Netflix ha stretto un accordo per trasformare il
romanzo bestseller di Stephen King Cujo
in un nuovo lungometraggio. Roy Lee è il
produttore e si rivolgeranno immediatamente agli autori.
Il romanzo, pubblicato
originariamente nel 1981, è stato trasformato per la prima volta in
un thriller nel 1983 con Dee Wallace nel ruolo
di una madre disperata che vuole proteggere il figlio da un San
Bernardo di 90 chili, un tempo amichevole, che è stato morso da un
pipistrello rabbioso e si è trasformato in un segugio feroce e
calcolatore che lascia una scia di cadaveri. La mamma e suo figlio
rimangono bloccati nella sua piccola auto che non si avvia e le
loro scelte sono combattere con il segugio rabbioso di grandi
dimensioni o rischiare un colpo di calore in un’auto che si sta
surriscaldando.
King continua a essere prolifico
come sempre: Never Flinch sarà il prossimo romanzo a
essere pubblicato e sta lavorando a una terza puntata di The
Talisman, ma il suo catalogo continua a essere d’oro. L’adattamento
diretto da Osgood Perkins del racconto breve di King
The Monkey arriverà a breve in sala, e in
arrivo ci sono The Long Walk diretto da
Francis Lawrence, The Running Man
diretto da Edgar Wright con Glen
Powell, il prequel di It Welcome to Derry con la regia
di Andy Muschietti, The Institute
diretto da Jack Bender e un adattamento in serie
di Carrie con la regia di Mike
Flanagan.
Il trailer di Lilo &
Stitch, l’atteso film rivisitazione in
live-action del classico d’animazione Disney del 2002, che
debutterà nelle sale italiane il 21 maggio
2025.
Lilo &
Stitch è la storia divertente e commovente di una
ragazza hawaiana solitaria e dell’alieno fuggitivo che la aiuta a
riparare la sua famiglia distrutta. Il film è diretto dal
pluripremiato regista Dean Fleischer Camp, con la sceneggiatura di
Chris Kekaniokalani Bright e Mike Van Waes, ed è interpretato da
Sydney Elizebeth Agudong, Billy Magnussen, Tia Carrere, Hannah
Waddingham, Chris Sanders, con Courtney B. Vance, e Zach
Galifianakis, e vede il debutto di Maia Kealoha. Lilo &
Stitch è prodotto da Jonathan Eirich, p.g.a. e Dan Lin,
con Tom Peitzman, Ryan Halprin, Louie Provost, Thomas Schumacher
come produttori esecutivi.
Il terzo episodio di
Daredevil: Rinascita, “The Hollow Of His
Hand“, è disponibile in streaming su Disney+ ed è stato davvero
interessante vedere come la scena principale rimane costantemente,
per una volta, nell’aula di un tribunale.
In questo articolo, metteremo in
evidenza diverse scene chiave, esaminando cosa significano per il
futuro della prima stagione della serie Disney+.
Agente Morales
Quando Matt Murdock elenca i
poliziotti della polizia di New York che sono stati tutti salvati
da Tigre Bianca, menziona “l’agente Morales”. Deve essere il padre
di Miles, ovvero lo Spider-Man di Brooklyn, giusto? Non
necessariamente.
Nei fumetti, il padre di Miles è
solitamente Jefferson Davis. Ci sono precedenti in cui il suo nome
è stato cambiato, ad esempio nei film di Spider-Verse, e non è
affatto impossibile che il fratello del Prowler prenda il nome
della moglie su Terra-616. Da un po’ di tempo circolano voci sul
debutto di Miles nell’MCU in un imminente film di
Spider-Man. Per ora, però, lo considereremo una coincidenza.
Le nocche insanguinate del
boss
In superficie, Wilson
Fisk sembra abbracciare il suo ruolo di sindaco di New York City.
Il cattivo sta avendo difficoltà ad adattarsi alla sua nuova vita,
ma impallidisce in confronto a quanto lui e Vanessa lottano nel
loro matrimonio.
Quindi, vanno dalla consulente
matrimoniale… che è il nuovo interesse amoroso di Matt Murdock,
Heather Glenn. Fisk non sarà sicuramente felice di scoprire che il
suo nuovo terapeuta è coinvolto sentimentalmente con il diavolo di
Hell’s Kitchen.
Fondamentale, vediamo che le nocche
di Fisk sono insanguinate. Non lo vediamo mai litigare con nessuno,
quindi a chi sta dando una lezione l'”ex” boss del crimine nel suo
tempo libero? Forse all’inafferrabile Adam?
Difendendo Hector Ayala in
tribunale, Matt Murdock adotta misure drastiche per riabilitare il
nome del suo cliente rivelando al mondo che è lui il vigilante noto
come Tigre Bianca. Svelare l’identità segreta del suo cliente è
stata la mossa giusta perché contribuisce notevolmente a
riabilitare il nome di Hector. Tuttavia, Matt che si assume la
responsabilità di smascherare in pubblico un collega supereroe
opera una scelta moralmente dubbia che potrebbe rivoltarsi contro
di lui in futuro.
Ogni fan dei fumetti che legge saprà
che alla fine il Kingpin rivela al mondo l’identità segreta di
Daredevil. Potrebbe essere lo stesso destino riservato all’avvocato
nel MCU? Questo non necessariamente
prepara il terreno perché ciò accada, ma di certo apre una
porta.
Guerra tra bande di Red Hook
Bullseye nel trailer di Daredevil: Rinascita
Con il Kingpin del crimine che si
allontana dal suo impero criminale per concentrarsi sul ruolo di
sindaco, Vanessa, che ha preso il potere in sua assenza, sta
diventando sempre più frustrata, così come i criminali che in
precedenza era riuscita a tenere sotto controllo.
Sembra che una vera e propria guerra
tra bande stia per scoppiare a Red Hook, un angolo di New York che
sembra terribilmente importante in questa serie (almeno in base a
quanto spesso è stato menzionato).
Fisk sembra contento di permettere
ai suoi ex subordinati di uccidersi semplicemente a vicenda.
Nonostante ciò, qualcosa di grosso sta fermentando e c’è la
possibilità che il Kingpin abbia un piano generale di cui non siamo
ancora a conoscenza.
The Punisher
Ancora una volta,
Daredevil:
Rinascita prepara il terreno per il ritorno di The
Punisher. Altri poliziotti corrotti vengono mostrati mentre
sfoggiano tatuaggi del teschio dell’antieroe, mentre i graffiti di
Muse lo mostrano insieme alla parola “Triggered”.
Il più grande cenno a Frank Castle
si verifica quando qualcuno, e potrebbe essere The Punisher stesso
per quanto ne sappiamo, che indossa il suo teschio emerge
dall’ombra, uccidendo Tigre Bianca a sangue freddo con un
proiettile alla testa.
Sembra improbabile che Frank prenda
di mira Hector, quindi non sorprendetevi se nell’episodio della
prossima settimana il vero Punitore tornerà in gioco… probabilmente
per uno scontro con i poliziotti che si sono appropriati del suo
simbolo per i propri scopi perversi.
Mentre ci avviciniamo sempre di più
alla seconda stagione di The
Last of Us della HBO, i creatori della serie
Neil Druckmann e Craig Mazin
hanno rivelato un dettaglio che cambia le carte in tavola. Secondo
il team di sceneggiatori, la linea temporale dello show non seguirà
l’esatta struttura del videogioco The Last of Us Part II, da cui la
nuova stagione è stata tratta. Sebbene finora la serie sia rimasta
in gran parte fedele al materiale di partenza, i fan possono ora
aspettarsi alcuni cambiamenti significativi nella narrazione quando
la seconda stagione debutterà ad aprile.
Parlando con Entertainment
Weekly, Mazin ha confermato: “Certamente faremo un po’ di
confusione con il tempo come era nel materiale di partenza, ma come
ha detto Neil, abbiamo fatto un po’ di pasticci in modi che ci
sembravano appropriati per lo show. Quando dico ‘pasticciare’,
intendo dire che abbiamo determinato scientificamente e in modo
narrativo ciò che ritenevamo di maggior impatto”.
Una delle caratteristiche principali
di The Last of Us Part II è la sua narrazione non
lineare, con la storia che cambia continuamente prospettiva tra
Ellie e Abby attraverso diversi
punti nel tempo; la struttura è fondamentale per l’impatto emotivo
del gioco, in quanto sfida i giocatori a empatizzare con personaggi
che inizialmente vedevano come nemici, anche se alla fine si tratta
di una lotta per i giocatori. Tuttavia, i creatori dello show hanno
lasciato intendere che stanno ripensando a come questa struttura
possa funzionare per la televisione.
“È strano parlare di una storia
la cui struttura potrebbe essere uno spoiler”, ha ammesso
Druckmann. “Gran parte del tema del secondo gioco riguarda la
prospettiva: l’eroe di qualcuno potrebbe essere il cattivo di
qualcun altro e viceversa. Dirò solo che ci abbiamo pensato molto e
abbiamo provato diverse cose. Ci sono alcune deviazioni nella
collocazione delle cose”.
Cosa sappiamo su The Last of US – Stagione
2
In questo secondo capitolo della
serie, cinque anni dopo gli eventi della prima stagione Joel
(Pedro
Pascal) ed Ellie (Bella
Ramsey) saranno trascinati in un conflitto fra di loro
e contro un mondo persino più pericoloso e imprevedibile di quello
che si erano lasciati alle spalle.
La seconda stagione, in sette nuovi
episodi, vede di nuovo protagonisti Pascal e Ramsey nei panni,
rispettivamente, di Joel ed Ellie, insieme a Gabriel Luna che interpreta Tommy e
Rutina Wesley nel ruolo di Maria. Le già
annunciate new-entry nel cast sono invece
Kaitlyn Dever che vestirà i panni di Abby, Isabela Merced nel ruolo di Dina,
Young Mazino in quello di Jesse, Ariela
Barer interpreterà Mel, Tati Gabrielle
sarà Nora, Spencer Lord vestirà i panni di Owen,
Danny Ramirez sarà Manny e Jeffrey Wright interpreterà invece Isaac.
Catherine O’Hara è guest star della nuova
stagione.
Basata sull’acclamato franchise
videoludico sviluppato da Naughty Dog per le console PlayStation®,
“The Last of
Us” è scritta e prodotta esecutivamente da Craig Mazin
e Neil Druckmann. La serie è una co-produzione con Sony Pictures
Television ed è prodotta esecutivamente anche da Carolyn Strauss,
Jacqueline Lesko, Cecil O’Connor, Asad Qizilbash, Carter Swan ed
Evan Wells. Società di produzione: PlayStation Productions, Word
Games, Mighty Mint e Naughty Dog.
THE LAST OF US | La seconda stagione dal 14 aprile in
esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW
Apple
TV+ ha svelato il trailer di Your Friends &
Neighbors, la dramedy creata da Jonathan Tropper e
interpretata e prodotta esecutivamente da Jon
Hamm. La serie, già rinnovata per una seconda stagione,
farà il suo debutto su Apple TV+ l’11 aprile con i
primi due episodi dei nove totali, seguiti da un episodio a
settimana fino al 30 maggio.
Andrew “Coop” Cooper (Jon
Hamm) è un gestore di fondi speculativi ancora alle
prese con il suo recente divorzio che, dopo essere stato
licenziato, cade in disgrazia; per sopravvivere inizia a rubare
nelle case dei suoi vicini nel ricchissimo Westmont Village, solo
per scoprire che i segreti e gli affari nascosti dietro quelle
facciate sfarzose potrebbero essere più pericolosi di quanto abbia
mai immaginato.
Oltre ad Hamm, la
serie è interpretata anche da Amanda Peet, Olivia Munn,
Hoon Lee, Mark Tallman, Lena Hall, Aimee Carrero, Eunice Bae,
Isabel Marie Gravitt e Donovan Colan.
Prodotta da Apple Studios e da Tropper Ink, la serie è creata
dall’autore di bestseller Jonathan Tropper, che
ricopre il ruolo di showrunner e produttore esecutivo nell’ambito
del suo accordo con Apple TV+. Inoltre,
Jon Hamm è produttore esecutivo insieme a
Connie Tavel e Craig Gillespie qui anche alla
regia degli episodi 101-102. Gli altri episodi sono diretti da
Stephanie Laing, Greg Yaitanes e Tropper.
Apple TV+ offre serie drammatiche
e commedie avvincenti e di qualità, lungometraggi, documentari
innovativi e intrattenimento per bambini e famiglie, ed è
disponibile per la visione su tutti i tuoi schermi preferiti. Dopo
il suo lancio il 1° novembre 2019, Apple TV+ è diventato il primo
servizio di streaming completamente originale a essere lanciato in
tutto il mondo, ha presentato in anteprima più successi originali e
ha ricevuto riconoscimenti più velocemente di qualsiasi altro
servizio di streaming. Ad oggi, i film, i documentari e le serie
originali Apple sono stati premiati con 553 vittorie e 2.562
nomination ai premi, tra cui la commedia pluripremiata agli Emmy
“Ted Lasso” e lo storico Oscar come Miglior film a
“CODA”.
Ecco il nuovo
trailer ufficiale di A Working Man, il nuovo
film diretto da David Ayer, e da lui scritto
assieme a Sylvester Stallone. Adattamento del
romanzo di Chuck Dixon del 2014 intitolato “Levon’s Trade”, il film
vede Jason Statham nei panni del protagonista Levon
Cade. Con lui nel cast Michael Peña, David Harbour, Jason
Flemyng e Arianna Rivas nei panni di
Jenny.
Il film sarà distribuito
nelle sale italiane da Warner Bros. Pictures a partire dal 10
aprile 2025.
Diretto da David
Ayer, il nuovo film segna un’altra collaborazione tra Ayer
e Statham dopo The
Beekeeper, che è stato un successo a sorpresa all’inizio
del 2024. A Working Man vede Statham nei panni di Levon
Cade, un ex soldato dei Black Ops che ha abbandonato le sue
abitudini violente per una vita da operaio edile. Tuttavia, quando
la figlia del suo capo viene rapita, l’uomo si mette in viaggio per
salvarla, scoprendo la corruzione ad ogni angolo.
È
disponibile online il trailer ufficiale di 30 Notti con il mio Ex, la
nuova commedia diretta da Guido Chiesa, con
Edoardo Leo,
Micaela Ramazzotti, Gloria Harvey, Claudio Colica e Francesca
Valtorta, e la partecipazione di Beatrice Arnera, Andrea Pisani e Anna
Bonaiuto. Il film è una produzione PiperFilm e Colorado
Film, in collaborazione con Netflix.
La trama di 30
Notti con il mio Ex
Bruno, padre single di
un’adolescente, si trova costretto a ospitare in casa per un mese
la sua ex Terry, appena uscita da un lungo percorso di recupero
emotivo. Sono solo 30 notti del resto, potranno mai cambiare
tutto?
Da oggi, Apple TV+
è disponibile tramite Prime
Video in Italia con un abbonamento aggiuntivo al
prezzo di € 9,99 al mese. I clienti Prime che si abbonano ad
Apple
TV+ attraverso Prime Video avranno accesso a intrattenimento
premium, come ai pluripremiati titoli di successo Scissione, Silo,
See, Hijack: Sette ore in alta quota, The Morning Show, Slow
Horses, Presunto innocente, Ted Lasso, Berlino: codice rosso, Dov’è
Wanda? e Amare da morire (A muerte) oltre ai film di
fama mondiale Wolfs – Lupi solitari, The Instigators, Misteri
dal profondo e molti altri, insieme a eventi sportivi della
Major League Soccer e della Major League Baseball. Dopo il lancio
negli Stati Uniti a ottobre, Apple TV+ è ora disponibile anche in
Italia, Germania e Spagna tramite Prime Video con un abbonamento
aggiuntivo.
“Siamo felici di poter lanciare
Apple TV+ su Prime Video in Italia, Germania e Spagna, offrendo ai
clienti Prime Video una selezione ancora più ampia di programmi e
film, il tutto in un’unica app”, ha affermato Kelly Day, Vice
President of International, Prime Video.
Apple TV+ arriva su Prime
Video
“Gli spettatori negli Stati
Uniti hanno apprezzato la possibilità di abbonarsi ad Apple TV+ su
Prime Video e siamo lieti di estendere questa offerta in Italia,
Germania e Spagna”, ha dichiarato Eddy Cue, SVP of Services di
Apple. “Vogliamo rendere Apple TV+ e il suo catalogo di serie e
film pluripremiati, dei più grandi storyteller del mondo,
disponibile al pubblico globale”.
Apple TV+ si unisce alla vasta gamma
di opzioni di abbonamento aggiuntive di Prime Video come Infinity
Selection, Paramount+, MGM+, Discovery+ Intrattenimento e
molti altri, che sono disponibili per i clienti insieme agli Amazon
MGM Originals tra cui Clarkson’s Farm, The Rig e The
Devil’s Hour, ai film e alle serie da acquistare o noleggiare,
allo sport in diretta della UEFA Champions League, e ai contenuti
gratuiti supportati da pubblicità. I clienti possono
personalizzare senza problemi la propria esperienza di streaming,
tutto direttamente su Prime Video, con un unico pagamento e in una
sola e comoda app, disponibile su migliaia di dispositivi.
Ad oggi, i film, i
documentari e le serie Apple Original, tra cui Ted Lasso,
commedia vincitrice di numerosi Emmy Award, e CODA – I segni
del cuore, storico premio Oscar come miglior film, hanno
ottenuto 553 riconoscimenti e 2.557 nomination a premi, e non è
finita qui. I clienti Prime potranno abbonarsi ad Apple TV+ senza
dover scaricare altre app oltre a Prime Video. L’abbonamento può
essere annullato in qualsiasi momento.
La
seconda edizione diC-MOVIE Film
Festival, manifestazione
organizzata da Kitchenfilm con la direzione artistica della regista
e distributriceEmanuelaPiovano, apre le porte al pubblico nel cuore di Rimini
dal 13 al 15 marzo 2025, con un ricco programma pieno di incontri,
proiezioni, e momenti di dibattito.
C-MOVIE ha esordito come una rassegna
interamente dedicata al femminile, con la volontà di offrire spunti
di riflessione attraverso il cinema. Anche quest’anno l’evento
intende esplorare la contemporaneità, partendo da tre concetti
fondamentali che ne definiscono il nome:Cinema, Corpi,
Convivenze. Nelle tre giornate
di appuntamenti a Rimini, la Cineteca e il Cinema Fulgor
ospiteranno anteprime, incontri, testimonianze e dibattiti, per
riflettere su alcuni temi cardine della nostra
contemporaneità.
Nella
giornata di apertura di giovedì 13 marzo, C-MOVIE dedicherà un
omaggio aDiana Karenne, grande diva del cinema muto. Presso il Cinema
Fulgor di Rimini (ore 18.00) il pubblico potrà assistere alla
proiezione diRedenzione, in collaborazione con Cineteca Milano, film
del 1920 di Carmine Gallone in cui Diana Karenne interpreta Maria
Maddalena e, a seguire sarà proiettato un estratto deIl fiacre n°13di
Alberto Capozzi, una delle più importanti serie del cinema muto
italiano, restaurato nel 2002 da Cineteca Milano, in cui la diva
appare in un inaspettato cameo che C-MOVIE presenterà al pubblico
di Rimini. In apertura, un incontro con l’autriceMelania
G. Mazzuccoche presenterà il
suo libroSilenzio, Le
sette vite di Diana Karenne, romanzo dedicato edito da Einaudi alla figura
di questa diva così enigmatica.
Ad
inaugurare il ciclo di proiezioni serali, presso laCineteca di Rimini(ore
21.00) saràThe brink of dreamsdi Ayman El Amir e Nada Riyadh (2024),
documentario girato nel corso di 4 anni ambientato in un villaggio
nel sud dell’Egitto con protagoniste un gruppo di ragazze che
sfidano le rigide convenzioni sociali del paese fondando una
compagnia teatrale di strada tutta al femminile.
Venerdì 14 marzolaCineteca di Riminisarà il cuore pulsante della giornata di
incontri e proiezioni, a partire dalla mattina (ore 10.30), con la
proiezione, alla presenza della regista Giovanna Gagliardo del
filmIl mestiere di
vivere(2024),
ricostruzione della figura di Cesare Pavese attraverso materiali di
repertorio. Gagliardo sarà protagonista anche nel pomeriggio (ore
15.00) con la proiezione del suo filmVia degli specchi(1983).
Si
entra nel vivo anche del tema delle “coppie”, sorta di fil rouge
che guida l’edizione di C-MOVIE 2025, con la proiezione diVita segretadi Maria Capassodi Salvatore Piscicelli, alla
presenza della sceneggiatriceCarla
Apuzzo, pellicola del 2019 che
vede protagonista Luisa Ranieri nei panni di una madre vedova
disposta a tutto per la propria famiglia.
Seguirà un incontro tra la sceneggiatrice e
Silvana Silvestri dedicato proprio al cinema di Salvatore
Piscicelli, uno dei maestri più appartati ma influenti del nostro
cinema.Alle 18.30, sarà
invece la volta della “coppia critica” formata daMariuccia CiottaeRoberto Silvestri,giornalisti e critici cinematografici, che
parleranno della loro speciale “convivenza” anche di scrittori a
quattro mani, in un dialogo che ruota intorno all’autore “feticcio”
Clint Eastwood.
A
chiudere la seconda giornata di programmazione (ore 21.00),
l’anteprima italiana del filmOlegdi Juris Kursietis, racconto sulle
difficoltà che il lettone Oleg sarà costretto ad affrontare dopo il
suo arrivo a Bruxelles. C-MOVIE chiuderà con un’ultima, ricchissima,
giornata di programmazione sabato 15 marzo.
La
matinée (ore 10.30), presso la Cineteca di Rimini, sarà dedicata a
un focus sul cinema d’animazione della Golden Age americana, in un
incontro che vede protagonistiLuca
Raffaelli, uno dei maggiori
esperti italiani del fumetto e dell’animazione eMariuccia Ciottain dialogo
conLorenzo Pulito,
giovane collezionista.
Le
proiezioni dell’ultima giornata di festival inizieranno dalle ore
15.00 conPer amor vostro(2015), alla presenza del registaGiuseppe Gaudino, pellicola
per cui la protagonista Valeria Golino ha conquistato la Coppa
Volpi per la miglior interpretazione femminile a Venezia
72.
Gaudino, insieme alla sceneggiatrice del
filmIsabella Sandri,
dialogherà con Daniela Persico, direttrice artistica del Bellaria
Film Festival, che nell’occasione presenterà il suo ultimo
libroControcampo italiano – Cinque registi per
immaginare un paese, volume
che ripercorre la cinematografia dei registi Paolo Benvenuti,
Antonio Capuano, Franco Maresco, Corso Salani, e li stessi Gaudino
e Sandri. Isabella
Sandri presenterà poi al pubblico di C-MOVIE (ore 17.00, Cineteca
di Rimini) anche il suo film da registaUn confine
incerto, indagine tra la
Foresta Nera e Roma.
Attesissima ospite della seconda edizione di
C-MOVIE l’attriceBarbara Bouchet, icona del nostro cinema, amatissima star della
commedia negli anni ‘70 e ‘80 e più recentemente musa per Quentin
Tarantino, che presenterà in anteprima le prime immagini
dell’ultimo film di Emanuela Piovano,Finale
allegro, di cui è
protagonista. La carriera di Barbara Bouchet sarà inoltre celebrata
con la proiezione diL’anatra all’arancia(ore 19.00 Cineteca di Rimini),
commedia diretta da Luciano Salce con Ugo Tognazzi e Monica Vitti
protagonisti.
Prima
della proiezione, Barbara Bouchet sarà in dialogo con la
scrittriceCristina Borsatti, autrice anche di un libro dedicato alla
carriera di Monica Vitti e con la giornalistaElizabeth
Missland.
La
chiusura della seconda edizione di C-MOVIE è affidata all’anteprima
italiana diThe Sower,
alla presenza della regista Marine Francen (ore 21.30, Cineteca di
Rimini), potente dramma storico ambientato in un villaggio nella
Francia del 1852, che esplora temi di resistenza, speranza e
solidarietà femminile, anche nelle circostanze più
difficili.
Mare
Fuori 5 deve gestire
un finale di stagione della stagione precedente che ha lasciato
tutti con il fiato sospeso, ancora più di quello
sparo nel buio che aveva chiuso invece il terzo ciclo.
Rosa Ricci lascia Carmine Di
Salvo all’altare, il matrimonio tra le due grandi famiglie
come promessa di pace non si celebra, mentre Edoardo
Conte trova la sua morte per mano sconosciuta sul fondo
della cripta dei Ricci, tra la bara di Ciro e
quella di Don Salvatore, che proprio lui aveva a
sua volta ucciso.
“Voglio che tu sappia che sei l’unico che sia riuscito a vedere la
luce in me. Sei puro, sei luce ed esplodi come un vulcano ogni
volta che ami. Per salvarti ti sei aggrappato alla cosa più bella
che esista: l’amore. E io non sono quella cosa bianca
limpida che pensavi tu. Io
sono rossa e nera, sono passione e vendetta.Mi hai insegnato che l’amore salva e io ti ho salvato
dall’unica cosa che ti poteva uccidere: da me.” Con queste
parole di addio, Rosa giustifica il suo addio all’amore e a una
vita normale, quella che è quasi una poesia liquida in apertura la
scelta di Rosa. E Carmine diventa un ricordo… per ora.
Un’alleanza al femminile
per Mare Fuori 5
La giovane vuole ora prendere le redini del regno criminale
ereditato dal padre e si rende subito conto che Carmela, moglie e
vedova di Edoardo, è l’unica alleata che le resta. Entrambe hanno
fatto qualcosa per ferire l’altra, ma perdonarsi e fare squadra
sembra l’unico modo per sopravvivere contro Donna Wanda Di
Salvo.
Il loro scopo è ovviamente
riprendere possesso delle piazze di spaccio, ma anche scoprire chi
ha ucciso Edoardo. Come spesso accade nella serie, la risposta
arriva dall’interno dell’IPM, dove nuovi sconvolgimenti sono pronti
ad avvenire per portare scompiglio nel delicato equilibrio
all’interno della struttura. Simone (Alfonso
Capuozzo) e Tommaso (Manuele Velo) di
Napoli, e Samuele (Francesco Alessandro Luciani) e
Federico (Francesco Di Tullio), di Milano,
arrivano a turbare le sorti dei protagonisti, in particolare i due
ragazzi del nord, che si rivelano spregiudicati e
violenti. Completano il cast Elisa Tonelli e
Rebecca Mogavero, rispettivamente nei ruoli di
Sonia e Marta, che nella prima parte della serie non hanno ancora
avuto un ruolo importante ma che, lo immaginiamo, verranno
raccontate meglio nella seconda parte.
Mare Fuori 5 – new entry nel cast – Foto di Sabrina
Cirillo
Volti vecchi e nuovi
Il mondo esterno all’IPM porta nel
flusso del racconto di Mare Fuori 5 anche Assunta, madre di Rosa e
Ciro, creduta morta perché così aveva dichiarato Don Salvatore, e
che il pubblico sa essere viva, vegeta e libera dalla quarta
stagione, dove si scopre che è stata aiutata da Ciro a rimettersi
in sesto dopo che il marito l’aveva fatta rinchiudere in un
ospedale psichiatrico. La donna vorrebbe riallacciare i rapporti
con la figlia, visto che era presente al suo non-matrimonio? Lo
scopriremo…
Tornano ovviamente tutti i volti
noti e amati della serie: Pino, Cardiotrap, Mimmo, Cucciolo e
Micciarella, Milos, Dobermann, Silvia, Alina, ma anche gli adulti
Massimo, Sofia, Beppe con le loro storie, i loro drammi e le loro
aspirazioni.
Messo da parte il grande dramma
romantico di Rosa e Carmine, Mare Fuori 5 torna a raccontare storie
di violenza, soldi, vendetta e difficoltà, riportando la serie alle
sue origini, e relegando ai margini del racconto l’aspetto
soapoperistico che tanto aveva fatto innamorare il pubblico. Ogni
personaggio è chiamato verso la salvezza, ma questa non arriverà
per tutti, come si scopre man mano che gli episodi vanno avanti. Il
ritorno alle origini con la centralità di determinati temi però non
corrisponde alla replica di quello che era il tono delle prime
stagioni, in cui c’era una forte aspirazione alla speranza e al
cambiamento per i giovani protagonisti. Quel mare fuori
era davvero una metafora radicata anche nel modo di raccontare le
aspirazioni di ciascuno.
Mare Fuori 5 la
speranza è bandita
In Mare Fuori
5 la speranza è bandita. Rosa, emblema “romantica”
della quarta stagione, diventa qui un oscuro angelo di vendetta,
sopraffatta dai compiti oscuri che ha scelto di ereditare.
Ludovico Di Martino, che prende il posto di Ivan
Silvestrini alla direzione degli episodi, cambia ancora una
volta le carte in tavola e preferisce una regia presente, invasiva,
drammatica, quasi solenne, così come sono solenni le minacce, le
frasi stentoree e le parole dei protagonisti. Il risultato è un
tono artefatto che in qualche modo strano trova comunque la sua
armonia, perché più che empatia genera distacco dalle disavventure
che guardiamo sullo schermo.
Non sappiamo dove ci porterà la
seconda parte di stagione di Mare Fuori
5, ma senza dubbio si tratta di un cammino oscuro, in
cui il confine tra bene e male verrà oltrepassato e confuso più
volte.
Mentre si prepara
l’undicesima volta del Arf! Festival, è stato
annunciato che il poster della prossima Edizione (1.1 – The Comics
Jubilee) è firmato da Davide Toffolo, Fumettista,
chitarrista, cantautore, frontman della rockband Tre Allegri
Ragazzi Morti.
“Se guardi bene lì in mezzo,
nascosto, c’è un editore che prova a catturare degli autori
indomabili.” Così Toffolo autografa la sua opera che rivestirà
le pareti dell’ex Mattatoio di Testaccio, dal 23 al 25 maggio
2025.
L’undicesima edizione di
“ARF! – Festival di Storie, Segni & Disegni”si terrà a
Roma dal 23 al 25 maggio 2025 negli
spazi del Mattatoio La Pelanda e della Città dell’Altra
Economia.
Completando la storia Horn of Valere
dello show, il finale della seconda stagione di La ruota del tempo ha preparato il
capitolo successivo della saga di Dragon Reborn. Dopo diversi
episodi di preparazione per la resa dei conti finale a Falme con i
Seanchan, la seconda stagione di La ruota del tempo ha finalmente
portato a compimento la trama, dando seguito a più linee narrative
e adattando momenti chiave dei libri.
Riprendendo da dove si era
interrotto l’episodio 7, il finale della seconda stagione
diLa ruota del tempo ha visto i
personaggi principali entrare in una guerra totale tra i Seanchan e
i Mantelli Bianchi. Fortunatamente, i protagonisti ne sono usciti
vincitori, con Rand che ha ucciso sia Lord Turak che Ishamael. Con
pesanti perdite, la battaglia è culminata con la proclamazione di
Rand come Dragon Reborn davanti al popolo di Falme. Di conseguenza,
il palcoscenico è pronto per la terza stagione della serie, che è sulla strada per
adattare un libro diverso nella serie fantasy di Robert
Jordan.
Il finale della seconda
stagione uccide sei personaggi dei libri
La conclusione dell’arco narrativo
del Corno di Valere ha coinciso con la morte di sei personaggi dei
libri di Robert Jordan: Ishamael, High Lord Turak, Ingtar Shinowa,
Renna, Geofram Bornhald e Hopper. In alcuni casi, queste morti
erano prevedibili: in The Great Hunt, il libro che
costituisce la base della seconda stagione, Ingtar, Geofram e Turak
muoiono durante il combattimento finale. Ingtar si sacrifica per
salvare i suoi amici, Geofram cade combattendo i Seanchan e Turak
perde la vita in un duello con Rand al’Thor. Tutte e tre le morti
sono presenti nella serie, con la differenza più significativa che
Geofram, invece di essere ucciso dai Seanchan, viene ucciso da
Perrin Aybara.
Sebbene la morte di Ingtar somigli a
quella nei libri, le motivazioni sembrano diverse. Nel romanzo,
Ingtar si rivela essere un Darkfriend che ha tradito
segretamente i suoi compagni. Sopraffatto dal senso di colpa, cerca
la redenzione sacrificandosi nella battaglia finale. La serie TV ha
accennato a questa possibilità quando Ingtar suggerisce a Perrin
che Padan Fain potrebbe avere buone ragioni per servire il
Tenebroso, ma questa connessione non viene mai confermata
apertamente. Ingtar muore invece ispirato dal discorso di
Loial.
Per quanto riguarda Renna, nei libri
sopravvive fino al decimo volume (Crossroads of Twilight),
ma essendo un personaggio secondario, la sua morte per mano di
Egwene al’Vere non sorprende. Diverso è il caso di Hopper: nei
libri, il lupo continua a viaggiare con Perrin per molto tempo,
mentre nella serie viene ucciso, fornendo a Perrin una motivazione
per uccidere Geofram.
Un’altra morte significativa è
quella di Ishamael, che nei libri sopravvive fino al terzo volume,
The Dragon Reborn, dove affronta Rand nella Stone of Tear.
Nella serie di Amazon, questa epica rivincita è stata
eliminata.
The Seanchan Empire, Loial played by Hammed Animashaun, The Dark
One played by Fares Fares
Mat suona il Corno di
Valere, aprendo nuove possibilità narrative
Uno degli eventi più cruciali di
The Great Hunt è il suono del Corno di Valere. Mat che lo
usa a Falme è uno dei momenti più importanti del suo personaggio
nei libri, rendendolo un punto culminante del finale della seconda
stagione. L’attivazione del Corno richiama gli Eroi del Corno,
spiriti di leggendari guerrieri defunti.
La serie introduce una novità: Uno
Nomesta, morto all’inizio della seconda stagione, è diventato uno
degli Eroi del Corno. Gli Eroi scompaiono dopo la battaglia, ma è
improbabile che sia l’ultima volta che verranno evocati. Secondo la
profezia, essi risponderanno alla chiamata del Drago Rinato
nell’Ultima Battaglia. Inoltre, nella serie TV, gli Eroi
riconoscono Mat, suggerendo un legame profondo tra lui e le sue
vite passate, il che potrebbe diventare rilevante nelle stagioni
future.
La seconda stagione
realizza una parte chiave della profezia del Drago
Rinato
Per tutta la seconda stagione, si è
parlato della proclamazione di Rand come Drago Rinato, con la
profezia che lo descrive come “bandierato attraverso il cielo in
fiamme”. Questo evento è cruciale nel finale di The Great
Hunt ed era inevitabile che accadesse nella serie. Nei libri,
Rand combatte Ishamael tra le nuvole, con la gente di Falme che lo
osserva con stupore. Nella serie, invece, Rand lo uccide in un solo
colpo in cima a una torre. Per rappresentare il fuoco menzionato
nella profezia, la serie fa sì che Moiraine Damodred crei un drago
di fiamme, simboleggiando il ritorno del Drago.
Un altro dettaglio legato alla
profezia è la mano di Rand. Nei libri, il Drago Rinato deve essere
marchiato due volte dall’”airone”. La serie adatta questo elemento
mostrando il simbolo dell’airone bruciato sulla sua mano,
rispettando così metà della profezia.
Il futuro dei personaggi
principali di La Ruota del Tempo
Il finale della seconda stagione
allinea la serie al secondo libro, suggerendo che la trama del
terzo, The Dragon Reborn, sarà trattata nella prossima
stagione. Tuttavia, è stato confermato che la terza stagione si
concentrerà sul quarto libro, The Shadow Rising. Ciò
significa che alcuni archi narrativi del terzo libro potrebbero
essere saltati o combinati con quelli del quarto.
Aviendha ha riconosciuto Rand come
il Car’a’carn, segnalando che la trama degli Aiel sarà
centrale nella terza stagione. Nei libri, questo incontro porta
Rand, Moiraine, Lan, Mat, Egwene e Aviendha a un viaggio nelle
Terre Desolate degli Aiel. Inoltre, The Shadow Rising
divide i personaggi: Perrin e Loial tornano ai Due Fiumi, mentre
Nynaeve ed Elayne si recano a Tanchico. Tuttavia, nella serie, il
loro addestramento da Aes Sedai è ancora agli inizi, quindi
potrebbero tornare alla Torre Bianca prima di partire per la loro
missione.
Moghedien e gli altri
Reietti diventano i nuovi antagonisti
Con Ishamael fuori dai giochi,
La ruota del tempo introduce
un nuovo grande antagonista: Moghedien. Lanfear l’aveva già
menzionata come la più pericolosa tra i Reietti, e la sua comparsa
nel finale della seconda stagione lo conferma. Inoltre, prima di
morire, Ishamael ha liberato tutti i Reietti, il che significa che
Rand e i suoi alleati dovranno affrontare molte più minacce nella
terza stagione.
La scena finale suggerisce che
Moghedien sarà un nemico estremamente pericoloso. La sua maestria
nel Tel’aran’rhiod, il Mondo dei Sogni, supera persino quella di
Lanfear, rendendola una delle avversarie più letali per i
protagonisti nella prossima stagione.
La
prima stagione di La ruota del tempo
di Amazon si è conclusa in modo spettacolare, con gli eroi che
hanno erroneamente creduto che l’Oscuro fosse stato sconfitto.
“La Ruota del Tempo gira, e le Ere vanno e
vengono, lasciando ricordi che diventano leggenda. La leggenda
svanisce nel mito, e persino il mito viene dimenticato quando l’Era
che gli ha dato vita torna.” Con queste parole, l’autore
fantasy Robert Jordan ha accolto i lettori in
quello che sarebbe diventato uno dei mondi fantasy più sviluppati
di tutti i tempi. A lungo considerato impossibile da adattare per
il piccolo schermo, La ruota del tempo è ora diventato
una serie TV su Prime.
La prima stagione di La ruota del tempo ha visto Moiraine,
una delle Aes Sedai, le streghe del mondo di Jordan, visitare il
piccolo villaggio rurale di Two Rivers. Lì, ha scoperto cinque
ta’veren, persone centrali nella Rete del Destino, che influenzano
il mondo che li circonda. Credeva che uno di loro fosse il Drago
Rinato, il campione destinato a opporsi all’Oscuro, la versione del
franchise del Diavolo. Disperata per innescare prematuramente
l’Ultima Battaglia prima che l’Oscuro potesse riprendere le forze,
Moiraine portò i due ai margini della Piaga. Dopo aver identificato
con successo Rand al’Thor come il Drago, lo portò ad affrontare
l’Oscuro.
La stagione 1, episodio 8 di
La ruota del tempo segue un formato
fantasy abbastanza tradizionale. Divide la sua attenzione tra due
eventi: il confronto mistico tra Rand e l’Oscuro all’Occhio del
Mondo e un’invasione Trolloc a Tarwin’s Gap. Come è comune nelle
opere fantasy, la battaglia magica è davvero la chiave di tutto ciò
che accade, con la guerra vera e propria, completa del massacro di
migliaia di persone, che funge da trama secondaria. Ma cosa
significa tutto ciò?
Lews Therin Telamon, la spiegazione
dell’ultimo Drago Rinato
La storia di La ruota del tempo inizia 3.000 anni
fa, quando l’ultimo Drago Rinato, Lews Therin Telamon, pose fine a
un ciclo della Ruota. Credeva di essere abbastanza potente da
incatenare l’Oscuro e portò con sé un esercito di Canalizzatori
maschi. Le Aes Sedai del suo tempo si rifiutarono di supportarlo
nella sua impresa, trattenendo invece il tempo per riparare il
mondo che credevano avrebbe distrutto nella sua Ultima Battaglia
contro l’Oscuro.
Senza la loro presenza al suo
fianco, Lews Therin Telamon ebbe solo un successo parziale;
affrontò l’Oscuro all’Occhio del Mondo, legandolo con sigilli di un
minerale quasi indistruttibile chiamato cuendillar. Ma la vittoria
ebbe un prezzo, con l’Oscuro che toccò l’Unico Potere e corruppe
saidin, la sua metà maschile. Da quel giorno in poi, qualsiasi uomo
che avesse esercitato l’Unico Potere era destinato a impazzire,
come apprese Lews Therin Telamon quando tornò a casa e massacrò
tutti coloro che amava.
Cosa è successo all’Oscuro?
È morto?
Moiraine portò Rand al’Thor
all’Occhio del Mondo nella speranza che ripetesse il processo e
legasse nuovamente l’Oscuro. Sperava che questo ciclo della storia
si concludesse con l’Ultima Battaglia prevenuta, ma in realtà si
rivelò estremamente ingenua. L’Oscuro era da tempo consapevole del
potere che si agitava nei Due Fiumi, e il suo agente Padan Fain
aveva osservato la crescita dei cinque ta’veren. Non sembra aver
creduto che Rand fosse il Drago Rinato—non è chiaro quale dei
cinque ta’veren considerasse il candidato più probabile—ma sapeva
che un confronto prematuro con il Drago non avrebbe portato alla
sua sconfitta.
Inizialmente, Moiraine pensava che
Rand avesse sconfitto l’Oscuro, ma aveva completamente sbagliato i
calcoli. Quella non era l’Ultima Battaglia, bensì la prima, con
l’Oscuro che manipolava gli eventi per guadagnare maggiore libertà
e identificare il suo vero avversario nel Drago Rinato.
Il miglior paragone si può fare con
Harry Potter e la pietra filosofale di J.K. Rowling, che culmina in un’apparente
vittoria di Harry, ma in realtà segna solo il primo faccia a faccia
tra lui e Voldemort da quando era bambino. Il confronto non è
perfetto, ma regge: Rand si è rifiutato di cedere all’influenza
dell’Oscuro, ma ciò non significa che la minaccia sia stata
eliminata. L’Oscuro è ancora là fuori, dispone di innumerevoli
agenti ed è incredibilmente potente.
Cuendillar: il significato della
roccia di Moiraine per l’Oscuro
Moiraine si rese conto di questa
verità osservando il sigillo di cuendillar all’Occhio del Mondo. In
La Ruota del Tempo, il cuendillar, noto anche come pietra
del cuore, è un minerale raro forgiato dagli stregoni durante
l’ultimo ciclo della storia. È quasi indistruttibile e assorbe
qualsiasi forza che tenti di romperlo. I sigilli della prigione
dell’Oscuro erano fatti proprio di cuendillar per trattenerlo.
Tuttavia, il cuendillar può essere distrutto dal Vero Potere, e
quando Rand canalizzò attraverso il sa’angreal, liberò una quantità
di energia sufficiente a rompere un sigillo.
Supponendo che la serie La Ruota
del Tempo segua lo stesso schema dei libri, esistono altri
sigilli sparsi nel mondo, e anche loro stanno iniziando a
cedere.
Come Nynaeve potrebbe aiutare
Moiraine nella seconda stagione
Il finale della prima stagione di
La Ruota del Tempo si discosta significativamente dai
libri, incorporando elementi tratti da romanzi successivi. Uno di
questi è la perdita di Moiraine dell’accesso all’Unico Potere;
nella serie Amazon Prime, è l’Oscuro stesso a privarla della sua
capacità di esercitarlo. Questo elemento sarà sicuramente una parte
cruciale della seconda stagione, che presumibilmente esplorerà la
lotta di Lan per affrontare la rottura del suo Legame del Custode.
È possibile che scelga di legarsi a Nynaeve, dato che tra loro sta
nascendo un sentimento e nei libri finiscono effettivamente per
legarsi.
Nynaeve ed Egwene sono entrambe
incredibilmente potenti e potrebbero riuscire nell’impossibile,
aiutando Moiraine a riottenere l’accesso all’Unico Potere. I limiti
delle loro capacità sembrano inesistenti, considerando che Egwene è
persino riuscita a riportare Nynaeve in vita. In alternativa, la
serie potrebbe seguire i libri e far sì che Moiraine recuperi il
suo potere grazie a un potente braccialetto angreal, che la
renderebbe ancora più forte di prima.
Cosa succederà ai
personaggi principali di La Ruota del Tempo?
La prima stagione di La Ruota
del Tempo ha accelerato notevolmente la trama, modificando
diversi aspetti della storia originale di Robert Jordan per
costruire una conclusione soddisfacente. Il finale compie un
ulteriore passo avanti, incorporando elementi narrativi tratti da
libri successivi, il che rende difficile prevedere con esattezza il
futuro dei personaggi.
Tuttavia, sembra chiaro che Egwene e
Nynaeve arriveranno alla Torre Bianca e si troveranno coinvolte
nella politica delle Aes Sedai, mentre è probabile che Liandrin
venga smascherata come Amica delle Tenebre. Nel frattempo, i tre
ta’veren maschi continueranno i loro archi narrativi: Rand dovrà
affrontare la Follia che lo minaccia dopo aver attinto a Saidin,
mentre Perrin e Mat dovranno confrontarsi con i loro demoni
personali.
Le principali differenze tra i
libri e il finale della prima stagione
La prima stagione di La Ruota
del Tempo si discosta in diversi modi dai libri, in
particolare per quanto riguarda la comprensione di Moiraine
dell’Occhio del Mondo. Nel romanzo di Jordan, l’Occhio è una pozza
di Saidin puro e incorrotto, creata dalle Aes Sedai alla fine
dell’ultimo ciclo della storia. L’intenzione era che il Drago
Rinato potesse attingervi senza dover usare Saidin contaminato,
evitando così il rischio della Follia.
Questa differenza ha portato a un
cambiamento nel confronto tra Rand e l’Oscuro nella serie Amazon:
nei libri, Rand canalizza l’Unico Potere per distruggere un
esercito di Trolloc, mentre Egwene e Nynaeve, sebbene potenti, non
hanno un ruolo così spettacolare. Nella serie, invece, i cinque
abitanti di Emond’s Field sono dispersi e partecipano alla
battaglia in modo diverso.
In generale, l’adattamento rimane
fedele ai temi e alle idee centrali dei libri di Robert Jordan, ma
prende molte libertà con i dettagli. Questo ha portato a reazioni
contrastanti tra i fan, alcuni dei quali sono rimasti spiazzati
dalle modifiche. L’integrazione di elementi narrativi da libri
successivi, come la perdita dell’Unico Potere da parte di Moiraine,
apre molte possibilità per la seconda stagione e alimenta intense
speculazioni su quale direzione prenderà la storia.
Daredevil:
Rinascita
episodio 3 anticipa un sostituto di Tigre Bianca nel MCU (forse più di uno). Come visto
nel nuovo episodio della nuovissima serie MCU, Hector Ayala è stato
processato per il presunto omicidio di un agente di polizia, e Matt
Murdock rappresenta il vigilante nel tentativo di dimostrare la sua
innocenza.
Gli eventi del processo sono
anche accompagnati da alcune anticipazioni chiave per i futuri
personaggi Marvel che, nei fumetti, finiscono
per raccogliere l’eredità di Hector. Negli episodi di
Daredevil:
Rinascita finora, Matt Murdock per ora non torna a
essere Daredevil dopo l’omicidio di Foggy Nelson, sebbene non abbia
smesso di cercare di aiutare New York in altri modi. Ciò include la
difesa di Hector Ayala alias Tigre
Bianca.
Tuttavia, durante il processo di
Hector vengono anticipati altri personaggi che nei fumetti
indossano il mantello della Tigre Bianca, il che suggerisce che
Ava Ayala potrebbe fare il suo debutto nel
MCU prima o poi, dopo il
tragico finale dell’episodio 3.
La prima volta che Matt
Murdock fa testimoniare Hector, chiede a Ayala cosa stesse facendo
la notte in cui ha litigato con due poliziotti sotto copertura che
stavano malmenando uno dei loro informatori confidenziali. Hector
risponde che stava preparando un nuovo monolocale in cui lui e sua
moglie si sarebbero trasferiti, dato che vivevano con sua sorella e
sua nipote da un po’ di tempo. In quanto tale, il riferimento alla
sorella di Hector è una questione importante, poiché Ava Ayala è
stata la Tigre Bianca più nota negli ultimi anni.
Nei fumetti, la Tigre Bianca di
Hector Ayala è stata arrestata in modo simile per un omicidio che
non ha commesso. Nonostante fosse rappresentato da Matt Murdock,
Hector è stato condannato anziché essere giudicato innocente dalla
giuria, come si vede nel MCU. Di conseguenza, l’Hector dei
fumetti è stato colpito e ucciso mentre cercava di sfuggire alla
custodia, appena prima che venissero alla luce le prove che
dimostravano la sua innocenza, rispecchiando l’MCU in cui la Tigre Bianca è stata
colpita la notte in cui è stata assicurata la sua libertà alla fine
dell’episodio 3 di Daredevil:
Rinascita. Sebbene tragica, la morte di Hector ha
visto una nuova Tigre Bianca ereditare il suo amuleto mistico e
sembra che lo stesso potrebbe accadere anche per l’MCU.
La spiegazione della storia di Ava
Ayala nei fumetti Marvel come Tigre Bianca
L’eredità dell’amuleto dalla
seconda Tigre Bianca
Giunta ad ereditare
l’amuleto mistico che portava i poteri e la forza di un antico dio
tigre, Ava Ayala divenne una nuova Tigre Bianca nell’Universo
Marvel. Inizialmente iscritta
all’Accademia degli Avengers come una delle sue prime studentesse a
tempo pieno, Ava si unì ai Potenti Vendicatori guidati da Luke Cage
con un roster che includeva anche Spider-Man. Nel tempo, Ava
divenne un’eroina impressionante a pieno titolo, anche se visse un
periodo in cui il suo desiderio di vendetta su coloro che avevano
ucciso i suoi genitori la vide posseduta dal dio tigre che diede ad
Ayala i suoi poteri.
Oltre ai fumetti, Ava Ayala è meglio
conosciuta per il suo ruolo di uno dei personaggi principali nella
popolare serie animata Ultimate Spider-Man di Disney Channel. Nel
cartone animato, la Tigre Bianca di Ava si è unita a Spider-Man,
Iron Fist e Luke Cage e formano una squadra di adolescenti in età
da scuola superiore che ricevevano l’addestramento dello SHIELD.
Sempre in questa continuità, Hector Ayala era il padre di Ava che
le ha passato il suo amuleto prima di essere ucciso da Kraven il
Cacciatore.
Ava Ayala diventerà la Tigre Bianca
nel MCU dopo la morte di Hector?
Ora che la Tigre Bianca originale è
stata assassinata nel MCU, è certamente possibile che Ava
Ayala sia stata citata nell’episodio 3 di Daredevil:
Rinascita prima di un debutto ufficiale nel MCU in episodi o stagioni future.
Non è difficile immaginarla assumere il ruolo del fratello per
continuare la sua missione. Allo stesso modo, non sarebbe
sorprendente se tentasse di usare l’amuleto e la maschera per
vendicarsi di coloro che hanno ucciso suo fratello.
Sebbene non ci siano state notizie
di una nuova Tigre Bianca o di un casting ufficiale per Ava Ayala,
un cast popolare tra i fan è da tempo Jenna Ortega nel ruolo. Detto questo, un
debutto di Ava Ayala con un grande casting avverrebbe probabilmente
nella stagione 2 della serie o oltre, se mai accadrà. Allo stesso
modo, solo perché Ava Ayala è probabilmente la Tigre Bianca più
popolare/riconoscibile dei fumetti non significa che l’MCU debba andare direttamente da
lei. Dopotutto, c’era un’altra Tigre Bianca tra Hector e Ava:
Angela Del Toro.
È passato molto tempo da quando
Spider-Man:
No Way Home è arrivato nei cinema con grande
successo di pubblico, e questo ha reso il suo annunciato sequel,
Spider-Man 4, uno dei film più chiacchierati e
attesi dei prossimi anni.
Dopo il tam tam di pettegolezzi,
The Cosmic Circus ha fatto un po’ di luce su cosa
probabilmente ci aspetta. “Ho sentito molte cose contrastanti,
prima Knull, poi Mefistofele, ora Doom”, spiega Alex
Perez del sito. “Quello che posso dire è che non mi
aspetto che il cattivo sia qualcuno al livello della strada’”.
In seguito avrebbe aggiunto di aver sentito che “c’è un
personaggio con una frusta coinvolto”, un riferimento forse a
Black Cat o a Montana degli Enforcers (il primo sembra più
probabile).
Nei fumetti, Felicia Hardy non ha
alcun interesse per l’uomo sotto la maschera e ora sembra il
momento perfetto per uno Spider-Man che ha rinunciato a essere
Peter Parker di rimanere intrappolato nella rete di un personaggio
moralmente discutibile come Black Cat.
Alla domanda sul possibile ruolo di
Venom in Spider-Man 4, lo scooper
dice: “L’ultima volta che ho sentito qualcosa, stavano
pianificando di portare Eddie per Spider-Man 4, ma vedremo se sarà
così”. Nel momento in cui è stato rivelato che Knull era in
Venom: The Last Dance, si
diceva che lui e Eddie Brock fossero il centro del il piano per il
prossimo film di Spidey, quindi non si tratta di una informazione
troppo pesante.
Altri dettagli nel rapporto del sito
includono Peter che è “emotivamente in conflitto” in
Spider-Man 4 e un’affermazione secondo cui l’eroe può in qualche
modo annullare l’incantesimo del Dottor Strange.
Il regista di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci
AnelliDestin Daniel
Cretton sarà al timone di Spider-Man 4,
il che significa che i fan si aspettano alcune scene d’azione
selvagge. Perez ha accennato a ciò stuzzicandoci con “Il team
di stunt/[coreografie] si sta divertendo con un po’ di roba
pre-visualizzata”.
Sembra che Marvel Studios e Sony Pictures stiano puntando
tutto sulla prossima uscita da solista dell’arrampicamuri, che sarà
un’avventura multiversale. Ciò significa che dovremo aspettare la
storia a livello di strada che gli ultimi momenti di
Spider-Man: No Way Home apparentemente ci hanno
promesso.
Spider-Man 4 è
stato ufficialmente fissato per il 31 luglio 2026, con il regista
di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci AnelliDestin Daniel Cretton alla guida di una
sceneggiatura scritta da Chris McKenna ed
Erik Sommers.
Attenzione! Questo articolo
contiene SPOILER per Daredevil:
Rinascita, episodio 3
Daredevil:
Rinascita è partito alla grande con due episodi
(qui
la nostra recensione) pieni di colpi di scena, e la serie
Marvel Cinematic Universe continua
con un terzo episodio che si concentra principalmente sulle scene
in tribunale, nel corso del processo a Hector Ayala/Tigre Bianca,
presentato nell’episodio 2 e interpretato da Kamar de los
Reyes.
Hector Ayala racconta a Matt Murdock della spiaggia portoricana
che ama e che è il suo posto preferito sulla Terra.
Matt promette che si riunirà alla sua famiglia. Un camion viene
rapinato ed entrambi i lavoratori vengono uccisi.
L’agente Poweel cerca di minacciare Matt dopo il loro incontro
nell’episodio
2, ma lui risponde che Powell avrebbe dovuto spiegare la
manomissione dei testimoni.
L’agente Powell mente in tribunale e dice che la stazione della
metropolitana era una città fantasma e Hector è spuntato dal nulla
con uno sguardo selvaggio negli occhi.
L’agente Powell e un altro intercettano il camion di Cherry per
prendere il testimone chiave di Matt, Nicky Torres, ma Nicky arriva
in tribunale in taxi.
Nicky viene spaventato dai poliziotti e dice di essere stato a
casa tutta la notte.
Buck incontra i capi delle cinque famiglie criminali; è stata
Vanessa a mandarlo.
Matt rivela alla corte che Hector è Tigre
Bianca.
Diversi testimoni salvati da Tigre Bianca si presentano in
tribunale per parlare di lui in modo positivo.
Kirsten legge un rapporto della polizia su come Tigre Bianca ha
salvato la vita di un poliziotto e lo ha aiutato ad arrestare il
sospettato.
Matt raccoglie altri rapporti della polizia su come Tigre
Bianca ha aiutato gli agenti di polizia. L’accusa sostiene che le
persone cattive possono fare cose buone e viceversa.
Hector Ayala viene dichiarato “non colpevole” di tutte le
accuse.
Matt tira fuori una bottiglia di bourbon costoso che lui e
Foggy hanno aperto solo per celebrare le vittorie, per ricordare
che il sistema legale funziona.
Tigre Bianca esce di pattuglia e viene colpito alla testa da
una persona misteriosa che indossa un giubbotto con il logo del
teschio del Punitore.
La spiegazione del verdetto del
processo per omicidio di Tigre Bianca
Matt Murdock mostra perché è un
avvocato davvero bravo
L’evento principale
dell’episodio 3 di Daredevil:
Rinascita è il processo per omicidio di Tigre Bianca.
Da quando Matt ha rinunciato a essere Daredevil a causa della morte
di Foggy, il personaggio Marvel di Cox si è concentrato
sulle sue imprese da avvocato. Ciò lo porta a difendere un altro
eroe di strada, Matt sa che Hector è Tigre Bianca
e non ha ucciso il poliziotto. Dopo aver salvato Nicky Torres alla
fine dell’episodio 2, tutto sembrava perfettamente predisposto: il
testimone che avrebbe dovuto testimoniare e scagionare Hector da
tutte le accuse. Tuttavia, per paura dei poliziotti, Nicky
mente.
Questo manda a rotoli la
strategia di Matt e Kirsten McDuffie. È facile capire
perché Nicky abbia mentito, dato che è stato arrestato per spaccio,
che ha assunto per provvedere a suo figlio. Diventare un
informatore della polizia ha fatto naufragare il suo caso. Temendo
ritorsioni quando si è trovato in una stanza piena di poliziotti,
Nicky ha deciso di mentire e dire che era stato a casa tutta la
notte, facendo sembrare che Hector avesse attaccato i poliziotti
senza essere stato provocato. Ciò porta Matt a infrangere una
regola. Dopo aver inizialmente convinto il giudice a bloccare la
rivelazione che Hector era Tigre Bianca, Matt lascia trapelare la
verità.
Matt prende la maschera di
Tigre Bianca di Hector e la solleva perché tutti la
vedano. Questo elemento rappresenta la svolta del caso.
Matt e Kirsten ottengono diversi testimoni che sono stati salvati
da Tigre Bianca per testimoniare su come l’eroe li ha aiutati.
Procedono a leggere un rapporto della polizia su come Tigre Bianca
ha salvato la vita di un poliziotto e lo ha aiutato ad arrestare un
sospettato, eliminando la narrazione che fosse contro i poliziotti.
Alla fine, Hector Ayala viene dichiarato “Non colpevole”.
L’identità esatta di Adam rimane
ancora un mistero
La tensione tra Vanessa e Wilson
Fisk continua
I
primi due episodi di Daredevil:
Rinascita hanno mostrato che Wilson e Vanessa Fisk
hanno problemi coniugali. Hanno iniziato ad andare
in terapia di coppia con nientemeno che Heather Glenn, la nuova
fidanzata di Matt Murdock. Uno dei fattori cruciali nei loro
problemi sembra essere Adam. Il personaggio misterioso ha finora è
stato menzionato solo nella serie MCU, mai visto. Tuttavia, in base
al contesto della conversazione della coppia su di lui, sembrano
esserci un paio di possibili spiegazioni su chi sia Adam. La prima
è che Vanessa ha tradito Wilson mentre lui era via.
La loro prima conversazione su Adam
è iniziata con Wilson che ha detto a Vanessa che sapeva di lui, con
lei che chiedeva al marito di non uccidere Adam. Il ruolo del
personaggio misterioso potrebbe anche non essere di natura
romantica, derivante dal modo in cui Vanessa ha sostituito Kingpin
come capo del suo impero criminale mentre si stava riprendendo da
uno sparo in faccia. Nell’episodio 3, Vanessa è
arrabbiata perché Fisk non le permette di tornare a guidare le
cinque famiglie, che ora stanno creando caos in sua assenza.
Vanessa sente di essere punita da Wilson, quindi la situazione di
Adam dovrebbe degenerare.
Chi ha ucciso Tigre Bianca?
L’MCU potrebbe aver appena
reintrodotto un importante antieroe
L’episodio 3 di
Daredevil:
Rinascita, come il primo episodio della serie, include
anche una morte importante. Dopo Matt ha vinto in tribunale,
scagionando Hector da tutte le accuse e persino celebrando il
funzionamento del sistema legale, Tigre Bianca viene
ucciso. Matt ha detto a Hector che se avessero vinto, non
sarebbe mai più potuto scendere in piazza nei panni del vigilante.
Hector ha sostenuto di avere il potere di aiutare le persone,
quindi era quello che doveva fare, e essere Tigre Bianca era
ciò che era. Dopo che però ricominciato a pattugliare, un
uomo che indossa una maglia con il teschio del Punitore gli
spara.
Frank Castle di Jon Bernthal è stato confermato da tempo per
la serie. Il misterioso personaggio visto alla fine dell’episodio
usa un giubbotto simile a quello che il Punitore aveva nelle sue
apparizioni in The Defenders Saga. Questi segnali, oltre
al fatto che Frank non ha paura di sporcarsi di sangue e persino di
sparare agli eroi, suggeriscono che potrebbe essere lui dietro
l’atto. Tuttavia, Daredevil:
Rinascita ha presentato un paio di poliziotti corrotti
con tatuaggi che mostrano una versione leggermente diversa del logo
del teschio del Punitore. Dal momento che Tigre Bianca ha vinto un
processo per omicidio sulla morte di un poliziotto, forse Frank non
c’entra.
Il commovente sound design dei
titoli di coda
Un modo straziante per concludere
l’episodio
I fan della Marvel si sono abituati alle scene
post-credits sia nei film che nelle serie TV. Mentre
Daredevil:
Rinascita Episodio 3 non ha una scena del genere, il
team dietro la serie MCU ha escogitato un modo
straziante per concludere l’episodio. Mentre scorrono i titoli di
coda, si possono sentire i suoni delle rane e dell’oceano. Si
tratta di un richiamo alla conversazione che Matt e Hector hanno
all’inizio dell’episodio. Quando descrive il suo posto preferito al
mondo, Hector menziona l’oceano e i suoni delle rane che cantano
che gli portano pace.
Aveva paura di non avere mai più la
possibilità di tornare alla spiaggia portoricana che amava
visitare. Matt glielo promise e gli diede persino i mezzi per farlo
vincendo la causa e liberando Hector. Tuttavia, dopo che Tigre
Bianca viene assassinato a sangue freddo da un misterioso
personaggio che indossa il simbolo del Punitore, Hector non avrà
mai più la possibilità di tornare alla sua amata spiaggia. I suoni
delle rane che cantano e delle onde che si infrangono iniziano
proprio mentre scorrono i titoli di coda dopo la morte di Hector.
Un finale straziante.
Sebbene i film dei Marvel Studios e gli show
Disney+ abbiano utilizzato i
titoli di famose storie a fumetti in alcuni casi (Civil War,
Secret Invasion, Infinity War), nessun
progetto MCU ha mai adattato precisamente
una serie di cui prendeva il nome e su cui era basata.
Non ci aspettavamo che ciò cambiasse per i prossimi film crossover,
ma Joe e Anthony Russo hanno ora confermato che
Avengers:
Doomsdaye Secret
Wars non ignoreranno completamente il materiale
originale. Durante una nuova intervista con Tech
Radar, i fratelli Russo hanno rivelato che “trarranno
ispirazione” sia dal primo Secret Wars
scritto da Jim Shooter, pubblicato nel 1984, sia
dalla versione scritta da Jonathan Hickman,
pubblicata nel 2015.
“Beh, creiamo sempre la nostra versione della storia”,
ha detto Joe quando ho chiesto se avrebbero preso in considerazione
una serie di fumetti rispetto all’altra. “Quindi, usiamo i
fumetti come libera ispirazione.”“Ma, sai, sono cresciuto
con la serie originale”, ha aggiunto. “È qualcosa che mi
ha portato ai fumetti Marvel. Anche la serie di Hickman è
fantastica [e sono] molto diverse l’una dall’altra in molti modi,
quindi trarremo ispirazione da entrambe.”
Sulla base di ciò che abbiamo visto dai recenti concept art,
alcuni elementi della serie di Hickman influenzeranno
Avengers: Secret Wars, ma non
saremmo affatto sorpresi se Doomsday introducesse personaggi come
Beyonder e Battleword, che erano elementi fondamentali del racconto
originale di Shooter.
La serie degli anni ’80 ha visto anche il debutto del costume
nero di Spider-Man, che alla fine ha portato all’introduzione di
Venom. Con Spider-Man 4 in uscita tra Doomsday e Secret Wars,
potremmo finalmente vedere il ragno interpretato da Tom Holland
indossare quel costume da simbionte.
Il ritorno di Downey nel MCU è stato annunciato al Comic-Con
dello scorso anno, dove è stato svelato che l’attore interpreterà
Victor Von Doom nei prossimi due film dei Vendicatori. A dicembre
Deadline ha riportato la notizia che Chris Evans sarebbe tornato nell’universo
Marvel in un ruolo ancora da
definire. Un altro casting per il prossimo Avengers:
Doomsday è quello di Hayley Atwell, che dovrebbe riprendere il suo
ruolo di Agente Carter.
Si avvia verso la sua
conclusione l’intensa
25esima edizione del Sudestival, il festival della Città
di Monopoli, progetto dell’Associazione Culturale Sguardi, fondato
e diretto da Michele Suma, con un weekend finale ricco di
appuntamenti speciali e grandi ospiti.
Sabato 15 marzo chiuderà il festival la consueta
serata delle premiazioni, introdotta dalla proiezione di Actos
por partes,diretto da Sergio Milán e
distribuito da Tersite Film, Premio “Raffaella Carrà” dell’edizione
2024 del Pop Corn Festival del Corto di Porto Santo Stefano. In
apertura, l’esibizione dell’Orchestra del Conservatorio “Nino Rota”
di Monopoli, che eseguirà un arrangiamento sulle musiche di Nino
Rota da Il Padrino.
Ospite speciale della
serata finale l’acclamata attrice Lunetta Savino, che
riceverà il Premio “Apulia Excellence”. Per l’occasione verrà
proiettato Rosa, lungometraggio d’esordio della regista
Katja Colja, nonché prima pellicola che vede Lunetta
Savino come protagonista assoluta, candidata per questo
film come miglior attrice protagonista ai David di Donatello e ai
Nastri d’argento.
Prima della serata
conclusiva, l’ultimo weekend del Sudestival si apre con
altre due sezioni imperdibili. Il festival vivrà nuovamente anche
la propria dimensione internazionale con il focus
sull’Armenia, grazie al gemellaggio con il Golden Apricot
International Film Festival di Jerevan e sotto il Patrocinio
dell’Ambasciata di Armenia in Italia e del Consolato Onorario di
Armenia in Bari, dedicando la giornata del 13
marzo, unica sezione a Bari, alla proiezione di tre
opere armene selezionate con il GAIFF: Il colore del
melograno di Sergej Paradjanov, Aurora’s Sunrise
di Inna Sahakyan, e I Will Revenge This World With Love –
S. Paradjanov di Zara Jian, presentato a settembre a
Venezia e ora al Sudestival come première della sezione
internazionale con la regista in sala.
Novità di quest’anno,
figlia di un legame storico, sociale e culturale sedimentato con lo
sbarco del 1991, è il focus sull’Albania, con il patrocinio
e il supporto dell’Ambasciata della Repubblica d’Albania in Italia,
di AQSHF – Arkivi Qendror Shtetëror i Filmit e della Fondazione
Gramsci Puglia: nella giornata del 14
marzo verranno proiettate tre opere albanesi, i cui
autori saranno presenti in sala in compagnia dei rappresentanti
delle rispettive istituzioni politiche e culturali. La sezione si
apre alle 17 con Anulloje Ligjin di Fabrizio Bellomo:
a seguire talk con il regista, Fabiola Ismaili (Aquile di
Seta) e il dott. Edon Qesari (Accademia delle Scienze Albanese).
Alle 19 sarà la volta di UDHA – Një gjak, një gjuhë, një
besë di Alessandro Ferrantelli, una docuserie per la tv
albanese presentata in anteprima italiana al Sudestival in forma
ridotta e sottotitolata in italiano. A seguire talk con Arbër
Agalliu, protagonista, il regista e Noé Andreano, sindaco di
Casalvecchio di Puglia. Alle ore 20.30 sono previsti i saluti
istituzionali, mentre alle 21 l’anteprima regionale del film
restaurato e sottotitolato in italiano Lulekuqet mbi mure di
Dhimiter Anagnosti, accompagnata da un talk di presentazione
con Vito Saracino (Fondazione Gramsci Puglia), Marinela Ndia e
Eriona Vyska (AQSHF – Arkivi Qendor Shtetëror i Filmit), Nicola
Barbuti (Dabimus srl – Università di Bari) e Resmie Hallulli
(Università di Bari, Fondazione Gramsci Puglia).
Ad arricchire
ulteriormente gli ultimi giorni di questa edizione del
Sudestival, il 13 marzo è previsto un evento dedicato ai
bambini della scuola dell’infanzia, lo speciale Sudestival
Baby con le proiezioni di Sapiens? di Bruno
Bozzetto e Le figlie della luna di Marino
Guarnieri. La visione sarà accompagnata dai laboratori di
Jacopo Selicati (Collettivo Resine).
In programma anche le
ultime due Masterclass rivolte ai giovani studenti del
territorio: il 14 marzo si terrà l’incontro “Raccontare la storia:
la questione armena”, guidato dal prof. Giuseppe Spagnulo,
docente di Storia delle Relazioni Internazionali (UNIBA), dal prof.
Alberto Maiale, docente di Storia e Filosofia (Liceo
Salvemini, Bari) e Siranush Quaranta (giornalista,
discendente della diaspora armena di Nora Arax), mentre il 15 marzo
Daniele Ciprì sarà protagonista dell’incontro
sull’importanza della fotografia nel cinema con il suo film È
stato il figlio.
Giunto alla sua
25esima edizione, il Sudestival è il punto di riferimento del
cinema italiano di qualità in Puglia, grande schermo delle
opere prime del cinema italiano, della recente produzione di DOC e
di cortometraggi italiani, nella splendida cornice della città di
Monopoli ed è espressione dell’Apulia Cinefestival Network,
afferisce all’AFIC ed è componente della Rete dei Festival
dell’Adriatico.
Dal 12 marzo i primi sei episodi di
Mare
Fuori 5 sono disponibili su Raiplay, in attesa della
messa in onda in chiaro su RaiDue, a partire dal 26 marzo, ma dove
eravamo rimasti e cosa è accaduto ai protagonisti della serie nella
quarta stagione?
Mentre si avvicina Mare
Fuori 5, ricordiamo che la conclusione di
Mare Fuori 4 si apre con l’esame di terza media di
Diego (Enrico Tijani) che sostiene di nuovo la prova
riuscendo anche a superarlo con grande gioia di Beppe
(Vincenzo Ferrera), che orgoglioso di lui, lo
abbraccia. Sempre più tragica invece la figura di Mimmo
(Alessandro Orrei): il ragazzo riceve la visita di
sua madre che lo supplica di ritirare la denuncia contro Wanda Di
Salvo (Pia Lanciotti), pena la morte dei suoi
fratellini. Raffaele/Micciarella
(Giuseppe Pirozzi), nel cuore della notte, ha ancora incubi
sulla morte dell’avvocato Alfredo D’Angelo (Giuseppe
Tantillo) e viene svegliato da Luigi (Francesco
Panarella), al quale racconta di aver ucciso l’uomo al
Cimitero di Poggioreale, ricordando uno strano dettaglio:
l’avvocato aveva nella sua auto un borsone vuoto. Luigi capisce
tutto: i soldi dei Ricci sono nascosti al cimitero, probabilmente
nella cripta di famiglia, e Alfredo voleva andare a rubarli e
tenerli per sé.
Benché Enrico (Peppe
Miale) avesse programmato una giornata in barca con Teresa
(Ludovica Coscione) e Edoardo (Matteo
Paolillo), quest’ultimo convince la ragazza a rimanere a
casa con lui. Ormai Enrico è costretto a constatare che la figlia,
nella sua ingenuità, non riesce a capire che Edoardo le impone la
sua volontà e la manipola, usandola principalmente per i suoi scopi
e i suoi soldi. E infatti dopo aver fatto l’amore con Teresa,
Edoardo la lascia con un bigliettino, in cui le dice addio. Vuole
tornare da Carmela (Giovanna Sannino), ma non
prima di aver rovinato il prezioso Pollock di Enrico, simbolo della
sua ricchezza ma anche del disprezzo che l’uomo ha sempre provato
per il ragazzo.
Fuori con un permesso a Ferragosto,
Edoardo incontra Carmela, chiedendole di ritornare con lui e di
dividere insieme i soldi dei Ricci, ritenendo che al fianco di
Teresa avrebbe dovuto sottomettersi alle regole che il padre di lei
gli avrebbe imposto. Edoardo vuole conquistare Napoli e desidera
farlo insieme a Carmela, promettendole che da quel momento si
dedicherà solo a lei. Carmela lo perdona, mettendolo però in
guardia: se la tradirà un’altra volta lo ucciderà. Insomma, i due
ritrovano quel linguaggio criminale comune che li aveva messi
insieme all’inizio, con un ulteriore crescita del personaggio di
Carmela che sembra acquisire consapevolezza.
Gli amanti sfortunati di Mare
Fuori: Carmine e Rosa
Rosa (Maria
Esposito) prova il suo abito da sposa, ma la sua mente è
pervasa dal ricordo del padre. Sofia (Lucrezia
Guidone) e Rosa raggiungono, accompagnate da un autista,
la chiesa dove si terrà il matrimonio. Rosa chiede a Sofia di
precederla, preferendo rimanere sola ancora un po’. Nella chiesa
c’è anche Maria (Antonia Truppo) che chiaramente
vuole assistere al matrimonio della figlia, ma Carmine
(Massimiliano Caiazzo) trova strano che Rosa non
abbia ancora raggiunto l’altare, così esce dalla chiesa e la vede
ai piedi della scalinata. I due non si scambiano nemmeno una
parola, si guardano intensamente e Carmine capisce che lei non lo
sposerà: Rosa chiede all’autista di portarla via, con evidente
rassegnazione di Carmine che è costretto ad accettare la sua
decisione.
Calata la notte, Luigi e Raffaele si
fanno accompagnare dalla madre al Cimitero di Poggioreale, dove si
sta recando anche Rosa con addosso ancora l’abito da sposa,
probabilmente nell’intento di appropriarsi dei soldi della sua
famiglia. Anche Edoardo è al cimitero, entra nel mausoleo della
famiglia Ricci per cercare i soldi, ma scopre di essere stato
battuto sul tempo: infatti il denaro è sparito e sono rimaste solo
poche banconote. Mentre sta per uscire, Edoardo viene colpito
violentemente alla testa con una pala, ma non vediamo chi lo
colpisce. Prima di essere chiuso dentro il mausoleo, il giovane
sorride mentre ha una visione di Teresa che si sveglia spaventata,
e poco dopo muore. Sappiamo però che Luigi e Raffaele si erano
schierati dalla parte dei Ricci e di Rosa, prima di scoprire
dov’erano i soldi e tentare di rubarli.
Carmine e Futura entrano nel
programma di protezione e Massimo (Carmine Recano)
li lascia nella loro nuova casa in riva al mare. Il giovane è
ancora triste per l’abbandono di Rosa, ma felice di avere al suo
fianco Futura, la persona più importante della sua vita, e chiede a
Massimo di allontanare Rosa dalla strada del male proprio come ha
fatto con lui. Massimo e Carmine si salutano, consapevoli che il
legame padre-figlio che li unisce durerà per sempre. Seduto sulla
spiaggia Carmine, finalmente libero e sereno, sorride nel momento
in cui Futura lo chiama “papà”.
Cosa aspettarci da Mare Fuori
5?
La serie riserverà sicuramente nuove
sorprese. Sarà interessante vedere in che modo adesso Rosa Ricci
consoliderà il suo potere all’interno del carcere e come erede
unica del clan Ricci. Sarà sicuramente lei la protagonista di
questa stagione, e sarà lei a condurre la trama principale. Non
possiamo fare a meno di immaginare che, ora che Carmine è uscito di
scena, arriverà qualche altro personaggio all’interno dell’IPM che
le ruberà il cuore, per reiterare il forte connubio tra amore e
morte che tanto ha tenuto i fan incollati alla stagione
precedente. Sarà molto interessante anche capire quale sarà la
sorte di Mimmo, personaggio sempre più tragico e in bilico tra
sanità e follia, mentre chi scrive ha un debole particolare per il
personaggio di Silvia (Clotilde Esposito), vittima
degli eventi e delle macchinazioni altrui, sfortunata e sempre nel
posto sbagliato al momento sbagliato. Sarebbe bello per lei un
lieto fine. Ritroveremo in Mare Fuori 5
tutti i personaggi che abbiamo imparato ad amare nelle stagioni
precedenti, e vedremo volti nuovi che porteranno nuove storie e
turbamenti all’interno dell’IPM.
L’appuntamento è su Raiplay dal 12
marzo e poi su RaiDue in prima serata dal 26.
Da sempre impegnato a portare al
cinema storie di carattere catastrofico come The Day After Tomorrow,2012 e il
recenteMoonfall,
suo ultimo lavoro, il regista tedesco Roland Emmerich è oggi
sinonimo per il grande schermo di distruzione, invasione aliena o
attacchi terroristici. Uno dei suoi titoli più famosi a riguardo è
senza dubbio Independence Day, che nel 1996 lo consacrò
come regista di questa tipologia di opere. Interpretato da Will Smith, Bill Pullman,
Jeff Goldblum e altri ancora, è incentrato su
un’armata aliena che arriva nell’orbita della Terra con poco
preavviso. Quando le speranze di pace vengono deluse da una serie
di attacchi massicci e coordinati in tutto il pianeta, l’umanità si
ritrova sull’orlo del baratro.
Inizialmente sopraffatti dalla
tecnologia avanzata degli alieni in Independence
Day, i sopravvissuti sono costretti a trovare un modo per
contrastare gli alieni e portare la lotta contro di loro. Sebbene
il film abbia ricevuto un’accoglienza contrastante da parte della
critica al momento della sua uscita, è diventato un enorme successo
commerciale e ha contribuito a elevare Will Smith
a una delle star più imponenti del mondo. Il finale di
Independence Day si appoggia poi a quel senso
dell’azione un po’ goffo ma serio, sottolineando la premessa
centrale del film sulla resistenza di fronte alla sconfitta e
ponendo le basi per il sequel del 2016.
Come l’umanità sconfigge gli alieni
in Independence Day
Inizialmente, il conflitto tra gli
umani e gli alieni in Independence Day è molto
unilaterale, fino a quando l’umanità riesce a trovare una soluzione
alla loro tecnologia avanzata. Grazie ai loro avanzati sistemi di
scudi, le navi da guerra aliene sono in grado di respingere
facilmente quasi tutto ciò che gli umani lanciano contro di loro.
Questo permette loro di devastare il pianeta, prendendo di mira le
principali città e basi militari per annientare qualsiasi
resistenza. Tuttavia, grazie al lavoro di David
Levinson (Jeff
Goldblum), viene ideato un virus informatico che
distrugge gli scudi di tutte le navi.
Insieme a Steven
Hiller (Will
Smith), David riesce a volare verso la nave madre
aliena e ad attivare il virus informatico. Distruggendo la nave con
una bomba nucleare ben piazzata prima di fuggire, Hiller e Levinson
riescono quindi a dare all’umanità una possibilità di combattere.
La prima vera vittoria umana avviene poi nell’Area 51, con il
Presidente Thomas J. Whitmore (Bill Pullman) che
guida l’assalto per abbattere la nave da guerra. In seguito, la
notizia della vittoria si diffonde in tutto il mondo, spingendo gli
altri governi a colpire gli alieni nelle loro zone del pianeta.
Questo permette all’umanità di sconfiggere le navi da guerra aliene
e di salvare il pianeta.
Gli obiettivi degli alieni
Gli alieni di Independence
Day, noti come Harvester, sono una forza malvagia senza
chiare qualità redentrici, il che li rende tra i cattivi più
diretti della storia della fantascienza. Alla fine, si scopre che
si tratta di una specie nomade, che viaggia nell’universo e invade
i pianeti per trarne risorse. Per questo motivo lanciano attacchi
così massicci sui loro bersagli, sperando di spazzare via
rapidamente le specie autoctone in modo da potersi mettere al
lavoro per privare i mondi delle loro risorse. In particolare,
quando attacca la Terra, questa specie non sembra nutrire un
particolare rancore nei confronti dell’umanità. Piuttosto, vedono
l’umanità semplicemente come un ostacolo ai loro obiettivi.
Per loro non si tratta tanto di un
conflitto quanto di uno sterminio. Come scopre Whitmore quando si
connette brevemente telepaticamente con un alieno catturato, hanno
fatto la stessa cosa a numerose altre civiltà nel cosmo. Questo
rende la loro eventuale sconfitta su larga scala molto più
appetibile dal punto di vista del pubblico, perché non ci sono zone
d’ombra morali quando si tratta di combatterli. Per gli alieni di
Independence Day si tratta di vita o di morte, e
questo crea l’enorme conflitto al centro del film.
Tutti i personaggi che muoiono in
Independence Day
Il conflitto tra l’umanità e
gli alieni in Independence Day provoca ovviamente
innumerevoli morti, tra cui alcune importanti legate alla trama.
Sebbene i protagonisti del film sopravvivano in gran parte, molti
di loro perdono i propri cari. Steven Hiller è l’ultimo
sopravvissuto della sua squadriglia di caccia e ha assistito alla
morte del suo collega pilota e migliore amico Jimmy
Wilder. Gli amici di Jasmine e
David, Tiffany e
Marty, vengono invece uccisi durante gli attacchi
iniziali. Una delle morti più tragiche del film è quella di
Marilyn Whitmore, la First Lady. Anche se Marilyn
è stata ferita a morte nell’attacco a Los Angeles, Jasmine riesce a
riunirla alla sua famiglia prima di morire.
La morte del personaggio più
importante del film è però quella di Russell
Casse, un ex pilota dell’Air Force le cui storie di
rapimento alieno sono confermate dal ritorno degli alieni. Casse
prende parte alla battaglia sull’Area 51 e finisce per sacrificarsi
per distruggere la nave da guerra mentre sta attivando una delle
sue armi principali. Un’altra morte importante annunciata nel film
è quella del dottor Brackish Okun, lo scienziato
dell’Area 51 che viene brevemente preso come tramite dagli alieni.
Tuttavia, il successivo sequel Independence Day – Rigenerazione ha rivelato
che è sopravvissuto all’esperienza.
Come il finale di Independence Day
prepara il sequel
Ambientato vent’anni dopo gli eventi
del film precedente, Independence Day – Rigenerazione ha utilizzato
una serie di elementi del film precedente per preparare il sequel.
Utilizzando la tecnologia lasciata dagli alieni sconfitti,
l’umanità è in grado di realizzare una tecnologia inversa che
diffonde la pace nell’universo. La vittoria collettiva dell’umanità
sugli alieni nel finale di Independence Day ha
inoltre portato a un mondo più unificato. Questo ha anche permesso
all’umanità di avere una tecnologia molto più avanzata nel sequel,
dando loro una migliore possibilità di combattere contro gli
alieni.
La connessione psichica tra
Whitmore, Okun e gli alieni nel primo film li rende inoltre capaci
di connettersi alla mente aliena, permettendo loro di scoprire i
piani degli alieni quando tornano per un nuovo più massiccio
attacco. Questi fili fungono da tessuto connettivo fondamentale tra
il film originale e il sequel, dando vita a una nuova enorme
battaglia contro il nuovo tentativo degli alieni di colpire e
raccogliere le risorse della Terra. Sebbene Independence Day – Rigenerazione ha creato un
potenziale seguito incentrato sull’attacco diretto agli alieni, la
scarsa accoglienza critica e commerciale del film rende
Independence Day 3 improbabile.
Il vero significato del finale di
Independence Day
Il finale del film è dunque
sorprendentemente edificante, nonostante la morte e la distruzione
su larga scala che si sono verificate all’inizio del film.
Nonostante le enormi perdite che si verificano e tutte le sfide che
l’umanità è costretta a sopportare nella battaglia contro gli
alieni, si sostiene in ultima analisi che l’umanità è in grado di
superarle. Ciò è evidente soprattutto nell’iconico discorso di
Whitmore ai piloti dell’Area 51, in cui esorta gli altri
sopravvissuti a resistere a qualsiasi senso nichilistico di
sconfitta e a “non andarsene tranquillamente nella
notte”.
L’attenzione per la resistenza umana
si riflette poi negli archi personali degli altri personaggi del
film. Personaggi come Steven e David lottano per le loro relazioni
e vengono ricompensati con una riunione emotiva nel finale del
film. Whitmore è inizialmente scosso dalle tragedie, ma riesce a
ispirare sé stesso e gli altri ad andare avanti. Anche il trauma
che ha sconvolto la vita di Casse può essere affrontato e superato,
e alla fine lei svolge un ruolo cruciale nel salvare la situazione.
Independence Day è dunque un film d’azione
fantascientifico e un po’ goffo, ma che trova tutto il suo
splendore nel riporre così tanta fiducia nell’uomo.
La
sirenetta (qui
la recensione), uscito nel 2023 per la regia di
Rob Marshall, si è
aggiunto con successo alla serie di remake live-action della Disney
realizzati negli ultimi anni. Si è però rivelato molto diverso
dalla sua controparte animata, reimmaginando l’originale del
1989 con diverse modifiche moderne e incorporando anche alcune
sensibilità odierne nei personaggi senza tempo di questa storia.
Con Halle Bailey nel ruolo principale e
Lin-Manuel Miranda che si è unito al team per
scrivere alcune nuove canzoni per il film insieme al compositore
originale della Sirenetta Alan Menken, l’attesa
per questo remake de La
sirenetta è stato dunque ben ripagata.
Nonostante l’entusiasmo dei fan
della Disney, ci sono state ovviamente delle critiche per alcuni
cambiamenti apportati al film, come il casting di un’attrice di
colore per il ruolo di Ariel, che non ha la pelle
chiara e i capelli rosso vivo come la sirena animata. Altri hanno
invece criticato il design realistico di Flounder
e Scuttle e la palette di colori scuri utilizzata
per il film. In definitiva, però, le modifiche apportate a
La sirenetta sono funzionali alla storia
raccontata, che di base non differisce poi drasticamente dalla
storia animata della Disney del 1989.
Scuttle, Sebastian e Flounder sono
stati modificati
Nel film d’animazione originale,
Scuttle è un gabbiano che assiste Ariel nella
ricerca di oggetti per la sua collezione. Tuttavia, nel remake de
La sirenetta, Scuttle è una femmina di sule del
nord, un grande uccello marino bianco. Cambiare il sesso del
personaggio e la specie può sembrare strano, ma i creatori volevano
un uccello che potesse essere presente nelle scene subacquee e
dunque per ragioni pratiche ha molto più senso che Scuttle sia un
uccello marino. Anche Flounder e
Sebastian subiscono cambiamenti nel design del
nuovo film. Flounder ha l’aspetto di un pesce più realistico,
mentre Sebastian è stato modellato sulla base di un granchio
tropicale, che gli permette di avere un volto più espressivo di
altri granchi.
Il film live-action fornisce
dettagli in più sulla madre di Ariel e di Eric
La Disney è nota per dare alle sue
principesse un solo genitore, o addirittura nessun genitore. La
versione animata originale de La sirenetta
presenta infatti solo il padre di Ariel, Re Tritone, e non parla
mai della madre. Il remake live-action cambia invece questo aspetto
per chiarire che la madre di Ariel è effettivamente morta. La
scomparsa di lei è inoltre il motivo per cui Tritone è così
protettivo nei confronti della figlia e non vuole che vada in
superficie. La madre di Ariel è infatti stata uccisa da un umano.
Il principe Eric, invece, che nell’originale animato non è
approfondito, ha qui una madre adottiva, protettiva proprio come lo
è Tritone con Arie.
Ursula è la sorella di Tritone
La sirenetta
riprende anche un po’ di retroscena del film originale. Mentre
Ursula è semplicemente la strega del mare che Tritone ha bandito
nel film originale, il film del 2023 cambia il loro rapporto, che
va oltre l’essere nemici. Sono infatti anche una famiglia, poiché
Ursula è qui la sorella di Tritone. Ursula vuole inoltre il potere
che Tritone comanda con il suo tridente, ma lui non si fida della
sorella. Nel film non viene specificato esattamente cosa abbia
incrinato il loro rapporto, né se a un certo punto abbiano avuto
altri fratelli, ma è chiaro che Ursula vuole il potere del
fratello, la sua corona, e vuole che soffra come ha sofferto
lei.
Non c’è nessuna “povera anima
sfortunata” nella tana di Ursula
Uno dei cambiamenti più sorprendenti
de La sirenetta riguarda il covo di Ursula. Nel
film d’animazione, e anche nei libri per bambini e nei fumetti
sviluppati successivamente, Ursula aveva trasformato le “povere
anime sfortunate” che si erano rimangiate i patti stipulati con lei
in piccole creature acquatiche che teneva prigioniere nella sua
tana. Nel film live-action, al posto di queste creature ci sono
prove del fatto che lei sia molto violenta nei confronti del popolo
dell’oceano. Nella tana Ariel trova infatti le ossa di altre sirene
e Ursula possiede anche diversi teschi, il che indica che diverse
creature sono morte per mano sua nel corso degli anni.
Ariel non ricorda l’incantesimo né
il bisogno di baciare Eric
Quando Ariel fa il suo patto con
Ursula, scambia la sua voce per le gambe. I termini
dell’incantesimo che Ursula le impone sono che ha tre giorni di
tempo per convincere Eric a baciarla, e che sia vero amore,
altrimenti dovrà rinunciare alle gambe e apparterrà a Ursula. Nel
film originale, Ariel ricorda bene l’incantesimo e la scadenza, e
ha Sebastian intorno per aiutarla. Il film live-action, tuttavia,
cambia gli effetti dell’incantesimo di Ursula su di lei e così
Ariel non ricorda affatto l’accordo con Ursula, né tantomeno la
scadenza e la necessità di baciare Eric. Questo aggiunge un livello
di conflitto in più al film, poiché Ariel deve riuscire a capire di
dover ottenere queste cose senza saperlo già di suo.
Il perché e il come Ariel finisce
nel castello è più dettagliato
Nel film d’animazione La
sirenetta, Ariel finisce semplicemente al castello, senza
che venga spiegato perché una donna trovata arrivi fino nel dimora
dei reali. Il film live-action ha una spiegazione migliore. L’isola
si trova in una zona in cui si verificano molti naufragi, (come
sottolineato dalla visita di Ariel al cimitero di navi nell’oceano)
e non è raro che i superstiti di questi vengano accolti dagli
abitanti dell’isola. Anche il principe Eric è stato adottato dalla
famiglia reale in quanto bambino sopravvissuto a un naufragio. Dal
momento che non è la prima volta che qualcuno che si è arenato a
riva o che è stato raccolto da una barca finisce al castello, la
cosa acquista senso. Il viaggio di Ariel per arrivarci con un
pescatore benintenzionato fornisce inoltre al pubblico molti più
dettagli su ciò che serve per finire al castello.
Il testi di Kiss The Girl
(Baciala) sono stati cambiati
Oltre all’aggiunta di nuove canzoni
e alla rimozione di quelle vecchie, alcuni testi della colonna
sonora classica de La sirenetta sono stati
aggiornati per adattarsi ai tempi odierni. Ad esempio, una canzone
che ha subito modifiche significative al testo è “Kiss the
Girl”. In un’intervista a Variety, Menken ha aggiunto che
“le persone sono diventate molto sensibili all’idea che il
principe Eric possa in qualche modo forzare su Ariel”. Questo
cambiamento prende dunque in considerazione il tema del consenso
nelle relazioni romantiche e garantisce che le azioni del Principe
Eric siano chiaramente quelle di una persona innamorata di Ariel e
non di qualcuno che cerca di approfittarsi di lei.
Nel film d’animazione del 1989, la
grande battaglia contro Ursula avviene in mezzo all’oceano, perché
il matrimonio di Eric con Vanessa si svolge in realtà su una nave
in mare. Ursula riporta Ariel nell’oceano quando entrambe si
trasformano ed Eric le segue. La sirenetta del
2023, invece, presenta sì un conflitto in mare grossomodo simile,
ma in questo caso è Ariel ad uccidere Ursula e non Eric. È
infatti Ariel che si dirige verso la ruota di una nave affondata
portata in superficie dal vortice di Ursula e usa la nave per
pugnalare la nemica. In questa versione, dunque, non c’è più la
classica damigella in pericolo che deve essere salvata.
Ariel ed Eric partono per esplorare
regioni inesplorate
Il filnale della versione animata
vede Ariel ed Eric sposarsi e salpare insieme, mentre nella
versione live-action, nonostante si parli del loro matrimonio, non
viene esplicitato se siano già sposati o meno nei momenti finali.
Tuttavia, anche in questo caso salpano insieme su una barca. Viene
qui evidenziato anche il loro senso dell’avventura, non solo il
loro amore reciproco. I due lasciano dunque il regno per esplorare
le acque inesplorate delle mappe di Eric, offrendo così a entrambi
un nuovo viaggio.
Il popolo dell’oceano e gli umani
si riconciliano
Mentre il film animato La
sirenetta non spiega mai l’astio tra umani e popolo
dell’oceano, il film live action lo fa. Il loro conflitto è dovuto
al fatto che le due culture non si comprendono. Gli umani uccidono
tritoni e sirene perché li ritengono pericolosi, e pertanto questi
ultimi li lasciano annegare nei naufragi per lo stesso motivo. Il
finale del film live-action permette poi alle due culture di
riconciliarsi e di vivere pacificamente. Il popolo dell’oceano
viene in superficie per salutare Ariel insieme ai membri della
famiglia di Eric quando i due intraprendono il loro viaggio alla
fine del film. Le modifiche apportate a La
sirenetta del 2023, come questa, sono dunque state fatte
per migliorare la storia.
In genere, i film che si svolgono
nell’arco di una sola notte permettono di dar vita a potenti
sequenze d’azione ricche d’adrenalina, facendo avvertire tutto il
peso del tempo che scorre e del compito da portare a termine prima
che esso finisca. Seguendo questo canone, High Heat – Fuoco
mortale, il film scritto da James
Pederson e diretto da Zach Golden, propone
la storia di Ana, una brillante e bellissima chef che è costretta a
confrontarsi con il suo passato per salvare il suo ristorante
appena aperto dagli strozzini. Nel ruolo della protagonista si
ritrova l’attrice Olga Kurylenko, celebre per i film Quantum
of Solace e Black Widow.
Con una buona dose di umorismo tra
le sequenze d’azione e sottolineando intenzionalmente che gli
uomini sono esseri semplici e le donne sanno ben usare il cervello
per risolvere le questioni critiche, il film inizia con un tono
scanzonato, acquisendo poi sempre più un ritmo e una tensione
propri del thriller. Completano il cast Don
Jhonson nel ruolo di Ray, Kaitlin
Doubleday nel ruolo di Mimi, Chris
Diamantopopus nel ruolo di Tom, Dallas
Page nel ruolo di Dom, Ivan Martin nel
ruolo di Micky. In questo articolo, esploriamo il finale del film
fornendone un’accurata descrizione.
La trama di High
Heat– Fuoco mortale
Il film si apre in un’affollata
cucina di un ristorante francese e presenta al pubblico la chef
Ana e suo marito Ray,che è anche
il comproprietario dell’Etoile Rouge, il nuovo ristorante di lei.
Ana è una chef brillante, ma ama tenersi alla larga dalla fama e
dalla notorietà, anche se spesso viene trascinata dal marito verso
la folla. Tuttavia, l’atmosfera si fa intensa quando riceve una
telefonata da una misteriosa donna russa, e le sue espressioni
facciali suggeriscono che sa chi c’è all’altro capo della
telefonata. Nel frattempo, anche Ray riceve una visita inaspettata,
quella di Micky e di un paio di scagnozzi, che
fanno capire che il loro capo Dom ha chiesto di
incontrarlo.
Ray rifiuta, dicendo che si metterà
in contatto con Dom il giorno seguente, alla chiusura del
ristorante. Tuttavia, Micky non accetta un no come risposta e mette
alle strette Ray nel parcheggio, costringendolo ad accompagnarlo.
Gli stessi scagnozzi si recano anche nei ristoranti di Ana con
delle taniche di benzina con l’intenzione di bruciarli, ma vengono
interrotti dalla chef che, senza nemmeno sudare, uccide i due
intrusi e getta i loro cadaveri freddi nel congelatore.
Nikki Delmonico e Don Johnson in High Heat – Fuoco
mortale
Scopriamo che Ray aveva una
dipendenza dal gioco d’azzardo e aveva chiesto un prestito di oltre
un milione di dollari al boss criminale Dom. L’intenzione era
quella di rimborsare tutti i prestiti una volta che il suo nuovo
ristorante avesse avuto successo ma Dom, sempre più in ansia, ha
mandato suo figlio Micky a occuparsi della situazione. Poiché Ray
non è in grado di ripagare il suo debito, Dom pensa di bruciare il
nuovo ristorante per ottenere i soldi dell’assicurazione. A
differenza dell’irresponsabile marito Ray, Ana non è però il tipo
che si arrende senza combattere.
La sua rissa con gli uomini del
criminale ha inoltre dimostrato che è molto più di una semplice
chef. In realtà, infatti, Ana lavorava come spia per il KGB russo e
aveva il compito di uccidere i nemici dello Stato. Successivamente,
ha deciso di lasciarsi tutto alle spalle ed è riuscita a sparire
fino a quando Ray non ha combinato un pasticcio che l’ha riportata
sui radar per via di uno stupido annuncio. Ana intende ora
mantenere intatta l’Etoile Rouge, anche se per farlo deve
confrontarsi con il suo ex capo.
Un tuffo nel passato
Si scatena così una vera e propria
battaglia e Ana riesce a salvarsi senza fatica a colpi di pistola,
coltellate e calci, ma si rende conto che non può farli fuori tutti
da sola e contatta così la sua vecchia collega
Mimi, le rivela che Dom e i suoi mercenari sono
decisi a bruciare il suo ristorante la sera dell’inaugurazione e le
chiede aiuto. Anche Mimi è un’ex spia del KGB, ma a differenza di
Ana, la sua famiglia sa tutto delle sue avventure di spionaggio. Ha
persino costretto il marito Tom e le figlie gemelle ad
accompagnarla per mostrarle come si svolgeva il suo lavoro.
Tuttavia, nutre anche una vendetta
personale nei confronti di Ana e fa fatica a convincersi se
aiutarla o metterla in prigione. Si sente infatti tradita da lei,
perché Ana era la sua migliore amica, che un giorno l’ha
abbandonata per diventare una normale civile. Dato che gli
uomini di Dom sono dei veri e propri dilettanti, Ana non ha
problemi a farli fuori uno per uno. Adora la sua nuova vita e il
suo ristorante e non può sopportare di vedere tutto questo
svanire.
Disperato per via del contrattacco,
Dom si avvale dell’aiuto di mercenari professionisti nel momento
del bisogno per distruggere Ana e il suo ristorante. Ci sono solo
due vie d’accesso al ristorante e nessuno di quelli che sono
entrati è uscito, tranne uno, che si è dato fuoco con una molotov.
I mercenari intendono dunque colpire il ristorante da entrambi i
lati mentre Ray e Ana bevono un bicchierino di vodka, suggerendo
l’inizio della resa dei conti finale.
Olga Kurylenko e Don Johnson in High Heat – Fuoco
mortale
La spiegazione del finale di
High Heat – Fuoco mortale
Nel finale, i mercenari, armati di
fucili d’assalto, entrano nel ristorante e vengono presto fulminati
dalle trappole di Ana, costringendoli a chiamare altri rinforzi.
Scoppia una sparatoria e ben presto Ana finisce le munizioni, ma
viene salvata dalla sua vecchia amica Mimi, arrivata con un certo
ritardo alla festa. Mimi ha cercato l’amica per tutti questi anni
da quando lei è scomparsa senza lasciare traccia e ritiene che Ana
le debba una grossa spiegazione.
Come lei, anche Mimi aveva pensato
di lasciare il mondo dello spionaggio e degli omicidi, ma si è
sentita tradita quando la sua migliore amica ha effettivamente
lasciato il KGB. Il motivo di questa sua decisione è stato dato dal
fatto che Ana ha iniziato a temere che quel lavoro potesse mettere
a rischio la sua integrità. Ed è allora che ha deciso di rinunciare
a quella vita, ritirandosi nell’anonimato. Alla luce di ciò, Mimi
ha atteso per anni questo momento e ora che Ana è di fronte a lei,
intende vendicarsi.
Ana e Mimi si scambiano quindi duri
colpi, con quest’ultima che incolpa Ana di averla abbandonata a
Parigi. Alla fine, le due seppelliscono però le loro divergenze e
si abbracciano. Il film si conclude quindi con Ray che entra nel
parcheggio sotto le spoglie di un mercenario e uccide Dom. Micky,
il figlio idiota del criminale, cerca di scappare ma viene a sua
volta ucciso da Ana. Così facendo, la vicenda si conclude, Ana può
tornare al lavoro che ama avendo anche ritrovato un’amica che
credeva ormai perduta.
Il regista e
sceneggiatore singaporeano Anthony Chen torna con The
Breaking Ice,
un’opera intensa e poetica che esplora il senso di smarrimento,
solitudine e desiderio di evasione di tre giovani in una gelida
città cinese al confine con la Corea del Nord. Il film si distingue
per la sua atmosfera malinconica e contemplativa, in cui la neve e
il ghiaccio diventano elementi simbolici di uno stato emotivo
sospeso tra l’immobilità e il cambiamento.
The Breaking
Ice è un racconto di anime perdute
La pellicola si apre con
un’immagine evocativa: uomini intenti a tagliare blocchi di
ghiaccio, una rappresentazione visiva del titolo stesso. Subito
dopo incontriamo Li Haofeng (Haoran Liu), un giovane che partecipa
con distacco al ricevimento di nozze di un collega coreano. La sua
alienazione si manifesta nella solitudine con cui mastica il
ghiaccio del suo drink, rompendolo sotto i denti, di nuovo si evoca
il titolo e si racconta una difficoltà a inserirsi dentro un
contesto vitale, come può essere un matrimonio. La sua esistenza si
intreccia presto con quella di Nana (Dongyu Zhou), una guida
turistica che accompagna visitatori alla scoperta della comunità
coreana della regione, e Han Xiao (Chuxiao Qu), cuoco di un
ristorante coreano che nutre sentimenti irrisolti per Nana.
The Breaking Ice – Cortesia Tucker Film
Un incontro casuale e una
notte di alcol e confidenze fanno nascere tra i tre una connessione
insolita e temporanea, trasformandoli in una sorta di famiglia
improvvisata. Il loro legame si cementa attraverso momenti di fuga
dalla realtà: balli sfrenati, escursioni pericolose, sfide
insensate e un viaggio fino al remoto e innevato sentiero che porta
al Lago del Paradiso. Questo cammino non è solo fisico, ma anche
metaforico: ciascuno di loro è alla ricerca di una via di fuga
dalla propria esistenza stagnante e irrisolta.
Un film
d’atmosfera
Chen si affida a un
racconto fatto di frammenti, momenti sospesi e silenzi che parlano
più delle parole, realizzando una composizione visiva che evoca più
che raccontare, ricordando il cinema della Nouvelle Vague francese,
con riferimenti espliciti a “Bande à part” e “Jules e Jim”. Le
immagini costruite dal regista sono costantemente costruite per
rimandare a un altro significato oltre a quello che mostrano: una
gabbia di animali in uno zoo riflette la prigionia interiore dei
protagonisti, mentre un orologio costoso che smette di funzionare
sottolinea l’inesorabile scorrere del tempo in qualsiasi condizione
socio economica si possa vivere. Quel ghiaccio che Li Haofeng
mastica all’inizio del film diventa di nuovo un riferimento al
titolo ma questa volta viene condiviso dagli altri, acquista una
ulteriore simbologia: connessione e vulnerabilità.
The Breaking Ice – Cortesia Tucker Film
Tre protagonisti
magnetici
A dare forma a questo
cinema di suggestioni, intervengono i tre protagonisti:
Dongyu Zhou dona a Nana un’intensità struggente,
un personaggio che cerca di soffocare il dolore tra alcool e sesso
privo di intimità. Haoran Liu interpreta Haofeng
con una delicatezza toccante, incarnando il disagio di chi si sente
fuori posto ovunque vada. Chuxiao Qu, nel ruolo di
Han Xiao, trasmette una mascolinità ruvida ma ferita, mostrando il
conflitto tra il desiderio di fuggire e l’incapacità di farlo. Tre
voci che si uniscono in un coro di disagio e inadeguatezza,
specchio di una generazione Z che chiede aiuto ma non sa a chi
rivolgersi.
Chen dimostra ancora una
volta la sua capacità di catturare i dettagli più sottili e
significativi, come nel modo in cui posiziona i personaggi in
un’ambientazione che ricorda il quadrante di un orologio,
suggerendo ancora una volta l’inesorabile avanzare del tempo. Uno
sforzo di composizione che viene accentuato dalla fotografia, con
le sue tonalità fredde e una composizione meticolosa, che enfatizza
il senso di isolamento.
The Breaking Ice – Cortesia Tucker Film
The Breaking Ice
ha un grande fascino visivo ma soprattutto emotivo, capace di
trasmettere con estrema sensibilità la condizione di giovani che si
sentono intrappolati nelle loro vite. Il film non manca di
incongruenze, ma rimane un’opera di grande valore artistico. Il
finale suggerisce poi una circolarità alla narrazione che sembra
voler indicare che il senso di inadeguatezza e incertezza verso la
strada da prendere non si supera, ma si impara a dare valore alla
ricerca del cammino, non più alla destinazione del viaggio.
The Breaking Ice è
un’opera che cattura con delicatezza la vulnerabilità dei suoi
personaggi, immergendoli in un paesaggio invernale che riflette le
loro anime alla deriva. Con una regia evocativa, Anthony
Chen conferma la sua capacità di raccontare storie intime e
profonde, regalandoci un film che lascia il segno con la sua
bellezza visiva e il suo toccante ritratto di giovani alla ricerca
di un senso di appartenenza.
Disponibile da oggi il nuovo
contenuto video in italiano di Thunderbolts*,
il nuovo film Marvel in arrivo nelle sale
italiane il 30 aprile.
In Thunderbolts*, i Marvel Studios riuniscono una insolita squadra
di antieroi: Yelena Belova, Bucky Barnes, Red Guardian, Ghost,
Taskmaster e John Walker. Dopo essersi ritrovati nel mezzo di una
trappola mortale orchestrata da Valentina Allegra de Fontaine,
questi emarginati disillusi devono affrontare una missione
pericolosa che li costringerà a confrontarsi con gli aspetti più
oscuri del loro passato. Questo gruppo disfunzionale si distruggerà
dall’interno o riuscirà a trovare redenzione, unendosi e
trasformandosi in qualcosa di più grande, prima che sia troppo
tardi?
Tutto quello che c’è da sapere su
Thunderbolts*
Diretto da Jake
Schreier (Paper Towns), il cast di Thunderbolts*
comprende Sebastian Stan nel ruolo di Bucky Barnes,
Hannah John-Kamen nel ruolo di Ava Starr alias
Ghost, Wyatt Russell nel ruolo di John Walker,
David Harbour nel ruolo di Alexei Shostakov
alias Red Guardian, Olga Kurylenko nel ruolo di Antonia Dreykov
alias Taskmaster, Harrison Ford nel ruolo del Generale Thaddeus
‘Thunderbolt’ Ross e Lewis Pullman nel ruolo di
Bob alias Sentry.
Florence Pugh riprende il ruolo di Yelena
Belova, sorella di Vedova Nera (e una delle parti migliori della
serie MarvelDisney+ Occhio di Falco). Inoltre, Julia
Louis-Dreyfus interpreta Valentina Allegra de Fontaine,
con Geraldine Viswanathan nei panni di Mel, la sua assistente (che
sostituisce una Ayo Edebri estremamente impegnata e piena di
impegni).
Lo sceneggiatore di Black
WidoweThor:
Ragnarok Eric Pearson si unisce agli sceneggiatori di
Beef Lee Sung Jin e Joanna Calo. Un trailer è stato mostrato a
porte chiuse al San Diego Comic-Con. Thunderbolts*
arriverà nelle sale il 30 aprile 2025, in ritardo
rispetto alla precedente data di uscita del 20 dicembre 2024 a
causa degli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA. Nel frattempo,
restate aggiornati sul MCU con la nostra
guida alla storia della Fase 5 della Marvel e con uno
sguardo a ciò che deve ancora venire nella Fase 6 della Marvel.
Riceviamo un nuovo aggiornamento su
A Quiet Place 3 dal momento che il produttore
Brad Fuller rivela cosa riserva il futuro per il
franchise. Diretto da John Krasinski, il primo
capitolo del franchise horror segue la famiglia Abbott mentre
attraversa un paesaggio post-apocalittico invaso da alieni che
danno la caccia alle vittime seguendo solo i suoni che queste
emettono. Il film del 2018 è stato un successo, portando all’uscita
di A Quiet Place 2 nel 2021 e A Quiet
Place: Giorno 1 nel 2024.
È stato confermato che A Quiet Place 3 era in fase
di sviluppo nel 2022, ma da allora sono arrivati pochi
aggiornamenti sul film.
In una recente intervista con
The Direct mentre era presente al SXSW, Fuller
commenta lo stato di A Quiet Place 3, rivelando
che è ancora in lavorazione. Il principale ostacolo al momento,
spiega, è apparentemente il fitto programma di Krasinski. Fuller
rivela anche che, sebbene il film sarà l’ultimo capitolo di una
trilogia, potrebbero comunque essere realizzati altri film del
franchise.
“Quindi, ‘Day One’ non è ‘A
Quiet Place 3’, giusto per essere chiari… ‘A Quiet Place 3’, stiamo
iniziando a metterlo insieme proprio ora. Sai, quando abbiamo
realizzato il primo, John [Krasinski] non aveva molto da fare. Era
appena uscito da ‘The Office’ e voleva fare il regista. Ora è così
richiesto ed è difficile averlo… Sta girando un film ora, quindi
non appena lo avrà finito, spero che volgerà la sua attenzione a
[‘A Quiet Place 3’]. Vogliamo tutti finire quella trilogia e spero
che ci siano ancora più film di ‘Quiet Place’ oltre a
quello.”
A Quiet Place 2 con Emily Blunt,
Cillian Murphy, Millicent Simmonds, Noah Jupe e Djimon
Hounsou, è stato distribuito il 28 maggio 2021. Il film ha
incassato oltre 297 milioni di dollari al botteghino mondiale.
Il regista di Avatar: Fuoco
e cenere, James Cameron, rivela che
sua moglie ha avuto una forte reazione emotiva a una proiezione
anticipata del film. Dopo il successo di Avatar
(2009) e Avatar: La via dell’acqua (2022),
l’epico franchise di fantascienza di Cameron è destinato a
continuare con altri tre sequel, il primo dei quali uscirà questo
dicembre. La storia di Avatar: Fuoco
e cenere dovrebbe seguire Jake (Sam
Worthington), Neytiri (Zoe Saldaña) e il
resto della famiglia Sully mentre continuano a combattere contro le
forze che invadono Pandora, e i primi due film suggeriscono che
potrebbero esserci alcuni momenti emozionanti in arrivo.
In una recente intervista con
Empire,James Cameron apparentemente lo
conferma, rivelando che sua moglie, Suzy Amis
Cameron, “ha pianto per quattro ore” dopo aver
visto una proiezione anticipata di Avatar: Fuoco
e cenere a dicembre. La sua reazione è stata così
forte che Cameron ha fatto fatica a ottenere da lei un feedback
utile. Sebbene Cameron non dica esattamente cosa nel film abbia
suscitato tali emozioni, è convinto che la reazione potrebbe essere
un segno di ciò che accadrà al pubblico.
“Mia moglie ha guardato tutto
dall’inizio alla fine, si era tenuta lontana e io non le mostravo
pezzi e frammenti mentre andavamo avanti. Era il 22 dicembre. Ha
pianto per quattro ore. Ha continuato a cercare di rimettersi in
sesto per potermi raccontare reazioni specifiche, e poi si è
semplicemente commossa e ha ricominciato a piangere. Alla fine, le
ho detto, “Tesoro, devo andare a letto. Scusa, ne parleremo
un’altra volta”. È un buon indicatore. Ha fatto un buon lavoro su
Titanic e Avatar e Avatar
2. Quindi mi fido del suo cuore.”
Entrambi i film di Avatar hanno avuto momenti di forte emozione
e forse ci saranno anche per Avatar
3
Uno dei momenti più
devastanti nell’Avatar originale è la distruzione dell’Albero Casa
e tutta la morte dei Na’vi che ne è derivata. Il sequel alza la
posta in gioco quando si tratta di emozioni, presentando non solo
una sequenza traumatica e prolungata di caccia ai tulkun, ma anche
la morte sanguinosa del figlio primogenito di Jake, Neteyam
(Jamie Flatters). Gli ultimi commenti di Cameron
suggeriscono che un’altra grande morte potrebbe essere in arrivo
dopo il finale di Avatar: La via dell’acqua, o forse qualcosa
di devastante che coinvolge Pandora e tutte le sue creature
viventi.
Avatar: Fuoco
e Cenere riprenderà subito dopo quegli eventi,
quando Jake e Neytiri incontreranno il Popolo della Cenere, che
Cameron ha lasciato intendere essere più attratto dalla violenza e
dal potere rispetto agli altri clan. “Ci sono nuovi personaggi,
uno in particolare penso che sarà amato, o amerete odiarlo”,
ha detto Cameron.
Oona Chaplin (“Game
of Thrones”) interpreta il leader del popolo della Cenere, Varang.
Anche David Thewlis e Michelle Yeoh si uniscono al cast. Insieme a
Worthington e Saldaña, il cast di ritorno include
Sigourney Weaver, Stephen Lang,
Kate Winslet, Cliff Curtis, Britain Dalton, Jack Champion,
Trinity Jo-Li Bliss, Bailey Bass, Joel David Moore, Edie
Falco e Dileep Rao.
Avatar: La
via dell’acqua e Avatar: Fire
and Ash sono entrambi scritti da Cameron,
Rick Jaffa e Amanda Silver. In
origine, dovevano essere un unico film, ma durante il processo di
scrittura, Cameron ha deciso che c’era troppo materiale e ha diviso
la storia in due parti. L’uscita del film in sala è attualmente
prevista per il 19 dicembre 2025.
Cameron ha prodotto tutti i film di
“Avatar” con il suo partner creativo di lunga data Jon Landau, morto di cancro a luglio a 63
anni. “La sua eredità non sono solo i film che ha
prodotto, ma l’esempio personale che ha dato: indomito, premuroso,
inclusivo, instancabile, perspicace e assolutamente unico”, ha
affermato Cameron in una dichiarazione all’epoca. “Ha prodotto
grandi film, non esercitando potere ma diffondendo calore e la
gioia di fare cinema. Ci ha ispirato tutti a essere e a dare il
meglio di noi, ogni giorno. Ho perso un caro amico e il mio più
stretto collaboratore per 31 anni. Una parte di me è stata
strappata via”.
Il leggendario compositore
Hans Zimmer riflette sulla
decisione dell’Academy di squalificare la sua colonna sonora di
Dune: Parte due dalla corsa agli Oscar del
2025. Diretto da Denis Villeneuve, il film ha
attirato l’attenzione di massa per la sua musica incantevole, ma la
colonna sonora è stata infine ritenuta non idonea per un Academy
Award a causa di una regola che stabilisce che i sequel non possono
utilizzare più del 20% di temi e composizioni esistenti. Dune: Parte
Due ha ottenuto cinque nomination e ha vinto
due statuette (Migliori effetti visivi e Miglior sonoro), ma sono
stati le sue mancate citazioni, incluso anche Villeneuve come
Miglior regista, ad attirare la maggiore attenzione.
In un’intervista con Josh
Horowitz sul suo podcast Happy Sad Confused,
Hans Zimmer ha rivelato la sua reazione alla
squalifica della colonna sonora di Dune: Parte
Due dagli Academy Awards. Ha avuto un
atteggiamento relativamente gioviale quando gli è stato chiesto un
commento per non aver ricevuto la nomination, ma ha comunque
mostrato un po’ di delusione per la sua squalifica. Zimmer ha
spiegato:
Non è proprio un punto dolente.
È solo un punto così stupido. Come può essere un punto dolente?
Voglio dire, sono stato squalificato perché stavo usando materiale
del primo film nel secondo film. Ma non è un sequel, è l’arco
completo. Entrambi i film sono un arco. Quindi, avrei dovuto andare
a togliere tutti i temi dei personaggi e scrivere nuovi temi dei
personaggi o svilupparli? Quindi, è solo una regola stupida, sai? E
quello che non volevo fare, non volevo andare a
lamentarmi.
Cosa ha significato lo sgarbo di
Hans Zimmer per Dune: Parte due
La seconda parte ha avuto la metà
delle nomination agli Oscar della prima parte
Le colonne sonore di Zimmer per
Dune
e Dune: Parte
Due sono aspetti iconici del franchise. Infatti,
nel 2021, Zimmer ha vinto l’Oscar per la migliore colonna sonora
per il suo lavoro su Dune. È
stata la sua seconda vittoria all’Oscar e la dodicesima nomination.
La sentenza dell’Academy secondo cui una colonna sonora non può
ripetere il contenuto di un film precedente rende impossibile per
un sequel come Dune: Parte
Due ottenere una nomination perché si basa
su composizioni del suo predecessore. Come ha detto Zimmer, non
avrebbe senso per lui buttare via semplicemente il suo vecchio
materiale quando certi aspetti della musica sono fondamentali per
la caratterizzazione e l’ambientazione.
Alla fine, The
Brutalist ha vinto il premio per la migliore colonna
sonora agli Academy Awards di quest’anno, battendo
Conclave, Emilia Pérez,
Wicked e Il Robot Selvaggio.
Dune: Parte
Due ha ricevuto solo cinque nomination all’Oscar
quest’anno, ma il suo predecessore ne aveva guadagnate ben 10,
vincendone sei. L’Academy ha ricevuto critiche anche dai fan e
dagli altri membri del settore per la decisione di non assegnare a
Villeneuve una nomination come miglior regista, rispecchiando la
delusione del pubblico quando quest’anno Zimmer è stato escluso
dalla categoria Miglior colonna sonora.
Mentre sono già in corso le riprese
di Lanterns nuova
serie DCU della HBO, tramite Variety, arriva la notizia
che Nicole Ari Parker, vista in And
Just Like That, è entrata nel cast dello show per
interpretare Bernadette, la madre di John Stewart, che, lo
ricordiamo,
avrà il volto di Aaron Pierre.
Oltre al revival di Sex and the City, Parker può essere vista in
numerosi film tra cui Blue Streak (1999),
Il profumo della vittoria (2000), Brown
Sugar (2002), Welcome Home Roscoe Jenkins
(2008), Black Dynamite (2009) e Almost
Christmas (2016).
La descrizione ufficiale del
personaggio di Bernadette recita: “Formidabile e tenace,
Bernadette si rifiuta di arrendersi, non importa quanto siano
insormontabili le probabilità. Nel profondo, è una madre
ferocemente protettiva che ha lavorato tutta la vita per
assicurarsi che lei e la sua famiglia non venissero
ignorate”.
Di cosa parla Lanterns?
L’attesa serie Lanterns,
parte del rinnovato Universo DC guidato da Gunn e Safran, seguirà
le Lanterne Verdi Hal Jordan e John Stewart mentre indagano su un
misterioso omicidio legato a una cospirazione più ampia e
sconvolgente. La serie della HBO è descritta come una storia “alla
True Detective” che mescola intrighi cosmici con un tono
di ispirazione noir. Con una durata di otto episodi, Lanterns
promette di introdurre una versione fresca e dinamica degli amati
eroi intergalattici della DC.
Kyle Chandler e
Aaron Pierre sono stati confermati per Lanterns
e saranno i protagonisti della serie, rispettivamente nei panni di
Hal Jordan e John Stewart, segnando il loro attesissimo debutto
nell’Universo DC. Tra gli altri membri del cast finora confermati
figurano anche Kelly Macdonald, Garret Dillahunt e Poorna
Jagannathan. In quanto progetto cardine del rinnovato DCU,
Lanterns dovrebbe collegarsi direttamente ad archi
narrativi più ampi, pur offrendo una narrazione autonoma e
incentrata sui personaggi. Con la sua attenzione al mistero, al
dramma e alla mitologia cosmica della DC, Lanterns è
destinata a diventare un capitolo fondamentale dell’Universo DC in
evoluzione.
La
serie si propone di mettere in luce entrambi gli eroi in egual
misura, offrendo una nuova interpretazione della loro iconica
collaborazione e rimanendo al contempo fedele alla ricca storia dei
fumetti dei personaggi. Con la sua narrazione concreta e il tono
ispirato al noir, la serie dovrebbe fornire un nuovo livello di
profondità al mito di Lanterna Verde, attraendo sia i fan
di lunga data che i nuovi arrivati nell’Universo DC. I fan possono
attendere il debutto sulla HBO nel 2026.
Il finale di Hancock potrebbe aver lasciato alcuni
spettatori desiderosi che la storia continuasse, e sembra che
potrebbe essere così dopo che WillSmith ha stuzzicato i fan con un
aggiornamento per Hancock 2.
Hancock è uscito
nel 2008, insieme ad alcuni importanti film di supereroi come
Iron Man e Il cavaliere oscuro, i
quali hanno messo in ombra il progetto più piccolo. Tuttavia, ciò
non ha impedito al film di avere un incredibile successo,
incassando la cifra impressionante di 629 milioni di dollari al
botteghino (tramite Box Office Mojo).
Tuttavia, mentre tutti e tre i film
hanno lasciato la porta aperta per raccontare altre storie e
Iron Man ha lanciato il franchise più importante
nella storia del cinema, il sequel di Hancock deve ancora arrivare,
dopo più di 17 anni. Nonostante ciò, sembra esserci un certo grado
di movimento su un progetto Hancock 2 dopo che
WillSmith ha stuzzicato le informazioni sulla
pre-produzione (tramite Deadline). Quindi, per tornare al punto
sulla storia e immergerci in ciò che accade alla fine del film,
ecco le domande più importanti rimaste alla fine del film a cui è
stata data risposta.
La decisione di Hancock spiegata:
perché Hancock è volato via dall’ospedale?
Hancock aveva delle buone ragioni
per andarsene in fretta
Nelle scene finali del
film, il protagonista affronta il suo arcinemico
Parker, interpretato dal talentuoso Eddie Marsan.
Nonostante abbia dei superpoteri, la battaglia è una vera sfida per
Hancock, che sopravvive a malapena agli attacchi di Parker, ma poco
prima di un attacco potenzialmente fatale, il suo amico Ray
interviene e uccide Parker.
Con gravi ferite sia a Hancock che a
Mary, il film ha iniziato a creare distanza tra i due. Balza via,
cercando di volare, ma i suoi poteri sono limitati. Tuttavia, man
mano che si allontana da Mary, i suoi poteri iniziano ad aumentare
e i poteri di Mary iniziano il processo di guarigione.
Hancock è letteralmente scappato per salvare la vita di
Mary e assicurarsi che potesse avere un futuro con
Ray.
Perché Hancock indossa di nuovo la
tuta
Il protagonista
abbraccia il suo status di eroe
Hancock ha lottato per
abbracciare le sue responsabilità di eroe per tutto il film.
Sebbene riconoscesse di poter fare molto per fermare il crimine e
aiutare i bisognosi, la sua rabbia verso il mondo e la mancanza di
ricordi prima di svegliarsi da solo in un ospedale 80 anni prima lo
hanno reso un supereroe complicato. Ha trascorso la maggior parte
del suo tempo a bere e a salvare le persone in modo sconsiderato
senza riguardo per gli altri danni che ha causato.
Tuttavia, l’intero scopo di Ray nel
lavorare con Hancock era uno sforzo per aiutarlo ad aumentare il
suo rapporto con il pubblico e diventare effettivamente un eroe che
le persone amavano e adoravano. Attraverso la loro amicizia,
il protagonista ha iniziato ad avere speranza, ha
iniziato ad amare la città di Los Angeles e ha creduto in se
stesso. Di conseguenza, era disposto a indossare la supertuta e ad
abbracciare il suo nuovo scopo di eroe.
Perché Hancock e Mary prendono
strade separate
Hancock e Mary sono stati anime
gemelle per 3.000 anni
La complicata relazione tra
John Hancock e Mary Embrey, la moglie del suo nuovo amico Ray, in
realtà risale a molto tempo fa. 3.000 anni fa, per la precisione. A
quanto pare, Mary e Hancock sono entrambi membri della stessa
specie e vivono da molto tempo. E in quel periodo, la coppia era
insieme, perché erano anime gemelle che erano state precedentemente
sposate.
Tuttavia, la loro specie ha una
debolezza significativa che si verifica quando sono vicine l’una
all’altra: perdono i loro superpoteri. Il resto della loro specie
si è accoppiato ed è morto molto tempo fa, lasciando i due come gli
ultimi della loro specie. Tuttavia, Mary ha costruito una nuova
vita con Ray e, nonostante condividano un legame, entrambi hanno
molto di più per cui vivere, il che significa che devono vivere
separati. Tuttavia, poiché entrambi sono immortali a distanza, è
probabile che i loro percorsi si incroceranno di nuovo in
futuro.
Come Hancock ha cambiato la vita di
Ray alla fine
Hancock voleva ringraziare il suo
nuovo amico
Sebbene il
protagonista e Ray abbiano sviluppato una vera amicizia, e
tale amicizia sia stata resa un po’ più complessa dal fatto che
entrambi erano sposati con la stessa donna, non c’era cattiva
volontà dell’uno verso l’altro. Ray è l’uomo che ha aiutato Hancock
a rimettersi in piedi e a abbracciare la sua opportunità di aiutare
gli altri ed essere un eroe. E nel tentativo di ripagare la sua
gentilezza, Hancock ha fatto un grande gesto da parte sua.
Hancock ha inciso il logo aziendale
di Ray sulla faccia della luna. Allheart Marketing è l’agenzia che
Ray gestisce e prima di incontrare il
protagonista, faceva fatica a sopravvivere. Come
rappresentante di Hancock e la persona che lo ha trasformato da
scansafatiche a super, Ray ha probabilmente ricevuto molta più
attenzione dopo che Hancock è diventato un caso di studio così
potente. Tuttavia, mettere il suo logo sulla luna potrebbe essere
stato un passo estremo che ha fatto sì che gli altri fossero meno
impressionati, Ray l’ha adorato.
Cosa significa davvero il finale di
Hancock
Il finale di Hancock copre molto
terreno
L’intero film è una storia
di crescita, speranza e trasformazione. Hancock era un superuomo
fannullone, che ha scelto di passare tutto il suo tempo a bere e
sfrecciare in giro, causando il caos. Ma alla fine del film,
Hancock è un vero eroe. Ciò è mostrato nella scena a metà dei
titoli di coda, quando il protagonista vola nel
mezzo di una rissa tra un criminale e la polizia. Hancock
incoraggia la polizia ad abbassare le armi e, fidandosi dell’eroe
che sta di fronte a loro, i poliziotti fanno esattamente
questo.
Tuttavia, quando il criminale inizia
a insultare il protagonista, gli viene un sorriso
ironico sul volto, il che suggerisce che non tutto è cambiato per
lui. Potrebbe essere un eroe che si è ripulito, ma probabilmente si
divertirà, rendendo questo il giorno peggiore per il ladro
sfacciato. Questo dimostra che il protagonista è
cambiato e cresciuto, ma in fondo è ancora la stessa persona nel
profondo.
In che modo il finale di Hancock
prepara un sequel
Hancock ha più storie da
raccontare
Hancock fa diverse
cose per preparare un sequel, lasciando molteplici misteri senza
risposta. Hancock non ha recuperato tutti i suoi ricordi, il che
significa che, nonostante abbia 3.000 anni, la sua intera memoria è
di soli 80 anni. C’è anche la ricaduta della sua prodezza con la
luna e la possibilità di un futuro in cui si riconnette con la sua
anima gemella, Mary.
Mentre il
protagonista intravedeva un punto di svolta nella carriera
del protagonista come eroe, lasciava molto sul tavolo per quello
che verrà dopo. E con Will Smith che suggerisce
che ci sarà un futuro per la serie, ci sono molti modi per andare
avanti con la storia. Mary e Hancock pensavano di essere gli unici
del loro genere rimasti, ma potrebbero incontrarne altri.
Il protagonista potrebbe affrontare una
minaccia più grande di Los Angeles, oppure la storia potrebbe
essere ambientata in un periodo di tempo completamente diverso.
Tutte queste possibilità potrebbero derivare dal finale del
film.
Il set della seconda stagione di
Fallout è
mostrato in un nuovo video, che sembra anticipare un flashback su
Las Vegas. Basata sulla popolare serie di videogiochi, la fortunata
serie post-apocalittica di Prime Video è stata presentata per la prima volta
nel 2024, con gli showrunner Graham Wagner e Geneva
Robertson-Dworet al timone. La prima stagione, che segue Lucy, la
Vault Dweller di Ella Purnell, mentre si imbarca in una missione
per trovare suo padre con Ghoul di Walton Goggins, è stata un
successo di critica e di pubblico, e la seconda stagione di
Fallout è stata confermata poco dopo il suo debutto. Le
riprese della seconda stagione sono iniziate lo scorso novembre, ma
non è ancora stata fissata una data di uscita.
@onzo1313
su TikTok ha condiviso un nuovo video del set di Los Angeles della
seconda stagione di Fallout, che mostra quella che sembra essere una
versione illuminata di Las Vegas. Il video mostra alcune delle
caratteristiche architettoniche della città e un’auto di colore
rosso acceso, con un’auto nera sullo sfondo. Anche se è difficile
distinguere molto dal filmato mosso, il set di Las Vegas che sembra
prebellico si trova proprio dietro una perfetta riproduzione del
malconcio e logoro “Welcome to the strip” presente
nel videogioco Fallout: New Vegas.
Il video mostra anche due brevi
scorci di alcune insegne di Las Vegas anteguerra, tra cui
pubblicità di quello che sembra essere un cocktail lounge e del
Michael Angelo’s Sign Shop. Il Michael Angelo’s Sign Shop, noto
anche come Michael Angelo’s workshop, è un luogo presente nella
città nel gioco New Vegas.
Cosa significa il video del set
per Fallout – stagione 2
L’inclusione di New Vegas nello
show spiegata
Il
finale della prima stagione di
Fallout, vede Hank MacLean (Kyle
MacLachlan) che osserva New Vegas in lontananza mentre
indossa un’armatura potenziata. La location non è mostrata in
dettaglio nella prima stagione, ma avrà un ruolo molto più
importante nella seconda. Hank ovviamente si dirigerà verso la
principale location del gioco, ma la stagione 1 si conclude con
Lucy e il Ghoul che partono alla sua ricerca, suggerendo che anche
loro finiranno in città.
Con New Vegas che sarà una location
importante nella stagione 2, Wagner ha confermato a Varietyche ciò significa che il suo governatore dei giochi, Mr.
House, sarà presente anche nei prossimi episodi.
“Las Vegas nel mondo di Fallout
è la città di Robert House“, ha detto Wagner. ”Robert
House sarà coinvolto nella seconda stagione”.
Robert House, interpretato
dall’attore Anthony Misiano, appare molto brevemente nella prima
stagione di Fallout. Non è chiaro se Misiano riprenderà il suo
ruolo nella seconda stagione.
L’ultimo video ambientato nella
stagione 2 di Fallout suggerisce che, proprio come la
stagione 1 presentava una serie di flashback di
Ghoul quando era Cooper Howard, la stagione 2 potrebbe
mostrare Las Vegas prima della guerra, forse esplorando le origini
di House e la sua fondazione di RobCo Industries. Dopotutto,
sono Mr. House e RoboCo Industries che permettono a Las Vegas di
sopravvivere alla Grande Guerra.
La nostra opinione su una
potenziale stagione 2 di Fallout Un nuovo flashback di Las
Vegas
Ella Purnell in Fallout. Foto: JoJo Whilden/Prime
Video.
C’è motivo di essere ottimisti
dopo la prima stagione
I flashback della prima stagione
sono stati fondamentali per comprendere il Ghoul e fornire un
contesto necessario per lo stato del mondo attuale nello show. Se
nella seconda stagione ci saranno flashback di Las Vegas
prebellica, c‘è motivo di credere che saranno implementati in
modo efficace e che risponderanno alle domande che i non
appassionati del gioco potrebbero avere.
Sebbene la CGI sia stata
fondamentale nella prima stagione, l’enfasi della serie su set ed
effetti pratici dà davvero a tutto un aspetto molto
tangibile.
Ciò che è particolarmente
entusiasmante dell’ultimo video sul set della seconda stagione di
Fallout è quanto la serie continui a fare affidamento
sugli effetti pratici. Sebbene la CGI sia stata fondamentale nella
prima stagione, l’enfasi della serie su set ed effetti pratici
conferisce davvero a tutto un aspetto molto tangibile. La seconda
stagione potrebbe essere ancora lontana più di un anno dall’uscita,
ma sembra già promettente.