Celebre per i suoi ruoli comici, l’attore Rhys Ifans si è negli anni distinto anche grazie a personaggi e film appartenenti a generi diversi, dal drammatico al thriller. Dalla sua folgorante presenza in Notting Hill ad oggi, Ifans non ha mancato infatti di rinnovarsi, conquistando pubblico e critica e affermandosi come uno dei più talentuosi attori britannici oggi in attività.
2. Ha preso parte a note produzioni televisive. Nel corso degli ultimi anni, Ifans si è dedicato a recitare per alcune apprezzate serie televisive. Tra queste si annoverano Neverland – La vera storia di Peter Pan (2011), dove recita nel ruolo di Capitan Uncino, Elementary (2013), con Lucy Liu, e Berlin Station (2016), di genere thriller, dove ricopre il ruolo di Hector DeJean. Ha poi recitato nei film Not Only But Always (2004) e A Number (2008). Dal 2022 ricopre il ruolo di Otto Hightower nella serie House of the Dragon, recitando accanto a Emma D’Arcy, Olivia Cooke e Matt Smith.
Rhys Ifans è Spike in Notting Hill
3. È il celebre coinquilino del protagonista. Il ruolo che ha reso celebre l’attore è quello di Spike, disordinato ed eccentrico coinquilino del protagonista. Elemento comico del film, Ifans venne scelto per la propria capacità comica e d’improvvisazione, che decretarono il suo successo all’interno della storia. Da quel momento, divenne uno degli interpreti più richiesti del panorama britannico.
Rhys Ifans in Notting Hill
Rhys Ifans ha interpretato Lizard in The Amazing Spider-Man
4. Si è preparato al ruolo rinunciando ad un braccio. Prima delle riprese di The Amazing Spider-Man, dove interpreta il dr. Curt Connors alias Lizard, Rhys Ifans ha studiato il suo ruolo incontrando diverse persone prive di arti e ha anche trascorso un mese a svolgere le sue attività quotidiane usando solo la mano sinistra, compreso il nodo della cravatta. Nella sceneggiatura era stato scritto un piccolo frammento in cui Connors si annoda la cravatta, ma non è stato girato perché richiedeva troppo tempo.
Rhys Ifans nel ruolo di Rasputing
5. Ha interpretato il celebre misticorusso. Nel film The King’s Men – Le origini l’attore ha ricoperto il ruolo di Grigorij Rasputin, il celebre politico e taumaturgo russo, sulla cui vita circolano ancora oggi tante incertezze e leggende. Nel film Rasputin è uno dei principali antagonisti e si dimostra anche particolarmente abile nel combattimento. Per tali scene l’attore è stato sostituito da una controfigura, ma la sua trasformazione estetica per il ruolo è ciò che più ha colpito gli spettatori.
Rhys Ifans è Xenophilius Lovegood in Harry Potter
6. Non ha mai letto i libri della saga. Nel 2010 l’attore viene scelto per dar volto al personaggio di Xenophilius Lovegood, padre della celebre Luna, nel settimo capitolo della saga di Harry Potter. Ifans ha raccontato di non aver mai letto i libri scritti dalla Rowling, ma di aver accettato la parte per la possibilità di recitare in un cast ricco di grandi attori.
Rhys Ifans è Otto Hightower in House of the Dragons
7. Interpretauno dei personaggi principali. Nella serie prequel di Il Trono di Spade, House of the Dragon, Ifans interpreta Otto Hightower, padre di Alicent e primo Cavaliere del re, che serve re Viserys e il regno. È inoltre un implacabile rivale politico del principe Daemon. L’attore ha raccontato di essere rimasto particolarmente affascinato da come Otto riconosce il bene ma è consapevole di doversi comportare in modo spietato per il bene del regno, vivendo dunque in equilibrio su questa duplice natura.
8. Si è divertito a distrarre i suoi colleghi. A quanto pare uno dei passatempo preferiti dell’attore sul set era quello di distrarre e far ridere i suoi colleghi. “Non aveva bisogno di dire nulla per farti ridere“, ha raccontato Milly Alcock. “Rhys Ifans ha un certo luccichio negli occhi“. Emily Carey, che interpreta sua figlia Alicent ha invece affermato che: “Oppure dà una gomitata, adora farlo nelle scene. Se qualcosa va un po’ storto, inizia a dare dei colpetti“. Sembra inoltre che l’attore Ifans avrebbe urlasse “oscenità durante i primi piani così da far ridere in modo incontrollato durante le riprese“.
Rhys Ifans: come si pronuncia
9. Ci sono tutorial per imparare a pronunciare il suo nome. Ifans fa parte di quella categoria di celebrità la cui pronuncia del loro nome rimane un grande mistero per i fan. Su internet, tuttavia, è oggi possibile trovare diversi video o spiegazioni su come pronunciare al meglio il nome di Ifans, pronuncia che scritta appare come “Ris Ivans”.
Rhys Ifans: età e altezza
10. Rhys Ifans è nato a Pembrokeshire, in Galles, Regno Unito, il 22 luglio 1967. L’attore è alto complessivamente 1.88 metri.
Si potrebbe dire che il creatore di The Boys e Supernatural, Eric Kripke, sia un Master Trainer, dal momento che li ha ufficialmente presi tutti quando i suoi ex attori della sua precedente serie tv. Con diversi nomi, come Jensen Ackles, Rob Benedict e Jim Beaver, che già ricoprono ruoli inThe Boys, Kripke sta completando la quinta e ultima stagione della produzione con Jared Padalecki. Sebbene i fan desiderino da tempo che Padalecki mostri i suoi muscoli da Supe o da civile nella serie Prime Video, da quando Supernatural ha chiuso i battenti, cinque anni fa, Padalecki si è dato da fare, passando immediatamente alla serie della CW, Walker. Ma, con il reboot della serie televisiva texana ora cancellato, il mondo di The Boys rappresenta una rivalsa per Padalecki.
Le voci di corridoio hanno fatto gli straordinari con stratagemmi e accenni a un’apparizione di Padalecki in The Boys, ma ora è ufficiale: l’attore ha dichiarato a Variety che lui e Kripke erano in combutta per l’acquisizione di Supe.
“Beh, dirò questo: Kripke e io ci siamo messaggiati oggi. Non è ancora stato scritto, ma credo che abbia detto che [la stagione finale] non verrà girata prima del 2025. Quindi sì, andrò a giocare nel nuovo parco giochi di Kripke. Mi sono divertito molto la prima volta, quindi sono sicuro che mi divertirò di nuovo qui. Adoro lo show. Penso che sia esilarante ed emozionante.
Ma mi avete chiesto quali fossero i miei progetti per il futuro – e io amo Jensen ed Eric Kripke. Ovviamente, sarò per sempre in debito con [Kripke] e legato a lui. Ho conosciuto mia moglie grazie a lui. Sono diventato Sam Winchester grazie a lui. Supernatural è nato grazie a lui. Quindi, lavorare con lui in uno show che mi piace, mi fa pensare: “Sì, quando prendo l’aereo?”. Ma non credo che gireremo almeno fino a gennaio“.
Anche Jared Padalecki è interessato a rivedere Supernatural
Ma The Boys non è l’unica serie a cui Padalecki potrebbe lavorare nel suo nuovo tempo libero, visto che l’attore ha recentemente fatto dei commenti che puntano a una reunion di Supernatural. L’attore ha dichiarato di essere assolutamente disposto a fare qualcosa nello stesso formato di miniserie che è stato fatto da Gilmore Girls: A Year in the Life, e ha detto che è qualcosa di cui lui e Ackles hanno discusso nelle loro recenti conversazioni. Con le mani libere di Kripke dopo la quinta stagione di The Boys, sembra che le stelle si stiano allineando per far sì che il trio dei sogni torni a lavorare e dia al pubblico un altro capitolo della storia dei Winchester.
Torna a Bologna, dal 6 al 10 novembre, il 24FRAME Future Film Fest, il primo e più importante appuntamento italiano dedicato alle molteplici sfumature del cinema d’animazione: dai film ai cortometraggi, dall’intelligenza artificiale alla realtà virtuale e aumentata e i filmati 360, dal gaming alla serialità, dall’indie al mainstream. Ospitato negli spazi di DumBO (distretto urbano multifunzionale alle porte del centro di Bologna), I’edizione 2024 si annuncia un’esperienza unica e internazionale, grazie ad una programmazione composta da opere in anteprima esclusiva arricchita dalla presenza di rilevanti ospiti del panorama dell’animazione mondiale.
Questa edizione si svolgerà con il sostegno della Regione Emilia-Romagna in collaborazione con l’Emilia-Romagna Film Commission, confermando l’intento di promozione della diffusione del linguaggio del cinema e dell’audiovisivo e lo sviluppo economico complessivo del medesimo ambito in un sostegno e una progettualità nuovamente triennale.
Prodotto da Rete Doc – il più grande network nazionale cooperativo di professionisti dell’industria culturale e creativa – con la direzione artistica di Giulietta Fara, il Festival arriverà poi a Modena dal 22 al 24 novembre con una ricca programmazione di eventi.
24FRAME Future Film Fest 2024, annunciate le date
Il 24FRAME Future Film Fest, giunto alla ventiquattresima edizione, si impegna da anni nel promuovere l’animazione presso tutti i pubblici e lavora per generare apprezzamento verso le diverse forme dell’arte dell’animazione, sensibilizzando gli spettatori sul valore di questo affascinante e complesso mondo che si muove tra reale e virtuale, tra digitale, stop motion e tanto altro ancora.
Sino al 30 luglio sono inoltre aperte le iscrizioni ai bandi dei quattro concorsi internazionali di questa edizione; seguendo le istruzioni presenti sul sito ufficiale è infatti possibile iscrivere le proprie opere d’animazione e/o con effetti visivi ad una delle categorie: lungometraggi, cortometraggi, serie e opere innovative realizzate per i nuovi formati “New Frontiers” – ovvero in 360, AR e VR. Potranno essere iscritte le opere realizzate e concluse a partire da settembre 2022, mentre la selezione verrà comunicata entro il 30 settembre 2024.
Le opere in concorso saranno al centro di un palinsesto di eventi che animerà Bologna e Modena con anteprime, retrospettive, mostre, talk con esperti e docenti, momenti di confronto per addetti ai lavori e incontri per gli appassionati.
Con la Film Commission il 24FRAME organizza la tavola rotonda dal titolo “Una Regione molto animata” (convegno e occasione di confronto annuale sulle ultime produzioni animate del territorio) ed inoltre il Future Pitch, matching professionale tra case di produzione e autori/registi, arrivato quest’anno alla sua quarta edizione, in collaborazione con la casa di produzione e distribuzione Flash Future. Oltre a produttori e distributori italiani, saranno presenti anche produttori dell’Assia e dell’Aquitania, due regioni gemellate con la Regione Emilia-Romagna e con la sua Film Commission.
L’area dedicata all’Industry si arricchisce, dopo il successo del 2023, di uno spazio Recruiting che accoglie aziende che vogliono fare portfolio review e scuole di animazione che promuovono i propri corsi
Sigourney Weaver sarà insignita del Leone d’Oro alla carriera alla prossima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia.
La dichiarazione di Alberto Barbera
Il Direttore Alberto Barbera ha dichiarato: “Ha poche rivali un’attrice del calibro di Sigourney Weaver. Forte di un’importante formazione teatrale, ha conquistato il grande pubblico cinematografico con Alien, di Ridley Scott, diventando in breve una figura emblematica degli anni ’80, nel corso dei quali ha coniato l’immagine di un’eroina senza precedenti per il genere d’azione, capace di reggere vittoriosamente il confronto con i modelli maschili che fino a quel momento avevano dominato nel cinema epico e avventuroso. Non contenta di aver aperto la strada a numerose altre epigone, l’attrice ha proseguito nella ricerca incessante di una propria identità costantemente rimessa in discussione, attraverso scelte che spaziano dal film di genere alla commedia, dal cinema d’autore a quello per bambini, sfuggendo alle etichette che l’avrebbero voluta confinata all’icona vittoriosa del periodo reaganiano.
Nel ruolo di autentica collaboratrice piuttosto che di semplice strumento plasmabile dalle mani di un regista, ha contribuito al successo dei film di James Cameron, Paul Schrader, Peter Weir, Michael Apted, Roman Polanski, Ivan Reitman, Mike Nichols, Ang Lee e molti altri, riuscendo ogni volta a imprimere alla propria carismatica presenza il segno indelebile di una figura complessa, talvolta contradditoria, sempre autentica. Dotata di un grande temperamento, capace di muoversi con delicatezza ma senza fragilità, ha imposto un’immagine di donna sicura e determinata, dinamica e tenace, non senza lasciar trapelare, con sfumature sempre diverse, una sensibilità femminile di intenso magnetismo. Il Leone d’oro alla carriera è il doveroso riconoscimento a una star che ha saputo costruire ponti fra il cinema d’autore più sofisticato e i film che dialogano con il pubblico in forma schietta e originale, senza mai rinunciare a essere se stessa”.
Sigourney Weaver Leone d’Oro alla carriera
Sigourney Weaver ha dichiarato: “Sono davvero onorata di ricevere il Leone d’oro alla carriera dalla Biennale di Venezia. Questo premio è un privilegio che condivido con tutti i registi e collaboratori con cui ho lavorato nel corso degli anni. Accetto con orgoglio questo riconoscimento, che celebra anche tutti coloro che hanno contribuito a dare vita a questi film”.
Il premio viene descritto come “un riconoscimento per una star che ha costruito ponti tra il cinema d’essai più sofisticato e il cinema che dialoga con il pubblico in modo franco e originale, pur rimanendo fedele a se stessa”. Il premio dell’anno scorso è stato assegnato alla regista Liliana Cavani e all’attore Tony Leung Chiu-wai.
La conferenza stampa di Venezia 81 si svolgerà il 23 luglio. L’81esima edizione del festival si svolgerà dal 28 agosto al 7 settembre di quest’anno.
Bonelli Entertainment, il braccio produttivo di Sergio Bonelli Editore, è lieta di annunciare di aver dato l’avvio qualche mese fa a una nuova produzione audiovisiva dedicata a Legs Weaver che verrà realizzata con Rai Kids.
AGENTE SPECIALE LEGS WEAVER sarà una serie tv animata in 4 episodi di 10 minuti ciascuno, fruibile anche come mediometraggio di 40 minuti.
Nell’ambito della prima presentazione ufficiale, lo scorso 9 maggio al Salone del Libro di Torino, Vincenzo Sarno, Responsabile dell’ufficio sviluppo di Sergio Bonelli Editore, si è alzato in piedi e, col volto illuminato dalla passione per il suo lavoro, ha dichiarato: “Signore e signori, oggi è un giorno che non dimenticheremo facilmente. Con il cuore colmo di felicità, vi annuncio che da mesi stiamo lavorando alla produzione della serie animata di Legs Weaver. Questa produzione rappresenta un passo epocale per Bonelli Entertainment, una collaborazione senza precedenti con RAI che ci permette di portare il nostro amato personaggio su nuovi livelli di avventura e animazione. Ma c’è di più. Non stiamo solo creando una serie animata, stiamo espandendo il nostro ambizioso progetto, il Bonelli Cinematic Universe. Questo è un momento in cui il passato incontra il futuro, unendo la nostra ricca eredità con una visione audace per ciò che verrà, con una soluzione tecnica innovativa per la produzione. Siamo pronti a sorprendervi, a sfidare le aspettative e a creare qualcosa di veramente straordinario. È un momento storico per noi, un’opportunità per introdurre Legs a un pubblico ancora più vasto e per dimostrare cosa significa davvero essere parte del Bonelli Cinematic Universe. Non vediamo l’ora di condividere con voi questa straordinaria avventura. E questo, amici miei, è solo l’inizio”.
Agente Speciale Legs Weaver – l’annuncio ufficiale
Creata dal trio di sceneggiatori Michele Medda, Antonio Serra e Bepi Vigna, l’agente speciale al servizio dell’Agenzia Alfa Legs Weaver debutta nel 1991 sulle pagine di Nathan Never, il primo eroe seriale di fantascienza della scuderia di Sergio Bonelli Editore. Il successo del personaggio tra i lettori del mensile fa sì che, nel 1995, Legs si guadagni una serie tutta sua che si comporrà di oltre 100 uscite mensili e di numerose iniziative collaterali (speciali, maxi, miniserie…). Legs è quindi la prima eroina donna dell’universo Bonelli a essere titolare di una testata tutta sua.
Le storie di Legs Weaver si svolgono nel lontano futuro della Terra. Legs e i suoi colleghi agenti dell’agenzia di vigilanza e sorveglianza Alfa, fra cui proprio Nathan Never, vivono e si muovono tutti nella stessa Città Est. La futuristica metropoli in cui abitano decine di milioni di persone è ricettacolo di ogni pericolo: dai piccoli criminali ai folli animati dal desiderio di dominare il mondo. Caratteristici dei fumetti di Legs sono l’azione e l’adrenalina, l’ironia e il divertimento, ma l’atmosfera scanzonata non deve trarre in inganno: sotto sotto arde sempre e comunque il fuoco della pura avventura!
AGENTE SPECIALE LEGS WEAVER
Regia: Alex Dante Circhirillo
Soggetto: Michele Medda, Antonio Serra, Bepi Vigna
Quinn, parlando con Variety, ha ora rivelato di aver ricevuto un prezioso consiglio dalla collega riguardo al suo ingresso nella grande famiglia Marvel. “Mi ha detto che è un’esperienza che sicuramente non vedrò l’ora di fare…“. ha esordito Quinn, che ha poi aggiunto: “Mi ha detto di avere una mentalità aperta e di impegnarmi al massimo“. Come riportato recentemente dall’attore, le riprese di The Fantastic Four inizieranno a fine luglio e si presume che a quel punto potremo avere maggiori dettagli sul progetto.
The Fantastic Four: quello che c’è da sapere sul film
Il film è atteso al cinema il 25 luglio 2025. Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i The Fantastic Four sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza.
Fanno parte del cast anche Julia Garner, Paul Walter Hauser, John Malkovich, Natasha Lyonne e Ralph Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato da Kevin Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che conosciamo. Franklyn e Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel film, mentre Dottor Destino potrebbe avere un semplice cameo nel finale.
Nella sfera creativa della produzione cinematografica e della narrazione, non c’è nulla di simile a Il Signore degli Anelli. Peter Jackson ha adattato il libro in una trilogia cinematografica rivoluzionaria che, a distanza di decenni, è ancora molto apprezzata. Ora si sta preparando il terreno per un altro ritorno nella Terra di Mezzo, con una trama completamente diversa. Il franchise è destinato a espandersi ulteriormente con un nuovo filmIl Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum, che vedrà il ritorno di Andy Serkis nel ruolo che lo ha reso iconico.
Dopo aver interpretato il personaggio nella trilogia originale di Jackson, Serkis si appresta inoltre a dirigere il suo primo film del franchise. Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum vedrà anche il ritorno di Jackson insieme ai suoi partner di scrittura, Fran Walsh e Philippa Boyens. Mentre si stanno mettendo insieme i pezzi per la nuova incursione nella Terra di Mezzo, Serkis, tramite Popverse, ha discusso alcuni dettagli sul prossimo film all’ACE Superhero Comic Con 2024, sottolineando una trama incentrata su Gollum e un possibile cambio di titolo in futuro.
L’attore e regista ha aggiunto anche che i personaggi della trilogia originale potrebbero fare il loro ritorno nel prossimo progetto. “The Hunt for Gollum è un titolo in lavorazione. Potrebbe non chiamarsi così. Sarà il mondo della Terra di Mezzo secondo l’esperienza di Gollum. È ancora presto; sarebbe ingiusto impegnarsi in qualcosa a questo punto. Ma dirò che sarà un’immersione profonda in cui indagheremo il personaggio di Gollum. Potrebbero esserci personaggi che riconosciamo e che potrebbero tornare. Non dirò chi“.
Gollum insieme a Frodo e Sam in una scena de Il Signore degli Anelli
Il mondo costruito da Tolkien ne Il Signore degli Anelli è vasto e comprensivo, con molte storie lasciate in sospeso attraverso la Prima, la Seconda e la Terza Era. Descrivendo la regia del prossimo film come “un sogno che si avvera“, Andy Serkis ha rivelato che il progetto è quello di raccontare le storie non sfruttate di questo mondo. “Abbiamo iniziato a parlarne circa otto mesi fa“, ha ricordato l’attore. “Dicevano: ‘Andy vogliamo davvero rinvigorire la Terra di Mezzo. Ci sono così tante storie nuove che vogliamo coinvolgere“.
La star di Breaking Bad non si è mai tirata indietro di fronte alle voci, anche se alla fine ha ammesso che gli piacerebbe interpretare qualcuno un po’ più proattivo di Charles Xavier. Al momento nonn ci sono dettagli sul personaggio che interpreterà in Captain America: Brave New World, ma si vocifera sia un villain. Ad ogni modo, parlando ora con ComicBook.com, l’attore visto anche in The Mandalorian e The Boys ha riflettuto sulle voci e le speculazioni che lo hanno circondato in precedenza.
“I fan hanno dato il via alle voci sul Professor X e io le ho adorate. Ho cavalcato l’onda perché amo i fan“, ha ammesso Esposito. “Ho iniziato a pensare al Professor X, perché sento che potrebbe essere un personaggio in cui eccellerei davvero, e in cui sarei davvero fantastico. Hanno parlato anche di Magneto, di Mr. Freeze della DC, di tutte queste cose“. “Sono così felice di far parte del MCU. Sono felice che non sappiate cosa sto facendo lì e sono felice che probabilmente non so cosa sto facendo lì, ma sono felice di esserci e lo vedrete presto“.
Quello che sappiamo sul film Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New World riprenderà da dove si è conclusa la serie Disney+The Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un “thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva alla fine deL’incredibile Hulk del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di Alita: Angelo della BattagliaRosa Salazar interpreta la cattiva Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora, il film è indicato come uno dei titoli più importanti della Fase 5.
Anthony Mackie ha recentemente dichiarato che questo film è “10 volte più grande” della sua serie Disney+ e ha parlato della dinamica tra Cap e il nuovo Falcon, Joaquin Torres. “Sono in coppia alla pari“, ha scherzato. “Sono entrambi militari. Io ero il suo ufficiale comandante. Tra noi c’è più amicizia rispetto al modo in cui ammiravo Steve o al modo in cui non mi piaceva Bucky“.
“Questo film è un chiaro reset. Ristabilisce davvero l’idea di cosa sia e cosa sarà questo universo“, ha aggiunto Mackie. “Penso che con questo film, si stia ottenendo un chiaro, nuovo marchio di ciò che la Marvel vuoole essere nello stesso modo in cui hanno fatto con Captain America: The Winter Soldier“.
Nell’ultimo episodio rilasciato su Disney+ di The Acolyte, il Maestro è stato smascherato e ha rivelato di essere il mite Qimir. Naturalmente si trattava solo di una recita, ed è apparso subito evidente che i Jedi riuniti su Khofar non erano alla sua altezza. Affermando di non avere un nome, il cattivo ha detto al Maestro Sol di essere quello che i Jedi “potrebbero” chiamare un Sith. Il fatto che stia cercando un seguace piuttosto che un apprendista potrebbe essere indicativo ed è del tutto possibile che Qimir non abbia legami con la stirpe Sith che alla fine conduce all’Imperatore Palpatine.
Dopo tutto, The Acolyte ha già chiarito che non sono solo i Jedi a usare la Forza, quindi potrebbe essere solo un potente utilizzatore della Forza del Lato Oscuro. Ora, però, è emersa una teoria che potrebbe collegare il Maestro alla trilogia sequel di Star Wars. I fan hanno infatti notato che il tema di Kylo Ren viene proposto durante la scena finale del Maestro in “Night“, e l’opinione prevalente è che potrebbe essere lui a formare il ramo dei Sith noto come Cavalieri di Ren. “Ren” era solo un titolo assunto da chi guidava il gruppo, quindi The Acolyte potrebbe concludersi con Qimir che assume questo soprannome.
Anche se questa rivelazione non sarebbe così sismica come l’introduzione di Darth Plagueis, ad esempio, riempirebbe comunque una grande lacuna nella nostra conoscenza del franchise di Star Wars e mostrerebbe quanto sia esteso l’uso della Forza nella Galassia al di là dei soli Jedi e Sith. La showrunner di The Acolyte, Leslye Headland, ha dichiarato che la serie potrebbe essere trattata come una storia a sé stante, ma ha lasciato la porta aperta a una seconda stagione, che presumibilmente potrebbe essere incentrata sui Cavalieri di Ren. Di certo, la presenza del tema di Kylo non può essere casuale.
The Acolyte: La Seguace è l’annunciata serie tv parte del franchise di Star Wars creata da Leslye Headland. La serie tv è ambientato alla fine dell’era dell’Alta Repubblica prima degli eventi dei principali film di Star Wars.
The Acolyte: La Seguace è ambientato alla fine dell’era dell’Alta Repubblica in un mondo di “segreti oscuri e poteri emergenti del lato oscuro”, circa 100 anni prima di Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma (1999). Un’ex Padawan si riunisce con il suo Maestro Jedi per indagare su una serie di crimini, ma le forze che affrontano sono più sinistre di quanto avessero mai previsto.
Nel cast della serie tv protagonisti sono Amandla Stenberg come ex padawan, Lee Jung-jae come Maestro Jedi, Manny Giacinto, Dafne Keen come una giovane Jedi, Jodie Turner-Smith, Rebecca Henderson nei panni di Vernestra Rwoh, un cavaliere Jedi prodigio. Charlie Barnett come un giovane Jedi, Dean-Charles Chapman, Carrie-Anne Moss come una Jedi, Margherita Levieva, Joonas Suotamo nei panni di Kelnacca, un maestro Jedi Wookiee.
Il cavaliere oscuro – Il ritornoha introdotto un poliziotto eroico, John Blake (interpretato da Joseph Gordon-Levitt), che è diventato un alleato sia di Batman che di Jim Gordon. Dopo essere stato nominato detective, il nome completo di John fu rivelato come “Robin John Blake”, un cenno alla spalla di Batman nei fumetti. A rendere il tutto ancora più degno di nota fu il fatto che Bruce Wayne lasciò a Robin le indicazioni che lo avrebbero condotto alla Batcaverna.
L’implicazione era che sarebbe diventato il nuovo vigilante di Gotham City, riprendendo da dove si era interrotto il Crociato incappucciato, che si credeva morto. Nel corso degli anni si è parlato molto di un possibile Batman 4 che avrebbe dunque continuato la storia di Robin e anche lo sceneggiatore Jonathan Nolan si è recentemente espresso a riguardo. Naturalmente non se ne fece nulla e Bruce fu reintrodotto quattro anni dopo – con Ben Affleck che interpretava una nuova versione del personaggio in Batman v Superman: Dawn of Justice del 2016.
Parlando con Inverse, è stato chiesto a Joseph Gordon-Levitt se fosse mai stato messo al corrente di eventuali progetti di spin-off o sequel. “Nolan stava facendo una trilogia“, ha spiegato. “Non ha mai voluto fare altri film. Questa era la fine della sua trilogia. È buffo, ci ripensiamo adesso con il contesto del Marvel Cinematic Universe: tutto è un sequel di un sequel di un sequel“. “Ma ai tempi, fare una trilogia era molto, e questo era il modo in cui si pensava“. A quanto pare, dunque, non ci sono mai stati piani ulteriori e quell’accenno nel finale era previsto rimanesse tale.
Ambientato otto anni dopo gli eventi de Il cavaliere oscuro, Bruce Wayne si è ritirato dal suo ruolo di vigilante e vive in isolamento. Gotham City gode di un periodo di relativa pace fino all’arrivo di Bane, un formidabile e spietato mercenario. Il piano di Bane di distruggere Gotham costringe Bruce a indossare nuovamente il mantello di Batman. Per salvare la città si allea con Selina Kyle, un’abile scassinatrice dalle motivazioni ambigue.
Nel panorama cinematografico italiano, Matteo Garrone si è affermato come uno dei registi più importanti, capace di spaziare tra i generi per raccontare le derive dell’essere umano. Titoli come L’imbalsamatore e Gomorra rimangono tra i suoi lavori più apprezzati, da cui emerge tutta la brutalità e la bruttezza di determinate situazioni. Negli ultimi anni, a questi titoli si è affiancato Dogman (qui la recensione), presentato in concorso al Festival di Cannes nel 2018. Il film, basato su una vicenda realmente accaduta, è nuovamente un racconto di periferia, che attraverso quanto avvenuto riflette sul senso di determinate azioni.
Garrone aspirava da tempo a realizzare un film sulla vicenda del canaro, ma agli inizi del 2000 non trovò né il cast né i finanziamenti adeguati. Dopo aver guadagnato sempre più popolarità, egli è infine riuscito a realizzare Dogman. Dopo aver ricevuto una grande accoglienza a Cannes, il film ha poi fatto incetta di premi, arrivando anche a vincere numerosi David di Donatello, tra cui quello per il miglior film, la miglior regia e la miglior sceneggiatura.
Uscito tra le parentesi fantasy di Il racconto di racconti e Pinocchio, questo rimarrà senza ombra di dubbio uno dei suoi lavori più importanti. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Dogman
Protagonista del film è Marcello, proprietario di un salone di toelettatura per cani. La sua esistenza scorre sempre uguale e indifferente tra le pieghe di una periferia sospesa tra la grande metropoli e la natura incontaminata. Persona silenziosa e tranquilla, durante le sue giornate si divide tra il lavoro, l’adorata figlia Alida, e gli amici del quartiere. Egli, però, ha anche un ambiguo rapporto di sudditanza con Simoncino, un ex pugile da poco uscito di prigione e temuto da tutto il quartiere per i suoi atteggiamenti al limite della follia. Quando quest’ultimo coinvolge Marcello in una pericolosa rapina, il mite canaro dovrà trovare il coraggio di farsi valere e affermarsi sul temibile delinquente.
Il cast del film
Originariamente Garrone intendeva realizzare questo film nel 2006. A quell’epoca propose il ruolo del protagonista a Roberto Benigni, ma il progetto non si concretizzò. Quando finalmente nel 2017 il film prese vita, il regista decise di affidare la parte del canaro a Marcello Fonte, attore fino a quel momento pressocché sconosciuto. Grazie alla sua intensa performance, egli arrivò poi a vincere il premio come miglior interpretazione maschile al Festival di Cannes. Fonte ha in seguito dichiarato che prima di determinate scene il regista lo ha incoraggiato a bere del whisky al fine di entrare nel mood giusto. Accanto a lui, nel ruolo di sua figlia Alida vi è l’esordiente Alida Baldari Calabria.
Laura Pizzirani è invece la madre di Alida. Tra gli amici di quartiere di Marcello vi sono invece Adamo Dionisi nel ruolo di Franco, Francesco Acquaroli nel ruolo di Francesco e Gianluca Gobbi nei panni di un altro dei commercianti. L’attore ed ex criminale Aniello Arena è l’ispettore di polizia, mentre Mirko Frezza interpreta uno spacciatore di quartiere. L’attrice Nunzia Schiano, interpreta invece la madre di Simoncino. Quest’ultimo è interpretato da Edoardo Pesce. Per assumere il ruolo, l’attore ha acquisito numerosi chili di muscoli e si è rasato i capelli. Per la sua interpretazione ha poi vinto il David di Donatello come miglior attore non protagonista.
Dogman: la vera storia del “Canaro” dietro al film
Come noto, la storia del film è ispirata alla vicenda di Pietro De Negri, meglio conosciuto come Er Canaro. Quello che lo vede protagonista è uno dei fatti di cronaca più brutali dell’Italia del dopoguerra. Nel 1988 egli divenne noto a livello nazionale per l’omicidio dell’ex pugile dilettante Giancarlo Ricci. Come nel film, i due avrebbero commesso una rapina insieme, ma ad aver scontato un periodo in carcare è stato solo De Negri. Stanco delle minacce e delle percosse che riceveva da Ricci, il 18 febbraio 1988 lo attirò nel proprio negozio per cani e qui iniziò a torturarlo fino alla morte.
Stando a quanto riportato, lo sottopose ad amputazioni, ustioni e percosse. Dopo ore, De Negri si sbarazzò del corpo. Dopo averlo legato e avvolto in un sacco di plastica, lo trasportò in auto sino alla discarica di via Belluzzo nel Portuense, dove lo cosparse di benzina e lo incendiò, preoccupandosi di lasciare intatti i polpastrelli per l’identificazione. Il giorno seguente il cadavere fu ritrovato e la testimonianza d’un amico di Ricci, Fabio Beltrano, portò all’arresto del “Canaro” il 21 febbraio. L’uomo confessò senza mostrare alcun pentimento.
Inizialmente, in quanto venne ritenuto affetto da disturbo paranoide, con incapacità d’intendere e di volere per l’intossicazione acuta da cocaina, se ne escluse la pericolosità sociale e uscì di prigione dopo poco più di un anno. Tuttavia, De Negri riportò poi una condanna definitiva a ventiquattro anni di reclusione. Dopo 16 anni di galera, nel 2005 De Negri è tornato in libertà, restando in affidamento ai servizi sociali e ottenendo un impiego da fattorino presso uno studio commerciale. Rifiutando ogni intervista, De Negri ha da quel momento chiesto di essere dimenticato.
Il trailer di Dogman e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Dogman in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:
Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.
L’ultimo film di Richard Linklater, Hit Man (qui la recensione), è uno dei titoli più attesi del calendario cinematografico 2024. Ora al cinema, il film è destinato a diventare una pietra miliare per una delle megastar emergenti di Hollywood,Glen Powell, che non è solo la star di Hit Man, ma anche il co-sceneggiatore di Linklater. Powell e Linklater hanno già collaborato all’adattamento di Fast Food Nation, alla commedia Tutti vogliono qualcosa!!! e allo sguardo animato e nostalgico sulla corsa allo spazio Apollo 10 1⁄2: A Space Age Childhood.
Senza nemmeno considerare il talento che si concentra in questo progetto, il concetto di un poliziotto sotto copertura che si finge un killer a pagamento per arrestare chi lo vuole assumere è una premessa di per sé già particolarmente allettante, che trova nelle capacità di Linklater di bilanciare dramma e commedia il suo punto di forza. Tuttavia, Hit Man è tutt’altro che una semplice storia stravagante, poiché si basa sulla storia vera di un finto assassino.
La trama di Hit Man
Il film Hit Man, che ha ricevuto recensioni entusiastiche dalla sua anteprima alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematograficadi Venezia nel 2023, segue Gary Johnson (Glen Powell), un professore di college diventato specialista di tecnologia che conduce una seconda vita come agente di polizia sotto copertura. Egli si finge infatti un killer su commissione per arrestare coloro che cercano di assumerlo. Questo finché non incontra una donna, Maddy Masters (Adria Arjona), maltrattata dal marito. Johnson, che si sente attratto da Maddy, si impegnerà dunque a liberarla da questa relazione tossica.
Adria Arjona e Glen Powell in una scena di Hit Man. Foto di Courtesy of Netflix
Richard Linklater e Glen Powell adattano una storia vera
Hit Man è tratto da una storia vera documentata dal Texas Monthly nel 2001. L’articolo omonimo è stato scritto da Skip Hollandsworth, il cui lavoro è servito come base per un’altra commedia nera/docu-dramma di Linklater, Bernie. Quel film, interpretato da Jack Blacknel ruolo di un becchino condannato per omicidio, adatta una storia assurda e la infonde con l’umanesimo naturale di Linklater e con un commento acuto sulla cultura texana.
Originario di Lone Star, Linklater è per il Texas quello che Martin Scorsese e Spike Leesono per New York. Linklater ammira la sua educazione, ma i suoi film esaminano attivamente i codici e le aspettative della società, che sono stati portati avanti dalla sua gente. Hollandsworth, giornalista ed editore texano, è perfettamente complementare al regista, poiché entrambi si interessano alle stranezze della vita quotidiana.
Adria Arjona e Glen Powell in una scena di Hit Man. Foto di Courtesy of Netflix
Hit Man è basato sulla storia di un killer a pagamento sotto copertura in Texas
Hit Man racconta dunque la procedura di arresto di persone che si rivolgono a killer a pagamento. Quando la polizia riceve una soffiata su una persona che sta cercando di uccidere qualcuno, invia Gary Johnson per incontrare questo “cliente”. Se riesce a ottenere dal cliente la confessione di voler uccidere una persona specifica, la polizia ha le basi per un arresto. L’ampia storia di Hollandsworth è stata studiata e approfondita e attraverso l’articolo il lettore comprende l’impenetrabile psicologia di Gary Johnson, un vero e proprio “jack of all-trades“.
Può sembrare inverosimile che una persona possa aver organizzato oltre 60 arresti di persone che sollecitavano un assassino professionista senza che la sua copertura fosse mai compromessa, ma Hollandsworth sottolinea il carisma con cui Johnson si comportava durante ogni incontro con un “cliente”. Johnson attendeva che le persone confermassero la loro voglia di far colpire un determinato bersaglio, di solito un amante infedele o un rivale invidioso. Una volta che il sospettato ordinava il colpo, la polizia poteva procedere con l’arresto.
Johnson è dunque un uomo imperscrutabile. La sua aura misteriosa lo rende il finto killer ideale, un vero camaleonte umano in grado di adattarsi all’ambiente circostante. Hollandsworth lo caratterizza come un individuo medio, mite, che nessuno guarda in faccia, scrivendo che lo si potrebbe scambiare per un semplice “impiegato di basso livello” dell’ufficio del Procuratore Distrettuale. Vive uno stile di vita preciso e rigoroso che lo porta a pranzare ogni giorno nello stesso locale.
Glen Powell in Hit Man
Lo stile di vita sobrio e la dicotomia tra gusto di alta classe e lavoro di bassa classe è invocata dai più importanti killer professionisti fittizi, tra cui il killer solitario di Le Samouraï di Jean-Pierre Melville, il nichilista amante del jazz di Tom Cruise in Collateral e il cacciatore senza emozioni di Michael Fassbender in The Killer. Contrariamente a questi personaggi dotati anche di quel carattere duro che ci si aspetta da un assassino, Johnson ascolta musica classica e audiolibri in auto ed è in tutto e per tutto ben distante dallo stereotipo del sicario.
Sotto la sua facciata di professore universitario senza pretese, Johnson ha inoltre profonde meditazioni sullo stato della vita moderna all’inizio del secolo. Nell’economia consumistica iperattiva dell’America, Johnson non è affatto sorpreso che le persone cerchino rimedi rapidi ai loro problemi. “Oggi le persone possono pagare per far riparare i loro televisori e raccogliere la loro spazzatura, quindi perché non possono pagare me, un sicario, per riparare le loro vite?“. Rifletteva il vero Johnson. Il finto killer ha osservato che lo stato precario dell’economia ha spinto a prendere misure drastiche. “Quando le cose cominciano ad andare male… tutti diventano un po’ più pazzi e cominciano a pensare di far fuori qualcun altro“, ha detto.
L’assurdità riproposta dall’articolo del Texas Monthly è un sottoprodotto dell’angoscia della classe media prevalente all’inizio del secolo, ampiamente espressa nei film del 1999, tra cui Fight Club e Office Space. Nel film, persone con problemi relativamente innocui ricorrono all’estremo assumendo un killer a pagamento. Secondo Johnson, però, la maggior parte dei suoi clienti non erano ex detenuti. Erano cittadini onesti che non avevano mai ricevuto una multa per eccesso di velocità. La facilità con cui individui appartenenti a un mondo civilizzato si spingono a misure così drastiche racconta dunque del degrado dell’America idealista.
Come dice Hollandsworth, gli incontri di Johnson con i clienti che ordinavano i colpi erano “studi da manuale sulla banalità del male“. Le motivazioni che spingevano i clienti a richiedere i servizi del sicario sotto copertura non erano certo moralmente giustificabili, dato che la maggior parte dei casi riguardava sospetti di adulterio, frustrazioni con i datori di lavoro o dispute per la custodia. La cosa più sconcertante è che, anche quando Johnson iniziò ad attirare l’attenzione dei media a partire dallo Houston Chronicle, con storie che stampavano il suo nome e citazioni di Johnson, i clienti non diminuirono. La richiesta di assassini continuò ad essere alta.
Glen Powell e Adria Arjona in Hit Man
Gary Johnson di Hit Man nella vita reale era una star carismatica
Il tratto distintivo di Gary Johnson, l’abilità che gli ha permesso di eccellere in questo ruolo è stata la persuasione. Nonostante il suo atteggiamento mite, il carisma di Johnson non conosceva limiti: la sua personalità contagiosa portava i clienti a chiedere effettivamente l’assassinio del rispettivo bersaglio senza mai far sospettare che fosse in atto un inganno. L’astuta persuasione di Johnson flirtava a volte con la palese manipolazione.
Un avvocato o un giudice avrebbero potuto ragionevolmente criticare alcune delle sue astute tattiche per ottenere una confessione. In definitiva, l’unica accusa che un pubblico ministero potrebbe rivolgere a Johnson è quella di essere l’attore più convincente del mondo. Nel mondo delle indagini sotto copertura, Johnson è Laurence Olivier, come dice Hollandsworth. Un supervisore di Johnson ha dichiarato: “Gary è davvero un grande interprete che può trasformarsi in qualsiasi cosa abbia bisogno di essere in qualsiasi situazione si trovi“. Si adatta alle circostanze del cliente modificando il suo guardaroba o la sua personalità.
L’attesa per Hit Man va dunque oltre i principali talenti coinvolti nel film. Non solo il film è basato su una surreale storia vera, ma la vita di Gary Johnson è l’analogo perfetto del cinema. Ha vissuto grazie all’inganno, che è il cuore del processo cinematografico. L’articolo di Skip Hollandsworth sul Texas Monthly parla di un uomo che usa il fascino per raggiungere i suoi obiettivi. Tra le star del cinema in attività, quante sono più affascinanti di Glen Powell? L’attore è pronto a fare il salto verso la superstar e questo film di Richard Linklater lo eleva sicuramente ad un gradino più alto.
David Harbour, che ha fatto il suo ingresso nel MCU con Black Widow, ha confermato su Instagram di aver terminato le riprese di Thunderbolts* dei Marvel Studios. L’attore ha anche condiviso sul proprio profilo social quello che sembra essere un poster di propaganda d’epoca con Red Guardian all’apice della Guerra Fredda. La scritta in russo dovrebbe tradursi in “Siamo indomabili come il Guardiano Rosso“.
Dato che le riprese del film si stanno ormai avviando alla conclusione, quando il mese prossimo i Marvel Studios si recheranno al Comic-Con ci aspettiamo che un nuovo sguardo sui Thunderbolts* venga rilasciato durante quello che sarà sicuramente un memorabile panel nella Hall H. C’è una buona probabilità che venga rilasciato anche online e, se siamo davvero fortunati, potremmo anche vedere Sentry.
“È così interessante pensare a dove Red Guardian finisce alla fine di ‘Black Widow’, dopo che la sua storia è conclusa e cosa gli succederà dopo essere uscito di prigione“, ha detto Harbour in una recente intervista. “Dove va? Anche riallacciare i rapporti con Florence [Pugh] sarà fantastico“. “Mi piacerebbe vedere – perché è un idiota ed è un egocentrico – tutte queste cose, ma ha questo fuoco dentro di sé, e penso che potrebbe essere all’altezza di certe occasioni se gliene venisse data la possibilità“.
Durante il panel dei Marvel Studios al D23 2022, il presidente dei Marvel StudiosKevin Feige ha svelato il cast del prossimo film Thunderbolts*, che sarà una squadra composta principalmente da supercriminali e antieroi. Comprende la Contessa Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus), Red Guardian (David Harbour), Ghost (Hannah Jon-Kamen), US Agent (Wyatt Russell), Taskmaster (Olga Kurylenko), Yelena Belova/Black Widow (Florence Pugh) e Il Soldato d’Inverno (Sebastian Stan). Secondo quanto appreso la contessa Valentina Allegra de Fontaine metterà insieme la squadra e potrebbe anche essere parzialmente responsabile della creazione di Sentry.
Harrison Ford – ammesso che sia ancora presente – sostituirà il defuntoWilliam Hurt nei panni di Thaddeus “Thunderbolt” Ross. Thunderbolts* è attualmente previsto nelle sale il 2 maggio 2025. Il film sarà diretto da Jake Schreier, la cui storia come regista non è estremamente ampia, avendo lavorato solo a Robot & Frank del 2012, Paper Towns del 2015 e alla versione filmata del 2021 di Chance the Rapper’s Magnificent Coloring World Tour.
Le cineprese continuano a girare sul set del film Superman, a Cleveland e, sebbene le foto di oggi non siano così rivelatrici come quelle condivise online all’inizio della settimana, abbiamo un nuovo video molto interessante che potrebbe confermare l’apparizione di un certo personaggio nel reboot del DCU. Protagonista di questo nuovo filmato è il Mr. Terrific di Edi Gathegi, intento a muoversi lungo la strada e comportarsi in modo… piuttosto strano! L’eroe sembra interagire con qualcuno/qualcosa che non si vede, il che ha portato a speculazioni sul fatto che Superman avrà un personaggio completamente in CGI.
La teoria subito diffusasi – in particolare guardando i movimenti e i gesti di Terrific verso la fine del video – riguarda Krypto, il fedele cagnolino di Superman. Ulteriori foto poi diffuse sembrano confermare ulteriormente tale teoria, in quanto in esse viene mostrato Mr. Terrific con in mano una scatola di crocchette per cani Milk Bone. È dunque sempre più probabile che tale personaggio, di cui si vociferava da tempo, farà il suo debutto sul grande schermo proprio con il film scritto e diretto da James Gunn.
Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.
Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.
“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, animazione e giochi”.
Si terrà sabato 29 giugno, alla presenza dei membri fondatori, la serata di presentazione ufficiale di Collettivo Chiaroscuro – CCS –The Art of Italian Cinematography and Beyond, associazione di direttori della fotografia italiana che si uniscono per fare squadra e raccontare il loro mestiere. “Consapevoli che il cinema è un’arte collettiva, siamo nati con lo scopo di aprire nuovi canali di comunicazione con i nostri colleghi di tutte le altre discipline. Nel percorso che vogliamo intraprendere avvertiamo la necessità di rafforzare il dialogo e le sinergie sia sul piano del linguaggio, sia sui piani della creatività visiva e delle possibilità del racconto.” Si legge così nel manifesto dell’associazione, e noi di Cinefilos.it abbiamo raggiunto al telefono Luca Ciuti, direttore della fotografia e Vicepresidente di Collettivo Chiaroscuro – CCS per farci raccontare la genesi e il futuro di questa avventura.
Luca Ciuti, direttore della fotografia e Vicepresidente di Collettivo Chiaroscuro – CCS
Attivo da vent’anni nel mondo del cinema, della tv, dello spettacolo dal vivo tra Italia e Regno Unito, Ciuti ha illustrato la nascita del collettivo, ma anche quelle che sono le motivazioni, le necessità e le intenzioni di una categoria imprescindibile per la settima arte.
“Il collettivo nasce dalla necessità di tanti direttore della fotografia, che negli anni ci siamo avvicinati e conosciuti. Alcuni di noi durante il lockdown del 2020 abbiamo sfruttato la possibilità del riposo forzato per riunire la maggior parte dei rappresentati di questa categoria in Italia. Eravamo 130 direttori della fotografia nella stessa chiamata zoom! Molti di quelli sono confluiti nel collettivo, grazie a quella prima esperienza di scambio, siamo riusciti a unirci e a trovare un accordo con una serie di agenzie di rappresentazione di categoria che hanno deciso di rappresentarci. La cosa è inedita in Italia ed è stata possibile perché alcuni di noi, compreso me, abbiamo vissuto all’estero e rientrando qui abbiamo trovato difficoltà a confrontarci con un mercato in cui bisognava fare sempre un gioco a ribasso. È un problema quando il tuo lavoro è anche la tua passione, ti senti messo alle strette. Ma questa esperienza ci ha dato forza e ci ha fatto capire che avevamo bisogno di fare squadra.”
Un’idea nata nell’inattività del primo lockdown
Dal primo incontro in lockdown sono stati fatti poi passi da gigante: un nucleo di circa trenta membri ha cominciato a costruire l’idea di un’associazione che avesse nel nome la parola “collettivo”. “Volevamo dare un’idea molto precisa – spiega Luca Ciuti – Non volevamo appoggiarci esclusivamente sulla forza dei membri più conosciuti e famosi, ma anche aprirci a tante altre realtà. Ci sono tantissimi colleghi bravissimi di ogni genere e età che lavorano nel tessuto industriale italiano, che realizzano tanti bei prodotti e progetti, dal più commerciale al più artistico, che meritano visibilità.”
Luca Ciuti – Foto di Arianna Genghini
Uno scambio di esperienze
Un primo scopo del Collettivo Chiaroscuro – CCS è quindi lo scambio, a qualsiasi livello, di esperienze tra colleghi. Ma anche la formazione avrà un ruolo importante nel futuro dell’associazione. “Vogliamo crescere insieme, fare formazione per i soci e per chi non appartiene al gruppo. Organizzare masterclass, poter permettere a tutti i soci di condividere il sapere, ma anche una necessità di cominciare a parlarsi in maniera continuativa. Per una questione legata alla natura del lavoro, le strade dei direttori della fotografia non si incrociano quasi mai, noi vogliamo creare una comunicazione” ha dichiarato Luca Ciuti.
L’associazionismo di categoria all’estero, in Europa, è molto forte, e l’intenzione e di replicare quel modello anche per l’Italia, dove fino a qualche tempo fa si immaginava un mondo chiuso su se stesso: “La mentalità si sta evolvendo e si sta avendo un ricambio generazionale. Abbiamo cominciato a cambiare rotta. Viviamo in una società in cui ci si basa spesso sulla gerarchia, sicuramente è una realtà, ma, ad esempio, il nostro Presidente, Paolo Carnera, un gigante dalla carriera lunghissima, ha atteggiamento diverso, è una grandissimo professionista con un talento incredibile che professionalmente ha sempre saputo rinnovarsi e stare al passo con i tempi.
Paolo ci tiene ad avere un rapporto con i giovani, mentre i racconti del centro sperimentale che ho frequentato dicevano una cosa diversa: i grandi maestri erano distanti dai giovani perché avevano paura di essere scavalcati, ma è un falso mito! Se condivido il mio sapere con gli altri posso solo fare del bene, non esiste che gli altri mi rubino il lavoro per questo. Il lavoro di direttore della fotografia per natura possiede una componente discrezionale e artistica che non si può “rubare”, il resto è tecnica, e si impara. Se non hai una verve artistica personale diventi un bravo artigiano, ma difficilmente sei un artista con una personalità.”
Luca Ciuti – Foto di Stefano Sacchi
Creare una narrazione legata ai direttori della fotografia
Un altro scopo del Collettivo Chiaroscuro – CCS è creare una narrazione introno a questa professione: “All’interno del collettivo ci siamo divisi i compiti e io ho l’onere di gestire il gruppo della comunicazione anche attraverso la gestione del sito. Sentivo la necessità di creare un portale che diventasse un riferimento della direzione della fotografia in Italia, ho sempre sentito la mancanza di una letteratura e di una narrativa che raccontasse il nostro mestiere. Se sei anglosassone, francese, hai la possibilità di accedere al sapere attraverso pubblicazioni e siti che da noi non esistono. Ci sono alcuni articoli qua e là e sono sempre legati a brand o compagnie di prodotti. Noi stiamo cercando di fare questo adesso, creare una narrazione” chiarisce Luca Ciuti, per poi addentrarsi nel dettaglio.
“Ad esempio: Paolo (Carnera) fa dei film bellissimi ma è difficile trovare articoli in cui gli viene chiesto come lavora. Magari ci sono dei brand che offrono al direttore della fotografia delle attrezzature e quindi vogliono parlare di quei prodotto, lenti, luci o camere. Ma in questo tipo di articoli manca la componente artistica del lavoro. Secondo noi, è giusto che si sappia come ci si approccia a questo mestiere, è giusto che gli studenti sappiano com’è l’interno dell’industria del Paese in cui vivono. Abbiamo deciso di investire tanto nella comunicazione e nella narrazione del nostro lavoro.”
In Italia manca una letteratura relativa alla direzione della fotografia
La missione principale è dunque creare una letteratura intorno al lavoro di direttore della fotografia: “‘Vogliamo darci e aprirci agli altri. Non vogliamo nasconderci, stare all’interno di un luogo chiuso, vogliamo poterci interfacciare con gli altri, con i collaboratori degli altri reparti, vogliamo fare rete. C’è una grande voglia di condivisione: quando abbiamo fondato l’associazione eravamo 27, dopo un mese eravamo già saliti a 60, ora siamo 74 direttori della fotografia, tutti attivi, e abbiamo altri nomi che vogliono associarsi. A dicembre scorso ci siamo incontrati per un aperitivo, eravamo circa 50 persone e io non ho mai visto così tanti DOP tutti insieme: avevo davanti a me la storia del cinema italiano e accanto a loro, giovanissimi che sono alle prime armi, e tutti si trattavano da pari. Tutti erano accessibili e desiderosi di condividere, ognuno di noi ha portato le proprie esperienze.”
L’ultima edizione dei David di Donatello, in cui i direttori della fotografia, ma anche costumisti, scenografi e tutti gli altri mestieri del cinema sono stati premiati lontani dalla platea e dal calore dei loro colleghi, ci ha dato forse il polso della situazione: è possibile che proprio la mancanza di racconto e letteratura rispetto alla direzione della fotografia e alle altre eccellenze che contribuiscono in maniera fondamentale e creare un film (o una qualsiasi altra opera audiovisiva), abbia contribuito a pensare che fosse una buona idea premiare i mestieri del cinema lontani dal palcoscenico principale, insieme a registi e attori?
Luca Ciuti – Foto di Arianna Genghini
Luca Ciuti: “L’assenza di narrazione produce un vuoto”
“È esattamente questo il punto – secondo Luca Ciuti – ho sempre sostenuto che in Italia ci sia stata una sorta di distrazione nei confronti delle professioni dovuta alla carenza di letteratura. Io sono un allievo di Giuseppe Rotunno, un mito, un maestro assoluto, mi ha insegnato tutto quello che so, è giustissimo parlare di lui, così come, ad esempio, di Vittorio Storaro. Sono i massimi esponenti della fotografia italiana, dei geni, ma negli anni sono cresciute tante altre generazioni di DOP, sono stati fatti tantissimi altri bei film, magari non tutti sono arrivati all’Oscar, ma il valore c’è sempre stato in maniera continuativa – prosegue Ciuti – Agli occhi del pubblico è come se avessimo perso importanza, perché nessuno ci racconta. L’assenza di narrazione produce un vuoto, e il vuoto produce indifferenza. Noi vogliamo colmare questo vuoto con una narrazione su di noi nella contemporaneità.”
C’è tanto da raccontare…
C’è tanto da raccontare, perché ogni tipo di situazione che i DOP illuminano (spot, film, concerto, serie tv, spettacolo dal vivo) è una storia diversa. Lo scopo del collettivo è evidentemente legato pure a questo aspetto di narrazione. Così, il sito del Collettivo Chiaroscuro – CCS servirà anche a questo, sarà una rappresentazione personalizzata dei membri, in cui ognuno avrà uno spazio, una scheda personale, con lavori svolti e contatti disponibili, per essere visibile, riconosciuto e raccontato.
“The Art of Italian Cinematography and Beyond non è solo uno slogan, ma un impegno a superare i confini tradizionali della nostra arte, esplorare nuove frontiere e abbracciare il futuro del cinema.”
Come riportato da Variety, Austin Butlerha rivelato in una video-intervista a BuzzFeed di aver sostenuto senza successo il provino per interpretare Peeta nel franchise di “Hunger Games“. Il ruolo è andato infine a Josh Hutcherson, che ha recitato in quattro film del franchise tra il 2012 e il 2015 accanto a Jennifer Lawrence nel ruolo di Katniss e Liam Hemsworthin quello di Gale. Il franchise, come noto, ha poi trasformato i tre attori in star mondiali.
“Ho fatto l’audizione per ‘Hunger Games’ e non mi hanno preso per niente“, ha detto Butler. “Non credo nemmeno di essere stato richiamato, qual è il personaggio, Peeta? È toccato a Josh Hutcherson, che è bravissimo“. All’epoca della produzione del primo film di “Hunger Games“, Butler era noto soprattutto per le sue partecipazioni a vari progetti di Disney Channel e Nickelodeon, come “Zoey 101“, “iCarly” e “Sharpay’s Fabulous Adventure“.
Josh Hutcherson nel ruolo di Peeta in Hunger Games
Austin Butler da The Carrie Diaries a The Bikeriders
Non avrà partecipato a “Hunger Games“, ma è stato scritturato nello stesso periodo nella serie prequel di “Sex and the City” della The CW, “The Carrie Diaries” e grazie poi a film come Elvis, Dune – Parte Due e The Bikeriders la sua carriera è ora in un vero e proprio periodo d’oro, che dunque Austin Butlerè comunque riuscito a raggiungere, anche senza Hunger Games. Sono poi molti altri i progetti che avranno nei prossimi anni Butler come protagonista, a partire dall’annunciato nuovo film di Darren Aronofsky.
Hunger Games, nel 2026 il prossimo film della saga
Un nuovo film prequel di Hunger Games uscirà nelle sale nel 2026. Già dopo che lo scorso novembre il prequel di La ballata dell’usignolo e del serpente ha conquistato 337 milioni di dollari al botteghino, la Lionsgate ha annunciato che gli spettatori potrebbero non aver visto Panem, la distopia in cui è ambientata la storia, per l’ultima volta.
Il nuovo film inizierà la mattina della mietitura dei 50esimi Hunger Games, noti anche come Second Quarter Quell, in cui gareggiò Haymitch Abernathy, interpretato da Woody Harrelson nella serie originale. Haymitch Abernathy, come noto, sarà poi il mentore di Katniss e Peeta nei 74esimi Hunger Games.
Per troppo a lungo la principessa è stata raffigurata come una donna bisognosa di essere salvata da un cavaliere o un principe azzurro. Fortunatamente, negli ultimi decenni, sono stati realizzati una serie di film che hanno decostruito questo stereotipo fornendo principesse del tutto capaci di badare a sé stesse. Da Mulana Brave – Ribelle, da Oceaniaa Biancaneve e il cacciatore, fino al recente Damsel, sono solo alcuni di titoli che propongono ciò, a cui si può aggiungere il film del 2022 dal titolo The Princess (qui la recensione).
Diretto da Le-Van Kiet (regista anche di Furie e Sharks: Incubo dagli abissi), questo film si propone infatti di resistiture allo spettatore una principessa estremamente abile tanto nel gestire gli intrighi a corte quanto i combattimenti. La somiglianza con il citato Damsel – disponibile su Netflix – che vede protagonista la nota attrice Millie Bobby Brown è quasi sospetta, ma per quanto i due film siano simili, The Princessoffre una più approfondita riflessione sul ruolo della donna, sugli archetipi e gli stereotipi che ne possono derivare.
Un film d’avventura che si prefige dunque di raccontare qualcosa che va al di là di ciò che si vede e che per ogni appassionato del genere è senza dubbio un titolo da non perdere. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a The Princess. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al signifcato del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di The Princess
Protagonista del film è una bella e determinata principessa nelle cui mani risiede il destino del regno. Quando la giovane reale viene promessa in sposa al crudele e sociopatico Julius, lei si rifiuta categoricamente. La principessa viene così rapita e rinchiusa in una remota torre, da cui dovrà evadere a tutti i costi se vuole impedire al suo pretendente di usurpare il trono di suo padre, il Re, e salvare il regno da un destino nefasto. Per lei sarà dunque l’occasione per mettersi alla prova e dimostrare tutto il suo valore.
Ad interpretare la principessa protagonista vi è l’attrice Joey King, nota per aver recitato nella trilogia The Kissing Booth e per le serie The Act e We Were the Lucky Ones. Per The Princessl’attrice ha fatto circa “l’85-90% di quello che le si vede fare nel film“, quindi si è allenata a brandire una spada e nel combattimento. Nel ruolo di Julius vi è invece l’attore Dominic Cooper, mentre Olga Kurylenko è Moira, la sua spietata amante. Veronica Ngo, invece, è Linh, addestratrice della principessa.
Nel ruolo del re si ritrova Ed Stoppard, mentre Alex Reid è la regina. Completano il cast Katelyn Rose Downey nel ruolo di Violet, la sorella della principessa, Kristofer Kamiyasu in quelli di Khai, lo zio di Linh, e Fergus O’Donnell quelli di Kurr, uno dei soldati di Julius. Antoni Davidov e Todor Kirilov sono rispettivamente il Merc Leader e l’Heavy Merc. Ad interpretare la principessa da giovane, invece, vi è Allegra du Toit.
Cosa accade nel finale e perché il nome della principessa non viene rivelato?
Nel terzo atto di The Princess, la Principessa riesce a tornare di nascosto al castello, dove si riunisce con Linh e Violet. Le tre si dotano di armi in un magazzino segreto e la Principessa e Linh combattono i mercenari, mentre Violet libera Khai. La Principessa si scontra poi anche Moira, uccidendola. A quel punto affronta Julius in un combattimento singolo e con l’astuzia riesce a decapitarlo, ponendo fine alla sua minaccia. Finalmente convinto della forza della figlia, il re la nomina erede al trono e decreta che le donne del regno possano scegliere la propria strada nella vita.
The Princessè ovviamente da intendere come una storia ampiamente simbolica. Vengono forniti pochissimi dettagli sul regno o sul mondo circostante e i personaggi sono tutti molto semplici. C’è un motivo per cui la principessa non viene nominata: è intesa più come un archetipo che come una persona reale, e tutti gli altri personaggi della storia la vedono solo come il suo ruolo e non come un individuo a sé stante. La storia è quindi intesa come una sovversione del comune tropo della “principessa in un castello”, in cui l’archetipo della principessa esiste solo per essere salvato da qualcun altro.
Alla fine de The Princess la protagonista viene nominata successore del re, il che solleva la questione del perché il re non avrebbe potuto farlo fin dall’inizio. Il film suggerisce che la principessa doveva dimostrare la sua forza e il suo coraggio sia ai suoi genitori che al pubblico in generale – rappresentato dagli spettatori della battaglia finale – prima di essere accettata. Il finale del film consolida così la storia come una narrazione del superamento violento della tradizione patriarcale, rivelando che la principessa è molto più di una semplice principessa.
Il trailer di The Princess e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di The Princessgrazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 27 giugno alle ore 21:20 sul canale Rai 4.
La Francia è terra di sapori (Chocolat), di fioricoltura (La signora delle rose) e di fragranze. Su questi ultimi si è concentrato il film del 2019 dal titolo I profumi di Madame Walberg, diretto da Grégory Magne, qui al suo secondo lungometraggio dopo L’air de rien, commedia del 2012. Anche questo suo secondo film è una commedia, nel pieno della tradizione francese, ma presenta anche elementi più “drammatici” che conferiscono al racconto un’emotività ancor più forte.
L’idea per questo film, come ha raccontato il regista, è nata quando in mezzo ad una folla un profumo familiare ha catturato la sua attenzione. Da lì è nata la curiosità di esplorare la vita di una persona con il senso dell’olfatto più sviluppato rispetto a quello di una persona normale e come questa abilità possa influenzare le sue relazioni sociali, le sue emozioni o il suo carattere. Il regista ha poi deciso di concentrarsi su chi sulle capacità del proprio olfatto ha costruito una carriera professionale.
Con la sfida di proporre ciò sullo schermo, come anche la volontà di resistituire l’idea degli odori, I profumi di Madame Walberg si configura dunque come una visione piacevole e appassionante. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a I profumi di Madame Walberg. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Protagonista di questa storia è Anne Walberg, una donna un pò altezzosa e poco cordiale, con una grande fama nel campo dei profumi. Anne produce incredibili fragranze che rivende a diverse aziende di alto livello. Abituata a comportarsi come una diva, visto il suo talento e successo, Anna, ama stare da sola e si preoccupa solo di se stessa, è una donna puntigliosa dalle grandi pretese. Guillaume Favre, invece, è il suo nuovo autista, un uomo solare, dal carattere aperto e allegro.
Guillaume ha però appena divorziato da sua moglie, si sta trasferendo in una nuova casa e sta cercando di ottenere l’affido di sua figlia. In un momento così complicato, per Guillaume il lavoro rappresenta l’unico punto fermo. I due, nonostante siano dotati di caratteri opposti e spesso finiscano con il litigare, scopriranno a poco a poco un’intensa amicizia che li trasformerà e li spingerà a riappropriarsi della propria vita. Proprio come le essenze di Anne, anche la “contaminazione” tra loro darà vita a qualcosa di incredibile.
Il cast del film
Ad interpretare Anne Walberg vi è l’attrice Emmanuelle Devos, celebre per i film Sulle mie labbra (2001) e I re e la regina (2004), ma recentemente vista in Tromperie – Inganno (2021), Masquerade – Ladri d’amore(2023) e A silence (2024). Per prepararsi a questo ruolo, l’attrice ha deciso di saperne di più del mestiere di Anne e ha perciò trascorso molto tempo insieme a Christine Nagel, uno dei “nasi” più celebri di Francia, creatrice di profumi per grandi marchi tra cui Lancômee Guerlain.
Il personaggio principale del film, in realtà, si ispira al famoso “naso” che ha ideato J’adore, iconica fragranza di Dior. Nel ruolo di Guillame, invece, si ritrova l’attore Grégory Montel, noto in Francia per il personaggio dell’agente della Bohème borghese Gabriel Sarda nella serie Call My Agent!. Accanto a loro si ritrova poi il noto attore spagnolo Sergi López nel ruolo del dottor Patrick Ballester, specializzato in problemi olfattivi. Completano il cast Gustave Kervern nel ruolo di Arsène e Zéli Rixhon in quello di Léa Favre, figlia di Guillaume.
Nel corso del film, Anne rivela a Guillame di soffrire di perdita dell’olfatto, specialmente quando si trova sottopressione. Quando un giorno, demoralizzata dalla cosa, Anne prende dei sonniferi di troppo, lui decide di portarla immediatamente in ospedale, al cospetto del dottor Patrick Ballester, specializzato in problemi olfattivi. Nel far ciò, però, Guillame si vede tolti dei punti dalla patente per guida spericolata e perde dunque il suo lavoro di autista. Ma Anne si è ormai affezionata a lui e tenta di rintracciarlo.
Quando finalmente lo trova, impegnato ora con un lavoro da tagliaerba, Anne gli proprone di diventare il suo agente, mentre lei continuerà a lavorare con un olfatto che sta piano piano tornando, con l’intento di reintrodursi nell’industria dei profumi che l’ha respinta. Guillaume accetta con entusiasmo e con quel suo nuovo lavoro si presenta al tribunale, dove ottiene l’affidamento congiunto della figlia. Il film si conclude poi con i due protagonisti che entrano nella sede di Dior per presentare i loro nuovi profumi.
Il trailer di I profumi di Madame Walberg e dove vedere il film in streaming e in TV
Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di giovedì 27 giugno alle ore 21:20 sul canale Rai 3. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.
È però bene notare che, nonostante sia indicato come protagonista del film, Willis abbia in realtà un ruolo molto ridotto. L’attore, infatti, ha negli ultimi anni ridotto drasticamente i suoi impegni cinematografici, limitandosi a brevi apparizioni che comportano dunque il minimo impegno possibile. Questa formula, da molti criticata, si è dimostrata particolarmente vantaggiosa per lui, che ha così avuto modo di districarsi tra diversi lungometraggi girati tutti in brevi periodi.
Ora che l’attore ha annunciato il suo ritiro, recuperare anche questi suoi ultimi film può essere un dovuto omaggio alla sua carriera. Prima di intraprendere una visione di I predoni, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Dave Bautista e Christopher Meloni in I predoni. Foto di Brian Douglas
La trama di I predoni
La storia si apre su una banda di criminali armati fino ai denti mette che a segno il colpo perfetto sottraendo a un noto istituto di credito una cifra pari a circa 3 miliardi di dollari, lasciandosi alle spalle una sconvolgente scia di morti e sangue. Per investigare sulla brutale rapina, verrà chiamato l’agente dell’FBI Jonathan Montgomery, affiancato dal suo collega Stockwell e dall’ultimo arrivato Wells. I sospetti dei tre ricadono immediatamente sul ricco magnate e proprietario della banca Jeffery Hubert, che sembra aver agito per conto di alcuni suoi potenti clienti.
Mentre le indagini conducono sempre più verso una fitta rete di intrighi e corruzione, un’altra rapina, sempre in una banca appartenente a Hubert, non farà altro che confermare le ipotesi di partenza: è in atto una potente cospirazione segreta, dovuta forse a un vecchio debito da riscattare, che il ricco magnate vuole nascondere a ogni costo. Gli agenti dell’FBI, che per risolvere il caso si spingeranno al confine tra bene e male, scopriranno però che dietro le terribili rapine potrebbe celarsi qualcosa che non ha niente a che fare con il denaro.
Il cast del film
Ad interpretare l’agente speciale Jonathan Montgomery vi è l’attore Christopher Meloni, noto per aver interpretato il detective Elliot Stabler nel legal drama della NBC Law & Order: Unità vittime speciali. Nel ruolo dell’agente Stockwell vi è invece Dave Bautista, oggi noto principalmente per il ruolo di Drax nel Marvel Cinematic Universe ma anche per film come Bussano alla porta e Glass Onion. L’agente Wells, invece, è interpretato da AdrianGrenier, noto soprattutto per la sua interpretazione di Vincent Chase nella serie televisiva Entourage.
Vi sono poi Texas Battle nel ruolo del Ranger TJ Jackson e Johnathon Schaech in quello del Detective Brian Mims. Bruce Willis ricopre il ruolo di Jeffrey Hubert, il proprietario della banca che subisce un furto, sul quale però ricadono diversi sospetti. Willis accettò di partecipare a I predoni a patto di girare tutte le proprie scene nel minor numero possibile di giorni. Completano poi il cast gli attori Lydia Hull nei panni dell’agente speciale Lydia Chase, Tyler Jon Olson in quelli del Detective Zach Derohan e Danny A. Abeckaser in quelli del Detective Antonio Leon.
Una scena di I predoni. Foto di Brian Douglas
La spiegazione del finale di I predoni
Nel finale del film si scopre che Hubert aveva cospirato con il senatore Cook per impedire a suo fratello Alexander di rilevare l’azienda. I due hanno informato l’unità Ranger con informazioni false su una minaccia terroristica in Costa Rica. I Ranger inviati vennero quindi giudicati come agenti disonesti e caddero in un’imboscata di una squadra di Forze Speciali che non sapeva della loro innocenza. TJ fu l’unico sopravvissuto e fu salvato da Wells, allora cecchino delle Forze Speciali.
Con i suoi beni congelati, Hubert effettua dunque frettolosamente grossi prelievi di denaro non autorizzati per fuggire dal Paese. TJ viene invece rintracciato dall’FBI in un locale per concerti e preso in custodia. L’agente speciale Wells dell’FBI si rivela a questo punto essere il capo della banda di ladri e tre membri delle forze speciali che hanno attaccato la squadra di TJ sono suoi complici. Wells ha infatti pianificato le rapine come vendetta per il massacro dei Ranger a cui ha preso parte.
Ricordando un dettaglio chiave nella posizione di una mappa, il detective Mims prevede che Wells sia il ladro e arriva mentre egli si prepara a lasciare il nascondiglio con il denaro. Tormentato dalla coscienza sporca e dalla prognosi terminale di cancro della moglie, Mims supplica Wells di permettergli di restituire il denaro rubato e di fare ammenda. Wells cerca di ragionare con Mims, ma lo uccide quando Mims alza la pistola. Qualche tempo dopo, Montgomery rintraccia Hubert a Tijuana, in Messico.
Trova Wells che si sta preparando a uccidere Hubert in un ristorante e gli dice che il denaro rubato non avrebbe riportato indietro nessuno, ma che ci sono molte persone che invece soffrono per le sue azioni. Montgomery si siede allora al tavolo di Hubert, sorseggia del vino con lui solo per poi pugnalarlo con una lama nascosta. Wells, dopo aver sparato alla guardia del corpo di Hubert, scambia uno sguardo con Montgomery e se ne va. Il film, dunque, si conclude portando alla luce temi come la corruzione nelle sfere del potere e il labile confine tra bene e male.
Il trailer di I predoni e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di I predoni grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 27 giugno alle ore 21:20 sul canale Rai 4.
Empire Magazine ha condiviso nuove immagini e cover dedicate a Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere. Nelle immagini, oltre ai protagonisti Galadriel e Sauron, possiamo dare anche un primo sguardo agli Spettri dei Tumuli che faranno il loro debutto nella seconda stagione della serie Prime Video.
Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere tornerà il 29 agosto. Fino ad allora, i fan possono solo speculare sulle prossime avventure. Se non avete ancora visto la prima stagione, è disponibile in streaming su Prime Video. Preparatevi a un’altra epica saga nella Terra di Mezzo.
La prima stagione deIl Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere ha ottenuto un successo senza precedenti, è stata vista da più di 100 milioni di persone in tutto il mondo, con più di 24 miliardi di minuti di streaming. L’attesissima serie ha conquistato più di 25 milioni di spettatori nel mondo nel suo primo giorno di uscita, divenendo il più grande debutto nella storia di Prime Video, e ha anche debuttato al n. 1 nelle classifiche di streaming generali di Nielsen nel suo weekend di uscita.
Lo show ha inoltre battuto tutti i precedenti record di spettatori di Prime Video, e ha portato nuove iscrizioni a Prime più di qualsiasi altro contenuto precedentemente lanciato. Inoltre, Gli Anelli del Potere è la prima serie Original in ogni area del mondo – Nord America, Europa, area Asia-Pacifico, America Latina e nel resto del mondo. Il finale di stagione è stato un evento culturale globale con numerosi hashtag dedicati alla serie tra cui #TheRingsofPower e altri in trend su Twitter in 27 Paesi per un totale di oltre 426 ore nel weekend.
La seconda stagione di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è prodotta dagli showrunner ed executive producers J.D. Payne & Patrick McKay. A loro si uniscono gli executive producer Lindsey Weber, Callum Greene, Justin Doble, Jason Cahill e Gennifer Hutchison, insieme alla co-executive producer Charlotte Brandstrom, i produttori Kate Hazell e Helen Shang e i co-produttori Andrew Lee, Matthew Penry-Davey e Clare Buxton.
La nuova stagione debutterà a livello globale giovedì 29 agosto 2024 su Prime Video, in più lingue e in oltre 240 Paesi e territori. Per rimanere aggiornati su tutte le novità relative alla serie Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, visitate la pagina dedicata sul sito di Amazon MGM Studios.
Sony e Legendary hanno annunciato che il loro film live-action Street Fighter, basato sui classici videogiochi di Capcom, uscirà nelle sale il 20 marzo 2026.
La notizia della data di uscita arriva poco dopo la notizia che Danny e Michael Philippou, i gemelli registi australiani meglio conosciuti per il loro film horror A24 Talk to Me, hanno lasciato la direzione del progetto. I dettagli sulla trama dell’adattamento cinematografico sono ancora nascosti, ma dato quello che è stato annunciato oggi, ci si può aspettare che presto sentiremo parlare di un nuovo regista per questo importante progetto basato sulla IP. Sony distribuirà il film, co-sviluppato e prodotto con Capcom.
Dal lancio del franchise nel 1987, sono state vendute più di 49 milioni di unità in tutto il mondo, rendendo Street Fighter uno dei franchise più conosciuti e con i maggiori incassi di tutti i tempi. Il capitolo più recente, Street Fighter 6, è stato rilasciato su PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X | S e PC tramite Steam lo scorso giugno.
Anche se per il momento il fine settimana del 20 marzo 2026 non ha ancora rivali diretti, altri titoli che usciranno in quel periodo includono The Cat in the Hat della Warner Bros. il 6 marzo, la nuova interpretazione di Mike Flanagan de L’Esorcista il 13 marzo e il sequel di Universal di The Super Mario Bros. Movie il 3 aprile.
Street Fighter è già arrivato sul grande schermo?
Street Fighter ha debuttato sul grande schermo nel 1994, durante un’ondata di adattamenti di videogiochi che comprendeva anche Super Mario Bros. e Mortal Kombat. Il film era interpretato da Jean-Claude Van Damme nei panni del colonnello Guile, leader di una forza di pace che si oppone al dominio del tirannico dittatore M. Bison (Raul Julia, nel suo ultimo ruolo prima della morte per cancro allo stomaco).
Il film si avvaleva di un cast eclettico, tra cui Ming-Na Wen, Kylie Minogue e Wes Studi; nonostante il solido pedigree da film d’azione dello sceneggiatore e regista Steven E. de Souza, autore di 48 ore, Commando e Die Hard, il film fu un flop per la critica, anche se guadagnò 99 milioni di dollari con un budget di 35 milioni. Capcom ci ha riprovato con Street Fighter: The Legend of Chun-Li del 2009, con Kristin Kreuk di Smallville nel ruolo di protagonista e Neal McDonough, Chris Klein e Michael Clarke Duncan. Questa volta, non solo la critica non è stata altrettanto gentile, ma anche il pubblico non è stato interessato; il film ha incassato 12,8 milioni di dollari a fronte di un budget di 50 milioni, ponendo fine alle ambizioni cinematografiche di Capcom fino ad oggi.
Il primo gioco Street Fighter è uscito nel 1987, ma il suo seguito del 1991, Street Fighter II, è considerato un enorme miglioramento rispetto al suo predecessore e rimane uno dei videogiochi più venduti di tutti i tempi. L’ultimo capitolo della serie, Street Fighter 6, è uscito l’anno scorso. Il nuovo film di Capcom e Legendary su Street Fighter sta cercando un regista; non è ancora stata annunciata una data di uscita.
Cosa sappiamo di questa versione di Street Fighter
Diretto dal regista Kitao Sakurai, Street Fighter porterà la battaglia dalle sale giochi al grande schermo con hadouk, calci rotanti e tutti i vostri personaggi preferiti.
Street Fighter vede protagonisti Noah Centineo nel ruolo di Ken Masters, Andrew Koji nel ruolo di Ryu, Callina Liang nel ruolo di Chun-Li, Joe “Roman Reigns” Anoa’i nel ruolo di Akuma, David Dastmalchian nel ruolo di M. Bison, Cody Rhodes nel ruolo di Guile, Andrew Schulz nel ruolo di Dan Hibiki, Eric André nel ruolo di Don Sauvage, Vidyut Jammwal nel ruolo di Dhalsim, con Curtis “50 Cent” Jackson nel ruolo di Balrog e Jason Momoa nel ruolo di Blanka.
L’uscita nelle sale di Street Fighter è prevista per il 16 ottobre 2026.
RS Productions è lieta di annunciare l’uscita nei cinema italiani dal 18 luglio di PADRE PIO di Abel Ferrara (Go Go Tales, Mary, Siberia, Pasolini, Zero and ones), che ne firma anche la sceneggiatura insieme a Maurizio Braucci.
Girato in Puglia, PADRE PIO è ambientato nel 1920 all’indomani della Prima Guerra Mondiale, quando la storia del religioso, interpretato da Shia LaBeouf, ha inizio. Arrivato in uno sperduto convento di Cappuccini a San Giovanni Rotondo,sulle montagne del Gargano, Padre Pio darà inizio al suo ministero e al suo cammino religioso personale – in cui la misteriosa apparizione delle stimmate coinciderà con un tragico evento che cambierà il corso della storia mondiale.
Il film è unalibera interpretazione e un ritratto il più possibile fedele dei primi anni del cammino spirituale del noto Frate Cappuccino e del suo ministero a San Giovanni Rotondo e delle vicissitudini che lo legarono agli abitanti del luogo. Tra povertà, malattie e disordini politici, l’arrivo del frate sarà fondamentale per riavvicinare alla religione quel luogo di devastazione all’apparenza dimenticato da Dio e i suoi abitanti. Nell’assistenza ai poveri e agli ultimi, con amore ed empatia, dopo la devastazione della prima guerra industriale, Padre Pio troverà la sua vocazione, ma dovrà anche affrontare inquietanti visioni, tormenti personali e le sue debolezze di uomo terreno.
Il film su Padre Pio dal 18 luglio al cinema
A vestire i panni del Santo di Pietralcina, in un’intensa interpretazione, la star internazionale Shia LaBeouf(tra le sue ultime pellicole da interprete Pieces of a Woman, Sangue Chiama Sangue, Honey Boy, Borg McEnroe), accompagnato dagli interpreti italiani Marco Leonardi (Il mio posto è qui), Asia Argento, Vincenzo Crea (Gloria!).
PADRE PIO è una co-produzione Italia-Germania, prodotto da Maze Pictures, Interlinea Film e Rimsky Productions, in associazione con Carte Blanche, con il contributo di Apulia Film Fund di Apulia Film Commission e Regione Puglia a valere su risorse del POR Puglia FESR-FSE 2014/2020, con il patrocinio e contributo della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, e con il sostegno della Regione Lazio – Fondo Regionale per il Cinema e l’Audiovisivo.
PADRE PIO del regista Abel Ferrarasarà nei cinema italiani dal 18 luglio distribuito da RS Productions.
Padre Pio, la trama
È la fine della Prima Guerra Mondiale e i giovani soldati italiani tornano a San Giovanni Rotondo, una terra di povertà, violenza storica e dominio ferreo della Chiesa e dei suoi ricchi proprietari terrieri. Le famiglie sono disperate, gli uomini sono distrutti, ma vittoriosi. Arriva anche Padre Pio in uno sperduto convento di Cappuccini, per iniziare il suo ministero evocando un’aura di carisma irresistibile, santità e visioni di Gesù, Maria e del Diavolo stesso. La vigilia delle prime elezioni libere in Italia fa da sfondo a un massacro storico, un evento tragico che cambierà il corso del mondo
Gli aggiornamenti ufficiali sui piani della Lucasfilm e della regista Sharmeen Obaid-Chinoy per il film di Star Wars incentrato su Rey sono stati pochi da quando il progetto è stato annunciato per la prima volta durante l’evento Celebration dello scorso anno, ma le voci continuano a rincorrersi e ora ci sono maggiori notizie su dovrebbero iniziare le riprese, insieme anche ad alcuni altri dettagli. Secondo l’insider Daniel Richtman, le riprese dovrebbero iniziare a settembre. Precedenti indiscrezioni avevano inoltre riportato che la Lucasfilm sta effettuando il casting per gli attori che interpreteranno i due apprendisti Jedi di Rey e il cattivo.
Richtman afferma però che il film sarà caratterizzato da “un sacco di nuovi giovani protagonisti“. Questi potrebbero essere gli studenti dell’accademia Jedi di Rey, ma alcune indiscrezioni hanno riportato che nel film ci saranno anche degli apprendisti Sith, quindi forse come Rey sta addestrando una nuova generazione di Jedi, qualuno potrebbe stare facendo la medesima cosa per conto delle forze del male. Per il momento si tratta di indiscrezioni non confermate, ma se davvero le riprese dovessero iniziare in autunno, possiamo aspettarci di sapere qualcosa di più di certo nelle prossime settimane.
Cosa sappiamo su Star Wars: Episodio X?
I dettagli sulla trama non sono ancora stati resi noti, ma sappiamo che il film sarà ambientato quindici anni dopo gli eventi de Star Wars: L’ascesa degli Skywalker e che Rey sarà una “potente maestra Jedi” che gestisce la propria accademia di addestramento quando la ritroveremo. La regia è affidata a Sharmeen Obaid-Chinoy, mentre il titolo per ora sembra essere Star Wars: Episode X – A New Beginning. Daisy Ridley, come noto, riprenderà il ruolo di Rey.
“Stavo morendo di paura prima di salire sul palco, perché nessuno sapeva che l’avrei fatto”, ha detto Daisy Ridley della sua apparizione a sorpresa al panel di Celebration. “Nessuno sapeva che sarei andata a Celebration, a parte Kathy [Kennedy] e un paio di persone. Ero così nervosa. Oh, mio Dio. È stata un’accoglienza meravigliosa. Sono molto emozionata. La storia è davvero bella. Sto aspettando di leggere il copione perché, ovviamente, non ho altri aggiornamenti. Non è quello che mi aspettavo, ma sono molto eccitato“.
Daisy Ridley ha mantenuto il riserbo sulla storia, ma ha confermato che il film sarà il prossimo progetto di Star Wars ad entrare in produzione. “Conosco la trama di un film. Non voglio dire che sia solo quella, ma è quello che mi è stato detto. E immagino che sarà il prossimo film, credo. Voglio dire, ancora una volta, non so, dopo gli scioperi e tutto il resto, quanto velocemente tutto ricomincerà. Ma sì, per ora conosco la storia di un film e credo che la gente sarà molto eccitata“.
Dal venerdì 28 giugno, “Fancy Dance“, il film Apple Original diretto da Erica Tremblay con protagonista la candidata all’Oscar® Lily Gladstone sarà disponibile su Apple TV+.
Da quando la sorella è scomparsa, Jax (Lily Gladstone) si prende cura della nipote Roki (Isabel Deroy-Olson), arrangiandosi nella riserva Seneca-Cayuga in Oklahoma. Ogni minuto libero è dedicato alla ricerca della sorella scomparsa, mentre aiuta Roki a prepararsi per un imminente powwow. Rischiando di perdere la custodia della ragazza in favore del padre di Jax, le due si mettono in viaggio e setacciano il territorio per rintracciare la madre di Roki in tempo per il powwow. Quella che inizia come una ricerca si trasforma gradualmente in un’indagine molto più profonda sulle complessità e le contraddizioni delle donne indigene che si muovono in un mondo colonizzato e alla mercé di un sistema giudiziario fallimentare. Gladstone recita insieme a Isabel Deroy-Olson, Ryan Begay, Crystle Lightning, Audrey Wasilewski e Shea Whighami.
Isabel Deroy-Olson and Lily Gladstone star in “Fancy Dance,” in select theaters June 21 and streaming on Apple TV+ June 28.
“Fancy Dance”, una produzione Confluential Films e Significant Productions/AUM Group, è prodotto da Deidre Backs, Erica Tremblay, Heather Rae, Nina Yang Bongiovi e Tommy Oliver. Bird Runningwater, Lily Gladstone, Forest Whitaker e Charlotte Koh sono produttori esecutivi.
Distribuzione: Apple TV+
Regia: Erica Tremblay
Cast: Lily Gladstone, Isabel Deroy-Olson, Ryan Begay, Crystle Lightning con Audrey Wasilewski e Shea Whigham
Scritto da: Erica Tremblay e Miciana Alise
Produttori: Deidre Backs, Erica Tremblay, Heather Rae, Nina Yang Bongiovi e Tommy Olive
Produttori esecutivi: Bird Runningwater, Lily Gladstone, Forest Whitaker e Charlotte Koh
Isabel Deroy-Olson and Lily Gladstone star in “Fancy Dance,” in select theaters June 21 and streaming on Apple TV+ June 28.
Fancy Dance, cosa c’è da sapere
La Fancy Dance è una delle forme più amate e popolari di danza dei nativi americani. Eseguita in occasione di grandi raduni chiamati powwows, serve a celebrare la cultura e la comunità. I partecipanti, vestiti con costumi folcloristici, si riuniscono in cerchio intorno a un tamburo, intrecciando i loro movimenti in armonia e seguendone il ritmo. Storicamente, i nativi americani hanno subito diverse restrizioni legali alla pratica delle loro cerimonie religiose; oggi, la Fancy Dance ha recuperato il suo posto all’interno delle comunità indigene come potente simbolo di resilienza e orgoglio culturale.
La serie TV live-action One Piece di Netflix ha scelto i primi nuovi attori per la sua prossima seconda stagione, aggiungendo quattro volti nuovi che interpreteranno altrettanti cattivi del fumetto. Di seguito le new entry pronte a salpare per l’avventura:
Julia Rehwald (Star Wars Young Jedi Adventures) è Tashigi
Rob Colletti (I molti santi del New Jersey) è Wapol
Ty Keough (Le ultime 24 ore) è Dalton
ONE PIECE – la serie
ONE PIECE è un’avventura piratesca live action, creata in collaborazione con Shueisha e prodotta da Tomorrow Studios (an ITV Studios partner) e Netflix.
Co-Showrunners / Sceneggiatori / Produttori Esecutivi: Matt Owens & Joe Tracz
Produttori Esecutivi: Eiichiro Oda, Marty Adelstein e Becky Clements con Tomorrow Studios, Tetsu Fujimura, Chris Symes e Steven Maeda
Cast: Iñaki Godoy (Monkey D. Luffy), Mackenyu (Roronoa Zoro), Emily Rudd (Nami), Jacob Romero (Usop) e Taz Skylar (Sanji).
Basata sulla serie manga più venduta della storia del Giappone e scritta da Eiichiro Oda, One Piece è un’impareggiabile avventura leggendaria ambientata in alto mare. Monkey D. Luffy è un giovane avventuriero da sempre alla ricerca di una vita libera. Luffy parte dal suo piccolo villaggio per intraprendere un viaggio pericoloso alla ricerca del leggendario tesoro One Piece e per diventare il Re dei Pirati! Tuttavia, per trovare l’inestimabile premio Luffy dovrà mettere insieme la ciurma dei suoi sogni, trovare una nave, scandagliare in lungo e in largo il vasto mare azzurro, seminare i Marine e farla in barba a temibili rivali.
One Piece, i nuovi membri del cast della seconda stagione
Nella prima stagione Iñaki Godoy era l’aspirante re dei pirati Monkey D. Luffy, insieme a lui la ciurma di Cappello di Paglia era formata da Mackenyu nei panni di Roronoa Zoro, Emily Rudd nei panni di Nami, Jacob Romero nei panni di Usopp e Taz Skylar nei panni di Sanji, e tutti riprenderanno i loro ruoli per la seconda stagione. La prima stagione di One Piece è stata lanciata il 31 agosto 2023 su Netflix ottenendo un solido numero di spettatori in streaming e elogi da parte della critica.
Creata in collaborazione con Shueisha, editore di manga di One Piece e prodotta da Tomorrow Studios (un partner di ITV Studios) e Netflix, la serie TV live-action è prodotta esecutivamente dal creatore di manga e anime Eiichiro Oda, così come da co-showrunner Matt Owens e Joe Tracz.
Lionsgate ha rilasciato il trailer di “Flight Risk“, thriller d’azione diretto da Mel Gibson con protagonista Mark Wahlberg, che sfoggia un “look” decisamente inedito. Secondo la trama ufficiale, il film segue “un pilota (Wahlberg) incaricato di trasportare un Air Marshall (Michelle Dockery) che scorta fuggitivo (Topher Grace) al processo. Mentre attraversano la natura selvaggia dell’Alaska, la tensione sale e la fiducia viene messa alla prova, poiché non tutti a bordo sono quelli che sembrano“.
“Flight Risk” segna la terza collaborazione tra Gibson e Wahlberg. La prima è stata nella commedia del 2017 “Daddy’s Home 2“, seguita da “Father Stu” nel 2022. Per Wahlberg, però, sarà la prima volta che recita sotto la guida di Gibson come regista. Per quanto riguarda il suo ruolo, Variety ha descritto il personaggio di Wahlberg come un uomo “calvo e psicotico” con un “accento del sud e lampi di un luccichio sociopatico negli occhi“.
Gibson dirige il film con una sceneggiatura di Jared Rosenberg. John Davis, John Fox, Bruce Davey e Gibson sono i produttori. Tra i produttori esecutivi figurano Alex Lebovici, Jenny Hinkey, Ryan D. Smith, Natasha Stassen, Allen Cheney, Christopher Woodrow, K. Blaine Johnston, Christian Mercuri, Petr Jákl, Vicki Christianson, Nick Guerra, Russell Hollander, Jon Huddle, Patrick Josten, Walter Josten e Jordan Wagner.
Mel Gibson torna così alla regia dopo La battaglia di Hacksaw Ridge nel 2016, film candidato all’Oscar che raccontava la storia di Desmond Doss, vincitore della medaglia d’onore della seconda guerra mondiale. Flight Risk sarà per lui il sesto film da regista, avendo debuttato in tale ruolo nel 1993 con L’uomo senza volto per poi realizzare Breaveheart – Cuore impavido (1995), La passione di Cristo (2004), Apocalypto (2006) e il film bellico poc’anzi citato. Il nuovo lungometraggio, inoltre, porterà avanti il rapporto di Gibson con la Lionsgate, in quanto produttrice anche del precedente film dell’attore e regista.
Mark Wahlberg interpreta un cattivo in Flight Risk
Parlando con Collider, Wahlberg elogia il tempo trascorso lavorando al film, dicendo che ama “lavorare con persone che hanno un grande talento” come Gibson. In termini di personaggio, Wahlberg ha descritto il ruolo come “lo stronzo più pazzo che tu abbia mai visto”.“È stato fenomenale. Davvero, essendo io una spugna e amando lavorare con persone che hanno un grande talento e poter semplicemente guardarlo ed essere uno studente per circa 20 giorni è stato straordinario. Interpreto lo stronzo più pazzo che tu abbia mai visto. Non interpreto un cattivo dai tempi di Fear. È fuori scala.”
Stravince Matteo Garrone con ben 7 premi ai Nastri d’Argento 2024, con IoCapitano miglior film. Il voto dei Giornalisti Cinematografici gli ha assegnato anche i Nastri per la migliore regia, la produzione (Archimede con Rai Cinema e molti partner internazionali), la fotografia di Paolo Carnera (che vince anche per Adagio di Stefano Sollima), il montaggio di Marco Spoletini, il sonoro in presa diretta di Maricetta Lombardo e il miglior casting director Francesco Vedovati (che vince anche per Enea di Pietro Castellitto).
Così l’annuncio dei Giornalisti Cinematografici che hanno premiato con una pioggia di Nastri d’Argento, eccezionalmente in tutte le categorie, il ‘Film dell’anno’,C’è ancora domanidi Paola Cortellesi e, con ben 5 Nastri, ai quali si aggiunge un riconoscimento per i produttori, il miglior esordio: Palazzina LafdiMichele Riondinoche ha vinto anche per la sceneggiatura (di Riondino con Maurizio Braucci), il miglior attore protagonista sempre Riondino, il non protagonista Elio Germano e per la migliore canzone originale, La mia terra, musica, testo e interpretazione di Diodato.
Nastri d’Argento 2024 – I premi assegnati dal voto dei giornalisti
La migliore commedia va a Un mondo a parte di Riccardo Milani e anche alla produzione del film (Wildside, società del gruppo Fremantle in associazione con Medusa Film). Le migliori attrici votate in due cinquine davvero speciali sono Micaela Ramazzotti protagonista del suo stesso film d’esordio, Felicità, e Isabella Rossellini per la splendida prova da non protagonista nel film di Alice Rohrwacher La Chimera. Per la commedia ex aequo tra Virginia Raffaele protagonista di Un mondo a parte e Pilar Fogliati che vince (per il secondo anno consecutivo) con Maurizio Lombardi per Romeo è Giulietta.
A Francesco Vedovati il Premio per il casting di Io Capitano e di Enea di Pietro Castellitto, un Nastro d’Argento che festeggia il decennale con un Premio ritirato dalla Presidente dell’associazione casting Laura Muccino, premiata quest’anno con Sara Casani anche per C’è ancora domani. A Finalmente l’albadi Saverio Costanzo – con un cast tecnico soprattutto internazionale (quindi poco candidabile nelle ‘cinquine per il regolamento dei Nastri) sono andati i Nastri d’Argento per la migliore scenografia di Laura Pozzaglio e per i costumi di Antonella Cannarozzi. Infine la musica: il Nastro d’Argento per Gloria! va a Margherita Vicario anche regista del film e al coautore della colonna sonora Dade. Infine il miglior soggetto originale, con un Premio a sorpresa in ex aequo per due film molto diversi tra loro è andato agli autori di Another end – con il regista e sceneggiatore Piero Messina sono Valentina Gaddi, Sebastiano Melloni e Giacomo Bendotti – e al team di scrittura del film di Marco Risi, anche sceneggiatore, Il punto di rugiada Riccardo De Torrebruna, Francesco Frangipane e Enrico Galiano. A tutti gli sceneggiatori premiati anche quest’anno con Nastri e targhe dedicate, andranno anche le penne d’argento special editionin collaborazione con Campo Marzio.
C’è ancora domani, “Film dell’anno” ai Nastri d’Argento 2024
Un film con il quale Paola Cortellesi – premiata anche come sceneggiatrice, per il suo esordio da regista e attrice protagonista – ha acceso un riflettore sui diritti violati e sulla violenza contro le donne con un successo sorprendente sotto ogni punto di vista, ma anche uno sguardo sul femminile in una dichiarazione d’amore per il grande cinema di ieri. Al suo film stupefacente i Premi dei Giornalisti Cinematografici vanno eccezionalmente a tutte le categorie artistiche e tecniche: agli sceneggiatori, con lei Furio Andreotti e Giulia Calenda, e al cast straordinario di protagonisti: Valerio Mastandrea,Romana Maggiora Vergano, Emanuela Fanelli, Giorgio Colangeli e Vinicio Marchioni, che riceve anche il Premio Persol ‘Personaggio dell’anno’. Per uno speciale apprezzamento ‘collettivo’ Nastri anche alla squadra artistica e tecnica di altissima qualità di un film che ha conquistato il pubblico siglando una svolta clamorosa anche nel ritorno in sala degli spettatori.
Nastri quindi alla produzione Wildside, società del gruppo Fremantle, e Vision Distribution, società del gruppo Sky, in collaborazione con SKY e con Netflix. I Nastri d’Argento vanno inoltre all’intera squadra di talento che ha lavorato per un grande risultato collettivo: Davide Leone per la fotografia, Valentina Mariani al montaggio, Lele Marchitelli autore delle musiche originali, Paola Comencini per la scenografia, Alberto Moretti per i costumi, Filippo Porcari e Federica Ripani per il suono in presa diretta e alle casting director Laura Muccino e Sara Casani. Premi al cast anche per Francesco Centorame (tra i ‘Biraghi’ dell’anno), Lele Vannoli, Paola Tiziana Cruciani, Yonv Joseph e Alessia Barela. E tre riconoscimenti speciali, pur non essendo categorie previste nel regolamento dei Nastri d’Argento anche all’arredatrice Fiorella Cicolini, al trucco di Ermanno Spera, all’hairstylist Teresa Di Serio.
Una stagione di Premi giovani
Come già anticipato, sono soprattutto i giovani al centro dei Premi speciali assegnati come ogni anno dal Direttivo Nazionale insieme ai partner dei Nastri d’Argento; anche ai due straordinari protagonisti di Io capitanoSeydou Sarr e Moustapha Fall un riconoscimento speciale per la grande emozione che ci hanno regalato nel film di Matteo Garrone arrivato fino agli Oscar®. Premiati i registi Brando De Sica, Margherita Vicario e Catrinel Marlon, il talento di Ludovica Martino, Romana Maggiora Vergano, Francesco Centorame, Rebecca Antonaci, Alessandro Fella, Yile Yara Vianello, Domenico Cuomo, Gianmarco Franchini, fino ad Alain Parroni con Giulio Pennacchi e Beatrice Puccilli (Una sterminata domenica) per la sceneggiatura.
Più dettagliatamente i Premi Guglielmo Biraghi dedicati tradizionalmente ai giovani sono andati a: Francesco Centorame, in coppia con Romana Maggiora Vergano (Nastro d’Argento con i protagonisti) nel film di Paola Cortellesi C’è ancora domani in cui interpreta il suo fidanzato, Rebecca Antonaci giovanissima protagonista del film di Saverio Costanzo Finalmente l’alba, Alessandro Fella, che dopo un esordio nella fiction, è stato scelto da Marco Risi per Il punto di rugiada e, tra La Chimera e La bella estate, Yile Yara Vianello.
Nastro SIAE per la sceneggiatura
Ancora il Nastro SIAE per la sceneggiatura va agli autori di Una sterminata domenica: Alain Parroni, classe ’92, regista del film Premio speciale della Giuria Orizzonti di Venezia di cui è sceneggiatore con Giulio Pennacchi e Beatrice Puccilli. Al film sorpresa dell’anno, Gloria!di Margherita Vicario, che vince anche il Nastro per la musica, va il Premio Speciale BNL BNP Paribasnovità di questa edizione ai Nastri d’Argento, consegnato alla regista personalmente dalla Presidente della Banca Claudia Cattani. Un film in cui come dice in sintesi la motivazione “La liturgia di uno spartito classico diventa un inno capace di liberare l’energia di una vera e propria rivoluzione al femminile”.
Una sorpresa legata al cinema di genere e soprattutto ad un successo anche internazionale, dal Festival Catalano di Sitges a Los Angeles, è Brando De Sica, con il suo film d’esordio Mimì – Il principe delle tenebre che riceve il Premio Nastri d’Argento Hamilton Behind the camera consegnato da Andreas Albeck, brand manager Hamilton Italia, nella special edition del decennale Behind the camera ai Nastri d’Argento. Nella motivazione l’apprezzamento per “Un tuffo nel miglior fantasy, presentato fuori concorso a Locarno e vincitore di una menzione speciale al Festival di Sitges per una commedia in cui una Napoli soprannaturale diventa teatro di leggende noir in un’atmosfera ricca di emozioni che svela il tocco di un esordio già maturo”.
Con De Sica anche il riconoscimento speciale a Domenico Cuomo, l’inquietante Mimì protagonista del film che arriva ai Nastri sulla scia di una napoletanissima popolarità anche televisiva, tra Mare Fuori e Un Professore.
Ancora, il Premio Graziella Bonacchi, amatissima agente e straordinaria talent scout scomparsa troppo presto, va a Gianmarco Franchini esordiente tra quattro talenti straordinari come Toni Servillo, Pierfrancesco Favino, Adriano Giannini e Valerio Mastandrea sul set di Adagio: lo ha lanciato, con loro, il regista Stefano Sollima e sul palcoscenico dei Nastri d’Argento lo premia la Presidente di UNITA, l’associazione degli attori, Mia Benedetta proprio quest’anno neoregista festeggiata ai Corti d’Argento.
E punta su una coppia in cui spicca una prova d’attrice davvero speciale il Nuovo Imaie con il suo Premio, consegnato dal Presidente Andrea Miccichè, a Ludovica Martino, segnalata in coppia con un attore dalla professionalità più matura come Marco Leonardi, vince per la coraggiosa prova d’attrice nel film di Daniela Porto e Cristiano Bortone Il mio posto è qui.
Sigla infine un esordio non facile e il suo passaggio dalla moda e dai riflettori del set alla regia, il Premio Fondazione Nobis, presieduta dall’attrice Elena Croce Nobis, per Catrinel Marlon e alla sua opera prima Girasoli, un debutto “coraggioso per un film difficile e intenso già diretto con sicurezza per raccontare la malattia mentale in un tempo di reclusione, ma anche la possibilità di una vita finalmente libera”. All’attrice, ora regista, anche il Premio Wella Professionalsper l’immagine consegnato da Salvatore Clemensi.
Il Nastro d’Argento speciale 2024
Niente Premi alla carriera ma un Nastro speciale quest’anno per Giulio Base autore, regista e protagonista con Anne Parillaud di À la recherche che cita Proust e Visconti ma ne usa solo la suggestione in una personalissima ricerca tra memoria e passioni non solo legate al cinema.
À la recherche è una vera e propria pièce cinematografica, una provocazione d’autore in cui è evidente la voglia di andare oltre il ruolo di attore – ora anche Direttore del Festival di Torino – ormai sempre di più dietro la macchina da presa.
La selezione 2024
Quaranta i titoli nel palmarès di quest’edizione dedicata ai film #soloalcinema che ricevono stasera a Roma Nastri e Premi speciali nell’arena del MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo e nella selezione finale votata da 100 giornalisti specializzati. Le candidature, anche sulla base di segnalazioni dei colleghi che quotidianamente seguono le attività giornalistiche sul cinema e l’intera selezione sono del Direttivo Nazionale dei Giornalisti Cinematografici SNGCI che ha coordinato la selezione dei Nastri d’Argento composto da Laura Delli Colli (Presidente), Fulvia Caprara (Vice presidente), Oscar Cosulich, Maurizio di Rienzo, Susanna Rotunno, Paolo Sommaruga e Stefania Ulivi, con Romano Milani Segretario Generale e Franco Mariotti Sindaco. Come ogni anno lo scrutinio del voto è stato affidato al Notaio Alessandra Temperini.
I Nastri d’Argento con Cinema Revolution – La rivoluzione continua
In questa 78.ma edizione, realizzata con il sostegno del MiC Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e audiovisivo, stili e generazioni diverse e soprattutto tanti premi giovani, che segnano sia nelle candidature e nel voto dei Giornalisti che nelle joint venture con i partner dei Nastri d’Argento, una svolta di cambiamento che ora attende la prova più difficile del ritorno in sala. “Per questo – sottolinea la Presidente Laura Delli Colli a nome del Direttivo Nazionale – i Nastri d’Argento hanno deciso di tornare, come da tradizione, a limitare la selezione dei film #soloalcinema: un atto di solidarietà e di impegno dei Nastri d’Argento per la campagna ‘Cinema Revolution – La rivoluzione continua’ appena lanciata dal MiC con la seconda edizione per un’estate all’insegna del cinema italiano”. Fino al 19 settembre oltre tre mesi di iniziative e promozioni accompagnate e sostenute da una imponente campagna di comunicazione. Dal 14 giugno al 14 settembre film italiani ed europei a soli 3 euro e 50 grazie a un contributo di 3 euro coperto su ogni biglietto dal MiC. E ai Nastri d’Argento si avvia alla seconda fase della comunicazione con il lancio degli spot in programma nei cinema e sui media dall’inizio di luglio.
Sarah Michelle Gellar, l’iconica protagonista della serie Buffy l’ammazzavampiri ha firmato per entrare a far parte del cast della prossima serie prequel di “Dexter“, “Dexter: Original Sin“, la tanto attesa storia delle origini per Paramount+ e Showtime. Come riportato da Variety, Gellar interpreterà il ruolo di Tanya Martin, capo della CSI presso il Dipartimento di Polizia di Miami e nuovo capo di Dexter. Il suo, però, sembra sarà un ruolo da guest star e non è dunque detto che sarà presente in tutti gli episodi.
L’attrice si unisce così ai membri del cast già annunciati che recitano nella serie prequel di “Dexter”: Christian Slater nel ruolo di Harry Morgan, Patrick Gibson nel ruolo di Dexter Morgan, Patrick Dempsey nel ruolo di Aaron Spencer, Molly Brown nel ruolo di Debra Morgan, James Martinez nel ruolo di Angel Batista, Christina Milian nel ruolo di Maria LaGuerta, Alex Shimizu nel ruolo di Vince Masuka e Reno Wilson nel ruolo di Bobby Watt.
La serie, come precedentemente riportato, è ambientata nella Miami del 1991, “Dexter: Original Sin” segue Dexter nel suo passaggio da studente a serial killer vendicativo. Quando i suoi impulsi sanguinari non possono più essere ignorati, Dexter deve imparare a canalizzare la sua oscurità interiore. Con la guida del padre Harry, adotta un codice che lo aiuta a trovare e uccidere le persone che meritano di essere eliminate dalla società senza finire nel mirino delle forze dell’ordine. Nel mentre, inizia anche uno stage di medicina legale presso il Dipartimento di Polizia di Miami.
Sarah Michelle Gellar in Scream 2
La carriera di Sarah Michelle Gellar
Conosciuta soprattutto per il suo ruolo iconico di Buffy Summers in “Buffy l’ammazzavampiri“, la Gellar ha partecipato ad altre serie televisive come “Wolf Pack” della Paramount+, “The Crazy Ones” della CBS con Robin Williams e “Ringer” della CW. “Sarah Michelle Gellar è un’icona della cultura pop che completa perfettamente il nostro cast di prim’ordine che comprende, tra gli altri, Christian Slater e Patrick Dempsey“, ha dichiarato Nina Diaz, presidente dei contenuti e chief creative officer di Showtime/MTV Entertainment Studios & Paramount Media Networks. “Siamo entusiasti del suo ritorno nella famiglia Showtime/MTV Entertainment Studios e della sua partecipazione alla storia delle origini del franchise di ‘Dexter’“.
Torna Creuza de Mà – Musica per Cinema, la manifestazione ideata e diretta dal regista Gianfranco Cabiddu e organizzata dall’associazione culturale Backstage, la cui diciottesima edizione si svolgerà dal 23 al 28 luglio a Carloforte, splendido borgo dal fascino senza pari situato nel sud della Sardegna sull’isola di San Pietro.
Mai come quest’anno l’appuntamento con Creuza de Mà, che nel 2024 spegne le sue prime diciotto candeline, riesce a consolidare la commistione tra due arti come musica e cinema in un gioco di continui rimandi che creano un connubio perfetto. Musiciste approdate al cinema, attori e attrici passati dietro la macchina da presa, ma anche attori che diventano musicisti, oltre ovviamente ad autori di colonne sonore e tanti altri professionisti che lavorano con la musica e le immagini, ma anche studenti e appassionati: sono questi gli ingredienti che costruiranno il racconto del festival.
Come sempre oltre al cartellone di proiezioni, concerti e incontri con gli ospiti, Creuza de Mà rappresenta anche un momento di riflessione più profonda rivolta a quelli che saranno i cineasti e i compositori di domani. Saranno infatti a Carloforte per vivere l’esperienza del Campus 30 allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia insieme ad altri 12 allievi musicisti provenienti da diverse realtà formative. Nato nel 2017, “CAMPUS musica e suono per il cinema e per l’audiovisivo” è infatti una parte quotidiana del programma di Creuza de Mà dedicata, oltre alle masterclass e agli incontri con i maestri ospiti del festival, a mostrare i cortometraggi CSC prodotti negli anni all’interno di questo percorso.
Creuza de Mà, edizione 2024
Tra gli ospiti della diciottesima edizione, sarà a Carloforte Margherita Vicario, musicista, attrice e recentemente anche regista, che presenterà al pubblico il suo splendido Gloria!, prodotto da tempesta con Rai Cinema in coproduzione con tellfilm e uscito nelle sale italiane grazie a 01 Distribution. Il film, che dopo l’esordio al festival di Berlino sta riscuotendo un enorme successo di pubblico e critica ottenendo riconoscimenti in diversi festival di tutto il mondo, rende omaggio al lavoro delle compositrici e delle musiciste con una storia ambientata in un collegio femminile nella Venezia di fine Settecento. Margherita Vicario presenterà il film in sala, e incontrerà il pubblico per raccontare la sua carriera e la sua prima volta dietro la macchina da presa.
Speciale anche la presenza di Michele Riondino, che torna a Carloforte con uno degli esordi alla regia più acclamati della recente stagione cinematografica, Palazzina LAF. Trionfatore agli ultimi David di Donatello (miglior attore protagonista per Michele Riondino, miglior attore non protagonista per Elio Germano, miglior canzone originale per “La mia Terra” di Diodato), Michele Riondino oltre a presentare il suo film, regalerà al festival uno speciale concerto che infiammerà il sabato di Creuza con i suoi The Revolving Bridge, band tarantina nata nel 2013 a Unomaggio Taranto che ha macinato chilometri in giro per l’Italia portando ovunque lo spirito del rock’n’roll.
Ad arricchire il calendario delle proiezioni anche due progetti documentaristici che hanno con il sonoro un rapporto molto differente. MUR, coraggioso esordio dietro la macchina da presa per Kasia Smutniak girato al confine tra Polonia e Bielorussia, che sarà introdotto in sala dall’autore della colonna sonora Lorenzo Tomio, e Enzo Jannacci – Vengo anch’io, appassionato ritratto diretto da Giorgio Verdelli dedicato a un genio della nostra canzone, che è stato un attore e autore di colonne sonore per il cinema.
Tra gli altri ospiti che si daranno appuntamento sull’isola: i compositori e musicisti Pivio, Riccardo Giagni, Michele Braga, Max Viale, la produttrice Francesca Cima, la montatrice Annalisa Forgione e la sound editor Daniela Bassani.
Nella continua ricerca di connessioni tra i linguaggi, per la prima volta Creuza de Mà ospiterà anche un incontro dedicato ai podcast realizzato in collaborazione con Chora Media alla presenza di Luca Micheli (Head of Music & Sound Chora Media) e Marco Villa(Editorial Content Lead Chora Media), per raccontare questa nuova frontiera del racconto sonoro e parlare di come nasce un podcast dal punto di vista dei contenuti, della musica e del sound design.
Fiore all’occhiello della manifestazione sono ovviamente anche i live, come l’immancabile concerto al tramonto nella splendida cornice delle Ciassette, diventato una vera e propria tradizione del festival. A musicare il tramonto in questo scenario mozzafiato con le sue rocce a picco sul mare sarà per questa edizione il quartetto d’archi degli Gnu Quartet, formazione ligure che vanta collaborazioni in tante colonne sonore e centinaia di palchi e che quest’anno, come il festival, festeggia 18 anni di attività.
Imperdibili anche gli appuntamenti serali al Giardino di Note tra cui il concerto di Arrogalla, artista sonoro nato in Sardegna che con il suo progetto fonde sonorità popolari sarde, tropicali e mediterranee con i paesaggi sonori catturati in diretta nella natura che incontrano l’hip hop astratto e la musica contemporanea, il tutto elaborato attraverso il linguaggio del dub delle origini, e la grande chiusura del festival domenica 28 con il Concerto Musiche da Film nel cuore pulsante di Carloforte in piazza Repubblica, con inedite partiture arrangiate per banda da Pivio e Pasquale Catalano eseguite dalla Banda Musicale.
Nell’ambito del progetto Campus, nella giornata di sabato 27 luglio saranno proprio proiettati i cortometraggi degli allievi diplomati Centro Sperimentale di Cinematografia, musicati nell’ambito del progetto CAMPUS 2022/23. Nel corso della serata sarà assegnato il Premio Giovani Compositori musica per cinema ad honorem ad Alessandro Speranza, giovane compositore prematuramente scomparso, a In Spirito, cortometraggio diretto da Nicolò Folin e musicato da Lorenzo Barcella, presentato alla Cinef di Cannes lo scorso maggio.
Oltre ai corti del progetto Campus, sarà inoltre proiettato il cortometraggio made in Sardinia Galanzieri di Alberto Diana, che rievoca il percorso delle tradizionali imbarcazioni a vela latina che, un secolo fa, trasportavano la galena dai principali giacimenti fino all’isola di S. Pietro.
Gli appuntamenti di Creuza de Mà si terranno, come di consueto, nei due cine-teatri Mutua e Cavallera per le proiezioni e gli incontri, ma saranno scenario del festival anche il centro cittadino con la Piazza e il suggestivo Giardino di Note, oltre che lo straordinario scenario delle “Ciassette” che come da tradizione ospiterà il concerto al tramonto. Il programma completo di Creuza de Mà sarà annunciato nelle prossime settimane.
Apple TV+ ha presentato oggi le prime immagini della quarta stagione dell’acclamata serie di spionaggio, vincitrice del premio BAFTA, Slow Horses, con protagonista il premio Oscar Gary Oldman. Adattata da “Spook Street“, il quarto romanzo della serie di spionaggio “Slough House” di Mick Herron, vincitrice del CWA Gold Dagger Award.
Slow Horses – stagione 4: data di uscita
la quarta stagione di Slow Horses farà il suo debutto su Apple TV+ il 4 settembre con i primi due episodi seguiti da un nuovo episodio settimanale, fino al 2 ottobre.
Slow Horses – stagione 4: la trama il cast di
Slow Horses è un dramma di spionaggio dallo humor cupo e segue una squadra di agenti dell’intelligence britannica che prestano servizio in un dipartimento della discarica dell’MI5, noto in modo non affettuoso come Slough House. La quarta stagione si apre con un attentato che fa esplodere i segreti personali, scuotendo le già instabili fondamenta di Slough House.
Gary Oldman interpreta Jackson Lamb, il brillante e irascibile leader delle spie che finiscono a Slough House a causa di errori che hanno messo fine alla loro carriera, poiché spesso si ritrovano a vagare tra il fumo e gli specchi del mondo dello spionaggio. Accanto a lui, un cast pluripremiato che include la candidata all’Oscar Kristin Scott Thomas, il vincitore del BAFTA Scotland Award Jack Lowden, Saskia Reeves, Rosalind Eleazar, Christopher Chung, Aimee-Ffion Edwards, Kadiff Kirwan e il candidato all’Oscar Jonathan Pryce. Il vincitore del SAG Hugo Weaving, la vincitrice del BAFTA Joanna Scanlan, la vincitrice dell’IFTA Ruth Bradley, Tom Brooke e James Callis si uniscono a Slow Horses nella quarta stagione.
Slow Horses è prodotto per Apple TV+ da See-Saw Films e adattato per la televisione da Will Smith (“Veep – Vicepresidente incompetente”). Jamie Laurenson, Hakan Kousetta, Iain Canning, Emile Sherman, Jane Robertson, Julian Stevens, Douglas Urbanski, Gail Mutrux, Graham Yost e Will Smith sono i produttori esecutivi della serie. La quarta stagione è diretta da Adam Randall.
Le prime tre stagioni di Slow Horses, che hanno tutte il punteggio Certified Fresh su Rotten Tomatoes, sono disponibili in streaming globale su Apple TV+. Oltre all’imminente quarta stagione, Apple TV+ ha recentemente annunciato anche una quinta stagione che sarà adattata dal quinto romanzo, “London Rules”.
Dalla sua prima stagione nel 2022, Slow Horses ha vinto due BAFTA Television Awards e ha ottenuto altre nove nomination. Le vittorie del 2024 sono state per il Miglior montaggio: Fiction (Sam Williams) e Miglior sonoro: Fiction (Sound Team), mentre le nomination del 2023 e del 2024 comprendono quelle per la Miglior Serie Drammatica, la prima di Oldman come Miglior Attore Protagonista, quella di Lowden come Miglior Attore Non Protagonista, il Miglior Montaggio: Fiction (Zsófia Tálas); Miglior Montaggio: Fiction (Katie Weiland); Miglior musica originale: Fiction (Daniel Pemberton e Mick Jagger); Miglior sonoro: Fiction (Martin Jensen, Joe Beal, Duncan Price, Craig Butters, Sarah Elias e Andrew Sissons); e Miglior trucco e acconciatura (Lucy Sibbick). La serie è stata anche premiata come miglior serie drammatica in lingua inglese ai C21 International Drama Awards 2022.