Arriva al cinema l’atteso
Edge of Tomorrow – Senza domanicon
protagonista Tom
Cruise, l’ormai 52enne attore che continua a
sorprenderci nonostante l’età che avanza e una vita privata
ballerina. Al suo fianco troviamo la splendida Emily Blunt, affascinante e tosta come non
l’abbiamo mai vista, e il veterano Brendan
Gleeson.
Edge of Tomorrow – Senza domani, la trama
Il film diretto
da Doug Liman, Edge of Tomorrow –
Senza domanisi basa sulla storia tratta da
“All You Need is Kill“, light novel giapponese, e racconta
di un futuro prossimo, in cui una razza aliena ha colpito la Terra
con un assalto implacabile, imbattibile da qualsiasi unità militare
terrestre. Il tenente William Cage (Tom
Cruise) è un funzionario militare senza alcuna
esperienza di guerra, che si ritrova catapultato in una sorta di
missione suicida. Cage infatti viene ucciso dopo pochi minuti di
combattimento, ma si ritrova inspiegabilmente gettato in un ciclo
temporale che lo costringe a vivere lo stesso brutale combattimento
più e più volte, ed a morire continuamente. Ma dopo ogni battaglia,
Cage affina sempre più le proprie abilità contro gli avversari,
affiancato da una soldatessa delle forze speciali, Rita Vrataski
(Emily
Blunt). E mentre Cage e Rita lottano contro gli
alieni, diventando sempre più forti, il ripetersi di ogni scontro
rappresenta un passo avanti per sconfiggere definitivamente il
nemico.
Edge of Tomorrow
– Senza domani è un film di fantascienza puro e semplice,
che sfrutta con intelligenza due componenti che nella recente
storia del genere non hanno propriamente brillato: il paradosso dei
loop temporali e l’action incalzante. Il film riesce nell’intento
di raccontare una storia di paradossi temporali con una certa
intraprendenza e una buona dose di coraggio (anche grazie a una
perfetta e servizievole regia di Liman), una storia d’azione
dirompente e a tratti divertente che regala alla narrazione quel
mix di spettacolarità, humor e visione che è il pregio più grande
del film. Anche se recenti prove cinematografiche di ottima fattura
come Source Code rappresentano i riferimenti più
diretti, la differenza in Edge of Tomorrow – Senza
domani sta proprio nella capacità di miscelare con
equilibrio le componenti appena elencate e soprattutto nel riuscire
a trasformare la componente temporale in un elemento
fantascientifico ed al tempo stesso divertente.
Altro punto forte del film sono le
scenografie e il design di Oliver Scholl, e tutta la parte tecnica
della pellicola è di pregevole fattura, come il 3D, la GCI, e gli
spettacolari esoscheletri. Inoltre, la percezione che si ha durante
la visione di Edge of Tomorrow – Senza domani è
quella accomunabile ad una spettacolare esperienza videoludica. Il
film non è certamente privo di difetti, soprattutto nella
sceneggiatura eccessivamente semplificata, che non da la giusta
sostanza alla vicenda, ma nonostante i limiti rimane comunque un
ottimo prodotto.
In una lunga intervista con Empire,
che gli ha dedicato un servizio speciale all’interno del nuovo
numero, Edgar Wright ha
annunciato il suo prossimo progetto e parlato del sequel di
Baby Driver, un sogno che potrebbe presto
diventare realtà.
Per quanto riguarda il primo
impegno, il regista tornerà dietro la macchina da presa con un
thriller/horror psicologico ispirato alle atmosfere di A
Venezia… un dicembre rosso shocking (Don’t Look
Now), il film di Nicolas Roeg del 1973 e
Repulsione di Roman Polanski,
ambientato a Londra e che vedrà al centro una protagonista
femminile.
“Mi sono reso conto che non
avevo mai raccontato una storia nel centro di Londra, in
particolare a Soho, un quartiere dove ho trascorso tantissimo tempo
negli ultimi venticinque anni “, ha spiegato Wright a Empire.
“Con Hot Fuzz e Shaun Of The Dead ho parlato di luoghi in cui
siete vissuti, mentre questo parlerà della Londra in cui sono
esistito.”
Sul sequel di Baby
Driver ha invece confessato che “Esiste una prima
stesura dello script, e sono stati introdotti nuovi personaggi che
affiancheranno quelli originali portando la storia molto più in
avanti”.
Quest’anno
Wright tornerà inoltre al lavoro sul
documentario della rock band Sparks, di cui
ha già raccolto del materiale e filmato il concerto al O2 Forum
Kentish Town di Londra lo scorso Maggio.
La conferma del suo prossimo
progetto è arrivata tramite una dichiarazione raccolta
da Indiewire: “Ho girato il loro concerto a Londra ma il resto del film
è ancora da organizzare e stiamo attualmente perlustrando gli
archivi. Sono un fan degli Sparks da quando li ho visti su Top Of
The Pops nel 1979“.
Gli Sparks sono stati fondati nel
1972 dai fratelli Ron e Russell Mael, e hanno pubblicato nel 1971
“Halfnelson”, “Big Beat” nel 1976 e “No.” nel 1979. L’album più
recente della band, “Hippopotamus”, ha debuttato nel 2017 segnando
quota 23 dei dischi registrati in studio.
Edgar Wright inizia il suo
percorso verso la celebrità con la serie televisiva cult
Spaced (1999- 2001), alla quale contribuisce con angolature
tipicamente horror, per proseguire con tre opere di indubbio
successo L’alba dei morti dementi (2004) e Hot
Fuzz (2007) primi due capitoli della trilogia del Cornetto,
il leggendario “cuore di panna” del’Algida, e Scott Pilgrim
vs. the World (2010) basato sull’omonima serie di fumetti.
E’ ora in arrivo nelle sale cinematografiche La fine del
mondo (2013), terzo e conclusivo capitolo della trilogia.
La sua abilità indiscussa è il sapersi rigenerare pur mantenendo
fede a quei canoni che lo hanno innalzato a tale popolarità: il suo
taglio è un inconfondibile e perfetto mix di elementi horror,
sci-fi, e tecnologico che svela la sua passione per questi settori,
palesandolo quale vero geek, come d’altronde la maggior parte della
schiera di fan che lo seguono e lo adorano.
Gli elementi che rendono la sua
ricetta talmente accattivante e saporita sono principalmente una
grande reverenza verso il genere cinematografico horror- splatter
accoppiata ad una costante ricerca di modi espressivi attuali ma
non banali.
Difatti la filosofia di Wright
cerca continuamente di trovare il giusto equilibrio tra la
riverenza verso i suoi miti cinematografici e un senso umoristico
onnipresente. Le sue opere si nutrono di formule e battute riprese
dal passato, nel tentativo di omaggiare un filone cinematografico
di nicchia ma attualizzato da una verve linguistica all’insegna
della comicità. L’esempio lampante è dato da L’Alba dei morti
dementi in cui il protagonista Shaun, un perfetto uomo
qualunque, alle prese con una apocalittica invasione zombie. Il
film, a partire dal titolo, è chiaramente una parodia de
L’alba dei morti viventi di George Romero, che la
versione italiana del film ha per fortuna reso anche nel titolo: in
originale il film si intitola Shaun of the Dead,
contro Dawn of the Dead di Romero. Allo stesso modo
in Hot Fuzz i protagonisti, due poliziotti, hanno
come idoli i protagonisti di Bad Boys e Point
Break, parodiando poi gli stessi eroi testosteronici di
quei film durante il racconto.
Edgar Wright non si limita
solo ad effettuare richiami dotti per cinefili doc ma dimostra una
conoscenza sopraffina da riuscire a giocare con gli aspetti più
deboli e fragili, fino a crearne una parodia. Nessuna dissacrazione
o irriverenza ma solo tanto divertimento. Il finto trailer
DON’T, inserito nel film della premiata coppia Tarantino
/ Rodriguez Grindhouse, ne è un chiaro esempio.
Edgar riesce con maestria a
manipolare citazioni generando nell’universo della sua audience un
senso di nostalgia per questo mondo ormai non più reale. Ma se fin
ora si è parlato di passato sarebbe errato pensare che le sue opere
guardino solo indietro dimenticando il presente. Edgar
Wright è geniale proprio in questo. Egli sa fare del passato il
suo punto di forza per rielaborarlo con tecniche quanto mai
attuali. Il suo approccio alla letteratura cinefila rispecchia
un’estetica del tutto moderna.
A ribadire il suo interesse per il
mondo nerd dei fumetti Edgar Wright ha in programma il primo
adattamento cinematografico di Ant-Man, il super eroe Marvel che si potrebbe anche
inserirsi nel corso del flusso narrativo dei Vendicatori che hanno
sbancato tutti i botteghini lo scorso anno. Per Wright questo
prossimo impegno rappresenta un cambiamento importante nella sua
carriera, dal momento che per la prima volta (Scott Pilgrim è un
personaggio moto più di nicchia) si confronterà non solo con il suo
pubblico di affezionati, ma anche con il vastissimo mondo di
appassionati di fumetti Marvel.
Intanto però Edgar Wright ha
per noi ancora un’altra carta da giocare; a partire dal 26
settembre arriverà al cinema La fine del mondo,
conclusione della sua Trilogia del Cornetto e, neanche a dirlo,
parodia dei disaster movie che tanto stanno spopolando al
cinema.
Ancora una volta Wright dimostra di
stare al passo con i tempi, riuscendo, ne siamo sicuri, a farci
ridere del cinema “di moda” e dimostrando straordinarie doti di
intrattenitore.
Wright ha condiviso sul suo account
instagram una foto che lo ritrae in
costume, in compagnia di Joe Cornish e del
fratello Oscar, tutti coinvolti nella stessa scena
di combattimento su Crait.
Edgar Wright è
tornato al cinema quest’anno con Baby Driver, dopo
cinque anni di assenza e un progetto naufragato con i Mavel
Studios, l’adattamento di Ant-Man a cui aveva lavorato per undici
anni.
Baby Driver: intervista a Edgar Wright
[Esclusiva]
Baby Driver,
commedia action musicale, con risvolti drammatici, sta raccogliendo
molto successo, dopo un buon risultato al box office, tanto che è
trai nomi di spicco delle prime nomination della season awards,
oltre a comparire in diverse top 10 del miglior cinema del
2017.
Star Wars: Gli Ultimi Jedi, i cameo famosi del
film
L’amato regista inglese
Edgar Wright, atteso al varco dai suoi fan per la
trasposizione cinematografica di AntMan
che avrà come protagonista Paul Rudd, ha stilato
la sua personale classifica dei migliori 20 film del 2013.
Con sorpresa la lista sembra
alquanto schizofrenica, e vede presenti film che denotano un gusto
cinematografico quantomeno eccentrico e diversificato, e anche per
questo Wright ci piace. Al grandioso primo posto di
Gravity, segue il bellissimo
Her di Spike Jonze e il
controverso Spring Breakers:
A Edgar
Wright è stata offerta la possibilità di dirigere
il film Gambit con Channing Tatum; tuttavia, alla fine il
regista de la trilogia del cornetto rifiutò il film come ampiamente
rivelato. Oggi parlando con
/Film, il regista di Dark Phoenix, Simon
Kinberg, che era trai produttori del film ha detto di aver
cercato di convincere Wright a dirigere diversi film sugli X-Men nel corso degli anni.
“È uno dei miei registi
preferiti di tutti i tempi e una delle mie persone preferite,
semplicemente un ragazzo eccezionale“, ha detto
Kinberg. “Ovviamente un cinefilo… ho inseguito Edgar per i
film di ‘X-Men’. L’ho inseguito letteralmente per ogni cosa
possibile. Abbiamo parlato di ogni film.
Un progetto che Simon
Kinberg chiese espressamente a Wright di dirigere fu il
film Gambit con Channing Tatum, che alla fine non vide mai la
luce a causa di diversi ritardi. Edgar
Wright ha detto a /Film di aver rifiutato l’incarico
perché non sapeva molto di Remy LeBeau.
“Gambit non era un personaggio
che conoscevo troppo bene“, ha detto Wright. “È
apparso dopo che avevo letto Marvels – all’incirca nel 1985 – 1990
o giù di lì. [Lui] non era uno di cui sapevo molto e di cui
non avevo letto davvero da grande, quindi sembrava che fosse il
concerto dei sogni di qualcun altro. Forse significa di più
per le persone che hanno guardato lo spettacolo [animato]? Il
che, ancora una volta, è avvenuto dopo il mio tempo.
Cos’è successo al film Gambit di
Channing Tatum?
Channing Tatum inizialmente era stato
ingaggiato per interpretare Gambit nei film X-Men
della Fox, ma non era disponibile per girare X-Men Origins: Wolverine del 2009, quando il
personaggio è stato introdotto per la prima volta. Taylor Kitsch ha assunto il ruolo, ma Fox ha
deciso di andare avanti con un film su Gambit con Channing Tatum dopo che X-Men Origins: Wolverine è stato accolto male
dalla maggior parte dei fan e della critica.
Numerosi registi si sono alternati
nel progetto nel corso degli anni, tra cui Rupert Wyatt, Doug Liman
e Gore Verbinski. A un certo punto, il film aveva una data di
uscita ufficiale il 13 marzo 2020; tuttavia, la Disney ha
cancellato il film nel 2019 dopo aver acquisito la 21st Century
Fox.
Dopo oltre nove anni da quando
Edgar Wright è uscito dal primo film di
Ant-Man dei Marvel Studios, il regista britannico ha
rivelato alcuni nuovi dettagli interessanti sulla sua
visione originale per il film con protagonista
Paul Rudd. Su Instagram, Wright ha risposto alla domanda di un fan
sulla differenza tra la sua versione di Ant-Man e
il film di Peyton Reed del 2015.
Il regista di L’Alba dei
morti dementi ha descritto la sua sceneggiatura originale
come un “film su una rapina criminale”, che avrebbe
caratterizzato Scott Lang come un “vero criminale”. Wright
in precedenza intendeva mostrare la trasformazione di Scott dal
criminale di partenza all’eroe del finale.
“Avendo firmato una NDA quando
me ne sono andato, non c’è molto che posso dire”, ha scritto
Wright. “Immagino che la differenza più grande nella nostra
sceneggiatura fosse che era autonoma e non aveva cameo di altri
personaggi del MCU (a parte un’anticipazione
finale) ed era molto più un film su una rapina, con rapine
intrecciate e rapine ovunque, un po’ come The Hot Rock di Donald
Westlake. Penso che anche la differenza cruciale sia che (come nei
fumetti originali) Scott Lang era un vero criminale all’inizio del
film e non un bravo ragazzo al 100% già all’inizio della storia.
Abbiamo pensato che sarebbe stato un arco di redenzione più
soddisfacente se fosse passato da criminale a eroe. C’è molto altro
da dire, ma non posso per motivi legali!”
Con il suo terso capitolo, Ant-Man and the Wasp: Quantumania, la trilogia
dedicata al personaggio non si è conclusa nel migliore dei modi. Il
film ha incassato in tutto il mondo oltre 470 milioni di dollari a
fronte di un budget dichiarato di 200 milioni di dollari. Le sue
scarse prestazioni al botteghino hanno reso il film uno dei minori
incassi dei Marvel Studios fino ad oggi.
Diretto da Peyton Reed su una sceneggiatura
scritta da Jeff Loveness , il film vede
co-protagonisti anche
Evangeline Lilly nel ruolo di Hope van Dyne/Wasp,
Michael Douglas nel ruolo di Hank Pym,
Michelle Pfeiffer nel ruolo di Janet Van Dyne,
Jonathan Majors nel ruolo di Kang il
Conquistatore, Kathryn Newton nel ruolo di Cassie
Lang, Corey Stoll nel ruolo di Darren Cross /
M.O.D.O.K., Bill Murray nel ruolo di Lord Krylar,
Katy O’Brian nel ruolo di Jentorra e
William Jackson Harper nel ruolo di
Quaz.
Edgar Wright
non è estraneo alla cura delle colonne sonore dei suoi film, ma in
una recente intervista con The
Hollywood Reporter, Wright ha rivelato che in
realtà aiuta anche con le colonne sonore di altri film, tra
cui Top
Gun: Maverick, il film campione d’incassi
di questa estate.Nell’intervista è stato detto che
Edgar Wright è entrato a far parte di un gruppo di
registi che si aiutano a vicenda durante il processo di
post-produzione dei film. Per Top
Gun: Maverick, il co-sceneggiatore e
produttore Christopher McQuarrie ha chiesto a
Wright se avesse qualche idea per una canzone per una prima
sequenza di battute nel film. Wright ha finito per consigliare
“Slow Ride” di Foghat, che suona mentre i piloti si incontrano per
la prima volta in un bar.
“Non avevo [altre] note
su Top
Gun:
Maverick “,
ha detto Wright dell’interazione. “L’ho visto per
la prima volta nel 2020. Chris McQuarrie e
Tom Cruise me l’hanno mostrato, ed è stato praticamente il film
ad essere uscito, meno la canzone di Lady Gaga. E per quanto
riguarda Foghat, avevano bisogno di una canzone. Il testo dei
miei sogni da ricevere era Chris McQuarrie che diceva: ‘Ehi,
abbiamo bisogno di una nuova canzone per la scena del bar
in Top Gun:
Maverick. Cosa puoi pensare
che sia come…?’ Ed era come, ‘Oh, dammi 45 minuti!’ Penso
di avere ancora quella playlist su Spotify; era il “Bar
Maverick”. Quindi quella roba è semplicemente divertente per
me.
Top Gun: Maverick, il
film
Il Tenente Pete “Maverick” Mitchell
(Tom
Cruise), tra i migliori aviatori della Marina, dopo
più di trent’anni di servizio è ancora nell’unico posto in cui
vorrebbe essere. Evita la promozione che non gli permetterebbe più
di volare, e si spinge ancora una volta oltre i limiti, collaudando
coraggiosamente nuovi aerei. Chiamato ad addestrare una squadra
speciale di allievi dell’accademia Top Gun per una missione
segreta, Maverick incontrerà il Tenente Bradley Bradshaw
(Miles
Teller), nome di battaglia “Rooster”, figlio del suo
vecchio compagno di volo Nick Bradshaw “Goose”. Alle prese con un
futuro incerto e con i fantasmi del suo passato, Maverick dovrà
affrontare le sue paure più profonde per portare a termine una
missione difficilissima, che richiederà grande sacrificio da parte
di tutti coloro che sceglieranno di parteciparvi.
Il regista de L’alba dei morti dementi, Edgar
Wright, ha condiviso i dettagli circa un incontro
alquanto bizzarro ed esilarante che ha avuto con Bill Murray ad un party organizzato per la
conclusione delle riprese di Fantastic Mr. Fox di Wes
Anderson.
Bill Murray ha avuto una lunga e leggendaria
carriera grazie alla commedia, a partire dagli anni ’70 con le sue
apparizioni nelle prime stagioni del Saturday Night Live, e
continuando negli anni ’80 con una serie di classici del genere,
tra cui Palla da golf, Ghostbusters e Ricomincio da
capo. Dopo una serie di problemi personali ed alcuni flop al
box office, Murray ha trascorso la maggior parte degli anni ’90
cercando di evitare le luci della ribalta.
Tuttavia, l’eccentrico regista
indipendente Wes
Anderson ha rinvigorito la sua carriera scegliendolo
per film quali Rushmore e I Tenenbaums, titoli
che lo hanno poi portato ad ottenere il ruolo del protagonista in
Lost In Translation di Sofia Coppola, per il quale ha
anche ricevuto una nomination all’Oscar. Da allora, Murray e
Anderson hanno iniziato a collaborare abbastanza frequentemente,
con l’attore che è apparso nella maggior parte dei film del
regista, incluso Fantastic Mr. Fox, un adattamento del
classico racconto per bambini di Roald Dahl, in cui Murray ha
prestato la voce al personaggio di Badger.
La prima volta che Edgar Wright incontrò Bill Murray…
Parallelamente, Murray si è
costruito un vero e proprio nome ad Hollywood per via dei suoi
comportamenti spesso eccentrici, che oltre ad aver attirato
l’attenzione dei media, hanno anche cementato la sua fama tra i
cinefili di tutto il mondo. Adesso Edgar
Wright, regista britannico della “Trilogia del
Cornetto”, di Baby Driver e dell’atteso Last Night
in Soho, ha condiviso i dettagli circa il suo primo
incontro con Bill Murray, un incontro bizzarro ed
esilarante.
Via
Twitter, il regista ha raccontato: “Per un po’ di
leggerezza, godetevi la mia storia su Bill Murray. A una festa di
fine riprese per la troupe di Fantastic Mr. Fox al Palm Tree di
Mile End, Jason Schwartzman mi presentò Bill Murray nel parcheggio.
Murray mi fece cenno di avvicinarmi e disse: ‘Ne smezziamo una?’ e
poi estrasse dal cappotto una bottiglia di 5-hour Energy. La aprì,
ne bevve metà, mi vide bere l’altra metà e poi disse: ‘Roba buona’.
Poi corse via nella notte senza aggiungere un’altra
parola.”
Dopo l’abbandono del progetto
MarvelAnt-Man, Edgar Wright ha
trovato il suo ultimo progetto. Il regista britannico infatti
sarebbe al lavoro su Baby Driver, la cui
sceneggiatura, scritta da Wright stesso, stava prendendo polvere
dal 2009. Non si sa molto sulla trama (no, non parla di un bambino
di quattro anni alla guida) e il film non è ancora stato
ufficialmente annunciato.
Pare
cheWorking Title Films, con cui ha
già lavorato alla Cornetto Trilogy (Hot Fuzz, La Fine
del Mondo e L’alba dei morti
dementi) farà parte del progetto come casa di
produzione.
Impegnato nella realizzazione di
The World’s End, Edgar Wright ha parlato di recente del suo
coinvolgimento in Ant-Man, prossimo progetto in fase di sviluppo
della
Ultima tappa di un tour mondiale
che lo ha portato in tutti gli angoli del Pianeta, Edgar
Wright arriva a Roma per promuovere il suo ultimo film,
Baby Driver – il genio della fuga, maggior
successo al botteghino per il regista inglese e ritorno al cinema
dopo la difficile esperienza con Ant-Man
e con la Marvel.
Ecco la nostra intervista:
Leggi la recensione di Baby Driver – il
genio della fuga di Edgar Wright
Il film arriverà il 7 settembre nei
cinema italiani e vede protagonisti Ansel Elgort,
Kevin Spacey, Lily James, Jon Bernthal, Eiza González, Jon
Hamm e Jamie Foxx.
Trama: La storia
ruota attorno a un pilota che si presta a fughe criminali e che si
affida al ritmo della sua musica preferita per essere il migliore
nel campo. Costretto a lavorare per un boss, il ragazzo dovrà
prestarsi ad una rapina destinata al fallimento che metterà a
rischio la sua vita, il suo amore e la sua libertà. La vicenda è in
parte ispirata al video musicale “Blue Song” della band Mint
Royale, che Wright diresse nel 2003.
Baby Driver: il nuovo
trailer del film di Edgar Wright
Alla fine del 2022 è stata riportata
la notizia che Sydney
Sweeneyassumerà il ruolo della protagonista nel
remake di Barbarella, il cult di fantascienza
del 1968 con protagonista Jane Fonda, in
cui un’astronauta del futuro viene inviata in missione per fermare
uno scienziato malvagio la cui invenzione potrebbe distruggere la
galassia. Nel novembre del 2023 alcuni rumor riportavano che il
regista Edgar Wright (Last Night in Soho;
Baby Driver; Scott Pilgrim Vs. the
World) fosse in trattative per dirigere il film.
È ora Deadline, dopo mesi da quella
prima indiscrezione, a confermare che Wright è effettivamente in
trattative per ricoprire il ruolo di regista di
Barbarella. Wright ha già in passato dichiarato di
essere un grande fan del film originale e di averlo inserito nella
sua lista dei migliori film di tutti i tempi. Non ci sarebbe dunque
da sorprendersi se finisse con l’ottenere ufficialmente tale
compito.
Il film è però ancora in fase di
sviluppo, dato che Sweeney è molto impegnata e Edgar
Wright è in piena fase di preparazione del reboot di
The Running Man con Glen Powell,
quindi il progetto non sarà il prossimo per nessuno dei due
talenti. Jane Goldman e Honey
Ross sono invece in trattative per scrivere la
sceneggiatura. Goldman ha contribuito a lanciare franchise di
successo come il reboot degli X-Men con James McAvoy e Michael Fassbender e Kingsman:
Secret Service di Matthew Vaughn.
Cosa sappiamo sul remake di Barbarella?
Sydney Sweeney ha
confermato per la prima volta il suo coinvolgimento nel progetto
nell’ottobre 2022, condividendo su Instagram una foto dell’eroina
con la didascalia “È ora di salvare l’universo”. Adattato
dalla serie di fumetti dello scrittore e illustratore francese
Jean-Claude Forest, l’originale
Barbarella del 1968 aveva come protagonista
Jane Fonda nel ruolo dell’eroina che viaggia nello
spazio.
Anche se all’epoca il film non fu un
successo al botteghino, nei decenni successivi si è guadagnato lo
status di film di culto e Barbarella è considerata uno dei ruoli
più iconici della Fonda sullo schermo. Sebbene negli ultimi anni
siano stati ipotizzati diversi tentativi di riportare
Barbarella sul grande schermo, nessuno è andato a
buon fine. Fonda ha espresso la sua esitazione riguardo al reboot,
dicendo: “Mi preoccupo di quello che sarà”.
Il regista Edgar Wright ha espresso interesse nei
confronti del franchise di James Bond, rivelando di avere addirittura
un’idea per la storia dell’eventuale prossimo capitolo del
franchise.
Ospite del podcast Happy Sad
Confused, Wright ha rivelato di essere assolutamente
disponibile per il prossimo capitolo della saga di Bond. A tal
proposito, il regista di Ultima notte a Soho (che arriverà nelle sale italiane
dal 4 novembre) ha detto di avere già un’idea su come dovrebbe
essere il prossimo film del franchise.
Secondo Wright, i film di Bond
tendono ad essere “o cioccolato fondente o cioccolato al
latte”. Dal momento che il ciclo di film con protagonista
Daniel Craig sono etichettabili come
“cioccolato fondente” secondo il regista, è arrivato il momento di
rilanciare il franchise attraverso nuove avventure classificabili
come “cioccolato al latte”.
“Non credo che continuare nella
stessa direzione dei film con Daniel possa davvero portare a
qualcosa. Sono convinto che sarebbe molto più interessante provare
a fare qualcosa di nuovo”, ha spiegato il regista.
“Ho una mia visione per il
futuro di Bond al cinema, e se mai dovessero contattarmi per
discutere della saga, cogliere l’occasione per proporla allo
studio. Non voglio parlarne pubblicamente, ma quando leggo dei
possibili nuovi attori per il ruolo, mi sembrano tutti la versione
2.0 di Daniel Craig. Penso che sia molto meglio cambiare
direzione.”
In No Time
to Die, Bond si gode una vita tranquilla in Giamaica
dopo essersi ritirato dal servizio attivo. Il suo quieto vivere
viene però bruscamente interrotto quando Felix Leiter, un vecchio
amico ed agente della CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La
missione per liberare uno scienziato dai suoi sequestratori si
rivela essere più insidiosa del previsto, portando Bond sulle
tracce di un misterioso villain armato di una nuova e pericolosa
tecnologia.
Edgar Wright, regista che era stato
inizialmente scelto per dirigere Ant-Man,
ha svelato di essersi riconciliato con Kevin
Feige, presidente dei Marvel Studios, per la prima volta dalla sua
dipartita dal progetto. Quando Ant-Man è
entrato per la prima volta in sviluppo nel 2006, Wright era stato
scelto dalla Marvel come co-sceneggiatore e
regista.
I fan erano piuttosto eccitati
all’idea di poter vedere la visione del piccolo grande eroe da
parte del regista dell’ormai celebre “Trilogia del Cornetto”.
Tuttavia, nel 2014 Wright decise di abbandonare il progetto a causa
di alcune divergente creative, e da allora non è mai più entrato in
contatto con il mondo dei supereroi. Peyton Reed è
stato poi assunto per dirigere il primo Ant-Man, con
Adam McKay e Paul Rudd che hanno rimaneggiato lo scriopt
che Wright aveva scritto insieme a Joe Cornish.
Di recente, Edgar Wright ha curato l’ultimo speciale
numero della rivista
Empire interamente dedicato ai momenti più belli della storia
del cinema, realizzato per onorare l’esperienza cinematografica in
un momento particolarmente difficile per la sala. Proprio in
occasione di uno dei podcast della rivista, Wright ha parlato del
boss della MarvelKevin
Feige, confermando che non aveva parlato con lui da quando
aveva lasciato Ant-Man.
Edgar Wright e Kevin Feige: una
storia a lieto fine…
Pur riconoscendo che si trattò di un
addio “diplomatico” all’epoca, Wright ha ammesso che sentiva che
non c’era un reale motivo per restare in contatto. Tuttavia,
proprio mentre esaminava le proposte dei lettori per lo speciale
numero di Empire, si è reso conto di quante storie facessero
riferimento al MCU, cosa che lo ha spinto a voler
ristabilire un contatto con Feige.
“Ho pensato che sarebbe stato
falso da parte mia leggere quest’articolo senza menzionare neanche
una volta la parola ‘M’. Quindi, ho fatto quello che non avevo mai
fatto in sei anni: ho appena mandato un’email a Kevin. È stata
davvero una cosa carina, e Kevin è stato davvero toccato dal fatto
che lo avessi contattato direttamente e gli avessi detto
semplicemente: ‘Hey’. Inoltre è stato divertente, dopo sei anni
senza contatti, mandargli un’e-mail dicendo: ‘Kevin, ho bisogno che
tu scriva qualcosa per me, e ne ho bisogno domani!’. Quindi è stato
carino, ci siamo praticamente riconnessi grazie a questo articolo
ed è stato molto dolce. Sono molto contento di averlo fatto, ed ero
molto felice che la sua risposta sia stata così… è stato davvero
toccato dal fatto che lo avevo cercato e sento che quello che ha
scritto è stato fantastico. Gli ho detto che avevo letto quello che
aveva detto su Aliens a James Cameron… aveva detto che era
semplicemente folle. Quindi è stato bello. Un bel lieto fine per la
nostra storia.”
Il regista Edgar
Wright prende le cose sul serio, e così per prepararsi al
meglio al compito di dirigere Ant-Man si
è messo a studiare partendo dalla serie tv animata che vede
protagonista il personaggio Marvel che sarà interpretato da
Paul Rudd.
Ed informarci è lo stesso Wright che
ha pubblicato sul suo sito questo frame, che appartiene alla serie
animata Earth’s Mightiest Heroes, e precisamente “all’episodio
“To Steal an Ant-Man”, in cui Scott Lang ruba a Hank Pym
l’attrezzatura originale di Ant-Man e la utilizza per commettere
dei crimini” (BT).
Così come avvenne per
Scott Pilgrim vs The World, anche per
Ant Man consigliamo a tutti i fan del
regista e del fumetto di tenere d’occhio il sito di Wright, che, ci scommettiamo, ci
aggiornerà a breve di persona!
In queste settimane si è parlato
molto di Edgar Wright e sopratutto del suo abbandono
ad Ant-Man, e più o
meno tutto il popolo di internet si è schierato a favore del
regista della trilogia del cornetto. Il motivo per cui Wright è
tanto amato è presto detto, ha uno stile unico nel girare commedie,
a cui il pubblico si sta legando, e sopratutto non vuole
rinunciarci in favore di qualche dollaro in più.
Nel video che vi mostriamo oggi
viene spiegato in maniera molto efficace perché Edgar
Wright è unico nel suo genere (e perché Marvel ha fatto un
tremendo errore a non assecondarlo).
Edgar Wright è intervenuto sulla recente
situazione dell’industria cinematografica a causa della pandemia di
Coronavirus, dando a tutti gli appassionati di
cinema dei consigli per cercare di far sopravvivere l’esperienza
della sala cinematografica.
In un articolo scritto per
Empire, Wright ha ricordato a tutti quanto sia speciale
l’esperienza di guardare un film al cinema, sul grande schermo:
“Vivere un film significa alzare il mio c**o dal divano, andare
al cinema, sedermi con amici o con sconosciuti”. Il
regista ha osservato che una ripresa delle sale dopo i recenti
avvenimenti potrebbe essere “più dura del
previsto”, ed ecco perché ha dato alcuni suggerimenti su
come “un fan della settima arte” possa dare il suo
contribuito per provare, nel suo piccolo, ad arginare i danni.
“Un modo per mostrare il proprio
costante sostegno è quello di diventare membri del proprio cinema
proferito. Dopo aver letto la mia lettera, acquista un abbonamento
per te o per una persona a te cara. Compra delle carte regalo. Dona
a chi puoi e quanto puoi. Se puoi permettertelo, considera di non
chiedere il rimborso del tuo abbonamento illiminato”, ha
scritto Wright.
Poiché molte industrie – inclusa
quella cinematografica – soffrono economicamente in seguito alle
misure preventive varate dopo la pandemia di Coronavirus, il
regista Christopher Nolan ha chiesto al Congresso
degli Stati Uniti di stanziare dei fondi per le sale americane.
Ricordiamo che Edgar Wright è attualmente impegnato con la
post-produzione del suo ultimo film,
Last Night in Soho, un thriller che si ispira
alle atmosfere di A Venezia… un dicembre rosso
shocking di Nicolas Roeg e
Repulsione di Roman Polanski.
Edgar Wright
debutta nell’animazione con la DreamWorks Animation, dirigendo un
film co-scritto con David Walliams sul tema delle ombre.
La DreamWorks aveva già tentato di
sviluppare il suggestivo concetto con il
progetto Me and My Shadow, poi
abbandonato nel 2013. L’approccio di Edgar
Wright sarà totalmente differente e i
co-presidenti dello studio Bonnie Arnold e Mireille Soria si
sono già dichiarati entusiasti di avere a bordo il regista della
Trilogia del Cornetto.
Edgar Wright,
impegnato anche su Baby
Driver con Ansel Elgort
e Lily James, nonché legato al progetto
di Fortunately, the Milk
con Johnny Depp, è
altrettantopronto a divertirsi e far
divertire. “I miei primi tentativi nella regia da adolescente sono
stati nel campo dell’animazione, per questo sono stato parecchio
intrigato dalla chiamata dalla DreamWorks Animation per
una possibile regia. Quando mi è stato proposto il concept delle
ombre, mi potevo già figurare il poster, i titoli di testa e
l’intero film. Avere poi al mio fianco nella scrittura uno dei miei
vecchi amici della commedia, David Walliams,
è una gioia”.
Arriva da
Deadline la notizia che Edgar Wright, regista
della “Trilogia
del Cornetto“ e di Baby
Driver, ha stretto un accordo con Amblin Partners per
sviluppare, dirigere e produrre Stage 13, film che
sarà sceneggiato da Simon Rich (Saturday Night
Live) e che si aggiunge alla lunga sfilza di progetti che il
regista ha attualmente in cantiere.
Basato su un’idea sviluppata dallo
stesso Rich, il film racconterà la storia del fantasma di
un’attrice del cinema muto che da decenni ormai infesta il teatro
di posa di uno studio cinematografico (da qui il titolo Stage
13). Un giorno un regista in difficoltà avrà un incontro
ravvicinato con il fantasma dell’attrice: i due stringeranno un
legame molto particolare che potrebbe essere decisivo per la svolta
della carriera del cineasta.
Oltre a Wright e Rich, nella
produzione del film sarà coinvolta anche Nira Park, che con il
regista ha fondato la Complete Fiction e con il quale aveva già
lavorato per Scott Pilgrim vs. the World e
Baby Driver.Stage 13 è solo
l’ultimo dei tanti progetti che Edgar Wright ha in
cantiere dopo l’uscita dell’atteso Last Night
in Soho, film con Anya Taylor-Joy e Matt
Smith che arriverà nelle sale il 23 aprile 2021.
Tra i prossimi progetti del regista
figurano anche l’adattamento cinematografico del
romanzo Set
My Heart to Five di Simon Stephenson, e
The Chain, adattamento cinematografico del bestseller
omonimo di Adrian McKinty.
Arriva da
Deadline la notizia che Edgar Wright, regista della “Trilogia
del Cornetto“ e di
Baby Driver, dirigerà per conto della Universal Pictures
il film The Chain, adattamento cinematografico del
bestseller omonimo di Adrian McKinty.
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jane Goldman (X-Men:
L’inizio,
Kingsman: Il cerchio d’oro). Al centro della storia il
personaggio di Rachel, una madre all’apparenza come tante, che sarà
costretta a rapire una bambina a causa di una terribile catena che
le impone di compiere quel gesto terribile con la speranza di
riavere suo figlio. Alla madre della bambina rapita da Rachel
toccherà lo stesso destino.
The Chain è solo
l’ultimo dei tanti progetti che Edgar Wright ha in cantiere dopo
l’uscita nelle sale dell’atteso Last Night
in Soho. Lo scorso aprile, infatti, avevamo appreso che il
regista e sceneggiatore britannico dirigerà l’adattamento
cinematografico del romanzo Set
My Heart to Five di Simon
Stephenson. Il romanzo mescola satira, fantascienza,
narrativa di formazione e distopia, un mix di generi che si
rivelerà sicuramente congeniale allo stile di Wright.
Per quanto riguarda Last
Night in Soho, il nuovo film di Edgar
Wright al quale il regista sta attualmente lavorando,
l’uscita della pellicola è stata posticipata a causa della pandemia
di Covid-19: il film sarebbe dovuta arrivare nelle sale americane
il prossimo 8 ottobre, ma adesso è stato posticipato al 23 aprile
2021. Il cast annovera Anya
Taylor-Joy,Thomasin
McKenzie e Matt
Smith.
La sinossi di The Chain, romanzo
sul quale sarà basato il prossimo progetto cinematografico di Edgar
Wright
In attesa di nuovi dettagli su
The Chain, ecco la sinossi ufficiale del romanzo:
“Mi chiamo Rachel Klein e fino a pochi minuti fa ero una madre
qualunque, una donna qualunque. Ma adesso sono una vittima. Una
criminale. Una rapitrice. È bastato un attimo: una telefonata, un
numero occultato, poche parole. Abbiamo rapito tua figlia Kylie.
Segui le istruzioni. E non spezzare la Catena, oppure tua figlia
morirà. La voce di questa donna che non conosco mi dice che Kylie è
sulla sua macchina, legata e imbavagliata, e per riaverla non sarà
sufficiente pagare un riscatto. Non è così che funziona la Catena.
Devo anche trovare un altro bambino da rapire. Come ha fatto lei,
la donna con cui sto parlando: una madre disperata, come me. Ha
rapito Kylie per salvare suo figlio. E se io non obbedisco agli
ordini, suo figlio morirà. Ho solo ventiquattro ore di tempo per
fare l’impensabile. Per fare a qualcun altro ciò che è stato fatto
a me: togliermi il bene più prezioso, farmi precipitare in un
abisso di angoscia, un labirinto di terrore da cui uscirò soltanto
compiendo qualcosa di efferato. Io non sono così, non ho mai fatto
niente di male nella mia vita. Ma non ho scelta. Se voglio salvare
Kylie, devo perdere me stessa…”.
Arriva da
The Hollywood Reporter la notizia che Edgar Wright dirigerà l’adattamento
cinematografico del romanzo Set My Heart to Five
di Simon Stephenson. Al momento, però, non è
chiaro come si collocherà il progetto all’interno della schedule
del regista, già piena di diversi altri titoli in cantiere.
Il romanzo di Stephenson mescola
satira, fantascienza, narrativa di formazione e distopia, un mix di
generi che si rivelerà sicuramente congeniale allo stile di Wright,
come già dimostrato grazie alla Trilogia del Cornetto e a
Baby Driver. La storia è ambientata nel 2054 e segue le
vicende di un androide di nome Jared, che lavora come dentista. Un
giorno Jared scopre i film degli anni ’80 e ’90 e decide di
intraprendere una missione speciale: convincere gli umani che a lui
e agli altri androidi dovrebbe essere concessa la possibilità di
provare dei sentimenti. La missione lo condurrà attraverso un
viaggio lungo la costa occidentale degli Stati Uniti con
l’obiettivo di incontrare il suo programmatore e scrivere la
sceneggiatura di un film che sia in grado di cambiare il mondo.
Lo stesso Simon
Stephenson sarà coinvolto nell’adattamento cinematografico
in qualità di sceneggiatore. La Working Title si occuperà della
produzione, mentre la distribuzione è stata affidata alla Focus
Features, divisione della Universal Pictures.
Per quanto riguarda
Last Night in Soho, il nuovo film di Edgar Wright al quale il regista sta
attualmente lavorando, la pellicola dovrebbe arrivare nelle sale
americane il prossimo 8 ottobre (ma al momento l’attuale situazione
relativa alla pandemia di Covid-19 potrebbe far slittare
l’uscita).
Nel cast del film
figurano Anya
Taylor-Joy, Terence
Stamp, Diana Rigg, Matt
Smith e Thomasin McKenzie. Il regista
britannico ha definito il film come un thriller che si ispira alle
atmosfere di A Venezia… un dicembre rosso shocking (Don’t
Look Now) di Nicolas
Roeg e Repulsione di Roman
Polanski.
Tra i prossimi progetti di Wright
figura anche un documentario sulla rock
band Sparks, di cui il regista ha già
raccolto del materiale e filmato il concerto al O2 Forum Kentish
Town di Londra a Maggio 2018.
E’ entrato ufficialmente il
produzione il nuovo film di Edgar Wright Baby
Driver, pellicola d’animazione che ha ottenuto il
benestare della DreamWorks Animation.
Baby Driver è stato scritto insieme
all’amico DavidWalliams racconterà del concetto delle ombre,
ed è una sorta di nuova versione del film cancellato del
2013 Me and My Shadow.
I Manager dello studios che si
occupano del film hanno affermato:
“Edgar capeggerà un nuovo
approccio nei confronti di questa idea affascinante, e siamo
entusiasti di averlo a bordo come regista e come co-sceneggiatore
con David. Siamo sempre stati intrigati da un concept
cinematografico legato alle ombre, e ora con lo stile comico tipico
di Edgar e le sue abilità come narratore, il pubblico potrà
conoscere una storia davvero coinvolgente e ricca di
energia”.
Questo è il secondo progetto per
Edgar Wright, dato che è già al lavoro sul film
con Johnny Depp basato su
“L’esilarante mistero del papà scomparso”
di Neil Gaiman. Il film dovrebbe arrivare al cinema nel 2017.
Dopo il successo di Baby
Driver, Edgar Wright tornerà dietro la
macchina da presa per lavorare al documentario sulla rock band
Sparks, di cui ha già raccolto del materiale e
filmato il concerto al O2 Forum Kentish Town di Londra lo scorso
Maggio.
La conferma del suo prossimo
progetto è arrivata tramite una dichiarazione raccolta da Indiewire:
“Ho
girato il loro concerto a Londra ma il resto del film è ancora da
organizzare e stiamo attualmente perlustrando gli archivi. Sono un
fan degli Sparks da quando li ho visti su Top Of The Pops nel
1979“.
Gli
Sparks sono stati fondati nel 1972 dai fratelli
Ron e Russell Mael, e hanno pubblicato nel 1971 “Halfnelson”, “Big
Beat” nel 1976 e “No.” nel 1979. L’album più recente della band,
“Hippopotamus”, ha debuttato nel 2017 segnando quota 23 dei dischi
registrati in studio.
Ricordate Edgar Ramirez, capace
protagonista del Carlos di Olivier Assayas? Pare che l’attore
venezuelano sia ora coinvolto nel progetto dell’annunciato sequel
di Scontro tra Titani.
Il film, intitolato Wrath of the
Titans, vedrà Ramirez nel ruolo di un dio dell’Olimpo, pare Ares
dio della guerra, e sarà diretto da Jonathan Liebesman; nel film
torneranno i protagonisti del primo lungometraggio: Sam
Worthington, Liam Neeson e Ralph Fiennes nei ruoli rispettivi di
Perseo, Zeus e Ade. Ramirez si unirà al resto del cast che
per il momento comprende Toby Kebbel, ed una fortunata tra Hayley
Atwell, Georgina Haig, Janet Montgomery, Dominique McElligot e
Clemence Poesy che si stanno contendendo il ruolo di Andromeda.
Edgar Ramirez è uno
di quegli attori che ha già conquistato il pubblico di mezzo mondo
e sarebbe meglio tenerlo d’occhio perché potrebbe davvero scalare
l’Olimpo dello star system in futuro. L’attore si è fatto conoscere
grazie a dei ruoli iconici e grazie anche alla sua meticolosità nel
costruire i suoi personaggi.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Edgar Ramirez.
2. Ha recitato per la TV ed
è anche un produttore. Nel corso della sua carriera,
Ramirez ha avuto modo di prendere parte anche a diversi prodotti
televisivi di successo, come Carlos (2004),
American Crime Story (2018) e The Undoing – Le verità
non dette (2020). Prossimamente reciterà anche nelle serie
Florida Man (2022) e Black or White, Never Gray.
Ramirez, però, non ha svolto solo l’attività di attore, ma ha
vestito più volte i panni del produttore. Infatti, ha partecipato
alla realizzazione dei film Venezzia (2009),
Libertador (2013), Secreto de Confesion (2013),
Ti guardo (2015), primo film sudamericano a vincere il
Leone d’oro al Festiva di Venezia, e del corto Anto
(2017).
Edgar Ramirez: ha una moglie?
3. Non si è mai
sposato. L’attore ha una vita personale molto privata,
tanto da non far trapelare nulla a riguardo. Nonostante questo, è
appurato che l’attore non si sia mai sposato e pare che,
attualmente, non sia nemmeno fidanzato. L’attore, però, è stato al
centro delle cronache rosa, qualche anno fa, per la semplice voce
di corridoio che lo vedeva legato a Jessica
Chastain. Pare, infatti, che i due si siano
frequentati nel 2012 e che la storia sia durata per breve tempo.
Secondo alcuni rumors, l’attore sarebbe stato impegnato anche con
Ana de Armas
nel 2016, ma sarebbe durata poco anche in questo caso.
Edgar Ramirez in Point Break
4. Non è stato la prima
scelta. Per il ruolo di Bodhi, uno dei due protagonisti
del remake di Point Break, erano
stati considerati gli attori Tom Hardy,
Colin Farrell,
Hugh Jackman,
Jeremy Renner,
Chris Hemsworth
e Garrett
Heldlund. Infine, poi la scelta è ricaduta su Ramirez.
Una volta ottenuto il personaggio, l’attore si preparò attraverso
un lungo addestramento fisico, che gli permise di interpretare
personalmente molte delle scene più complesse, evitando di
ricorrere a controfigure.
Edgar Ramirez: non è lui il pittore
5. Esiste un suo omonimo
pittore. Cercando in rete ci si può imbattere in alcune
errate notizie che vorrebbero l’attore anche impegnato in qualità
di pittore. In realtà, si tratta di due persone distinte, ma dallo
stesso nome. Esiste infatti un Edgar Ramirez pittore, nato in una
città della provincia di Bogotá, in Colombia, nel 1970, noto per
essersi formato viaggiando tra Parigi e Londra. Trasferitosi in
Italia agli inizi di questo millennio, finalmente il pittore ha
trovato modo per mettere a frutto la sua esperienza firmando
diverse opere pittoriche e sculture di pregio.
Edgar Ramirez è Gianni Versace
6. Ha dovuto fare un sacco
di cambiamenti. Per interpretare Gianni
Versace in American Crime Story, l’attore si è
sottoposto ad una trasformazione fisica particolarmente
impegnativa. Egli è infatti ingrassato di ben 12 dodici chili e ha
dovuto essere assistito da un dialect coach per imparare a parlare
un inglese con accento italiano. Grazie a questa preparazione, a
cui si è aggiunto un lavoro di trucco non indifferente, Ramirez ha
raggiunto una somiglianza particolarmente impressionante con il
vero Versace.
7. Ha fatto ricerche
approfondite. L’attore ha più volte affermato di
trasformarsi in un vero e proprio giornalista (ha una laurea in
questo campo) quando si mette a fare le ricerche che riguardano il
personaggio che deve interpretare. E anche per dar vita a Gianni
Versace non è stato da meno: per prepararsi al ruolo, Ramirez ha
infatti letto articoli, guardato moltissime interviste e parlato
con le persone che erano molto vicine a Gianni versace. Così
facendo ha potuto comprenderne la personalità e i modi di fare.
Edgar Ramirez in
Domino
8. È stato il suo primo film
di rilievo. Dopo aver recitato in alcuni film di
produzione sudamericana, Ramirez ottiene una prima importante
occasione per farsi conoscere anche negli stati uniti grazie al
film Domino, con protagonista Keira Knightley e
basato sulla vera vita della cacciatrice di taglie Domino Harvey.
Nel film Ramirez interpreta il cacciatore di taglie Choco, ispirato
a Gerard Quiocho. L’attore avrebbe voluto incontrare quest’ultimo
per prepararsi al ruolo, ma gli fu erroneamente detto che il
cacciatore era morto. La sua interpretazione fu comunque molto
apprezzata e gli conferì grande popolarità.
Edgar Ramirez è su Instagram
9. Ha un profilo
social. L’attore ha voluto aprire anche un lui un proprio
account Instagram ufficiale che è seguito da qualcosa come 3,9
milioni di persone. Tra i suoi post, oltre a quelli dedicati ai
progetti lavorativi o a momenti di svago, sono molti quelli rivolti
al suo paese, il Venezuela, e alla situazione politica vigente.
Seguendolo si potrà dunque rimanere aggiornati su tutte le sue
attività e molto altro.
Edgar Ramirez: età e altezza
10. Edgar Ramirez è nato il
25 marzo del 1977a Caracas, in
Venezuela. La sua altezza complessiva corrisponde a 178
centimetri.
L’attore venezuelano, che vedremo
prossimamente ne La furia dei Titani, è entrato nel cast di Corpus
Christi, film che segnerà il ritorno dietro la macchina da presa
del regista di Donnie Darko a tre anni di distanza da The Box. La
storia, ambientata nel 2014, seguirà le vicende di Paciencia de La
Rosa (Ramirez) un veterano della guerra in Irak, sofferente di
sindrome da stress post-traumatico, che stringe una pericolosa
alleanza con un industriale texano. Kelly ha raccolto le risorse
necessarie a girare il film grazie al contributo di amici come Eli
Roth e Robert Rodriguez, che ha posto il progetto sotto l’ala
protettrice della sua compagnia, la Quick Draw.
Lo stesso Rodriguez ha dichiarato
recentemente che un film come Corpus Christi risponde pienamente
allo scopo per cui è nata la Quick Draw: dare a registi innovativi
la possibilità di realizzare le proprie idee e stupire così il
pubblico. Kelly dovrebbe avviare le riprese il luglio in Texas, ad
Austin e (ovviamente) a Corpus Christi.
L’attore
Edgar Ramirez si è unito a Jennifer
Lawrence nel cast di Joy, il
prossimo film del regista David O. Russell che si
baserà sulla vita di Joy Mangano.
La pellicola si baserà su “Miracle
Mob” la storia vera di JoyMangano(Lawrence) che a parte dal 1990
diventò famosa per essere riuscita a vendere le sue invenzioni
all’Home Shopping Networ. Edgar Ramirez sarà
TonyMiranne
prima marito della Mangano e poi ex perché la coppia divorziò
qualche tempo dopo essersi sposati, matrimonio che diede a Joy tre
figli.
La produzione di
Joy comincerà a febbraio 2015; la
sceneggiatura originale del film è stata scritta da Annie
Mumolo (Le Amiche della Sposa) e
riscritta in un secondo momento da David O.
Russell. John Davis e John Fox della Davis Entertainment
produrranno con Ken Mok.
Tra le numerose collaborazioni di
Mike Flanagan con Netflix
ci sono miniserie horror adattate dal lavoro di Shirley
Jackson (The
Haunting of Hill House) e Henry James
(The
Haunting of Bly Manor). Si tratta sempre di adattamento moderni
di classici del canone letterario. Sembra così molto logico,
consequenziale quasi, che ora Flanagan e Netflix
si siano messi al lavoro su Edgar Allan Poe, che ha avuto una forte
influenza sia su James che su Jackson.
La caduta della casa
Usher infatti è il titolo di un racconto di Poe e in
quella storia, un narratore senza nome viene convocato nella tenuta
del suo vecchio amico, Roderick Usher. La casa è occupata da
Roderick e sua sorella gemella, Madeline, che vivono entrambi in
uno stato di avanzato decadimento mentale e spirituale. La casa
stessa, sospetta il narratore, ha in qualche modo assorbito la loro
malattia. Ma per quello che riguarda l’adattamento Netflix, questo racconto non è il solo di
Edgar Allan Poe a cui si ispira la serie (sulla
piattaforma dal 12 ottobre,
qui la recensione). Ecco di seguito tutti i
riferimenti a Poe che contiene la serie.
Gli Usher di Mike
Flanagan sono una grande e litigiosa famiglia, gli eredi
di una dinastia farmaceutica. Questi personaggi sono basati su
altri personaggi del corpus di racconti di Poe, reinventati
attualizzandoli e piegandoli alle esigenze del racconto. Gli Usher
costruirono la loro fortuna grazie alla spietata società
farmaceutica Fortunato. Ora però qualcuno li sta perseguitando, uno
per uno, e si sta vendicando. Si tratta di un adattamento molto
libero della storia omonima. Gli Usher letterari sono una famiglia
benestante, ma Roderick non ha figli. L’intera famiglia Usher, che
risale a generazioni, è nota per aver prodotto un solo erede per
ogni generazione, e quindi non si è mai espansa al di fuori della
loro unica tenuta.
“Il corvo” è una delle poesie più
famose al mondo ed è senza dubbio l’opera più famosa di Poe, tanto
che, quando nel 2012 uscì un film che voleva raccontare la vita e
l’opera di Edgar Allan Poe, questo era intitolato
proprio The Raven. Nella poesia, il nostro narratore è
sveglio fino a tardi in una fredda sera d’inverno. Non riesce a
dormire perché è addolorato per il suo amore, Lenore, “la
fanciulla rara e radiosa che gli angeli chiamarono Lenore”. Un
corvo vola in casa dalla sua finestra e lui non riesce a farlo
uscire. Il corvo può pronunciare solo una parola, “mai più”, che
viene generalmente interpretata come un simbolo che il narratore
non supererà mai il suo dolore.
Guardando ai titoli di tutti gli
otto titoli degli episodi, e Una tetra Mezzanotte
dell’episodio 1 e Il corvo dell’episodio 8 sono
entrambi riferimenti a questa poesia. Nella serie Netflix,
un corvo perseguita Roderick Usher. Inoltre, il personaggio
interpretato da Carla Gugino – un’entità soprannaturale che
sembra intenzionata a vendicarsi dell’intero clan Usher – si chiama
Verna, anagramma di Raven – Corvo in inglese.
Verna e il corvo possono essere forme alternative della stessa
creatura. Infine, la nipote di Roderick (Kyliegh
Curran), l’unico membro innocente della famiglia Usher, si
chiama Lenore.
La maschera della morte
rossa è una storia di vendetta, basata sulla stessa
divisione di classi che in parte racconta la serie. Edgar Allan Poe ambienta questo racconto in un
periodo di peste noto come Morte Rossa, durante il quale la classe
alta di una città medievale si rinchiude nel palazzo del principe
Prospero. Pensando di essere al sicuro dall’infezione, si lanciano
in un lussureggiante ballo in maschera. Ma un ospite misterioso,
che indossa una maschera da scheletro, invade la festa e ne
consegue l’orrore.
L’episodio 2 si intitola La
maschera della morte rossa e uno dei tanti figli di
Roderick è Prospero (Sauriyan Sapkota), che è il
nome del principe che organizza il ballo in maschera.
Mark Hamill
interpreta Arthur Pym, l’avvocato della famiglia Usher, noto anche
come “il Pym Reaper”. Pym è una sorta di riparatore iper-competente
della famiglia, e si occupa del lavoro sporco degli Usher. Il nome
deriva da Storia di Arthur Gordon Pym, l’unico romanzo di Poe.
Il romanzo, che Poe scrisse perché i suoi racconti dell’orrore non
vendevano, era inteso come un punto di partenza.
È una storia serializzata su un
giovane che cerca l’avventura in alto mare e il personaggio di
Hamill, in effetti, viene dipinto come un uomo dal passato
misterioso e avventuroso capace di tutto, che in età adulta ha
prestato con devozione i suoi servigi alla famiglia Usher.
La maggior parte della storia sarà
raccontata in flashback, narrati da Roderick a Dupin (Carl
Lumbly). In un lontano passato, incontreremo la prima
moglie di Roderick Usher, nonché l’amore della sua vita, di nome
Annabelle Lee (Katie Parker). Anabelle Lee è anche
il nome della poesia di Poe su un amore infantile scomparso. Si
ritiene generalmente che la poesia sia ispirata alla moglie di Poe,
Virginia Eliza Clemm, che era anche sua cugina. Poe, la cui
biografia è piuttosto sgradevole, sposò Clemm quando lei aveva 13
anni e lui 26.
A prima vista, nella serie Netflix
ci sono innumerevoli altre allusioni a Poe alcune fondamentali per
la storia, altre solo divertente Easter Egg. Dupin di Carl Lumbly è
un avvocato che tenta di fare giustizia incriminando gli Usher, il
nome completo del suo personaggio è C. Auguste
Dupin, il nome di un detective che appare in tre romanzi
polizieschi di Poe, tra cui I delitti della Rue
Morgue, che condivide il nome con l’episodio 3 della
serie. Dupin, predecessore di Sherlock Holmes, è considerato il
primo detective della letteratura. Si ritiene che Poe abbia
essenzialmente inventato anche questo genere, che chiamò i suoi
“racconti di raziocinio” perché il termine “giallo” non esisteva
ancora. Qui, il personaggio di Dupin è stato fuso insieme a quello
del narratore in La caduta della casa degli Usher.
La maggior parte dei nomi dei
personaggi sono stati chiaramente tratti dai testi di Poe, ma
spesso non c’è alcun collegamento con le storie da cui sono stati
presi in prestito i nomi. Ciascuno dei nomi dei figli di Roderick
deriva dalle opere minori di Poe. Frederick (Henry
Thomas) è un uomo tedesco che eredita la fortuna della sua
famiglia e poi diventa tragicamente ossessionato da un cavallo
nella storia “Metzengerstein“.
Tamerlane (Samantha Sloyan) era un conquistatore
storico su cui Poe scrisse una poesia. Napoleone, Leo nella serie,
(Rahul Kohli) è un uomo vanitoso che rifiuta di
indossare gli occhiali in Gli Occhiali. Camille
(Kate Siegel) è vittima di un orango omicida in
I delitti della Rue Morgue. Victorine
(T’Nia Miller) viene sepolta viva in La
sepoltura prematura. William Wilson (Matt
Biedel), il marito di Tamerlane, è perseguitato dal suo
doppelgänger in “William Wilson”.