Alla fine, anche Wonder
Woman 1984 ha dovuto “arrendersi” all’emergenza
Coronavirus e posticipare la sua data di uscita. Come riportato da
Variety, infatti, il
sequel diretto da Patty Jenkins e interpretato da
Gal Gadot non arriverà più nelle sale il prossimo 6
giugno, ma bensì il 14 agosto. L’uscita è stata rimandata di due
mesi: nulla di particolarmente eclatante, se consideriamo il rinvio
di titoli quali No Time to Die (7 mesi) e Fast & Furious 9 (1 anno).
In seguito all’annuncio della nuova
data di uscita del film, la regista Patty
Jenkins ha voluto rassicurare i fan, specificando che il
film è ancora destinato alle sale cinematografiche, e che non verrà
rilasciato direttamente in streaming: “Abbiamo fatto Wonder Woman 1984 per il grande schermo e
credo nel potere del cinema”, ha scritto la regista su
Twitter. “In questo momento terribile, dove i proprietari
delle sale che combattono sono davvero tanti, sia felici di poter
posticipare il nostro film al 14 agosto 2020 nei cinema più vicini
a voi, e pregare che arrivino al più presto tempi
migliori.”
Vi ricordiamo che Wonder
Woman 1984 uscirà il 14 agosto 2020. Il film è
stato definito dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“,
che poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello
stesso team creativo e che seguirà gli eventi del precedente
capitolo, ma che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito
tradizionale definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
“Il film racconterà un lasso di
tempo completamente diverso e lo spettatore avrà solo un assaggio
di ciò che che Diana ha fatto o affrontato negli anni intermedi.
Abbiamo cercato di mettere insieme una storia del tutto diversa che
potesse rispettare le stesse emozioni del passato, portare un sacco
di umorismo e molta azione coraggiosa. E soprattutto, toccare le
corde del cuore.“
L’ordine cronologico del personaggio
è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era
contemporanea di Batman v
Superman: Dawn of Justice per poi tornare al
vecchio secolo con Wonder Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta a
Kristen Wiig, scelta per interpretare la villain
Cheetah. Nel cast figureranno anche
Chris Pine (volto del redidivo Steve Trevor) e
Pedro Pascal.
A partire dal quarto adattamento,
Harry Potter
e il calice di Fuoco, i film della saga magica
targata Warner Bros si sono fatti più “adulti” ma anche, per molti
versi e a causa delle trame che si stratificavano sempre più, più
approssimativi.
Mentre le storie della Rowling si
arricchivano di personaggi e trame, i film, per ragioni
comprensibili e impliciti in ogni adattamento, si semplificavano,
cercando di mandare avanti soltanto la parte centrale della storia,
nella maniera più coerente possibile.
Tuttavia, in Harry
Potter e il Calice di Fuoco è capitato che alcune
cose sfuggissero di mano, e così, alla fine, il film presenta delle
incongruenze e degli errori di continuity. Ecco quali sono:
L’asciugamano che rimbalza
Quando Harry esce dal lago
dopo la Seconda Prova, Hermione gli corre incontro e gli mette il
proprio asciugamano sulle spalle. Sembrerebbe una mossa altruista,
ma nella ripresa successiva sembra averglielo tolto rubato
subito.
Forse ha avuto freddo lei stessa?
Ma nell’inquadratura successiva, torna a riavvolgerlo
nell’asciugamano! Il regista ovviamente ha dimenticato di mantenere
la continuità tra queste brevi sequenze, e questo non indica per
forza un errore grave ma un po’ di distrazione da parte della
segretaria di edizione, senza dubbio.
Harry non è bravo a proteggere
Sirius
A causa del fatto che la
maggior parte del Paese pensa che sia un assassino squilibrato che
è appena fuggito dalla prigione più sicura del mondo, Sirius Black
è scappato in groppa a Fierobecco alla fine di Harry Potter
e il prigioniero di Azkaban. Per assicurarsi che
nessuno possa scoprire dove si trova o cosa sta facendo, Sirius sta
usando vari nomi in codice.
A Harry però questo non sembra
importare e, quando scrive al suo padrino, si rivolge a lui proprio
con il suo vero nome, ovvero “Sirius”, in bella vista sulla busta.
Anche nel mondo dei maghi non ci sono molte persone che si chiamano
Sirius, eppure Harry dovrebbe fare più attenzione!
E Sirius non sa leggere le sue
lettere
Anche se non vediamo molto
il personaggio interpretato da Gary Oldman in questo film, lo vediamo in un
camino e sentiamo la sua voce. Nella scena, Harry sta leggendo una
lettera di Sirius, e lo spettatore sente la voce dell’uomo che
pronuncia le stesse parole che sono scritte nella lettera.
Tuttavia, nel PS della lettera c’è
scritto (si vede a schermo) “a proposito, l’uccello morde”, ma la
voce di Sirius che ci “racconta” la lettera ripete soltanto: “P.S.
l’uccello morde”. L’incongruenza è mantenuta anche nel doppiaggio
italiano. Non sarebbe stato più corretto fornire a Goldman lo
stesso testo che Daniel Radcliffe tiene in mano nella
scena?
Neville si può
teletrasportare?
L’abbiamo visto alcune
volte nel mondo di Harry
Potter, quindi sappiamo che le lunghe tavole della
Sala Grande possono fare grandi cose. Quando gli studenti si
preparano al banchetto ad inizio film, vediamo Neville seduto
accanto a Hermione.
Pochi istanti dopo però, è
dall’altra parte del tavolo, accanto a Dean. Si potrebbe
tranquillamente dire che Neville si è alzato e si è mosso, ma data
la lunghezza del tavolo, gli ci sarebbe voluto del tempo per
passare dall’altro lato, accanto al compagno di dormitorio! Sembra
molto più plausibile che qualcuno non sia stato troppo attento
nella disposizione dei ragazzi!
E anche la McGranitt può
farlo?
Ci sono due momenti in
Harry Potter e il calice di fuoco in cui la McGranitt sembra
eseguire una magia che non sa nemmeno di essere in grado di fare.
In primo luogo, quando, nel corso della Prima Prova, gli insegnanti
cadono per evitare il drago, vengono mostrati lei e Piton che si
rimettono in piedi, ma poi l’inquadratura cambia e i due vengono
ugualmente mostrati mentre si rimettono in piedi!
Più avanti nel film, la vediamo
confortare Harry, mentre gli tiene una mano sulla spalla. La scena
successiva la mostra in un posto completamente diverso, in piedi
accanto a Piton. Sembra chiaro a questo punto che la professoressa
di Trasfigurazioni abbia trovato il modo di teletrasportarsi
all’interno di Hogwarts!
Qualcuno pensa ancora di essere al
terzo anno…
Come sappiamo, il professor
Lupin decide che era meglio lasciare Hogwarts e la cattedra di
Difesa contro le arti oscure quando i genitori degli studenti
cominciano a sapere che è un lupo mannaro. Pertanto, Malocchio
Moody ottiene la cattedra e non vediamo Lupin per un po’, nella
saga. Per qualche motivo, però, in una scena del film si sente
chiaramente una comparsa che dice: “Ho il professor Lupin, dopo”
facendo riferimento alla lezione successiva!
Questa è una delle comparse più
pigre dell’intera storia del cinema! Chiunque le avesse detto di
pronunciare quella battuta, avrebbe dovuto controllare e sapere che
si trattava di una cosa assolutamente contro la continuity del
film!
Un drago fuggito non sembra essere
un problema
Quando il drago fugge dalle
sue catene, tutti hanno giustamente paura. Ma in realtà non sembra
essere un vero e proprio problema. Tutti gli insegnanti sembrano
preoccupati, ma non c’è un gruppo di addestratori di draghi a
portata di mano per arginare una qualsiasi crisi o per porre
rimedio a qualcosa che va storto.
Tutti i campioni, chi meglio e chi
peggio, riescono ad affrontare il loro drago. L’Ungaro Spinato che
si trova ad affrontare Harry finisce nel lago. Tuttavia, nessuno ha
davvero visto che ciò accade e si potrebbe pensare che sarebbe
necessario un accertamento per capire come sta l’animale e anche
che fine ha fatto, data la sua pericolosità!
Nessuno sa dove guardare
Visto che non esistono
cavalli volanti giganti che spingono carrozze magiche attraverso il
cielo nella vita reale, la carrozza Beauxbatons ha dovuto essere
ricostruita in cielo con gli effetti visivi. Per questo motivo,
nessuno tra la folla di studenti sa davvero dove guardare nel
momento in cui appare la carrozza stessa nel film (le comparse non
la vedono, probabilmente hanno solo indicazioni vaghe).
Ci sono alcuni ragazzi che guardano
verso il cielo (probabilmente come gli è stato detto), alcuni,
invece, guardano verso il basso (dove ci sono esattamente zero
cavalli magici) e altri addirittura guardano in macchina!
Un uomo morto non può fare niente
“volontariamente”
Quando Peter Minus sta
preparando la pozione che può riportare in vita Voldemort, prende
un osso dalla tomba del padre di Tom Riddle e dice: “Osso del
padre, dato involontariamente”.
La parola esatta, come nel libro e
nei sottotitoli stranieri del film, dovrebbe essere
“inconsapevole”. Non ha molto senso che si sia scelto di cambiare
la frase del libro, perché una persona morta non può fare
“volontariamente” nulla. L’idea di fare qualcosa
“inconsapevolmente” ha molto più senso e rimuove la ripetitività
accidentale della frase successiva necessaria all’incantesimo:
“volontariamente sacrificata”.
Barty Crouch deve prendere una
pozione molto forte
Sia ne La Camera dei Segreti che ne I Doni
della Morte Parte 1 vediamo Harry, Ron ed Hermione sotto
l’influenza della pozione Polisucco. Allo stesso modo, ne I Doni
della Morte Parte 1 vediamo una varietà di personaggi trasformarsi
in Harry usando la stessa pozione., e tutti mantengono la propria
voce.
Barty Crouch è in grado di
trasformarsi in Malocchio Moody sia nel corpo che nella voce. È una
formula avanzata della Polisucco quella che prende lui?
Probabilmente è dovuto al fatto che sentire la voce di David
Tennant uscire dalla bocca di Brendon Gleeson
sarebbe stato strano, e avrebbe bruciato il colpo di scena del
film!
Todd McFarlane è noto ai più per The Amazing Spider-Man, ma in
realtà è stato grazie a Spawn che è riuscito a diventare uno
degli autori di maggior successo dell’industria del fumetto. Il
personaggio era già arrivato sul grande schermo nell’estate del
1997.
È da tempo ormai che si parla del
nuovo adattamento cinematografico delle avventure del celebre
personaggio, in cui McFarlane sarà coinvolto in prima persona,
tanto in qualità di sceneggiatore quanto in qualità di regista.
Ecco 5 motivi per
cui abbiamo davvero bisogno, adesso, di un reboot di Spawn, che purtroppo non ha ancora
ricevuto alcun via libera ufficiale: McFarlane, infatti, non è
ancora riuscito a trovare una distribuzione. Aspettare ancora,
potrebbe rivelarsi un errore fatale…
Il rating
I fumetti e la serie animata di
Spawn sono sempre stati dedicati ad un pubblico “adulto”.
Considerato il momento storico attuale, in cui i cinecomic R-Rated
sono stati ampiamente rivalutati (si pensi, ad esempio, al grande
successo di Joker), un film
su Spawn vietato ai minori non sembrerebbe più un’impresa tanto
rischiosa come accaduto con il primo adattamento del 1997. Più
volte McFarlane ha lasciato intendere che il suo film sarà
vietato ai minori e che non deluderà le aspettative dei fan
(come accaduto, invece, con il PG-13 imposto a Venom). Ci
aspettiamo, dunque, una trasposizione cinematografica molto fedele
al materiale originale…
Il coinvolgimento diretto di
McFarlane
Anche se non è ancora ufficiale,
McFarlane ha lasciato più volte intendere che sarà sia regista che
sceneggiatore del nuovo Spawn, etichettando il film come
progetto nato sulla scia della passione. Il lavoro di McFarlane sui
fumetti è sempre stato ottimo: nessuno conosce il personaggio in
modo approfondito come lui. Inoltre, più volte lo stesso ha
sottolineato come
il reboot sarà fedele ai fumetti e diverso da pellicole come
Logan
e Deadpool. Inutile dire che i fan sono più che
soddisfatti del diretto coinvolgimento di McFarlane.
La Blumhouse coinvolta nella produzione
La Blumhouse Productions di Jason Blum è nota per aver
realizzato alcuni horror di grande successo come Paranormal
Activity, Insidious, The Purge, Sinister e
Ouija. In seguito all’attenzione ricevuta da Scappa – Get
Out, lo studio è stato coinvolto anche in diversi progetti
“più insoliti” per i suoi standard, come Blackkklansman,
Upgrade e The Invisible
Man. Il coinvolgimento di Blumhouse in Spawn non può che
far ben sperare. Purtroppo, però, non sappiamo in via ufficiale se
la casa di produzione sia ancora collegata o meno al progetto. Più
volte McFarlane ha specificato che sarà disposto a prendere le
distanze Blumhouse se imporranno troppi cambiamenti alla sua
sceneggiatura…
Il successo della serie animata
Quando
Spawn è andato in onda per la prima volta sulla HBO, nessuno si
aspettava che un racconto d’animazione destinato al piccolo schermo
potesse contenere dei toni così oscuri. Ciononostante, la serie
animata – trasmessa dal 1997 al 1999, per un totale di 18 episodi
suddivisi in tre stagioni – divenne un successo e non fece altro
che accrescere la commerciabilità sul larga scala della creatura
infernale creata da McFarlane. Nella serie, Spawn era doppiato
dall’attore e doppiatore americano Keith David, noto soprattutto
per aver prestato il suo talento vocale a personaggi di
documentari, cartoni animati e videogiochi. Chissà se avremo un suo
cameo nel reboot…
Fare “ammenda” del film del 1997…
È chiaramente necessario un riavvio
di Spawn per provare a cancellare dalla memoria collettiva
il film del 1997. Lo stesso attore protagonista, Michael Jai White,
ha più volte dichiarato di provare imbarazzo per quel film, mentre
la critica ne ha sempre giudicato male gli effetti speciali datati
e i dialoghi al limite del volgare. Come accennato in precedenza,
un personaggio iconico come Spawn merita un degno trattamento
cinematografico. Con l’attuale tecnologia e il coinvolgimento di
McFarlane, il panorama di oggi sembra essere lo scenario migliore
per rilanciare il personaggio sul grande schermo, deliziando per i
fan sfegatati e provando a fare leva anche sui neofiti. In tutto
ciò,
Greg Nicotero (famoso per The Walking Dead) è stato
coinvolto nel progetto in qualità di truccatore.
Celebre attore televisivo,
James Pickens Jr. vanta una lunga carriera
composta da alcuni tra i più celebri titoli della televisione. Non
gli mancano però anche importanti collaborazioni con noti registi e
attori di cinema, e così facendo Pickens Jr. ha potuto affermarsi
presso un più ampio pubblico con le proprie doti.
Ecco 10 cose che non sai di
James Pickens Jr.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
James Pickens Jr.: i suoi film e
le serie TV
10. È noto per i suoi ruoli
televisivi. L’attore inizia la sua carriera in
televisione, raggiungendo una prima notorietà grazie alla serie
Beverly Hills, 90210 (1991-1992), per poi prendere parte
negli anni seguenti ad alcuni episodi di varie serie TV. Sul finire
degli anni ’90 ottiene ruoli di rilievo in Troppi in
famiglia (1996-1997), Brooklyn South (1997-1998),
Da un giorno all’altro (1998-2000), The Practice –
Professione avvocati (1997-2000) e X-Files
(1998-2018). Successivamente ottiene ruoli in Philly
(2001-2002), Pappa e ciccia (1990-2018), dove recita
accanto all’attore John
Goodman, e The Conners (2018-2019). La sua
fama d’interprete è però dovuta al ruolo del dottor Richard Webber
nella serie Grey’s Anatomy (2005-2020), per cui ha
recitato in 362 episodi.
9. Ha recitato per il
cinema. Nel corso degli anni l’attore non ha mancato di
compiere incursioni cinematografiche, facendosi ad esempio notare
in film come Sleepers (1996), con Brad Pitt, Billy Crudup
e Robert De
Niro. Successivamente recita in L’agguato – Ghosts
for the Past (1996), Benvenuta in Paradiso (1998),
Sfera (1999), Traffic (2000), con gli attori
Benicio del
Toro e Don
Cheadle, Rimbalzi d’amore (2010) e 42 –
La vera storia di una leggenda americana (2013), con Harrison
Ford.
James Pickens Jr. è su
Instagram
8. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 1,1 milioni di persone.
All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie
scattate in momenti di svago, ma molto presenti sono anche sue foto
ad aventi di gala, in compagnia di amici o altre celebrità. Non
mancano infine anche immagini promozionali dei suoi progetti da
interprete.
James Pickens Jr.: chi è sua
moglie
7. È sposato da molti
anni. Nel 1984 l’attore sposa la cantante Gina Taylor, con
cui aveva intrapreso una relazione negli anni precedenti. La Taylor
è nota in particolare per essere stata membro del gruppo Musique,
composto da cinque cantanti e appartenente al genere della disco
music. La coppia si è sempre dimostrata particolarmente attenta a
non condividere dettagli personali con i media e la stampa.
6. Hanno avuto due
figli. Tra i pochi annunci pubblici fatti dalla coppia vi
sono quelli relativi alla nascita dei due figli, Carl Tharps e
Gavyn Pickens. Entrambi i figli hanno poi inseguito una carriera
nel mondo dello spettacolo. Tharps, ad esempio, ha negli anni
costruito una propria notorietà nell’ambito della musica
hip-hop.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
James Pickens Jr. in Grey’s
Anatomy
5. È tra i pochi membri del
cast a non aver ricevuto nomination ad importanti premi.
Nonostante sia da sempre membro del cast principale e ricopra un
personaggio apprezzato dal pubblico, l’attore è uno dei pochissimi
a non aver mai ricevuto una nomination per premi come i SAG, Golden
Globe o Emmy Awards.
4. È presente sin dalla
prima stagione. L’attore è uno dei tre interpreti rimasti
ancora oggi in attivo nella serie ad essere stati presenti sin
dalla prima stagione. Ciò ha infatti portato l’attore a recitare il
suo personaggio per un arco di quindici anni ed un totale di oltre
trecento episodi.
3. Non sa cosa gli
riserverà il futuro. Un evento inaspettato coglie di
sorpresa i fan del personaggio interpretato dall’attore. Al termine
della quindicesima stagione questi viene infatti licenziato
dall’ospedale in cui lavora da sempre. Ciò rappresenta una grande
sfida per l’attore, curioso di sapere quali risvolti prenderà ora
il suo personaggio nel futuro.
James Pickens Jr. in X-Files
2. Ha recitato nella
celebre serie di fantascienza. L’attore è noto anche per
aver interpretato il ruolo di Alvin Kersh nella serie
X-Files, comparendo in un totale di 21 episodi in un arco
temporale che va dal 1998 al 2018. Il personaggio, vicedirettore
dell’FBI, era
inizialmente previsto come guest soltanto per alcuni episodi, ma
dato il grande favore di pubblico è stato promosso a membro del
cast principale.
James Pickens Jr.: età e
altezza
1. James Pickens Jr. è nato
a Cleveland, in Ohio, Stati Uniti, il 26 ottobre 1954.
L’attore è alto complessivamente 183 centimetri.
Rinomato attore italiano,
Valerio Aprea si è distinto negli anni per aver
interpretato ruoli di rilievo in celebri film italiani. Con il
tempo, ha così potuto affermarsi presso un pubblico sempre più
ampio, ottenendo anche le lodi della critica.
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Alla carriera cinematografica Aprea
ha sempre alternato anche quella televisiva. È infatti nota la sua
partecipazione a serie come Ho sposato un calciatore
(2005), Il maresciallo Rocca (2005), Buttafuori
(2006) e Boris (2007-2010), dove ha ricoperto il ruolo di
uno degli sceneggiatori della fiction fittizia. Ha poi recitato
anche in Tutti pazzi per amore 2 (2010) e Dov’è
Mario? (2016).
8. Ha ottenuto una
nomination ad un importante premio. Per il ruolo di Mattia
Argeri, latinista ridottosi a fare il benzinaio, Aprea ottiene la
nomination come miglior attore non protagonista al premio David Di
Donatello. Pur non riportando la vittoria, ha modo di ottenere
maggior visibilità, aprendo nuove porte per la sua carriera.
Valerio Aprea è su Twitter
7. Ha un account sul social
network. L’attore è presente su Twitter, dove attualmente
possiede 8.230 follower. Qui l’attore è solito condividere
informazioni sui suoi progetti da interprete, ma anche diverse
curiosità nonché pensieri personali sulla società o sulle ultime
notizie d’attualità.
Valerio Aprea: la sua vita
privata
6. È molto
riservato. Pur disponendo di alcuni profili social,
l’attore non ha mai permesso che la sua vita privata finisse in
mostra su questi. Negli anni si è infatti dimostrato
particolarmente riservato, a tal punto che non è dato sapere se
abbia una fidanzata o una moglie.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Valerio Aprea in Smetto quando
voglio
5. Ha sostenuto diversi
provini. Presentatosi ai casting per il film Smetto
quandovoglio, l’attore ha inizialmente sostenuto il
provino per il ruolo di Andrea De Sanctis, e in seguito per quello
di Giorgio Sironi. Il regista desiderava infatti capire quale
attore fosse più adatto a quale ruolo, facendoli così provare per
tutti. Ad Aprea assegno infine il ruolo di Mattia Argeri.
4. È entusiasta del
progetto. Nel leggere la sceneggiatura del film, l’attore
ha dichiarato di essere rimasto particolarmente sorpreso. Stando
alle sue parole, è raro trovare progetti così innovativi e ben
pensati oggi giorno, ed è per questo che ha fatto di tutto pur di
riuscire a prendervi parte.
Valerio Aprea in La profezia
dell’armadillo
3. È la voce dell’animale
del titolo. Nel film ispirato all’omonima graphic novel,
l’attore dà voce al personaggio dell’Armadillo, che si rivela
essere la coscienza del giovane protagonista. Questi lo supporta
nei momenti più difficili, ma non manca di rivelare anche un
carattere indolente e menefreghista, distaccandosi dalla classica
figura del mentore.
Valerio Aprea e Ad Alta voce
2. Fa parte dell’iniziativa
Rai. Sul sito di Rai Play Radio, l’attore è presente tra
gli attori che hanno prestato la propria voce per leggere alcuni
racconti o libri, ascoltabili gratuitamente online. Ciò rientra nel
programma Ad alta voce, dove Aprea ha letto alcuni
racconti di Alberto Moravia o Guida galattica per gli
autostoppisti.
Valerio Aprea: età e altezza
1. Valerio Aprea è nato a
Roma, Italia, l’11 aprile 1968. L’attore è alto
complessivamente 172 centimetri.
Edgar Wright è intervenuto sulla recente
situazione dell’industria cinematografica a causa della pandemia di
Coronavirus, dando a tutti gli appassionati di
cinema dei consigli per cercare di far sopravvivere l’esperienza
della sala cinematografica.
In un articolo scritto per
Empire, Wright ha ricordato a tutti quanto sia speciale
l’esperienza di guardare un film al cinema, sul grande schermo:
“Vivere un film significa alzare il mio c**o dal divano, andare
al cinema, sedermi con amici o con sconosciuti”. Il
regista ha osservato che una ripresa delle sale dopo i recenti
avvenimenti potrebbe essere “più dura del
previsto”, ed ecco perché ha dato alcuni suggerimenti su
come “un fan della settima arte” possa dare il suo
contribuito per provare, nel suo piccolo, ad arginare i danni.
“Un modo per mostrare il proprio
costante sostegno è quello di diventare membri del proprio cinema
proferito. Dopo aver letto la mia lettera, acquista un abbonamento
per te o per una persona a te cara. Compra delle carte regalo. Dona
a chi puoi e quanto puoi. Se puoi permettertelo, considera di non
chiedere il rimborso del tuo abbonamento illiminato”, ha
scritto Wright.
Poiché molte industrie – inclusa
quella cinematografica – soffrono economicamente in seguito alle
misure preventive varate dopo la pandemia di Coronavirus, il
regista Christopher Nolan ha chiesto al Congresso
degli Stati Uniti di stanziare dei fondi per le sale americane.
Ricordiamo che Edgar Wright è attualmente impegnato con la
post-produzione del suo ultimo film,
Last Night in Soho, un thriller che si ispira
alle atmosfere di A Venezia… un dicembre rosso
shocking di Nicolas Roeg e
Repulsione di Roman Polanski.
Joel Edgerton non
è soltanto uno dei più talentuosi interpreti della sua generazione,
ma ha saputo distinguersi anche come regista, sceneggiatore e
produttore. Personalità poliedrica, Edgerton ha in breve tempo
avuto modo di collaborare con importanti registi e attori,
imponendosi all’interno dell’industria come uno dei nomi di punta
del momento.
Ecco 10 cose che non sai su
Joel Edgerton.
Joel Edgerton: i suoi film da
regista e interprete
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attore debutta al cinema nel 1996 con
In corsa con il sole. Ottiene inizialmente parti in film
come Star
Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni (2002), King
Arthur (2004), Star Wars: Episodio III – La vendetta dei
Sith (2005), Il respiro del diavolo (2007),
Animal Kingdom (2010) e Warrior
(2011), dove recita accanto a Tom
Hardy. Il ruolo da co-protagonista in questo film gli
permette di ottenere maggior popolarità, e di arrivare così a
recitare in film come Zero Dark
Thirty (2012), con Jessica
Chastain, Il grande
Gatsby (2013), con Leonardo
DiCaprio, Life (2015), Regali da uno
sconosciuto (2015), Black Mass – L’ultimo
gangster (2015), con Johnny
Depp, Loving (2016),
con Ruth
Negga, It Comes at Night (2017),
Bright (2017), con Will
Smith, Red Sparrow
(2018), Boy Erased – Vite
cancellate (2018), Il re (2019)
e The Green Knight (2020).
9. Ha scritto e diretto
alcuni film. Dopo essersi messo alla prova con alcuni
cortometraggi, Edgerton debutta come regista con il film thriller
Regali da uno sconosciuto (2015), di cui è anche
sceneggiatore e interprete, condividendo la scena con l’attore
Jason
Bateman. Nel 2018 firma la regia del suo secondo
lungometraggio, Boy Erased – Vite cancellate, dove dirige
gli attori Lucas Hedges,
Nicole
Kidman e Russell
Crowe. Tra gli altri film di cui Edgerton ha invece
firmato la sola sceneggiatura si annoverano Jane Got a Gun
(2016) e Il re (2019).
8. Ha ricevuto importanti
riconoscimenti. Negli ultimi anni l’attore ha imposto su
di sé le attenzioni della critica, che non ha mancato di
riconoscerne il talento. Ottiene una prima importante candidatura
come miglior regista di un’opera prima per Regali da uno
sconosciuto al Directors Guild of America Award. Tra il 2016 e
il 2017 ottiene invece importanti riconoscimenti per il suo ruolo
da protagonista in Loving, venendo candidato ai Gotham
Independent Film Awards, ai Critic’s Choice Movie Awards e ai
Golden Globe.
Joel Edgerton è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram, dove attualmente possiede 133 mila follower. Qui
l’attore è solito condividere prevalentemente immagini o video
promozionali dei suoi progetti da interprete o da regista, ma non
mancano anche foto tratte dagli eventi di gala a cui Edgerton ha
preso parte.
Joel Edgerton: chi è la sua
compagna
6. È attualmente impegnato
in una relazione sentimentale. In diverse occasioni
l’attore è stato visto spendere del tempo insieme a Christine
Centenera, editor di Vogue. I due si sarebbero conosciuti nei primi
mesi del 2019 tramite amici, intraprendendo una relazione.
Particolarmente riservati, non sono soliti far coincidere la
propria vita privata con quella professionale, ma anzi tengono ben
separate le due cose.
Joel Edgerton in Star Wars
5. Ha interpretato un noto
ruolo. Nei film L’attacco dei cloni e La
vendetta dei Sith, rispettivamente i capitoli II e III della
saga di Star Wars, l’attore ha brevemente ricoperto il ruolo di
Owen Lars, fratellastro di Anakin Skywalker e zio di Luke
Skywalker. Il personaggio qui introdotto ricompare anche nel
capitolo IV, Una nuova speranza, ma interpretato da
un diverso attore.
Joel Edgerton dirige Boy
Erased
4. Ha tratto il film da un
romanzo. La seconda prova da regista di Edgerton, Boy
Erased, è tratta dall’omonimo romanzo di Garrand Conley, il
quale descrive la sua vicenda di omosessuale costretto a seguire
una terapia di conversione, come imposto dai genitori. Edgerton ha
affermato di essere rimasto folgorato dalla storia, la quale ha
rappresentato l’occasione giusta per tornare dietro la macchina da
presa.
3. Ha incontrato la persona
a cui si ispira il suo personaggio. Nel film l’attore
ricopre anche il ruolo di Victor Sykes, terapeuta incaricato della
riconversione sessuale del giovane protagonista. Per prepararsi al
ruolo, Edgerton ha incontrato la persona a cui si ispira il
personaggio. Questi, anni dopo gli eventi raccontati nel libro e
nel film, ha chiesto scusa per il dolore causato dalla terapia.
Joel Edgerton in Il Re
2. Ha immaginato una
trasposizione più moderna. Nello scrivere la sceneggiatura
di Il Re, ispirata all’opera Enrico V, di
Shakespeare, Edgerton ha deciso di dar vita ad una trasposizione
che rimanesse legata al periodo storico dell’opera, ma che
sfoggiasse caratteristiche e temi più contemporanei. Merito anche
dell’universalità del testo shakespeariano, il film risulta così
essere una lucida riflessione sul potere e la corruzione che
infonde in chi ne ha.
Joel Edgerton: età e altezza
1. Joel Edgerton è nato a
Blacktown, in Australia, il 23 giugno 1974. L’attore è
alto complessivamente 180 centimetri.
Dopo aver recitato in alcune
popolari commedie, l’attrice Rosamund Pike ha
visto la sua carriera conoscere nuovo splendore grazie al suo ruolo
nel film L’amore bugiardo – Gone Girl, dove indossa le
vesti di una spietata femme fatale. Da quel momento ha avuto modo
di spaziare nei generi, sfoggiando doti da interprete che la
rendono tra le più affascinanti della sua generazione.
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Dopo alcuni primi ruoli
televisivi ricoperti nelle serie Wives and Daughters
(1999) e Love in a Cold Climate (2001), l’attrice torna di
recente a recitare in televisione per serie come State of
Union (2019) e Archibald’s Next Big Thing (2019),
mentre è doppiatrice nelle serie d’animazione Watership
Down (2018), Moominvalley (2019)
e Thunderbirds Are Go (2015-2020).
8. È stata nominata
all’Oscar. Grazie al suo ruolo da protagonista nel film
L’amore bugiardo – Gone Girl, l’attrice ottiene diversi
importanti riconoscimenti da parte della critica. Viene infatti
nominata come miglior attrice ai Critic’s Choice Movie Award, agli
Screen Actors Guild Awards, ai Bafta Awards e ai Golden Globe.
Arriva infine ad ottenere la prestigiosa nomination ai premi Oscar,
grazie alla quale ha modo di consacrarsi come interprete.
Rosamund Pike: la sua vita
privata
7. Ha avuto una relazione
con un noto regista. Grazie al film Orgoglio e
pregiudizio, l’attrice conosce il regista Joe
Wright, con cui intraprende una relazione. Dopo alcuni
anni, i due annunciano il fidanzamento ufficiale, affermando di
essere prossimi alle nozze. Tuttavia, prima che questo possa
avvenire la coppia annuncia la separazione, senza fornire ulteriori
informazioni.
6. Ha un nuovo
compagno. Nel 2009 l’attrice rende nota la sua
relazione con il matematico Robie Uniacke. La coppia avrà poi due
figli, nati rispettivamente nel 2012 e nel 2014. Particolarmente
riservati, i due hanno negli anni cercato di mantenere privata la
propria vita sentimentale, e con l’assenza dell’attrice dai
principali social network ciò è stato più facile.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Rosamund Pike in Gone Girl
5. È stata scelta per una
sua qualità. Il regista David Fincher ha
affermato di aver scelto la Pike per il ruolo da protagonista nel
thriller L’amore bugiardo – Gone Girl, poiché dal suo viso
risulta difficile stabilire la sua età, potendo così essere
scambiata tanto per una ragazza quanto per una donna più matura.
Aspetto di mistero che risultava perfetto per la parte.
4. Si è ispirata alle
interpretazioni di note attrici. Per dar vita ad Amy
Dunne, donna misteriosa, apparentemente fragile ma molto
pericolosa, l’attrice ha dichiarato di essersi ispirata alle
interpretazioni di Nicole
Kidman nel film Da morire e di Sharon Stonein
Basic Instinct.
Rosamund Pike in Orgoglio e
pregiudizio
3. Per recitare nel film ha
rinunciato ad un ruolo in una celebre saga. L’attrice è
stata fin da subito la prima scelta per il ruolo di Jane in
Orgoglio e pregiudizio. Accentandolo, la Pike rinunciò al
ruolo della maligna giornalista Rita Skeeter nel film Harry
Potter e il calice di fuoco.
2. Ha trascorso del tempo
insieme alle altre protagoniste. Prima che iniziassero le
riprese del film, l’attrice ha trascorso del tempo insieme alle
altre co-protagoniste nella location scelta per essere casa Bennet.
Qui hanno avuto modo di stringere un feeling l’una con l’altra,
prendendo anche confidenza con gli spazi della casa.
Rosamund Pike: età e altezza
1. Rosamund Pike è nata a
Londra, Inghilterra, il 27 gennaio 1979. L’attrice è alta
complessivamente 174 centimetri.
È morto, all’età di 92 anni, il
disegnatore e icona del fumetto Albert Uderzo, il
papà di Asterix e Obelix (insieme a René
Goscinny). Ad annunciare la scomparsa della mente dietro
le esilaranti avventure dei due divertenti galli in lotta contro
l’Impero Romano invasore è stata la famiglia all’agenzia AFP.
Nato da genitori italiani, aveva
disegnato ben ventiquattro albi, dal 1959 al 1977 ed aveva ripreso
a farlo, per altre otto volte, dopo la morte di Goscinny, dal 1980
fino a 2005.
I personaggi hanno influenzato anche
il mondo del cinema, con ben 4 lungometraggi in live action, oltre
agli innumerevoli adattamenti in animazione. Nelle versioni dal
vivo, Edouard Baer e Gérard
Depardieu hanno interpretato Asterix e Obelix.
Debutterà in prima serata da
giovedì 26 marzo Doc
– Nelle tue mani, la nuova miniserie
con protagonista Luca Argentero. Ispirata alla vera storia del
dottor Pierdante Piccioni, la serie racconta la
malattia come possibilità di nuova occasione, di cambiamento, di
sfida. Quando non è grave al punto da mettere in pericolo la vita
stessa, forse può essere la strada per la ricerca del senso più
profondo dell’esistenza.
Ogni puntata tratta diversi casi
clinici che i nostri protagonisti riusciranno a risolvere non solo
grazie alle loro competenze scientifiche, ma anche alla progressiva
scoperta delle vite private dei pazienti, che a poco a poco
riveleranno aspetti segreti, dimenticati o trascurati. Ciascuno
avrà una seconda occasione per riconsiderare alcuni capitoli della
propria vita come una relazione segreta, un legame nascosto, un
vizio clandestino. In ogni episodio i personaggi coinvolti nel caso
medico – dal paziente, ai suoi parenti, ai medici – ne usciranno
più consapevoli.
A causa di un trauma cerebrale
AndreaFanti (Luca
Argentero) ha perso la memoria dei suoi ultimi dodici
anni e, per la prima volta, si ritrova ad essere non più il medico
brillante di sempre, ma un semplice paziente. Amputato di molti dei
suoi ricordi, precipita in un mondo sconosciuto: famiglia, figli,
amici, colleghi, tutti diventano improvvisamente estranei. Anche la
sua carriera torna indietro: da primario a meno di uno
specializzando. L’ospedale diventa l’unico posto in cui si sente
veramente a casa, rappresenta il luogo della rinascita che gli
offre l’opportunità di essere un medico nuovo, molto diverso da
quello che era stato fino al momento dell’incidente.
Autorevole. Sicuro. Impeccabile. Lo
vorremmo sempre così il medico che ci cura. E anche se parla una
lingua piena di tecnicismi lasciamo che sia lui a governare la
nostra vita quando la salute s’incrina. Ma cosa succede se sotto il
camice bianco che indossa c’è un uomo che come i suoi malati lotta
con il proprio dolore, i propri limiti e le proprie insicurezze?
Questo medico è Andrea Fanti, il protagonista di
Doc
– Nelle tue mani, il nuovo medical drama in onda su Rai1.
Doc –
Nelle tue mani racconta in fondo che siamo tutti
pazienti prima o poi e che il caso più importante che il
protagonista di questa serie è costretto a risolvere è identico a
quello che ognuno di noi affronta ogni giorno quando si domanda:
chi sono davvero? qual è il mio posto? Le riprese della serie
si sono svolte tra Roma, Milano e Formello; per la location
ospedaliera il Policlinico Universitario Campus Biomedico
e l’Università Campus Biomedico di Roma hanno messo a
disposizione spazi e tecnologie.
Andrea Fanti è un giovane e
brillante primario di Medicina Interna. Le sue diagnosi sono
veloci, acute e corrette. È temuto e rispettato dai colleghi e dai
pazienti, con i quali è particolarmente distaccato e pragmatico.
L’empatia per lui è fuorviante. Ripete spesso infatti che il malato
è il peggior medico di sé stesso. Questo è in sintesi il dottor
Fanti prima dello sparo che spezza in due la sua vita. A premere il
grilletto nella sala d’attesa dell’ospedale è il padre di un
paziente deceduto nel suo reparto. Quando si risveglia dal lungo
intervento chirurgico, appare subito chiaro che il proiettile ha
cancellato dal suo cervello i ricordi degli ultimi dodici anni di
vita. Riconosce i colleghi, dei quali nota però, con stupore, le
rughe e i cambiamenti.
La memoria di Andrea si è fermata a
un passo dalla morte di suo figlio Mattia. Scopre la scioccante
verità quando dal letto d’ospedale chiede di lui; si trova così a
vivere di nuovo il lutto per quella perdita. Non riconosce sua
figlia Carolina perché la sua ultima immagine è di lei bambina e
non ricorda nemmeno che a causa della scomparsa di Mattia si è
separato dalla moglie, dirigente sanitario nello stesso ospedale.
Anche dell’esperienza di primario non ha consapevolezza, né
arriverebbe mai a immaginare di essere stato un despota in corsia,
severo e freddo con tutti.
Ora Andrea è finito improvvisamente
dall’altra parte. È un paziente inchiodato a un referto
inequivocabile: corteccia cerebrale gravemente lesionata. C’è
soltanto una cosa che non è cambiata: il desiderio di essere
medico. Chiede di poter continuare la sua professione, ma l’unica
possibilità che gli viene offerta è quella di ripartire dal basso
insieme a chi ha vent’anni meno di lui, a chi come primario ha
maltrattato senza pietà. Contro tutto e tutti, Andrea si impegna
come non mai per dimostrare di essere ancora il medico brillante
che è stato. Scopre anzi che può diventare un medico persino
migliore perché ha vissuto l’ospedale anche da “malato”. Perché
capisce che l’empatia è in realtà un potente strumento di cura e
che una malattia non è solo un rompicapo da risolvere, ma una
seconda occasione che la vita a volte concede. Una seconda
occasione che va colta.
La vita del professor Andrea Fanti,
brillante primario di Medicina Interna, è sconvolta quando il padre
di un paziente morto nel reparto gli spara un colpo alla testa.
Andrea sopravvive allo sparo, ma perde la memoria degli ultimi
dodici anni di vita. Quando si risveglia fatica a riconoscere i
suoi colleghi, la sua famiglia e l’uomo che era diventato.
DOC. Nelle tue mani:
EPISODIO 2 – SELFIE
Andrea viene ricoverato nel reparto
di Medicina Interna, nella speranza che col passare del tempo il
luogo a lui più familiare lo aiuti a recuperare i ricordi. Giulia
segue la sua riabilitazione, ma si trova ad avere a che fare con un
uomo diverso da quello che conosceva. E mentre Andrea cerca di fare
i conti con la sua nuova condizione, si lascia coinvolgere dal caso
medico del suo compagno di stanza, Jacopo, un ragazzino con una
patologia complessa e un inconfessabile segreto.
DOC. Nelle tue mani:
EPISODIO 3 – NIENTE DI PERSONALE
Andrea torna in reparto come
aiutante degli specializzandi, che fino a poche settimane prima
erano terrorizzati da lui e che faticano ad abituarsi
all’inaspettato rovesciamento dei ruoli. Mentre cerca di
riconquistare l’ex moglie, la collaborazione con Giulia sul caso di
un giovane manager si rivelerà ostica e ricca di sorprese.
DOC. Nelle tue mani:
EPISODIO 4 – UNA COSA BUONA CHE FA MALE
L’arrivo di un malato
particolarmente importante per Giulia esaspera la competizione fra
gli specializzandi e Andrea ha l’occasione di iniziare a conoscerli
veramente. Nel frattempo, coinvolge il reparto nella ricerca della
password della sua mail che potrebbe aiutarlo a ricostruire una
parte fondamentale del suo passato, ma che qualcuno vuole
nascondergli a tutti i costi.
DOC. Nelle tue mani:
EPISODIO 5 – L’ERRORE
Giulia riporta Andrea in reparto
per una paziente che chiede di essere visitata esclusivamente da
lui e che non sa delle sue attuali condizioni. Un errore causato
dalla sua amnesia mette però tutti gli specializzandi sotto
pressione. Intanto, Alba è costretta ad affrontare il rancore che
prova nei confronti di sua madre.
DOC. Nelle tue mani:
EPISODIO 6 – COME ERAVAMO
Un episodio speciale ambientato
dieci anni prima. Andrea, ancora insieme alla famiglia e medico
entusiasta, ha per la prima volta l’occasione di fare un salto di
carriera. Tenere insieme tutto però non è semplice: la competizione
con il suo collega Marco, in cui si trova improvvisamente
coinvolto, rischia di fargli perdere di vista chi è veramente.
DOC. Nelle tue mani:
EPISODIO 7 – LIKE
L’arrivo in reparto di Carolina,
colpita da una patologia misteriosa, fa esplodere una serie di
conflitti tra Andrea e Agnese che insieme dovranno superare per il
bene della figlia. L’attenzione dei giovani specializzandi, invece,
è richiamata da un’appariscente influencer e Alba non
riesce a nascondere la sua gelosia nei confronti di Riccardo.
DOC. Nelle tue mani:
EPISODIO 8 – IL GIURAMENTO DI IPPOCRATE
Nel tentativo di recuperare il suo
ruolo di padre e aiutare Carolina a riprendersi dalla malattia,
Andrea torna a corteggiare Agnese. Un fastidioso mal di testa mette
in difficoltà Gabriel nella cura di un paziente, mentre Elisa e
Riccardo sono alle prese con un aspirante astronauta.
I personaggi della fiction DOC.
Nelle tue mani
Andrea Fanti (Luca
Argentero), uno dei migliori primari di Medicina
Interna, freddo, distante e per nulla empatico con i pazienti, a
seguito di un colpo di pistola alla testa che gli porta via dodici
anni di memoria, è costretto a tornare in ospedale paziente prima,
aiutante degli specializzandi poi. Studente tra quelli che erano i
suoi studenti. Ha perso ogni ricordo degli ultimi dodici anni,
compreso quello più drammatico, la morte del figlio, che ha
sgretolato la sua famiglia e lo ha reso duro e impassibile.
L’amnesia non gli toglie il dolore dell’assenza del bambino, ma
permette ad Andrea di decidere l’uomo e il medico che vuole essere.
Contrariamente al passato, Fanti sceglierà la strada dell’empatia e
dell’ascolto.
Al fianco di Fanti c’è Giulia
Giordano (Matilde
Gioli), che da lui – un tempo suo primario – aveva
imparato il metodo da applicare in ospedale: zero empatia, zero
ascolto del paziente, fiducia esclusiva nei risultati delle analisi
e dell’esame clinico. Ma Giulia è anche la dottoressa che Andrea ha
dimenticato di aver amato in passato. Ora che non riconosce più
l’uomo che ama, Giulia cerca di seguire fedelmente gli insegnamenti
di Andrea, ma questo la porterà ad entrare sempre più in conflitto
con lui. Per fortuna può contare sul sostegno di Lorenzo
Lazzarini (Gianmarco Saurino), suo brillante
collega e caro amico. A volte sembra che lui consideri Giulia
qualcosa di più di una semplice amica, ma all’ultimo momento si
tira sempre indietro, preferendo dedicarsi senza impegno alle tante
ragazze che cadono facilmente vittima del suo sorriso.
Andrea non si accorge dei
sentimenti di Giulia, perché in ospedale lavora anche Agnese
Tiberi (Sara Lazzaro), ex moglie e ora
direttrice sanitaria. Nonostante siano separati da quasi dieci
anni, Fanti vuole riconquistarla, scontrandosi con la ferma
opposizione di lei, che nel frattempo si è rifatta una vita e non
può cancellare il passato con semplicità. Il filo che continua ad
unire Andrea e Agnese passa attraverso Carolina
(Beatrice Grannò), la loro figlia maggiore che,
dopo la morte del fratello, è stata costretta a crescere troppo in
fretta. Brava ragazza e studentessa modello, a cui però i genitori
non hanno mai prestato abbastanza attenzione tanto da non scorgere
i segni di un disagio profondo e di un segreto nascosto da troppo
tempo.
Ad aiutare Andrea a non perdersi in
questo nuovo mondo sconosciuto c’è Enrico Sandri
(Giovanni Scifoni), il suo migliore amico, nonché neuropsichiatra
infantile. Enrico è un medico brillante dalla grande sensibilità
umana. Il suo contributo sarà fondamentale per aiutare Andrea nel
suo percorso di riabilitazione. Poco prima del colpo di pistola,
Andrea scopre che Marco Sardoni (Raffaele
Esposito), un medico suo sottoposto, ha falsificato un documento
per nascondere la vera causa della morte di un paziente. Quello che
fino ad allora Andrea ha considerato un errore umano si rivela
improvvisamente qualcosa di molto più grave.
Sardoni, certo di essere radiato
dall’Ordine dei medici, si salva grazie all’amnesia di Andrea che
cancella ogni traccia dell’accaduto e gli permette addirittura di
diventare primario al suo posto. Andrea si ritroverà quindi ad
obbedire proprio agli ordini del medico che, prima dell’incidente,
era intenzionato a denunciare e che più di ogni altro è prova a
ostacolare il suo reinserimento in ospedale. Ad accompagnare Andrea
nella sua vita quotidiana in reparto c’è anche un piccolo gruppo di
specializzandi: la timida Alba (Silvia Mazzieri),
ragazza emotivamente fragile ignara della sua grande forza d’animo;
l’esuberante Riccardo (Pierpaolo Spollon), che
cela dietro la sua simpatia un segreto; la dura
Elisa (Simona Tabasco), che nel tempo si è
costruita uno scudo per difendersi dalle difficoltà della vita;
Gabriel (Alberto Malanchino), il perfezionista,
che cerca sempre di acquisire nuovi meriti per saldare un debito
con il passato.
Uno dei momenti più discussi degli
adattamenti cinematografici di Harry Potter è
senza dubbio quel momento molto famoso, in Harry Potter
e il Calice di Fuoco, in cui Silente perde le staffe
e urla contro Harry, appena dopo che il nome del ragazzo è stato
estratto dal potente oggetto magico.
Nei libri c’è scritto chiaramente
che il Preside chiede “con calma” a Harry se ha messo lui
il suo nome nel Calice di Fuoco, ma nel film di
Mike Newell, Michael Gambon
strattona il ragazzo, scuotendolo e urlandogli contro.
Non è stato rivelato un motivo per
questo cambiamento, quindi molto probabilmente è stata una
decisione creativa del regista Mike Newell insieme
a Michael Gambon quando hanno costruito il
personaggio, per aggiungere drammaticità. L’intensità di Silente è
un argomento di discussione tra i fan di Harry Potter in quanto
fuori dal personaggio, dato che il Silente dei libri non avrebbe
mai reagito in modo così aggressivo nei confronti di Harry, o di
nessun altro studente.
La scena come descritta nel libro
implica che Silente sapeva che non avrebbe potuto essere Harry,
motivo per cui chiede “con calma”, dato che era una semplice
formalità – nel film, la reazione di Silente mostra che crede che
Harry avrebbe potuto farlo.
Sebbene l’intensità della reazione
di Silente sia in qualche modo comprensibile, dato che quello che è
appena successo mette in pericolo la vita di Harry, non si adatta
al personaggio creato da J.K. Rowling, e anzi separa ancora di
più la versione del libro da quella del film, al punto che possono
essere considerati quasi due personaggi diversi.
Il prossimo maggio saranno 30 anni
dalla scomparsa di Henson. L’artista degli effetti visivi
Neal Scanlan, che ha lavorato a Labyrinth e che ha anche lavorato al franchise di
Star
Wars, avrebbe voluto rendere omaggio all’iconico regista e
animatore ne
L’Ascesa di Skywalker.
Stando a quanto riportato da
Yahoo, mentre lavorava alla creazione delle creature del film
di J.J. Abrams, Scanlan decise che sarebbe stato
incredibile creare una versione di Ludo (Bubo
nella versione italiana) per l’universo di Guerre
Stellari: si tratta gentile bestione che, nel film di Henson,e
ha l’abilità di comunicare coi sassi e che si unisce a Sarah nella
sua fantastica avventura.
Ne
L’Ascesa di Skywalker, l’omaggio al personaggio di Ludo
sarebbe dovuto apparire durante la scena in cui Rey, Finn e Poe
viaggiano verso il pianeta invernale di Kijimi. Sfortunatamente, la
scena è stata tagliata dal film.
Di seguito un’immagine che mostra
come sarebbe stato il Ludo di Labyrinth nella versione pensata per
Star Wars:
Scanlan and his F/X team created this The Rise of Skywalker
creature as an homage to Ludo from Labyrinth. (Photo:
Lucasfilm/Walt Disney)
Lucasfilm e il
regista J.J. Abrams uniscono ancora una
volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio
verso una galassia lontana lontana con Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente
conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno
nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam
Driver, Daisy
Ridley, John
Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall
Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas
Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e
Chris Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin
sono i produttori esecutivi.
Disney+,
l’attesissima piattaforma di streaming di The Walt Disney Company,
arriva oggi in Italia, Regno Unito, Irlanda, Germania, Spagna,
Austria e Svizzera. La piattaforma verrà poi lanciata anche in
Francia il 7 aprile prossimo.
Con oltre 500 film, 26 produzioni
originali esclusive, tra film e serie, e migliaia
di episodi televisivi di Disney,
Pixar, Marvel, Star
Wars, National Geographic e altri,
Disney+ è la nuova
casa dello streaming di alcune delle storie più amate al mondo.
«Il lancio in contemporanea in 7 mercati segna un nuovo
traguardo per Disney+», ha dichiarato
Kevin Mayer, Chairman of Walt Disney
Direct-to-Consumer & International. «Come casa dello streaming
di Disney, Marvel, Pixar, Star Wars e National
Geographic, Disney+ offre la narrazione positiva e
di alta qualità che i fan si aspettano dai nostri brand e che
adesso è disponibile in modo ampio, conveniente e permanente su
Disney+. La nostra umile speranza è che
questo servizio possa portare alle famiglie una sorta di “tregua”
durante questi tempi difficili».
A partire da oggi, gli abbonati potranno godere di 26
produzioni originali Disney+ tra cui
The Mandalorian, la prima epica
serie evento in live-action di Star Wars; Lilli e il
Vagabondo, la nuova versione live-action del classico
animato del 1955; High School Musical: The Musical: La
Serie, la nuova serie televisiva ambientata nella
vera East High vista già nei film di grande successo;
Il Mondo Secondo Jeff Goldblum, la
docu-serie di National Geographic; Marvel’s Hero
Project, che celebra straordinari ragazzi che fanno
la differenza nelle loro comunità;
Encore!, che vede la talentuosa Kristen
Bell come produttore esecutivo; Dietro le Quinte dei
Parchi Disney: The Imagineering Story, un
documentario suddiviso in sei parti diretto e prodotto da Leslie
Iwerks, regista nominata agli Emmy e agli Oscar, e le raccolte di
corti animati SparkShorts e I
Perché di Forky dei Pixar Animation Studios.
Disney+ è anche la
nuova casa dello streaming dell’iconica serie animata I
Simpson, con oltre 600 episodi disponibili on-demand
per la prima volta insieme. Al lancio, saranno disponibili le prime
30 stagioni, con la trentunesima in arrivo sul servizio di
streaming nel corso di quest’anno.
Da oggi, il pubblico può guardare Disney+ in
streaming sulla maggior parte dei dispositivi mobili e TV
Smart o connesse, incluse le console di gioco, set top box
e dispositivi analoghi. Gli abbonati possono godere dell’alta
qualità e di una visione senza interruzioni pubblicitarie, fino a 4
stream contemporanei, download illimitati su 10 dispositivi,
suggerimenti di visione personalizzati e la possibilità di creare
fino a 7 profili differenti, inclusa l’opportunità per i genitori
di impostare profili per i bambini che li facciano accedere solo a
contenuti appropriati alla loro età.
Alla luce dei timori in merito alla capacità di alcune
infrastrutture a banda larga di sostenere l’impatto generato
dall’arrivo di Disney+, la piattaforma ridurrà il
proprio consumo di banda di almeno il 25%.
In Italia gli utenti possono iscriversi a Disney+ direttamente dal
sito o tramite acquisto in-app dalle seguenti piattaforme e
dispositivi:
Amazon (dispositivi Fire TV, smart TV Fire TV Edition e Fire
Tablet).
Apple (iPhone, iPad, iPod touch e Apple TV).
Google (smartphone Android, dispositivi Android TV, Google
Chromecast e dispositivi integrati Chromecast).
LG Smart TV con webOS.
Microsoft (Xbox One).
Samsung Smart TV.
Sony/Sony Interactive Entertainment (Sony TV con sistema
Android e PlayStation®4).
Grazie a un piano di distribuzione
globale e diversi accordi strategici, Disney+ è disponibile anche tramite i
più importanti operatori TLC e televisivi europei grazie ad accordi
locali che vedono coinvolti:
TIM in Italia
Deutsche Telekom in Germania
O2 nel Regno Unito
Telefonica in Spagna
Canal+ in Francia (dal 7 aprile)
Le specifiche di tali offerte
variano a seconda di paese e operatore.
In Regno Unito e Irlanda, Disney ha anche un accordo di
distribuzione con Sky, che rende Disney+ disponibile su Sky Q e, nei
prossimi mesi, su NOW TV.
Il prezzo di Disney+ in Italia è confermato a €6,99
al mese o €69,99 all’anno.
Nell’estate 2020 seguiranno lanci in ulteriori mercati
dell’Europa occidentale, tra cui Belgio, Scandinavia e
Portogallo.
Il compositore Alan Menken ha rivelato che le canzoni che
andranno a comporre la colonna sonora del live action de La
Sirenetta sono state tutte registrate: la vera
notizia, però, è che il remake includerà quattro nuove canzoni.
In occasione di una diretta
streaming con Rosie O’Donnell, Menken ha confermato che lui e
Lin-Manuel Miranda hanno “registrato tutte le
canzoni” per il live action de La
Sirenetta, inclusi “quattro nuovi
brani”. Il compositore ha poi dichiarato di essere ancora al
lavoro sulle musiche di
Disenchanted, attesissimo sequel di Come
d’incanto, e ha anche rivelato che il classico d’animazione
Hercules del 1997 verrà adattato in uno show di
Broadway.
Daniel Craig si prepara a vestire per l’ultima
volta i panni di James
Bond in No Time To
Die, sfortunatamente
posticipato a novembre a causa dell’emergenza Coronavirus.
Sappiate però che da bambino il celebre attore britannico non
sognava minimamente di interpretare il ruolo dell’iconico agente
segreto che gli ha regalato fama internazionale, ma bensì voleva
essere un supereroe come Spider-Man o Superman.
Come riportato da
Metro, infatti, di recente Craig ha rilasciato un’intervista a
Saga Magazine in cui ha rivelato che uno dei suoi sogni quando era
piccolo è sempre stato quello di interpretare un supereroe: tra i
suoi preferiti c’erano Spider-Man e Superman. Tutto è nato proprio
perché è stato chiesto all’attore se sognasse di interpretare Bond
fin da ragazzino. Questa la sua risposta:
“No. Non l’ho mai sognato.
Piuttosto ho sognato di interpretare altri tipi di personaggi, come
Spider-Man, Superman, l’Uomo Invisibile… anche un cowboy. Ma Bond
no… decisamente. Il che è abbastanza ironico se ci pensi.”
Sorprendentemente, Daniel Craig ha poi avuto l’occasione di
interpretare un cowboy nel film del 2011
Cowboys & Aliens. Nessun riferimento è stato invece fatto
al desiderio – spesso comune tra gli attori – di prendere parte al
franchise di Star
Wars, nonostante Craig abbia avuto la possibilità di
recitare in un cameo non accreditato in Star
Wars: Il Risveglio della Forza del 2015.
Vi ricordiamo che la produzione ha
assunto Phoebe
Waller-Bridge per “ravvivare” lo script
di Bond
25 sotto speciale richiesta di Craig, grande
fan di FleabageKilling Eve, le due
serie prodotte e scritte dall’attrice. Era dal 1963 (l’ultima fu
Johanna Hardwood con Dr. No e From
Russia With Love) che la casa di produzione non assumeva una
donna per dare voce ai personaggi del franchise, una scelta oggi
più che mai “rilevante”.
In No Time To
Die, Bond si gode una vita tranquilla in
Giamaica dopo essersi ritirato dal servizio attivo. Il suo quieto
vivere viene però bruscamente interrotto quando Felix Leiter, un
vecchio amico ed agente della CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La
missione per liberare uno scienziato dai suoi sequestratori si
rivela essere più insidiosa del previsto, portando Bond sulle
tracce di un misterioso villain armato di una nuova e pericolosa
tecnologia.
Nella giornata di ieri vi avevamo
riportato
le dichiarazioni dello sceneggiatore David Leslie
Johnson-McGoldrick a proposito dell’annunciato spin-off di
Aquaman dedicato
ai Trench, le creature marine che nel film
di James
Wan attaccavano l’imbarcazione di Arthur Curry e
Mera.
Adesso, sempre Johnson-McGoldrick
ha rivelato un dettaglio decisamente interessante a proposito del
sequel che vedrà il ritorno di Jason Momoa nei panni del Re di
Atlantide: a quanto pare, infatti, sembra che la Silver
Age della DC Comics servirà come
ispirazione per il sequel. Per chi non lo sapesse, la Silver Age
corrisponde ad un periodo nella storia dei fumetti statunitensi che
va dal 1956 al triennio 1969-1971, e che coincide con la
Rinascita dei Superoi DC Comics.
Al momento non ci sono molti
dettagli su Aquaman
2: sappiamo che Jason Momoa sta lavorando alla storia del
film insieme a Johnson-McGoldrick e che – come rivelato dallo
stesso attore in passato –
il sequel sarà “ancora più grande” del primo film.
Momoa tornerà ovviamente nei panni dell’eroe del titolo, insieme ad
Amber Heard in quelli di Mera. Anche Patrick Wilson è atteso nuovamente nei panni
di Ocean Master, così come Abdul-Mateen II in quelli di Black Manta.
E proprio a proposito di Black
Manta, in una recente Q&A su Twitter,
David Leslie Johnson-McGoldrick ha rivelato
qualcosa di molto interessante in merito alla trama del sequel. Un
fan ha chiesto allo sceneggiatore di consigliare alcuni fumetti da
leggere che potrebbero suggerire che tipo di storia verrà
raccontata in Aquaman 2.
La risposta di
Johnson-McGoldrick è stata la seguente: “Mmm…
bella domanda! Non ci stiamo basando su nessun fumetto in
particolare per il sequel, ma se vuoi sapere quali saranno le
atmosfere del nuovo film, allora ti consiglio di leggere una
qualsiasi storia della Silver Age in cui sia presente Black
Manta.”
Vi ricordiamo che Jason
Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe nel
sequel del
film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo
cinematografico DC. Diverse fonti fanno sapere che gli studios
vorrebbero riportare James
Wan dietro la macchina da presa
di Aquaman
2ad una condizione: che sia lui a scegliere
il gruppo di sceneggiatori e a seguire da vicino il processo di
sviluppo.
David Leslie
Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente
di James
Wan(The Orphan, The Conjuring 2, The Conjuring
3) scriverà la sceneggiatura del film insieme a Will Beal,
mentre il regista e Peter Safran saranno co-produttori.
James Gunn, regista dell’attesissimo
The Suicide
Squad, ha rivelato di essere attualmente al
lavoro sulla post-produzione del film direttamente da casa sua, a
causa della reclusione forzata in seguito alla pandemia di
Coronavirus. All’inizio del mese,
tramite un post condiviso via Instagram, era stato lo stesso
Gunn ad annunciare la fine delle riprese.
A causa dell’emergenza Covid-19,
molte persone si sono ritrovate a dover modificare il proprio stile
di vita e a praticare lo smart working, nella speranza di
contenere sempre più la diffusione del virus attraverso
l’isolamento forzato. Ovviamente, anche James Gunn ha fatto lo stesso, e via Twitter,
in risposta ad un fan, ha svelato che, tra le tante attività che lo
tengono impegnato
in questo periodo di quarantena, c’è anche la post-produzione
di The Suicide
Squad, che si sta svolgendo direttamente
da casa sua.
Nel post Gunn ha fatto riferimento
anche alla scrittura: probabilmente il regista starà anche
continuando a lavorare alla sceneggiatura di
Guardiani della Galassia Vol. 3. Potete vedere il
post di seguito:
Il cast ufficiale comprende i
veterani Margot
Robbie (Harley Quinn), Viola
Davis (Amanda Waller), Joel
Kinnaman (Rick Flag) e Jai
Courtney (Captain Boomerang) insieme alle new
entry Idris
Elba, Michael Rooker,
Peter Capaldi, Nathan
Fillion, Sean Gunn, David Dastmalchian, Storm
Reid, Taika
Waititi eJohn Cena. Nel
film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin
Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz,
Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.
Secondo le ultime
indiscrezioni, Nathan
Fillion dovrebbe interpretare Arm-Fall-Off-Boy,
che i lettori dei fumetti ricorderanno come il criminale con la
capacità di staccare i propri arti e usarli come armi, potere
guadagnato grazie ad un elemento metallico antigravità.
Altri nomi circolati nelle ultime
settimane sono Ratcatcher e Peacemaker, ma i report segnalano
che Sean Gunn potrebbe vestire i panni
di Weasel e Flula Borg quelli di
Javelin; Pete Davidson potrebbe
interpretare Blackguard, mentre Michael
Rooker Savant.
Il network americano
ABC ha diffuso promo e trama di The Good
Doctor 3×20, il diciannovesimo episodio della
terza stagione di The Good
Doctor.
In The Good Doctor
3×20 che si intitolerà “I Love You” (Season Finale)
nel secondo episodio del finale in due parti, i nostri medici
lavorano contro il tempo e la propria sicurezza personale per
salvare la vita di coloro che li circondano nel finale di stagione
di The Good Doctor, che andrà in onda LUNEDÌ 30 MARZO sulla
ABC.
In The Good Doctor
3×20 protagonisti sono
Freddie Highmore nei panni del Dr. Shaun Murphy,
Antonia Thomas nel ruolo del Dr. Claire Browne,
Nicholas Gonzalez nel ruolo del Dr. Neil Melendez,
Hill Harper come Dr. Marcus Andrews,
Richard Schiff come Dr. Aaron Glassman,
Christina Chang come Dr. Audrey Lim, Fiona
Gubelmann come Dr. Morgan Reznick, Will Yun
Lee come Dr. Alex Park, Paige Spara come Lea Dilallo e Jasika Nicole
come Dr. Carly Lever.
Le guest star di The Good
Doctor 3×20 sono Bentley Green come Casey e Marin Ireland
come Vera. “I Love You” è stato scritto da David Shore, David
Hoselton e Adam Scott Weissman e diretto da David Shore.
The Good Doctor 3×20
In The Good Doctor
3 Dr. Shaun Murphy (Freddie
Highmore), un giovane chirurgo con autismo e sindrome
dei savant, continua a usare la sua straordinaria regali medici
presso l’unità chirurgica dell’ospedale San Bonaventura. Mentre le
sue amicizie si approfondiscono, Shaun lavora più duramente di
quanto abbia mai fatto prima di iniziare a uscire, mentre naviga
nel suo ambiente e nelle sue relazioni per dimostrare ai suoi
colleghi che il suo talento come chirurgo salverà delle
vite. La serie è di David Shore (“House”), e “Lost” e “Hawaii
Five-0” star Daniel Dae Kim.
In The Good
Doctor protagonisti
Freddie Highmore nei panni del Dr. Shaun Murphy,
Antonia Thomas nel ruolo del Dr. Claire Browne,
Nicholas Gonzalez nel ruolo del Dr. Neil Melendez,
Hill Harper come Dr. Marcus Andrews,
Richard Schiff come Dr. Aaron Glassman,
Christina Chang come Dr. Audrey Lim, Fiona
Gubelmann come Dr. Morgan Reznick, Will Yun
Lee come Dr. Alex Park, Paige Spara come Lea Dilallo e Jasika Nicole
come Dr. Carly Lever.
La serie The Good
Doctor è di Sony Pictures Television e ABC
Studios. David Shore è il produttore esecutivo e
showrunner. Anche Daniel Dae Kim, Erin Gunn, David Kim e
Sebastian Lee sono produttori esecutivi. Gli ABC Studios fanno
parte dei Disney Television Studios, una collezione di studi
composta da 20th Century Fox Television, ABC Studios e Fox 21
Television Studios.
Eunice Huthart,
stunt coordinator che ha lavorato a Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, ha
rivelato come la Lucasfilm è riuscita a mantenere segreto il
ritorno di Palpatine nel film fino alla Star
Wars Celebration 2019, quando il ritorno dell’Imperatore è
stato ufficializzato attraverso il primo teaser trailer ufficiale
del film.
In una recente intervista con
ScreenRant, Huthart ha parlato della segretezza che ruota
attorno ad una produzione come quella de L’Ascesa di
Skywalker. La stunt ha parlato di “nomi in codice” che
venivano utilizzati per evitare che la notizia del ritorno di
Palpatine trapelasse sul set e potesse essere così “diffusa”
all’esterno:
“Abbiamo fatto del nostro meglio
per mantenere il segreto. Ad essere onesti, è stata molto dura per
me. Facevo sempre confusioni, perché avevamo dei nomi in codice, e
puntualmente li dimenticavo. Mentre facevamo delle prove, mi
capitava di esclamare: ‘Adesso è il momento in cui Palpatine entra
in scena, ragazzi’, e puntualmente qualcuno esclamava: ‘Oh, ci sarà
anche Palpatine nel film?’, ed ogni volta dovevo replicare con: ‘Oh
no, l’ho detto? No, non ci sarà’. Avevamo questi nomi in codice che
dimenticavo ogni volta. Avevamo nomi in codice per qualsiasi cosa:
dalle scene ai set, fino ai personaggi. Ogni volta ci capitava di
dimenticare quale fosse il nome in codice associato al quel
personaggio. È stata veramente dura.”
Lucasfilm e il
regista J.J. Abrams uniscono ancora una
volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio
verso una galassia lontana lontana con Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente
conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno
nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam
Driver, Daisy
Ridley, John
Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall
Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas
Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams
e Chris Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason
McGatlin sono i produttori esecutivi.
Si è spenta in un ospedale di
Segovia, vicino Madrid, l’attrice Lucia Bosé: ad
annunciarlo è stato il figlio Miguel via Twitter, dal
Messico, dove vive con due dei quattro figli. L’attrice è morta a
causa delle complicazioni seguite a una polmonite, alcuni giornali
spagnoli parlano di coronavirus, ma non ci sono conferme
ufficiali.
La diva dai capelli blu aveva
lasciato la carriera per la famiglia e si è spenta in solitudine a
causa della specificità del virus, che prevede l’isolamento dei
malati. Era nata a Milano il 28 gennaio 1931 con il nome di
Lucia Borioni.
Notata, giovanissima, da
Luchino Visconti, partecipa e vince la gara di
Miss Italia nel 1947. Di lì a qualche anno, debutta al cinema. Si
fa notare in Non c’è pace tra gli ulivi
(1950) di Giuseppe De Santis, ma soprattutto
Cronaca di un amore (1950) di
Antonioni per il quale recita anche ne
La signora senza camelie (1953).
Dopo 17 film si sposò e lasciò il
cinema ma rimase un personaggio molto popolare. Tornò sugli schermi
alla fine degli anni sessanta, per lo più in ruoli secondari in
pellicole quali Sotto il segno dello
scorpione dei Taviani;
Metello di Mauro
Bolognini, Fellini Satyricon, di
Federico Fellini.
Tra le sue interpretazioni recenti,
ricordiamo Cronaca di una morte
annunciata (1987), di Francesco
Rosi, L’avaro (1990) di
Tonino Cervi, Volevo i
pantaloni (1990) di Maurizio Ponzi,
I Viceré (2007) di Roberto
Faenza.
Nel 2017 riceve il Wilde Vip
European Award per l’arte e la cultura, onorificenza conferita
dalla Dreams Entertainment con l’Osservatorio Parlamentare
Europeo.
Attrice dal volto unico,
Frances McDormand è diventata negli anni una vera
e propria icona, affermandosi non solo per le sue straordinarie
doti recitative ma anche per il suo carattere dirompente. È noto il
suo sodalizio con i fratelli Coen, ma molti sono i registi con cui
ha avuto modo di collaborare, divenendo una tra le più celebri
interpreti degli ultimi decenni.
Ecco 10 cose che non sai su
Frances McDormand.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Frances McDormand: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in celebri
film di culto. L’attrice debutta al cinema nel 1984 con il
film Blood Simple – Sangue
facile, di Joel Coen. Successivamente ha
preso parte a pellicole come Arizona Junior (1987),
Mississippi Burning (1988), Darkman (1990),
Crocevia della morte (1990), America oggi (1993)
e Fargo (1996), con cui si consacra come interprete. Negli
anni successivi continua ad affermarsi grazie a film come
Schegge di paura (1996), Quasi famosi (2000),
L’uomo che non c’era (2001), Miss Pettigrew
(2008), Burn After Reading (2008), con Brad
Pitt, Transformers
3 (2011), This Must Be the
Place (2011), con Sean
Penn, Moonrise
Kingdom (2012), Ave, Cesare!
(2016), Tre manifesti a Ebbing,
Missouri (2017), dove recita accanto
a Sam
RockwelleWoody
Harrelson, e The French Dispatch (2020).
9. Si è distinta come
doppiatrice. Negli ultimi anni l’attrice ha ricoperto in
diverse occasioni anche il ruolo di doppiatrice. In Madagascar 3 –
Ricercati in Europa dà infatti la voce al personaggio del
capitano Chantal Dubois, mentre nel film Pixar Il viaggio di
Arlo è la voce della madre del protagonista. Più noto
ancora è il suo doppiaggio per il film d’animazione L’isola dei
cani (2018), dove è la voce dell’interprete Nelson.
8. Ha recitato anche per la
televisione. Nel corso della sua carriera l’attrice
non si è fatta mancare alcuni ruoli televisivi. Nei primi anni ha
infatti recitato in alcuni episodi di serie come Ai confini
della realtà (1986), Un detective in gamba (1987), e
Great Performances (1995), come anche in film come
Pazze d’amore (1992), The Good Old Boys (1995) e
Precint Hollywood (2005). Nel 2014 è protagonista della
miniserie Olive Kitteridge, mentre nel 2019 è la voce di
Dio della serie Good Omens.
Frances McDormand: chi è suo
marito
7. È sposata con un noto
regista. Nel 1984 l’attrice sposa il regista Joel
Coen, conosciuto grazie al set di Blood Simple –
Sangue facile. I due formano ancora oggi una delle coppie più
note di Hollywood, e si sono distinti anche per la loro
riservatezza. Nel 1994 i due adottano un bambino del Paraguay, che
portano a vivere con loro a New York.
6. Ha recitato in molti film
del marito. Dal primo film girato con il marito, Blood
Simple – Sangue facile, l’attrice ha collaborato con Coen in
altre sei occasioni. Arizona Junior, Crocevia della morte,
Fargo, L’uomo che non c’era Burn After Reading, e Ave,
Cesare!. Sia con ruoli da protagonista che non parti più
marginali, l’attrice si è contraddistinta per aver sempre espresso
al meglio lo humor nero ricercato dal marito.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Frances McDormand e gli Oscar
5. Ha vinto più volte
l’ambito premio. Nel 1997, grazie al ruolo di Marge
Gunderson, l’attrice vince il suo primo Oscar come miglior attrice
protagonista. Un riconoscimento che le permette da quel momento di
vivere una carriera ancor più ricca. Nel 2018, con la sua
struggente performance in Tre manifesti a Ebbing,
Missouri, ottiene invece la sua seconda statuetta, sempre come
protagonista. Vanta poi altre tre nomination come non protagonista
per i film Mississipi Burning, Quasi famosi e North
Country.
Frances McDormand in Fargo
4. Non era convinta del
ruolo. Tra le interpretazioni più memorabili dell’attrice
vi è quella della poliziotta incinta Marge Gunderson in
Fargo, che le è valso anche il premio Oscar. L’attrice ha
raccontato che tuttavia inizialmente non era convinta di voler
accettare il ruolo, poiché alla ricerca di una parte da killer o da
prostituta. Dopo aver accettato, affermò che quel personaggio è
stato uno dei regali più belli della sua carriera.
3. Ha usato un cuscino per
simulare il pancione. Per dare vita allo stato di
gravidanza del suo personaggio, l’attrice ha indossato all’altezza
dello stomaco uno speciale cuscino. Nel film, inoltre, l’attrice
riproduce perfettamente i movimenti di una donna in quello stato,
ma non è stata una cosa volontaria da parte sua. Il cuscino
realmente limitava la sua agilità e il suo equilibrio.
2. Ha scritto la backstory
del proprio personaggio. Il regista Joel
Coen ha dato carta bianca all’attrice per scrivere una
biografia del proprio personaggio, così da poter entrare meglio
nella sua mentalità. La McDormand inventò allora di aver conosciuto
suo marito sul lavoro, ed entrambi erano poliziotti. Al momento del
matrimonio, decisero che uno dei due avrebbe rinunciato al proprio
lavoro. Poiché Marge era un poliziotto migliore, fu lei a
continuare la carriera nelle forze dell’ordine.
Frances McDormand: età e
altezza
1. Frances McDormand è nata
a Gibson City, Illinois, Stati Uniti, il 23 giugno 1957.
L’attrice è alta complessivamente 165 centimetri.
Divisa tra cinema e televisione,
l’attrice Abbie Cornish ha costruito la
propria fama partecipando a titoli di successo, siano essi
lungometraggi o serie televisive. Così facendo ha potuto
distinguersi come interprete, arrivando a collaborare con
importanti attori e registi, grazie ai quali ha potuto maturare
come interprete.
Ecco 10 cose che non sai di
Abbie Cornish.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Abbie Cornish: i film e i programmi
televisivi
10. Ha recitato in noti
lungometraggi. L’attrice debutta al cinema nel 2000 con il
film La maschera di scimmia. Guadagna popolarità
partecipando a Paradiso + Inferno (2006) e Un’ottima
annata – A Good Year (2006), con Russell
Crowe. Successivamente è tra gli interpreti dei film
Elizabeth: The Golden Age (2007), con Cate
Blanchett, Bright Star (2009), Sucker
Punch (2011), Limitless
(2011), W.E. – Edward e Wallis (2011), 7 psicopatici
(2012), RoboCop (2014), Geostorm (2017),
e Tre manifesti a Ebbing,
Missouri, accanto agli attori Woody Harrelson,
Sam Rockwell
e Frances McDormand.
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Parallelamente alla carriera
cinematografica, l’attrice partecipa anche ad alcune serie TV di
successo, come Wildside (1997-1999), Outriders
(2001), Life Support (2001), Klondike (2014) e
Jack Ryan (2018), dove ha ricoperto il ruolo di Cathy
Mueller accanto all’attore protagonista John
Krasinski.
Abbie Cornish è su Instagram
8. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 243 mila persone. All’interno
di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in
momenti di svago quotidiano, ma anche immagini realizzate per
riviste di moda o a fini promozionali dei suoi progetti da
interprete.
Abbie Cornish in Limitless
7. Ha recitato insieme a
celebri attori. Nel 2011 l’attrice è tra i protagonisti
del film Limitless, dove ha avuto modo di collaborare con
Bradley
Cooper e Robert De
Niro. La Cornish ha dichiarato di essere rimasta
sorpresa dalla loro capacità di trasformarsi nel personaggio,
passando con naturalezza da una situazione all’altra.
6. Il film era un nuovo
genere per lei. Tra i motivi che hanno spinto l’attrice ad
accettare di partecipare al lungometraggio, vi era la novità che un
progetto simile rappresentava per lei. Si trattava infatti di un
genere nuovo, a metà tra il thriller e la fantascienza, che la
Cornish non vedeva l’ora di poter inserire nella propria
filmografia.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Abbie Cornish in Jack Ryan
5. Era la protagonista
femminile della serie. Nel 2016 l’attrice viene
scelta per interpretare Cathy Muller nella serie
Amazon Jack Ryan. Il personaggio è presente in tutti
e otto gli episodi della prima stagione. Questo svolge infatti un
ruolo chiave, essendo non solo la protagonista femminile ma anche
la fidanzata del protagonista.
4. Non ha ripreso il suo
ruolo nella seconda stagione. Senza che nessuna
motivazione venisse fornita, l’attrice non è comparsa nella seconda
stagione della serie, di fatto abbandonando il ruolo. Amazon non ha
rivelato se si è trattato di una rinuncia da parte dell’attrice o
di un cambio di idee per il personaggio da parte dei
produttori.
Abbie Cornish: il suo fisico
3. È molto
allenata. In più occasioni l’attrice si è ritrovata a
ricoprire ruoli dinamici che richiedevano una buona preparazione
fisica, come ad esempio in Jack Ryan. Per tanto, la
Cornish non ha mai nascosto il suo allenarsi quotidiano, sfoggiando
in più occasioni un fisico invidiabile che le permette di
bilanciare muscoli e sensualità.
Abbie Cornish: il suo 2019
2. Ha recitato in una nuova
serie TV. Nel 2019 l’attrice è la protagonista della serie
Secret Bridesmaids’ Business, dove ricopre il ruolo di
Melanie Heyward, damigella d’onore al matrimonio di una sua cara
amica. Durante tale evento verranno tuttavia a galla alcune
minacciose dinamiche, che metteranno a repentaglio gli scheletri
nell’armadio delle protagoniste.
Abbie Cornish: età e altezza
1. Abbie Cornish è nata a
Lochinvar, in Australia, il 7 agosto 1982. L’attrice è
alta complessivamente 173 centimetri.
Star
Wars rende omaggio a Leia (Carrie Fisher) in
un nuovo video animato che traccia il suo viaggio da principessa a
generale. Dopo la sua prima apparizione nell’originale Star
Wars, Leia è diventata un personaggio iconico grazie alla
sua arguzia e forza. Dopo averla vista schierata in prima linea
nella trilogia originale, i fan erano entusiasti di sapere che Leia
sarebbe tornata nella terza trilogia, iniziata nel 2015 con
Il Risveglio della Forza.
Sfortunatamente, la prematura
scomparsa di Carrie Fisher le ha impedito di
sviluppare il suo personaggio fino alla fine di L’Ascesa di
Skywalker, anche se J.J. Abrams
e il suo team hanno fatto di tutto per recuperare il materiale non
utilizzato dai film precedenti per renderlo adattabile al nuovo
film.
Nell’Episodio IX, Leia
Organa si sacrifica usando tutta la sua energia per
raggiungere il figlio ribelle Kylo Ren (Adam
Driver) attraverso la Forza. Riesce ad aiutarlo a
tornare alla luce, ma così facendo muore. Rey (Daisy
Ridley) la vede in seguito come un fantasma della
Forza, e ciò ci mostra che, come i Cavalieri Jedi, Leia è diventata
una cosa sola con la Forza.
Come parte della serie di animazione
“Star Wars Galaxy of Adventures“, il viaggio di Leia
attraverso i film è stato animato in una bellissima sequenza. Il
breve video, pubblicato da Star Wars Kids, mette in evidenza alcuni
dei momenti più memorabili di Leia dalla trilogia di riavvio mentre
ancora si ripropone nei film originali. Include anche il dialogo
reale dei film.
Sappiamo ormai da tempo che i
Vendicatori sono riusciti a tenere testa e poi a sconfiggere Thanos
in Avengers: Endgame, ma come
sarebbero andate le cose se dalla loro avessero avuto un ulteriore
aiuto?
Adeel of Steel immagina
l’intervento di Wonder Woman durante la battaglia
finale contro il Titano Pazzo nel film che ha chiuso la Infinity
Saga. Ecco come sarebbe andata!
Ricordiamo che Avengers:
Endgame è il film di maggiore incasso
dell’anno, nonché il più grande successo dei Marvel Studios, che con l’avventura diretta
da Anthony e Joe Russo hanno chiuso un
arco narrativo lungo 22 film e 11 anni, portando a termine un
esperimento produttivo senza pari.
Quando si pensa ai più grandi
villain del grande schermo, gli iconici Darth Vader e Voldemort occupano di sicuro un posto d’onore.
Antagonisti principali di entrambe le saghe che li hanno resi noti
al grande pubblico – rispettivamente Star Wars e Harry Potter -, i due cattivi,
sebbene godano di una fama che si potrebbe considerare paritetica,
non hanno in realtà gli stessi poteri.
Provando a divertirci nel mettere le
loro abilità a confronto, quali pensate siano i punti di forza
dell’uno e quali invece quelli dell’altro? Abbiamo messo “allo
specchio” le loro personalità, cercando di rispondere ad un’ardita
domanda: chi è più potente tra Darth Vader e Voldermort? Scopriamolo insieme…
Discendenza
Il primo confronto tra i due
personaggi si basa sulle loro origini. La famiglia di Voldemort ha
profondi legami con la magia oscura, legami “di sangue” che
risalgono alla figura di Salazar Serpeverde. Per liberarsi dalla
discendenza Babbana del padre e della povertà in cui caddero i
Guant, Voldermort ha dovuto necessariamente ‘trasformarsi’ in
qualcosa di più grande. Parallelamente, anche le origini di Anakin
Skywalker erano alquanto umili…
Giovane ragazzo schiavo, è cresciuto
al fianco della madre per servire gli Hutt su Tatooine, per poi
essere venduto a Watto. Si dice che il piccolo Anakin sia stato
concepito senza un padre, creato dalla Forza attraverso
l’Immacolata Concezione. In questo prima testa a testa, è
sicuramente Darth Vader a spuntarla.
Abilità naturali
Quando si
tratta di abilità, sia grazie ai libri che ai film sappiamo quanto
Voldemort sia sempre stato dotato. Anche da bambino, durante gli
anni trascorsi in orfanotrofio, ha dato sfogo ai suoi poteri, tanto
per imparare a padroneggiarli quanto per vendicarsi dei torti
subiti. Le sue abilità non passarono inosservate neanche a Silente,
che una volta giunto nell’orfanotrofio lo convinse a frequentare la
scuola di magia di Hogwarts.
Per quanto riguarda
invece Anakin, le sue abilità naturali non si sono manifestate
perché collegate alla Forza (almeno da ciò che abbiamo visto nei
film), come ad esempio la sua capacità di pilotare navi e veicoli,
che non ha mai avuto eguali. Inoltre, ha sempre avuto il più alto
numero di midi-chlorian di chiunque altro i Jedi avessero mai
scoperto. Potrebbe forse non essere così evidente, ma siamo
convinti che a livello di abilità Anakin e Voldemort gareggino al
medesimo livello.
Abilità acquisite
I due villain hanno anche una
formazione ed un background educativo sorprendentemente simili.
Voldemort frequentò una delle più grandi scuole di magia del Mondo
Magico, eccellendo in tutto ciò che faceva; solo in seguito si
sarebbe dedicato alla scoperta di tutti i segreti che la magia
oscura aveva da offrirgli.
Darth Vader frequentò un’accademia altrettanto prestigiosa, il
Tempio Jedi, imparando a beneficiare di tutti gli insegnamenti
della Forza. Dopo aver ceduto al Lato Oscuro, si sarebbe dedicato a
seguire gli insegnamenti di Palpatine. Dati i contesti simili, ad
entrambi è stato insegnato praticamente tutto ciò che c’era da
sapere in termini di potere e di oscurità.
Armi
Quando si
tratta di armi, Voldemort potrebbe avere la meglio rispetto a Darth
Vader. Utilizzando una “semplice” bacchetta, è in grado di evocare
qualsiasi incantesimo si possa immaginare, tanto Offensivo e
Difensivo, per non parlare di quelli Generici. Inoltre, è in grado
di manipolare la realtà con un semplice movimento del polso.Anche se
Darth Vader brandisce un’arma potente e letale, ma la realtà è
che non si pouò competere con la magia…
L’uso della Forza
potrebbe essere l’abilità più equa in un’ipotetica battaglia contro
Voldemort, ma anche ciò non garantirebbe un’eventuale vittoria del
Sith. Anche se la spada laser è l’arma più iconica della saga di
Star Wars, è inevitabile quanto gli strumenti magici a
disposizioni di Voldemort siano molto più efficaci per vincere uno
scontro.
Alleati
Ogni grande villain ha bisogno di un
“compagno” che sia in grado di supportarlo. Voldemort ha i suoi
devoti Mangiamorte, ma il più fedele di tutti è sempre stato
Codaliscia. Per quanto riguarda
Darth Vader, invece, il suo più grande alleato nella Marina
Imperiale è stato probabilmente l’Ammiraglio Piett, diligente,
ambizioso e devoto.
Al tempo stesso Codaliscia, spinto
da una personalità spregevole e corrotta, era sempre disposto a
tutto pur di compiacere Lord Voldemort. Ciononostante, Piett ha
agito comandando un’intera flotta: ecco perché, rispetto a Peter
Minus, non può che essere considerata la “spalla” migliore che si
possa desiderare.
Seguaci
Guardando al di là dei rispettivi
alleati, è interessante chiedersi chi tra Darth Vader e Voldemort
abbia effettivamente le migliori risorse a disposizione. Voldemort
ha un potente esercito di seguaci che arrivano in suo sostegno
durante il finale della saga, durante il quale ha chiamato a
raccolta ogni sorta di creature ed essere oscuro a sua
disposizione.
Dall’altra parte abbiamo Darth
Vader, che ha dalla sua il fatto di essere uno dei personaggi più
malvagi della Galassia, così come di avere sotto la propria egida
un intero Impero. Se da un lato Voldemort potrebbe avere alleati
più talentuosi e potenti, è innegabile quanto la quantità di truppe
e di armi tecnologiche a disposizione di Darth Vader non abbia
eguali.
Dominio
In termini di territorialità e
dominio, quale cattivo ha saputo maggiormente espandere il proprio
potere? Negli ultimi libri della serie, Voldemort sradica
completamente il Governo prendendo il controllo di tutta la Gran
Bretagna, anche se non è chiaro se il suo colpo di stato si estenda
oltre i confini della nazione. Darth Vader serve serve invece un
Impero che si estende su un’intera Galassia, anche se non è
propriamente suo.
Sicuramente ne supervisiona gran
parte, ma la realtà è che appartiene tutto al suo padrone,
Palpatine. Per questo motivo, sebbene lo spazio governato possa
essere quantitativamente maggiore, alla fine è Voldemort ad
esercitare molto più dominio rispetto a Darth Vader.
Nemesi
Ogni villain che si rispetti ha
bisogno di una nemesi, un grande eroe da affrontare e con cui,
all’occorrenza, confrontarsi. Per Voldemort, tale nemesi è
rappresentata da
Harry Potter, che fin dalla nascita ha dimostrato di essere
l’unico vero grande ostacolo contro la sua scalata al potere. Darth
Vader, d’altra parte, è stato contrapposto a suo figlio, Luke
Skywalker.
Giunti alla fine dell’arco narrativo
del personaggio nella saga, scopriamo che Vader è riuscito a
provare sentimenti di amore nei confronti di Luke, qualcosa che non
sarebbe mai potuto accadere tra Voldemort e Harry. Come tale, la
coppia formata da “colui che non deve essere nominato” e il
maghetto occhialuto, in termini di rivalità, è la coppia
vincitrice… una rivalità che l’amore non avrebbe mai potuto
scalfire.
Morte
In ciascuna delle rispettive saghe,
entrambi i personaggi muoiono. Le morti sono però dovute a ragioni
molto diverse. Gli
Horcrux di Voldemort alla fine vengono tutti distrutti, con il
villain che viene superato in astuzia da Harry, morendo a causa
della sua stessa ambizione. Darth Vader, invecee, muore per il suo
stesso sacrificio, una morte chiaramente molto più nobile.
Il Sith scelse di morire al posto di
suo figlio, superando addirittura il suo maestro. Gli venne anche
concessa la vita eterna attraverso la Forza. Per questo motivo, la
morte di Vader supera quella di Voldemort.
Risultati
Giunti alla
fine, e osservando quanto esaminato fino ad ora, sembra che Darth
Vader sia il villain più potente. Sicuramente, Darth Vader ha agito
in una maniera tanto subdola quanto ragguardevole, impresa nella
quale Voldemort ha invece fallito.
Ciononostante,
entrambi i cattivi hanno a loro disposizione immense abilità e
risorse, quindi non sarebbe tanto “furbo” affermare che potrebbero
essere considerati – anche in vista di ciò che rappresentano per le
loro nemesi – potenti allo stesso livello…
Martedì 24 marzo alle 16.30,
Serena Autieri, voce italiana della Regina Elsa
protagonista di Frozen – Il regno di
ghiaccio, e Michelle Hunziker,
saranno le protagoniste di un flashmob via social network che
coinvolgerà tutti i fan del capolavoro d’animazione Disney a
cantare All’alba sorgerò (Let it Go).
Autieri e Hunziker si preparano
all’incontro vestite come i personaggi dei film e con loro ci
saranno anche le loro figlie. Il flashmob arriva in concomitanza
del lancio in Italia di Disney+, che sarà disponibile da
domani.
L’appuntamento è martedì, 24 marzo,
alle 16.30, sui canali social di Serena Autieri e
Michelle Hunziker.
Frozen – Il regno di
ghiaccio (Frozen) è
un film del 2013 diretto da Chris
Buck e Jennifer Lee. È il
53º classico Disney.
Liberamente ispirato alla fiaba
di Hans Christian Andersen La regina delle nevi, è
un lungometraggio animato al computer, prodotto
dalla Walt Disney Animation Studios e distribuito
dalla Walt Disney Pictures. Il 2 marzo 2014 si aggiudica
due premi Oscar: miglior film
d’animazione e miglior canzone (Let It Go in
originale, All’alba sorgerò in italiano).
Il film si caratterizza per una
grande quantità di effetti speciali, in contrapposizione con le
altre produzioni del genere, che prediligono effetti visivi,
invece. Proprio per la realizzazione di questi effetti sono stati
coinvolti esperti di settore, stuntman coordinator e performer che
hanno garantito non solo l’incolumità agli attori protagonisti ma
anche la buona riuscita di molte scene d’azione.
Tra queste scene, sarà rimasta
senz’altro nella memoria del fan la scena dell’inseguimento in
autostrada, con protagonisti Steve Rogers, Natasha Romanoff e Sam
Wilson, alle prese con l’allora misterioso Soldato d’Inverno. Di
seguito, ecco il video in cui Amy Johnston, stunt performer,
commenta la realizzazione degli stunt per quella acrobatica
sequenza.
Il film è diretto da Anthony
e Jeo Russo, che successivamente sono diventati un vero e
proprio punto di riferimento per Kevin Feige e
tutta la squadra dei Marvel Studios e hanno diretto
anche Civil War e Avengers 3 e 4.
Il cameo di Bill
Murray in Zombieland, la
commedia zombie diretta da Ruben Fleischer nel
2009, è una delle cose più memorabili del film, che ancora oggi i
fan ricordano con affetto e divertimento. Eppure, inizialmente, il
cameo della star della saga di Ghostbusters era stato pensato per un altro
attore…
A rivelarlo è stato il
co-sceneggiatore del film Paul Wernick: via
Twitter,
infatti, lo stesso ha rivelato che il cameo offerto a Murray era
stato inizialmente pensato per Patrick Swayze, la star di Dirty
Dancing e
Ghost, scomparso nel 2009 all’età di 57 anni. Purtroppo,
sono state le condizioni di salute dell’attore – all’epoca già
affetto dal cancro al pancreas che lo ha poi condotto alla morte –
a non permettergli di prendere parte al film.
Altri attori presi in
considerazione per il cameo in questione furono Dustin Hoffman,
Dwayne Johnson, Jean-Claude Van Damme, Joe Pesci, Kevin Bacon, Mark
Hamill, Matthew McConaughey e Sylvester Stallone.
Di seguito i tweet del co-sceneggiatore Paul
Wernick:
La sceneggiatura è stata firmata da
Dave Callaham (Godzilla, Wonder Woman
1984) con Paul Wernick e Rhett Reese (Deadpool,
Deadpool 2),
mentre le riprese si sono svolte nei mesi scorsi a Los Angeles. Per
quanto riguarda la trama – ancora avvolta nel mistero – sappiamo
che dovrebbe riprendere le sorti dei quattro protagonisti
(Columbus, Tallhassee, Witchita e Little Rock) immersi in un mondo
dove l’apocalisse zombie si è evoluta.
Phil Lord, uno degli sceneggiatori di
Spider-Man: Un Nuovo Universo, ha ricordato via
Twitter
il folle processo di scrittura del film, condividendo delle
immagini inedite dal backstage della fase di pre-produzione.
Via Twitter,
Phil Lord ha condiviso ciò che lui stesso ha
definito lo “la ruota della storia” di Un
Nuovo Universo. Come spiegato dal co-sceneggiatore,
meno di un anno prima dell’uscita del film nelle sale, lui e il
co-regista Rodeny Rothamn decisero di dare una
“scossa” alla storia e hanno dovuto “capire
come rimodellare le sequenze che avevamo già assemblato e animato e
mescolarne con nuovi elementi.Lord ha
aggiunto che ciò ha coinciso con una “ricostruzione totale del
terzo atto del film”.
Phil Lord si è assicurato di includere nel suo
tweet le immagini delle lavagne che testimoniano questo intricato
processo di lavorazione, a testimonianza di un vero e proprio “caos
organizzato”. Potete vedere il tweet di seguito:
Spider-Man:
Un Nuovo Universo racconta le vicende del
teenager Miles Morales e delle infinite possibilità dello
Ragno-Verso, dove più di una persona può indossare la maschera. Una
visione fresca di un nuovo Universo Spider-Man con uno stile visivo
innovativo e unico nel suo genere.
Il film è diretto da Bob
Persichetti, Peter Ramsey e Rodney
Rothman, con Shameik Moore e Jake Johnson. Il film è
uscito al cinema il 25 dicembre 2018, distribuito da Warner Bros.
Italia.
Il cast di doppiatori americano
comprendere gli attori Shameik Moore, Jake Johnson,
Mahershala Ali, Brian Tyree Henry, Lily Tomlin,
Liev Schreiber, Luna Lauren Velez, Zoë Kravitz e
Nicolas Cage.
C’è ancora tanto mistero su Black
Widow, su quella che sarà la trama del film e
sulla vera identità di quello che sembra essere il villain del
film, Taskmaster.
Nonostante il film sia trai titoli purtroppo intaccati
dall’emergenza sanitaria mondiale, è comunque trai più attesi
dell’anno e vedrà Scarlett Johansson tornare nei panni di
Natasha Romanoff per quella che dovrebbe essere la sua ultima
volta.
I trailer e le immagini dal film ci
hanno dato un’idea di quello che sarà il look del personaggio, ma
adesso, grazie a Reddit, abbiamo la
possibilità di vedere una nuova immagine del costume di
Taskmaster,
che potete ammirare di seguito:
La regia
di Black
Widow è stata affidata a Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of
Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno
anche David
Harbour, Florence
Pugh, e Rachel
Weisz.