Come riportato da Deadline, l’attrice
Phoebe Dynevor è in trattative per recitare
accanto a Jake Gyllenhaal nel prossimo film di
M. Night Shyamalan, un thriller romantico e
soprannaturale basato su una storia originale co-creata da
Shyamalan e dallo scrittore di bestseller Nicholas
Sparks.
Come precedentemente riportato, Shyamalan e Sparks stanno
infatti scrivendo indipendentemente una sceneggiatura e un romanzo,
rispettivamente, basati sulla stessa storia originale. Attualmente,
non è noto quali ruoli i due attori andranno a ricoprire
all’interno del film.
Entrambi i progetti si baseranno
sullo stesso concetto e sulla stessa serie di personaggi, ma
adattati ai rispettivi medium. Shyamalan e Ashwin
Rajan produrranno attraverso la Blinding Edge Pictures,
insieme a Theresa Park, partner di lunga data di
Sparks, e Marc Bienstock. Sparks è anche
produttore esecutivo. La Blinding Edge Pictures di Shyamalan
produrrà il film, che è in trattative con la Warner Bros per
l’uscita nelle sale. Al momento, non c’è ancora una data di uscita
per il film, né è chiaro quando potrebbe arrivare in sala.
Conosciuta soprattutto per il suo
ruolo da star in Bridgerton e per il ruolo acclamato dalla critica in
Fair
Play, Phoebe Dynevor ha davanti a sé un
anno impegnativo che comprende anche il thriller Beneath the
Storm, in uscita nel corso dell’anno, mentre recentemente ha
concluso la produzione della commedia dark Famous di
A24,
dove recita al fianco di Zac Efron. Si attendono ora maggiori
informazioni su questo misterioso progetto targato
Shyamalan-Sparks, un lavoro su cui non si hanno ancora notizie ma
che ha già generato grande curiosità.
Dopo il successo di Mufasa:
Il re leone, Barry Jenkins ha trovato il
suo prossimo grande film in studio e ha ottenuto la partecipazione
di una delle star più impegnate di Hollywood. Secondo le fonti di
Deadline, la Universal si è
aggiudicata il film The Natural Order, con Jenkins
alla regia e Glen Powell come protagonista. Il progetto è
basato su un romanzo ancora inedito di Matt
Aldrich, di cui lo studio ha ottenuto i diritti in
anticipo la scorsa settimana. I dettagli sono stati tenuti
nascosti, ma il progetto è stato presentato come un thriller
fantascientifico di alto livello che ruota intorno alla ricerca
della vita eterna.
Il progetto è il primo film che
Powell e Dan Cohen produrranno per la loro nuova
società Barnstorm nell’ambito dell’accordo first-look con la
Universal, iniziato il mese scorso. Inoltre, Adele
Romanski e Mark Ceryak produrranno sotto
il marchio Pastel che condividono con Jenkins. In trattative per la
produzione c’è anche Jewerl Keats Ross, che è
stato determinante per mettere insieme Jenkins, Aldrich e Powell.
Ross ha recentemente prodotto il film vincitore del Gran Premio
della Giuria al Sundance, Sujo.
Secondo gli addetti ai lavori,
Jenkins, Powell e Aldrich stavano sviluppando il film da tempo e
recentemente lo hanno portato sul mercato. Le cifre finanziarie non
sono note, ma le fonti dicono che il mix tra l’avere una delle più
grandi star del momento e il regista premio Oscar che lavora in un
genere nuovo per lui era un’opportunità troppo ghiotta per
lasciarsela sfuggire. A questo punto non resta che attendere
maggiori informazioni su questo progetto, a partire da primi
dettagli di trama e da altri nomi che potrebbero aggiungersi al
cast.
Il momento d’oro di Glen Powell
Glen Powell è diventato una delle star
più richieste dagli studios per i loro progetti di tipo
blockbuster. Attualmente sta girando The
Running Man, l’adattamento di Edgar
Wright del racconto di Stephen King, per
la Paramount Pictures, la cui uscita è prevista per il 7 novembre
2025. Powell è poi reduce dal successo estivo di Twisters, che con 81,2 milioni di dollari è diventato
il più grande weekend d’apertura di sempre per un film su una
catastrofe naturale al botteghino nazionale. Negli Stati Uniti è
poi arrivato ad un incasso di 267,7 milioni di dollari, mentre a
livello globale ha incassato 371 milioni di dollari.
Powell ha poi recentemente recitato
anche nel film campione d’incassi Tutti
tranne te, mentre il film di Richard
Linklater, Hit Man,
che Powell ha co-scritto e prodotto, è stato il numero 1 su
Netflix per diverse settimane di fila. Lo vedremo poi
nella serie Hulu Chad Powers e in un nuovo film di
J.J. Abrams ancora senza titolo. A questi progetti
si aggiunge dunque ora anche il nuovo progetto del premio Oscar
Barry Jenkins, celebre per i film Moonlight
e
Se la strada potesse parlare.
Dopo
una nuova immagine di Matt Damon, l’account Instagram Filmatic ha ora condiviso una nuova foto dal set di
The
Odyssey, in cui vediamo stavolta gli attori
Tom Holland e Jon Bernthal. Nella foto i due attori sono
colti durante un momento di pausa, ma ciò che è interessante di
quest’immagine è che ci permette di avere un primo sguardo a quello
che sarà il loro aspetto nel film di Christopher Nolan. Qui di seguito, ecco
l’immagine!
L’antico poema epico di Omero
racconta la storia di Odisseo, re di Itaca, e del suo pericoloso
viaggio di ritorno a casa dopo la guerra di Troia, esplorando temi
di eroismo, lealtà, astuzia e la lotta contro la volontà divina. Il
racconto include episodi iconici come l’incontro con il ciclope
Polifemo, le Sirene e la strega-dea Circe, avventure che culminano
con il suo ricongiungimento con la moglie Penelope.
Sebbene questo sarebbe l’adattamento
più ad alto budget del questo testo fino ad oggi, il poema è stato
precedentemente adattato nel film del 1954 Ulisse,
diretto da Mario Camerini e interpretato da
Kirk Douglas, così come nella miniserie del 1997
L’Odissea, diretta da Andrei
Konchalovsky e interpretata da Armand
Assante. Gli ultimi libri dell’Odissea sono stati anche la
fonte principale per The
Return, di Uberto Pasolini, che è
uscito in Italia all’inizio del 2025 e che vede protagonisti
Ralph Fiennes nei panni di Ulisse e Juliette Binoche in quelli di Penelope.
I dettagli sulla trama del film
The
Odyssey di Christopher Nolan sono ad ora stati tenuti
nascosti e non è confermato quanto il regista sarà fedele all’opera
di Omero. Considerando i suoi precedenti, c’è da aspettarsi che
apporti una svolta inaspettata alla storia che già presenta tutti i
marchi di fabbrica del suo cinema, in particolare la non linearità
della narrazione. Le riprese di Odyssey dovrebbero iniziare il mese
prossimo e sarà il secondo film di Nolan per la Universal, dopo
Oppenheimer.
Warner
Bros. ha pubblicato un nuovo trailer di
F1, il prossimo film dedicato alla Formula Uno con
Brad Pitt che uscirà nei cinema il 26
giugno. Pitt è il protagonista del film nei panni di Sonny
Hayes, un pilota di Formula Uno in pensione che ha subito un
terribile incidente in passato. Viene convinto a tornare dalla
pensione e ad allenare un prodigio esordiente, interpretato da
Damson Idris, per la gara Apex Grand Prix.
Il cast comprende anche la candidata
all’Oscar® Kerry Condon, il vincitore dell’Oscar®
Javier Bardem, il vincitore dell’Emmy e del Golden
Globe
Tobias Menzies, Sarah Niles e
Kim Bodnia.
John Kosinski
(regista di Top Gun: Maverick) dirige e produce il film insieme a
Jerry Bruckheimer e Chad Oman
della Jerry Bruckheimer Films, Brad Pitt, Dede Gardner e
Jeremy Kleiner per la Plan B Entertainment e
Lewis Hamilton con la sua Dawn Apollo Films. Il
film è stato realizzato in collaborazione con la Formula 1® e
l’intera comunità della F1, compresi i 10 team di F1 e i loro
piloti, la FIA e gli organizzatori delle gare. Il candidato
all’Oscar® Ehren Kruger (Top
Gun: Maverick) si è occupato della sceneggiatura.
L’amministratore delegato della Copper, Penni
Thow, è il produttore esecutivo.
Il film sarà distribuito nelle sale
di tutto il mondo e in IMAX da Warner Bros. Pictures in Nord
America il 27 giugno 2025 e a livello internazionale a partire dal
26 giugno 2025.
Prima di Stranger
Things, i fratelliDuffer hanno realizzato il loro primo
lungometraggio Hidden – Senza via di
scampo nel 2015. In parte dramma incentrato sui personaggi
e in parte thriller apocalittico, questo film è un avvincente
esercizio di suspense e regia a basso costo. Il film si svolge per
lo più in un rifugio antiatomico dove una coppia,
Ray e Claire (Alexander
Skarsgård e Andrea Riseborough), e la loro giovane figlia,
Zoe (Emily Alyn Lind), vagano
nell’oscurità e scroccano prodotti in scatola. Si nascondono da una
sinistra presenza esterna chiamata Respirosi. Per
questo racconto, i fratelli Duffer utilizzano inquadrature strette
e luci soffuse per immergere il pubblico nella claustrofobia e
nella paura dei personaggi.
Nonostante l’incredibile uso di
tecniche cinematografiche minimaliste e la costruzione di una
conclusione sorprendente, la Warner Bros. non ha però sostenuto
Hidden – Senza via di scampo. Lo
studio non ha infatti gradito la cupa ambientazione sotterranea del
film, anche se è proprio questa a creare una tensione da brivido.
Ciò ha portato il film a passare più in sordina del dovuto.
L’insuccesso non ha però frenato i fratelli Duffer dal realizzare
questo progetto così come lo immaginavano. Con il tempo, il film ha
poi ottenuto maggiore popolarità, divenendo oggetto di dibattito
anche per il suo ambiguo e tutt’altro che risolutivo finale.
Cosa ricordare di Hidden –
Senza via di scampo
All’inizio del film Ray, Claire e
Zoe sono al loro 301° giorno di permanenza sottoterra. Zoe è
frustrata dal loro stile di vita clandestino, ma Ray le risolleva
il morale con un gioco fantasioso per cui si chiudono gli occhi e
si rivisitano i ricordi della vita passata. Questi sono anche
legati ad una rigida serie di regole da seguire per mantenere la
stabilità emotiva. La famiglia si ricorda costantemente di non
diventare troppo ansiosa, paurosa, arrabbiata o di provare altre
emozioni angoscianti. Questo concetto di pace interiore ha
un’importanza significativa nel finale. A Zoe viene anche proibito
di lasciare il rifugio attraverso la botola superiore, tenuta
saldamente al suo posto da catene. Tuttavia, la botola non è così
resistente come credono.
Alexander Skarsgård e Emily Alyn Lind in Hidden – Senza via di
scampo
I fratelli Duffer costruiscono
abilmente l’apprensione e l’intrigo intrecciando gradualmente i
flashback alle scene del presente. Scopriamo che nel bel mezzo di
un’epidemia mortale nella loro città natale, la famiglia ha tentato
di fuggire attraverso l’autostrada, ma ha incontrato una quarantena
imposta dal CDC. Quando tentano di tornare a casa, assistono
all’incenerimento di Kingsville da parte dei caccia militari, che
di fatto spazzano via tutto ciò che conoscono e amano. Claire si
ricorda del rifugio antiatomico vicino alla scuola di Zoe e vi
conduce la sua famiglia, diventando quelli che credono di essere
gli unici sopravvissuti a un attacco feroce e intenzionale.
La “tranquillità” della loro
permanenza clandestina sottoterra viene però compromessa quando un
piccolo ratto si infiltra in ciò che resta del loro cibo in
scatola. Da questa intrusione apparentemente innocua si scatenerà
la tragedia. Claire, nel tentativo di uccidere violentemente la
povera creatura, urta una lampada, che si rovescia e prende fuoco.
Attraverso il piccolo condotto d’aria che il ratto ha usato come
ingresso, il fumo che sale espone a quel punto la presenza della
famiglia ai temuti Respirosi, che inizieranno da quel momento a
dare la caccia ai tre.
Dopo che i Respirosi hanno aperto la
botola, Claire e Zoe fuggono attraverso il condotto d’aria, ma Ray
non riesce a entrare. A quel punto si vedono degli schizzi di
sangue, il che implica che i temibili Respirosi lo hanno
ferocemente ucciso. Claire e Zoe corrono oltre la scuola elementare
e raggiungono l’autostrada affollata di auto. All’improvviso, i
Respirosi si avvicinano all’inquadratura, con in mano degli aghi
che infilano nel collo delle due per prelevare il loro sangue e
praticare l’eutanasia. Questa inquadratura rivela che i Respirosi
sono in realtà soldati militari che indossano maschere antigas (da
cui il respiro pesante) per proteggersi dall’infezione di cui sono
affetti Ray, Claire e Zoe.
Alexander Skarsgård e Andrea Riseborough in Hidden – Senza via di
scampo
Quando Ray, che si svela essere
sopravvissuto, torna per scacciare i Respirosi da Claire e Zoe, ci
rendiamo conto che l’infezione trasforma la vittima in un mostro
dalle vene nere e dagli occhi rossi e sporgenti, dotato di una
forza sorprendente e di una rabbia incontrollabile. Dopo che i
Respirosi sparano a Ray, Claire e Zoe scappano dalla loro rete e
uccidono tutti i soldati, infettandone anche uno togliendogli la
maschera. Nella sua furia selvaggia, Zoe blocca accidentalmente la
madre. Claire mantiene un contatto visivo costante, ricordando alla
figlia la regola di mantenere la calma.
Si comprende a questo punto che ciò
non era solo per il loro benessere nel bunker, ma anche per tenere
sotto controllo l’infezione, che viene scatenata da emozioni
intense. Claire e Zoe scappano poi da un elicottero in arrivo e,
con grande sorpresa, si imbattono in Joey, l’amico
di Zoe. Il ragazzo li conduce a un gruppo di sopravvissuti infetti
che vivono sottoterra. Prima di entrare nella loro nuova casa, Zoe
osserva che è il giorno 302. “Non sono giorni”, risponde
Claire. “Non sono giorni”, risponde Claire, sottintendendo
che ogni mattina è un piccolo miracolo – l’affermazione speranzosa
di Ray all’inizio del film.
La spiegazione del finale del
film
L’avvincente colpo di scena di
Hidden – Senza via di scampo
sovverte dunque le aspettative di cattivi ed eroi del genere
zombie. Rivelando che la famiglia per cui abbiamo fatto il tifo è
in realtà quella di cui i Respirosi hanno paura, i fratelli Duffer
suggeriscono che il bene e il male sono concetti relativi. Il
pubblico spesso trascura il fatto che gli zombie un tempo erano
esseri umani e che hanno subito una profonda perdita, non solo
della loro famiglia e dei loro amici, ma anche di sé stessi.
Osservando entrambe le parti, siamo in grado di capire come
un’epidemia virale colpisca tutti, non solo coloro che cercano di
non ammalarsi.
I Respirosi di Hidden – Senza via di scampo
Attraverso i Respirosi e la lotta
per la sopravvivenza della famiglia, Hidden –
Senza via di scampo mostra come
l’autoconservazione possa far emergere il lato più oscuro della
natura umana. I temi della paura, della sfiducia e della rabbia
verso gli altri durante una pandemia risuonano in modo particolare
sulla scia del COVID-19. La pandemia ha messo in luce un diffuso
egoismo. La pandemia ha messo in luce l’egoismo diffuso, in
particolare negli Stati Uniti, dove gli individui hanno dato
priorità ai propri interessi e si sono preoccupati poco del
sostentamento degli altri.
I Respirosi mirano a proteggersi
distruggendo Kingsville, ma questo solleva la questione morale se
distruggere alcuni individui per preservare il tutto. Il sacrificio
di innumerevoli famiglie è necessario per un bene superiore –
proteggere il virus dalla diffusione negli Stati Uniti – o gli
infetti avrebbero potuto imparare, come la famiglia di Zoe, a
temperare il virus con un po’ di autocontrollo? L’ambiguità morale
del finale suggerisce che queste idee sono complesse e non esiste
un’unica risposta corretta. Hidden – Senza
via di scampo rifiuta l’idea di ciò che è giusto o
sbagliato, anche nelle emergenze di vita o di morte.
Ritraendo personaggi eticamente
grigi, i fratelli Duffer sfidano dunque la struttura horror della
luce contro l’oscurità. Sia i Respirosi che la famiglia di Zoe
stanno lottando per rimanere in vita e l’empatia reciproca potrebbe
aiutarli a gestire meglio la crisi virale. Con il finale, dunque,
si ha questo colpo di scena ma il film si conclude senza fornire
risposta a tutte le domande sollevate. Come si è originato questo
virus? Quanto si è esteso? Cosa ne sarà di questa popolazione
sotterranea? Sfortunatamente i fratelli Duffer non hanno mai
accennato ad un possibile sequel, per cui Hidden –
Senza via di scampo è da prendere come una
riflessione sulle tematiche poc’anzi esposte senza la pretesa di
ulteriori risvolti della storia proposta.
La serie di film di successo
Jurassic World (qui
la recensione) ha il merito di aver riacceso l’interesse nei
confroni dei dinosauri, riportando questi giganti preistorici alla
vita cinematografica. I dinosauri visti in questi nuovi film del
franchise sono una miscela di terrore, stupore e intrigo
scientifico, e rappresentano una vasta gamma di specie con
un’accuratezza e una drammatizzazione entusiasmanti. Dai
formidabili predatori apicali agli agili cacciatori di branchi, i
dinosauri di Jurassic World offrono quindi
un’esperienza coinvolgente che cattura l’immaginazione e sottolinea
la diversità delle forme di vita che dominavano la Terra milioni di
anni fa.
I dinosauri del film uscito nel 2015
mostrano quindi una varietà di queste antiche creature, offrendo
uno sguardo in un’epoca passata attraverso effetti speciali e
narrazione all’avanguardia. Questi maestosi animali vanno qui dal
temibile predatore Tyrannosaurus Rex all’astuto
Velociraptor, ognuno portato in vita con dovizia
di particolari. Questi dinosauri, parte integrante della posta in
gioco e delle trame ricche di azione del film, portano gli
spettatori a confrontarsi con la natura impressionante e talvolta
terrificante di queste antiche creature, sottolineando il loro
significato storico e la meraviglia della paleontologia
moderna.
La rappresentazione realistica di
questi dinosauri è quindi un regalo all’immaginazione, fondendo
l’intrattenimento con l’educazione in un modo che pochi film
riescono ad ottenere. Portando sullo schermo queste possenti
creature, il mondo del cinema funge infatti da ponte verso il
lontano passato del nostro pianeta, favorendo un più profondo
apprezzamento sia per i dinosauri stessi che per il campo della
paleontologia. Con icone come il Tyrannosaurus
Rex, il Mosasaurus e il
Velociraptor che tornano in vita, Jurassic
World continua quindi a incantare ed educare.
Tutti i dinosauri presenti in Jurassic World
Indominus Rex
In Jurassic World,
gli ingegneri hanno deciso di creare il dinosauro più temibile di
sempre con l’Indominus rex, che significa “re
feroce o indomabile”. A prima vista assomiglia a un T. rex, ma
i suoi caratteristici ornamenti della testa e gli osteodermi ossei
sono riconducibili ai terapodi noti come
Abelisauri. Il suo ruggito può raggiungere il
livello di decibel di un aereo in decollo e può correre a una
velocità di 30 miglia orarie.
Tirannosauro Rex
Tra i più grandi carnivori che
abbiano mai camminato sul pianeta, il Tyrannosaurus
rex è apparso in tutti i film di Jurassic Park. Il Tyrannosaurus Rex, spesso acclamato
come il re dei dinosauri, non è il protagonista della saga di
Jurassic World, ma questo colossale predatore, noto per le sue
mascelle massicce e il suo ruggito terrificante, incarna in ogni
caso la potenza e l’atto predatorio allo stato puro.
Mosasauro
Questo dinosauro acquatico carnivoro
dominava i mari antichi e cacciava pesci, rettili, uccelli e
persino squali bianchi. La sua lunghezza superava i 60 piedi e il
suo peso raggiungeva le cinque tonnellate. Il Mosasauro è stato il
preferito dai fan nel trailer e sebbene abbia un ruolo piuttosto
ridotto nel film, la scena in qui viene sfamato con uno squalo è
semplicemente sbalorditiva, oltre a spaventare per la grandezza di
questo predatore.
Il Mosasauro in Jurassic World
Velociraptor
Il velociraptor era uno dei
dinosauri più intelligenti del suo tempo e saggiamente cacciava in
branco. In Jurassic World, vengono addestrati per
essere mostrati in pubblico. In particolare, tra i tanti si
distingue Blue, un velociraptor con sfumature blu con cui il
protagonista riesce a stabilire un particolare legame. Proprio in
vista di ciò, quello che negli altri film della saga era uno dei
più pericolosi ostacoli, è qui invece un prezioso alleato.
Dimorfodonte
Il Dimorphodon è
uno degli pterosauri, o rettili volanti, di Jurassic
World. Il suo nome significa “dente a due forme” e volava
nei cieli del Giurassico per predare i pesci. Un dimorfodonte può
essere visto attaccare le persone all’interno del parco insieme
all’altro dinosauro volante, lo pternodonte.
Gallimimus
Questo “imitatore di polli” a prima
vista potrebbe ricordare un grosso struzzo con la coda, e in
effetti il gallimimus condivide alcune
caratteristiche con il suo cugino moderno. In Jurassic
World, il gallimus vive in un’area chiamata Gallimimus
Valley e si nutre di vegetazione soffice.
Pteranodonte
Lo pteranodonte è il più grande
dinosauro volante di Jurassic World. È
principalmente un mangiatore di pesci, ma, come si vede nel film,
lo pternodon può anche essere estremamente aggressivo.
Lo pteranodonte in Jurassic World
Stegosauro
Lo stegosauro è uno
dei dinosauri più elaborati e affascinanti di sempre. Possiede 17
placche ossee dal collo alla schiena e la sua coda è dotata di
quattro lunghi spuntoni per colpire gli aggressori carnivori. Anche
in Jurassic World è più che altro un dinosauro di
sfondo, senza alcun coinvolgimento nella trama del film, ma ha
comunque il suo fascino.
Apatosauro
Gli apatosauri sono
già stati visti nei film di Jurassic Park e almeno uno lo
si rive in Jurassic World. L’Apatosauro erbivoro,
che significa “lucertola ingannevole”, è uno degli animali più
grandi che abbiano mai camminato sulla Terra. L’adulto medio è più
lungo di due scuolabus parcheggiati uno accanto all’altro e pesa
quanto quattro elefanti africani.
Anchilosauro
Questo dinosauro quadrupede lungo 30
metri e pesante 6 tonnellate ha un nome che significa “lucertola
fusa”. I paleontologi chiamano questo erbivoro “carro armato
vivente” perché è protetto da un’armatura a spuntoni, dalle ossa
fuse del cranio fino alla clava arrotondata e dall’aspetto
formidabile all’estremità della coda.
Divenuta una delle saghe
cinematografiche d’azione più celebri di sempre, Die
Hard comprende oggi cinque titoli usciti in sala
in un arco temporale che va dal 1988 al 2013. Protagonista assoluto
è l’attore Bruce
Willis, che ricopre il ruolo del poliziotto John
McClane. Nel corso degli anni, questi si è trovato coinvolto in
avventure sempre più estreme e rischiose, in missioni adatte
soltanto ad un uomo “duro a morire”. Anche per merito di ciò, il
personaggio è stato indicato come uno dei più iconici del cinema,
nonché uno dei più importanti nella carriera di Willis. Dopo il
grande successo del
primo film, nel 1990 arriva al cinema il sequel intitolato
58 minuti per morire – Die Harder, diretto da
Renny
Harlin.
Alla base della storia vi è
l’omonimo romanzo pubblicato nel 1987 da Walter
Wager. Protagonista del libro è in realtà un personaggio
chiama Frank Malone, ma per il film tale dettaglio viene modificato
al fine di permettere a John McClane di essere nuovamente il
protagonista. Per cercare similitudini con il precedente film,
anche i nemici vengono trasformati da un misterioso individuo ad un
gruppo di terroristi. Così facendo i produttori speravano di andare
incontro ad un nuovo successo sulla scia del precedente
capitolo.
Tale speranza diventò reale nel
momento in cui al box office il film incassò un totale di circa 240
milioni di dollari a fronte di un budget di circa 70. Tale
risultato superò di molto quello raggiunto dal precedente film, e
spinse i produttori ad investire in ulteriori film della saga. In
questo articolo, però, approfondiamo alcune delle principali
curiosità relative a questo secondo capitolo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alle location. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
È di nuovo la Vigilia di Natale.
All’aeroporto di Washington John McClane attende
l’arrivo dell’aereo su cui viaggia la moglie
Holly. I due hanno in mente di trascorrere
finalmente insieme e in totale tranquillità quel periodo di festa.
Tale desiderio viene tuttavia stravolto nel momento in cui un
gruppo di terroristi assale l’aeroporto e ne blocca il traffico
aereo. Il colonello Stuart è a capo
dell’operazione. Ex membro dell’esercito espulso per via di azioni
illecite, questi punta a liberare l’ex generale corrotto,
Ramon Esperanza, il quale sta anch’egli arrivando
all’aeroporto per essere poi condotto a processo. I terroristi
prendono possesso della torre di controllo, impedendo l’atterraggio
dei voli in arrivo e lanciando la loro richiesta di
liberazione.
Ancora una volta McClane riesce ad
eludere la sorveglianza, iniziando a concepire un piano per salvare
la situazione. Si troverà però a dover agire in fretta, poiché gli
aerei in volo possiedono un’autonomia limitata. Quello su cui si
trova sua moglie, in particolare, ha solo 58 minuti a disposizione
prima di precipitare al suolo. A peggiorare l’azione ci pensa anche
l’arrivo della polizia, che si dimostra impreparata a gestire la
crisi. Tutto è nelle mani di McClane, e riprendere il controllo
della torre è l’unico modo per lui di salvare la situazione. Passo
dopo passo, il poliziotto dovrò così avvicinarsi a tale ambiente,
evitando di essere ucciso dai terroristi che pattugliano l’intero
aeroporto.
Il cast del film
Elemento indispensabile per dar vita
al film era ovviamente il ritorno di Bruce Willis nei panni del poliziotto John
McClane. Rimasto particolarmente entusiasta dell’esperienza con il
precedente film, l’attore si dichiarò ben lieto di riprendere il
personaggio. Nel farlo, egli ebbe inoltre la possibilità di dar
vita a maggiori improvvisazioni nelle battute. Poiché quelle da lui
inserite nel primo Die Hard ebbero un grande
successo, i produttori spinsero Willis a inserire più gag,
conferendo ulteriore carisma al personaggio. Tuttavia, al termine
delle riprese l’attore dichiarò di non aver particolarmente
apprezzato tale sequel, infastidito dalle eccessive somiglianze con
il precedente. Per tale motivo si dichiarò disponibile a riprendere
il personaggio solo se i successivi film fossero stati più diversi
tra loro.
Nel film è nuovamente presente anche
l’attrice Bonnie Bedelia, che riprende il
personaggio di Holly McClane, moglie di John. L’attore
William Atherton torna nei panni del giornalista
senza scrupoli Richard Thornberg, che ancora una volta mette in
pericolo la vita dei protagonisti. Ad interpretare il villain di
turno vi è William Sadler, che dà vita allo
spietato colonnello Stuart. Per interpretare tale personaggio,
l’attore ha dovuto allenarsi per diversi mesi nelle arti marziali,
in preparazione della scena di combattimento alla fine del film. Il
noto Franco Nero, invece, è presente nel film con
il ruolo del generale Ramon Esperanza, l’uomo che Stuart tenta di
liberare dall’arresto. Infine, l’attore John Amos
interpreta il maggiore Grant, mentre John
Leguizamo è Burke.
Quasi del tutto ambientato
nell’aeroporto di Washington, il film ha avuto in realtà come
location principale il Los Angeles International
Airport. Molte delle riprese interne sono infatti state
svolte in esso, mentre le riprese esterne sono state realizzate
all’aeroporto internazionale Stapleton di Denver.
Molte delle scene del film presentano però una gran varietà di
location, cosa che ha permesso alla produzione di poter camuffare
le differenze con i luoghi in cui dovrebbe essere realmente
ambientato il film. L’effetto finale permette di non avvertire
differenze, ma riesce a trasmettere la sensazione che tutto sia
effettivamente stato girato nello stesso luogo.
Il finale di 58 minuti per morire – Die
Harder
Nel finale del film, John
riesce a saltare sull’ala dell’aereo con cui il generale, i
terroristi e la squadra speciale cercano di fuggire. Dopo uno
scontro, riesce ad aprire un bocchettone di rifornimento sull’ala e
una volta a terra dà fuoco alla scia di carburante che ne
fuoriesce, facendo sì che l’aereo, proprio nell’attimo in cui si
stacca dal suolo e decolla, esploda a mezz’aria. Così facendo,
John, oltre ad eliminare in un sol colpo tutti i terroristi, riesce
anche ad illuminare la pista grazie alle fiamme sprigionate
dall’incendio del velivolo esploso e consentendo così a tutti gli
aerei in attesa in quota di atterrare agevolmente senza danni. John
riuscirà, così, a riabbracciare la moglie sana e salva.
Il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
58 minuti per morire – Die Harder grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Disney+, Tim Vision e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale, avendo così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film verrà inoltre trasmesso in televisione giovedì 13
marzo, alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Ai fan di Black
Mirror viene detto di “perdere la testa” e la realtà nelle
“sei storie elettrizzanti” che verranno lanciate a breve
per la Stagione 7 dell’epica antologia di
Charlie Brooker su Netflix. Oggi è infatti stato presentato un trailer
con un gran numero di star, oltre alle prime immagini, alla data di
lancio del 10 aprile e al nuovo cast, tra cui
Will Poulter e Asim Chaudhry
che tornano per la loro seconda volta in Black Mirror dopo aver
recitato nello speciale interattivo del 2018,
Bandersnatch.
A loro si aggiungono i nuovi membri
del cast Michele Austin (Hard Truths),
Ben BaileySmith (David
Brent: Life on the Road), Josh Finan (Say
Nothing), James Nelson-Joyce (The
Outlaws), Jay Simpson (Pride & Prejudice,
The Holiday) e Michael Workéyè (This Is
Going to Hurt). Tra i protagonisti della prossima stagione vi
sono anche Peter Capaldi,
Awkwafina, Paul Giamatti, Rashida Jones,
Chris O’Dowd e Issa Rae.
Nel trailer, il pubblico ha la
possibilità di vedere in anteprima una serie di episodi diversi,
caratterizzati dall’atmosfera e dal tono stravolgente tipici di
Black Mirror. Per il momento Netflix non si è
espressa sugli episodi specifici, oltre a confermare il sequel
dell’episodio della quarta stagione USS Callister, che
vedrà il ritorno di attori del calibro di Cristin Milioti e Jimmy
Simpson, ma non di Jesse Plemons o Michaela
Coel. Quella puntata, vincitrice di un Emmy, seguiva un
programmatore dotato che simulava un’avventura spaziale simile a
Star Trek, utilizzando il DNA dei suoi colleghi per creare
cloni digitali senzienti con conseguenze terrificanti.
Black Mirror – Stagione 7 arriverà dunque su
Netflix il 10 aprile.
Rick McCallum,
produttore di Star
Wars di George Lucas, ha
recentemente partecipato a un episodio del podcast “Young Indy
Chronicles” e ha parlato di quella che sarebbe stata
Star Wars: Underworld, un’ambiziosa serie
televisiva che è stata uno degli ultimi progetti del franchise a
cui Lucas stava lavorando prima di venderlo alla Disney nel 2012
per 4,05 miliardi di dollari. La serie, stando a quanto riportato,
era ambientata tra gli eventi de “La
vendetta dei Sith” e “Una
nuova speranza” e avrebbe fatto da ponte tra la trilogia
originale quella prequel, di cui McCallum è a punto stato
produttore.
“Credo che avessimo più di 60
sceneggiature… come terze bozze”, ha detto McCallum,
sottolineando che hanno portato allo Skywalker Ranch di Lucas gli
‘scrittori più bravi del mondo’ per tracciare e scrivere la serie.
“Erano sceneggiature oscure. Erano sexy. Erano violente. Erano
sceneggiature assolutamente meravigliose, complicate e
impegnative”. McCallum non ha fornito dettagli sulla trama di
Star Wars: Underworld, ma ha detto che la serie
“avrebbe fatto esplodere l’intero universo di ‘Star Wars’ e la
Disney non si sarebbe mai proposta di comprare il
franchise”.
Il produttore ha detto che la
mancata realizzazione della serie rimane “una delle grandi
delusioni della nostra vita”, aggiungendo: “Il problema
era che ogni episodio era più grande dei film, quindi il minimo a
cui potevo scendere con la tecnologia che esisteva allora era di 40
milioni di dollari a episodio”. La serie è poi effettivamente
morta quando la Disney ha acquistato la Lucasfilm e George Lucas ha
lasciato il suo posto nella società. Kathleen
Kennedy, entrata in Lucasfilm nel 2012 come co-presidente
insieme a Lucas, è stata nominata presidente della società dopo
l’acquisizione da parte della Disney.
Star Wars dopo George Lucas
Da quel momento sono arrivati
progetti come una nuova trilogia di film, composta da “Il
risveglio della forza“, “Gli
ultimi Jedi” e “L’ascesa
di Skywalker“, più un paio di film spin-off. Sono po state
realizzate serie come “The
Mandalorian“, “Ahsoka“,
“Andor” o
la recente “Skeleton
Crew“. George Lucas ha dichiarato in un’intervista del
2020 che è stato “molto doloroso” vendere la sua società
alla Disney e rinunciare al controllo del franchise di Star
Wars.
“In quel periodo stavo iniziando
la prossima trilogia; avevo parlato con gli attori e stavo
iniziando a prepararmi”, spiegò Lucas all’epoca a proposito
del motivo per cui aveva venduto la Lucasfilm alla Disney.
“Stavo anche per avere una figlia con mia moglie. Ci vogliono
10 anni per realizzare una trilogia: gli Episodi I e III sono
durati dal 1995 al 2005. Io starei ancora lavorando all’Episodio
IX. Nel 2012 avevo 69 anni. Quindi la domanda era: “Ho intenzione
di continuare a farlo per il resto della mia vita? Voglio
affrontare di nuovo tutto questo?”. Alla fine ho deciso che avrei
preferito crescere mia figlia e godermi la vita per un
po’”.
George Lucas ha anche pensato di non
mettere in vendita la Lucasfilm e di affidare a qualcun altro la
produzione della sua prevista trilogia di sequel, ma “questo
non è andare in pensione”. “Ho passato la mia vita a
creare ‘Guerre stellari’ – 40 anni – e rinunciarvi è stato molto,
molto doloroso”, ha aggiunto. “Ma era la cosa giusta da
fare. Pensavo che avrei avuto ancora un po’ da dire sui prossimi
tre perché li avevo già iniziati, ma loro hanno deciso di voler
fare qualcos’altro. Non sempre le cose vanno come vuoi tu. La vita
è così”.
Dopo due anni di attesa, torna
The
Last of Us – Stagione 2, la serie HBO vincitrice di
numerosi premi Emmy. La seconda stagione riprende cinque anni dopo
gli eventi della prima, che hanno visto Joel (Pedro
Pascal) massacrare un team di medici che speravano di
curare la civiltà dalla malattia generatasi a partire dalla
mutazione di un fugo e che ha devastato buona parte della
popolazione mondiale, lasciando in vita pochi superstiti.
Il potenziale vaccino avrebbe però
comportato il sacrificio di Ellie (Bella
Ramsey), cosa che Joel non poteva accettare. Si è
dunque opposto a questa cosa, mentendo poi alla ragazza sul cosa
sia accaduto nel laboratorio. Ora, nella nuova stagione, Joel ed
Ellie saranno costretti a confrontarsi con le conseguenze delle
loro rispettive azioni. Nella seconda stagione di The Last of Us appariranno dunque
alcuni volti nuovi, ma anche nuovi personaggi interpretati da
attori come Kaitlyn Dever, Isabela Merced, Tati
Gabrielle, che andiamo a scoprire in questo
approfondimento.
Pedro Pascal tornerà nel ruolo di Joel Miller
anche nella seconda stagione di The Last of Us. Il
finale della stagione 1 ha mostrato che Joel è disposto a spingersi
a livelli terrificanti pur di proteggere Ellie, ma queste azioni
avranno certamente delle conseguenze nella stagione 2. Non solo
creerà nuovi e potenti nemici per Joel, ma probabilmente cambierà
anche il suo rapporto con la ragazza. L’attore cileno ha iniziato
con i primi ruoli da guest star in serie come Buffy
l’ammazzavampiri fino a trovare la fama interpretando il
carismatico Oberyn Martell nella quarta stagione di Game of
Thrones.
Bella Ramsey riprende invece il ruolo di Ellie
Williams nella seconda stagione di The Last of Us.
Ramsey, come Pascal, ha raggiunto la fama per il suo ruolo in
Game of
Thrones. Introdotta nella sesta stagione dello show, ha lì
interpretato il ruolo di Lyanna Mormont, che ha subito rubato la
scena. La sua interpretazione della giovane guerriera e leader ha
probabilmente contribuito a farle ottenere il ruolo di Ellie, una
ragazza saggia che va oltre i suoi anni e che potrebbe essere il
segreto per sconfiggere il virus. Come ha rivelato il finale della
prima stagione, l’utilizzo di Ellie per salvare il mondo avrebbe
avuto un costo che Joel non era disposto a pagare.
Il suo ruolo di potenziale
salvatrice dell’umanità continuerà sicuramente a giocare un ruolo
nella seconda stagione e continuerà a essere un elemento
determinante della carriera di Bella Ramsey. Pur
essendo una giovane attrice, sta gradualmente costruendo un solido
curriculum di progetti. Dopo il ruolo in Game of
Thrones, è apparsa nelle serie The Worst Witch e
His Dark Materials. Ha anche recitato nel film del 2022
Catherine Called Birdy. Ramsey sarà poi presente nella
seconda stagione del dramma della BBC Time, oltre ad aver
lavorato come doppiatrice in Galline in fuga – L’alba dei Nugget.
Il personaggio di Gabriel Luna è Tommy Miller, il fratello di
Joel. L’attore americano ha costruito una solida carriera al cinema
e in televisione, interpretando sia eroi simpatici che cattivi
intimidatori. The Last of Us – Stagione 2 lo vede
tornare al suo lato eroico nei panni di Tommy, con cui Joel si
riunisce a Jackson nel finale della stagione 1. Tommy fa parte di
una comunità fiorente e sicura ed è probabile che Joel ed Ellie
decidano di tornare lì nella seconda stagione.
Per quanto riguarda Luna, ha
conquistato molti fan grazie alla sua interpretazione di Robbie
Reyes, alias Ghost Rider, in Agents of SHIELD. Luna si è
poi unito al franchise di Terminator come nuovo robot cattivo in
Terminator
– Destino Oscuro. Recentemente ha recitato accanto
all’icona dei film d’azione Arnold Schwarzenegger nella serie comica di
Netflix Fubar.
Gabriel Luna in The Last of Us
Rutina Wesley nel ruolo di Maria
Miller
Rutina Wesley
riprende invecee il ruolo Maria Miller nella seconda stagione di
The Last of Us. La Wesley è un’attrice americana
con un lungo passato in televisione e la serie HBO è solo l’ultimo
dei progetti di alto profilo a cui ha preso parte. Sebbene Maria
appaia solo in un episodio della stagione 1, è probabile che
ritorni nella stagione 2, essendo la moglie di Tommy e un’altra
residente di Jackson. Si lascia però intendere che Maria non sia
molto contenta dell’arrivo di Joel perché teme che porti il caos
nella vita ormai pacifica di Tommy.
Questa tensione potrebbe crescere
nella seconda stagione, portandola a ritenere Joel una minaccia
crescente. Come anticipato, quello di Maria Miller non è certo il
primo ruolo di Rutina Wesley. La Wesley è apparsa in numerosi show
in ruoli importanti, tra cui Queen Sugar di Ava Duvernay.
Prima ancora, ha fatto parte del cast di True Blood della
HBO nel ruolo di Tara Thorton.
Kaitlyn Dever nel ruolo di Abby Anderson
Kaitlyn Dever vestirà i panni di Abby Anderson
in The Last of Us – Stagione 2. Si tratta di un
personaggio che i fan si aspettano e forse temono di vedere nella
seconda stagione. Nella trama del videogioco, Abby è la figlia del
medico che Joel uccide durante il salvataggio di Ellie. Cosa che la
spinge a compiere una missione di vendetta dalle conseguenze
devastanti. La reazione contro Abby nei videogiochi potrebbe
influenzare la trama, ma sembra probabile che sarà lei la grande
villain della prossima stagione.
La Dever è andata incontro ad una
crescente popolarità nell’ultimo periodo, ma recita in realtà in
progetti di alto profilo da più di dieci anni. Dopo essere
diventata celebre grazie alle serie L’uomo di casa e
Unbeliavable, ha recitato nei film La rivincita
delle sfigate,Caro Evan
Hansen, Ticket to
Paradise, Chi segna
vince,
Dopo Olivere Nessuno
ti salverà. Nel 2025 ha invece preso parte alla serie
Apple Cider Vinegar di Netflix.
Kaitlyn Dever in The Last of Us
Young Mazino nel ruolo di
Jesse
Ad interpretare Jesse, un agente di
pattuglia e membro della comunità di Jackson, vi sarà Youn
Mazino. Il personaggio è uno degli amici intimi di Ellie,
ma ha anche una relazione complicata con Dina, il che aggiunge un
interessante dramma umano alla storia. Mazino è noto per il suo
ruolo nella prima stagione di
Lo scontro di Netflix e per essere uno degli interessi
amorosi di SZA nel video musicale di “Snooze”.
Tati Gabrielle nel ruolo di
Nora
Tati Gabrielle
interpreta invece il ruolo di un medico militare di nome Nora.
Presa sotto l’ala dei medici che cercavano di procurarsi un vaccino
per curare la piaga del Cordyceps, potrebbe essere stata presente
nel momento in cui Joel ha ostacolato quei piani. Prima di questo
progetto, Gabrielle ha recitato in Le terrificanti avventure di
Sabrina e The 100. Avrà anche il ruolo di
protagonista nel prossimo gioco di avventura fantascientifica di
Naughty Dog, Intergalactic: The Heretic Prophet.
Ariela Barer nel ruolo di Mel
Ariela Barer
interpreta Mel, un medico, amica intima di Abby e fidanzata di
Owen, che ha anche studiato medicina e procedure mediche sotto il
team delle Luci. Dopo che Joel ha interrotto i progressi nella
ricerca di una cura, Mel potrebbe avere voglia di vendicarsi. Nel
gioco, seppur riluttante, prende infatti parte alla vendetta di
Abby verso Joel. In quanto attrice, Barer è conosciuta per i suoi
ruoli in Marvel’s Runaways, How to Blow Up A
Pipeline e Atypical.
Isabela Merced in The Last of Us – Stagione 2
Isabela Merced nel ruolo di Dina
Isabela Merced sarà invece Dina nella seconda
stagione della serie. Dina viene introdotta nella macrostoria nel
gioco The Last of Us II, venendo presentata come
nuovo interesse amoroso per Ellie, nonché come agente di pattuglia
e membro della comunità di Jackson. Già nella stagione 1 c’è stato
un accenno alla sua presenza lì. Per quanto riguarda Merced, ha
interpretato Dora in Dora l’esploratrice, Transformers – L’ultimo cavaliere e Madame Web. Sarà anche l’interprete di Hawkgirl in
Superman
di James Gunn.
Danny Ramirez nel ruolo di Manny
Danny Ramirez
interpreta invece Manny, un soldato del Fronte di Liberazione di
Washington ed ex membro delle Luci. Diventa un membro del gruppo di
Abby durante il viaggio verso Jackson, Wyoming e prenderà con
piacere parte alla vendetta di Abby verso Joel. Ramirez si è
recentemente fatto notare in diversi progetti di rilievo, con ruoli
in film e serie come Captain America: Brave New World, Top Gun: Maverick e Black Mirror.
Spencer Lord nel ruolo di Owen
L’attore Spencer
Lord interpreta invece Owen, fidanzato di Mal, e come il
resto della banda è un membro del Fronte di Liberazione di
Washington. Pur frequentando Mal, si unisce ad Abby nella sua
ricerca di Joel. Owen è un altro membro chiave della storyline di
Abby che comparirà nel cast della seconda stagione di The
Last of Us. Si tratta di un altro personaggio molto
discusso e controverso, che conferirà sicuramente maggiore
popolarità a Lord, ad oggi noto per le serie Avvocati di
famiglia e Heartland.
Jeffrey Wright in The Last of Us
Jeffrey Wright nel ruolo di
Isaac
Nella seconda stagione, il candidato
all’Oscar Jeffrey Wright riprende il ruolo di Isaac,
l’astuto leader di un gruppo di miliziani anti-FEDRA noto come
Washington Liberation Front. Egli scatena una guerra tra una
fazione di sopravvissuti ferventi dal punto di vista religioso.
L’attore aveva già avuto modo di confrontarsi con questo
personaggio in quanto vi ha dato voce e sembianze all’interno del
videogioco. Wright è noto soprattutto per Westworld,
The Batman, American Fiction e The French Dispatch.
Infine, in The Last of
Us – Stagione 2 comparirà anche Catherine
O’Hara, il cui ruolo non è però ancora stato annunciato.
La prima stagione ha visto la partecipazione a sorpresa di
personaggi originali e di personaggi ripresi dal gioco. Chiunque la
O’Hara interpreti, che sia amico o nemico, sarà quindi sicuramente
un’altra sorpresa. In occasione del SXSW Film Festival del 2025.
O’Hara è nota per Schitt’s Creek, i film di Beetlejuice e Mamma, ho perso
l’aereo.
Nolan Archive ha condiviso una nuova immagine dal
set di The
Odyssey che raffigura il regista Christopher Nolan e quello che sembra essere
un
Matt Damon invecchiato, in quello che dovrebbe essere
il ruolo del protagonista.
L’antico poema epico di Omero
racconta la storia di Odisseo, re di Itaca, e del suo pericoloso
viaggio di ritorno a casa dopo la guerra di Troia, esplorando temi
di eroismo, lealtà, astuzia e la lotta contro la volontà divina. Il
racconto include episodi iconici come l’incontro con il ciclope
Polifemo, le Sirene e la strega-dea Circe, avventure che culminano
con il suo ricongiungimento con la moglie Penelope.
Sebbene questo sarebbe l’adattamento
più ad alto budget del questo testo fino ad oggi, il poema è stato
precedentemente adattato nel film del 1954 Ulisse,
diretto da Mario Camerini e interpretato da
Kirk Douglas, così come nella miniserie del 1997
L’Odissea, diretta da Andrei
Konchalovsky e interpretata da Armand
Assante. Gli ultimi libri dell’Odissea sono stati anche la
fonte principale per The
Return, di Uberto Pasolini, che è
uscito in Italia all’inizio del 2025 e che vede protagonisti
Ralph Fiennes nei panni di Ulisse e Juliette Binoche in quelli di Penelope.
I dettagli sulla trama del film di
Christopher Nolan sono ad ora stati tenuti
nascosti e non è confermato quanto il regista sarà fedele all’opera
di Omero. Considerando i suoi precedenti, c’è da aspettarsi che
apporti una svolta inaspettata alla storia che già presenta tutti i
marchi di fabbrica del suo cinema, in particolare la non linearità
della narrazione. Le riprese di Odyssey dovrebbero iniziare il mese
prossimo e sarà il secondo film di Nolan per la Universal, dopo
Oppenheimer.
In una nuova intervista rilasciata a
TechRadar, i fratelli Russo sono
stati interrogati sulla direzione di Avengers:
Secret Wars mentre si preparano per Avengers:
Doomsday. Quando è stato chiesto loro quanto dei
fumetti di Secret Wars il MCU stia cercando di adattare, Joe
Russo ha risposto come segue: “Beh, creiamo sempre la nostra
versione della storia. Quindi, usiamo i fumetti come ispirazione
libera. Ma, sapete, sono cresciuto con la serie originale. È quello
che mi ha fatto appassionare ai fumetti Marvel. Anche la serie di Hickman è
fantastica [e sono] molto diverse l’una dall’altra per molti
aspetti, quindi trarremo ispirazione da entrambe”.
Il significato dei commenti dei
fratelli Russo su Avengers: Secret Wars
Quando si tratta di utilizzare i
titoli più importanti dei fumetti Marvel Comics per il MCU, i Marvel Studios hanno tradizionalmente sempre
dato una propria impronta ad alcune delle storie più famose. Spesso
i titoli vengono utilizzati solo nel nome, mentre i film o le serie
televisive del MCU adottano un proprio approccio.
Tuttavia, con Avengers:
Secret Wars, i fratelli Russo vogliono chiaramente
onorare lo spirito dei fumetti di Secret Wars e allo
stesso tempo dare una svolta al MCU.
Viste le gravi conseguenze che hanno
avuto le rispettive storie di Secret Wars di Jim
Shooter e Jonathan Hickman, è logico che
i fratelli Russo vogliano assicurarsi che ci siano colpi di scena e
svolte lungo il percorso per far sì che il film abbia una propria
traiettoria nel MCU. Anche se il risultato finale
sarà probabilmente quello della conclusione del fumetto moderno di
Secret Wars, ci saranno sicuramente delle direzioni
uniche, soprattutto per il modo in cui il cast di questo film si
sta componendo.
Tom Hardy è il protagonista di un nuovo
thriller d’azione di Netflix, Havoc.
Il film segue un detective ferito che deve farsi strada nella
malavita dopo un affare di droga andato male. Il viaggio porta alla
luce una rete di corruzione e cospirazione più profonda di quanto
si possa immaginare. Nel film, il cui debutto è fissato al il 25
aprile, Hardy recita insieme a Timothy Olyphant e Forest Whitaker. In attesa di poterlo vedere,
il regista del film ha condiviso alcuni nuovi entusiasmanti
dettagli sulla performance di Hardy.
Nel corso di una recente intervista
con Empire Magazine, lo
sceneggiatore e regista, Gareth Evans, ha infatti
fatto riferimento a una versione feroce di Tom Hardy attraverso il suo personaggio,
Walker, e ha anche descritto una particolare scena d’azione che è
come un “attacco implacabile” da parte sua. “Tom è
venuto da noi in modalità bestia”, ha raccontato Evans.
“Gli ho dato un colpetto sulla spalla ed è stato come toccare
il granito. È arrivato con una preparazione fisica senza
precedenti. Walker è un tipo tutt’altro che morbido. Vuole
provocare più carneficine e più caos possibile. Non ti afferra il
polso e ti blocca il braccio. Ti afferra per la collottola e ti
sbatte la faccia contro l’oggetto pesante più vicino.
“C’è una sequenza in una baracca
di pescatori in cui è come un assalto, un attacco incessante. In
ogni angolo di questo posto spunta qualcuno con una pistola,
qualcuno con un coltello, e arrivano da sotto le assi del
pavimento, dietro gli angoli, attraverso questa finestra,
attraverso quella finestra”, conclude il
regista. Basta
uno sguardo al teaser ufficiale di Havoc per confermare tutto
ciò che Evans sta dicendo. Il primo sguardo al film mostra infatti
un’azione brutale paragonabile al franchise di John Wick, ed Evans non è nuovo alla regia di sequenze
di combattimento di grande impatto.
Ha infatti debuttato alla regia 19
anni fa con Footsteps, il thriller drammatico con Jared
Morgan e Mads Koudal, ma di recente ha trascorso più tempo nel
regno dell’horror che altrove. Veterano di V/H/S, che ha
lavorato al capitolo del 2013 del franchise, Evans ha recentemente
collaborato con Dan Stevens per Apostle, un horror folk ambientato nel 1905 che segue
un vagabondo in missione per salvare la sorella da un culto
religioso su un’isola isolata. Evans ha anche diretto cinque
episodi della serie d’azione “Gangs of London” (Joe
Cole).
Il cast di Havoc, nuovo film Netflix con Tom
Hardy
Il film debutterà dunque sullo
streamer venerdì 25 aprile ed è stato descritto come la
“lettera d’amore di Evans al genere eroico dello spargimento di
sangue; i film usciti da Hong Kong negli anni ’80 e ’90”.Havoc vede anche la partecipazione al fianco di
Tom Hardy di Justin Cornwell, Quelin
Sepulveda, Luis Guzmán, Michelle Waterson, Sunny Pang, Jim Caesar,
Xelia Mendes-Jones con Yeo Yann Yann e dei già citati
Timothy Olyphant e
Forest Whitaker.
La serie HBO The
Last of Us ha portato sul grande schermo la serie di
videogiochi di successo di Naughty Dog, esplorando il viaggio di
due sopravvissuti attraverso un’America devastata dopo una
terribile epidemia virale, con l’intento di trovare una cura.
Parlando della serie e del relativo videogioco, lo sceneggiatore e
regista Alex Garland ha spiegato come abbiano
ripreso con successo quanto proposto dallo zombie movie 28
giorni dopo e ne abbia fatto tesoro per raccontare una
nuova storia molto emotiva al pubblico.
Scritto da Garland e uscito nel
2002, 28 giorni dopo segue il Jim di Cillian Murphy che attraversa le rovine di una
Londra devastata dopo un’epidemia di un virus che rende le sue
vittime dei mostri pieni di rabbia. Proprio Garland ha parlato con
il creatore di The
Last of Us, Neil Druckmann per il
podcast Creator to Creator di
PlayStation, e lo scrittore ha avuto elogi sorprendenti per il
franchise. Agli occhi di Garland, la scrittura della serie supera
quella di 28 giorni dopo, poiché, pur non
intendendo minimizzare l’impatto del suo film, il videogioco e il
successivo adattamento televisivo hanno offerto una narrazione più
ricca e “sofisticata” dei suoi temi principali.
“Lasciatemi dire questo:
The Last of Us è meglio di 28 giorni dopo. O
almeno lo è la scrittura. Non parlerò della regia, sarebbe una cosa
sciocca. Quindi non parlo di quello. So cos’è 28 giorni dopo, so
cosa ho fatto, so qual è stato il processo. Per quanto riguarda The
Last of Us, mi sono detto: “Oh, questo è molto più sofisticato e
commovente”. È stato commovente. Non sto sminuendo 28 giorno dopo,
ne sono molto orgoglioso. È una bella parte della mia vita. Ma sul
serio, The Last of US è di un altro livello, quindi sì, certo che
ne sono stato influenzato”.
Cosa significa la risposta di
Garland per The Last of Us
The
Last of Us e 28 Giorni Dopo
condividono diversi elementi fondamentali delle rispettive
narrazioni. Ciascuna storia non solo è ambientata sulla scia di
un’epidemia virale che trasforma l’umanità in mostri, ma si
interroga anche su cosa sia l’umanità dopo la fine dei tempi. In
28 giorni dopo, il maggiore Henry West
(Christopher Eccleston) e i soldati sotto il suo
comando rappresentano il crollo della civiltà e il declassamento
dell’umanità in una cultura violenta e spietata, mentre i Serafini,
i razziatori, la FEDRA e il gruppo di David (Scott
Shepherd) rappresentano questo aspetto nella serie
HBO.
Il film di Garland gestisce poi la
complessità del suo protagonista in modo diverso. Jim ha un
approccio più brutale e letale quando affronta gli uomini di West
per salvare i suoi compagni, ma per il resto è rappresentato come
il sopravvissuto ideale dello scenario, che trova un nuovo
significato e ottimismo mentre il mondo crolla. Nel frattempo, Joel
(Pedro
Pascal) è pragmatico e distrutto, inizia come una
persona che fa di tutto per sopravvivere e rimane tale, fino a
condannare potenzialmente l’umanità nel finale di stagione per
salvare Ellie (Bella
Ramsey). Per questo motivo, The
Last of Us è una storia moralmente più grigia.
Cosa sappiamo su The Last
of US – Stagione 2
In questo secondo capitolo della
serie, cinque anni dopo gli eventi della prima stagione Joel
(Pedro
Pascal) ed Ellie (Bella
Ramsey) saranno trascinati in un conflitto fra di loro
e contro un mondo persino più pericoloso e imprevedibile di quello
che si erano lasciati alle spalle.
La seconda stagione, in sette nuovi
episodi, vede di nuovo protagonisti Pascal e Ramsey nei panni,
rispettivamente, di Joel ed Ellie, insieme a Gabriel Luna che interpreta Tommy e
Rutina Wesley nel ruolo di Maria. Le già
annunciate new-entry nel cast sono invece
Kaitlyn Dever che vestirà i panni di Abby, Isabela Merced nel ruolo di Dina,
Young Mazino in quello di Jesse, Ariela
Barer interpreterà Mel, Tati Gabrielle
sarà Nora, Spencer Lord vestirà i panni di Owen,
Danny Ramirez sarà Manny e Jeffrey Wright interpreterà invece Isaac.
Catherine O’Hara è guest star della nuova
stagione.
Basata sull’acclamato franchise
videoludico sviluppato da Naughty Dog per le console PlayStation®,
“The Last of
Us” è scritta e prodotta esecutivamente da Craig Mazin
e Neil Druckmann. La serie è una co-produzione con Sony Pictures
Television ed è prodotta esecutivamente anche da Carolyn Strauss,
Jacqueline Lesko, Cecil O’Connor, Asad Qizilbash, Carter Swan ed
Evan Wells. Società di produzione: PlayStation Productions, Word
Games, Mighty Mint e Naughty Dog.
THE LAST OF US | La
seconda stagione dal 14 aprile in esclusiva su Sky e in streaming
solo su NOW
Il Gladiatore II
(qui
la nostra recensione), come noto, è privo del protagonista del
primo film, Russell Crowe. Massimo (il personaggio di
Crowe) muore alla fine de Il Gladiatore, quindi non è stato uno shock sapere che
non era coinvolto nel sequel, sostituito nel ruolo principale da
Paul Mescal, che interpreta il di lui figlio,
Lucio. Sebbene Crowe sia assente dal film, il messaggio che
trasmette nel ruolo di Massimo nel primo Gladiatore è molto
presente, tanto che molti fan hanno ritenuto che sia Lucio che il
film nel suo complesso fossero troppo simili all’originale. Lo
sceneggiatore Peter Craig ha però ora affermato
che Massico (e Crowe) erano inizialmente previsti anche per questo
sequel.
Parlando con TheDirect, lo sceneggiatore ha
rivelato di aver scritto una scena di flashback con Massimo e ha
spiegato perché non è stata inclusa: “C’era una bozza che avevo
in cui… c’era un’idea che i romani avevano di poter parlare con i
propri antenati, e avevano queste catacombe sotterranee dove le
urne e le ceneri e le ossa delle persone erano tutte sepolte sotto
la città. C’era una scena in cui Lucio, una volta scoperto che si
trattava di suo padre, scendeva lì sotto e trovava la sua tomba. E
ci sarebbe stato solo un breve flashback con Russell. Penso che
probabilmente abbiano preso la decisione giusta di non
utilizzarlo“.
Il motivo per cui Russell Crowe non è stato coinvolto in
Il gladiatore II
“Ma ci ho lavorato con Ridley
[Scott] per un po’. In realtà me ne sono andato per impegni su
altri progetto. Ho però lasciato un menù di proposte tra cui poter
scegliere per questo sequel e loro ne hanno selezionate alcune, e
credo che abbiano lasciato fuori molte delle cose giuste”.
Sebbene Il gladiatore II sia riuscito a superare
il primo alla fine della sua corsa nelle sale, il film è stato ben
lungi dall’essere un profitto, considerando i suoi ingenti budget
di produzione e marketing. La Paramount Pictures ha riferito di
aver speso circa 250 milioni di dollari solo per la realizzazione
de Il gladiatore II, con altri 100 milioni di
dollari destinati ai costi di marketing.
Il che significa che il film avrebbe
dovuto incassare ben più di 500 milioni di dollari al botteghino
per raggiungere il pareggio, e ha concluso la sua corsa nelle sale
con 172 milioni di dollari a livello nazionale e 288 milioni di
dollari a livello internazionale, per un totale globale di 460
milioni di dollari. Una o due scene con il Massimo di Russell Crowe avrebbero potuto dare al film
una piccola spinta al botteghino, soprattutto per coloro che hanno
un profondo legame nostalgico con l’originale, ma è improbabile che
avrebbero dato al film la spinta necessaria per raggiungere il
profitto.
Joe e
Anthony Russo rispondono alla domanda se Avengers:
Doomsday e Avengers:
Secret Wars avranno come protagonisti alcuni degli
eroi del Marvel Cinematic Universe visti su
Disney+. Mentre la
Saga del Multiverso non ha ancora visto la presenza di alcun
episodio degli Avengers, le cose stanno per cambiare con la
Fase 6, che prevede non uno, ma ben due film incentrati
sull’iconica squadra di supereroi del MCU. Dal momento che Doomsday e
Secret Wars presenteranno vari personaggi della linea temporale
Marvel per i film della Fase 6, la
domanda più grande che circonda i progetti è quali eroi
appariranno.
In una nuova intervista a TechRadar, è stato chiesto ai
fratelli Russo se personaggi come Moon
Knight, Ms. Marvel, Kate
Bishop o Wiccan potrebbero comparire in
Avengers:
Doomsday e Avengers:
Secret Wars dopo le loro rispettive introduzioni in
vari show Disney+. Mantenendo un tono criptico,
Anthony Russo ha dato la seguente risposta su come si stanno
approcciando al casting dei due film: “Per quanto riguarda gli
elementi a cui attingiamo per la nostra narrazione, abbiamo una
visione globale del MCU. Quindi, senza entrare nello
specifico, questo è l’universo all’interno del quale stiamo
raccontando una storia. Potete leggerci quello che
volete”.
Come è consuetudine dei Marvel Studios, non sorprende che i fratelli
Russo non siano in grado di confermare chi farà o meno parte del
cast di Avengers:
Doomsday, così come quelli coinvolti in Avengers:
Secret Wars. Spetta sempre ai Marvel Studios decidere quanto
rivelare dei loro rispettivi film, soprattutto se si tratta di
qualcosa di così grande come i film degli Avengers. Annunci
importanti, come la presenza degli eroi Disney+ nei sequel dei Vendicatori,
potrebbero essere conservati per il San Diego Comic-Con 2025.
Dato l’enorme arco narrativo che
avrà luogo in Avengers:
Doomsday e l’inclusione di Secret Wars come
materiale di partenza, è probabile che nel finale della Saga del
Multiverso ci sarà una varietà di eroi già affermati e di nuova
introduzione. Sarebbe certamente scioccante se nei due film non
fossero presenti la maggior parte degli eroi Disney+ introdotti nelle Fasi dalla 4
alla 6, soprattutto perché alla luce di una minaccia importante
come il Dottor Destino. Sarebbe inoltre un enorme spreco se i nuovi
eroi degli show non avessero la possibilità di unirsi a quella che
sarà una nuova generazione di Vendicatori.
Ora un altro progetto si starebbe
aggiungendo alla lista. Secondo Publishers Weekly, Apple
Original Films avrebbe infatti raggiunto un accordo per lo sviluppo
dei romanzi di Gilead di Marilynne
Robinson, con Martin Scorsese impegnato a scrivere,
dirigere e produrre, e Leonardo DiCaprio impegnato come protagonista,
a partire da Home, il secondo dei quattro romanzi della
serie. Non ci sono al momento dettagli sui piani di adattamento dei
restanti romanzi, né è chiaro quando questo progetto potrebbe
concretizzarsi
Di cosa parlano i romanzi Gilead di Marilynne
Robinson?
Protagonista dei romanzi è il
reverendo John Ames, che sta morendo. Non potrà crescere il figlio
di soli sette anni, né educarlo, né offrirgli testimonianza di sé.
Sceglie così di affidarsi a una lettera-diario che dica un giorno
al bambino ormai adulto ciò che di suo padre è importante sapere.
Gli racconterà del nonno abolizionista e del padre pacifista, delle
rovine di un luogo già baluardo della libertà americana, delle sue
convinzioni e dei suoi dubbi, di quanto abbia amato questa vita che
si appresta a lasciare. In un discorso lucido e luminoso da padre a
figlio, da padre a Padre, dove l’intelligenza e la speranza parlano
la stessa lingua. La scrittrice ha poi utilizzato personaggi ed
eventi di Gilead in tre romanzi successivi: Home,
Lila e Jack.
Cosa significa questo nuovo progetto per Martin Scorsese
Poco dopo l’uscita di
Killers of the Flower Moon nell’ottobre 2023, è stato
riferito che il prossimo film di Martin Scorsese sarebbe stato
A Life of Jesus, basato sul libro di Shūsaku
Endō. Poco dopo, è stato riferito che era in fase di
sviluppo anche un
biopic su Frank Sinatra con DiCaprio. Tuttavia, entrambi i
progetti si sarebbero al momento arenati e sono stati rinviati. A
sua volta, Scorsese ha iniziato a esplorare altre opzioni per il
suo prossimo film. Più recentemente, il film
Devil in the White City sarebbe stato ripreso dai 20th Century
Studios con Scorsese e DiCaprio alla regia e come protagonisti.
Nel febbraio 2025, è stato poi
riferito che Scorsese sta preparando un progetto descritto come un
“Quei bravi ragazzi ambientato alle Hawaii che incontra The
Departed“, con DiCaprio, Dwayne
Johnson ed
Emily Blunt come protagonisti. Ora, l’adattamento di
Gilead è solo l’ultimo progetto che Scorsese avrebbe in
fase di sviluppo con DiCaprio come protagonista. Dopo che A Life of
Jesus e il suo biopic su Frank Sinatra si sono arenati, sembra che
con quattro e forse più progetti in fase di sviluppo, Scorsese stia
provando ad aprirsi quante più strade possibili, sperando che
almeno uno dei progetti venga approvato.
Ayo Edebiri, star di The
Bear, si è espressa in merito alle voci che la volevano
potenzialmente protagonista di un reboot di Pirati dei
Caraibi e alle reazioni bigotte che ha ricevuto, chiamando
in causa Elon Musk per il suo ruolo nell’istigare
le molestie. Il franchise d’azione e avventura della Disney segue
come noto le imprese di pirati spavaldi tra la minaccia di
maledizioni, kraken e dell’Impero britannico. In cinque film dal
2003 al 2017, la serie è stata guidata dall’eccentrico capitano
pirata Jack Sparrow di Johnny Depp. In seguito, si è iniziato a
parlare di un reboot e proprio Ayo
Edebiri è
stata indicata come possibile protagonista.
Attraverso le sue storie su Instagram, Edebiri ha
ora raccontato di come le notizie su X che suggerivano il suo
coinvolgimento in un reboot dei Pirati dei Caraibi
e un tweet virgolettato di Musk le abbiano fatto ricevere molestie
razziste e minacce di morte. L’autrice ha chiamato in causa
direttamente l’amministratore delegato di X per il suo ruolo nella
diffusione di queste notizie. “Sto ricordando quando ho
ricevuto alcune delle più folli minacce di morte e insulti razziali
della mia vita (non so se è il momento numero 1, ma di sicuro è il
terzo) per un falso reboot di un film di cui non avevo mai sentito
parlare a causa di quest’uomo”. “La vita è, ovviamente, un
dono”, conclude l’attrice.
Pirati dei Caraibi, quello che sappiamo sui
nuovi film
Dopo cinque film, la saga di
Pirati dei Caraibi sembra essersi arenata, anche
per via delle vicende legali che hanno coinvolto il suo
protagonista, Johnny Depp. Il quinto film si concludeva
anche con un forte cliffhanger, che vedeva il ritorno di Will
Turner e di Davy Jones. Al momento non sembra ci sarà un seguito a
quella rivelazione, con la Disney intenzionata a realizzare
spin-off e reboot. Su di essi però ad oggi ci sono poche certezze,
se non che a scrivere uno dei nuovi capitoli della saga di
Pirati dei Caraibi saranno il “veterano”
Ted Elliott e il creatore della pluripremiata
serie ChernobylCraig
Mazin.
Nel febbraio 2024 era però stato
confermato l’addio al progetto dei due sceneggiatori Rhett
Reese e Paul Wernick. Jerry
Bruckheimer dovrebbe invece tornare al timone come
produttore. Elliott ha già firmato la storia di La maledizione della prima luna e delle tre
successive pellicole
La maledizione del forziere fantasma,
Ai confiniti del mondo e
Oltre i confini del mare con l’allora partner Terry
Rossio. Per quanto riguarda i protagonisti, improbabile sembra
essere il ritorno di Jack Sparrow, mentre per quanto riguarda i
nomi di Margot Robbie e Ayo Edebiri, ad oggi non ci sono certezze.
Quest’ultima, in particolare, sembra aver ora smentito ogni
possibile coinvolgimento nel progetto.
Nathan Fillion, collaboratore di lunga data di
James Gunn, farà il suo debutto nel DCU nel ruolo di Guy Gardner nel reboot di
Superman
del regista di Suicide Squad, e sembra che questa prima
interpretazione sul grande schermo della Lanterna Verde sia
piuttosto fedele alla sua pungente controparte dei fumetti.
Parlando con TV Line della sua lunga serie,
The
Rookie, Fillion ha condiviso anche alcuni nuovi dettagli
sulla sua interpretazione di Gardner.
“È un idiota!”, ha detto
l’attore quando gli è stato chiesto che cosa separa Guy dai suoi
colleghi eroi con l’anello. “Quello che è importante sapere è
che non devi essere bravo per essere una Lanterna Verde; devi solo
essere senza paura. Guy Gardner è senza paura e non è molto bravo.
Non è gentile, il che è molto liberatorio per un attore, perché ti
viene da pensare: “Qual è la cosa più egoista che posso fare in
questo momento? E questa è la risposta. È quello che fai in quel
momento. Penso che se ha un superpotere, potrebbe essere la sua
eccessiva fiducia in se stesso, in quanto pensa di poter affrontare
Superman. Non può!”.
Il primo assaggio di Fillion nei
panni dell’eroe spaziale lo si ha nel
teaser trailer di Superman, e il secondo sguardo ufficiale
attraverso un breve promo del Super Bowl è stato accolto con un
certo scherno dai fan. Si suppone che il personaggio sia un
completo idiota, tuttavia, quindi altri hanno ritenuto che il
teaser fosse del tutto appropriato. Fillion dovrebbe apparire come
Gardner anche nella serie Lanterns
della HBO, attualmente in fase di riprese, ma la notizia non è
ancora stata confermata.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
Con la sua solita cifra stilistica,
James Gunn
trasporta il supereroe originale nel nuovo immaginario mondo della
DC, con una singolare miscela di racconto epico, azione, ironia e
sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e
dall’innato convincimento nel bene del genere umano.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo è una
parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi
preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film
precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante
l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale il 10 luglio
2025.
Il vincitore dell’Emmy Jeff
Daniels (The Looming Tower) è stato scelto per
recitare al fianco di Jason Segel e Harrison Ford nella prossima terza stagione
della popolare commedia Shrinking di Apple
TV+. Co-creata da Segel, Bill Lawrence e
Brett Goldstein, la serie segue il terapeuta in
lutto Jimmy (Segel) che inizia a infrangere le regole e a dire ai
suoi clienti esattamente ciò che pensa. Ignorando la sua formazione
e la sua etica, si ritrova ad apportare enormi e tumultuosi
cambiamenti alla vita delle persone… compresa la sua.
Come riportato da Deadline, Jeff
Daniels interpreterà il padre di Jimmy. Questo segna il ritorno
alla commedia per l’attore, che negli ultimi dieci anni ha lavorato
principalmente sul versante drammatico, ovvero subito dopo il
sequel del 2014 del suo film comico con Jim Carrey, Scemo
e più scemo 2. Shrinking è inoltre il
primo ruolo importante di Daniels in una serie comica
live-action.
Daniels, vincitore di due Emmy per
The Newsroom e Godless, ha recentemente recitato
nella serie drammatica di Showtime/Prime VideoAmerican Rust e nella serie limitata di NetflixA Man In Full. Prossimamente,
interpreterà l’ex presidente Ronald Reagan nel prossimo film sulla
guerra fredda Reykjavik. Daniels, che sarà anche il
protagonista di Dilettante, un dramma mediatico newyorkese
in fase di sviluppo per Apple TV da Berlanti Prods.
Il cast di Shrinking
Oltre a Jason Segel e Harrison Ford, il cast principale di
Shrinking comprende Christa Miller,
Jessica Williams, Luke Tennie, Michael Urie, Lukita
Maxwell e Ted McGinley. La seconda
stagione ha visto anche Brett Goldstein in un
ruolo ricorrente. Shrinking è prodotta per Apple TV+ da Warner Bros
Television, dove Lawrence e Goldstein hanno un accordo globale, e
dalla Doozer Productions di Lawrence. Lawrence, Segel, Goldstein,
Neil Goldman, James Ponsoldt, Jeff Ingold, Liza Katzer, Randall
Winston, Annie Mebane, Rachna Fruchbom e Brian Gallivan sono stati
produttori esecutivi della seconda stagione. Ashley Nicole Black e
Bill Posley sono invece i produttori esecutivi della terza
stagione.
Sebbene la cosa sia ancora in fase
embrionale, alcune fonti riferiscono a Deadline che Netflix e la regista Greta
Gerwig starebbero puntando in alto per il prossimo
casting del film su Le Cronache di Narnia. Dopo il
possibile coinvolgimento di Charli XCX, sarebbe ora Daniel Craig ad aver ricevuto un’offerta per
unirsi al cast. Le fonti sottolineano che non si sa se Craig alla
fine salirà a bordo del progetto, ma aggiungono che al momento
l’offerta è valida. Non si sa però chi l’attore potrebbe andare ad
interpretare nel film, per cui non resta che attendere maggiori
aggiornamenti.
Tutto quello che sappiamo su
Le Cronache di Narnia
Nel 2018 Netflix aveva
firmato un accordo pluriennale con la The C.S. Lewis
Company per poter sviluppare film e serie televisive
basati su tutti e sette i romanzi di Narnia. “È
meraviglioso sapere che le persone di tutto il mondo non vedono
l’ora di vedere di più su Narnia e che i progressi nella tecnologia
di produzione e distribuzione ci hanno permesso di far riprendere
vita alle avventure di Narnia portandole tutto il mondo“,
aveva dichiarato Douglas Gresham, figliastro di
Lewis. Ad ora sono stati annunciati solo i due film affidati a
Greta
Gerwig, ma gli accordi originali prevedono anche una serie televisiva,
quindi potrebbe esserci altro in serbo per il futuro.
La Gerwig ha poi sottolineato di
aver voluto fare i film di Narnia perché attratta dalla qualità
“euforicamente onirica” della scrittura di Lewis. “È
legato al folklore e alle storie di fate dell’Inghilterra, ma è una
combinazione di tradizioni diverse“, ha detto. “Da
bambino, accetti tutto: sei in questa terra di Narnia, ci sono i
fauni e poi arriva Babbo Natale. Non ti viene nemmeno in mente che
non sia schematico. Mi interessa abbracciare il paradosso dei mondi
creati da Lewis, perché è questo che li rende così
avvincenti”.
Al momento il progetto è ancora in
fase iniziale e i dettagli sono scarsi, ma sembra che il processo
di casting sia iniziato per cui nelle prossime settimane potrebbero
emergere i primi nomi di attori e attrici ufficialmente unitisi al
progetto. Al momento, sono stati riportati unicamente i nomi di
Charli XCX e Daniel Craig.
Negli ultimi anni l’ex wrestler e
oggi attore
Dwayne Johnson ha recitato in ruoli da protagonista in
film campioni d’incasso come Jumanji – Benvenuti nella
giungla, Skyscraper e Fast & Furious – Hobbs &
Shaw. Uno dei titoli più affascinanti tra i blockbuster da
lui interpretati è però senza dubbio Rampage –
Furiaanimale (qui la recensione). Uscito nel
2018 al cinema per la regia di Brad Peyton questo
vede la storia prendere il via in seguito ad una serie di mutazioni
genetiche che rendono alcuni animali molto più grandi di ciò che
sono realmente. Ha così inizio una battaglia per la supremazia,
dove l’umanità è ridotta al ruolo di mere spettatrice. A salvare la
situazione, però, ci penserà proprio il celebre campione di
wrestling.
Il film è la prima trasposizione
cinematografica dell’omonimo videogioco degli anni Ottanta prodotto
da Midway Games. Si tratta di un picchiaduro dove
poter distruggere le principali città degli Stati Uniti, sfidando
altri mostri e sfuggendo all’attacco dei militari. Con
l’acquisizione dei diritti sul film, la Warner
Bros. decise di dotare il film di un budget di circa 120
milioni di dollari, al fine di renderlo estremamente spettacolare
ed entusiasmante sotto più punti di vista. La Weta
Digital, che aveva già realizzato gli effetti speciali di
Il Signore degli Anelli
e L’alba del pianeta delle
scimmie, ha infatti dato vita alle spettacolari creature
presenti nel film.
Arrivato in sala, Rampage –
Furia animale si è affermato come un vero e proprio
campione di incassi. Questo ha infatti ottenuto un risultato pari a
400 milioni di dollari. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alle differenze tra il film e il
videogioco. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Protagonista del film è il
primatologo Davis Okoye, il quale condivide un
legame indissolubile con George, un gorilla albino
straordinariamente intelligente di cui si occupa dalla nascita. La
loro tranquillità viene però spezzata quando un rischioso
esperimento genetico trasforma la gentile scimmia in un’enorme
creatura furiosa. A peggiorare le cose vi è la scoperta che anche
altri animali sono stati modificati allo stesso modo. Mentre questi
nuovi predatori distruggono ogni cosa lungo il loro cammino, Okoye
farà squadra con uno screditato ingegnere genetico per creare un
antidoto, non solo per impedire una catastrofe globale, ma per
salvare lo spaventoso primate che una volta era suo amico.
Il cast del film
Ad interpretare il primatologo Okoye
è, come già accennato, l’attore Dwayne Johnson.
Questi, che aveva già collaborato con il regista, si è detto
entusiasta della possibilità di dar vita ad un videogame tanto
amato. Affinché accettasse la parte, però, l’attore impose alla
produzione di cambiare il finale del film. Originariamente questo
terminava con la morte del gorilla George. Johnson voleva però dare
un lieto fine al film, cosa che infine ottenne. Come suo solito,
egli si preparò alle riprese aumentando l’intensità dei suoi
allenamenti, così da poter sfoggiare un fisico atletico e robusto,
perfetto per poter eseguire personalmente anche molte delle scene
più complesse e che normalmente richiedono l’utilizzo di
controfigure.
Accanto a lui nel film si ritrova
poi la candidata all’Oscar Naomie Harris
nei panni dell’ingegnere genetico Kate Caldwell. Jeffrey Dean
Morgan, noto per essere l’interprete di Negan in
The Walking Dead, è invece l’agente governativo Harvey
Russell, che aiuterà Okoye nella sua missione. Malin Akerman
dà qui vita a Claire Wyde, proprietaria della compagnia Energyne,
responsabile della mutazione degli animali in enormi mostri. Con
lei dalla parte dei cattivi vi è anche Jake
Lacy nei panni di Brett Wyden, fratello poco sveglio di
Claire. JoeManganiello, infine, è Burke, leader di un
gruppo privato di militari. Jason Liles è invece
l’attore che, tramite motion capture, dà vita ai movimenti del
gorilla George. Un ruolo per il quale si è preparato mesi studiando
il comportamento di tali animali.
Nel mondo di Rampage il
videogiocatore è libero di impersonare un mastodontico gorilla, un
enorme dinosauro o un lupo gigante. Questi personaggi entrano in
scena per distruggere le maggiori città degli Stati Uniti.
Particolarmente popolare, questo divenne uno dei più celebri
picchiaduro dei suoi anni. Per la sua trasposizione al cinema si
sono però rese necessarie alcune inevitabili modifiche. Il
videogioco in sé, infatti, non presenta una trama adatta ad un
film, e che dunque si è dovuta costruire grossomodo da zero.
Numerosi cambiamenti sono però stati operati in particolare nei
confronti della genesi delle creature che si danno battaglia nel
film. Ciò ha permesso di poter rendere più fruibile e credibile
quanto narrato.
Nel videogioco i tre personaggi
principali sono due uomini e una donna, rispettivamente chiamati
George, Ralph e Lizzie. Questi a causa di esperimenti scientifici
si ritrovano tramutati in un gorilla, un lupo mannaro e un
dinosauro. Nel film, invece, i tre giganteschi mostri hanno origine
da animali che già possiedono le caratteristiche richieste, ovvero
un gorilla, un lupo e un coccodrillo. Ciò ha reso la loro
trasformazione più credibile e meno bizzarra di quanto non sarebbe
stata se a tramutarsi fossero stati degli esseri umani. Tali
creature presentano poi ulteriori particolarità rispetto al
videogioco. In quest’ultimo George ha una pelliccia marrone, mentre
nel film è albino. Il lupo Ralph passa dall’essere bipede
all’essere quadrupede, mentre il dinosauro Lizzie ha la stessa
grandezza degli altri due, contrariamente al videogioco dove è
molto più grande.
Il trailer di Rampage –
Furia animale e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile vedere o rivedere il
film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete.Rampage – Furia animale è infatti disponibile nel
catalogo di Apple iTunes e Tim
Vision. Per vederlo, in base alla piattaforma scelta,
basterà iscriversi o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo
di poter fruire di questo per una comoda visione casalinga. È bene
notare che in caso di solo noleggio, il titolo sarà a disposizione
per un determinato limite temporale, entro cui bisognerà effettuare
la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno
mercoledì 12 marzo alle ore 21:20
sul canale Italia 1.
Quando Eternals
,
Angelina Jolie, Gemma Chan e Richard Madden, è uscito nel 2021, è diventato
il primo film “Rotten” dei Marvel Studios, ovvero il primo film dello
studio che avesse un punteggio negativo sull’aggregatore Rotten
Tomatoes. Tra questo e il fatto che è uscito durante gli ultimi
mesi della pandemia, il film ha faticato ad avere un impatto
significativo al botteghino e ha incassato solo 402 milioni di
dollari in tutto il mondo.
Sebbene non si possa negare che
fosse un po’ troppo affollato di elementi, c’era molto in Eternals
che ha funzionato. Il film ha probabilmente una cattiva reputazione
immeritata, in particolare perché ha mostrato un lato diverso del
MCU e ha preparato il terreno per
emozionanti storie future.
Sfortunatamente, quattro anni dopo,
i Marvel Studios non hanno ancora
annunciato i piani per risolvere il grande cliffhanger del film. Di
conseguenza, non è chiaro quando o dove scopriremo cosa ne è stato
degli Eterni portati via dalla Terra da Arishem per il
giudizio dopo il loro ruolo nell’impedire l’emersione di Tiamut. A
questo punto, è difficile scrollarsi di dosso la sensazione che non
rivedremo mai più la squadra… incluso Starfox di Harry
Styles.
ComicBook.com ha recentemente
parlato con l’attrice di Sersi Gemma Chan, che in precedenza ha interpretato
Minn-Erva in Captain Marvel, e le ha chiesto se sa
qualcosa sui piani per Eternals 2. “Non si sa mai. Spesso
siamo le ultime persone a scoprirlo”, ha risposto. “Non lo so, sto
mantenendo la fede. Ho la sensazione che ci siano affari in sospeso
e che ci sia ancora altra storia da raccontare, ma
vedremo”.
Captain America: Brave New
World ha affrontato parte di quegli affari in sospeso
rivelando che Tiamut, ora conosciuta come Celestial Island, è la
fonte dell’Adamantio nell’MCU. C’erano dei piani per il
danese Whitman di Kit Harington come
co-protagonista in Blade, ma sono stati scartati
chissà quante bozze di sceneggiatura fa.
La trama e il cast di
Eternals
Eternals,
il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico
Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy
Award Chloé Zhao, è arrivato il 3 novembre
2021 nelle sale italiane. Il film targato Marvel
StudiosEternals presenta
un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico
Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra
un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per
unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, i Devianti.
Il cast di Eternals
comprende Richard Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il potente
Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
Zack Snyder è noto al
pubblico mondiale soprattutto per il suo lavoro sul DC
Extended Universe come regista dei blockbuster L’uomo d’acciaio, Batman v Superman: Dawn of Justice e Justice League. Prima di portare sul grande schermo
l’universo condiviso della DC Comics, però, ha intrecciato mondi su
mondi con un’opera originale: Sucker Punch.
Diretto e co-scritto da Snyder, questo film è stato deriso dalla
critica alla sua uscita in sala nel 2011, in parte perché la sua
trama – compreso l’atto finale un po’ tortuoso – è stata ritenuta
incomprensibile da molti.
Ancora oggi, a distanza di anni
dall’uscita nelle sale, la vera storia del film rimane aperta
all’interpretazione, il che significa che per spiegarne il finale
bisogna guardare a più di un punto di vista. Quindi, con la
consapevolezza che è ancora possibile trarre le proprie conclusioni
su questa fantasia d’azione che ha suscitato molte polemiche, in
questo articolo proponiamo una spiegazione dell’atto finale di
Sucker Punch, andando alla scoperta dei vari
personaggi e di tutti gli elementi utili per la comprensione della
storia.
Di chi è questa storia?
Partiamo proprio dalla storia. Uno
dei punti chiave della comprensione di Sucker Punch è determinare
da quale punto di vista questa viene effettivamente raccontata.
Come per molti altri film, si potrebbero evocare diverse teorie con
almeno un briciolo di prove a sostegno, ma nel caso di Sucker Punch
ce ne sono tre in particolare che spiccano. La prima e più semplice
è che si tratta della storia di Babydoll
(Emily Browning), che viene rinchiusa in un
manicomio e si allea con quattro amiche per fuggire. Nel processo,
immagina che il manicomio sia un club/bordello e immagina i suoi
“balli” all’interno della fantasia del club come elaborate sequenze
di battaglia.
Alla fine Babydoll non riesce a
fuggire, ma la sua fantasia aiuta a raccontare la storia di come ha
invece fatto uscirne la sua amica Sweet Pea
(Abbie
Cornish) al suo posto. La seconda interpretazione
prevede che tutto questo sia accaduto, ma che la fantasia sia nella
testa di Sweet Pea, che immagina i suoi amici che l’hanno salvata
come grandi guerrieri in una storia epica. La terza, la più
complessa, è che quasi nulla del film sia “realmente” accaduto e
che sia tutta una fantasia che si svolge nella testa di Sweet Pea
mentre sta per essere lobotomizzata. Durante la visione del film, è
un esercizio interessante tenere a mente tutte e tre le
possibilità.
Sebbene molte delle immagini di
fantasia presenti in Sucker Punch siano
semplicemente belle da vedere, alcuni dettagli visivi hanno un
significato più profondo, tra cui la prima cosa che ci viene
mostrata nel film. Snyder apre mostrandoci la cameretta di un
bambino su un palcoscenico, per poi dissolverla nella camera da
letto di Babydoll mentre si svolge la morte di sua madre. Quando
Babydoll arriva al manicomio, vediamo un altro palcoscenico nel
“teatro”, la stanza dove la dottoressa Gorski
(Carla Gugino) incoraggia i suoi pazienti a
recitare e ad elaborare i loro traumi. È lì, seduto sul
palcoscenico su un letto che assomiglia a una versione logora di
quello di Babydoll, che vediamo per la prima volta Sweet Pea. È
anche lì che il dottor Gorski dice a Sweet Pea che ha il
controllo.
La volta successiva in cui vediamo
un palcoscenico è nella fantasia del club, e Sweet Pea si lamenta
con Gorski del fatto che il ballo in cui dovrebbe interpretare una
donna lobotomizzata ha bisogno di un intervento e dovrebbe essere
sostituito con qualcosa di più “commerciale”. Il motivo ricorrente
del palcoscenico gioca molto sul tema della performance come
salvezza, in particolare quando Babydoll “balla” per ottenere ciò
che le serve per fuggire. Ma se ci segnalasse anche che tutto
questo fa parte del controllo di Sweet Pea sul suo piccolo mondo,
compresa la sequenza di apertura nella camera da letto di Babydoll?
E se fosse Sweet Pea a rivivere il proprio trauma, mentre la
fantasia del club è Sweet Pea che sta elaborando lo stesso
trauma?
Il “mondo reale” di Sucker Punch
sembra mostrarci una sola lobotomia: quella di Babydoll, con il
preludio nei minuti iniziali del film e le conseguenze nei minuti
finali. C’è però una seconda sequenza di lobotomia all’inizio della
fantasia del club, che Sweet Pea interrompe per sostenere che una
finta lobotomia sul palco non è adatta alla “star dello
spettacolo”. Anche in questo caso, il film ci offre essenzialmente
due versioni della stessa storia. Possiamo scegliere di credere che
questa sia la storia di Babydoll, che sia stata lei a creare il
mondo fantastico e che la sua lobotomia vi ponga fine
sacrificandosi per permettere a Sweet Pea di fuggire dal manicomio,
e questa è una risposta abbastanza semplice. Ma non è l’unica.
Mostrandoci Sweet Pea che interrompe
la propria lobotomia, il film offre l’idea che lei, almeno nella
sua mente, stia cambiando il modo in cui la sua storia viene
raccontata. Invece di essere una malata di mente che va sotto i
ferri, è una guerriera che combatte per essere libera attraverso le
sequenze di battaglia, e la parrucca è un’allusione al fatto che
Babydoll in realtà non è una persona a sé stante, ma un personaggio
ribelle che Sweet Pea ha creato come meccanismo di coping
psicologico. Anche se alla fine viene comunque lobotomizzata, Sweet
Pea è “libera” perché il malvagio Blue (Oscar
Isaac) non può più raggiungere la vera lei.
Il parallelismo tra le storie di
Babydoll e Sweet Pea in Sucker Punch continua con
la rivelazione che Rocket (Jena
Malone) è la sorella di Sweet Pea, e che Sweet Pea si
trova nel club (e per estensione nel manicomio) perché ha inseguito
Rocket quando è scappata di casa. Babydoll è stata ricoverata in
manicomio dal patrigno violento e avido di denaro (Gerard
Plunkett) perché ha accidentalmente ucciso la sua
sorellina nel tentativo di salvarla, cosa che lui ha usato come
pretesto per la sua instabilità mentale. Quindi, sia Babydoll che
Sweet Pea sono arrivate al punto in cui si trovano perché hanno
avuto problemi con le loro sorelle.
Sorelle che finiscono entrambe per
perdere, dato che Rocket si sacrifica lanciandosi contro il
coltello del cuoco nel locale, salvando la vita di Sweet Pea. Nella
sequenza di apertura del film, Sweet Pea parla nella narrazione di
trovare “angeli custodi” in luoghi improbabili. In particolare, in
quella sequenza vengono tutti fuori e sono tutti diretti ad
aiutarla. Babydoll è il catalizzatore che ha scatenato tutto,
Amber (Jamie Chung) è sia l’abile
pilota nelle sequenze di fantasia che quella che la salva dal
coltello, mentre Rocket è il corpo sacrificale tra Sweet Pea e la
morte. In quel momento, diversi temi del film si scontrano e il
particolare parallelismo tra le sorelle morenti suggerisce sia che
Sweet Pea e Babydoll si capiscono a vicenda e sono destinate a
combattere insieme, sia che forse sono la stessa cosa.
Rocket, Amber e Blondie
Sucker Punch è un
film incentrato principalmente sulle personalità di Sweet Pea e
Babydoll, sia che vengano viste come due individui o come due parti
di un’unica mente. Ma che dire delle altre tre donne:
Rocket, Amber e
Blondie (Vanessa
Hudgens)? Di ognuna di loro sappiamo ben poco e alla
fine del film non abbiamo ancora imparato molto su di loro. Forse
perché sono tutte sfaccettature della personalità di Sweet Pea.
Quando recita il suo mondo su quel palcoscenico, prende i volti
familiari del manicomio e li inserisce in nuovi ruoli, compreso
quello della sorella perduta. Questo spiegherebbe anche perché la
morte di queste donne non viene menzionata dal dottor Gorski alla
fine del film: Quelle “morti” sono immaginarie.
La caduta di Blue
In un modo o nell’altro, Sweet Pea è
quindi libera alla fine di Sucker Punch. A seconda
della teoria a cui si crede, o è una persona reale che è scappata
dal manicomio ed è salita su un autobus diretto a ovest, oppure si
immagina così da qualche parte nel profondo del suo cervello dopo
essere stata lobotomizzata. In ogni caso, l’intero sforzo di fuga
ha portato alla caduta di Blue, l’inserviente corrotto. Dopo una
settimana di caos, la sua operazione clandestina ha iniziato a
perdere colpi. Da quel momento, a Gorksi è bastato dare un’occhiata
a una cartellina per smascherarlo. Così, che a farlo fosse stata
Babydoll stessa o il personaggio di Babydoll all’interno di Sweet
Pea, Blue è stato portato alla rovina.
Possiamo leggere la reazione di Blue
alla lobotomia di Babydoll in due modi: o questa nuova ragazza è
arrivata nel suo manicomio ed era così affascinante che non è
riuscito a sopportare la sua lobotomizzazione, oppure il
personaggio di Babydoll era all’interno di Sweet Pea e lui se ne è
innamorato, solo per vederselo portare via dalla lobotomia. A
Gorski urla “Queste sono le mie ragazze!”, quindi potrebbe
riferirsi a cinque ragazze nel manicomio o a cinque personalità
all’interno di un’unica ragazza. In qualsiasi modo si interpreti il
suo delirio alla fine del film, è stato così intenso che, quando è
andato a fondo, ha deciso di portare con sé qualcun altro.
In particolare, ha quasi subito
coinvolto il patrigno di Babydoll, che lo aveva corrotto in cambio
di una lobotomia all’inizio del film. Sucker Punch
non ci mostra quanto Blue sia disposto a raccontare alla polizia,
né quanto sappia realmente di ciò che è accaduto a casa di
Babydoll, ma il suo appello “Vi dirò tutto!”, unito alla
reazione nervosa che gli altri inservienti iniziano ad avere nei
suoi confronti, suggerisce che la vera vittoria delle ragazze
potrebbe essere quella di portare alla luce e porre fine a un vasto
giro di corruzione e abusi.
La spiegazione del finale di
Sucker Punch
In Sucker Punch ci
sono dunque numerosi indizi a sostegno sia dell’interpretazione che
tutto stia accadendo nella testa di una ragazza, sia
dell’interpretazione che Sweet Pea sia davvero riuscita a fuggire
fisicamente dal manicomio e sia sulla via della libertà. Anche dopo
che la ragazza è salita sull’autobus e si è allontanata nel finale,
però, Snyder stuzzica il pubblico con un ultimo indizio: mentre
l’autobus si allontana nell’inquadratura finale, passa davanti a un
cartellone pubblicitario con la scritta “Paradise Diner”. Quando Babydoll arriva al
manicomio, Blue assicura al patrigno che dopo la lobotomia
“sarà in paradiso”. Potrebbe essere una coincidenza, ma
data la famosa attenzione di Snyder per i dettagli, sembra molto
improbabile.
Se tutto questo sta accadendo nella
testa di Sweet Pea, significa che lei stessa si trova da qualche
parte nella sua mente dove è finalmente libera, diretta in Paradiso
dopo che il personaggio di Babydoll che ha creato si è sacrificato
attraverso la lobotomia. Ciò è potenzialmente rafforzato anche
dalla voce fuori campo finale, in cui Sweet Pea dichiara “hai
tutte le armi che ti servono”, suggerendo che la sua volontà
di essere libera è sempre stata dentro di lei e non il prodotto
delle altre quattro ragazze. O, forse, Sweet Pea si sta solo
ricordando della sua amica e si sta dirigendo verso il tramonto per
vivere una vita piena di paradiso in sua vece. Come detto dal
dottor Gorski, siete voi a controllare questo mondo e dunque il suo
significato.
What’s Love Got to Do With
It?, il cui titolo italiano è stato abbreviato in
What’s
Love? (qui
la nostra recensione) è una
commedia romantica che segue la storia di Zoe,
una regista che decide di trasformare il matrimonio del suo
migliore amico Kaz nel tema del suo prossimo
documentario quando scopre che lui sta per sposarsi in modo
combinato. Essendo cresciuta con un’idea specifica della ricerca
dell’amore, Zoe non riesce a capire come si possa sposare qualcuno
che non ha mai incontrato prima nella sua vita. Seguendo il viaggio
di Kaz e della sua famiglia alla ricerca di una sposa, Zoe inizia
però a scoprire che esiste un modo diverso di considerare l’amore e
il matrimonio.
Diretto da Shekhar
Kapur, il film vede la partecipazione di Lily James, Shazad Latif,
ShabanaAzmi, Emma Thompson, Sajal Aly,
Jeff Mirza e Asim Chaudhry. Con
un cast appartenente alla cultura mediorientale, la tradizionale
pakistana e la vita di una famiglia britannico-pakistana sono
dunque state rappresentate in modo autentico nel film. Ma c’è una
vera ispirazione dietro questa autenticità? In questo articolo
andiamo alla scoperta delle origini della vicenda di What’s
Love?, per stabilire se si tratta di una storia vera o di
pura invenzione.
La risposta più diretta è che no,
What’s Love? non è basato su una storia vera. È
basato sulla sceneggiatura originale scritta dalla
sceneggiatrice-produttrice del film, Jemina Khan,
che ha però avuto l’ispirazione per questa storia quando ha visto
quante persone nella sua vita erano coinvolte in matrimoni
combinati di successo e amorevoli. “Ho incontrato tutti i
personaggi di questo film in un modo o nell’altro, ed è la mia
visione di alcuni matrimoni combinati di successo, avendo idee
preconcette su come potrebbero essere; vederli da vicino, vederne
alcuni incredibilmente felici, anche tra i più giovani”, ha
dichiarato Jemina a The Hollywood Reporter.
What’s Love? porta
alla ribalta la cultura musulmana tradizionale, soprattutto quella
prevalente nel Sud-Est asiatico, e sfida i preconcetti sui
matrimoni combinati che esistono nei Paesi occidentali. A questo
proposito, Shabana Azmi ha dichiarato: “Credo
che ora che il mondo si sta restringendo e sta diventando un
“villaggio globale”, dobbiamo riconoscere che le culture devono
essere comprese nei loro termini anziché con i riflettori
dell’Occidente puntati addosso… e questo [il film] lo fa non
schierandosi, non dicendo che una è migliore dell’altra. Te le
mostra entrambe e tu puoi scegliere”.
Ciò che fa funzionare il film è poi
la chimica tra i due protagonisti, Lily James e Shazad Latif. I
due sono stati amici nella vita reale per quasi un decennio e
questo traspare anche dalla loro sintonia in scena e sullo schermo.
L’interazione tra gli altri attori è poi altrettanto naturale,
grazie all’approccio molto aperto e comunicativo del regista
Shekhar Kapur. In un’intervista rilasciata a
Deadline Hollywood, Shekhar Kapur ha rivelato che molto prima
dell’inizio delle riprese, lui e i membri del cast hanno discusso a
lungo della trama e di come volevano interpretare i loro
personaggi.
Una scena del film What’s Love?
“Ho permesso loro [al cast] di
cambiare tutto ciò che volevano e poi si crea una cosa sul set per
cui il film si evolve – si evolve nell’amore, si evolve in tutti i
tipi di emozioni umane che tutti noi proviamo continuamente.
Altrimenti non ci sarebbero emozioni umane”, ha detto il
regista. Pur essendo una storia di fantasia, dunque, What’s
Love? è molto legato alla realtà. È un’esplorazione della
famiglia e dell’identità, sia individuale che culturale. Scritto in
modo brillante, il film presenta una Gran Bretagna molto
multiculturale attraverso i suoi personaggi accattivanti. Mentre il
film inizia come una commedia romantica con le giuste note
umoristiche, la regia sfumata di Shekhar Kapur trasforma poi il
film in qualcosa di molto più emotivo e sentito.
Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di What’s
Love? grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple
iTunes, Tim Vision e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì
12 marzo alle ore 21:30 sul canale
Rai 1.
Il remake di Biancaneve della
Disney arriverà nei cinema tra poco più di una settimana, ma il
film non riceverà il tipico trattamento da red
carpet. Secondo Variety, mentre ci sarà una
festa di pre-evento e una proiezione all’El Capitan Theatre con le
star Rachel Zegler e
Gal Gadot, nessun membro della stampa è stato invitato
ad assistere alla première. Ciò significa niente interviste e,
forse la cosa più importante per la Disney, niente domande
imbarazzanti. Il piano è che la copertura sia “limitata ai
fotografi e alla troupe“.
Sembra che questo sorprendente
cambiamento sia il risultato delle “controversie” che
circondano Biancaneve.
Per cominciare, c’è il fatto che un’attrice latina interpreterà il
personaggio del titolo, una decisione che ha incontrato reazioni
negative fin dall’inizio. Zegler, che ovviamente non meritava
nessuno degli abusi razzisti che ha subito, non è riuscita a
conquistare i fan definendo il film d’animazione del 1937 “datato”
prima di paragonare il Principe Azzurro a uno “stalker“.
Sono seguite altre reazioni negative e la Disney ha cambiato rotta
durante le estese riprese mirate ad allineare il film al cartone
animato originale (di conseguenza, i sette nani sono tornati e ora
sono in CGI).
Le controversie si estendono anche
all’attrice della Regina Cattiva Gal Gadot; mentre
Zegler ha promosso la “Palestina libera” sui social media, la sua
co-protagonista israeliana è diventata una sostenitrice schietta
del suo paese d’origine. È una questione spinosa e divisiva e su
cui molti giornalisti vorrebbero probabilmente interrogarla.
Tornando a Zegler, non è passato molto tempo da quando è stata
costretta a scusarsi dopo aver fatto delle osservazioni sulla
decisione del popolo americano di rieleggere Donald
Trump come Presidente.
Tutto quello che sappiamo su
Biancaneve
Biancaneve
è diretto da Marc Webb, regista di The Amazing Spider-Man, da una sceneggiatura
della regista di Barbie,
Greta
Gerwig e della drammaturga Erin Cressida
Wilson. Il film dovrebbe ampliare la storia del classico
d’animazione del 1937. Il film conterrà nuove canzoni di
Benj Pasek e Justin Paul (La La Land e The
Greatest Showman) e vedrà anche la star di
Wonder
Woman,
Gal Gadot nel ruolo della Regina Cattiva. Gli
attori per la maggior parte dei sette “nani” non sono stati
annunciati, ma sappiamo che Martin Klebba, che ha partecipato a
tutti i film dei Pirati dei
Caraibi, interpreterà Brontolo.
È stato inoltre confermato che il
film includerà una versione più giovane di Biancaneve, il che
suggerisce che avremo una sorta di scene di flashback che
approfondiranno le origini del personaggio principale.
L’uscita di Biancaneve nelle
sale è prevista per il 21 marzo 2025.
Hudson Thames, che
presta la voce a Peter Parker nella serie animata Il vostro amichevole Spider-Man di quartiere, ha
affrontato le reazioni negative ricevute per i commenti rilasciati
durante un’intervista durante la première della serie su Disney+.
Ecco cosa ha detto Thames a Collider
a gennaio quando gli è stato chiesto cosa pensasse della serie che
introduceva una versione nera di Norman Osborn e metteva in luce
personaggi diversi come Lonnie Lincoln, Nico
Minoru e Pearl Pangan: “Ho pensato
che fosse fantastico. Voglio dire, la mia più grande paura era che
sarebbe stato fastidioso e intelligente, e non lo è stato, e ho
pensato, ‘Sì, è fantastico, è così ben scritto’, come se sembrasse
reale. Sono il più grande di cinque ragazzi, quindi mi sento come
se sapessi cosa sta succedendo nelle loro vite e al liceo, e mi è
sembrato che rendesse giustizia a tutto questo”.
Vale la pena notare che
Hudson Thames non ha effettivamente definito lo
show “woke”… ha semplicemente detto di essere contento che non sia
sembrato “woke”. Come ci si potrebbe aspettare, questa
intervista ha causato un bel po’ di commenti negativi per Thames, e
l’attore sta ora cercando di chiarire i suoi commenti.
“Quindi, ovviamente, qualcosa che ho
detto è stato scelto apposta e utilizzato essenzialmente senza
contesto solo per creare un po’ di dramma”, racconta a Straw Hat
Goofy. “Stavamo parlando di quel breve periodo di tempo prima che
lo show uscisse, e ho notato che molti commenti online che
ricevevo, erano persone nervose o preoccupate che lo show stesse
usando argomenti di diversità e uguaglianza in modo non autentico o
disonesto”.
“Mi ha messo sulla difensiva,
come se volessi in un certo senso difendere un po’ il nostro
show”, ha continuato. “È stata una scelta di parole
davvero pessima. Quello che volevo dire è che il nostro show non
deve fare questo, non deve fare scherzi. Jeff [Trammell] ha fatto
un lavoro così brillante, secondo me, nello scrivere ciò che
sapeva. L’uguaglianza e la diversità erano già integrate nella
storia che ha scritto, e niente sembrava forzato, suppongo, quindi
stavo solo cercando di complimentarmi con la grazia con cui tutto
ciò si svolge nello show, e ironicamente, è ciò che mi ha attratto
così tanto dello show in primo luogo.”
La trama e il cast vocale di
Il Vostro Amichevole Spider-Man di quartiere
Il Vostro Amichevole
Spider-Man di quartiere segue Peter Parker nel suo
percorso per diventare un eroe, con un viaggio mai visto prima e
uno stile che celebra le radici del personaggio nei fumetti. Nella
versione originale, il ricco cast vocale comprende Hudson
Thames, Colman Domingo, Eugene Byrd, Grace Song, Zeno Robinson,
Hugh Dancy e Charlie Cox. Head writer è Jeff
Trammell e Mel Zwyer è il supervising
director. Brad Winderbaum, Kevin Feige, Louis D’Esposito,
Dana Vasquez-Eberhardt e Trammell sono gli executive
producer.
Arrivano on line le prime foto dal
set di The
Odyssey di Christopher Nolan che ci mostrano
Tom Holland in azione. Nelle nuove foto dal set del
film in Grecia (tramite SFFGazette.com) vediamo un primo sguardo al
misterioso personaggio di Holland. Non sappiamo ancora chi
interpreterà, anche se la teoria più convincente è che sarà
Telemaco, il figlio di Odisseo.
L’antico poema epico di Omero
racconta la storia di Odisseo, re di Itaca, e del suo pericoloso
viaggio di ritorno a casa dopo la guerra di Troia, esplorando temi
di eroismo, lealtà, astuzia e la lotta contro la volontà divina. Il
racconto include episodi iconici come l’incontro con il ciclope
Polifemo, le Sirene e la strega-dea Circe, avventure che culminano
con il suo ricongiungimento con la moglie Penelope.
Sebbene questo sarebbe l’adattamento
più ad alto budget del questo testo fino ad oggi, il poema è stato
precedentemente adattato nel film del 1954 Ulisse,
diretto da Mario Camerini e interpretato da
Kirk Douglas, così come nella miniserie del 1997
L’Odissea, diretta da Andrei
Konchalovsky e interpretata da Armand
Assante. Gli ultimi libri dell’Odissea sono stati anche la
fonte principale per The
Return, di Uberto Pasolini, che è
uscito in Italia all’inizio del 2025 e che vede protagonisti
Ralph Fiennes nei panni di Ulisse e Juliette Binoche in quelli di Penelope.
I dettagli sulla trama del film di
Christopher Nolan sono ad ora stati tenuti
nascosti e non è confermato quanto il regista sarà fedele all’opera
di Omero. Considerando i suoi precedenti, c’è da aspettarsi che
apporti una svolta inaspettata alla storia che già presenta tutti i
marchi di fabbrica del suo cinema, in particolare la non linearità
della narrazione. Le riprese di Odyssey dovrebbero iniziare il mese
prossimo e sarà il secondo film di Nolan per la Universal, dopo
Oppenheimer.
John Wick 5, il
film che sembrava impossibile dopo le esplosioni di John Wick:
Capitolo 4, è stato ufficialmente confermato! Il
franchise di azione e acrobazie vietato ai minori sembrava
concludersi con il quarto film, ma ora abbiamo la conferma che il
quinto film è in lavorazione.
In un evento di anteprima per la
John Wick Experience a Las Vegas, Jenefer
Brown, responsabile dei prodotti e delle esperienze
globali, ha parlato con ComicBook.com e ha confermato che il quinto
film del franchise si farà. “Questo mondo continua a crescere
ed espandersi in modi incredibili. Il prossimo, ovviamente, è
Ballerina,
che è il nostro primo film spin-off e non vediamo l’ora che venga
distribuito in tutto il mondo. Ovviamente, abbiamo annunciato che
stiamo lavorando a un quinto film di John Wick”.
Ha poi aggiunto alla conversazione:
“Stiamo sviluppando un quinto film di John Wick… [lui] potrebbe
essere [morto]. Siamo tutti col fiato sospeso in attesa di
scoprirlo”.
Questa è una bella e gradita
sorpresa, dato che lo stesso KeanuReeves ha detto
che il personaggio è morto. Infatti, queste sono state le sue
esatte parole. Ovviamente, a Hollywood, tutto può succedere,
inclusa la resurrezione di personaggi morti. Forse Reeves sta
cercando di depistare tutti, o forse lo studio sta pianificando di
continuare i film con o senza di lui, cosa che senza dubbio
sconvolgerebbe molti fan.
Alla fine di John Wick:
Capitolo 4, era abbastanza chiaro che John era morto,
anche se non abbiamo visto il corpo del personaggio messo in una
bara o sepolto. C’erano molte teorie che circolavano sul fatto che
John non fosse effettivamente morto, e alcune di queste erano
vagamente basate sul fatto che l’attenzione del cane di John fosse
stata distolta dalla sua tomba all’ultimo minuto. Forse questo
significa che John è vivo, forse questo significa che il cane stava
guardando uno scoiattolo, ma se John Wick torna sul grande schermo
per un’azione più incredibile, siamo emozionati.
John Wick 5 si farà
Il primo
John Wick è più di un semplice film su un ex assassino
la cui moglie è morta di recente e gli ha lasciato un cucciolo.
Quando quel cucciolo viene ucciso da mafiosi russi che gli rubano
anche l’auto, John cerca vendetta. In John Wick: Capitolo
2, apprendiamo che questo mondo di assassini è molto più
grande di quanto si pensasse in precedenza e la tradizione del
mondo si espande in modo esponenziale. Ciò continua in John
Wick: Capitolo 3 – Parabellum, dove John deve difendere i
suoi amici. In John Wick: Capitolo 4, le acrobazie
e il mondo sono più grandi che mai, così come il numero di
uccisioni di John.
Con la produzione destinata a
iniziare quest’anno per il prossimo capitolo della serie di
Spider-Man, la star della serie Tom Holland sembra
aver trovato una nuova co-star, una che non è “estranea” alla
popolare IP. Fonti hanno detto a Deadline che la star di
Stranger ThingsSadie Sink è pronta a unirsi al sequel di Sony
Pictures e Marvel Studios. Holland è già pronto a tornare
come Peter Parker.
Marvel e Sony non hanno rilasciato
dichiarazioni. Destin Daniel Cretton è il regista,
con Amy Pascal e il presidente della MarvelKevin Feige
come produttori.
Per quanto riguarda chi interpreterà
Sink, la teoria prevalente è che verrà presentata come il
personaggio degli X-Men Jean Grey, ma non
escludere l’idea che si presenti come un altro amato personaggio di
Spider-Man dai capelli rossi. Ciò che si sa è che il ruolo
sarà significativo dato che il film più recente,
Spider-Man: No Way Home, si è concluso con Parker
che prende la decisione di completare l’incantesimo di Doctor Strange che cancella la sua identità
dal mondo.
Rimanendo in linea con questa trama,
ci si può aspettare che i vecchi compagni di Holland abbiano ruoli
ridotti mentre i nuovi arrivati vengono aggiunti al cast, con
Sadie Sink come primo nuovo ruolo
importante.
Holland sta attualmente girando
The
Odyssey di Christopher Nolan e il
piano è che inizi a girare Spider-Man una volta terminata la
produzione del film di Nolan.
Per Sadie Sink, il ruolo arriva subito dopo aver
detto addio alla parte che ha contribuito a lanciare la sua
carriera, dato che l’ultima stagione della serie Netflix Stranger Things ha recentemente
terminato la produzione. L’ultima stagione è una delle anteprime
più attese del 2025 e andrà in onda più avanti quest’anno.
Il regista di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci
AnelliDestin Daniel
Cretton sarà al timone di Spider-Man 4,
il che significa che i fan si aspettano alcune scene d’azione
selvagge. Perez ha accennato a ciò stuzzicandoci con “Il team
di stunt/[coreografie] si sta divertendo con un po’ di roba
pre-visualizzata”.
Sembra che Marvel Studios e Sony Pictures
stiano puntando tutto sulla prossima uscita da solista
dell’arrampicamuri, che sarà un’avventura multiversale. Ciò
significa che dovremo aspettare la storia a livello di strada che
gli ultimi momenti di Spider-Man: No Way Home
apparentemente ci hanno promesso.
Spider-Man 4 è
stato ufficialmente fissato per il 31 luglio 2026, con il regista
di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci AnelliDestin Daniel Cretton alla guida di una
sceneggiatura scritta da Chris McKenna ed
Erik Sommers.