Sarah Michelle Gellar si sta preparando a dare
il meglio di sé, e lo stesso vale per la nuova cacciatrice,
Ryan Kiera Armstrong. L’attrice di Buffy
l’ammazzavampiri, che reciterà nel reboot della serie, ha
pubblicato sui suoi social media un video (lo si può vedere qui) che mostra le due mentre si
allenano in palestra in preparazione ai ruoli di cacciatrici di
vampiri. Gellar ha anche scritto: “Guerriere 1 e 2. Non
sudiamo… brilliamo”.
Nel video si vede Gellar fare squat
su una mezza palla da ginnastica, fare trazioni TRX e molto altro
ancora. E Armstrong è proprio al suo fianco, seguendo in tutto e
per tutto la sua “mentore”. Come annunciato in precedenza,
Armstrong è stata scelta per il ruolo da protagonista nel pilot
della nuova serie al fianco della star Gellar, che torna al ruolo
che l’ha resa un’icona.
Cosa aspettarsi dal reboot di Buffy
l’Ammazzavampiri
L’originale serie
di Buffy l’ammazzavampiri, ideata da Joss
Whedon, mescola horror, azione, dramma e commedia con sorprendenti
sfumature metaforiche. Ambientata nella cittadina immaginaria di
Sunnydale, la storia segue Buffy Summers, una liceale
apparentemente normale che è però la “Prescelta”, l’unica ragazza
della sua generazione destinata a combattere vampiri, demoni e
forze oscure. Affiancata dai suoi amici – la “Scooby gang” – e dal
suo mentore Rupert Giles, Buffy affronta battaglie sovrannaturali
che spesso riflettono le paure e le sfide della crescita,
dell’identità e della responsabilità personale. La serie è
considerata un simbolo del girl power anni ’90.
Nora Zuckerman e
Lila Zuckerman sono ora state incaricate di
scrivere, dirigere e produrre la serie reboot di Buffy
l’ammazzavampiri. La premio Oscar Chloé
Zhao sarà la regista e la produttrice esecutiva sotto la
sua casa di produzione Book of Shadows. Gellar è invece produttrice
esecutiva insieme a Gail Berman. Fran
Kuzui e Kaz Kuzui saranno produttori
esecutivi tramite Suite B, mentre Dolly Parton
sarà produttrice esecutiva tramite Sandollar. La produzione sarà
affidata a 20th Television e Searchlight Television. Berman, i
Kuzui e Parton sono stati tutti produttori esecutivi della serie
originale.
Protagonista sarà dunque
Ryan Kiera Armstrong, apparsa di recente nella
serie Disney+ “Star
Wars: Skeleton Crew”. Tra gli altri suoi crediti
televisivi figurano “Anne with an E” su Netflix, “American Horror Story” e la
prossima serie FX “The Lowdown”. Ad affiancare Armstrong e
Gellar ci sono Faly Rakotohavana
(“Unprisoned”, “Secret Society of Second Born
Royals”) nel ruolo di Hugo, Ava Jean (“A
Week Away”, “Law & Order: SVU”) nel ruolo di Larkin,
Sarah Bock (“Severance”) nel ruolo di
Gracie, Daniel di Tomasso (“Witches of East
End”, “Major Crimes”) nel ruolo di Abe e Jack
Cutmore-Scott (“Oppenheimer“, “Frasier”) nel ruolo
del signor Burke.
Al momento non è noto chi del cast
originale – che includeva Nicholas Brendon, Alyson
Hannigan, Carpenter, Anthony Stewart Head, David Boreanaz, Seth
Green e James Marsters – potrebbe
tornare per la nuova serie.
Tra film, serie TV e serie animate,
ci sono stati oltre 50 progetti dei Marvel Studios da quando
Iron Man è sbarcato sui nostri schermi nel 2008.
Classificarli non deve essere stata un’impresa facile, ma Variety ci ha provato e i
risultati si sono rivelati estremamente divisivi.
Alcuni potrebbero essere d’accordo
con queste decisioni, ma è comprensibile che una lista così lunga
debba generare opinioni contrastanti. Ripensando a questi film e
serie TV, è incredibile vedere quanta strada abbiano fatto i Marvel
Studios da quando la Fase 1 è culminata con quello che all’epoca
era il più grande film di supereroi di tutti i tempi: The
Avengers.
In definitiva, la classifica di
ognuno sarà diversa, e il film o la serie TV preferita da qualcuno
potrebbe essere la meno preferita da qualcun altro.
Di seguito ecco la classifica di
Variety di tutti i film e le serie del MCU
Deadline ha confermato che
Apple
TV+ sta sviluppando un adattamento in serie limitata del film
commedia romantica del 2006 L’amore non va in
vacanza. Come nel film, la serie sarà incentrata su due
donne, una britannica e una americana, che si scambiano le case
durante il periodo natalizio e trovano l’amore lungo il percorso.
Secondo quanto riferito, la serie si concentrerà però su personaggi
diversi da quelli presenti nel film.
Krissie Ducker è
stata incaricata di scrivere e produrre la serie, con la
collaborazione di Rob Delaney. La produzione sarà
affidata alla Left Bank Pictures. Nancy Meyers,
che ha scritto, prodotto e diretto il film, non sembra essere
coinvolta nella serie. Al momento, è in corso la ricerca dei
protagonisti della serie e se il cast sarà confermato, la serie
dovrebbe a quel punto ricevere il via libera ed essere
ufficialmente posta in produzione.
Chi recitava in L’amore non va in
vacanza?
Nel film originale recitavano
Kate Winslet, Cameron Diaz, Jude Law e Jack Black. La Winslet interpretava Iris, una
giornalista londinese del Daily Telegraph, mentre la Diaz
interpretava Amanda, proprietaria di una società di trailer
cinematografici a Los Angeles. Dopo lo scambio di case, Iris
incontra Miles (Black), un compositore di colonne sonore, mentre
Amanda incontra Graham (Law), il fratello vedovo di Iris.
L’amore non va in vacanza è stato un successo al
botteghino al momento della sua uscita, incassando oltre 200
milioni di dollari in tutto il mondo e da allora è divenuto
un must delle festività natalizie.
Il film
Flight (qui
la recensione) del 2012 interpretato da Denzel Washington e
liberamente ispirato all’incidente del volo Alaska Airlines
261, si concentra sul tema della dipendenza e sull’impatto
che essa ha non solo sulla vita del tossicodipendente, ma anche
sulle persone che contano su di lui per svolgere diligentemente il
proprio lavoro. Anche il senso della moralità emerge come tema
importante, poiché diventa un punto centrale nel decidere la strada
che il protagonista prenderà. Con così tanti conflitti
contemporaneamente, il film è pieno di tensione. Verso la fine,
assistiamo però a un cambiamento nel carattere di Whitaker che
porta la storia a una conclusione appropriata. Qui analizziamo cosa
questo significhi per lui e cosa il film ci lascia.
La trama di
Flight
Whip Whitaker è un
pilota esperto. È molto bravo nel suo lavoro, ma personalmente è un
disastro. Lotta contro l’alcolismo e la tossicodipendenza, che
hanno completamente distrutto il suo rapporto con l’ex moglie e il
figlio. Le cose vanno così male che si ubriaca prima e durante il
volo. La fa franca grazie alla negligenza dei suoi colleghi che gli
sono vicini. Tuttavia, la situazione si fa seria quando un volo
perde improvvisamente l’equilibrio e si dirige verso un grave
incidente. In qualche modo, Whitaker prende il controllo della
situazione e salva molte vite. Tuttavia, sei persone muoiono, una
delle quali è un’assistente di volo con cui Whitaker aveva una
relazione.
Dopo questo evento, Whitaker viene
acclamato da tutti come un salvatore. Tuttavia, le cose si
complicano quando viene avviata un’indagine sull’incidente. Ciò
rischia di puntare il dito contro di lui, considerando che era
fortemente ubriaco durante il volo. Nel frattempo, incontra
Nicole, che sta lottando contro una sua
dipendenza. I due stringono un forte legame, che viene messo alla
prova quando Whitaker cerca disperatamente di sfuggire alle
indagini. Anche se il suo avvocato cerca di fare di tutto per
tenerlo al sicuro, la separazione di Whitaker dall’alcol e dalle
bugie diventa la sua sfida più grande.
Denzel Washington in Flight
La spiegazione del finale di
Flight: Whip è colpevole?
Un incidente aereo è una questione
di grande preoccupazione e la sua causa deve essere risolta per
evitare che si ripeta in futuro. Whip Whitaker sa che la stessa
cosa accadrà all’aereo che è precipitato sotto la sua supervisione.
Tuttavia, non è troppo preoccupato per il risultato dell’indagine
perché sa che è stato un malfunzionamento a causare la caduta di un
volo piuttosto sicuro. Quello che non prevede è che l’attenzione si
concentrerà su di lui e sulle condizioni in cui ha pilotato
l’aereo.
Nonostante tutte le sue paure, e
quelle del suo avvocato, che la colpa possa ricadere su di lui
portandolo a trascorrere il resto della sua vita in prigione,
l’indagine rivela ciò che Whitaker sapeva fin dall’inizio.
L’incidente è stato causato da un martinetto difettoso che era
stato segnalato per la sostituzione durante la manutenzione un anno
prima del decollo del volo di Whitaker. La sostituzione non è mai
avvenuta e alla fine il martinetto ha ceduto. Questo ha portato
l’aereo a precipitare e avrebbe sicuramente causato la morte di
tutti i passeggeri e i membri dell’equipaggio se Whitaker non
avesse preso il comando e preso alcune decisioni rischiose che
hanno ridotto di molto il numero delle vittime.
Questa rivelazione fa tirare un
sospiro di sollievo a Whitaker, ma l’udienza non finisce qui. Anche
se viene applaudito per aver salvato la vita a così tante persone,
deve comunque rispondere della sua inaccettabile etica
professionale. Quando gli viene chiesto dei suoi problemi con
l’alcol e se fosse ubriaco durante il volo, Whitaker mente
spudoratamente. Come consigliato dal suo avvocato, che era già
riuscito a far invalidare il suo rapporto tossicologico, si attiene
alla versione dei fatti che non può essere smentita. Rimane
comunque la questione delle bottiglie di vodka vuote trovate
sull’aereo.
Denzel Washington e Kelly Reilly in Flight
A causa dei disordini iniziali
durante il volo, il consumo di alcolici era vietato. Tuttavia, tra
i rottami, gli investigatori scoprono le bottiglie di vodka vuote,
il che significa che qualcuno dell’equipaggio le aveva consumate. I
referti tossicologici di tutti risultano negativi, tranne quelli di
Whitaker e Trina. Poiché non vuole assumersi la responsabilità,
l’unica altra opzione è quella di addossare la colpa a Trina. Dato
che lei non è lì per difendersi, tutti potrebbero facilmente
convincersi che sia stata lei a consumare alcolici durante il
volo.
La redenzione di Whip
Sebbene mentire salverebbe Whitaker,
senza dubbio macchierebbe la reputazione di Trina. Lui lo sa bene,
ed è per questo che gli risulta difficile attenersi alla versione
che lo scagionerebbe da ogni colpa. Sa anche che, sebbene abbia
salvato molte vite sull’aereo, non è stato l’unico ad aiutare le
persone. Mentre lui cercava di stabilizzare l’aereo, Trina aiutava
i passeggeri. Ha aiutato un ragazzo, motivo per cui non era al suo
posto, allacciata con la cintura di sicurezza. Se non avesse
lasciato il suo posto, forse sarebbe sopravvissuta.
Tutti concordano sul fatto che,
nonostante fosse ubriaco, Whitaker abbia compiuto un’impresa che
nessun altro pilota avrebbe potuto realizzare. Il suo avvocato,
Hugh Lang, gli dice che la compagnia aerea ha
fatto provare la stessa situazione a diversi piloti in una
simulazione e nessuno di loro è riuscito a fare ciò che ha fatto
lui. Questo non lascia dubbi sul fatto che, se non fosse stato per
Whitaker, ci sarebbero state delle vittime. Anche il suo copilota
lo ammette. Tuttavia, questo non lo esonera dal fatto di aver
compiuto un’azione che ha messo in pericolo la vita di tutte le
persone a bordo. Quando le persone salgono su un aereo, si fidano
che il pilota faccia il suo lavoro con diligenza.
Denzel Washington nel film Flight
Sia i passeggeri che gli altri
membri dell’equipaggio ripongono ciecamente la loro fiducia nel
pilota per un viaggio sicuro. Pur sapendo quanto fosse importante e
rischioso il suo lavoro, Whitaker non si è astenuto dal bere
durante il volo. Anzi, ha bevuto ancora qualche drink, anche quando
il volo aveva già subito alcune turbolenze a causa del maltempo. Ha
dato per scontata la sua posizione e la sua responsabilità e, anche
se quel giorno ha salvato delle vite, è stato semplicemente perché
non era abbastanza ubriaco da svenire. Con questo comportamento,
nessuno si sarebbe più fidato di lui, ed è per questo che gli è
stata revocata la licenza.
Viene così giudicato colpevole di
aver tradito la fiducia pubblica e condannato a 5 anni di carcere.
Questo gli permette di rompere il suo schema di bugiardo e salvare
la faccia. Affronta le conseguenze delle sue azioni, cosa che aveva
evitato per così tanto tempo. Ora ha raggiunto il limite delle
bugie e ha accettato la sua punizione. Il tempo trascorso in
prigione gli permette anche di lavorare su se stesso. Un anno dopo,
vediamo che è diventato sobrio e ha anche ricucito i rapporti con
gli amici e la famiglia. Le foto nella sua cella mostrano che ha
ripreso la sua relazione con Nicole, e anche la sua ex moglie e suo
figlio lo hanno riaccettato nella loro vita, il che dimostra quanto
danno avesse causato la sua dipendenza.
Cosa ci lascia il film Flight?
Flight ci lascia
dunque con una profonda riflessione sul peso della verità, sulla
responsabilità individuale e sul percorso di redenzione. Il film
mostra come l’eroismo apparente non possa cancellare le colpe
morali, soprattutto quando la vita di altri dipende dalla tua
integrità. Whip Whitaker è un uomo che ha vissuto nell’autoinganno,
ma che alla fine sceglie la verità anche a costo della libertà. La
sua confessione non è solo un atto di giustizia verso Trina, ma un
primo vero passo verso la guarigione. Il film ci ricorda così che
affrontare le conseguenze è l’unico modo per liberarsi davvero da
sé stessi.
Scopri anche il finale e la storia vera di alcuni film simili a
Flight:
Gli alieni dalle grandi orecchie,
ipersensibili al rumore stanno di nuovo invadendo la Terra!
John Krasinski ha
annunciato A Quiet Place III, la cui uscita nelle
sale è prevista per il 9 luglio 2027.
Il poliedrico attore, candidato a 4
Primetime Emmy, ha appena annunciato sui social
media che tornerà a dirigere, scrivere e produrre il quarto
film del franchise Paramount. Al momento non è stato confermato il
cast, la trama è tenuta segreta.
La Sunday Night Productions di
Krasinski e Allyson Seeger sta producendo con
Platinum Dunes. Sunday Night ha un accordo di prelazione con lo
studio.
A Quiet Place III si
unisce a un franchise di successo
Il primo A Quiet Place – Un posto tranquillo è
decollato a razzo al SXSW nel 2018, con un incasso iniziale di 50,2
milioni di dollari, quasi 153 milioni di dollari negli Stati Uniti
e quasi 341 milioni di dollari a livello globale. Il film,
interpretato da Krasinski, Emily Blunt, sua moglie nella vita,
Noah Jupe e Millicent Simmonds,
ha ricevuto una nomination all’Oscar per il miglior montaggio
sonoro.
A Quiet Place – Parte II, la cui uscita è
stata posticipata a causa del Covid, ha rilanciato il botteghino
durante il weekend del Memorial Day 2021 con un debutto di 57
milioni di dollari in 4 giorni, un incasso di 160 milioni di
dollari negli Stati Uniti e 297,3 milioni di dollari. Blunt, Jupe e
Simmonds sono tornati per il sequel, che ha ottenuto una nomination
ai BAFTA per il miglior sonoro.
L’estate scorsa, A Quiet Place: Day One, un prequel ambientato
in una New York City apocalittica devastata dagli alieni e
interpretato dal premio Oscar Lupita Nyong’o e Joseph Quinn, ha debuttato
con 52,2 milioni di dollari e ha raggiunto i 139 milioni di dollari
negli Stati Uniti e i 262 milioni di dollari a livello globale.
L’entusiasmo continua a crescere
attorno a James
Bond 26, il primo film del franchise, dopo
l’acquisizione di MGM da parte di Amazon nel 2022. In precedenza,
come riportato anche da Cinefilos.it, era stato annunciato che
Denis Villeneuve di Dune avrebbe diretto il progetto, che vede
David Heyman e Amy Pascal alla
produzione. Poche ore fa,
abbiamo riferito che Steven Knight scriverà
James Bond 26.
Intervenendo a BBC Radio,
Steven Knight ha commentato il recente annuncio,
esprimendo il suo entusiasmo per il franchise di James
Bond. Knight ha detto: “È sempre stato nella mia lista
dei desideri”, essendo un grande fan dei film da molti anni.
Ha anche condiviso la sua visione per il nuovo film, anticipando la
direzione della storia di Bond 26. Ecco la dichiarazione di Knight
qui sotto:
È sempre stato nella mia lista dei desideri ed è fantastico
essere stato invitato a farlo: non vedo l’ora di iniziare. Spero
che, essendo un fan di Bond da così tanti anni, questa passione mi
entusiasmi e che sarò in grado di produrre qualcosa di uguale ma
diverso, migliore, più forte e più audace.
La ricerca del prossimo attore che
interpreti James Bond rimane oggetto di intense
voci e dibattiti, con Henry Cavill e Aaron
Taylor-Johnson che sarebbero stati presi in considerazione
per il ruolo in passato, sebbene nulla sia stato confermato
ufficialmente. Alla domanda su chi avrebbe interpretato Bond,
Knight ha risposto: “È un’ottima domanda, a cui non posso dare
una risposta”.
Steven Knight e
Denis Villeneuve fanno squadra per James
Bond 26
Con Steven
Knight ingaggiato come sceneggiatore e Denis
Villeneuve alla regia, Bond 26 si preannuncia come un film
entusiasmante. Knight è noto soprattutto per Peaky Blinders, SAS Rogue Heroes e
Taboo, dimostrando una spiccata abilità nel creare
drammi storici. Di conseguenza, la visione “migliore, più
forte, più audace” di Knight potrebbe portare il franchise su
una strada storica inesplorata.
L’ultimo film dell’acclamato
sceneggiatore e regista Jordan Peele,
Nope (qui
la recensione), si è affermato come uno dei suoi lavori più
intriganti. Come Scappa
–Get Out e Noi prima di lui,
anche questo film gioca con il genere in modi molteplici e carichi
di significato. Ciò che lo distingue, tuttavia, è quanto sia
costruito attorno e interessato alla storia del cinema stesso.
Peele dimostra di essere sia iper-consapevole della storia
dell’industria sia scettico sul suo impatto. Questo crea una
qualità autoriflessiva che, pur essendo un blockbuster estivo
godibile, apporta profondità alla sua narrazione.
In superficie, racconta di un gruppo
di persone coinvolte in una storia di fantascienza con sfumature
horror. Ma se si guarda più a fondo, si vedrà che è un film che
parla del processo di creare per un pubblico e dell’impatto che la
ricerca dello spettacolo ha sulle persone coinvolte. È un film
ricco e malinconico che in questo articolo andremo ad approfondire,
concentrandoci in particolare sul finale, il suo significato e cosa
ci lascia Nope al termine della visione.
La spiegazione di Nahum 3:6 e
Gordy’s Home
Per capire cosa il film vuole
comunicare, occorre prima partire dall’inizio.
Nope si apre con un versetto biblico,
Nahum 3:6, che recita: “I will cast abominable
filth upon thee, and make thee vile, and will set thee as a
gazingstock” (Ti ricoprirò di immondizia abominevole, ti
renderò vile e ti renderò oggetto di scherno). È in un certo senso
una dichiarazione di intenti per il film, che stabilisce un
pessimismo sulla natura dello spettacolo e che poi passerà il resto
del tempo a rivelarlo. Segue il suono di una sitcom e una risata
registrata sotto, precisamente una sit‑com degli anni ’90 in cui un
personaggio principale si chiama Gordy ed è interpretato da uno
scimpanzé.
Scopriamo poi che le cose sono
andate molto male sul set, dove vediamo l’animale aver perso il
controllo aver mortalmente attaccato tutti sul set. C’è però una
scarpa irrealisticamente in posizione verticale, mentre la scimmia
si guarda intorno prima di fissare direttamente la telecamera. Poi
saltiamo avanti nel tempo fino all’epoca in cui è ambientato gran
parte del film. È importante che non dimenticare questo momento
cruciale del film, chiave per capire praticamente tutto quello che
segue.
Una scena del film Nope
La minaccia aliena
Incontriamo poi Otis
jr., detto OJ (Daniel
Kaluuya), che lavora in una fattoria insieme a suo padre
Otis Haywood Sr. (Keith David).
La loro è un’azienda di famiglia con una tradizione che risale a
decenni prima, fornendo cavalli per i film di Hollywood. Mentre
padre e figlio svolgono i lavori quotidiani, sentiamo un suono
strano e oggetti cominciano a cadere dal cielo. Da chiavi a monete,
questi oggetti sono apparentemente innocui ma capaci di diventare
proiettili mortali data la velocità con cui cadono in Terra.
Infatti, sebben OJ rimanga illeso, Otis no. È stato colpito da un
nichelino, che gli ha provocato una ferita che lo ha dissanguato e
ucciso.
Suo figlio rimane così a gestire da
solo l’azienda in difficoltà. Sei mesi dopo OJ è sul set con un
cavallo di nome Lucky davanti a un green screen. È nervoso, in
attesa dell’arrivo della sorella più sicura di sé,
Emerald (Keke Palmer). Quando
arriva, pronuncia il discorso che OJ aveva cercato di fare sulla
loro storia familiare. Spiega che quando nacque il primo filmato in
movimento, ritraeva un fantino sconosciuto su un cavallo: quello
era il loro tris‑tris‑tris‑nonno. Nonostante questo discorso,
vengono licenziati dopo che Lucky si spaventa del proprio riflesso
e calcia all’indietro verso un altro lavoratore.
Il cavallo vero viene così
sostituito da uno CGI e i fratelli vengono messi da parte senza
reciproco rimorso dall’industria che la loro famiglia ha
contribuito a costruire. Questo è solo l’inizio di ciò che Peele ha
in mente. È lì che capiscono gradualmente che non sono solo stati i
detriti caduti da un aereo a uccidere loro padre, ma qualcosa non
di questo mondo. Determinano che si tratta di un UFO nascosto tra
le nuvole e decidono di catturare un’immagine perfetta di esso, lo
“scatto Oprah” come lo chiamano. Tuttavia capiscono presto che è
più facile a dirsi che a farsi: quel misterioso oggetto spegne ogni
fonte di energia su cui sorvola.
Anche quando chiedono aiuto a
Angel Torres (Brandon Perea), un
curioso dipendente di Fry’s Electronics, sembra che non possano
farcela. Scoprono però che non è un’astronave, ma un predatore a
tutti gli effetti, che da mesi usa la loro terra per cacciare
prede. Tutto culmina quando il loro vicino tenta di sfruttare la
creatura nel suo show: è Ricky ‘Jupe’ Park
(Steven
Yeun), in realtà la star sopravvissuta alla furia
dello scimpanzé visto all’inizio. Ricky ha passato la vita
inseguendo la fama derivata da quel trauma. Il suo stesso desiderio
di spettacolo è però la sua rovina, poiché nel cercare di
trasformare la creatura in un’attrazione, viene invece divorato da
ess insieme alla sua famiglia e al pubblico.
Daniel Kaluuya in Nope
Ottener lo “scatto Oprah”
Fuggendo dalla fattoria per
riorganizzarsi dopo essere quasi morti quando la creatura sorvola
la loro casa e rovescia addosso sangue da un pasto recente, il trio
formato da OJ, Emerald e Angel torna con un piano più articolato.
Decidono di attirarla usando OJ come esca e dei pupazzi gonfiabili
che si sgonfiano quando lei vola sopra per rintracciarla. Inoltre,
grazie ad alcune osservazioni intelligenti di OJ, capiscono che non
possono guardarla direttamente perché è ciò che la attira. Decidono
allora di usare una cinepresa analogica e l’aiuto del veterano
direttore della fotografia Antlers Holst
(Michael Wincott), che avevano cercato di
reclutare in precedenza.
Funziona quasi tutto, anche se
Antlers non si accontenta e vuole lo scatto perfetto. Di
conseguenza, viene risucchiato dalla creatura e muore nella sua
ricerca della perfezione. Angel rischia di essere inghiottito ma
riesce a salvarsi avvolgendosi nel filo metallico per restare
ancorato. OJ attira poi via la creatura così che Emerald possa
fuggire al vicino parco divertimenti di Ricky dove lui e tutti gli
ospiti erano già morti. Con un colpo di genio, lei rilascia un
gigantesco palloncino per attirare la creatura abbastanza vicino da
scattare una foto usando una fotocamera in un pozzo dei desideri
per turisti.
Lo inquadra perfettamente e riesce a
immortalarla in tutto il suo splendore. La creatura esplode poi
dopo aver ingoiato il palloncino e OJ riesce così a sopravvive
sfuggendo al pericoloso alieno, nel frattempo mostrato in tutta la
sua particolare e terrificante natura. Le sue sembianze, infatti,
non ricordano nulla di già visto al cinema. L’ultima inquadratura è
così la stampa dell’immagine che i fratelli hanno tanto faticato a
ottenere, ora memorializzata per noi, pubblico del film e del loro
mondo, da vedere con i nostri occhi.
L’alieno del film Nope
Rischiare tutto per un’immagine
perfetta
Il finale è dunque una vittoria, che
è però anche una tragedia più grande. Il film è estremamente
divertente, ma intrecciato in tutto c’è il senso che chi cerca di
catturare un momento spettacolare per un pubblico rischia di
perdersi. Ricky faceva parte di uno show finito in violenza
orrenda, ma conserva memorabilia di quell’esperienza e dà la vita
per cercare di rivivere un altro momento di gloria. Antlers non può
farne a meno: rischia tutto per un altro scatto perfetto. OJ ed
Emerald hanno potuto salvarsi, eppure sono stati attratti dal
desiderio di creare qualcosa che nessuno avesse mai visto prima. Lo
realizzano ed escono vittoriosi, ma tutto ha un costo elevato.
Hanno perso il padre e quasi la
vita, tutto in nome di quel momento di riconoscimento. È più di un
business: è un desiderio di lasciare un’eredità, qualcosa che Peele
suggerisce con delicatezza. I fratelli non dichiarano molto le loro
intenzioni, scherzano tra loro, ma ogni decisione nella conclusione
mostra che non sono poi così diversi da Ricky o Antlers. Il fatto
che tutti e tre rimangano in questa impresa malgrado quello che
devono affrontare è ciò su cui il film si concentra. Ogni
personaggio sta in qualche modo cercando disperatamente di
ritagliarsi un posto. Rivolgendosi a un pubblico che può
abbandonarli senza un secondo pensiero, anche mentre danno tutto
per loro.
Il titolo stesso,
Nope, esprime il loro impulso iniziale a fuggire
dal pericolo. Eppure, il desiderio di vederlo con i propri occhi e
di essere visti per le proprie conquiste supera tutto il resto. Non
si tratta davvero degli elementi di fantascienza, anche se sono ciò
che rende il film così divertente. È solo una metafora del
desiderio incessante di catturare qualcosa che nessun altro ha; di
lasciare il proprio segno nel mondo a qualunque costo. È per questo
che l’immagine finale è profondamente triste. Anche in una vittoria
conquistata con fatica, hanno attraversato inferni per ottenere
quell’unico fotogramma.
Cosa ci lascia il film Nope
Nope è dunque molto
più di un semplice film di fantascienza con momenti horror: è una
riflessione potente sull’ossessione contemporanea per lo
spettacolo, la visibilità e la memoria visiva. Jordan
Peele ci mostra come il desiderio di essere visti,
riconosciuti o ricordati possa diventare distruttivo, spingendo
individui a rischiare tutto per un’immagine perfetta. Il film ci
interroga su cosa siamo disposti a sacrificare per lasciare un
segno, anche fugace, nel mondo. Tra critica al sistema
dell’intrattenimento e introspezione sul trauma,
Nope ci lascia dunque con una domanda scomoda:
quanto costa davvero catturare lo “scatto perfetto”? E ne vale la
pena?
I guardiani del
destino (qui la recensione) è un film del
2011 diretto da George Nolfi e tratto liberamente
dal racconto Squadra riparazioni di Philip K.
Dick, autore di culto da cui sono state tratte molte altre
opere cinematografiche come Blade Runner o Minority Report.
Ambientato in una New York contemporanea ma velata di mistero, il
film fonde elementi di fantascienza, thriller e romanticismo,
raccontando una storia che esplora il libero arbitrio, il destino e
l’intervento di forze superiori nella vita degli esseri umani. Al
centro della vicenda troviamo il giovane politico David
Norris (Matt
Damon), che scopre l’esistenza di un’organizzazione
segreta che controlla il destino delle persone.
Il film si muove così su un terreno
molto vicino a quello di altre trasposizioni ispirate a Dick, in
particolare per il modo in cui fonde un’ambientazione
apparentemente realistica con meccanismi metafisici che mettono in
discussione la percezione della realtà. Tuttavia, rispetto ad altri
adattamenti più cupi o distopici, I guardiani del
destino si distingue per il tono più emotivo e
sentimentale, proponendo una riflessione sul libero arbitrio
attraverso una storia d’amore intensa e sospesa tra le pieghe del
tempo. La regia di Nolfi — al suo esordio alla regia dopo una
carriera da sceneggiatore — si concentra sul ritmo serrato, su
atmosfere urbane affascinanti e su una forte chimica tra i
protagonisti.
Nel corso dell’articolo esploreremo
più nel dettaglio la trama del film, i personaggi principali e
soprattutto il significato del suo enigmatico finale. Analizzeremo
anche i temi che emergono nel terzo atto, come l’opposizione tra
predestinazione e scelta individuale, il ruolo dei misteriosi
“guardiani” e il senso ultimo del percorso dei protagonisti. Una
narrazione che si muove tra i binari del destino e della volontà
personale, fino a un epilogo che lascia lo spettatore con una
domanda: siamo davvero liberi di scegliere il nostro cammino?
La storia, ambientata a Manhattan,
vede come protagonista David Norris ex studente e
giocatore di basket della Fordham University il quale, già membro
del Congresso, è in procinto di vincere le elezioni per conseguire
la carica di senatore. Proiettato quindi verso una brillante
carriera politica Norris incontra casualmente un’affascinante
ballerina, Elise Sellas, e tra i
due scoppierà immediatamente l’amore a prima vista. Appena iniziata
questa nuova frequentazione però, Norris si accorgerà presto che
forze oscure e misteriose tramano e ordiscono per tenere lui ed
Elise separati.
Recandosi un giorno a lavoro, Davis
trova tutti nell’edificio completamente immobili ed esaminati da
alcuni uomini. Provando a fuggire, egli viene trasportato in un
magazzino dove un uomo di nome Richardson gli
spiega che lui e i suoi colleghi fanno parte di un ufficio che si
assicura che la vita delle persone proceda secondo il “Piano”
elaborato da un soggetto denominato “Presidente”. Sarà così che
Davis conoscerà l’esistenza dei “guardiani”, membri di un ufficio
segreto che con mezzi e poteri illimitati decidono sul destino
degli uomini. Starà a Norris scegliere e decidere tra la carriera
di successo che ha davanti e l’amore per Elise.
La spiegazione del finale
Nel terzo atto de I
guardiani del destino, dopo anni dalla loro separazione
forzata, David rivede Elise per caso per strada e decide di non
lasciarla andare di nuovo. Nonostante gli avvertimenti dell’agente
Richardson, che aveva già distrutto il numero di telefono di Elise
e minacciato gravi conseguenze, David insiste nel voler rivedere la
donna che ama. Riesce così a raggiungerla alla sua prova di danza,
sfidando le regole dell’ufficio e sfruttando i portali nascosti che
i “guardiani” usano per spostarsi rapidamente tra le porte della
città. È chiaro ormai che la loro connessione non è casuale:
secondo Richardson, ci sono frammenti residui di un vecchio “Piano”
in cui David ed Elise erano destinati a stare insieme.
A questo punto entra in scena
Thompson, un agente di grado superiore che prende in mano il
“caso”. Con freddezza e determinazione, egli rivela a David le
conseguenze della sua insistenza: stare con Elise significherebbe
rinunciare alla possibilità di diventare Presidente degli Stati
Uniti, mentre Elise non raggiungerebbe mai il successo come
coreografa internazionale. Per dimostrare il suo potere, Thompson
fa addirittura inciampare Elise durante una prova, provocandole una
distorsione alla caviglia. Schiacciato dal senso di colpa e dalla
convinzione che il loro amore possa distruggere il futuro di
entrambi, David la abbandona in ospedale, spezzando il cuore a se
stesso e alla donna che ama.
Passano altri undici mesi e David
scopre che Elise sta per sposarsi. A quel punto Harry, un altro
agente del Bureau, entra in gioco, motivato da rimorso per aver
manipolato la vita di David in nome del Piano. In un momento
strategico – durante un temporale, che impedisce ai guardiani di
localizzarli – Harry gli insegna a usare le porte per spostarsi
come fanno loro, consentendogli così di raggiungere Elise e dirle
la verità. David riesce a trovarla poco prima del matrimonio, e
insieme iniziano una fuga rocambolesca per tutta New York,
teleportandosi da una porta all’altra, mentre gli agenti del Bureau
li inseguono senza sosta. Alla fine, i due decidono di affrontare
direttamente il “Presidente”, l’enigmatica entità a capo
dell’organizzazione, e raggiungono la sede centrale del Bureau.
Sul tetto dell’edificio, braccati e
senza più via di fuga, David ed Elise si dichiarano amore eterno e
si baciano. In quel momento, tutti gli agenti scompaiono. Harry
appare e mostra loro una copia del nuovo Piano del Presidente, che
ora è completamente bianco: le loro vite non sono più
predeterminate. Sono finalmente liberi di scegliere chi essere e
dove andare. Harry spiega che forse il vero Piano del Presidente è
proprio spingere le persone a conquistare il libero arbitrio, a
lottare per la propria autodeterminazione come hanno fatto David ed
Elise. Il film si chiude così, con la coppia che si allontana mano
nella mano, libera finalmente da ogni controllo.
Dal punto di vista simbolico, il
finale de I guardiani del destino rappresenta
dunque una forte presa di posizione in favore del libero arbitrio.
La burocrazia sovrannaturale del Bureau diventa metafora dei limiti
imposti dalla società, dalle aspettative e dalle istituzioni, che
spesso cercano di guidare o limitare i percorsi personali degli
individui. David ed Elise, scegliendo di ribellarsi al Piano,
incarnano il rifiuto di questi vincoli e la possibilità di scrivere
la propria storia, anche a costo di sacrificare potere, successo o
sicurezza. Il loro gesto d’amore diventa un atto di
insubordinazione contro ogni forma di predestinazione.
Il film riflette anche su cosa
significhi davvero il concetto di “destino”. Attraverso la metafora
del Bureau, suggerisce che il vero senso della vita non sta nel
seguire un tracciato già scritto, ma nel guadagnarsi ogni scelta,
anche sbagliata. Il nuovo Piano vuoto è una pagina bianca, un
invito a essere protagonisti del proprio percorso. In questo senso,
I guardiani del destino non è solo una love story
fantascientifica, ma una riflessione profonda sulla libertà,
sull’identità e sulla responsabilità di decidere chi vogliamo
essere.
Cosa ci lascia I guardiani del
destino
I guardiani del
destino ci lascia dunque con una riflessione potente sulla
libertà di scelta e sull’autodeterminazione. Dietro l’apparenza di
un thriller romantico con elementi fantascientifici, il film pone
una domanda universale: quanto delle nostre vite è scritto e quanto
dipende da noi? Il messaggio è chiaro: anche quando sembra che
tutto sia già deciso, il libero arbitrio può prevalere. La lotta di
David ed Elise contro un potere superiore rappresenta il coraggio
di scegliere il proprio cammino, anche contro ogni previsione. In
fondo, il film ci invita a non smettere mai di scrivere il nostro
destino, giorno dopo giorno.
Scopri anche i finali di altri film simili a I guardiani del
destino:
Le foto dal dietro le quinte del set
di Hunger Games – L’Alba sulla Mietitura offrono
un’anteprima dell’arena fiorita e dei costumi dei tributi.
Ambientato intorno alla 50ª edizione degli Hunger Games, il prequel
di Hunger Games ruota attorno all’esperienza del giovane
Haymitch Abernathy come tributo e vincitore degli
Hunger Games. Le riprese sono iniziate a luglio nel Parco Naturale
di Somiedo, nelle Asturie, in Spagna; a Piedrafita de Babia, in
Castiglia e León; a Valle de Lago e nella foresta di faggi di
Montegrande.
Ora, il quotidiano spagnolo La Nueva
España ha pubblicato una nuova serie di foto (guarda qui le foto) scattate a
Somiedo, che mostrano la Cornucopia e i costumi dei tributi. Questi
ultimi indossano pacifici mantelli bianchi con colori sotto per
indicare i loro distretti. In linea con lo stile etereo, l’arena
presenta raggi fioriti che puntano tra i tributi verso la struttura
centrale. Si potevano vedere i tributi combattere tra loro mentre
la telecamera riprendeva. Oltre alla scena che girata in quel
momento, le foto dal set mostrano anche il paesaggio lussureggiante
del Parco Nazionale e le cabine di preparazione della produzione,
la costruzione e i rimorchi.
Le riprese di Hunger Games – L’Alba sulla Mietitura
dovrebbero continuare fino a dicembre. Nel libro, l’arena della 50ª
edizione degli Hunger Games è descritta come visivamente bella ma
letale, con tutto intriso di veleno e un complesso sistema
informatico sottostante. Le foto dal set mostrano proprio un’arena
eterea e quasi fiabesca, decorata con petali di fiori, in linea con
l’estetica e l’atmosfera del libro. Nel libro, i tributi indossano
camicie a maniche lunghe, pantaloni e stivali, con i distretti che
si distinguono per i loro colori unici e costumi rivelati da
queste foto corrispondono alla descrizione approssimativa del
libro, ma adattano ulteriormente gli abiti dei tributi
all’atmosfera bella ma letale.
Attualmente in fase di
pre-produzione, Hunger Games – L’Alba sulla Mietitura sarà
diretto da Francis Lawrence su
sceneggiatura adattata da Billy Ray. La
produzione è affidata a Nina Jacobson e
Brad Simpson di Color Force, insieme a
Francis Lawrence, con la produzione esecutiva di Cameron
MacConomy. Il nuovo romanzo di Suzanne Collins,
Hunger Games – L’Alba sulla Mietitura, è
uscito a marzo ed è diventato rapidamente n.1 nella classifica
del New York Times.
Basato sul romanzo bestseller di
Suzanne Collins, l’ultimo capitolo del franchise distopico per
ragazzi Hunger Games rivisita il mondo di Panem 24
anni prima degli eventi della trilogia principale, a partire dalla
mattina della mietitura dei 50esimi Hunger Games, noti anche come
Seconda Edizione della Memoria. La storia è incentrata sul
sedicenne Haymitch (Joseph Zada), un ragazzo
intelligente e intraprendente del Distretto 12, scelto
inaspettatamente per questa edizione dei giochi, che per l’edizione
speciale prevedono un colpo di scena mortale: il doppio dei
tributi, 48 bambini mandati nell’arena a combattere per la propria
vita.
Oltre a Zada, il cast
precedentemente annunciato include Whitney Peak
nel ruolo di Lenore Dove Baird, Mckenna Grace nel
ruolo di Maysilee Donner, Billy Porter nel ruolo
di Magno Stift, Jesse Plemons nel ruolo di Plutarch
Heavensbee, Kelvin Harrison Jr. nel ruolo di
Beetee, Lili Taylor nel ruolo di Mags, Elle Fanning nel ruolo di Effie Trinket,
Ralph Fiennes nel ruolo del Presidente Snow,
Glenn Close nel ruolo di Drusilla Sickle,
Kieran Culkin nel ruolo di Caesar Flickerman,
Ben Wang nel ruolo di Wyatt Callow, Maya Hawke nel ruolo di Wiress,
Whitney Peak nel ruolo di Lenore Dove Baird,
Molly McCann nel ruolo di Louella McCoy e
Iona Bell nel ruolo di Lou Lou.
Sebbene i collegamenti si siano
fatti più tenui con il procedere della serie, The
Sandman di Neil Gaiman era ambientato
nell’universo principale della DC Comics, con apparizioni di
personaggi come Martian Manhunter, Mr.
Miracle e persino Batman, che si è
presentato al funerale di
Morfeo in “The
Wake“.
A parte qualche vago riferimento (il
fratellino di Rose, Jed, ha delle action figure della DC Comics,
per esempio), la serie Netflix evita
per lo più qualsiasi riferimento diretto alla DC, ma il
co-creatore/showrunner Allan Heinberg ha ora
rivelato che è stato preso in considerazione un cameo di
Batman. “Abbiamo parlato della domanda: ‘Robert Pattinson vuole venire al funerale?’.
Ne abbiamo discusso brevemente, ma solo brevemente.”
Coinvolgere Robert
Pattinson sarebbe stato probabilmente complicatissimo, ma
avrebbero potuto mostrare l’inconfondibile cappuccio del Cavaliere
Oscuro dalla schiena mentre i presenti si dirigono verso l’interno
del palazzo (nel fumetto, Batman viene visto parlare con diversi
altri personaggi, tra cui Clark Kent).
A proposito di Superman, l’episodio bonus
attualmente in streaming, Death: The High Cost of
Living, include diversi riferimenti piuttosto
evidenti all’Uomo d’Acciaio, il supereroe preferito di Sexton nel
fumetto. Heinberg sapeva che l’episodio sarebbe andato in onda così
presto dopo l’uscita del Superman di
James
Gunn?
“Non lo sapevo! Non so nemmeno
se James Gunn guardi la serie, ma spero di sì. No, è stato perché
ho cercato di inserire quanti più riferimenti DC possibile”,
ha detto. “Era una di quelle cose in cui Colin (Morgan) voleva
davvero mostrare il lato non trattenuto di Sexton, ma il suo lato
giocoso. Che si tratta di qualcuno che in realtà, prima di questo
momento, ha molta gioia e molto idealismo e sta cercando di essere
là fuori e, come reporter di emergenza climatica per il Guardian,
sta cercando di essere un supereroe. E si sente come se stesse
fallendo ogni volta che si gira. Quindi, poiché lo incontriamo in
un momento così basso, volevamo davvero mostrare al pubblico che
non è qualcuno che di solito è così, è qualcuno con grandi ideali e
grandi sogni e che vuole essere un eroe. E Superman è il più
pulito. E ho inserito elementi della DC Comics in tutto ciò che ho
scritto da quando ho memoria. Quindi è stato molto naturale passare
a Superman.”
Apple TV+ ha
presentato il trailer di “KPOPPED”, la nuovissima
serie di sfide musicali in arrivo il 29 agosto. Lo show è una
competizione a colpi di canzoni con protagonisti
PSY, il campione di incassi internazionale che ha
contribuito a diffondere il K-pop nel mondo con la sua “Gangnam
Style”, e la superstar vincitrice di tre Grammy Megan Thee
Stallion, che è anche produttrice esecutiva. Dai
produttori esecutivi Lionel Richie e Miky Lee, la serie riunisce
alcune delle più grandi icone della musica occidentale e celebri
K-pop idol per reinterpretazioni inaspettate e cariche di energia
di hit leggendarie.
Chi sono i protagonisti di KPOPPED
Condotto dall’attrice e comica Soojeong Son (“Servant”, “Search
Party”), in ogni episodio gli artisti occidentali
reinterpretano uno dei loro maggiori successi, collaborando con i
più grandi idoli del K-pop per offrire spettacolari esibizioni dal
vivo in duetti dal sound ibrido e versioni travolgenti
delle hit più amate davanti al pubblico di Seul, chiamato a
eleggere la performance “K-popped” più riuscita della serata.
Al termine della sfida, dopo la proclamazione del vincitore, i
K-pop idol chiudono l’episodio con un’esibizione finale.
La serie è prodotta esecutivamente
da Moira Ross, Lionel Richie, Miky Lee, Megan Thee Stallion e Greg
Foster, insieme a Harry H.K. Shin e Jake Hong, con il produttore
Ki-woong Kim per CJ ENM Co., Ltd., azienda leader nella produzione
di show musicali e contenuti d’intrattenimento. Chris Culvenor,
Paul Franklin, Wes Dening e David Tibballs sono produttori
esecutivi per Eureka Productions (una società del gruppo
Fremantle), insieme a Bruce Eskowitz.
A
seguire, gli artisti che nel corso degli otto episodi della
serie si scambiano palco e stile offrendo nuove
interpretazioni di brani iconici come “Savage”, “Wannabe”, “Ice Ice
Baby”, “Lady Marmalade”, “Can’t Get You Out of My Head”, “Motown
Philly”, “Waterfalls” e molti altri.
K-pop idol:
Billlie, ITZY, Kep1er, JO1,
ATEEZ, STAYC, Kiss of Life e BLACKSWAN
Artisti occidentali:
Megan Thee Stallion, Patti LaBelle, Mel B ed Emma Bunton delle
Spice Girls, Vanilla Ice, Taylor Dayne, Kesha, Eve, J Balvin, Kylie
Minogue, TLC, Boy George, Jess Glynne, Ava Max e Boyz II Men
Come riportato da Deadline, la serie And
Just Like That si concluderà con la sua terza stagione
di 12 episodi (leggi qui la recensione del
primo), attualmente in onda, con un finale in due parti. Lo
showrunner Michael Patrick King ha comunicato la
decisione al cast giovedì. “E proprio così… la narrazione
dell’universo di Sex and the City sta volgendo al termine”, ha
dichiarato King in un comunicato rilasciato venerdì mattina.
“Mentre scrivevo l’ultimo episodio della terza stagione di And
Just Like That…, mi è apparso chiaro che questo potrebbe essere un
ottimo momento per fermarsi”.
“Insieme a Sarah Jessica Parker,
Casey Bloys e Sarah Aubrey, abbiamo deciso di concludere la
popolare serie quest’anno con un finale in due parti e di estendere
l’ordine originale della serie da 10 a 12 episodi. Sarah e io
abbiamo rimandato l’annuncio della notizia fino ad ora perché non
volevamo che la parola ‘finale’ oscurasse il divertimento di
guardare la stagione. È con grande gratitudine che ringraziamo
tutti gli spettatori che hanno accolto questi personaggi nelle loro
case e nei loro cuori in questi lunghi anni“.
Cosa c’è da sapere su And Just Like
That
In onda dal dicembre 2021,
And Just Like That è il sequel dell’iconica
serie HBO Sex and the City creata da
Darren Star. Ha riunito le amiche Carrie Bradshaw
(Parker), Miranda Hobbes (Cynthia Nixon) e
Charlotte York (Kristin Davis) per una serie di
avventure romantiche di mezza età a New York City. La prima
stagione della serie ha visto la protagonista Carrie affrontare la
vita dopo l’improvvisa morte del marito, Mr. Big (Chris
Noth), mentre Miranda ha affrontato una crisi d’identità,
inclusa una relazione con il comico non binario Che Diaz
(Sara Ramirez), e Charlotte ha abbracciato la
maternità.
Nella seconda stagione, in onda nel
2023, Carrie ha ripreso la sua storia d’amore con l’ex fidanzato
Aidan (John Corbett), Miranda ha approfondito il
suo legame con Che e Charlotte ha affrontato delle sfide con la
famiglia. In questa terza stagione, invece, Carrie va avanti con la
sua vita dopo Aidan, Miranda esplora nuove relazioni e Charlotte
continua a destreggiarsi tra maternità e carriera. Sebbene
And Just Like That abbia avuto un ottimo
inizio in termini di ascolti, con una premiere tra le prime 10
nella storia di HBO Max, il numero di spettatori è diminuito nel
tempo. La premiere della terza stagione è stata vista da 429.000
famiglie, secondo Samba TV, in calo rispetto alle 463.000 della
seconda stagione.
La serie segue diversi personaggi
nel corso della Storia mentre tentano di recuperare e restituire
potenti artefatti alla nazione isolazionista di Wakanda. Nel finale
(ambientato nel 1896), veniamo introdotti a una Black Panther di
500 anni nel futuro, interpretata da Anika Noni
Rose.
La futura Regina di Wakanda ha
viaggiato indietro nel tempo perché Wakanda e il mondo sono caduti
in mano all’Orda aliena. Avverte il Principe Tafari e Kuda che
l’ascia di Vibranio che hanno trovato non deve essere restituita
alla sua casa. Lasciando l’ascia in giro per il mondo, un giorno
verrà rubata da Erik Killmonger, facendo emergere
T’Challa dall’ombra e portando infine il Wakanda a rivelarsi al
mondo.
Cambiando la storia, la
Terra ha ora molte più possibilità di resistere all’invasione
dell’Orda. Quell’invasione avverrà tra centinaia di anni, qualunque
cosa accada, ma assicurandosi che T’Challa apra i confini del
Wakanda e ne condivida i segreti, l’umanità avrà la possibilità di
respingere gli invasori (è accertato che il Wakanda sia
rimasto un segreto nella linea temporale della Regina).
Kilmonger fa persino un cameo negli ultimi momenti della serie,
confermando che l’ascia che ha rubato è la stessa che la futura
Regina, il Principe Tafari e Kuda hanno impedito di rimandare in
Wakanda.
Un nuovo Iron
Fist
Un altro grande argomento di
discussione in Eyes of
Wakanda è l’introduzione di un altro Iron
Fist. Jona Xiao dà la voce a Jorani nel terzo episodio,
ambientato in Cina nel 1400 d.C. Si intrufola nella base dei War
Dogs per recuperare la statua del drago che le è stata
sottratta.
Simile a Danny Rand e Colleen Wing,
Jorani detiene il potere di Shou-Lao e protegge gli interessi di
K’un-Lun. Non c’è nulla che prepari davvero il terreno per vederla
in futuro, e non è basata su nessuno dei personaggi che conosciamo
dai fumetti. Questo è un Iron Fist appena creato per l’MCU.
Ancora più importante, vedremo prima
o poi la guerra del mondo contro l’Orda? Resta da vedere, ma con i
viaggi nel tempo in gioco e una nuova linea temporale creata,
potrebbe essere la base per una possibile seconda stagione di Eyes
of Wakanda.
La nuova serie d’azione e avventura,
prodotta in collaborazione con Zinzi Coogler, Sev Ohanian e Kalia
King di Proximity Media, segue le avventure di coraggiosi guerrieri
del Wakanda nel corso della storia. In questa avventura in giro per
il mondo, gli eroi devono portare a termine pericolose missioni per
recuperare manufatti di Vibranio dai nemici del Wakanda. Loro sono
gli Hatut Zaraze, e questa è la loro storia.
Con le voci di Winnie
Harlow, Cress Williams, Patricia Belcher, Larry Herron, Adam Gold,
Lynn Whitfield, Jacques Colimon, Jona Xiao, Isaac Robinson-Smith,
Gary Anthony Williams, Zeke Alton, Steve Toussaint e
Anika Noni Rose, Eyes of
Wakanda è diretta dal regista/produttore esecutivo
Todd Harris.
La serie è ora disponibile in
streaming su Disney+. Nella
nostra recensione di Eyes of Wakanda, Chiara
Guida ha scritto: “Con un perfetto equilibrio tra avventura,
introspezione e commento politico, Eyes of Wakanda si impone
come una delle migliori produzioni animate di Disney+ degli ultimi anni. È una
lettera d’amore alla cultura afrocentrica, al potere del segreto, e
alla complessità del sacrificio. E, cosa rara per il franchise,
lascia il pubblico non solo soddisfatto, ma anche desideroso di
vedere cos’altro si nasconde dietro gli occhi vigili del
Wakanda.”
Michael Peña (End of Watch) è
stato scelto per un ruolo al fianco di Chris Hemsworth e Lily James in Subversion, il
nuovo film d’azione ambientato in un sottomarino prodotto da Amazon
MGM Studios.
I dettagli sul ruolo che
Peña interpreterà sono tenuti segreti. Il film
segue un comandante navale un tempo promettente
(Hemsworth) che viene ricattato da
un’organizzazione simile a un cartello e costretto a pilotare un
pericoloso sottomarino che trasporta merci illegali in acque
internazionali. Coinvolto in un gioco del gatto e del topo ad alto
rischio, con un ufficiale della Guardia Costiera
(James) alle calcagna, deve superare i blocchi
stradali e affrontare pericolose minacce sia all’interno che
all’esterno del sottomarino.
Patrick Vollrath
(7500) dirige il film da una sceneggiatura di
Andrew Ferguson. Lorenzo di
Bonaventura sarà il produttore, con i produttori esecutivi
Stephen Shafer e Greg Cohen per
la di Bonaventura Pictures.
Peña sarà presto visto al fianco di
Sarah Snook nella serie All Her
Fault, un adattamento del romanzo di Andrea
Mara che debutterà su Peacock più avanti quest’anno. Noto
per i ruoli in A Million Miles Away, End of Watch, American
Hustle e The Martian, lo vedremo presto
anche al fianco di Sam Rockwell nel film d’azione
e avventura di Gore Verbinski Good Luck, Have Fun, Don’t
Die. È rappresentato da CAA, Entertainment 360 e Goodman,
Genow, Schenkman.
I Fantastici
Quattro: Gli Inizi sta per entrare nel suo secondo weekend
al cinema e, dopo un incasso stimato di 7,4 milioni di dollari
giovedì, è probabile che il film concluda il weekend con altri
45-47 milioni di dollari. Si tratta di un calo del 61% nel mercato
USA.
Non è un risultato né eccezionale né
particolarmente negativo. Ma è all’estero che I Fantastici
Quattro: Gli Inizi potrebbe incassare la maggior parte dei
suoi incassi. Il contrario vale per Superman, che ha
incassato 300 milioni di dollari solo in Nord America.
Fino a pochi giorni fa, I Fantastici
Quattro: Gli Inizi aveva incassato circa 250 milioni di
dollari in tutto il mondo, quindi scommettete che supererà
facilmente i 300 milioni di dollari entro la fine del weekend
(forse 400 milioni di dollari, a seconda di come andrà questa
settimana). Il reboot dovrebbe concludere la sua corsa tra i 500 e
i 600 milioni di dollari.
I Marvel Studios, nel frattempo,
hanno pubblicato un altro spot televisivo per il film,
rivelando finalmente le immagini ufficiali di
Galactus in tutto il suo enorme splendore. A parte
l’immagine promozionale, questo è il nostro primo vero sguardo al
Divoratore di Mondi… ammesso che non l’abbiate già
visto sul grande schermo!
Gran parte di questo promo di 30 secondi è dedicato alla scena
finale diI
Fantastici Quattro: Gli Inizi,
quindi è meglio voltare pagina ora se avete intenzione di guardare
il film per la prima volta questo fine settimana.
Leggi qui i nostri approfondimenti su I Fantastici
Quattro: Gli Inizi:
Nella
nostra recensione abbiamo scritto: “I Fantastici
Quattro: Gli Inizi conferma ciò che già si pensava in
seguito alla diffusione dei materiali promozionali: è un progetto
ben pensato, ben diretto, che sa dosare l’intimità e l’azione, che
grazie ai suoi variegati protagonisti si rivolge ad un pubblico
ampio, dai più giovani fino ai padri e alle madri.”.
Spider-Man: Brand New Day riserva una grande sorpresa
in merito a quello che potrebbe essere il ruolo di Sadie Sink nel Marvel Cinematic Universe. Ora, una
nuova teoria sempre più sostenuta spiega in che modo il suo
personaggio potrebbe essere nientemeno che la figlia dello
Spider-Man di
Tobey Maguire.
Le versioni di Peter Parker di
Maguire, Andrew Garfield e Tom Holland hanno interagito in
Spider-Man:
No Way Home. Quattro anni dopo, la Marvel non ha
ancora annunciato se gli Spider-Men del multiverso potrebbero
apparire in futuri film del MCU. Ci sono state voci su come Marvel
e Sony abbiano discusso se seguire la strada del multiverso o
quella della strada per la storia di Spider-Man: Brand New Day,
ma con Holland che ha suggerito che il film rappresenti un nuovo
inizio per Spider-Man, la seconda opzione ha senso. Tuttavia, il
misterioso personaggio di Sadie Sink potrebbe
essere collegato in modo chiave allo Spider-Man di Maguire.
Lo Spider-Man di Tobey Maguire ha
citato la sua relazione con Mary Jane in No Way Home
Il film di Spider-Man ha finalmente
risolto un punto chiave della trama della trilogia di Raimi
Peter Parker di Maguire e Mary Jane
Watson di Kirsten Dunst hanno portato nel
live-action la più importante relazione di Spider-Man dei fumetti.
I personaggi hanno avuto una relazione del tipo “si incontreranno o
no” per tutta la trilogia di Spider-Man di Sam
Raimi, lasciando da interpretare se si incontreranno nel
futuro dell’universo, cosa che non è stata mostrata a causa della
cancellazione di Spider-Man 4. Nelle prime bozze
di Spider-Man:
No Way Home del MCU, Dunst sarebbe tornata nei panni
di Mary Jane, mostrando come si sarebbe evoluta la relazione tra
lei e Peter.
Sebbene ciò non sia accaduto, lo
Spider-Man di Maguire ha anticipato la situazione tra lui e MJ anni
dopo la loro ultima apparizione insieme in Spider-Man
3 del 2007. Descrivendo la sua complicata relazione con
Mary Jane, resa chiara dai film di Spider-Man di Raimi, Maguire ha
spiegato che finalmente si trovavano in un buon momento, dicendo:
“Ci è voluto un po’, ma ce l’abbiamo fatta”. Se Peter e MJ
stanno insieme da un po’ e ora hanno quarant’anni, allora avrebbero
potuto facilmente avere una figlia, che sarebbe il personaggio di
Sadie Sink in
Spider-Man: Brand New Day.
Teoria di Spider-Man: Brand New
Day: la Spider-Girl di Sadie Sink si è unita al MCU dopo un grande
evento
Lo Spider-Man di Tobey Maguire
potrebbe tornare a casa e scoprire che sua figlia è scomparsa
In Spider-Man:
No Way Home, Peter Parker interferisce con
l’incantesimo di Doctor Strange all’inizio del
film, portando alla comparsa di personaggi dei precedenti franchise
di Spider-Man nel MCU. Se Sink interpretasse la figlia
dello Spider-Man di Tobey Maguire, si sarebbe preoccupata
a morte per l’improvvisa scomparsa del padre. Il modo più semplice
per spiegare come Sadie Sink possa essere la
figlia dello Spider-Man di Maguire sia collegarsi all’incantesimo
finale di Doctor Strange.
Alla fine di Spider-Man:
No Way Home, Strange fa dimenticare al mondo chi fosse
il Peter Parker di Tom Holland, il che impedisce a diversi
personaggi del multiverso di arrivare su Terra-616. Tuttavia,
poiché stava cercando suo padre, la nuova teoria del MCU
spiegherebbe l’arrivo di Spider-Girl di Sink nell’MCU come
un’eccezione alla regola. Sarebbe stata l’unico personaggio a
infilarsi nel multiverso prima che Doctor Strange
chiudesse la porta. Di conseguenza, suo padre, lo Spider-Man di
Maguire, sarebbe stato rimandato a casa mentre lei è bloccata nel
MCU per apparire in
Spider-Man: Brand New Day.
Come la Spider-Girl di
Sadie Sink può portare Peter Parker ad Avengers: Doomsday
I prossimi film di Avengers
potrebbero includere più personaggi di Spider-Man
Spider-Man: Brand New Day potrebbe comunque essere una
storia di strada con Sadie Sink nei panni di
Spider-Girl. Il film dell’MCU potrebbe farle trovare il Peter
Parker di Tom
Holland e farli lavorare insieme per tutto il film.
Alla fine, Peter, ora che è diventato suo amico, potrebbe cercare
un modo per farla tornare nel suo universo e riunirsi con lo
Spider-Man di Tobey Maguire e la Mary Jane di
Kirsten Dunst, e questo porta alla storia di
Spider-Man in Avengers: Doomsday.
Dopo che la Marvel ha posticipato i
prossimi due film di Avengers, Spider-Man: Brand New
Day uscirà prima di Avengers:
Doomsday. Questo rende perfetto per Sadie Sink
interpretare la figlia dello Spider-Man di
Tobey Maguire, preparando non solo la strada alla
storia di Holland nel prossimo film di Avengers, ma anche un modo
per la Marvel di riportare in auge il Peter Parker di Maguire. Dato
che Sink avrà un ruolo principale in
Spider-Man: Brand New Day, non vedo l’ora di vedere se
la teoria si rivelerà vera.
Disponibile dal 29 luglio su
Netflix, Trainwreck: assalto all’Area 51
esplora cosa accadde quando i teorici della cospirazione si
riunirono in una base militare altamente protetta nelle zone rurali
del Nevada, convinti che fosse lì che il governo stesse conducendo
ricerche top secret sugli UFO.
L’idea nasce da un evento di
Facebook scritto per scherzo. Quando Matty Roberts di Bakersfield,
California, creò l’evento pubblico di Facebook “Assalto
all’Area 51” per il 20 settembre 2019 alle 3 del mattino,
non si aspettavano che diventasse virale. L’evento raccolse milioni
di RSVP e si preannunciava come una sorta di disastro per la vicina
città di Rachel, in Nevada, e i suoi 56 abitanti. Ma alla fine si
presentarono solo poche centinaia di persone, e una celebrazione
parallela a Las Vegas attirò più di 10.000 partecipanti. Entrambi
gli eventi alla fine furono considerati un successo, nel senso che
nessuno perse la vita e i partecipanti si divertirono.
Ecco come “Assalto all’Area
51” ha ispirato innumerevoli meme e cosa è realmente
successo all’Area 51 il 20 settembre 2019.
Cos’è l’Area 51?
L’Area 51 è una struttura di test
classificata per l’Aeronautica Militare statunitense, costruita nel
1955. Come ha dichiarato alla CNN Annie Jacobsen, autrice di
Area 51: An Uncensored History of America’s Top
Secret Military Base, la base ha lavorato allo sviluppo e al
collaudo di aerei da ricognizione U-2 progettati per spiare
l’Unione Sovietica, spesso scambiati dai civili per UFO.
L’esistenza della base è stata in
gran parte tenuta segreta durante la Guerra Fredda e il Presidente
Barack Obama è stato il primo Presidente degli Stati Uniti a
riconoscerne pubblicamente l’esistenza nel 2013, come parte di una
battuta durante un discorso al Kennedy Center.
Come “Assalto all’Area
51” è diventato virale
Roberts era un impiegato ventenne di
un centro commerciale che viveva a Bakersfield, in California,
quando si imbatté in un’intervista di Joe Rogan con qualcuno che
lavorava all’Area 51. Roberts si chiese perché l’Area 51 fosse così
sorvegliata: il governo poteva nascondere qualcosa?
Aveva un account Facebook con 40
follower dove pubblicava meme, satire e altri pensieri casuali, e
durante un attacco di insonnia una notte, creò un evento pubblico
su Facebook chiamato “Assalto all’Area 51” per le
3 del mattino di tre mesi con lo slogan “Non possono fermarci
tutti“. “Mi sembrava un’idea esilarante“, dice
Roberts nel documentario. “Non pensavo che sarebbe andata da
nessuna parte“.
Quando si svegliò la mattina dopo,
migliaia di persone avevano già confermato la loro partecipazione
all’evento. Nel giro di un mese, oltre un milione di persone
confermarono la loro presenza e la gente iniziò a creare meme sugli
alieni per l’evento. Roberts si divertiva un mondo a rilasciare
interviste televisive, raccontando di aver creato l’evento come uno
scherzo mentre giocava ai videogiochi.
Matty Roberts, che ha creato l’evento Assalto all’Area 51 su
Facebook – Netflix
“Mi sentivo come se fossi sulla
soglia della fama, e tutto ciò che dovevi fare era suonare il
campanello“, racconta Roberts nel documentario.
Roberts chiese aiuto a un promoter
noto come Disco Donnie per trasformare l’evento Facebook in un vero
e proprio festival a Rachel, la città più vicina all’Area 51. Fu
soprannominato “Alienstock”, un gioco di parole sul famoso festival
musicale di Woodstock del 1969. Ma era una situazione da “missione
impossibile”; l’area intorno all’Area 51 era completamente deserta
e tutto avrebbe dovuto essere spedito.
La logistica divenne troppo
impegnativa per Roberts. Come disse lui stesso, “Non posso
permettere che il mio nome venga associato a qualcosa che potrebbe
essere un Fyre Fest 2.0”. Lui e Disco Donnie si dedicarono
all’organizzazione di una “celebrazione dell’Area 51” a Las Vegas e
lasciarono la gestione logistica nell’area di Rachel ai
commercianti locali, che erano indignati e si sentivano
abbandonati. Ma molte persone si presentarono nell’area di Rachel,
in Nevada, il 20 settembre 2019.
La scena all’Area 51
Durante il tragitto verso l’evento,
gli YouTuber si erano recati all’Area 51 per seguire l’autobus che
portava i dipendenti alla base, trasmettendo la scena in streaming
sui loro canali. L’esercito spese circa 11 milioni di dollari per
proteggere l’Area 51, nell’ambito della più grande difesa nella
storia della base.
Le autorità si aspettavano che la
gente iniziasse a correre verso la base alle 3 del mattino. La
gente corse verso il cancello, ma finì per fermarsi prima e
scattare foto. Alla fine, alcune centinaia di persone, rispetto ai
3,5 milioni previsti, si riversarono nell’area di Rachel come scusa
per ballare e vestirsi da alieni sexy. Gli influencer dei social
media hanno trasmesso l’evento in diretta streaming, e più persone
hanno seguito le dirette streaming rispetto a quelle presenti
all’evento. La battuta ricorrente era che c’erano più bagni chimici
che persone.
Uno sceriffo locale ha fermato un
uomo che si stava dirigendo all’evento con diverse armi in auto e
le ha sequestrate. Tuttavia, nel complesso, la folla all’Area 51
era pacifica, chiassosa, ma non violenta.
Le riprese dell’evento in tempo
reale mostrano un’influencer dei social media nota come Unicole
Unicron che guida una preghiera per gli alieni. Nel documentario,
afferma di aver considerato l’evento un successo, spiegando: “Mi
sentivo come se gli alieni stessero ballando con noi”.
Roberts afferma nel documentario che
la scena vicino all’Area 51 “sembrava piuttosto bella” e
corrispondeva a ciò che aveva originariamente in mente per
l’evento. È tornato a lavorare in un centro commerciale e ricorda i
suoi 15 minuti di fama come “il momento più surreale ed
emozionante della mia vita.”
Trainwreck: assalto all’Area 51 è
disponibile su
Netflix.
In vista dell’arrivo della Stagione
2 di Mercoledì
su Netflix, è il momento perfetto per
rinfrescarsi la memoria su tutto ciò che è accaduto nella prima
stagione. In questo articolo ripercorriamo i colpi di scena
principali, i segreti svelati e i misteri rimasti in sospeso che
hanno reso la serie un successo globale. Esamineremo anche gli
indizi disseminati negli episodi che potrebbero anticipare gli
sviluppi della nuova stagione, tra vecchi nemici, nuove alleanze e
il destino ancora incerto della protagonista. Un recap completo,
dunque, per prepararsi al meglio al ritorno della giovane Addams
interpretata da
Jenna Ortega.
La famiglia Addams ha dei poteri
Poco prima di essere mandata alla
Nevermore Academy, Mercoledì inizia ad avere visioni
psichiche. È ciò che le mostra che la squadra di nuoto ha preso di
mira Pugsley (Isaac Ordonez)
nella scuola normale che frequentavano prima che lei scatenasse la
sua punizione a base di piranha durante l’allenamento di nuoto. Con
il progredire della stagione, questo la porta a scoprire il suo
legame con Goody Addams, la sua antenata di
Jericho che fu emarginata durante l’era dei pellegrini dal
fondatore della città Joseph Crackstone, un
sostenitore dell’uccisione di tutti gli emarginati durante l’era
della caccia alle streghe.
Morticia ha ucciso un uomo
Pur essendo la studentessa modello
di Nevermore durante il suo periodo all’accademia,
Morticia (Catherine
Zeta-Jones) ha salvato la scuola uccidendo
Garrett Gates, un discendente di Joseph Crackstone
che era ossessionato da lei e voleva continuare la tradizione
familiare di sterminare la società degli emarginati della città.
Gomez (Luiz Guzman) si è preso la
colpa per la sua amata – sono anime gemelle da quando si sono
incontrati a Nevermore – mentre la città ha insabbiato il tentativo
di Gates di distruggere la scuola. Questo pezzo di storia emerge
come uno dei primi casi di Mercoledì, con l’intento di creare una
frattura tra lei e la sua famiglia, ma alla fine li avvicina quando
lei riabilita il nome di suo padre.
La famiglia Addams. Cortesia di Netflix
Amici o nemici
Nonostante la sua riluttanza a
stringere legami con gli altri, Mercoledì si fa un discreto numero
di amici (e nemici). La sua improbabile amicizia con Enid
Sinclair (Emma Myers), la sua colorita
opposta e compagna di stanza licantropa, aiuta Mercoledì a
identificarsi con i suoi coetanei, che la aiutano a risolvere il
mistero di Crackstone. Anche la sua iniziale rivale, la potente
sirena Bianca Barclay (Joy
Sunday), finisce per sviluppare un reciproco rispetto per
proteggere i loro coetanei dagli attacchi che il corpo studentesco
subisce per mano di una misteriosa creatura nel bosco che è
collegata a tutto questo.
La notte del Rave n’ Dance, sabotata
dai bulli della città, Eugene (Moosa
Mostafa), suo primo alleato e compagno emarginato tra i
reietti, rischia di morire per mano del mostro. Così, tutti i
rancori tra gli studenti della Nevermore vengono messi da parte per
affrontare insieme il mostro di Jericho e le minacce di Crackstone.
L’ex di Bianca, Xavier – per la quale la
protagonista sembra provare qualcosa – incoraggia Mercoledì a
unirsi alla società segreta della scuola, i Nightshades, fondata
per proteggere gli emarginati. Tuttavia Mercoledì rifiuta, perché
non vuole essere oscurata dall’eredità di sua madre come
membro.
Una cotta con molto da nascondere
All’inizio della stagione, Mercoledì
incontra in città un ragazzo che è il figlio dello sceriffo.
Tyler (Hunter Doohan) la aiuta a
tirarla fuori dai guai con suo padre, ma nutre anche una cotta per
lei. Mentre lavora per scoprire l’identità del mostro, è accecata
dai suoi sentimenti per il ragazzo. Dopo il loro primo bacio, però,
capisce che lui era il mostro fin dall’inizio. Si scopre così che
il segreto della famiglia di Tyler è che sua madre era una Hyde,
una persona dotata della doppia identità, umana e mostruosa. Un
tipo di creatura così imprevedibile e pericolosa che Nevermore non
permette loro di frequentare la scuola.
Hunter Doohan in Mercoledì. Cortesia di Netflix
Il ruolo di Mano
Mentre lo show si concentra sui
giovani strani e insoliti dell’universo degli Addams, anche altri
membri della famiglia si uniscono al divertimento. C’è un
divertente cameo dello zio Fester (Fred
Armisen) che ricorda che si tratta sempre di una vicenda
della famiglia Addams. La mano mozzata Mano divide
la stanza con Enid e Mercoledì per vegliare su di lei per conto di
Gomez e diventa un membro fondamentale del gruppo. È Mano che
spinge Mercoledì a uscire dal suo guscio emotivo chiuso a chiave;
inoltre, fa amicizia con gli studenti che vogliono entrare in
contatto con Mercoledì.
Prima che Mercoledì possa scoprire
l’identità della persona che controlla Tyler, Mano si avvicina
troppo e viene brutalmente attaccato prima di vedere il volto di
Laurel Gates, la sorella di Garrett, che torna per
vendicarsi attraverso l’Hyde di quanto fatto a suo fratello e
portare a compimento l’eredità dei Crackstone. Questo spinge
l’intero corpo studentesco a sostenere Mercoledì contro la
narrativa della città secondo cui lei è il pericolo che minaccia la
scuola. Mentre la situazione si surriscalda e Joseph Crackstone
viene evocato insieme all’Hyde per una resa dei conti finale, Enid
finalmente riesce a trasformarsi in lupo per affrontare il
mostro.
Christina Ricci in Mercoledì. Cortesia di Netflix
Mercoledì contro Mercoledì
Christina Ricci, la
Mercoledì Addams degli iconici film degli anni ’90, si rivela
essere Laurel Gates, che si è finta insegnante
alla Nevermore Academy. Uccide la preside della scuola e rapisce
Mercoledì per usare il suo sangue per resuscitare Joseph
Crackstone, in modo da poter scatenare la vendetta sugli emarginati
una volta per tutte. Laurel lascia Mercoledì a morire dissanguata,
ma anche Goody Addams viene evocata dagli eventi soprannaturali e
usa Mercoledì come tramite per contrattaccare, guarendola nel
frattempo. Mentre Crackstone cerca di dare fuoco alla Nevermore,
Mercoledì lo distrae mentre Bianca aiuta a sferrare il colpo
mortale e distruggerlo.
Laurel si precipita dunque su
Mercoledì e le due iniziano a lottare, in un momento meta davvero
fantastico e appagante. Il testimone viene opportunamente passato
quando la Mercoledì di Ortega sferra un colpo devastante a Laurel.
Anche se non sappiamo se Laurel sia sopravvissuta al colpo alla
testa, ma Tyler viene portato via in custodia. La stagione si
conclude dunque con Xavier, finalmente scagionato
e Mercoledì che parte per le vacanze estive, dopo aver ricevuto in
dono da Xavier stesso il suo primo telefono cellulare.
Il ragazzo chiede a Mercoledì di
scrivergli un messaggio ma, durante il rientro a casa, è lei a
riceverne uno. Qualcuno (con un numero sconosciuto) le invia
infatti sul cellulare delle foto che la ritraggono e un messaggio
che dice “ti tengo d’occhio“. Intanto, all’interno del
furgone blindato della polizia, Tyler, pesantemente incatenato, si
trasforma nuovamente in Hyde, segno che la minaccia che rappresenta
potrebbe non essere stata del tutto debellata. Con questo mistero
ancora da risolvere, la stagione 1
di Mercoledì ci traghetta direttamente
nella seconda.
Il
mio anno a Oxford è sull’omonimo romanzo e segue
Anna De La Vega, una giovane donna che ha ricevuto
un’offerta di lavoro da Goldman Sachs ma ha scelto di rimandarla di
un anno per vivere la vita dei suoi sogni all’estero, nella Terra
delle Delusioni, ovvero Oxford. Nel film, Anna decide di
“divertirsi” un po’ con il suo professore di inglese, Jamie
Davenport. Non preoccupatevi, non c’è nessun segreto,
visto che lui è solo un ricercatore che prende il posto del suo
professore impegnato e pigro. Tutto sembra magico ed esattamente
come Anna lo aveva sognato, ma tutte le cose belle finiscono, e per
Anna finiscono. Detto questo, però, passiamo al finale di Il
mio anno a Oxford.
La grande rivelazione a metà del
film è che Cecelia non è interessata a Jamie in senso romantico, ma
è l’ex fidanzata del suo defunto fratello. Il motivo per cui
Cecelia è sempre con Jamie non è perché le piaccia, ma perché le dà
un senso di chiusura per Eddie e allo stesso tempo può aiutare
Jamie a superare la stessa sofferenza vissuta da suo fratello.
Jamie e Cecelia sono particolarmente
legati perché l’unica cosa che hanno in comune è Eddie. Si tengono
essenzialmente stretti l’uno all’altra per poter superare qualcosa
che è francamente impossibile da superare. È un’amicizia molto
dolce e Cecelia sboccia in un personaggio molto piacevole nel corso
del film. Oh, ma accenna al fatto che sarà zitella per tutta la
vita, cosa che svanisce quando trova un appuntamento alla fine del
film.
Perché Jamie non vuole
curarsi?
Il motivo per cui Jamie non racconta
ad Anna della sua malattia è che voleva solo divertirsi negli
ultimi mesi. Ma come farebbe qualsiasi essere umano in questa
situazione, non voleva che Anna le rovinasse la vita e scoprisse il
suo cancro, solo per poi rimanere lì a trascorrere gli ultimi
giorni con lui. Ma ovviamente, questo è esattamente ciò che finisce
per fare, perché questo è un film romantico.
L’altra cosa è che Jamie è ricco e
le sue scelte derivano chiaramente da una posizione di privilegio.
Ovviamente, se Anna fosse stata al suo posto, avrebbe lottato per
continuare a vivere, e d’altra parte, lui avrebbe probabilmente
fatto tutto il possibile per salvarla.
Cosa gli ha detto il
padre di Jamie?
Il grande mistero di Il
mio anno a Oxford è la conversazione che Jamie e suo
padre hanno avuto il giorno in cui Eddie è morto. Non abbiamo una
risposta definitiva su cosa abbia detto a Jamie, ma sappiamo cosa
implicava, ed è probabile che sia qualcosa che ha fatto apparire
Eddie come il figlio migliore. Quindi avrebbe potuto essere
qualcosa del tipo: “Ho perso il figlio sbagliato“, il che
è una ragione sufficiente perché Jamie non gli parlasse più
dopo.
Cosa fa Anna?
Nel finale di Il
mio anno a Oxford, Anna sceglie di rimanere con Jamie
e di abbandonare definitivamente il suo lavoro di lusso. Questa è
esattamente la cosa che sua madre non voleva che facesse, ma ahimè,
Anna sceglie l’amore al posto del denaro, da qui la propaganda dei
poveri o l’illusione dell’amore al posto del denaro.
Cosa succede dopo la morte di
Jamie?
Il
mio anno a Oxford si conclude con Jamie che
esala l’ultimo respiro tra le braccia di Anna perché si è
rifiutato di cercare ulteriori cure per il suo cancro terminale.
Poco dopo la sua morte, Anna parte per il grande tour europeo,
proprio come Jamie aveva espresso di voler fare, ma da sola. Visita
tutti i luoghi che lui desiderava visitare (con il suo sé
immaginario al suo fianco), vivendo il momento prima di tornare a
Oxford come sua sostituta, arrivando persino a tirar fuori la
famigerata Victoria Sponge per corrompere gli studenti. Jamie non è
altro che un ricordo a questo punto, ma Anna ha trovato la forza di
andare avanti.
In che modo Ariel è
parallela alla vita di Anna?
Nel film, sia Jamie che Anna leggono
una raccolta di poesie intitolata “Ariel” di Sylvia
Plath. Si potrebbe dire che la poesia del titolo sia un
riflesso della vita di Anna, in quanto lei è la cavallerizza
trascinata controvoglia dal cavallo selvaggio e senza freni che è
Jamie. Suppongo che si potrebbe definirlo la sua “ragazza dei
sogni folletto e maniaco“. La narratrice della poesia subisce
una trasformazione psicologica nel corso della lettura, riuscendo a
malapena ad aggrapparsi a un cavallo che la fa sentire viva. A
prima vista, potrebbe sembrare che il cavallo sia quasi suicida in
questa situazione, e che la cavallerizza sia solo lì a fare il
giro, ma lei viene trasformata mentalmente ed emotivamente lungo il
cammino, per poi lanciarsi a capofitto nella mattinata.
Inoltre, Jamie porta ad Anna una
prima edizione di “Walden”, un libro di Henry David Thoreau.
Scrisse questo libro in solitudine e parlò a lungo dell’importanza
di vivere con volontà. Nel corso del film, Anna subisce una
profonda trasformazione, più evidente nel modo in cui la sua
interpretazione di Thoreau cambia alla fine del film. All’inizio
del film, questa idea conferma il piano di vita altamente
organizzato di Anna: “università, Oxford, Goldman Sachs, ecc.”, ma
viene completamente capovolta alla fine del film, quando arriva ad
apprezzare che fugaci momenti di felicità possono essere
profondamente significativi. Quindi vediamo Anna vivere ogni giorno
come le viene, deliberatamente piuttosto che preoccuparsi del
futuro.
Una prima immagine dal set e un
esclusivo video dal backstage di Nord Sud Ovest Est – La
Leggendaria Storia degli 883, attesissima
seconda stagione della dramedySky Original
dedicata agli anni d’oro del duo di Pavia: Max
Pezzali e Mauro Repetto, due underdog
che, grazie alla musica, negli anni ‘90 diventarono gli improbabili
eroi di una storia in grado di far cantare ed emozionare ancora
oggi intere generazioni di fan. La serie, di cui è stato da poco
battuto il primo ciak, arriverà nel 2026 in esclusiva su Sky e in
streaming solo su NOW.
Il video di backstage appena
pubblicato mostra i protagonisti Elia Nuzzolo nei panni
di Max e Matteo Oscar Giuggioli in quelli di Mauro,
insieme al nuovo team di regia, composto da Sydney
Sibilia, Alessio Lauria, Simone Godano, Alice
Filippi.
Dopo Hanno
Ucciso l’Uomo Ragno (tra le serie Sky Original
più viste di sempre), Nord Sud Ovest Est – una produzione
Sky Studios e Groenlandia, società del Gruppo Banijay, prodotta da
Matteo Rovere e Sydney Sibilia – in otto nuovi
episodi racconterà le vicende che portarono al secondo album
della band di Pavia, arrivato al culmine di un successo
travolgente. La nuova stagione è scritta da Sydney Sibilia,
Francesco Agostini, Marco Pettenello.
Con Elia Nuzzolo e Matteo Oscar
Giuggioli tornano nei nuovi episodi anche Ludovica
Barbarito (Silvia), Davide Calgaro (Cisco)
ed Edoardo Ferrario (Pierpaolo Peroni), raggiunti sul set
dalle new-entry nel cast Gaia Zampighi (Michela Rossini)
e Rosa Barbolini (Caterina).
La trama di Nord Sud Ovest
Est – La Leggendaria Storia degli 883
L’epico finale della storia
degli 883 ci porta nel mondo di Nord Sud Ovest Est. Max e Mauro
stanno coronando il loro sogno: essere primi in classifica nel
1993. Ma la vita delle popstar a guardarla da dentro è incredibile
quanto incasinata. Tra Max e Mauro qualcosa inizia a cambiare: qual
è il prossimo sogno? La grande avventura che vivono li porterà
nella scintillante Milano della moda, e nell’America che sognavano
da ragazzini. Una volta arrivati lì, troveranno veramente se
stessi? E ce la faranno a rimanere amici come quando hanno
iniziato?
Un nuovo teaser di
Spider-Man: Brand New Day offre un primo sguardo al
prossimo costume di Tom Holland nell’universo cinematografico
Marvel. È dal finale di Spider-Man:
No Way Home, il pubblico dell’MCU aspetta dal 2021 di
vedere come continuerà la storia di Peter, ora che è completamente
solo, senza le risorse degli Avengers. Ora, mentre Spider-Man: Brand New Day
sta finalmente iniziando le riprese principali, la pagina YouTube ufficiale della Sony Pictures ha
condiviso un primo teaser a sorpresa del prossimo costume da
supereroe di Holland per celebrare lo Spider-Man Day.
Il breve video teaser presenta
alcuni brani della colonna sonora di Michael
Giacchino della trilogia originale di Holland, mentre le
immagini mostrano alcuni scorci del nuovo costume di Peter. Guarda
il video della Sony Pictures qui sotto:
Cosa rivela il teaser di
Spider-Man: Brand New Day sul nuovo costume di Holland
Uno degli aspetti cruciali dei
momenti finali di Spider-Man:
No Way Home è stato quando i fan hanno potuto vedere Peter
indossare un costume che aveva realizzato da solo senza l’aiuto di
Tony Stark. Sulla base del teaser del costume di
Spider-Man: Brand New Day, questa continuerà ad
essere la direzione per l’ultimo costume di Holland, ma con un paio
di modifiche.
Da quanto si vede nel filmato, Sony
Pictures e Marvel Studios stanno rendendo il costume di Peter in
questo nuovo film più pratico rispetto alle versioni precedenti,
sottolineando che l’eroe di Holland non avrà la tecnologia come
aspetto fondamentale come nei suoi costumi precedenti. Ovviamente,
una volta rivelato il costume completo, sarà più facile determinare
quali altre novità ci saranno in questo design.
Quello che sappiamo
su Spider-Man: Brand New Day
Ad oggi, una sinossi generica del
film è emersa all’inizio di quest’anno, anche se non è chiaro
quanto sia accurata.
Dopo gli eventi di Doomsday,
Peter Parker è determinato a condurre una vita normale e a
concentrarsi sul college, allontanandosi dalle sue responsabilità
di Spider-Man. Tuttavia, la pace è di breve durata quando emerge
una nuova minaccia mortale, che mette in pericolo i suoi amici e
costringe Peter a riconsiderare la sua promessa. Con la posta in
gioco più alta che mai, Peter torna a malincuore alla sua identità
di Spider-Man e si ritrova a dover collaborare con un improbabile
alleato per proteggere coloro che ama.
L’improbabile alleato potrebbe
dunque essere il The Punisher di Jon Bernthal –
recentemente annunciato come parte del film – in una situazione
già vista in precedenti film Marvel dove gli eroi si vedono
inizialmente come antagonisti l’uno dell’altro salvo poi allearsi
contro la vera minaccia di turno.
Di certo c’è
che Spider-Man: Brand New Day condivide il
titolo con un’epoca narrativa controversa, che ha visto la Marvel Comics dare all’arrampicamuri un nuovo
inizio, ponendo però fine al suo matrimonio con Mary Jane Watson e
rendendo di nuovo segreta la sua identità. In quel periodo ha
dovuto affrontare molti nuovi sinistri nemici ed era circondato da
un cast di supporto rinnovato, tra cui un resuscitato Harry
Osborn.
Il film è stato recentemente
posticipato di una settimana dal 24 luglio 2026 al 31 luglio 2026.
Destin Daniel Cretton, regista di
Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli,
dirigerà il film da una sceneggiatura di Chris McKenna ed Erik
Sommers. Tom Holland guida un cast che include
anche Zendaya, Sadie Sink e Liza Colón-Zayas
e Jon Bernthal. Michael Mando è
stato confermato mentre per ora sono solo rumors il coinvolgimento
di Steven Yeun, Charlie
Cox e di Mark Ruffalo.
Spider-Man: Brand New
Day uscirà nelle sale il 31 luglio 2026.
La Biennale di Venezia e Campari
annunciano che è stato attribuito al regista americano Gus
Van Sant (Will Hunting – Genio ribelle, Belli e
dannati, Milk) il premio Campari Passion for Film dell’82.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (27 agosto
– 6 settembre 2025).
Si conferma anche quest’anno il
sostegno di Campari ai professionisti del grande schermo attraverso
il premio Campari Passion for Film Award, nato per celebrare i
talenti del mondo del cinema che incarnano carattere, dedizione e
visione artistica audace. Questo premio, conferito insieme alla
Direzione Artistica di Biennale Cinema, vuole riconoscere il merito
a coloro che trasformano la passione in forza creativa, non tanto
come riconoscimento alla carriera, ma come omaggio alla volontà di
distinguersi e di lasciare il segno nella narrazione
cinematografica.
La consegna del premio a Gus Van
Sant avrà luogo martedì 2 settembre 2025 in Sala Grande (Palazzo
del Cinema) alle 21.30, prima della proiezione Fuori Concorso del
suo nuovo film Dead Man’s Wire (USA / 105’) con Bill Skarsgård, Dacre Montgomery, Colman
Domingo, Cary Elwes, Myha’la e Al Pacino.
A proposito del riconoscimento, Gus
Van Sant ha commentato: “Sono davvero onorato di ricevere il
premio Passion for Film. Ringrazio di cuore Campari, significa
molto per me. Sono grato non solo per il riconoscimento del mio
lavoro, ma anche per il loro sostegno a una delle più grandi
istituzioni mondiali che celebra il cinema. È un privilegio far
parte di questa tradizione e apprezzo profondamente la passione che
dedicano ai film.”
Il Direttore della Mostra
Alberto Barbera dichiara: “Gus Van Sant è un
autore unico nel panorama del cinema contemporaneo, capace di
coniugare uno sguardo profondamente indipendente con una
sorprendente capacità di dialogo con il pubblico. Il suo cinema si
muove liberamente tra il sistema hollywoodiano e i circuiti del
cinema d’autore, partecipando alle regole dell’industria senza mai
esserne vincolato, sempre fedele a una visione personale, audace e
in continua evoluzione. Ha firmato opere che hanno segnato
l’immaginario collettivo, da Drugstore Cowboy a Belli e dannati, da
Elephant a Milk, interpretando e anticipando le inquietudini di più
generazioni. Scopritore di talenti, ha lanciato attori come River
Phoenix, Keanu Reeves, Casey Affleck, Joaquin Phoenix, Ben
Affleck e Matt
Damon. La sua filmografia alterna minimalismo e narrazione
classica, cinema queer e racconto politico, muovendosi a suo agio
anche nella pittura, nella fotografia e nella musica. A
quarant’anni dal suo primo lungometraggio, Van Sant resta un
artista in piena attività, capace di reinventarsi senza sosta, come
dimostra il suo ultimo, bellissimo film Dead Man’s Wire”.
“Con grande orgoglio confermiamo
ancora una volta il Premio ufficiale Campari Passion for Film
Award, creato da Campari insieme alla Direzione Artistica della
Mostra” dichiara Alberto Ponchio, Senior Marketing Director
Campari Group “Nato sette anni fa, il Premio si propone di
valorizzare i professionisti che contribuiscono a rendere
eccellente l’arte cinematografica, dando valore alla creatività e
alla Passione che è racchiusa nel progetto artistico di ciascun
film. Quest’anno, celebriamo il talento internazionale di Gus Van
Sant, regista e sceneggiatore statunitense, uno degli autori per
eccellenza del Cinema indipendente, in grado di raccontare temi
sociali e di attualità importanti con grande sensibilità e
realismo, uniti a una forte e sincera passione.”
Il riconoscimento Campari
Passion for Film, nato sette anni fa alla 75. Mostra,
negli anni è stato attribuito al montatore statunitense Bob
Murawski, al direttore della fotografia italiano Luca Bigazzi, al
compositore statunitense Terence Blanchard, allo scenografo
britannico Marcus Rowland, alla costumista statunitense Arianne
Phillips e agli scenografi italiani Tonino Zera e Paola
Comencini.
Trieste
Science+Fiction Festival, il più importante evento
italiano dedicato alla fantascienza, si prepara a festeggiare i
suoi primi 25 anni a partire dal 28 ottobre fino al 2 novembre nel
capoluogo giuliano: un’edizione imperdibile e ricca di appuntamenti
dedicati alle infinite declinazioni del genere fantastico.
Il poster del Trieste
Science+Fiction Festival 2025 è un potente manifesto visivo che
rende omaggio al potere immaginifico dell’essere umano. Al centro,
una figura femminile il cui volto comunica rabbia e vulnerabilità.
Il fiore stretto tra le mani rappresenta un gesto di resistenza e
delicatezza, emblema di un’umanità che, seppur ferita, rifiuta la
disumanizzazione. L’opera è un grido di autenticità in un’epoca di
intelligenze artificiali e identità liquide: un invito sincero a
non cedere alla spersonalizzazione, a riscoprire la voce umana come
ultimo baluardo di immaginazione e resistenza.
Trieste Science+Fiction
Festival 25, il poster firmato da Sara Pichelli
“Quando mi è stato
chiesto di illustrare il mio concetto di fantascienza sapevo che
avrei rappresentato una figura umana” – spiega la fumettista
Sara Pichelli –“Volevo rendere omaggio al
potere immaginifico dell’uomo, capace di creare personaggi e mondi
meravigliosi, che al tempo stesso impattano il reale, ispirando le
nostre vite e i nostri desideri. Quando ho cominciato a lavorare
sul pezzo però, quello che veniva fuori era tutt’altro che
celebrativo. La figura femminile che stava lentamente prendendo
forma era impaurita, furiosa e intrappolata, pronta a liberarsi dal
suo stesso corpo, ormai inospitale. In qualche modo il mio
inconscio stava raccontando il bisogno di riprendere il controllo.
In questo momento più che mai, dove l’AI è entrata nel nostro
quotidiano e nell’espressione artistica, bisogna validare la fatica
di rimanere autentici, fedeli a sé stessi e quindi umani. Il fiore
tra le mani della donna è un richiamo alla fragilità e delicatezza
che è imprescindibile dall’esperienza umana. Mi sento di dire che
la locandina è un augurio a riappropriarci della nostra voce, unica
in grado di distruggere, creare, sussurrare quello che ancora non è
stato nemmeno immaginato”.
Per il suo 25°
anniversario Trieste Science+Fiction Festival si prepara così a
un’edizione speciale, portando in anteprima sul grande schermo il
meglio della fantascienza internazionale insieme a un calendario
ricco di appuntamenti tra cinema, letteratura, mostre, videogiochi
e nuove tecnologie come sempre in perfetto equilibrio tra scienza e
fantascienza.
“C’è qualcosa di
davvero speciale nel ritrovarsi insieme per guardare i più recenti
– e presto leggendari – film di fantascienza” – ha dichiarato
il direttore artistico del Festival Alan Jones – “La complicità
tra spettatori e registi, l’attesa condivisa di ciò che apparirà
sul grande schermo, le discussioni appassionate davanti a un “capo
in b”, il caffè della tradizione triestina, su cosa sia un
capolavoro e cosa no, le dispute su quale film diventerà cult e
quale è stato così brutto da risultare fantastico. Tutto questo fa
parte dell’esperienza unica del Trieste Science+Fiction Festival,
un incontro ravvicinato (di ogni tipo) amato da moltissimi, che ha
portato questo evento italiano di punta sulla scena internazionale.
Il team del festival ha lavorato instancabilmente negli ultimi 12
mesi per curare un programma irripetibile per un motivo molto
speciale: il nostro 25° anniversario! 25 anni di selezione del
meglio della fantascienza per il nostro pubblico fedele ed
esigente, che si fa sempre più ampio a ogni edizione. Trieste
Science+Fiction Festival resta l’unico evento cinematografico al
mondo interamente dedicato agli appassionati del genere, e
prendiamo molto sul serio il nostro ruolo: portarvi sempre nuove
voci sorprendenti, una programmazione innovativa e scelte
coraggiose. Quindi quest’anno aspettatevi l’inaspettato:
blockbuster imperdibili, indipendenti eccentrici, documentari che
fanno riflettere, classici insoliti e ospiti celebri di altissimo
livello per festeggiare 25 anni epici.”
Tantissimi eventi e film
in anteprima in calendario alla 25° edizione, che porteranno sugli
schermi del Politeama Rossetti e Teatro Miela il meglio delle
produzioni fantascientifiche mondiali. Anche quest’anno verrà
allestita in Piazza della Borsa lo scenografico Sci-Fi Dome, una
struttura realizzata ad hoc che ospiterà gli eventi extra della
manifestazione, tra cui gli appuntamenti dedicati alla divulgazione
tra scienza e fantascienza di Mondofuturo, il ciclo di incontri per
dialogare con i divulgatori e comunicatori della scienza sul mondo
di domani, gli IVIPRO DAYS, l’appuntamento annuale dedicato al
videogioco come risorsa per raccontare il territorio e il
patrimonio culturale, e il Fantastic Film Forum, una serie di
eventi dedicati agli operatori professionali del cinema e
dell’audiovisivo. Torna per la seconda edizione il Premio
letterario Mondofuturo, riconoscimento per il miglior libro di
fantascienza originale pubblicato in Italia nel 2024, promossa
dall’ente nazionale di ricerca Area Science Park e il Centro
Ricerche e Sperimentazioni Cinematografiche e Audiovisive “La
Cappella Underground”.
Dopo l’enorme successo
ottenuto al botteghino mondiale con Minecraft,
Jason Momoa ha scelto di tornare sul piccolo
schermo con un progetto che lo vede impegnato nella tripla veste di
co-creatore, sceneggiatore e star principale. Prodotto per Apple TV+, Chief of
War è un dramma in costume ambientato tra la fine del
XVIII e l’inizio del XIX secolo. Protagonista è Ka’iana
(Jason
Momoa), il quale dopo aver partecipato contro la sua
volontà alla guerra per l’unificazione dei regni delle Hawaii, si
ritrova suo malgrado a girare il mondo, per poi tornare anni dopo
nella sua terra natia e scegliere di ribellarsi contro la tirannia
dei nuovi reggenti.
L’altissimo valore produttivo di
Chief of War
Le prime due puntate di
Chief of War, in particolar modo il pilot, a
livello puramente estetico non hanno davvero nulla da invidiare
alle grandi produzioni cinematografiche. Questo è uno di quei rari
casi in cui aver visto gli episodi su uno schermo che non è quello
grande di un cinema appare seriamente un peccato. L’utilizzo della
magnifica ambientazione naturale delle Hawaii da parte della
produzione è eccellente: la fotografia brillante che mette in scena
gli oceani, le foreste, le scogliere e tutti gli altri paesaggi
naturali rende totalmente merito alla loro bellezza. In questo
scenario perfetto per una storia d’altri tempi, l’epica del
racconto riesce a dipanarsi con pienezza, regalando allo spettatore
un plot interessante e momenti di intensità emotiva
appropriati.
Quando a partire dal
terzo episodio Chief of War si allontana dalle
sole isole Hawaii per proporre anche altri scenari, allora si
capisce pienamente quanto lo sforzo produttivo per questa serie sia
stato imponente. Anche la trama diventa maggiormente articolata,
offrendo agli spettatori una narrazione dal ritmo sincopato.
L’efficacia complessiva del prodotto ne risente senza dubbio in
positivo. Se infatti l’ambientazione principale garantisce al tutto
quel senso di epicità necessario, è invece la sostanza narrativa
ben organizzata a garantire alla confezione la sua interezza. Ogni
tanto un po’ di retorica sbuca tra le pieghe delle sottotrame,
soprattutto quando si cerca di attualizzare eccessivamente alcuni
discorsi pertinenti alla nostra contemporaneità, ma non c’è dubbio
che il ritmo della narrazione e la sua robustezza siano dei punti
forti dello show.
Jason Momoa guida
il cast di Chief of War
Passiamo ora al cast di
attori, e non possiamo che partire da Jason Momoa.
Come sempre ci troviamo di fronte a un interprete che conta
principalmente sulla propria presenza scenica, e sotto questo punto
di vista funziona. Quando bisogna lavorare in sottigliezza ci
troviamo ovviamente di fronte ad alcuni limiti, ma bisogna anche
constatare che la scrittura non propone Momoa troppi momenti del
genere. Trattandosi di una serie dal respiro ampio, spesso epico,
l’attore, sceneggiatore, creatore e produttore se l’è cucita
addosso su misura, e ci può stare. Nel cast di supporto, oltre alla
presenza di volti conosciuti come Temuera Morrison e Cliff Curtis,
vogliamo invece segnalare la prova solenne e precisa di Luciane
Buchanan, la vera sorpresa dello show. La fermezza ma anche
l’umanità con cui l’attrice tratteggia il personaggio di Ka’haumanu
rendono la sua performance nelle varie puntate assolutamente degne
d’attenzione. Chief of War potrebbe davvero essere il trampolino di
lancio per l’interprete di origini neozelandesi.
Te Ao o Hinepehinga in “Chief of War,” now streaming on Apple
TV+.
Anche se probabilmente
non si tratta di un prodotto per palati finissimi, la nuova serie
targata Apple TV+
propone comunque uno spettacolo che abbina con efficacia estetica e
narrazione “forte”. Chief of War è intrattenimento
garantito per chi ama avventura, conflitti umani, scenari magnifici
e personaggi d’altri tempi. In originale la stragrande maggioranza
della serie è stata girata adoperando gli idiomi dei nativi
hawaiani, consigliamo dunque di vederla in quel modo al fine di
poter gustare la musicalità dei dialoghi e carpire meglio le
interpretazioni del cast.
L’attesissimo sequel della commedia
sportiva con Adam Sandler
Un tipo imprevedibile 2 è finalmente approdato su
Netflix,
ed è decisamente ricco di cameo oltre al suo cast stellare.
Ambientato decenni dopo gli eventi del primo film,
Un tipo imprevedibile 2 vede Happy tornare al golf per
sostenere i suoi cinque figli e si ritrova coinvolto in una
battaglia per l’esistenza stessa del golf tradizionale.
Quasi tutti i membri del cast
originale tornano in qualche modo, inclusi Julie
Bowen, Christopher McDonald, Ben
Stiller e Dennis Dugan, e ex membri del
cast defunti come Joe Flaherty e l’attore di
Chubbs Peterson Carl Weathers hanno i figli dei
loro personaggi al loro posto. Tuttavia, la portata narrativa del
sequel si espande significativamente rispetto a quella del primo, e
il cast si amplia di conseguenza.
Grazie allo status del primo
capitolo, un classico sportivo universalmente amato e iconico,
Adam Sandler è riuscito a mettere insieme una
delle più impressionanti raccolte di cameo mai assemblate. Il film
è letteralmente pieno di golfisti del mondo reale, atleti famosi,
attori e i tipici cameo di Adam Sandler, rendendo quasi impossibile non
perderne uno o due.
Eminem – Sebbene Joe Flahery
sia scomparso nel 2024, la sua presenza si fa ancora sentire nel
sequel. Suo figlio, che sembra distrarre ancora una volta Happy
durante l’ultima grande gara del film, è interpretato dal
rapper/attore Eminem in un esilarante spezzone in
cui i figli di Happy lo gettano in uno stagno infestato da
alligatori.
Travis Kelce –
Sebbene compaia solo in una scena del film, Travis
Kelce mette in mostra le sue doti comiche nei panni del
capo cameriere della struttura in cui i campioni del golf (passati
e presenti) si riuniscono per discutere su come combattere la
nascente lega Maxi Golf guidata da Frank Manatee,
interpretato da Benny Safdie. Il cameriere di
Kelce è un leccapiedi della clientela golfista, sempre attento a
non fare brutta figura.
I “soliti” amici diAdam Sandler – Sandler è noto per aver
inserito alcuni attori in molti dei suoi film per la Happy Madison
Productions, e
Un tipo imprevedibile 2 non fa certo eccezione.
Steve Buscemi, Blake Clark,
Jonathan Loughran, Rob Schneider,
Nick Swardson, Allen Covert, le
sue due figlie Sadie e Sunny, e la moglie di Sandler compaiono
tutti nel film.
Tutti i golfisti che hanno fatto un cameo in Happy Gilmore 2
-Scottie Scheffler, Rory McIlroy, Brooks Koepka, Bryson Dechambeau,
Justin Thomas, Will Zalatoris, Jack Nicklaus, Lee Trevino, Collin
Morikawa, Xander Schauffele, Jordan Spieth, Keegan Bradley, Wyndham
Clark, Bubba Watson, Tony Finau, Rickie Fowler, Corey Pavin, Fred
Couples, Retief Goosen, Jim Furyk, Charles Howell III, Sir Nick
Faldo, Paige Spiranac, Charley Hull, Nelly Korda, Nancy Lopez,
Annabel Angel, David Duval, Colin Montgomerie.
Altri atleti e cameo nei media sportivi in
Un tipo imprevedibile 2 – Reggie Bush, Becky Lynch,
Maxwell Jacob Friedman, Dan Patrick, Nikki Garcia, Boban
Marjanovic, Chris Chelios, Sean Avery, Stephen A. Smith, Chris
Berman, Jim Gray, Verne Lundquist, Kelsey Plum.
Altri Cameo di attori e celebrità in
Un tipo imprevedibile 2 – Margaret Qualley, Eric Andre, Martin
Herlihy, Bobby Lee, Alix Earle, Andrew Santino, Sean Evans, Kym
Whitley, Cam’Ron, Post Malone, Scott Mescudi, Jon Lovitz, Ken
Jennings, Marcello Hernández, Guy Fieri, Oliver Hudson, Fernando
Marrero, Chris Titone, Ella Stiller.
Troppo Cattivi 2 si
conclude con un finale divertente e aperto, il che suggerisce un
futuro per il franchise animato ad alto budget di
DreamWorks. Il film si concentra sui Bad Guys del
titolo originale, una squadra di criminali professionisti che
lottano per fare del bene. Troppo Cattivi ha
debuttato nel 2022 con ottime recensioni ed è diventato un successo
inaspettato per DreamWorks, dando vita ad alcuni cortometraggi e a
uno speciale natalizio. La serie torna ora formalmente sul grande
schermo con Troppo Cattivi 2, che alza la posta in
gioco introducendo nuovi cattivi e una rapina nello spazio.
Perché i cattivi fingono la loro
morte
I cattivi hanno un nuovo incarico
in futuro
Il finale di Troppo
Cattivi 2 apre le porte a una serie di nuove avventure per
Wolf e la sua banda dopo aver finto la loro morte, trasformando i
criminali in agenti segreti per le storie future. Dopo aver
sconfitto con successo le Cattive, aver riabilitato la loro
reputazione e aver simulato la loro morte, i Cattivi vengono
reclutati da una nuova agenzia governativa.
La scena finale del film mostra i
Cattivi – con Diane ora formalmente membro della banda – in giacca
e cravatta che partono per una missione. Questo fa sì che eventuali
sequel di The Bad Guys si trasformino da riff di film di rapina a
una versione animata di un’azione di spionaggio, un genere già
pronto per la parodia.
Troppo Cattivi 2
alza la posta in gioco per il signor Wolf e il resto dei suoi amici
al punto che sopravvivono a una corsa improvvisata su un razzo in
movimento. Indirizzare le cose verso un thriller di spionaggio
potrebbe consentire loro di continuare a spingere gli estremi della
serie, in modo simile a certi periodi del franchise di James
Bond.
È una tattica intelligente da parte
della serie, lasciando ampio spazio allo sviluppo di una trama
continua o dando la libertà di creare avventure indipendenti. I
personaggi principali sono stati definiti in modo così dettagliato
nei primi due film che ognuno di loro potrebbe dare vita a un film,
una serie o un cortometraggio correlati.
Come il piano del Professor
Marmalade per “Cattivi 2” prepara un sequel cosmico
Il Professor Marmalade è
apparentemente sempre stato un alieno
Il Professor Marmalade era il
principale cattivo di “Cattivi”, un genio del male che progetta di
incastrare i Cattivi per la sua litania di crimini. Dopo essere
stato arrestato per le azioni di Crimson Paw nel finale di
“Cattivi”, Marmalade trascorre “Cattivi 2” in prigione.
Inizialmente è una fonte di informazioni per Diane, nonché un
consigliere per Kitty Kat.
Tuttavia, la scena post-credits
suggerisce che il cattivo abbia avuto un ruolo molto più importante
nella trama di quanto inizialmente presentato. Durante il climax di
Troppo Cattivi 2, Marmalade era apparentemente
condannato quando la sua limousine dorata (con lui a bordo) è stata
lanciata nello spazio dal piano delle Bad Girls. Tuttavia, la scena
post-credits rivela che questo era il suo piano fin
dall’inizio.
È un ritmo divertente e
inaspettatamente bizzarro per un film già di per sé fuori dagli
schemi, che potrebbe preparare il terreno per una trama futura
molto più ampia.
La limousine è in realtà un razzo,
che gli permette di viaggiare nello spazio profondo. Il suo
riferimento al “ritorno a casa” suggerisce anche un’origine aliena
precedentemente sconosciuta per il cattivo. Si tratta di un grande
cambiamento rispetto alla sua precedente apparizione e potrebbe
creare un pericolo molto più cosmico in gioco in un potenziale The
Bad Guys 3.
Marmalde è effettivamente diventato
un filo conduttore persistente su cui i Cattivi possono tornare in
qualsiasi momento, anche se proseguono con altre storie avventurose
autonome sui Cattivi che lavorano come spie. È un ritmo divertente
e inaspettatamente bizzarro per un film già fuori dagli schemi, che
potrebbe creare una trama futura molto più ampia.
Cosa succede alle Cattive (e come
potrebbero tornare)
Le Cattive potrebbero facilmente
tornare in trame future
Le Cattive — Kitty Kat,
Doom e Pigtail Petrova — sono le antagoniste principali di
Troppo Cattivi 2, sebbene Kitty sia l’unica
ritratta come attivamente malvagia. Tutte vengono arrestate entro
la fine del film, anche se Doom e Pigtail vengono mostrati mentre
si godono la reciproca compagnia mentre Kitty si rimugina in
solitudine.
Questo lascia aperta la porta a un
ritorno di uno qualsiasi dei tre in storie future. Petrova ha
sviluppato una dinamica buffa con il resto dei Cattivi, che
potrebbe fungere da divertente spasso comico in un film futuro.
Allo stesso modo, la dinamica romantica di Doom con Snake viene
ribadita alla fine del film, con Snake che le lascia un messaggio
che potrebbe dare i suoi frutti in seguito.
Il potenziale futuro più
interessante per la serie riguarda Kitty. Rivelatasi tanto spietata
quanto ambiziosa, Kitty è una figura singolarmente brutale nel
mondo apertamente cartoonesco dei Cattivi. Kitty potrebbe
facilmente tornare come antagonista, continuando il suo ruolo da
Cattivi 2 come antagonista oscuro di Wolf nelle storie future.
Tuttavia, potrebbe anche rivelarsi
una risorsa troppo preziosa per essere sprecata. Pertanto, le
storie future potrebbero richiedere ai Cattivi di reclutare Kitty
per una nuova missione, trasformandola in un pericoloso jolly
invece dell’antagonista più palese che il Professor Marmalade
diventa alla fine del film. È un futuro aperto per le Bad Girls in
film futuri.
Il vero significato di
Troppo Cattivi 2
La redenzione è dura, ma ne vale la
pena
Tra l’azione comica e i tradimenti
coloriti, Troppo Cattivi 2 racconta le sfide che
devono affrontare le persone che affrontano la vita dopo essere
state catturate dal sistema giudiziario. I Cattivi hanno avuto il
loro arco di redenzione, ma sono ancora ex detenuti che non
riescono a trovare un lavoro fisso e fanno fatica a pagare
l’affitto.
Il film esplora la disperazione di
essere condannati da un mondo a cui fanno fatica a dimostrare il
loro valore. Wolf è persino tentato brevemente dalla prospettiva di
rivoltarsi contro la società che sembra non voler avere niente a
che fare con lui. Il film sottolinea che il rispetto si guadagna,
personificato dalla dinamica tra Wolf e la Commissaria Misty
Luggins.
In passato, Wolf ha usato la paura
come strumento per diventare famoso, cosa che Luggins gli ricorda.
Kitty fa affidamento sulla paura, spingendosi ancora oltre
minacciando i suoi compatrioti e mettendo in pericolo il mondo, il
tutto per “fare una dichiarazione”. La differenza è che Wolf vuole
redimersi ed è disposto a impegnarsi per guadagnarsi il rispetto
invece di spaventare la gente.
Questo porta Wolf a collaborare con
Luggins, convincendola infine a fidarsi di lui. Questa volontà di
rischiare con i Cattivi salva innumerevoli vite dalle conseguenze
dei piani di Kitty. Troppo Cattivi 2 è un film che
racconta in modo discreto come la redenzione richieda impegno da
entrambe le parti e il bene che può fare quando è pienamente
raggiunta.
Paramount+ ha annunciato che la serie
originale di successo Tulsa
King – Stagione 3, con protagonista il candidato
all’Oscar® Sylvester Stallone, tornerà domenica 21
settembre.
Tulsa King – Stagione
3 è stata la serie originale Paramount+ numero uno a
livello globale nel 2024 e si è classificata tra le prime dieci
serie originali su tutte le piattaforme di video on demand in
abbonamento (SVOD) nel quarto trimestre.
La prima puntata della seconda
stagione di Tulsa King – Stagione
3 ha attirato 21,1 milioni di spettatori in
tutto il mondo, diventando la prima puntata più vista di Paramount+
fino ad oggi. Inoltre, la seconda stagione ha totalizzato 159
milioni di visualizzazioni, con un aumento dell’894% rispetto alla
stagione precedente, e 6,1 milioni di interazioni sui social media,
con un aumento del 553% rispetto allo stesso periodo.
Tulsa King – Stagione
3 vede protagonisti Sylvester Stallone, Martin Starr, Jay
Will, Annabella Sciorra, Neal McDonough, Robert Patrick, Beau
Knapp, Bella Heathcote, Chris Caldovino, McKenna Quigley
Harrington, Mike “Cash Flo” Walden, Kevin Pollak, Vincent Piazza,
Frank Grillo, Michael Beach e James Russo, con Garrett Hedlund e
Dana Delany. Anche Samuel L. Jackson, candidato all’Oscar,
apparirà nella terza stagione nei panni di Russell Lee Washington
Jr. prima di trasferirsi da Tulsa a New Orleans, come protagonista
dello spin-off di TULSA KING, NOLA KING, recentemente approvato.
Nella terza stagione, con
l’espansione dell’impero di Dwight, aumentano anche i suoi nemici e
i rischi per la sua banda. Ora deve affrontare i suoi avversari più
pericolosi a Tulsa: i Dunmire, una potente e ricca famiglia che non
rispetta le regole del vecchio mondo, costringendo Dwight a lottare
per tutto ciò che ha costruito e a proteggere la sua famiglia.
Tulsa King – Stagione
3 è prodotta da MTV Entertainment Studios e 101
Studios. I produttori esecutivi sono Taylor Sheridan, Sylvester
Stallone, Dave Erickson, David C. Glasser, Ron Burkle, David
Hutkin, Bob Yari, Braden Aftergood, Jim McKay, Sheri Elwood, Ildy
Modrovich e Keith Cox. Erickson è anche showrunner.
La serie è distribuita da Paramount
Global Content Distribution. La prima e la seconda stagione di
Tulsa King – Stagione 3 sono
disponibili in esclusiva su Paramount+.
I lavori su
Spider-Man: Brand New Day sembrano essere
ufficialmente iniziati. Tuttavia, le cineprese non hanno ancora
iniziato a girare. Le riprese effettive dovrebbero iniziare infatti
più tardi nel corso di questa giornata, per delle scene notturne,
rendendo così un po’ più difficile per i fan scattare foto al cast
del film. Ciononostante, l’aspettativa è che a breve potremo vedere
per la prima volta il nuovo costume di Spider-Man.
È interessante notare che l’account
Instagram ufficiale del film ha cancellato tutti i suoi post
precedenti, suggerendo che ci sarà una rivelazione ufficiale prima
che avvengano eventuali fughe di notizie, anche non corrispondenti
al vero. Ad esempio, ha iniziato a circolare su Reddit una foto che
sembra però essere un falso e che riportiamo qui di seguito:
L’intelligenza artificiale ha reso
le foto false dal set un evento ricorrente, e questa sembra essere
una di quelle. Ha convinto molti fan su Reddit, anche se
altrettanti hanno giustamente sottolineato che presenta diversi
segni rivelatori che indicano che non è autentica. Un altro fattore
che suggerisce che l’immagine sopra riportata sia palesemente falsa
è che un fan che ha visitato il set a Glasgow, in Scozia, ha potuto
confermare che le riprese non inizieranno prima di oggi in tarda
serata.
Per avere certezze di come sarà
davvero il nuovo costume, non resta dunque che attendere conferme
ufficiali da parte dei Marvel Studios. Intanto, è stata
anche diffusa la notizia che Tom Holland è il nuovo volto della campagna
Prada Paradigme. La tempistica non può essere una coincidenza, ma
l’articolo di GQ menziona solo brevemente
Spider-Man: Brand New
Day.
“Mi sto preparando per
Spider-Man 4, quindi sono stato in studio tutto il giorno a fare
acrobazie”, ha detto l’attore in un’intervista rilasciata
martedì sera. “Oggi è stata una giornata faticosa, ma stiamo
facendo grandi progressi. Tutto sta prendendo forma. Sì, la vita
non potrebbe andare meglio, davvero”.
Quello che sappiamo
su Spider-Man: Brand New Day
Ad oggi, una sinossi generica del
film è emersa all’inizio di quest’anno, anche se non è chiaro
quanto sia accurata.
Dopo gli eventi di Doomsday,
Peter Parker è determinato a condurre una vita normale e a
concentrarsi sul college, allontanandosi dalle sue responsabilità
di Spider-Man. Tuttavia, la pace è di breve durata quando emerge
una nuova minaccia mortale, che mette in pericolo i suoi amici e
costringe Peter a riconsiderare la sua promessa. Con la posta in
gioco più alta che mai, Peter torna a malincuore alla sua identità
di Spider-Man e si ritrova a dover collaborare con un improbabile
alleato per proteggere coloro che ama.
L’improbabile alleato potrebbe
dunque essere il The Punisher di Jon Bernthal –
recentemente annunciato come parte del film – in una situazione
già vista in precedenti film Marvel dove gli eroi si vedono
inizialmente come antagonisti l’uno dell’altro salvo poi allearsi
contro la vera minaccia di turno.
Di certo c’è
che Spider-Man: Brand New Day condivide il
titolo con un’epoca narrativa controversa, che ha visto la Marvel Comics dare all’arrampicamuri un nuovo
inizio, ponendo però fine al suo matrimonio con Mary Jane Watson e
rendendo di nuovo segreta la sua identità. In quel periodo ha
dovuto affrontare molti nuovi sinistri nemici ed era circondato da
un cast di supporto rinnovato, tra cui un resuscitato Harry
Osborn.
Spider-Man: Brand New
Day è stato recentemente posticipato di una settimana dal
24 luglio 2026 al 31 luglio 2026. Destin Daniel
Cretton, regista di Shang-Chi e la Leggenda
dei Dieci Anelli, dirigerà il film da una
sceneggiatura di Chris McKenna ed Erik Sommers. Tom Holland guida un cast che include
anche Zendaya, Sadie Sink e Liza Colón-Zayas
e Jon Bernthal. Michael Mando è
stato confermato mentre per ora sono solo rumors il coinvolgimento
di Steven Yeun, Charlie
Cox e di Mark Ruffalo.
Spider-Man: Brand New
Day uscirà nelle sale il 31 luglio 2026.
Netflix
ha ufficialmente annunciato – nel corso dell’evento TUDUM – i titoli degli episodi
della prima parte della seconda stagione di Mercoledì,
che debutterà il 6 agosto 2025. Questa parte comprende quattro
episodi, mentre altri quattro sono previsti per il 3
settembre 2025. La nuova stagione è attesa da tempo, dato
che la prima è stata inizialmente pubblicata su Netflix tre anni fa, nel 2022 (qui
la nostra recensione).
Di seguito, ecco dunque i titoli
degli episodi della Parte 1 della seconda stagione di
Mercoledì. Proprio come nella prima
stagione, ciascuno di questi titoli contiene la parola “woe”
inserita in frasi più comuni.
Episodio 1: “Here We Woe
Again”
Episodio 2: “The Devil You Woe”
Episodio 3: “Call of the Woe”
Episodio 4: “If These Woes Could Talk”
In italiano, per la prima stagione,
la parola era stata tradotta con “tristezza“, dando
vita a dei titoli piuttosto simpatici e accattivanti. Non resta a
questo punto che attendere anche la traduzione ufficiale di questi
nuovi episodi, con l’attesa per poterli vedere ormai giunta quasi
al termine.
Cosa ci suggeriscono questi titoli
della nuova stagione di Mercoledì?
La seconda stagione di Mercoledì
continua la tendenza stabilita dalla prima stagione. Sebbene i
titoli siano frasi comuni, forniscono una sottile anteprima di ciò
che potrebbe accadere in ogni episodio. L’aggiunta della parola
“woe” (guai/tristezza) definisce il tema della serie, continuando
le macabre espressioni per cui la Famiglia Addams era inizialmente
nota.
Il primo episodio della seconda
stagione della Parte 1 è dunque piuttosto lineare. “Here We Woe
Again” è un punto di partenza appropriato per il ritorno di
Mercoledì sullo schermo e, forse, il suo ritorno alla Nevermore
Academy. Il titolo dell’episodio 2, “The Devil You Woe”, è
un po’ più misterioso. L’implicazione qui è che Mercoledì
rivisiterà un personaggio che già conosce, e non sembra che saranno
amichevoli. Forse questo episodio segnerà il ritorno di Tyler, come
era stato anticipato nel trailer della seconda stagione di
Mercoledì.
“Call of the Woe” è invece
un gioco di parole sulla frase “call of the wild” (del
romanzo Il richiamo della foresta), che suggerisce che
Mercoledì potrebbe fare un viaggio nella natura selvaggia, oppure
essere un riferimento alla sua amica licantropa Enid. Le immagini
teaser hanno mostrato Gomez e Nonna Hesterr impegnati in un
campeggio di lusso, quindi l’episodio 3 di
Mercoledì potrebbe essere quello in cui questo
evento entrerà in gioco.
L’episodio 4 della seconda stagione
di Mercoledì è invece intitolato “If These Woes Could
Talk”, che gioca sulla frase “if these walls could
talk” (se questi muri potessero parlare). Probabilmente si
riferisce a una casa o a un edificio, quindi alla Nevermore Academy
o alla villa della famiglia Addams, in cui potrebbero annidarsi
pericolosi segreti che Mercoledì dovrà portare alla luce.
James Gunn ha appena concluso il tour
promozionale per Superman,
ma non ha tempo per rilassarsi, dato che il co-direttore della DC
Studios ha altri progetti in cantiere. Ora, in uno scambio sui
social media con i fan, Gunn ha rivelato che sta per intraprendere
un tour promozionale per la seconda stagione della serie HBO
Peacemaker
e che sta scrivendo il sequel di Superman.
“Tour promozionale per Peacemaker!! E scrittura del sequel!!!”
ha risposto Gunn su Threads
quando gli è stato chiesto se avrebbe avuto tempo per rilassarsi
dopo l’uscita di Superman. Il fatto che Gunn abbia
detto che stava scrivendo un sequel ha lasciato i fan un po’
confusi, perché contraddiceva quello che aveva detto prima sulla
continuità che l’Uomo d’Acciaio avrebbe avuto nell’universo
DC.
Lo sceneggiatore, regista e
produttore ha infatti detto che stava lavorando a una nuova
sceneggiatura per un film in cui Superman avrebbe avuto un ruolo
importante, ma non era un sequel diretto di Superman. “È lo
stesso film. Superman ha un ruolo importante. Non è Superman
2”, ha chiarito Gunn.
Il 13 luglio, invece, era stato
chiesto a James
Gunn quando sarebbe uscito Superman 2, e il
regista ha risposto: “Definisci Superman 2”. In una
precedente intervista con EW, gli era stato chiesto se stesse
lavorando a un sequel, e lui ha risposto: “Quello a cui sto
lavorando è in qualche modo… Voglio dire, sì, sì, sì, sì. Ma è un
sequel diretto di Superman? Non direi necessariamente”.
Per quanto offrano qualche
indicazione in più, i commenti del regista non tolgono ogni dubbio
sul tipo di progetto a cui sta lavorando. Evidentemente, James Gunn
pensa a questo nuovo film con Superman come ad un nuovo capitolo
del DCU, ma che non necessariamente riprenderà
elementi del precedente attualmente in sala. Forse la sua è una
“forzatura” nella definizione del progetto, ma è più probabile che
tutto sarà chiarito con l’annuncio ufficiale del progetto.