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The Marvels: il trailer rivela finalmente il cattivo del film

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The Marvels: il trailer rivela finalmente il cattivo del film

Con il Comic Con 2023 in pieno svolgimento, la Marvel ha diffuso il nuovo trailer di The Marvels, rivelando qualche dettagli in più della trama nonché l’identità del cattivo, Dar-Benn (interpretata da Zawe Ashton), e il suo piano vendicativo contro Carol Danvers e i suoi nuovi compagni di squadra. Il trailer rivela anche come mai le tre eroine protagoniste si scambiano posto nello spazio, quando usano i loro poteri, come aveva anticipato la scena post credits alla fine di Mrs. Marvel. Il tutto a causa di una maledizione inflitta a Carol dalla villain.

Insieme a Larson, Parris e Vellani nel film ci sono Samuel L. Jackson nei panni di Nick Fury, Ashton nei panni della cattiva Kree Dar-Benn e Park Seo-joon nei panni di un personaggio misterioso noto solo per essere un alleato di Carol. Un Funko Pop ha confermato che interpreterà il principe Yan, che Danvers ha sposato nei fumetti, e il trailer suggerisce un legame romantico tra i due.

Dar-Benn dà anche a Captain Marvel un nuovo soprannome (molto più bello di “Captain Marvel” in effetti), soprannominandola “l’Annientatrice” e spiegando il suo piano di vendetta dopo che Danvers le ha portato via tutto. È una fanatica e presumibilmente un’ex seguace di Ronan L’Accusatore di Lee Pace, ancora ferita dalla sconfitta dell’esercito Kree da parte di Captain Marvel nel primo film. The Marvels conferma anche che Dar-Benn sarà in possesso dell’altro braccialetto che corrisponde al gingillo superpotente visto in Mrs. Marvel, che nella storia sostituisce a tutti gli effetti la Gemma del Potere che invece dava i poteri a Ronan in Guardiani della Galassia.

The Marvels, la trama

Nel film Marvel Studios The Marvels, Carol Danvers alias Captain Marvel ha recuperato la propria identità dai tirannici Kree e si è vendicata della Suprema Intelligenza. Ma a causa di conseguenze impreviste, Carol deve farsi carico del peso di un universo destabilizzato. Quando i suoi compiti la portano in un wormhole anomalo collegato a un rivoluzionario Kree, i suoi poteri si intrecciano con quelli della sua super fan di Jersey City Kamala Khan, alias Ms. Marvel, e con quelli della nipote di Carol, il capitano Monica Rambeau, diventata ora un’astronauta S.A.B.E.R.. Insieme, questo improbabile trio deve fare squadra e imparare a lavorare in sinergia per salvare l’universo come “The Marvels”.

Tutto ciò che sappiamo su The Marvels

The Marvels, il sequel del cinecomic Captain Marvel con protagonista il premio Oscar Brie Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell, sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision.

Sfortunatamente, Anna Boden e Ryan Fleck, registi del primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel, infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista di CandymanNel cast ci saranno anche Iman Vellani (Ms. Marvel, che vedremo anche nell’omonima serie tv in arrivo su Disney+) e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del quale però non è ancora stata rivelata l’identità.

Nessun dettaglio sulla trama del sequel è stato rivelato, ma l’ambientazione del film dovrebbe spostarsi dagli anni ’90 ai giorni nostri. Naturalmente, Brie Larson tornerà nei panni di Carol Danvers. Il sequel di Captain Marvel arriverà il 10 novembre 2023.

Gen V: ecco il nuovo poster della serie spin-off di The Boys

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Gen V: ecco il nuovo poster della serie spin-off di The Boys

Dopo Patrick Schwarzenegger, ecco la prima immagine di Jaz Sinclair in Gen V, la serie spin-off di The Boys in arrivo su Prime Video.

Ambientata nell’unico college americano esclusivamente per supereroi giovani adulti (gestito da Vought International), Gen V è una serie irriverente e classificata come R che esplora le vite di Supes ormonali e competitivi mentre mettono i loro confini fisici, sessuali e morali nella loro vita, gareggiando per i migliori incarichi nelle migliori città”, si legge nella sinossi. “È in parte una serie generazionale, in parte un Hunger Games – con tutto il cuore, la satira e la volgarità di The Boys.”

I primi tre episodi di Gen V debutteranno su Prime Video venerdì 29 settembre, seguiti da nuovi episodi ogni settimana fino all’epico finale di stagione di venerdì 3 novembre. La serie sarà disponibile in oltre 240 Paesi e territori nel mondo.

Gen V – il progetto

Dal mondo di The Boys arriva Gen V, il racconto della formazione scolastica della prima generazione di supereroi a conoscenza del Compound V, i cui superpoteri non sono innati, ma sono stati loro iniettati. Questi giovani e competitivi eroi metteranno alla prova i propri limiti, sia fisici sia morali, nell’impresa di raggiungere la bramata prima posizione della classifica della scuola. Presto impareranno che l’ambizione necessita di sacrifici e che la differenza tra giusto e sbagliato non è così chiara come credevano. Quando gli oscuri segreti dell’università verranno a galla, gli studenti dovranno fare i conti con il tipo di supereroi che vogliono diventare.

Il cast della serie include Jaz Sinclair, Chance Perdomo, Lizze Broadway, Shelley Conn, Maddie Phillips, London Thor, Derek Luh, Asa Germann, Patrick Schwarzenegger, Sean Patrick Thomas e Marco Pigossi. In Gen V vedremo anche Clancy Brown e Jason Ritter nel ruolo di guest star, oltre alla partecipazione straordinaria di Jessie T. Usher, Colby Minifie e P.J. Byrne negli stessi ruoli che interpretano in The Boys.

Michele Fazekas e Tara Butters sono showrunner ed executive producer della serie. Eric Kripke, Seth Rogen, Evan Goldberg, James Weaver, Neal H. Moritz, Ori Marmur, Pavun Shetty, Ken Levin, Jason Netter, Garth Ennis, Darick Robertson, Craig Rosenberg, Nelson Cragg, Zak Schwartz, Erica Rosbe e Michaela Starr sono executive producer anche dello spinoff della serie. Nel ruolo di co-executive producer troviamo Brant Englestein, Sarah Carbiener, Lisa Kussner, Gabriel Garcia, Aisha Porter-Christie, Judalina Neira e Loreli Alanís. La serie è prodotta da Sony Pictures Television e Amazon Studios, in collaborazione con Kripke Enterprises, Point Grey Pictures e Original Film.

Blue Beetle: Superman esiste nell’universo del film!

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Blue Beetle: Superman esiste nell’universo del film!

Il nuovo spot di Blue Beetle, il prossimo film DC Studios in uscita, conferma che il Superman di James Gunn esiste nell’universo del film e che quindi siamo di fronte al primissimo riferimento all’Uomo d’Acciaio di Superman: Legacy di questo nuovo universo dei personaggi DC Comics.

Cosa sappiamo su Blue Beetle?

Blue Beetle è un personaggio immaginario dei fumetti; venne pubblicato negli Stati Uniti d’America da diverse case editrici a partire dal 1940. Tale supereroe ha avuto nel tempo diversi alter ego. Kord “è saltato” nell’universo DC Comics durante Cisis on Infinite Earths  insieme a un certo numero di altri personaggi di Charlton Comics. Il secondo Blue Beetle in seguito ha recitato nel suo fumetto di 24 numeri. Kord non ha mai avuto superpoteri, ma ha usato la scienza per creare vari dispositivi che lo aiutassero a combattere il crimine.

È diventato un membro della Justice League of America ed è stato successivamente ucciso durante il crossover Infinite Crisis della DC Comics. Soto (“Charm City Kings”, “The Farm”) dirige da una sceneggiatura di Gareth Dunnet-Alcocer (“Miss Bala”), basata sui personaggi DC. Al fianco di Xolo Maridueña (“Cobra Kai”) troviamo Adriana Barraza (“Rambo: Last Blood”, “Thor”) nel ruolo della nonna di Jaime, Nana, Damían Alcázar (“Narcos”, “Narcos: Mexico”) in quello di suo padre, Elpidia Carrillo (“Mayans M.C.”, la saga di “Predator”) nel ruolo della madre, Bruna Marquezine (“Maldivas”, “God Save the King”) in quello di Jenny Kord, Raoul Max Trujillo (i film di “Sicario”,“Mayans M.C.”) come Carapax. I

Il Premio Oscar Susan Sarandon (“Monarch”, “Dead Man Walking”) come Victoria Kord e George Lopez (le saghe di “Rio” e “I Puffi”) nel ruolo di suo zio Rudy. Nel cast anche Belissa Escobedo (“American Horror Stories”, “Hocus Pocus 2”) nel ruolo della sorella di Jaime, Milagro, e Harvey Guillén (“What We Do in the Shadows”) che interpreta il Dott. Sanchez. Blue Beetle sarà disponibile nelle sale italiane a partire dal 17 agosto 2023 distribuito da Warner Bros. Pictures.

Venezia 80: Andrea Pallaoro presidente di giuria di Venezia Classici

Sarà il regista e sceneggiatore Andrea Pallaoro (Medeas, Hannah, Monica) a presiedere la Giuria di studenti di cinema che – per il decimo anno – assegnerà il Premio Venezia Classici per il miglior film restaurato. La Giuria, composta da 24 studenti, ognuno indicato dai docenti dei diversi corsi di cinema delle università italiane, dei DAMS e della veneziana Ca’ Foscari, potrà altresì premiare il miglior documentario sul cinema presentato all’interno della Sezione.

Venezia Classici è la sezione che dal 2012 presenta alla Mostra in anteprima mondiale, una selezione dei migliori restauri di film classici realizzati nel corso dell’ultimo anno da cineteche, istituzioni culturali e produzioni di tutto il mondo. Curata da Alberto Barbera con la collaborazione di Federico Gironi, Venezia Classici presenta inoltre una selezione di documentari sul cinema e i suoi autori.

“Anche quest’anno il programma di Venezia Classici si propone di offrire al pubblico uno spaccato ampio e trasversale della storia del cinema, attraversando generi e correnti, esplorando cinematografie e celebrando grandi autori e anniversari.” – dichiarano Alberto Barbera e Federico Gironi – “S’inizia doverosamente con il tributo a una delle più grandi e popolari star del cinema italiano. Nella serata di preapertura dedicata a Gina Lollobrigida, si rivedranno La provinciale di Mario Soldati che ripropone una delle sue migliori interpretazioni, e il documentario (assai poco visto) che Orson Welles le dedicò nel 1958, Portrait of Gina, con il quale si augurava di poter dar vita ad una serie di ritratti di persone e luoghi per la televisione americana ABC che invece non ebbe seguito.
Un altro omaggio si propone di ricordare uno dei maestri del cinema italiano di genere, Ruggero Deodato, scomparso nel dicembre dell’anno scorso, con il restauro di uno dei suoi film più estremi e invisibili: Ultimo mondo cannibale.
Nel febbraio scorso, se n’è andato anche uno dei più grandi registi spagnoli, Carlos Saura, del quale rivedremo in versione restaurata uno dei primi e migliori film, che segnò la rinascita del cinema spagnolo: La caccia, premiato al Festival di Berlino del 1965.
Tra gli anniversari che celebriamo quest’anno, anche quello di Anna Magnani che ci ha lasciati cinquant’anni fa. Per l’occasione, potremo assistere alla proiezione del nuovissimo restauro in 4K di Bellissima, straordinario film di uno dei più grandi registi della storia del cinema italiano, Luchino Visconti.
È il 120° anniversario anche della nascita di Yasujiro Ozu, di cui si vedrà un film raro e mutilato dalla censura dell’epoca, in pieno secondo conflitto mondiale: il recente ritrovamento di una parte delle sequenze tagliate consentirà di riscoprire C’era un padre in una versione non completa ma sicuramente più prossima all’edizione originale di quella conosciuta sinora.
E poi una serie di grandi film che appartengono di diritto alla storia del cinema e del suo pantheon” – continuano Alberto Barbera e Federico Gironi – “Les Créatures di Agnès Varda (in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia del 1966); I giorni del cielo, secondo, straordinario film di Terrence Malick; Per il re e per la patria di Joseph Losey e Le ombre degli avi dimenticati di Sergej Parajanov, che rivelò al mondo intero le straordinarie qualità del grande regista armeno-ucraino inviso alle autorità sovietiche per la sua opera, che rielabora in chiave surrealista e visionaria le tradizioni popolari delle popolazioni caucasiche.
Non solo restaurati, ma anche rivisti dagli stessi autori in veri e propri Director’s Cut, sono Un sogno lungo un giorno di Francis Ford Coppola e Profundo Carmesí di Arturo Ripstein, mentre il capolavoro Andrej Rublëv di Andrej Tarkovskij verrà presentato in quella che è la ricostruzione della versione integrale, censurata prima della sua uscita e mai vista prima d’ora.
Il 2023 è l’anno del centenario di Warner Bros. e Disney. Per celebrarli entrambi, a 50 anni dalla sua realizzazione, ritorna in versione restaurata un capolavoro del cinema non solo horror come L’esorcista di William Friedkin, mentre per chi cerca qualcosa di più dolce e rassicurante ecco Rondine senza nido, film con la leggendaria Shirley Temple diretto dal prolifico e a tratti geniale Allan Dwan.
Dalla scena indipendente americana arriva invece l’allieva di Roger Corman Stephanie Rothman che diede alla sexploitation anni ‘70 un impulso femminista. La Mostra presenterà The Working Girls, uno dei recenti restauri dalla sua filmografia entrata a far parte della collezione del MoMA di New York. Sempre in tema di trasgressioni, il regista Yonfan ci porta nei quartieri a luci rosse di Singapore a simpatizzare con un gruppo di irresistibili travestiti, con il coloratissimo Bugis Street. I bambini sono invece protagonisti anche di uno dei primi film di Amir Naderi, Harmonica (Saaz Dahani, rimasto invisibile per anni), ambientato in un Iran costiero e soleggiato che non ti aspetti. Da scoprire, o riscoprire, anche due film da noi davvero poco noti: Life of a Shock Force Worker del regista bosniaco Bahrudin Čengić, film considerato da molti critici come uno dei capolavori dell’ex cinema jugoslavo, e Ohikkoshi del giapponese Shinji Sōmai, autore ingiustamente sottovalutato di
soli 13 bellissimi film realizzati fra il 1980 e il 2000.”

Questo l’elenco completo dei restauri di Venezia Classici selezionati per l’80. Mostra:

VENEZIA CLASSICI

SLIKE IZ ŽIVOTA UDARNIKA (LIFE OF A SHOCK FORCE WORKER)
di BAHRUDIN BATO ČENGIĆ (Jugoslavia, 1972, 78’, colore / B/N)
restauro: Slovenska kinoteka / Filmski centar Sarajevo / Hrvatski državi arhiv – Hrvatska kinoteka / Ōsterreichisches Filmmuseum col supporto di EU Creative Europe Medie Programme / ACE – Association des Cinémathèques Européennes / Ministrstvo za kulturo Republike Slovenije

ULTIMO MONDO CANNIBALE – Proiezione di mezzanotte
di RUGGERO DEODATO (Italia, 1977, 90’, colore)
restauro: Minerva Pictures

REBECCA OF SUNNYBROOK FARM (RONDINE SENZA NIDO)
di ALLAN DWAN (USA, 1938, 81’, B/N)
restauro: Walt Disney Studios / The Film Foundation

ONE FROM THE HEART: REPRISE (UN SOGNO LUNGO UN GIORNO)
di FRANCIS FORD COPPOLA (USA, 1982, 95’, colore)
restauro: American Zoetrope

THE EXORCIST (L’ESORCISTA)
di WILLIAM FRIEDKIN (USA, 1973, 132’, colore)
restauro: Warner Bros.

KING & COUNTRY (PER IL RE E PER LA PATRIA)
di JOSEPH LOSEY (UK, 1964, 88’, B/N)
restauro: StudioCanal

DAYS OF HEAVEN
di TERRENCE MALICK (USA, 1978, 94’, colore)
restauro: Criterion / Paramount

SAAZ DAHANI (HARMONICA)
di AMIR NADERI (Iran, 1973, 76’, colore)
restauro: Institute for the Intellectual Development of Children and Young adults – KANOON / Roashana Laboratory

CHICHI ARIKI (C’ERA UN PADRE)
di YASUJIRO OZU (Giappone, 1942, 92’, B/N)
restauro: Shochiku / National Film Archive of Japan

TINI ZABUTYKH PREDKIV (LE OMBRE DEGLI AVI DIMENTICATI)
di SERGEI PARAJANOV (Ucraina, 1965, 99’, colore / B/N)
restauro: Oleksandr Dovzhenko National Film Studio

PROFUNDO CARMESÍ – DIRECTOR’S CUT
di ARTURO RIPSTEIN (Messico, Spagna, Francia, 2023, 136’, colore)
restauro: Alebrije Producciones / Wanda Films

THE WORKING GIRLS
di STEPHANIE ROTHMAN (USA, 1974, 80’, colore)
restauro: The Museum of Modern Art, New York

LA CAZA (LA CACCIA)
di CARLOS SAURA (Spagna, 1966, 87’, B/N)
restauro: Video Mercury Films

LA PROVINCIALE
di MARIO SOLDATI (Italia, 1953, 113’, B/N)
restauro: CSC – Cineteca Nazionale, in collaborazione con Compass Film

OHIKKOSHI (MOVING)
di SHINJI SÔMAI (Giappone, 1993, 124’, colore)
restauro: Yomiuri Telecasting Corporation

ANDREJ RUBLEV – DIRECTOR’S CUT
di ANDREJ TARKOVSKIJ (URSS, 1966, 191’, colore / B/N)
restauro: Istituto Internazionale Andrej Tarkovskij in collaborazione con Coevolutions e Cloudpost

LES CRÉATURES (LE CREATURE)
di AGNÈS VARDA (Francia, 1965, 94’, colore / B/N)
restauro: Ciné Tamaris / CNC con il supporto di SHE ECHOES e Chanel

BELLISSIMA
di LUCHINO VISCONTI (Italia, 1951, 114’, B/N)
restauro: CSC – Cineteca Nazionale, in collaborazione con Compass Film

BUGIS STREET
di YONFAN (Hong Kong, 1995, 98’, colore)
restauro: L’immagine ritrovata / Far Sun Film

FUORI CONCORSO

PORTRAIT OF GINA
di ORSON WELLES (USA, 1958, 27’, B/N)
restauro: Filmmuseum di Monaco di Baviera, in collaborazione con Cinecittà

C’è ancora domani di Paola Cortellesi film d’apertura della Festa del Cinema di Roma

C’è ancora domani di Paola Cortellesi è il film d’apertura della diciottesima edizione della Festa del Cinema di Roma che si svolgerà dal 18 al 29 ottobre 2023 all’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone”. Lo annuncia la Direttrice Artistica Paola Malanga con Gian Luca Farinelli, Presidente della Fondazione Cinema per Roma, e Francesca Via, Direttrice Generale.

Considerata una delle artiste più complete del panorama italiano, Paola Cortellesi, attrice, sceneggiatrice e autrice, Premio David di Donatello per la sua interpretazione in Nessuno mi può giudicare e vincitrice di tre Nastri D’Argento per Come un gatto in tangenzialeMa cosa ci dice il cervello e Figli, firma il suo esordio alla regia con un originale dramedy in bianco e nero ambientato nel Secondo Dopoguerra, prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside, società del gruppo Fremantle, e Vision Distribution, società del gruppo Sky.

Nel cast del film Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea sono affiancati da Romana Maggiora Vergano, Emanuela Fanelli, Giorgio Colangeli e Vinicio Marchioni. C’è ancora domani, scritto da Furio Andreotti, Giulia Calenda e Paola Cortellesi, sarà distribuito in Italia e nel mondo da Vision Distribution.

Saw X: nuova data di uscita e prima foto ufficiale!

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Saw X: nuova data di uscita e prima foto ufficiale!

I fan del franchise di Saw hanno avuto una bella sorpresa giovedì, quando Lionsgate ha annunciato che era stata fissata una nuova data di uscita di Saw X, dato che il film è stato anticipato di un mese! Oltre alla notizia di una nuova data di uscita, Lionsgate ha anche condiviso il primo sguardo al film, mostrando il ritorno di Tobin Bell nei panni dell’iconico personaggio Jigsaw/John Kramer. È stata anche rilasciata una nuova sinossi del film, che rivela che Kramer si recherà in Messico nel film, solo per ritrovarsi invischiato in un’operazione progettata per truffare un sacco di persone.

Quando è la nuova data di rilascio di Saw X?

In un annuncio ufficiale di giovedì, Lionsgate ha confermato che il decimo capitolo del franchise di lunga data sarebbe arrivato il 29 settembre, un mese intero prima della data di uscita precedentemente annunciata. Dai un’occhiata alla nuova immagine di Tobin Bell nei panni di Jigsaw in Saw X qui sotto:

Saw XIl regista ha anche notato che spera di mantenere il titolo provvisorio di Saw X come nome del film, sottolineando che “torna alle radici di ciò che rende Saw così speciale”. Ha poi elogiato l’intero cast, inclusa la star di ritorno Tobin Bell, così come altri che hanno lavorato al film. “Spero che potremo usare il titolo Saw X perché questo capitolo torna davvero alle radici di ciò che rende Saw così speciale per me e per tutti gli altri che amano la saga di John Kramer“, ha detto Greutert. “Grazie di cuore a tutto il cast, non tutti quelli che posso nominare qui ma inclusi Tobin Bell, Shawnee Smith, Synnøve Lund, Steven Brand, Renata Vaca… e tutti gli altri che hanno contribuito a realizzare tutto questo, così come i produttori Mark Burg, Oren Koules, Ulrich Maier, Erick Ahedo e Lionsgate per avermi affidato questa bestia sputa sangue di una storia. Questo è un giorno incredibile per me, non vedo l’ora che il mondo veda il film finale“.

L’ultimo film di Saw, Spiral, è stato scritto da Josh Stolberg e Pete Goldfinger e diretto da Darren Lynn Bousman, che in precedenza aveva diretto  Saw II,  Saw III e  Saw IV. Il film è stato generalmente considerato una delusione, con il progetto che ha ricevuto recensioni contrastanti e ha incassato solo circa $ 40 milioni al botteghino. Saw X uscirà negli USA il 29 settembre 2023.

SAG-AFTRA approva 39 progetti indipendenti da poter girare durante lo sciopero

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Dozzine di film hanno ricevuto l’approvazione dal sindacato SAG-AFTRA per continuare le riprese durante lo sciopero degli attori, inclusi film con grandi nomi come Jenna Ortega, Matthew McConaughey e Mark Wahlberg. Mentre gli attori di Hollywood sono in sciopero e non lavoreranno con studi affiliati all’Alliance of Motion Picture and Television Producers (AMPTP), SAG-AFTRA ha infatti deciso di concedere esenzioni dallo sciopero ad alcune produzioni indipendenti e Variety riferisce che circa 39 progetti hanno ricevuto tale approvazione.

Fanno parte di questo elenco due produzioni A24, Mother Mary con Anne Hathaway e Michaela Coel, e Death of a Unicorn con Paul Rudd e Jenna Ortega. Altre star che gireranno durante lo sciopero includono i già citati Matthew McConaughey in The Rivals of Amziah King, Mark Wahlberg in Flight Risk e l’attrice Sigourney Weaver in Dust Bunny. I film che SAG-AFTRA sta approvando per continuare la produzione durante lo sciopero degli attori sono realizzati da società che non sono associate all’AMPTP. Ciò include studi completamente indipendenti come A24 e Angel Studios.

Nonostante gli attori non siano in grado di lavorare con gli studi AMPTP, sembra dunque che SAG-AFTRA sia indulgente nei confronti di coloro che chiaramente non fanno parte del gruppo contro cui si sta scioperando. Poiché alcuni importanti nomi sono legati a progetti più piccoli, in futuro probabilmente il pubblico sarà attirato sempre più verso questi film non affiliati ad AMPTP. Date queste prime comunicazioni, potrebbero esserci ancora più approvazioni per alcuni lavori per continuare le riprese in futuro. Resta da vedere che impatto queste approvazioni per le riprese avranno su tutta Hollywood, mentre continua lo sciopero degli attori SAG-AFTRA contro AMPTP.

Borderlands: rivelata la data di uscita del film adattamento dal videogioco!

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Dopo aver anticipato un’uscita nel 2024, la data di uscita del film Borderlands è stata ufficialmente fissata e comunicata durante il San Diego Comic-Con 2023 in corso. La data di uscita del film Borderlands è stata fissata per il 9 agosto 2024, con la notizia che arriva tramite gli account Twitter ufficiali per il film  Borderlands, nonché da Randy Pitchford  co-fondatore di Gearbox Software e creatore della serie Borderlands.

Il film Borderlands è interpretato da Cate Blanchett, Kevin Hart, Jack Black, Jamie Lee Curtis, Ariana Greenblatt, Florian Munteanu, Haley Bennett, Édgar Ramírez, Bobby Lee, Olivier Richters, Janina Gavankar, Gina Gershon, Cheyenne Jackson, Charles Babalola, Benjamin Byron Davis, Steven Boyer, Ryann Redmond e Penn Jillette.

Il film è diretto da Eli Roth e si basa su una sceneggiatura scritta da Craig Mazin (che ha recentemente rimosso il suo nome dal film e sarà accreditato con uno pseudonimo). Nel cast anche Haley Bennett, Janina Gavankar, Gina Gershon, Cheyenne Jackson, Charles Babalola, Benjamin Byron Davis, Steven Boyer, Ryann Redmond e Bobby Lee. Borderlands è prodotto da Avi Arad e Ari Arad di Arad Productions, insieme a Erik Feig di Picturestart. Il produttore esecutivo sarà Randy Pitchford, fondatore di Gearbox, e Strauss Zelnick, CEO di Take-Two Interactive. James Myers e Aaron Edmonds di Lionsgate stanno supervisionando il progetto insieme a Emmy Yu di Arad e Lucy Kitada e Royce Reeves-Darby di Picturestart.

Film di Luglio in sala: niente Barbenheimer in Italia

Film di Luglio in sala: niente Barbenheimer in Italia

Mi dispiace tanto scriverlo, soprattutto nella settimana più calda dell’anno per il cinema e anche a causa delle alte temperature sopra alla media, ma da noi non ci sarà nessun Barbenheimer. In questa settimana di luglio in sala in Italia dobbiamo, per così dire, accontentarci di Barbie e rimandare ad agosto la bomba atomica di Oppenheimer, non in CGI, diretta da Christopher Nolan.  Intanto alla gradino più alto troviamo Tom Cruise con Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte Uno e chissà se la bambola più famosa riuscirà a spodestare il Re dell’azione e degli stunt-man estremi.

Vediamo insieme i film di luglio in sala al cinema di questa settimana

Cattiva coscienza

Tra le novità in sala spicca subito questa commedia romantica e surreale del regista italiano Davide Minnella. Cattiva coscienza immagina che le nostre coscienze abbiano una forma umanoide e vivano in un universo parallelo, Mondo Altro, da cui controllano noi umani di cui sono i responsabili. Nel film uno di loro, il personaggio di Otto interpretato da Francesco Scianna, viene tra noi per aiutare il suo assistito Filippo l’attore Filippo Schicchitano. Nel cast troviamo poi Caterina Guzzanti, Matilde Gioli e Beatrice Granno’ che hanno già lavorato insieme nella serie Doc – Nelle tue mani e con la straordinaria partecipazione di Drusilla Foer.

La Maledizione della Queen Mary

Questa pellicola dell’irlandese Gary Shore è il racconto horror della maledizione, che dopo un sanguinario delitto a bordo nel 1938, colpi’ il transatlantico di lusso Queen Mary. La maledizione della Queen Mary è ambientata in due epoche diverse quella prima della furia omicida di un padre che ammazza senza pietà la sua famiglia e quella di molti anni dopo di Lukas Calder che viaggia in compagnia dei sui genitori. Il bambino mentre si aggirerà per i corridoi della nave verrà posseduto e da qui inizierà per l’incubo ad occhi aperti dei Calder. Questo mistery sovrannaturale europeo vede per protagonisti Alice Eve e Joel Fry.

Avanzers – Italian Superheroes

Questo film di Cosimo Bosco è il secondo e ultimo titolo italiano che troverete al cinema tra le novità di questi giorni. Avanzers – Italian Superheros è una parodia e una rivisitazione del celebre cinecomic The Avengers. Il lungometraggio continua con il filone dello Spaghetti-fi, iniziato dal regista con Anatar che prende ispirazione da Avatar, e che proseguirà con altri mockbuster.

Barbie

Margot Robbie è Barbie, Ryan Gosling è Ken e sono la coppia più bella e famosa di Barbieland, il mondo perfetto e rosa dove vivono i due protagonisti con i loro simili. Un giorno all’improvviso l’iconica bambola bionda sarà costretta a fuggire dalla sua terra natale e trasferirsi nel nostro mondo reale alla ricerca della felicità. Questo è il terzo film da sola da regista di Greta Gerwig che ha scritto la sceneggiatura cinematografica con il suo compagno di vita Noah Baumbach. Barbie possiede un cast numeroso è molto variegato composto da volti molto noti delle serie come Emma Mackey, America Ferrara, Kate McKinnon, Issa Rea, Ncuti Gatwa, Hari Nef e tanti altri tra cui spicca anche la cantante Dua Lipa nei panni di Barbie Sirena al suo debutto sul grande schermo.

Il Mistero del Profumo Verde

Questa commedia gialla francese del regista Nicolas Pariser è stata presentata l’anno scorso nella Quinzaine de Realisateurs del Festival di Cannes del 2022. Il Mistero del Profumo Verde è ambientato ai giorni nostri tra Parigi durante una rappresentazione teatrale della Comedie-Française un attore in scena muore improvvisamente. Questo film che profuma di vecchio cinema e di noir alla Hitchcock ma cita anche i fumetti di Herge’ e Tintin.

Il Supplente

Il Supplente di Diego Larman è un film ispirato all’operaio disegnato dal vignettista da Altan. Questa pellicola vede per protagonista Lucio, un professore universitario  che accetta l’incarico di supplente in un liceo nella periferia di Buenos Aires. Usando il valore della letteratura il giovane insegnante cercherà di aiutare i suoi studenti una possibile alternativa alla dura realtà del quartiere.

Piggy

Il titolo originale di questo film è Cerdita che vuol dire maialino in lingua spagnola. Piggy è un lungometraggio che tratta il difficile argomento del bullismo e del body shaming. La protagonista è Sara, l’attrice Laura Galan , una ragazza che viene continuamente bullizzata dai suoi coetanei a causa del suo aspetto perché in sovrappeso e che finalmente avrà la sua vendetta personale. Un piccolo fenomeno del grande schermo che ha esordito al Sundance 2022 ed è decisamente “l’anti Barbie” di questo luglio in sala al cinema in Italia.

Cillian Murphy riflette sul fatto di aver quasi interpretato Batman nella trilogia de Il Cavaliere Oscuro

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L’attore Cillian Murphy ha riflettuto sull’aver quasi interpretato Bruce Wayne/ Batman nella trilogia del Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan. Murphy recita nel nuovo film di Christopher Nolan, Oppenheimer, un thriller storico su J. Robert Oppenheimer, la persona che sarebbe poi diventata nota come il padre della bomba atomica. Tuttavia, questa è solo un’altra delle lunghe collaborazioni tra Nolan e Murphy. Il duo attore-regista ha lavorato insieme alla trilogia di The Dark Knight, Inception e Dunkirk.

Sebbene Murphy sia diventato noto come il malvagio Dr. Jonathan Crane / Spaventapasseri nei tre film di Batman di Nolan, Cillian Murphy ha quasi interpretato lo stesso Cavaliere Oscuro. È arrivato al punto di fare un provino per il ruolo. È stato più eccitante che snervante, perché non mi ero mai considerato il tipo di esemplare dal fisico perfetto per Batman“, ha detto Murphy a GamesRadar+ . “Era solo l’occasione per lavorare con lui, anche se per un breve periodo. Avevano costruito l’intero set, ed era tutto girato in 35mm. Quindi, è stato un vero provino. E mi è sempre sembrato che dovesse essere Christian Bale, sempre. Ma poi è successo qualcosa in quel test e mi ha dato quell’altra parte in Spaventapasseri. E abbiamo continuato a lavorare”.

Christopher Nolan ha condiviso anche la sua versione della storia, rivelando: “La prima volta che ho incontrato Cillian è stato per Batman Begins, e stavo cercando chi potesse interpretare Batman, e avevo visto una sua fotografia da 28 Days Later di Danny Boyle. Ero solo rimasto molto colpito dal suo aspetto, dai suoi occhi meravigliosi e da quello sguardo. I due hanno cenato e Nolan ha detto che Murphy “non si sentiva bene per Bruce Wayne, il Batman”, ma ha detto che era “qualcuno con cui voglio creare. Questa è una persona con cui voglio lavorare”.

Tutto quello che sappiamo sul film Oppenheimer

Scritto e diretto da Christopher Nolan, Oppenheimer è un thriller storico girato in IMAX che porta il pubblico nell’avvincente storia paradossale di un uomo enigmatico che deve rischiare di distruggere il mondo per poterlo salvare. Il film è interpretato da Cillian Murphy nel ruolo di J. Robert Oppenheimer e da Emily Blunt nel ruolo della moglie, la biologa e botanica Katherine “Kitty” Oppenheimer. Il premio Oscar Matt Damon interpreta il generale Leslie Groves Jr., direttore del Progetto Manhattan, e Robert Downey Jr. interpreta Lewis Strauss, commissario fondatore della Commissione statunitense per l’energia atomica.

Il film è tratto dal libro vincitore del premio Pulitzer American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert Oppenheimer di Kai Bird e del compianto Martin J. Sherwin. Il film è prodotto da Emma Thomas, Charles Roven di Atlas Entertainment e Christopher Nolan. Oppenheimer è girato sia in IMAX 65mm che in pellicola di grande formato 65mm che include, per la prima volta in assoluto, sezioni in fotografia analogica IMAX in bianco e nero.

Barbie: apertura travolgente al box office

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Barbie: apertura travolgente al box office

Barbie, l’attesissimo film fenomeno dell’anno scritto e diretto da Greta Gerwig, tinge di rosa il cinema italiano con uno straordinario incasso di 2.178.000 € nel suo primo giorno di programmazione. Risultato che segna la miglior apertura al box office del 2023 oltre a numerosi record nel giorno di esordio.

Accompagnato da una maestosa strategia di marketing e straordinarie attività publicity, Barbie ha registrato in Italia numerosi record al box office tra cui:

  • Miglior debutto per un film nel 2023
  • La quarta miglior apertura di sempre per un film distribuito da Warner Bros. Pictures
  • Il secondo miglior esordio dall’inizio della pandemia
  • Miglior debutto per un film uscito a luglio dall’inizio della pandemia
  • Il terzo miglior debutto di sempre per un film uscito nel mese di luglio
  • Miglior debutto per un film diretto da una regista
  • Miglior debutto per un film diretto da Greta Gerwig
  • Miglior debutto per un film con Margot Robbie
  • Miglior debutto per un film con Ryan Gosling

Uscito ieri, giovedì 20 luglio, su oltre 600 schermi cinematografici della penisola, Barbie ha richiamato nelle sale oltre 284.000 spettatori curiosi ed entusiasti di poter finalmente vedere quello che viene considerato il film più coinvolgente degli ultimi anni.

Barbie, il cast del film

Dalla sceneggiatrice/regista candidata all’Oscar Greta Gerwig (Piccole donne, Lady Bird) arriva Barbie con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie (Bombshell – La voce dello scandalo, Tonya) e Ryan Gosling (La La Land, Drive) nei panni di Barbie e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera (End of Watch – Tolleranza zero, i film Dragon Trainer), Kate McKinnon (Bombshell – La voce dello scandalo, Yesterday), Michael Cera (Scott Pilgrim vs. the World, Juno), Ariana Greenblatt (Avengers: Infinity War, 65 – Fuga dalla Terra), Issa Rae (The Photograph – Gli scatti di mia madre, Insecure), Rhea Perlman (Nei miei sogni, Matilda 6 Mitica) e Will Ferrell (Anchorman, Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno).

Fanno parte del cast del film anche Ana Cruz Kayne (Piccole donne), Emma Mackey (Emily, Sex Education), Hari Nef (Assassination Nation, Transparent), Alexandra Shipp (i film X-Men), Kingsley Ben-Adir (Quella notte a Miami, Peaky Blinders), Simu Liu (Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli), Ncuti Gatwa (Sex Education), Scott Evans (la serie TV Grace e Frankie), Jamie Demetriou (Crudelia), Connor Swindells (Sex Education, Emma.), Sharon Rooney (Dumbo, Jerk), Nicola Coughlan (Bridgerton, Derry Girls), Ritu Arya (The Umbrella Academy) e il premio Oscar Helen Mirren (The Queen – La Regina). Il film è al cinema dal 20 luglio.

Warner Bros. valuta possibili rinvii per Dune – Parte 2, Aquaman 2 e Il colore viola

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Sembra che l’attesa per Aquaman e il Regno Perduto, Dune – Parte Due e Il colore viola potrebbe essere prolungata, poiché la Warner Bros. starebbe valutando la possibilità di ritardare l’uscita di tali film a causa degli scioperi degli sceneggiatori della Writers Guild of America e degli attori del SAG-AFTRA. Buona parte di Hollywood è dunque attualmente bloccata e se gli scioperi dovessero protrarsi a lungo, la cosa potrebbe potenzialmente ritardare i tre prossimi film della Warner Bros. previsti per il 2023.

Al momento si tratta di rumor non confermati, ma Variety riferisce che non è da escludere che lo studio possa decidere di spostare al 2024 i tre film, non potendo promuoverli adeguamente allo stato attuale delle cose. Gli attori in sciopero, infatti, non possono prendere parte a premiere, interviste e qualunque altro evento legato al proprio film. Secondo le fonti di Variety, specie per quel che riguarda Dune – Parte 2, lo studio non vorrebbe perdere la possibilità di coinvolgere nella promozione del kolossal di Denis Villeneuve il sontuoso cast che ha preso parte alla lavorazione e si starebbe pertanto pensando di rinviarlo al 2024.

Al momento, ribadiamo, né Warner Bros. Discovery né Legendary Entertainment (che coproduce Dune – Parte Due) hanno commentato questo rapporto. Resta da vedere se dunque questo si realizzerà, ma se davvero gli scioperi dovessero protrarsi a lungo, potrebbe essere solo una questione di tempo prima che anche altri grandi studi di produzione prendano in considerazione di fare lo stesso. Il coinvolgimento delle star nella promozione di un film è infatti ormai quasi indispensabile e la mancanza di tale elemento rischia di privare le pellicole di una forte pubblicità in più.

James Cameron sull’ascesa delle AI: “Vi avevo avvertito nel 1984 e non mi avete ascoltato”

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James Cameron torna a parlare dell’ascesa dell’intelligenza artificiale, divenuta in questi ultimi anni sempre più sofisticata. Il regista ha infatti dichiarato a CTV Newsvi avevo avvertito nel 1984 e non mi avete ascoltato“, riferendosi al film Terminator, uscito in quell’anno. Come noto, nel celebre film di fantascienza una rete di difesa artificialmente intelligente che è diventata senziente, chiamata Skynet, ha guidato una guerra delle macchine contro gli uomini, scatenando dunque l’apocalisse e l’estinzione di massa.

Penso che rende l’IA un’arma sia il pericolo più grande“, ha poi aggiunto Cameron. “Penso che entreremo nell’equivalente di una corsa agli armamenti nucleari con l’intelligenza artificiale, e se non lo costruiamo noi, altri lo faranno sicuramente, e quindi si intensificherà“. Cameron, tuttavia, non pensa che l’intelligenza artificiale possa sostituire gli scrittori nnel breve periodo. Un tema particolarmente caldo, nonché tra quelli che hanno portato allo sciopero degli sceneggiatori attualmente in corso negli Stati Uniti, i quali chiedono maggiori garanzie e controlli proprio riguardo l’uso delle intelligenze artificiali applicate alla scrittura.

A riguardo Cameron non sembra essere preoccupato, dichiarando che “personalmente non credo che una mente senza corpo, che rigurgita solo ciò che altre menti le hanno detto – sulla vita che hanno avuto, sull’amore, sulla menzogna, sulla paura, sulla mortalità – possa mettere tutto insieme, mescolando e poi elaborando qualcosa… Non credo che possieda qualcosa che possa emozionare un pubblico“. Ha poi continuato: “Aspettiamo 20 anni e se un’intelligenza artificiale dovesse vincere un Oscar per la migliore sceneggiatura, penso che a quel punto dovremo prenderla sul serio“.

Io sono tuo padre: trailer del film, al cinema dal 24 Agosto

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Io sono tuo padre: trailer del film, al cinema dal 24 Agosto

Film di apertura del Festival di Cannes 2022 | Un Certain RegardIo sono tuo padre di Mathieu Vadepied arriva dal 24 agosto nei cinema italiani con un titanico Omar Sy, attore e produttore, affiancato dal coprotagonista Alassane Diong. Il film, una produzione Unitè e Korokoro, prodotto da Bruno Nahon e Omar Sy è distribuito da Altre Storie con Minerva Pictures.

Il film è ambientato nel 1917, durante la Prima Guerra Mondiale, quando truppe ‘senegalesi’ formate da soldati provenienti dal Senegal e dal resto dell’Africa combattevano al fianco dell’esercito francesce.  È la storia di un padre, il senegalese Bakary Diallo (Omar Sy) e del figlio Thierno (Alassane Diong) costretti ad affrontare una guerra che metterà a dura prova il loro forte legame. Un film che racconta un evento storico, poco conosciuto,  che ha segnato molte generazioni anche in Africa dove interi villaggi furono  privati della loro linfa vitale e allo stesso tempo un film intimista, un racconto privato ma ‘universale’, sull’amore di un padre verso suo figlio. 

Io sono tuo padre è il progetto di una vita. – ha affermato il regista –  Senza riconoscere il nostro il nostro passato comune, non possiamo andare avanti e creare insieme una società basata sul rispetto. Abbiamo cercato di raccontare una storia di un padre e un figlio, di esseri umani, con tutte le loro emozioni e i problemi, molti dei quali sono gli stessi di oggi: rapporti con l’autorità, dominazione, rivolta, ambizione. Lo scopo è riuscire a trasformare la visione che abbiamo della nostra società. Il film vuole creare curiosità. Arrivare, spero, a coloro che sono intrappolati nelle paure. Parlare della bellezza delle diverse culture, dei modi di vita, delle lingue e della loro accettazione. Perché questo desiderio di differenza è una forza”.  

Io sono tuo padre– aggiunge Omar Sy – racconta la vita privata degli uomini sullo sfondo della guerra. Una guerra raccontata dal punto di vista umano. Credo che questo sia praticamente l’unico modo per raccontarla. Non c’è altro modo per trasmettere il suo pieno significato, per vedere le sue orribili conseguenze”. 

La trama

1917, Prima Guerra Mondiale. Il senegalese Bakary Diallo si arruola nell’esercito francese per raggiungere Thierno, il figlio diciassettenne reclutato contro la sua volontà. Inviati al fronte, padre e figlio dovranno affrontare insieme la guerra. Animato dall’ardore del suo capitano che vuole condurlo nel cuore della battaglia, Thierno dovrà emanciparsi e diventare un uomo. Ma Bakary farà di tutto per evitare che suo figlio combatta e per riportarlo a casa sano e salvo…

Greta Gerwig parla dei suoi film su Le Cronache di Narnia: “Sono terrorizzata”

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La regista di Barbie (leggi qui la nostra recensione), Greta Gerwig, ha recentemente ammesso di essere “terrorizzata” all’idea di dirigere il reboot de Le cronache di Narnia di Netflix. Durante un’intervista con Total Film, alla regista è stato chiesto se la sua interpretazione dei racconti fantasy di C. S. Lewis sarebbe stata “meravigliosa” quanto la sua interpretazione delle bambole Barbie della Mattel. “Non lo so”, ha risposto la Gerwig. “Non ho ancora iniziato a metterci le mani sopra. Ma ne sono davvero spaventata, il che mi sembra un buon punto di partenza. Credo che quando ho paura, sia sempre un buon segno“.

Forse quando smetto di avere paura, sarà una cosa del tipo ‘Okay. Forse non dovrei farlo.’ No, ne sono terrorizzata. È straordinario. E quindi vedremo, non lo so“. Già alla fine del 2022 circolavano voci secondo cui la regista aveva firmato con Netflix per l’imminente riavvio di Le Cronache di Narnia, ma solo di recente è stato confermato che Greta Gerwig ha effettivamente concluso un accordo con lo streamer per scrivere e dirigere almeno due film basati sull’acclamata serie fantasy di Lewis. Ad oggi però ancora non sono state comunicate tempistiche su quando inizieranno le riprese e quando potranno arrivare i film nel catalogo.

Netflix aveva firmato un accordo pluriennale nel 2018 con la The C.S. Lewis Company per poter sviluppare film e serie televisive basati su tutti e sette i romanzi di Narnia. “È meraviglioso sapere che le persone di tutto il mondo non vedono l’ora di vedere di più su Narnia e che i progressi nella tecnologia di produzione e distribuzione ci hanno permesso di far riprendere vita alle avventure di Narnia portandole tutto il mondo“, aveva dichiarato Douglas Gresham, figliastro di Lewis. Ad ora sono stati annunciati solo i due film affidati a Greta Gerwig, ma gli accordi originali prevedevano anche una serie televisiva, quindi potrebbe esserci altro in serbo per il futuro.

The Marvels, il trailer ufficiale del film con Brie Larson

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The Marvels, il trailer ufficiale del film con Brie Larson

I Marvel Studios hanno diffuso il trailer ufficiale di The Marvels, il prossimo film del MCU che riporta in veste di protagonista Carol Danvers. Questa volta l’eroina, interpretata da Brie Larson, non sarà sola, ma affiancata da Kamala Khan e Monica Rambeau, nei panni di Mrs. Marvel e Photon.

The Marvels, la trama

Nel film Marvel Studios The Marvels, Carol Danvers alias Captain Marvel ha recuperato la propria identità dai tirannici Kree e si è vendicata della Suprema Intelligenza. Ma a causa di conseguenze impreviste, Carol deve farsi carico del peso di un universo destabilizzato. Quando i suoi compiti la portano in un wormhole anomalo collegato a un rivoluzionario Kree, i suoi poteri si intrecciano con quelli della sua super fan di Jersey City Kamala Khan, alias Ms. Marvel, e con quelli della nipote di Carol, il capitano Monica Rambeau, diventata ora un’astronauta S.A.B.E.R.. Insieme, questo improbabile trio deve fare squadra e imparare a lavorare in sinergia per salvare l’universo come “The Marvels”.

Tutto ciò che sappiamo su The Marvels

The Marvels, il sequel del cinecomic Captain Marvel con protagonista il premio Oscar Brie Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell, sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision.

Sfortunatamente, Anna Boden e Ryan Fleck, registi del primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel, infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista di CandymanNel cast ci saranno anche Iman Vellani (Ms. Marvel, che vedremo anche nell’omonima serie tv in arrivo su Disney+) e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del quale però non è ancora stata rivelata l’identità.

Nessun dettaglio sulla trama del sequel è stato rivelato, ma l’ambientazione del film dovrebbe spostarsi dagli anni ’90 ai giorni nostri. Naturalmente, Brie Larson tornerà nei panni di Carol Danvers. Il sequel di Captain Marvel arriverà il 10 novembre 2023.

Oppenheimer: Christopher Nolan spiega perché il film non mostra la distruzione di Hiroshima e Nagasaki

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Il regista Christopher Nolan ha spiegato perché si è astenuto dal mostrare i bombardamenti nucleari del 1945 su Hiroshima e Nagasaki nel suo film biografico Oppenheimer. Parlando con IndieWire, Nolan ha infatti discusso della sua decisione creativa di omettere il tristemente noto bombardamento durante un evento di proiezione a New York, affermando che l’intento era quello di ritrarre gli eventi attraverso la prospettiva di J. Robert Oppenheimer. “Sappiamo molto di più di quanto ne sapesse Oppenheimer all’epoca“, ha detto Nolan.

Ha saputo dei bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki alla radio, come tutto il resto del mondo“. Nolan ha poi ulteriormente difeso la sua decisione di escludere i bombardamenti atomici sottolineando che Oppenheimer doveva essere considerato un dramma storico piuttosto che un film educativo. “Non è un documentario. È un’interpretazione. Questo è il mio lavoro. Penso che sia un film drammatico narrativo“, ha continuato. “C’è anche un motivo ricorrente che ha molto a che fare con lui che chiude gli occhi. Per me, si tratta davvero di restare nella sua testa“.

Tutto quello che sappiamo sul film Oppenheimer

Scritto e diretto da Christopher Nolan, Oppenheimer è un thriller storico girato in IMAX che porta il pubblico nell’avvincente storia paradossale di un uomo enigmatico che deve rischiare di distruggere il mondo per poterlo salvare. Il film è interpretato da Cillian Murphy nel ruolo di J. Robert Oppenheimer e da Emily Blunt nel ruolo della moglie, la biologa e botanica Katherine “Kitty” Oppenheimer. Il premio Oscar Matt Damon interpreta il generale Leslie Groves Jr., direttore del Progetto Manhattan, e Robert Downey Jr. interpreta Lewis Strauss, commissario fondatore della Commissione statunitense per l’energia atomica.

La candidata all’Oscar Florence Pugh interpreta la psichiatra Jean Tatlock, Benny Safdie interpreta il fisico teorico Edward Teller, Michael Angarano interpreta Robert Serber e Josh Hartnett interpreta il pionieristico scienziato nucleare americano Ernest Lawrence. Il film è anche interpretato dal vincitore dell’Oscar Rami Malek e questo film vede Nolan riunirsi con l’attore, scrittore e regista otto volte candidato all’Oscar Kenneth Branagh. Il cast comprende anche Dane DeHaan (Valerian e la città dei mille pianeti), Dylan Arnold (serie Halloween), David Krumholtz (La ballata di Buster Scruggs), Alden Ehrenreich (Solo: A Star Wars Story) e Matthew Modine (Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno).

Il film è tratto dal libro vincitore del premio Pulitzer American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert Oppenheimer di Kai Bird e del compianto Martin J. Sherwin. Il film è prodotto da Emma Thomas, Charles Roven di Atlas Entertainment e Christopher Nolan. Oppenheimer è girato sia in IMAX 65mm che in pellicola di grande formato 65mm che include, per la prima volta in assoluto, sezioni in fotografia analogica IMAX in bianco e nero.

First Man – Il primo uomo: trama, cast e curiosità sul film con Ryan Gosling

Dopo aver incantato il mondo con film incentrati sul mondo della musica e dello spettacolo come Whiplash e La La Land, il più giovane premio Oscar per la regia Damien Chazelle si è cimentato in un’impresa diversa, particolarmente rischiosa ma ampiamente riuscita. Si tratta di First Man – Il primo uomo (qui la recensione), film biografico incentrato sulla preparazione dell’astronauta Neil Armstrong in vista della missione che, il 20 luglio del 1969, lo avrebbe portato ad essere il primo uomo a mettere piede sul suolo lunare. Un film apparentemente diverso dai suoi precedenti, ma che permette al regista di scavare ancora un po’ nel complesso animo umano.

First Man – Il primo uomo non è infatti una canonica biografia, quanto una vera e propria esplorazione dell’intimità umana, con tutte le sue paure e le sue ferite. Traendo spunto dall’omonima biografia ufficiale di Armstrong scritta da James R. Hansen, Chazelle porta sullo schermo un uomo afflitto dal lutto, presentando un Armstrong diverso da quello che si è soliti conoscere. Non manca ovviamente anche una accurata ricostruzione degli eventi, dei fallimenti e dei successi, presentando in tutto e per tutto la pericolosità di quei viaggi nello spazio, dove ogni più piccolo rumore dell’astronave poteva essere sintomo di guai in arrivo.

Presentato in concorso al Festival di Venezia e poi acclamato da critica e pubblico, First Man – Il primo uomo è uno dei più bei film biografici visti di recente, capace di unire storia e umanità con grande delicatezza. Un titolo assolutamente imperdibile, che intrattiene ed emoziona profondamente. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

First Man – Il primo uomo: la trama del film

Ambientato nel corso degli anni Sessanta, il film ha per protagonista il pilota della NASA Neil Armstrong. Personalità taciturna, introversa ed estremamente riservata, egli nutre grandi ambizioni nel suo lavoro, non mancando però di impegnarsi ad essere il miglior marito e padre possibile. La sua vita famigliare, sfortunatamente, viene colpita dalla prematura morte della figlia, afflitta da un male incurabile. È questa una ferita che rimane particolarmente profonda nell’animo di Neil, che nel tentativo di difendersi smette di parlare della bambina con chiunque, anche con sua moglie Janet Shearon.

Per sfuggire al dolore, Neil decide di prendere parte al progetto spaziale che punta a portare l’uomo sulla luna. La missione si rivela però più complessa del previsto, portando a numerosi incidenti di percorso particolarmente gravi. Neil è però determinato ad atterrare sul satellite, mettendosi continuamente alla prova. Ben presto, la sua diventa non una missione non per il progresso della comunità quanto per soddisfare la propria ricerca di redenzione. Consapevole dei rischi a cui va incontro, egli non mancherà di sfidare tutto e tutti pur di dare un ultimo personale saluto all’amata figlia.

First Man - Il primo uomo cast

First Man – Il primo uomo: il cast del film

Ad interpretare l’astronauta Neil Armstrong vi è l’attore Ryan Gosling, che aveva già lavorato con Chazelle per La La Land. Per prepararsi al ruolo, Gosling eseguì un’approfondita ricerca, studiando quanto più possibile della vita pubblica e privata di Armstrong. Ebbe modo anche di conoscere i figli e la moglie di lui, apprendendo molte delle informazioni più private. Ciò gli permise di rappresentare al meglio il dolore che il personaggio porta con sé, dando vita ad un’interpretazione giudicata dai familiari come estremamente accurata. Gosling inoltre ascoltò le musiche che Armstrong sentì per prepararsi al viaggio e si sottopose anche ad un vero addestramento per astronauti.

Ad interpretare sua moglie Janet vi è l’attrice Claire Foy, celebre per essere stato la protagonista delle prime due stagioni di The Crown. Un ruolo per cui anche l’attrice si preparò a lungo, anche grazie alle numerose conversazioni con la vera Janet. Vi sono poi gli attori Corey Stoll nei panni dell’astronauta Buzz Aldrin, secondo uomo a camminare sulla luna, e Jason Clarke, nel ruolo di Edward Higgins White, astronauta e vicino di casa di Neil. Kyle Chandler compare nel ruolo di Deke Slayton, capo dell’ufficio astronauti, Shea Whigham è l’astronauta Gus Grissom e Lukas Haas è l’astronauta Mike Collins. L’attore irlandese Ciaran Hinds compare infine nei panni di Robert R. Gilruth, primo direttore del Manned Spacecraft Center della NASA.

First Man – Il primo uomo: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. First Man – Il primo uomo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV+ e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 20 luglio alle ore 21:00 su Iris.

Fonte: IMDb

Starship Troopers – Fanteria dello spazio: tutte le curiosità sul film

Oltre a titoli di stampo erotico come Basic Instinct ed Elle, il regista Paul Verhoeven ha nel corso della sua carriera dato vita ad alcune tra le più celebri pellicole di fantascienza di sempre, da RoboCop ad Atto di Forza e fino a Starship Troopers – Fanteria dello spazio. Questo, uscito nel 1997, è stato inizialmente accolto in modo negativo dalla critica e dal pubblico, salvo venire poi rivalutato nel tempo tanto per il suo contesto fantascientifico quanto per il modo in cui viene portato avanti un discorso fortemente critico nei confronti della società statunitense.

Verhoeven, infatti, ritrae nel film una società militarizzata e xenofoba, alla continua ricerca di un nemico da combattere. Questa si pone dunque come una satira della politica statunitense dell’epoca, al contrario di quanto invece faceva il romanzo omonimo da cui il film è tratto. Scritto nel 1959 da Robert A. Heinlein, questo è infatti stato più volte accusato di promuovere l’ideologia fascista e l’uso della violenza armata. Oggi il film è però ricordato anche per i suoi effetti speciali, all’epoca particolarmente avanzati, candidati al premio Oscar.

Starship Troopers si configura dunque non solo come un film di fantascienza che offre del sano intrattenimento, ma anche come un’opera capace di far riflettere sulla brutalità della guerra e delle degenerazioni che questa porta nell’animo umano. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Starship Troopers: la trama del film

Ambientata in un lontano futuro, dove la razza umana ha iniziato la colonizzazione di nuovi pianeti, la storia ha inizio nel momento in cui gli esseri umani si imbattono in una sconosciuta e ostile specie insettoide, chiamata “Aracnidi”. Johnny Rico, la sua fidanzata Carmen Ibanez e il loro migliore amico, dotato di poteri psichici, Carl Jenkins, si arruolano nel servizio militare Federale per combattere contro l’orripilante specie. Dopo aver dimostrato grandi doti combattive e abilità di leadership durante l’addestramento, Rico viene promosso a caposquadra. La formazione sembra procedere nel migliore dei modi, finché uno dei suoi sottoposti causa la morte di un altro durante un’esercitazione.

Retrocesso e punito, Rico decide di dimettersi, ritenendo che quella vita non sia adatta per lui. Tuttavia, un attimo prima di lasciare l’accademia, viene informato che un enorme asteroide lanciato dagli Aracnidi ha colpito Buenos Aires. L’effetto dell’impatto ha causato la morte dei suoi genitori e di milioni di altre persone. Il ragazzo annulla le dimissioni e, seppure reintegrato come soldato semplice, si prepara ad andare in guerra. La Federazione ha deciso di rispondere all’attacco alieno con un’invasione di massa nel pianeta degli insetti. La guerra sarà però molto più dura di quanto la razza umana possa immaginare.

Starship Troopers cast

Starship Troopers: il cast del film

Ad interpretare Johnny Rico, protagonista del film, vi è l’attore Casper Van Dien, divenuto celebre proprio grazie a questo film. Per interpretare questo ruolo, l’attore si è dovuto sottoporre ad un lungo addestramento simile a quello previsto per i militari. Egli è così non solo stato in grado di entrare nella mentalità del personaggio, ma anche di sviluppare le capacità fisiche necessarie per interpretare anche le scene più complesse. Ad oggi Van Dien considera Starship Troopers il film più bello tra tutti quelli a cui ha partecipato, ritenendosi estremamente contento del fatto che i fan continuino ad associarlo al personaggio di Johnny Rico.

Accanto a lui, nel ruolo di Carmen Ibanez vi è invece Denise Richards. L’attrice apprezzò molto il ruolo, specialmente perché le permetteva di dar vita ad una donna forte, non coinvolta dunque solamente per scene romantiche. L’attore Neil Patrick Harris, qui in uno dei suoi primi film e oggi noto per il ruolo di Barney in How I Met Your Mother, è invece Carl Jenkins. Completano poi il cast gli attori Dina Meyer nei panni di Dizzy Flores, Patrick Muldoon in quelli di Zander Barcalow e Clancy Brown per il ruolo del sergente istruttore Zim.

I sequel di Starship Troppers, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Pur se sul momento non ha avuto il successo sperato, Starship Troopers ha comunque ottenuto diversi sequel nel corso degli anni, anche se tutti caratterizzati da registi e un cast diversi, dall’essere stati distribuiti direttamente per l’home-video e dall’aver goduto di ancor minor fortuna presso il pubblico e la critica. Il primo sequel uscito, Starship Troopers 2 – Eroi della federazione, è del 2004 e pur riprendendo alcune tematiche del titolo precedente si configura come un prodotto più simile alla serie Alien. Nel 2008 è invece uscito Starship Trooper 3 – L’arma segreta, che è invece un sequel più diretto del primo film. Sono poi stati realizzati due sequel animati, Starship Troopers – L’invasione (2012) e Starship Troopers – Attacco su Marte (2017).

È possibile fruire di Seven grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Prime Video, Apple TV+ e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 20 luglio alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

Barbie, tra femminismo e imperfezioni: la riflessione sociale di Greta Gerwig

Negli anni del secondo Dopoguerra, le bambine si dilettavano in un solo modo: con i bambolotti. Davano loro da mangiare, li cullavano e portavano nel passeggino. L’unica proiezione che potevano avere di se da grandi era come madri. Qualcosa, però, nel sistema non funzionava. Perché dovevano essere solo quello? Perché non potevano avere qualcosa di più glamour e divertente con cui passare il tempo? Gli anni Sessanta americani, come ben sappiamo, pur essendo stati un decennio di grandi rivoluzioni e assestamenti, sia socio-culturali che politici, in questo senso non avevano ancora fatto alcun progresso. È in questo periodo di svolte che si inserisce Ruth Handler, imprenditrice e cofondatrice della Mattel, la quale sceglie di contribuire al cambiamento in corso (in tal caso sociale) ideando Barbie, una bambola adulta che usciva fuori dagli schemi (anche di pensiero) ritenuti “consoni” per l’epoca, allora ignara che sarebbe diventata il giocattolo più desiderato e usato da intere generazioni.

Tutto partì da sua figlia Barbara, da cui prende il nome il giocattolo, la quale era solita giocare con sagome di attrici ritagliate dai giornali, manifestando un bisogno di volersi intrattenere con qualcosa di diverso, che non la confinasse nel solo ruolo di “madre” come accadeva con i bambolotti. Handler, grazie a lei, capì così che erano dei riferimenti al sesso femminili a mancare a quello specifico mercato, e questa mancanza contribuiva a soffocare l’immaginazione delle bambine. Tale situazione era però specchio della condizione sociale della donna che, in quel preciso contesto storico, era ancora ingabbiata nell’etichetta di moglie e madre, con poche possibilità lavorative e molta fatica a imporsi nella società.

Le origini di Barbie

Ruth, a quel punto, decise di dare una scossa a questo concetto estremamente patriarcale e anacronistico, ponendosi l’obiettivo di introdurre nel mondo dei giocattoli qualcosa di più sfacciato e inedito per gli usi dell’epoca. La prima Barbie debuttò nel ’59 e, seppur all’inizio non fu accolta nel migliore dei modi, riuscì nell’intento per cui – sotto sotto – era stata realizzata: diventare un vero e proprio simbolo femminista, un giocattolo moderno – che poi diventò un mito – volto a rappresentare in primis la libertà, l’emancipazione e le mille sfumature femminili. Nata inizialmente bruna con un costume zebrato, Barbie è stata in seguito soggetta a modifiche, prima di trasformarsi nella biondissima bambola – riferimento estetico e trasposizione di sé e dei propri desideri di tutte le bambine del mondo – che oggi noi conosciamo e amiamo.

Partendo dunque dal significato insito della Barbie (pur essendo stata oggetto di mille controversie riguardo l’aver imposto un’idea di perfezione irraggiungibile), non sembra essere un caso che Greta Gerwig – il cui percorso artistico e registico si fonda proprio sull’emancipazione femminile, la ricerca del proprio posto nel mondo e la ribellione al patriarcato – abbia deciso di continuare tali discorsi (iniziato con Lady Bird e Piccole Donne), con Barbie, offrendo una chiave di lettura originale sulla famosa bambola della Mattel. La regista, al suo terzo film, alza così l’asticella drammaturgico/satirica del racconto, compiendo una riflessione sociologica della nostra realtà, andando a colpire l’ancora non completamente colmato gap di genere, i contesti maschilisti e l’imposizione di un canone di bellezza (e perfezione) inesistente ma preponderante.

Barbie margot robbie

Barbie, due facce della stessa medaglia

Tenendo come saldo riferimento della narrazione le ragioni per cui è stata creata Barbie, la regista apre il suo film con la scena (già mostrata nel primo teaser trailer) che omaggia 2001: Odissea nello spazio, dove alle bambine costrette a giocare con soli bambolotti viene introdotta la prima Barbie, il cui arrivo permette di poter avere accesso ad ogni possibilità fino a quel momento negata. Comincia allora il film, con la voce narrante di Helen Mirren che ci introduce alla rivoluzione portata dalla Barbie, che nel tempo si è continuamente trasformata includendo sempre nuove caratteristiche, da quelle estetiche fino al campo delle professioni. Ecco allora non più solo Barbie stereotipo (interpretata da Margot Robbie nel film), ma anche Barbie dottoressa, Barbie presidentessa, Barbie avvocata, Barbie scienziata, Barbie giornalista, Barbie poetessa, Barbie premio Nobel e così via, alla scoperta di un campionario potenzialmente infinito.

L’intento è chiaro: ogni tipologia di Barbie esistente sembra automaticamente permettere l’emancipazione di una bambina e donna nel mondo reale. Ma è davvero così? Questo è quello che credono le Barbie, ma nonostante le loro buone intenzioni la Gerwig arriva ben presto al punto del discorso proposto dal suo film: la realtà è tutt’altro che rosea e ci sono almeno due facce della stessa medaglia. Se da un lato è indubbio che la Barbie abbia rappresentato – e rappresenti ancor di più oggi – un tentativo di contributo all’inclusività e allo sdoganamento di determinati aspetti; dall’altro ha anche coadiuvato la diffusione di stereotipi, prevalentemente estetici, che hanno marciato contro quello stesso progresso di cui la Barbie si fa promotrice.

Nel film tutto ciò è esplicitato nel momento in cui la protagonista giunge nel mondo reale e si imbatte in situazioni che fino a quel momento le erano inconcepibili: sguardi maliziosi, battute lesive della dignità, assenza di donne in ruoli di rilievo, fino allo scontro con la giovane Sasha (Ariana Greenblatt), che massacra verbalmente la protagonista sbattendole in faccia tutti gli aspetti più negativi portati dalle Barbie nel tempo. La regista spinge dunque la bambola a fare esperienza delle situazioni tipo con cui ogni bambina o donna può scontrarsi nel corso della propria vita. C’è la consapevolezza di non poter offrire una vera e propria soluzione a queste problematiche, ma aver permesso a Barbie – e agli spettatori con lei – di conoscere la verità sull’universo (attraverso la metafora della Birkenstock) rappresenta un già significativo primo passo verso una presa di consapevolezza imprescindibile.

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Uno sguardo al futuro

Il film della Gerwig si svela dunque essere l’occasione per raccontare la nostra società contemporanea attraverso un oggetto, la bambola Barbie, che ha contribuito alla sua formazione tanto nel bene quanto nel male. Così facendo, la regista compie anche un atto coraggioso: oltre mette in rilievo il contrasto della Barbie in quanto bambola e, nello specifico, il suo valore storico legato a doppio giro alla storia di ogni donna, madre e figlia, si impegna a sottolineare quanto lavoro nel nostro tessuto sociale e umano ci sia ancora da fare, nonostante l’evoluzione e il progresso.

E che, se anche una bambola idealmente “vergine da corruzioni, inganni e pregiudizi” si modifica una volta entrata a contatto con il mondo vero, significa che il tempo di cambiare rotta è ora, perché siamo già molto in ritardo. È davvero questo il nostro presente? E se il presente è così, come sarà il futuro? Queste sono le domande che emergono e si enfatizzano nell’universo colorato e scintillante di Barbie. Allora potrebbe annidarsi qui il vero senso del film: farci riflettere su ciò che è per farci immaginare ciò che sarà se non interveniamo adesso. Ricordandoci, nel frattempo, che niente è perfetto, neanche ciò che sembra tale (come può essere Barbieland), ma che la perfezione, in realtà, è l’imperfezione, la quale determina l’unicità di tutti noi.

Di Valeria Maiolino e Gianmaria Cataldo

Barbie e altri 11 film su bambole e giocattoli che prendono vita

Barbie e altri 11 film su bambole e giocattoli che prendono vita

Prima di Barbie molte altre bambole e giocattoli hanno preso vita, alcuni sono dolci e coccolosi, altri sono decisamente terrificanti. Che si tratti di Woody e Buzz che devono salvarsi a vicenda o di una bambola posseduta che cerca la sua prossima vittima, l’introduzione di oggetti ha creato un genere di film con discreto successo.

L’attesa relativa all’uscita di Barbie indica che questo modo di fare i film non è andato perduto. In particolare sono 13 i film passati e attuali che hanno come protagonista una bambola o dei giocattoli.

La mia amica speciale

La mia amica speciale

Nel 2000 i preadolescenti impazzirono per Tyra Banks e Lindsay Lohan in La mia amica speciale. Mentre Casey (Lohan) cerca un modo per entrare in contatto con la madre defunta, trova un libro di incantesimi che può aiutarla a tornare in vita. Quando la ragazza, ossessionata dallo sport, riceve per sbaglio una fashion doll maniaca dello shopping di nome Eve, le due non vanno d’accordo. Se gli spettatori non sono colpiti dal dolce legame che si forma tra le due donne, saranno sicuramente conquistati dall’interpretazione di “Be a Star” da parte di Eve alla fine del film.

Annabelle

Annabelle

Nonostante lo sfarzo, il glamour e il rosa che molte bambole esibiscono, uno dei generi in cui appaiono in modo così prolifico è l’horror, e pochi riescono a catturare il terrore allarmante che possono incutere nel pubblico come Annabelle. Nel film, un medico regala alla moglie incinta una preziosa bambola vintage per la cameretta. Da lì, i vicini vengono uccisi, la coppia in attesa viene attaccata e si verificano attività paranormali. Dopo un inizio inquietante, la coppia scopre che i demoni usano il pupazzo di porcellana per reclamare anime. Nonostante l’accoglienza negativa, non si può negare che il film sia diventato un must horror e che abbia magistralmente pietrificato il pubblico con la sola apparizione della bambola.

The Boy

The Boy

Se qualcuno vuole la pelle d’oca e l’impossibilità di dormire sonni tranquilli per un bel po’ di tempo, la visione di The Boy può fare al caso suo. Greta (Lauren Cohan) si trova di fronte a qualcosa di più di quello che si aspettava quando accetta un lavoro da tata all’estero. Quando incontra i genitori, questi la informano che si occuperà del loro figlio di nome Brahms. Greta pensa che il lavoro sarà un gioco da ragazzi, dato che il figlio della coppia è una bambola a grandezza naturale, ma in breve tempo iniziano a verificarsi strani eventi, che lasciano Greta a lottare per la sua vita e a scoprire il mistero. Ci sono spaventi e immagini inquietanti in abbondanza per far pompare il sangue di tutti gli amanti dell’horror.

Dolls

Dolls

Il film horror degli anni ’80 Dolls, dal titolo appropriato, è solo uno dei film horror che utilizza i giocattoli dei bambini in questo modo, seguendo un gruppo di persone che cercano rifugio nella villa di un vecchio costruttore di pupazzi durante una tempesta, solo per trovare una legione di bambole possedute che bramano sangue. Si percepisce un apparente senso di basso budget e ancor meno esperienza dietro la macchina da presa, e come tale il film ha avuto le sue critiche al momento dell’uscita. Tuttavia, era pervaso da un’aria di serietà e purezza di genere che gli conferiva un fascino fuori dagli schemi.

Pupazzi alla riscossa

Pupazzi alla riscossa

Un’avventura musicale animata e divertente, Pupazzi alla riscossa vanta una storia per bambini di tutte le età. Basato sull’omonimo peluche, segue un gruppo di bambole deformi chiamate Uglies che cercano di liberarsi dalla loro isolata ed eccentrica cittadina Uglyville e di irrompere nel mondo esterno dove possono essere amate dai loro stessi bambini. La storia è carina e stravagante come i personaggi su cui si concentra. Grazie alla sua vivace e colorata rappresentazione e alle numerose melodie orecchiabili, il film ricorda agli spettatori di abbracciare le qualità uniche di noi stessi e degli altri.

Small Solders

Small Soldiers

Una sorta di guilty pleasure movie per molti che sono cresciuti negli anni ’90 e nei primi anni del 2000, Small Soldiers è stato di fatto un Toy Story in carne e ossa con un tocco di azione anni ’80. Il film segue un adolescente di nome Alan (Gregory Smith) che acquista una serie di action figure dell’esercito programmate con tecnologia militare e dichiara guerra a un’altra collezione di figurine. Gli effetti visivi del film erano in realtà piuttosto buoni e sono sorprendentemente validi anche oggi, soprattutto grazie all’estetica dei giocattoli in guerra. Siamo ben lontani dal mondo rosa di Barbie. Tuttavia, il vero motivo per cui il film funzionava era che non si prendeva mai sul serio e prendeva in giro le sue stesse premesse per offrire un film d’azione per bambini pieno di divertimento.

Magic

Magic

William Goldman ha notoriamente adattato il suo stesso romanzo per lo schermo quando ha scritto la sceneggiatura de La principessa sposa nel 1987, ma aveva fatto la stessa cosa nove anni prima con il sottovalutato film horror Magic. Il film segue Corky Withers (Anthony Hopkins), un mago fallito il cui nuovo numero da ventriloquo lo proietta verso la celebrità, ma la personalità del manichino inizia a manifestarsi nella mente instabile dell’intrattenitore. Infuso di romanticismo, tensione psicologica, brividi terrificanti e dramma dei personaggi, Magic è ricco di contenuti nei suoi 107 minuti di durata. Hopkins è un attore leggendario, che interpreta sia Corky che la voce della bambola squilibrata.

Saw

Saw

Un esempio lampante di quanto possano essere popolari i film horror con bambole, sono nove i film della serie Saw. John “Jigsaw” Kramer non vuole solo uccidere le sue vittime, ma vuole anche giocare con loro a giochi tortuosi che le portino a riconsiderare il valore della vita o a morire nel tentativo. Jigsaw viene utilizzato per comunicare con le persone tenute prigioniere. Che la figura appaia di persona o su uno schermo, le sue istruzioni sono agghiaccianti. I messaggi possono provenire da chi li gestisce, ma la bambola emette un suono elettronico. Il suono inquietante è sufficiente per temere la bambola quasi quanto la persona che la manovra.

La bambola assassina

La bambola assassina

Dopo essere sfuggito a un agente di polizia di Chicago, Charles Lee Ray trasferisce la sua anima in una bambola parlante e la paura nelle menti degli spettatori di tutto il mondo. Quando un ragazzino vuole una costosa Good Guy Doll per il suo compleanno, la madre di Andy si sente fortunata quando ne trova una che può permettersi. Ben presto si scopre che il prezzo ridotto non ne vale la pena. Andy viene costantemente incastrato per gli omicidi della bambola e chi lo circonda si chiede perché incolpare un oggetto inanimato. Quando Chucky tenta di rovinare ancora una volta la vita di Andy trasferendosi nel corpo del ragazzo, coloro che gli credono riescono a fermarlo. Il film è stato rifatto nel 2019 con Aubrey Plaza nel ruolo della madre timorosa e devota.

M3GAN

M3GAN

Nell’era moderna della contesa sull’intelligenza artificiale, M3GAN ha montato un’argomentazione piuttosto convincente contro l’utilizzo di questa tecnologia. Programmato per essere il migliore amico di un bambino, M3GAN (Amie Donald) è progettato per fungere da insegnante, protettore e compagno di giochi, ma la situazione va fuori controllo quando la bambola robotica va in tilt con conseguenze terrificanti. Pur eccellendo come horror con alcune scene davvero agghiaccianti, il film ha conquistato molti fan e critici per il suo tentativo di abbracciare un’atmosfera più divertente ed energica piuttosto che un tono horror semplice e cupo. M3GAN ha già un sequel in cantiere e ha avuto un tale impatto sul pubblico che potrebbe diventare un altro franchise horror in corso.

Barbie

Barbie

Finalmente Barbie è arrivata. Il film, che ha suscitato un grande interesse nella cultura pop, è stato gradualmente anticipato dalla sua uscita e le prime indicazioni sono positive. Il film segue Barbie (Margot Robbie) e Ken (Ryan Gosling), due abitanti del meraviglioso mondo di Barbie Land che si ritrovano nel mondo reale. Una delizia estetica enfatizzata da una regia forte e da interpretazioni perfette da parte di tutte le persone coinvolte, che permette al pubblico di godere sia del divertimento sia del commento sociale che lo sottolinea. Anche se resta da vedere come si posizionerà rispetto agli altri blockbuster usciti quest’estate, è sicuro che Barbie sarà uno dei maggiori successi dell’anno.

Coraline

Coraline

Per molti aspetti, Coraline ha anticipato Barbie diventando il film di bambole per eccellenza: gli spettatori sono rimasti talmente colpiti dalla sua estetica horror da chiedersi se il film fosse adatto ai bambini. L’eccentrico e fantasioso film in stop-motion segue una ragazza solitaria che scopre un mondo alternativo che all’inizio sembra idilliaco. Quando gli elementi più sinistri della storia iniziano a emergere, Coraline (Dakota Fanning) si ritrova a dover lottare per tornare nel suo mondo. Il film, tanto bello e affascinante dal punto di vista visivo quanto divertente e spassoso, rimane una miscela impeccabile di intrattenimento per bambini e fantasia dark che tutti gli spettatori possono apprezzare.

Toy Story

Toy Story

Come M3GAN, i giocattoli di Andy farebbero qualsiasi cosa per il loro padrone. In Toy Story, molto più leggero rispetto ai precedenti, i giocattoli rivelano cosa succede in assenza di umani. Quando Woody e i suoi amici incontrano il nuovo regalo di compleanno, è evidente che i giocattoli si sentono un po’ minacciati. Buzz Lightyear ha più gadget di un coltellino svizzero. Alla fine, tutti collaborano per superare il grande trasloco. Bo Peep (e la sua pecora), Mr. Potato, Ham, Rex e Slinky si uniscono alle avventure dei cowboy e degli eroi spaziali. A dimostrazione che i giocattoli dell’infanzia sono sempre di tendenza, sono stati realizzati altri tre racconti su Woody e la sua banda.

Gran Turismo: La storia di un sogno impossibile, il nuovo trailer

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Il nuovo trailer di Gran Turismo: La storia di un sogno impossibile, il film Sony Pictures diretto da Neill Blomkamp con David Harbour e Orlando Bloom. Tratto dalla celebre saga dei racing game, il film si ispira alla storia vera di un giovane giocatore di Gran Turismo, Jann Mardenborough, che, vincendo una serie di gare competitive del videogioco, riesce a diventare un pilota professionista nella realtà.

Nel cast oltre a David Harbour (Stranger Things) e Orlando Bloom (Il Signore degli Anelli), Archie Madekwe (I Miserabili) nel ruolo del protagonista, Darren Barnet (Non ho mai…), Djimon Hounsou (Blood Diamond – Diamanti di sangue) e Geri Halliwell-Horner (Spice Girls – Il film). Gran Turismo: La storia di un sogno impossibile sarà dal 20 settembre solo al cinema prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.

Michael Keaton: il suo Batman sarebbe dovuto essere una specie di Nick Fury

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Nell’ultimo di un lungo elenco di fallimenti del DCEU, è stato rivelato che lo studio aveva intenzione di far agire il Batman di Michael Keaton come una specie di Nick Fury di Samuel L. Jackson, una figura che sarebbe saltata da un film all’altro, legando insieme la serie.

È innegabile che i due attori condividano una presenza scenica simile, carismatica e autorevole, e allo stesso modo i loro rispettivi personaggi fanno in modo che sia loro compito conoscere gli affari di tutti gli altri, rendendoli entrambi i migliori per essere onnipresenti, per così dire. Purtroppo le date di rilascio mescolate, le riprese multiple e i progetti accantonati hanno mandato a monte i piani dello studio.

La rivelazione arriva da un nuovo rapporto di The Hollywood Reporter, che ha delineato la caotica produzione di Aquaman e il regno perduto. Il rapporto afferma che l’ex capo dei DC Studios Walter Hamada aveva deciso che il personaggio agisse come “un anziano statista che potrebbe apparire in vari film”, con Keaton che doveva apparire in Batgirl, Aquaman 2 e The Flash.

Uno degli scopi del personaggio di Nick Fury nella Fase 1 del MCU era aiutare a stabilire un universo condiviso per il pubblico, fungendo da filo conduttore tra i film per stabilire una continuità cinematografica che era, fino a quel momento, diversa da qualsiasi cosa fosse venuta prima. Mentre il DCEU è andato avanti per circa un decennio, la sua continuità è forse più incerta ora di quanto non sia mai stata – e ha un disperato bisogno di un collegamento come quello che Fury ha fornito al MCU. Tuttavia, con James Gunn e Peter Safran, ora al timone dei DC Studios, sono pronti a premere il pulsante di ripristino con l’imminente Superman: Legacy, l’aggiunta di Michael Keaton come personaggio simile a Fury sarebbe stata ridondante.

Michael Keaton ha indossato per la prima volta il mantello di Batman nel film di Tim Burton del 1989, che lo ha visto affrontare il Joker di Jack Nicholson. Avrebbe ripreso il ruolo nel sequel del 1992 Batman Il Ritorno, al fianco di Michelle Pfeiffer e Danny DeVito rispettivamente nei panni di Catwoman e Penguino. Sarebbero passati altri 31 anni prima che Keaton si vestisse ancora una volta come l’eroe, per tornare in The Flash.

Love and Death, la recensione della serie con Elizabeth Olsen

Love and Death, la recensione della serie con Elizabeth Olsen

Dopo il successo di The Undoing sempre per HBO, la coppia formata dallo sceneggiatore David E. Kelley e da Nicole Kidman (qui in veste di produttore esecutivo) torna a collaborare con una miniserie che possiede molti punti di contatto con lo show appena citato. Come il precedente Love and Death esplora ancora una volta le pieghe oscure e sanguinose di un tessuto sociale soltanto in apparenza stabile e armonico. In realtà il germe che conduce alla disfatta dello stesso nasce proprio dall’istituzione primaria della civiltà come lo conosciamo, ovvero la famiglia. Ispirata da una storia vera, la miniserie racconta infatti la storia di Candy Montgomery, moglie e madre che nel Texas del 1980 assassinò barbaramente la moglie dell’uomo con cui aveva avuto una relazione clandestina.

Rispetto a The Undoing possiamo notare fin dal primo episodio una definizione molto più precisa di ambientazione e personaggi. Dove infatti la regista del precedente show Susanne Bier aveva prediletto la forza della messa in scena badando meno alla sua veridicità, nel caso di Love and Death la regista Lesli Linka Glatter procede in direzione esplicitamente opposta.

Love and Death, la trama

La piccola e coesa comunità che volge da teatro della vicenda viene tratteggiata con minuzia di particolari, al fine di trovare quell’omogeneità di visione necessaria per rendere ancor più credibili i fatti narrati. Anche la progressione narrativa di Love and Death evita quasi programmaticamente di arrivare al cuore del dramma prediligendo al contrario un tono che spesso scivola nella commedia di costume. D’altronde l’assurdità della vicenda, dei suoi sviluppi e della conclusione si prestano perfettamente a un gioco di specchi che consente alla regista e al cast di lavorare sulle pieghe grottesche della miniserie con indubbia efficacia. Quello che alla fine colpisce maggiormente di Love & Death è la pacata, serafica compostezza con cui sia la comunità che gli stessi protagonisti vivono il crimine atroce commesso da Candy Montgomery.

La Glatter si concentra talmente sul voler evitare gli eccessi del melodramma che talvolta forse pecca in senso opposto, non dotando ovvero lo sviluppo narrativo della forza emotiva necessaria per dargli la spinta finale. Le puntate dello show infatti arrivano a intrigare lo spettatore, a irretirlo con il tono ondivago e leggermente folle della messa in scena, ma mai del tutto a soggiogarne mente e cuore. Il che non è chiaramente l’intento dei creatori e della regia, e ancor meno del cast.

Love and Death
Foto : HBO Max

Elizabeth Olsen, convincente protagonista

Elizabeth Olsen nel ruolo della Montgomery offre infatti una prova molto convincente proprio perché straniante, respingente. Il suo giocare con i lati frivoli di questa figura femminile, i quali si accompagnano con una forza d’animo ottusa, bigotta ma inarrestabile, le consente di mettere in piedi scena dopo scena una performance notevole. Dopo gli anni passati dentro l’universo Marvel in un ruolo che sembrava averne definitivamente tarpato le ali artistiche, l’attrice sembra aver ritrovato una parte di quella forza propositiva che aveva dimostrato nel film che l’ha lanciata, ovvero il notevole La fuga di Martha di Sean Durkin. Accanto a lei il sempre efficace Jesse Plemons quando si tratta di dare spessore dolceamaro a fuori di uomini senza qualità, a cui si aggiungono altri caratteristi di sicuro affidamento come Elizabeth Marvel, Lily Rabe, Patrick Fugit e un Tom Pelphrey che sale in cattedra nelle ultime puntate. Sono questi interpreti il cuore pulsante di Love & Death, il motivo fondamentale per cui merita una visione attenta e incuriosita.

Ci sono prodotti televisivi a cui bisogna dare il tempo di “crescere”, di comporre il proprio mosaico a livello di narrazione e messa in scena per arrivare a produrre sul pubblico un effetto preciso e voluto. Love and Death si prende il suo tempo per farlo, forse anche un po’ troppo, ma è indubbio si tratti di un’operazione che non va assolutamente incontro al grande pubblico per ingraziarselo. Neppure vuole scuoterlo con eccessivi momenti ad effetto o figure in chiaroscuro. Al contrario questa miniserie preferisce insinuare con pazienza e lucidità un senso di disagio che a tratti arriva a farci sorridere a denti stretti. Una qualità che non dovrebbe mai essere sottovalutata.

Manodopera, trailer e poster del film di Alain Ughetto al cinema dal 31 agosto

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Manodopera (Interdit Aux Chiens Et Aux Italiens), lungometraggio d’animazione scritto e diretto da Alain Ughetto vincitore di numerosi premi, fra cui Miglior Film di Animazione agli European Film Awards 2022 e Premio della Giuria al Festival International du Film d’Animation di Annecy 2022, presentato per la prima volta alla 75° edizione del Locarno Film Festival e scelto come film di chiusura del 40° Torino Film Festival, arriva nelle sale italiane il 31 agosto distribuito da Lucky Red. Una coproduzione internazionale – sostenuta, tra gli altri, da Film Commission Torino Piemonte – Piemonte Doc Film Fund, Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Eurimages – che testimonia una storia personale nel contesto dei grandi movimenti migratori dei primi del ‘900. L’animazione in stop-motion si muove sulle musiche originali del compositore, pianista, direttore d’orchestra e Premio Oscar Nicola Piovani.

Manodopera, la trama

Piemonte, inizi del ‘900. La speranza di una vita migliore spinge Luigi Ughetto e sua moglie Cesira a varcare le Alpi e a trasferirsi con tutta la famiglia in Francia. Il regista Alain Ughetto ripercorre la sua storia familiare in un dialogo immaginario con la nonna. L’animazione in stop-motion ripercorre la vita sofferta e romanzesca degli emigrati italiani mettendo in scena un racconto fresco e poetico.

Manodopera, il poster

Torino Film Festival 41: le prime anticipazioni

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Torino Film Festival 41: le prime anticipazioni

Ad inaugurare il Torino Film Festival venerdì 24 novembre, nel segno del successo dell’edizione precedente, sarà una serata di apertura nella prestigiosa cornice della Reggia di Venaria trasmessa in diretta su Rai Radio 3 a partire dalle ore 19.00 nell’ambito del programma Hollywood Party. Una serata che unisce la vocazione pop del festival allo spirito di ricerca che da sempre contraddistingue la manifestazione, alla presenza di grandi ospiti del mondo del cinema e dello spettacolo.

Dopo l’inaugurazione, sabato 25 novembre sarà presentato il primo film Fuori Concorso del TFF, Un anno difficile, la nuova irresistibile commedia dei registi di Quasi amici Olivier Nakache e Éric Toledano, con Pio Marmaï, Jonathan Cohen e Noémie Merlant. Albert e Bruno, due simpatici imbroglioni sempre al verde, nel tentativo di scroccare un aperitivo si trovano coinvolti nelle attività di un gruppo di eco-attivisti. Tra inganni, maldestri sotterfugi e bislacche azioni di protesta, per i due amici sarà forse l’occasione di redimersi e rimettere ordine nelle proprie vite. Il film uscirà in Italia per I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm Collection.

Madrina della 41ma edizione del TFF sarà Catrinel Marlon, attrice ed ex modella con un passato da atleta, nata in Romania e poi trasferitasi in Italia. Dopo i suoi ruoli nel mondo del cinema e delle serie tv, tra cui Tutti per uno – Uno per tutti di Giovanni Veronesi, La Gomera di Corneliu Porombou e Loro chi? di Francesco Miccichè e Fabio Bonifacci, Cartinel Marlon è recentemente passata dietro la macchina con Girasoli, film d’esordio ispirato ad una storia vera che ha toccato da vicino la regista e i suoi familiari, scritto dalla stessa Marlon con Francesca Nozzolillo e Heidrun Schleef e interpretato tra gli altri da Gaia Girace e Monica Guerritore.

Tra gli appuntamenti del 41° Torino Film Festival ci sarà anche una retrospettiva dedicata a Sergio Citti, in occasione del novantesimo anno dalla nascita, realizzata in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale. Un omaggio ad un maestro che nella sua cinematografia ha fatto coesistere popolarità e ricerca, come da sempre fa il Torino Film Festival.

La retrospettiva, curata da Stefano Boni, Grazia Paganelli, Matteo Pollone e Caterina Taricano sarà accompagnata da un convegno e da un volume edito dal Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale curato da Matteo Pollone e Caterina Taricano.

Assassinio a Venezia, trailer e poster del film di e con Kenneth Branagh

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La 20th Century Studios ha diffuso il trailer e il poster di Assassinio a Venezia, il nuovo film diretto e interpretato da Kenneth Branagh nonché suo terzo lungometraggio dedicato al detective Hercule Poirot dopo Assassinio sull’Orient Express e Assassinio sul Nilo. Questo inquietante nuovo thriller soprannaturale è ora basato sul romanzo “Hallowe’en Party” di Agatha Christie ha una data d’uscita nelle sale attualmente fissata al il 15 settembre 2023.

Per quanto riguarda la trama, Assassinio a Venezia è ambientato nella misteriosa Venezia del secondo dopoguerra alla vigilia di Ognissanti, dove Hercule Poirot, ormai in pensione e vivendo in un esilio autoimposto nella città più affascinante del mondo, partecipa con riluttanza a una seduta spiritica in un palazzo fatiscente e infestato. Quando uno degli ospiti viene assassinato, il detective viene catapultato in un sinistro mondo di ombre e segreti, costretto nuovamente a dover risolvere il caso prima che qualcos altro di spiacevole possa accadere.

Il film, come già riportato, è diretto da Kenneth Branagh con una sceneggiatura del candidato all’Oscar Michael Green (Logan). I produttori sono Kenneth Branagh, Judy Hofflund, Ridley Scott e Simon Kinberg, con Louise Killin, James Prichard e Mark Gordon come produttori esecutivi. Un brillante ensemble interpreta un cast di personaggi indimenticabili, tra cui Kenneth Branagh, Kyle Allen (Rosaline), Camille Cottin (Call My Agent), Jamie Dornan (Belfast), Tina Fey (30 Rock), Jude Hill (Belfast), Ali Khan (6 Underground), Emma Laird (Mayor of Kingstown), Kelly Reilly (Yellowstone), Riccardo Scamarcio (L’ombra di Caravaggio) e la recente vincitrice dell’Oscar Michelle Yeoh (Everything Everywhere All at Once).

Aquaman e il Regno Perduto: via il cameo di Ben Affleck dal film

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Aquaman e il Regno Perduto: via il cameo di Ben Affleck dal film

Nonostante il terremoto che ha scosso le stanze della Warner Bros, sembra che Aquaman e il regno perduto sia sopravvissuto allo scossone e che uscirà comunque a fine di quest’anno, non senza una o due modifiche significative per far rientrare il film dentro a un nuovo canone.

Secondo un nuovo rapporto di THR uno dei cambiamenti più recenti al film diretto da James Wan è stato quello di annullare completamente la partecipazione del Batman di Ben Affleck al film.

L’Hollywood Reporter rivela che, secondo le fonti, sono in corso dei cambiamenti in Aquaman e il regno perduto – che ha appena terminato il suo enorme terzo round di riprese – perché il film deve riflettere lo stato in continua evoluzione dell’Universo DC. Nel caso di Batman, sia Affleck che Michael Keaton hanno preso parte e ad un certo punto hanno filmato delle scene. Inizialmente, l’ex capo della DC Films Walter Hamada voleva che il Batman di Keaton fosse una presenza di tipo Nick Fury nel franchise, che transitava tra i film, diventando una sorta di mentore per altri supereroi, ma l’idea è stata poi definitivamente bocciata quando lo studio ha annullato Batgirl.

Dopo che The Flash non è riuscito a incassare bene al botteghino globale anche con più Uomini Pipistrello al suo interno, sembra che l’ordine del giorno sia rendere Aquaman e il Regno Perduto completamente privo di Batman. Le fonti spiegano che il motivo alla base di questa decisione è che i nuovi capi della DC James Gunn e Peter Safran vogliono evitare di presentare un universo condiviso prima che prenda completamente forma, che è stato uno dei più grandi errori che il DC Extended Universe ha commesso in passato. Le fonti hanno anche riferito che c’è una maggiore tendenza a rendere il film con Jason Momoa il più autonomo possibile, in modo da tagliare qualsiasi riferimento a un universo condiviso che ormai non esiste più in quella forma.

Tutto quello che c’è da sapere su Aquaman e il Regno Perduto

Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe in Aquaman e il regno perduto, sequel del film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. In questo seguito, diretto ancora una volta da James Wan (Insidious, The Conjuring), torneranno anche Patrick Wilson nei panni di Ocean Master, Amber Heard, nei panni di Mera, Dolph Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta, che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo film. David Leslie Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di Wanscriverà la sceneggiatura del film, mentre il regista e Peter Safran saranno co-produttori.

Rheingold gratis al cinema a Roma e Milano con Frankie hi-nrg mc grazie a Cinefilos.it

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In occasione dell’uscita in sala di Rheingold, il nuovo film di genere drammatico del 2022, diretto da Fatih Akin, con Emilio Sakraya e Kardo Razzazi, Cinefilos.it offre la possibilità ai suoi lettori di assistere gratuitamente al film. Rheingold esce al cinema il 27 luglio 2023, distribuito da I Wonder Pictures.

Di seguito gli orari e i cinema di Roma e Milano che partecipano all’evento durante il quale il film verrà introdotto da Frankie hi-nrg mc.

MILANO ARIANTEO FABBRICA DEL VAPORE Via Giulio Cesare Procaccini, 4 Milano MI

27-lug

21,15

ROMA CINEMA BARBERINI P.za Barberini, 24/26, 00187 Roma RM

28-lug

21.30

Prenota QUI il tuo invito omaggio: anteprimeluglio.it

Per prenotare il tuo invito gratuito valido per 2 ingressi clicca qui (link) riceverai una e-mail di conferma invito fino ad esaurimento posti.

Rheingold, la trama

Rheingold, è ambientato nel 2010 in Iraq e racconta la storia di tre uomini, che dopo essere stati caricati su di un camion, vengono portati in carcere, dove subiscono torture brutali. I tre erano ricercati per aver compiuto il furto di un carico d’oro in Germania.
Uno di loro, Giwar Hajabi noto come Xatar (Emilio Sakraya), ricorda come ha trascorso l’infanzia da curdo a confine con l’Iraq e il successivo arresto dei genitori musicisti. Una giovinezza vissuta tra Parigi, Bonn e Londra, durante la quale è passato da piccolo criminale a grande spacciatore. Eppure, questi duri anni non hanno mai scalfito la sua passione per la musica, in particolare per il rap.

La vita condotta tra illegalità, narcotraffico, amore ed emarginazione lo hanno portato a compiere il furto d’oro per pagare i suoi debiti con il cartello, dopo che un carico di droga è scomparso. Ma la storia di Xatar non finisce qui, non dentro una prigione irachena…

Dall’inferno di una prigione irachena, a metà degli anni Ottanta Giwar Hajabi arriva in Germania con la sua famiglia e approda in fondo al mondo. In poco tempo, passa da piccolo criminale a grande spacciatore, guadagnandosi il soprannome Xatar (“pericoloso”). Fino a quando non perde un prezioso carico di droga. Per saldare i suoi debiti con il cartello, Giwar progetta così un leggendario furto d’oro…Il pluripremiato regista Fatih Akin racconta la sensazionale storia vera del rapper curdo Xatar – dalla guerra, al ghetto, fino alle vette della musica mondiale – in un’opera travolgente che mescola film biografico, romanzo di formazione e heist comedy, tra Romanzo Criminale e il miglior Guy Ritchie. Con i testi delle canzoni adattati da Frankie hi-nrg mc.

Rheingold, il trailer

Il Mistero del Profumo Verde, recensione del film di Nicolas Pariser

Nicolas Pariser torna al cinema con il suo terzo lungometraggio, Il Mistero del Profumo Verde (Le parfum vert), dopo Le grand jeu (vincitore del Prix Louis-Delluc per la migliore opera prima) e Alice et le maire, che ha vinto il Label Europa Cinémas alla Quinzaine des Réalisateurs e il César per la migliore attrice per Anaïs Demoustier.

Passato ancora una volta per la Quinzaine des Réalisateurs del 2022, il film è un omaggio talmente ispirato al mondo dei fumetti di Hergé da sembrare un adattamento. Ma non è nulla di tutto ciò, poiché questa commedia spionistica ha avuto origine direttamente dalla mente del regista, incrociando come vettori ispiratori gli albi di Tintin e i film di Hitchcock.

Il Mistero del Profumo Verde, la trama: intrigo internazionale

Dopo la morte (per avvelenamento) di un attore nel bel mezzo di una rappresentazione teatrale della Comédie-Française, l’attore Martin Rémi (Lacoste) – che ha sentito le ultime parole del morto – viene seguito e rapito da mafiosi che lo portano in un maniero isolato a Rambouillet. Qui incontra un misterioso criminale che si perde a parlare di una apparente e rinnovata politicizzazione della gioventù, prima di liberarlo definitivamente nelle prime ore del mattino dopo avergli somministrato un tranquillante. Una volta tornato a Parigi, completamente confuso rispetto a ciò che gli è accaduto nelle ultime ore, si reca in una libreria specializzata in fumetti, avendo dedotto che il suo rapitore deve essere un collezionista.

È lì che incontra Claire Cahan (Kiberlain), un’autrice di fumetti in piena crisi familiare, che decide di accompagnarlo nella sua ricerca di risposte per sfuggire alle proprie preoccupazioni. Ricercato dalla polizia e involontariamente coinvolto in un’operazione internazionale, ma determinato a trovare Hartz (il suo rapitore, capo dell’organizzazione Le Parfum Vert), Martin si reca a Bruxelles con la sua nuova complice. Senza comprendere realmente i dettagli di questa vasta macchinazione, i due vengono infine catturati dai servizi segreti francesi, in questo continuo inseguimento tra gatto e topo.

Tra dolce follia e (troppa) seriosità

Fortemente influenzato dai primi fumetti di Hergé e dalla fase inglese del cinema di Alfred Hitchcock, con Il Mistero del Profumo Verde il regista ha voluto recuperare lo spirito di questi due mondi, ancorandoli però al XXI secolo, attraverso una cornice da commedia poliziesca e spionistica. La sceneggiatura, scritta da lui stesso, è ricca di originalità e mistero: un enigmatico omicidio alla Comédie-Française dà inizio a una caccia all’uomo internazionale, da Bruxelles a Budapest.

Il Mistero del Profumo Verde è indubbiamente un film affascinante, anche se non riesce a convincere del tutto. Manca un vero equilibrio tra cinema d’autore referenziale e narrazione efficace, obiettivo raggiunto da Truffaut con Finalmente domenica! e da Pascal Thomas con Due per un delitto, due modelli di commedia poliziesca francese basati su una coppia di dilettanti che conduce le indagini. Nicolas Pariser immerge inizialmente lo spettatore in un’adorabile e dolce follia, dove le risate e la meraviglia sono potenzialmente ad ogni angolo. Ma l’iperterrita intenzione di rendere ogni svolta di trama seriosa, ostacola purtroppo quella che aveva tutte le carte in regola per essere una commedia brillante.

Il Mistero del Profumo Verde (2023)

Investigatori agli antipodi

La piacevole energia trasmessa dal duo di investigatori formato da Vincent Lacoste/ Sandrine Kiberlain, che abbraccia pienamente i codici del genere, è sicuramente uno degli aspetti più appaganti del film. Purtroppo, man mano che la storia si dipana e il regista si allontana dal suo incipit stravagante, il ritmo inizia ad ingannarci e a disperdere la nostra attenzione, complice una trama traballante che non riesce a decidere tra la sottotrama sull’antisemitismo in Europa, il thriller spionistico e la commedia sentimentale.

Sia da soli che in coppia, le loro silhouette e le loro voci – spesso avvolte dal fascino di dialoghi deliziosi – sono ideali per rappresentare questi due personaggi fuori dal mondo. Lo spettatore si affeziona a loro fin dall’inizio e li seguono man mano che procedono nell’indagine e scoprono la grave cospirazione che minaccia il mondo, tratteggiando un racconto che diventa principalmente un giallo, con una frase in codice che potrebbe essere la chiave per risolverlo.

Il “profumo verde” in questione è un misterioso strumento informatico che non è altro che un MacGuffin, un pretesto per organizzare un lungo inseguimento in cui i nostri due protagonisti giocano al gatto e al topo con i loro inseguitori. Ma, poiché sia Martin che Claire non hanno nulla da perdere, diventano ben presto i cacciatori piuttosto che le prede, con un’ingenua incompetenza che diverte molto e che sminuisce volutamente la posta in gioco: una svolta interessantissima, forse la vera chiave che avrebbe svoltato il film, qualora avesse deciso di proseguire sulla strada della commedia quasi surreale.

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