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Prime Video annuncia la terza stagione di L’estate nei tuoi occhi

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Prime Video ha annunciato la terza stagione in 10 episodi della serie di successo globale L’estate nei tuoi occhi. Basata sulla trilogia di best-seller firmata da Jenny Han, il drama targato Prime Video ha avuto un incredibile successo, performando particolarmente bene tra le giovani spettatrici donne. La seconda stagione de L’estate nei tuoi occhi è tra le 10 serie più seguite di sempre sul servizio. Quest’ultima ha debuttato il 14 luglio, e nei primi tre giorni dal lancio ha più che raddoppiato l’audience della prima stagione.

La terza stagione della serie Original sarà disponibile in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo.  “Siamo stati felici di vedere la passione con cui i fan hanno accolto L’estate nei tuoi occhi, rendendo i venerdì d’estate un fenomeno di intrattenimento“, dice Vernon Sanders, Head of television, Amazon ed MGM Studios. “Questa serie affascinante e profondamente coinvolgente ha mostrato l’ampiezza della nostra base di clienti, attraendo i più giovani e diversificando così gli spettatori. Jenny Han è una narratrice di talento, ed i suoi fan hanno chiesto a gran voce il terzo capitolo di questa storia. Siamo entusiasti oggi di condividere questa notizia, aspetteranno l’Estate con ancora più attesa. Grazie a Jenny, Sarah Kucserka, e Karen Rosenfelt e ai nostri amici di wiip per il loro notevole lavoro e collaborazione”.

A questa terza stagione è stato dato il via libera ufficiale prima degli scioperi WGA e SAG-AFTRA. La produzione della terza stagione non inizierà fino a quando le trattative con i sindacati non saranno state risolte.  Al timone della terza stagione de L’estate nei tuoi occhi troviamo le showrunner Jenny Han e Sarah Kucserka. Han, Kucserka e Karen Rosenfelt sono anche executive producer, insieme a Hope Hartman, Mads Hansen e Paul Lee per wiip. La serie è una co-produzione Amazon Studios e wiip.

L’estate nei tuoi occhi è un dramma multigenerazionale che si basa su un triangolo amoroso tra una ragazza e due fratelli, il rapporto in continua evoluzione tra le madri e i loro figli e il potere duraturo di una forte amicizia femminile. È una storia di formazione sul primo amore, sui primi drammi sentimentali e sulla magia di un’estate perfetta.

La seconda stagione de L’estate nei tuoi occhi è disponibile su Prime Video con nuovi episodi ogni settimana fino al finale di stagione venerdì 18 agosto.

L’estate nei tuoi occhi:

Un tempo Belly era solita contare i giorni che la separavano dal ritorno a Cousins ​​Beach, ma con Conrad e Jeremiah che continuano a litigare per il suo amore e il ritorno del cancro di Susannah, non è sicura che l’estate sarà più la stessa. Quando un visitatore inaspettato minaccia il futuro dell’amata casa di Susannah, Belly dovrà riunire la banda e decidere una volta per tutte dove andrà il suo cuore.

Black Adam: Dwayne Johnson riflette sull’insuccesso del film

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Black Adam: Dwayne Johnson riflette sull’insuccesso del film

Dwayne Johnson ha riflettuto su quello che è andato storto nella realizzazione e nella distribuzione di Black Adam, commentandone lo scarso successo di pubblico e critica. Johnson ha fatto il suo tanto atteso debutto come antieroe DC nel film del 2022, in cui vengono raccontate le origini del personaggio. Dopo quasi un decennio in fase di sviluppo, Black Adam è arrivato nei cinema con recensioni negative da parte della critica e non ha raggiunto il risultato sperato al botteghino, senza nemmeno andare in pareggio.

Durante una recente apparizione al talk show Hart to Heart di Kevin Hart, a Dwayne Johnson è stato chiesto del fallimento di Black Adam al botteghino e del suo futuro come personaggio. L’attore/produttore ha confermato che il suo tempo nei panni dell’antieroe DC è terminato.

“Penso che Black Adam sia rimasto intrappolato in un vortice di nuova leadership. E in quel momento, mentre stavamo creando Black Adam, sviluppandolo, girando Black Adam, siamo stati un po’ abbattuti a causa di COVID e delle chiusure, ci siamo rialzati. Ci sono stati così tanti cambiamenti nella leadership. E come sai, ogni volta che hai un’azienda, ma soprattutto quella dimensione e grandezza, una società quotata in borsa, e hai tutti quei cambiamenti nella leadership, hai persone che intervengono continuamente sull’aspetto creativo prendendo decisioni con le quali puoi non essere d’accordo. Per me sarà sempre una grande incognita. Ho avuto il grande personaggio in carriera, una grande uscita, anche se con la Cina si sarebbero potuti guadagnare forse 100 o 200 milioni di dollari in più. Hai la responsabilità di un supereroe e vuoi far crescere il franchise. Riporti al cinema il Superman di Henry Cavill, cosa che ha fatto impazzire il mondo. E abbiamo creato un portfolio diversificato di supereroi. Quindi penso che Black Adam sia stato uno di quei film che sono rimasti intrappolati in quella rete di nuova leadership. Ma alla fine è come se un nuovo proprietario acquistasse una squadra della lega dicendo che non gli importa quanti campionati hai vinto, lui metterà in piedi una sua nuova squadra.”

Black Adam vede protagonista Dwayne Johnson nei panni del cattivissimo anti-eroe della DC Comic, creato da Otto Binder e C. C. Beck nel 1945. Black Adam, il cui vero nome è Teth-Adam o Theo Adam, è l’arcinemico di Shazam.

Millennials: i migliori film che hanno definito la Generazione Y

Millennials: i migliori film che hanno definito la Generazione Y

Ognuno di noi conserva tra i propri ricordi quei film che hanno scosso in qualche modo la propria vita. Ci sono pellicole che hanno segnato ogni generazione e i Millennials sono quelli cresciuti con i Classici Disney, sono quelli che sognavano un Genio come Aladdin ma soprattutto sono quelli traumatizzati dalla morte di Mufasa del film d’animazione Il re leone.

I nati tra gli anni Ottanta e la metà degli anni Novanta, nominati anche come Generazione Y, sono anche coloro che sono stati fortunati per essere cresciuti con due delle più famose saghe cinematografiche fantasy più epiche di sempre come quella del maghetto inglese Harry Potter o quella della compagnia degli Hobbit della Terra di Mezzo. Vediamo insieme i film che hanno definito più di tutti la Generazione Millennials.

Twilight (2008)

twilightÈ stata la trasposizione cinematografica che ha spalancato le porte al cinema del genere Young Adult. Twilight è anche anche la ribalta dei vampiri sulla scia del debutto su HBO, ma indirizzato per un pubblico adulto, con la serie True Blood. Alla fine tutte volevano essere Bella, interpretata dalla neo diciottenne ai tempi Kristen Stewart, anche perchè si innamorava di Edward Cullen, interpretato già dal bellissimo britannico Robert Pattinson.  Questo film diretto da Catherine Hardwicke è il primo di una saga dove poi, dal secondo lungometraggio, arrivano anche i licantropi. Ma la domanda base era una sola: Team Edward o Team Jacob ?

The Blair Witch Project (1999)

The Blair Witch ProjectThe Blair Witch Project ha creato un modo completamente nuovo di fare marketing cinematografico. Se sei un Millennials ti ricordi l’uscita in sala di questo horror e probabilmente hai visto anche l’omaggio fatto nel settimo episodio della terza stagione di Dawson’s Creek. È stato difficile sfuggire dal trailer quando è stato commercializzato come una “storia vera” anche perchè è uno dei film più spaventosi mai realizzati.

Ragazze a Beverly Hills (1995)

ragazze a beverly hillsPrima di Mean Girls, c’era Clueless (da noi Ragazze a Beverly Hills), in italiano tradotto in Ragazze a Beverly Hills, questo film segna il confine tra la Gen Y e quelli della precedente Gen X. Questo lungometraggio non è altro che la trasposizione e rivisitazione del romanzo Emma di Jane Austen. La voce narrante è quella di Cher Horowitz, decisamente una giovane bella, ricca, viziata e abituata a vivere nel suo mondo perfetto dove va sempre tutto bene. Dopo il successo del film è stata tratta anche una serie televisiva, andata in onda dal 1996 al 1999.

Easy Girl (2010)

Easy girlQuesto è stato il primo ruolo iconico di Emma Stone che qualsiasi Millennials riconoscerebbe, dove interpreta la liceale americana Olive Penderghast. Easy Girl descrive le esperienze di Olive dopo che i pettegolezzi sulla perdita della sua verginità, in realtà una bugia, si sono diffusi a macchia d’olio e le hanno dato una nuova reputazione. Questa è anche la trasposizione ma ambientata tra i banchi di scuola di un classico della letteratura statunitense come La lettera scarlatta.

Mean Girls (2004)

mean girlsInutile che mentite tanto tutte abbiamo seguito la regola di vestirci di rosa, prima ancora del fim Barbie, al mercoledì come Regina, Karen, Gretchen e la nuova arrivata Cady. Mean Girls si può ritenere il film femminile più generazionale delle Millenians, perchè abbiamo vissuto sulla nostra pelle o visto con i nostri occhi tutto quello che si vede in questo teen movie. Tra la sceneggiatura stellare di Tina Fey è anche una delle migliori interpretazioni di Lindsay Lohan e la svolta di Rachel McAdams nei panni della Queen Bee Regina George. Questo iconico film è anche  la perfetta combinazione di angoscia adolescenziale, realismo e commedia.

La mia vita a Garden State (2004)

La mia vita a Garden StateLa mia vita a Garden State è una delle pellicole più significative che rappresentano il cinema indie dei primi anni 2000. Zach Braff conosciuto da tutti per il ruolo di John Dorian nella serie televisiva Scrubs – Medici ai primi ferri, nel suo debutto alla regia, raggiunge con questo questa commedia romantica lo status di culto tra i Millennians. La trama racconta di Andrew, interpretato da Braff, che torna nella sua piccola città natale per partecipare al funerale della madre. Mentre è lì si trova di fronte a vari aspetti di una vita che pensava di aver dimenticato. La pellicola vede nel suo cast volti molti noti come Natalie Portman, Jim Parsons, Peter Sarsgaard, Ian Holm e Jean Smart.

Su×bad – Tre menti sopra il pelo (2007)

Su×bad - Tre menti sopra il peloSu×bad – Tre menti sopra il pelo (Superbad) è il film più “imbarazzante” per eccellenza per i ragazzi al liceo di quei anni ed è interpretato già dai talentuosi Jonah Hill e Michael Cera nei panni due protagonisti Seth ed Evan. Questa pellicola è un esilarante film di formazione incentrato sulle esperienze degli studenti mentre giurano di perdere la verginità prima del diploma di scuola superiore. Tutto ciò si rivelerà ben presto una vera sfida. Riflette l’esperienze liceali senza ancora le moderne pressioni dei social network e trasporta i Millennians indietro nel tempo in cui sentivano di dover affrontare i difficili problemi cioè la terrificante adolescenza e le prime esperienze.

(500) giorni insieme (2009)

500 giorni insieme è una commedia romantica con Joseph Gordon-Levitt nei panni di Tom Hansen, che ripensa la sua relazione fallita con Sole Finn, l’attrice Zooey Deschanel. Tom è un giovane scrittore che crede ancora nel colpo di fulmine e si innamora perdutamente di Sole, la bellissima nuova segretaria del capo, che invece non crede nel rapporto duraturo. Attraverso una struttura non lineare, il film descrive il legame romantico che si instaura e poi svanisce tra i due protagonisti.

I segreti di Brokeback Mountain (2005)

I segreti di Brokeback Mountain filmI segreti di Brokeback Mountain di Ang Lee è stato uno dei primi film a fare breccia nel cinema mainstream LGBTQ+. È stato anche uno dei film nei primi Duemila apertamente queer ad essere nominato per più Academy Awards. La trama iniziale è ambientata durante l’estate del 1963, dove due cowboy, Ennis e Jack, si incontrano in un ranch nel Wyoming e devono nascondere la loro relazione amorosa a tutti. Dopo un lungo casting la scelta ricadde per i due protagonisti su Heath Ledger e Jake Gyllenhaal, nel cast anche Michelle Williams e Anne Hathaway.

The social network (2010)

The Social Network filmMark Zuckerberg con Facebook ha cambiato per tutti il modo di connettersi con i notri amici. Questo è esattamente il motivo per cui il regista David Fincher ha adattato la storia di Zuckerberg in The Social Network che definisce la generazione che ha usato prima di tutti il primo social esistente. Questo film è stato sceneggiato da Aaron Sorkin e racconta i problemi dietro le quinte del suo creatore, interpretato da Jesse Eisenberg, che ha attraversato durante la produzione della sua innovativa e nuova idea. Il cast è composto da attori che negli anni sono poi diventati volti celebri del cinema d’oggi come Andrew Garfield, Rooney Mara e Dakota Johnson.

Titanic (1997)

Titanic filmTitanic è stato il film che ha cambiato la vita per molti Millennians e con cui molti avrebberò scoperto poi di voler lavorare nel mondo del cinema. James Cameron ha creato una delle epopee marine, lunga ben tre ore, tra le più costose e magistrali di sempre ed è stato anche ilfilm con il maggior incasso di tutti i tempi per decenni. Questa pellicola si può ritenere anche quella che ha fatto conoscere a chiunque Kate Winslet e Leonardo di Caprio. Indimenticabile la canzone “My Heart Will Go On” di Celine Dion e l’amore contro ogni regola delle classi sociali dei tempi di Jack e Rose.

Donnie Darko (2001)

Donnie Darko filmL’incontro del protagonista Donnie Darko con il coniglio inquietante Frank, è un dei momenti decisivi nella vita di molti Millennians. Questo film di Richard Kelly è uscito nel periodo della rinascita del goth e ha contribuito a inaugurare una generazione infatuata di tutto ciò che è oscuro e cupo prima ancora dell’apparazione degli Emo. Un dark fantasy che segue un adolescente di nome Donnie che mentre una notte cammina fuori casa vede un coniglio dall’aspetto demoniaco. Frank gli dice che il mondo finirà tra 28 giorni e da qui iniziano ad accadere cose strane. In america si è rivelato un vero caso e in Italia in sala è arrivato in ritardo solo nel 2004.

La serie di Harry Potter (2001 – 2011)

Film di Harry Potter in ordine di uscita al cinemaLa Gen Y probabilmente racconta ancora com’era mettersi in fila nel cinema multisala con entusiasmo per ogni nuovo film di Harry Potter. Guardare i principali protagonisti, come Harry, Ron e Hermione, crescere insieme al pubblico è un fenomeno raro che non potrà mai più essere replicato. Dire che il maghetto uscito dalla penna di JKR è diventato un fenomeno culturale sembra quasi un eufemismo, dato che avrà sempre da insegnare qualcosa anche alle nuove e future generazioni di sognatori.

Toy Story (1995)

film per tutti toy storyIl franchise di Toy Story non ha bisogno di presentazioni. La leggendaria serie di film Pixar  ha affascinato i giovani spettatori con il suo primo film del 1995 dove ha svelato al mondo che i giocattoli possono prendere vita. Toy Story 3 sarà per sempre però tra i film preferiti dai Millennians, poiché è il perfetto finale straziante dell’arco narrativo di Andy e Woody che la serie aveva costruito nel corso degli anni. Questo addio strappalacrime funge anche da toccante addio della Gen Y alla loro infanzia in tutti i sensi.

Matrix (1999)

Matrix filmMatrix è un film di fantascienza in stile cyberpunk scritto e diretto dalle sorelle Andy e Larry Wachowski. Questa pellicola racconta la storia di Neo, un uomo contattato da una donna misteriosa che lo conduce in un mondo sotterraneo dove l’esistenza non è ciò che sembra. Dopo questo primo film sono usciti poi nell’arco del 2003 Matrix Reloaded e Matrix Revolutions e nel 2021 Matrix Resurrections sempre con per protagonista l’attore Keanu Reeves.

Il Cavaliere Oscuro (2008)

Il cavaliere oscuro - Il ritorno filmIl ritratto del Joker di Heath Ledger nel secondo film di Batman di Christopher Nolan rimarrà per sempre nella storia del cinema. Il cavaliere oscuro ha destato una particolare attenzione nei mass media dopo la morte di Ledger, avvenuta il 22 gennaio 2008, poco dopo il termine delle riprese. Il film è diventato un punto fermo nella cinematografia mondiale ed è il primo che eleva il genere cinecomic fino ad arrivare alle ben otto candidature agli Oscar 2009. Nel 2012 esce poi Il cavaliere oscuro – Il ritorno che chiude la trilogia di Batman con la firma di Nolan.

La trilogia “Il Signore degli Anelli” (2001 – 2003)

Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello castAl primo posto di questa lunga classifica troviamo l’universo fantastico di JRR Tolkien arrivato sul grande schermo attraverso la trilogia di Il Signore degli Anelli del regista, sceneggiatore e produttore cinematografico neozelandese Peter Jackson. Questi tre epici film, di tre ore e passa l’uno, hanno utilizzato effetti visivi rivoluzionari e archi narrativi impeccabili da coinvolgere gli spettatori anno dopo anno. Per i Millennials che non avevano mai visto nulla di simile prima d’ora, confronteranno tutte le trasposizioni fantasy, arrivate poi, con questa e insuperabile trilogia cinematografica che ha fatto la storia del cinema.

Ryan Gosling festeggia Greta Gerwig con un flash mob sulle note di “I’m Just Ken”

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Per celebrare il compleanno della regista di Barbie Greta Gerwig, Ryan Gosling, che nel film interpreta il Ken “principale”, ha organizzato un flash mob che ha letteralmente inviato alla regista.

Barbie segue la storia dell’omonima bambola (interpretata da Margot Robbie) e Ken mentre scoprono il mondo reale al di fuori di Barbieland e mentre lei cerca il significato della vita. Il film si sta avvicinando al miliardo di dollari al botteghino e si è guadagnato l’amore della critica e del pubblico.

Nel film, c’è una scena che vede Gosling protagonista, in cui il suo Ken è in conflitto con se stesso per i suoi sentimenti verso Barbie e per il suo posto in Barbieland. Nella scena, Ken canta “I’m Just Ken”, che è proprio il brano scelto da Gosling come sottofondo del flash mob messo in piedi per festeggiare i 40 anni di Greta Gerwig. L’account Instagram del film ha condiviso il video:

Barbie, tutto quello che c’è da sapere sul film

Dalla sceneggiatrice/regista candidata all’Oscar Greta Gerwig (Piccole donne, Lady Bird) arriva Barbie con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie (Bombshell – La voce dello scandalo, Tonya) e Ryan Gosling (La La Land, Drive) nei panni di Barbie e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera (End of Watch – Tolleranza zero, i film Dragon Trainer), Kate McKinnon (Bombshell – La voce dello scandalo, Yesterday), Michael Cera (Scott Pilgrim vs. the World, Juno), Ariana Greenblatt (Avengers: Infinity War, 65 – Fuga dalla Terra), Issa Rae (The Photograph – Gli scatti di mia madre, Insecure), Rhea Perlman (Nei miei sogni, Matilda 6 Mitica) e Will Ferrell (Anchorman, Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno).

Fanno parte del cast del film anche Ana Cruz Kayne (Piccole donne), Emma Mackey (Emily, Sex Education), Hari Nef (Assassination Nation, Transparent), Alexandra Shipp (i film X-Men), Kingsley Ben-Adir (Quella notte a Miami, Peaky Blinders), Simu Liu (Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli), Ncuti Gatwa (Sex Education), Scott Evans (la serie TV Grace e Frankie), Jamie Demetriou (Crudelia), Connor Swindells (Sex Education, Emma.), Sharon Rooney (Dumbo, Jerk), Nicola Coughlan (Bridgerton, Derry Girls), Ritu Arya (The Umbrella Academy) e il premio Oscar Helen Mirren (The Queen – La Regina). Il film è al cinema dal 20 luglio.

MCU: 10 lezioni che gli Avengers dovrebbero imparare per il prossimo film

Anche se il panorama del MCU è cambiato molto dalla Fase 1, ci sono alcune lezioni chiave che i prossimi film possono imparare da The Avengers del 2012. A partire da Iron Man del 2008, i film del MCU sono stati creati per costituire il tessuto di uno degli universi condivisi più impressionanti del cinema. Dopo aver introdotto diversi eroi in film standalone, questi si sono riuniti in The Avengers, formando una versione dell’iconica squadra di supereroi sul grande schermo in un momento che da allora ha probabilmente definito il MCU. Il film del 2012 costituisce ancora il modello di base per un perfetto film di squadra di supereroi, e le prossime pellicole farebbero bene a seguirne le orme.

Più tensione tra gli eroi

MCU Avengers Thor Captain America Iron Man

Un punto chiave della trama di The Avengers è la difficoltà degli eroi a fare squadra. Anche se gran parte di questa difficoltà si rivela essere frutto delle manipolazioni di Loki, ha comunque creato un’atmosfera interessante evidenziando la naturale tensione tra eroi abituati a lavorare da soli, The Avengers ha dato un tocco di realismo alla chimica del suo cast. La tensione aiuta a dimostrare che, pur essendo supereroi, sono anche persone con idee e ideali contrastanti, e questo è un aspetto da cui Avengers 5 potrebbe trarre grande beneficio.

Fissare obiettivi personali

MCU Phil Coulson

Gli eroi si uniscono solo per fermare i cattivi che minacciano il mondo o l’universo su larga scala, ma questo non nega la necessità di una posta in gioco. In The Avengers, la squadra forma un’unità coesa solo dopo la morte di Phil Coulson, evidenziando che la posta in gioco personale è altrettanto importante per gli eroi del MCU quanto la potenziale distruzione o sottomissione della Terra. Dare alla storia dei Vendicatori una nota più personale ed emotiva per i suoi eroi è un modo perfetto per fondare anche la narrazione più stravagante, come dimostra il fatto che è stato uno dei momenti più potenti di The Avengers, nonostante l’inclusione di una minaccia di livello vendicativo.

Scegliere ambientazioni del mondo reale

MCU Avengers New York

La conclusione di The Avengers è stata la Battaglia di New York, in cui Loki ha condotto una schiera di Chitauri sulla Terra nel tentativo di schiavizzare l’umanità. Le ramificazioni della battaglia si sono fatte sentire per anni nel MCU, con storie che vi fanno riferimento anche un decennio dopo. Sebbene i film successivi dei Vendicatori si siano in gran parte allontanati dalle battaglie in luoghi reali, questo in realtà danneggia sottilmente la storia complessiva per il pubblico. I luoghi del mondo reale aiutano il pubblico a entrare in contatto con la storia e implicano sottilmente la plausibilità, rendendo la semplice questione della location una parte importante del successo di The Avengers.

L’umorismo deve essere bilanciato con le emozioni

MCU Avengers umorismo

Uno dei maggiori punti di forza di The Avengers è il suo delicato equilibrio tra emotività e leggerezza. Nonostante fosse all’epoca la storia più seria del franchise, era anche uno dei film più divertenti del MCU, in grado di contrastare la profondità della narrazione con frequenti momenti di comicità. Questo equilibrio si è un po’ affievolito negli ultimi film del MCU, ma ritrovare la formula stabilita dal primo film sarebbe perfetto per Avengers 5.

Iniziare e terminare specifici archi di eroi non è necessario

avengers: endgame iron man

The Avengers può aver introdotto la squadra titolare nel MCU, ma i film successivi sui Vendicatori hanno introdotto altri eroi segnando la fine degli archi narrativi di determinati personaggi o una combinazione delle due cose. Con i loro ranghi che si ingrossano a ogni nuovo ingresso nel MCU, Avengers 5 deve ristabilire l’idea che i film di team-up non devono necessariamente essere storie che cambiano il franchise. The Avengers ha funzionato perché ha stabilito un’idea semplice – la formazione della squadra – ma non ha avuto bisogno di introdurre o uccidere alcun eroe importante nel corso della sua storia.

Nick Fury in un ruolo più importante nel MCU

Nick Fury Thor

In Avengers Nick Fury ha riunito i suoi più potenti alleati e ha formato una squadra dei più potenti eroi della Terra, ma il personaggio è stato nettamente assente dai successivi film dei Vendicatori. Il suo ruolo costante nel franchise lo rende uno dei migliori candidati a guidare una nuova squadra dopo la morte di Iron Man e il ritiro di Steve Rogers. Avere Nick Fury alla guida della nuova generazione di eroi sarebbe il modo più appropriato per continuare la storia della squadra in Avengers 5, soprattutto perché l’ex direttore dello SHIELD è stato nettamente assente dalle storie della squadra dopo The Avengers.

Bilanciare i poteri degli eroi è fondamentale

Avengers Infinity War Hulk MCU

In The Avengers l’affiatamento era fondamentale, e questo incorpora i poteri dei suoi eroi. La Battaglia di New York rimane una delle migliori scene di combattimento del MCU per un motivo straordinariamente semplice: i suoi eroi usano i loro poteri e le loro abilità per lavorare davvero come una squadra. Il fatto che Thor e Iron Man trasportino i Vendicatori in volo in giro per la città o che Stark usi la tecnologia della sua tuta per aiutare Occhio di Falco a temporizzare i suoi attacchi contro i Chitauri sono momenti incredibili, perché dimostrano chiaramente perché gli eroi sono molto più potenti della somma delle loro parti.

Pochi eroi, ma buoni

MCU Avengers squadra originale

Il primo film dei Vendicatori comprendeva solo sei eroi. Con ogni team-up successivo, i loro ranghi sono cresciuti, portando a un roster eccessivo di protagonisti. Anche se le battaglie su larga scala con il maggior numero possibile di Avengers rendono le scene epiche, non è del tutto necessario, come dimostrato nella Fase 1 da The Avengers. Se Avengers 5 dovesse seguire l’esempio e presentare una rosa di eroi più ristretta, permetterebbe di definire meglio i ruoli di ciascuno.

L’attenzione deve rimanere sulla squadra, non sui singoli

MCU Avengers Thor Captain America

Sebbene l’esame degli eroi come singoli individui sia fonte di storie eccellenti, questo obiettivo è meglio raggiunto nei film in solitaria. The Avengers non ha fatto progredire gli archi di specifici eroi del MCU, ma piuttosto la squadra nel suo complesso, e questo ha contribuito a mantenere la trama equilibrata e coesa. Dedicare troppo tempo all’arco di uno o due eroi specifici può far sembrare un film di squadra decisamente sbilanciato, quindi mantenere l’attenzione sul loro potenziale collettivo è un must per Avengers 5. Fortunatamente, The Avengers ha fornito il modello perfetto per farlo, anche se è stato quasi dimenticato nei film successivi sui Vendicatori.

Non tutte le storie dovrebbero arrivare dai fumetti

Sebbene il franchise sia basato sui fumetti, il MCU non può utilizzare tutte le storie, e in realtà non ne ha bisogno. The Avengers non è stato un adattamento diretto di una storia a fumetti, ma ha preso in prestito una manciata di idee da diverse storie Marvel, e la sua storia è risultata originale e fresca, pur portando avanti l’arco narrativo generale del franchise. Gli altri film dei Vendicatori hanno cercato di concentrarsi su storie specifiche e, anche se si pensa che Avengers 5 farà lo stesso, non è del tutto necessario. Se il sequel prendesse in prestito un’idea da The Avengers, potrebbe combinare l’essenza di più storie dei fumetti e allo stesso tempo portare nuove ed entusiasmanti idee nel MCU.

The Flash disponibile sulle principali piattaforme digitali

The Flash disponibile sulle principali piattaforme digitali

Warner Bros. Pictures presenta The Flash, diretto da Andy Muschietti (i film di “IT”, “La Madre”) e interpretato da Ezra Miller, che torna nei panni di Barry Allen nel primo stand alone cinematografico del Supereroe DC.

In The Flash i mondi si incontreranno quando Barry userà i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo e cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo di salvare la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato, minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi. L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano imprigionato…. malgrado non sia più colui che sta cercando. In definitiva, per salvare il mondo in cui si trova e tornare al futuro che conosce, l’unica speranza per Barry è ‘correre per la sua vita’. Ma questo estremo sacrificio sarà sufficiente per resettare l’universo?

Fanno parte del cast di The Flash anche l’astro nascente Sasha Calle, Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of Justice”), Ron Livingston (“Loudermilk”, “L’evocazione – The Conjuring”), Maribel Verdú (“Elite”, “Y tu mamá también – Anche tua madre”), Kiersey Clemons (“Zack Snyder’s Justice League”, “Sweetheart”), Antje Traue (“King of Ravens”, “L’uomo d’acciaio”) e Michael Keaton (“Spider-Man: Homecoming”, “Batman”).

The Flash è prodotto da Barbara Muschietti (i film “IT”, “La Madre”) e Michael Disco (“Rampage – Furia Animale”, “San Andreas”). La sceneggiatura è di Christina Hodson (“Birds of Prey”, “Bumblebee”), con una screen story di John Francis Daley e Jonathan Goldstein (“Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri”, “Spider-Man: Homecoming”) e Joby Harold (“Transformers: Il risveglio”, “Army of the Dead”), basato sui personaggi dell’Universo DC. I produttori esecutivi sono Toby Emmerich, Walter Hamada, Galen Vaisman e Marianne Jenkins.

Ad affiancare il regista Muschietti dietro la macchina da presa è il team composto dal direttore della fotografia Henry Braham (“Guardiani della Galassia Vol. 3”, “The Suicide Squad”), lo scenografo Paul Denham Austerberry (“IT Capitolo 2”, “La forma dell’acqua”), i montatori Jason Ballantine (i film “IT”,“Il grande Gatsby”) e Paul Machliss (“The Gentlemen”, “Baby Driver – Il genio della fuga”) e la costumista Alexandra Byrne (“Doctor Strange”, “Guardiani della Galassia”). La colonna sonora è di Benjamin Wallfisch (“L’uomo invisibile”, i film “IT”). Warner Bros. Pictures presenta una produzione Double Dream/ Disco Factory, un film di Andy Muschietti: The Flash , è stato distribuito nelle sale italiane da Warner Bros. Pictures.

Mark Margolis: morto l’attore di Breaking Bad e Better Call Saul

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Mark Margolis: morto l’attore di Breaking Bad e Better Call Saul

Il caratterista Mark Margolis, meglio conosciuto come volto di Hector Salamanca in Breaking Bad e Better Call Saul, si è spento all’età di 83 anni. Margolis è morto al Mount Sinai Hospital di New York dopo una breve malattia, secondo The Hollywood Reporter.

Protégé della famosa insegnante di recitazione Stella Adler, Margolis ha fatto il suo debutto sullo schermo con una piccola parte nella commedia erotica A bocca piena, nel 1976. Dopo piccole parti in diverse pellicole, tra cui Vestito per uccidere, il suo primo ruolo importante è arrivato in Scarface di Brian De Palma, in cui interpretava Alberto, un gangster che fa una brutta fine nel corso di una missione omicida insieme a Tony Montana (Al Pacino).

Sono seguiti poi ruoli più importanti, tra cui un ruolo ricorrente nella serie degli anni ’80 The Equalizer, l’irascibile padrone di casa di Jim Carrey nella commedia Ace Ventura: l’acchiappanimali. Ha anche collaborato frequentemente con il regista Darren Aronofsky, con un ruolo importante nel suo debutto alla regia Pi, e apparizioni nei suoi film successivi Requiem for a Dream, L’albero della vita, The Wrestler, Black Swan e Noah.

Il grande pubblico però lo ricorda nel ruolo di Hector Salamanca, personaggio fondamentale di Breaking Bad e, poi, di Better Call Saul.

L’invenzione della neve, il trailer del film di Vittorio Moroni

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L’invenzione della neve, il trailer del film di Vittorio Moroni

I Wonder Pictures diffonde il trailer de L’invenzione della neve, il film diretto da Vittorio Moroni con Elena Gigliotti, Alessandro Averone, Anna Ferruzzo, Anna Bellato, Eleonora De Luca e con Carola Stagnaro in arrivo nelle sale italiane giovedì 14 settembre con I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm Collection.

Il film sarà presentato in anteprima mondiale alla Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, all’interno delle Notti Veneziane, sezione realizzata dalle Giornate degli autori in accordo con Isola Edipo.

L’invenzione della neve è prodotto da 50N in associazione con Crédit Agricole Italia (ai sensi delle norme sul tax credit) e con la collaborazione di Cinnamon Digital Cinema, con il contributo dell’Assessorato regionale Turismo, Sport e Spettacolo – Sicilia Film Commission, realizzato nell’ambito del Programma Sensi Contemporanei Cinema e con il contributo di Apulia Film Fund di Apulia Film Commission e Regione Puglia a valere su risorse del POR Puglia FESR-FSE 2014/2020, con la sponsorizzazione di VIS e il supporto di Ala Bianca Group.

L’invenzione della neve vede protagonista Carmen – interpretata magistralmente da Elena Gigliotti – una donna dalla forza ancestrale, eccessiva, invadente, sbagliata e, forse, pericolosa. Carmen agisce usando bugie, manipolazioni e seduzione, come ha imparato fin da piccola, per non perdere sua figlia e l’uomo che dice di amare, Massimo. Una favola, animata da Gianluigi Toccafondo, fa da fil rouge alla storia che strega lo spettatore e lo accompagna nelle vite di Carmen e Massimo, dalle tinte fosche, spietate e paradossalmente romantiche. “Il film, a suo modo un noir, un thriller dell’anima” dichiara il regista “cerca di portare alla luce l’umanità che si cela dietro il loro costante bisogno di aggredirsi e di amarsi. Nonostante la loro crudeltà, Carmen e Massimo sono creature giuste, a modo loro, all’interno del modello che si sono dati, nonché l’unico che conoscono per esistere”.

L’invenzione della neve è stato girato in 18 giorni e le 6 scene principali sono state riprese senza interruzioni per 30 minuti in media, chiedendo agli attori di considerare ogni imprevisto come un’opportunità, di abitare la scena come un documentario, come la vita.

Carmen ama troppo intensamente, troppo a modo suo e il mondo non glielo perdona. Lei e Massimo si sono lasciati, ma Carmen continua a considerarlo l’uomo della sua vita. Adora Giada, la figlia che hanno avuto insieme e che adesso ha 5 anni. La bambina è stata affidata al padre, alla madre il permesso di vederla una volta ogni quindici giorni. Carmen non ci sta: sa di aver commesso degli errori, ma anche di essere una buona madre e non permetterà che accada di nuovo quello che è successo a lei da bambina. Se il mondo la vuole distruggere, lei trasformerà il mondo.

L’invenzione della neve, sarà nelle sale italiane giovedì 14 settembre con I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm Collection, dopo l’anteprima mondiale all’interno delle Notti Veneziane, sezione realizzata dalle Giornate degli autori in accordo con Isola Edipo.

Operazione Soulcatcher: tutto quello che c’è da sapere sul film Netflix

Uno dei titoli più visti del momento nel catalogo di Netflix è il film Operazione Soulcatcher, di produzione polacca. Dopo Mister Car e i templari, si tratta del secondo lungometraggio polacco a raggiungere in poco tempo le vette di Netflix. Il motivo è da ritrovarsi anche nel loro riprendere generi tipicamente americani per adattarli ai canoni delle proprie cinematografie. Operazione Soulcatcher non fa eccezione, propondo un thriller d’azione con un protagonista tormentato e una pericolosa arma di distruzione di massa pronta a finire nelle mani sbagliate.

A dirigere il film vi è Daniel Markowicz, il quale ha iniziato la propria carriera lavorando come addetto agli effetti visivi. In seguito si è dedicato alla produzione e solo nal 2019 ha deciso di debuttare come regista, dirigendo Diablo. Ad oggi ha diretto ben 5 film, dimostrandosi molto prolifico. Operazione Soulcatcher è al momento l’ultimo a cui ha lavorato e che grazie a Netflix gli sta permettendo di ottenere una maggiore notorietà. Il film è infatti un concentrato di azione, tensione e sequenze dal forte impatto.

Un titolo, dunque, che gli appassionati del genere non dovrebbero lasciarsi sfuggire, anche solo per potersi confrontare con qualcosa di diverso dai film statunitensi di questo genere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno i passaggi da compiere per poter vedere il film all’interno del catalogo di Netflix, qualora non si sia già iscritti alla piattaforma.

La trama di Operazione Soulcatcher

Protagonista del film è Kiel, un soldato tormentato dalla perdita del fratello Piotr durante un’operazione. Egli cerca un modo per venire a patti con questo lutto, elaborandolo come meglio possibile, ma i suoi tentativi devono essere messi in pausa quando viene raggiunto dal governo polacco che affida a lui e alla sua squadra di mercenari una rischiosa missione. Il gruppo deve recuperare una potentissima arma in grado di trasformare comuni essere umani in spietati zombie assetati di sangue. Se dovesse finire nelle mani sbagliate, si rivelerebbe dunque estremamente pericolosa.

Kiel e i suoi uomini partono dunque alla ricerca dell’arma, da recuperare specificatamente intatta in modo da poterla utilizzare per scopi positivi. Secondo un componente dei servizi segreti, infatti, se usata in maniera appropriata, l’arma sarebbe in grado di guarire il cancro. Kiel si ritroverà dunque ben presto al centro di un conflitto più violento del previsto, con l’importante compito di prendere decisioni che possono valere il futuro dell’umanità. Mentre tenta di compiere tutto ciò, il fantasma della perdita del fratello continuerà però a tormentarlo per tutta l’operazione.

Operazione-soulcatcher-cast

Il cast di Operazione Soulcatcher

Ad interpretare il protagonista, Kiel, vi è l’attore polacco Piotr Witkowski. Egli è noto in patria per aver recitato a film come Squadrone 303 – La grande battaglia, Diablo, Proceder, Mistrz e Una notte all’asilo, quest’ultimo a sua volta presente su Netflix. Proprio grazie alla piattaforma streaming ha potuto ora iniziare ad ottenere anche una notorietà internazionale. Accanto a lui si ritrovano poi gli attori Jacek Koman nel ruolo di Jan, Jacek Poniedzialek nel ruolo di Witold Mazur e Marius Bonaszewski in quelli del generale Yousif.

Ritroviamo poi nel film anche l’attrice Aleksandra Adamska, nota in patria per le serie Skazana, Krucjata e Langer, che recita qui nel ruolo di Burza. Gli attori Vansh Luthra e Sebastian Stankiewicz recitano rispettivamente nei ruoli di Harbir e Krzysztof. Mateusz Mlodzianowski recita nel ruolo di Byk, mentre Michalina Olzanska è Eliza Mazur. L’attrice è però nota ai fan della serie The Witcher per aver interpretato Marti negli episodio quinto e sesto della terza stagione. Concludono il cast del film Mateusz Rzezniczak nei panni di Damian, Jacek Knap in quelli dell’agente Artur e Michael Burdan in quelli di Piotr, fratello di Kiel.

Il trailer di Operazione Soulcatcher e come vedere il film in streaming su Netflix

Come anticipato, è possibile fruire di Operazione Soulcatcher unicamente grazie alla sua presenza nel catologo di Netflix, dove attualmente è al 2° posto della Top 10 dei film più visti sulla piattaforma in Italia. Per vederlo, basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di accedere al catalogo e di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nella piattaforma.

Fonte: IMDb

La lunga corsa, recensione del film di Andrea Magnani

La lunga corsa, recensione del film di Andrea Magnani

Andrea Magnani torna a dirigere con La lunga corsa, scegliendo come protagonista il giovane Adriano Tardiolo, che esordì con successo nel 2018 in Lazzaro felice di Alice Rohrwacher. Accanto a lui, nel ruolo di una bislacca figura “paterna”, Giovanni Calcagno. Così, dopo Easy – Un viaggio facile facile, suo esordio nel lungometraggio del 2017 con Libero De Rienzo e Nicola Nocella, Magnani prova a dar vita a una commedia dai toni surreali, quasi una favola sospesa nel tempo e nello spazio.

La trama de La lunga corsa

Giacinto, Adriano Tardiolo, è cresciuto in carcere, suo malgrado. I genitori, infatti, sono due detenuti e fin da piccolo Giacinto considera il mondo dietro le sbarre casa sua. Quello che per tutti è un luogo di reclusione e privazione della libertà diventa per lui anche il suo parco giochi e la sua finestra, seppur molto parziale, sul mondo. In questa crescita è aiutato dal capo della polizia penitenziaria, Jack, Giovanni Calcagno, che nonostante il carattere schivo, lo prende a ben volere. Così fa anche la direttrice del carcere, Barbora Bobulova, con cui Giacinto scoprirà di avere più di qualcosa in comune. Sua madre, invece, si occupa poco di lui e con difficoltà di sé stessa. Giacinto però, non sa come affrontare il mondo di fuori. Più diventa grande e più questa difficoltà si fa ingombrante. Al compimento dei diciotto anni si troverà a dover scegliere cosa fare della propria vita. Forse seguire l’esempio di Jack, la sua figura di riferimento? O forse trovare una strada che sia solo sua? Provare a camminare con le sue gambe, o magari a correre?

Una commedia stralunata e malinconica

La lunga corsa si autodefinisce una commedia stralunata. Come il precedente lavoro, un viaggio che partiva da un autoisolamento e poi si apriva verso il mondo, anche qui c’è una condizione di chiusura e poi un confronto arduo con il mondo esterno, nel quale il protagonista fatica ad entrare e a trovare una collocazione. L’impronta del racconto è leggera, con una nota di eccentricità e virate verso il surreale. A tratti divertente, ma lungi dall’essere francamente comico, il film fa sorridere, ma al tempo stesso si è accompagnati da una sottile vena di malinconia.

Adriano Tardiolo e Nina Naboka

Adriano Tardiolo, da Lazzaro felice a La lunga corsa

La lunga corsa è imperniato tutto sul suo protagonista, Adriano Tardiolo, che sembra portare con sé il personaggio che lo aveva lanciato con Lazzaro felice. Anche qui, infatti, torna a toccare le corde che gli sono congeniali, interpretando un giovane ingenuo e stralunato, dal buon cuore e dai sentimenti puri, proprio come per la pellicola di Rohrwacher. Mentre però, il personaggio di Lazzaro era il punto focale all’interno di una costruzione variegata e complessa, con molteplici livelli di lettura, anche indipendentemente dal protagonista, qui il regista e sceneggiatore Magnani lavora forse poco sul contesto. Al mondo fuori dal carcere, ad esempio, dedica brevi momenti e qualche ironica frecciata, mentre sarebbe valsa la pena di approfondire di più, con la capacità che lo stesso regista ha dimostrato di avere. L’ambientazione in un luogo unico, uno spazio chiuso, povero di stimoli e la penuria di personaggi accanto a Giacinto, non aiutano. Di fatto, a parte Jack – Giovanni Calcagno è coprotagonista convincente – vi sono solo la detenuta Rocky – nell’efficace interpretazione di Nina Naboka – e la direttrice del carcere Barbora Bobulova ad accompagnare il protagonista. Tardiolo dunque ha la responsabilità di trasportare lo spettatore nella sua favola sbilenca e non sempre vi riesce. Quella di Giacinto è un’esistenza fatta di pochi elementi, cui si aggiunge la corsa, unico passantempo che appare possibile. Questa sembra poter rivoluzionare tutto, scuotere una certa fissità che caratterizza la vita del protagonista, ma forse non viene sfruttata in tutte le sue potenzialità, pur riuscendo a vivacizzare la seconda parte del racconto. Il film ha momenti ricorsivi e fatica così a diventare coinvolgente.

A La lunga corsa manca una spinta

Il nuovo lungometraggio di Andrea Magnani appare come una sorta di favola moderna e leggera. Un viaggio di formazione, al quale però manca una spinta in più per essere veramente coinvolgente e far arrivare lo spettatore al cuore del messaggio. Resta comunque una riflessione garbata sulla condizione della reclusione, sul concetto di libertà, ma anche sul pregiudizio e sul carattere spesso fuorviante dell’apparenza, veicolata da uno stile poetico e a tratti surreale. Il regista non esita a schierarsi dalla parte degli outsider come Giacinto, che forse troverà una sua via, eccentrica, bislacca, ma sua. A chiusura del film, una dedica sentita a Libero De Rienzo, anche lui un outsider nel panorama cinematografico italiano, che avrebbe dovuto far parte del cast, ma è prematuramente scomparso nel 2021. La lunga corsa è una coproduzione Italia-Ucraina, prodotto da Pilgrim Film, Bartleby Film, Fresh Production Group, con Rai Cinema e distribuito da Tucker Film, sarà nelle sale italiane dal prossimo 24 agosto.

Medusa Deluxe, recensione del film di Thomas Hardiman

Medusa Deluxe, recensione del film di Thomas Hardiman

Secondo Ovidio, il poeta romano autore delle “Metamorfosi”, Medusa era una bellissima sacerdotessa finché la dea Atena non le trasformò i capelli in serpenti, in modo che nessuno si avvicinasse a lei. Infatti, chiunque la guardasse in faccia moriva sul colpo. Secondo Thomas Hardiman, il regista dell’ultima aggiunta su Mubi, Medusa Deluxe, è un affollatissimo nido di serpenti che spettegolano e litigano in attesa che la polizia li chiami, per cercare di risolvere un caso di omicidio.

Medusa Deluxe, la trama: acconciature mortali

Questo è quanto accade nei camerini e nei corridoi dell’edificio in cui era previsto un concorso regionale per parrucchieri, ora rimandato perché uno dei concorrenti è stato trovato morto e con lo scalpo tagliato, in stile pellerossa. Il colpevole, potrebbe essere indiferentemente una solitaria e calva guardia di sicurezza turca, una qualsiasi delle isteriche concorrenti, un’amante colombiana, le modelle e l’organizzatore del contest. Il mistero che circonda un omicidio così brutale e le logiche perplessità, angosce e paure di tutti coloro che conoscevano la vittima sono il punto di partenza di una storia che unisce il sofisticato e il volgare, la tragedia e la commedia, il cinema di genere con uno spirito di serie B.

Il film, presentato in anteprima mondiale al Festival di Locarno 2022, è strutturato come un lungo piano sequenza che si svolge in diverse stanze e sale dell’edificio – più alcuni esterni – mentre i partecipanti a una gara di parrucchieri affrontano le conseguenze del crimine. In questi camerini dove si annidano le malelingue, c’è Cleve (Clare Perkins), una donna aggressiva e competitiva che farebbe di tutto per far vincere la sua acconciatura. La cinepresa si allontana pian piano da lei e passa in rassegna altri parrucchieri come Divine (Kayla Meikle), le modelle Kendra, Timba e Inez (rispettivamente bionda caucasica, di origini africane, e asiatica), l’addetto alla sicurezza Gac (Heider Ali), il partner latino del defunto, Angel (Luke Pasqualino), e l’organizzatore dell’evento, Rene (Darrell D’Silva).

Più esperimento che thriller tradizionale

Non aspettatevi intrighi polizieschi nella tipica tradizione inglese. Qui, l’intrigo, sta tutto nei forsennati pettegolezzi di persone invidiose, nervose, rappresentate da un cast singolare e variegato dal punto di vista etnico, come lo è la Gran Bretagna di oggi. L’atmosfera è resa ancora più inquietante dalle luci al neon dell’edificio, dai sinuosi movimenti della macchina da presa dell’irlandese Robbie Ryan e dalla soundtrack di Korelessm che accompagna la presentazione di ogni contestant. La sceneggiatura potrebbe essere definita un poco carente, ma è sufficiente a fornire una rappresentazione vivace di questa simil-borghesia isolana e a dare vita a una serie di buone idee.

Sebbene abbia un punto di partenza poliziesco, è difficile considerarlo un thriller, ma piuttosto un misto di commedia nera e qualcosa di molto personale del regista britannico Thomas Hardiman. La macchina da presa fluttuante e mutevole del celebre direttore della fotografia irlandese Robbie Ryan (collaboratore, tra gli altri, di Yorgos Lanthimos, Andrea Arnold e Ken Loach) scorre tra i vari personaggi dando vita a sequenze teatrali, che vanno dalle stanze ai corridoi, proprio come se ci stessimo muovendo tra proscenio e camerini, dietro le quinte.

Medusa Deluxe di Thomas Hardiman

Il dark humor di Thomas Hardiman

Per il suo uso del dark humor e il mischiare senza soluzione di continuità cultura alta e bassa, Medusa Deluxe rimanda parecchio alla filmografia di un altro cineasta britannico, Peter Strickland. Emerge una concezione dell’umorismo come una parte naturale della vita quotidiana che alimenta anche le situazioni più estreme, come quelle che i personaggi del film devono affrontare quando scoprono il cadavere. Hardiman non lavora sulla base di gag efficaci, ma lasciando che una certa oscurità legata all’assurdo emerga in mezzo a situazioni che in superficie possono sembrare più drammatiche. Allo stesso tempo, punta più sulla decostruzione dei diversi elementi della sua storia che sulla classica costruzione di suspense, tensione e intrigo. Medusa Deluxe è un film di climi, di atmosfere, una scommessa sul lato più ludico e a volte sperimentale del cinema che si permette di uscire dai canoni abituali del thriller per poi avventurarsi nel musical più delirante. Con l’irriverenza e l’audacia di un’opera prima visivamente abbagliante e che attirerà sicuramente l’attenzione di una buona fetta di pubblico.

Come esperimento visivo e formale, Medusa Deluxe è a tratti affascinante e molto singolare: un mondo di modelle e parrucchieri che si comportano come se fossero nel backstage di una grande sfilata di moda quando invece si tratta, come dicono più volte, di un concorso regionale britannico. Ma questo non toglie nulla al loro glamour o alla loro competitività: nel backstage, commettere o assistere a un crimine sembra la cosa più chic che possa capitare.

MCU: le 10 peggiori decisioni prese da Nick Fury

MCU: le 10 peggiori decisioni prese da Nick Fury

Nick Fury ha preso alcune decisioni terribili nel MCU sin dalla sua prima apparizione in Iron Man del 2008. Samuel L. Jackson ha debuttato nei panni di Nick Fury nella scena post-credits del film, che anticipava la formazione degli Avengers dopo la rivelazione di Tony Stark. Jackson è apparso in un totale di undici film e due serie televisive ambientate nel mondo del MCU, per un periodo di ben 15 anni, il che lo rende uno degli attori più longevi di qualsiasi franchise di supereroi in live action. Se Nick Fury è stato spesso associato agli eroi del MCU, le sue azioni sono state raramente così eroiche. La storia del personaggio è stata esplorata in dettaglio e gli spettatori lo hanno spesso visto fare scelte sbagliate a spese di altri personaggi. Ecco dieci esempi delle peggiori decisioni prese da Nick Fury nell’MCU.

Sfruttare gli Skrull a proprio vantaggio

MCU Skrull

Ambientato nel 1995, Captain Marvel presentò per la prima volta gli Skrull mutaforma a Nick Fury, e il futuro direttore dello SHIELD strinse subito un legame con il generale Skrull Talos. Secret Invasion della Fase 5 rivelò che Fury aveva stretto un accordo con gli Skrull: se avessero lavorato segretamente per lui, avrebbe permesso loro di vivere sulla Terra mentre lui e Carol Danvers avrebbero cercato una nuova casa per loro. Sfortunatamente, Fury non ha mantenuto la sua parte dell’accordo nemmeno trent’anni dopo, sfruttando invece le capacità di mutamento di forma degli Skrull per svolgere missioni per lui, permettendogli di scalare i ranghi dello SHIELD.

Creare armi per proteggere la Terra dopo l'”invasione” di Thor

Nick Fury Thor

Avengers del 2012 ha riunito per la prima volta la squadra sotto la tutela di Nick Fury e dello SHIELD, ma ha anche rivelato che l’organizzazione stava conducendo alcuni esperimenti potenzialmente nefasti. Dopo aver hackerato i server dello SHIELD, Tony Stark ha scoperto che Fury e lo SHIELD stavano usando il Tesseract per sviluppare armi pericolose. Inizialmente, ciò avveniva in risposta all’arrivo di Thor sulla Terra e al successivo attacco di Loki in Thor del 2011, ma la scoperta delle forze dell’HYDRA che crescevano all’interno dello SHIELD in The Winter Soldier suggerisce che queste armi sarebbero state utilizzate per scopi più distruttivi.

Mantenere il segreto sull’esistenza di Captain Marvel

Nick Fury Captain Marvel

Brie Larson non è stata introdotta nel ruolo di Captain Marvel nel MCU fino al 2019, ma il suo film di debutto era ambientato nel 1995 e rivelava che aveva incontrato un giovane Nick Fury quasi subito dopo l’atterraggio sulla Terra. Ciò significa che Fury era a conoscenza di Captain Marvel in tutte le sue precedenti apparizioni nel MCU, il che solleva la questione del perché non abbia contattato la sua amica dotata di superpoteri. Danvers ha sottolineato che dovrebbe essere contattata solo in caso di emergenza, ma la minaccia dell’arrivo degli Asgardiani sulla Terra, l’attacco di Loki a New York e il piano di Ultron per la fine del mondo avrebbero certamente costituito delle emergenze, quindi Fury non ha rivelato prima l’esistenza di Capitan Marvel è stata una mossa terribile.

Abbandonare gli Avengers

MCU Captain America The Winter Soldier

Dopo i drammatici eventi di Captain America: The Winter Soldier, Nick Fury è stato dato per morto e i segreti dello SHIELD e dell’HYDRA sono stati rivelati al mondo. Questo ha portato Fury a nascondersi, abbandonando i suoi amici supereroi anche nei momenti in cui avevano più bisogno di lui. Fury è apparso durante Avengers: Age of Ultron, aiutandoli a salvare i civili a Sokovia, ma poi Fury è rimasto assente fino a Infinity War, e non per aiutare la squadra che aveva riunito. Avrebbe potuto aiutarli a gestire gli Accordi di Sokovia, aiutarli a proteggere Bucky Barnes o fornire assistenza durante le varie battaglie contro Thanos, ma Fury non si è mai preoccupato di apparire.

Manipolazione dell’Uomo Ragno con l’aiuto di Talos

Nick Fury Spider-Man

Nick Fury è stato vittima dello schiocco di dita di Thanos in Infinity War, ma è tornato dopo il Blip in Endgame e sembra essersi lanciato subito nell’aiutare Spider-Man ad affrontare una nuova minaccia dopo la morte traumatica del suo precedente mentore, Tony Stark. Mysterio e i suoi “Elementali” hanno rappresentato un enorme pericolo sulla scia di Avengers: Endgame, ma invece di affrontare il problema in prima persona, Nick Fury ha inviato Talos al suo posto, che ha proceduto a manipolare Peter Parker affinché si unisse alla loro lotta. Mentre tutto questo accadeva, Fury si sentiva evidentemente al di sopra di tutto, scegliendo invece di fingere di essere in vacanza su un’isola deserta a bordo della Stazione Spaziale SABER.

Sfruttare la morte di Phil Coulson per formare gli Avengers

MCU Phil Coulson

Una delle decisioni più controverse prese da Nick Fury nel MCU è arrivata durante Avengers, che ha visto l’elivelivolo dello SHIELD che ospitava i supereroi emergenti attaccato dalle forze di Loki. Durante l’attacco, Phil Coulson interpretato da Clark Gregg perse la vita e gli Avengers vennero dispersi, facendo potenzialmente svanire le speranze di vedere gli eroi riunirsi. Tuttavia, Fury ha usato la tragica morte di Coulson per motivare gli Eroi più potenti della Terra a riunirsi e ad affrontare Loki, usando come catalizzatore delle carte collezionabili macchiate di sangue. Questo non sarebbe stato così discutibile se le carte fossero state effettivamente sulla persona di Coulson, piuttosto che nel suo armadietto, quindi questo ha fornito solo un assaggio delle abilità di manipolazione di Fury.

Lasciare la moglie dopo il rientro dal Blip

Nick Fury moglie

Secret Invasion ha rivelato in modo scioccante che Nick Fury è stato sposato per decenni, ma non solo: è stato sposato con una Skrull di nome Varra (che ha adottato il nome umano di Priscilla). Varra aveva lavorato per Fury poco dopo gli eventi di Captain Marvel e i due avevano instaurato una relazione sentimentale negli anni ’90 e 2000. Al momento della sua presentazione, tuttavia, Varra ha rivelato di essere stata devastata dalla scomparsa di Fury dopo lo schiocco di Thanos. Tuttavia, è rimasta ancora più ferita dal fatto che, quando lui è tornato, ha scelto volontariamente di partire ancora una volta per lavorare alla Stazione Spaziale SABER, trascurando l’importanza del suo matrimonio.

Salta il suo stesso incontro con Gravik

MCU Gravik

Nel corso dei sei episodi di Secret Invasion, è stata ventilata una battaglia tra Fury e il Gravik interpretato da Kingsley Ben-Adir, il leader della ribellione Skrull. Il tutto si è concretizzato nel finale di Secret Invasion, che ha visto Fury consegnare il DNA degli Avengers, il Raccolto, permettendo a Gravik di trasformarsi nel Super Skrull e di combattere Fury. Tuttavia, Fury si è rivelato essere G’iah interpretato da Emilia Clarke sotto mentite spoglie, il che ha portato a un’enorme battaglia in CGI. Questa decisione controversa è stata resa ancora più grave dal fatto che Fury deve aver scelto di evitare di combattere Gravik, il che significa che le morti di Maria Hill e Talos e le sostituzioni di Rhodey ed Everett Ross sono state ben poca cosa.

Lasciare Iron Man fuori dagli Avengers

Nick Fury Iron Man

Dopo l’apparizione di Nick Fury nella scena post-credits di Iron Man, ci si aspettava che Tony Stark sarebbe stato un candidato sicuro per gli Avenegers. Tuttavia, Iron Man 2 del 2010, che vedeva Fury in un ruolo più importante, ha rivelato che Stark era ancora in considerazione e alla fine è stato escluso. Stark sarebbe stato invece un consulente dello SHIELD, una delle peggiori decisioni prese da Fury. Anche se Stark sarebbe diventato rapidamente un membro dei Vendicatori solo due anni dopo, il fatto che Fury fosse disposto a escludere un potente supereroe dalla squadra dimostrò fin da subito che forse non aveva fatto le scelte giuste.

Fuggire dalla Terra durante l’attacco agli Skrull

Nick Fury Secret Invasion

Nick Fury è tornato sulla Terra solo in Secret Invasion a causa del suo precedente legame con Gravik e sentendosi responsabile delle azioni della ribellione Skrull. Il finale di Secret Invasion ha visto Fury abbandonare ancora una volta la Terra, poco dopo la morte di Gravik, sentendosi apparentemente al termine del suo lavoro. Probabilmente non avrebbe potuto lasciare la Terra in un momento peggiore, dato che il Presidente degli Stati Uniti, Ritson, ha dichiarato guerra agli Skrull in Secret Invasion, il che significa che le vite di un milione di Skrull innocenti sulla Terra sono ora in pericolo – a causa di Nick Fury. Nonostante ciò, è tornato alla Stazione Spaziale SABER pronto per la sua apparizione in The Marvels del 2023.

The Flash: disponibile su tutte le principali piattaforme digitali per Warner Bros. Home Entertainment

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Warner Bros. Pictures presenta The Flash, diretto da Andy Muschietti (i film di “IT”, “La Madre”) e interpretato da Ezra Miller, che torna nei panni di Barry Allen nel primo stand alone cinematografico del Supereroe DC.

In “The Flash” i mondi si incontreranno quando Barry userà i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo e cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo di salvare la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato, minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi. L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano imprigionato…. malgrado non sia più colui che sta cercando. In definitiva, per salvare il mondo in cui si trova e tornare al futuro che conosce, l’unica speranza per Barry è ‘correre per la sua vita’. Ma questo estremo sacrificio sarà sufficiente per resettare l’universo?

Fanno parte del cast di “The Flash” anche l’astro nascente Sasha Calle, Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of Justice”), Ron Livingston (“Loudermilk”, “L’evocazione – The Conjuring”), Maribel Verdú (“Elite”, “Y tu mamá también – Anche tua madre”), Kiersey Clemons (“Zack Snyder’s Justice League”, “Sweetheart”), Antje Traue (“King of Ravens”, “L’uomo d’acciaio”) e Michael Keaton (“Spider-Man: Homecoming”, “Batman”).

“The Flash” è prodotto da Barbara Muschietti (i film “IT”, “La Madre”) e Michael Disco (“Rampage – Furia Animale”, “San Andreas”). La sceneggiatura è di Christina Hodson (“Birds of Prey”, “Bumblebee”), con una screen story di John Francis Daley e Jonathan Goldstein (“Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri”, “Spider-Man: Homecoming”) e Joby Harold (“Transformers: Il risveglio”, “Army of the Dead”), basato sui personaggi dell’Universo DC. I produttori esecutivi sono Toby Emmerich, Walter Hamada, Galen Vaisman e Marianne Jenkins.

Ad affiancare il regista Muschietti dietro la macchina da presa è il team composto dal direttore della fotografia Henry Braham (“Guardiani della Galassia Vol. 3”, “The Suicide Squad”), lo scenografo Paul Denham Austerberry (“IT Capitolo 2”, “La forma dell’acqua”), i montatori Jason Ballantine (i film “IT”,“Il grande Gatsby”) e Paul Machliss (“The Gentlemen”, “Baby Driver – Il genio della fuga”) e la costumista Alexandra Byrne (“Doctor Strange”, “Guardiani della Galassia”). La colonna sonora è di Benjamin Wallfisch (“L’uomo invisibile”, i film “IT”).

Warner Bros. Pictures presenta una produzione Double Dream/ Disco Factory, un film di Andy Muschietti: “The Flash”, è stato distribuito nelle sale italiane da Warner Bros. Pictures.

Strange Planet – Uno strano mondo, il trailer della serie Apple TV+

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Apple TV+ ha svelato il trailer di “Strange Planet – Uno strano mondo“, la nuova serie animata per adulti composta da 10 episodi che farà il suo debutto il 9 agosto con i primi tre episodi, seguiti da nuove puntate settimanali ogni mercoledì, fino al 27 settembre. Basata sull’omonima graphic novel bestseller del New York Times, divenuta un fenomeno sui social media, “Strange Planet – Uno strano mondo” offre uno sguardo esilarante e perspicace su uno scenario lontano non dissimile dal nostro. In un mondo stravagante di rosa e viola, gli esseri blu esplorano l’assurdità delle tradizioni umane quotidiane.

A dare voce a questo mondo di strani esseri sono il candidato al Gotham Award Tunde Adebimpe (“Rachel sta per sposarsi”), la candidata all’Emmy Demi Adejuyigbe (“The Amber Ruffin Show”), Lori Tan Chinn (“Awkwafina è Nora del Queens”), il candidato al Critics Choice Award Danny Pudi (“Community”) e la candidata all’Emmy Award Hannah Einbinder (“Hacks”).

“Strange Planet – Uno strano mondo” è co-creata e prodotta esecutivamente dal vincitore dell’Emmy Dan Harmon (“Rick and Morty”, “Community”) e dall’autore di bestseller del New York Times Nathan W. Pyle. Il vincitore del premio Oscar® Alex Bulkley (“Pinocchio di Guillermo del Toro”), il vincitore del premio Emmy Corey Campodonico per ShadowMachine (“BoJack Horseman”, “Tuca & Bertie”), Lauren Pomerantz (“Saturday Night Live”, “The Ellen DeGeneres Show”), la vincitrice del premio Emmy Amalia Levari (“Over the Garden Wall”, “Harvey Beaks”), Steve Levy (“Rick and Morty”, “Community”) e Taylor Alexy Pyle fungono da produttori esecutivi. “Strange Planet – Uno strano mondo” è prodotto da Apple Studios e ShadowMachine.

Apple TV+ offre serie drammatiche e commedie avvincenti e di qualità, lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento per bambini e famiglie, ed è disponibile per la visione su tutti i tuoi schermi preferiti. Dopo il suo lancio il 1° novembre 2019, Apple TV+ è diventato il primo servizio di streaming completamente originale a essere lanciato in tutto il mondo, ha presentato in anteprima più successi originali e ha ricevuto riconoscimenti più velocemente di qualsiasi altro servizio di streaming. Ad oggi, i film, i documentari e le serie originali Apple sono stati premiati con 369 vittorie e 1.478 nomination ai premi, tra cui la commedia pluripremiata agli Emmy “Ted Lasso” e lo storico Oscar® come Miglior film a “CODA”.

Campari torna protagonista di Venezia 80

Campari torna protagonista di Venezia 80

Da mercoledì 30 agosto a sabato 9 settembre, Campari tingerà di Rosso il Lido di Venezia portando le sue note di Passione e Creatività alla 80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica – La Biennale di Venezia.

Al centro delle iniziative Campari, Main Sponsor della Mostra per il sesto anno consecutivo, l’incontro tra i nomi affermati del Grande Schermo e i giovani talenti emergenti, un fil rouge che da sempre contraddistingue il brand simbolo dell’aperitivo italiano per eccellenza.

Il palinsesto firmato Campari si animerà di appuntamenti esclusivi che avranno come cornice due location d’eccezione. La Campari Lounge – situata presso la Terrazza Biennale, proprio di fronte al Palazzo del Casinò – diventata ormai punto d’incontro fondamentale per parlare di cinema e respirare l’atmosfera del Lido. Anche quest’anno, coloro che varcheranno la sua soglia avranno la possibilità di assaporare lo stile e il gusto della speciale cocktail list ideata e servita da Camparino in Galleria, il celebre locale meneghino fondato nel 1915 da Davide Campari.

Venerdì 1 settembre, Campari riaprirà, dopo 13 anni, le porte dello storico Hotel des Bains per un esclusivo  party da tappeto rosso, con la volontà di celebrare un luogo straordinario di storia che, dal 1900, è stato binomio di splendore e avanguardia, nonché fonte di ispirazione per le più grandi opere letterarie e cinematografiche, sia in Italia che a livello internazionale. Simbolo della Bella Epoque, l’Hotel des Bains è un luogo magico che ha ospitato fin dall’inizio, nelle proprie sale, i momenti più importanti della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, il più antico festival di cinema al mondo.

Ma non solo. Gli appuntamenti Campari si susseguiranno per tutta la durata della Biennale Cinema 2023 e moltissimi saranno i volti del cinema che si alterneranno durante tutti gli 11 giorni della Mostra, con presentazioni e incontri.

Non mancherà il premio ufficiale Campari Passion For Film Award che, giunto alla sesta edizione, ha l’obiettivo di valorizzare e premiare lo straordinario contributo e la passione che i collaboratori più stretti dei registi offrono al compimento di ciascun film.

In qualità di Main Sponsor della Mostra, Campari conferma il suo impegno per il Cinema, attraverso la propria Red Passion, quell’elemento in grado di muovere l’istinto creativo nascosto in ognuno di noi, accompagnando ospiti e spettatori in un vero e proprio viaggio nella Passione e nella Creatività del grande Cinema.

L’incredibile Hulk: il regista rivela i piani scartati per il sequel del MCU

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L’incredibile Hulk è notoriamente uno dei film più controversi dell’MCU: i personaggi, le trame e persino la sua star (Edward Norton) sono stati a lungo esclusi dai successivi film MCU, con Mark Ruffalo che è poi stato chiamato ad assumere il ruolo Bruce Banner / Hulk nel primo film sugli Avengers, sostituendo dunque Norton. Solo ora si stanno riprendendo alcuni dei personaggi di quel film, molti dei quali compariranno in Captain America: Brand New World.

Tuttavia, il regista di L’incredible Hulk, Louis Leterrier, ha rivelato che inizialmente c’erano alcuni piani in atto per un L’incredibile Hulk 2. “Sì, c’era un intero sequel in programma“, ha detto Leterrier a Chris Killian di ComicBook.com durante le interviste per il suo ultimo film, Fast X. Il regista è andato poi più nei dettagli, spiegando che L’incredibile Hulk 2 avrebbe introdotto due note varianti del Hulk verde nell’MCU: “C’erano Hulk Grigio e Hulks Rosso. C’erano molte cose buone che stavamo pianificando“.

Come noto, purtroppo l’MCU non si è mai avventurato molto più a fondo nell’approfondimento di Hulk dopo il film del 2008. Solo grazie alla serie She-Hulk si è avuto qualche dettaglio in più sul personaggio. “Hulk è un personaggio complesso all’interno dell’Universo Marvel“, ha ammesso Leterrier. “Vuoi l’Hulk primordiale … l’Hulk della rabbia. E poi quando vai su Hulk Grigio e Smart Hulk perdi gli aspetti originali e ti ritrovi con qualcosa di più infantile”.

Leterrier ha poi concluso dicendo che l’Hulk che vediamo ora è molto lontano dall’Hulk che lui stava cercando di costruire: “Ma quello era l’aspetto divertente del mio film, l’accesso alla coscienza del personaggio e tutta quella roba. È stato davvero divertente. Ed è quello che intendevo fare. Ma devi prenderti il giusto tempo. Perché ci sono così tanti personaggi che vogliono tutto in fretta. Mi piace She-Hulk, ma poi sai, lo yoga tra Hulk e… ero tipo ‘Okay! Sì, siamo molto lontani dal mio Hulk.’

Le 10 migliori serie Netflix che tutti dovrebbero vedere

Le 10 migliori serie Netflix che tutti dovrebbero vedere

State girovagando su Netflix alla ricerca della serie perfetta in cui immergervi? Il servizio di streaming offre così tanti contenuti straordinari che può essere difficile scegliere. Ebbene, abbiamo la soluzione: gli utenti Reddit hanno stilato una classifica delle serie tv imperdibili sulla piattaforma. Dagli inquietanti thriller soprannaturali alle stravaganti commedie d’animazione, fino alla fantascienza che stravolge la mente, questa lista ne ha per tutti i gusti. Cosa state aspettando? Prendete qualche snack, mettetevi comodi sul divano e tuffatevi in questi show spettacolari.

‘The Haunting of Hill House’ (2018)

The Haunting of Hill House recensione serie tvMenzionata da salmonngarfunkel, The Haunting of Hill House è una serie che non potete perdere; questa serie da brivido vi terrà con il fiato sospeso, incapaci di distogliere lo sguardo. Sarete affascinati dagli eventi misteriosi che si svolgono sullo schermo e dai personaggi complessi e stratificati.Questo avvincente thriller soprannaturale vi perseguiterà a lungo dopo la visione, tenendovi svegli di notte a chiedervi cosa potrebbe nascondersi nell’ombra. La fotografia e la scenografia sono visivamente straordinarie: Hill House stessa diventa un personaggio, minaccioso e manipolatore, si percepisce il terrore e il presentimento in ogni stanza. The Haunting of Hill House è una masterclass dell’horror psicologico che spaventa e incanta.

‘Dark’ (2017-2020)

Dark serie tv netflixSe i misteri che sconvolgono la mente sono la vostra passione, dovete assolutamente vedere Dark. Questa serie fantascientifica tedesca vi farà girare la testa nel modo migliore. Ambientata in una piccola città tedesca, Dark include viaggi nel tempo tra il 2019, il 1986 e il 1953, e riesce a inquadrare ogni epoca con un tono diverso. Mentre i personaggi viaggiano da un’epoca all’altra, si confrontano con il modo in cui le loro azioni nel passato possono influenzare il presente e il futuro. Con la sua colonna sonora da capogiro, la fotografia d’atmosfera e gli infiniti colpi di scena, Dark è un’emozionante cavalcata mentale che vorrete rivivere ancora e ancora. Una volta iniziato a guardarlo, non riuscirete a smettere finché non avrete percorso tutti i 33 episodi.

‘Midnight Mass’ (2021)

Midnight Mass recensione serie tv netflixMidnight Mass è una serie horror soprannaturale che vi terrà col fiato sospeso. Questo viaggio da brivido in sette episodi è incentrato su una comunità isolana che sperimenta strani eventi dopo l’arrivo di un misterioso prete. Secondo i fan, si tratta di un capolavoro dell’horror e di uno dei migliori originali Netflix. Preparatevi a suspense, jump scares e colpi di scena a volontà. La particolarità di questo progetto di Mike Flanagan sono le sue sfumature religiose, e l’esplorazione del tema della fede di fronte all’ignoto. Gli utenti di Redditors lodano la serie per l’atmosfera inquietante, i personaggi ben sviluppati e le riflessioni che suscita.

‘The Last Kingdom’ (2015-2022)

Se amate la fiction storica, The Last Kingdom fa per voi. Questa serie ricca di azione segue le avventure di Uhtred di Bebbanburg, un ragazzo sassone catturato e cresciuto dai vichinghi. Ambientata nell’Inghilterra del IX secolo, i regni di Wessex e Mercia sono sotto attacco da parte dei danesi invasori. Il nostro eroe Uhtred si trova in bilico tra la sua educazione vichinga e il suo retaggio sassone, mentre i regni inglesi lottano per la sopravvivenza. Pieno di battaglie epiche, intrighi politici e un tocco di romanticismo, The Last Kingdom vi appassionerà all’istante. Le scenografie, i costumi e la fotografia sono splendidi e vi trasporteranno in un’epoca lontana, fatta di mura di scudi e antiche navi da guerra.

‘Arcane’ (2021-)

Arcane NetflixSuggerita dal Redditor Maluber, Arcane è una serie animata ambientata nell’universo di League of Legends che vi lascerà a bocca aperta. Questa serie ha tutto: magia, mistero, azione e cuore. La storia segue due sorelle, Vi e Jinx, che finiscono su fronti opposti in una guerra tra la città tecnologicamente avanzata di Piltover e la città sotterranea oppressa di Zaun. Questa serie è stata considerata un vero e proprio capolavoro visivo, con un’animazione di qualità cinematografica e un’ispirazione steampunk stupefacente. I personaggi, inoltre, sono complessi e avvincenti e vi troverete profondamente coinvolti nella relazione tra Vi e Jinx. Arcane è stata elogiata dalla critica e dai fan; attualmente ha un punteggio di critica del 100% e di pubblico del 98% su Rotten Tomatoes.

‘Mindhunter’ (2017-2019)

Mindhunter NetflixCome il Redditor SlyZip, se siete fan dei thriller psicologici e dei drammi polizieschi, Mindhunter fa per voi! Questa serie avvincente segue gli agenti dell’FBI Holden Ford e Bill Tench mentre interrogano serial killer imprigionati per cercare di capire le loro motivazioni. Le interpretazioni di questa serie sono fantastiche: Jonathan Groff è brillante nel ruolo dell’ambizioso ed eccentrico agente Ford. Holt McCallany interpreta il suo severo ma solidale partner Tench: insieme, la loro chimica illumina lo schermo. Con la sua trama e atmosfera inquietante, Mindhunter non è adatto ai deboli di cuore!

‘Black Mirror’ (2011-)

Black Mirror 6 Aaron PaulSe siete in vena di una serie sconvolgente che vi lascerà con una sensazione perenne di inquietudine addosso, Black Mirror è quello che fa per voi. Questa serie antologica britannica di fantascienza, citata da quidquid_ di Redditor, esplora il rapporto dell’umanità con la tecnologia in un modo spaventosamente plausibile e allo stesso tempo assolutamente avvincente. Ogni episodio presenta un nuovo cast e una nuova trama, con il filo conduttore dell’eccessiva dipendenza e sottomissione dell’umanità alla tecnologia. La serie è una rivisitazione moderna di Ai confini della realtà, che utilizza satira e suspense per evidenziare le potenziali conseguenze di tecnologie come i social media, la realtà virtuale e la sorveglianza. Alcuni episodi vi lasceranno sicuramente a bocca aperta.

‘Bojack Horseman’ (2014-2020)

Bojack Horseman Netflix
BOJACK HORSEMAN

Bojack Horseman è una delle serie animate più intelligenti e creative che Netflix possa offrire. Questa serie vi farà ridere, piangere e mettere in discussione le vostre scelte di vita, il tutto nell’arco di 22 minuti. Bojack Horseman racconta la storia di un cavallo antropomorfo di nome BoJack Horseman, una star della sitcom degli anni ’90 che cerca di trovare la sua strada in un groviglio di disgusto per se stesso, whisky e relazioni fallite. Questa serie bizzarra e fantasiosa è piena di giochi di parole sugli animali e di un umorismo arguto che vi farà ridere per tutto il tempo. Ma, sotto la sua apparentemente “sciocca” superficie, BoJack Horseman è uno show sorprendentemente profondo che affronta candidamente temi molto importanti.

‘Sex Education’ (2019-2023)

SEX EDUCATION Netflix
SEX EDUCATION SEASON 4

Sex Education è un gioiello di Netflix che il redditor Large_Sense3833 raccomanda vivamente, in quanto unisce umorismo e sincerità in un rinfrescante pacchetto da coming-of-age. Hanno anche detto: “Sex Educationuna commedia rabbiosa e sincera! Quest’anno esce anche l’ultima stagione“. La serie è incentrata su Otis, un liceale socialmente impacciato, e sulla sua amica ribelle Maeve, che si uniscono per offrire consigli sul sesso ai loro compagni di scuola. Mentre affrontano le loro insicurezze e le loro relazioni, formano un legame unico che guida la narrazione commovente dello show. Al di là dell’umorismo arguto e delle trame avvincenti, si distingue per l’approccio disinvolto alla discussione sulla sessualità e alla rappresentazione diversificata dei personaggi. Affrontando temi come il consenso, l’identità e la scoperta di sé, la serie esplora senza paura le complessità dell’adolescenza e dell’età adulta.

‘Beef’ (2023-)

Beef. Ali Wong as Amy in episode 101 of Beef. Cr. Andrew Cooper/Netflix © 2023

Beef è un’avvincente serie dark comedy su Netflix suggerita dal Redditor Complete-Squirrel-21, che segue le conseguenze di un incidente stradale tra due sconosciuti, Amy Lau e Danny Cho. Man mano che la trama si evolve, si trasforma da un insignificante scontro di strada a un commento profondo sulla paternità, sulle relazioni e sull’essenza della vita. L’eccezionale ritratto di personaggi asiatici a tutto tondo si libera dagli stereotipi, approfondendo l’impatto dell’indisponibilità emotiva e del trauma genitoriale. Sullo sfondo di vendette e sogni infranti, Beef mette in discussione la nozione stessa di amore ed esplora la qualità senza tempo dell’arte. Con la sua narrazione avvincente, l’umorismo ironico e i temi esistenziali, è una serie imperdibile che tiene gli spettatori sul filo del rasoio e offre un’avvincente esplorazione della psiche umana.

Gen V: ecco il trailer della serie spin-off di The Boys

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Gen V: ecco il trailer della serie spin-off di The Boys

Prime Video ha svelato oggi il teaser trailer ufficiale dell’attesissima serie Original Gen V. La serie debutterà in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo venerdì 29 novembre con i primi tre episodi, seguiti da nuovi ogni settimana fino all’epico finale di stagione di venerdì 3 novembre.

Il teaser ufficiale regala un’anteprima della vita alla Godolkin University, l’unico college d’America per i giovani supereroi (controllato dalla Vought International). Dal mondo di The Boys arriva Gen V, il racconto della formazione scolastica della prima generazione di supereroi a conoscenza del Compound V, i cui superpoteri non sono innati, ma sono stati loro iniettati. Questi giovani e competitivi eroi metteranno alla prova i propri limiti, sia fisici sia morali, nell’impresa di raggiungere la bramata prima posizione della classifica della scuola. Presto impareranno che l’ambizione necessita di sacrifici e che la differenza tra giusto e sbagliato non è così chiara come credevano. Quando gli oscuri segreti dell’università verranno a galla, gli studenti dovranno fare i conti con il tipo di supereroi che vogliono diventare.

Il cast della serie include Jaz Sinclair, Chance Perdomo, Lizze Broadway, Shelley Conn, Maddie Phillips, London Thor, Derek Luh, Asa Germann, Patrick Schwarzenegger, Sean Patrick Thomas e Marco Pigossi. In Gen V vedremo anche Clancy Brown e Jason Ritter nel ruolo di guest star, oltre alla partecipazione straordinaria di Jessie T. Usher, Colby Minifie e P.J. Byrne negli stessi ruoli che interpretano in The Boys.

Gen V – il progetto

Michele Fazekas e Tara Butters sono showrunner ed executive producer della serie. Eric Kripke, Seth Rogen, Evan Goldberg, James Weaver, Neal H. Moritz, Ori Marmur, Pavun Shetty, Ken Levin, Jason Netter, Garth Ennis, Darick Robertson, Craig Rosenberg, Nelson Cragg, Zak Schwartz, Erica Rosbe e Michaela Starr sono executive producer anche dello spinoff della serie. Nel ruolo di co-executive producer troviamo Brant Englestein, Sarah Carbiener, Lisa Kussner, Gabriel Garcia, Aisha Porter-Christie, Judalina Neira e Loreli Alanís. La serie è prodotta da Sony Pictures Television e Amazon Studios, in collaborazione con Kripke Enterprises, Point Grey Pictures e Original Film.

Tobey Maguire rivela che “Spider-Man: No Way Home ha rinvigorito il mio interesse per la recitazione”

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Per molti fan, la versione di Spider-Man di Tobey Maguire continua ad essere la versione cinematografica migliore tra quelle realizzate. Il pubblico è dunque rimasto entusiasta nel vedere Maguire interpretare ancora una volta il personaggio nel film del Marvel Cinematic Universe Spider-Man: No Way Home. Ora, nel libro Spider-Man: No Way Home – The Art of the Movie (tramite The Direct), Tobey Maguire ha finalmente parlato di quell’esperienza e di come è stato interpretare ancora una volta il supereroe.

Prima di Spider-Man: No Way Home, ricordiamo che l’Uomo Ragno di Maguire è stato visto l’ultima volta in Spider-Man 3 del 2007. Sebbene fosse previsto un quarto film con il ritorno sia di Maguire che del regista Sam Raimi, il film è stato ufficialmente cancellato nel 2010. Sebbene fosse dunque passato più di un decennio da quando Maguire ha interpretato Spider-Man, l’attore era pronto per tornare nei panni del supereroe. “Quando hanno chiamato inizialmente… ho pensato, ‘Finalmente!’ Mi sentivo grato, davvero aperto alla cosa, immediatamente pronto a prendervi parte“, ha detto Maguire.

Non senza provare una certa tensione, ovvio, Ma l’idea di stare accanto a persone talentuose e creative e lavorare insieme, per me è può essere solo un sì.” Nel film, lo Spider-Man di Maguire collabora sia con la versione di Andrew Garfield e quella Tom Holland. “Lavorare con Andrew [Garfield] e Tom [Holland] è stato davvero speciale, un’esperienza molto ricca“, ha detto Maguire. “In un certo senso, ha rinvigorito il mio interesse per la recitazione. Sembrava una vera fratellanza, che era anche ciò a cui miravamo, per noi e per i personaggi. Tutto questo è stato energizzante e rinvigorente per me“.

Essendo il più anziano Spider-Man, il Peter di Maguire è stato anche mentore dei suoi due successori nel film. La versione di Maguire aiuta infatti quella di Holland a non seguire un sentiero oscuro e uccidere il Green Goblin (Willem Dafoe) per aver assassinato sua zia May (Marisa Tomei). Il Peter di Maguire offre anche una speranza alla versione di Garfield, la quale è ancora sconvolta dalla morte di Gwen Stacy (Emma Stone), sulla ricerca di qualcuno di speciale. Reduce da questa positiva esperienza, Tobey Maguire potrebbe dunque decidere di tornare sul grande schermo con maggior frequenza.

Tiro al piccione – Ritratto di John Le Carré, annunciato il nuovo documentario di Errol Morris

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Apple Original Films ha annunciato “Tiro al piccione – Ritratto di John Le Carré” il nuovo documentario realizzato dal premio Oscar® Errol Morris (“The Fog of War – La guerra secondo Robaert McNamara”) e da The Ink Factory (“The Night Manager”). Il documentario racconta la vita e la carriera dell’ex spia britannica David Cornwell, meglio conosciuto come John Le Carré, autore di romanzi di spionaggio che hanno segnato il genere, come “La spia che venne dal freddo”, “La talpa”, “Il direttore di notte” e “Il giardiniere tenace”. “Tiro al piccione – Ritratto di John Le Carré” farà il suo debutto il 20 ottobre su Apple TV+.

Ambientato sullo sfondo turbolento della Guerra Fredda, il film attraversa sei decenni fino ad arrivare ai giorni nostri, all’ultima intervista rilasciata da Le Carré, la più candida e punteggiata da sketch e rari filmati d’archivio. Basandosi sul libro di memorie di Le Carré, il bestseller del New York Times The Pigeon Tunnel: Stories from My Life, il film è un viaggio inedito nella sfera meno conosciuta delle esperienze formative di un autore iconico e storicamente riservato, con la musica originale di Philip Glass in collaborazione con Paul Leonard-Morgan.

Simon e Stephen Cornwell, co-CEO e co-fondatori di The Ink Factory, che sono anche i figli di David, hanno dichiarato: «Pieno di intuizioni profonde e di aneddoti sorprendenti, divertenti e spesso profondamente commoventi, “Tiro al piccione – Ritratto di John Le Carré” traccia una conversazione tra due grandi menti: una ha tessuto una brillante narrativa dagli eventi che ha vissuto; l’altra ha proposto una riflessione su quegli eventi che ha portato spesso a una verità più grande». Insieme, esplorano gli eventi della Guerra Fredda e della vita di Le Carré, mettendo alla prova i confini della verità, della memoria e dell’immaginazione. Il film, stratificato e poco ortodosso, è un tête-à-tête tra un regista e un romanziere – entrambi maestri del loro mestiere – partendo dalle radici del processo creativo, passando attraverso il potere della finzione e la nostra responsabilità nei confronti della verità.

I produttori del documentario sono i vincitori del premio BAFTA Dominic Crossley-Holland (“All Watched Over By Machines of Loving Grace”) e Steven Hathaway (“Wormwood”), i candidati all’Emmy Simon Cornwell (“The Night Manager”) e Stephen Cornwell (“The Night Manager”). I produttori esecutivi sono il candidato all’Oscar® Hossein Amini (“Le ali dell’amore”), il candidato al BAFTA Award e vincitore dell’Emmy Award P.J. van Sandwijk (“The Rescue”), il vincitore dell’Emmy Michael Lesslie (“The Rescue – Il salvataggio dei ragazzi”), Joe Tsai (“The Night Manager”), Arthur Wang (“The Night Manager”), Michele Wolkoff (“The Current War: Director’s Cut”) e Katherine Butler (“American Animals”). “Tiro al piccione – Ritratto di John Le Carré” è prodotto da The Ink Factory e Fourth Floor Productions, in associazione con Jago Films, Storyteller Productions e 127 Wall Productions.

Netflix: posticipata al 2024 l’uscita di sei film Original

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Netflix: posticipata al 2024 l’uscita di sei film Original

Netflix ha posticipato sei dei suoi prossimi titoli cinematografici al 2024. Diversi progetti cinematografici e televisivi stanno, come noto, subendo diversi ritardi nelle loro uscite per via degli scioperi della Writers Guild of America (WGA) e della Screen Actors Guild (SAG-AFTRA). Mentre attori e scrittori lottano per una paga equa, molte produzioni di imminente uscita sono infatti state bloccate. Questo anche perché le star non possono promuovere i progetti a cui hanno preso parte, riducendo dunque la capacità di questi di raggiungere un più ampio pubblico.

Secondo Digital Spy, sei titoli Netflix sono ora stati posticipati al 2024, incluso Damsel con Millie Bobby Brown, originariamente previsto per il 13 ottobre. Gli altri titoli che sono stati posticipati sono A Family Affair con Zac Efron e Nicole Kidman, Lift con Kevin Hart, Players con Damon Wayans Jr. e Gina Rodriguez, Shirley con Regina King e Spaceman con Adam Sandler. Non si sa se questi ritardi siano una reazione ai doppi scioperi in corso o ci siano altre spiegazioni ad ora non fornite. Al momento non sono però note le nuove date di uscita di tali film.

Indipendentemente dal fatto che questi titoli vengano ritardati o meno a causa degli scioperi, questo tipo di spostamento di massa è sorprendente da Netflix. In genere, il servizio di streaming ha mesi di contenuti preparati in anticipo, quindi anche con un’interruzione come gli scioperi, dovrebbe avere delle garanzie. Ciò è stato dimostrato nel 2020, quando Netflix ha continuato a rilasciare nuovi titoli nonostante le interruzioni della produzione in tutto il mondo durante la prima pandemia di COVID-19.

Questa importante decisione risulta dunque particolarmente sorprendente, ma ciò non significa che fino al 2024 Netflix non avrà altro da proporre. Al momento sono ancora molti i titoli Original previsti per i prossimi mesi, dal thriller di spionaggio Heart of Stone con Gal Gadot (prevista per l’11 agosto) passando per The Fall of the House of Usher di Mike Flanagan, il reboot Spy Kids: Armageddon e Chicken Run: Dawn of the Nugget. Anche Rebel Moon di Zack Snyder rimane previsto per il 22 dicembre. Sarà però da vedere quanto ancora potrebbe cambiare se gli scioperi dovessero protrarsi ancora a lungo.

La moglie di Frankenstein: Maggie Gyllenhaal dirigerà il film con Christian Bale

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Secondo quanto riferito, è ufficialmente in fase di sviluppo il remake di La moglie di Frankenstein, che riunirà due i co-protagonisti di Il cavaliere oscuro. Sequel dell’altrettanto famoso film di Frankenstein del 1931, La moglie di Frankenstein è stato diretto da James Whale e distribuito nel 1935. Introdotta per la prima volta nel romanzo di Mary Shelley, quel film ha dato vita sullo schermo alla sposa del mostro, interpretata da Elsa Lanchester, con il suo aspetto iconico dai capelli selvaggi, fino all’abito bianco e il corpo fasciato. Talmente iconico che ancora oggi il personaggio continua ad essere celebrato nei moderni adattamenti.

Ora, secondo un rapporto di World of Reel (tramite Production Weekly), un remake di La moglie di Frankenstein è ufficialmente in fase di sviluppo per Netflix. Maggie Gyllenhaal dirigerà il progetto, mentre Christian Bale sarà il protagonista. Come noto, i due avevano già condiviso il set per Il cavaliere oscuro, che ad oggi rimane la loro unica collaborazione. Il progetto prevede anche la partecipazione del marito di Gyllenhaal, Peter Sarsgaard. La produzione del film, in ogni caso, non dovrebbe iniziare fino all’inizio del 2024, apparentemente a causa degli attuali scioperi di attori e scrittori.

Non è chiaro chi interpreterà Bale nel remake de La moglie di Frankenstein, anche se data la sua capacità di recitazione camaleontica è in grado di assumere qualsiasi ruolo. Potrebbe interpretare il Dr. Frankenstein o il suo iconico Mostro, ognuno dei quali presenterà sfide diverse per l’attore premio Oscar. D’altra parte, Sarsgaard sembra più adatto per un ruolo secondario come il dottor Pretorius. La Gyllenhaal è alla regia, ma in quanto attrice potrebbe anche interpretare il ruolo della sposa del mostro o di Elizabeth Frankenstein. oppure, come avvenuto per La figlia oscura, rimanere dietro la macchina da presa.

Fantastici Quattro: Joseph Quinn candidato numero uno per la Torcia Umana

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Dopo le voci, ancora non confermate, secondo cui Vanessa Kirby avrebbe accettato il ruolo di Sue Storm alias Donna Invisibile nel film dei Marvel Studios Fantastici Quattro, arriva ora un rumor su chi sarebbe il candidato numero uno per il ruolo di Johnny Storm alias Torcia Umana. Joseph Quinn, l’attore divenuto celebre per aver interpretato Eddie Munson nella quarta stagione di Stranger Things. Jeff Sneider di Above the Line riferisce infatti che i Marvel Studios si stanno sempre più rivolgendo verso Quinn per tale ruolo. Al momento, però, né Marvel né Quinn hanno commentato tali voci.

Sebbene Sneider avesse inizialmente riferito che fosse l’attore Jack Quaid, noto per il ruolo di Hughie in The Boys, a dover interpretasse Johnny Storm, è stato successivamente confermato che è Quinn l’attore che i Marvel Studios starebbero ora valutando. Al momento sembra però difficile avere delle certezze, poiché con lo sciopero SAG-AFTRA in corso, gli attori sono tenuti a non rilasciare interviste. Allo stesso modo, i Marvel Studios potrebbero non voler confermare la notizia fintantoché gli attori non possano a loro volta esprimersi sulla cosa.

Bisognerà dunque attendere e per ora attenersi unicamente a questi rumor. Se però per i ruoli di Sue Storm e Johnny Storm sembra si sia vicini alla soluzione, rimangono molti più dubbi per quanto riguarda Reed Richards alias Mr. Fantastic e Ben Grimm alias La Cosa. Per il primo si era inizialmente parlato di Adam Driver, il quale però avrebbe rifiutato il ruolo. Matt Smith sarebbe ora il nuovo candidato numero uno, ma anche in questo caso non ci sono conferme. Per quanto riguarda Ben Grimm, invece, ci sono ancor più incertezze. Continua dunque il processo di casting per Fantastici Quattro, su cui da mesi ormai si attendono maggiori certezze.

In The Fire: trailer del film con Amber Heard

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In The Fire: trailer del film con Amber Heard

RS Productions in collaborazione con Mirari Vos annuncia l’uscita nei cinema italiani dal prossimo 14 settembre di In The Fire, svelandone il trailer ufficiali.  In The Fire è un thriller supernatural in costume prodotto da Iervolino & Lady Bacardi Entertainment in collaborazione con Paradox Studios e Angel Oak Films, diretto da Conor Allyn e con Amber Heard, Eduardo Noriega, Lorenzo McGovern Zaini e Luca Calvani.

Dopo la calorosa accoglienza del pubblico al Taormina Film Fest lo scorso giugno, dove è stato presentato in anteprima mondiale alla presenza del regista e del cast, arriva finalmente nelle sale l’opera cinematografica che segna il ritorno sul grande schermo di Amber Heard.

Nel film Amber Heard è Grace, una psichiatra americana chiamata a risolvere il caso di un bambino disturbato e forse posseduto sul finire del 1800 in Colombia quando la psicanalisi non era ancora considerata una scienza – specie se praticata da una donna – ma tutti preferivano credere nella superstizione e nel maligno.  Durante il viaggio la donna verrà messa alla prova non solo come medico ma anche come persona, e nella lotta tra scienza e fede dovrà trovare il modo per salvare il bambino e la sua famiglia, ma anche sè stessa.

La trama di In The Fire

Una psichiatra americana vedova e senza figli (Heard) viene chiamata in una ricca fattoria in Colombia, a risolvere il caso di un bambino disturbato (McGovern Zaini). A contattarla era stata la madre del piccolo preoccupata anche dalle sempre più insistenti accuse da parte del prete locale e dai contadini – tormentati da misteriosi eventi avversi – che il piccolo fosse il diavolo. Quando la dottoressa arriva scopre che la madre del ragazzino è morta e che il padre stesso (Noriega) ha iniziato a credere alla possibile possessione del bambino. Mentre la donna tenta una psicoanalisi del giovanissimo paziente, gli eventi nefasti si intensificano e la sua “cura” diventa una corsa per salvare il piccolo dalla furia dei concittadini… e forse anche da sé stesso, quando ella stessa inizia a temere che quel che sta succedendo nella “hacienda” abbia a che fare con qualcosa di orribile e soprannaturale.

IN THE FIRE di Conor Allyn, sarà nei cinema italiani il prossimo 14 settembre, distribuito da RS Productions in collaborazione con Mirari Vos.

Barbie, i 10 classici del cinema che hanno ispirato il film

Barbie, i 10 classici del cinema che hanno ispirato il film

Barbie, che continua a registrare un successo globale incredibile ma totalmente aspettato, è un film che ha vari livelli di lettura. La trama, come si sta evicendo, si presta bene come racconto per le bambine, che scoprono la storia della loro bambola preferita e si chiedono, a film finito, dove stiano effettivamente facendo dormire Ken; al tempo stesso trasmette un messaggio profondo a uomini e donne, con i suoi temi di femminismo, lotta al patriarcato, unicità e parità di genere. E, alla fine, è un caleidoscopio di reference cinematografiche per i cinefili, soprattutto per quelli appassionati delle pellicole classiche. Greta Gerwig non lo ha mai tenuto nascosto: per Barbie si è ispirata, sia a livello estetico che contenutistico, a molti film del passato, dai musical alle commedie, finendo ai thriller, che hanno reso ogni sequenza del prodotto un omaggio al cinema che fu e un viaggio all’interno di esso. Ecco, quindi, le dieci pellicole classiche a cui la regista fa riferimento.

Il Mago di Oz

Il mago di Oz film

Nel 1939, dopo un ingresso travagliato nella MGM, Judy Garland – giovane attrice e cantante promettente – toccò il successo con Il mago di Oz, film fantasy diretto da Victor Fleming (seppur ebbe tanti cambi di regia). Tra gli elementi più riusciti vi è la scenografia costruita per rappresentare la terra sconosciuta in cui Dorothy finisce, visivamente spettacolare e colorata, oltre agli inserti musicali frizzanti e l’interpretazione della Garland nel ruolo della piccola protagonista. La storia è quella di una bambina, per l’appunto Dorothy, che intraprende un viaggio in una terra magica facendo lì la conoscenza di tante diverse creature.

In Barbie ci sono molti riferimenti a Il Mago di Oz. Quando Barbie Stereotipo fa il giro con la sua Corvette, si possono vedere delle immagini provenienti dalla pellicola del ’39 attaccate alle pareti del cinema di Barbieland, ma anche gli stessi vestiti della bambola (come quello a quadri) sono ispirati a quelli di Dorothy. Greta Gerwig, poi, ha voluto utilizzare un palcoscenico con grandi e vibranti scenografie per immergere completamente gli attori in Barbieland: dai fondali dipinti alla strada di mattoni rosa, il film deve la sua ambientazione a Il Mago di Oz. Ma non è finita qui perché da quell’opera si ispira anche il finale di Barbie, nel quale ogni personaggio viene premiato per un cambiamento di cuore o per i suoi sforzi di aiuto. Mentre i Ken e le Barbie si salutano con una cerimonia, Sasha chiede: “E Barbie?”. Lo Spaventapasseri de Il Mago di Oz chiede la stessa cosa a Dorothy. Proprio come accade a Dorothy, il viaggio di Barbie Stereotipo non arriva a una sua conclusione, poiché il suo percorso di vita è appena iniziato.

La finestra sul cortile

La finestra sul cortile

Nella filmografia del Maestro del thriller Alfred Hitchcock spicca La finestra sul cortile del 1954, film che rappresenta al meglio il concetto di voyeurismo e racconta di un uomo, Jefferies (interpretato da James Stewart), il quale – costretto sulla sedia a rotelle a causa di un infortunio – assiste ad un omicidio dalla sua finestra. Proprio come il protagonista poteva vedere all’interno di ogni appartamento, gli spettatori possono vedere all’interno di ogni casa dei sogni delle bambole in Barbie. È stata poi proprio la regista a spiegare che desiderava che i suoi set emulassero la cinematografia degli anni Cinquanta, in cui gran parte degli effetti speciali avvengono con la macchina da presa.

2001: Odissea nello Spazio

2001:Odissea nello Spazio

Una reference cinematografica notata ancor prima che Barbie arrivasse in sala è quella legata a 2001: Odissea nello Spazio di Stanley Kubrik. È stato infatti il teaser trailer a svelare la scena ispirata a uno dei grandi classici della fantascienza, che segue il viaggio di un astronauta nello spazio e descrive l’evoluzione dell’umanità. La scena d’apertura di Barbie è la stessa scena d’apertura di 2001: Odissea nello Spazio: proprio come le scimmie scoprono un monolite rendendosi conto del potere degli strumenti, così le bambine, dopo aver visto la prima Barbie, capiscono di poter ambire a qualcosa che le rappresenti di più, distruggendo i bambolotti che hanno fra le mani e così anche l’etichetta di sole “madri” cucita addosso.

Cantando sotto la pioggia

film per tutti

Fra i film classici a cui le pellicole contemporanee si ispirano, il musical Cantando sotto la pioggia del 1952 è quello più inserito e omaggiato. La pellicola era già stata aggiunta nel recente Babylon di Damien Chazelle, e anche in Barbie c’è un riferimento. Il film, che ha come protagonista/interprete Gene Kelly, ruota attorno ad un attore del cinema muto che deve passare al sonoro mettendo in mostra le sue abilità nel canto e nel ballo. La pellicola è piena di sfavillanti colori e suggestivi numeri di danza, con la famosissima sequenza di ballo che si svolge come un sogno all’interno di un sogno. La regista di Barbie ha detto che il balletto dei sogni di Singing in the Rain (la cui canzone ha raggiunto un grande successo e lo ha tutt’ora) è stato usato come modello per il balletto di Ken che si svolge durante la power ballad di Ryan Gosling “I’m Just Ken“.

Josephine

Josephine

Nella cerchia dei film da cui Barbie trae ispirazione troviamo anche Josephine di Jacques Demy del 1967. La storia segue le vicende di due sorelle che cercano di trovare l’amore, ma la regista descrive la sua opera come un ritratto dell’euforia. Le protagoniste indossano abiti rosa e gialli molto appariscenti, i quali possono essere visti nel vivace e rigoglioso guardaroba di Barbie. Inoltre la combinazione di quei colori del musical ricorda l’estetica del mondo di plastica di Barbieland. Anche nel contenuto Josephine si avvicina abbastanza al film della Gerwig: come in quello di Demy, anche nella storia della bambola Mattel sono inserite donne coraggiose, il cui unico obiettivo è la realizzazione personale.

La febbre del sabato sera

La febbre del sabato sera

Arriviamo al 1978 e menzioniamo anche La febbre del sabato sera, film diretto da Josh Badham. La storia segue Tony Manero, interpretato da John Travolta, il quale conduce una vita abbastanza noiosa a Brooklyn. Durante il fine settimana, però, l’uomo diventa magicamente il re delle discoteche, cosa che gli permette di sfuggire dalle difficoltà in cui è invischiato tutto il resto dei giorni. Quando Barbie Stereotipo organizza il mega party a casa sua, c’è una scena in cui ballano tutte le Barbie e i Ken sotto la canzone di Dua Lipa, Dance the Night, che ricorda molto il ballo scatenato di Travolta nel film.

Play Time – Tempo di divertimento

Play Time - Tempo di divertimento

Nel 1967 arriva poi Play Time – Tempo di divertimento, scritto, diretto e interpretato da Jacques Tati. Il film è stato molto apprezzato per le sue enormi scenografie: per la pellicola è stata creata una Parigi sterile e futuristica, caratterizzata da colori grigi e smorzati, e il film è persino riconosciuto per aver predetto l’ascesa dei cubicoli da ufficio. Greta Gerwig ha usato l’opera come modello per la sede della Mattel in Barbie, imitando i cubicoli grigi e tetri di Play Time – Tempo di divertimento e portando sullo schermo un’orda di uomini d’affari sprovveduti che operano come una mente alveare.

Il Padrino

Il padrino film

Una reference espressamente citata in Barbie è quella su Il Padrino di Coppola. L’estetica del film e il soggetto cupo contrastano di gran lunga con la luminosa ed energica crisi esistenziale di Barbie, ma la regista ha voluto comunque omaggiare il classico dramma di Coppola per la sua rappresentazione della mascolinità. La citazione arriva nella esilarente scena in cui i Ken tentano di imporre i loro interessi alle Barbie: seppur l’amore degli uomini nel film sia oggetto di satira, Gerwig ha voluto lo stesso esprimere il suo apprezzamento per Il Padrino.

Scandalo a Philadelphia

Scandalo a Philadelphia

Questo omaggio ha una storia particolare: prima di iniziare le riprese per Barbie, Greta Gerwig chiese a Margot Robbie di prepararsi al ruolo guardando Scandalo a Philadelphia, film comedy del 1940 diretto da George Cukor. La pellicola si incentra su una donna, Tracy Lord, interpretata dalla bravissima Katherine Hepburn, i cui piani di matrimonio vengono interrotti dall’arrivo del suo ex marito. Il ritratto che viene fatto nel film della protagonista, ossia quello di una mondana composta che lentamente perde il controllo del suo mondo, è stato parte dell’ispirazione della Gerwig per il viaggio esistenziale di Barbie. Robbie, che in realtà era già amante del film, basò la sua interpretazione su quella della Hepburn per restituire al meglio la disperazione e l’illuminazione della sua Barbie.

Pee-wee’s Big Adventure

Pee-wee's Big Adventure

Concludiamo il viaggio nei film classici che hanno ispirato Barbie con Pee-wee’s Big Adventure, commedia assurda diretta dall’eccentrico Tim Burton, che racconta di uno strambo uomo-bambino alla ricerca della sua bici scomparsa. La pellicola è caratterizzata da una colonna sonora molto frenetica, che vede la firma di Danny Elfman, e da personaggi sovversivi e oscuri, i quali rappresentano uno dei tanti tratti distintivi del regista. Il viaggio compiuto da Barbie, che la porta in un mondo che non conosce, ricorda l’avventura di Pee-Wee fuori casa e, come succede nel film di Burton, la bambola si sente un pesce fuor d’acqua. Pee-Wee e Barbie, nonostante tutto, sono personaggi luminosi e affini che affrontano i problemi con un sorriso, tanto che alla conclusione di Barbie lo spettatore sente di poter affrontare le sfide della vita con lo stesso entusiasmo.

Fantastici Quattro: Vanessa Kirby avrebbe ufficialmente firmato per il ruolo di Sue Storm!

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Secondo un nuovo rapporto, la star di Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno Vanessa Kirby ha firmato per guidare il cast del film Fantastici Quattro presso i Marvel Studios. Mentre un annuncio ufficiale non è stato fatto dai Marvel Studios, è stato da poco riportato sul podcast The Hot Mic con Jeff Sneider e John Rocha che l’attrice, candidata all’Oscar per Pieces of a Womanha firmato per interpretare Sue Storm, alias la Donna Invisibile. La notizia non risulta troppo una sorpresa, considerando che la Kirby era da settimane la principale candidata al ruolo.

Questo aggiornamento sul casting riportato segue un altro recente rapporto secondo cui la star di Barbie Margot Robbie aveva rifiutato lo stesso ruolo. A partire da ora, la notizia del casting di Kirby non è stata confermata né smentita dalla Marvel, da Kirby o da chiunque altro sia coinvolto nel film. Resta dunque da attendere l’ufficialità di una notizia ad ogni modo comunicata da una fonte molto affidabile. Come recentemente riportato, inoltre, i Marvel Studios si stavano concentrando in particolare sulla ricerca dell’interprete per Sue Storm, personaggio che dovrebbe emergere come principale protagonista del film.

Se altre voci recenti dovessero rivelarsi vere, ad interpretare Reed Richards potrebbe arrivare Matt Smith, a cui sarebbe stato offerto il ruolo ma non è ancora noto se egli abbia accetto o se sia interessato. Per mesi, si diceva che Adam Driver fosse la scelta migliore per quella parte, anche se era stato riferito che aveva rifiutato il ruolo abbastanza presto a causa di come il personaggio era stato scritto. Al momento, tuttavia, nessuno di questi casting è stato confermato e nulla si sa riguardo quelli di Torcia Umana e La Cosa. La Kirby sarebbe dunque la prima firmare ufficialmente per Fantastici Quattro, almeno secondo il nuovo rapporto.

Tartarughe Ninja: tutte le curiosità sul film con Megan Fox

Tartarughe Ninja: tutte le curiosità sul film con Megan Fox

Ideate nel 1984 dai disegnatori Kevin Eastman e Peter Laird, le Tartarughe Ninja sono oggi tra i personaggi dei fumetti più celebri e amati di sempre. Protagoniste di innumerevoli avventure tra carta stampata, videogiochi, cartoni animati e film live action, la loro popolarità è ancora oggi alle stelle. Proprio nel 2014, in occasione dei loro trent’anni di esistenza, le quattro tartarughe mutanti sono tornate al cinema con un film intitolato semplicemente Tartarughe Ninja (qui la recensione), diretto da Jonathan Liebesman, già regista di Non aprite quella porta – L’inizio e La furia dei titani.

Pur configurandosi come un remake di Tartarughe Ninja alla riscossa, il film del 1990 che inaugurò il successo cinematografico delle quattro tartarughe e delle loro avventure, questo nuovo film è però anche un vero e proprio riavvio della serie cinematografica, introducendo diverse novità al passo con i tempi. La più evidente sta nella realizzazione dei quattro agguerriti protagonisti, non più attori con indosso costumi ma vere e proprie tartarughe concepite grazie alla CGI. Pur se accolto male dalla critica, il film ha poi ottenuto un successo straordinario, con circa 485 milioni di dollari incassati.

Tra tradizione e innovazione, Tartarughe Ninja è dunque un film che ogni grande appassionato di questi personaggi non può perdersi. Vi si possono ritrovare infatti qui tanta azione, battute diverti e, naturalmente, pizza. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Tartarughe Ninja: la trama del film

In una New York preda del Clan del Piede, guidati dal perfido ninja di nome Shredder, la giornalista di Channel 6 Aprile O’Neil cerca di rintracciare prove capaci di incastrare gli scagnozzi della gang, così da poterla smantellare per sempre. Queste sue ricerche la pongono però in una situazione pericolosa, fino a quando non subisce un tentativo di rapimento nella metropolitana della città. Qui, però, con suo immenso stupore viene salvata da quattro tartarughe umanoidi, particolarmente potenti ed esperte di arti marziali. Queste sono Leonardo, Raffaello, Donatello e Michelangelo, addestrate a proteggere i deboli dal maestro Splinter, un topo anch’egli dalle caratteristiche antropomorfe. Grazie a loro, April potrà finalmente sventare i diabolici piani di Shredder.

Tartarughe Ninja sequel

Tartarughe Ninja: il cast del film

Ad interpretare le tartarughe Leonardo, Raffaello, Donatello e Michelangelo vi sono rispettivamente gli attori Pete Ploszek, Alan Ritchson (protagonista della serie Reacher), Jeremy Howard e Noel Fisher. Per dar vita a questi personaggi, i quattro hanno lavorato attraverso la tecnologia della motion capture, che ha permesso di registrare i loro movimenti e le loro espressioni facciali. Richtson ha però in seguito rivelato che lui e gli altri tre colleghi non hanno vissuto un’esperienza particolarmente positiva sul set, venendo per lo più trascurati in favore degli altri attori protagonisti.

Questi sono l’attrice Megan Fox e l’attore Will Arnett, i quali interpretano rispettivamente April O’Neil e Vernon Fenwick, il cameraman della giornalista. I due hanno accettato principalmente in quanto i loro figli sono fan delle quattro tartarughe. Nel film compare poi anche la premio Oscar Whoopi Goldberg nei panni del capo di April, Bernadette Thompson. Danny Woodburn, attore affetto da nanismo, ha invece fornito i movimenti per il topo Splinter, mentre Tohoru Masamune è il villain del film, Shredder, storica nemesi delle quattro tartarughe mutanti.

I sequel di Tartarughe Ninja, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Dato il grande successo del film, la Paramount Pictures confermò subito la volontà di realizzare un sequel, distribuito poi nel 2016 con il titolo Tartarughe Ninja – Fuori dall’ombra, al cui cast si sono aggiunti Stephen Amell nei panni di Casey Jones, Laura Linney in quelli di Rebecca Vincent e Tyler Perry come Baxter Stockman. Questo secondo film, tuttavia, fu un sonoro insuccesso al box office, cosa che portò alla cancellazione del previsto terzo titolo di quella che doveva dunque essere una trilogia. La Paramount ha poi annunciato piuttosto la volontà di realizzare un reboot della saga, ma ad oggi non vi sono notizie a riguardo.

In attesa di vedere il sequel, è possibile fruire di Tartarughe Ninja grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple TV+, Prime Video e Paramount+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 3 agosto alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

Déjà vu – Corsa contro il tempo: trama, cast e curiosità sul film

Il regista Tony Scott e il due volte premio Oscar Denzel Washington hanno dato vita negli anni a ben quattro film, tra cui Man on Fire – Il fuoco della vendetta e Pelham 123 – Ostaggi in metropolitana. Grandi titoli d’azione, questi hanno confermato più volte la grande capacità tanto del regista quanto dell’attore per tale genere. La loro seconda collaborazione è avvenuta nel 2006, con il film Déjà vu – Corsa contro il tempo. Tale fenomeno è infatti divenuto particolarmente celebre a partire dal nuovo millennio, dando vita ad una grande quantità di teorie e studi a riguardo. Era prevedibile dunque anche Hollywood si interessasse alla cosa per un film basato su tale concetto.

Il film si basa infatti sulle ricerche scientifiche condotte sul fenomeno del déjà vu, e in particolare sulla teoria di un multiverso con singoli universi destinati a incrociarsi casualmente. Per poter dar forma a tali complessi fenomeni e concetti, il regista e gli sceneggiatori Terry Rossio e Bill Marsilii hanno avuto come consulente scientifico il fisico e cosmologo Brian Greene, tra i più importanti studiosi della teoria delle stringhe. Tanta fantascienza dunque per un film che si basa però su una storia particolarmente concreta, che si rifà ai principali canoni dell’action, con un attentato da sventare e numerose vite da salvare.

Pur se accolto in maniera contrastante dalla critica, Déjà vu – Corsa contro il tempo si è affermato come un campione di incassi presso il grande pubblico. A fronte di un budget di 75 milioni di dollari, il film è infatti arrivato a guadagnarne ben 180 in tutto il mondo. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Déjà vu – Corsa contro il tempo: la trama del film

Le giorno di Martedì Grasso a New Orleans, il traghetto Sen. Alvin T. Stumpf, che trasporta lungo il Mississippi un nutrito gruppo di marinai della Marina degli Stati Uniti assieme alle loro famiglie esplode e affonda, uccidendo le 543 persone a bordo. Ad occuparsi del caso è l’agente Doug Carlin, il quale arriva a confermare la matrice terroristica dell’evento. Intanto lo sceriffo di un altro distretto contatta Carlin, a cui vengono chieste informazioni sul cadavere di una donna ripescata dal fiume. Poco dopo scopre che questa non era tra le vittime del traghetto e la sua morte, avvenuta in circostanze misteriose, ma legate all’attentato, risale a un’ora prima dell’esplosione.

Insospettito dalla cosa, Carlin decide di recarsi dal medico legale per indagare ulteriormente sulla cosa. Il nome delle vittima era Claire Kuchever, ma ciò che la lega all’attentato rimane quantomai oscuro. Confrontandosi con il capo della squadra investigativa Paul Pryzwarra, Carlin viene reclutato per il progetto Biancaneve. Grazie a un impianto tecnologicamente avanzato, in grado di ricostruire avvenimenti accaduti quattro giorni prima, l’agente può mettersi sulle tracce dell’attentatore viaggiando indietro nel tempo. Durante le indagini, scoprirà però che nel suo passato potrebbe nascondersi la chiave per risolvere il caso.

Déjà vu - Corsa contro il tempo cast

Déjà vu – Corsa contro il tempo: il cast del film

Come anticipato, ad interpretare il protagonista Doug Carlin vi è il due volte premio Oscar Denzel Washington. L’attore si interessò da subito al progetto, attratto dall’azione unita a discorsi filosofici e scientifici di quel tipo. Per potersi calare meglio in quella realtà, spese diverso tempo ad approfondire il concetto di déjà vu, leggendo diversi libri e articoli a riguardo. Per quanto riguarda le scene d’azione, invece, egli decise di girarne quante più possibile senza ricorrere a controfigure. Ad interpretare Claire Kuchever vi è invece l’attrice Paula Patton, nota anche per i film Precious, Mission: Impossible – Protocollo fantasma e Warcraft – L’inizio.

L’attore Val Kimer è invece Paul Pryzwarra, capo della squadra investigativa dell’FBI. Questi decise di partecipare al film dopo aver saputo che ad interpretare il protagonista vi era Washington, con il quale desiderava lavorare da tempo. Jim Caviezel, celebre per aver interpretato Gesù Cristo in La passione di Cristo, è invece Carroll Oerstadt, accusato di essere il terrorista. L’attore, a sua volta, si è personalmente cimentato in alcune complesse scene, come quella dove viene investito da un’auto. Il suo personaggio, inoltre, è basato sul vero terrorista Timothy McVeigh. Nel film sono poi presenti gli attori Adam Goldberg nei panni di Denny e Bruce Greenwood in quelli dell’agente Jack McCready. Elle Fanning compare invece nei panni di Abbey.

Déjà vu – Corsa contro il tempo: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Déja vu – Corsa contro il tempo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV+, Prime Video e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 3 agosto alle ore 21:25 sul canale Rete 4.

Fonte: IMDb

The Core: trama, cast e curiosità sul film

The Core: trama, cast e curiosità sul film

I film dedicati a catastrofi naturali che rischiano di portare l’umanità all’estinzione sono un genere particolarmente affascinanti. Questi danno l’occasione, in modo più o meno realistico, di confrontarsi con eventi a cui si spera di non dover mai davvero assistere. Da The Day After Tomorrow a Geostorm, sono tanti i titoli che hanno esplorato tali dinamiche, e tra questi si ritrova anche The Core, film del 2003 diretto da Jon Amiel e scritto da Cooper Layne e John Rogers. La minaccia, in questo caso, arriva addirittura dal nucleo centrale del pianeta terra, un luogo ancora oggi misterioso da cui sono scaturite numerose fantasie.

Nel romanzo di Jules Verne Viaggio al centro della terra, questo è un luogo che contiene un mondo a sé stante, ricco di stravaganze ed elementi fantastici. Nel film di Amiel non si ritrova tutto ciò, bensì una descrizione più accurata di quello che è oggi ritenuto davvero essere il nucleo della terra. Ed è proprio la sua vitale funzione a venire a mancare nel film, facendo emergere la necessità di ripristinarlo. Da questa premessa nasce un racconto catastrofico da molti criticato per la sua mancanza di una vera e propria aderenza alla realtà scientifica dei fatti. Come spesso accade per questa tipologia di opere, però, il realismo viene volentieri tralasciato in nome dell’intrattenimento.

Pur non affermandosi come un buon successo al momento della sua uscita, The Core è negli anni diventato un film particolarmente ricercato dai fan del genere. All’interno di questo, infatti, si possono trovare l’intrattenimento e gli effetti speciali che non mancano di affascinare. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Core: la trama del film

La vicenda si apre su una serie di inspiegabili eventi, che portano in brevissimo tempo alla morte di numerose persone. Un team di ricerca composto dal geofisico Josh Keyes e dagli scienziati Serge Leveque e Conrad Zimsky arrivano a stabilire un collegamento tra gli avvenimenti verificatisi, individuando una strana e pericolosa instabilità del campo magnetico terrestre. Approfondendo le indagini, i tre scoprono così che il nucleo della Terra ha smesso di ruotare e per questo, entro un anno, il campo magnetico terrestre collasserà. La conseguenze saranno devastanti radiazioni solari, a cui sarà esposta la superficie del pianeta.

L’unica possibilità indicata dai tre è quella di scavare fino al nucleo, innescare alcune esplosioni nucleari al suo interno e, in questo modo, riavviare la rotazione. Riuscire in ciò sarà però quanto mai complicato. Per farcela, gli scienziati avranno bisogno dello studioso dalla fama discutibile Ed Brazzelton, il quale ha ideato una navicella in grado di resistere al calore dell’interno del pianeta. Questa, che sarà guidata dal comandante Robert Iverson e dal maggiore Rebecca Childs è l’unico modo per raggiungere il nucleo. Più il tempo passa, però, più continuano a verificarsi pericolosi eventi, che minano sempre più la tranquillità mondiale.

The Core cast

The Core: il cast del film

A far parte del cast del film vi sono diverti noti attori di Hollywood, tra cui anche una premio Oscar. Protagonista, nei panni di John Keyes, è Aaron Eckhart, attore particolarmente noto per l’interpretazione di Harvey Dent in Il cavaliere oscuro. Egli ha affermato di aver accetto un ruolo in questo film perché la sceneggiatura gli è arrivata poco dopo gli eventi dell’11 settembre, consentendogli di ottenere un buon stipendio in un periodo particolarmente incerto del mondo. Accanto a lui, nei panni degli scienziati Serge Leveque e Conrad Zimsky si ritrovano gli attori Tchéky Karyo e il candidato all’Oscar Stanley Tucci, noto al grande pubblico per la saga di Hunger Games.

La due volte premio Oscar Hilary Swank interpreta Rebecca Childs, destreggiandosi qui con un genere molto diverso da quelli per cui è principalmente nota. Nei panni del comandante Robert Iverson vi è l’attore Bruce Greenwood, caratterista visto in numerosi celebri film come Io, Robot, Good Kill e Il gioco di Gerald. Delroy Lindo, attore anche noto per Malcolm X e L’avvocato del diavolo, interpreta qui lo scienziato Edward Brazzelton. Richard Jenkins, infine, noto per film come Quella casa nel bosco o La forma dell’acqua, è il generale Thomas Purcell.

The Core: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è più presente su nessuna delle principali piattaforme streaming presenti oggi in rete. The Core è però presente nel palinsesto televisivo di giovedì 3 agosto alle ore 21:30 sul canale TV8. Si potrà dunque avere in quest’occasione l’opportunità di vederlo, in attesa che torni disponibile anche in streaming.

Fonte: IMDb

Pom Klementieff: dieci cose che non sai sull’attrice

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Pom Klementieff: dieci cose che non sai sull’attrice

Pom Klementieff è un attrice di talento, divenuta nota per il ruolo di Mantis in Guardiani della Galassia Vol. 2. Donna forte e determinata, è riuscita nel giro di pochi anni a realizzare il sogno di diventare attrice, nonostante le numerose difficoltà che la vita le ha imposto. Oggi è una delle più talentuose della sua generazione, capace di passare con naturalezza attraverso ruoli e generi molto diversi.

Ecco dieci cose che non sapevi su Pom Klementieff.

Pom Klementieff: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in celebri film. Pom Klementieff ha iniziato a recitare professionalmente in un film francese indipendente, Après Lui nel 2007. In seguito ha recitato in diversi film francesi come Loup (2009), Une pure affaire (2011), La delicatezza (2011), L’amore dura tre anni (2011) Radiostars (2012) e Les Kaira (2012). Il suo primo ruolo internazionale lo ottiene per il film-remake di Spike Lee Oldboy (2013). Recita poi in Hacker’s Game (2015) nel 2017 recita in ben 3 film: Ingrid Goes West, Newness e Guardiani della Galassia Vol. 2 nei panni di Mantis. Sarà proprio il ruolo nel film Marvel a renderla famosa internazionalmente e che riprenderà poi in Avengers: Infinity War (2018), Avengers: Endgame (2019) e Guardiani della Galassia Vol. 3. Ha poi recitato anche in Diamanti grezzi (2019) mentre nel 2023 è tra i protagonisti di Mission: Impossible – Dead Reckoning (2023)

2. Ha preso parte a note serie TV. Oltre che al cinema, Pom Klementieff ha avuto modo di recitare anche per la televisione, prendendo parte alla miniserie francese Pigalle, la nuit (2009). In seguito è tornata sul piccolo schermo per il primo episodio della quinta stagione di Black Mirror (2019) e per tre episodi della terza stagione di Westworld (2020). Nel 2022 è invece stata tra i protagonisti dello speciale natalizio Guardiani della Galassia Holiday Special.

Pom Klementieff è Mantis in Guardiani della Galassia

3. Si è sottoposta a diverse prove di trucco per il personaggio. Una volta scelta per il ruolo di Mantis, personaggio grazie al quale è oggi celebre, l’attrice si è sottoposta a diverse sperimentazioni circa il look del personaggio. Questo è infatti rappresentato in modo piuttosto fedele rispetto a quello presente nei fumetti, ma c’erano molti dubbi circa il colore della pelle. In uno dei primi test si era optato per l’arancione, come si può notare da alcune immagini presenti sul Web. Alla fine, però, il regista e i truccatori optarono per un colorito più giallognolo, dall’attrice molto apprezzato.

pom klementieff

4. Pom Klementieff ha doppiato il personaggio nella versione francese. Nata da madre coreana e padre russo-francese, l’attrice conosce e parla molto bene le lingue di entrambi i suoi genitori. Essendo poi cresciuta a Québec, capoluogo dell’omonima provincia canadese, ha avuto modo di praticare molto il suo francese. Questo le ha permesso di poter doppiare sé stessa nel ruolo di Mantis anche nelle versioni in lingua francese dei film in cui compare.

Pom Klementieff è Paris in Mission: Impossible

5. Si è guadagnata un soprannome speciale. Nel settimo capitolo della saga di Mission: Impossible, l’attrice interpeta Paris, una silenziosa assassina che cercherà di ostacolare Ethan Hunt. Il regista del film, Christopher McQuarrie ha trovato in Pom Klementieff una tale forza della natura che ha deciso di rinominarla “Pom Cruise”, per via delle sue abilità ginniche. L’attrice si è infatti cimentata in molte delle sequenze più complesse, tra cui le scene di combattimento.

Pom Klementieff ha imparato le arti marziali per Old Boy

6. Pom Klementieff ha preso lezioni di boxe per un film. Per poter far parte di Oldboy, Pom Klementieff ha preso lezioni di boxe, sapendo che il suo ruolo richiedeva la conoscenza delle arti marziali, addestrandosi per tre ore al giorno, per due mesi, per una scena di lotta con il collega Josh Brolin. Successivamente, ha continuato a praticare le arti marziali, soprattutto il taekwondo, disciplina della quale è diventata cintura viola nel 2014.

Pom Klementieff ha un cameo in The Suicide Squad

7. È presente con un breve cameo nel film. Il regista James Gunn, dopo aver lavorato con lei ai film di Guardiani della Galassia, ha chiamato l’attrice per farle fare un cameo nel suo film DC The Suicide Squad. La si può ritrovare come ballerina nella scena ambientata nel nightclub. L’attrice non è stata inizialmente accreditata per tale cameo e dunque il suo nome non compariva nei titoli di coda. I fan l’hanno però in seguito riconosciuta e l’attrice ha confermato di essere proprio lei quella ballerina.

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Pom Klementieff in Westworld

8. È stata guest star nella terza stagione. La terza stagione di Westworld ha portato con sé una serie di nuovi personaggi, ma uno dei nuovi arrivati più avvincenti è stato Martel, un misterioso rappresentante di un’organizzazione che ha fatto affari con Liam Dempsey. Martel è stata interpretata da Pom Klementieff e il suo arrivo è stato accolto con favore dai fan del suo lavoro. La prima apparizione del personaggio nello show è stata nella premiere della terza stagione, intitolata “Parce Domine”. Il personaggio è poi apparso anche in due episodi successivi, affermandosi come uno dei più affascinanti della stagione.

Pom Klementieff è su Instagram

8. È presente sul social network. Pom Klementieff ha un profilo Instagram ufficiale in cui molti post sono dedicati al cinema, con fotogrammi di film da lei amati. Il suo profilo si divide tra diversi post di cavalli e post in cui Pom viene ritratta in shooting fotografici sia dei film Marvel che di altri progetti da lei realizzati, oltre che foto di momenti quotidiani. Non ci sono foto di momenti familiari e/o privati, segno che intende mantenere la sua vita privata come tale che sia.

Pom Klementieff ha un fidanzato?

9. È molto riservata. Come già il suo profilo Instagram testimonia, l’attrice ci tiene a mantenere privata la propria vita al di fuori del set. In un’intervista del 2017, l’attrice ha rivelato che lei e il suo ragazzo preferiscono mantenere la loro relazione privata, sottolineando che non ne parlano sui social media. Questa dichiarazione ha però chiarito al suo fan che lei, in effetti, in quel periodo era impegnata in una relazione. Non è però noto se, a distanza di qualche anno, ciò sia invariato o meno.

Pom Klementieff: età, altezza e origini dell’attrice

10. Pom Klementieff è nata in Québec, in Canada, il 3 maggio del 1986. L’attrice è alta complessivamente 170 centimetri. La Klementieff è stata chiamata Pom perché il suono è simile una parola coreana che significa primavera e tigre. Pom Klementieff ha anche origini Russe, Francesi e coreane.

Fonte: IMDb

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