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I Am Married… But! la spiegazione del finale: I-ling e Xue-you hanno divorziato?

Il finale di I Am Married… But!, disponibile su Netflix, ruotava attorno alla rivelazione che I-ling stava in realtà scambiando messaggi con suo marito, Zeng Xue-you, tramite un’app di incontri. I-ling lavorava in un’agenzia pubblicitaria e fu costretta a scaricare l’app per esigenze professionali. Tuttavia, a causa del fallimento della sua vita coniugale—dovuto principalmente alla dipendenza di suo marito dalla madre e al suo eccessivo coinvolgimento nella loro relazione—decise di usare l’app (con lo pseudonimo di “Sunny”) per verificare se esistesse qualcuno più compatibile con lei.

Così si ritrovò abbinata a un uomo di nome “Rain” e i due fecero subito amicizia. Lo show creò alcuni depistaggi utilizzando Liu Wen-chieh, un farmacista incontrato da I-ling, e Zhang Ren-wei, suo amico e compagno di università, per confondere il pubblico sull’identità di Rain. Nel frattempo, Xue-you iniziò a legarsi sempre più alla sua collega, Chen Hsiao-lu, una madre single. Il punto di svolta arrivò quando I-ling scoprì che Xue-you aveva trascorso una notte a casa di Hsiao-lu, inducendola a pensare di dare una possibilità a Rain. Ma quando scoprì che il misterioso amante non era altri che suo marito, si sentì sia sollevata che arrabbiata.

Attenzione: spoiler

Xue-you era Rain

I am Married…But! – Production Still

I-ling inizialmente pensò che Xue-you avesse installato l’app Soulmate con l’intento di tradirla, ma lui si difese affermando di averlo fatto solo per conoscerla meglio. I-ling faticava a credergli e si chiedeva come fosse riuscito a trovarla su un’app che abbina gli utenti in base alle loro preferenze personali. Xue-you confessò che, il giorno in cui I-ling era andata con sua madre a un “esorcismo”—perché quest’ultima credeva che rituali non scientifici l’avrebbero convinta ad avere un figlio—lei aveva dimenticato il telefono a casa. Xue-you ne approfittò per dare un’occhiata e scoprire cosa le passasse per la testa.

Da lì, creò un account con il nome “Rain”, basando il suo profilo sui gusti di I-ling e venendo immediatamente abbinato a lei. Ogni volta che “Sunny” si lamentava del suo matrimonio, Xue-you ascoltava e cercava di cambiare di conseguenza.

Dopo un litigio in cui Xue-you non riuscì a dire a sua madre che I-ling voleva vivere da sola, lei se ne andò nel cuore della notte. Xue-you la inseguì, perché sapeva che I-ling soffriva per il fatto che lui non avesse mai fatto nulla per riconquistarla dopo il matrimonio. Alla fine, pur volendo restare con sua madre, capì le esigenze della moglie e accettò di trasferirsi una volta saldato un prestito che aveva con suo zio.

Quando “Sunny” disse a “Rain” che voleva dei figli—nonostante in passato avesse dichiarato il contrario—Xue-you la rassicurò che sarebbe stata una madre fantastica e che avrebbe condiviso ogni responsabilità. La domanda chiave, però, rimaneva: I-ling voleva davvero lasciare Xue-you e provare con “Rain”? Lei ammise che aveva deciso di incontrare Rain solo dopo aver scoperto che era Xue-you. Anche lei, infatti, aveva controllato il suo telefono, scoprendo la verità. Tuttavia, prima che potessero risolvere il loro conflitto, restava un ultimo nodo da sciogliere: la relazione di Xue-you con Hsiao-lu.

Xue-you ha rifiutato le avances di Hsiao-lu

Dal punto di vista di I-ling, i gesti di Xue-you—come accompagnare Hsiao-lu e suo figlio a casa dopo una festa, avere il profumo di Hsiao-lu sui vestiti e passare la notte da lei—sembravano sospetti. Xue-you chiarì i primi due punti, ma rimase evasivo sull’ultimo.

A quel punto, I-ling capì che nella vita reale Xue-you non era sicuro di sé come lo era stato nei panni di “Rain”. Perciò decise di uscire dalla stanza e scrivergli come “Sunny”. Questo spinse Xue-you ad aprirsi: confessò che, quella notte, aveva scoperto che Hsiao-lu provava dei sentimenti per lui, ma che li stava reprimendo perché sapeva che era sposato. Lui, a sua volta, non voleva illuderla né perdere la loro amicizia.

Nonostante fosse ubriaco, Xue-you andò a casa di Hsiao-lu e le disse che meritava di meglio. Poi, mentre si metteva le scarpe per andarsene, cadde, perse conoscenza e dormì lì. Hsiao-lu, nel frattempo, si promise di lasciarlo andare e aprirsi a nuove possibilità.

I-ling non ha divorziato da Xue-you

I am Married…But! – Production Still

Durante la loro conversazione, Xue-you confessò che l’unica donna che amava era I-ling. Lei, toccata dalla sincerità del marito, decise di affrontare il problema della comunicazione nel loro matrimonio. Alla fine della serie, Xue-you le chiese cosa l’avesse spinta a sposarlo.

I-ling gli ricordò la prima notte che trascorsero insieme: era così immersa nel lavoro che si dimenticò della sua presenza. Xue-you, senza disturbarla, uscì di casa per svuotare la spazzatura, comprare carta igienica e assorbenti—tutte cose che lei si era lamentata di aver finito. Questo gesto colpì così tanto I-ling da convincerla che era l’uomo giusto per lei.

Quel ricordo la riportò anche al loro primo incontro: I-ling si era scontrata con Xue-you in un giorno di sole, da cui il suo alias “Sunny”. Più tardi, quando si rividero, iniziò a piovere—da qui il nome “Rain” scelto da Xue-you. Questo simbolismo rafforzava l’idea che fossero destinati a stare insieme.

Pur avendo pensato molte volte al divorzio a causa dell’immaturità del marito, I-ling riconobbe anche le sue qualità positive. Decise così di dargli una seconda possibilità, lavorando entrambi per migliorare il loro rapporto invece di cercare “pascoli più verdi”.

La madre di Xue-you cambiò idea

I am Married…But! – Production Still

Mentre Xue-you e I-ling pedalavano per la città, si vedeva la madre di Xue-you posare un opuscolo di complessi residenziali sul tavolo della cucina, segno che era finalmente pronta a lasciare che suo figlio costruisse una vita con sua moglie.

Per anni, la madre di Xue-you disprezzò I-ling perché non le dava nipoti e riteneva che il problema fosse solo di sua nuora. La situazione peggiorò quando convinse il figlio a portare I-ling in una clinica per la fertilità. Quando scoprirono che il problema era in realtà di Xue-you, decisero di mentire alla madre per evitarle il dolore della verità.

Questo si ritorse contro di loro, perché la donna e i suoi parenti sottoposero I-ling a pressioni insostenibili per concepire un figlio. Alla fine, Xue-you decise di dirle la verità. Questo la spinse a realizzare il danno che aveva causato e a capire che non aveva il diritto di controllare la vita di suo figlio e sua nuora.

Con questo atto di maturità, lasciò che i due costruissero il loro amore su basi più solide, in una casa tutta loro.

I Am Heath Ledger: il trailer del documentario sul compianto attore

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Il canale ufficiale Youtube SPIKE ha condiviso il trailer di I Am Heath Ledger, il documentario che racconta la vita privata di Heath Ledger, attore premio Oscar (postumo) che proprio oggi, il 4 aprile 2017, avrebbe compiuto 38 anni.

I Am Heath Ledger – Il trailer

“Voleva la fama, e quando la ottenne, non la voleva più” Matt Amato, regista e amico di Heath di lunga data, oltre che suo partner di lavoro, dichiara nel trailer. Tra gli altri visi famosi, il documentario raccoglie le testimonianze degli attori Naomi Watts e Ben Mendelsohn, il regista Ang Lee, il musicista Ben Harper, la modella Chistina Cauche e altri amici e familiari di Heath.

Il trailer si apre con l’attore che fa fotografie con la sua Rolleiflex. Il documentario mostrerà anche alcuni materiali inediti girati dallo stesso Heath Ledger. “Lui è sempre stato un regista, fare l’attore era solo un modo per arrivarci” dichiara l’amico d’infanzia Trevor DiCarlo.

Da 10 cose che odio di te a Il Patriota, fino a I Segreti di Brokeback Mountain e Il Cavaliere Oscuro, la carriera di Heath Ledger è stata folgorante e troppo breve, purtroppo.

I am Groot: tutto quello che c’è da sapere sulla miniserie

I am Groot: tutto quello che c’è da sapere sulla miniserie

Il personaggio più tenero della saga dei Guardiani della Galassia si è guadagnato uno show tutto per sé. I am Groot debutterà il 10 agosto su Disney+. Una serie di cinque cortometraggi animati seguirà le avventure del piccolo Groot mentre, tra guai stellari e supereroi intergalattici, impara a diventare il grande personaggio che noi tutti conosciamo. Vediamo tutti quello che serve sapere prima di iniziare a vedere la serie.

Un nuovo stile di animazione

I Am Groot TrailerI Am Groot sarà un po’ diverso dagli altri prodotti MCU. Si tratterà di una serie di cinque cortometraggi caratterizzati da uno stile di animazione alternativo. Gli autori della serie hanno scelto di adottare l’animazione fotorealistica.

Questo aspetto aiuta I Am Groot a differenziarsi dagli altri capitoli dell’Universo Cinematografico Marvel, dando alla serie un’individualità e un fascino specifico. Lo show potrebbe anche prefigurare progetti futuri e aprire la strada per un nuovo stile d’animazione all’interno del franchise.

Gli autori di I am Groot

Doctor Strange What IfGrazie a Variety sappiamo che nel team creativo di I am Groot c’è un volto noto dell’MCU. Lo sceneggiatore Ryan Little è il creatore e capo sceneggiatore dello show e ha lavorato intensamente a tutti e cinque gli episodi.

Ryan Little è specializzato nell’animazione: grazie al suo lavoro per What If…?, è stato possibile compiere la prima incursione del Marvel Cinematic Universe nel mondo animato. Vedendo il successo del primo lavoro di Little – è già stata annunciata una stagione 2 di What If…? in arrivo nel 2023 – le aspettative per I am Groot sono davvero alte.

Tutte le puntate in una volta

I Am GrootI precedenti show a episodi dell’MCU sono usciti su Disney+ con base settimanale, con la rara eccezione di WandaVision, Loki e HawkeyeAnche I am Groot sarà un’eccezione. Probabilmente a causa della natura abbreviata di ogni episodio della serie, tutti e cinque gli episodi della serie usciranno il 10 agosto.

Questo tipo di show e questa modalità di rilascio sono una prima volta per i Marvel Studios e potrebbe trattarsi di un banco di prova per sperimentare nuovi i metodi di rilascio per i futuri spettacoli MCU.

Già pronta una Parte 2

I am Groot Guardiani della Galassia

I Am Groot sarà il più breve racconto dell’MCU mai visto finora: ha attualmente in programma solo cinque episodi. Tuttavia, i fan non dovranno aspettare troppo per vedere il Baby-Guardiano coinvolto in nuove avventure. Pare che ci siano già dei lavori in corso per portare in vita il prossimo lotto di cortometraggi.

La notizia è arrivata al Comic-Con di San Diego: dopo il primo trailer di I Am Groot, gli autori hanno annunciato che sono già in produzione altri cinque cortometraggi legati alla serie. Non è chiaro quando debutterà questo prossimo slot o se questi nuovi episodi costituiranno una seconda stagione.

Groot torna a casa

Groot MCU Vin DieselI fan della Marvel Comics sanno che, nei fumetti, Groot proviene da Pianeta X.
Vin Diesel ha alluso al ritorno di Groot sul pianeta in un’intervista esclusiva dietro le quinte (via comicbook.com), sostenendo che il presidente Kevin Feige sarebbe “entusiasta” di questa ambientazione.

Il commento di Diesel potrebbe rivelare l’intenzione dell’MCU di visitare Pianeta X nei progetti futuri, forse già in I Am Groot o nell’attesissimo Guardians of the Galaxy Vol. 3.

Il ritorno di Vin Diesel

Vin Diesel e Groot MCUAnche se What If…? ha dimostrato che non tutti gli attori Marvel devono necessariamente riprendere i propri ruoli nei film d’animazione, in I am Groot Vin Diesel torna ad essere Groot. Probabilmente sfoggerà la sua voce acuta per la versione infantile del personaggio, così come stato in Guardiani della Galassia Vol. 2.

Diesel è l’interprete dell’adorabile Guardiano da quasi un decennio. Durante questo periodo, Diesel ha doppiato Groot in cinque diversi progetti, dando vita, con varie voci e lingue, ad una singolare modalità di dialogo per ciascuna delle apparizioni.

Ci sarà anche Rocket in I am Groot

Avengers Endgame Groot RocketOltre a Baby Groot, nella prossima serie Disney+ ci saranno anche alcuni degli altri Guardiani della Galassia. Per ora, il Marvel Studios Animation Panel al San Diego Comic-Con 2022 ha confermato la presenza di Rocket Raccoon di Bradley Cooper.

La presenza di Rocket nella serie consentirà di esplorare gli arbori della relazione tra lui e Groot che molti fan considerano una delle migliori amicizie dell’MCU. Tuttavia, non è ancora chiaro quanti episodi includeranno Rocket o se gli altri Guardiani della Galassia appariranno nella serie.

I momenti dell’infanzia di Groot

Thor Love And ThunderSempre al Comic-Con, le menti dietro alla serie hanno rivelato alcune informazioni sui temi di I Am Groot (via CBR), spiegando perché hanno scelto di raccontare questa storia. I cinque cortometraggi sono essenzialmente un’esplorazione dei temi legati all’infanzia e al diventare grandi.

Ecco perché i creatori hanno scelto di rappresentare Baby Groot e il suo periodo di crescita fino all’adolescenza. I fan possono aspettarsi che Baby Groot riceverà diverse lezioni utili alla sua crescita e alla sua trasformazione in un supereroe e membro dei Guardiani della Galassia.

Potremmo essere fuori dal canone

James-Gunn Guardiani della GalassiaL’annuncio dell’arrivo di I Am Groot ha inizialmente portato i fan a credere che i cortometraggi sarebbero rimasti dentro all’MCU, ma James Gunn ha recentemente accennato al fatto che lo show potrebbe essere al di fuori della continuità dei Guardiani della Galassia.

Questo aspetto non deve deludere i fan perché dà alla serie una maggiore libertà nell’esplorare storie fuori da un un franchising tentacolare. In ogni caso, gli spettatori non dovranno aspettare troppo a lungo prima di una storia più canonica dei Guardiani, dato l’arrivo il prossimo maggio di Guardiani della Galassia, Volume 3.

I primi due episodi

Baby GrootI primi due episodi di I am Groot sono già stati presentati in esclusiva il mese scorso, rivelando alcune informazioni sulla serie. Uno è stato l’anteprima di una serie di proiezioni selezionate (via CBR) di Thor: Love and Thunder. Il cortometraggio, intitolato “Magnum Opus“, racconta il tentativo di Groot di fare un disegno dei Guardiani della Galassia (qui vediamo anche la prima apparizione di Rocket Raccoon).

Il secondo episodio, mostrato durante il SDCC 2022 (via CBR), è intitolato “Groot fa un bagno” e mostra la creatura mentre tesse costumi diversi su di sé utilizzando le foglie che crescono naturalmente sul suo corpo.

I Am Groot: rivelata l’ambientazione nella linea temporale del MCU

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La prossima serie animata di I Am Groot che arriverà su Disney+ presenterà i primi giorni di crescita di Groot, e anche se fino ad oggi non era chiaro l’arco temporale della serie, oggi finalmente è stato rivelato il periodo di tempo esatto nel quale sarà ambientata nella timeline complessiva nel Marvel Cinematic Universe. Parlando con ComicBook , Brian Winderbaum, Head of Streaming, Television and Animation dei Marvel Studios, ha rivelato che la prossima serie di cinque episodi si svolgerà tra la fine di Guardiani della Galassia Vol. 2 e la scena post-crediti del secondo film che mostra Groot che è già invecchiato in una versione di se stesso da adolescente.

«È una finestra stretta, giusto? Si svolge effettivamente tra la fine di Guardiani della Galassia Vol. 2 e prima della scena del in cui lo vediamo adolescente. Quindi, è in questa stretta finestra che Groot [si trova] in quel tipo di fase di sviluppo post-bambino”, ha detto Winderbaum. “Ed è stato qualcosa che ha davvero eccitato, James [Gunn] che conosceva il lavoro di [Kirsten Lepore] ed era anche entusiasta di lavorare con lei”.

Ovviamente, poiché la finestra temporale in cui Groot è piccolo come in I Am Groot e i Guardiani che non sono coinvolti in nessun evento del MCU è piccola, il team dietro la serie ha dovuto trovare la finestra perfetta in cui inserire la serie, e sembra che ci siano riusciti! La sinossi ufficiale racconta che I Am Groot parlerà dei “giorni di gloria di Baby Groot mentre cresce e si mette nei guai tra le stelle”. Lepore, nota per il suo lavoro di animazione e cortometraggi, sarà la regista e la produttrice esecutiva della serie tv.

I am Groot: recensione della serie di cortometraggi Disney+

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I am Groot: recensione della serie di cortometraggi Disney+

Arriva come un uragano di dolcezza e simpatia, il 10 agosto su Disney+, I am Groot, la nuova serie Marvel per la piattaforma che va ad arricchire l’offerta che la Casa delle Idee regala agli abbonati. La serie ci riporta al tempo in cui l’albero senziente è ancora un bambino, anche se probabilmente si tratta di un progetto fuori-canone, come ha dichiarato lo stesso James Gunn. La serie vede diversi ritorni, non solo quello di Vin Diesel che dà la voce al protagonista e di Bradley Cooper che torna brevemente a doppiare Rocket Raccoon, ma è lo stesso Groot che torna nel suo pianeta d’origine, dove non lo abbiamo mai visto!

La serie è formata da 5 episodi, di circa dieci minuti, piccoli cortometraggi, pillole di divertimento e tenerezza che vedono il nostro ramoscello impegnato a esplorare la galassia, a fare i conti con l’ambiente circostante e a farsi rispettare dalle altre creature che incontra sul suo cammino, indipendentemente dalla taglia! Sicuramente queste avventure lo formeranno fino a trasformalo nell’albero che abbiamo conosciuto all’inizio di Guardiani della Galassia e che si sacrificherà per salvare la sua famiglia.

I Am Groot, la nuova serie animata Marvel

Anche in questo prodotto, indirizzato chiaramente ai più piccoli, Groot si dimostra particolarmente a suo agio nel combinare pasticci, con buona pace di Rocket Raccoon, che non può fare a meno di adorare il suo piccolo amico, anche se cerca in tutti i modi di essere severo e limitarne l’entusiasmo infantile.

Con I Am Groot, lo stile del MCU si arricchisce ulteriormente, perché per la prima volta entra in gioco l’animazione fotorealistica, che sebbene sia la più diffusa nel panorama contemporaneo dell’animazione, è una prima volta per lo studio di Kevin Feige. Si potrebbe quindi ipotizzare che si sta aprendo una nuova strada espressiva e linguistica per la Casa delle Idee e I am Groot fa da apripista, soprattutto perché è già stato confermato un secondo ciclo di cortometraggi. Questa novità non ha però impedito a Feige di affidarsi a mani note e fidate. A firmare i cinque episodi c’è infatti Ryan Little, che aveva già seguito What If…? e che è stato confermato per questa nuova avventura.

A dispetto delle recenti polemiche in merito alla scarsa qualità della computer grafica dei recenti prodotti MCU, è evidente che I am Groot si avvale della tecnica più raffinata per mettere in campo al meglio l’amatissimo protagonista, che risplende in tutta la sua dolcezza in tutti e cinque i cortometraggi disponibili su Disney+ dal 10 agosto.

I Am Groot: James Gunn aggiorna sulla seconda stagione

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I Am Groot: James Gunn aggiorna sulla seconda stagione

La serie animata Disney+ del 2022 I Am Groot è stata un successo tra i fan e, di recente, il regista James Gunn ha affermato che potrebbe arrivare una seconda stagione di I Am Groot, ma non con lui coinvolto. In risposta alla domanda di un fan su Twitter, a James Gunn è stato chiesto se i fan possono aspettarsi la seconda stagione di I Am Groot  e se lui sarò coinvolto nei nuovi episodi della serie. Gunn ha detto che pensa che arriveranno altri episodi per la serie animata, ma ha confermato che non lui non sarà coinvolgo nella seconda stagione.

Questa notizia arriva proprio mentre James Gunn ha debuttato al cinema con il suo ultmo film per i Marvel Studios, Guardiani della Galassia Vol. 3, per il momento. Ora, il regista supervisionerà la creazione del nuovo DC Universe, poiché lui e Peter Safran sono stati nominati co-CEO dei DC Studios alla fine dell’anno scorso.

I Am Groot era una serie animata di cinque episodi ambientata tra la fine di Guardiani della Galassia Vol. 2 e la scena post-crediti del secondo film e per lo più ha raccontato la storia della crescita di Groot. La serie ha visto il personaggio entrare in vari dirottamenti, con il personaggio nella sua fase “Baby Groot” del secondo film. 

Guardiani della Galassia Vol. 3, la trama e il cast del film

La sinossi ufficiale per Guardiani della Galassia Vol. 3 recita quanto segue: “in Guardiani della Galassia Vol. 3 la nostra amata banda di disadattati ha un aspetto un po’ diverso. Peter Quill, ancora sconvolto dalla perdita di Gamora, deve radunare la sua squadra attorno a sé per difendere l’universo oltre che per proteggere uno di loro. Una missione che, se non completata con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani così come li conosciamo.

Guardiani della Galassia Vol. 3 è scritto e diretto da James Gunn ed è interpretato da Chris PrattZoe SaldanaDave Bautista, Karen Gillan, Pom Klementieff, con Vin Diesel  nei panni di Groot e Bradley Cooper in quelli di Rocket nella versione originale, oltre a Sean Gunn, Chukwudi Iwuji, Will Poulter e Maria Bakalova. Il film è prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Nikolas Korda, Simon Hatt e Sara Smith sono i produttori esecutivi. Il film è al cinema dal 5 maggio.

I Am Groot, rivelata la data di uscita della serie di cortometraggi

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I Marvel Studios hanno annunciato che I Am Groot sarà presentato in anteprima esclusivamente su Disney+ mercoledì 10 agosto, ovvero solo una settimana prima del lancio della loro prossima serie live-action She-Hulk con Tatiana Maslany e Mark Ruffalo.  La prossima serie di cortometraggi originali I Am Groot seguirà le avventure di Baby Groot, presumibilmente doppiato da Vin Diesel (Fast XGuardians of the Galaxy), mentre si ritrova nei guai mentre cresce a bordo della Milano. Non ci sono molti dettagli in questo momento, ma dal momento che la serie animata si svolgerà tra gli eventi di  Guardiani della Galassia Vol. 2  e  Avengers: Infinity War, c’è una discreta possibilità che potremmo vedere alcuni volti familiari apparire nel corso della serie.

Kirsten Lepore ha diretto la serie con Ryan Little nelle vesti di showrunner. Kevin Feige e James Gunn sono produttori esecutivi, quindi c’è sempre la possibilità che la serie possa potenzialmente avere legami con l’imminente Guardians of the Galaxy Vol. 3.

La serie di cortometraggi originali, che segue i giorni di gloria di Baby Groot, crescendo e mettendosi nei guai tra le stelle, debutterà il 10 agosto in esclusiva su Disney+. Dai un’occhiata al nuovissimo poster della serie sopra, con un piccolo Baby Groot molto rilassato che si sta rilassando con i suoi brani preferiti.

I Am Groot, la recensione della seconda stagione della serie dedicata al personaggio del MCU

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Debuttano il 6 settembre su Disney+ i nuovi 5 cortometraggi che formano la seconda stagione di I Am Groot, la serie d’animazione in CGI ambientata nel Marvel Cinematic Universe che ci mostra la vita del piccolo alberello alle prese con le sfide di tutti i giorni in una galassia bizzarra, piena di animali buffi, situazioni insolite e piccoli ostacoli da superare.

Proprio come la prima stagione, anche in questo caso Kirsten Lepore, sceneggiatrice e regista della prima stagione, ritorna nella stessa veste per raccontare le nuove avventura di Baby Groot, che questa volta agisce completamente in solitaria, senza interagire con nessuno dei personaggi del MCU che conosciamo, con l’eccezione per dell’Osservatore, di nuovo doppiato da Jeffrey Wright, come accaduto in What If…?, oltre ovviamente a Vin Diesel, ormai indissolubile dalla sua controparte arborea animata.

Il viaggio di Groot questa volta tocca 5 luoghi (o situazioni) molto diverse che trovano sempre il modo di mostrare un aspetto diverso della colorata personalità del personaggio. Dall’amicizia con un pulcino di una strana specie pennuta, fino al tentativo di comprare del gelato nello spazio, passando per un pianeta innevato, un’esperienza olfattiva molto intensa e un’avventura in stile Indiana Jones, il piccolo alberello che fa parte della squadra ufficiale di Guardiani della Galassia dovrà affrontare molte avventure, potendo contare solo sulle sue forze.

I Am Groot, la recensione della seconda stagione

Divertenti e con un protagonista irrimediabilmente simpatico, data la mescolanza tra dolcezza e furbizia con cui agisce in ogni circostanza, i cortometraggi riscuoteranno sicuramente grande successo, specialmente di fronte al pubblico dei più piccoli, che sono poi anche i principali destinatari dell’infinita fabbrica di merchandise che questo personaggio genera.

Con un preciso pubblico di riferimento, le pillole di I Am Groot si inseriscono senza fatica in un quadro più ampio e complesso che fino a questo momento è stato il Marvel Cinematic Universe. Da una parte confermando la potenza delle storie, che vanno sulle proprie gambe anche divincolate da limiti e argini di continuity, dall’altra smascherando in maniera impietosa la necessità disumana della piattaforma di realizzare contenuti per un pubblico ormai bulimico, sempre in cerca di nuovi prodotti e imbarazzato di fronte alla scelta infinita proposta dagli streamer, I Am Groot sembra un fiacco esercizio di stile, senza nessun guizzo né ricercatezza tecnica, fallendo anche nella possibilità di rappresentare un banco di prova per affinare e arricchire gli strumenti che sono a disposizione dei Marvel Studios.

Oltre a Kirsten Lepore, che scrive e dirige, lo staff di I Am Groot è composto anche dal supervising producer, Danielle Costa; i produttori, Craig Rittenbaum e Alex Scharf; i produttori esecutivi, Brad Winderbaum, Kevin Feige, Louis D’Esposito, Victoria Alonso e Kirsten Lepore, e Dana Vasquez-Eberhardt che ricopre il ruolo di co-produttrice esecutiva. I Am Groot sarà disponibile su Disney+ dal 6 settembre.

I am Groot, il trailer della seconda stagione della serie Marvel!

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Disney+ ha annunciato che cinque nuovi corti di I Am Groot debutteranno sulla piattaforma streaming a partire dal 6 settembre. Sono stati diffusi anche il trailer, la key art e le immagini.

L’alberello dispettoso torna a combinare guai nella seconda stagione di I Am Groot. Questa volta, Baby Groot, a bordo delle astronavi dei Guardiani, si ritrova a esplorare l’universo e oltre, trovandosi faccia a faccia – o naso a naso – con nuove e colorate creature e ambienti. Vin Diesel torna a dare la voce a Groot, nella versione originale, in cinque nuovissimi cortometraggi.

Kirsten Lepore, sceneggiatrice/regista della prima stagione, ritorna nella stessa veste per la seconda. Il supervising producer è Danielle Costa; i produttori sono Craig Rittenbaum e Alex Scharf; i produttori esecutivi sono Brad Winderbaum, Kevin Feige, Louis D’Esposito, Victoria Alonso e Kirsten Lepore. Dana Vasquez-Eberhardt è co-produttrice esecutiva.

I am Greta, dal 14 novembre su MioCinema

I am Greta, dal 14 novembre su MioCinema

Arriva su MioCinema dal 14 novembre I am Greta, distribuito da Koch Media. In seguito all’ultimo DPCM che ha decretato la chiusura delle sale cinematografiche, la distribuzione ha deciso di rendere disponibile il film on demand,  scegliendo, tra le altre, la piattaforma MioCinema che rappresenta una parte dell’esercizio a cui questo film era destinato.

Presentato con grande successo di critica alla 77^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e al Toronto International Film Festival, il documentario è diretto dal regista svedese Nathan Grossman che, dopo esserle stato accanto in ogni sua attività per più di un anno, racconta la storia e le emozioni dell’adolescente attivista per il clima Greta Thunberg.

Nell’agosto del 2018, Greta, una studentessa svedese di quindici anni, davanti al Parlamento svedese comincia uno sciopero per manifestare contro il cambiamento climatico, che nel giro di qualche mese si trasforma in un movimento globale, rendendola un’attivista di fama mondiale. Il documentario segue Greta dal suo primissimo giorno di protesta fino all’incredibile viaggio in barca a vela verso New York per presenziare al Summit sul clima dell’ONU.

I am Greta in on demand dal 14 novembre

I am Greta in on demand dal 14 novembre

In seguito all’ultimo DPCM, che ha decretato la chiusura delle sale cinematografiche, Koch Media annuncia oggi che I am Greta sarà disponibile sulle principali piattaforme on demand a partire dal 14 novembre. Il documentario diretto dal regista svedese Nathan Grossman, che racconta la storia dell’adolescente attivista per il clima Greta Thunberg, è stato presentato con grande successo di critica alla 77^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e al Toronto International Film Festival.

I am Greta sarà disponibile sulle piattaforme digitali Sky Primafila, Google Play, Infinity, Timvision, Chili, Rakuten TV, oltre a MioCinema e IoRestoInSala che rappresentano, in gran parte, l’universo dell’esercizio a cui questo film era destinato.

Nell’agosto del 2018, Greta, una studentessa svedese di quindici anni, davanti al Parlamento svedese comincia uno sciopero per manifestare contro il cambiamento climatico, che nel giro di qualche mese si trasforma in un movimento globale, rendendola un’attivista di fama mondiale. Il documentario segue Greta dal suo primissimo giorno di protesta fino all’incredibile viaggio in barca a vela verso New York per presenziare al Summit sul clima dell’ONU.

I am Greta di Nathan Grossman al cinema il 2, 3 e 4 novembre

I am Greta di Nathan Grossman al cinema il 2, 3 e 4 novembre

Dopo essere stato presentato con grande successo di critica alla 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e al Toronto International Film Festival, arriva nelle sale italiane I am Greta, documentario diretto dal regista svedese Nathan Grossman, che racconta la storia dell’adolescente attivista per il clima Greta Thunberg. Nell’agosto del 2018, Greta, una studentessa svedese di quindici anni, davanti al Parlamento svedese comincia uno sciopero per manifestare contro il cambiamento climatico, che nel giro di qualche mese si trasforma in un movimento globale, rendendola un’attivista di fama mondiale.

Il documentario segue Greta dal suo primissimo giorno di protesta fino all’incredibile viaggio in barca a vela verso New York per presenziare al Summit sul clima dell’ONU. I am Greta avrà un’uscita evento nelle nostre sale il 2, 3 e 4 novembre distribuito da Koch Media.

I am Greta, la trama

Un intimo documentario, il primo lungometraggio, che racconta la storia dell’adolescente attivista per il clima Greta Thunberg attraverso filmati avvincenti e mai visti prima, diretto dal regista svedese Nathan Grossman. A partire dallo sciopero scolastico solitario per una giustizia climatica fuori dal parlamento svedese, Grossman segue Greta – una timida studentessa con la sindrome di Asperger – nella sua ascesa alla ribalta e nel suo impatto globale galvanizzante che ha scatenato scioperi scolastici in tutto il mondo. Il film culmina con il suo incredibile viaggio nel 2019 in barca a vela nell’Oceano Atlantico per raggiungere New York e parlare all’ONU durante il Summit sul clima.

I Am Ali: il docufilm sul pugile arriva in Italia in DVD

I Am Ali: il docufilm sul pugile arriva in Italia in DVD

I Am AliL’8 Ottobre, è andata in scena la Première mondiale del docufilm I Am Ali, pellicola che racconta la vita dentro e fuori dal ring del pugile che ha fatto la storia di questo sport. All’evento, che ha avuto luogo all’Arclight Cinema di Hollywood, hanno preso parte la regista Claire Lewins, tanti testimoni della vita del pugile presenti anche nel film come la ex moglie Veronica le sorelle Hana e Maryum, il suo Business manager storico Gene Kilroy e celebrità come Tom Jones.

I Am Ali arriverà in Italia direttamente in DVD e sarà disponibile dal 12 NOVEMBRE distribuito da UNIVERSAL PICTURES ITALIA. Il docufilm, diretto da Claire Lewins ci racconterà la vita di Ali fuori dal ring ed in particolare come uomo, padre e figlio e sarà arricchito da numerose testimonianze di persone da sempre vicine allo storico puglie tra cui la ex moglie, le sorelle, il business manager ed alcune celebrità del calibro di Tom Jones e Mike Tyson.

I Am Ali trailer del documentario sul leggendario pugile

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Universal rilascio online il primo trailer di I Am Ali, il documentario sulla vita del leggendario Muhammad Ali diretto da Clare Lewins che guarderà oltre le incredibili gesta sportive del pugile dando uno sguardo alla vita da marito, padre e fratello del fu Cassius Clay.
La regista infatti ha avuto accesso a materiali audio e foto esclusive oltre a nuove testimonianze da parte di familiari e colleghi quali Mike Tyson, Gene Kilroy e George Foreman.
I Am Ali uscirà in Italia solo in home video a partire dal 12 novembre, di seguito potete vedere il trailer.

 

I 9 psicopatici cinematografici che fanno davvero paura

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Ecco una carrellata di 9 psicopatici da cinema che, interpretati in maniera magistrale dai loro interpreti, fanno davvero paura anche nella vita reale. [nggallery id=490]

9 psicopaticiSpesso capita che il cinema regali ritratti davvero impressionanti di personaggi che in qualche modo rimangono con lo spettatore per molto tempo, anche dopo l’uscita in sala. Altre volte invece i personaggi ci perseguitano talmente sono realistiche le interpretazioni che gli attori ci regalano nelle vesti di questo o quel carattere. E’ il caso di questi nove grandi attori che in qualche modo sono entrati nella cultura pop dello spettatore medio e che farebbe davvero paura incontrare per strada.

Non a caso tutti i film in cui questi personaggi compaiono sono diretti da grandi maestri dei cinema, che volenti o nolenti hanno messo molto di sè nei loro film e nei loro personaggi, anche i peggiori (o migliori, a seconda dei punti di vista!).

I 9 migliori trailer da vedere questa settimana

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I 9 migliori trailer da vedere questa settimana

Questa è stata una settimana ricca di trailer, anche perché è stata la settimana del Comic Con a New York. Molti dei nuovi contributi video presentati riguardano supereroi ma ci sono altri titolo per cui vale la pena guardare:

Rocketman

Rocketman, è il film che ripercorre la vita e la gioventù di Elton John, la nota pop star. La regia del biopic  è stata affidata a Dexter Fletcher, che lo scorso anno ha sostituito Bryan Singer sul set di Bohemian Rhapsody (pellicola dedicata alla vita di Freddy Mercury con Rami Malek) dopo l’improvviso licenziamento da parte della produzione. Lee Hall, autore di Billy Elliott, si è invece occupato della sceneggiatura.

Il film ripercorrerà le fasi cruciali della vita pubblica e privata di Elton John, dagli inizi come grande talento al pianoforte alla consacrazione come artista internazionale, passando per gli eccessi e il periodo in cui collaborò con il compositore Bernie Taupin pubblicando i suoi più grandi successi.

SHE-RA AND THE PRINCESSES OF POWER

E’ stato pubblicato finalmente il reboot di She-Ra, che sembra essere con una tecnica d’animazione degna. Inoltre la scelta di optare per un racconto seriale sembra dare la giusta porzione di tempo per raccontare tutti i personaggi. She-Ra uscirà il 16 novembre negli USA.

Spider-Man: Into the Spider-Verse (Spider-Man: Un nuovo universo)

Il nuovo trailer di Spider-Man: Into the Spider-Verse è davvero spettacolare e mostra tutto la bellezza e il fascino della tecnica d’animazione utilizzata per dar vita all’incredibile New York nel film d’animazione. Senza dimenticare che le prime recensioni sono state entusiasmanti. Per coloro che andranno a vedere Venom in queste settimane, vi suggeriamo di non alzarvi dalla poltrona perché la seconda scena post credits darà un lungo assaggio al film.

Phil Lord e Christopher Miller, le menti creative dietro a The Lego Movie e 21 Jump Street, mettono il loro talento al servizio di una nuova versione di un diverso universo di Spider-Man, con uno stile visivo innovativo, primo nel suo genere. Spider-Man: Into the Spider-Verse introduce Brooklyn e l’adolescente Miles Morales, e le possibilità senza limiti dello Spider-Verse, dove più di uno può indossare la maschera.

VICE

il primo trailer di Vice, il nuovo film di Adam McKay che ha messo Christian Bale di fronte a una nuova prova di immedesimazione fisica impressionante. L’attore premio Oscar è stato chiamato questa volta a interpretare Dick Cheney, vicepresidente degli Stati Uniti durante l’amministrazione Bush.

Al suo fianco, come si vede dal trailer, ci sono Sam Rockwell nei panni di Bush figlio e Amy Adams in quelli della moglie di Cheney. Alla regia c’è Adam McKay, che dopo La Grande Scommessa, torna a dirigere Bale e si porta dietro anche Steve Carell, nei panni di Donald Rumsfeld.

Been so Long

L’attrice di Black Mirror e di altre numerose serie britanniche, Michaela Coel, è la protagonista di Been so Long, la rivisitazione in chiave moderna di un musical a Londra, incentrata su una madre single e un ragazzo affascinante che sta cercando di andare avanti dopo una condanna. Il film arriverà il 26 ottobre.

Le terrificanti avventure di Sabrina

https://www.youtube.com/watch?v=1Fmm8AkDuHQ&feature=youtu.be

Interpretata da Kirnan Shipka, nel ruolo di Sabrina, la serie racconta le avventure della celebre strega amatissima in tutto il mondo, stavolta in una chiave dark, tendente all’horror. Nella stessa atmosfera di Rosemary’s Baby e L’esorcista, questo adattamento racconta la storia di Sabrina, che tenta di riconciliare la sua doppia natura metà umana, metà strega, mentre cerca di combattere le forze maligne che minacciano lei, la sua famiglia e il mondo degli umani.

La sceneggiatura della serie porta la firma di Roberto Aguirre-Sacasa, lo showrunner di Riverdale, ma anche chief creative officer di Archie Comics. Aguirre-Sacasa, inoltre, ha lavorato alla serie in qualità di produttore esecutivo insieme ad altri collaboratori di Riverdale: Greg Berlanti, Sarah Schechter, il fondatore di Archie Comics Jon Goldwater e Lee Toland Krieger.

Oltre a Kiernan Shipka, il cast include: Miranda Otto, Lucy Davis, Ross Lynch, Michelle Gomez, Chance Perdomo, Jaz Sinclair, Richard Coyle, Tati Gabrielle, Adeline Rudolph, Abigail Cowen, Lachlan Watson, Bronson Pinchot e Gavin Leatherwood.

On the Basis of Sex

Felicity Jones è la protagonista di On the Basis of Sex, film che racconta la storia di Ruth Bader Ginsburg, la prima donna ebrea a ricoprire il ruolo di giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti. Ecco il primo trailer del film diretto da Mimi Leder e scritto dall’esordiente Daniel Stiepleman diffuso da Focus Features.

Ruth Joan Bader Ginsburg (Brooklyn, 15 marzo 1933) è una magistrata statunitense, giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti. La Ginsburg fu nominata dal Presidente Clinton nel 1993; è quindi la seconda donna a ricoprire questo ruolo (dopo Sandra Day O’Connor) e la prima di religione ebraica. Per gran parte della sua carriera, la Ginsburg si è occupata dei diritti delle donne, promuovendo la parità dei sessi. Ha inoltre collaborato come volontaria con l’ACLU. Nel 2009 è stata inserita da Forbes fra le 100 donne più potenti.

TITANS

Titans è la serie tv prodotta dalla DC Entertainmet e  creata da Akiva Goldsman, Geoff Johns, e Greg Berlanti.  La serie vede protagonista Brenton Thwaites come Dick Grayson / Robin, leader dei Titans.

Titans vede come produttori esecutivi Akiva Goldsman, Geoff Johns, Greg Berlanti e Sarah Schechter. La prima stagione Titans debutterà nel 2018 sul nuovo servizio digitale per la DC Universe, gestito da Warner Bros. Digital Networks. Nel nostro paese invece la serie debutterà su Netflix.

I 76° Hunger Games nella nuova clip con Jennifer Lawrence

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I 76° Hunger Games nella nuova clip con Jennifer Lawrence

Ecco una nuova clip di Hunger Games il Canto della Rivolta Parte 2 in cui Katniss (Jennifer Lawrence), Gale (Liam Hemsworth) e Finnick (Sam Claflin), insieme agli altri ribelli, si armano per la loro missione durante la presa di Capitol City.

CLICCA QUI PER VEDERE IL VIDEO

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Hunger Games il Canto della Rivolta Parte 2 arriverà al cinema il 19 novembre 2015. Il film è diretto da Francis Lawrence e vede nel cast Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Liam Hemsworth, Woody Harrelson, Elizabeth Banks, Julianne Moore, Philip Seymour Hoffman, Jeffrey Wright, Stanley Tucci, Donald Sutherland, Toby Jones, Sam Claflin, Jena Malone.

Katniss è a capo di una rivolta contro una Capitol City sempre più determinata ad ucciderla e Peeta, salvato dalle grinfie del Presidente Snow dopo le torture subite, sembra essere ormai una persona diversa.

I 7 peccati capitali della principesse Disney

I 7 peccati capitali della principesse Disney

Le principesse Disney sono tutte belle e virtuose. Certo tra le più moderne ce ne sono di disobbiedienti, avventate e impertinenti, ma se ognuna di loro fosse affetta da uno dei sette peccati capitali?

L’utente chostopher di DeviantArt ha associato infatti ogni peccato capitale a una delle Principesse Disney. Ecco di seguito gli accostamenti, siete d’accordo?

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7 peccati capitali principesse disney

Leggi anche: Principesse Disney a Hogwarts: ecco le loro Case

Rap Battle: Biancaneve vs Elsa

Gli abiti da sposa ispirati alle Principesse Disney

Finali tragici per i personaggi Disney

Quando le Principesse sbagliano film

Se le Principesse fossero reali

Le sexy Principesse di J. Scott Campbell

Le principesse vestite come i loro innamorati

Le Principesse diventano Guerriere Sailor!

Anelli di fidanzamento? Ecco quelli delle Principesse

Twisted Princesses: le principesse diventano cattive

Se le principesse Disney fossero interpretate da vere attrici?

I 7 costumi più costosi della storia del cinema

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Sabato è stato venduto all’asta il vestito che Vivien Leigh ha indossato in Via Col Vento. La cifra d’asta è stata di 137,000 dollari e per quanto possa sembrare una cifra alta, è interessante sapere che il vestito poteva invece essere buttato se non fosse stato per l’intervento di James Tumblin che ha lavorato nel reparto di trucco e parrucco della Universal Studios.

Il vestito però non è costato quasi nulla in confronto a queste sette magnifici e famosi costumi che, battuti all’asta, hanno raggiunto i prezzi più alti della storia.

I 50 sequel di maggior successo al box office [FOTO]

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I 50 sequel di maggior successo al box office [FOTO]

Ecco una gallery fotografica dei 50 sequel cinematografici di maggior successo al botteghino. I film che vedrete nella nostra gallery non sono i sequel più belli, ma quelli che hanno guadagnato di più. In calce alla foto trovate la percentuale di guadagno che il film ha totalizzato in più rispetto al primo film del franchise di riferimento. I risultati vi sorprenderanno! [nggallery id=473]

50 sequel di maggior successoIn coda alla classifica troviamo Pirati dei Caraibi – La Maledizione del forziere Fantasma, che guadagna un ‘misero’ 39% in più sugli incassi rispetto ai film precedente, mentre in vetta troviamo il misconosciuto in Italia The Boondock Saints 2 – Il giorno di Ognissanti uscito da noi solo in DVD e che ha guadagnato il 33,248% in più rispetto al primo episodio, che vedeva sempre protagonisti Norman Reedus e Sean Patrick Flanery nei panni di fratelli gemelli.

Nella classifica ci sono ovviamente anche grandi successi riconosciuti, cone Il Cavaliere Oscuro (+147% rispetto a Batman Begins) o Toy Story 3 (+68% rispetto ai primi due capitoli). Sfglia tutta la gallery per scoprire i 50 sequel di maggior successo al box office.

Nota a margine: l’autore della raccolta di titoli ha chiosato l’articolo su TF dichairando che se la classifica fosse stata sui 50 migliori sequel, il primo posto sarebbe stato occupato da Il Cavaliere Oscuro. Siete d’accordo?

I 50 migliori film romantici di tutti i tempi, in ordine di importanza

Il genere romantico è un punto fermo della narrativa da molto prima che venissero realizzati i primi film. L’amore è uno di quei rari temi universali, dopotutto, e sia i romantici che i cinici sono sempre stati in grado di trovare – e apprezzare – storie diverse su personaggi di fantasia che si innamorano (o si disinnamorano). Inoltre, come molti altri generi, è possibile combinare le storie romantiche con altri generi già sperimentati, il che può aggiungere un ulteriore coinvolgimento emotivo a una storia, o comunque garantirne l’attrazione per un pubblico più ampio.

A seconda della definizione di “romanticismo”, potrebbe essere uno dei generi più rappresentati nel cinema, grazie alla popolarità delle sottotrame romantiche. Tuttavia, quando si tratta di decidere quali sono i più grandi film romantici di tutti i tempi, è meglio concentrarsi su quei film in cui l’aspetto romantico della storia sembra essere prioritario. Di seguito sono elencati alcuni dei migliori film che enfatizzano – e quindi incarnano – il genere romantico, classificati dal più grande al più grande.

Notorious (1946)

Le parole “romanticismo” e “Alfred Hitchcock” tendono a non andare insieme nella mente di molti, dato che il regista era noto soprattutto per aver realizzato thriller, commedie dark e film polizieschi. Ma i grandi film di Alfred Hitchcock erano spesso accessibili e di ampio respiro, e parte di questo significava talvolta includere elementi romantici. Con un film come Notorious, questi elementi romantici appaiono in realtà in modo sorprendentemente prominente, con il thriller/mistero che a volte passa quasi in secondo piano rispetto al romanticismo.

Notorious si svolge all’indomani della Seconda Guerra Mondiale e segue il modo in cui un legame romantico tra due persone minaccia di compromettere il tentativo di portare alla luce un nazista di alto rango che si nasconde in Brasile. È un film che guarda con competenza all’amore e allo stesso tempo è un avvincente film di spionaggio e uno dei migliori film del secondo dopoguerra realizzati subito dopo la conclusione della guerra stessa. Notorious in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Mancia competente (Trouble in Paradise)

Mancia competente (Trouble in Paradise)

Annoverato tra i più grandi film degli anni ’30, Guai in paradiso ha forse più di 90 anni, ma in gran parte è un film senza tempo. Il film mescola una trama criminale con il romanticismo e la commedia in un modo che sembra ancora piuttosto fresco e coinvolgente, seguendo un uomo e una donna che sono coinvolti sentimentalmente e guadagnano i loro soldi con i borseggi.

Le complicazioni si presentano quando si sviluppa un triangolo amoroso, dal momento che l’uomo inizia a innamorarsi di una donna ricca che la coppia ha messo nel mirino come prossimo obiettivo. Guai in paradiso vede il sottovalutato Ernst Lubitsch fare centro come regista, ed è facile capire come un film come questo si sia rivelato influente per i generi che affronta nei decenni successivi alla sua uscita. Mancia competente in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Il lato positivo – Silver Linings Playbook

Bradley Cooper e Jennifer Lawrence in Il lato positivo - Silver Linings Playbook
© 2012 – The Weinstein Company

Il lato positivo – Silver Linings Playbook potrebbe essere abbastanza recente nello schema generale delle cose, ma è ancora abbastanza buono da poter essere etichettato come una sorta di classico moderno che si spera possa essere apprezzato nei decenni futuri (certo, può essere difficile sapere con certezza come un film invecchierà e sarà visto negli anni a venire). Il film è incentrato su un uomo problematico che viene dimesso da un ospedale psichiatrico e torna a vivere con i suoi genitori, mentre cerca di riallacciare i rapporti con la sua ex moglie, ma scopre che un legame tra lui e un’altra donna complica le cose.

È stato un film importante per le sue due star, che ha dimostrato che Bradley Cooper poteva fare di più che partecipare ai film di Una notte da leoni, mentre ha lavorato in tandem con un successo mainstream molto diverso – The Hunger Games – per dimostrare che Jennifer Lawrence era una forza con cui fare i conti. Questi due attori, insieme a un ottimo cast di supporto che include Robert De Niro, Jacki Weaver e Chris Tucker, rendono Il lato positivo – Silver Linings Playbook  un film accessibile e coinvolgente, che mescola bene i generi della commedia, della storia d’amore e del dramma. Il lato positivo – Silver Linings Playbook in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Ali (Wings, 1927)

Ali (Wings, 1927)

Un po’ un rompicapo, Ali (Wings) è un film d’amore, un melodramma, un film sulla Prima Guerra Mondiale e anche una sorta di film d’azione, viste le numerose sequenze di combattimento tra cani. Il film è incentrato su due piloti di caccia innamorati della stessa donna e su come questo finisca per minacciare la loro amicizia, mentre devono affrontare i pericoli del servizio nella Prima Guerra Mondiale.

È comprensibilmente antiquato, ma questa è una parola che si può usare per la maggior parte dei film che hanno quasi un secolo. A patto che si accetti il cinema muto e un ritmo un po’ lento per gli standard moderni, Wings ha molto da offrire, con una narrazione romantica semplice ma efficace e scene d’azione che reggono davvero molto bene. Ali in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Lady Eva (The Lady Eve, 1941)

Preston Sturges non ha diretto molti film, ma quelli che ha fatto sono stati generalmente vincenti, al punto che si può dire che sia stato un regista di qualità superiore alla quantità. The Lady Eve è giustamente considerato uno dei suoi migliori e più piacevoli lavori (anche dal spesso tetro Paul Schrader), con la storia di un’artista della truffa che prende di mira un uomo ricco, si innamora di lui, fa scoprire la sua truffa, viene scaricata dall’uomo e poi cerca di riconquistarlo fingendosi un’altra persona.

Se tutto questo vi sembra una commedia un po’ screwball, è perché The Lady Eve lo è! Prende una premessa perfetta per questo stile di commedia vecchio stile e accattivante e la porta avanti per 97 minuti veloci e divertenti, con il cuore romantico del film che alla fine brilla tanto quanto gli elementi comici più ampi.

Closer (2004)

Closer film
© Sony Pictures Motion Picture Group

Chi cerca un film piacevole o gradevole probabilmente non lo troverà con Closer, che è un film d’amore sorprendentemente cupo ed emotivamente intenso. Il film adotta un approccio che di solito potrebbe essere interpretato in modo comico – un groviglio di partner romantici quando due coppie si scontrano e formano una complessa rete di infedeltà e bugie – ma guarda alle ramificazioni di una cosa del genere con grinta e molti sentimenti duri.

Closer è, quindi, un film infelice, ma anche accattivante e ammirevole per la brutale onestà con cui esplora i rischi dell’amore. A ciò contribuisce immensamente anche il fatto che i quattro attori protagonisti offrono tutti delle interpretazioni davvero eccellenti, con Julia Roberts, Jude Law, Natalie Portman e Clive Owen che hanno tutte ampie opportunità di brillare. Closer in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

L’uomo che amava le donne (1977)

Film sull’amore molto amato da Wes Anderson, L’uomo che amava le donne sembra uno dei lavori più sottovalutati del regista francese François Truffaut (noto soprattutto per I 400 colpi). L’uomo che amava le donne inizia con il funerale del protagonista, e una serie di flashback si svolgono tra tutti i presenti… la maggior parte di loro sono donne con cui l’uomo ha avuto una qualche relazione sentimentale.

È un elogio cinematografico di un donnaiolo imperfetto e, sebbene il suo comportamento sia difficile da ammirare o da condividere, non si ha la sensazione che L’uomo che amava le donne stia glorificando il suo protagonista. La sua struttura ordinata è molto utile e non risulta mai noiosa grazie alle varie disavventure episodiche che si possono vedere continuamente in flashback. Tutti i fan di Truffaut dovrebbero provarlo, perché è uno dei suoi film più caratteristici.

Il silenzio sul mare (1991)

Anche se ruota attorno a una relazione, Una scena di mare è difficile da collocare in un genere, semplicemente perché grida “slice of life” più di qualsiasi altro film in circolazione. Infatti, si svolge per lo più in riva al mare, con una storia molto semplice incentrata su due giovani audiolesi che sono una coppia e su ciò che accade quando uno di loro sviluppa un interesse per il surf.

In questo senso, A Scene at the Sea si trasforma in una sorta di film sportivo, pur essendo genuinamente dolce e tranquillamente romantico, e mostrando un delicato senso dell’umorismo di tanto in tanto per buona misura. È un film caldo e accattivante e certamente diverso da molti altri film diretti da Takeshi Kitano, noto soprattutto per aver diretto numerosi film di gangster/yakuza violenti.

Challengers (2024)

Challengers film 2023
© MGM

Certo, Challengers è un film molto recente, e c’è sempre il rischio di definire qualcosa un grande di tutti i tempi quando la polvere non si è ancora posata, e si ha ancora la sensazione che la reputazione di un film possa crescere o ridursi. Per il momento, però, Challengers sembra un classico moderno ed è un’altra grande opera nella vasta e sempre emozionante filmografia di Luca Guadagnino, uno dei registi più interessanti del momento.

Descrivere la trama di Challengers potrebbe non sembrare molto eccitante, visto che si tratta, apparentemente, di un “film sul triangolo amoroso”. Ma combinando questo concetto con una struttura inventiva, emozionanti sequenze di tennis, interpretazioni espressive e oneste e un vero senso dello stile visivo, Challengers finisce per essere ancora meglio della somma delle sue già ottime parti. È un film romantico in grado di fare le cose in modo diverso, e la maggior parte dei rischi paga, rendendo probabile che continuerà a essere un grande film romantico anche in futuro. Challengers in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

È nata una stella (1954)

È nata una stella (1954)
© Warner Bros Pictures

Esistono molte versioni di È nata una stella, e probabilmente è più una questione di gusti personali quella che viene considerata la migliore. La versione del 1954, tuttavia, potrebbe essere la migliore se giudicata come un film d’amore, perché la relazione al centro del film sembra particolarmente appassionata, tragica e dolorosamente reale, con Judy Garland e James Mason che offrono – probabilmente – le migliori interpretazioni delle loro rispettive carriere.

Come in ogni altro film di A Star Is Born, la trama contrappone l’ascesa di una giovane donna alla fama e la caduta di un uomo più anziano, e il modo in cui i due cercano di rimanere l’uno accanto all’altro, anche se la vita sembra avere piani molto diversi per loro. Splendidamente girato e contenente anche numerose sequenze musicali di grande effetto, A Star Is Born del 1954 è un film eccellente nel suo complesso e uno dei migliori film d’amore tragici mai realizzati. È nata una stella in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Jules e Jim (1962)

Jules e Jim (1962)
© 1962 – Cinédis

Insieme a Jean-Luc Godard, François Truffaut è stato forse il più famoso tra i registi francesi della storia del cinema (per coincidenza, pare che Goddard e Truffaut non andassero d’accordo, ma questa è un’altra storia). Truffaut è probabilmente conosciuto soprattutto per I 400 colpi, un dramma dell’adolescenza del 1959, ma molti dei suoi film sono definibili come drammi romantici e, in quest’ultima categoria, Jules e Jim è uno dei suoi migliori.

I due protagonisti sono amici che vivono una vita definita dalla giovinezza e dalla spensieratezza (il fatto che il tutto si svolga prima della Prima Guerra Mondiale aumenta il senso di ottimismo), ed entrambi si innamorano della stessa giovane donna, Catherine. Jules e Jim ha una certa energia e vivacità che gli impediscono di sentirsi mai troppo triste, anche se è forse uno dei film meno esteriormente comici sulle storie d’amore che Truffaut ha realizzato. Ciononostante, dovrebbe colpire coloro che sono giovani, coloro che ricordano di esserlo stati o coloro che a volte si sentono ancora giovani nel cuore.

Spettacolo di varietà (1953)

Vincente Minnelli aveva alcuni tipi di film che generalmente si limitava a realizzare, e li faceva tutti molto bene. Sapeva fare melodrammi, era abile nelle commedie romantiche ed era forse più apprezzato per i suoi musical classici. The Band Wagon si mantiene complessivamente leggero, rimanendo certamente lontano dal melodramma, ma vedendo Minnelli affrontare i generi del romanticismo, della commedia e del musical tutti insieme, e riuscendoci immensamente.

È un film in qualche modo sottovalutato, che onestamente soddisfa lo stesso desiderio di musical scanzonati più noti dell’epoca, come Cantando sotto la pioggia e An American in Paris (quest’ultimo diretto dallo stesso Minnelli). The Band Wagon è incentrato su una commedia condannata a cui partecipa una star del cinema in declino per rivitalizzare la sua carriera, ma è tutto bonario, molto giocato sulle risate e c’è pochissimo dramma. È un film colorato, affascinante, divertente e con Fred Astaire al suo meglio. Cosa c’è da non apprezzare?

Farewell to the Ark (1984)

Se volete, potete provare a riassumere Addio all’Arca, ma la maggior parte dei tentativi sarà vana. In linea di massima, il film ruota attorno, diciamo, all’amore e al desiderio complicati, così come alla solitudine, all’essere perseguitati dal passato, alla natura fugace della memoria, ai misteri del tempo e alla follia. Il tutto si svolge anche in una piccola località così bizzarra da far sembrare la città di Twin Peaks come Normal, Illinois (sì, questo è il nome di una città reale; si presume che lì sia abbastanza normale).

Addio all’Arca non è, quindi, un romanzo tradizionale, ma guarda a un lato insolito della vita e al tempo stesso affronta temi complicati – eppure relativabili – all’interno di quello che potrebbe essere definito il genere fantasy. È oscuro, ossessionante, rassicurante, misterioso, da incubo e in un certo senso bellissimo allo stesso tempo. Offre un’esperienza impossibile da descrivere a parole, ma di sicuro è qualcosa che le parole e i pensieri non riescono a descrivere, ma le sensazioni che è in grado di provocare sono innegabili.

I gioielli di madame de… (1953)

I gioielli di madame de (1953)
Cortesia di © Gaumont Film Company

Dato il suo status di classico, si può dire che i fan de Gli orecchini di Madame de… sono numerosi , ma Wes Anderson è tra i più quotati. Ha buon gusto, perché questo classico film romantico/drammatico francese prende una premessa semplice e ne ricava una grande complessità tematica, trattandosi delle conseguenze che seguono la vendita di un importante paio di orecchini allo scopo di uscire da un debito di gioco.

I personaggi de Gli orecchini di Madame de… sono generalmente benestanti, ma comunque miserabili sotto molti aspetti, e vedono diminuire i privilegi del loro stile di vita a causa dei continui incidenti che l’atto iniziale della vendita comporta. Sulla carta potrebbe non sembrare avvincente, ma il suo sguardo sulla classe e sull’amore – o sulla sua mancanza – è sorprendentemente avvincente, e il controllo mostrato nel raccontare la storia centrale è ammirevole, facendo sembrare il tutto senza tempo.

Tropical Malady (2004)

Tropical Malady (2004)

Uno dei film romantici/drammatici più sottovalutati del suo decennio, Tropical Malady è un film diviso in due metà: una abbastanza digeribile, l’altra più misteriosa e aperta all’interpretazione. La prima metà del film segue la lenta costruzione di una storia d’amore tra due uomini in Thailandia, mentre la seconda metà cambia marcia e sembra essere – almeno in superficie – incentrata sulla ricerca di uno sciamano nella giungla.

Sia che si vogliano considerare le due storie separatamente, sia che si voglia analizzare come la seconda possa fare riferimento ad aspetti tematici della prima (anche se in modo più oscuro), Tropical Malady è interessante, inquietante e abbastanza ossessionante, comunque lo si voglia tagliare. Lo stile diApichatpong Weerasethakulè difficile da comprendere, ma Tropical Malady è probabilmente il punto di partenza ideale; anche i suoi film successivi, come Syndromes and a Century e Memoria, sono avvincenti e presentano strane vibrazioni simili.

Mangiare bere uomo donna (1994)

Mangiare bere uomo donna (1994)
Cortesia © BiM Distribuzione

Coproduzione taiwanese/statunitense con un cast asiatico, Eat Drink Man Woman può essere annoverato tra i più grandi lavori di Ang Lee, il che non è poco. In sostanza, la trama del film è piuttosto semplice: segue le tre figlie di uno chef vedovo, esplorando i legami che hanno con il padre e gli alti e bassi di tutte le loro vite amorose.

Eat Drink Man Woman è a volte divertente e a volte un po’ pesante, ma mantiene un buon equilibrio tonale ed esplora con successo le prove e le tribolazioni del tentativo di far funzionare una relazione quando si è giovani adulti. Chi è in vena di un bel dramma romantico dovrebbe vederlo, ma attenzione: è il tipo di film che è meglio guardare a stomaco pieno, perché c’è così tanto cibo dall’aspetto delizioso sullo schermo che Eat Drink Man Woman rischia di far venire fame alla fine del film.

Past Lives (2023)

Past Lives Greta Lee Teo Yoo

Past Lives è una sorta di film romantico e triste, incentrato sull’esplorazione di ciò che avrebbe potuto essere piuttosto che sulla costruzione di qualcosa che presumibilmente esisterà una volta che i titoli di coda inizieranno a scorrere. La trama ruota attorno a due adulti che un tempo erano amici d’infanzia che si riavvicinano e forse provano una sorta di legame che va oltre l’amicizia… il che potrebbe causare complicazioni, dato che uno dei due si è sistemato ed è sposato.

È un film lento e spesso silenzioso, ma Past Lives ha la capacità di sorprenderti e di rivelarsi disarmante e sorprendentemente devastante. È un film che richiede la massima attenzione per funzionare davvero, ma chi riesce a mettersi al suo livello lo troverà emozionante come pochi altri, con il suo stato d’animo generale e la sua capacità di straziare il cuore che lo rendono una delle migliori uscite del 2023.

Gli amanti del Pont-Neuf (1991)

Gli amanti del Pont Neuf 
© Films Christian Fechner, Films A2

Come Past Lives, Gli amanti del Pont Neuf è un altro film d’amore piuttosto triste, ma a differenza di Past Lives, Gli amanti del Pont Neuf è più struggente e disperato che tranquillamente dolceamaro. Si tratta di uno degli sforzi più ambiziosi e diretti del sempre interessante Leos Carax, e racconta la storia di due vagabondi problematici che si innamorano, mentre affrontano le loro rispettive vite che vanno in pezzi in modi diversi.

La cupezza di Gli amanti del Pont Neuf  lo rende un film spesso difficile da guardare e, sebbene il tema centrale sia l’amore, non sembra proprio il tipo di film d’amore che potrebbe essere un buon film per un appuntamento. È un film che non si fa scrupoli a rappresentare le difficoltà dei protagonisti e a mostrare il lato più disperato e rabbioso dell’amore, un sentimento che di per sé può suscitare forti emozioni, sia positive che negative.

Io e Annie (1977)

Io e Annie (1977)

Io e Annie è una specie di pietra miliare, che si distingue per essere uno dei film più incentrati sul romanticismo ad aver vinto il premio come miglior film agli Oscar, e anche per essere uno dei vincitori più divertenti della storia degli Oscar. Come molti altri film sull’amore, la trama al centro è semplice: Io e Annie dura poco più di 90 minuti e mostra come due persone si innamorano – e poi si disinnamorano – mentre vivono a New York.

Molti grandi film romantici sono onesti sull’amore, ma pochi di quelli usciti tanto tempo fa erano così precisi e taglienti come Io e Annie. Non è esattamente un film cinico, né si può definire anti-amore, ma è più incline di molti film romantici a mostrare il lato sconvolgente dell’amore e il modo in cui a volte le cose non funzionano, anche se non c’è nulla come un crollo ardente o un confronto violento a concludere le cose.

Estranei (All of Us Strangers)

Estranei film 2024

Un’inebriante miscela di low fantasy, romanticismo e dramma molto duro che ha l’impressione di poter diventare un giorno un classico, Estranei (All of Us Strangers) è qualcosa di veramente speciale e un film all’altezza degli elogi della critica. La storia segue un uomo che si ritrova a riconnettersi – in qualche modo – con i suoi genitori morti da tempo, incontrandoli e discutendo di come è andata la sua vita, nello stesso momento in cui incontra anche un uomo più giovane con cui inizia una relazione.

Estranei (All of Us Strangers) esplora la solitudine, l’amore e il modo in cui l’infanzia modella una persona, il tutto in modo straordinariamente organico, senza mai risultare sciocco o eccessivamente ambizioso (e ci sono molti punti in cui il film avrebbe potuto uscire dai binari in mani meno esperte). Il film è emozionante per tutta la sua durata, e colpisce in modo particolare nell’atto finale, e vanta anche interpretazioni straordinarie da parte di un cast sorprendentemente piccolo, composto da soli quattro attori principali: Andrew Scott, Paul Mescal, Jamie Bell e Claire Foy.

Vacanze romane (1953)

Vacanze romane (1953)
© Paramount Pictures

Anche se Vacanze romane non ha inventato del tutto il genere della commedia romantica, può essere considerato un classico degli anni ’50 che ha almeno contribuito a rimodellare ciò che il pubblico oggi conosce come commedia romantica. È una sorta di favola moderna, che segue la storia di una principessa europea che si innamora di un reporter americano mentre si trovano entrambi a Roma, seguendo la breve serie di avventure che vivono insieme.

È un film che rimane incredibilmente affascinante e perfettamente agrodolce, e i 70 anni trascorsi dalla sua uscita non hanno fatto nulla per privarlo del suo umorismo o della sua forza emotiva. Il film è riuscito in gran parte anche grazie alla chimica tra le sue star, Audrey Hepburn e Gregory Peck, che fanno entrambi uno dei loro migliori lavori (il che è tutto dire) in questo film del 1953; un innegabile classico del suo genere.

Love & Basketball (2020)

Love & Basketball
© 40 Acres & a Mule Filmworks

I fan della pallacanestro e delle storie d’amore saranno ovviamente innamorati di Love & Basketball, che è un film sportivo, una commedia drammatica e un film d’amore tutto in uno. Questa imperdibile commedia sportiva è incentrata su due amici d’infanzia, entrambi appassionati di basket, che si ritrovano a provare dei sentimenti l’uno per l’altro una volta raggiunta l’età adulta.

Come molti film incentrati sulle storie d’amore, Love & Basketball analizza i sacrifici o i compromessi che a volte è necessario fare per far funzionare una coppia e si chiede se le altre passioni della vita possano (o a volte debbano) avere la precedenza. Il film esplora bene questi aspetti, bilanciando diversi generi con grande efficacia – anche come film sportivo, come suggerisce il titolo – e offrendo nel complesso un enorme valore di intrattenimento.

West Side Story (1961)

West Side Story (1961)
© United Artists

Dato che West Side Story è un aggiornamento del XX secolo di Romeo e Giulietta di Shakespeare, è abbastanza sicuro dire che forse non è il miglior film d’amore da guardare per coloro che amano le storie d’amore senza tragedie. Si tratta di due giovani che si innamorano, nonostante provengano da percorsi di vita molto diversi; in particolare, ognuno di loro è associato ai membri di una diversa gang di strada, con una rivalità feroce e a volte violenta tra le due bande.

West Side Story racconta questa epica storia d’amore legata al crimine ed è allo stesso tempo un musical davvero grandioso, pieno di canzoni memorabili e di scene di danza coreografiche impressionanti. Il remake di Steven Spielberg del 2021 lo ha aggiornato in modo molto efficace (e, in alcuni punti chiave, migliorato), ma la versione cinematografica originale del 1961 è ancora la più essenziale e si sente più come un classico; il tempo ci dirà, tuttavia, come le generazioni future si sentiranno riguardo alle due versioni della stessa grande storia.

Cold War (2018)

Cold War
© Curzon Artificial Eye

Cold War dura meno di 90 minuti in totale e risulta allo stesso tempo semplice e complesso. È un film dal ritmo lento, che si concentra più o meno su un’unica storia d’amore molto emozionante tra due improbabili amanti, ma ha anche un flusso unico, a volte confuso, nelle sue varie scene, e mescola anche i generi in modo abbastanza sicuro (è un film di guerra, una storia d’amore, un dramma e un film musicale).

Anche le sue qualità tecniche lo fanno risaltare, grazie all’accattivante fotografia in bianco e nero e al rapporto di formato 1.37:1, piuttosto unico (almeno per i film moderni). È un film strano e perfino perplesso, quindi forse non è il film romantico più accessibile in assoluto, ma vale la pena dare una possibilità a Cold War per sperimentare un film davvero singolare.

Away from Her – Lontano da lei (2006)

Away from Her - Lontano da lei (2006)
© Lionsgate Films

La regista/ex attrice Sarah Polley è nota soprattutto per il documentario Stories We Tell del 2012 e per il lungometraggio Women Talking del 2022, ma il suo debutto nel lungometraggio è avvenuto con il meno noto film d’amore Away from Her del 2006. Si tratta di un’improbabile storia d’amore che nasce tra due anziani in una casa di riposo: uno è affetto dal morbo di Alzheimer e l’altro è una persona che usa una sedia a rotelle ed è muto.

Naturalmente, dato l’argomento trattato, si tratta di una storia pesante, ma che probabilmente darà un forte impatto emotivo a coloro che si sentono pronti a vivere una storia così intensa. AncheAway from Her è tenero ed empatico, e gestisce la storia – e il dramma dei personaggi – con grazia e attenzione, oltre a essere degno di nota per contenere una delle più grandi interpretazioni mai date dalla leggendaria attrice Julie Christie.

La bella e la bestia (1991)

La bella e la bestia (1991)
© Walt Disney Studios Motion Pictures

I film d’animazione Disney non sono molto più acclamati de La bella e la bestia del 1991, che ha il merito di essere il primo film d’animazione ad aver ottenuto una nomination come miglior film agli Oscar. La storia è familiare ma ben raccontata: si tratta dell’improbabile storia d’amore che si sviluppa tra una giovane donna e un principe che è stato trasformato in una bestia.

Naturalmente, lei è anche sua prigioniera, almeno all’inizio. Potrebbe essere scomodo, ma la storia è gestita sorprendentemente bene e ha quella rara qualità senza tempo che hanno tutti i più grandi film Disney. È un film d’animazione adatto alle famiglie, divertente e romantico, che merita certamente il suo status di classico. Vale la pena di vedere anche La bella e la bestia in live-action del 1946, un film decisamente migliore del film live-action Disney del 2017.

La persona peggiore del mondo (2021)

la persona peggiore del mondo

La persona peggiore del mondo è la prova che non tutti i grandi film d’amore sono necessariamente ottimi film per appuntamenti. Questo dramma romantico norvegese, infatti, non teme di essere molto reale e a volte sorprendentemente triste, seguendo una giovane donna che lotta con i lati professionali e romantici della sua vita e che sente sempre più di non avere un posto in un mondo in rapido cambiamento.

Per chiunque abbia provato intensamente le difficoltà di avere 20 o 30 anni e non avere idea di dove stia andando la propria vita, questo film può essere catartico. The Worst Person in the World offre una grande quantità di commenti e approfondimenti sulle difficoltà degli appuntamenti moderni e, come tale, è un film fantastico che affronta le realtà del romanticismo… solo che non è del tutto romantico in modo tale da renderlo un buon film per appuntamenti nel senso tradizionale del termine. Tuttavia, può essere facilmente definito uno dei migliori film del 2020.

Via col vento (1939)

via col vento
© Metro-Goldwyn-Mayer

Gli appassionati di cinema spesso indicano il 1939 come uno dei più grandi (o più importanti) anni della storia del cinema, grazie all’elevato numero di influenti classici usciti in quel periodo. Uno di questi titoli storicamente significativi è Via col vento, un film gigantesco in termini di durata, portata e incassi.

Gran parte del film si svolge durante la Guerra Civile Americana, quindi, pur sembrando un film storico drammatico/di guerra, la storia d’amore tra i due protagonisti – Rossella O’Hara e Rhett Butler – è al centro dell’attenzione. È tutto molto esagerato e melodrammatico (senza contare che le parti non romantiche del film possono risultare scomode per diversi motivi), ma Via col vento rimane un’epopea romantica di riferimento e si sviluppa fino a un finale che è indubbiamente leggendario.

Carol (2015)

Carol (2015)
© The Weinstein Company

Uno dei film più avvincenti diretti dal sempre interessante e un po’ sottovalutato Todd Haynes, Carol è un buon film reso grande dalle due interpretazioni principali di Cate Blanchett e Rooney Mara. Il film segue una donna più giovane che si innamora di una donna più anziana, anche se sorgono complicazioni perché la donna più anziana è sposata, e tutto ciò accade durante i ben più conservatori anni ’50.

Carol è uno dei migliori film d’amore a memoria d’uomo per il modo in cui gestisce la sua storia, che risulta accessibile pur restando lontana dai cliché o dai tropi. Inoltre, cattura il periodo storico con grande dettaglio e, nel caso aveste bisogno di altri motivi per guardarlo, è anche un film natalizio a sorpresa, che lo rende un film perfetto da guardare per chi si sente romantico durante le feste.

La storia fantastica (1987)

La storia fantastica

La storia fantastica è uno di quei film che finisce per sentirsi appartenere a molti generi, ma bilancia incredibilmente bene tutti i suoi vari toni ed elementi di genere. In fondo, però, si tratta di una favola con al centro la storia d’amore tra una principessa e un bracciante, anche se è anche un’interpretazione comica e delicatamente satirica delle avventure fiabesche stesse.

È sorprendente che funzioni così bene, ma il nucleo della storia d’amore e l’equilibrio di tutto il resto sono ciò che rende La principessa sposa un classico innegabile. Anche se all’inizio lo spettatore si troverà a simpatizzare con il personaggio del nipote (“È un libro di baci?”), alla fine sarà probabilmente conquistato dal fascino del film. In effetti, potrebbe non essere troppo azzardato etichettare questo amato film come uno dei film più vicini alla perfezione di tutti i tempi.

Ragione e sentimento (1995)

Ragione e sentimento (1995)
Foto di Columbia/Tristar – © 1995 Columbia Pictures

Ang Lee è un regista che ha realizzato film che spaziano in un’ampia varietà di generi, anche se sembra particolarmente bravo ad affrontare film d’amore. Mentre Crouching Tiger, Hidden Dragon mescola romanticismo e arti marziali (e si dà il caso che sia anche uno dei migliori film d’azione di tutti i tempi ), il suo adattamento del romanzo di Jane Austen Ragione e sentimento riguarda principalmente il romanticismo.

È ambientato verso la fine del 1700 e segue un gruppo di sorelle che devono affrontare la vita, l’amore e il dolore dopo che il marito della madre viene lasciato senza eredità dopo la sua morte. È un film d’epoca affascinante, con un grande cast, e si distingue per la sceneggiatura, premiata con l’Oscar, scritta da Emma Thompson, che è anche la protagonista del film.

All That Heaven Allows (1955)

All That Heaven Allows
Screenshot dal film All That Heaven Allows

Chi ama i film d’amore con un forte contenuto di melodramma non deve cercare oltre la filmografia di Douglas Sirk. L’autore è noto soprattutto per i suoi melodrammi della metà del ventesimo secolo, caratterizzati da emozioni forti, colori audaci e da una recitazione molto teatrale, che si adatta alla natura generale e roboante delle storie che amava raccontare.

All That Heaven Allows è forse il suo film più famoso per quanto riguarda lo stile per cui era conosciuto, e descrive la storia d’amore scandalosa (per l’epoca) che sboccia tra una vedova e un uomo più giovane che non appartiene alla sua classe sociale (gasp!). È un genere di cose che oggi sembra superato, ma se lo si guarda con la lente appropriata, c’è qualcosa che attira l’attenzione in ciò che viene offerto e, innegabilmente, Sirk era di una classe a sé stante per l’epoca.

Weekend (2011)

Chris New e Tom Cullen in Weekend (2011)
© 2011 – Glendale Picture Company

Da non confondere con l’omonimo bizzarro film di Jean-Luc Godard del 1967, Weekend (2011 ) è uno dei migliori e più sottovalutati film LGBTQ+ dell’ultimo decennio o giù di lì. Parla di due uomini che si incontrano in un locale gay e scoprono che i loro sentimenti reciproci crescono inaspettatamente, nonostante l’intenzione sia quella di una semplice storia di una notte, piuttosto che di una storia di più notti.

Il tutto è presentato in modo molto umano e concreto, ed è proprio il realismo e la natura concreta di Weekend a renderlo sorprendentemente potente. Dal punto di vista tonale e visivo, è l’esatto contrario di un film d’amore melodrammatico come il già citato Tutto quello che il cielo permette, il che dimostra quanto possano essere versatili i film sul legame umano e sull’amore.

Accadde una notte (1934)

Accadde una notte (1934)
Screenshot dal film Accadde una notte (1934)

Le commedie screwball della vecchia scuola hollywoodiana non sono molto migliori o più iconiche di Accadde una notte. Fu un film rivoluzionario per l’epoca, uno dei migliori mai realizzati dal leggendario regista Frank Capra, e gettò le basi per quella che sarebbe diventata la moderna commedia romantica, mettendo insieme un uomo e una donna che cercano entrambi di raggiungere lo stesso obiettivo, ma che all’inizio non si piacciono… per poi sviluppare forti sentimenti per l’altro man mano che la storia si avvicina alla fine.

È sorprendente quanto sia ancora divertente e divertente, anche se ormai è vecchio di decenni, e ha influenzato molte altre grandi commedie sentimentali che, certo, si sentono più moderne. Rimane comunque affascinante e accattivante ancora oggi, e si distingue anche per essere uno dei soli tre film ad aver vinto i “5 grandi” premi agli Oscar.

Ritratto della giovane in fiamme (2019)

Ritratto della giovane in fiamme (2019)

Ritratto di signora in fiamme è una storia d’amore a fuoco lento nel miglior modo possibile. È ambientato alla fine del 1700 e segue due donne su un’isola: una è una pittrice incaricata di dipingere un ritratto nuziale dell’altra donna, che è misteriosa e riservata, ma presto le due rivelano i loro sentimenti l’una per l’altra e così inizia una storia d’amore appassionata ma di breve durata.

Il 2019 è stato uno dei migliori anni per il cinema a memoria d’uomo e Ritratto di signora in fiamme è stato uno dei migliori film usciti in questi 12 mesi. È recitato in modo fantastico, ha un ritmo deliberato senza essere noioso, è ricco di immagini suggestive e contiene una scena finale che, una volta vista, è difficile da dimenticare. Ritratto di una donna in fiamme è un film che ha certamente consacrato Céline Sciamma come regista da tenere d’occhio in futuro.

La La Land (2016)

La La Land (2016)
Foto di Dale Robinette – © Lionsgate via 01 Distribution

Ci sono molti modi in cui un musical romantico vecchio stile, ambientato nella Los Angeles distaccata e hipster degli anni 2010, avrebbe potuto finire in un disastro, ma La La Land è stato in qualche modo un grande successo. La storia è semplicissima: due giovani si innamorano, ma poiché entrambi sono appassionati della loro vita professionale, c’è tensione e la possibilità che le cose non funzionino a lungo termine.

La La Land è un film molto equilibrato, che inizia in modo leggero e divertente, diventa un po’ più pesante nella seconda metà, per poi arrivare a un finale sorprendente, inevitabile e dolceamaro. Per tutti gli altri musical successivi al 2016 che vogliono catturare la grandezza e la natura travolgente dei musical della vecchia scuola in un ambiente moderno, La La Land ha fissato l’asticella spaventosamente in alto, essendo un grande musical di tutti i tempi.

Aurora (Sunrise: A Song of Two Humans, 1927)

Aurora (Sunrise- A Song of Two Humans, 1927)

Aurora (Sunrise: A Song of Two Humans) è stato uno dei primi film a vincere il premio come miglior film agli Oscar… più o meno. Nella prima cerimonia degli Academy Awards, c’erano due premi per il miglior film, uno chiamato “Outstanding Picture” (film eccezionale) e l’altro chiamato “Unique and Artistic Picture” (film unico e artistico), e Sunrise vinse quest’ultimo, mentre l’epico film di guerra/romanzo/azione Wings vinse il premio per il miglior film.

Da allora è stato considerato il “minore” dei due vincitori originali del premio per il miglior film, grazie al fatto che il premio per il film unico e artistico è stato assegnato solo una volta. Tuttavia, è difficile sostenere che Sunrise: A Song of Two Humans non meritasse il riconoscimento, perché si tratta di un dramma romantico girato in modo creativo e innovativo per il suo tempo, e rimane uno dei film più facili da vedere dell’epoca del muto.

Titanic (1997)

Titanic storia vera
Leonardo DiCaprio e Kate Winslet in Titanic. © 1997 – Paramount Pictures

Titanic potrebbe essere il film romantico più letale di tutti i tempi, perché è un film che mira ad essere un dramma romantico e un film catastrofico allo stesso tempo. E riesce sorprendentemente bene a fare entrambe le cose, anche se con una durata di oltre tre ore, può certamente permettersi il tempo e lo spazio per essere essenzialmente due film in uno. Per molti versi, ha rappresentato il momento in cui il regista James Cameron ha realizzato il suo pieno potenziale come regista di blockbuster.

Jack e Rose formano una delle coppie più famose della storia del cinema, con il loro amore tragicamente breve che dà a Titanic il suo cuore e sicuramente è uno dei motivi principali per cui è così amato. Il film è anche un film catastrofico, con le sequenze dell’affondamento della nave che resistono ancora oggi, rendendo Titanic un film emotivo e difficile da sopportare su due fronti.

Prima dell’alba (Before Sunrise, 1995)

Prima dell'alba (Before Sunrise, 1995)
© Columbia Pictures

In Prima dell’alba (Before Sunrise, 1995) due giovani iniziano una conversazione in treno. Sono entrambi in viaggio e decidono di continuare a passare del tempo insieme a Vienna. Ognuno di loro riconosce di dover prendere strade diverse al mattino, ma con il passare della notte si innamorano sempre di più l’uno dell’altra, rendendo la loro separazione molto triste.

Tuttavia, la loro storia non finisce qui: i sequel Prima del tramonto (2004 ) e Prima di mezzanotte (2013 ) mostrano cosa succede quando i due si ritrovano per caso e decidono di avere una relazione insieme. Per quanto i due seguiti siano fantastici, Before Sunrise è quello più romantico e sentito, mentre gli altri due film sono un po’ più incentrati sul dramma, dato che i personaggi invecchiano naturalmente molto tra un film e l’altro.

Moonlight (2016)

Moonlight

Moonlight è  un film che è certamente più di una “semplice” storia d’amore, anche se ciò gioca un ruolo considerevole nell’unica storia di crescita che il film racconta. Il primo terzo del film segue un ragazzo di nome Chiron, mentre il secondo atto mostra la sua vita da adolescente e l’ultimo atto del film lo vede protagonista da giovane adulto.

Una parte della storia di Chiron riguarda il suo modo di affrontare la propria sessualità e il legame che si sviluppa tra lui e Kevin, anch’egli mostrato in tre diverse età nel corso del film. Il regista Barry Jenkins ha fatto seguire a Moonlight il dramma romantico If Beale Street Could Talk, dimostrando ulteriormente la sua maestria nei film incentrati su relazioni intime e personali.

Lei (Her, 2016)

Her - Lei (2013)

La premessa di Lei (Her) sembra inizialmente assurda, il che rende la natura potente del film ancora più sorprendente e d’impatto per gli spettatori disposti a dargli una possibilità. Si tratta essenzialmente di un uomo del futuro che si innamora di un sistema operativo che dovrebbe fungere solo da assistente personale.

Utilizza questa premessa per esplorare il rapporto (qui letterale) dell’umanità con la tecnologia, e il modo in cui questa può a volte far sentire le persone lontane dagli altri, e a volte avvicinarle. Per quanto riguarda i film di fantascienza, Her è piuttosto delicato e ritrae un futuro più caldo rispetto alla maggior parte dei film, anche se a volte può essere un film commovente e persino emozionante da guardare. Il fatto che contenga anche una delle migliori interpretazioni di Joaquin Phoenix contribuisce a rendere Her un classico moderno.

Cinema Paradiso (1988)

Nuovo Cinema Paradiso film

Facilmente collocabile tra i più grandi film italiani di tutti i tempi, Cinema Paradiso è quanto di più vicino alla perfezione ci sia al cinema. È un dramma di formazione che inizia poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e copre diversi decenni successivi, raccontando di un ragazzo che sviluppa un amore per il cinema e si propone di diventare un grande regista.

Il film dedica un po’ di tempo all’innamoramento del protagonista, anche se alla fine è forse la sua passione per il cinema a costituire l’elemento “romantico” più forte del film. È un film che parla di quanto le persone amino i film e di come i film rafforzino i sentimenti d’amore e diano l’opportunità alle persone di presentare storie di crepacuore, romanticismo e tutto ciò che sta in mezzo. Essendo la lettera d’amore definitiva al cinema, Cinema Paradiso è probabilmente uno dei film più romantici di tutti i tempi.

Harry, ti presento Sally… (1989)

Harry, ti presento Sally... frasi

Quando Harry ti presento Sally è uno dei migliori film degli anni ’80 e forse il gold standard della commedia romantica tradizionale. Per quanto riguarda le semplici storie di persone mal assortite che inizialmente si detestano, ma che crescono provando sentimenti l’una per l’altra, è essenzialmente un pareggio tra questo e Accadde una notte quando si tratta di stabilire quale sia la più iconica.

Grazie a due interpretazioni iconiche di Billy Crystal e Meg Ryan e a una sceneggiatura tagliente di Nora Ephron, Quando Harry ti presento Sally è uno spasso da guardare dall’inizio alla fine. Quando le battute sono così coerenti e la chimica è così credibile come in questo caso, anche coloro che non amano i film d’amore con una formula troveranno questo film difficile da resistere.

Happy Together (1997)

Happy Together (1997)

Wong Kar-wai è un regista che realizza spesso film incentrati sull’amore e sulle relazioni, anche se di solito si concentra sulle parti più emotive o difficili dell’amore. Mentre un film come Chungking Express esplora sentimenti agrodolci come la nostalgia e la (romantica) solitudine, il suo film del 1997 Happy Together parla in definitiva di una relazione che va in pezzi.

Il film è incentrato su una coppia gay che crede che una vacanza possa aiutare a ricucire il loro rapporto in crisi, solo per scoprire che le cose peggiorano quando vanno via insieme. Non è un film divertente o facile da guardare, ma è incredibilmente potente e ben recitato, e per quanto riguarda i film d’amore più cupi incentrati sulle rotture, è senza dubbio uno dei migliori. Come studio del personaggio e come film d’amore sul tema della rottura, Happy Together è innegabilmente un successo.

Se mi lasci ti cancello (Eternal Sunshine of the Spotless Mind, 2004)

Se mi lasci ti cancello (Eternal Sunshine of the Spotless Mind, 2004)

La premessa di Eternal Sunshine of the Spotless Mind è subito intrigante, dato che ruota attorno a due persone che, dopo essersi lasciate, si sottopongono entrambe a una procedura che cancella tutti i ricordi del loro ex. Alla fine, le loro strade si incrociano di nuovo e si creano situazioni difficili quando si rendono conto che si conoscevano in modo così intimo.

Ancora una volta, si tratta di un film d’amore che parla degli aspetti tristi di una relazione, ma queste storie sono altrettanto valide – e importanti – di quelle più solari. Eternal Sunshine of the Spotless Mind si presenta come un film struggente, triste, ma non del tutto privo di speranza, e la sua storia unica e le sue immagini suggestive lo rendono un film difficile da dimenticare, proprio come una persona importante che si conosceva. Se mi lasci ti cancello in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

I giorni del cielo (1978)

I giorni del cielo (1978)
Screenshot dal film I giorni del cielo (1978)

Sebbene I giorni del cielo parli di un triangolo amoroso complicato e alla fine pericoloso, è uno di quei film in cui la trama sembra passare in secondo piano. Le interazioni romantiche sono credibili, certo, ma gran parte della passione e della spettacolarità del film sono dovute al modo in cui è girato e alla musica di Ennio Morricone.

È difficile da spiegare a parole, ma c’è qualcosa di inebriante e commovente nell’insieme, anche se sulla carta la storia sembra un po’ banale e nel complesso è un film piuttosto semplice. Tuttavia, è difficile negare che pochi registi siano in grado di realizzare film così belli come Terrence Malick al suo apice, e I giorni del cielo potrebbe essere il suo film migliore, e forse uno dei migliori per i neofiti che si avvicinano al suo unico – e talvolta scoraggiante – corpus di opere. I giorni del cielo in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

I segreti di Brokeback Mountain (2005)

I segreti di Brokeback Mountain (2005)
© Focus Features

Sebbene non abbia vinto l’Oscar per il miglior film (qualcuno si ricorda davvero di Crash?), Brokeback Mountain rimane ancora oggi uno dei migliori film di Ang Lee e, probabilmente, il miglior film del 2005. Si tratta di una tragica storia d’amore gay di due cowboy che, negli anni ’60, si incontrano e si innamorano l’uno dell’altro, anche se in un’epoca in cui l’essere gay era considerato tabù e inaccettabile per molti.

Sembra che ci siano più film di storie d’amore tragiche gay che di storie d’amore tragiche eterosessuali, anche se la situazione sembra essere cambiata negli ultimi anni. Questo può rendere Brokeback Mountain una visione difficile a volte, ma è difficile negare la potente regia e la recitazione in mostra qui, con le migliori interpretazioni della carriera di Heath Ledger e Jake Gyllenhaal. I segreti di Brokeback Mountain in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

In the Mood for Love (2000)

In the Mood for Love (2000)
© Block 2 Pictures

In the Mood for Love è forse il film più famoso di Wong Kar-wai e – non sorprende, visto il titolo – uno dei suoi film più romantici. Detto questo, gli elementi romantici sono molto attenuati, anche se il film di Wong Kar-wai è tutto incentrato sull’amore, sul crepacuore e sul desiderio, e sul modo in cui queste cose possono complicare la vita di una persona.

È un film lento e molto sobrio, ma rimane impresso nella mente per molto tempo dopo la visione. In effetti, sono l’aspetto evocativo, il suono e l’atmosfera generale del film a rendere In the Mood for Love così memorabile, perché la trama è, sulla carta, estremamente semplice. È un classico del cinema internazionale per un motivo preciso e si è guadagnato lo status di uno dei film di Hong Kong più conosciuti di tutti i tempi. In the Mood for Love in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Luci della città (City Lights, 1931)

Luci della città (City Lights, 1931)

Un dramma romantico ben ritmato che non perde tempo, Luci della città è uno dei migliori film di Charlie Chaplin, e certamente il suo miglior film romantico, essendo persino più forte di tutti i grandi film in cui recitò e/o diresse durante gli anni Venti. Il film segue il personaggio di Charlot di Chaplin mentre si innamora di una fioraia cieca e si impegna a fare il possibile per aiutarla a raccogliere abbastanza denaro per sottoporsi a un’operazione che le restituirà la vista.

Luci della città è divertente, commovente e agrodolce in tutti i momenti giusti, sembrando un film essenzialmente perfetto per la maggior parte della sua durata. I migliori film di Chaplin sono innegabilmente senza tempo e, dato che Luci della città è in assoluto uno dei suoi migliori, è anche quello che sembra più resistente all’invecchiamento o all’affievolimento del suo impatto nel tempo.

Casablanca (1942)

Casablanca (1942)
© Warner Bros

I film d’amore non sono migliori di Casablanca. Realizzato e ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, segue due amanti che si incrociano per caso e vedono riaccendersi i loro sentimenti, con l’unico problema che uno dei due si è stancato nel tempo a causa dell’amore perduto e l’altro si è risposato.

La storia si allarga naturalmente, grazie al fatto che è ambientata nella Seconda Guerra Mondiale, e così i personaggi si trovano a fare i conti con la posta in gioco personale e con il modo in cui le loro azioni si ripercuoteranno sul mondo intero. Il film riesce a portare a termine questa storia ambiziosa con un ritmo serrato, molti personaggi secondari memorabili, un umorismo sorprendentemente divertente e un ritmo che sembra ancora piuttosto veloce, anche per gli standard moderni. È difficile sbagliare, è un classico in tutti i sensi e si colloca meritatamente come il più grande film d’amore di tutti i tempi. Casablanca in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

I 50 indimenticabili nudi cinematografici [FOTO]

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I 50 indimenticabili nudi cinematografici [FOTO]

A brevissimo, il 3 aprile, arriverà al cinema Nymphomaniac Vol. I, film che si presenta già con una lunga storia di critica e polemica alle spalle. La nudità, lo sappiamo, sarà una componente del film, e in questa sede vogliamo mostrarvi 50 indimenticabili nudi cinemaografici, tra cui anche quello di Shia LaBeouf e Stacy Martin, trai protagonisti del film di Lars Von Trier: [nggallery id=503]

indimenticabili nudi cinematografici Come potete vedere, nella gallery non ci sono i nudi più belli o quelli più sensuali del cinema, ma quelli che difficilmente dimenticheremo, alcuni proprio per la loro bellezza, come la Nicole Kidman di Eyes Wide Shut, altri invece per la loro bruttezza, come il nudo di Borat, altri ancora perchè fanno parte davvero della grande storia del cinema, come quello di Kate Winslet in Titanic.

Qualche altro nudo è particolarmente divertente, come quello di Mister Chao in Una Notte da Leoni Parte II, altri invece sono inaspettati e proprio per questo bellissimi come quello di Diane Keaton di fronte ad un sorpreso Jack Nicholson in Tutto può succedere.

Nel nostro elenco inoltre ci sono anche eroi action, come Sylvester Stallone, nudo in Demolition Man, e Arnold Schwarzenegger, che compare come mamma l’ha fatto il Terminator. O ancora il nudo di Bart Simpson, che, all’epoca dell’uscita di The Simpson Movie, fece simpaticamente parlare di sè.

Quali sono gli indimenticabili nudi cinematografici della vostra videoteca personale?

I 5 momenti peggiori del 2017 per essere fan dei supereroi

I 5 momenti peggiori del 2017 per essere fan dei supereroi

Il 2017 è stato un anno ricchissimo per i fan dei supereroi al cinema e in tv, tuttavia è stato anche un anno difficili per tutti quelli che hanno riposto le proprie speranze in questo tipo di progetti.

La Warner ha incontrato di nuovo lo scontento del pubblico con Justice League, i Power Rangers hanno generalmente deluso tutti, mentre la Marvel, in tv, ha fatto due buchi nell’acqua con Inumani e Iron Fist.

Ecco quali sono stati nel 2017 i cinque momenti peggiori per essere fan dei supereroi.

Quando abbiamo visto la CGI sulla bocca di Henry Cavill

Che si voglia incolpare la Paramount per non aver permesso a Henry Cavill di tagliarsi i baffi, o la Warner Bros per non aver spostato l’uscita del film, il risultato non cambia. Le riprese di Superman in Justice League sono a dir poco orribili, con un effetto straniante che incide su tutto il volto del bell’attore ma soprattutto sulla credibilità che lo stesso ha nel film e nella sua lotta contro Steppenwolf.

Quando realizzi che non vedrai più Hugh Jackman nei panni di Wolverine

Il film di James Mangold ha affrontato il personaggio in una maniera completamente nuova, regalando ai fan di Wolverine e di Hugh Jackman il miglior film in assoluto della serie, ma forse anche il miglior cinecomic da molti anni a questa parte.

Uscire dalla sala con la consapevolezza che l’attore australiano non interpreterà mai più il mutante con gli artigli di Adamantio ha fatto decisamente male a chi lo ha amato tanto nel corso dei 16 anni che ha trascorso a interpretare Logan.

Tutto quello che riguarda gli Inumani

La serie ABC era un progetto ambizioso, che nato al cinema si è spostato in tv e si è sviluppato nell’assoluta segretezza, coinvolgendo nella realizzazione anche diversi elementi produttivi tecnici che ne hanno dettato la distribuzione e la promozione in maniera decisiva.

Tuttavia lo show è stato giudicato all’unanimità sbagliato, nei toni, nelle scelte, dando vita al peggior prodotto della storia della Marvel, al cinema e in tv.

Quando ti accorgi che le recensioni di Iron First erano state troppo buone

Le prime recensioni di Iron Fist, quarta serie Netflix/Marvel, non sono state certo entusiaste, ma sembravano salvare un protagonista simpatico e una storia accettabile.

Tuttavia, la realtà si è rivelata essere un’altra: Iron Fist non solo è la peggiore delle serie Marvel con Netflix, ma non riesce a raccontare nemmeno un po’ del fascino del personaggio protagonista, oltre ad avere personaggi e storia di scarsissimo appeal.

Quando cominciano a uscire le recensioni di Justice League

Dopo le critiche riservate a Batman v Superman e il disastro Suicide Squad, la Warner Bros ha raccolto lodi e consensi con Wonder Woman. Justice League era un passaggio obbligato, un titolo che doveva confermare la buona riuscita di Wonder Woman oppure decretare che il film di Patty Jenkins era soltanto un felice caso all’interno di uno Studio che proprio non riesce a raccontare come si deve i supereroi DC.

Il risultato al box office, seppure non disastroso, non ha raggiunto le aspettative e le recensioni miste, oltre allo scontento dei fan, hanno sancito la fama negativa intorno al film.

I 5 minuti migliori dei 10 film DC più odiati in assoluto

I 5 minuti migliori dei 10 film DC più odiati in assoluto

L’uscita nelle sale di Acquaman e il Regno Perduto metterà un punto al DCEU così come lo conosciamo, che passerà in quell’occasione il testimone al nuovo Universo DC di James Gunn e Peter Safran, già in opera per Superman: Legacy. L’era del DCEU sta perciò tramontando e, se si dà una breve occhiata a quel che è stato, compreso lo Snyderverse, purtroppo molto del successo che si sperava di ottenere da queste produzioni non si è mai concretizzato con film d’eccellenza. Nonostante i prodotti del franchise siano stati spesso oggetto di controversia, sono comunque stati portatori di alcuni momenti davvero buoni, i quali ne hanno incrementato (seppur di poco) il valore. Parliamo di scene, di minuti in cui si è potuto assistere a qualcosa di avvincente e determinante, di inserti in cui tutto funziona, e molti di questi in realtà sono presenti nei film DC più odiati. Ma quali sono?

Suicide Squad

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Uno dei film che ha reso meno contenti i fan della DC, tanto che poi James Gunn ha dovuto rimetterci mano nel 2021, è stato Suicide Squad, uscito nel 2016 sotto la regia di David Ayer. Nonostante non sia fra i migliori prodotti del franchise, la pellicola presenta comunque una sequenza molto accattivante, in cui vediamo il team di supercattivi sentirsi finalmente una squadra. In quell’occasione la Suicide Squad si unisce per difendere Rick Flag affinché non venga ucciso da Amanda Waller; è proprio lì che ci viene mostrato un autentico lavoro di squadra, di un gruppo che può unire ufficialmente le forze e affrontare diversi nemici.

Lanterna Verde

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Se qualcuno ancora si domanda quale sia uno dei peggiori film nati dai fumetti DC, la risposta è una: Lanterna Verde. Lo stesso Ryan Reynolds, che interpreta Hal Jordan, alias Lanterna Verde, ha ammesso non essere poi un così valido prodotto. Nonostante questo, la pellicola ha una scena molto valida al suo interno, ed è quella che vede protagonista un combattimento fra l’eroe e Parallax. La battaglia fra i due inizia sulla Terra prima di passare allo spazio, dove poi le cose diventano molto fumettistiche. Lanterna Verde usa il sole per distruggere Parallax, attaccando a sé due getti fatti di costrutti energetici per sfuggire all’attrazione gravitazionale della stella in fiamme. Alla fine sferra un gigantesco pugno di energia verde che spedisce il villain dritto nel sole. Un momento memorabile.

Wonder Woman 1984

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Fra i personaggi più amati della DC va menzionata Diana Prince, alias Wonder Woman. Se il primo film sull’amazzone è stato apprezzato dal pubblico, il secondo, Wonder Woman 1984, non ha purtroppo avuto la stessa fortuna. Molte sono state le critiche mosse al film, dalla storia in sé fino alla “resurrezione” di Chris Pine nei panni di Steve Trevor. Nonostante questo, obiettivamente la pellicola presenta anche dei momenti avvincenti, ma il migliore fra questi è il combattimento con Cheetah. La scena dello scontro sembra uscire proprio dalle pagine del fumetto, enfatizzata in particolar modo dall’armatura dorata dell’eroina, che aggiunge emozione alla sequenza.

Shazam! Furia degli dei

Shazam! Furia degli Dei

Un altro film non particolarmente acclamato come invece ci si aspettava è stato Shazam! Furia degli dei. Su questo, però, ci sono due correnti: la prima è quella di chi pensa sia il film più divertente tratto da un fumetto della DC, la seconda è di chi crede che l’interpretazione di Zachary Levi sia troppo sciocca, tanto da abbassarne la qualità. Nonostante questo, in Shazam! Furia degli dei, il combattimento tra Shazam e Kalypso, con il suo drago, è il motivo principale per cui vale la pena vederlo. Dopo un intenso tira e molla, Shazam vola dritto contro il drago con il bastone del mago, invocando un grande tuono magico. Nel salvare la situazione, però, muore Billy Batson, che viene poi rianimato da… Wonder Woman!

Birds Of Prey

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Margot Robbie nei panni di Harley Quinn è stata più che formidabile, non si può negare. Con Birds of Prey, film che la vede (finalmente) protagonista, il DCEU è riuscito a introdurre personaggi femminili iconici dei fumetti DC, lei compresa s’intende, portando una ventata di divertimento. Nonostante avesse del potenziale, la classificazione R del film e la sua uscita in concomitanza con la pandemia hanno finito per influenzare la sua corsa al botteghino, gettando la pellicola nel dimenticatoio. Seppur quindi non abbia avuto la visibilità che gli spettava, non possiamo comunque dimenticare alcune delle emozionanti action scene presenti in Birds of Prey. Un esempio? Lo scontro di Harley Quinn alla stazione di polizia. Nella sequenza vediamo la protagonista salvare da sola Cassandra Cain in un’avvincente coreografia di combattimento, accompagnata da una smagliante fotografia.

Black Adam

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Black Adam, film del 2022 diretto da Jaume Collet-Serra, doveva presentarsi come un grande successo. Così però non è stato, pur contenendo, nella scena post-credits, il grosso cameo di Superman, il quale aveva fatto pensare a un futuro più roseo. Nonostante il film non abbia eccelso, al suo interno si possono contare alcune scene meritanti attenzione. Una fra queste riguarda lo scontro di Black Adam con la Justice Society of America. La sua lotta contro i membri della JSA, Doctor Fate, Hawkman, Cyclone e Atom Smasher ha permesso al pubblico di vedere la Justice Society of America lavorare come una squadra, con i loro poteri che si completano a vicenda per tentare di sconfiggerlo.

The Flash

The Flash 10 implicazioni finale film

Quando a giugno è uscito The Flash, il film non è stato accolto da tutti allo stesso modo: una delle ragioni risiedeva nelle vicende legali che vedevano coinvolto il suo protagonista principale, Ezra Miller, mentre altre riguardavano la grande quantità di cameo presenti, soprattutto alla fine nella SpeedForce, di cui non si è apprezzata la resa in CGI. Nonostante questo, The Flash non può dirsi una pellicola non riuscita, anzi, rispetto a tante altre è una di quelle più solide sotto tanti punti di vista. Pur avendo perciò delle sbavature, il film presenta una scena molto suggestiva e ben fatta: parliamo dello scontro fra l’Eroe Scarlatto, la sua versione alternativa, Batman e Supergirl contro il Generale Zod e il suo esercito. Ci sono molti momenti emozionanti durante la battaglia, ma le morti improvvise di Batman e Supergirl mettono in ombra tutto il resto per il loro essere tragiche e scioccanti.

Superman Returns

Superman Returns film

Nel corso del tempo, sono tanti gli attori che hanno dato volto e fisicità a Superman cinematograficamente, e fra questi non si può dimenticare Brandon Routh in Superman Returns. Nonostante il film non possa considerarsi fra i più graditi, vanta una scena che potrebbe in realtà essere la migliore dell’eroe DC in live-action e riguarda la scena di salvataggio dell’aereo. L’azione è molto simile a quella descritta nei fumetti, e il senso di urgenza permea in ogni beat, fino al momento in cui Superman non riesce a gestire finalmente la situazione e mettere il velivolo in sicurezza, parlando poi con calma ai passeggeri che ha appena tratto in salvo.

Justice League

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Il DCEU è stato, come ben sappiamo, un franchise molto travagliato e sfortunato. Uno dei film che più ne ha risentito è Justice League. Zack Snyder lasciò il progetto in seguito alla morte della figlia, e i dirigenti della DC scelsero Joss Whedon per subentrare e fare alcuni reshoots. Questo portò all’eliminazione di gran parte della visione di Snyder, che poi si è potuta vedere in Justice League di Zack Snyder del 2021, nettamente migliore. Nonostante la pellicola ne abbia risentito, non eccellendo come avrebbe dovuto, presenta alcuni momenti significativi. Il più memorabile riguarda il combattimento fra Superman e la Justice League, nel quale si palesa tutta la potenza dell’eroe kryptoniano che, in quel momento, non si sta più trattenendo. Una delle scene più impattanti ed emozionanti, che, seppur brevemente, hanno alzato l’asticella dell’intero film.

Batman v Superman: Dawn of Justice

Batman v superman film a fumetti

Arriviamo al film probabilmente meno ben accolto da pubblico e fan, dal quale il DCEU ha poi tentato un cambio di rotta salvo poi arenarsi definitivamente. Si tratta di Batman v Superman: Dawn of Justice il quale, a causa dei suoi problemi interni, ha scatenato diverse reazioni a catena, le quali hanno portato alla nascita del nuovo Universo DC. Pur essendo il più malvisto, contiene comunque una scena degna di nota, con protagonista Batman che uccide diversi mercenari nel violento combattimento nel magazzino. Seppur assistere all’uccisione di qualcuno da parte di un eroe come Batman sia tutto fuorché normale (quelle immagini sono state definite anche fra le più inquietanti e dark del franchise), la sequenza ha fatto diventare il Batman di Ben Affleck il miglior combattente nella storia del Cavaliere Oscuro in live-action. E per essere stato un film travagliato e controverso, non è una cosa da poco.

I 5 migliori nuovi film su Netflix a dicembre 2023

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I 5 migliori nuovi film su Netflix a dicembre 2023

Mese dopo mese, secondo Statista, Netflix domina tutte le altre piattaforme di streaming in termini di numero di abbonati, e uno dei suoi maggiori fattori trainanti è l’enorme quantità di contenuti che rilascia mensilmente. C’è così tanto che a volte può essere travolgente cercare di tenere il passo con le novità. Fortunatamente, è qui che entriamo in gioco noi. Dicembre ha un elenco particolarmente entusiasmante di titoli completamente nuovi, nonché nuovi enorme franchise in arrivo. C’è il ritorno di un’animazione  amata, un nuovo incredibile film biografico e altro ancora. Ci sono moltissimi contenuti da guardare e, con le festività natalizie in arrivo, potresti ritrovarti a guardare tutte e cinque le migliori uscite Netflix in arrivo.

Il mondo dietro di te, l’8 Dicembre 2023

Il mondo dietro di te film 2023

Una vacanza di famiglia è sconvolta da due estranei sopraggiunti nel cuore della notte per sfuggire a un cyberattacco che diventa sempre più terrificante, obbligando tutti a venire a patti con il proprio ruolo in un mondo prossimo al collasso.

In questo thriller apocalittico dal premiato sceneggiatore e regista Sam Esmail (Mr. Robot), Amanda (la premio Oscar Julia Roberts) e il marito Clay (il candidato agli Oscar Ethan Hawke) affittano una casa di lusso per un fine settimana con i figli Archie (Charlie Evans) e Rose (Farrah Mackenzie). La vacanza è subito sconvolta dall’arrivo di notte di due sconosciuti: G.H. (il premio Oscar Mahershala Ali) e la figlia Ruth (Myha’la), che li informano di un misterioso cyberattacco e vogliono rifugiarsi nella casa di cui dicono di essere i proprietari. Le due famiglie fanno il punto del disastro che incombe e che diventa sempre più terrificante, obbligandoli a venire a patti con il loro ruolo in un mondo prossimo al collasso. Il film è tratto dal romanzo candidato ai National Book Award di Rumaan Alam, Il mondo dietro di te, ed è prodotto da Esmail Corp e Red Om Films. La produzione esecutiva è di Higher Ground Productions.

Galline in fuga: L’alba dei nugget, dal 15 dicembre

Galline in fuga: L'alba dei nugget

La società di animazione Aardman, pluripremiata agli Oscar e ai BAFTA (Interviste mai viste, Wallace e Gromit Shaun, vita da pecora) in collaborazione con il regista premio Oscar e candidato ai BAFTA Sam Fell (ParaNorman e Giù per il tubo) presentano Galline in fuga: L’alba dei nugget, il tanto atteso sequel del popolare film in stop motion con i maggiori incassi di sempre, Galline in fuga. 

Essendo riuscita a fuggire per il rotto della cuffia dalla fattoria dei Tweedy, Gaia ha finalmente trovato un posto da sogno: un tranquillo rifugio su un’isola per l’intero pollaio, lontano dai pericoli causati dall’uomo. Quando lei e Rocky danno alla luce una pulcina di nome Molly, il lieto fine sembra vicino. Ma sulla terraferma, l’intera razza dei gallinacei deve affrontare una nuova e terribile minaccia. Per Gaia e la sua gang la tanto agognata libertà potrebbe essere a rischio, ma questa volta non si fermeranno davanti a nulla!

Faccia a faccia con l’ETA: conversazioni con un terrorista

Faccia a faccia con l’ETA: conversazioni con un terrorista offre un’intervista esclusiva con una delle figure chiave dell’ETA: Josu Urrutikoetxea, noto anche come Josu Ternera. Questo documentario presentato da Jordi Évole indaga sull’organizzazione terroristica ed esplora alcuni dei momenti più significativi fino al suo smantellamento nel 2018. A quasi 50 anni da un attacco, questa conversazione aiuta a fornire risposte a una delle vittime del gruppo terroristico.

Maestro, dal 20 Dicembre

maestro

Maestro è un’imponente e impavida storia d’amore che ripercorre la relazione durata una vita tra Leonard Bernstein e Felicia Montealegre Cohn Bernstein. Maestro non è solo una dichiarazione d’amore alla vita e all’arte, ma essenzialmente una rappresentazione emotivamente epica di famiglia e amore.

Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco, dal 22 Dicembre

Zack Snyder sul set di Rebel Moon
Zack Snyder sul set di Rebel Moon Cr. Clay Enos/Netflix © 2023

Dopo un atterraggio di fortuna su una luna ai confini dell’universo, la forestiera dal passato misterioso Kora (Sofia Boutella) inizia una nuova vita in un tranquillo insediamento di agricoltori. Presto diventa l’unica speranza di sopravvivenza della comunità quando il tirannico Reggente Balisarius (Fra Fee) e il suo crudele emissario, l’Ammiraglio Noble (Ed Skrein) scoprono che i contadini hanno inconsapevolmente venduto i raccolti ai Bloodaxe (Cleopatra Coleman e Ray Fisher), leader di un agguerrito gruppo di insorti perseguitati dal Mondo Madre. Insieme a Gunnar (Michiel Huisman), un contadino dal cuore tenero che non conosce la realtà della guerra, Kora parte in missione alla ricerca di combattenti disposti a rischiare la vita per difendere il popolo di Veldt.

Viaggiando in mondi diversi alla ricerca dei Bloodaxe, i due radunano una manciata di guerrieri accomunati dal bisogno di redimersi: il pilota e mercenario Kai (Charlie Hunnam), il leggendario comandante Generale Titus (Djimon Hounsou), la maestra di spada Nemesis (Doona Bae), il prigioniero dal passato regale Tarak (Staz Nair) e il combattente della resistenza Milius (E. Duffy). Jimmy (doppiato da Anthony Hopkins nella versione originale), un antico protettore meccanizzato nascosto dietro le quinte, si risveglia su Veldt con un nuovo scopo. Ma i neorivoluzionari devono imparare a fidarsi l’uno dell’altro e a combattere insieme prima che gli eserciti del Mondo Madre arrivino a distruggerli tutti.

I 5 film che hanno anticipato Star Wars il Risveglio della Forza

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I 5 film che hanno anticipato Star Wars il Risveglio della Forza

Ecco 5 film che, pur non avendo apparentemente nulla in comune, sono stati tutti preparatori della visione di Star Wars il Risveglio della Forza, che il mondo attende con trepidazione:

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Regista, scenegiatore, attori sono già stati messi alla prova dallo sci-fi, con Star Wars il Risveglio della Forza li vedremo tutti all’opera nello stesso epico film. Siete pronti a tornare in una galassia lontana lontana?

I 5 baci più inopportuni della storia del cinema

I 5 baci più inopportuni della storia del cinema

Non sempre il romanticismo è adatto a tutti i momenti della vita, nella realtà, così come al cinema. Dovrebbero saperlo bene quelle coppie cinematografiche che, nelle situazioni meno opportune, decidono di scambiarsi effusioni. Di seguito trovate i 5 baci più inopportuni della storia del cinema:

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I 400 giorni – Funamboli e Maestri: recensione del docu-film di Emanuele Napolitano e Emanuele Sana

“Ogni fotogramma de I 400 giorni è uno spaccato di vita; una testimonianza che offre al pubblico sia l’effetto del luccichio dei riflettori, sia il lato intimo e introspettivo di una professione che richiede impegno e dedizione. Da pittore ritrattista, a guidarmi nel progetto è stata la possibilità di filmare veri e propri ritratti in tempo reale. Attraverso i sorrisi, gli sguardi e la totalità dei volti di ogni personaggio (nei filmati d’archivio o nelle riprese realizzate per l’occasione), ho voluto realizzare un grande dipinto del mestiere dell’attore: un ponte ideale tra la fissità della tela e il dinamismo dell’immagine-movimento” (E. Napolitano).

Presentato al 41° Torino Film Festival nella sezione “Fuori Concorso – Ritratti e Paesaggi” e diretto dal duo registico composto da Emanuele Napolitano e Emanuele Sana – con la collaborazione del talent manager Daniele Orazi I 400 giorni – Funamboli e Maestri è un film di genere documentario della durata di 70 minuti.

Un viaggio alla scoperta del significato di essere attori e del voler dedicare la propria esistenza all’attività artistica; un viaggio dietro le quinte tra volti giovani e sognanti, per scavare nell’intimità dell’animo umano e scoperchiare speranze e delusioni che da sempre ci accomunano.

I 400 giorni – Funamboli e Maestri: la trama

I 400 giorni – Funamboli e Maestri nasce al termine del progetto DO Tour Casting intrapreso nel novembre del 2021 e si configura come il tentativo di assemblare e dunque raccontare il grande lavoro di ricerca svolto dall’agenzia DO Cinema per radunare talenti da tutto il territorio nazionale. Le lunghe peregrinazioni di Orazi e colleghi, costantemente in viaggio tra Milano, Torino, Firenze, Roma, Napoli e Maratea, trovano sfogo in una serie di video testimonianze all’interno delle quali il manager non è però che una comparsa o, talvolta, una voce fuori campo. I veri protagonisti sono ventiquattro aspiranti attori che, a partire dal giorno del fortunato provino, si sono imbarcati in un’avventura che ha permesso loro di mettersi alla prova con il più grande sogno professionale e di vita di ciascuno. Un’avventura che Napolitano e Sana hanno provato a restituire attraverso l’allestimento di un vero e proprio mosaico generazionale che parla di paura, di emozione, di voglia di farsi vedere e ascoltare. Perché oltre l’artista possa emergere la persona, con tutte le sue fragilità, con i suoi mille e più volti e con l’ambizione di dare forma a un’esigenza che muove da dentro.

Una lettera d’amore al mestiere di attore

D’altro canto dove nasce una passione? In quale momento della nostra vita scegliamo quella che ci auguriamo diventi la nostra strada? Napolitano, Sana ed Orazi non conoscono ogni risposta. Ed infatti, I I 400 giorni – Funamboli e Maestri non è concepito come guida o mappa d’orientamento per muovere i primi passi nel mondo dell’arte. Il docu-film è piuttosto una lettera d’amore alla professione attoriale in quanto tale, al suo significato più profondo e al contempo inafferrabile.

Delicatamente montato a comporre un affresco di visi e voci da ogni parte d’Italia, l’opera – temporalmente e cronologicamente suddivisa – documenta così ogni fase del progetto DO Tour Casting, mostrando le prime scremature dettate dallo scouting, il recruiting definitivo e la conseguente tappa accademica; arrivando infine a inquadrare gli aspiranti artisti in occasione del loro primo red carpet veneziano. E così come numerose sono le giovani facce chiamate ad alternarsi rapidamente sullo schermo, altrettanti sono i personaggi che, estrapolati da vecchie interviste e materiale d’archivio, tornano “in vita” e arricchiscono il presente. In un coinvolgente ping pong tra ieri e oggi creato per richiamare l’universalità di un mestiere che non conosce epoca. Né tantomeno si piega a logica e razionalità.

i 400 giorni

I 400 giorni – Funamboli e Maestri: lo stra-ordinario quotidiano

In un gioco audio-visivo di continue sostituzioni e sovrapposizioni, il film vaga trasportato dalle metafore che ne compongono il ritmo. Così che la vita del divo e del teatrante diventino un’onda di continue possibilità, l’audizione un romantico primo appuntamento e la condizione d’attore – impregnata di una sensazione di costante precarietà – continui a oscillare tra morte e rinascita.

Rimane lo spazio per alcuni consigli, per i microfoni affidati a chi già ci è passato e ora guarda quasi con malinconia alle orme lasciate sulla sabbia. C’è tempo persino per feste e foto ricordo, inserite nella magnifica e iconica cornice del Lido. Eppure, quel che davvero sopravvive de I 400 giorni – Funamboli e Maestri, è la consacrazione di ciò che per sua natura è stra-ordinario, di ciò che è e sempre rimarrà inutile, di quanto è misterioso e insieme così maledettamente chiaro.

Perché per rubare le parole di Alberto Sordi poste in incipit al film: “Interessante eh questo nostro mondo cinematografico. Il nostro cinema, il cinema italiano; un cinema del quale si dicono tante cose. Lasciamo pure che le dicano, noi continuiamo a lavorare nel nostro piccolo”.

I 400 Giorni – Funamboli e Maestri, intervista ai registi, Emanuele Napolitano e Emanuele Sana, e alla sceneggiatrice Vittoria Spaccapietra

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Si intitola I 400 Giorni – Funamboli e Maestri il documentario presentato al 41° Festival di Torino e diretto da Emanuele Napolitano e Emanuele Sana, in collaborazione con Daniele Orazi, il talent manager che con questo progetto ha voluto raccontare il dietro le quinte della sua giovane “scuderia”. Nuovi volti, talenti giovanissimi, aspiranti attori seguiti nel corso di 400 giorni della loro vita, tra provini, speranze, delusioni, intimità. Un ritratto insolito e differente del ruolo dell’attore.

In occasione della presentazione al TFF 41°, abbiamo raggiunto telefonicamente i registi e alla sceneggiatrice Vittoria Spaccapietra. Ecco cosa ci hanno raccontato.

-Come entrate in contatto con Daniele Orazi e come nasce questa collaborazione?

Emanuele Napolitano: Io nasco come artista visivo e pittore. Ho realizzato in passato anche documentari su opere di videoarte, e avevo già girato dei documentari dedicati ad artisti che provenivano da zone percepite come difficili, tipo Israele o Albania. Sono entrato in contatto con Daniele attraverso una serie di amicizie comuni e gli abbiamo presentato questa serie di documentari che gli era piaciuta molto. Dopo questo incontro, si è creata l’opportunità di lavorare a questo progetto soprattutto perché Daniele lavora come talent manager da tanti anni. L’idea di partenza era quella di approcciare questo materiale con un tono sperimentale, non patinato.

Emanuele Sana: Io e Daniele ci conosciamo da parecchi anni. Abbiamo sempre condiviso un approccio carico di ironia alla vita e abbiamo nel tempo parlato di cinema con grande libertà e onestà. C’è sempre stata una grande stima reciproca e quando lui ha chiuso la grande esperienza di Officina Artistiche e intrapreso la nuova sfida di DO Agency, abbiamo deciso di scommettere lui sulle mie idee e il mio stile registico, io sulla sua conoscenza profonda del mercato e soprattutto sui consigli che è in grado di dare ai suoi artisti. E quando è nato progetto sono stato molto felice di costruirlo insieme a lui.

Vittoria Spaccapietra: Dopo gli studi di sceneggiatura ho iniziato a cercare lavoro a Roma. Ho incontrato Daniele a Milano per un colloquio per lavorare come script reader nella sua agenzia. Ero completamente disorientata, ma poche settimane dopo sono entrata nella DO Cinema. Crescere lì mi ha permesso di conoscere l’industria in ogni sua forma e entità dandomi degli strumenti che ho capito essere fondamentali solo quando ho provato poi camminare con le mie gambe. Questo inizio di percorso mi ha fatto capire che non esiste una strada programmata, che tutto è in costante evoluzione, che la determinazione è ugualmente importante al lasciare che le cose accadono. L’appoggio di Daniele per me ha fatto e sta facendo la differenza.

Emanuele Napolitano

-Il titolo cita i 400 giorni in cui avete accompagnato il gruppo di attori protagonisti, ma rievoca anche un capolavoro del cinema che ha per protagonista un giovanissimo pieno di belle speranze e deciso a conquistarsi il suo posto nella vita. È un’assonanza a cui avevate pensato?

Emanuele Napolitano: L’assonanza è in parte casuale e in parte voluta. Abbiamo effettivamente passato 400 giorni in compagnia di questi ragazzi, ma il film è idealmente un romanzo di formazione, quindi concettualmente si associa alla storia di Antoine Doinel, protagonista de I 400 colpi. Certo la storia non è la stessa, ma idealmente c’è un’assonanza.

Emanuele Sana: Devo confessare che sono stati tantissimi i titoli ai quali abbiamo pensato nei mesi delle lavorazioni tanto che a un certo punto era diventato un gioco. Eppure quando Daniele ha proposto “I 400 giorni”, abbiamo capito che era arrivato il titolo perfetto. Un’assonanza chiaramente ma se pensiamo al finale de “I 400 colpi”, uno dei più importanti e forti sguardi in macchina del cinema, e al tema del giovane che affronta il suo futuro, è facile creare il parallelo con le interviste che compongono il nostro film e che muovono proprio dalla stessa inquadratura.

-I documentario è estremamente ricco di punti di interesse e di voci. C’è l’on the road, c’è il talent show, c’è la componente personale legata all’intimità dei protagonisti. Come si costruisce una storia con così tante anime e con così tanti protagonisti?

Emanuele Napolitano: E’ stata una storia che si è formata da sé perché pur essendoci una sceneggiatura, era impossibile controllare delle cose che si svolgevano nel divenire. Pur avendo una pianificazione, alcuni momenti erano difficili da prevedere. Ad esempio eravamo sui set in occasione dei provini per raccogliere le impressioni a caldo. Ecco, la difficoltà è stata esserci sempre in questi momenti per tutti questi giorni. Abbiamo cercato di registrare un momento sospeso che mette in relazione questi ragazzi con i grandi maestri del passato.

Emanuele Sana: Ricordo che qualche settimana fa, quando ho salvato il progetto de “I 400 giorni” con il nome final cut mi sono commosso. A parte gli scherzi: il materiale di partenza era composto da centinaia di ore di girato alle quali si sommava il materiale dell’Archvio Luce da scovare e visionare. La selezione è stata quindi l’operazione fondamentale e la più complessa: volevo creare un flusso di coscienza che legasse attori e artisti appartenenti a quattro generazioni diverse e per fare questo ho isolato alcuni grandi temi per poi scegliere di volta in volta le frasi più forti o quelle che insieme formassero un dialogo piacevole da ascoltare e carico di emozioni.

Vittoria Spaccapietra: Trovando un filo conduttore narrativo che sia universale e applicandolo poi alla specificità di ogni storia personale. Che questa sarebbe stata la sfida più grande per lo sviluppo della storia ci è stato chiaro fin da subito. Ma il motore dell’impresa resta il talento e le sue declinazioni ed è lì che siamo tornati per costruire tutto. Le storie si aggrappano a questo perno centrale, che accomuna ogni voce non solo nel film, ma anche nella vita di chiunque si approcci a questo percorso. A quel punto si tratta di cucire tutte le voci intorno a questa struttura guida tematica.

-Il film si impreziosisce anche di interventi di attori famosi, già affermati, come sono stati scelti e da regista, è più semplice avere materiale umano inesperto e malleabile oppure avere a che fare con degli attori consumati, quindi magari più capaci ma anche con le loro regole e il loro metodo già strutturato?

Emanuele Napolitano: L’attore consumato sa anche come ridiventare ingenuo! Ma in realtà non ho preferenza, però è logico che ci sia una maggiore curiosità verso ciò che è spontaneo. Quindi l’attore che si deve formare ancora è più malleabile, più spontaneo, appunto. Il film poi è stato girato con mezzi di fortuna quasi, magari a volte con il cellulare perché ti trovi a testimoniare un momento che vale la pena catturare.

Emanuele Sana

Emanuele Sana: Daniele è un grande scopritore di talenti e gli attori che ha chiamato per questo documentario non solo hanno accettato di partecipare ma si sono aperti con una tale sincerità e professionalità che ho avuto molto spesso l’impressione di avere di fronte insieme all’attore navigato anche quello di anni fa in cerca del suo futuro. Come regista devo dire che amo dirigere sia attori alle prime armi che attori consumati ma non è questione di malleabilità o di struttura, credo fermamente sia sempre questione di intelligenza artistica, cioè quella grande capacità di comprendere il progetto e sapere che il film vince sempre sull’individualità.

-Come si lavora a uno script quando ci sono così tanti personaggi coinvolti e una buona dose di “realtà” all’interno del film?

Vittoria Spaccapietra: La bellezza e la difficoltà di lavorare a una storia unscripted è sicuramente l’imprevedibilità e l’evoluzione della scrittura. Devi bilanciarti tra il guidare il contenuto per far si che il prodotto resti in linea con l’idea principale e l’accogliere ciò che accade nella realtà, che è imprevedibile. Circa a metà di questi quattrocento giorni abbiamo iniziato a plasmare una struttura più precisa, alla quale però non devi aggrapparti con totale devozione perché il reale è sempre lì pronto a farti deviare, e allora si continua a scrivere affidandoci a ciò che accade.

-Com’è stato il lavoro con Daniele Orazi?

Emanuele Napolitano: E’ stata un’esperienza molto bella, principalmente perché Daniele ha delle intuizioni davvero brillanti. Ha avuto molte idee che sono state sviluppate e girate. Come una sceneggiatura estemporanea, ha offerto diverse soluzioni che poi sono state realizzate. Pur non essendoci una sceneggiatura strutturata, il suo lavoro è stato anche quello e abbiamo creato delle situazioni proprio per vedere poi cosa succedeva.

Emanuele Sana: Daniele ha avuto una visione precisa, l’ha inseguita e ha fatto quello che sa fare meglio: lavorare con le persone per il bene del progetto. È stato un produttore preciso, molto attento nel valorizzare il materiale umano che compone il documentario perché lui ama profondamente gli attori e loro sono sempre stati la sua prima preoccupazione. Abbiamo litigato? Non direi, discusso spesso certo, ma anche perché siamo entrambi testardi. Ma è anche per questo che “I 400 giorni” è il film che potete vedere.

Vittoria Spaccapietra: Lavorare creativamente con Daniele è molto simile al processo di cui parlavamo di “ascolto” della realtà: ogni momento del suo lavoro da produttore e da agente si trasforma per lui in stimolo creativo che sottopone ai suoi collaboratori in scrittura. La parte più stimolante è vedere trasformare i momenti dell’ordinaria quotidianità lavorativa (che ordinaria veramente poi non è mai) diventare straordinari punti di partenza per nuove idee da sviluppare in scrittura. Del resto è così che è nato i 400 giorni.

-Qual è nelle vostre intenzioni il fine ultimo di un film pensato e realizzato così, che racconta queste storie in particolare?

Emanuele Napolitano: L’intenzione può essere quella di far capire cosa prova un attore. Ci sono tanti film sul cinema, ma meno sulla figura dell’attore, in cui non lavora, non recita, è questo genera delle paure. Questo aspetto non sempre è messo in luce e mi interessava capire cosa prova l’attore sia all’inizio della carriera, sia di livello avanza quando gli si pongono davanti dei problemi, e raccontarlo al pubblico che è più abituato all’aspetto patinato della vita dell’attore.

Emanuele Sana: “I 400 giorni” è un documentario ma ancora di più un documento. Ritrarre il momento è un privilegio e penso che questo film invecchierà bene come un buon vino: fra qualche anno rivedere le interviste dei ragazzi sarà emozionante e restituirà il senso di un’operazione di scoperta come quella che Daniele realizza con il casting. Un ultimo pensiero: credo che aver avvicinato quattro generazioni di attori sia servito a capire che possono passare gli anni, possono avvicendarsi diverse ere cinematografiche ma i sogni, i desideri, i dispiaceri e i sorrisi di chi vuole vivere di cinema sono sempre identici.

Vittoria Spaccapietra: Da sempre le filmografie sono ricche di biografie di grandi artisti. Ha perfettamente senso considerato che se c’è qualcuno al quale vogliamo ispirarci sono coloro che hanno avuto successo. Nelle storie che mostriamo però c’è la verità del primo salto, la voce di chi ancora prova le sensazioni che racconta. È come chiedere a un bambino cosa si provi a essere un bambino. Un adulto si ricorda, può farlo, ma è inevitabilmente filtrato dalla sua esperienza e dal tempo. Lo stesso accade con le voci che sentiamo ne I 400 giorni: i ragazzi stanno vivendo in questo momento ciò che ci raccontano e questa è una risorsa preziosa da mettere a disposizione per chi vuole affrontare questo mestiere. Sarebbe bello se il film diventasse una piccola guida tecnica ed emotiva per chi si approccia a questo mondo, una sorta di mappa per farsi guidare attraverso le voci dei maestri per trafugare i segreti della loro esperienza, ma rispecchiandosi nell’autenticità dei sentimenti e delle paure che invece si provano quando camminiamo ancora sospesi su un filo.

Presentato il 27 novembre al 41° Torino Film Festival nella sezione fuori concorso Ritratti e paesaggi I 400 Giorni – Funamboli e maestri, il documentario prodotto dalla DO Cinema del talent manager Daniele Orazi con il patrocinio di Roma Lazio Film Commission ed il sostegno del Ministero della Cultura.

I 400 Giorni – Funamboli e maestri è un racconto corale dedicato al mestiere dell’attore, diretto da Emanuele Napolitano e Emanuele Sana e scritto da Vittoria Spaccapietra e Daniele Orazi.

Di seguito, ecco le illustrazioni inedite realizzate da Druid (Emanuele Napolitano) per i protagonisti del film:

I 40 anni di Ritratto di donna velata

I 40 anni di Ritratto di donna velata

Gli anni ’70 furono un decennio estremamente prolifico ed interessante per il settore televisivo, in particolare in Italia, dove, nel giro di appena una decade, gli ormai attenti ed esigenti spettatori nazionali ebbero modo di entrare in contatto con film, serie a puntate e sceneggiati di qualità sempre maggiore e dalle trovate ingegnose e avvincenti. Per questo motivo furono gli stessi spettatori italiani a rimanere a dir poco sorpresi e disorientati quando, dal 31 luglio al 14 settembre 1975, solo due anni prima che le prime trasmissioni a colori facessero la loro comparsa sugli schermi nostrani, la Programmazione Nazionale (conosciuta in seguito come Rai 1), mise in onda le 5 puntante da 60 minuti ciascuna di un nuovo e perturbante sceneggiato televisivo dal misterioso titolo di “Ritratto di donna velata”.

Ufficialmente etichettato come appartenete al genere del giallo (equivalente spurio del mystery francese), questo nuovo sensazionale prodotto televisivo targato RAI venne girato in un evocativo bianco e nero per la regia di Flaminio Bollini (ex attore e autore televisivo di grandi titoli come Il cenerentolo e I mostri sacri) e sceneggiato da Gianfranco Caligarich e Paolo Levi, i quali impiegarono tutto il loro estro e le loro capacità drammatiche per dare origine ad una narrazione sospesa fra le tinte del gotico all’inglese e le più consolidate linee del thrilling poliziesco. La storia stessa difatti si presenta come una vera commistione di toni, che spaziano dalla pura suspance verso atmosfere cupe e intriganti, il tutto condito con una sana dose di melodramma da piccolo schermo e un’interessante catena di personaggi e di misteri da svelare.

La vicenda si svolge prevalentemente in Toscana, tra Firenze e Volterra, e ha per protagonista un giovane scansafatiche di nome Luigi Certaldo (Nino Castelnuovo), il quale, dopo aver fatto l’improvvisa e piacevole conoscenza di una misteriosa studentessa di arte chiamata Elisa (Daria Nicolodi), si trova nel mezzo di strani avvenimenti e misteriose apparizioni sovrannaturali che hanno come punto focale un’antica urna funeraria etrusca che sembra nascondere un oscuro segreto, il tutto proprio mentre in cui Luigi si trova a fare la conoscenza di personaggi bizzarri e appare sempre più convinto che Elsa sia la reincarnazione di una strana donna ritratta in un quadro del ‘700.

Apparso sugli schermi italiani in un’epoca in cui lo sceneggiato storico in costume e i drammi familiari tratti dal teatro facevano da padroni, Ritratto di donna velata venne subito percepito dai contemporanei come qualcosa di assolutamente unico e anticonvenzionale, anche se i più esperti non mancarono già all’epoca di far notare la somiglianza di temi ed atmosfere con altri celebri sceneggiati dal sapore misterioso e sperimentale, come ad esempio i già affermati Il segno del comando (1971), A come Andromeda (1972) e ESP (1973), oltre al fantascientifico e contemporaneo Gamma (1975), fino a spianare la strada per visionarie produzioni successive del calibro di Il fauno di marmo (1977).

Malgrado il mistero e la fantascienza non fossero certo temi nuovi nelle sceneggiature per la televisione, sicuramente Ritratto di donna velata contribuì a concretizzare una perfetta miscela di diversi elementi espressivi e narrativi, tutti incentrati sulla commistione fra ambientazioni suggestive e spettrali, intrichi misteriosi fra personaggi e situazioni bizzarre e soluzioni visive perturbati e pervase da un clima di tensione perenne, complice in prima linea le evocative locations toscane, permeate di antichi misteri e terribili segreti esoterici. Fin dalla neutra sigla di apertura infatti, nella quale compare l’ inquietante e filiforme silhouette della famosa statua etrusca dell’Ombra della sera, lo spettatore veniva catapultato in una dimensione onirica e destabilizzante al sapore delle atmosfere metafisiche dei quadri di De Chirico, una dimensione ricca di suggestione e carica di interesse nel seguire i peregrinagli dei protagonisti in mezzo a diroccati manieri antichi e grotte ancestrali, gran parte del tempo sotto la plumbea ed abbacinante luce del sole.

Nino Castelnuovo, apprezzato attore cinematografico già noto per ruoli di prestigio in film come Rocco e i suoi fratelli (1960) di Luchino Visconti, Il giorno più corto (1963) di Sergio Corrucci e Rose rosse per il fürer (1968) di Fernando di Leo, viene chiamato a cimentarsi nuovamente in un’apparizione televisiva dopo il grande successo dello sceneggiato de I promessi sposi (1967) e numerose altre produzioni, riuscendo a far trasparire la sua magistrale preparazione teatrale al servizio del personaggio di Luigi, uno squattrinato scansafatiche improvvisatosi detective nel mezzo di intrighi e misteri dal sapore arcaico ed esoterico. Daria Nicolodi, raffinata primadonna nella compagnia teatrale di Garinei & Giovannini e reduce dal clamoroso successo di Profondo Rosso di Dario Argento (in realtà lo sceneggiato era stato realizzato un anno prima che iniziassero le riprese del film), veste con disinvoltura (forse troppa!) i panni di un’eterea e trasognata studentessa di arti antiche, una ragazza timida, nervosa ed insicura che pare costantemente in stato di trance e pallido riflesso di un’antica donna ormai defunta, una parte interpretata in maniera talmente particolare da non suscitare all’epoca le reazioni favorevoli di gran parte del pubblico.

Il microcosmo si completa grazie a personaggi talmente stravaganti da essere riusciti a meritarsi una piccola nicchia nella memoria televisiva degli spettatori; come non ricordare ad esempio il sublime Corrado Gaipa che con le sue teatrali movenze e la sua voce profonda diede vita al tenebroso “Nebbia”, oppure l’ottimo Mico Cundari nelle pompose vesti del velenoso cugino Alberto, passando poi per la grottesca interpretazione di Oliviero Dinelli alias Fosco e la gigionesca parlantina di Andrea Aureli nei sozzi abiti dell’oste della locanda. I suggestivi e lattiginosi bianchi e neri della splendida fotografia di Massimo Sallusti ebbero modo di dare all’intero progetto un’aura di mistero e la giusta atmosfera per incutere paura e suspance, riuscendo a sfruttare al meglio gli evocativi giochi di luce e le nebbie notturne per occhieggiare in più occasioni alle strutture gotiche e morbose dell’estetica anglosassone, senza disdegnare la realizzazione di vere e proprie sequenze cult, come ad esempio la spettrale apparizione della figura velata a cavallo del primo episodio (plasmata sull’iconografia del celebre cavaliere senza testa), oppure lo sgrammaticato omicidio nello jact dal sapore spionistico alla James Bond, senza poi citare l’ormai iconico bambino sulla sedia a dondolo posseduto dalla medianica voce cavernosa di un vecchio (presenza inquietante seppur erede di tante tradizioni horror).

Citiamo per dovere di cronaca anche l’etereo ritratto di donna che da il titolo alla serie, un quadro che diviene ben presto simbolo di un tremendo passato che ritorna e si protende nei secoli, quasi a solcare la tradizione di molti film di Mario Bava. Gli stupendi costumi di Laura Zampacavallo, in perfetta armonia fra il moderno anni’70 e le polverose mise settecentesche, danno un tocco di raffinatezza ad un prodotto di carattere televisivo, così come la colonna sonora di Ritz Ortolani riesce a creare una straordinaria armonia fra misteriose armonie dissonanti e pezzi dal carattere leggero e generico. Malgrado la produzione, disponendo di un budget molto consistente, riuscì a dar vita ad un ottimo risultato commerciale, ricco e complesso in ogni suo aspetto (tenendo conto degli standard italiani del periodo), purtroppo Ritratto di donna velata ottenne giudizi alquanto discordanti; in generale gli spettatori televisivi apprezzarono molto, così come gli esperti del settore, la messa in scena e la scrittura ricca di intrighi e complessa nella sua costruzione, ma i più ebbero da obiettare riguardo alla poca cura riguardo ai dialoghi e alla recitazione troppo spesso forzata ed eccessivamente sperimentale (soprattutto quella della Nicolodi), senza poi contare il fatto che gran parte dei critici e degli stessi spettatori non sapevano bene in che genere specifico inscrivere un’opera tanto eterogenea ed innovativa. Le ambientazioni e le atmosfere, così come le suggestioni visive, facevano pensare più al mystery e al thriller gotico, mentre gli intrecci e gli intrighi fra personaggi e situazioni erano chiaramente di matrice del giallo poliziesco.

In più non mancavano sporadici e grotteschi intermezzi pseudo-comici conditi con sollecitazioni melodrammatiche da rappresentazione in costume. Insomma, uno sceneggiato a dir poco inclassificabile forse non recepito con la giusta considerazione dai contemporanei, tanto da essere ben presto caduto in un lento e progressivo oblio dal quale però le menti degli spettatori con almeno quarant’anni d’età hanno saputo difendersi e dare a tale fenomeno il giusto valore anche a distanza di anni. Oggi, a quarant’anni dalla sua messa in onda, Ritratto di donna velata appare ai giovani pubblici come qualcosa di sconosciuto, un esperimento che forse oggi fa sorridere ma che nei ricordi dei nostri genitori qualche piccolo brivido di paura fa ancora tornare volentieri.

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