La serie di Paddington
continuerà con un quarto film e una serie televisiva, dopo
l’imminente uscita di Paddington in
Perù. Il terzo film uscirà nelle sale cinematografiche del
Regno Unito a novembre, seguito dall’uscita nelle sale statunitensi
a gennaio. La prossima avventura di Paddington lo porta lontano
dall’ambientazione dei film precedenti a Londra, quando si reca in
Perù per far visita alla zia Lucy, insieme alla famiglia Brown, per
poi finire in una missione alla sua ricerca.
Parlando con The Hollywood
Reporter, Françoise Guyonnet, amministratore delegato di
StudioCanal, ha dichiarato che “stiamo anche lavorando a una
nuova serie TV e a un nuovo film che usciranno nel 2027,
28”. Il 2028 segnerà il 70° anniversario di Paddington, il
personaggio apparso per la prima volta nel libro per bambini A
Bear Called Paddington di Michael Bond nel 1958. Poiché
entrambi i progetti sono ancora nelle prime fasi di sviluppo, non
sono stati ancora rivelati ulteriori dettagli sulla trama o sui
personaggi.
Cosa significa questo per il
franchise di Paddington
Paddington in Perù non è
la fine
L’aggiornamento di Guyonet conferma
che Paddington in Perù non sarà la fine della storia
dell’orsetto protagonista. Il terzo film probabilmente
concluderà la prossima avventura di Paddington alla ricerca di zia
Lucy, ma potrebbe lasciare alcune trame aperte per preparare il
terreno al prossimo sequel. Ben Whishaw probabilmente tornerà a
dare la voce a Paddington nel quarto film, insieme ad altri membri
chiave del cast che riprenderanno i loro ruoli, anche se alcuni
potrebbero essere sostituiti se sceglieranno di abbandonare il
franchise come ha fatto Sally Hawkins prima di Paddington 2.
Se Paddington 4 uscirà come
previsto nel 2027 o 2028, ci sarà un’attesa più breve tra il
terzo e il quarto film rispetto a quella tra il secondo e il
terzo. Paddington 2 è uscito nel 2017, mentre
Paddington in Peru uscirà il 20 febbraio 2025. Per
quanto riguarda la serie televisiva, resta da vedere se sarà
live-action come i film o se sarà animata nello spirito delle
precedenti serie televisive di Paddington.
Il periodo di Henry Cavill come Superman è
giunto a una fine precoce per molti fan, dopo che la Warner Bros.
li aveva illusi con una scena a metà dei titoli di coda di
Black Adam, le riprese di Flash,
un sequel di Man of Steel e
probabili progetti tra cui Black Adam 2 e
Crisi sulle Terre infinite.
Quando James
Gunn e Peter Safran hanno fondato i
DC Studios, Henry Cavill è stato abbandonato e
David Corenswet è stato scelto per interpretare
l’eroe nel prossimo film di Superman che arriverà quest’estate.
L’attore britannico, che ha anche
detto addio a The
Witcher, non ha perso tempo a fare il salto nel
MCU per un cameo come variante di
Wolverine in Deadpool & Wolverine. Da allora si sono
susseguite voci secondo cui Henry Cavill sarebbe in lizza per
tornare, anche se non necessariamente come Logan.
Scooper @MyTimeToShineH ha affermato oggi
che “Henry Cavill è stato preso di mira per un ruolo nello
show di Nova”. Come al solito, questa affermazione
relativamente vaga non getta ulteriore luce su quale personaggio
interpreterebbe l’ex Superman, sebbene Richard Rider sia una
possibilità convincente.
I dettagli della trama di Nova sono
ancora per lo più segreti, ma secondo una recente indiscrezione di
Daniel Richtman, Annihilus sarà il cattivo della
serie. I Nova Corps sono stati introdotti nel primo
Guardiani della Galassia,
il che ha portato a speculazioni sul fatto che Richard Rider
avrebbe trovato la sua strada nel franchise GOTG. James
Gunn ha mostrato scarso interesse per il personaggio, ma
la serie Nova molto probabilmente si svilupperà a partire da quel
momento off screen di Infinity War in cui Thanos decima la maggior
parte della popolazione di Xandar.
Per quanto riguarda chi dovrebbe
interpretare Nova, ci sono infinite possibilità entusiasmanti e al
momento non sappiamo a quale fascia d’età lo studio si rivolgerà.
L’anno scorso, Brad Winderbaum, responsabile dello
streaming, dell’animazione e della televisione di Marvel Studios, ha affermato: “Amiamo
Nova. Siamo nelle prime fasi di sviluppo di Nova. Abbiamo un nuovo
sistema dietro le quinte presso Marvel Studios. Ora siamo più
simili a uno studio tradizionale. Stiamo sviluppando più di quanto
effettivamente produrremo”.
“Ci sono progetti per sviluppare
Nova. Amo Nova anch’io. Amo Richard Rider anch’io. Spero che arrivi
sullo schermo”, ha aggiunto. “Il mondo è sempre caos. Ci
sono sempre delle cose. Devi evocare queste cose per farle
accadere, ma mi piacerebbe vedere uno show di Nova, un
giorno”.
Nova nei fumetti
Creato dallo scrittore Marv
Wolfman e dall’artista John Romita Sr.,
Richard Rider è apparso per la prima volta in The Man Called Nova
n. 1 nel 1976. Ha ottenuto i suoi poteri quando l’ultimo centurione
sopravvissuto del Nova Corps, Rhomann Dey, gli ha trasferito le sue
abilità per combattere il cattivo Zorr. Siamo curiosi di scoprire
cosa riserva il futuro a Nova sullo schermo e
cosa significherà la sua introduzione per l’angolo cosmico del
Marvel Cinematic Universe.
Il titolo del film
Il seme del fico sacro si riferisce a una specie di
fico (Ficus religiosa) originaria del subcontinente
indiano. La sua natura invasiva la classifica come epifita, una
pianta o un organismo simile a una pianta che cresce sulla
superficie di un’altra pianta e trae umidità e sostanze nutritive
dall’aria, dalla pioggia o dai detriti che la circondano.
Classificato anche come “erbaccia ambientale”, il fico sacro, a
differenza della maggior parte delle piante epifite, diffonde i
suoi semi su altre piante, per cui le radici penetrano all’interno
del fusto della pianta ospite, spaccandola dall’interno.
La descrizione di cui sopra appare
sullo schermo come un’epigrafe, evidenziando un confronto non
troppo sottile con il governo teocratico dell’Iran, e il film
spiegherebbe come quell’ideologia soffocante e pervasiva alla fine
si imporrà nelle case, trasformando il “noi” collettivo,
spingendolo sempre più verso l’autocrazia man mano che il
ragionamento governato dalle buone intenzioni o dalla generosità
della fede diventa lentamente confuso.
L’obiettivo sui
privilegiati
Il seme del fico
sacro di
Rasoulouf sembra una presa in giro dei film epici pre-codice di
Hollywood, in particolare del film del 1933 Cavalcata. Quel film
descriveva le vite dei benestanti residenti di Londra e dei loro
amici intimi mentre importanti eventi storici come la seconda
guerra boera, l’affondamento del Titanic e la morte della regina
Vittoria colpivano direttamente la famiglia o facevano da
sfondo.
Mentre film come “Cavalcade” e
altri del suo genere non offrono commenti approfonditi su quegli
eventi, il film di Rasoulouf adotta un approccio decisamente
diverso, fungendo da critica acuta. La sua scelta è quella di
evidenziare la dissoluzione dei legami familiari all’interno dei
sostenitori dello stesso regime che costringerebbe il regista a
fuggire dalla teocrazia e come la distanza forzata dalla realtà
offerta dal privilegio non li protegga.
La sfida allo status quo, sia
apertamente che in modo infinitesimale
Forse non è una coincidenza che il
dramma della camera maggiore segua le vite delle tre donne in
assenza di Iman e come le regole e i regolamenti del patriarca
vengano messi sotto accusa dalla sua famiglia, dalla sua stessa
mente e dal mondo che lo circonda.
La sfida più evidente viene da
Rezvan e Sana, che all’inizio del film sono già disillusi a causa
della diffusione di informazioni parziali da parte dei media e di
come i social media diventino la loro unica fonte di informazione
sulle proteste. Il montatore Andrew Bird inserisce anche filmati
delle proteste vere e proprie per far capire la brutale realtà
della vita sotto la teocrazia. Quando Sadaf, amica di Rezvan, viene
attaccata durante le proteste e successivamente arrestata, Rezvan e
Sana perdono ulteriormente le speranze nei confronti della loro
famiglia, in particolare del padre. Questo porta anche alla forma
più evidente di ribellione da parte della stessa Sana, il furto
della pistola del padre.
La sfida infinitesimale, invece,
nasce da Najmeh. Se Iman è la controfigura del regime con tutti i
suoi ideali e il suo conformismo, Najmeh è la devota discepola. Ma
quando vede la sua vita accuratamente curata andare in pezzi a
causa dell’incapacità del marito di gestire la responsabilità di
essere un carnefice spietato e le sue figlie finiscono sotto tiro
quando il fanatismo del marito viene alla ribalta, anche lei inizia
lentamente a sfidare gli stami dell’autorità, offesa per essere
interrogata, cercando di proteggere le sue figlie prendendosi la
colpa su di sé, o alla fine rifiutandosi di sedersi, ricordando al
marito che “aveva già fatto tutto”.
Ma forse la sfida più incisiva allo
status quo è l’incapacità sia di Najmeh che di Iman di comprendere
il divario generazionale che sta emergendo, nonché le rivolte che
stanno sorgendo a causa dell’oppressione. Questo emerge in forme
minime, con Iman incapace di comprendere l’interesse di Sana nel
tingersi i capelli o dipingersi le unghie, ma forse il chiodo nella
bara non è nei momenti palesi di rappresentazione di filmati di
vita reale, ma piuttosto in quel momento centrale in cui Iman si
avvicina a una macchina guidata da una donna con i capelli corti e
un tatuaggio sul collo, con uno sguardo fulminante rivolto a Iman
che denota solo un’arroganza disinvolta. Non importa quanto un
regime cerchi di rinchiudere o controllare, il progresso troverà
sempre un modo per andare avanti senza ostacoli.
Il cambio di genere nell’atto
finale di Il seme del fico sacro
Mentre il cambiamento nell’atto
finale porta Iman a soffrire essenzialmente di un crollo
psichico, governato dalla paranoia e da una sensazione opprimente
di disagio e perdita di controllo di ciò che lo circonda, la scelta
della regia di plasmare l’intero epilogo come un thriller di
invasione domestica sembra deliberata, in quanto il cinema di
genere è forse un meccanismo di trasmissione più efficace per il
commento che Rasoulouf voleva ritrarre. È un discorso a parte che
il passaggio al terzo atto sia un po’ caotico per il suo bene.
Il decimo
film di
Mohammad Rasoulouf, l’ottavo lungometraggio, potrebbe essere
definito uno dei suoi film più incisivi, in cui critica apertamente
il governo iraniano. Il seme del fico sacro
(la
nostra recensione) sceglie di spostare l’obiettivo direttamente
nel cuore dell’amministrazione teocratica, per evidenziare la
fragilità e il marciume all’interno di una famiglia, mentre le
differenze ideologiche e morali minacciano di distruggerla.
Cosa succede in Il seme del fico sacro
La promozione di Iman e la
paranoia del lavoro
Avvocato onesto, devoto alla sua
fede e al governo, Iman vive con la moglie Namjeh e le due figlie,
Rezvan e Sara. La promozione lo vede come giudice istruttore alle
dirette dipendenze del Tribunale Rivoluzionario di Teheran.
Il Tribunale rivoluzionario si
occupa di quasi tutti i reati che potrebbero mettere a rischio la
salute interna ed esterna del paese o l’ideologia in generale. Dai
reati su larga scala come il contrabbando o lo spionaggio
all’istigazione alla calunnia contro il governo, tutto rientra
nella competenza di questo Tribunale rivoluzionario. A differenza
della magistratura ordinaria, i processi non sono pubblici, non
sono presieduti da una giuria ma da un singolo giudice e i dettagli
del processo vengono resi noti solo a discrezione del governo.
Iman, pur essendo stato promosso a
una posizione più alta e aver ricevuto una retribuzione sostanziosa
insieme a un appartamento più grande, scopre presto che la sua
nomina a giudice istruttore non è dovuta al suo talento
giudiziario, ma alla sua devozione all’amministrazione, che lo
renderebbe la mano perfetta per emettere condanne a morte,
indipendentemente dalle prove che indicano tale esito. Almeno
questo sarebbe il motivo per cui il suo superiore Ghaderi gli
avrebbe ordinato di firmare queste condanne a morte. Ciò a sua
volta lo avrebbe costretto a rimanere anonimo e a limitare le
informazioni anche ai suoi familiari.
La cena di quella sera,
apparentemente un modo per festeggiare la promozione di Iman, si
traduce invece nel fatto che Iman ordina alle sue due figlie
adolescenti di stare alla larga dai social media, oltre a garantire
che la notizia della sua promozione o posizione all’interno del
governo rimanga limitata tra le quattro mura del loro appartamento.
Per quanto riguarda la protezione, a Iman viene assegnata una
pistola, che Iman maneggia nervosamente, e anche sua moglie prende
nota di quella metodologia cauta.
L’attacco a Sadaf
In Il seme del fico
sacro Rasoulof, pur non riferendosi esplicitamente alle
proteste delle Ragazze di Parigi (protesta per il velo), si
riferirebbe a tali proteste o, cosa più importante, alle proteste
del 2022 contro la morte di Mahsa Amini in custodia della polizia,
che avrebbero portato a manifestazioni diffuse. Le crescenti
manifestazioni portarono Iman a firmare indiscriminatamente ordini
di esecuzione nel suo ufficio. I media riportano con veemenza
contro i manifestanti, dipingendoli come ribelli contro un sistema
giusto; sia Rezvan che Sana seguono le notizie reali e non
edulcorate su Instagram, su bobine in cui il filmato passa alle
riprese reali delle proteste.
Il rapporto tra le giovani donne
indipendenti e dallo spirito libero e la devota Najmeh era stato
inizialmente teso e in qualche modo messo alla prova da Rezvan che
aveva portato una vecchia amica del college, Sadaf, che si era
appena trasferita a Teheran e cercava un posto dove vivere diverso
dal suo dormitorio. La paranoia del lavoro di Iman implicava che
Najmeh non intrattenesse ospiti sotto la sua supervisione. Di
conseguenza, vedeva Sadaf come una delle personificazioni del mondo
esterno che influenzava le sue figlie in modi strani, portandole ad
agire contro la sua famiglia. Questo, tuttavia, raggiunge il
culmine quando, nel bel mezzo delle proteste, Rezvan e Sadaf si
ritrovano nel mezzo della manifestazione mentre vanno al college, e
Sadaf viene colpita al viso da un colpo di fucile.
Sia Najmeh che Sana tornarono a
casa perché la scuola di Sana era chiusa a causa delle proteste.
Quando Najmeh fu convinta da Sana a comprare generi alimentari di
emergenza, Sana aiutò Rezvan a portare di nascosto la ferita Sadaf,
con un occhio cucito e il viso coperto di sangue a causa della
ferita da pallettoni. Le ragazze esiterebbero a portare Sadaf in
ospedale a causa della professione del padre, e così quando Najmeh
torna a casa, è costretta a prestare soccorso a Sadaf contro la sua
volontà, ma si rifiuta di ospitarla per proteggerla. Invece, Sadaf
si travestirebbe e tornerebbe al suo dormitorio al college. Poco
dopo, sarebbe stata arrestata.
La scomparsa della pistola di
Iman
“Il seme del fico sacro” mette in
luce una famiglia che sta dalla parte del regime, i cui membri
lavorano direttamente per il regime e i suoi ideali, e mostra come
la loro lealtà vacilli o il loro stato mentale diventi fragile.
Mentre la scomparsa della pistola potrebbe essere individuata come
l’ovvia rottura mentale, il dilemma esistenziale di Iman
inizierebbe dal momento della sua promozione, quando la
responsabilità di firmare condanne a morte non esaminate
inizierebbe a pesare sulla sua anima, e Iman, a merito di
Rasoulouf, non ha la consapevolezza di sé per rendersi conto di
essere dalla parte dell’oppressore.
Le sue figlie, d’altro canto,
iniziano decisamente a schierarsi contro il padre e il regime che
rappresenta, etichettando chiaramente come bugie le notizie
sfornate dai media ed esprimendosi ad alta voce a tavola con grande
disappunto di Iman. Quando viene messa direttamente di fronte
all’affermazione del padre secondo cui lui sa meglio perché ha
lavorato all’interno del regime per anni, Rezvan ribatte senza
battere ciglio che suo padre non sa meglio. Poiché è uno dei loro,
ci crede e vuole preservarlo a tutti i costi.
Così, quando la sua pistola
scompare improvvisamente dal cassetto del comodino, inizia a
sospettare delle donne della sua famiglia e crede che una di loro
l’abbia rubata per dispetto. Il timore di Iman, così come quello di
Gadhieri, non è solo che Iman possa essere condannato fino a tre
anni di carcere, ma che il danno alla sua reputazione sia
irreparabile. Ciò influirebbe ulteriormente sulla sua futura
promozione. Rendendosi conto di essere con le spalle al muro e
convinto dal suo capo, costringe la moglie e le figlie a farsi
interrogare da Alireza, uno dei migliori interrogatori che lavora
sotto il regime.
La stretta amicizia tra le famiglie
di Iman e Alireza non aiuta Najmeh, Rezvan o Sana. Namjeh viene
interrogata direttamente da Alireza, che la interroga a fondo. Nel
frattempo, Rezvan e Sana vengono interrogati in stanze separate,
con gli occhi bendati e con una visione limitata per poter scrivere
le risposte alle domande poste. Anche con quella visione limitata,
Sana nota un anello di ossidiana nera che adorna le dita di uno
degli interrogatori. Si rende presto conto dell’identità di
quell’interrogatore quando vede l’anello sulla mano di suo padre
mentre la famiglia viene riaccompagnata a casa. Iman interroga lui
stesso le sue figlie, e Sana se ne rende conto.
Quando l’interrogatorio non dà
risultati, sia Iman che Najmeh cercano di fare appello alle loro
figlie. Per Rezvan, fanno il poliziotto buono e quello cattivo, con
Iman che fa il poliziotto buono e le ricorda l’amore e il rispetto
che già ha per lei, mentre Najmeh la provoca e la schiaffeggia
persino. Tuttavia, questo la porta solo a crollare e a supplicare
di essere lasciata in pace. Per Sana, provano un approccio diverso,
cercando di ingannarla con la promessa di lasciarle tingere i
capelli o dipingersi le unghie, ma senza alcun risultato. Sana non
fa la spia su Rezvan, forse perché sa che sua sorella non è
responsabile del furto della pistola.
Il viaggio in auto verso le
montagne
Quando Najmeh era alla ricerca di
Sadaf, aveva chiesto l’aiuto della moglie di Alireza. Durante
quella conversazione, Alireza aveva messo in guardia da un “gruppo
di persone senza scrupoli” che aveva pubblicato sui social media le
informazioni di contatto di tutti gli interrogatori e dei membri
del regime. Questo era il timore che aveva spinto sia Iman che
Ghadieri a mantenere l’anonimato della loro professione, nonché il
motivo per cui era stata assegnata la pistola.
Ma ora che le informazioni di
contatto di Iman sono state pubblicate sui social media, la sua
paranoia raggiunge il culmine. Su ordine del suo capo, decide di
scrivere una lettera al suo capo chiedendo un alloggio ufficiale
prima di sparire con la sua famiglia fino a quando la situazione
non si sarà risolta. Ghadieri gli dà una delle sue pistole in più
per protezione. Una volta a casa, Iman si occupa di proteggere la
sua impronta digitale attaccando dei nastri sulle fotocamere dei
telefoni di sua figlia e annotando i loro codici di accesso in modo
da potervi accedere. Fatto ciò, Iman prende la decisione chiave di
portare la sua famiglia nella casa di montagna della sua
infanzia.
Durante il viaggio in auto, la
famiglia incontra una coppia. Una metà della coppia lo riconosce
mentre sta facendo rifornimento a una pompa di benzina, e la
paranoia di Iman governa la sua azione in cui riesce a girare
intorno e ad avvicinarsi alla macchina della coppia, facendola
uscire di strada. Quando la coppia minaccia di registrare questi
episodi e caricarli sui social media, Sana informa il padre che i
loro cellulari al momento non hanno rete. Rincuorato dalla
rivelazione di quella vuota minaccia, Iman minaccia la coppia con
la sua nuova arma da fuoco. A sua insaputa, le sue figlie, ormai
disilluse dal padre, hanno iniziato lentamente a scappare. Con
grande orrore di Rezvan, Sana rivela che è stata lei a rubare la
pistola e che attualmente ce l’ha lei.
La spiegazione del finale
deIl seme del fico sacro
Perché Iman insegue la sua
famiglia in montagna?
Nella casa della sua infanzia, il
piano di Iman di essere “la famiglia che erano una volta” sembra
dare i suoi frutti, poiché iniziano a legare guardando vecchi video
dei loro viaggi di famiglia insieme ed esplorando la vecchia casa,
i souvenir e le fotografie. Tuttavia, Iman non ha dimenticato il
crimine che lo ha portato alla pazzia e decide di interrogarle
senza alcun tipo di maschera. Chiudendole in una stanza per un’ora,
ordina loro di rivelare la verità perché non gli interessano le
bugie, ma vuole il bugiardo.
Najmeh continua il suo sforzo
erculeo per proteggere le sue figlie dalla vera natura del padre,
cosa di cui era stata complice per tutto il loro matrimonio a causa
della sua eterna obbedienza e fiducia nel marito (leggi: il
regime). A tal fine, decide di addossarsi la colpa delle figlie,
confessando davanti alla videocamera di aver rubato la pistola e di
averla gettata nel canale di fronte al loro appartamento.
Iman, sposata da oltre 21 anni, non
le crede e, quando viene interrogata, la vede agitarsi. Rendendosi
conto che la situazione non sta andando da nessuna parte, Rezvan
decide di confessare di avere la pistola in giardino e che la
restituirà a suo padre a condizione che lui mandi sua madre e sua
sorella a casa sane e salve. Ma quando Rezvan, seguita dal padre,
cerca la pistola in macchina, non riesce a trovarla. Arrabbiata e
frustrata, Iman imprigiona sia Najmeh che Rezvan in celle separate
nella dependance.
Nel frattempo, Sana riesce a
sgattaiolare via con la pistola e si nasconde nella dependance,
dove, insieme a molti attrezzi, trova un impianto audio e
registrazioni del Corano. Quella notte, dopo aver installato i
megafoni in specifiche aree del bosco, riproduce vecchi ricordi
prima di mettere le registrazioni del Corano. Iman, ormai fuori di
sé, cerca disperatamente la fonte del rumore. Quando finalmente
individua la dependance ed entra, Sana, nascosta dietro la porta,
lo chiude dentro. Corre di nuovo verso la casa e libera sua madre e
sua sorella.
La fine de Il seme del fico
sacro è essenzialmente un lungo inseguimento attraverso
vecchie case di fango e rovine disabitate, mentre le tre donne
cercano di sfuggire alle grinfie di un Iman arrabbiato. Il film
termina con Iman che viene fermato dalla figlia Sana sotto la
minaccia di una pistola, mentre trascina Najma per il collo. Mentre
Sana minaccia di sparargli, Iman la provoca, ordinandole di andare
avanti. Spaventata e nervosa, Sana spara con la pistola sul
pavimento, facendo crollare il pavimento sotto Iman che cade e
muore, con la mano tesa che mostra l’anello nero rivolto verso
l’alto.
Il filmato termina con riprese
reali delle proteste e dei danni collaterali causati dalle
rappresaglie del regime.
L’uscita della quarta stagione di
Invincible
ha ricevuto un aggiornamento ottimistico dal creatore della serie
Robert Kirkman, che ha anticipato quanto potrebbe essere lunga
l’attesa tra le stagioni. La terza stagione di Invincible è attualmente in corso, lo
show tornerà 10 mesi dopo la fine della seconda stagione. Questa è
l’attesa più breve tra le stagioni che lo show sui supereroi abbia
mai avuto, con l’attesa tra la prima e la seconda stagione che è
durata più di due anni e mezzo. Anche se questo sembra essere un
buon segno per il futuro della serie, essendo già stata rinnovata
per la quarta stagione, non è chiaro quanto sarà lunga l’attesa tra
una nuova stagione e l’altra.
Parlando con DiscussingFilm,
Kirkman ha confermato i piani per l’uscita della
quarta stagione di Invincible all’inizio di febbraio
2026, con l’intenzione di pubblicare una nuova stagione della
serie ogni anno da questo momento in poi. Pur ammettendo che non è
chiaro se riusciranno a raggiungere l’obiettivo di uscire ogni anno
con nuove stagioni, ha spiegato che la troupe sta “lavorando a
ritmi vertiginosi” per far uscire nuovi episodi su base
annuale. Ecco cosa ha detto Kirkman:
Penso che il programma di uscita
in cui ci troviamo sia molto più quello che possiamo aspettarci in
futuro rispetto al programma di uscita in cui ci trovavamo tra la
prima e la seconda stagione. Stiamo lavorando a ritmi frenetici
dietro le quinte con [l’artista dello storyboard] Shaun O’Neil, [il
regista] Dan Duncan e l’intero team per mantenere questa fabbrica
in movimento e mantenere questo show in produzione in modo da poter
uscire con una clip abbastanza regolare.Non posso garantire
che torneremo a febbraio di ogni anno, ma posso dire che è
l’obiettivo.
Cosa significa per la serie il
calendario annuale di uscita di Invincible
La quarta stagione è già in
produzione
La quarta stagione di Invincible è
attualmente in produzione, con J.K. Simmons, che presta la voce
a Nolan Grayson/Omni-Man, che ha confermato di aver già registrato
alcune parti per i prossimi episodi. Ciò coincide con l’ultima
dichiarazione di Kirkman, che mostra quanto duramente stia
lavorando la troupe dietro lo show per garantire che un grande
divario come quello tra la prima e la seconda stagione non si
ripeta. È una buona notizia per lo show sui supereroi in
particolare a causa della sua traiettoria, con materiale di
partenza completato che il suo creatore vuole finire di adattare
entro la settima o l’ottava stagione.
Un programma di uscita annuale
distinguerebbe inoltre la serie da altri programmi in
streaming, che spesso possono avere lunghi tempi di attesa tra
l’uscita di nuovi episodi. Poiché il cast di Invincible
è composto da doppiatori anziché da attori, la serie può
anche aggirare i programmi delle sue star senza interrompere la
propria produzione. Questo può aiutare a mantenere il ritmo dietro
le quinte, rendendo più probabile che la serie rilasci nuovi
episodi a intervalli regolari, anche se non sempre entro l’inizio
di febbraio di ogni anno.
Stephen Amell ripercorre il periodo in cui ha
interpretato Oliver Queen nella serie Arrow
della CW e l’impatto che il personaggio della DC ha avuto sulla sua
vita. Arrow
è andata in onda per otto stagioni su The CW e ha dato il
via a un ampio franchise che comprende altre sette serie TV e un
enorme multiverso che si collega a innumerevoli film e spettacoli
DC. Arrow è stata una serie così influente che il suo
franchise ha preso in prestito il nome: l’Arrowverse. Mentre
l’Oliver Queen di Stephen Amell ha appeso arco e frecce al chiodo
molto prima della conclusione dell’Arrowverse,
Oliver è tornato in vita in Crisis on Infinite Earths per
un’ultima avventura insieme ai suoi compagni supereroi e
vigilanti.
In un’intervista con Variety,Stephen Amell, star di Arrow,
riflette sulla sua esperienza di interpretazione di Oliver Queen
per più di sette anni. Amell sottolinea il suo apprezzamento per
lo show, ma ammette che le riprese estremamente lunghe e “le
persone ipercritiche” sui social media hanno messo alla prova
la sua pazienza. Girando quasi tutto l’anno, la star di
Arrow ha continuato a pensare “Quanto tempo
abbiamo?”. Amell spiega:
“I primi due o tre anni di
‘Arrow’ ero molto teso. Avevo le mani e i polsi bianchi. Le ore
erano lunghe. Quando siamo arrivati al quinto episodio della prima
stagione, avevo lavorato a quello show più di quanto avessi mai
lavorato in tutta la mia vita. Non sono mai stato un mostro. Non
sono mai stato irrispettoso, ma avevo la miccia corta. E si impara
man mano che si va avanti.
“C’erano molte persone
ipercritiche, soprattutto con ‘Arrow’. La guardavo e cercavo quasi
di controllarla. (…) I social media sono diventati un gioco a somma
zero, non c’è vincitore. L’ho imparato a mie spese.”
Cosa significano i commenti di Stephen Amell su
Arrow
Le serie DC della CW sono intrinsecamente lunghe serie
televisive
Mentre le serie DC come Peacemaker
e The
Penguin spendono milioni di dollari per otto o nove
episodi, le serie televisive come Arrow e The
Flash hanno budget notevolmente inferiori e un numero di
episodi molto più elevato. Di conseguenza, i cast e le troupe di
serie come Arrow sono legati a un singolo progetto per molto
più tempo e le riprese si protraggono per tutto l’anno.
Aggiungiamo questo approccio a un franchise di supereroi in cui gli
eroi devono rimanere attivi mentre ne spuntano molti altri e si
svolgono crossover sempre più grandi come Crisis on Earth X
e Crisis on Infinite Earths nella stessa continuità.
Più di sei anni dopo che
Arrow ha iniziato a seguire le buffonate da vigilante di
Oliver Queen a Star City, l’Arrowverse è giunto al termine.
Grant Gustin di The Flash e
Melissa Benoist di Supergirl hanno dato l’addio ai loro eroi
dell’Arrowverse, e la DCU di
James Gunn è arrivata per sostituire sia l’Arrowverse
che la DCEU. Sebbene la DCU comprenda sia film che serie, ogni progetto
richiede molto meno tempo per essere completato, poiché ogni film e
serie è una parte molto più breve del franchise, rispetto a una
stagione completa di una serie dell’Arrowverse.
Captain America: Brave New World è il sequel di
L’incredibile Hulk, sotto molti aspetti. Uscito
originariamente nel 2008 come secondo film della MCU, L’incredibile Hulk vedeva
Edward Norton nel ruolo di Bruce Banner prima che questo fosse
ripreso da
Mark Ruffalo nel 2012 in The Avengers. Ora, il film
Brave New World riprende diversi fili e personaggi
introdotti per la prima volta nel primo film di Hulk, molti
dei quali non erano mai stati citati nei 17 anni trascorsi tra i
due film.
In The Incredible Hulk,
Bruce Banner era un fuggitivo in fuga mentre il
generale Thunderbolt Ross lo braccava ossessivamente usando
l’esercito, desiderando il suo potere per il governo degli Stati
Uniti e nutrendo risentimenti personali verso Banner che si era
innamorato di sua figlia Betty. 17 anni dopo, Hulk è ora un
Vendicatore riconosciuto nell’MCU, mentre Ross è diventato
presidente degli Stati Uniti. Tuttavia, Captain America: Brave
New World svela anche una massiccia cospirazione iniziata
durante gli eventi di L’incredibile Hulk del 2008. Ecco i
motivi principali per cui Captain America: Brave New
Worldè essenzialmente l’Incredibile Hulk
2.
che continua il suo arco
narrativo nell’universo cinematografico Marvel iniziato con
L’incredibile Hulk del 2008
Uno dei motivi principali per
cui Captain America: Brave New World è il sequel di
una scarpa da ginnastica di Hulk è il semplice fatto che
Thaddeus Ross è l’antagonista principale del film. Introdotto per
la prima volta nel film L’incredibile Hulk del 2008,
interpretato dal compianto William Hurt, Ross rispecchiava
abbastanza bene il suo omologo dei fumetti nella sua incessante
caccia a Banner dopo l’esperimento gamma che lo aveva trasformato
in Hulk. Tuttavia, da allora Ross ha continuato ad avere un ruolo
secondario nell’MCU.
Ora, Harrison Ford ha preso il
posto del defunto William Hurt nel ruolo di Ross in Brave New
World.Ross viene eletto presidente degli Stati Uniti in
questo nuovo film dell’MCU e alla fine si trasforma nel
mostruoso Hulk Rosso come si vede nei fumetti, diventando ciò che
aveva a lungo cacciato nel passato dell’MCU.
Brave New World rivela le
conseguenze di Harlem
Hulk contro
Abomination
Gran parte della cospirazione che
circonda la presidenza di Ross e gli scheletri nel suo armadio
hanno origine dalla Battaglia di Harlem. Nell’Incredibile
Hulk del 2008, l’Hulk di Banner combatte contro Emil Blonsky,
che si era trasformato in Abomination. Blonsky aveva ricevuto
trattamenti gamma dallo stesso Ross per sconfiggere Banner, che poi
chiese ancora più potere a Samuel Sterns (Tim Blake Nelson), lo
scienziato da cui Banner si era rivolto nel tentativo di curare
Hulk per sempre.
Brave New World rivela le
conseguenze di questa importante battaglia di Harlem. Non solo
Betty si rifiutò di parlare con suo padre, ma Ross fece recuperare
segretamente Sterns da una squadra e lo portò in un sito militare
segreto. Dopo che il suo cervello era stato potenziato dal sangue
di Banner, Ross aumentò la dose di raggi gamma e trasformò Sterns
nel suo laboratorio di ricerca privato, creando nuove armi e
contribuendo allo stesso tempo a sviluppare una cura per la sua
malattia cardiaca, promettendogli in continuazione il perdono una
volta diventato presidente. In realtà, Ross trasformò Sterns in un
capro espiatorio per gli eventi di Harlem, senza mai avere
intenzione di rilasciarlo.
Il mondo nuovo finalmente
ripaga Samuel Sterns, alias The Leader
Nascosto per 16 anni
nell’MCU
Quando le gocce di sangue irradiato
con raggi gamma di Banner caddero sulla tempia di Sterns in
L’incredibile Hulk e la sua testa iniziò a mutare, divenne
chiaro che l’MCU stava preparando la sua
evoluzione in Leader, la controparte supercriminale di Sterns nei
fumetti che acquisisce un intelletto a livello di genere grazie ai
suoi potenziamenti gamma. Tuttavia,
Samuel Sterns non è più apparso nell’MCU fino a Brave New
World. Ora, è stato rivelato che Sterns è stato
prigioniero di Ross per 16 anni, il che spiega la sua scomparsa
mentre sviluppava la sua vendetta segreta contro il nuovo
presidente dell’MCU.
Le radiazioni gamma giocano un
ruolo importante in Brave New World
Una cospirazione importante che
coinvolge Ross e Sterns
In generale, le radiazioni gamma
giocano un ruolo molto più importante in Captain America: Brave
New World rispetto alla maggior parte dei progetti
MCU a partire da L’incredibile
Hulk (un’eccezione degna di nota è She-Hulk: Avvocato e le origini della cugina di
Banner, Jen Walters). Non solo la mutazione gamma di Sterns è
mostrata per intero nel 35° film dell’MCU, ma viene anche rivelato che le
pillole create da Sterns per curare la malattia cardiaca di Ross
erano state contaminate con radiazioni gamma che sono entrate
gradualmente nel flusso sanguigno del presidente, provocandone la
mostruosa trasformazione in Hulk Rosso durante il terzo atto di
Brave New World.
Il ritorno di Betty Ross,
interpretata da Liv Tyler
Liv Tyler ed Edward Norton in L’incredibile Hulk
La sua prima apparizione
nell’MCU dopo L’incredibile Hulk del 2008
Interpretata da
Liv Tyler, Betty Ross è stata il primo amore di Bruce Banner e
la figlia del presidente Ross, da cui si era allontanato dopo gli
eventi de L’incredibile Hulk. Proprio come Sterns, Betty
Ross non era stata vista nell’MCU dal film del 2008, per poi fare
finalmente una nuova apparizione in Brave New World. La
missione principale di Thaddeus era mostrare a sua figlia che era
cambiato, e questo è stato il motivo principale che lo ha portato a
ritrasformarsi nella sua forma normale di mostro rosso rabbioso
alla fine del film.
Mentre la sua voce può essere
sentita al telefono prima della battaglia del terzo atto, Betty
fa un’apparizione completa sullo schermo quando va a trovare suo
padre che ora è detenuto sulla Zattera, cercando di cercare di
riparare il loro rapporto. Tuttavia, non è mai stato rivelato
esplicitamente perché lei e Bruce si sono lasciati, a parte
l’implicazione che probabilmente è stato Banner a rompere, dato che
era ancora ricercato come fuggitivo. Tuttavia, questo non spiega
ancora perché la coppia non sia mai tornata insieme, soprattutto
dopo che Hulk di Banner è diventato un Vendicatore ed è stato
riconosciuto come un eroe.
Red Hulk è il rivale perfetto
per Hulk di Bruce Banner
Il naturale passo successivo
per il “cacciatore di Hulk”
Purtroppo, l’Hulk di Bruce Banner
non fa la sua comparsa in Captain America: Brave New
World. Tuttavia,
il debutto completo nell’MCU dell’Hulk Rosso di Ross
preannuncia un futuro entusiasmante, in cui gli Hulk rosso e verde
potrebbero incontrarsi in futuro. Anche se potrebbero essere rivali
iniziali, è più probabile a questo punto che Hulk e Hulk Rosso
possano diventare improbabili alleati durante i prossimi
Avengers crossover.
Anche se Ross potrebbe essere
tenuto prigioniero sulla Zattera al momento, non è difficile
immaginare uno scenario in cui Ross venga reclutato per aiutare a
salvare il mondo, soprattutto se le cose diventano davvero
disperate. Inoltre, avere la possibilità di affrontare Banner è
probabilmente una delle ragioni principali per cui Ross è ancora
vivo alla fine del film, dopo la serie di riprese aggiuntive.
Dopotutto, i video originali del set del film avevano anticipato un
funerale per il presidente dell’MCU.
Ross finalmente paga per le sue
azioni in The Incredible Hulk
Captain America: Brave New World – Cortesia Disney
L’esercito contro Banner (e la
colpa di Sterns)
Il presidente Ross che paga
finalmente per tutte le sue azioni e i suoi segreti è sicuramente
un ponte narrativo soddisfacente tra TheIncredible
Hulk e Brave New World. Allo stesso modo, il fatto
che sia stato in grado di dimostrare la sua capacità di cambiare ed
essere migliore dell’uomo che era è un buon messaggio tematico a
tutto tondo. In definitiva, la possibilità per Ross di
riconciliarsi con sua figlia è molto più significativa e
soddisfacente se si pensa a dove è iniziato il loro rapporto
nell’MCU con il film del 2008.
L’inizio di una nuova squadra
di Vendicatori è anticipato
Riflettendo sulla fine di
L’incredibile Hulk
È anche divertente sottolineare che
sia L’incredibile Hulk che Captain America: Brave New
Worldterminano con la formazione di futuri gruppi
di Vendicatori. L’incredibile Hulk, dopo i titoli di coda,
mostra Tony Stark che incontra il generale Ross, che beve e fuma i
suoi dispiaceri in un bar, dopo aver perso Bruce Banner ancora una
volta. Stark allude quindi alla formazione di una squadra di
individui potenziati, lasciando intendere che Hulk di Banner è una
recluta desiderata per il primo gruppo di Vendicatori.
Al contrario, alla fine di
Captain America: Brave New World, Sam Wilson accetta la
precedente proposta di Ross di riformare gli Avengers. Ross aveva
immaginato una squadra che ricevesse ordini dalla Casa Bianca, ma
ora che è tenuto prigioniero su The Raft, presumibilmente non sarà
più così. Indipendentemente da ciò, Wilson accenna allo stesso
modo alla formazione di un nuovo gruppo di Vendicatori, e si
accenna anche al fatto che il Falcon di Joaquin Torres sarà uno dei
suoi membri oltre allo stesso Capitan America, proprio come
Hulk è stato accennato come una delle prime reclute dei Vendicatori
dopo Iron Man.
Mentre il film di Superman
di James
Gunn si prepara a uscire nelle sale quest’estate, molti fan
della DC continuano a discutere se il costume dell’eroe titolare
sia davvero all’altezza dell’originale dei fumetti. Fortunatamente,
un artista ha presentato un argomento convincente a favore del
nuovo abito sovversivo di David Corenswet, illustrandolo in modo
splendido e conquistando gli eventuali oppositori che potrebbero
rimanere.
L’artista della DC Comics Fico
Ossio, che attualmente sta lavorando a Black Lightning
insieme allo scrittore Brandon Thomas, ha condiviso una splendida
opera d’arte in un post su
Instagram che ritrae Superman che prende il volo, con Clark
Kent che si agita sullo sfondo. Ciò che colpisce dell’opera d’arte
è che Superman non è la versione dei fumetti, ma piuttosto
il Superman di David Corenswet.
La versione originale di Fico
Ossio, utilizzata come copertina alternativa per Action
Comics n. 1079, mostra una versione più standard dell’abito di
Superman, con cui i lettori di fumetti hanno familiarità. Ora,
ha rivelato la vera ispirazione dietro l’opera e ha aggiornato il
costume per farlo corrispondere a quello di Superman della DCU.
Il costume di Superman di David
Corenswet è più bello che mai in un’opera d’arte
sbalorditiva
Il Superman della DC Comics
riceve il restyling a fumetti che merita
Nell’opera di Ossio, Superman è
mostrato mentre si lancia in azione, ma il costume del
prossimo film di Supermandi quest’anno
ottiene i riflettori da questo abile artista invece del costume che
si vede tipicamente nei fumetti. Con un colletto che ricorda quello
di New 52’s Superman e un emblema sul petto che si ispira alla
continuity di Mark Waid e Alex Ross in Kingdom Come, il look
di David Corenswet si discosta dal design iniziale, pur mantenendo
l’essenza di come dovrebbe apparire Superman. Ossio modifica anche
il viso e l’acconciatura per assomigliare ulteriormente a
Corenswet, dando a questa brillante ricreazione il tocco finale
perfetto.
Fico Ossio non è l’unico artista
della DC Comics ad aver catturato le sembianze di David Corenswet
in forma di fumetto in previsione del film della DCU. Il celebre artista Dan Mora ha recentemente
disegnato la sua variante di copertina di Superman di Corenswet per
una ristampa di Action Comics #1 di Jerry Siegel e Joe
Shuster, rendendo omaggio alla prima apparizione in assoluto
dell’Uomo d’Acciaio in attesa del suo futuro sul grande schermo.
I creativi del mondo dei fumetti sono ansiosi di cimentarsi con
il nuovo costume di Superman e le loro interpretazioni dimostrano
quanto sia ben riuscito, sia sullo schermo che sulla
pagina.
Il costume di Superman della
DCU è diverso dal suo look classico, ma è proprio questo che lo
rende fantastico
Superman e Kripto in Superman. Cortesia di DC Studios
Il Superman di David Corenswet
si distingue dall’originale nei fumetti
Molti si lamentano del fatto che il
costume di David Corenswet per la DCU non assomigli al classico costume che tutti
conoscono e amano, ma è proprio questo che lo rende così
eccezionale. In opere d’arte come quella di Fico Ossio, è
immediatamente riconoscibile come Superman della DCU piuttosto che come una versione ordinaria
dell’Uomo d’Acciaio, a dimostrazione di quanto possa diventare
iconico nel tempo. Superman non dovrebbe limitarsi al suo
solito abbigliamento, e la versione di Corenswet dimostra che c’è
più di un modo per rendere il suo amato costume perfetto su diversi
supporti.
Daredevil:
Rinascita riporterà in vita diversi personaggi iconici
della Marvel, oltre a portare nuovi
attori nel mondo dell’MCU (Marvel Cinematic Universe). Dopo la
cancellazione della serie Netflix della Marvel Television nel 2019, il
destino dei Defenders e delle storie di Netflix era in bilico.
Tuttavia, nel marzo 2022 è stato annunciato che sarebbe stato
sviluppato un reboot di Daredevil per i Marvel Studios, con Matt Corman e Chris Ord
impegnati nella scrittura e nella produzione della serie Disney+. Il capo dei Marvel Studios Kevin Feige ha
confermato lo sviluppo di Daredevil:
Rinascita al SDCC 2022, regalando
all’imminente
uscita dell’MCU una monumentale prima stagione di 18
episodi.
Sotto il titolo provvisorio “Out
the Kitchen”, Daredevil: Rinascita vedrà
il ritorno di alcuni attori selezionati dagli show Netflix
della Marvel Television, due dei quali
sono già apparsi
nella timeline dell’MCU attraverso progetti come Spider-Man:
No Way Home, Hawkeye e She-Hulk: Attorney at Law. Come vigilante
protettore di Hell’s Kitchen, Daredevil si troverà a scontrarsi con
Kingpin nella sua imponente serie Disney+, ora saldamente ambientata nel
mondo dell’MCU.
Charlie Cox nei panni di Matt
Murdock, alias Daredevil
Daredevil: Rinascita da DISNEY ITALIA
Visto l’ultima volta in
Echo
L’attore inglese Charlie Cox ha
debuttato nel ruolo di Matt Murdock nella serie Daredevil,
trasmessa nel 2015 su Netflix, e ha ripreso il ruolo per l’evento
crossover di Netflix, The Defenders, nel 2017. Grazie alla
sua straordinaria interpretazione dell’eroe Marvel, è diventato difficile
immaginare qualcun altro che assumesse il ruolo per il reboot, ma
Cox è stato confermato per interpretare la versione MCU di Murdock dopo un’apparizione
a sorpresa in Spider-Man: No Way Home del 2021.
Dopo aver ripreso il ruolo in
She-Hulk: Attorney at Law – e aver instaurato una sorta di
storia d’amore con Jennifer Walters – Cox è apparso in Echo,
combattendo contro Maya in una sequenza drammatica all’interno del
primo episodio dello show Disney+ per aiutare a impostare la sua
trama con Kingpin di Vincent D’Onofrio. Charlie Cox è anche pronto
a doppiare una versione animata di Daredevil in Your Favorite
Neighborhood Spider-Man, dando all’attore un’altra apparizione
come l’eroe che potrebbe precedere Daredevil: Born Again.
Sono state apportate diverse modifiche a questa versione di
Daredevil, che lo differenziano dalle sue origini Netflix.
She-Hulk:
Attorney at Law ha mostrato un lato più comico di Daredevil
e ha persino visto l’eroe sfoggiare una nuovissima tuta rossa e
dorata, creata dallo stilista Luke Jacobson invece che da Melvin
Potter, di Daredevil. Sebbene la questione della canonicità
della serie televisiva Marvel rispetto all’MCU rimanga senza risposta,
Daredevil: Rinascita è destinata a dare una svolta
diversa al personaggio iconico e alla sua storia, attingendo anche
alla serie Netflix, creando, si spera, un autentico successore
della serie originale.
Vincent D’Onofrio nel ruolo di
Wilson Fisk, alias Kingpin
Proprio come Cox,
Vincent D’Onofrio ha ripreso il ruolo che aveva interpretato in
Daredevil durante la Fase 4 dell’MCU, facendo il suo debutto in
Occhio di Falco nei panni dell’uomo dietro la Tracksuit
Mafia e zio adottivo di Maya Lopez, alias Il ruolo di Kingpin
nell’MCU è stato ampliato con la serie
solista Echo, che ha approfondito la storia del protagonista
con il cattivo della Marvel, e la scena Echo finale post-crediti si è conclusa con l’ipotesi che
Wilson Fisk si candidi a sindaco di New York.
Durante la presentazione della
Marvel Studios al Comic-Con nel
2022, è stato anticipato che in Daredevil:
Rinascita Cox e D’Onofrio avrebbero condiviso la scena,
quindi la dinamica tra Matt Murdock e Wilson Fisk, alias Kingpin,
sarà esplorata in modo più approfondito. Non è chiaro se Fisk
conosca già a fondo Daredevil, la serie Netflix, o se i Marvel Studios stiano partendo da
zero in Born Again, ma il ritorno di D’Onofrio nei panni del
malvagio è incredibilmente emozionante.
Jon Bernthal nel ruolo di Frank
Castle, alias The Punisher
Immagine dal trailer di Daredevil: Born Again
Visto l’ultima volta nella
seconda stagione di The Punisher
Dopo che è stato confermato che Cox
e D’Onofrio riprenderanno i loro ruoli in Marvel Television per
Daredevil: Rinascita, sono iniziate le speculazioni su
quali altri attori di Netflix si uniranno a loro, se ce ne saranno.
Jon Bernthal, che ha interpretato Frank Castle, alias il
Punitore, nellaseconda stagione diDaredevil e nella sua serie spin-off, The
Punisher, ha confermato che riprenderà il ruolo nel marzo
2023.
Il Punitore di Bernthal è diventato
rapidamente uno dei preferiti dai fan, grazie alla magnetica
interpretazione di Bernthal nel ruolo del brutale antieroe. Poiché
non è ancora stato confermato che Daredevil:
Rinascita sarà vietato ai minori, c’è il timore che il
personaggio possa essere troppo edulcorato, ma il divieto ai minori
di Echo suggerisce che lo show di Daredevil potrebbe seguire
lo stesso percorso, in parte a causa della presenza del
Punitore.
Ayelet Zurer nel ruolo di
Vanessa Fisk
Visto l’ultima volta nella
terza stagione di Daredevil
Ayelet Zurer ha inizialmente
interpretato Vanessa Fisk in Daredevil, l’interesse amoroso
e poi moglie di Wilson Fisk. Mentre nel marzo 2023 è stato rivelato
che Sandrine Holt avrebbe assunto il ruolo per Daredevil:
Rinascita dopo il casting del dicembre 2022, questo è
stato nuovamente modificato nell’aprile 2024, con Zurer che ha
ripreso il ruolo di Vanessa Fisk per lo show MCU.
Ciò è particolarmente degno di nota
dato che il casting di Holt è stato il primo grande rifacimento di
un personaggio della Marvel Television per un progetto
della Marvel Studios, suggerendo
inizialmente che la serie Netflix – così come altri show spinoff
come Agents of SHIELD – forse non erano canonici per
l’MCU dopo tutto. Ora che il
responsabile dello streaming di Marvel Studios Brad Winderbaum ha
confermato che gli spettacoli Marvel di Netflix sono canonici
dell’MCU, ha più senso che Zurer
riprenda il personaggio ancora una volta, anche se Sandrine Holt
sembrava promettente per il ruolo.
Elden Henson nel ruolo di Foggy
Nelson
Immagine dal trailer di Daredevil: Rinascita
Visto l’ultima volta nella
terza stagione di Daredevil
Le prime notizie su Daredevil:
Rinascita suggerivano che Foggy e Karen non sarebbero
stati presenti nella serie, con molti che teorizzavano che ciò
fosse dovuto a una linea temporale alterata a seguito del cambio di
universo, o perché Karen e Foggy erano morti durante il periodo di
tempo non visibile tra la fine della terza stagione di
Daredevil e il punto in cui Daredevil:
Rinascita riprende. Tuttavia, alcune
foto recenti hanno rivelato sia Elden Henson che Deborah Ann Woll
sul set, confermando che riappariranno in qualche modo.
Deborah Ann Woll nei panni di
Karen Page
Daredevil: Rinascita da DISNEY ITALIA
Visto l’ultima volta nella
seconda stagione di Punisher
Come per Foggy Nelson interpretato
da Elden Henson, anche Karen Page, interpretata da Deborah Ann
Woll, era ritenuta assente da Daredevil: Rinascita, fino
all’uscita delle foto dal set che mostravano un’insegna “Nelson,
Murdock & Page” e alla successiva rivelazione che entrambi gli
attori erano sul set della serie. Il ritorno di Page, interpretata
da Deborah Ann Woll, è particolarmente interessante, data la storia
d’amore di Matt Murdock con il personaggio. Se fosse viva nella
linea temporale principale della serie, ciò complicherebbe
notevolmente l’incontro di Daredevil con She-Hulk nella serie
solista dell’eroe.
Detto questo, il ritorno di Woll e
Henson varrebbe la pena di qualsiasi complicazione, poiché entrambi
hanno aggiunto sfumature e profondità ai rispettivi ruoli durante
la serie originale di Daredevil. Tuttavia, il presunto ritorno di
un altro cattivo di Daredevil potrebbe rendere molto più incerte le
possibilità che siano vivi e vegeti in Daredevil:
Rinascita.
Wilson Bethel nel ruolo di
Benjamin Poindexter, alias Bullseye
Immagine dal trailer di Daredevil: Born Again
Visto l’ultima volta nella
terza stagione di Daredevil
Nel gennaio 2024,
Comicbook.com ha riportato che Bullseye, interpretato da
Wilson Bethel, tornerà in Daredevil: Rinascita.
Sarebbe perfettamente logico, dato che la terza stagione di
Daredevil si è conclusa con il personaggio che sembrava aver
terminato la sua storia di origine da cattivo per diventare
ufficialmente Bullseye, dopo aver subito un intervento chirurgico
sperimentale alla colonna vertebrale che, una volta completato, ha
lasciato gli occhi di Poindexter segnati dall’iconico motivo di
Bullseye.
Le foto dal set di Daredevil:
Rinascita hanno confermato che è così, con la nuova tuta di
Bullseye utilizzata nello show. Riportare il personaggio nella
serie per lo show della Marvel ha sicuramente senso, in
quanto assicura che la parte più emozionante della sua storia da
cattivo, il suo vero periodo come Bullseye, possa essere mostrata
al pubblico. Questo serve anche a bilanciare il ritorno degli eroi
e dei cattivi della serie originale, fornendo a personaggi come
Daredevil e Punisher un altro potente nemico da affrontare, anche
se Bullseye dovrebbe tornare solo per 3 episodi della serie.
Daredevil: Rinascita è
stato presentato in anteprima esclusiva nel segmento Marvel del panel D23 Entertainment
Showcase del 2024, e questo sembra aver fatto luce su cosa
aspettarsi dal personaggio di Wilson Bethel nell’MCU. Il filmato mostra Benjamin
Poindexter dietro le sbarre, ma lo mostra in particolare mentre
cammina, il che è un punto chiave della trama da notare, dato che
era paralizzato alla fine della serie originale di
Daredevil. Pertanto, sebbene ci siano alcuni ostacoli alla
piena rivelazione di Bullseye come cattivo nello show, sembra
probabile che Poindexter scapperà per affermarsi come cattivo in
Daredevil: Rinascita.
Margarita Levieva nel cast in
un ruolo non rivelato
Nuovo arrivo nel cast di
Daredevil
Meglio conosciuta per i ruoli in
Vanished, The Deuce, In From the Cold e Revenge, Margarita
Levieva è stata scritturata per Daredevil:
Rinascita nel dicembre 2022. Sebbene il suo ruolo non sia
stato ancora rivelato dalla Marvel Studios, è stato riferito
che avrà un ruolo importante nella serie, e si ipotizza che
potrebbe essere il ruolo dell’interesse amoroso di Matt Murdock.
Questo segnerebbe una grande deviazione dalla serie
Daredevil di Netflix, che ha anticipato l’eventuale
relazione tra Murdock e Karen Page interpretata da Elizabeth
Olsen.
Muse
Nuova aggiunta al cast di
Daredevil
Il filmato di Daredevil:
Rinascita, rivelato al panel del D23 Entertainment Showcase
del 2024, ha mostrato un nuovo personaggio inaspettato, presentando
Muse al pubblico. Nei fumetti Marvel, Muse è un supercriminale i
cui poteri gli permettono di sfuggire ai controlli, assicurando che
la sua “arte” sanguinaria possa essere portata avanti senza che la
gente lo noti. Questa rappresentazione sembra essere stata
riportata in Daredevil: Rinascita, poiché il filmato del
D23 mostra i suoi murales prima di rivelare il personaggio stesso,
suggerendo che è prevista un’iterazione simile del personaggio.
Anche se l’attore che interpreta
Muse non è stato ancora confermato – e probabilmente rimarrà tale,
dato che il personaggio è rappresentato principalmente con una
maschera bianca che copre tutto il viso – chiunque sia stato scelto
per il ruolo in Daredevil: Rinascita è senza dubbio
un attore di talento, dato che dovrà recitare apparentemente dietro
il costume che copre tutto il corpo e il viso di Muse. È
interessante notare che, date le macchinazioni omicide del
personaggio, sono sorte teorie secondo cui Muse potrebbe riunire
Daredevil e Kingpin come alleati per un certo periodo di tempo,
dato che sarebbe nel loro interesse fermare il cattivo.
Tigre Bianca
Immagine dal trailer di Daredevil: Born Again
Nuovo arrivo nel cast di
Daredevil
L’apparizione di White Tiger in
Daredevil: Rinascita è stata confermata insieme a
Muse nel panel del D23 Entertainment Showcase del 2024, anche se le
foto di scena avevano già accennato alla presenza del personaggio.
Il mantello di White Tiger era stato anticipato già nel 2015 con la
prima stagione di Jessica Jones, in cui veniva menzionata
Angela del Toro, un altro personaggio che ha già avuto il titolo di
eroe nei fumetti. Tuttavia, Born Again rivela che Hector
Ayala sarà il primo White Tiger sullo schermo, mostrandolo mentre
indossa la tuta e affermando che la gente ha bisogno di un
eroe.
Sebbene l’attore che interpreterà
White Tiger non sia ancora stato confermato ufficialmente,
Forbes ha riferito che Kamar de los Reyes ha interpretato il
ruolo di Hector Ayala nello show, e altre fonti hanno riportato la
stessa notizia. Purtroppo, Kamar de los Reyes è morto nel 2023,
rendendo la sua interpretazione di White Tiger il suo ultimo
ruolo.
Daredevil: Rinascita
cast e personaggi secondari
Michael Gandolfini – Michael
Gandolfini, che si è unito a Levieva da The Deuce, è stato
scritturato per un ruolo non rivelato in Daredevil: Born
Again nel dicembre 2022. Il ruolo di Gandolfini nella prossima
serie Disney+ non è stato rivelato, ma si
ipotizza che potrebbe interpretare il figlio di Wilson Fisk, anche
se ha dichiarato che il suo personaggio è di Staten Island e non di
Hell’s Kitchen, l’ambientazione tipica delle storie di Daredevil.
Gandolfini è stato il primo membro del cast a unirsi alla serie
dopo Charlie Cox e Vincent D’Onofrio, quindi è probabile che avrà
un ruolo importante in Daredevil: Born Again.
Nikki M. James – Dopo i
recenti ruoli in Spoiler Alert e Severance di Apple
TV+, Nikki M. James è stata scritturata in Daredevil: Born
Again nel gennaio 2023. Sebbene la natura esatta del suo ruolo
nell’universo cinematografico Marvel non sia stata rivelata, le
teorie più diffuse suggeriscono che potrebbe interpretare Kristen
McDuffie, l’assistente procuratore distrettuale che sospetta
fortemente che Matt Murdock sia il diavolo di Hell’s Kitchen.
Questo sospetto alla fine porta i due a iniziare una relazione
romantica, che potrebbe prestarsi alla versione molto più
affascinante di Daredevil vista in She-Hulk.
Michael Gaston – Noto
soprattutto per i ruoli in Prison Break, Jericho e
The Mentalist, Michael Gaston si è unito al cast di
Daredevil: Born Again nel marzo 2023. Gaston ha
precedentemente interpretato Gerald Sharpe, un membro del
Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, durante la settima
stagione di Agents of SHIELD. Tuttavia, poiché questa trama
si svolgeva nel passato, è improbabile che riprenda questo ruolo
per Daredevil: Born Again. Non si sa ancora nient’altro sul
ruolo di Michael Gaston nella prossima serie MCU.
Arty Froushan – Arty
Froushan è stato scritturato per Daredevil: Born Again nel
marzo 2023 e, sebbene il suo ruolo non sia stato rivelato dalla
Marvel Studios, è stato riferito
che Froushan interpreterà un socio di Wilson Fisk di nome “Harry”.
La Marvel Studios non ha confermato la
notizia, ma l’inclusione dell’attore di Carnival Row e
House of the Dragon nella serie della
Fase 5 è molto eccitante.
Harris Yulin – Le foto di scena di Daredevil: Born
Again hanno suggerito nell’aprile 2023 che la leggenda di
Hollywood Harris Yulin si era unito al cast della prossima serie
MCU. Non si sa nulla del potenziale
ruolo di Yulin in Born Again, ma con crediti come
Scarface, Ghostbusters II, Clear and Present Danger e Training
Day al suo attivo, Yulin è un’aggiunta brillante al cast di
Daredevil: Rinascita.
Genneya Walton – Nel
febbraio 2024 è stato annunciato che Genneya Walton, nota
soprattutto per le sue apparizioni in Candy Cane Lane, BlackAF e
l’adattamento televisivo di School Of Rock, si è unita al cast di
Daredevil: Rinascita. Le notizie secondo
cui il personaggio di Walton sarà legato al giornalismo hanno
portato a ipotizzare che il suo ruolo sarà collegato al giornalista
di Daredevil Ben Urich, permettendo alla sua storia di
proseguire nell’MCU, ma nulla al riguardo è stato
ancora confermato.
Il regista di Alien:
Romulus, Fede Álvarez, rivela come il film sia
riuscito a mantenere segreto il suo momento più scioccante.
L’ultimo capitolo della saga di Alien, ambientato tra
Alien (1979) e Aliens (1986), era già stato accolto
con grandi aspettative per i suoi legami con l’originale di Ridley
Scott e come precursore del sequel di James Cameron. Una delle
sorprese più grandi è stata Rook, un androide con l’aspetto e
la voce di Ian Holm, nonostante la morte dell’attore nel 2020.
Nonostante sia stata un’impresa tecnologica impressionante, la
decisione di resuscitare digitalmente
Ian Holm in Alien: Romulus è stata oggetto di
controversie.
In una conversazione con Collider,Álvarez ha spiegato gli straordinari sforzi fatti per preservare
l’inaspettata rivelazione di Ian Holm. Il regista ha spiegato
che durante le proiezioni di prova di Alien: Romulus, gli
spettatori sono stati esortati a non rovinare il momento agli
altri, assicurandosi che il pubblico, qualche mese dopo, sarebbe
rimasto davvero scioccato nel vedere di nuovo il volto dell’iconico
cattivo e sentire la sua voce. Leggi qui sotto cosa aveva da
dire:
La presenza di Ian Holm nel film
è stata tenuta segretafino all’ultimo
secondo. La maggior parte di voi, si spera, non lo
sapeva fino alla prima. All’inizio, questo tizio aveva detto: “È
impossibile. La gente lo saprà. Ci saranno delle
proiezioni”.
Ma poi, durante le poche
proiezioni che abbiamo fatto prima del film, hopregato
tutti: “Per favore, non rovinate tutto agli altri. Non postate
nulla su Ian Holm nel film”.Lo faccio perché voglio che
le persone siano lì tra il pubblico e dicano: “Oh, c***o, c’è Ian
Holm!”. Se leggono già online che sarà nel film, gli rubi quel
momento.
Cosa significa il segreto più
sorprendente e controverso di Alien: Romulus
Un impressionante mix di
tecnologia e impegno
Ian Holm è apparso per la prima
volta nell’originale Alien nei panni di Ash, l’ufficiale
scientifico della Nostromo che si rivela essere un agente
dormiente per la Weyland-Yutani Corporation. Il suo comportamento
calcolato divenne un riflesso del sinistro programma della
Corporation, rendendolo uno dei cattivi più memorabili del
franchise. In Alien: Romulus, la somiglianza di Holm ritorna
sotto forma di Rook, un nuovo modello di androide con una
programmazione e direttive simili a quelle di Ash. Il regista
Álvarez ha assegnato a Rook un ruolo cruciale nel suo capitolo,
legando Romulus al più ampio franchise, poiché
l’androide ha continuato la missione di Weyland-Yutani di ottenere
ricerche relative agli
Xenomorfi sulla Renaissance abbandonata.
Grazie all’uso di CGI, deepfake AI
technology e animatronics, Legacy Effects e Metaphysic, alcuni
degli studi dietro le immagini di Romulus, candidate a
diversi premi, sono stati in grado di ricreare Ian Holm per
Alien: Romulus. Il successo di Alien: Romulus
nel mantenere segreto il ritorno di Ian Holm è sicuramente
un’anomalia in un settore in cui le fughe di notizie e gli
spoiler anticipati dilagano. Franchising amati come Star
Wars hanno avuto meno successo nel mantenere segrete le
apparizioni di alcuni personaggi, con il ritorno di Carrie Fisher
in Star Wars: L’ascesa di Skywalker e Peter Crushing in
Rogue One già noti prima
dell’uscita di ogni film.
Daredevil:
Rinascita non scherza con la sua classificazione
TV-MA, come mostra un nuovo trailer. L’eroe dell’universo
cinematografico Marvel interpretato da
Charlie Cox è già apparso in diversi
progetti della serie da quando l’attore è tornato nei panni di
Daredevil nel 2021. Tra meno di un mese, sarà finalmente lui a
guidare il cast di Daredevil: Rinascita, poiché
Cox è di nuovo in prima linea in una serie Marvel incentrata sul Diavolo di
Hell’s Kitchen. La nuova serie di Daredevil promette di offrire lo
stesso tipo di narrazione matura e azione violenta della serie
originale di Netflix, come evidenziato da un nuovo trailer.
Marvel Studios (tramite
@NexusPointNews/Twitter) ha pubblicato un nuovo spot
televisivo di Daredevil:
Rinascita che si concentra sui lati Matt
Murdock e Daredevil dell’eroe di Charlie Cox nell’universo
cinematografico Marvel.
New TV spot for ‘DAREDEVIL: BORN AGAINʼ has
been released.
Il nuovo trailer inizia
concentrandosi su come appare la vita di Matt nel
prossimo show televisivo MCU. Matt può essere visto camminare
fuori dal tribunale, cucinare, baciare e altro ancora nella sua
routine quotidiana. Poi, tutto cambia, con l’azione di Daredevil
che entra in scena. Vengono mostrate brevemente diverse scene di
combattimento, tutte energiche e di grande impatto, il che fa ben
sperare per la storia che Daredevil:
Rinascita ha da raccontare.
Cosa rivela il nuovo trailer di
Daredevil: Rinascita per la serie
Daredevil: Rinascita da DISNEY ITALIA
Il nuovo trailer di
Daredevil: Rinascita mostra maggiormente il
lato di Matt Murdock. Anticipa il tono della sua storia personale
al di fuori del mondo dei supereroi. Nella versione originale della
serie, prima che la Marvel Studios rivedesse la serie,
Matt avrebbe aspettato quattro episodi prima di indossare i
panni del supereroe. Pertanto, nonostante i cambiamenti, il
lato Matt Murdock della serie avrà ancora un ruolo chiave nella
storia generale della stagione, tanto quanto le sue buffonate da
supereroe. Matt sembra essere nervoso mentre affronta la sua vita
quotidiana, come anticipato dal trailer.
Quando il filmato passa al lato di
Daredevil, è chiaro che ora dietro al progetto c’è la Marvel Studios. Mentre il tono
delle sequenze d’azione è ancora lo stesso flusso oscuro e violento
della serie originale di Daredevil, nei disegni dei combattimenti
sono incorporati nuovi ritmi MCU. A partire da She-Hulk: Attorney at Law, il Daredevil di
Charlie Cox è diventato molto più acrobatico nell’MCU. Questo è fedele ai fumetti
e il nuovo trailer di Daredevil: Born Again mostra che ci
saranno molti salti e lanci dagli edifici, oltre a pugni duri e
ossa rotte.
Daredevil:
Rinascita
Matt Murdock (Charlie
Cox), un avvocato cieco con abilità elevate,
lotta per la giustizia attraverso il suo vivace studio legale,
mentre l’ex boss della mafia Wilson Fisk (Vincent
D’Onofrio) persegue i suoi sforzi politici a New York.
Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli
uomini si ritrovano su un’inevitabile rotta di collisione.
La serie Daredevil:
Rinascita vede la partecipazione anche di
Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Zabryna
Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson,
Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e
Jon Bernthal. Dario Scardapane è
lo showrunner.
Gli episodi sono diretti da
Justin Benson e Aaron Moorhead,
Michael Cuesta, Jeffrey
Nachmanoff e David Boyd; e i produttori
esecutivi sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad
Winderbaum, Sana Amanat, Chris Gary, Dario Scardapane, Christopher
Ord e Matthew Corman, e Justin Benson e Aaron
Moorhead.
Doveva essere l’avventura di una
vita per Gabby Petito, 22 anni, e il suo fidanzato
Brian Laundrie. Ispirati dai social media che raccontano vite
glamour on the road, nel 2021 i due hanno acquistato un furgone per
viaggiare attraverso l’America, desiderosi di esplorare le vaste
meraviglie naturali della nazione. Per quattro mesi, Petito e
Laundrie avrebbero soggiornato in diversi parchi nazionali
americani, mentre lei avviò un blog e un account YouTube per
raccontare il loro viaggio.
Ma la vacanza da sogno si è
conclusa in tragedia. Dopo almeno una lite domestica tra lei e
Laundrie, contraddetta dalla sua brillante presenza sui social
media, Petito è scomparsa nel 2021 e non sarebbe mai più tornata a
casa. Il suo corpo è stato ritrovato il 19 settembre 2021.
American Murder: Il caso Gabby Petito, una nuova
serie di documentari in tre parti, ora disponibile su Netflix,
racconta la storia della vita e della morte di Petito attraverso
interviste ai suoi amici e familiari, e ripercorre come la ricerca
di lei abbia suscitato l’interesse nazionale. Ecco cosa c’è da
sapere su American Murder: Il caso Gabby
Petito.
Come Gabby Petito e
Brian Laundrie sono diventati parte della
#vanlife
Petito e Laundrie sono diventati
amici dopo essersi conosciuti alla Bayport-Blue Point High School
di Bayport, New York. Dopo essersi diplomati nel 2017, i due hanno
iniziato a frequentarsi nel 2019 e Petito si è trasferita a North
Point, in Florida, per vivere con la famiglia di Laundrie. Vivere
lì è stata un’esperienza spiacevole per Petito, come racconta la
sua amica Rose Davis nella serie. Ha faticato a andare d’accordo
con la famiglia di Brian, soprattutto con sua madre Roberta. Il
disagio è stato aggravato dal comportamento sempre più controllante
di Laundrie. In un’occasione, ha rubato il portafoglio e la carta
d’identità di Petito per impedirle di uscire con Davis, come si
legge in American Murder, che mostra i messaggi di testo di
Petito e Laundrie. Petito e Laundrie condividevano l’interesse per
i lunghi viaggi in auto, i parchi nazionali e i viaggi negli Stati
Uniti, compreso il viaggio in auto da New York alla California. Nel
luglio 2020, la coppia si è fidanzata.
Per risparmiare per un’avventura
attraverso il paese, Gabby ha svolto vari lavori, tra cui quello di
tecnico di farmacia e di cameriera da Taco Bell. Ha acquistato un
Ford Transit Connect del 2012 e la coppia lo ha rimodellato per
renderlo vivibile per quella che doveva essere un’avventura di
quattro mesi alla scoperta di vari parchi nazionali. Il 2 luglio
2021, un anno dopo il loro fidanzamento, sono partiti da New York.
Petito aveva intenzione di documentare il viaggio su YouTube con
l’account Nomadic
Statik e sul suo account Instagram, il cui
profilo recita “viaggiare per il mondo nel nostro piccolo furgone
#vanlife”.
Gabby Petito è stata
data per dispersa, il che ha portato a
un’indagine
Il 12 agosto 2021, la polizia ha
ricevuto una chiamata al 911 a Moab, Utah, in cui si affermava che
un uomo stava aggredendo una ragazza in un furgone di passaggio. La
polizia ha trovato il veicolo ed è intervenuta: era il furgone di
Petito. Sulla base delle storie raccontate alla polizia da una
Petito in preda al panico e da una Laundrie calma, si è giunti alla
conclusione che Laundrie fosse vittima di una violenza domestica.
Rifiutandosi di sporgere denuncia, la coppia fu separata per la
sera: Laundrie fu portata in un hotel e Petito rimase nel furgone.
Il giorno dopo continuarono il viaggio. Una settimana dopo, fu
pubblicato il primo video di Petito su YouTube, intitolato “Van
Life | Building Our Van Life Journey”, pieno di immagini della
coppia che sorride, ride e si bacia.
Nonostante l’aspetto patinato sui
social media, le cose non stavano migliorando per la coppia. Il 25
agosto, Petito ha pubblicato su Instagram per l’ultima volta. In
quel periodo, Petito ha smesso di rispondere ai messaggi. La sua
famiglia e i suoi amici l’hanno contattata più volte, ma Petito non
ha mai risposto. Il 27 agosto, la madre di Petito ricevette uno
strano messaggio dal telefono di Gabby: “Puoi aiutare Stan,
continuo a ricevere i suoi messaggi vocali e le chiamate perse”. Il
messaggio si riferiva al nonno di Petito, ma Gabby non lo aveva mai
chiamato per nome.
L’11 settembre, la madre di Petito
ha denunciato la scomparsa della figlia al dipartimento di polizia
della contea di Suffolk, New York. Questo ha portato a una scoperta
sorprendente da parte della polizia nel sud-ovest della Florida.
Laundrie non solo era tornata a casa dei suoi genitori con il
furgone di Petito, ma non era con lui. La famiglia Laundrie ha
assunto un avvocato e si è rifiutata di aiutare le indagini della
polizia.
La storia di Petito ha suscitato un
notevole interesse a livello nazionale. Online, investigatori
amatoriali di TikTok hanno esaminato ogni dettaglio nell’archivio
dei suoi post e analizzato ogni nuovo sviluppo del caso. L’indagine
per ritrovarla si è estesa per oltre 3200 chilometri mentre la
polizia cercava di ripercorrere i passi di Petito.
Cosa è successo a Gabby
Petito?
Jim Schmidt e Nichole Schmidt American Murder: Il caso Gabby Petito
– Cortesia di Netflix
L’indagine ha portato la polizia in
diversi luoghi, tra cui il Grand Teton National Park nel Wyoming,
dove il suo telefono è stato utilizzato l’ultima volta, che copre
125.000 ettari. La polizia ha chiesto aiuto a chiunque avesse
informazioni potenziali, il che ha portato alla sorprendente
scoperta di un altro blogger di #vanlife che ha esaminato
attentamente i suoi filmati per trovare immagini del furgone di
Petito, situato a Spread Creek nel Grand Teton. Tre settimane dopo
l’inizio delle ricerche, il 19 settembre 2021, è stato trovato il
corpo di Petito. Gli investigatori ritengono che la scena sia stata
inscenata. Un’autopsia ha poi rivelato che Petito è morta per
strangolamento.
Gli amici e la famiglia di Petito
sono stati comprensibilmente devastati dalla notizia della sua
morte. “Sono crollato a terra”, ricorda il suo patrigno, Jim
Schmidt, che si era recato nel Wyoming per aiutare a trovare Gabby,
quando ha saputo la notizia. “E ho dovuto prendere il telefono,
riprendermi e chiamare Niki, Joe e Tara in una teleconferenza, e
dire loro, a 3.200 km di distanza, che nostra figlia era morta”.
Un’amica di Petito del liceo dice nella serie: ‘Quando è arrivata
la notizia che avevano trovato il suo corpo… volevo solo spegnerlo
o svegliarmi, come se fosse un brutto sogno o qualcosa del
genere’.
Che cosa è successo a
Brian Laundrie?
American Murder rivela i
dettagli dei tentativi di Laundrie di crearsi un alibi. Il 29
agosto ha fatto numerose telefonate ai suoi genitori dicendo che
Gabby era “sparita” e che aveva bisogno di aiuto, e loro hanno
chiamato immediatamente un avvocato. Laundrie ha fatto l’autostop
due volte per tornare al furgone dal luogo in cui aveva lasciato il
corpo di Petito. Lì, ha creato una conversazione tra lui e Gabby
tramite messaggi di testo sui loro telefoni per far sembrare che
non fossero fisicamente insieme. Laundrie ha anche effettuato una
transazione su Zelle, trasferendo 700 dollari dal conto di Petito
al suo, con la nota “Addio Brian, non ti chiederò mai più
nulla”.
La scoperta del corpo di Petito ha
permesso agli investigatori di ricostruire gli ultimi momenti della
sua vita. Il 27 agosto 2021, Petito è stata vista con Laundrie
intorno all’una di pomeriggio a Jackson, Wyoming, in un ristorante
chiamato Mary Piglets: un testimone ha detto che stavano litigando.
American Murder rivela che Petito ha chiamato il suo ex
fidanzato, ma lui era al lavoro e non poteva rispondere al
telefono. La coppia è stata poi individuata dalle telecamere di
sicurezza di un Whole Foods nelle vicinanze alle 14:13. Quel
filmato è l’ultima volta che Petito è stata vista viva. Dopo Whole
Foods, si sono diretti a Spread Creek, dove sono arrivati intorno
alle 18:00. Due ore dopo, alle 20:32, Petito stava riordinando i
file sul suo computer: la polizia ritiene che questi siano stati i
suoi ultimi momenti di vita.
Il 20 settembre 2021, il giorno
dopo il ritrovamento dei resti di Petito, la polizia ha eseguito un
mandato di perquisizione a casa di Laundrie, ma Brian era
scomparso, dicendo ai suoi genitori una settimana prima che sarebbe
andato a fare un’escursione. I genitori non denunciarono la sua
scomparsa, poiché si aspettavano che tornasse. Si trovava da
qualche parte nel Myakkahatchee Creek Environmental Park, che si
estende per oltre 20.000 acri. Trentasette giorni dopo la denuncia
di scomparsa di Laundrie, i suoi genitori scoprirono i suoi resti
il 20 ottobre a Carlton Reserve.
Insieme al corpo di Laundrie è
stata trovata una lettera in cui ammetteva di aver ucciso Gabby,
sostenendo di averla fatta morire dopo che aveva avuto uno strano
incidente e provava un dolore insopportabile, anche se questo non è
coerente con l’autopsia. Nel 2022, la famiglia Petito-Schmidt ha
intentato una causa per omicidio colposo contro i genitori di
Brian, Roberta e Chris, che è stata risolta per 3 milioni di
dollari. Non sono state presentate accuse penali contro la famiglia
Laundrie.
L’heist movie è da sempre
un sottogenere particolarmente apprezzato al cinema. Attraverso il
racconto di spericolate rapine e della loro organizzazione
maniacale, si possono infatti dar luogo a racconti particolarmente
ricchi di tensione, dove in ogni momento la sfida tra successo e
fallimento è quantomai incerta. Questa tipologia di film può però
anche essere ricca di humor, proprio come dimostra un esempio
celebre quale Ocean’s Eleven,
diretto nel 2001 dal regista premio Oscar Steven
Soderbergh. Dato il grandissimo successo anche del
sequel Ocean’s Twelve, nel 2007 è poi stato
realizzato il capitolo conclusivo della trilogia, Ocean’s
Thirteen.
Questo ripropose dinamiche narrative
simili al precedente, andando inoltre a portare a conclusione le
varie vicende rimaste in sospeso. Il film, dunque, è costruito a
suo modo come una storia originale. Ocean’s
Eleven, infatti, era il remake dell’omonimo film del 1960
e si rifaceva in parte a quel titolo. Con questo terzo sequel,
Soderbergh e gli sceneggiatori danno invece vita ad una vicenda
inedita, che vede riuniti i protagonisti del precedente capitolo
con nuove aggiunte nel cast e nuovi obiettivi. Con tali elementi,
anche Ocean’s Thirteen si affermò come un grande
successo di pubblico, con un incasso di oltre 311 milioni di
dollari.
Nonostante tale risultato, gli
autori dichiararono conclusa la trilogia, negando dunque la
possibilità di dar vita ad un quarto capitolo. Nel 2018, però, è
stato realizzato lo spin-off al femminile Ocean’s 8. Per
gli amanti del genere, dunque, si tratta di film assolutamente
imperdibili. In questo articolo approfondiamo alcune delle
principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla spiegazione del suo
finale. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Protagonista del film è
Danny Ocean, il quale riunisce stavolta la sua
banda per un colpo un po’ diverso dal solito. Questa volta il
gruppo è infatti coinvolto in maniera personale. Willie
Bank ha truffato il loro amico Reuben
Tishkoff, obbligandolo a cedergli le azioni del casinò di
sua proprietà con un inganno. Così Danny chiama a rapporto tutti
quanti, che si precipitano in suo aiuto. La banda comincia dunque a
lavorare a una truffa colossale ai danni di Bank: Roman
Nagel si occupa della parte informatica dei sistemi del
casinò, Virgin Malloy pensa ai dadi e
Rusty deve mettere i bastoni fra le ruote
dell’impiegato della Royal Review che valuta le condizioni
dell’albergo.
Tutto questo servirà a portare Willy
Bank alla rovina economica, ma per riuscirci veramente occorre una
cifra che la banda non possiede. Danny si trova quindi costretto a
rivolgersi al suo nemico giurato, Terry Benedict,
che accetta di prestare loro il denaro necessario, ma a delle
condizioni. Ora finalmente può partire la macchina organizzativa,
coadiuvata da Linus Caldwell, che ha il compito di
usare tutto il suo fascino per convincere la direttrice dell’hotel
Abigail Sponder a dargli l’accesso alla penthouse
di Bank. Per portare a compimento questo loro ultimo, delicato,
compito, Danny e gli altri non dovranno commettere neanche un
minimo errore.
Il cast del film
Ad interpretare il carismatico Danny
Oceans vi è nuovamente l’attore George Clooney,
mentre Brad Pitt a sua
volta torna ad interpretare Rusty Ryan, ruolo che proprio Clooney
lo aveva convinto ad accettare. Matt Damon
interpreta invece di nuovo di Linus Caldwell. Tornano poi nel film
i personaggi Frank Catton, interpretato da Bernie Mac, Livingston
Dell, interpretato da Eddie Jemison e i fratelli
Turk e Virgil Malloy, interpretati da Scott Caan e
Casey Affleck.
Completano il gruppo Don Cheadle nel
ruolo di Basher Tarr, Carl Reiner con
quello di Saul Bloom e Shaobo Qin nei panni di
Yen. Elliot Gould è invece Reuben Tishkoff.
Terry Benedict è interpretato da
Andy Garcia,
mentre Vincent Cassel
torna nei panni del ladro Night Fox. Entrano a far parte del cast
l’attrice Ellen Barkin nel ruolo di Abigail
Sponder e il premio Oscar Al Pacino nei
panni del milionario Willie Bank. Pacino era da sempre la prima
scelta di Soderbergh per il ruolo, che l’attore decise poi di
accettare in quanto aveva apprezzato i precedenti due film. Nel
film sarebbero dovute comparire anche le attrici Julia Roberts e Catherine Zeta-Jones rispettivamente nei panni
di Tess Ocean e di Isabel Lihiri. Poiché il loro sarebbe stato però
solo un cameo, le due decisero di non partecipare al film.
Il piano della banda ha due
obiettivi: Impedire al The Bank di vincere il prestigioso Five
Diamond Award, che tutti i precedenti hotel del Bank hanno vinto.
Saul Bloom agisce come recensore anonimo dei Cinque Diamanti,
mentre quello vero viene trattato in modo orribile.
Truccare tutti i giochi del casinò per pagare vincite milionarie;
il casinò di Bank deve guadagnare 500 milioni di dollari nel primo
trimestre per rimanere aperto. In caso contrario, il The Bank
perderà il controllo del suo hotel a favore del Consiglio di
Amministrazione.
Ocean mette in atto la parte finale
del piano facendo arrivare all’hotel agenti dell’FBI sul
suo libro paga che arrestano Livingston Dell
perché sospettato di aver manomesso le macchine per il mescolamento
delle carte, permettendogli di sostituirle con altre realmente
truccate. Lo stesso agente dell’FBI arresta Linus per aver
scambiato i diamanti con dei falsi. L’agente porta via Linus e si
scopre che è suo padre Robert, arruolato da Ocean. Nel tentativo di
evacuare dal tetto, i due vengono intercettati da Toulour. Questi
toglie i diamanti a Linus e si lancia con il paracadute dal tetto
dopo averlo ingannato con una pistola scarica.
Tuttavia, Ocean aveva previsto
questa situazione e non aveva fatto fare a Linus lo scambio. Linus
e suo padre fuggono con un elicottero pilotato da Basher, facendo
uscire la cassa di diamanti dal tetto. Il terremoto si scatena e i
giocatori evacuano con milioni di dollari di vincite. Ocean dice a
Bank che è lui la mente e che l’hanno fatto per Reuben. Gli ricorda
che non può vendicarsi, perché Danny conosce tutti i soci di Bank,
che preferiscono lui a Bank. Inoltre, non può rivolgersi alla
polizia a causa delle attività illegali di Bank. Con la loro parte
di vincita, la banda di Ocean acquista una proprietà sulla Strip
per permettere a Reuben di costruire il suo casinò.
Ocean dona in beneficenza la parte
di 72 milioni di dollari a nome di Benedict, costringendolo ad
ammettere la sua filantropia all’Oprah Winfrey Show. Ocean, Rusty e
Linus si salutano all’aeroporto. Prima di imbarcarsi sul suo volo,
Rusty dà la sua ultima moneta al vero recensore di Five Diamond per
giocare a una slot machine nel terminal. Il recensore, ignaro che
si tratti di una macchina truccata, vince 11 milioni di dollari e
festeggia pubblicamente la sua vincita mentre Rusty si allontana
sorridendo.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Ocean’s Thirteen
è infatti disponibile nei cataloghi di Netflix, Now, Tim Vision, Apple iTunes e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì
17 febbraio alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Uscito in sala nel 2016,
Captain America: Civil War (qui
la nostra recensione) è considerato ancora oggi uno dei
migliori film del Marvel Cinematic Universe. Anche se
questo è tecnicamente un film solista di Capitan America, quando ci sono Cap, Iron Man, Falcon,
Vedova Nera, Occhio di Falco,
War Machine, Visione,
Scarlet Witch, Ant-Man,
Black Panther e Spider-Man, è
lecito considerarlo a tutti gli effetti un film sui Vendicatori. Ma
dopo che tutto il fumo si è diradato, quali conclusioni possiamo
trarre dai momenti finali del film? In questo approfondimento
analizziamo dunque il finale del film, anche in considerazione
degli sviluppi di cui si è poi avuto testimonianza nel MCU.
La spiegazione del finale di
Captain America: Civil War: per una volta, il
cattivo ha vinto
Si può sostenere che ci sono stati
dei vincitori tra le fila degli eroi. In particolare,
Capitan America è rimasto al fianco di
Bucky fino alla fine, difendendo le azioni del suo
ex partner come Soldato d’Inverno con la
motivazione che gli era stato fatto il lavaggio del cervello e
dimostrando la sua innocenza nella morte del padre di Black
Panther, il re T’Chaka del Wakanda. Nel
grande schema delle cose, questa è una vittoria, soprattutto perché
il risultato finale è stato che T’Challa – finalmente consapevole
di come Zemo si sia preso gioco di tutti e, in
effetti, sia stato il vero responsabile dell’uccisione di suo padre
– ha deciso di permettere a Bucky di rimanere criogenizzato, in
Wakanda.
Ma non possiamo ignorare il quadro
generale: l’obiettivo di Zemo era distruggere i Vendicatori creando
uno scisma all’interno della squadra. questo obiettivo viene
perfettamente raggiunto nel momento in cui la squadra si divide sul
proprio ruolo in merito a quanto emerso politicamente in seguito
agli eventi di
Avengers: Age of Ultron. Allo stesso tempo, Zemo
riesce a distruggere l’amicizia tra Captain America e Iron Man
mostrando a quest’ultimo come ad uccidere i suoi genitori sia stato
il Soldato d’Inverno, cosa che Cap ha sempre saputo e gli ha tenuto
nascosta. Zemo viene poi arrestato – sebbene lo rivedremo
inThe
Falcon and the Winter Soldier – ma il suo piano si è
decisamente concretizzato.
Anche se non vediamo la grande fuga
sullo schermo, è chiaro che Capitan America crede molto nella
mentalità del “Nessun uomo lasciato indietro” e che i Vendicatori
che erano in custodia non lo sono più. Ciò significa che tutti
coloro che erano dalla parte di Cap nella grande battaglia sono ora
considerati criminali e sono in fuga dalla legge. Per un po’,
dunque, questi personaggi faranno perdere le proprie tracce, in
particolar modo Cap, che ritroveremo con tanto di barba solo in
Avengers: InfinityWar, dove
verrà richiamato alla battaglia dall’invasione dell’esercito di
Thanos. Allo stesso modo, Occhio di Falco ne
approfitterà per ritirarsi a vita privata con la sua famiglia per
un po’.
La relazione tra Visione e Scarlet
Witch procede a gonfie vele
Al contrario di quanti si sono dati
alla fuga, tra chi rimane in circolazione ci sono
Visione e Scarlet
Witch, che portano avanti il loro legame
sentimentale. Alla fine del film non abbiamo un chiarimento
definitivo sul fatto che i due stiano facendo qualcosa di diverso
dal testare l’idea di una relazione, ma il dubbio viene del tutto
sciolto con Avengers: InfinityWar, dove
Scarlet deve addirittura veder morire il suo amato. Come sappiamo
lo “riporterà in vita” per WandaVision,
con la serie incentrata proprio sulla sua necessità di accettare di
non poter riavere indietro quanto ha perso.
Il generale Ross è destinato a
diventare molto importante
Prima di
Captain America: Civil War era passato così tanto
tempo dall’ultima volta che si era visto Thaddeus
“Thunderbolt” Ross nel Marvel Cinematic Universe che forse
ci vuole un attimo per ricordare che è l’uomo che ha dedicato la
sua vita a dare la caccia a Hulk. Dall’ultima volta che l’abbiamo
visto ne L’incredibile Hulk del 2008, Ross ha ottenuto
una promozione a Segretario di Stato e ha anche ampliato il suo
fastidio nei confronti di Bruce Banner fino a diventare piuttosto
furioso con i supereroi in generale, motivo per cui è così
impegnato a farli aderire ai nuovi Accordi
di Sokovia – e per cui si arrabbia ulteriormente quando
Capitan America e la sua squadra si rifiutano di firmare, dando
così il via alla cosiddetta “Guerra Civile” del film.
Con la squadra di Cap che preferisce
darsi alla fuga, l’odio di Ross per gli Avengers non fa che
peggiorare e questo suo odio lo ritroviamo anche nel film
attualmente in sala Captain America: Brave New World, dove è
interpretato non più da William Hurt (scomparso prima di poter girare
il film) ma da HarrisonFord. Nel film Ross
diventa Presidente degli Stati Uniti e chiede al nuovo Captain
America, l’ex Falcon Sam Wilson (interpretato
da Anthony
Mackie) di riformare gli Avengers, con lo scopo
probabilmente di controllarli. Come noto, però, lui stesso verrà
esposto ai raggi gamma, trasformandosi nel violentissimo
Hulk Rosso.
Spider-Man è la chiave per riunire
i Vendicatori
Come noto, in
Captain America: Civil War viene per la prima volta
introdotto lo Spider-Man ufficiale del MCU, interpretato da Tom
Holland. Nel film, il personaggio si schiera dalla
parte di Iron Man, che diverrà per lui un vero e proprio mentore
anche nei film successivi. Quando non indossano le rispettive
maschere, Peter Parker e Tony
Stark hanno molto in comune, nonostante le loro condizioni
economiche: sono entrambi geniali inventori, lottano entrambi con
demoni interiori e combinano questi aspetti di sé per combattere i
cattivi. I due si ritroveranno poi in Spider-Man:
Homecoming, primo film in solitaria del
personaggio.
Questo legame, porterà poi il
personaggio a divenire in un certo senso l’erede del personaggio
interpretato da Robert Downey Jr., e ciò viene mostrato già
in Spider-Man:
Far From Home, ultimo film della
Saga del Multiversoin cui Spider-Man si trova a
doversi confrontare proprio con l’assenza di Iron Man,
dimostrandosi all’altezza della situazione. La visione ottimistica
del futuro di Spider-Man gli ha permesso sin da subito di essere un
elemento importante nella riformazione degli Avengers ed è ora
assolutamente lecito aspettarsi che sarà lui – insieme al nuovo
Captain America di Mackie – a guidare la squadra negli
attesi Avengers:
Doomsdaye Avengers:
Secret Wars.
Grazie alle sue interpretazioni in
numerosi film d’azione che sono diventati dei veri e propri cult,
l’attore Steven Seagal si è dimostrato uno dei più
grandi esponenti di questo genere, accanto a nomi come Arnold Schwarzenegger, Sylvester Stallone, Jean-Claude Van Damme e Bruce Willis. Grazie a film come
Nico,
Duro da uccideree Trappola
in fondo al mare, Seagal ha cementificato la sua
popolarità come interprete del cinema action. Un altro suo popolare
film, uscito nel 2000, è Ferite mortali, diretto
da Andrzej
Bartkowiake liberamente ispirato al romanzo
Exit Wounds di John Westermann.
Il film – a parte il titolo e alcuni
nomi dei personaggi – non ha però molta somiglianza con il romanzo.
Eppure, nonostante il forte interesse di Seagal, inizialmente il
progetto rischiò di non concretizzarsi. Secondo quanto dichiarato
da Joseph Billingiere, controfigura di Seagal in
Ferite mortali, l’attore era irremovibile nel
volerlo come controfigura anche per questo film, sostenendo che era
l’unico in grado di replicare accuratamente i suoi movimenti.
Seagal era dunque “pronto a chiudere il film” se Billingiere non
fosse stato scritturato. L’accordo, infine, andò a buon fine e le
riprese poterono iniziare.
Il film debuttò poi a sorpresa al
primo posto del botteghino statunitense con un incasso di oltre 18
milioni di dollari nei cinema, venendo salutato come il ritorno
trionfale di Steven Seagal dopo una serie di film
di scarso successo. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune
delle principali curiosità relative a Ferite
mortali. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
descrizione del finale. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
La vicenda si svolge a Detroit. Il
detective Orin Boyd è un ottimo agente di polizia,
tuttavia poco incline a rispettare gli ordini e convinto di poter
agire di testa propria. Così, dopo aver salvato il vice presidente
degli Stati Uniti dall’attacco di un gruppo di estremisti senza
rispettare il protocollo di salvataggio, il capitano Frank
Daniels decide di punire il poliziotto trasferendolo nel
quindicesimo distretto, una delle zone più malfamate della città.
Il nuovo capitano di Boyd è Annette Mulcahy, la
quale lo avverte che non è disposta a tollerare i suoi ormai famosi
comportamenti aggressivi nel suo distretto di competenza.
Tuttavia, Boyd non ha nessuna
intenzione di cambiare il proprio atteggiamento e dopo aver
assistito a un furto di eroina, il poliziotto scopre nel quartiere
un grosso giro di droga. Sebbene gli venga ordinato di interrompere
le sue indagini, Boyd continua a seguire una pista che lo porta dal
pusher Latrell Walker, il quale fa affari con
degli agenti corrotti. Ma ben presto si scopre che lo spacciatore
non è chi dice di essere. Per lui, ha dunque inizio un’intensa
battaglia per smascherare il marcio dietro quella vicenda e far
trionfare ancora una volta la giustizia, con le buone o le
cattie.
Il cast del film
Ad interpretare Orin Boyd vi è
dunque Steven Seagal e come spesso accaduto sui
set dei film dell’attore, anche su quello di Ferite
mortali vi sono state diverse tensioni.
DMX, interprete nel film di Leon Rollins / Latrell
Walker, non ha apprezzato la collaborazione con Seagal, definendolo
una “testa di ca**o”. Nonostante ciò, anni dopo avrebbe lavorato di
nuovo con lui in Beyond the law. Secondo Stephen
Quadros, inoltre, la scena del combattimento tra Seagal e
Michael Jai White (interprete di Lewis Strutt) non
è stata coreografata in anticipo ma improvvisata sul momento, dando
vita a forti preoccupazioni tra i membri della troupe. Accanto a
loro due vi è poi Anthony Anderson nel ruolo di
T.K. Johnson.
Recitano poi nel film Isaiah
Washington nel ruolo del Detective George Clark,
Matthew G. Taylor in quello del Detective
Useldinger e Bill Duke in quello di Chief Hinges.
L’attrice Jill Hennessy ricopre il ruolo di
Commander Annette Mulcahy, mentre completano poi il cast
Tom Arnold nel ruolo di Henry Wayne, Bruce
McGill in quello di Captain Frank Daniels,
David Vadim in quello del Detective Matt Montini
ed Eva Mendes in quello di Trish. L’attrice
ricorda con disprezzo l’esperienza, a maggior ragione perché
durante la premiere ha scoperto di essere stata doppiata da
un’altra attrice perché i produttori ritenevano che la Mendes non
avesse una voce “abbastanza intelligente”.
Nel corso del film,
Henry scopre che Walker non è uno spacciatore, ma
un esperto di computer e miliardario il cui vero nome è
Leon Rollins, fratello di Shaun
Rollins. Dopo un attentato alla sua vita, Boyd affronta
Leon, che gli spiega che un gruppo di poliziotti corrotti aveva
bisogno di un capro espiatorio per un affare andato male e ha
incolpato Shaun. Viene inoltre rivelato che Strutt
è il leader del gruppo, che comprende anche
Montini e Useldinger. Leon e la
sua amica Trish hanno filmato le attività della banda di Strutt,
sperando che questo possa aiutare a dimostrare l’innocenza di Shaun
e a farlo uscire di prigione.
Boyd incontra poi Mulcahy in un
parcheggio e la informa di ciò che ha scoperto. In quel momento,
però, Montini, Useldinger e altri uomini li attaccano e Mulcahy
viene uccisa durante l’inseguimento. Boyd chiama
Frank e gli dice che Strutt si riunirà in un
magazzino di lì ad un’ora per vendere l’eroina rubata a
Leon e T. K., senza sapere che
Leon sta lavorando contro di lui. Frank promette al collega che
sarà presente con dei rinforzi. Una volta che tutti si ritrovano
lì, tuttavia, Boyd scopre suo malgrado che Frank è coinvolto nella
cosa. Quando la situazione sembra mettersi per il peggio,
Clark fa saltare la porta e irrompe con i
rinforzi, tra cui il capo della polizia
Hinges.
Nella sparatoria che ne segue,
Useldinger, Montini e Frank vengono un uccisi. Strutt, infine,
viene in seguito ucciso da Boyd durante il suo tentativo di fuga.
All’alba, Leon consegna a Hinges la videocassetta che prova la
corruzione tra i poliziotti, sperando che il nastro aiuti a
dimostrare l’innocenza di Shaun. Hinges non crede però che i
tribunali si interesseranno al nastro, quindi ha già fatto
rilasciare Shaun dalla prigione della contea circa un’ora prima.
Boyd, a quel punto, decide di rimanere al 15° distretto con George
come partner, mentre T.K. diventa il co-conduttore televisivo di
Henry.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di Ferite
mortali grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes
e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 17
febbraio alle ore 21:00 sul canale
20 Mediaset.
Il seme del fico
sacro è un’opera potente, che guarda con lucidità alla politica
e alla società, e conferma Mohammad Rasoulof come una
delle voci più coraggiose e incisive del cinema contemporaneo.
Dopo il pluripremiato
Il male non esiste, il regista iraniano torna a
denunciare l’oppressione del regime di Teheran con un film che
mescola tensione, dramma e un’intensità emotiva che non lascia
scampo.
Il seme del fico
sacro, tra realtà e finzione
Girato in condizioni
estreme e portato clandestinamente fuori dall’Iran, il film
racconta la storia di Iman, comandante delle milizie Basij,
incaricato di reprimere le proteste del 2022 scoppiate dopo la
morte di Mahsa
Amini. Le sue due figlie, però, giovani e volitive, e
soprattutto ignare della vera natura del lavoro di loro padre, si
fanno coinvolgere nelle proteste. In mezzo a questo gigantesco e
pericolosissimo conflitto di interessi c’è la moglie di Iman,
Najmeh, consapevole sia del vero ruolo del marito
nel regime, sia del desiderio di rivolta che infiamma le
figlie. La narrazione si sviluppa quindi come un dramma
familiare che sfocia in un vero e proprio conflitto generazionale e
politico, con una tensione crescente che riflette il clima di paura
e oppressione vissuto in Iran. Rasoulof costruisce il film come se
fosse un thriller, con uno sguardo lucido e implacabile sul sistema
repressivo iraniano.
Il peso della
repressione e il coraggio della ribellione
Uno degli aspetti più
incisivi di Il seme del fico sacro è la rappresentazione del
regime iraniano attraverso la figura di Iman. Il protagonista non è
un semplice ingranaggio della macchina repressiva, ma un uomo che
si confronta con il lato più brutale del sistema e che lo
sottoscrive scientemente. Rasoulof non lo dipinge come un semplice
carnefice, ma come un uomo all’inizio combattuto, e poi
tragicamente cosciente del suo operato, travolto dal suo senso di
disciplina inculcatogli dal regime e dalla sua posizione.
Le figlie sono invece un
contraltare perfetto, sono la speranza e la resistenza: una
generazione che rifiuta di piegarsi e che, nonostante il pericolo,
lotta per la libertà. La loro ribellione è la miccia che innesca il
conflitto interiore di Iman, mettendo a nudo la violenza
sistematica del regime che prende il sopravvento anche quando di
fronte a lui c’è il sangue del suo sangue. Non ci sono sconti per
chi ostacola il regime, anche se si tratta della propria
famiglia.
La regia di Rasoulof:
realismo e intensità
Lo stile di
Rasoulof è asciutto, privo di retorica, e si
affida a una messa in scena cruda e immersiva. Le riprese in
interni, spesso claustrofobiche, contribuiscono a trasmettere il
senso di oppressione vissuto dai protagonisti anche grazie
all’utilizzo di primi piani intensi per catturare la sofferenza e
il conflitto emotivo dei personaggi. Agli interni stretti e angusti
si alternano i filmati reali degli scontri per le strade di
Teheran, raccolti mettendo a repentaglio sul serio la propria vita.
Finestre documentarie all’interno di una storia di fiction che
prima di diventare metafora in un finale imprevedibile, è un
resoconto più che plausibile della condizione di vita in Iran.
Più che un film, Il
seme del fico sacro è un atto di resistenza. Rasoulof ha dovuto
affrontare enormi difficoltà per realizzarlo, e la sua condanna
all’esilio dimostra quanto il regime consideri pericolosa la sua
voce. Il film non si limita a denunciare le ingiustizie, ma vuole
scuotere il pubblico, mostrando realtà scomode e mostrando il
prezzo della libertà.
Un atto di resistenza
cinematografica
Non è un caso che il
titolo richiami il fico sacro, simbolo di rinascita e resistenza.
Il film si chiude lasciando nello spettatore un senso di
inquietudine, ma anche di speranza: per quanto oppressiva possa
essere una dittatura, il desiderio di libertà non può essere
soffocato. Il film, protagonista nella stagione dei premi 2025,
batte bandiera tedesca, dal momento che solo da rifugiato in
Germania e con quei contributi, Rasoulof è riuscito a completare il
film. Tuttavia, dal Festival
di Cannes 2024 (dove ha vinto il premio della Giuria),
che ne ha visto l’esordio, fino alla
Notte degli Oscar 2025, dove il film concorre come Miglior
Film Internazionale, Il seme del fico sacro sta
raccontando al mondo la sua storia e la storia dell’Iran.
Il seme del fico
sacro è un film capace di unire denuncia politica e intensità
narrativa con straordinaria efficacia. Mohammad
Rasoulof è il regista di cui il cinema ha bisogno per
confermarsi, oltre a forma d’espressione artistica, anche voce di
popoli e di resistenza.
Storia della mia
famiglia è la nuova serie Netflix ideata da Filippo Gravino e diretta da
Claudio Cupellini, disponibile sulla piattaforma dal 19
febbraio con tutti e sei gli episodi rilasciati contemporaneamente.
Una serie che, partendo da un nucleo drammatico, riesce a tessere
un racconto che alterna leggerezza e profondità, allegria e dolore,
affrontando un ampio spettro di emozioni con grande
naturalezza.
Il protagonista della
storia è Fausto, interpretato con grande intensità da Eduardo Scarpetta, la serie ci accompagna nel
suo ultimo giorno di vita. Malato terminale, padre single di due
bambini, Fausto affida la sua eredità a delle registrazioni vocali
e i suoi figli alla sua famiglia allargata: madre, fratello e
migliori amici, “i fantastici quattro” come li chiama lui. Accanto
a lui, un cast affiatato che contribuisce in modo determinante alla
riuscita della narrazione: Vanessa Scalera,
Massimiliano Caiazzo, Cristiana Dell’Anna e
Antonio Gargiulo incarnano i membri della sua
famiglia sgangherata, ognuno alle prese con il proprio bagaglio di
errori, paure e speranze.
Storia della mia
famiglia non convenzionale ma contemporanea
Uno degli aspetti più
riusciti della serie è proprio la rappresentazione della famiglia.
Non un nucleo tradizionale, bensì un clan eterogeneo, una tribù,
come la definisce il creatore, fatto di legami elettivi,
responsabilità inattese e affetto incondizionato. Gravino e
Cupellini costruiscono un ritratto autentico della famiglia
contemporanea, lontano dagli stereotipi, in cui il legame affettivo
diventa la base su cui si costruisce la fiducia verso un futuro,
merce rarissima per i giovani di questa generazione. Una messa in
pratica, nella serie, di quello che era il pensiero di Michela
Murgia sulla famiglia allargata, concepita come un insieme di
individui che scelgono di esserci l’uno per l’altro, e ispirazione
dichiarata per Gravino. Si crea così un nucleo sociale intorno ai
più piccoli, che non è più formato dalla dualità madre/padre, ma da
tante persone che contribuiscono alla crescita dell’individuo,
arricchendolo di esperienze e punti di vista, formando una rete di
salvataggio fisica e emotiva.
Vanessa Scalera, Massimiliano Caiazzo, Cristiana Dell’Anna e
Antonio Gargiulo in Storia della mia famiglia – Credits: Claudia
Sicuranza / Netflix
Dal punto di vista
stilistico, la regia di Cupellini è misurata, accompagnata da una
selezione musicale accattivante, che accompagna la narrazione senza
mai risultare invasiva. Le inquadrature sono studiate per
valorizzare l’intensità delle interpretazioni, mentre la fotografia
contribuisce a creare un’atmosfera calda e realistica, ogni
elemento è al servizio degli attori, che mettono in scena
personaggi sfaccettati, fallibili, spaventati, che elaborano un
lutto drammatico sforzandosi di rimettere insieme i pezzi delle
loro vite. La serie non si rifugia in una rappresentazione patinata
della realtà, ma abbraccia la sua imperfezione, rendendo i
personaggi ancora più vicini al reale. Un trattamento che si
riflette nell’onestà con cui vengono tratteggiati i personaggi.
Nessuno di loro è idealizzato o perfetto: tutti commettono errori,
spesso macroscopici, ma allo stesso tempo sono capaci di gesti di
grande umanità.
Il perdono al di là
della nostra mediocrità
Questo equilibrio tra
mediocrità e grandezza, tra fallibilità e redenzione, rappresenta
uno degli aspetti più originali della serie che dribbla con
intelligenza il messaggio pedagogico: l’essere umano è fatto di
contraddizioni, e nell’accettazione di queste imperfezioni si trova
la chiave per costruire legami autentici. Il perdono diventa così
il tema portante della narrazione, un invito a comprendere e
accettare gli altri nonostante i loro difetti, perché è questa
l’unica via per sopperire a quelle mancanze e a quegli errori che
prima o poi tutti commettiamo.
Storia della mia famiglia – Foto Credits Claudia Sicuranza /
Netflix
La forza di Storia
della mia famiglia risiede nella sua capacità di parlare a
tutti. Chiunque si ritroverà in uno dei suoi personaggi, nelle loro
debolezze e nei loro sogni, nelle loro paure e nei loro gesti
d’amore. Una serie che celebra la complessità della natura umana,
che tocca corde profonde, e racconta con grande intelligenza e
modernità la condizione dura e dolorosa di chi elabora un lutto ma
che non può lasciarsi andare all’inattività e deve reagire.
Storia della mia
famiglia è, a sorpresa, una delle proposte più interessanti
del panorama televisivo italiano recente. Un racconto autentico e
vibrante che, ci ricorda che, nonostante tutti i suoi dilemmi e
complessità, la famiglia in ogni sua forma è il luogo in cui
possiamo sempre tornare.
La stagione 3 di Yellowjackets
rilascia un trailer che anticipa cosa aspettarsi nella stagione 3 e
negli altri episodi rimanenti. La serie di successo è tornata e
continua a esplorare la linea temporale del passato, dove gli
adolescenti sono bloccati nella natura selvaggia, e quella di 25
anni dopo, dove i sopravvissuti continuano a lottare con il loro
trauma. La serie Yellowjackets, stagione 3, episodio 2,
finisce con le adolescenti Shauna (Sophie Nélisse) e Melissa (Jenna
Burgess) che si baciano mentre la Shauna adulta (Melanie Lynskey) è
inseguita da un misterioso stalker.
Ora, Yellowjackets
ha rilasciato un trailer che mostra cosa accadrà nell’episodio 3 e
oltre. Shauna ha una visione della defunta Jackie (Ella
Purnell), che le avverte minacciosamente che la punizione è in
arrivo, non solo per quello che Shauna e i sopravvissuti hanno
fatto nella natura selvaggia, ma per quello che hanno fatto da
quando sono tornati. In un altro punto della linea temporale
attuale, la figlia di Shauna, Callie (Sarah Desjardins), si chiede
se sua madre sia una persona cattiva, e Taissa (Tawny Cypress) sta
di nuovo mangiando terra. Nel passato, l’adolescente Lottie
(Courtney Eaton) dichiara che i sopravvissuti non potranno mai
tornare a casa. Guarda il trailer qui sotto:
Cosa significa per la terza
stagione di Yellowjackets
Lottie crea un nuovo conflitto
nel passato, mentre un persecutore rimane a piede libero nel
presente
Il trailer conferma che la premiere
della terza stagione di Yellowjackets è solo un piccolo assaggio della storia
di questa stagione. La dichiarazione di Lottie secondo cui i
sopravvissuti adolescenti non possono tornare indietro e che non
appartengono più a quel luogo è il momento clou del trailer.
LaCiò che dice Lottie ricorda John Locke di
Lost (Terry O’Quinn) quando afferma che lui e gli altri
personaggi non erano destinati a lasciare l’isola, il che ha
portato a una divisione tra i sopravvissuti all’incidente aereo del
volo Oceanic 815. La terza stagione di Yellowjackets
potrebbe vedere una divisione tra coloro che vogliono rimanere
nella natura selvaggia e coloro che vogliono fuggire.
Un’inquadratura di un elicottero
suggerisce che il salvataggio potrebbe arrivare in questa
stagione, anche se l’elicottero potrebbe invece far parte della
linea temporale attuale. La storia ambientata 25 anni dopo conferma
che la situazione con il misterioso stalker di Shauna sta
peggiorando, costringendola a chiedere aiuto a Misty (Christina
Ricci) e Walter (Elijah Wood). Questa trama offre nuove relazioni
tra i personaggi da esplorare, soprattutto ora che l’adulta Natalie
(Juliette Lewis) non è più presente per condividere le scene con
Misty. Lo stalker non è l’unica minaccia per Shauna, però, dato che
Callie è più diffidente che mai nei confronti di sua madre.
Michael B. Jordan rivela i dettagli del suo
ritorno nel Marvel Cinematic Universe in
Black
Panther: Wakanda Forever. L’attore dà vita a uno dei
cattivi più amati del franchise, Erik Killmonger. Anche se il suo
personaggio è morto alla fine del
primo film di Black Panther, Killmonger è tornato per una scena
nel Piano Ancestrale per offrire qualche consiglio a Shuri,
interpretata da Letitia Wright, nel sequel. Data
la sua lunga amicizia con il regista della serie Ryan Coogler,
Jordan potrebbe anche tornare per un ruolo nel MCU confermato Black Panther 3,
forse conoscendo meglio la sceneggiatura rispetto a Wakanda
Forever.
Parlando con GQ,
Michael B. Jordan ha rivelato di non aver letto l’intero
Black Panther: Wakanda
Forever script e di come il cast avesse in mente
Chadwick Boseman durante le riprese.
Jordan ha spiegato che si stava
preparando a dirigere Creed 3 quando ha ottenuto la parte di
Kilmonger in Black Panther: Wakanda Forever. Secondo la
star, il regista Ryan Coogler ha tenuto segreta la trama di uno dei
migliori
film dell’MCU per vari motivi, quindi Jordan conosceva i
dettagli della sequenza in cui recitava.
Ha anche parlato dell’unità del
cast e di come tutti abbiano onorato la memoria di Chadwick Boseman
dopo la tragica scomparsa della star di Black Panther, dicendo:
“Abbiamo fatto tutti quel film per lui”. Ecco la citazione
completa:
“Tornare a fare Black Panther 2
dopo la tragedia della perdita di Chadwick [Boseman] è stato
estremamente difficile. Ero in pre-produzione per Creed 3, quindi
mi stavo preparando per andare direttamente. All’epoca non avevo
nemmeno letto l’intera sceneggiatura, quindi non sapevo di cosa
parlasse il film.
[Ryan] Coog[ler], sì, è tuo
fratello. Non mi ha nemmeno fatto leggere la sceneggiatura, sai? È
stato pazzesco. No, ma ha tenuto la cosa piuttosto segreta per
molti motivi diversi. Quindi ero eccitato quanto tutti gli altri.
Sai cosa intendo? Per guardare il film alla fine, per vedere cosa
ha fatto con l’intera cosa, ad essere sincero.
Ma ha significato molto per il
cast. Penso che il breve periodo in cui sono stato lì e,
ovviamente, sapete, il cast è estremamente unito, e parliamo tutti
– sembrava che lo stessimo facendo tutti per Chadwick. Abbiamo
fatto quel film per lui.”
Cosa significano le dichiarazioni
di Michael B. Jordan su Black Panther: Wakanda Forever
Black Panther: Wakanda
Forever è stato un film molto importante per l’MCU per molte ragioni. Come ha
notato Michael B. Jordan, il ricordo di Chadwick Boseman è stato
onorato magnificamente dal cast del film. L’attore ha dato vita
a T’Challa, la prima Pantera Nera dell’MCU, e il destino del personaggio
dopo la morte di Boseman nella vita reale doveva essere affrontato
dal film dell’MCU. Questa importante trama e
altre dovevano essere tenute segrete per il film, quindi non
sorprende che Jordan non sia stato in grado di leggere l’intera
sceneggiatura.
Il regista Ryan Coogler
probabilmente ha fatto lo stesso per la maggior parte del
cast di Black Panther: Wakanda Forever. Dopotutto, il
film aveva molti segreti da mantenere, il più grande dei quali
era la rivelazione del figlio di T’Challa, Toussaint. Dato che
il film e il suo compito di onorare l’eredità Marvel di Chadwick Boseman erano
così speciali, è logico che Coogler abbia cercato di mantenere il
maggior numero possibile di segreti. Alla fine, Jordan ha offerto
un’entusiasmante interpretazione di Killmonger, e il resto della
sceneggiatura di Wakanda Forever non ha avuto alcun impatto
su questo.
La terza stagione di Yellowjackets
inizia con Shauna Sadecki (Melanie Lynskey) che viene perseguitata
e la sua versione adolescente (Sophie Nélisse) che trova
un’inaspettata storia d’amore nella natura selvaggia. I
sopravvissuti adolescenti hanno dovuto trovare un nuovo modo per
adattarsi e sopravvivere nella natura selvaggia dopo che la capanna
è stata bruciata durante il
finale della seconda stagione di Yellowjackets.
L’adolescente Natalie Scatorccio (Sophie Thatcher) è ora il capo
del gruppo, mentre l’allenatore Ben Scott (Steven Krueger) cerca di
sopravvivere da solo.
Nella stagione attuale di
Yellowjackets, Misty Quigley (Christina
Ricci) sta lottando per andare avanti dopo aver ucciso
accidentalmente Natalie (Juliette Lewis), e si oppone a tutto
ciò che Walter Tattersall (Elijah Wood) cerca di fare per farla
sentire meglio. Taissa Turner (Tawny Cypress) e Van Palmer (Lauren
Ambrose) stanno riaccendendo la loro storia d’amore dopo essersi
riuniti nella seconda stagione. Dopo tutti questi sviluppi, la
premiere della terza stagione di Yellowjackets, composta da
due episodi, si conclude con il mistero di chi sta perseguitando
Shauna.
Yellowjackets suggerisce che
Melissa è collegata allo stalker di Shauna: è viva?
Melissa ha una storia
sorprendente con Shauna
Una figura misteriosa osserva la
figlia di Shauna, Callie Sadecki (Sarah Desjardins), e lascia alla
porta di casa una busta indirizzata a Shauna con dentro una
cassetta. Lo stesso individuo è presumibilmente la persona che si
trova minacciosamente fuori da una cabina nel bagno delle donne e
lascia un cellulare affinché Shauna lo trovi. Quando Shauna
richiama il ristorante per vedere se qualcuno ha risposto al
telefono, e scopre che qualcuno l’ha fatto, l’episodio passa da
questa scena a quella in cui Shauna adolescente e Melissa (Jenna
Burgess) sono nel deserto.
Nella scena nel deserto, Melissa
osserva Shauna, viene minacciata da lei e poi le due si baciano.
Questo suggerisce che Melissa potrebbe essere ancora viva ai
giorni nostri e potrebbe essere la stalker di Shauna. Il nuovo
personaggio interpretato da Hilary Swank deve ancora essere
presentato, ma potrebbe interpretare una versione più anziana di
Melissa. Proprio come Van e Lottie Matthews (Simone Kessell) non
sono stati rivelati come sopravvissuti ai giorni nostri più avanti
nella serie, lo stesso potrebbe valere per Melissa.
Cosa significa il colpo di
scena romantico di Melissa e Shauna per la terza stagione
Melissa può aiutare Shauna ad
acquisire più potere
Nella linea temporale precedente,
il colpo di scena romantico significa che Melissa non sarà più
relegata in secondo piano nella terza stagione di
Yellowjackets e che ora può essere un’alleata di Shauna. La
serie riconosce abilmente che Melissa sta diventando un personaggio
sviluppato, con Shauna che le chiede se abbia mai avuto una
personalità. Melissa sembra essere in soggezione di Shauna e
disposta a fare qualsiasi cosa lei le dica. Questo tipo di lealtà
può essere determinante per aiutare Shauna ad acquisire più potere
e potenzialmente a diventare la leader del gruppo al posto di
Natalie.
Jenna Burgess ha fatto il suo
debutto in Yellowjackets nel ruolo di Melissa nella seconda
stagione.
A livello più personale, una
relazione con Melissa rivela nuovi aspetti del carattere di Shauna,
che in precedenza aveva mostrato interesse sessuale o romantico
solo per uomini come Jeff Sadecki (Warren Kole) e Adam Martin
(Peter Gadiot). Dopo aver perso il suo bambino e la sua migliore
amica, Jackie Taylor (Ella Purnell), Shauna ha eretto dei muri
intorno a sé ed è diventata senza dubbio la sopravvissuta più
spaventosa e indurita. Melissa potrebbe abbattere quelle barriere e
rendere Shauna più vulnerabile, il che potrebbe aiutare Shauna a
guarire o aprirla a ulteriori dolori e perdite.
Melissa potrebbe essere
ancora ossessionata da Shauna, il che spiegherebbe perché la
perseguita e perché lascia cassette e telefoni affinché li
trovi.
Poiché Shauna e Melissa ovviamente
non finiscono insieme, se Melissa è ancora viva ai giorni nostri,
ciò significa probabilmente che la loro relazione non è finita
bene. Melissa potrebbe essere ancora ossessionata da Shauna, il che
spiegherebbe perché la perseguita e perché lascia cassette e
telefoni affinché li trovi. Shauna sembra la più pericolosa nel
passato, ma nel presente, Melissa potrebbe essere ora il vero
pericolo per Shauna e la sua famiglia.
Con chi sta parlando Coach Ben
nella caverna e perché prende Mari
Coach Ben è in modalità
autoconservazione
Coach Ben è riuscito a sopravvivere
da solo nella natura selvaggia e ha persino trovato una fossa piena
di casse di cibo non deperibile. Quando Mari (Alexa Barajas) cade
in questa fossa, lui la riporta nella caverna dove vive, la stessa
caverna in cui Javi Martinez (Luciano Leroux) è sopravvissuto
durante la sua scomparsa. L’allenatore Ben prende Mari perché
non può permettere che dica ai Yellowjackets dove si trova,
perché crede che lo uccideranno e lo mangeranno. Questa convinzione
si rafforza ulteriormente quando viene a sapere che la capanna è
bruciata e che danno la colpa a lui.
La natura gentile e premurosa di
Coach Ben sembra ancora presente quando offre a Mari una cioccolata
calda, ma diventa più discutibile dopo che viene sentito discutere
con un individuo sconosciuto negli angoli bui della grotta. Non è
confermato con chi stia parlando Coach Ben, le possibilità più
probabili sono che si tratti dell’amico di Javi che gli ha detto di
non tornare, oppure che Coach Ben continui ad avere allucinazioni
del suo ragazzo, Paul (François Arnaud). Indipendentemente dalla
risposta, la conversazione di Coach Ben non promette nulla di buono
per Mari.
Misty e Walter stanno davvero
rompendo?
I detective cittadini non
riescono a risolvere la loro relazione
L’inizio promettente della
relazione tra
Misty e Walter nella seconda stagione di Yellowjackets
sta rapidamente svanendo. Nonostante Walter sia l’unica persona che
sostiene Misty e che le è stato vicino dalla morte di Natalie, lei
continua a respingerlo. Insiste nel rimanere intrappolata in un
circolo autodistruttivo e vuole solo la compagnia dei suoi compagni
sopravvissuti alla natura selvaggia. L’episodio 2 si conclude con
Misty che respinge Walter dopo essere tornata a casa ubriaca dopo
la sua notte a casa di Shauna.
Per ora, Misty e Walter sembrano
aver rotto, anche se è improbabile che la loro separazione
duri. Le capacità investigative di Walter e la sua
intraprendenza lo renderanno un prezioso alleato nella risoluzione
della questione dello stalker di Shauna e di qualsiasi altro
problema importante che le Yellowjackets dovranno affrontare nella
linea temporale attuale. In assenza di Natalie, sta diventando
sempre più ovvio per tutti, tranne che per Misty, che gli altri
sopravvissuti non si preoccupano di lei, e una volta che se ne
renderà conto, potrà capire che lei e Walter sono una buona
coppia.
Perché Taissa non dice a Van
della morte del cameriere
Quando Taissa e Van lasciano un
ristorante senza pagare, il tentativo di ravvivare la loro
relazione prende una piega oscura che solo Taissa conosce per ora.
Dopo essere tornata al ristorante il giorno dopo per pagare, Taissa
viene a sapere che il cameriere che li ha inseguiti ha avuto un
infarto fatale sul marciapiede mentre inseguiva lei e Van. Taissa
non dice nulla a Van perché vuole continuare a godersi il tempo
insieme dopo anni di separazione e non vuole disturbarla.
Con la diagnosi di cancro
terminale, Van ha già molto a cui pensare nella sua vita. Taissa
non vuole essere un peso e far sentire Van in colpa per essere
responsabile della morte del cameriere. Da un punto di vista più
egoistico, Taissa ha anche paura di perdere Van ora che sono
finalmente tornati insieme e stanno ricostruendo la storia d’amore
che è riuscita a resistere nonostante tutti i traumi che hanno
vissuto. Come tutti i segreti in Yellowjackets, però, la
verità non rimarrà nascosta per sempre, ed è solo questione di
tempo prima che Van scopra cosa è successo.
Cosa sta succedendo a Callie e
Lottie?
Quando si sono incontrate per la
prima volta nel finale della seconda stagione di
Yellowjackets, Callie ha sparato a Lottie alla spalla per
proteggere Shauna. Questo rende sorprendente vedere Callie e Lottie
diventare apparentemente migliori amiche alla fine della terza
stagione, episodio 2. Callie e Lottie sono attratte l’una
dall’altra per motivi diversi. Per Callie, Lottie è la persona che
le ha dato più informazioni su ciò che è accaduto nella natura
selvaggia, dato che Shauna non condivide questo tipo di dettagli
con sua figlia. Anche il mistero di Lottie è attraente per Callie e
rappresenta un piacevole cambiamento rispetto a sua madre.
La nuova amicizia tra Callie
e Lottie è destinata a essere pericolosa.
Per quanto riguarda ciò che Lottie
vede in Callie, è rimasta affascinata da lei dal momento in cui si
sono incontrate. Invece di essere arrabbiata con Callie per averle
sparato, le prime osservazioni di Lottie riguardavano l’immenso
potere di Callie. Ora che Lottie ha perso la comunità che aveva
costruito, Callie potrebbe diventare la sua prima nuova seguace.
Qualunque cosa accada, la nuova amicizia tra Callie e Lottie sarà
pericolosa e potrebbe avere conseguenze che Shauna e Jeff non
possono nemmeno immaginare nella terza stagione di
Yellowjackets.
La quarta stagione della serie
Bridgerton
vedrà il ritorno di Anthony e Kate, insieme a Penelope, che
affronterà nuove sfide con la regina Charlotte nei panni di Lady
Whistledown. La serie, disponibile in streaming su Netflix, è ambientata durante l’epoca della Reggenza
in Inghilterra e segue gli otto fratelli della famiglia Bridgerton nel loro tentativo di trovare
l’amore.
Jonathan Bailey, Simone Ashley e Nicola Coughlan
riprenderanno i rispettivi ruoli nella storia della quarta stagione
dei Bridgerton.
Durante un’intervista con
Swooon, la showrunner Jess Brownell ha rivelato che la
quarta stagione esplorerà come si svilupperà la relazione tra
Anthony e Kate mentre si adattano alla vita da genitori. Nel
frattempo, la relazione di Penelope con la regina Charlotte
prenderà una nuova piega poiché la regina è ora a conoscenza del
suo segreto. Inoltre, la quarta stagione esaminerà anche la
resistenza al matrimonio di Eloise (Claudia Jessie), che deve
affrontare le pressioni di sua madre, Lady Violet (Ruth Gemmell),
mentre sua sorella minore, Hyacinth (Florence Hunt), è ansiosa di
fare il suo debutto in società. Ecco i commenti di Brownell:
Abbiamo il ritorno di Anthony,
Johnny Bailey, cosa di cui siamo molto entusiasti.Posso
rivelare qui per la prima volta oggi che anche Simone Ashley
tornerà. Quindi, Anthony e Francesca torneranno insieme, e potremo
vedere di più della loro felicità coniugale e vedere anche il loro
bambino, quindi sarà molto divertente.
[Penelope] ha una nuova
relazione con Penelope ora che sa chi è Whistleown e anche la sua
relazione con Lady Danbury è al centro della storia,
Francesca è ora sposata, il che
lascia Eloise nella posizione di essere di nuovo nelle grinfie di
sua madre… Lo teme assolutamente, mentre c’è Giacinto che… vuole
disperatamente debuttare presto, e i due vengono accoppiati in
questa stagione per risultati comici.“
Cosa significa questo per le
relazioni e le dinamiche di potere
diBridgerton
Nuovi sviluppi dei personaggi
sono in arrivo nella stagione 4
Al momento, la quarta stagione di
Bridgerton non ha una data di uscita definitiva, ma dovrebbe
arrivare nel 2026. Con l’avanzare della Bridgerton verso la
quarta stagione, lo sviluppo delle relazioni consolidate sarà un
aspetto chiave dello show. Mentre la storia d’amore tra Kate e
Anthony è stata un punto centrale della trama nelle stagioni
passate, l‘esplorazione della genitorialità offrirà
probabilmente nuove sfide e opportunità di crescita all’interno
della loro relazione.
Inoltre, i commenti di Brownell
riguardo al riconoscimento pubblico di Penelope come Lady
Whistledown suggeriscono che cambierà nei suoi rapporti con gli
altri, in particolare con la regina Charlotte. A partire dal
finale della terza stagione di Bridgerton, la regina è ora
consapevole che Penelope è Lady Whistledown. Ora, la posizione di
Penelope potrebbe influenzare il suo ruolo nella ton e la sua
capacità di influenzare gli eventi della serie.
Inoltre, Eloise deve affrontare le
pressioni di Lady Violet per sposarsi. Ora che Francesca è sposata
con John Stirling, Eloise è l’ultima figlia Bridgerton non sposata
in età da matrimonio. La sua riluttanza a entrare nel mercato
matrimoniale creerà probabilmente tensione tra lei e Violet nella
quarta stagione, soprattutto perché Hyacinth è ora ansiosa di
debuttare.
Le due co-protagoniste di The
White Lotus, Aimee Lou Wood e
Michelle Monaghan, spiegano quanto sia importante
per la
terza stagione Lalisa “Lisa” Manobal, membro delle BLACKPINK.
La serie antologica vincitrice di un Emmy è tornata con più dramma
e crimine nel lussuoso resort White Lotus, ora ambientato in
Thailandia. Il nuovo gruppo di ricchi ospiti include Chelsea, la
fidanzata molto più giovane di Rick (Walton Goggins), e Jaclyn, che
partecipa a un viaggio tra ragazze atteso da tempo. Il
cast della terza stagione di The White Lotus comprende
anche Jason Isaacs, Parker Posey, Carrie Coon e Leslie Bibb. La
prima sarà su HBO/Max il 16 febbraio.
In un’intervista con Tessa Smith di
ScreenRant, Wood e Monaghan hanno parlato della storia di
Lisa in
The White Lotus – stagione 3. La cantante, rapper e
ballerina thailandese farà il suo debutto come attrice nel ruolo di
Mook, la mentore della salute nella località thailandese del
resort, insieme a Natasha Rothwell, che riprenderà il ruolo di
Belinda Lindsey, la direttrice della spa, e alla nuova arrivata
Tayme Thapthimthong, che interpreta la guardia di sicurezza Gaitok.
Leggete qui sotto cosa hanno detto:
Wood:Lisa era così socievole. Come se fosse così figa. Invitava
le persone a bere qualcosa a casa sua, come se fosse sempre nella
sua piccola stanza d’albergo. È davvero, davvero con i piedi per
terra. Non lo diresti mai. In realtà non lo capivo fino in fondo
perché era così figa e così tranquilla che non lo
capivo.
Monaghan:È così modesta.
Wood:Ma il livello di fama e celebrità è così alto. È difficile
da capire. Io non ci riuscivo.
Monaghan:E il fatto chenon avevo idea che questo
fosse il suo primo lavorocome attrice. E non
ne avevo idea. Ho iniziato a guardare gli episodi e poi qualcuno me
l’ha detto nelle interviste precedenti, e io ero tipo, mi prendi in
giro. È così incredibile.Lei e Tayme sono così
belle. Adoro quella trama.
Penso che sia la cosa più
sorprendente perché era anche in thailandese, sapete? Adoro il modo
in cui Mike ha intrecciato quella storia, quella sorta di storia
d’amore thailandese. E sono entrambi così puri. Ciò che portano in
questa stagione è tanta purezza ela loro chimica insieme
è così bella. Ero tipo, oh mio Dio. Lei ha davvero molto
talento, così come lui.
Cosa significa la storia di
Lisa nella terza stagione di White Lotus
Mook nella terza stagione di
The White Lotus sarà il primo ruolo
cinematografico e televisivo di Lisa. Originaria della Thailandia,
l’attrice ha ottenuto il plauso internazionale grazie al
supergruppo K-pop BLACKPINK, che è diventato rapidamente uno dei
gruppi femminili più venduti di tutti i tempi dal debutto del loro
album nel 2016. Gaitok di Thapthimthong è una guardia di sicurezza
del resort che si prende cura di tutti e che si prende una cotta
per la modesta Mook. Nonostante questo fosse il suo primo
lavoro da attrice, Monaghan ha notato che la performance di Lisa è
stata “incredibile” e che la storia d’amore tra Mook e
Gaitok è “così bella”.
Durante le prime due stagioni
acclamate dalla critica, The White Lotus è stato pieno di
intrecci romantici. Tuttavia, queste relazioni sono raramente
semplici, poiché le coppie sono spesso coinvolte in un gioco di
inganni e lotte di potere. Nella
seconda stagione di The White Lotus, la coppia
apparentemente spensierata di Cameron (Theo James) e Daphne
(Meghann Fahy) spinge i più riservati Ethan e Harper (interpretati
da Will Sharpe e Aubrey Plaza) in una danza segreta di presunta
infedeltà. Tuttavia, Mook e Gaitok sembrano offrire un’esplorazione
più innocente della fantasia romantica.
Disponibile su Netflix dal 19 febbraio con tutti e sei gli
episodi contemporaneamente, Storia della mia famiglia è la
nuova serie ideata da Filippo Gravino e diretta da
Claudio Cupellini che vede nell’affiatato cast il
suo gioiello della corona: Eduardo Scarpetta, Vanessa
Scalera, Massimiliano Caiazzo, Cristiana
Dell’Anna e Antonio Gargiulo sfoderano
un’alchimia che raramente si trasmette in maniera così vivida allo
spettatore e danno vita a una famiglia contemporanea, vibrante di
emozioni e imperfezioni.
In occasione della conferenza stampa
di presentazione della serie, abbiamo incontrato il cast (con
eccezione di Dell’Anna, impegnata altrove) e i realizzatori, che
hanno raccontato come è stata messa insieme e realizzata la
serie.
Parola ai protagonisti di Storia della mia
famiglia
Storia della mia famiglia – Foto Credits Claudia Sicuranza /
Netflix
Eduardo Scarpetta è Fausto, capo famiglia
insolito, padre separato di due bambini e malato terminale. È sua
la voce narrante: mentre si avvicina a una inevitabile fine, l’uomo
decide di fare affidamento su sua madre, suo fratello e i suoi due
migliori amici, i “fantastici quattro” come li chiama lui,
perché saranno loro a occuparsi dei figli, una volta che lui sarà
passato a miglior vita. “Mi preparo sempre leggendo tutto il
materiale – spiega Scarpetta – Per la malattia mi sono
dovuto preparare e informare, nonostante la conosca bene perché mia
madre ha avuto quasi lo stesso male. Ho lavorato sulla dispnea:
questo malfunzionamento respiratorio per cui sembri in affanno
anche a riposo. Un lavoro sulla tosse, sul respiro, soprattutto per
le scene in cui sono in ospedale. Per il resto abbiamo costruito il
personaggio tutti insieme, sin dall’inizio abbiamo avuto una grande
cura nei rapporti. È una storia felice ma anche malinconica, ha un
forte equilibrio e soprattutto racconta dinamiche
credibili.”
A interpretare sua madre c’è la
carismatica VanessaScalera, che
con Lucia dà vita a una donna piena vita e di dubbi, diventata
madre molto giovane ma che è stata capace di non perdere se stessa
nella sua maternità, e di questo paga le conseguenze in una società
che vorrebbe le madri totalmente assorbite ed esaurite nei loro
figli: “Lucia non è Maria di Nazareth, è una madre che ha
tentato di regolarizzare se stessa nel mondo. Ha prima parlato a se
stessa e poi ai figli. Una donna che non è riuscita a capirsi, e ha
fatto dei gran casini nella vita. Non è riuscita a sostenere i suoi
figli anche perché sono entrambi dei caratteri molto particolari.
Si dice sempre delle madri che devono avere un certo riguardo verso
i figli, ma non si mette mai in conto che questi figli avranno poi
dei loro caratteri, e possono non capirsi con la madre.”
Storia della mia famiglia – Foto Credits Claudia Sicuranza /
Netflix
Fratello minore di Fausto,
secondogenito scapestrato di Lucia, Valerio ha il volto della star
di Mare
Fuori, Massimiliano Caiazzo: “Lui ha subito più
di tutti il fascino di suo fratello Fausto, che è un accentratore,
si mangia la vita, per lui è a un livello inarrivabile. Il suo è un
rapporto di dipendenza dal fratello che, quando quella figura viene
meno si trasforma in dipendenza da cocaina, ma quello è solo
l’ultimo passo. Per Valerio, la vera sfida, dopo la morte del
fratello, è stata riconoscersi fragile, fallibile, perdonarsi e non
imporsi delle aspettative da rispettare. Così si rende conto che
può essere abbastanza e che può avere qualcosa da dare a questi due
nipoti.”
Alla famiglia naturale, si aggiunge
in Storia della mia famiglia, quella di elezione. Demetrio
e Maria (Antonio Gargiulo e Cristiana
Dell’Anna) sono i migliori amici di Fausto, anche loro ne
subiscono pesantemente il temperamento e il fascino, esitano ma
alla fine ognuno a modo suo si fanno carico del compito che viene
loro affidato: “La famiglia che raccontiamo è l’essenza della
famiglia moderna come è intesa oggi. Svincolata dal legami di
sangue. – spiega Antonio Gargiulo– Il
personaggio che interpreto viene chiamato in causa senza la sua
volontà. E Demetrio non sboccia mai fino a che non muore Fausto,
perché solo quando l’amico non c’è più lui si rende conto che non
ha nessun salvagente e che ora la scelta, la vita è sua. A
partire dal grande dolore che per lui rappresenta la morte
dell’amico, Demetrio cerca di farsi carico del compito che gli
viene assegnato”.
Storia della mia famiglia – Foto Credits Claudia Sicuranza /
Netflix
E se Claudio
Cupellini ha fatto da direttore di coro per tutte queste
voci, mettendosi costantemente al servizio dell’esecuzione e
lasciando gli interpreti liberi di improvvisare dentro i contorni
tratteggiati dal testo, Filippo Gravino ha creato
la storia. Raccontando che la sua idea di famiglia, per questa
serie, è stata quella di una vera e propria tribù, l’autore ha
spiegato: “Condannarsi per ogni singolo errore crea separazioni
e disgregamento. In Storia della mia famiglia abbiamo raccontato di
una tribù che si perdona tutti i suoi difetti e i suoi errori,
perché solo così si crea unione. Questa serie è un inno alla
fragilità e alla mediocrità degli esseri umani. In mezzo a tanti
errori, vale la pena essere clementi e gioire anche per quella
singola cosa che si è riusciti a fare.”
Storia della mia famiglia è
disponibile dal 19 febbraio su Netflix. Diretta da Claudio
Cupellini da un’idea di Filippo Gravino,
la serie è scritta da Gravino con Elisa Dondi, è
interpretata da Eduardo Scarpetta, Vanessa Scalera,
Massimiliano Caiazzo, Cristiana Dell’Anna, Antonio
Gargiulo e Gaia Weiss.
The Chosen ha una
nuova casa di streaming in vista del ritorno della
quinta stagione. Creata da Dallas Jenkins, che è anche
co-sceneggiatore e regista, The Chosen ha debuttato nel
dicembre 2017. Il dramma storico racconta la storia di Gesù
attraverso le persone che hanno interagito con lui, con l’attore
Jonathan Roumie nel ruolo principale. Sebbene la serie abbia i suoi
siti web dedicati e sia andata in onda su The CW in momenti
diversi, ha ampiamente evitato le principali piattaforme di
streaming. Questo sta cambiando in vista della prima della quinta
stagione di The Chosen.
TVLine conferma che Prime Video
diventerà la piattaforma di streaming esclusiva negli Stati Uniti
per The Chosen. Ciò include le prime cinque stagioni
dello show, oltre alle prossime due stagioni finali. La nuova
piattaforma di streaming fa parte dell’accordo tra Amazon MGM
Studios e 5&2 Studios di Jenkins, che produce The
Chosen. Prime Video di Amazon avrà anche i diritti
esclusivi della serie non sceneggiata The Chosen in the Wild
With Bear Grylls, oltre a un primo sguardo a tutti i progetti
futuri di 5&2 Studios.
La quinta stagione di The
Chosen, che sarà incentrata sulla Settimana Santa, debutterà
nelle sale venerdì 28 marzo. Sarà poi trasmessa in streaming su
Prime Video a giugno. Il quinto episodio sarà disponibile anche
su Prime Video in Canada, Australia, Nuova Zelanda, Africa
subsahariana, Regno Unito e America Latina entro la fine
dell’anno.
Cosa significa la nuova casa di streaming per The
Chosen
Credit Image via Loaves & Fishes Productions
La nuova piattaforma è perfetta per
Prime Video. Diretto da Roumie e Shahar Isaac nel ruolo di Simon
Peter, il cast di The Chosen e la sua saga in continua
evoluzione si sono rivelati popolari tra il pubblico. Nel 2022, i
produttori dello show hanno condotto un’analisi che ha rilevato che
il dramma storico era stato visto almeno in parte da oltre 100
milioni di persone attraverso varie piattaforme di streaming e
attraverso i canali online dedicati allo show. Raccogliere tutti
gli episodi della serie in un unico servizio di streaming, con
Prime Video che è uno dei più grandi insieme a Netflix, è destinato a dare una spinta alle fortune
di The Chosen.
Con la possibilità che altre figure
religiose, tra cui Mosè, possano avere una serie dedicata, Prime
Video continuerà ad avere una libreria stabile con un sottogenere
che si è dimostrato popolare tra gli spettatori. Ciò significa
anche che altre opere di Jenkins, attraverso il suo marchio di
produzione 5&2, potrebbero trarre vantaggio dalla presenza
globale di Prime Video. È un accordo vantaggioso anche per i
consumatori, che ora hanno un hub dedicato per le serie invece di
dover cercare episodi specifici nelle app e nei siti web dedicati
ai drammi.
Dopo la prima della terza stagione
di The
White Lotus, un nuovo trailer anticipa cosa aspettarsi
nei prossimi episodi. Ogni stagione della serie di successo della
HBO segue un nuovo gruppo di personaggi in una diversa location di
The White Lotus. La terza stagione di The
White Lotus si svolge in Thailandia e sarà incentrata sul
benessere e la spiritualità. Il
cast della terza stagione di The White Lotus include
Natasha Rothwell, Jason Isaacs, Parker Posey, Michelle Monaghan,
Walton Goggins, Aimee Lou Wood e altri ancora.
Max ha pubblicato
un nuovo trailer della terza stagione di White Lotus
che anticipa ulteriori misteri e il potenziale omicidio che sarà
inscenato nei prossimi episodi. Il trailer anticipa che le azioni
di più personaggi potrebbero potenzialmente portare alla loro
settimana al resort thailandese di White Lotus che si concluderà in
tragedia. Guarda il trailer completo qui sotto:
Cosa significa il nuovo trailer
per la terza stagione di The White Lotus
La terza stagione di White
Lotus potrebbe concludersi con molteplici morti
Come da tradizione per ogni nuova
stagione di The White Lotus, l’inizio della terza stagione,
episodio 1, anticipa che un personaggio, o potenzialmente diversi
personaggi, moriranno alla fine della settimana. The White Lotus – stagione 3 inizia con Nicholas, il
figlio di Belinda, che fa una meditazione guidata con uno dei
dipendenti dell’hotel. Tuttavia, la sua meditazione viene
interrotta quando sente diversi spari in lontananza.
Preoccupato per sua madre, che i telespettatori hanno già
incontrato nella prima stagione, Nicholas si dirige verso il rumore
degli spari, mentre sembra che stia avvenendo una sparatoria.
Al momento, non si sa quali
personaggi saranno coinvolti nella sparatoria alla fine della
stagione. Il personaggio di Goggins, Rick, sembra avere dei
conti in sospeso con il marito di Sritala, che è uno dei
proprietari del resort thailandese The White Lotus. Tuttavia, il
trailer anticipa anche che il personaggio di Isaac, Timothy,
potrebbe causare problemi dopo aver saputo che potrebbe andare in
prigione. Nel frattempo, il trailer mostra anche la preoccupazione
di Belinda quando scopre che Greg, che ora si fa chiamare Gary, è
in Thailandia.
Svelata la prima immagine del film
The
Odyssey, il film di Christopher
Nolandedicato
all’Odissea di Omero, il
celebre poema epico. In questa prima foto,
vediamo Matt
Damonnei panni del protagonista Odisseo, cosa
che ci conferma che sarà dunque il noto attore a ricoprire il ruolo
principale del film,
contrariamente ad una precedente indiscrezione che
indicava Tom
Holland come protagonista primario. Con le riprese ora
in corso, è lecito attendersi nuove notizie in merito a questo
atteso progetto, che si preannuncia essere uno dei film più epici e
ambiziosi di Nolan. Di seguito, ecco la prima foto dal set di
The Odyssey:
L’antico poema epico di Omero
racconta la storia di Odisseo, re di Itaca, e del suo pericoloso
viaggio di ritorno a casa dopo la guerra di Troia, esplorando temi
di eroismo, lealtà, astuzia e la lotta contro la volontà divina. Il
racconto include episodi iconici come l’incontro con il ciclope
Polifemo, le Sirene e la strega-dea Circe, avventure che culminano
con il suo ricongiungimento con la moglie Penelope.
Sebbene questo sarebbe
l’adattamento più ad alto budget del questo testo fino ad oggi, il
poema è stato precedentemente adattato nel film del 1954
Ulisse, diretto da Mario Camerini
e interpretato da Kirk Douglas, così come nella
miniserie del 1997 L’Odissea, diretta da
Andrei Konchalovsky e interpretata da
Armand Assante. Gli ultimi libri dell’Odissea sono
stati anche la fonte principale per The
Return, di Uberto Pasolini, che è
uscito in Italia all’inizio del 2025 e che vede protagonisti
Ralph Fiennes nei panni di Ulisse e Juliette Binoche in quelli di Penelope.
I dettagli sulla trama del film di
Christopher Nolan sono ad ora stati tenuti
nascosti e non è confermato quanto il regista sarà fedele all’opera
di Omero. Considerando i suoi precedenti, c’è da aspettarsi che
apporti una svolta inaspettata alla storia che già presenta tutti i
marchi di fabbrica del suo cinema, in particolare la non linearità
della narrazione. Le riprese di Odyssey dovrebbero iniziare il mese
prossimo e sarà il secondo film di Nolan per la Universal, dopo
Oppenheimer.
La serie procedurale della CBS
S.W.A.T.è riuscita a
sopravvivere a due precedenti cancellazioni, ma lo show con Shemar
Moore sarà rinnovato per la nona stagione? Debuttata nel 2017,
S.W.A.T. è incentrata sulla Twenty Squad della polizia di
Los Angeles, una task force d’élite guidata da Daniel “Hondo”
Harrelson (Shemar
Moore). Esistente nello stesso universo di The
Shield della FX, il successo di lunga data della CBS offre un
programma più crudo rispetto alla solita procedura e mette in
evidenza questioni come la razza e la violenza della polizia, pur
offrendo ancora molta azione tipica della rete televisiva. Moore
non è stato solo la star e il pilastro dello show, ma ha anche
contribuito a rinnovarlo.
Nonostante sia in onda da quasi un
decennio, il ciclo di S.W.A.T. non è stato
privo di ostacoli e la CBS ha cancellato la serie due volte. La
prima volta è stato annunciato che la sesta stagione sarebbe stata
l’ultima per la squadra. Tuttavia, una marea di sostegno (guidata
da Shemar Moore) ha spinto la CBS a cambiare idea e a riportare in
onda la serie per la sua settima e ultima stagione. La CBS ha
invertito nuovamente la rotta dopo la settima stagione, scegliendo
di dare un’altra possibilità a S.W.A.T. Questo ha lasciato
la nona stagione in un limbo, poiché la rete non ha né annunciato
la stagione 8 come l’ultima, né rinnovato la serie per altri
episodi.
Ultime notizie su S.W.A.T. –
Stagione 9
Mentre si continua ad aspettare che
la serie venga rinnovata o cancellata, le ultime notizie arrivano
sotto forma di un cauto aggiornamento da parte del produttore di
S.W.A.T.. Shawn Ryan è attualmente produttore esecutivo
della serie poliziesca ed è stato precedentemente showrunner fino
alla settima stagione, ma nemmeno lui ha una risposta riguardo allo
stato della serie. “È stata definita la stagione finale nelle
ultime tre o quattro stagioni, no?” ha riflettuto Ryan,
prima di ricordare quanto la serie sia “amata da” tutti i
dirigenti della CBS e dai fan.
Ha chiarito che non è sicuro
di cosa il nuovo arrivato David Ellison voglia fare con lo
show.
Nonostante la fiducia di Ryan e la
popolarità costante della serie, il produttore ha subito
sottolineato che il processo è ancora in corso e che non è sicuro
che la nona stagione ci sarà. Ryan ha menzionato specificamente
l’attuale cambio di guardia in atto presso la CBS, e ha chiarito di
non essere sicuro di cosa il nuovo arrivato David Ellison vorrà
fare con lo show.
Leggi qui i commenti completi di
Shawn Ryan:
È stata definita l’ultima
stagione nelle ultime tre o quattro stagioni, vero?
La serie è molto amata dai
dirigenti della CBS e dal nostro pubblico. Per quanto riguarda la
creatività, sono felice e un po’ imbarazzato nel dire che non ha
perso un colpo da quando ho passato le redini della serie ad Andy
Dettman. Ma sappiamo anche che in quel mondo è in atto un
cambiamento aziendale. Conosco David Ellison, ho scritto un film
per lui tempo fa.
Non conosco i piani. Non conosco
i criteri per il rinnovo. Sembra che potrebbe essere molto diverso
rispetto agli anni passati. Non so se sia un vantaggio o uno
svantaggio che quest’anno siamo prodotti da uno studio esterno.Penso che l’economia avrà un ruolo importante, quindi è tutto
incerto, ma continueremo a fare il miglior programma possibile che
il nostro pubblico ama, e vedremo come andrà a finire. Ed è quello
che abbiamo fatto nelle ultime stagioni. Siamo davvero orgogliosi
dell’eredità di quel programma.
La nona stagione di S.W.A.T.
non è confermata
Considerando la travagliata storia
della serie negli ultimi anni, non sorprende particolarmente che
la CBS non abbia né confermato né smentito S.W.A.T. stagione
9 ancora. Il network ha tergiversato dalla sesta stagione sul
destino della serie, e ogni decisione invertita non ha avuto un
buon impatto sul canale. Sebbene ci siano una serie di ragioni per
cui la sesta stagione doveva essere l’ultima, il successo di ogni
stagione successiva ha giustificato la scelta della CBS di
riportare in vita S.W.A.T. Tuttavia, la stagione 8 sarà il
vero banco di prova.
La stagione 8 di S.W.A.T. è
stata presentata in anteprima il 14 ottobre 2024.
Il rinnovo della settima stagione è
stato un ritorno trionfale dopo la scioccante rivelazione che la
sesta sarebbe stata l’ultima. La settima stagione, più breve, ha
raccolto un numero impressionante di spettatori, il che ha spinto
la rete a realizzare anche la stagione 8. Ora che la CBS ha dato il
via libera a una stagione di 22 episodi, non è chiaro se
S.W.A.T. rimarrà economicamente sostenibile. Anche se la
rete non ha annunciato che la stagione 8 sarà l’ultima, non c’è
alcuna garanzia che venga rinnovata per la stagione 9.
Dettagli del cast della
stagione 9 di S.W.A.T.
Dall’annuncio iniziale di
“cancellazione” dello show dopo la stagione 6, il cast di
S.W.A.T. è stato in continuo cambiamento.
Tuttavia, è impossibile sapere
esattamente chi potrebbe lasciare la serie finché non si conoscerà
l’intero ambito della stagione 8. Tenendo presente questo, si
può tranquillamente presumere che l’intero cast principale
tornerà, incluso Shemar Moore nel ruolo di Daniel “Hondo”
Harrelson Jr., il leader della squadra. Al suo fianco ci sarà Jay
Harrington nei panni di David “Deacon” Kay, il secondo in comando
di Hondo. Kay avrebbe dovuto lasciare la squadra nella stagione 7,
ma alla fine ha deciso di non ritirarsi.
Victor Tan (interpretato da David
Lim) è un’altra certezza per il cast della stagione 9, e il membro
della squadra è fondamentale per il successo del gruppo. Anche il
comandante della SWAT Robert Hicks (Patrick St. Esprit) dovrebbe
tornare, anche se lui e Hondo non sono sempre d’accordo su come
gestire la squadra. Nichelle, interpretata da Rochelle Aytes, è
stata ridotta a un ruolo di ospite nella stagione 8, e non è
chiaro se rimarrà senza un ruolo più importante nella storia.
Il cast della stagione 9 di
S.W.A.T. dovrebbe includere:
Shemar Moore interpreta Sgt. Daniel “Hondo” Harrelson Jr.
Jay Harrington interpreta Sgt. David “Deacon” Kay
Alex Russell interpreta Officer James “Jim” Street
David Lim interpreta Officer Victor Tan
Patrick St. Esprit interpreta Commander Robert Hicks
Rochelle Aytes interpreta Nichelle Carmichael
Anna Enger Ritch interpreta Officer Zoe Powell
Annie Ilonzeh interpreta Devin Gamble
Niko Pepaj interpreta Miguel Alfaro
Dettagli sulla possibile storia
diS.W.A.T. – Stagione 9
Anche se potrebbero succedere molte
cose durante i restanti episodi della stagione 8, è probabile che
la stagione 9 di S.W.A.T. segua uno schema simile a quello
delle precedenti. La maggior parte della serie riguarda la squadra
che affronta una miriade di scenari pieni di azione, e non c’è
motivo di pensare che questo cambierà in futuro. Poiché la stagione
8 di S.W.A.T. non è stata annunciata come l’ultima,
è logico che non ci sarà molto di conclusivo nell’attuale
stagione, il che significa che ci sono infinite possibilità per
la stagione 9.
La popolare serie procedurale
d’azione della CBS S.W.A.T.doveva originariamente concludersi dopo la settima
stagione, ma il network ha invece deciso di rinnovarla per
l’ottava. La serie, che ha debuttato nel 2017, vede protagonista
Shemar Moore nei panni del sergente Hondo, un
duro capo della squadra S.W.A.T. che è combattuto tra la protezione di
coloro che provengono dalla sua comunità e il suo servizio nella
polizia di Los Angeles. Basata sulla serie omonima degli anni ’70,
S.W.A.T. si distingue dalle altre serie procedurali per
l’aumento dell’azione di stagione in stagione.
La vita della longeva serie
procedurale è stata tutt’altro che tranquilla, e S.W.A.T. è
stata cancellata per la prima volta dopo la sesta stagione nel
2022. Tuttavia, grazie in gran parte alle suppliche della star
Shemar Moore, la CBS ha annullato la sua decisione e rinnovato lo
show per la settima e presumibilmente ultima stagione. La seconda
cancellazione sembrava definitiva anche quando la settima stagione
ha iniziato ad andare in onda, ma la CBS ha cambiato di nuovo idea
sullo status di S.W.A.T. Ora, dopo solo
pochi mesi, la CBS ha riportato la serie per una sorprendente
ottava stagione, e il futuro dello show è rimasto aperto per
ulteriori sviluppi.
Ultime notizie su S.W.A.T. –
Stagione 8
Poco dopo l’annuncio dell’ingresso
di Annie Ilonzeh nel cast, sono arrivate le ultime notizie sotto
forma di nuove immagini della stagione 8 di S.W.A.T. che
rivelano il suo nuovo personaggio. Per pubblicizzare la prima
puntata della stagione 8, “Vanished”, la CBS ha fornito alcune
immagini del nuovo team mentre entra in azione per salvare un
autobus pieno di bambini scomparsi. Tra le foto, Annie Ilonzeh
nel ruolo di Devin Gamble è mostrata insieme a star di ritorno come
Shemar Moore.
La data di uscita di S.W.A.T. –
Stagione 8
La stagione 8 è uscita in
ottobre
Dopo aver annullato la decisione di
cancellare la serie dopo la stagione 7, la CBS non solo ha
rinnovato S.W.A.T. per un’ottava stagione, ma ha anche
programmato la prima della serie per il 2024. Riprendendo il suo
posto come inizio del blocco di venerdì sera pieno di azione della
CBS, S.W.A.T. negli USA ha debuttato il 18 ottobre 2024
alle 20:00. La premiere dell’ottava stagione sarà seguita dal
ritorno di Fire
Country (stagione 3) e della lunga serie poliziesca
Blue Bloods (stagione 14).
S.W.A.T. – Stagione 8 in
streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:
Il cast della stagione 8 di
S.W.A.T.
Non è chiaro come la conclusione
prevista della settima stagione influenzerà il cast della stagione
8, ma finora ci sono già stati alcuni cambiamenti nel cast. Anche
se si prevede che la maggior parte del cast principale tornerà,
una notevole assenza nella stagione 8 sarà Kenny Johnson nel
ruolo di Dominique Luca, che ha lasciato la squadra dopo la
commovente cerimonia di pensionamento. Un ritorno quasi garantito è
quello di Shemar Moore nel ruolo del sergente Daniel “Hondo”
Harrelson Jr., che è stato il più grande sostenitore della serie
sin dal suo debutto nel 2017.
È stato annunciato un altro
cambiamento nel cast della stagione 8: la co-protagonista di lunga
data Rochelle Aytes tornerà nel ruolo di Nichelle
Carmichael-Harrelson. Aytes ha interpretato il ruolo dalla terza
stagione, ma non farà parte del cast a tempo pieno nella stagione
8.
Il presunto cast della stagione 8
di S.W.A.T. include:
Shemar Moore interpreta Sgt. Daniel “Hondo” Harrelson Jr.
Jay Harrington interpreta Sgt. David “Deacon” Kay
Alex Russell interpreta Officer James “Jim” Street
David Lim interpreta Officer Victor Tan
Patrick St. Esprit interpreta Commander Robert Hicks
Rochelle Aytes interpreta Nichelle Carmichael
Anna Enger Ritch interpreta Officer Zoe Powell
Annie Ilonzeh interpreta Devin Gamble
Niko Pepaj interpreta Miguel Alfaro
La trama dell’ottava stagione
di S.W.A.T.
Anche se la prossima stagione
potrebbe introdurre qualche nuovo colpo di scena, S.W.A.T. è
come la maggior parte delle serie procedurali, in quanto tende a
seguire un formato episodico. La tendenza a un caso a settimana
dovrebbe continuare anche nell’ottava stagione, anche se ci
sono alcuni fili che possono ancora essere esplorati. La partenza
di Luca potrebbe richiedere l’arrivo di un nuovo membro del team, e
Powell probabilmente avrà ancora a che fare con l’esperienza di
pre-morte che ha avuto all’inizio della stagione 7.
Con Nichelle che torna a un ruolo
di supporto, non è chiaro se il suo status ridotto sarà affrontato
nella trama o se semplicemente non apparirà in alcuni episodi. Con
il futuro di S.W.A.T. ancora incerto, non è chiaro se
ci sarà un aspetto conclusivo nella storia della stagione 8.
Tuttavia, fino all’arrivo della stagione 8, sarà impossibile
indovinare cosa succederà dopo.
Già
disponibile su Disney+,
Sugarcane, diretto da Julian Brave
NoiseCat e Emily Kassie, è il film
documentario candidato agli Oscar 2025 e dedicato all’indagine
svolta sulla scuola cattolica St. Joseph di Williams Lake, in
Canada; un istituto che faceva parte del sistema scolastico
residenziale degli indiani canadesi, scopertosi essere luogo di
abusi e violenze indicibili.
Attraverso le testimonianze delle vittime,
Sugarcane svela gli orrori che si sono consumati
per decenni dietro le mura dell’istituto, chiuso nel 1981, e si
interroga sull’assordante silenzio calato sulla vicenda fino al
2021, quando la scoperta di fosse comuni vicino alla scuola ha
finalmente portato alla luce la verità.
Sugarcane è una produzione USA
e Canada, della durata di 107 minuti. La fotografia è curata da
Emily Kassie e Christopher
LaMarca, il montaggio da Maya Hawke e
Nathan Punwar, mentre le musiche sono di
Mali Obomsawin. La produzione è di
Hedgehog Films e Kassie
Films.
La
trama di Sugarcane
Julian Brave NoiseCat, oltre
che regista è anche un testimone indiretto di questa tragedia. Suo
padre, Ed Archie, ha frequentato il St. Joseph e ha subito abusi
che lo hanno segnato per tutta la vita. Un legame che ha spinto il
cineasta a intraprendere un viaggio doloroso, ma necessario per
raccontare la verità.
Insieme a Emily Kassie,
NoiseCat si è recato a Williams Lake, dove ha
incontrato e ascoltato gli abitanti del luogo. Per ricostruire i
fatti, entrare in profondità nelle vite delle vittime, e mostrare
le ferite ancora aperte e il lungo cammino verso la
guarigione.
Sugarcane: tra Storia e Immagine
La
rappresentazione dei Nativi e del ruolo da essi rivestito nella
composizione del tessuto sociale dell’America di oggi ha di fatto
accompagnato l’evoluzione della Storia del Cinema e del genere
hollywoodiano per eccellenza: il Western. Raccontati per decenni alla
stregua di primitive orde barbariche desiderose di assaltare le
carovane della civiltà bianca in progressiva espansione, gli
Indiani d’America hanno infatti potuto iniziare ad affrancarsi,
solo di recente, dalla narrazione stereotipata affibbiatagli. In un
processo che, senza dubbio accelerato (o quantomeno propagato) da
pellicole di culto del calibro di Balla coi Lupi
(1990), ha riscoperto negli ultimi anni un encomiabile impeto
incendiario; volto alla denuncia delle numerose ingiustizie e dei
soprusi che, inflitti per intere decadi alla comunità indigena,
sono poi stati sistematicamente taciuti, se non addirittura
insabbiati.
I segreti di Wind
River di Taylor Sheridan,
action-western-thriller pensato per fare luce sulla preoccupante
mancanza di dati relativi alle persone scomparse appartenenti alla
fascia demografica delle donne Native Americane, va in questa
precisa direzione. E lo stesso vale per il geniale radiodramma
posto da Martin Scorsese
in epilogo alla sua ultima opera. Tessere
di un puzzle audio-visivo che, con colpevole ritardo, sta tentando
di fare ammenda di peccati reali a cui “l’Immagine-Cinema” ha
purtroppo contribuito a dare riverbero.
Sugarcane: il dolore e la
dignità
Nel
medesimo solco di rabbia e indignazione si inserisce anche
Sugarcane – seppur con le dovute, decisive
differenze. Non solo per l’impostazione documentaria che di fatto
segna una netta linea di demarcazione tra il film di
NoiseCat e Kassie e i titoli
poc’anzi citati. Ma in particolar modo per il sentimento di
inevitabile partecipazione emotiva del regista nei confronti del
racconto; che vede suo padre, Ed Archie, tra le persone maltrattate
dal sistema scolastico.
Sebbene alcune didascalie che precedono i titoli
di coda non manchino di raccontare il fenomeno nella sua vastità
(anche territoriale), Sugarcane concentra infatti
le proprie indagini sulla scuola cattolica St. Joseph di Williams
Lake in Canada. E lo fa ponendo l’accento non tanto sul
lavoro investigativo o sulla ricerca di informazioni in sé (a cui
concede comunque largo spazio nel corso della narrazione), quanto
sul contatto umano, di tipo archeologico, necessario a scandagliare
i dolorosi ricordi delle vittime. I cui traumi, segnati sui volti
scavati dal tempo, emergono con prepotenza e colpiscono dritto allo
stomaco; arrivando a rievocare, nella loro tragicità, pagine di
Storia che pensavamo appartenere a un certo tipo di immaginario
passato – “A tutti veniva dato un numero”.
Alternando momenti istituzionali a frangenti più
intimi – tra i quali spiccano i sofferti dialoghi tra Julian e il
padre – il documentario arriva persino a giocare sul contrasto tra
la natura incontaminata che circonda le località della strage
canadese e la magniloquenza umana visibile nelle “aule” del Clero
di Roma – evocate nella rievocazione dell’incontro, avvenuto nel
2022 nella capitale, tra Papa Francesco e diversi sopravvissuti. Ma
colpisce soprattutto in virtù del vigore con cui, in maniera simile
a quanto raccontato da To Kill A Mongolian Horse
all’ultimo Festival di Venezia, i due
registi raccontano l’orgoglio di un popolo che non ha mai smesso di
lottare.
E che
tra danze, lingua e canti della tradizione, grida ancora con forza
la propria dignità.
Ogni secondo di ogni giornata, la
nostra mente è affollata di pensieri. Cerchiamo di dar ascolto a
tutti, rischiando di generare un caos incontrollato. Ecco perché a
volte, quello che serve fare, è spegnere l’interruttore e lasciarsi
andare. Sono queste le fondamenta su cui si costruisce
FolleMente, il nuovo film di Paolo Genovese, che torna al cinema schierando
un parterre di star di tutto rispetto del nostro panorama
cinematografico per raccontare, da un lato, la bellezza
della semplicità nei rapporti umani e, dall’altro, la
complessità della personalità maschile e
femminile.
Lara e Piero sono due sconosciuti al
loro primo appuntamento, ma anziché seguire la comune prassi di
incontrarsi in un ristorante, si vedono a casa di lei. Una scelta
inusuale per Piero, che arriva sotto casa della ragazza con mille
dubbi e ipotesi sul perché abbia optato per questa soluzione. Si
chiede se sarà all’altezza, se riuscirà a rompere il ghiaccio dopo
sei mesi di astinenza. Lara, nel frattempo, si preoccupa invece di
quale atmosfera creare e se il suo look sia adeguato. Quando
finalmente si incontrano sulla soglia della porta, i loro pensieri
iniziano ad accavallarsi. Nella testa di Piero si scambiano battute
Il Professore, Eros, Valium e Romeo, in quella di Lara a
confrontarsi sono invece Giulietta, Trilli, Scheggia e Alfa. Cosa è
meglio dire? Cosa fare? Ogni loro riflessione prende forma,
svelandoci gli ingranaggi nascosti dietro le parole che scegliamo e
le azioni che compiamo.
Mente caotica, pensieri veloci a
cui mettere il freno
Guardando FolleMente, è
facile pensare al libro di successo di John Gray, Gli uomini
vengono da Marte, le donne vengono da Venere. L’autore, con
attenta analisi, raccontava le differenze nel modo di pensare,
agire e amare tra uomini e donne. Due mondi distinti, ma in qualche
modo complementari. Nel primo incontro tra Lara e Piero ci troviamo
di fronte proprio a questo: le loro riflessioni e la percezione
dell’altro vengono esplicitate da figure in carne e ossa che
incarnano le varie sfumature della loro personalità e mentalità.
Entrambi hanno un assetto consolidato di pensieri e attitudini: c’è
la parte romantica, quella folle, quella razionale e quella
erotica. Lara e Piero hanno quindi più in comune di quanto credano,
incluso il non riuscire a mettere a tacere le voci nella
loro testa, che impediscono loro di essere completamente
spontanei. Ciò che cambia è il loro modo di relazionarsi, elemento
che diventa la forza della pellicola.
Nella loro “control room” (per
citare Inside Out), nessuno ha però il pieno controllo:
ogni lato del loro carattere e ogni pensiero si fanno spazio e
prendono il sopravvento. Questo permette alle dinamiche che si
creano nei tre spazi – quello fisico dei protagonisti e quelli
mentali, teatro di tutte le vicende – di rendere la
narrazione più ritmata e coinvolgente, sostenuta
da una regia solida e incalzante e da un
cast affiatato con la giusta alchimia.
Un cast da applausi
Ed è proprio il cast la
punta di diamante di FolleMente. Pilar Fogliati
ed Edoardo Leo sono attori noti per la loro vena comica – pur
essendo eccellenti anche in ruoli drammatici – e questo
contribuisce a creare un’atmosfera divertente e frizzante, capace
di suscitare nel pubblico continue risate. Inoltre, avendo
un’ottima padronanza dei tempi comici e della cadenza delle
battute, hanno la capacità di rendere il racconto ancora più
credibile e autentico. E lo stesso vale per i loro comprimari,
Claudio Santamaria, Marco Giallini, Rocco Papaleo, Maurizio
Lastrico, Vittoria Puccini, Claudia Pandolfi, Emanuela Fanelli e
Mariachiara Giannetta, in perfetta sintonia.
Grazie alle loro brillanti
interpretazioni, ci si lascia trasportare in quelli che sono –
letteralmente – gli scontri e il caos che ognuno di noi ha nella
propria testa. Rendendoci conto, di conseguenza, di quanto spesso
ci lasciamo travolgere da un’infinità di pensieri inutili, che ci
impediscono di goderci il momento, facendoci rischiare di perdere
occasioni che potrebbero cambiarci la vita.
Lasciarsi andare al fluire
incontrollato delle cose
Ecco, dunque, cosa ci ricorda
FolleMente: per quanto uomini e donne abbiano impostazioni
mentali diverse, questo non basta a renderli davvero distanti.
Perché, in fondo, a prescindere dal genere, abbiamo tutti bisogno
di spegnere il cervello e abbandonarci a ciò che accade senza
pensare troppo. Per quanto sia bello dare libero sfogo ai nostri
pensieri.