In programma su
AppleTV+ nel 2026, la serie Cape
Fear è ispirata al romanzo di John D.
MacDonaldThe Executioners. La storia è già stata
adattata due volte in precedenza, con il film Cape
Fear – Il promontorio della paura di Martin Scorsese del 1991 e una versione del
1962. Il romanzo racconta la storia di un avvocato perseguitato da
un uomo che ha contribuito a mandare in prigione. Ora, con la nuova
serie in arrivo, sembra proprio che il racconto si farà ancora più
intenso. A rivelarlo è proprio una delle star dello show,
Patrick Wilson.
Durante un’intervista con Perri
Nemiroff di Collider, Wilson ha paragonato
la serie agli altri adattamenti della storia. Quando gli è stato
chiesto cosa distingue lo show dai due adattamenti cinematografici,
Wilson ha affermato che la serie porterà le cose “oltre”
rispetto a entrambi i film. “La risposta rapida è che, beh, non
c’è una risposta rapida. Voglio dire, penso che, guardate, quello
che il libro ha fatto a Robert Mitchum, ogni volta che hanno fatto
una sorta di ricostruzione, è stato più che altro costruire un
mondo ed espandere le relazioni, espandere i personaggi”.
“E quindi noi lo portiamo
oltre”, ha raccontato l’attore. “Questo non è solo un
adattamento del film di Scorsese, questo è certo. Prendiamo il
nucleo di quello, lo rispettiamo, o un nucleo di quello, lo
rispettiamo, e poi lo allunghiamo e lo rendiamo ancora più
distorto. Quindi manteniamo molto di quello spirito, ma lo
spingiamo decisamente oltre grazie a quello e a tutti quei grandi
registi”, conclude l’attore.
Cosa significa questo per la serie
Cape Fear di AppleTV+
Dato che il film Cape Fear
di Scorsese del 1991 è stato sottovalutato al momento della sua
uscita, molti appassionati di cinema potrebbero non ricordarlo
molto bene. In realtà, alcuni potrebbero ricordare il film di
Scorsese più che altro per aver ispirato un episodio parodia dei
Simpsons (stagione 5, episodio 2), che è uno dei migliori della
serie. Questo potrebbe indurre alcuni a sottovalutare l’importanza
del commento di Wilson sulla serie in uscita. Nel film di Scorsese,
la versione di Max Cady interpretata da Robert De Niro era un personaggio
terrificante.
Uno dei motivi per cui il Cady del
film era così spaventoso era che il film permetteva agli spettatori
di comprendere meglio il personaggio. Sebbene Cady fosse maniacale
e incline alla rabbia, poteva anche essere tranquillo, manipolatore
e persino vulnerabile. Sulla base dei commenti di Wilson, la serie
Cape Fear di AppleTV+ approfondirà il personaggio
di Cady ancora più di quanto abbia fatto il film di Scorsese.
Entrare davvero nella mente di un personaggio come Cady potrebbe
facilmente renderlo ancora più spaventoso.
Dato che De Niro era così autorevole
nel ruolo, sarà però difficile essere all’altezza di una nuova
versione di Cady. Tuttavia, essendoci Javier Bardem ad interpretarlo, ci si può
aspettare una grande interpretazione. D’altronde, l’attore è
diventato celebre per la sua performance come spietato sociopatico
nel film Non è un paese per vecchi, ancora oggi uno
dei killer più spaventosi della storia del cinema. Dato anche
l’aspetto del personaggio, svelato da alcune foto dal set, ci si
può aspettare un nuovo minaccioso antagonista.
Blue Beetle
potrebbe fare un’apparizione nella seconda stagione di Peacemaker?
James Gunn sembra aver confermato in modo
criptico che l’eroe con lo scarabeo apparirà in qualche momento
della serie, ma non specifica in quale stagione. Parlando con IMDB
(tramite l’account Instagram del sito),
l’intervistatore ha detto di essere un grande fan di Blue Beetle e
di sperare di vedere il personaggio apparire nei futuri episodi
della serie. Gunn ha risposto in modo interessante: “Beh, sai,
non direi che non sei fortunato”.
Il margine di manovra di Gunn sta
nel fatto che non ha specificato in quale stagione apparirà il
personaggio e non ha specificato quale Blue Beetle. Come
noto, il film Blue
Beetle confermava che Ted Kord un tempo ricopriva il
ruolo di Blue Beetle ed era a capo della Kord Industries prima di
scomparire in circostanze misteriose. Il suo destino viene
accennato nella scena a metà dei titoli di coda, dove un messaggio
preregistrato emerge dal suo vecchio sistema informatico.
In esso, Kord rivela di essere
ancora vivo e chiede che qualcuno contatti sua figlia. Questa
rivelazione ha alimentato una delle principali teorie dei fan,
secondo cui Kord sarebbe rimasto bloccato in una dimensione
alternativa a seguito di un esperimento fallito. Il momento in cui
è stata avanzata questa ipotesi è particolarmente intrigante, dato
che la seconda stagione di Peacemaker è destinata ad approfondire il
concetto di realtà alternative attraverso la Quantum Unfolding
Chamber, creando potenzialmente un punto di incontro con il film e
un’occasione per Kord di tornare a casa.
Più recentemente, in un’altra
intervista, Gunn ha anche collegato i personaggi, affermando che
entrambi avevano dei progetti in un momento in cui il DCEU era in
uno stato di cambiamento, rendendo molto facile portarli nel
DCU. Il regista ha inoltre in precedenza
confermato che il personaggio sarà uno di quelli che dal DCEU varrà
“salvato” e portato anche nel DCU, quindi il suo ingresso in scena
è da ritenere molto probabile da qui in avanti. Che ciò possa
avvenire proprio nel corso di Peacemaker?
Tutto quello che sappiamo della
stagione 2 di Peacemaker
“La gente sta capendo che la
seconda stagione di Peacemaker riguarda due dimensioni, e questo è
davvero il cuore della serie”, ha spiegato Gunn durante una
recente intervista con Rolling Stone. “Ma non è che una di
queste sia la vecchia DCEU e l’altra la DCU. La questione viene
affrontata in modo diverso, in modo molto diretto in una stagione
in cui quasi tutto nella prima stagione è canonico e alcune cose
non lo sono. E infatti ho registrato un podcast con gli attori
Steve Agee e Jen Holland“.
“Abbiamo parlato di ogni
episodio di Peacemaker e in quegli episodi ho spiegato cosa è
canonico e cosa non lo è. In pratica ho eliminato alcune piccole
cose della prima stagione di Peacemaker che non sono canoniche,
come Aquaman. Ma la maggior parte delle cose è canonica“.
Stando a queste parole di Gunn, sarà dunque interessante scoprire
cosa la seconda stagione aggiungerà alla storia di Peacemaker e
come lo renderà a tutti gli effetti un personaggio del DC
Universe.
“Peacemaker esplora la storia
del personaggio che John
Cena riprende all’indomani del film del 2021 del produttore
esecutivo James
Gunn, Suicide Squad – un uomo irresistibilmente
vanaglorioso che crede nella pace ad ogni costo, non importa quante
persone debba uccidere per ottenerla!”, è stato poi riferito.
I dettagli precisi sulla trama della seconda stagione sono ancora
per lo più nascosti, ma sappiamo che Frank Grillo riprenderà il ruolo di Rick Flag
Sr. e cercherà di vendicarsi per l’uccisione da parte di Peacemaker
di suo figlio Rick Jr. (Joel
Kinnaman) avvenuta in The Suicide Squad.
In The Batman, la
trasformazione di Colin Farrell nel Pinguino ha ottenuto un
grande successo, ma il suo tempo effettivo sullo schermo è stato
sorprendentemente breve. Farrell ha sottolineato di essere apparso
solo in cinque o sei scene, per un totale di circa nove minuti
delle tre ore di durata del film. Piuttosto che essere un cattivo
centrale, il suo Pinguino ha funzionato come figura di supporto, un
mafioso di medio livello con legami con il dipartimento di polizia
di Gotham City.
Ha fornito a Batman indizi
essenziali durante le indagini e ha svolto un ruolo memorabile in
una delle sequenze di inseguimento più avvincenti del film. Questo
tempo limitato sullo schermo era ovviamente voluto. I realizzatori
del film hanno utilizzato la sua presenza per introdurre il
personaggio senza oscurare la trama principale, gettando le basi
per sviluppi futuri.
Queste fondamenta hanno infatti
aperto la strada a The
Penguin, una serie spin-off che continua direttamente
dopo gli eventi di The Batman, tracciando la sua
spietata ascesa nella malavita di Gotham e consolidando la sua
posizione di potente protagonista. La serie ha ricevuto ampi
consensi dalla critica, con molti recensori che ne hanno
sottolineato la narrazione cruda e avvincente. I critici spesso
tracciano parallelismi con iconici drammi polizieschi come
I Soprano, sottolineando la simile combinazione di
intensità, profondità dei personaggi e ambiguità morale.
Ora, con l’attesa che cresce per
The Batman – Parte II, Farrell ha condiviso
durante un’intervista quel poco
che sa sul ritorno del Pinguino, e sembra che la sua presenza
potrebbe essere altrettanto limitata, se non minore, rispetto al
primo film. “Non credo di avere molte scene, ma sarò lì per
qualsiasi cosa. Matt Reeves è davvero brillante. Non so ancora
quale sarà la trama”, ha detto Farrell. Considerando il potere
raggiunto dal personaggio, se anche dovesse comparire per poco nel
film, c’è da aspettarsi scene importanti e che il suo potere si
estenda ben oltre la sua presenza in scena.
Tutto quello che sappiamo su
The Batman – Parte II
The
Batman – Parte II è uno dei film più attesi del nuovo
panorama DC, ma il suo percorso produttivo non è stato privo di
ostacoli. Inizialmente previsto per ottobre 2025, il sequel diretto
da Matt Reeves è stato rinviato al 1°
ottobre 2027. I ritardi sono stati giustificati da
esigenze legate alla scrittura della sceneggiatura e al calendario
riorganizzato della DC sotto la nuova guida di James Gunn e Peter Safran,
che stanno ristrutturando l’intero universo narrativo. Nonostante
ciò, Reeves ha confermato che
le riprese inizieranno nella primavera
2026 e Gunn ha recentemente letto la
sceneggiatura, definendola “grandiosa”, un segnale incoraggiante
per i fan.
Sul fronte del cast, è confermato il
ritorno di Robert Pattinson nei panni di Bruce
Wayne/Batman, all’interno dell’universo narrativo alternativo noto
come “Elseworlds”, separato dal DCU principale. Dovrebbero tornare anche Jeffrey Wright come il commissario Gordon e
Andy Serkis nel ruolo di Alfred. I rumor più
insistenti ruotano attorno alla possibile introduzione di
Harvey Dent/Due Facce e Clayface (che avrà inoltre un film tutto suo)
come villain principali, anche se nulla è stato ancora
ufficializzato. C’è chi ipotizza un ampliamento del focus sulla
corruzione sistemica di Gotham, riprendendo i toni noir e
investigativi del primo capitolo, con Batman sempre più immerso in
un mondo in cui la linea tra giustizia e vendetta si fa
sottile.
Per quanto riguarda la
trama, le indiscrezioni suggeriscono un’evoluzione
psicologica per Bruce Wayne, alle prese con le conseguenze delle
sue azioni e un Gotham sempre più caotica, anche dopo gli eventi
della serie spin-off The Penguin con Colin Farrell (anche lui probabile membro del
cast). Alcune fonti parlano di un possibile scontro morale con
Harvey Dent, figura ambigua per eccellenza, o di un Batman
costretto a confrontarsi con i limiti del suo metodo. Al momento,
tutto è però ancora avvolto nel riserbo, ma la conferma della
sceneggiatura completa e approvata lascia ben sperare per l’inizio
delle riprese entro l’autunno e per un sequel che promette di
essere ancora più cupo, ambizioso e introspettivo.
Reeves spera naturalmente che il suo
prossimo film su Batman abbia lo stesso successo del primo.
The Batman del 2022 ha avuto un’ottima performance
al botteghino, incassando oltre 772 milioni di dollari in tutto il
mondo e ottenendo un ampio consenso da parte della critica. Queste
recensioni entusiastiche sono state portate avanti nella stagione
dei premi, visto che il film ha ottenuto quattro nomination agli
Oscar. Nel frattempo, Reeves ha espanso la serie DC
Elseworld con la già citata serie spin-off di Batman,
The Penguin, disponibile su Sky e NOW, per
l’Italia.
Il film del 2025 The
Conjuring – Il rito finale è il quarto capitolo della
serie di punta Conjuring (che ha anche dato vita alle serie
spin-off Annabelle e The Nun), in cui
Patrick Wilson e Vera Farmiga interpretano i demonologi
Ed e Lorraine Warren. Al cinema dal 4 settembre, questo nuovo
capitolo è stato promosso come l’ultimo della serie, al punto che i
trailer promettono che gli spettatori scopriranno perché il caso
alla base del film è stato l’ultimo dei Warren. Tuttavia, quel
presunto gran finale potrebbe non essere poi così definitivo.
Durante una recente intervista con
The Hollywood Reporter, il presidente e CCO della New Line
Richard Brener ha dichiarato che “questo è
l’ultimo di quelli che chiamiamo fase uno” e che “speriamo
di poterne realizzare altri”, anche se “la fase due è
ancora da definire”. In
un’intervista con Tatiana Hullender di ScreenRant durante la
promozione del film, Wilson e Farmiga hanno ora condiviso le loro
reazioni all’annuncio, di cui Wilson dice di non aver sentito
parlare fino a quel giorno.
“Lo adoro. Tipo, Fase Uno? Non
ne avevo mai sentito parlare prima che venisse menzionato oggi. Non
ne ho idea. È così difficile. Non riesco realisticamente a separare
me e Vera da The Conjuring, quindi non ho idea di cosa significhi.
Se decidessero di fare il film The Conjuring senza di noi, non
saprei nemmeno cosa dire!“, ha affermato Wilson. L’attore ha
però poi aggiunto: “Tutto quello che so è che questo film è la
fine del nostro viaggio, ed è così che l’abbiamo affrontato. È
sicuramente il modo giusto per concludere questa serie che abbiamo
realizzato”.
“Cioè, certo, potremmo
continuare. Abbiamo più di 50 anni, e Lorraine ha vissuto fino a 90
anni mentre Ed ne aveva 70, quindi la possibilità c’è. Ma ci sono
così tante altre domande che vanno oltre le nostre competenze e la
nostra responsabilità. Non siamo ideatori e non siamo produttori di
questo progetto. Quindi non conosciamo alcun grande piano di cui
stiamo nascondendo le informazioni“, conclude l’attore. Gli fa
eco Farmiga, che aggiunge: “Assolutamente. Per quanto ne
sappiamo, abbiamo appeso i rosari. Il crocifisso è tornato sulla
parete, e questo è tutto”.
La trama e il cast di The Conjuring – Il rito
finale
La sinossi ad oggi diffusa di
The
Conjuring – Il rito finale recita: “Cinque anni
dopo il processo ad Arne Johnson, i coniugi Warren hanno lasciato
l’attività investigativa per dedicarsi al lavoro universitario.
Tuttavia, quando il lavoro scarseggia, i due decidono di seguire un
ultimo caso, quello di Janet e Jack Smurl, la cui casa sembra
ospitare un’entità sovrannaturale”.
Accanto
a Vera Farmiga e
Patrick Wilson, nel cast troviamo Mia
Tomlinson e Ben Hardy nei ruoli di
Judy Warren, figlia di Ed e Lorraine, e del suo
fidanzato Tony Spera, oltre a Steve
Coulter, che torna nei panni di Padre
Gordon, e Rebecca Calder, Elliot
Cowan, Kíla Lord Cassidy, Beau
Gadsdon, John Brotherton e
Shannon Kook. Chaves dirige una sceneggiatura di
Ian Goldberg & Richard Naing e
David Leslie Johnson-McGoldrick, su un soggetto di
David Leslie Johnson-McGoldrick & James Wan basato sui personaggi
creati da Chad Hayes & Carey W. Hayes.
The Conjuring – Il rito finale sarà
distribuito da Warner Bros. Pictures nelle sale italiane il 4
settembre.
Il film su Elvis
(qui la nostra recensione) del
regista Baz Luhrmann
racconta la vita della leggenda del rock and roll, concludendosi
con un finale sottile che riassume il percorso del cantante come
icona musicale, piuttosto che una decostruzione senza veli dei suoi
ultimi giorni. Il film segue dunque Elvis (Austin
Butler) dalla sua infanzia ai primi successi, ai
conflitti con la sua identità, ai fallimenti, alle rimonte e,
infine, a dove si è ritrovato alla fine della sua vita, il che è
sia tragico che rivelatore dell’uomo che sarebbe diventato noto
come “Il Re del Rock and Roll”.
Sebbene il film di Luhrmann non
eviti di affrontare la sua tossicodipendenza, gli altri aspetti
della sua complessa vita, tra cui l’infedeltà, il deterioramento
della salute e le sue strane manie, fissazioni e stranezze, sono
stati per lo più accennati o attenuati. Il film
Elvis si concentra su un uomo che cercava di
sfuggire a se stesso, mentre cercava di essere l’eroe della propria
storia e affrontava la possibilità di non esserlo. Tuttavia, questo
film biografico non mostra la
vera fine della vita di Elvis Presley. Ecco allora la
spiegazione del finale e del significato del film.
Elvis licenzia il colonnello
Parker sul palco: è davvero andata così?
Alla fine del film, Elvis si
esibisce all’International di Las Vegas dopo aver appena scoperto
che il colonnello Tom Parker (Tom
Hanks) gli aveva mentito per decenni sulla sua
identità. Parker era in realtà un immigrato clandestino olandese di
nome Andreas Cornelis Dries van Kuijk che aveva
così tanta paura di essere scoperto (e deportato) da tenerlo
segreto, il che ha influenzato la carriera cinematografica e
musicale di Elvis Presley. Poiché Parker non poteva ottenere un
passaporto, ha combattuto con veemenza contro Elvis che voleva
lasciare il Paese per andare in tour, cosa che l’artista desiderava
ardentemente fare (e che non ha mai fatto).
Il finale del film spiega che Elvis
chiama Parker alla fine del suo spettacolo davanti a tutto il
pubblico, rivelando che era un clandestino e annunciando che lo
licenzia proprio prima che cali il sipario. I due si scontrano nel
backstage ed Elvis ribadisce che la loro partnership commerciale è
finita, spingendo Parker a redigere un elenco dei debiti che Elvis
ha nei suoi confronti per i suoi servizi, al fine di porre fine
alla loro collaborazione. La realtà di questa scena era leggermente
diversa, ma serviva a rendere gli eventi ancora più drammatici.
La vera storia dietro questo
incidente di Elvis è avvenuta nel 1973, quando Elvis si è scagliato
sul palco contro l’hotel (che all’epoca era stato acquistato dalla
Hilton) perché aveva licenziato un membro del personale di cucina a
cui era affezionato. Sia nel film che nella vita reale, Elvis e il
Colonnello hanno deciso di continuare la loro collaborazione. Il
Parker di Hanks dice all’Elvis di Butler che sono “uguali”, essendo
“due bambini strani e solitari, alla ricerca dell’eternità”,
mostrando il modo in cui il Colonnello poteva manipolare Elvis
alimentando la paura del cantante di essere dimenticato. Il
Colonnello si posizionò come l’unico in grado di comprendere la
situazione di Elvis.
Elvis e Priscilla: la fine del
loro matrimonio e cosa significò
Nel film, il cantante Elvis e sua
moglie Priscilla decidono di divorziare, il che
viene condensato in un’unica scena a Graceland in cui Priscilla lo
lascia, portando con sé la loro figlia Lisa Marie.
Sconvolta dalla sua freddezza, dalla mancanza di affetto e dalla
sua dipendenza dalle droghe, Priscilla lo lascia solo nella villa,
il che viene descritto come un colpo devastante per Presley. Nella
vita reale, ci furono tradimenti da entrambe le parti, un aborto
spontaneo e un carattere prepotente da parte di Elvis che non
prometteva nulla di buono per la moglie.
Più avanti nel film, mentre Elvis
continua a fare tournée e la sua salute peggiora, il rapporto tra
lui e Priscilla veniva mostrato come più amichevole e affettuoso
rispetto a quando erano sposati. Questo è qualcosa che Priscilla ha
menzionato negli anni successivi alla sua morte, poiché il loro
legame ha assunto una nuova forma dopo il divorzio e lei è
diventata una sorta di confidente per il cantante interpretato.
Nell’ultima scena tra Priscilla ed Elvis, i due sono sulla pista
dell’aeroporto, dove entrambi prendono posto sul sedile posteriore
della sua limousine per parlare, tenendosi persino per mano.
Elvis Presley sembra stanco e cupo
mentre parla, affermando che sta per compiere 40 anni e confessando
la sua paura di raggiungere quel traguardo, dicendo: “Nessuno
si ricorderà di me”. Priscilla riconosce il suo dolore e lo
supplica di farsi aiutare, ma lui respinge il suggerimento con
disprezzo. Mentre Priscilla e Lisa Marie se ne vanno per salire
sull’aereo, Elvis guarda Priscilla e le sussurra: “Ti amerò per
sempre”. In realtà, Elvis confessò le sue paure di essere
dimenticato a una corista, cosa che Priscilla scoprì in seguito.
Tuttavia, il finale del film di Baz Luhrmann spiega che Elvis
avrebbe, in realtà, amato Priscilla per sempre.
Elvis interpreta Unchained Melody:
perché il film termina con questa esibizione
L’ultima scena di
Elvis riproduce una vera esibizione del Re,
avvenuta appena sei settimane prima della sua morte durante un
concerto a Rapid City, nel South Dakota, il 21 giugno 1977.
L’esibizione mostrata nel film è quella di Elvis che canta la
canzone “Unchained Melody” scritta da Hy
Zaret, considerata da molti l’ultimo grande momento della
carriera del cantante. Elvis salì sul palco e cantò a squarciagola
la melodia come se stesse cantando con tutto il cuore per salvarsi
la vita. Il finale del film mostra che anche in punto di morte,
Elvis era in grado di cantare in modo straordinario.
Piuttosto che concludere il film
con una nota triste, mostrando il cantante in eccessivo declino o
morente nel bagno di Graceland, il film si concentra invece sul
motivo per cui Elvis è ricordato, che non è per come è morto, ma
per come ha vissuto. Per un cantante che temeva di essere
dimenticato e di non raggiungere mai l’eternità, l’esibizione di
“Unchained Melody” è servita a ricordare il suo potere
duraturo e la sua sostenibilità, che ha portato Butler a ricreare
il momento in modo quasi identico a come è andato (è l’unica scena
del film in cui l’attore indossa delle protesi per mostrare
l’aspetto più pesante di Elvis in quel momento).
La canzone, il momento e la
performance stessa di Austin Butler sono la
perfetta incarnazione del motivo per cui Elvis è così venerato,
come spiegato nel finale del film di Baz Lurhmann, che racchiude il
suo percorso da hit-maker sano e vivace ad artista debilitato e in
difficoltà che ha ricordato al pubblico perché non sarebbe mai
stato dimenticato, anche se la fine si avvicinava. La canzone
accompagna il film, proprio mentre il colonnello Parker soccombe
alla morte e la sua voce viene messa a tacere in ospedale, mentre
quella di Elvis continua a risuonare con forza, riverberando oltre
la morte.
L’intero film su Elvis ha
sorvolato sui suoi problemi di salute
Alla fine della sua vita, Elvis
aveva più problemi di quanti il film abbia voluto ammettere. Molti
altri film biografici su musicisti, come Bohemian
Rhapsody, non trattano la seconda metà della vita di
queste figure prolifiche, concentrandosi principalmente sulla loro
ascesa alla fama e alla notorietà. Detto questo, Elvis ha lottato
con un discreto numero di problemi di salute che il film non ha
affrontato, portando alla sua tragica scomparsa. La sua storia non
è dissimile da quella di altri artisti che sono stati costretti a
esibirsi nonostante i continui problemi di abuso di droghe e salute
mentale, come Amy Winehouse.
Sebbene Elvis soffrisse di
dipendenza da pillole, come spiegato nel finale del film, aveva
dolori cronici e problemi di salute che potrebbero averla
alimentata. Forrest Tennant, autore di The
Strange Medical Saga of Elvis Presley, riteneva che il
cantante soffrisse in realtà della sindrome di Ehlers-Danlos, una
malattia del tessuto connettivo responsabile di dolori cronici e
altri problemi di salute. Molti credono erroneamente che la morte
di Elvis sia stata causata da un’overdose di droga.
Tuttavia, il Re del Rock and Roll
ha effettivamente avuto un infarto, favorito dai farmaci
prescritti, da un ingrossamento del cuore, dal diabete di tipo II e
da una dieta gravemente malsana. Se a questo si aggiunge il fatto
che probabilmente soffriva di EDS, il risultato è una ricetta per
il disastro. Il suo medico personale, George
Nichopoulos, è stato processato per aver prescritto
farmaci in eccesso al cantante, ma è stato assolto. Tuttavia, nel
1995 gli è stata revocata la licenza medica. La gravità delle
difficoltà di Elvis è stata dunque notevolmente minimizzata nel
film, tanto che la loro omissione sembra una svista controintuitiva
in questo omaggio altrimenti lodevole all’eredità del Re.
Data la figura iconica al centro
del film biografico di successo, molti fan si chiedono quanto sia
accurato il film Elvis.
Il film di Baz Luhrmann offre uno sguardo ostentato sulla vita di
Elvis Presley e, come in ogni progetto di Luhrmann, l’accuratezza
inevitabilmente cede il passo allo spettacolo. Raccontato
attraverso flashback dal punto di vista del colonnello Tom Parker
(Tom
Hanks), Elvis ripercorre la carriera del Re, dagli
esordi nell’anonimato fino a diventare un’icona internazionale.
Elvis è stato un successo al botteghino e ha ottenuto
numerosi riconoscimenti, tra cui le nomination per Austin Butler come miglior attore e miglior
film. Tuttavia, l’accuratezza del film è ancora in discussione.
Sebbene il rapporto tra Elvis
Presley e il colonnello Tom Parker fosse certamente teso, e persino
conflittuale, Elvis non fornisce una rappresentazione
completa del loro tempo insieme. Alcune scene sono completamente
inventate o stravolgono gli eventi per adattarli alla narrazione di
Parker come antagonista assoluto. Ma questo non è l’unico aspetto
in cui il film su Elvis Presley si prende delle libertà con la
verità. Sia per quanto riguarda il percorso artistico di Elvis che
la sua personalità come uomo, Elvis è colpevole di semplificare
eccessivamente per assecondare la storia quasi idolatra di
Luhrmann.
Il colonnello Tom Parker di
Elvis cambia
Tom Hanks interpreta il colonnello Tom Parker nel film Elvis
(2022)
Il personaggio di Tom Hanks è
reso il cattivo della storia
Molti dei cambiamenti nel film su
Elvis Presley ruotano attorno al controverso colonnello Tom Parker.
Secondo la sua rappresentazione nel film, Parker era una figura
quasi completamente venale ed egoista che, in molti casi, ha dato
suggerimenti che avrebbero potuto avere conseguenze disastrose, se
non fosse stato per l’intervento istintivo di Elvis. Ad esempio,
relativamente all’inizio del film, Parker cerca di convincere Elvis
a moderare alcuni aspetti della sua performance per soddisfare i
settori più conservatori.
In un’intervista (tramiteVariety), la biografa Alanna Nash ha smentito diverse
affermazioni di Elvis sul suo manager. Per quanto riguarda
il desiderio di Parker di attenuare alcune delle esibizioni più osé
del cantante, Nash sottolinea che era vero il contrario:
Gli piaceva che Elvis facesse
ciò che attirava la gente nel grande tendone. Ascoltate, questo
tizio non era uno stupido! Parker adorava che Elvis fosse come uno
spogliarellista… come le ragazze del circo. Questo faceva vendere i
biglietti!
Allo stesso modo,Nash
ha respinto l’affermazione secondo cui Parker fosse stato
minacciato dal governo nel tentativo di fermare le controverse
esibizioni di Elvis come “una totale e inequivocabile
sciocchezza”,sottolineando ulteriormente le discrepanze
tra il film e i fatti storici.
L’interpretazione di Austin
Butler sorvola su molti aspetti della vita di Elvis
Mentre rappresentare il colonnello
Tom Parker come un cattivo senza ambiguità è probabilmente il
cambiamento più evidente di Elvis, il film si prende anche delle
libertà con Elvis Presley stesso. In particolare, il film gioca con
alcune delle influenze musicali più importanti del vero Elvis, così
come con le relazioni che lo hanno plasmato. Ad esempio, Nash
spiega che non è vero che le influenze musicali più importanti di
Elvis fossero esclusivamente nere, come suggerisce il film.
“Elvis aveva altrettante
influenze bianche e già in seconda media aveva annunciato che
avrebbe cantato al Grand Ole Opry. Ricordate, da bambino partecipò
a un concorso per talenti cantando ‘Old Shep’ — cantare di cani
morti è quanto di più country ci possa essere.”
Questo evidenzia come, quando si
tratta della genesi dell’innegabile talento di Presley, Elvis a
volte semplifichi eccessivamente. Ci sono anche numerosi
cambiamenti apportati al personaggio di Elvis come uomo. Un aspetto
che Elvis sorvola è la sua complicata storia sentimentale.
Sebbene sua moglie Priscilla abbia un ruolo di primo piano, le
compagne successive come Ginger Alden e Linda Thompson vengono
completamente ignorate, presentando una versione grossolanamente
semplicistica della vita sentimentale del Re.
Si può anche sostenere che il film
sorvoli sull’inappropriatezza delle avance di Presley quando
l’allora Priscilla Beaulieu aveva solo 14 anni, con Nash che
descrive la rappresentazione sullo schermo come “edulcorata”. Il
film cerca di dipingere la coppia come protagonista di una storia
d’amore epica e commovente senza affrontare gli aspetti
problematici. Data la partecipazione di diversi membri della
famiglia Presley in questo film, non sorprende che sia stato
adottato questo approccio. Di conseguenza, sebbene Elvis fornisca
alcune informazioni sull’uomo, non c’è dubbio che il suo approccio
sia ben lontano da quello di un documentario.
La storia vera di Elvis e il
Servizio Militare
Il periodo militare di Elvis
fu una trovata pubblicitaria?
Il periodo trascorso dall’amato
cantante nell’esercito è un altro punto discutibile. Quando Elvis
era già diventato una grande star, fece notizia dopo essere stato
arruolato e aver prestato servizio nell’esercito come soldato
semplice. Il film suggerisce che il servizio militare di Elvis sia
stato frutto di un accordo con il governo per evitare la prigione
per i suoi atti indecenti sul palco. La realtà è forse più
interessante, soprattutto per quanto riguarda il colonnello Parker,
poiché l’intero scenario è stato pianificato da lui come una
trovata pubblicitaria per far apparire Elvis come un vero
americano, come spiega Nash:
Voleva che Elvis non andasse
nei servizi speciali, dove l’esercito era felice di metterlo, ma
che prestasse servizio come qualsiasi altro soldato. Questo avrebbe
smussato gli spigoli della sua immagine e lo avrebbe riportato ad
essere il ragazzo americano perfetto per l’intrattenimento
familiare insieme a Frank Sinatra. Tutto questo per renderlo un
idolo pop amato da tutti, non un rocker pericoloso e
lugubre.
La versione cinematografica
degli eventi suggerisce che Parker fosse d’accordo con l’idea,
poiché gli avrebbe permesso di continuare a guadagnare soldi con
Elvis senza preoccuparsi troppo del pericolo che il giovane avrebbe
affrontato in guerra. Tuttavia, la vera ragione dietro a tutto
questo è la stessa, ma in modo più sinistro, poiché Parker usa
l’idea della guerra e dei soldati che combattono per amplificare
l’immagine di Elvis, senza pensare minimamente all’uomo
stesso.
Lo speciale natalizio di
Elvis
Lo speciale natalizio ebbe
luogo nel 1968
Uno dei momenti cruciali del film è
la registrazione dell’iconico speciale natalizio di Elvis nel 1968.
Il film suggerisce che l’assassinio di Robert F. Kennedy avvenne
durante le riprese dello speciale, influenzando Elvis al punto da
spingerlo a provare un nuovo approccio. Invece del semplice
spettacolo natalizio voluto dal colonnello Parker, Elvis cantò
le sue hit, dando vita a una delle sue esibizioni più
emozionanti che contribuì al suo ritorno sulle scene.
In realtà,
l’assassinio di RFK avvenne durante le prove dello
spettacolo e non durante le registrazioni. Nonostante il
film lo presenti come un momento cruciale in cui Elvis si ribella a
Parker e lo sfida, secondo Peter Guralnick, autore di diversi libri
su Elvis Presley, Parker era d’accordo con la versione di Elvis
dello speciale fin dall’inizio.
Priscilla aiuta Elvis a
entrare in clinica
Priscilla commenta la lotta
di Elvis contro la dipendenza
Oltre a modificare alcuni degli
aspetti più problematici del matrimonio tra Elvis e Priscilla, il
film esalta anche il ruolo di lei nella vita di Elvis dopo il
divorzio. Priscilla è descritta come una presenza forte nella vita
di Elvis e come l’opposto morale del colonnello Parker, che era
invece un’influenza negativa. Questo aspetto è rafforzato nel film
dal momento in cui lei aiuta Elvis a cercare aiuto per la sua
dipendenza e a entrare in riabilitazione. Tuttavia, Nash suggerisce
che questo non sia accurato:
“Priscilla non era così
coinvolta con Elvis dopo il loro divorzio come vorrebbe far credere
oggi.”
Quando le è stato chiesto in
precedenza perché non avesse fatto pressione su Elvis affinché
cercasse una cura per la sua dipendenza, Priscilla ha
risposto:
“Elvis non avrebbe reagito a un
intervento più di quanto avrebbe fatto a una richiesta di smettere
di cantare.”
Ancora una volta, il film apporta
delle modifiche per rendere la storia d’amore tra Elvis e Priscilla
una parte più toccante ed essenziale della sua vita. Sebbene la
loro storia d’amore fosse certamente un aspetto importante della
sua vita che avrebbe dovuto essere trattato, il ruolo che lei ha
avuto nella storia dopo il loro divorzio sembra essere stato
esagerato.
La residenza a Las Vegas di
Elvis
Il periodo di Elvis a Las
Vegas potrebbe essere stato legato al gioco d’azzardo di
Parker
La carriera di Elvis nel film
giunge più o meno al termine quando accetta di esibirsi a Las
Vegas. Il film suggerisce che questa sia stata un’altra nefasta
iniziativa del colonnello Parker, che ha anteposto i propri
interessi alla carriera di Elvis. Il film suggerisce che Parker
abbia organizzato l’esibizione di Elvis all’International Hotel per
saldare i propri debiti di gioco con la mafia.
Sebbene molte delle controversie su
Parker in Elvis siano esagerate, Nash non smentisce apertamente
questo particolare, confermando che Parker era un noto giocatore
d’azzardo e che probabilmente doveva una grossa somma
all’International Hotel, con voci di un accordo stretto con mafiosi
locali.
Il licenziamento del
colonnello Parker
Elvis ebbe davvero un crollo
nervoso sul palco
Il rapporto tra Elvis e Parker
giunge a una fine burrascosa nel film, quando Elvis si esibisce
sul palco dell’International Hotel, denunciando prima lo status di
immigrato clandestino di Parker, motivo per cui questi gli aveva
impedito di andare in tour all’estero. Poi licenzia Parker mentre è
ancora sul palco. Anche se l’evento non è mai avvenuto, era basato
almeno in parte sulla realtà.
Elvis ha davvero avuto un crollo
nervoso sul palco durante uno dei suoi spettacoli, in cui ha
pubblicamente criticato l’International Hotel per aver licenziato
un dipendente con cui Elvis era in buoni rapporti, secondo
Nash. Lei continua spiegando che Elvis e Parker hanno litigato dopo
lo spettacolo, ed è allora che Elvis ha licenziato il suo
manager.
Quanto è accurato
Elvis?
Elvis può essere apprezzato
per le sue performance e il suo stile piuttosto che per
l’accuratezza
Per molti versi, giudicare Elvis in
base alla sua fedeltà storica è un errore. Il film è più
interessato a ricreare l’energia e la vitalità delle performance
della sua star che a riproporre fatti della sua vita. Tuttavia,
anche se la verità è a volte distorta, il film non è completamente
lontano dalla realtà. Ad esempio, anche se le circostanze relative
al periodo di servizio militare di Elvis (che ha interrotto la
carriera musicale e recitativa di Presley) sono state modificate, è
chiaro che Parker tirava le fila dietro le quinte.
Allo stesso modo, Parker era un
giocatore d’azzardo incallito che probabilmente ha fregato milioni
di dollari al suo cliente, portando all’astio che ha caratterizzato
il loro rapporto negli ultimi anni. Inoltre, Parker era davvero
determinato a impedire a Elvis di andare in tour all’estero, in
parte perché non aveva un passaporto statunitense a causa del suo
status di immigrato, e ha messo il padre di Elvis, Vernon, come
manager fantoccio in modo da poter controllare tutto dietro le
quinte.
Ciò dimostra che, sebbene
Elvis non sia sicuramente un racconto perfetto della vita di
Presley, il film biografico di Luhrmann contiene abbastanza verità
da renderlo avvincente sia come opera d’arte che come versione
della storia.
Luhrmann ha frainteso il punto
di vista degli artisti neri su Elvis
Il legame di Elvis con la
musica nera rimane controverso
Il tema del successo di Elvis è
molto dibattuto tra gli artisti neri, cosa che Baz Luhrmann non ha
affrontato nel nuovo film su Elvis Presley. Sebbene il film
commenti il fatto che Presley “suona” più come un artista nero,
Elvis non approfondisce necessariamente il modo in cui la comunità
nera percepisce questa appropriazione. In definitiva,i
musicisti neri rimangono divisi sul successo di Elvis nel mondo
della musica, con alcuni che sostengono che abbia sfruttato altri
artisti neri e altri che affermano che si sia meritato la sua
fama. Ray Charles ha parlato della fama di Elvis ed è
stato particolarmente critico nei confronti dell’autoproclamato
Re.
In un’intervista con Bob Costas
alla NBC, Charles ha commentato:“Conosco troppi artisti
che sono molto più grandi di lui. Lui faceva il nostro tipo di
musica. Quindi perché diavolo dovrei essere così
entusiasta?“.
Sebbene Ray Charles non ami
particolarmente Elvis, il film Elvis ha descritto accuratamente il
rapporto tra lui e B.B. King. Nell’autobiografia di King, Blues All
Around Me, il prolifico artista ha detto:
”Elvis non ha rubato la
musica a nessuno. Aveva solo una sua interpretazione della musica
con cui era cresciuto, come tutti. Penso che Elvis fosse una
persona integra”.
Quindi, dato che la comunità nera
rimane divisa sul successo musicale di Presley, il film Elvis ha
avuto la possibilità di esplorare questa dicotomia di opinioni, ma
per qualche motivo ha scelto di non farlo.
La versione di Elvis interpretata
da Austin Butler ha vinto un Golden Globe e ricevuto una nomination
all’Oscar
Austin Butler in Elvis
Elvis si è rivelato un ruolo
di svolta per Butler a Hollywood
Sebbene il film Elvis non sia
accurato nella sua interezza, ciò non ha impedito al film di
scalare le classifiche e ricevere numerosi riconoscimenti. Una
delle cose che Baz Luhrmann ama fare è rendere perfetto l’aspetto
dei suoi film. Anche se il regista non è sempre accurato nelle sue
visioni, è uno showman nel cuore. Questo ha aiutato il film durante
le nomination agli Oscar.
Il film ha ottenuto diverse
nomination per il look di Elvis, che era molto accurato rispetto ad
altri aspetti del film. Per il look di Elvis stesso, Elvis ha
ottenuto nomination per il trucco e l’acconciatura e per i
costumi.
Tuttavia, come prevedibile, tutti
gli occhi erano puntati sull’attore incaricato di dare vita
all’iconico Elvis Presley nel film. Austin Butler ha trovato il
ruolo della sua vita e ha offerto una performance trasformativa che
gli è valsa la vittoria del Golden Globe come miglior attore in
un film drammatico, seguita da una nomination all’Oscar come
miglior attore. Anche il film stesso è stato nominato come
miglior film, consolidando ulteriormente il suo successo. Sebbene
non tutti i fatti riportati nel film siano accurati, i
riconoscimenti dimostrano che Elvis ha catturato abbastanza della
storia da rendere impressionante il biopic di una leggenda della
musica.
I cambiamenti apportati sono
stati positivi o negativi per il film?
Elvis ha evitato alcune dure
realtà sull’eredità del cantante
Per quanto riguarda l’accuratezza
di Elvis come resoconto della vita dell’iconico cantante, è ovvio
che sono state prese alcune libertà. È normale che un film basato
su una storia vera modifichi alcuni elementi, ma la domanda è
sempre se le inesattezze siano gravi e se rendano il film migliore.
Nel caso di Elvis, la questione è complicata, soprattutto perché
Elvis è un personaggio complesso.
L’approccio di Baz Luhrmann
presenta Elvis come un personaggio più grande della vita,
elevandolo a uno status venerato, che si addice alla sua eredità e
alla sua popolarità. Questo tono contribuisce anche a vendere il
film come qualcosa di distaccato dalla realtà e quindi non
vincolato a ogni singolo fatto. Tuttavia, rendere Elvis
un’entità quasi perfetta nel film rende il biopic un po’
annacquato, piuttosto che qualcosa che approfondisce gli aspetti
contrastanti dell’eredità di Elvis.
Così com’è il film, Elvis era un
uomo amato da tutti e la cui musica era celebrata per quello che
era. Gli aspetti oscuri della sua vita vengono mostrati, ma vengono
suggeriti come colpa del malvagio Colonnello Parker, sollevando
Elvis da ogni responsabilità. Allo stesso modo, gli aspetti
problematici della sua vita, come il matrimonio con Priscilla, che
non possono essere attribuiti a Parker, vengono presentati senza
controversie.
Se sia stato giusto cambiare questi
elementi è una discussione diversa, ma il fatto è che Elvis
avrebbe potuto essere un biopic più interessante se non avesse
venerato così tanto il suo soggetto.
Prime Video ha rilasciato oggi il
trailer di Hotel
Costiera, la nuova serie Original italiana con
protagonista Jesse Williams (Your Place Or Mine,
Only Murders In The Building, Broadway’s Take Me
Out). Accanto al protagonista Jesse Williams, qui anche nel
ruolo di executive producer, nel ricco ensemble cast internazionale
anche Maria Chiara Giannetta, Jordan Alexandra, Antonio
Gerardi, Sam Haygarth, Tommaso Ragno, Amanda Campana, Pierpaolo
Spollon, Alejandra Onieva e Jean-Hugues Anglade. Tutti i
sei episodi di Hotel Costiera debutteranno dal 24
settembre in esclusiva su Prime Video in Italia, Francia, Spagna,
Portogallo, Germania, Turchia, Danimarca e Norvegia, e nei Paesi di
lingua inglese – Gran Bretagna, Irlanda, Stati Uniti, Canada,
Australia e Nuova Zelanda.
Hotel Costiera è una serie
internazionale action drama, piena di ironia, leggera e
coinvolgente, girata in inglese in Italia e diretta dal premio Emmy
Adam Bernstein e da Giacomo Martelli. La serie, da un’idea di Luca
Bernabei, è scritta da Elena Bucaccio, Matthew Parkhill e Francesco
Arlanch e co-prodotta da Amazon MGM Studios e Luca Bernabei per Lux
Vide, una società del gruppo Fremantle.
La trama di Hotel Costiera
Con una trama avvincente dal ritmo
incalzante tra azione e commedia, Hotel Costiera racconta
la storia di Daniel De Luca (Jesse Williams), un ex marine di
origini italiane che torna nel paese della sua infanzia per
lavorare come problem solver in uno dei più lussuosi hotel del
mondo, sulla spettacolare costa di Positano. Oltre a risolvere i
problemi dei facoltosi ospiti dell’albergo, Daniel è anche sulle
tracce di Alice, una delle figlie del proprietario, scomparsa un
mese prima. Daniel deve fare tutto il possibile per riportarla a
casa, ma affrontare coloro che hanno rapito la ragazza sarà una
sfida più grande di qualsiasi problema Daniel abbia mai
affrontato.
Main Sponsor per l’ottavo anno
consecutivo, Campari torna al fianco di Biennale
Cinema 2025 per celebrare e rendere omaggio alla settima arte.
Passione, Creatività ed Eleganza,
elementi distintivi del brand simbolo dell’aperitivo per
eccellenza, faranno da fil rouge al Palinsesto di
eventi esclusivi, in puro stile Red
Passion. Nel corso della 82. Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica – La Biennale di Venezia,
dal 27 agosto al 6 settembre, ospiti e appassionati,
saranno accompagnati in un viaggio unico, alla scoperta del legame
profondo e autentico che unisce Campari al mondo del Cinema.
Questa edizione della kermesse
cinematografica più prestigiosa in Italia, vedrà al fianco
di Campari i suoi talentuosi Ambassador: l’attore
Federico Cesari, in concorso a Biennale Cinema
2025 con il film “Zvanì – Il romanzo famigliare di Giovanni
Pascoli”, l’attrice Fotinì Peluso, vincitrice
nel 2023 del David di Donatello come attrice rivelazione e
Margherita Vicario, cantautrice, attrice e regista
italiana pluripremiata, che avranno il compito di raccontare ciò
che si cela dietro alla loro passione per il mondo
dell’arte, accendendo
l’immaginazione e stimolando la
creatività.
Storie, volti e prospettive diverse
si intrecciano all’intero dell’universo Campari, confermando
l’impegno del brand a sostegno del carattere, della dedizione e
della visione artistica audace, attraverso la propria Red Passion,
quell’elemento in grado di muovere l’istinto creativo nascosto in
ognuno di noi, per un appuntamento che ogni anno ispira e
sorprende, tingendo di Rosso la magia di Venezia.
A fare da cornice sarà la
Campari Lounge, presso la Terrazza Biennale, di
fronte al Palazzo del Casinò, location principale di quest’anno e
vero cuore pulsante dove si respira il Cinema. Un luogo simbolico,
punto di incontro tra i volti noti del Grande Schermo, i giovani
talenti e gli appassionati di Cinema, dove si possono vivere
esperienze “da film”, in un continuo dialogo sull’arte
cinematografica fatto di ispirazione e
contaminazione creativa.
Icona di eleganza e mistero,
Campari animerà il Lido di Venezia con i suoi press
junket e after-party all’insegna della
Red Passion e del glam, con il cast dei film in
concorso e fuori concorso. Si parte giovedì 28
agosto con La Gioia di Nicolangelo Gelormini e un
appuntamento con Valeria Golino e tutto il cast al mattino, per
poi brindare con una serata in puro stile Campari, dedicata al film
e ai suoi protagonisti. Si prosegue lunedì 1°
settembre con un party dedicato a Portobello, la
serie televisiva di Marco Bellocchio sulla storia di Enzo Tortora,
con protagonista Fabrizio Gifuni. E ancora, mercoledì 3 settembre sarà la volta di
celebrare Duse, il film di Pietro Marcello dedicato a
Eleonora Duse, con Valeria Bruni Tedeschi e tutto il cast. Infine,
venerdì 5 settembre la Campari Lounge ospiterà il
cast de L’isola di Andrea di Antonio Capuano, con Teresa
Saponangelo e Vinicio Marchioni.
Non mancherà l’appuntamento con
Filming Italy Venice Award, in programma
domenica 31 agosto, mentre lunedì 1°
settembre sarà la volta di Reel Womencon
un evento tutto al femminile, per celebrare le donne visionarie nel
cinema internazionale. Martedì 2 settembre, la
casa di moda italiana Trussardi aggiungerà un
tocco di glam con un esclusivo cocktail party in Campari Lounge.
Grande protagonista della serata sarà il Campari Passion
For Film Award – premio nato dalla collaborazione tra
Campari e la Direzione Artistica della Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica – che esalta la Passione come motore della
creatività ed elemento che rende ogni opera unica e coinvolgente.
Con questo Award, Campari vuole valorizzare i professionisti che
contribuiscono a rendere eccellente l’arte cinematografica,
trasformando la propria passione in una forza creativa capace di
lasciare il segno nel mondo del Cinema, un vero e proprio omaggio
alla volontà di distinguersi in questa arte. Quest’anno a ricevere
il riconoscimento in Sala Grande (Palazzo del Cinema) sarà il
regista americano Gus Van Sant, figura iconica e
innovativa del cinema contemporaneo, che ha firmato opere che hanno
segnato l’immaginario collettivo, da Drugstore Cowboy a
Belli e dannati, da Elephant a Milk,
interpretando e anticipando le inquietudini di più generazioni.
Durante la stessa serata, Campari
sarà sponsor ufficiale dell’esclusivo after-party del nuovo film
del regista Dead Man’s Wire – fuori concorso – presso la
Blue Lounge, location suggestiva del Lido di Venezia, insieme al
cast, da Bill Skarsgård, Dacre Montgomery, Colman
Domingo, Cary Elwes, Myha’la e Al Pacino.
Infine, venerdì 5
settembre, tre grandi nomi della musica italiana si
alterneranno per regalare al pubblico tre momenti speciali, dove si
racconteranno: Nino D’Angelo con Nino.18
Giorni, documentario intenso e toccante della carriera e vita
dell’artista, Piero Pelù con Rumore
Dentro, il racconto intimo di uno dei periodi più difficili
dell’icona del rock italiano e Francesco De
Gregori con Nevergreen, non un biopic
tradizionale, ma un’esperienza immersiva nel mondo musicale del
cantautore italiano.
Si chiude poi sabato 6
settembre con i Fanheart3 Awards, il
premio collaterale dedicato a film e opere immersive che si
distinguono per il potenziale apporto alla cultura dei fan e alle
loro produzioni creative, quest’anno alla sua settima edizione.
Quest’anno, Campari ospiterà sulla
terrazza biennale e in lounge la tradizionale festa di Ciak
Magazine,party tra i più attesi nei giorni della
Mostra del Cinema,in programma come di consueto nella
seconda settimana di kermesse
Tra i più acclamati attori italiani
del momento vi è Alessandro Borghi, affermatosi
grazie ad alcuni ruoli in film di successo, tra il mainstream e
l’autorialità. Borghi ha dimostrato in pochi anni un carisma e un
talento raro nell’attuale panorama cinematografico, ottenendo tanto
le lodi del pubblico quanto quelle della critica, che in più
occasioni ne ha riconosciuto la bravura. Con un futuro promettente
e pronto a gettarsi in progetti sempre diversi e sempre nuovi,
Borghi è attualmente uno dei nomi su cui puntare per il futuro del
cinema italiano.
1. Ha recitato in
lungometraggi di successo. L’attore ha esordito al cinema
nel 2011 con il film Cinque, per poi ottenere grande
popolarità grazie al film Non essere
cattivo (2015). Nello stesso anno recita nel film
Suburra, con il quale continua ad acquisire notorietà,
confermando poi il suo talento con i suoi ruoli nei film Il più
grande sogno (2016), Dalida (2017), Fortunata (2017),
The Place (2017) e Napoli
velata (2017). Nel 2018 si consacra interpretando il ruolo
di Stefano Cucchi nel film Sulla mia pelle.
Nel 2019 è invece protagonista del kolossal Il primo re. Nel
2021 sarà protagonista al fianco di
Jasmine Trinca del film Supereroi
di Paolo Genovese. Nello stesso anno interpreterà Testacalda in
Mondocane.
Sarà anche il protagonista del film Delta.
L’attore ha esordito al cinema nel 2011 con il film Cinque, per poi ottenere grande
popolarità grazie a Non essere
cattivo (2015), presentato alla Mostra del Cinema di Venezia.
Nello stesso anno recita in Suburra, consolidando la sua reputazione come nuovo
volto del cinema italiano. Conferma poi il suo talento con i ruoli
in Il più grande sogno
(2016), Dalida (2017), Fortunata (2017),
The Place (2017) e Napoli
velata (2017). Nel 2018 si consacra definitivamente
interpretando Stefano Cucchi in Sulla mia pelle, performance che gli vale il
David di Donatello come
miglior attore protagonista. Nel 2019 è protagonista del
kolossal Il primo re.,
mentre nel 2021 interpreta Supereroi di
Paolo Genovese, Mondocane di Alessandro Celli e Delta di Michele Vannucci. Tra i lavori più
recenti figurano Le otto montagne (2022), tratto dal
romanzo di Paolo Cognetti e vincitore del Premio della Giuria al Festival di Cannes, e
The Hanging Sun (2022),
presentato come film di chiusura alla Mostra di Venezia. Nel 2024 è
tornato al cinema con Sei fratelli di Claudio Giovannesi,
confermandosi come uno degli attori italiani più versatili e
riconosciuti a livello internazionale. Tra
i suoi lavori più recenti, nel 2024 recita in Battlefield (Campo di battaglia), dramma di Gianni Amelio presentato
in concorso a Venezia 81. Nel 2025 è atteso in Testa o croce? (Heads or Tails?), un western italo-americano
diretto da Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis, presentato nella
sezione Un Certain Regard
al Festival di Cannes
Alessandro Borghi: da Suburra a
Diavoli
SUBURRA
2. È celebre anche per i
ruoli televisivi. Nel corso della sua carriera Borghi ha
preso parte ad alcuni episodi di serie TV come Distretto di Polizia (2006),
Don Matteo (2009),
Romanzo criminale – La
serie (2010), L’isola (2013), Che Dio ci aiuti (2013) e Squadra mobile (2015). La svolta arriva con
Suburra – La serie (2017-2020), prima produzione
italiana Netflix, che ne accresce la popolarità a livello
globale. Nel 2020 interpreta Massimo Ruggero nella serie Sky
Original Diavoli,
accanto a
Patrick Dempsey, ruolo che riprende anche nella seconda
stagione (2022). Nel 2024 è protagonista della serie Netflix
Supersex, in cui veste i panni di Rocco Siffredi: la produzione ha
ottenuto grande attenzione mediatica in Italia e all’estero,
confermando Borghi come interprete capace di affrontare ruoli
complessi e controversi.
Alessandro Borghi è su
Instagram
3. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram, dove ha un profilo seguito da 582 mila persone.
All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie
scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non
mancano inoltre immagini promozionali dei suoi progetti da
interprete, ma anche video con cui condivide proprie novità con i
suoi fan.
Alessandro Borghi ha una
fidanzata
4. È impegnato in una
relazione sentimentale.Dal 2019 l’attore è legato alla
modella Irene Forti. La coppia è molto riservata e mantiene la
propria vita privata lontana dai social network. Nel 2023 Borghi e
Forti hanno annunciato la nascita del loro primo figlio, notizia
riportata anche da testate nazionali, a conferma dell’attenzione
che il pubblico e i media riservano alla vita dell’attore.
Alessandro Borghi: i suoi
tatuaggi
5. Ha diversi
tatuaggi. Grazie al profilo Instagram dell’attore si è
potuta verificare la presenza di diversi tatuaggi sul suo corpo. Vi
sono infatti alcune foto dove è possibile vedere due tatuaggi sulle
gambe, rispettivamente una scritta sulla destra e una sulla
sinistra. L’attore ha inoltre un tatuaggio al polso, uno
all’altezza delle costole e uno su entrambi i piedi.
Alessandro Borghi in Suburra
6. È entusiasta della
crescita del suo personaggio. L’attore si è dichiarato
particolarmente contento del personaggio di Aureliano, tra i
protagonisti di Suburra – La serie, affermando che il dar
vita all’accresciuta consapevolezza della sua forza è una delle
sfide più belle della sua carriera.
Alessandro Borghi in Sulla mia
pelle
7. È dimagrito molto per il
ruolo. Nel film Sulla mia pelle l’attore dà vita
agli ultimi giorni di Stefano Cucchi. Per interpretare il ruolo,
Borghi ha seguito una rigida dieta che lo ha portato a perdere 18
chili, ottenendo così l’aspetto fragile e malmesso del
protagonista.
8. Ha vinto un David di
Donatello. Per il suo ruolo, l’attore è stato premiato con
il David di Donatello al miglior attore protagonista. Nel ritirare
il premio Borghi si è detto grato di questa opportunità, convinto
che il cinema possa ancora influenzare la realtà.
9. Ha ricevuto le lodi di
Ilaria Cucchi. Dopo averlo visto dar vita al fratello nel
film, Ilaria Cucchi ha chiamato l’attore per ringraziarlo della sua
interpretazione, affermando di non sapere come abbia fatto ma di
essere stato tale e quale al fratello.
Alessandro Borghi età e
altezza
10. Alessandro Borghi è
nato a Roma, Italia, il 19 settembre 1986. L’altezza
complessiva dell’attore è di 180 centimetri.
Toni Servillo è
uno di quegli attori che sta contribuendo a cambiare il volto del
cinema italiano grazie alla sue incredibili interpretazioni.
L’attore, che ha anche una carriera teatrale solida alle spelle, ha
dato dimostrazione del suo talento recitativo sin da subito, della
sua versatilità e dell’accuratezza del proprio lavoro.
Ecco dieci cose da sapere
su Toni Servillo.
Toni Servillo: i suoi film
1. I film e la
carriera. La carriera cinematografica dell’attore inizia
nel 1992, quando debutta sul grande schermo in Morte di un
matematico napoletano (1992), per poi proseguire con
Rasoi (1993), Teatro di guerra (1998), L’uomo
in più (2001), Le conseguenze dell’amore (2004) e
Sabato, domenica e lunedì (2005). In seguito, lavora in
La ragazza del lago (2007), Lascia perdere,
Johnny! (2007), Gomorra (2008), Il
divo (2008), Gorbaciof (2010), Noi credevamo
(2010), Una vita tranquilla
(2010), È stato il figlio (2012) e Bella addormentata
(2012). Tra i suoi ultimi lavori, vi sono Viva la libertà (2013),
La grande bellezza
(2013), Le confessioni (2016),
Lasciati andare (2017),
La ragazza nella nebbia
(2017), Hitler contro Picasso e gli altri (2018), Loro (2018), 5 è il numero perfetto
(2019), Qui rido io (2021),
È stata la mano di Dio
(2021) e Ariaferma (2021).
La carriera cinematografica dell’attore inizia nel 1992, quando
debutta sul grande schermo in Morte di un matematico napoletano, per poi proseguire
con Rasoi (1993),
Teatro di guerra (1998),
L’uomo in più (2001),
Le conseguenze dell’amore
(2004) e Sabato, domenica e
lunedì (2005). In seguito lavora in La ragazza del lago (2007), Lascia perdere, Johnny! (2007), Gomorra (2008),
Il divo (2008),
Gorbaciof (2010),
Noi credevamo (2010),
Una vita
tranquilla (2010), È stato il figlio (2012) e Bella
addormentata (2012). Tra i suoi titoli più noti
figurano Viva la libertà
(2013), La grande bellezza
(2013, vincitore dell’Oscar come Miglior film straniero),
Le confessioni (2016),
Lasciati andare (2017),
La ragazza nella nebbia
(2017), Hitler contro Picasso e
gli altri (2018), Loro (2018), 5 è il
numero perfetto (2019), Qui rido io (2021),
È stata la mano di Dio
(2021) e Ariaferma(2021). Negli
ultimi anni ha recitato in Esterno notte (2022) di Marco Bellocchio, nella commedia
Tre piani (2022) di
Nanni Moretti, in Rapito (2023) ancora
di Bellocchio, in
Iddu – L’ultimo padrino (2024) diretto da Fabio
Grassadonia e Antonio Piazza, e nel 2024 ha partecipato come
interprete anche al docufilm Roma, Santa e Dannata curato da Sorrentino. Tra i suoi
progetti più attesi, figura La grazia, il nuovo film di Paolo
Sorrentino – in cui recita nel ruolo di Presidente Mariano De
Santis – che inaugurerà la 82ª Mostra del Cinema di Venezia il
27 agosto 2025.
2. È un doppiatore
affermato ed anche sceneggiatore. Nel corso della sua
carriera l’attore si è cimentato con il doppiaggio, prestando la
propria voce a film come L’uomo che piantava gli alberi (1987),
Incidenti (2005), Il pianto della statua (2007), Non chiederci la
parola (2008), L’ultima salita – La Via Crucis di Bernardino Simoni
a Cervero (2009), Deserto rosa. Luigi Ghirri (2009), Il piccolo principe (2015),
Il libro della
giungla(2016), Zanna bianca (2018) e La famosa invasione degli orsi
in Sicilia (2019). In qualità di sceneggiatore ha
collaborato alla stesura dello script del film Rasoi (1993).
3. È la voce di alcuni
audiolibri. Servillo ha prestato la sua voce anche alla
lettura di importanti opere letterarie, trasformandosi in
interprete per audiolibri di grande successo. Tra questi figurano
I dolori del giovane
Werther (2006), Il
giorno della civetta (2009), Hanno tutti ragione (2010), Il Gattopardo (2012) e Il giorno del giudizio
(2016). Questa attività ha contribuito a consolidare ulteriormente
la sua reputazione di artista completo, capace di dare vita alle
parole non solo sul palcoscenico e sullo schermo, ma anche
attraverso la voce.
4. È sposato da molti
anni. L’attore si è sposato nel 1990 con la collega
Manuela Lamanna, dalla quale ha avuto due figli:
infatti, nel 1996 è diventato padre per la prima volta di
Eduardo, mentre nel 2003 è nato il suo secondo
figlio, Tommaso.
5. Ha dovuto rinunciare a
diverse cose. Per poter perseguire la sua carriera
teatrale e cinematografica, l’attore ha dovuto fare tanti sacrifici
(cosa che continua a fare), di cui uno in particolare: non aver la
possibilità di potersi godere la famiglia come vorrebbe.
Toni Servillo in La grande
bellezza
6. Ha trovato un grande
senso a questo film. L’attore ha dichiarato di trovare ne
Le grande bellezza la metafora di un paese che perde
costantemente opportunità, mentre Roma, con la sua bellezza, mostra
il fatto che c’era una volta qualcuno che ne approfittava.
7. La sceneggiatura è
capitata per caso. Pare che tra l’attore e il regista
Paolo Sorrentino, che sono molti amici nella vita
reale, ci sia l’usanza di porgere le nuove sceneggiature sempre nei
momenti più improbabili. Questo è successo anche per questo film,
tanto che Sorrentino lo avrebbe chiamato di punto in bianco per
dirgli di leggere la sceneggiatura appena conclusa.
Toni Servillo in Qui rido
io
8. Ha interpretato un
celebre commediografo. Il principale ruolo da protagonista
nel 2021 Servillo lo ha avuto nel film Qui rido io, dove
si racconta la storia del celebre commediografo romano Eduardo
Scarpetta, dalla sua attività teatrale alla battaglia legale contro
Gabriele D’Annunzio riguardante il diritto d’autore. Per questo
film, Servillo si è preparato studiando approfonditamente
Scarpetta, cercando però di darne una sua interpretazione evitando
dunque di incorrere in una semplice imitazione.
Toni Servillo e il suo ultimo film del 2021
9. In un anno ha recitato
in tre film. Il 2021 è stato un anno particolarmente
importante per Servillo, che si è trovato ad essere tra i
protagonisti di tre film particolarmente apprezzati da critica e
pubblico. Si tratta di Qui rido io, È stata la mano di Dio
e Ariaferma. In quest’ultimo, presentato fuori concorso a
Venezia, l’attore interpreta Gaetano Gargiulo, un poliziotto
penitenziario chiamato a gestire la difficile situazione di alcuni
detenuti in procinto di essere trasferiti ma senza ancora il
permesso di lasciare il carcere.
Toni Servillo: età e altezza
10. Toni Servillo è nato il
9 agosto del 1959ad Afragola, in
Campania. La sua altezza complessiva corrisponde a 181
centimetri.
Diventato celebre per essere stato
il primo Spider-Man cinematografico, l’attore Tobey
Maguire ha negli anni dimostrato di essere un valido
interprete, prendendo parte a titoli di vario genere attraverso cui
far emergere le proprie potenzialità. Negli ultimi anni ha però
diradato la sua attività da attore, ricoprendo principalmente il
ruolo di produttore.
Ecco 10 cose che non sai di
Tobey Maguire.
Tobey Maguire: i suoi film
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attore debutta al cinema con
Voglia di ricominciare
(1993), con Leonardo
DiCaprio, per poi recitare in Tempesta di ghiaccio (1997) di Ang Lee,
Harry a
pezzi (1997), Paura e
delirio a Las Vegas (1998), Le regole della casa del sidro (1999), Cavalcando col diavolo (1999),
Wonder Boys (2000),
Seabiscuit – Un mito senza
tempo (2003), Intrigo a
Berlino (2006) di Steven Soderbergh, Brothers (2009) con Jake
Gyllenhaal, Il grande Gatsby (2013),
Un giorno come tanti
(2013), e La grande
partita (2014). Dopo alcuni anni lontano dal grande schermo è
tornato come attore nel 2022 in Babylon di Damien Chazelle,
accanto a Brad
Pitt e Margot Robbie, mentre nel 2021 aveva ripreso
inaspettatamente i panni di Peter Parker in Spider-Man: No Way Home, ritrovando il
personaggio che lo ha reso celebre.
9. Ha interpretato un
celebre supereroe. Nel 2002 l’attore acquista
popolarità mondiale grazie a Spider-Man,
diretto da Sam Raimi, dove dà vita al celebre supereroe Marvel. Riprende poi il ruolo nel
sequel Spider-Man
2 (2004) e in Spider-Man 3 (2007). Con questa trilogia Maguire si
afferma come attore di successo e diventa per molti fan la versione
più iconica dell’Uomo Ragno. Dopo oltre un decennio, nel 2021 torna
a sorpresa nei panni di Peter Parker in Spider-Man: No Way
Home, condividendo lo schermo con Tom Holland e Andrew Garfield in un evento che ha
entusiasmato milioni di spettatori.
8. È anche
produttore. Maguire si è distinto negli anni anche
per la sua attività di produttore, iniziata nel 2002 con
La 25ª ora. Negli anni
ha poi partecipato alla produzione di film come Seabiscuit – Un mito senza tempo
(2003), Rock of Ages
(2012), La grande
partita (2014), Brittany non si ferma più (2019),
Boyz in the Wood (2019),
Migliori nemici (2019)
con Sam
Rockwell, The
Violent Heart (2020) e Babylon (2022). Attualmente è impegnato anche nello
sviluppo di nuovi progetti attraverso la sua casa di produzione
Material Pictures.
Tobey Maguire: chi è sua
moglie
7. È stato
sposato. Nel 2007, dopo un periodo di frequentazione,
Maguire sposa alle Hawaii Jennifer Sweetheart, di professione
designer di gioielli. I due hanno avuto poi due figli, nati
rispettivamente nel 2006 e nel 2009. Molto riservata, la coppia non
ha mai rilasciato particolari notizie riguardo la propria vita
sentimentale, ma nel 2017 annunciano pubblicamente di aver
divorziato.
Tobey Maguire e il poker
6. È un noto giocatore di
poker. Una delle più grandi passioni dell’attore è quella
per il poker. Maguire è infatti un noto giocatore, e molto del suo
patrimonio sembra derivato da sue grosse vincite, a tal punto che
secondo molti è uno dei motivi per cui ha diradato i suoi lavori
cinematografici. In più occasioni è inoltre stato definito come un
giocatore particolarmente competitivo e agguerrito.
Tobey Maguire è Spider-Man
5. Non ha mai letto i
fumetti dedicati al personaggio. Maguire ha raccontato di
non aver mai letto i fumetti Marvel incentrati su Spider-Man e di
non conoscere la sua storia raccontata in essi. Ciò che lo ha
spinto ad accettare il ruolo è infatti stata la sola sceneggiatura,
da lui giudicata particolarmente buona e comprensiva di tutto ciò
che gli occorreva sapere sul personaggio.
4. Ha avuto problemi con il
celebre bacio. Nel girare l’iconico bacio tra Spider-Man e
Mary Jean sotto la pioggia, Maguire ha dovuto affrontare diverse
difficoltà. Poiché si trovava a testa in giù, infatti, il suo naso
continuava a riempirsi d’acqua per la pioggia, creandogli diverse
difficoltà nella respirazione e nel mantenere la concentrazione per
la scena.
3. Ha confermato la
rivalità con un suo collega. Maguire e l’attore
James Franco hanno interpretato rispettivamente
Peter Parker e Harry Osborn, amici fraterni e in seguito rivali. Al
di fuori dei loro personaggi, tuttavia, i due interpreti erano
tutt’altro che in buoni rapporti. Maguire rimase infatti
particolarmente offeso da un commento che Franco fece riguardo la
sua recitazione, e tra loro si generò una rivalità ancora oggi
esistente.
Tobey Maguire: il suo fisico
2. Si è allenato duramente
per il ruolo di Spider-Man. Per poter interpretare il
celebre supereroe, Maguire ha dovuto sottoporsi ad un lungo periodo
di allenamento, che lo ha portato ad esercitarsi tanto nel
sollevamento pesi quanto nelle arti marziali. Inoltre, ha dovuto
seguire una rigida dieta di proteine, arrivando ad ottenere un
fisico particolarmente scolpito e muscoloso.
Tobey Maguire: età e altezza
1. Tobey Maguire è nato a
Santa Monica, in California, Stati Uniti, il 27 giugno
1975. L’attore è alto complessivamente 172 centimetri.
Divenuto celebre grazie ai suoi
ruoli nelle serie Stargate Atlantis e Il Trono di Spade, l’attore
Jason Momoa si è poi affermato anche al cinema,
dando vita a personaggi che ben rispecchiano il suo carattere
gentile e duro allo stesso tempo. Oggi Momoa è un apprezzato
attore, che ha dimostrato di saper coltivare il suo talento e di
potersi calare in ruoli e generi sempre diversi.
Ecco 10 cose che non sai su
Jason Momoa.
Jason Momoa: i suoi film
1. Ha preso parte a
importanti blockbuster. Il debutto cinematografico
dell’attore avviene nel 2004 con il film Arrivano i Johnson, ma è solo con il film del
2011 Conan
the Barbarian che Momoa raggiunge la celebrità anche sul
grande schermo. Da quel momento si impone con la sua presenza con
film come Jimmy Bobo – Bullet
to the Head (2012), Wolves (2014), The Bad
Batch (2016), C’era una volta a Los Angeles (2017), e si consacra
grazie al ruolo di Aquaman nei film Justice League
(2017) e Aquaman (2018). Nel 2021
torna a vestire i panni di Arthur Curry in Zack Snyder’s
Justice League e nello stesso anno interpreta Duncan Idaho
in Dune di Denis Villeneuve. Successivamente è
protagonista del film Sweet
Girl (2021) per Netflix e di Slumberland – Nel mondo dei sogni (2022). Nel 2023 entra
nel franchise Fast & Furious con
Fast X, dove interpreta il villain Dante
Reyes, e nello stesso anno torna nei panni di Aquaman in Aquaman e il Regno Perduto. Tra i
progetti più recenti figurano la serie Chief of War per Apple
TV+ e il sequel Fast X: Part 2, atteso nei prossimi
anni.
2. È celebre per i ruoli
televisivi. L’attore inizia la sua carriera
televisiva partecipando ad alcuni episodi della serie
Baywatch (1999-2001), e
in seguito in North
Shore (2004-2005). Nel 2005 viene scelto per il ruolo di Ronon
Dex nella serie Stargate
Atlantis (2005-2009), che gli fa acquistare grande popolarità,
cresciuta poi con il ruolo di Khal Drogo in Il Trono di Spade
(2011-2012). Successivamente recita in The Red Road (2014-2015), Frontiera (2016-2018) ed è protagonista
della serie See (2019-2022), conclusasi dopo tre stagioni.
Nel 2022 compare anche nella miniserie comica Peacemaker in un cameo nei panni di Aquaman,
mentre nel 2024 è atteso come protagonista della serie storica
Chief of War, dove interpreterà un leader
samoano nella lotta per l’indipendenza delle Hawaii.
3. Ha ricoperto il ruolo di
produttore. Nel 2018 l’attore si dedica anche alla
produzione, ricoprendo tale ruolo per cinque episodi della serie
Frontiera, dove è anche
attore. Negli anni successivi Momoa ha continuato a impegnarsi
dietro le quinte, firmando come produttore esecutivo il film
The Last
Manhunt (2022) e partecipando attivamente allo sviluppo della
serie Chief of War di cui
sarà protagonista e produttore per Apple TV+.
Jason Momoa è su Instagram
4. Ha un account
personale. Momoa è presente sul social network Instagram
con un proprio profilo seguito oggi da oltre 18 milioni di persone. Sul suo
account l’attore condivide fotografie legate alla sua vita privata,
ai suoi viaggi e alle sue passioni, come il surf e le moto, oltre a
numerosi contenuti promozionali dei suoi progetti cinematografici e
televisivi più recenti.
Jason Momoa: la moglie e i
figli
5. È sposato.
L’attore ha sposato nell’ottobre del 2017 l’attrice Lisa Bonet. La
coppia, legata dal 2005 e genitori di due figli nati
rispettivamente nel 2007 e 2008, ha annunciato la separazione nel
2022, mantenendo comunque rapporti sereni. Oggi Momoa è spesso
accostato sentimentalmente ad altre figure del mondo dello
spettacolo, ma resta molto riservato sulla sua vita privata.
Jason Momoa in Aquaman
6. Ha fatto numerosi
scherzi sul set. Nonostante l’aria da duro, Momoa è una
personalità molto brillante e adora divertirsi, in particolare
facendo scherzi. L’attore ha raccontato di aver organizzato più
volte divertenti sorprese ai colleghi durante le riprese di
Aquaman e Fast X, sottolineando però di aver
sempre mostrato grande rispetto per colleghe come Nicole
Kidman e Charlize Theron.
7. Non si aspettava di
essere scelto per il ruolo. Momoa ha dichiarato di essere
rimasto particolarmente sorpreso nell’apprendere di essere stato
scelto per interpretare Aquaman. Nei fumetti il personaggio ha i
capelli biondi ed è di razza caucasica, ma regista e produttori
hanno voluto rinnovarne l’immagine, trovando in lui la scelta
ideale. Una decisione che si è rivelata vincente e che ha
contribuito a dare una nuova identità all’eroe sul grande
schermo.
Jason Momoa e il suo fisico
8. Ha risposto alle
critiche dei fan. L’attore è noto per avere un fisico
statuario, ma dopo alcune foto in cui apparve leggermente fuori
forma ha ricevuto critiche dai fan. Momoa ha risposto con
autoironia, mostrando i suoi addominali e scherzando sul cosiddetto
“dad bod”. Negli anni successivi ha continuato a condividere i suoi
allenamenti per i ruoli in Dune,
Aquaman e il Regno Perduto e Fast
X, dimostrando sempre un’ottima forma fisica.
Jason Momoa esegue l’Haka
9. Si è esibito nella
celebre danza.Durante la premiere di Aquaman nel 2018
l’attore ha dato spettacolo eseguendo l’Haka, la danza tradizionale
maori. Negli anni successivi Momoa ha più volte riaffermato il suo
legame con le radici culturali polinesiane, portando l’Haka anche
in altre occasioni pubbliche come simbolo di orgoglio e
identità.
Jason Momoa: età, altezza e
peso
10. Jason Momoa è nato a
Honolulu, nelle Hawaii, Stati Uniti, il 1 agosto 1979.
Oggi ha 46 anni, è alto 193 centimetri e pesa circa 106 chili. La
sua imponenza fisica e il suo carisma lo rendono una presenza
inconfondibile sia sul grande che sul piccolo schermo.
I Marvel Studios sembra abbiano fatto
di tutto per garantire che I Fantastici Quattro: Gli
Inizi (qui
la nostra recensione) durasse meno di 2 ore. Tuttavia, come per
molti film dell’MCU, sono state girate diverse scene che non sono
state inserite nel montaggio finale. Alcune di queste saranno
probabilmente incluse nell’eventuale versione Blu-ray, mentre altre
sono probabilmente incomplete e rimarranno per sempre chiuse nella
sede centrale della Marvel Studios a Burbank.
L’affidabile leaker @Cryptic4KQual ha ora condiviso una
panoramica di molti momenti del film che non abbiamo potuto vedere
al cinema (sembra che queste informazioni siano state raccolte
durante le proiezioni di prova). Per cominciare, confermano che il
reboot originariamente iniziava con lo speciale della ABC che
celebrava la Prima Famiglia della Marvel, e non con Reed che
scopriva la gravidanza di Sue.
Guardando il film, è ovvio che la
sequenza doveva avvenire prima della cena in famiglia della
squadra. Per quanto riguarda il motivo per cui Reed aveva bisogno
di iodio, gli eroi dovevano essere scomparsi prima dell’inizio
dello spettacolo, in modo da poter andare ad affrontare Red Ghost
(il personaggio interpretato da John Malkovich).
“C’era molto di più su Red Ghost e le sue scimmie”, spiega
il leaker. “Red Ghost ha creato dei diversivi per tenere
lontani i Fantastici Quattro in modo da poter rubare la loro nave,
ma Reed l’ha capito. Si precipita al Baxter Building, dove combatte
contro un gruppo di scimmie e poi ferma Red Ghost”.
Più avanti nel film, “doveva
esserci una scena in cui Reed visitava Red Ghost in prigione e gli
offriva un programma di reinserimento lavorativo, seguita da una
scena in cui lui e i suoi babbuini costruivano uno dei ponti di
teletrasporto”. Altri momenti salienti includono Sue che fa
visita all’Uomo Talpa a Subterranea quando lui sta pensando di
iniziare una rivolta, e si dice che la sua scena nel Baxter
Building sia stata aggiunta durante le riprese aggiuntive. Alcune
scene di dialogo sono state tagliate dal quartier generale della
squadra, così come uno scambio tra Galactus e gli eroi quando lui
si rende conto che gli hanno teso una trappola a Times Square.
Un’altra sequenza che sembrava un
potenziale momento saliente vedeva “Ben [uscire] per una
passeggiata notturna e venire importunato da alcuni ragazzi che gli
corrono accanto. Più tardi trova il corpo martoriato di
H.E.R.B.I.E. nel vicolo da cui sono scappati. Porta H.E.R.B.I.E. a
casa e gli altri sono sotto shock”. Non è chiaro quante di
queste scene siano effettivamente state completate, ma è noto che
quelle relative a Red Ghost sono state girate e poi tagliate in
fase di montaggio. Sono dunque molti i fan che sperano di poterle
vedere in futuro come contenuti extra.
Mentre le speculazioni sul casting
di 007 continuano imperterrite, Austin Butler si ritira dalla corsa. Il
candidato all’Oscar ha ammesso che sarebbe “una sorta di
sacrilegio” per lui interpretare l’agente britannico dell’MI6,
essendo un attore nato e cresciuto in California, nonostante la sua
disponibilità a lavorare di nuovo con il regista di Dune –
Part Due (2024) Denis Villeneuve.
“Non ho ricevuto alcuna chiamata
al riguardo, ma adoro quell’uomo”, ha detto a Hits Radio UK.
“Interpreterei James
Bond? Non credo che sarebbe una buona idea. Perché sono
americano. Posso imitare l’accento, ma sarebbe un po’
sacrilego”. Butler ha poi continuato: “Quei film hanno
significato molto per me, ma penso che debba essere qualcuno che
viene dall’Inghilterra”. D’altra parte, “Il cattivo?
Quello andrebbe bene. Lo farei”.
Di certo, potremo rivedere Butler al
cinema dal 27 agosto in Una scomoda circostanza – Caught
Stealing, dove interpreta Hank
Thompson, ex promessa del baseball ora barista in un locale
malfamato di New York, che si ritrova coinvolto suo malgrado al
centro delle attenzioni di varie bande criminali, senza sapere
minimamente il perché di ciò. Braccato da ogni parte, Hank dovrà
contare su tutto il suo ingegno per restare in vita abbastanza a
lungo da scoprirlo.
A che punto è il casting per il prossimo James Bond
Da
quando Amazon MGM Studios ha preso il controllo del franchise,
l’attesa per scoprire il nuovo James Bond è in
fermento. Il progetto — diretto da Denis
Villeneuve, sceneggiato da Steven Knight
e con la produzione di Amy Pascal e David
Heyman — non ha ancora un protagonista ufficiale. Aaron Taylor-Johnson resta uno dei candidati
più forti, mentre volti emergenti come Aaron
Pierre stanno guadagnando attenzione per la loro intensità
e stile sobrio.
Contemporaneamente, è salito alla ribalta un nome completamente
inaspettato: Scott Rose-Marsh, attore poco
conosciuto, ha scalato le quote tra i bookmaker, superando anche
nomi più noti come Jacob Elordi e Harris
Dickinson. Emerge quindi una cornice di casting aperta a
scelte audaci: da star consolidate che garantiscono visibilità a
volti nuovi che potrebbero offrire un approccio inedito all’iconico
007. Per scoprire chi sarà il prossimo interprete dell’agente
segreto più famoso di sempre non resta dunque che attendere notizie
ufficiali.
La prossima serie TV di
Harry Potter della HBO è in fase di riprese, e
arrivano nuovi video dalla stazione ferroviaria di King’s Cross a
Londra. Si tratta quasi certamente del primo viaggio del giovane
mago attraverso il muro magico e nascosto che conduce al binario
9¾, dove lui e i suoi compagni salgono sull’Hogwarts Express
all’inizio dell’anno scolastico. Alastair Stout
(Ron Weasley) e Gracie Cochrane
(Ginny Weasley) sono stati avvistati mentre
arrivavano alla stazione, così come Katherine
Parkinson (Molly Weasley).
Ron indossa una maglietta dei
Chudley Cannons, un riferimento alla sua squadra di Quidditch
preferita. Non è chiaro se avremo foto degli attori mentre girano
le loro scene. Anche se la serie viene girata in un luogo pubblico
(e meta turistica per alcuni, dato il suo legame con la saga di
Harry Potter), la sicurezza sarà probabilmente molto rigida,
soprattutto con i bambini sul set. Per il momento, si possono
vedere i video e le foto emersi in rete qui e qui.
La prima stagione sarà tratta dal
romanzo La pietra filosofale e abbiamo già visto alcuni
altri momenti chiave del romanzo d’esordio di J.K. Rowling essere
trasposti sullo schermo. La prima stagione di Harry
Potter dovrebbe essere girata fino alla primavera del
2026, mentre la seconda stagione entrerà in produzione pochi mesi
dopo. Ogni libro dovrebbe costituire una singola stagione, il che
significa che avremo sette stagioni nell’arco di quasi un
decennio.
HBO descrive la serie come un
“adattamento fedele” della serie di libri della Rowling.
“Esplorando ogni angolo del mondo magico, ogni stagione porterà
‘Harry Potter’ e le sue incredibili avventure a un pubblico nuovo
ed esistente”, secondo la descrizione ufficiale. Le riprese
dovrebbero avere inizio nel corso dell’estate 2025, per una messa
in onda prevista per il 2026.
La serie è scritta e prodotta da
Francesca Gardiner, che ricopre anche il ruolo di
showrunner. Mark Mylod sarà il produttore
esecutivo e dirigerà diversi episodi della serie per HBO in
collaborazione con Brontë Film and TV e Warner Bros. Television. La
serie è prodotta da Rowling, Neil Blair e
Ruth Kenley-Letts di Brontë Film and TV, e
David Heyman di Heyday Films.
Come già annunciato, Dominic
McLaughlin interpreterà Harry, Arabella
Stanton sarà Hermione e Alastair Stout
sarà Ron. Il cast principale include John Lithgow
nel ruolo di Albus Silente, Janet McTeer nel ruolo
di Minerva McGranitt, Paapa Essiedu nel ruolo di
Severus Piton, Nick Frost nel ruolo di Rubeus
Hagrid, Katherine Parkinson nel ruolo di Molly
Weasley, Lox Pratt nel ruolo di Draco Malfoy,
Johnny Flynn nel ruolo di Lucius Malfoy,
Leo Earley nel ruolo di Seamus Finnigan,
Alessia Leoni nel ruolo di Parvati Patil,
Sienna Moosah nel ruolo di Lavender Brown,
Bertie Carvel nel ruolo di Cornelius Fudge,
Bel Powley nel ruolo di Petunia Dursley e
Daniel Rigby nel ruolo di Vernon Dursley.
Si avranno poi Rory
Wilmot nel ruolo di Neville Paciock, Amos
Kitson nel ruolo di Dudley Dursley, Louise
Brealey nel ruolo di Madama Rolanda Hooch e Anton
Lesser nel ruolo di Garrick Ollivander. Ci sono poi i
fratelli di Ron: Tristan Harland interpreterà Fred
Weasley, Gabriel Harland George Weasley,
Ruari Spooner Percy Weasley e Gracie
Cochrane Ginny Weasley.
La serie debutterà nel 2027 su HBO e
HBO Max (ove disponibile) ed è guidata dalla showrunner e
sceneggiatrice Francesca Gardiner (“Queste oscure materie”,
“Killing Eve”) e dal regista Mark Mylod (“Succession”). Gardiner e
Mylod sono produttori esecutivi insieme all’autrice della serie
J.K. Rowling, Neil Blair e Ruth Kenley-Letts di Brontë Film and TV,
e David Heyman di Heyday Films. La serie di “Harry Potter” è
prodotta da HBO in collaborazione con Brontë Film and TV e Warner
Bros. Television.
L’icona di Star
WarsEwan McGregor ha fornito un aggiornamento
apparentemente positivo sul futuro del franchise. Con una solida
carriera alle spalle, che include film britannici iconici come
Trainspotting, McGregor ha raggiunto la fama mondiale
quando ha interpretato il ruolo del giovane Obi-Wan
Kenobi nel primo prequel della saga, Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma.
Al Fan Expo Canada (come riportato da questo post),
McGregor ha ora nuovamente discusso della possibilità di tornare
nell’universo di Star Wars con la seconda stagione di Obi-Wan
Kenobi. Sebbene il rinnovo non sia stato confermato,
McGregor ha reagito positivamente quando gli è stato chiesto
dell’idea di una seconda stagione, commentando dicendosi certo che
prima o poi accadrà.
Cosa significa questo per le possibilità di una seconda
stagione di Obi-Wan Kenobi
Obi-Wan
Kenobi doveva essere una miniserie, il che significa
che il piano era quello di raccontare una storia completa in una
sola stagione. Tuttavia, questo non significa che non ci possa
essere una seconda stagione, e i commenti di McGregor suggeriscono
che è aperto (e interessato) a un ritorno nella serie, qualora
venisse rinnovata una seconda stagione.
Inoltre, anche la moglie di
McGregor, Mary Elizabeth Winstead, fa parte
dell’universo di Star Wars e riprende il ruolo di Hera Syndulla
nella seconda stagione di Ahsoka. Questo
potrebbe offrire la prospettiva di un ritorno di McGregor nei panni
di Obi-Wan tramite Ahsoka, invece che in una
seconda stagione della sua serie, ma al momento non c’è ancora
nulla di confermato. Sappiamo che ci sono diversi progetti in fase
di sviluppo presso la Lucasfilm e novità potrebbero arrivare
presto.
Sono passati quasi due anni dalla
fine della saga cinematografica DCEU, con Aquaman e il Regno Perduto
che ha segnato l’ultimo capitolo della serie decennale iniziata con
L’uomo d’acciaio di Zack
Snyder nel 2013. Sebbene il DCEU abbia ricevuto
un’accoglienza mista, uno dei personaggi preferiti dai fan di
quella serie era l’Harley
Quinn interpretata da Margot Robbie, che ha dato vita a uno dei
personaggi più iconici di Batman nel film Suicide Squad del 2016. L’attrice australiana è
tornata in altri due film del DCEU, uno dei quali era uno spin-off
diretto dedicato a Harley Quinn dal titolo Birds
of Prey.
Quest’ultimo film ha contribuito a
portare sul grande schermo uno dei team più iconici della DC.
Guidato da Quinn, il gruppo ha poi affrontato Black Mask,
interpretato da Ewan McGregor, un altro famoso nemico di
Batman dei fumetti. Ora, in una nuova intervista a Entertainment Weekly, Robbie e
il suo collega di A Big Bold Beautiful Journey, Colin Farrell, che interpreta Il Pinguino
nell’universo di The Batman di Matt
Reeves, hanno parlato dei loro ruoli nei fumetti.
L’attrice ha così rivelato che
Birds of Prey abbia quasi avuto proprio Il Pinguino come
cattivo principale “Nella prima bozza di Birds of Prey scritta
da Christina [Hodson], il cattivo era il Pinguino. Mapoi
Matt Reeves ha detto: “Non usate il Pinguino. Lo userò nel mio
film”. E così l’abbiamo sostituito con Black Mask“. Farrell ha
a quel punto chiesto come sarebbe stato il Pinguino
di Birds of Prey, con Robbie limitatasi a dire
“fantastico”.
Se il Pinguino fosse stato
utilizzato nel film del 2020, ovviamente non sarebbe stato con
l’interpretazione di Farrell, poiché l’universo di The
Batman esiste al di fuori di qualsiasi franchise DC condiviso
ed è una delle proprietà Elseworlds. Nella nuova intervista non è
mai stato menzionato se ci fossero attori in lizza per il ruolo di
Oswald Cobblepot nel DCEU ma in ogni caso anche questo dettaglio è
ormai defunto con tutto il resto del franchise.
Rebecca Ferguson e Idris Elba sono entrambi attori di grande
talento, ciascuno a modo proprio, e sono ora pronti per presentare
il loro film A House of
Dynamite, regia della premio Oscar Kathryn
Bigelow. È proprio la regista ora a rivelare ulteriori
dettagli sulla trama del film, un thriller drammatico che racconta
la storia dei membri dello staff della Casa Bianca che devono
affrontare l’orrore che si scatena quando un attacco missilistico
minaccia l’America. Il film è stato scritto da Noah
Oppenheim e vede anche la partecipazione di Willa
Fitzgerald, Jared Harris, Gabriel Basso e
Anthony Ramos.
Come riportato sul sito web del Festival del Cinema di
Venezia – dove il film sarà presentato in anteprima – Bigelow
ha rivelato ulteriori dettagli sulla trama di A House of
Dynamite. In una dichiarazione, la regista ha parlato
della sua infanzia, in un’epoca in cui praticava “il protocollo
da seguire per sopravvivere a una bomba atomica”. Ritiene che
nell’era moderna “il pericolo sia solo aumentato”. Ha poi
sottolineato che diversi paesi in tutto il mondo possiedono armi
che potrebbero “porre fine alla civiltà in pochi
minuti”.
Di conseguenza, ha voluto
“realizzare un film che affrontasse questo paradosso”. Di
seguito la citazione completa di Bigelow: “Sono cresciuta in
un’epoca in cui nascondersi sotto il banco di scuola era
considerato il protocollo da seguire per sopravvivere a una bomba
atomica. Oggi sembra assurdo, e lo era, ma all’epoca la minaccia
era così immediata che tali misure venivano prese sul serio. Oggi
il pericolo è solo aumentato. Molte nazioni possiedono armi
nucleari sufficienti a porre fine alla civiltà in pochi
minuti.
“Eppure, c’è una sorta di
torpore collettivo, una silenziosa normalizzazione
dell’inimmaginabile. Come possiamo chiamarla “difesa” quando il
risultato inevitabile è la distruzione totale?”. Bigelow ha
poi aggiunto che: “Volevo realizzare un film che affrontasse
questo paradosso, per esplorare la follia di un mondo che vive
sotto la costante ombra dell’annientamento, ma che raramente ne
parla”.
Il film uscirà su Netflix il 24 ottobre di quest’anno. Prima
di allora, però, Bigelow presenterà il film in anteprima mondiale
al Festival del Cinema di Venezia, dove sarà proiettato martedì 2
settembre.
Con l’arrivo di Peacemaker nella
sua nuova DCU con la seconda stagione, James Gunn sta chiarendo alcuni dubbi canonici
per i fan. Dopo la premiere della stagione di questa settimana,
“The Ties That Grind”, il boss della DC Studios ha
spiegato che non ha intenzione di modificare la prima stagione,
nonostante abbia sostituito la Justice Gang alla Justice League inizialmente presente nel
finale.
“No, purtroppo dovrei cambiare
troppe piccole cose nella prima stagione e costerebbe troppo”,
ha detto a TV Insider. “E preferisco spendere quei
soldi per qualche scena in più con i supereroi in CGI.Ma
penso che ce la caveremo. Diciamo che il canone è davvero Creature Commandos, Superman, Peacemaker stagione 2. Mi piacerebbe che la gente
guardasse la stagione 1. Ovviamente, abbiamo cambiato quella cosa,
ma non torneremo indietro a rigirare tutto per la stagione 1,
almeno non a questo punto“.
Gunn ha continuato: “A un certo
punto, mi piacerebbe fare come George Lucas, ma al momento non ho i
soldi”. Il riferimento è al franchise di Star
Wars, che non si è mai tirato indietro quando si è
trattato di retconning in passato, in particolare cambiando il
fantasma della Forza di Anakin Skywalker alla fine di Il
ritorno dello Jedi (1983) con Hayden Christensen nell’edizione in DVD del
2004, per mantenerlo coerente con La vendetta dei Sith del
2005.
Il diverso finale di Peacemaker – Stagione
1
Il finale della prima stagione di
Peacemaker vedeva dunque il vigilante interpretato da John Cena e la sua squadra allontanarsi da una
battaglia extraterrestre mentre arrivano le sagome della Justice
League della DCEU, tra cui Superman (Henry Cavill), Wonder Woman
(Gal
Gadot), Aquaman (Jason Momoa) e The
Flash (Ezra Miller). La scena mostrava anche
Aquaman che scambiava alcune battute con Flash riguardo a
Peacemaker, dicendogli di “andare a farsi fottere”.
Nella premiere della seconda
stagione, la scena è stata invece ricreata per introdurre
Hawkgirl (Isabela Merced) e
Lanterna Verde (Guy Gardner)
nell’episodio, con quest’ultimo che si lamenta del fatto che
Peacemaker abbia diffuso la voce che lui sia un “maniaco del
vomito”. A loro si sono unite le sagome di Superman interpretato da
David Corenswet, Supergirl (Milly
Alcock) e Mister Terrific (Edi
Gathegi).
A quasi quattro anni di distanza, il
futuro di Kumail Nanjiani
nell’MCU non sembra roseo dopo il flop
commerciale e di critica di Eternals
(2021). Il candidato all’Oscar, che in precedenza aveva subito una
profonda trasformazione fisica per interpretare il ruolo di Kingo,
ha osservato di aver “firmato per sei film”, pensando che il film
diretto da Chloé Zhao avrebbe portato a ulteriori
collaborazioni con la Marvel.
“È uscito, ha ricevuto
recensioni davvero negative e non ha avuto molto successo. Mi ha
distrutto”, ha detto nel podcast Working It Out. “È stato allora che ho pensato:
‘Oh, ho bisogno di andare in terapia per capire cosa sta
succedendo’”. Nanjiani ha continuato: “Ho pensato: ‘Questo
sarà il mio lavoro per i prossimi dieci anni’. Ho firmato per sei
film. Ho firmato per un videogioco. Ho firmato per un’attrazione in
un parco a tema. Ti fanno firmare per tutte queste cose“.
“Ti dici: ‘Questi saranno i
prossimi dieci anni della mia vita. Ok, quindi farò film Marvel
ogni anno e, nel frattempo, farò le mie piccole cose. Qualunque
cosa voglia fare”. L’attore ha poi aggiunto che: “Per me,
ciò che mi ha davvero colpito è stato rendermi conto che gran parte
della mia autostima era legata alla reazione degli altri al mio
lavoro”.
Nel 2022, Nanjiani aveva ammesso di
non avere “alcuna idea” se ci sarebbe stato un sequel, nonostante
le voci secondo cui era in lavorazione. “Onestamente non ne so
nulla”, ha detto. “Mi piacerebbe molto che Kingo tornasse.
Adoro interpretare quel personaggio. È molto divertente da
interpretare, ti mette di buon umore. Fai le pistole con le dita,
sei come una star del cinema… cosa c’è da non amare? Sei
semplicemente di buon umore per tutto il tempo“. Ad oggi,
tuttavia, non sembrano esserci stati progressi a riguardo.
La trama e il cast di
Eternals
Eternals,
il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico
Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy
Award Chloé Zhao, è arrivato il 3 novembre
2021 nelle sale italiane. Il film targato Marvel
StudiosEternals presenta
un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico
Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra
un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per
unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, i Devianti.
Il cast di Eternals
comprende Richard Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il potente
Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
Ora che Superman
(qui
la nostra recensione) è disponibile per la visione a casa, i
fan hanno avuto la fortuna di vedere l’audizione di David Corenswet per interpretare Clark Kent.
Un video autoprodotto dell’attore che recita le sue battute è
recentemente diventato virale, mostrando come ha ottenuto il ruolo
dell’Uomo d’Acciaio nel blockbuster diretto da James Gunn, uscito il mese scorso nelle sale
cinematografiche prima di debuttare in digitale questo mese.
Nel video condiviso su YouTube da 21
Casting (ora rimosso, ma lo si può vedere qui), Corenswet
si rivolge alla telecamera prima di indossare il costume di Clark
Kent e recitare la scena dell’intervista con sua moglie
Julia Warner che legge la parte di Lois Lane.
“Faresti meglio a rimanere sbalordito dall’audizione di David
Corenswet. Questo ragazzo trasuda proprio l’atmosfera di Superman”, ha scritto un
fan su X con un’immagine di Corenswet in The Politician di
Netflix, in cui il suo personaggio è stato paragonato
al supereroe della DC.
“David Corenswet è nato per
interpretare Superman! È Clark Kent!”, ha esclamato un’altra
persona. “Che audizione incredibile!” Uno spettatore ha
scritto: “Si capisce sempre chi ha frequentato la Juilliard e
chi no. Corenswet è un ragazzo di teatro ed è fantastico. Qui
canalizza [Christopher] Reeve in modo incredibile. Inoltre, se non
avete visto i suoi progetti studenteschi e i suoi cortometraggi, vi
state perdendo qualcosa. Sono assolutamente fantastici”. Oltre
alla “bellissima” lettera scritta a mano da Corenswet che è
arrivata in seguito, Gunn aveva già detto a GQ di essere stato
immediatamente convinto dal provino dell’attore.
“Fin dall’inizio, era lui il
candidato da battere, francamente”, ha detto. Corenswet ha
detto al giornale: “James mi ha detto che l’unica cosa che lo
ha sorpreso, che inizialmente ha significato qualcosa per lui, è
stato l’umorismo che ho portato nella prima scena. L’ho
interpretato immediatamente in termini di film con cui sono
cresciuto, ovvero Singin’ in the Rain e His Girl Friday, e i film
di Fred Astaire e Ginger Rogers. Proprio il tempismo, la battuta e
lo stile dell’umorismo: e alla fine era proprio quello che lui
aveva in mente“.
Fall for Me è un
thriller erotico in lingua tedesca, disponibile su Netflix,
in cui una giovane donna si ritrova coinvolta in un rovinoso
complotto di manipolazione e inganno. Il film segue la storia di
Lilli, una revisore contabile che si reca a Maiorca per una vacanza
con la sorella Valeria. Tuttavia, quello che dovrebbe essere un
periodo di relax si trasforma in qualcosa di diverso quando la
sorella maggiore scopre una serie di sorprese. A quanto pare,
Valeria è fidanzata con un francese di nome Manu, con cui esce da
quattro mesi. Inoltre, ha già in programma di vendere la sua
eredità per finanziare il suo nuovo sogno di aprire un bed &
breakfast con il suo compagno. Sebbene Lilli sia giustamente
sospettosa, le sue indagini sulla questione finiscono per
deragliare quando il suo cammino incrocia quello di un affascinante
proprietario di un club di nome Tom. Eppure, tra bugie e intrighi
finanziari che circondano le due sorelle, la revisore contabile non
può fare a meno di dubitare della natura di questa storia d’amore
travolgente.
Il finale di Fall For
Me: Tom e Lilli finiscono insieme?
La storia d’amore tra Tom e Lilli
inizia rapidamente da un’intesa fulminea. Al loro primo incontro,
sono semplicemente due persone in un club, inesorabilmente attratte
l’una dall’altra. Tuttavia, quella che altrimenti sarebbe stata
un’interazione elettrizzante e occasionale si trasforma in qualcosa
di più quando il proprietario del club si rivela essere il vicino
di casa del revisore dei conti. Da lì, incontri casuali legano
inevitabilmente i due in una relazione passionale che sembra
naturale. Tuttavia, Lilli alla fine scopre che la sua storia
d’amore con Tom non è tanto un colpo di fortuna quanto l’attenta
pianificazione di un agente immobiliare avido di denaro. Nick
Unterwalt ha messo gli occhi sulla tenuta di Mallorca, che la madre
di Valeria ha lasciato alle due sorelle in eredità. Eppure, non è
uno che segue sempre le regole.
La moglie di Nick, Garisol, ha
un’attività non convenzionale in cui assume uomini sfortunati per
trasformarli in eleganti rubacuori. Una volta addestrate, le sue
dipendenti ricevono l’incarico di individuare donne facoltose e
spremere da loro quanti più soldi possibile. Pertanto, si assume la
responsabilità di ottenere la tenuta di Maiorca per il marito,
attirando Valeria in un pessimo affare con l’aiuto di Manu.
Tuttavia, con l’arrivo di Lilli, sorge un nuovo problema. Per lo
stesso motivo, Nick si rivolge a Tom, il miglior agente di sua
moglie. Sebbene quest’ultimo sia riluttante e insista nel volersi
lasciare questa vita alle spalle, l’agente immobiliare lo mette
alle strette, costringendolo a fare ciò che gli viene chiesto.
Pertanto, sebbene Tom faccia come gli viene chiesto, non è
particolarmente soddisfatto dell’accordo.
Tom detesta approfittarsi delle
donne e vi ha fatto ricorso solo a causa delle sue circostanze.
Inoltre, è in conflitto con l’idea di aver ingannato Lilli a causa
dei suoi sentimenti genuini per la donna. A differenza della
relazione tra Manu e Valeria, la prima interazione di Tom con Lilli
era stata del tutto sincera e casuale. La passione istantanea e
sfrenata tra loro non è un trucco inventato, ma piuttosto un
sentimento molto reale. Per lo stesso motivo, quando arriva il
momento, accetta di aiutare Lilli affrontando gli Unterwalt e
persino di costituirsi per dimostrare i loro crimini. Sebbene
questo crei una certa distanza tra i due in seguito, non tutte le
speranze sono perdute. Un anno dopo, quando Lilli torna a Maiorca,
Tom la sta aspettando. Sebbene la storia si concluda senza una
conclusione definitiva sulla loro storia d’amore, lascia aperta la
possibilità che i due riprendano il loro rapporto e creino qualcosa
di stabile partendo da zero.
Lilli e Valeria vendono la
proprietà della madre?
Oltre alla storia d’amore piena di
attriti tra Tom e Lilli, la narrazione è incentrata anche sul
destino della proprietà ereditata dalle sorelle a Maiorca. La
proprietà è popolata dalle rovine di una vecchia tenuta che non è
più funzionale ma che indubbiamente aggiunge fascino al luogo. Da
parte sua, Lilli rimane incredibilmente attaccata alla proprietà,
considerandola l’ultimo ricordo della madre, persa all’età di 16
anni. A sua volta, Valeria, che aveva solo 10 anni quando la madre
morì, non è altrettanto attaccata alla proprietà. Per lo stesso
motivo, è più facilmente convinta a vendere la sua parte di eredità
per finanziare i suoi sogni e quelli del suo fidanzato. Sebbene la
sorella maggiore non sia contenta della decisione, quasi cede per
la felicità della sorella.
Inoltre, dopo aver consultato una
perizia predisposta da Tom, Lilli si rende conto che la proprietà è
incredibilmente sottovalutata, rendendo l’offerta di Nick
estremamente vantaggiosa. Eppure, inevitabilmente cala il sipario
sull’intera truffa. Quando il revisore dei conti si rende conto che
Manu sta manipolando Valeria nello stesso modo in cui ha fatto con
Bea, curiosa e scopre la realtà del suo piano e di Nick. Nel
frattempo, anche la sorella minore inizia a rendersi conto
dell’inganno del suo fidanzato, una volta che finalmente si
permette di guardare oltre il suo fascino subdolo. Alla fine,
questo spinge le sorelle a rintracciare Tom e a costringerlo a
portarle dal suo amico. Alla fine, Valeria affronta Manu, ma viene
rapita da quest’ultimo.
Alla fine, tutto culmina in uno
scontro su una scogliera, dove Manu tiene la sua fidanzata sotto
tiro mentre Girasol aspetta lì vicino con il modulo di acquisto
della proprietà della madre di Lilli. Inizialmente, quando Lilli e
Tom arrivano sul posto, quest’ultimo si volta come se avesse
lavorato con Garisol per tutto il tempo. Pertanto, costringe la
sorella maggiore a firmare il contratto, convalidando pienamente il
modulo di acquisto. Tuttavia, questo è solo un complotto per
guadagnarsi la fiducia dei loro nemici. Una volta che il
proprietario del locale riesce ad avvicinarsi abbastanza, attacca
Manu, strappandogli la pistola dalle mani, dando a sé stesso e a
Lilli l’opportunità di saltare dalla scogliera in mare. In seguito,
quest’ultimo scopre che Tom aveva informato la polizia del
rapimento, ponendo finalmente fine ai loschi affari di Girasol.
Alla fine, una volta arrestati i cattivi, le sorelle sono libere di
tornare alle loro vite precedenti senza dover vendere la tenuta
ancestrale.
Cosa succede a Girasol, Manu e
Nick? Vengono arrestati?
Giralsol e Nick hanno elaborato un
piano aziendale di sfruttamento altamente efficiente che li aiuta
ad acquisire proprietà in tutta l’isola. In effetti, hanno messo in
atto la stessa tattica che avevano già provato a usare su Valarie,
su Bea. Manu organizza un incontro con delle donne single e le
convince a instaurare una relazione perfetta con lui. Dopo aver
instaurato una relazione affidabile, inizia a estorcere loro denaro
con una serie di scuse. Uno sfortunato incidente capitato alla
sorella residente negli Stati Uniti è uno dei suoi ricordi
preferiti. In seguito, Manu convince le donne ad acquistare una
tenuta o una finca con lui. Tuttavia, non c’è mai una reale
possibilità che una vendita del genere si realizzi. La proprietà
che utilizza, la Finca La Teja, è un affitto di cui si occupa
l’agenzia di Nick.
Pertanto, una volta che Manu riesce
a estorcere alle donne l’enorme somma di denaro, le abbandona,
vendendole per trarne profitto. Con Valeria, il piano cambia
leggermente. Invece che per i soldi, Manu e Garisol sono alla
ricerca dei beni della madre fin dall’inizio. Ciononostante, quando
Lilli entra in gioco, riesce a scoprire la verità, anche grazie a
Bea. Pertanto, quando quest’ultima viene trovata morta nella sua
stanza d’albergo pochi giorni dopo, i sospetti nascono
spontaneamente. Sebbene le sorelle cerchino di denunciare
l’accaduto alla polizia, le autorità sembrano intenzionate a
liquidare l’accaduto come suicidio. Tuttavia, quando Tom chiama la
polizia per denunciare Garisol mentre è nel mezzo di un rapimento,
diventa probabilmente più difficile per la polizia chiudere un
occhio. Di conseguenza, Nick, Garisol e Manu alla fine ricevono la
loro punizione, scoprendo finalmente di essere dalla parte
sbagliata della legge.
Tom è stato arrestato? Perché non è
in prigione?
Dopo lo scontro sulla scogliera, Tom
dice a Lilli che accetterà la colpa e confesserà alle autorità. Il
proprietario del club mostra subito rammarico per il suo
coinvolgimento con Girasol, quando cerca di prendere le distanze
dal lavoro, sostenendo di essersi lasciato quella vita alle spalle.
Ciononostante, è chiaro che gli Unterwalt hanno una presa su di lui
che gli impedisce di tagliare completamente i ponti con loro.
Pertanto, solo quando il suo “lavoro” finisce per ferire la donna
sbagliata, si rende conto del vero impatto delle sue azioni. Per lo
stesso motivo, per fare ammenda e redimersi agli occhi di Lilli,
decide di costituirsi definitivamente.
Eppure, nell’epilogo, che si svolge
solo un anno dopo, Tom aspetta Lilli nella finca del bed and
breakfast di Velaria. Sebbene la narrazione rimanga piuttosto
ambigua su come il proprietario del club sia arrivato a un simile
destino, si possono trarre diverse conclusioni sulla sua vita
apparentemente libera dal carcere. Il fatto che Valeria sia
riuscita ad acquistare la finca e a raccogliere abbastanza denaro
per avviare la sua attività suggerisce che abbia recuperato i suoi
soldi dagli Unterwalt, e forse anche ottenuto un risarcimento
extra. Ciò suggerisce che le autorità siano riuscite a dichiarare
gli Unterwalt e Manu colpevoli della loro lunga lista di reati.
Pertanto, è possibile che durante il processo, Tom abbia
collaborato con la polizia per rivelare i segreti nascosti dei suoi
datori di lavoro. Di conseguenza, avrebbe potuto ottenere una pena
minore o la libertà vigilata.
La Warner Bros. Pictures ha
acquisito una sceneggiatura speculativa basata sulla drammatica
storia vera dell’arrivo della leggenda NBA Kobe Bryant ai Los Angeles
Lakers.
Il progetto è stato ideato dagli
sceneggiatori Alex Sohn e Gavin
Johannsen. Le voci sul progetto avevano suscitato
l’interesse di diversi studi cinematografici e servizi di
streaming. La Warner Bros. ha anticipato un’asta e ha battuto sul
tempo i contendenti all’acquisto della sceneggiatura, intitolata
provvisoriamente “With the 8th Pick?”, che letteralmente significa
“Con l’ottava scelta?”.
Curiosamente, Kobe Bryant fu scelto dagli Charlotte Hornets
con la tredicesima scelta al Draft NBA del 1996, non l’ottava. Gli
Hornets cedettero poi Bryant ai Lakers in cambio di Vlade Divac. I
New Jersey Nets e il loro general manager, John
Nash, avevano l’ottava scelta. Nash aveva già dichiarato
di voler reclutare Bryant, ma l’allenatore dei Nets John
Calipari gli aveva negato la sua approvazione.
Altre fonti a conoscenza della
sceneggiatura hanno descritto il film come un incrocio tra
“Moneyball” e “Air”, il recente film di
Ben
Affleck e Matt
Damon che racconta il corteggiamento di Nike nei
confronti di un Michael Jordan all’inizio della
sua carriera da rookie. La Warner Bros. non ha rilasciato
dichiarazioni in merito al progetto.
Kobe Bryant ha giocato 20 stagioni con i
Lakers, vincendo cinque campionati, tra cui un three-peat nei primi
anni 2000 insieme a Shaquille O’Neal e
all’allenatore Phil Jackson. È stato 18 volte
All-Star ed è stato nominato MVP della lega per la stagione
2007-2008. Si è ritirato dal basket professionistico nel 2016
all’età di 37 anni. Nel gennaio 2020, Bryant è morto in un
incidente in elicottero insieme ad altri otto passeggeri, tra cui
la figlia Gianna.
Il primo a riportare la notizia
della sceneggiatura di Bryant è stato The
InSneider. Il rapporto includeva anche possibili partner
di produzione, sebbene diverse fonti abbiano affermato che
qualsiasi coinvolgimento di terze parti fosse prematuro.
Kobe Bryant aveva anche vinto un premio Oscar,
nel 2018, per il cortometraggio Dear
Basketball. Il cortometraggio era stato realizzato
dal genio dell’animazione Glen Keane, con musiche
di John Williams. Quando si dice “un incontro tra
geni”. Il corto venne presentato al Tribeca del 2017 ed è narrato
in voce fuori campo dallo stesso Bryant.
Margot Robbie è una
di quelle attrici che ha saputo buttarsi nel mondo del cinema e ha
avuto il coraggio di farlo: grazie ai suoi ruoli, un po’ rischiosi,
ha saputo dimostrare al mondo la sua bravura, riuscendo ad
conquistare un folto pubblico di ammiratori. Certo, la sua è una
bellezza disarmante così come lo è il suo talento per la
recitazione, tanto da non metterci molto prima di arrivare alle
grandi produzioni cinematografiche, mettendosi sempre in gioco.
Ecco, allora, 10 cose da
sapere su Margot Robbie.
Margot Robbie: i suoi film più significativi
1. Ha recitato in celebri
film.
Margot Robbie ha raggiunto la notorietà internazionale grazie al
suo ruolo in The Wolf of Wall Street (2013), diretto da Martin
Scorsese, dove interpreta Naomi Lapaglia.
Nei successivi anni, ha consolidato la sua versatilità
interpretando figure storiche intense: da Tonya Harding in
Tonya (2017)—per il quale ha ottenuto la sua prima
candidatura all’Oscar—alla regina Elisabetta I ne Maria regina di Scozia (2018).
In ambito indipendente e d’autore, ha lasciato il segno con
Amsterdam e
Babylon (entrambi del
2022), e con la parodia raffinata Barbie (2023), che ha
contribuito a produrre e che ha ottenuto grandissimo successo al
botteghino.
Tra le sue recenti partecipazioni si annovera Asteroid
City (2023) e il film romantico-fantastico ormai
attesissimo A Big Bold Beautiful
Journey, in uscita nel 2025.
2. Margot Robbie è anche
doppiatrice e produttrice. La carriera di Margot Robbie è
in continua espansione, tanto che è riuscita a svolgere delle
esperienze in qualità di doppiatrice e produttrice. L’attrice,
infatti, ha partecipato al doppiaggio del film d’animazione
Peter Rabbit (2018) e Peter Rabbit 2 – Un birbante in
fuga (2021), mentre ha lavorato alla produzione dei film
Tonya, Terminal,Dreamland (2019),
Una donna promettente (2020), Birds of Prey e
Barbie, ma anche delle serie Dollface (2019) e
Maid (2021).
Margot Robbie in The Wolf of
Wall Street
3. Ha provato forte
imbarazzo sul set di The Wolf of Wall Street.
Sebbene la scena che ritrae Margot Robbie mentre seduce Leonardo
DiCaprio nel film di Martin Scorsese
sia una delle più hot da lei girate, l’attrice ha ammesso di essere
stata pervasa dall’imbarazzo totale. Pare, infatti, che quella
scena sia stata girata in un piccola stanza con intorno una troupe
composta da circa 30 uomini. Nonostante ciò, la Robbie ha saputo
nascondere l’imbarazzo e sfoggiare tutto il suo charme.
Margot Robbie è Harley Quinn in
Suicide Squad
4. Ha realizzato la maggior
parte delle sue performance. Per dare vita al personaggio
di Harley Quinn, Margot Robbie ha acquisito diverse abilità,
realizzando molte performance senza utilizzo di stuntman. Il
divertimento provato nell’interpretare la celebre antieroina,
infatti, era tale da aver spinto l’attrice a voler ricoprire quanto
più possibile il personaggio, anche nei momenti più pericolosi. Tra
le varie caratteristiche, l’attrice ha imparato a trattenere il
fiato per più di 5 minuti, arrivando quasi a sentirsi in
competizione con i propri stunt.
Margot Robbie in
Babylon
5. È la protagonista
femminile del film. Nel film Babylon la Robbie
interpreta l’aspirante attrice Nellie LaRoy. Il personaggio era
inizialmente stato affidato ad Emma
Stone, la quale dovette però rinunciarvi per via di
altri impegni. Il regista Damien Chazelle scelse a
quel punto la Robbie in quanto “avevo bisogno di qualcuno
assolutamente senza paura. Avevo la sensazione che lei avrebbe
attaccato. C’è questa sorta di famelica spavalderia fisica in lei.
D’altra parte, è anche la l’attrice tecnicamente più abile con cui
potresti sperare di lavorare come regista“.
Margot Robbie in
Tonya
6. Per diventare Tonya si è
allenata nel pattinaggio. Interpretare Tonya
Harding non è cosa facile, sia per quanto riguarda la sua
personalità, sia il modo di pattinare. Per prepararsi al meglio per
il ruolo, l’attrice australiana si è allenata per circa 4 mesi e
quasi tutti i giorni per poter pattinare in maniera disinvolta,
mentre per le parti coreografate impegnative e i salti sono stati
usati degli effetti speciali. Inoltre, la Robbie ha anche studiato
tante interviste rilasciate dalla vera Tonya per poter replicare la
sua parlata e come si muoveva, incontrandola poi solo una settimana
prima delle riprese per poter creare il personaggio senza farsi
troppo influenzare.
Margot Robbie in
Barbie
7. Ha fatto una specifica
richiesta alla regista. In Barbie la Robbie
interpreta la bambola del titolo, un ruolo da lei accettato in
quanto si è fortemente fidata della visione della Gerwig per il
film. Tuttavia, l’attrice ha avuto una richiesta stravagante per la
regista prima di iniziare le riprese, ovvero quello di “avere
la Casa dei Sogni di Barbie dove c’è uno scivolo che va dalla
camera da letto fino alla piscina”. La Robbie ha infatti
dichiarato di essersi appassionata alle Barbie dopo che le fu
regalata la Casa dei Sogni per Natale. La sua richiesta, come il
film dimostra, è stata soddisfatta.
Margot Robbie non è più su
Instagram
8. Aveva un profilo
Instagram ufficiale. Come tanti suoi colleghi e coetanei,
anche Margot Robbie aveva deciso di aprire un proprio account
Instagram ufficiale, seguito da qualcosa come 15,4 milioni di
persone, cifre davvero da capogiro. L’attrice, tuttavia, non si è
mai dimostrata una fanatica del social, e negli scorsi mesi ha
infatti deciso di disattivare il proprio profilo. Per i fan,
tuttavia, è possibile seguire le tante fan page a lei dedicate,
grazie alle quali si potrà rimanere aggiornati sulle attività
dell’attrice.
Margot Robbie: chi è suo
marito
9. Margot Robbie è una donna
sposata. Della sua vita privata non si è mai saputo più di
tanto, soprattutto il versante sentimentale. Di lei si sapeva che
era fidanzata da diverso tempo con Tom Ackerley,
aiuto regista britannico. I due si sono conosciuti nel 2013 sul set
del film Suite Francese per non lasciarsi più e sorprendere il
mondo: dopo tre anni di fidanzamento, infatti, sono convolati a
nozze il 18 dicembre del 2016 in Australia, con una cerimonia molto
intima ed emozionante. Al momento i due non hanno avuto figli.
Margot Robbie: età e altezza
dell’attrice
10. Margot Robbie è nata il
2 luglio del 1990 a Dalby, in Australia. L’attrice è alta
complessivamente 1.68 metri.
Il ritorno di Harley Quinn
nell’universo DC è stato affrontato da Margot Robbie. Robbie ha interpretato finora
l’iconico personaggio della DC Comics tre volte in film
live-action, nel 2016 in Suicide
Squad, nel 2020 in
Birds of Prey (and the Fantabulous Emancipation of One Harley
Quinn) e nel 2021 in The
Suicide Squad, tutti parte del DC
Extended Universe (DCEU).
Il DC Universe (DCU) è un
franchise lanciato di recente che rappresenta un soft reboot del
DCEU. Il ramo live-action del nuovo franchise è iniziato con
Superman del
2025, in cui David Corenswet ha sostituito Henry Cavill nel ruolo del supereroe titolare,
precedentemente interpretato da Henry Cavill nel DCEU. La seconda
stagione di Peacemaker, attualmente in corso, è il seguito
live-action del DCU.
Durante un’intervista con Ash
Crossan di ScreenRant mentre promuoveva il suo nuovo film
A Big Bold Beautiful Journey, Margot Robbie ha parlato del suo
potenziale futuro nel DCU. Alla domanda se avrebbe ripreso il ruolo
di Harley Quinn, Robbie ha risposto che “sarebbe divertente
rivisitarla”, ma ha lasciato intendere che al momento non è
previsto alcun ritorno.
Leggi il commento completo di
Margot Robbie qui sotto:
No, in realtà [oggi] non mi è
ancora stato chiesto [di Harley Quinn]! Sarebbe divertente
riprendere quel ruolo. È così divertente da interpretare.
Cosa significa questo per
l’universo DC
Sebbene Margot Robbie potrebbe
stare giocando a fare la timida e nascondere una sorpresa in un
prossimo film DCU, sembra probabile che non le sia ancora
stato chiesto di riprendere il ruolo di Harley Quinn nei film
attualmente in fase di sviluppo come parte del primo capitolo della
serie, “Gods and Monsters”.
Finora, non sono stati molti i
personaggi del DCEU a tornare nel DCU interpretati dagli attori
originali. Questi si sono limitati al cast principale di Peacemaker,
che include John
Cena nel ruolo del protagonista (che ha anche fatto un cameo in
Superman).
Mentre altri attori sono pronti a
riprendere i loro ruoli, tra cui Viola Davis nei panni di Amanda Waller, il
franchise ha anche ricastato una serie di personaggi. Oltre a
Superman, questi includono Lois Lane (Rachel Brosnahan,
precedentemente Amy Adams), Perry White (Wendell Pierce,
precedentemente Laurence Fishburne) e Jimmy Olsen (Skyler Gisondo,
precedentemente Michael Cassidy).
Sebbene Harley Quinn non sia ancora
apparsa in nessun film live-action, non è ancora chiaro se
l’intenzione sia quella di contattare Robbie per riprendere il
ruolo o di ricasting il personaggio, qualora dovesse
tornare.
Una star di Dune:
Parte Tre potrebbe aver rivelato quando finiranno le
riprese. Dopo il successo di critica e pubblico dei due film di
Denis Villeneuve tratti dal romanzo di Frank Herbert del 1965, il
visionario regista sta ora adattando Dune
Messiah (1969), il secondo romanzo della serie, che continua la
storia di Paul Atreides e completerà la sua trilogia
cinematografica.
Il cast di Dune: Parte
Tre include ufficialmente il ritorno di Timothée Chalamet nel ruolo di
Paul Atreides, Zendaya nel ruolo di Chani, Florence Pugh
nel ruolo della principessa Irulan, Jason Momoa nel ruolo di Duncan Idaho e
Josh Brolin nel ruolo di Gurney Halleck. Tra i
nuovi membri del cast figurano Robert Pattinson, che secondo
alcune indiscrezioni interpreterà il ruolo del cattivo Scytale,
insieme a Nakoa-Wolf Momoa nel ruolo di Leto II Atreides e Ida
Brooke nel ruolo di Ghanima Atreides.
Dopo l’inizio delle riprese nel
luglio 2025, una star potrebbe aver accennato alla data di fine
delle riprese. Parlando con Interview Magazine,
Anya Taylor-Joy ha suggerito che Dune: Part Three
potrebbe completare la produzione entro la fine dell’anno.
L’attrice ha detto che “sarà in Medio Oriente fino alla fine
dell’anno”, prima di tornare a Londra per il suo prossimo
spettacolo. Leggi il suo commento completo qui sotto:
Sarò in Medio Oriente fino alla
fine dell’anno, poi tornerò a Londra per il mio prossimo
spettacolo.
Cosa significa il commento di
Anya Taylor-Joy
Sebbene Dune: Parte Terza
potrebbe facilmente terminare le riprese entro la fine dell’anno,
ci sono ancora alcune incertezze riguardo alla partecipazione di
Anya Taylor-Joy e alla data di conclusione
delle riprese. Innanzitutto, Taylor-Joy non fa parte del cast
ufficiale di Dune: Parte Terza, quindi è possibile che stia
girando qualcos’altro in Medio Oriente.
Tuttavia, è probabile che
Taylor-Joy stia girando Dune: Parte Terza in Medio Oriente,
poiché è lì che sono state girate le scene nel deserto di Dune: Parte
Due, ed è lì che probabilmente torneranno per la Parte
Terza. Taylor-Joy ha fatto un cameo in Dune: Parte Seconda nel ruolo di Alia Atreides, e si
prevede che tornerà con un ruolo più importante nella Parte
Terza.
Anche in questo caso, è possibile
che solo Taylor-Joy finisca di girare le sue scene entro la fine
dell’anno e che la produzione di Dune: Parte
Tre continui dopo tale data. Indipendentemente da ciò, è
un segnale positivo sia per la prospettiva del ritorno di
Taylor-Joy nei panni di Alia Atreides che per la data di
completamento della produzione di Dune: Parte Tre.
La mappa che mi porta a
te (The Map That Leads to You) è una commedia
romantica che racconta come la vita abbia la tendenza a mandare
all’aria anche i piani più accuratamente elaborati, per lasciare
spazio alla spontaneità del destino. Il film, disponibile su
Prime Video, ruota attorno a un Grand Tour
europeo che la protagonista, Heather, intraprende con i suoi amici
come tappa intermedia del suo percorso di vita perfettamente
pianificato. Naturalmente, viene colta alla sprovvista quando il
destino mette sulla sua strada Jack, un anticonformista amante
dell’avventura. Ben presto, prima che se ne renda conto, Heather
abbandona i suoi itinerari precedenti per intraprendere avventure
improvvisate, creando ricordi indimenticabili. Tuttavia, mentre il
suo soggiorno in Europa volge al termine, diventa evidente che lei
e Jack non hanno la stessa idea di futuro. Così, quella che era
iniziata come una storia d’amore travolgente rischia di
trasformarsi in una delusione indimenticabile. Tuttavia, Heather
non può fare a meno di credere che finché c’è speranza, c’è una
possibilità per il suo lieto fine. SPOILER IN ARRIVO!
La trama di La mappa
che mi porta a te (The Map That Leads to You)
Dopo aver terminato gli studi
universitari, Heather e le sue amiche Connie e Amy partono
entusiaste per una vacanza in Europa. Visitano luoghi incredibili e
ricchi di storia in diverse città e vivono la vivace vita notturna.
Alla fine, il viaggio volge al termine e il trio si dirige a
Barcellona, l’ultima tappa dell’itinerario dettagliato della
protagonista. Tuttavia, il viaggio in treno si rivela
inaspettatamente fatidico. Un altro viaggiatore, Jack, si sistema
nel portabagagli sopra i sedili delle ragazze, preferendo passare
la notte disteso piuttosto che sui sedili scomodi. Naturalmente, il
suo comportamento atipico suscita l’interesse di Heather, e i due
finiscono per instaurare un rapporto scherzoso. Anche se le loro
strade inevitabilmente si dividono la mattina seguente alla
stazione di Barcellona, finiscono per incontrarsi di nuovo la notte
successiva.
A quanto pare, Jack aveva sentito
per caso il nome del bar che Amy voleva visitare e aveva deciso di
tentare la fortuna. Heather rimane affascinata dall’eclettico
viaggiatore. Di conseguenza, quando Amy scompare per andare a una
festa in una casa a caso, Connie decide di passare la notte con
Raef, l’amico di Jack. Mentre questi ultimi si ritrovano in
compagnia l’uno dell’altra, la notte prende una piega selvaggia.
Sotto l’influenza della sua natura avventurosa, i due irrompono in
una funivia e finiscono per addormentarsi. La mattina seguente,
questa serie di avventure continua quando il gruppo scopre che
Victor, l’uomo misterioso di Amy, le ha rubato tutti i suoi effetti
personali la notte precedente. Il confronto che ne segue porta al
successo, poiché i turisti trovano non solo gli effetti personali
di Amy, ma anche una grossa somma di denaro.
Inizia così una nuova avventura,
con un’auto decappottabile, un giro in barca e un viaggio su
un’isola. Man mano che le ragazze si aprono a queste esperienze non
pianificate, le loro aspettative per il futuro iniziano a cambiare.
Così, l’ultimo giorno del viaggio, Amy decide di partire per
un’avventura in solitaria e di intraprendere il pellegrinaggio del
Cammino, mentre Connie finisce per aggiungere Raef ai suoi piani di
produzione di vino. Heather, invece, decide di posticipare il volo
di ritorno per trascorrere un’altra settimana con Jack. Nei giorni
seguenti, i due continuano a seguire il diario del nonno di Jack
per visitare nuovi luoghi, mentre il loro legame inizia lentamente
ma inesorabilmente a rafforzarsi. Inevitabilmente, i due smettono
di giocarci e cedono alle promettenti scintille della loro storia
d’amore.
Tuttavia, man mano che la loro
relazione diventa più seria e il ritorno inevitabile di Heather si
avvicina, le cose si complicano. Alla fine, dopo un confronto che
minaccia di spezzare il cuore della giovane donna, Jack accetta di
andare con lei a New York per mantenere intrecciati i loro futuri.
Tuttavia, il giorno del volo, finisce per lasciarla sola e con il
cuore spezzato all’aeroporto con nient’altro che un messaggio pieno
di rimpianti. Passano i mesi e Heather si sistema nella sua nuova
vita da banchiera nella Grande Mela. Cerca di dimenticarlo come una
semplice avventura estiva, ma si ritrova naturalmente attratta
dalle lezioni che la loro storia d’amore le ha insegnato. Alla
fine, al matrimonio di Connie e Raef, scopre una brutale verità su
Jack e sul suo destino apparentemente già scritto.
Cosa succede nel finale di
La mappa che mi porta a te (The Map That Leads to
You): Jack muore?
Inizialmente, il personaggio di
Jack entra nella narrazione come uno spirito libero che aspira a
vivere la vita al massimo. È il proprietario di un vecchio diario
appartenuto a suo nonno Russell, un soldato della Seconda Guerra
Mondiale che ha cercato le meraviglie del mondo durante i suoi
viaggi. Pertanto, ora, nella sua giovinezza, suo nipote è
desideroso di visitare gli stessi luoghi e sfruttare al massimo i
suoi giorni. Tuttavia, questa propensione a viaggiare con lo zaino
in spalla attraverso l’Europa e a finanziare i suoi viaggi con
lavori occasionali è uno sviluppo abbastanza nuovo nella sua
storia. Per gran parte della sua vita adulta, Jack ha infatti
perseguito lo stile di vita convenzionale dei titoli universitari e
di un lavoro in una banca, non dissimile da quello che Heather sta
perseguendo. Tuttavia, un grave problema di salute ha finito per
cambiare completamente la sua visione del mondo.
Jack si è reso conto di aver
sprecato gran parte della sua vita. Pertanto, si dedica a inseguire
i desideri del suo cuore, scoprendo la sua innata gioia di vivere.
Tuttavia, in fondo alla sua mente, rimane preoccupato per il
deterioramento della sua salute. Per lo stesso motivo, preferisce
vivere il momento, opponendosi con veemenza all’idea di fare
progetti. Tuttavia, questo inizia a cambiare quando Heather entra
nella sua vita. Nonostante le loro personalità completamente
diverse, i due si ritrovano ad essere attratti l’uno dall’altra con
un senso di abbandono spericolato. Tuttavia, Heather non può
rimanere per sempre in questo purgatorio europeo, dove non riesce a
mettere radici o a prendere impegni. Al contrario, Jack continua ad
avere paura di fare progetti a lungo termine per timore che la vita
li calpesti come ha fatto in passato.
La situazione peggiora quando un
viaggio al pronto soccorso conferma il peggiore dei suoi incubi. La
sua precedente malattia, il cancro, è tornata. Così, la relazione
della coppia degenera rapidamente, portandoli su strade separate
per otto mesi interi. Oltre alle sue condizioni di salute, Jack
deve anche affrontare il peso del senso di colpa e del rimpianto
per come sono finite le cose con Heather. Così, nel tentativo di
chiudere con il passato, le manda una lettera, rivelandole segreti
che aveva tenuto nascosti. Alla fine, questo spinge la donna a
cercare il suo amante per ricongiungersi con lui. Alla fine, la
malattia di Jack promette di incombere sulla coppia come una nuvola
scura. Tuttavia, il loro tempo insieme non deve necessariamente
finire proprio ora. La loro storia si conclude quindi con un finale
aperto, lasciando la morte di Jack come un’inevitabilità ma non
come un fatto confermato. In questo modo, il film offre un finale
agrodolce, sottolineando il suo messaggio centrale di cogliere
l’attimo e vivere il momento.
Come fa Heather a ritrovare Jack?
Finiscono insieme?
Inizialmente, dopo che Jack lascia
Heather all’aeroporto, quest’ultima rimane confusa e disorientata.
Lui ha sempre avuto l’abitudine di evitare conversazioni sul
futuro, comportandosi inavvertitamente in modo distaccato riguardo
alla natura della loro relazione. Anche se parlava di amore vero e
destino, facendo sembrare la loro storia qualcosa di fatale, la sua
riluttanza a pianificare un futuro insieme trasmetteva un messaggio
diverso. Così, quando Heather riceve il messaggio di scuse di Jack,
non può fare a meno di concludere che è stata ghostata alla fine di
quella che non era altro che una storia d’amore travolgente. Anche
così, dopo aver vissuto con questa presunta verità per otto mesi,
si trova di fronte a una nuova realtà.
Come previsto, Jack non si presenta
al matrimonio di Connie e Raef. Tuttavia, si scopre che ha inviato
un regalo di nozze alla coppia felice e una lettera per Heather.
Seguendo le istruzioni del suo amico, Raef le consegna la lettera
solo quando lei gli chiede dell’altro uomo. Di conseguenza, Heather
scopre la verità sul perché è stata lasciata sola all’aeroporto.
Anche se la lettera non lascia indizi sulla posizione attuale di
Jack, un passaggio finisce per attirare la sua attenzione. La frase
parla di ballare di fronte alla morte, un riferimento alle pagine
segrete del diario di Russell sul villaggio di Santa Pau. Così,
piena di speranza, Heather prenota un biglietto per il villaggio
spagnolo, dove finalmente incontra di nuovo Jack. Come in passato,
i due sono naturalmente attratti l’uno dall’altra. Solo che questa
volta sono consapevoli del destino incerto che li attende e
decidono comunque di buttarsi a capofitto nella loro storia
d’amore.
Perché Jack ha lasciato Heather
all’aeroporto?
Dopo che Heather accetta di
rimanere più a lungo e di trascorrere le vacanze con Jack, i due si
lanciano in nuove avventure insieme. Una di queste li porta a
Pamplona, in Spagna, dove assistono alla corsa dei tori. Jack
decide spontaneamente di buttarsi nell’arena e finisce per slogarsi
una spalla dopo uno spiacevole incontro con i tori. Tuttavia, la
spalla sistemata non è l’unica cosa che ottiene da questa visita in
ospedale. Alcuni giorni dopo l’incidente, l’istituto medico lo
chiama di nuovo per discutere di una scoperta inquietante.
Jack scopre così che le sue
peggiori paure si sono avverate e che il cancro è tornato. Peggio
ancora, questo rafforza tutti i suoi dubbi sul futuro con Heather.
È riluttante a lanciare una bomba del genere nella vita della sua
compagna, sapendo che le avrebbe stravolto completamente la vita.
Allo stesso tempo, ha paura di rovinare il legame perfetto che
hanno instaurato per qualcosa che è completamente fuori dal suo
controllo. Per lo stesso motivo, quando arriva il momento, Jack
assapora ogni singolo momento con Heather, assicurandosi che lei
conservi solo ricordi felici del suo viaggio in Europa. Tuttavia,
alla fine, sente di non avere altra scelta che abbandonarla
affinché lei possa tornare alla sua vita.
Heather ha lasciato il suo lavoro
a New York? Perché?
All’inizio della storia, Heather è
una persona dal carattere decisamente di tipo A. Non sorprende
quindi che abbia già pianificato tutta la sua vita: l’università,
poi un viaggio senza limiti, prima di stabilirsi a New York con un
lavoro prestigioso come banchiera. L’incontro fatidico con Jack
ammorbidisce alcuni dei suoi lati più rigidi, aprendola ai vantaggi
della spontaneità. Nonostante ciò, non si discosta dal suo piano
originale. Pertanto, è solo quando inizia a lavorare a New York che
si rende conto che non è quello che vuole veramente dalla vita.
Stare con Jack apre gli occhi di
Heather alla possibilità di un futuro in cui può assecondare i suoi
desideri senza doversi preoccupare del quadro generale ad ogni
passo. Così, col passare del tempo, diventa sempre più evidente che
l’unica ragione per cui ha tenuto così stretto il controllo sul suo
futuro è la paura di deludere suo padre. Tuttavia, suo padre non
vuole altro che il meglio per la sua bambina. Una volta che Heather
se ne rende conto, decide di rinunciare ai suoi piani e di
inseguire la felicità, in qualunque forma essa si presenti.
La mappa che mi porta a
te (The Map That Leads to You), disponibile su
Prime Video, è una commedia romantica
che racconta la storia di un amore travolgente che cambia la vita
della protagonista in modi del tutto inaspettati. Poco prima di
iniziare la sua nuova vita a New York, Heather Mulgrew intraprende
un grandioso tour europeo con le sue migliori amiche, Connie e Amy.
Tuttavia, i suoi piani migliori e più meticolosamente elaborati
vengono stravolti quando la sua strada incrocia quella di Jack, un
viaggiatore dallo spirito libero sempre alla ricerca della prossima
grande avventura.
Ben presto, una connessione fugace
nata nel corso di una vacanza si trasforma in qualcosa di
infinitamente più significativo. Ma nulla è così semplice,
soprattutto quando la vita di Heather negli Stati Uniti torna a
farsi sentire. Il film di Lasse Hallström racconta una storia di
legami autentici, coincidenze che si trasformano in destino e
apertura verso infinite possibilità. Questi temi idealistici
completano perfettamente la natura romantica del viaggio di
formazione in Europa, conferendogli un senso di realismo.
La mappa che mi porta
a te (The Map That Leads to You) è tratto dal romanzo
di J.P. Monninger
Nonostante sia un’opera di
fantasia, La mappa che mi porta a te (The Map That Leads to
You) ha una storia affascinante alle spalle. Il film trae
origine dall’omonimo romanzo rosa di J.P. Monninger. Il libro,
pubblicato per la prima volta nel 2017, aveva fin dall’inizio il
potenziale per essere adattato per il grande schermo. L’idea è nata
quando la Temple Hill Productions, una società nota per film per
giovani adulti come “The
Twilight Saga”, “The
Fault in Our Stars” e “My Oxford Year”, ha contattato
l’autore. La società di produzione era interessata a sviluppare un
libro che potesse essere trasformato in un film. Una volta che
Monninger ha ricambiato l’interesse per il progetto, è iniziata la
creazione del romanzo.
“Loro (la Temple Hill
Production) ci hanno contattato con una breve bozza e ci hanno
chiesto cosa ne pensassimo di scriverlo”, ha raccontato
Monninger alla NHPR in un’intervista del 2017. “Mi hanno dato
una tempistica e mi hanno detto di provarci. Ho consegnato alcune
pagine e poi siamo stati tutti d’accordo che era quello che avremmo
fatto”. Così, dopo alcuni controlli e consultazioni con gli
editori e altre parti della casa di produzione, l’autore ha scritto
la storia della rapida realizzazione personale di Heather. Il
romanzo utilizza destinazioni reali che si potrebbero visitare
durante un Grand Tour europeo per arricchire le esperienze uniche
della protagonista e dei suoi amici.
Così, mentre le personalità
distinte conferiscono autenticità ai personaggi, la natura
familiare delle loro avventure rende le loro narrazioni credibili.
Dalle dinamiche interpersonali tra Heather e i suoi amici alle
ideologie spirituali isolate di Jack, ogni singolo elemento
contribuisce a creare una narrazione realistica. L’adattamento
cinematografico, sotto la guida del regista Lasse Hallström, con
Leslie Bohem e Vera Herbert alla sceneggiatura, rimane fedele alla
maggior parte di questi elementi. Anche se alcune caratteristiche e
peculiarità dei singoli personaggi divergono dalle loro controparti
letterarie, l’adattamento cinematografico rimane fedele al
materiale originale. Così, con l’opera di Monninger come base,
La mappa che mi porta a te (The Map That Leads to You)
riesce a raggiungere l’autenticità nella sua narrazione
fittizia.
La mappa che mi porta a te
(The Map That Leads to You) si basa fortemente sulla chimica
naturale tra il cast
La mappa che mi porta a te (The
Map That Leads to You) è una storia di formazione sul
ritrovamento di sé stessi attraverso un viaggio frenetico
circondati da amici, vecchi e nuovi. Di conseguenza, gran parte del
lavoro più impegnativo del film, in termini di archi emotivi
centrali, è svolto attraverso le relazioni individuali tra i
personaggi. Sia la storia d’amore tra Jack e Heather, sia
l’amicizia determinante di quest’ultima con Connie e Amy, si basano
sulla chimica elettrizzante tra gli attori. Tuttavia,
sorprendentemente, prima del casting non c’è stata alcuna prova di
chimica tra gli attori.
I registi hanno invece adottato un
approccio diverso e unico per creare una dinamica spontanea tra i
membri del cast principale. In un’intervista con Brit + Co, Sofia Wylie, che interpreta
Connie, ha parlato dell’insolito metodo utilizzato per creare un
legame tra gli attori prima delle riprese. “Penso che durante
la prima settimana, prima ancora che iniziassero ufficialmente le
riprese, [ci è stato detto di] andare in giro per l’Europa e
semplicemente filmarci, per conoscerci meglio”, ha raccontato
l’attrice. “Così siamo andati a Bruxelles, Amsterdam e Parigi in
tre giorni e credo che siamo anche andati in un club ad Amsterdam:
è stata la serata più bella della mia vita”.
In un certo senso, questo esercizio
ha aiutato gli attori a ricreare le storie dei loro personaggi,
offrendo loro maggiori opportunità di entrare in sintonia tra loro
e con i propri partner sullo schermo. Una volta rafforzati i legami
tra gli attori, la loro facile amicizia si è naturalmente
trasferita sullo schermo, aggiungendo ulteriore autenticità alle
loro relazioni sullo schermo. Di conseguenza, anche senza
ispirazioni dirette dalla vita reale che influenzassero le loro
interpretazioni, il cast è stato in grado di dare vita ai propri
personaggi in modo magistrale. In definitiva, è proprio questa
stessa chimica spontanea tra Heather e gli altri, unita alla
universalità delle loro esperienze di formazione, a costruire
l’autenticità del film.
La seconda stagione di
Peacemaker è
stata presentata in anteprima su HBO Max ieri sera e il regista
James
Gunn ha appena pubblicato i nuovi titoli di testa
della serie. Sulle note di “Oh Lord” di Foxy Shazam, è
unica e divertente tanto quanto quella che abbiamo visto al suo
debutto nel 2022.
Al momento, la seconda stagione di
Peacemaker ha un punteggio del 98% su
Rotten Tomatoes, sebbene ai critici siano stati assegnati solo
cinque episodi su otto. I fan hanno iniziato a condividere le loro
opinioni sulla première, assegnandole un punteggio dell’82% su
Popcornmeter. I nuovi episodi di Peacemaker saranno pubblicati
settimanalmente su HBO Max, quindi ci vorrà un po’ di tempo prima
di conoscere i punteggi definitivi per la serie TV dei DC
Studios.
“Sapevo che il ballo doveva
cambiare perché abbiamo ucciso tutti nella prima stagione”, ha
detto Gunn a The Wrap. “Ma non ero sicuro se cambiare la
canzone o mantenerla uguale e fare un ballo diverso. E dopo aver
ascoltato un sacco di cose e aver vagato nella mia immaginazione,
alla fine mi sono imbattuto in ‘Oh Lord’, che ho pensato fosse
fantastica.”
“Hanno un video musicale
fantastico con dei balli, e ho pensato che fosse una buona
ispirazione per la seconda stagione”, ha continuato il
regista. “[I Foxy Shazam] sono letteralmente la mia band
preferita. Ma penso che il testo riguardi molto ciò che accade
nella seconda stagione. Penso che allo stesso modo in cui ‘Do Ya
Wanna Taste It’ abbia davvero catturato il sapore, sia i lati
positivi che quelli negativi della prima stagione, lo stesso vale
per ‘Oh Lord’.”
Peacemaker Stagione
2
La seconda stagione di Peacemaker segue
Christopher “Chris” Smith, alias
Peacemaker, il supereroe vigilante, mentre lotta
per conciliare il suo passato con il suo ritrovato scopo,
continuando a dare filo da torcere ai giusti malfattori nella sua
folle ricerca di pace a ogni costo. Scopre un mondo alternativo in
cui la vita è tutto ciò che desidera. Ma questa scoperta lo
costringe anche ad affrontare il suo passato traumatico e a
prendere in mano il futuro.
La seconda stagione vedrà la
partecipazione di John Cena, Danielle Brooks,
Freddie Stroma, Jennifer Holland,
Steve Agee, Frank Grillo,
Sol Rodríguez, David Denman,
Brey Noelle e Tim Meadows.
James Gunn ha
scritto tutti gli otto episodi di Peacemaker e ne ha diretti tre,
incluso il primo. Gunn, Peter Safran e Cena sono i
produttori esecutivi. Greg Mottola, Peter Sollett
e Alethea Jones sono anche i registi.
In una società del prossimo futuro,
The Running Man è il programma televisivo più
seguito: una competizione mortale in cui i concorrenti, noti come
Runners, devono sopravvivere per 30 giorni mentre vengono braccati
da assassini professionisti, con ogni mossa trasmessa a un pubblico
assetato di sangue e ogni giorno che porta con sé una ricompensa in
denaro maggiore.
Nel disperato tentativo di salvare
la figlia malata, il proletario Ben Richards (Glen
Powell) viene convinto dall’affascinante ma
spietato produttore dello show, Dan Killian (Josh
Brolin), a entrare in gioco come ultima risorsa. Ma la
sfida, l’istinto e la grinta di Ben lo trasformano in un
inaspettato beniamino dei fan e in una minaccia per l’intero
sistema.
Con l’aumento degli ascolti, aumenta
anche il pericolo, e Ben deve superare in astuzia non solo i
Cacciatori, ma anche una nazione dipendente dal vederlo cadere.
Powell, che ha recentemente recitato in Twisters e
Hit Man, punta a consolidare il suo ruolo da
protagonista nel prossimo reboot del romanzo di Edgar
Wright, già adattato nel 1987 con l’iconico
Arnold Schwarzenegger nel ruolo del
protagonista.
Parlando con Empire (tramite
SFFGazette.com) del suo più grande ruolo in un film d’azione
fino ad oggi, l’attore ha detto: “Ci sono alcune scene
fantastiche in questo film. Ne ho parlato con Edgar. Gli ho detto:
‘Voglio che la gente sappia che sono io a correre'”. Così
ha ideato una scena fantastica nel film, dove posso scatenarmi
completamente. Non volevo che la gente pensasse: ‘Era bravo in
tutto tranne che a correre!'”
A dimostrazione delle sue doti da
action artist in questo progetto, Powell ha raccontato: “Stiamo
saltando da auto e treni in movimento. Un ascensore precipita
mentre sono dentro. C’è una sequenza di combattimento aereo
incredibile.”
Per il regista Edgar
Wright, gli effetti speciali sono stati fondamentali sia
per raccontare la storia sia per dare al protagonista di
The Running Man la possibilità di brillare. “È
stato un vero sforzo ricreare tutto sul posto, senza ricorrere alla
CGI o a una versione con green screen”, ha raccontato.
“Potete dire, ufficialmente, di aver visto Glen
Powell saltare da un ponte!”
Il film di Edgar
Wright uscirà il 6 novembre distribuito da Eagle Pictures
e vede nel cast Glen Powell, William H. Macy,
Lee Pace, Emilia Jones, Michael Cera, Daniel Ezra, Jayme Lawson con
Colman Domingo e Josh Brolin.