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L’ultima cosa che mi ha detto, recensione della serie con Jennifer Garner

La politica di Apple TV+ riguardo l’adattamento in miniserie di testi letterari di successo continua con L’ultima cosa che mi ha detto, in cui l’autrice del romanzo originario Laura Dave partecipa quale co-creator insieme a Josh Singer. La storia principale vede protagonista Hannah (Jennifer Garner), la quale si ritrova improvvisamente lasciata sola con la figliastra Bailey (Angourie Rice), dopo che il marito Owen (Nikolaj Coster-Waldau) è scomparso nel nulla in seguito a uno scandalo finanziario capace di distruggere la società in cui lavorava. Man mano che la nebbia sull’accaduto comincia a diradarsi, la donna si trova suo malgrado costretta ad accettare di non conoscere affatto l’uomo che ha sposato…

Due anime insoddisfatte

Nel tentativo di coniugare la chiara impostazione da thriller con il dramma psicologico incentrato sul rapporto tra le due donne abbandonate, L’ultima cosa che mi ha detto ottiene il non invidiabile risultato di rendere inefficaci entrambe le “anime” del prodotto. Fin dalla presentazione dei personaggi, il tono del pilot e il ritmo della narrazione appaiono quelli di un prodotto medio destinato a soddisfare lo spettatore senza però offrirgli alcuno spunto di originalità, tanto meno tentare di solleticarne la curiosità attraverso soluzioni estetiche lontane dall’ordinario.

L’ambientazione elegante ma non ostentata – la storia inizia a Sausalito, cittadina della Bay Area appena a nord di San Francisco – con tanto di meravigliosa casa galleggiante fornisce la cornice perfetta per fare di L’ultima cosa che mi ha detto un prodotto in linea con quello che i tempi considerano chic. In questo setting si sviluppa una miniserie che possiede la tensione drammatica di una soap-opera, con i ruoli principali che passano molto più tempo al telefono di quanto dovrebbero: la progressione della trama, in particolar modo nei primi tre episodi, viene infatti eccessivamente raccontata invece che vissuta, agita dai personaggi in scena. Questo comporta una mancanza di azione che in molti momenti spazza via ogni possibilità di ottenere un ritmo avvincente, o addirittura anche soltanto convincente.

Nikolaj Coster-Waldau e Jennifer Garner

Jennifer Garner e gli altri membri del cast si muovono così dentro un meccanismo che di efficace ha poco o addirittura nulla. Anche l’utilizzo di brevi, spesso inutili flashback per ricostruire il puzzle della vicenda risulta più un’invenzione di montaggio per agitare le acque della storia che un qualcosa di realmente necessario. In tale progetto la Garner si barcamena per rendere Hannah una figura femminile con cui lo spettatore può entrare in empatia, un sforzo tanto ammirevole quanto quasi del tutto vanificato dall’assenza di spessore drammatico. Non è però di certo lei la peggiore in the L’ultima cosa che mi ha detto: lo scettro va infatti a un Nikolaj Coster-Waldau completamente fuori parte, in nessuna occasione capace di dotare il personaggio di Owen della necessaria, sfumata ambiguità. Meglio tentare di dimenticare che l’attore danese un tempo vestiva con carisma e potenza espressiva i panni di Jaime Lannister: fa ancora più male vederlo brancolare nel buio alla ricerca di un qualsiasi appiglio per rendere il suo ultimo ruolo almeno accettabile…

L’ultima cosa che mi ha detto, una bella confezione

Se non fosse per la solita accuratezza nella confezione che i prodotti seriali di Apple TV+ solitamente possiedono, L’ultima cosa che mi ha detto sarebbe uno show da bollare in toto come non riuscito. Non possiede la forza narrativa del prodotto squisitamente di genere, né la presa emotiva di quelle serie che invece puntano su personaggi “forti”. Nella ricerca probabilmente di andare incontro alle esigenze di diversi tipi di pubblico, finisce per non avere idea di quale accontentare.

Margherita Buy: 4 interpretazioni imperdibili in attesa de Il sol dell’Avvenire

Se c’è un’attrice simbolo delle commedie borghesi, scalcagnate e un po’ sfigate dell’Italia anni ’90, quella è proprio Margherita Buy. Diventata famosa già piuttosto giovane, ha esordito nel 1986 ne La seconda notte di Nino Bizzarri e dopo diverse partecipazioni ad altri film, nel 1990 lavora ne La stazione di Sergio Rubini, grazie al quale inizia a ricevere i primi riconoscimenti fino ad arrivare, oggi, a un totale di sette David di Donatello, sette Nastri d’argento, cinque Globi d’oro e tredici Ciak d’oro, detenendo il record di attrice con il maggior numero di premi vinti.

Da quel momento parte la sua ascesa nel mondo del cinema italiano, e inizia anche a delinearsi un profilo stilistico recitativo, che poi diventerà la sua nota caratteristica. È nel 1992 che prende parte all’iconico ruolo di Maledetto il giorno che ti ho incontrato, per il quale Carlo Verdone l’aveva appositamente scelta regalandole la consacrazione ad esilarante nevrotica della commedia romana. Da lì in poi le collaborazioni con registi dai nomi altisonanti diventano innumerevoli: da Mario Monicelli a Giuseppe Tornatore, Cristina Comencini, Daniele Luchetti, Paolo Virzì, Roberto Faenza, Ferzan Özpetek. Il regista turco, in particolare, le cuce addosso un altro personaggio che le darà una nuova ondata di meriti: nel 2001 con Le fate ignoranti si designa un cult che resterà nella cinematografia nostrana come uno dei punti fermi rispetto alle nuove tinte narrative emergenti, oltre che lo specchio della necessità di mettere in scena tipi di storie e caratteri che ancora si vedevano poco.

Esterno notte

Esterno Notte di Marco BellocchioTra gli ultimi lavori che l’hanno vista sul grande schermo c’è Esterno notte di Marco Bellocchio: una serie suddivisa in sei puntate – ma è stata definita “film lungo” da Toni Servillo che è parte del cast. Candidata ai David di Donatello, vede nuovamente per il regista l’approfondimento della vicenda del caso Moro, che aveva già affrontato nel 2003 in Buongiorno, notte. Ogni puntata segue uno dei protagonisti coinvolti negli eventi, con il suo punto di vista e il suo stato d’animo. Si inizia ovviamente dal presidente della DC, eseguito egregiamente da Fabrizio Gifuni, per poi proseguire con Cossiga, descritto nella sua debolezza e spaesamento dall’attore Fausto Russo Alesi, la terza puntata è su Papa Paolo VI fatto dalla maestria di Toni Servillo, poi Adriana Faranda, la brigatista parte attiva del sequestro interpretata da Daniela Marra, e Eleonora Chiavarelli (Buy), moglie di Aldo Moro, che si trova a dover reggere praticamente sola una situazione più grande di lei e che Bellocchio riesce a raccontare molto bene. Uscito a maggio dell’anno scorso, Esterno notte era stato diviso in due parti e la seconda è andata in sala il mese successivo. Presentato per intero a Cannes, è andato poi in onda a novembre sulla Rai nell’attuale versione a puntate e da dicembre è disponibile su Netflix. È stato un prodotto di grande impatto sia sul pubblico che, ovviamente, sulla critica, confermando la bravura nel lavoro di cesello del regista, che è riuscito a mostrare dettagliatamente una ferita della storia della politica italiana, rendendo il contesto in maniera profonda e misurandone la tensione, potendosi appoggiare alle performance di attori eccezionali.

Il primo giorno della mia vita

Il Primo Giorno della mia Vita film 2023Il primo giorno della mia vita è in sala dal 26 gennaio. Scritto e diretto da Paolo Genovese, è tratto da un suo stesso romanzo. Qui Buy si cala nei panni di una poliziotta depressa, e divide il set e l’umore sotto i tacchi insieme a Sara Serraiocco, Valerio Mastandrea, di nuovo Toni Servillo e il giovane Gabriele Cristini. L’eterogeneo gruppo comprende persone che hanno deciso di mettere fine alla propria vita, ognuno con le sue sacrosante motivazioni, ma ai quali viene concessa una battuta d’arresto sul gesto fatale da un personaggio non proprio terreno (Servillo) e con cui ciascuno di loro potrà rivedere la propria vita nel pieno stile di Canto di Natale di Charles Dickens.

Margherita Buy aveva lavorato con Genovese già nel 2008 per la serie tv Mediaset Amiche mie e dopo quindici anni tornano con una collaborazione dal sapore, però, del tutto differente. Il regista ha spiegato che questo film sorge da una fatica che è frutto del periodo pandemico ma che ha molto dei temi a lui cari come, soprattutto, le seconde possibilità. L’eco di The Place da lontano un po’ si sente, così come un certo cinismo spettrale che in effetti a poco della speranza che notoriamente un’altra chance dovrebbe infondere. Ad ogni modo, le prove attoriali sono ben riuscite e altrettanto l’intento del messaggio. Certo è che tra i predecessori cinematografici che per primi avevano affrontato il tema (La vita è meravigliosa, Non buttiamoci giù) gli elementi arricchenti erano stati di più.

10 minuti

Nel novero dei molti registi con i quali per Buy è nato uno speciale sodalizio, c’è Maria Sole Tognazzi di cui a breve uscirà con il film 10 minuti, le riprese sono terminate proprio lo scorso autunno. Con la regista, infatti, l’attrice aveva già partecipato nel 2013 a Viaggio sola e nel 2015 a Io e lei con Sabrina Ferilli, pellicole che avevano sondato a fondo personaggi femminili caleidoscopici, contraddittori e dai quali sviluppano scelte imperniandole sulle loro relazioni. Per entrambi i film Tognazzi vince il Nastro d’argento, Buy il David di Donatello per Viaggio sola e Ferilli il Ciak d’oro.

Anche in questo caso Tognazzi si concentra con passione traboccante sui volti e le storie di donne, scandagliandone le pieghe, le contorsioni e le impennate energetiche che cambiano la vita. La trama è tratta da un romanzo di Chiara Gambareale e i dieci minuti del titolo fanno riferimento ad un piccolo allenamento quotidiano che, fatto in quel lasso di tempo apparentemente insignificante, possono addestrare una persona al superamento della sua più grande paura, o al rivoluzionamento del suo quotidiano. Del cast, oltre a Buy, fanno parte Barbara Ronchi, Fotinì Peluso e Alessandro Tedeschi e la sceneggiatura è stata scritta dalla regista insieme a Francesca Archibugi.

Il sol dell’Avvenire

Il Sol dell'Avvenire nanni morettiDel nuovo film di Nanni Moretti è da poco uscito il trailer che ha suscitato un’ondata di reazioni frementi e senza dubbio molto incuriosite. Con ottime probabilità presente tra i film che saranno proiettati a Cannes 2023, Il sol dell’avvenire  ha un cast nutrito e ognuno degli attori ha la sua bella dose di tratti distintivi. Tra questi, insieme ovviamente a Margherita Buy, spiccano Mathieu Almaric, Barbora Bobulova, Silvio Orlando, Elena Lietti, Jerzy Stuhr e Valentina Romani. In meno di due minuti di anticipazione, già traspare tanto delle tracce pungenti e sarcastiche che il regista romano ci ha fatto amare di sé: sicuramente assisteremo a frecciatine verso gli attuali costumi produttivi e distributivi dell’industria cinematografica, così come elementi politici e naturalmente dissacranti. Buy interpreterà la sua compagna e già si evince che non verranno evitati attimi di riflessione sui rapporti di coppia e tanta autoanalisi. Moretti e l’attrice romana, tra l’altro, condividono insieme un curriculum cinematografico che vanta i quattro titoli de Il caimano, Habemus papam, Mia madre e il recentissimoTre piani. E stavolta, dopo molto tempo, parrebbe che il regista abbia rispolverato alcune delle sue vecchie glorie stilistiche, a partire dalle citazioni di se stesso, l’uso di Franco Battiato nella colonna sonora e il cinema nel cinema. Il sol dell’Avvenire sarà in sala dal 20 aprile e l’attesa, dunque, è già trepidante.

Sylvester Stallone protagonista della commedia d’azione Never Too Old To Die

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Amazon Studios ha acquisito la sceneggiatura di Brian Otting Never Too Old To Die, che avrà come protagonista Sylvester Stallone. Si tratta di una commedia d’azione, che sarà prodotta dallo stesso Stallone insieme a Braden Aftergood per la Balboa Productions. La storia vede un misterioso omicidio all’interno di una casa di riposo per spie che innesca la missione personale di un eroe della Guerra Fredda per trovare l’assassino che vive in mezzo a loro. Questo sarà il primo progetto a rientrare nell’accordo pluriennale di Stallone e la Balboa Productions con gli Amazon Studios.

Un accordo che vedrà Stallone scrivere, dirigere, produrre e recitare in progetti vari per lo studio, per il cinema e la TV.  A Never Too Old To Die non è però ancora stato assegnato un regista, lasciando per ora aperta la possibilità che possa essere lo stesso Stallone a ricoprire tale ruolo. L’attore ha di recente recitato nel film a tema supereroe di Prime Video Samaritan e attualmente interpreta il ruolo del capo della mafia di New York Dwight “The General” Manfredi nell’acclamata serie drammatica poliziesca della Paramount+ Tulsa King, ideta da Taylor Sheridan. A breve, invece, si ritroverà Stallone nei panni del Capitano Ravager Stakar Ogord in Guardiani della Galassia Vol. 3.

Ma l’agenda dell’ex Rocky si compone anche di un altro progetto particolarmente intrigante, ovvero la docuserie The Family Stallone che verrà lanciata su Paramount+ il 17 maggio e permetterà di esplorare dall’interno la famiglia dell’attore. Attualmente non è dunque noto quando inizieranno le riprese di Never Too Old To Die, ma la cosa potrebbe avvenire nello stesso 2023, permettendo al film di aggiungersi al lungo elenco di progetti a cui Stallone sta attualmente lavorando con instancabile tenacia. Tale pellicola sarà inoltre un’occasione in più per vedere l’attore noto per i suoi ruoli action misurarsi con toni più leggeri, propri della commedia.

Fonte: Deadline

Better Call Saul 6: rivelata la data e l’ora di uscita della seconda parte della sesta stagione su Netflix

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Better Call Saul 6, l’attesissima sesta stagione di Better Call Saul sta finalmente arrivando su Netflix. Saranno presto disponibili sul servizio di streaming gli ultimi episodi della storia che segue la trasformazione di Jimmy McGill nello spietato Saul Goodman. Ecco dove guardare in streaming la sesta stagione di Better Call Saul  .

Quando guardare Better Call Saul Stagione 6 su Netflix

Netflix aggiungerà la sesta stagione di Better Call Saul alle 3:00 ET/12:00 PT di martedì 18 aprile 2023 negli USA. La sesta stagione è composta da 13 puntate inizialmente divise in due parti con rispettivamente 7 e 6 episodi. La prima metà ha ottenuto quattro nomination ai Primetime Emmy Awards, tra cui Miglior serie drammatica. 

Il cast includeva Rhea Seehorn nei panni di Kim Wexler, Tony Dalton nei panni di Lalo e  Jonathan Banks nei panni di Mike Ehrmantraut. Inoltre, vedremom il ritorno di Michael Mando nei panni di Nacho Vargo e Giancarlo Esposito nei panni di Gus Fring.

Better Call Saul esamina il declino morale di Jimmy McGill (Bob Odenkirk), un serio avvocato ed ex artista della truffa che diventa l’egocentrico avvocato difensore Saul Goodman e Mike Ehrmantraut (Jonathan Banks), un ex agente di polizia che diventa un faccendiere e sicario per i trafficanti di droga.

Dune – Parte 2: secondo Rebecca Ferguson il sequel sarà meglio del primo

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L’adattamento di Denis Villeneuve di Dune di Frank Herbert ha ottenuto il plauso del pubblico e della critica quando è arrivato nelle sale nel 2021, quindi le aspettative sono piuttosto alte su come si concluderà l’esperienza con l’imminente Dune: Parte 2. Rebecca Ferguson, una dei protagonisti del film, ha già condiviso alcune lodi, affermando che il seguito è persino migliore del suo predecessore. Ciò che rende questi commenti particolarmente entusiasmanti è che si basano specificamente sulla sceneggiatura e sulle scene che sono state girate rispetto al prodotto finito, con il film completo che probabilmente sarà ancora più impressionante.

Correre sulle dune di sabbia… sentirsi così piccoli su queste incredibili colline. Quanto siamo piccoli rispetto a Madre Natura? Lo adoro. Devo dirlo: la parte 2 è migliore della Parte 1. E lo dico senza averlo visto, lo dico in base a ciò che ho letto, ciò che ho visto, ciò che ho girato”, ha affermato l’attrice, che nel film interpreta Lady Jessica, concubina del duca nonché madre di Paul, interpretato da Thimothée Chalamet. Tali affermazioni non fanno che aumentare le aspettative nei confronti del film, che anche sulla base di ciò che resta da raccontare promette di essere particolarmente più ambizioso e sbalorditivo a livello di eventi ed estetica.

Come noto, questo secondo film vanterà anche nuove aggiunte al cast, tra cui Austin Butler nei panni di Feyd Rautha, Florence Pugh nei panni della Principessa Irulan, il leggendario Christopher Walken nei panni dell’Imperatore e Léa Seydoux nei panni di Lady Margot Fenring. Timothée ChalametRebecca Ferguson, ZendayaJavier Bardem, Stellan Skarsgård, Josh Brolin e Dave Bautista riprenderanno invece i ruoli del primo film. La sinossi recita: La seconda parte si concentrerà su Paul che riunisce un imponente esercito di Fremen per combattere lo spietato Harkonnen, mentre diventa essenzialmente una figura mitica del messia per gli abitanti di Arrakis. Dune – Parte 2  uscirà al cinema il 17 novembre 2023.

Fonte: ComicBook

Drive-Away Dolls: Pedro Pascal e Matt Damon nel film di Ethan Coen

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Dopo il debutto da solista di Joel Coen con Macbeth, è ora arrivato il turno di Ethan Coen, pronto a dirigere senza il fratello il film Drive-Away Dolls, che arriverà nei cinema il 22 settembre 2023. Acquisito dalla Focus Features, ma con la Universal che si occuperà della distribuzione internazionale, il film racconta la storia dello spirito libero Jamie, che affronta la sua ultima rottura sentimentale intraprendendo un viaggio improvvisato a Tallahassee con la sua amica Marian. Lungo la strada incontreranno però un gruppo di criminali inetti (un marchio di fabbrica dei Coen) che complicano notevolmente il loro viaggio.

Drive-Away Dolls vanta un cast ricco di attori emergenti e nomi affermati, tra cui Margaret Qualley (C’era una volta a Hollywood), Geraldine Viswanathan (Blockers), Beanie Feldstein (La rivincità delle sfigate), Colman Domingo (Euphoria), Bill Camp (Joker) e ora anche Pedro Pascal (The Mandalorian) e Matt Damon (Air). Un cast a dir poco stellare, dove però non è ancora stato annunciato chi ricoprirà i ruoli indicati dalla sinossi. Molto probabile, però, che uno tra Damon e Pascal avrà il ruolo di protagonista.

Il film è stato scritto da Coen insieme a sua moglie, la montatrice Tricia Cooke, che ha già lavorato a molti dei film precedenti dei fratelli Coen. Ethan, Cooke, Robert Graf, Tim Bevan ed Eric Fellner produrranno. Il film sarà prodotto poi dalla Working Title Pictures, che ha partecipato alla realizzazione di altri film dei Coen, tra cui Hail, Caesar!. La data d’uscita del film spinge a pensare che possa entrare a far parte della selezione ufficiale della Mostra del Cinema di Venezia, dove i Coen erano già stati in concorso nel 2018 con il loro La ballatta di Buster Scruggs. Non resta dunque che attendere per avere maggiori informazioni.

Fonte: Collider

Killers of the Flower Moon durerà quasi 4 ore!

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Killers of the Flower Moon durerà quasi 4 ore!

Il runtime di Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese è stato rivelato a seguito dell’annuncio della presentazione che avverrà in anteprima mondiale al 76esimo Festival di Cannes. Secondo il direttore del Festival di Cannes Thierry Fremaux, il tempo di esecuzione di Killers of the Flower Moon è di ben 234 minuti. Ciò equivale a 3 ore e 54 minuti ed è il film più lungo della carriera dell’acclamato regista.

“Non so quale sia la lunghezza finale, ma diciamo che per me non è un problema”, ha detto Fremaux a Variety. “Tutto quello che so è che sono solo cinque minuti in più rispetto a C’era una volta in America“. Mentre ci sono tre diversi tagli di C’era una volta in America quello europeo è lungo 229 minuti (3 ore e 49 minuti), il che si allinea con altri rumors sulla lunghezza del film.

Se la durata di Killers of the Flower Moon dovesse essere confermata, diventerebbe uno dei film più lunghi della storia americana. La pellicola si unirebbe ai classici come Lawrence d’Arabia del 1962 (3 ore e 42 minuti), Ben-Hur del 1959 (3 ore e 32 minuti), I dieci comandamenti del 1956 (3 ore e 40 minuti) e l’iconico film del 1939 Via col vento (3 ore e 41 minuti), solo per citarne alcuni.

Killers of the Flower Moon, il film

Basato sull’omonimo libro best-seller, Killers of the Flower Moon è ambientato nell’Oklahoma degli anni ’20 e segue l’omicidio seriale di membri della Osage Nation, l’associazione di ricca di petrolio. La storia racconta una serie di crimini brutali in circostanze misteriose che si sono verificati conosciuto come “il regno del terrore”. Oltre a dirigere, Martin Scorsese ha scritto la sceneggiatura con Eric Roth, co-sceneggiatore di Dune e A Star is BornLeonardo DiCaprio interpreta Ernest Burkhart, il nipote di un potente allevatore locale interpretato da Robert De Niro, mentre Lily Gladstone interpreta la moglie Osage Mollie e Jesse Plemons è Tom White, l’agente dell’FBI incaricato di indagare sugli omicidi. Il cast include anche Brendan Fraser e John Lithgow.

Killers of the Flower Moon riunisce ancora una volta Martin Scorsese con i collaboratori di lunga data Leonardo DiCaprio e Robert De Niro. Insieme a loro ci sono l’attore premio Oscar Brendan Fraser, Jesse Plemons, Lily Gladstone, Tantoo Cardinal, Jason Isbell, Sturgill Simpson, Louis Cancelmi, William Belleau, Tatanka Means, Michael Abbott Jr., Pat Healy, Scott Shepherd e molti altri. La pellicola è diretto e prodotto da Martin Scorsese. Il film è una produzione di Apple Studios, Imperative Entertainment e Appian Way Productions, con Dan Friedkin e Bradley Thomas come produttori.

Marvel Studios: Kevin Feige starebbe cambiando il suo approccio sull’assunzione dei registi

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Sebbene la Fase 4 dei Marvel Studios non sia stata un completo disastro, è comunque un periodo difficile per lo studio, fino ad ora apparentemente intoccabile. Oltre a distribuire film come Eternals e Ant-Man and the Wasp: Quantumania, rivelatisi insuccessi di critica e pubblico, la società ha vissuto anche fortune alterne su Disney+, dimostrando che raccontare storie sul piccolo schermo richiede un approccio molto diverso rispetto a quelle per il grande schermo. A tutto ciò vanno aggiunti numeri al botteghino inferiori alle attese (la pandemia si prende parte della colpa per questo). Dobbiamo pertanto immaginare che Kevin Feige non stia vivendo un momento particolarmente sereno.

Stanto ad alcune fonti, si ritiene ora che il CEO della Disney, Bob Iger, sia la chiave per assicurarsi che i Marvel Studios tornino a un approccio basato sulla qualità piuttosto che sulla quantità, e anche Feige sembrerebbe pronto ad apportare alcune modifiche. Secondo l’insider Jeff Sneider, il piano di Feige sarebbe ora quello di adattare la sua strategia di assunzione rivolgendosi a registi e creativi già affermati. Aggiunge Snider: “Feige vuole assumere talenti più affermati dietro la macchina da presa“, suggerendo che l’idea è di mettere i film futuri nelle mani di registi più esperti.

È bene notare che non ci sono state conferme ufficiali a riguardo, tuttavia questo è in linea con ciò che è stato detto sulla ricerca del regista di Fantastici Quattro. “Kevin non vuole supervisionare l’intero progetto“, aveva rivelato una fonte, “e dopo non essersi dovuto preoccupare di questo con Sam Raimi, è intenzionato a cercare di nuovo un’esperienza di questo tipo“. Dopo anni in cui ha puntato su talenti emergenti, talvolta provenienti dal mondo del cinema indipendente, Feige sarebbe dunque ora intenzionato ad affidarsi a spalle più solide per i futuri progetti Marvel. Vedremo se ciò si rivelerà vero.

Fonte: ComicBookMovie

I Marvel Studios potrebbero essere alla ricerca di un sostituto di Kang dopo l’arresto di Jonathan Majors

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A seguito di un recente rapporto secondo cui i Marvel Studios potrebbero “discutere delle opzioni” dopo che la star di Ant-Man and the Wasp: Quantumania Jonathan Majors è stato arrestata per una presunta aggressione, una nuova voce in giro indica che Kevin Feige e gli altri dirigenti potrebbero già avere in mente un attore – o almeno un certo “tipo” di attore – se decidessero di dover trovare un sostituto per il personaggio di Kang il Conquistatore. Si tratta di una soluzione estrema, per ora non contemplata, ma che potrebbe non essere del tutto fuori da ogni discussione per i Marvel Studios.

Majors, come noto, è stato preso in custodia dalla polizia dopo aver presumibilmente aggredito fisicamente una donna sulla trentina (che si credeva fosse la sua ragazza) in un appartamento di New York City. L’avvocato dell’attore ha affermato che il suo cliente era “completamente innocente”, promettendo di presentare prove che lo avrebbero scagionato da qualsiasi illecito penale. Tuttavia, tali prove – una serie di messaggi della presunta vittima – non hanno avuto l’effetto desiderato, e anzi avrebbero peggiorato la situazione di Majors. Ad ora, però, l’attore rimane confermato come interprete di Kang, il nuovo grande villain dell’MCU.

Tuttavia, durante l’episodio di questa settimana di The Hot Mic, l’insider Jeff Sneider ha offerto il seguente aggiornamento. “Anche se non c’è stato alcun movimento sul fronte di Jonathan Majors, ho sentito che qualcuno come Damson Idris è il tipo di persona che la Marvel potrebbe cercare come sostituto.” Idris è un attore britannico emergente di Snowfall di FX e recentemente è stato scritto al fianco di Brad Pitt nel film ancora senza titolo Forumla 1 di Apple. Ribadiamo che ad ora non ci sono piani noti per sostituire Majors nei panni di Kang, ma la cosa potrebbe eventualmente accadere in futuro in base a come proseguirà la vicenda giudiziaria dell’attore.

Fonte: ComicBookMovie

Jonathan Majors abbandonato dal suo Talent Manager per via dell’arresto

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Jonathan Majors, interprete di Kang il Conquistatore nel Marvel Cinematic Universe e star di Ant-Man and the Wasp: Quantumania, è stato ufficialmente abbandonato dal suo manager di lunga data, Entertainment 360, e dal team di pubbliche relazioni, Lede Company. La decisione, pare, sia dovuta a “problemi di comportamento personale dell’attore“. Come noto, poche settimane fa, Majors è stato arrestato dopo aver presumibilmente aggredito fisicamente una donna sulla trentina (che si credeva fosse la sua ragazza) in un appartamento di New York City.

L’avvocato dell’attore ha poi affermato che il suo cliente era “completamente innocente” e ha promesso di presentare prove che lo avrebbero scagionato da qualsiasi illecito penale. Tuttavia, tali prove – una serie di messaggi della presunta vittima – non sembrano aver avuto l’effetto desiderato, e anzi avrebbero gettato Majors in una situazione ancora peggiore. Se non vengono presentate accuse ufficiali, Majors probabilmente sarà libero, ma ciò non impedirà un contraccolpo significativo da parte di coloro che credono che sia ancora colpevole di aggressione.

Il modo in cui questi eventi, dall’arresto all’abbandono da parte delle due agenzie, influenzeranno il futuro di Majors nell’universo cinematografico Marvel rimane sconosciuto, sebbene l’attore abbia già completato il lavoro sulla seconda stagione di Loki di Disney+. Majors dovrebbe interpretare il nuovo grande cattivo dell’MCU anche in altre occasioni, come Avengers: The Kang Dynasty, ma alcune voci suggeriscono che i Marvel Studios potrebbero avere un piano di riserva per sostituirlo con un altro attore. Tuttavia, ad ora questa rimane solo una voce e non è stata confermata ufficialmente né dalla Marvel né dalla Disney.

Fonte: ComicBookMovie

Showing Up, recensione del film con Michelle Williams

Showing Up, recensione del film con Michelle Williams

Dopo una serie di lungometraggi di fattura notevole Kelly Reichardt ha raggiunto un livello di maturità artistica sinceramente ammirevole. Si tratta di uno dei pochissimi cineasti indipendenti americani in grado di mettere in scena la verità e la sensibilità dei propri personaggi con pochi, finissimi tratti. Una regista in grado di padroneggiare con tale parsimonia e insieme efficacia la cura dei dettagli merita un sincero e sentito applauso.

Showing Up, l’attesa prima di un’esposizione

Prendiamo ad esempio le pennellate di vita quotidiana che definiscono la protagonista del suo ultimo Showing Up, una scultrice alle prese con gli ultimi, convulsi giorni prima di un’esposizione. La vita interiore di Lizzy (Michelle Williams), lo stato emotivo e sentimentale in cui si trova quando la incontriamo, perfettamente esplicitati dal modo in cui veste, dalla sua acconciatura, dal fatto che indossa quasi ossessivamente le stesse comode scarpe aperte con calzini, poco importa quali abiti abbia deciso di indossare.

Eppure nel film di Reichardt tale cura dei dettagli non diventa mai ostentazione, in nessun caso infatti la messa in scena si erge sopra storia, atmosfere o figure tratteggiate. Anche la sceneggiatura, scritta insieme al fido romanziere John Raymond, scandisce il tono di Showing Up con una semplicità che sa davvero di vita vissuta: nonostante Lizzy si trovi ad affrontare praticamente da sola una serie di ostacoli e problemi proprio nei giorni che precedono la sua mostra, le piccole avventure di una vita normalissima – un piccione che deve essere accudito dopo che il suo gatto lo ha quasi ucciso, una madre asfissiante separata da un padre donnaiolo, un fratello artista incompreso al limite dell’esaurimento nervoso – non diventano mai un mezzo per alterare il tono del racconto, intriso di una gentilezza del tocco che sa del fluire pacato do una vita anonima eppure pregnante.

Kelly Reichardt si è riversata in Lizzy

Kelly Reichardt, almeno nel suo rapporto con i media, non è una persona di facilissima gestazione. La sua gentilezza intrinseca si sposa con una riservatezza evidente, su cui si poggia la sua idea molto forte di cosa sia essere un’artista. Chiunque abbia avuto il piacere di conoscerla oppure semplicemente osservarla dal vivo non può non notare quando abbia messo di se stessa in Lizzy, riflettendo attraverso il suo lavoro e la sua dedizione sul valore dell’arte in generale. La protagonista di Showing Up non è un’artista di fama internazionale, per pagare l’affitto abbordabile della casa che la sua amica Jo (Hong Chau) le ha messo a disposizione lavora come grafica per sua madre, non ha una vita sociale e sentimentale che possa veramente definirsi appagante. Eppure non c’è un singolo momento del film in cui lo spettatore compatisce questo personaggio, prova pena per lei.

La dignità, l’abnegazione e l’amore con cui Lizzy continua imperterrita e sincera a scolpire sono il vero premio dell’essere un’artista, e lo stesso possiamo dire della filmografia preziosa di Kelly Reichardt. Se oltre a questo suo ultimo lungometraggio prendiamo anche il precedente, forse anche migliore First Cow e altri titoli di enorme impatto quali Meek’s Cutoff o Certain Women, comprendiamo perfettamente quale sia il valore di una cineasta a suo modo dura e pura, coerente e incorruttibile.

Showing Up michelle williams

Michelle Williams è un’attrice talmente conscia delle sue doti drammatiche che tende troppo spesso a volerle “mostrare”, caricando eccessivamente i propri personaggi. Il suo precedente The Fabelmans di Steven Spielberg, per cui ha ottenuto la sua quinta candidatura all’Oscar, ne è prova evidente. Quando recita per Kelly Reichardt invece riesce a trovare un equilibrio, un modo di entrare nel personaggio in modo genuino e sommesso, che testimonia in particolar modo la capacità encomiabile della regista nel saperla centellinare. In Showing Up la prova della Williams si fa infatti raffinata, sincera, ottimamente divisa tra il lato leggero della donna e l’esposizione della frustrazione quotidiana che deve affrontare.

A questo punto siamo ormai quasi sicuri che il cinema di Kelly Reichardt non verrà mai abbracciato dal grande pubblico, probabilmente neppure da una larga porzione di quegli spettatori che rappresentano la fascia “media”. Poco importa, a noi basta che continui a fare film capaci di parlare al cuore di coloro che li vanno a vedere. E se continueremo a essere in (troppo) pochi, vorrà dire che custodiremo in maniera gelosa i preziosi regali cinematografici che ci ha regalato negli anni. Lei, come la sua Lizzy, sembra voler creare arte soprattutto per se stessa. E forse proprio per questo riesce a parlarci con grazia superiore.

I fratelli Russo potenzialmente interessati a dirigere un film su Batman per i DC Studios

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Ora che James Gunn e Peter Safran sono alla guida dei DC Studios, sembra proprio che il DC Universe abbia acquisito un certo fascino agli occhi di molti. Tra i fan di ciò che Gunn e Safran stanno costruendo vi sono anche i fratelli Joe e Anthony Russo. I due sono notoriamente legati al Marvel Cinematic Universe, per il quale hanno diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War e, soprattutto, Avengers: Infinity War Avengers: Endgame. Eppure, proprio loro si sono ora detti disposti a dirigere un film per i DC Studios. Intervistati da ComicBook.com della loro imminente serie Prime Video Citadel, i Russo hanno affrontato la possibilità di lavorare nel DCU di Gunn e Safran, ed hanno espresso il desiderio di dirigere qualcosa legato a Batman.

Non ci viene chiesto molto sui personaggi DC“, ha iniziato Anthony. “Ovviamente con James laggiù a gestirlo, sarebbe un gioco da ragazzi“, ha continuato Joe. “Lo amiamo da morire. Adoriamo la direzione in cui porterà i DC Studios. Sai che sarà molto creativo. E i personaggi DC preferiti? Voglio dire, amico. Ce ne sono così tanti buoni”. “Rispondo sempre in base a i fumetti che collezionavo da bambino, – continua poi Joe – e i due fumetti che collezionavo di più erano Spider-Man – in realtà, i tre – erano Spider-Man, X-Men e Batman. Ma ci sono state molte iterazioni di Batman, quindi sembra che sia una risposta ovvia.

Ma, sai, è difficile non rispondere“, ha poi aggiunto Anthony. “Batman è stato il mio personaggio preferito per tutta la mia infanzia. Ma, ovviamente, è stato ben esplorato.” È però importante notare che tra i prossimi progetti televisivi e cinematografici dei DC Studios c’è anche The Brave and the Bold, un film incentrato su Batman e il figlio adottivo Damian Wayne, alis Robin. Il progetto è ancora senza regista, quindi chissà che i Russo non abbiano effettivamente la possibilità di entrare a far parte dei DC Studios dirigendo tale film. Certo, si tratterebbe di un “tradimento” non da poco, essendo stati loro i registi di punta del Marvel Cinematic Universe.

Fonte: ComicBookMovie

Benedict Cumberbatch protagonista della serie tv How to Stop Time

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Il candidato all’Oscar Benedict Cumberbatch ha ufficialmente firmato per il ruolo da protagonista nell’imminente adattamento della serie di Studiocanal How to Stop Time , basato sull’omonimo romanzo thriller di Matt Haig. Questo segna il primo grande progetto televisivo di Benedict Cumberbatch da più di quattro anni, dopo aver recitato nel film TV della HBO Brexit: The Uncivil War.

Quando ho letto per la prima volta How to Stop Time , il potenziale di questa storia è stato immediatamente evidente“, ha dichiarato Cumberbatch in una dichiarazione (tramite Deadline). “Nel suo stile inimitabile, Matt esplora ancora una volta cosa significa essere umani e cosa significa vivere una vita – molto lunga in questo caso – con pathos, intuizione, umorismo, drammaticità e ispirazione“.

Benedict Cumberbatch è arrivato alla notorietà per la prima volta per la sua interpretazione di Sherlock Holmes nella miniserie poliziesca di successo della BBC Sherlock, che gli è valso un Emmy Award come miglior attore protagonista nel 2014. È anche noto per il ruolo di Doctor Strange nell’universo cinematografico Marvel , che ha recentemente ripreso in Doctor Strange nel Multiverso della Follia di Sam Raimi.

How to Stop Time è stato sviluppato come un dramma in sei parti con Tomas Alfredson incaricato di dirigere l’adattamento basato su una sceneggiatura scritta da DC Moore. Oltre a recitare, Benedict Cumberbatch è anche produttore attraverso la sua società, SunnyMarch. La produzione dovrebbe iniziare il prossimo anno a Londra e in altre parti d’Europa.

Descritto come un thriller di supereroi ad alto rischio, il film è incentrato su “uomini e donne che soffrono di una rara condizione che li fa vivere per centinaia e centinaia di anni“, recita la sinossi. “Nato nella Francia del XV secolo, il Tom Hazard di Cumberbatch ha ripetutamente perso tutto ciò che amava. A più di 600 anni dalla sua nascita, si trova nel bel mezzo di una guerra segreta”. I produttori esecutivi sono Ron Halpern, Joe Naftalin, Moore, Alfredson, Haig e Jamie Byng, con Robyn Slovo, Adam Ackland, Claire Marshall e Leah Clarke come produttori.

Guardiani della Galassia Vol. 3: spot tv promette un “arrivederci” e rivela un nuovo lato dei poteri di Groot

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I Marvel Studios hanno appena pubblicato un nuovo spot televisivo in Canada per Guardiani della Galassia Vol. 3 che sottolinea il fatto che questa squadra amata dai fan ci saluterà il prossimo mese. Con James Gunn pronto a dire addio all’MCU dopo questo film, non siamo sorpresi sul fatto che questo possa essere l’ultimo film standalone dei Guardiani della Galassia. Tra i lati positivi, il nuovo spot promette tante risate, incluso un divertente scambio tra fratello e sorella, Star-Lord e Mantis.

Tuttavia, il momento più strano arriva quando vediamo la testa di Groot che sembra camminare su quattro zampe simili a radici! Siamo curiosi di sapere come questo avvenga. Guarda questo nuovo spot televisivo per Guardiani della Galassia Vol. 3:

Guardiani della Galassia Vol. 3, la trama ufficiale

Guardiani della Galassia Vol. 3, l’attesissimo terzo e ultimo capitolo della trilogia di Guardiani della Galassia di James Gunn, che arriverà il 3 maggio nelle sale italiane. “Nel film Marvel Studios Guardiani della Galassia Vol. 3, l’amato gruppo di improbabili Super Eroi sembra po’ diverso ultimamente. Peter Quill, ancora provato dalla perdita di Gamora, deve riunire intorno a sé la sua squadra per difendere l’universo, oltre a proteggere uno di loro. Una missione che, se non sarà portata a termine con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani così come li conosciamo”.

Guardiani della Galassia Vol. 3 è scritto e diretto da James Gunn ed è interpretato da Chris PrattZoe SaldanaDave Bautista, Karen Gillan, Pom Klementieff, con Vin Diesel  nei panni di Groot e Bradley Cooper in quelli di Rocket nella versione originale, oltre a Sean Gunn, Chukwudi Iwuji, Will Poulter e Maria Bakalova. Il film è prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Nikolas Korda, Simon Hatt e Sara Smith sono i produttori esecutivi.

Star Wars: Kathleen Kennedy rivela che il film di Kevin Feige non è mai stato nei piani

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Secondo la presidente della Lucasfilm Kathleen Kennedy, l’annunciato film di Star Wars di Kevin Feige non è mai entrato in fase di sviluppo. Come noto, diversi nuovi progetti di Star Wars sono ora in arrivo, annunciati durante la Star Wars Celebration 2023, inclusi tre nuovi film. Nonostante le entusiasmanti rivelazioni, però, il panel della Star Wars Celebration 2023 di Lucasfilm ha anche sollevato domande su progetti precedentemente annunciati o segnalati che non sono stati affrontati durante il panel di selezione, come quello di Taika Waititi, la trilogia di Ryan Johnson o il suddetto progetto di Feige.

Discutendo dei progetti cinematografici di Star Wars potenzialmente accantonati, la Kennedy si è assicurata di sottolineare che un film di Feige per Star Wars non è mai stato ufficialmente annunciato dallo studio. “Il progetto di Kevin Feige è stato annunciato dalla stampa, o suppongo, dal fandom. Ma non c’era niente… niente è mai stato sviluppato. Non abbiamo mai discusso un’idea. Come tutti sanno, Kevin è un grande fan di Star Wars. Se gli è venuto in mente qualcosa, sarei tutt’orecchi. Ma non è mai successo, davvero. Quindi, non è un progetto abbandonato. Semplicemente non è mai successo davvero“.

I commenti della Kennedy risultano sono sorprendenti, considerando che lo sceneggiatore Michael Waldron ha in passato parlato del suo lavoro sul film di Star Wars ideato da Feige. Waldron, che ha collaborato con Feige a diversi progetti MCU, ha anche menzionato la stesura di bozze per tale film in diverse interviste tra il 2021 e il 2022, confermando inoltre che non sarebbe stato un sequel. Va notato però che la stessa Lucasfilm non ha mai annunciato ufficialmente tale progetto, che potrebbe dunque essere stato subito messo da parte dallo stesso Feige, troppo impegnato a portare avanti un Marvel Cinematic Universe sempre più problematico.

Fonte: ScreenRant

MCU: 10 tendenze sbagliate a cui la Marvel dovrebbe dire addio

MCU: 10 tendenze sbagliate a cui la Marvel dovrebbe dire addio

Le storie del MCU, per quanto siano affascinanti e sempre molto attese, peccano di ripetizioni. Essendo oramai questo un mondo esplorato e presente in diversi forme, film, spettacoli, videogiochi e fumetti, è inevitabile che le narrazioni al suo interno – per stare al passo – siano proliferate, come alcune caratteristiche comuni la cui visione è sempre più frequente.

Nonostante l’universo Marvel abbia un vastissimo materiale da cui attingere, le pellicole risultano avere troppe tendenze che andrebbero eliminate (ci sono personaggi, trame, strutture narrative quasi identiche), al fine di evitare somiglianze fra un prodotto e l’altro e, così facendo, sfoltire le reiterazioni. Cerchiamo di capire cosa andrebbe modificato e cosa abbandonato.

Doctor Strange e Hulk: non più personaggi di supporto

Nel MCU, sia Doctor Strange che Hulk sono stati due membri fondamentali per gli Avengers, con dei ruoli incisivi nelle battaglie affrontate. Nonostante questo merito, entrambi i personaggi hanno avuto poco spazio all’interno della saga per brillare dopo le loro Origin Story. Pensiamo, ad esempio, a Hulk. Il film a lui dedicato è stato L’incredibile Hulk del 2008, per poi comparire in un ruolo di supporto nei film sugli Avengers, in Thor: Ragnarok e She-Hulk: Attorney At Law. Stessa sorte per il Dottor Strange che, dopo il suo primo film del 2016, lo abbiamo ritrovato solo in veste di aiutante. Persino in Doctor Strange nel Multiverso della Follia, l’eroe interviene in una collisione fra altri personaggi, in questo caso fra America Chavez e Wanda Maximoff.

È pur vero che i diritti di distribuzione di Hulk presso la Universal rendano complicato per i Marvel Studios realizzare altre pellicole in cui Hulk è protagonista, ma la messa a punto di Planet Hulk nel MCU fa pensare a una storyline incentrata su Hulk in futuro. Passiamo invece a Doctor Strange, e precisamente alla scena post-credits presente nell’ultimo film, in cui si vede un nuovo personaggio, Clea, chiedere aiuto all’Avenger. In questo caso, il team-up che ci sarebbe fra Doctor Strange e Clea per il terzo capitolo, funzionerebbe di più come film solista per lo stregone rispetto alle precedenti apparizioni.

Scarlet Witch: dall’eroe al cattivo e viceversa

La magnetica e bellissima Wanda Maximoff, in “arte” Scarlet Witch, sin dalle sue prime apparizioni ha destabilizzato lo spettatore. Il personaggio ha fatto il suo ingresso nel MCU come villain in Avengers: Age of Ultron, per poi diventare parte della squadra dei Vendicatori subito dopo. Il suo ruolo però in Avengers: Civil War si ribalta ancora, diventando una terrorista, finendo con il perdere la battaglia contro Thanos in Avengers: Infinity War.

La sua posizione cambia ancora dopo Avengers: Endgame, quando in WandaVision torna a essere malvagia nella sua Scarlet Witch, per poi pentirsi delle sue azioni e corrompere comunque la mente con il Darkhold. Per poi, di nuovo, sacrificarsi per tutti i problemi che ha causato. Un’altalena frequente, la sua, che in un suo eventuale ritorno nell’Universo Marvel non potrebbe più rappresentare né un eroe né un villain, poiché poco credibile. Nonostante questo, l’unica opzione attuabile sarebbe quella di renderla coerente e fedele alla sua natura, malvagia o benevola che sia, senza che questa muti nel corso del tempo.

Le minacce più gravi sono poco prese in considerazione

Un altro problema da affrontare è la mancata presenza di alcuni personaggi quando lo spettatore – o la storia – li esige o se li aspetta. Un esempio importante può essere il film di Iron Man 3, quando uno o più Avengers avrebbero dovuto irrompere sullo schermo per salvare il Presidente. O, ancora, quando Capitan Marvel doveva essere a conoscenza della minaccia incombente generata da villain come Loki, Malekith e Ronan che stavano minacciando la sua casa.

È ovvio che non tutti i personaggi del MCU possono apparire in ogni pellicola, ma la loro assenza si sente parecchio. Ecco perché, data la natura condivisa dell’Universo Marvel, potrebbero essere introdotti più ruoli di supporto da parte di character differenti, oppure inserire dei conflitti che non sollevino, come ora accade, domande su dove si trovino i Vendicatori.

Personaggi importanti ai margini

Il MCU oltre che vasto, è anche stracolmo di personaggi di estremo rilievo. Come in ogni produzione cinematografica, alcuni vivono quasi al margine, mentre altri esistono nella gloria.

Se questo, per motivi di tempi e priorità, è giusto, dall’altra parte bisogna prestare attenzione ai character che invece sarebbe interessante, nell’economia del racconto, mettere in rilievo. Fra questi abbiamo Valchiria, Wasp e Drax, personaggi introdotti solo per supporto, a cui però potrebbero far compiere imprese più grandi o avere archi narrativi più emozionanti.

Spider-Man e il grande caos che ne deriva

Da quando è stato introdotto anche Spider-Man nel MCU, il Peter Parker di Tom Holland di casini ne ha combinati parecchi. Errori su errori, soprattutto all’inizio quando era ancora un Avenger alle prime armi, il suo Spider-Man ha messo nei guai tantissimi personaggi.

Sbagli che se prima potevano avere un senso di esistere, adesso dovrebbero avere un arresto. Magari, il finale devastante di Spider-Man: No Way Home, in cui tutti si sono dimenticati di lui, potrebbe essere la soluzione perfetta per il nuovo inizio di Peter, dove azioni e scelte saranno prese con molta più cautela e maturità.

Eliminare i conflitti non necessari

Fra le scene più apprezzate nei film Marvel ci sono di sicuro quelle action, piene di adrenalina, maestosità e bellezza visiva. Eppure non in tutte le storie occorrerebbero. Questo perché, nella generale economia di una storia, alcune risoluzioni, per legarsi bene al contesto, dovrebbero avvenire con confronti più miti, in cui a farla da protagonista è un semplice ma funzionale dialogo fra le parti.

In questo modo, le battaglie necessarie ai fini della storia, risulterebbero molto più suggestive ed epiche, senza presentarsi come momenti d’azione poco coinvolgenti a livello emotivo.

La morte non è quasi mai duratura

Altro problema, o tendenza, è la modalità in cui il MCU gestisce le morti dei personaggi. Per quanto si tratti di storie fantasy, il capitolare dei character non è mai permanente. Pensiamo, ad esempio, a Loki, l’Agente Coulson, Groot, Gamora, Visione, Peggy Carter, Heimdall, Jane Foster e Teschio Rosso: tutti loro, in un modo o nell’altro, non sono mai morti per davvero.

L’introduzione del multiverso rende la loro dipartita ancor più complicata e temporanea, in quanto molti eroi possono tranquillamente ritornare, come ad esempio il Wolverine di Hugh Jackman e il Professor X di Patrick Stewart. Queste morti, che risultano perciò finte, sgonfiano l’avvenimento della sua importanza e valore, non suscitando a lungo andare molte reazioni sentite. Quel che il MCU dovrebbe fare è prestare attenzione a questo elemento, cercando di dare maggior peso al concetto di morte.

Troppe tute e maschere nanotecnologiche

Il detto dice: il troppo stroppia. Ebbene, tale concetto calza a pennello con l’uso oramai smodato delle tute nanotecnologiche. Presentate come esempio dell’affascinante genialità di Tony Stark, queste armature sono diventate così tanto frequenti da non essere più una caratteristica originale e interessante. Sono, più che altro, diventate oggetto comune di cui neppure si fa più caso o se ne percepisce la bellezza.

Se prima si rimaneva estasiati dalle scene di vestizione degli eroi, oramai i costumi sembrano strati di tessuto senza alcun peso che appaiono e scompaiono come per magia. In tal modo i personaggi non riescono a distinguersi, non vengono messi in risalto per la loro unicità e particolarità, ma anzi al contrario risultano più o meno tutti molto simili. Se nel MCU prestassero più attenzione ai loro costumi, differenziandoli, questo potrebbe conferire loro nuova luce.

La comicità non richiesta del MCU

Ridere è bello. Potersi godere dei momenti divertenti, di intrattenimento puro, in compagnia dei propri supereroi preferiti è magnifico. Ma quando si esagera nella comicità si rischia di far perdere di potenza un momento serio e decisivo, con la conseguenza di non riuscire neppure ad avere un reale coinvolgimento da parte dello spettatore.

Nel MCU ci sono personaggi molto più inclini alla commedia e che, proprio per questa loro peculiarità, risultano estremamente affascinanti. Il problema però è quando si eccede nell’inserire inside jokes, o quando attimi di tensione vengono spompati da battute stonate, che fanno scemare il sentiment del momento. Una soluzione funzionale sarebbe ridurre la comicità alle scene essenziali, senza però snaturare personaggi e narrazione.

Archi narrativi dei personaggi: quando è il momento di dire stop

Nel MCU alcuni personaggi iniziano ad avere una storyline ripetitiva. Il viaggio per molti di loro si è fortunatamente concluso, mentre per altri procede senza alcuna novità. Se prendiamo Thor come esempio, ci accorgiamo di quanto l’eroe sia rimasto fermo nei suoi punti, con l’umorismo che usa per smascherare il dolore; Gamora e Loki sono di nuovo al punto di partenza dopo essere stati uccisi e Doctor Strange continua a imparare che non dovrebbe avere sempre il controllo su tutto.

Come loro, tanti altri sono immobili, si muovono circolarmente invano, senza avere una vera e propria svolta. Il MCU dovrebbe perciò dar loro modo di crescere ed evolversi, in qualche modo rivitalizzarli, facendo intraprendere loro percorsi innovativi e interessanti, prima che sia troppo tardi.

Missouri: tutte le curiosità sul film con Marlon Brando e Jack Nicholson

Nel film Old (2021), diretto da M. Night Shyamalan, il personaggio interpretato da Rufus Sewell si domanda continuamente quale sia il film in cui gli attori Marlon Brando e Jack Nicholson recitano insieme. La risposta a questa domanda non viene mai fornita ma, per chi se lo fosse chiesto, l’unica pellicola a poter vantare la presenza dei due celebri attori premi Oscar è Missouri, film western del 1976 diretto da Arthur Penn, regista celebre anche per Gangster Story e Il piccolo grande uomo. Si tratta di un titolo poco citato, ma che come gli altri diretti da Penn presenta elementi di grande fascino e valore culturale.

Il titolo originale del film, The Missouri Breaks, si riferisce ad un’area desolata e irregolare del Montana centro-settentrionale dove il fiume Missouri ha scavato nel corso delle ere geologiche profonde fenditure nel suolo chiamate breaks. Irregolarità che si presentano come metafora del film e dei suoi personaggi, in quanto Missouri è un western moderno e privo di eroi, talvolta crudo e cinico, che simpatizza apertamente per i ribelli e mostrando invece una certa intolleranza nei confronti di chi si propone come difensore dell’ordine. Ancora una volta, dunque, Penn propone una propria rilettura del genere cinematografico statunitense per eccellenza.

Tra i film più attesi del suo anno, specialmente per via della contemporanea presenza di Brando (che aveva da poco girato Il padrino e Ultimo tango a Parigi) e Nicholson (proveniente dal successo di Chinatown), Missouri fu invece uno scottante fallimento dal punto di vista commerciale e della critica. Nel tempo, tuttavia, similmente ad altri western di quegli anni, è stato rivalutato e riscoperto, divenendo un film di culto per intere generazioni di spettatori. La presenza dei due celebri attori ha certamente aiutato in questo, ma Missouri è un film ricco di altri motivi di pregio, da scoprire o riscoprire.

La trama di Missouri

La vicenda ha inizio con David Braxton, un importante allevatore che vive nel Montana con la sua famiglia. Tutto quello che ha costruito è frutto della sua dedizione e dei suoi sacrifici. La sua vita tranquilla, tuttavia, viene interrotta bruscamente dall’arrivo di un gruppo di furfanti, capitanato da Tom Logan, che comincia a saccheggiare i diversi bestiami. Per difendersi, l’uomo assume Robert Lee Clayton, famoso in tutto il paese per essere un famigerato cacciatore di taglie. Nel frattempo, però, a complicare la situazione è proprio la figlia di Braxton, Jane, che inizia a frequentare Logan e, inevitabilmente, se ne innamora sebbene suo padre sia contrario.

Anche i membri della banda non sono contenti della loro relazione, perché credono che una donna possa essere solo una distrazione inutile per il loro capo. Lee Clayton, intanto, determinato a farli fuori tutti, approfitta di questo momento di défaillance per uccidere uno dei membri della banda di Logan, con metodi stravaganti e insoliti per un cacciatore di taglia. Sempre più, dunque, lo scontro tra lui e la banda si fa acceso, facendo immaginare un terribile scontro finale. Addolcito dall’amore, Logan cercherà in tutti i modi di salvarsi e salvare la sua nuova vita. Clayton, però, non sembra disposto a ripensamenti e farà di tutto per portare a termine la propria missione.

Missouri-cast

Da Marlon Brando a Jack Nicholson: il cast di Missouri

Protagonisti del film sono, come già anticipato, sono gli attori Marlon Brando e Jack Nicholson. Il primo dei due è notoriamente una personalità difficile con cui lavorare e lo stesso regista si trovò a gettare la spugna nei suoi confronti, lasciando che Brando improvvisasse la maggior parte delle sue scene, come da lui voluto. L’attore diede così un’interpretazione diversa del suo personaggio rispetto a quella presente in sceneggiatura, caratterizzandolo ad esempio con una particolarissima arma di sua invenzione. Brando, inoltre, si rifiutò di imparare a memoria tutte le sue battute, rendendo necessario lo scriverle su alcuni cartelloni che lui avrebbe poi letto durante le riprese.

Il suo collega, Nicholson, affermò di aver fatto molta difficoltà a lavorare in queste condizioni, perdendo la concentrazione ogni volta che Brando spostava lo sguardo da lui ai cartelloni per leggere la sua battuta. Il rapporto tra i due sul set fu dunque piuttosto teso, a tal punto che le scene dove recitano insieme sono state ridotte di molto e raramente sono vicini nella stessa inquadratura. In seguito, tuttavia, Nicholson ha affermato che in fondo Brando si è dimostrato a suo modo gentile e disponibile. Anche Brando, anni dopo, ha affermato di aver gradito molto il lavoro svolto con il collega. Entrambi, alla fine, vennero pagati circa un milione di dollari. Un compenso che fece lievitare il budget del film, rendendo più difficile rientrare nei costi.

Accanto ai due, nel ruolo di David Braxton vi è invece l’attore John McLiam, mentre Kathleeen Lloyd, qui al suo film di debutto, interpreta Jane Braxton. Per il ruolo si era proposta anche la premio Oscar Susan Sarandon, la quale però non venne scelta. Tra i membri della gang di Logan si annoverano invece Tod, Si e Calvin, interpretati rispettivamente da Randy Quaid, John P. Ryan e Harry Dean Stanton, attore noto per film come Paris, Texas e Alien. Proprio quest’ultimo, inizialmente, avrebbe dovuto interpretare uno dei due protagonisti. Con l’ingresso dei due celebri attori, tuttavia, fu spostato sul personaggio secondario poi interpretato.

Il trailer di Missouri e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Missouri grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 17 aprile alle ore 23:05 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

Mente Locale – Visioni sul territorio: dal 5 al 14 maggio la decima edizione

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Giunge alla sua decima edizione Mente Locale – Visioni sul territorio, il primo festival italiano di cinema documentario interamente dedicato al racconto del territorio – naturale, culturale, antropologico, sociale – in programma dal 5 al 14 maggio prossimi nelle province di Modena e Bologna, ideato dall’Associazione Carta Bianca. Una scelta precisa, quella di un festival diffuso, ospitato da sale indipendenti e in luoghi solitamente non raggiunti da festival, che risponde alla sfida di creare comunità attorno alle sale cinematografiche: in un presente in cui la provincia e la sua valorizzazione tornano ad essere al centro del discorso politico e sociale, Mente Locale aspira ad essere luogo di costruzione di un’identità culturale basata sulla prossimità, le relazioni, la sostenibilità, la qualità della vita.

L’edizione 2023 affida la direzione artistica a Leena Pasanen, una delle figure internazionali di riferimento nel mondo del cinema documentario, già direttrice dell’European Documentary Network, di DOK Leipzig e di Biografilm Festival, oltre che testimonial ideale dello slow living: finlandese di origine ma cittadina del mondo, la Pasanen si è stabilita infatti nel 2019 sulle colline di Grizzana Morandi, in provincia di Bologna, in una fattoria circondata dai suoi amati cavalli e da vigneti.

Sono 17 i film in gara per la competizione internazionale, che saranno valutati dalla giuria composta da Sarah Elena Schwerzmann, già commissioning editor di ARTE, Claudia Tosi, regista e produttrice e Marco Cucco, direttore del Master di primo livello in Management del Cinema e dell’Audiovisivo e docente DAR Università di Bologna. Una selezione che è stata caratterizzata da una forte attenzione ai temi di attualità, declinati attraverso la lente tematica del racconto dei territori. Tre le anteprime nazionali “Silent love” di Marek Kozaviewicz (Polonia/Germania, 2022), storia di una coppia di donne costretta a nascondere il proprio amore per ottenere l’affidamento del fratellino di una delle due nell’intollerante Polonia rurale dei nostri giorni; “Call me anytime I’m not leaving the house” (Usa, 2022) di Sanjna Selva, il racconto della guerra via FaceTime tra due sorelle ucraine, una artista a Brooklin, l’altra ad Odessa, a due giorni dall’invasione russa; infine “Live till I die” (Svezia, 2022) di Gustav Ågerstrand, Åsa Ekman, Oscar Hedin Hetteberg e Anders Teigen in cui si esplora il territorio di confine tra vita e morte delle case di riposo. Tra i film dedicati alla guerra in Ucraina anche “Dear Odesa” (Italia, 2022, anteprima regionale) del giovane filmmaker ucraino Kyrylo Naumko, in cui il regista torna nella sua amata-odiata città natale che, dopo l’invasione russa, sente l’urgenza di riscoprire attraverso un dialogo con la madre Olha e il suo amico d’infanzia Mykyta. Al miglior film verranno assegnati durante la tradizionale ma inusuale cerimonia di domenica 14 maggio, seduti attorno a un tavolo per un pranzo collettivo con i protagonisti del festival all’agriturismo “Il Castellazzo” in Valsamoggia, i 2mila euro del premio Mente Locale Visione Globale, cui si affiancano altri premi e menzioni, tra cui quello di 1000 euro per il miglior uso delle immagini d’archivio, il premio per la migliore colonna sonora e il premio distribuzione di Sayonara Film.
Accanto alla competizione internazionale, per il secondo anno Mente Locale ospita il concorso “Mente Locale Young” dedicato ai documentari realizzati dagli studenti di tutta Italia. Sono 19 le pellicole selezionate tra le oltre 150 arrivate, che verranno proiettate le mattine del 5 e 6 maggio in Valsamoggia e a Bologna: i vincitori saranno proclamati da una Giuria Young di 650 ragazze e ragazzi degli istituti secondari di primo e secondo grado da tutta Italia, guidati in un percorso di accostamento alla critica cinematografica da Roy Menarini, docente DAMS, e Riccardo Palladino, filmmaker, saggista e docente. In palio per il miglior film mille euro, oltre a tanti altri premi e menzioni. Il film del concorso Young saranno disponibili dal 5 al 14 14 maggio in streaming gratuitamente sulla piattaforma Openddb (https://festival.openddb.it/mente-locale-festival/).

Accanto alle visioni, gli eventi collateraligiovedì 11 maggio la prima edizione di Mente Locale Labmasterclass dedicata a registi, produttori, compositori e studenti di cinema e musica moderata da Leena Pasanen e condotta da Sanna Salmenkallio, nota per la musica composta per fiction e documentari, e Maurizio Feverati, avvocato esperto in questioni di diritto d’autore legati alla musica e al cinema, che parlerà di diritti musicali e del valore aggiunto della musica originale nei film rispetto all’utilizzo delle librerie musicali. I sapori del territorio sono protagonisti: accanto alle degustazioni di vini che accompagneranno con “un vino al giorno” le proiezioni, sabato 13 maggio a Spilambertopatria dell’aceto balsamico tradizionale, verrà presentato in anteprima il video di candidatura dell’aceto a patrimonio immateriale dell’umanità Unesco, seguito da un panel di discussione sul legame tra patrimonio immateriale e territorio e una visita guidata con degustazione al Museo dell’aceto balsamico tradizionale. Reggio Emilia ospiterà invece un evento speciale in collaborazione con il Consorzio del Parmigiano Reggiano, storico partner di Mente Locale.

Altre iniziative collaterali prevedono proiezioni pomeridiane dedicate agli anziani in collaborazione con SPI-CGIL, iniziative di valorizzazione del territorio in sinergia con realtà locali, presentazioni di libri, letture per bambini e molto altro. Oltre al periodo del festival, sono previste nel corso dell’anno giornate di replica dei film vincitori nei territori del festival.

The Boogeyman: trailer dell’horror dal best-seller Stephen King

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The Boogeyman: trailer dell’horror dal best-seller Stephen King

Il trailer del film 20th Century Studios e 21 Laps The Boogeyman, horror-thriller nato dalla mente dell’autore di best-seller Stephen King, arriverà il 1° giugno nelle sale italiane, distribuito da The Walt Disney Company Italia.

La liceale Sadie Harper e sua sorella minore Sawyer sono sconvolte dalla recente morte della madre e non ricevono molto supporto dal padre, Will, un terapista che sta a sua volta affrontando il proprio dolore. Quando un paziente disperato si presenta inaspettatamente a casa loro in cerca di aiuto, lascia dietro di sé una terrificante entità soprannaturale che va a caccia di famiglie e si nutre della sofferenza delle sue vittime.

The Boogeyman è diretto da Rob Savage (Host), con una sceneggiatura di Scott Beck & Bryan Woods (A Quiet Place – Un posto tranquillo) e Mark Heyman (Il cigno nero), e un soggetto di Scott Beck & Bryan Woods basato sul racconto di Stephen King. Il film è interpretato da Sophie Thatcher (Yellowjackets), Chris Messina (Air – La storia del grande salto), Vivien Lyra Blair (Obi-Wan Kenobi), Marin Ireland (The Umbrella Academy), Madison Hu (Bizaardvark), LisaGay Hamilton (Vice – L’uomo nell’ombra) e David Dastmalchian (Lo strangolatore di Boston). The Boogeyman è prodotto da Shawn Levy (Stranger Things), Dan Levine (Arrival) e Dan Cohen (The Adam Project), mentre John H. Starke (Sicario), Emily Morris (Rosaline), Scott Beck, Bryan Woods, Ryan Cunningham, Adam Kolbrenner (La guerra di domani) e Robyn Meisinger sono i produttori esecutivi.

“The Boogeyman è un classico film dell’orrore sullo stampo di Poltergeist – Demoniache presenze, che incute paura e fa emozionare allo stesso modo”, afferma il regista Rob Savage. “Ricordo vividamente il terrore che ho provato leggendo il racconto di Stephen King da bambino, ed è proprio questa sensazione di paura tipica dell’infanzia che volevo suscitare nel pubblico cinematografico di tutto il mondo. Questo film è stato realizzato in collaborazione con un team creativo di incredibile talento e interpretato in modo meraviglioso e intenso dal nostro fantastico cast. Mi hanno tutti davvero incantato. Siamo incredibilmente orgogliosi di questo film e non vediamo l’ora di dare a tutti voi un motivo per avere di nuovo paura del buio”.

The Idol: il teaser trailer della serie Sky Exclusive co-creata da Sam Levinson

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Nuovo teaser trailer per l’attesissima serie Sky Exclusive THE IDOL, in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 5 giugno. Co-creata da Sam Levinson (Euphoria), Abel “The Weeknd” Tesfaye e Reza Fahim, The Idol vede protagonisti Abel “The Weeknd” Tesfaye e Lily-Rose Depp e verrà presentata in anteprima mondiale al Festival di Cannes di quest’anno.

Dopo che un esaurimento nervoso ha fatto deragliare il suo ultimo tour, Jocelyn (Lily-Rose Depp) è decisa a rivendicare lo status che le spetta, quello di più grande e sexy popstar d’America. A riaccendere le sue passioni è Tedros (Abel “The Weeknd” Tesfaye), impresario di nightclub dal passato sordido. Il suo risveglio romantico la porterà a nuove gloriose vette o la farà precipitare nelle profondità più oscure della sua anima?

Il cast include Abel “The Weeknd” Tesfaye, Lily-Rose Depp, Troye Sivan. E con Dan Levy, Da’Vine Joy Randolph, Eli Roth, Hari Nef, Jane Adams, Jennie Ruby Jane, Mike Dean, Moses Sumney, Rachel Sennott, Ramsey, Suzanna Son e Hank Azaria.

Sam Levinson, Abel “The Weeknd” Tesfaye, Reza Fahim sono i co-creatori della serie; produttori esecutivi Sam Levinson, Abel “The Weeknd” Tesfaye, Reza Fahim, Kevin Turen, Ashley Levinson, Joseph Epstein, Aaron L. Gilbert per BRON e Sara E. White; diretta da Sam Levinson; scritta da Sam Levinson, Abel “The Weeknd” Tesfaye, Reza Fahim. Prodotta in partnership con A24.

House of The Dragon, la seconda stagione avrà una narrazione più tradizionale

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Dopo un’acclamata stagione d’esordio, la seconda stagione di House of the Dragon (HBO) si svolgerà su un terreno di gioco più tradizionale e proporrà una narrativa più comune rispetto al primo ciclo che ha raccontato i suoi eventi a cavallo di vent’anni di storia. Stando almeno a quello che dichiara lo showrunner Ryan Condal, che nel corso di un evento con Deadline, ha approfondito quella che sarà lo svolgimento della seconda stagione dell’attesissima serie HBO.

La prima stagione è stata qualcosa di molto diverso rispetto alla serie “madre” di Game of Thrones. Mentre la prima stagione con protagonista Sean Bean ricopriva un periodo di tempo che abbracciava diverse settimane, da quando Ned Stark accetta di diventare Primo Cavaliere di Re Robert Baratheon, fino al tradimento definitivo da parte dei Lannister e la morte del protagonista, la prima stagione di House of the Dragon è stata una storia tentacolare che ha coperto un arco di tempo che ricopre circa 20 anni. Secondo Condal, la storia ora inizierà a rallentare, e si concentrerà maggiormente sulle macchinazioni politiche che hanno reso Game of Thrones così avvincente.

“Sono entusiasta di riprendere da dove avevamo interrotto. Ora possiamo scendere in ritmi più tradizionali simili alla narrazione di Game of Thrones – ha detto Condal – Abbiamo sempre parlato di questa particolare storia, anche con George [R.R. Martin], della sua natura di tragedia shakespeariana o greca. Questa serie parla in gran parte di una casa che si sta facendo a pezzi dall’interno. Ora che tutti questi pezzi sono stati sistemati sulla scacchiera, sono davvero entusiasta di raccontare il prossimo capitolo, per vedere cosa succede.”

Ha continuato a discutere delle generazioni di House of the Dragon e di come ciò abbia influito sulla narrazione, dicendo: “Il trucco è stato davvero quello di mostrare questo conflitto generazionale iniziato con la generazione di Viserys. Lui e Otto Hightower, il suo Primo Cavaliere, sono passati a Rhaenyra e Alicent man mano che crescevano, diventavano adulti e avevano figli e il potere viene trasmesso ai loro figli. È una storia di tre generazioni e dovevamo impostarla in una solo stagione in modo da poter passare alla Danza dei Draghi”.

House of the Dragon è stato un incredibile successo per HBO, con una media di circa 29 milioni di spettatori per episodio al momento della sua uscita. Un altro spin-off di Game of Thrones, A Knight of the Seven Kingdoms, è stato appena annunciato. La produzione della seconda stagione è iniziata la scorsa settimana nel Regno Unito. Non è stata rivelata alcuna finestra di uscita, ma con le riprese iniziate, è probabile che ci sarà a breve un annuncio.

House of the Dragon seconda stagione, la prima foto dal set

Nel cast della seconda stagione di House of the Dragon  Matt SmithEmma D’ArcyOlivia Cooke, Eve Best, Steve Toussaint, Fabien Frankel, Ewan Mitchell, Tom Glynn-Carney, Sonoya Mizuno e Rhys Ifans. Fra gli attori della prima stagione che tornano nel cast dei nuovi episodi anche Harry Collett, Bethany Antonia, Phoebe Campbell, Phia Saban, Jefferson Hall e Matthew Needham.

I crediti della seconda stagione: co-creatore e produttore esecutivo George R.R. Martin; co-creatore, showrunner e produttore esecutivo Ryan Condal; produttori esecutivi Sara Hess, Alan Taylor, Melissa Bernstein, Kevin de la Noy, Loni Peristere, Vince Gerardis. Tratto dal bestseller di George R.R. Martin “Fuoco e Sangue”.

The Amazing Spider-Man 2, le 5 cose che il film ha fatto veramente bene

Vestire i panni di Spider-Man non è mai un compito facile, soprattutto se a indossare prima la tuta dell’Uomo Ragno è stato l’indimenticabile Tobey Maguire nella trilogia di Sam Raimi. A Andrew Garfield è però toccata l’ardua missione con la riedizione della saga cinematografica, slegata dalla precedente, conclusasi però troppo in fretta con il secondo capitolo The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro. I film di Marc Webb, molto ambiziosi di natura, portavano sullo schermo una nuova storia dell’Uomo Ragno, che aveva sulle spalle l’obiettivo di plasmare un intero universo di lungometraggi della Sony.

Le carte in regola le aveva tutte, ma qualcosa è andato storto, facendo naufragare in seguito l’idea. Fra le cause maggiori la trama risultata troppo prolissa e confusa. Al netto di alcuni problemi narrativi presenti in The Amazing Spider-Man 2, la pellicola rimane comunque piena di elementi visivi e contenutistici molto ben riusciti, con sequenze dal grande carico emotivo che meritano una certa attenzione. Scopriamo quali sono.

The Amazing Spider-Man 2 ha il miglior costume di sempre

I live-action di Spider-Man hanno sempre saputo regalare al suo protagonista una tuta degna del suo nome. È da specificare che in tutti i lungometraggi dedicati all’eroe, da Tobey Maguire fino a Tom Holland per intenderci, ogni costume di Spider-Man si è allontanato dalla sua versione a fumetti, venendone realizzata una versione molto più moderna.

Eppure, se dobbiamo stilare una classifica della più bella, non si può fare a meno di posizionare sul podio il costume di Andrew Garfield in The Amazing Spider-Man 2 che, seppur anch’esso si discosti dal design classico, possiede un certo fascino. La componente creativa, in questo caso, è davvero degna di nota: quando infatti Peter indossa la tuta, riesce ad assumere molto più degli altri le sembianze di un ragno. E il costume, aiutato dagli incredibili effetti visivi di cui il film è pieno, spicca maggiormente.

L’impeccabile scena della morte di Gwen Stacy

Quando in Spider-Man: No Way Home abbiamo visto Peter Parker, interpretato da Andrew Garfield, lanciarsi a picco nel vuoto per salvare Michelle (MJ), la mente è volata subito alla morte dell’amata Gwen in The Amazing Spider-Man 2 (la scena ne rievoca l’episodio). Peter e Gwen costituiscono infatti la componente emotiva dell’intero franchise, merito anche della forte chimica fra Andrew Garfield ed Emma Stone, definita la migliore delle saghe. La costruzione funzionale della loro love story ha permesso al pubblico di affezionarsi alla coppia molto più di quanto era successo con le altre, a tal punto che i momenti d’amore fra loro hanno emozionato tanto quanto quelli action.

Peter e Gwen erano perfetti l’uno per l’altra, anime complementari e affini che avrebbero sfidato qualsiasi sorte pur di stare insieme. Gwen, tra l’altro, non aveva alcuna paura del pericolo e questo, alla fine, ne ha decretato la morte. Quando nella storia Harry Osborn, diventato cattivo, viene a conoscenza dell’identità di Spider-Man, innesca una catena di eventi che hanno un unico scopo: uccidere Gwen. Proprio per la capacità degli autori di aver saputo edificare una storia d’amore coerente e completa, la morte di Gwen è stata molto più scioccante. Se si prendono in considerazione i fumetti, questo è uno dei momenti più iconici e, The Amazing Spider-Man 2, è stato in grado di renderlo sullo schermo in maniera magistrale.

Il combattimento finale mostra la vera essenza dell’eroe

In The Amazing Spider-Man 2, la morte di Gwen risulta per Peter un trauma insuperabile, tanto da rinunciare a essere Spider-Man per sempre. Il film inserisce questo aspetto con un montaggio emotivamente impattante, in cui vediamo Peter in piedi davanti alla tomba della sua amata mentre passano le stagioni. Questa sequenza dà conferma allo spettatore di quanto la sua perdita abbia provocato nell’eroe una spaccatura interna, al punto da non poter più essere d’aiuto a nessuno.

Ma quando una minaccia incombe sulla città, Peter si rende conto di non poter abbandonare la sua gente e, nel ricordo del discorso di Gwen al diploma, capisce di dover tornare a vestire i panni di Spider-Man. Nella commovente scena finale, Peter – indossata la tuta – ha un breve ma intenso momento con un ragazzino che vuole affrontare il nuovo villain, Rhino, pronto a distruggere tutto. Spider-Man torna così in azione, pronto a fermare il nuovo cattivo.

Le piacevolissime battute di Peter Parker

Fra le caratteristiche amate di Spider-Man, quella più apprezzata è la sua vena ironica. Le battute dell’eroe a metà combattimento sono fra i momenti più memorabili dei film e in The Amazing Spider-Man 2 Andrew Garfield le porta in vita in modo molto divertente, dando proprio il meglio di sé. Nella versione di Tobey Maguire questo lato dell’eroe era stato assopito, ma con lo Spider-Man di Garfield ridere alle sue comiche è stato davvero facile.

Sempre nel finale del combattimento con Rhino presente in The Amazing Spider-Man 2, l’attore dimostra quanto sia a suo agio nel ruolo e nella comicità di Spider-Man. La sequenza mostra Peter che si prende gioco del villain, si aggrappa al camion, lo incalza ironicamente. Facendo confluire poi il tutto nella risoluzione del conflitto, con Spider-Man che canticchia il tema della scena animata originale dell’eroe mentre ghermisce Rhino, il quale se ne va sconfitto in modo esilarante.

I preziosi effetti visivi

Lo abbiamo detto in apertura, lo ribadiamo. Gli effetti visivi di The Amazing Spider-Man 2 sono, oltre che curati alla perfezione, una vera goduria per gli occhi. Se prendiamo in considerazione le sequenze con protagonista Electro, ci accorgiamo subito di quanto la lotta fra il villain e Spider-Man sia un vero e proprio spettacolo visivo.

Basti pensare al cambiamento nel design del cattivo, in cui la tuta normale si trasforma in un costume energizzante blu talmente ben fatto da restituire delle scene eccezionali e coinvolgenti. Il CGI, poi, è riuscito a realizzare le migliori scene di ragnatela in live-action in un film su Spider-Man, superando il suo predecessore con Tobey Maguire ma anche, in generale, la trilogia del MCU con Tom Holland.

Marvel Studios: la dipartita shock di Victoria Alonso e altre polemiche “da dimenticare”

La Marvel si è trovata coinvolta in una grossa polemica dopo l’abbandono shock della veterana dei Marvel Studios Victoria Alonso, anche se questa non è l’unica volta che la casa produttrice del MCU è balzata sui giornali di tutto il mondo per i motivi sbagliati. Durante la Fase 4, i Marvel Studios hanno infatti avuto un problema di quantità e di qualità.

Sembra che la colpa di ciò sia da attribuire all’ex amministratore delegato della Disney Bob Chapek, anche se è difficile non chiedersi se Kevin Feige e compagnia non siano diventati un po’ troppo fiduciosi nelle loro capacità dopo il successo della Saga dell’Infinito. Fortunatamente, il MCU sembra essere tornato sulla strada giusta, ma nelle ultime settimane lo studio ha continuato a fare notizia per i motivi sbagliati: ci sono alcune controversie dell’ultimo decennio e mezzo che sappiamo preferirebbero fossero dimenticate e che analizziamo in questo articolo.

Marvel Studios vs. Marvel Entertainment

Marvel_Entertainment_Logo_Questa decisione non è stata presa dai Marvel Studios, ma dal CEO di Marvel Entertainment Isaac Perlmutter, recentemente licenziato. Con la rapida crescita di popolarità del MCU, Perlmutter voleva “danneggiare” i film degli X-Men e dei Fantastici Quattro della 20th Century Fox e ha deciso di farlo ordinando alla Marvel Comics di ridurre il numero di fumetti con protagonisti questi personaggi.

Così, la Prima Famiglia della Marvel è partita per un viaggio nel cosmo e gli X-Men sono stati messi da parte e sostituiti dagli Inumani. È stata un’iniziativa che ha fallito miseramente e quando ha cercato, senza riuscirci, di imporre a Kevin Feige un film sugli Inumani, Perlmutter ha finito per far sviluppare alla Marvel Television una serie che si è rivelata “imbarazzante”, a detta di pubblico e critica. Questo è stato uno dei tanti motivi per cui Feige ha spinto la Disney a permettere ai Marvel Studios di diventare un’entità separata. Tuttavia, i due si sono scontrati per anni e Perlmutter è stato il motivo per cui Don Cheadle ha sostituito Terrence Howard nel ruolo di War Machine dopo che quest’ultimo si era rifiutato di dare un aumento all’attore e avrebbe dichiarato che nessuno avrebbe notato la differenza tra due attori neri.

Hulk licenziato!

Edward NortonL’incredibile Hulk è uscito poco dopo Iron Man, ma non ha ricevuto una risposta altrettanto positiva come il film che lo ha preceduto. Per molto tempo, è stato la pecora nera del MCU, in gran parte a causa della tempesta di polemiche che ha generato: Edward Norton aveva la reputazione di essere un attore difficile e, dopo aver sottratto il ruolo in American History X a Tony Kaye, l’attore ha cercato di fare lo stesso con la visione di Louis Leterrier per L’incredibile Hulk, scontrandosi con i dirigenti dei Marvel Studios.

Se inizialmente a Norton era stato concesso di riscrivere varie scene il giorno stesso delle riprese, l’attore si è poi arrabbiato quando il suo contributo non è stato effettivamente inserito nel montaggio finale del film. Di conseguenza, si è rifiutato di promuovere il materiale: questo è stato un incubo per la campagna marketing di Hulk e ha portato alla sua sostituzione con Mark Ruffalo.

Disney vs. Vedova Nera

avengers age of ultron black widowBlack Widow è stato distribuito contemporaneamente nelle sale e su Disney+ con “accesso vip” e, anche se la Disney ha parlato di numeri impressionanti nel fine settimana di apertura, chi non ne è stato contento è stata proprio la protagonista del film, Scarlett Johansson. Poco dopo il debutto del film, l’attrice ha intentato una causa contro Disney per aver perso più di 50 milioni di dollari che avrebbe dovuto guadagnare con gli incassi. Alla fine la Johansson e la Disney si sono accordate in via extragiudiziale, ma questa è stata un’altra mossa controversa dell’ex amministratore delegato della Disney Bob Chapek, che alla fine è stato sostituito dal suo predecessore, Bob Iger.

In tutta onestà, non è stata colpa dei Marvel Studios e non è un segreto che Kevin Feige fosse scontento della situazione. Si prevede che la Johannson tornerà nel MCU in qualche veste, ma questa è stata una storia importante e molto controversa, in un momento in cui lo studio stava affrontando sfide enormi nel bel mezzo della pandemia.

Un insulto andato troppo oltre

loki marvel studiosLa cosa strana di questa storia è che all’epoca nessuno si rese conto che fosse offensiva! In The Avengers, Loki viene catturato dallo S.H.I.E.L.D. e ha un teso confronto con Vedova Nera a bordo dell’Helicarrier. Durante la loro conversazione, Loki definisce l’eroe un “quim piagnucolante”, un insulto che, beh, suona come qualcosa che un Asgardiano potrebbe dire. Il problema è che, chi ha visto il film e ha cercato la frase su Google, si è reso conto che Joss Whedon è riuscito a inserire una variante della parola “c*nt” in un film vietato ai minori… e nel primo titolo del MCU distribuito dalla Disney.

Da allora, alcune trasmissioni televisive hanno sostituito “quim” con “child” e in rete si è diffuso un sentimento di disagio per il fatto che un personaggio femminile fosse stato definito in questo modo. Viste alcune affermazioni fatte da allora su Whedon riguardo al modo in cui ha trattato le attrici sul set, questo momento assume una prospettiva molto più cupa.

Una svista in conferenza stampa

junket marvel studiosQuesto è stato un ottimo esempio di cosa non fare durante un press tour, e siamo sicuri che i Marvel Studios hanno tenuto d’occhio i propri talent dopo questo passo falso durante la promozione di Avengers: Age of Ultron. Cercando di divertirsi durante una serie infinita di interviste, Chris Evans e Jeremy Renner hanno parlato del coinvolgimento romantico di Vedova Nera con Bruce Banner nel sequel. Quest’ultimo è intervenuto chiamando scherzosamente il personaggio “pu*****”, mentre Evans ha aggiunto che la sua collega Vendicatrice è “una vera pu*****”.

I fan non hanno gradito questi commenti sessisti e sia Evans che Renner si sono subito scusati. In definitiva, si è trattato di un errore e i commenti sono stati fatti su un personaggio immaginario. Più preoccupante è stato il modo in cui Vedova Nera è stata ritratta da Joss Whedon nel sequel di The Avengers, ma in un mondo post #MeToo, questi due potrebbero essere cancellati!

Polemiche in corso

Kang sconfittoAttualmente, i Marvel Studios si trovano nel mezzo di una serie di controversie. Continuano a subire critiche per il modo in cui vengono trattati i tecnici VFX, sovraccaricati di lavoro e sottopagati. Victoria Alonso è ritenuta responsabile della creazione di questa cultura tossica, anche se sta combattendo dopo che una violazione del suo contratto – la produzione e la promozione di un documentario – l’ha portata al licenziamento.

Oltre a fare causa alla Disney, la Alonso ha sostenuto di essere stata licenziata per essersi rifiutata di censurare una bandiera LGBTQ+ nell’ultimo film di Ant-Man, in modo che potesse essere distribuito in alcuni Paesi. C’è poi il problema di Jonathan Majors. L’attore sta attualmente affrontando gravi accuse di aggressione in seguito a un presunto alterco con una donna, e anche se abbiamo sentito che ci sono prove che dimostrano la sua innocenza, il caso non è ancora chiuso. Di conseguenza, i Marvel Studios potrebbero trovarsi costretti a dover cercare un nuovo Kang

Funko celebra i 100 anni di Disney con il nuovo Pop di Campanellino

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Gli appassionati di Funko e gli amanti di Peter Pan ora hanno un nuovo oggetto indispensabile da aggiungere alla loro collezione. Per celebrare il suo centenario, The Walt Disney Company ha rilasciato diverse linee di merchandising dedicate a innumerevoli indimenticabili IP. Le celebrazioni Disney100 hanno portato a un numero impressionante di partnership con licenze globali, inclusi marchi di alta moda come Coach e Givenchy, nonché aziende di giocattoli come LEGO, Mattel, Hasbro e Funko. Quest’ultima in particolare ha già lanciato vari nuovi Pop! figure che segnano l’eredità iconica della Disney, incluso la statuetta sfaccettata dedicata a R2-D2.

Adesso, lo stesso trattamento avuto da robottino di Star Wars è stato dedicato a Campanellino, che è la protagonista della nuova Funko Pop! figure esclusiva per i festeggiamenti di Disney100. Creata per la prima volta da J. M. Barrie, è diventata rapidamente una delle preferite dai fan dopo la sua apparizione nel film del 1953 basato sull’opera di Barrie stesso.

Tra le sue varie incarnazioni cinematografiche, non possiamo non citare quella di Julia Roberts per Hook di Steven Spielberg, mentre molto presto rivedremo Campanellino in Peter Pan & Wendy, interpretata da Yara Shahidi.

Ritorno a Seoul di Davy Chou arriva al cinema dall’11 Maggio

Ritorno a Seoul di Davy Chou arriva al cinema dall’11 Maggio

Ritorno a Seoul di Davy Chou arriva al cinema dall’11 Maggio con I Wonder Pictures in collaborazione con MUBI. Già presentato in selezione ufficiale nella sezione Un Certain Regard del 75° Festival di Cannes e in anteprima italiana al Torino Film Festival, è il secondo film del regista franco cambogiano dopo Diamond del 2016.

Freddie, 25 anni, impulsiva e testarda, torna in Corea del Sud per la prima volta da quando, appena nata, è stata adottata da una coppia francese. Qui, inizia a cercare i genitori che l’hanno abbandonata. Tra incontri, nuove amicizie e l’ombra di una madre biologica che non vuole farsi rintracciare, la ragazza si trova immersa in una cultura molto diversa dalla sua e intraprende un viaggio nel viaggio che la porterà in direzioni del tutto inaspettate. Per scoprire che forse questa è la vita: incontrare l’inaspettato, cavalcarlo, essere tutte le persone che avresti potuto essere.

Il regista Davy Chou, classe 1983, trae ispirazione dalla sua storia personale. Nato in Francia da genitori cambogiani torna in Cambogia, per la prima volta, proprio a venticinque anni e, come la protagonista del suo film, condivide il rapporto complesso con la sua terra natale. La storia si svolge nell’arco di otto anni, seguendo la crescita di Freddie. Durante le varie fasi che la contraddistinguono la musica diventa il denominatore linguistico che unifica e supera gli ostacoli attraverso un ritmo comune che va oltre il francese, il coreano, l’inglese e che avvicina le diverse anime del film. La ricerca dell’identità e la scoperta delle proprie radici sono il fulcro attorno a cui ruota tutta la ricerca del regista.

Ritorno a Seoul, al cinema con I Wonder Pictures in collaborazione con MUBI, è prodotto da Aurora Films e coprodotto da Vandertastic Films e Frakas Productions. Ritorno a Seoul sarà prossimamente su MUBI.

Negli UCI Cinemas arriva Coldplay – Music Of The Spheres: Live At River Plate

Dal 19 al 21 aprile nelle multisala del Circuito UCI torna la famosa band britannica con Coldplay – Music Of The Spheres: Live At River Plate, il film concerto che offrirà ai fan la possibilità di vivere l’acclamato spettacolo Music Of The Spheres World Tour dei Coldplay, che ha venduto più di 6 milioni di biglietti e ha ottenuto recensioni entusiastiche da parte di fan e critici. In questa speciale edizione cinematografica gli spettatori potranno assistere alla versione definitiva dello spettacolo trasmesso in diretta in tutto il mondo lo scorso ottobre, con audio remixato e rimasterizzato e immagini straordinarie, realizzate con 30 telecamere, droni e tecniche di ripresa a 360° dal regista Paul Dugdale, vincitore di un BAFTA e nominato ai Grammy.

Il film concerto, distribuito da Nexo Digital, include una serie di filmati che non sono stati mostrati durante l’evento in diretta, tra cui esclusivo materiale backstage e nuove interviste alla band. Gli spettatori vedranno i Coldplay alle prese con i classici successi della loro carriera, tra cui Yellow, The Scientist, Fix You, Viva La Vida, A Sky Full Of Stars e My Universe, in uno stadio di luci, laser, fuochi d’artificio e braccialetti LED. Tra le chicche anche la partecipazione della pluripremiata H.E.R. e di Jin dei BTS, che si esibisce al fianco dei Coldplay per il debutto dal vivo del suo singolo da record The Astronaut.

Coldplay – Music Of The Spheres: Live At River Plate sarà proiettato dal 19 al 21 aprile alle 21:00 in tutte le multisala del Circuito: UCI Bicocca (MI), UCI Luxe Campi Bisenzio (FI), UCI Casoria (NA), UCI Montano Lucino, UCI Firenze (FI), UCI Fiumara (GE), UCI Lissone (MB), UCI Cinepolis Marcianise (CE), UCI Luxe Marcon (VE), UCI Molfetta (BA), UCI Moncalieri (TO), UCI Orio (BG), UCI Parco Leonardo (RM), UCI Porta di Roma (RM), UCI Reggio Emilia (RE), UCI Romagna Savignano sul Rubicone (FC), UCI RomaEst (RM), UCI Torino Lingotto (TO), UCI Verona (VR), UCI Curno (BG), UCI Ferrara (FR), UCI Fiume Veneto (PN), UCI MilanoFiori (MI), UCI Perugia (PG), UCI Piacenza (PC), UCI Sinalunga (SI), UCI Alessandria (AL), UCI Arezzo (AR), UCI Showville Bari (BA), UCI Bolzano (BZ), UCI Cinemas Meridiana Bologna (BO), UCI Catania (CT), UCI Certosa (MI), UCI Megalò (CH), UCI Seven Gioia del Colle (BA),  UCI RedCarpet Matera (MT), UCI Luxe Maximo (RM), UCI Palermo (PA), UCI Pioltello (MI), UCI Luxe Palladio (VI) e UCI Villesse (GO).

Alice, Darling: trailer del film con Anna Kendrick al cinema dal 4 Maggio

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Uscirà al cinema il 4 maggio distribuito da Notorious Pictures il thriller psicologico firmato dall’inglese Mary Nighy dal titolo Alice, Darling, che vede il ritorno sul grande schermo di Anna Kendrick (Pitch Perfect, 2012; Pitch Perfect 2, 2015; Pitch Perfect 3, 2017) nel ruolo della protagonista, al fianco di Charlie Carrick (The Power, 2021, Il lupo e il leone, 2021).

Nel cast anche: l’attrice canadese Kaniehtiio Horn (Il Giustiziere della notte – Death Wish, 2018, Sugar Daddy, 2020) e Wunmi Mosaku, l’attrice britannica di origini nigeriane definita dal «Nylon Magazine» come una delle giovani promesse di Hollywood (I Am Slave, 2010; Philomena, 2013).

In questo di Alice, Darling Anna Kendrick regala allo spettatore una performance magnetica, coinvolgendolo in una storia sottile e ricca di sfumature sulla coercizione e il controllo. Alice, Darling è un racconto avvincente ma è anche e soprattutto una storia di resilienza e di emancipazione femminile.

La trama del film Alice, Darling

Il film, presentato con successo all’ultima edizione del Toronto International Film Festival, affronta l’importante e delicato argomento della violenza psicologica. Alice, Darling, infatti, racconta la storia di Alice (interpretata da un’intensa Anna Kendrick), una giovane donna vittima di una relazione violenta, in cui viene abusata psicologicamente dal fidanzato Simon (Charlie Carrick). Dopo una vacanza con le amiche, Alice si rende conto che deve staccarsi da quella relazione “malata” e ritrovare sé stessa. Ma la vendetta di Simon è dietro l’angolo e metterà a dura prova la forza di Alice.

Prime Video svela il poster ufficiale della seconda stagione di The Ferragnez – La serie

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Prime Video ha annunciato oggi la data di uscita e svelato il poster ufficiale dello show non-fiction italiano Original The Ferragnez – La serie, che per la seconda stagione riporta sullo schermo l’imprenditrice digitale e icona della moda Chiara Ferragni e il poliedrico artista e imprenditore Fedez per raccontare il loro mondo professionale e privato, e la loro famiglia, oltre che con il primogenito Leone, ora anche con la piccola Vittoria. La seconda stagione di The Ferragnez – La serie, prodotta da Banijay Italia per Amazon Studios, debutterà in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo con i primi quattro episodi il 18 maggio 2023, per poi concludersi il 25 maggio con gli ultimi tre. La seconda stagione di The Ferragnez – La serie è l’ultima novità per i clienti Amazon Prime, che in Italia beneficiano di spedizioni veloci, offerte esclusive e intrattenimento, incluso Prime Video, con un solo abbonamento al costo di €49,90/anno o €4,99/mese.

Inoltre, Prime Video ha annunciato oggi The Ferragnez: Sanremo Special, un episodio speciale che debutterà dopo l’estate e che segue Chiara Ferragni nella sua avventura come co-conduttrice al 73° Festival di Sanremo, tra lezioni di public speaking, fitting d’alta moda, nuove esperienze e paura da palcoscenico.

La giovane coppia più celebre del panorama contemporaneo, ribattezzata i Ferragnez, è seguita da milioni di follower su Instagram. Chiara Ferragni è imprenditrice digitale e icona della moda con oltre 29 milioni di follower su Instagram, incoronata da Forbes “Most Powerful Fashion Influencer” a livello globale; Fedez è un imprenditore e artista poliedrico con all’attivo oltre 86 dischi di platino e più di 14,6 milioni di follower su Instagram, già protagonista di Celebrity Hunted – Caccia all’Uomo S1 e host del grande successo LOL – Chi ride è fuori. Grazie allo show docu-reality Original The Ferragnez – La serie, pubblico e fan hanno imparato a conoscerli oltre i social, grazie ad un accesso esclusivo al dietro le quinte della loro quotidianità in un periodo speciale e straordinario della loro vita insieme. Chiara Ferragni e Fedez torneranno dopo il successo della prima stagione, per raccontare nuove sfide e nuovi traguardi, ma anche il loro rapporto come giovane coppia e come genitori, accettando ancora una volta con coraggio di mettersi a nudo, scavare a fondo e aprire agli spettatori le porte della loro casa.

The Ferragnez - La serieLa seconda stagione di The Ferragnez – La serie prosegue la  collaborazione tra la coppia e Prime Video, dopo una prima stagione di grande successo uscita a dicembre 2021: Fedez è brand ambassador di Prime Video, il primo a rivestire questa carica in Europa, oltre ad essere stato uno dei fuggitivi di Celebrity Hunted – Caccia all’Uomo S1, primo show Original italiano, e arbitro e conduttore di LOL: Chi ride è fuori; mentre Chiara è stata una dei giudici della prima stagione di Making The Cut, fashion contest condotto da Heidi Klum e Tim Gunn, e protagonista del documentario Chiara Ferragni Unposted, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2019 e disponibile in esclusiva su Prime Video.

Il poster della seconda stagione di The Ferragnez – La serie è scattato dal duo di fotografi di moda Luigi & Iango.

La seconda stagione di The Ferragnez – La serie si unirà a migliaia di film, show e serie già presenti nel catalogo di Prime Video tra cui le produzioni italiane Original The Bad Guy, Prisma, Bang Bang BabyGianluca Vacchi: Mucho Más, Laura Pausini – Piacere di conoscertiThe Ferragnez – La serieAll or Nothing: Juventus, Anni da caneDinner ClubVita da CarloFERRO, le prime 3 stagioni di Celebrity Hunted- Caccia all’Uomo e di LOL: Chi ride è fuori, ma anche, Prova Prova Sa Sa, Monterossi e Me contro Te, le serie pluripremiate Fleabag e The Marvelous Mrs. Maisel e i grandi successi come Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del PotereArgentina 1985Jack RyanThe BoysBorat – Seguito di film cinemaIl principe cerca figlioSenza RimorsoGood Omens e Carnival Row, oltre a contenuti in licenza disponibili in oltre 240 paesi e territori nel mondo, e alle dirette in esclusiva in Italia delle 16 migliori partite del mercoledì sera della UEFA Champions League, oltre che della Supercoppa UEFA, fino alla stagione 2026/27. Fra le produzioni Original già annunciate anche il capitolo italiano dell’universo Citadel. 

Il sol dell’avvenire al cinema Corallo introdotto da Federica Pontremoli

Il nuovo film di Nanni Moretti, Il sol dell’avvenire, in gara al Festival di Cannes 2023, a Genova esce giovedì 20 aprile al cinema Corallo (via Innocenzo IV 13, tel. 010 8687408), dove alle 21 sarà introdotto da Federica Pontremoli, autrice del soggetto e della sceneggiatura insieme a Francesca Marciano, Valia Santella e lo stesso Moretti. Protagonista della commedia è l’attore e regista francese Mathieu Amalric, che recita accanto a un cast guidato da Margherita Buy e Silvio Orlando, con Barbora Bobulova, lo stesso Nanni, Elena Lietti, Jerzy Stuhr, Laura Nardi, Beniamino Marcone, Rosario Lisma, Flavio Furno, Francesco Brandi. Girato a Cinecittà, è prodotto da Moretti con Sacher Film, da Domenico Procacci di Fandango con Rai Cinema.

Poco si sa della trama del film, se non che il protagonista Giovanni (lo stesso Moretti) è un regista che sta girando un film sui fatti d’Ungheria, che Moretti anziché andare per le strade di Roma in Vespa come faceva in Caro diario qui inforca un monopattino elettrico, che a un certo punto arriva un circo ungherese e la scena si sposta sotto il tendone, che c’è uno psicanalista, che si parla anche di amori, separazioni, calcio, streaming, Stalin e Trotsky, che si canta e si balla, e che il finale è allegro: una rivincita del cinema sulla politica e dell’arte sulla storia.

Federica Pontremoli, genovese, laureata in Lettere moderne, si diploma in sceneggiatura nel 1993 presso il Centro sperimentale di cinematografia di Roma. Nel 2001 dirige il suo primo lungometraggio, Quore, di cui ha scritto anche soggetto e sceneggiatura. Nel 2003 è tra i vincitori del Premio Sacher, indetto dalla casa di produzione di Nanni Moretti, per il soggetto del cortometraggio Baci da Varsavia. Per questo motivo viene poi scelta da Moretti come coautrice della sceneggiatura di Il caimano. Da allora collabora con numerosi registi, tra cui Silvio Soldini per Giorni e nuvole, Giuseppe Piccioni per Giulia non esce la sera, Francesca Comencini per Lo spazio bianco. Nel 2011 torna a lavorare con Nanni Moretti in Habemus Papam, firmando la sceneggiatura insieme a Moretti e Francesco Piccolo. Nel 2012 scrive, insieme a Ferzan Özpetek, la sceneggiatura di Magnifica presenza. Nel 2021 collabora nuovamente con Moretti per il film Tre piani. Gli altri film di cui ha firmato la sceneggiatura sono Generazione 1000 euro di Massimo Venier (2009), Meno male che ci sei di Luis Prieto (2009), la miniserie tv Nel bianco di Peter Peter Keglevic (2010), Il giorno in più di Massimo Venier (2011) e Ho ucciso Napoleone di Giorgia Farina (2015).

Acquasilente: la terza stagione in arrivo il 19 maggio su Apple TV+

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La terza stagione della serie vincitrice del Peabody e del Daytime Emmy Award, sarà disponibile da venerdì 19 maggio su Apple TV+. Inoltre, Apple TV+ ha da poco presentato tre nuovi cortometraggi di Acquasilente.

La serie è incentrata sui fratelli Karl, Addy e Michael, che affrontano sfide quotidiane – grandi e piccole – che a volte sembrano insormontabili. Fortunatamente per loro, hanno  come vicino di casa Acquasilente, un saggio panda. Attraverso il suo esempio, le sue storie e il suo umorismo gentile, Acquasilente offre ai bambini una comprensione più profonda dei loro sentimenti nonché strumenti che li aiutano ad affrontare le sfide quotidiane.

Acquasilente” è basata sul pluripremiato bestseller Scholastic “Zen Shorts” di Jon J Muth ed è prodotto da Gaumont e Scholastic Entertainment. I produttori esecutivi della serie sono Sidonie Dumas, Christophe Riandee, Nicolas Atlan, Terry Kalagian, Iole Lucchese, Caitlin Friedman, Jef Kaminsky, Jun Falkenstein e Rob Hoegee; le voci sono di James Sie, Eva Binder, Tucker Chandler e Judah. Mackey. La serie è stata sviluppata per la televisione in collaborazione con Mallika Chopra, CEO di Chopra Global e autrice di “Buddha and The Rose” e della serie “Just Be” per bambini, attraverso l’iniziativa Changemakers di Apple TV+.

Il team di Acquasilente ha collaborato con Mallika Chopra nella realizzazione di una serie che potesse insegnare ai bambini come essere più consapevoli e meditativi e come rallentare i ritmi per prendere decisioni ponderate ed empatiche. Sin dal suo debutto, la serie è stata elogiata e premiata a livello globale per il suo impatto positivo sulle famiglie di tutto il mondo.

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