Dopo il totale lockdown mondiale,
l’ormai famigerata quarantena che ha costretto tutto il mondo a
rimanere chiuso in casa, si avvertono i primi segnali di
riapertura, speriamo cauta, non solo dalle strade affollate, ma
anche dalla graduale ripresa dell’industria cinematografica che,
timidamente, riapre i set e annuncia nuove date d’uscita per i
film.
Mentre alcuni grossi film
dell’estate continuano ad avere un destino in sala incerto, la
Disney è la prima Major a fare un passo importante e ad annunciare
l’uscita italiana a luglio di un grande film commerciale. Si tratta
di Onward – oltre la magia, il film
Disney Pixar previsto per marzo, poi slittato a
metà aprile e poi sospeso, a data da definirsi.
Adesso questa data è arrivata, è il
22 luglio. Sebbene si tratti di un’uscita italiana e non worldwide,
visto che il film Pixar era uscito nelle sale USA prima del
lockdown, è comunque un segnale importante, di fiducia e ottimismo,
da parte della Casa di Topolino. Questo di suggerisce anche che le
date d’uscita degli altri film distribuiti da Disney, come i titoli
Marvel o ad esempio il live action
di Mulan,
avranno a breve date d’uscita certe.
Per quanto riguarda invece le altre
major, pensiamo a Warner Bros, è ancora incerta la sorte dei titoli
previsti per l’estate. Resta dunque da vedere quale sarà il destino
cinematografico di film quali Tenet
e Wonder
Woman 1984.
Arriva in prima visione su
Sky Cinema l’ultimo film scritto e diretto da
Woody Allen, il grande regista newyorkese che
proprio nella Grande Mela ha scelto di ambientare il suo 49esimo
titolo: “Un
giorno di pioggia a New York” andrà in onda
venerdì 5 giugnoalle 21.15 su Sky Cinema
Due, disponibile anche on demand su Sky e
in streaming su NOW TV.
Un giorno di pioggia a New
York racconta come il programma di due fidanzatini, Gatsby
(Timothée
Chalamet) e Ashleigh (Elle
Fanning), di trascorrere un romantico fine settimana a
New York vada in fumo non appena i due mettono piede in città.
L’occasione del viaggio della coppia nasce da un compito che viene
assegnato ad Ashleigh dal giornale del college: intervistare a
Manhattan il suo regista preferito, Roland Pollard (Liev
Schreiber). Da orgoglioso newyorkese qual è, Gatsby è
a sua volta ansioso di far conoscere ad Ashleigh i posti che
preferisce della sua città, visto che lei, cresciuta in Arizona,
non ci mette piede da quando era bambina.
Ma i piani sono fatti per essere
cambiati e così, Ashleigh non fa in tempo a porre la prima domanda
a Pollard, che lui le confessa di aver perso fiducia in se stesso
come artista ed è pronto ad abbandonare le riprese del suo prossimo
film. Da sua vera ammiratrice, Ashleigh lo esorta a non mollare e
lo rassicura dicendogli che il suo film migliore deve ancora
venire. Commosso dalla fiducia che lei gli dimostra, Pollard la
invita alla proiezione di un work-in-progress del suo nuovo film,
facendo così saltare il pranzo fissato con il suo Gatsby che rimane
deluso, ma anche sospettoso per come la ragazza sia entrata in
intimità col regista in così poco tempo.
Mentre Ashleigh incontra anche il
tormentato sceneggiatore Ted Davidoff (Jude
Law) e il famoso attore sudamericano Francisco Vega
(Diego
Luna), Gatsby viene convinto ad interpretare un
piccolo ruolo in un film con anche una scena in cui deve baciare
una donna, che altri non è se non Chan (Selena
Gomez), la sorella minore della sua ex fidanzata
Amy.
«I personaggi del film hanno
bisogno che gli altri riescano a vederli oltre la loro apparenza
fisica, per quello che hanno dentro», spiega Allen. «È una
cosa comune nella nostra vita. Hai una cotta per qualcuno ma
nessuno se ne accorge. Certamente tutti ti vedono fisicamente, ma a
volte ti rendi conto di non avere l’impatto che vorresti sulla vita
di alcune persone». Oltre a New York, anche la pioggia ha un
ruolo centrale nel film: «Volevamo che la pioggia
simboleggiasse il romanticismo e l’amore», continua Allen.
«New York è stupenda nei giorni grigi, nebbiosi o anche
piovosi. Acquista una luce tenue e le strade diventano lucide e
pulite». La pioggia suggerisce anche il modo diverso in cui
Gatsby e Ashleigh vedono la vita. «Ashleigh pensa che la
pioggia sia triste, mentre Gatsby la trova romantica»,
conclude Allen.
In occasione dell’arrivo di Un
giorno di pioggia a New York è disponibile on demand
su Sky e NOW TV una collezione dal titolo “New
York, New York”, in cui rivivere alcune grandi storie del
cinema ambientate nella Grande Mela. Tra i titoli,
“Harry, ti presento Sally”con Meg Ryan e
Billy Crystal, “Io & Annie” con Diane
Keaton, “Spider-Man” con Tobey Maguire e
Kirsten Dunst, “Autumn in New York” con
Richard Gere e Winona Ryder, “Ghostbusters –
Acchiappafantasmi” con Bill Murray e Dan Aykroyd.
Dopo aver confermato che apparirà
nei panni di un Na’vi nei sequel di Avatar,
l’attore David Thewlis, noto principalmente per i suoi
ruoli in Harry
Potter e Wonder
Woman, ha specificato in una nuova intervista in quali
film apparirà. Stando infatti alle ultime dichiarazioni
dell’attore, il suo personaggio non sarà presente in Avatar 2, ma soltanto nei successivi tre
sequel, quindi Avatar
3, 4 e 5.
Parlando con
Collider, infatti, ha rivelato che, a differenza di quanto
molti hanno potuto erroneamente credere in base alle sue precedenti
affermazioni, non sarà in Avatar 2: “Niente potrebbe essere più
diverso di Avatar”, ha spiegato l’attore. “Non ricordo
nulla di simile tra ciò che ho avuto la fortuna di fare in passato,
neanche lontanamente. Devo specificare però che non sarò in
Avatar
2. So che su un magazine britannico è girata questa voce. No,
non sarò in Avatar 2! Sarà in Avatar 3, che è stato girato insieme
al secondo capitolo. I piani sono quelli di far tornare il mio
personaggio anche in Avatar 4 e 5. Ci tenevo a chiarire questa
cosa.”
David Thewlis parla
della performance capture di Avatar e del suo rapporto con James
Cameron
Nella stessa
intervista, David Thewlis ha parlato dell’esperienza di
lavorare con James
Cameron, un regista noto per essere alquanto
“difficile”. Thewlis ha affermato di aver trovato Cameron “una
persona assolutamente piacevole”, descrivendolo come un
“genio”. L’attore ha anche parlato delle difficoltà legate
alla performance capture, esperienza che non aveva mai
provato prima e che ha reso il set dei sequel qualcosa di
assolutamente nuovo per lui.
Avatar
2debutterà
il 17 dicembre 2021, seguito dal terzo
capitolo il 22 dicembre 2023. Per il quarto e
quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche
anno: 19 dicembre 2025 e 17
dicembre 2027.
Il cast della serie di film è
formato da Kate
Winslet, Edie
Falco, Michelle Yeoh, Vin
Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia Sam
Worthington, Zoe
Saldana, Stephen
Lang, Sigourney
Weaver, Joel David
Moore, Dileep
Rao e Matt Gerald.
Ridley Scott ha
confermato che il terzo prequel mai realizzato di Alien avrebbe
finalmente rivelato ai fan del franchise il mistero dietro le uova
di Xenomorfo che abbiamo visto nel primo iconico capitolo della
saga uscito nel 1979. Intitolato Alien: Awakening,
il film sarebbe stato ambientato tra gli aventi di Alien:
Covenant e quelli del primo film con Sigourney Weaver.
La sceneggiatura avrebbe portato la
firma di John Logan (già co-autore dello script di
Covenant),
con gli Ingegneri sopravvissuti che avrebbero dato la caccia
all’androide David (Michael
Fassbender), nella speranza di
vendicarsi di lui per aver eliminato la loro specie. In una
recente intervista con il
Los Angeles Times, Scott ha parlato proprio del film mai
realizzato, rivelando che il suo intento era quello di colmare il
gap esistente tra Prometheus e il primo Alien del
’79, cercando di rispondere a tutta una serie di domande lasciate
in sospeso da Covenant:
“Penso che ci sia ancora molto
da dire su Alien. Ma penso anche che sia arrivato il momento di
evolversi nuovamente. Mentre giravo il primo episodio, pensavo
sempre: ‘Perché è stata creata una creatura come questa e perché
sta viaggiando in quella che noi vediamo come una nave da guerra
che trasporta un cargo di baccelli? Qual è lo scopo del veicolo e
qual è quello delle uova? Questo è ciò che immagino ci saremmo
chiesti se avessimo realizzato il terzo prequel: chi, perché e per
quale motivo.”
Quale sarà il destino della saga di
Alien? La Disney è ancora interessata a proseguire con il
franchise?
Al momento non sappiamo quale sarà
il destino della saga di Alien,
soprattutto dopo l’acquisizione della Fox da parte della Disney.
Sono anni, comunque, che Ridley Scott parla della
possibilità di riuscire a portare a termine la sua trilogia
prequel. Speriamo che un giorno posso veramente riuscirci,
nonostante il flop al botteghino di Covenant
non faccia sperare nel prosieguo della saga… almeno per il
momento.
Alien:
Covenant di Ridley Scott è uscito il
18 maggio 2017. Alla sceneggiatura hanno lavorato John Logan e
Dante Harper. Il cast del film annovera
Michael Fassbender,
Katherine Waterston,
Billy Crudup, Danny McBride e Demián Bichir. Dieci anni dopo la fallimentare
spedizione Prometheus, che avrebbe dovuto rintracciare gli alieni
precursori della vita sulla Terra, un nuovo equipaggio parte a
bordo dell’astronave Covenant per popolare il pianeta Origae-6.
Negli anni l’attrice
Heather Graham si è costruita la fama di icona del
cinema indipendente americano, partecipando a progetti spesso
diversi tra loro. Così facendo ha potuto mettersi continuamente
alla prova, dimostrando versatilità e carisma. Con il tempo,
l’attrice ha avuto modo di ricoprire anche altri ruoli all’interno
dell’industria, debuttando anche come regista.
Ecco 10 cose che non sai di
Heather Graham.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Heather Graham: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in noti
lungometraggi. L’attrice debutta al cinema nel 1984 con il
film Fuga d’inverno, per poi affermarsi grazie a pellicole
come Drugstore Cowboy (1989), Twin Peaks – Fuoco
cammina con me (1992), Cowgirl – Il nuovo sesso
(1993), e Boogie Nights – L’altra Hollywood (1997), con
Mark
Wahlberg, grazie al quale si consacra. Negli anni
successivi ha poi preso parte a titoli come Scream 2
(1997), La vera storia di Jack lo squartatore (2001), con
Johnny
Depp, Terapia d’urto (2003),
Mary (2005), Una notte da
leoni (2009) e Una notte da leoni
3 (2013), con Bradley
Cooper,Horns (2013), Half Magic
(2018) e The Rest of Us (2019).
9. Ha scritto e diretto un
film. Nel 2018 l’attrice scrive e dirige il suo primo
film. Si tratta della commedia romantica Half Magic,
incentrata su Honey, interpretata dalla stessa Graham, che si
ritrova a vivere una vera e propria riscoperta di sé e della
propria sessualità. Il film ha così permesso all’attrice di
cimentarsi anche dietro la macchina da presa, ricevendo lodi per il
lavoro svolto.
8. Ha preso parte a note
serie TV. All’inizio degli anni Novanta la Graham si è
resa celebre grazie al personaggio di Annie nella famosa serie
Twin Peaks (1991).
In seguito, è comparsa in alcuni episodi di serie
come Hotel Alexandria (1999), Sex and the
City (2002-2003), con Sarah Jessica
Parker, e Arrested Development (2004). Ai più
è tuttavia nota per aver dato volto alla dottoressa Molly Clock nel
corso della quarta stagione della sit-com Scrubs
(2004-2005). Negli anni seguenti ha poi recitato in serie come
Californication
(2014), Law & Order True Crime (2017) e Angie
Tribeca (2016-2018).
Heather Graham è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 294 mila persone. All’interno
di questo la Graham è solita condividere fotografie realizzate
durante momenti di svago quotidiano o dei luoghi da lei visitati.
Non mancano poi anche immagini promozionali dei propri progetti
cinematografici o televisivi.
Heather Graham ha un marito?
6. Non è sposata.
L’attrice è sempre stata particolarmente riservata riguardo la
propria vita sentimentale. Benché le vengano attribuite alcune
frequentazioni con persone più o meno del mondo dello spettacolo,
lei non ha mai confermato tali voci. In diverse occasioni ha invece
affermato di non avere intenzione di sposarsi, preferendo mantenere
una propria indipendenza.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Heather Graham in Twin Peaks
5. Ha avuto un ruolo di
rilievo nella serie. Uno dei primi ruoli ad aver fatto la
fortuna dell’attrice è stato quello di Annie Blackburn nella
celebre serie Twin Peaks, ideata da David
Lynch e Mark Frost. Il suo personaggio
acquista una sempre maggiore importanza all’interno della serie,
diventando l’interesse amoroso del protagonista Dale Cooper. Per
questo motivo, correrà ovviamente grossi pericoli.
4. Non ha ripreso il
proprio ruolo per la nuova stagione. Dopo circa 25 anni,
Twin Peaks è tornata in televisione con una lunga terza
stagione, che riprendeva gli eventi lì dove li aveva lasciati.
Nelle nuove puntate, tuttavia, manca il personaggio della Graham.
Intervistata a riguardo, l’attrice ha dichiarato di non sapere che
fine abbia fatto Annie, ma che se non è presente non può esserle
accaduto nulla di buono.
Heather Graham in Scrubs
3. Ha interpretato un
personaggio particolarmente apprezzato. Nel corso della
quarta stagione di Scrubs l’attrice ha ricoperto il ruolo
della dottoressa Molly Clock. Questa è una psichiatra piuttosto
svampita, dai comportamenti strani ma dall’acuta intelligenza.
Nonostante la sua breve permanenza, è infatti in grado di
comprendere a fondo l’animo dei vari protagonisti. Quando il suo
personaggio venne fatto uscire dalla serie, ciò causo molto
malcontento tra i fan, ormai affezionatisi a lei.
Heather Graham: dov’è oggi
2. Ha diversi progetti in
lavorazione. L’attrice continua a lavorare in modo
apparentemente instancabile. Da oggi ai prossimi anni è infatti
attesa in diversi progetti, come il film Desperados, con
Robbie
Amell, e il crime Wander, con Katheryn
Winnick. Reciterà poi anche nell’attesa serie
L’ombra dello scorpione, tratta dall’omonimo romanzo di
Stephen King e attesa per il 2020.
Heather Graham: età e altezza
1. Heather Grahaman è nata
a Milwaukee, nel Wisconsin, Stati Uniti, il 29 gennaio
1970. L’attrice è alta complessivamente 171 centimetri.
Il marchio Weird Book porta in tutte le
fumetterie il primo volume di una serie di comics atipici e
visionari di Mauro “Manthomex” Antonini:
The Horror Piccion Show. Forse avrete già sentito
parlare di piccioni “viaggiatori”, ma di sicuro non ne avete ancora
incontrato uno come Piccion!
Ma chi è Piccion?
Si tratta di un piccione molto
speciale, con il potere di comparire nei momenti fondamentali della
storia del cinema. Di vignetta in vignetta si trova sbalzato in
situazioni straordinarie, in cui incontra le icone del cinema
classico e contemporaneo. In The Horror Piccion
Show sono raccolte tutte le sue avventure nel regno
dell’horror, del gotico e del fantastico: una divertentissima serie
di gag surreali, colorate e poetiche, che vi faranno vedere i
vostri film preferiti con occhi diversi.
SCHEDA TECNICA
Copertina
Titolo: The Horror Piccion Show
Autore: Mauro Antonini
Editore: Weird Book
Collana: Dark House
Genere: Fumetto
Pagine: 116
Prezzo: € 16,90
Formato: 17 x 24 cm
Caratteristiche: Brossurato
1 di 5
Coraline e la porta
magica
Dracula
Frankenstein Junior
Halloween
Hitchcock
L’autore di Piccion, Mauro
“Manthomex” Antonini
MANTHOMEX, alias Mauro Antonini
(Roma, 1980), è un cartoonist fortemente attivo con storie a
fumetti su sceneggiatura originale, illustrazioni e character
designs su FurAffinity, Patreon e Deviant Art, con una pagina che
ha recentemente raggiunto due milioni di visualizzazioni. Ha
collaborato con lo studio di effetti speciali del Maestro Sergio
Stivaletti.
Sue illustrazioni sono apparse come materiale promozionale
ufficiale di film Hollywoodiani quali Teenage Mutant Ninja
Turtles – Out of the Shadows (ParamountPictures) e
Warcraft (Universal Pictures).
Per Weird Book a realizzato una
serie di cover esclusive per i fumetti ufficiali di Evil
Dead 2 e The Howling. La serie
Piccioncinema, nata sul web nel 2011 e tutt’ora in corso, è, ad
oggi, il suo progetto più personale.
Come nasce Piccion?
La serie Piccioncinema e il
suo protagonista, Piccion, nascono nel 2011 sul
blog di Manthomex (ora chiuso). Le vignette – realizzate
tradizionalmente, a matita e china – uscivano settimanalmente e
tutte in bianco e nero. La serie guadagnò da subito un buon
riscontro di pubblico che la portò a uscire dall’ambito digitale
venendo esposta in mostra in diverse collettanee o eventi più o
meno underground di Roma e dintorni, dal Circolo degli Artisti al
cineclub Detour, dalla libreria Altroquando al Fantafestival.
Nel 2012, in occasione della
pubblicazione del primo sketchbook della serie (autoprodotto e
ancora in bianco e nero) la Cart Gallery, prestigiosa galleria del
fumetto in via del Gesù a Roma, dedica una personale alla serie e
al suo autore. Da lì in poi Piccioncinema si è evoluta in
una serie di prodotti esclusivi (folders, stampe limitate, cards,
tutti a colori) presentati di volta in volta alla numerosissime
fiere del fumetto italiane ed estere dov’era ospite l’autore.
Nel 2019 la casa editrice
Weird Book – per la quale Manthomex aveva realizzato in esclusiva
alcune cover per i fumetti ufficiali di Evil Dead 2 e
The Howling – inizia a valutare la possibilità di portare
Piccion in libreria con una serie di volumi tematici, che
raccolgano versioni appositamente riviste per la pubblicazione
cartacea di molte delle vignette apparse sul web e tante altre
inedite. Il primo volume – The Horror Piccion Show –
Piccioncinema vol 1 – esce proprio per Weird Book nel
giugno 2020.
Indicato come uno dei film comici
simbolo degli ultimi anni, Una notte da
leoni ha significativamente contribuito a
lanciare le carriere dei suoi protagonisti, oggi tra i più
affermati interpreti dell’industria hollywoodiana. Brillantemente
demenziale ed emotivamente coinvolgente, il film diretto da
Todd
Phillips conquistò fan in tutto il mondo, tanto da
ottenere poi altri due sequel. Ecco 10 cose che non sulla
saga Una notte da leoni.
Una notte da leoni: la trama del
film
10. È incentrato sulle
folli avventure di un trio di amici. Protagonisti del film
sono Philip, Stuart e Alan. I tre, i quali si conoscono a malapena,
organizzano un addio al celibato per il loro amico Doug, portandolo
a vivere una notte folle a Las Vegas. Il mattino dopo, tuttavia,
hanno un completo blackout su quanto accaduto, e cosa peggiore
Doug è scomparso
senza lasciare traccia. Per i tre inizia così una corsa contro il
tempo per ritrovare l’amico e portarlo sano e salvo al proprio
matrimonio.
9. È ispirato ad eventi
realmente accaduti. Per quanto folli ed estremizzati, gli
eventi del film hanno un fondo di verità. Una vicenda simile
accadde al produttore Tripp Vinson, il quale in
seguito al suo addio al celibato a Las Vegas si sveglio in un luogo
completamente differente da quello in cui avrebbe dovuto essere,
non riuscendo a ricordare nulla di quando accaduto.
Una notte da leoni: la colonna
sonora del film
8. Il film è ricco di
celebri canzoni. Ad accompagnare le spericolate avventure
del trio di amici vi è una colonna sonora comprendente canzoni di
svariati artisti famosi. Tra i brani divenuti più iconici per il
loro accompagnamento alle immagini vi sono It’s Now Or
Never, di El Vez, In the Air Tonight, di
PhilCollins, Right
Round, di Flo Rida, Can’t Tell Me
Nothing, di Kanye West e Live Your
Life, di Rihanna. Ecco tutte le canzoni del
primo film:
It’s Now Or Never – El Vez
Thirteen – Danzig
Take It Off – The Donnas
Fever – The Cramps
Wedding Bells – Gene Vincent & His Blue
Caps
In the Air Tonight – Phil Collins
Stu’s Song – Ed Helms
Rhythm And Booze – Treat Her Right
Iko Iko – The Belle Stars
Three Best Friends – Zach Galifianakis
Ride The Sky II – Revolution Mother
Candy Shop – Dan Finnerty & The Dan
Band
Tracce aggiuntive:
Who Let the Dogs Out? – Baha Men
Right Round – Flo
Rida featuring Kesha (è una cover di You
Spin Me Round del gruppo musicale Dead or
Alive)
Can’t Tell Me Nothing – Kanye West
Live Your
Life – T.I. featuring Rihanna
Joker And The Thief – Wolfmother
What Do You Say – Mickey Avalon
Yeah! – Usher ft. Ludacris & Lil’ Jon
Una notte da leoni è in
streaming
7. È presente su diverse
piattaforme. Per chi desidera vedere o rivedere il film, è
possibile farlo affidandosi ad alcune tra più ricche piattaforme
streaming presenti sul Web. Tra queste si annoverano infatti Tim
Vision, Rakuten TV e Amazon Prime. In base a quale di queste si
sceglie, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare
il singolo film per poterlo rivedere in tranquillità.
Una notte da leoni: i suoi
sequel
6. Fa parte di una
trilogia. A fronte di un budget di circa 35 milioni di
dollari, il film ha globalmente incassato circa 467 milioni di
dollari. Questo ha naturalmente spinto la produzione a realizzare
due sequel al film, Una notte da leoni
2 (2011) e Una notte da
leoni 3 (2013). Per quanto la trama cambi di film in
film, tutto è costruito per ruotare ugualmente intorno alle
avventure dell’acclamato trio di amici.
Una notte da leoni (2009)
Una notte da leoni, in originale
The Hangover è il primo capitolo della saga diretta da
Todd
Phillips, con Bradley
Cooper, Ed Helms,
Zach Galifianakis, Justin Bartha e
Heather Graham. La pellicola è stata scritta da
Jon Lucas e Scott Moore, e con Todd
Phillips e Daniel Goldberg come
produttori esecutivi.
Vincitore di un Golden Globe come
miglior film commedia o musicale, la pellicola racconta di Phil
(Bradley
Cooper), Stu (Ed Helms) e Alan
(Zach
Galifianakis) decidono di passare un fine settimana a
Las Vegas per l’addio al celibato del loro amico Doug
(Justin Bartha). I quattro decidono di trascorrere
la notte al Caesars Palace, dove si rilassano nella loro suite
d’albergo, prima di festeggiare con un drink sul tetto dell’hotel e
brindare “alla notte che non dimenticheremo mai”. La mattina
seguente, Phil, Stu e Alan si svegliano nella loro camera e
scoprono che non ricordano assolutamente nulla della sera
precedente. Inoltre Doug non è con loro: così iniziano a cercarlo,
ma l’amico non si trova da nessuna parte. Nel frattempo, iniziano a
notare diverse assurdità: a Stu manca un dente, che scoprono essere
nella tasca di Alan, la loro suite è in uno stato di completo
disordine, c’è una tigre nel loro bagno, un pollo nel soggiorno e
un bambino nell’armadio. I tre decidono di ripercorrere i loro
passi per ritrovare il futuro sposo, ma quando chiedono la loro
macchina all’ingresso del Caesars Palace, il valletto consegna loro
una macchina della polizia al posto della loro Mercedes.
Una notte da leoni 2 (2011)
Dopo che il primo capitolo ha
incassato oltre 450 milioni di dollari fronte di un budget di
soli 35 milioni di dollari, la Warner Bros produce il sequel
Una notte da leoni 2, in originale The
Hangover Part II, che si rivelerà essere un successo come la
pellicola precedente. Ritorna in cabina di regia Todd
Phillips e tutto il cast: Bradley
Cooper, Ed Helms,
Zach Galifianakis, Justin Bartha e Ken
Jeong, con l’aggiunta dei nuovi volti come quelli di
John Goodman, Melissa McCarthy e Jamie Chung.
Il film riprende la sua storia due
anni dopo dalla folle notte di Las Vegas, e Stu sta per sposarsi in
Thailandia con la sua nuova ragazza, Lauren. Al matrimonio sono
invitati anche Doug e Phil con le rispettive consorti, ma non Alan,
poiché Stu teme che la sua presenza possa rovinare tutto. Tracy
riesce a far intercedere il marito affinché Stu acconsenta
all’invito per il fratello, che alla fine arriva, e Doug, Phil e
Stu, entrando nella stanza di Alan, scoprono che le fotografie
dell’episodio a Las Vegas sono appese in camera. Oltre a questo,
scoprono che Alan è diventato amico di Leslie Chow. Il gruppo
all’aeroporto incontra il sedicenne Teddy, fratello di Lauren. Dopo
il volo si dirigono al resort sulla costa dove iniziano i
preparativi per le nozze, e fanno la conoscenza del padre della
sposa, il signor Srisai. La sera, dopo un brindisi, i quattro e
Teddy si recano in spiaggia per gustarsi dei marshmallow. Il giorno
seguente Phil, Alan e Stu si risvegliano in un motel di Bangkok
completamente disorientati: Alan è rasato a zero, Stu ha un
tatuaggio alla Mike Tyson in faccia, nella stanza c’è una
scimmietta e di Teddy si ritrova solo il suo dito. Subito dopo
ricevono una chiamata da Doug che si trova all’albergo che ospita
le nozze, dato che si è allontanato dal gruppo a tarda sera. Né
Phil né gli altri ricordano nulla della notte precedente.
Una notte da leoni 3 (2013)
Dopo che il secondo capitolo
incassa quasi 600 milioni di dollari la Warner Bros commissiona un
terzo e ultimo capitolo della saga che arriva al cinema nel 2013.
Alla regia confermatissimo Todd
Phillips, mentre nel cast ritornano i protagonisti
Bradley
Cooper, Ed Helms,
Zach Galifianakis, Justin Bartha e
Heather Graham. Tornano anche John Goodmane
Melissa McCarthy .
Il terzo capitolo ambientato due
anni dopo gli eventi di Bangkok, Leslie Chow (Ken Jeong) fugge
dalla prigione di massima sicurezza nella quale era recluso,
sfruttando una rivolta creatasi all’interno dell’edificio. Nel
frattempo, negli Stati Uniti, Alan (Zach Galifianakis), in una
delle sue bravate, acquista una giraffa e, mentre la trasporta in
autostrada, causa accidentalmente la sua decapitazione. In preda
alla rabbia e alla frustrazione per l’ennesimo guaio causato dal
figlio, il padre di Alan, Sid, muore per un attacco di cuore. Dopo
il funerale, il cognato di Alan, Doug (Justin Bartha), rivela ai
suoi amici, Phil (Bradley Cooper) e Stu (Ed Helms), che Alan non
prende più da tempo le sue medicine e per questo è fuori controllo.
La famiglia di Alan è decisa nel farlo ricoverare in un istituto
psicoterapeutico, ma ha bisogno dell’aiuto di Phil e Stu per farlo,
dal momento che l’unico modo per convincerlo è che il “branco” lo
accompagni verso l’Arizona.
Una notte da leoni: il cast del
film
5. Bradley Cooper è uno dei
protagonisti. Nel ruolo di Philip, il membro del gruppo
che per la sua razionalità si erge a leader, vi è l’attore Bradley
Cooper. Grazie a tale ruolo, l’attore cominciò ad
ottenere sempre più riconoscimenti, cominciando ad interpretare
sempre più ruoli di rilievi e dimostrando grandi capacità anche al
di fuori della commedia.
4. Zach Galifianakis è
diventato un icona grazie al film. Se fino a quel momento
Zach Galifianakis aveva ricoperto ruoli di
poco rilievo, con Una notte da leoni diventò una vera e
propria celebrità, nonché uno dei comici più richiesti. Il suo
personaggio Alan si è infatti affermato come il vero motore comico
del film, nonché il protagonista delle gag e delle battute più
divertenti.
3. Ed Helms ha dovuto
perdere peso per il proprio ruolo. A chiudere il trio è
l’attore Ed Helms, che nei panni di Stuart è il
personaggio più isterico e restìo a gettarsi nelle spericolate
avventure del film. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare,
per sostenere le attività richieste l’attore dovette sottoporsi ad
una notevole preparazione fisica, arrivando a perdere circa tre
chili.
2. I tre attori si
conoscevano a malapena. Cooper,
Galifianakis ed Helms hanno raccontato di essere poco meno che
conoscenti prima delle riprese del film, e dal loro punto di vista
ciò è stato un bene. Trascorrere tanto tempo insieme sul set li ha
aiutati a stringere da zero un legame, arrivando a dar vita a
quella chimica tra di loro che ha fatto la fortuna del film.
Una notte da leoni: le frasi
migliori del film
1. È ricco di frasi
divenute cult. Altro elemento chiave del film sono le
frizzati battute pronunciate dai protagonisti, che arricchiscono il
film di pura comicità. Molte di queste sono entrate
nell’immaginario comune, divenendo estremamente iconiche. Ecco
dunque alcune delle frasi più celebri.
– È buffo perché è
panzone! (Leslie Chow)
– “Io mi ritengo un tipo un po’
solitario… diciamo che tendo a definirmi un branco con un lupo
solo” (Alan)
– Alan: Contare le carte non é
illegale é malvisto come…. masturbarsi in aereo.
Stu: Mi sa che anche quello é illegale.
Alan: Si, dopo l’11 Settembre che sono tutti suscettibili,
grazie tante Bin Laden.
Nel 1996 la Tokuma Shoten siglò una
partnership con i Walt Disney Studios, con la
Buena Vista Pictures che divenne l’unico distributore
internazionale dei film d’animazione. Il primo film dello
Studio Ghibli ad essere incluso nel catalogo della Disney fu
Principessa Mononoke nel 1997: nel corso delle
successive due decadi, altri 15 film venne “affidati” alla
multinazionale statunitense a livello internazionale. I film in
questione, però, venne alterati e nuovamente doppiati dalla Disney
prima della nuova distribuzione, nonostante lo Studio Ghibli avesse
una rigida politica in merito ai tagli da poter apportare ai film,
a seguito soprattutto dei bruschi cambiamenti che vennero apportati
al montaggio di Nausicaä della Valle del vento per la
distribuzione negli Stati Uniti. Nel 2005, lo Studio si separò
dalla Tokuma Shoten ma continuò a mantenere il suo contratto con la
Disney. A partire dal 2019, è HBO Max a detenere i
diritti per la distribuzione dei film dello Studio Ghibli negli
Stati Uniti.
Nel suo libro di memorie:
“Sharing a House with the Never-Ending Man: 15 Years at Studio
Ghibli”,Steve Alpert ha ricordato gli anni
in cui ha lavorato allo Studio Ghibli in qualità di capo della
divisione internazionale. Via Cartoon Brew, è
emerso che l’orgine della politica relativa ai tagli era radicata
in un accesso dibattito avuto con Harvey
Weinstein, all’epoca a capo della Miramax, il quale
sosteneva che Principessa Mononoke dovesse essere
“rivisitato” per apparire più “commerciale” agli occhi del pubblico
americano.
La Disney ignorò il contratto
siglato con lo Studio Ghibli e apportò delle modifiche a Kiki –
Consegne a domicilio
Nonostante Miyazaki si oppose con
profonda resistenza a qualsiasi tipo di taglio, la Disney alterò i
lavori del maestro senza il suo consenso. Come rivelato da Alpert,
la versione in lingua inglese di Kiki – Consegne a domicilio rilasciata dalla
Disney nel 1998 contiene musiche, effetti sonori e dialoghi non
presenti nella versione originale: la multinazionale ha così
ignorato il contratto con lo Studio, che prevedeva l’impossibilità
di apportare sostanziali modifiche ai film. Quando Alpert fece
notare la cosa ad uno dei dirigenti della Disney di cui ha
preferito non fare il nome, dice che lo questi si lamentò con il
produttore responsabile della versione inglese del film, dandogli
quella che lo stesso Alpert ha definito “una tipica sferzata
verbale in grado di far piangere chi non è più un
bambino.”
Durante gli anni di Alpert allo
Studio Ghibli, la compagnia ottene un totale di cinque
candidature ai premi Oscar, con La città incantata che riuscì a portare a casa
l’ambita statuetta nel 2002 per il miglior film d’animazione. Il
libro di memorie di Alpert usicrà negli Stati Uniti tra circa due
settimane. Il libro si concentra principalmente sui suoi primi sei
anni allo Studio, in cui spesso era solito fare da interprete per
Miyazaki nei suoi viaggi in America.
In seguito all’omicidio di
George Floyd, negli Stati Uniti continuano a
moltiplicarsi le manifestazioni e le prese di posizione contro il
razzismo e l’omicidio delle persone di colore da parte della
polizia, che hanno poi condotto alla nascita del movimento
internazionale #BlackLivesMatter. A sostengo del
movimento sono intervenute anche le più grande celebrità non solo
del mondo del cinema, ma dall’arte in generale.
Tra queste figura anche
Dwayne Johnson, l’ex wrestler noto al pubblico per i
suoi ruoli in Fast & Furious, Baywatch e Jumanji,
che in genere utilizza i social per aggiornare in merito ai suoi
progetti e per condividere momenti del suo privato. Adesso, però,
“The Rock” ha voluto utilizzare i suoi profili ufficiali per
lanciare un messaggio meno scanzonato e sicuramente più
importante.
In un lungo video della durata di
ben 8 minuti e mezzo, infatti, Dwayne Johnson ha commentato con i
suoi follower di Instagram ciò che sta
accadendo in questo giorni negli Stati Uniti, rivolgendosi
direttamente al Presidente Donald Trump, senza
però mai fare il suo nome: “Dov’è il nostro leader? Dove sei?
Dov’è il nostro leader in un momento in cui il nostro paese è in
ginocchio a supplicare e implorare di essere ascoltato?”,
dichiara Johnson nel video.
Dwayne Johnson sostiene il
#BlackLivesMatter: “Un cambiamento è necessario per ristabilire
l’uguaglianza.”
“Alzatevi con me, perché io sono
qui”, continua
Dwayne Johnson. “Io ci sono e vi sento, vi
ascolto. Vi do la mia parola che farò tutto il possibile per dare
vita ad un cambiamento. Un cambiamento necessario per ristabilire
l’uguaglianza”. L’attore ha voluto ringraziare tutti per la
solidarietà mostrata in questi giorni all’America e alla comunità
afroamericana, e pur non essendo un politico ha voluto sottolineare
quanto tenga alla sicurezza del proprio paese, usando anche parole
forti, segno di una comprovata delusione per l’attuale situazione:
“Sono amareggiato, frustrato, arrabbiato. Eppure, cerco di fare
del mio meglio per restare concentrato e calmo e prendere le
decisioni più giuste per la mia famiglia e per il mio
paese.”
Pochi giorni prima, oltre a
condividere l’immagine nera simbolo del
#BlackoutTuesday, la star hollywoodiana aveva
condiviso anche uno scatto raffigurante un biglietto che riporta le
ultime parole pronunciate da George Floyd: “I
Can’t Breathe”.
Ad oggi consacrato come uno degli
attori comici più popolari dell’industria cinematografica,
Zach Galifianakis ha dimostrato film dopo film di
sapersi rinnovare anche all’interno del genere che lo ha reso
celebre. Nella sua carriera non sono però mancati anche ruoli
diversi da quelli comici, potendo così dimostrare di possedere
versatilità e carisma.
Ecco 10 cose che non sai di
Zach Galifianakis.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Zach Galifianakis: i suoi film e
le serie TV
10. Ha recitato in celebri
film comici. L’attore debutta al cinema con la commedia
Heartbreakers – Vizio di famiglia (2001), per poi recitare
in titoli come Into the Wild (2007), di Sean
Penn, e Notte brava a Las Vegas (2008). Si
consacra poi con il film Una notte da leoni (2009), dove recita accanto a
Bradley
Cooper. Ormai famoso, prende parte a titoli come
Tra le nuvole
(2009), A cena con un cretino (2010), Parto col
folle (2010), Una notte da leoni
2 (2011), di Todd
Phillips, Candidato a sorpresa (2012), con
Will
Ferrell,Una notte da leoni
3 (2013) e Birdman
(2014). Recentemente ha invece recitato in Masterminds
(2016), La ragazza dei tulipani (2017) e Between Two
Ferns – Il film (2019).
9. Ha partecipato al
doppiaggio di alcuni film. Galifianakis si è distinto
anche per aver prestato la propria voce ad alcuni noti film
d’animazione. Il primo di questi è Il gatto con gli
stivali (2011), dove interpreta il personaggio di Humpty
Alexander Dumpty. Nel 2017 dà invece voce all’iconico personaggio
del Joker per LEGO Batman – Il film,
mentre la sua più recente attività come doppiatore è quella per il
film Missing Link, dando voce al protagonista.
8. Ha condotto una propria
serie televisiva. Dal 2008 al 2018 Galifianakis è stato
l’autore e il conduttore della serie Between Two Ferns with
Zach Galifianakis, parodia dei talk show americani dove
l’attore invitava celebri personalità dello spettacolo ponendo loro
domande spesso imbarazzanti o fuori luogo. Tra gli ospiti più noti
vi sono stati gli attori Jon Hamm, Natalie
Portman e Ben
Stiller.
Zach Galifianakis: i meme
7. Sono molto popolari i
meme con lui protagonista. Tra le più diffuse “forme di
comunicazione” oggi presenti sul Web vi sono i meme. Grazie ai suoi
personaggi, Galifianakis è oggi protagonista di diverse di queste
immagini, tratte il più delle volte dai suoi film. La comicità e la
popolarità dell’attore hanno certamente influito su di esse,
permettendo loro di diventare virali.
Zach Galifianakis: chi è sua
moglie
6. È sposato.
L’attore non è solito permettere che vita privata e carriera si
mischino tra loro. Della sua vita sentimentale è noto solamente il
suo matrimonio avvenuto nel 2012 con Quinn Lundberg, attivista e
fondatrice di Growing Voices Charity. Con lei, l’attore ha dato
vita ad un figlio nel settembre del 2013, mancando la premier di un
suo film pur di assistere alla nascita. Nel novembre del 2016 è
invece nato il loro secondo figlio.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Zach Galifianakis in Una notte da
leoni
5. Ha impedito a sua madre
di vedere il film. Galifianakis è oggi celebre per il
personaggio di Alan nel film Una notte da leoni. Poiché
nel corso del film l’attore si trova in situazioni particolarmente
imbarazzanti, ed è solito dire cose estremamente controverse, egli
cercò di impedire a sua madre di vedere il film, imbarazzato da ciò
che la donna avrebbe potuto pensare del figlio.
4. Si è rifiutato di
tagliarsi la barba. In Una notte da leoni 2,
l’attore torna a vestire i panni di Alan, con un notevole
cambiamento estetico. Nel film, infatti, il personaggio si rade
completamente la testa. Originariamente, tuttavia, la sceneggiatura
prevedeva che questi si radesse la barba e non i capelli, ma
Galifianakis rifiutò categoricamente la cosa, troppo legato alla
sua barba.
3. Ha dovuto ricorrere al
trucco per il terzo film della trilogia. A partire dal
2012, l’attore cominciò a sottoporsi ad una dieta che lo portò a
perdere molto peso. Tuttavia, poiché una delle caratteristiche
comiche di Alan è il suo essere sovrappeso, l’attore dovette
ricorrere al trucco per sembrare ancora tale. Indossò infatti delle
speciali cinture prostetiche che simulassero il grasso.
Zach Galifianakis: il suo nuovo
film su Netflix
2. Ha rilasciato il suo
nuovo film sulla celebre piattaforma. Nel 2019 l’attore
trae ispirazione per il suo nuovo film dal finto talk show da lui
realizzato nel corso degli anni precedenti, Between Two
Ferns. Questo segue le avventure di Galifianakis alla ricerca
di celebrità da intervistare, in modo del tutto non professionale.
Distribuito direttamente su Netflix, al termine del trailer del film si può
vedere l’attore esplicitare il fatto che il film non sarà al cinema
ma, appunto, sulla sola piattaforma.
Zach Galifianakis: età e
altezza
1. Zach Galifianakis è nato
a Wilkesboro, in North Carolina, Stati Uniti, il 1 ottobre
1969. L’attore è alto complessivamente 170 centimetri.
L’emergenza Covid-19 ha messo
letteralmente in ginocchio l’industria cinematografica, con
numerosi attesissimi blockbuster che sono stati posticipati
addirittura al 2021. Eppure, c’è un film il cui futuro sul grande
schermo rimane ancora oggi un mistero: stiamo parlando di Godzilla
vs. Kong, il film della coppia Legendary/Warner in cui
vedremo scontrarsi i due iconici mostri cinematografici.
Al momento non sappiamo se il film
arriverà ancora nelle sale il prossimo novembre o se verrà
posticipato al prossimo anno. Nonostante la Warner Bros. non abbia
ancora rilasciato alcun materiale ufficiale, oggi apprendiamo la
notizia – via
CBM – che il film è stato ufficialmente classificato dalla
MPAA, la Motion Picture Association of
America, l’associazione che si occupa di associare il
divieto alle pellicole distribuite negli Stati Uniti.
Il film ha “stranamente” ricevuto
un PG-13, ossia un divieto ai minori di 13 anni. La motivazione
consiste nella presenza nel film di “intense scene di violenza
e distruzione e di linguaggio volgare”. Nessun divieto ai
minori di 17 anni, lasciando presagire che il film sarà molto meno
crudo di quanto i fan probabilmente si aspettano.
La campagna marketing di Godzilla
vs Kong partirà solo quando la Warner Bros. deciderà il futuro di
Tenet?
La più grande domanda, adesso, è se
vedremo a breve un primissimo trailer del crossover, dal
momento che il rating assegnato alla pellicola significa che il
film è stato ufficialmente completato. È innegabile quanto la
Warner Bros. si trovi attualmente in una posizione critica, dovuta
essenzialmente all’uscita nelle sale – che quasi sicuramente verrà
posticipata – di Tenet.
Probabilmente, non abbiamo ancora visto nulla di Godzilla
vs. Kong in termini di campagna marketing perché è
quasi certo che il calendario delle prossime uscite della major
dipenderà dal rinvio o meno dell’attesissimo film di Christopher Nolan.
Ci sono voluti circa sei anni prima
che Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle vedesse
finalmente la luce, e probabilmente bisognerà attendere lo stesso
arco di tempo per vedere un ipotetico terzo capitolo del popolare e
amatissimo franchise Disney. Nonostante non abbia avuto lo stesso
impatto “culturale” del primo film, Frozen 2 è stato
comunque un enorme successo, sia di critica che di pubblico,
superando in termini di incassi il precedessore e diventando il
film d’animazione più visto nella storia.
Un terzo capitolo dedicato alle
avventure di Elsa e Anna sembrerebbe scontato, eppure i Walt Disney
Studios non hanno ancora ufficializzato nulla. In una recente
intervista con
Pop Culture, è stato Josh
Gad – voce di Olaf nella versione originale dei film –
a parlare della possibilità di un nuovo episodio, specificando che
probabilmente un nuovo film del franchise vedrà la luce soltanto
quando ci sarà una storia abbastanza forte e convincente da
raccontare, stesso ragionamento che ha portato allo sviluppo e alla
realizzazione di
Frozen 2.
“Non so quando ci sarà un Frozen
III”, ha spiegato Gad. “Voglio dire, il patto in genere è
questo: Frozen II non era Frozen II fino a quando non c’è stata una
ragione che potesse giustificarne l’esistenza. Ecco perché non so
se e quando ci sarà un Frozen III. Sono discussioni che vanno al di
là di ciò che posso o non posso sapere. Ad ogni modo, quello che
posso dire è: c’è stata l’opportunità di riportare sullo schermo
quei personaggi, e con loro un nuovo senso di ispirazione e
speranza. Ecco perché io e la Disney abbiamo collaborato per i
corti di Olaf. Così la saga di Frozen è andata avanti, anche se non
necessariamente attraverso un terzo film.”
Quanto tempo i fan dovranno
attendere prima di vedere Frozen 3? Per Josh Gad tutto dipenderà
dalla storia…
L’attore ha poi aggiunto: “Ad
ogni modo, vedremo! Se ci sarà una storia che varrà la pena
raccontare, sono certo che Jennifer Lee e l’incredibile team della
Disney Animation la racconteranno un giorno”. Per adesso,
dunque, non sembra esserci un Frozen 3 in
sviluppo. Le parole di Josh
Gad, comunque, fanno ipotizzare che potrebbe volerci
soltanto più tempo del previsto prima che gli amatissimi personaggi
di Elsa, Anna, Olaf e Kristoff ritornino sullo schermo.
In Frozen
2 – Il Segreto di Arendelle, diretto da
Jennifer Lee e Chris Buck, Elsa
parte insieme ad Anna, Kristoff, Olaf e Sven per un viaggio
pericoloso ma straordinario verso l’ignoto oltre Arendelle per
scoprire una verità nascosta sul suo passato. Le risposte che
cerca, però, metteranno in pericolo il suo regno e, se in passato
Elsa temeva che i suoi poteri fossero troppo grandi per essere
accettati dal mondo, ora dovrà sperare che siano abbastanza forti
per salvarlo. Il film è uscito nelle nostre sale il 27 novembre
2019 ed è disponibile dallo scorso aprile in home video.
Nonostante ci sia un palese e
diffuso entusiasmo relativo alla release della Snyder
Cut di Justice
League su HBO Max, la decisione della Warner
Bros. di distribuire la versione del film così com’era stato
inizialmente concepito dal regista Zack
Snyder non è stata esente da critiche. Sono in molti,
infatti, a sostenere che potrebbe trattarsi di un precedente
abbastanza pericoloso, che darebbe ai fan più potere di quanto in
realtà spetti loro.
Dopo l’ufficializzazione che la
Snyder Cut avrebbe visto finalmente la luce, una domanda ha
iniziato a serpeggiare sul web nonostante l’euforia generale: e se
un certo tipo di fandom arrivasse ad influenzare a tal punto le
decisioni di una major da riuscire a stabilire cosa meriti di
passare per il grande schermo? Naturalmente l’interrogativo apre ad
una quantità infinita di scenari possibili, soprattutto dopo la
nascita di un movimento praticamente simile a quello che ha portato
alla release della Snyder Cut di Justice
League, ossia #ReleaseTheAyerCut, in
riferimento alla versione mai vista al cinema del cinecomic
Suicide
Squad di David
Ayer.
Durante una recente intervista con
The Verge (via
CBM), Tony Goncalves, boss di HBO Max, ha
commentato la decisione di distribuire la Snyder
Cut, specificando che non si tratta di una norma che
adesso verrà applicata ad ogni tipo di film: “Sicuramente non è
un precedente. Esistono diverse tipologie di fandom. Esiste il
fandom positivo e il fandom negativo. Il mio fandom di riferimento
è quello che utilizza gli spazi adeguati per far sentire la propria
voce e per avanzare richieste. Se c’è una domanda, siamo pronti ad
ascoltare. Avevo un capo che una volta disse: ‘L’industria e i
consumatori non sono sempre allineati, ma sono i consumatori che
tendono a vincere’. È un ottimo equilibrio.”
La Snyder Cut di Justice League
creerà un pericoloso precedente? Quanto potere può avere il
fandom?
Poi ha aggiunto: “Penso che
quando si tratti di intrattenimento, i consumatori non hanno mai
avuto più scelta di oggi. Ma questo non significa che siamo pronti
ad investire i nostri soldi in ogni singola richiesta che
avanzeranno. In riferimento ai fan di Justice League, o anche di Friends, i
consumatori hanno parlato e noi abbiamo voluto ascoltarli. Questo
non significa che rilasceremo le Director’s Cut di ogni film
realizzato. Penso solo che non ci sia nulla di male ad ascoltare il
pubblico. Ed è quello che abbiamo fatto.”
Naturalmente, le parole di Goncalves
non spengono necessariamente qualsiasi tipo di speranza in merito
alla Ayer Cut di Suicide
Squad. Semplicemente, il boss di HBO Max ha lasciato
intendere che ogni situazione è diversa da un’altra e che ogni
“richiesta” da parte dei fan verrà valutata singolarmente. Ad ogni
modo, è innegabile quanto la release della Snyder
Cut di Justice
League porterà nuovi iscritti sulla piattaforma di
streaming: uno degli aspetti da valutare, è se lo stesso possa
accadere con il cinecomic di David
Ayer…
Vi ricordiamo che la Justice
League Snyder Cut uscirà
nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner
Bros HBO MAX che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Inizialmente previsto, come suo
solito, per la metà di maggio, anche il Festival
di Cannes ha infine dovuto cedere all’emergenza
Covid-19. A lungo i dirigenti hanno cercato di salvare la 73ª
edizione del più importante festival cinematografico, inizialmente
ripensando il tutto tra la fine di giugno e i
primi di luglio. Con il complicarsi della situazione mondiale,
tuttavia, è risultato evidente che dar vita al Festival, facendo
allo stesso tempo rispettare le norme di sicurezza, era un compito troppo
rischio.
Per questo motivo, l’edizione 2020
del Festival è stata definitivamente annullata. Il direttore
artistico Thierry Fremaux ha però annunciato che
la dirigenza ha aperto
trattative con alcuni altri importanti festival
cinematografici, da Toronto a New York, da Roma a Telluride,
manifestando l’intenzione di presentare presso questi i film che
avrebbero dovuto far parte della propria Selezione Ufficiale, i
quali manterranno però l’etichetta di Cannes 2020.
Nei giorni precedenti, Fremaux aveva
annunciato l’intenzione di rivelare ugualmente quelli che sono i
film che compongono la Selezione Ufficiale. 56 titoli selezionati a
fronte di circa 2067 candidati, per quella che stando alle parole
del direttore artistico avrebbe potuto essere “una delle
edizioni più belle degli ultimi anni, con film in grado di
rappresentare le diversità che compongono il nostro
mondo“.
Ecco dunque la Selezione Ufficiale
del Festival di Cannes 2020:
Nell’immaginario collettivo,
Superman è il supereroe per eccellenza. Caduto
sulla terra da un pianeta lontano, egli usa i suoi incredibili
poteri per combattere le minacce che mettono a repentaglio la vita
della razza umana e della terra. Protagonista di una lunga lista di
fumetti, film e cartoni animati, è da decenni a questa parte tra le
icone più popolari della cultura di massa, un vero e proprio
simbolo del bene che lotta contro il male.
10. Negli anni sono stati
realizzati molti film a lui dedicati. Nel corso dei
decenni sono molte le opere cinematografiche che hanno portato sul
grande schermo le gesta del personaggio. La prima è stata
Superman and the Mole-man (1951), ma la più celebre è
senz’altro il Superman del
1978 con Christopher Reeve. Questi riprese il ruolo nei
seguiti Superman II
(1980), Superman III
(1983) e Superman IV
(1987).
8. Sono stati realizzati
molti film d’animazione. Se sono 9 i film che hanno
raccontato il personaggio, molti di più sono invece i film
d’animazione in cui è comparso in modo più o meno rilevante. Dal
2006 ad oggi, infatti sono stati realizzati circa 32 film, il più
dei quali pensato però direttamente per l’home video. Tra questi si
annoverano anche The LEGO Movie
(2014) e The LEGO Movie 2
(2019), dove la voce del personaggio è dell’attore Channing
Tatum.
Superman: gli attori che lo hanno
interpretato
7. Per il film del 1978 vi
fu una lunga ricerca per il protagonista. Il film del 1978
era pensato per essere il primo vero film dal grande budget
incentrato sul personaggio. Per la sua riuscita, era fondamentale
che si trovasse l’attore giusto per il ruolo principale. La ricerca
fu lunga e particolarmente complessa. Il regista Richard
Donner racconta di essere stato sull’orlo della
disperazione, finché non trovo Reeve, che per volto e fisico
risultò essere il più idoneo. Ancora oggi, egli è il volto più
iconico per il personaggio al cinema.
6. Herny Cavill è il nuovo
volto del supereroe. Attualmente, l’ultimo attore ad aver
interpretato il celebre kryptoniano è l’attore Herny
Cavill. A lui si deve un apparentemente banale ma
importante rinnovamento nei confronti del personaggio. Cavill si
rifiutò infatti di depilarsi il petto, spingendo così a superare
l’idea di un Superman muscoloso e completamente glabro in favore di
uno sdoganamento nei confronti dei peli sul petto.
Parte delle cose che non sai sul
supereroe
Superman: il logo del
personaggio
5. Ha diversi
significati. Il celebre supereroe fu il primo ad avere sul
proprio petto un simbolo rappresentativo, dando vita ad una lunga
schiera di imitatori. Il significato della grande S rossa è
piuttosto vario. Essa non rappresenta solo il nome del personaggio,
ma, stando anche ai film realizzati, essa sarebbe un simbolo
kryptoniano, emblema della casata degli El, a cui il supereroe
appartiene.
Superman: Red Son
4. Racconta il personaggio
da un nuovo punto di vista. Una delle opere più
affascinanti realizzate negli ultimi anni sul personaggio è il
fumetto Superman: Red Son. Nella sua realizzazione gli
autori sono partiti dalla premessa “cosa sarebbe successo se
l’astronave che trasportava Superman fosse precipitata in Unione
Sovietica?“. All’interno del fumetto si racconta così del
celebre supereroe impegnato per sostenere Stalin, il socialismo e
la classe operaia.
Superman e Lois: la serie TV
3. Sarà protagonista di una
serie spin-off. Tra il 2020 e il 2021 arriverà in
televisione una nuova versione del personaggio. L’emittente The CW
sta infatti sviluppando la serie Superman e Lois, che sarà
un nuovo spin-off dell’Arrowverse.
La trama ruoterà intorno alla vita da genitori del supereroe e
della giornalista Lois Lane, mostrando la loro difficoltà nel
gestire i rispettivi lavori e la vita famigliare.
Superman Returns
2. Per il regista fu
semplice trovare l’attore giusto. Per il film del 2006, il
regista Bryan Singer incontrò
l’attore Brandon Routh in un bar. Per
l’agitazione, tuttavia, questi rovesciò tutto il caffè sul tavolo.
Temette allora di aver rovinato e perso la sua possibilità di
entrare a far parte del film, ma in realtà quell’incidente convinse
Singer che Routh poteva benissimo interpretare il maldestro e
timido Clark Kent.
1. Avrebbe dovuto contenere
un celebre cameo. Per il suo film, Singer chiese di poter
far comparire in un cameo Christopher Reeve, che aveva interpretato il
supereroe tra gli anni Settanta e Ottanta. Questi, tuttavia, morì
qualche mese prima dell’inizio delle riprese. Singer decise allora
di dedicare il film alla sua memoria.
Con l’emergenza
Covid-19 che ha letteralmente stravolto il
calendario delle uscite cinematografiche su scala mondiale, è forse
giunto il momento di fare un pochino d’ordine tra le release forse
più bramate di tutte: quelle dei film tratti dai fumetti
Marvel.
Screen Rant ha raccolto tutte le prossime uscite tratte dai
celebri fumetti (non solo i film appartenenti al MCU), con le relative release
americane aggiornate:
The New Mutants (28 agosto 2020)
Il travagliatissimo nuovo film della
saga di X-Men,
l’ultimo sotto l’egida della 20th Century Fox, arriverà finalmente
nelle sale il prossimo 28 agosto. Il film è stato posticipato
un’infinità di volta: prima dell’emergenza Covid-19, sarebbe dovuto
arrivare nelle sale il 9 aprile 2020.
The King’s Man è il prequel del celebre franchise
Kingsman, diretto ancora una volta da Matthew
Vaughn. Nel film
Ralph Fiennes interpreta il Duca di Oxford,
mentre Harris Dickinson (visto in
1917) interpreta il suo “protetto” Conrad. Nel nuovo
capitolo, un uomo dovrà lottare per impedire a
Rasputin e alla sua pericolosa alleanza di provocare una guerra
destinata ad milioni di persone.
The King’s Man sarebbe dovuto arrivare nelle sale nel
2019: è stato poi posticipato a Febbraio 2020 e, a causa del
Covid-19, ancora una volta al prossimo Settembre.
Black Widow – 6 Novembre 2020
Lo standalone dedicato a Black
Widow arriverà finalmente nelle sale nell’autunno del
2020, con Cate Shortland incaricata di dirigere il
film (si tratta della prima regista donna che viene scelta per
dirigere un film dei MCU, dopo che Anna
Boden aveva co-diretto Captain
Marvel).
Nel 2021, i Marvel Studios introdurranno finalmente
Gli Eterni nel
MCU, con il film omonimo che sarà
diretto dalla regista Chloe Zhao. Scritto da
Matthew e Ryan Firpo, il cinecomic coprirà un arco narrativo lungo
7000 anni, mentre racconterà la vita della razza aliena immortale
del titolo.
A guidare il cast il premio Oscar
Angelina Jolie , affiancata da
Richard Madden, Kumail Nanjiani, Salma Hayek, Gemma Chan,
Bryan Tyree Henry e
Kit Harington.
Morbius (19 Marzo 2021)
Dopo aver interpretato il Joker in
Suicide
Squad,Jared
Leto ritornerà nell’universo dei fumetti, questa
volta con un ruolo da assoluto protagonista. A Marzo del 2021
arriverà infatti Morbius della Sony Pictures. Il
film sarebbe dovuto arrivare nelle sale il prossimo
luglio.
Nel film Leto intepreterà Michael
Morbius, che dopo essere stato infettato da una rara e pericolosa
malattia del sangue, si trasforma nel celebre Vampiro Vivente.
Diretto da Daniel Espinosa (Safe House), il film
annovera nel cast anche
Matt Smith e
Jared Harris.
Shang-Chi and the Legend of the Ten
Rings (7 Maggio 2021)
Shang-Chi and the Legend of
the Ten Rings è una delle priorità della Fase 4 del
MCU, con la promessa di portare un
po’ della bellezza e della complessità delle arti marziali
all’interno dell’universo condiviso.
Il film sarà diretto da
Destin Daniel Cretton(Il diritto di
opporsi) e arriverà nelle sale il 7 maggio 2021. Simu
Liu intepreterà l’eroe del titolo, mentre Tony
Leung sarà il famigerato Mandarino (il solo ed unico, e
non l’imitazione che abbiamo visto in Iron Man 3). Nel cast anche
Awkwafina.
Venom: Let There Be Carnage (25 Giugno 2021)
Nonostante la critica non abbia
apprezzato il film, a causa dei suoi incassi (circa 855 milioni di
dollari a livello mondiale), un sequel di Venom
era praticamente scontatato. Venom 2
vedrà il ritorno di Kelly Marcel alla
sceneggiatura, mentre Andy Serkis (le saghe de Il signore degli
anelli e Il pianeta delle scimmie) raccoglierà
l’eredità di Ruben Fleischer e si occuperà della
regia del film.
Venom
2, che sarebbe dovuto arrivare il prossimo ottobre,
farà adesso il suo debutto nell’estate del 2021. Oltre a
Tom Hardy e
Michelle Williams, nel cast ci saranno anche
Woody Harrelson (Carnage) e Naomie
Harris (Shriek).
Spider-Man 3 (5 Novembre 2021)
Non ha ancora un titolo ufficiale,
ma il terzo film di Spider-Man ambientato nel MC U
– nato sulla scia del nuovo accordo siglato tra Marvel e Sony – arriverà al cinema
nell’autunno del 2021. Il regista Jon Watts
tornerà dietro la macchina da presa dopo Homecoming e Far
From Home, così come gli sceneggiatori Chris McKenna e
Erik Sommers.
Tom
Holland tornerà a vestire i panni dell’Uomo Ragno. È
da tempo che si parla della possibilità che Kraven il Cacciatore
appaia come principale antagonista del film, anche se ad oggi non
esiste nessuna conferma ufficiale.
Thor: Love And Thunder (11 Febbraio
2022)
Con l’uscita di Thor: Love
and Thunder, il Dio del Tuono diventerà il primo
personaggio del MCU ad avere un quarto film a lui
interamente dedicato. Love and Thunder vedrà il ritorno di
Taika Waititi dietro la macchina da presa,
dopo l’esperienza con Ragnarok.
Inoltre, il film segnerà il ritorno
del premio Oscar
Natalie Portman nel MCU: Jane Foster, infatti,
diventerà la versione femminile di Thor, mentre Valkiria
(Tessa
Thompson), nuovo Re di Asgard, si metterà sulla tracce
della sua regina.
Chris Hemsworth, ovviamente, tornerà nei panni del
figlio di Odino.
Doctor Strange In The Multiverse Of
Madness (25 Marzo 2022)
Nel film apparirà anche la Scarlet
Witch di
Elizabeth Olsen: il personaggio avrà un ruolo chiave
nella storia, sui cui al momento non esistono dettagli, ma soltanto
una valanga di teorie sui Multiversi che il Dottore visiterà e sui
personaggi che potrebbero apparire nel film.
Black Panther 2 – May 6, 2022
Black
Panther di Ryan Coogler è diventato
in pochissimi tempo (e in maniera del tuttto inaspettata) uno dei
film più acclamati del MCU, ricevendo addirittura una
candidatura agli Oscar come miglior film.
Coogler tornerà dietro la macchina
da presa per Black Panther
2, così come
Chadwick Boseman sarà ancora una volta il Re di
Wakanda. Al momento non si conoscono i dettagli sulla trama. Le
riprese partiranno a marzo del prossimo anno.
Captain Marvel 2 (8 Luglio 2022)
Sebbene non abbia ottenuto lo stesso
successo di Black
Panther o di Avengers:
Endgame,Captain
Marvel è comunque riuscito a conquistare il pubblico:
ecco perché la notizia del sequel non ha certamente colto di
sorpresa.
Come da tradizione, poco o nulla si
sa ancora di Captain Marvel 2, se non che
Brie Larson tornerà nei panni di Carol Danvers.
Sembra che i Marvel Studios siano intenzionati
ad affidare la regia del film ad una donna, dal momento che i
registi del primo film non torneranno per il sequel.
Spider-Man: Un Nuovo Universo 2 – 7
Ottobre 2022
In poco tempo, nonostante la
lavorazione particolarmente complessa, Spider-Man: Un Nuovo Universo, primo film
d’animazione con protagonista l’Uomo Ragno, nonché debutto
cinematografico del personaggio di Miles Morales, è diventato
un’incredibile successo.
Anche in questo caso non si conosce
alcun dettaglio sulla trama del sequel, che arriverà nel 2022 e che
sarà seguito da un terzo capitolo. La storia di Miles Morales è
destinata dunque ad espandersi e sembra che nel secondo film
vedremo addirittura una versione giapponese dell’Uomo Ragno…
In una recente intervista con
Net-a-Porter, Laura Harrier (che di recente
abbiamo visto nella miniserie Hollywood di Ryan Murphy), ha parlato del suo ruolo di
Liz Allen in Spider-Man:
Homecoming, ammettendo che inizialmente, dopo
l’ingresso di Zendaya nel cast, temeva di aver
perso la parte.
L’attrice ha raccontato: “Dopo
il mio screen test per Spider-Man, prima che mi dicessero qualsiasi
cosa, era arrivataa, dopo alcune settimane, la notizia che Zendaya
era entrata a far parte del cast. Quindi pensai di aver perso la
parte. Doveva averla ottenuta lei… così chiamai i miei agenti e mi
rassicurarono sul fatto che fossi ancora in lizza.”
Nel film, infatti,
Zendaya ha ottenuto il ruolo di MJ, mentre
Laura Harrier quello di Liz. A tal proposito, ha
aggiunto: “Credo che sia stato incredibile ed innovativo il
fatto che la Marvel abbia deciso di ingaggiarci
entrambe, senza farne una questione relativa al colore della pelle.
Nel film siamo due ragazze come tante che frequentano una scuola di
New York. E la Grande Mela è esattamente così. I film devono
riflettere la realtà. Ci siamo divertite tanto a girare il film.
Adesso siamo anche amiche.”
Laura Harrier credeva di “aver
perso” la parte in Spider-Man: Homecoming a causa di Zendaya
In un settore e in un’industria così
competitivi, in cui le minoranze devono spesso competere per lo
stesso numero limitato di ruoli, è stato molto importante vedere
due protagoniste femminili di colore in un film di un grande
studio. Finora, la stragrande maggioranza dei film del MCU è stata incentrata su
personaggi bianchi, generalmente uomini, per di più eterosessuali.
Eccezioni in tal senso si sono avute grazie a film come Black
Panther e Captain
Marvel. Sulla scia del grande successo ottenuto da
questi titoli, avremo in futuro ancora più film che terranno conto
dell’elemento “inclusività”, come Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings e
Gli
Eterni.
Spider-Man:
Homecoming è il film del 2017 diretto da Jon
Watts con Tom
Holland, Marisa
Tomei, Robert
Downey Jr., Donald
Glover, Jon
Favreau, Zendaya,
Martin Starr, Laura Harrier, Jacob Batalon,
Michael Keaton e
Gwyneth Paltrow. Entusiasta della sua esperienza con
gli Avengers, Peter torna a casa, dove vive con la zia May (Marisa
Tomei), sotto l’occhio vigile del suo nuovo mentore Tony Stark
(Robert Downey, Jr.). Peter cerca di tornare alla sua routine
quotidiana – distratto dal pensiero di dover dimostrare di valere
di più dell’amichevole Spider-Man di quartiere – ma quando appare
l’Avvoltoio (Michael Keaton), tutto ciò a cui Peter tiene
maggiormente viene minacciato.
Il Joker di
Jared Leto è stato “maltrattato” secondo
David Ayer, regista di Suicide
Squad. L’attore premio Oscar ha debuttato nel DCEU nel
2016, quando ha intepretato il Clown Principe del Crimine nel
cinecomic incentrato sulla Squadra Suicida. Nonostante il marketing
del film avesse messo al centro il suo personaggio, in realtà Leto
ha avuto pochissime scene a disposizione nella versione del film
che abbiamo visto nelle sale, cosa che – come ben sappiamo – ha
scatenato le ire dei fan.
Al contrario, Suicide
Squad si è focalizzato soprattutto sui personaggi di
Harley Quinn (Margot
Robbie), di Deadshot (Will
Smith) e sul resto della Task Force X mandata in
missione per conto di Amanda Waller (Viola
Davis). L’apparizione di Leto sullo schermo è stata
veramente ridotta al minimo, tant’è che dopo l’uscita del film al
cinema in molti cominciarono ad “etichettare” la sua presenza al
netto di un “glorioso cameo”.
Dopo l’uscita di Suicide
Squad, per molto tempo si parlò di uno spin-off che
avrebbe dovuto raccontare nel dettaglio la relazione tra Harley
Quinn e il Joker, con i fan che non vedevano l’ora di vedere un
film che – almeno nelle intenzioni – sembrava voler rendere
giustizia all’incarnazione dell’iconico villain da parte di Leto.
Sfortunatamente, con l’evolversi dei piani della Warner Bros.
relativi al DCEU, il progetto è stato ufficialmente
accantonato.
David Ayer torna a difendere del
Joker di Jared Leto in Suicide Squad
Di recente, con i fan che continuano
a chiedere a gran voce la release della Director’s Cut di Suicide
Squad (grazie anche all’enorme risultato ottenuto con
la Snyder Cut di Justice
League, che arriverà ufficialmente il
prossimo anno su HBO Max), David Ayer è tornato
molto più attivo sui social, soprattutto per quanto riguarda il suo
cinecomic del 2016. In un recente post, Ayer ha affermato che Leto
è stato “maltrattato” durante tutta questa lunga debacle, e la sua
performance non è stata “trattata” come avrebbe dovuto in fase di
montaggio. Su
Twitter, il regista ha scritto chiaramente: “Jared è stato
maltrattato. Nessuno ha visto davvero la sua performance. È stata
tagliata dal film.”
Ad oggi sembra che David
Ayer sia potenzialmente intenzionato a rilasciare la sua
Ayer Cut di Suicide
Squad. Nonostante il regista abbia fatto intendere che
la “sua” versione del film sarebbe praticamente ultimata, l’ultima
parola spetterà sempre alla Warner Bros. Chissà se sulla scia di
quanto accaduto con Justice
League, anche il cinecomic di Ayer non avrà finalmente
la giustizia che sembra meritare…
Suicide
Squad è un film del 2016 diretto da David
Ayer con Will
Smith, Margot
Robbie, Jared
Leto, Joel
Kinnaman, Jai Courtney, Cara
Delevingne, Viola
Davis, Scott
Eastwood, Raymond Olubawale, Jay Hernandez, Ike Barinholtz, Ted
Whittall, Robin Atkin Downes e David
Harbour. Nel film i più temuti supercriminali del
mondo vengono reclutati in gran segreto da Amanda Waller per
costituire la Task Force X, una squadra di antieroi che in seguito
alla morte di Superman avrà il compito di difendere l’umanità da
ogni genere di minaccia.
Red Snake, il film
ispirato alla storia vera del Premio Nobel Nadia Murad, arriva in
prima assoluta il 18 giugno sulle principali piattaforme video on
demand.
Sono donne e combattenti le protagoniste di
Red Snake, il prossimo film Eagle Pictures che farà il suo
debutto il 18 giugno in prima assoluta sulle principali piattaforme
video on demand: SKY, TIMVISION, CHILI, GOOGLE PLAY, YOU TUBE,
RAKUTEN, HUAWEI VIDEO e INFINITY. Diretto dalla regista e
giornalista francese Caroline Fourest, Red Snake racconta il
dramma della guerra dal punto di vista delle donne ispirandosi alla
dolorosa storia vera di Nadia Murad, ventisettenne yazida Premio
Nobel per la Pace nel 2018.
L’opera della
Fourest – tra le redattrici del periodico settimanale satirico
francese Charlie Hebdo durante gli anni dell’affaire delle
caricature di Maometto – è un monito a non dimenticare quello che
accade ancora oggi in Medio Oriente tra le minoranze religiose
(come quella yazida) che lottano per la sopravvivenza non lontano
dal confine con la Siria, alla ricerca di una libertà oltraggiata,
di diritti calpestati, di vita offesa. In difesa di questi valori,
Red Snake vuole documentare come gli scontri non riguardino
solo gli uomini, ma in realtà anche chi ha dentro di sé un
incontrollato desiderio di giustizia.
Tra le donne
soldato, che arrivano da diverse parti del mondo, c’è Mother Sun,
interpretata da Maya Sansa, una donna di origini italiane
che grazie anche alla sua sensibilità custodisce parte degli amari
ricordi delle altre componenti del gruppo.
Red
Snake racconta di Zara, una giovane Yazidi rapita e venduta
come schiava sessuale a un guerrigliero jihādista. La ragazza
spinta dalla volontà di salvare il fratello, tenuto prigioniero e
addestrato per diventare un bimbo soldato, riesce miracolosamente a
scappare. Sceglie la strada delle armi e si unisce a una squadra di
combattenti donne molto temute e determinate a lottare contro i
guerriglieri dell’Isis. Di origini e religioni diverse, queste
coraggiose donne hanno dolorose ferite da sanare. Nel corso di
tanti agguati condurranno una guerra epica contro questa fanatica
ideologia e scopriranno il gran potere che hanno sui militanti
jihādisti, terrorizzati all’idea di essere uccisi da donne.
Red Snake sarà disponibile a
partire dal 18 giugno e per quattro settimane su: SKY, TIMVISION,
CHILI, GOOGLE PLAY, YOU TUBE, RAKUTEN, HUAWEI VIDEO e INFINITY.
La mia vendetta,
in originale La Vengeance aux yeux clairs, è la serie tv
crime francese del 2016 creata da Franck Ollivier
e diretta da David Morlet. La serie è stata
presentata prima in Svizzera, poi in Belgio e infine in
Francia.
La mia vendetta: dove vederla in streaming
La serie è stata trasmessa in
Italia su Canale 5. Il 16 febbraio 2016. In streaming è
disponibile su Mediasetplay e Infinity Tv, il servizio VOD di
Mediaset.
La mia vendetta: la trama e il cast
La serie è incentrata su Emma
Fortuny che ha perso la sua famiglia dieci anni fa. L’assassinio è
stato mascherato da un incidente d’auto, che è scappato. Ancora
lacerata da quello che è successo dieci anni prima, Emma decide di
tornare in Costa Azzurra per vendicarsi e avere giustizia della sua
famiglia, sotto una nuova identità: Olivia Alessandri. Per
raggiungere il suo obiettivo, quello di infiltrarsi in una ricca
famiglia locale, viene implicata nell’uccisione dei suoi parenti,
al fine di scoprire l’identità dello sponsor. Ma non è così
semplice, di fronte alla corruzione locale. Inoltre, questa è la
famiglia del suo ex fidanzato, Alexandre Chevalier, di cui lei è
ancora innamorata. Attraverso vari episodi, Olivia avrà lo scopo di
distruggere i responsabili dell’omicidio della sua famiglia. Ma
questo potrebbe non essere semplice, visto che i membri della
famiglia sono riluttanti a vedere l’avvocato prendere un ruolo
sempre più importante nella famiglia e nella vita di Étienne
Chevalier.
Nella serie protagonisti sono
Olivia Alessandri/Emma Fortuny interpretata da Laëtitia
Milot, Pénélope Delisle interpretata da Claire
Borotra, Étienne Chevalier interpretato da Bernard
Yerlès. Alexandre Chevalier interpretato da Benoît
Michel, figlio di Étienne ed ex fidanzato di Emma. Joris
Chevalier interpretato da Aurélien Wiik, figlio di
Étienne. Yann Legoff interpretato da Lannick
Gautry, poliziotto. Pauline Jordan, interpretata da
Lola Dewaere, poliziotta.
Nei ruoli secondari troviamo
Béatrice Leclerc, interpretata da Sophie Duez, Zia
di Emma Ange Milacci, interpretato da Laurent
Fernandez. Rose Lefèvre, interpretata da Ingrid
Juveneton, figlia di Philippe Delattre. Romain Chevalier,
interpretato da Roby Schinasi, figlio di Étienne.
Maya Zarka, interpretata da Clémentine Justine. Dino Pozzo,
interpretato da Giulio Serafini. Adrien Lartigue, interpretato da
Laurent Maurel. Antoine Fortuny, interpretato da Antoine Ferey,
fratello di Emma. George Grimaud, interpretato da Philippe
Hérisson. Henri Arthaud, interpretato da Antoine Basler. Cyril
Laffont, interpretato da Pierre-Arnaud Juin, avvocato. Philippe
Delattre, interpretato da François Caron, Giudice corrotto. Étienne
Lou, interpretata da Clara Boyer. Raphaël Leoni, interpretato da
Lionel Tavera. Ortolano, interpretato da Bertucci Cyril. Fiona
Grimaud, interpretata da Eva Rami. Filipi, interpretato da Sylvain
Eymard. Andréani, interpretato da Didier Isnard. Estelle Lefèvre,
interpretata da Cathy Darietto e Hugo Léoni, interpretato da Hugo
Brunswick
La mia vendetta 1 stagione
La prima stagione della serie è composta da 8 episodi ed ha
debuttato nel settembre del 2016, in Italia a dicembre dello stesso
anno.
Il primo episodio si intitola
Vingt ans pour toujours, in italiano tradotto Vent’anni
per sempre. Il secondo episodio si intitola D’entre les
morts, in italiano tradotto Dal mondo dei morti. La terza
puntata si intitola invece Fille perdue, in italiano
tradotto La figlia perduta. La quarta puntata si intitola
L’ombre d’un doute, in italiano tradotto L’ombra del
dubbio. Il quinto episodio si intitola Le retour du fils,
in italiano tradotto Il ritorno del figlio. Il sesto episodio
invece si intitola L’épreuve du feu, in italiano Ignifugo, mentre
il settimo episodio in francese si intitola La proie
mentre in italiano tradotto letteralmente La preda. L’ultimo
episodio della prima stagione invece si intitola
Catharsis, letteralmente Catarsi in Italiano.
La mia vendetta 2 stagione
TF1 ha rinnovato la serie per una
seconda stagione attualmente inedita in Italia. La seconda stagione
è composta da sei episodi anziché otto come la prima ed in francia
è andata in onda dal 20 novembre 2017.
Nel corso degli ultimi mesi, ci sono
stati parecchi rumor a proposito di The
Batman, l’attesissimo nuovo cinecomic DC che sarà
diretto da Matt Reeves. A partire dalla scelta del
protagonista, che è poi ricaduta su Robert Pattinson (ma in lizza c’era anche
Nicholas Hoult), i rumor più “succulenti”
hanno riguardato soprattutto il cast di supporto. Una delle
speculazioni più interessanti – come sottolineato giustamente da
CBR – è stata sicuramente la voce secondo cui il premio Oscar
Matthew McConaughey avrebbe dovuto
interpretare Harvey Dent/Due Facce nel film.
A sganciare la “bomba” fu il sito We
Got This Covered, che all’epoca rivelò che McConaughey sarebbe
dovuto apparire brevemente nel film nei panni di Dent, mentre la
trasformazione dell’avvocato nel supercriminale Due Facce sarebbe
avvenuta in un eventuale sequel. Pochi giorni dopo, anche il Daily
Mail confermò che la star di Dallas Buyers Club era stata ingaggiata per
quel ruolo. Più o meno nello stesso periodo, iniziarono a
susseguirsi altre voci secondo cui Andy
Serkis e Colin Farrell si erano uniti al cast nei
panni rispettivamente di Alfred Pennyworth e di Oswald Cobblepot,
ossia Pinguino; le voci si rivelarono poi fondante, dal momento che
sia Serkis che Farrell sono stati poi confermati nel film.
Visto il prestigioso parterre di
attori che compone il cast di The
Batman, non è assurdo pensare che una star come
Matthew McConaughey possa effettivamente far
parte del film, anche se ad oggi non esiste alcuna conferma
ufficiale. Ma soprattutto: le voci di un tempo, erano fondate?
McConaughey potrebbe davvero apparire nel film? Considerato il suo
talento multiforme, un personaggio tormentato dalla dualità come
Harvey Dent sarebbe perfetto per la star di The Wolf of Wall Street e Interstellar.
Matthew McConaughey apparirà
davvero in The Batman nei panni di Harvey Dent?
Sappiamo, inoltre, che sia i
Marvel Studios che la Warner Bros. hanno
“corteggiato” per anni McConaughey, nella speranza di poterlo
coinvolgere in uno dei loro progetti. Nel 2015, l’attore dichiarò a
Variety: “Ho
letto alcune sceneggiature sia della Marvel che della DC e ho discusso
con entrambi in merito alla possibilità di lavorare insieme. Al
momento non c’è ancora nessun ruolo per me, ma sono decisamente
aperto ad ogni possibilità.”
Ad oggi, nonostante i rumor,
Matthew McConaughey non è stato annunciato
come membro del cast di The
Batman. In questi mesi il regista Matt Reeves ha utilizzato il suo account
Twitter per annunciare, di volta in volta, i vari attori che
avrebbero preso parte al film, ma McConaughey non è mai stato
ufficializzato. Non è escluso che il possibile cameo dell’attore
nel film resterà un segreto fino all’uscita dello stesso in sala.
La domanda sorge dunque spontanea: c’è ancora possibilità di vedere
Matthew McConaughey in The
Batman? Al momento è impossibile azzardare una
percentuale, ma se dovesse accadere davvero, sarebbe una sorpresa
che siamo certi i fan apprezzerebbero tantissimo.
“The
Batman esplorerà un caso di
detective“, scrivono le fonti. “Quando alcune
persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà
scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere
il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali
di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.
Da quando sono arrivate le prime
immagini ufficiali di Wonder
Woman 1984 e sono stati svelati maggiori dettagli
sul personaggio di Barbara Ann Minerva interpretato da
Kristen Wiig, in molti hanno iniziato a sostenere che
l’attesissimo sequel avrebbe potuto sviscerare un aspetto inedito
della relazione tra il personaggio di Diana Prince
(Gal
Gadot) e quello di Cheetah, ossia il fatto che tra le
due potesse esistere un legame romantico.
Adesso, in una recente intervista
con SFX Magazine (via CBR),
è stata proprio la regista Patty Jenkins a smentire questa teoria,
dichiarando: “Avremmo potuto raccontare quel tipo di legame se
la storia fosse stata diversa. La storia del sequel, però, ruota
attorno al ritorno di Steve Trevor, quindi tutto doveva
concentrarsi su di lui. È la storia d’amore con Steve a contare
davvero. Non c’era spazio per due persone e per due relazioni
diverse per Diana.”
In Wonder
Woman 1984 i personaggi di Diana e Barbara
avranno comunque un “rapporto” molto particolare. Come spiegato
sempre dalla Jenkins in una
vecchia intervista, nel film sarà proprio la relazione con
Wonder Woman a spingere il personaggio di Wiig a
trasformarsi nel villain Cheetah: “Ciò che spingerà Barbara a
trasformarsi in Cheetah è il fatto che non si è mai sentita
all’altezza, soprattutto rispetto a Diana”, aveva
spiegato Patty Jenkins. “È un personaggio che
mi ricorda alcune persone che ho conosciuto e che hanno così poca
stima in loro stesse da trattenersi sempre. Quindi, una volta che
iniziano ad abbracciare la possibilità di un cambiamento,
inevitabilmente esplode tutto il risentimento accumulato negli
anni.”
Nessun legame romantico in Wonder
Woman 1984 tra i personaggi di Diana e Cheetah
Wonder
Woman 1984 uscirà il 14 agosto 2020. Il film è
stato definito dal produttore Charles Roven un sequel
“inusuale“, che poterà in scena lo stesso personaggio
grazie al lavoro dello stesso team creativo e che seguirà gli
eventi del precedente capitolo, ma che i fan non dovrebbero
aspettarsi un seguito tradizionale definendolo “la prossima
iterazione della supereroina”.
L’ordine cronologico del personaggio
di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justice per poi tornare al vecchio secolo
con Wonder Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor) e
Pedro Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
La campagna lanciata dai fan per la
realizzazione del sequel di
Alita: Angelo della Battaglia invade addirittura le
strade di Los Angeles, attraverso una serie di manifesti
promozionali. Il film di Robert Rodriguez,
adattamento live action dell’omonimo manga di Yukito
Kishiro del 1990, è uscito nelle sale lo scorso anno, dopo
una sviluppo particolarmente travagliato. Nonostante i fan
attendessero da anni il film, al box office
Alita: Angelo della Battaglia è stato un successo
alquanto moderato, arrivando ad incassare 401.7 milioni di dollari
a livello globale; numeri non sufficienti per garantire
ufficialmente un sequel, ed infatti ancora oggi il futuro della
proprietà sul grande schermo è incerto.
Nonostante gli incassi non così
incoraggianti, il film ha comunque spinto un nutrito gruppo di fan
a far sentire la propria voce e a spingere affinché venisse
realizzato un sequel. Il primo film è stato distribuito nelle sale
dalla 20th Century Fox: ora che lo studio è stato acquistato dalla
Disney, il futuro di
Alita: Angelo della Battaglia è tutto nelle mani
della Casa di Topolino. In passato, proprio a causa dell’accordo
tra Disney e Fox, Christoph Waltz – che nel film ha interpretato
il Dottor Ido Dyson – aveva espresso i suoi dubbi in merito al
futuro di Alita, spiegando che dal suo punto di vista un
sequel era altamente improbabile.
Dopo aver lanciato una campagna
attraverso i social e aver fatto volare un banner del film in
cielo in occasione dell’ultima edizione degli Academy Awards, i fan
di
Alita (soprannominati “L’Esercito di Alita”)
hanno portato a compimento una nuova mossa: una serie di manifesti
promozionali in giro per le strade di Los Angeles. Come è possibile
vedere grazie ad una serie di immagini diffuse da Charlie Schmidt,
quattro distinti cartelloni dedicati al sequel sono apparsi a Los
Angeles: uno di questi contiene anche una citazione di
Tilly Lockey, un’amputata britannica conosciuta
per le sue braccia bioniche, che ha voluto sostenere il film e la
campagna dei fan.
1 di 4
Chissà che la Disney non decida di
accogliere davvero le richieste dei fan e di realizzare finalmente
un sequel di
Alita: Angelo della Battaglia. La passione dei fan
relativi a certi film e la loro dedizione circa alcuni progetti può
portare a risultati davvero straordinari: basti pensare a quanto
accaduto di recente con la Snyder Cut di Justice League,
che proprio grazie al sostegno dei fan e alle loro campagne, verrà
finalmente rilasciata il prossimo anno su HBO Max.
La campagna per un sequel di
Alita: Angelo della Battaglia raggiunge le strade di Los
Angeles
La protagonista di Alita:
Angelo della Battaglia è interpretata da Rosa
Salazar(The Divergent Series, Maze Runner).
Nel cast figurano anche
Christoph Waltz,
Mahershala Ali,
Jennifer Connelly, Ed Skrein, Jackie Earle Haley,Lana Condor, Leonard Wu,
e Jorge Lendeborg Jr. Il film è diretto
da Robert Rodriguez (Sin City,
Grindhouse Planet Terror, Machete) e prodotto da James
Cameron.
Un’edizione sicuramente ridotta
quella de La Guarimba International Film Festival
– ad Amantea (CS), in Calabria, dal 7 al 12 agosto –, che
rispetta le linee guida date dall’emergenza sanitaria ma che non
dimentica la propria terra e le connessioni con gli altri mondi,
seppure quest’anno prettamente virtuali.
«Abbiamo da subito rifiutato l’idea
di un festival online– commenta l’ideatore Giulio Vita –. Un
festival non è un posto dove si vedono i film e basta. È un luogo
di incontro, un rito pagano che ha bisogno della nostra presenza
fisica. Un festival online non è un festival, soprattutto non è La
Guarimba, perché noi siamo, prima di ogni cosa, una comunità che si
ritrova ogni anno ad Amantea con la missione di riportare il
cinema alla gente e la gente al cinema. Sarà una edizione
diversa, in un comune recentemente sciolto per mafia, ma ci
auguriamo sia anche un’occasione per riflettere sull’ossessione per
gli eventi di massa. Speriamo finalmente si capisca l’importanza
che hanno le piccole Guarimba in giro per il mondo, che illuminano
i paesi senza cinema ricordandoci quanto sia bello sedersi insieme
e confrontarsi in modo orizzontale».
Un’VIII edizione che celebra il
ritorno al rito del cinema, regalando proiezioni sotto le stelle al
pubblico di Amantea, e al tempo stesso contribuisce al
miglioramento dell’offerta turistica con un evento di richiamo per
i giovani provenienti da tutta la regione e a muovere l’economica
locale: «Vogliamo essere parte della soluzione» sottolinea Giulio
Vita.
«Come Festival siamo riusciti a
gestire i tagli economici e non ci tiriamo indietro – continua Vita
–. Abbiamo tagliato e rimodulato alcuni contenuti extra, garantendo
i compensi a tutto lo staff, fermamente convinti che gli operatori
culturali meritano dignità».
La Guarimba International Film
Festival 2020 sarà realizzata grazie al sostegno del
MiBACT, dell’Ambasciata de Gli Stati
Uniti, Ambasciata della Germania,
Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, dalla
Rappresentanza del Governo delle Fiandre in Italia
e dal Forum Austriaco di Cultura Roma, segno di
una significativa cooperazione internazionale e principale
obiettivo del Festival, quello di veicolare la cultura per
promuovere valori di democrazia partecipativa, integrazione e
accessibilità.
Un importante contributo per la
realizzazione dell’evento sono gli sponsor: GIPHY
Arts, G-Technology, che garantisce i
dischi rigidi per archiviare e usare il materiale video;
Fichi Marano e Grafiche Calabria.
Quest’ ultime due aziende calabresi che hanno deciso di scommettere
nel festival anche in questo particolare momento storico.
I numeri dell’edizione
2020 di La Guarimba International Film Festival
Ideato nel 2012 da Giulio Vita e
Sara Fratini, La Guarimba, che in venezuelano significa “posto
sicuro”, in 7 anni ha registrato circa
25mila spettatori. L’edizione 2020, prevede in
6 giornate ben 160 cortometraggi
provenienti da 54 paesi diversi che rappresentano
tutti i continenti, selezionati tra i 1160
iscritti e divisi in 6 categorie:
Fiction, Animazione, Documentario, Film Sperimentali, Videoclip e
il programma La Grotta dei Piccoli, un festival nel
festival dedicato ai piccoli spettatori realizzato in
collaborazione con UNICEF Italia
Quest’anno La Guarimba torna alle
sue radici, al rito del cinema come atto sociale e di condivisione.
Sono annullati i concerti, i pranzi sociali e le conferenze che
invece verranno trasferite online. Spazio quindi alla formazione
con ben 5 webinar completamente gratuite che
accoglieranno fino a un massimo di 100 iscritti. La prima,
Fundraising For Documentaries, è fissata il 6
giugno.
A cura della regista americana
Anayansi Prado e realizzata in collaborazione con
l’Ambasciata degli Stati Uniti in Italia, American Film Showcase e
University of California, la webinar Fundraising For
Documentaries propone al pubblico de La Guarimba, ai
professionisti e alle nuove generazioni di registi, una masterclass
incentrata sul finanziamento di un documentario, in linea con una
delle vocazioni del festival: sostenere e promuovere il cinema
indipendente.
La Guarimba International
Film Festival 2020: Il programma
Una selezione accurata quella di
Sara Fratini, Giulio Vita, Alex Spagnolo, Marta Miquel, Jacinta
Agten, Valeria Werasinghe & Sam Morrill, programmatori de La
Guarimba e quest’anno anche giuria ufficiale del Festival, con 160
corti in concorso, ognuno proveniente da un Paese diverso. Una
scelta che punta a raccogliere visioni e stili diversi, differenze
linguistiche e socio culturali con lo scopo di aprire riflessioni
sul mondo.
Sono 20 i corti della categoria
Fiction, 10 quelli di Animazione
e 10 del Documentario, tutti generi da sempre in
competizione al festival, caposaldo del programma, che puntano a
rappresentare il meglio delle nuove proposte audiovisive del
panorama mondiale. Nel programma anche la sezione Video
Musicali con 10 videoclip in concorso. Una categoria nata
nel 2016 per dare dignità a questa forma narrativa, da sempre
sottovalutata all’interno dell’industria dell’audiovisivo, a
livello culturale e finanziario. Per la categoria
Insomnia (Film Sperimentali) con 5 corti in
concorso dal 2018 continua a manifestarsi la voglia de La Guarimba
di ampliare gli spazi di fruizione cinematografica: un contenitore
di linguaggi inediti e proposte coraggiose.
Uno sguardo sempre attento sui
grandi temi del presente con una programmazione fuori concorso:
per MigrArti
saranno 3 i corti dedicati agli italiani di seconda generazione;
con Americania, sezione curata da Sam Morrill,
verranno presentati 6 corti ambientati a New York, alcuni di questi
anteprime mondiali girate durante il lockdown. Infine la sezione
speciale Karmala, denso programma a cura di Keba
Danso che vuole dare visibilità al cinema dell’Africa
Sub-Sahariana. Karmala quest’anno renderà omaggio al
regista, compositore e attore senegalese Djibril Diop Mambéty, noto
per il suo distinto stile surrealista e la sua affascinante
interpretazione di temi come la politica, il potere, la ricchezza e
le condizioni sociali in Africa.
La Guarimba ha previsto anche un
festival per i piccoli spettatori con La Grotta dei
Piccoli, una programmazione di 100 corti
animati realizzata insieme ad UNICEF Italia ideata per
avvicinare i bambini e i ragazzi al mondo del cinema. All’interno
de La Grotta dei Piccoli anche una selezione speciale a
tema ambientalista ispirata al progetto di sostenibilità
de La Guarimba Cambur per spiegare ai più piccoli il
delicato rapporto tra uomo e natura.
Come ogni anno è stata realizzata
anche Artists for La Guarimba, la mostra
online e offline curata da Sara Fratini, che seleziona
15 illustratori internazionali ai quali è chiesto
di realizzare una locandina che promuovi la nuova edizione del
festival attraverso la propria personale interpretazione della
scimmia guarimbera, simbolo e portavoce dell’iniziativa.
La locandina ufficiale, realizzata
come sempre da Mikel Murillo, è nata per sensibilizzare il pubblico
alla crisi ambientale, tematica molto cara al festival, che dal
2018 porta avanti il progetto Cambur, anima ecologica de
La Guarimba. Nel delicato momento in cui tutti ci troviamo,
l’immagine di Murillo conferma la missione del festival, sempre più
convinto del potere che la cultura e il cinema hanno nelle
trasformazioni che vorremmo vedere nel mondo.
Gli artisti coinvolti nella mostra
sono Mikel Murillo (Spagna), Aicha El Beloui (Marocco), Yeye Weller
(Germania), Valeria Weerasinghe (Italia), Federico Manzone
(Italia), Ramón Amorós (Argentina), Meredith Jensen (Stati
Uniti), Juan Molinet (Argentina), Andra Badea (Romania),
Bistra Masseva (Bulgaria), Konrad Czernik (Polonia)
Helena Bonastre (Spagna), Gizenth (Colombia), Sara Cifuentes
(Colombia), Raman Djafari (Germania).
La Guarimba Social: il
contest di GIPHY Arts
Da sempre attenta ad una
comunicazione virale, La Guarimba lo scorso anno ha creato un
canale su Giphy Arts, la piattaforma americana più grande al mondo
per la creazione di GIF animate. Con le proprie realizzazioni il
Festival ha ottenuto più di 400 milioni di visualizzazioni tanto da
attirare l’attenzione di Giphy Arts che ha voluto finanziare un
contest per la Miglior Gif della Guarimba Film Festival
2020 con un premio di ben 500 dollari.
David Thewlis ha confermato che interpreterà
un Na’vi in Avatar 2. L’attore, noto principalmente per i
suoi ruoli in Harry
Potter e Wonder
Woman, figura tra le new entry del cast degli attesissimi
sequel di Avatar. Oltre a Thewlis, in
Avatar 2 vedremo anche Kate Winslet, Michelle Yeoh, Jemaine
Clement, Edie Falco, Cliff Curtis e probabilmente anche
Vin Diesel. Il film arriverà nelle sale a
Dicembre del prossimo anno e vedrà nel cast il ritorno di Sam Worthington, Zoe
Saldana, Stephen
Lang e Sigourney
Weaver, apparsi tutti nel primo film del 2009.
La scorsa settimana, il produttore
Jon Landau aveva anticipato alcuni
nuovi dettagli a proposito della relazione tra Jake
(Worthington) e Neytiri (Saldana) nel primo sequel. La trama di
Avatar 2 è naturalmente top secret, ma sembra
che nel film la famiglia di Jake e Neytiri dovrà affrontare una
serie di nuove minacce che consentiranno una maggiore esplorazione
di Pandora. In particolare, il sequel approfondirà gli aspetti
legati agli oceani di Pandora, come evidenziato da alcuni
concept art diffusi in precedenza e dalle varie dichiarazioni
di James
Cameron in merito alle riprese subacquee.
Ovviamente, David Thewlis non ha potuto rivelare molto a
proposito di Avatar 2, ma parlando con Total Film (via
GamesRadar), ha
confermato un dettaglio chiave a proposito del suo personaggio:
sarà uno dei Na’vi, la specie indigena con
sembianze umanoidi che popola Pandora: “Sono un Na’vi.
Sarò uno di quei personaggi blu. Non ho ancora ben capito quando
incontrerò Cameron”, ha spiegato Thewlis. “Sono rimasto
sorpreso quando mi è stata offerta la parte. Sono molto curioso di
scoprire quale sarà il mio look, perché so che in qualche modo quei
personaggi tendono ad assomigliarti. È fantastico!”
David Thewlis conferma il suo ruolo in Avatar 2
Parlando invece del processo di
produzione del sequel, David Thewlis ha aggiunto: “Non ho idea di
come saranno le mie scene, perché nella stanza ci sono circa 16
ragazzi con le videocamere, ma stanno soltanto scattando alcune
inquadrature di riferimento che James guarderà in seguito. Ciò che
quei ragazzi stanno girando non è destinato allo schermo: ciò che
viene inquadrato è ovviamente destinato a questi sensori. Ce ne
sono circa 200 in giro per la stanza, a fare le loro
cose…”
Avatar
2debutterà
il 17 dicembre 2021, seguito dal terzo
capitolo il 22 dicembre 2023. Per il quarto e
quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche
anno: 19 dicembre 2025 e 17
dicembre 2027.
Il cast della serie di film è
formato da Kate
Winslet, Edie
Falco, Michelle Yeoh, Vin
Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia Sam
Worthington, Zoe
Saldana, Stephen
Lang, Sigourney
Weaver, Joel David
Moore, Dileep
Rao e Matt Gerald.
Le riprese di Mission
Impossible 7 ripartiranno ufficialmente il prossimo
Settembre. La produzione del nuovo capitolo della celebre saga con
protagonista Tom Cruise era stata sospesa lo scorso
Febbraio, a causa dell’inizio dell’emergenza Coronavirus in Italia,
dove avrebbe dovuto svolgersi la prima parte delle riprese.
Mission Impossible
7 è stata una delle primissime produzioni ad accusare gli
stravolgimenti dovuti al Covid-19: adesso, sembra che le cose
stiano lentamente tornando alla normalità, con alcuni paesi che
nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, seguendo una serie di
rigide norme di sicurezza, si prepareranno ad ospitare nuovamente
le produzioni cinematografiche (come ad esempio la Nuova Zelanda
con Avatar
2 di James
Cameron).
A causa dello stop alla produzione,
la Paramount ha dovuto posticipare la data di uscita di
Mission Impossible 7 e anche di Mission
Impossible 8, un unico film che verrà essenzialmente
diviso in due capitoli (come spiegato
dal regista Christopher McQuarrie tempo fa).
Ora, la speranza è che la produzione del settimo capitolo possa
ufficialmente ripartire a Settembre. Tommy
Gormley, assistente alla regia, ha dichiarato alla BBC –
via Deadline – quanto
segue: “Speriamo di poter iniziare nuovamente a girare a
Settembre. Stavamo per iniziare a girare a Venezia quando tutto è
iniziato”.
Le riprese di Mission Impossible 7
dovrebbero ripartire ufficialmente a Settembre
Gormely ha aggiunto che la
produzione spera di poter ritornare a girare non solo in Italia, ma
anche in tutte le altre location inizialmente programmate. Se le
riprese dovessero effettivamente ripartire a Settembre, Gormely ha
stimato che la produzione potrebbe andare avanti fino ad
aprile/maggio del 2021. Di recente le autorità politiche e
sanitarie britanniche hanno stanziato
le nuove norme di sicurezza per garantire alle produzione
cinematografiche e televisive di poter tornare attive: tra i film
che dovrebbero rientrare in produzione a breve, anche The
Batman e Animali
Fantastici 3.
Nei prossimi due capitoli della saga
di Mission Impossible, Tom Cruise e Rebecca
Ferguson torneranno nei panni di Ethan Hunt e Ilsa
Faust. I due film vedranno coinvolti anche Shea
Whigham (Kong: Skull Island), Hayley
Atwell (Captain America: Il primo
vendicatore), Pom
Klementieff (Guardiani della Galassia)
e Esai Morales (Ozark). Christopher
McQuarrie scriverà e dirigerà i film, che faranno il
loro debutto nelle sale americane rispettivamente il 19 novembre
2021 e il 4 novembre 2022.
Per quanto possa essere stato
costante, preciso ed esaustivo nella sua trama principale legata
alla Gemme Dell’Infinito e al piano di Thanos, il
Marvel Cinematic Universe,
nel corso di 11 anni e di 22 film, ha lasciato indietro alcune
trame e storie, fili “abbandonati”
per così dire in nome di elementi più importanti del racconto
principale. Il lavoro di Kevin Feige e della sua squadra è stato
incredibile, eppure non è stato proprio impeccabile.
Infatti i Marvel Studios hanno lasciato alcune domande
senza risposta nel corso del loro più ampio racconto, domande che
forse troveranno una risposta nella Fase 4, o che invece rimarranno
per sempre senza una spiegazione o una risposta. Di seguito, potete
trovare quegli elementi di trama, quelle storie, quei fili nascosti
che non hanno trovato il loro capo nel corso della grande
narrazione del Marvel Cinematic
Universe.
Demone In Una Bottiglia
La prima inquadratura di
Tony Stark (Robert
Downey Jr.) in Iron Man lo mostra
mentre tiene in mano una bottiglia di bourbon durante la sua visita
per presentare Gerico in Afghanistan. I fan dei fumetti presumevano
immediatamente che questo fosse il tentativo del Marvel Cinematic Universe di
portare al cinema la trama di Demone in una bottiglia.
Iron Man 2 ha ancora una volta aggirato l’idea dell’alcolismo di
Stark quando il geniale miliardario si è ubriacato a una festa di
compleanno mentre soffriva di avvelenamento da palladio.
Dopodiché, questo aspetto del
personaggio non è mai stato più riportato nel franchise. Mentre
The Avengers e
Avengers: Age of Ultron hanno visto Tony che in
diverse occasioni si versa da bere, nessuna di queste era una
situazione “patologica” e così l’alcolismo di Stark è rimasto
relegato al mondo dei fumetti.
Il Capo
I Marvel Studios potrebbero aver
preferito al Bruce Banner di Edward Norton in The Incredible
Hulk quello di Mark Ruffalo, ma il film di Louis
Terrier fa ancora parte della continuità del MCU. Ciò è dimostrato dal
riemergere di Thunderbolt Ross (William
Hurt) successivamente, dopo aver debuttato nel
suddetto standalone. Un’anticipazione particolare del film del 2008
ha lasciato intendere che il Dr. Samuel Stern (Tim Blake
Nelson) potesse diventare il Capo.
Stern entra in contatto con il
sangue di Hulk dopo averlo iniettato a Emily Blonsky (Tim
Roth); e l’ultima volta che i fan lo hanno visto la sua
testa stava già iniziando ad espandersi, imitando l’aspetto del
Capo nei fumetti. 11 anni dopo, i fan non sanno ancora cosa è
successo a Stern mentre continua ad essere assente dal MCU.
Altri paesi che imitano la
tecnologia Iron Man
Dopo aver annunciato al
mondo di essere Iron Man, Tony Stark comincia ad
entrare in rapporti professionali con il governo. In Iron
Man 2, ha combattuto per mantenere la sua creazione per
sé, non cedendo alle pressioni che gli chiedevano di venderla.
Nell’iconica scena dell’udienza del senato, è stato rivelato che
altri trafficanti di armi e persino paesi stavano cercando di
replicare l’impressionante armatura metallica per uso proprio.
Una volta presentati con filmati i
test eseguiti in tutto il mondo forniti dall’intelligence del
governo, Stark ha affermato che le repliche si appoggiano ad una
tecnologia che impiegherà almeno 5-10 anni per arrivare al suo
livello. Usa questa definizione per spiegare che non esiste una
minaccia immediata dall’estero che richieda al governo di acquisire
la sua creazione. Quegli anni poi sono passati, ma sembra che
nessun paese sia riuscito a replicare l’armatura di Stark, oppure
Feige e compagnia si sono semplicemente dimenticati!
I Nove Regni di Thor
I Nove regni sono
considerati importanti nella storia del Thor del MCU. Composto da Asgard, Midgard,
Jotunheim, Svartalfheim, Vanaheim, Nidavellir, Niflheim, Muspelheim
e Alfheim, la maggior parte di questi pianeti è presente nel
MCU in un modo o nell’altro, anche
se l’ultimo deve ancora essere esplorato. Nel primo film di Thor, i
Marvel Studios hanno tentato di
affrontare la
differenza tra magia e scienza, con Thor (Chris
Hemsworth) che ha detto a Jane (Natalie
Portman) che da dove viene, sono essenzialmente la stessa
cosa.
Nella stessa conversazione, ha
spiegato che i Nove Regni del cosmo sono mondi separati collegati
dall’albero del mondo chiamato Yggdrasil. Dopodiché, questa idea
non è mai più stata esplorata. Mentre i film successivi
presentavano gli altri Nove regni, tra cui Nidavellir in Avengers:
Infinity War, la loro presunta connessione reciproca
non ha influito su nessuna delle narrazioni più recenti, nonostante
la distruzione di Asgard in Thor:
Ragnaork.
L’assenza di Lady Sif
Come buona amica di Thor,
Lady Sif (Jamie Alexander) è stata la base delle
prime avventure del Dio del Tuono nel MCU, comparendo sempre al fianco
dei Tre Guerrieri. Oltre ad apparire nei primi due film, ha anche
avuto una parte in Agents of S.H.I.E.L.D, apparendo due volte.
Queste sono state le ultime volte in cui l’abbiamo vista, sul
piccolo o grande schermo. Quando gli eventi di Thor:
Ragnarok precipitano, la formidabile guerriera non ha
fatto la sua comparsa.
I registi Joe e Anthony Russo hanno confermato che era
tra gli sfortunati esseri che sono stati strappati all’esistenza
dalla decimazione di Thanos in Avengers:
Infinity War, il che significa che avrebbe dovuto
essere resuscitata dallo schiocco di Smart Hulk in Avengers:
Endgame. Nella realtà dei fatti, l’assenza di Sif da
Ragnarok era dovuta a conflitti di schedule, anche se lascia
perplessi il fatto che i Marvel Studios non le abbiano
chiesto di prendere parte alla battaglia finale di Endgame.
Anche con Thor: Love and Thunder
confermato per la Fase 4, non vi è alcuna indicazione del ritorno
di Sif nel Marvel Cinematic Universe!
L’amore tragico di Bruce
Banner
Bruce Banner (Mark
Ruffalo) non ha fortuna quando si tratta d’amore.
Mentre i suoi compagni Vendicatori come Iron Man e Captain America
(Chris
Evans) hanno avuto grandi storie d’amore con la stessa
donna durante tutto il loro arco narrativo nel Marvel Cinematic Universe, non
sembra che Banner sia fatto per le relazioni. Eppure il personaggio
ha ben due relazioni nell’arco della storia. La prima è quella con
Betty Ross (Liv Tyler) in The Incredible
Hulk. Tuttavia il personaggio non si presenta mai di
nuovo, né si fa accenno a lei.
In
Avengers: Age of Ultron, Banner ha anche una breve
storia con Natasha Romanoff (Scarlett
Johansson). Nel film diretto da Joss Whedon, la coppia
legata alle loro paure comuni trovava reciproco conforto,
raccontandosi. Ad un certo punto, i due hanno addirittura
considerato la possibilità di scappare insieme! Ciò ovviamente non
è accaduto e alla fine del film Banner scompare dalla Terra, solo
per fare ritorno all’inizio di Infinity War.
Tuttavia, durante la lotta contro Thanos e successivamente di
fronte alle conseguenze del suo schiocco, Nat e Bruce non hanno mai
avuto la possibilità di parlare di ciò che è realmente accaduto tra
di loro, fino a che Nat non incontra la sua fine in Endgame.
Gli accordi di Sokovia
Introdotti in
Captain America: Civil War, gli Accordi di Sokovia
sono un trattato internazionale che conferisce alle Nazioni Unite
il potere di regolare le attività dei supereroi. Ciò significava
che l’organo di governo deciderà per quali problemi saranno
coinvolti i Vendicatori. Le diverse reazioni dei Vendicatori a tali
accordi hanno generato le fazioni che si sono scontrate in Civil
War, facendo di tutti quelli che non hanno firmato dei fuorilegge.
L’accordo è stato in vigore per due anni, durante i quali coloro
che si sono opposti come Capitan America, Falcon (Anthony
Mackie) e Vedova Nera hanno creato un gruppo noto come
i Secret Avengers. Hanno continuato a fare del bene, fino a che
l’arrivo di Thanos non li ha portati ad uscire allo scoperto e a
riunirsi con i vecchi amici.
In Avengers: Endgame, i restanti
eroi, compresi quelli che si sono rifiutati di firmare gli Accordi
di Sokovia, possono muoversi liberamente. Captain America è persino
membro di un gruppo terapeutico. Anche quando i personaggi del
Marvel Cinematic Universe si
radunano al funerale di Stark, nessuno ha tentato di arrestare i
fuorilegge, nonostante fosse presente il generale Ross. Sembra
quindi probabile che gli Accordi siano decaduti, senza che però
venisse comunicato ufficialmente.
L’esistenza della Damage
Control
Sebbene non abbiano avuto
un impatto importante sul MCU fino a Spider-Man:
Homecoming, il team Damage Control era in franchising
già da Iron Man. Creata e inizialmente gestita dallo S.H.I.E.L.D.,
l’organizzazione acquisisce e memorizza manufatti unici dai campi
di battaglia dei supereroi, mascherandosi semplicemente come
un’impresa di pulizia. Nel corso degli anni, è stato menzionato
sporadicamente mentre si occupava delle conseguenze della lotta di
Stark con Iron Monger (Jeff Bridges), nonché del
pasticcio al Triskelion in Captain America: The Winter
Soldier.
Ha avuto il suo impatto maggiore
nella scena di apertura di Spider-Man:
Homecoming, in cui il loro coinvolgimento nella
pulizia della Battaglia di New York ha comportato la perdita dei
contratti da parte della Bestman Salvage di Adrian Toomes
(Michael Keaton). Damage Control non ha preso
parte a nessun altra scena di battaglia nell’intero Marvel Cinematic Universe.
Sky celebra la Festa della
Repubblica Italiana con Dentro il Quirinale – Il Palazzo
degli Italiani prodotto da Sky Arte in
collaborazione con Anele. Il documentario andrà in
onda il 2 giugno alle 21.15 su Sky Arte
(canali 120 e 400) e a partire dalle 8 del mattino dello stesso
giorno per 48 ore sarà visibile a tutti in streaming
gratuito sul sito di Sky Arte e sul video portale di
Sky.
L’iniziativa consentirà a tutti i
cittadini di celebrare una ricorrenza così importante godendo della
straordinaria bellezza del luogo che rappresenta la nostra
Repubblica e la sua storia, anche in un momento in cui la nostra
vita sociale deve misurarsi con le necessarie restrizioni.
Il documentario darà la possibilità di scoprire a distanza,
attraverso le immagini e la voce dei suoi custodi e lavoratori che
dietro le quinte ne rappresentano la vita quotidiana attiva il
complesso ingranaggio su cui si regge la vita del palazzo più
grande d’Italia. Un palazzo che è anche un museo, al cui
interno si trovano opere d’arte di inestimabile valore che potranno
essere ammirate da casa grazie a questo progetto.
Un racconto originale che
descrive un’intera giornata dall’alba al tramonto. Dando corpo e
voce ad alcune delle figure che lavorano al suo interno, saranno
raccontate le segrete, piccole liturgie del Palazzo e saranno
mostrati alcuni dei suoi aspetti più inediti, attraverso guide
d’eccezione: le maestranze del Quirinale.
Il comandante del
reggimento corazzieri Luciano Magrini apre il racconto con
le esercitazioni che i corazzieri preparano prima delle visite
ufficiali. Eleganza e rigore incorniciate nel cortile d’onore con
coreografie centenarie. Il custode Angelo Rossini
è il Virgilio che accompagna il telespettatore lungo gli immensi
corridoi o nei saloni del Piano Nobile, dispensando aneddoti
pubblici e personali di una carriera ormai trentennale. Il
Quirinale è anche un palazzo museo; al suo interno sono presenti
opere d’arte che coprono secoli di storia pittorica italiana. Sarà
Marco Lattanzi, storico dell’arte del Palazzo, a
descrivere queste opere d’arte tracciandone l’evoluzione artistica
in parallelo con quella storica.
A integrare il suo racconto anche
Cristina Mazzantini,curatrice
dell’esposizione Quirinale Contemporaneo, attenta
ricercatrice di opere del secondo Novecento diventate parte
integrante del patrimonio artistico del Quirinale, in una
interessante combinazione di arte classica e contemporanea che
vuole rappresentare l’intero patrimonio artistico italiano nel
corso degli anni fino ad avvicinarlo al presente. Maria
Taboga è la responsabile del laboratorio di conservazione e
restauro degli arazzi. Un lavoro paziente e meticoloso,
capace di restituire lo splendore originario a tessuti intrecciati
con qualche secolo sulle spalle, che vedremo attraverso immagini
esclusive e straordinarie che descriveranno anche il difficile
lavoro di pulitura di questi arredi così preziosi.
Il tempo è scandito dalla
collezione di orologi e dalla dedizione particolare che viene loro
affidata dagli orologiai. Orologi da mensola, a torre, pendole di
origine francese; un’eredità ottenuta dalle più importanti regge
preunitarie italiane e oggi conservate con quotidiana cura. Una
passione, quella di Stefano Valbonesi e di Fabrizio
Geronimo, tecnici e responsabili del laboratorio
degli orologi antichi, che non si è scalfita nell’arco di
oltre tre decenni e che permette oggi a tutti noi di poter vedere
questi oggetti così rari e sofisticati nella loro perfezione e
autenticità.
In compagnia del cuoco del
Presidente si potrà assistere alla complessa gestione della cucina:
lo chef Fabrizio Boca racconta il lavoro dietro le
quinte, la suddivisione dei ruoli, le preparazioni per un evento
ufficiale e l’attenzione fin nel minimo dettaglio dedicata a ogni
piatto, portando a scoprire i segreti delle cucine del Quirinale.
Il racconto descriverà anche lo splendore dei Giardini del
Quirinale conosciuti in tutto il mondo e meta di tantissimi turisti
e cittadini italiani; entrando in questa straordinaria risorsa di
verde nel cuore di Roma attraverso il racconto di chi questi
Giardini li cura costantemente, Mauro Piacentini, curatore
degli arredi floreali.
Cesare Giovinazzi
(Maresciallo di Palazzo) e Giuseppe Di Costanzo
(Corazziere), proprio in quello stesso giardino alle
spalle della Coffee House, raccontano le diverse mansioni di un
corazziere, una unità quasi totalmente autonoma e autosufficiente
che si occupa della sicurezza del Capo dello Stato. Tra le loro
mansioni anche la cura dei cavalli e la confezione delle uniformi
su misura. Andremo poi a scoprire che nei giardini è ancora
funzionante un organo idraulico del XVI secolo la cui manutenzione
può essere affidata solo a mani esperte.
La vita del Quirinale rinnova sé
stessa ogni giorno, dall’alba al tramonto: coi suoi riti, i suoi
lavoratori, i suoi custodi, i suoi eventi straordinari e la
bellezza come saldo timone. Il racconto, oltre alle voci dei
protagonisti, viene condotto dalla voce dell’attore
Francesco Pannofino, a cui è affidato il compito
di accompagnare per mano lo spettatore nei luoghi, ma anche di
creare un filo rosso narrativo, un flusso unico tra Palazzo,
persone e le numerose attività che si svolgono al suo
interno.
LE RIPRESE DEL DOCUMENTARIO SONO
STATE EFFETTUATE PRIMA DELL’EMERGENZA COVID-19.
DENTRO IL QUIRINALE –
Il Palazzo degli Italianiè una co-produzione
Anele e Sky Arte, prodotto da Gloria Giorgianni, con la regia di
Maria Tilli, con la voce narrante di
Francesco Pannofino ed è stato realizzato con la gentile
collaborazione dell’Ufficio Comunicazione del
Quirinale.
È in onda nel giorno
della Festa della Repubblica Italiana, martedì 2 giugno alle 21.15
su Sky Arte (disponibile anche su NOW TV) esarà
visibile a tutti in streaming gratuito dalle 8 del mattino dello
stesso giorno per 48 ore sul sito di Sky Arte e sul video portale
di Sky:https://arte.sky.it/ehttps://video.sky.it.Il documentario è in onda lo stesso giorno alle 21.30 su
Sky TG24 e ancora alle 21.15 anche su Sky Uno Vacanze Italiane
(canale 109). È disponibile on demand su Sky.
Un nuovo video realizzato dai fan
immagina tutti gli eventi della Infinity Saga del
MCU con un focus sulla storia di
Iron Man, ma immaginandola in toni horror. È passato un anno da
quando Avengers:
Endgame, il fiore all’occhiello del franchise, è
arrivato nei cinema e, dato che l’inizio della Fase 4 è in ritardo
a causa della pandemia, i fan stanno rivisitando i film precedenti
dell’universo, in attesa di scoprire cosa c’è di nuovo. Diretto da
Joe e Anthony Russo, il film ha chiuso il racconto
di 22 film che il MCU stava portando avanti dal 2008,
con
Spider-Man: Far From Home di Jon
Watts in veste di epilogo.
Mentre tutti aspettano il prossimo
futuro del MCU, FullBelly
Edits di YouTube ha guardato indietro a tutto ciò che è emerso
finora dall’Universo Condiviso e ha realizzato un video incentrato
sul personaggio di Tony Stark che ha però dei toni oscuri, horror,
diremmo. Ecco il viaggio eroico di Iron Man, raccontato con un
altro tono!
David Ayer ha
affermato che il successo di Deadpool
ha cambiato la sua versione originale di Suicide
Squad, modificandone il tono in quello di una
commedia. Il primo film Warner/DC incentrato sugli antieroi è
uscito nelle sale cinematografiche nel 2016, lo stesso anno del
film Fox / Marvel guidato da Ryan
Reynolds, che però arrivo alcuni mesi prima. Sembra che,
proprio a causa del grande successo ottenuto dal film con Reynolds,
i cui toni sono, come si sa, comici e irriverenti, anche il
montaggio e i toni di Suicide Squad siano stati
modificati.
Nelle ultime settimane è venuta
fuori l’ipotesi di una director’s cut di Suicide
Squad e David Ayer sembra disponibile a
realizzarla, per HBO Max, stessa piattaforma che distribuirà la
Justice
League
Snyder Cut. Non è un segreto che ci siano stati alcuni
importanti cambiamenti dell’ultimo minuto nel film, come dimostrano
le riprese aggiuntive del film, costate 22 milioni di dollari – un
finanziamento significativamente maggiore rispetto al tipico budget
da 6-10 milioni di dollari assegnato per le riprese aggiuntive. Il
regista, da parte sua, è stato disponibile quando gli è stato
chiesto dei dettagli del suo montaggio, e la sua ultima rivelazione
fa luce su ciò che effettivamente ha causato le modifiche apportate
al film.
Attraverso il suo account Twitter ufficiale, Ayer ha
condiviso il motivo per cui è stato costretto ad apportare alcune
modifiche al suo piano originale per Suicide
Squad. Apparentemente, è una combinazione di un paio di
cose come l’accoglienza non proprio unanime ricevuta da Batman V Superman: Dawn of Justice di
Zack Snyder e il successo di
Deadpool, entrambi i film in uscita nel primo
trimestre del 2016. Il regista ha poi concluso dicendo che questi
due film hanno trasformato il suo “dramma sentimentale” in una
“commedia”.
“Questo trailer (riferendosi a
quello di Suicide Squad che comincia con I started a Joke) ha
indovinato il tono e l’intenzione del film che ho realizzato.
Metodico. A strati. Complesso, bello e triste. Dopo che le
recensioni di Batman v Superman hanno sconvolto i piani
alti e dopo il successo di Deadpool – Il mio dramma sentimentale è
stato trasformato in una “commedia”.
E chissà che adesso, una eventuale
director’s cut del film con Margot Robbie, possa proporre
l’effettivo intento del regista e restituirci un film migliore!