Django – La
serie, con la direzione artistica di
Francesca Comencini, regista dei primi quattro
episodi, è un progetto internazionale ambizioso, coproduzione
Italia – Francia e Sky Original, cast stellare e
variegato, che un primo risultato lo ha già prodotto. In occasione
della presentazione al pubblico, infatti, la direttrice artistica
della Festa del
Cinema, Paola Malanga, unitamente
alla presidente della giuria del concorso principale,
Marjan Satrapi, hanno consegnato a
Noomi Rapace, che di Django è l’antagonista,
il Premio alla Carriera – Progressive Lifetime
Achievement Award, dedicato alle figure che, “pur
avendo iniziato la loro carriera non da molti anni, hanno già
lasciato il segno”, ha spiegato Malanga. Nel ringraziare per
il premio ricevuto, di cui si è detta onorata,
Noomi Rapace ha voluto così lanciare il
proprio messaggio di solidarietà alle donne iraniane che stanno
dando vita alle proteste di questi giorni: “Ho solo tre parole
da dire: donna, vita, libertà”.
La trama di Django –
La serie
New Babylon è una città americana,
nata in un cratere nel 1872. Accoglie tutti, affinché tutti siano
liberi e uguali. John Ellis, Nicholas Pinnock, ne
è la guida. Qui arriva Django,
Matthias Schoenaerts, in cerca degli assassini
della sua famiglia. Vi trova sua figlia Sarah,
Lisa Vicari, che credeva morta. Poco lontano
da New Babylon si trova Elmdale City. Le due città sono rivali,
quanto lo sono le concezioni di chi le guida. John Ellis accoglie
chi ne ha bisogno, senza giudizi morali. Così trovano rifugio a New
Babylon prostitute, galeotti e soprattutto neri, altrove
discriminati. A Elmdale, invece, tutti obbediscono alla signora
Thurman,
Noomi Rapace, acerrima nemica di Ellis,
fervente cattolica con zelo moralizzatore, che per le sue
convinzioni non esita a mettersi a capo di una confraternita. Una
sorta di corpo speciale di giustizieri, che si propongono di far
rispettare i principi in cui credono, con qualunque mezzo. Django
si troverà al centro della lotta fra le due città e troverà il modo
di farsi accogliere a New Babylon, per stare vicino a sua figlia e
tentare di recuperare il rapporto con lei, che ritiene il padre
responsabile dello sterminio della loro famiglia.

Da Gomorra a
Django con un cast internazionale
Dopo aver diretto con successo
alcuni episodi di Gomorra
– La serie, Francesca Comencini
torna a lavorare sulla
serialità. Stavolta, ispirandosi liberamente al western di
Sergio Corbucci, Django,
che fu un vero cult. Per quest’avventura, che la regista ha pensato
come omaggio al western, ma anche rivolta all’oggi, Comencini fa
certamente tesoro dell’esperienza di
Gomorra e porta con sé parte di quel
team. La serie in dieci episodi è infatti creata e scritta da
Leonardo Fasoli e Maddalena
Ravagli. Con loro, Francesco Cenni, Michele
Pellegrini e Max Hurwitz. Alla regia –
Comencini dirige i primi quattro episodi – anche
David Evans –
Downtown Abbey – e Enrico
Maria Artale – Romulus – La
serie. Per quel che riguarda gli attori, oltre ai
nomi succitati, troviamo Jyuddah James,
Benny O. Arthur ed Eric Kole, che
interpretano i figli di John Ellis, ma vi sono anche diverse
presenze italiane: da Vinicio Marchioni, a
Franco Nero, che compare in un cameo, a
Manuel Agnelli.
Stile e ritmo in
Django – La serie
È stata certo una bella sfida
adattare uno spaghetti western degli anni Sessanta, già oggetto di
rifacimenti e omaggi, al linguaggio moderno della serialità.
Comencini l’ha condotta con grande perizia,
dandogli una veste nuova, adatta ad un pubblico giovane e
internazionale. Come per altre grandi produzioni seriali nostrane
della storia recente – basti pensare a
Gomorra e Romulus
– la spettacolarizzazione è un aspetto molto presente. Serve a
portare quel tipo di pubblico dentro la storia, per poi
fidelizzarlo grazie all’approfondimento delle vicende dei singoli
personaggi. Dunque, sfide, sparatorie, scene cruente non mancano.
Si privilegiano i primi piani molto stretti e c’è molta attenzione
ai dettagli. L’ambientazione americana è ricreata in Romania in
modo molto accurato e con un efficace lavoro di scenografie e
costumi, per rendere tutto il più verosimile possibile. La regista
sa destreggiarsi bene in questo campo, dominando anche le scene
d’azione, cui riesce a conferire il giusto ritmo.

La forza delle
donne
A sorpresa, ma forse non troppo,
visto che dietro la macchina da presa e alla direzione artistica
del progetto c’è una donna, la vera forza di Django –
La serie, sono proprio le figure femminili.
Comencini punta convintamente su di loro. I
personaggi femminili sono quelli che colpiscono, lasciando il segno
nello spettatore, restando impressi per coraggio, forza d’animo,
anche spietatezza, come nel caso della Signora Thurman interpretata
da
Noomi Rapace, ma non senza le loro fragilità.
Così anche per la talentuosa
Lisa Vicari, che interpreta Sarah, la figlia
di Django. Sono loro, più che Matthias Schoenaers
o Nicholas Pinnock, le vere protagoniste di questa
storia, simboli dell’eterna lotta tra bene e male, sebbene non vi
sia una visione così rigidamente manichea. Il Django di
Schoenaers –
Un sapore di ruggine e ossa,
The Mustang – sbiadisce al confronto.
Anche questo, forse, un segno dei tempi.
Dopo il
Django di Corbucci e quel tributo
eccentrico e appassionato che è stato
Django
unchained di
Quentin Tarantino, un film culto dell’era
western italiana si rinnova ancora, assumendo una forma più
congeniale a questi tempi. Prodotto da
Cattleya, Atlantique, Sky
Studios e Canal+, Django – La
serie, sarà visibile in esclusiva su
Sky dal 2023 e in streaming solo su
NOW.