Arriva da Deadline la notizia
che Prime Video e BBC stanno attualmente sviluppando
la seconda stagione dell’acclamato thriller di spionaggio The
Night Manager, le cui riprese dovrebbero iniziare
entro la fine dell’anno a Londra e in Sud America. Il veterano
del Marvel Cinematic UniverseTom Hiddleston ha firmato per riprendere il
ruolo principale di Jonathan Pine. Non è chiaro se
Tom Hiddleston sarà l’unico a tornare dalla
prima stagione.
La seconda stagione di The
Night Manager sarà ancora una volta scritto da
David Farr, che aveva anche lavorato alla prima
stagione. Ulteriori dettagli sulla trama e sui personaggi sono
ancora tenuti nascosti, ma secondo quanto riferito la prossima
puntata si svolgerà ai giorni nostri, dove Jonathan Pine
dovrà affrontare una nuova e più mortale sfida.
La
prima stagione, andata in onda su BBC One e AMC, è stata
interpretata anche da
Hugh Laurie,
Olivia Colman,
Elizabeth Debicki,
Tobias Menzies, David Harewood, Tom Hollander e
altri. Era incentrato su Jonathan Pine (Tom
Hiddleston) un manager notturno di un
lussuoso hotel del Cairo che viene reclutato dal manager di una
task force del Foreign Office per una missione di spionaggio.
La
prima stagione è stata ben accolta sia dalla critica che dal
pubblico, portandola a più di dieci nomination agli Emmy, tra cui
la vittoria della serie limitata per la regia eccezionale per il
lavoro di regista di Susanne Bier nella serie. Per la loro
interpretazione nella prima puntata, Hiddleston, Colman e Laurie
hanno ricevuto rispettivamente un Golden Globe Award come miglior
attore, attrice non protagonista e miglior attore non
protagonista.
Showtime ha annunciato che il
vincitore dell’Emmy Damian Lewis tornerà ufficialmente
in Billions dopo
essere uscito dalla serie drammatica di successo nel 2021. Lewis
riprenderà il ruolo del miliardario Bobby Axelrod durante la
seconda metà della prossima settima stagione, dove è previsto per
un’apparizione ricorrente in sei episodi. La produzione della
settima stagione di Billions è
attualmente in corso a New York.
Il suo ritorno arriva dopo che è
stato recentemente confermato che Showtime sta attualmente
sviluppando diversi spin-off basati su Billions
per l’imminente rebranding della rete premium in Paramount+
con Showtime. I creatori della serie
Brian Koppelman e David Levien stanno sviluppando
quattro potenziali
spin-off: Millions sui finanzieri
emergenti; Trilioni sugli
ultra-ricchi; e altri due spettacoli senza titolo che si
svolgeranno rispettivamente a Miami e Londra.
“Nella settima stagione, le
alleanze vengono capovolte“, si legge nel
logline. “Le vecchie ferite sono armate. Le lealtà
sono testate. Il tradimento assume proporzioni epiche. I
nemici diventano amici diffidenti. E torna Bobby Axelrod,
mentre la posta in gioco cresce da Wall Street al mondo“.
Billions è la serie
drammatica americana creata da Brian
Koppelman , David Levien e Andrew
Ross Sorkin. La serie è stata presentata in anteprima
suShowtime il 17 gennaio 2016 e
ha prodotto sei stagioni fino ad
oggi. La serie è ambientata principalmente a New York e
nel Connecticut. La serie racconta la storia
del gestore di hedge fund Bobby Axelrod (Damian
Lewis), mentre accumula ricchezza e potere nel mondo
dell’alta finanza. Le tattiche aggressive di Axelrod per
assicurarsi rendimenti elevati spesso sconfinano negli atti
illegali che il procuratore degli Stati Uniti Chuck
Rhoades (Paul
Giamatti) tenta di perseguire. Un grande cast
secondario di ensemble supporta gli archi narrativi della
serie.
La scorsa settimana agli
Academy of Motion Arts & Sciences Sci-Tech Awards,
Simu Liu che ha interpretato il supereroe
Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci
Anelli ha anticipato il potenziale
ritorno del suo personaggio. Infatti l’attore parlando
con People, ha descritto
com’è stato sui film Marvel con così tanti attori e
attrici diversi. La star ha poi anticipato che potrebbe esserci
un’altra squadra di supereroi con il suo personaggio “prima” di
quanto i fan pensino.
“Sono un grande fan sia
dei personaggi che degli interpreti che li interpretano, quindi
qualsiasi collaborazione è un’opportunità per me di lavorare al
fianco di qualcuno che, a modo suo, sta rompendo le barriere e al
massimo della sua interpretazione, ha dichiarato
Liu. “Penso che sia ciò che mi entusiasma di più come
artista, [e] anche come fan. E chissà, potrebbero vedere
qualcosa prima di quanto pensi. Vedremo.”
Shang-Chi e la leggenda
dei dieci anelli è stato
diretto da Destin Daniel Cretton e si basava su
una sceneggiatura che ha scritto insieme a Dave Callaham e Andrew
Lanham. Sebbene non ci sia stata alcuna parola ufficiale su un
sequel di Shang-Chio quando esattamente il personaggio riapparirà nell’universo
cinematografico Marvel, il suggerimento di Liu
suggerisce che la sua prossima apparizione potrebbe non essere
troppo lontana.
Vi ricordiamo che nei panni del
protagonista ci sarà l’attore canadese Simu
Liu, visto di recente nella commedia di NetflixKim’s Convenience. Insieme a
lui, nel cast, figureranno anche Tony
Leung nei panni del Mandarino,
e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un
“leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà
il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che
si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la
sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è
l’ipnosi.
Iniziata nel 1979, la saga di
Alien è oggi una delle più
affascinanti narrazioni sullo scontro tra l’essere umano e gli
alieni. Il primo film è ancora oggi considerato uno dei più
importanti horror di fantascienza di sempre e il suo sequel
Aliens – Scontro finale
è uno dei migliori secondi capitoli mai arrivati al cinema. Nel
corso degli anni la serie sembrava però aver perso il proprio
potenziale, almeno fino a quando nel 2012 è arrivato al cinema il
prequel Prometheus (qui la recensione). Ridley Scott,
regista del primo Alien, torna alla guida della saga,
prendendo nuovamente in mano la propria creatura per raccontarne le
origini.
Da tempo Scott desiderava esplorare
possibili storie ambientate prima degli eventi dell’Alien
del 1979. Una volta ripreso il controllo artistico della saga,
reduce dai non entusiasmanti Alien³ e Alien – Laclonazione, come anche dai due crossover Alien
vs.Predator, il regista decise dunque di realizzare
un prequel, il quale potesse però avere anche una propria
indipendenza rispetto al primo film. Scott ha infatti definito
Prometheus come dei “filamenti del DNA di
Alien“, seguendo dunque una storia separata, avvenuta
in un altro tempo, con nuovi personaggi, nuovi luoghi e nuove
creature, ma in ogni caso ambientata nello stesso universo.
Ha così avuto inizio una nuova fase
della saga, che tenta di andare alla scoperta delle origini della
vita umana, consapevole degli orrori che tale ricerca può evocare.
Candidato ai premi Oscar per i migliori effetti speciali,
Prometheus è un’opera che offre dunque grande spettacolo
visivo e un’affascinante filosofia di fondo. Prima di intraprendere
una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire
alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui
nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama e il cast di Prometheus
Nell’anno 2089 gli archeologi
Elizabeth Shaw e Charlie Holloway
scoprono sulla parete di una grotta dei graffiti che mostrano una
mappa stellare dipinta. I due interpretano questa mappa come un
invito fatto dai precursori della vita sulla Terra, gli
“Ingegneri“. L’anziano Peter
Weyland, presidente della Weyland Corporation, finanzia il
progetto per costruzione dell’astronave Prometheus, con la
quale raggiungere il luogo indicato sulla mappa. Dopo anni di
viaggio, nel 2093 viene dunque raggiunta la luna LV-223 e i due
archeologi insieme al resto della squadra iniziano l’esplorazione
di quel luogo. Apparentemente disabitato, questo rivelerà però
orrori oltre ogni immaginazione.
Ad interpretare il ruolo di
Elizabeth Shaw vi è l’attrice Noomi Rapace,
voluta da Scott dopo averla vista e apprezzata in Uomini che
odiano le donne. Originariamente, in realtà, il ruolo era
stato inzialmente offerto a Charlize
Theron, la quale per via di altri impegni non poté
accettare. Liberatasi poi da questi, l’attrice acconsentì a
ricoprire un ruolo secondario pur di partecipare al film. La si
ritrova dunque ad interpretare Meredith Vickers, autorità di
controllo della missione. Per tale ruolo, l’attrice ha ricevuto
indicazioni di stare sempre negli angoli e di muoversi
furtivamente, così da accentuare la natura enigmatica del
personaggio. L’attore Logan Marshall-Green,
invece, interpreta il ruolo di Charlie Holloway, marito della
Shaw.
Sono poi presenti nel film gli
attori Idris Elba nei panni
del Capitano Janek, Sean Harris in quelli di
Fifield, Rafe Spall come Millburn e
Benedict Wong nei panni di Ravel. L’attore
Guy Pearce
ricopre invece il ruolo l’anziano Peter Weyland, per interpretare
il quale si è dovuto sottoporre ogni volta a cinque ore di trucco.
Infine, particolarmente importante è il personaggio di David 8,
l’androide interpretato da Michael
Fassbender. Per prepararsi a tale ruolo, l’attore ha
guardato film con personaggi androidi, come Blade Runner,
basando invece poi le movenze del personaggio su quelle del
tuffatore olimpico Greg Louganis.
Prometheus: il sequel del
film
Parlando di Prometheus,
Scott aveva anticipato che questo sarebbe stato solo il primo di
una serie di titoli che avrebbero esplorato le origini della saga
di Alien. A distanza di quattro anni, nel 2017, è dunque
arrivato al cinema un sequel intitolato non Prometheus 2, bensì Alien:
Covenant, a sottolinare il maggiore accostamento
tra questo secondo prequel e i film della saga principale. Diretto
anch’esso da Scott e interpretato oltre che da Fassbender anche da
KatherineWaterstone e Billy Crudup,
questo nuovo film esplora nuove vicende avvenute in seguito agli
eventi di Prometheus, introducendo nuovi elementi e anche
prime versioni di Xenomorfi.
Scott ha poi affermato che la sua
intenzione è quella di realizzare una tetralogia prequel,
prevedendo dunque almeno altri due sequel, l’ultimo dei quali
mostrerà eventi che si concludono poco prima dell’inizio di
Alien. Ad oggi, tuttavia, la lavorazione di questi due
film è stata travagliata e incerta. Il regista continua tuttavia a
sostenere che i due sequel sarebbero in fase di sviluppo e che
le riprese dovrebbero avere luogo
nel 2023. In attesa di conferme ufficiali, come anche di
indicazioni sul cast e sulla trama, non resta che riscoprire il
primo di questi prequel, ovvero Prometheus.
Il trailer di Prometheus e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Prometheus grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Disney+ e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 28 febbraio alle ore
21:25 sul canale Nove.
Aprono oggi sul sito labottegadellasceneggiatura.premiosolinas.it
le iscrizioni alla seconda edizione de La Bottega della
Sceneggiatura– l’iniziativa di coaching di alto
livello, formazione attraverso la pratica e
accesso al lavoro dedicata ai giovani talenti della
sceneggiatura che desiderano sviluppare storie per le serie tv,
ideata e sviluppata da Premio Solinas e Netflix
con il supporto di Diversity.
Amore per le storie raccontate sullo
schermo e voglia di arricchire il panorama della serialità italiana
con nuova creatività, diversità di voci e punti di vista inclusivi,
intercettando persone appartenenti a gruppi sottorappresentati
con particolare attenzione a genere e identità di genere,
disabilità, etnia, orientamento sessuale e romantico: ecco
gli ingredienti di questa iniziativa di formazione alla scrittura
nell’ambito delle serie tv, che fa parte del Fondo Netflix per la creatività
inclusiva.
Il bando della seconda edizione de
La Bottega della Sceneggiatura
si rivolge a chi ha un’età compresa tra i 18 e i 30 anni, senza
distinzione di nazionalità con residenza o domicilio in Italia.
Quest’anno, sarà chiesto a chi partecipa di sviluppare
il
soggetto di serie e la scaletta
come progetti di scrittura da realizzare alla fine del
programma.
Rimane invariata la formula creata con successo lo scorso anno che
prevede
un
percorso a più fasi,
per approfondire e affinare le competenze nello storytelling
seriale mettendo i giovani talenti direttamente alla prova su
progetti di scrittura che concepiranno loro stessi, e
la presenza di una giuria e mentori d’eccezione
con nominativi del calibro diIsabella Aguilar, Laura Colella, Filippo Gravino, Michele
Pellegrini, Ludovica Rampoldi, Marco Raspanti, Re Salvador, Stefano
Sardo, Davide Serino, Eleonora Trucchi, Alice Urciuolo,
Francesco Cenni, Flaminia Gressi e Monica
Rametta.
Tra tutte le candidature pervenute – da oggi aperte sul sitolabottegadellasceneggiatura.premiosolinas.it
– sulla base della qualità dei materiali inviati e della
motivazione mostrata verranno selezionati fino ad un massimo di 20
Progetti Partecipanti che avranno accesso ad un primo
Laboratorio di Orientamento
(della durata di cinque giorni non full time), durante il quale
sarà possibile incontrare la giuria per presentare e approfondire i
materiali attraverso sessioni di confronto e scambio.
Al termine del Laboratorio di Orientamento, la giura, sulla scorta
dei nuovi materiali ricevuti, effettuerà un’ulteriore selezione:
fino ad un massimo di 10 Progetti Partecipanti riceveranno
una
Borsa di Studio del valore di 2,500€per
partecipare al
Laboratorio di Alta Formazione
(della durata di tre mesi non full time), che si comporrà
di:
sessioni di coaching condotte dalla giuria,
per lo sviluppo del soggetto di serie e della scaletta;
Masterclass con mentori e docenti
dell’iniziativa su storytelling seriale, scrittura dei personaggi,
struttura, scrittura del soggetto di serie e della scaletta,
tecniche della Writers’ Room.
Alla fine di questa ultima fase,
saranno analizzati i nuovi scritti (soggetto di serie e scaletta) e
verranno selezionati i due progetti finalisti: entrambi riceveranno
una proposta di collaborazione come
assistenti in una Writers’ Room di una serie in cui Netflix è coinvolta.
Inoltre, il Primo Progetto si aggiudicherà anche il
Premio La Bottega della Sceneggiatura di
6,000€.
Per partecipare a La Bottega
della Sceneggiatura è possibile inviare la propria candidatura
fino al 24 marzo 2023. Tutti i dettagli sui requisiti richiesti per
partecipare alla selezione e sui materiali da inviare sono
disponibili nel bando presente sul sito: labottegadellasceneggiatura.premiosolinas.it
. Tutte le informazioni generali sull’iniziativa sono disponibili
sul sito: labottegadellasceneggiatura.premiosolinas.it
.
Ecco il trailer di
Delta, il nuovo film di Michele
Vannucci, con protagonisti Alessandro Borghi e Luigi Lo Cascio e che è stato presentato in
anteprima mondiale alla 75esima edizione del Locarno Film
Festival (3-13 agosto 2022).
Prodotto da Matteo
Rovere (Groenlandia) e Giovanni Pompili
(Kino Produzioni) con Rai
Cinema, Delta racchiude tutta
la vitalità del nuovissimo cinema italiano. Un cinema fortemente
radicato e rappresentativo del territorio italiano – in questo caso
il delta del Po – e al contempo dal forte respiro internazionale.
Michele Vannucci, il cui esordio
con Il più grande sogno (2016),
candidato al David di Donatello come Miglior regista esordiente,
rivelò uno sguardo originale, si conferma
con Delta nome di primissimo piano. Quattro anni
e una serie TV dopo (Mental, 2020), Vannucci ritrova
Alessandro Borghi, protagonista del suo film.
Al fianco dell’attore romano (Non essere cattivo, Suburra,
Sulla mia pelle, Il primo re), un inedito Luigi Lo Cascio(I cento passi, La
meglio gioventù, Buongiorno, notte, Noi credevamo) che assieme
a Borghi dà vita a un intenso duello attoriale.
Delta, la trama
Il Delta del Po è il teatro
dello scontro tra bracconieri e pescatori. Osso (Luigi Lo Cascio)
vuole difendere il fiume dalla pesca indiscriminata della famiglia
Florian, in fuga dal Danubio. Insieme ai Florian c’č Elia
(Alessandro Borghi), che in quelle terre ci è nato. Travolti dalla
violenza cieca e dalla sete di vendetta, i due si affronteranno tra
le nebbie del Delta scoprendo la propria vera natura in un duello
che non prevede eroi.
Il viaggio di Scott
Lang nel Regno Quantico in
Ant-Man and the Wasp:
Quantumania apre una nuova era per il MCU, ma contiene anche diverse decisioni
discutibili e buchi di trama. I primi due film di Ant-Man hanno consacrato Scott Lang come un umile eroe di San
Francisco.
Ant-Man and the Wasp:
Quantumania porta in scena l’ambientazione psichedelica
del Regno Quantico, il potente cattivo principale
e le ispirazioni fantascientifiche molto più forti che richiedono
una maggiore sospensione dell’incredulità rispetto ai precedenti
episodi in solitaria di Ant-Man. Tuttavia, alcune parti della storia
non hanno senso dal punto di vista logico ma i futuri film
dell’MCU potrebbero aiutarci a
dare un senso a queste parti.
Perché Janet non ha avvertito la sua famiglia su Kang?
In Ant-Man and the Wasp:
Quantumania, Janet Van Dyne (interpretata
da Michelle Pfeiffer) trascorre gran parte del
film accennando all’esistenza di Kang il
Conquistatore, ma quando le viene chiesto della potenziale
minaccia che attende lei e la sua famiglia, si rifiuta di
approfondire. Janet suggerisce ripetutamente che
sapere dell’esistenza di Kang (interpretato da
Jonathan Major) metterebbe in pericolo gli
eroi, anche dopo che questi hanno affrontato diverse situazioni
ravvicinate all’interno del Regno Quantico. Non sorprende che
Kang il Conquistatore e MODOK colgano di sorpresa la famiglia Lang e
che gli eroi debbano improvvisare per avere la meglio.
Un semplice avvertimento sui
possibili pericoli del Regno Quantico del MCU avrebbe evitato del tutto gli eventi di
Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Anche se
Janet Van Dyne fosse stata troppo turbata dalla
sua esperienza trentennale all’interno del Regno
Quantico, informare la sua famiglia sui suoi pericoli li
avrebbe aiutati a prendere decisioni migliori. E non appena avesse
saputo che il ricongiungimento con Kang era
imminente, un rapido resoconto delle sue capacità e intenzioni
sarebbe stato utile.
Quali erano le motivazioni di Kang prima di essere
esiliato?
Janet Van Dyne
spiega che Kang ha distrutto innumerevoli universi prima
di incontrarlo e il cattivo stesso esprime la sua intenzione di
fuggire dal Regno Quantico e vendicarsi delle
varianti di Kang che lo hanno esiliato. In Ant-Man and the
Wasp: Quantumania il desiderio di Kang di
riprendere la sua conquista multiversale è chiaro, non lo è la sua
motivazione personale.
Proprio come Thanos voleva dimostrare il suo punto di vista
sulla sovrappopolazione uccidendo metà dell’universo,
Kang deve avere una ragione intima per distruggere
gli universi. Purtroppo, Ant-Man and the Wasp:
Quantumania non rivela quale sia questa ragione, ritraendo
così Kang il Conquistatore come un cattivo che è
malvagio per il gusto di esserlo. Non è del tutto sicuro che ci sia
una motivazione dietro le sue azioni, Kang
effettivamente potrebbe essere un cattivo e basta.
La versione di Baskin-Robbins di Scott Lang nel Regno
Quantico
Il nucleo multiversale di
Kang divide Scott Lang in molteplici varianti di se
stesso, che derivano da ogni possibile decisione che potrebbe
prendere in quel momento. Questo dà un’interessante svolta al
concetto di varianti multiversali in Ant-Man and the Wasp:
Quantumania, spiegando la loro possibile origine.
Tuttavia, una delle tante varianti
di Scott Lang che compaiono è quella che lavora
ancora da Baskin-Robbins. L’esistenza di questa
variante è in contrasto con la spiegazione fornita pochi minuti
prima, poiché il periodo di Scott Lang al Baskin-Robbins è avvenuto
tempo prima di Ant-Man and the Wasp: Quantumania e
non può essere stato creato dalle sue decisioni immediate.
Perché il tempo non è più un problema quando si visita il Regno
Quantico in Ant-Man and the Wasp: Quantumania?
Avengers: Endgame ha stabilito che il tempo
tra il Avengers: Endgame e la realtà non
procede allo stesso modo. Scott Lang ha vissuto
solo cinque ore nel periodo di cinque anni del
Blip, mentre Janet Van Dyne ha
vissuto tutti i 30 anni che ha trascorso intrappolata lì. La
sproporzione evidenziata in Ant-Man and the Wasp: Quantumania
dovrebbe essere uno dei maggiori pericoli del Regno
Quantico.
Tuttavia, smette di essere un
potenziale problema per la Famiglia delle Formiche, che arriva,
rovescia un impero, uccide apparentemente Kang il
Conquistatore e torna a casa senza problemi. Persino
Kang, che ha avuto il tempo di conquistare il
Regno Quantico, lo vediamo invecchiato alla stessa velocità che
avrebbe avuto se si fosse trovato nell’universo principale del
MCU.
Perché Kang ha reso così facile la sua sconfitta in Ant-Man and
the Wasp: Quantumania?
La costante riluttanza di
Kang a uccidere gli eroi è uno dei principali
problemi di Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Nel
corso del film, Kang lascia ripetutamente un paio
di guardie a scortare Cassie, Janet e Scott senza
supervisione, il che provoca numerose fughe. Quando
Kang riesce a catturare gli eroi, non gli passa
per la testa di rimuovere le loro tute o di ordinare loro di
consegnare le armi Pym. E quando abbatte
Hank, Janet e Hope, non si assicura che siano morti o
completamente sottomessi.
Inoltre, Kang non
usa le sue potenti armi quando la situazione gli sfugge di mano.
Per un cattivo che ha distrutto interi universi e, secondo
Kang, ha ucciso da solo innumerevoli varianti dei
Vendicatori, è estremamente fuori dal personaggio
non neutralizzare la Ant-Family con le sue
esplosioni letali o con la sua tuta telecinetica. Inoltre,
Kang non cerca di usare il suo nucleo multiversale
non appena è in funzione, e la sua esitazione permette a
Hank Pym e MODOK di sferrare un
colpo critico e lasciarlo vulnerabile.
Come ha fatto Kang a uccidere Thor e a perdere contro
Ant-Man?
Il fallimento di
Kang nello sconfiggere la Famiglia delle
Formiche mette in discussione il suo vanto di aver ucciso
i Vendicatori. Kang ha tutte le
probabilità a suo favore durante Ant-Man and the Wasp:
Quantumania, ma non riesce ad avere la meglio su due
Vendicatori riluttanti e confusi, un adolescente inesperto, una
coppia di anziani e un’orda di formiche.
La tecnologia ultra-avanzata di
Kang si rivela inutile nella battaglia finale e il
suo esercito di droidi si rivela incompetente. Con una sola vittima
tra i Combattenti per la Libertà, lo status di
Kang come variante più pericolosa mette in dubbio le capacità del
Consiglio di Kang.
Perché Kang ha tradito Ant-Man in Ant-Man and the Wasp:
Quantumania?
Kang il
Conquistatore afferma con fermezza il suo desiderio di
fuggire dal Regno Quantico a qualunque costo;
quindi, negoziare con Scott Lang sembra essere una
situazione vantaggiosa per tutte le parti coinvolte. Kang ricorre
rapidamente alle minacce invece di portare avanti una trattativa
pacifica.
Poi però il Conquistatore si rifiuta
di rinunciare a Cassie Lang e Janet Van Dyne
dopo aver già ricevuto la chiave per la sua fuga. Naturalmente,
questa decisione gli si ritorce contro e non solo la possibilità di
lasciare il Regno Quantico svanisce, ma Kang viene
anche spedito in volo nella sua stessa macchina e verso un destino
incerto sul finale di Ant-Man and the Wasp:
Quantumania.
Scott avrebbe dovuto sapere che c’è vita nel Regno
Quantico
I precedenti film di
Ant-Man e Avengers: Endgame
avevano rivelato che il Regno Quantico era una
dimensione per lo più vuota in cui il tempo, lo spazio e le leggi
della fisica non avevano senso. La sopravvivenza di Janet Van Dyne nel Regno
Quantico sembrava un miracolo, poiché la dimensione
microscopica doveva essere simile al vasto vuoto dello spazio
esterno. Eppure, in Ant-Man and the Wasp:
Quantumania i protagonisti trovano il Regno
Quantico pieno di vita.
Anche se i viaggi precedenti di
Ant-Man sono stati brevi, avrebbe dovuto vedere i
segni più elementari della vita, come l’equivalente di piante o
batteri del Regno Quantico. Secondo le precedenti
rappresentazioni del Regno Quantico, non c’erano orizzonte, terreno
o punti di riferimento geografici a bloccare la visuale di
Scott Lang, che avrebbe quindi potuto vedere le
forme di vita più elementari. L’improvvisa comparsa di un’intera
civiltà con centinaia di specie diverse di flora e fauna in
Ant-Man and the Wasp: Quantumania sembra troppo
brusca.
Chiunque abbia già visto Ant-Man and the Wasp:
Quantumania (leggi la
recensione) ha già fatto conoscenza con il MODOK del
MCU. Se nei fumetti il personaggio
è una creatura pericolosissima ma fondamentalmente buffo, nei film
queste caratteristiche si moltiplicano, principalmente in merito al
secondo aspetto.
MODOK interpretato da Corey
Stoll è buffo e comico, sicuramente letale, ma a questo
non viene data troppa importanza. Certo, è anche l’elemento peggio
realizzato nel film, tuttavia questo forse è argomento per altra
sede. Dicevamo, è principalmente un personaggio buffo, che nel film
racconta la sua genesi.
Proprio questa genesi, nella clip
che segue, è stata censurata: il piccolo fondoschiena del
personaggio è stato oscurato per lo spot andato in onda come sneak
peek esclusiva GMA. Eccolo di seguito:
Nel film, che dà ufficialmente il
via alla
Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, i Super
Eroi Scott Lang (Paul
Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline
Lilly) tornano per continuare le loro avventure
come
Ant-Man and The Wasp. Insieme ai genitori di Hope,
Hank Pym (Michael
Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle
Pfeiffer), la famiglia si ritrova a esplorare
il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a
intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò
che pensavano fosse possibile. Diretto da Peyton
Reed e prodotto da Kevin Feige, p.g.a. e Stephen Broussard,
p.g.a.,Ant-Man
and the Wasp: Quantumania è interpretato anche da
Jonathan Majors nel ruolo di Kang,
David Dastmalchian nel ruolo di Veb, Katy O’Brian nel ruolo di
Jentorra, William Jackson Harper nel ruolo di Quaz
e Bill Murray in quello di Lord Krylar.
C’è comprensibile attesa e
aspettativa per l’arrivo in sala di Spider-Man: Accross the Spider-verse, dal
momento che il primo film, Un Nuovo Universo, del
2018, ha sbalordito tutti e ha permesso a SONY di conquistare
numerosi premi e riconoscimenti e soprattutto un Premio
Oscar. Cosa ancora più importante, il film si è dimostrato
per concezione e realizzazione un passo importante per la
narrazione multiversale e per la tecnica dell’animazione. È quindi
comprensibile che il sequel sia un prodotto molto atteso.
Purtroppo, una nuova voce suggerisce
che il sequel ha affrontato alcuni problemi degni di nota in fase
di realizzazione. Questa notizia arriva da The Town
con Matthew Belloni (tramite Toonado.com), e l’ex giornalista
di Hollywood Reporter evidenzia un problema familiare.
“Beh, è costato molto di più del
primo [Into the Spider-Verse] perché hanno avuto un sacco di
problemi con questo, hanno scartato un sacco di roba e sono tornati
indietro – si tratta di Lord & Miller e, loro, in un certo senso,
scrivono mentre producono…”
L’approccio unico di Phil
Lord e Chris Miller alla regia ha causato problemi sul set
di Solo: A Star Wars Story,
spingendo Lucasfilm a sostituire il duo con Ron
Howard a metà della produzione. Sebbene non siano al
timone di Spider-Man: Across the Spider-Verse,
sono fortemente coinvolti nel processo creativo; tuttavia, non
siamo troppo preoccupati. Il film è stato ritardato, quindi è
probabile che la Sony Pictures e il team creativo abbiano
abbastanza tempo per risolvere eventuali problemi persistenti con
il ritorno sul grande schermo di Miles Morales.
Sony Pictures Animation ha
ingaggiato Joaquim Dos
Santos(Voltron: Legendary Defender, La leggenda
di Korra), il candidato all’Oscar Kemp
Powers(Soul) e Justin
K. Thompson(Piovono polpette) per
dirigere il film, utilizzando una sceneggiatura scritta
da Phil Lord e Chris
Miller (che tornano anche come produttori insieme a
Amy Pascal, Avi Arad e Christina Steinberg) in collaborazione
con David Callaham(Shang-Chi
e La Leggenda dei Dieci Anelli, Wonder Woman
1984).
Non è stato ancora confermato, ma
sia Shameik Moore che la candidata
all’Oscar Hailee
Steinfeld dovrebbe tornare a doppiare
rispettivamente Miles Morales e Gwen Stacy. Nel sequel dovrebbero
ritornare anche gran parte degli attori che hanno prestato le loro
voci nel primo film, tra cui Jake
Johnson, Brian Tyree Henry, Lily Tomlin, Luna Lauren Velez,
Zoë Kravitz, John Mulaney,
Oscar Isaac e Kimiko Glenn. La
voce del villain sarà, in originale, doppiata da Jason
Schwartzman.
Plaion Pictures annuncia
MOVIEDOMEITALIA, un nuovo canale AVOD su YouTube
che offre gratuitamente la visione di soli film completi, che
va ad arricchire il panorama del mercato digitale
dell’intrattenimento in Italia. MOVIEDOME ITALIA è infatti un nuovo
canale di cinema su YouTube dove guardare legalmente film completi
in italiano per tutti i gusti, gratis e in HD, con un’ottima
qualità audio e video.
Da sempre attenta alle necessità
digitali delle nuove generazioni e tra i pionieri nell’ampliare la
propria gamma di diritti, Plaion Pictures ha scelto di
creare un canale su YouTube, tra i primi AVOD in Italia e
con una qualità audio e video in alta definizione. L’AVOD
(Advertising Video On Demand) rappresenta un’alternativa alle
piattaforme a sottoscrizione a pagamento che già permeano il
mercato, rendendo disponibile una ricca varietà di titoli
importanti in maniera totalmente gratuita.
A pochi giorni dal lancio,
MOVIEDOMEITALIA vanta già più di 9.000 iscritti, e
oltre 2 milioni di visualizzazioni e un’ampia offerta di film che
si rinnova settimanalmente. Il canale propone titoli al di
fuori dei classici circuiti, difficilmente reperibili altrove,
mettendo così a disposizione gratuitamente film introvabili, che
spaziano da un genere all’altro e con attori di grande appeal.
MOVIEDOME ITALIA si rivolge a un pubblico di spettatori che
predilige la fruizione digitale di contenuti, per poter guardare i
propri film preferiti ovunque, in qualsiasi momento e su qualsiasi
dispositivo.
Tra i titoli già disponibili si
segnalano la brillante commedia Bastardi Insensibili
con
James Franco,
Natalie Portman e Kate Mara, l’action Men of War
con Dolph Lundrgren, la spy-story Spooks – il
Bene supremo con
Kit Harington, la commedia cult Il
Vizietto con Ugo Tognazzi, il thriller Road to
Paloma con
Jason Momoa, il drama Picnic ad Hanging Rock di
Peter Weir, l’action adventure Vlad L’Impalatore,
e tanti altri ancora
A seguito dell’ottimo esito al box
office di apertura negli Stati Uniti di Cocainorso
(qui la nostra recensione), lo
studio della saga di Sharknado annuncia
Attack of the Meth Gator, che invece di un orso
strafatto di cocaina, racconterà le avventure di un alligatore
fatto di metanfetamina.
Liberamente ispirato a una storia
vera, Cocainorso segue l’orso del titolo che ingerisce un carico di
cocaina e va su tutte le furie nella foresta nazionale di
Chattahoochee-Oconee. La commedia horror diretta da
Elizabeth Banks ha fatto una strage nel suo
weekend di apertura, ottenendo recensioni generalmente positive e
incassando $ 23 milioni in più rispetto alle proiezioni
previste.
The Asylum, la
società di produzione a basso budget responsabile del franchise di
Sharknado, ha annunciato che distribuirà Attack of the Meth
Gator quest’estate, accompagnato da un poster del film. Di
fronte a una furia di domande sul fatto che questo progetto dal
suono ridicolo sia effettivamente reale, lo studio ha chiarito che
lo è.
È ovvio che se c’è una scena che ci ha
fatto piangere in “Top Gun: Maverick“,
è stata senza dubbio l’emozionante riunione tra Maverick
di Tom
Cruise e Iceman
diVal
Kilmer.Quest’ultimo non recitava
da anni dopo aver perso la capacità di parlare a causa di un
trattamento per il cancro alla gola che ha avuto nel 2014, ma
l’attore è tornato per una scena emozionante nel sequel di successo
“Top Gun“. Il momento è stato così potente
che nemmeno Tom Cruise è riuscito a trattenere le
lacrime.
“Voglio solo dire che è stato
piuttosto emozionante. Conosco Val da decenni“, ha detto
Tom Cruise durante una recente apparizione su “Jimmy
Kimmel Live”. “Per lui tornare e interpretare quel personaggio…
è un attore così potente che è diventato di nuovo quel personaggio
all’istante. Stai guardando Iceman. Stavo
piangendo. Mi sono emozionato”, ha confessato
Cruise. “È un attore così brillante e adoro il suo
lavoro“.
“Top Gun:
Maverick” è stato il secondo film a incassare oltre 1
miliardo di dollari al botteghino mondiale durante la pandemia,
dopo “Spider-Man:
No Way Home“. Con un incasso di 1,48 miliardi di
dollari, “Top Gun: Maverick” si è classificato come
l’undicesimo film di maggior incasso della storia in tutto il mondo
(dato senza tener conto dell’inflazione). Il film è il quinto
maggior incasso al botteghino USA con 718 milioni di
dollari.
Steven Spielberg è stato
recentemente ripreso alpranzo dei candidati agli
Oscar del 2023 mentre diceva a
Tom Cruise che ha salvato Hollywood con “Top Gun:
Maverick”. “Hai salvato il culo di Hollywood
e potresti aver salvato la distribuzione nelle sale”, ha detto
Spielberg alla sua star di “Minority Report” e “La Guerra dei
monti”. Il regista ha continuato: “Seriamente, ‘Top Gun:
Maverick‘ avrebbe potuto salvare l’intera industria
teatrale.” Top: Gun Maverick è candidato a
sei Oscar, incluso quello per il miglior film.
Il suo ritorno ha sollevato domande
sulla possibilità che anche altri personaggi degli show Marvel di Netflix, come Jessica Jones, entrino ufficialmente a far
parte del MCU e, dopo un paio
di dichiarazioni della stessa Ritter, le
speculazioni sul suo ritorno nei prossimi progetti del MCU sono
aumentate.
Secret Invasion
Secret
Invasion è una serie televisiva basata sull’omonima
storia a fumetti, che vedrà il ritorno di Nick Fury (Samuel
L. Jackson) e Maria Hill (Cobie
Smulders) dopo che Fury era stato visto viaggiare nello spazio
alla fine di Spider-Man: Far From Home; i due scopriranno
che gli Skrull si sono infiltrati in tutti gli
aspetti della vita sulla Terra. Secret Invasion riporterà anche
Talos (Ben Mendelsohn), alleato
di Fury e leader di una setta Skrull, oltre a
Everett K. Ross (Martin
Freeman) e Rhodey (Don
Cheadle), che aiuteranno Fury e Hill ad affrontare
l’invasione Skrull.
All’apparenza Secret Invasion potrebbe non avere nulla a che
fare con Jessica Jones; in reatà, nella seconda stagione di
Jessica Jones potrebbe esserci stato un tentativo di invasione
degli Skrull. Nel primo episodio della stagione,
Jessica sta ascoltando le storie di potenziali
clienti e uno di questi chiede il suo aiuto perché ci sono
“lucertole che indossano pelli umane e stanno prendendo il
controllo del governo”, con Jessica che non nasconde la sua incredulità e
il suo disagio. Sebbene all’epoca si capisse che la donna stesse
parlando di rettiliani, nella timeline del MCU gli Skrull erano
già tra gli umani sulla Terra, essendo arrivati negli anni ’90 come
si vede in Captain Marvel.
Echo
Echo è
una serie televisiva spinoff di
Hawkeye incentrata sul personaggio di Maya
Lopez, alias Echo (Alaqua
Cox). Dopo essere stata un’antagonista in
Hawkeye, dove era a capo della Tracksuit Mafia e dava
la caccia a Clint Barton (Jeremy
Renner) e Kate Bishop (Hailee
Steinfeld), Echo tornerà a guidare la sua serie TV da
solista, ambientata dopo gli eventi di
Hawkeye. Nello specifico, Echo torna nella sua città
natale in Oklahoma, dove è costretta a confrontarsi con il suo
passato, a riconnettersi con le sue radici native americane e ad
abbracciare la sua famiglia e la sua comunità.
Nella serie, D’Onofrio riprenderà il suo ruolo di Kingpin, dopo che in
Hawkeye è stato rivelato che non solo è lo zio
adottivo di Echo, ma anche colui che ha
pianificato l’omicidio di suo padre. La presenza di Kingpin può essere usata come collegamento per
portare Jessica Jones nel MCU, poiché continua
a espandere il suo impero sotterraneo e Daredevil potrebbe aver bisogno di un aiuto
extra per abbatterlo. Secondo quanto riferito,
Echo conterrà una sottotrama in cui Daredevil sarà alla ricerca di un ex alleato
che, secondo alcune fonti, non sarebbe altro che Jessica Jones.
Daredevil: Born Again
Dopo il suo ritorno a
sorpresa in Spider-Man: No Way Home e la sua apparizione
nella serie TV She-Hulk, Matt Murdock sta per tornare con una nuova
serie TV, opportunamente intitolata Daredevil:
Born Again. Questa nuova serie è stata descritta come
uno show completamente inedito e non come una quarta stagione della
serie TV di Netflix, quindi i dettagli della trama rimangono
sconosciuti.
Tuttavia, Jessica Jones e Daredevil hanno già lavorato
insieme in passato (nella serie Netflix The
Defenders) e, essendo entrambi dei vigilanti, Daredevil:
Born Again potrebbe vedere il ritorno di Jessica Jones, che unirà nuovamente le forze
con il personaggio di Cox per risolvere un nuovo mistero a New York
e fermare un paio di cattivi, tra cui Kingpin.
Spider-Man 4
Proprio come Matt
Murdock, Jessica Jones potrebbe baipassare le serie tv
del MCU e
fare il suo vero e proprio ritorno sul grande schermo; l’opzione
migiore, in questo caso, sarebbe Spider-Man 4. Anche se non ha ancora una data
di uscita né una collocazione confermata nella Fase 6, il progetto
Spider-Man 4 è confermato. Dopo gli eventi di
Spider-Man: No Way Home, Peter
Parker (Tom
Holland) è rimasto solo e ha ricominciato da zero,
poiché l’incantesimo finale lanciato dal Doctor Strange (Benedict
Cumberbatch) ha fatto sì che il mondo si dimenticasse
di lui.
Per questo motivo, Spider-Man 4 vedrà lo spara ragnatele come un
eroe di strada, il che rende possibile l’ingresso di personaggi
come Daredevil e Jessica Jones. Senza che nessuno si ricordi di
lui, Peter potrebbe aver bisogno di un aiuto in più in qualsiasi
problema in cui sarà coinvolto, e le abilità investigative e i
superpoteri di Jessica Jones potrebbero tornare utili a
Spider-Man.
Trattandosi di un’avventura
multiversale e con molti elementi fantasy, è difficile dire quale
potrebbe essere il ruolo di Jessica Jones o come potrebbe essere
introdotta, ma i suoi superpoteri possono sicuramente essere molto
utili.
Avengers: Secret Wars
Gli eventi di Avengers: The Kang Dynasty sfoceranno in
quelli di Avengers: Secret Wars, che, a giudicare dal
titolo, vedrà svolgersi incursioni e altro, mettendo così in
pericolo l’intero multiverso. Con gli universi che collassano e si
scontrano, Jessica Jones potrebbe ritrovarsi nel MCU, magari unendo
le forze con il suo vecchio compagno di squadra, Daredevil.
Come per The Kang Dynasty, non si sa quale potrebbe
essere il ruolo esatto di Jessica Jones in Secret Wars e come affronterebbe gli elementi
fantastici e multiversali della storia, poiché si tratterebbe di un
territorio completamente nuovo per lei.
Brendan Fraser ha spiegato il meccanismo che
gli ha permesso di interpretare bene l’iconico protagonista de
La Mummia, Rick O’Connell, ruolo che ha richiesto
all’attore di entrare in una certa mentalità per interpretarlo in
maniera credibile.
L’avventuriero protagonista di tutti
e tre i film della trilogia de La Mummia, Rick si
trova al centro di molti antichi conflitti, due originati
dall’Egitto e uno con legami con la Cina. Nonostante gli scenari a
volte terribili in cui si trova l’intrepido esploratore in ogni
film, riesce sempre a mantenere un’energia che dà valore al cuore
del film.
In un’intervista con il Los Angeles Times, Brendan Fraser parla della sua chiave per
poter interpretare Rick con quel livello di vigore avventuroso che
ha mostrato sullo schermo: “Rick O’Connell era un personaggio
nato da [sceneggiatore-regista] Stephen Sommers che lo aveva
pensato e scritto dopo aver visto tutti i film di cappa e spada
degli anni ’40, ’50 e ’60. Rick è qualcuno che ha una grande
quantità di energia dentro di sé. Non prende niente troppo sul
serio. Ma se interpreti Rick e non credi nelle circostanze in cui
si trova nei vari film, allora non lo farà nemmeno il tuo
pubblico.”
Questo per dire che seppure il ruolo
era leggero e action, richiedeva comunque una capacità di
immedesimazione che andava a costruire il legame con il pubblico,
che è poi la vera discriminante per il successo di un film e in
particolare di questo franchise così tanto amato.
Brendan Fraser è il frontrunner per la corsa
agli Oscar 2023 nella categoria Migliore attore protagonista, per
la sua interpretazione in
The Whale di Darren Aronofsky.
Dopo essersi affermato come uno dei
nuovi più importanti autori letterari del thriller e del noir
italiani, Donato Carrisi è con successo approdato
anche al cinema, realizzando nel giro di un paio d’anni i film
La ragazza nella nebbia
e L’uomo del labirinto, entrambi interpretati da Toni Servillo e
basati su propri romanzi. Dopo qualche anno di attesa, Carrisi è
tornato poi alla regia di un lungometraggio con Io sono
l’abisso (qui la recensione), uscito nel
2022 e anch’esso appartenente al thriller, con elementi che virano
però anche verso l’horror.
Ancora una volta egli prende per
mano lo spettatore e lo conduce all’interno della propria indagine
sulla natura dei serial killer, su ciò che li spinge a compiere le
crudeli azioni che compiono e su cosa infesti le loro menti. Anche
questo suo terzo film è dunque un’opera che attinge pienamente al
genere a cui fa riferimento, proponendo però anche tutta una serie
di enigmi, chiavi di lettura e riflessioni che arricchiscono di
molto la visione. Apprezzato al pari dei precedenti, Io sono
l’abisso porta dunque avanti il successo di Carrisi al
cinema.
Per gli appassionati del genere, si
tratta dunque di un titolo imperdibile, che permette di riscoprire
le grandi possibilità che il cinema italiano offre quando ci si
cimenta con generi di questo tipo. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi al libro, alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Io sonol’abisso, il libro di Donato
Carrisi
Nel 2020 Carrisi pubblica il suo
undicesimo romanzo, Io sono l’abisso, incentrato su tre
personaggi sprovvisti di nome e in apparenza molto slegati tra loro
ma con un destino in comune. Pubblicato da Longanesi, il libro ha
suscitato molto clamore, come già avvenuto per le precedenti opere
di Carrisi. L’autore, stavolta più che mai, porta infatti il
lettore all’interno di una storia torbida e della mente dei suoi
personaggi, facendo scoprire quanto profondo possa essere l’abisso
presente in ogni essere umano. Pubblicando il romanzo, Carrisi si
disse inoltre da subito interessato a dirigere una sua
trasposizione cinematografica, cosa poi avvenuta nel giro di
breve.
La trama di Io sono l’abisso e il cast di attori
La storia, ambientata sul lago di
Como, ha come protagonista un netturbino sulla trentina
(chiamato L’Uomo che Puliva) con problemi
mentali dovuti alle violenze fisiche e psicologiche subite da
bambino da sua madre e dai compagni di lei. L’uomo, ora cresciuto,
è spinto a uccidere da un personaggio immaginario che “abita” in
casa con lui. Le sue vicende si intrecciano però con quelle di una
tredicenne di famiglia benestante (chiamata La Ragazzina
col Ciuffo Viola), che salva dall’annegamento dopo un
tentativo di suicidio, e di una donna (chiamata La
Cacciatrice di Mosche), che indaga autonomamente su
episodi di violenza contro le donne.
A recitare nel ruolo di L’Uomo che
Puliva si ritrova l’attore Gabriel Montesi, reduce
dai successi ottenuti con il film Favolacce e con la serie
Speravo de morì prima.
Accanto a lui, nel ruolo di La Ragazzina col Ciuffo Viola, vi è
invece SaraCiocca, vista anche
in Tutti per 1 – 1 pertutti e
ImprovvisamenteNatale. Infine, ad interpretare
il terzo personaggio protagonista, La Cacciatrice di Mosche, vi è
Michela Cescon,
recentemente vista in film quali Piuma, Loro e Villetta con
ospiti. Fanno poi parte del cast anche Sergio
Albelli nei panni de Il Prof, Giordana
Faggiano in quelli de Il Carabiniere e Saul
Nanni in quelli di Raffaele.
Io sono l’abisso, la
storia vera e il significato del film
Parlando della storia alla base del
racconto del libro e del film, Carrisi ha affermato di essersi
basato su una storia vera, senza però rivelare quale. Al termine
del romanzo, infatti, si può ritrovare la scritta “Le
storie di questa storia sono ispirate a fatti realmente
accaduti”, senza però che vengano fornite ulteriori
informazioni a riguardo. Ad ogni modo, senza svelare nulla circa i
colpi di scena e il finale del film, è importante sapere che tutto
ruota intorno al Male e a come questo sia un circolo vizioso, che
si tramanda di generazione in generazione. Carrisi, inoltre, non è
interessato a fornire un colpevole, quando a individuare le sue
motivazioni.
I traumi subiti dal serial killer
del film vengono dunque approfonditi ed esplorati sotto più punti
di vista, così da poter comprendere in che modo questi si
ripresentano poi nel corso del tempo. Il trauma però non porta
necessariamente a diventare assassini, ma può ripresentarsi in
altre forme, come dimostrano gli altri personaggi protagonisti,
alle prese con proprie turbolente vicende passate. Significativa è
a tal riguardo l’ambientazione sulle sponde del lago di Como: una
distesa d’acqua tranquilla e piatta in superficie ma che nelle sue
profondità nasconde forze e melme non facilmente individuabili. Una
metafora perfetta per descrivere la mente e l’animo umani, tanto
profondi quanto fragili e spaventosi.
Il trailer di Io sono
l’abisso e dove vederlo in streaming
È possibile fruire di Io
sono l’abisso grazie alla sua presenza nel catologo
di Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes, Now,
Amazon Prime Videoe
Netflix. Su quest’ultima piattaforma, il
film è attualmente al 5° posto nella Top 10 dei film
più visti in Italia. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma a cui rivolgersi, basterà sottoscrivere un abbonamento
generale scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.
La
Torre Nera (The Dark Tower) del
2017 avrebbe dovuto essere un grande film e sembrava destinato
a essere l’inizio di un nuovo franchise che avrebbe raccontato
storie al cinema e in televisione. Sfortunatamente però, è stata
una grande delusione sia per la critica che per gli incassi che
nemmeno le star Idris Elba e Matthew McConaughey sono riuscite a
salvare.
Di conseguenza, la proprietà
– che si basa su un’incredibile serie di romanzi di Stephen King – è caduta nel dimenticatoio e
l’interesse di Hollywood è scemato.Nonostante ciò, il
regista Mike Flanagan (The
Haunting of Hill
House , Doctor
Sleep) rimane attaccato ad un progetto di
serie in streaming che spera ancora diventi realtà. Ecco cosa ha
detto il regista e autore in merito al progetto:
“[Io e il mio partner
creativo Trevor Macy] stiamo lavorando a La Torre Nera (The
Dark Tower)“, dice il regista
a Script
Apart. “L’abbiamo
ritagliato dal nostro accordo con Netflix, sapendo che ce ne saremmo andati, e
l’abbiamo anche tolto dal nostro accordo con Amazon, sapendo che
avevano già provato a fare [un adattamento di La Torre Nera
(The Dark Tower)] e potrebbero essere riluttanti a
farlo.Quindi, The Dark Tower non ha
uno studio. Non abbiamo ancora un partner, quindi lo sto
sviluppando da solo, il che è davvero
fantastico.”
“E questo è il
progetto dei miei sogni, sai?” Flanagan
continuò. “Volevo farlo da così tanto
tempo. Se riusciamo a farlo decollare, se riusciamo davvero a farlo
funzionare, non escludo il coinvolgimento di Amazon in futuro. Il
nostro rapporto con loro è nuovo di zecca, quindi dovremo vedere.
Ma, sì, lavoro a The Dark Tower in un modo o nell’altro ogni
giorno.
Flanagan ha acquisito i
diritti dell’epico racconto fantasy fantascientifico di King lo
scorso dicembre, quindi è ovviamente ancora agli inizi.Tuttavia, ha precedentemente rivelato che la sceneggiatura
del primo episodio è terminata e prevede che il suo adattamento
durerà cinque stagioni. Si spera che ciò significhi che stiamo
ottenendo una versione fedele dei romanzi dell’autore che racconta
questa storia complessa e avvincente nel modo giusto.
Parlando con Deadline Hollywood, il
produttore dei Marvel Studios e vicepresidente della
produzione e dello sviluppo Nate Moore ha
accennato brevemente al riavvio dei Fantastici
Quattro della Marvel e a
Captain America: New World Order, due attesissimi
film MCU. Le battute sono state prese
mentre il produttore camminava sul tappeto rosso ai Producers Guid
of America di quest’anno.
Per prima cosa, a Moore è stato
chiesto se i Fantastici
Quattro o gli
X-Menavrebbero
debuttato per primi. “Fantastici Quattro, Fantastici
Quattro “, ha detto Moore. Ha aggiunto:
“Abbiamo Matt Shakman alla regia, che è così talentuoso e
che ha realizzato WandaVision per noi, e penso che le persone
saranno piuttosto sorprese da quello che stiamo facendo“.
Successivamente, Moore ha parlato anche di Captain
America: New World Order. “Captain
America: New World Order, inizieremo le
riprese tra 3 settimane “. Quando gli è stato
chiesto cosa avrebbe potuto anticipare, Moore ha risposto:
“Al di fuori delle notizie note, ovviamente,
Anthony Mackie riprenderà il ruolo di Capitan America [e]
Harrison Ford quelli del generale Thunderbolt Ross, che ora è
il presidente degli Stati Uniti, [ ci sono] alcune altre chicche
ancora da scoprire“
Julius Onah dirige
Captain
America: New World Order, su una sceneggiatura di
Malcolm Spellman e Dalan Musson. Il cast comprenderà
Anthony Mackie nei panni di Sam Wilson/Captain
America, Danny Ramirez nei panni di Joaquín
Torres/Falcon, Tim Blake Nelson nei panni di
Samuel Sterns/Leader, Carl Lumbly nei panni di
Isaiah Bradley e Shira Haas nei panni di Ruth
Bat-Seraph/Sabra. L’uscita al cinema è prevista per il 3
maggio 2024.
Jake Schreier
dirigerà Thunderbolts e
si baserà su una una sceneggiatura di Eric Pearson. Il cast
dell’ensemble è composto da Florence Pugh come Yelena Belova, Sebastian Stan come Bucky Barnes/Winter
Soldier, Wyatt Russell come John Walker/US Agent,
Olga Kurylenko come Antonia
Dreykov/Taskmaster, David Harbour come Alexei Shostakov/Red
Guardian, Hannah John-Kamen come Ava Starr/Ghost,
e Julia Louis-Dreyfus come Contessa Valentina
Allegra de Fontaine. Thunderbolts uscirà
nei cinema il 26 luglio 2024.
Aladdin
è stato un vero e proprio successo nel 2019 incassando oltre $ 1
miliardo al botteghino mondiale. Nonostante sia stato uno di quei
remake Disney live-action che non sprizzava proprio di originalità,
ha reso al pubblico tanto divertimento e ha dato a Will Smith la possibilità di dimostrare
che i dubbiosi si sbagliavano con la sua straordinaria
interpretazione del Genio. Un sequel Aladdin
2 è stato
confermato non molto tempo fa, come anche la
conferma del ritorno di Will Smith, ma è passato un po’
di tempo dall’ultima volta che abbiamo sentito parlare dell’atteso
sequel.
Sappiamo, tuttavia, che
Guy Ritchie tornerà alla regia, mentre al
momento non è previsto che il film sia basato sul seguito
animato Il ritorno di
Jafar. Simile al prequel
pianificato da Barry Jenkins
de Il re
leone, il nuovo
fil dovrebbe essere una storia originale, è questo è un elemento
eccitante per una serie di motivi. Ebbene oggi a parlare di
Aladdin
2 è il regista del primo film
Guy Ritchie che conColliderha
affrontato sia l’esperienza di lavorare con un colosso mediatico
come Disney, si di cosa aspettarci con Aladdin
2:
“Mi piacerebbe molto. Non
posso dirti quanto mi è piaciuta quell’esperienza. È stata una
grande esperienza”, dice il regista. “L’intera faccenda della
Disney, come puoi immaginare, è un outfit così professionale.
Proprio da quella prospettiva, è stato così divertente. Mi
piacerebbe molto, aspetteremo e vedremo”.
“Abbiamo discusso su alcune idee per un po’ di tempo,
ma sarebbe fantastico farlo, sarebbe fantastico tornare in quel
mondo”.
Dalle sue parole possiamo
intuire che non è qualcosa che accadrà molto presto ma ma
questo è ancora un aggiornamento promettente che fa ben sperare
perAladdin 2.
Guy Ritchie rimane incredibilmente impegnato (è
stato anche scelto per dirigere lo spin live-action della Disney
su Hercules), quindi non possiamo sapere il sequel
che priorità avrà nei suoi piani e in quelli della Disney. Più a
lungo aspettano, però, più interessante potrebbe essere,
soprattutto se ciò significa che incontreremo Aladdin e Jasmine in
un momento successivo della loro vita.
Il Festival
di Cannes 76 ha nominato il regista svedese e due
volte vincitore della Palma d’oro Ruben Östlund
come presidente della giuria per la sua prossima 76a edizione, in
programma dal 16 al 27 maggio. L’incarico di giuria di Östlund
cadrà esattamente 50 anni dopo che anche la defunta
connazionale Ingrid Bergman ricoprì il
ruolo nel 1973.
“Sono felice, orgoglioso e
fiero di ricevere l’onore di presidente di giuria per il Concorso
di quest’anno al Festival di Cannes. Da nessuna parte nel mondo del
cinema l’attesa è così forte come quando si alza il sipario sui
film in concorso al festival”, ha affermato Östlund. “È un
privilegio farne parte, insieme al pubblico di intenditori di
Cannes. Sono sincero quando dico che la cultura cinematografica è
nel suo periodo più importante di sempre. Il cinema ha un aspetto
unico. Ci fa riflettere in modo diverso rispetto a quando guardiamo
qualcosa da soli.”
Il legame di Östlund con il Festival di Cannes è molto
profondo. Cinque dei suoi sei lungometraggi sono stati
presentati in anteprima mondiale a Cannes, iniziando
con Involuntary, il suo film antologico che
esplora la psicologia del comportamento di gruppo che ha debuttato
in Un Certain Regard nel 2008. Il suo prossimo
lungometraggio Play, che ha suscitato
polemiche in patria per il suo ritratto di una banda di adolescenti
svedesi-somali che depredano i ragazzi bianchi più deboli, è stato
proiettato nella sezione parallela Quinzaine des Réalisateurs nel
2011.
Il regista è tornato nel 2014 con
la commedia cupa per famiglie ambientata nelle Alpi francesi
Force Majeure, presentata in anteprima mondiale in
Un Certain Regard vincendo il premio della giuria. Östlund ha
continuato la sua carriera al Festival, vincendo la Palma d’oro per
la satira sociale ambientata nel mondo dell’arte The
Square nel 2017 e la sua critica alla ricchezza in
Triangle of Sadness nel 2022. Quest’ultimo
film in particolare lo ha portato fino agli
Oscar 2023, dove ha ottenuto molte nomination in categorie
importanti tra cui miglior film e miglior regia.
“Invitando Ruben Östlund a
presiedere la giuria, il Festival di Cannes desidera rendere
omaggio a film che sono intransigenti e schietti e che richiedono
costantemente agli spettatori di sfidare se stessi e che l’arte
continui a inventarsi”, ha affermato il festival. “Ruben
Östlund è quindi diventato il terzo due volte vincitore della Palma
d’Oro ad essere Presidente della Giuria, dopo Francis Ford Coppola
ed Emir Kusturica, e il primo ad assumere questo ruolo l’anno dopo
il suo successo a Cannes”, ha aggiunto.
La selezione ufficiale del festival sarà annunciata verso metà
aprile.
Un nuovo spot televisivo per
The
Flash è stato condiviso online (non è della
migliore qualità) ma contiene alcune inquadrature che non erano
presenti
nel trailer diffuso di recente. La maggior parte del filmato
sarà già visto, ma ci da anche uno sguardo leggermente più lungo
del Scarlet Speedster di Ezra Miller circondato da
fulmini mentre incanala la Speed Force, una nuova inquadratura di
Batman (è Michael Keaton o Ben Affleck?) da dietro, e una rapida occhiata
a Supergirl (Sasha Calle) che prende il
volo dai gradini di Wayne Manor.
Di recente
abbiamo appreso che
Warner Bros. proietterà The
Flash al CinemaCon sei settimane intere prima che
arrivi nei cinema, il che ovviamente suggerisce un alto livello di
fiducia. Dai un’occhiata al nuovo spot e all’immagine di
Supergirl qui sotto.
“I mondi si scontrano in “The
Flash” quando Barry usa i suoi superpoteri per viaggiare
indietro nel tempo per cambiare gli eventi del passato. Ma
quando il suo tentativo di salvare la sua famiglia altera
inavvertitamente il futuro, Barry rimane intrappolato in una realtà
in cui il Generale Zod è tornato, minacciando l’annientamento, e
non ci sono supereroi a cui rivolgersi. Cioè, a meno che Barry
non riesca a convincere un Batman molto diverso a uscire dalla
pensione e salvare un kryptoniano imprigionato… anche se non quello
che sta cercando. Alla fine, per salvare il mondo in cui si
trova e tornare al futuro che conosce, l’unica speranza di Barry è
correre per salvarsi la vita. Ma fare l’ultimo sacrificio sarà
sufficiente per resettare l’universo?”
Dopo
il recente spot tv che ha mostrato per la prima volta la
malvagia Ursula in La
Sirenetta, oggi grazie ad un’immagine
promozionale che ha fatto il giro online abbiamo la prima vera
occhiata a Sebastian, che avrà le fattezze di un vero e proprio
granchio. La foto sembra essere presa da un libro tie-in e presenta
il piccolo amico crostaceo di Ariel (Halle
Bailey), che è uno degli elementi importanti della
versione animata. Il personaggio che nell’arginale è stato portato
in vita da Samuel E. Wright , sarà doppiato nel remake live-action
da Daveed Diggs
Come possiamo vedere, Seb sembra molto più simile a un vero
granchio. La Disney ha adottato un approccio simile con il
remake de Il re
leone, che presentava un gruppo di animali
dall’aspetto realistico e inespressivi che cantavano a squarciagola
canzoni. Guarda l’immagine qui sotto e tieni d’occhio Toonado.com per gli
aggiornamenti.
A new official look at Sebastian in the
upcoming ‘THE LITTLE MERMAID’ Disney live-action has been revealed
in a new book cover.
Non sappiamo ancora molto di questa
interpretazione della storia de La
Sirenetta , ma in base a ciò che abbiamo visto
finora, il regista Rob Marshall non si prenderà
troppe libertà dal classico animato su cui si basa la storia
originale. Halle Bailey recita al fianco di Jonah-Hauer
King nei panni del principe Eric, Melissa McCarthy nei panni di Ursula, Javier Bardem nei panni di Re Tritone,
Jacob Tremblay nei panni di Flounder,
Daveed Diggs nei panni di Sebastian e
Awkwafina nei panni di Scuttle.
La
Sirenetta conterrà la musica del classico animato
e quattro nuove canzoni. Lin-Manuel Miranda, che in precedenza ha
lavorato con Marshall in Il
ritorno diMary
Poppins, comporrà anche la musica originale per
Mermaid insieme ad Alan Menken. La
Sirenetta è l’amata storia di Ariel, una giovane
sirena bella e vivace con una sete di avventura. La più giovane
delle figlie di re Tritone e la più ribelle, Ariel desidera saperne
di più sul mondo al di là del mare e, mentre visita la superficie,
si innamora dell’affascinante principe Eric. Mentre alle
sirene è vietato interagire con gli umani, Ariel deve seguire il
suo cuore. Fa un patto con la malvagia strega del mare,
Ursula, che le dà la possibilità di sperimentare la vita sulla
terraferma, ma alla fine mette a repentaglio la sua vita e la
corona di suo padre. Il film arriverà nelle sale il 26 maggio
2023.
Il cinema non si accontenta solo di
spettacolarizzare un racconto. In una società ormai caratterizzata
da una informazione che viaggia attraverso numerosi canali, esso si
pone come strumento mediatico essenziale per la conoscenza della
realtà circostante, poiché capace sempre di raggiungere un pubblico
vasto e colto. Così JuanDiego
Botto decide di sfruttarlo, con la sua opera primaTutto in un giorno, per dare voce alle classi
sociali spagnole vittime degli sfratti e della recessione.
Una scelta mirata, quella del
regista, che innalza il racconto a dramma sociale, con l’obiettivo
di portare all’attenzione di tutti la precarietà e la speculazione
immobiliare che trascina ogni giorno il Paese nel baratro. La
pellicola è stata presentata in anteprima mondiale nella sezione
Orizzonti della 79esima Mostra del Cinema di Venezia, e sarà
nelle sale cinematografiche dal 2 marzo.
Tutto in un giorno, la trama
Azucena (Penélope
Cruz) è una madre di famiglia che lotta contro la
banca affinché non le tolga la casa. La sua vita è piena di
ristrettezze economiche a causa del suo lavoro e di quello del
marito, entrambi con un salario molto basso. Poi c’è Teodora
(Adelfa Calvo), alle prese con le scelte di vita
sbagliate e i fallimenti di suo figlio. Lei lo cerca per aiutarlo
ma lui si nega affranto dai suoi problemi.
E infine troviamo Rafa (Luis
Tosar), un avvocato che ha come missione aiutare realmente
chi è in difficoltà senza trarne alcun vantaggio personale. Si
trova alle prese con un caso di custodia, una ragazza araba rischia
di vedersi togliere la figlia e lui farà di tutto per impedirlo.
Storie di persone coraggiose che lottano duramente nonostante le
difficoltà e le ingiustizie sociali. Tutto, però, in ventiquattro
ore.
Vivere lottando per la
giustizia
“In Spagna ci sono circa 40 mila
sfratti all’anno, più di 100 al giorno”. L’epilogo del film,
che ne costituisce il fulcro, dà dei numeri spaventosi. Ma come si
può descrivere l’angoscia di uno sfratto? Partendo dal
concetto di casa. Una parola semplice ma pregna di
significato. L’abitazione, intesa come spazio personale e unico,
raffigura uno dei simboli principali della nostra società. Legato
in senso stretto al concetto di famiglia, rappresenta per un
individuo uno degli obiettivi primari nel suo percorso di
realizzazione. Dentro le mura della propria casa ognuno si sente al
sicuro, avvolto quasi in un abbraccio caldo, consapevole che lì il
mondo esterno non avrà accesso. Eppure, nonostante sia la fetta di
spazio ritagliatasi con sacrifici e sudore, può essere sottratto. E
nessuno chiede il permesso. In molti casi funziona così. Botto
parte da questo concetto tanto intimo quanto universale per
introdurre tre storie apparentemente diverse, ma
in realtà molto simili. Ognuna con il suo pesante
fardello e ognuna con la sua lotta interiore e
sociale.
Sin dalle prime inquadrature
Tutto in un giorno ci regala i tre punti di vista
attraverso cui gli eventi andranno snocciolandosi nel giro di 24
ore: Azucena, Teodora e Rafa. Ad ognuno di loro Botto affida una
missione, alla cui base sta la paura di fallire, e una scadenza,
scandita da un orologio invisibile che ne detta il ritmo. Un ritmo
furioso e serrato, dentro al quale i personaggi si muovono
frenetici, incalzati da un tempo che scorre inesorabile e non
permette loro di fermarsi e riprendere fiato. Azucena, interpretata
da una coinvolgente Penelope Cruz, è il volto in cui si riflette
meglio la condizione di precarietà e disagio.
La macchina da presa indugia
spesso su di lei, sullo sguardo perso nel vuoto e sulla
voglia di combattere nonostante l’instabile situazione
socio-economica. Un desiderio di vincere, il suo, che si mescola ad
una rabbia repressa mentre percorre una Madrid che si staglia
silenziosa e immobile sullo sfondo. Pronta però a raccogliere le
sue lacrime e incassare i suoi strazianti sfoghi. Immagini
disturbate e sporche seguono lei e i suoi comprimari,
enfatizzandone la frustrazione ma anche l’orgoglio, che cerca di
sovrastare un senso di mortificazione sempre più invadente.
Una storia di famiglia e
solidarietà
Se in un primo momento Tutto
in un giorno mette a fuoco una solitudine che sfocia quasi
in alienazione, con il progredire della storia questa cede il passo
alla collettività. Si ramifica così una sub-trama in cui Botto, con
approccio antropologico, fotografa l’evoluzione dei
rapporti umani messi davanti a situazioni complesse. Lo fa
con delicatezza, cogliendone dettagli ed espressioni cruciali,
senza mai essere retorico. È un discorso che affida in particolare
a Rafa, un uomo al servizio dei cittadini in crisi, che se
all’inizio si trova ad affrontare una relazione incrinata – o forse
mai nata – con il figliastro Raul, alla fine scopre essere l’unico
in grado di capirlo. A differenza della moglie che, lontana dalla
sua quotidianità, non comprende fino in fondo le sue scelte,
limitandosi invece a segnarne gli errori.
Ma è solo imparando ad affrontare
insieme la durezza della vita, come accade a Rafa e Raul, che si
può trovare un punto di incontro. Un incontro che si riverbera
anche su Tamara e il figlio German, che smette di negarsi alla
madre quando trova il coraggio di accettare i fallimenti e
scrollarsi via la vergogna. Tutto in un giorno
mostra perciò la sua doppia natura: è una storia di denuncia verso
le privatizzazioni e il sistema bancario, ma anche un racconto
umano, semplice e pieno d’amore, in cui la solidarietà diventa il
perno a cui aggrapparsi per superare le difficoltà. Proprio come ci
dimostra il fermo immagine nella punch line: Azucena raccoglie le
ultime forze per protestare con gli attivisti sociali, prima che la
polizia la privi della casa per sempre.
Il patto del
silenzio (titolo
originale Un monde) è una nuova pellicola drammatica scritta e
diretta dalla regista emergente belga Laura
Wandel. La pellicola, presentata a diverse premiazioni
cinematografiche, ha già ricevuto alcuni riconoscimenti: ha
ottenuto il premio Magritte come miglior opera prima, miglior
regista alla Wandel, miglior promessa maschile e femminile, miglior
attrice non protagonista e miglior sonoro. Inoltre, la
pellicola era stata selezionata per rappresentare il Belgio agli
Academy Awards 2022 per la categoria miglior film straniero.
Nel cast ritroviamo tutte figure nuove e sconosciute al cinema
internazionale: Maya Vanderbeque interpreta la
piccola Nora, mentre Günter Duret è nei panni di
Abel, fratello maggiore di Nora.
Il patto del silenzio: la scuola
diventa incubo
Nora è una bambina timida di sei
anni: Il patto del silenzio si apre al suo primo
giorno di scuola. Nora si affaccia ad una nuova realtà fatta di
regole, socialità e gioco. Abel è un bambino chiuso e triste, per
lui la scuola è diventata semplicemente un incubo, ma nessuno
sembra notarlo. Durante la ricreazione in cortile Nora scopre il
segreto del fratello: è giornalmente vittima di bullismo e di
soprusi vari da parte di un gruppo di ragazzini più grandi. Nora
cerca di aiutare il fratello per quanto possibile: avvisa le
maestre per farle intervenire, ed alla fine, pur avendo promesso ad
Abel di mantenere il segreto dei suoi problemi a scuola, racconta
tutto al padre.
L’intervento del genitore, ignaro
all’inizio di tutto, non sembra risolvere la situazione: le
aggressioni ad Abel diventano sempre più umilianti. Nora, la quale
inizialmente riuscì a fare amicizia con le altre bambine, viene
esclusa per via di suo fratello. Così anche tra Abel e Nora, sempre
uniti fino ad ora, inizieranno a crearsi dei contrasti.
Un dramma statico
Il patto del
silenzio in se è caratterizzato da una trama molto
semplice e lineare, senza particolari intrecci temporali o colpi di
scena. Il film si incentra solo sull’aspetto emotivo: pur
mantenendosi molto statico dal punto di vista narrativo, riesce
comunque ad emozionare lo spettatore. La pellicola riesce a
mantenere l’attenzione del pubblico anche grazie alla sua brevità:
il patto del silenzio dura soli 72 minuti.
Gli elementi che favoriscono questa
accentuata drammaticità sono le performance dei due piccoli attori
che interpretano Nora ed Abel, e la curiosa scelta di una totale
assenza di qualsiasi sottofondo musicale durante tutto il film.
Nora, che all’inizio del film sembrerà solo una bambina timida e
chiusa, mostra nell’evolversi delle vicende prima un particolare
coraggio e senso della giustizia verso ciò che accadeva al
fratello, e poi un odio per l’ingiustizia di essere esclusa solo
per via di Abel. La bambina finirà per sfogare questa sua rabbia
sullo stesso fratello.
La questione del background musicale
risulta anche più interessante: solitamente in moltissimi film
viene utilizzata una qualche forma di accompagnamento musicale,
almeno nei momenti più importanti nelle vicende. In Il
patto del silenzio sembra proprio prevalere la quiete;
momenti di silenzio topico, come Nora nella piscina della scuola
che osserva i suoi compagni, sembrano alternarsi a momenti di caos
ed urla dei bambini, prevalentemente nei corridoi durante gli
intervalli o nel cortile.
Il bullismo: una violenza senza
fine
Tema focale di Il patto del
silenzio è proprio il
bullismo. Nella pellicola vengono mostrate due tipologie di
comportamento differenti dei bambini. Prima, attraverso le
amicizie che in breve tempo fa Nora, si nota la bontà propria dei
più piccoli: questi la invitano a giocare, le insegnano ad
allacciarsi le scarpe. L’onesta propria dei bambini si manifesta
però anche nelle critiche e prese in giro: dopo un piccolo
umiliante incidente in mensa, Abel finirà per essere non più solo
vittima delle angherie dei bulli, ma anche delle battute di tutti i
bambini. Purtroppo, la sincerità dei bambini non ha limiti.
Analizzando più da vicino il tema
del bullismo, si vede come la rabbia e la violenza mostrata a
questa così giovane età porti dei seri danni ai bambini, delle
insicurezze poi difficili da estirpare. Abel è così rassegnato al
fatto di essere una vittima che non reagisce in alcun modo,
ne direttamente contro i suoi aggressori, ne parlando con gli
adulti. Ciononostante, il bambino coltiva dentro di se una rabbia
ed un senso di umiliazione che si scatenerà alla fine anche qui in
violenza contro i più deboli. Si genera così una catena di rabbia e
violenza senza fine, e difficile da estirpare. Sarà Nora a salvare
suo fratello dal diventare egli stesso carnefice.
Ant-Man and the Wasp:
Quantumania ha subito il più
grande calo della seconda settimana per qualsiasi film dei
Marvel Studios, provocando molti
dibattiti sul futuro del Marvel Cinematic
Universe.La stanchezza rispetto al mondo
dei supereroe anticipata da molti del settore sta finalmente
iniziando? Questo calo può significare un problema più grande con
l’MCU nel suo
insieme? O è semplicemente un caso in cui il pubblico non
risponde molto bene a un film Marvel che non ottiene
recensioni positive? Le recensioni negative
e un significativo calo al botteghino arrivato così presto
sembrerebbero motivo di preoccupazione, specialmente per un film
che sta dando il via a una nuova fase di questo mondo condiviso, ma
lo studio dovrebbe essere preoccupato? Il noto sito americano
Variety ha analizzato la questione con l’intervento di
alcuni analisti del settore!
Le vendite dei biglietti per il terzo
film Marvelcon
protagonista l’eroe subatomico di Paul Rudd sono diminuite del 69%
rispetto al suo debutto da $ 105 milioni, mettendo a segno il più
grande calo del secondo fine settimana nella storia del
franchise.Questo calo sta ispirando molti dibattiti
tra analisti ed esperti: la performance del film è un punto debole
o un punto di svolta nella più grande proprietà di Hollywood? La
risposta è probabilmente una via di mezzo, secondo l’analista
senior di Comscore Paul Dergarabedian.“Con il passare del secondo fine settimana, qualsiasi
cosa nel regno del 70% è piuttosto significativa“, afferma
Dergarabedian. “Ma i film che si aprono con oltre $ 100
milioni sono generalmente caricati in anticipo. In alcuni casi
‘più sono grandi nell’apertura, più cadono‘”.
In altre parole, gli altri $32 milioni
racimolati nel secondo fine settimana non è esattamente un dato
incoraggiante nella sua prima parte della corsa al cinema, ma
vediamo di capire dove può finire la sua corsa
“Quantumania”.“Ant-Man
3“ ha sicuramente avuto un grande inizio, segnando il
primo debutto da $ 100 milioni dell’anno per un film di
ANT-MAN e ottenendo di gran lunga il più grande
weekend di apertura nella trilogia Marvel. E questo è avvenuto
nonostante sia stato accompagnato da alcune delle peggiori
recensioni ricevute da un film dell’MCU.“Non penso
che sia un grosso problema“, ha commentato Jeff
Bock, analista di Exhibitor Relations. “Ha avuto di
gran lunga la più grande apertura della serie, il che compensa
eventuali cali“.Inoltre c’è un
precedente. Non è insolito che i principali tentacoli
guadagnino la maggior parte dei loro ritorni nel primo fine
settimana di rilascio. I film Marvel sono diventati sempre più
caricati di attese perché il pubblico vuole vederli rapidamente per
evitare spoiler, e “Quantumania“,
con un budget di $ 200 milioni, che è la 31a puntata e dà il via
alla lista della
Fase 5 dell’MCU, non fa eccezione.
Inoltre, negli USA i
proprietari delle sale cinematografiche, che fissano i prezzi per i
biglietti del cinema, hannoiniziato a far pagare di
più per i film di successo durante il weekend di
apertura. Di conseguenza, i cali di presenze del secondo fine
settimana (rispetto alla vendita dei biglietti) non sono
necessariamente così grandi come sembrano, almeno secondo fonti
dello studios. Tuttavia, non ha aiutato il fatto che “Ant-Man 3” si rivolgesse a
un pubblico di uomini più giovani simile a quello della nuova
commedia horror della Universal “Cocaine
Bear”, che ha superato le aspettative con 23 milioni
di dollari durante il
fine settimana.
“Anche uscire da un fine settimana
di vacanza non aiuta”, ha aggiunto Shawn Robbins, capo analista di
BoxOfficePro. (“Ant-Man 3” uscito durante il President’s Day).
Altri pensano che sia più di un’accesa competizione al botteghino e
duri confronti delle vacanze. C’è preoccupazione che l’ultimo
“Ant-Man” estenda una tendenza potenzialmente preoccupante per la
Marvel. Sebbene “Quantumania”
abbia subito il calo più ripido, non è l’unico film MCU recente a testimoniare un calo
sostanziale nel suo secondo fine settimana. Titolo usciti
nell’era post pandemia, tra cui “Black
Widow” (67,8%), “Thor:
Love and Thunder” (67,6%), “Spider-Man:
No Way Home” (67,5%) e “Doctor
Strange nel Multiverso della Follia” (67%), ha subito
diminuzioni simili.
C’è chi aggiunge un altro elemento al
dibattito indirizzando l’attenzione su un altro fattore, la
Marvel non è stata capace di
allargare il suo pubblico, anche se il suo pubblico di
riferimento è sicuramente affidabile. Nessun altro franchise con
dozzine di film, è riuscito ad avvicinarsi a questo tipo di fedeltà
“I fan fedeli si presenteranno, non importa cosa esce“,
dice Robbins. “La natura sempre più prepotente e, a volte,
l’accoglienza divisiva, di alcuni dei loro film recenti potrebbero
non essere necessariamente preoccupanti per il marchio in generale
fintanto che rimane la base di fan principale“. Per questo
motivo, gli analisti preferiscono misurare il successo del film in
base alla sua durata totale e si prevede che la terza puntata di
“Ant-Man” migliorerà rispetto ai suoi predecessori. Finora,
“Quantumania” ha incassato 167 milioni di dollari in Nord America e
364 milioni di dollari a livello globale dopo sole due settimane
nelle sale. Entro il prossimo fine settimana,
“Quantumania” supererà di certo il risultato
segnato dal film DC di Dwayne Johnson “Black
Adam“, che ha fermato la sua corsa negli a $ 392
milioni.
In confronto, la prima avventura a
sé stante, “Ant-Man” del 2015, ha aperto a 57 milioni di dollari in
Nord America e ha chiuso con 180 milioni di dollari a livello
nazionale e 519 milioni di dollari a livello globale. Il sequel del
2018 “Ant-Man and the Wasp” ha aperto a $ 76 milioni in Nord
America e ha finito per incassare $ 216 milioni a livello nazionale
e $ 622 milioni a livello globale. Sulla base del suo debutto,
“Quantumania” potrebbe finire con circa $ 240 milioni a livello
nazionale, stimano le fonti, anche se dicono che è troppo presto
per prevedere il totale globale. “Il numero del fine settimana
di apertura è stato un grande passo avanti rispetto ad ‘Ant-Man
2‘, quindi sappiamo che i fan sono ancora entusiasti”, afferma
David A. Gross, che dirige la società di consulenza cinematografica
Franchise Entertainment Research. “Sarei sorpreso se
significasse qualcosa di serio o a lungo termine in termini di
qualità del marchio Marvel.“
Vale la pena ricordare che non tutti i film
Marvel sono creati allo stesso
modo. Ant-Man non è mai stato così potente, almeno al botteghino,
come i suoi colleghi Avenger. Allo stesso tempo, le
prossime avventure (non importa quanto amate) faranno fatica a
competere con un colosso come “Avengers:
Endgame“. Quindi, mentre c’è una comprensibile
preoccupazione che il Marvel Cinematic Universe,
che ora abbraccia la televisione oltre al cinema, finirà per
saturare eccessivamente il mercato, gli analisti non sono sicuri
che l’accoglienza meno entusiasta di “Quantumania” avrà un impatto
sull’imminente “Guardiani
della Galassia Vol. 3” a maggio o “The
Marvels” a novembre. “Non otterrai sempre un grande
slam”, dice Bock. “Ma la Marvel sta facendo più fuoricampo
di chiunque altro“.
Il nuovo film Marvel Studios Ant-Man and the Wasp: Quantumania, che dà il
via alla Fase 5 del Marvel Cinematic Universe,
arriverà il 15 febbraio nelle sale italiane, distribuito da The
Walt Disney Company Italia. L’epica avventura presenta
l’antagonista più potente del MCU fino ad ora: Kang il
Conquistatore.
Nel film, che dà ufficialmente il
via alla
Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, i Super
Eroi Scott Lang (Paul
Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline
Lilly) tornano per continuare le loro avventure
come
Ant-Man and The Wasp. Insieme ai genitori di Hope,
Hank Pym (Michael
Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle
Pfeiffer), la famiglia si ritrova a esplorare
il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a
intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò
che pensavano fosse possibile. Diretto da Peyton
Reed e prodotto da Kevin Feige, p.g.a. e Stephen Broussard,
p.g.a., Ant-Man and the Wasp: Quantumania è
interpretato anche da Jonathan Majors nel ruolo di Kang,
David Dastmalchian nel ruolo di Veb, Katy O’Brian nel ruolo di
Jentorra, William Jackson Harper nel ruolo di Quaz
e Bill Murray in quello di Lord Krylar.
Mancano poco più di due settimane
all’uscita di Shazam! Furia
degli Dei e una versione internazionale del trailer
più recente è stata condivisa online. Quest’ultimo promo del
sequel di DC Comics è composto quasi interamente
da filmati nuovi di zecca, mentre Shazam e la sua famiglia
combattono contro le malvagie Figlie di Atlante. Nel nuovo
contributo video possiamo vedere molto di più di Hespera (Helen
Mirren), Anthea (Rachel
Zegler) e Calypso (Lucy
Liu), così come il drago di quest’ultima, che incontra
un montante fulmineo di Shazam alla fine del promo.
Shazam! Furia
degli Dei continua la storia dell’adolescente Billy
Batson che, dopo aver recitato la parola magica “SHAZAM!“,
si trasforma nel suo alter ego da supereroe adulto, Shazam.
Il cast del sequel include Zachary Levi nei panni di Shazam,
Asher Angel nei panni di Billy Batson,
Jack Dylan Grazer nei panni di Freddy Freeman,
Adam Brody nei panni del supereroe Freddy,
Ross Butler nei panni del supereroe Eugene,
Meagan Good nei panni del supereroe Darla,
DJ Cotrona nei panni del supereroe Pedro,
Grace Caroline Currey nel ruolo di Mary
Bromfield/la supereroina Mary. Djimon Hounsou ritorna nei panni del Mago,
mentre Rachel Zegler,
Lucy Liu e Helen Mirren si sono unite al film come
cattivi appena creati. Shazam! Furia
degli Dei uscirà il 17 marzo 2023. Il film è prodotto
da Peter Safran.
Sherlock Holmescon
Robert Downey Jr. e Jude Law, è uscito nel 2009. Un sequel è
seguito due anni dopo con Sherlock Holmes: Gioco di Ombre del 2011, ma
da allora il franchise è rimasto bloccato. Il protagonista era
ovviamente impegnato con i suoi impegni nell’MCU, ma la domanda che ci si è
posta è stata se ha potuto dedicare del tempo a realizzare un film
come Dolittle, perché
non Sherlock Holmes 3?
Qualche anno fa, sembrava che il
progetto stesse iniziando a prendere forma, con Dexter Fletcher (Rocketman)
che sostituiva Guy Ritchie. Sembrava un
aggiornamento positivo, ma la pandemia ha provocato numerosi
ritardi e ora è probabile che Dexter
Fletcher non stia più lavorando al trequel. Non molto
tempo fa, abbiamo sentito che almeno due programmi TV ambientati in
questo “Universo di Sherlock Holmes” sono stati sviluppati
da HBO Max, con la società di produzione di
Robert Downey Jr. Ebbene, oggi a parlare dello stato delle cose
è stato proprio Guy Ritchie che conCollidernon ha commentato in merito al franchise. Tuttavia gli è
stato chiesto qual è il destino del franchise del grande schermo,
confermando che il suo futuro è nelle mani dell’ex Iron Man.
“Beh, onestamente,
l’ho lasciato a Robert [Downey
Jr.]. Quindi Robert voleva essere il responsabile di tutto
questo”, spiega il regista dei primi due
film. “La palla è nel suo campo, quindi è
responsabile della sceneggiatura, è responsabile dell’intera
faccenda. Ho camminato sulla luna fino a quando non c’è un
momento per me di essere coinvolto.”
Dalle parole del regista capiamo che un terzo film è molto lontano
dal diventare una realtà e che ormai dopo oltre un decennio
l’interesse possa essere scemato definitivamente. Tuttavia, la
Warner Bros Discovery ha intenzione di rilanciare diversi IP,
compreso questo ed c’è sicuramente del potenziale per un revival di
qualche tipo, specialmente se il cast originale ritornasse.
Sherlock Holmes ha
guadagnato $ 524 milioni al botteghino mondiale, mentre il sequel
ha finito per guadagnare $ 543 milioni. È stato un franchise
di successo, ma ovviamente resta da vedere se l’interesse ci sarà
ancora dopo tutti questi anni.
Netflix ha rilasciato il primo teaser
trailer diFUBAR, la commedia
d’azione di prossima uscita con Arnold Schwarzenegger mentre
guida il suo primo grande progetto televisivo con sceneggiatura.
La serie sarà disponibile per lo streaming dal 25
maggio.“Ovunque vada, le persone mi chiedono
quando farò un’altra grande commedia d’azione
come True
Lies“, ha detto
Schwarzenegger. “Bene, eccolo
qui. FUBAR ti
prenderà a calci in culo e ti farà ridere, e non solo per due
ore. Hai un’intera stagione. È stata una gioia lavorare
con Nick, Skydance e Netflix per dare ai miei fan esattamente
quello che stavano aspettando“.
Il video ci offre il nostro
primo sguardo a Luke Brunner di Schwarzenegger, una spia della CIA che assume
il suo ultimo incarico prima di ritirarsi. Ci dà anche un assaggio
di alcune delle sequenze d’azione dello spettacolo.
FUBAR è creato e prodotto
esecutivamente da Nick Santora, che ha descritto la serie come “il
progetto più surreale” della sua carriera. La commedia
d’azione di 8 episodi è interpretata da Schwarzenegger, Monica Barbaro, Milan
Carter,
Gabriel Luna, Fortune Feimster, Travis Van Winkle, Fabiana
Udenio, Barbara Eve Harris, Aparna Brielle, Andy Buckley e Jay
Baruchel.
“Un agente della CIA
sull’orlo della pensione scopre un segreto di famiglia”, si legge
nel logline. “Costretta a tornare sul campo per un ultimo
lavoro, la serie affronta dinamiche familiari universali in un
contesto globale di spie, azione e umorismo”.La serie
è prodotta da Schwarzenegger, Adam Higgs, Scott
Sullivan, Holly Dale e Bill Bost con David Ellison e Dana
Goldberg di Skydance. Proviene da Skydance Television.
È stato rilasciato un nuovissimo
spot televisivo per l’imminente terza stagione
della fortunata serie Star Wars di
The
Mandalorian, che farà il suo debutto questo mercoledì
1 marzo su Disney+. Il video
continua a stuzzicare il viaggio di Din Djarin e Grogu a Mandalore,
poiché Din sottolinea l’importanza del credo mandaloriano. Dai
un’occhiata al nuovo spot TV di The
Mandalorian Stagione 3 qui sotto:
Continuano i viaggi
del Mandaloriano nella galassia di Star
Wars. Un tempo cacciatore di taglie solitario, Din Djarin si è
riunito a Grogu. Nel frattempo, la Nuova Repubblica lotta per
allontanare la galassia dal suo passato oscuro.
Il Mandaloriano incontrerà vecchi alleati e si farà nuovi
nemici mentre lui e Grogu continuano il loro viaggio insieme.
The
Mandalorian torna su Disney+ il 1° marzo. La serie è
interpretata da
Pedro Pascal, Katee Sackhoff, Carl Weathers, Amy Sedaris, Emily
Swallow e Giancarlo Esposito. Tra i registi degli otto
episodi della terza stagione ci sono Rick Famuyiwa, Rachel
Morrison, Lee Isaac Chung, Carl Weathers, Peter Ramsey e
Bryce Dallas Howard. Jon Favreau è showrunner/capo sceneggiatore ed
executive producer insieme a Dave Filoni, Rick Famuyiwa, Kathleen
Kennedy e Colin Wilson. Karen Gilchrist e Carrie Beck sono i
co-executive producer.
Durante i Producers Guild Awards lo scorso fine settimana,
la star di Freaky Friday(Quel pazzo venerdì) Jamie Lee Curtis ha anticipato che un sequel
del film Disney del 2003 è probabilmente all’orizzonte.
L’attrice ha chiarito a
lettere cubitali che mentre non stava dicendo che nulla stava
“accadendo ufficialmente”, il sequel di Freaky
Friday (Quel pazzo venerdì 2)accadrà
davvero. “Succederà”, ha detto l’attrice. “Senza
dire che sta accadendo ufficialmente qualcosa, ti guardo in questo
momento e ti dico: ‘Certo che succederà.’ Succederà”
viaVariety).
Jamie Lee Curtis sta discutendo da tempo di un
potenziale Freaky Friday 2 (Quel pazzo venerdì
2). La
star ha già anticipato un potenziale un sequel
della Disney e ha parlato con
la co-protagonista Lindsay Lohan della
possibilità l’anno scorso. All’inizio di questo mese, Curtis
ha persino pubblicato una vecchia foto di se stessa e Lohan su
Instagram con la didascalia “È venerdì. Sto solo
dicendo! Strane dita incrociate!”Quel pazzo
venerdì ha fatto il suo debutto nelle sale nel 2003. Oltre a
ricevere recensioni positive, il film è stato anche un successo al
botteghino, con un incasso mondiale di oltre $ 160 milioni contro
un budget dichiarato di $ 26 milioni.
In un suo noto sonetto il poeta
romantico Percy Bysshe Shelley descrive il velo
dipinto come un “filtro” che distorce la nostra percezione del
mondo e dei sentimenti, ma che nonostante ciò non deve essere
rimosso. Il film Il velo dipinto, diretto
da John Curran nel 2006 racconta proprio di questo
desiderio proibito, dando vita a quella che è la terza
trasposizione del romanzo omonimo scritto da William
Somerset Maugham nel 1925. Già portato sul grande schermo
nel 1934 con Il velo dipinto e nel 1957 con Il settimo
peccato, questo ha con questo terzo film trovato la sua più
fedele traduzione cinematografica.
Si tratta di una delicata e intensa
storia d’amore sullo sfondo di un contesto cinese tanto
affascinante quanto complesso. I tentativi di realizzare un nuovo
film a riguardo hanno iniziato a prendere forma nel 1999, quando la
produttrice Sara Colleton iniziò a scrivere una
versione della storia ambientata in epoca contemporanea e con un
taglio femminista. Il subentrare di altre personalità nel progetto
ha però riportato Il velo dipinto ad essere un più fedele
adattamento del romanzo, pur apportando alcune significative
modifiche. Girato tra Shanghai e le tradizionali città cinesi di
Huangyao e Guangxi, andò poi incontro ad un buon successo.
Apprezzato da critica e pubblico, il
film coinvolse in particolare grazie alla forze delle emozioni e
dei sentimenti che racconta. Di particolare fascino sono però anche
le interpretazioni dei protagonisti, gli ambienti e la colonna
sonora di Alexander Desplat premiata con
il Golden Globe. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi
al romanzo, alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Il velo dipinto: il
romanzo da cui è tratto il film
Lo scrittore britannico
William Somerset Maugham è ricordato in
particolare per il forte pessimismo e cinismo delle sue opere,
nelle quali puniva duramente i vizi e la follia dei suoi
personaggi. Oltre a Schiavo d’amore, giudicato il suo
capolavoro, Il velo dipinto è un altro dei suoi più
celebri e apprezzati romanzi. Questo fu inizialmente pubblicato in
forma seriale sulla rivista Cosmopolitan, dal novembre
1924 al marzo 1925. In seguito venne pubblicato anche in forma
unitaria. Per il nuovo adattamento di questo, lo sceneggiatore
Ron Nyswaner e l’attore Edward
Norton collaborarono al fine di apportare una serie di
modifiche che permettessero comunque di restare tematicamente
fedeli al libro.
In particolare, Norton ha affermato
di aver voluto espandere quanto già presente nel libro, donando ad
ogni personaggio un più ampio arco di trasformazione. Così facendo
si è costruito un racconto particolarmente più ambizioso, dove i
personaggi hanno modo di esprimere meglio sé stessi e il proprio
mondo interiore. Norton, inoltre, ha dichiarato di essere stato
molto ispirato da film La mia Africa e Il paziente
inglese, dove sono presenti storie d’amore estremamente
intense e universali. Allo stesso modo furono condotte numerose
ricerche per rendere più realistica l’ambientazione cinese e la
società dell’epoca.
La trama e il cast di Il velo
dipinto
Ambientato inizialmente a Londra
durante i primi anni Venti, il film racconta la storia di
Walter e Kitty. La giovane
coppia, tuttavia, vive una crisi nel momento in cui il sentimento
provato da lui non è corrisposto da lei. Walter lavora come medico,
nello specifico un batteriologo, e proprio la sua professione porta
poi i due sposi a trasferirsi a Shangai, in Cina. Qui Kitty
trascorre le sue giornate annoiata e l’unico diversivo a questa
monotonia è Charlie Townsens, un viceconsole
inglese di cui lei si innamora perdutamente. Nonostante i due siano
entrambi sposati, iniziano a frequentarsi, ma la loro relazione
extraconiugale non sfugge a Walter, che pone sua moglie di fronte a
una scelta: il divorzio per adulterio o seguirlo in una zona remota
della Cina, dove è in atto un’epidemia di colera.
Ad interpretare Walter vi è l’attore
Edward Norton,
il quale rimase talmente tanto affascinato dalla storia da decidere
di esserne anche sceneggiatore e produttore. Egli, in particolare,
si ritrovò molto nel personaggio, nelle sue ambizioni e nei suoi
fallimenti. Norton decise poi di assumere per il ruolo di Kitty
l’attrice Naomi Watts, in
quel momento molto popolare grazie a Mulholland Drive e
21 grammi. Furono proprio i suoi ruoli in questi due film
a convincere gli altri produttori ad affidarle il ruolo. L’attrice,
in quel momento legata all’attore Liev Schreiber,
riuscì poi a far ottenere a questi il ruolo di Charlie Townsend,
così da poter stare vicini durante il periodo di riprese in Cina.
Nel cast si ritrovano poi anche Toby Jones nel
ruolo di Waddington, Diana Rigg in quello della
madre superiora e Anthony Wong Chau-sang come
colonnello Yu.
Il velo dipinto: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Il
velo dipinto grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili
Cinema, Now e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
lunedì 27 febbraio alle ore 21:15
sul canale Cielo.