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Until Dawn – Fino all’Alba: recensione del film di David F. Sandberg

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Nel panorama sempre più affollato delle trasposizioni videoludiche, Until Dawn – Fino all’Alba si ritaglia uno spazio ben definito, mostrando fin dai primi minuti una profonda passione per il genere horror e padronanza della sua grammatica. Diretto da David F. Sandberg, che qui sembra aver trovato un riscatto dopo il meno fortunato Shazam! La Furia degli Dei, il film si presenta come un vero e proprio omaggio al cinema dell’orrore, divertente, intelligente e perfettamente consapevole dei propri limiti e delle proprie ambizioni.

La trama di Until Dawn – Fino all’Alba

La trama prende il via senza preamboli: un gruppo di adolescenti si lancia in un road trip che è anche una ricerca carica di dolore e mistero. Clover (Ella Rubin) è alla disperata ricerca della sorella scomparsa, e insieme ai suoi amici – interpretati da Michael Cimino, Odessa A’zion, Ji-young Yoo e Belmont Cameli – si avventura in un viaggio che diventa rapidamente un incubo a occhi aperti. La premessa potrebbe sembrare scontata: un gruppo di ragazzi, una località isolata, un sinistro avvertimento da parte di un inquietante benzinaio (un perfetto Peter Stormare). Ma Until Dawn riesce a prendere questi ingredienti ormai classici e a mescolarli in modo fresco e coinvolgente.

Un loop temporale fino… alla morte

Until Dawn – Fino all’Alba – Cortesia di Eagle Pictures

Uno degli aspetti più interessanti del film è il suo utilizzo del loop temporale, elemento narrativo ormai consolidato nel cinema ma qui reso particolarmente efficace grazie a un approccio che evita la ripetitività. Ogni nuovo giro sulla giostra mortale aggiunge dettagli, tensione, e soprattutto tracce fisiche delle esperienze passate: ferite, segni, cicatrici che i personaggi si portano dietro da un ciclo all’altro. È un espediente semplice ma visivamente potente, che permette di tenere sempre alta la suspense.

Il film non si prende mai troppo sul serio – e proprio per questo funziona. Riesce a bilanciare bene i momenti di puro terrore con pause di leggerezza che non scadono mai nel ridicolo. A differenza di molte recenti produzioni horror, Until Dawn evita il facile umorismo da Gen Z e punta invece su una narrazione coerente e un’atmosfera carica di tensione. I personaggi sono sì archetipici – la final girl, il bello atletico, la ragazza sfrontata – ma non diventano mai caricature. Sono adolescenti credibili, con reazioni umane, che imparano dai propri errori e si adattano alle regole di un mondo che li vuole morti.

Scenografia e regia: una combinazione vincente

Il comparto tecnico è un altro punto di forza: la scenografia immerge completamente lo spettatore in un mondo da incubo, dove ogni dettaglio – dalle cabine abbandonate alle foreste nebbiose – contribuisce a costruire un senso di oppressione crescente. La regia di Sandberg sa quando rallentare per creare tensione e quando premere sull’acceleratore per scatenare l’azione. Il risultato è un film che non annoia mai, nemmeno quando cede il passo a qualche momento più riflessivo.

Dal punto di vista del cast, le performance sono buone, anche se non tutte memorabili. Ella Rubin regge bene il ruolo di protagonista, anche se alcuni passaggi emotivi più profondi risultano un po’ forzati, più per colpa di una sceneggiatura che a tratti cerca una profondità psicologica che non le appartiene fino in fondo. Ma quando Until Dawn si concentra sull’azione, sul sangue, sui salti sulla sedia, allora sì che dà il meglio di sé. E il pubblico horror lo sa: questo è ciò che conta davvero.

Ella Rubin, Michael Cimino, Odessa A’zion, Ji-young Yoo e Belmont Cameli in Until Dawn – Fino all’Alba – Cortesia di Eagle Pictures

Un adattamento libero ma fedele nello spirito

Rispetto al videogioco omonimo, Until Dawn – Fino all’Alba prende alcune libertà importanti, ma lo fa con intelligenza. Non cerca di replicare pedissequamente la struttura a scelte multiple del gioco originale, né il suo impianto narrativo su una singola notte. Invece, opta per una struttura a loop temporale, che omaggia lo spirito del gameplay – dove ogni decisione può significare vita o morte – ma lo traduce in un linguaggio cinematografico efficace e coerente. I fan del gioco troveranno numerosi Easter egg e citazioni, dai nomi dei personaggi a piccoli oggetti di scena, ma anche chi non ha mai preso in mano un controller riuscirà a godersi il film appieno. L’essenziale, ovvero l’idea che ogni azione ha conseguenze, rimane intatto, e viene anzi potenziato da un uso intelligente del montaggio e della narrazione visiva.

Un inizio promettente per un franchise da paura

La parte finale del film segna forse il momento più debole in termini di ritmo: c’è un piccolo inciampo narrativo quando si passa dalle rivelazioni finali alla risoluzione vera e propria. Tuttavia, il climax è abbastanza adrenalinico da far dimenticare le incertezze. Il film si conclude con il giusto mix di chiusura e apertura: ci sentiamo soddisfatti, ma sappiamo che c’è spazio per un sequel. E se le fondamenta sono queste, ben venga un nuovo universo narrativo da esplorare.

Until Dawn – Fino all’Alba non è un film che cerca di rivoluzionare il genere horror. E fa bene. È un’opera che sa divertirsi con i cliché, che conosce e ama il materiale di partenza, e che riesce a intrattenere con stile, ritmo e un genuino entusiasmo per la paura. Un film perfetto per chi ama l’horror in tutte le sue forme, e che lascia con la voglia di tornare ancora una volta… fino all’alba.

I Fantastici Quattro: Gli Inizi, Julia Garner parla del suo look da Silver Surfer

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Dopo l’ultimo trailer de I Fantastici Quattro: Gli Inizi, Julia Garner, l’attrice che interpreta Silver Surfer, ha condiviso la sua reazione al design del personaggio. In una nuova intervista rilasciata a Entertainment Weekly, infatti, l’attrice ha finalmente aggiunto dettagli sul suo ingresso nel franchise MCU, parlando anche del look del personaggio da lei interpretato. Quando le è stato chiesto quale fosse la sua reazione nel vedersi per la prima volta nei panni di Silver Surfer, la Garner ha condiviso quanto segue:

Non ero molto sorpresa, perché Matt mi aveva mostrato una bozza. Ho pensato che fosse così bello. Sembrava stranamente… beh, non voglio dire alla moda, ma la si poteva vedere su una passerella, cosa che noto sempre come la migliore. Il costume deve essere esteticamente piacevole per gli occhi, soprattutto per la Marvel. La gente lo adora. In fin dei conti, si tratta di un fumetto. Non vedo l’ora di vederlo – non ho visto altro che il trailer e alcune scene di prova, quindi sarà interessante“.

LEGGI ANCHE: I Fantastici Quattro: Gli Inizi, tutte le rivelazioni dal nuovo trailer!

Tutto quello che c’è da sapere su I Fantastici Quattro: Gli Inizi

Il film I Fantastici Quattro: Gli Inizi è atteso al cinema il 25 luglio 2025. Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici Quattro sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà I Fantastici Quattro: Gli Inizi, da una sceneggiatura di Josh FriedmanJeff Kaplan e Ian SpringerPedro Pascal (Reed Richards) è noto al mondo per le sue interpretazioni in The MandalorianThe Last of Us e prima ancora in Game of ThronesVanessa Kirby (Sue Storm) ha fatto parte del franchise di Mission: Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn (Johnny Storm) è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm) sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear.

Fanno parte del cast anche Julia GarnerPaul Walter HauserJohn MalkovichNatasha Lyonne e Ralph Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato da Kevin Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che conosciamo. Franklyn e Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero inoltre comparire alla fine del film.

Ryan Reynolds parla del futuro di Deadpool nel MCU: “Sto scrivendo qualcosa in questo momento”

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Siamo sicuri che prima o poi Wade Wilson alias Deadpool tornerà nel MCU, dato che è impensabile che i Marvel Studios lascino il personaggio sullo scaffale per troppo tempo dopo il grande successo di Deadpool & Wolverine, ma al momento non sappiamo ancora quando e dove il Mercenario chiacchierone tornerà sullo schermo. Si vocifera che Deadpool apparirà in uno o in entrambi i prossimi film degli Avengers, ma al momento Ryan Reynolds non è stato indicato come parte del cast iniziale di Avengers: Doomsday.

Nel corso di una nuova intervista con il Time, proprio a Ryan Reynolds è stato chiesto se Wade potrebbe avere un “ruolo di supporto” in uno dei prossimi film evento del MCU. Pur non scartando completamente l’idea, Reynolds osserva che: “Se [Deadpool] diventa un Vendicatore o un X-Men, siamo alla fine. È la realizzazione di un desiderio, e non possiamo darglielo“. L’attore rivela inoltre che sta “scrivendo una piccola cosa proprio ora… è un ensemble”.

È la prima volta che sentiamo parlare di un nuovo progetto su Deadpool. Sarà un sequel diretto di Deadpool & Wolverine o qualcosa di completamente diverso? Reynolds non approfondisce (e forse si è lasciato sfuggire qualcosa che la Marvel non era ancora pronta a rivelare), quindi non ci resta che aspettare e vedere se verranno condivisi altri dettagli nel periodo che precede il SDCC. Intanto, ecco qui di seguito il post Instagram con l’intervista in cui l’attore torna a parlare di Deadpool:

Tutto quello che sappiamo su Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday arriverà nelle sale il 1° maggio 2026, mentre Avengers: Secret Wars è previsto per il 7 maggio 2027.

Entrambi i film saranno diretti da Joe Russo e Anthony Russo, che faranno anche il loro ritorno nell’MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame. Al momento non si hanno certezze sugli attori che comporranno il cast del film, né su precisi elementi di trama.

I Marvel Studio hanno per ora confermato il seguente cast in Avengers: Doomsday: Chris Hemsworth (Thor), Vanessa Kirby (Susan Storm/Donna Invisibile), Anthony Mackie (Sam Wilson/Captain America), Sebastian Stan (Bucky Barnes/Soldato d’Inverno), Letitia Wright (Shuri/Black Panther), Paul Rudd (Scott Lang/Ant-Man), Wyatt Russell (John Walker/U.S. Agent), Tenoch Huerta Mejia (Namor), Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm/The Thing), Simu Liu (Shang-Chi), Florence Pugh (Yelena Belova/Black Widow), Kelsey Grammer (Hank McCoy/Bestia), Lewis Pullman (Sentry), Danny Ramirez (Joaquin Torres/Falcon), Joseph Quinn (Johnny Storm/Torcia Umana), David Harbour (Alexei Shostakov/Red Guardian), Winston Duke (M’Baku), Hannah John-Kamen (Ava Starr/Ghost), Tom Hiddleston (Loki), Patrick Stewart (Charles Xavier/Professor X), Ian McKellen (Erik Lehnsherr/Magneto), Alan Cumming (Kurt Wagner/Nightcrawler), Rebecca Romijn (Raven Darkhölme/Mystica), James Marsden (Scott Summers/Ciclope), Channing Tatum (Remy LeBeau/Gambit), Pedro Pascal (Reed Richards/Mister Fantastic), Robert Downey Jr. (Victor von Doom/Dottor Destino).

Squid Game – stagione 3: per l’attore Lee Jung-jae è stata “impegnativa” e “difficilissima da girare”

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La terza stagione di Squid Game ottiene nuove anticipazioni dal protagonista Lee Jung-jae, che rivela che l’ultima partita è stata molto difficile da girare. Creata da Hwang Dong-hyuk, la serie di successo Netflix è tornata per la sua seconda stagione lo scorso dicembre, dopo il debutto nel 2021, riprendendo la storia di Seong Gi-hun, interpretato da Lee, mentre cerca di superare i giochi che danno il titolo alla serie. Squid Game – stagione 3 è ora confermata e porterà al termine la serie da record dopo il finale della seconda stagione, con una data di uscita attualmente fissata per il 27 giugno.

In una recente intervista con The Credits, la rivista online della Motion Pictures Association, Lee parla brevemente della terza stagione di Squid Game, rivelando che l’ultima partita della serie è stata molto difficile da girare. Non fornisce alcun indizio su quale sia questa partita, ma sembra che il pubblico debba aspettarsi una sfida finale fisicamente impegnativa per Gi-hun per concludere la serie. Ecco il commento di Lee:

“Nella prima stagione, man mano che gli episodi vanno avanti, diventa davvero difficile per Gi-hun, sia fisicamente che mentalmente. Direi che il gioco più difficile che ho dovuto girare è stato l’ultimo della prima stagione, ovvero Squid Game. Tra tutte le stagioni, penso che la più impegnativa e difficile sia stata l’ultima puntata che vedremo nella terza stagione. È stata la più difficile da girare”.

Cosa significa questo per la terza stagione di Squid Game

Squid Game
Park Sung-hoon as Cho Hyun-ju, Jo Yu-ri as Kim Jun-hee, Kang Ae-sim as Jang Geum-ja, Yang Dong-geun as Park Yong-sik in “Squid Game” Season 3 Noh Ju-han / Netflix

Come la seconda stagione prepara giochi ancora più letali

Squid Game – stagione 2 termina con il fallimento della ribellione di Gi-hun. Dopo essersi finto un concorrente per tutta la stagione, Front Man (Lee Byung-hun) mette fine alla rivolta, sparando al migliore amico di Gi-hun, Jung-bae (Lee Seo-hwan). Gi-hun sembrerà entrare nella terza stagione in una posizione di debolezza e sconfitta, e la sua avventura nei giochi non è evidentemente ancora finita. Dopo i titoli di coda della seconda stagione, c’è un altro indizio che prepara il terreno per il futuro di Gi-hun.

Dopo la fine della storia principale della seconda stagione, la scena a metà dei titoli di coda di Squid Game – stagione 2 mostra Young-hee, il gigantesco pupazzo di “Red Light, Green Light” pronto all’azione insieme a un suo omologo maschile, che in seguito si rivelerà essere Chul-su. Un nuovo e potenzialmente molto più letale colpo di scena in questo classico gioco è quindi in arrivo nella Squid Game – stagione 3, e il commento di Lee sembra confermare che riuscirà a superare questa sfida incolume. La stagione 1 si è conclusa essenzialmente con un combattimento uno contro uno all’ultimo sangue, e sembra che la stagione 3 non adotterà lo stesso approccio per il gioco finale.

Bryce Dallas Howard rivela di aver parlato con la Lucasfilm di uno spin-off su Mace Windu

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La regista di diversi episodi di The Mandalorian Bryce Dallas Howard ha rivelato a sorpresa di aver parlato con la Lucasfilm di un possibile spin-off dedicato a Mace Windu. Mace Windu è uno dei più potenti Jedi di Star Wars, e ha fatto scalpore introducendo una novità assoluta tra i colori delle spade laser in Star Wars con la sua spada laser viola. Purtroppo, la sua storia in Star Wars sembra essere giunta al termine in Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith, quando Palpatine lo ha fatto volare fuori da una finestra. Alcuni fan hanno a lungo sostenuto che Mace sia vivo, e a quanto pare la questione è ancora aperta.

Parlando con The Direct, la regista di Mandalorian, Bryce Dallas Howard, ha rivelato di aver già parlato con la Lucasfilm del suo interesse a creare uno spin-off su Mace Windu. Ha spiegato:

“…Sono andata direttamente da Dave Filoni e gli ho detto: ‘Parliamo di Mace Windu e di dove si trova. Possiamo parlarne? Perché, è morto? Lo è?’”

Lo stesso articolo riporta che anche l’attore Samuel L. Jackson, interprete di Mace Windu, ha già espresso interesse per un ritorno, proprio con Bryce Dallas Howard:

“C’è una lunga tradizione di personaggi con una mano sola che tornano in Star Wars… L’unica persona a cui ho mai parlato di un possibile ritorno è stata Bryce Dallas Howard, perché ho appena girato un film con lei. E lei dirige alcuni episodi di ‘The Mandalorian’, quindi le ho detto: ‘Pensi di potermi dare una mano? Ti piaccio, vero?’ E lei mi ha risposto: ‘Ti adoro, sei fantastico!’ Allora le ho detto: ‘Rimettimi lì… Fammi entrare, sono pronto!’ Insomma, imparerò a usare la spada laser con la mano sinistra. Dai, dammi una mano’.

Con Bryce Dallas Howard e Samuel L. Jackson evidentemente d’accordo sul ritorno di Mace Windu e interessati a lavorare insieme a questo potenziale progetto, la domanda rimane: Ci sarà Star Wars mai un spin-off su Mace Windu?

Quanto è probabile uno spin-off su Mace Windu, davvero?

Samuel L. Jackson

Se c’è una cosa che è diventata chiara negli ultimi anni riguardo ai film e alle serie TV di Star Wars, è che sono quasi impossibili da prevedere. Non molto tempo fa, sia Ewan McGregor che Hayden Christensen hanno ripreso i ruoli di Obi-Wan Kenobi e Anakin Skywalker, cosa che per molto tempo è sembrata poco più che un pio desiderio. Anche gli annunci recenti, come il film di Ryan Gosling Star Wars: Starfighter, sono stati una grande sorpresa.

Detto questo, uno spin-off su Mace Windu non è certamente fuori discussione. Star Wars ha fatto cose molto più scioccanti, in particolare da quando Disney ha acquistato Star Wars. Il fatto che Bryce Dallas Howard sembri interessata a firmare come regista, che Samuel L. Jackson sia chiaramente disponibile e che anche i fan abbiano espresso il desiderio di vedere il ritorno di Mace Windu, lo rende più possibile che mai.

The Big Dreamer: i primi tre titoli della rassegna che omaggia David Lynch

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Ecco le prime tre uscite di The Big Dreamer, rassegna curata da Lucky Red e Cineteca di Bologna che riporta in tutta Italia sul grande schermo i capolavori del cinema di David Lynch.

Si inizia nel mese del Festival di Cannes con Cuore selvaggio, dal 12 al 14 maggio, per celebrare i 35 anni della Palma d’Oro vinta dal film nel 1990. Le uscite seguiranno poi l’ordine cronologico della filmografia di David Lynch.

Dal 26 al 28 maggio sarà in sala l’esordio al lungometraggio del 1977, Eraserhead insieme a First Image, documentario che ne racconta la realizzazione, seguito, dal 16 al 18 giugno, da uno dei suoi film più amati, The Elephant Man.

CUORE SELVAGGIO (Wild at Heart, USA/1990) di David Lynch (125’)

  • Sceneggiatura: David Lynch dal romanzo di Barry Gifford
  • Fotografia: Frederick Elmes
  • Montaggio: Duwayne Dunham
  • Scenografia: Patricia Norris
  • Musiche: Angelo Badalementi
  • Interpreti: Nicolas Cage (Sailor Ripley), Laura Dern (Lula Pace Fortune), Diane Ladd (Marietta Fortune), Willem Dafoe, (Bobby Peru), J.E. Freeman (Marcelles Santos), Isabella Rossellini (Perdita Durango), Harry Dean Stanton (Johnnie Farragut), Crispin Glover (cugino Dell), W. Morgan Sheppard (sig. Reindeer), Pruitt Taylor Vince (Buddy), Grace Zabriskie (Juana Durango), Sheryl Lee (Glinda la strega buona).

Tratto dall’omonimo romanzo di Barry Gifford, vincitore della Palma d’oro al 43º Festival di Cannes, conferita dalla giuria presieduta da Bernardo Bertolucci, il film vanta un cast di vere star:  Nicolas Cage, Laura Dern,Diane Ladd, Harry Dean Stanton e Willem Dafoe.

Sailor e Lula sono amanti, ma si separano dopo che Sailor viene incarcerato in seguito ad un omicidio commesso per legittima difesa. Dopo il suo rilascio, i due fuggono per andare in California, violando apertamente gli obblighi di libertà vigilata. Sulle loro tracce un detective sguinzagliato da Marietta, squilibrata madre di Lula, che farà di tutto per ritrovarli e uccidere Sailor.

Di motel in motel, travolti da una passione incendiaria, i due fuggitivi trascinano lo spettatore in un affascinante road movie attraverso un’America disperata, violenta, pornografica.

ERASERHEAD (USA/1977) di David Lynch (89’)

Restaurato in 4K da Criterion Collection a partire dal negativo camera originale 35mm sotto la supervisione di David Lynch. La colonna sonora è stata creata nel 1994 da David Lynch e dal sound editor Alan R. Splet a partire dal missaggio originale del 1976.

  • Sceneggiatura: David Lynch
  • Fotografia: Frederick Elmes, Herbert Cardwell
  • Montaggio: David Lynch
  • Scenografia: David Lynch
  • Musiche: Peter Ivers
  • Interpreti: Jack Nance (Henry Spencer), Charlotte Stewart (Mary X), Allen Joseph (padre di Mary), Jeanne Bates (madre di Mary), Judith Anna Roberts (la vicina di casa), Laurel Near (la donna del radiatore), Jack Fisk (l’uomo del pianeta).

Henry Spencer, tipografo, vive da solo in uno squallido appartamento fra le allucinazioni che la sua mente malata visualizza. Invitato a cena dalla famiglia di Mary, una ragazza con cui aveva avuto una relazione tempo prima, scopre di essere diventato padre di uno strano essere. Costretto a prendersi cura della bizzarra creatura, Henry sprofonda in un tunnel di disperazione, in cui i confini tra sogno e realtà si confondono inesorabilmente.

Opera d’esordio di David Lynch, interpretato da Jack Nance, il film – catalogato come horror ma in realtà lontano da facili classificazioni – è diventato un vero cult del circuito underground.

“FIRST IMAGE – DAVID LYNCH” (2018) di Pierre-Henri Gibert (30’)

Intervista a David Lynch nel suo studio di Parigi in cui ripercorre la realizzazione di Eraserhead, a oggi considerata una delle opere più singolari del cinema americano.

Davanti alla telecamera, David Lynch spiega perché il suo primo film rimane ancora oggi un tassello fondamentale della sua filmografia

THE ELEPHANT MAN (GB-USA/1980) di David Lynch (124’)

Restaurato in 4K da StudioCanal a partire dal negativo originale con la supervisione di David Lynch.

  • Soggetto: dai libri The Elephant Man and Other Reminiscences (1923) di Frederick Treves e The Elephant Man: A Study in Human Dignity (1971) di Ashley Montagu
  • Sceneggiatura: Christopher De Vore, Eric Bergren, David Lynch
  • Fotografia: Freddie Francis
  • Montaggio: Anne V. Coates
  • Scenografia: Stuart Craig, Robert Cartwright
  • Musiche: John Morris
  • Interpreti: Anthony Hopkins (Frederick Treves), John Hurt (John Merrick), Anne Bancroft (Mrs. Kendal), John Gielgud (Carr Gomm), Wendy Hiller (Madre Shead), Freddie Jones (Bytes), Michael Elphick (guardiano notturno), Hannah Gordon (Mrs. Treves), Helen Ryan (Princess Alex), John Standing (Fox)

Londra, seconda metà dell’Ottocento. A causa di una malattia molto rara che gli ha dato sembianze mostruose, il giovane John Merrick viene esposto come “uomo elefante” nel baraccone di Bytes, un alcolizzato che campa sfruttando la sua mostruosità e lo tratta come un fenomeno da baraccone. È qui che Merrick viene scoperto dal dottor Frederick Treves, un chirurgo del London Hospital che convince Bytes a cederglielo per qualche tempo in modo da poterlo studiare e curare.

Portato in ospedale e presentato a un congresso di scienziati, John si rivela ben presto agli occhi di Treves come un uomo di intelligenza superiore e di animo raffinato e sensibile.

Un’emozionante rappresentazione del nostro rapporto con la diversità. Otto nomination agli Oscar per l’opera seconda di David Lynch, da molti considerato il suo film più doloroso e struggente.

 

David di Donatello 70: a Pupi Avati riceverà il Premio alla Carriera

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Il regista Pupi Avati riceverà il Premio alla Carriera nel corso della 70ª edizione dei Premi David di Donatello. Il riconoscimento sarà assegnato mercoledì 7 maggio nell’ambito della cerimonia di premiazione in diretta, in prima serata su Rai 1, dagli studi di Cinecittà e trasmessa in 4K (sul canale Rai4K, numero 210 di Tivùsat). La conduzione dell’edizione 2025 è affidata a Elena Sofia Ricci e Mika. La serata sarà in diretta anche su Rai Radio2 – con la conduzione di Carolina Di Domenico – e sarà disponibile sulla piattaforma di RaiPlay.

“L’Accademia del Cinema Italiano è onorata di consegnare il David alla Carriera a Pupi Avati, talento poliedrico di regista, scrittore, sceneggiatore, musicista e produttore, in coppia inossidabile con il fratello Antonio – ha dichiarato la Presidente e Direttrice Artistica, Piera Detassis – Grande autore e affabulatore, ha raccontato il tempo perduto della provincia, con le sue pigrizie, le ferocie e gli spaventi, il soffio spaventoso dei mostri immaginati da ragazzo nelle campagne, ma anche la voglia di riscatto e lo slancio nell’inseguire i propri sogni. Creatore indiscusso del gotico padano con La casa delle finestre che ridono fino ai recenti Il signor Diavolo e L’orto americano, Avati si immerge con incanto e magia nell’autobiografia emiliana e scava a tocchi leggeri, mai appariscenti, nell’inconscio piccolo borghese e rurale, traendo segnali di umanità dalle vite grigie, redente dalla poesia e dalla speranza, in un racconto a mosaico, collettivo, d’amicizia e famigliare, come avviene nei suoi tanti capolavori. La sua speciale grazia d’autore tocca gli attori, esaltati in ruoli spesso sorprendenti, da Lino Capolicchio a Carlo Delle Piane, da Gianni Cavina a Silvio Orlando, da Diego Abatantuono a Renato Pozzetto, da Neri Marcorè ad Alba Rohrwacher ed Elena Sofia Ricci, fino a comporre una geografia di volti e umanità diversa, alla scoperta di un’Italia poetica e lontana dalle luci della ribalta”.

Tra i riconoscimenti già annunciati della 70ª edizione dei Premi David di Donatello, il David Speciale a Ornella Muti, il David dello Spettatore a Diamanti di Ferzan Özpetek e il David come Miglior Film Internazionale ad Anora di Sean Baker.

Her Private Hell: Nicolas Winding Refn torna alla regia dopo un decennio

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Il thriller Her Private Hell, il prossimo film di Nicolas Winding Refn, ha trovato i suoi protagonisti. Tra i migliori film di Nicolas Winding Refn figurano Bronson, Drive e Only God Forgives. Nel corso della sua carriera, si è guadagnato una reputazione come regista di film d’azione e thriller artistici. Il suo film più recente, The Neon Demon, è uscito nel 2016, il che significa che Her Private Hell sarà il primo film di Refn in quasi un decennio. Al momento non sono noti i dettagli della trama del prossimo film di Refn con Melton e Thatcher.

NEON, lo studio che sta producendo il prossimo film di Refn, ha pubblicato su X la conferma che Charles Melton e Sophie Thatcher saranno i protagonisti di Her Private Hell. Oltre ai due protagonisti, che negli ultimi anni si sono fatti un nome a Hollywood, il film vedrà anche la partecipazione di Kristine Froseth e Havana Rose Liu. Nel post non sono stati rivelati altri membri del cast né dettagli sulla trama. La data di uscita di Her Private Hell non è stata ancora annunciata, ma le riprese del film inizieranno quest’anno a Tokyo. Di seguito il post di NEON:

 

Cosa significano questi casting per Her Private Hell di Refn

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Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Melton e Thatcher sono ottime scelte per Her Private Hell

Refn è stato elogiato per le sue collaborazioni con Ryan Gosling, protagonista di Only God Forgives e Drive, uno dei film più apprezzati della carriera del regista. Melton sembra seguire le orme di Gosling collaborando con il regista d’autore. Dopo aver recitato in Riverdale per diverse stagioni, Melton è stato riconosciuto come un giovane attore promettente a Hollywood. La filmografia di Melton include May December, che secondo molti avrebbe dovuto valergli una nomination come miglior attore non protagonista agli Oscar, e il film del 2025 acclamato dalla critica Warfare.

Sebbene non si conoscano ancora i dettagli della trama di Her Private Hell, la partecipazione di Melton e Thatcher è entusiasmante.

Proprio come Melton, anche Thatcher è stata riconosciuta come una giovane attrice di talento. È stata elogiata in particolare per il suo lavoro nel genere horror. I migliori film di Thatcher includono Heretic e Companion, uno dei migliori film horror del 2025, e recita anche nella serie acclamata dalla critica Yellowjackets. Data la sua esperienza in progetti horror e thriller, sembra che Thatcher sarà perfetta per il prossimo film di Refn. Sebbene non si conoscano ancora i dettagli della trama di Her Private Hell, la partecipazione di Melton e Thatcher è molto interessante.

Thunderbolts*: la squadra al completo, con Sentry, in una immagine promo per Marvel Future Fight

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Sebbene abbiamo già visto merchandise di Thunderbolts* con Sentry, interpretato da Lewis Pullman, i Marvel Studios non hanno ancora rivelato ufficialmente il personaggio. Il massimo che abbiamo visto finora è stato vedere il braccio del Golden Guardian in qualche trailer e qualche fugace scorcio di Void.

Oggi, il videogioco Marvel Future Fight ha condiviso alcune illustrazioni che mostrano un nuovo look per la squadra di Thunderbolts e il costume di Sentry, fedele all’originale. Il design è un po’ elaborato, soprattutto perché ha quell’estetica ricca di linee a cui ci siamo abituati con i supereroi dell’MCU.

Non sappiamo quanto tempo sullo schermo avrà Sentry in Thunderbolts*, soprattutto se si trasformerà rapidamente nel malvagio Void. Tuttavia, con Pullman tra i confermati per Avengers: Doomsday, vedremo presto “Bob” in azione.

Tutto quello che c’è da sapere su Thunderbolts*

Diretto da Jake Schreier (Paper Towns), il cast di Thunderbolts* comprende Sebastian Stan nel ruolo di Bucky Barnes, Hannah John-Kamen nel ruolo di Ava Starr alias Ghost, Wyatt Russell nel ruolo di John Walker, David Harbour nel ruolo di Alexei Shostakov alias Red Guardian, Olga Kurylenko nel ruolo di Antonia Dreykov alias Taskmaster, Harrison Ford nel ruolo del Generale Thaddeus ‘Thunderbolt’ Ross e Lewis Pullman nel ruolo di Bob alias Sentry.

In Thunderbolts*, i Marvel Studios riuniscono una insolita squadra di antieroi: Yelena Belova, Bucky Barnes, Red Guardian, Ghost, Taskmaster e John Walker. Dopo essersi ritrovati nel mezzo di una trappola mortale orchestrata da Valentina Allegra de Fontaine, questi emarginati disillusi devono affrontare una missione pericolosa che li costringerà a confrontarsi con gli aspetti più oscuri del loro passato. Questo gruppo disfunzionale si distruggerà dall’interno o riuscirà a trovare redenzione, unendosi e trasformandosi in qualcosa di più grande, prima che sia troppo tardi?

Florence Pugh riprende il ruolo di Yelena Belova, sorella di Vedova Nera (e una delle parti migliori della serie MarvelDisney+ Occhio di Falco). Inoltre, Julia Louis-Dreyfus interpreta Valentina Allegra de Fontaine, con Geraldine Viswanathan nei panni di Mel, la sua assistente (che sostituisce una Ayo Edebri estremamente impegnata e piena di impegni).

Lo sceneggiatore di Black Widow e Thor: Ragnarok Eric Pearson si unisce agli sceneggiatori di Beef Lee Sung Jin e Joanna Calo. Un trailer è stato mostrato a porte chiuse al San Diego Comic-Con. Thunderbolts* arriverà nelle sale il 30 aprile 2025, in ritardo rispetto alla precedente data di uscita del 20 dicembre 2024 a causa degli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA. Nel frattempo, restate aggiornati sul MCU con la nostra guida alla storia della Fase 5 della Marvel e con uno sguardo a ciò che deve ancora venire nella Fase 6 della Marvel.

Thunderbolts* è diretto da Jake Schreier e Kevin Feige è il produttore. Louis D’Esposito, Brian Chapek, Jason Tamez e Scarlett Johansson sono i produttori esecutivi.

Toys R Us: annunciato il film live-action con il produttore di Sonic The Hedgehog

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È stato ufficialmente annunciato un film live-action basato su Toys ‘R’ Us. L’azienda produttrice di giocattoli è stata fondata da Charles Lazarus e ha aperto i primi negozi fisici nel 1957. Per anni, l’azienda è stata uno dei rivenditori più importanti nel settore della vendita di giocattoli, prima di dichiarare bancarotta nel 2018 e chiudere i propri negozi. Ora i prodotti dell’azienda possono essere acquistati solo online e in negozi all’interno di grandi magazzini come Macy’s.

Secondo Variety, è in fase di sviluppo un film live-action su Toys ‘R’ Us. Il film è una coproduzione di Story Kitchen e Toys “R” Us Studios, ma la trama esatta non è ancora stata rivelata. Tra i produttori figurano Dmitri M. Johnson, Mike Goldberg, Timothy I. Stevenson ed Elena Sandoval. Il presidente di Toys ‘R’ Us Studios, Kim Miller Olko, ha dichiarato: “Sarà un viaggio senza limiti, proprio come il gioco, che evocherà quel senso di meraviglia elettrizzante che è l’essenza stessa di Toys’R’Us”. Di seguito la citazione completa di Olko:

“Essendo il primo film di Toys’R’Us, questo progetto rappresenta un’opportunità entusiasmante per portare la magia del nostro marchio sul grande schermo. Sarà un viaggio senza confini, proprio come il gioco, che evocherà quel senso di meraviglia elettrizzante che è l’essenza stessa di Toys’R’Us. Questa storia catturerà l’immaginazione, lo spirito d’avventura e la gioia che hanno reso Toys’R’Us una meta imperdibile per i bambini di tutte le età”.

Cosa significa questo per il film Toys ‘R’ Us

Uno dei produttori ha lavorato a Sonic The Hedgehog

Il film Toys “R” Us sta già facendo grandi promesse, paragonandosi a film come Una notte al museo, Ritorno al futuro e Big. Si dice anche che prenda ispirazione da film ispirati ai giocattoli come Barbie e Jumanji. Barbie ha incassato oltre 1 miliardo di dollari al suo uscita nel 2023, quindi non sorprende che aziende al di fuori della Mattel vogliano seguire l’esempio. Mattel ha annunciato diversi film basati sui giocattoli, tra cui film basati su Matchbox, View-Master e American Girl Doll. Il film Toys ‘R’ Us è quindi l’ultimo di questa tendenza basata sui giocattoli.

Johnson sarà un produttore particolarmente importante per il film Toys ‘R’ Us. Johnson ha lavorato come produttore in tutti e tre i film Sonic the Hedgehog, che hanno ottenuto un discreto successo al botteghino. Sonic the Hedgehog 3 ha incassato 491,9 milioni di dollari al botteghino mondiale, diventando il film di maggior successo finanziario della serie. Questi film basati su videogiochi potrebbero non essere ispirati ai giocattoli, ma la comprovata abilità di Johnson con le storie d’avventura rivolte ai bambini potrebbe sicuramente essere sfruttata per il film Toys ‘R’ Us.

Superman: Hot Toys rivela una prima occhiata alla sua versione dell’Uomo di Domani del DCU

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Hot Toys ha condiviso un primo sguardo alla sua interpretazione dell’Uomo d’Acciaio di David Corenswet, tratto da Superman. Sebbene l’azienda con sede a Hong Kong non abbia rilasciato una presentazione completa, possiamo osservare nel dettaglio la texture della tuta dell’eroe e l’accattivante cintura.

Questo design, sebbene non sia stato apprezzato da alcuni fan, è molto rispettoso dei fumetti. È anche molto più colorato di quello indossato da Kal-El, interpretato da Henry Cavill, in film del DCEU come Justice League e Black Adam. Hot Toys probabilmente rivelerà questa action figure in scala 1/6 in tutto il suo splendore tra un paio di mesi. Non è chiaro se verranno prodotti altri personaggi del film, anche se immaginiamo che la “Justice Gang”, Ultraman e Lex Luthor siano tutti ottimi possibili. Ecco di seguito l’immagine:

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

Con la sua solita cifra stilistica, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo immaginario mondo della DC, con una singolare miscela di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e dall’innato convincimento nel bene del genere umano.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale il 10 luglio 2025.

Le Follie dell’Imperatore: 10 curiosità sul film Disney

Le Follie dell’Imperatore: 10 curiosità sul film Disney

Uscito nel 2000 e diretto da Mark Dindal, Le Follie dell’Imperatore è forse uno dei film Disney più sottovalutati di sempre, nonché uno dei più divertenti, mentre segue le disavventure dell’imperatore/lama Kuzco e del buon Pacha, che lo prende sotto la sua custodia. Irresistibili anche Yzma e Kronk, la villian e il suo tirapiedi, le cui battute diventate iconiche si sprecano, complice anche, per l’Italia, del fantastico doppiaggio di Anna Marchesini. Semplicemente irresistibile.

Ma dopo 25 anni dalla sua uscita, siamo davvero sicuri di sapere tutto quello che c’è da sapere su questa irresistibile commedia on the road? Ecco 10 curiosità su Le Follie dell’Imperatore che forse ancora non conosci!

  • Kuzco prende il nome dall’antica capitale degli Inca, Cuzco. La città esiste ancora sulle Ande, nel Perù meridionale, a un’altitudine di 3.200 metri.
  • La moglie di Pacha (John Goodman), Chicha (Wendie Malick), è incinta. Secondo il commento dell’edizione in Home Video, questo è il primo film d’animazione Disney a mostrare una donna incinta. E una delle prime madri umane a non essere trasformata nella villain o uccisa.
  • Patrick Warburton improvvisò quando Kronk canticchia la sua sigla mentre trasporta Kuzco (David Spade) nella borsa verso la cascata. L’ufficio legale della Disney fece firmare a Warburton tutti i diritti della composizione canticchiata.
  • Nella scena in cui Pacha trasporta Kuzco attraverso la giungla, Pacha e Kuzco discutono del fatto che Kuzco ha un basso livello di zucchero nel sangue. Questa è un inside joke sul fatto che David Spade, che interpreta Kuzco, è diabetico nella vita reale.
  • Nella scena della cena in cui Kronk accende un paio di candele, il portacandele è una piccola figura. Si trattava di un personaggio delle prime versioni del film. Era un consigliere dell’Imperatore, ruolo poi cancellato.
  • A causa dell’allusione nel titolo, il film viene spesso erroneamente descritto come una versione di “I vestiti nuovi dell’imperatore” di Hans Christian Andersen. Sebbene alcuni tratti caratteriali del protagonista siano simili a quelli del protagonista della storia di Andersen, non ci sono ulteriori collegamenti. Piuttosto, la storia presenta molte più somiglianze con la fiaba “Kalif Storch” (Il califfo cicogna) di Wilhelm Hauff.
  • Il finale originale vedeva Kuzco costruire la sua enorme casa estiva sulla collina accanto alla casa di Pacha. Sting inviò una nota ai produttori obiettando che Kuzco non era cambiato davvero né aveva imparato nulla dalle sue esperienze se avesse comunque costruito la sua sfarzosa villa. Così, Kuzco costruisce (e si gode) una capanna molto più piccola, più adatta al villaggio e allo stile di vita contadino.
  • Quando Kronk e Yzma vanno al loro laboratorio segreto, oltrepassano diversi cancelli a forma di animale. Il primo è un gatto e si sente il suono di un gatto che miagola. Casualmente, Yzma si trasforma in un gatto alla fine di questo film. Questo è un omaggio al famoso ruolo di Eartha Kitt nei panni di Catwoman nella serie Batman (1966).
  • Nella sequenza in cui la mosca colpisce la ragnatela e viene mangiata, la mosca urla “Aiuto!”, proprio come nel classico cinematografico La mosca (1958), dove una mosca semiumana viene mangiata da un ragno.
  • Quando un gruppo di guardie riceve delle pozioni e si trasforma in vari animali, una di loro chiede: “Sono appena stata trasformata in una mucca, posso tornare a casa?” Si riferisce al detto “Till the cows come home”, che significa “per molto tempo”.

You 5, la spiegazione del finale: Joe viene arrestato?

You 5, la spiegazione del finale: Joe viene arrestato?

Dopo cinque stagioni di delusioni romantiche, scarso controllo degli impulsi e troppi riferimenti letterari per una vita intera, You 5 ha concluso il suo capitolo finale. Quando la serie ha debuttato su Lifetime nel 2018, in pochi se ne sono accorti. Poi Netflix l’ha acquisita e improvvisamente Joe Goldberg, interpretato da Penn Badgley, era ovunque: a rimuginare in librerie e biblioteche, a uccidere persone in nome dell'”amore” e, in qualche modo, a diventare la cotta più problematica di internet.

Nel corso di cinque stagioni, la serie è riuscita a trasformarsi sia in un guilty pleasure che in una satira nera, mettendo in discussione l’immagine del bravo ragazzo tormentato che in fondo è solo un romantico.

You 5 riporta Joe a New York, dove ha avuto inizio la sua carriera da serial killer. Ma non si nasconde più; è ricco, potente e ha cambiato nome, grazie a sua moglie Kate Lockwood (Charlotte Ritchie). Ma Joe sarà sempre Joe, il che significa che il suo ritorno a New York non sarà un arco narrativo di redenzione ma una discesa in un caos sfrenato.

Tutti i 10 episodi di You 5 sono usciti il 24 aprile ed ecco di seguito la spiegazione di cosa accade nel finale. Quindi, attenzione agli SPOILER su You 5:

In You 5 Joe verrà finalmente catturato?

È la domanda che tutti i fan (e gli ex spettatori) di You si pongono. La risposta breve è: sì. La risposta più lunga è che Joe finisce in prigione, per gentile concessione di una squadra di donne a cui ha fatto del male in passato. Chi lo incastra, finalmente?

La principale istigatrice della caduta di Joe è la sua attuale moglie, Kate, che ha incontrato a Londra nella quarta stagione. All’inizio della quinta stagione, sono felicemente sposati e hanno ottenuto la custodia del figlio di Joe, Henry. Joe è persino diventato famoso come un uomo che ama le mogli e che tiene la borsa di Kate. Ma quando Joe torna alle sue vecchie abitudini assassine, Kate inizia ad avere dubbi. Si rivolta contro di lui quando scopre che è responsabile della morte di sua sorella, Raegan (Anna Camp).

Kate riesce a intrappolare Joe nella sua gabbia di vetro. Accanto a lei c’è Nadia (Amy-Leigh Hickman), la studentessa di Joe della quarta stagione. Se ricordate, Nadia è stata incastrata per un omicidio commesso da Joe. A loro si unisce Marienne (Tati Gabrielle), una bibliotecaria che Joe ha incontrato a Madre Linda nella terza stagione. L’ha rapita e tenuta prigioniera nel suo nascondiglio londinese. È riuscita a fuggire solo perché Nadia l’ha trovata e l’ha aiutata a simulare un’overdose.

Quando Joe riesce a fuggire dalla gabbia e a disarmare Kate, viene rinchiuso da Maddie (sempre interpretata da Anna Camp), sorella di Kate e gemella di Raegan. Joe aveva precedentemente rapito Maddie e l’aveva costretta a uccidere Raegan. Maddie dà fuoco alla libreria per lasciarlo bruciare. Ma il chiodo nella bara figurata di Joe viene piantato da Bronte (Madeline Brewer), il cui vero nome è Louise e che ha un legame con Guinevere Beck (Elizabeth Lail) della prima stagione.

Chi è Bronte?

Bronte è un personaggio completamente nuovo introdotto in You 5. È interpretata da Madeline Brewer, che è stata anche Janine di “The Handmaid’s Tale” e Tricia di “Orange Is the New Black“. Joe incontra Bronte quando la sorprende mentre irrompe nella sua libreria. Affascinato dal suo coraggio, dalla sua arguzia e dalla sua conoscenza letteraria, la assume per riaprire il negozio. Quando il suo matrimonio con Kate inizia a sgretolarsi, lui – non a caso – diventa ossessionato da Bronte. Lei diventa il “tu” a cui si rivolge nei suoi monologhi interiori.

Il passato travagliato di Bronte e la sua relazione turbolenta con un ex apparentemente violento risvegliano l’istinto protettivo e l’ardore di Joe. I due finiscono per avere una relazione, che non fa che accelerare la fine del suo matrimonio. E poi… si scopre che Bronte sta prendendo in giro Joe. Il suo vero nome è Louise e fa parte di un gruppo di utenti di Reddit che credono tutti che Joe abbia ucciso Beck. Il loro obiettivo è consegnare Joe alla giustizia. Durante un confronto, lui uccide l'”ex” di Bronte. Tuttavia, Bronte si è innamorata di Joe e mette da parte i suoi amici e il suo buon senso per difenderlo dalla polizia. Così riesce a scappare di nuovo.

Come viene catturato Joe?

Dopo che il trio di donne – Kate, Nadia e Marienne – intrappola Joe nella gabbia, cercano di costringerlo a confessare. Hanno anche intenzione di ucciderlo, facendolo sembrare un suicidio. Purtroppo, Joe riesce a fuggire grazie a una chiave che si è fatto impiantare chirurgicamente nel braccio. Ferisce Kate e fugge mentre la libreria brucia.

Più tardi, si ricongiunge con Bronte, che si è finalmente resa conto della depravazione di Joe, grazie a una bella ramanzina di Marienne. Tuttavia, finge di amare ancora Joe per poterlo assicurare alla giustizia una volta per tutte. Joe e Bronte fuggono in una baita in campagna, dove Joe progetta le sue prossime mosse, in particolare come riavere indietro suo figlio Henry. Nel frattempo, Bronte escogita un piano per estorcergli una confessione.

Quando lei lo affronta con una pistola, ne nasce una colluttazione e Bronte rischia di annegare. Ma riesce a salvarsi e a sparare a Joe. Arriva la polizia, Joe viene arrestato e condannato, va in prigione.

Cosa succede a tutti gli altri alla fine di You 5?

La serie è un lieto fine per le donne terrorizzate da Joe:

  • Kate è riuscita a sopravvivere all’incendio e mantiene la custodia di Henry.
  • Nadia è tornata a scrivere e ha iniziato a insegnare.
  • Maddie non ha dovuto scontare la pena per incendio doloso o per l’omicidio di sua sorella. È rimasta incinta di due gemelli.
  • Bronte/Louise ha curato il libro di Beck in modo che tornasse ad essere scritto esclusivamente da lei.

Joe ha imparato la lezione?

No. Joe potrà anche passare il resto della sua vita in prigione, ma è lo stesso psicopatico/sociopatico tossico e narcisista. Il problema non è lui… sei tu.

Bullet Train: Explosion, la spiegazione del finale del film Netflix

Disponibile su Netflix, Bullet Train: Explosion è un remake del film catastrofico del 1975 The Bullet Train, opera del regista di Shin Godzilla, Shinji Higuchi. Sebbene il film offra una premessa abbastanza simile a quel grande classico del cinema giapponese, agisce anche come suo sequel, proponendo un nuovo mondo e personaggi ma portando avanti l’eredità della storia del precedente lungometraggio. In questo articolo, andiamo ad esplorare il suo finale, con una spiegazione complessiva e il significato della storia nella sua totalità.

Bullet Train: Explosion inizia con un treno proiettile pieno di passeggeri che scoprono che una bomba è stata piazzata sul treno. Se il treno scende sotto i 100 km/h, la bomba esplode. Il personale del treno allerta immediatamente le autorità e i vari esperti di trasporti, cercando di fermare il mezzo che attraversa il Giappone. Mentre la maggior parte dei passeggeri riesce a uscire dal treno in sicurezza, il primo piano di evacuazione termina prima che tutti possano scendere. Così, un gruppo di sopravvissuti è ancora sul mezzo e il tempo sta rapidamente per scadere.

Come viene fermato il treno in Bullet Train: Explosion?

Quando Bullet Train: Explosion si avvicina alla conclusione, un piccolo gruppo di sopravvissuti è dunque ancora sul treno. Sebbene siano state evitate diverse crisi, i passeggeri e gli specialisti dei trasporti sono con le spalle al muro, poiché il treno si sta avvicinando a Tokyo. Fortunatamente, la squadra escogita un ultimo piano. Ai passeggeri rimasti viene detto di salire sul retro del treno, mentre i conduttori, i macchinisti e i meccanici tentano una mossa rischiosa. La bomba non può essere fatta esplodere, ma i passeggeri possono essere allontanati dall’ordigno squarciando con forza il treno a metà.

Quando il treno si avvicina a Tokyo, il treno cambia binario. Durante questo scambio, i binari tornano indietro, separando gli ultimi due vagoni dal resto del treno. Questo fa deragliare quelli in cui si trovano i passeggeri, ma li allontana dalla bomba. Per fortuna i personaggi erano preparati e hanno raccolto materiali per attutire il colpo. I vagoni deragliano e colpiscono alcuni muri costruiti con barili pieni d’acqua, rallentando fino a fermarsi. Quando la squadra di soccorso raggiunge i vagoni deragliati, scopre che i passeggeri sono sopravvissuti. Nel frattempo, i vagoni precedenti esplodono su un altro binario.

Bullet Train Explosion Netflix
Foto di © 2025 Netflix, Inc.

Cos’è il caso 109 e come si collega al film del 1975

Nel corso del thriller di Netflix, il caso 109 viene costantemente citato e alcuni spettatori che non conoscono il franchise potrebbero non capire di cosa si tratta. Durante l’analisi dell’allarme bomba, uno dei funzionari dei trasporti chiede a qualcuno di recuperare i file del caso 109 del 1975. Si tratta chiaramente di un riferimento al film originale del 1975, The Bullet Train, in cui un altro criminale aveva piazzato una bomba su un treno di proiettili. Anche se in precedenza non c’erano indicazioni che questo film sarebbe stato collegato all’originale, questo dettaglio significa che Bullet Train: Explosion è a tutti gli effetti un sequel.

Tuttavia, le cose vanno un po’ oltre. In Bullet Train: Explosion compaiono diversi nuovi personaggi legati a quelli del film del 1975. In primo luogo, compare un ufficiale in pensione che aveva partecipato alla situazione degli ostaggi nel film originale. Inoltre, compare anche il figlio di un personaggio chiamato Masaru Koga. Questi era uno dei personaggi principali dell’originale, in quanto attivista che aveva contribuito a piazzare una bomba sulla Hikari 109. Alla fine del film, Koga si ritrova in un’altra situazione simile e decide di farsi esplodere piuttosto che consegnarsi alla polizia.

Chi ha piazzato la bomba sul treno proiettile

L’identità del terrorista di Bullet Train: Explosion rimane un mistero per gran parte del film. Tuttavia, quando i colpevoli vengono rivelati, si scopre che in realtà i cattivi sono due. Il primo è Yuzuki, uno dei passeggeri rimasti sul treno dopo il primo tentativo di salvataggio. La ragazza si rivela essere la figlia del suddetto agente di polizia. Si scopre che la storia eroica del padre era una menzogna, utilizzata per coprire il sacrificio di Koga e per evitare che il governo apparisse incompetente.

Gli abusi che Yuzuki ha ricevuto dal padre e la frustrazione per le sue bugie l’hanno portata a compiere l’attacco. Tuttavia, non ha agito da sola. Yuzuki ha avuto l’idea dopo aver contattato un individuo sui social media, il quale ha affermato di essere in grado di sviluppare bombe. Quest’uomo è il figlio di Masaru Koga, che è coinvolto nel piano. Per tutta la seconda metà di Bullet Train: Explosion, c’è un mistero su quale di questi personaggi sia la vera mente. Tuttavia, entrambi hanno svolto un ruolo fondamentale nella trama malvagia.

Bullet Train Explosion film
Foto di © 2025 Netflix, Inc.

Una volta svelato ciò, prima che i personaggi di Bullet Train: Explosion prendano la decisione di far precipitare il treno, vengono a conoscenza di un’altra opzione. Yuzuki spiega che l’app che ha usato per far esplodere le bombe è collegata a un monitor cardiaco che si trova dentro di lei. Secondo Yuzuki, le bombe si disinnescano quando il suo cuore si ferma. Ciò significa che se uno dei passeggeri superstiti è disposto a ucciderla, può fermare il treno senza che esploda. Nonostante ciò, nessuno è disposto a farsi avanti. Cercano invece di trovare un modo per salvare la vita di tutti, compresa quella di Yuzuki. Per questo motivo, la ragazza sopravvive fino alla fine del film.

Il vero significato del finale di Bullet Train: Explosion

Il finale di Bullet Train: Explosion è dunque molto più ottimista di quello del film del 1975, in quanto parla del potere del collettivismo e del lavoro di squadra. Tutto il Giappone deve lavorare insieme per fermare il treno e, alla fine, ci riesce. La rapidità di pensiero e la mancanza di volontà di sacrificare tutti si rivelano vincenti per i personaggi, tutti i protagonisti del film vivono fino alla fine, dimostrando la buona riuscita di questo enorme lavoro di gruppo, vero e proprio tema e cuore narrativo della pellicola.

Una delle missioni più impossibili che vengono poste all’inizio del film è quella di raccogliere 100 miliardi di yen giapponesi. I terroristi richiedono che la maggior parte di questa somma provenga dai cittadini giapponesi, cosa che il governo non pensa possa accadere. Tuttavia, dopo la creazione di una raccolta fondi, il denaro viene raccolto. Questo evidenzia ulteriormente come l’idea di una comunità partecipe possa funzionare su larga scala, concludendo quindi Bullet Train: Explosion con un messaggio di speranza sul valore del lavoro di squadra.

Volo 3054 – Una tragedia annunciata, la storia vera dietro alla docuserie Netflix

Il 17 luglio 2007, il Brasile ha assistito al peggior incidente aereo della sua storia: lo schianto di un aereo della TAM Airlines, che ha causato la morte di 199 persone. L’incidente è anche considerato la più grande tragedia aerea dell’America Latina ed è stato rivisitato nella serie di documentari brasiliana Volo 3054 – Una tragedia annunciata, disponibile su Netflix dal 23 aprile.

Il giorno del tragico incidente, l’aereo, un Airbus A320 operato dalla TAM, non è riuscito ad atterrare correttamente all’aeroporto di Congonhas a San Paolo. Ha oltrepassato la pista e si è scontrato con un edificio della TAM e una stazione di servizio in Avenida Washington Luís, causando un’esplosione. Il documentario in tre parti esplora la storia dietro l’incidente, incluso lo stato dell’aviazione brasiliana all’epoca, le cause che hanno portato alla tragedia e cosa è successo ai responsabili.

Il “blackout aereo” in Brasile

Quando si verificò la tragedia dell’Airbus A320 della TAM nel 2007, il Brasile stava attraversando quello che divenne noto come il “blackout aereo”, una crisi nel settore dell’aviazione civile del Paese tra il 2006 e il 2007, caratterizzata da massicci ritardi, cancellazioni di voli e caos aeroportuale, che colpì milioni di passeggeri.

La crisi fu causata dalla mancanza di investimenti nelle infrastrutture aeroportuali e nel controllo del traffico aereo – conseguenza di anni di tagli al bilancio – e dai bassi salari e dalle pessime condizioni di lavoro per i controllori di volo. Ciò portò a scioperi e proteste di “work-to-rule” (quando il rigoroso rispetto delle procedure viene utilizzato per rallentare le operazioni), il tutto mentre il numero di passeggeri cresceva senza una proporzionale espansione delle infrastrutture.

La crisi peggiorò dopo lo schianto del volo Gol 1907 del 29 settembre 2006, in cui persero la vita tutti i passeggeri e l’equipaggio a bordo, entrando in collisione con un altro aereo in rotta da Manaus a Brasilia. Questo incidente aumentò l’insicurezza tra i professionisti dell’aviazione. Alcuni controllori di volo furono sospesi per indagini su potenziali errori operativi. In assenza di sostituzioni, altri dovettero sostituirli, con conseguente ulteriore tensione. I controllori chiesero migliori condizioni di lavoro e l’assunzione urgente di altro personale.

Cortesy of Netflix © 2025

Volo 3054 – Una tragedia annunciata – Il peggior incidente nella storia dell’aviazione brasiliana

Intorno alle 18:48 ora locale del 17 luglio 2007, l’Airbus A320 della TAM, ora operativo con il nome di LATAM, stava arrivando dall’aeroporto Salgado Filho di Porto Alegre e tentò di atterrare all’aeroporto Congonhas di San Paolo. La pista era bagnata e, a causa dei recenti lavori di ristrutturazione, era priva della scanalatura che consente una frenata più efficace degli aerei. La manovra di atterraggio non ebbe successo: l’Airbus uscì di pista e si schiantò contro un edificio cargo della TAM situato proprio di fronte all’aeroporto.

L’aereo esplose, uccidendo 199 persone: 181 passeggeri, sei membri dell’equipaggio e 12 persone che si trovavano a terra o all’interno dell’edificio. L’edificio fu successivamente demolito e trasformato in un memoriale per le vittime, con 199 punti luce. In Volo 3054 – Una tragedia annunciata, le famiglie delle vittime ricordano il giorno dell’incidente e l’angosciante attesa per l’identificazione dei corpi. Alcune famiglie non riuscirono a seppellire i propri cari, poiché i corpi di alcune vittime furono completamente polverizzati nell’impatto. Altri furono ritrovati anche 30 giorni dopo l’incidente.

Le cause dell’incidente raccontato in Volo 3054 – Una tragedia annunciata

L’incidente fu indagato da tre agenzie brasiliane. Il CENIPA, il Centro per l’Investigazione e la Prevenzione degli Incidenti Aeronautici, concluse che la tragedia fu causata da una combinazione di errori umani e operativi. Secondo il rapporto, durante l’atterraggio, i piloti hanno portato solo una delle leve di comando del motore al minimo, mentre l’altra è rimasta in modalità salita. Questo ha fatto sì che il sistema dell’aereo interpretasse il tentativo di decollo, non di frenata. Un ultimo segmento del registratore vocale della cabina di pilotaggio ha registrato i piloti mentre notano che solo uno dei comandi funzionava correttamente.

Tra gli altri fattori che hanno contribuito alla segnalazione figurano la mancanza di un avviso acustico per l’errata configurazione della manetta e carenze nell’addestramento dell’equipaggio, basato principalmente su corsi online. Sebbene esperto, il copilota aveva poche ore di volo su A320. Inoltre, non esisteva alcuna normativa che impedisse gli atterraggi a Congonhas con un inversore di spinta non funzionante, nemmeno nei giorni di pioggia.

La CENIPA, in quanto agenzia di prevenzione, non ha fatto i nomi dei responsabili. Tuttavia, il suo rapporto ha contribuito a ulteriori indagini da parte della Polizia Civile e della Polizia Federale, che hanno raggiunto conclusioni diverse in merito alle responsabilità.

Chi è stato ritenuto responsabile?

Inizialmente, la Polizia Civile aveva incriminato 10 persone, tra cui dipendenti di Infraero (l’autorità aeroportuale), dell’Agenzia Nazionale per l’Aviazione Civile (Anac) e di TAM Airlines. La Procura di Stato ha aggiunto un altro nome, portando il totale a 11 persone formalmente accusate. Tuttavia, il caso non è stato portato avanti presso il tribunale statale. È stato trasferito alla Procura Federale, con la motivazione che si trattava di un reato commesso in precedenza dalla sicurezza aerea, che ricadeva sotto la giurisdizione federale. La Polizia Federale ha quindi preso in carico le indagini e alla fine ha incriminato solo i due piloti: Kleyber Lima e Henrique Stefanini Di Sacco.

Ciononostante, quando la Procura Federale ha formalmente presentato le accuse, il procuratore Rodrigo de Grandis ha scelto di incriminare altre tre persone: il Direttore della Sicurezza dei Voli di TAM, Marco Aurélio dos Santos de Miranda e Castro; il Vicepresidente Operativo dell’azienda, Alberto Fajerman; e la direttrice dell’ANAC Denise Abreu.

Nel 2014, Fajerman è stato assolto per mancanza di prove. Denise Abreu e Marco Aurélio sono stati accusati di omicidio volontario, sostenendo di aver permesso al velivolo di operare in condizioni inadeguate, ma nel 2015 tutti e tre gli imputati sono stati assolti.

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Cosa è cambiato dopo la tragedia di Volo 3054 – Una tragedia annunciata?

Il rapporto del CENIPA ha emesso 83 raccomandazioni di sicurezza, indirizzate all’Organizzazione Internazionale per l’Aviazione Civile (OCI), all’ANAC, all’aeroporto di Congonhas, ad Airbus e a TAM. Una modifica importante è stata l’installazione di sistemi di allarme visivi e acustici per avvisare i piloti di possibili errori di configurazione della manetta. Al momento dell’incidente, Airbus aveva già sviluppato il dispositivo, ma non ne aveva imposto l’installazione, poiché ciò avrebbe richiesto un costoso richiamo.

All’aeroporto di Congonhas, la modifica più significativa è stata la risistemazione della pista, ora dotata di scanalature trasversali e di uno strato di attrito poroso per migliorare il drenaggio dell’acqua e ridurre il rischio di slittamento. La lunghezza utile della pista principale è stata ridotta a 1.660 metri per consentire la creazione di zone di sicurezza. Per quanto riguarda l’addestramento dei piloti, l’Agenzia Nazionale per l’Aviazione Civile (ANAC) ha stabilito standard minimi di addestramento specifici per i guasti al sistema frenante.

Sebbene il Brasile abbia registrato un aumento degli incidenti aerei negli ultimi anni – in particolare nel 2024, che ha registrato 138 morti in 40 incidenti mortali ed è stato considerato l’anno più mortale per l’aviazione brasiliana dal 2014 – queste cifre includono vari tipi di aeromobili, come elicotteri e ultraleggeri, secondo i dati del Sistema di Investigazione e Prevenzione degli Incidenti Aeronautici gestito dall’Aeronautica Militare Brasiliana.

Nel caso dell’aviazione commerciale regolare – la categoria a cui apparteneva il volo TAM 3054 – il primo incidente mortale registrato dopo la tragedia del 2007 si è verificato nell’agosto del 2024.

In quel caso, il volo 2283, un ATR 72-500 operato dalla compagnia aerea Voepass, si è schiantato a Vinhedo, nello stato di San Paolo, uccidendo 62 persone. Fino ad allora, il Brasile non aveva registrato incidenti mortali nell’aviazione commerciale regolare per 17 anni – un dato che rafforza l’idea che molte delle raccomandazioni di sicurezza adottate dopo l’incidente del TAM abbiano avuto un impatto duraturo.

The Old Guard 2: prime foto vedono Charlize Theron e il suo team prepararsi ad affrontare una nuova minaccia

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The Old Guard 2 ottiene una nuova serie di immagini, che rivelano il ritorno di Charlize Theron nei panni di Andy. Uscito nel 2020 e diretto da Gina Prince-Bythewood, The Old Guard segue una squadra di mercenari immortali mentre tentano di eliminare un nemico che sta cercando di replicare i loro poteri. Dopo un lungo periodo di sviluppo, The Old Guard 2 è finalmente alle porte, con Victoria Mahoney alla regia e il ritorno di star del cast originale come Chiwetel Ejiofor, KiKi Layne, Matthias Schoenaerts, Luca Marinelli, Veronica Ngo e Marwan Kenzari.

Netflix ha ora condiviso quattro nuove immagini di The Old Guard 2, che mostrano Theron in azione nei panni di Andy insieme ai membri del suo team. Oltre a confermare che il sequel uscirà il 2 luglio, la piattaforma di streaming ha anche pubblicato una logline del film, che anticipa una storia incentrata sull’emergere di un’antica minaccia. Date un’occhiata alla logline e alle nuove immagini qui sotto:

Alle prese con la sua nuova mortalità, Andy vede emergere una nuova minaccia che si sta preparando da migliaia di anni.

Cosa significano le nuove immagini per The Old Guard 2

The Old Guard 2

Un cambiamento emozionante è in arrivo nel sequel Netflix

Uno degli elementi più singolari di The Old Guard era il mix di armi antiche e combattimenti moderni. Le immagini sopra confermano che questo elemento del franchise tornerà, con Andy, interpretata da Theron, che in due di esse impugna la sua caratteristica ascia da battaglia. Sebbene le immagini siano attente a non rivelare l’antica minaccia menzionata nella logline, quella di Andy in un tunnel che cammina accanto a tre soldati morti o feriti suggerisce che almeno una parte del film si svolgerà sottoterra.

Il finale di The Old Guard vede Andy perdere i suoi poteri di immortalità, ma questo chiaramente non ha influito sulla sua volontà di combattere in un combattimento all’ultimo sangue con i suoi nemici. Le immagini non rivelano esattamente come questo cambiamento di Andy influirà sulla trama del sequel e come questo potrà influire sulla sua leadership o sulle dinamiche del team. Il primo Old Guard ha ottenuto recensioni generalmente positive dalla critica nel 2020, ottenendo un punteggio dell’80% su Rotten Tomatoes, e non è ancora chiaro come i cambiamenti del sequel influenzeranno la sua accoglienza da parte della critica.

La quinta stagione di Stranger Things lascerà gli spettatori “devastati”

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La star di Stranger Things, Noah Schanpp, che interpreta Will Byers, ha rivelato che la quinta stagione lascerà gli spettatori “devastati”, lanciando un avvertimento sul finale della serie. Stranger Things stagione 5 dovrebbe arrivare nel 2025, ponendo fine a una delle serie originali più popolari di Netflix sulla loro piattaforma. Le riprese si sono svolte nel corso del 2024 e, sebbene la data di uscita non sia ancora stata rivelata, gli episodi finali della serie sono attualmente in fase di post-produzione. Al momento della stesura di questo articolo, non è chiaro come si svolgerà la stagione di otto episodi e cosa significherà per i tanti amati personaggi della serie.

Parlando con The Hollywood Reporter durante l’apertura a Broadway di Stranger Things: The First Shadow, Schnapp ha rivelato che la stagione 5 di Stranger Things lascerà gli spettatori “devastati. L’attore ha spiegato come l’ultima stagione farà senza dubbio piangere chi la guarderà, anticipando quanto saranno belli gli ultimi episodi. Anche il co-creatore Ross Duffer è intervenuto, confermando un finale duro per la serie principale e i suoi personaggi. Scoprite cosa hanno detto Schnapp e Duffer qui sotto:

Noah Schnapp: La gente sarà davvero devastata. Per quanto sia stato triste, sono così entusiasta di vedere la reazione del mondo alla visione del finale perché non ci sarà un occhio asciutto, sarà triste. Non per essere così negativo, è una stagione davvero fantastica e la gente la adorerà.

Ross Duffer: È la fine di un lungo viaggio, per tutti coloro che hanno realizzato la serie e anche per i personaggi. È emozionante ed è l’inizio più veloce che abbiamo mai avuto: i nostri eroi entrano subito in azione, ma penso che alla fine, si spera, sarà la nostra stagione più emozionante. L’obiettivo di questi episodi finali è quello di colpire forte, perché per molti versi rappresentano la fine di questo viaggio che abbiamo intrapreso tutti e anche la fine dell’infanzia.

Cosa significano le dichiarazioni di Schnapp e Duffer per la quinta stagione di Stranger Things

Stranger Things 5

Negli episodi finali potrebbero verificarsi alcuni eventi strazianti

I personaggi principali di Stranger Things devono affrontare la battaglia più difficile della loro vita, poiché Vecna (Jamie Campbell Bower) ha aperto una frattura tra Hawkins e l’Upside Down. Fermarlo non sarà facile, ma il legame di Will con l’altra dimensione lo renderà fondamentale per il modo in cui il gruppo affronterà il nemico finale. Tuttavia, stando alle dichiarazioni di Schnapp, non sembra che ci sarà un lieto fine per tutti, il che fa presagire che gli eventi saranno molto emozionanti per chi ha investito molto nella serie.

L’aggiunta di Duffer rafforza questa idea, soprattutto confermando che gli episodi finali inizieranno con la storia già in fase avanzata. Non è confermato che alcuni personaggi avranno una fine tragica, il che significa che parte dell’emozione proverà probabilmente dal fatto che questa sarà la loro ultima avventura insieme. Tuttavia, la fine della quarta stagione di Stranger Things ha stabilito quanto Vecna sia una minaccia per il mondo intero, sottolineando la probabilità che alcuni volti amati potrebbero non sopravvivere a questa battaglia finale.

Star Wars: Starfighter, rivelati possibili dettagli sulla trama del film

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In occasione della Star Wars Celebration 2025 è stato svelato che il misterioso film su Star Wars del regista di Deadpool & Wolverine, Shawn Levy, che avrà come protagonista Ryan Gosling, è stato ufficialmente intitolato Star Wars: Starfighter, con l’annuncio anche della data di uscita del 28 maggio 2027. “La realtà è che questa sceneggiatura è davvero ottima. Ha una storia fantastica con personaggi fantastici e originali“, ha detto Gosling dal palco dell’evento. “È pieno di cuore e di avventura, e non c’è un regista più perfetto di Shawn per questa particolare storia”.

Questo è uno standalone. Non è un prequel, né un sequel. È una nuova avventura. È ambientato in un periodo di tempo che non abbiamo ancora visto esplorare“, ha aggiunto Levy. Anche se durante la presentazione non sono stati rivelati dettagli specifici sulla storia, ora potremmo avere qualche dettaglio in più grazie all’insider Daniel Richtman, che rivela anche i nomi di alcuni importanti attori di Hollywood che hanno rifiutato ruoli chiave nel film.

Star Wars: Starfighter segue un ragazzo di 15 anni in missione con lo zio, interpretato da Ryan Gosling. Sono inseguiti da un duo di cattivi, uno maschile e uno femminile. Inizialmente a Jesse Plemons e Jodie Comer erano stati offerti i ruoli dei cattivi, ma entrambi hanno rifiutato. Mikey Madison è stata successivamente contattata per il ruolo del cattivo femminile, ma anche lei ha rifiutato. Un altro ruolo chiave è quello della madre del ragazzo (forse la sorella o la cognata di Gosling, anche se non è chiaro)”.

“A Sarah Snook era stata offerta la parte, ma ha rifiutato. Greta Lee era stata presa in considerazione per un altro ruolo femminile, quello della proprietaria di una cantina che i protagonisti incontrano durante la loro missione, ma anche lei ha rifiutato“. Naturalmente, quanto riportato da Richtman è da prendere con le pinze, in quanto non ci sono conferme ufficiali né su questa linea di trama né su questi nomi. Bisognerà dunque attendere maggiori certezze, che potrebbero arrivare già nel corso di quest’anno.

LEGGI ANCHE: Nuovi film di Star Wars: tutti i film in arrivo e la data di uscita

Quello che sappiamo su Star Wars: Starfighter

Secondo quanto riferito, il film “avrà un budget significativamente inferiore” rispetto ai precedenti film dell’era Disney e viene descritto come una storia “più contenuta”. Levy sta sviluppando la sceneggiatura con Jonathan Tropper (This Is Where I Leave You, The Adam Project) dal 2022, e dovrebbe anche produrre tramite 21 Laps, insieme al presidente della Lucasfilm (anche se non si sa per quanto tempo ancora) Kathleen Kennedy.

Una sinossi – non confermata – del film è: “Star Wars: Starfighter segue un ragazzo di 15 anni in missione con lo zio, interpretato da Ryan Gosling. Sono inseguiti da un duo di cattivi, uno maschile e uno femminile”. Dopo il grande successo di Deadpool & Wolverine, Levy è considerato dalla Disney come un regista “indispensabile e da mantenere”, quindi è molto probabile che avrà un notevole controllo creativo sul film. Al momento l’unico membro noto del cast è Ryan Gosling. Il film ha una data di uscita in sala fissata al 28 maggio 2027

Force of Nature: oltre l’inganno, la spiegazione del finale: cosa è successo ad Alice?

Force of Nature: oltre l’inganno (Force of Nature: The Dry 2), un nuovo thriller basato sul romanzo di Jane Harper, è il sequel del film del 2020 The Dry, interpretato da Eric Bana nel ruolo del detective della polizia federale Aaron Falk.

Bana torna nei panni di Aaron in Force of Nature: oltre l’inganno, dove viene chiamato a indagare sul caso di una donna scomparsa, Alice Russell (Anna Torv), scomparsa da qualche parte nella catena montuosa Giralang Ranges durante un ritiro aziendale.

Si scopre che Aaron conosce già Alice, poiché lei lo stava aiutando a scoprire un giro di riciclaggio di denaro sporco nella sua azienda, la Bailey Tennants. Non solo, ma Aaron ha anche un legame personale con la zona in cui è scomparsa Alice. Anni prima, sua madre era scomparsa da quella regione mentre era con lui durante una spedizione familiare.

In questo articolo che spiega il finale di Force of Nature: oltre l’inganno, poniamo la domanda: cosa è successo ad Alice Russell

Come fa Aaron a conoscere Alice?

Oltre a indagare sulla scomparsa di Alice, Aaron sta anche lavorando con la sua collega Carmen su un caso di riciclaggio di denaro.

Il suo obiettivo è Daniel Bailey, il capo di una società chiamata Bailey Tennants. Aaron sospetta che Daniel stia aiutando i suoi clienti a evadere le tasse. Per scoprire i suoi misfatti, ha chiesto ad Alice di aiutarlo a smascherarlo.

Alice è una consulente finanziaria senior della Bailey Tennants. Aaron l’ha ricattata per convincerla a diventare un’informatrice dopo aver scoperto che aveva fatto una grossa donazione alla scuola di sua figlia Margot. Quel denaro non era una donazione di beneficenza, ma era stato dato per proteggere Margot dall’espulsione.

Aaron ha dato ad Alice una pen drive e le ha chiesto di raccogliere prove contro Daniel Bailey e i suoi clienti loschi. Ma prima che potesse dare le informazioni ad Aaron, è scomparsa durante un ritiro aziendale organizzato da Daniel e sua moglie Jill.

Cosa succede durante il ritiro aziendale?

Anna Torv in Force of Nature: oltre l'inganno

Al ritiro ci sono Alice, Jill, Lauren, Bethany e Bree. Lauren è la madre di una ragazza di nome Rebecca, vittima di bullismo da parte della figlia di Alice, Margot. È stato proprio questo bullismo a causare quasi l’espulsione di Margot.

Bethany e Bree sono sorelle. Man mano che la storia va avanti, scopriamo il passato criminale di Bethany.

Il gruppo si perde durante l’escursione, soprattutto grazie ad Alice che sembra averli portati fuori strada. Non hanno i telefoni con sé perché durante l’escursione è vietato usare dispositivi elettronici. Non hanno nemmeno una mappa, perché l’hanno persa in un fiume.

Alla fine trovano una capanna abbandonata e decidono di passare lì la notte. Alice non vuole restare lì perché vuole tornare in hotel.

Nelle vicinanze c’è la tomba di un cane. Alice pensa che potrebbe essere il cane del serial killer Martin Kovak, che anni prima aveva usato il suo animale per attirare le sue vittime ignare.

(È possibile che la madre di Aaron sia stata uccisa da Kovak. Durante una gita con la famiglia, lui aveva sentito un cane abbaiare e poi aveva scoperto la madre ferita. La donna era poi morta a causa delle ferite riportate).

Kovac potrebbe essere responsabile anche della scomparsa di Alice? No, perché è morto anni prima. C’è una spiegazione più semplice per la scomparsa di Alice, che Aaron scopre durante le sue indagini.

Cosa è successo ad Alice in Force of Nature: oltre l’inganno?

Eric Bana in Force of Nature: oltre l'inganno

Mentre Aaron indaga, scopre quanto segue.  Alice non era ben vista dal gruppo. In un certo senso, era prepotente quanto sua figlia. Pertanto, è possibile che qualcuno di loro abbia avuto qualcosa a che fare con la sua scomparsa. Quando Alice è scomparsa durante il ritiro, Bree è andata a cercarla. Alla fine, ha trovato il suo cadavere.

Inizialmente, Bree ha pensato che sua sorella Beth potesse avere qualcosa a che fare con la morte di Alice. Questo perché ha trovato la torcia di Beth vicino al corpo. Dato che Beth aveva un passato criminale, questo le ha dato un altro motivo per sospettare il coinvolgimento della sorella. Per proteggere Beth, Bree ha spostato il corpo di Alice in un altro luogo.

Allora, chi ha ucciso Alice? A quanto pare, la responsabile della sua morte è Lauren. Lei e Alice hanno avuto un confronto, durante il quale Alice ha accusato Lauren di essere debole come sua figlia. In un impeto di rabbia, Lauren ha spinto Alice facendola cadere su una roccia.

Alice è morta dopo aver battuto la testa sulla roccia. È possibile che avrebbe potuto essere salvata con un intervento medico. Ma Lauren ha scelto di tornare alla baita senza rivelare alle altre donne dove si trovava Alice.

Il giorno dopo, quando Lauren è tornata nel luogo dove aveva lasciato Alice, ha visto che Alice non c’era più. Ha pensato che Alice fosse tornata all’hotel. Ma, come ora sappiamo, Bree aveva spostato il cadavere di Alice.

Come finisce il film Force of Nature: oltre l’inganno?

Lauren, che si sente in colpa per la morte di Alice, va in cima a una cascata. Ha intenzione di suicidarsi, ma Aaron arriva per parlarle. Dopo aver scoperto cosa ha fatto ad Alice, cerca di allontanarla dal bordo. Ma nel farlo, Lauren cade nell’acqua sottostante.

Aaron si tuffa in acqua e riesce a salvarla. Questo atto di coraggio potrebbe essere terapeutico per lui, che in precedenza non era riuscito a salvare sua madre.

Poco dopo, Beth confessa ad Aaron che Daniel pensava che fosse lei l’informatrice. Rivela anche che Alice stava cercando di proteggerla.

Beth ha trovato la pen drive che Alice aveva nascosto vicino a uno dei loro falò. Alla fine del film, la consegna ad Aaron, fornendogli così le informazioni necessarie per incriminare Daniel Bailey.

Chicago P.D. – Stagione 13: si farà? tutto quello che sappiamo

Chicago P.D. – Stagione 13: si farà? tutto quello che sappiamo

Chicago P.D. è stato il primo spin-off di successo del franchise One Chicago, ma la serie poliziesca verrà rinnovata per la tredicesima stagione? Creata dal guru della TV Dick Wolf e Matt Olmstead, Chicago P.D. segue gli agenti dell’Unità Intelligence del dipartimento di polizia mentre utilizzano le loro abilità uniche per risolvere alcuni dei casi più difficili che la città ha da offrire settimana dopo settimana. Nel corso dei suoi oltre dieci anni di programmazione, la serie si è ampliata fino a non limitarsi più alle storie dei casi della settimana, ma a intrecciare anche interessanti narrazioni sulle vite dei personaggi.

Lo sciopero di Hollywood del 2023 ha messo un freno alla programmazione autunnale della NBC e ha causato il rinvio dell’intera serie One Chicago alla metà della stagione 2024. Ciò non ha minimamente intaccato la popolarità del franchise, e la stagione 11 di Chicago P.D., nonostante la durata ridotta, ha rapidamente ottenuto il rinnovo per una dodicesima stagione. Nonostante la promessa di un ritorno alla normalità nel palinsesto, diversi cambiamenti importanti nel cast hanno influenzato il percorso della stagione 12, tra cui l’addio del personaggio preferito dai fan Hailey Upton (interpretato da Tracy Spiridakos). Anche se il successo di Dick Wolf è in evoluzione da diverse stagioni, la probabilità di una stagione 13 di Chicago P.D. sembra alta.

La stagione 13 di Chicago P.D. non è confermata

La NBC non ha ancora ordinato un’altra stagione

Il destino di Chicago P.D. sembra assicurato, a meno che gli ascolti non crollino durante la dodicesima stagione.

Dopo oltre un decennio in onda, non c’è dubbio che il franchise One Chicago sia diventato un punto fermo della TV network. Nonostante ciò, la NBC non ha ancora preso una decisione sulla tredicesima stagione di Chicago P.D., e la rete non ha rinnovato nessuna delle sue serie gemelle. Questa mossa non è esattamente sorprendente, considerando che la dodicesima stagione è ancora in onda e che i recenti scioperi a Hollywood potrebbero rendere le reti un po’ più reticenti a ordinare nuove stagioni con troppo anticipo. Indipendentemente da ciò, il destino di Chicago P.D. sembra assicurato, a meno che gli ascolti non crollino durante la dodicesima stagione.

  • I nuovi episodi di Chicago P.D. vanno in onda ogni mercoledì sulla NBC.

Con poche possibilità di un calo degli ascolti, il rinnovo di Chicago P.D. (e anche delle altre serie) arriverà probabilmente a metà stagione o più tardi. Anche durante le stagioni abbreviate dallo sciopero all’inizio del 2024, la NBC non ha perso tempo e ha rinnovato in blocco il franchise One Chicago. Se lo schema si manterrà, la stagione 13 di Chicago P.D. sarà probabilmente ordinata contemporaneamente alla stagione 14 di Chicago Fire e alla stagione 11 di Chicago Med.

La stagione 12 di Chicago P.D. è stata trasmessa per la prima volta il 25 settembre 2024.

Dettagli sul cast della tredicesima stagione di Chicago P.D.

Quali agenti torneranno in servizio?

Sebbene al momento non si sappia nulla sul potenziale cast della tredicesima stagione, le serie come Chicago P.D. spesso puntano su un cast solido e sulla continuità tra una stagione e l’altra. Il cast della tredicesima stagione di Chicago P.D. sarà probabilmente composto da volti noti, guidati da Jason Beghe nel ruolo del sergente Hank Voight, che interpreta sin dal debutto della serie. I grandi cambiamenti tra la stagione 11 e la 12 potrebbero potenzialmente lasciare spazio a una stagione 13 meno turbolenta, e i nuovi arrivati come Kiana Cool di Toya Turner potrebbero diventare personaggi fissi. Emily Martel (Victoria Cartagena) è stata uccisa nella premiere della stagione 12 e non tornerà.

Dettagli sulla trama della tredicesima stagione di Chicago P.D.

Si prevedono casi ancora più emozionanti

Prevedere la trama della tredicesima stagione di Chicago P.D. è difficile in questo momento, perché la dodicesima stagione riserverà probabilmente molte sorprese prima di giungere al termine. Inoltre, Chicago P.D. è una serie procedurale che si basa molto su casi settimanali che non hanno seguito negli episodi successivi. Per questo motivo, l’unica cosa che si può davvero prevedere sulla prossima stagione è che Voight e la sua squadra dovranno affrontare una miriade di sfide nel tentativo di mantenere Chicago al sicuro.

Until Dawn – Fino all’Alba: l’intervista a David F. Sandberg

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Until Dawn – Fino all’Alba: l’intervista a David F. Sandberg

David F. Sandberg, regista di Shazam! e Annabelle 2, torna in sala con Until Dawn – Fino all’Alba, basato sull’omonimo videogioco e distribuito in Italia da Eagle Pictures a partire dal 24 aprile. Ecco la nostra intervista con il regista.

Nel cast ci sono Ella Rubin (Anora), Michael Cimino (Annabelle 3, Love, Victor), Odessa A’zion (Hellraiser), Ji-young Yoo (Freaky Tales), Belmont Cameli (Ti giro intorno), Maia Mitchell (Una torta per l’uomo giusto) e Peter Stormare (Constantine, Educazione siberiana, John Wick – Capitolo 2).

La trama di Until Dawn: Fino all’alba

Un anno dopo la misteriosa sparizione di sua sorella Melanie, Clover e i suoi amici si recano nella remota valle in cui è scomparsa, in cerca di risposte. Esplorando un centro visitatori abbandonato, i ragazzi sono inseguiti da un assassino mascherato e orribilmente uccisi uno dopo l’altro… per poi svegliarsi e ritrovarsi all’inizio della stessa notte. Intrappolati nella valle, sono costretti a rivivere l’incubo ripetutamente ma ogni volta la minaccia dell’assassino è diversa, ciascuna più terrificante della precedente. La speranza diminuisce quando il gruppo si rende conto di poter morire per un numero limitato di volte e che l’unico modo per fuggire è sopravvivere fino all’alba.

C’era una volta a… Hollywood, il titolo del sequel sarebbe stato svelato

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Come tutti i film di Quentin Tarantino, C’era una volta a… Hollywood (qui la recensione) presenta un cast corale, con Brad Pitt e Leonardo DiCaprio che interpretano rispettivamente i ruoli di Cliff Booth e Rick Dalton. Il film ha ricevuto il plauso della critica ed è diventato il film di Tarantino che ha incassato di più fino ad oggi, con Pitt che ha vinto un Oscar per la sua interpretazione. Recentemente è emersa la notizia che proprio Pitt tornerà a vestire i panni di Booth in un nuovo film sequel diretto da David Fincher.

In un’intervista di Deadline a Michael B. Jordan per il suo nuovo film I Peccatori, è stato riferito casualmente che il seguito di C’era una volta a… Hollywood si intitolerà The Continuing Adventures of Cliff Booth. La trama del film dovrebbe seguire il carismatico stuntman di Booth mentre diventa un faccendiere degli studios di Hollywood. Al momento non si conoscono ancora altri dettagli sul film, anche se si basa su una sceneggiatura scritta dallo stesso Tarantino.

Cosa significa questo per il futuro di Cliff Booth

Cliff era già uno dei personaggi più enigmatici e intriganti di C’era una volta a… Hollywood, e la sua misteriosa storia non ha fatto altro che aumentarne il fascino. Rimangono alcuni interrogativi sulla storia di questo personaggio, tra cui se abbia davvero ucciso sua moglie (anche se il romanzo scritto da Tarantino lo conferma). Questo è un aspetto su cui il film successivo potrebbe concentrarsi. Il fatto che Fincher sarà al timone del progetto significa che sarà probabilmente un film cupamente violento, complesso e avvincente, ma in un modo diverso da Tarantino.

Brad Pitt è una delle star più riconoscibili e redditizie di Hollywood e il suo desiderio di tornare a interpretare Cliff Booth dimostra la forza e il fascino del personaggio. È probabile che il film si concentri su ciò che è accaduto a Booth dopo C’era una volta a… Hollywood e su come sia finito a diventare un faccendiere in uno dei periodi più importanti di Hollywood. Al momento non è ancora chiaro quali altri personaggi del film originale o del passato di Cliff potrebbero comparire, ma di certo si tratta di un progetto molto interessante.

Dominic Sessa e Antonio Banderas protagonisti del biopic su Anthony Bourdain

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La star di “The HoldoversDominic Sessa indosserà ufficialmente il grembiule della leggenda della cucina Anthony Bourdain, accanto al candidato all’Oscar Antonio Banderas in un nuovo biopic della A24. Il ruolo di Banderas non è ancora stato reso noto, mentre Sessa era in trattative per il progetto del regista Matt Johnson (“Blackberry”) già dalla scorsa estate. Il film, intitolato “Tony”, si svolgerà nel 1976, quando un giovane Bourdain vive un’esperienza che gli cambia la vita, lavorando e vivendo a Provincetown, nel Massachusetts. Le riprese sono previste per il mese prossimo.

Come riportato da Variety, Bourdain si è iscritto alla scuola di cucina due anni dopo l’ambientazione del film. L’ex chef esecutivo della Brasserie Les Halles di New York si è fatto conoscere con il libro di memorie del 2000 “Kitchen Confidential: Adventures in the Culinary Underbelly“. Vincitore di un Emmy postumo per il suo contributo allo spazio non scritto di serie come “No Reservations” e “Parts Unknown”, Bourdain è poi morto nel 2018 nella città francese di Strasburgo, all’età di 61 anni.

Johnson dirige una sceneggiatura di Todd Bartels e Lou Howe. A24 co-finanzierà e coprodurrà con Star Thrower e Zapruder Films. Kimberly Witherspoon, rappresentante di Bourdain, sarà il produttore esecutivo, insieme a Chris Stinson, Amy Greene, Lou Howe, Bartels ed Emily Rose. Con l’imminente inizio delle riprese, non resta che attendere qualche ulteriore notizia sul film, come anche qualche prima immagine ufficiale che possa mostrarci Sessa nei panni di Bourdain, un ruolo indubbiamente importante per l’attore che aveva già raccolto ampie lodi proprio con “The Holdovers”.

Olivia Wilde dirige Penélope Cruz, Seth Rogen ed Edward Norton in ‘The Invite’

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Olivia Wilde è pronta tornare dietro la macchina da presa per “The Invite”, una commedia provocatoria ispirata al film spagnolo “Sentimental”, e ha messo insieme un cast all-star. Come riportato da Variety, Seth Rogen, Penélope Cruz ed Edward Norton appariranno nel film, insieme alla stessa Olivia Wilde. Il film originale, diretto da Cesc Gay, è stato ora adattato da Rashida Jones e Will McCormack. Secondo la sinossi ufficiale, “The Invite” parla di “una coppia [che] invita i vicini a casa, dando vita a una serata piena di colpi di scena inaspettati, che rivelano emozioni profondamente represse e una sessualità inesplorata”. Le riprese principali sono già iniziate a Los Angeles.

Per Olivia Wilde si tratterà del suo terzo film da regista, dopo aver diretto di recente “Don’t Worry Darling”, un thriller che è stato un successo al botteghino nel 2022. In precedenza, ha debuttato alla regia con la commedia “La rivincita delle sfigate”, acclamata dalla critica. Come attrice, Wilde ha invece recitato in “Her”, Rush e “Cowboys & Aliens”. Per quanto riguarda i tre protagonisti, abbiamo di recente visto Seth Rogen nella serie The Studio, una satira su Hollywood da lui ideata e interpretata.

Penélope Cruz, vincitrice di un Oscar per “Vicky Cristina Barcelona”, è invece di recente apparsa in Madres paralelas” e Ferrari“, mentre prossimamente sarà presente anche in “The Bride” di Maggie Gyllenhaal. Edward Norton, invece, è reduce dalla nomination all’Oscar per “A Complete Unknown”. Tra i suoi film ricordiamo “Birdman”, “Schegge di paura” e “American History X”, con i quali ha guadagnato le sue precedenti tre nomination all’Oscar.

Hunger Games: L’alba sulla mietitura, il film ha trovato i suoi Haymitch e Lenore Dove

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Hunger Games: L’alba sulla mietitura ha trovato i suoi protagonisti. Joseph Zada sarà il protagonista del tributo al Distretto 12 Haymitch Abernathy, mentre Whitney Peak interpreterà la sua fidanzata Lenore Dove Baird. Come precedentemente riportato, il film della Lionsgate, tratto dall’omonimo romanzo bestseller dell’autrice di “Hunger GamesSuzanne Collins, si svolge 40 anni dopo gli eventi del prequel La ballata dell’usignolo e del serpente e 24 anni prima del periodo di Katniss Everdeen nell’arena.

Per quanto riguarda i due attori scelti, Zada lo si potrà ritrovare nella serie Prime VideoWe Were Liars”, che debutterà a giugno. Ha inoltre appena completato la produzione di “East of Eden” di Netflix, in cui recita insieme a Florence Pugh e Mike Faist. Zada è inoltre attualmente il protagonista nel ruolo di Charlie nella serie “Invisible Boys”, basata sul romanzo bestseller di Holden Sheppard. Peak, invece, sarà prossimamente la protagonista di “Shiver”. Reciterà poi anche accanto a Liam Neeson e Teresa Palmer in “4 Kids Walk into a Bank”. È però nota soprattutto per il suo ruolo di protagonista nel reboot di “Gossip Girl”, nel ruolo di Zoya Lott.

Il franchise di Hunger Games è stato a lungo un trampolino di lancio per giovani attori straordinari, e Jo e Whitney portano avanti questa eredità con un cuore, una profondità e un fuoco incredibili”, ha dichiarato Erin Westerman, co-presidente del Lionsgate Motion Picture Group. “Dopo aver fatto il provino a centinaia di talentuosi interpreti di tutto il mondo, questi due interpreti si sono distinti non solo per il loro talento, ma anche per la verità emotiva che hanno portato in questi ruoli iconici“. Haymitch è sempre stato il preferito dai fan e la sua storia delle sue origini è una delle più attese del franchise”.

La sua relazione con Lenore Dove è profondamente intrecciata alla storia emotiva di Panem. Non vediamo l’ora che i fan vivano la storia che ha dato forma a uno dei personaggi più avvincenti della serie“. “Deb Zane e Dylan Jury hanno supervisionato una ricerca esaustiva (ed estenuante!) per trovare un giovane attore con l’abilità e l’immaginazione necessarie per incarnare il giovane Haymitch”, ha aggiunto Nina Jacobson, tra i produttori del film. “Jo si è preparato come un matto e ci ha rubato il cuore. Poi Whitney ci ha lasciato senza fiato nel ruolo di Lenore Dove. Quando li abbiamo messi insieme, è stato uno di quei momenti magici del casting in cui sai che la tua ricerca ti ha portato a casa“.

Quello che sappiamo su Hunger Games: L’alba sulla mietitura

Ambientato durante il Secondo Quarto, il prequel esplorerà i Giochi a cui Haymitch ha partecipato. Questo lo colloca 24 anni prima degli eventi del film Hunger Games. Francis Lawrence, che ha diretto i precedenti film della saga, è in lizza per dirigere anche questo nuovo film. “Suzanne Collins è una narratrice magistrale e la nostra stella polare creativa”, ha invece dichiarato Adam Fogelson del Lionsgate Motion Picture Group.

Non potremmo essere più fortunati di essere guidati e affidati a una collaboratrice il cui talento e la cui immaginazione sono così costantemente brillanti. Sappiamo che i fan di Hunger Games di tutto il mondo saranno incantati dal punto in cui Suzanne ha concentrato questa prossima straordinaria storia”.

E ha aggiunto: “Il Secondo Quarto è leggendario e incombe sulla storia dei Giochi, anche ai tempi di Katniss Everdeen, un quarto di secolo dopo. Come i fan di tutto il mondo, attendiamo con ansia questo emozionante ritorno a Panem”. La Collins ha anche aggiunto: “Fin dall’inizio, la Lionsgate è stata una casa e un partner meraviglioso per il franchise di Hunger Games, e sono molto entusiasta di collaborare con Adam e il team mentre portiamo questa prossima storia nelle sale nel 2026”.

The Hunger Games: Sunrise On The Reaping arriverà nelle sale il 20 novembre 2026.

Julie ha un segreto: recensione del dramma di Leonardo Van Dijl

Julie ha un segreto: recensione del dramma di Leonardo Van Dijl

Julie, agli occhi del mondo, incarna l’ideale dell’adolescente perfetta: brillante, disciplinata, determinata. È una studentessa modello e una promessa del tennis, ammirata dai coetanei e considerata la punta di diamante dell’accademia d’élite sportiva che frequenta. Per lei, il tennis non è solo una passione: Julie e la sua racchetta sembrano inseparabili, come se l’una non potesse esistere senza l’altra. Ma basta uno sguardo per intuire che qualcosa non torna. Fin dalle primissime inquadrature, i suoi occhi raccontano un’altra storia: uno smarrimento sottile, uno sguardo spento, quasi impaurito.

Con Julie ha un segreto (Julie Keeps Quiet), il regista e sceneggiatore belga Leonardo Van Dijil firma un esordio nel lungometraggio che sorprende per maturità e sensibilità. Il film, distribuito da I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm Collection, arriva nelle sale italiane il 24 aprile, dopo aver debuttato in anteprima mondiale alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes 2024 e in anteprima nazionale alla Festa del Cinema di Roma, nella sezione autonoma e parallela Alice nella Città.

Julie ha un segreto - In foto gli attori Pierre Gervais e Tessa Van den Broeck.
Julie ha un segreto – In foto gli attori Pierre Gervais e Tessa Van den Broeck.

La storia di Julie ha un segreto

Scatta da un lato all’altro del campo, salta, serve, schiaccia, risponde con una volée fulminea: Julie – interpretata da una sorprendente Tessa Van den Broeck, al suo debutto sul grande schermo – è una giovane promessa del tennis. Ma a testimoniarlo non è soltanto la vittoria nella categoria juniores della prestigiosa Federazione Belga: a parlare per lei sono la concentrazione tagliente, la grinta che le si legge negli occhi, la compostezza elegante con cui domina ogni scambio. In campo, Julie sembra invincibile. Intoccabile.

Finché una tragedia inaspettata scuote l’equilibrio dell’accademia d’élite in cui si allena: una morte improvvisa, inspiegabile, che coinvolge il suo allenatore, sospeso e posto sotto inchiesta per presunti comportamenti inappropriati. All’improvviso, tutto si incrina. Gli studenti vengono convocati per testimoniare, cercando di mettere insieme i pezzi di una storia frammentata, per dare un senso a un gesto estremo compiuto da una loro coetanea. Tutti hanno qualcosa da dire. Tutti, tranne Julie. Lei, che forse più di chiunque altro conosce la verità, si rifugia in un silenzio carico di tensione, che cresce scena dopo scena come un urlo trattenuto. Cosa la blocca? Cosa cerca di proteggere… o nascondere? Quale segreto ha Julie?

Julie ha un segreto - In foto l'attrice protagonista Tessa Van den Broeck.
Julie ha un segreto – In foto l’attrice protagonista Tessa Van den Broeck.

Il dolore raccontato attraverso ombre e omissioni

Leonardo Van Dijl mette in scena una storia fatta di silenzi, esitazioni, verità sospese. Ed è proprio in questi spazi vuoti, nei non detti, che prende forma la vera narrazione del dramma Julie ha un segreto. Il film si sviluppa come un viaggio delicato e stratificato all’interno del mondo interiore della giovane protagonista, con uno sguardo che si posa su di lei senza mai forzarla, ma accompagnandola con rispetto e misura.

I dialoghi sono ridotti all’essenziale, mentre le immagini parlano attraverso un raffinato gioco di luci e ombre, specchio fedele delle oscurità che Julie si porta dentro. Ombre di una violenza taciuta, di una perdita, di un’oppressione tanto profonda da intrappolarla proprio in ciò che le dà un’identità: il tennis. La sua ragione di vita diventa così anche la sua gabbia. Il ritmo, volutamente lento e talvolta angosciante, richiede allo spettatore la stessa concentrazione e resistenza mentale che richiederebbe una partita giocata su tre set. Ma è in questa lentezza che si annida la forza del film: ogni scelta estetica – dalle inquadrature che celano più di quanto rivelano, ai volti spesso coperti o sfuggenti, agli adulti relegati costantemente in penombra, fino a un impianto sonoro dominato dai colpi secchi della racchetta e dai gemiti dei giocatori – converge verso un disegno registico preciso e consapevole.

Julie ha un segreto - Per gentile concessione di I Wonder Pictures.
Julie ha un segreto – Per gentile concessione di I Wonder Pictures.

Un’opera che sussurra dove altri griderebbero

Con la sua opera prima, Van Dijl non cerca il clamore: intende lasciare il segno. Sussurra il dolore dove altri lo urlerebbero, scegliendo un linguaggio cinematografico che più che mostrare, osserva; che accoglie il non detto, che richiede attenzione, tempo, e una grande disponibilità all’ascolto silenzioso. Attraverso l’empatia, disegna i contorni invisibili della violenza, di quel dolore che non ha voce ma che si annida nei gesti minimi, nei silenzi, nei dettagli sfuggenti. Julie ha un segreto non è solo il racconto di una giovane atleta e delle sue relazioni complicate, ma è soprattutto una meditazione sul trauma dell’abuso e sul processo – lento, faticoso, intimo – della sua elaborazione.

Mentre il mondo intorno a lei scalpita, Julie si rifugia nel silenzio. Non per codardia o fuga, ma per protezione. Si prende il diritto di non parlare, di non spiegare, di non rispondere subito. E Van Dijl, con rara sensibilità, ci chiede di rispettare questa scelta, di non forzare una confessione. Il film si fa allora non solo narrazione, ma invito: a rallentare, a osservare davvero. Ci insegna che la verità, quella profonda, non sempre passa per le parole, ma può rivelarsi nei movimenti del corpo, nello sguardo abbassato, in una routine che si ripete ostinatamente per mantenere un equilibrio fragile. In questo senso, il regista compie un gesto audace e controcorrente: rifiuta le scorciatoie emotive, l’esposizione didascalica del dolore, e costruisce un cinema dell’implicito, della pazienza, della sospensione. Un cinema che non risponde subito, ma che resta.

Julie ha un segreto - In foto Tessa Van den Broeck nei panni della talentuosa Julie.
Julie ha un segreto – In foto Tessa Van den Broeck nei panni della talentuosa Julie.

Allora cosa penalizza davvero l’opera Julie ha un segreto? Paradossalmente, è proprio la nostra disabitudine alla lentezza e all’implicito. In un tempo in cui tutto deve essere immediato, chiaro, dichiarato, l’assenza di spiegazioni esplicite può risultare frustrante e sminuente. Il segreto di Julie non viene mai raccontato apertamente: lo si intuisce, lo si percepisce.

Ed è qui che il film, pur nella sua potenza, può incontrare un limite non interno ma esterno: non tutti gli spettatori sono più disposti, abituati o capaci di ascoltare i silenzi, di cogliere l’invisibile, di entrare in sintonia con un ritmo che chiede, prima di tutto, pazienza. Ma per chi accetta questa sfida, Julie ha un segreto non è solo un film: è un’esperienza, un atto di empatia, e forse anche una lezione su come guardare, su come ascoltare, e su come, a volte, il non detto possa comunicare più forte di qualunque parola.

All My Life: la storia vera dietro il film

All My Life: la storia vera dietro il film

Sono diversi i film incentrati su due persone innamorate che vengono divise da una malattia terminale. Titoli come Love Story o i più recenti La scelta – The Choice, The Big Sick o Colpa delle stelle (2014), sono solo alcuni degli esempi più celebri a riguardo. A questi si aggiunge anche All My Life. Il film, realizzato nel 2020 da è proprio un racconto romantico/drammatico di questo genere, con in più il fatto di essere basato sulla storia vera di Jennifer Carter e Solomon Chau, una giovane coppia che ha accelerato il proprio matrimonio dopo aver ricevuto una diagnosi devastante.

Jessica Rothe (Auguri per la tua morte) e Harry Shum Jr. (Crazy & Rich) interpretano qui questa coppia, che cerca di navigare sulle montagne russe emotive del loro giovane amore e della mortalità. Con All My Life, dunque, ci si confronta con una vicenda estremamente toccante, anche profondamente ingiusta per il suo esito, ma che ci ricorda la forza dell’amore e la capacità di sconfiggere ogni altra paura che tale sentimento sa donarci. In vista di una visione del film, in questo articolo esploriamo proprio la storia vera che lo ha ispirato.

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La storia vera dietro All My Life

Partiamo dal principio. Nel film All My Life Solomon viene mostrato che ‘Sol’ Chau e Jennifer Carter si incontrano in un bar sportivo dopo che Sol e i suoi due amici hanno avvicinato Jenn e le sue due amiche. La storia vera rivela invece che la coppia si è incontrata anni prima, nell’ottobre 2007, a una festa in casa a St. Catharines, Ontario, per festeggiare il 19° compleanno di Sol. Lui era circondato da altre ragazze e Jenn non era sicura di come relazionarsi con lui, ma sicuramente l’aveva presa in simpatia. Nelle settimane successive alla festa, Sol e Jenn si sentirono regolarmente al telefono.

Lei viveva a est di Toronto, a Pickering, nell’Ontario, e lui a sud di Toronto (dall’altra parte del lago Ontario), a St. Catharines, non lontano dalle cascate del Niagra. Nel bel mezzo di una grande tempesta di neve a dicembre, Sol prese un autobus per il lato orientale del lago Ontario fino a Pickering e arrivò alla porta di casa di Jenn. Da quel momento i due sono stati insieme. Il trasferimento gli ha anche permesso di frequentare la scuola di cucina al George Brown College. Dopo la laurea, ha infatti lavorato in alcuni dei più rinomati ristoranti di Toronto e si è affermato come chef.

Harry Shum Jr. e Jessica Rothe in All My Life
Harry Shum Jr. e Jessica Rothe in All My Life © 2020 UNIVERSAL STUDIOS. ALL RIGHTS RESERVED.

In seguito, Solomon ha fatto la proposta di matrimonio alla fidanzata riunendo gli amici e la famiglia di lei nella piazza sotto la CN Tower di Toronto. Lui si è inginocchiato e gli altri si sono messi a ballare come parte di un flash mob. In omaggio alla sorella di Jenn, scomparsa quando lei era più giovane, hanno tenuto in mano dei palloncini a forma di delfino mentre ballavano. Nel film All My Life, invece, la proposta di matrimonio avviene su un sentiero accanto a un fiume.

La gioia di quel momento è però stata bruscamente incrinata quando nel dicembre del 2014 a Solomon è stato diagnosticato un cancro al fegato. Una notizia arrivata del tutto a sorpresa, dato che il ragazzo si sentiva in buona salute. Al momento della diagnosi aveva 26 anni. Il giorno successivo a tale scoperta, è stato sottoposto a un intervento chirurgico, poco prima di Natale. I medici hanno rimosso con successo il tumore e gli hanno detto che la sua salute sarebbe migliorata nel giro di pochi mesi. Come nel film All My Life, Sol e Jenn erano quindi ottimisti e continuavano a pianificare il loro matrimonio e a guardare al loro futuro insieme.

Tuttavia, il loro ottimismo si è infranto alcuni mesi dopo, nel marzo 2015, quando Solomon è stato ricoverato d’urgenza in ospedale con forti dolori allo stomaco. I medici lo informarono a quel punto che il cancro si era ripresentato e si era diffuso, cosa che gli permetteva di avere solo pochi mesi di vita. Per cercare di aiutarli, gli amici della coppia hanno lanciato una raccolta fondi online per organizzare il matrimonio dei loro sogni. La raccolta fondi è stata avviata su GoFundMe il 31 marzo 2015 con l’obiettivo di raccogliere 50.000 dollari.

L’obiettivo dichiarato della raccolta fondi era “raccogliere fondi per finanziare il matrimonio di Jenn e Sol e per farli partire per un viaggio indimenticabile insieme”. Con l’aiuto di 628 persone nella comunità e in tutto il mondo, la campagna ha raccolto un totale di 52.431 dollari per Sol e Jenn, superando l’obiettivo e permettendo loro di avere un matrimonio e una luna di miele indimenticabili. Il desiderio di Sol era infatti quello di fare un ultimo viaggio con Jenn prima che il peggio fosse arrivato.

Jessica Rothe e Harry Shum Jr. in All My Life
Harry Shum Jr. e Jessica Rothe in All My Life © 2020 UNIVERSAL STUDIOS. ALL RIGHTS RESERVED.

Al di là dei soldi, però, Solomon e Jennifer dovettero organizzare tutto in poco tempo. La loro speranza era di celebrare il matrimonio mentre Solomon era ancora in condizioni di salute relativamente buone. I due si sono sposati quindi meno di due settimane dopo il lancio della campagna, l’11 aprile. Va notato che i due stavano già organizzando il loro matrimonio dall’aprile 2014, ma, come nel film, hanno avuto circa due settimane per affrettarsi e mettere insieme il tutto con circa quattro mesi di anticipo.

La coppia si è così sposata l’11 aprile 2015 a Casa Loma, un “castello” in stile Gothic Revival che è uno dei luoghi più ambiti per i matrimoni di Toronto. Nel dar vita a questo momento da sogno, Solomon ha indubbiamente sfidato le aspettative dei suoi medici. La famiglia e gli amici hanno attribuito il merito alla sua positività e al non volersi lasciare abbattere dalla sua condizione. I medici lo hanno poi definito “sovrumano” per essere sopravvissuto più a lungo del previsto. Dopo aver trascorso 128 giorni da marito e moglie, Jennifer ha però perso Solomon nel pomeriggio di lunedì 17 agosto 2015.

Il suo funerale si è tenuto sabato 22 agosto 2015, data in cui la coppia si sarebbe originariamente dovuta sposare. Come riportato da Jennifer, tre giorni prima della sua scomparsa, Solomon le chiese di apprezzare anche la sua vita senza di lui. Non voleva che lei si lasciasse andare al dolore dopo la sua scomparsa. Jenn ha poi commentato l’amore che ha condiviso con Solomon durante la promozione di All My Life. “Ogni storia d’amore ha i suoi alti e bassi, e quella mia e di Sol non è stata diversa. È un onore condividere la nostra storia con il mondo attraverso questo film”, ha dichiarato.

Wonder: la storia vera dietro il film con Julia Roberts

Wonder: la storia vera dietro il film con Julia Roberts

Wonder (qui la recensione) della Lionsgate racconta la storia ispiratrice di un ragazzino con una rara deformità facciale e, per via di questa paricolare storia, non si può fare a meno di chiedersi se il film sia basato su una vicenda vera o se sia completamente inventato. Ma andiamo con ordine. Questo lungometraggio drammatico del 2017, diretto da Stephen Chbosky e adattamento cinematografico del romanzo omonimo del 2012 scritto da R. J. Palacio, ha come protagonista Jacob Tremblay nel ruolo del suddetto bambino, Auggie. Egli è nato con la sindrome di Treacher Collins e di conseguenza fatica a inserirsi per via del suo particolare viso.

La madre del personaggio di Tremblay, interpretata da Julia Roberts, lo ha pertanto educato a casa per la maggior parte della sua vita e Auggie indossa spesso un casco da astronauta quando esce per nascondere il suo volto. Tuttavia, all’inizio di Wonder, la famiglia di Auggie decide di iscriverlo a una scuola privata, dove deve però affrontare le critiche dei compagni di classe. Nel corso del film, Auggie impara che è meglio distinguersi ed essere diversi piuttosto che confondersi con la folla. Come scopriremo in questo approfondimento, questa storia emozionante sembra essere accaduta davvero, in un certo senso.

Julia Roberts e Jacob Tremblay in Wonder
Julia Roberts e Jacob Tremblay in Wonder © 2017 – Lionsgate

Wonder non è tecnicamente basato su una storia vera

Anche se Wonder avrebbe potuto essere basato su persone ed eventi reali, i personaggi del dramma familiare del 2017 sono puramente immaginari e la trama è (quasi) interamente inventata. C’è però un’avvertenza: la storia, sebbene non abbia una famiglia reale che ispira in modo diretto la narrazione, si basa comunque su diverse vicende vere in cui la scrittrice del romanzo si è imbattuto nel corso degli anni. Quindi, anche se il film con Julia Roberts non è puramente basato su una singola famiglia, è ispirato a molte famiglie colpite dalla sindrome di Treacher Collins.

La sindrome di Treacher Collins, nota anche come disostosi mandibolo-facciale, è una condizione genetica che colpisce la struttura facciale (compresi il cranio e le ossa facciali) e il suo sviluppo prima ancora della nascita. È molto rara: secondo il Seattle Children’s Hospital, si verifica ogni anno in un neonato su 50.000 in tutto il mondo. La sindrome si verifica a causa di una mutazione in un gene e il trattamento spesso include la chirurgia ricostruttiva del viso per evitare la perdita dell’udito, le difficoltà respiratorie, le difficoltà di linguaggio, la perdita dell’olfatto e l’incapacità di mangiare o bere. Come si dice in Wonder, Auggie ha dovuto subire 27 interventi chirurgici all’età di 10 anni.

Wonder è basato sul libro del 2012 di R. J. Palacio

Come anticipato, il film è basato sull’omonimo romanzo di R. J. Palacio che, come già detto, è stato ispirato da più storie. Questo romanzo per ragazzi è stato pubblicato il 14 febbraio 2012 e ha subito ricevuto recensioni positive. Molti critici hanno elogiato Wonder (il libro) per i suoi personaggi complessi e per la sua storia toccante e stimolante, che fa leva sulle corde del cuore. Tuttavia, le recensioni di coloro che sono stati colpiti direttamente e indirettamente dalla sindrome di Treacher Collins sono state più contrastanti: alcuni ritengono che Wonder sia un’ottima rappresentazione della comunità dei disabili, mentre altri hanno trovato difetti nell’accuratezza e nel modo in cui la narrazione parla di Auggie.

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Wonder cast
Julia Roberts, Owen Wilson, Izabela Vidovic, Jacob Tremblay e Danielle Rose Russell in Wonder. Foto di Dale Robinette

Il libro è stato ispirato da un’esperienza personale

Sebbene numerose storie vere abbiano influenzato R. J. Palacio nella stesura di Wonder, è stata un’esperienza personale la principale fonte di ispirazione per il romanzo. Secondo l’intervista rilasciata da Palacio a NPR, qualche anno prima di pubblicare il libro, l’autrice si trovava in una gelateria con i suoi figli e si imbatté in una bambina con una grave malformazione facciale. Il figlio piccolo della Palacio ha iniziato a piangere quando l’ha vista, così lei è fuggita rapidamente dalla gelateria. L’autrice ha dichiarato:

In seguito ero molto arrabbiata con me stessa per il modo in cui avevo reagito. Avrei dovuto semplicemente rivolgermi alla bambina e iniziare una conversazione, mostrando ai miei figli che non c’era nulla di cui aver paura. Invece, ho finito per andarmene così in fretta che ho perso l’opportunità di trasformare la situazione in un grande momento di insegnamento per i miei figli. E questo mi ha fatto pensare molto a come deve essere… dover affrontare ogni giorno un mondo che non sa come affrontarti“.

Poco dopo l’esperienza, la Palacio ha quindi iniziato a scrivere il suo romanzo di successo, che poi è stato trasformato in un film di successo con Tremblay, Roberts e Owen Wilson nel ruolo del padre di Auggie, che ha incassato 306 milioni di dollari al botteghino mondiale. Palacio si è anche ispirata alla canzone di Natalie Merchant del 1995, “Wonder”, il cui testo ha aiutato l’autrice a formulare la storia. L’adattamento cinematografico di Wonder presenta il brano della Merchant anche nei titoli di coda.

Il richiamo della foresta: la vera storia dietro il film

Il richiamo della foresta: la vera storia dietro il film

Il richiamo della foresta (qui la recensione) non è solo la storia di un uomo e del suo cane, ma si basa su una storia vera. Diretto da Chris Sanders e adattato dall’omonimo romanzo di Jack London del 1903, il film è arrivato nelle sale come l’ultima trasposizione sul grande schermo della storia di London, oltre a essere la prima uscita del nuovo logo 20th Century Studios di proprietà della Disney. Tuttavia, nonostante la condivisione di un materiale di partenza comune nel romanzo di London, è negli aspetti tecnici che il film si discosta notevolmente dagli adattamenti precedenti.

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A differenza dei precedenti film basati sul libro di London, l’ultima versione di Il richiamo della foresta dà vita al famoso cane da slitta Buck tramite CGI, mentre Harrison Ford assume il ruolo del protagonista umano del romanzo, John Thornton. Data la natura avventurosa della storia, questo approccio facilita notevolmente la realizzazione del romanzo senza mettere a rischio i cani veri. Si presta inoltre a dare al racconto un’impronta molto più ampia rispetto ai precedenti adattamenti del romanzo (che risalgono addirittura al 1923), e vede Ford tornare a una storia d’avventura.

Pur raccontando una storia di fantasia, Il richiamo della foresta ha comunque delle solide basi nel periodo in cui è ambientato, con la vita di Jack London e le sue esperienze durante la corsa all’oro del Klondike. Il film si preoccupa soprattutto di raccontare una storia avvincente e usa la sua vicenda più che altro come struttura di base su cui costruire l’intero racconto, con i dettagli storici principalmente al servizio dell’ambientazione della storia. In questo articolo, approfondiamo dunque i modi in cui Il richiamo della foresta si basa su una storia vera.

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Harrison Ford e il cane Buck in Il richiamo della foresta. © 2019 Twentieth Century Fox Film Corporation. All rights reserved.

 

Buck di Il richiamo della foresta è basato su un cane realmente esistito

Prima della sua carriera letteraria, Jack London aveva vissuto una vita da vagabondo, partendo nel 1897 per la regione canadese dello Yukon durante la corsa all’oro del Klondike. L’esperienza nello Yukon non solo rappresentò per London un importante viaggio alla scoperta di se stesso, ma avrebbe anche piantato il seme per la sua carriera letteraria. L’incontro di London con i cani da slitta, molto utilizzati durante la corsa all’oro, si rivelerà particolarmente influente per lui a questo proposito. Durante il periodo trascorso nel Klondike, due fratelli di nome Marshall Latham Bond e Louis Witford Bond furono i padroni di casa di London nella capanna di legno che avrebbe preso in affitto.

Lo scrittore, in particolare, sviluppò un’affinità con il cane del fratello, un mix San Bernardo-Scotch Collie. Lo stesso London confermerà in seguito che il loro cane era servito da modello per Buck in Il richiamo della foresta. Sebbene i personaggi umani di Omar Sy e Cara Gee, Perrault e Mercedes, siano gli unici di importanza paragonabile al Thornton di Ford nel nuovo film, l’influenza del reale Buck rimane un elemento integrante in ogni adattamento del romanzo di London. Tuttavia, questo non è stato l’unico aspetto dell’esperienza di London nella corsa all’oro del Klondike a influenzare il suo famoso romanzo.

La vera storia che ha ispirato Jack London

Le esperienze di London nella navigazione del fiume Yukon si sarebbero rivelate altrettanto influenti sul romanzo. Avendo contratto lo scorbuto, London scelse di tornare nella sua nativa California, navigando per 2.000 miglia attraverso il fiume Yukon per raggiungere St. Michael, in Alaska, e il suo arrivo lì si sarebbe rivelato determinante per la genesi del romanzo. Il Klondike era accessibile dall’Alaska solo attraverso un passo di montagna noto come White Pass, che portava anche il soprannome di “Dead Horse Trail” (sentiero dei cavalli morti), così chiamato per la frequenza con cui i cavalli morivano durante i tentativi di scalare il passo.

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Omar Sy in Il richiamo della foresta. © 2019 Twentieth Century Fox Film Corporation. All rights reserved.

Il ricordo di queste esperienze rimarrà impresso a London durante il suo ritorno in California. Una volta ristabilitosi qui, ebbe però difficoltà a trovare un impiego. Alla fine, London riuscì a vendere un racconto su un cane di nome Batard che uccide il proprio padrone alla rivista Cosmopolitan, che lo pubblicò con il titolo “Diablo – Un cane”. Tuttavia, le sue esperienze in Alaska durante la corsa all’oro del Klondike, insieme al desiderio di scrivere una storia con una rappresentazione più favorevole dei cani, avrebbero portato alla creazione del romanzo Il richiamo della foresta. Questo ci riporta alla domanda su quanto la nuova versione per il grande schermo di questo racconto sia fedele alla storia.

Ciò che il racconto ha di giusto sulla corsa all’oro del Klondike

Poiché il film è meno interessato a raccontare eventi reali rispetto al recente e simile film Togo, anch’esso incentrato su un cane coraggioso, l’uso della corsa all’oro del Klondike serve più che altro come sfondo e contesto per la propria storia. Il film si concentra infatti su molti luoghi storici centrali della corsa all’oro del Klondike, a cominciare dal ruolo che i porti hanno avuto in quel periodo. Un punto importante che Il richiamo della foresta inchioda è il ruolo centrale di Skagway, in Alaska, nella corsa all’oro del Klondike. Skagway era uno dei porti principali utilizzati dai cercatori d’oro durante la corsa all’oro e il luogo è una presenza importante sia nel romanzo di London che nel film stesso.

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Harrison Ford e il cane Buck in Il richiamo della foresta. © 2019 Twentieth Century Fox Film Corporation. All rights reserved.

Anche il fiume Yukon e il White Pass sono luoghi fondamentali per la storia del film, mentre la natura estremamente competitiva della ricerca dell’oro in quel periodo è alla base del conflitto principale del film. Non era raro che i cercatori lasciassero lo Yukon prosciugato, e questo alimenta l’atteggiamento dell’antagonista del film, Hal, interpretato da Dan Stevens, che insiste nel proseguire nello Yukon nonostante gli avvertimenti di John Thornton sullo scioglimento dei ghiacci. Hal arriva a sospettare che Thornton stia cercando di impedirgli di scoprire una riserva d’oro nascosta, il che si ripercuote nel terzo atto, quando Thornton trova un rinnovato senso di pace e di scopo con Buck nella natura.

Come il romanzo che lo ha ispirato, Il richiamo della foresta si basa dunque su questo contesto senza pretendere di essere un documento puramente storico. Ciononostante, l’ultimo adattamento del romanzo del seminario di Jack London compie notevoli sforzi per aderire ai fatti della corsa all’oro del Klondike, laddove possibile, raccontando la storia di un cane e di un uomo allontanati dalle vite che conoscevano un tempo che si legano in un’avventura nella natura selvaggia. Come storia d’avventura storica, Il richiamo della foresta porta a termine il suo compito, aggiungendo una quantità rispettabile di contesto reale per dare piena vita alla storia del romanzo di Jack London.

Cannes 78: ecco i nuovo titoli della Selezione Ufficiale

Cannes 78: ecco i nuovo titoli della Selezione Ufficiale

Il Festival di Cannes 78 ha appena annunciato nuovi titoli che vanno ad arricchire la lista della Selezione Ufficiale della kermesse al via dal 13 maggio sulla costa francese del Mediterraneo. Trai titoli in selezione, anche l’ultimo film con protagonista Jennifer Lawrence, l’esordio da regista di Kristen Stewart e il nuovo film del veterano Lav Diaz.

Cannes 78: il poster dell’edizione 2025

CONCORSO

DIE MY LOVE
Lynne Ramsay

MOTHER AND CHILD
Saeed Roustaee

UN CERTAIN REGARD

LOVE ME TENDER
Anna Cazenave Cambet

UN POETA
Simón Mesa Soto

O RISO E A FACA (LE RIRE ET LE COUTEAU)
Pedro Pinho

THE CHRONOLOGY OF WATER
Kristen Stewart – 1st film

CANNES PREMIERE

RENAI SAIBAN
Kōji Fukada

ÁSTIN SEM EFTIR ER
Hlynur Pálmason

MAGALHÃES
Lav Diaz

MIDNIGHT SCREENINGS

LE ROI SOLEIL
Vincent Maël Cardona

HONEY DON’T
Ethan Coen

SPECIAL SCREENINGS

AMÉLIE ET LA MÉTAPHYSIQUE DES TUBES
Maïlys Vallade and Liane-Cho Han – 1st film

MAMA
Or Sinai – 1st film

ARCO
Ugo Bienvenu – 1st film

QUI BRILLE AU COMBAT
Joséphine Japy – 1st film

COME PARTE DEL TRIBUTO A PIERRE RICHARD

L’HOMME QUI A VU L’OURS QUI A VU L’HOMME
Pierre Richard

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