con l’arrivo della malvagia sorella Hela, che mira a dominare Asgard. Thor: Ragnarok ha superato anche il primo film, grazie soprattutto all’introduzione di nuovi personaggi come Korg e Valchiria, che sono diventati una parte fondamentale della storia di Thor. Anche se la battaglia finale del film è stata grandiosa, ad attirare particolarmente l’attenzione è stata la messa in scena di un combattimento tra Thor e Hulk.

X-Men 2

X-Men 2 ha il merito di essere considerato il migliore della trilogia originale degli X-Men. Insieme al popolare primo e al comunemente detestato terzo film, la trama del cinecomic segue gli X-Men nella lotta contro William Stryker, che ha condotto un assalto alla villa e ha rapito alcuni dei mutanti. X-Men 2 ha presentato ai fan una squadra allargata di eroi e ha beneficiato del fatto di essere in grado di sciogliere i nodi del primo film e di offrire alcune delle migliori sequenze d’azione della serie, in particolare l’attacco di Nightcrawler alla Casa Bianca.

Spider-Man: Far from Home

spider-manSpider-Man: Far From Home ha ripreso la storia di Peter Parker del MCU all’indomani di Captain America: Civil War. Peter e i suoi amici vengono portati in Europa per una gita scolastica. Lì, Peter viene introdotto a Mysterio, una figura che sostiene di essere un supereroe proveniente dal futuro. In Far From Home Peter e MJ si riuniscono quando il primo si rende conto che le intenzioni di Mysterio non sono affatto nobili. Il film culmina in uno dei momenti più importanti del MCU, quando l’identità di Spider-Man viene rivelata al mondo dopo un’incredibile lotta con Mysterio.

The Suicide Squad

The-Suicide-Squad-castIl cinecomic Suicide Squad del 2016 ha deluso molti fan, non solo perché è stato un film d’azione pessimo, ma anche perché ha sprecato alcuni dei migliori attori del DCEU. Con caratterizzazioni troppo spigolose e una trama scadente, è stato uno dei colpi bassi del cosiddetto “SnyderVerse”. Nel 2021, James Gunn ha realizzato Suicide Squad, che ha saputo cogliere molte delle note mancanti al film del 2016, come un umorismo migliore e personaggi più interessanti. Ha contribuito a stabilire il nuovo tono per un DCEU più spensierato in futuro, oltre a dare ai fan lo spin-off di Peacemaker.

Captain America 2: The Winter Soldier

the falcon and the winter soldierCaptain America 2: The Winter Soldier ha ripreso la storia di Steve Rogers dopo gli eventi del primo film degli Avengers. Ora Cap è un agente dello SHIELD a tutti gli effetti e deve combattere contro il suo vecchio amico, Bucky Barnes, che è riemerso come assassino sottoposto a lavaggio del cervello, il Soldato d’Inverno. Captain America 2 combinava l’azione dei supereroi con un thriller in stile Guerra Fredda che vedeva Cap e Vedova Nera sfuggire ai moderni agenti dell’HYDRA. Il primo Captain America era un film fantastico, quindi il fatto che The Winter Soldier lo abbia eclissato la dice lunga.

Il cavaliere oscuro

Il Cavaliere Oscuro - JokerLa trilogia del Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan è probabilmente la rielaborazione di una figura supereroistica più riconosciuta di sempre, in gran parte grazie al successo del secondo film. Il modo in cui Nolan ha trattato il mito di Batman ha dato vita a un thriller concreto, in cui i cattivi rappresentavano ciascuno una minaccia unica per Gotham e la sua psiche. Il Cavaliere Oscuro si distingue come il miglior film della trilogia, con Batman che combatte contro Joker nella sua missione di distruggere lo spirito di Gotham. L’intensa interpretazione di Heath Ledger in quella che è ancora la migliore rappresentazione di Joker, unita a una storia fenomenale, ha dato vita al miglior film di Batman di sempre.

Spider-Man 2

Spider-Man 2 è ancora considerato il miglior film dell’Uomo Ragno, nonché probabilmente il miglior film della Marvel, grazie alla sua natura emotiva e commovente. Il cinecomic segue la lotta di Peter Parker mentre cerca di bilanciare i suoi poteri con la vita normale, complicata dall’emergere del Dottor Octopus, che si propone di rubare denaro per finanziare i suoi esperimenti scientifici. Spider-Man 2 ha regalato ai fan uno degli archi di supercriminalità più avvincenti del genere e ha fatto leva sulle corde del cuore dei fan più volte. Ha dato ai fan più della storia di Peter/MJ, ha esplorato il conflitto di Spider-Man alle prese con i suoi poteri e ha messo in scena il suo arco con la maggior posta in gioco.

Logan

Hugh Jackman in Logan – The WolverineLogan rappresenta la conclusione definitiva della storia di Wolverine. Nel viaggio di 17 anni del personaggio dal suo debutto sullo schermo in X-Men del 2000, Hugh Jackman ha offerto una delle migliori interpretazioni della sua carriera. Il film ha rappresentato la storia perfetta di una figura paterna che protegge il figlio dai nemici che lo inseguono, una trama che non manca mai di conquistare i fan. Seguiamo Logan mentre conduce il suo clone femminile, Laura, in Canada, in modo che possa trovare rifugio dagli inseguitori dei Reevers. Dopo il disastro di X-Men Origins: Wolverine e il discreto risultato di The Wolverine del 2014, Logan è il miglior cinecomic degli X-Men di tutti i tempi e il migliore dei film solisti dell’eroe.

Superman II

Superman II filmSpesso definito il più grande cinecomic di tutti i tempi, Superman II di Richard Donner è la quintessenza del viaggio dell’eroe dall’inizio alla fine. Mostrando il processo e la successiva fuga di Zod e dei suoi compagni traditori, Superman deve combattere i suoi compagni kryptoniani per impedire la loro tirannia sulla Terra. Il tutto con lo sfondo di Clark Kent che diventa umano per poter vivere una vita normale con Lois Lane. Il primo film di Superman è stato incredibilmente popolare, ma è innegabile che il sequel abbia spiazzato tutti con una storia molto più profonda che mostrava un Clark Kent vulnerabile senza i suoi poteri. Inoltre, ha mostrato l’Uomo d’Acciaio usare il suo ingegno invece di dipendere dai suoi muscoli.

Venezia 80: a Wes Anderson il premio Cartier Glory to the Filmmaker

La Biennale di Venezia e Cartier annunciano che è stato attribuito al regista, sceneggiatore e produttore statunitense Wes Anderson (The French Dispatch, Grand Budapest Hotel, I Tenenbaum) il premio Cartier Glory to the Filmmaker dell’80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (30 agosto – 9 settembre 2023), dedicato a una personalità che abbia segnato in modo particolarmente originale il cinema contemporaneo.

La consegna del premio Cartier Glory to the Filmmaker a Wes Anderson avrà luogo venerdì 1 settembre in Sala Grande (Palazzo del Cinema) alle ore 14.30, prima della proiezione Fuori Concorso del suo nuovo lavoro, The Wonderful Story of Henry Sugar (Usa, 40′) con Ralph Fiennes, Benedict Cumberbatch, Dev Patel, Ben Kingsley e Richard Ayoade.

A proposito di questo riconoscimento, il Direttore della Mostra Alberto Barbera afferma: “Wes Anderson è tra i pochi registi per i quali basta un solo fotogramma per riconoscerne immediatamente lo stile unico e inconfondibile. Il suo universo formale rimanda a un’estetica fanciullesca e visionaria, dominata da colori pastello, dalla cura maniacale delle inquadrature rigorosamente simmetriche e popolato da personaggi di sognatori disadattati, inguaribilmente romantici e sorridenti. Dalle memorabili e commoventi colonne sonore (spesso ispirate agli anni Sessanta), ai costumi stravaganti che riflettono la psicologia dei personaggi, ogni dettaglio e composizione all’interno delle singole inquadrature è minuziosamente concepito e magistralmente realizzato. I mondi creati dal regista sono plausibili e tuttavia del tutto immaginari e fittizi, sorretti da un umorismo surreale e da un gusto straniante per vicende di famiglie disadattate, padri assenti e madri imperturbabili. Un cinema eccentrico, personalissimo e sempre perfettamente divertente e godibile”.

“Wes Anderson ha creato uno stile unico e riconoscibile”, ha dichiarato Cyrille Vigneron, Presidente e CEO di Cartier International. “Anche se le sue storie ci portano in India, in New England, in un’Ungheria immaginaria, a Parigi o in qualsiasi altro luogo, Wes Anderson ci trasporta innanzitutto nel suo mondo immaginario, poetico e realmente umano. Tutto nel suo cinema è fittizio, bizzarro, esilarante, eppure i suoi personaggi e i suoi eroi scaldano i nostri cuori. Le sue scenografie, i costumi e le immagini sono caratterizzati da un’incredibile precisione dove ci immergiamo totalmente e incondizionatamente. La comunità di Wes Anderson include alcuni tra gli attori e le attrici più famosi e affermati nel mondo, che nelle sue creazioni si trasformano in incredibili personaggi, eroi e antagonisti. I suoi film sono opere d’arte formali nella loro composizione. Attraverso questa creatività senza fine Anderson condivide continuamente con noi una visione realmente umanista. Più il mondo reale diventa pericoloso e folle, più quello di Wes Anderson appare come un luogo sicuro dove vivere e al quale anelare. Siamo molto felici e onorati di celebrare Wes Anderson con il premio Cartier Glory to the Filmmaker”.

Diretto da Wes Anderson, The Wonderful Story of Henry Sugar è prodotto da Indian Paintbrush Productions e American Empirical Pictures. Distribuzione internazionale: Netflix. In The Wonderful Story of Henry Sugar, un uomo ricco viene a conoscenza di un guru che può vedere senza usare i suoi occhi. Decide di apprendere questa abilità per barare al gioco d’azzardo. Adattato in modo estremamente fedele da un racconto lungo di Roald Dahl.

L’80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia si terrà al Lido dal 30 agosto al 9 settembre 2023, diretta da Alberto Barbera.

Unwanted – Ostaggi del mare, il teaser trailer della miniserie Sky Original

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Dilemmi morali e questioni etiche, speranza e dolore, solidarietà e crudeltà, vita e morte sono solo alcuni dei temi al centro di Unwanted – Ostaggi del mare, la nuova serie Sky Original in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW da novembre che si mostra oggi nelle prime, drammatiche immagini del teaser trailer. La serie sarà prossimamente disponibile in tutti i Paesi in cui Sky opera in Europa.

Unwanted – Ostaggi del mare è liberamente tratta da “Bilal”, il libro inchiesta del giornalista sotto copertura Fabrizio Gatti sul viaggio da lui intrapreso lungo le rotte del Sahara, popolate non solo dai migranti che si spostano dall’Africa per raggiungere l’Europa ma anche da quanti fanno affari lucrando sulla loro disperazione.

In otto episodi, la serie è prodotta da Sky Studios insieme a Pantaleon Films e Indiana Production ed è creata da Stefano Bises, che l’ha scritta in collaborazione conAlessandro Valenti, Bernardo Pellegrini e Michela Straniero.

Alla regia Oliver Hirschbiegel, premiato regista tedesco divenuto celebre in tutto il mondo grazie a titoli come La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler, Diana e il film vincitore del Sundance Film Festival nel 2009 L’ombra della vendettaFive Minutes of Heaven.

Unwanted – Ostaggi del mare racconta cosa accade quando una nave da crociera, la Orizzonte, piena di turisti occidentali, trae in salvo un gruppo di migranti a seguito del naufragio della loro imbarcazione. Le storie dell’equipaggio e dei passeggeri della crociera si intrecceranno con quelle dei nuovi ospiti della nave. La situazione precipiterà quando alcuni dei migranti, scoperto che la crociera si muove verso la Libia, dalla quale sono partiti, per la disperazione decidono di prendere in ostaggio la nave.

Girata in inglese, italiano, tedesco, francese e diversi dialetti africani, la serie è interpretata da un numerosissimo cast multiculturale capitanato da Marco Bocci e Jessica Schwarz, e che comprende Dada Bozela, Hassan Najib, Jonathan Berlin, Jason Derek Prempeh, Cecilia Dazzi, Francesco Acquaroli, Barbara Auer, Sylvester Groth, Marco Palvetti, Denise Capezza, Nuala Peberdy, Samuel Kalambay, Amadou Mbow, Edward Asante Apeagyei, Reshny Massaka, Onyinye Odokoro, Massimo De Lorenzo, Scot Williams.

Creata da Stefano Bises, Unwanted – Ostaggi del mare è scritta da Stefano Bises con la collaborazione di Alessandro Valenti, Bernardo Pellegrini e Michela Straniero. La serie è prodotta per Pantaleon da Dan Maag, Marco Beckmann, Patrick Zorer, Stephanie Schettler-Koehler e dal produttore Sascha Rosemann che per primo ha avuto l’idea di adattare il libro di Fabrizio Gatti; per Indiana è prodotta da Fabrizio Donvito, Benedetto Habib, Daniel Campos Pavoncelli e Marco Cohen. Produttori esecutivi per Sky Studios sono Nils Hartmann e Sonia Rovai. NBCUniversal Global Distribution è il distributore internazionale della serie per conto di Sky Studios.

Unwanted – Ostaggi del mare, la trama

La Orizzonte è una gigantesca nave da crociera. Cinquemila persone a bordo tra passeggeri ed equipaggio, quindici ristoranti, un teatro, nightclub, negozi, piscine, una sontuosa SPA. Una città sull’acqua, che naviga nel Mediterraneo al servizio dello svago dei suoi ospiti europei, che per sette giorni non devono far altro che mangiare, bere e divertirsi. Ma la vita vera, che avrebbe dovuto restare a terra, irrompe sulla nave durante la prima notte in mare aperto: dal mare vengono infatti salvati ventotto migranti africani sopravvissuti al naufragio dell’imbarcazione sulla quale cercavano di raggiungere l’Italia, mentre più di cento di loro non ce l’hanno fatta. Per quelle persone in fuga da fame, guerre, schiavitù e persecuzioni l’Orizzonte rappresenta la salvezza e il primo, incredibile, passo nel mondo che hanno sognato. Per i passeggeri, l’incontro con i migranti, proprio all’inizio di una vacanza spensierata, è un bagno di realtà di cui avrebbero probabilmente fatto a meno. Perché la scoperta da parte dei migranti che la nave è diretta in Nord Africa, da dove fuggono, sconvolge la crociera e trasforma la Orizzonte nel ground zero della crisi mondiale delle migrazioni, della tratta di esseri umani e del mondo occidentale che fa di tutto per tenere fuori i “clandestini”. Pregiudizi e preconcetti intrappolano la mente di passeggeri, rifugiati ed equipaggio, esattamente come i confini che dividono le nazioni del mondo. Qui, a bordo della Orizzonte, l’umanità e la crudeltà, la tolleranza e il razzismo, la speranza e il dolore, la vita e, infine, la morte, arriveranno a un inevitabile scontro…

Mission: Impossible – Dead Reckoning, ecco perché è stato diviso in due parti

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Non capita spesso di distruggere una città in un film e ricevere il benvenuto di un eroe, ma questo è lo scenario in cui si è ritrovato Christopher McQuarrie quando si è presentato a Roma, per la prima mondiale dell’ultimo capitolo del franchise d’azione più elettrizzante di sempre, Mission: Impossible.

Parlando con Steve Weintraub di Collider alla premiere di Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One a Roma, Christopher McQuarrie ha ammesso la sua leggera sorpresa per essere stato autorizzato a tornare in città – e, in effetti, nel paese – dopo il caos causata da Tom Cruise, Hayley Atwell e una piccola Fiat 500 gialla di nome Trixie.

Detto questo, il regista sperava che la scena d’azione permettesse anche agli stranieri di vedere la bellezza della città, anche se ripresa sullo sfondo. Quando gli è stato chiesto se era sorpreso che lo abbiano lasciato tornare a Roma, Christopher McQuarrie ha detto: “Solo un po’, sì. Le cose sono andate un po’ fuori controllo, ma siamo sempre molto, molto attenti, e siamo sempre qui per celebrare la cultura e per celebrare i luoghi che visitiamo, e penso che gli spettatori italiani l’abbiano inteso con lo stesso nostro spirito – spero!”

Ha poi continuato: “Sapevo di voler espandere il cast e sapevo di voler dare a ciascuno di quei personaggi più cose da fare, quindi sapevo che il film sarebbe stato più grande e più lungo di Fallout (…) E a quel punto ho detto: ‘Perché stiamo combattendo questa tendenza? Perché incastrare tutta questa storia in due ore? Dividiamolo a metà e facciamolo in due film.’ Questa era davvero la logica alla base del fatto che fosse un film in due parti. Non era solo che la storia fosse più grande, ma che volevamo più emozione nel film”, ha continuato.

Fortunatamente per McQuarrie e compagni, alla Paramount Pictures erano fin troppo disposti a produrre due film di un franchise così redditizio, anche se ciò significava riprese molto lunghe, durante una pandemia globale, con giorni difficili e un attore protagonista che non ha mai lasciato che il suo regista dimenticasse di chi era la colpa quando il i giorni si trascinavano! “A quel tempo, lo studio era davvero sinceramente entusiasta”, ha detto McQuarrie. “E, sai, penso che anche noi ne fossimo entusiasti. E poi ci sono stati momenti in cui eravamo sul set, e Tom mi guardava e diceva: ‘Questa è stata una tua idea.”

McQuarrie ha persino confessato di non avere ancora un finale per Dead Reckoning Parte Due: “Sì, è enorme, ed è stato complicato dal fatto che alcune cose nella seconda parte richiedevano l’arresto della prima parte per girarle, che fosse a causa del tempo o della disponibilità degli attori. E così, con tutte le altre sfide che questo film doveva affrontare mentre lo stavamo realizzando, c’era la sfida di fermarci nel mezzo, senza nemmeno sapere cosa fosse il film completo, e cercare di prevedere cosa sarebbe successo nel secondo film. È una testimonianza di quanto sia grande questa squadra e di quanto sia paziente questo il cast. È davvero qualcosa di straordinario.”

Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One è uscito nei cinema il 12 luglio 2023, mentre Mission Impossible – Dead Reckoning Parte Due arriverà il 27 giugno 2024.

Barbie: come sarebbe Barbieland secondo il Ken di Simu Liu?

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Barbie: come sarebbe Barbieland secondo il Ken di Simu Liu?

All’indomani del traguardo di un miliardo al box office mondiale, Barbie continua a far parlare di sé, e giustamente, diremmo, dal momento che il blockbuster indie, come è stato definito, scritto e diretto da Greta Gerwig ha portato al cinema le persone e in rete le conversazioni e le discussioni sul cinema che da tanto tempo mancavano.

Nel cast del film c’è anche Simu Liu, che interpreta il Ken rivale di Ryan Gosling. L’attore, che ha da sempre dimostrato grande entusiasmo per il film, ha anche raccontato a Collider come sarebbe la sua personale Mojo Dojo Casa House, ovvero la dimora perfetta che nel film vediamo arredata in stile western dal Ken di Gosling.

In un’intervista con Perri Nemiroff di Collider precedente allo sciopero SAG-AFTRA, Liu ha iniziato a immaginare come sarebbe stata la storia del film se il suo Ken si fosse avventurato nel mondo reale e che tipo di BarbieLand avrebbe potuto creare. Liu ha detto a Nemiroff che non solo il suo Ken ha una visione completamente diversa da quella del Ken di Gosling, ma anche che avrebbe cercato esperienze diverse e avrebbe riportato a Barbie Land qualcosa che ha trovato davvero eccitante:

“Penso che il mio Ken probabilmente si imbatterebbe in Korea Town, probabilmente scoprirebbe il boba per la prima volta o il barbecue coreano, e ne diventerebbe davvero ossessionato. Quindi ci sarebbero un sacco di grigliate, ci sarebbero molti barbecue, un sacco di barbecue in giardino. Cos’altro? Cos’altro porterebbe il mio Ken dal mondo reale? Breakdance. Tutti i Ken sanno ballare, ma penso che se il mio Ken dovesse imbattersi in una breakdance nel mondo reale, penso che gli farebbe pensare qualcosa del tipo “Devo riportarlo indietro. È la cosa più bella di sempre!” È esattamente come mi sono sentito quando ho visto la breakdance per la prima volta”.

Barbie, tutto quello che c’è da sapere sul film

Dalla sceneggiatrice/regista candidata all’Oscar Greta Gerwig (Piccole donne, Lady Bird) arriva Barbie con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie (Bombshell – La voce dello scandalo, Tonya) e Ryan Gosling (La La Land, Drive) nei panni di Barbie e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera (End of Watch – Tolleranza zero, i film Dragon Trainer), Kate McKinnon (Bombshell – La voce dello scandalo, Yesterday), Michael Cera (Scott Pilgrim vs. the World, Juno), Ariana Greenblatt (Avengers: Infinity War, 65 – Fuga dalla Terra), Issa Rae (The Photograph – Gli scatti di mia madre, Insecure), Rhea Perlman (Nei miei sogni, Matilda 6 Mitica) e Will Ferrell (Anchorman, Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno).

Fanno parte del cast del film anche Ana Cruz Kayne (Piccole donne), Emma Mackey (Emily, Sex Education), Hari Nef (Assassination Nation, Transparent), Alexandra Shipp (i film X-Men), Kingsley Ben-Adir (Quella notte a Miami, Peaky Blinders), Simu Liu (Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli), Ncuti Gatwa (Sex Education), Scott Evans (la serie TV Grace e Frankie), Jamie Demetriou (Crudelia), Connor Swindells (Sex Education, Emma.), Sharon Rooney (Dumbo, Jerk), Nicola Coughlan (Bridgerton, Derry Girls), Ritu Arya (The Umbrella Academy) e il premio Oscar Helen Mirren (The Queen – La Regina). Il film è al cinema dal 20 luglio.

Guardiani della Galassia Vol. 3: una retcon vanifica un Easter Egg del Vol. 1

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Con 33 film, nove programmi TV e due speciali distribuiti finora, il Marvel Cinematic Universe ha preso centinaia di personaggi dalle pagine dei fumetti e li ha portati in vita, mettendo in piedi una ricchissima e intricata trama unica per tutte le avventure.

Oltre a tutti gli eroi e i cattivi che popolano l’MCU, l’universo condiviso di Kevin Feige si è anche speso, nel corso degli anni, a costruire un rete meno evidente di connessioni e cenni ai fumetti, per i fan più attenti. Trai tanti personaggi ben riusciti del MCU, i Guardiani della Galassia hanno avuto una specie di trattamento di favore, dal momento che la loro trilogia è stata pensata completamente da James Gunn, e questo ha dato alla storia una coerenza che nessun altro personaggio Marvel al cinema ha avuto. Tuttavia nonostante questo, anche i Guardiani hanno avuto delle piccole retcon che hanno comportato delle contraddizioni tra un capitolo e l’altro.

Con un universo così vasto da esplorare e così tanti dettagli da ricordare, è impossibile per l’MCU evitare alcune contraddizioni. È il caso di quanto accaduto con Guardiani della Galassia Vol. 3. In Guardiani della Galassia, Rocket Raccoon (doppiato da Bradley Cooper) viene arrestato mentre cerca di catturare Peter Quill (Chris Pratt). Insieme a Gamora (Zoe Saldaña) e Groot (doppiato da Vin Diesel), Peter e Rocket vengono inviati a The Kyln, una struttura ad alta sicurezza dove Nova Corps scarica i criminali più pericolosi della galassia. Non appena arrivano a The Klyn, ogni prigioniero viene scansionato e, in un momento da non perdere, i fan vengono sottoposti a numerosissime informazioni sul passato di ogni personaggio. Ad esempio, la scansione di Rocket mostra che ha un secondo socio oltre a Groot, di nome Lylla.

I lettori di fumetti hanno identificato all’epoca Lylla come la lontra antropomorfa con cui Rocket ha un’intensa storia d’amore nei fumetti Marvel. Creata da Bill Mantlo e Sal Buscema per Incredible Hulk #271 del 1982, Lylla è uno degli animali parlanti originari di Halfworld, il pianeta natale di Rocket. Mentre l’MCU non ha esplorato il passato di Rocket fino a Guardiani della Galassia Vol. 3, la sua scheda della prigione è stata un cenno intelligente alla storia dei fumetti dell’eroe perché lo stesso ologramma rivela che Rocket è effettivamente arrivato da Halfworld anche nel film di Gunn.

Tuttavia, alla luce dei fatti raccontati in Guardiani della Galassia Vol. 3, è impossibile che Lylla sia stata compagna di avventure di Rocket, visto che nel film perde la vita proprio quando il procione tenta di fuggire dalla sua prigione. Alla luce degli eventi del terzo film, quell’Easter Egg, per quanto divertente e acuto, non ha più senso!

Batman: il film di Ben Affleck sarebbe stato costruito su 80 anni di miti

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L’artista dello storyboard Jay Oliva ha rivelato alcuni dettagli sul film Batman da solista cancellato che avrebbe dovuto vedere Ben Affleck coinvolto sia come interprete che come regista. Secondo quanto rivelato il film sarebbe potuto un condensato di 80anni di mito dietro al personaggio, prima che il progetto venisse demolito da Affleck stesso dopo essersi dimesso da star e regista dall’incarico.

Cosa ha detto Jay Oliva del film Batman di Ben Affleck?

Parlando con Inverse, Oliva ha affermato che il film di Batman di Ben Affleck sarebbe stato “costruito sulla base delle trame del mito di Batman negli ultimi 80 anni“, anche se avrebbe avuto un nuovo tipo di prospettiva. “Da quanto ho capito, c’erano un paio di bozze“, ha dichiarato Oliva. “Quando sono stato assunto, non so se fosse la seconda bozza o qualcosa del genere, ma era quello che mi avevano mostrato Geoff Johns e Ben [Affleck]… La storia di Ben avrebbe coperto qualcosa che non era mai stato veramente trattato dai fumetti, ma stava costruendo le trame del mito di Batman negli ultimi 80 anni e affrontandolo da un nuovo tipo di prospettiva.

Ben Affleck è stato scelto come Batman nel 2013, apparendo in vari film del DC Extended Universe, tra cui Batman v. Superman: Dawn of Justice, Suicide Squad e Justice League. Più di recente, ha fatto la sua ultima apparizione come Batman in The Flash, che l’attore ha descritto come il migliore che abbia mai fatto come personaggio.

Barbie raggiunge un miliardo al box office mondiale

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Barbie raggiunge un miliardo al box office mondiale

Dopo 17 giorni di programmazione, Barbie di Greta Gerwig entra nel club dei film miliardari. La colorata satira firmata dall’autrice a quattro mani con Noah Baumbach ha raggiunto e superato la soglia del miliardo di incasso mondiale a soli 17 giorni dall’uscita in sala, con 459 milioni in Nord America e 572 milioni a livello internazionale. È il primo film diretto esclusivamente da una donna a incassare più di 1 miliardo di dollari.

Barbie, tutto quello che c’è da sapere sul film

Dalla sceneggiatrice/regista candidata all’Oscar Greta Gerwig (Piccole donne, Lady Bird) arriva Barbie con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie (Bombshell – La voce dello scandalo, Tonya) e Ryan Gosling (La La Land, Drive) nei panni di Barbie e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera (End of Watch – Tolleranza zero, i film Dragon Trainer), Kate McKinnon (Bombshell – La voce dello scandalo, Yesterday), Michael Cera (Scott Pilgrim vs. the World, Juno), Ariana Greenblatt (Avengers: Infinity War, 65 – Fuga dalla Terra), Issa Rae (The Photograph – Gli scatti di mia madre, Insecure), Rhea Perlman (Nei miei sogni, Matilda 6 Mitica) e Will Ferrell (Anchorman, Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno).

Fanno parte del cast del film anche Ana Cruz Kayne (Piccole donne), Emma Mackey (Emily, Sex Education), Hari Nef (Assassination Nation, Transparent), Alexandra Shipp (i film X-Men), Kingsley Ben-Adir (Quella notte a Miami, Peaky Blinders), Simu Liu (Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli), Ncuti Gatwa (Sex Education), Scott Evans (la serie TV Grace e Frankie), Jamie Demetriou (Crudelia), Connor Swindells (Sex Education, Emma.), Sharon Rooney (Dumbo, Jerk), Nicola Coughlan (Bridgerton, Derry Girls), Ritu Arya (The Umbrella Academy) e il premio Oscar Helen Mirren (The Queen – La Regina). Il film è al cinema dal 20 luglio.

Il sapore della felicità, recensione del film con Gérard Depardieu

Il sapore della felicità è il secondo lungometraggio di Slony Sow – titolo originale, Umami. Arriva dopo una serie di corti e la buona accoglienza ricevuta nel 2015 dal precedente film, Parisiennes. Di questo nuovo lavoro Sow cura la regia, la sceneggiatura, il montaggio e la produzione. Sceglie poi di affidarsi a una coppia di attori coi quali ha già lavorato. Gérard Depardieu ed Eriko Takeda erano infatti stati protagonisti nel 2011 del corto Genouille d’Hiver. L’attrice ha interpretato anche Parisiennes.

La trama de Il sapore della felicità

Gabriel Carvin, Gérard Depardieu, è un famosissimo chef francese, che ha appena ricevuto la sua terza stella. Il riconoscimento dovrebbe renderlo felicissimo, ma lui non riesce ad esserlo. Alle soglie della pensione, sente che alla sua esistenza manca più di qualcosa. Amante dei piaceri della vita e del suo lavoro, ha sempre dato il massimo in cucina. La salute, il matrimonio e i rapporti familiari ne hanno risentito. Sua moglie, Sandrine Bonnaire, frequenta un altro uomo. Il suo rapporto coi figli è quasi inesistente. Jean, Bastien Bouillon, lavora al ristorante con il padre, ma i rapporti tra i due sono tesi. Il figlio minore, Nino, Rod Paradot, non ha ancora deciso cosa fare del suo futuro. Quando Gabriel rischia la morte, decide di rimettere ordine nella sua vita. Così, inizia a cercare l’origine del suo malessere. Sembra trovarla in un concorso culinario in cui, tanti anni prima, un cuoco giapponese gli soffiò il podio con una zuppa di noodles dal gusto inconfondibile quanto misterioso. Alla ricerca di questo sapore, Gabriel viaggia verso il Giappone. Lì lo attendono incontri e scoperte umane e culinarie che lasceranno il segno.

Giappone – Francia, andata e ritorno

Se Parisiennes raccontava il viaggio dal Giappone alla Francia di una giovane scrittrice, si può dire che Il sapore della felicità rappresenti in un certo senso un ritorno dalla Francia verso il Giappone. Mentre il tema della scoperta di sé è una costante di entrambi i lavori. Sow si trova dunque particolarmente a suo agio nel muoversi tra questi due mondi, apparentemente così diversi, distanti non solo geograficamente. Eppure, sembra dire il regista, l’umanità è tale a tutte le latitudini, e pertanto mostra inaspettate affinità. Visivamente. il Giappone del film non è certo quello inatteso e nascosto. Corrisponde piuttosto a un immaginario occidentale. Umanamente, però, si cerca di fare un lavoro che vada oltre i cliché e approfondisca il lato umano. Il che riesce al regista. Occorre dunque riconoscere a Sow la capacità di creare un efficace mix Francia – Giappone. Il montaggio da lui curato, li alterna senza confondere lo spettatore. Altrettanto ben orchestrato l’intreccio tra le vicende della famiglia francese e di quella giapponese. Tutto si compone agilmente.

Il sapore della felicità film 2023

Umami

La metafora portante del film è quella dell’umami. Gabriel cerca il segreto di questo cosiddetto quinto gusto, presente nella cucina giapponese, che rende alcuni piatti particolarmente appetitosi. Capendo in cosa consista veramente e facendo un viaggio anche umano, il protagonista verrà illuminato sulla propria vita e su quale sia l’ingrediente che le manca per essere davvero soddisfacente. Senza dubbio eccentrica e originale, la metafora inizialmente può sembrare poco calzante, ma al contrario si rivela efficace.

Depardieu e il cast

Immaginare come protagonista di un film uno chef stellato francese bisbetico non è forse di grande originalità e può rientrare in uno stereotipo, ma quando lo si fa interpretare a un attore come Gérard Depardieu, nulla è scontato. Depardieu è perfetto per il ruolo di Gabriel, un uomo che ha bisogno di ritrovare sé stesso dopo aver rischiato di morire. Il protagonista si accorge di ciò che ha trascurato e di quanto non ha realizzato. Al di fuori del lavoro, Gabriel non ha soddisfazioni, a parte il cibo e l’alcol. È un uomo disfatto. Depardieu lo interpreta con maestria, non senza un’intelligente tocco autoironico. L’attore francese si esprime al meglio anche solo con gli strani versi che spesso produce a commento di ciò che gli accade. Il suo mugugnare è più espressivo di tante parole. Bravi anche gli altri interpreti del cast: da Kyozo Nagatsuka, il rivale giapponese di Gabriel, a sua nipote, interpretata da Eriko Takeda, a Rod Paradot, nei panni di Nino, fino a Pierre Richard, il migliore amico di Gabriel. Da notare poi alcune caratterizzazioni particolari, all’interno del cast giapponese.

Non solo commedia culinaria

Il sapore della felicità è una commedia di intrattenimento godibile, con metafora culinaria la si potrebbe definire gustosa. Adatta, certo, per chi ama i film ambientati nel mondo della ristorazione. Tuttavia, affronta anche temi seri, come revenge porn e depressione. Vi è una critica all’eccessivo peso che oggi si dà alla rete e ai social nella vita quotidiana, al ruolo degli influencer, che acquisiscono sempre più spazio ed importanza. Ha un finale a sorpresa, che non piacerà a tutti e potrà lasciare con l’amaro in bocca, soprattutto i più romantici. Distribuito da Wanted Cinema, Il sapore della felicità arriverà nelle sale italiane dal 31 agosto.

Heartstopper 2: recensione della seconda stagione del teen drama Netflix

Heartstopper 2 è il teen drama di Netflix che, giunto alla seconda stagione, regala ancora emozioni e intrattenimento. Il dolce dramma sugli adolescenti queer ha riscosso davvero tanto successo dopo il lancio portando quindi la piattaforma alla realizzazione di una seconda stagione. Il risultato è ancora più intenso rispetto a quello della prima stagione dove l’argomento principale degli otto episodi che componevano la stagione era la prima fase dell’innamoramento tra Nick (Kit Connor) e Charlie (Joe Locke). Superato dunque il momento iniziale, la giovane coppia cerca di vivere la relazione alla luce del sole.

Non sempre le cose per Nick e Charlie si mettono bene, anzi. Heartstopper 2 cerca di dare uno sguardo casto sull’amore giovanile, incentrato più sull’inclusione e sulla diversità che su qualsiasi tentativo di eccedere in qualsiasi forma di eccesso. Ci sono dei momenti di forte tensione sessuale ma del tutto privo di mordente. La seconda stagione così come la prima esplora il mondo queer ma lo ponendo l’accento su un punto di vista diverso.

Heartstopper 2, la trama

Heartstopper 2

La prima stagione di Heartstopper è stata un successo. Adattata dai popolari romanzi per giovani adulti di Alice Oseman, ha saputo avvicinare anche gli adulti alle tematiche delle questioni di genere trattando il tema con dolcezza. Molti adulti LGBTQ+ si sono commossi di fronte al ritratto dell’adolescenza queer, descrivendolo come quello che avrebbero voluto vivere loro stessi. Per questo Heartstopper 2 si è caricata di grosse aspettative in parte rispondendo bene alle esigenze dei fan, altre invece perdendo attrattiva. Gran parte della prima stagione ha raccontato il tira e molla tra il popolare giocatore di rugby Nick (Kit Connor) e il nerd Charlie (Joe Locke), vittima di bullismo dopo che i suoi compagni di classe hanno scoperto che era gay.

Alla fine della prima stagione la giovane coppia inizia a frequentarsi regalando a Charlie la relazione che ha sempre sognato. È il periodo degli esami di fine anno ed entrambi i ragazzi sono distratti l’uno dall’altro. Proprio in questo contesto compaiono per la prima volta i genitori, gli adulti, che nella prima stagione erano stati assenti. Il punto di vista della famiglia si mescola a quello dei ragazzi e il risultato ovviamente porta dei conflitti. Nick può fare affidamento solo sulla madre (interpretata da Olivia Colman) e Charlie sembra aver raggiunto un accorto con entrambi i genitori. Il risultato è una cena di coppia dove le famiglie si riuniscono per la prima volta, Nick farà coming out al padre che lo ha sempre ignorato.

Inno alla diversità

Heartstopper 2 Tao ed Elle

Nonostante qualche momento imbarazzante e narrativamente possibile solo all’interno del piccolo schermo, Heartstopper 2 descrive la fluidità di una generazione che non si circoscrive in un genere, non mette paletti, non giudica e non vuole essere giudicata. Quei piccoli conflitti che si creano si risolvono abbastanza rapidamente dando ai protagonisti motivo di crescita e riflessione. Lo stessi taciturno Charlie che nella prima stagione avrebbe fatto prendere a Nick le sue difese a sua volta diventa colui che difende. Ma questa troppa morbidezza rende il racconto talvolta troppo idealizzato. Il coming out di Nick ha molti strati, a seconda di chi e quando decide di raccontarlo ma di fatto è un coming out accolto senza drammi da parte delle persone. Ma non tutti i coming out o presunti tali sono così fiabeschi.

Heartstopper 2 però non si concentra solo sulla risoluzione della storia d’amore centrale ma allarga il suo cast che diventa corale. La trama concede spazio a più protagonisti permettendo loro di sviluppare nuovi legami. Elle e Tao capiscono di essere molto più che amici e valutano questa ipotesi, anche se la distanza potrebbe dividersi. Isaac, sempre con il naso sui libri, ha una toccante scoperta di sé. Tara e Darcy imparano a conoscere meglio i limiti della loro relazione e, da migliore amiche a fidanzate, capiscono che in realtà ci sono altri aspetti che l’amicizia non comprende. Da questo punto di vista, la prossima stagione potrebbe concentrarsi sul coming out di Darcy alla sua famiglia che da quel poco che abbiamo visto in Heartstopper 2 è molto tradizionalista.

Charlie

Heartstopper 2 Nick e Charlie

Il personaggio di Joe Locke dimostra ancora una volta prova di grande maturità. L’ultimo confronto con Ben non lo lascia indifferente, e anche Nick inizia a rendersi conto che qualcosa con va. Il continuo minimizzare su tutti gli atteggiamenti aggressivi degli altri, pone un campanello di allarme al rugbista. Anche se sembra affrontare tutto con una grinta e una consapevolezza diversa, ci sono ancora dei demoni da sconfiggere per Charlie. I numerosi riferimenti al cibo pongono anche la base per un tema che potrebbe essere affrontato nella prossima stagione, quello dei disturbi alimentari. Una conseguenza di un forte trauma che lo stesso Charlie ha finalmente raccontato a Nick nella riservatezza del loro rifugio.

Heartstopper abbraccia davvero un pubblico di teenager vasto ma cerca di parlare a tutti in modo dolce, talvolta sdolcinato. Basandosi su dei romanzi la trama potrebbe continuare per altre stagioni, aggiungendo altri elementi di crescita e formazione per tematiche davvero così delicate. La storia di Nick e Charlie seppur romanzata mette in evidenza quello che di buono può arrivare quando decidi di essere semplicemente te stesso, fregartene degli altri, e mettere a tacere i bulli.

The Memories Film Fest: il primo evento dedicato al riuso creativo delle immagini d’archivio

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The Memories Film Fest, il primo festival internazionale made in Calabria, dedicato al riuso creativo delle immagini d’archivio, si svolgerà a Bocchigliero, tra le montagne della Sila Greca, da mercoledì 9 a venerdì 11 agosto. Ideato dall’associazione culturale no-profit Archivio Cineteca della Calabria, in collaborazione con l’Archivio Audiovisivo Lastcam e con il sostegno della Calabria Film Commission, la kermesse, sotto la direzione artistica di Caterina Iannelli, ha l’obiettivo di sensibilizzare e promuovere il recupero, la digitalizzazione e il restauro dei film in nitrato di cellulosa che raccontano la Calabria di cento anni fa, recuperando un pezzo di storia che ci appartiene e puntando alla valorizzazione delle aree interne.

Tutto parte dalla storia di un ritrovamento eccezionale. L’Estate Silana, un film datato 1927, conservato nella soffitta della famiglia Smurra di Corigliano-Rossano insieme ad altre pellicole in 35 mm.

Ospite d’onore della serata inaugurale del festival Luciano Tovoli, uno dei più grandi autori della cinematografica italiana, vincitore di due Nastri d’argento, un David di Donatello con il “Viaggio di Capitan Fracassa” di Ettore Scola, direttore della fotografia di Suspiria, Il deserto dei Tartari, Professione reporter, Tenebre, Bianco rosso e Verdone, Pane e cioccolata e di altri 60 film che hanno scandito le tappe di una carriera straordinaria. Verrà premiato dal commissario della Film Commision Calabria, Anton Giulio Grande. Ad essere premiato sarà anche Augusto Pelliccia, uno dei più importanti imprenditori del cinema italiano, fondatore de l’Agustus Color di Roma.

Il 9 agosto si inizierà dalla mattina, alle 10.30, e insieme a Francesco Madeo sarà possibile seguire un seminario dal titolo “Come nasce un’idea, le basi della sceneggiatura”. Nel pomeriggio, alle 17.30, si terrà un incontro per discutere del ritrovamento, dell’importanza e della storia del Fondo Smurra. Nel corso del festival sarà possibile vedere i fotogrammi delle pellicole ritrovate in quella che un tempo era l’Home Cinema di Tiberio Smurra, e guardare gli altri film custoditi dall’Archivio Audiovisivo Lastcam, come “I Trampolieri della Sila” del 1927.

Il 10 agosto arriverà a Bocchigliero il media artist giapponese e docente della Musashino Art University di Tokyo, Akinori Goto. Per la sua prima volta in Italia, l’artista conosciuto in tutto il mondo per le sue affascinanti installazioni, ha scelto la Calabria come sua prima meta. Accompagnato dalle note della pianista Stefania Ricca, nel corso della seconda serata del festival, presenterà una delle sue opere più rappresentative, “Crossing #03”. Con le sue creazioni dà forma al movimento, al tempo e le rende visibili attraverso la luce. Insieme a lui ci saranno due studentesse della Musashino Art University, Rei Yajima e Miyu Ohashi, che allieteranno il pubblico con una performance di calligrafia tradizionale giapponese.

La sera del 10 agosto non mancherà uno spazio dedicato al cinema d’archivio e alla musica, con un omaggio a Moira Shearer e a Mario Palopoli, originario di Campana, fu titolare della Torino Film e regista, produsse documentari ed opere inedite girate in diversi formati tra gli anni Sessanta e il 2022. Verrà proiettato il cortometraggio “Palmi 1965”, con l’accompagnamento musicale di Luigi Spataro e l’interpretazione di Francesco Viola: nel documentario Palopoli incontra Leonida Repaci nella sua villa di Palmi e ne racconta le abitudini.

I miserabili: tutto quello che c’è da sapere sul film

I miserabili: tutto quello che c’è da sapere sul film

Citando con eleganza l’omonimo romanzo di Victor Hugo, nel suo lungometraggio d’esordio I miserabili (qui la recensione) il regista Ladj Ly realizza un affresco sincero e autentico delle periferie parigine e dei miserabili del nuovo millennio. Il risultato è un dramma dal ritmo avvincente e adrenalinico, che non si abbandona a facili condanne e non cade nelle trappole della faziosità o del vittimismo, dove il confine tra bene e male si fa assolutamente labile, mentre tutti i personaggi diventano vittime alla ricerca di un personale riscatto o, più semplicemente, di sopravvivenza.

Ispirato alle sommosse di Parigi del 2005, il film ha vinto il Premio della Giuria al Festival di Cannes, il Premio Miglior Rivelazione agli European Film Awards ed è poi stato candidato al Premio Oscar per la Francia come Miglior Film Internazionale. Ha poi fatto incetta di candidature e premi ai César (gli Oscar francesi), dove ha trionfato come miglior film. Il percorso di I miserabili è dunque costellato di onori e vittorie, riconoscimenti meritati per un film che ha saputo unire disagi sociali ad un’idea di cinema particolarmente coinvolgente e ricca di pathos, dando vita ad un’opera di rara bellezza.

Girato con uno stile documentaristico, vicino alla realtà dei reali quartieri dove si svolge la vicenda, I miserabili è dunque uno dei film europei recenti da non perdere assolutamente, che offre intrattenimento e profonde riflessioni, dimostrando come gli sconti mostrati nel film siano senza tempo. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

I miserabili: la trama del film

Il film segue la storia di Stéphane, un agente di polizia che si trasferisce dal comune francese Cherourg a Montfermeil, nella periferia di Parigi. Egli si integra facilmente nella comunità del piccolo centro e viene inserito nella squadra anti-crimine al fianco dei colleghi Chris e Gwada, due poliziotti esperti e dai metodi decisamente non convenzionali. Ben presto, Stéphane capirà quanto la situazione tra le gang del quartiere sia tesa e fragile, una vera e propria bomba ad orologeria pronta ad esplodere.  La goccia che fa traboccare il vaso è il furto di un leoncino che viene rapito da un circo, alla cui ricerca vengono chiamati proprio i tre poliziotti.

Stéphane si troverà da qui in poi costretto a sporcarsi le mani e gli occhi, invischiato in prima persona nelle miserie dei bassifondi, polveriera di violenza e criminalità, e comprenderà le difficoltà della polizia nel mantenere la pace e l’ordine seguendo il sentiero della legalità. Mentre le ricerche e gli scontri vanno avanti, un drone filma ogni azione della polizia, divenendo un pericoloso strumento di denuncia. Sbarazzarsi anche di questo sarà dunque un obiettivo in più, ma ben presto i tre poliziotti si troveranno letteralmente a dover fare i conti con i ragazzi del quartiere, giovani disperati senza più nulla da perdere.

I miserabili cast

I miserabili: il cast del film

Il cast di I miserabili è composto quasi interamente da attori non professionisti. L’unico attore con precedenti esperienze in tale ambito è Damien Bonnard, già visto in titoli come Dunkirk, Quello che non so di lei e Wolf Call – Minaccia in alto mare. Egli interpreta qui il poliziotto Stéphane, nel cui sguardo lo spettatore può identificarsi. Egli è infatti un personaggio inizialmente esterno al contesto nel quale si ritrova catapultato. Qui assiste per la prima volta, come lo spettatore, a dinamiche e scontri che evidenziano il forte disagio di quartieri abbandonati a loro stessi. Per la sua interpretazione, Bonnard è poi stato candidato come miglior attore ai premi César.

Accanto a lui, nei panni dei colleghi poliziotti Gwada e Chris vi sono gli attori Djibril Zonga e Alexis Manenti. Quest’ultimo ha poi vinto il premio come miglior promessa maschile ai premi César. Categoria in cui era candidato anche Zonga. Fanno poi parte del cast anche Issa Perica nel ruolo di Issa, Al-Hassan nei panni di Buzz e Almamy Kanouté in quelli di Salah. Steve Tientcheu interpreta il sindaco, mentre Nizar Ben Fatma è il personaggio noto come lo spilorcio. Raymond Lopez è Zorro, mentre Luciano e Jaihson Lopez interpretano rispettivamente Luciano e Jaihson. Infine, l’attrice Jeanne Balibar compare nei panni della commissaria di polizia.

I miserabili: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di I miserabili grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 5 agosto alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

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