Leone Film Group,
Rai Cinema e 01 Distribution sono lieti di presentare il teaser
trailer italiano di Killers
of the Flower Moon, il nuovo attesissimo film del
premio Oscar® Martin
Scorsese che verrà presentato in anteprima
mondiale il 20 maggio al Festival
di Cannes.
Un cast stellare
con i premi Oscar® Robert De Niro
e Leonardo
DiCaprioper un crime epico
basato su una storia vera: una sequenza di omicidi brutali, e
misteriosi, nota con il nome di “regno del terrore”, che
insanguinarono la nazione Osage negli anni ’20. Fra i protagonisti
anche il candidato all’Oscar® Jesse Plemons,
Lily Gladstone e Brendan Fraser,
vincitore agli Academy Award 2023 per The
Whale.
All’inizio del XX
secolo la scoperta del petrolio trasformò l’esistenza degli Osage
che diventarono da un giorno all’altro immensamente ricchi.
L’improvviso benessere di questi nativi americani attirò
l’interesse dei bianchi che iniziarono a manipolare, estorcere e
sottrarre con l’inganno i beni degli Osage fino a ricorrere
all’omicidio. Tratto dall’acclamato, omonimo, best seller di David
Grann, Killers
of the Flower Moonè
una storia d’amore e tradimento in un intrigo avvincente per la
scoperta della verità.
Diretto da Martin
Scorsese e scritto da Scorsese con Eric Roth, Killers
of the Flower Moonè una produzione Apple Studios,
Imperative Entertainment, Sikelia Productions, Appian Way.
Un’esclusiva per l’Italia Leone Film Group in
collaborazione con Rai Cinema. Il film uscirà nelle sale
italiane il 19 ottobre con 01
Distribution, in contemporanea con l’uscita mondiale.
Prime
Video annuncia oggi Ultimo – Vivo coi
sogni appesi, il docufilm dedicato a Ultimo,
disponibile in esclusiva a partire dal 30 maggio 2023. Autore
e musicista, Ultimo, è un artista unico e la sua è una carriera
eccezionale. Dal suo debutto, infatti, in soli quattro anni, ha già
conquistato 59 dischi di platino e 19 dischi d’oro ed è il più
giovane artista italiano ad aver intrapreso un tour negli stadi,
radunando più di 600 mila spettatori.
Ultimo – Vivo coi sogni
appesi è un viaggio lungo 15 stadi nella vita di
Ultimo, il cantautore dei record, e per la prima volta offre un
inedito punto di vista sulla sua vita da sempre estranea alla
narrazione mediatica. L’infanzia segnata dal viscerale bisogno di
fare musica, la smodata voglia di esprimere se stesso raccontando
emozioni, la rete affettiva della famiglia e degli amici di sempre,
che dai palleggi al parchetto dietro casa lo accompagnano fino a un
San Siro dove ancora rimbombano le urla del pubblico dopo l’ultima
data del tour. Per la prima volta c’è tanto di lui, della
vertiginosa ascesa che lo ha portato – in pochissimo tempo – dai
club agli stadi, lo stop forzato a causa della pandemia e quel tour
che sembrava allontanarsi ogni giorno di più. Ultimo –
Vivo coi sogni appesia ccende i riflettori sulle
emozioni che hanno accompagnato il tanto agognato momento del
ritorno sul palco.
L’incredibile carriera di Niccolò è
frutto di talento, tenacia, determinazione, sacrificio, e grande
lavoro. Ultimo – Vivo coi sogni appesi è
la storia autentica e appassionata di un vero e proprio fenomeno
della scena musicale italiana, capace d’imporsi ai massimi livelli
pur prendendo le distanze dai trend imposti dall’industria: “Perché
ad essere ultimi non sempre si perde”.
Il docufilm è prodotto da Think
Cattleya in collaborazione con Maestro e la regia è a cura dei
Broga’s. Ultimo – Vivo coi sogni appesi si unirà a
migliaia di film, show e serie già presenti nel catalogo di
Prime Video tra cui le produzioni italiane
Original
The Bad Guy,
Prisma, Bang Bang Baby, Gianluca Vacchi: Mucho Más, Laura
Pausini – Piacere di conoscerti, The Ferragnez – La serie S1 e
S2, All or Nothing: Juventus, Anni da cane, Dinner Club, Vita
da Carlo, FERRO, le prime 3 stagioni di Celebrity Hunted-
Caccia all’Uomo e di LOL: Chi ride è fuori, ma anche Prova
Prova Sa Sa, Monterossi e Me contro Te, le serie
pluripremiate Fleabag e The Marvelous Mrs.
Maisel e i grandi successi come Il Signore degli
Anelli: Gli Anelli del Potere, Argentina 1985, Jack
Ryan, TheBoys, Borat – Seguito di film cinema, Il principe cerca
figlio, Senza Rimorso, Good Omens e Carnival Row,
oltre a contenuti in licenza disponibili in oltre 240 paesi e
territori nel mondo, e alle dirette in esclusiva in Italia delle 16
migliori partite del mercoledì sera della UEFA Champions League,
oltre che della Supercoppa UEFA, fino alla stagione 2026/27. Fra le
produzioni Original già annunciate anche il capitolo italiano
dell’universo Citadel.
Dopo la proiezione del corto
Strange Way of Life di Pedro Almodovar, a Cannes
76, il regista si è fermato per rispondere ad alcune domande.
Il film racconta la storia di Silva (Pedro
Pascal), che attraversa il deserto a cavallo per
andare a trovare il suo amico Jake (Ethan
Hawke), sceriffo. Ne segue una storia di vendetta,
intrighi e amore proibito. Un western queer dove lui stesso ha
ammesso di aver voluto fare molta attenzione alla trama: “Non
volevo fare un western anacronistico. Gli americani ci tengono
molto, è il loro genere preferito”.
Durante la conferenza per
Strange Way of Life, Almodóvar ha
fatto riferimento a film western come Il potere del cane di Jane Campion come fonte di ispirazione.
“La sessualità del protagonista è piuttosto ambivalente“,
ha detto Almodóvar a proposito del film della Campion, solo che in
quel film non c’erano scene di sesso. Il regista ha continuato:
“C’è una scena che distingue il mio film dagli altri western:
vediamo due uomini che rifanno il letto! È una scena importante
perché per Jake rifare il letto significa cancellare tutto quello
che è successo lì durante la notte. Era importante mostrare la vita
quotidiana di questi due personaggi”.
Presente alla conferenza
di Strange Way of Life anche Ethan Hawke che ha parlato del film e di
questa grande opportunità: “Ho ricevuto un’e-mail e un copione
con l’invito a partecipare. All’improvviso ho pensato che
sicuramente avevo fatto qualcosa di buono nella mia vita per
meritarmi questa e-mail! Sono cresciuto con i western e sono stato
felice di partecipare a un western che non imita i vecchi film.
Pedro Almodóvar ha una voce originale e reinventa i generi ogni
volta che li tocca. È così comodo, come attore, arrivare sul set di
un grande regista e dare il meglio di sé!”
Hawke ha parlato di
come l’atto di puntare una telecamera su qualcuno sia di per sé un
atto d’amore. “Per me, finché recitiamo e siamo di fronte a una
telecamera, è un atto d’amore. Vedo tutto questo come un’esperienza
d’amore. Pedro presta attenzione a ogni dettaglio, e ho notato
un’ossessione simile in altri grandi registi. Il film parla di
desiderio e trovo molto eccitante essere guardato come attore. Nel
corso della nostra vita, negoziamo tra chi siamo e chi vogliamo
essere. Questa tensione crea delle crepe dentro di noi e io amo
Jake per le sue tensioni interiori”.
Apple TV+ ha annunciato oggi che Physical, la celebre dark comedy interpretata
e prodotta esecutivamente da Rose Byrne e
proveniente dalla creatrice, sceneggiatrice e produttrice esecutiva
Annie Weisman, tornerà per la sua terza e ultima stagione con 10
episodi, da mercoledì 2 agosto. Sin dal suo debutto globale su
Apple TV+, Physical ha ricevuto consensi da parte del
pubblico e della critica, nonché elogi per le interpretazioni del
suo cast corale guidato dalla “perfettamente calzante” e
“magistrale” Rose Byrne, e interpretato da Rory Scovel,
Dierdre Friel e Paul Sparks. La serie è
prodotta per Apple TV+ da Tomorrow Studios.
“Siamo molto grate ad Apple, Tomorrow Studios e a tutti i
nostri collaboratori creativi per la possibilità di far vivere
Sheila in tutta la sua gloria“, hanno dichiarato la star e
produttrice esecutiva Rose Byrne e la creatrice, sceneggiatrice e
produttrice esecutiva Annie Weisman. “Con quest’ultima
stagione, la saga in tre atti – ribellione, recupero e redenzione –
di Sheila giunge a una meritata conclusione per lei e per i fan.
Siamo molto orgogliose di condividere quest’ultimo
capitolo con tutti“.
“Nel corso delle tre avvincenti stagioni di ‘Physical’,
siamo stati onorati di lavorare con Annie Weisman e Tomorrow
Studios per portare sullo schermo il percorso di trasformazione e
di emancipazione personale di Sheila Rubin attraverso la
coraggiosa, commovente e spesso molto divertente interpretazione di
Rose Byrne”, ha dichiarato Matt Cherniss, responsabile della
programmazione per Apple
TV+. “Siamo consapevoli dell’impatto che questo personaggio
e questa storia hanno avuto sul pubblico di tutto il mondo e non
vediamo l’ora che si uniscano a noi in questa esaltante cavalcata
che culmina in un finale immensamente gratificante“.
Gli spettatori possono recuperare le stagioni precedenti di
Physical, ora in streaming su Apple TV+. La terza stagione di Physical aggiunge al cast Zooey Deschanel, candidata agli Emmy e ai
Grammy Award e vincitrice del Critics Choice Award, che interpreta
“Kelly”, una star di sitcom che decide di entrare nella fiorente
industria del fitness.
Ambientata in una San Diego dalle spiagge paradisiache negli
anni ’80, “Physical” è una commedia dark con episodi dalla durata
di mezz’ora che segue Sheila Rubin (Byrne), una casalinga soffocata
e trascurata che sostiene la candidatura del marito intelligente ma
controverso all’assemblea legislativa. Ma dietro le porte chiuse,
Sheila ha una sua visione oscura e divertente della vita che
raramente lascia vedere al mondo. Inoltre combatte una complessa
serie di demoni personali legati all’immagine di sé… fino a quando
non trova sfogo attraverso la fonte più improbabile: il mondo
dell’aerobica. La seconda stagione ci ha mostrato come Sheila Rubin
avesse lanciato con successo il suo primo video di fitness solo per
poi incontrare alcuni nuovi e più grandi ostacoli sul suo cammino.
È combattuta tra la lealtà verso suo marito (Rory Scovel) e i
valori che rappresenta, e una pericolosa attrazione per qualcun
altro. E poiché non è più la novità in città, si ritrova a dover
affrontare nuovi e agguerriti concorrenti sulla strada per
costruire un vero e proprio impero del fitness.
“Physical” è prodotta da Tomorrow Studios (una partnership di
ITV Studios), ideata, scritta e prodotta da Annie Weisman, che
è anche showrunner; questa serie è diretta da Stephanie Laing,
che è anche produttrice esecutiva insieme a Marty Adelstein, Becky
Clements e Alissa Bachner per Tomorrow Studios, e Rose
Byrne.
Oltre a “Physical”, potrete trovare Rose Byrne in “Platonic”,
una nuova serie comedy Apple Original interpretata e
prodotta da Byrne e Seth Rogen e co-creata, diretta e scritta da
Nick Stoller e Francesca Delbanco, in anteprima venerdì 24
maggio su Apple TV+.
Mandalay Pictures (Air)
Yale Entertainment e Post Film hanno collaborato per produrre un
nuovo thriller intitolato Barron’s Cove, con
Garrett Hedlund (Mudbound),
Stephen Lang (Avatar),
Brittany Snow (Pitch Perfect,
X) e Hamish Linklater
(The Big Corto).
Il film sarà diretto da Evan
Ari Kelman che ha anche scritto la sceneggiatura. Le
riprese del film inizieranno entro la fine dell’anno. Il braccio
vendite di Yale Entertainment, Great Escape, presenterà il progetto
agli acquirenti al mercato di Cannes.
Presentato come un film “toccante”
sul legame indissolubile tra padri e figli, la storia segue un
padre in lutto con un passato violento, la cui vita è sconvolta dal
tragico omicidio del suo giovane figlio. Consumato dal bisogno di
risposte, rapisce il bambino che crede sia responsabile della morte
di suo figlio, innescando una frenetica caccia all’uomo alimentata
dal potente padre del ragazzo rapito, che lavora in politica.
I produttori sono Jason
Michael Berman e Will Raynor di Mandalay,
Jordan Yale Levine e Jordan
Beckerman di Yale Entertainment, e Chadd
Harbold e Cory Thompson di Post Film. I
produttori esecutivi includono Russ Posternak,
Clay Pecorin e Peter Anske. I
coproduttori sono Derek Rubin, Parker
Hill e Nick Phillips.
“Siamo onorati di collaborare
con un cast d’ensemble eccezionale, guidato dallo straordinario
Garrett Hedlund, che è pronto a offrire una performance
mozzafiato”, hanno dichiarato Berman e Raynor in una
dichiarazione congiunta. “Con un team di livello mondiale anche
dietro la macchina da presa, è per noi un privilegio annunciare il
primo lungometraggio dello sceneggiatore/regista Evan Ari Kelman e
sostenerlo nel dare vita a questo incredibile film”.
Levine e Beckerman hanno aggiunto:
“Non potremmo essere più entusiasti di unire le forze con i
nostri amici a Mandalay in questo film emozionante e avvincente.
Come padri di bambini piccoli, siamo stati profondamente colpiti
dal personaggio principale, Caleb, e dalla sua instancabile ricerca
per scoprire la verità sul tragico destino di suo figlio. Con una
miscela sapientemente realizzata di azione frenetica e dramma
sincero, siamo fiduciosi che questo film abbia tutti gli
ingredienti per affascinare il pubblico di tutto il
mondo.”
Il regista giapponese
Hirokazu Kore-Eda ha parlato del modo in cui ha
gestito le tematiche LGBTQ nel suo nuovo film
Monsters, in concorso al Festival
di Cannes 76. Nel film, due ragazzi imparano a
conoscere i loro sentimenti l’uno per l’altro. “Non ci sono
stati molti film giapponesi che affrontano questi argomenti”,
ha riconosciuto il regista, già vincitore della Palma d’oro con
Shoplifters 2018. “Quando ho scoperto la
sceneggiatura, ho pensato che questa storia non doveva essere vista
da quell’angolazione. È una lotta interiore”, ha continuato il
regista giapponese.
“I sentimenti che si accendono
in questi bambini a volte sono espressi violentemente verso altre
persone, o talvolta i bambini si rivoltano contro se stessi”,
ha detto il regista che ha girato il film su una sceneggiatura di
Yuji Sakamoto. Spiegando come ha affrontato le
questioni legate al mondo LGBTQ nel film, Kore-Eda ha detto: “È
la nascita delle emozioni, dei sentimenti. È difficile esprimere a
parole ciò che si prova (…) Il film mostra come questi bambini
cercano di superare questa situazione”, ha sottolineato
Kore-Eda.
“Man mano che il film procedeva,
abbiamo incontrato alcuni esperti che si prendono cura dei bambini
che devono affrontare alcuni di questi problemi. Abbiamo ricevuto
un parere molto dettagliato su questo argomento”.
Ieri sera alla sua prima mondiale a
Cannes, Monster ha ottenuto una standing ovation
di sei minuti. Monster è il nono film di
Kore-Eda che partecipa al Festival
di Cannes (contando i due apparsi in Un Certain
Regard). Monster è anche il primo film
dal suo film d’esordio del 1995, Maborosi, per il quale il regista
non firma anche la sceneggiatura.
Kore-Eda ha portato a casa il premio
della giuria ecumenica l’anno scorso a Cannes per un altro dramma
familiare, Broker, incentrato sui bambini
abbandonati e su coloro che trovano loro una casa. Ha vinto il
Premio della Giuria nel 2013 per Like Father, Like
Son, che ha ricevuto anche il Premio della Giuria
Ecumenica.
Il regista Albert
Serra torna nelle sale italiane dal 18 maggio con
Pacifiction – Un mondo sommerso, film selezionato
in concorso ufficiale al Festival
di Cannes 2022. Anche con quest’ultima prova
registica, resta chiaro che il suo cinema esigente rimarrà
impenetrabile per il maggior numero di persone. Con le sue lunghe
sequenze e i dialoghi improvvisati, Pacifiction – Un mondo
sommerso riuscirà infatti a farsi amare dai cinefili che
accetteranno di lasciarsi coinvolgere da questo singolare
universo.
Il cinema del futuro di Albert
Serra
Albert Serra è
sicuramente l’esempio paradigmatico del cinema d’autore spagnolo:
non solo si è autoproclamato tale in diverse sue dichiarazioni
polemiche, ma in tutta la sua filmografia troviamo uno spirito di
rottura che si fa beffe dei convenzionalismi e uno stile proprio in
cui la sperimentazione formale prevale sul discorso narrativo,
sovvertendo così i modelli classici di produzione e
rappresentazione. È quindi un figlio della modernità
cinematografica esplosa nella seconda metà del secolo scorso, anche
se il suo obiettivo è quello di “creare immagini inedite e fare
il cinema del futuro“.
Finora, tutti i suoi film sono stati
singolari adattamenti (trasposizioni, se vogliamo essere più
precisi) di classici della letteratura occidentale, sui quali si è
preso grandi libertà di indagine formale: ha cercato di trasportare
sul grande schermo l’essenza o l’atmosfera dei riferimenti
letterari attraverso le risorse proprie del fare cinema. Le sue
ultime due proposte, Liberté
(2019) e La
Mort de Louis XIV (2016), ne sono un ottimo esempio.
Allo stesso modo, possiamo percepire in molti dei suoi lavori uno
sguardo perverso sulla natura umana e una predilezione per la
rappresentazione della sua decadenza.
Il suo ultimo progetto, forse il più
ambizioso, prosegue su questa strada, anche se, a differenza degli
altri, non è basato su alcuna opera letteraria: nella Tahiti della
Polinesia francese, l’Alto Commissario della Repubblica, De
Roller (Benoît Magimel), afferma la sua
presenza sull’isola con un’aria da dandy e occupandosi di
diplomazia con impeccabile disinvoltura, tanto con le alte
istituzioni e con gli uomini d’affari, quanto con i nativi o i
turisti. Tuttavia, inizia a percepire la possibile esistenza di una
minaccia che destabilizza il mondo in cui vive: la riattivazione
dei test nucleari sull’isola. Da questo momento in poi,
accompagneremo De Roller durante una singolare
esperienza onirica in cui incontra personaggi di ogni tipo per
affrontare una situazione che, a poco a poco, lo sta divorando.
Un’esperienza onirica all’insegna
della paranoia
Con un paesaggio imponente ed
esotico sullo sfondo, le azioni in Pacifiction – Un mondo
sommerso sono risolte fuori campo, le immagini sono
ambigue, i colori palpabili, i suoni suggestivi e i dialoghi si
affermano più che altro come monologhi piuttosto eccentrici e
carichi di ironia. Forma e contenuto sembrano scorrere come forze
neutralizzanti, creando un’atmosfera enigmatica e paranoica in cui
il naturale e l’artificiale si fondono. Il terreno in cui queste
due dimensioni si incontrano è sempre stato un luogo che il regista
ha considerato inesplorato, attraverso il quale creare immagini
inedite da proporre al suo pubblico.
Concentrandosi nella visione di
Pacifiction – Un mondo sommerso sembra inevitabile
non ipotizzare alcuni collegamenti con eventi reali: in una società
sempre più precaria e competitiva, sull’orlo della catastrofe
climatica, dove le ferite della pandemia e della minaccia nucleare
si stanno ancora rimarginando, il disturbo paranoico sembra essere
diventato collettivo: in questo senso, Albert
Serra potrebbe non avere torto quando dichiara di fare
film del futuro.
Quello che lo spettatore troverà in
Pacifiction – Un mondo sommerso è un thriller dai
molteplici toni e storyine, che presenta una marcata radice
nichilista e apocalittica. Fin dall’inizio, viene posto un mistero
che serve da pretesto a Serra per affrontare in
maniera satirica temi come le minacce nucleari, le cospirazioni
politiche, il colonialismo, le relazioni diplomatiche, la
corruzione del sistema e quanto i cittadini o i loro spazi siano
dispensabili per lui. Tuttavia, questi temi si trovano nella
profondità di un’esperienza onirica, quasi surreale, che richiede
la piena attenzione e l’immersione del pubblico per poterne
cogliere appieno il messaggio.
Pacifiction, come immergersi nel
“mondo sommerso”
Per quanto il film si avvalga di una
regia e sceneggiatura solide, risulterà comunque difficile
immergersi nell’esperienza orchestrata da Serra. In questo senso,
l’interpretazione stellare di Benoît Magimel è la
chiave per far combaciare tutti i pezzi del puzzle. L’attore
francese dà vita a un funzionario pubblico con molto potere e
un’abilità nel creare relazioni che finiscono per avvantaggiarlo
ma, come molti dei personaggi che vediamo nel corso del film, è una
persona che ha a cuore solo i propri interessi. Eppure,
l’interpretazione di Magimel lo rende un
protagonista che ci piace seguire nella sua odissea: con molto
carisma, un’eccezionale naturalezza nel pronunciare le sue battute
e un’ammirevole capacità di improvvisare, l’attore ci tiene
radicati nel suo viaggio per tutte le quasi tre ore di durata del
film.
Farsi cullare dal piacere
contemplativo di quest’opera non sarebbe possibile senza
l’impressionante fotografia e il lavoro sul sound design: elementi
tecnici che creano una fusione perfetta, ritraendo la Polinesia
francese in tutto il suo splendore. La bellezza che risulta da
questa alchimia riflette un’eccellente padronanza del linguaggio
cinematografico da parte di Serra, efficace nel suscitare emozioni
e nel trasportare lo spettatore nell’epicentro del caos. Questa
passeggiata di quasi tre ore attraverso i paesaggi insulari della
Polinesia francese risulterà innegabilmente affascinante agli occhi
degli appassionati del cinema di Albert Serra e,
molto probabilmente, soporifera e anche sconcertante per la maggior
parte degli spettatori. Un’esperienza che mette molto in gioco
intellettualmente, ma che potrebbe rendere davvero arduo
l’aggrapparvisi emotivamente.
Quasi a ripagare la lunghissima
attesa per il film, l’entusiasmo per The
Flash continua a crescere. Le ultime parole
incoraggianti sul film provengono dal “Re dell’orrore”Stephen King.
Lo scrittore ha dichiarato su
Twitter nelle ultime ore: “Oggi ho partecipato a una proiezione
anticipata di THE
FLASH. Di norma non mi interessano molto i film sui supereroi,
ma questo è speciale. È sincero, divertente e strabiliante. L’ho
amato.”
Il CEO di Warner Bros. Discovery,
David Zaslav, ha dichiarato all’inizio di
quest’anno che anche lui “ha amato” il film e ha detto ai
giornalisti che James
Gunn“lo ha definito uno dei più grandi film di
supereroi mai realizzati: un capolavoro”.
The Flash: la trama e il
cast del film
In The
Flashi mondi si incontreranno quando Barry
userà i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo e
cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo di salvare
la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane
intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato,
minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi.
L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione
un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano
imprigionato…. malgrado non sia più colui che sta cercando. In
definitiva, per salvare il mondo in cui si trova e tornare al
futuro che conosce, l’unica speranza per Barry è ‘correre per la
sua vita’. Ma questo estremo sacrificio sarà sufficiente per
resettare l’universo?
Fanno parte del cast di The
Flash l’attore Ezra Miller nei panni
del protagonista, riprendendo dunque il ruolo di Barry Allen da
JusticeLeague, ma anche l’astro nascente
Sasha Calle nel ruolo
di Supergirl,
Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of Justice”),
in quelli del Generale Zod, Ron Livingston
(“Loudermilk”, “L’evocazione – The Conjuring”),
Maribel Verdú (“Elite”, “Y tu mamá también –
Anche tua madre”), Kiersey Clemons (“Zack
Snyder’s Justice League”, “Sweetheart”),
Antje Traue (“King of Ravens”, “L’uomo
d’acciaio”) e Michael Keaton (“Spider-Man: Homecoming”,
“Batman”), che torna nel costume di Batman dopo oltre 30
anni.
La
Casa dei Fantasmi (Haunted
Mansion), la divertente avventura Disney da
brividi ispirata alla classica attrazione del parco a tema,
arriverà il 23 agosto nelle sale italiane. Diretto da
Justin Simien, il film è interpretato da un cast
stellare che include LaKeith Stanfield, Tiffany Haddish,
Owen Wilson, Danny DeVito,
Rosario Dawson, Chase W. Dillon e Dan
Levy, con Jamie Lee Curtis e
Jared Leto nel ruolo di The Hatbox
Ghost.
La
Casa dei Fantasmi (Haunted
Mansion) racconta di una donna e di suo figlio
che si rivolgono a un variegato gruppo di cosiddetti esperti
spirituali per aiutarli a liberare la loro casa da intrusi
soprannaturali. Il film è prodotto da Dan Lin e Jonathan Eirich,
mentre Nick Reynolds e Tom Peitzman sono i produttori
esecutivi.
L’attrice Valentina
Romani vanta ormai diversi ruoli tra cinema e televisione,
grazie ai quali si è affermata come una delle più brillanti
interpreti della sua generazione. Divenuta ora particolarmente
popolare presso un pubblico di giovani spettatori grazie alla serie
Mare
fuori, la Romani ha davanti a sé un futuro particolarmente
roseo, tra progetti in arrivo e nuove sfide all’orizzonte.
Ecco 10 cose che non sai su Valentina
Romani.
Valentina Romani: i suoi film e le
serie TV
1. È molto conosciuta per
alcune serie TV. La Romani ha iniziato la sua carriera
recitando per la televisione in alcuni episodi di celebri fiction,
come Che Dio ci aiuti 3 (2014), Un passo dal cielo
3 (2015) e Il candidato (2015). Recita poi nelle
miniserie Questo è il mio paese (2015) e Grand
Hotel (2015) e nella serie Tutto può succedere
(2016), con Pietro
Sermonti. Recita poi in La porta rossa
(2017-2023), con cui ottiene maggior popolarità, per poi prendere
parte a Skam Italia (2018), Non uccidere
(2017) e Mare fuori (2020-2023),
dove guadagna ulteriore popolarità interpretando Naditza, accanto
ai colleghi Massimiliano
Caiazzo, Nicolas Maupas,
Serena Codato,
Maria Esposito e Giacomo
Giorgio. Nel 2021 è poi in Alfredino – Una storia
italiana, mentre nel 2022 recita in Noi siamo
leggenda.
2. Ha recitato anche per il
cinema. Nel 2016 l’attrice ha esordito al cinema recitato
da protagonista nel film Un bacio, storia di tre
ragazzi liceali alle prese con problemi tipici di quell’età. Nel
2018 è Lucia nel film TV Aldo Moro il professore,
mentre nel 2021 recita invece nel film Carla, dedicato
alla ballerina Carla Fracci, interpretata da
Alessandra
Mastronardi. Qui la Romani interpreta il ruolo di
Anita Spelta. Nel 2023 torna al cinema interpretando Emma nel film
di Nanni MorettiIl sol dell’Avvenire, con
protagonisti anche Margherita Buy
e Silvio
Orlando.
3. È la doppiatrice di un
noto film d’animazione. Come annunciato dalla Walt Disney
Italia, l’attrice presterà la propria voce per il doppiaggio
italiano del film Pixar Elemental, interpretando la protagonista
Ember, che in lingua originale è doppiata da Leah
Lewis, attrice nota per la serie Nancy Drew e per
il film L’altra metà. Per la Romani si tratta della prima
occasione come doppiatrice, per di più per un film particolarmente
importante realizzato dal noto studio di produzione pluripremiato
agli Oscar.
Valentina Romani in Skam Italia
Valentina Romani in Mare fuori
4. Ha amato molto il suo
personaggio. In Mare fuori l’attrice
interpreta Naditza, una zingara rom con un carattere solare,
sfacciato, irriverente e una tendenza naturale a cacciarsi nei
guai. Ma è anche una ragazza buona e altruista, con un talento per
il pianoforte. Alla vita al campo preferisce di gran lunga la
detenzione in IPM, poiché essa rappresenta una via di fuga dai suoi
genitori, colpevoli di volerla dare in sposa in cambio di una
cospicua somma di denaro. L’attrice ha raccontato di aver da subito
amato molto il personaggio, che ritiene avere un mondo intero di
storie da raccontare, risultando sempre interessante.
5. Non tornerà nella quarta
stagione. Come ormai noto, l’attrice ha confermato che non
sarà presente nella quarta stagione di Mare fuori e che
dunque per il momento il racconto relativo a Naditza si è concluso.
La Romani si è detta eternamente grata per ciò che la serie ha
rappresentato per lei, affermando che se ci sarà l’opportunità le
piacerebbe in futuro ritornare in Mare fuori per portare
avanti le avventure del suo personaggio e scoprire come è
evoluta.
Valentina Romani in Skam Italia
6. Ha recitato nella prima
stagione della nota serie. Prima di diventare
ulteriormente popolare grazie al ruolo di Naditza nella serie
Mare fuori, l’attrice aveva già recitato in una celebre
serie pensata per un target di giovani. Si tratta di Skam
Italia, nella quale compare brevemente negli episodi 6, 9 e 11
della prima stagione. Il suo personaggio è quello di Maria, una
studentessa del liceo Kennedy che avrà una piccola discussione con
Eva, la protagonista interpretata da Ludovica
Martino.
Valentina Romani in Mare fuori
Valentina Romani in La porta rossa
7. Ha ottenuto grande
popolarità grazie a questa serie. Nel 2017 arriva il
momento della consacrazione per l’attrice, che grazie alla serie
Rai La porta rossa, con protagonista Lino
Guanciale, ottiene una maggiore popolarità. Qui interpreta
Vannessa Rosic, una medium che si scopre essere l’unica in grado di
entrare con il protagonista, il defunto commissario di polizia
interpretato da Guanciale. Per ottenere questo ruolo, all’attrice è
bastato un solo provino, durante il quale ha convinto tutti di
essere la persona giusta per la parte.
Valentina Romani ha un fidanzato?
8. È molto
riservata. Da quando fa parte del cast di Mare
fuori per l’attrice è divenuto sempre più difficile tenere
privata la propria vita al di fuori dal set. In particolare, i fan
sono curiosi di sapere se l’attrice sia o meno impegnata
sentimentalmente in questo momento e in diverse occasioni le è
stata attribuita una relazione con il collega Nicolas
Maupas. La Romani, tuttavia, non ha mai confermato né
smentito la cosa, dichiarando semplicemente che preferisce non
parlare di tali aspetti della propria vita. Una richiesta, la sua,
decisamente comprensibile e da rispettare.
Valentina Romani è su Instagram
9.È
presente sul social network. L’attrice è presente sul
social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito
da ben 694 mila follower e dove attualmente si possono ritrovare
più di 300 post. Questi sono principalmente immagini relative a
suoi lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte
di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano
anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e
altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere
aggiornati su tutte le sue novità.
Valentina Romani: età e altezza dell’attrice
10. Valentina Romani è nata
il 16 giugno del 1996 a Roma. L’attrice è alta
complessivamente 1,65 metri.
Nel corso della promozione del suo
nuovo film,
Book Club – Il capitolo successivo, Jane Fonda ha rivelato che il regista francese
René Clément le ha chiesto di andare a letto con
lei durante la realizzazione del loro thriller del 1964 Joy
House. Fonda ha recitato nel film al fianco di
Alain Delon e Lola Albright.
Il conduttore di “Watch What Happens
Live”, Andy Cohen, ha chiesto a Fonda di nominare
“un uomo a Hollywood che ha cercato di sedurti una volta e che
hai rifiutato”. L’attrice premio Oscar ha risposto: “Il
regista francese René Clément”.
Jane Fonda ha spiegato: “Beh, voleva
venire a letto con me perché ha detto che il personaggio doveva
avere un orgasmo nel film e aveva bisogno di vedere come erano i
miei orgasmi. Lo ha detto in francese e io ho fatto finta di non
capire”.“Ho delle storie per te, ragazzo, [ma] non
abbiamo tempo” ha aggiunto Fonda.
Clément aveva 51 anni al momento
della produzione, mentre Fonda ne aveva 27. Clément è stato uno dei
registi francesi più prolifici negli anni ’50 e ’60, vincendo
cinque premi al Festival
di Cannes durante la sua carriera. Morì nel 1996 a 82 anni. Joy
House, prodotto da MGM, vedeva Jane Fonda nei panni di una donna che si
innamora di un baro in fuga dai gangster americani.
La rivelazione di Fonda arriva dopo
le continue critiche contro l’industria cinematografica francese
per aver perpetuato degli abusi. L’attrice di Ritratto di
una signora in fiammeAdele Haenel ha
pubblicato questo mese una lettera aperta in cui ha annunciato che
avrebbe lasciato l’attività. Ha criticato il Festival di Cannes per
essere “pronta a tutto per difendere i loro capi
stupratori”, citando registi come Roman
Polanski e Gerard Depardieu.
Il direttore di Cannes
Theirry Fremaux ha respinto l’affermazione di
Haenel, dicendo alla stampa al festival del 2023: “Non lo
pensava quando è venuta a Cannes a meno che non soffrisse di una
folle dissonanza”.“Ma se pensaste che è un festival per
stupratori, non sareste qui ad ascoltarmi, non vi lamentereste che
non riuscite a ottenere i biglietti per entrare nelle
proiezioni”.
ParamountPictures e Plaion Pictures
annunciano l’uscita dell’edizione Steelbook Blu-ray de
I Guerrieri della notte, un classico da
collezione che ha fatto la storia del cinema. Il capolavoro
intramontabile del 1979 diretto da Walter Hill,
diventato un cult per la spettacolare fusione di generi, le
citazioni classiche e le atmosfere underground, è finalmente
disponibile per la prima volta in Blu-Ray in versione Ultimate
Director’s Cut.
A 44 anni dal suo debutto, questo
classico merita di essere riscoperto non solo dai collezionisti, ma
anche dalle nuove generazioni di appassionati.
New York, 1979. Una tregua tra
tutte le gang della città dà luogo ad una grande adunata in un
parco del Bronx, organizzata da Cyrus, leader della più grande
banda della città: i Riffs. Le bande invitate partecipano con nove
membri che devono presentarsi disarmati. Scopo di tale riunione è
convincere tutte le gang ad unirsi per combattere contro le forze
dell’ordine ed impadronirsi della città. Nonostante la tregua e
l’accordo di presentarsi disarmati, lo psicopatico Luther uccide
Cyrus e accusa del gesto la delegazione dei Guerrieri. L’irruzione
della polizia fa disperdere le bande e la notizia della morte di
Cyrus si espande tramite la radio ufficiale delle gang, grazie alla
voce della speaker Dolly Bomba. Le istruzioni sono semplici:
trovare i Guerrieri, accusati di aver ucciso Cyrus, e consegnarli
al nuovo leader dei Riffs. I Guerrieri devono dunque attraversare
tutta la città ed affrontare le altre bande che stanno dando loro
la caccia, per tornare vivi nel loro territorio, Coney Island.
Questo film cult, diretto da WALTER
HILL, vanta la straordinaria fotografia del cineasta Andrew
Laszlo.
“Trovavo interessante l’idea di
non guardare a una banda in termini di problema sociale, ma sotto
un altro punto di vista, quello del loro eroismo inteso
nell’accezione classica del termine. […] Mi piaceva anche l’idea di
raccontare una vicenda tratta dalla storia greca. Si trattava
dell’Anabasi ambientata in un mondo futuristico e fantascientifico
[…] Quando si tratta la fantascienza c’è spesso la propensione ad
astrarla del tutto. Ho pensato che la sfida sarebbe stata renderla
realistica e fantastica allo stesso tempo; volevo combinare quei
due elementi per farne un fumetto dark” – Walter
Hill
Dopo avervi
svelato la prima foto di
Anthony Mackie con il nuovo costume di Captain
American, oggi dal set di Captain America: New World Order arriva
anche la prima foto di Danny Ramirez come The
Falcon. Va detto che non abbiamo un grande dettaglio del
costume dunque dovremo aspettare un altro scatto per avere una
maggiore rilevanza del nuovo costume che indosserà l’attore, ma in
attesa accontentiamo di quello che abbiamo trovato.
Julius Onah dirige Captain America: New World Order, su una
sceneggiatura di Malcolm Spellman e Dalan Musson. Il cast
comprenderà
Anthony Mackie nei panni di Sam Wilson/Captain
America, Danny Ramirez nei panni di Joaquín
Torres/Falcon, Tim Blake Nelson nei panni di
Samuel Sterns/Leader, Carl Lumbly nei panni di
Isaiah Bradley e Shira Haas nei panni di Ruth
Bat-Seraph/Sabra. L’uscita al cinema è prevista per il 3
maggio 2024.
Con Wim Wenders,
Pedro Almodovar e Wang Bing, tra
gli Special Screenings di questa edizione del
Festival di Cannes
spicca sicuramente il ritorno di Steve McQueen
con Occupied City. Non in concorso, come
si erano promessi con Thierry Fremaux – e come il
filmmaker inglese ha raccontato dal palco della sala Debussy – e a
quindici anni dall’Hunger (Caméra d’or nel
2008), questo documentario si connota come un film molto personale
per il regista, che da tempo ha eletto a sua città d’adozione
proprio Amsterdam, dove tutto si svolge e della quale ci viene
ricordato il doloroso passato mentre la vediamo aprirsi nuovamente
alla vita e al futuro.
Dalla Guerra ai nazisti a quella
contro il Covid
Basandosi sul libro Atlas of an
Occupied City (Amsterdam 1940-1945) scritto da Bianca
Stigter, McQueen sviluppa due ritratti che si intrecciano
per tutta la durata del film. All’elenco di location,
caratterizzate da un collegamento al tempo dell’occupazione della
città da parte dei nazisti, si alternano le immagini degli ultimi
anni di pandemia e protesta.
Da un lato scuole, strade, canali,
uffici, ospedali e parchi, dall’altro i nomi delle vittime e dei
collaborazionisti che ancora oggi restano testimoni silenziosi di
un orrore evitabile. A differenza di quello, che non necessità
dell’accompagnamento della voce narrante di Melanie
Hyams, che tutti abbiamo più fresco nella memoria, e che
bastano i pochi dettagli colti dalla macchina da presa a
ricordare.
Un interminabile memento mori pieno
di speranza
Operazione inusuale e a suo modo
originale, quella del regista, che aspettavamo dal Widows– Eredità
criminale del 2018 e che, nel frattempo, ci aveva regalato
la miniserie BBC One Small Axe e poco altro.
Un porta a porta interminabile, quasi ipnotico nella sua
prolissità, ma che riesce a trasmettere la sensazione di
“vivere tra i fantasmi” che lo stesso McQueen racconta nel
presentarlo. E la possibilità di “due o tre narrazioni
parallele“, e contemporanee, a saperle ascoltare.
Tra meditazione sulla memoria e
riflessione sulla brutalità insita nella natura umana si scopre una
Amsterdam diversa, che molti faticheranno a riconoscere, o faranno
finta di non vedere. Nonostante la decisione di non servirsi di
immagini d’archivio – mai, in 36 ore di riprese (poi ridotte a 4) –
per dare maggior forza, e vicinanza, alle storie messe in scena, e
sottolineare la commistione di passato e presente.
Non c’è pietismo nella descrizione
di tradimenti, omicidi, atti di eroismo e suicidi, ma
paradossalmente sembrano più accusatorie le sequenze scelte per
mostrare i lunghi mesi di quarantena, di misure d’emergenza, le
mascherine, il distanziamento che tutti conosciamo e il crescente
nazionalismo di estrema destra. Quella di McQueen è una cronaca più
che un monito, ma come ogni documentario sceglie un percorso, e una
posizione, più o meno esplicita.
Il regista di Guardiani
della Galassia Vol. 3
James Gunn ha rivelato cosa pensava il presidente
dei Marvel StudiosKevin Feige della prima bomba atomica del
MCU. In
un’intervista con JOE.ie, Gunn ha
affrontato l’argomento della prima bomba
atomicadell‘MCU, che è stato
affrontato da Star-Lord interpretato Chris Pratt nell’ultimo film dei
Guardiani della Galassia. Secondo il regista, la parolaccia non
era stata scritta, ma era troppo divertente per essere
tagliata.
“L’abbiamo inserito nel taglio
ed è stato così dannatamente divertente. E io ero tipo ‘Oh
cavolo, la Disney me lo farà togliere, vero‘”, ha detto
Gunn. “Non mi hanno mai fatto fare niente. E io sono
tipo, ‘Questa è la prima volta che mi faranno fare qualcosa, e
rimarrò deluso.'”
Cosa ha pensato Kevin Feige
della prima bomba F del MCU?
James
Gunn ha poi approfondito ciò che Kevin Feige pensava della scena, notando che
originariamente c’era una bomba atomica in Avengers: Endgame che finì per essere tagliata
dal montaggio finale. “Ho detto ‘E quella bomba
atomica?’ E [Kevin Feige] è tipo, ‘Beh, sai, i
fratelli Russo ne avevano uno in [‘Avengers: Endgame’] a un certo punto“,
ha dichiarato Gunn. “E, sai, ha ricevuto un grande
applauso, ma alla fine, i fratelli Russo erano tipo… Non volevano
che quella fosse la loro eredità. E Kevin ha detto “se vuoi
che sia la tua eredità, allora certo“. E ho detto:
“Kevin, se pensi di spaventarmi invece di allettarmi ancora di
più per metterlo nel film, sei pazzo“. Ed è così che è
successo. E poi si è messo a ridere a
crepapelle“.
Nel film Marvel Studios Guardiani
della Galassia: Volume 3, l’amato gruppo
di improbabili Super Eroi si sta ambientando a Knowhere. Ma
non passa molto tempo prima che le loro vite vengano stravolte dal
turbolento passato di Rocket. Peter Quill, ancora provato dalla
perdita di Gamora, deve riunire la sua squadra intorno a sé in una
pericolosa missione per salvare la vita di Rocket, una missione
che, se non sarà portata a termine con successo, potrebbe portare
alla fine dei Guardiani così come li conosciamo.
Zachary Levi reciterà nel film natalizio
Teddy’s Christmas nel ruolo vocale di Teddy, il
personaggio principale. Il film, incentrato su un orsacchiotto e
una bambina, uscirà nelle sale americane in tempo per le festività
natalizie di quest’anno, dopo la sua uscita in diversi paesi
europei.
Zachary Levi è meglio conosciuto per la sua
interpretazione del supereroe Shazam nei
due film prodotti da Warner Bros, ma anche per aver doppiato
Flynn Rider in Rapunzel, della Disney.
Teddy’s Christmas sarà distribuito da
Capelight Pictures e Blue Fox Entertainment negli Stati Uniti.
Nel film, fiocchi di neve, mandorle
profumate e luci scintillanti creano l’atmosfera perfetta durante
la visita al mercatino di Natale di Mariann, quando all’improvviso
scopre un incredibile segreto: sullo scaffale più alto della
bancarella della lotteria, l’orsacchiotto più dolce ha appena mosso
la testa e ha iniziato ad annusare.
Sentendo una connessione immediata
con il tenero animale, Mariann non riesce a pensare a nessun regalo
migliore per il Natale e cerca di conquistarlo. Tuttavia, Teddy ha
piani diversi, sogna un ricco proprietario che possa mostrargli
tutto ciò che il mondo ha da offrire. Ma quando Teddy viene portato
in una legnaia, il suo nuovo migliore amico, il riccio Bolla, lo
aiuta a capire cosa conta davvero nella vita.
Solveig Langeland, amministratore
delegato di Sola Media, che gestisce i diritti mondiali, ha
dichiarato: “Siamo più che entusiasti di avere Zachary Levi a
bordo per dare vita al nostro Teddy sui grandi schermi del Nord
America! Il suo grande talento e la sua voce unica lo rendono la
scelta perfetta”.
È stata rilasciata una
nuova clip di Spider-Man: Across the
Spider-Verse per l’attesissimo
film di Sony Pictures, di
Miles Morales con i suoi genitori.La clip di 32
secondi accenna alla lotta di Miles per bilanciare i suoi doveri da
supereroe e la vita personale mentre i suoi genitori scoprono che
ha perso alcune delle sue lezioni. Il film arriverà nelle sale
il 2 giugno.Dai un’occhiata alla clip di Spider-Man:
Across the Spider-Verse di seguito:
Spider-Man: Across the Spider-Verse introdurrà
però non solo La Macchia, doppiato da Jason
Schwartzman, ma anche oltre 200 varie iterazioni dell’eroe
titolare. Miller ha dichiarato nell’aprile 2022 che “in mezzo a
questo multiverso ci sono 240 personaggi unici … ma sono per lo più
personaggi minori o secondari“. Tra questi ci sarà
Miguel O’Hara, alias Spider-Man
2099, doppiato da Oscar Isaac. Isaac sarà affiancato da un cast
corale che include Brian Tyree Henry nei panni di
Jefferson Davis, Luna Lauren
Vélez nei panni di Rio Morales e
Issa Rae nei panni di Jessica
Drew, alias Spider-Woman. Spider-Man: Across the Spider-Verse, come
noto, arriverà nei cinema il 2 giugno.
“Miles Morales ritorna per il
prossimo capitolo della saga di Spider-Verse, Spider-Man: Across the Spider-Verse“, si legge
nella sinossi. “Dopo essersi riunito con Gwen Stacy,
l’amichevole Spider-Man di quartiere di Brooklyn viene catapultato
attraverso il Multiverso, dove incontra una squadra di
Spider-People incaricata di proteggere la sua stessa
esistenza. Ma quando gli eroi si scontrano su come gestire una
nuova minaccia, Miles si ritrova a confrontarsi con gli altri
Spider e deve ridefinire cosa significa essere un eroe in modo da
poter salvare le persone che ama di più.
Il film è diretto da
Joaquim Dos Santos, Kemp Powers e Justin K.
Thompson. Nel cast Shameik Moore nei
panni di Miles Morales, Hailee Steinfeld nei panni di Gwen Stacy,
Jake Johnson nei panni di Peter B. Parker,
Issa Rae nei panni di Spider-Woman, Daniel
Kaluuya Spider-Punk, Karan Soni nei panni
di Spider-Man India, Oscar Isaac nei panni di
Spider-Man 2099, Jason Schwartzman nei panni di
The Spot, Brian Tyree Henry nei panni di Jefferson
Davis, Luna Lauren Velez nei panni di Rio Morales,
Greta Lee nei panni di Lyla. Nel cast vocale
originale anche Andy Samberg , Rachel
Dratch, Jorma Taccone, Shea Whigham e altri.
Spider-Man: Across the Spider-Verse è prodotto
da Phil Lord, Chris Miller, Amy Pascal, Avi Arad e Christina
Steinberg con Alonzo Ruvalcaba. Aditya Sood e il
regista del primo film, Peter Ramsey, sono i
produttori esecutivi.
Il regista di Guardiani
della Galassia Vol. 3James
Gunn ha rivelato cosa significa l’immagine
sulla maglietta di Star-Lord che abbiamo
potuto
notare nel film. Su Twitter , a
Gunn è stato chiesto cosa rappresentasse nell’universo il logo
sulla maglietta di Star-Lord all’inizio del film. L’utente che
ha posto la domanda ha teorizzato che potrebbe trattarsi di un
ristorante o di uno “space margaritaville”.
Il regista ha risposto dicendo che il logo, che presenta una
piccola creatura aliena, era in realtà per “Space Candy“,
piuttosto che per un ristorante spaziale.
@JamesGunn
what is the logo on quill’s shirt for in volume 3? I assume it’s a
restaurant like some sort of space margaritaville but I’m pretty
sure I’m wrong pic.twitter.com/PLXiLJUa6U
Nel film Marvel StudiosGuardiani
della Galassia: Volume 3, l’amato gruppo
di improbabili Super Eroi si sta ambientando a Knowhere. Ma
non passa molto tempo prima che le loro vite vengano stravolte dal
turbolento passato di Rocket. Peter Quill, ancora provato dalla
perdita di Gamora, deve riunire la sua squadra intorno a sé in una
pericolosa missione per salvare la vita di Rocket, una missione
che, se non sarà portata a termine con successo, potrebbe portare
alla fine dei Guardiani così come li conosciamo.
Secondo Deadline, la
produzione in corso dell’imminente serie Max dei DC
StudiosThe
Penguinè stata
interrotta a New York City dopo che un gruppo di
manifestanti della WGA East è intervenuta sul set.
Non è chiaro se questa battuta
d’arresto avrà un impatto maggiore sul programma delle riprese
dello spin-off di The
Batman. The
Penguin non è l’unica serie di supereroi in
arrivo che è stata sospesa a causa dei manifestanti organizzati
dalla WGA. La scorsa settimana, anche le riprese di due
progetti Marvel Studio, tra
cui Daredevil:
Born Again e Wonder
Man, sono state temporaneamente interrotte.
Cosa aspettarsi dal Pinguino?
Ambientato nel mondo di The Batman del
2022, The
Penguin si concentrerà sul passato di Oswald
Cobblepot e mostrerà la sua ascesa al potere nel ventre squallido
di Gotham piuttosto che rappresentarlo come un boss affermato. Il
personaggio ha una ricca storia di apparizioni dal vivo, poiché
Danny DeVito ha interpretato il famoso
Pinguino in Batman Returns mentre Robin Lord
Taylor lo ha interpretato in Gotham.
Il dramma limitato sarà basato sui
personaggi DC creati da Bob Kane e Bill Finger. È stato
scritto da Lauren LeFranc, che è anche la
showrunner. I primi due episodi saranno diretti da
Craig Zobel. Insieme a Colin Farrell recitano nella serie
Cristin Milioti (Made for Love) nel ruolo della
figlia di Carmine, Sofia Falcone; Michael Zegen
(The Marvelous Mrs. Maisel) nel ruolo del figlio di Carmine,
Alberto Falcone; e Clancy Brown (John Wick:
Capitolo 4) nei panni di Salvatore Maroni, gangster di Gotham. A
loro si uniscono Rhenzy Feliz, Michael Kelly, Shohreh
Aghdashloo, Deirdre O’Connell, Carmen Ejogo, François Chau
e David H. Holmes. Si dice anche che
Robert Pattinson potrebbe apparire nei panni di Bruce
Wayne/Batman. I produttori esecutivi sono Dylan Clark e Matt Reeves
di The
Batman, Farrell, LeFranc, Daniel Pipski, Adam
Kassanand e Rafi Crohn. È un progetto congiunto tra 6th e
Idaho, DC Entertainment, Dylan Clark Productions e Warner Bros.
Television.
Secondo quanto riferito, il
titolo del
film diStar Warsdi Dave Filoni è stato rivelato e potrebbe
essere familiare ai fan più veterani della saga. Secondo
l’insider @MyTimeToShineH, il film di
Star
Wars di Dave Filoni si chiamerà Star Wars: Heir to the
Empire. Il tweet afferma inoltre che Jon Favreau, che ha creato The
Mandalorian, sta solo producendo in questo momento, rendendo
Filoni il regista completo del film.
Il titolo di Erede
dell’Impero si riferisce all’omonimo libro del 1991 di
Timothy Zahn. Il romanzo, che è stato il
primo episodio della “Trilogia di Thrawn” insieme a
Dark Force Rising e The Last Command, ha
introdotto l’antagonista preferito dai fan, il
Grand’Ammiraglio Thrawn, nell’universo di Star
Wars. La trilogia di Thrawn è diventata una delle
parti più popolari dell’ex universo espanso di
Star
Wars, ora noto come Star Wars
Legends.
Diversi progetti di
Star Wars sono attualmente all’orizzonte, tra cui
la serie Disney+Ahsoka, The
Acolyte e Skeleton
Crew. Per quanto riguarda i giochi,
Star Wars Jedi: Survivor è stato recentemente
rilasciato, mentre Star Wars: Hunters, Star Wars:
Eclipse e un remake di Star Wars: Knights of the
Old Republic sono tutti stati annunciati.
L’imminente dramma della regista
palestinese-britannico Farah Nabulsi “The
Teacher”, girato e ambientato nella riva sinistra
della Palestina, è stato acquisito dal nostro distributore
indipendente Eagle Pictures.Goodfellas, già noto come
Wild Bunch, giovedì presenterà ai buyer il film quasi ultimato che
prende spunto da un vero e proprio scambio di prigionieri avvenuto
nel 2011 quando Israele liberò più di 1.000 prigionieri palestinesi
in cambio di un soldato che era stato rapito da militanti
palestinesi.
In “The
Teacher” un insegnante di scuola palestinese
interpretato da Saleh Bakri (“Costa Brava,
Libano”) fatica a conciliare il suo impegno per la resistenza
politica con il suo sostegno emotivo a uno dei suoi
studenti. C’è anche una sottotrama che coinvolge la sua
relazione romantica con un volontario britannico, interpretata da
Imogen Poots (“Il padre”). “Si
svolge in un momento in cui un soldato israeliano-ebreo-americano è
stato rapito dai palestinesi per tre settimane. La famiglia
ebrea americana viene in Israele per negoziare con le autorità
israeliane”, ha detto a Variety il
presidente e proprietario della Eagle
Pictures Tarak Ben
Ammar.
“È tutto il tormento di una vita
contro mille. La vera storia è che hanno finito per liberare
1.000 per uno. Ma l’insegnante sta cercando di assicurarsi che
i suoi figli non si uniscano ai terroristi”, ha aggiunto Ben
Ammar.The
Teacher segna il debutto cinematografico di
Nabulsi che si è fatta notare con il
cortometraggio candidato all’Oscar “The Present”
interpretato anche da Bakri.
“Goodfellas è sempre alla
ricerca di talenti registi nuovi e innovativi e per supportare i
primi lungometraggi“, ha dichiarato Eva
Diederix, responsabile delle vendite di Goodfellas, in una
nota. “Avere Eagle a bordo assicura che “The Teacher” avrà
una grande visibilità in Italia“.Il film è
prodotto da Cocoon Films e Native Liberty Productions nel Regno
Unito e da Philistine Films in Palestina. CAA Media Finance
rappresenta le vendite negli Stati Uniti.
I Wellsbury Peaches
sono qui per restare per almeno altre due stagioni.Netflix ha ordinato una
terza e una quarta stagione di “Ginny
& Georgia“. Lo streamer ha condiviso l’annuncio
mercoledì durante la presentazione di
Upfrontsdi quest’anno . Creata da
Sarah Lampert, la commedia drammatica segue Ginny
(Antonia Gentry), una quindicenne più matura della madre trentenne,
Georgia (Brianne Howey) in una città del New England, dove Georgia
ha deciso di stabilirsi. con sua figlia e suo figlio, Ginny e
Austin (Diesel La Torraca). Nel cast anche Jennifer
Robertson, Felix Mallard, Sara Waisglass, Scott Porter e Raymond
Ablack.
A gennaio, gli ascolti della
seconda stagione del dramma di Netflix hanno
portato “Mercoledì” al primo posto nell’elenco dei 10 migliori
programmi TV inglesi di Netflix con 180,47 milioni di ore
visualizzate dopo il suo debutto, rendendolo il titolo più visto
sullo streamer per il settimana del 2-8 gennaio.Per
il contesto, ciò significa che i numeri di apertura della seconda
stagione di “Ginny & Georgia” hanno superato la
terza stagione di “Emily
in Paris“, “The
Watcher” e la quinta stagione di “Cobra
Kai“. Per il contesto, “Monster” di
Ryan Murphy ha registrato 196,2 milioni di ore nella sua prima
settimana di visione e la seconda stagione di “Bridgerton” ha avuto 193,02 milioni.
Oltre alle notizie sul rinnovo, Sarah
Glinski ha firmato per unirsi alla serie per la stagione 3 come
showrunner, in sostituzione di Debra J.
Fisher. Netflix ha rivelato aVariety, la nomina di Glinski come
showrunner è avvenuta prima dell’attuale sciopero degli
sceneggiatori, iniziato il 1° maggio.La
seconda stagione del dramma è stata prodotta dallo
showrunner Fisher e dalla creatrice Sarah Lampert. I
produttori esecutivi insieme a Fisher e Lampert sono stati Jeff
Tahler per Madica Productions, Jenny Daly per Critical Content,
Holly Hines e Daniel March per Dynamic Television. Elena
Blekhter è stata coproduttrice esecutiva.
Arriverà il 1 giugno nelle sale italiane, distribuito da
Lucky Red e Universal Pictures International Italy, Spoiler
Alert di Michael Showalter, con Jim Parsons e Ben Aldridge.Tratto
dal best-seller autobiografico di Michael Ausiello, Spoiler
Alert segue la storia d’amore tra il giornalista
di spettacolo Michael (Jim
Parsons) e il suo partner fotografo, Kit (Ben
Aldridge). Una commovente storia d’amore e perdita, di gioia e
dolore, drammatica ma piena di vita e umorismo.
In Spoiler
AlertMichael (Jim Parsons) e Kit
(Ben Aldridge) vivono un’intensa storia d’amore da 14 anni. Grazie
a Kit, Michael scopre la famiglia che non ha avuto da bambino, dai
suoi genitori (Sally Field e Bill Irwin) alla straordinaria cerchia
di amici di Manhattan. E mentre Michael immagina che la sua vita si
svolga come la trama di una delle sue commedie romantiche
preferite, non può prevedere i cambiamenti che trasformeranno e
rafforzeranno il loro rapporto.
Virgin
River è stato rinnovato per la sesta stagione su
Netflix.
L’annuncio è stato fatto come parte della prima presentazione
anticipata di Netflix
agli inserzionisti. Il rinnovo arriva prima che la quinta stagione
della popolare serie drammatica abbia persino fissato una data per
l’uscita, anche se dovrebbe andare in onda in autunno.
“Virgin
River è stato rinnovato per entrambe la quarta e
quinta stagione nel 2021, con il debutto della quarta stagione
avvenuto nel luglio 2022. La serie è basata sull’omonima serie di
libri di Robyn Carr. Il cast della serie include
Alexandra Breckenridge, Martin Henderson, Tim Matheson, Annette
O’Toole, Colin Lawrence, Benjamin Hollingsworth, Lauren Hammersley,
Grayson Gurnsey, Sarah Dugdale, Zibby Allen e Marco
Grazzini.
La serie segue le vite degli abitanti
dell’omonima città della California settentrionale, tra cui
l’infermiera Mel (Breckenridge), il proprietario di un bar e
veterano Jack (Henderson), il medico della città Doc (Matheson), il
sindaco Hope (O’Toole) e molti altri. Lo spettacolo è stato un
successo indiscusso per Netflix. La
stagione 4 dello spettacolo ha detronizzato con successo “Stranger
Things” dalla cima della classifica dei primi 10
streaming di Nielsen, guadagnando 2,6 miliardi di minuti
visualizzati nei primi tre giorni di disponibilità.
Sue Tenney ha adattato Virgin River per la televisione ed è stata
showrunner per le prime quattro stagioni. Patrick Sean Smith
si è unito alla serie come showrunner e produttore esecutivo per la
quinta stagione. Roma Roth, Jocelyn Freid e Christopher E. Perry
sono anche produttori esecutivi. Carr è stata la produttrice
esecutiva della prima stagione. Amy Palmer Robertson, Debra Fordham
e Lisa Marie Petersen sono state co-produttrici esecutive, con Ian
Hay come produttore e Sally Dixon come co-produttrice. La
serie è prodotta da Reel World Management.
Eddie Murphy raccoglierà l’eredità di
Peter Sellers e Steve Martin,
impersonando l’ispettore Clouseau in un nuovo film della
Pantera Rosa in fase di sviluppo presso la MGM, di
proprietà di Amazon.
L’iconico franchise comedy/mistery
creato per MGM da Blake Edwards è composto al
momento di 11 film e numerosi spot pubblicitari sull’isolamento in
fibra di vetro. Jeff Fowler (Sonic the
Hedgehog) dirigerà il nuovo film da una sceneggiatura di
Chris Bremner. Dan Lin,
Julie Andrews, Larry Mirisch e
Jonathan Eirich fanno parte della squadra di
produttori. Murphy avrà il ruolo di Clouseau che Peter Sellers ha
“creato” per lo schermo negli anni ’60. Una fonte vicina a Eddie Murphy ha descritto il progetto come una
scelta naturale per l’attore, che da sempre ammira le
interpretazioni comiche di Sellers.
Di recente Murphy ha recitato al
fianco di Jonah Hill, Julia-Louis
Dreyfus e Lauren London in You
People, diretto da Kenya Barris, e prima
ancora ha ripreso il ruolo del principe Akeem in Il Principe cerca Figlio di Prime Video. Il suo prossimo film è Candy
Cane Lane per Prime Video e collaborerà con Joseph
Gordon-Levitt in
Beverly Hills Cop: Axel Foley.
Il
Montana è diventato il primo stato negli
Stati Uniti a
vietare TikTok. Se il disegno
di legge resiste alle previste sfide legali, entrerà in vigore il
1° gennaio 2024.Il governatore dello stato Greg
Gianforte ha firmato il disegno di legge mercoledì, scrivendo in
una dichiarazione: “Oggi, il
Montana intraprende l’azione più decisiva di qualsiasi stato per
proteggere i dati privati e le informazioni personali sensibili
dei Montanans dall’essere raccolti dal Partito Comunista
Cinese“.Gianforte ha aggiunto
su Twitter: “TikTok è
solo un’app legata ad avversari stranieri. Oggi ho ordinato al
Chief Information Officer dello stato di vietare qualsiasi
applicazione che fornisca informazioni o dati personali ad
avversari stranieri dalla rete statale”.
La legge vieterebbe agli app store di
rendere l’app disponibile per il download nel Montana.TikTok ha risposto al divieto con la
seguente dichiarazione :
“Il governatore Gianforte ha firmato un disegno di legge che
viola i diritti del Primo Emendamento della popolazione del Montana
vietando illegalmente TikTok, una piattaforma che dà potere a
centinaia di migliaia di persone in tutto lo stato. Vogliamo
rassicurare i Montanans che possono continuare a utilizzare TikTok
per esprimersi, guadagnarsi da vivere e trovare una comunità mentre
continuiamo a lavorare per difendere i diritti dei nostri utenti
all’interno e all’esterno del Montana“.
Secondo l’Associated Press, Montana
sarebbe in grado di multare qualsiasi “entità”, come un app store o
lo stesso TikTok, $ 10.000 al giorno ogni volta che a un utente
viene “offerta la possibilità” di accedere o scaricare la
piattaforma. Queste multe non verrebbero imposte ai singoli
utenti.
Di proprietà della società tecnologica
cinese ByteDance, TikTok si è guadagnata la reputazione di minaccia
alla sicurezza nazionale a causa delle preoccupazioni sulla
raccolta dei dati. Ciò ha portato gli Stati Uniti a vietare
TikTok sui dispositivi emessi dal governo a marzo.TikTok, che è esploso in popolarità durante la pandemia,
ospita oltre 1 miliardo di utenti e funge da hub per influencer,
celebrità e creatori. Secondo il portavoce di TikTok Jamal
Brown, il Montana ospita 200.000 utenti TikTok e 6.000 aziende che
utilizzano l’app.
Johnny Depp ha fatto una rara apparizione
pubblica alla conferenza stampa al Festival
di Cannes per “Jeanne Du
Barry”, un dramma in costume che ha aperto la 76a edizione del
festival del cinema. Il film segna il primo ruolo da protagonista
dell’attore in tre anni, dopo le sue battaglie legali con l’ex
moglie Amber Heard. Quando è riemerso alla ribalta,
Depp sembra avere sentimenti contrastanti sulla sua lunga assenza
dai film di Hollywood.
“Mi sono sentito boicottato da
Hollywood? Dovresti non avere il polso per pensarlo, ‘No.
Niente di tutto questo sta accadendo. È uno strano
scherzo‘”, ha detto alla stampa mercoledì. “Quando ti
viene chiesto di dimetterti da un film che stai facendo a causa di
qualcosa che è semplicemente una serie di voci e consonanti che
fluttuano nell’aria, sì, ti senti boicottato“. Presumibilmente
Depp si riferiva a un sequel della serie spin-off di “Harry
Potter” “Animali fantastici”, da cui si è allontanato
nel 2020. Uscendo dal film della Warner Bros. tra grattacapi di
pubbliche relazioni, la stella A-list responsabile di oltre $ 10
miliardi al botteghino mondiale ha rinunciato a uno stipendio a
otto cifre.
Ha poi continuato: “Non mi sento
boicottato da Hollywood, perché non penso a Hollywood. È un
momento strano e divertente in cui tutti vorrebbero poter essere se
stessi, ma non possono. Devono essere in linea con la persona
che hanno di fronte. Se vuoi vivere quella vita, ti auguro il
meglio”. Le battaglie legali di Johnny Depp sono culminate in un
processo per diffamazione vinto dall’attore negli Stati Uniti,
in cui Heard è stato condannato a pagargli 10 milioni di dollari di
danni. In precedenza aveva perso una causa per diffamazione
nel Regno Unito del 2020 che coinvolgeva le accuse di abuso di
Amber Heard, che ha poi causato la sua uscita
forzata da “Animali
fantastici: i segreti di Silente” del 2022.
Non tutti si sono separati
dall’attore sulla scia delle sue innumerevoli polemiche. Dior,
la casa di moda di lusso francese, è stata al fianco della stella e
gli ha firmato un enorme accordo da oltre 20 milioni di dollari, il
più grande patto mai realizzato nel settore delle fragranze
maschili. Sebbene il nome di Heard non sia mai stato menzionato
direttamente durante la conferenza stampa, la sua battaglia legale
con lei ha continuato ad essere al centro della discussione. Quando
gli è stato chiesto da un giornalista di Variety cosa
avrebbe detto a coloro che pensano che non dovrebbe partecipare a
Cannes a causa dei suoi problemi legali passati, Depp ha offerto
un’ipotesi. “E se un giorno non mi permettessero – in
nessuna circostanza, non importa cosa – [che] non posso andare da
McDonald’s per tutta la vita perché da qualche parte se li mettessi
tutti in una stanza ci sarebbero 39 persone arrabbiate che mi
guardano mentre mangio un Big Mac in loop solo per
divertimento“, ha detto. “Loro chi sono? Perché
si preoccupano? Una specie di specie, una torre di purè di
patate, che copre la luce sullo schermo del
computer. Anonimo. Con apparentemente meno tempo
libero. Non credo che dovremmo essere preoccupati. Le
persone dovrebbero davvero pensare a cosa si
tratta. Veramente.”
All’inizio della conferenza stampa,
Depp ha anche parlato del suo disprezzo per i media, che hanno
coperto intensamente la sua diatriba con Heard e le conseguenze di
Hollywood. “La maggior parte di ciò che leggi è narrativa
scritta in modo fantastico e orribile. È come fare la domanda:
‘Come stai?’ Ma il sottotesto è, ‘Dio, ti odio.‘”Ha anche respinto l’idea che Cannes segni il suo “ritorno” al
cinema. “Ho avuto il mio 17esimo ritorno, a quanto
pare“, ha detto. “Continuo a pensare alla parola
‘ritorno’. Non sono andato da nessuna parte… Forse le persone
hanno smesso di gridare qualunque fosse la loro paura in quel
momento. Ma non sono andato da nessuna parte.
Jeanne du
Barry vede Maiwenn nei panni di
Jeanne Vaubernier, una donna della classe operaia della Francia del
XVIII secolo che scala i ranghi sociali e diventa l’amante del re
Luigi XV. Le sue radici nella classe operaia la
rendono una paria sociale alla corte del re. Il cast di
supporto include Benjamin Lavernhe, Pierre Richard, Melvil
Poupaud e Pascal Greggory.
Secondo giorno al Festival
di Cannes. Ottavo film in Selezione per Pedro Almodóvar, Extraña forma de
vida presentato in Proiezione Speciale, le “Chicas”. Al
Festival accompagnato dal suo cast e da Ethan Hawke. Questa mattina c’è stato anche il
photocall e la conferenza di Jeanne
du Barry, sesto lungometraggio e quarta opera in
Selezione Ufficiale per
Maïwenn che firma, in apertura fuori concorso del
Festival, un’opera prima in costume ancorata
all’Illuminismo. Dopo Polisse, Premio della
Giuria nel 2011, Mon Roi (2015), che ha vinto il
Premio alla Migliore Attrice per Emmanuelle Bercot, e
un’esplorazione, con ADN, delle sue radici algerine
insieme a Fanny Ardant (2020), Maïwenn celebra il
favoloso destino di Jeanne du Barry, cortigiana e
favorita del re Luigi XV: un personaggio tanto sgargiante quanto
audace, proprio come il regista.
In Extraña forma de vida due uomini
che si amano l’uno per l’altro: lo sceriffo Jake (Ethan Hawke) e
Silva, allevatore di professione interpretato da Pedro Pascal. Un mediometraggio intriso
di genere western, sulla scia di quelli della grande epoca con
James Stewart o Clint Eastwood. Ecco tutte le foto dalla
kermesse.
Prime
Video ha svelato oggi il trailer della nuova serie
antologica Love Club, scritta da
Silvia Di Gregorio, Bex Gunther e Denise Santoro
insieme a Veronica Galli e Tommaso Triolo per la regia di Mario
Piredda. Love Club mette in scena le
complicate vite amorose e amicali di quattro ragazzi impegnati a
lottare per conquistare il proprio spazio nel mondo, interpretati
da attori emergenti, alcuni dei quali per la prima volta sullo
schermo: Veronique Charlotte, Alessio Lu, Ester Pantano,
Rodrigo Robbiati.
Prodotta da Tempesta, con il
sostegno della Regione Emilia-Romagna, per Prime Video, la serie composta da 4 episodi sarà
disponibile dal 20 giugno 2023. Il 16 giugno al Teatro Studio
Melato di Milano saranno presentati i primi episodi di
Love Club in anteprima esclusiva al 37°
MiX Festival Internazionale di Cinema LGBTQ+ e Cultura Queer,
nell’ambito del MIXUP4PRIDE, il calendario di iniziative che dal 10
al 18 giugno anticipa il festival di fine settembre in occasione
del Pride di Milano del 17 giugno. Love
Club è l’ultima novità per i clienti Amazon Prime,
che in Italia beneficiano di spedizioni veloci, offerte esclusive e
intrattenimento, incluso Prime Video, con un solo abbonamento al
costo di €49,90/anno o €4,99/mese.
In una Milano periferica e inedita, un locale frequentato dalla
comunità queer rischia di chiudere per problemi economici. Le vite
di Luz, Tim, Rose e Zhang, che orbitano tutte attorno al Love Club,
si sfiorano in un percorso che li vedrà affrontare le loro paure
più grandi. Riuscirà Luz a vivere la storia con Roberta senza il
timore di perdere la propria indipendenza? Mentre la malattia
mentale è per Tim un ostacolo al suo sogno di fare il DJ, e Rose
deve ritrovare il coraggio di cantare su un palco, Zhang sogna di
esibirsi in drag ma per farlo deve trovare la forza di affrontare
un compagno violento. A fare da palcoscenico alle loro vite, il
Love Club: un luogo dove sesso, amore e amicizia si esprimono con
traiettorie impreviste e senza regole di genere.
Dopo aver regalato al
pubblico una prima stagione più che soddisfacente, la
serie targata HBO e prodotta tra gli altri da Robert Downey Jr. torna con nuovi episodi
che ne confermano pienamente il valore e la lucidità. La storia
parte circa sei mesi dopo gli eventi narrati nelle puntate
precedenti, i quali avvenivano nella Los Angeles dell’inizio degli
anni ‘30: Perry Mason (Matthew Rhys) adesso
gestisce il proprio studio legale insieme a Della Street
(Juliet Rylance), ma ha scelto di occuparsi
solamente di cause civili lasciando da parte quelle penali. A
quanto pare, alcuni dei fantasmi del passato continuano ancora a
perseguitarlo… Quando il ricco e fin troppo intraprendente rampollo
di una delle più potenti famiglie di Los Angeles viene trovato
assassinato nella sua auto, la colpa ricade quasi immediatamente su
due giovani messicani. Per una serie di eventi fortuiti il caso
finisce proprio nelle mani di Perry e Della, i qual insieme
all’aiuto dell’amico Paul Drake (Chris Chalk)
decidono di patrocinare coloro che reputano essere stati
ingiustamente accusati dell’omicidio.
Perry Mason stagione 2: il fascino della origin story
La seconda stagione di
Perry Mason possiede il fascino che deriva dalla
curiosità riguardante le origin-story. Il personaggio principale
non risulta ancora infatti l’avvocato integerrimo che il pubblico
televisivo del passato ha imparato a conoscere grazie a Raymond
Burr. Anche in questi nuovi episodi ci troviamo di fronte a un uomo
torturato, il quale possiede un profondo senso morale che entra
costantemente in conflitto stridente con gli orrori che ha visto in
passato e con quelli che deve affrontare nel presente, tentando di
scoprire la verità riguardante i suoi clienti.
La figura di un idealista
costretto a confrontarsi con la realtà viene molto ben tratteggiata
da Rhys, il quale dota il proprio personaggio della fragilità
psicologica ed emotiva necessarie per renderlo sfaccettato. Mason
continua a lottare, sbagliare, soffrire in un crescendo drammatico
e narrativo molto ben orchestrati. Accanto al protagonista anche i
personaggi di supporto sono sviluppati con precisione, il che
permette al resto del cast di interpretarli con finezza e carisma.
In particolare Chris Chalk conferma di essere un attore con una
marcia in più soprattutto perché dimostra di non dover mai
sottolineare troppo le scene maggiormente importanti per risultare
efficace.
La città protagonista: Los Angeles
Quello che poi
Perry Mason Stagione 2 possiede in maniera forse
anche più avvincente rispetto alla prima stagione è la capacità di
farsi origin-story non soltanto per l’eroe ma anche per
l’ambientazione, ovviamente Los Angeles. Man mano che le puntate
scorrono ci si rende infatti conto che la “Città degli Angeli”
possiede ancora un minimo di innocenza e tensione propositiva che
la rende meta quasi onirica per chiunque voglia cercar fortuna,
credendo magari ancora nel mito del self-made man. Il cinismo che
impregnava gli episodi della prima stagione sembra essersi
leggermente attenuato: Mason e quelli che come lui vogliono
giustizia sia fatta possono ancora sperare che il sistema non sia
(ancora) talmente corrotto da ignorarli. Questo piccolo scarto di
prospettiva riesce a solleticare l’intelligenza dello spettatore,
il quale si trova ancora una volta di fronte a un prodotto
confezionato con enorme competenza estetica.
A livello di scenografie,
costumi, fotografia e musiche suadenti – in particolar modo le note
che rimandano al noir classico sono adoperate con lodevole
contrappunto – Perry Mason conferma quanto la HBO sia un gradino
sopra a tutti se si tratta di potenza visiva della messa in scena.
Insomma, in questa Los Angeles il nichilismo di Dashiell Hammett,
Raymond Chandler e del loro velenoso “discepolo” James Ellroy
sembra essersi preso un momento di pausa, lasciando all’avvocato la
possibilità di credere ancora che la giustizia possa prevalere.
Pur messa in piedi
proponendo un evidente sforzo produttivo, Perry
Mason continua a non essere uno show che “espone” la
dimensione e gli sfarzi del proprio budget. Al contrario lavora
sulla psicologia dello spettatore proponendogli uno spettacolo
finemente orchestrato, il quale rispetta e rinforza le regole di un
genere antico e ancora affascinante come il noir losangelino. Una
seconda stagione che propone piccole ma significative variazioni
rendendo il valore complessivo della serie se possibile ancor più
elevato. Sotto più di un aspetto, un’operazione davvero
notevole.