Anche la vedremo prossimamente nel
ruolo di Maria in West
Side Story di Steven Spielberg, Rachel
Zegler ha appena inanellato un altro ruolo iconico. Si
tratta di Biancaneve per il prossimo adattamento in live action
della Disney. Marc Webb dirigerà il film, con Marc Platt alla
produzione. La produzione dovrebbe iniziare nel 2022.
“Le straordinarie capacità
vocali di Rachel sono solo l’inizio delle sue doti. La sua forza,
intelligenza e ottimismo diventeranno parte integrante della
riscoperta della gioia in questa classica favola Disney”, ha
detto Webb.
Il cartone animato originale di
Biancaneve e i sette nani, basato sulla fiaba dei fratelli Grimm, è
stato pubblicato per la prima volta nel 1938. È stato il primo
lungometraggio animato della Disney ed è diventato un enorme
successo per lo studio. Gli addetti ai lavori dicono che questo
film amplierà la storia e la musica dell’originale. Benj
Pasek e Justin Paul, il duo dietro La La
Land, The Greatest Showman e
Dear Evan Hansen, scriveranno nuove canzoni per il
film. Uno dei motivi principali per cui lo studio si è preso il
tempo necessario per questo adattamento è assicurarsi di ottenere
la musica giusta, e gli addetti ai lavori aggiungono che i vertici
Disney sono entusiasti di ciò che Pasek e Paul hanno escogitato
dopo le prime prove.
Sono ufficialmente aperte le
prevendite dei biglietti per l’attesissimo lungometraggio Marvel StudiosBlack
Widow con protagonista Scarlett Johansson, che arriverà il 7
luglio nelle sale italiane. Diretto da Cate
Shortland e prodotto da Kevin Feige, il
film sarà inoltre disponibile in streaming su Disney+ con Accesso VIP dal 9
luglio.
Nel film targato Marvel Studios Black
Widow, quando viene alla luce un pericoloso complotto,
Natasha Romanoff alias Black Widow (Vedova Nera) si trova ad affrontare
il lato più oscuro del suo passato. Inseguita da una forza che non
si fermerà di fronte a nulla per distruggerla, Natasha dovrà fare i
conti con il suo passato da spia e con le relazioni che ha lasciato
dietro di sé molto prima di diventare un Avenger.
Guarda il trailer di
Free Guy – Eroe per gioco, dall’11 agosto solo al
cinema la commedia d’azione con
Ryan Reynolds, Jodie Comer, Joe Keery, Lil Rel Howery, Utkarsh
Ambudkar e Taika Waititi, diretta da Shawn Levy.
La nuova entusiasmante commedia
d’azione targata Twentieth Century Studios
Free Guy – Eroe per gioco, diretta da Shawn Levy e
interpretata da Ryan Reynolds, Jodie Comer, Joe Keery, Lil Rel
Howery, Utkarsh Ambudkar e
Taika Waititi arriverà l’11 agosto nelle sale italiane.
In
Free Guy – Eroe per gioco, un impiegato di banca che
scopre di essere un personaggio all’interno di un videogioco open
world decide di diventare l’eroe della propria storia e di
riscrivere il suo personaggio. In un mondo senza limiti, il
protagonista è determinato a diventare colui che salverà il suo
mondo a modo proprio…prima che sia troppo tardi.
Interpretato da
Ryan Reynolds, Jodie Comer, Lil Rel Howery, Joe Keery,
Utkarsh Ambudkar e Taika Waititi, Free Guy – Eroe per
Gioco è diretto da Shawn Levy da una sceneggiatura di Matt
Lieberman e Zak Penn e un soggetto di Lieberman. Il film è prodotto
da Ryan Reynolds, p.g.a., Shawn Levy, p.g.a., Sarah Schechter, Greg
Berlanti e Adam Kolbrenner. Mary McLaglen, Josh McLaglen, George
Dewey, Dan Levine e Michael Riley McGrath sono i produttori
esecutivi.
Alcune delle figure più influenti nel mondo dei videogiochi
interpretano un cameo in
Free Guy – Eroe per gioco, tra cui: Imane “Pokimane”
Anys, Lannan “LazarBeam” Eacott, Seán William “Jacksepticeye”
McLoughlin, Tyler “Ninja” Blevins e Daniel “DanTDM” Middleton.
Il film Amazon Original francese
Le Bal des Folles sarà disponibile su
Amazon Prime
Video in Italia e in tutto il mondo dal 17 settembre
Le Bal des Folles è il nuovo film diretto e
interpretato da
Mélanie Laurent.
Amazon Prime
Video ha annunciato oggi che il film Amazon Original
di produzione francese Le Bal des Folles sarà disponibile
a partire da venerdì 17 settembre in Italia e in oltre 240 Paesi e
territori nel mondo. L’attrice, regista e scrittrice
Mélanie Laurent (Inglorious
Basterds,Respire,La
Rafle,Je vais bien, ne t’en fais pas)
dirige e interpreta il film scritto con Christophe Deslandes.
Le Bal des Folles, la trama
Le Bal des Folles racconta
la storia di Eugénie, una donna giovane, radiosa e piena di vita,
che vive alla fine del XIX secolo. Da giovane Eugénie scopre di
avere un potere speciale: può sentire i morti. Dopo che la sua
famiglia scopre il suo segreto, viene portata all’ospedale La Pitié
Salpétrière senza alcuna possibilità di sottrarsi al suo destino.
L’ospedale è una clinica neurologica parigina diretta dal famoso
professore e pioniere della neurologia Dr. Charcot, a cui vengono
affidate donne con diagnosi di isteria, “pazzia”, egomania,
epilessia e altri tipi di disturbi fisici o mentali. Il destino di
Eugénie si lega a quello di Geneviève, un’infermiera dell’ospedale
dalla vita monotona. Il loro incontro cambierà il destino di
entrambe, mentre si preparano per l’annuale “Bal des folles”
organizzato all’ospedale dal Dr. Charcot.
Nel cast anche Lou de Laâge, Emmanuelle Bercot, Benjamin Voisin,
Cédric Khan, Christophe Montenez, Lomane De Dietrich e Grégoire
Bonnet. Basato sull’omonimo romanzo di Victoria Mas “Il ballo delle
pazze” (edito in Italia da e/o), Le Bal des Folles è
prodotto da Alain Goldman e coprodotto da Axelle Boucaï della
Légende Films.
Person of Interest
è una di quelle serie che hanno contribuito a cambiare il panorama
seriale grazie alla sua struttura narrativa e visiva, senza contare
le incredibili interpretazioni degli attori protagonisti. Questa
serie ha accompagnato il proprio pubblico per ben cinque stagioni,
diventando una delle più viste e delle più apprezzate in tutto il
mondo.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Person of Interest.
Person of Interest, la serie
tv
1. C’è un omaggio a un
personaggio di Batman. Lo pseudo mino del misterioso John
Reese è un omaggio all’Enigmista di Batman, dato il fatto che Mr.
Reese sembra costruito per dargli il suono mysteries. Questo tipo
di suono è stato usato sin dall’inizio dei primi show televisivi.
Tra l’altro, sembra proprio che la serie sia stata uno spunto
dettato dalla sceneggiatura de
Il cavaliere oscuro, scritta insieme a suo fratello
Christopher Nolan.
2. Uno dei personaggi
doveva diventare regolare. Il personaggio di
Sameen Shaw è stato pensato proprio per questo ed
è diventato regular solo perché è stato ben accolto dal pubblico e
i produttori sono stati contenti della performance di Sarah
Shahi.
3. Uno dei personaggi ha un
motivo musicale. L’ideatore della serie Jonathan Nolan ha detto che il team di
sceneggiatori ha deciso di rendere Root un personaggio di spicco
della serie soprattutto per il fatto che il compositore musicale
Ramin Djawadi ha scritto un tema musicale per
lei.
Person of Interest episodi
4. Una serie lunga cinque
stagioni.Person of Interest è una serie che si è
sviluppata per ben cinque stagioni, per un totale di 103 episodi di
45 minuti ciascuno. Nel nostro paese, la serie è andata in onda dal
27 aprile del 2012 fino all’11 dicembre del 2016, raccogliendo un
ampio consenso.
5. Ogni episodio ha una
particolarità. La sequenza di apertura di ogni puntata
contiene una o due scene dell’episodio corrente. Di solito, tutto
questo accade nel momento in cui Finch dice “… vittima o
perpetratore, se il tuo numero è scaduto, noi ti troveremo”.
Person of Interest streaming
6. È disponibile in
streaming digitale. Chi volesse rivedere Person of
Interest, oppure approcciarvisi per la prima volta, è
possibile visionare l’intera serie grazie alla sua presenza sulla
piattaforma di streaming digitale legale di Prime Video.
Person of Interest cast
7. Un attore famoso ha
rinunciato a un ruolo importante. Prima che il ruolo del
protagonista andasse a Jim Caviezel, era stato contattato un altro
attore. Infatti, a Kyle Chandler era stato offerto il ruolo di
John Reese, ma lo ha rifiutato per ragione non molto chiare.
8. Una coppia interpreta
una coppia. Nella serie, la fidanzata di Harold Finch è
Grace Hendricks, ed è un personaggio ricorrente che appare nelle
stagioni 1, 2, 3 e 5. La particolarità sta nel fatto che gli attori
che interpretano la coppia sul piccolo schermo, Michael Emerson e Carrie
Preston, sono realmente fidanzati.
9. C’è un attore
d’eccezione. Il personaggio di John Green è interpretato
da John Nolan e il nome non è casuale. Egli,
infatti, non è altri che lo zio dell’ideatore e produttore Jonathan
Nolan, a sua volta fratello del famoso Christopher Nolan.
Person of Interest
10. Ha vinto diversi
premi. Nel corso di tutte e cinque le stagioni, Person
of Interest ha avuto molte nomination in diversi premi,
aggiudicandosene un buon numero. Infatti, la serie ha vinto nel
2012 un People’s Choice Award per la sezione Favorite New TV Drama,
nel 2014 un NAACP Image Awards a
Taraji P. Henson per la Miglior attrice non
protagonista in una serie drammatica, mentre nel 2016 ha vinto un
IGN per la Miglior serie tv d’azione e un People’s Choice Awards
per la Miglior serie tv drammatica. Inoltre, nel 2017 ha vinto
anche il Globes de Cristal Award come Miglior serie tv
straniera.
Quante volte ci siamo
chiesti cosa ci fosse dentro la testa di Arthur Fleck in
Joker? Quanto spesso abbiamo pensato alle
difficoltà sul lavoro di Andy Sachs ne Il Diavolo Veste
Prada? In che modo il viaggio di Wanda Maximoff è diverso
da quello dei suoi colleghi eroi in WandaVision? Con quanta intensità
abbiamo odiato il fidanzato di Dani in
Midsommar?
Il cinema racconta la
vita in tutte le sue sfumature, racconta i viaggi e le esperienze e
tutto ciò che ha a che fare con l’esperienza umana. Parlare di
cinema è un’esperienza condivisa, un momento di gioia collettiva
che con Cinema e…, podcast che nasce sotto l’egida
dell’etichetta editoriale Bakemono Lab, si prova a offrire una
nuova prospettiva sui film della nostra vita con un discorso
critico.
Cinema e… il podcast sul cinema prodotto da
Bakemono Lab
Cinema
e… si avvale di esperti per raccontare un film (o anche
una serie) attraverso un filtro e una chiave di lettura insolita.
La psicologia, la moda, il teatro, il giornalismo, la politica, la
religione sono alcuni degli aspetti che vengono esposti dai film, e
il format mira proprio a sviscerare quei temi, ad intercettare quei
fili dentro al tessuto di un film in maniera inedita e
approfondita.
Nato da un’idea e
realizzato da Cecilia Strazza, Davide Cantire e
Chiara Guida, Cinema e… è
disponibile su Spotify da giovedì 24 giugno, con i primi tre
episodi e con un episodio a settimana fino a fine luglio 2021. Con
l’augurio e il desiderio di ritrovarci a settembre con nuove storie
da raccontare.
Al cinema delle donne i Nastri
d’Argento 75: con Miss
Marx film dell’anno ben cinque premi vanno a
Le sorelle Macaluso di Emma
Dante, premiato anche per la migliore regia e la miglior
produzione. Grande successo anche per L’incredibile storia dell’Isola delle
Rose di Sydney Sibilia, migliore
commedia, premiata anche per l’interpretazione di Elio
Germano: vince in quattro categorie, e porta a casa un
quinto Nastro da quest’anno anche per il produttore della commedia.
Pietro Castellitto con I predatori,
premiato anche per l’attore non protagonista Massimo
Popolizio, si conferma miglior esordiente. Per Cosa
sarà di Francesco Bruni, Nastro alla
sceneggiatura e a Kim Rossi Stuart, miglior attore
protagonista.
Sorpresa tra le attrici con i Nastri
per Teresa Saponangelo, migliore attrice
protagonista per Il buco in testa e Sara
Serraiocco, migliore non protagonista per Non
odiare. Premiate in ex aequo per la commedia,
Miriam Leone (L’amore a domicilio) e
Valentina Lodovini (10 giorni con Babbo
Natale). Platino per Sophia Loren, protagonista deLa vita
davanti a sé di Edoardo Ponti premiato con Laura
Pausini (Io sì/Seen) per la migliore canzone
originale già vincitrice del Golden Globe e candidata all’Oscar®,
scritta nella versione italiana con Niccolò
Agliardi che ritira il Nastro come coautore.
Nastro di Platino a Sophia Loren, che regalerà
al pubblico uno speciale saluto in video, Nastro speciale a
Renato Pozzetto, Europeo a Colin
Firth che ringrazia da un set americano e, dalla musica al
cinema, premi per la migliore colonna sonora a Stefano
Bollani (Carosello Carosone) e per il ‘cameo
dell’anno’ a Giuliano Sangiorgi, per la prima
volta sullo schermo in Tutti per 1 – 1 per tutti di
Giovanni Veronesi. ‘Film dell’anno’ è Miss Marx di
Susanna Nicchiarelli, un premio all’eccellenza a
un’autrice fra le più innovative e interessanti e alla squadra
vincente di un film internazionale, originale e diverso:
Nastri alla regista, alla produzione Vivo Film
con Rai Cinema, ai costumi di Massimo Cantini Parrini e per
le musiche ai Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo.
Nastri d’Argento 75 – i vincitori
Molto cinema giovane tra i
riconoscimenti dei Giornalisti: con il Nastro per il miglior
soggetto a Claudio Noce e Enrico
Audenino per Padrenostro, il ventennale del
‘Premio Guglielmo Biraghi’ per gli esordienti segnala Ludovica
Francesconi (Sul più bello), Alice Pagani (Non mi
uccidere) e il trio di protagonisti di Est – Dittatura
Last Minute, Jacopo Costantini, Matteo Gatta, Lodo
Guenzi. A Ginevra Francesconi per le due
interpretazioni di Genitori Vs Influencer e
Regina, invece, il ’battesimo’ del ‘Premio Graziella
Bonacchi’ che ricorda un’agente molto amata, scomparsa troppo
presto. Ed è giovane quest’anno anche il Premio Nastri
d’Argento ‘Persol-Personaggio dell’anno’ che segnala per
Morrison di Federico Zampaglione la performance di
Lorenzo Zurzolo.
In questa 75.ma edizione, realizzata come
sempre con il sostegno del MIC Ministero della Cultura
– Direzione generale per il Cinema, main sponsor BNL, Gruppo Bnp
Paribas, stili e generazioni diverse e molte sorprese in un’annata
che, soprattutto tra gli esordi e le autrici, registe e
sceneggiatrici, segna, dalle candidature al voto dei Giornalisti,
una svolta di novità e di cambiamento anche tra i ‘grandi’
nell’ultima stagione, a dispetto delle grandi difficoltà che anche
il cinema continua a vivere in questo periodo.
“Ricordiamo che quest’edizione, con
un numero mai tanto contenuto di nomination (al massimo sette) il
Direttivo del Sindacato ha lavorato anche su moltissimi titoli
usciti in piattaforma, segnalando alla fine 45 film, 16 dei quali
anche con una sola nomination, con grande attenzione anche a molte
opere low budget” sottolinea la Presidente Laura Delli
Colli.
E nella svolta dei ‘primi’ 75 anni, i Nastri hanno
modificato il regolamento: il miglior film premia da
quest’anno anche il miglior produttore.
Nelle ‘cinquine’ in quest’anno
speciale con tanto cinema prevalentemente uscito in piattaforma,
sono stati inseriti in selezione per la prima volta anche due
tv movie d’autore: con La bambina che non voleva
cantare di Costanza Quatriglio e Carosello Carosone
di Lucio Pellegrini che ha vinto per la musica di Carosone
‘riletta’ nell’adattamento di Stefano Bollani, e
per il casting director a Francesca Borromeo (che vince anche per
L’incredibile storia dell’isola delle Rose) con Federica
Baglioni. Tra i riconoscimenti il Premio “Nastri – Nuovo Imaie”
destinato anche quest’anno al doppiaggio ha premiato due voci
storiche: Dario Penne per Anthony Hopkins e
Ida Sansone per Olivia Colman, entrambi
protagonisti di The Father – Nulla è come sembra, premiati
dai Giornalisti con il Presidente di Nuovo Imaie, Andrea
Miccichè.
Oltre ai Nastri, chiude questa
sessione il Premio Nino Manfredi che sarà
consegnato, come tradizione, quest’anno sul palcoscenico del
Taormina Film Fest che si apre domenica prossima 27
Giugno. E a Napoli il 18 e 19 Settembre Nastri per le
Grandi Serie Internazionali, prima edizione finalmente ‘in
presenza’ condivisa con la Fondazione Film Commission Regione
Campania, con un battesimo speciale nella premiazione romana che ha
lanciato anche il restyling del Premio, esclusivamente per le
Serie, nella ‘rilettura’ dell’orafo dei grandi premi, Michele
Affidato.
Un ringraziamento, quest’anno al
supporto prezioso dei partner istituzionali e degli sponsor fra i
quali entra LEXUS, auto ufficiale, e come sempre al sostegno ormai
consolidato di BNL – Gruppo BNL Bnp Paribas, Fondazione Claudio
Nobis, Nuovo Imaie, MAXXI Museo Nazionale delle arti del XXI
secolo. Sponsor 2021 GE Gruppo Eventi, Persol, Wella. Media partner
RAI MOVIE, tv ufficiale dei Nastri, che trasmetterà il 30
Giugno lo Speciale televisivo dedicato a quest’edizione.
Le “cinquine” dei candidati, anche
su segnalazione degli iscritti al SNGCI, sono state scelte
quest’anno, come i premi speciali, dal Direttivo presieduto da
Laura Delli Colli e composto da Fulvia Caprara (Vicepresidente),
Oscar Cosulich, Paolo Sommaruga, Stefania Ulivi, Romano Milani
(Segretario generale) e Franco Mariotti (Sindaco). Li affiancano
nel Consiglio Nazionale con Titta Fiore e Maurizio Turrioni
(rispettivamente delegati per l’area Sud e Nord del Sngci),
Maurizio Di Rienzo, delegato per documentari e cortometraggi, Fabio
Falzone e Susanna Rotunno (tv) e Miriam Mauti (web). Del Consiglio
fanno parte l’ex presidente Mario Di Francesco e un rappresentante
della FNSI. Circa 100 i giornalisti che hanno votato i vincitori
2021.
Emilia Clarke ha condiviso le sue idee per una serie
spin-off basata sul suo personaggio di
Solo: A Star Wars Story. L’attrice ha all’attivo già
diversi franchise, da Game of Thrones a Terminator (con minore
successo), passando per il MCU, al quale si unisce con la
partecipazione alla serie Secret Invasion, e ha partecipato alla saga
di Star
Wars nello spin-off dedicato alla giovinezza di Han Solo, nei panni di Qi’ra.
Durante un’intervista con THR,
Clarke ha parlato del suo desiderio di tornare al ruolo di Qi’ra
nell’universo di Star Wars. Clarke ha riflettuto molto sul
retroscena di Qi’ra e su dove sarebbe andata a finire la sua
storia, e sente anche che c’è molto da raccontare a proposito tanto
che ha ipotizzato la realizzazione di una serie spin-off su
Disney+.
“È il personaggio che ha l’arco
narrativo più incompiuto… Avevo davvero pagine e pagine su com’era
la sua vita e come sarebbe stata dopo. Ma temo di non aver sentito
nulla dalla Disney che manifestasse volontà di realizzarne storie,
per cui credo che lo scriverò io e che andrò da loro a proporgli le
mie idee!” ha dichiarato l’attrice.
Solo: A Star Wars Story è un film del 2018
diretto da Ron
Howard con Alden
Ehrenreich, Woody
Harrelson, Emilia
Clarke, Donald
Glovere Thandie
Newton. Attraverso una serie di audaci bravate nel
profondo di un mondo criminale oscuro e pericoloso, Han Solo fa
amicizia con il suo futuro possente copilota Chewbacca e incontra
il famigerato giocatore d’azzardo Lando Calrissian, in un viaggio
che determinerà il futuro di uno degli eroi più improbabili della
saga di Star Wars.
È un documentario personale
profondamente commovente e doloroso quello che Marco
Bellocchio presenterà in Selezione Ufficiale a Cannes
2021. Attraverso questo film dal titolo enigmatico (Marx
può aspettare), il cineasta italiano cerca di capire,
umilmente e retrospettivamente, il suicidio del fratello gemello
all’età di 29 anni. Una tragedia familiare da cui non si è mai
veramente ripreso, fonte sia di colpa e che di ispirazione.
Mescolando estratti dei suoi film e conversazioni con persone a lui
vicine, Bellocchio indaga su questa figura fraterna che non smette
mai di ossessionare la sua filmografia.
Dopo aver diretto un film cult con
il suo primo lungometraggio, I pugni in tasca
(1965), che ha inaugurato una nuova era del cinema italiano
allontanandosi dai codici del neorealismo, Marco
Bellocchio, voce ancora eterna di dissenso all’età di 81
anni, ha girato Salto nel vuoto, che ha vinto i
premi come miglior attore per Michel Piccoli e
Anouk Aimée a Cannes nel 1980. Successivamente è
stato regolarmente selezionato in Concorso a Cannes, con
Enrico IV nel 1984, Il principe di
Hombourg nel 1997, La Balia nel 1999,
L’ora di religione – Il sorriso di mia madre nel
2002, Vincere nel 2009 e Il Traditore nel 2019.
Pierre Lescure,
Presidente del Festival
di Cannes, dichiara: “Marco ha sempre messo in discussione
le istituzioni, le tradizioni, la storia personale e collettiva. In
ciascuna delle sue opere, quasi involontariamente, o almeno nel
modo più naturale possibile, rivoluziona l’ordine costituito”.Thierry Frémaux, Delegato Generale, aggiunge:
“Siamo orgogliosi di premiare Marco Bellocchio, uno dei grandi
maestri del cinema italiano dopo 56 anni di affascinante lavoro, in
successione ai suoi amici registi Bernardo Bertolucci, Manoel de
Oliveira e Agnès Varda. È un regista, un autore e un poeta.
Onorarlo con la Palma d’oro alla carriera è ovvio per tutti coloro
che ammirano il suo lavoro”.
In occasione del compleanno di
Chris Pratt, James
Gunn ha condiviso un video di auguri per l’amico e
collega in cui l’interprete di Star Lord mangia un insetto. Eccolo
di seguito!
Regista e attore sono molto amici,
hanno lavorato insieme nei primi due film di Guardiani della Galassia,
in cui Gunn scrive e dirige e Pratt interpreta il protagonista,
Peter Quill/Star Lord, appunto. In questa occasione possiamo anche
godere a pieno dell’insana goliardia dei due, anche dietro le
quinte delle loro collaborazioni cinematografiche, che già si
distinguono per il loro essere ironiche e divertenti.
Julie Delpy,
attrice e sceneggiatrice molto amata, che interpreta Celine nella
trilogia Before di Richard Linklater, ha declinato
la possibilità di realizzare un quarto film della serie. I primi
tre film la vedono accanto a Ethan Hawke nei panni di una coppia che si
incontra in stadi diversi della vita e in momenti diversi della
loro relazione, che comincia nel primo film.
Durante un’intervista con il
magazine francese Telerama, Delpy
ha spiegato la sua riluttanza a girare un’altro
Before a causa della fatica che ha fatto per
realizzare il suo proprio film. Ha condiviso che ha quasi lasciato
la recitazione per la frustrazione che le aveva trasmesso
l’industria del cinema. Ha detto: “Ci penso spesso… un anno e
mezzo fa non ero molto lontana da questa decisione. L’inferno che
ho attraversato per produrre il mio film mi ha esaurita. Ho detto
no a Richard Linklater per la quarta parte dei film Before. Ho
pensato che potevo tornare a scuola. Potrei essere un bravo
dottore! Datemi tre sintomi e vi dirò cosa avete… ma mi piace
creare, raccontare storie, è più forte di me.”
La trilogia Before consiste in tre
film diretti da Richard Linklater. Cominciata con
Before Sunrise nel 1995, ha avuto un sequel nel
2004, Before Sunset, e un terzo capitolo
(conclusivo) nel 2013, Before Midnight. Il primo film fu scritto da
Linklater insieme a Kim Krizan, e i sequel invece sono scritti a
sei mai, dal regista con Ethan Hawke e Julie Delpy,
che interpretano anche i protagonisti dei film, Jesse e Celine.
Su Entertainment
Weekly è apparsa la prima foto ufficiale di Shazam! Fury
of the Gods in cui vediamo i sei eroi che vedremo in
azione nel film sfoggiare i loro costumi da supereroi. La foto è
comparsa per la prima volta sull’account Instagram del regista del
film, David F. Sandberg. Ecco di seguito
l’immagine:
Shazam! Fury
of the Gods sarà diretto ancora una volta
da David F. Sandberg e vedrà il ritorno
di Zachary
Levi nei panni dell’eroe del titolo. Il film
uscirà al cinema il 2 giugno 2023. Nel cast è confermato il ritorno
di Asher Angel e di Jack Dylan
Grazer, mentre i villain saranno interpretati dalle new
entry Helen Mirren, Rachel
Zegler e Lucy
Liu. Mark
Strong non tornerà nei panni del Dottor Sivana,
mentre Djimon
Hounsou sarà ancora una volta il Mago. Il primo
film è uscito nelle sale ad aprile 2019.
È stato assegnato a Matteo
Martari il premio Beatrice Bracco alla
migliore rivelazione dell’anno nell’ambito del Figari Film
Festival. L’attore ha parlato con noi della sua carriera e
del significato di questo premio.
Matteo Martari ha
ormai una lunga e solida carriera televisiva, ha partecipato a
I Medici, è stato Luigi Tenco nel film
Fabrizio De Andrè – Principe Libero, fa parte del
cast de “I bastardi di Pizzofalcone” e “Non uccidere”.
Quest’anno lo vedremo nel film di Daniele Vicari Il Giorno
e la Notte.
Creato nel 2011, il Figari Film Fest
è una manifestazione dedicata al cinema giovane ed indipendente, ai
cortometraggi ed agli esordi cinematografici di giovani
registi.
Negli anni è diventato un festival di riferimento per la
cinematografia internazionale. Il festival, oltre a valorizzare la
cinematografia internazionale, mira allo sviluppo dell’attività
filmica dell’isola e alla valorizzazione della Sardegna sotto ogni
suo profilo: ambientale, storico, culturale e di costume.
I reali di Inghilterra suscitano da
sempre grande fascino e interesse. Se oggi tutte le attenzioni sono
per la serie The
Crown e il suo racconto dell’attuale regina, sul finire
degli anni Novanta fu la prima Elisabetta ad ottenere un proprio
posto sul grande schermo. A raccontarla è stato il film del 1998
Elizabeth, diretto da Shekhar
Kapur. Questo si concentrava sui primi anni del regno di
Elisabetta e nel 2007 ha avuto un sequel che va invece a raccontare
il periodo successivo. Il film è Elizabeth – The Golden
Age, e come il suo predecessore ha a sua volta goduto
di ampi consensi.
Anche in questo caso il film non si
propone come una fedele rappresentazione dei fatti realmente
avvenuti, presentando invece diverse inesattezze storiche. Queste,
ad esempio, sono rintracciabili in diverse rappresentazioni dei
personaggi principali, qui resi più o meno centrali ai fini
narrativi. Tutto ciò è naturalmente stavo voluto al fine di poter
dar vita ad un film più aderente ai canoni cinematografici, che
avesse come fine principale quello di narrare l’indipendenza che la
regina Elisabetta ha inseguito con il suo regno e delle battaglie
affrontate in nome di questa.
Visivamente ricco, tra sfarzosi
costumi premiati all’Oscar e sontuose scenografie, Elizabeth –
The Golden Age si pone in stretto rapporto con il suo
precedente, manifestando però allo stesso tempo l’evoluzione tanto
della sovrana quanto del suo regno. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di attori. Infine,
si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Elizabeth – The Golden Age: la
trama del film
Il film si svolge a partire dal
1585, quando Filippo II di Spagna, sovrano del
Regno più potente del mondo, brama di conquistare anche
l’Inghilterra spodestando la regina Elisabetta e
ponendo a guida del paese sua figlia Isabella.
Ormai sul trono da trent’anni, la sovrana ha però consolidato il
predominio della religione protestante, dichiarandosi nemica della
Spagna cattolica. La regina deve però non solo fare i conti con i
nemici fuori dal Paese, bensì anche con diverse problematiche
interne alla sua corte. Il fido consigliere Francis
Walsingham insiste infatti affinché Elisabetta si sposi e
dia all’Inghilterra un erede.
Se la regina dovesse infatti
morire, al suo posto diventerebbe sovrana sua cugina Mary
Stuart, attuale regina di Scozia, da molti considerata la
vera guida del popolo inglese. Trovandosi così stretta tra queste
questioni, la regina sembra trovare un iniziale conforto nel
corsaro Walter Raleigh, il quale riaccende in lei
emozioni a lungo sopite. Abbandonarsi a queste potrebbe però
rivelarsi quantomai fatale per la regina, sempre più costretta a
non fidarsi di nessuno. Nel momento in cui una serie di diretti
attentati inizieranno a concretizzarsi nei suoi confronti, la
regina si vedrà costretta a difendere il suo regno con ogni mezzo
possibile.
Elizabeth – The Golden Age: il
cast del film
Ad interpretare nuovamente la
regina Elisabetta vi è l’attrice premio Oscar Cate Blanchett.
Per interpretare la sovrana, la Blanchett approfondì molto la sua
vita e il suo operato, come anche il profondo impatto che il suo
regno ebbe nell’Inghilterra dell’epoca. Anche in questo caso,
l’attrice ottenne una nomination all’Oscar per la sua intensa
performance. Ciò la portò a stabilire un importante primato,
essendo la prima attrice a ricevere più di una nomination per
l’interpretazione di uno stesso personaggio. Accanto a lei, nei
panni del consigliere Francis Walsingham, vi è il premio Oscar
Geoffrey Rush. Questi avrebbe poi nuovamente
interpretato un personaggio vicino ad un sovrano inglese in Il
discorso del re.
Si ritrovano poi nel film diversi
noti attori inglesi o internazionali. Appartenente a questi ultimi
è lo spagnolo Jordi Mollà, presente nei panni di
re Filippo II di Spagna. Per prepararsi al ruolo, l’attore ha
naturalmente approfondito molte delle gesta del sovrano, cercando
di dedurne il comportamento e la mentalità. Si annoverano poi
Samantha Morton nei panni di Mary Stuard, mentre
Eddie Redmayne
è Anthony Babington, tra gli organizzatori dell’attentato alla
regina. Abbie Cornish
interpreta invece Bess Throckmorton, una delle principali
nobildonne della corte di Elisabetta. Infine, ad interpretare il
corsaro Walter Raleigh vi è l’attore Clive Owen, il
quale ha accettato subito il ruolo essendo un grande fan del primo
film.
Elizabeth – The Golden Age: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Elizabeth – The Golden
Age è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili, Google
Play, Apple iTunes e
Now. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma
di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere
un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre
presente nel palinsesto televisivo di lunedì 21
giugno alle ore 21:00 su
Iris.
Giunto al suo terzo film dopo
J’ai tué ma mère e
Les Amours Imaginaires,
il regista canadese Xavier Dolan dà
vita alla sua opera più ambiziosa e impegnativa, che lo consacra
come un talento cinematografico particolarmente raro. Nel 2012
presenta al Festival
di Cannes, nella sezione Un Certain Regard, il film
Laurence Anyways, da lui scritto,
diretto, prodotto, montato e per cui ha anche curato i costumi. Si
tratta di una vera e propria opera della maturità, che nelle sue
circa tre ore di durata va ad affrontare tematiche delicate e
ricorrenti nel suo cinema, dall’identità di genere al rifiuto degli
asfissianti canoni borghesi.
Dolan fu ispirato nella scrittura
di Laurence Anyways dopo essersi imbattuto nella storia di
Luce Baillargé, nata Luc. Ha così deciso di
raccontare con la delicatezza e la sensibilità che lo
contraddistinguono una storia che, a partire dalla transessualità
del protagonista, parla di cambiamento, di rivoluzione personale e
sociale. A produrre il film, tra gli altri, vi è anche Lyse
Lafontaine, rivelatasi essere stata proprio la ragazza di
Baillargé, con la quale aveva avuto un figlio. Durante le riprese,
tuttavia, Luce è venuta a mancare in seguito ad un infarto. Il
film, dedicato a lei, si costruì dunque ancor di più come un inno
al coraggio di mettersi in discussione e cambiare, proprio come
aveva fatto lei.
Vincitore della Queer Palm a
Cannes, Laurence Anyways è ancora oggi uno dei più
importanti film di Dolan, di quelli che meglio esprimono la sua
poetica tematica e stilistica. Tra sequenze di grande impatto,
accompagnate da una colonna sonora pop altrettanto tipica nei film
di Dolan, e sincere emozioni che danno vita a profonde riflessioni,
è questo un film davvero importante e imperdibile. Prima di
intraprendere una sua visione, però, sarà bene scoprire qualcosa di
più sulla sua trama, sul cast di
attori e sulle piattaforme streaming dove
è possibile ritrovarlo.
Laurence Anyways: la trama del
film
La vicenda si svolge negli anni
Novanta, ed ha per protagonista Laurence Alia, di
professione docente, che nel giorno del suo trentacinquesimo
compleanno esprime per la prima volta il suo desiderio di diventare
una donna. La sua ragazza, Frédérique Bellair,
detta Fred, pur rimanendo sconvolta, accetta poi di rimanere al suo
fianco, aiutandolo nel suo compiere il percorso di transizione.
Passa un anno e Laurence torna a lavorare come professore di
letteratura, ma questa volta veste i panni di una donna, sentendosi
finalmente libero di esprimere ciò che sente essere il vero sé
stesso.
Inizia così una nuova vita, ma il
peso dello stigma sociale, il rifiuto della famiglia e
l’incompatibilità della coppia comincia a diventare un problema
insormontabile. Licenziato dalla scuola dove lavorava, Laurence
entra sempre più in un periodo di depressione, che lo porta a
compromettere forse per sempre i rapporti con Fred. Riflettendo
sulla loro relazione, i due finiscono con l’allontanarsi. Il
trascorrere del tempo li porta a prendere percorsi diversi, a
diventare persone diverse, fino al giorno in cui finalmente si
rincontrano. Gli anni Novanta stanno finendo ormai, eppure il loro
amore non sembra essere mutato affatto.
Laurence Anyways: il cast del
film
Contrariamente ai suoi due
precedenti film, Dolan sceglie qui di non comparire come
protagonista. Egli è comunque presente con un breve cameo nei panni
di un ragazzo ad un party. Ad interpretare il protagonista,
Laurence Alia, doveva inizialmente essere Louis Garrell,
già comparso alla fine del precedente film del regista. Questi
dovette però rinunciare a causa di altri impegni e ad ottenere il
ruolo fu l’attore Melvin Poupaud. Divenuto celebre
per film come La fille de 15 ans e Un ragazzo, tre
ragazze, egli si disse da subito particolarmente interessato a
recitare per Dolan, affermando di essere un fan del suo cinema. Per
lui, Poupaud ha dato vita ad un ruolo inedito nella sua carriera,
per il quale si è preparato con grande dedizione.
Nel ruolo di Frédérique Bellair,
protagonista femminile del film, vi è invece l’attrice canadese
Suzanne Clément. Già presente nel primo film di
Dolan, questa ha ottenuto proprio con Laurence Anyways una
grande popolarità internazionale. È infatti anche arrivata a
vincere il premio come miglior attrice nella sezione Un Certain
Regard. La Clément sarebbe poi tornata a recitare per Dolan
anche in Mommy. L’attrice
Nathalie Baye è presente nei panni di Julienne
Alia, la madre di Laurence. Monia Chokri, già
protagonista per Dolan in Gli amori immaginari, interpreta
qui Stéfanie Bellair, sorella di Frédérique. Nel film si ritrovano
poi anche Anne Dorval, attrice ricorrente nel
cinema del giovane regista e Antoine Olivier
Pilon, nei panni di un adolescente. Questi ultimi due
attori sarebbe poi stati protagonisti nel ruolo di madre e figlio
in Mommy.
Laurence Anyways: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Laurence
Anyways è infatti disponibile nel catalogo di
Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
noleggiare il singolo film, avendo così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente,
in prima TV assoluta, nel palinsesto
televisivo di lunedì 14 giugno alle
ore 21:15 sul canale Cielo.
I fan dell’AFC Richmond esultano!
Apple
TV+ ha presentato oggi il trailer dell’attesissima seconda
stagione dell’amata e pluripremiata serie comica, “Ted
Lasso“. Dopo aver colpito il pubblico di tutto il
mondo grazie al suo cast di personaggi e al potente messaggio di
ottimismo, “Ted Lasso” tornerà per la seconda stagione venerdì 23
luglio su Apple TV+. La seconda stagione di 12 episodi sarà
presentata in anteprima con due episodi, seguiti da un nuovo
episodio settimanale, ogni venerdì.
Il trailer della seconda stagione di Ted Lasso
Dal suo debutto nell’agosto 2020, la serie ha continuato a
essere apprezzata da pubblico e critica ricevendo una moltitudine
di nomination e premi, tra cui un Peabody Award recentemente
annunciato, lo Screen Actors Guild Award a Jason Sudeikis per la
migliore interpretazione maschile in una serie comica e un Golden
Globe Award nella categoria Miglior Attore Comico. La serie ha
anche trionfato ai Critics Choice Awards 2021, vincendo
in ogni categoria per la quale è stata nominata
e assicurandosi il premio per la Migliore Serie
comica, Miglior Attore per Jason Sudeikis e la Migliore Attrice non
Protagonista per Hannah Waddingham. Inoltre, la serie ha ottenuto
due Writers Guild Awards per la Migliore Nuova Serie e la Migliore
Serie Comica, una nomination dalla Producers Guild of America per
la Serie Comica, nonché riconoscimenti da molti altri gruppi di
associazioni e critici. “Ted Lasso” è stata anche l’unica serie
comica premiata come Programma AFI dell’anno ed è apparsa nelle
liste “Best of 2020” stilate dalla critica televisiva.
Jason Sudeikis è Ted Lasso, un allenatore di football
universitario del Kansas assunto per allenare una squadra di calcio
professionistica in Inghilterra, nonostante non
abbia alcuna esperienza come allenatore di calcio. Ma ciò
che gli manca nella conoscenza, lo compensa con ottimismo,
determinazione da sfavorito… e biscotti. L’acclamata serie
comprende anche Hannah Waddingham, Brendan Hunt, Jeremy Swift, Juno
Temple, Brett Goldstein, Phil Dunster e Nick Mohammed. Sarah Niles
si unisce al cast in questa stagione come “Sharon”, una psicologa
sportiva che è stata chiamata a lavorare con l’AFC Richmond.
Jason Sudeikis è anche produttore esecutivo, insieme a Bill
Lawrence con la sua Doozer Productions, in associazione con Warner
Bros.Television e Universal Television, una divisione di Universal
Studio Group. Jeff Ingold di Doozer è anche produttore esecutivo
con Liza Katzer in veste di co-produttrice esecutiva. La serie è
stata sviluppata da Sudeikis, Bill Lawrence, Brendan Hunt e Joe
Kelly, ed è basata sul format preesistente e sui
personaggi di NBC Sports.
L’intera prima stagione di “Ted
Lasso” è disponibile su Apple TV+ sull’app Apple TV.
Eagle e Paramount Pictures hanno
diffuso il trailer
Snake Eyes: G.I. Joe – Le origini, il nuovo film del
franchise di G.I. Joe, con protagonisti Henry
Golding, Andrew Koji, Úrsula Corberó, Samara Weaving, Haruka Abe,
Takehiro Hira e Iko Uwais dal 21 Luglio al CINEMA.
Paramount Pictures e
Metro-Goldwyn-Mayer Pictures e Skydance presentano In associazione
con Hasbro. Una produzione di Bonaventura Pictures.
Snake Eyes: G.I. Joe Le Origini, vede Henry Golding
nei panni del solitario Snake Eyes che viene accolto in un antico e
segreto clan giapponese chiamato Arashikage, dopo aver salvato la
vita del suo erede legittimo. Una volta arrivato in Giappone, Snake
Eyes impara dagli Arashikage le vie del guerriero ninja, trovando
anche quello che più desiderava: un posto da potere chiamare casa.
Ma, quando i segreti del suo passato vengono svelati, l’onore e la
lealtà di Snake Eyes saranno messi a dura prova, rischiando di
incrinare la fiducia di coloro che gli sono stati più vicino.
Basato sull’iconico personaggio dei G.I. Joe, Snake Eyes: G.I. Joe
Le Origini vede anche Andrew Koji nei panni di Storm Shadow, Úrsula
Corberó in quelli de La Baronessa; Samara Weaving è invece
Scarlett, Haruka Abe è Akiko, Tahehiro Hira è Kenta e Iko Uwais è
Hard Master.
Confermata anche la presenza
di Michael
Keaton e Ben
Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di
Batman. Kiersey Clemons tornerà nei
panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack
Snyder’s Justice League (il personaggio era stato
tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche
l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il
labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la
madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha
Calle(Febbre d’amore) che interpreterà
Supergirl.
Autore di appassionanti gialli come
Io uccido, Niente di vero tranne gli occhi e
Io sono Dio, Giorgio Faletti ha
pubblicato nel 2010 il romanzo Appunti di un venditore
di donne, cupa storia di intrighi e misteri nella
Milano degli anni Settanta. Quel libro, a lungo tra i più venduti
in Italia, è ora pronto per trasformarsi in un film per la regia di
Fabio Resinaro, già celebre per aver diretto Mine e Dolceroma.
Prodotto dalla Eliseo Multimedia di Luca Barbareschi, il film sarà
trasmesso in prima visione su Sky Cinema a partire
dal 25 giugno alle 21:15.
Interpretato da
Mario Sgueglia,
Miriam Dalmazio, Libero De
Rienzo, Paolo Rossi,
Francesco Montanari e Michele Placido,
il film ha per protagonista Bravo, un venditore di donne segnato
nell’anima da una vergognosa mutilazione. La sua storia ha inizio
una mattina come un’altra, quando dopo essere uscito dall’Ascot
Club, dove ha fatto nottata giocando d’azzardo e facendo uso di
droghe, conosce Carla. Nutrendo un conturbante sentimento per lei,
decide di introdurla nel suo giro, non immaginando cosa accadrà da
lì a breve nella sua vita.
Ad aprire la conferenza stampa è il
regista Fabio Resinaro, che racconta la
realizzazione dell’adattamento, le sfide incontrate e gli obiettivi
raggiunti. “Il romanzo – afferma il regista – presenta
delle descrizioni straordinarie di personaggi, eventi e di tutta
un’epoca. Girare un film in costume non è mai facile, ci siamo
dovuti scontrare contro una serie di muri. Però volevo girare come
se fossimo ancora negli anni Settanta, senza pormi alcun limite. Ho
portato tutti ad immergersi in quel periodo difficile e spero che
anche lo spettatore potrà sentirsi altrettanto coinvolto da questa
ricostruzione. È un film notturno, che parla di criminali, di
disobbedienti. L’atmosfera era tutto per poter trasmettere
ciò.
“Quando uscì il libro, me lo
proposero per farne la regia, ma non mi sentivo pronto. –
dichiara Placido – Anni dopo questa storia è tornata da me, con
la regia di Resinaro. Ho accettato perché sono rimasto colpito
dalla sua bravura e dalla sua preparazione. Il dialogo con lui è
sempre stato ricco di spunti e suggestioni nuove. Penso che egli
sia riuscito a dar vita alla ricostruzione di un’epoca di cui c’era
bisogno, e che penso nessun altro avrebbe potuto realizzare con
tanta originalità e freschezza”
A scrivere la sceneggiatura è stato
lo stesso Resinaro, nonostante la non convinzione a riguardo di
Barbareschi. “Volevo affiancargli qualcuno, – dichiara il
produttore – ma lui ha insistito per farlo da solo. Allora gli
ho dato tempo un fine settimana per pensarci e farmi sapere. Al
termine di questo tempo lui si è presentato non con una decisione
ma con l’intera sceneggiatura pronta e finita. Ero incredulo, non
ho mai visto un talento simile prendere forma in modi così
inaspettati.”
La parola passa poi a Mario
Sgueglia, che racconta di come si sia preparato ad interpretare il
complesso ruolo del protagonista di Appunti di un venditore di
donne, Bravo. “Per quanto il personaggio sia controverso,
anche deprecabile per certi aspetti, non l’ho mai giudicato. So che
sarebbe stato sbagliato farlo, per questo ho cercato di
comprenderne i difetti, le debolezze, le ossessioni. Ho poi cercato
di far trasparire tutto ciò attraverso le sue azioni e il suo
carattere. Inoltre, a partire da una sua mancanza fisica andava
costruito un bisogno che però si esprime modi nuovi e
imprevedibili.”
L’attrice Miriam Dalmazio passa poi
a descrivere il suo personaggio, Carla, la donna per cui il
protagonista metterà in discussione sé stesso.. “Si tratta di
una donna forte, ma fragile. – afferma l’attrice – Lei
cerca di costruirsi una propria identità in un contesto dove è
sempre più facile rimanere inghiottiti da quanto c’è intorno.
Ad esempio, lei non può soddisfare il proprio amore con Bravo, e
quindi il loro è un rapporto che si limita allo sguardo. Non so se
si noterà, ma è un personaggio che ho costruito sulla forza dello
sguardo, degli occhi. È attraverso questi che lei esprime tutta sé
stessa”.
“Ciò che trovo straordinario di
Appunti di un venditore di donne, – conclude Barbareschi –
è che racconta con lucidità una Milano che non c’è più, colma
di personaggi che esistevano davvero e ora non ci sono più. Per
questo, oltre ad essere un thriller lo trovo un film
particolarmente tenero, per cui si può provare anche
pietà.”
Una città che non smette di sognare.
Un cinema che non smette di sognare. Questa non è retorica: questa
è l’anima di Hong Kong, vitale e creativa,
documentata dal Far East Film Festival
23attraverso 8 nuovi
film di 8 nuovi (giovani) registi. Opere prime e seconde
che spaziano tra i generi e raccontano, appunto, l’urgenza di
resistere, l’urgenza di rinascere attraverso l’arte. Hong Kong
never dies! E Hong Kong, va ricordato, è molto più che una storia
d’amore per il FEFF: è la sua primissima
radice…
Saranno le anteprime mondiali di
Zero to Hero di Jimmy Wan e di
Sugar Street Studio di Sunny Lau ad
aprire la sezione speciale Hong Kong New Talents:
un grande progetto itinerante, organizzato dall’Hong Kong
International Film Festival Society in collaborazione con l’Hong
Kong Economic and Trade Office e finanziato da Create Hong Kong,
che prenderà appunto il via a Udine per poi essere presentato nelle
maggiori piazze d’Europa, del Nord America e dell’Asia.
Oltre a Zero to
Hero, intenso biopic sul campione paralimpico So
Wa-wai, e SugarStreet
Studio, spiazzante horror comedy, il pubblico del
FEFF 23 potrà ammirare l’action fantasy sportivo
One Second Champion di Chiu Sin-hang, il
ritorno del leggendario Francis Ng con
Drifting di Jun Li, Hand
Rolled Cigarette di Chan Kin-long (uno splendido noir
che farà sicuramente innamorare il mercato internazionale!), la
black comedy Time di Ricky Ko, il dramma
sentimentale Just 1 Day di Eric Li e
Keep Rolling di Man Lim-chung,
imperdibile ritratto della grande Ann Hui. 8 film
diversissimi tra loro ma accomunati dalla stessa voglia di
sperimentare e dalla stessa voglia di guardare avanti, di
consegnare al futuro la propria lingua, la propria cultura e la
propria tradizione.
Se Hong Kong New
Talents è la preziosa testimonianza di un’ondata che
comincia adesso, oggi, ad abbattere gli argini, non bisogna
ovviamente dimenticare che anche le produzioni mainstream di Hong
Kong stanno continuando a brillare. Ne sono prova gli altri titoli
hongkonghesi scelti dal FEFF 23: l’esplosivo
Shock Wave 2 di Herman Yau, che aprirà la
versione digitale del Festival, il crudele thriller
Limbo di Soi Cheang, The Way
We Keep Dancing di Adam Wong e due anteprime
mondiali. Una è Coffin Home di
Fruit Chan (cronaca di un cult annunciato!), l’altra è
Madalena di Emily Chan, la primissima
volta di Macao nella line-up del Far East Film Festival.
Con 12 titoli
complessivi, la sezione più ricca di questa edizione è
proprio la sezione di Hong Kong. Una città che non
smette di sognare. Un cinema che non smette di sognare.
È stata una serata di grandi
emozioni quella che ha scandito la penultima giornata del
“Festival del Cinema Città di Spello ed i Borghi Umbri – Le
Professioni del Cinema” ideato da Donatella Cocchini e dal
direttore artistico Fabrizio Cattani. Sabato 19 giugno, infatti,
come da tradizione, si è tenuta la cerimonia di premiazione
condotta da Simona Fiordi e dall’attore Francesco Castiglione, che
ha visto salire sul palco dell’Auditorium San Domenico di Foligno i
professionisti del dietro le quinte, ma non solo. A cominciare
dalla lettura della lettera che il Presidente della
Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato alla piccola
Aurora Moretti, figlia della presidente del Festival, Donatella
Cocchini, che ha salutato la decima edizione della manifestazione
come “l’inizio di una ripartenza dopo le tante difficoltà vissute
con la pandemia che, per quanto terribile, non è riuscita a fermare
il lavoro di tante persone”.
Tanti gli ospiti che si sono
avvicendati sul palco, a partire dall’attrice Valeria
Fabrizi, a cui è stato consegnato il Premio
all’Eccellenza 2021. L’artista, che ha riservato al
Festival parole di grande apprezzamento e pronta a tornare a Spello
nel 2022, ha voluto dedicare il riconoscimento a “tutti i presenti,
soprattutto ai professionisti del dietro le quinte. A tutti voi che
siete presenti qui, questa sera”.
In collegamento da Berlino, invece,
il maestro Lorenzo Tomio a cui è andato il
Premio Carlo Savina “Suono e musica nel cinema” e
consegnato virtualmente dal docente di tecnica del suono del Centro
Sperimentale di Cinematografia, Federico Savina. “È un grandissimo
onore per me ricevere questo premio – ha detto il maestro Lorenzo
Tomio – perché Carlo Savina è stato uno dei più grandi compositori
del Novecento”.
A Salvatore Mereu
il Premio Ermanno Olmi che, da tre anni ormai, la
famiglia del grande maestro assegna al regista che più si avvicina
per sensibilità, poetica, autenticità, semplicità e realismo al suo
stile. “Mi onora ricevere un riconoscimento che porta il nome di
Ermanno Olmi” ha dichiarato un emozionato Mereu. “Il suo cinema –
ha proseguito – è stato per me sempre un grande modello. Sono
contento e orgoglioso di questo premio – ha quindi concluso – ancor
di più perché dato dalla sua famiglia, che più di tutti lo
conosceva”.
Un riconoscimento
speciale, poi, allo stesso Federico
Savina, presidente onorario del Festival e del comitato
scientifico, per l’impegno profuso in tanti anni per la
manifestazione anche attraverso l’originale format “I giovani e la
musica nel cinema”. “Mi avete sorpreso – ha dichiarato Savina -. Io
ho fatto solo quello che sentivo, perché qui ho trovato un humus
che mi ha fatto fare certe cose. Non ci pensavo, ma mi avete
permesso di farlo e pensate sia venuto bene, sono solo contento. Io
sono sempre qua, pronto”.
Premiata anche una giovane promessa
del cinema. Si tratta dell’attrice Ginevra
Francesconi, protagonista del film “Regina”. “Grazie mille
– ha detto emozionata -. Voglio ringraziare la presidente Donatella
Cocchini, ma il mio grazie più grande va al regista, Alessandro
Grande, che mi ha dato questa grande responsabilità. Grazie di
cuore”. La Ginevra Francesconi che il 22 giugno al MAXXI di Roma
riceverà il premio che ricorda Graziella Bonacchi nell’ambito dei
“Biraghi”, così come la sorella Ludovica Francesconi che, dopo aver
vinto ex aequo insieme a Beatrice Grannò il premio “Meno di Trenta”
per i film, riceverà sempre ai “Biraghi” un riconoscimento come
rivelazione femminile dell’anno.
Tra gli ospiti presenti alla
cerimonia di premiazione anche il padrino Alessandro
Sperduti, la madrina per il 2021 Ester
Pantano e gli attori Francesco Foti e
Alessio Praticò. Ma anche i premiati di
“Meno di Trenta”: gli attori Mattia
Garaci (Padrenostro), Beatrice Grannò
(Gli indifferenti) e Beatrice Bruschi (Skam),
Massimiliano Caiazzo (Mare
Fuori) il regista Ludovico Di Martino (La
belva) e il sound designer Matteo Bendinelli.
L’attore Charlie
Hunnam ha dimostrato di saper scegliere i propri progetti,
partecipando ad alcune note serie TV che gli hanno permesso di
diventare una vera star. Grazie alla sua versatilità e al suo
fascino, l’attore si è reso particolarmente noto al grande
pubblico, dividendosi tra cinema e televisione. Ecco
10 cose che non sai di Charlie Hunnam.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Charlie Hunnam: i film e
le serie in cui ha recitato
10. Ha partecipato a noti
lungometraggi. L’attore esordisce al cinema in Che
fine ha fatto Harold Smith? (1999), per poi acquisire maggior
notorietà con Abandon – Misteriosi omicidi (2002),
Ritorno a Cold Mountain (2003), Hooligans (2005)
e
I figli degli uomini (2006). Negli anni successivi prende
poi parte a Punto d’impatto (2011), Legami di
sangue (2012) e Pacific Rim
(2013) di cui è protagonista. Torna a lavorare con il regista
Guillermo del Toro anche per il film Crimson Peak
(2015), per poi recitare in Civiltà perduta
(2016), King Arthur – Il
potere della spada (2017), Papillon
(2017), A Million Little Pieces (2018), Triple
Frontier (2019), True History of the
Kelly Gang (2019) e The
Gentlemen (2020).
Charlie Hunnam Sons of Anarchy
9. È noto per le serie
TV. Nel ricoprire il ruolo di Nathan Maloney in Queer
as Folk (1999-2000), l’attore ottiene una prima notorietà.
Successivamente prende parte a Young Americans (2000) e
Undeclared (2001-2003). Il ruolo della sua carriera arriva
però con la serie Sons of Anarchy, in cui dal 2008 al 2014 dà vita al
personaggio di Jackson ‘Jax’ Teller.
Charlie Hunnam: ha avuto una
moglie
8. È stato sposato.
Ancora sconosciuto, l’attore si presenta nel 1999 ai provini per la
serie Dawson’s Creek. Pur non ottenendo alcun ruolo, qui
conosce l’attrice Katharine Towne, con la quale dopo solo un mese
convola a nozze. Tuttavia, la coppia non dura a lungo, e nel 2002
annunciano il divorzio.
Charlie Hunnam ha una
fidanzata
7. Ha una relazione
sentimentale. Dal 2005 l’attore è legato sentimentalmente
a Morgana McNeils, designer di gioielli che vanta anche un proprio
marchio personale. Piuttosto riservati, i due non hanno mai
condiviso particolari aspetti della loro vita privata, limitandosi
a farsi vedere insieme durante particolari eventi di gala.
Charlie Hunnam e il suo fisico
6. È noto per la sua forma
fisica. Nel corso degli anni l’attore ha ricoperto diversi
ruoli che richiedevano una forma fisica eccellente. L’attore ha
infatti dichiarato di essere particolarmente attento a riguardo,
praticando regolarmente esercizi fisici come anche molta attività
sessuale, a suo giudizio fondamentale per tenersi in forma.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Charlie Hunnam in King Arthur
5. Si è allenato
duramente. Per ricoprire il ruolo di Re Artù, l’attore
aveva promesso a sé stesso che avrebbe raggiunto la miglior forma
fisica possibile. Per raggiungere il suo scopo, Hunnam si impegnò
ad eseguire oltre 500 addominali ogni giorno. Alla fine, riuscì nel
suo intento, sfoggiando un fisico inedito e calzante per il
ruolo.
4. È l’unico film da cui non
ha sottratto nulla. L’attore è noto per essere solito
portarsi via con sé, come ricordo, abiti o oggetti dai set a cui
prende parte. Ha tuttavia dichiarato che quello di King
Arthur è l’unico da cui non ha sottratto nulla.
Charlie Hunnam in Papillon
3. Aveva rifiutato il
ruolo. Quando all’attore fu proposto il ruolo di Henri
Charrière nel film Papillon,
remake dell’originale con Steve McQueen, l’attore
rifiutò non convinto del progetto e intimorito dal paragone con
l’originale. Al suo posto venne scelto allora un altro attore,
mentre Hunnam cominciava a pentirsi della sua scelta. Nel momento
in cui l’attore scelto rinunciò al ruolo per altri impegni, Hunnam
si impose per avere il ruolo.
2. Ha perso molto
peso. Al momento delle riprese, l’attore aveva da poco
terminato il set di Civiltà perduta, per cui aveva perso
un totale di 18 chili. Per interpretare il suo ruolo in
Papillon ha dovuto poi perdere ulteriore peso attraverso
una dieta particolarmente stressante, arrivando ad un digiuno di
circa dieci giorni.
Charlie Hunnam: età e altezza
1. Charlie Hunnam è nato a
Newcastle upon Tyne, in Inghilterra, il 10 aprile 1980.
L’attore è alto complessivamente 183 centimetri.
Nonostante la sua importanza in
alcune storyline della Marvel, Yelena
Belova non è così conosciuta come la sua ex nemica ed
alleata occasionale Natasha Romanoff. Con l’arrivo ormai imminente
di Black
Widow, i fan del MCU avranno finalmente la
possibilità di saperne un po’ di più su questo misterioso nuovo
personaggio, che nel film sarà interpretato da Florence Pugh. Nell’attesa,
Screen Rant ha raccolto 10 cose che solo i fan dei fumetti
conoscono su Yelena:
Ha conquistato il mantello di Vedova Nera
Yelena ha trascorso la sua
infanzia nella stessa Stanza Rossa, dove anche Natasha ha ricevuto
la sua educazione in qualità di spia. Entra in campo dopo la morte
del suo allenatore, Pyotr Vasilievich Starkovsky, catturando ed
eliminando rapidamente il suo assassino.
Questa si rivelerà essere la sua
prima vera missione, nonché una sorta di test. Portandola a termine
senza lasciare che le sue emozioni si intromettano, Yelena si
afferma come la nuova Vedova Nera. Le dinamiche di potere della
Stanza Rossa sono affascinanti. La speranza è che il film in arrivo
a luglio riesca ad approfondire in modo dettagliato.
La prima missione
Yelena ha debuttato in
“Inhumans #5”. Come parte della sua primissima missione, ha
abbassato le barriere che circondano Attilan, consentendone
l’invasione.
Situato nel mezzo dell’Oceano
Atlantico, prima di spostare l’Himalaya ed infine spostarsi nello
spazio, Attilan è una popolare location nei fumetti Marvel dedicati agli Inumani. Verso
la fine della sua esistenza, Attilan è stata trasferita vicino a
New York City, dove Thanos l’ha poi distrutta nel bel mezzo della
sua invasione della Terra.
Il primo incontro con Natasha
Convinta di essere la legittima erede al titolo di Vedova
Nera, Yelena si offrì volontaria in una missione che la mise in
contrasto con Natasha. Le due finalmente si incontrarono, ma le
loro interazioni non portarono tuttavia ad una vera battaglia. Al
contrario, Natasha adottò un approccio più gentile, cercando di
convincere Yelena ad abbandonare la vita da Vedova e scoprire la
vera se stessa.
Quando le parole non saranno più sufficienti, Natasha
sottoporrà la giovane spia ad un tortuoso e intenso processo di
face-swap che alla fine la farà sentire usata e tradita.
Tuttavia, Natasha riuscirà a far comprendere a Yelena la verità
sulla Stanza Rossa e le dure realtà del mondo dello
spionaggio.
Condurre una vita normale
Come molti prima di lei,
Yelena ha cercato di abbandonare lo stile di vita da supereroe e di
seguirne uno normale. Dopo il trattamento crudele che ha ricevuto
per mano di Natasha, Yelena diserta la Russia, abbandonando il suo
personaggio di Vedova Nera. Diventa una modella di lingerie,
arrivando a possedere un grande impero che la rende milionaria.
Sauron e i Vendicatori
Yelena viene attirata
nuovamente nel mondo dello spionaggio dal sempre più problematico
S.H.I.E.L.D., venendo coinvolta nell’estrazione illegale di
vibranio nelle Terre Selvagge. I Vendicatori li scoprono e durante
la battaglia, il cattivo Sauron, simile a uno pteranodonte, arriva
e quasi la uccide, ferendola gravemente. Mentre è in ospedale,
riceve una proposta dall’HYDRA per tornare allo S.H.I.E.L.D. e ai
Vendicatori. Alla fine accetta, volendo uccidere lei stessa
Spider-Woman.
HYDRA & A.I.M.
Belova ha ricevuto alterazioni genetiche dall’HYDRA che hanno
guarito il suo corpo gravemente ferito. L’organizzazione malvagia,
tuttavia, recluta i servizi dell’AIM e trasforma Belova in una
nuova versione di Super-Adattoide. Attacca, così, la torre dei
Vendicatori prima del matrimonio di Luke Cage e Jessica
Jones.
Essendo ormai una fusione di uomo e macchina, Belova combatte
i Nuovi Vendicatori e copia con successo i loro poteri, arrivando
quasi a batterli. Alla fine perde la battaglia grazie alle armature
di Tony Stark e all’entità Void di Sentry. Dopo aver realizzato che
non avrebbe vinto il combattimento, l’AIM la spegne, facendo
sembrare Yelena apparentemente morta…
Vanguard e i Thunderbolts
Yelena in realtà è ancora viva e vegeta e lavora per
l’organizzazione segreta Vanguard. Una volta che la squadra si
scioglie, tuttavia, torna a nascondersi. Alla fine, Norman Osborn
la invita ad unirsi ai Thunderbolts, cosa che Yelena
accetta.
Dopo
una lunga e intricata sequenza di eventi, questa versione di Yelena
si rivela essere in realtà Natasha travestita, che agisce agli
ordini della spia Nick Fury. Osborn, tuttavia, sapeva già
dell’inganno e ha usato Nat per tutto il tempo. Una volta fuggita,
Osborn rivela che la vera Yelena è stata conservata in uno stato di
stasi.
Consiglio A.I.M
Per un breve periodo,
Yelena ha fatto parte dell’Alto Consiglio dell’A.I.M. dopo che i
membri dell’A.I.M. l’hanno svegliata. Si unisce a molti altri
cattivi, tra cui Taskmaster, Mentallo, Superia e Andrew Forson, e
assume la carica di Ministro di Stato di Bagalia, paese appena
creato.
Per tutto questo tempo, mantiene il suo
aspetto e le sue abilità da Super Adattoide. Sembra che muoia di
nuovo quando un agente dell’A.I.M. le spara dopo averla scambiata
per Mockingbird, tra i membri dei Nuovi
Vendicatori.
Ha ripreso il mantello di Vedova Nera
Dopo la morte di Natasha
per mano del doppelganger di Captain America dell’HYDRA, Yelena
riprende l’identità di Vedova Nera per vendicare la morte di
Natasha. Trascorre diversi anni in giro per il mondo, prendendo di
mira membri di alto rango dell’HYDRA e funzionari governativi
corrotti.
Alla fine, le sue azioni catturano
l’attenzione di due ex alleati e partner di Natasha, Occhio di
Falco e il Soldato d’Inverno. Yelena ora ha diversi cloni, come
risultato degli sforzi della Stanza Rossa per preservare i suoi
migliori agenti, e alcuni sono noti alleati del clone di Natasha
che è ancora in circolazione.
Yelena & Natasha
Nel corso della loro
storia a fumetti, le due Vedove Nere hanno sempre avuto una
relazione difficile e conflittuale. A volte sono strettamente
legate, altre sono dei veri e propri nemici giurati. Natasha si
riferisce spesso a Yelena come alla “piccola”, confermando la
dinamica sorella maggiore/minore in cui spesso si trovano
coinvolte.
Yelena è notoriamente più amorale di
Natasha, il che spesso causa conflitti tra le due. La loro
relazione nei fumetti non sembra essere simile a quella che vedremo
in Black
Widow, quindi sarà interessante scoprire come si evolverà
il loro rapporto nel MCU.
Il Locarno Film
Festival renderà omaggio all’irrefrenabile genio comico e
creativo di John Landis, regista, sceneggiatore e
attore statunitense, a cui verrà consegnato il Pardo d’onore Manor
nella serata di venerdì 13 agosto, in Piazza Grande. Sabato 14 al
Forum @Rotonda by la Mobiliare, Landis sarà al centro di una
conversazione con il pubblico, che nel corso di Locarno74 potrà
rivivere tre film indimenticabili della sua
carriera: National Lampoon’s Animal
House (1978), Trading Places (1983)
e Innocent Blood (1992).
Dalla scuola di satira irriverente e corrosiva
di National Lampoon e Saturday Night
Live, fino alla consacrazione di autore di culto negli anni
Ottanta e Novanta, con titoli come il road
musical TheBlues Brothers (1980),
l’horror An American Werewolf in London (1981),
ma anche incursioni leggendarie nella musica pop, con il videoclip
per Thriller di Michael Jackson (1983) che, dopo
essere rimasto incantato dalle ambientazioni horror del suo ultimo
film, ha voluto Landis alla regia di quello che ad oggi è
considerato uno dei primi video musicali “cinematografici”. La
carriera di John Landis segna l’irruzione di un nuovo tipo di
comicità nella storia della settima arte e una delle rielaborazioni
dei generi classici più originali di tutti i tempi. Il Locarno Film
Festival celebra questa figura con il Pardo d’onore Manor,
assegnato ogni anno a una personalità straordinaria del cinema di
sempre.
Il direttore artistico del Locarno Film Festival, Giona A.
Nazzaro: “John Landis è un autentico genio americano. La
totalizzante passione cinefila, la musicalità slapstick,
l’irresistibile senso dell’umorismo, l’amore viscerale per il
cinema di serie B, il senso critico e politico sempre vigile hanno
fatto di lui il cineasta chiave del rinnovamento del cinema
statunitense a cavallo fra gli anni Settanta e Novanta. Fautore di
ibridazioni mai viste fra horror e comico, musical e noir, ha
creato capolavori che hanno entusiasmato il pubblico di tutto il
mondo, rinnovato il linguaggio cinematografico e sfidato
convenzioni e perbenismi. Landis ha dimostrato che si poteva fare
tutto, si poteva sognare tutto e lo ha fatto, rendendo il cinema
migliore, più inclusivo, più giusto. Portatore delle inquietudini
della generazione degli anni Sessanta, ha saputo offrirne una
chiave di lettura diversa, creando un nuovo tipo di comicità e
un’idea di fisicità mutante che – fra John Belushi e i lupi mannari
– ha ricodificato l’estetica dominante. John Landis è tutto il
cinema americano che abbiamo sempre amato e ameremo
sempre.”
Il programma
dell’omaggio
In occasione del premio consegnato
a Landis la sera del 13 agosto, verranno proposti
durante il Festival (4-14 agosto) tre titoli emblematici della sua
filmografia, grandi classici da rivivere nell’atmosfera unica di
Locarno:
National Lampoon’s Animal House, John
Landis – Stati Uniti – 1978, presentato in Piazza
Grande la sera di venerdì 13 agosto
Trading Places, John Landis – Stati
Uniti – 1983
Innocent Blood, John Landis – Stati
Uniti – 1992
Sabato 14 agosto,
inoltre, Landis incontrerà il pubblico del Festival durante una
conversazione che si terrà al Forum @Rotonda by la Mobiliare, lo
spazio di parola del Festival.
Landis sarà accompagnato dalla moglie, Deborah Nadoolman Landis,
professoressa emerita e direttrice del David C. Copley Center for
the study of Costume Design della UCLA School of Theater, Film &
Television, che terrà una masterclass aperta al pubblico sul
costume design nel pomeriggio di giovedì 12
agosto. Oltre ad aver contribuito come costumista a
numerosi film, incluso Indiana Jones per Raiders of the
Lost Ark (Steven Spielberg, 1981), Deborah Nadoolman
Landis ha curato la mostra di grande successo “Hollywood
Costume” (2012) al Victoria & Albert Museum. Autrice di sei volumi
sul costume design, è stata presidente del Costume Designers Guild
e membro del Board of Governors della Academy of Motion Pictures
Arts & Sciences.
Il Pardo d’onore del Locarno Film Festival è stato attribuito a
cineaste e cineasti del calibro di Manoel de Oliveira, Bernardo
Bertolucci, Ken Loach, Jean-Luc Godard, Werner Herzog, Agnès Varda,
Michael Cimino, Marco Bellocchio e, nel 2019, John Waters. A
partire dal 2017, il Pardo d’onore è sostenuto da Manor, Main
partner del Locarno Film Festival.
John Landis –
Biografia
John Landis (Chicago, 1950) ha
debuttato come sceneggiatore e regista a 21 anni, con il
lungometraggio a basso costo Schlock (1973), un affettuoso omaggio
ai film di mostri: vestito con una tuta da scimmia, Landis
interpretava lo “Schlockthropus”, o “anello mancante” tra uomo e
animale. Il successivo The Kentucky Fried Movie (1977) è stato il
preludio ai grandi successi a venire: la commedia studentesca
National Lampoon’s Animal House (1978); The Blues Brothers (1980),
scritto insieme a Dan Aykroyd, protagonista del film accanto a John
Belushi; Trading Places (1983), che ha dato avvio a una
collaborazione con Eddie Murphy proseguita con Coming to America
(1988) e Beverly Hills Cop III (1994); la parodia sul nucleare
Spies Like Us (1985); Into the Night (1985); e Three Amigos!
(1986).
Nel 1981 Landis ha realizzato An American Werewolf in London,
contaminazione tra horror e commedia che ha talmente ispirato
Michael Jackson da chiedere allo stesso Landis di realizzare il
videoclip Michael Jackson: Thriller nel 1983. Nel 2009, il corto è
stato inserito nel Library of Congress National Film Registry, che
oggi include anche National Lampoon’s Animal House e The Blues
Brothers. Landis ha diretto di nuovo Michael Jackson nel videoclip
di Black Or White nel 1991, ed è stato il produttore esecutivo (e
spesso regista) della serie televisiva Dream On (1990-1996), che ha
fatto vincere alla HBO il suo primo Emmy.
Nel 2004 ha esplorato la forma del documentario con Slasher
(2004), film verità su un venditore di auto usate. Dopo i
mediometraggi Deer Woman (2005) e Family (2006), per la serie
televisiva americana Masters of Horror creata dal regista Mick
Garris, nel 2010 ha diretto la black comedy Burke & Hare. Nel 1985
è stato nominato Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres dal
governo francese. Retrospettive del suo lavoro sono state
organizzate alla Cinémathèque française nel 2009 e in vari festival
internazionali.
01 Distribution ha
diffuso il trailer del film La
Terra Dei Figli, il nuovo film di Claudio Cupellini
prodotto da Indigo Film con Rai Cinema. Nel cast protagonisti
Leon de La Vallée, Paolo Pierobon, Maria Roveran, Fabrizio
Ferracane, Maurizio Donadoni, Franco Ravera, Alessandro Tedeschi,
Valerio Mastandrea,
Valeria Golino.
Liberamente tratto dall’omonimo
graphic novel di Gipi edito da Coconino Press – Fandango Musiche di
Motta edizioni musicali CAM Sugar – INDIGO FILM Una coproduzione
Italia – Francia prodotta da INDIGO FILM con RAI CINEMA in
coproduzione con WY PRODUCTIONS.
La trama
La fine della civiltà è arrivata.
Non sappiamo come. Un padre e suo figlio, un ragazzino di
quattordici anni, sono tra i pochi superstiti: la loro esistenza,
su una palafitta in riva a un lago, è ridotta a lotta per la
sopravvivenza. Non c’è più società, ogni incontro con gli altri
uomini è pericoloso. In questo mondo regredito il padre affida a un
quaderno i propri pensieri, ma quelle parole per suo figlio sono
segni indecifrabili.Alla morte del padre, il ragazzo decide di
intraprendere un viaggio verso l’ignoto alla ricerca di qualcuno
che possa svelargli il senso di quelle pagine misteriose. Solo così
potrà forse scoprire i veri sentimenti del padre e un passato che
non conosce.
NOTE DI REGIA: Il film è una storia
di formazione in cui la bellezza e la meraviglia, rappresentate da
un adolescente solo al mondo, combattono contro le tenebre di una
terra che sembra implacabilmente ostile. Il film che abbiamo appena
terminato di girare è però anche una storia di avventura titanica e
appassionante, un grande viaggio fisico e sentimentale, che parla
di argomenti che appartengono sempre più al sentire comune: il
futuro del mondo che lasceremo ai nostri figli e l’importanza della
memoria.
Scarlett Johansson è tornata a difendere la
tragica morte di Vedova Nera in Avengers:
Endgame. Nonostante il grande successo che il
blockbuster del 2019 abbia ottenuto, è innegabile che i registi
Anthony e Joe Russo abbiano optato per alcune scelte narrative
abbastanza discutibili, una fra tutte il modo in cui hanno scelto
di porre la parola fine all’arco narrativo di Natasha Romanoff.
Introdotta per la prima volta in
Iron Man
2 del 2020 come agente dello SHIELD incaricato di tenere
d’occhio Tony Stark, in breve tempo Vedova Nera è entrata a far
parte del team degli Avengers, diventando uno dei membri fondatori
della squadra di supereroi. Nel corso del suo lungo arco narrativo
è stata coinvolta in numerosi eventi importanti, tra cui le
battaglia di New York, Sokovia e Wakanda, per non parlare delle
missioni condivise con Steve Rogers nei film a lui dedicati.
Tuttavia, il suo viaggio si è concluso su Vormir quando ha deciso
di sacrificare la sua vita per la Gemma dell’Anima in Avengers:
Endgame, evento che ha letteralmente spaccato in due il
fandom.
In un’intervista rilasciata a
ET Online in occasione della promozione dell’attesissimo
Black
Widow, Johansson ha avuto modo di riflettere sulle
reazioni miste che la morte di Nat in Endgame
ha generato. L’attrice ha spiegato perché aveva senso che fosse
proprio il suo personaggio a sacrificarsi, dicendo che a spingerla
verso la sua decisione è stato il pensiero degli amici vittima
della decimazione.
“È divertente perché Nata ha
avuto un sacco di reazioni contrastanti al suo destino in Endgame.
Ma per me, aveva molto senso che si sacrificasse… non solo in nome
di un bene più grande, quindi per l’umanità, ma anche per i suoi
amici… che erano davvero al centro di tutto. Nat è sempre stata una
brava persona.”
Avengers:
Endgame è arrivato nelle nostre sale il 24 aprile
2019, diventando il maggior incasso nella storia del cinema. Nel
cast del film – tra gli altri – figurano Robert
Downey Jr., Chris
Evans, Mark
Ruffalo, Chris
Hemsworth e Scarlett
Johansson. Dopo gli eventi devastanti di Avengers:
Infinity War, l’universo è in rovina a causa
degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati
rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi
ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
In Jolt Lindy
è una donna bellissima, sprezzante e ironica con un doloroso
segreto: a causa di un raro disturbo neurologico che la affligge da
tutta la vita, le accade a volte di essere presa da impulsi omicidi
rabbiosi che può controllare solo dandosi una scossa elettrica
tramite uno speciale dispositivo a elettrodi. Incapace di trovare
amore e intimità in un mondo che teme la sua bizzarra patologia, si
fida finalmente di un uomo abbastanza a lungo da innamorarsene, per
poi trovarlo assassinato il giorno successivo. Con il cuore
spezzato e piena di rabbia, Lindy parte in una missione di vendetta
per trovare l’assassino, mentre la polizia è sulle sue tracce come
principale sospettata del crimine.
Continuano a moltiplicarsi le voci
secondo cui Willem Dafoe tornerà nei panni di Norman
Osborn/Green Goblin in Spider-Man:
No Way Home, ma al momento non esiste ancora nulla di
ufficiale.
Di recente l’attore ha rilasciato
una lunga intervista a
Collider (via
CBM) in cui ha parlato di diversi argomenti, inclusi i film che
ha girato di recente e che usciranno nel corso del 2021.
All’improvviso, Dafoe ha menzionato un progetto di cui, però, non
ha potuto rivelare nulla, catturando subito l’attenzione dei fan e
scatenando la fervida immaginazione dei fan.
“Altre cose che ho fatto
ultimamente? Preferire aspettare prima di parlarne, almeno finché
non saremo pronti per farle uscire!”, ha dichiarato l’attore.
La cosa certa è che Dafoe non si stava riferimento al sequel di
Aquaman, poiché quel progetto è stato discusso in un
momento diverso della medesima intervista.
Dal momento che sembra altamente
improbabile che l’attore non possa discutere di alcuni dei prossimi
progetti che lo vedranno coinvolto come Poor Things di
Yorgos Lanthimos e Tropico di Giada Colagrande, il cerchio
si restringe e non si può far a meno di pensare che le parole di
Dafoe si riferissero, in realtà, proprio ad un suo eventuale
coinvolgimento in un progetto dei Marvel Studios, che si tratti di No Way
Home o magari di altro.
È chiaro che un ritorno di Green
Goblin sul grande schermo sarebbe a dir poco epico. È da tempo,
ormai, che si parla del debutto dei Sinistri Sei al cinema e
pensare ad un leader migliore di Goblin per il team di
supercriminali risulta difficile. Per adesso, non possiamo far
altro che attendere eventuali conferme o smentite…
Il film è diretto
da Jon Watts (già regista
di Homecoming e Far
From Home) e prodotto da Kevin
Feige per i Marvel Studios e
da Amy Pascal per la Pascal Production.
Il film arriverà nelle sale americane il 17 dicembre 2021.
Intervistato da
Vanity Fair, Sebastian Stan ha ricordato Chadwick Boseman, l’interprete di Pantera Nera
nel MCU, scomparso tragicamente lo
scorso anno. L’attore ha condiviso una storia molto toccante in
merito al tempo trascorso sul set con l’amico e collega, rivelando
che fin dal suo debutto in Captain
America: Civil War ha capito che avrebbe avuto un enorme
impatto sul MCU.
Stan ha anche spiegato che la
passione e la dedizione che Boseman metteva in tutto ciò che
faceva, all’inizio, lo avevano addirittura spaventato, tant’è che
aveva cominciato a nutrire alcuni timori in merito alla scene di
combattimento che avrebbero dovuto girare insieme. Tuttavia, il
desiderio di Stan di ricambiare l’intensità di Boseman ha portato
entrambi a dare il massimo durante le riprese.
“Sono sempre stato affascinato
da Chadwick”, ha spiegato Sebastian. “Ricordo ancora
quando lo vidi per la prima volta in Civil War, in cui il suo
personaggio ha debuttato… lui era nuovo e quando l’ho visto ho
pensato: ‘Questo ragazzo lascerà tutti a bocca aperti’. In tutto
ciò che faceva c’erano massimo impegno e dedizione. Era
incredibile. Abbiamo girato molto scene di combattimento insieme e
ricordo che all’inizio ero terrorizzato all’idea di doverle girare
proprio con lui”.
“Dopo siamo diventati molto
amici… specie durante i press tour o gli appuntamenti in giro per
il mondo per promuovere i film, ci siamo divertiti un sacco
insieme. Ho sempre pensato che mi sarebbe piaciuto fare altri film
con lui e l’idea che non sarà possibile mi fa letteralmente
impazzire. Non riesco neanche davvero ad immaginarlo. Ringrazio
ancora per quella piccola scena alla fine di Black Panther, perché
nonostante tutto mi fa comunque sentire parte di quel film ed è una
cosa che mi fa stare bene”, ha concluso l’attore.
Il futuro di Wakanda al cinema senza Chadwick Boseman
Come Sebastian Stan ha giustamente
sottolineato, ancora oggi è difficile immaginare il futuro di
Wakanda al cinema senza Chadwick Boseman. Tuttavia, anche se non sarà
lo stesso senza di lui, ci sono molti altri fantastici personaggi
da sfruttare per dare vita ad un sequel degno del primo Black Panther. Dopotutto, il titolo ufficiale del
film, Black
Panther: Wakanda Forever, lascia già presagire un
omaggio alla star della serie e a tutti i luoghi di Wakanda che
hanno contribuito a scolpire la sua eredità nella memoria.
Quando due personaggi di una storia
condividono un forte legame sul grande schermo, capita che possano
diventare oggetto di “shipping” da parte dei fan. Soprattutto dopo
gli eventi di The Falcon and the Winter Soldier, si sono
fatte sempre più insistenti le voci secondo cui Sam Wilson
(Anthony
Mackie) e Bucky Barnes (Sebastian
Stan) potrebbero rivelarsi più che semplici amici.
Questa teoria ha preso ancora più
piede quando si è iniziato a parlare, dopo un particolare
riferimento all’interno di uno degli episodi della serie, della
possibile
bisessualità di Bucky. Tuttavia, è una questione che interessa
molto i fan ed è normale che sia un argomento che venga affrontato
anche durante le interviste con gli attori del MCU. Ed è stato proprio con
Variety che Mackie ha parlato della questione, esprimendo i
suoi pensieri in merito all’eventualità che Sam e Bucky possano
essere attratti sessualmente l’uno dall’altro e provare sentimenti
che vanno oltre la semplice amicizia.
“Ci sono tante questioni che
alla fine diventano contorte. Le persone si aggrappano ai loro
dispositivi per giustificare la pertinenza o la razionalità di una
determinata cosa”, ha spiegato Anthony. “L’idea che due
ragazzi siano amici e si vogliano bene, nel 2021, è diventata un
problema a causa della strumentalizzazione dell’omosessualità. Una
volta i ragazzi erano amici, uscivano insieme… ed era bello. Voglio
dire, è una cosa normale incontrarsi al bar con i tuoi
amici.”
“Oggi non lo puoi fare
più”, ha continuato l’attore. “Perché una cosa così pura e
bella come l’omosessualità è stata sfruttata da persone che stanno
cercando di razionalizzarsi. Una cosa che è sempre stata molto
importante per me è quella di mostrare una figura maschile
sensibile. Non c’è niente di più maschile che essere un supereroe,
volare in giro e fare a botte con la gente. Al tempo stesso, non
c’è niente di più sensibile che avere conversazioni emotivi e
condividere un’amicizia spirituale affine con qualcuno di cui ti
preoccupi e a cui vuoi bene.”