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Hawkeye: le conferme sulla serie Disney +

Hawkeye: le conferme sulla serie Disney +

Tra i prodotti Disney + annunciati al Comic Con di San Diego del 2019, uno di quelli che promette maggiori emozioni è lo show su Hawkeye, Occhio di Falco, uno dei Vendicatori “minori” che ha attraversato il cambiamento più radicale nel corso degli ultimi film. Dalla Guerra Civile, dalla quale è uscito agli arresti domiciliari, a Infinity War, dove, pur non avendo partecipato alle vicende cinematografiche, ha subito la perdita devastante della famiglia. Fino a Endgame, dove lo abbiamo ritrovato trasformato in puro spirito di vendetta.

Adesso, per Clint Barton, è arrivato il momento di andare avanti con la propria vita e con la propria carriera di supereroe, guardando al futuro e a chi raccoglierà la sua eredità. Ecco quali sono i punti cardine confermati della serie Disney + Hawkeye.

Jeremy Renner riprende il suo ruolo

jeremy rennerNonostante alcune recenti controversie, Jeremy Renner rimarrà nel ruolo di Clint Barton per la prossima serie di Hawkeye. Insieme a Black Widow, che finalmente avrà un film da solista il prossimo anno (anche se, dal trailer recentemente pubblicato, è chiaro che è molto, troppo tardi), Occhio di Falco è uno degli unici Vendicatori originali del MCU a non avere il proprio film da solista, né tanto meno una propria trilogia.

Anche Hulk ha avuto dei film tutti per lui, sebbene non con Mark Ruffalo nel ruolo, ed è il personaggio più difficile da raccontare di una storia da solista. Questa sarà la sesta apparizione sullo schermo di Renner nel ruolo del tiratore scelto del fu SHIELD.

Clint Barton allenerà Kate Bishop per diventare Occhio di Falco

Kate BishopNei fumetti, quando Clint Barton si ritira dalla sua attività di supereroe, il mantello di “Occhio di Falco” passa ad una giovane eroina in erba che risponde al nome di Kate Bishop. La storia delle origini di Kate nei fumetti è un po’ diversa dalla storia di origine che avrà nello show.

Nel materiale di origine, Kate è un membro dei Giovani Vendicatori a cui è stato dato il nome Occhio di Falco quando si è opposta a Steve Rogers, il quale le disse che l’unica altra persona ad assumere quel nome era stato Clint Barton. Nella prossima serie Disney +, sarà Clint stesso ad allenare Kate, in modo che possa essere la sua erede.

La premiere arriverà nel 2021

Occhio di Falco

Non è stata fissata una data di uscita ufficiale per Hawkeye – o per nessuno dei prossimi show Disney + della Marvel – ma è stata annunciata una finestra di uscita per entusiasmare i fan. La serie arriverà sul servizio di streaming della Casa di Topolino in rapida crescita alla fine del 2021.

Questa data renderà Hawkeye la quinta serie MCU di Disney +. Falcon and the Winter Soldier, le cui riprese sono già in corso, sarà la prima ad arrivare per la fine del 2020, seguita da WandaVision e Loki all’inizio del 2021. La misteriosa serie di antologie What If …? arriverà a metà del 2021 e infine Hawkeye alla fine del 2021.

Jonathan Igla è a capo della sceneggiatura

La Marvel ha assunto Jonathan Igla in qualità di capo sceneggiatore per lavorare alla serie Hawkeye. Igla ha scritto molto pre la tv, e tra le serie che ha firmato ci sono Masters of Sex, Pitch e Sorry for Your Loss, con protagoniste Elizabeth Olsen del MCU e Kelly Marie Tran, la Rose Tico di Star Wars.

Ma il suo lavoro più popolare è Mad Men. Igla ha ottenuto vari premi nel suo lavoro su Mad Men. È anche accreditato come redattore esecutivo della storia nell’acclamato episodio finale della serie, “Person to Person”.

Hailee Steinfeld è nella lista dei casting

Hailee Steinfeld BumblebeeSebbene non sia stato annunciato chi interpreterà Kate Bishop nella prossima serie di Hawkeye, è stato confermato che Hailee Steinfeld è nella lista dei casting. Steinfeld ha più che dimostrato di essere una performer competente, da quando ha battuto 15.000 concorrenti per il ruolo di Mattie Ross nel remake di Il Grinta dei fratelli Coen e ha finito per ottenere una nomination agli Oscar.

Da allora ha mostrato le sue inflessioni comiche (che le potrebbero servire nel MCU) nei sequel di Pitch Perfect e ha conquistato i fan dei fumetti come voce di Gwen Stacy in Spider-Man: Un Nuovo Universo.

Mamma ho perso l’aereo: annunciato il cast del reboot Disney+

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Mamma ho perso l’aereo: annunciato il cast del reboot Disney+

Sono stati annunciati i primi nomi del cast del reboot di Mamma ho perso l’aereo, la commedia del 1990 diretta da Chris Columbus e interpretata da Macaulay Culkin, divenuto negli anni un vero e proprio cult ed un classico delle festività natalizie grazie ai numerosi passaggi televisivi.

Il reboot di Mamma ho perso l’aereo sarà destinato a Disney+, il neonato servizio di streaming della Casa di Topolino che ha debutto in America lo scorso novembre e che in Italia arriverà a marzo 2020.

Al momento, il cast del reboot annovera Archie Yates, giovanissimo attore che ha esordito al cinema con l’acclamato JoJo Rabbit di Taika Waititi, insieme a Ellie Kemper (nota per essere la protagonista della serie Unbreakable Kimmy Schmidt) e a Rob Delaney (attore e comico americano famoso per essere il co-protagonista e il co-sceneggiatore dello show Catastrophe).

La trama del reboot di Mamma ho perso l’aereo è attualmente avvolta nel mistero. Bob Iger, CEO della Disney, aveva dichiarato che il reboot sarabbe stato una “rivisitazione della pellicola originale destinata alle nuove generazioni”. È probabile che il piccolo Yates interpreti un personaggio molto simile a quello di Kevin McCallister, mentre per quanto riguarda la Kemper e Delaney è ipotizzabile che i due interpreteranno i suoi genitori.

Il nuovo film sarà diretto da Dan Mazer (Nonno Scatenato) e sceneggiato da Mikey Day (Brittany Non Si Ferma Più) e Streeter Seidell (CollegeHumor). Il reboot sarà prodotto da Hutch Parke e Dan Wilson.

LEGGI ANCHE – Mamma ho perso l’aereo: 10 cose che non sai sul film

Nel 1990, il primo Mamma ho perso l’aereo divenne uno dei più alti incassi dell’anno, con oltre 934 milioni di dollari. Diretto da Chris Columbus e sceneggiato da John Hughes, il film ha dato vita ad un vero e proprio franchise composta da ben 4 sequel destinati sia al grande che al piccolo schermo: soltanto il primo, uscito nel 1992, ha visto ancora una volta Macaulay Culkin come protagonista.

Fonte: Nerdist

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, un epico poster segna la fine della saga

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Già nel trailer finale di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker abbiamo visto una scena in cui Rey e Kylo Ren sembrano distruggere insieme una statua di Darth Vader. Non sappiamo se quello che abbiamo visto risponda a realtà o a una visione, tuttavia il momento sembra tanto importante da riprodurlo in un poster diffuso questa mattina dai canali ufficiali del film.

Si tratta senza dubbio di una scena iconica, che potrebbe ricollegarsi a quanto dichiarato da Rian Johnson ne Gli Ultimi Jedi. In quel film si mettevano in discussione diversi punti fondamentali per la saga: l’elitarietà della Forza, il potere della predestinazione, l’importanza del libero arbitrio, il desiderio di rompere con il passato e con ciò che poteva o doveva essere il destino scritto.

In questa immagine, potente ed eroica, vediamo i due giovani rappresentanti del Lato Chiaro e del Lato Oscuro abbattere l’icona del passato, l’emblema della predestinazione. Anakyn Skywalker era il “prescelto”, corrotto da Palpatine e votatosi al Lato Oscuro che, alla fine della sua vita, trova quel che di buono era rimasto in lui. I due giovani distruggono l’icona e sembrano promettersi a vicenda e promettere ai fan un futuro di inaspettati cambiamenti, soprattutto un futuro dove il sangue e il destino saranno meno importanti del libero arbitrio.

Ecco il poster:

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, scene inedite nel nuovo trailer

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nei cinema a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant.

Marvel TV chiude i battenti: si fonderà con i Marvel Studios

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Marvel TV chiude i battenti: si fonderà con i Marvel Studios

La Marvel TV così come abbiamo imparato a conoscerla negli ultimi 10 anni non esisterà più. La divisone della Marvel Entertainment dedicata alla serie, infatti, verrà ufficialmente inglobata all’interno dei Marvel Studios, sotto la supervisione di Kevin Feige.

Nonostante l’annunciata serie animata dedicata a Tigra & Dazzler (che debutterà su Hulu) e la serie live action su Helstrom restino in fase di sviluppo, entrambe rappresenteranno gli ultimi progetti supervisionati da Jeph Loeb, fino a poco tempo fa a capo della divisione televisiva della Casa delle Idee. La chiusura della Marvel TV comporterà non soltanto lo stop alla produzione di nuovi progetti seriali, ma anche il licenziamento di diversi dipendenti nell’immediato futuro.

Karim Zreik, attuale vicepresidente senior della programmazione e produzione della Marvel TV, entrerà ufficialmente a far parte del gruppo Marvel Studios e continuerà a supervisionare i progetti attualmente in corso.

La notizia non arriva come un fulmine a ciel sereno, vista la cancellazione negli ultimi mesi di numerose serie tv targate Marvel. Di recente abbiamo appreso che sono state cancellate sia Cloak & Dagger (destinata a Freeform) che Runaways (trasmessa da Hulu), insieme ovviamente a Daredevil, Jessica Jones, Luke Cage e tutte le altre serie Marvel che erano approdate sul colosso dello streaming Netflix. Agents of SHIELD, serie di punta della Marvel TV, debutterà con la settima e ultima stagione nel 2020.

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Continuano così i piani dei Marvel Studios e di Kevin Feige per espandere oltre i confini del grande schermo l’Universo Cinematografico Marvel: ricordiamo che la Casa delle Idee è attualmente al lavoro sulle annunciate serie che debutteranno sulla neonata Disney+, tra le quali figurano The Falcon and the Winter Soldier, WandaVision, Loki, Hawkeye, She-Hulk, Moon Knight e Ms. Marvel.

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Fonte: The Hollywood Reporter

The Matrix 4: anche Toby Onwumere nel cast

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The Matrix 4: anche Toby Onwumere nel cast

Da Sense 8 a The Matrix 4, Toby Onwumere ha senza dubbio fatto un salto di qualità, forte dell’amicizia, nata sul set della serie Netflix, con Lana Wachowski. L’attore, che nello show chiuso alla seconda stagione interpreta uno degli 8 protagonisti, entra nel cast dello sci-fi avvolto dal mistero ma già molto atteso dai fan della trilogia originale.

Proprio ieri è arrivata la conferma che anche Jonathan Groff (Mindhunter) si è unito al cast. Vi ricordiamo che nel cast sono stati già confermati Yahya Abdul-Mateen II, Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss e che il nuovo capitolo del franchise sarà diretto da Lana Wachowski.

The Matrix 4: nel film ci saranno Morpheus e un giovane Neo?

Secondo quanto riportato da Justin Kroll di Variety, quello di Reeves non sarà il solo Neo sullo schermo, ma la versione più “anziana”, dal momento che la produzione sarebbe in cerca di un attore più giovane da affiancargli sempre nei panni del protagonista. Altre indiscrezioni suggeriscono invece che Morpheus, il personaggio interpretato nella trilogia originale da Lawrence Fishburne, farà il suo ritorno.

Non potremmo essere più entusiasti di rientrare in The Matrix con Lana“, ha dichiarato Toby Emmerich, presidente della Warner Bros, “Lana è una vera visionaria, una regista creativa e originale e siamo entusiasti che stia scrivendo, che dirigerà e produrrà questo nuovo capitolo dell’universo di Matrix“.

La sceneggiatura del film è stata firmata a sei mani con Aleksandar Hemon e David Mitchell, mentre diverse fonti sostengono che le riprese dovrebbero iniziare nei primi mesi del 2020. “Molte delle idee che Lilly ed io abbiamo esplorato vent’anni fa a proposito della nostra realtà sono ancora più rilevanti ora. Sono molto felice di avere questi personaggi nella mia vita e sono grata per questa possibilità di lavorare ancora con i miei brillanti amici“, ha detto la Wachowski.

Ghostbusters: Legacy, il trailer internazionale con una scena in più

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Il trailer internazionale di Ghostbusters: Legacy contiene una brevissima scena in più e, montato in maniera leggermente differente rispetto a quello ufficiale che abbiamo visto due giorni fa, risulta molto più accattivante!

Ghostbusters: Legacy, tutti i riferimenti all’originale nel trailer

A più di trent’anni dall’uscita nelle sale dell’iconico Ghostbusters, il cast originale, composto da Bill Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson, Sigourney Weaver e Annie Potts di nuovo insieme per ridar vita a una delle saghe cinematografiche più amate della storia. Diretto da Jason Reitman, il film sarà nelle sale dall’estate 2020 prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia. Tra i protagonisti anche Mckenna Grace, Finn Wolfhard, Carrie Coon, Paul Rudd.

Sinossi: Ghostbusters: Legacy, diretto da Jason Reitman e prodotto da Ivan Reitman, il nuovo capitolo della saga originale Ghostbusters. Arrivati in una piccola città, una madre single e i suoi due figli iniziano a scoprire la loro connessione con gli Acchiappafantasmi originali e la segreta eredità lasciata dal nonno. Ghostbusters: Legacy è scritto da Jason Reitman & Gil Kenan.

Gli Eterni coprirà un arco temporale di 7000 anni!

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Gli Eterni coprirà un arco temporale di 7000 anni!

Sarà lungo 7000 (settemila!) anni l’arco temporale narrativo de Gli Eterni, il nuovo film della Fase 4 del Marvel Cinematic Universe, attualmente in fase di riprese, con protagonista un cast stellare, guidato da Angelina Jolie e Richar Madden.

Il film desta grande curiosità e soprattutto è avvolto dal mistero, dal momento che metterà in scena dei personaggi che sono potenzialmente molto rischiosi. Le prime immagini del film, mostrate lo scorso fine settimana al CCXP di San Paolo hanno mostrato delle ambientazioni convincenti ma anche dei salti temporali importanti.

Adesso veniamo a conoscenza del fatto che il film percorrerà un arco narrativo di circa settemila anni, un tempo comprensibilmente giustificato se si calcola che i protagonisti del film sono tutti immortali.

La più importante implicazione che ci sottopone questa notizia, confermata da Kevin Feige in persona a Collider, è che il film si immergerà in profondità nel passato del MCU più che mai. Non è chiaro come la trama possa sostenere i molti salti di tempo che senza dubbio saranno inclusi, ma visto che Eternals sarà diverso da qualsiasi film precedente dell’universo Marvel, è possibile che anche la storia segua uno schema diverso.

Gli Eterni: al CCPX ha debuttato il primo footage. Ecco la descrizione

Gli Eterni, diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina Jolie (Thena), Richard Madden (Ikaris), Kit Harington (Black Knight)  Kumail Nanjiani (Kingo), Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak), Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan (Sersi) e Don Lee (Gilgamesh).

Secondo gli ultimi aggiornamenti, il cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato al The Hollywood Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.

La sceneggiatura è stata scritta da Matthew e Ryan Firpo mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 6 novembre 2020.

Fast and Furious 9: Vin Diesel annuncia quando vedremo il trailer

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È con un post condiviso attraverso il suo account Instagram che Vin Diesel ha annunciato quando vedremo finalmente il primo trailer ufficiale di Fast and Furious 9: le prime immagini del film arriveranno a gennaio 2020!

Sono trascorsi più di due anni da quando il pubblico ha visto per l’ultima volta Vin Diesel nei panni di Dominic Toretto: l’attesa nei confronti di Fast and Furious 9 è stata resa più sopportabile per i fan del franchise action grazie all’uscita nelle sale di Hobbs and Shaw – Fast and Furious, primo spin-off della saga con protagonisti Dwayne Johnson, Jason Statham e la new entry Idris Elba.

Su Instagram, Diesel ha spiegato che il primo trailer ufficiale di Fast and Furious 9 arriverà a gennaio 2020 e la data esatta del lancio online verrà rivelata il prossimo 18 dicembre.

Potete vedere il post condiviso dall’attore di seguito:

LEGGI ANCHE – Fast and Furious 9, completate le riprese del film

In Fast and Furious 9 reciteranno i veterani del franchise Vin DieselCharlize TheronJohn CenaMichelle RodriguezJordana BrewsterLudacrisTyrese Gibson e Helen Mirren. Nel cast anche Michael Rooker e Cardi B.

La regia sarà firmata da Justin Lin, già regista di numerosi capitoli del franchise, mentre la release del film è stata spostata al 22 maggio 2020 (inizialmente il film sarebbe dovuto arrivare al cinema quest’anno). Non sono state fornite spiegazioni ufficiali che hanno motivato questa scelta, ma è evidente che nei piani della Universal Pictures ci sia la volontà di garantire alla saga il miglior posizionamento al box office possibile in una stagione già ricchissima di blockbuster molto attesi.

Ricoriamo che il decimo capitolo della saga è già in pre-produzione. Secondo quanto riferito, il capitolo numero 10 della saga concluderà definitivamente la serie principale Fast and Furious, a seguito degli eventi che vedremo nel nono capitolo. Questa informazione ci fa pensare che alla fine del franchise si sia pensato più a un dittico di chiusura che a due film separati.

Iron Man: i concept inediti svelano la “vestizione” del Vendicatore corazzato

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Arrivato al cinema oltre 11 anni fa, Iron Man ha concluso eroicamente la sua cavalcata su grande schermo la scorsa primavera, con Avengers: Endgame, in cui compie il sacrificio estremo e salva il mondo. La sua influenza sul Marvel Cinematic Universe si è fatta sentire rispetto a tutti i personaggi ed ha sicuramente catturato l’immaginario collettivo con il suo atteggiamento un po’ sbruffone ma dal cuore grande.

Pensavamo di sapere tutto di lui, ma il responsabile dello sviluppo visivo dei Marvel Studios, Ryan Meinerding, ci ha riservato una sorpresa molto gradita, proprio in merito a come appare Iron Man e a come sarebbe potuto essere nei film.

In particolare, via Instagram, Meinerding ha diffuso dei concept del Vendicatore corazzato realizzati per il film di Jon Favreau e mai utilizzati: “Ho realizzato questi concept per aiutare a capire come avrebbe funzionato la sequenza di semi in post-produzione”. 

Nella galleria in basso sono inclusi alcuni altri concept art rilasciati ufficialmente da Adi Granov, dai disegni alternativi di Iron Monger a Tony Stark in azione. Sono tutti davvero fantastici e offrono uno sguardo affascinante al lavoro che ha portato alla creazione di Iron Man quando l’Universo cinematografico Marvel era ancora solo un’idea nella mente di Kevin Feige!

Iron Man 2: un costume mai visto prima in nuove foto

Si tratta di vere e proprie opere d’arte che meriterebbero uno spazio apposito, nonostante servano solo da strumento per i filmmaker per mettere a punto le meraviglie visive che gli spettatori vedranno sul grande schermo.

Da personaggio minore dei fumetti, Iron Man ha segnato irrimediabilmente la storia del cinecomic ma anche quella del cinema in generale e questo fenomeno culturale importantissimo sembra sicuramente un merito condiviso non solo da Feige, Favreau e Robert Downey Jr. ma anche da tutti gli artisti che, come abbiamo visto, hanno contribuito alla realizzazione visiva dell’eroe al cinema.

C’era una volta a Hollywood: John Travolta scova un errore

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C’era una volta a Hollywood: John Travolta scova un errore

I destini di John Travolta e Quentin Tarantino tornano ad incrociarsi per una questione abbastanza divertente che riguarda l’ultima fatica del celebre regista e sceneggiatore, ossia C’era una volta a Hollywood: Travolta, che ha visto il film, ha infatti dichiarato di aver scovato al suo interno un errore.

In occasione di un recente Q&A a seguito di una proiezione del suo ultimo film, The Fanatic, l’interprete di Vincent Vega in Pulp Fiction ha spiegato di aver riscontrato un errore storico nella scena della resa dei conti finale tra Cliff Booth (Brad Pitt), Rick Dalton (Leonardo DiCaprio) e i seguaci di Charles Manson.

“Il personaggio di Leonardo DiCaprio sta tornando a casa dall’Italia o da dove si trovava”, ha spiegato Travolta ai fan presenti al Q&A. “La voce narrante dice che ha preso un Boeing 747. Bene: il 747 è stato collaudato per la prima volta nel febbraio 1969, ma è entrato ufficialmente in servizio nel gennaio 1970. Mancavano nove mesi! Avrebbe dovuto essere su un Boeing 707!”.

Ma com’è possibile che John Travolta sia così informato sul mondo dell’aviazione? Forse non tutti sanno che l’attore possiede il brevetto di pilota di aerei di linea ed è un vero e proprio appassionato di storia dell’aeronautica. Inoltre, l’errore scovato da Travolta dimostra quanto egli non sia soltanto un amico e collega di Quentin Tarantino, ma anche un attento osservatore dei suoi film.

Ad ogni modo, un simile errore nel nono film di Tarantino potrebbe essere giustificato dal fatto che tutta la pellicola non è altro che una versione di Hollywood e della storia di quel determinato periodo storico (il 1969) filtrata attraverso i ricordi nostalgici dello stesso regista.

LEGGI ANCHE – C’era una volta a Hollywood: tutti i collegamenti con i vecchi film di Tarantino

Tra i più grandi film della carriera di John Travolta, è impossibile non annoverare Pulp Fiction, il capolavoro di Quentin Tarantino che nel 1994 contribuì a rilanciare la carriera del divo de La Febbre del Sabato Sera e Grease, tanto da fargli conquistare la sua seconda candidatura agli Oscar come Miglior Attore Protagonista.

Ricordiamo che C’era una volta a Hollywood ha ricevuto 5 nomination ai Golden Globes 2020, incluso Miglior Film (Musical o Commedia), Miglior Regia, Miglior Attore Protagonista (Musical o Commedia) per Leonardo DiCaprio e Miglior Attore Non Protagonista per Brad Pitt.

Fonte: The Wrap

La vita nascosta: una nuova clip dal film di Terrence Malick

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La vita nascosta: una nuova clip dal film di Terrence Malick

Arriverà nei cinema di tutto il mondo il 13 dicembre La Vita Nascosta, il nuovo film di Terrence Malick già visto e amato al Festival di Cannes 2019. Il film non ha ancora una data di distribuzione italiana, ma la Fox Searchlight ha acquistato i diritti di distribuzione del film nel nostro Paese, cosa che fa sperare i fan in una uscita all’inizio del 2020.

Ecco la clip del film:

La storia di A Hidden Life è quella vera di Franz Jägerstätter, un contadino austriaco che visse nel borgo di Sankt Radegund: fervente cattolico, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale si rifiutò di arruolarsi, definendosi obbiettore di coscienza.

La vita nascosta, recensione del film di Terrence Malick

Star Wars: il vero significato della scena finale di Gli Ultimi Jedi

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Star Wars: Gli Ultimi Jedi non ha entusiasmato i fan, che hanno criticato moltissimo alcune scelte del regista Rian Johnson. Ad oggi, però, il film rimane quello con la maggiore portata rivoluzionaria all’interno del franchise e sembra che la sua scena conclusiva sia la chiave per capire l’intero mondo di Star Wars.

Ricordiamo che la scena conclusiva del film vedeva la Ribellione scampare alla minaccia di Kylo Ren, ormai Leader Supremo, ma, dall’altra parte della Galassia, un bambino, orfano e schiavo, usava la Forza per sollevare un manico di scopa e svolgere i suoi compiti, mentre indossava un anello con il simbolo dei ribelli e guardava, speranzoso, il cielo stellato.

La democratizzazione della Forza ha portato a numerosissime critiche, in quanto molti credevano che si trattasse di un dono per pochi, per gli Skywalker, ad esempio. Per questo, nel film di Johnson, Rey è figlia di nessuno. Anche lei, che viene dal nulla, può essere in grado di sentire la Forza, senza predestinazione, senza retaggio nel sangue. Questo dettaglio potrà ancora essere confutato da L’Ascesa di Skywalker, al cinema dal 18 dicembre, ma la scena finale parla chiaro: la Forza può scorrere in chiunque.

Proprio questo è il succo della spiegazione che Kathleen Kennedy ha fornito durante un’intervista rilasciata a io9 in merito al film in uscita e al proseguimento della saga. Commentando l’ultima scena di Episodio XIII, la produttrice ha dichiarato:

“Il vero significato della Forza è il senso di Star Wars. Sicuramente sarà anche parte di Episodio IX. Ma la Forza è una parte enorme della conversazione sul futuro della saga e su cosa racconterà dopo Star Wars. Una volta che archivieremo Episodio IX e continueremo a raccontare altre storie, la Forza sarà il fondamento di Star Wars.”

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, scene inedite nel nuovo trailer

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nei cinema a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant.

Quentin Tarantino su Kill Bill 3: “Ho un’idea interessante”

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Quentin Tarantino su Kill Bill 3: “Ho un’idea interessante”

Sappiamo ormai da diverso tempo – anche per stessa ammissione del diretto interessato – che Quentin Tarantino si ritirerà (o dovrebbe ritirarsi, il condizionale in questi casi è sempre d’obbligo!) dopo il suo decimo film.

Quale sarà l’ultima avventura di Quentin Tarantino sul grande schermo è al centro di dibattiti e speculazioni ormai da diverso tempo: sarà la sua chiacchieratissima versione vietata ai minori di Star Trek? Oppure il terzo capitolo della saga di Kill Bill?

Lo scorso luglio era stato lo stesso Tarantino a rivelare che lui e Uma Thurman stavano “seriamente” considerando l’idea di un nuovo capitolo della saga con protagonista Beatrix Kiddo. Oggi, in una recente intervista con Andy Cohen, il regista e sceneggiatore di Pulp Fiction e C’era una volta a Hollywood ha aggiornato in merito al progetto, spiegando di avere “un’idea interessante” su ciò che vorrebbe fare con il terzo potenziale film.

“Proprio ieri ho cenato con Uma Thurman”, ha spiegato Tarantino. “Eravamo in un ristorante giapponese davvero molto figo. Ho un’idea in merito a ciò che mi piacerebbe fare con Kill Bill 3. Ed il punto di tutta la questione è proprio questo: conquistare l’idea alla base del film. Cosa è successo esattamente alla Sposa dall’ultima volta? Cosa voglio fare adesso? Non mi interessa trovare un’idea che non funzioni e che possa risultare ridicola. Beatrix non lo merita. Adesso ho un’idea che potrebbe essere interessante. Ad ogni modo, non ci lavorerei subito. Ci vorrebbero almeno tre anni a partire da ora. Ma è sicuramente nei miei piani.”

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In attesa che Tarantino ci delizi con nuovi aggiornamenti sul possibile Kill Bill 3, ricordiamo che il suo ultimo film, C’era una volta a Hollywood, ha ricevuto 5 nomination ai Golden Globes 2020, incluso Miglior Film (Musical o Commedia), Miglior Regia, Miglior Attore Protagonista (Musical o Commedia) per Leonardo DiCaprio e Miglior Attore Non Protagonista per Brad Pitt.

Fonte: Joblo

Dolittle: Robert Downey Jr. fa le audizioni agli animali

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Dolittle: Robert Downey Jr. fa le audizioni agli animali

È stato diffuso un nuovo simpatico spot tv di Dolittle, il nuovo film con Robert Downey Jr. in cui l’attore fa le audizioni agli animali per entrare nel cast della sua avventura nei panni del veterinario che parla con gli animali.

Dolittle: il primo trailer con protagonista Robert Downey Jr.

Nel cast vocale del film ci sono Rami Malek, Emma Thompson, Michael Sheen, Selena Gomez, Octavia Spencer, Antonio Banderas, John Cena, Marion Cotillard e Tom Holland.

Robert Downey Jr. è impegnato al momento nel press tour di Avengers: Endgame, che si concluderà il 26 aprile con l’uscita del film in tutto il mondo (da noi in Italia il film è programmato per il 24 aprile).

Il Dottor Dolittle è stato creato dall’autore britannico Hugh Lofting nel 1920. L’epoca Vittoriana, un medico decide di curare animali invece che persone perché si scopre in grado di parlare con loro.

Già nel 1967 c’era stato un adattamento per il cinema, con Rex Harrison che interpretò il personaggio e il film che vinse due Oscar, per la migliore canzone e per gli effetti visivi.

The Batman: il titolo di lavorazione anticipa dettagli della trama

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Il sito Production Weekly ha riportato il titolo di lavorazione per The Batman, che naturalmente potrebbe dare qualche indicazione sulla storia che il film racconterà, mentre intanto la data di inizio delle riprese si fa sempre più vicina.

Il sito conferma che il titolo provvisorio del film è Vendetta. Purtroppo, a parte questo, non ci sono altre informazioni sulla produzione. In relazione a Batman, la parola Vendetta può assumere diversi significati, tutti abbastanza consoni al personaggio.

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: Andy Serkis sarà Alfred e Colin Farrell sarebbe in trattative per interpretare Oswald Chesterfield aka Pinguino, Zoe Kravitz (la nuova Catwoman dell’universo DC), Jeffrey Wright (commissario Jim Gordon) e Paul Dano (Enigmista), infine John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard ma c’è ancora mistero sul suo ruolo.

HN Entertainment ha suggerito che le riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche di Batman v Superman: Dawn of Justice, Justice League, Wonder Woman e del sequel Wonder Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata al 25 giugno 2021.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Ghostbusters: Legacy, tutti i riferimenti all’originale nel trailer

A 35 anni dall’arrivo in sala del primo film sugli Acchiappafantasmi, Ghostbusters: Legacy sarà il primo “vero” seguito del franchise con protagonisti Bill Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson, Sigourney Weaver e Harold Ramis.

Il trailer del film, diretto da Jason Reitman e arrivato ieri in rete, ci ha dato la possibilità di dare un primo sguardo al film che, oltre all’atmosfera di cinema per ragazzi anni ’80 e al tono devoto, rispetto agli originali, presenta già dei riferimenti e degli omaggi al film del 1984. Ecco di seguito i riferimenti all’originale nel trailer di Ghostbusters: Legacy.

I tasti del pianoforte

Subito dopo il minuto 1 del trailer, poco prima di vedere il nome di Jason Reitman e subito dopo che il personaggio di Paul Rudd pronuncia le parole “una trappola per fantasmi”, si sentono suonare tre tasti di pianoforte. Le note sono certamente inquietanti, in linea con Ghostbusters, ma non si tratta della prima volta che ascoltiamo questa combinazione di tasti.

Nel film originale, poco prima che la squadra incontri il loro primo fantasma, i tre protagonisti trovano una pila verticale di libri sul pavimento, alta quanto loro. Dopo averla esaminata, Ray Stantz (Dan Aykroyd) si distrae e dice: “Senti, senti l’odore di qualcosa?” Subito dopo che Ray dice: “Ascolta” sentiamo esattamente la stessa combinazione dei tasti del piano che ascoltiamo qui.

La colonna sonora originale

Anche il secondo riferimento è sonoro. Quando si tratta della colonna sonora di Ghostbusters, la canzone di Ray Parker Jr. è certamente la prima cosa a cui la maggior parte delle persone pensa, ma va ricordato che la colonna sonora di Elmer Bernstein per il film è straordinariamente buona, nonché ormai iconica.

Durante la sequenza in cui Paul Rudd sta condividendo con i due bambini la storia degli Acchiappafantasmi originali, e vediamo scene del primo film rielaborate come filmati di notiziario, è possibile ascoltare un pezzo della colonna sonora che, nel film, era stato utilizzato per indicare gli incontri con i fantasmi. È appena accennato, ma è proprio lì, a beneficio dei fan attenti.

Spore, muffe e funghi

Questo trailer ci conferma che le voci in merito alle quali il film seguisse le famiglie di uno dei Ghostbusters originali erano vere. Il trailer ci dà la risposta in merito a chi sarà il patriarca dei protagonisti del film, e una scena molto specifica ci dà il suggerimento definitivo.

Vediamo la giovane ragazza usare un familiare pezzo di equipaggiamento di Ghostbusters per farsi strada in uno scantinato pieno di cose interessanti. Oltre a trovare uno zaino protonico lì, vediamo anche una raccolta di piastre di Petri etichettate con nomi di vari microbi. Nel Ghostbusters originale, Egon Spengler dice a Jeanine che raccoglie “spore muffe e funghi”. Abbiamo appena trovato la sua collezione.

Le tute

Mentre gli altri attrezzi dei vecchi Acchiappafantasmi che compaiono nel trailer di Ghostbusters: Afterlife non fanno parte della lista, il ritrovamento delle tute è un momento molto emozionante, e potreste averlo perso. Inoltre, la tuta che si vede nel video è quella di Egon Spengler.

Se non aveste collegato la presenza del rilevatore ectoplasmatico con le collezione di muffe, il nome sulla tuta vi renderà chiaro che la ragazzina che vediamo nel trailer è la nipote di Egon Spengler!

Miniera Shandor

Questo è probabilmente l’indizio potenzialmente più interessante trai vari riferimenti nel trailer. Vediamo due bambini avvicinarsi a un cartello che recita Shandor Mining Co. Considerando che la presenza spettrale che vediamo all’inizio del trailer proviene dal sottosuolo, sembra che qui si concentrerà il centro della nostra storia.

Il serio fan di Ghostbusters riconoscerà il nome Shandor. Nello specifico, nel film originale, Egon fa riferimento a Ivo Shandor in quanto fu l’architetto che progettò il condominio di New York City al centro del film originale. La domanda è: si tratta semplicemente di un Easter Egg che i fan possono riconoscere o è, come sembra più probabile a questo punto, esattamente il nodo che collega questo film al film originale?

Chiamalo destino

Nello stesso tempo in cui vediamo il nome Shandor sullo schermo, sentiamo una voce familiare. Si tratta di quella di Bill Murray. È il dialogo del primo film in cui Peter Venkman diventa filosofico con Ray Stantz dopo che sono stati cacciati dalla loro università.

La battuta si riferisce a come Peter crede che le cose accadano per predestinazione. Ciò implica che qualunque cosa stia succedendo in Ghostbusters: Legacy, potrebbe anche accadere per una ragione. Sembra di nuovo che si provi a stabilire una connessione diretta tra questo film e il primo, e suggerisce anche che, sì, gli Acchiappafantasmi originali potrebbero tornare in qualche modo.

Il mastino di Gozer

Per un film di Ghostbusters, quello che vediamo poco nel primo trailer sono i fantasmi. C’è una breve occhiata a qualcosa che potrebbe essere Slimer, ma potrebbe anche non essere lui. Tuttavia, sembra apparire un altro piccolo animale spaventoso del primo film. Il mastino demoniaco che sedeva al fianco di Gozer.

Verso la fine del trailer vediamo un’enorme zampa artigliata cofano della macchina di Paul Rudd, e insieme ad essa si sente un ringhio molto familiare. Sembra che i mostri che abbiamo visto possedere Sigourney Weaver e Rick Moranis nel primo film potrebbero essere tornati. Questa è anche una prova in più che la trama di Ghostbusters: Legacy si collegherà direttamente al primo film.

Fonte

Golden Globes 2020: i più grandi “snobbati” della 77esima edizione

Nella giornata di ieri sono state ufficialmente annunciate le nomination dei Golden Globes 2020, la cui cerimonia di premiazione si svolgerà il prossimo 5 gennaio.

Le scelte dell’Hollywood Foreign Press Association in merito alle migliori produzioni cinematografiche e televisive dell’anno che sta per chiudersi ci indicano in linea di massima quale sarà l’orientamento della stagione dei premi (Oscar inclusi) in materia di candidature, salvo gli immancabili colpi di scena dell’ultimo minuto.

Come da tradizione, l’annuncio delle nomination – che si tratti dei Globi d’Oro o di qualsiasi altro premio – comporta sempre una certa dose di disappunto, soprattutto in vista di quei film, quei registi o quegli attori che secondo la maggioranza non hanno ricevuto la giusta considerazione.

Di seguito abbiamo raccolto i più grandi titoli e le più grandi personalità (tra registi e attori) “snobbati” dalla 77esima edizione dei Golden Globes:

Piccole Donne

Il nuovo adattamento dell’iconico romanzo di Louisa May Alcott farà il suo esordio nelle sale cinematografiche a breve ed è già uno dei film più attesi della stagione 2019/2020. La regista Greta Gerwig (Lady Bird) ha diretto un cast a dir poco stellare, che include – tra gli altri – Saoirse Ronan, Emma Watson, Timothée Chalamet, Laura Dern e Meryl Streep. Ciononostante, il film è riuscito a conquistare soltanto due candidature: Migliore Attrice Protagonista in un film Drammatico (Saoirse Ronan) e Miglior Colonna Sonora Originale (Alexandre Desplat).

Lo scarso apprezzamento che l’Hollywood Foreign Press Association ha dimostrato nei confronti della pellicola potrebbe condizionare il resto della stagione dei premi e rendere la corsa di Piccole Donne agli Oscar meno appetibile di quello che la Sony Pictures avrebbe desiderato.

Adam Sandler, Uncut Gems

 

Per quanto concerne gli attori, il più grande snobbato di questa edizione è sicuramente Adam Sandler, che ha ricevuto grandi lodi da parte della critica per la sua interpretazione nella commedia drammatica Uncut Gems. Diretto da Josh Safdie e Benny Safdie, il film vede Sandler nei panni di Howard Ratner, un gioielliere vittima del gioco d’azzardo, raccontandone gli alti e bassi della dipendenza, inclusi i metodi sperimentati dall’uomo per cercare di restare a galla.

Il film arriverà nelle sale americane soltanto a Natale, ma per Adam Sandler si è parlato fin dall’inizio di una possibile candidatura agli Oscar. Nonostante la vittoria di un National Board of Review e di una candidatura ai Critics’ Choice, l’HFPA lo ha deliberatamente escluso dalla cinquina del Miglior Attore. Solo il tempo ci dirà se toccherà all’Academy onorare il suo lavoro con una sorprendente ma a quanto pare più che meritata nomination…

Robert De Niro, The Irishman

Si è ampiamente discusso dell’ultima epopea cinematografica di Martin Scorsese. Ancor prima del suo arrivo su Netflix, il film aveva già fatto parlare di sé per la lunga e travagliata lavorazione e per l’utilizzo della tecnica del de-aging. A The Irishman è già stato conferito il titolo di capolavoro, anche se la lunga durata avrà certamente messo a dura prova lo spettatore più pigro.

Il film è riuscito a conquistare una serie di candidature importanti, ma con grande sorpresa il protagonista Robert De Niro è stato escluso dalla cinquina del Miglior Attore in un film Drammatico: alla sua interpretazione del sicario Frank Sheeran, l’HFPA ha preferito le interpretazioni di Christian Bale, Antonio Banderas, Adam Driver, Joaquin Phoenix e Jonathan Pryce.

When They See Us

Per quanto riguarda il mondo della televisione, una delle più grandi sorprese è stato vedere come When They See Us, la miniserie creata e diretta da Ava DuVernay e basata sul noto caso della jogger di Central Park del 1989, sia rimasta letteralmente a mani vuote, senza riuscire a conquistare neanche una nomination. La miniserie aveva fatto incetta di candidature all’ultima edizione degli Emmy Awards (ben 11), portando a casa il premio per il Miglior Attore Protagonista in una miniserie o film per la televisione, conferito al talentuosissimo Jharrel Jerome.

Tuttavia Netflix, che ha prodotto e distribuito la miniserie, non potrà di certo ritenersi insoddisfatta, dal momento che grazie ad altri suoi suoi show – tra cui The Crown, Unbelievable e The Politician – è riuscita a mettere a segno un totale di 17 candidature.

Bombshell

Un altro film che non è ancora arrivato al cinema, ma che sta già raccogliendo numerosi consensi, soprattutto per la presenza nel cast di tre attrici straordinarie: Charlize Theron, Margot Robbie e Nicole Kidman. Eppure, nonostante l’incredibile e attuale storia vera alla base del film (le accuse di molestie sessuali ai danni di Rogert Ailes, ex direttore di Fox News interpretato nel film da John Lithgow), il dramma biografico di Jay Roach sembra non essere riuscito a conquistare totalmente i membri dell’HFPA.

Soltanto due le candidature ricevute dal film, entrambe per le attrici: la Theron nominata come Migliore Attrice in un film Drammatico e la Robbie candidata come Migliore Attrice Non Protagonista. Vedremo se una maggiore attenzione verrà riservata a Bombshell nei mesi a venire: riuscirà il film a fare meglio in vista dei prossimi Oscar?

Noah Baumbach, Storia di un matrimonio

L’ultima fatica di Noah Baumbach, Storia di un matrimonio, è riuscita a conquistare ben sei candidature, quasi tutte nelle categorie principali; ma a quanto pare Baumbach deve essere apprezzato più per le sue doti di sceneggiatore che di regista. Il film ha infatti ricevuto una candidatura per la Miglior Sceneggiatura Originale, ma Noah Baumbach non è riuscito a rientrare nella cinquina per il Miglior Regista.

È innegabile che il lavoro svolto da Baumbach con Adam Driver e Scarlett Johansson – un lavoro che ha conferito ancora più intensità alle loro struggenti interpretazioni – non abbia nulla da invidiare a quello degli altri illustri colleghi nominati, ossia Bong Joon-ho, Sam Mendes, Todd Phillips, Martin Scorsese e Quentin Tarantino.

Lupita Nyong’o, Noi

Il debutto sul grande schermo di Jordan Peele, Scappa – Get Out, ha permesso al regista e sceneggiatore statunitense di conquistare addirittura un premio Oscar. Ecco perché c’era moltissima attesa per la sua seconda creatura cinematografica, Noi, una storia affascinante dalle atmosfere dark, in cui all’intero cast è stato chiesto di interpretare due ruoli: il personaggio della storia ed il suo relativo doppelganger. 

Tra questi, il più importante è sicuramente Adelaide/Red, interpretato dal premio Oscar Lupita Nyong’o. Una performance bizzarra e al tempo stesso sbalorditiva, che a quanto pare non sembra aver conquistato il cuore dei membri dell’HFPA: l’attrice, infatti, non è stata candidata per la sua interpretazione. Al suo posto, nella categoria “Drama”, le favorite sono risultate Cynthia Erivo, Scarlett Johansson, Saoirse Ronan, Charlize Theron e Renée Zellweger. Un brutto colpo per tutti gli appassionati del genere horror…

Matt Damon, Le Mans ’66 – La Grande Sfida

Le Mans ’66 – La Grande Sfida è un altro di quei film che in molti pensavano sarebbe diventato uno dei protagonisti della stagione dei premi. Così non è stato, dal momento che l’ultima fatica di James Mangold non è riuscita a conquistare nessuna importante nomination, fatta eccezione per il co-protagonista Christian Bale, incluso nella cinquina del Miglior Attore in un film Drammatico.

E proprio a proposito di questa categoria, non si può fare a meno di notare come Matt Damon – altro co-protagonista del film – sia stato altamente snobbato. Naturalmente, i Golden Globes non sono un indicatore preciso e infallibile di quelle che saranno le nomination degli Oscar: speriamo, quindi, che Damon possa avere ancora una possibilità!

Avengers: Endgame

Nonostante abbia infranto qualsiasi record e sia diventato il film con il maggior incasso nella storia del cinema, Avengers: Endgame è stato completamente snobbato dalle candidature dei Golden Globes, non riuscendo a conquistare alcuna nomination, nonostante la Disney abbia spinto il film a suon di campagne promozionali in occasione della stagione dei premi. Ma lo sappiamo: i cinecomic hanno da sempre un rapporto piuttosto complicato con i premi e le candidature, nonostante i recenti successi di Deadpool, Logan e Black Panther (che a modo loro sono riusciti a scrivere la storia del genere) e le quattro nomination conquistate quest’anno da Joker di Todd Phillips.

Avengers: Endgame non ha raccolto i medesimi consensi, nonostante il successo planetario, gli effetti speciali sbalorditivi e una storia profondamente incentrata sui personaggi. Probabilmente, viste le numerose candidature ottenute da The Irisham e le recenti dichiarazioni di Martin Scorsese sui film Marvel, il dibattito sui cinecomics e sul loro essere o meno cinema continuerà ancora a causa delle decisioni dell’HFPA…

Euphoria

Tornando a parlare di piccolo schermo e di serie tv, insieme a When They See Us non si può non annoverare Euphoria tra i grandi snobbati di quest’anno. Nonostante sia stata elogiata dalla critica, che ne ha particolarmente apprezzato l’autenticità nel raccontare la cruda realtà giovanile, la serie creata da Sam Levinson per HBO con protagonista Zendaya non ha ricevuto neanche una candidatura.

Un vero e proprio smacco nei confronti di uno show che si è fatto notare per la finezza della scrittura e per la bellezza delle immagini. Un prodotto che avrebbe meritato maggiore considerazione in questa stagione dei premi, dal momento che sempre più raramente si utilizzano forme così eleganti per raccontare di sofferenze ed abissi così profondi.

Joker sequel: Todd Phillips non ne ha ancora parlato con Joaquin Phoenix

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Joker ha incassato oltre 1 miliardo di dollari al box office mondiale, ricevendo il plauso della critica fin dalla sua anteprima all’ultima edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia (dove è stato addirittura premiato con il Leone d’Oro): non sorprende, dunque, che il film di Todd Phillips risulti tra i grandi protagonisti dell’ultima edizione dei Golden Globes, le cui nomination sono state annunciate nella giornata di ieri.

Joker, cinecomic DC vietato ai minori, è riuscito a portare a casa ben quattro candidature, di cui tre in altrettante categorie principali: Miglior Film Drammatico, Migliore Regista (Todd Phillips), Miglior Attore in un film Drammatico (Joaquin Phoenix) e Miglior colonna sonora originale (Hildur Guðnadóttir).

Variety è riuscito ad intervistare il regista Todd Phillips in merito all’attenzione riservata dall’Hollywood Foreign Press Association (l’organizzazione di giornalisti professionisti che assegna i Globi d’Oro) al suo film. Ecco le parole di Phillips in merito:

“Quando ho proposto per la prima volta il film alla Warner Bros., non ho mai pensato a incassi o a nomination. Pensavo solo a come avrei potuto convincerli a realizzare il film. Per quanto concerne l’interesse del pubblico, credo abbiano giocato diversi fattori: sicuramente la performance così coinvolgente di Joaquin Phoenix… si era totalmente immerso in quello che stava facendo. Sul set dicevo sempre al direttore della fotografia che non avevamo bisogno di effetti speciali perché Joaquin era il nostro grande effetto speciale. Prima ancora di iniziare a girare, sapevo quanto avesse investito in questo ruolo e io stesso sapevo di avere tra le mani qualcosa di molto speciale.”

Nel corso della medesima intervista è stato chiesto a Todd Phillips un commento sul chiacchieratissimo sequel del film: ci sarà o non ci sarà? Evitando di scendere nei dettagli, il regista ha commentato brevemente: “È veramente troppo presto per dirlo. Vi giuro che non ho ancora neanche parlato con Joaquin di quello che potrebbe o non potrebbe succedere.”

LEGGI ANCHE – Joker: i dettagli che nessuno ha notato nel film con Joaquin Phoenix

Joker diretto da Todd Phillips vede nel cast Joaquin PhoenixZazie BeetzFrances ConroyBrett CullenDante Pereira-OlsonDouglas Hodge e Josh Pais ed è arrivato nelle sale il 4 ottobre 2019. Contrariamente alle altre apparizioni del personaggio nei Batman di Tim Burton, nella trilogia del Cavaliero Oscuro di Christopher Nolan e in Suicide Squad, il film è ambientato negli anni Ottanta e racconta l’evoluzione di un uomo ordinario e la sua trasformazione nel criminale che tutti conosciamo.

Da sempre solo in mezzo alla folla, Arthur Fleck (Joaquin Phoenix) desidera ardentemente che la luce risplenda su di lui. Cercando di cimentarsi come comico di cabaret, scopre che lo zimbello sembra invece essere proprio lui. Intrappolato in un’esistenza ciclica sempre in bilico tra apatia, crudeltà e, in definitiva, tradimento, Arthur prenderà una decisione sbagliata dopo l’altra, provocando una reazione a catena di eventi.

Baby Yoda salva gli Avengers durante la battaglia in Wakanda

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Baby Yoda salva gli Avengers durante la battaglia in Wakanda

Il mito di Baby Yoda non accenna a tramontare, e mentre la serie The Mandalorian, in onda su Disney +, continua a raccogliere consensi, il piccolo e tenero alieno appartenente alla stessa razza del famoso maestro Jedi, continua ad essere uno dei personaggi più amati dell’anno.

Sul canale Youtube stryder HD viene infatti proposto un nuovo video in cui l’alieno verde scende in campo contro le armate di Thanos sulle pianure wakandiane in Avengers: Infinity War. Ecco di seguito l’esilarante video in cui per le truppe del Titano Pazzo non resta scampo.

Guarda anche:

Senza apparentemente nessun tipo di problemi, Baby Yoda si adatta perfettamente all’universo MCU, quasi come se avesse sempre aspettato dietro le quinte di entrare in scena tra le fila dei Vendicatori. Basta vedere in che modo la battuta di Bruce Banner si adatta all’arrivo di Baby Yoda e Mando, che arrivano proprio quando la battaglia sembra persa. Il tema musicale di Star Wars, inoltre, sembra così naturale con la scena montata in quel modo.

Steve Rogers è il nonno di Peter Quill? James Gunn smentisce

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Steve Rogers è il nonno di Peter Quill? James Gunn smentisce

Steve Rogers / Captain America (Chris Evans) è il nonno di Peter Quill / Star-Lord (Chris Pratt)? La teoria, abbastanza “selvaggia” sta impazzando in rete da un bel po’, e parte dall’osservazione di un fan molto attento che ha intercettato Laura Haddock in Captain America: Il Primo Vendicatore.

Andiamo con ordine: un fan del MCU ha visto che Laura Haddock, attrice che in Guardiani della Galassia interpreta Meredith, la mamma di Peter Quill, compare anche nel primo film di Cap nei panni di una fan del Super Soldato. Questo ha portato ad alcune speculazioni. La donna non può essere, per questioni anagrafiche, la mamma di Peter, ma potrebbe essere sua nonna. E se durante quell’incontro, magari intimo, con Cap, l’eroe le avesse lasciato in grembo una bambina, la futura mamma di Peter?

A rispondere sulla questione è intervenuto James Gunn, che, dopo lo stop dai social a seguito del licenziamento da parte di Disney, sta riprendendo la sua intensa attività social, rispondendo a molte domande dei fan.

Il regista ha smentito la teoria. Su Twitter ha citato un articolo che riporta la teoria, smentendola. A sostegno della sua risposta, Gunn cita anche il fatto che abbiamo effettivamente incontrato il nonno di Peter Quill in entrambi i film sui Guardiani, interpretato da Gregg Henry.

https://twitter.com/JamesGunn/status/1203729139267751936?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1203729139267751936&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fcaptain-america-star-lord-grandfather-theory-james-gunn%2F

In effetti, la questione si scontra anche con ciò che tempo fa Chris Evans disse di Steve. In un’intervista, l’attore disse che Captain America potrebbe essere ancora vergine (ai tempi di The Avengers). Prima della trasformazione, Steve non era certo un adone, benché avesse un grande cuore. Dopo la trasformazione, quando le donne cadevano ai suoi piedi, è stato molto preso da faccende molto importanti e serie, cosa che forse lo ha tenuto lontano della attenzioni delle signorine, inoltre l’amore con Peggy non è stato forse mai consumato prima del suo incidente trai ghiacci. Per cui la stessa teoria che Cap possa essere il nonno di Peter Quill non sta affatto in piedi.

Per fortuna, gli eventi di Endgame hanno rimesso le cose al loro posto, e Steve ha avuto tutto ciò che avrebbe sempre meritato dalla vita, una famiglia, dei figli, l’amore della sua vita.

The Matrix 4: Jonathan Groff in un ruolo misterioso

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The Matrix 4: Jonathan Groff in un ruolo misterioso

Arriva da Collider la notizia che Jonathan Groff (Mindhunter) si è unito al cast di The Matrix 4, attualmente in produzione con la regia di Lana Wachowski.

Il ruolo è al momento segreto ma sembra che Groff si schiererà con Neil Patrick Harris, già confermato nel cast, dalla parte dei nuovi cattivi contro cui si scontreranno i nuovi eroi di quest’altro capitolo. Vi ricordiamo che nel cast sono stati già confermati Yahya Abdul-Mateen II, Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss e che il nuovo capitolo del franchise sarà diretto da Lana Wachowski.

The Matrix 4: nel film ci saranno Morpheus e un giovane Neo?

Secondo quanto riportato da Justin Kroll di Variety, quello di Reeves non sarà il solo Neo sullo schermo, ma la versione più “anziana”, dal momento che la produzione sarebbe in cerca di un attore più giovane da affiancargli sempre nei panni del protagonista. Altre indiscrezioni suggeriscono invece che Morpheus, il personaggio interpretato nella trilogia originale da Lawrence Fishburne, farà il suo ritorno.

Non potremmo essere più entusiasti di rientrare in The Matrix con Lana“, ha dichiarato Toby Emmerich, presidente della Warner Bros, “Lana è una vera visionaria, una regista creativa e originale e siamo entusiasti che stia scrivendo, che dirigerà e produrrà questo nuovo capitolo dell’universo di Matrix“.

La sceneggiatura del film è stata firmata a sei mani con Aleksandar Hemon e David Mitchell, mentre diverse fonti sostengono che le riprese dovrebbero iniziare nei primi mesi del 2020. “Molte delle idee che Lilly ed io abbiamo esplorato vent’anni fa a proposito della nostra realtà sono ancora più rilevanti ora. Sono molto felice di avere questi personaggi nella mia vita e sono grata per questa possibilità di lavorare ancora con i miei brillanti amici“, ha detto la Wachowski.

Fonte: Collider

Wonder Woman 1984: i piani per sequel e spin-off sulle Amazzoni

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Wonder Woman 1984: i piani per sequel e spin-off sulle Amazzoni

Al recente Brazilian Comic Con è stato presentato il primo trailer ufficiale di Wonder Woman 1984, ma la convention nerd è stata anche una ghiotta occasione per la regista Patty Jenkins – presente all’evento insieme alla star Gal Gadot – di parlare del futuro del franchise sul grande schermo.

Naturalmente, come tutti i grandi franchise che si rispettino, le avventure di Diana Prince al cinema potrebbero non terminare con l’uscita di Wonder Woman 1984 e a tal proposito la Jenkins ha rivelato di avere già una storia pronta per un terzo potenziale film. Queste le sue dichiarazioni in merito riportate dall’Hollywood Reporter:

“In realtà conosciamo già l’intera storia di un terzo possibile film. Si tratta solo di cambiare alcune idee, soprattutto in merito a quando potremmo realizzarlo. Di sicuro non vogliamo realizzarlo nell’immediato. È stato bello realizzare i primi due film quasi back-to-back, ma credo che adesso ci sia bisogno di una pausa. Mi piacerebbe dedicarmi ad altri progetti nel mezzo, senza contare che Gal ha altre cose da fare. Non mi piace prendere decisioni con largo anticipo. Dobbiamo vedere se entrambe avremo ancora voglia di fare un altro film: se così sarà, lo faremo quando sarà il momento.”

Ma un terzo possibile capitolo dedicato a Wonder Woman non è l’unica progetto legato al franchise che sembra occupare i pensieri di Patty Jenkins. Sempre in occasione dell’ultima edizione del  CCXP, la regista ha rivelato che lei e la Warner Bros. hanno considerato la possibilità di uno spin-off dedicato alle Amazzoni.

La regista non ha rivelato particolari dettagli, ma stando a quanto raccontato da un giornalista di CinePop su Twitter, la Jenkins dovrebbe essere coinvolta nel progetto solo in qualità di produttrice esecutiva e non di regista. Se il progetto dovesse essere confermato, si tratterebbe del secondo spin-off ambientato nell’Universo DC dopo l’annunciato film dedicato alle Creature della Fossa viste in Aquaman

LEGGI ANCHE – Wonder Woman 1984: i segreti nascosti nel trailer

Vi ricordiamo che Wonder Woman 1984 uscirà il 6 giugno 2020. Il film è stato definito dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale definendolo “la prossima iterazione della supereroina”.

Il film racconterà un lasso di tempo completamente diverso e lo spettatore avrà solo un assaggio di ciò che che Diana ha fatto o affrontato negli anni intermedi. Abbiamo cercato di mettere insieme una storia del tutto diversa che potesse rispettare le stesse emozioni del passato, portare un sacco di umorismo e molta azione coraggiosa. E soprattutto, toccare le corde del cuore.

L’ordine cronologico del personaggio è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn of Justice per poi tornare al vecchio secolo con Wonder Woman. Il sequel vedrà ancora Gal Gadot nei panni di Diana Prince opposta a Kristen Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel cast figureranno anche Chris Pine (volto del redidivo Steve Trevor) e Pedro Pascal.

Birds of Prey cambierà Harley Quinn, Suicide Squad sarà completamente ignorato

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Dopo l’uscita di Suicide Squad nelle sale, i fan della DC hanno reclamato a gran voce un film interamente dedicato al personaggio di Harley Quinn: quel sogno sembra essersi finalmente concretizzato con Birds of Prey, che arriverà nelle sale a febbraio del prossimo anno.

Dovranno ricredersi, però, tutti quelli che speravano che il cinecomic Birds of Prey con protagonista Margot Robbie sarebbe stato un film interamente dedicato alla Mattacchiona (anche a causa della campagna promozionale che, tra immagini, trailer e poster, ha privilegiato il personaggio della supercriminale), perché stando ad alcune recenti dichiarazioni della regista Cathy Yan, il film racconterà sì la storia di Harley Quinn, ma al tempo stesso non sarà una pellicola interamente dedicata a lei.

“È la storia di Harley, ma è anche la storia di tutte queste altre donne”, ha spiegato la regista in una recente intervista con Screen Rant, facendo riferimento agli altri personaggi che vedremo nel film. “E in un certo senso la storia di una richiama quella dell’altra. Ecco perché il sottotitolo ‘The Emancipation of One Harley Quinn’: si tratta di una storia che viene portata avanti. All’inizio del film troviamo Harley da sola, senza il Joker: durante il film scoprirà che non ha bisogno di nessuno se non di se stessa. Non stringerà per forza amicizia con queste altre donne, ma il loro incontro le porterà ad intraprendere un vero processo di emancipazione. Mi piace il fatto che non sia il film di Harley Quinn: è una cosa sulla quale ho riflettuto tanto quando ho letto la sceneggiatura. È un film dal respiro molto più ampio: non si può parlare neanche di un film di squadra per certi versi…”

A detta della regista, quindi, Birds of Prey avrà modo di concentrarsi su ogni singolo personaggio femminile che vedremo entrare in azione al fianco di Harley Quinn: “Le vediamo insieme, come fossero una squadra. Ma ci sarà anche la possibilità di trascorrere del tempo con ognuna di loro. Tutte sono le protagoniste del film e questo aspetto mi piace tantissimo. Credo che una storia così non sia mai stata raccontata in questo modo.”

Sempre intervistata da Screen Rant, Cathy Yan ha poi parlato del modo in cui il film affronterà i problemi legati alla salute mentale di Harley, problemi che saranno strettamente connessi all’evoluzione del personaggio: “In lei coesiste una profonda dualità. C’è Harley Quinn, ma c’è ancora la dottoressa Harleen Quinzel, con tutta la sua intelligenza. E credo che sia proprio questo che definisca, almeno in parte, il suo superpotere. Al tempo stesso però è facilmente manipolabile, ha un’autostima molto bassa… per non parlare di tutti i problemi nati dalla relazione con il Joker. Insomma, è una grande opportunità per esplorare la donna dietro Harley Quinn, esplorare quella dualità e approfondire la sua psiche”. 

E a proposito della relazione tra Harley Quinn e il Joker, già esplorata in Suicide Squad di David Ayer, la produttrice Sue Kroll ha invece specificato – sempre alle pagine di Screen Rant – che Birds of Prey sarà “un film autonomo, non collegato a Suicide Squad. Non è un sequel, né una continuazione di quella storia. Lei e il Joker si sono lasciati. Birds of Prey sarà il viaggio dell’emancipazione di Harley Quinn e di tutte queste altre donne.”

LEGGI ANCHE – Birds Of Prey: tutto quello che c’è da sapere sui fumetti

Birds of Prey, diretto da Cathy Yan, arriverà nelle sale il 7 febbraio 2020. Nel cast anche Mary Elizabeth Winstead, Jurnee Smollett-Bell (rispettivamente Cacciatrice e Black Canary), Rosie Perez (Renee Montoya) e Ella Jay Basco (Cassandra Cain).

Ewan McGregor interpreta invece uno dei due principali villain del film, Maschera Nera, alter ego di Roman Sionis. Chi conosce i fumetti lo ricorderà come uno dei più grandi nemici di Batman (negli anni Ottanta esplose proprio come nemesi del Cavaliere Oscuro) nonché temibile boss mafioso di Gotham City.

Di seguito la nuova sinossi ufficiale:

Avete mai sentito la storia del poliziotto, dell’uccello canoro, dello psicopatico e della principessa mafiosa? Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn) è una storia contorta raccontata dalla stessa Harley, come solo Harley può farlo. Quando il malvagio narcisista di Gotham, Roman Sionis, e il suo zelante braccio destro, Zsasz, puntano gli occhi su una ragazza di nome Cass, la città si rivolta per cercarla. I percorsi di Harley, Cacciatrice, Black Canary e Renee Montoya si incontrano e l’improbabile quartetto non ha altra scelta che allearsi per abbattere Roman.

Wonder Woman 1984: dettagli importanti sul costume di Cheetah

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Wonder Woman 1984: dettagli importanti sul costume di Cheetah

I primi character poster di Wonder Woman 1984 ci hanno mostrato la prima foto ufficiale alla Barbara Ann Minerva di Kristen Wiig. Dai fumetti sappiamo che il personaggio dell’attrice comica si trasformerà ad un certo punto in Cheetah, avversario di Diana.

Sempre dai testi originali, sappiamo che il costume di Cheetah è in qualche modo impegnativo perché fa parte di quegli abiti che, in live action, potrebbero risultare ridicoli, per cui è probabile che vedremo un costume della villain adattato alle esigenze del grande schermo, così come capitato diverse volte nella storia dei costumi dei supereroi.

Da Instagram e da alcune dichiarazioni che ha rilasciato Patty Jenkins al CCXP di San Paolo, adesso, abbiamo più informazioni su ciò che sarà il costume di Cheetah. La Warner Bros ha usato il social per diffondere i primi character poster del film, in cui vediamo Diana, Steve, Minerva stessa e Maxwell. Nel poster dedicato al personaggio della Wiig, vediamo che Minerva indossa abiti a stampa animalier, che potrebbero rappresentare uno stadio mediano dello sviluppo del costume, che sarà, secondo le dichiarazioni della regista, comune fondato su elementi practical. Nessuna tutina in CGI, dunque!

In merito al costume, Jenkins ha dichiarato che si tratterà principalmente di effetti pratici, quindi un costume vero e proprio da indossare, ma che si arriva “ad un punto in cui sei un po’ oltre ed hai bisogno di aiuto.”

Wonder Woman 1984: i segreti nascosti nel trailer

Vi ricordiamo che Wonder Woman 1984 uscirà il 6 giugno 2020. Il film è stato definito dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale definendolo “la prossima iterazione della supereroina”.

Il film racconterà un lasso di tempo completamente diverso e lo spettatore avrà solo un assaggio di ciò che che Diana ha fatto o affrontato negli anni intermedi. Abbiamo cercato di mettere insieme una storia del tutto diversa che potesse rispettare le stesse emozioni del passato, portare un sacco di umorismo e molta azione coraggiosa. E soprattutto, toccare le corde del cuore.

L’ordine cronologico del personaggio è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn of Justice per poi tornare al vecchio secolo con Wonder Woman. Il sequel vedrà ancora Gal Gadot nei panni di Diana Prince opposta a Kristen Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel cast figureranno anche Chris Pine (volto del redidivo Steve Trevor) e Pedro Pascal.

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, Richard E. Grant anticipa un grande plot twist

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La Disney e la Lucasfilm ci hanno ormai abituato alla totale segretezza che vige attorno alla trama degli episodi di Star Wars, e naturalmente Star Wars: L’Ascesa di Skywalker non sfugge a questa regola, considerato che si tratta non solo del capitolo finale della trilogia sequel, ma anche dell’atto finale dell’intera saga degli Skywalker.

Nonostante i numerosi trailer internazionali, le immagini promozionali, gli spot e le featurette di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, possiamo tranquillamente affermare di non conoscere ancora nel dettaglio la trama del film di J.J. Abrams: molto riguardo al film è ancora avvolto nel mistero e siamo certi che non mancheranno i momenti più emozionanti o le scene “a rischio convulsioni”, così come i colpi di scena.

E proprio in materia di colpi di scena e di svolte narrative impreviste che è stato intervistato Richard E. Grant, tra le new entry di Episodio IX nei panni del Generale Pryde. Quando – in una recente intervista con Yahoo – è stato chiesto al noto attore britannico quale sarà, a suo avviso, il momento del film che sconvolgerà maggiormente gli spettatori, Grant ha fatto riferimento ad un grande plot twist che riguarderà uno dei personaggi principali, affermando:

“Ci sarà un grande plot twist che riguarderà uno dei personaggi, ed è qualcosa che non mi sarei mai aspettato di vedere. Ha senso tanto dal punto di vista emotivo quanto da quello della storia, e ho pensato che fosse qualcosa di particolarmente intelligente. Credo sia incredibile prendere qualcosa che è iniziato con il primo film nel 1977 e, dopo nove episodi, portarlo ad una risoluzione.”

Ovviamente, Richard E. Grant non ha potuto rivelare il nome del personaggio in questione. È probabile che questo grande colpo di scena possa riguardare uno dei nuovi personaggi della trilogia sequel, forse Rey o Kylo Ren, ma non è escluso che tale svolta narrativa possa riguardare anche il personaggio di Finn, dal momento che nel film verranno esplorate le origini dell’ex Stormtrooper; o ancora, è probabile che il grande plot twist possa essere collegato al personaggio di Palpatine, il cui ruolo nella storia è stato tenuto nascosto fin dall’uscita del primo trailer ufficiale.

Per scoprirlo bisognerà attendere il 18 dicembre, quando Star Wars: L’Ascesa di Skywalker farà finalmente il suo debutto nelle sale italiane.

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Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nei cinema a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant. 

Fonte: Screen Rant

Black Widow: le action figure rivelano il costume completo di Red Guardian

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Tra i nuovi personaggi che verranno introdotti nell’attesissimo Black Widow, il cinecomic interamente dedicato al personaggio della Vedova Nera interpretata nel MCU da Scarlett Johansson, figura anche Red Guardian, che avrà il volto di David Harbour, star della serie Stranger Things e del recente reboot di Hellboy.

Il primo trailer ufficiale di Black Widow ci ha permesso di dare un primo sguardo a quello che sarà il look del Guardiano Rosso, ma adesso è grazie alla Hasbro che possiamo osservare ancora più nel dettaglio il costume che sfoggerà l’agente speciale nel cinecomic in arrivo al cinema il prossimo anno.

La società statunitense che produce giocattoli, infatti, ha annunciato la nuova linea di action figure interamente dedicata al cinecomic che darà ufficialmente il via alla Fase 4 dell’Universo Cinematografico Marvel. È proprio una prima immagine ufficiale delle bambole giocattolo ad offrirci uno sguardo completo al costume di Red Guardian, con tanto del tradizionale scudo che il Difensore brandisce nei fumetti.

Non abbiamo la conferma che anche nel film vedremo David Harbour entrare in azione con lo scudo, dal momento che questo tipo di action figure si basano generalmente su concept art e non sul prodotto finito.

Potete vedere l’immagine delle action figure di Black Widow, che includo anche i personaggi di Vedova Nera e di Taskmaster, di seguito:

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La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden con Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh, e Rachel Weisz.

Dopo lo straordinario successo di Avengers: Endgame, diventato il maggiore incasso mondiale di sempre, Scarlett Johansson riprende il suo ruolo di Natasha Romanoff/Black Widow.

Fonte: Screen Rant

Nancy arriva al cinema dal 12 dicembre

Nancy arriva al cinema dal 12 dicembre

Nancy, folgorante debutto al lungometraggio della sceneggiatrice e regista Christina Choe premiato al Sundance Film Festival, al Sitges Film Festival, dopo esser stato presentato il 15 novembre in anteprima italiana come pellicola d’apertura al RIFF Rome Independent Film Festival arriverà nelle sale italiane il 12 dicembre grazie a Mariposa Cinematografica e 30 Holding.

Nancy, un teso dramma psicologico in cui nulla è quello che sembra, vede protagonista la pluripremiata Andrea Riseborough (Birdman, Mandy, Morto Stalin Se Ne Fa Un Altro, La Battaglia dei Sessi, Animali Notturni, Oblivion) nei panni di una giovane donna tormentata che decide di presentarsi a quelli che sostiene essere i propri veri genitori, che la credevano scomparsa da trent’anni.

La Riseborough, interprete dotata e camaleontica dall’impressionante filmografia, è affiancata da uno straordinario Steve Buscemi (Fargo, Le Iene, Boardwalk Empire) e da un gruppo di eccellenti caratteristi del grande schermo con esperienze di assoluto prestigio nella serialità televisiva: Ann Dowd (The Handmaid’s Tale, The Leftovers, Masters of Sex), J. Smith-Cameron (Succession, Rectify) e John Leguizamo (John Wick, Bloodline, E.R.). Nancy è un racconto intimo e perturbante che esplora con sorprendente originalità il tema dei legami che uniscono le persone tra loro, e che coglie con grande potenza l’identità di un’epoca nella quale i confini tra verità e menzogna si confondono continuamente.

Realizzato da un team produttivo composto all’80% da donne (contro una media di settore del 12%) e forte di interpretazioni intense e ricche di sfumature, di un ritmo incalzante e di una colonna sonora ipnotica, Nancy è stato salutato dalla critica internazionale come uno dei migliori debutti del 2018.

La trama del film Nancy

Nancy (Andrea Riseborough) è una ragazza di 35 anni dall’indole tormentata e con una vita difficile: è sola, non ha un impiego stabile, vive con una madre malata e burbera (Ann Dowd) e non riesce a sfondare come scrittrice. Nel suo mondo la realtà e la finzione si con- fondono, e nemmeno l’incontro con un uomo gentile e affranto come lei, Jeb (John Legui- zamo), sembra poter cambiare le cose. Un giorno però Nancy si imbatte in una trasmissione televisiva nella quale Leo (Steve Buscemi) ed Ellen (J. Cameron-Smith), una coppia che aveva visto sparire nel nulla la propria bambina trent’anni prima, mostrano come sarebbe oggi il volto della loro figlia, e quel volto somiglia incredibilmente a quello di Nancy. La ragazza deciderà di contattare i due spiegando di esser stata rapita da bambina e da lì inizierà un percorso fatto di verità sofferte, speranza e diffidenza.

Nancy: trailer

Zanichelli e Il Cinemino insieme per il lancio del Morandini 2020

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In occasione del lancio del Morandini 2020storico dizionario dei film e delle serie tv che quest’anno dedica la copertina al film di Bellocchio “Il Traditore”Zanichelli e Il Cinemino lanciano una singolare iniziativa per tutti gli appassionati cinefili: sulla pagina ufficiale Facebook della Casa Editrice, dall’11 dicembre 2019 al 20 febbraio 2020, una selezione di film e serie tv si sfideranno in più confronti ad eliminazione diretta. Sarà quindi il pubblico a decretare i vincitori del contest.

Inoltre, il film vincitore sarà proiettato al Cinemino durante una serata esclusiva il 27 febbraio 2020.

Il nuovo Morandini 2020 edito da Zanichelli

Come da tradizione, anche quest’anno il Morandini 2020, la storica guida alle produzioni cinematografiche e televisive, sceglie per la copertina un film italiano: quello ritenuto il migliore della passata stagione.  Quest’anno la “bibbia dei cinefili” premia l’ultimo lavoro di Marco Bellocchio Il Traditore.

Dopo due anni consecutivi di vittoria, Paolo Virzì passa idealmente il testimone al cineasta più anticonformista del panorama italiano, Marco Bellocchio, che conquista la vetta con la sua ultima opera “Il Traditore”, aggiudicandosi ben 4 stelle.

Premiato con 7 Nastri d’Argento e un Globo d’Oro, Il Traditore è un “un’opera politica, civile, di denuncia sociale dove (…) l’Autore documenta i fatti con una precisione, una puntualità e un’asciuttezza di linguaggio e di immagini davvero ammirevoli.”

Francesco Favino, protagonista poliedrico, padroneggia con lucidità e carisma il ruolo del “boss dei due mondi” “che sceglie di parlare non per vendetta, ma perché non si riconosce più in quella che per lui era una sorta di confraternita, una società di mutuo soccorso con regole e leggi interne, diventata una banda criminale che scatena guerre insensate e uccide innocenti, donne e bambini compresi”.

Il Morandini 2020 (16.500 opere censite nella versione cartacea, 27.000 in quella digitale, dal 1902 all’estate del 2019), promuove altri film celebri della passata stagione cinematografica: 4 stelle anche per Domani è un altro giorno di Simone Spada, con Valerio Mastandrea e Marco Giallini. “È una commedia drammatica esistenziale di forte impatto emotivo, che offre leggerezza, ma mai in modo superficiale, diversi spunti di riflessione.”

Matteo Rovere, con Il Primo Re, riceve invece 3 stelle; nel suo film muscoloso e cinetico, fatto di terra e sangue e privo di sentimento, racconta l’epica tragedia di Romolo e Remo. “Spudorato, coraggioso, brutale, ambizioso”, si legge nella guida.

Stesso punteggio per Dafne di Federico Bondi – un film intenso e delicato che affronta con sensibilità il rapporto padre-figlia “senza retorica e senza paternalismo” – e per Il Grande Spirito di Sergio Rubini.

L’opera n°13 di Rubini è una vera e propria “dichiarazione d’amore per le proprie radici contaminate da un discutibile progresso”.

UNA STAGIONE DI GRANDI SERIE TELEVISIVE

Il Morandini 2020, oltre ai film, dedica un’ampia appendice alle serie tv italiane ed estere; nella sua ultima edizione raccoglie oltre 1100 titoli.

Nella guida, una menzione speciale è riservata alla serie tv Il Commissario Montalbano: da 13 stagioni intrattiene il pubblico italiano con le rocambolesche avventure del Commissario Salvo Montalbano, che con acume e i suoi metodi non sempre del tutto ortodossi risolve casi complessi e difficili da gestire. “Dall’ottima penna di Andrea Camilleri, – si legge infatti nel Morandini – la serie più tipicamente italiana e insieme meglio riuscita che sia mai stata realizzata nel Belpaese, con un Luca Zingaretti di una bravura raramente vista in Italia e così perfetto per il personaggio da dare l’impressione che i libri siano stati scritti per lui”.

Un grande successo anche per la serie Gomorra: con taglio cinematografico, un ottimo cast e splendide musiche, la serie ispirata al romanzo di Roberto Saviano racconta la lotta per il mantenimento del potere da parte del clan Savastano di Secondigliano, in cui spicca il giovane Ciro detto «L’immortale». “Azione e complotti, sparatorie e tradimenti, per una serie italiana di ottimo livello, dove la legge sembra impotente e la narrazione si svolge fra i gruppi criminali che detengono il potere assoluto sul territorio”.

Saverio Costanzo scrive e dirige la trasposizione dei romanzi di Elena Ferrante e dà vita alla serie L’amica geniale, prodotto tv italo-statunitense acclamato dal pubblico, dalla critica e anche dal Morandini. La prima stagione si rifà al primo libro, nel quale si narra il legame fra Elena Greco e Lila Cerullo che crescono insieme, tra enormi difficoltà, in un quartiere degradato della Napoli Anni ‘50.

Bocciato invece Baby, il teen drama tutto italiano firmato Netflix. Liberamente ispirata allo scandalo romano delle baby squillo dei Parioli, la serie narra le vicende di due adolescenti parioline senza problemi economici che per ozio, per insicurezza e per autolesionismo finiscono per prostituirsi. “L’ambientazione ammicca troppo a serie americane, abusa di stereotipi e di dialoghi improbabili. Le validi interpreti avrebbero meritato una sceneggiatura migliore”, afferma senza mezzi termini la critica Morandini.

Rete degli Spettatori lancia il Premio allo Spettatore

Rete degli Spettatori lancia il Premio allo Spettatore

Mentre comincia la stagione dei premi (Oscar, Golden Globes, David di Donatello, Nastri d’Argento ecc) e tutti premiano i film, la Rete degli Spettatori lancia il PREMIO ALLO SPETTATORE, un concorso che dà la possibilità al pubblico di vincere gli accrediti per i principali festival italiani.

I film più in vista godono di distributori potenti e lanci milionari e gli spettatori non hanno problemi a vederli. Ci sono però dei film quasi invisibili che a volte valgono molto di più. Ecco l’obiettivo della Rete: scovare spettatori-esploratori, curiosi, appassionati, che hanno voglia di condividere i loro pensieri. Spettatori che meritano un premio.

Partecipare al concorso è facile: basta aver visto uno dei 18 film della rassegna A TUTTO SCHERMO (la lista completa la trovate a questo link)  e scrivere una recensione attraverso i social: per esempio un post su Facebook, oppure un tweet o un video per Instagram o YouTube con le vostre opinioni, ricordando di taggare Rete degli Spettatori.

Le migliori recensioni saranno pubblicate sui nostri canali e parteciperanno a inizio 2020 alla premiazione ufficiale del Premio allo Spettatore. Regolamento completo a questo link.

Che fine ha fatto Bernadette?: recensione del film di Richard Linklater

Si apre nell’immacolato panorama dei ghiacciai dell’Antartide il nuovo film di Richard Linklater, intitolato Che fine ha fatto Bernadette?, trasposizione dell’omonimo romanzo, e con protagonista assoluta l’attrice premio Oscar Cate Blanchett. Un luogo, quello mostrato in apertura, che si rivelerà fondamentale per lo sviluppo del personaggio. Nel silenzio e nel candore di un luogo così ai confini del mondo, la protagonista avrà modo di perdersi e ritrovarsi, portando a compimento tanto la storia quanto la metafora che si porta sulle spalle. Sfortunatamente, il nuovo lungometraggio dell’autore di Slacker e Boyhood si rivela essere un prodotto confusionario, trasposizione poco riuscita di un omonimo romanzo evidentemente difficile da riportare in immagini.

La storia è quella di Bernadette Fox (Cate Blanchett), leggenda nel campo dell’architettura ma da tempo ritiratasi a vita privata, e che dietro i grandi occhiali scuri nasconde modi scostanti e un’abrasiva ironia nei confronti del mondo e delle persone. Quando come premio per la pagella perfetta sua figlia Bee chiederà a lei e al padre Elgie un viaggio in Antartide, Bernadette si preparerà come può all’imminente viaggio, che sembra scombussolare la sua routine. Incapace di gestire intoppi e disastri del quotidiano, Bernadette abbandonerà infine i preparativi, facendo perdere le sue tracce. Sarà a quel punto proprio Bee, insieme a suo padre, a dover ricomporre il puzzle e scoprire che fine ha fatto sua madre.

Che fine ha fatto Bernadette?: il film

Un film di Linklater è facilmente riconoscibile per il suo approccio alla storia, ai personaggi, per i temi che animano il racconto e per il suo saperli far emergere con grande spontaneità. Sono caratteristiche queste che, seppur più camuffate rispetto ad altre occasioni, si ritrovano anche in Che fine ha fatto Bernadette?, nuovo film dell’autore texano. Per permettere di entrare nel mondo, e nella testa, di Bernadette, Linklater costruisce una prima parte del film ricca di eccessi, dialoghi, personaggi che si incontrano e scontrano. Li fa muovere senza fornire grandi spiegazioni sul loro passato e sulla loro vera natura. L’effetto è, col senno di poi, funzionale al tema della storia. Partecipando al caos della vita quotidiana della protagonista, anche lo spettatore ne rimane frastornato, ritrovandosi incastrato in quello stesso limbo avvertito da Bernadette, incapace di dar vita a nuovi progetti artistici.

Nel momento in cui tutti questi incastri raggiungono l’apice, ecco che si apre una seconda parte di film dedicata alla ricerca di un nuovo equilibrio, il quale ha inizio con la fuga che genera la domanda del titolo. Fuggire dalla Seattle caotica per la pacifica Antartide diventa così rappresentazione visiva del moto che porta alla possibilità di uscire da una fase stagnante della propria vita, per dare nuovo sfogo alla vena creativa. Una grande metafora nella quale chiunque artista può ritrovarsi, e che stando a quanto affermato dal regista è proprio ciò che lo ha attratto di più del progetto.

Allo stesso tempo, circondata da dispositivi elettronici e dalle ultime trovate della tecnologia, Bernadette sembra trarre un beneficio solo effimero da questi, i quali vengono a sparire dallo schermo nel momento della fuga in Antartide. Tale massiccia presenza, seguita poi da totale assenza, sembra sottolineare ulteriormente come la creazione artistica dipenda esclusivamente da sé stessi, di fatto non potendo delegare tale talento alle intelligenze artificiali che oggi ci circondano, e che sembrano non poter essere di nessun aiuto a riguardo.

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Che fine ha fatto Bernadette? è una trasposizione dal mancato potenziale

Nonostante l’universale e apprezzabile tematica, il film vive tuttavia di una serie di incidenti di percorso che lo rendono probabilmente uno dei lavori meno rilevanti dell’autore. Assegnato a Linklater dalla casa di produzione Annapurna, il film soffre l’adattamento di un romanzo epistolare di difficile riproposizione cinematografica. Ciò si nota in particolare nell’inclusione di una serie di sotto trame che non trovano adeguato approfondimento, finendo con l’apparire elementi superflui e poco incisivi. Tra tutte, quella riguardante i criminali russi è certamente la più evidente.

Benché funzionale alla metafora, lo stesso caos generato nella prima parte del film impedisce la possibilità di entrare facilmente in empatia con la protagonista, che risulta criptica forse troppo a lungo. Nonostante alla sceneggiatura vi sia la mano di Linklater, noto per il suo talento a riguardo, il film appare sbilanciato nella proposizione degli eventi, generando lunghi periodi di vuoto in cui il film sembra non partire mai realmente.

Fortunatamente alla regia vi è Linklater, che pur se non al suo meglio, sa costruire una messa in scena e una gamma di inquadrature e movimenti di macchina mirati a raccontare più di quanto non facciano le parole, che dal canto loro escono senza freni dalle bocche dei personaggi principali. Data la sua presenza, il film riesce in fin dei conti a non cadere nell’anonimato. Nella sua interpretazione di Bernadette, invece, Cate Blanchett si muove, come il film in sé, sul filo del rasoio, a volte eccedendo nella caratterizzazione, altre risultando emotivamente coinvolgente, sempre però con la classe che la contraddistingue.

Difficile negare che Che fine ha fatto Bernadette? sia un mezzo passo falso per Linklater, che negli anni ha incantato con film di ben più alta levatura, e che in questa occasione poco o nulla aggiunge al suo percorso artistico. Nonostante il suo impegno, il film manca di sfoggiare il suo potenziale, rimasto inespresso, dovendosi accontentare di essere una discreta commedia sul processo artistico e la genitorialità.

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