Dopo il successo dell’evento del
2022 che ha registrato il tutto esaurito, la serie Rai
Mare Fuori torna a COMICON
Napoli! Venerdì 28 aprile, alle
13:30, presso l’Auditorium del Teatro Mediterraneo
della Mostra d’Oltremare, gli interpreti della serie
Giovanna Sannino, Antonio D’Aquino, Raiz, il
regista Ivan Silvestrini e la Direttrice della
Fotografia Francesca Amitrano incontrano il
pubblico e presentano il progetto “La cultura rompe le
sbarre”.
Mare Fuori, coprodotta da
Rai Fiction e Picomedia, è la
serie italiana che ha appassionato il pubblico young adult italiano
e internazionale risultando tra le più apprezzate degli ultimi
anni. La terza stagione ha debuttato sulla piattaforma RaiPlay il 1
febbraio ed è stata trasmessa in prima serata su Rai2 dal 15 dello
stesso mese. Con risultati travolgenti: “Mare
Fuori 3” su RaiPlay al 1 marzo ha totalizzato 110 milioni di
visualizzazioni, con 47 milioni di ore viste, pari ad un ascolto
medio device di 3,7 milioni. Complessivamente, tra tv e online,
l’intera serie viaggia dunque sui 5 milioni di ascolto medio e le
visualizzazioni on demand non accennano a fermarsi.
La serie nasce da un’idea di
Cristiana Farina ed è scritta con Maurizio Careddu per la regia di
Ivan Silvestrini e si svolge all’interno di un IPM – Istituto
penale minorile che diventa una bolla in cui i ‘ragazzi interrotti’
hanno la possibilità di comprendere chi sono e cosa vogliono oltre
le mura di cinta del carcere.
A partire dalla serie, nell’ambito
del progetto sociale di Rai Per la
Sostenibilità-ESG dal titolo “La cultura rompe le
sbarre”, è stato realizzato un workshop
con alcuni ragazzi dell’Istituto penale minorile di Nisida.
Tre giorni di musica e di lavoro insieme al cantante
Raiz, volto della serie, e al musicista Pier Paolo
Polcari. Il laboratorio ideato e organizzato dalla Rai,
dal titolo “Fuori conTesto”, con la decisiva collaborazione della
Direzione dell’Istituto, ha voluto coinvolgere i “ragazzi dentro”
nella presentazione della terza stagione di “Mare Fuori”, in un
gioco di specchi tra realtà, finzione e narrazione. Un progetto
educativo di Servizio Pubblico in cui un gruppo di ragazzi di
Nisida ha scritto il testo di una canzone per dare voce alla loro
esperienza di vita. Emozioni, passo dopo passo e libertà sono gli
aspetti che hanno voluto mettere al centro. La musica, come spesso
accade con ogni forma artistica, è riuscita a coinvolgere i
ragazzi, in un clima di empatia ed entusiasmo per far emergere
emozioni, sofferenze, sogni, desideri, paure. La canzone “Giorno
dopo giorno”, scritta ed interpretata dai ragazzi di Nisida
affiancati da Raiz e Polcari, parla di muri e celle, di luce che
non c’è e di aquile che non volano più, ma anche di sogni che non
si spengono e di un futuro che nasce dall’aver imparato a guardarsi
dentro.
L’attore Russell Crowe
ha fornito un sincero ricordo delle sue esitazioni iniziali
riguardo all’accettare il ruolo di Massimo Decimo Meridio in
Il gladiatore di Ridley
Scott. Il film, vincitore in totale di cinque premi Oscar,
tra cui quello per il miglior attore per la performance di Crowe, è
ampiamente considerato ancora oggi come uno dei migliori film
dell’attore ed è stato determinante nel riaccendere l’interesse di
Hollywood per le epopee storiche. Nonostante questo successo, la
produzione originale del film è notoriamente stata afflitta da
problemi, molti dei quali derivanti da una sceneggiatura incompiuta
che ha richiesto più riscritture anche mentre le riprese erano in
corso.
Crowe è tornato a parlare proprio di
quei problemi di sceneggiatura, affermando che: “lasceneggiatura era spazzatura, assoluta spazzatura. Aveva tutte
queste strane sequenze. Una di queste riguardava i carri e come
famosi gladiatori avevano accordi di sponsorizzazione per l’olio
d’oliva e cose del genere, ed è tutto vero, ma non sarebbe mai
andato bene per gli spettatori moderni, avrebbero detto: “Che cazzo
è tutto questo?“. “Ho pensato più volte che forse la mia
migliore opzione fosse semplicemente salire su un aereo e andarmene
da lì”, ha aggiunto poi Crowe. “Sono state le mie
continue conversazioni con Ridley a darmi fiducia“, ha
concluso l’attore.
Come noto e già riportato poc’anzi,
il film si è poi rivelato un grande successo, riuscendo a rimediare
o nascondere alle mancanze della sceneggiatura. Dopo oltre
vent’anni, si attende ora il sequel ufficiale, con il ritorno di
Scott come regista, il quale seguirà Lucius Verus, interpretato da
Paul Mescal, figlio ormai adulto dell’imperatrice
romana Lucilla. Anche il due volte vincitore del premio Oscar
Denzel Washington è stato confermato in un ruolo
non rivelato, mentre sembra che Barry Keoghan
interpreterà il controverso imperatore romano Geta. Ricordiamo che Crowe non sarà
presente in esso, ma l’attore è attualmente al cinema con il
film L’esorcista del
Papa.
Ora che La casa – Il
risveglio del male (qui la recensione) è arrivato al
cinema, la star del film Alyssa Sutherland, ha
rivelato quale è stata per lei la scena più disgustosa tra quelle
previste nell’ultimo capitolo dell’amato franchise horror La casa. Nel corso di
un’intervista, la Sutherland ha infatti affermato che: “la cosa
più disgustosa per me è stata il vomito. Ho avuto molti problemi
con quella scena. Era disgustoso. Odio
vomitare.A chi non fa schifo? Non credo di
essere l’unica“. Quella descritta dall’attrice è certamente
una scena controversa, che però per molti potrebbe non essere la
più disturbante del film.
La casa – Il risveglio del
male vede infatti la Sutherland nei panni di Ellie, una mamma
single che si riunisce con la sua sorella Beth, interpretata da
Lily Sullivan, dopo che quest’ultima scopre di
essere incinta e si rivolge alla famiglia per chiedere aiuto.
Quando un terremoto fa crollare le fondamenta del condominio di Los
Angeles in cui vive Ellie, una nuova versione dell’iconico
Necronomicon, meglio conosciuto come il Libro dei Morti, viene alla
luce. Da questo si sprigiona un demone malvagio che trasforma gli
umani in mostri immortali decisi a uccidere chiunque si trovi sul
loro cammino.
Nel corso di questa follia horror
sono molte le scene disgustose con cui lo spettatore deve
confrontarsi. Naturalmente, per sua sensibilità alla cosa, per la
Sutherland girare scene che includono vomito è stato
particolarmente ostico. In generale, il film non è adatto ai deboli
di stomaco ma sta trovando ampio successo tra i fan della saga.
Come già anticipato, se La casa – Il risveglio del male
dovesse ottenere buoni risultati al box office, il regista
Lee Cronin ha già pronte delle idee per dei sequel con cui
portare avanti il racconto.
Con il CinemaCon che ha
ufficialmente avuto inizio a Las Vegas iniziano anche ad arrivare
alcune prime novità riguardo alcuni film molto attesi. Tra queste
ha attirato l’attenzione un misterioso teaser poster di Aquaman e il Regno
Perduto, il film sequel di Aquaman
interpretato da Jason Momoa.
Come si può vedere, questo primo poster non rivela molto, anche se
sembra richiamare un pezzo di concept art condiviso tempo addietro
dal regista James Wan, in cui un misterioso mostro
potrebbe essere visto apparentemente congelato all’interno.
Il poster potrebbe dunque più che
altro contenere un indizio sul ciò che c’è da aspettarsi dal nuovo
film. Certo, ci sono state voci secondo cui Aquaman e il Regno Perdutoha ricevuto pareri negativi durante
le proiezioni di prova e ciò avrebbe portato allo slittamento
della data d’uscita, dal 17 marzo al 21
dicembre di quest’anno. Un tempo che servirebbe dunque a
correggere le imperfezioni del film. Al momento non sembrano
esserci ulteriori rinvii in vista e il fatto che del materiale
promozionale è stato mostrato al CinemaCon lascia ipotizzare che
anche un trailer sia in dirittura d’arrivo.
Al momento, di Aquaman e il
Regno Perduto sappiamo che l’attuale sinossi recita:
“Quando un antico potere viene scatenato, Aquaman deve
stringere una difficile alleanza con un improbabile alleato per
proteggere Atlantide e il mondo dalla devastazione
irreversibile”. Oltre a Momoa, nel sequel, diretto ancora una
volta da James Wan (Insidious, The
Conjuring), torneranno anche Patrick
Wilson nei panni di Ocean Master, Amber Heard,
che tornerà nei panni di Mera, Dolph
Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il
padre di Mera, e ancora Yahya Abdul-Mateen
II nei panni di Black Manta, che abbiamo
visto riapparire nella scena post-credit del primo film.
Di seguito, ecco il poster visto al CinemaCon:
Mancano poche settimane all’arrivo
in sala del film live-action della Disney La
sirenetta e con esso arrivano anche nuovi
giocattoli di accompagnamento. A riguardo, è stato finalmente reso
disponibile una nuova bambola di Ariel con le fattezze dell’attrice
Halle Bailey, protagonista del film. Realizzata
dalla Mattel, la nuova bambola è di circa 33
centimetri dalla testa alla coda. Snodabile, questa presenta
infatti una coda da sirena color ombré con scintillanti elementi
glitterati. Si tratta di una bambola dunque particolarmente
elaborata, che permette di potersi confrontare ulteriormente con
una gradita variante di quella originale e a tutti nota.
Per quanto riguarda il film, il
pubblico sta aspettando con impazienza questa versione reinventata
della fiaba classica. Dato che un aggiornamento alla storia
classica era atteso da tempo, l’ultimo lungometraggio di
Rob Marshall mostrerà finalmente la storia di
Ariel con una mentalità contemporanea, il che significa nuove
canzoni, trame e temi. Ciò che è realmente in serbo per gli
spettatori sarà però noto solo quando il film arriverà nei cinema,
ma a giudicare dalle immagini rivelate, dai trailer e dai teaser,
il tutto promette di essere altrettanto magico e surreale.
Come noto, La sirenetta è
interpretato dalla cantante e attrice Halle Bailey
(grown-ish) nel ruolo di Ariel; Jonah
Hauer-King (Un viaggio a quattro zampe) nel ruolo
del principe Eric; Noma Dumezweni (Il Ritorno
di Mary Poppins) nel ruolo della regina Selina; Art
Malik (Homeland – Caccia alla spia) nel ruolo di
Sir Grimsby; con il vincitore del premio Oscar Javier Bardem
(Non è un paese per vecchi) nel ruolo di Re Tritone; e con
la due volte candidata agli Oscar Melissa
McCarthy (Copia originale, Le amiche
della sposa) nel ruolo di Ursula. Il film sarà al cinema dal
26 maggio. Di seguito, ecco la bambola realizzata
dalla Mattel che rende omaggio alla Bailey:
Arriverà nelle sale italiane dal 27
aprile il nuovo film di Ari Aster, Beau
ha paura. Questo nuovo lungometraggio del regista di
Hereditary e Midsommar ha già
genereato forte curiosità e interesse verso quella che sembra
essere una storia piuttosto folle. Le prime reazioni in arrivo
dagli Stati Uniti hanno infatti confermato tale sensazione
definendolo “il progetto più sfrenato del regista“. Stando
alla sinossi rilasciata, il film segue il personaggio titolare,
interpretato da Joaquin
Phoenix, un uomo ansioso che, dopo la morte di sua
madre, decide di tornare a casa, incontrando una serie di incidenti
surreali e soprannaturali lungo la strada.
Proprio Phoenix ha ora
scherzosamente avvisato gli spettatori di non guardare Beau
ha paurase si sono ingeriti funghi
allucinogeni. “Mi è stato detto da qualcuno dell’esistenza di
una sfida tra amici, dove si assumono funghi allucinogeni e si va a
vedere questo film“, ha detto Phoenix nel corso di
un’intervista. “E volevo solo fare un annuncio di servizio
pubblico e dire di non fare una cosa del genere, non prendete
funghi prima di vedere questo film.” Phoenix ha poi però
aggiunto: “Ma se lo fate, almeno filmatevi. Ma, seriamente, non
fatelo”.
Come dimostrato dal trailer, il
film sembra a tutti gli effetti essere un’esperienza visiva
particolarmente affascinante, dove si mescolano tecniche di ripresa
diverse tra live action e animazione. Non resta dunque che
aspettare ancora qualche giorno l’arrivo in sala del film, per
poter poi scoprire quanto folle di suo possa risultare, anche senza
l’assunzione di funghi allucinogeni. Scritto, diretto e prodotto da
Ari Aster, Beau
ha paurapresenta
Joaquin Phoenix nel ruolo del titolo
affiancato da un cast che include Nathan Lane, la
candidata all’Oscar e al Golden Globe Amy Ryan,
con l’attrice nominata al Golden Globe Parker
Posey e la vincitrice di Grammy Patti
LuPone.
Ecco il primo trailer ufficiale di
Book Club – Il Capitolo Successivo, diretto da
Bill Holderman, con
Diane Keaton,
Jane Fonda, Candice Bergen e Mary Steenburgen. Il
film arriverà al cinema l’11 maggio, distribuito da Universal.
L’attesissimo sequel segue le nostre
quattro migliori amiche preferite nel viaggio tra ragazze che non
hanno mai compiuto, con l’intento di portare il loro club del libro
in Italia. Quando le cose vanno fuori controllo e alcuni segreti
vengono rivelati, la vacanza rilassante si trasforma in
un’avventura attraverso il paese che capita una volta nella
vita.
Con La casa – Il
risveglio del male (qui la recensione) attualmente
al cinema, il regista Lee Cronin ha ora condiviso
alcune idee piuttosto ambiziose per degli eventuali sequel. Il
nuovo film, come noto, passa dall’ambientazione nei boschi dei
quattro film precedenti a un contesto cittadino, proponendo la
storia di due sorelle il cui ricongiungimento viene brutalmente
interrotto dalla fuoriuscita di un demone da un libro maledetto.
Evento che scatena un’ondata di violenza, sangue e morte.
Quando, intervistato
da SlashFilm, al regista è stato chiesto del
futuro del franchise, Cronin ha dunque rivelato alcune potenziali
storie, una delle quali include un prequel che vede un prete
combattere contro un’ondata di massa di Deadites in stile John
Wick. “Ciò che mi ha guidato è l’idea che le forze del
male non possono davvero essere distrutte. Quindi quelle forze
possono prevalere e continuare ad andare avanti. Questo è un
possibile percorso. Ma c’è anche una seconda trama, cento anni nel
passato, con un prete che combatte cento morti, in stile John
Wick“, ha raccontato Cronin.
“La sfida che mi era stata posta
era spostare il quadrante con questo mondo, – ha continuato
poi il regista – aprire il mondo in un modo diverso. Spero di
aver avuto successo nel farlo. In realtà ho lasciato alcune porte
aperte per tornare in quel contesto. Ma volevo mostrare ai fan che
capisco questo mondo narrativo, capisco dove è stato, ma anche qui
c’è il cambiamento, ecco la goccia dell’ago, ecco dove andremo.
Andremo da qualche altra parte“. Cronin ha poi condiviso anche
circa quattro idee più specifiche per dei sequel, la maggior parte
delle quali si collega specificamente al nuovo film.
I suoi due follow-up diretti
sarebbero storie che seguono Beth e Kassie in viaggio dopo
gli eventi del nuovo film, così come una che spiega le conseguenze
della furia dei Deadites nel condominio stesso, con protagonista un
squadra di pulizie che tenta di ripulire il sangue e i corpi e si
imbatte in nuovi demoni. Le altre due idee sono invece più
autonome, con una storia che esplora la storia del Libro dei Morti,
rivelando l’esistenza di tre volumi del Naturom Demonto.
L’ultima, invece, vedrebbe il male tornare nei boschi,
ambientazione ormai iconica dei primi film. Non resta che attendere
per scoprire quale di queste storie si concretizzerà sul grande
schermo, portando avanti la saga di La casa.
Sono finalmente arrivate le prime
reazioni sui social media per Guardiani della Galassia
Vol. 3, capitolo conclusivo della trilogia diretta
da James
Gunn in arrivo nelle sale italiane il 5
maggio. Per Gunn, questo sarà anche l’ultimo progetto del
Marvel Cinematic Universe, essendo
ormai entrato completamente nell’universo DC per la Warner Bros.
Discovery. Mentre dunque Guardiani della Galassia Vol. 3
deve ancora uscire in molte parti del mondo, il film è stato
presentato in anteprima a Parigi e coloro che hanno assistito alla
proiezione hanno potuto ora dare un proprio feedback, rigorosamente
privo di spoiler.
Sin dal primo film, Guardiani
della Galassia è stato uno dei franchise di maggior successo
per i Marvel Studios. Basato su personaggi che il pubblico
mainstream non conosceva nemmeno prima del 2014, Star-Lord e il suo
team sono diventati rapidamente tra i preferiti dai fan nell’MCU.
Tale apprezzamento è rimasto inalterato anche con Guardiani
della Galassia Vol. 2 e sembra che anche questo Vol.
3 sia destinato ad un eguale successo. Tra i pareri emersi su
Twitter spiccano infatti quelli che lo definiscono “il miglior
film Marvel da Avengers: Endgame“. Di seguito, ecco
alcuni dei pareri più entusiasti sul film:
Guardians of the Galaxy Vol 3 is a brilliant
end to a brilliant trilogy. It's very funny, emotional and
everybody gets their stand-out moment. Will Poulter's Warlock is a
terrific addition, yet the focus is rightly on telling a satisfying
end for the Guardians. Gonna miss them. pic.twitter.com/ot6L67Q9Cf
#GuardiansOfTheGalaxyVol3 is, more than ever, Star
Wars as a stoner comedy. Lovable weirdos, big Marvel action and
goofy jokes. But nothing can prepare you for all the emotions.
Rocket Raccoon’s origin story is beautiful and heart-wrenching.
Can confirm that I shed a tear during
#GuardiansOfTheGalaxyVol3 . And that I would very happily watch
an Adam Warlock solo movie. Full review (and interviews with the
cast) coming very soon. pic.twitter.com/JqzoybOHQx
#GuardiansoftheGalaxyVol3 REVIEW: EMOTIONAL. SHOCKING.
BOLD. James Gunn delivers a true EPIC exploring themes of love,
destiny & getting head. This isn’t just another MCU film, it’s one
of the BEST sci-fi movies ever! A fitting end to his journey while
also setting up what’s next pic.twitter.com/VFUEZeyeQH
In attesa di poter vedere il film,
anche alla luce di questi pareri, ricordiamo che la sinossi
ufficiale per Guardiani della Galassia Vol.
3 recita quanto segue: “in Guardiani della
Galassia Vol. 3 la nostra amata banda di disadattati ha un aspetto
un po’ diverso. Peter Quill, ancora sconvolto dalla perdita di
Gamora, deve radunare la sua squadra attorno a sé per difendere
l’universo oltre che per proteggere uno di loro. Una missione che,
se non completata con successo, potrebbe portare alla fine dei
Guardiani così come li conosciamo.“
L’attrice Scarlett
Johansson ha fornito una risposta decisamente schietta
alle domande su di un suo possibile ritorno nel Marvel Cinematic Universe
come Black Widow. La Johansson, che è stata
una delle principali protagoniste dell’MCU, debuttando come Black
Widow in Iron Man 2 nel 2010, ha interpretato il ruolo
fino al suo film da solista, Black Widow, del 2021,
che si è configurato come una storia prequel che ha introdotto la
possibile sostituzione nell’MCU di Natasha Romanoff con sua sorella
Yelena Belova, interpretata da Florence Pugh.
Come noto, Black Widow ha sacrificato la propria vita in
Avengers: Endgame, ed è lì che il suo
arco narrativo si è concluso.
Parlando con la collega e
co-protagonista dell’MCU Gwyneth Paltrow su
The goop Podcast, la Johansson è stata ora abbastanza
chiara sul fatto che il suo tempo come Black Widow sia a tutti gli
effetti giunto al termine.“Ho finito. Quel capitolo è concluso.
– ha dicharato l’attrice – Ho fatto tutto quello che
dovevo fare. Inoltre, tornare e interpretare un personaggio ancora
e ancora, nell’arco di un decennio, è un’esperienza così
unica”. Sembra dunque che la Johansson sia piuttosto decisa a
non tornare nei panni di tale personaggio e c’è già chi sostiene
che i contrasti legali intercorsi tra
l’attrice e la Disney possano aver contribuito a questa sua
decisione.
Ai fan non resta dunque che voltare
pagina come fatto da Scarlett Johansson, abbracciando però
l’ingresso nell’MCU di Yelena Belova, che come confermato dalla
scena post-credits di Black Widow è pronta ad unirsi alla
squadra nota come Thunderbolts. Il film
dedicato a questo gruppo, descritto come “la Suicide Squad della Marvel”, presenterà infatti
la Belova interpretata da Florence Pugh affiancata da Bucky Barnes
(Sebastian Stan), l’agente degli Stati Uniti
(Wyatt Russell), Taskmaster (Olga
Kurylenko), Red Guardian (David Harbour)
e Ghost (Hannah John-Kamen). La Belova, dunque,
potrebbe a tutti diventare la nuova Black Widow dell’MCU.
Mentre su AppleTv+ è disponibile il
suo nuovo film da protagonista, Ghosted, l’attrice Ana de Armas ha
pubblicamente smentito alcune voci e speranze emerse negli ultimi
tempi in rete. Durante la promozione del film, infatti, la de Armas
ha risposto alle domande più cercate dagli utenti su Internet per
l’intervista a WIRED. Una di queste domande recitava: “Ana sarà
la prossima Wonder Woman?. “Beh, credo che Gal Gadot stia
facendo un ottimo lavoro”, ha detto la De Armas. “Penso
che dovrebbe continuare a farlo“.
L’attrice ha dunque smentito
diplomaticamente quanti teorizzavano il suo assumere il ruolo di
Wonder Woman, ereditandolo da Gal Gadot. Con
il nuovo DC
Universe sotto la guida dei co-presidenti dei DC Studios
James
Gunn e Peter Safran, la cui lista del
capitolo 1 include la serie Max Original Paradise Lost
ambientata a Themyscira, casa delle Amazzoni e il luogo di nascita
di Wonder Woman, in molti si sono chiesti se ad interpretare la
supereroina sarebbe stata ancora la Gadot o se si avrebbe avuto una
nuova attrice. Se quest’ultima sarà la scelta di Gunn e Safran, la
de Armas pare non sarà però quell’attrice.
L’attrice israeliana Gadot ha, come
noto, interpretato la principessa Diana di Themyscira da
Batman v Superman: Dawn of
Justice del 2016, riprendendo il ruolo in Wonder Woman e Justice League,
Wonder Woman 1984 e,
con un breve cameo, in Shazam! Furia degli
Dei. Con l’attuale conferma che non ci sarà un terzo film
interamente a lei dedicato, rimane tuttavia incerto il futuro di
Wonder Woman, la quale però sembra essere parte dei piani di Gunn
per i suoi progetti DC. Resta da vedere se sarà ancora la Gadot a
ricoprire il ruolo e il sostegno a riguardo di un’attrice come la
de Armas potrebbe fare la sua parte.
Ancor prima che il film iniziasse il
suo periodo di riprese, sono emerse controversie sul casting di uno
dei personaggi principali del remake live action della Disney di
Lilo &
Stitch. Sebbene la Disney non abbia confermato
ufficialmente il casting originale per la parte, è stato ampiamente
diffuso che Kahiau Machado avrebbe assunto il
ruolo dell’interesse amoroso di Nani e amico di Lilo, ovvero
David. Machado sarebbe dunque dovuto apparire
accanto al cast del film che include Courtney B.
Vance nei panni di Cobra Bubbles,
Zach Galifianakis nei panni dell’agente
Wendy Pleakley, Chris Sanders nei
panni della voce di Stitch, Sydney
Agudong nei panni di Nani e Maia
Kealoha nei panni di Lilo.
A solo una settimana di distanza
dalla notizia che Machado avrebbe interpretato David, la Disney ha
però ufficialmente operato un recasting per il ruolo, affidato ora
a Kaipot Dudoit. Sembrerebbe che, dopo che a
Machado è stato assegnato il ruolo, il processo di controllo della
Disney ha scoperto dei precedenti post sui social media
dell’attore, in cui ha avrebbe espresso diversi insulti razzisti.
Sarebbe dunque dipesa da ciò la scelta della Disney e non dalle
critiche emerse online circa la pelle molto più chiara di Machado
rispetto alla sua controparte animata.
Come noto, Lilo &
Stitch ha fatto la storia come il primo
lungometraggio d’animazione ambientato alle Hawaii ed è stato
elogiato per il suo ritratto autentico della cultura indigena. La
scelta di Machado (ma anche quella della Agudong) ha invece
sollevato diverse critiche proprio per via della mancata fedeltà a
quella cultura. Ora che un nuovo interprete è subentrato nel film,
però, resta da vedere come questo sarà accolto e come proseguiranno
i preparativi per il film.
In attesa di nuovi aggiornamenti a
riguardo, ricordiamo che il remake live-action di Lilo & Stitch è stato
sviluppato per la prima volta nel 2018. Pubblicato originariamente
nel 2002, Lilo &
Stitch è il 42esimo film d’animazione della
Disney. Il film è stato ben accolto e da allora è stato
uno dei film preferiti da molti, con Stitch che è diventato
rapidamente un’altra mascotte iconica della
Disney. Dan Lin e Jonathan
Eirich di Rideback produrranno il remake, mentre
Ryan Halprin di Rideback sarà il
produttore esecutivo del nuovo film.
“Lilo è una ragazza hawaiana
solitaria che adotta un piccolo e brutto ‘cane’, che lei chiama
Stitch”, recita la sinossi del film d’animazione
originale. “Stitch sarebbe l’animale domestico perfetto se
non fosse in realtà un esperimento genetico che è fuggito da un
pianeta alieno ed è precipitato sulla Terra. Attraverso il suo
amore, la sua fede e la sua fede incrollabile nell’ohana, il
concetto hawaiano di famiglia, Lilo aiuta a sbloccare il cuore di
Stitch e gli dà la possibilità di prendersi cura di qualcun
altro.
Con la consacrazione a livello
mondiale del film Parasite di
Bong
Joon-Ho, il cinema coreano sta ora conoscendo una
nuova popolarità presso spettatori fino a questo momento ignari
della grandezza di tale cinematografia. Sono tante le opere
provenienti dalla Corea distintesi nel corso di questi ultimi anni,
e tra le più recenti vi è The Gangster, the Cop, the
Devil. Opera seconda di Lee Won-tae,
il film ha raggiunto popolarità internazionale per la sua
commistione di generi, affermandosi come un’affascinante crime noir
di grande originalità.
La storia, liberamente ispirata ad
un fatto reale, ha per protagonisti un serial killer, un criminale
e un poliziotto. Questi ultimi due finiranno per unire le loro
forze nel tentativo di smascherare il nemico comune. Questa
alleanza verrà ovviamente messa continuamente a dura prova, e da
ciò prenderà vita un racconto che fa del proprio tono cupo e ricco
di suspence il proprio punto di forza. Presentato al Festival di
Cannes, The Gangster, the Cop, the Devil ha così
facilmente attratto su di sé numerose attenzioni, divenendo un
nuovo importante rappresentante del cinema coreano.
Accolto con grande favore della
critica, che ha lodato il suo intreccio narrativo come anche la
regia e le interpretazioni, il film si è poi dimostrato anche un
grande successo al box office. Ad oggi, ha infatti guadagnato oltre
25 milioni di dollari a livello globale. Tale successo ha
naturalmente attratto anche Hollywood e l’attore Sylvester
Stallone, che ha annunciato l’intenzione di realizzare un
remake americano di tale film. Il film di Won-tae rimane però unico
anche e soprattutto per il suo forte legame con gli usi e le
tradizioni del suo paese. Prima di vedere il titolo, infatti, può
essere utile conoscere alcune curiosità ad esso legate.
The Gangster, the Cop, the
Devil: la trama del film
Il film si apre nella città di
Cheonan, dove il mafioso Jang Dong-Soo è uno degli
uomini più potenti, a capo di una delle principali gang del luogo.
Eppure, anche lui, nonostante il suo prestigio, non sembra essere
immune agli attacchi di uno psicopatico serial killer di nome
Kang Kyun-Ho. Questi organizza infatti diversi
colpi per far fuori il boss, non riuscendo però a portare a termine
il proprio obiettivo. Con l’ultimo tentativo, tuttavia, ci è andato
particolarmente vicino, facendo finire Dong-Soo su un letto
d’ospedale. Il timore di essere prima o poi ucciso convince il
mafioso a stringere un’inaspettata alleanza con Jung
Tae-Seok, agente di polizia giovane ma già noto per la sua
spietata lotta contro il crimine.
Pur provenendo da mondi e ideologie
opposti, i due uomini si trovano a dover deporre le armi da guerra
per combattere un nemico comune. Il killer continua infatti a
seminare il terrore per la città, e fermarlo quanto prima è l’unico
modo per prevenire il peggio. L’alleanza tra Dong-Soo e Tae-Seok,
però, sarà continuamente minata dalla loro diversa provenienza. I
due dovranno allora prima di tutto imparare a fidarsi l’uno
dell’altro, concentrandosi sul fatto di avere un comune obiettivo.
Il mafioso desidera infatti vendicarsi per quanto subito,
riaffermando il proprio status di boss, mentre il secondo spera di
catturare il killer per poter ottenere una promozione. La caccia ha
dunque inizio, ma stabilire chi sia realmente la preda è meno
facile del previsto.
The Gangster, the Cop, the
Devil: il cast del film
Ad interpretare i tre protagonisti
vi sono tre interpreti coreani di grande popolarità, scelti per il
loro carisma e la capacità di conferire molteplici sfumature ai
loro personaggi. Nei panni del mafioso Jang Dong-Soo troviamo
Mo Dong-seok, divenuto celebre a livello
internazionale già per i film Il buono, il matto,
il cattivo e Train to
Busan. L’interprete, che sarà tra i protagonisti del
prossimo film MarvelGli Eterni, ha raccontato di
essersi preparato al ruolo approfondendo le dinamiche della
malavita coreana. Ha poi cercato di costruire la personalità del
proprio personaggio ispirandosi anche a figure simili già portate
sul grande schermo dal cinema coreano.
Il giovane Kim
Sung-kyu è invece l’interprete del serial killer Kang
Kyung-ho. Sung-kyu è principalmente noto come cantante del gruppo
musicale Infinite, celebre per il genere noto come K-pop. Per lui
si è trattato del primo grande ruolo cinematografico, dove ha
potuto sfoggiare buone doti drammatiche. Grazie a questo film,
infatti, egli è ora nel pieno di un’attiva carriera cinematografica
e televisiva. Infine, nei panni del poliziotto Jung Tae-Suk vi è
l’attore Kim Mu-yeol. Questi è diventato celebre
nel proprio paese grazie a numerosi film di vario genere, tra cui
The Scam e A Muse. Con The Gangster, the Cop,
the Devil ha però avuto modo di ottenere grande popolarità
anche al di fuori dei confini nazionali.
The Gangster, the Cop, the
Devil: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di
The Gangster, the Cop, the Devil grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e
Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
sabato 22 aprile alle ore 21:20
sul canale Rai 4.
Con l’arrivo nei cinema di tutto il
mondo, nel 1993, di Jurassic
Park, il regista Steven Spielberg mostrò le reali
potenzialità della computer grafica, cambiando per sempre la
settima arte. Sullo schermo era ora possibile veder prendere vita,
dopo milioni di anni dalla loro estinzione, i celebri dinosauri in
tutta la loro maestosità. Dato il successo di quel film, nel 1997
arrivò il suo primo sequel, Il mondo perduto – Jurassic
Park, mentre è del 2001 il terzo capitolo della trilogia:
Jurassic Park III. A dirigere
quest’ultimo non vi è però più Spielberg, rimasto come produttore,
bensì il regista Joe Johnston.
Questi è un premio Oscar per gli
effetti speciali di I predatori dell’arca perduta e nel
corso della sua carriera ha diretto anche apprezzati film come
Jumanji e Wolfman. Subentrato
dunque alla direzione del progetto, egli si trovò a gestire un film
che non aveva una base letteraria a cui rifarsi, a differenza dei
primi due film tratti dai romanzi di MichaelCrichton. Per far sì che anche Jurassic Park
III mantenesse un tono simile ai precedenti capitoli, Johnston
decise di utilizzare alcune idee scartate per questi. Nonostante
ciò, il film mancò però di affermarsi come un successo di critica e
pubblico pari a quello dei primi due titoli.
Ancora oggi è considerato il
capitolo meno riuscito della saga, anche se presenta una serie di
elementi a loro modo unici. La presenza di nuovi ambienti e
soprattutto di nuovi dinosauri gli dona infatti un suo fascino
speciale capace di intrattenere anche a distanza di tempo. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e ad altre curiosità. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Jurassic Park III: la trama del film
Protagonista del film è di nuovo il
dottor Alan Grant, l’illustre paleontologo che
otto anni prima aveva partecipato alla visita nel parco giurassico
a Isla Nublar. L’esperimento, poi tragicamente sfuggito di mano, è
per lui un trauma ancora vivo e del quale si rifiuta
categoricamente di parlare. Egli continua dunque a svolgere le
proprie ricerche tenendosi lontano dai pericoli, ma la mancanza di
finanziamenti rischia di mettere fine anche a tale attività. Tutto
cambia nel momento in cui viene raggiunto dai coniugi
Amanda e Paul Kirby. I due, che
si presentano come particolarmente facoltosi, si offrono di
finanziare i progetti di Alan a patto che lui li accompagni
sull’isola.
Pur se fortemente contrario a
tornare in quei luoghi, consapevole dei rischi, Alan non può
rifiutare la somma e pertanto finisce per accettare. Accompagnato
dal suo alievo Billy Brennan, il gruppo si reca
dunque sull’isola, dove ben presto hanno inizio i pericoli. I
dinosauri a piede libero, infatti, sono la principale minaccia alla
loro sopravvivenza. Poiché l’aereo su cui viaggiavano è inoltre
andato distrutto, i protagonisti devono riuscire a contattare il
mondo esterno per poter essere recuperati. Più si addentrano
nell’isola, però, più emergono una serie di verità che rischiano di
porre tutti in pericoli ancora maggiori.
Jurassic Park III: il cast del film
Ad interpretare il dottor Alan Grant
vi è naturalmente l’attore Sam Neill, che
lo aveva già interpretato nel primo film. Egli non era comparso nel
secondo capitolo per via di altri impegni, ma fu ben lieto di
accettare un ritorno in questo terzo film. Neill, inoltre, si è
sempre dimostrato uno strenuo difensore di Jurassic Park
III, considerandolo un capitolo ingiustamente criticato anche
a discapito dei suoi aspetti migliori. Nei panni del suo allievo
Billy Brennan vi è invece l’attore Alessandro
Nivola. Originariamente la sceneggiatura prevedeva che
questi morisse alla fine del film, ma date le proteste
dell’interprete tale risvolto venne modificato all’ultimo.
L’attrice Laura Dern,
protagonista nel primo film nei panni di Ellie Sattler, compare qui
brevemente con un cameo. Ad interpretare il ruolo di Paul Kirby vi
è invece l’attore William H. Macy, celebre per
film come Fargo e Boogie Nights. Egli affermò di
aver accettato la parte poiché alla sua età non capitava tutti i
giorni di poter recitare in un film dove si combatte contro i
dinosauri. Ad interpretare sua moglie Amanda Kirby vi è invece
TéaLeoni, mentre Trevor Morgan è
il loro figlio Eric. Nel film sono poi presenti gli attori
Michael Jeter, Bruce A Young e
John Diel nei panni dei mercenaari Udesky, M. B.
Nash e Cooper, i quali accompagnano gli altri personaggi
sull’isola.
Jurassic Park III: lo
Spinosauro presente nel film
Per distinguere il film dai
precedenti due, Johnston decise di introdurre un nuovo antagonista.
Dato che questo ruolo era fino ad ora stato ricoperto dal temibile
Tyrannosaurusu Rex, per il terzo film venne scelto invece lo
Spinosaurus. Stando a quanto noto, questo dinosauro fu uno dei più
grandi, se non il più grande, tra i teropodi conosciuti. Superava
in lunghezza anche lo stesso T-Rex, arrivando a circa 15 metri. Lo
Spinosauro si distingue in particolare per il suo cranio lungo e
stretto, simile a quello dei coccodrilli, e per la vela dorsale che
gli dà il nome. Infine, recenti studi hanno dimostrato di come tale
esemplare fosse in realtà pescivoro.
Proprio per quest’ultima
caratteristica si è sostenuto che lo scontro che nel film avviene
tra lo Spinosauro e il T-Rex è una notevole forzatura.
Difficilmente lo Spinosauro avrebbe infatti ingaggiato battaglia
con un carnivoro di grossa taglia, la cui struttura fisica era più
forte, e ancor più difficilmente avrebbe potuto vincere lo scontro
come avviene nel film. Tuttavia, sul set il pupazzo animatronico
dello Spinosauro era davvero più forte del T-Rex. Questo era alto
misurava circa 13 metri di lunghezza, pesava 13 tonnellate ed era
più veloce e più potente dell’animatronic del T-Rex da 9
tonnellate. Durante lo scontro tra i due, lo Spinosauro distrusse
quindi realmente il pupazzo del suo rivale.
Jurassic Park III: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile vedere o rivedere il
film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete. Jurassic
Park III è infatti disponibile nel catalogo di
Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Netflix, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, in base
alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo
film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda
visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il
titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale,
entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre
trasmesso in televisione il giorno sabato 22
aprile alle ore 21:20 sul canale
Italia 1.
Presentato in pompa
magna a Roma, Citadel è
il nuovo ambiziosissimo progetto di Prime Video. No, non parliamo semplicemente di
serie tv, perché quella prodotta da
Anthony e
Joe Russo, gli stessi del Marvel Cinematic Universe,
è un unicum tentacolare che, oltre ad essere un enorme investimento
per lo streamer, è anche una creatura a più teste che vede in
cantiere già due spin-off, uno italiano (con Matilda De Angelis) e uno indiano, e una
storia internazionale, in cui ciò che accade in una parte del mondo
ha conseguenze in un’altra, proprio come se si trattasse del mondo
vero, in cui tutti siamo connessi.
Citadel: di cosa parla?
Un mondo in pericolo,
stretto nella morsa di una guerra tra spie che vede fronteggiarsi
da una parte Manticore, una organizzazione segreta
malvagia che mira ad armare le potenze mondiali per favorire i
conflitti, e Citadel,
un’organizzazione segreta che mette insieme le migliori spie del
mondo, senza una bandiera nazionalista ma con un solo scopo:
garantire la sicurezza degli abitanti della Terra.
Per Stanley Tucci è stato davvero una gioia
accettare un progetto così globale e ambizioso: “Ho amato la
sceneggiatura e la complessità del mio ruolo. La profondità dei
personaggi e l’enormità del progetto erano incredibili. Poi sono da
sempre fan dei
Fratelli Russo, degli altri attori che erano già coinvolti nel
progetto, e quindi ho pensato perché non farlo?” Dopotutto la
passione per le spie di Tucci è proprio un suo punto
caratteristico: “Ho sempre guardato tutti i film di Bond e per
me ancora adesso sono una cosa eccitante da aspettare, quando ne
arriva uno nuovo al cinema. Li ho guardati tutti con i miei figli
ed ero molto felice di diventare anche io una spia. Il mio
personaggio, Bernard Orlick, è molto particolare, anche per il
genere di spionaggio. Di solito ci sono ruoli specifici in questo
tipo di storie:
c’è il leader, poi il ragazzo tecnologico, poi quello che lavora
sul campo. Il mio Bernard fa tutte e tre le cose insieme e ho
pensato che fosse un bel modo di innovare il cliché di
genere.”
Priyanka Chopra Jonas non è nuova ai ruoli action e
infatti si è detta molto a suo agio a interpretare la super spia di
Citadel, Nadia Sinh: “Mi piaceva moltissimo
l’idea che questa storia fosse raccontata attraverso personaggi
complessi. Nadia ha una dualità rispetto alla sua personalità e in
base agli eventi, che vive, si manifestano diverse parti di lei. È
stato divertente scavare in questo personaggio e poi è stato bello
lavorare con i
Fratelli Russo e costruire questo mondo con loro. È bello
lavorare con chi ammiri e condividere l’ambizione di questa serie
così internazionale. Era una possibilità imperdibile far parte di
una serie internazionale, da molti punti di vista. E poi il mio
personaggio è splendido perché è una spia davvero in gamba in un
mondo, quello dei film di spionaggio, che tradizionalmente è fatto
solo da uomini.”
Protagonista maschile
della storia è
Richard Madden, che si è trovato a vestire anche lui i
panni di una spia che vive però due realtà differenti. A causa di
eventi traumatici, il suo personaggio è da una parte la spia
migliore del mondo e dall’altra un uomo qualunque con una moglie e
una figlia, questa dualità lo spingerà a vivere in maniera molto
particolare le sue due vite: “E’ stato davvero incredibile
creare qualcosa di così internazionale con Citadel. Creare un mondo
con tutte le versioni possibili degli eventi era una prospettiva
eccitante. E poi mi sono confrontato con una difficoltà molto
stimolante, per un attore, dovevo interpretare due ruoli
contemporaneamente: ero un personaggio con due lati differenti e da
attore è difficile ma è eccitante, dovevo separare ogni volte due
identità nella stessa persona, che reagisce al mondo in base alle
sue due esperienze di vita. Si tratta di una spia molto diversa da
James
Bond. Se anche Bond perde, ogni tanto, è comunque un uomo tutto
d’un pezzo, da benissimo chi è e come si deve comportare, mentre il
mio personaggio vive questa dualità che lo rende davvero complesso
da interpretare eppure straordinariamente stimolante.”
A produrre
Citadel per Prime Video sono stati chiamati
Anthony e
Joe Russo, due figure di riferimento per l’industria
che hanno dichiarato quanto fosse interessante potersi occupare di
un progetto di tale grandezza. “Ci muoviamo all’interno di un
genere codificato – ha detto Joe – ma possiamo sovvertirne
le regole e inventare. Il cosa davvero unica di Citadel è che
dietro al prodotto c’è una comunità internazionale di storyteller
che lavorano allo stesso progetto intorno al mondo.”
Per
Anthony serviva “la storia giusta per poter utilizzare un
impianto narrativo che potesse essere così capillare in tutto il
mondo e avesse queste potenzialità. Per noi, il punto di maggiore
innovazione è stato quello di coordinare una produzione
internazionale e mettere insieme una squadra di spie che collabora
per sconfiggere i cattivi.” Un po’ come se le spie fossero
degli Avengers che devono salvare il mondo? “Non proprio, il
mondo delle spie è fatto di persone normali che hanno delle skill
particolari e che affrontano la quotidianità insieme una vita
complicata. Ma ci sono delle connessioni con i supereroi. C’è un
legame, ma forse più nel fatto che raccontiamo storie che hanno
effetto in tutto il mondo, così come abbiamo fatto per la
Marvel.”
Citadel
arriverà su Prime Video a partire dal 27 aprile,
mentre sono già in lavorazione due spin-off, uno indiano e un altro
italiano.
Woody Harrelson è impegnato nel tour
promozionale di White House Plumbers, una nuova limited series
HBO di cui è protagonista e ha risposto inevitabilmente a delle
domande scaturite da una recente dichiarazione dell’amico e collega
Matthew McConaughey, secondo il quale i due potrebbero
essere fratelli biologici.
Harrelson ha confermato la notizia
durante un’intervista a “The Late Show With Stephen Colbert“.
Matthew McConaughey aveva raccontato che durante una
vacanza in Grecia con le rispettive famiglie, la madre di
quest’ultimo aveva dichiarato che aveva conosciuto il papà Woody Harrelson. E quel “conosciuto” detto
dopo una pausa significativa, aveva fatto insospettire i due. A
quanto sembra, le tempistiche corrisponderebbero alla nascita di
Matthew e a un periodo di crisi in cui i suoi genitori si erano
allontanati.
“Beh, dirò solo che c’è una
certa veridicità in quel pensiero – ha dichiarato Woody
Harrelson – perché abbiamo parlato con Ma ‘Mac, la madre
legittima di Matthew, e lei ce lo ha fatto sapere una volta …
Voglio dire, è pazzesco. Eravamo in Grecia a guardare la squadra
statunitense vincere la Coppa del Mondo e stavamo fecendo dei
discorsi molto profondi, dicendo qualcosa sui rimpianti. E ho
detto: “Sai, è strano che mio padre non abbia rimpianti”. E conosco
Ma’ Mac da molto tempo, e lei dice: “Conoscevo… tuo padre”. E sono
state le pause che ho trovato un po’ inquietanti… o interessanti.
‘Conoscevo tuo padre.’” La versione di Harrelson coincide con
il racconto che Matthew McConaughey ha fatto a Kelly Ripa qualche giorno fa in cui entrambi
gli attori hanno confermato che la rivelazione di Ma’ Mac era
“piena di insinuazioni“.
Come ha detto McConaughey nella sua
versione della storia, “il padre [di Woody] era in licenza
nello stesso momento in cui mia madre e mio padre erano al loro
secondo divorzio”. Harrelson ha confermato che i due aspettano
un test del DNA per chiarire questa faccenda. I due attori
sono amici di lunga data e hanno recitato insieme in
EDtv e True Detective.
Attualmente stanno pianificando una reunion sullo schermo con la
serie comedy di Apple
TV+Brother From Another Mother, in cui
reciteranno come versioni fittizie di se stessi mentre
trasferiscono le loro famiglie sotto lo stesso tetto in un ranch
del Texas.
“Vogliamo fare un test [del
DNA], ma per lui è una questione molto più importante”, ha
detto Harrelson. “Voglio dire, si sente come se stesse perdendo
un padre. Ma io cerco di fargli capire che in realtà non sta
perdendo un padre, ma ne sta guadagnando un secondo e anche un
fratello!”.
“E’ un po ‘più facile per Woody
dire: ‘Dai, facciamo [test del DNA]’, perché qual è la posta in
gioco per lui?” McConaughey ha detto all’inizio del mese.
“È un po’ più difficile per me perché mi sta chiedendo di
correre il rischio di dire: ‘Aspetta un attimo, stai cercando di
dirmi che mio padre potrebbe non essere mio padre dopo 53 anni in
cui ci ho creduto?’ E’ una posta alta in gioco”.
Che la vicenda si riveli vera o
falsa, risulta quantomeno propizio per la promozione che la notizia
che i due siano fratelli di madre diversa, sia uscita fuori proprio
alla vigilia della produzione della serie, Brother From
Another Mother.
Ecco le nostre intervista ai
protagonisti di Io e Mio Fratello. Ecco cosa hanno
raccontato del film il regista Luca Lucini, e i
protagonisti Denise Tantucci,
Cristiano Caccamo, Greta Ferro,
Teresa Mannino e Claudio
Colica.
Sofia (Denise
Tantucci) è la pecora nera della famiglia. Ha 28 anni, è
una sciupafemmine e ha lasciato la Calabria, sua terra d’origine,
per trasferirsi a Milano, dove vive con il suo coinquilino
Alessandro (Claudio Colica). Mauro
(Cristiano
Caccamo) è il fratello di Sofia. Affidabile e
amorevole, al contrario di Sofia con la quale è sempre in guerra,
non ha lasciato la Calabria e porta avanti l’azienda di famiglia.
Sofia e Mauro non sono solo sorella e fratello, hanno anche
un’altra cosa in comune: Michela (Greta Ferro),
primo e unico amore di Sofia, che però sta per sposare proprio
Mauro. Quando Sofia si rende conto che sta per perdere la donna
della sua vita, decide di tornare a casa, in Calabria. Ma il
ritorno di Sofia romperà ogni equilibrio e in un susseguirsi di
situazioni tragicomiche, i due fratelli saranno costretti a
guardarsi davvero in faccia e a scegliere chi voler essere da
grandi… Tra amori passati e ritrovati, storie di amicizia, famiglia
e fratellanza, Luca Lucini torna sul set con una commedia romantica
e ricca di intrighi.
Dal 21 aprile, sarà disponibile su
Netflix la serie tv di produzione fiamminga
La
famiglia dei diamanti, realizzata dai creatori della
serie campione d’incassi FAUDA, Rotem
Shamir e Yuval Yefet. Muovendosi nel
territorio del thriller poliziesco, la serie analizza come
un’influente famiglia di trafficanti di diamanti con sede ad
Anversa tenterà di scampare una clamorosa rovina, sfruttando
tattiche illegali e forza bruta. Nel cast del progetto,
Casper Knopf nel ruolo di Tommy McCabe,
Kevin Janssens nel ruolo di Noah Wolfson,
il protagonista della serie, Marie Vinck nel ruolo
di Gia Wolfson, Robbie Cleiren nel ruolo
di Eli Wolfson, Janne Desmet nel ruolo di
Rivki Wolfson, Yona Elian nel ruolo di
Sarah Wolfson, Ini Massez nel ruolo di
Adina Glazer e Els Dotterman nel ruolo di
Jo Smets.
La famiglia dei diamanti, la trama
della serie
Questa nuova serie tv sarà una gioia
per gli occhi dei fan delle serie crime-thriller, in cerca di
qualcosa di inedito da visionare sulla piattaforma. La trama de
La famiglia dei diamanti ruota attorno a una
famiglia ebrea ultraortodossa, i Wolfson, e al
loro impero commerciale: la famiglia ha infatti l’azienda di
diamanti più longeva di Anversa e nel corso degli anni ha acquisito
un notevole potere nella zona. Tuttavia, c’è una minaccia che
incombe per i Wolfson: a causa di alcune decisioni sbagliate prese
dall’erede dell’impero commerciale Eli, vedono
infatti crollare la propria posizione di rilievo e prestigio.
Il primo episodio della serie si
concentra sul ritorno di Noah Wolfson, il figlio
ribelle ed ormai estraneo alla superpotenza aziendale, ad Anversa.
Si tratta di un ritorno forzato, ma che smuove l’intera trama della
serie: il figlio minore dei Wolfson, Eli, si è
suicidato per motivi apparentemente sconosciuti ed è ritenuto
responsabile di aver fatto precipitare l’impero della famiglia in
un debito enorme. Noah dovrà dunque disperatamente
cercare di salvare l’attività dei Wolfsons e proteggere l’eredità e
l’onore della famiglia.
Scopriamo come a
Eli piacesse scommettere in affari loschi e le sue
decisioni sbagliate hanno quasi distrutto l’impero faticosamente
costruito dalla famiglia. A questo punto, alla presunta azione
salvifica di Noah, che dovrebbe risollevare le sorti dell’azienda,
si lega il desiderio del protagonista di scoprire il motivo della
morte del fratello, indagando su come l’azienda sia arrivata a
questo punto di non ritorno.
Il significato del nucleo
familiare
Proprio sviscerando le dinamiche
familiari dei Wolfson, La famiglia dei
diamanti catturerà maggiormente l’attenzione degli
spettatori, trascinandoli lungo un sentiero narrativo in cui
retaggio culturale e religioso, credenze e obblighi si intersecano.
Le numerose restrizioni che vigono in queste famiglie e la
“fame di libertà” che ne deriva hanno mosso le azioni dei
fratelli. Noah cerca disperatamente di salvare l’eredità e l’onore
della sua famiglia, ma rimane anch’egli invischiato nel mondo del
crimine proprio per il suo desiderio inconscio di evadere, non
sottomettersi nuovamente ai dettami intransigenti che lo hanno
fatto scappare già una volta.
Alla connotazione così specifica
della serie Netflix, che sceglie come punto di partenza il
microcosmo di una comunità ebraica isolata, si aggancia tuttavia
una sorta di universalità, di tematiche e rapporti mostratici, che
ricalca in toto gli archetipi del genere crime, cercando
volontariamente di non sfuggire agli aspetti più commerciali, e per
questo appetibili, di progetti simili. In questo senso, non siamo
di fronte a una produzione che si distingue in maniera
significativa dalle tante altre presenti sulla piattaforma, ma che
sfrutta gli archetipi di storie già scritte e lette, sempreverdi
dal punto di vista dell’appeal che hanno sul pubblico.
Il thriller è nel dramma
I valori e le restrizioni religiose
e le usanze della comunità dettano ogni azione e svolta ricca di
suspense della serie. Il rapporto di Noah con la
sua famiglia estranea, il ruolo delle donne negli affari, il
calendario delle festività e il modo in cui l’intera famiglia
tratta Tommy sono esplicitamente modellati dal
contesto ebraico della serie e contribuiscono a rendere le
dinamiche familiari e gli intrighi della comunità ancora più
entusiasmanti, per una visione senza troppe pretese.
Nel complesso, la serie estende in
maniera ottimale le dinamiche del thriller alla sfera familiare,
accelerando il ritmo in base alle conseguenze che il continuo
mantenimento di segreti e rancori porta con se. La trama centrale
dell’industria dei diamanti dà ai personaggi motivazioni
specifiche, ma non scorre in maniera particolarmente fluida: alcuni
episodi si trascinano e denotano un grado di azione decisamente
minore rispetto alle storyline più vincenti. Tutto sommato,
La famiglia dei diamanti potrebbe coinvolgere gli
spettatori soprattutto grazie al suo convincente impianto da dramma
familiare e la specificità di raccontare questa storia con al
centro una famiglia ebrea chassidica.
La serie tv di genere thriller
spionistico di NetflixThe Night Agent ha fatto un buon lavoro nel
risolvere la maggior parte delle questioni lasciate in sospeso, ma
ci sono ancora alcune domande che i fan si pongono mentre ci si sta
preparando per la seconda stagione, tra cui: che fine farà la
relazione emergente tra Peter Sutherland (Gabriel
Basso) e Rose Larkin (Luciane
Buchanan) ora che Peter è stato nominato Night
Agent dal Presidente Travers
(Kari Matchett)?
Quale sarà il nuovo ruolo
dell’agente dei servizi segreti Chelsea Arrington
(Fola Evans-Akingbola) come parte della scorta del
Presidente?
Collider ha quindi pensato di rispondere a queste domande
mentre
The Night Agent continua la sua corsa di successo
mantenendosi nella top 10 degli show televisivi sul servizio di
streaming.
Che ne sarà della relazione tra
Peter e Rose?
C’è voluto un po’ di tempo,
ma dal momento in cui Rose ha chiamato il numero
di The Night Action e Peter
Sutherland ha risposto al telefono, si è capito che tra
loro c’è chimica. Quando Peter accetta di aiutarla a scoprire cosa
è successo alla zia e allo zio assassinati e diventa la sua guardia
del corpo, il loro rapporto continua a progredire e imparano a
fidarsi completamente l’uno dell’altro. Verso gli ultimi episodi, è
diventato molto evidente che i due erano pronti a portare la loro
relazione al livello successivo e, alla fine della stagione, sono
diventati ufficialmente una coppia. Tuttavia, proprio quando Peter
viene promosso Night Agent, i due sono costretti a separarsi.
In ogni caso, abbiamo la netta
sensazione che Peter e Rose si
riuniranno in qualche modo già nella Stagione 2. Peter sarà tornato
dalla sua missione top secret come Night Agent e
tornerà da Rose negli Stati Uniti o Rose lo raggiungerà ovunque il
suo lavoro lo porti: funzionano troppo bene sia come coppia che
come squadra nel lavoro. The Night Agent ha fatto un ottimo lavoro nel
trovare due attori con una chimica perfetta e scrivere due
personaggi impeccabili. Negli ultimi mesi si è assistito a una
serie di thriller di spionaggio targati Netflix, come
Treason e The Recruit, che non hanno sviluppato
la chimica tra i loro protagonisti con lo stesso aplomb.
Qual è il primo incarico di Peter
come Night Agent?
L’ultima scena della prima
stagione vede Peter salire a bordo di un piccolo
jet privato, aprire un computer portatile e ricevere istruzioni su
dove e cosa farà durante il suo primo incarico come Night
Agent ufficiale che lavora per il programma Night
Action. Il cliffhanger ci lascia quindi a chiederci dove
potrebbe finire all’inizio della seconda stagione. Dopo essersi
lasciato alle spalle Rose e aver ripulito il suo nome, sta infatti
iniziando un nuovo capitolo della sua carriera. Si spera che gli
showrunner facciano di questo la genesi della trama della prossima
stagione e che Rose si unisca a lui in qualche
modo, oppure che torni a casa indenne e con un po’ di esperienza
alle spalle da poter sfruttare per qualsiasi crisi nazionale si
verifichi in seguito.
Come cambierà il ruolo di Chelsea
in POTUS Detail?
Chelsea
Arrington prende molto sul serio il suo lavoro di agente
dei servizi segreti. È giusto che sia così, perché il suo compito
di proteggere beni preziosi che potrebbero essere usati come leva
contro gli Stati Uniti è estremamente importante. Le ci è voluto un
po’ di tempo per avvicinarsi all’agente Erik Monks
(D.B. Woodside), che riteneva un anello debole e
troppo vecchio stile dopo essere tornato da un periodo di
disintossicazione. Sebbene fosse in posizione defilata quando le è
stato assegnato il compito di proteggere Maddie
Redfield, la figlia del vicepresidente, nella seconda
stagione si assumerà una responsabilità molto più grande, visto che
anche lei ha ottenuto una promozione. Inoltre, farà parte del più
grande piano dei Servizi Segreti: lavorare per garantire la
sicurezza del Presidente Travers.
Come abbiamo visto nella prima
stagione, i servizi segreti del Presidente hanno fatto cilecca e,
se non fosse stato per la tenace determinazione di
Peter, il Presidente Travers
sarebbe stato ucciso perché dei furfanti avevano piazzato una bomba
a bordo del Marine One, pronta a esplodere non appena le ruote si
fossero alzate. Speriamo di vederla portare la sua professionalità
e la sua esperienza nella sorveglianza presidenziale e che non si
verifichino più simili incidenti. Da non sottovalutare anche la
possibilità che i creatori dello show riportino il personaggio di
Maddie nella prossima stagione e continuino a
sviluppare l’affiatato legame che si era creato tra i due mentre
Arrington era sotto scorta.
Cosa succederà a Diane Farr?
A capo dello staff del
presidente vi è Diane Farr, uno dei personaggi e
degli aspetti migliori della serie, interpretato da Hong Chau. Per tutta la prima stagione è stato
difficile capire quali fossero i suoi interessi, chi stesse
veramente sostenendo e chi stesse cercando di abbattere. A volte,
sembrava che fosse completamente d’accordo con Rose e Peter nello
smascherare gli assassini della zia e dello zio di
Rose, per poi cambiare idea e tradirli per coprire
il coinvolgimento suo e del Vicepresidente nell’attentato alla
metropolitana descritto nella sequenza di apertura della serie. È
bravissima a convincere lo spettatore della sua lealtà, per poi
fare un rapido dietrofront e lasciarci a bocca asciutta. Alla fine,
però, il suo gioco è terminato e la sua fortuna si è esaurita a
Camp David, quando viene finalmente smascherata per i suoi doppi
affari che conduce e per il tentativo di incastrare
Peter. Ci piacerebbe molto vederla confrontarsi
con questa caduta e tornare in qualche modo nella seconda stagione,
o magari alle prese con il carcere. Senza alcun dubbio, il suo
personaggio è uno dei più avvincenti e ben recitati dello show.
E il Vicepresidente Redfield?
Abbiamo lasciato il
personaggio più spregevole per ultimo: il violento e traditore
Vicepresidente Redfield. Il pubblico di
The Night Agent si augura che gli venga inflitta
la pena di morte per aver partecipato a diversi tentativi di
assassinio e per essere stato un pessimo genitore per
Maddie, che ha incolpato della morte della sorella
da bambina. Sì, ha cercato di scusarsi per i maltrattamenti subiti
dalla figlia alla fine della stagione, ma il danno era già stato
fatto. Dai fan della serie è stato definito “uno dei personaggi
più stronzi, deplorevoli ed egocentrici che abbiamo visto in TV
negli ultimi tempi”: una descrizione piuttosto eloquente.
L’attore Liam
Neeson è oggi conosciuto in particolare per i suoi tanti
thriller d’azione, dove fornisce sempre prove d’attore di grande
livello. Tra i più recenti si trova Run All
Night, diretto dal regista spagnolo Jaume
Collet-Serra, con cui Neeson aveva già collaborato per
Unknown – Senza identità e
Non-Stop. Anche
in questo caso si tratta di un film particolarmente dinamico, come
suggerisce il titolo stesso, andando a raccontare della corsa
contro il tempo di un sicario e del suo tentativo di sfuggire alla
morte promessa da un pericoloso boss mafioso.
La storia originale è scritta da
Brad Ingelsby ed è prodotta dalla Warner Bros.,
dichiaratasi particolarmente entusiasta dell’intrattenimento
fornito dalla storia. Run All Night, il cui sottotitolo
italiano è Una notte per sopravvivere, si basa infatti
sulla scarsità di tempo a disposizione del protagonista per dar
vita ad un crescendo emotivo di grande impatto. Arricchito da un
grande cast, il film si è da subito imposto come uno dei film del
suo genere di maggior attrattiva del suo anno, il 2015. Pur se
accolto da un parere critico diviso a metà tra il positivo e il
negativo, il film si è poi confermato come un discreto successo al
box office.
A fronte di un budget di circa 50
milioni di dollari, Run All Night è infatti riuscito ad
incassarne più di 70 a livello globale. A favorire tale risultato è
certamente la presenza di Neeson, divenuto una vera e propria
garanzia per i film di questo tipo. Prima di lanciarsi nella
visione di questo, però, è certamente utile conoscere alcune
curiosità ad esso legate. Proseguendo nella lettura si potranno
infatti scoprire ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast e alle
piattaforme dove è possibile ritrovare il film in
streaming. Con un approfondimento di questo tipo,
si potrà essere pronti ad una visione come si vede del film in
questione.
Run All Night: la trama
del film
La vicenda del film si apre nella
città di Brooklyn, dove Jimmy Conlon è un ex
cecchino noto con il nome di Il Becchino. Ormai avanti con gli
anni, l’uomo sembra però essersi ritirato a vita privata,
circondato dai sensi di colpa e dall’alcol. Egli è infatti
costretto ad affrontare da solo il brutto rapporto che ha sempre
avuto con il figlio Mike, il quale si è
allontanato da lui per poter vivere in pace con la propria
famiglia. Nel momento in cui Mike finisce con il cacciarsi in
grossi guai, però, per Jimmy sembra presentarsi l’occasione di
riallacciare i rapporti con lui aiutandolo ad uscire dalla sua
brutta situazione. Ciò che Jimmy non sa ancora, però, è che alle
calcagna del figlio c’è Shawn Maguire, il suo
vecchio boss e partner nel mondo criminale.
Per il cecchino arriva dunque il
momento di scegliere da che parte stare, se aiutare suo figlio o
colui che lo ha cresciuto e introdotto nel mondo a cui appartiene.
Se la scelta sembra per Jimmy abbastanza ovvia, altrettanto lo sono
le conseguenze. L’uomo e suo figlio si trovano così a vivere una
notte di fuga, nel tentativo di rimanere in vita e risolvere i loro
guai. A complicare la loro situazione, però, ci si mette di mezzo
anche l’astuto e inarrestabile detective John
Harding. Questi ha dalla sua numerosi conti in sospeso con
Jimmy, e non vede l’ora di poterlo acchiappare e consegnare alla
giustizia. Basterà una sola notte a cambiare la vita di questi
personaggi, i quali con il sorgere del sole non saranno più gli
stessi di prima.
Run All Night: il cast del
film
Come anticipato, nel ruolo del
protagonista Jimmy Conlon vi è l’attore Liam
Neeson. Avendo già recitato in ruoli e film simili,
l’interprete non ha avuto alcun problema a rendere particolarmente
credibile il suo personaggio. Per poter eseguire le complesse scene
previste, però, Neeson ha dovuto sottoporsi a diverse settimane di
allenamento fisico. Così facendo ha potuto raggiungere la forma
ideale richiesta per non dover essere sostituito eccessivamente da
controfigure. Nel ruolo di suo figlio Mike Conlon si trova invece
l’attore Joel
Kinnaman, divenuto celebre l’anno prima grazie al film
RoboCop.
Anche lui, come Neeson, si è cimentato in diverse acrobazie e scene
complesse, dando ulteriormente prova delle sue buone qualità per
tale genere.
Ad interpretare il pericoloso boss
criminale Shawn Maguire vi è invece il candidato all’Oscar Ed
Harris. L’attore, che già in passato aveva interpreto
personaggi spietati, ha qui fornito una nuova convincente
interpretazione. Per risultare ulteriormente realistico, inoltre,
Harris si dedicò ad approfondire il codice d’onore dei criminali
irlandesi, tentando di riproporlo fedelmente nella sua costruzione
del personaggio. L’attore Boyd Holbrook, che aveva
già avuto modo di collaborare con Neeson in La preda
perfetta, interpreta qui il figlio di Maguire, Danny. Nei
panni del detective Harding, invece, si ritrova l’attore Vincent
D’Onofrio, celebre per il personaggio di Palla di
Lardo nel film Full Metal
Jacket. Nel film si ritrova anche un breve cameo di
Nick Nolte nei panni di Eddie Conlon, fratello di
Jimmy. L’attore aveva inizialmente un ruolo più ampio nel film, ma
con il montaggio molte delle sue scene sono state tagliate.
Run All Night: il trailer
e dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film è
possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Run All Night è infatti disponibile nel
catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema,Google Play, Infinity, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno venerdì 21
aprile alle ore 21:20 sul canale
Italia 1.
La maggior parte dei franchise
horror, indipendentemente da quanto possano essere popolari,
vantano sempre almeno un passo falso. Anche grandi successi come
Venerdì 13, Nightmare e Halloween
hanno uno o più film che non eguagliano gli originali e il loro
successo. Lo stesso non si può dire per la serie Evil
Dead, in Italia nota come La
casa. Nessuno dei capitoli di essa è davvero
considerabile “brutto”. Andando con ordine, ciò che il regista
visionario Sam Raimi ha realizzato con il film
originale del 1981 è a dir poco straordinario. Lavorando con un
budget di meno di mezzo milione di dollari e in condizioni di
lavoro tutt’altro che desiderabili, ha realizzato La
casa.
È questo un film cha sfidato tutte
le probabilità ed è diventato un classico di culto istantaneo,
guadagnandosi persino una brillante recensione dall’acclamato
romanziere horror Stephen King. Quel film si è poi
rapidamente evoluto in un nome familiare tra tutti gli appassionati
di horror, diventando nel tempo un franchise affermato con due
sequel, un remake, una serie televisiva e un reboot. L’arrivo di
La casa – Il risveglio del male (qui la recensione) ha ora
permesso anche a nuove generazioni di spettatori di scoprire questa
imprescindibile saga horror. Nell’andare alla sua scoperta, ecco di
seguito tutto ciò che c’è da sapere a riguardo.
La casa: l’ordine di visione della saga
Rispetto ad altre saghe, in cui
l’ordine di uscita in sala non sempre corrisponde a quello
cronologico del racconto, per La casa le due cose
coincidono quasi del tutto. I primi tre film sono dunque da vedere
nell’ordine in cui sono usciti e a seguire c’è la serie televisiva
Ash vs. Evil Dead, uscita però dopo il remake La
casa, del 2013. Quest’ultimo, in quanto remake, rappresenta un
caso a parte, senza dunque una precisa collocazione temporale
rispetto alle restanti opere della saga. Il nuovo film, La casa
– Il risveglio del male, è invece concepito come un reboot ma
presenta anche elementi da sequel, collocandosi dunque dopo la
trilogia e la serie. Ecco dunque, per riepilogare, l’elenco per
ordine di uscita e ordine cronologico:
In La casa si offrono
spaventi costanti ed effetti speciali impressionanti, nonostante il
suo budget incredibilmente minimo. Protagonista è Ashley Williams
(Bruce Campbell). Ash, insieme alla sua fidanzata
Linda (Betsy Baker), alla sorella Cheryl
(Ellen Sandweiss), al migliore amico Scott
(Richard DeManicor) e alla fidanzata di Scott,
Shelly (Theresa Tilly), sono tutti diretti a una
piccola vacanza in una baita abbandonata nel boschi. Una volta
arrivati, non ci vuole molto per scoprire il
Necronomicon, un libro rilegato in pelle umana e
scritto con sangue umano. Una volta recitato il testo, il gruppo
rilascia inconsapevolmente il demone Kandarian,
che isola lentamente i cinque adolescenti e li trasforma in
orribili demoni simili a zombi noti come Deadites. Il gruppo dovrà
lottare per poter sopravvivere alla notte.
La casa 2 (1987)
Sebbene l’importanza di La
casa non possa essere sottovalutata, il suo sequel, La
casa 2 è spesso indicato come il preferito dei fan. Il film
riprende esattamente da dove si era interrotto l’originale, con
Ash, unico sopravvissuto, ancora impegnato a respingere il demone
Kandarian. Forse uno dei motivi principali per cui La casa
2 è uno dei preferiti dai fan è il modo in cui mantiene gli
elementi horror dell’originale, includendo però anche momenti di
sottile farsa e umorismo dark. Ad esempio, un secondo Ash sta
ridendo scherzosamente insieme ai mobili senzienti in tutta la
cabina e poi usa una motosega per tagliarsi la mano infetta. Molti
attribuiscono anche al film il merito di aver trasformato Ash
nell’icona dell’orrore che è oggi.
L’armata delle tenebre (1992)
Dopo un film horror al 100% e un
sequel che bilancia horror e umorismo, con L’armata delle
tenebre Raimi abbandonò quasi completamente gli elementi
horror e andò invece nella direzione di una commedia d’azione in
piena regola. Coloro che vogliono una sana porzione di spaventi non
li troveranno qui, ma il film è ancora un’opera fantastica e alla
moda, per non parlare del suo essere estremamente divertente da
guardare. In essa si ritrova Ash trascinato in un portale che lo
riporta indietro nel tempo al Medioevo. Armato della sua mano con
la motosega, del suo potente fucile “boomstick” e del know-how
dell’era moderna, Ash completa la sua evoluzione da impiegato
S-Mart in un eroe uccisore di Deadite.
Ash vs Evil Dead (2015-2018)
Nel 2015 è stata realizzata la prima
e ad ora unica serie della saga. In essa, composta da 3 stagioni e
30 episodi, Ash è un uomo ormai invecchiato. Nonostante abbia
salvato un’intera civiltà in L’armata delle tenebre egli
sta ancora vivendo i suoi giorni come un umile dipendente di
S-Mart. Ciò cambia quando Ash decide di sballarsi con un’amica
finendo con il leggere le maledizioni dal Necronomicon che
rilasciano di nuovo il demone Kandarian sulla Terra. Ora tocca ad
Ash, a due dei suoi colleghi di S-Mart Pablo (Ray
Santiago) e Kelly (Dana DeLorenzo) e alla
misteriosa cacciatrice di Deadite Ruby (Lucy
Lawless) impedire a queste forze demoniache di causare
l’apocalisse.
La casa – Il risveglio del male (2023)
Diretto da Lee
Cronin, La casa – Il risveglio del male segna la
prima volta che una nuova storia di La casa entra nei
cinema ad un decennio dal precedente film, e sebbene questa volta
Ash Williams non sia coinvolto nella trama, è stato confermato che
il sequel ha luogo nella continuità della trilogia originale e di
Ash vs Evil Dead, figurando però allo stesso tempo come
reboot, da cui dovrebbero dunque partire nuovi racconti. Questa
nuova avventura incentrata sull’orrore porta infatti il franchise
fuori dal bosco, spostandosi ora in una città popolata, dove l’ex
madre di famiglia Ellie (Alyssa Sutherland) viene
trasformata in un Deadite da un nuovo Necronomicon. Ora tocca alla
sorella di Ellie, Beth (Lily Sullivan), fermare la
sorella posseduta e salvare i nipoti innocenti e spaventati.
La casa (2013)
Qui è dove le cose si fanno davvero
complicate. Il regista Fede Alvarez vede il suo
La casa non come un remake bensì come un sequel, il
che sarebbe confermato dal cameo nei titoli di coda di Bruce
Campbell e altri membri dei film originali. È dunque possibile che
il film possa essere considerato parte della serie originale, ma
ufficialmente questo è ancora considerato un remake disconnesso
dagli altri film. Questo non vuol dire che non valga la pena di
essere visto, in quanto è un rifacimento piuttosto sensazionale,
con un’enfasi sugli effetti pratici che lo rende un degno membro
del franchise. Qui, la tossicodipendente Mia (Jane
Levy) viene portata in una capanna dai suoi amici per
aiutare a sconfiggere la sua dipendenza, ma tutto va in tilt quando
trovano il famigerato Libro dei Morti e scatenano nuove forze del
male.
Il rifacimento di un’opera già
esistente dovrebbe, idealmente, rendere evidenti da subito i motivi
che giustifichino l’urgenza della sua realizzazione. Nel migliore
dei casi, un remake dovrebbe ad esempio aggiornare le tematiche del
suo predecessore ai tempi correnti, trovando così il proprio posto
nell’attuale panorama culturale. Se è vero che purtroppo ciò non
sempre avviene, Inseparabili – Dead
Ringers, la nuova mini-serie di Prime Video, è invece un caso di
rifacimento che aggiorna i discorsi proposti dal film omonimo del
1988, proponendoli anche da un punto di vista differente nonché,
probabilmente, più idoneo.
L’originale di cui si parla è
Inseparabili, firmato da David Cronenberg e con Jeremy Irons
nel doppio ruolo dei due gemelli protagonisti. Un film che
rifletteva, come spesso avviene nella filmografia del regista
canadese, sulla mutazione del corpo e sulle sue possibili derive.
Ma la serie, con protagonista ora l’attrice premio Oscar Rachel Weisz,
può essere vista non solo come un remake del film, ma anche come un
nuovo adattamento del romanzo da cui anche il film è tratto, ovvero
Twins, di Bari Wood e Jack
Geasland, a sua volta ispirato alla vite e alla morte dei
rispettabili gemelli Marcus, entrambi ginecologi, ritrovati morti
in circostanze misteriose.
L’importanza di sottolineare lo
sguardo che Inseparabili – Dead Ringers
rivolge tanto al film quanto al romanzo si spiega nel momento in
cui la serie si dimostra essere, come suggerito in apertura, non
una mera riproposizione di quei racconti, ma una raccolta della
loro eredità più importante da aggiornare poi alla contemporanea
sensibilità nei confronti del corpo della donna, del processo di
gravidanza e della mutazione genetica. I sei episodi di cui
Alice Birch è showrunner, portano dunque avanti
questo racconto, che tra elementi thriller, splatter e tanto
erotismo non si rivela esente da imperfezioni ma riesce ad avere
forse anche per questo un proprio fascino.
Inseparabili – Dead Ringers, la trama della serie
Protagoniste della serie sono
Elliot e Beverly Mantle (entrambe
interpretate da Rachel Weisz), gemelle che
condividono tutto: droghe, amanti e il desiderio di fare ogni cosa,
incluso spingersi oltre i limiti dell’etica medica, pur di sfidare
pratiche antiquate e portare in primo piano l’assistenza sanitaria
delle donne. I loro obiettivi si rivelano però più difficili del
previsto da raggiungere, ostacolati tanto da dinamiche esterne
quanto interne. Il rapporto tra le due gemelle può infatti essere
definito tanto stretto da diventare ossessivo e possessivo e nel
momento in cui Beverly intraprende una relazione con l’attrice
Genevieve (Britne
Oldford), questo inizierà rovinosamente a
sgretolarsi, mettendo a rischio ogni cosa.
Dalla parte delle donne
Alla luce di quanto fin riportato,
la prima cosa da notare è come la decisione di fare di Elliot e
Beverly due gemelle invece che due gemelli risulti particolarmente
funzionale nonché coerente con gli intenti del racconto. Per
raccontare le esigenze delle donne in maternità come anche la
volontà di offrire loro un’assistenza sanitaria priva di
pregiudizi, era necessario uno sguardo femminile, che grazie alla
presenza di una showrunner donna e di una doppia protagonista donna
emerge in modo chiaro e netto. Non che questo renda
Inseparabili – Dead Ringers meglio del
film di Cronenberg, ci mancherebbe. Semplicemente, le due opere
hanno intenti e obiettivi differenti, e la serie cerca le modalità
più consone per portare a compimento i propri.
Una ricerca che non sempre si compie
ma che anzi in più di un’occasione sembra accontentarsi di risposte
poco esaustive. Questo può essere dipeso anche dalle molte
dinamiche in gioco, che spostano l’attenzione ora sulla ricerca
delle due gemelle ora sulla morbosità del loro rapporto. Alla fine,
pur se queste due linee narrative sono teoricamente interconnesse
tra loro, è la seconda indicata a prevalere, il che porta la serie
a risultare piuttosto sbilanciata. Non aiuta poi il fatto che si
alternino episodi più dinamici ad altri più statici, i quali pur se
importanti narrativamente possono risultare più difficili da
digerire.
Il conflitto tra apparenza e sostanza
Quello che in fin dei conti
caratterizza la serie non è altro che il classico conflitto tra
apparenza e sostanza. Inseparabili – DeadRingers ambisce ad affrontare questioni
importanti, come l’autonomia del corpo, i diritti riproduttivi, la
salute materna fisica e psicologica, la dipendenza psicologica,
l’influenza della maternità sull’identità. Non tutto ciò trova lo
spazio adeguato a potersi esprimere al meglio, contribuendo nel
generare i problemi poc’anzi accennati. In questo caos, si fa
dunque maggiormente notare l’estetica della serie, composta di
geometrie che vorrebbero suggerire un controllo che invece alle due
protagoniste sfugge, una predominanza del colore rosso (amore,
certo, ma anche sangue e violenza) e virtuosismi nei movimenti di
macchina che rendono il tutto più ammaliante.
Naturalmente non può bastare questo
a rendere interessante una serie, ed ecco perché fortunatamente si
può contare sulla presenza di un’attrice straordinaria come la
Weisz, capace di caratterizzare distintamente le due gemelle e
costruendo sulla propria interpretazione il maggior valore della
serie. È l’evoluzione che mette in scena delle due gemelle a rapire
le attenzioni, riuscendo perfino a farle diventare incarnazioni di
quelle tematiche e di quelle mutazioni che la serie vorrebbe
affrontare. Molto di quanto bisognava dire, viene così
implicitamente detto attraverso di loro e allora sì che, vista
così, la serie acquisisce un senso che altrimenti stenta ad
esprimere.
Il suo viaggio continua, con il
Milano-Roma al quale sta già lavorando e che promette di riportarlo
nella Capitale, dove nel 2004 iniziò tutto con Tre metri sopra
il cielo, ma l’ultima tappa del percorso di Luca Lucini è quella del più
recente Io e mio fratello, dal 21
aprile suPrime Video. Un ritorno a casa
particolare che ci porta da Milano ad Altomonte, in Calabria, in
compagnia del ben assortito cast di una commedia romantica scritta
con Marta e IlariaStorti e nella quale si mescolano tradizione e
contemporaneità, individualismo e comunità, famiglia e amori di
vario genere.
Io, lei e mio fratello
Tutto nasce dall’urgenza di Sofia
(Denise Tantucci) di tornare a casa, al Sud.
Pecora nera di una famiglia di viticoltori della provincia di
Cosenza, si è trasferita da qualche anno a Milano, dove vive con il
suo coinquilino Alessandro (Claudio Colica) e
continua a passare da una conquista all’altra. Sempre con il
rimpianto del suo grande amore, l’amica Michela (Greta
Ferro) che ora sta per sposarsi con Mauro (Cristiano
Caccamo), suo fratello.
Affidabile e “predestinato”, dopo la
morte del padre (Marco Leonardi) è stato lui a
portare avanti l’azienda di famiglia insieme all’esperto Bernardo
(Nino Frassica) e a rimanere al fianco della madre
(Lunetta Savino). Che ora si trova al centro
dell’organizzazione di un matrimonio che Sofia cerca di boicottare,
tentando di far innamorare di nuovo di sé la radiosa Michela. Una
missione che scatenerà una serie di reazioni a catena che
coinvolgeranno tutti, anche l’irrequieta e originale zia Tecla
(Teresa Mannino), arrivata per l’occasione.
Una questione di famiglia
Nomi interessanti e di sicura presa
sul grande pubblico, come si vede, danno vita a un intreccio
piuttosto elementare, arricchito da ricami capaci di suggerire
spunti e possibilità senza confondere o distogliere l’attenzione
dalla trama principale. Quella che inizia come la storia della
giovane scavezzacollo farfallona e irrisolta, promettendo gag da
emigrata sullo sfondo della citylife meneghina, diventa quindi
occasione per offrire alla regione Calabria una vetrina alla quale
non tutti sono abituati, talmente abituati – come sottolineato
dallo stesso regista – a vederla solo come terra di malaffare e
‘ndrangheta. Ma soprattutto per raccontare una contemporaneità che
va oltre le app e i luoghi comuni (che pure non mancano), e nella
quale trovano uno spazio importante le tradizioni e la
comunità.
E l’amore, ovviamente. Etero, omo e
familiare, tanto per citare i più evidenti sin dalla sinossi, nella
quale non era possibile – né opportuno – dettagliare di più,
lasciando alla scoperta in streaming dei contrasti e le piccole
grandi sorprese messe in scena da Lucini. Del quale attendiamo il
Le mie ragazze di carta (con Maya Sansa,
Giuseppe Zeno e di nuovo Cristiano
Caccamo) visto al Bif&st da lui definito “la prima
storia che sento veramente mia” e nel quale si racconta il
passaggio dalla pubertà alla preadolescenza di tre adolescenti e
quello dal mondo della campagna al mondo della città.
L’individualismo non basta, il
futuro è comune
Come anche in questo Io
e mio fratello, dove la scelta su cosa voler essere o
fare ‘da grandi’ torna, come sappiamo tutti, e continua a tornare,
anche a distanza di anni. Perché le occasioni arrivano quando
arrivano, a volte, le scelte portano rimpianti e dubbi, e altre
scelte. Merito del regista aver evitato di lasciar troppo spazio
alle scelte meno ‘etiche’, alla confusione, le bugie e i segreti,
trovandone invece per un esempio di amore ‘maturo’ che regala forse
il momento più commovente del film (insieme alla nostalgia legata
alla figura paterna).
Che rimodula lo stereotipo della
sceneggiata meridionale – che a tratti fa capolino, evidentemente
impossibile da non citare – in un finale se non originalissimo e di
rottura, un po’ diverso da quel che avrebbe potuto essere e che
spezza una lancia in favore della libertà, nelle sue varie
declinazioni vero fil rouge di tutta la storia. Ma soprattutto
rilancia il fallimento dell’individualismo dilagante, vero ‘morto
che cammina’ del nostro vivere quotidiano, che – per quanto in
molti ci si ostini a far finta di non vederlo o ammetterlo – non ha
altra speranza che nell’essere comune, e condiviso (non sui
social).
Juan Carlos. La caduta di
un re è la nuova docu-serie Sky Original, presentata in
anteprima mondiale al Festival di
Cannes, che racconta l’ascesa e la caduta dell’ex re spagnolo
Juan Carlos I, in arrivo in esclusiva su Sky Documentaries
e in streaming solo su NOW dal 21 maggio alle 21.15.
La serie, in quattro parti,
ripercorre il regno di re Juan Carlos I, per molti anni considerato
un eroe spagnolo, celebrato in tutto il mondo per aver riformato la
Spagna con i suoi valori moderni, progressisti e democratici. Ha
guidato il suo paese dalla dittatura franchista alla monarchia
parlamentare, trasformando la Spagna in un moderno stato europeo e
diventando il sovrano spagnolo più popolare della storia.
Re Juan Carlos aveva una regina
fedele, una famiglia amorevole, rispetto internazionale, amici
nelle alte sfere e sudditi fedeli; aveva tutto ciò che un re può
desiderare. Allora, come ha fatto un venerato monarca a subire una
caduta così drastica da essere costretto ad abdicare nel 2014 e
infine a fuggire in esilio nel 2020?
L’avvincente documentario propone
interviste esclusive ad amici intimi, giornalisti e sostenitori del
Re, oltre che alla sua ex amante, Corinna zu Sayn-Wittgenstein. Tra
gli altri intervistati l’ex agente dei servizi segreti José Manuel
Villarejo, il biografo Jaime Peñafiel, l’ex presidente della banca
Mario Conde e l’ex marito di Corinna zu Sayn-Wittgenstein, Philip
Adkins.
Juan Carlos. La caduta di
un re parte per una caccia internazionale attraverso
Londra, Monaco, Ginevra, Abu Dhabi e New York per scoprire come
Juan Carlos sia arrivato alla sua enorme fortuna e rispondere alle
domande sui suoi affari finanziari, sui suoi lucrosi legami e sul
suo presunto coinvolgimento in casi di corruzione globale.
La serie mostra come una fatidica
battuta di caccia in Botswana abbia rivelato la storia d’amore
segreta del Re con la compagna, Corinna zu Sayn-Wittgenstein, e
abbia dato il via a una serie di eventi che hanno scosso
profondamente la monarchia spagnola e fatto sgretolare il castello
di carte. C’è poi l questione del perché Juan Carlos abbia
trasferito la somma di 65 milioni di euro sul conto di Corinna poco
prima della fine del suo regno.
Christian
Beetz, coautore, produttore, Gebrueder beetz
Filmproduktion: “Quando abbiamo iniziato a produrre questa
serie investigativa sul re Juan Carlos I di Spagna, non eravamo
consapevoli dell’entità e della portata dello scandalo reale,
finanziario e politico. Poco alla volta si è dipanata una rete di
intrighi, avidità e giochi di potere, che affondano le loro radici
nei circoli più alti della società spagnola e che ancora oggi sono
protetti dal servizio segreto spagnolo CNI. È una storia
straordinaria e che abbiamo cercato di raccontare senza timori o
favori”.
Come già rivelato, la prima
proiezione ufficiale di The
Flash avrà luogo al CinemaCon la
prossima settimana, ma alcuni possibili spoiler sul film hanno già
iniziato a circolare online, provenienti presumibilmente da una
proiezione di prova finale. Non è però un segreto che il film
includerà alcuni grandi cameo, ovviamente, e diverse fonti
affidabili hanno ora parlato di un personaggio dell’Arrowverse che
sembra comparirà in scena. Da subito in molti hanno ipotizzato che,
se un personaggio di quell’universo avesse dovuto partecipare al
film, quello sarebbe idelamente stato il Flash interpretato da
Grant Gustin nella serieThe Flash.
Ma pare che non sarà lui ad avere un cameo nel film.
Alcuni rumor riportano infatti che
sarà Teddy Sears a comparire nel film,
presentandosi come Jay Garrick, un personaggio che
ha interpretato brevemente nella serie TV prima che la sua vera
identità come il malvagio Hunter Zolomon,
anche noto come Zoom, fosse rivelata. La notizia
ha generato una certa sorpresa, soprattutto considerando che
John Wesley Shipp sarebbe stato la scelta più
logica, dopo aver recitato nei panni del supereroe più veloce del
mondo in uno show televisivo di breve durata negli anni ’90, prima
di presentarsi come il vero Jay su The CW.
Ad ogni modo, sembra che quello di
Sears sarà un cameo particolarmente breve e ininfluente nella
storia del film. La sua, se confermata, dovrebbe dunque essere
unicamente un’apparizione a sorpresa, che dovrebbe contribuire a
rendere il film un viaggio divertente per i fan di lunga data
dell’Universo DC sul grande e piccolo schermo. Per scoprire se tale
comparsa avverrà davvero nel film, non resta che attendere la sua
uscita in sala il 23 giugno 2023.
The
Flash, come noto, sarà diretto da
Andy
Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due, e vedrà
Ezra
Miller riprendere il ruolo di Barry Allen da
Justice
League. Egli viaggerà indietro nel tempo per
impedire l’omicidio di sua madre. Tuttavia, dopo aver alterato la
linea temporale, Barry Allen si ritrova intrappolato in una realtà
alternativa senza metaumani. Per sistemare le cose, si allea con un
vecchio Batman (Michael Keaton)
e con la naufraga kryptoniana Supergirl (Sasha Calle)
per salvare la nuova linea temporale dalle forze del generale
Zod (Michael
Shannon) e tornare nel suo universo.
Rilasciato oggi il trailer
ufficiale in italiano della seconda
stagione di Perry
Mason, l’apprezzatissima serie HBO prodotta
da Robert
Downey Jr e Susan Downey sulle
origini dell’avvocato penalista più di successo della storia della
TV. A impersonarlo torna il vincitore dell’Emmy Award
Matthew Rhys.
La serie andrà dal 14
maggio in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW.
questa serie drammatica HBO ripercorre le origini del celeberrimo e
amatissimo avvocato penalista Perry Mason.
La seconda, avvincente stagione del
raffinato noir HBO basato sulle opere di Erle Stanley Gardner torna
con un cast ricchissimo in cui spiccano Chris
Chalk (Paul Drake), Juliet Rylance (Della
Street), Eric Lange (Gene Holcomb), Justin
Kirk (Hamilton Burger), Diarra Kilpatrik
(Clara Drake), Katherine Waterston (Ginny Aimes),
Shea Whigham (Pete Strickland), Hope
Davis (Camille Nygaard), Fabrizio Guido
(Rafael Gallardo), Peter Mendoza (Mateo
Gallardo), Onahoua Rodriguez (Luis
Gallardo),Jee Young Han (Marion
Kang), Sean (Sunny Gryce), Tommy
Dewey (Brooks McCutcheon), Paul
Raci (Lydell McCutcheon),Jen
Tullock (Anita St. Pierre), Wallace
Langham (Melville Phipps) e Mark
O’Brien.
La serie è diretta dai regesti
Fernando Coimbra (Narcos), Jessica Lowrey (Halo),
Marialy Rivas (LaJauría), e Nina Lopez-Corrado (Agents
of S.H.I.E.L.D.).
La trama della seconda
stagione di Perry Mason
La seconda stagione riprende con
Perry nella morsa del sistema legale di Los Angeles all’apice della
Grande Depressione. Insieme all’assistente fuoriclasse Della Street
e al duro ex poliziotto Paul Drake, l’ex investigatore privato si
guadagna la fama di assumere clienti che pochi oserebbero
difendere. Mesi dopo che il processo Dodson ha scosso la città,
Perry si sta riabituando alla vita da avvocato quando un caso di
omicidio di alto profilo lo porta di nuovo in pista. Mentre il
procuratore distrettuale si reca da una coppia di fratelli della
desolata Hooverville, Perry viene spinto al centro di una vasta
cospirazione e costretto a fare i conti con ciò che significa
veramente essere colpevoli.
Tra i progetti più attesi della
Marvel vi è il nuovo film di
Fantastici
Quattro, attualmente previsto per la Fase 6. Ci sono
ancora pochissime notizie riguardo tale progetto ma il principale
mistero rimane quello legato a chi interpreterà i quattro
protagonisti. Negli ultimi mesi sono stati ipotizzati diversi
nomi, senza però che i Marvel Studios fornissero mai una conferma o
una smentita. Stando però ad alcuni recenti rumor, i nomi delle
attrici in lizza per il ruolo di Sue Storm
sarebbero ora stati rivelati.
Secondo tali voci, ad ora non
confermate, la star di Mission: Impossible – FalloutVanessa Kirby
sarebbe attualmente in cima alla lista dei Marvel Studios per il
ruolo. L’attrice ha anche recitato in Fast & Furious: Hobbs &
Shaw ed è stata candidata agli Oscar per Pieces of a
Woman. Altre attrici ufficialmente in lizza per interpretare
la Donna Invisibile nell’MCU sarebbero poi Mila Kunis
(Family Guy), Allison
Williams (M3GAN) e Jodie Comer
(The Last Duel). È bene notare che quasi tutte queste
attrici erano già state ipotizzate tempo addietro dai fan.
Secondo quanto riferito, il casting
per Fantastici Quattro è iniziato a febbraio e
sarebbe inoltre stato riferito che “l’obiettivo è prima
scegliere Sue Storm e costruire il resto della squadra a partire da
quella scelta“. Il regista di WandaVisionMatt Shakman sarà al timone di Fantastici
Quattro, e mentre si vocifera di molti nomi per Reed Richards,
incluso Adam Driver,
nessuno è stato ancora scelto ufficialmente e non sono ancora
circolate voci per quanto riguarda la Torcia Umana e la Cosa.
Galactus e
Silver Surfer dovrebbero fungere da principali
antagonisti. Come noto, il film è previsto nelle sale per il
14 febbraio 2025.
I Marvel Studios hanno
rilasciato un nuovo spot per Guardiani della Galassia
Vol. 3, che ironicamente promette un “lieto fine”
alla trilogia del Marvel Cinematic Universe dello
sceneggiatore e regista James
Gunn. Finora, i trailer del film sono stati
divertenti, ma si sono anche dimostrati fortemente malinconici (e
potenzialmente tragici). Sebbene anche questo nuovo spot sia pieno
di emozioni, i toni si spostano qui verso luoghi più spensierato e
persino, in qualche modo, trionfanti.
Per quanto riguarda l’umorismo,
questo finisce infatti con una nota ironica, con il narratore che
invita gli spettatori a iniziare la loro estate con un “lieto
fine” sulla scena di Peter Quill/Star-Lord (Chris
Pratt) che fissa con desiderio Nebula (Karen
Gillan), che però rifiuta preventivamente e violentemente
qualsiasi potenziale flirt. Il promo passa quindi a una scena in
cui Rocket (Bradley Cooper) dichiara: “Hai dei
problemi, Quill“. Per i fan risulterà però difficile credere a
questa promessa di lieto fine, sia perché il film sarà l’ultimo
dedicato ai Guardiani, sia perché da tempo circolano voce su eventi
tragici che potrebbero avvenire nel film.
La sinossi ufficiale per
Guardiani della Galassia Vol. 3 recita
infatti quanto segue: “in Guardiani della Galassia Vol. 3 la
nostra amata banda di disadattati ha un aspetto un po’ diverso.
Peter Quill, ancora sconvolto dalla perdita di Gamora, deve
radunare la sua squadra attorno a sé per difendere l’universo oltre
che per proteggere uno di loro. Una missione che, se non completata
con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani così come li
conosciamo.“
I film di
Spider-Man stanno finalmente arrivando su
Disney+, in quanto sembra sia stato
raggiunto un accordo con Sony Pictures che consente di realizzare
un archivio di film in streaming di Spider-Man. Dunque, la trilogia
di Spider-Man con Tobey Maguire sarà
disponibile a partire dal 21 aprile insieme a The Amazing Spider-Man
con Andrew Garfield. Allo stesso modo, Spider-Man: Homecoming
con Tom
Holland arriverà su Disney+ il 12 maggio. Inoltre, è stato
confermato che anche Venom con Tom
Hardy sarà disponibile in streaming dal 12 maggio.
Per ora non è stato confermato se i
titoli verranno inseriti anche nel catalogo italiano (dove però
Homecoming e Venom sono già presenti). Sebbene
poi questa sia una notizia entusiasmante, ci sono ancora alcuni
film di Spider-Man molto significativi che Disney+ deve ancora aggiungere alla sua
libreria. Questi sono Spider-Man: Far From
Home e Spider-Man: No Way
Home, ma anche The Amazing Spider-Man
2, Venom: La furia di
Carnage e il film animato Spider-Man: Un nuovo
universo. Il motivo della loro assenza potrebbe dipendere
dal loro essere piuttosto recenti e ancora legati dunque a
particolari e precedenti accordi
Tuttavia, questo nuovo annuncio
suggerisce il desiderio di avere alla fine tutti i film e gli
spin-off esistenti di Spider-Man su Disney+. Pertanto, è probabile che la
Disney stia semplicemente aspettando la scadenza dei contratti
prima di iniziare a lavorare con Sony per aggiungere l’intera
raccolta di film di Spider-Man e Venom alla loro
già piuttosto ampia libreria di contenuti Marvel. Nell’attesa che ciò
avvenga, ecco di seguito lo spot rilasciato che comunica l’arrivo
dei film in piattaforma.
Arriva in prima tv lunedì
24 aprile
Il Colibrìdi
Francesca Archibugi, melodramma corale con
protagonista Pierfrancesco Favino, in onda
alle 21.15 su Sky Cinema Uno (alle 21.45 anche su Sky Cinema
Drama), in streaming su NOW e disponibile on demand.
Tratto dall’omonimo best-seller –
vincitore del premio Strega – di Sandro Veronesi,
il film vanta un grandissimo cast corale che vede, accanto a
Pierfrancesco Favino, Kasia Smutniak, Bérénice Bejo, Laura Morante, Sergio
Albelli, Alessandro Tedeschi,
Benedetta Porcaroli, Massimo
Ceccherini, Fotinì Peluso,
Francesco Centorame, Pietro
Ragusa, Valeria Cavalli e inoltre la
partecipazione di Nanni Moretti. La sceneggiatura è firmata da
Francesca Archibugi, Laura Paolucci e Francesco
Piccolo.
La trama del film Il
Colobrì
Il film è il
racconto della vita di Marco Carrera, “il Colibrì”, una vita di
coincidenze fatali, perdite e amori assoluti. La storia procede
secondo la forza dei ricordi che permettono di saltare da un
periodo a un altro, da un’epoca a un’altra, in un tempo liquido che
va dai primi anni ‘70 fino a un futuro prossimo. È al mare che
Marco conosce Luisa Lattes, una ragazzina bellissima e inconsueta.
Un amore che mai verrà consumato e mai si spegnerà, per tutta la
vita.
La sua vita coniugale sarà
un’altra, a Roma, insieme a Marina e alla figlia Adele. Marco
tornerà a Firenze sbalzato via da un destino implacabile, che lo
sottopone a prove durissime. A proteggerlo dagli urti più violenti
troverà Daniele Carradori, lo psicoanalista di Marina, che
insegnerà a Marco come accogliere i cambi di rotta più inaspettati.
Il Colibrì è la storia della forza ancestrale della vita, della
strenua lotta che facciamo tutti noi per resistere a ciò che
talvolta sembra insostenibile. Anche con le potenti armi
dell’illusione, della felicità e dell’allegria.