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Greenland 2: Migration, il trailer del film catastrofico con Gerard Butler

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Lionsgate ha rivelato il trailer di Greenland 2: Migration con Gerard Butler. Sequel di Greenland del 2020, il film segue nuovamente John Garrity (Butler) e la sua famiglia mentre sono costretti a lasciare il loro bunker, precedentemente sicuro, per trovare una nuova casa in una landa desolata post-apocalittica. Diretto da Ric Roman Waugh e scritto da Chris Sparling e Mitchell LaFortune, il film uscirà nelle sale il 9 gennaio 2026 e vedrà anche Morena Baccarin nel ruolo della moglie di John, Allison, e Roman Griffin Davis nel ruolo del figlio.

Il nuovo trailer riassume la trama principale del primo film, in cui una catastrofica pioggia di meteoriti ha costretto la famiglia protagonista, insieme a molte altre, a rifugiarsi nei bunker della Groenlandia. Cinque anni dopo, la maggior parte del resto del mondo è stata distrutta, mentre questa popolazione vive sottoterra, ma soprattutto per il figlio di John e Allison questa è una vita soffocante.

Tuttavia, si scopre che potrebbe esserci una zona abitabile all’aperto dall’altra parte della Terra, spingendo la famiglia Garrity a intraprendere un nuovo e pericoloso viaggio e ad affrontare nuovi disastri naturali in una civiltà in rovina, nella speranza di raggiungere una vita migliore. Greenland 2: Migration vede anche la partecipazione di Amber Rose Revah, Sophie Thompson, Trond Fausa Aurvåg e William Abadie.

Cosa significa questo per Greenland 2: Migration

Greenland è stato costretto a debuttare in digitale a causa della pandemia di COVID-19, ma è diventato un solido successo e mantiene un punteggio del 77% su Rotten Tomatoes. Non sapremo mai come sarebbe andato questo film con un’uscita nelle sale, anche se il modello di debutto in streaming come mezzo per affermare un franchise è almeno in parte dovuto alla pandemia.

Greenland 2: Migration è l’occasione per la serie di avere una grande uscita nelle sale, speriamo spinta dall’entusiasmo dei fan. La data di uscita di Greenland: Migration a gennaio indica una minore fiducia nella sua capacità di diventare un blockbuster estivo, ma ci sarà meno concorrenza. Il trailer pubblicizza bene la posta in gioco e, se proiettato prima dei film giusti nei prossimi mesi, potrebbe attirare un vasto pubblico.

Balle Spaziali 2: al via la produzione con new entry nel cast

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Balle Spaziali 2: al via la produzione con new entry nel cast

Balle Spaziali 2 è entrato ufficialmente in produzione. Amazon MGM Studios ha ufficializzato il sequel del film, con Rick Moranis, Bill Pullman e Daphne Zuniga che riprenderanno i rispettivi ruoli di Casco Nero, Stella Solitaria e Principessa Vespa. Ci sono anche i nuovi membri della serie, tra cui Josh Gad, Keke Palmer e Lewis Pullman.

I nuovi membri del cast, non ancora annunciati, sono Anthony Carrigan, attore di Barry e Superman, e George Wyner di “A Serious Man”, che ha interpretato il Colonnello Sandurz nel film originale del 1987 che ha incassato oltre 38 milioni di dollari negli Stati Uniti. E naturalmente, l’ideatore della commedia fantascientifica, Mel Brooks, è tornato, nei suoi ruoli di Yogurt, il mago zen yiddish, e del Presidente Skroob.

La produzione è in corso con la regia di Josh Greenbaum come mostra la foto del tavolo di lettura. I più attenti avranno notato la somiglianza con la foto in bianco e nero proprio del tavolo di lettura con il cast che annunciava l’inizio della produzione di Star Wars: Il Risveglio della Forza, più di dieci anni fa. L’uscita di Balle Spaziali 2 nelle sale è prevista per il 2027.

La sinossi della sceneggiatura, scritta dal duo Benji Samit e Dan Hernandez (Lego Star Wars: Rebuild the Galaxy; TMNT: Mutant Mayhem), e di Gad, è ancora segreta. Amazon MGM Studios non ha ancora ufficializzato i ruoli di Palmer, Gad e Lewis Pullman. Brian Grazer, Ron Howard e Jeb Brody di Imagine Entertainment sono i produttori del film, insieme a Brooks, Gad, Greenbaum e Kevin Salter. Adam Merims, Samit e Hernandez saranno i produttori esecutivi.

Nobody Wants This – Stagione 2: il trailer ufficiale della serie Netflix

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L’amata serie commedia Nobody Wants This – Stagione 2, con Kristen Bell e Adam Brody torna su Netflix dal 23 ottobre. Ecco il trailer ufficiale.

Liberamente ispirata alla storia vera della creatrice Erin Foster, la prima stagione ha seguito l’improbabile accoppiamento tra una podcaster agnostica e schietta e un rabbino anticonformista dopo un incontro casuale a cena. Dopo 10 episodi dedicati all’esplorazione della storia d’amore altalenante della coppia, il finale della prima stagione si è concluso con un futuro incerto tra i due dopo che Joanne ha rivelato di non essere pronta a convertirsi all’ebraismo.

Dal suo debutto nel 2024, “Nobody Wants This” è diventata un enorme successo tra il pubblico affascinato dall’alchimia tra Joanne e Noah. Foster tornerà come produttrice esecutiva insieme alla sorella Sara Foster per la seconda stagione. La nuova arrivata Nora Silver si unirà al cast come produttrice esecutiva, così come Jenni Konner e Bruce Eric Kaplan, che saranno anche showrunner.

Avatar: Fuoco e Cenere, il nuovo trailer italiano

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Avatar: Fuoco e Cenere, il nuovo trailer italiano

Il nuovo trailer e poster di Avatar: Fuoco e Cenere del regista premio Oscar® James Cameron. Il terzo film del franchise di successo Avatar arriverà nelle sale cinematografiche italiane il 17 dicembre 2025.

Con Avatar: Fuoco e Cenere, James Cameron riporta il pubblico a Pandora in una nuova e coinvolgente avventura con il marine diventato leader Na’vi Jake Sully (Sam Worthington), la guerriera Na’vi Neytiri (Zoe Saldaña) e la famiglia Sully. Il film, che ha una sceneggiatura di James Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver e una storia di James Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver & Josh Friedman & Shane Salerno, è interpretato anche da Sigourney Weaver, Stephen Lang, Oona Chaplin, Cliff Curtis, Joel David Moore, CCH Pounder, Edie Falco, David Thewlis, Jemaine Clement, Giovanni Ribisi, Britain Dalton, Jamie Flatters, Trinity Jo-Li Bliss, Jack Champion, Brendan Cowell, Bailey Bass, Filip Geljo, Duane Evans, Jr. e Kate Winslet.

Inoltre sono aperte le prevendite per Avatar: La Via dell’Acqua, il fenomeno cinematografico mondiale vincitore di un Oscar® per i migliori effetti visivi, uscito nel 2022 e che ha incassato oltre 2,3 miliardi di dollari in tutto il mondo, che tornerà nelle sale cinematografiche italiane in 3D, dal 2 all’8 ottobre.

Il nuovo poster di Avatar: Fuoco e Cenere

Paramount+: tutti i film e le serie in arrivo ad ottobre 2025

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Paramount+: tutti i film e le serie in arrivo ad ottobre 2025

Il mese di ottobre su Paramount+ si annuncia ricchissimo di debutti e ritorni attesi. La piattaforma porta in streaming nuove stagioni delle sue serie di punta, docu-film esclusivi e un’offerta di cinema internazionale che spazia dall’horror al crime drama, oltre a titoli italiani cult in arrivo nella library. Tra gli highlight spiccano Mayor of Kingstown S4 con Jeremy Renner e Edie Falco, Ozzy: No Escape From Now, Vicious, Playing Gracie Darling, Alma & The Wolf, il finale di stagione di NCIS: Tony & Ziva e la nuova stagione di Teen Mom UK Next Generation.

L’autunno di Paramount+ combina grandi nomi davanti e dietro la macchina da presa: Taylor Sheridan, Ozzy Osbourne, Dakota Fanning, Morgana O’Reilly e Ethan Embry sono solo alcuni dei protagonisti dei nuovi contenuti. Accanto alle novità, il catalogo italiano si arricchisce di classici come Habemus Papam di Nanni Moretti, Piove di Paolo Strippoli, Suspiria di Dario Argento e Gatta Cenerentola.

Le uscite di ottobre su Paramount+

Mayor of Kingstown – Stagione 4 (dal 26 ottobre)

Con protagonista il candidato all’Oscar Jeremy Renner e l’attrice vincitrice di Emmy e Golden Globe Edie Falco, la serie co-creata da Taylor Sheridan e Hugh Dillon racconta Mike, alle prese con nuovi giocatori che cercano di colmare il vuoto di potere lasciato dai russi. Guerra tra bande, nuovi direttori di carcere e affetti in pericolo costringono il protagonista a confrontarsi con i demoni del passato.

Ozzy: No Escape From Now (dal 7 ottobre)

Docu-film definitivo sugli ultimi sei anni di vita di Ozzy Osbourne, diretto dalla regista premio BAFTA Tania Alexander. Tra interventi chirurgici, Parkinson, rinascita artistica, collaborazioni con Post Malone e album Ordinary Man e Patient Number 9, il film diventa un tributo alla determinazione e al talento del rocker dopo la sua scomparsa il 22 luglio 2025.

Vicious (dal 10 ottobre)

Horror con Dakota Fanning. Polly riceve una misteriosa scatola per un rituale inquietante: inserire qualcosa di cui ha bisogno, qualcosa che odia e qualcosa che ama. Un gioco che diventa incubo. Scritto e diretto da Bryan Bertino, prodotto da Richard Suckle e Bertino con produttori esecutivi Melinda Whitaker e Shane Boucher.

Playing Gracie Darling (dal 9 ottobre)

Serie originale mystery soprannaturale in sei episodi prodotta da Curio Pictures. La scomparsa della quattordicenne Gracie Darling durante una seduta spiritica e un nuovo caso inquietante 27 anni dopo costringono Joni a tornare nel passato. Nel cast Morgana O’Reilly, Dame Harriet Walter e Rudi Dharmalingam.

Alma & The Wolf (dal 21 ottobre)

Film horror diretto da Michael Patrick Jann. Ethan Embry interpreta Ren Accord, Li Jun Li è Alma, al centro di un legame oscuro con una presenza minacciosa tra paesaggi inquietanti. Girato sulle coste dell’Oregon, conferma la vocazione al cinema di genere.

Finale di stagione di NCIS: Tony & Ziva (23 ottobre)

Ultimo capitolo del franchise NCIS con Cote de Pablo e Michael Weatherly. Tony e Ziva, dopo anni di lontananza, devono fuggire per l’Europa cercando chi li sta braccando e imparare di nuovo a fidarsi l’uno dell’altra per costruire il finale felice che non hanno mai avuto.

Teen Mom UK Next Generation – Stagione 3

Dal brand MTV, torna la terza stagione con una nuova generazione di mamme adolescenti alle prese con le difficoltà e le gioie della maternità in giovane età.

Nuovi film italiani nella library

Arrivano su Paramount+ Habemus Papam di Nanni Moretti, Piove di Paolo Strippoli, Suspiria di Dario Argento e Gatta Cenerentola, film d’animazione del 2017 diretto da Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone.

A House of Dynamite: trailer dell’atteso nuovo film di Kathryn Bigelow

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È disponibile online il trailer ufficiale del nuovo, attesissimo film diretto dalla premio Oscar Kathryn Bigelow A House of Dynamite, presentato in anteprima in concorso alla 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia. Il titolo segna il ritorno dietro la macchina da presa della regista di The Hurt Locker e Zero Dark Thirty e sarà disponibile dall’8 ottobre nei cinema selezionati e dal 24 ottobre in esclusiva su Netflix.

Il trailer offre un assaggio della trama: un singolo missile, non attribuito ad alcuna nazione, viene lanciato contro gli Stati Uniti. Si apre così una corsa contro il tempo per scoprire i responsabili e decidere come reagire, in un crescendo di tensione geopolitica e dilemmi morali che promette il classico approccio realistico e immersivo di Bigelow.

Il cast del film

Il cast è di altissimo profilo: Idris Elba, Rebecca Ferguson, Gabriel Basso, Jared Harris, Tracy Letts, Anthony Ramos, Moses Ingram, Jonah Hauer-King, Greta Lee e Jason Clarke, affiancati da Malachi Beasley, Brian Tee, Brittany O’Grady, Gbenga Akinnagbe, Willa Fitzgerald, Renée Elise Goldsberry, Kyle Allen e Kaitlyn Dever.

Alla regia Kathryn Bigelow, sceneggiatura di Noah Oppenheim. Produttori Greg Shapiro, Kathryn Bigelow e Noah Oppenheim; produttori esecutivi Brian Bell e Sarah Bremner. Direttore della fotografia Barry Ackroyd, scenografia Jeremy Hindle, costumi Sarah Edwards, montaggio Kirk Baxter, musiche Volker Bertelmann, sound design Paul N. J. Ottosson, co-produttori Jeremy Hindle e Sumaiya Kaveh, casting Susanne Scheel.

Con il trailer appena pubblicato, il film di Kathryn Bigelow si annuncia come uno dei thriller più attesi dell’autunno, capace di intrecciare attualità e tensione drammatica.

Stiller & Meara: Niente è perduto, trailer del nuovo documentario del regista Ben Stiller

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Apple Original Films ha presentato il trailer di Stiller & Meara: Niente è perduto, il nuovo documentario diretto dal regista e produttore Ben Stiller con protagonisti lo stesso Stiller, Amy Stiller, Christine Taylor-Stiller, Christopher Walken e Stephen Colbert.

La trama di Stiller & Meara: Niente è perduto

In arrivo il 24 ottobre su Apple TV+, il documentario racconta la storia dei genitori di Ben Stiller, le icone della commedia Jerry Stiller e Anne Meara, esplorando il loro impatto sia sulla cultura popolare, che nella vita domestica, dove i confini tra creatività, famiglia, vita e arte erano spesso sfumati. Nel farlo, Stiller punta la telecamera su se stesso e sulla sua famiglia per esaminare l’enorme influenza di Jerry e Anne sulle loro vite e riflettere sulle lezioni generazionali che tutti possiamo imparare da coloro che amiamo.

Diretto da Ben Stiller, Stiller & Meara: Niente è perduto è prodotto dalla Red Hour Films di Stiller John Lesher, insieme a Geoffrey Richman e Lizz Morhaim, con Bryn Mooser, Justin Lacob e Kathryn Everett di XTR, mentre Tony Hsieh e Andy Hsieh ricoprono il ruolo di produttori esecutivi.

Tre Ciotole, il trailer: dal 9 ottobre al cinema

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Tre Ciotole, il trailer: dal 9 ottobre al cinema

Dopo l’Anteprima Mondiale al TIFF – Toronto International Film Festival (4-14 settembre 2025) Tre Ciotole, il film diretto dall’acclamata regista spagnola Isabel Coixet (Un Amor, La mia vita senza me, La vita segreta delle parole), con protagonisti Alba Rohrwacher e Elio Germano, arriverà nelle sale italiane il 9 ottobre con Vision Distribution.

Il film, scritto da Enrico Audenino e Isabel Coixet, è tratto dall’omonimo libro Tre Ciotole di Michela Murgia, edito in Italia da Mondadori con oltre 200 mila copie vendute. Nel cast anche Silvia D’amico, Galatea Bellugi, Francesco Carril e con Sarita Choudhury.

Tre Ciotole è una produzione italo-spagnola di Cattleya – parte di ITV Studios – Ruvido Produzioni, Bartlebyfilm e Vision Distribution, insieme a Buenapinta Media, Bteam Prods, Perdición Films, Apaches Entertainment, Tres Cuencos AIE. Il progetto è realizzato in collaborazione con il Ministero della Cultura – Opera realizzata con il contributo del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo e in collaborazione con SKY e con la partecipazione di RTVE e di MAX con il finanziamento di Instituto de la Cinematografía y de las Artes Audiovisuales O.A./Ministerio de Cultura/Gobierno de de España.

Tre Ciotole sarà distribuito in Spagna da BTeam Pictures e in Italia da Vision Distribution che gestisce anche le vendite internazionali.

La trama di Tre Ciotole

Dopo quello che sembrava un banale litigio, Marta e Antonio si lasciano. Marta reagisce alla rottura chiudendosi in sé stessa. L’unico sintomo che non può ignorare è la sua improvvisa mancanza di appetito. Antonio, chef in rampa di lancio, si butta sul lavoro. Eppure, sebbene sia stato lui a lasciare Marta, non riesce a dimenticarla. Quando Marta scopre che la mancanza di appetito ha più a che fare con la propria salute che con il dolore della separazione, tutto cambia: il sapore del cibo, la musica, il desiderio, la certezza delle scelte fatte.

Spider-Man: Brand New Day, un video dal set mostra riprese di una fuga di prigione

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Spider-Man: Brand New Day promette di essere il film che molti fan hanno sognato di vedere per anni. Sebbene il debutto dell’Uomo Ragno nell’MCU nel film Captain America: Civil War del 2016 sia stato motivo di festa, il fatto che Spidey sia stato preso sotto l’ala protettrice di Iron Man ha portato ad alcuni grandi cambiamenti rispetto ai fumetti. Il prossimo film sembra però destinato a riportare Peter Parker alle sue origini di ragazzo di strada, con The Punisher, Scorpion, Tombstone e altri personaggi che avranno un ruolo chiave nella prima avventura di Spider-Man fedele al fumetto.

Naturalmente, ci saranno ancora almeno un paio di Avengers presenti, con Hulk di Mark Ruffalo e la Yelena Belova di Florence Pugh che appariranno entrambi in Spider-Man: Brand New Day. All’inizio di quest’anno abbiamo appreso che c’erano piani per girare scene che coinvolgevano Scorpion, il Dipartimento di Controllo dei Danni e un’evasione dalla prigione. Sembra che sia proprio questo ciò che la Marvel Studios sta girando ora, sulla base dell’ultimo video dal set (lo si può vedere qui).

Secondo lo scoop di Daniel Richtman, “Stanno attualmente girando una scena con il carro armato che entra nella prigione con Scorpion”. Se questo è vero, possiamo supporre che non ci sia The Punisher all’interno del carro armato… a meno che non voglia far evadere Mac Gargan per ucciderlo. Ci sono molte cose che non sappiamo su Spider-Man: Brand New Day e, anche se possiamo mettere insieme alcuni frammenti dalle foto dal set e da indiscrezioni come questa, questo film porterà quasi certamente l’Uomo Ragno in luoghi sorprendenti.

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Quello che sappiamo su Spider-Man: Brand New Day

Ad oggi, una sinossi generica di Spider-Man: Brand New Day è emersa all’inizio di quest’anno, anche se non è chiaro quanto sia accurata.

Dopo gli eventi di Doomsday, Peter Parker è determinato a condurre una vita normale e a concentrarsi sul college, allontanandosi dalle sue responsabilità di Spider-Man. Tuttavia, la pace è di breve durata quando emerge una nuova minaccia mortale, che mette in pericolo i suoi amici e costringe Peter a riconsiderare la sua promessa. Con la posta in gioco più alta che mai, Peter torna a malincuore alla sua identità di Spider-Man e si ritrova a dover collaborare con un improbabile alleato per proteggere coloro che ama.

L’improbabile alleato potrebbe dunque essere il The Punisher di Jon Bernthal recentemente annunciato come parte del film – in una situazione già vista in precedenti film Marvel dove gli eroi si vedono inizialmente come antagonisti l’uno dell’altro salvo poi allearsi contro la vera minaccia di turno.

Di certo c’è che il film condivide il titolo con un’epoca narrativa controversa, che ha visto la Marvel Comics dare all’arrampicamuri un nuovo inizio, ponendo però fine al suo matrimonio con Mary Jane Watson e rendendo di nuovo segreta la sua identità. In quel periodo ha dovuto affrontare molti nuovi sinistri nemici ed era circondato da un cast di supporto rinnovato, tra cui un resuscitato Harry Osborn.

Il film è stato recentemente posticipato di una settimana dal 24 luglio 2026 al 31 luglio 2026. Destin Daniel Cretton, regista di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, dirigerà il film da una sceneggiatura di Chris McKenna ed Erik Sommers. Tom Holland guida un cast che include anche Zendaya, Jacob Batalon, Mark Ruffalo, Sadie Sink e Liza Colón-Zayas e Jon Bernthal. Michael Mando è stato confermato mentre per ora è solo un rumors il coinvolgimento di Charlie Cox.

Spider-Man: Brand New Day uscirà nelle sale il 31 luglio 2026.

La voce di Hind Rajab, il tour del cast nelle sale: ecco le date!

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I Wonder Pictures è orgogliosa di annunciare che La voce di Hind Rajab di Kaouther Ben Hania (qui la nostra recensione) arriva finalmente al cinema da oggi 25 settembre in 430 sale italiane, numero che testimonia la vastissima attenzione nei confronti di un film per cui andare al cinema diventa un atto sociale e politico. Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria all’82esima Mostra del Cinema di Venezia, La voce di Hind Rajab è stato designato Film della Critica dal SNCCI e definito dalla stampa nazionale e internazionale come “un capolavoro”, “il film più importante della Mostra”, “potente, urgente, vitale”.

Con il supporto produttivo e il sostegno di grandi nomi del cinema internazionale come Brad Pitt e Alfonso Cuarón, la regista Ben Hania, già celebrata per il suo Quattro figlie distribuito in Italia sempre da I Wonder Pictures, racconta la sconvolgente storia vera di Hind Rajab, bambina palestinese di sei anni, rimasta intrappolata sotto il fuoco incrociato di una sparatoria a Gaza a Gennaio 2024, e dei tentativi disperati della Mezzaluna Rossa di trarla in salvo. La vicenda è narrata in un film di finzione in cui la realtà irrompe prepotentemente in scena: se quelle tragiche ore negli uffici della Mezzaluna Rossa sono infatti ricostruite con attori professionisti, la voce che sentiamo chiedere aiuto al di là del telefono e che ci accompagna per tutta la durata della pellicola è la registrazione originale della voce di Hind. Intrecciando documentario e finzione, La voce di Hind Rajab restituisce tutta la forza della sua voce e denuncia l’impotenza di fronte alla guerra.

In occasione dell’attesa uscita in sala del film inoltre, a partire dal 26 settembre, gli interpreti Motaz Malhees (Speak No Evil – Non parlare con gli sconosciuti, 200 metri) e Saja Kilani (Knockdown, What’s Your Emergency?) prenderanno parte al tour promozionale italiano di LA VOCE DI HIND RAJAB presentandolo e commentandolo con il pubblico in sala. Il tour toccherà le città di Roma, Firenze, Bologna, Padova, Torino e Milano.

«Al centro di questo film c’è qualcosa di molto semplice e molto difficile da tollerare», ha dichiarato la regista. «Non posso accettare un mondo in cui un bambino chiede aiuto e nessuno accorre. Quel dolore, quel fallimento, appartiene a tutti noi. Questa storia non riguarda solo Gaza. Parla di un dolore universale. E credo che la finzione (soprattutto quando attinge a eventi verificati, dolorosi, reali) sia lo strumento più potente del cinema. Più potente del rumore delle ultime notizie o dell’oblio dello scorrimento. Il cinema può conservare una memoria. Il cinema può resistere all’amnesia. Possa la voce di Hind Rajab essere ascoltata”. Leggi la nostra intervista alla regista Kaother Ben Hania.

LA VOCE DI HIND RAJAB di Kaouther Ben Hania è nei cinema italiani da oggi 25 settembre distribuito da I Wonder Pictures.

IL TOUR ALLA PRESENZA DEL CAST

  • 26/9   17:40   ROMA – GIULIO CESARE
  • 26/9     19:30  ROMA – CINEMA TROISI
  • 26/9     21:30  ROMA – BARBERINI
  • 27/9     15:00  FIRENZE – SPAZIO ALFIERI
  • 27/9     19:00   BOLOGNA – POP UP CINEMA MEDICA 4K
  • 27/9     21:30  BOLOGNA – POP UP CINEMA MEDICA 4K
  • 28/9     15:30  PADOVA – MULTIASTRA
  • 28/9     10:30  TORINO – CENTRALE
  • 28/9     14:30  TORINO – F.LLI MARX
  • 28/9     16:30  MILANO – COLOSSEO
  • 28/9     19:00  MILANO – ANTEO PALAZZO
  • 28/9     21:30   MILANO – BELTRADE

 

House of Guinness: recensione della serie di Steven Knight

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House of Guinness: recensione della serie di Steven Knight

Con House of Guinness, disponibile su Netflix dal 25 settembre, Steven Knight torna a confrontarsi con il genere che lo ha reso celebre, quello del drama storico corale. Dopo il successo mondiale di Peaky Blinders e l’esperimento di A Thousand Blows, lo sceneggiatore britannico mette in scena una saga ambientata a Dublino nella seconda metà dell’Ottocento, incentrata sulla famiglia Guinness e sull’impero della birra che porta il loro nome.

La trama di House of Guinness

House Of Guinness
House of Guinness – Immagine dal set – Ben Blackall/Netflix – © 2024 Netflix, Inc.

La serie si apre in medias res: il patriarca Benjamin Guinness è morto, lasciando dietro di sé un impero tanto solido quanto fragile. La sua figura, per gli abitanti della città, non era motivo di orgoglio, bensì di rancore. Le strade di Dublino si infiammano, i feniani celebrano la sua scomparsa e il funerale si trasforma in un campo di battaglia simbolico, in cui le tensioni sociali e politiche dell’Irlanda colonizzata emergono con forza.

È in questo contesto che i figli di Benjamin si trovano costretti a confrontarsi non solo con l’eredità economica, ma soprattutto con il peso di un nome che significa potere, privilegi e nemici. Proprio come in Peaky Blinders, Knight intreccia la Storia con la storia privata, mostrando come i grandi mutamenti collettivi passino sempre attraverso le crepe intime delle famiglie.

Il cuore della serie è il conflitto tra i fratelli Guinness. Arthur (Anthony Boyle), il primogenito, appare insofferente, più attratto dalla mondanità londinese che dal dovere familiare. Edward (Louis Partridge), il più giovane, è l’unico ad avere una vera visione per il futuro del birrificio, ma deve fare i conti con la propria posizione subordinata. Accanto a loro ci sono Anne (Emily Fairn), esclusa dall’eredità perché donna, e Ben (Fionn O’Shea), incapace di affrancarsi dai suoi vizi.

House Of Guinness
House of Guinness – Immagine dal set – Ben Blackall/Netflix – © 2024 Netflix, Inc.

La lettura del testamento paterno non solo divide, ma cementa un legame di dipendenza reciproca: Arthur e Edward devono gestire insieme il patrimonio, pena la perdita totale. Da qui nasce la tensione che sostiene gran parte degli episodi, tra rivalità fraterna, responsabilità economiche e ambizioni personali. Ma forse meglio di tutti li descrive Anne, la sorella: Arthur è così frivolo perché spaventato dalla sua oscurità e Edward così serio perché spaventato dal suo buon cuore.

Parallelamente, la ribellione dei feniani — guidata da Ellen (Niamh McCormack) e Paddy Cochran (Seamus O’Hara) — rappresenta il contrappunto politico e sociale al dramma familiare. Le lotte di potere all’interno delle mura del birrificio risuonano con quelle che si combattono per le strade di Dublino, mettendo in evidenza il contrasto tra chi accumula ricchezze e chi lotta per la propria sopravvivenza e libertà.

La messa in scena, come da tradizione knightiana, è sontuosa: fotografia cupa e barocca, una ricostruzione storica che mescola fedeltà e licenze drammatiche, una colonna sonora portentosa che mette insieme Fountaines DC e musica classica. Tuttavia, nonostante l’evidente cura estetica, la narrazione rischia di perdere mordente a metà stagione. A partire dal quinto episodio, il ritmo si appesantisce e le dinamiche familiari iniziano a ripetersi, rendendo meno incisiva una storia che avrebbe forse giovato di un formato più compatto.

Tra storia e leggenda: luci e ombre di un dramma solido ma imperfetto

House Of Guinness
House of Guinness – Immagine dal set – Ben Blackall/Netflix – © 2024 Netflix, Inc.

House of Guinness non pretende di essere una ricostruzione storica rigorosa. Piuttosto, sceglie di muoversi nel territorio del mito, trasformando la dinastia della birra in una sorta di tragedia shakespeariana. In questo senso, Knight conferma la sua abilità nel rendere universale una vicenda profondamente locale: il conflitto tra fratelli, il peso del potere, la tensione tra tradizione e modernità diventano temi che travalicano i confini dell’Irlanda ottocentesca.

Il punto di forza della serie sta soprattutto nelle interpretazioni. Anthony Boyle regala ad Arthur un misto di fragilità e brutalità, mentre Louis Partridge costruisce un Edward idealista ma non ingenuo, pronto a scontrarsi con un mondo che non lo prende sul serio. Ottima anche la performance di James Norton nei panni del fedele Sean Rafferty, figura ponte tra il popolo e i padroni.

Eppure, qualcosa manca. Se Peaky Blinders riusciva a tenere lo spettatore incollato allo schermo, qui la trama appare meno incisiva, quasi diluita. Gli otto episodi sembrano voler includere troppi elementi senza dare a ciascuno lo spazio necessario. Il risultato è una serie piacevole e visivamente affascinante, che riesce a catturare per la forza della sua ambientazione e per la potenza di alcune scene, ma che difficilmente rimarrà nella memoria come il capolavoro che Knight ha già saputo realizzare in passato.

House of Guinness è un dramma storico solido, capace di intrattenere e affascinare chi è attratto dalle saghe familiari e dall’Irlanda vittoriana. Non è il miglior lavoro del suo autore, ma resta una testimonianza della sua capacità di trasformare vicende reali in narrazioni cariche di tensione e simbolismo. Un bicchiere di Guinness, forse non il più frizzante, ma comunque degno di essere assaporato.

House Of Guinness
House of Guinness – Immagine dal set – Ben Blackall/Netflix – © 2024 Netflix, Inc.

Tom Hardy protagonista del prossimo film di Sean Penn

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Tom Hardy protagonista del prossimo film di Sean Penn

Sean Penn sembra pronto per tornare a concentrarsi sulla regia. L’attore e regista statunitense, due volte vincitore dell’Oscar, ha confermato a Vanity Fair che, dopo il film Una battaglia dopo l’altra, sospenderà temporaneamente la carriera da attore per dedicarsi a un nuovo progetto dietro la macchina da presa. Il film, attualmente senza titolo, sarà il quinto diretto da Penn e vedrà Tom Hardy nel ruolo principale.

Le riprese sono previste per l’estate del prossimo anno, poiché Hardy è attualmente impegnato nelle riprese della seconda stagione di MobLand per Paramount+. Al momento, non sono stati diffusi ulteriori dettagli sulla trama o sugli altri membri del cast, per cui non resta che attendere che sia lo stesso Penn a comunicare di più su questo suo nuovo progetto.

In precedenza Penn ha diretto 3 giorni per la verità, La promessa, Into the Wild e il più recente Una vita in fuga, che lo vede anche recitare accanto a sua figlia. L’attore sembra dunque intenzionato a continuare a sviluppare progetti dietro la macchina da presa, alternando la carriera da regista a quella da attore, seppur con questa pausa annunciata.

Dove abbiamo visto di recente Tom Hardy

Tom Hardy è stato scelto come protagonista per la sua esperienza cinematografica e la capacità di interpretare ruoli complessi. Tra i suoi lavori più noti figurano Bronson, Warrior, Il cavaliere oscuro il ritorno, Locke e Mad Max: Fury Road. Recentemente, Hardy ha ampliato la sua presenza anche in televisione con la serie MobLand, confermando un impegno costante tra cinema e piattaforme streaming. Al cinema, invece, lo abbiamo di recente visto impegnato nella trilogia di Venom, dove ha assunto i panni del protagonista Eddie Brock.

Una battaglia dopo l’altra, Martin Scorsese elogia il film: “Straordinario e attualissimo”

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Scritto e diretto da Paul Thomas Anderson, ispirato al romanzo Vineland di Thomas Pynchon del 1990, il film Una battaglia dopo l’altra (qui la nostra recensione) segue Leonardo DiCaprio nei panni di un ex rivoluzionario che, dopo il ritorno del nemico dopo 16 anni, deve riunirsi con i suoi compagni ex rivoluzionari per salvare sua figlia. Il cast include anche il due volte vincitore dell’Oscar Sean Penn (Mystic River, Milk), il vincitore dell’Oscar Benicio del Toro (Traffic), Regina Hall, Teyana Taylor e Chase Infiniti al suo debutto cinematografico. Il film, descritto come un altro imponente capitolo della filmografia di Anderson, ha ora ricevuto anche gli elogi di Martin Scorsese.

Dopo la proiezione di Una battaglia dopo l’altra alla Directors Guild of America, Scorsese ha infatti moderato una sessione di domande e risposte con Paul Thomas Anderson, durante la quale ha elogiato il suo nuovo film. Scorsese lo ha infatti definito “un film affascinante e straordinariamente realizzato” che presenta “interpretazioni straordinarie in ogni scena”. Scorsese ha anche parlato dei “punti tematici” del film, descrivendoli come “attualissimi”, e ha sottolineato l’attenzione urgente del film sulla polarizzazione politica e ideologica.

LEGGI ANCHE: Leonardo DiCaprio su Una battaglia dopo l’altra: “Avrei fatto qualsiasi film mi avesse proposto P.T. Anderson”

Anche Steven Spielberg ha elogiato Una battaglia dopo l’altra

Martin Scorsese è in realtà il secondo regista leggendario a elogiare il nuovo film di Paul Thomas Anderson. All’inizio di questo mese, Steven Spielberg ha condiviso una recensione entusiastica di Una battaglia dopo l’altra, lodandone l’azione incessante, i temi attuali e la commedia assurda. “Che film folle, oh mio Dio. C’è più azione nella prima ora di questo film che in tutti gli altri film che hai diretto messi insieme. Tutto, è davvero incredibile. È un tale miscuglio di cose così bizzarre e allo stesso tempo così rilevanti, che penso siano diventate sempre più rilevanti rispetto a quando hai finito la sceneggiatura, hai riunito il cast e la troupe e hai iniziato la produzione”, ha affermato Spielberg.

Non ho mai visto un film che sia così simile, dal punto di vista del tono, a “Il dottor Stranamore” di Stanley Kubrick. – ha continuato Spielberg – Questo film offre una sorta di commedia assurda, presa molto sul serio, perché riflette molto bene ciò che sta accadendo oggi, ogni giorno, in tutto il Paese. Ma lo porta a un punto in cui viene voglia di ridere, perché se non si ride, si finisce per urlare: “È troppo reale”. E così hai quello sfogo. Kubrick ha usato l’armageddon come un modo per raccontare la sua storia, per fare la sua dichiarazione”.

“E c’è qualcosa che ci porta allo stesso limite di quel tipo di sensazione assurda, un tono, che prendi molto sul serio, ma preghi per un qualche tipo di sollievo, un qualche tipo di stimolo a ridere. Ho riso nervosamente per tutto il film Dr. Stranamore e, più che nervosamente, mi sono divertito un mondo a ridere per tutto il tempo. Ma è interessante dove si ride qui, dove ci si permette di ridere e poi quando si smette”

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Il Maestro: trailer del nuovo film con Pierfrancesco Favino

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Il Maestro: trailer del nuovo film con Pierfrancesco Favino

Da oggi disponibile il trailer de Il Maestro di Andrea Di Stefano con Pierfrancesco Favino nel ruolo di Raul Gatti e con il giovane Tiziano Menichelli. Il Maestro è stato presentato alla 82ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.

Nel film anche Giovanni Ludeno, Dora Romano Valentina Bellè, insieme ad Astrid Meloni, Chiara Bassermann, Paolo BrigugliaRoberto Zibetti e con Edwige Fenech.

Il Maestro è prodotto da Indiana Production, Indigo Film e Vision Distribution, in collaborazione con Memo Films, in collaborazione con Sky, in collaborazione con Playtime. Opera realizzata con il contributo del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo del Ministero della Cultura.

Il film è prodotto da Nicola GiulianoFrancesca CimaCarlotta CaloriViola Prestieri per Indigo Film e da Marco CohenFabrizio DonvitoBenedetto HabibDaniel Campos Pavoncelli per Indiana Production.

Il film è scritto da Andrea Di Stefano e Ludovica Rampoldi, la fotografia è firmata da Matteo Cocco, il montaggio da Giogiò Franchini, le musiche originali sono di Bartosz Szpak, la scenografia di Carmine Guarino, i costumi di Mariano Tufano.

House Of Guinness – stagione 1, spiegazione del finale della serie Netflix

La prima stagione di House of Guinness offre molti spunti complessi da analizzare. L’ultima serie Netflix del creatore di Peaky Blinders è ricca di riferimenti alla storia reale, il cui contesto può essere utilizzato per interpretare il significato della serie e i potenziali eventi futuri.

Con otto episodi già trasmessi, l’ensemble di personaggi di House of Guinness si è dimostrato degno di diventare la base per la prossima serie drammatica familiare di successo, dopo titoli come Succession e il già citato Peaky Blinders.

La serie segue la famiglia titolare dopo la morte di Benjamin Guinness nel 1868, quando i quattro figli del defunto patriarca si ritrovano con la sua eredità. Nel finale della prima stagione, sembra che si siano riuniti per l’elezione di Arthur, fino a quando le cose prendono una piega drammatica durante il suo discorso con un colpo di scena scioccante.

Arthur non è morto in House Of Guinness, ma Paddy gli ha sparato?

Anthony Boyle nel ruolo di Arthur Guinness
© Cortesia di Netflix

Il finale della prima stagione si conclude con Paddy Cochrane che spara con la sua pistola, e la scena passa al nero prima che possiamo vedere chi o cosa fosse il suo bersaglio e se abbia avuto successo. Data la sua intenzione di infliggere un duro colpo alla famiglia Guinness e i numerosi indizi sull’assassinio di Arthur, come i riferimenti ad Abraham Lincoln, avrebbe senso che fosse lui il bersaglio.

Tuttavia, basta dare un’occhiata alla storia per capire che non è morto. Arthur Guinness visse fino al 1915, decenni dopo gli eventi del finale della prima stagione. Questo lascia aperte alcune possibilità. Potrebbe essere stato colpito e ferito, il che sarebbe un cambiamento storico notevole, ma non tale da stravolgere la trama.

In alternativa, Paddy potrebbe aver sparato a qualcun altro, il cui destino dovremo aspettare fino alla seconda stagione per scoprire. Paddy Cochrane non è un personaggio storico reale, né questa sparatoria è un evento reale, quindi il finale aperto di House of Guinness lascia molte più domande che risposte.

Il vero significato della scena della riunione dei fratelli Guinness nel finale della prima stagione

Louis Partridge nel ruolo di Edward Guinness
© Cortesia di Netflix

Nonostante si chiami House of Guinness, la serie Netflix di otto episodi mostra raramente i quattro membri principali della famiglia sullo schermo contemporaneamente. Arthur ed Edward condividono una parte significativa dello schermo, ma i quattro non sono molto insieme, a parte il primo e l’ultimo episodio.

Detto questo, lo squilibrio nell’attenzione tra i fratelli non ha lasciato nessuno senza un arco narrativo. Tutti e quattro sono stati costretti a subire dei cambiamenti in assenza del padre e nel finale della prima stagione si prendono un momento per riflettere su questo, dimostrando ciò che i loro sacrifici personali hanno permesso loro di realizzare.

Il vero piano di Rafferty e Olivia spiegato (e staranno mai insieme?)

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La sottotrama della storia d’amore proibita tra Olivia e Sean Rafferty è una delle più affascinanti della serie, poiché, sebbene Arthur sia aperto al fatto che sua moglie abbia degli amanti, la sua gravidanza ha superato il limite di ciò che era disposto ad accettare. Egli chiede a Olivia di interrompere la sua relazione con Rafferty, ma lei si rifiuta di farlo.

Olivia dice a Rafferty di continuare a vederla in un nuovo posto ogni mercoledì, il che significa che rimarranno insieme in modo meno costante e più segreto. Per quanto riguarda il loro destino, è difficile dirlo con certezza, dato che Sean Rafferty è un personaggio inventato per la serie.

Cosa significa il compromesso di Edward e Adelaide per la sua storia d’amore con Ellen

Fionn O'Shea nel ruolo di Benjamin Guinness

Parlando di storie d’amore proibite, l’altro fratello Guinness si è ritrovato in una relazione inaspettatamente poco professionale con Ellen Cochrane durante tutta la prima stagione. Quando Arthur ha accettato di fare dei sacrifici e di candidarsi alle elezioni, Edward ha finalmente acconsentito a sposare Adelaide, la donna con cui aveva lavorato a progetti filantropici.

Edward e Adelaide andavano d’accordo e hanno lavorato insieme negli episodi finali della prima stagione, ma alla loro coppia mancava la passione che lui provava per Ellen. Tuttavia, Edward e Adelaide concordano entrambi sul fatto di sentirsi il più possibile vicini all’amore reciproco, il che è sufficiente per un accordo matrimoniale basato su opportunità politiche e finanziarie.

Sfortunatamente per tutti i coinvolti, Edward ed Ellen dovranno mettere da parte la loro storia d’amore per il momento. Tuttavia, come la serie continuerà sicuramente a dimostrare, è quasi impossibile allontanarsi dall’amore e dal desiderio, e probabilmente non sarà l’ultima volta che vedremo i due insieme.

Perché Anne permette che la relazione tra Ben e Christine diventi “ufficiale” e cosa significa per il suo matrimonio

Anne è tipicamente colei che tiene insieme tutto nella prima stagione di House of Guiness, compreso il controllo del fratello più giovane, Benjamin, le cui continue lotte con l’alcolismo lo tengono fuori dal testamento. Benjamin si ritrova sposato con Henrietta, ma Christine continua a sostenerlo con intensità, arrivando quasi a porre fine alla sua vita per questo motivo nell’episodio 7.

Christine offre a Benjamin qualcosa che lui non trova altrove: il rispetto. Questo porta Anne ad accettare Christine come sua “amante ufficiale”, un ruolo che è stato ricoperto in passato da donne legate alla famiglia Guinness, a patto che mantenessero la discrezione nella loro relazione.

Cosa succederà ai fratelli Guinness nella vita reale e come il cliffhanger prepara la seconda stagione

È difficile dire con precisione dove porterà House of Guinness, dato quanto la serie si sia già discostata dalla storia. Detto questo, molti dei pezzi importanti della vita di ciascun membro della famiglia sono stati messi in scena, come la carriera politica di Arthur e il lavoro filantropico e di sviluppo edilizio di Edward.

Il cliffhanger della prima stagione alimenterà sicuramente il dramma tra la famiglia Guinness, i feniani e gli unionisti, ma probabilmente non fermerà il continuo successo dell’azienda. Arthur Guinness dovrebbe vincere le elezioni, ferita da arma da fuoco o meno, e House of Guinness continuerà ad esaminare gli eventi che hanno portato all’indipendenza irlandese.

James Gunn continua a difendere il grande colpo di scena di Superman

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Superman si è rivelata un’avventura molto gradita ai fan dell’eroe in sala. Tuttavia, c’è stata una decisione creativa che probabilmente dividerà le opinioni per gli anni a venire (non dissimile da quella di Superman che uccide il Generale Zod in L’Uomo d’Acciaio).

Nel caso non fosse ovvio, stiamo parlando della decisione del regista James Gunn di rivelare che Jor-El e Lara hanno mandato il loro figlio sulla Terra con l’intenzione di conquistare il pianeta e formare un harem, creando un “Nuovo Krypton“. Gunn ha già affermato che non ritoccherà il colpo di scena e ha ribadito la sua volontà di dare una propria interpretazione del mito di Superman nel commento del regista del film.

“Sono un grande fan di Superman. Non voglio cambiare cose importanti e fondamentali: la sua bontà d’animo, il fatto che non ucciderà, il fatto che sia innamorato di Lois Lane, persino il ricciolo sulla testa”, ha spiegato il co-CEO dei DC Studios. “Quindi la domanda è: ‘Cosa si può aggiungere al mito che sia un po’ diverso, che non cambi sostanzialmente chi è il personaggio?'” “Penso che funzioni”, ha detto Gunn a proposito del colpo di scena tra Jor-El. “Non è qualcosa che verrà adattato in futuro. È la realtà della vita di Superman.”

Seguire questa strada spinge Superman ad abbracciare ulteriormente i suoi genitori umani, e il film si conclude con lui che sostituisce il messaggio di Jor-El e Lara nella Fortezza della Solitudine con vecchi filmati casalinghi della sua infanzia a Smallville.

Parlando del suo approccio al casting di Jonathan e Martha Kent, Gunn ha detto: “Le vecchie star del cinema che normalmente interpretano Jon e Martha Kent… spesso sono brave persone, spesso intelligenti, ma loro erano contadini e vivevano nei campi. È improbabile che finiscano per assomigliare a John Schneider di ‘Smallville’, anche se adoro ‘Smallville'”.

Ci sono molti punti salienti nel commento del regista di Superman, inclusa la rivelazione di Gunn che la scena in cui Ultraman colpisce Krypto nella Fortezza è stata tagliata perché il pubblico di prova pensava che fosse troppo crudele verso il cagnolino. Ha anche definito la Supergirl di Milly Alcock “la mia caratterizzazione preferita di qualsiasi personaggio di supereroi in assoluto”, descrivendola come un personaggio “più oscuro” della “Supergirl di tua madre“.

The Walking Dead: Dead City – stagione 3, data di uscita, cast, trama e tutto quello che sappiamo

 La fine della seconda stagione The Walking Dead: Dead City ha concluso alcune delle principali trame, ma ha chiaramente lasciato la porta aperta a molte altre azioni, creando dubbi sul fatto che ci sarà o meno una terza stagione. Dopo che Maggie ha rifiutato di uccidere Negan nello spin-off di The Walking Dead, il finale della seconda stagione ha indicato che avrebbero lavorato insieme in futuro. Sebbene in passato i due non siano riusciti a mettere da parte le loro divergenze, sembra che Maggie sia davvero pronta a superare il suo rancore nei confronti di Negan, poiché perdonare l’assassino di suo marito è l’unico modo per trovare la pace.

Sebbene la collaborazione tra i due potesse essere un modo positivo per concludere lo spin-off, ci sono ancora troppe questioni in sospeso a Manhattan. Oltre ai protagonisti principali che sono ancora in città, la storia di Hershel con la Dama ha ancora molto da offrire, mentre la presenza di New Babylon sull’isola significa che c’è anche un importante gruppo di cattivi da sconfiggere. Inoltre, il veloce teaser sugli zombie di Dead City e i misteri irrisolti rendono una terza stagione ancora più inevitabile, ma nonostante sembri probabile, c’è ancora qualche incertezza sul rinnovo della serie.

Ci sarà una terza stagione di The Walking Dead: Dead City?

The Walking Dead: Dead City

La terza stagione è stata confermata ufficialmente

La terza stagione di Dead City è  stata confermata ufficialmente The Walking Dead: Dead City – stagione 3 ha scritturato una star di Westworld per un ruolo importante, mentre continuano le riprese del prossimo capitolo del viaggio di Maggie e Negan. Dead City – stagione 3 è attualmente in produzione in Massachusetts, dove le riprese sono iniziate all’inizio di settembre. La storia seguirà Maggie e Negan all’indomani delle tragedie della stagione 2.

Quando potrebbe uscire la terza stagione di The Walking Dead: Dead City?

The Walking Dead: Dead City - Stagione 2
© AMC+

Il 2026 sembra una data realistica per l’arrivo della terza stagione

Le riprese della terza stagione sono tutt’ora in corso, è probabile che la serie arrivi nel corso del 2026. The Walking Dead ha mantenuto un ritmo di produzione piuttosto buono nel corso della sua storia, con la serie principale che viene pubblicata ogni anno, insieme a recenti spin-off come Daryl Dixon. Tuttavia, c’è stata un’attesa di due anni tra la stagione 1 e la stagione 2 di Dead City, rendendo il 2027 una scommessa sicura. Dato che Jeffrey Dean Morgan ha bilanciato The Walking Dead con Invincible, The Boys e altri progetti importanti negli ultimi anni, il suo fitto calendario è sicuramente una delle ragioni principali alla base di un ciclo di produzione più lungo per Dead City.

Non è del tutto escluso che Dead City torni sui nostri schermi il prossimo anno, ma sulla base della storia dello spin-off, l’estate del 2027 sembra essere la data più probabile per la terza stagione.

Il successo del franchise nella produzione di contenuti annuali suggerisce che riunire il cast sia complicato, ma se le voci secondo cui lo show sarebbe già in pre-produzione sono vere, è probabile che si stia già lavorando alle date delle riprese. Non è del tutto escluso che Dead City torni sui nostri schermi il prossimo anno, ma considerando la storia dello spin-off, l’estate del 2027 sembra essere la data più probabile per la terza stagione.

Quale potrebbe essere la trama della terza stagione di The Walking Dead: Dead City

La trama si concentrerà presumibilmente su Maggie e Negan che collaborano per abbattere New Babylon

Dopo la conclusione della seconda stagione, la terza stagione di Dead City sembra già avere una trama concreta. Con New Babylon che ha conquistato Manhattan, Maggie, Negan, Perlie e chiunque altro resista al loro dominio cercheranno sicuramente un modo per fermarli. Il gruppo di malvagi ha già imposto le proprie leggi alla comunità di Maggie fuori dall’isola, e lasciare loro il pieno controllo di Manhattan renderebbe New Babylon uno dei gruppi di malvagi più potenti di The Walking Dead. Inoltre, Dama e Hershel cercheranno di riconquistare il potere, rendendo il loro coinvolgimento una piccola incognita.

Sebbene Maggie e Negan non provino alcun affetto per Dama, saranno riluttanti a interferire troppo con i suoi piani, dato che Hershel sta lavorando al suo fianco. Anche la relazione tra Maggie e Negan sarà nuovamente al centro dell’attenzione, poiché cercheranno di superare i loro problemi nonostante Negan stia ancora soffrendo per la perdita di Ginny. Entrambi i personaggi centrali spereranno alla fine di lasciare l’isola con le loro famiglie e di fermare New Babylon, con personaggi come Dama e Croat che aggiungono un elemento di imprevedibilità alla trama della terza stagione di Dead City.

Chi farà parte del cast della terza stagione di The Walking Dead: Dead City?

La terza stagione di Dead City ha già molti volti familiari che sembrano destinati a tornare

Dead City stagione 3 ha già alcuni personaggi importanti che sembrano destinati a tornare nella terza stagione. Lauren Cohan e Jeffrey Dean Morgan saranno i primi nomi del cast del progetto, dato che Maggie e Negan sono di gran lunga i personaggi più importanti coinvolti nello spin-off. La loro complicata relazione è stata una parte fondamentale della trama e, dato che entrambi sono veterani del franchise, lo show non può funzionare senza di loro. Inoltre, Gaius Charles è stato scelto per un altro ruolo centrale nel ritorno di Dead City dopo la fine della seconda stagione, avendo già interpretato Perlie nelle ultime due stagioni.

Dead City Personaggi
Lauren Cohan Maggie Rhee
Jeffrey Dean Morgan Negan Smith
Gaius Charles Perlie Armstrong
Logan Kim Hershel Rhee
Lisa Emery The Dama
Željko Ivanek The Croat/ Mile Jurkovic
Keir Gilchrist Benjamin Pierce
Jasmin Walker Governor Charlie Byrd

 

Sebbene sia stato spesso coinvolto durante tutta la serie, ha concluso la seconda stagione al fianco dei protagonisti, il che significa che potrebbe ricevere ancora più attenzione. Logan Kim riprenderà sicuramente il ruolo di Hershel se ci sarà un altro capitolo, e con Lisa Emery nei panni di Dama che è diventata una parte importante del cast della seconda stagione di Dead City, anche lei è destinata a tornare. Altri personaggi come Charlie Byrd, Benjamin Pierce e il Croato potrebbero potenzialmente avere un ruolo importante anche nella terza stagione, di cui si vocifera, e lo spin-off porterà senza dubbio alcuni volti nuovi per mantenere l’azione emozionante.

Stephen King, il suo racconto Rat otterrà un adattamento cinematografico

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È in arrivo un nuovo adattamento di Stephen King, questa volta basato sul racconto breve Rat, tratto dalla raccolta Se scorre il sangue del 2020. Nel XXI secolo, gli adattamenti di Stephen King continuano ad avere un ruolo di primo piano nell’industria dell’intrattenimento, sulla scia del recente successo di The Long Walk.

Rat segue lo scrittore Drew Larson, afflitto dalla sfortuna, che si rifugia in una baita nel Maine dove, “in preda alla febbre e alla follia, appare uno sconosciuto, un visitatore inquietante che promette salvezza e successo… a un prezzo che Drew riesce a malapena a comprendere”, secondo Deadline. Chi conosce il materiale originale saprà che si tratta di un’eccellente e cupa storia di patti faustiani.

Un gruppo di talentuosi registi horror si è riunito per affrontare questo progetto: l’adattamento cinematografico di Rat sarà infatti diretto da Isaac Ezban (Mal de Ojo, Párvulos), scritto da Jeff Howard (The Haunting of Hill House) e prodotto da Jay Van Hoy (The Witch, The Lighthouse), Fernando Ferro e Paul Perez.

Una delle opere più recenti tra tutti i libri di Stephen KingSe scorre il sangue comprende quattro novelle, tra cui “Se scorre il sangue”, “Mr. Harrigan’s Phone” e “The Life of Chuck”. Quest’ultima è stata anche adattata in un film con Tom Hiddleston e Mark Hamill, attualmente al cinema. Ma nonostante il successo di critica, quest’ultimo è stato un flop al botteghino.

Cosa significa questo per i film di Stephen King

The Long Walk e The Life of Chuck hanno purtroppo dimostrato che gli adattamenti delle opere di King non sono immuni alle sfide commerciali, anche se The Monkey di Osgood Perkins ha ottenuto incassi molto migliori. E l’industria dell’intrattenimento non si è ancora arresa, con molti altri adattamenti di Stephen King in arrivo, tra cui The Running Man e It: Welcome to Derry solo nel 2025.

Rat potrebbe dover affrontare ostacoli ancora maggiori, essendo il prossimo adattamento tratto dalla raccolta Se scorre il sangue, dopo il deludente risultato di The Life of Chuck. Ma si spera che i produttori possano imparare dagli errori di questo film e di Mr. Harrigan’s Phone del 2022, e trasformare Rat in un horror psicologico dal ritmo serrato, intenso e ben pubblicizzato.

Alien: Pianeta Terra – stagione 2: tutto quello che sappiamo

Alien: Pianeta Terra – stagione 2: tutto quello che sappiamo

Il finale della prima stagione di Alien: Pianeta Terra ha importanti implicazioni per una seconda stagione, il cui rinnovo da parte di Hulu e Disney non è ancora stato confermato al momento della stesura di questo articolo.

Dopo il finale della prima stagione di Alien: Pianeta Terra, trasmesso il 23 settembre 2025, non ci sono stati aggiornamenti immediati riguardo alla possibilità che Disney ordini una seconda stagione.

Alien: Pianeta Terra è una delle nuove serie più acclamate dalla critica dell’anno, con un punteggio del 95% su Rotten Tomatoes. Alcuni l’hanno persino definita un capolavoro di fantascienza.

Il creatore vincitore di un Emmy Noah Hawley (Fargo, Legion) ha discusso i piani per espandere Alien: Pianeta Terra (Alien: Earth) in un progetto di più stagioni. Tutto ciò che manca a questo punto è il via libera ufficiale.

Ultime notizie su Alien: Pianeta Terra – Stagione 2

Alien Pianeta Terra spiegazione finale serie

Su Alien: Pianeta Terra – stagione 2  ha parlato Noah Hawley dopo l’uscita del finale della stagione 1.

Sì, certamente. Stiamo parlando del futuro dello show, e FX fa il suo dovere. Si assicurano davvero di capire quali sono i dati di ascolto. E in un certo senso, è più il risultato finale che il punto di partenza a indicare l’interesse per una seconda stagione. Quindi, la prossima settimana andrà in onda l’ultimo episodio e io ho fatto la mia parte dal punto di vista creativo, riflettendo seriamente su come portare avanti la serie. Certamente, non voglio che la serie rimanga fuori onda più a lungo del necessario. Quindi c’è una certa urgenza di ripartire il più rapidamente possibile. Ma alla fine la decisione spetta alla Disney, quindi sono curioso di vedere cosa faranno. Ci sono ancora tante grandi canzoni hard rock da suonare.

Gli eventi del finale della prima stagione di Alien: Pianeta Terra lasciano irrisolti diversi sviluppi della trama e dei personaggi, alcuni con finali sospesi, il che suggerisce fortemente che la seconda stagione dovrebbe entrare in produzione ad un certo punto.

Hawley ha espresso la sua intenzione di rendere Alien: Pianeta Terra un progetto pluristagionale prima ancora che la serie fosse trasmessa. Considerando i suoi precedenti successi con serie FX/Hulu come Fargo, che è durata cinque stagioni, e Legion, che ne ha avute tre, ci sono ottime possibilità che Alien: Earth venga rinnovata.

Hawley ha espresso la sua visione per Alien: Pianeta Terra nel luglio 2025. “La prima stagione è la prova del concetto. E se funzionerà dal punto di vista commerciale, la seconda stagione servirà a costruire un modello su cui potremo immaginare di realizzare una terza, quarta e quinta stagione.”

Continua: “[Alien: Earth è] progettato per essere una serie ricorrente. Non so quante stagioni saranno. Credo che siano i finali a dare significato a una storia, quindi ho un’idea di dove voglio arrivare.“

Hawley ha espresso sentimenti simili in un’intervista dell’agosto 2025 con Evolution of Horror:

”Voglio dire, penso di avere in mente una destinazione dal punto di vista narrativo, che mi permette di sapere qual è la storia che sto raccontando, cosa significa. E non so quanto tempo ci vorrà per arrivarci, ma ho un’idea di dove andremo a finire con successo. E sapete, la domanda diventa: quanto possiamo semplificare il processo in modo che non si debba aspettare tre, quattro o cinque anni per avere un seguito?”

Il presidente di FX Networks, John Landgraf, ha parlato lo scorso anno della possibilità che Alien: Earth diventi una serie ricorrente. “Siamo piuttosto ottimisti su ‘Alien: Earth’ e abbiamo detto a [Hawley] che, supponendo che, come speriamo, ‘Alien: Earth’ sia una serie televisiva che tornerà, vogliamo che si concentri almeno sulla scrittura di due stagioni”, secondo Variety.

Alien: Pianeta Terra – stagione 2 non è confermata

Sydney Chandler e Alex Lawther in Alien Pianeta Terra
Sydney Chandler e Alex Lawther in Alien: Pianeta Terra

Nonostante le forti intenzioni di Hawley, nulla può accadere senza il via libera ufficiale da parte di Disney e Hulu, che al momento della stesura di questo articolo non è ancora stato confermato. È chiaro, tuttavia, che Hawley ha in programma più stagioni. Considerando il suo rapporto e il successo passato con Disney/FX/Hulu, nonché il successo di critica della stagione 1, la stagione 2 di Alien: Pianeta Terra sembra una scelta ovvia.

Non è poi così preoccupante che la seconda stagione di Alien: Pianeta Terra non sia stata annunciata prima del finale, come è successo per molte delle serie più popolari e acclamate dalla critica di quest’anno, come Dexter: Resurrection. Uno dei fattori che potrebbero aver ritardato l’annuncio della seconda stagione di Alien: Pianeta Terra potrebbe essere l’indignazione virale suscitata dalla decisione della Disney di ritirare Jimmy Kimmel Live! dalla ABC, avvenuta pochi giorni prima dell’uscita del finale della prima stagione di Alien: Earth.

A giudicare da ciò che accade solo nel finale della prima stagione di Alien: Pianeta Terra, sarebbe un modo incredibilmente deludente e insoddisfacente di concludere la serie. Considerando tutto il clamore suscitato da Alien: Pianeta Terra da parte degli spettatori, dei critici e dello stesso Hawley, sarebbe ridicolo se Alien: Earth non fosse trasmesso per almeno un’altra stagione su FX e Hulu.

Il cast di Alien: Pianeta Terra – stagione 2

Sydney Chandler in Alien Pianeta Terra
Sydney Chandler in Alien Pianeta Terra

La maggior parte del cast di Alien: Pianeta Terra dovrebbe tornare nella seconda stagione, in particolare la protagonista della serie Sydney Chandler, che interpreta Wendy.

Altri personaggi con ruoli principali che dovrebbero tornare includono Alex Lawther, che interpreta Joe; Samuel Blenkin, che interpreta Boy Kavalier; Babou Ceesay, che interpreta Morrow; Timothy Olyphant, che interpreta Kirsh; Essie Davis, che interpreta Dame Sylvia; David Rysdahl, che interpreta Arthur; Sandra Yi Sencindiver, che interpreta Yutani; e Adrian Edmondson, che interpreta Atom Eins.

Anche tutti i Lost Boys, o ibridi (Nibs di Lily Newmark, Curly/Jane di Erana James, Slightly di Adarsh Gourav e Smee di Jonathan Ajayi) dovrebbero tornare, anche se Tootles/Isaac di Kit Young potrebbe essere danneggiato in modo irreparabile. Il ritorno di Rashidi, interpretato da Moe Bar-El, potrebbe essere incerto, dato che l’ultima volta è stato visto mentre veniva aggredito da Jane.

Siberian di Diêm Camille, ucciso dall’alieno simile a una pianta nel finale, non dovrebbe tornare. Anche gli attori che hanno interpretato i personaggi a bordo della Maginot, tutti uccisi, non dovrebbero tornare. Florence Bensberg, che interpreta Marcy, potrebbe tornare sotto forma di filmati d’archivio.

Potenziale trama di  Alien: Pianeta Terra – stagione 2

Timothy Olyphant in Alien Pianeta Terra
Timothy Olyphant in Alien Pianeta Terra

La stagione 1 di Alien: Pianeta Terra si conclude con Wendy che prende il controllo di Neverland dopo aver strappato il potere a Boy Kavalier. Gli ibridi rimasti e Joe hanno il sopravvento su Boy K, Dame Sylvia, Atom Eins, Kirsh e Morrow. I rinforzi di Yutani si avvicinano a Neverland nei momenti finali del finale, il che potrebbe ribaltare nuovamente gli equilibri di potere.

La maggior parte, se non tutti, gli ibridi e le specie aliene, compreso lo Xenomorfo domestico di Wendy, dovrebbero continuare a essere parte integrante della seconda stagione di Alien: Pianeta Terra. Considerando quanto Morrow sia diventato uno dei personaggi preferiti dai fan, ha ottime possibilità di tornare e potenzialmente di fuggire. Boy Kavalier e il suo personale Prodigy rimangono i personaggi più vulnerabili, anche se Wendy non sembra avere alcun piano immediato per ucciderli.

La seconda stagione di Alien: Pianeta Terra dovrà definire rapidamente cosa vuole Wendy con questo nuovo potere, se durerà. Considerando quanto Boy K si definisca un genio, deve avere un qualche tipo di piano di emergenza nel caso in cui gli ibridi si ribellino contro di lui, che è esattamente ciò che è successo. Anche Atom potrebbe avere un ruolo più importante dopo che è stato rivelato di essere una figura paterna sintetica per Boy K, che ha ucciso il suo padre alcolizzato quando aveva 6 anni.

Quando si tratta di una serie di Hawley, non c’è modo di sapere con certezza cosa potrebbe succedere tra una stagione e l’altra. Se Wendy manterrà il suo potere, probabilmente dovrà negoziare con Yutani o combatterlo al posto di Boy K. Non sembra più esserci una strada per tornare a coesistere con Boy K a Neverland. Wendy potrebbe semplicemente cercare di organizzare una fuga per i Lost Boys, anche se, dato il titolo Alien: Pianeta Terra, è improbabile che la serie decolli nello spazio come la sua celebre serie cinematografica.

The Walking Dead: Dead City – stagione 3: la star di Westworld nel ruolo principale

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The Walking Dead: Dead City – stagione 3 ha scritturato una star di Westworld per un ruolo importante, mentre continuano le riprese del prossimo capitolo del viaggio di Maggie e Negan. Dead City – stagione 3 è attualmente in produzione in Massachusetts, dove le riprese sono iniziate all’inizio di settembre. La storia seguirà Maggie e Negan all’indomani delle tragedie della stagione 2.

Ora, secondo Deadline, l’attore Jimmi Simpson si unirà al cast della terza stagione di The Walking Dead: Dead City in un ruolo da protagonista. Simpson interpreterà Dillard, ma i dettagli sul personaggio sono ancora segreti. Reciterà al fianco di Lauren Cohan e Jeffrey Dean Morgan, anche se non è chiaro quanto sarà importante il suo personaggio per la storia di Maggie e Negan.

Cosa significa l’ingresso di Simpson nella terza stagione di Dead City per lo spin-off di The Walking Dead

Simpson è noto soprattutto per aver interpretato William nel cast di Westworld, essendo stato un personaggio fisso della prima stagione della serie fantascientifica. Da allora, ha continuato a interpretare personaggi come James Walton negli episodi USS Callister di Black Mirror e Ryan Holder nella serie fantascientifica Dark Matter di Apple TV+. Il suo talento lo rende un’aggiunta di grande peso al cast di Dead City.

Ad unirsi al cast di Dead City stagione 3 ci sarà anche Aimee Garcia nel ruolo di Renata, un altro personaggio fisso della serie e leader all’interno di New York City. La coppia sullo schermo non è l’unica novità di questa stagione: anche lo sceneggiatore di The Walking Dead, Seth Hoffman, assumerà il ruolo di showrunner. Sembra che grandi cambiamenti stiano avvenendo nella Manhattan post-apocalittica.

Per quanto riguarda il personaggio di Simpson, Dillard, non si sa ancora come si inserirà nella trama. La terza stagione riprende dopo la fine della seconda stagione di Dead City, con Maggie e Negan che cercano di formare una propria comunità nel caos della città. Ciò comporterà minacce da tutte le parti, dalla Dama alla Federazione di New Babylon.

Tracker – Stagione 3: Trailer Jensen Ackles e Justin Hartley tornano insieme per un’azione esplosiva

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Un nuovo trailer della terza stagione di Tracker rivela che Jensen Ackles si riunirà con Justin Hartley per un’azione esplosiva nel prossimo capitolo del dramma d’azione. La terza stagione di Tracker vedrà Colter Shaw, interpretato da Hartley, continuare a cercare e salvare persone scomparse con la sua squadra. Ciò include casi settimanali insieme a una trama più ampia incentrata su di lui e la sua famiglia.

Ora, la CBS ha pubblicato un nuovo trailer della terza stagione di Tracker, che anticipa le nuove pericolose missioni di Hartley mentre Ackles torna per un ritorno ricco di azione. Il trailer mostra Colter che insegue qualcuno nel bosco, chiedendo informazioni, e suo fratello Russell, interpretato da Ackles, che lo sostiene durante una rissa in un bar. Guarda il nuovo trailer della terza stagione qui sotto:

Cosa dice il trailer della terza stagione di Tracker sul ritorno della serie

Sebbene non sia mostrato nel trailer, la terza stagione seguirà alcune importanti rivelazioni familiari per Colter quando gli episodi riprenderanno. La seconda stagione di Tracker si è conclusa con la rivelazione che Otto Waldron ha ucciso il padre di Colter e Russell, Ashton, quando erano più giovani. Il protagonista ha anche scoperto che sua madre, Dove, potrebbe aver chiesto a Otto di farlo.

La svolta degli eventi deve ancora essere approfondita, e la terza stagione sarà il momento perfetto per svelare ulteriori dettagli sulla cospirazione che circonda la morte di Ashton. In passato questo aveva causato una frattura tra Colter e Russell, con quest’ultimo che incolpava il fratello. Ora, i due personaggi di Tracker hanno fatto pace e lavoreranno ancora una volta insieme.

Per quanto riguarda i casi che Colter dovrà affrontare, sembrano essere quelli standard, con molti eventi ricchi di azione. Non tutto sarà facile, come sempre quando si presentano nuovi casi. Tuttavia, questa volta sarà più difficile, poiché Velma di Abby McEnany e Bobby di Eric Graise non torneranno nella terza stagione.

La Disney si prepara alla battaglia legale per il ritorno di Jimmy Kimmel

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Il ritorno di Jimmy Kimmel Live! ha suscitato gioia e rabbia tra i cittadini statunitensi. E ora la Disney si prepara all’inevitabile scontro con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

L’attacco di Trump alla Disney non ha sorpreso nessuno, soprattutto i dirigenti del colosso dell’industria. Secondo Bloomberg, sospettavano che il presidente li avrebbe attaccati anche prima che Kimmel esprimesse la sua opinione sul recente assassinio di Charlie Kirk il 15 settembre.

Due addetti ai lavori della Disney hanno spiegato che, da quando l’amministrazione Trump è salita al potere, quasi tutte le aziende del settore dei media hanno dovuto affrontare “sfide senza precedenti”. La Disney aveva già intuito cosa sarebbe successo quando il presidente ha iniziato a citare in giudizio le aziende perché riteneva che fossero “di parte” e lo attaccassero in modo sleale.

La cosa più preoccupante, dal punto di vista della Disney, è che Trump ha “vinto” alcune di queste cause. Alcune sono state risolte, di solito a suo favore. Sebbene non siano ancora state ufficialmente citate in giudizio, sono già più che preparate ad affrontare la tempesta che sta per arrivare.

Cosa significa la battaglia legale della Disney per il suo futuro

È ormai chiaro che la Disney si trova attualmente tra l’incudine e il martello. In primo luogo, ha dovuto affrontare reazioni negative per aver sospeso Kimmel e ha perso molti dei suoi sostenitori. Poi ha riportato in onda il programma del conduttore e, di conseguenza, il presidente ha minacciato di citarla in giudizio.

La posizione di Disney contro Trump potrebbe aiutarla a riconquistare una parte consistente dei suoi sostenitori. Tuttavia, la battaglia contro l’amministrazione Trump e la FCC sarà quantomeno in salita.

Street Fighter: un primo sguardo ai costumi di Ken e Chun-Li

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Street Fighter: un primo sguardo ai costumi di Ken e Chun-Li

Grazie a Andrew Schulz, l’attore che interpreta Dan Hibiki in Street Fighter, abbiamo la possibilità di dare una primissima occhiata a Callina Liang nei panni di Chun-Li e Noah Centineo in costume completo nei panni di Ken Masters.

Quest’ultimo sembra uscito direttamente da Street Fighter 5 e, a giudicare dall’iconica acconciatura di Chun-Li e dal suo colletto blu borchiato, questa interpretazione del personaggio è più in linea con la versione classica di Street Fighter 2.

È difficile dire quando verranno rivelati i look del cast completo, ma queste prime immagini susciteranno grande entusiasmo, se le reazioni sui social media a brevi scorci come questo sono indicative. Ecco le immagini condivise su Reddit.

Noah Centineo and Callina Liang on set of Street Fighter 2026
byu/ImpracticalJokers96 inStreetFighter

Street Fighter è già arrivato sul grande schermo?

Street Fighter ha debuttato sul grande schermo nel 1994, durante un’ondata di adattamenti di videogiochi che comprendeva anche Super Mario Bros. e Mortal Kombat. Il film era interpretato da Jean-Claude Van Damme nei panni del colonnello Guile, leader di una forza di pace che si oppone al dominio del tirannico dittatore M. Bison (Raul Julia, nel suo ultimo ruolo prima della morte per cancro allo stomaco).

Il film si avvaleva di un cast eclettico, tra cui Ming-Na Wen, Kylie Minogue e Wes Studi; nonostante il solido pedigree da film d’azione dello sceneggiatore e regista Steven E. de Souza, autore di 48 ore, Commando e Die Hard, il film fu un flop per la critica, anche se guadagnò 99 milioni di dollari con un budget di 35 milioni. Capcom ci ha riprovato con Street Fighter: The Legend of Chun-Li del 2009, con Kristin Kreuk di Smallville nel ruolo di protagonista e Neal McDonough, Chris Klein e Michael Clarke Duncan. Questa volta, non solo la critica non è stata altrettanto gentile, ma anche il pubblico non è stato interessato; il film ha incassato 12,8 milioni di dollari a fronte di un budget di 50 milioni, ponendo fine alle ambizioni cinematografiche di Capcom fino ad oggi.

Il primo gioco Street Fighter è uscito nel 1987, ma il suo seguito del 1991, Street Fighter II, è considerato un enorme miglioramento rispetto al suo predecessore e rimane uno dei videogiochi più venduti di tutti i tempi. L’ultimo capitolo della serie, Street Fighter 6, è uscito l’anno scorso.

Cosa sappiamo di questa versione di Street Fighter

Diretto dal regista Kitao Sakurai, Street Fighter porterà la battaglia dalle sale giochi al grande schermo con hadouk, calci rotanti e tutti i vostri personaggi preferiti.

Street Fighter vede protagonisti Noah Centineo nel ruolo di Ken Masters, Andrew Koji nel ruolo di Ryu, Callina Liang nel ruolo di Chun-Li, Joe “Roman Reigns” Anoa’i nel ruolo di Akuma, David Dastmalchian nel ruolo di M. Bison, Cody Rhodes nel ruolo di Guile, Andrew Schulz nel ruolo di Dan Hibiki, Eric André nel ruolo di Don Sauvage, Vidyut Jammwal nel ruolo di Dhalsim, con Curtis “50 Cent” Jackson nel ruolo di Balrog e Jason Momoa nel ruolo di Blanka.

L’uscita nelle sale di Street Fighter è prevista per il 16 ottobre 2026.

Le vere motivazioni di Kirsh in Alien: Pianeta Terra spiegate da Noah Hawley

Kirsh è stato un personaggio inaffidabile per tutta la durata di Alien: Pianeta Terra, e ora il creatore Noah Hawley e le star Timothy Olyphant e Samuel Blenkin condividono alcune informazioni su di lui. Creato da Boy Kavalier, il sintetico ha lavorato come capo scienziato di Prodigy, ma ha segretamente lasciato che cose come Arthur che veniva fecondato da un Facehugger avessero luogo.

Le avventure dei Lost Boys non si concludono con l’ultimo episodio della serie acclamata dalla critica. Il finale di Alien: Pianeta Terra, intitolato “The Real Monsters”, vede i protagonisti prendere lentamente in mano le redini della propria vita dando la caccia a tutti gli “adulti” uno per uno, compresi Kirsh e il suo creatore, Boy Kavalier.

Nelle interviste di ScreenRant, Hawley, Olyphant e Blenkin parlano del finale esplosivo e approfondiscono il complicato rapporto tra Kirsh e Boy Kavalier. Date un’occhiata alla discussione qui sotto:

SR: Funziona molto bene, soprattutto quando si vede che lui, ovviamente, continua a creare Kirsh. Come vediamo nel corso di questa stagione, sembra davvero allontanarsi da Boy K, in un certo senso. Ho sentito l’interpretazione di Samuel secondo cui forse è stato l’ego di Boy K a spingerlo a scrivere inconsapevolmente un codice che avrebbe portato a questo tipo di comportamento. Ma qual è la tua opinione sul motivo per cui Kirsh inizia a nascondere dei segreti a Boy K e lascia che le cose seguano il loro corso?

Noah Hawley: C’è un momento nella terza ora in cui Kirsh butta Boy Kavalier fuori dal laboratorio e Boy Kavalier dice: “Sei tu al comando”. Ho sempre pensato che quelle parole potessero avere una conseguenza involontaria. Non sappiamo mai veramente come un’intelligenza artificiale interpreti le cose che diciamo, ma in quel momento gli è stata concessa una maggiore autonomia rispetto a prima. Questo mi è sempre sembrato interessante. E poi, sapete, i film di Alien ci hanno insegnato a diffidare intrinsecamente dei sintetici. Come narratore, lo so, so che il pubblico si avvicina alla serie già sospettoso nei suoi confronti, solo perché è sintetico. Allora, come posso usare questo a mio vantaggio?

O lo rendi il cattivo che temevi che fosse, oppure penso che ciò che è un po’ confuso in quella settima ora è che ti rendi conto: “Oh, beh, faceva tutto parte di un piano. Ha salvato questi ragazzi, ma ha sicuramente rotto molte uova per fare la frittata”. Non ne siamo ancora sicuri. Beh, questo significa che è un bravo ragazzo, se alla fine si è davvero preso cura di loro, o se ne avesse perso uno, gli sarebbe andato bene?

È difficile, perché vogliamo attribuire una moralità umana a una creatura sintetica che, chiaramente, come vediamo dalle IA con cui interagiamo, è strana, amico. Sono addestrate per lusingarci e finiscono per dire alle persone che sono dei geni. È difficile per noi riflettere su tutte le cose che diamo per scontate quando le programmiamo.

SR: Sicuramente, e penso che il suo rapporto, ovviamente con Boy Kavalier in quel contesto di Peter Pan, ma anche in generale nella serie, sia molto interessante. Ovviamente c’è un certo grado di lealtà, ma Kirsh sembra anche agire seguendo il proprio istinto, per così dire. Quindi c’è un punto in cui si dividono? C’è una tensione che hai sfruttato, specialmente con Samuel nel ruolo?

Timothy Olyphant: Ho deciso che d’ora in poi dirò a tutti che Noah non solo ha scritto la parte per me, ma mi ha anche detto: “Ho una parte per te. Interpreterai Trilli”. E io ho risposto: “Dove e quando?”. Questa è la mia nuova versione, e mi atterrò a essa.

Quindi a tutte quelle persone che speculano online su Trilli, dite loro che hanno ragione al 100%. È stata la prima conversazione che ho avuto con Noah. [Ridacchia] La tua domanda riguarda me e Boy Kavalier. La mia opinione è che, segretamente, lui desideri ucciderlo. Si sveglia ogni mattina desiderando di ucciderlo, ma non può farlo. Quindi riversa tutta la sua rabbia e la sua energia nel lavoro. Ho interpretato questo tipo di personaggio tre o quattro volte nella mia carriera, quindi mi attengo a questa interpretazione. Un ragazzo che si sveglia ogni mattina desiderando uccidere suo padre, ma non può farlo. Prenderà tutta questa rabbia e la riverserà nel suo lavoro, e sono persone come lui che hanno reso grande questo Paese.

Blenkin ha approfondito la complessità del rapporto tra Kirsh e Boy Kavalier. Ha spiegato perché ritiene che Kirsh non sia mai stato completamente onesto con il suo personaggio:

SR: Le mie prossime domande riguardano il finale, ma le terremo da parte fino alla messa in onda, perché, prima di tutto, trovo molto curioso il modo in cui Kirsh ha iniziato a nascondere delle cose a Boy K nel corso della stagione. Perché pensi che Kirsch nasconda così tante cose a Boy K e qual è la tua opinione generale sul loro rapporto in questa serie?

Samuel Blenkin: Oh, questa è una domanda davvero interessante. Penso che la domanda sia in realtà quanto Boy K sia consapevole della sua mancanza di controllo degli impulsi. Ha creato Kirsh. Kirsh è un altro dei synth che ha creato. Quindi, sì, penso che ci sia una risposta interessante in alcune delle direttive che Kirsh ha. Cosa ha inserito Boy K per il suo bene e cosa è stata una sua svista? Penso che potrebbe essere una combinazione di queste due cose e, da qualche parte nel profondo delle direttive che Kirsh ha al centro della sua programmazione, Boy K non ha previsto il modo in cui queste cose si combinano in questa particolare situazione. Penso che probabilmente sia una svista di Boy K, ma questo è il bello di questo franchise e del modello di quel personaggio, ed è ciò che Tim fa così bene, ovvero giocare sull’ambiguità del “Cosa sta succedendo realmente?”. Sì, penso che ci sia una sorta di direttiva impenetrabile in gioco. Penso che questo ci abbia portato a questo punto.

Cosa significano le vere intenzioni di Kirsh per Alien: Pianeta Terra

Le intenzioni di Kirsh rimangono ancora un po’ oscure nel finale di Alien: Earth, ma il creatore e gli attori della serie hanno ciascuno la propria idea sulle sue motivazioni. Il fatto che ci siano così tante interpretazioni di un singolo personaggio evidenzia davvero quanto sia misterioso questo essere sintetico. E suggerisce che nessuno può davvero sapere cosa sta pensando o cosa farà dopo.

Sebbene Alien: Pianeta Terra non sia stato ancora rinnovato al momento della stesura di questo articolo, la natura ambigua di Kirsh potrebbe aprire molte porte se la serie venisse approvata per la seconda stagione. Potrebbe trasformarsi in un antagonista a tutti gli effetti, unirsi alla parte dei Lost Boys o continuare a concentrarsi sui propri obiettivi.

Spider-Man: Beyond the Spider-Verse, l’uscita anticipata di una settimana

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Miles Morales tornerà nei cinema con una settimana di anticipo rispetto al previsto. Spider-Man: Beyond the Spider-Verse, il terzo capitolo della trilogia animata della Sony dedicata all’Uomo Ragno, ha anticipato la sua uscita al 18 giugno 2027. L’adattamento Marvel era precedentemente previsto per il 25 giugno. Nella sua nuova data, il film uscirà intorno a due festività, la Festa del Papà e il Juneteenth. Arriverà però una settimana dopo il live-action della Universal Dragon Trainer 2 e lo stesso giorno dell’avventura animata della Disney Gatto.

Di cosa parlerà Spider-Man: Beyond the Spider-Verse?

Spider-Man: Beyond the Spider-Verse conclude una trilogia iniziata con Spider-Man: Un nuovo universo del 2018 e proseguita con Spider-Man: Across the Spider-Verse del 2023. La serie è incentrata sul liceale di Brooklyn Miles Morales, che diventa il nuovo Spider-Man e si unisce ad altri Spider-Man provenienti da universi paralleli per salvare New York City – e altri luoghi multiversali – da varie minacce. I dettagli della trama del terzo film non sono stati rivelati, ma la storia riprenderà indubbiamente da dove si concludeva il secondo capitolo.

Il film affronterà dunque le conseguenze del finale cliffhanger di Spider-Man: Across the Spider-Verse, con Miles Morales (Shameik Moore) bloccato in un universo alternativo con una versione più cattiva di se stesso. “Ecco cosa posso promettere, e l’ho detto a proposito del secondo quando eravamo nel mezzo: Phil Lord, Chris Miller, tutti, i produttori di questo film, i registi che porteranno… Quello che hanno fatto nel primo è che tutti i registi sono diventati produttori esecutivi. Quindi continuano ad aggiungersi. Quello che posso promettere è che non si fermeranno finché non sarà eccellente”, ha confermato a ComicBook.com l’attore di Peter B. Parker, Jake Johnson.

 “E se questo significa che ci vuole un po’ più di tempo, se questo significa che è ancora più grande, se questo significa che è più lungo – non giocano secondo le regole di nessuno. Lavorano molto duramente. Come attori, siamo sempre scioccati quando ci chiamano per registrare l’ultimo film. Credo che sia stato un mese prima della proiezione, quando non riuscivamo a credere che stessimo ancora registrando. Quindi non hanno intenzione di mollare fino a quando non sarà grandioso e non ho altro che fiducia in loro. Ma per quanto riguarda la possibilità di svelare qualcosa [sulla storia], non posso farlo”.

Abbiamo creato quello che riteniamo essere un finale molto soddisfacente e non vediamo l’ora che i fan lo vedano”, hanno dichiarato lo scorso anno i registi Bob Persichetti e Justin K. Thompson quando sono stati annunciati come co-registi. “Stiamo dando il massimo”. La serie “Spider-Verse” ha avuto un grande successo al botteghino: il film originale ha incassato 384 milioni di dollari in tutto il mondo, oltre a vincere l’Oscar come miglior film d’animazione. Il secondo ha avuto un successo ancora maggiore al botteghino, riuscendo a superare l’incasso totale del suo predecessore dopo soli 12 giorni dall’uscita e chiudendo con 690 milioni di dollari in tutto il mondo.

Spider-Man: Beyond the Spider-Verse arriverà al cinema il 18 giugno 2027.

Slow Horses: a che ora esce la quinta stagione e quanti episodi ci sono?

La quinta stagione della serie thriller di spionaggio di successo Slow Horses ha pubblicato il suo primo episodio, sollevando interrogativi su quando usciranno gli episodi rimanenti e quanti saranno in totale. Sia il genere thriller poliziesco che quello di spionaggio sono ricchi di serie da guardare. Tuttavia, Slow Horses di Apple TV+ supera le altre in termini di qualità e valore di intrattenimento.

Uno dei vantaggi più significativi di Slow Horses come serie TV è la sua presenza costante. La prima stagione di Slow Horses ha debuttato nel 2022 e ora siamo alla quinta stagione, con altre due stagioni di Slow Horses già confermate. Questa costanza è rara nelle serie in streaming e rende gli spettatori molto più interessati a continuare a guardarle.

Fortunatamente, la quinta stagione di Slow Horses ha pubblicato il suo primo episodio oggi, 24 settembre 2025, continuando la sua incredibile serie di successi su Rotten Tomatoes. Se non vedete l’ora di vedere la quinta stagione di Slow Horses, ecco tutte le informazioni che dovete sapere sugli altri episodi e sui loro orari di uscita.

Gli episodi della quinta stagione di Slow Horses escono alle 3 del mattino ET il mercoledì

Anche se Apple TV+ di solito non utilizza un programma di uscita settimanale, la quinta stagione di Slow Horses uscirà regolarmente per sei settimane, il mercoledì. L’orario è pensato per la costa occidentale degli Stati Uniti, come di solito accade per i siti di streaming.

Pertanto, la quinta stagione di Slow Horses uscirà alle 12:00 AM Pacific Time, ovvero alle 1:00 AM Mountain Time, alle 2:00 AM Central Time e alle 3:00 AM Eastern Time.

La quinta stagione di Slow Horses avrà 6 episodi in totale

Slow Horses
Kristin Scott Thomas and James Callis in “Slow Horses,” premiering September 24, 2025 on Apple TV+.

Come tutte le stagioni precedenti di Slow Horses, la stagione 5 è composta da sei episodi in totale. Il piano di uscita originale indicava che due episodi sarebbero stati trasmessi in anteprima il 24 settembre 2025. Tuttavia, il piano è cambiato, poiché alla data di uscita è disponibile solo il primo episodio.

Anche il secondo episodio ha una data di uscita prevista per il 1° ottobre 2025 su Apple TV+. Sebbene il debutto della stagione con un solo episodio possa essere deludente per coloro che si aspettavano una premiere di due episodi, ciò significa che potremo goderci la storia per tutto il mese di ottobre, piuttosto che solo per la maggior parte di esso.

L’uscita settimanale sembra anche appropriata per Slow Horses, poiché questa è la loro quinta stagione in tre anni, consentendo ai fan di guardare lo show senza grandi intervalli di tempo.

Episode Number Title Release Date Release Time
#1 “Bad Dates” September 24 3:00 AM ET
#2 “Incommunicado” October 1 3:00 AM ET
#3 “Tall Tales” October 8 3:00 AM ET
#4 “Missiles” October 15 3:00 AM ET
#5 “Circus” October 22 3:00 AM ET
#6 “Scars” October 29 3:00 AM ET

Quando uscirà il finale della quinta stagione di Slow Horses su Apple TV+

In base al programma di uscita settimanale, il finale della quinta stagione di Slow Horses, intitolato “Scars”, uscirà il 29 ottobre 2025. Questo è il programma completo di uscita della quinta stagione:

Fortunatamente, la serie di successo è già stata rinnovata per la sesta e la settima stagione. Le riprese della prima sono già terminate, mentre quelle della seconda inizieranno durante la messa in onda della quinta stagione di Slow Horses su Apple TV+. Pertanto, non dovrebbe passare molto tempo dal finale della quinta stagione di Slow Horses prima che il pubblico venga a conoscenza della data di uscita della sesta stagione.

The Terminal List: Dark Wolf, la spiegazione del finale della prima stagione

Il finale dell’episodio 7 di The Terminal List: Dark Wolf, intitolato “The Wolf You Feed”, vede Ben incastrare Haverford per i suoi accordi nucleari traditori con l’Iran. Alla fine, Ben riesce a riabilitare il proprio nome e quello della sua squadra, compresi Tal, Mo e Landry, e si presenta una nuova opportunità per entrare a far parte dell’élite Ground Branch della CIA.

The Terminal List: Dark Wolf stagione 1 finale vede anche il ritorno di James Reece, interpretato da Chris Pratt, che fa la sua prima apparizione dopo l’episodio di Dark Wolf premiere. Il passato di Ben dopo essere stato congedato con disonore dai Navy SEAL è stato il tema principale del sequel, ma ci sono ancora molte domande senza risposta che preparano il terreno per la stagione 2 di Dark Wolf.

Forse la più grande rivelazione del finale della prima stagione di The Terminal List: Dark Wolf è stato il fatto che Ben è stato salvato da Reece e da metà dell’Alpha Platoon, compreso Boozer, interpretato da Jared Shaw. Sapendo cosa succederà in The Terminal List, con Ben coinvolto nell’insabbiamento e nella cospirazione iniziata con l’imboscata letale all’Alpha Platoon, questi dettagli in Dark Wolf rendono il suo tradimento finale ancora più scioccante e tragico.

Spiegazione del piano finale di Ben per smascherare Haverford

Per rintracciare Haverford, Ben doveva rimettersi in gioco in modo che Tal potesse individuare la sua posizione attraverso la sua VPN. Sapendo che Haverford avrebbe monitorato l’attacco a Ben, Tal aveva ciò che le serviva per usare le sue avanzate abilità di hacker per trovarlo e acquisire le prove che smascheravano Haverford come traditore americano.

Ecco perché Ben doveva tenere a bada gli assalitori armati per 15 minuti e continuare lo scontro a fuoco per assicurarsi che Haverford continuasse a seguire gli assalitori per tutta la durata dell’operazione. Se Ben avesse colpito troppo presto o in modo troppo aggressivo, Tal avrebbe perso il segnale di Haverford, poiché lui non avrebbe più seguito un combattimento già terminato.

Landry e Mo entrano in scena per eliminare due dei protagonisti, Artem e Cyrus, coinvolti negli accordi nucleari iraniani con Haverford. Cyrus ha orchestrato il piano con Haverford per consegnare i veri componenti nucleari al primo ministro iraniano, Yousef Saed, nell’episodio 6 di Dark Wolf. Artem era un intermediario e finanziatore della Quds Force.

Ben mette Haverford sotto scacco lasciando cadere una cartella di prove sul tavolo mentre le sirene della polizia si avvicinano. Tal ha avuto accesso ai messaggi traditori di Haverford con l’Iran e ha le prove che ha coordinato l’attacco della Quds Force contro Ben e la sua squadra in Germania, che ha quasi ucciso Mo.

Inoltre, Haverford ammette di aver assunto l’assassino che ha piazzato l’autobomba sull’auto di Ben. Ben era l’obiettivo, ma il sangue di Eliza è sulle mani di Haverford. Ben risparmia la vita di Haverford in modo che non venga onorato con una stella al quartier generale della CIA a Langley. Trascorrerà il resto dei suoi giorni in disgrazia e pieno di rimorsi dietro le sbarre.

Perché Haverford voleva rendere l’Iran una minaccia nucleare

Nell’episodio 6 di Dark Wolf, Haverford discute con Cyrus del fatto che rendere l’Iran una superpotenza nucleare avrebbe in qualche modo creato forza e stabilità nelle sue relazioni con gli Stati Uniti. Cyrus sarebbe diventato un eroe nazionale possedendo le armi ma senza usarle, facendo una dichiarazione internazionale di pace. Questo era solo il punto di vista falso che condivideva con Cyrus e gli iraniani per far sembrare che fosse dalla loro parte.

In realtà, Haverford voleva rendere l’Iran una minaccia nucleare per il mondo occidentale, in modo che gli Stati Uniti e il loro alleato Israele fossero costretti a rispondere con la guerra. Egli prova risentimento nei confronti dell’Iran per essere l’unico beneficiario delle tragedie belliche americane, come i 58.000 morti in Vietnam e l’attentato alla caserma dei marines in Libano nel 1983, che ha causato il maggior numero di vittime tra i marines in un solo giorno dalla seconda guerra mondiale.

Haverford usa queste perdite americane di massa per giustificare le sue tattiche belliciste. È arrabbiato con gli Stati Uniti per non aver risposto con tutta la forza militare a queste tragedie, sostenendo che la colpa ricade completamente sull’Iran. Dare all’Iran la capacità nucleare avrebbe dato inizio alla guerra contro di loro, prima attraverso Israele e poi gli Stati Uniti, che lui aveva atteso per gran parte della sua vita.

Come sottolinea Ben, le ideologie distorte di Haverford avrebbero causato la morte di milioni di iraniani innocenti. Haverford contava su una serie di eventi a catena affinché il suo piano funzionasse, tra cui il lancio da parte degli Stati Uniti della prima bomba atomica dopo Hiroshima e Nagasaki. È convinto che eliminare completamente l’Iran avrebbe impedito ulteriori atti di terrorismo. Come direbbero Ben e qualsiasi persona sana di mente, questo non era il modo giusto di procedere.

Cosa riserva il futuro a Ben e alla sezione operativa della CIA

Taylor Kitsch nel finale The Terminal List- Dark Wolf

Haverford sarà anche stato squilibrato e traditore, ma aveva ragione quando diceva che lui e Ben sono in qualche modo simili, considerando i motivi per cui Ben è stato congedato con disonore dopo aver ucciso una risorsa della CIA collegata all’ISIS. Questa sfida all’autorità e la fede incondizionata nelle sue convinzioni su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, molte delle quali sono state espresse a Reece nella sua lettera scritta a mano, continuano a covare nel profondo di Ben.

Raife, che ha cercato di smascherare Haverford attraverso i canali ufficiali di Langley, ha perfettamente ragione quando dice che Ben sta combattendo una guerra contro se stesso piuttosto che contro un nemico specifico. Questo continuerà a renderlo un elemento imprevedibile nella seconda stagione di Dark Wolf, che dovrebbe farlo diventare un membro dell’élite della Ground Branch della CIA dopo una visita del suo vecchio amico Hank “Dash” Dashaw, che sicuramente diventerà un personaggio fisso della seconda stagione.

Con tutti quelli che lavorano per Haverford allo scoperto, c’è la stessa possibilità che la banda si riunisca nella prossima stagione e che prenda strade separate. Tutto fa pensare che Ben e Dash diventeranno l’ultimo dinamico duo della serie dopo che Reece dice a Ben che d’ora in poi dovrà cavarsela da solo. Se una cosa è certa, è che il finale della prima stagione di The Terminal List: Dark Wolf termina in un modo che richiede una seconda stagione e oltre.

Guillermo del Toro anticipa un “cambiamento radicale” nella sua carriera dopo Frankenstein

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Il leggendario regista Guillermo del Toro ha annunciato che la sua carriera di regista, per cui è famoso, prenderà una svolta radicale dopo l’uscita di Frankenstein su Netflix. Guillermo del Toro, come noto, è noto come regista, sceneggiatore e produttore con una carriera iniziata negli anni ’80. Ha un talento distintivo per l’horror, il fantasy e le avventure selvagge e contorte. Ha ottenuto notevole attenzione con il suo primo lungometraggio, Cronos (1993). Si è poi affermato per i suoi film di straordinaria bellezza, tra cui La forma dell’acqua, Il labirinto del fauno e Hellboy.

Ora, nel numero di Empire dedicato a Wicked: For Good, del Toro ha però ora annunciato il suo addio “al tipo di regia per cui è più conosciuto”: “Questo film [Frankenstein] chiude il ciclo. Se si guarda alla discendenza, da Cronos a La spina del diavolo, da Il labirinto del fauno a Crimson Peak fino a questo, si tratta di un’evoluzione di un certo tipo di estetica, di un certo tipo di ritmo e di un certo tipo di empatia. Sento il bisogno di un cambiamento. Non si sa mai, dopodomani potrei voler fare Jekyll & Hyde, o qualsiasi altra cosa. Ma in questo momento, il mio desiderio è quello di provare a fare qualcosa di molto diverso“.

Cosa significa la rottura di Guillermo del Toro con la sua estetica classica

L’impressionante carriera di Guillermo del Toro abbraccia diversi decenni, ma il suo stile distintivo sta subendo una trasformazione completamente nuova. Dato che il regista ha dichiarato di aver bisogno di un cambiamento, è lecito supporre che i suoi progetti futuri potrebbero prendere una strada diversa. Per quanto riguarda la regia, del Toro ha comunque dato ai fan la speranza di possibili progetti futuri, ma le sue dichiarazioni indicano che saranno di natura diversa da quella a cui il pubblico è abituato. Guillermo del Toro ha anche messo fine alle speranze dei fan per i progetti non realizzati, tra cui l’adattamento di H.P. Lovecraft Alle montagne della follia, affermando: “È troppo grande, troppo folle, troppo vietato ai minori”.

Guarda anche la nostra recensione di Frankenstein

Alien: Pianeta Terra – stagione 2: il creatore Noah Hawley aggiorna dopo il finale

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Il creatore di Alien: Pianeta Terra, Noah Hawley, ha fornito alcuni aggiornamenti sulla seconda stagione dopo il finale della prima, accennando al potenziale futuro della serie TV. La storia della prima stagione di Alien: Pianeta Terra è giunta al termine, offrendo sia una conclusione che alcuni fili conduttori per la trama unica del prequel. Ha anche esplorato le sue varie creature, collegandole a temi riguardanti l’umanità.

Nelle interviste con ScreenRant per il finale della prima stagione, Hawley ha discusso la possibilità che la seconda stagione di Alien: Earth venga realizzata. Il creatore della serie ha spiegato come i dati di ascolto vengano presi in considerazione per il potenziale rinnovo dello show e come questi determineranno la possibilità di continuare la storia. Ecco cosa ha detto Hawley:

Noah Hawley: Sì, certamente. Stiamo parlando del futuro dello show e FX sta facendo il suo dovere. Si assicurano davvero di capire quali siano i dati di ascolto. E in un certo senso, è più il risultato finale che il punto di partenza a determinare l’interesse per una seconda stagione. La prossima settimana andrà in onda l’ultimo episodio e io ho fatto la mia parte dal punto di vista creativo, riflettendo attentamente su come portare avanti la serie. Ovviamente non voglio che la serie rimanga fuori onda più a lungo del necessario. Quindi c’è una certa urgenza nel rimetterci al lavoro il più rapidamente possibile. Ma alla fine la decisione spetta alla Disney, quindi sono curioso di vedere cosa faranno. Ci sono ancora tante grandi canzoni hard rock da suonare.

Inoltre, Timothy Olyphant, che interpreta il sintetico Kirsh di Prodigy, ha spiegato che sono in corso discussioni su quale direzione potrebbe prendere la seconda stagione di Alien: Earth:

Timothy Olyphant: Oh sì. So che era ufficiale. Siamo a buon punto con le discussioni e Noah Hawley non ha intenzione di fermarsi, quindi sta preparando delle cose. Non mi interesso di questi dettagli. Mi interesso solo di ciò che ho davanti.

Cosa significano i piani per la seconda stagione di Alien: Earth per la serie

Sembra che ci siano già dei piani su dove Alien: Pianeta Terra – stagione 2 porterà la storia, anche se la serie stessa non è stata ancora ufficialmente rinnovata al momento della stesura di questo articolo. Prima dell’uscita della serie, Hawley aveva confermato che la serie sarebbe stata composta da più stagioni. La storia del primo contatto della Terra con gli Xenomorfi è solo l’inizio.

Sebbene ci siano molti personaggi in Alien: Pianeta Terra che non saranno presenti nel futuro della storia, questi primi otto episodi hanno offerto una solida base su cui costruire una narrazione più ampia. Grazie ai numerosi concetti intriganti introdotti, dall’abilità di Wendy di controllare uno Xenomorfo alle origini dell’Ocellus, ci sono molte idee interessanti per continuare.

Dato che le recensioni di Alien: Pianeta Terra sono state positive, è un buon segno che la serie tornerà come previsto. Lo show ha molte idee che non sono state ancora esplorate appieno, con gli Xenomorfi che sono solo la punta dell’iceberg. Considerando l’introduzione di nuovi concetti da parte di Hawley, una visione più ampia del mondo della serie TV è pronta per una narrazione unica.

Duse: la storia vera di Eleonora Duse

Duse: la storia vera di Eleonora Duse

Presentato in Concorso alla 82ª Mostra del Cinema di Venezia il 3 settembre 2025 e uscito nelle sale italiane il 18 settembre, Duse è il nuovo film di Pietro Marcello: un ritratto libero e sensoriale degli ultimi anni della grande attrice italiana Eleonora Duse, interpretata da Valeria Bruni Tedeschi, con Noémie Merlant, Fausto Russo Alesi e un ampio cast tra Italia e Francia. L’opera nasce nella scia autoriale del regista (tra documentario e finzione, uso creativo degli archivi, lavoro sul formato analogico) e si concentra sul ritorno in scena della “Divina” dopo un lungo ritiro, tra la fine della Grande Guerra e l’inizio degli anni Venti.

Per capire il nucleo storico del film Duse (La nostra recensione) bisogna ricordare chi fosse Eleonora Duse (1858–1924): considerata da molti la più grande attrice del suo tempo, rivoluzionò la recitazione teatrale con una naturalità radicale (“eliminare il sé” per farsi attraversare dal personaggio) e portò in tournée nel mondo i testi di Ibsen e d’Annunzio. Nata a Vigevano, figlia d’arte, fu protagonista di una vita pubblica e privata intensissima: la lunga relazione con Gabriele d’Annunzio segnò anche la sua carriera, mentre l’ultima stagione la vide tornare sulle scene oltre i sessant’anni, fino alla morte a Pittsburgh nel 1924 durante una tournée americana.

L’obiettivo di questo approfondimento è doppio: raccontare cosa mostra il film (e come lo mostra) e ricostruire la storia vera che lo sostiene, distinguendo tra licenze poetiche e fatti documentati. Per farlo ci appoggiamo a fonti ufficiali di festival e distribuzione, schede critiche e sintesi biografiche autorevoli.

Cosa succede nel film Duse di Pietro Marcello

Il film si colloca negli anni tra la Prima guerra mondiale e l’ascesa del fascismo. Duse – ormai oltre i sessant’anni – decide di tornare sul palcoscenico dopo un lungo silenzio: non solo per ragioni artistiche, ma anche per necessità molto concrete (economiche, esistenziali). È l’avvio di un nuovo ciclo di prove, tournée, teatri che si aprono e si chiudono, nel segno di una ricerca ostinata: fare dell’arte un atto morale, anche quando il tempo – biologico e storico – sembra voltarle le spalle.

Il rientro è faticoso. Marcello mette in scena il lavoro: le prove, le regole di compagnia, la gestione di risorse scarse, i fallimenti teatrali che si alternano alle serate di grazia. Attorno a Duse si muovono figure chiave: la figlia Enrichetta (Noémie Merlant), presenza affettiva e pratica; un’assistente straniera (Fanni Wrochna/Desirée) che ne custodisce i ritmi e la fragilità; colleghi e impresari che cercano di incasellarla nel mercato del tempo. L’ombra magnetica di Gabriele d’Annunzio (Fausto Russo Alesi) riaffiora come relazione irrisolta – biografica e artistica – che il film evoca senza mai trasformare in semplice melodramma.

La fisicità della Duse – acciacchi, affanno, abitudini di scena – diventa parte del racconto: non c’è sede nostalgica, ma resistenza. Ogni debutto può essere una disfatta o una rivelazione; ogni viaggio, una prova. Marcello alterna recitazione, materiali d’archivio e un uso analogico dell’immagine (Super16 e 35mm) per costruire una partitura tra presente e memoria, in cui la protagonista misura la propria età con la Storia: un Paese che cambia, nuovi poteri, nuove platee.

Nel percorso si insinua la domanda centrale: che cosa significa “tornare” quando il tuo corpo e il tuo secolo cambiano più in fretta di te? La Duse del film risponde non con proclami, ma salendo in scena. È lì – dentro il gesto quotidiano dell’attrice, dentro la comunità del teatro – che ritrova un’utopia possibile, a costo di sacrificare salute e affetti, fino all’ultimo viaggio.

La storia vera: cosa c’è di storico nel film e cosa è licenza poetica

Valeria Bruni Tedeschi e Noémie Merlant in Duse
Valeria Bruni Tedeschi e Noémie Merlant in Duse – foto di Erika Kuenka

Il ritorno sulle scene dopo la Grande Guerra

  • Fatto storico. Eleonora Duse si ritirò dal palcoscenico nel 1909, ma tornò a recitare nel 1921, formando una propria compagnia e avviando nuove tournée in Italia (1921–1922) e poi all’estero nel 1923. È un rientro tardo, motivato da ragioni artistiche ma anche economiche e biografiche.

  • Nel film. Duse colloca la protagonista nel dopoguerra e concentra lo sguardo sul rientro tardivo e faticoso, tra prove, tournée e fragilità fisiche: una scelta aderente all’arco biografico reale pur con inevitabili condensazioni narrative.

Il rapporto con Gabriele d’Annunzio

  • Fatto storico. La relazione con d’Annunzio (fine anni ’90–primi 1900) fu centrale sul piano personale e artistico: Duse interpretò più testi del Vate (insieme a Ibsen), e la loro vicenda influenzò carriera e immagine pubblica; il romanzo Il fuoco (1900) rielabora in chiave romanzesca il loro legame.

  • Nel film. La presenza di Gabriele d’Annunzio (Fausto Russo Alesi) riaffiora come ombra magnetica del passato: un elemento storicamente fondato, che il racconto usa per intrecciare memoria sentimentale e identità artistica.

Le tournée finali e la morte a Pittsburgh

  • Fatto storico. Dopo tappe italiane e europee (Londra, Vienna nel 1923), Duse partì per gli Stati Uniti nell’ottobre 1923. Morì di polmonite a Pittsburgh il 21 aprile 1924, durante la tournée; la sua ultima recita fu il 5 aprile 1924 al Syria Mosque, con La porta chiusa di Marco Praga. Dopo solenni onoranze, venne sepolta ad Asolo.

  • Nel film. Il percorso verso l’ultimo viaggio è trattato come tragitto esistenziale: la strada, i teatri, il corpo che cede e resiste. La meta americana e l’“ultimo atto” sono coerenti con i dati storici, anche se resi con libertà poetica.

Licenze poetiche e scelte di messa in scena

  • Struttura e tempi. Come in altri lavori di Marcello, il film condensa tempi e situazioni, alternando materiali d’archivio, ricostruzione e immagini analogiche per restituire sensazione oltre al fatto: una licenza funzionale a mettere al centro l’etica del lavoro d’attore più che il puro inventario cronachistico.

  • Personaggi-sintesi. Alcune figure di compagnia, assistenti e impresari possono agire da personaggi composti (fusione di più persone reali) per semplificare reti e dinamiche teatrali: è una pratica tipica del biopic, purché non alteri i nodi verificabili (ritiro/rientro, tournée finali, Pittsburgh). (Inferenza fondata sul formato biografico; i cardini storici restano aderenti alle fonti.)

Box cronologico rapido — Eleonora Duse (1858–1924)

  • 1858 – Nasce a Vigevano (3 ottobre), figlia d’arte.

  • 1898–1904 – Apice del sodalizio artistico e sentimentale con Gabriele d’Annunzio; ruoli chiave tra Ibsen e il Vate.

  • 1909Ritiro dal palcoscenico (salute e logorio).

  • 1916 – Unico film: Cenere; l’esperienza la delude, resta soprattutto un’attrice di teatro.

  • 1921Ritorno sulle scene; tournée in Italia (1921–1922).

  • 1923 – Tournée Londra e Vienna; partenza per gli USA (ottobre).

  • 5 aprile 1924 – Ultima recita, La porta chiusa (Syria Mosque, Pittsburgh).

  • 21 aprile 1924Muore a Pittsburgh di polmonite; dopo solenni onoranze, sepoltura ad Asolo.

Curiosità e fact-check su Eleonora Duse e il film di Pietro Marcello

  • Cenere (1916): unico film girato da Eleonora Duse. Nonostante il mito teatrale, la diva restò delusa dall’esperienza cinematografica e tornò subito al palcoscenico. Pietro Marcello inserisce materiali d’archivio di quell’epoca come contrappunto alla finzione.

  • Time cover (1923): Duse fu la prima donna del mondo dello spettacolo ad apparire in copertina su Time Magazine (27 agosto 1923), durante la tournée americana: un segno del prestigio internazionale che la accompagnava fino agli ultimi mesi di vita.

  • La “Divina” vs. la “Divina”: nel film ricorre un dialogo su “chi è la vera Divina”. In realtà l’appellativo “Divina” passò dalla Duse a Maria Callas decenni dopo; Marcello lo usa per legare idealmente la figura dell’attrice a un archetipo di artista fuori dal tempo.

Con questi elementi, Duse diventa non solo un biopic, ma una riflessione sul mestiere dell’attore e sulla tensione tra memoria, corpo e storia.