Debutta a giugno in esclusiva su
Sky e in streaming solo su NOW l’attesissima seconda stagione della
serie Sky Exclusive AND
JUST LIKE THAT…, il nuovo capitolo del cult HBO
Sex and the City. Dal produttore
esecutivo Michael Patrick King, i nuovi episodi,
di cui è appena stato rilasciato il teaser trailer, vedono il
ritorno delle protagoniste Sarah Jessica Parker,
Cynthia Nixon e Kristin
Davis.
Fra il cast che ritorna nei nuovi
episodi anche Sara Ramírez, Sarita Choudhury, Nicole Ari
Parker, Karen Pittman, Mario Cantone, David Eigenberg, Evan
Handler, Christopher Jackson, Niall Cunningham, Cathy Ang e Alexa
Swinton.
Crediti: produttori esecutivi della
serie Michael Patrick King, John Melfi, Julie Rottenberg, Elisa
Zuritsky, Sarah Jessica Parker, Kristin Davis e Cynthia Nixon. Fra
gli sceneggiatori, oltre a Michael Patrick King, anche Samantha
Irby, Susan Fales-Hill, Lucas Froehlich, Rachel Palmer, Julie
Rottenberg e Elisa Zuritsky. Fra i registi della nuova stagione lo
stesso King, Cynthia Nixon, Ry Russo-Young e Julie Rottenberg. La
serie HBO “Sex and the City” è stata creata da Darren Star dal
romanzo “Sex and the City” di Candace Bushnell.
La Warner Bros. ha diffuso
ufficialmente
un nuovo trailer di The Flash al CinemaCon 2023. I
piani per un film solista sul Velocista Scarlatto con protagonista
il Barry Allen di Ezra
Miller risalgono ormai al 2014. Secondo
quanto riferito dalle prime recensioni e reaction a seguito
delle prime proiezioni di prova, The Flash è uno dei migliori film
DC mai realizzati e giocherà un ruolo di primo piano nel resettare
l’Universo DC per i nuovi piani di James
Gunn e Peter Safran. Il film infatti
sembra raccontare Flashpoint e il punto di non ritorno per
l’Universo DC nei fumetti. A seguito degli eventi di questo film,
tutto l’universo condiviso in questione sarà, appunto, resettato, e
ripartirà da zero. Per questa occasione, Warner Bros è riuscita a
richiamare in campo il Batman di
Michael Keaton, lo Zod di Michael
Shannon e una new entry molto interessante, Supergirl di
Sasha Calle.
Il nuovo trailer di The Flash è pieno di nuovi
contenuti dal film e anticipa pesantemente la storia multiversale
del film, la stretta relazione tra Barry Allen e Batman e le
modifiche apportate alla sequenza temporale DC a seguito del
viaggio nel tempo di Flash. Ecco cosa si può evincere da questo
secondo trailer di quello che può definirsi un turning (flash)
point per gli eroi DC al cinema.
I genitori di Batman di Michael
Keaton compaiono nel trailer flash
Nel trailer di The Flash è incluso uno sguardo al
passato del Batman di
Michael Keaton in forma di una foto di Bruce Wayne e
dei suoi genitori. La versione del personaggio di Keaton viene
mostrata mentre tocca l’immagine, mentre la voce fuori campo parla
di come ha perso entrambi i suoi genitori.
Sulla base di altre inquadrature nel
trailer, sembra che la foto dei genitori di Batman sia collegata ai
luoghi segreti della Wayne Mansion che nascondono i vari costumi di
Batman di Bruce. Considerando che The Flash parla di bambini che
hanno perso i genitori, mostrare Thomas e Martha Wayne in questo
momento sembra avere perfettamente senso.
I capelli lunghi di Bruce Wayne
raccontano la sua vita dopo Batman – Il Ritorno
L’essere Batman di
Michael Keaton in The Flash includerà
collegamenti diretti con i suoi film precedenti, ma il suo aspetto
fisico nel trailer è indice di ciò che gli è successo. Un
personaggio che sembra essere Bruce Wayne è mostrato di spalle con
lunghi capelli ondulati biondo/bianchi mentre guarda i sette
costumi di Batman.
I lunghi capelli di Bruce Wayne
sarebbero apparentemente un segno di come il miliardario si è
tenuto lontano dagli occhi del pubblico per gran parte della sua
vita dopo quello che abbiamo visto in Batman – Il Ritorno di Tim
Burton, diventando un recluso ed evitando i suoi doveri da
supereroe fino a quando Barry Allen non entra nella sua vita.
Sentiamo la voce di Iris West, ma
non la vediamo
Nel trailer sembra, ad un
certo punto, di sentire la voce della Iris West di Kiersey Clemons, anche se non viene mostrata
nel filmato. Una voce femminile dice: “Non riesco a immaginare
cosa hai passato. Hai perso entrambi i genitori in un giorno”.
Questa persona potrebbe parlare con Batman o Flash, stando al
passato di entrambi, ma sembra che si tratti proprio della voce di
Kiersey Clemons.
Inizialmente il personaggio doveva
apparire in Justice
League prima delle riprese e alla fine ha interpretato
un piccolo ruolo nella
Snyder Cut. La sua battuta fa ovviamente riferimento a
come Barry abbia perso entrambi i genitori nello stesso incidente:
la madre che rimane uccisa e il padre condannato al carcere perché
ingiustamente accusato dell’omicidio.
Il trailer di Flash anticipa la
morte della madre di Barry Allen
Parlando dei genitori di
Barry, il trailer di The Flash fornisce anche più
contesto sulla morte di sua madre, Nora Allen. Il filmato include
Henry Allen che dice a Barry di chiamare il 9-1-1 dopo che le è
successo qualcosa. Nei fumetti, la mamma di Barry muore per mano di
Reverse-Flash.
Non è confermato su quale storia dei
fumetti si baserà il film e quindi su chi e come uccide Nora, ma è
un momento che influisce direttamente sugli eventi principali del
film e sulle motivazioni di Barry.
Il Martha Wayne Institute
suggerisce l’eredità della madre di Batman
L’eredità delle mamme
continua a essere mostrata nel trailer di The Flash con un riferimento a
Martha Wayne. Come parte della distruzione che deriva dall’attacco
di Zod alla Terra, il filmato include un Easter Egg che mostra il
Martha Wayne Institute.
Non è chiaro quale sia esattamente
lo scopo di questo istituto, ma indica che l’eredità di Martha e la
sua attività filantropica sopravvivono anche anni dopo la sua
prematura morte.
Il Barry Allen del multiverso
indossa un prototipo della tuta di Flash
Un rapido easter egg nel
trailer di The Flash
mostra quello che sembra essere il Barry Allen del multiverso che
indossa un prototipo di tuta. Viene mostrato sul fondo di
un’inquadratura che si svolge durante l’attacco di Zod a
Metropolis.
Il design completo del prototipo del
costume di Flash è difficile da distinguere, ma a quanto pare
comporta un giubbotto protettivo nero, dettagli gialli e rossi e
una base bianca.
Il simbolo di Supergirl significa
ancora speranza (proprio come per Superman)
Un’altra conferma chiave
che arriva nel trailer di The Flash è il significato
della S sul costume di Supergirl. Il simbolo che sembra una “S” di
Krypton è una corrispondenza visiva diretta con il logo di Superman e una citazione
diretta a L’Uomo d’Acciaio.
Mentre la Supergirl di Sasha
Calle è ora quella che indossa il simbolo, il filmato ci
indica che anche in questa incarnazione, quella S significa
Speranza. A giudicare da quanto sia potente Supergirl nel trailer,
potrebbe senza dubbio contribuire a portare la speranza nel
mondo.
Michael Keaton ripete l’iconica
frase “Let’s Get Nuts” di Batman
Il trailer di Flash
include la conferma che il Batman di
Michael Keaton ripeterà una delle sue battute più
iconiche. L’attore si sente dire “Vuoi impazzire? Diventiamo
matti” proprio come faceva nella famosa scena del Batman del
1989 di Tim Burton di fronte al Joker di Jack Nicholson.
Keaton originariamente ha recitato
la battuta in modo molto più animato nei panni di Bruce Wayne
quando tenta di sfidare il Joker. La ripetizione della frase
iconica nel trailer è molto più sommessa, ma forse suona anche più
minacciosa. Si tratta della seconda frase ripetuta dal Batman di
Keaton dopo la proverbiale: “I’m Batman”,
sentita nel primo trailer.
Rivelato completamente il costume
di Barry Allen nel multiverso
La versione multiversale
di Barry Allen ottiene un costume di Flash unico nel film e il
trailer ne rivela completamente il design. Dopo aver intravisto
solo diversi pezzi della tuta nei trailer precedenti, l’abito fatto
in casa che utilizza un costume di Batman come base viene
completamente svelato in questo secondo filmato.
Sembra che il Barry Allen
multiversale dipinga di rosso uno dei vecchi abiti di Batman,
applichi un fulmine giallo sul logo centrale e rada le orecchie di
Batman dal cappuccio, tra le altre modifiche al design. Questo
aspetto molto grezzo e i fulmini blu che ne caratterizzano i
movimenti dovrebbero aiutare il pubblico a distinguere le due
versioni di Flash.
Supergirl viene in soccorso di
Flash – Barry Allen è morto?!
Un momento intrigante nel
trailer di The Flash è
quello in cui vediamo Supergirl che porta Barry Allen in volo in
alto nel cielo. Il suo corpo sembra senza vita, il che fa sembrare
che il personaggio sia morto.
Anche se Ezra
Miller è stato protagonista di vicende a dir oco
turbolente durante lo sviluppo di The Flash, è improbabile che il
film uccida Barry Allen tanto meno mostrandolo nel trailer. A
giudicare dalle bruciature che sembrano essere sul corpo di Barry,
sembra che sia stato gravemente ferito a questo punto del film.
Flash è torturato da un nemico
sconosciuto
Il trailer anticipa anche
il misterioso cattivo principale del film mostrando Barry Allen che
viene torturato, mentre viene trattenuto da un fulmine. Sta urlando
di dolore a causa del nemico sconosciuto apparentemente
responsabile della sua situazione mostrata.
Quello che vediamo però non sembra
essere il lavoro del generale Zod, ma piuttosto quello di un
potenziale cattivo legato alla Forza della Velocità. Ci sono stati
suggerimenti sul fatto che Dark Flash sia il vero cattivo di
The Flash, il che
potrebbe significare che il malvagio velocista è responsabile di
ciò che sta accadendo a Barry in questo momento del trailer.
Supergirl sconfigge il generale
Zod, ma non lo uccide
Un momento impressionante
nel trailer di The Flash arriva quando
Supergirl sembra sopraffare e sconfiggere Zod. Sembra sferrare il
colpo finale colpendolo con un tubo di metallo, lasciando Zod
sprofondato in una nave kryptoniana.
Non si tratta solo di un ottimo
esempio di quanto sia potente Supergirl in The Flash, ma sembra mostrare anche
che questo personaggio potrebbe fare cose che Superman non è in
grado di fare. L’Uomo d’Acciaio di Henry Cavill ha sconfitto Zod solo
uccidendolo. The
Flash sembra pronto a evitare di ripetere la
mossa controversa, anche se ciò significa suggerire che Supergirl è
un eroe migliore di Superman.
Batman di Michael Keaton è
antiproiettile
Un altro momento nel
trailer del film The Flash conferma che il Batman di
Michael Keaton è a prova di proiettile. Ciò
avviene attraverso momenti in cui più nemici gli stanno sparando,
ma il mantello e l’armatura di Batman impediscono loro di
infliggergli danni fatali.
I proiettili che colpiscono la tuta
di Batman non trapassano la tuta o il mantello, ma a ogni colpo,
Batman sobbalza, il che potrebbe voler dire che anche se i
proiettili non sono fatali, gli causano comunque del dolore.
Barry Allen viene fulminato nella
Batcaverna (dalla sua variante?)
Un’altra scena che desta
curiosità nel trailer, mostra Barry Allen con un fulmine tutto
intorno a lui, e sembra essere nella Batcaverna. Ulteriori
inquadrature mostrano che Barry sta urlando di dolore e viene
bruciato da un fulmine blu.
Sulla base di altro che vediamo
sempre nel trailer, si può ipotizzare che il lampo blu potrebbe
essere un segno rivelatore di ciò che sta accadendo qui. Il Flash
del multiverso ha un lampo blu associato ai suoi poteri. Ciò
potrebbe significare che il secondo Barry Allen sta
intenzionalmente fulminando il Flash principale in questa
sequenza.
“Non saremo in grado di sistemare
questo problema”, la nuova linea temporale del DCU
Sembra anche che il fatto
che The Flash debba
resettare l’Universo DC sia anticipato già nel trailer. Si sente il
Barry Allen principale dire “Non saremo in grado di sistemare
questo problema” al suo altro sé.
Questa frase lascia intendere enormi
implicazioni per tutto quello che verrà successivamente. Poiché è
già stato confermato che The Flash ripristinerà la sequenza
temporale, questa battuta può essere vista come anticipo di come
ciò accadrà.
Il Batwing diventa il simbolo di
Batman di Michael Keaton
Il trailer include un
altro cenno ai film di Batman di
Michael Keaton con il suo Batwing. Il velivolo
viene mostrato mentre vola ed è posizionato proprio di fronte alla
luna, creando una versione del Batsegnale di Keaton.
È una mossa simile ad alcune
immagini di Batman del 1989, in cui il Batwing si ferma davanti
alla luna per una breve frazione di secondo. Il film sta
comprensibilmente ricreando alcuni momenti iconici del passato di
Keaton, e questo è l’ultimo esempio di come sta portando avanti
questo lungo omaggio.
Quando si tratta di serie
di fantascienza, ormai il minimo comun denominatore che sembra
unire la stragrande maggioranza di questi prodotti in un unico
calderone estetico/visivo è la grandezza, la magniloquenza dello
spettacolo. Non c’è poi tanto da stupirsi, visto dove si è diretto
anche il cinema hollywoodiano negli ultimi anni. È quindi un
piacere poter gustare uno show come Silo che al
contrario sceglie la direzione opposta, ovvero quella di un
prodotto coerente nella visione ma soprattutto improntato su
un’idea forte di narrazione.
Silo, la serie tratta dai romanzi di Hugh
Howey
Alla base della nuova
serie di Apple
TV+ ci sono i romanzi scritti da Hugh
Howey: l’ambientazione principale è appunto un enorme silo
in cui sono rinchiusi da secoli un numero imprecisato di esseri
umani. Il mondo esterno è stato devastato e l’unica salvezza si è
rivelata nel confinamento, creando una nuova società fatta di
regole ferree e una rigida scala sociale. Alcuni membri della
comunità però iniziano a dubitare che la realtà fuori dalla
fortezza/prigione sia fatta soltanto di morte e devastazione. Tra
loro c’è Allison (Rashida
Jones), moglie dello sceriffo Holston (David
Oyelowo), intenta a scoprire la verità su cosa sta
realmente succedendo. La donna metterà in moto un catena di eventi
drammatici che vedrà protagonista quasi suo malgrado l’ingegnere
Juliette (Rebecca
Ferguson), donna dal passato doloroso che vuole
scoprire la verità sulla morte “accidentale” del suo amante.
I primi episodi di
Silo diretti da Morten Tyldum
(nomination all’Oscar per The Imitation Game,
Passengers) possiedono uno spessore drammatico
degno delle migliori produzioni di questo genere. Il regista riesce
a sfruttare al meglio l’enorme lavoro di composizione del set
principale per creare un’atmosfera di placida disperazione, un
ambiente che protegge e allo stesso tempo non permette a coloro che
vi vivono confinati una vera e propria libertà di espressione. Il
pathos generato dalla vicenda personale dei personaggi avvicina
Silo ad alcuni pilastri dell’utopia negativa
letteraria, primo tra tutti 1984 di George
Orwell.
Oltre a un
pilot di indubbio impatto emotivo anche le due
puntante successive immergono lo spettatore in un universo molto
ben delineato, la cui estetica rimanda in qualche modo allo
steampunk nella volontà di adoperare le scenografie e i costumi
retrò – anche se in questo caso il riferimento preciso sono gli
anni ‘70. Man mano che la storia procede nel corso degli episodi lo
show si concentra maggiormente sullo sviluppo della trama e della
detection, perdendo leggermente di efficacia nella rappresentazione
dei conflitti interiori.
Nonostante si noti tale discrepanza,
Silo rimane comunque uno show che sa intrattenere
con evidente competenza e conoscenza delle regole della
fantascienza distopica. Merito della riuscita va attribuito anche,
se non addirittura principalmente, a un cast di attori notevole.
Rashida Jones è la protagonista assoluta ed
emozionante della prima puntata, un ritratto femminile a tutto
tondo che diventa immediatamente eroico nella sua ricerca della
verità. Nella puntata successiva tocca invece a David
Oyelowo elevare la figura di Holston, conducendolo nel
corso di una parabola umana precisa e dolorosa.
Il resto lo fa una
Rebecca Ferguson assolutamente in parte,
capace di dotare il personaggio di Juliette di una ferocia
emozionale quasi respingente. L’attrice di origini scandinave
lavora magnificamente nello sviluppare un linguaggio del corpo e un
tipo di recitazione in grado di esplicare la vita interiore del
personaggio, una figura femminile tutt’altro che scontataç le
ferite interiori della donna vengono rappresentate dagli scatti
bruschi, dalle occhiate rabbiose, da parole lasciate uscire anche
soltanto digrignando i denti. Siamo lontani anni luce dalle
performance eleganti e carismatiche attraverso le quali abbiamo
imparato ad apprezzare Ferguson: in Silo ci offre una nuova gamma
delle sue possibilità di interprete, confermando una versatilità
ammirevole.
Potrebbe non essere una
delle serie sci-fi più originali mai realizzate
Silo, ma la lucidità e la coerenza visiva con cui
gli autori e i creator l’hanno realizzata ne testimonia la fattura
elevata. Ci troviamo di fronte a una comprensione del genere e dei
suoi sottotesti piuttosto evidente, fattore che arriva a confermare
quanto Apple
TV+ – che ci ha regalato anche la notevole
Foundation tratta da Isaac
Asimov, di cui attendiamo con trepidazione la nuova
stagione – sappia scegliere con discreta cura quando si tratta di
raccontare il nostro presente attraverso il filtro del
fantastico.
Disney ha diffuso il trailer di
White Men Can’t Jump, la nuovissima commedia che
debutterà il 19 maggio in esclusiva su Star all’interno di
Disney+ in Italia, su Hulu
negli Stati Uniti e su Star+ in America Latina.
White Men Can’t
Jump è una rivisitazione in chiave moderna
dell’iconico film del 1992 che celebra la cultura dello streetball
di Los Angeles. Sinqua Walls interpreta Kamal, ex promessa del
basket che ha buttato via la sua carriera, mentre la superstar del
rap multiplatino Jack Harlow fa il suo debutto come attore nel
ruolo di Jeremy, un’ex star di questo sport la cui ascesa è stata
bloccata dagli infortuni. Alle prese con relazioni incerte,
pressioni finanziarie e gravi lotte interne, i due giocatori,
apparentemente cosi diversi, scoprono di avere in comune più di
quanto credano.
Diretto da Calmatic, il film è
interpretato anche da Teyana Taylor, Laura Harrier, Vince Staples,
Myles Bullock e Lance Reddick. Il film è scritto da Kenya Barris e
Doug Hall. White Men Can’t Jump è prodotto da Kenya Barris
e Paul Hall; i produttori esecutivi sono Blake Griffin, Ryan Kalil,
Noah Weinstein, Calmatic, Doug Hall, E. Brian Dobbins e James
Powers.
Scelto come film
d’apertura della XIII edizione dei Rendez-vous del Nuovo cinema
francese, la commedia poliziesca che François Ozon
ha adattato – liberamente! – l’omonima pièce del 1934 di Georges
Berr e Louis Verneuil arriva nei cinema italiani nel giorno della
Festa della Liberazione, il 25 aprile. Una scelta, quella di Bim
Distribuzione, che finalmente permette al nostro pubblico di godere
dell’interessante Mon crime – La colpevole sono io,
un gioco per investigatori e appassionati del genere che offre
agli spettatori una sorta di ‘Invito al cinema con delitto’, per
parodiare il cult di Robert Moore presentato alla 36° mostra
internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Mon crime – L’altra faccia del
crimine
Un crimine che con quello
del film del 1976 (scritto da Neil Simon) ha in comune sicuramente
l’intenzione parodistica e satirica, oltre che la forza di un cast
molto ricco, qui completato da
Isabelle Huppert, Fabrice Luchini, Dany Boon e
André Dussollier. Chiamati a circondare la
Madeleine Verdier (Nadia Tereszkiewicz)
protagonista, una avvenente giovane attrice squattrinata e senza
talento che nella Parigi degli anni ’30 viene accusata
dell’omicidio di un famoso produttore.
Assolta per legittima
difesa, grazie all’aiuto della sua migliore amica Pauline (Rebecca
Marder), giovane avvocatessa disoccupata, per Madeleine inizia una
nuova vita, illuminata dalla visibilità e dalla fama ottenuta
nell’aula di tribunale. Dalla quale, che a questo punto, la ragazza
sembra poter costruire un futuro radioso e di successo, fino a
quando la verità non viene a galla.
Un altro delitto per
Ozon
Nella realtà da fumetto
di Ozon (che qui sfrutta una idea altrui), la connessione tra
crimine e successo sociale piuttosto che essere diseducativa si fa
occasione di burla, di farsa quasi, in una sorta di sintesi tra
screwball comedy e piece teatrale. Una forma che il regista
si diverte a usare per mettere in scena delle dinamiche più che
attuali, rappresentando l’incoerenza del potere e la volubilità dei
canoni sociali, come già fatto in passato.
Intanto, di sicuro nei
precedenti Otto donne e un mistero (2002) e Potiche,
la bella statuina (2010) che insieme a questo – che la
conclude – compongono dichiaratamente una sorta di trilogia
caratterizzata da una predominante femminile. La stessa presente in
altre sue opere, più cupe o tragiche, altrove esplorata celebrando
amori e gettando ombre, sempre senza abbandonare uno spirito molto
personale e un certo compiaciuto ed edonistico voyeurismo.
La leggerezza della quale
sappiamo essere capace il regista francese, e il suo gusto per
l’assurdo, insomma, riescono a impregnare la storia di un falso
colpevole che lo stesso sognava da tempo e farle trascendere la
realtà, nostra e dei fatti. E se l’intreccio rischia di essere più
insistito e intricato del consigliabile, il ritmo impresso allo
sviluppo e i dialoghi consegnati alle diverse maschere (soprattutto
le due esordienti protagoniste) coinvolte difficilmente
permetteranno di annoiarsi nel seguirlo.
In occasione
dell’Alien Day, Lucky Red è lieta di annunciare
l’arrivo in sala, dal 29 al 31
maggio, dei primi due capitoli di una delle saghe cinematografiche
di maggior successo: Alien di Ridley
Scott e il suo sequel Aliens – Scontro finale di
James Cameron.
Tutto ha inizio con
il capolavoro di Ridley Scott, Alien, vero e proprio
caposaldo nella storia di due generi cinematografici da sempre
affini, la fantascienza e l’horror. Uscito per la prima volta nel
1979, con una giovane Sigourney Weaver nel suo primo ruolo da
protagonista, il film ha ottenuto molti riconoscimenti tra cui
l’Oscar per i Migliori Effetti Speciali, realizzati anche da Carlo
Rambaldi.
Reduce dal successo
di Terminator, James Cameron dirige nel 1986 il sequel
Aliens – Scontro
finale, aggiungendo toni action
e dando di fatto il via alla saga, che diventa una delle più
fortunate di sempre al box office.
A distanza di quasi
mezzo secolo dal suo esordio, Alien è diventato uno dei mostri più
iconici della storia del cinema e continua ad appassionare milioni
di fan che ogni anno, il 26 aprile, celebrano in tutto il mondo
l’Alien Day.
Quest’anno l’appuntamento al cinema è per il
29, 30 e 31 maggio: tre giorni per rivedere o scoprire per
la prima volta sul grande schermo, una delle opere di cultura
popolare più amate di tutti i tempi, ancora in grado di
terrorizzare nel modo più profondo e spettacolare possibile.
Venerdì 5 maggio Netflix aprirà il pop up ufficiale di Stranger
Things a Milano. Dopo il successo delle aperture di
New York, Los Angeles, Parigi, Dallas, Chicago, Miami, il pop up
italiano, che sarà situato in Piazza Cesare Beccaria a Milano, sarà
il più grande d’Europa ed offrirà un’occasione imperdibile per
tutti i fan della serie di immergersi negli anni ‘80 e celebrare in
un modo esclusivo l’universo di Stranger Things .
L’ingresso sarà gratuito,
su prenotazione al sito https://strangerthingspopup.com/it/. Previa
disponibilità dei posti, sarà possibile registrarsi anche in
loco.
Aperto dal 5 maggio per un
periodo limitato, il pop up offrirà un’esperienza unica in uno
spazio ricco di photo opportunity, esperienze interattive, indizi
nascosti da scoprire e merchandise della serie da acquistare. I fan
avranno la possibilità di calarsi nelle atmosfere di Hawkins,
provando le stesse emozioni dei protagonisti, come, ad esempio,
avvicinarsi a un Demogorgone, entrare all’interno della casa di
Joyce, giocare ai videogiochi nel Palace Arcade e fare acquisti
allo Starcourt Mall.
I visitatori potranno
inoltre acquistare prodotti esclusivi e personalizzabili,
disponibili solo presso il pop up: un assortimento di merchandise a
tema, tra cui una linea di makeup, articoli d’abbigliamento,
giocattoli e accessori unici.
Il pop up è prodotto da
Netflix con la collaborazione di Three Ten Merchandise
Services e Black Sky Creative.
Sono state rese
ufficiali le cinquine e le terne del Premio de La Pellicola
D’oro che si terrà il 24 giugno a Roma. Il premio
cinematografico è promosso ed organizzato dall’Ass.ne Culturale
“Articolo 9 Cultura & Spettacolo” e dalla “S.A.S. Cinema” di cui il
presidente è lo scenografo e regista Enzo De
Camillis, sottolineando la collaborazione del:
MIC Direzione Generale Cinema, l’ANICA, l’APA, l’Ass.For.
Cinema e Fitel.
La 96a edizione degli Oscar si terrà
domenica 10 marzo, come annunciato dall’Academy of
Motion Picture Arts and Sciences e dalla ABC. Questo annuncio
ufficializza il terzo anno in cui la cerimonia degli
Academy Awards si terrà a marzo, dopo aver
registrato costanti aumenti di spettatori negli ultimi due
anni.
L’Academy ha fissato il termine per
la presentazione delle categorie generali per gli Oscar 2024 per il
18 novembre 2023. La votazione preliminare per le liste dei
candidati inizierà il 18 dicembre con i risultati annunciati il 21
dicembre. Il periodo di votazione per le nomination inizierà tra
l’11 e il 16 gennaio 2024, con l’annuncio ufficiale delle
nomination il 23 gennaio.
Ci saranno quattro settimane tra le
nomination e la votazione finale, che inizierà il 22 febbraio. La
cerimonia andrà in onda in diretta su ABC e in più di 200 paesi in
tutto il mondo dal Dolby Theatre di Hollywood.
In attesa di capire chi sarà il film
successore di Everything Everywhere All At Once, vincitore
dell’edizione 2023, di seguito è riportato l’elenco completo delle
date chiave per la stagione degli Oscar 2024.
Tutte le date sono soggette a modifiche:
Scadenza per la presentazione delle categorie di iscrizione
generali: mercoledì 15 novembre 2023
Governors Awards: sabato 18 novembre 2023
Inizia la votazione preliminare: giovedì 18 dicembre 2023, alle
9:00 PT
La votazione preliminare termina: lunedì 21 dicembre 2023, alle
17:00. P.T
Annuncio delle liste degli Oscar: giovedì 21 dicembre 2023
Il periodo di ammissibilità termina: domenica 31 dicembre
2023
Inizia la votazione per le candidature: giovedì 11 gennaio
2024, alle 9:00 PT
La votazione per le candidature termina: martedì 16 gennaio
2024, alle 17:00. P.T
Annuncio per le nomination agli Oscar: martedì 23 gennaio
2024
Pranzo dei candidati all’Oscar: lunedì 12 febbraio 2024
Inizio delle votazioni finali: giovedì 22 febbraio 2024, alle
9:00 PT
Premi scientifici e tecnici: venerdì 23 febbraio 2024
Le votazioni finali terminano: martedì 27 febbraio 2024, alle
17:00. P.T
Il creatore di
True Detective, Nic Pizzolatto, sta
lavorando, in qualità di sceneggiatore e produttore esecutivo, a
una serie TV su I magnifici sette, che al momento
è in fase di sviluppo presso gli Amazon Studios. I
magnifici sette fa parte di un gruppo di titoli
cinematografici MGM/United Artists che Amazon Studios ha
identificato per lo sviluppo cinematografico e/o televisivo in
seguito all’acquisizione dello storico studio di Hollywood.
Pizzolatto originariamente aveva
intenzione di lavorare a un altro tipo di progetto, che seguiva un
ex fuorilegge in un viaggio epico, in cui riuniva una banda di
vecchi amici del passato e con loro si preparava ad affrontare una
serie di pericoli, lungo la strada. Quell’idea si è
successivamente trasformata in un riavvio de I magnifici
sette poiché l’idea di Amazon Studios era quella di unire
l’idea di Pizzolatto a un brand ben noto. Per lo sceneggiatore si
tratta di un ritorno a un territorio conosciuto, dato che già nel
2016 aveva lavorato
all’ultimo adattamento in ordine di tempo della IP, quella
diretta da Antoine Fuqua e con un cast stellare
guidato da Denzel Washington.
Mark Johnson
(Breaking Bad, Better Call Saul), che era stato
assegnato con lui alla produzione esecutiva del progetto western
originario, rimane un produttore esecutivo del riavvio de I
magnifici sette insieme a Lawrence
Mirisch e Bruce Kaufman.
Il riavvio della serie I
magnifici sette è descritto come nella tradizione dei
grandi poemi epici dell’età d’oro dei western. Un fuorilegge e la
sua squadra devono unire una banda disparata di combattenti per
difendere un insediamento di immigrati in una guerra a distanza
contro i baroni del bestiame nel Texas centrale, il tutto con il
respiro ampio di una vasta saga di avventura, azione e
romanticismo.
Il western della United Artists del
1960 I magnifici sette con Steve
McQueen, era un remake di I Sette Samurai
di Akira Kurosawa e ha generato tre sequel, il
remake del 2016 e una serie TV trasmessa dal 1998 al 2000.
Dopo l’annuncio del programma
ufficiale di Cannes 76, il Festival ha annunciato
altri titoli che si aggiungeranno alla selezione ufficiale della
kermesse che si svolgerà dal 16 al 27 maggio 2023.
In aggiunta alla Selezione Ufficiale, che si può
consultare a questo link, ecco i titoli che sono stati inseriti
solo adesso nel programma:
Concorso
BLACK FLIES by Jean-Stéphane
SAUVAIRE
LE RETOUR by Catherine CORSINI
Cannes Premier
PERDIDOS EN LA NOCHE
by Amat ESCALANTE
L’AMOUR ET LES FORÊTS
by Valérie DONZELLI
EUREKA by
Lisandro ALONSO
Fuori Concorso
L’ABBÉ PIERRE – UNE VIE DE COMBATS by
Frédéric TELLIER
Un Certain Regard
ONLY THE RIVER FLOWS by WEI Shujun
UNE NUIT by Alex LUTZ – il film sarà mostrato
in chiusura della sezione, Fuori Concorso
In occasione del CinemaCon il
produttore della saga di Ghostbusters,
Jason Reitman, ha confermato che il prossimo
capitolo del franchise, riporterà la storia lì dove era
cominciata: a New York City. Reitman ha partecipato in video
all’evento, in compagnia del cast del film, attualmente in
produzione. McKenna Grace, Finn
Wolfhard,
Paul Rudd e Carrie Coon erano tutti
presenti all’appello (sempre in video), mentre sono impegnati sul
set di del film, che uscirà il 20 dicembre.
Reitman e il suo defunto padre Ivan
Reitman avevano mostrato Ghostbusters: Legacy al
CinemaCon 2021, in quella che fu la prima conversazione di persona
dopo un anno di pausa a causa del Covid. Il film è stato
splendidamente accolto dalla mostra e ha continuato a incassare
204,3 milioni di dollari al botteghino di novembre di
quell’anno.
Il titolo provvisorio del sequel
della commedia horror è Ghostbusters:
Firehouse, è diretto da Gil Kenan da una sceneggiatura
che ha scritto insieme a Jason Reitman. Il
prossimo capitolo della storia della famiglia Spengler vedrà anche
il ritorno del cast principale, tra cui Carrie Coon,
Paul Rudd e Mckenna Grace, che in
realtà è stato il primo membro del cast a confermare il suo
ritorno. In precedenza era stato confermato che il
sequel di Ghostbusters: Afterlife tornerà
ufficialmente a New York City, l’ambientazione originale del
franchise. Dovrebbe anche svolgersi nel quartier generale
della caserma dei pompieri che è stato protagonista dei primi due
film di Ghostbusters e del riavvio di
Paul Feig.
Il film del 2021 ha incassato in
tutto il mondo oltre 200 milioni di dollari al botteghino. Ha
interpretato Carrie Coon, Mckenna Grace, Finn Wolfhard e
Paul Rudd. Ha anche visto il ritorno delle star del
franchise Bill Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson, Sigourney
Weaver e Annie Potts.
Due uomini sono seduti
l’uno di fronte all’altro. Il primo chiude gli occhi spossato,
finalmente ha il coraggio di concedersi un momento di sollievo
dalla tensione. L’altro al contrario li tiene bene aperti, scruta
il paesaggio, si rivolge all’orizzonte e al futuro in quanto ha
saldato il suo debito.
Si tratta di
un’inquadratura molto semplice contenuta in The
Covenant, eppure possiede qualcosa di speciale: sa
raccontare in profondità ma soprattutto in maniera esaustiva chi
sono i due protagonisti del film, e quale rapporto li lega. Si
tratta del sergente dell’esercito John Kinley (Jake
Gyllenhaal) e dell’interprete Ahmed (Dar
Salim), due uomini fin troppo diversi tra loro che prima
lottano per la sopravvivenza, poi perché in qualche modo costretti
da un’idea di fratellanza che soltanto l’orrore di una guerra sa
inculcare nell’essere umano.
The Covenant: l’uncino
Una parola specifica è la
chiave di The Covenant, nuovo film di guerra
diretto dal prolifico Guy Ritchie: hook. Ovvero
uncino, in questo caso inteso come quella parte dell’amo che
penetra nella carne portando con sé sangue e dolore. Qualcosa da
cui non ci si libera, anzi il solo provarci non fa che aumentare la
sofferenza. Lo spiega Kinley al suo superiore in una delle scene
più intense di un lungometraggio che possiede proprio questo come
suo maggior pregio: la potenza di quello che vuole e sa esprimere.
Di lungometraggi più o meno riusciti sull’Afghanistan e il
conflitto che vi è stato (invano) combattuto ne abbiamo visti molti
fino a oggi.
Quello di Ritchie non si
allontana dagli stilemi già esplorati, non si discosta da essi per
originalità della storia o della visione. Eppure possiede qualcosa
in più, che non risulta affatto semplice tradurre in parole
scritte: il rapporto che si sviluppa tra John e Ahmed – e un grande
punto a favore del film risulta quello di non spiegare veramente
quale esso sia – possiede una forza fuori dal comune, che Ritchie
riesce ad esprimere alternando due fattori in maniera onestamente
sorprendente. Il primo è ovviamente l’efficacia della messa in
scena, e questo non costituisce affatto una novità quando ci
riferiamo all’autore di Sherlock Holmes e King Arthur.
Ci sono dei momenti di
enorme spessore drammatico in The Covenant, in
particolar modo la battaglia che determina il destino di John e
Ahmed rimane davvero impressa nel cuore dello spettatore. Ritchie
non si tira indietro nel mostrare, magari anche enfatizzare,
l’inferno della guerra. Il suo modo di adoperare gli scenari
naturali in maniera secca, mai abbellita, precipita i personaggi in
un ambiente sempre ostile, che non concede nemmeno per
un’inquadratura il riposo psicologico di una bella veduta da
cartolina.
Quando poi il dramma
diventa maggiormente personale, ovvero quello di un soldato che
quasi suo malgrado si sente legato a colui che gli ha salvato la
vita, il regista adopera i mezzi del cinema gli offre per esplicare
una vera e propria pulsione ossessiva. Sotto questo punto di vista
le notevoli musiche di Christopher Benstead – alla
sua quarta collaborazione col cineasta britannico – offrono al
lungometraggio un contrappunto vibrante.
I silenzi sorprendenti di Ritchie
Ma la cosa più
emozionante di The Covenant, e lasciatelo scrivere
anche sorprendente, sono i silenzi: quello stesso Ritchie che ha
mirabilmente caricato la messa in scena sa anche quando lasciare
che a esprimere tutto siano soltanto degli sguardi, quel non detto
capace di raccontare ciò che è troppo doloroso esprimere a parole.
Ci sono almeno un paio di tali inserti nel suo film, e meritano di
essere sottolineati anche per lo spessore drammatico che gli sanno
offrire Jake Gyllenhaal e Dar Sali, coppia di protagonisti da
accomunare in un sentito applauso.
Dopo qualche escursione
ondivaga nel cinema di genere leggero ed effervescente, Guy Ritchie
tira fuori dal proprio cilindro un film che può essere
efficacemente riassunto con l’aggettivo di potente. The
Covenant non si discosta – anzi proprio non vuole
discostarsi – dal filone del dramma bellico ambientato nel
contemporaneo Medio Oriente. Quello che mostra è in fondo molto
semplice: la guerra può colpire un essere umano nel corpo quanto
nella mente, può creare legami talmente forti da provocare dolore e
ossessione. Ahmed ma soprattutto John non sono eroi ma vittime di
ciò che hanno dovuto vivere. Vittime delle azioni che devono
compiere perché, anche lontani dal campo di battaglia, ormai non
hanno realmente altra scelta. E questo The
Covenant lo racconta come pochi altri hanno saputo
fare.
In occasione del
CinemaCon, sono stati proiettati i primi contenuti
di Napoleon,
l’epopea storica di Ridley Scott sul leader
militare francese interpretato da Joaquin Phoenix. Il film è prodotto da Apple
Original Films, uno dei nuovi protagonisti del panorama produttivo
contemporaneo, ed è distribuito nelle sale da Sony, uno studio
tradizionale che ha utilizzato il suo spazio alla fiera per parlare
del film.
“Il film invoca il grande
schermo”, ha scherzato il capo della Sony Pictures Tom
Rothman. Joaquin Phoenix interpreta Napoleone
Bonaparte, lo stratega militare che conquistò gran parte
dell’Europa solo per vedere il suo impero crollare. Ma il film non
riguarda solo le battaglie che hanno determinato il corso della
storia, offrirà anche uno sguardo più personale al comandante
visionario analizzando la sua relazione instabile con sua moglie,
Josephine, interpretata da
Vanessa Kirby.
Il filmato condiviso al
CinemaCon è incentrato sul conflitto tra i
francesi e un esercito avversario (forse i cosacchi?), che sono
attirati in una trappola con conseguenze sanguinose.
“Lasciate che pensino di essere in
vantaggio”, dice Napoleone alle sue truppe. I cavalieri caricano, i
cannoni sparano e gli sfortunati nemici di Napoleone vengono
indotti a ritirarsi sul ghiaccio. Si tratta di una scena epica che
ha sicuramente coinvolto molte comparse e richiesto un bel po’ di
soldi, ma dopotutto Apple ha una capitalizzazione di mercato che
farebbe tremare lo stesso Napoleone.
Il film potrebbe essere un
importante protagonista della stagione dei premi. Kirby è stata
precedentemente candidata all’Oscar per Pieces of a
Woman, mentre Phoenix ha vinto il premio come miglior
attore per Joker. Inoltre, Scott sa come muoversi
in un’epopea storica, avendo già diretto film del calibro di Il
Gladiatore, The Last Duel e Exodus: Dei e Re.
“Può fare cose al cinema che
pochi registi della metà dei suoi anni, se non nessuno, possono
fare”, ha detto Rothman, che ha notato che Ridley
Scott deve ancora vincere un Oscar alla regia. Ciò
potrebbe cambiare, ha suggerito il capo dello studio. Questa volta,
Scott dirige “su una scala che non si vedeva da anni”, ha
detto Rothman.
Napoleon
uscirà nei cinema esclusivamente il 22 novembre prima di essere
trasmesso in tutto il mondo su Apple
TV+ in una data successiva.
Scott dirige da una sceneggiatura di
David Scarpa. Il film è una produzione congiunta
tra la produzione di Apple Studios e Scott Free Productions.
Ridley Scott e Joaquin Phoenix producono insieme a
Kevin Walsh e Mark Huffam mentre Michael
Pruss e Aidan Elliott sono i produttori esecutivi. Il film
arriverà nelle sale il 22 novembre prima di arrivare su Apple TV+
in una data sconosciuta.
Come molti di voi già sapranno al
CinemaCon di Las Vegas si è tenuta l’anteprima mondiale di
The Flash e
oggi tutte le reazioni sono emerse online su Twitter. Questo film è
stato fortemente esaltato da coloro che hanno assistito alle
proiezioni precedenti (e dallo studio), con alcuni che lo hanno
definito il “più grande film di supereroi di tutti i tempi”. Ma
questo giudizio sarà confermato da questa nuova ondata di
giudizi?
Ebbene le reazioni confermano i
giudizi estremamente positivi. Alcuni sono un po’ meno iperbolici,
ma sembra che WBD/DC Studios abbia tra le mani un successo
potenzialmente importante… a patto che riescano a gestire la
situazione con Ezra Miller!
The #Supergirl breakout is
the highlight, final battle starts strong but then kinda turns on
its head. Feel like no cbm movie has really nailed super speed
quite as well as DOFP.
#TheFlash is a
compelling, character-driven flick with a real emotional core &
game changing stakes. With heart & humour aplenty – along with some
shocks & surprises – there’s so much to be excited for. Keaton
steals the show with a terrific performance. A real love letter to
DC! pic.twitter.com/TkhTjccisz
The first act is solid (the curtain raiser
is an all-timer) but #TheFlashMovie gets
bogged down in exposition and retroactive origin rehashes, with
(eventually) empty spectacle that aggresively reminds you of the
very movie that got WB into this mess ten years ago. pic.twitter.com/o1IG15axh6
DC’s #TheFlash is
TREMENDOUS! Forget DC, it is without a doubt among the best
superhero films ever made. An all-timer. Inventive storytelling,
FANTASTIC action sequences, great cast. SO MANY nerdy details. I’m
in tears at the end. Everything you want from a superhero film &
more pic.twitter.com/xYSn0zuXMm
Yup. #TheFlash is as good as
rumored. It’s Back to the Future meets Spider-Man: No Way Home with
all the humor & heart of the former and action and surprises of the
latter. If anything, it might be a tad too ambitious but it’s also
just incredibly satisfying, heartwarming & fun. pic.twitter.com/Yysb9mjiAm
THE
FLASH: First hr is pretty fantastic. Strikes the perfect tone.
Ezra is great. Heroic. Funny. Emotional. The last hr is MOSTLY
terrible. Just an utter mess that’ll leave you asking, “what the
HELL is going on?” Fan service & DC villain problem strike again.
Mixed bag overall.
I don’t know what to say other than #TheFlash delivered
more than I could have hoped. The acting is beyond great. Keaton
delivers everything you want. Supergirl is my new favorite
superhero? I’m genuinely shocked this movie meets and surpasses the
hype. I never expected that. pic.twitter.com/PcmpJ2juZ6
I just watched #TheFlash and it’s the
most vibrant superhero film I have ever seen! The colors are
impeccable and the action is such a thrill. Ezra Miller leads with
depth! @MichaelKeaton is superb as
Batman again! @SashaCalle captivates with
grace as Supergirl! A brilliant film.
Caught an unfinished cut of #TheFlash and dug it
quite a bit! Especially how the narrative challenges Barry to
confront who he is, who he could have become, and how one’s
influenced by the people in (or not in) their life.
Just watched #TheFlash at CinemaCon.
It has some stuff in it you will not believe and it showcases much
more of Barry Allen’s powers. It is indeed one of DC’s best and
fits nicely as a bridge story between the old and new DCEU
franchises. It’s also the funniest DC movie. pic.twitter.com/uDepMKVVG1
The Flash is hands down one of the best
superhero films of all time. No joke, The Flash is the ultimate
movie going experience as it has a little bit of everything!
Action, emotion, heart, humor and plenty of nostalgia. Ezra Miller
is phenomenal as dual Barry Allens. Michael… pic.twitter.com/F7SHA30vZM
La sinossi del film recita: “i
mondi si scontrano in “The Flash” quando Barry usa i suoi
superpoteri per viaggiare indietro nel tempo per cambiare gli
eventi del passato. Ma quando il suo tentativo di salvare la sua
famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane
intrappolato in una realtà in cui il Generale Zod è tornato,
minacciando l’annientamento, e non ci sono supereroi a cui
rivolgersi. Cioè, a meno che Barry non riesca a convincere un
Batman molto diverso a uscire dalla pensione e salvare un
kryptoniano imprigionato… anche se non quello che sta cercando.
Alla fine, per salvare il mondo in cui si trova e tornare al futuro
che conosce, l’unica speranza di Barry è correre per salvarsi la
vita. Ma fare l’ultimo sacrificio sarà sufficiente per resettare
l’universo?”
Una nuova clip di Guardiani della Galassia Vol.
3 è stata diffuso online ed è un po’ più
emozionante de altre che abbiamo visto fino ad oggi, poiché ci
svela l’infanzia di Rocket su Counter-Earth, dove lui e i suoi
amici animali sono stati cavie di High Evolutionary (the
bastard).
Nella clip in particolare vediamo Lylla suggere a tutti di
scegliere un nome per quando “Sire” li porterà nella nuova casa che
ha promesso loro, ed è in questa sequenza che scopriamo perché il
nostro scontroso procione ha scelto di chiamarsi Rocket. Il
regista James
Gunn ha anche annunciato su Twitter che Linda
Cardellini interpreterà Lylla, Mikaela
Hoover sarà Floor e Asim Chaudhry
interpreterà Teefs.
“Sono stato molto,
molto attento a ciò che vediamo in termini di animali feriti perché
è qualcosa su cui sono incredibilmente schizzinoso, e le persone
sono schizzinose”,ha ammesso James
Gunn aCollider . “Quindi
penso che le cose difficili da guardare nel film – e a volte ce ne
sono alcune – siano dovute all’idea di ciò che sta accadendo più di
quello che effettivamente vedi. Non vedi molto, in termini di
violenza o danno agli animali, ma vedi questi animaletti, i cui
risultati non sono i più belli, ma in qualche modo sono
straordinariamente carini.”
In attesa di poter vedere il film,
anche alla luce di questi pareri, ricordiamo che la sinossi
ufficiale per Guardiani della Galassia Vol.
3 recita quanto segue: “in
Guardiani della Galassia Vol. 3 la nostra amata banda di
disadattati ha un aspetto un po’ diverso. Peter Quill, ancora
sconvolto dalla perdita di Gamora, deve radunare la sua squadra
attorno a sé per difendere l’universo oltre che per proteggere uno
di loro. Una missione che, se non completata con successo, potrebbe
portare alla fine dei Guardiani così come li conosciamo.“
Star
Wars ha già iniziato a commercializzare il personaggio di
Rey accompagnato dal logo del Nuovo Ordine
Jedi. La trilogia sequel è stata spesso criticata per la
mancanza di pianificazione, ma Lucasfilm ha sempre saputo come
sarebbe finita la storia per Rey, interpretata da Daisy Ridley.
The Art of Star Wars: The Rise
of Skywalker descrive un incontro del Lucasfilm Story Group
che ha avuto luogo nel maggio 2014. “Mi piace l’idea che lei
sarà la nostra Skywalker”, ha osservato Pablo
Hidalgo della Lucasfilm, “ma non è una Skywalker.
Quindi, per i nostri scopi, ‘essere uno Skywalker’ è davvero una
metafora. Non deve essere qualcosa che è direttamente collegato al
sangue.”
Alla Star Wars Celebration
2023, la presidente della Lucasfilm Kathleen
Kennedy ha rivelato che Rey diventerà la fondatrice di un
Nuovo Ordine Jedi. Lo studio ha svelato la nuova
timeline di Star Wars, con ogni epoca rappresentata da un logo
diverso. Quella di Rey era accompagnata dal simbolo iconico
dell’Ordine Jedi stesso, scelta che scrive il suo futuro. Ora, il
materiale promozionale di Lucasfilm mostra già Rey in posa da
combattimento con la spada laser davanti al logo del Nuovo Ordine
Jedi:
Lucasfilm ha distribuito Star
Wars: Timelines, di Kristin Baver, Jason Fry, Cole
Horton, Amy Richau e Clayton Sandell. È
un libro incredibilmente completo e ovviamente ci sono numerose
sezioni dedicate ai Jedi. Una delle immagini più sorprendenti pone
Rey davanti al logo dell’Ordine Jedi, una distinzione non concessa
al Maestro Yoda, a Luke Skywalker o a qualsiasi altro Jedi.
L’immagine rappresenta chiaramente Rey come il fondatore di un
nuovo Ordine Jedi, e quella decisione sembra perfettamente
in linea con i recenti annunci.
L’immagine di Rey sembra provenire
da un primo poster promozionale di
Star Wars: l’Ascesa di Skywalker, che – piuttosto
stranamente – mostrava Rey che brandiva una spada laser bianca. È
ragionevole presumere che il poster sia stato preparato prima che
Lucasfilm decidesse di che colore doveva essere la spada laser di
Rey, ma è comunque abbastanza sorprendente vederlo riaffiorare in
Star Wars: Timelines, dato che Rey non ha alcun legame
noto con le spade laser bianche. Ahsoka Tano è
l’ex Jedi con spade laser bianche, e secondo il protetto di
George Lucas e Dave Filoni
simboleggiavano il fatto che non è né una Jedi né una Sith, ma
qualcosa di unico. La decisione di utilizzare un’immagine di Rey
con una spada laser bianca potrebbe essere solo una svista o
potrebbe potenzialmente indicare quanto drammaticamente reinventerà
l’Ordine Jedi.
L’inclusione di un’immagine di Rey,
posta davanti al logo dell’Ordine Jedi, è in realtà una scelta
piuttosto importante. Suggerisce che Lucasfilm abbia commissionato
Star Wars: Timelines per aiutare a orientarsi nella
cronologia della galassia di Star Wars, e la sua pubblicazione in
questo momento – poche settimane dopo che Lucasfilm ha annunciato
film ambientati nel passato e nel futuro di quanto il canone abbia
mai visto prima – non è certo una coincidenza. Sembra che la
sequenza temporale di Star Wars sia stata attentamente pianificata
prima di questi progetti, un segno promettente del fatto che questa
volta Lucasfilm ha ragionato bene sulla pianificazione a lungo
termine.
Ora, una versione giapponese è
stata condivisa online e potrebbe anche essere un trailer nuovo di
zecca. L’apertura è completamente diversa, poiché vediamo The
Flash prepararsi a entrare in azione quando viene interrotto da
alcuni fan adoranti. Vedremo anche di più sulle interazioni
iniziali di Barry #1 e Barry #2, e molti nuovi scatti d’azione con
Supergirl e Batman che affrontano le forze di Zod verso la fine.
Guarda la versione giapponese del trailer di seguito:
La sinossi del film recita: “i
mondi si scontrano in “The Flash” quando Barry usa i suoi
superpoteri per viaggiare indietro nel tempo per cambiare gli
eventi del passato. Ma quando il suo tentativo di salvare la sua
famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane
intrappolato in una realtà in cui il Generale Zod è tornato,
minacciando l’annientamento, e non ci sono supereroi a cui
rivolgersi. Cioè, a meno che Barry non riesca a convincere un
Batman molto diverso a uscire dalla pensione e salvare un
kryptoniano imprigionato… anche se non quello che sta cercando.
Alla fine, per salvare il mondo in cui si trova e tornare al futuro
che conosce, l’unica speranza di Barry è correre per salvarsi la
vita. Ma fare l’ultimo sacrificio sarà sufficiente per resettare
l’universo?”
In The Night Agent di Netflix, l’agente dell’FBI Peter
Sutherland (Gabriel
Basso) si ritrova relegato a sorvegliare un telefono
che riceve raramente chiamate in una stanza isolata e
sorvegliatissima nel seminterrato, mesi dopo essere stato sul posto
quando una bomba ha distrutto la metropolitana. Ma quando
Rose Larkin (Luciane Buchanan)
chiede aiuto dopo aver assistito agli omicidi della zia e dello zio
super-spia, entrambi vengono catapultati in un’enorme cospirazione
che minaccia le loro vite e la loro reputazione già tormentata. Con
l’avanzare della stagione, i due si trovano sempre più coinvolti
sia nella cospirazione che nel rapporto sentimentale. Si appoggiano
l’uno all’altro per avere sostegno e guida, utilizzando le loro
abilità uniche per cercare di scoprire la verità. Possono solo
fidarsi l’uno dell’altro, mentre diventa chiaro che le persone
all’interno del governo non sono così innocenti come potrebbero
sembrare.
Quando la prima stagione della serie
si conclude, gran parte dei nodi sono già venuti al pettine. Il
capo dello staff del Presidente, Diane Farr
(Hong Chau), e il Vicepresidente
Redfield (Christopher Shyer) vengono
fermati e arrestati per il loro ruolo nell’attentato alla
metropolitana di molti mesi prima. Inoltre, il piano di Redfield di
assassinare il Presidente Travers (Kari
Matchett) insieme a Omar Zadar
(Adam Tsekhman) – il vero obiettivo – e prendere
il controllo del Paese è fallito, grazie soprattutto a sua figlia
Maddie (Sarah Desjardins) e al
suo capo dei servizi segreti Chelsea Arrington
(Fola Evans-Akingbola). Tuttavia, ci sono ancora
alcune questioni aperte da esplorare quando The Night Agent tornerà per una
seconda stagione, visto che è stata recentemente rinnovata da
Netflix: ecco cosa possiamo aspettarci quando ritroveremo
Peter.
The Night Agent ripartirà dal nuovo di
Peter nel programma Night Watch. Dopo gli eventi
della prima stagione, non sarà più al telefono, ma dall’altra parte
della barricata. Questo è avvenuto dopo aver salvato il
Presidente Travers dalla bomba di
Redfield a bordo del Marine One a Camp David.
Nonostante i rischi, Peter ha tenuto sotto tiro la Travers e le ha
chiesto di controllare l’elicottero alla ricerca della bomba.
Impedendole di accedere all’elicottero, si è assicurato che nessuno
fosse a bordo quando la bomba è esplosa. Poi, grazie alla
testimonianza di Arrington,
Maddie e Rose, hanno fatto cadere
i funzionari di alto livello e quelli che li hanno sostenuti nella
cospirazione e nell’insabbiamento, come Nathan
Briggs (Toby Levins) dei Servizi Segreti.
Dopo tutto questo, e dopo che Peter ha dimostrato la sua lealtà
verso il Paese nonostante le malefatte del padre, ormai confermate,
siano da considerarsi un tradimento, Travers
ritiene che Peter sia sprecato nello scantinato e
gli offre una nuova opportunità per dare una svolta alla sua
carriera.
Per concludere il finale di
stagione, Peter si imbarca su un aereo dopo aver
ricevuto una tavoletta con le istruzioni per aprirla quando sarà
fuori dallo spazio aereo americano. Una volta sbloccato con una
scansione facciale, legge i dettagli della sua missione,
intraprendendo ufficialmente questo nuovo viaggio. Non è chiaro
quando riprenderemo il discorso con Peter al
ritorno della serie, ma è probabile che non si tratti di questa
prima missione. In ogni caso, Peter è ora un Night
Agent.. e ci chiediamo se si troverà in una situazione in
cui dovrà chiamare con il telefono del seminterrato.
La storia d’amore tra Peter e Rose
in The Night Agent
Allo stesso modo, c’è un
grande punto interrogativo sul futuro di Peter e
Rose. Dopo essere stati in fuga insieme, essersi
innamorati l’uno dell’altra e aver reso le cose ufficiali, una
scena del finale di stagione di The Night Agent, prima che
Peter si imbarchi sull’aereo, fa pensare a quale
direzione prenderanno. Peter le promette di chiamarla quando potrà,
anche se non sa esattamente quando lo farà – o se sarà in grado di
farlo – perché non conosce i dettagli della sua missione. Inoltre,
dopo questa esperienza, Rose ha deciso di tornare in California e
di tentare un’altra strada nel mondo della tecnologia, dopo che la
sua prima azienda è stata un colossale fallimento a causa di
qualcuno di cui si fidava che lavorava contro di lei. Con lei in
California e Peter chissà dove in missione, come possono
realisticamente inserire Rose nella storia per più di una
telefonata o una videochiamata? Troveranno un modo per coinvolgere
Rose e farla lavorare di nuovo al fianco di Peter,
visto che le sue competenze tecnologiche sono inestimabili e
Peter è gravemente carente in quel campo?
Potrebbero diventare una squadra come lo erano la zia e lo zio di
Rose prima della loro morte prematura?
Pochi volti familiari
Sarà interessante vedere
come andrà avanti la storia d’amore tra i due, ma ancora più
intrigante sarà vedere quali personaggi torneranno accanto a
Peter e Rose per un’altra storia,
visto quello che lo showrunner Shawn Ryan ha
anticipato sulle stagioni future. In un’intervista esclusiva di
Ryan con Collider si è parlato di come ogni stagione di The Night Agent racconterà una “storia per
lo più autonoma“. E, in una seconda stagione, torneranno solo
alcuni volti, ma saranno soprattutto i nuovi personaggi a
circondarli. Ha spiegato che i personaggi di Peter
e Rose torneranno certamente, in quanto gli
sceneggiatori non vedono l’ora di approfondire la loro storia
d’amore, visto che si trattava di una relazione durata 10 giorni,
ma non c’è certezza per tutti gli altri. Quindi, qualunque sia la
storia della seconda stagione di The Night Agent,
Peter e Rose, in qualche modo, vi
parteciperanno insieme. Anche Gordon Wick
(Ben Cotton) e il Presidente
Travers saranno coinvolti. Dopotutto, qualcuno deve dare a
Peter le sue missioni e Wick è un
fuggitivo in fuga come terzo membro della squadra di cospiratori e
l’unico ad essere riuscito a scappare.
È chiaro che quando The Night Agent tornerà su Netflix per
un’altra stagione, la serie sarà molto diversa.
Peter sarà un uomo diverso dopo aver scoperto la
verità su suo padre e aver salvato il Paese da un altro attacco
terroristico e dall’incubo di perdere il Presidente della
Repubblica. Purtroppo, dal momento che il suo ruolo nel fermare
l’attacco è stato tenuto segreto e che il mondo ritiene giustamente
che suo padre sia un traditore, è improbabile che debba affrontare
un minore contraccolpo da parte dei suoi colleghi agenti. Inoltre,
cambiare le cose in modo così drastico potrebbe essere un punto a
favore o una condanna, visto che la prima stagione ha costituito un
viaggio così emozionante con un cast di personaggi semplicemente
eccezionale.
Quando nel 2016 arriva al cinema
Your Name, Makoto Shinkai – sia alla regia che alla
sceneggiatura – è inondato da uno straordinario successo.
Applaudito da pubblico e critica, il film guadagna ben 382
milioni di dollari in tutto il mondo, trasformandosi in
una delle pellicole d’animazione con i migliori incassi di sempre.
A sette anni da quel capolavoro tecnico e artistico, nel cui mezzo
c’è stato anche Weathering with You (2019), il regista
giapponese torna al cinema con un’altra storia di lotte e passioni:
Suzume, presentato alla 73° edizione
della Berlinale.
Il film, distribuito
nelle sale asiatiche l’11 novembre scorso, ha percepito ¥35.5
miliardi di yen, ri-confermando anche la bravura di Shinkai e la
sua sensibilità verso narrazioni profondamente complesse. Il
racconto, in cui sono presenti figure folkloristiche nipponiche e
il cui terremoto che ha devastato Tohoku nel 2011 ne costituisce
fulcro e tematica, arriva nelle sale italiane il 27 aprile, distribuito da
Sony.
Suzume, la trama
Nella regione di Kyūshū, nel sud del
Giappone, vive Suzume, una diciassettenne energica che però dentro
di sé porta il peso di un grande dolore: la morte della madre,
avvenuta per colpa di un terrificante terremoto. Un giorno, mentre
è intenta ad andare a scuola, la giovane incontra un misterioso
ragazzo alla ricerca di rovine. Dopo avergli indicato una zona del
villaggio abbandonata, Suzume decide di seguirlo di nascosto dove
lo trova intento a chiudere una porta dalla quale fuoriesce un
mostro di fumo rosso.
La ragazza, seppur spaventata aiuta
Sota (questo il suo nome) a confinarlo nell’Altrove, regno dal
quale proveniva, scoprendo così che l’entità con la quale si era
interfacciata si chiama Verme, un provocatore di terremoti. Quella,
poi, non è l’unica porta dal quale può fuoriuscire, ma ce ne sono
tante sparse per il Giappone. Compito di Sota è richiuderle tutte.
Ma quando un gatto, che si scopre essere una divinità, trasforma il
ragazzo in una sediolina giall, la ragazza sarà costretta a
continuare la missione da lui intrapresa, se non vuole che il suo
Paese venga distrutto.
La bellezza narrativa di
Suzume
Materia narrativa di molti registi
nipponici, fra cui il celebre Hayao Miyazaki, è la dualità uomo –
natura e tradizione – modernità, che spicca nella poetica di
Shinkai. Anche in Suzume è presente il
passaggio dal paese all’urbe, con tutti i cambiamenti che ne
derivano, e l’affrontare una natura che da madre benevola diviene
assassina spietata. Ma ad elevare la portata drammatica del
racconto non è solo, in questo caso, la minaccia dei terremoti o il
distacco fisico dalla propria terra, bensì l’elaborazione
de lungo lutto della protagonista che, durante il
solitario viaggio, si ritrova per forza di cose ad affrontare un
forte trauma: la morte della madre.
Per focalizzarsi sulla
caratterizzazione di Suzume, di cui si assimilano le sofferenze
attraverso incubi e memorie, il regista rinuncia
all’approfondimento psicologico dei suoi comprimari, fra questi
proprio Sota, compagno di viaggio della diciassettenne. Tale
mancanza è però magistralmente colmata dal character
design di Suzume, stratificato, dettagliato e curato con
estrema precisione. Di lei si coglie ogni mutamento d’umore,
fotografato da incantevoli primi piani, i quali trasmettono il
dolore e la tenacia di una giovane che deve misurarsi sia con le
difficoltà del mondo esterno, che con le sue crepe interiori.
Costretta ad affrontare da un lato una battaglia contro le calamità
naturali, dall’altro un difficile viaggio di crescita, che la
porterà a perdonare se stessa e comprendersi meglio.
Cieli stellati e acque
cristalline
Il percorso itinerante di Suzume,
che si trascina per tutto il Giappone con Sota (trasformatosi nella
sua sedia gialla), permette alla storia di alternare momenti di
estremo pathos, nei quali la giovane deve chiudere le
porte dell’Altrove, e attimi di divertissement, grazie ad
alcuni simpatici sketch proprio con la sediolina. A supporto di uno
sceneggiato così intenso e compiuto, arriva un’estetica
maestosa. Grazie infatti al viaggio, che funge da
espediente artistico e da pretesto, Shinkai invita lo spettatore a
immergersi nei suoi paesaggi vividi, le cui ambientazioni cesellate
al millimetro garantiscono un’esperienza al tempo stesso fascinosa
e spaventosa. Dal sole che si staglia sul mare, rendendo la sua
superficie un letto di cristalli luccicanti, al cielo violetto
ricoperto di stelle, fino al fuoco ardente dell’Altrove,
tutto sembra estremamente reale ed evocativo. Una
spettacolarità che innalza ancor di più il racconto già di per sé
travolgente e sensoriale, e che si accende maggiormente nella
variegata palette di colori e campi lunghi, grazie ai quali le
immagini diventano sfavillanti affreschi.
Fra mito e realtà
Ma l’operazione di Shinkai non si
limita a regalare visioni estatiche e intrecci avvincenti.
Rappresentare la cultura del Sol Levante, inserendo anche delle
parentesi storico-contemporanee del Giappone è una delle priorità
del regista. Come dicevamo in apertura, il terremoto del
2011 è uno degli espedienti narrativi di
Suzume, oltre che centro attorno al quale
gravitano le dinamiche. Una ferita ancora aperta per il Paese, che
Shinkai rende visivamente concreta facendola diventare sia la causa
del lutto della protagonista, che l’”antagonista” della storia
stessa. I terremoti minacciano ancora quella terra, e nel film sono
rappresentati da un gigantesco Verme rosso scuro, un colore che fra
l’altro simboleggia il pericolo e la minaccia. Il suo abbattersi in
varie aree del Giappone è la prova che ancora oggi quel popolo vive
nella paura di altri disastri.
Il regista però sembra volerla
esorcizzare questa paura, condendo il film di bellezze mitologiche
e religione. Le quali si incarnano principalmente nella presenza di
un gatto, una pietra-sigillo con il compito di contenere il Verme
(che si rifà molto alla figura, sempre folkloristica, del
Namazu, un pescegatto che dà origine ai terremoti). Il
felino che la protagonista insegue per tutto il tempo è una sorta
di divinità protettrice, ed è rappresentato con una coda biforcuta,
chiaro rimando alla figura soprannaturale del nekomata. E
così in Suzume fantasia, realtà e credenze si mescolano, plasmando
una storia dalle grandi suggestioni, che brilla di
spettacolarità e profondità, e che fa di Makoto Shinkai un grande e
sensibile artista.
Nuove scene dell’imminente
Wonka sono
state mostrate al CinemaCon del 2023, insieme ad alcuni dettagli
che hanno confermato cheil filmsarà
interpretato anche da Hugh Grant nei panni di Ooma
Loompa.Durante la
presentazione della Warner Bros.
Discovery alla fiera annuale, sono state mostrate molte scene
del suo prossimo film basato sul personaggio di Roald Dahl,
Willy Wonka.
Secondo Brandon Davis di
ComicBook.com, Wonka di Timothée Chalamet sarà ambientato
su un’isola tropicale, e si presenterà come un mago, inventore e
produttore di cioccolato.Il filmato mostra anche
Wonka che presenta il cioccolato con un effetto magico alle
persone, prima di chiudersi con Willy Wonka che incontra Hugh Grant nei panni di un Oompa Loompa
intrappolato in un grande barattolo.In un breve
messaggio di Chalamet, ha descritto l’imminente versione di Willy
Wonka come molto meno cinica di quella interpretata da Gene
Wilder nell’iconico film del 1971. “Questo è un
Willy pieno di gioia e speranza“, ha
detto Chalamet. La notizia che Hugh Grant avrebbe recitato nel film è stata
conferma anche un rapporto dell’anno scorso. Tuttavia, non è chiaro
se Grant interpreterà solo uno o molti Umpa Loompa.
Wonka, il
film
“Wonka
è basato sui personaggi di Roald Dahl, ispirato in particolare da
uno dei personaggi più amati di Dahl, Willy Wonka, e si svolge
prima degli eventi diCharlie e la fabbrica di
cioccolato”, si legge nella
sinossi. Nel cast anche
Rowan Atkinson, Matthew Baynton, Jim Carter,
Olivia Colman, Tom Davis, Simon Farnaby, Rich Fulcher, Sally
Hawkins, Kobna Holdbrook-Smith, Paterson Joseph, Keegan-Michael
Key, Calah Lane, Matt Lucas, Colin O’ Brien, Natasha Rothwell,
Rakhee Thakrar e Ellie White.
Willy Wonka
è stato creato dal famoso autore
Roald Dahl.
Il personaggio ha debuttato nel romanzo del 1964,
Charlie e la fabbrica di cioccolato.
Il libro è stato adattato due volte per lo schermo, nel 1971 e nel
2005, quando
Tim Burton
ha sceltoJohnny Depp
per il ruolo in questione. Paul
King, il regista dietro la serie di
Paddington, firma la regia di Wonka
e uscirà al cinema il 14 dicembre 2023
Dopo la notizia che il candidato al
Golden GlobeJames
McAvoy aveva firmato per recitare nel prossimo remake
inglese prodotto da Blumhouse del film thriller danese del 2022
Speak No
Evil, oggi scopriamo che ad affiancare l’attore sarà
Mackenzie Davis.Secondo Deadline,
Mackenzie Davis (Blade
Runner 2049, Terminator: Dark Fate) ha firmato
per recitare
al fianco di James McAvoy nel prossimo
remake inglese prodotto da Blumhouse e Universal Pictures
Speak No
Evil, film basato sull’omonimo film
thriller danese del 2022. Speak No
Evil uscirà nelle sale è
previsto per il 9 agosto 2024.
Mackenzie
Davis non è estranea al genere horror, poiché in
precedenza ha recitato nel thriller soprannaturale del 2020The Turning. Ha anche ottenuto
riconoscimenti per le sue esibizioni in serie tv comeHalt and Catch Firee in un
episodio diBlack
Mirror. I suoi lavori più recenti sono la
miniserie HBO Max dell’anno scorsoStation
Eleven e la serie antologica NetflixLove, Death +
Robots.
Il remake di Speak No
Evil sarà scritto e diretto dal regista di
The Woman in BlackJames
Watkins. Il film sarà prodotto da Jason
Blum, con Paul Ritchie, Christian Tafdrup, Jacob Jarek e
Bea Sequeira come produttori esecutivi. Il film originale è stato
diretto da Christian Tafdrup, che ha anche co-scritto la
sceneggiatura con Mads Tafdrup. La storia è incentrata su due
famiglie che si sono incontrate durante una vacanza in
Toscana. Quello che doveva essere un fine settimana idilliaco
inizia lentamente a sgretolarsi mentre le famiglie danesi cercano
di rimanere educate di fronte alla spiacevolezza. Il remake inglese
dovrebbe arrivare nelle sale il 9 agosto 2024.
Patti LuPone ha
rivelato nuovi dettagli di Agatha: Coven of
Chaos, la prossima serie dei Marvel Studios, che sarà guidata da
Kathryn Hahn. In una recente intervista
con The Hollywood
Reporter, la vincitrice del Grammy ha parlato della serie, che
è attualmente in produzione. LuPone ha
confermato di interpretare il ruolo di una “strega siciliana di
450 anni” che ha il potere della divinazione. Il suo personaggio fa
parte di una congrega guidata dalla strega titolare di Kathryn Hahn, apparsa per la prima volta
in WandaVision
del 2021.
Ulteriori nuovi dettagli su
Agatha: Coven of Chaos sono stati l’aspetto musicale
che presenterà la serie. L’ attrice di Beau is
Afraid ha rivelato che i fan dovrebbero
aspettarsi performance musicali dalle streghe. “La nostra
cantante principale è Kathryn”, ha scherzato
LuPone. “Sto cantando il backup e le canzoni sono state
scritte da Kristen e Bobby Lopez.” .
Agatha: Coven of Chaos è stato annunciato
ufficialmente durante il Disney Day 2021. Presenterà il ritorno di
Kathryn Hah mentre riprende il suo ruolo di
WandaVision nei panni di Agatha Harkness, che
era una delle antagoniste della serie guidata da
Elizabeth Olsened è colei che ha rivelato a
Wanda il suo vero potenziale come Scarlet Witch. Per la sua interpretazione ha ottenuto
una nomination agli Emmy come migliore attrice non
protagonista.
Jac Schaeffer, che
è sotto un accordo generale congiunto con Marvel e 20th Television,
sarà lo sceneggiatore e produttore esecutivo. Un recente rapporto
ha rivelato che dirigerà anche almeno un episodio. Al momento
nessuna data di uscita della serie è stata annunciata. Nel cast
anche David Payton nei panni di John Collins /
“Herb”, David Lengel nei panni di Sarah il marito Harold Proctor /
“Phil Jones”, Asif Ali nel ruolo di Abilash Tandon
/ “Norm”, e Amos Glick nel ruolo di un fattorino
della pizza scelto come “Dennis”. A riprendere i loro ruoli in
WandaVision ci sono anche Kate Forbes nei panni
della madre di Agatha, Evanora Harkness, e
Brian Brightman nei panni dello sceriffo di
Eastview, New Jersey. Aubrey Plaza, Ali Ahn, Maria
Dizzia, Sasheer Zamata, Patti LuPone, Miles
Gutierrez-Riley e Okwui Okpokwasili sono
stati scelti per ruoli sconosciuti.
Come molti di voi già
sapranno si dice che Steven Knight stia scrivendo
il prossimo film diStar
Warssu
Rey Skywalker che sarà diretto da Sharmeen Obaid-Chinoy e
che vedràil ritorno diDaisy Ridley. Grazie a
un recente rapporto, sono emerse ulteriori informazioni sul casting
e sulla tempistica di produzione del film.Durante l’ultimo episodio
di The Hot Mic Podcast, Jeff Sneider di Above the
Line ha rivelato che un attore che era precedentemente legato al
film a causa del loro legame con Damon Lindelof
(che in precedenza stava scrivendo il film) non apparirà più nel
film .
“Chiunque fosse
quell’attore… quella persona non è più legata a quel
progetto“, ha detto Sneider. “E principalmente a causa dei
cambiamenti nella storia. Perché hanno accantonato la
sceneggiatura di Lindelof e ingaggiato Steven Knight, quindi
ovviamente ci sono stati dei cambiamenti nella storia. E così
quell’attore, chiunque fosse, non è più legato al
progetto!”Sneider ha continuato a discutere la
potenziale data di inizio della produzione del
film Star
Warssu Rey Skywalker, affermando di aver
creduto a lungo che il progetto fosse ciò che Lucasfilm intende
lanciare nelle sale a dicembre 2025. L’insider ha detto che crede
che la pre-produzione del film dovrebbe iniziare ad agosto, con
l’inizio anche del casting.
“La Lucasfilm potrebbe
essere già a lavoro sull’elenco degli attori che potrebbero
partecipare al casting per quanto riguarda chi vogliono in quel
film, ma non credo che siano andati su nessun talento“, ha
detto Sneider. “Non credo che lo faranno necessariamente fino a
dopo l’estate. Quindi mi aspetterei risposte prima del Labor
Day”.Secondo quanto riferito, il filmdi Star
Wars diretto da Obaid-Chinoy
dovrebbe essere uno dei primi film di
Star
Wars uscire dopo l’ultimo film
Star
Wars: The Rise of Skywalker diretto da
JJ Abrams del 2019. Al momento non si sa
molto del progetto, anche se l’uscita anticipata di Lindelof è
stata solo una delle numerose modifiche dietro le
quinte al futuro del franchise.
Steven Knight è uno degli sceneggiatori
più apprezzati a Los Angeles e ha scritto parecchi film di
successo oltre ad aver lavorato con altrettanto successo in
televisione. E’ infatti il creatore di Peaky
Blinders e co.creatore di Taboo. Per il cinema ha firmato
le sceneggiature di
La promessa dell’assassino, Il Sapore del successo e
Spencer tra le altre cose.
Il regista di anime Makoto Shinkai ha costruito un curriculum
impressionante nel corso degli anni e con l’uscita di
Suzume non c’è mai stato un momento migliore per
classificare i film di Shinkai. Shinkai è un regista noto per la
produzione di film anime che si concentrano molto sul dramma dei
personaggi e sulle storie d’amore. I suoi film non hanno riscosso
particolare successo fino all’incredibile successo di Your Name, ma grazie a questo, e ai film che
lo hanno seguito, Shinkai è diventato uno dei nomi più
riconoscibili degli anime.
Makoto Shinkai si è certamente fatto
un nome come regista nel corso degli anni. Questa classifica elenca
i dodici film dal peggiore al migliore.
La voce delle stelle
La voce delle
stelle è il quarto cortometraggio di Makoto Shinkai e, purtroppo, è il suo più
debole. Tutti i tratti distintivi del suo lavoro sono qui in bella
mostra, ma il film non si prende il tempo per metabolizzarli in
modo significativo.
Quando la nave spaziale Lysithea
inizia il suo viaggio a caccia dei Tarsians, temibili alieni
incontrati per la prima volta su Marte, la studentessa
Mikako Nagamine viene arruolata tra le forze
terrestri. L’unico mezzo che ha per parlare con il suo ragazzo
rimasto sulla Terra, Noboru Terao, è via e-mail.
Oltre le nuvole, il luogo
promessoci
Oltre le nuvole, il luogo promessoci
è stato il primo lungometraggio di Makoto Shinkai
e non ha avuto successo. Lo stile artistico caratteristico di
Shinkai e il lavoro sui personaggi sono molto meglio eseguiti qui,
quindi è più facile essere investiti nella storia, ma è proprio la
storia a trascinare le cose verso il basso e a farlo crollare in
classifica.
La storia d’amore principale è poco
sviluppata, e mentre inizia come un’affascinante storia di vita
quotidiana, la seconda metà diventa improvvisamente una storia
d’azione con elementi fantascientifici troppo poco spiegati per
l’importanza della posta in gioco. Ciò che rimane è un film
disarticolato nella trama e, nel complesso, non riesce a mostrare
ciò che rende grande l’opera di Shinkai.
Other Worlds
Con una durata di circa due minuti,
non c’è molto da dire su Other Worlds, sia in
positivo che in negativo. Grazie al modo in cui Makoto
Shinkai utilizza le ombreggiature e la musica, il
cortometraggio riesce a trasmettere al pubblico una grande quantità
di emozioni, per cui riesce comunque a lasciare un impatto,
nonostante la sua breve durata.
Naturalmente, la breve durata
significa anche che non c’è molto a cui affezionarsi, e questo
finisce per rendere difficile la classificazione del film, anche se
rimane di spicco confrontato con gli altri cortometraggi di
Shinkai.
Minna No Uta: Egao
Minna no Uta è un programma
televisivo e radiofonico che va in onda in Giappone dagli anni ’60
ed è spesso utilizzato per promuovere nuovi cantanti e animatori;
nel 2003, questo includeva un video musicale per “Egao” di
Hiromi Iwasaki, realizzato dallo stesso
Makoto Shinkai.
Il video musicale mostra la semplice
storia di una donna che si lega al suo criceto domestico e, come
gli altri cortometraggi di Shinkai, la sua breve durata rende
difficile affezionarsi ai personaggi di questo film. Detto questo,
“Egao” è affascinante con la sua animazione e la rappresentazione
di quanto il criceto diventi importante per la donna, quindi anche
se non c’è molto, vale sicuramente la pena guardarlo.
Lei e il gatto
Lei e il gatto è stato il
cortometraggio che ha attirato l’attenzione della CoMix Wave Films,
lo studio di animazione principale di Makoto
Shinkai. Come per gli altri cortometraggi di Shinkai,
She and Her Cat è penalizzato dalla sua lunghezza, che
rende difficile lo sviluppo completo di qualsiasi cosa.
Detto questo, la semplicità della
storia d’amore tra un gatto e il suo padrone è eseguita
magistralmente, e l’uso delle ombreggiature con lo stile artistico
semplicistico aggiunge un livello di bellezza che non si vede negli
altri cortometraggi di Shinkai. Nel complesso, è
facile capire perché questo film abbia contribuito a dare il via
alla sua carriera.
Il giardino delle parole
Nonostante i suoi punti di forza,
Il giardino delle parole è piuttosto difficile da
classificare. L’arte, l’animazione e la musica sono incredibili, e
Takao e Yukino hanno una dinamica
molto coinvolgente in cui è facile capire perché sono così
importanti l’uno per l’altra, anche se le loro lotte personali
finiscono per essere poco sviluppate.
Il problema più grande del film,
tuttavia, è il modo in cui Takao si innamora di Yukino, dato che
Takao è un liceale e Yukino è la sua insegnante. Quest’ultima non
ricambia mai esplicitamente i suoi sentimenti, ma le spiacevoli
implicazioni sono comunque presenti e la capacità di ignorarle sarà
il fattore decisivo per il gradimento complessivo.
Someone’s Gaze
Tra tutti i cortometraggi di
Makoto Shinkai, Someone’s Gaze è
quello che riesce meglio a racchiudere i punti di forza del regista
in poco tempo. La storia è quella semplice di un padre e di una
figlia che si allontanano l’uno dall’altra, ma Shinkai fa un ottimo
lavoro nel dare corpo alle loro dinamiche e ai loro caratteri
individuali, in modo che tutto ciò che fanno risulti rinfrescante e
reale.
Se a ciò si aggiungono le musiche e
le immagini stellari di Shinkai, Someone’s Gaze è
senza dubbio il migliore dei cortometraggi di Shinkai, anche se,
proprio come i suoi predecessori, è penalizzato dalla sua
durata.
5 cm al secondo
Questo è uno dei film che, nel bene
e nel male, fa uno dei lavori migliori per mostrare lo stile di
Makoto Shinkai. Pur non essendo all’altezza dei
suoi lavori successivi, la musica e le immagini sono di alto
livello e, nonostante la breve durata, la scrittura fa molto per
aggiungere peso emotivo a tutte le azioni di Takaki e Akari.
Questo, però, va a discapito del
film, che nonostante tutto si conclude con i protagonisti che
semplicemente non si ritrovano. È una conclusione sorprendentemente
realistica e il realismo è parte della forza del film, ma questa
sorta di nota negativa può renderlo difficile da guardare.
Suzume
Suzume di Makoto Shinkai è il suo
film più recente ed è uno dei suoi migliori. Suzume utilizza il
terremoto di Tohoku del 2011 come sfondo per la sua storia, e non
solo non è altro che rispettoso nei confronti di quella tragedia,
ma la usa per raccontare una bella storia di superamento della
perdita che rende facile relazionarsi con ogni personaggio.
Questo è particolarmente vero per la
protagonista, e il forte sviluppo del personaggio di Suzume
contribuisce a renderla una delle migliori protagoniste di Shinkai.
Suzume ha anche un finale che i fan dell’anime discuteranno per un
po’ di tempo. La mancanza di sviluppo della storia d’amore e di
alcuni elementi della trama, lo penalizzano, ma gli conferiscono un
ottimo posto in classifica.
I bambini che inseguono le
stelle
Children Who Chase Lost
Voices è molto diverso dal solito lavoro di Makoto
Shinkai, e questo gioca tremendamente a suo favore. Mentre
Shinkai si occupa tipicamente di urban fantasy, questo
film è una storia fantasy a tutti gli effetti che trae chiara
ispirazione dallo Studio Ghibli per la musica, il design dei
personaggi, i mostri e i temi della natura e della vita.
Questo può far sembrare il film poco
originale, ma Shinkai è in grado di creare una
storia che si distingue da sola, con il suo caratteristico lavoro
sui personaggi che crea una bella storia sulla perdita e sulla
solitudine. Non è il tipo di storia per cui Shinkai è conosciuto,
ma vale comunque la pena di guardarlo.
Your Name
Your Name ha reso Makoto
Shinkai un nome familiare nell’industria degli anime.
L’arte e l’animazione sono sempre incredibili e la colonna sonora
dei RADWIMPS fa un lavoro straordinario per esaltare ogni momento
emotivo al massimo. Your Name è penalizzato dal fatto che Taki
riceve uno sviluppo molto inferiore a quello di Mitsuha.
La loro relazione non è sviluppata,
ma entrambi sono abbastanza accattivanti da renderli una coppia e
il loro incontro non può che essere soddisfacente, soprattutto se
si considera ciò per cui Shinkai era noto all’epoca. A sette anni
dalla sua uscita, è ancora facile capire perché Your
Name sia tenuto in così alta considerazione.
Weathering With You
Makoto Shinkai ha
realizzato molti grandi film nel corso degli anni, ma il migliore è
senza dubbio Weathering with You. Il film non solo
rende ancora più grandi i punti di forza di Your Name con una
grafica e una musica ancora migliori, ma riesce a sopperire persino
le carenze del suo predecessore.
Oltre a una storia molto più
serrata, Hodaka e Hina vengono
sviluppati molto meglio rispetto agli altri protagonisti di
Shinkai, risultando molto valorizzati sia come coppia che come
personaggi individuali. Il miglioramento del lavoro sui personaggi
fa sì che gli stili emotivi della scrittura di Shinkai brillino il
più possibile e, di conseguenza, Weathering with
You è il miglior film di Makoto Shinkai
fino ad oggi.
Altre quattro star sono state
aggiunte al cast della seconda stagionedi
House of
the Dragon quasi due settimane
dopo la pubblicazione della
prima foto dal set.Secondo Variety, Gayle Rankin
è stata scelta per interpretare la guaritrice Alys Rivers,
mentre Simon Russell Beale interpreterà Ser
Simon Strong, il prozio di Lord Larys Strong interpretato da
Matthew Needham.
Freddie Fox
è stato scelto per interpretare Ser Gwayne Hightower,
figlio di Otto Hightower interpretato da
Rhys Ifans, mentre Abubakar Salim
interpreterà il marinaio Alyn di Hull. Tutti e quattro appariranno
nella seconda stagione, che dovrebbe durare otto episodi.Basato su Fire &
Blooddi George RR Martin, House
of the Dragonracconta l’ascesa e la
caduta dei Targaryen, l’unica famiglia di signori dei draghi
sopravvissuta al destino di Valyria. Si svolge 200 anni prima
degli eventi del pluripremiato adattamento in serie di Il trono
di spade (Game
of Thrones),
che ha trasmesso il suo episodio finale nel 2019.
House
of the Dragon è stato un incredibile successo per HBO,
con una media di circa 29 milioni di spettatori per episodio al
momento della sua uscita. Un altro spin-off di Game of
Thrones,
A Knight of the Seven Kingdoms, è stato appena annunciato. La
produzione della seconda stagione è iniziata la scorsa settimana
nel Regno Unito. Non è stata rivelata alcuna finestra di uscita, ma
con le riprese iniziate, è probabile che ci sarà a breve un
annuncio.
Nel cast della seconda stagione di
House
of the DragonMatt
Smith, Emma
D’Arcy, Olivia
Cooke,Eve Best, Steve Toussaint, Fabien
Frankel, Ewan Mitchell, Tom Glynn-Carney, Sonoya Mizuno e
Rhys Ifans. Fra gli attori della prima stagione che tornano nel
cast dei nuovi episodi anche Harry Collett, Bethany Antonia, Phoebe
Campbell, Phia Saban, Jefferson Hall e Matthew Needham. I
crediti della seconda stagione: co-creatore e produttore esecutivo
George R.R. Martin; co-creatore, showrunner e produttore esecutivo
Ryan Condal; produttori esecutivi Sara Hess, Alan Taylor, Melissa
Bernstein, Kevin de la Noy, Loni Peristere, Vince Gerardis. Tratto
dal bestseller di George R.R. Martin “Fuoco e Sangue”.
The Conjuring: Last
Rites sarà ancora una volta scritto da
David Leslie Johnson-McGoldrick, che ha scritto la
sceneggiatura degli ultimi due film. A partire da ora, lo studio
non ha ancora annunciato chi dirigerà il sequel di The Conjuring: per
ordine del diavolo del 2021. Il film sarà però
prodotto anche dal creatore del franchise James
Wan e Peter Safran, con le star
principali Patrick Wilson e Vera
Farmiga che riprenderanno i loro ruoli di
investigatori del paranormale Ed e Lorraine Warren.
Ulteriori dettagli sulla trama e sui
personaggi di The Conjuring: Last
Rites sono ancora tenuti
nascosti. Tuttavia, Wan ha recentemente confermato che il
sequel horror potrebbe potenzialmente concludere la storia di
Ed e Lorraine Warren. “Sì, ci stiamo lavorando proprio
ora. I filmdiConjuringsono molto preziosi per noi”, ha detto Wan a Collider. “E
quindi in un certo senso vogliamo solo prenderci il nostro tempo
per assicurarci di farlo bene e per assicurarci che l’emozione
della degli Warren che vogliamo raccontare sia quella giusta“.
Si attendono prossimamente maggiori informazioni sul progetto.
Durante una recente
apparizione al CinemaCon di Las Vegas, il vincitore del Golden
Globe Aaron
Taylor-Johnsonha confermato che
l’attesissimo adattamento cinematografico di Kraven the
Hunterdella Sony Pictures sarà
ufficialmente il primo film Marvel dello studio con rating
R. Ha anche presentato il primo filmato esclusivo, offrendo ai
partecipanti un primo sguardo al film sui
supereroi. Secondo Variety,
il video mostrava un Kraven zuppo di sangue mentre uccide senza
pietà le sue vittime con armi a forma di artiglio e i suoi
denti.
Kraven the
Hunter sarà interpretato da Aaron Taylor-Johnson
(Avengers: Age of
Ultron) mentre assume il mantello del
cattivo diSpider-Man,
che è un immigrato russo di nome Sergei Kravinoff. Nel film,
che viene annunciato come il prossimo capitolo dello Spider-Man
Universe (SSU) di Sony, va in missione per dimostrare di
essere il più grande cacciatore del mondo.Ad
affiancare Taylor-Johnson nel film Marvel di Sony con
classificazione R c’è Fred Hechinger (Fear
Street Trilogy, The White Lotus) nei panni di
Chameleon, il fratellastro di Kraven; la candidata all’Oscar
Ariana DeBose (West Side
Story) nel ruolo di Calypso, la compagna dell’occasione
e amante di Kraven; Russell Crowe e Levi
Miller in ruoli sconosciuti.
Anche
Christopher Abbott e Alessandro Nivola sono stati
scelti come cattivi principali.Kraven the
Hunter è diretto dal candidato all’Oscar JC
Chandor (A
Most Violent Year
) da una sceneggiatura co-scritta da Richard Wenk
(The
Equalizer),
Matt Holloway e Art Marcum. Avi Arad e Matt Tolmach stanno
producendo il progetto.
Kraven the Hunter, il film
Dopo il
successo di Venom: Let
There Be
Carnage e Spider-Man: No
Way Home, Sony continua ad espandere il suo universo
Marvel e Kraven the
Hunter si unisce a una lista che include
anche Madame
Web con Dakota Johnson e il
progetto Spider-Woman di Olivia Wilde. Art Marcum, Matt Holloway e
Richard Wenk hanno scritto la sceneggiatura di Kraven the
Hunter e il fatto che il film attiri talenti di
alto livello è sicuramente un buon segno. Kraven the
Hunter uscirà al
cinema il 06 ottobre 2023 distribuito da Sony Pictures
Italia e Warner Bros.
Rispondendo a una recente domanda
di un fan su Instagram, Gunn ha
rivelato che non ci sarebbero state una ma ben due scene
post-credit nel prossimo film di supereroi. Anche se questo
potrebbe non essere uno notizia shock visto che la maggior parte
dei film dei Marvel Studios presenta due scene post-credit, i fan
saranno sicuramente felici di sapere che il
Vol. 3 seguirà la formula più consueta
dell’MCU. Non è chiaro quando le scene post-credit
saranno inserite nell’economia del film, ma lo standard prevede una
scena a metà crediti e poi una breve sequenza alla fine del rullo!
Dai un’occhiata al commento di James Gunn sui
Guardiani della Galassia
Vol. 3 scene post-credit qui
sotto:
In attesa di poter vedere il film,
anche alla luce di questi pareri, ricordiamo che la sinossi
ufficiale per Guardiani della Galassia Vol.
3 recita quanto segue: “in
Guardiani della Galassia Vol. 3 la nostra amata banda di
disadattati ha un aspetto un po’ diverso. Peter Quill, ancora
sconvolto dalla perdita di Gamora, deve radunare la sua squadra
attorno a sé per difendere l’universo oltre che per proteggere uno
di loro. Una missione che, se non completata con successo, potrebbe
portare alla fine dei Guardiani così come li conosciamo.“
Nonostante debba ancora affermarsi,
e abbia alle spalle una eseguia filmografia, l’attore Jared
Padalecki ha saputo far tesoro dei ruoli offertigli
durante questi anni, dimostrando di essere dotato di buona
versalità, attirando le attenzioni del pubblico, pronto a seguirlo
in ruoli più impegnativi che si spera arrivino presto.
Ecco 10 cose che non sai di
Jared Padalecki.
Jared Padalecki carriera
1. I film. La
carriera cinematografica dell’attore ha inizio nel 1999 con il film
Me and Dad. Successivamente prende parte ai lungometraggi
Una scatenatta dozzina (2003), Una pazza giornata a
New York (2004), Il volo della fenice (2004), La
maschera di cera (2005), Nickname: Enigmista (2005),
e Venerdì 13 (2009).
2. Le serie TV.
Più celebre per i suoi ruoli televisivi, l’attore ha negli anni
partecipato a serie come Una mamma per amica (2000-2005),
E.R. – Medici in prima linea (2001), e dal 2005 interpreta
Samuel “Sam”Winchester nella serie Supernatural.
Jared Padalecki Instagram
3. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo verificato, seguito da 5,1 milioni
di persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere
fotografie scattate in momenti di svago con la famiglia o con
amici. Non mancano inoltre foto scattate dai set o dalle premiere a
cui l’attore ha preso parte.
Jared Padalecki vita
privata
4. E’ sposato. Il
27 febbraio 2010 si è sposato con l’attrice Genevieve Cortese,
conosciuta sul set di Supernatural. Nel 2012 danno alla
luce la loro primo genita, seguita nel 2013 dal secondo figlio e
nel 2017 dalla terza figlia.
Jared Padalecki personalità
5. Adora fare
scherzi. L’attore viene descritto dai suoi colleghi come
una persona solare e spiritosa. E’ stato inoltre rivelato che
durante i tempi morti sui set, l’attore adori fare scherzi ai suoi
colleghi. Molti di questi sono stati filmati e diffusi in rete.
Jared Padalecki salute
6. Ha sofferto di
depressione. Nonostante le notizie sugli scherzi attuati
dall’attore, Padalecki ha dichiarato pubblicamente di aver sofferto
di depressione in gioventù, specialmente quando faticava a trovare
i primi lavori nello spettacolo. Fortunatamente grazie alla
famiglia questo aspetto di lui è andato scemando.
Jared Padalecki Superman
7. Era in lizza per il
ruolo del supereroe DC. L’attore era stato considerato per
il ruolo di Clark Kent nel film che doveva essere diretto dal
regista McG. Tra i suoi rivali per la parte vi era
anche l’attore Henry
Cavill. Il film non si fece più, ma Cavill riuscì
comunque ad interpretare il personaggio nel film L’uomo d’acciaio.
8. Non sapeva come si
sarebbe conclusa la serie. L’attore si è sempre dichiarato
soddisfatto dai risultati raggiunti dalla serie
Supernatural, affermando di non aver mai saputo come
questa si sarebbe conclusa. Ogni stagione, secondo l’attore,
iniziava con un finale prestabilito che cambiava tuttavia in fase
di riprese. Ciò ha reso entusiasmante partecipare a qualcosa che
poteva sorprendere ad ogni puntata.
9. Vorrebbe far fare al suo
personaggio cose semplici. L’attore si è sempre trovato
coinvolto in grandi eventi all’interno della serie, e in
un’intervista ha dichiarato che avrebbe desiderato far fare al suo
personaggio anche cose semplici come correre al mare, nuotare o
fare il bucato in mutande.
Jared Padalecki età e altezza
10. Jared Padalecki è nato
a San Antonio, negli Stati Uniti, il 19 luglio 1982.
L’attore è alto complessivamente 193 centimetri.