Alla Festa del
Cinema di Roma 2025 la sezione Freestyle torna a essere il terreno
di gioco più audace della manifestazione: un contenitore
non competitivo
dove formato e linguaggio sono liberi per definizione, articolato
in tre percorsi – Film, Arts e Serie – che mescolano debutti, mockumentary, doc
d’autore e narrazioni seriali di respiro internazionale. Di
seguito, panoramica completa dei titoli.
FREESTYLE FILM
Con California Schemin’,
James McAvoy
firma un debutto alla regia trascinante: storia vera (e più
incredibile della finzione) dei rapper scozzesi Silibil N’ Brains, che nei primi
Duemila si spacciarono per star californiane per farsi strada
nell’industria musicale britannica. Un coming-of-age sull’identità,
l’amicizia e il prezzo della fama, ritmato da musiche originali e
impreziosito da un cameo dello stesso McAvoy.
La camera di consiglio di
Fiorella
Infascelli riporta il pubblico al Maxiprocesso di Palermo: otto
giurati, isolati per 36 giorni all’Ucciardone, devono decidere il
destino di 470
imputati. Un film corale, teso e intimo, dal respiro
teatrale che diventa cinema, guidato da Sergio Rubini e Massimo Popolizio.
Con Il grande Boccia, Karen Di Porto rievoca la parabola
di Tanio Boccia,
il “peggior regista del cinema italiano” capace nel 1964 di avviare
quattro film contemporaneamente, travolto poi dall’onda lunga di
Per un pugno di dollari.
Ricky Memphis
gli dona umanità e ironia in un ritratto affettuoso di un’epoca
perduta e dell’arte di arrangiarsi.
Malavia di Nunzia De Stefano (produttore
Matteo Garrone)
segue Sasà, 13
anni, periferia di Napoli, sogno rap e un mentore old-school. La
realtà della strada piega le ambizioni e spinge verso la
criminalità: ne esce un ritratto madre-figlio delicato e vibrante,
tra realismo documentario e squarci poetici.
Il mockumentary L’Oeuvre invisible
(Unseen Pictures) di Avril Tembouret e Vladimir Rodionov “inventa” la
leggenda del regista fantasma Alexander Trannoy: amicizie illustri, film mai
realizzati, follie americane e il sogno di un Napoleone alla
Kubrick. Un finto documentario talmente ben congegnato – con
complicità di insospettabili – da sembrare vero: riflessione
struggente su sogno e fallimento.
Minimalista e intime-talk, Peter Hujar’s
Day di Ira
Sachs (con Ben
Whishaw e Rebecca Hall) ricostruisce una giornata del 1974
nell’appartamento del fotografo Peter Hujar, tra ironie taglienti, precarietà
economica e solitudine trattenuta, restituendo una
capsula del
tempo della New York downtown.
Con La petite cuisine de Medhi (opera
prima), Amine
Adjina serve una commedia degli equivoci su
amore e cucina:
Medhi, chef parigino, ama Léa ma finge con la madre Fatima di
essere “il perfetto figlio algerino”. Incontro tra culture,
generazioni e sapori, con Younès Boucif e Hiam Abbass.
Queens of the Dead segna l’esordio al
lungo di Tina
Romero (figlia di George): una “ZomComMusic Video Ride” in cui drag queen
e una comunità queer difendono Brooklyn durante un’epidemia zombie.
Umorismo, ritmo e affetto per l’immaginario del padre, con
Katy O’Brian,
Jaquel Spivey e
un ricco ensemble.
Nel suo esordio Tienimi
presente, Alberto Palmiero firma un diario di formazione tra
Roma, delusioni e ritorni a casa (Caserta), sogni di regia, amici,
amori e un cagnolino: una commedia surreale-malinconica che diventa
autoritratto generazionale.
FREESTYLE ARTS
Cannibali di Hilary Tiscione rilegge il caso
editoriale Gioventù
cannibale (1997): non un’etichetta, ma uno
specchio
spiazzante della realtà di fine secolo. Tra
Aldo Nove e
Tiziano Scarpa,
il doc interroga avanguardia, moda, pop e “bassa cultura”,
chiedendo che posto occupi oggi quel terremoto.
In Catartis – Conservare il futuro
Ferdinando Vicentini
Orgnani apre archivi e backstage dell’arte contemporanea:
Kosuth
(coscienza critica), Pistoletto, Kounellis, Paolini, Boetti, Ontani, Le Parc, Hyber, West e oltre. Due decenni di incontri organizzati
per assonanze e
dissonanze, con incursioni di Gianna Nannini e Patti Smith e colonna sonora di
Paolo Fresu.
La commedia non esiste. Salemme prova
Eduardo di Raffaele Rago entra nelle prove di
Vincenzo Salemme
su Natale in casa
Cupiello: dietro le quinte di un rito collettivo che intreccia
memoria eduardiana e sensibilità contemporanea.
Dacia, vita mia – Dialoghi giapponesi
di Izumi
Chiaraluce racconta il legame profondo di
Dacia Maraini
con il Giappone, tra ricordi, internamento, impegno civile e arte
condivisa. Con interventi di Liliana Cavani, Giuseppe Tornatore, Roberto Faenza, Luigi Ontani.
In Easy to Love – La vera storia di Massimo
Urbani Paolo Colangeli accompagna Massimo Amadori sulle tracce del
padre, il sassofonista Massimo Urbani: voci di Rava, Fresu, Marcotulli ricompongono un talento assoluto e
fragile, tra jazz romano anni ’70-’90 e nodi irrisolti.
Ellroy vs L.A. di Francesco Zippel è un autoritratto
senza filtri di James
Ellroy: traumi, odio-amore per Los Angeles, iperbole e
verità. Un viaggio nel noir che la città incarna, sostenuto dai
Calibro 35.
Con L’Énigme Velázquez
Stéphane Sorlat
(voce di Vincent
Lindon) attraversa l’opera di Diego Velázquez tra Las
Meninas, Le
Filatrici, letture filosofiche (Foucault) e
riflessioni su memoria collettiva e oblio.
I Love Lucca Comics & Games
di Manlio
Castagna cattura l’energia di una community pop gigantesca:
Mainetti,
Frankie hi-nrg
mc, Pera
Toons, Sio, Fumettibrutti, Yoshitaka Amano, Recchioni e le storie di chi ogni anno
sceglie gioia, creatività e gentilezza.
In It’s Never Over, Jeff Buckley la
candidata all’Oscar Amy
Berg rilegge la vita del musicista, da Grace (1994) alla tragedia del 1997, con
materiali inediti e testimonianze (tra i produttori esecutivi
Brad
Pitt).
La forza del destino di
Anissa Bonnefont
entra nel dietro le quinte della Prima alla Scala 2024 (regia
Leo Muscato,
maestro Riccardo
Chailly): tradizione e sperimentazione in un organismo
vivo.
Looking for Nivola di
Peter Marcias
ripercorre il viaggio di Costantino Nivola da Orani a New York, tra
Le Corbusier,
Steinberg e il
ritorno in Sardegna; testimonianze familiari (anche
Alessandro
Nivola).
The Librarians di Kim A. Snyder sonda la
nuova censura
libraria negli USA dal 2021: liste di libri “osceni”
(LGBTQAI+, razza), scontri tra bibliotecari e movimenti
conservatori, echi di maccartismo, citazioni da Twilight Zone e Truffaut.
Oltre il confine: le immagini di Mimmo e Francesco
Jodice di Matteo Parisini è un doppio ritratto padre-figlio:
dal colera di Napoli agli hikikomori giapponesi, tra impegno
sociale e “buona forma” delle immagini.
Con Pirandello – Il gigante innamorato
Costanza
Quatriglio affida a otto donne (tra cui Donatella Finocchiaro) la vita del
Maestro: monologhi, repertori e un dialogo continuo con l’opera (da
De Filippo ai “Sei personaggi”).
Procès d’un jeune poète di
Philippe Van
Cutsem ricostruisce il processo al giovane Brodskij (1964): rigore
formale, scenografie essenziali e una chiusa che mette in corto
circuito passato e presente.
Rino Gaetano Sempre più blu di
Giorgio Verdelli
racconta la voce libera e tagliente dell’autore di “Gianna” e “Ma
il cielo è sempre più blu”: ascesa, ironia, fragilità, eredità.
Con Stardust: A Story of Love and
Architecture Jim Venturi e Anita Naughton ritraggono Robert Venturi e Denise Scott Brown in un road-movie
sentimentale e intellettuale, da Las Vegas a Roma.
Stile Alberto di Michele Masneri e
Antongiulio
Panizzi colma un vuoto: Alberto Arbasino tra teatro, cinema e TV,
archivi labirintici e amici-testimoni (Agosti, Montefoschi,
D’Amico).
Tutta vita di Valentina Cenni segue
Stefano Bollani
con un ensemble stellare (da Rava a Fresu): una settimana di prove che diventa film
sulla gioia
dell’improvvisazione e sull’ascolto reciproco.
FREESTYLE SERIE
Anatomía de un instante di
Alberto
Rodríguez rievoca il golpe del 23 febbraio 1981 in Spagna dal libro di
Javier Cercas:
tra le figure che non si alzarono in aula, Suárez, Carrillo e Gutiérrez Mellado. Con Álvaro Morte e Eduard Fernández, un racconto teso
tra cronaca e introspezione.
In Choose Earth – Blue Print l’artista
Anne de
Carbuccia dedica agli “spettatori del 2050” un viaggio
ambientale girato 2014-2024, tra Yucatán e mare italiano:
docuserie che
intreccia arte, attivismo e futuro.
The Deal di Jean-Stéphane Bron (con la co-scrittura di
Alice Winocour)
porta dentro gli ultimi
colloqui USA-Iran sul nucleare (Ginevra, 2015):
diplomazia, hotel, regole infrante per amore. Con
Veerle Baetens e
Juliet
Stevenson.
Guerrieri: La regola dell’equilibrio
di Gianluca Maria
Tavarelli racconta l’avvocato Guido Guerrieri ( Alessandro Gassmann ) dai romanzi
di Gianrico
Carofiglio: Bari assolata e notturna, indagini, boxe,
dubbi e ferite del passato.
Mrs Playmen di Riccardo Donna mette al centro
Adelina Tattilo
( Carolina
Crescentini ): la nascita di Playmen negli anni ’70, tra fede e
rivoluzione, tabù infranti e lavoro editoriale come
gesto di
emancipazione.
Prima di noi di Daniele Luchetti e
Valia Santella,
dalla saga di Giorgio
Fontana, attraversa il Novecento italiano: dal Friuli
rurale a Torino industriale, memorie e colpe ereditarie, con
Linda Caridi e
Andrea
Arcangeli.
Con Sandokan (regia Jan Maria Michelini, Nicola Abbatangelo),
Can Yaman è il
pirata salgariano, tra giungle del Borneo, tensioni coloniali e
amore proibito con Marianna; sulle sue tracce Ed Westwick.
Sguardi in camera di
Francesco
Corsi e Paolo
Simoni (voce Milena Vukotic) usa cinema amatoriale e home movies per
raccontare l’Italia: fascismo, Liberazione, ricostruzione, boom. La
vita quotidiana come documento storico.
Tupa 13 (Dorm No. 13) di
Teemu Nikki è
una black comedy
militare su giovani reclute: dalla diffidenza alla
responsabilità condivisa, tra ironia e tensione morale.
Uncovered Rome di
Giulia
Randazzo segue il creator @TutteLeStrade e il cane
Kyria nei
siti archeologici meno
noti di Roma: un ponte tra linguaggio cinematografico e
social, tra centro e periferie.
Vita da Carlo – Stagione
finale di Carlo Verdone e Valerio Vestoso chiude il cerchio: dopo
la gogna social, il ritiro a Nizza e la cattedra al CSC, sei allievi e un film
collettivo sulla solitudine per ritrovare il senso del
mestiere.
La preside di
Luca Miniero
(con Luisa
Ranieri) chiede se la scuola possa davvero
cambiare il
destino in un quartiere difficile di Napoli: entusiasmo,
pericoli e una missione ostinata. Producono Luca Zingaretti e
Angelo
Barbagallo.
Freestyle conferma la sua natura di
officina
fluida: ibrida linguaggi e media, rilancia storie
personali e collettive, esplora memoria e presente, senza gabbie di
formato. Un viaggio che attraversa generi, geografie e prospettive,
mostrando come il cinema – al cinema e oltre – continui a farsi
laboratorio del reale.