Con ottimismo e ironia tipicamente
british, arriva oggi nei cinema italiani Il ritratto del duca, l’incredibile storia
vera di Kempton Bunton che ha fatto commuovere ed
emozionare la platea e la critica della 77^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia e che promette di regalare al pubblico italiano
divertimento e altrettanta commozione. Un ritratto, quello di
Bunton, che viene dipinto con grande umanità e
raffinatezza da Roger Michell (Notting Hill)
prima della sua prematura scomparsa lo scorso settembre.
A impreziosire la commedia le
interpretazioni impeccabili dei premi OscarHelen
Mirren(The Queen) e Jim
Broadbent(Paddington, Harry Potter e il principe
mezzosangue) nei panni dei coniugi Bunton, una coppia
umile, unita da un legame indissolubile e sempre pronta a
supportarsi nonostante le difficoltà. Il film è tratto da
un’incredibile storia vera che ha mosso l’opinione pubblica e
scaldato il cuore di migliaia di inglesi negli anni ’60. Il
ritratto del duca è una commedia piena di buoni
sentimenti che invita a riflettere divertendosi, grazie a
misunderstanding, humor inglese e alle straordinarie prove
attoriali di Mirren e Broadbent e di tutto il resto del cast
composto da Matthew Goode(Downton Abbey, The
Imitation Game), Aimée Kelly(Wolfblood), Fionn Whitehead(Dunkirk) e Anna Maxwell Martin(Philomena).
La trama
Nel 1961, Kempton Bunton, un
tassista sessantenne, rubò il ritratto del Duca di Wellington,
dipinto da Goya, dalla National Gallery di Londra. Fu il primo (e
rimane tuttora l’unico) furto nella storia della Gallery. Kempton
inviò una richiesta di riscatto scrivendo che avrebbe restituito il
dipinto a una condizione: se il governo inglese avesse stanziato
più fondi per la cura dei più anziani. In passato, Kempton aveva
già intrapreso una lunga campagna allo scopo di far ricevere il
segnale televisivo gratuitamente ai pensionati. Cosa successe
in seguito divenne leggendario. L’intera storia emerse solo
cinquant’anni anni dopo. Kempton aveva tessuto una rete di bugie.
L’unica verità era che si trattava di un brav’uomo, determinato a
cambiare il mondo e a salvare il suo matrimonio. Come e perché
utilizzò “il Duca” per raggiungere il suo obiettivo, è una
bellissima ed edificante storia.
Robert Downey Jr. rivela le frasi alternative alle
ultime parole di Iron Man in Avengers:
Endgame. Nel 2019, i Marvel Studios hanno concluso la Infinity Saga
con il film diretto da Joe e Anthony Russo. Per
sottolineare la sua importanza nella storia del MCU, il film ha anche rappresentato
il canto del cigno per tre degli Avengers originali, incluso Tony
Stark.
Molto è stato detto sul
coinvolgimento di Downey nel dare il via al MCU nel 2008. I Marvel Studios non volevano
sceglierlo per il ruolo principale di Iron Man a causa del suo
passato travagliato, ma il regista Jon Favreau era
fermamente convinto che fosse perfetto per il ruolo. Il regista
alla fine aveva ragione e da quel momento, il Tony Stark di Downey
è diventato il poster boy del franchise per i successivi 11 anni
fino a quando non ha concluso il suo arco narrativo in Avengers:
Endgame.
Industriale egocentrico all’inizio
del suo percorso, fino al momento della sua morte in campo, Tony ha
percorso un arco narrativo importante, sacrificandosi
volontariamente per sconfiggere Thanos (Josh
Brolin). E quando è pronto a schioccare le dita per
distruggere definitivamente il Titano Pazzo e il suo esercito,
consapevole di quello che gli costerà, non può fare a meno di
ribadire “Io sono Iron Man”, con un chiaro riferimento a quello che
dichiara all’inizio della sua carriera da supereroe: era il 2008 e
così si chiudeva Iron Man. A quanto pare, Robert Downey
Jr. aveva una serie di alternative per per ultime parole
di Tony.
Parlando con Hypochondriactor,
Robert Downey Jr. ha dichiarato: “Avevo così tante
battute alternative che volevo proporre… erano tutte battute super
intelligenti, sai, dire cose come “sei così fottuto” o qualsiasi
altra cosa… io stava per dire “oh snap!”… Ma erano soluzioni troppo
sfacciate per l’intero arco narrativo del personaggio, ed è stata
forse un’idea del nostro grande montatore o forse uno degli
sceneggiatori che hanno detto che dovevamo tornare indietro al
primo film e fare in modo che le sue ultime parole fossero quelle
della sua origine.”
Cyrano
non corre, danza. Come un burattino si muove sul palcoscenico della
vita mentre con lo sguardo cerca, ama, ma le parole d’amore per
Roxanne si bloccano tra le labbra, trovando un canale di sfogo
bagnandosi di inchiostro. E intanto intorno a lui tutto vive di
magia, sospeso in un’atmosfera al di là del tempo e dello spazio,
in una Noto barocca, elegante, silente, pronta a lasciarsi
investire di musica, lettere, sospiri, sguardi.
Joe Wright torna ad aprire le porte del teatro
della sua immaginazione spogliando l’opera originale di
Edmond Rostand per sostituire ogni battuta di
riflessi, dettagli corporei, sguardi in macchina. Le parole si
perdono nel vento per ritornare sotto forma di corpi che danzano,
mani che toccano lettere, bocche che baciano e sanno di
inchiostro.
Una palingenesi poetica
che si spoglia di schermi del pc e di obiettivi fotografici per
riabbracciare l’artigianalità del cinema. Un mondo che riflette il
teatro della vita, con porte, finestre, aperture che rimandano a
quelle di un palcoscenico esistenziale dove i personaggi si
affacciano declamando le loro battute, ma rimanendo umani, reali,
tangibili.
Le musiche dei
The National condiscono sentimenti e paure. Non
soltanto commento musicale, ma accompagnatore galante di personaggi
incapaci di affidare alle parole il loro ruolo di messaggeri
d’amore, ogni brano va al contempo a indagare gli interstizi della
psiche, dando voce a parole espresse solo attraverso la
scrittura.
Tutto in Cyrano
gioca su un impianto armonioso di equilibri e abbracci cromatici
attraverso cui esaltare emozioni e timori.
È un ingranaggio a
orologeria rodassimo quello del nuovo film di Joe Wright.
Una storia dalla portata universale, di uomini che amano e si
nascondono, e donne amate e sognatrici, tutti sospinti da un’enfasi
onirica alternata a momenti più cupi e quasi introspettivi. Il
teatro da elemento ripreso e riprodotto apre il proprio sipario per
espandersi e inglobare tutto il mondo di Cyrano, avvolgendolo in un
luogo dove il sogno diventa spettacolo, e le vite diventano teatro.
Joe Wrightsi riconcilia con il
suo modo di fare cinema grazie. Cyrano, un cinema artigianale e
allo stesso tempo sognante e sospeso.
Quello di Wright si
riconferma uno stile aggraziato, che scrive con il potere degli
sguardi, e di un cinema fisico, corporeo, un composto dramma fatto
di non detti e sentimenti sopiti, trattenuti, ma costantemente sul
punto di esplodere nelle forme di un dolore concretizzato in
impercettibili passi danzanti verso l’abisso della perdita.
Cyrano, laboratorio di
burattini viventi
Joe Wright ripristina il suo processo di
conversione e ridefinizione dei motivi letterari, ora concepiti
come un bacino aureo entro cui attingere a larghe mani. Il testo
diventa scintilla prometeica da alimentare con una poetica
collaudata. Il figlio di burattinai apre nuovamente il suo
laboratorio, costruendo un universo sospeso, infuso di arte e vita.
E così, quelle marionette che aprono il film, si fanno contenitori
profetici di un mondo che va costruendosi. Uno sguardo al passato,
ai giochi di infanzia tra i lavori dei propri genitori che si
ampliano, abbracciando ogni superficie di questo nuovo universo
cinematografico. Basta un riflesso su un finestrino (memore di
quello di Churchill in L’Ora più buia) che tutto profuma di amore, sentimento,
attrazione. Il chiasmo degli sguardi, sottolineato da
sovrimpressioni che uniscono là dove la realtà allontanerebbe, fa
incrociare occhi sognanti in una poetica dell’attimo, in un istante ineffabile su cui stendere la
sostanza delicata e morbida di una storia d’amore.
Una danza
d’inchiostro
Il mondo di Joe Wright, gli stilemi personali di una
poetica riconoscibile ma ancora in evoluzione, con Cyrano fanno il
loro magistrale ritorno, trovando quel bagliore primordiale che le
possa far esplodere come una supernova. Le superfici riflettenti
che rimandano sguardi di un animo frammentato e in attesa di una
fiamma di eterno amore; i dettagli di mani e occhi; gli sguardi in
camera; il dialogo diretto con la storia dell’arte, i colori
parlanti di costumi e ambienti che si uniscono in un abbraccio che
sa di magica eternità, sono tutti strumenti di un artigiano che con
fare minuzioso torna a creare un nuovo universo ispirandosi, ma
senza copiare, il testo di partenza. Ma a fare ritorno è
soprattutto la danza, quella dell’immaginazione e di sentimenti
taciuti e ora tradotti in passi danzanti.
Tutto in Joe è danza.
Come fu per Hanna, anche in
Cyrano un momento di estrema tensione e
adrenalina, come una scena di lotta, si trasforma in un ballo
eseguito con eleganza, tra spade e torce. Spinti da un commento
musicale coinvolgente e commovente, e da un montaggio empatico,
anch’esso danzante, l’atto dello scrivere e del ricevere le missive
si spoglia di ordinarietà per vestirsi di erotica attrazione. Le
strade di Noto diventano assi di un palcoscenico su cui i
personaggi danzano esprimendo parole bloccate tra i denti e ora
pronte a trovare la via grazie a brani musicali dolci, emozionanti,
poesie tradotte in musica e lanciate dritte al cuore. Mai
invadenti, ma capaci di cogliere il momento giusto per far capolino
nello sviluppo della storia trascinando lo spettatore in un
triangolo che balla al ritmo di cuori infranti e innamorati, le
note dei The National suppliscono là dove il
dialogo non riesce a imporsi.
Il non detto affiora
anche e soprattutto tra gli interstizi di un montaggio che unisce
corpi che tentano di allontanarsi, e cuori che si impongono di
stare lontani. Valerio Bonelli si fa direttore d’orchestra di un concerto emozionale, dinamico. I suoi
raccordi, ma soprattutto le sue sovrimpressioni, indicano una
visione non allucinatoria quanto sentimentale, di una trinità
pronta a farsi unità. Un amore così grande, quello di Cyrano per
Roxanne, ma non condiviso; le inquadrature si fanno così portatrici
di un’incapacità intrinseca di dichiararsi,
di quello scarto tra cuore e sguardo, reso esplicito da continui
campi e controcampi che dividono i due. E se uniti nella stessa
inquadratura, Cyrano e Roxanne non incrociano i propri visi, ma
mostrano le spalle, nascondendo un sentimento di amore che può solo
affidarsi al potere della scrittura.
Un impianto visivo
imponente, quello di Cyrano, che sa trascinare lo
spettatore in un mondo altro, sospeso eppure umano. Il film non si
crogiola dunque nella retorica lacrimogena, o nell’ipercinetismo visivo, prediligendo le atmosfere
sospese e l’osservazione fenomenologica. In un universo che vive
sui retaggi degli antipodi fisici, a Cyrano si oppone la sua eterna
amata, non più cugina, ma amica di infanzia. È una nuvola su un
cielo ora sereno, ora in tempesta, Roxanne. I costumi di Massimo
Cantini Parrini la elevano a parte integrante dell’ambiente attraversato. Le sfumature pastello che la
vestono sono carezze che la uniscono agli spazi che la circondano.
È luce e amore Roxanne; Cyrano è notte e silenzio. Uno
scarto fotografico che il direttore della fotografia, Seamus
McGarvey, prende ed esalta in un quadro in movimento pronto a
distaccarsi dallo schermo e vivere altrove, nella mente dello
spettatore.
La luce e la resa
cromatica di McGarvey sono un pennello delicato che si appoggia su
tutto ciò che incontra, rivestendo un amore tenuto segreto e che
arde di fuoco nel buio dell’insicurezza.
Hailey Bennett e
Peter Dinklage si svestono della propria personalità per
abbracciare e unirsi a quelle di Roxanne e Cyrano. Dolci e ironici,
sognatori e astuti, in loro convive l’anima letterale, mescolatasi
a una profondità introspettiva del tutto nuova e coinvolgente. A
trascinare verso il baratro il triangolo amoroso costruito lettera
dopo lettera è però un villain sublimemente interpretato da
Ben Mendelsohn. Il minimalismo facciale, fatto di pochi,
profondi sguardi, carica di fastidioso narcisismo il suo Duca De
Guilce, rendendolo tanto respingente quanto reale. Un perfetto
contrappunto interpretativo che va a contrastarsi con la mimica
facciale di un Dinklage pronto a caricare ogni singolo turbamento
emotivo con smorfie ed espressioni sempre giustificabili alla
caratterizzazione imposta al suo protagonista. Più in sottotono
l’interpretazione di Kelvin Harrison Jr. nei panni di
Cristiano. In bilico tra momenti carichi di enfasi e di apatica
reazione, l’attore coglie il cuore del suo personaggio, senza però
riuscire a restituire in toto la sua complessità.
Eppure, osservandolo alla giusta
distanza, qualcosa scricchiola in questo teatro costruito con
attenzione. La sceneggiatura di Erika Schmidt non è scevra di
lacune narrative, dimenticandosi di completare l’arco narrativo del
Duca di Ben Mendelsohn, o accennando situazioni,
informazioni, senza poi concretizzarle o risolvendole (come fa, ad
esempio, Roxanne a sapere chi sia Cristiano?).
La letteratura di Joe Wright
Danza che incontra il
teatro, vestendosi di arte. Cyrano è una
commistione di linguaggi, un abbraccio letale che esplode in uno
spettacolo dell’amore prestato al cinema. Una lettera scritta con
l’inchiostro della creatività, dove i personaggi recidono i fili
che li trattenevano nel teatro della finzione per immettersi in
quello della vita. Dopo Espiazione,
Anna Karenina, Orgoglio e Pregiudizio e La donna alla finestra, Joe Wright cerca e trova
il cuore delle opere letterarie di partenza, li espianta per
trapiantarli in nuovi corpi. Ancora una volta Wright prende un
testo e lo manipola, vi riflette la propria poetica. Prende un
libro, lo re-installa nel contemporaneo e ne verifica la tenuta,
scoprendo che nel presente un classico può restare attuale
assumendo significati tanto identici, quanto divergenti. Trattando
sentimenti universali ed eterni, Wright inserisce l’arcaico, la
storicità, nell’attualità più bruciante della contemporaneità.
Forte di una location come quella siciliana, al di là del tempo e
dello spazio, il regista riesce ad anticipare lo sgretolamento
dell’uomo moderno, sicuro della propria mente, ma meno del proprio
cuore, per irrorare di vita vissuta, incastrata in paesaggi antichi
e magici, e valori tradizionali.
Tutti siamo Roxanne in
attesa di amore, Cristiano desideroso di un amore che non sa
gestire ma pronto a sacrificarsi, tutti siamo Cyrano,
che pur non sentendosi all’altezza di quell’amore che desidera, lo
merita. Uno scambio tra schermo e sala, attraverso lo sguardo di
Joe Wright, dove l’amore canta, e gli amanti
danzano tra guerra e pace.
Con una durata di 2 ore e 56 minuti,
The
Batman è un film assolutamente impegnativo,
almeno in termini di tempo investito. Questa durata è anche il
focus delle uniche critiche che circolano intorno al film:
bellissimo, qualcuno parla addirittura di capolavoro, ma troppo
lungo.
A questa critica, Matt
Reeves ha risposto ammettendo che è vero che il film è
lungo, ma è anche vero che quel tempo è richiesto dalla storia che
accompagna lo spettatore in un mondo immersivo: “Una volta che
vedi il film, penso che smetta di essere un problema (la
lunghezza). È coinvolgente, ti porta con sé e ti tiene assorbito.
[…] A proposito, una volta era più lungo.”
The
Batman diretto da Matt Reeves uscirà nelle sale
il 4 marzo distribuito da Warner Bros Italia. Protagonisti del film
insieme a Robert
Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno
anche Colin
Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe
Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul
Dano (Enigmista) e Andy
Serkis (Alfred). Infine, John
Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast
anche Peter
Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore
Distrettuale di Gotham.
Due anni trascorsi a pattugliare le
strade nei panni di Batman (Robert
Pattinson), incutendo timore nel cuore dei criminali,
hanno trascinato Bruce Wayne nel profondo delle tenebre di Gotham
City. Potendo contare su pochi fidati alleati – Alfred Pennyworth
(Andy
Serkis) e il tenente James Gordon (Jeffrey
Wright) – tra la rete corrotta di funzionari e figure
di alto profilo della città, il vigilante solitario si è affermato
come unica incarnazione della vendetta tra i suoi concittadini.
Quando un killer prende di mira l’élite di Gotham con una serie di
malvagi stratagemmi, una scia di indizi criptici spinge il più
grande detective del mondo a indagare nei bassifondi, incontrando
personaggi come Selina Kyle / alias Catwoman (Zoe
Kravitz), Oswald Cobblepot / alias il Pinguino
(Colin
Farrell), Carmine Falcone (John
Turturro) e Edward Nashton / alias l’Enigmista
(Paul
Dano). Mentre le prove iniziano a condurlo più vicino
alla soluzione e la portata dei piani del malfattore diventa
chiara, Batman deve stringere nuove alleanze, smascherare il
colpevole e rendere giustizia all’abuso di potere e alla corruzione
che da tempo affliggono Gotham City.
Festeggia 70 anni il Trento
Film Festival che dal 29 aprile all’8 maggio, torna a
Trento per una edizione in presenza. A firmare il manifesto di
questa edizione è Milo Manara, uno dei più grandi
fumettisti e illustratori italiani, che torna al Festival da
protagonista, dopo il manifesto rifiutato nel 1997.
Nell’anno del suo settantesimo
anniversario il Festival presenta un’edizione speciale della
tradizionale sezione Destinazione…, non più un Paese lontano, ma un
viaggio nel tempo guardando al futuro del nostro Pianeta attraverso
la lente della fantascienza e degli studi sul cosmo.
Nasce così Destinazione… futuro, 7
film (più uno per il pubblico più giovane) di science-fiction, uno
per ogni decennio del festival – dagli anni ‘50 agli anni ‘10 del
nostro secolo – con protagonisti il paesaggio, la montagna e la
natura per mettere in scena il futuro della Terra o dare forma a
pianeti lontani dove oggi come negli anni ‘50 solo il cinema è in
grado di “portarci”. Un programma eventi con ospiti ed esperti che
porteranno il pubblico ad avventurarsi tra i misteri dello spazio.
Tra gli ospiti del programma eventi della sezione: Paolo
Nespoli, la “signora delle comete” Amalia Ercoli
Finzi, Marcella Salussolia, ingegnere che
sta occupandosi della progettazione del Lunar
Gateway, la base in orbita cislunare che supporterà i
prossimi pellegrini selenici.
Tra le anticipazioni di questa
edizione il programma speciale Nécessité de Moullet –
Omaggio a Luc Moullet, cineasta e montagnard, tributo a
uno dei cineasti più “montanari” della storia del cinema. Il
regista francese, che sarà presente al Festival dal 3 al 6 maggio
per incontrare il pubblico e presentare i suoi film.
Fondato nel 1952, il Trento
Film Festival è il primo festival cinematografico tematico
al mondo e il secondo festival italiano dopo la Mostra del Cinema
di Venezia. Da settant’anni è l’evento di riferimento dedicato ai
temi della montagna, dell’avventura e dell’esplorazione, divenuto
nel tempo un vero laboratorio di visioni e riflessioni sulle terre
alte del Pianeta.
70° Trento Film Festival, il
manifesto di Milo Manara
L’Uomo Pipistrello torna al cinema
con The Batman, l’attesissima pellicola
Warner Bros. incentrata su uno dei personaggi più amati di sempre,
le cui storie hanno conquistato milioni di spettatori e lettori in
tutto il mondo. La sete di conoscenza dei fan di Bruce Wayne non si
è mai esaurita negli anni e, per soddisfare ogni curiosità,
Panini Comics presenta una serie di nuovi volumi
sul Cavaliere Oscuro in arrivo a marzo che promettono di
accontentare anche i lettori più esigenti. Per celebrare l’uscita
cinematografica, inoltre, il numero 43 dello spillato di Batman in
uscita il 17 marzo si riveste con due
copertinemovie variant realizzate da Lee
Bermejo e Riccardo Federici.
The Batman, dal 3 marzo al cinema
Si inizia con Batman:
L’Impostore, la miniserie di Mattson
Tomlin e Andrea Sorrentinoambientata nei
primi anni di attività dell’eroe e che lo vede alle prese con un
impostore che ha deciso di compromettere definitivamente la sua
reputazione.
I fan del Batman del 1989 diretto da
Tim Burton troveranno pane per i loro denti con
Batman – Il film del 1989 a fumetti, dove
le fantastiche interpretazioni di Michael Keaton, Jack Nicholson e
Kim Basinger riprendono vita in una trasposizione
indimenticabile.
Batman: Cavaliere
maledetto, invece, raccoglie in una nuova edizione le
storie che negli anni 90 fecero conoscere ai fan di Batman il
talento di Jeph Loeb e Tim Sale,
autori anche di Batman: Il lungo Halloween
special, un’avventura inedita ambientata dopo gli
eventi dei due grandi classici Batman: Il lungo Halloween
e Batman: Vittoria oscura.
Batman: Cos’è successo
al Cavaliere Oscuro? è il titolo da recuperare per
gli amanti del pluripremiato sceneggiatore Neil
Gaiman (Sandman), che regala un magnifico tributo
al Cavaliere Oscuro con il suo stile unico.
La trilogia del Cavaliere Oscuro di
Terra Uno, una Terra parallela dove i supereroi hanno
fatto la loro comparsa solo di recente, viene racchiusa, invece,
nell’esclusivo cofanetto Batman: Terra Uno –
Cofanetto, firmato dal tandem composto da
Geoff Johns e Gary
Frank.
Due grandi firme dei comics come
Matthew Rosenberg e Chip Zdarsky
firmano le storie della nuova serie antologica del Cavaliere
Oscuro, che vengono raccolte nel maxi serie Batman:
Leggende metropolitane.
I fan più accaniti dell’Uomo
Pipistrello conosceranno sicuramente le storie brevi in bianco e
nero che negli anni hanno graziato varie serie dedicate a Batman e
che Panini Comics ha raccolto in DC Omnibus: Batman Black &
White. Su quella scia, alcuni degli autori più importanti del
fumetto americano si rimettono oggi alla prova sulle tavole in
bianco e nero in una serie di storie inedite raccolte in
Batman: Black & White.
La storia di Batman non sarebbe
stata la stessa senza Robin e nel 1988 i lettori
di Batman vennero chiamati a compiere una scelta terribile: Robin
doveva vivere o morire? A lui è dedicato Batman: Una
morte in famiglia, volume unico che raccoglie le
celebri saghe che hanno ridefinito il personaggio di Robin per i
decenni a venire.
Il Cavaliere
Oscuro non ha conquistato solo il mondo dei comics, ma
anche quello dei manga, con tre titoli
imperdibili che ogni Bat-lover (ma anche ogni manga-lover)
non dovrebbe lasciarsi scappare. Si parte con Batman:
Il figlio dei sogni, un’avventura a cavallo tra
Gotham City e Tokyo di Kia Asamiya che vede
il Cavaliere Oscuro alle prese con una droga che trasforma chi la
assume nei celebri supercriminali nemici del Pipistrello. Al
culmine della popolarità della serie TV di Batman negli anni
Sessanta, in Giappone viene realizzato un manga di 53 capitoli.
Oggi queste storie sono state restaurate e vengono presentate in
tre volumi, raccolti nell’elegante cofanetto Batman: Il
Batmanga di Jiro Kuwata. E poi, per
finire,Batman e la Justice League1, che racconta la storia di un ragazzo giapponese
giunto a Gotham City in cerca dei genitori scomparsi. Il fatidico
incontro con Batman lo trascinerà in una rocambolesca avventura e
l’aiuto della Justice League si rivelerà fondamentale.
Infine, per chi uscito dal cinema
avesse il desiderio di recuperare i fumetti che hanno ispirato il
Batman di Reeves, i titoli Panini Comics già
disponibili e da recuperare sono quattro: Batman: Il
lungo Halloween e
Batman: Vittoria Oscura, capolavori di
Loeb e Sale che racchiudono indagini appassionanti e una carrellata
dei più celebri nemici del Pipistrello; Batman: Ego e
altre storie, un volume deluxe che raccoglie le più
belle storie di Batman firmate dal maestro Darwyn Cooke (tra cui
l’imperdibile Ego e la gemma Catwoman: Il colpo grosso
di Selina) e infine Batman: Anno
uno, un capolavoro di storytelling noir firmato dal
pluripremiato team creativo composto da Frank
Miller e David Mazzucchelli che svela il
primo anno di carriera di Batman.
I volumi Panini DC sono disponibili
in libreria, fumetteria e su Panini.it.
L’Accademia del Cinema Italiano,
presieduta da Piera Detassis, in collaborazione
con il cinema La Compagnia, la sala fiorentina dedicata al
documentario di Regione Toscana, diretta da Stefania Ippoliti,
presenta un ciclo di 10 straordinarie conversazioni con gli autori
dei film selezionati per concorrere alla cinquina del Premio David
di Donatello – Cecilia Mangini 2022 per il miglior
documentario.
I 10 incontri, pensati per conoscere
più da vicino le storie, i segreti e lo stile degli autori e delle
opere documentarie selezionate, saranno disponibili online,
gratuitamente, a partire da oggi 2 marzo, non solo per il pubblico
ma anche per gli oltre 1600 membri della Giuria dell’Accademia del
Cinema Italiano che fino al 14 marzo voteranno per scegliere, nella
categoria dei documentari e in tutte le categorie, le cinquine
finali dei Premi David di Donatello 2022. Le conversazioni sono a
cura dei critici e giornalisti cinematografici Pedro Armocida e
Raffaella Giancristofaro, del critico Giacomo Ravesi e di Pinangelo
Marino, Vice Presidente di Doc.it, membri della Commissione selezionatrice
dei documentari insieme a Guido Albonetti, Osvaldo Bargero,
Stefania Ippoliti e Betta Lodoli.
DAVID 67: le dieci
conversazioni con gli autori dei documentari
selezionati
Atlantide, di Yuri Ancarani: il regista
conversa con Pedro Armocida
Dal pianeta degli
umani, di Giovanni Cioni: il regista
conversa con Pedro Armocida
Ennio, di Giuseppe
Tornatore: il regista conversa con Pedro
Armocida
Futura,
di Pietro Marcello, Francesco Munzi, Alice Rohrwacher: la
produttrice Giulia Moretti e il sociologo
Stefano Laffi conversano con Raffaella
Giancristofaro
Il
palazzo, di Federica Di Giacomo: la
regista conversa con Raffaella Giancristofaro
La macchina delle
immaginidi Alfredo C. di
Roland Sejko: il regista conversa con
Raffaella Giancristofaro
Los
Zuluagas, di Flavia Montini: la
regista conversa con Giacomo Ravesi
Marx può aspettare, di Marco
Bellocchio: il regista conversa con Raffaella
Giancristofaro
Onde
radicali, di Gianfranco Pannone: il
regista conversa con Pedro Armocida
Rue
Garibaldi, di Federico Francioni: il
regista conversa con Pinangelo Marino
Il Cinema La Compagnia di Firenze,
dedicato alla programmazione di cinema documentario, è tra i
fondatori di DocExchange, la rete internazionale di sale che
programmano cinema del reale, di cui fanno parte Hot Docs Ted
Rogers di Toronto, Bertha Doc House di Londra, a cui si sono uniti
il Mysles Documentary Center di New York e il Documentary Center di
Mosca.
Il porcospino blu più amato del
mondo è tornato per una nuova e spettacolare avventura in
SONIC 2 – IL FILM. Dopo essersi stabilito a Green
Hills, Sonic non vede l’ora di dimostrare che ha tutto ciò che
serve per essere un vero eroe. La nuova sfida non si fa attendere:
il Dr. Robotnik è tornato con un nuovo alleato,
Knuckles, che lo aiuterà nella ricerca di uno smeraldo che ha il
potere di distruggere la civiltà. Con il suo nuovo compagno
d’avventura Tails, Sonic intraprende un viaggio in giro per il
mondo per trovare lo smeraldo prima che cada nelle mani
sbagliate.
Sonic (Ben Schwartz) in
SONIC THE HEDGEHOG 2 from Paramount Pictures and Sega. Photo
Credit: Courtesy Paramount Pictures and Sega of America.
Jim Carrey in Sonic 2.
Courtesia di Paramount Pictures e Sega of America.
Jim Carrey and Lee Majdoub
in Sonic The Hedgehog 2 from Paramount Pictures and Sega. Photo
Credit: Courtesy Paramount Pictures and Sega of America.
Sonic (Ben Schwartz) in
Sonic 2. Cortesia di Paramount Pictures e Sega of America.
Knuckles (Idris Elba) in
Sonic 2. Photo Credit: Courtesy Paramount Pictures e Sega of
America.
Knuckles (Idris Elba) in
Sonic The Hedgehog 2 from Paramount Pictures and Sega. Photo
Credit: Courtesy Paramount Pictures and Sega of America.
Jim Carrey in Sonic The
Hedgehog 2 from Paramount Pictures and Sega. Photo Credit: Courtesy
Paramount Pictures and Sega of America.
Tails (Colleen
O'Shaughnessey) in Sonic 2. Cortesia di Paramount Pictures e Sega
of America.
Sonic (Ben Schwartz) in
SONIC THE HEDGEHOG 2 from Paramount Pictures and Sega. Photo
Credit: Courtesy Paramount Pictures and Sega of America.
Diretto dai registi di The Fast and
the Furious e Deadpool, SONIC 2- Il Film vede il ritorno di James
Marsden, Ben Schwartz come voce di Sonic, Tika Sumpter, Natasha
Rothwell, Adam Pally e Jim Carrey, con una new entry del calibro di
Shemar Moore, e con Idris Elba come voce di Knuckles e Colleen
O’Shaughnessey come voce di Tails.
Sonic 2 – Il Film
DIRETTO DA:
Jeff Fowler
SCENEGGIATURA DI:
Pat Casey & Josh Miller e John Whittington
STORIA DI:
Pat Casey e Josh Miller
Basato sul videogioco SEGA
PRODOTTO DA:
Neal H. Moritz, Toby Ascher, Toru Nakahara, Hitoshi Okuno
PRODOTTO ESECUTIVO DA:
Haruki Satomi, Yukio Sugino, Shuji Utsumi, Nan Morales, Tim
Miller
CAST:
James Marsden, Ben Schwartz, Tika Sumpter, Natasha Rothwell, Adam
Pally, Shemar Moore, Colleen O’Shaughnessey con Idris Elba e Jim
Carrey
Sembra che il Professor X sarà uno dei membri degli
Illuminati in
Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Dopo aver
sentito la voce di Patrick Stewart nell’ultimo
trailer del film, la presenza di Charles Xavier è
praticamente certa.
C’è da dire che le varianti del
personaggio sono molteplici, da quelle viste nei fumetti a quelle
mostrate sullo schermo in live-action o con l’animazione. In
particolare, ci sono dieci possibili iterazioni del famoso leader
degli X-Men che sicuramente sarebbero apprezzate dai fan
storici del Professor X. Chissà quale apparirà realmente
in Doctor Strange
2.
Una versione originale del
Professor X per Doctor Strange 2
Senza guardare troppo al
passato, il franchise potrebbe aver optato per una nuova versione
del Professor X creata ad hoc per essere introdotta
nell’MCU
attraverso Doctor Strange nel Multiverso della
Follia.
La scelta non sarebbe affatto
banale, anzi permetterebbe di dare nuova vitalità al personaggio
già conosciuto dai fan storici e, contemporaneamente, di inserire
nell’Universo Cinematografico Marvel un nuovo
membro, pronto per essere amato dal pubblico. Questa opzione non
escluderebbe l’apparizione delle versioni già note: come sappiamo,
la Marvel è conosciuta per
essere imprevedibile nelle scelte narrative.
X-Men ’97
Pare che X-Men
‘97, la serie animata by Marvel Studios reboot
di X-Men: The Animated Series, esordirà con una
stagione di 10 episodi nel 2023. La serie
riporterà in vita i personaggi degli anni ’90, tra cui anche il
Professor X.
Non è da escludere che il
Charles Xavier che vedremo in Doctor Strange nel
Multiverso della Follia sarà una combinazione del
Professor X dei fumetti e di quello interpretato da
Patrick Stewart nei film. C’è da vedere se
l’MCU è disposto ad adattare
il suo stile a quello dei fumetti che, inevitabilmente, si
collegano alla serie.
Logan
Logan
ha una posizione non chiara all’interno della linea temporale dei
film sugli X-Men, ma mostra uno Charles Xavier
molto più anziano che fatica a gestire i suoi poteri.
La profondità del ruolo che
Patrick Stewart ricopre nel film è da
ricordare. Questa versione del Professor X muore nel
corso di Logan, ma nulla vieta il suo ritorno!
Doctor Strange nel Multiverso della Follia
potrebbe essere l’occasione perfetta per riportare in vita il
personaggio e per includerlo nel Multiverso!
La versione della trilogia degli
X-Men
La versione del Professor X che più probabilmente apparirà in
Doctor Strange 2 è quella interpretata da
Patrick Stewart nella trilogia degli
X-Men. Già il trailer del film è pieno di indizi: la voce
e i manierisimi sono quelli del leader degli X-Men che
tutti conoscono dalla trilogia.
Il reset della linea temporale
potrebbe aver toccato anche Xavier e averlo rimesso a capo
della X-Mansion. Questa narrazione certamente causerebbe
la visita da parte di coloro che tengono d’occhio le linee
temporali, come Doctor Strange. È quindi probabile
che la versione di Charles appena descritta sarà
quella riportata nel film.
X-Men
– L’inizio
X-Men – L’inizio mostra al
pubblico una gamma molto più giovane di Mutanti che collabora alla
creazione della scuola per super-dotati e alla nascita degli
X-Men.
Il giovane Professor X è
interpretato in modo unico da James McAvoy. La sua versione è amata dai fan e contiene tutte
le sfumature del personaggio, tradizionalmente associato a Patrick Stewart. Un rapido cameo di McAvoy in Doctor Strange
2 sarebbe sicuramente apprezzato dal
pubblico.
X-Men – Giorni di un futuro
passato
Un’altra variante del Professor
X, vestita con abiti scuri e
fantasiosi, è presentata in X-Men – Giorni di un
futuro passato. Questa versione
di Xavier ha giocato con il tempo ma ha anche capito
la gravità delle sue azioni.Di tutte le varianti di Charles che
potrebbero legare bene con gli Illuminati, quella appena
descritta è l’iterazione che sembra essere più adatta a
Doctor Strange 2.
Il Professor X di Legion in Doctor
Strange 2?
La serie televisiva Legion
porta in scena il figlio di Charles Xavier, David
Haller, i cui poteri sono molto più portentosi di quelli del
padre. Nello show compare anche un giovane Professor X
che, prima di diventare capo degli X-Men, si prende
cura del figlio.
L’attore Harry
Lloyd fa un ritratto fantastico e originale di
Charles e ne mostra alcuni lati insoliti, come la
gentilezza e il supporto alla formazione di Haller.
L’apparizione in Doctor Strange nel Multiverso della
Follia di questa versione completerebbe un discorso
lasciato in sospeso e collegherebbe Legion
all’MCU.
House Of X
Mentre le versioni del
Professor X provenienti dai film Marvel e dai programmi TV sembrano essere
quelle più propense a tornare in Doctor Strange
2, poco si parla dei fumetti.
E se il film ci mostrasse un
Charles Xavier legato alla serie comics House of
X? Quella di House of X è una delle
rappresentazioni più potenti del personaggio, una posizione di
forza con cui la narrazione sul grande schermo potrebbe
funzionare.
Un Professor X zombie per Doctor
Strange nel Multiverso della Follia?
L’universo degli zombie
dell’MCU è stato brevemente
esplorato nella serie Disney+What If..?.
Lo Zombie Charles Xavier è
una minaccia poiché è dotato di un potere totalmente fuori
controllo.Un mostro
assolutamente letale.
Per quanto abbiamo visto nel
trailer, Doctor Strange nel Multiverso della
Follia potrebbe non escludere una variante zombie del
personaggio di Patrick Stewart. Forse un tale essere sarebbe l’unico in grado di
fermare Scarlet Witch…
M.O.D.O.K.M.O.D.O.K. è
una macchina assassina. Non è ancora apparso in live-action, ma è
noto per i fumetti, i videogiochi e la serie in stop motion.
Non c’è da sorprendersi che un cattivo così strano possa apparire
nel Multiverso.
Inoltre, in una narrazione dei fumetti,
Xavier stesso si trasforma in una versione estremamente
potente di M.O.D.O.K. La scelta di questa variante
mostrerebbe al pubblico che l’MCU sta allargando sempre
più i suoi confini.
Dal 6 marzo arriva su
Raiuno Noi, la nuova serie Rai Fiction che è
nient’altro che il remake di This is Us di Dan Fogelman,
serie diventata ormai culto, non solo Oltreoceano, ma in tutto il
mondo. A portarla sul piccolo schermo tricolore ci hanno pensato
gli sceneggiatori Sandro Petraglia, Flaminia Gressi e
Michela Straniero, per la regia di Luca
Ribuoli, che ha diretto Aurora Ruffino e
Lino Guanciale nei panni dei personaggi che sono
di Mandy Moore e Milo
Ventimiglia. I tre gemelli, figli della coppia
protagonista, sono invece interpretati da Dario Aita,
Claudia Marsicano e Livio Kone.
La sceneggiatura di Noi
Nel corso della
presentazione di Noi, Sandro Petraglia, in
rappresentanza degli sceneggiatori, ha dichiarato: “Se si parte
da zero bisogna inventare tutto. In questo caso si parte
avvantaggiati perché c’è già un quadro chiaro. Iniziamo sempre un
racconto che segue scene principali e questo è il sogno di ogni
sceneggiatore e spesso sono scene drammatiche, ma altre volte ci
sono scene ironiche. E poi sono scene in evoluzione, in via di
cambiamento, visto che li cogliamo nel corso degli anni. È stato un
lavoro che ci ha molto appassionati ma avevamo problemi di
abbondanza, visto che avevamo acquisito 18 puntate americane per
farne 12 italiane. Ma il punto di partenza è una serie altissima.
Sono veramente molto contento.”
La regia di Noi
Dopo aver raccontato la
parabola sportiva di Francesco Totti in Speravo de morì prima, Luca
Ribuoli è stato chiamato a dirigere questo progetto
ambizioso e impegnativo, anche dal punto di vista emotivo: “È
stato complesso per me affrontare il cast, è stato il primo step
per la lavorazione. Devo ringraziare loro perché anche girando ci
siamo accorti che potevamo sempre fidarci del testo, e non succede
sempre. L’adattamento è una cosa difficilissima, ed è stata una
salita pazzesca. La fiducia nella scrittura deriva dal fatto che
secondo me gli sceneggiatori hanno avuto l’approccio giusto. Non
c’è mai stata la pretesa di fare qualcosa di diverso, o di
migliore. Noi dovevamo solo approcciarci a quel racconto e renderlo
italiano. La cosa che mi emoziona molto è che la storia non
partirebbe se questi tre gemelli, ad un certo punto, insieme, non
decidessero di dare una svolta alla loro vita, nel giorno del loro
34° compleanno. Ed è il fatto che tutti e tre lo facciano insieme
che ci fa emozionando. Spero che quando la gente lo vedrà sarà
emozionata come lo siamo stati noi tutti i giorni sul
set.”
Aurora Ruffino e Lino Guanciale sono i protagonisti di Noi
Aurora
Ruffino, che interpreta la madre, Rebecca, si è sentita
particolarmente coinvolta nella produzione, soprattutto perché, ha
detto, This is Us è una delle sue serie preferite:
“Prima ancora di fare i provini per questo ruolo ero una fan
sfegatata della serie. Quando mi hanno preso non ci potevo credere,
è stata una felicità immensa, poi però è subentrata la paura di non
essere adatta. Mi sono messa in dubbio, ma tutto si è risolto
quando ho smesso di pensare alla serie americana. Questa è la
nostra versione e mi sono focalizzata sul nostro lavoro. Spero con
tutto il cuore che il pubblico possa apprezzarlo senza per forza
fare un confronto”.
Lino
Guanciale, il “nostro Milo Ventimiglia”,
ha puntato l’attenzione sul lavoro di scrittura: “Tutto il
lavoro è partito dalla scrittura. Io stesso mi sono convinto ad
entrare in questo progetto dopo una chiacchierata con Sandro perché
all’inizio non mi sentivo all’altezza, come è successo a Aurora.
This is Us è un grande classico. Esportiamo e importiamo da un
paese all’altro contenuti culturali universali da sempre. Il nostro
paese è debitore alla cultura americana di molte cose, quindi ha
senso che raccontiamo la nostra versione di questa storia. La
scrittura mi ha convinto tanto, e il fatto di sapere che ci fosse
Luca, di sapere che avrei incontrato Aurora, sono state uno
stimolo”.
Aita, Marsicano e Kone interpretano i gemelli di Noi
Aita, Marsicano
e Kone sono stati gli incaricati a raccogliere l’eredità
di questi due genitori incredibili, sono loro i tre interpreti che
ci trascinano nella storia. Claudia Marsicano ha
dichiarato: “Per me è stato molto naturale. È stato surreale
perché è la mia prima esperienza. Ci siamo trovati subito in
sintonia, c’è stata subito una chimica.”Dario
Aita conferma: “Nella mia esperienza di set, non mi
sono stupito di trovare colleghi con i quali sono riuscito a
trovare un’affinità profondissima. Sono persone e colleghi
eccezionali. Siamo tutti più o meno coetanei e il fatto che Claudia
si sia presa cura di me sul set mi emoziona ancora e devo
ringraziarla.” Il terzo gemello, Livio Kone,
ha condiviso anche un certo nervosismo prima di cominciare:
“Prima di iniziare le riprese ero molto agitato, perché è il
mio primo ruolo da protagonista. Conoscere il resto del cast prima
mi ha aiutato molto e così sul set sono andato con un altro
approccio. Sapevo che avevo accanto persone fantastiche. Mi sentivo
molto coccolato da loro”.
Noi, diretto da Luca Ribuoli,
remake italiano di This is Us, arriva su Raiuno in
prima serata a partire dal domenica 6 marzo.
L’arrivo in sala, nel 1975, del film
Lo squalo, ha segnato
un vero e proprio momento di svolta nella storia del cinema. Non
solo ha consacrato il regista Steven Spielberg e ha introdotto il
concetto di blockbuster, ma ha anche dimostrato la straordinaria
forza di questi spaventosi pesci predatori. Da quel momento, sono
stati innumerevoli i film a loro dedicati, a partire dai sequel di
Lo squalo e fino a titoli come Open Water, Paradise Beach – Dentro
l’incubo e Shark – Il primo squalo. Uno dei più
recenti titoli di questo filone è però 47 metri –
Uncaged, diretto nel 2019 da Johannes
Roberts.
Noto regista di film horror, Roberts
ha con questo film dato vita ad un sequel del suo 47
metri, uscito nel 2017 e dove si proponeva già uno scontro tra
uomo e squalo a basse profondità. Uno scenario particolarmente
spaventoso, dove lo spazio aperto dell’oceano diventa un campo di
battaglia dove è pressocché impossibile nascondersi. Con questo
47 metri – Uncaged tutto ciò viene riproposto, con una
nuova storia, nuovi attori e nuove possibilità di terrore. Il film,
infatti, è indipendente rispetto al primo titolo, avendo in comune
con esso soltanto la struttura di base. Come il precedente,
inoltre, anche questo si è affermato come un grande successo.
Accolto in modo molto positivo dai
fan di questa tipologia di film, 47 metri – Uncaged è il
titolo giusto se si vogliono vivere brividi legati all’oceano, ai
suoi spazi aperti e alle pericolose creature che li abitano. Prima
di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si ritroverà anche un
parago dedicato al finale, con SPOILER del film.
Si elencheranno poi anche le principali piattaforme
streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.
47 metri – Uncaged: la trama del film
Protagoniste di quest sequel sono
quattro ragazze adolescenti,
Mia, Sasha,
Alexa e Nicole, le quali decidono
di fare immersioni subacquee tra le rovine di una città Maya
sommersa al largo delle coste dello Yucatan, in Messico.
Sfortunatamente per loro, però, l’escursione si trasforma
rapidamente da un’esperienza divertente in una terrificante. Mentre
perlustrano le caverne sommerse, infatti, si rendono conto di non
essere sole in quei luoghi apparentemente abbandonati. Nuotando più
a fondo nel claustrofobico labirinto di caverne, entrano nel
territorio occupato dalle più letali specie di squali dell’oceano.
Ritornare in superficie sane e salve, sarà una sfida al limite
dell’impossibile.
47 metri – Uncaged: il cast del film
Per questo sequel il regista scelse
di dar vita ad una vicenda completamente nuova, non ricorrendo
dunque a nessuno dei membri del cast del precedente film.
Protagoniste sono invece le attrici Sophie
Nélisse, celebre per il film Storia di una ladraa di
libri, qui nei panni di Mia e Corinne Foxx in
quelli di Sasha. Alexa e Nicole sono invece interpretate da
Brianne Tju e Sistine Stallone.
Quest’ultima, qui al suo debutto cinematografico, è una delle
figlie del celebre attori Sylvester
Stallone. In una scena che la vede protagonista di
un’azione al rallenty, l’attrice omaggia infatti un’azione simile
compiuta dal padre nel film Cliffhanger – L’ultima
sfida.
Nel film è poi presente l’attore
John Corbett, celebre per serie come Sex and
the City e Parenthood, nei panni di Grant, il padre
di Mia. L’attrice Brec Bassinger è Catherine,
mentre Davi Santos è Ben, il fidanzato di Alexa.
L’attore KhylinRhambo, celebre
per il ruolo di Mason Hewitt in Teen Wolf, ricopre il
ruolo di Carl, assistente di Greg. In vista delle riprese del film,
gli attori e le attrici principali si sono sottoposti ad alcuni
addestramenti per imparare a praticare nuoto subaqueo, comprendendo
meglio cosa voglia dire rimanere bloccati in fondo all’oceano con
poco tempo a disposizione prima di dover tornare in superficie.
47 metri – Uncaged: chi
muore nel finale del film? [SPOILER]
Per chi non avesse ancora visto il
film e voglia preservarsi la sorpresa di chi vive o muore nel
finale del film, si consiglia di saltare questo paragrafo. Chi
invece non può aspettare per conoscere le sorti dei protagonisti,
troverà qui tutte le informazioni. Una volta che si entra nel vivo
della narrazione, con le quattro ragazze più altri personaggi
bloccati in fondo all’oceano, il primo a venire divorato da uno
squalo è Ben. Il secondo a perire è Carl, il quale aveva
involontariamente attirato uno squalo con la musica.
Successivamente è Nicole a finire tra le fauci degli squali,
ricadendo in acqua dopo aver perso la presa sulla parete di roccia
che stava cercando di scalare.
In seguito, tocca a Grant, il padre
di Mia. L’uomo, che guida le ragazze sopravvissute verso un’uscita
dalle grotte, viene a quel punto sbranato da uno squalo. Rimaste
sole, Mia, Sasha e Alexa cercano a quel punto di escogitare un
altro piano. Vengono però interrotte da un nuovo attacco e nel
tentativo di difendersi Alexa si sfila la propria bombola di
ossigendo, finendo però con l’annegare. Ormai al finale, Mia e
Sasha riescono a tornare in superficie e a raggiungere una barca.
Prima di poter riuscire a salire su questa, si troveranno però a
scontrarsi un ultima volta con due squali, uscendone ferite ma
vive. A differenza di tanti altri film simili, nessuno squalo viene
qui ucciso.
47 metri – Uncaged: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire
di 47 metri – Uncaged grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Chili Cinema, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di mercoledì 2 marzo alle ore
21:20 sul canale Rai 4.
Ecco la nostra intervista a
Joe Wright e Haley Bennett,
rispettivamente regista e protagonista femminile di
Cyrano,
adattamento dell’omonimo musical di Erica Schmidt,
a sua volta tratto dalla celebre commedia Cyrano de
Bergerac di Edmond Rostand.
Arriverà al cinema
il 3 marzo Cyrano,
l’attesissimo film di Joe
Wright (L’ora
più buia, Anna
Karenina, Orgoglio e Pregiudizio) che trae
ispirazione dal celebre testo teatrale di fine ‘800 scritto da
Edmond Rostand. In questa versione sorprendente e inedita, il
protagonista ha il volto di Peter
Dinklage– pluripremiato attore, vincitore di
quattro Emmy e un Golden Globe per Il
Trono di Spade– mentre Haley
Bennett (I
magnifici 7, Le strade del male) veste i
panni del suo amore inarrivabile, Rossana. Da oggi disponibile il
trailer italiano della pellicola.
Dopo il successo ottenuto
alla Festa del Cinema di Roma ed in
seguito alle quaranta nomination ricevute dai più prestigiosi premi
cinematografici mondiali, Cyrano
è pronto ad incantare il pubblico grazie alla magistrale prova
attoriale dei suoi protagonisti; all’emozionante colonna sonora
curata dalla band indie-rock americana The
National; all’incanto di scenografie
ricostruite alla perfezione ed infine all’ambientazione tutta
italiana, più precisamente siciliana. “Avevo le idee
chiare su come realizzare il film
– spiega Wright–
Bisognava creare la nostra ‘bolla’ sull’isola di Sicilia, girare i
primi tre atti in una città barocca del tardo XVII secolo chiamata
Noto, e sfruttare ogni angolo di quel posto incredibile”. Tra gli
italiani che hanno preso parte alla lavorazione di Cyrano anche
Massimo Cantini Parrini (nominato agli Oscar per il suo lavoro nel
film Pinocchio), costume designer fiorentino
in grado di dare “identità” e “voce” ad ogni singola veste,
indumento o uniforme attraverso una selezione attenta, appassionata
e minuziosa di ogni singolo tessuto”.
Completano il
cast, Kelvin Harrison
Jr. (Luce, Waves) nella parte
di Christian, Bashir Salahuddin (Top
Gun: Maverick) nel ruolo di Le Bret e Ben
Mendelsohn (L’ora più buia) che presta il
volto a De Guiche. Prodotto da MGM e Working Title Films,
Cyrano arriverà
nelle sale italiane distribuito da Eagle
Pictures.
Cyrano, la trama
In Cyrano il
pluripremiato regista Joe Wright (Anna
Karenina, Pan – Viaggio sull’isola che non
c’è, L’ora più buia) trascina gli spettatori in
una sinfonia di emozioni attraverso la musica, il romanticismo e la
bellezza, rileggendo in chiave cinematografica la storia senza
tempo di uno dei più celebri e travolgenti triangoli amorosi di
sempre. Un uomo all’avanguardia rispetto alla sua epoca, Cyrano de
Bergerac (Peter Dinklage), incanta il pubblico sia con brillanti
giochi di parole nelle sfide verbali che con la sua abilità con la
spada nei duelli. Cyrano non ha avuto il coraggio di dichiarare i
suoi sentimenti alla splendida Roxanne (Haley Bennet), convinto che
il suo aspetto fisico non lo renda degno dell’amore della sua più
cara amica. Lei, però, si è innamorata a prima vista di Christian
(Kelvin Harrison)…
Tra i dibattiti più longevi
all’interno del fandom di Il Signore degli Anellivi è quello
attorno alle differenze tra romanzo e adattamento cinematografico,
in particolare se la versione di Jackson del
romanzo è riuscita in qualche modo a superare l’originale di
Tolkien. Ci sono molti che continuano a ritenere il romanzo di
Tolkien di gran lunga superiore, e altri che
affermano che Jackson ha effettivamente sviluppato meglio alcuni
elementi della trama.
In particolare, gli utenti Reddit hanno sottolineato che ci sono
dettagli della storia di Tolkien che avevano proprio bisogno di
essere riadattati per il grande schermo da Jackson!
Faramir e l’anello
Uno dei cambiamenti più rilevanti
rispetto ai romanzi di Il Signore degli Anelliè
stata la decisione di rendere Faramir quasi
sedotto dal potere dell’Anello; i Redditors credono che si tratti di una
modifica significativa da parte del film, che “fortifica
un’interessante eco oscura della corruzione di
Boromir per mezzo dell’anello”. Nella storia
originale di Tolkien, Faramir è invece uno dei
pochissimi personaggi che non manifesta quasi nessuna tentazione
nel volerlo prendere, il che può apparire per alcuni incredibile,
dato il grado di potenza dell’Anello.
Aragorn è molto più di un semplice
elemento di trama
Aragorn è
assolutamente uno dei personaggi più potenti nei libri e nei film
di Il Signore degli Anelli, ma viene utilizzato
più che altro come espediente di trama nel primo. A questo
proposito, i Redditors hanno
evidenziato come l’Aragorn del film possa sì apparire “abbattuto”,
ma può essere ritenuto un personaggio a pieno titolo. Al contrario,
la versione del personaggio del libro, “esiste per ragioni che sono
utili alla narrazione, ma non c’è niente di interessante riguardo a
lui, a parte questo”. Dato che i libri si concentrano
principalmente sulle azioni degli hobbit – con alcune eccezioni
degne di nota – questa argomentazione è da ritenere valida.
Razionalizzare la trama
Non c’è dubbio che il romanzo
originale di Tolkien sia epico in ogni senso della
parola: basta tenere in conto la sua lunghezza per accorgersene,
oltre al fatto che si tratta di una narrazione tentacolare che
prende in considerazione molte aree diverse della Terra di
Mezzo.
Alcuni Redditors hanno notato come uno dei
grandi punti di forza dei film è che questi “eccellono nello
snellire la trama di Il Signore degli Anelli, eliminando le linee
di trame superflue e approfondendo le più importanti. Ciò ha fatto
sì che la storia sia stata raccontata in maniera lucida e nitida,
ragionevolmente analitica e divertente”. Anche se, per questo
motivo, alcuni personaggi amati dai fan dei libri non sono stati
presentati nei film, questa scelta stilistica ha decisamente
contribuito alla superiorità della pellicola.
La maggiore incisività del rapporto
tra Aragorn e Arwen
Anche se ci sono relativamente poche
storie d’amore nel romanzo originale, una delle più notevoli è
sicuramente quella tra Aragorn e
Arwen. I fan di Redditor ricordano di essersi sentiti
delusi rendendosi conto che “il legame tra Aragorn e Arwen non è
stato sviluppato ulteriormente nei libri”; fortunatamente, i film
dedicano largo spazio alla relazione tra i due, evidenziando quanto
Aragorn e Arwen significhino l’uno per l’altra, al punto che la
loro può essere sicuramente vista come una delle migliori relazioni
nei film di Il Signore degli Anelli.
“Le Due Torri” è meno
noioso
Anche i più devoti lettori di
Tolkien a volte riconoscono che Le Due Torri è forse la sezione più debole del
romanzo, soprattutto perché il ritmo e l’azione cominciano a
diminuire. I Redditors hanno
invece notato che “c’è qualcosa nella sceneggiatura di Il Signore degli Anelli: Le Due Torri che la
distingue dal libro su cui è basata. Sicuramente, questo commento
fa riferimento al fatto che la versione cinematografica include una
scena di battaglia titanica e un notevole confronto tra
Frodo e uno dei Nazgûl, oltre che
con Gollum.
I film esaltano le scene di
battaglia
Nei libri, le scene di battaglia, in
particolare quelle al Fosso di Helm e ai Campi di Pelennor, sono
parti vitali della storia. Tuttavia, sono descritte per la maggior
parte senza la cura di dettagli necessari per avere un grande
impatto sullo schermo. I Redditors consigliano perciò di
“ricorrere al film per poter assaporare al meglio la portata epica
degli eventi raccontati da Tolkien“, riprodotti da
Jackson in maniera sopraffina: il regista ha
infatti confezionato assolutamente alcune delle battaglie più
impressionanti che abbiamo mai visto sul grande schermo.
L’occhio di Sauron
Sauron è una delle
creature più potenti della Terra di Mezzo, e la sua influenza può
essere percepita praticamente in ogni luogo. In particolare, è
spesso concettualizzato come un grande occhio, anche se il libro
rimane piuttosto vago su cosa effettivamente questa
caratterizzazione metaforica significhi. Per quanto riguarda la
trasposizione cinematografica di Il Signore degli Anelli, i Redditors affermano che “la
rappresentazione di Sauron come un occhio fiammeggiante è stata
assolutamente incredibile”. È certamente un’immagine
impressionante, e mostra quanto questo essere sia capace di vedere
quasi tutto ciò che accade sull’ampia faccia della Terra di
Mezzo.
Caratterizzazioni più
articolate
Anche se ci sono innumerevoli
ragioni per apprezzare il capolavoro di Tolkien,
il romanzo presenta alcune lacune, soprattutto per quanto riguarda
la profondità psicologica dei personaggi. Il film, invece, è stato
in grado di conferire ai protagonisti una vivacità e autonomia che
a volte manca sulla pagina. Questo è ciò che lo rende così
affascinante agli occhi di molti utenti Reddit, che notano come “quando siamo
arrivati a Il Ritorno del Re, avevamo in mano i migliori
ritratti di ogni personaggio principale che si potesse
chiedere”.
Il film è un’avventura fantasy
Non c’è dubbio che la trilogia di
Jackson sia uno dei migliori film fantasy mai
realizzati. Tuttavia, i film differiscono dai romanzi in termini di
genere di appartenenza poiché, sebbene siano un’epopea, hanno anche
molto in comune con il filone dell’avventura. Come sottolineano
alcuni utenti Reddit, “i film
funzionano come una vera e propria avventura fantasy. I libri, al
contrario, sono di carattere epico e assomigliano, probabilmente, a
una versione anglosassone dell’Odissea”. Anche se i film potrebbero
sacrificare parte della ricchezza e della complessità dei libri,
riescono comunque a trascinare lo spettatore in un grandissimo
spettacolo visivo.
Il personaggio di Denethor è
trattato in maniera egregia
Denethor è uno dei
personaggi più complicati sia nei film che nei libri,
fondamentalmente dalla natura tragica in entrambi. Anche se ogni
performance attoriale in Il Signore degli Anelliè
degna di nota, i fan su Reddit
sostengono che la versione cinematografica di Denethor “è
assolutamente veritiera e verosimile: il modo in cui il personaggio
viene condotto alla depressione dopo la morte di
Boromir assume al meglio sfumature tragiche”. In
questo senso, il tuffo infuocato di Denethor dalla cima della Torre
Bianca può essere visto come un epilogo veramente terribile per un
uomo portato alla follia e alla disperazione dal suo dolore.
E’ ormai risaputo che, per quanto i
film di Batman si presentino come storie oscure su
un vigilante che cerca di salvare Gotham da una pletora di cattivi
corrotti, questi sono anche una grandissima macchina da soldi, non
solo per quanto riguarda gli incassi al botteghino, ma anche il
merchandising: giocattoli, oggetti da collezione, abbigliamento e
tutto ciò su cui il nome di Batman può essere
impresso.
L’attesissimo The
Batman di Matt Reeves non è
un’eccezione in questo senso: nonostante si presenti come un
thriller dalle sfumature più poliziesche, i fan vorranno
sicuramente acquistare gadget che si rifanno ai personaggi, veicoli
ed armamenti utilizzati nel film.
Abbigliamento
Da Batman a Catwoman, passando
anche per l’Enigmista, le magliette ufficiali del
merchandising di The
Batman sono dedicate ai personaggi iconici del fumetto
che vedremo in azione nel film di Reeves; potete
trovare gilet, camicie, t-shirt basiche e molto di più su vari siti
web, come Hot
Topic.
Hot Wheels RC Batmobile
Per i fan che cercano qualcosa di
più potente della vostra Hot Wheels media, c’è una
nuova Batmobile da Mattel e
Hot Wheels pronta per aggiungersi alla vostra
collezione; assieme a questa, troverete in omaggio un action figure
di Batman, con un supporto che viene direttamente
dalla Batcaverna!
Questo presenta un piccolo
Bat-Segnale che si illumina, riflettendo il simbolo iconico della
tuta di Batman sul veicolo. Con fari perfettamente funzionanti,
questa nuova versione della Batmobile vi farà sfrecciare di notte e
di giorno per le strade di Gotham!
Confezione da popcorn e bicchiere
esclusivi di Cinemark
In tutti i cinema Cinemark, i fan
possono ottenere un bicchiere e un secchiello da popcorn in una
versione esclusiva, tutta dedicata a The
Batman. Il bicchiere presenta una texture in
simil-pietra, mentre il design è caratterizzato da un logo in
rilievo, un’immagine di Batman e molto altro ancora. Sembra davvero
essere stato confezionato con il materiale delle pareti della
Batcaverna!
Il secchiello da popcorn presenta
invece un’immagine metallica del simbolo di Batman
con l’interno di un rosso metallico lucido: questo corrisponde
esattamente al logo con cui Matt Reeves sta
promuovendo il film nella campagna marketing.
I Funko POP
Ormai c’è una versione Funko POP per ogni
personaggio iconico dei film, quindi non è una sorpresa che sono
uscite delle novità appositamente in vista dell’approdo di The
Batman nelle sale. C’è molto da scegliere tra
Batman, Catwoman,
L’Enigmista, il Pinguino, la
Batmobile, Catwoman con la sua moto ed è uscito persino un Funko
POP di Batman alto 10 pollici!
Le gemme da cercare, tuttavia, sono
le esclusive Funko POP: la versione di Batman smascherato può
essere trovata solo al Pop In A Box, mentre Batman
con la tuta alata è un’esclusiva del sito Funko. Inoltre,
il Batman ferito in battaglia si trova solo da Hot
Topic e anche lo stesso Funko POP di Bruce Wayne può
essere trovato solo da Target.
La giacca “Io sono l’ombra”
Questa particolare giacca è molto
simile a qualcosa che Bruce Wayne avrebbe
indossato durante la sua fase di evoluzione nel Crociato
Incappucciato, come nella origin story Batman: Year
One.
L’unico contro è il prezzo effettivo
di questo capo d’abbigliamento, disponibile presso Merchoid
online, per 129,99 dollari. E’ comunque una giacca stilosa, con
imbottitura interna trapuntata, e che si presenta come vera e
propria giacca da indossare, non solo sfoggiare, dunque il prezzo è
giustificato.
La Batmobile LEGO Technic
Un’intera Batmobile
composta da pezzi LEGO è ora disponibile per
l’acquisto: non solo si illumina, ma è dotata di qualsiasi
elemento, dai pistoni funzionanti, al volante, alle porte che
possono aprirsi o chiudersi, e persino un cofano, che si apre per
mostrare il motore incandescente.
Ci sono state molte versioni della
Batmobile in passato, e sono state tutte trasformate in giocattoli,
ma questa versione LEGO richiederà molto tempo per essere
assemblata dato che consta complessivamente di oltre 1300 pezzi:
questa Batmobile può essere trovata presso molti rivenditori tra
cui il sito ufficiale
LEGO.
McFarlane Toys’ DC Multiverse The
Batman
Questa figura da sette pollici è una
delle migliori della linea McFarlane Toys grazie
all’attenzione ai dettagli replicati sulla tuta di Batman. Mentre
altre figure come quella di Bruce Wayne o
Catwoman non recano effettivamente le sembianze
degli attori di The
Batman sul volto, questa rappresenta un’eccezione.
Tutto, dai guanti al braccio fino
alla corazza grigio scuro, è fedele al film e il gadget in sé non è
nemmeno troppo costoso! Per $20, il DC Multiverse
The
Batman può essere trovato in molti rivenditori
tra cui Amazon.
L’esclusivo secchiello da popcorn
di AMC
Recentemente è stato rivelato che i
cinema AMC forniranno esclusivi secchielli da
popcorn per l’uscita del film The
Batman: questi replicano la forma del cappuccio di
Batman che Robert Pattinson
indossa nel film.
Non solo è un ingegnoso secchiello
per i popcorn, ma ogni fan di Batman amerebbe avere quel cappuccio
sul proprio scaffale come gadget, dato che sembra sorprendentemente
accurato rispetto alla versione che vediamo su schermo!
Statuina McFarlane Toys rossa e
nera
McFarlane Toys
colpisce ancora con una figura che riprende il tema rosso e nero di
The
Batman. Alta dodici pollici, il design di questa vuole
ricreare la figura di Batman illuminata da una
luce rosso neon; con un livello di dettagli ancora maggiore
rispetto alla figura DC Multiverse, è
sorprendente che questa sia disponibile a soli 40 dollari presso
rivenditori come Walmart, mentre la maggior parte
delle statue così dettagliate superano di norma i 100 dollari.
Mantenendo i tratti somatici di
Robert Pattinson, la statuina è caratterizzata
anche dal dettaglio specifico degli occhi tendenti al rosso, per
riprendere la linea di disegno specifica con cui alcuni dei
migliori artisti hanno raffigurato Batman nei fumetti o nei film
d’animazione.
La replica dello stemma di
Batman
Questo articolo, che può essere
acquistato da Merchoid, è una replica dello stemma
iconico che il Batman di Robert
Pattinson brandisce sul petto. Non solo è il bat-simbolo
per eccellenza, ma la versione cinematografica dell’oggetto può
essere utilizzato anche come coltello tattico o un
Batarang; la replica è composta da pezzi magnetici che
unendosi formano un pezzo da 3,5 pollici.
Per un po’ più di $30, è disponibile
nella versione di base canna di fucile simile al film e, per $35,
se ne può acquistare una variante placcata 24K: questo sarebbe
l’acquisto perfetto per i fan che apprezzano qualche nota di
oro/giallo nell’ equipaggiamento di Batman!
Un tema musicale o una melodia sono
realmente in grado di determinare il successo di un film o di uno
show. La Marvel lo
sa bene: il franchise è sempre riuscito a realizzare musiche
incredibili per le sue serie televisive.
Molte delle serie televisive cult
arrivate fino ad oggi hanno puntato sulle sigle e sulle colonne
sonore. Ora, complice anche la possibilità di skippare le intro, si
trovano spesso temi musicali poveri durante i titoli di testa o di
coda dei programmi. Gli show della Marvel sono invece ancora
attenti al pentagramma: le composizioni musicali scelte sono in
grado di rispecchiare bene il tono degli spettacoli o dei loro
personaggi. Vi proponiamo quindi una top ten di temi
musicali provenienti dalle
serieMarvel che meritano una
menzione speciale.
Insuperabili X-Men
Partiamo dai temi musicali
di una serie televisiva Marvel in tutto e per
tutto memorabile: Insuperabili X-Men. Lo show animato
è una carica di energia e divertimento in grado di conquistare
grandi e piccini.
La sigla iniziale è memorabile e
gode ancora oggi di una certa notorietà: le immagini che
raffigurano i combattimenti tra gli
eroici X-Men e i nemici sono accompagnate dal
tema musicale scritto da Ron Wasserman. Il
crescendo raggiunge il suo apice nella scena in cui gli eroi
protagonisti combattono con la Confraternita dei
Mutanti. Con il ritorno dello show su Disney+, speriamo di poter
riascoltare presto il tema musicale.
Daredevil
Daredevil
ha imposto lo standard per gli show Marvel realizzati da
Netflix: è il primo di una serie di prodotti
di altissima qualità. Il tema musicale di
Daredevil realizzato da John
Paesano è dolce e al tempo stesso audace, tranquillo ma
anche profondo ed emotivo.
Il tema sembra riassumere il
personaggio in modo estremamente elegante: il pezzo per
pianoforte si collega ai dolci suoni della musica da chiesa.
Nel pezzo c’è anche una tristezza e un velo di mistero che
allude al destino di Matt Murdock e di Hell’s Kitchen.
Loki
I temi della serie Loki, realizzati
dalla compositrice Natalie Holt, danno valore alla
libreria musicale Marvel. Quello di apertura
è misterioso e gioca con le immagini che mostrano un orologio che
ticchetta mentre la linea temporale viene confusa. Il tema di
chiusura invece è molto più imponente, carico del dramma
dell’episodio
visto nei minuti precedenti.
Entrambe le musiche evocano i temi
classici ma hanno note che danno un assaggio di fantascienza, per
accennare ai riferimenti al cosmo e allo spazio presenti nella
serie.
The Punisher
Il tema musicale di
The Punisher, opera di Tyler Bates,
rispecchia l’atmosfera della serie Marvel. Si sente un
tamburo che ”marcia” come un esercito in battaglia, mentre alcuni
degli effetti sonori più meccanici evocano immagini di armi e
munizioni. Non è un tema classico o emozionante che il
pubblico può canticchiare, ma è efficace perché violento come la
serie che introduce.
Spider-Man – L’Uomo Ragno
Il tema musicale di questa
serie animata Marvel è forse uno dei più
orecchiabili: il pezzo, scritto da Joe Perry degli
Aerosmith, è stato riadattato in italiano da Alberto
Testa. Dinamico, instenso e stuzzicante, il tema include
anche alcune parti cantate.
Ovviamente, è in linea con l’epoca
della serie: la chitarra elettrica serviva a catturare l’attenzione
degli spettatori mentre facevano zapping tra i canali.
WandaVision
Il tema musicale di
WandaVision
è estremamente originale. Se la maggior parte degli showDisney+
ha offerto ai fan una piccola apertura seguita da un tema più
esteso durante i credits, WandaVision ha adottato un approccio completamente
diverso.
Ispirandosi alle sit-com di varie
epoche, Robert Lopez e Kristen
Anderson-Lopez hanno creato una serie di temi musicali
abbinati al periodo in cui ogni episodio è stato ambientato. La
varietà è quindi sbalorditiva: alcune sinfonie sembrano autentiche
intro musicali dei vecchi film classici, scelta perfetta per
l’atmosfera del mondo di Wanda e Visione.
Luke Cage
Ecco un’altra serie realizzata
da Marvel insieme a
Netflix:
Luke Cage. Anche questo show mostra la bravura degli
autori Netflix nel gestire i temi musicali.
Composto da Adrian Younge, il
tema ha radici hip-hop e dice molto di Harlem, il luogo
dove la serie è ambientata. È un tema calmo ma potente, proprio come
Luke.Non è una
musica da eroe tradizionale. Il sonoro è prima
un crescendo e poi si dissolve, come se volesse
rappresentare il conflitto delle strade di Harlem e la
pace che il guardiano porterà.
Hawkeye
La serie Disney+Hawkeye è introdotta da un tema avvincente che vuole
raccontare la storia di Kate Bishop. Il tema dei titoli di
coda è invece più musicale.
Il sonoro costruito da Marc
Shaiman e Scott Wittman infonde speranza:
è eroico e triste allo stesso tempo, descrive – insieme alle
immagini – le origini di Kate e la sua unione con
Clint Barton dopo la scomparsa di Natasha. Anche
il tema musicale quindi, emana positività verso il futuro.
Runaways
Il tema musicale della serie
MarvelRunaways è
misterioso come i personaggi dello show. La musica è
misteriosa, ma al tempo stesso fresca e moderna. Le note riescono a
esprimere l’aurea aliena della serie: il pezzo di
Siddhartha Khosla è etereo e ben si abbina
all’atmosfera cult di Runaways.
Falcon And The Winter Soldier
Sono soprattutto i credits di
Falcon and the Winter Soldier ad esprimere musicalmente
l’essenza della serie Marvel.
Il tema realizzato da
Henry Jackman è scuro e pieno di elementi
sonori che rimandano allo spionaggio e alla corruzione degli
U.S.Agent.
Anche in questo caso, il tema
musicale è evocativo e rappresenta simbolicamente la giustizia e il
patriottismo di Steve.
Susan Sarandon è
una di quelle attrici che ha davvero fatto la storia del cinema
grazie alle diverse, quanto magnifiche interpretazioni. Nel cordo
della sua lunghissima carriera, l’attrice ha sempre dimostrato di
saper scegliere ruoli di rilievo, tanto da essere amata ed
apprezzata in tutto il mondo.
Ecco, allora, dieci cose sa
sapere su Susan Sarandon.
Susan Sarandon: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
film. La carriera dell’attrice è iniziata nel 1970, quando
debutta sul grande schermo con il film La guerra del cittadino
Joe, per poi continuare con La mortadella (1971),
The Rocky Horror Picture Show (1975), Pretty
Baby (1978), Miriam si sveglia a mezzanotte
(1983), Le streghe di Eastwick (1987) e Thelma &
Louise (1991). In seguito, lavora in film come L’olio di
Lorenzo (1992), Il cliente(1994),
Piccole donne (1994),
Dead Man Walking
(1995), Shall We Dance? (2004),
Romance & Cigarettes (2005), Come d’incanto
(2007), Amabili resti (2009) e Wall Street – Il denaro non
dorme mai (2010). Tra i suoi ultimi lavori vi sono La
regola del silenzio – The Company You Keep (2012), Snitch – L’infiltrato
(2013), Tammy (2014), 3 Generations – Una famiglia
quasi perfetta (2015), Bad Moms 2 (2017),
La mia vita con John F.
Donovan (2018), Jesus Rolls – Quintana è
tornato! (2019) e Blackbird – L’ultimo abbraccio
(2019).
2. Ha lavorato in diverse
serie TV ed è anche doppiatrice e produttrice. L’attrice
non ha prestato la sua opera solo sul grande schermo, ma ha anche
lavorato in numerose serie come Great Performances
(1972-1974), American Playhouse (1982), Friends
(2001), I figli di Dune (2003), 30 Rock (2011-2012),
Feud (2017) e Ray Donovan (2017-in corso). In
quanto doppiatrice, invece, ha prestato a propria voce per i film
James e la pesca gigante (1996), Come cani e
gatti (2001) e per le serie American Dad (2016),
Rick and Morty (2017) e Neo Yokio. Inoltre, è
stata anche produttrice di film come L’ultima corsa
(1977), Nemiche amiche, Silenced (2014) e della serie
Feud (2017).
Susan Sarandon: oggi
3. Ha molti progetti tra le
mani. L’attrice ha in programma diversi film per il
futuro. Recentemente vista nei film Ride theEagle e Jolt – Rabbia assassina, prossimamente
sarà presente nel drammatico Tunnels, nel biografico
Butterfly in the Typewriter, con Diane
Kruger, e nella commedia Bad Mom’s Moms,
terzo capitolo della trilogia di Bad Moms. La
Sarandon reciterà poi anche nella serie Monarch, su
di una famiglia divenuta particolarmente potente grazie alla musica
country.
Susan Sarandon: il marito, i figli
e Tim Robbins
4. Si è sposata una sola
volta. L’attrice ha alle spalle il suo primo ed unico
matrimonio con il collega Chris Sarandon, dal
quale ha preso il cognome. I due sono stati sposati dal 1967 al
1979. Dopo aver divorziato dal marito, l’attrice ha ammesso di non
credere più nel matrimonio e, infatti, non si è mai più sposata. Ha
però avuto diverse note relazioni, tra cui quella con i
registi Franco Amurri e Louis
Malle, con gli attori Sean Penn e
TimRobbins. Nel 2015, dopo 5
anni di fidanzamento, ha interrotto invece il rapporto con lo
sceneggiatore Jonathan Bricklin.
5. È madre di tre
figli. L’attrice ha avuto la sua prima figlia,
Eva, nel 1985, nata dalla relazione con il regista
italiano Franco Amurri. In seguito, è diventata madre di
Jack Henry (nato nel 1989) e
Miles (nato nel 1992), avuti dal lungo
fidanzamento avuto con Tim Robbins, durato dal 1988 al 2009. I due
avevano anche lavorato insieme in diverse occasioni, il più delle
volte in film da lui diretti.
Susan Sarandon in Friends
6. Ha recitato nella celebre
sitcom. Nel quindicesimo episodio della settima stagione
di Friends, l’attrice è comparsa come guest star nei panni
di Cecilia Monroe, un’attrice che interpreta Jessica Lockhart nella
soap opera Days of Our Lives. Curiosamente, la vera figlia
di Susan, Eva Amurri, è stata scelta per interpretare la figlia del
personaggio di Ceclia, Jessica Lockhart, in quello stesso
episodio.
Susan Sarandon in Il cliente
7. Ha accettato dopo una
curiosa proposta. Nel film del 1994 Il cliente,
l’attrice interpreta l’avvocato Reggie Love, ruolo per il quale è
stata candidata all’Oscar. Inizialmente, però, la Sarandon non era
certa di voler accettare la parte. Per convincerla, il regista
Joel Schumacher le ha proposto un “matrimonio
cinematografico”, inginocchiandosi in mezzo a un affollato
ristorante di New York. Davanti a quel gesto, l’attrice accettò e
iniziò a studiare in modo approfondito la professione per dare
un’interpretazione più convincente.
Susan Sarandon in The Rocky
Horror Picture Show
8. Ha lavorato
malata. Il set del film The Rocky Horror Picture
Show era senza riscaldamento e senza bagni. Quando l’attrice
raccontò questo ai capi dello studio, le dissero che si stava
lamentando troppo. In seguito, però, la Sarandon ha sviluppato una
polmonite dopo aver filmato la scena della piscina, tremando
vistosamente e con la febbre alta. Nonostante ciò, l’attrice ha
rifiutato di smettere di lavorare.
9. Ha rifiutato di apparire
nuda. I produttori del film avevano chiesto all’attrice di
apparire nuda durante la canzone Touch-A Touch-A Touch Me,
ma lei si è categoricamente rifiutata. Stando a quanto da lei
dichiarato, quel nudo era assolutamente ingiustificato e gratuito e
l’avrebbe fatta sentire ancor più fuori luogo del dovuto. Davanti
alla ferma decisione della Sarandon di non spogliarsi, i produttori
furono costretti a cedere.
Susan Sarandon: età e altezza
10. Susan Sarandon è nata il
4 ottobre del 1946 a New York City, in New York. La sua
altezza complessiva corrisponde a 170 centimetri.
Apple
TV+ ha svelato oggi il trailer di Slow
Horses, l’attesissima serie di spionaggio con
protagonista il premio Oscar Gary Oldman, che uscirà in tutto il mondo il 1
aprile. Composta da sei episodi, la serie è un adattamento dal
primo romanzo di Mick Herron “Slow Horses”, vincitore del CWA Gold
Dagger Award, e debutterà con i primi due episodi seguiti da nuove
puntate settimanali ogni venerdì.
Slow
Horses è un dramma di spionaggio dallo humor cupo,
segue una squadra di agenti dell’intelligence britannica che
prestano servizio in un dipartimento della discarica dell’MI5, noto
in modo non affettuoso come Slough House. Gary Oldman interpreta
Jackson Lamb, il brillante ma irascibile leader delle spie che
finiscono a Slough House a causa di errori che hanno messo fine
alla loro carriera, poiché spesso si ritrovano a vagare tra il fumo
e gli specchi del mondo dello spionaggio. Accanto a lui, un cast
pluripremiato che include la candidata all’Oscar Kristin Scott Thomas, il vincitore del BAFTA
Scotland Award Jack Lowden, Olivia Cooke, Saskia Reeves,
Dustin Demri-Burns, Rosalind Eleazar, Christopher Chung, Paul
Higgins, Freddie Fox, Chris Reilly, Steve Waddington, Paul Hilton,
Antonio Aakeel, Samuel West e i camei come special guest
del candidato all’Oscar Jonathan Pryce e di
Sophie Okonedo.
https://youtu.be/_iA7QxCUdOs
Slow Horses è
prodotta per Apple da See-Saw Films e adattata per la televisione
da Will Smith (“Veep – Vicepresidente incompetente”). Graham Yost è
il produttore esecutivo insieme allo stesso Will Smith, a Jamie
Laurenson, Hakan Kousetta, Iain Canning, Emile Sherman, Gail
Mutrux, Douglas Urbanski e James Hawes che è anche alla regia di
tutti e sei gli episodi.
Brad Pitt è il protagonista di un film corale
con un gruppo di assassini diversi tra loro, tutti con obiettivi
collegati ma contrastanti, sullo sfondo di una corsa senza sosta
attraverso il Giappone moderno. Bullet train, tratto dal romanzo
“best seller” di Kōtarō Isaka I sette killer dello Shinkansen, è un
film prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner Bros.
Entertainment Italia, da luglio solo al cinema.
Anche quest’anno Sky Cinema è la
casa de La notte degli Oscar 2022: la cerimonia di
premiazione della 94ª edizione degli Academy Awards sarà in
diretta su Sky e in streaming su NOW. Inoltre, per
celebrare questo attesissimo appuntamento e accompagnare gli
spettatori attraverso il meglio della cinematografia da Oscar, da
sabato 19 a giovedì 31 marzo si accenderà
un intero canale: Sky Cinema Collection
(canale 303) diventa Sky Cinema Oscar, con oltre
100 titoli premiati nelle precedenti edizioni. Una
programmazione che culminerà nella notte tra domenica 27 e
lunedì 28 marzodalle 00.15 con la
diretta dal Dolby Theatre di Los Angeles proprio
degli Academy Awards. Mentre lunedì 28
marzo alle 21.15 l’appuntamento sarà con IL MEGLIO
DELLA NOTTE DEGLI OSCAR 2022. Nel mese di marzo, sui
canali Sky Cinema arriveranno in prima
tv anche cinque pellicole che saranno in
concorso quest’anno. I film saranno disponibili anche on
demand su Sky e in streaming su NOW.
I titoli in concorso che saranno
disponibili su Sky sono LA PERSONA
PEGGIORE DEL MONDO (13 marzo, ore 21.15 su Sky Cinema
Due), commedia romantica del regista norvegese Joachim Trier
candidata per il miglior film internazionale e la migliore
sceneggiatura originale, DRIVE MY CAR (15 marzo, ore 21.15 su Sky
Cinema Due), toccante road movie di Ryūsuke Hamaguchi, che concorre
per il miglior film, il miglior film internazionale, la miglior
regia e la miglior sceneggiatura non originale, QUATTRO
BUONE GIORNATE (19 marzo, ore 21.15 su Sky Cinema Due),con
Glenn Close e Mila Kunis, candidato per la migliore canzone
originale. E ancora CODA – I SEGNI DEL CUORE (21
marzo, ore 21.15 su Sky Cinema Uno), diretto da Siân Heder e
interpretato da Emilia Jones, nominato per il miglior film, il
miglior attore non protagonista (Troy Kotsur) e la miglior
sceneggiatura non originale, e MADRES PARALELAS (30 marzo, ore 21.15 su Sky
Cinema Due), film di Pedro Almodóvar con Penélope Cruz – che
concorre come miglior attrice protagonista – candidato anche
per la migliore colonna sonora. Inoltre, il 5 marzo sarà proposto
anche DUNE (ore 21.00 su Sky Cinema Action), film
campione d’incassi del regista Denis Villeneuve, nominato per ben
dieci statuette: miglior film, miglior colonna sonora originale,
migliori costumi, miglior sceneggiatura non originale, miglior
sonoro, migliori effetti visivi, miglior fotografia, miglior
montaggio, miglior trucco e acconciature e migliore
scenografia.
Per quanto riguarda la
programmazione di Sky Cinema Oscar da non perdere
i cinquefilm premiati nell’edizione
2021. Si parte sabato 26 marzo con la prima
visione UNA DONNA PROMETTENTE (ore 21.15 su Sky Cinema Due
e ore 21.45 su Sky Cinema Oscar®), intenso thriller con Carey
Mulligan diretta da Emerald Fennell che è stato premiato con
l’Oscar® alla miglior sceneggiatura originale, preceduto nel
pomeriggio da: THE FATHER – NULLA È COME SEMBRA che l’Academy
ha premiato con la statuetta per miglior attore a Anthony Hopkins e
per la sceneggiatura non originale; il biopic JUDAS AND THE
BLACK MESSIAH che ha ottenuto 2 statuette, quella a Daniel
Kaluuya come miglior attore non protagonista e quella per la
miglior canzone originale; l’affresco multiculturale
MINARI con Youn Yuh-jung premiata come miglior
attrice non protagonista; e TENET, il blockbuster di Christopher Nolan con
John D. Washington e Robert Pattinson, che ha vinto per i
migliori effetti speciali.
Tra le altre pellicole premiate
saranno disponibili successi recenti come il road movie di Peter
Farrelly con Viggo Mortensen GREEN BOOK, tre Oscar
per miglior Film, miglior attore non protagonista a Mahershala Ali
e miglior sceneggiatura Originale; ARGO, il
thriller diretto e interpretato da Ben Affleck vincitore di tre
statuette per miglior film, miglior sceneggiatura non originale e
miglior montaggio; il biopic su Ray Charles, interpretato da Jamie
Foxx, RAY, premiato con due statuette al miglior
attore e sonoro e l’action-thriller TRAINING DAY,
con Denzel Washington premiato come miglior attore protagonista;
il capolavoro di Clint EastwoodMILLION DOLLAR
BABY premiato con quattro Oscar® come miglior
film, migliore regia, miglior attrice protagonista a Hilary
Swank e miglior attore non protagonista a Morgan Freeman;
IL DISCORSO DEL RE con Colin Firth e Geoffrey
Rush, che ha vinto come miglior film, migliore regia, miglior
attore protagonista e migliore sceneggiatura originale; la
sorprendente commedia di Danny BoyleTHE
MILLIONAIRE, premiato con ben 8 Oscar®: film, regia,
sceneggiatura non originale, fotografia, colonna sonora, canzone,
montaggio, sonoro; il terzo capitolo della saga tolkeniana di Peter
Jackson IL SIGNORE DEGLI ANELLI – IL RITORNO DEL
RE, che ha collezionato 11 statuette per film, regia,
sceneggiatura non originale, colonna sonora originale, canzone,
scenografia, costumi, montaggio, suono, trucco, effetti speciali
visivi; e i premi Oscar® come miglior film straniero UNA
SEPARAZIONE, intenso ritratto dell’Iran odierno, e
UNA DONNA FANTASTICA.
Spazio anche a grandi classici e
film che ormai sono entrati nella storia del cinema: tra questi
BEN-HUR, 2001: ODISSEA NELLO
SPAZIO, BARRY LYNDON, IL PAZIENTE
INGLESE, SHAKESPEARE IN LOVE, LA
STANGATA, LA MIA AFRICA, FORREST
GUMP, GLI SPIETATI,BALLA COI LUPI, È NATA UNA
STELLA, IL LAUREATO e IL
PADRINO, previsto martedì 22 marzo alle 21.15 in occasione
del 50°anniversario della sua uscita nelle sale.
Continuano le riprese di Secret
Invasion e dopo le ultime foto, nuovi scatti
rubati dal set arrivano oggi sulla serie Marvel Studios per Disney+ che
rivelano dettagli sulla serie, oltre a mostrare persino quello che
sembra un calamaro alieno! Non siamo sicuri
di cosa sia, ad essere onesti, ma una
rivelazione ancora più interessante arriva in un’inquadratura di un
giornale che mette in luce un volto familiare dal più ampio
MCU.
Come puoi
vedere nelle foto di seguito una copia del National Reporter
presenta un titolo che recita: “Il presidente Ritson a Londra
per colloqui di emergenza“. Supponiamo che questo abbia
qualcosa a che fare con l’invasione Skrull della
Terra e il caos in cui hanno gettato il pianeta con varie manovre
politiche (la serie Disney+ è stata precedentemente
descritta come un thriller di spionaggio). Se osserviamo da vicino
notiamo che il presidente viene accolto dal colonnello James
“Rhodey” Rhodes, alias War Machine.
È il vero
Rhodey o un impostore Skrull? questi dubbi faranno parte della
componente più imprevedibile di questa serie, mentre il presidente
Rison – che non è basato su un personaggio dei fumetti per quanto
ne sappiamo – potrebbe anche avere un ruolo degno di nota da
svolgere in Secret
Invasion. Assomiglia moltissimo all’attore Dermot
Mulroney, noto soprattutto per aver recitato in New
Girl, The Purge e Arrested
Development.
La serie di eventi comici crossover
mette in mostra una fazione di Skrull mutaforma che si sono
infiltrati sulla Terra per anni. La Smulders ha ripreso il ruolo in
diverse foto Marvel tra cui Spider-Man: Far From Home, Captain America: Civil War e
tutti i film degli Avengers. Di recente ha ricevuto ottime
recensioni per la sua interpretazione di Ann Coulter in American
Crime Story: Impeachment.
Djimon Hounsou è
uno di quegli attori che hanno fatto la storia del cinema grazie
alle sue incredibili ed uniche interpretazioni che lo hanno fatto
amare da una grande fetta di pubblico in tutto il mondo. L’attore
ha sempre lavorato sodo per dare vita ad una carriera solida,
dimostrando di saper scegliere i ruoli migliori che valorizzassero
i suoi diversi talenti.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Djimon Hounsou.
2. È anche doppiatore,
produttore, regista e sceneggiatore. Nel corso della sua
carriera, l’attore non ha intrapreso solo la carriera da attore, ma
anche lavorato come doppiatore. Infatti, ha prestato la propria
voce per i film Killing Zoe (1993), Dragon Trainer 2
(2014),
Aquaman (2019) e per le serie La famiglia della
giungla (2000), Black Panther (2010) e What if…
? (2021). In quanto produttore, invece, ha partecipato alla
realizzazione dei film Elephant White (2011) e The
Road to Freedom Peak (2013). Inoltre, ha scritto, diretto e
prodotto il documentario In Search of Voodoo: Roots to
Heaven (2018).
Djimon Hounsou: chi è sua
moglie
3. Non si è mai
sposato. L’attore non ha ancora sperimentato l’esperienza
del matrimonio, ma ha avuto una compagna per diversi anni. Dal 2007
al 2012 si è frequentato con Kimora Lee Simmons e
la coppia ha avuto un figlio, Kenzo Lee, nato nel
maggio del 2009. Anche se i due avevano dato vita ad una speciale
cerimonia per benedire il loro legame, hanno poi precisato che non
si trattava di un matrimonio e anzi si sono poi lasciati nel
2012.
Djimon Hounsou in Blood
Diamond
4. Ha ricevuto una
nomination agli Oscar. Con la sua interpretazione di
Solomon Vandy nel film Blood Diamond – Diamanti di sangue
l’attore ha ricevuto una nomination agli Academy Award per il
Miglior attore non protagonista, senza però riuscire a vincerla.
Hounsou ha raccontato di aver accettato con estremo entusiasmo il
ruolo. Originario dello stato africano del Benin, questi desiderava
infatti dar vita ad un personaggio che rendesse giustizia a quanti
del continente venivano ogni giorno sfruttati dai mercanti di
diamanti.
Djimon Hounsou in Captain
Marvel
5. Si è ipotizzato un
collegamento con un altro film Marvel. Il fatto che
l’attore fosse presente nel cast di Captain Marvel ha gettato il dubbio sul
fatto che potesse esserci qualche collegamento con i Guardiani della Galassia, altro
film, in cui l’attore ha fatto parte. In ogni caso, lo stesso
Hounson ha confermato che i due film sono separati e non esiste
nessun collegamento. L’attore ha inoltre dichiarato di essersi
divertito parecchio durante le riprese e di aver apprezzato
l’evoluzione del personaggio e le sue caratteristiche uniche e
meravigliose.
Djimon Hounsou in Guardiani
della Galassia
6. Ha avuto problemi con il
costume. Nel dover interpretare il personaggio di Korath,
l’attore ha trovato il suo costume e il suo trucco molto scomodo e
rigido. Sia l’uno che l’altro gli impedivano infatti sia dei
movimenti del corpo quanto delle espressioni del viso. Tuttavia,
l’attore ha cercato di tirare fuori il meglio da questo disagio,
incanalandolo nelle sue sequenze di azione del film.
7. Si è sentito come in
un’altra galassia. L’attore ha rivelato di essersi
divertito moltissimo durante le riprese del film e di aver vissuto
praticamente in un mondo differente per il fatto che le scenografie
erano veramente realistiche. Grazie a queste, l’attore ha infatti
trovato estremamente facile entrare nei panni del personaggio e del
mood del racconto.
Djimon Hounsou in Il Gladiatore
8. È il ruolo che lo ha reso
celebre. Dopo aver avuto modo di recitare in alcuni film
di pregio, l’attore ha avuto modo di ricoprire il ruolo dello
schiavo Juba nel film Il gladiatore, di Ridley Scott.
Il personaggio, che diventa amico del protagonista ed è una
presenza ricorrente nel film, ha permesso a Djimon di diventare una
star del cinema, ottenendo numerosi riconoscimenti. Per la parte,
però, l’attore si è dovuto preparare allenanandosi a lungo e con
grande intensità, così da poter sfoggiare un fisico da vero
gladiatore.
Djimon Hounsou: oggi
9. Ha diversi progetti in
mano. Dopo aver recitato nei film A Quiet Place 2
e The Kings’sMan – Le origini, l’attore
ha in progetto di tornare a breve sul grande schermo come
doppiatore dei film Ozi e Blazing
Samurai. Reciterà poi in carne ed ossa nell’atteso film di fantascienzaRebel Moon, diretto
da Zach Snyder, dove interpreterà il Generale
Titus.
Djimon Hounsoun: età e altezza
10. Djimon Hounsou è nato il
24 aprile del 1964a Cotonou, nel Benin.
La sua altezza complessiva corrisponde a 187 centimetri.
Albus Silente e Gellert Grindelwald
duelleranno in Animali
fantastici – I segreti di Silente, scelta che rischia
di diventare un’altra problematica retcon alla tradizione
consolidata di Harry Potter. Sebbene il franchise di Animali
fantastici sia stato inizialmente incentrato sulle avventure del
magizoologo Newt Scamander, si è rapidamente trasformato in una
storia molto più ampia sulla Guerra Mondiale dei Maghi, con Silente
e Grindelwald al centro. Questa storia continuerà nel prossimo film
e il secondo trailer di Animali fantastici: I segreti di Silente
conferma che la coppia si troverà faccia a faccia in almeno un paio
di occasioni.
Il trailer di Animali
fantastici – I segreti di Silente mostra Silente e
Grindelwald che si incontrano, parlando dei percorsi che ognuno di
loro ha intrapreso, facendo riferimento al loro passato. Questo
confronto potrebbe essere affascinante per Animali fantastici 3,
dato che il franchise finora ha in gran parte evitato la loro
relazione e i sentimenti che Silente aveva per Grindelwald. E
ancora più interessante, in termini di spettacolarità, è il duello
trai due.
Sebbene sia solo un breve flash, il
trailer di Animali
fantastici – I segreti di Silente mostra Grindelwald e
Silente che si lanciano incantesimi l’uno contro l’altro, il che
rappresenta un notevole cambiamento rispetto a ciò che il film
precedente aveva stabilito, suggerendo che il loro patto di sangue
sia stato rotto. Non è una soluzione impossibile, dato che lo
stesso Silente stava cercando dei modi per annullare il patto di
sangue, ma le conseguenze che questa scelta ha sul canone di Harry
Potter sembrano molto più grandi e, forse, gravi.
Nel canone si riporta che si è
svolto un duello tra Silente e Grindelwald, un duello che ha visto
Silente trionfare e Grindelwald fermato, ma non è avvenuto fino al
1945 (cosa che mette in collegamento la caduta di Grindelwald con
la fine della seconda guerra mondiale). Animali
fantastici – I segreti di Silente è ancora ambientato
negli anni ’30, quindi un po’ fuori dalla linea temporale del loro
noto duello, suggerendo un altro retcon di Harry Potter.
Non è plausibile, ovviamente, che
Silente e Grindelwald abbiano avuto un altro duello prima della
loro battaglia del 1945, con abbastanza spazio di manovra nella
linea temporale e nella storia nota per consentire che ciò
accadesse. È ampiamente accettato che Silente abbia ritardato la
resa dei conti con Grindelwald fino al 1945, probabilmente a causa
di una serie di ragioni tra cui i suoi sentimenti per lui e, ancora
di più, la minaccia di apprendere che era stato lui a uccidere sua
sorella, Ariana Silente. Dato quanto sia potente Silente, le
ragioni per cui ha ritardato il confronto hanno reso la sua storia
ancora più tragica e alla fine hanno contribuito a rafforzare
l’arco del suo personaggio. Farli duellare prima di allora potrebbe
rischiare di indebolire quell’arco narrativo perfetto, rubandone
parte del significato e dell’impatto.
Animali
fantastici – I segreti di Silente della Warner Bros.
Pictures è la nuova avventura del Wizarding World creato da
J.K. Rowling. Animali
fantastici – I segreti di Silente presenta un cast
guidato dal premio Oscar
Eddie Redmayne (“La teoria del tutto”), il due volte
candidato all’Oscar Jude Law (“Ritorno a Cold Mountain”, “Il
talento di Mr. Ripley”), con Ezra Miller, Dan Fogler,
Alison Sudol, Callum Turner,
Jessica Williams,
Katherine WaterstoneMads Mikkelsen.David Yates
ha diretto Animali fantastici – I segreti di
Silente, un film scritto da J.K. Rowling
e Steve Kloves, basato su una sceneggiatura di
J.K. Rowling. I produttori del film sono
David Heyman, J.K. Rowling, Steve Kloves, Lionel
Wigram e Tim Lewis, mentre Neil
Blair, Danny Cohen, Josh
Berger, Courtenay Valenti e
Michael Sharp sono i produttori esecutivi.
In Animali
fantastici – I segreti di Silente Il professor Albus
Silente (Jude Law) sa che il potente mago oscuro Gellert
Grindelwald (Mads Mikkelsen) è intenzionato a prendere il controllo
del mondo magico. Non essendo in grado di fermarlo da solo, Silente
affida al magizoologo Newt Scamander (Eddie Redmayne) il compito di
guidare un’intrepida squadra di maghi, streghe e un coraggioso
Babbano pasticcere in una pericolosa missione, dove incontrano
vecchie e nuove creature e si scontrano con la crescente legione di
seguaci di Grindelwald. Con una posta in gioco così alta, quanto a
lungo Silente potrà restare in disparte?
Il team creativo che ha lavorato
dietro le quinte include il direttore della fotografia George
Richmond (“Rocketman”, “Kingsman: Il cerchio d’oro”), lo scenografo
vincitore di tre Oscar® Stuart Craig (“Il paziente inglese”, “Le
relazioni pericolose”, “Gandhi”, i film di “Harry Potter” e
“Animali fantastici”) e lo scenografo Neil Lamont (“Solo: A Star Wars Story”, “Rogue One: A Star Wars Story”),
la costumista vincitrice di quattro Oscar® Colleen Atwood
(“Chicago”, “Memorie di una geisha”, “Alice in Wonderland”,
“Animali fantastici e dove
trovarli”) e il montatore che da tempo collabora con Yates,
Mark Day (“Animali
fantastici: i crimini di Grindelwald”, gli ultimi quattro film
di “Harry Potter”). La musica è del nove volte candidato all’Oscar®
James Newton Howard (“Notizie dal mondo”, “Animali fantastici: i
crimini di Grindelwald”, “Defiance – I giorni del coraggio”,
“Michael Clayton”, i film di “Hunger Games”).
La Warner Bros. Pictures presenta
una produzione Heyday Films, un film di David Yates,
Animali fantastici – I segreti di Silente. Il film
sarà distribuito in tutto il mondo dalla Warner Bros. Pictures, e
l’uscita nelle sale italiane è prevista per il 13 Aprile
2022.
C’erano
una volta i piani della Warner Bros. che comprendevano che l’attore
Ben Affleck dirigesse e recitasse in
The
Batman. Più tardi, abbiamo appreso che l’attore e
il regista avevano passato il timone a Matt
Reeves, da quella notizia non ci è voluto poi molto per
capire che piani del regista erano quelli di raccontare la sua
storia che ruota attorno ad un inedito Cavaliere Oscuro.
Successivamente con Robert Pattinson nel ruolo di Bruce
Wayne, è diventato evidente che questo non era un prequel o una
storia ambientata nel DCEU. La storia si svolgerà nel suo mondo che
da allora è stato soprannominato dalla community il
Batverse. Ebbene, oggi a parlare proprio di questo
fantomatico Batverse è stato il produttore del film, Dylan
Clark a cui è stato chiesto quando e perché insieme al Reeves si
sono resi conto che ambientare The
Batman nella stessa realtà di personaggi
come Aquaman e The
Flash non avrebbe funzionato. “Sai, fin
dall’inizio, quando Matt ha iniziato a pensare alla storia che
voleva raccontare, la Warner Bros. è stata davvero aperta e pronta
a realizzare quella versione originale di ciò che voleva”.“Matt è un vero regista che sta cercando di fare qualcosa
di unico, diverso e fantastico”, ha continuato Clark.
“È una testimonianza per la Warner Bros. che volevano
davvero avere un film di Batman a sé stante che, si spera, possa
trasformarsi in sequel e altre cose”.
Clark ha
poi spiegato perché ciò che è successo prima era ancora la chiave
di questa visione. “Stavamo davvero cercando di creare
qualcosa che fosse contemporaneo e che fosse nella tradizione dei
film di Batman. Ancora una volta, i film di Zack sono fantastici. I
film di Nolan sono fantastici. Anche quelli hanno dei toni oscuri;
pensiamo solo di seguirli il lignaggio di quei film.”
Tuttavia, il DCEU non rimarrà a lungo senza Batman; Ben
Affleck ritorna
in The Flash questo novembre per dire addio
all’eroe, e Michael Keaton dovrebbe subentrare dopo
un’assenza di 30 anni e
apparirà anche in Batgirl, un progetto destinato ad
aggiungere un altro altro Cavaliere Oscuro a quel
mondo. Che dire ne vedremo delle belle! Mi
raccomando non perdetevi la nostra
recensione di The Batman a cura di
Chiara Guida che ha dato ben 4 stelle al film!
The
Batman diretto da Matt Reeves uscirà nelle sale
il 4 marzo distribuito da Warner Bros Italia. Protagonisti del film
insieme a Robert
Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno
anche Colin
Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe
Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul
Dano (Enigmista) e Andy
Serkis (Alfred). Infine, John
Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast
anche Peter
Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore
Distrettuale di Gotham.
Due anni trascorsi a pattugliare le
strade nei panni di Batman (Robert
Pattinson), incutendo timore nel cuore dei criminali,
hanno trascinato Bruce Wayne nel profondo delle tenebre di Gotham
City. Potendo contare su pochi fidati alleati – Alfred Pennyworth
(Andy
Serkis) e il tenente James Gordon (Jeffrey
Wright) – tra la rete corrotta di funzionari e figure
di alto profilo della città, il vigilante solitario si è affermato
come unica incarnazione della vendetta tra i suoi concittadini.
Quando un killer prende di mira l’élite di Gotham con una serie di
malvagi stratagemmi, una scia di indizi criptici spinge il più
grande detective del mondo a indagare nei bassifondi, incontrando
personaggi come Selina Kyle / alias Catwoman (Zoe
Kravitz), Oswald Cobblepot / alias il Pinguino
(Colin
Farrell), Carmine Falcone (John
Turturro) e Edward Nashton / alias l’Enigmista
(Paul
Dano). Mentre le prove iniziano a condurlo più vicino
alla soluzione e la portata dei piani del malfattore diventa
chiara, Batman deve stringere nuove alleanze, smascherare il
colpevole e rendere giustizia all’abuso di potere e alla corruzione
che da tempo affliggono Gotham City.
In occasione dell’arrivo in sala di
The
Batman (negli USA il 4 marzo, dal noi il 3)
Jeffrey Wright, che nel nuovo film di
Matt Reeves interpreta Jim Gordon, ha condiviso
una vecchia foto che lo mostra in compagnia di Gary
Oldman, il Gordon di Christopher
Nolan.
Come didascalia all’immagine,
Wright ha scritto che si tratta di un “passaggio di testimone”.
Anche se in realtà sembra non tenere conto del Jim Gordon di
J.K. Simmons, che ha recitato in Batman v Superman Dawn of Justice,
in Justice League e che vedremo anche in Batgirl, al momento in fase di riprese. Ecco
di seguito il tweet:
The
Batman diretto da Matt Reeves uscirà nelle sale
il 4 marzo distribuito da Warner Bros Italia. Protagonisti del film
insieme a Robert
Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno
anche Colin
Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe
Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul
Dano (Enigmista) e Andy
Serkis (Alfred). Infine, John
Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast
anche Peter
Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore
Distrettuale di Gotham.
Due anni trascorsi a pattugliare le
strade nei panni di Batman (Robert
Pattinson), incutendo timore nel cuore dei criminali,
hanno trascinato Bruce Wayne nel profondo delle tenebre di Gotham
City. Potendo contare su pochi fidati alleati – Alfred Pennyworth
(Andy
Serkis) e il tenente James Gordon (Jeffrey
Wright) – tra la rete corrotta di funzionari e figure
di alto profilo della città, il vigilante solitario si è affermato
come unica incarnazione della vendetta tra i suoi concittadini.
Quando un killer prende di mira l’élite di Gotham con una serie di
malvagi stratagemmi, una scia di indizi criptici spinge il più
grande detective del mondo a indagare nei bassifondi, incontrando
personaggi come Selina Kyle / alias Catwoman (Zoe
Kravitz), Oswald Cobblepot / alias il Pinguino
(Colin
Farrell), Carmine Falcone (John
Turturro) e Edward Nashton / alias l’Enigmista
(Paul
Dano). Mentre le prove iniziano a condurlo più vicino
alla soluzione e la portata dei piani del malfattore diventa
chiara, Batman deve stringere nuove alleanze, smascherare il
colpevole e rendere giustizia all’abuso di potere e alla corruzione
che da tempo affliggono Gotham City.
Il merchandise di Doctor Strange nel Multiverso della Follia si
sta rivelando massiccio e già in commercio molto prima che il film
sia disponibile in sala. Una nuova serie di Funko
Pop mostra alcuni dei personaggi che vedremo nel film
e soprattutto una nuova variante di Doctor Strange, Supreme Strange.
Ecco di seguito le immagini dei
nuovi pupazzetti che finiranno pesto sugli scaffali dei
collezionisti e dei fan più accaniti dei Marvel Studios:
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier.
Doctor Strange nel Multiverso della
Follia arriverà al cinema il 4 maggio
2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e
avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel
dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
Deadline ha diffuso la
notizia che l’attrice Ariana DeBose interpreterà
Calypso nel film Kraven the
Hunter, nuovo spin-off della Sony Pictures basato
sull’Universo di Spider-Man. L’attrice reciterà al fianco di
Aaron Taylor-Johnson nel ruolo del
protagonista, e questo segna l’ennesima aggiunta impressionante al
progetto. Di recente, il film che sarò diretto da JC
Chandor ha aggiunto al cast nomi come quelli di Russell Crowe (che potrebbe potenzialmente
interpretare il padre di Kraven) e Fred Hechinger
nei panni del malvagio Camaleonte.
Nei fumetti, Calypso è un interesse
amoroso per Kraven e utilizza poteri voodoo e
pozioni magiche. Una volta ha preso il controllo di The Lizard in una delle battaglie più strazianti del
fumetto Spider-Man: “Torment”.
Ariana DeBose ha ottenuto una nomination all’Oscar
per il suo lavoro in West Side Story di Steven Spielberg e lo scorso fine settimana
ha ricevuto un prestigioso premio, il
SAG Awards come “Miglior attrice non protagonista”. Il suo
prossimo film sarà Argylle di
Matthew Vaughn al fianco di Henry Cavill,
Bryan Cranston, Samuel L. Jackson e Dua Lipa.
Kraven the Hunter, il
film
Dopo il
successo di Venom: Let There Be
Carnage e Spider-Man: No Way
Home , Sony continua ad espandere il suo universo
Marvel e Kraven the
Hunter si unisce a una lista che include
anche Madame Web con Dakota Johnson e il
progetto Spider-Woman di Olivia Wilde. Art Marcum, Matt Holloway
e Richard Wenk hanno scritto la sceneggiatura di
Kraven the
Huntere il fatto che il film attiri talenti di
alto livello è sicuramente un buon segno.
Furiosa
avrà una struttura molto più tradizionale, rispetto agli
inseguimenti di
Mad Max: Fury Road. La guerriera post-apocalittica
interpretata da Charlize Theron, ritornerà sui grandi schermi
nell’attesissimo nuovo capitolo del mondo Mad Max, diretto
da George Miller.
Miller è pronto a creare un film
incentrato su Furiosa, senza la partecipazione della Theron, che
verrà sostituita dalla Regina degli scacchi,
Anya Taylor-Joy. Anche Chris Hemsworth si unirà al cast nei panni del
cattivo, il Dr. Dementus.
Tutto quello che sappiamo su
Furiosa
Tutti i dettagli del film sono
ancora segreti, ma grazie al nuovo libro di Kyle
Buchanan, Blood, Sweat & Chrome: The Wild and
True Story of Mad Max: Fury Road, nuove informazioni su
Furiosa sono trapelate. Infatti grazie a lui si è venuti a
conoscenza della presenza di Hemsworth nel film e di come questo
sia molto diverso da Fury Road. Come P.J. Voeten,
assistente regista e produttore ha detto a Buchanan: “Furiosa
sarà più tradizionale, un dramma in tre atti. Se le persone si
aspettano un altro film sugli inseguimenti, non sarà questo il
caso”. (via SlashFilm)
Altre informazione sono state
comunicate a Buchanan dal direttore della produzione Dean
Hood, che ha riferito: “quando ho iniziato a leggere
[la sceneggiatura di Furiosa], non riuscivo a fermarmi. Sarà
veramente molto bello. Si vedono Gas Town, la Bullet Farm.
È pazzesco vedere
finalmente questi luoghi costruiti”.Anche se questi erano già
stati nominati in Fury Road, non sono mai stati
effetivamente realizzati. Sembra infatti che in Furiosa si riuscirà
finalmente a vederli in tutta la loro gloria post-apocalittica.
Sicuramente, essendo questo un prequel, saranno rappresentati prima
degli avvenimenti di Fury Road. Il film
mostrerà anche The Green Place, terra del popolo di Furiosa, i
Vuvulini, un tempo fertile, ora palude oleosa popolata da
corvi.
Cosa aspettarsi dal film
Non ci resta che aspettare per
vedere quali nuovi luoghi inserirà Miller all’interno di
Furiosa, continuando a sviluppare la mitologia tipica dei
primi quattro film Mad Max. Resta anche da vedere la
reazione del pubblico, ad un formato molto diverso da quello dei
suoi predecessori. Fury Road è sicuramente stato un “chase
movie” a tutti gli effetti, strutturato su una lunga sequenza di
inseguimenti. Evitando questo approccio e seguendo una narrazione
meno mobile e molto più tradizionale con Furiosa, Miller
ha voluto fare una mossa molto rischiosa considerando che i fan
della serie sanno cosa aspettarsi da un Mad Max. Questo
non significa che l’utilizzo di una struttura più tradizionale, sia
il totale abbandono dell’azione tipica di questi film, anzi.
Anya Taylor-Joy, ha rivelato che sta prendendo
lezioni di “stunt driving”, quindi chiaramente l’eccitazione tipica
di Mad Max sarà di casa anche in Furiosa.
Samuel L. Jackson non ha assolutamente gradito l’uso
ripetuto della N-Word da parte di Joe Rogan nel
suo podcast The Joe Rogan Experience, denunciando
l’accaduto e rifiutando le scuse del comico, in quanto permane
l’assenza di reale dispiacere per aver usato un termine offensivo.
In particolare, ciò che ha colpito l’attore è stato il modo in cui
Rogan si sia sentito a suo agio nel pronunciare la N-Word,
divertendosi.
Samuel L. Jackson e le sue
battaglie per la parità dei diritti
Jackson è uno degli
attori più conosciuti della sua generazione ed è anche l’attore con
il maggior incasso di tutti i tempi. Ha avuto ruoli
determinanti
in tanti film che, successivamente, sono diventati dei colossal.
Tra quelli più famosi, lo abbiamo visto nei panni di Nick Fury nel MCU,
Mace Windu inStar Wars e,
naturalmente, nella maggior parte dei film di
Quentin Tarantino. In qualità di attore nero di
successo, Samuel L.Jackson
ha usato la sua influenza, aumentata nel corso degli anni, per fare
spesso campagne per la parità dei diritti, insieme a molte altre
questioni sociali.
Rogan, d’altra
parte, non è estraneo alle polemiche. Durante la sua carriera di
podcasting e televisione, è noto per aver rilasciato dichiarazioni
che superassero alcuni limiti e per cui ha dovuto fare un passo
indietro e correggersi. Di recente, il comico è stato sotto i
riflettori dopo che l’artista India Arie ha
condiviso una compilation di video di ogni volta che
Rogan ha usato la N-Word nel suo
podcast.Sarebbe scioccante sentire una persona
bianca pronunciare casualmente questa parola anche solo una volta,
ma il “re del podcasting” lo ha fatto non meno di ventidue volte in
vari episodi. Ciò ha portato a molte reazioni negative per il
podcaster, sia da parte degli ascoltatori che di altre celebrità,
incluso Dwayne
Johnson.
Le parole di Jackson sull’insulto
razziale
In una recente intervista al
Sunday Times,
l’attore si unisce alla conversazione su Rogan. La
sua posizione sulla questione è semplice: “[SLJ] qui non c’è
nessun contesto in cui una persona bianca possa mai dire quella
parola”. Continua, criticando la scusa di Rogan secondo cui
gli ascoltatori non capiscono il contesto in cui è stata usata la
N-Word. Per Jackson non è il contesto che conta, ma il fatto che
non si fosse reso conto della gravità di quanto pronunciato.
Conclude, dicendo che l’unica volta in cui potrebbe andare bene
dire quella parola è se una storia lo richiede davvero, affermando
che usarla solo per suscitare una risata è sbagliato.
Il punto di vista di Samuel
L.Jackson su una storia che fornisce un
contesto per utilizzare la N-Word non è nuovo, poiché lo ha spesso
affermato spiegando l’uso controverso e frequente del termine
da parte di Tarantino nelle sue sceneggiature. Per
contrastare la situazione di Rogan, ha anche
raccontato un aneddoto sulle riprese di
Django Unchained (recensione), in cui l’attore
Leonardo DiCaprio si sentiva a disagio nel dover pronunciare
ripetutamente la N-Word. Jackson ricorda di
aver detto a DiCaprio semplicemente “devi
farlo”. Rogan non doveva.
Il parere di Samuel L.
Jackson è assolutamente giustificato:
Rogan non ha dovuto pronunciare la parola
nel suo podcast, eppure l’ha detto più di venti volte. Il comico si
è scusato, anche se ha definito l’incidente un “lavoro di
successo politico” in The Joe Rogan
Experience. Crede che i suoi fan capiranno il suo passo falso,
sapendo che stesse solo cercando di essere divertente, ma, come ha
sottolineato Jackson, cercare di essere divertenti
non è una vera scusa.
La serie drammatica della HBO
The
Gilded Age è stata rinnovata per una seconda
stagione. Dal creatore Julian Fellowes
(“Downton Abbey”), The
Gilded Age della HBO ha debuttato il 24 gennaio
con episodi attualmente in streaming su HBO Max. La serie
drammatica di nove episodi vede protagonisti un cast corale di
Carrie Coon, Morgan Spector, Louisa Jacobson, Denée Benton, Taissa
Farmiga, Blake Ritson, Simon Jones, Harry Richardson, Thomas
Cocquerel, Jack Gilpin, con Cynthia Nixon e Christine
Baranski. Il finale della prima stagione andrà in onda il 21
marzo. La serie in Italia va in onda su NOW e SKY.
La serie tv
Creata, scritta e prodotta da
Fellowes, The
Gilded Age è ambientata nel 1882, e racconta la
storia della giovane Marian Brook (Louisa Jacobson), figlia orfana
di un generale del sud che si trasferisce nella casa delle sue zie
rigidamente convenzionali a New York City. Accompagnata dalla
misteriosa Peggy Scott (Denée Benton), una donna afroamericana che
si maschera da cameriera, Marian viene catturata dalle vite
abbaglianti dei suoi vicini incredibilmente ricchi, guidata da uno
spietato magnate della ferrovia e dalla sua ambiziosa moglie in
lotta per l’accettazione da parte del Astor e Vanderbilt set.
Nel cast oltre a Jeanne
Tripplehorn confermati ci sono Christine Baranski,
Cynthia Nixon, Amanda Peet, Morgan Spector, Taissa Farmiga, Blake
Ritson e Simon Jones.
A produrre ci sono anche Gareth
Neame e il regista Michael Engler. Fellowes, Neame, Engler e David
Crockett sono i produttori esecutivi, mentre Engler dirigerà alcuni
episodi.
In The Gilded Age 1×07 che si intitolerà “Irresistible
Change”
The Gilded Age 1×07
Creata, scritta e prodotta da
Fellowes, The
Gilded Age è ambientata nel 1882, e racconta la
storia della giovane Marian Brook (Louisa Jacobson), figlia orfana
di un generale del sud che si trasferisce nella casa delle sue zie
rigidamente convenzionali a New York City. Accompagnata dalla
misteriosa Peggy Scott (Denée Benton), una donna afroamericana che
si maschera da cameriera, Marian viene catturata dalle vite
abbaglianti dei suoi vicini incredibilmente ricchi, guidata da uno
spietato magnate della ferrovia e dalla sua ambiziosa moglie in
lotta per l’accettazione da parte del Astor e Vanderbilt set.
Nel cast oltre a Jeanne
Tripplehorn confermati ci sono Christine Baranski,
Cynthia Nixon, Amanda Peet, Morgan Spector, Taissa Farmiga, Blake
Ritson e Simon Jones.
A produrre ci sono anche Gareth
Neame e il regista Michael Engler. Fellowes, Neame, Engler e David
Crockett sono i produttori esecutivi, mentre Engler dirigerà alcuni
episodi.