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Captain America: Civil War, la spiegazione del finale del film

Captain America: Civil War, la spiegazione del finale del film

Uscito in sala nel 2016, Captain America: Civil War (qui la nostra recensione) è considerato ancora oggi uno dei migliori film del Marvel Cinematic Universe. Anche se questo è tecnicamente un film solista di Capitan America, quando ci sono Cap, Iron Man, Falcon, Vedova Nera, Occhio di Falco, War Machine, Visione, Scarlet Witch, Ant-Man, Black Panther e Spider-Man, è lecito considerarlo a tutti gli effetti un film sui Vendicatori. Ma dopo che tutto il fumo si è diradato, quali conclusioni possiamo trarre dai momenti finali del film? In questo approfondimento analizziamo dunque il finale del film, anche in considerazione degli sviluppi di cui si è poi avuto testimonianza nel MCU.

La spiegazione del finale di Captain America: Civil War: per una volta, il cattivo ha vinto

Si può sostenere che ci sono stati dei vincitori tra le fila degli eroi. In particolare, Capitan America è rimasto al fianco di Bucky fino alla fine, difendendo le azioni del suo ex partner come Soldato d’Inverno con la motivazione che gli era stato fatto il lavaggio del cervello e dimostrando la sua innocenza nella morte del padre di Black Panther, il re T’Chaka del Wakanda. Nel grande schema delle cose, questa è una vittoria, soprattutto perché il risultato finale è stato che T’Challa – finalmente consapevole di come Zemo si sia preso gioco di tutti e, in effetti, sia stato il vero responsabile dell’uccisione di suo padre – ha deciso di permettere a Bucky di rimanere criogenizzato, in Wakanda.

Ma non possiamo ignorare il quadro generale: l’obiettivo di Zemo era distruggere i Vendicatori creando uno scisma all’interno della squadra. questo obiettivo viene perfettamente raggiunto nel momento in cui la squadra si divide sul proprio ruolo in merito a quanto emerso politicamente in seguito agli eventi di Avengers: Age of Ultron. Allo stesso tempo, Zemo riesce a distruggere l’amicizia tra Captain America e Iron Man mostrando a quest’ultimo come ad uccidere i suoi genitori sia stato il Soldato d’Inverno, cosa che Cap ha sempre saputo e gli ha tenuto nascosta. Zemo viene poi arrestato – sebbene lo rivedremo in The Falcon and the Winter Soldier – ma il suo piano si è decisamente concretizzato.

Robert Downey Jr. e Chris Evans in Captain America- Civil War (2016)
Robert Downey Jr. e Chris Evans in Captain America- Civil War © 2016 – Marvel Studios

Alcuni degli Avengers sono ora dei latitanti

Anche se non vediamo la grande fuga sullo schermo, è chiaro che Capitan America crede molto nella mentalità del “Nessun uomo lasciato indietro” e che i Vendicatori che erano in custodia non lo sono più. Ciò significa che tutti coloro che erano dalla parte di Cap nella grande battaglia sono ora considerati criminali e sono in fuga dalla legge. Per un po’, dunque, questi personaggi faranno perdere le proprie tracce, in particolar modo Cap, che ritroveremo con tanto di barba solo in Avengers: Infinity War, dove verrà richiamato alla battaglia dall’invasione dell’esercito di Thanos. Allo stesso modo, Occhio di Falco ne approfitterà per ritirarsi a vita privata con la sua famiglia per un po’.

La relazione tra Visione e Scarlet Witch procede a gonfie vele

Al contrario di quanti si sono dati alla fuga, tra chi rimane in circolazione ci sono Visione Scarlet Witch, che portano avanti il loro legame sentimentale. Alla fine del film non abbiamo un chiarimento definitivo sul fatto che i due stiano facendo qualcosa di diverso dal testare l’idea di una relazione, ma il dubbio viene del tutto sciolto con Avengers: Infinity War, dove Scarlet deve addirittura veder morire il suo amato. Come sappiamo lo “riporterà in vita” per WandaVision, con la serie incentrata proprio sulla sua necessità di accettare di non poter riavere indietro quanto ha perso.

Il generale Ross è destinato a diventare molto importante

Prima di Captain America: Civil War era passato così tanto tempo dall’ultima volta che si era visto Thaddeus “Thunderbolt” Ross nel Marvel Cinematic Universe che forse ci vuole un attimo per ricordare che è l’uomo che ha dedicato la sua vita a dare la caccia a Hulk. Dall’ultima volta che l’abbiamo visto ne L’incredibile Hulk del 2008, Ross ha ottenuto una promozione a Segretario di Stato e ha anche ampliato il suo fastidio nei confronti di Bruce Banner fino a diventare piuttosto furioso con i supereroi in generale, motivo per cui è così impegnato a farli aderire ai nuovi Accordi di Sokovia – e per cui si arrabbia ulteriormente quando Capitan America e la sua squadra si rifiutano di firmare, dando così il via alla cosiddetta “Guerra Civile” del film.

Il generale Thundbolt Ross in Captain America: Civil War

Con la squadra di Cap che preferisce darsi alla fuga, l’odio di Ross per gli Avengers non fa che peggiorare e questo suo odio lo ritroviamo anche nel film attualmente in sala Captain America: Brave New World, dove è interpretato non più da William Hurt (scomparso prima di poter girare il film) ma da Harrison Ford. Nel film Ross diventa Presidente degli Stati Uniti e chiede al nuovo Captain America, l’ex Falcon Sam Wilson (interpretato da Anthony Mackie) di riformare gli Avengers, con lo scopo probabilmente di controllarli. Come noto, però, lui stesso verrà esposto ai raggi gamma, trasformandosi nel violentissimo Hulk Rosso.

Spider-Man è la chiave per riunire i Vendicatori

Come noto, in Captain America: Civil War viene per la prima volta introdotto lo Spider-Man ufficiale del MCU, interpretato da Tom Holland. Nel film, il personaggio si schiera dalla parte di Iron Man, che diverrà per lui un vero e proprio mentore anche nei film successivi. Quando non indossano le rispettive maschere, Peter Parker e Tony Stark hanno molto in comune, nonostante le loro condizioni economiche: sono entrambi geniali inventori, lottano entrambi con demoni interiori e combinano questi aspetti di sé per combattere i cattivi. I due si ritroveranno poi in Spider-Man: Homecoming, primo film in solitaria del personaggio.

Questo legame, porterà poi il personaggio a divenire in un certo senso l’erede del personaggio interpretato da Robert Downey Jr., e ciò viene mostrato già in Spider-Man: Far From Home, ultimo film della Saga del Multiverso in cui Spider-Man si trova a doversi confrontare proprio con l’assenza di Iron Man, dimostrandosi all’altezza della situazione. La visione ottimistica del futuro di Spider-Man gli ha permesso sin da subito di essere un elemento importante nella riformazione degli Avengers ed è ora assolutamente lecito aspettarsi che sarà lui – insieme al nuovo Captain America di Mackie – a guidare la squadra negli attesi Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars.

Ferite mortali: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film con Steven Seagal

Grazie alle sue interpretazioni in numerosi film d’azione che sono diventati dei veri e propri cult, l’attore Steven Seagal si è dimostrato uno dei più grandi esponenti di questo genere, accanto a nomi come Arnold Schwarzenegger, Sylvester Stallone, Jean-Claude Van Damme e Bruce Willis. Grazie a film come Nico, Duro da uccidere Trappola in fondo al mare, Seagal ha cementificato la sua popolarità come interprete del cinema action. Un altro suo popolare film, uscito nel 2000, è Ferite mortali, diretto da Andrzej Bartkowiak e liberamente ispirato al romanzo Exit Wounds di John Westermann.

Il film – a parte il titolo e alcuni nomi dei personaggi – non ha però molta somiglianza con il romanzo. Eppure, nonostante il forte interesse di Seagal, inizialmente il progetto rischiò di non concretizzarsi. Secondo quanto dichiarato da Joseph Billingiere, controfigura di Seagal in Ferite mortali, l’attore era irremovibile nel volerlo come controfigura anche per questo film, sostenendo che era l’unico in grado di replicare accuratamente i suoi movimenti. Seagal era dunque “pronto a chiudere il film” se Billingiere non fosse stato scritturato. L’accordo, infine, andò a buon fine e le riprese poterono iniziare.

Il film debuttò poi a sorpresa al primo posto del botteghino statunitense con un incasso di oltre 18 milioni di dollari nei cinema, venendo salutato come il ritorno trionfale di Steven Seagal dopo una serie di film di scarso successo. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Ferite mortali. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla descrizione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Steven Seagal e DMX in Ferite mortali
Steven Seagal e DMX in Ferite mortali © 2001 – Warner Bros. and Village Roadshow Pictures Inc. – All Rights Reserved

La trama di Ferite mortali

La vicenda si svolge a Detroit. Il detective Orin Boyd è un ottimo agente di polizia, tuttavia poco incline a rispettare gli ordini e convinto di poter agire di testa propria. Così, dopo aver salvato il vice presidente degli Stati Uniti dall’attacco di un gruppo di estremisti senza rispettare il protocollo di salvataggio, il capitano Frank Daniels decide di punire il poliziotto trasferendolo nel quindicesimo distretto, una delle zone più malfamate della città. Il nuovo capitano di Boyd è Annette Mulcahy, la quale lo avverte che non è disposta a tollerare i suoi ormai famosi comportamenti aggressivi nel suo distretto di competenza.

Tuttavia, Boyd non ha nessuna intenzione di cambiare il proprio atteggiamento e dopo aver assistito a un furto di eroina, il poliziotto scopre nel quartiere un grosso giro di droga. Sebbene gli venga ordinato di interrompere le sue indagini, Boyd continua a seguire una pista che lo porta dal pusher Latrell Walker, il quale fa affari con degli agenti corrotti. Ma ben presto si scopre che lo spacciatore non è chi dice di essere. Per lui, ha dunque inizio un’intensa battaglia per smascherare il marcio dietro quella vicenda e far trionfare ancora una volta la giustizia, con le buone o le cattie.

Il cast del film

Ad interpretare Orin Boyd vi è dunque Steven Seagal e come spesso accaduto sui set dei film dell’attore, anche su quello di Ferite mortali vi sono state diverse tensioni. DMX, interprete nel film di Leon Rollins / Latrell Walker, non ha apprezzato la collaborazione con Seagal, definendolo una “testa di ca**o”. Nonostante ciò, anni dopo avrebbe lavorato di nuovo con lui in Beyond the law. Secondo Stephen Quadros, inoltre, la scena del combattimento tra Seagal e Michael Jai White (interprete di Lewis Strutt) non è stata coreografata in anticipo ma improvvisata sul momento, dando vita a forti preoccupazioni tra i membri della troupe. Accanto a loro due vi è poi Anthony Anderson nel ruolo di T.K. Johnson.

Recitano poi nel film Isaiah Washington nel ruolo del Detective George Clark, Matthew G. Taylor in quello del Detective Useldinger e Bill Duke in quello di Chief Hinges. L’attrice Jill Hennessy ricopre il ruolo di Commander Annette Mulcahy, mentre completano poi il cast Tom Arnold nel ruolo di Henry Wayne, Bruce McGill in quello di Captain Frank Daniels, David Vadim in quello del Detective Matt Montini ed Eva Mendes in quello di Trish. L’attrice ricorda con disprezzo l’esperienza, a maggior ragione perché durante la premiere ha scoperto di essere stata doppiata da un’altra attrice perché i produttori ritenevano che la Mendes non avesse una voce “abbastanza intelligente”.

DMX in Ferite mortali
DMX in Ferite mortali © 2001 – Warner Bros. and Village Roadshow Pictures Inc. – All Rights Reserved

Il finale di Ferite Mortali 

Nel corso del film, Henry scopre che Walker non è uno spacciatore, ma un esperto di computer e miliardario il cui vero nome è Leon Rollins, fratello di Shaun Rollins. Dopo un attentato alla sua vita, Boyd affronta Leon, che gli spiega che un gruppo di poliziotti corrotti aveva bisogno di un capro espiatorio per un affare andato male e ha incolpato Shaun. Viene inoltre rivelato che Strutt è il leader del gruppo, che comprende anche Montini e Useldinger. Leon e la sua amica Trish hanno filmato le attività della banda di Strutt, sperando che questo possa aiutare a dimostrare l’innocenza di Shaun e a farlo uscire di prigione.

Boyd incontra poi Mulcahy in un parcheggio e la informa di ciò che ha scoperto. In quel momento, però, Montini, Useldinger e altri uomini li attaccano e Mulcahy viene uccisa durante l’inseguimento. Boyd chiama Frank e gli dice che Strutt si riunirà in un magazzino di lì ad un’ora per vendere l’eroina rubata a Leon e T. K., senza sapere che Leon sta lavorando contro di lui. Frank promette al collega che sarà presente con dei rinforzi. Una volta che tutti si ritrovano lì, tuttavia, Boyd scopre suo malgrado che Frank è coinvolto nella cosa. Quando la situazione sembra mettersi per il peggio, Clark fa saltare la porta e irrompe con i rinforzi, tra cui il capo della polizia Hinges.

Nella sparatoria che ne segue, Useldinger, Montini e Frank vengono un uccisi. Strutt, infine, viene in seguito ucciso da Boyd durante il suo tentativo di fuga. All’alba, Leon consegna a Hinges la videocassetta che prova la corruzione tra i poliziotti, sperando che il nastro aiuti a dimostrare l’innocenza di Shaun. Hinges non crede però che i tribunali si interesseranno al nastro, quindi ha già fatto rilasciare Shaun dalla prigione della contea circa un’ora prima. Boyd, a quel punto, decide di rimanere al 15° distretto con George come partner, mentre T.K. diventa il co-conduttore televisivo di Henry.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Ferite mortali grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 17 febbraio alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Il seme del fico sacro, la recensione di Mohammad Rasoulof

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Il seme del fico sacro, la recensione di Mohammad Rasoulof

Il seme del fico sacro è un’opera potente, che guarda con lucidità alla politica e alla società, e conferma Mohammad Rasoulof come una delle voci più coraggiose e incisive del cinema contemporaneo. Dopo il pluripremiato Il male non esiste, il regista iraniano torna a denunciare l’oppressione del regime di Teheran con un film che mescola tensione, dramma e un’intensità emotiva che non lascia scampo.

Il seme del fico sacro, tra realtà e finzione

Girato in condizioni estreme e portato clandestinamente fuori dall’Iran, il film racconta la storia di Iman, comandante delle milizie Basij, incaricato di reprimere le proteste del 2022 scoppiate dopo la morte di Mahsa Amini. Le sue due figlie, però, giovani e volitive, e soprattutto ignare della vera natura del lavoro di loro padre, si fanno coinvolgere nelle proteste. In mezzo a questo gigantesco e pericolosissimo conflitto di interessi c’è la moglie di Iman, Najmeh, consapevole sia del vero ruolo del marito nel regime, sia del desiderio di rivolta che infiamma le figlie. La narrazione si sviluppa quindi come un dramma familiare che sfocia in un vero e proprio conflitto generazionale e politico, con una tensione crescente che riflette il clima di paura e oppressione vissuto in Iran. Rasoulof costruisce il film come se fosse un thriller, con uno sguardo lucido e implacabile sul sistema repressivo iraniano.

Il peso della repressione e il coraggio della ribellione

Il Seme del Fico SacroUno degli aspetti più incisivi di Il seme del fico sacro è la rappresentazione del regime iraniano attraverso la figura di Iman. Il protagonista non è un semplice ingranaggio della macchina repressiva, ma un uomo che si confronta con il lato più brutale del sistema e che lo sottoscrive scientemente. Rasoulof non lo dipinge come un semplice carnefice, ma come un uomo all’inizio combattuto, e poi tragicamente cosciente del suo operato, travolto dal suo senso di disciplina inculcatogli dal regime e dalla sua posizione.

Le figlie sono invece un contraltare perfetto, sono la speranza e la resistenza: una generazione che rifiuta di piegarsi e che, nonostante il pericolo, lotta per la libertà. La loro ribellione è la miccia che innesca il conflitto interiore di Iman, mettendo a nudo la violenza sistematica del regime che prende il sopravvento anche quando di fronte a lui c’è il sangue del suo sangue. Non ci sono sconti per chi ostacola il regime, anche se si tratta della propria famiglia.

La regia di Rasoulof: realismo e intensità

Lo stile di Rasoulof è asciutto, privo di retorica, e si affida a una messa in scena cruda e immersiva. Le riprese in interni, spesso claustrofobiche, contribuiscono a trasmettere il senso di oppressione vissuto dai protagonisti anche grazie all’utilizzo di primi piani intensi per catturare la sofferenza e il conflitto emotivo dei personaggi. Agli interni stretti e angusti si alternano i filmati reali degli scontri per le strade di Teheran, raccolti mettendo a repentaglio sul serio la propria vita. Finestre documentarie all’interno di una storia di fiction che prima di diventare metafora in un finale imprevedibile, è un resoconto più che plausibile della condizione di vita in Iran.

Più che un film, Il seme del fico sacro è un atto di resistenza. Rasoulof ha dovuto affrontare enormi difficoltà per realizzarlo, e la sua condanna all’esilio dimostra quanto il regime consideri pericolosa la sua voce. Il film non si limita a denunciare le ingiustizie, ma vuole scuotere il pubblico, mostrando realtà scomode e mostrando il prezzo della libertà.

Un atto di resistenza cinematografica

Non è un caso che il titolo richiami il fico sacro, simbolo di rinascita e resistenza. Il film si chiude lasciando nello spettatore un senso di inquietudine, ma anche di speranza: per quanto oppressiva possa essere una dittatura, il desiderio di libertà non può essere soffocato. Il film, protagonista nella stagione dei premi 2025, batte bandiera tedesca, dal momento che solo da rifugiato in Germania e con quei contributi, Rasoulof è riuscito a completare il film. Tuttavia, dal Festival di Cannes 2024 (dove ha vinto il premio della Giuria), che ne ha visto l’esordio, fino alla Notte degli Oscar 2025, dove il film concorre come Miglior Film Internazionale, Il seme del fico sacro sta raccontando al mondo la sua storia e la storia dell’Iran.

Il seme del fico sacro è un film capace di unire denuncia politica e intensità narrativa con straordinaria efficacia. Mohammad Rasoulof è il regista di cui il cinema ha bisogno per confermarsi, oltre a forma d’espressione artistica, anche voce di popoli e di resistenza.

Storia della mia famiglia, recensione della serie con Eduardo Scarpetta

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Storia della mia famiglia è la nuova serie Netflix ideata da Filippo Gravino e diretta da Claudio Cupellini, disponibile sulla piattaforma dal 19 febbraio con tutti e sei gli episodi rilasciati contemporaneamente. Una serie che, partendo da un nucleo drammatico, riesce a tessere un racconto che alterna leggerezza e profondità, allegria e dolore, affrontando un ampio spettro di emozioni con grande naturalezza.

Il protagonista della storia è Fausto, interpretato con grande intensità da Eduardo Scarpetta, la serie ci accompagna nel suo ultimo giorno di vita. Malato terminale, padre single di due bambini, Fausto affida la sua eredità a delle registrazioni vocali e i suoi figli alla sua famiglia allargata: madre, fratello e migliori amici, “i fantastici quattro” come li chiama lui. Accanto a lui, un cast affiatato che contribuisce in modo determinante alla riuscita della narrazione: Vanessa Scalera, Massimiliano Caiazzo, Cristiana Dell’Anna e Antonio Gargiulo incarnano i membri della sua famiglia sgangherata, ognuno alle prese con il proprio bagaglio di errori, paure e speranze.

Storia della mia famiglia non convenzionale ma contemporanea

Uno degli aspetti più riusciti della serie è proprio la rappresentazione della famiglia. Non un nucleo tradizionale, bensì un clan eterogeneo, una tribù, come la definisce il creatore, fatto di legami elettivi, responsabilità inattese e affetto incondizionato. Gravino e Cupellini costruiscono un ritratto autentico della famiglia contemporanea, lontano dagli stereotipi, in cui il legame affettivo diventa la base su cui si costruisce la fiducia verso un futuro, merce rarissima per i giovani di questa generazione. Una messa in pratica, nella serie, di quello che era il pensiero di Michela Murgia sulla famiglia allargata, concepita come un insieme di individui che scelgono di esserci l’uno per l’altro, e ispirazione dichiarata per Gravino. Si crea così un nucleo sociale intorno ai più piccoli, che non è più formato dalla dualità madre/padre, ma da tante persone che contribuiscono alla crescita dell’individuo, arricchendolo di esperienze e punti di vista, formando una rete di salvataggio fisica e emotiva.

Vanessa Scalera, Massimiliano Caiazzo, Cristiana Dell’Anna e Antonio Gargiulo in Storia della mia famiglia – Credits: Claudia Sicuranza / Netflix

Dal punto di vista stilistico, la regia di Cupellini è misurata, accompagnata da una selezione musicale accattivante, che accompagna la narrazione senza mai risultare invasiva. Le inquadrature sono studiate per valorizzare l’intensità delle interpretazioni, mentre la fotografia contribuisce a creare un’atmosfera calda e realistica, ogni elemento è al servizio degli attori, che mettono in scena personaggi sfaccettati, fallibili, spaventati, che elaborano un lutto drammatico sforzandosi di rimettere insieme i pezzi delle loro vite. La serie non si rifugia in una rappresentazione patinata della realtà, ma abbraccia la sua imperfezione, rendendo i personaggi ancora più vicini al reale. Un trattamento che si riflette nell’onestà con cui vengono tratteggiati i personaggi. Nessuno di loro è idealizzato o perfetto: tutti commettono errori, spesso macroscopici, ma allo stesso tempo sono capaci di gesti di grande umanità.

Il perdono al di là della nostra mediocrità

Questo equilibrio tra mediocrità e grandezza, tra fallibilità e redenzione, rappresenta uno degli aspetti più originali della serie che dribbla con intelligenza il messaggio pedagogico: l’essere umano è fatto di contraddizioni, e nell’accettazione di queste imperfezioni si trova la chiave per costruire legami autentici. Il perdono diventa così il tema portante della narrazione, un invito a comprendere e accettare gli altri nonostante i loro difetti, perché è questa l’unica via per sopperire a quelle mancanze e a quegli errori che prima o poi tutti commettiamo.

Storia della mia famiglia
Storia della mia famiglia – Foto Credits Claudia Sicuranza / Netflix

La forza di Storia della mia famiglia risiede nella sua capacità di parlare a tutti. Chiunque si ritroverà in uno dei suoi personaggi, nelle loro debolezze e nei loro sogni, nelle loro paure e nei loro gesti d’amore. Una serie che celebra la complessità della natura umana, che tocca corde profonde, e racconta con grande intelligenza e modernità la condizione dura e dolorosa di chi elabora un lutto ma che non può lasciarsi andare all’inattività e deve reagire.

Storia della mia famiglia è, a sorpresa, una delle proposte più interessanti del panorama televisivo italiano recente. Un racconto autentico e vibrante che, ci ricorda che, nonostante tutti i suoi dilemmi e complessità, la famiglia in ogni sua forma è il luogo in cui possiamo sempre tornare.

Yellowjackets – Stagione 3, episodio 3: Jackie avverte che la vendetta è in arrivo nel nuovo trailer

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La stagione 3 di Yellowjackets rilascia un trailer che anticipa cosa aspettarsi nella stagione 3 e negli altri episodi rimanenti. La serie di successo è tornata e continua a esplorare la linea temporale del passato, dove gli adolescenti sono bloccati nella natura selvaggia, e quella di 25 anni dopo, dove i sopravvissuti continuano a lottare con il loro trauma. La serie Yellowjackets, stagione 3, episodio 2, finisce con le adolescenti Shauna (Sophie Nélisse) e Melissa (Jenna Burgess) che si baciano mentre la Shauna adulta (Melanie Lynskey) è inseguita da un misterioso stalker.

Ora, Yellowjackets ha rilasciato un trailer che mostra cosa accadrà nell’episodio 3 e oltre. Shauna ha una visione della defunta Jackie (Ella Purnell), che le avverte minacciosamente che la punizione è in arrivo, non solo per quello che Shauna e i sopravvissuti hanno fatto nella natura selvaggia, ma per quello che hanno fatto da quando sono tornati. In un altro punto della linea temporale attuale, la figlia di Shauna, Callie (Sarah Desjardins), si chiede se sua madre sia una persona cattiva, e Taissa (Tawny Cypress) sta di nuovo mangiando terra. Nel passato, l’adolescente Lottie (Courtney Eaton) dichiara che i sopravvissuti non potranno mai tornare a casa. Guarda il trailer qui sotto:

 

Cosa significa per la terza stagione di Yellowjackets

Yellowjackets - stagione 3

Lottie crea un nuovo conflitto nel passato, mentre un persecutore rimane a piede libero nel presente

Il trailer conferma che la premiere della terza stagione di Yellowjackets è solo un piccolo assaggio della storia di questa stagione. La dichiarazione di Lottie secondo cui i sopravvissuti adolescenti non possono tornare indietro e che non appartengono più a quel luogo è il momento clou del trailer. La Ciò che dice Lottie ricorda John Locke di Lost (Terry O’Quinn) quando afferma che lui e gli altri personaggi non erano destinati a lasciare l’isola, il che ha portato a una divisione tra i sopravvissuti all’incidente aereo del volo Oceanic 815. La terza stagione di Yellowjackets potrebbe vedere una divisione tra coloro che vogliono rimanere nella natura selvaggia e coloro che vogliono fuggire.

Un’inquadratura di un elicottero suggerisce che il salvataggio potrebbe arrivare in questa stagione, anche se l’elicottero potrebbe invece far parte della linea temporale attuale. La storia ambientata 25 anni dopo conferma che la situazione con il misterioso stalker di Shauna sta peggiorando, costringendola a chiedere aiuto a Misty (Christina Ricci) e Walter (Elijah Wood). Questa trama offre nuove relazioni tra i personaggi da esplorare, soprattutto ora che l’adulta Natalie (Juliette Lewis) non è più presente per condividere le scene con Misty. Lo stalker non è l’unica minaccia per Shauna, però, dato che Callie è più diffidente che mai nei confronti di sua madre.

Michael B. Jordan ricorda il suo ritorno nel MCU in Black Panther: Wakanda, “Non ho nemmeno letto tutto il copione”

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Michael B. Jordan rivela i dettagli del suo ritorno nel Marvel Cinematic Universe in Black Panther: Wakanda Forever. L’attore dà vita a uno dei cattivi più amati del franchise, Erik Killmonger. Anche se il suo personaggio è morto alla fine del primo film di Black Panther, Killmonger è tornato per una scena nel Piano Ancestrale per offrire qualche consiglio a Shuri, interpretata da Letitia Wright, nel sequel. Data la sua lunga amicizia con il regista della serie Ryan Coogler, Jordan potrebbe anche tornare per un ruolo nel MCU confermato Black Panther 3, forse conoscendo meglio la sceneggiatura rispetto a Wakanda Forever.

Parlando con GQ, Michael B. Jordan ha rivelato di non aver letto l’intero Black Panther: Wakanda Forever script e di come il cast avesse in mente Chadwick Boseman durante le riprese.

Jordan ha spiegato che si stava preparando a dirigere Creed 3 quando ha ottenuto la parte di Kilmonger in Black Panther: Wakanda Forever. Secondo la star, il regista Ryan Coogler ha tenuto segreta la trama di uno dei migliori film dell’MCU per vari motivi, quindi Jordan conosceva i dettagli della sequenza in cui recitava.

Ha anche parlato dell’unità del cast e di come tutti abbiano onorato la memoria di Chadwick Boseman dopo la tragica scomparsa della star di Black Panther, dicendo: “Abbiamo fatto tutti quel film per lui”. Ecco la citazione completa:

“Tornare a fare Black Panther 2 dopo la tragedia della perdita di Chadwick [Boseman] è stato estremamente difficile. Ero in pre-produzione per Creed 3, quindi mi stavo preparando per andare direttamente. All’epoca non avevo nemmeno letto l’intera sceneggiatura, quindi non sapevo di cosa parlasse il film.

[Ryan] Coog[ler], sì, è tuo fratello. Non mi ha nemmeno fatto leggere la sceneggiatura, sai? È stato pazzesco. No, ma ha tenuto la cosa piuttosto segreta per molti motivi diversi. Quindi ero eccitato quanto tutti gli altri. Sai cosa intendo? Per guardare il film alla fine, per vedere cosa ha fatto con l’intera cosa, ad essere sincero.

Ma ha significato molto per il cast. Penso che il breve periodo in cui sono stato lì e, ovviamente, sapete, il cast è estremamente unito, e parliamo tutti – sembrava che lo stessimo facendo tutti per Chadwick. Abbiamo fatto quel film per lui.”

Cosa significano le dichiarazioni di Michael B. Jordan su Black Panther: Wakanda Forever

Black Panther: Wakanda Forever

Black Panther: Wakanda Forever è stato un film molto importante per l’MCU per molte ragioni. Come ha notato Michael B. Jordan, il ricordo di Chadwick Boseman è stato onorato magnificamente dal cast del film. L’attore ha dato vita a T’Challa, la prima Pantera Nera dell’MCU, e il destino del personaggio dopo la morte di Boseman nella vita reale doveva essere affrontato dal film dell’MCU. Questa importante trama e altre dovevano essere tenute segrete per il film, quindi non sorprende che Jordan non sia stato in grado di leggere l’intera sceneggiatura.

Il regista Ryan Coogler probabilmente ha fatto lo stesso per la maggior parte del cast di Black Panther: Wakanda Forever. Dopotutto, il film aveva molti segreti da mantenere, il più grande dei quali era la rivelazione del figlio di T’Challa, Toussaint. Dato che il film e il suo compito di onorare l’eredità Marvel di Chadwick Boseman erano così speciali, è logico che Coogler abbia cercato di mantenere il maggior numero possibile di segreti. Alla fine, Jordan ha offerto un’entusiasmante interpretazione di Killmonger, e il resto della sceneggiatura di Wakanda Forever non ha avuto alcun impatto su questo.

Yellowjackets – Stagione 3, episodio 2, la spiegazione del finale: chi sta perseguitando Shauna?

La terza stagione di Yellowjackets inizia con Shauna Sadecki (Melanie Lynskey) che viene perseguitata e la sua versione adolescente (Sophie Nélisse) che trova un’inaspettata storia d’amore nella natura selvaggia. I sopravvissuti adolescenti hanno dovuto trovare un nuovo modo per adattarsi e sopravvivere nella natura selvaggia dopo che la capanna è stata bruciata durante il finale della seconda stagione di Yellowjackets. L’adolescente Natalie Scatorccio (Sophie Thatcher) è ora il capo del gruppo, mentre l’allenatore Ben Scott (Steven Krueger) cerca di sopravvivere da solo.

Nella stagione attuale di Yellowjackets, Misty Quigley (Christina Ricci) sta lottando per andare avanti dopo aver ucciso accidentalmente Natalie (Juliette Lewis), e si oppone a tutto ciò che Walter Tattersall (Elijah Wood) cerca di fare per farla sentire meglio. Taissa Turner (Tawny Cypress) e Van Palmer (Lauren Ambrose) stanno riaccendendo la loro storia d’amore dopo essersi riuniti nella seconda stagione. Dopo tutti questi sviluppi, la premiere della terza stagione di Yellowjackets, composta da due episodi, si conclude con il mistero di chi sta perseguitando Shauna.

Yellowjackets suggerisce che Melissa è collegata allo stalker di Shauna: è viva?

Melissa ha una storia sorprendente con Shauna

Una figura misteriosa osserva la figlia di Shauna, Callie Sadecki (Sarah Desjardins), e lascia alla porta di casa una busta indirizzata a Shauna con dentro una cassetta. Lo stesso individuo è presumibilmente la persona che si trova minacciosamente fuori da una cabina nel bagno delle donne e lascia un cellulare affinché Shauna lo trovi. Quando Shauna richiama il ristorante per vedere se qualcuno ha risposto al telefono, e scopre che qualcuno l’ha fatto, l’episodio passa da questa scena a quella in cui Shauna adolescente e Melissa (Jenna Burgess) sono nel deserto.

Nella scena nel deserto, Melissa osserva Shauna, viene minacciata da lei e poi le due si baciano. Questo suggerisce che Melissa potrebbe essere ancora viva ai giorni nostri e potrebbe essere la stalker di Shauna. Il nuovo personaggio interpretato da Hilary Swank deve ancora essere presentato, ma potrebbe interpretare una versione più anziana di Melissa. Proprio come Van e Lottie Matthews (Simone Kessell) non sono stati rivelati come sopravvissuti ai giorni nostri più avanti nella serie, lo stesso potrebbe valere per Melissa.

Cosa significa il colpo di scena romantico di Melissa e Shauna per la terza stagione

Yellowjackets

Melissa può aiutare Shauna ad acquisire più potere

Nella linea temporale precedente, il colpo di scena romantico significa che Melissa non sarà più relegata in secondo piano nella terza stagione di Yellowjackets e che ora può essere un’alleata di Shauna. La serie riconosce abilmente che Melissa sta diventando un personaggio sviluppato, con Shauna che le chiede se abbia mai avuto una personalità. Melissa sembra essere in soggezione di Shauna e disposta a fare qualsiasi cosa lei le dica. Questo tipo di lealtà può essere determinante per aiutare Shauna ad acquisire più potere e potenzialmente a diventare la leader del gruppo al posto di Natalie.

Jenna Burgess ha fatto il suo debutto in Yellowjackets nel ruolo di Melissa nella seconda stagione.

A livello più personale, una relazione con Melissa rivela nuovi aspetti del carattere di Shauna, che in precedenza aveva mostrato interesse sessuale o romantico solo per uomini come Jeff Sadecki (Warren Kole) e Adam Martin (Peter Gadiot). Dopo aver perso il suo bambino e la sua migliore amica, Jackie Taylor (Ella Purnell), Shauna ha eretto dei muri intorno a sé ed è diventata senza dubbio la sopravvissuta più spaventosa e indurita. Melissa potrebbe abbattere quelle barriere e rendere Shauna più vulnerabile, il che potrebbe aiutare Shauna a guarire o aprirla a ulteriori dolori e perdite.

Melissa potrebbe essere ancora ossessionata da Shauna, il che spiegherebbe perché la perseguita e perché lascia cassette e telefoni affinché li trovi.

Poiché Shauna e Melissa ovviamente non finiscono insieme, se Melissa è ancora viva ai giorni nostri, ciò significa probabilmente che la loro relazione non è finita bene. Melissa potrebbe essere ancora ossessionata da Shauna, il che spiegherebbe perché la perseguita e perché lascia cassette e telefoni affinché li trovi. Shauna sembra la più pericolosa nel passato, ma nel presente, Melissa potrebbe essere ora il vero pericolo per Shauna e la sua famiglia.

Con chi sta parlando Coach Ben nella caverna e perché prende Mari

Coach Ben

Coach Ben è in modalità autoconservazione

Coach Ben è riuscito a sopravvivere da solo nella natura selvaggia e ha persino trovato una fossa piena di casse di cibo non deperibile. Quando Mari (Alexa Barajas) cade in questa fossa, lui la riporta nella caverna dove vive, la stessa caverna in cui Javi Martinez (Luciano Leroux) è sopravvissuto durante la sua scomparsa. L’allenatore Ben prende Mari perché non può permettere che dica ai Yellowjackets dove si trova, perché crede che lo uccideranno e lo mangeranno. Questa convinzione si rafforza ulteriormente quando viene a sapere che la capanna è bruciata e che danno la colpa a lui.

La natura gentile e premurosa di Coach Ben sembra ancora presente quando offre a Mari una cioccolata calda, ma diventa più discutibile dopo che viene sentito discutere con un individuo sconosciuto negli angoli bui della grotta. Non è confermato con chi stia parlando Coach Ben, le possibilità più probabili sono che si tratti dell’amico di Javi che gli ha detto di non tornare, oppure che Coach Ben continui ad avere allucinazioni del suo ragazzo, Paul (François Arnaud). Indipendentemente dalla risposta, la conversazione di Coach Ben non promette nulla di buono per Mari.

Misty e Walter stanno davvero rompendo?

Yellowjackets 2 stagione

I detective cittadini non riescono a risolvere la loro relazione

L’inizio promettente della relazione tra Misty e Walter nella seconda stagione di Yellowjackets sta rapidamente svanendo. Nonostante Walter sia l’unica persona che sostiene Misty e che le è stato vicino dalla morte di Natalie, lei continua a respingerlo. Insiste nel rimanere intrappolata in un circolo autodistruttivo e vuole solo la compagnia dei suoi compagni sopravvissuti alla natura selvaggia. L’episodio 2 si conclude con Misty che respinge Walter dopo essere tornata a casa ubriaca dopo la sua notte a casa di Shauna.

Per ora, Misty e Walter sembrano aver rotto, anche se è improbabile che la loro separazione duri. Le capacità investigative di Walter e la sua intraprendenza lo renderanno un prezioso alleato nella risoluzione della questione dello stalker di Shauna e di qualsiasi altro problema importante che le Yellowjackets dovranno affrontare nella linea temporale attuale. In assenza di Natalie, sta diventando sempre più ovvio per tutti, tranne che per Misty, che gli altri sopravvissuti non si preoccupano di lei, e una volta che se ne renderà conto, potrà capire che lei e Walter sono una buona coppia.

Perché Taissa non dice a Van della morte del cameriere

Quando Taissa e Van lasciano un ristorante senza pagare, il tentativo di ravvivare la loro relazione prende una piega oscura che solo Taissa conosce per ora. Dopo essere tornata al ristorante il giorno dopo per pagare, Taissa viene a sapere che il cameriere che li ha inseguiti ha avuto un infarto fatale sul marciapiede mentre inseguiva lei e Van. Taissa non dice nulla a Van perché vuole continuare a godersi il tempo insieme dopo anni di separazione e non vuole disturbarla.

Con la diagnosi di cancro terminale, Van ha già molto a cui pensare nella sua vita. Taissa non vuole essere un peso e far sentire Van in colpa per essere responsabile della morte del cameriere. Da un punto di vista più egoistico, Taissa ha anche paura di perdere Van ora che sono finalmente tornati insieme e stanno ricostruendo la storia d’amore che è riuscita a resistere nonostante tutti i traumi che hanno vissuto. Come tutti i segreti in Yellowjackets, però, la verità non rimarrà nascosta per sempre, ed è solo questione di tempo prima che Van scopra cosa è successo.

Cosa sta succedendo a Callie e Lottie?

Quando si sono incontrate per la prima volta nel finale della seconda stagione di Yellowjackets, Callie ha sparato a Lottie alla spalla per proteggere Shauna. Questo rende sorprendente vedere Callie e Lottie diventare apparentemente migliori amiche alla fine della terza stagione, episodio 2. Callie e Lottie sono attratte l’una dall’altra per motivi diversi. Per Callie, Lottie è la persona che le ha dato più informazioni su ciò che è accaduto nella natura selvaggia, dato che Shauna non condivide questo tipo di dettagli con sua figlia. Anche il mistero di Lottie è attraente per Callie e rappresenta un piacevole cambiamento rispetto a sua madre.

La nuova amicizia tra Callie e Lottie è destinata a essere pericolosa.

Per quanto riguarda ciò che Lottie vede in Callie, è rimasta affascinata da lei dal momento in cui si sono incontrate. Invece di essere arrabbiata con Callie per averle sparato, le prime osservazioni di Lottie riguardavano l’immenso potere di Callie. Ora che Lottie ha perso la comunità che aveva costruito, Callie potrebbe diventare la sua prima nuova seguace. Qualunque cosa accada, la nuova amicizia tra Callie e Lottie sarà pericolosa e potrebbe avere conseguenze che Shauna e Jeff non possono nemmeno immaginare nella terza stagione di Yellowjackets.

Le anticipazioni sulla quarta stagione di Bridgerton includono la felicità coniugale delle coppie preferite dai fan e molto altro

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La quarta stagione della serie Bridgerton vedrà il ritorno di Anthony e Kate, insieme a Penelope, che affronterà nuove sfide con la regina Charlotte nei panni di Lady Whistledown. La serie, disponibile in streaming su Netflix, è ambientata durante l’epoca della Reggenza in Inghilterra e segue gli otto fratelli della famiglia Bridgerton nel loro tentativo di trovare l’amore. Jonathan Bailey, Simone Ashley e Nicola Coughlan riprenderanno i rispettivi ruoli nella storia della quarta stagione dei Bridgerton.

Durante un’intervista con Swooon, la showrunner Jess Brownell ha rivelato che la quarta stagione esplorerà come si svilupperà la relazione tra Anthony e Kate mentre si adattano alla vita da genitori. Nel frattempo, la relazione di Penelope con la regina Charlotte prenderà una nuova piega poiché la regina è ora a conoscenza del suo segreto. Inoltre, la quarta stagione esaminerà anche la resistenza al matrimonio di Eloise (Claudia Jessie), che deve affrontare le pressioni di sua madre, Lady Violet (Ruth Gemmell), mentre sua sorella minore, Hyacinth (Florence Hunt), è ansiosa di fare il suo debutto in società. Ecco i commenti di Brownell:

Abbiamo il ritorno di Anthony, Johnny Bailey, cosa di cui siamo molto entusiasti. Posso rivelare qui per la prima volta oggi che anche Simone Ashley tornerà. Quindi, Anthony e Francesca torneranno insieme, e potremo vedere di più della loro felicità coniugale e vedere anche il loro bambino, quindi sarà molto divertente.

[Penelope] ha una nuova relazione con Penelope ora che sa chi è Whistleown e anche la sua relazione con Lady Danbury è al centro della storia,

Francesca è ora sposata, il che lascia Eloise nella posizione di essere di nuovo nelle grinfie di sua madre… Lo teme assolutamente, mentre c’è Giacinto che… vuole disperatamente debuttare presto, e i due vengono accoppiati in questa stagione per risultati comici.

Cosa significa questo per le relazioni e le dinamiche di potere di Bridgerton

Bridgerton - Stagione 4
(Da sinistra a destra) Hugh Sachs nel ruolo di Brimsley, Golda Rosheuvel nel ruolo della regina Charlotte nell’episodio 403 di Bridgerton. Foto di Liam Daniel/Netflix © 2025

Nuovi sviluppi dei personaggi sono in arrivo nella stagione 4

Al momento, la quarta stagione di Bridgerton non ha una data di uscita definitiva, ma dovrebbe arrivare nel 2026. Con l’avanzare della Bridgerton verso la quarta stagione, lo sviluppo delle relazioni consolidate sarà un aspetto chiave dello show. Mentre la storia d’amore tra Kate e Anthony è stata un punto centrale della trama nelle stagioni passate, l‘esplorazione della genitorialità offrirà probabilmente nuove sfide e opportunità di crescita all’interno della loro relazione.

Inoltre, i commenti di Brownell riguardo al riconoscimento pubblico di Penelope come Lady Whistledown suggeriscono che cambierà nei suoi rapporti con gli altri, in particolare con la regina Charlotte. A partire dal finale della terza stagione di Bridgerton, la regina è ora consapevole che Penelope è Lady Whistledown. Ora, la posizione di Penelope potrebbe influenzare il suo ruolo nella ton e la sua capacità di influenzare gli eventi della serie.

Inoltre, Eloise deve affrontare le pressioni di Lady Violet per sposarsi. Ora che Francesca è sposata con John Stirling, Eloise è l’ultima figlia Bridgerton non sposata in età da matrimonio. La sua riluttanza a entrare nel mercato matrimoniale creerà probabilmente tensione tra lei e Violet nella quarta stagione, soprattutto perché Hyacinth è ora ansiosa di debuttare.

Perché la storia di Lisa nella terza stagione di The White Lotus è così importante per lo show

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Le due co-protagoniste di The White Lotus, Aimee Lou Wood e Michelle Monaghan, spiegano quanto sia importante per la terza stagione Lalisa “Lisa” Manobal, membro delle BLACKPINK. La serie antologica vincitrice di un Emmy è tornata con più dramma e crimine nel lussuoso resort White Lotus, ora ambientato in Thailandia. Il nuovo gruppo di ricchi ospiti include Chelsea, la fidanzata molto più giovane di Rick (Walton Goggins), e Jaclyn, che partecipa a un viaggio tra ragazze atteso da tempo. Il cast della terza stagione di The White Lotus comprende anche Jason Isaacs, Parker Posey, Carrie Coon e Leslie Bibb. La prima sarà su HBO/Max il 16 febbraio.

In un’intervista con Tessa Smith di ScreenRant, Wood e Monaghan hanno parlato della storia di Lisa in The White Lotus – stagione 3. La cantante, rapper e ballerina thailandese farà il suo debutto come attrice nel ruolo di Mook, la mentore della salute nella località thailandese del resort, insieme a Natasha Rothwell, che riprenderà il ruolo di Belinda Lindsey, la direttrice della spa, e alla nuova arrivata Tayme Thapthimthong, che interpreta la guardia di sicurezza Gaitok. Leggete qui sotto cosa hanno detto:

Wood: Lisa era così socievole. Come se fosse così figa. Invitava le persone a bere qualcosa a casa sua, come se fosse sempre nella sua piccola stanza d’albergo. È davvero, davvero con i piedi per terra. Non lo diresti mai. In realtà non lo capivo fino in fondo perché era così figa e così tranquilla che non lo capivo.

Monaghan: È così modesta.

Wood: Ma il livello di fama e celebrità è così alto. È difficile da capire. Io non ci riuscivo.

Monaghan: E il fatto che non avevo idea che questo fosse il suo primo lavoro come attrice. E non ne avevo idea. Ho iniziato a guardare gli episodi e poi qualcuno me l’ha detto nelle interviste precedenti, e io ero tipo, mi prendi in giro. È così incredibile. Lei e Tayme sono così belle. Adoro quella trama.

Penso che sia la cosa più sorprendente perché era anche in thailandese, sapete? Adoro il modo in cui Mike ha intrecciato quella storia, quella sorta di storia d’amore thailandese. E sono entrambi così puri. Ciò che portano in questa stagione è tanta purezza e la loro chimica insieme è così bella. Ero tipo, oh mio Dio. Lei ha davvero molto talento, così come lui.

Cosa significa la storia di Lisa nella terza stagione di White Lotus

Michelle Monaghan in The White Lotus (2025)
Foto di Fabio Lovino/HBO – © HBO

Mook nella terza stagione di The White Lotus sarà il primo ruolo cinematografico e televisivo di Lisa. Originaria della Thailandia, l’attrice ha ottenuto il plauso internazionale grazie al supergruppo K-pop BLACKPINK, che è diventato rapidamente uno dei gruppi femminili più venduti di tutti i tempi dal debutto del loro album nel 2016. Gaitok di Thapthimthong è una guardia di sicurezza del resort che si prende cura di tutti e che si prende una cotta per la modesta Mook. Nonostante questo fosse il suo primo lavoro da attrice, Monaghan ha notato che la performance di Lisa è stata “incredibile” e che la storia d’amore tra Mook e Gaitok è “così bella”.

Durante le prime due stagioni acclamate dalla critica, The White Lotus è stato pieno di intrecci romantici. Tuttavia, queste relazioni sono raramente semplici, poiché le coppie sono spesso coinvolte in un gioco di inganni e lotte di potere. Nella seconda stagione di The White Lotus, la coppia apparentemente spensierata di Cameron (Theo James) e Daphne (Meghann Fahy) spinge i più riservati Ethan e Harper (interpretati da Will Sharpe e Aubrey Plaza) in una danza segreta di presunta infedeltà. Tuttavia, Mook e Gaitok sembrano offrire un’esplorazione più innocente della fantasia romantica.

Storia della mia famiglia: Scarpetta, Scalera, Caiazzo e Gargiulo raccontano la serie

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Disponibile su Netflix dal 19 febbraio con tutti e sei gli episodi contemporaneamente, Storia della mia famiglia è la nuova serie ideata da Filippo Gravino e diretta da Claudio Cupellini che vede nell’affiatato cast il suo gioiello della corona: Eduardo Scarpetta, Vanessa Scalera, Massimiliano Caiazzo, Cristiana Dell’Anna e Antonio Gargiulo sfoderano un’alchimia che raramente si trasmette in maniera così vivida allo spettatore e danno vita a una famiglia contemporanea, vibrante di emozioni e imperfezioni.

In occasione della conferenza stampa di presentazione della serie, abbiamo incontrato il cast (con eccezione di Dell’Anna, impegnata altrove) e i realizzatori, che hanno raccontato come è stata messa insieme e realizzata la serie.

Parola ai protagonisti di Storia della mia famiglia

Storia della mia famiglia
Storia della mia famiglia – Foto Credits Claudia Sicuranza / Netflix

Eduardo Scarpetta è Fausto, capo famiglia insolito, padre separato di due bambini e malato terminale. È sua la voce narrante: mentre si avvicina a una inevitabile fine, l’uomo decide di fare affidamento su sua madre, suo fratello e i suoi due migliori amici, i “fantastici quattro” come li chiama lui, perché saranno loro a occuparsi dei figli, una volta che lui sarà passato a miglior vita. “Mi preparo sempre leggendo tutto il materiale – spiega Scarpetta – Per la malattia mi sono dovuto preparare e informare, nonostante la conosca bene perché mia madre ha avuto quasi lo stesso male. Ho lavorato sulla dispnea: questo malfunzionamento respiratorio per cui sembri in affanno anche a riposo. Un lavoro sulla tosse, sul respiro, soprattutto per le scene in cui sono in ospedale. Per il resto abbiamo costruito il personaggio tutti insieme, sin dall’inizio abbiamo avuto una grande cura nei rapporti. È una storia felice ma anche malinconica, ha un forte equilibrio e soprattutto racconta dinamiche credibili.”

A interpretare sua madre c’è la carismatica Vanessa Scalera, che con Lucia dà vita a una donna piena vita e di dubbi, diventata madre molto giovane ma che è stata capace di non perdere se stessa nella sua maternità, e di questo paga le conseguenze in una società che vorrebbe le madri totalmente assorbite ed esaurite nei loro figli: “Lucia non è Maria di Nazareth, è una madre che ha tentato di regolarizzare se stessa nel mondo. Ha prima parlato a se stessa e poi ai figli. Una donna che non è riuscita a capirsi, e ha fatto dei gran casini nella vita. Non è riuscita a sostenere i suoi figli anche perché sono entrambi dei caratteri molto particolari. Si dice sempre delle madri che devono avere un certo riguardo verso i figli, ma non si mette mai in conto che questi figli avranno poi dei loro caratteri, e possono non capirsi con la madre.”

Storia della mia famiglia – Foto Credits Claudia Sicuranza / Netflix

Fratello minore di Fausto, secondogenito scapestrato di Lucia, Valerio ha il volto della star di Mare Fuori, Massimiliano Caiazzo: “Lui ha subito più di tutti il fascino di suo fratello Fausto, che è un accentratore, si mangia la vita, per lui è a un livello inarrivabile. Il suo è un rapporto di dipendenza dal fratello che, quando quella figura viene meno si trasforma in dipendenza da cocaina, ma quello è solo l’ultimo passo. Per Valerio, la vera sfida, dopo la morte del fratello, è stata riconoscersi fragile, fallibile, perdonarsi e non imporsi delle aspettative da rispettare. Così si rende conto che può essere abbastanza e che può avere qualcosa da dare a questi due nipoti.”

Guarda il trailer di Storia della mia famiglia

Alla famiglia naturale, si aggiunge in Storia della mia famiglia, quella di elezione. Demetrio e Maria (Antonio Gargiulo e Cristiana Dell’Anna) sono i migliori amici di Fausto, anche loro ne subiscono pesantemente il temperamento e il fascino, esitano ma alla fine ognuno a modo suo si fanno carico del compito che viene loro affidato: “La famiglia che raccontiamo è l’essenza della famiglia moderna come è intesa oggi. Svincolata dal legami di sangue. – spiega Antonio Gargiulo – Il personaggio che interpreto viene chiamato in causa senza la sua volontà. E Demetrio non sboccia mai fino a che non muore Fausto, perché solo quando l’amico non c’è più lui si rende conto che non ha nessun salvagente e che ora la scelta, la vita è sua. A partire dal grande dolore che per lui rappresenta la morte dell’amico, Demetrio cerca di farsi carico del compito che gli viene assegnato”.

Storia della mia famiglia
Storia della mia famiglia – Foto Credits Claudia Sicuranza / Netflix

E se Claudio Cupellini ha fatto da direttore di coro per tutte queste voci, mettendosi costantemente al servizio dell’esecuzione e lasciando gli interpreti liberi di improvvisare dentro i contorni tratteggiati dal testo, Filippo Gravino ha creato la storia. Raccontando che la sua idea di famiglia, per questa serie, è stata quella di una vera e propria tribù, l’autore ha spiegato: “Condannarsi per ogni singolo errore crea separazioni e disgregamento. In Storia della mia famiglia abbiamo raccontato di una tribù che si perdona tutti i suoi difetti e i suoi errori, perché solo così si crea unione. Questa serie è un inno alla fragilità e alla mediocrità degli esseri umani. In mezzo a tanti errori, vale la pena essere clementi e gioire anche per quella singola cosa che si è riusciti a fare.”

Storia della mia famiglia è disponibile dal 19 febbraio su Netflix. Diretta da Claudio Cupellini da un’idea di Filippo Gravino, la serie è scritta da Gravino con Elisa Dondi, è interpretata da Eduardo Scarpetta, Vanessa Scalera, Massimiliano Caiazzo, Cristiana Dell’Anna, Antonio Gargiulo e Gaia Weiss.

The Chosen ottiene una nuova casa di streaming in vista della première della quinta stagione

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The Chosen ha una nuova casa di streaming in vista del ritorno della quinta stagione. Creata da Dallas Jenkins, che è anche co-sceneggiatore e regista, The Chosen ha debuttato nel dicembre 2017. Il dramma storico racconta la storia di Gesù attraverso le persone che hanno interagito con lui, con l’attore Jonathan Roumie nel ruolo principale. Sebbene la serie abbia i suoi siti web dedicati e sia andata in onda su The CW in momenti diversi, ha ampiamente evitato le principali piattaforme di streaming. Questo sta cambiando in vista della prima della quinta stagione di The Chosen.

TVLine conferma che Prime Video diventerà la piattaforma di streaming esclusiva negli Stati Uniti per The Chosen. Ciò include le prime cinque stagioni dello show, oltre alle prossime due stagioni finali. La nuova piattaforma di streaming fa parte dell’accordo tra Amazon MGM Studios e 5&2 Studios di Jenkins, che produce The Chosen. Prime Video di Amazon avrà anche i diritti esclusivi della serie non sceneggiata The Chosen in the Wild With Bear Grylls, oltre a un primo sguardo a tutti i progetti futuri di 5&2 Studios.

La quinta stagione di The Chosen, che sarà incentrata sulla Settimana Santa, debutterà nelle sale venerdì 28 marzo. Sarà poi trasmessa in streaming su Prime Video a giugno. Il quinto episodio sarà disponibile anche su Prime Video in Canada, Australia, Nuova Zelanda, Africa subsahariana, Regno Unito e America Latina entro la fine dell’anno.

Cosa significa la nuova casa di streaming per The Chosen

The Chosen
Credit Image via Loaves & Fishes Productions

La nuova piattaforma è perfetta per Prime Video. Diretto da Roumie e Shahar Isaac nel ruolo di Simon Peter, il cast di The Chosen e la sua saga in continua evoluzione si sono rivelati popolari tra il pubblico. Nel 2022, i produttori dello show hanno condotto un’analisi che ha rilevato che il dramma storico era stato visto almeno in parte da oltre 100 milioni di persone attraverso varie piattaforme di streaming e attraverso i canali online dedicati allo show. Raccogliere tutti gli episodi della serie in un unico servizio di streaming, con Prime Video che è uno dei più grandi insieme a Netflix, è destinato a dare una spinta alle fortune di The Chosen.

Con la possibilità che altre figure religiose, tra cui Mosè, possano avere una serie dedicata, Prime Video continuerà ad avere una libreria stabile con un sottogenere che si è dimostrato popolare tra gli spettatori. Ciò significa anche che altre opere di Jenkins, attraverso il suo marchio di produzione 5&2, potrebbero trarre vantaggio dalla presenza globale di Prime Video. È un accordo vantaggioso anche per i consumatori, che ora hanno un hub dedicato per le serie invece di dover cercare episodi specifici nelle app e nei siti web dedicati ai drammi.

The White Lotus – stagione 3, episodio 2: il trailer anticipa omicidi e intrighi nelle prossime settimane

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Dopo la prima della terza stagione di The White Lotus, un nuovo trailer anticipa cosa aspettarsi nei prossimi episodi. Ogni stagione della serie di successo della HBO segue un nuovo gruppo di personaggi in una diversa location di The White Lotus. La terza stagione di The White Lotus si svolge in Thailandia e sarà incentrata sul benessere e la spiritualità. Il cast della terza stagione di The White Lotus include Natasha Rothwell, Jason Isaacs, Parker Posey, Michelle Monaghan, Walton Goggins, Aimee Lou Wood e altri ancora.

Max ha pubblicato un nuovo trailer della terza stagione di White Lotus che anticipa ulteriori misteri e il potenziale omicidio che sarà inscenato nei prossimi episodi. Il trailer anticipa che le azioni di più personaggi potrebbero potenzialmente portare alla loro settimana al resort thailandese di White Lotus che si concluderà in tragedia. Guarda il trailer completo qui sotto:

Cosa significa il nuovo trailer per la terza stagione di The White Lotus

La terza stagione di White Lotus potrebbe concludersi con molteplici morti

Come da tradizione per ogni nuova stagione di The White Lotus, l’inizio della terza stagione, episodio 1, anticipa che un personaggio, o potenzialmente diversi personaggi, moriranno alla fine della settimana. The White Lotus – stagione 3 inizia con Nicholas, il figlio di Belinda, che fa una meditazione guidata con uno dei dipendenti dell’hotel. Tuttavia, la sua meditazione viene interrotta quando sente diversi spari in lontananza. Preoccupato per sua madre, che i telespettatori hanno già incontrato nella prima stagione, Nicholas si dirige verso il rumore degli spari, mentre sembra che stia avvenendo una sparatoria.

Al momento, non si sa quali personaggi saranno coinvolti nella sparatoria alla fine della stagione. Il personaggio di Goggins, Rick, sembra avere dei conti in sospeso con il marito di Sritala, che è uno dei proprietari del resort thailandese The White Lotus. Tuttavia, il trailer anticipa anche che il personaggio di Isaac, Timothy, potrebbe causare problemi dopo aver saputo che potrebbe andare in prigione. Nel frattempo, il trailer mostra anche la preoccupazione di Belinda quando scopre che Greg, che ora si fa chiamare Gary, è in Thailandia.

The Odyssey: Matt Damon è Odisseo nella prima foto dal set

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The Odyssey: Matt Damon è Odisseo nella prima foto dal set

Svelata la prima immagine del film The Odyssey, il film di Christopher Nolan dedicato all’Odissea di Omero, il celebre poema epico. In questa prima foto, vediamo Matt Damon nei panni del protagonista Odisseo, cosa che ci conferma che sarà dunque il noto attore a ricoprire il ruolo principale del film, contrariamente ad una precedente indiscrezione che indicava Tom Holland come protagonista primario. Con le riprese ora in corso, è lecito attendersi nuove notizie in merito a questo atteso progetto, che si preannuncia essere uno dei film più epici e ambiziosi di Nolan. Di seguito, ecco la prima foto dal set di The Odyssey:

The Odyssey
Matt Damon è Odisseo in THE ODYSSEY, scritto, prodotto e diretto da Christopher Nolan.
© Universal Studios. All Rights Reserved.

Quello che sappiamo su The Odyssey

L’antico poema epico di Omero racconta la storia di Odisseo, re di Itaca, e del suo pericoloso viaggio di ritorno a casa dopo la guerra di Troia, esplorando temi di eroismo, lealtà, astuzia e la lotta contro la volontà divina. Il racconto include episodi iconici come l’incontro con il ciclope Polifemo, le Sirene e la strega-dea Circe, avventure che culminano con il suo ricongiungimento con la moglie Penelope.

Sebbene questo sarebbe l’adattamento più ad alto budget del questo testo fino ad oggi, il poema è stato precedentemente adattato nel film del 1954 Ulisse, diretto da Mario Camerini e interpretato da Kirk Douglas, così come nella miniserie del 1997 L’Odissea, diretta da Andrei Konchalovsky e interpretata da Armand Assante. Gli ultimi libri dell’Odissea sono stati anche la fonte principale per The Return, di Uberto Pasolini, che è uscito in Italia all’inizio del 2025 e che vede protagonisti Ralph Fiennes nei panni di Ulisse e Juliette Binoche in quelli di Penelope.

I dettagli sulla trama del film di Christopher Nolan sono ad ora stati tenuti nascosti e non è confermato quanto il regista sarà fedele all’opera di Omero. Considerando i suoi precedenti, c’è da aspettarsi che apporti una svolta inaspettata alla storia che già presenta tutti i marchi di fabbrica del suo cinema, in particolare la non linearità della narrazione. Le riprese di Odyssey dovrebbero iniziare il mese prossimo e sarà il secondo film di Nolan per la Universal, dopo Oppenheimer.

Come annunciato in precedenza, l’ultimo film di Christopher Nolan avrà come protagonisti Matt Damon, Tom Holland, Anne Hathaway, Zendaya, Lupita Nyong’o, Robert Pattinson, Charlize Theron, Benny Safdie, John Leguizamo, Elliot Page, Mia Goth e Jon Bernthal. L’uscita è prevista per il luglio 2026.

S.W.A.T. – Stagione 9: si farà? tutto quello che sappiamo

S.W.A.T. – Stagione 9: si farà? tutto quello che sappiamo

La serie procedurale della CBS S.W.A.T. è riuscita a sopravvivere a due precedenti cancellazioni, ma lo show con Shemar Moore sarà rinnovato per la nona stagione? Debuttata nel 2017, S.W.A.T. è incentrata sulla Twenty Squad della polizia di Los Angeles, una task force d’élite guidata da Daniel “Hondo” Harrelson (Shemar Moore). Esistente nello stesso universo di The Shield della FX, il successo di lunga data della CBS offre un programma più crudo rispetto alla solita procedura e mette in evidenza questioni come la razza e la violenza della polizia, pur offrendo ancora molta azione tipica della rete televisiva. Moore non è stato solo la star e il pilastro dello show, ma ha anche contribuito a rinnovarlo.

Nonostante sia in onda da quasi un decennio, il ciclo di S.W.A.T. non è stato privo di ostacoli e la CBS ha cancellato la serie due volte. La prima volta è stato annunciato che la sesta stagione sarebbe stata l’ultima per la squadra. Tuttavia, una marea di sostegno (guidata da Shemar Moore) ha spinto la CBS a cambiare idea e a riportare in onda la serie per la sua settima e ultima stagione. La CBS ha invertito nuovamente la rotta dopo la settima stagione, scegliendo di dare un’altra possibilità a S.W.A.T. Questo ha lasciato la nona stagione in un limbo, poiché la rete non ha né annunciato la stagione 8 come l’ultima, né rinnovato la serie per altri episodi.

Ultime notizie su S.W.A.T. – Stagione 9

Mentre si continua ad aspettare che la serie venga rinnovata o cancellata, le ultime notizie arrivano sotto forma di un cauto aggiornamento da parte del produttore di S.W.A.T.. Shawn Ryan è attualmente produttore esecutivo della serie poliziesca ed è stato precedentemente showrunner fino alla settima stagione, ma nemmeno lui ha una risposta riguardo allo stato della serie. È stata definita la stagione finale nelle ultime tre o quattro stagioni, no?” ha riflettuto Ryan, prima di ricordare quanto la serie sia “amata da” tutti i dirigenti della CBS e dai fan.

Ha chiarito che non è sicuro di cosa il nuovo arrivato David Ellison voglia fare con lo show.

Nonostante la fiducia di Ryan e la popolarità costante della serie, il produttore ha subito sottolineato che il processo è ancora in corso e che non è sicuro che la nona stagione ci sarà. Ryan ha menzionato specificamente l’attuale cambio di guardia in atto presso la CBS, e ha chiarito di non essere sicuro di cosa il nuovo arrivato David Ellison vorrà fare con lo show.

Leggi qui i commenti completi di Shawn Ryan:

È stata definita l’ultima stagione nelle ultime tre o quattro stagioni, vero?

La serie è molto amata dai dirigenti della CBS e dal nostro pubblico. Per quanto riguarda la creatività, sono felice e un po’ imbarazzato nel dire che non ha perso un colpo da quando ho passato le redini della serie ad Andy Dettman. Ma sappiamo anche che in quel mondo è in atto un cambiamento aziendale. Conosco David Ellison, ho scritto un film per lui tempo fa.

Non conosco i piani. Non conosco i criteri per il rinnovo. Sembra che potrebbe essere molto diverso rispetto agli anni passati. Non so se sia un vantaggio o uno svantaggio che quest’anno siamo prodotti da uno studio esterno. Penso che l’economia avrà un ruolo importante, quindi è tutto incerto, ma continueremo a fare il miglior programma possibile che il nostro pubblico ama, e vedremo come andrà a finire. Ed è quello che abbiamo fatto nelle ultime stagioni. Siamo davvero orgogliosi dell’eredità di quel programma.

La nona stagione di S.W.A.T. non è confermata

Considerando la travagliata storia della serie negli ultimi anni, non sorprende particolarmente che la CBS non abbia né confermato né smentito S.W.A.T. stagione 9 ancora. Il network ha tergiversato dalla sesta stagione sul destino della serie, e ogni decisione invertita non ha avuto un buon impatto sul canale. Sebbene ci siano una serie di ragioni per cui la sesta stagione doveva essere l’ultima, il successo di ogni stagione successiva ha giustificato la scelta della CBS di riportare in vita S.W.A.T. Tuttavia, la stagione 8 sarà il vero banco di prova.

La stagione 8 di S.W.A.T. è stata presentata in anteprima il 14 ottobre 2024.

Il rinnovo della settima stagione è stato un ritorno trionfale dopo la scioccante rivelazione che la sesta sarebbe stata l’ultima. La settima stagione, più breve, ha raccolto un numero impressionante di spettatori, il che ha spinto la rete a realizzare anche la stagione 8. Ora che la CBS ha dato il via libera a una stagione di 22 episodi, non è chiaro se S.W.A.T. rimarrà economicamente sostenibile. Anche se la rete non ha annunciato che la stagione 8 sarà l’ultima, non c’è alcuna garanzia che venga rinnovata per la stagione 9.

Dettagli del cast della stagione 9 di S.W.A.T.

Dall’annuncio iniziale di “cancellazione” dello show dopo la stagione 6, il cast di S.W.A.T. è stato in continuo cambiamento.

Tuttavia, è impossibile sapere esattamente chi potrebbe lasciare la serie finché non si conoscerà l’intero ambito della stagione 8. Tenendo presente questo, si può tranquillamente presumere che l’intero cast principale tornerà, incluso Shemar Moore nel ruolo di Daniel “Hondo” Harrelson Jr., il leader della squadra. Al suo fianco ci sarà Jay Harrington nei panni di David “Deacon” Kay, il secondo in comando di Hondo. Kay avrebbe dovuto lasciare la squadra nella stagione 7, ma alla fine ha deciso di non ritirarsi.

Victor Tan (interpretato da David Lim) è un’altra certezza per il cast della stagione 9, e il membro della squadra è fondamentale per il successo del gruppo. Anche il comandante della SWAT Robert Hicks (Patrick St. Esprit) dovrebbe tornare, anche se lui e Hondo non sono sempre d’accordo su come gestire la squadra. Nichelle, interpretata da Rochelle Aytes, è stata ridotta a un ruolo di ospite nella stagione 8, e non è chiaro se rimarrà senza un ruolo più importante nella storia.

Il cast della stagione 9 di S.W.A.T. dovrebbe includere:

  • Shemar Moore interpreta Sgt. Daniel “Hondo” Harrelson Jr.
  • Jay Harrington interpreta Sgt. David “Deacon” Kay
  • Alex Russell interpreta Officer James “Jim” Street
  • David Lim interpreta Officer Victor Tan
  • Patrick St. Esprit interpreta Commander Robert Hicks
  • Rochelle Aytes interpreta Nichelle Carmichael
  • Anna Enger Ritch interpreta Officer Zoe Powell
  • Annie Ilonzeh interpreta Devin Gamble
  • Niko Pepaj interpreta Miguel Alfaro

Dettagli sulla possibile storia di S.W.A.T. – Stagione 9

Anche se potrebbero succedere molte cose durante i restanti episodi della stagione 8, è probabile che la stagione 9 di S.W.A.T. segua uno schema simile a quello delle precedenti. La maggior parte della serie riguarda la squadra che affronta una miriade di scenari pieni di azione, e non c’è motivo di pensare che questo cambierà in futuro. Poiché la stagione 8 di S.W.A.T. non è stata annunciata come l’ultima, è logico che non ci sarà molto di conclusivo nell’attuale stagione, il che significa che ci sono infinite possibilità per la stagione 9.

S.W.A.T. – Stagione 8: data di uscita, cast, trama e tutto ciò che sappiamo

La popolare serie procedurale d’azione della CBS S.W.A.T. doveva originariamente concludersi dopo la settima stagione, ma il network ha invece deciso di rinnovarla per l’ottava. La serie, che ha debuttato nel 2017, vede protagonista Shemar Moore nei panni del sergente Hondo, un duro capo della squadra S.W.A.T. che è combattuto tra la protezione di coloro che provengono dalla sua comunità e il suo servizio nella polizia di Los Angeles. Basata sulla serie omonima degli anni ’70, S.W.A.T. si distingue dalle altre serie procedurali per l’aumento dell’azione di stagione in stagione.

La vita della longeva serie procedurale è stata tutt’altro che tranquilla, e S.W.A.T. è stata cancellata per la prima volta dopo la sesta stagione nel 2022. Tuttavia, grazie in gran parte alle suppliche della star Shemar Moore, la CBS ha annullato la sua decisione e rinnovato lo show per la settima e presumibilmente ultima stagione. La seconda cancellazione sembrava definitiva anche quando la settima stagione ha iniziato ad andare in onda, ma la CBS ha cambiato di nuovo idea sullo status di S.W.A.T. Ora, dopo solo pochi mesi, la CBS ha riportato la serie per una sorprendente ottava stagione, e il futuro dello show è rimasto aperto per ulteriori sviluppi.

Ultime notizie su S.W.A.T. – Stagione 8

S.W.A.T. - Stagione 8

Poco dopo l’annuncio dell’ingresso di Annie Ilonzeh nel cast, sono arrivate le ultime notizie sotto forma di nuove immagini della stagione 8 di S.W.A.T. che rivelano il suo nuovo personaggio. Per pubblicizzare la prima puntata della stagione 8, “Vanished”, la CBS ha fornito alcune immagini del nuovo team mentre entra in azione per salvare un autobus pieno di bambini scomparsi. Tra le foto, Annie Ilonzeh nel ruolo di Devin Gamble è mostrata insieme a star di ritorno come Shemar Moore.

La data di uscita di S.W.A.T. – Stagione 8

La stagione 8 è uscita in ottobre

Dopo aver annullato la decisione di cancellare la serie dopo la stagione 7, la CBS non solo ha rinnovato S.W.A.T. per un’ottava stagione, ma ha anche programmato la prima della serie per il 2024. Riprendendo il suo posto come inizio del blocco di venerdì sera pieno di azione della CBS, S.W.A.T. negli USA ha debuttato il 18 ottobre 2024 alle 20:00. La premiere dell’ottava stagione sarà seguita dal ritorno di Fire Country (stagione 3) e della lunga serie poliziesca Blue Bloods (stagione 14).

S.W.A.T. – Stagione 8 in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Il cast della stagione 8 di S.W.A.T.

Non è chiaro come la conclusione prevista della settima stagione influenzerà il cast della stagione 8, ma finora ci sono già stati alcuni cambiamenti nel cast. Anche se si prevede che la maggior parte del cast principale tornerà, una notevole assenza nella stagione 8 sarà Kenny Johnson nel ruolo di Dominique Luca, che ha lasciato la squadra dopo la commovente cerimonia di pensionamento. Un ritorno quasi garantito è quello di Shemar Moore nel ruolo del sergente Daniel “Hondo” Harrelson Jr., che è stato il più grande sostenitore della serie sin dal suo debutto nel 2017.

È stato annunciato un altro cambiamento nel cast della stagione 8: la co-protagonista di lunga data Rochelle Aytes tornerà nel ruolo di Nichelle Carmichael-Harrelson. Aytes ha interpretato il ruolo dalla terza stagione, ma non farà parte del cast a tempo pieno nella stagione 8.

Il presunto cast della stagione 8 di S.W.A.T. include:

  • Shemar Moore interpreta Sgt. Daniel “Hondo” Harrelson Jr.
  • Jay Harrington interpreta Sgt. David “Deacon” Kay
  • Alex Russell interpreta Officer James “Jim” Street
  • David Lim interpreta Officer Victor Tan
  • Patrick St. Esprit interpreta Commander Robert Hicks
  • Rochelle Aytes interpreta Nichelle Carmichael
  • Anna Enger Ritch interpreta Officer Zoe Powell
  • Annie Ilonzeh interpreta Devin Gamble
  • Niko Pepaj interpreta Miguel Alfaro

La trama dell’ottava stagione di S.W.A.T.

Anche se la prossima stagione potrebbe introdurre qualche nuovo colpo di scena, S.W.A.T. è come la maggior parte delle serie procedurali, in quanto tende a seguire un formato episodico. La tendenza a un caso a settimana dovrebbe continuare anche nell’ottava stagione, anche se ci sono alcuni fili che possono ancora essere esplorati. La partenza di Luca potrebbe richiedere l’arrivo di un nuovo membro del team, e Powell probabilmente avrà ancora a che fare con l’esperienza di pre-morte che ha avuto all’inizio della stagione 7.

Con Nichelle che torna a un ruolo di supporto, non è chiaro se il suo status ridotto sarà affrontato nella trama o se semplicemente non apparirà in alcuni episodi. Con il futuro di S.W.A.T. ancora incerto, non è chiaro se ci sarà un aspetto conclusivo nella storia della stagione 8. Tuttavia, fino all’arrivo della stagione 8, sarà impossibile indovinare cosa succederà dopo.

Sugarcane: recensione del documentario candidato agli Oscar

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Sugarcane: recensione del documentario candidato agli Oscar

Già disponibile su Disney+, Sugarcane, diretto da Julian Brave NoiseCat e Emily Kassie, è il film documentario candidato agli Oscar 2025 e dedicato all’indagine svolta sulla scuola cattolica St. Joseph di Williams Lake, in Canada; un istituto che faceva parte del sistema scolastico residenziale degli indiani canadesi, scopertosi essere luogo di abusi e violenze indicibili.

Attraverso le testimonianze delle vittime, Sugarcane svela gli orrori che si sono consumati per decenni dietro le mura dell’istituto, chiuso nel 1981, e si interroga sull’assordante silenzio calato sulla vicenda fino al 2021, quando la scoperta di fosse comuni vicino alla scuola ha finalmente portato alla luce la verità.

Sugarcane è una produzione USA e Canada, della durata di 107 minuti. La fotografia è curata da Emily Kassie e Christopher LaMarca, il montaggio da Maya Hawke e Nathan Punwar, mentre le musiche sono di Mali Obomsawin. La produzione è di Hedgehog Films e Kassie Films.

La trama di Sugarcane

Julian Brave NoiseCat, oltre che regista è anche un testimone indiretto di questa tragedia. Suo padre, Ed Archie, ha frequentato il St. Joseph e ha subito abusi che lo hanno segnato per tutta la vita. Un legame che ha spinto il cineasta a intraprendere un viaggio doloroso, ma necessario per raccontare la verità.

Insieme a Emily Kassie, NoiseCat si è recato a Williams Lake, dove ha incontrato e ascoltato gli abitanti del luogo. Per ricostruire i fatti, entrare in profondità nelle vite delle vittime, e mostrare le ferite ancora aperte e il lungo cammino verso la guarigione.

Sugarcane: tra Storia e Immagine

La rappresentazione dei Nativi e del ruolo da essi rivestito nella composizione del tessuto sociale dell’America di oggi ha di fatto accompagnato l’evoluzione della Storia del Cinema e del genere hollywoodiano per eccellenza: il Western.

Raccontati per decenni alla stregua di primitive orde barbariche desiderose di assaltare le carovane della civiltà bianca in progressiva espansione, gli Indiani d’America hanno infatti potuto iniziare ad affrancarsi, solo di recente, dalla narrazione stereotipata affibbiatagli. In un processo che, senza dubbio accelerato (o quantomeno propagato) da pellicole di culto del calibro di Balla coi Lupi (1990), ha riscoperto negli ultimi anni un encomiabile impeto incendiario; volto alla denuncia delle numerose ingiustizie e dei soprusi che, inflitti per intere decadi alla comunità indigena, sono poi stati sistematicamente taciuti, se non addirittura insabbiati.

I segreti di Wind River di Taylor Sheridan, action-western-thriller pensato per fare luce sulla preoccupante mancanza di dati relativi alle persone scomparse appartenenti alla fascia demografica delle donne Native Americane, va in questa precisa direzione. E lo stesso vale per il geniale radiodramma posto da Martin Scorsese in epilogo alla sua ultima opera. Tessere di un puzzle audio-visivo che, con colpevole ritardo, sta tentando di fare ammenda di peccati reali a cui  “l’Immagine-Cinema” ha purtroppo contribuito a dare riverbero.  

Sugarcane: il dolore e la dignità

Nel medesimo solco di rabbia e indignazione si inserisce anche Sugarcane – seppur con le dovute, decisive differenze. Non solo per l’impostazione documentaria che di fatto segna una netta linea di demarcazione tra il film di NoiseCat e Kassie e i titoli poc’anzi citati. Ma in particolar modo per il sentimento di inevitabile partecipazione emotiva del regista nei confronti del racconto; che vede suo padre, Ed Archie, tra le persone maltrattate dal sistema scolastico.

Sebbene alcune didascalie che precedono i titoli di coda non manchino di raccontare il fenomeno nella sua vastità (anche territoriale), Sugarcane concentra infatti le proprie indagini sulla scuola cattolica St. Joseph di Williams Lake in Canada. E lo fa ponendo l’accento non tanto  sul lavoro investigativo o sulla ricerca di informazioni in sé (a cui concede comunque largo spazio nel corso della narrazione), quanto sul contatto umano, di tipo archeologico, necessario a scandagliare i dolorosi ricordi delle vittime. I cui traumi, segnati sui volti scavati dal tempo, emergono con prepotenza e colpiscono dritto allo stomaco; arrivando a rievocare, nella loro tragicità, pagine di Storia che pensavamo appartenere a un certo tipo di immaginario passato – “A tutti veniva dato un numero”. 

Alternando momenti istituzionali a frangenti più intimi – tra i quali spiccano i sofferti dialoghi tra Julian e il padre – il documentario arriva persino a giocare sul contrasto tra la natura incontaminata che circonda le località della strage canadese e la magniloquenza umana visibile nelle “aule” del Clero di Roma – evocate nella rievocazione dell’incontro, avvenuto nel 2022 nella capitale, tra Papa Francesco e diversi sopravvissuti. Ma colpisce soprattutto in virtù del vigore con cui, in maniera simile a quanto raccontato da To Kill A Mongolian Horse all’ultimo Festival di Venezia, i due registi raccontano l’orgoglio di un popolo che non ha mai smesso di lottare.   

E che tra danze, lingua e canti della tradizione, grida ancora con forza la propria dignità.

FolleMente: recensione del film di Paolo Genovese

FolleMente: recensione del film di Paolo Genovese

Ogni secondo di ogni giornata, la nostra mente è affollata di pensieri. Cerchiamo di dar ascolto a tutti, rischiando di generare un caos incontrollato. Ecco perché a volte, quello che serve fare, è spegnere l’interruttore e lasciarsi andare. Sono queste le fondamenta su cui si costruisce FolleMente, il nuovo film di Paolo Genovese, che torna al cinema schierando un parterre di star di tutto rispetto del nostro panorama cinematografico per raccontare, da un lato, la bellezza della semplicità nei rapporti umani e, dall’altro, la complessità della personalità maschile e femminile.

Pilar Fogliati ed Edoardo Leo sono la coppia perfetta scelta per rappresentare le due facce della stessa medaglia, supportati da Claudio Santamaria, Marco Giallini, Rocco Papaleo, Maurizio Lastrico, Vittoria Puccini, Claudia Pandolfi, Emanuela Fanelli e Mariachiara Giannetta, che danno voce e corpo ai loro incasinati pensieri.

FolleMente, la trama

Lara e Piero sono due sconosciuti al loro primo appuntamento, ma anziché seguire la comune prassi di incontrarsi in un ristorante, si vedono a casa di lei. Una scelta inusuale per Piero, che arriva sotto casa della ragazza con mille dubbi e ipotesi sul perché abbia optato per questa soluzione. Si chiede se sarà all’altezza, se riuscirà a rompere il ghiaccio dopo sei mesi di astinenza. Lara, nel frattempo, si preoccupa invece di quale atmosfera creare e se il suo look sia adeguato. Quando finalmente si incontrano sulla soglia della porta, i loro pensieri iniziano ad accavallarsi. Nella testa di Piero si scambiano battute Il Professore, Eros, Valium e Romeo, in quella di Lara a confrontarsi sono invece Giulietta, Trilli, Scheggia e Alfa. Cosa è meglio dire? Cosa fare? Ogni loro riflessione prende forma, svelandoci gli ingranaggi nascosti dietro le parole che scegliamo e le azioni che compiamo.

FolleMente film

Mente caotica, pensieri veloci a cui mettere il freno

Guardando FolleMente, è facile pensare al libro di successo di John Gray, Gli uomini vengono da Marte, le donne vengono da Venere. L’autore, con attenta analisi, raccontava le differenze nel modo di pensare, agire e amare tra uomini e donne. Due mondi distinti, ma in qualche modo complementari. Nel primo incontro tra Lara e Piero ci troviamo di fronte proprio a questo: le loro riflessioni e la percezione dell’altro vengono esplicitate da figure in carne e ossa che incarnano le varie sfumature della loro personalità e mentalità. Entrambi hanno un assetto consolidato di pensieri e attitudini: c’è la parte romantica, quella folle, quella razionale e quella erotica. Lara e Piero hanno quindi più in comune di quanto credano, incluso il non riuscire a mettere a tacere le voci nella loro testa, che impediscono loro di essere completamente spontanei. Ciò che cambia è il loro modo di relazionarsi, elemento che diventa la forza della pellicola.

Nella loro “control room” (per citare Inside Out), nessuno ha però il pieno controllo: ogni lato del loro carattere e ogni pensiero si fanno spazio e prendono il sopravvento. Questo permette alle dinamiche che si creano nei tre spazi – quello fisico dei protagonisti e quelli mentali, teatro di tutte le vicende – di rendere la narrazione più ritmata e coinvolgente, sostenuta da una regia solida e incalzante e da un cast affiatato con la giusta alchimia.

Un cast da applausi

Ed è proprio il cast la punta di diamante di FolleMente. Pilar Fogliati ed Edoardo Leo sono attori noti per la loro vena comica – pur essendo eccellenti anche in ruoli drammatici – e questo contribuisce a creare un’atmosfera divertente e frizzante, capace di suscitare nel pubblico continue risate. Inoltre, avendo un’ottima padronanza dei tempi comici e della cadenza delle battute, hanno la capacità di rendere il racconto ancora più credibile e autentico. E lo stesso vale per i loro comprimari, Claudio Santamaria, Marco Giallini, Rocco Papaleo, Maurizio Lastrico, Vittoria Puccini, Claudia Pandolfi, Emanuela Fanelli e Mariachiara Giannetta, in perfetta sintonia.

Grazie alle loro brillanti interpretazioni, ci si lascia trasportare in quelli che sono – letteralmente – gli scontri e il caos che ognuno di noi ha nella propria testa. Rendendoci conto, di conseguenza, di quanto spesso ci lasciamo travolgere da un’infinità di pensieri inutili, che ci impediscono di goderci il momento, facendoci rischiare di perdere occasioni che potrebbero cambiarci la vita.

FolleMente cast film

Lasciarsi andare al fluire incontrollato delle cose

Ecco, dunque, cosa ci ricorda FolleMente: per quanto uomini e donne abbiano impostazioni mentali diverse, questo non basta a renderli davvero distanti. Perché, in fondo, a prescindere dal genere, abbiamo tutti bisogno di spegnere il cervello e abbandonarci a ciò che accade senza pensare troppo. Per quanto sia bello dare libero sfogo ai nostri pensieri.

The Substance, il body horror con Demi Moore arriverà il 4 marzo su Paramount+

Paramount+ ha annunciato che The Substance, il film body horror diretto da Coralie Fargeat e interpretato da Demi Moore, arriverà il 4 marzo su Paramount+ e su IWONDERFULL Prime Video Channels. Il film, che all’ultima edizione del Festival di Cannes ha conquistato il premio per la miglior sceneggiatura e che è valso a Demi Moore un Golden Globe come migliore attrice protagonista, si presenta agli Oscar 2025 con 5 nomination nelle categorie per il miglior film, la regia, migliore attrice protagonista, migliore sceneggiatura e miglior trucco.

Prodotto da Universal Pictures, Working Title Films e Blacksmith Pictures, The Substance ( la nostra recensione) ha come protagonista Demi Moore nel ruolo di Elisabeth, Marghareth Qualley nel ruolo di Sue e Dennis Quaid nel ruolo di Harvey. Nel cast anche Joseph Balderrama, Oscar Lesage, Gore Abrams, Vincent Colombe, Olivier Raynal, Tiffany Hofstetter, Matthew Geczy, Philip Schurer e Jiselle Henderkott.

Hai mai sognato una versione migliore di te? Sei sempre tu. Semplicemente, migliore, in ogni senso. Davvero. Devi provare questo prodotto rivoluzionario. Si chiama The Substance. Ti cambia la vita. Genera una nuova versione di te. Una versione più giovane, più bella, una versione perfetta. C’è solo una regola: vi dovete dividere il tempo. Una settimana sta alla vecchia versione di te. Quella dopo sta alla nuova. Sette giorni a testa. Un equilibrio perfetto. Facile, no? Se rispetti l’equilibrio…Cosa può andare storto?

The Substance è un film che parla di corpi femminili. Di come siano sempre oggetto di scrutinio, fantasie e critiche all’interno dello spazio pubblico. Di come noi, in quanto donne, siamo portate a pensare di non avere scelta se non essere perfette/sexy/sorridenti/magre/giovani/belle per avere valore nella società. E di quanto ci risulti impossibile sfuggire a questa logica, per quanto istruite, intelligenti e indipendenti possiamo essere. Perché da oltre 2000 anni i corpi femminili sono plasmati e controllati dal desiderio di coloro che li osservano. Ovunque intorno a noi, nelle pubblicità, nei film, nelle riviste vengono messe in mostra versioni di noi che sono frutto della fantasia di altri. Versioni sempre belle. E magre. E giovani. E sexy. Sono la “donna ideale” che attrae amore. Successo. Felicità. E se osiamo distaccarci da quei canoni, che sia per l’età, il peso, le curve, la società ci dice che siamo finite. Nessuno vuole più vederci. Nessuno ci vuole più sugli schermi. Nessuno ci vuole più sulle copertine delle riviste. Veniamo cancellate dallo spazio pubblico. Non valiamo più il tempo e l’attenzione della società” – afferma Coralie Fargeat, regista francese, nata e cresciuta a Parigi, nota per il suo lungometraggio d’esordio REVENGE, presentato al Toronto International Film Festival e al Sundance Film Festival e distribuito da Neon nella primavera del 2018.

«Ero convintissima che a una certa età non avrei avuto più alcun valore. Allo stesso modo in cui, da giovane, ero convinta che se non avessi avuto un corpo magro e perfetto, non avrei avuto alcun valore. Assurdo, no? Perciò ho deciso di scrivere questo film. Per affrontare la cosa. E per fare una dichiarazione politica: queste idee devono scomparire. I film di genere sono politici. Per me, in quanto regista, sono un ottimo mezzo per affrontare questioni politiche e personali attraverso la lente dell’intrattenimento, del divertimento e dell’eccesso. È una storia che riguarda la distruzione del corpo femminile per liberarsi da quelle catene che imprigionano le donne da tempo immemore. Da sempre ci dicono di controllarci e darci un contegno. È ora di fare l’opposto. In questo film i corpi vengono tiranneggiati, ridicolizzati, distrutti allo stesso modo in cui la società distrugge le donne ogni giorno con tutte le regole che ci hanno insegnato tacitamente a seguire. Sarà un bagno di sangue. Ma farà anche sbellicare dalle risate. Perché non conosco arma migliore della satira per mostrare al mondo l’assurdità delle proprie regole. E soprattutto credo abbia un tempismo perfetto. D’altronde il film riguarda proprio questo, una liberazione. Una presa di potere”, conclude la regista.

Demi Moore, che in THE SUBSTANCE interpreta la protagonista Elizabeth, è tra le attrici più talentuose e di successo dell’industria cinematografica. Nel 1995 è diventata l’attrice più pagata di Hollywood, a riprova del suo potere mediatico e della sua forza di attrazione al botteghino. Ha recitato in film iconici come CODICE D’ONORE, GHOST, PROPOSTA INDECENTE, RIVELAZIONI e SOLDATO JANE.

Sul piccolo schermo, è stata candidata al Golden Globe come miglior attrice per il suo ruolo nella miniserie TRE VITE ALLO SPECCHIO, ambientata negli anni ‘50. La miniserie, di cui è anche produttrice, è stata anche candidata all’Emmy come migliore film per la televisione.  Nel 2011 ha colpito con quella che il NYM ha definito “la performance della vita” nel thriller finanziario MARGIN CALL, il cui cast ha ricevuto il premio Robert Altman agli Spirit Award. Dopo aver recitato in ANOTHER HAPPY DAY, con Ellen Barkin, Moore ha diretto l’acclamato film LIFETIME FIVE, un’antologia di cinque cortometraggi che esplorano l’impatto del tumore al seno sulla vita delle persone. Il film le è valso una candidatura al Premio Director’s Guild.

Di recente, Demi Moore ha recitato nella serie LANDMAN di Taylor Sheridan e Christian Wallace, disponibile su Paramount+, interpretando il ruolo di Cami, moglie di uno dei più potenti magnati del petrolio texani e amica di Tommy Norris, interpretato da Billy Bob Thornton.

La regia e la sceneggiatura di THE SUBSTANCE sono firmate da Coralie Fargeat, mentre la direzione della fotografia è affidata a Benjamin Kračun. Le scenografie sono curate da Stanislas Reydellet, i costumi da Emmanuelle Youchnovski e il primo assistente alla regia è Matthieu De La Mortiere. Gli effetti speciali trucco sono realizzati da Pierre-Olivier Persin, con la supervisione degli effetti visivi di Bryan Jones e la produzione degli effetti visivi di Pierre Procoudine-Gorsky. Jean Miel è il supervisore degli effetti speciali. Il montaggio è a cura di Coralie Fargeat, Jérôme Eltabet e Valentin Féron. Le musiche sono di Raffertie. Il missaggio del suono è affidato a Emmanuelle Villard, con il supporto dei tecnici audio Valerie Deloof e Victor Fleurant, mentre il missaggio delle registrazioni è a cura di Stéphane Thiébaut e Victor Praud.

La Città Proibita: trailer del nuovo film di Gabriele Mainetti

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La Città Proibita: trailer del nuovo film di Gabriele Mainetti

PiperFilm ha diffuso il trailer di La Città Proibita, il nuovo film di Gabriele Mainetti, dal regista di “Lo chiamavano Jeeg Robot” e “Freaks Out” torna sul grande schermo con un’ altra storia imperdibile. Nel cast del film protagonisti Liu Yaxi, Enrico Borello, Sabrina Ferilli, Marco GialliniLuca Zingaretti.

Cosa succede in La Città Proibita

In La Città Proibita Mei, una misteriosa ragazza cinese, arriva a Roma in cerca della sorella scomparsa. Il cuoco Marcello e la mamma Lorena portano avanti il ristorante di famiglia tra i debiti del padre Alfredo, che li ha abbandonati per fuggire con un’altra donna. Quando i loro destini si incrociano, Mei e Marcello combattono antichi pregiudizi culturali e nemici spietati, in una battaglia in cui la vendetta non si può scindere dall’amore.

Soggetto e sceneggiatura di STEFANO BISES, GABRIELE MAINETTI, DAVIDE SERINO. Prodotto da SONIA ROVAI prodotto da MARIO GIANANI e LORENZO GANGAROSSA. Una produzione WILDSIDE, UNA SOCIETÀ DEL GRUPPO FREMANTLE, PIPERFILM E GOON FILMS.

Captain America: Brave New World introduce uno degli Avengers più deboli della Marvel Comics

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Captain America: Brave New World non presenta tante apparizioni di volti familiari quante ne avremmo volute, ma nel film c’è un cenno ai fumetti che fa riferimento uno degli Avengers più deboli e strani dei Marvel Comics.

Seguono SPOILER su Captain America: Brave New World

Nel film, Sam Wilson si rivolge al comandante Dennis Dunphy, un vecchio amico e membro delle forze armate degli Stati Uniti, per farsi aiutare a capire cosa c’è nelle pillole che Samuel Sterns ha dato al presidente Ross.

Si ritiene ampiamente che Amadeus Cho avrebbe dovuto fornire quelle risposte, ma Dunphy si rivolge a un socio senza nome dare a Sam l’aiuto di cui ha bisogno. Ma, prima che possa avvertire Cap, il Leader lo uccide.

Quel nome, Dennis Dunphy, vi dice qualcosa? Dovrebbe! Nei fumetti, Dunphy è meglio conosciuto come Demolition Man o D-Man, un personaggio che ha indossato per la prima volta il costume nel numero 328 di Captain America del 1987 dopo essere stato creato da Mike Carlin e Ron Wilson un paio di anni prima.

Sulla pagina, dopo aver ricevuto la super forza dal Power Broker, D-Man fa squadra con Capitan America (Steve Rogers) in un costume ispirato a Daredevil e Wolverine. I suoi potenziamenti gli danneggiano il cuore e alla fine va in arresto cardiaco (in Capitan America: Brave New World, muore di infarto grazie alle macchinazioni di Sterns).

Mentre D-Man è diventato più un personaggio comico negli ultimi anni, non era destinato a esserlo al momento della sua introduzione ed è stato utilizzato come personaggio secondario, persino in coppia con Sam, in varie serie di fumetti. Non ha mai fatto presa sui fan, da qui l’etichetta di “Avenger più debole“.

L’attore di The Walking Dead e Cobra Kai William Mark McCullough interpreta il Dunphy del MCU, ma questa è un’apparizione una tantum e, no, non indossa mai un costume. I Marvel Studios hanno dato a molti personaggi minori nomi familiari nel corso degli anni, quindi questo è un divertente cenno al materiale di partenza, data la storia di D-Man con Cap.

CORRELATE:

Captain America: Brave New World riprenderà da dove si è conclusa la serie Disney+ The Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un “thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.

Secondo quanto riferito, la star di Alita: Angelo della Battaglia Rosa Salazar interpreterà la cattiva Diamondback, mentre Giancarlo Esposito sarà Sidewinder. Harrison Ford, invece, assume qui il ruolo di Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che a quanto rivelato dal primo trailer si trasformerà ad un certo punto nel Hulk Rosso. Nonostante dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Il film è al cinema dal 12 febbraio.

J.K. Simmons commenta la possibilità di tornare nel MCU nei panni di J. Jonah Jameson

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Il Premio Oscar J.K. Simmons ha parlato del suo ritorno nel MCU per Spider-Man 4, e sembra che, per lui, la porta sia potenzialmente aperta. Simmons è apparso originariamente nella trilogia di Spider-Man di Sam Raimi come J. Jonah Jameson, l’impertinente caporedattore del The Daily Bugle.

Quando l’MCU ha rilanciato Spider-Man, sembrava che sarebbe stato uno dei tanti personaggi rivisitati. Tuttavia, Simmons ha ripreso il suo ruolo in un cameo a sorpresa alla fine di Spider-Man: Far From Home, poi di nuovo in No Way Home. Sebbene interpretato ancora da Simmons, Jameson del MCU è una versione alternativa che gestisce un sito di notizie sensazionalistiche.

Tuttavia, i fan erano entusiasti di vedere J.K. Simmons entrare nel MCU canonico e si chiedevano se sarebbe mai tornato in futuro. L’attore sta attualmente promuovendo la terza stagione di Invincible, ma un altro progetto sui supereroi potrebbe essere sul suo radar nel prossimo futuro. Durante un’intervista esclusiva con ScreenRant, l’attore ha risposto così sul suo potenziale ritorno: “Nessuno spoiler. Mi dispiace, non lo dirò”.

J.K. Simmons non nega il suo futuro da J. Jonah Jameson

Al momento ci sono poche conferme su Spider-Man 4, a parte la data di uscita del 24 luglio 2026 e il fatto che Tom Holland tornerà. J.K. Simmons ha interpretato più iterazioni di J. Jonah Jameson, e l’ultima, dal Marvel Cinematic Universe, è una partenza per il personaggio.

La versione di Jameson dell’MCU ha uno scopo leggermente diverso rispetto alle apparizioni di Simmons nella trilogia di Raimi. Invece di agire come il suo capo, Jameson è il reporter esecutivo di TheDailyBugle.net senza legami diretti con Peter. Spider-Man è puramente una figura da sensazionalizzare, specialmente con la reputazione negativa dell’eroe dopo Far From Home. Per questo motivo, Peter di Holland vede Simmons come un vero nemico. Se Simmons dovesse davvero tornare nel MCU, allora è probabile che lo studio abbia trovato un modo per utilizzarlo in modo interessante.

Clayface: James McAvoy non è in trattative per interpretare Basil Karlo

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Ci sono stati alcuni resoconti contrastanti riguardo al prossimo film di Clayface che hanno fatto il giro la scorsa settimana, mentre Deadline che afferma che Jeff Wadlow è in lizza per la regia e THR contesta il potenziale coinvolgimento del regista aggiungendo che J.A. Bayona ha incontrato i DC Studios per il lavoro. Il regista di Speak No Evil James Watkins è l’unico nome su cui i produttori sono d’accordo e, secondo MTTSH, è ancora il “chiaro favorito e la prima scelta” per dirigere il progetto.

Lo scooper afferma anche che la recente voce secondo cui James McAvoy è in trattative per interpretare il protagonista non è accurata, poiché il casting non è ancora iniziato.

La sceneggiatura di Mike Flanagan è presumibilmente completa, ma non è disponibile per dirigere a causa dei suoi impegni con una serie TV di Carrie e il nuovo film di Exorcist. Al progetto è stata assegnata una data di uscita ufficiale: 11 settembre 2026.

Cosa sappiamo di Clayface

In base ai commenti di James Gunn, il film sarà ambientato nel DCU, al contrario di “BatVerse” del regista di The Batman Matt Reeves. “Notizie entusiasmanti da [DC] Studios oggi, poiché [Clayface], una storia del DCU da una sceneggiatura di Mike Flanagan, ha ricevuto UFFICIALMENTE il via libera. Clayface debutterà nel 2026.”

Il co-CEO di DC Studios Peter Safran ha condiviso alcuni nuovi dettagli sulla sceneggiatura di Flanagan, osservando che Clayface sarà effettivamente un film horror sullo stesso filone di La Mosca di David Cronenberg. THR ha recentemente fornito alcuni aggiornamenti interessanti e sembra che il film trarrà anche più di un po’ di ispirazione dal successo di body horror di Coralie Fargeat, The Substance.

“Clayface, vedi, è una storia horror di Hollywood, secondo le nostre fonti, che usa l’incarnazione più popolare del cattivo: un attore di film di serie B che si inietta una sostanza per mantenersi giovane e rilevante solo per scoprire che può rimodellare il suo viso e la sua forma, diventando un pezzo di argilla ambulante”.

Clayface ha un budget dichiarato di 40 milioni di dollari e dovrebbe essere girato in una varietà di località, tra cui Vancouver, Toronto e New Jersey o Atlanta. Alan Tudyk ha recentemente prestato la voce a Clayface nella serie animata Creature Commandos di James Gunn, il che significa che c’è la possibilità che possa anche interpretare il personaggio in un live-action a un certo punto.

Clayface arriverà nelle sale l’11 settembre 2026.

Avengers: Doomsday, un aggiornamento sulle riprese e ai piani per Spider-Man di Tom Holland

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Sappiamo che Avengers: Doomsday inizierà le riprese nei prossimi due mesi, ma ora sembra che ci sia stato un leggero ritardo. Secondo lo scooper Daniel Richtman, le riprese non inizieranno prima di aprile (in precedenza era stato riferito che i lavori sarebbero iniziati a marzo).

Perché questo cambiamento? Si dice che la sceneggiatura non sia ancora del tutto terminata. Tuttavia, questo non è motivo di preoccupazione, soprattutto perché molti film dei Marvel Studios vengono scritti mentre le riprese sono in corso.

Lo sceneggiatore di Avengers: Endgame Stephen McFeely sta scrivendo Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars, senza il suo solito partner di scrittura Christopher Markus. Le sceneggiature per entrambi i film sono state iniziate da zero, con le idee di Jeff Loveness e Michael Waldron che, a quanto si dice, sono state scartate.

Si vocifera anche che una controfigura girerà alcune scene di Spider-Man di Tom Holland, con l’attore sostanzialmente arruolato per un ruolo di doppiaggio quando indossa la maschera. Questo perché Holland ha ottenuto il ruolo da protagonista in The Odyssey di Christopher Nolan.

Ciò significa che vedremo molto di più Spidey con la maschera; non una brutta cosa e una decisione logica dopo che Spider-Man: No Way Home ha fatto dimenticare al mondo Peter Parker. Non è diverso da quello che è successo quando Robert Downey Jr. ha interpretato Iron Man, per esempio.

Quello che sappiamo su Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday arriverà nelle sale il 1° maggio 2026, seguito da Avengers: Secret Wars il 7 maggio 2027. Entrambi i film saranno diretti da Joe Russo e Anthony Russo, che faranno anche il loro ritorno nell’MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame. Al momento non si hanno certezze sugli attori che comporranno il cast del film, né su precisi elementi di trama.

Captain America: Brave New World supera le previsioni al debutto, 192 milioni di dollari in tutto il mondo

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Nonostante le recensioni non entusiaste della critica (51% su Rotten Tomatoes) e un B- CinemaScore da parte degli spettatori, Captain America: Brave New World sta superando le aspettative al botteghino. Secondo Deadline, il film ha avuto un andamento migliore del previsto sabato con 27,5 milioni di dollari. Sia la Disney che gli studi rivali prevedono un weekend di apertura di quattro giorni da 100 milioni di dollari e un debutto globale da 192,4 milioni di dollari (un paio di milioni in più rispetto alle prime stime).

La Disney ha ceduto il passo nel Regno Unito, dove Brave New World è stato sonoramente battuto da Bridget Jones: Un Amore di Ragazzo. L’ultimo titolo dei Marvel Studios è uscito mercoledì in diversi paesi, ma il Regno Unito non era uno di questi, privandolo della possibilità di anticipare l’ultima puntata di quel classico franchise di commedie romantiche.

Si tratta comunque di un impressionante successo globale, ovviamente, e tornando in Nord America, Captain America: Brave New World punta a un incasso di 88,5 milioni di dollari in tre giorni.

Il film ha incassato il quarto più grande weekend del Presidents’ Day di tutti i tempi dietro Black Panther (242 milioni di dollari), Deadpool (152 milioni di dollari) e Ant-Man and the Wasp: Quantumania (120 milioni di dollari). Sebbene non sia stato un successo della critica, Brave New World è il 35° film MCU consecutivo ad aprire al primo posto a livello nazionale.

CORRELATE:

Captain America: Brave New World riprenderà da dove si è conclusa la serie Disney+ The Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un “thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.

Secondo quanto riferito, la star di Alita: Angelo della Battaglia Rosa Salazar interpreterà la cattiva Diamondback, mentre Giancarlo Esposito sarà Sidewinder. Harrison Ford, invece, assume qui il ruolo di Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che a quanto rivelato dal primo trailer si trasformerà ad un certo punto nel Hulk Rosso. Nonostante dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Il film è al cinema dal 12 febbraio.

The White Lotus 4 si farà, la serie è stata rinnovata dalla HBO prima della première della stagione 3

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The White Lotus 4 ha ricevuto il via libera molto prima della prima della stagione 3. Con un cast di stelle, la serie di commedie dark di Mike White vede i ricchi ospiti del resort titolare affrontare tentazioni, verità e colpi di scena durante le loro vacanze. Dopo aver trascorso le prime due stagioni nelle filiali Hawaii e Sicilia della catena, The White Lotus stagione 3 esplorerà un cast completamente nuovo di personaggi in vacanza nel resort thailandese.

Anche se il pubblico non ha ancora visto il resort in Thailandia, il ritorno della serie di White è già confermato. HBO ha annunciato che The White Lotus 4 ha ricevuto il via libera prima della premiere della stagione 3 il 16 febbraio. Mentre HBO ha confermato il futuro della serie oltre il 2025, ulteriori dettagli come il cast, l’ambientazione e la finestra di uscita non sono stati rivelati al momento.

Cosa significa il rinnovo della stagione 4 di The White Lotus per la stagione 3

The White Lotus 3
The White Lotus stagione 3 – Cortesia di Sky

I creativi chiave sono ansiosi di condividere altre storie dai resort

Il rinnovo anticipato della quarta stagione di The White Lotus da parte di HBO è un promettente spettacolo per i fan in attesa della premiere della terza stagione. Non solo dimostra che White ha altre storie da raccontare nel mondo che ha creato, ma dimostra anche che HBO continua a credere nel suo lavoro e nella qualità della prossima stagione. Resta da vedere, tuttavia, se il successo della terza stagione tra il pubblico ne determinerà il futuro anche oltre la quarta stagione.

La terza stagione di The White Lotus è destinata a essere la più grande stagione dell’acclamata serie HBO, con diversi attori famosi aggiunti al suo cast.

Inoltre, i volti e la location della quarta stagione sono ancora un mistero. Ogni stagione ha offerto un nuovo ambiente e un nuovo cast, con l’eccezione di Tanya McQuoid, ospite di Jennifer Coolidge nelle stagioni 1 e 2, e Belinda Lindsey, direttrice della spa di Natasha Rothwell nelle stagioni 1 e 3. Pertanto, è probabile che verranno rivelati pochi dettagli fino a dopo la conclusione della terza stagione di The White Lotus, per mantenere l’attenzione sui nuovi episodi. Potrebbero esserci alcuni indizi nella prossima stagione, magari attraverso una menzione delle altre sedi internazionali del White Lotus.

Dune 3 inizierà le riprese un anno prima del previsto

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Dune 3 inizierà le riprese un anno prima del previsto

Secondo quanto riferito, il regista Denis Villeneuve inizierà le riprese di Dune 3 un anno prima del previsto, portando l’attesissima trilogia nelle sale cinematografiche più velocemente di quanto inizialmente previsto. L’enorme successo di Dune: Parte Seconda ha reso più facile per Villeneuve convincere la Warner Bros. a realizzare un terzo film, poiché il regista cerca di completare la storia di Paul Atreides con un adattamento di Dune Messiah di Frank Herbert, il secondo libro della leggendaria serie di fantascienza dell’autore.

Le riprese dell’epico Dune: Parte tre dovevano iniziare nell’estate del 2026, ma secondo un nuovo rapporto di Baz Bamigboye di Deadline, Villeneuve sta ora pianificando di iniziare a girare il sequel nel giugno 2025. Nulla è stato confermato al momento, ma in precedenza era stato riportato che l’uscita del prossimo film di Villeneuve era prevista per il 18 dicembre 2026, e si ipotizzava che questo prossimo film sarebbe stato Dune 3, e non uno degli altri tre progetti a cui il regista è legato.

Cosa significa questo per Dune 3

Dune location

Le riprese devono iniziare quest’anno per rispettare la data di uscita prevista

L’estate del 2026 non è mai stata una finestra realistica per l’inizio delle riprese di Dune: Parte terza, se Villeneuve intende davvero finire il film in tempo per l’uscita il 18 dicembre 2026. Iniziare le riprese a giugno di quest’anno rende la data di uscita un obiettivo più raggiungibile, dato il lungo processo di post-produzione e montaggio necessario per un film di queste dimensioni.

Villeneuve afferma che Dune: Parte terza sarà il suo ultimo film di Dune, ma spera che altri si assumano il compito di adattare altri libri della serie di Herbert.

Lo stesso Villeneuve ha recentemente ipotizzato a Deadline che le riprese di Dune 3 sarebbero iniziate nel 2026, ma ha anche indicato che il lavoro stava procedendo rapidamente e che avrebbe potuto “tornare dietro la macchina da presa più velocemente di quanto pensi”. Il regista ha anche avvertito che “questi film richiedono molto tempo per essere realizzati, quindi è meglio non dire ad alta voce quando potrei girare”. Villeneuve ha anche detto di non voler affrettare il processo, quindi si può presumere che non stia accelerando Dune: Parte tre su sollecitazione dello studio, ma che sia pronto a partire nella sua mente.

Buffy: il reboot manterrà un aspetto importante della serie originale

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Il riavvio previsto di Buffy l’ammazzavampiri manterrà un aspetto importante della serie originale. All’inizio di febbraio è stato confermato che Hulu stava procedendo con l’ordine di un pilot per un progetto di Buffy l’ammazzavampiri che avrebbe funzionato sia come riavvio che come sequel. Sarah Michelle Gellar riprenderà il suo iconico ruolo di Buffy Summers in un ruolo ricorrente, con l’attenzione rivolta a una nuova cacciatrice. La regista premio Oscar di Nomadland, Chloé Zhao, dirigerà il pilot, con le showrunner di Poker Face, Lilla e Nora Zuckerman, che scriveranno la sceneggiatura.

Lesley Goldberg di The Ankler riferisce che il reboot di Buffy sarà girato a Los Angeles, proprio come la serie originale. Sebbene ci sia stata una tendenza a far rimanere le produzioni cinematografiche e televisive a Los Angeles, in particolare dopo i devastanti incendi di quest’anno, è stato anche detto che i produttori e i talenti coinvolti ritenevano che Los Angeles fosse il posto giusto per il reboot.

Cosa significa per il reboot di Buffy la notizia sulla location

Lo show originale è stato girato quasi interamente a Los Angeles, ambientato nella città immaginaria di Sunnydale, in California. Le location cruciali di Buffy, tra cui il liceo di Sunnydale e il Bronze, sono state girate in esterni in California. Lo stesso vale per il cimitero, la casa dei Summers e l’università di Sunnydale durante le stagioni centrali della serie soprannaturale. È difficile fare previsioni su cosa significherà la scelta delle location per il reboot, dato che tutto ciò che si sa dello show sono i produttori esecutivi coinvolti, ma la serie potrebbe presumibilmente rivisitare alcuni dei momenti fondamentali dell’originale.

I produttori esecutivi saranno i Zuckerman, così come Zhao e Gellar, insieme ai produttori originali Gail Berman, Fran Kuzui e Kaz Kuzui. Anche Dolly Parton, produttrice non accreditata durante la serie originale, è tra i produttori esecutivi del reboot della 20th Television e della Searchlight Television. Il creatore del franchise Joss Whedon non è coinvolto nel progetto, a seguito delle accuse di cattiva condotta e di aver favorito un ambiente di lavoro tossico nel 2021.

Tra i fan si è ipotizzato che il reboot si svolgerà in Ohio, dove si trova una seconda Bocca dell’Inferno. Tuttavia, le ultime notizie sembrano suggerire che, almeno per il pilot e gli episodi iniziali, il reboot potrebbe rivisitare la pericolosa città di Sunnydale, in California. Questo presenta alcune sfide, considerando come l’originale si è concluso con un addio a Sunnydale e l’attivazione di ogni potenziale cacciatrice.

Red Sonja ha trovato degli acquirenti, presto lo vedremo al cinema?

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Il reboot di Red Sonja, in lavorazione da tempo, è stato venduto nel Regno Unito, dove dovrebbe uscire “più avanti quest’anno” dopo due anni di post-produzione. Questo potrebbe voler dire che arriverà anche da noi in Italia tra non molto.

Signature Entertainment ha acquisito i diritti per il Regno Unito e l’Irlanda del film fantasy da Millennium Media, che in precedenza aveva venduto il film in diversi mercati internazionali, ma una prima data di uscita deve ancora essere rivelata.

Basato sulla serie di fumetti best-seller, il fantasy segue la cacciatrice barbara Red Sonja, che deve unire un gruppo di improbabili guerrieri per affrontare il malvagio tiranno Imperatore Draygan e la sua mortale sposa, Dark Annisia.

Il film è interpretato da Matilda Lutz (Revenge), Robert Sheehan (The Umbrella Academy), Wallis Day (Krypton), Michael Bisping (xXx: Return of Xander Cage), Martyn Ford (F9: The Fast Saga), Eliza Matengu (Thor: Love and Thunder), Manal El-Feitury (Code Red) e Katrina Durden (Doctor Strange).

Millennium è finalmente riuscita a mettere in produzione il suo reboot di Red Sonja nel 2022, con il regista di Solomon Kane, M.J. Bassett al timone e Lutz che prende il posto dell’attrice di Ant-Man and the Wasp e Thunderbolts* Hannah John Kamen nel ruolo della temibile guerriera del titolo.

Diverse versioni sono state in fase di sviluppo per almeno 20 anni prima di questa iterazione, mentre diversi sceneggiatori, registi e finanziatori si confrontavano con il progetto. L’originale del 1985 aveva come protagonista Brigitte Nielsen.

Upload 4 di Prime Video riceve un promettente aggiornamento sull’uscita

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La finestra di uscita per la quarta stagione di Upload riceve un aggiornamento positivo. Portata sullo schermo dal co-creatore di Parks and Recreation Greg Daniels, la commedia fantascientifica Prime Video è iniziata nel maggio 2020 introducendo gli spettatori in un futuro prossimo in cui gli individui possono essere caricati in un aldilà virtuale di loro scelta. Guidata da Robbie Amell nel ruolo del programmatore informatico Nathan Brown, la quarta stagione di Upload segnerà la fine della serie. Tuttavia, non è stata ancora annunciata una data ufficiale di uscita.

TV Line ha fornito un aggiornamento sullo stato della commedia fantascientifica quando gli è stato chiesto, menzionando che le riprese si sono concluse lo scorso autunno e che la stagione 4 di Upload uscirà quest’anno. Tuttavia, si nota che i nuovi episodi probabilmente non usciranno fino ad aprile e potrebbero essere rilasciati molto più tardi.

Cosa significa la stagione 4 di Upload

Upload-serie tv

C’erano due Nathan Brown nella stagione 3

Nel finale col botto della terza stagione di Upload, i due Nathan giungono a un accordo. Il vero Nathan avrebbe continuato la sua relazione con Nora (Andy Allo), mentre il Nathan di riserva avrebbe potuto portare avanti la sua storia d’amore con Ingrid (Allegra Edwards). Ma la calma situazione non dura a lungo. Nel finale di stagione, entrambi i Nathan sono stati catturati e solo uno sopravvive, anche se non è chiaro quale. Questa sarà la domanda a cui l’episodio finale potrebbe cercare di rispondere fin dall’inizio.

In una recente intervista con ScreenRant, Allo ha promesso che il finale di Upload sarà strabiliante e ha riconosciuto che molti spettatori continuano a chiedersi quale dei due Nathan sia sopravvissuto. A questo si aggiunge la domanda generale se e come gli eroi trionferanno sul loro ambiente corrosivo. L’ultimo aggiornamento significa che l’attesa per le risposte non sarà troppo lunga.

Daniels ha anche parlato di come la commedia di alto livello tenda a lasciare gli spettatori a chiedersi quale sarà il prossimo passo della serie. Questo è continuato nella terza stagione, che porta a casa il punto che un’utopia tecnologicamente guidata potrebbe non essere così confortante o idilliaca come pubblicizzata. È un tema che si concluderà, in un modo o nell’altro, nella quarta stagione di Upload. Qualunque versione di Nathan sia sopravvissuta, ed è possibile che entrambe le versioni trovino il modo di continuare a vivere, l’obiettivo potrebbe essere quello di assicurarsi che la società circostante funzioni in modo da portare benefici a tutti nel lungo periodo.

Yellowjackets – Stagione 3, Episodio 2: il fascino di Callie per Lottie spiegato dalla star Sarah Desjardins

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La star di Yellowjackets Sarah Desjardins spiega la strana attrazione di Callie verso Lottie (Simone Kessell) nella terza stagione. La Callie di Desjardins è Shauna (Melanie Jayne Lynskey), la figlia di Jeff (Warren Kole) nella linea temporale attuale. Nella terza stagione di Yellowjackets, nell’episodio 2, Lottie, appena uscita da un ricovero psichiatrico, si presenta alla porta di Shauna per chiedere aiuto, e Callie è quella che convince i suoi genitori a lasciare che Lottie rimanga per una notte.

In un’intervista con ScreenRant, Desjardins spiega il fascino di Callie per Lottie nella terza stagione. La star spiega che dietro l’attrazione ci sono “molti livelli diversi” e che, anche se Callie può provare molte emozioni diverse quando Lottie è alla loro porta, la sensazione vincente è la “curiosità”. Con Lottie più aperta, c’è una reale possibilità per Callie di “ottenere le risposte che muore dalla voglia di sapere. Ecco cosa ha detto:

Penso che ci siano tanti livelli diversi, ma il principale è che c’è un’energia in Lottie, come tutti sappiamo, come sa il pubblico. Alla fine della seconda stagione, Lottie forse riconosce qualcosa di simile in Callie. E Callie sente quello che dice, “È così potente”, ma non sa cosa significhi o cosa farne. Quando Lottie finisce sulla soglia di casa nostra, penso che stiano succedendo molte cose. È incuriosita da Lottie, ha paura di Lottie e si sente attratta da Lottie. C’è molta confusione.

Ma penso che alla fine la curiosità sia la sensazione che prevale. Lottie ha un’energia così aperta che penso che Callie veda che forse questa è l’opportunità per ottenere davvero le risposte da qualcuno che [lei] voleva sapere. Quindi, forse manipola un po’. Il risultato ovvio è che Lottie rimanga con noi dopo tutto, ovviamente. Callie fa solo quello che può, e vedremo come andrà avanti nel corso della stagione.

Cosa significa il commento di Desjardins per Callie nella terza stagione di Yellowjackets

Yellowjackets serie tv

Callie potrebbe scoprire altre verità

Il commento di Desjardins mette in evidenza le sfumature nel rapporto tra Callie e Lottie e ciò che Callie sta facendo nella terza stagione di Yellowjackets, suggerendo che il suo personaggio è sulla buona strada per scoprire la verità. In un’intervista separata, Kessell ha fatto luce su ciò che la Lottie adulta sta attraversando nella nuova stagione, spiegando che, a differenza dell’oscuro arco narrativo della stagione 2 di Lottie nella linea temporale passata, il suo personaggio “non ha basi” ed è “euforica”.

Nella stagione 3, episodio 2, Lottie fa un pigiama party con Callie e, prima che Shauna interferisca, sembra disposta a rispondere ad alcune domande.

Kessell ammette che Lottie sta “vivendo un momento infantile” ed è “molto vulnerabile”. Con Callie a casa dopo la sospensione, c’è una grande possibilità che possa scoprire più di quanto già sappia. Alla fine della terza stagione di Yellowjackets, episodio 2, lo show anticipa anche che potrebbero esserci altri sopravvissuti nella linea temporale attuale.

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