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Avengers: Secret Wars, Ryan Coogler e Kevin Feige rispondono alle voci sulla regia!

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Come molti di voi sapranno, è già stato confermato che il regista di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, Daniel Destin Cretton, dirigerà Avengers: The Kang Dynasty, ma rimane libera una poltrona molto ambita che non è stata ancora occupata , ovvero quella della regia dell’annunciato Avengers: Secret Wars. Questo film che dovrebbe essere il gran finale della Multiverse Saga e che sappiamo essere un progetto definito “da sogno” dai fratelli Russo, non ha ancora trovato il suo comandante e visto e considerato che Joe e Anthony sono talmente impegnati da essersi tirati fuori sin da subito significa che la corsa a trovare un comandante è tutt’ora in corso. 

Ebbene di recente una serie di voci hanno individuato nel regista di Black Panther: Wakanda Forever Ryan Coogler un forte candidato come regista del film. Visto il suo percorso probabilmente sarebbe il regista perfetto per il lavoro, ma in un’intervista con Variety, il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige ha commentato proprio queste voci ridimensionato le aspettative dei fan:  “Beh, vorrei che Ryan facesse qualsiasi cosa in qualsiasi momento perché è un talento singolare e una persona fantastica con cui passare anni”. “Ma no, in tutta onestà, non ci sono state conversazioni su questo. Non gli abbiamo parlato di Secret Wars.”

Per quanto riguarda le voci lo stesso Ryan Coogler, le ha commentando rivelando che per il momento rimane concentrato sul sequel di Black Panther. “Adoro fare film, ma per citare un personaggio nel nostro film, ho dato tutto a questo film. Questo film ha tutto ciò che ho. Sono in quel momento in cui penso solo a questo tour stampa e poi avrò bisogno di sedermi e riflettere”. “Probabilmente piangerò molto, perché è un sentimento che ho trattenuto per tutto questo temo”, ha ammesso, riflettendo sull’esperienza emotiva della realizzazione del sequel. “E poi da lì, capirò cosa succederà.”

Si dice che i Marvel Studios siano desiderosi di lavorare con un regista con cui hanno già collaborato per Avengers: Secret Wars, lasciando Coogler un probabile contendente anche se non ne hanno discusso. Peyton Reed è un’altra possibilità, così come Jon Watts e tutti i registi con cui hanno lavorato su Disney+ Per ora dovremo aspettare e vedere, ma con entrambi i film di The Avengers che iniziano a prendere forma, non dovrebbe passare molto tempo prima che venga fatto un annuncio ufficiale sulla regia. Avengers: Secret Wars uscirà nelle sale il 1 maggio 2026.

Secret Wars è il sesto capitolo dei film di successo degli Avengers. Si prevede che concluderà la Fase 6 del Marvel Cinematic Universe e The Multiverse Saga. I fan aspettano da tempo notizie di un potenziale adattamento live-action dell’iconica serie di fumetti, che vede vari eroi e cattivi Marvel essere presi da un’entità cosmica nota come The Beyonder, dove poi combattono su un pianeta chiamato Battleworld.

A differenza di Avengers: The Kang Dynasty, Avengers: Secret Wars al momento non ha ancora un regista collegato. Avengers: The Kang Dynasty sarà diretto dal regista Shang-Chi Destin Daniel Cretton da una sceneggiatura scritta dallo scrittore di Ant-Man and the Wasp: Quantumania Jeff Loveness. Cretton sta anche lavorando con i Marvel Studios all’adattamento della serie live-action di Wonder Man.

Jessica Brown Findlay: 10 cose che non sai sull’attrice

Jessica Brown Findlay: 10 cose che non sai sull’attrice

L’attrice Jessica Brown Findlay si è costruita negli anni una carriera di tutto rispetto, avendo recitato in popolari serie televisive e film per il cinema. Distintasi attraverso generi diversi e con personaggi ogni volta per lei inediti, la Findlay gode dunque oggi di una buona popolarità e un grande seguito e nel suo futuro sono previsti numerosi altri progetti di rilievo.

Ecco 10 cose che non sai di Jessica Brown Findlay.

Jessica Brown Findlay: i suoi film e le serie TV

1. È nota per alcune serie TV. L’attrice ha ottenuto notorietà recitando nei panni di Lady Sybil Crawley nella serie Downton Abbey, accanto ad attori del calibro di Elizabeth McGovern, Michelle Dockery e Maggie Smith. In seguito, ha preso parte a due episodi della serie Misfits, per poi recitare nel secondo episodio della prima stagione di Black Mirror (2011) e poi in Labyrinth (2012), Jamaica Inn (2014), Harlots (2017-2019), Brave New World (2020) e Life After Life (2022). Prossimamente la si ritroverà nelle serie Whatever After e The Flatshare.

2. Ha recitato anche per il cinema. Oltre ad aver recitato con successo per la televisione, l’attrice ha avuto modo di recitare anche in film per il cinema come Albatross (2011), Storia d’inverno (2014), con Colin Farrell, Posh (2014), Victor – La storia segreta del dott. Frankenstein (2015), con James McAvoy, This Beautiful Fantastic (2016) e Il club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey (2018). Negli ultimi anni ha poi recitato in Monaco – Sull’orlo della guerra (2021) e The Hanging Sun – Il sole di mezzanotte (2022), con Alessandro Borghi.

3. È anche doppiatrice. Oltre ad aver recitato davanti la macchina da presa, la Findlay ha avuto modo di svolgere anche l’attività di doppiatrice, dando voce per il film d’animazione Monster Gamily a Fay Wishbone, la figlia dei due protagonisti che viene trasformata in una mummia. L’attrice ha poi dato nuovamente voce al personaggio anche per Monster Family 2. Ha poi doppiato Lenore nella serie Castlevania (2020-2021).

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Jessica Brown Findlay in Downton Abbey

4. Ha interpretato una delle protagoniste. Nelle prime tre stagioni di Downton Abbey l’attrice ha ricoperto il ruolo di Sybil Cora Crawley, una ragazza timida e discreta ma dotata di un carattere ribelle. Nel corso della sua presenza nella serie, da prima si interessa all’attivismo politico, scegliendo poi in seguito di seguire un corso da infermiera per rendersi utile durante la Prima guerra mondiale. Infine, decide di trasferirsi a Dublino per vivere insieme all’amato Branson.

5. Ha tenuto segreto il destino del suo personaggio. Come noto, nel corso della terza stagione Sybil muore di parto, lasciando in forte lutto l’intera famiglia. L’attrice sapeva che il suo personaggio sarebbe andato incontro a questa fine e dati i numerosi altri impegni che stava prendendo in quel periodo ha ammesso di aver sostenuto tale scelta. L’attrice ha però mantenuto segreto a chiunque, compresi i suoi famigliari, ciò che sarebbe successo alla sua Sybil.

Jessica Brown Findlay in Misfits

6. Ha recitato in due episodi della serie. Misfits è una popolare serie fantascientifica andata in onda tra il 2009 e il 2013, incentrata su un gruppo di ragazzi costretti ai lavori socialmente utili dopo essere stati arrestati per vari crimini minori, che ottengono però dei superpoteri dopo essere stati investiti da un fulmine durante uno strano temporale. In tale serie la Findlay è comparsa come guest star nel sesto episodio della prima stagione e poi di nuovo nell’ottavo episodio della terza stagione, ricoprendo il ruolo di Rachel.

Jessica Brown Findlay non è su Instagram

7. Non è presente sul social network. L’attrice, come avrà notato chi ha provato a cercarla su Instagram, non possiede un proprio account sul celebre social. Ciò è dato dal fatto che la Findlay preferisce non avere a che fare con simili piattaforme, le quali comportano sempre un certo grado di esposizione. L’attrice preferisce invece tenere privata la sua vita fuori dal set, non condividendo nulla di questa. Si possono tuttavia ritrovare alcuni profili gestiti da fan dove poter trovare tutte le ultime novità a lei dedicate.

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Jessica Brown Findlay e il suo matrimonio

8. Si è sposata di recente. Da sempre molto riservata riguardo la sua vita privata, l’attrice ha però reso nota nel 2016 la sua frequentazione con l’attore Ziggy Heath. I due si sono conosciuti sul set della serie Harlots, dove Heath ha interpretato Sam Holland in quattro episodi. I due attori hanno poi fatto sapere di essersi sposati il 12 settembre del 2020, con un matrimonio privato e riservato a parenti e amici.

Jessica Brown Findlay: il suo patrimonio

9. Possiede un buon patrimonio. Grazie ai tanti progetti cinematografici e televisivi a cui ha preso parte, l’attrice può ad oggi essere considerata tra i volti più noti dello spettacolo, in particolare per quanto riguarda il piccolo schermo. Tutte queste sue attività lavorative l’hanno portata oggi a possedere un patrimonio attestato intorno ai 3 milioni di dollari.

Jessica Brown Findlay: età e altezza

10. Jessica Brown Findlay è nata a Cookham, Inghilterra, il 14 settembre del 1989. L’attrice è alta complessivamente 1.65 metri.

Fonte: IMDb

Jason Momoa commenta il post di James Gunn su Lobo, sorprese in arrivo?

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La star di Aquaman e il regno perduto Jason Momoa ha recentemente mandato in tilt le speculazioni quando ha rivelato che uno dei suoi progetti da sogno era ora in fase di sviluppo sotto la sorveglianza dei nuovi co-responsabili della DCU James Gunn e Peter Safran. L’attore della serie See ha anche pubblicato un video separato, stuzzicando con entusiasmo un altro misterioso progetto.. mentre ringrazia “Maestro” per l’opportunità.

Jason Momoa è un grande fan dell’antieroe DC Comics Lobo, e Gunn ha aggiunto benzina sul fuoco la scorsa notte facendo il suo primo post su Mastodon con un’immagine di “The Main Man”. Queste storie sono collegate? ComicBook.com ha posto a Jason Momoa proprio questa domanda, e il suo essere “sorpreso” potrebbe essere davvero eloquente.

Che dire, davvero Jason Momoa potrebbe assumere i ruoli sia di Aquaman che di Lobo nella DCU? la cosa può sembrare improbabile, ma non sarebbe la prima volta che un attore interpreta due diversi personaggi dei fumetti, anche all’interno dello stesso universo (Gemma Chan ha interpretato Minerva in Captain Marvel e Sersi in Eternals). Poi c’è da dire che sfideremmo chiunque a trovare un attore che incalzi meglio l’estetica del personaggio LOBO ad Hollywood, magari con il giusto make-up chi lo sà!

Jason Momoa ha anche parlato della sua presa in giro da “Maestro” in un’intervista separata con CinemaBlend, indicando che non si riferiva affatto a un progetto DCU. “No. No, no, no, no. Devi scavare più a fondo. È il Santo Graal. Ed è diverso dalla cosa DC”

Vi ricordiamo che James Gunn e Safran hanno iniziato nelle loro nuove posizioni ai DC Studios solo la scorsa settimana, quindi probabilmente passerà del tempo prima che arrivino annunci ufficiali sui progetti pianificati. Jason Momoa ne sa chiaramente qualcosa in più rispetto a noi, quindi speriamo che decida di lasciarsi sfuggire qualche dettaglio in più durante questo press tour di Slumberland!

Black Panther 3 è stato già discusso! in sviluppo serie per Disney+

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Black Panther: Wakanda Forever uscirà oggi nelle sale italiane, ma sembra che siano già in atto piani provvisori per Black Panther 3, il prosieguo della storia. Nel pezzo di approfondimento di Variety sul viaggio sullo schermo del sequel dei Marvel Studios, Kevin Feige ha afferma di aver già avuto “conversazioni” con il regista Ryan Coogler sulla possibilità di dirigere un terzo film. Ovviamente siamo davvero alle prime fasi di interlocuzioni, ma sembra che alcune idee siano state già esplorate.

In primo piano il regista e Kevin Feige hanno parlato del trequel, ovvero Black Panther 3, che potrebbe ottenere il via libera molto presto e tutto dipenderà da come andrà al botteghino questo secondo capitolo. Tuttavia sulla base degli ultimi report arrivati che vi abbiamo segnalato ieri, è molto probabile che Marvel Studios e Disney daranno il via libera molto facilmente ad un nuovo film!

Black Panther 3 con una serie di spin-off seriali su Disney+!

Il report del noto sito americano inoltre conferma anche che Ryan Coogler sta sviluppando “più serie ambientate nel regno africano per Disney+” tramite la sua società di produzione Proximity Media. Un rapporto del 2021 indicava che uno di questi spettacoli servirà come storia delle origini per Okoye di Danai Gurira, e sebbene abbiamo sentito voci su altri progetti ambientati nel Wakanda in lavorazione, non abbiamo idea su quali personaggi si concentreranno questi spin-off.

Una voce recente ha affermato che vedremo Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus) organizzare una sorta di guerra contro Wakanda insieme alla sua squadra Thunderbolts, quindi forse uno di più di questi spettacoli approfondirà il conflitto crescente tra gli Stati Uniti e la nazione africana. L’embargo sulle recensioni per Wakanda Forever è stato revocato ieri (troverete qui la nostra recensione) e il sequel è attualmente all’86% su Rotten Tomatoes.

Black Panther: Wakanda Forever, il film

Il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità del suo personaggio, T’Challa. Black Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11 novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI.

Nel film Marvel Studios Black Panther: Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela Bassett), Shuri (Letitia Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba) lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia (Lupita Nyong’o) e di Everett Ross (Martin Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e Alex Livinalli.

Black Panther: Wakanda Forever, le foto dell’anteprima italiana

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Black Panther: Wakanda Forever, le foto dell’anteprima italiana

Il nuovo lungometraggio Marvel Studios Black Panther: Wakanda Forever è da oggi nelle sale italiane e, per celebrare l’uscita del film, volti dello spettacolo, della musica, dello sport e del web hanno potuto assistere ieri sera, martedì 8 novembre all’Alcatraz di Milano, alla proiezione in anteprima italiana del lungometraggio diretto da Ryan Coogler.

Tra gli ospiti, Marco Bocci, Laura Chiatti, Fabio Rovazzi, Baby K, Ludovico Tersigni, Manuelito “Hell Raton”, Alberto Boubakar Malanchino, Sergio Sylvestre, Alvin, Valeria Graci, Sissi, Andrea Damante, Alvise Rigo, Frances Alina, Giorgio Rocca, Nick Cerioni, e molti altri ancora. Per immergersi nelle atmosfere del film, la serata è stata animata dai dj set di Polly e Pamy e di DJ Veezy, oltre che dal ritmo di alcuni ballerini professionisti delle varie sfumature della danza africana moderna a partire dall’afrobeats, ama piano e afro house.

Gli ospiti hanno potuto assistere anche a uno speciale spettacolo delle Dora Milaje, le fedeli protettrici di Black Panther, direttamente dall’Avengers Campus, la prima area tematica di Disneyland Paris dedicata ai Super Eroi Marvel. Il Campus è un nuovo universo interamente dedicato alla scoperta e all’addestramento della prossima generazione di Super Eroi nella magica cornice di Disneyland Paris.

In occasione della serata, all’Alcatraz sono state esposte anche tre opere originali dedicate alla Maschera di Black Panther, il Super Eroe re di Wakanda, realizzate da Ivano Facchetti, artista contemporaneo ed esponente della corrente artistica SUPERPOP.

Ivano Facchetti
Credit – Foto di Virginia Bettoja

Il Global Senior Artist di MAC Cosmetics, Michele Magnani, ha fatto immergere i presenti nei colori e nelle texture della Marvel Studios’ Black Panther Collection By M.A.C, una nuovissima collezione in edizione limitata ispirata al film e al regno del Wakanda. Anche Lexus, brand premium del Gruppo Totoya e official automotive partner del film Marvel Studios Black Panther: Wakanda Forever, era presente con Lexus NX: l’auto è stata personalizzata per l’occasione con le decalcomanie a forma di artigli di pantera sul cofano, insieme ad accattivanti dettagli grafici in oro brillante e viola, che hanno arricchito e reso il rivestimento di Lexus NX ancora più grintoso e futuristico.

Un corner della serata è stato dedicato all’opera ispirata al personaggio di Shuri con la Pasta Garofalo dell’artista Giulia Bernardelli, alias Bernulia. In occasione dell’uscita del film, inoltre, Pasta Garofalo ha presentato un nuovo contest che, fino al 4 dicembre 2022, invita fan e food lovers a cimentarsi e sbizzarrirsi con fantasia e creatività per provare a vincere uno dei tanti premi in palio e un’esperienza al Marvel Avengers Campus di Disneyland Paris.

Hasbro FAN era presente all’anteprima con il nuovo Casco Elettronico di Black Panther della linea Marvel Legends. La replica in scala 1:1 è perfetta in ogni dettaglio, con luci led e visiera meccanica: un pezzo da collezione imperdibile per ogni fan Marvel.

Black Panther: Wakanda Forever, il film

Nel film Marvel Studios Black Panther: Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela Bassett), Shuri (Letitia Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye ((Danai Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba) lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia (Lupita Nyong’o) e di Everett Ross (Martin Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta Mejía nel ruolo di Namor, sovrano di una nazione sottomarina nascosta, ed è interpretato anche da Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e Alex Livinalli. Black Panther: Wakanda Forever è diretto da Ryan Coogler e prodotto da Kevin Feige e Nate Moore.

The Takeover: recensione del film Netflix

The Takeover: recensione del film Netflix

Inseguimenti e spionaggio. Questo è The Takeover, pellicola olandese approdata su Netflix con l’obiettivo di conquistarsi un posto nel cuore degli appassionati dell’action movie, seppur con qualche insuccesso. In cabina di regia una donna, Annemarie van de Mond, che segue la storia di un’altra figura femminile, Mel Bandison, la hacker dallo sguardo di ghiaccio protagonista del film. The Takeover è una pellicola – in teoria – ibrida, che sembra spaziare dal thriller al giallo finendo però per essere al 90% improntata sul genere dell’azione.

The Takeover, la trama

Rotterdam, Olanda. Una giovanissima hacker, Mel (Holly Mae Brood), viene rintracciata da un hacker, Buddy (Frank Lammers) mentre cerca di hackerare i sistemi dell’esercito. Dieci anni e una serie di hackeraggi dopo, Mel è nuovamente sola e si occupa del controllo software delle aziende. Ma quando le viene affidato il lavoro da una compagnia di autobus senza conducente, finisce invischiata in un girone infernale.

Dopo essere stata incastrata per omicidio a causa dello svelamento di alcuni scandali legati alla privacy da parte di un gruppo di hacker cinesi, Mel insieme al suo nuovo partner Thomas (Geza Weisz) fugge per arrivare in Belgio e chiedere aiuto ad una persona che non vede da tempo. Mentre la polizia è nel frattempo sulle sue tracce, la giovane hacker cerca in tutti i modi di non farsi uccidere… e di trovare il modo per venire a capo della situazione.

Un’americanata sorretta da una struttura narrativa fragile

Il problema alla base di The Takeover si riscontra nella sua struttura narrativa, che nel disperato tentativo di assurgere ad action movie americano si perde nella sua ricerca frustrante della spettacolarità. Seppur la trama di base avesse le carte in regola per poterci costruire su un lavoro ben infiocchettato sia a livello di script che di montaggio, la bramosia di mettere troppa carne alla brace è riuscita a svalorizzare il prodotto finale. Il primo nodo fastidioso va ricercato a livello di sceneggiatura.

La pellicola parte con un assaggio del passato di Mel, una scelta ad hoc per un primo approccio fra personaggio e spettatore. Ma non appena si arriva al presente, le dinamiche iniziano a svilupparsi in modo talmente tanto frenetico da far perdere il filo di un discorso molto intricato. Ed è qui che il naso si storce. La regista ha voluto impiattare una storia complessa che si accartoccia su di sé e mai si dispiega, e le sequenze veloci in cui la fa progredire non permettono alla trama di avere un suo spessore narrativo, rendendo la fruizione più noiosa e disfunzionale.

Quello che perciò il film rigurgita è un prodotto plastificato, un calderone di scene d’azione che vogliono assomigliare ai film di James Bond con sfumature di Fast & Furious. Anche la protagonista appare come la versione soft di Nikita, con un background spezzato a metà e il desiderio di essere la Wonder Woman della storia. La scarsità di scene di pathos poi non permettono a Mel di svilupparsi in toto e questa è un’altra incrinatura del film che incentra tutto proprio sulla figura della hacker. Ultimo lavoro fatto alla “bell’e meglio” è quello sul personaggio interpretato da Geza Weisz, Thomas.

L’ “incontro al buio” di Mel con questo ragazzo si rivela un gigantesco fiasco a causa della personalità troppo esaltata di lui. Ma improvvisamente, senza un’insieme di beat coerenti fra di loro, questo si trasforma nel Bob Stone (Una spia e mezzo) della situazione, impelagandosi in spionaggio, criminalità e hackeraggio come una materia che mastica tutti i giorni. Una transizione importante non sostenuta però da alcun dettaglio logico, con la conseguenza che diventa decisamente surreale.

The Takeover si posiziona inspiegabilmente nella Top 10 di Netflix Italia, ma altro non è che un film strutturalmente fragile, privo di sequenze realmente adrenaliniche e di scene più ricche a supporto della forma mentis e attitudine dei personaggi in gioco. Dal tema della violazione della privacy interconnessa all’hackeraggio criminale poteva modellarsi un lungometraggio di tutto rispetto, ma evidentemente la regista puntava a fare le cose talmente tanto in grande da non accorgersi che nel frattempo la trama stava andando alla deriva. Un vero peccato.

La forma dell’acqua: trama, cast e premi del film di Guillermo Del Toro

Acclamato come uno dei più poetici e suggestivi film del regista messicano Guillermo Del Toro, La forma dell’acqua (qui la recensione) ha conquistato pubblico e critica sin dalla sua anteprima alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Ad affascinare, in particolare, è il modo in cui utilizzando la favola il regista riesca a raccontare tematiche oggi più attuali che mai, ponendo al centro di tutto la diversità e le sue varie forme. Del Toro ha sempre utilizzato la favola per raccontare il mondo reale, come si può osservare anche in Il labirinto del fauno, e propone qui nuove riflessioni dal carattere universale.

L’idea per il film nasce da una serie di conversazioni avute dal regista con lo scrittore Daniel Kraus nel 2011. Durante queste, Del Toro espresse il suo desiderio di dar vita ad una propria personale reinterpretazione del classico del 1954 Il mostro della laguna nera. Rimasto affascinato sin da giovanissimo da questo film, il regista aspirava infatti a realizzare una storia in cui il mostro alla fine ottiene l’amore della donna umana. Il progetto venne proposto alla Universal, che però trovò ridicola la cosa e rifiutò. A dimostrarsi interessata fu invece la Fox Searchlight Pictures, che produsse infine il film.

Del Toro diede così sfogo alla sua creatività, realizzando un’opera estremamente personale, all’interno della quale si possono ritrovare tutte le sue passioni culturali e cinematografiche. Arricchito da un cast di grandi star hollywoodiane, il film si affermò come uno dei più premiati e apprezzati del 2017. Con un budget di 19,5 milioni, il guadagno complessivo a livello mondiale fu di oltre 194 milioni di dollari, cosa che lo portò ad essere uno dei film più redditizi dell’anno. Ad oggi è indicata come una delle opere più importanti del regista messicano, che si è potuto consacrare agli occhi di un pubblico più ampio.

La forma dell’acqua: la trama del film

La vicenda si svolge a Baltimora, nel 1962, in piena Guerra Fredda e con la televisione che sempre più sostituisce il cinema come forma d’intrattenimento. In questo cupo contesto si muove Eliza Esposito, giovane donna affetta da mutismo che lavora come addetta alle pulizie in un misterioso laboratorio governativo. Qui, insieme all’amica e collega afroamericana Zelda finisce per imbattersi nelle sperimentazioni su una creatura anfibia ma dall’aspetto umanoide ritrovata in un villaggio amazzonico. Affascinata dalla creatura, Eliza non sopporta di vederla soffrire per via dei soprusi degli scienziati e dello spietato colonnello Strickland. Per salvarla, deciderà così di progettarne la fuga, nascondendola poi nella sua abitazione.

Accortosi con orrore della scomparsa di quello che viene considerato un vero e proprio mostro, Strickland inizia un’irrefrenabile indagine per risalire ai rapitori. Il suo maggior sospetto ricade sul goffo dottor Robert Hoffstetler, convinto che egli sia in realtà una spia russa. Nel frattempo, Eliza tenta di evitare che la creatura possa essere vista, e insieme al suo vicino Giles fa di tutto per tenerla nascosta anche mentre lei si reca a lavoro. Mantenere il segreto sarà però per lei difficile, e non passerà molto prima che Strickland punti su di lei i suoi sospetti. Fortunatamente, la silenziosa protagonista potrà contare su una serie di insospettabili alleati, e dato l’amore che inizia a nutrire per la creatura, farà di tutto pur di salvarla e liberarla.

La forma dell'acqua cast

La forma dell’acqua: il cast del film

Al momento di comporre il cast del film, Del Toro non aveva dubbi riguardo a chi affidare il ruolo della protagonista. Dopo averla vista nel film Happy-Go-Lucky, egli desiderava da tempo lavorare con l’attrice Sally Hawkins. Questa, dopo che il progetto le venne illustrato, accettò entusiasta la parte, attratta dai temi e dal personaggio. Per prepararsi al ruolo della muta Eliza, l’attrice dovette far ricorso a tutte le proprie capacità espressive per riuscire a comunicare i suoi stati d’animo. Del Toro, inoltre, le assegnò da vedere numerosi film muti di comici come Charlie Chaplin, Buster Keaton, Harold Lloyd e Stan Laurel. Studiando questi, come anche il linguaggio dei segni, l’attrice poté trovare l’approccio giusto al personaggio.

Per dar vita alla Creatura, invece, il regista si affidò nuovamente all’attore Doug Jones. Questi si era infatti distinto per aver dato vita a tutte le principali creature comparse nei film di Del Toro, da Hellboy fino a Crimson Peak. Jones si sottopose anche in questo caso a diverse ore di trucco, e lavorò a lungo per dar vita a movenze inedite per il personaggio. Il ruolo del tenero Giles era inizialmente stato offerto all’attore Ian McKellen, ma per via di suoi altri impegni a ricoprire la parte fu poi Richard Jenkins. Il ruolo della vivace Zelda è invece ricoperto dalla premio Oscar Octavia Spencer, mentre quello del dottor Hoffstetler da Michael Stuhlbarg. Michael Shannon dà invece volto a Strickland. L’attore rimase particolarmente affascinato dal personaggio dopo che Del Toro gli spiegò che questi, nel cinema degli anni ’50, sarebbe stato l’eroe e non il villain.

La forma dell’acqua: i premi, il libro, il trailer e dove vedere in streaming e in TV il film

Come anticipato, il film si affermò come uno dei più premiati della sua stagione. Il primo grande riconoscimento arrivò proprio durante la Mostra di Venezia, dove si aggiudicò il premio più importante, il Leone d’Oro. In seguito, La forma dell’acqua ottenne 2 Golden Globe su 7 nomination, 3 Bafta Awards su 12 nomination, e una lunga serie di altri premi più o meno prestigiosi. I maggiori onori arrivarono però in occasione dei Premi Oscar. Qui il film ottenne 12 nomination, vincendo poi in quattro categorie. Queste sono miglior colonna sonora, miglior scenografia, miglior regista e miglior film. Ciò permise al titolo di affermarsi come il vero vincitore della stagione.

Come avvenuto anche per alcune sue opere precedenti, parallelamente all’uscita del film Del Toro pubblicò anche il libro tratto da questo. Scritto in collaborazione con il già citato Kraus, questo riporta la storia raccontata nel lungometraggio, qui però approfondita di dettagli ed eventi. Il libro permette infatti di esplorare ulteriormente la storia ideata da Del Toro, entrando ancor di più a contatto con i personaggi e i loro pensieri più intimi. Molto di quanto non è stato possibile narrare nel film si può infatti ritrovare qui, con il risultato di poter avere tra le mani una vera e propria espansione del fiabesco mondo pensato dal regista.

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. La forma dell’acqua è infatti presente su Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Tim Vision e Amazon Prime Video. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video. Il film verrà inoltre trasmesso in televisione mercoledì 9 novembre alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

Black Panther: Wakanda Forever, Letitia Wright parla di un incidente sul set…ma non della vaccinazione

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Black Panther: Wakanda Forever sta per debuttare nei cinema questo giovedì, ma dire che il sequel dei Marvel Studios non ha avuto il più agevole viaggio sul grande schermo sarebbe un grande eufemismo. La morte della star Chadwick Boseman ha ovviamente reso molto difficile per il regista Ryan Coogler e il suo cast/crew andare avanti con il film, ma le cose non sono diventate molto più facili una volta la lavorazione è iniziata. Girare nel bel mezzo della pandemia ha posto davanti alla squadra diversi ostacoli, ma poi uno spaventoso incidente sul set ha messo fuori gioco l’attrice di Shuri Letitia Wright provocando ulteriori problemi e rallentamenti sulla tabella di marcia. In merito a quest’ultimo incidente, ecco cosa ha detto la diretta interessata.

“Lo sto ancora elaborando”, ha detto Wright a Variety quando le è stato chiesto delle sue ferite debilitanti. “Ci sto ancora lavorando in terapia. È stato davvero traumatico”. Apparentemente, l’incidente è avvenuto quando  Letitia Wright stava girando una sequenza di inseguimento girata in un ambiente reale con l’ausilio della tecnica del “biscuit rig” che ha permesso alla telecamera di filmarla mentre guidava una motocicletta.  In merito all’incidente avvenuto in quell’occasione il produttore Nate Moore ha aggiunto “Ha tagliato una mediana e ha staccato la bici, ed è caduta”. Per fortuna, Wright si è ripreso completamente e la produzione è stata in grado di riprendere, ma non senza polemiche.

Infatti in quel periodo l’attrice Letitia Wright aveva condiviso in un tweet poi cancellato condiviso una forte posizione anti-vaccino, e questo è stato seguito da notizie secondo cui l’attrice si era rifiutata di farsi vaccinare insieme ai suoi compagni di cast. Per quel che può valere, Moore in merito a quest’altra polemica ha sviato, affermando di non aver mai sentito Letitia Wright menzionare nulla relativo ai vaccini e sfatando la voce secondo cui il suo rifiuto di vaccinarsi ha ostacolato le riprese. “Era sempre e solo della massima professionalità ed è stata una gioia averla intorno” , dice. “Non ci è costata un momento. Voglio dire, la sua ferita è stata la cosa che ci è costata di più, e non è stata colpa sua.

Nella stessa intervista a Letitia Wright è stato chiesto di chiarire le sue opinioni durante questa stessa intervista, ma la domanda è stata chiusa dal suo addetto stampa. Variety scrive: “Il giorno seguente, il rappresentante di Letitia Wright ha detto che l’attrice avrebbe risposto alle domande inviate via e-mail, comprese quelle riguardanti i rapporti sul suo stato di vaccinazione; due giorni dopo l’invio delle domande, tuttavia, il rappresentante ha detto che i “cambiamenti di programma” hanno impedito a Letitia Wright di rispondere e ha indirizzato Variety alla sua dichiarazione su Instagram del 2021″.

Black Panther: Wakanda Forever, il film

Il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità del suo personaggio, T’Challa. Black Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11 novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI.

Nel film Marvel Studios Black Panther: Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela Bassett), Shuri (Letitia Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba) lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia (Lupita Nyong’o) e di Everett Ross (Martin Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e Alex Livinalli.

Captain America: 10 dettagli che i fan fraintendono sull’eroe del MCU

Captain America è una delle figure più iconiche del MCU ma, nonostante il pubblico lo conosca bene come eroe, ci sono alcune cose sul personaggio che vengono fraintese. Captain America: New World Order, l’ultimo capitolo della saga del Marvel Cinematic Universe, è attualmente nelle prime fasi di sviluppo; Sam Wilson sta raccogliendo l’eredità di Steve Rogers ma, a prescindere da quale Cap brandisca lo scudo, ci sono alcuni dettagli sottili che il pubblico sembra trascurare.

In base ai loro rispettivi background, al modo in cui si comportano, alle loro ideologie e al loro legame con la comunità dei supereroi, si fanno molte ipotesi sul duo che sono infondate o fuori luogo. È importante chiarire tutte queste curiosità prima dell’uscita del film per garantire che i fan conoscano davvero i personaggi.

Steve Rogers come artista

Il pubblico ricorderà che Steve Rogers è stato per un breve periodo un artista, trascorrendo parte del suo tempo in tournée nei panni del simbolico Capitan America con la testa china sul suo taccuino. Questo particolare hobby non è stato più ripreso, ma i fan dei fumetti sapranno che Steve si è sempre identificato come un artista.

L’ipotesi più naturale è che si sia disinnamorato di quest’arte, o che forse abbia usato questo tipo di sfogo creativo come modo per passarsi il tempo. Ma in realtà, Rogers non ha mai avuto il tempo e l’opportunità di perseguire veramente le sue passioni. Forse, in pensione, avrà la possibilità di riprendere in mano carta e penna, un’attività che è stata recentemente esplorata nella serie Captain America: Sentinel of Liberty.

La lotta di Sam Wilson con lo scudo

Sam Wilson sta rapidamente diventando il protagonista dell’attuale era del MCU. Falcon and the Winter Soldier ha tracciato il suo percorso per diventare il nuovo Capitan America, un ruolo che meritava pienamente, ma c’è qualche malinteso sulla sua riluttanza a rappresentare questo simbolo.

Come si è visto nel corso della serie, il ruolo di Capitan America ha significato qualcosa di diverso per ciascuno. Quando Sam ha deciso di imbracciare lo scudo, lo ha fatto per onorare il suo caro amico Steve, ma anche per diventare qualcosa di nuovo. È ancora riluttante a essere una copia di Rogers, come cercava di fare John Walker, ma ora è a suo agio nel lasciare la propria eredità, unica nel suo genere; un contrasto che alcuni potrebbero non aver notato.

La famiglia di Sam

Molti sono rimasti confusi dalla retcon che ha visto l’introduzione della famiglia di Wilson in Falcon and The Winter Soldier. Si è ipotizzato che la famiglia si sia progressivamente allontanata da lui o che Wilson semplicemente non si fosse impegnato abbastanza per garantire che i loro rapporti fossero il più solidi possibile.

Come qualsiasi altro eroe, però, Wilson avrebbe tenuto i suoi cari a distanza per proteggerli. Falcon è diventato un personaggio pubblico, e solo quando le cose sembrano calmarsi un momento, il pubblico riesce a vederlo finalmente in quell’ambiente. Capisce la responsabilità e la sua fratellanza con Rogers potrebbe essere una diretta conseguenza della solitudine derivante dai suoi sacrifici.

Peggy Carter e il destino

È una battuta che circola da un po’ di tempo, secondo la quale Steve Rogers avrebbe cambiato la storia viaggiando nel tempo e riunendosi a Peggy Carter. L’ex agente dello S.H.I.E.L.D. è già stata immortalata mentre parlava del marito, che Rogers avrebbe salvato durante la sua ribelle schermaglia di salvataggio in Captain America – il Primo Vendicatore.

Ma questa potrebbe essere un’interpretazione errata di questo piccolo dettaglio. Il tema del viaggio nel tempo in verità è ancora confuso, con diversi progetti del MCU che lo spiegano in termini leggermente diversi. Peggy e Steve sono sempre stati destinati a stare insieme, ed è del tutto plausibile che per una qualche bizzarria della linea temporale il marito a cui si riferiva l’Agente Carter fosse in realtà Steve; con quella missione ha metaforicamente salvato se stesso, dimostrandosi finalmente all’altezza del suo potenziale.

Leader dei Vendicatori

Sono numerosi i candidati alla guida dei Vendicatori per il futuro. I fan hanno proposto personaggi come Doctor Strange, Captain Marvel e forse anche veterani come Occhio di Falco o Hulk. Ma ci sono dettagli sottili che suggeriscono che Sam Wilson prenderà il posto di Steve in più di un modo.

Captain America è sempre stato considerato il capo degli eroi più potenti della Terra perché non voleva questo lavoro. Tony Stark era ossessionato dalla leadership, ma non aveva né l’esperienza tattica di combattimento né l’umiltà per ricoprire il ruolo. Wilson, invece, ha un background militare, è umile nelle sue capacità ed è perfettamente in grado di guidare una squadra, come dimostra la sua forza nel lavorare con personaggi del calibro di Bucky: sembra che il MCU lo stia lentamente collocando in questa posizione.

L’adattabilità di Steve

Captain-America-and-Iron-Man-MCUSteve Rogers è stato definito un uomo fuori dal tempo. È stato presentato come un personaggio che fatica ad adattarsi al presente, che ricorda il passato, che si affida a tecniche e tecnologie vecchie e che continua a promuovere un’ideologia che alcuni ritengono superata. Eppure, Captain America è uno dei pochi personaggi che ha dimostrato una vera evoluzione.

Si è adattato a ogni situazione e si è ben ambientato ai giorni nostri. Le sue lettere d’amore per il passato sono una scelta personale, con le sue idee che si sviluppano e si modificano in base alle nuove informazioni, ma sono ben inquadrate nell’epoca a cui appartiene. Non è tornato al passato perché non è riuscito ad adattarsi al presente, ma semplicemente si è divertito di più in quel periodo.

Joaquin Torres come nuovo Falcon

Sam Wilson ha trascorso gran parte della sua carriera di supereroe, sia nel MCU che nei fumetti, come spalla di Steve Rogers. Non è un qualcosa che abbia contestato pubblicamente, ma che ovviamente lo ha infastidito, considerando che era un combattente esperto a tutti gli effetti. Il suo ruolo di Captain America gli ha permesso quindi di percorrere la propria strada.

Molti indicherebbero Joaquín Torres come il prossimo Falcon, con Wilson che si creerebbe una spalla tutta sua; ma Wilson comprende il peso di questo tipo di ruolo e quanto avvilente possa esserci. Ci sono frangenti sottili in cui Sam Wilson dà a Torres maggiore potere sulle sue scelte sul campo, formando un partner piuttosto che una spalla; un gioco di potere che si riflette anche nel ruolo accresciuto del Soldato d’Inverno.

La ribellione

Rogers è stato considerato un simbolo patriottico di speranza, che avrebbe servito il governo degli Stati Uniti nei suoi giorni più bui. Il suo ruolo nella Seconda Guerra Mondiale sembra avvalorare questa affermazione, con Captain America che ha messo in gioco la sua vita al servizio del Presidente e del suo Paese. Il suo scetticismo nei confronti del governo in Captain America: Winter Soldier sembrerebbe quindi fuori luogo.

In realtà, questo elemento del personaggio è sempre stato frainteso. Rogers si è ribellato agli ordini in passato e ha diffidato del sistema federale per gran parte della sua carriera; il suo altruismo non era dovuto alla fedeltà a un sistema o a un governo, ma alla sua amata nazione. I suoi problemi con la sicurezza in Captain America: The Winter Soldier e poi in Civil War continuano ad essere in linea con le ideologie precedenti.

La riluttanza di Steve

Steve Rogers ha reso il simbolo di Captain America quello che è oggi. Molti pensano che sia orgoglioso di questo e che abbia sempre pensato di essere l’uomo giusto per un incarico del genere; in realtà, Rogers ha lottato con il significato del suo ruolo ed era riluttante a incarnare il simbolo della speranza.

È solo un uomo, potenziato dal siero del supersoldato. C’è un’umiltà in questa figura, che lo ha portato persino ad abbandonare il titolo di Captain America quando ha ritenuto di non poter più rappresentare al meglio il popolo. Anche altri possono faticare a portare avanti questa eredità ma, anche se lo ha fatto sembrare semplice, per Steve non lo è mai stato.

Il legame tra Sam e Bucky

Sam Bucky in The Falcon and the Winter SoldierWilson dovrà affrontare una nuova serie di cattivi nel suo prossimo film e Bucky Barnes sarà sicuramente al suo fianco. Il loro rapporto è stato traballante e l’ipotesi naturale per molti è che Sam sia geloso del rapporto che si è creato tra il Soldato d’Inverno e Captain America grazie al loro passato comune.

Forse questo gioca un piccolo ruolo, ma Wilson fa fatica a fidarsi. Si sente a disagio nei confronti di Bucky per il pericolo che potrebbe rappresentare per Steve Rogers, una persona che lui stesso ha aiutato, soprattutto per quanto riguarda la sua salute mentale. Il danno che questa storia del passato avrebbe potuto arrecare sarebbe stato irreversibile. Man mano che Bucky e Sam si avvicinano, la mancanza di fiducia è sì ancora percepibile, ma viene sottilmente sostituita da un nuovo legame.

Bones and All: il regista insieme a Taylor Russell e Timothée Chalamet incontrano il pubblico a Milano

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Doppia anteprima a Milano per Bones and All di Luca Guadagnino: il regista e i due protagonisti, Taylor Russell e Timothée Chalamet, incontrano il pubblico e presentano le proiezioni del film.  Dopo il successo alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il pluripremiato Bones and All di Luca Guadagnino sarà presentato a Milano in due anteprime che si terranno sabato 12 novembre al The Space Cinema Milano Odeon e all’UCI Cinemas Bicocca.

Sul palco a presentare il film il regista, vincitore del Leone d’argento alla regia, già candidato all’Oscar e al Golden Globe per Chiamami col tuo nome, affiancato dai due protagonisti: Taylor Russell, vincitrice del Premio Marcello Mastroianni per la migliore attrice emergente a Venezia, e Timothée Chalamet, nominato dall’Academy come migliore attore per Chiamami col tuo nome. Bones and All arriverà nelle sale italiane da mercoledì 23 novembre distribuito da Vision Distribution.

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Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Il film di Luca Guadagnino è la storia del primo amore tra Maren, una ragazza che sta imparando a sopravvivere ai margini della società, e Lee, un solitario dall’animo combattivo; è il viaggio on the road di due giovani che, alla continua ricerca di identità e bellezza, tentano di trovare il proprio posto in un mondo pieno di pericoli che non riesce a tollerare la loro natura. Nel cast, oltre a Taylor Russell e Timothée Chalamet, ci sono Mark Rylance, Michael Stuhlbarg, André Holland, Chloë Sevigny, David Gordon-Green, Jessica Harper, Jake Horowitz.

Pinocchio di Guillermo del Toro, trailer ufficiale, in arrivo dal 9 dicembre!

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Netflix rilascia oggi il trailer ufficiale di Pinocchio di Guillermo del Toro, una stravagante rivisitazione in stop-motion del racconto classico, in arrivo il 4 dicembre in cinema selezionati e dal 9 dicembre su Netflix.

Il regista premio Oscar Guillermo del Toro reinventa il grande classico di Carlo Collodi dedicato al burattino di legno che prende magicamente vita per riscaldare il cuore di Geppetto, intagliatore in lutto. Questo stravagante film in stop-motion diretto da Guillermo del Toro e Mark Gustafson segue le spericolate e indisciplinate avventure di Pinocchio nella sua ricerca di un posto nel mondo.

Diretto da Guillermo del Toro e Mark Gustafson, il film presenta un cast vocale stellare con Ewan McGregor nei panni del Grillo Parlante, David Bradley in quelli di Geppetto, mentre l’esordiente Gregory Mann presta la voce a Pinocchio. Nel cast vocale figurano anche Finn Wolfhard, la vincitrice dell’Oscar Cate Blanchett, John Turturro, Ron Perlman, Tim Blake Nelson, Burn Gorman, insieme al premio Oscar Christoph Waltz e alla vincitrice dell’Oscar Tilda Swinton.

Prime Video svela i nomi dei protagonisti della terza stagione di LOL: Chi ride è fuori

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Prime Video ha svelato oggi i nomi dei dieci protagonisti della terza stagione di LOL: Chi ride è fuori, il comedy show Original dei record prodotto in Italia. Herbert Ballerina, Fabio Balsamo, Luca Bizzarri, Cristiano Caccamo, Paolo Cevoli, Marta Filippi, Nino Frassica, Paolo Kessisoglu, Brenda Lodigiani, e Marina Massironi si sfideranno a rimanere seri per sei ore consecutive provando, contemporaneamente, a far ridere i loro avversari, per aggiudicarsi un premio finale di 100.000 euro a favore di un ente benefico scelto da chi vincerà. La terza stagione del comedy show in sei episodi LOL: Chi ride è fuori è prodotta da Endemol Shine Italy per Amazon Studios, sarà disponibile su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo nel 2023.

Dopo lo straordinario successo delle prime due stagioni, LOL: Chi ride è fuori torna per una nuova sorprendente stagione con l’esilarante sfida a colpi di  battute fra i dieci professionisti della risata impegnati nello tentativo di strappare un sorriso agli altri partecipanti senza mai cedere alla comicità degli avversari, in una battaglia di sketch senza esclusione di colpi che mostra diversi stili comici: dalla stand-up, all’improvvisazione, fino alla commedia fisica e a tanto altro.

Ad osservare l’esilarante gara comica dalla control room, torna nelle vesti di arbitro e conduttore, Fedez, affiancato dal co-host Frank Matano, uno dei comici sfidanti della prima stagione. Alla prima risata di uno dei partecipanti, dalla control room scatterà un cartellino giallo di ammonizione, seguito alla successiva dal temuto cartellino rosso di espulsione dal gioco. L’ultimo sfidante che riuscirà a resistere rimanendo serio per tutte le sei ore di gioco sarà il vincitore, e potrà donare 100.000 euro a un ente benefico di sua scelta.

In attesa della terza stagione, Prime Video delizierà il pubblico con LOL Xmas Special: Chi ride è fuori, lo speciale natalizio di LOL: Chi ride è fuori che chiama a raccolta, per una puntata unica, sei protagonisti (e una co-host) delle prime due edizioni, che rivivranno l’esperienza del comedy-show in un’atmosfera tutta natalizia. Fedez accoglierà i concorrenti Mara Maionchi, Frank Matano, Maria Di Biase, Michela Giraud, Mago Forest e Lillo Petrolo. Per l’edizione natalizia valgono quindi le stesse regole di LOL: Chi ride è fuorii, ma l’esperimento durerà 4 ore: il primo comico che riderà riceverà prima il cartellino giallo dell’ammonizione e poi quello rosso dell’espulsione dal gioco. Prodotto da Endemol Shine Italy per Amazon Studios, LOL Xmas Special: Chi ride è fuorisarà disponibile in esclusiva su Prime Video in più di 240 Paesi e territori nel mondo dal 19 dicembre.

LOL: Chi ride è fuori è un adattamento del popolare show giapponese Original, HITOSHI MATSUMOTO Presents Documental, prodotto e interpretato da Hitoshi Matsumoto. Un format replicato con grande successo su Prime Video in quindici Paesi nel mondo, inclusi Messico, Australia, Germania, Francia, Spagna, Paesi Bassi, Svezia, Nigeria, India, Canada, Argentina, Colombia e Brasile, oltre alla versione giapponese e a quella italiana. La prima e la seconda stagione di LOL: Chi ride è fuori sono disponibili in esclusiva su Prime Video.

LOL: Chi ride è fuori S3 e LOL Xmas Special: Chi ride è fuori si uniranno a migliaia di film, show e serie già presenti nel catalogo di Prime Video, tra cui le produzioni italiane Original Prisma, Bang Bang Baby, Gianluca Vacchi: Mucho Más, Laura Pausini – Piacere di conoscerti, All or Nothing: Juventus, Anni da cane, Dinner Club, Vita da Carlo, FERRO, Celebrity Hunted – Caccia all’uomo S1 e S2 e LOL: Chi ride è fuori S1 e S2; le serie pluripremiate Fleabag e The Marvelous Mrs. Maisel e i grandi successi come Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del PotereJack Ryan di Tom Clancy, Samaritan, Tredici Vite, The Tender Bar, A proposito dei Ricardo, La guerra di domani, Reacher e Il principe cerca figlio oltre a contenuti in licenza disponibili in più di 240 paesi e territori nel mondo, e le dirette in esclusiva in Italia delle 16 migliori partite del mercoledì sera della UEFA Champions League, oltre che della Supercoppa UEFA, per tre stagioni dal 2021/22. Altre produzioni Original già annunciate sono Autumn Beat, Everybody Loves Diamonds, Celebrity Hunted – Caccia all’uomo Stagione 3, The Ferragnez – La Serie S2, The Bad Guy e il capitolo italiano dell’universo Citadel.

Chiara: trailer del film scritto e diretto da Susanna Nicchiarelli

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01 Distribution ha diffuso il trailer di Chiara è un film scritto e diretto da Susanna Nicchiarelli con Margherita Mazzucco, Andrea Carpenzano, Carlotta Natoli, Paola Tiziana Cruciani, Flaminia Mancin, Valentino Campitelli, Paolo Briguglia e con la partecipazione di Luigi Lo Cascio.

Chiara è scritto stato da Susanna Nicchiarelli, in collaborazione alla sceneggiatura Chiara Frugoni, fotografia Crystel Fournier, montaggio Stefano Cravero, scenografia Ludovica Ferrario, costumi Massimo Cantini Parrini, acconciature Desirée Corridoni, trucco Valentina Tomljanovic, suono in presa diretta Adriano Di Lorenzo, musiche Anonima Frottolisti, produttrice delegata Italia Serena Alfieri, organizzatore generale Maurizio Milo, aiuto regia Nicola Scorza, casting Francesca Borromeo, adattamento dialoghi e consulenza linguistica Nadia Cannata, montaggio presa diretta Daniela Bassani, Marzia Cordò, montaggio suono Marc Bastien, mixage Franco Piscopo.

Prodotto da Marta Donzelli e Gregorio Paonessa, coprodotto da Joseph Rouschop e Valérie Bournonville, produttore associato Alessio Lazzareschi. Una produzione Vivo film con Rai Cinema e Tarantula, con il sostegno di Eurimages, MIC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Regione Lazio, con la partecipazione di Wallimage, con il supporto di Tax Shelter du Gouvernement Fédéral Belge – Casa Kafka Pictures Belfius. Distribuzione italiana 01 Distribution. Vendite internazionali The Match Factory.

Zootropolis+, il travolgente ritorno alla città di Zootopia!

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Zootropolis+, il travolgente ritorno alla città di Zootopia!

Sbarca il 9 novembre su Disney+ una delle serie più attese del nuovo corso della piattaforma. Annunciata ormai da diverso tempo, finalmente arriva in streaming Zootropolis+, la serie spin-off dell’omonimo film Disney che ci riporta all’interno della incredibile città in cui gli animali di ogni tipo vivono in armonia. Più o meno.

La serie è strutturata in una serie di brevissimi corti che raccontano microstorie che si inseriscono nella continuità del film, alcune ambientate durante i suoi aventi, altre subito dopo, ma tutte meticolosamente curate in ogni particolare, per riportare sugli schermi delle nostre case la ricchezza del mondo proposto al cinema nel 2016. 

Il co-regista, Trent Correy, ha raccontato proprio questo, in conferenza stampa, spiegando quanto la ricchezza del primo film fosse importante e da sfruttare: “Alla Disney vogliono sempre un pitch prima di approvare qualsiasi progetto, ovviamente. E il film che avevamo visto al cinema era così ricco che volevo rivisitare di nuovo quei luoghi. Ho pensato che ci fosse margine per raccontare molte altre storie, tutte le altre che nel film non vediamo, perché lì seguiamo solo la storia di Judy.”

A collaborare con Correy alla regia della serie c’è Josie Trinidad che, oltre a dare il merito al collega per l’intuizione legata al prodotto, ha confermato la volontà condivisa di raccontare i personaggi. “Il passaggio dal film alla serie ha comportato un rimpicciolimento di respiro, perché se nel film abbiamo due ore per sviluppare la storia, qui sono dei piccoli bocconcini di storia. Sono dei cortometraggi e sono tutti divertentissimi.”

Ad aprire la serie c’è il corto che vede protagonista la famiglia di Judy, in particolare i genitori Bonnie e Tue Hopps. La storia è ambientata proprio all’inizio di Zootropolis, quando la coniglietto protagonista prende il treno per andare in città. Nel film seguiamo lei, ma nel primo episodio di Zootropolis+ rimaniamo con Bonnie e Tue che dovranno improvvisarsi eroi action per salvare la situazione. L’episodio è estremamente divertente, e a confermarlo ci sono anche Bonnie Hunt e Don Lake che tornano a dare voce ai due coniglietti. 

Un altro episodio davvero interessante è quello dedicato a Duke Weaselton. Nel film originale il personaggio ha pochissimo screentime ma è molto caratterizzato. Il corto che lo vede protagonista è un piccolo numero musica in cui la donnola immagina una vita diversa e un percorso onesto se avesse fatto altre scelte. Elyssa Samsel e Kate Anderson hanno composto il brano Big Time che fa da colonna sonora al segmento. Per loro è stato interessante perché da una parte hanno potuto collaborare con Michael Giacchino e dall’altra hanno creato una vera e propria storia per il personaggio, che prima non esisteva e lo hanno fatto proprio con il testo della canzone. 

Come si è intuito, Zootropolis+ non è una serie a trama orizzontale, ma una serie antologica, in cui ogni episodio non solo è una storia, ma diventa proprio un genere cinematografico. C’è l’action dell’episodio della famiglia Hopps, il musical per Duke Weaselton, ma abbiamo anche degli episodi in forma di reality per raccontare la preparazione del matrimonio di Fru Fru, che si svolge parallelamente alla storia del film, oppure quelli a tema sportivo, con Clawhauser che vuole a tutti i costi diventare un ballerino del corpo di ballo di Gazelle.

Insomma una pluralità di generi e approccio, non solo di personaggi, fanno di Zootropolis+ una produzione molto ricca, come ha specificato anche il produttore Nathan Curtis. “È stata una produzione varia, ed è stato divertente riportare indietro i personaggi. La collaborazione è stata la chiave del nostro lavoro, abbiamo messo insieme più reparti, non solo persone che hanno lavorato al film, ma anche gente nuova, e questo è stato estremamente produttivo e divertente. Abbiamo lavorato sul divertimento e la collaborazione, perché è quello di cui parla la serie in realtà.”

Il risultato è davvero sorprendente e lo si potrà ammirare dal 9 novembre su Disney+.

Dominique Thorne: 10 cose che non sai sull’attrice

Dominique Thorne: 10 cose che non sai sull’attrice

La giovane attrice Dominique Thorne ha dalla sua giusto una manciata di ruoli tra cinema e televisione, ma le sono bastati questi per affermarsi come una delle star più promettenti per il futuro. Ha infatti già avuto modo di dar prova del suo talento in drammi premiati agli Oscar e ora che ha compiuto il proprio ingresso nel Marvel Cinematic Universe, la sua popolarità non farà che crescere ancora.

Ecco 10 cose che non sai di Dominique Thorne.

Dominique Thorne: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in diversi noti film. Il primo ruolo in un lungometraggio per il cinema è stato per la Thorne quello di Sheila Hunt nel film Se la strada potesse parlare, interpretato da KiKi Layne, Stephan James e Regina King. Nel 2021 ha invece interpreta Judy Harmon in Judas and the Black Messiah, con Daniel Kaluuya. Nel 2022, infine, ha fatto il suo debutto nell’MCU in Black Panther: Wakanda Forever, recitando accanto a Letitia Wright, Angela Bassett e Danai Gurira. La Thorne è inoltre già confermata anche per il film del 2026 Avengers: Secret Wars.

2. Sarà protagonista di una serie. Nel 2023 arriverà su Disney+ la serie targata Marvel dal titolo Ironheart, dove la Thorne riprenderà il ruolo di Riri Williams alias Ironheart, avendo dunque l’onore di essere protagonista assoluta di tale progetto interamente dedicato al suo personaggio. Sono ancora sconosciuti ulteriori dettagli sulla trama.

Dominique-Thorne-Ironheart

Dominique Thorne è Ironheart

3. Conosceva già il personaggio. Nel corso di un’intervista l’attrice ha raccontato di conoscere il personaggio di Ironheart già da ben prima la notizia che sarà lei ad interpretarlo nel Marvel Cinematic Universe. A quanto pare, infatti, la madre della Thorne è una grande appassionata dei fumetti Marvel e ciò ha permesso alla giovane interprete di entrare in contatto con quel mondo e ritrovarsi in particolare nelle avventure di Ironheart.

4. Si è preparata molto per interpretare Ironheart. Per dar vita alla geniale Riri Williams alias Ironheart, l’attrice si è allenata al fine di poter interpretare personalmente quante più scene possibile tra quelle di lotta o contenenti acrobazie. La Thorne, però, si è dedicata anche alla lettura di quanti più fumetti possibile dedicati al personaggio, così da sapere tutto di lei e conosce ogni risvolto narrativo a cui Ironheart è andata incontro.

5. È stata scelta senza il bisogno di un provino. L’attrice ha raccontato che mentre si trovava a casa ha ricevuto una chiamata dai Marvel Studios, i quali le proponevano di interpretare Ironheart. Non c’è dunque stato bisogno di nessun provino, poiché i produttori della Marvel erano già convinti del fatto che la Thorne fosse l’interprete giusta per introdurre quel personaggio nell’MCU.

Dominique Thorne in Black Panther e nell’MCU

6. Ha fatto il suo debutto nel nuovo film Marvel. L’attrice ha ufficialmente fatto il suo debutto come Riri Williams alias Ironheart nel film Black Panther: Wakanda Forever. Qui viene presentata come una ragazza molto giovane, che ancora frequenta l’università, ma già dotata di un’intelligenza straordinaria, a tal punto da essersi costruita da sola un’armatura simile a quella di Iron Man. Con queste premesse, il personaggio interpretato dalla Thorne può ambire a divenire la persona più intelligente del Marvel Cinematic Universe.

7. Aveva sostenuto il provino per un altro personaggio. In una recente intervista, l’attrice ha raccontato di essere molto felice di interpretare Riri Williams, anche se originariamente aveva partecipato alle audizioni per il personaggio di Shuri, la sorella di T’Challa poi interpretata da Letitia Wright. Se avesse ottenuto il ruolo, dunque, la Thorne sarebbe potuta comparire nell’MCU già nel film del 2018 Black Panther.

Dominique-Thorne-Instagram

Dominique Thorne è su Instagram

8. È presente sul celebre social. Si può ritrovare l’attrice sul social network con un profilo Instagram verificato e seguito, attualmente, da 26.1 mila persone. Un numero certamente destinato a crescere ora che la giovane attrice sta guadagnando sempre più popolarità grazie al suo ruolo nell’MCU. La foto profilo del suo account è un’immagine nera con la scritta bianca “Black Women Deserve Better

9. Condivide le sue attività di attrice. Il profilo della Thorne vanta ad oggi solamente 33 post, la maggioranza dei quali è dedicata alle attività che l’attrice sta portando avanti. Tra immagini o video dedicati ai suoi progetti in uscita o relative ad eventi di gala a cui ha preso parte. Non mancano inoltre immagini relative a suoi momenti di svago personale in compagnia di amici o colleghi. Seguendola si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

Dominique Thorne: età e altezza

10. Dominique Thorne è nata il 5 novembre del 1997 a New York, Stati Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1.60 metri.

Fonte: IMDb, Blackfilmandtv, Fandomwire

Star Wars: JD Dillard rivela che Lucasfilm ha demolito il suo progetto

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Dopo avervi dato notizia che il regista di Free Guy e Deadpool 3 Shawn Levy è stato scelto per dirigere un film misterioso di Star Wars alla Lucasfilm, ora vi sveliamo i retroscena su un altro regista che invece abbandona l’universo di Star Wars.  Infatti in queste ore  parlando con The Wrap, il regista di Devotion JD Dillard ha confermato che il suo progetto di  Star Wars – segnalato per la prima volta a febbraio 2020 – non è più in sviluppo.

Dillard ha rivelato che “purtroppo non è più attivo”, aggiungendo che “non è accaduto perché io non ci abbia provato”. Questa affermazione arriva prima di aver fatto intuire che egli stava cercando di un film spaziale “originale”. Il regista non ha approfondito né rivelato dettagli su cosa sia effettivamente successo, ma immaginiamo che la sua visione non fosse in linea con quella della presidente della Lucasfilm Kathleen Kennedy (che ha scartato più film di Star Wars di quanti ne possiamo tenere traccia a questo punto). C’è da notare che il regista ha affermato in passato di essere un grande fan del videogioco Star Wars: TIE Fighter, quindi ci chiediamo se un pilota Imperial fosse trai protagonisti della storia.

Un altro progetto su cui Dillard non andrà avanti con la Disney è The Return of the Rocketeer. Il film, descritto come un sequel di riavvio del film Disney del 1991, “The Rocketeer” è stato annunciato per la prima volta nel 2020 e, sebbene Dillard non abbia spiegato quanto sia arrivato vicino a realizzarlo, è comprensibilmente deluso di non aver avuto la possibilità di portare quel tanto atteso progetto sui nostri schermi.  “Non sono in quel progetto”,  ha detto Dillard. “Ma, sai, è complicato. Amo, amo, amo ‘The Rocketeer.’ Quello su cui faccio un po’ fatica a pensare ora è tornare all’aviazione precedente al 1970. Sai, non sto dicendo mai. Ma penso di aver bisogno di una pausa dall’aviazione d’epoca. “

Dillard ammette di “non avere idea di quale versione di quella storia stiano mettendo insieme”, ma è sicuro che la sua versione avrà molto in comune con Devotion Un ultimo progetto da cui il regista ha preso le distanze è il film Black Superman di JJ Abrams. Sebbene Dillard abbia iniziato a lavorare con quel regista in Il risveglio della forza, dice che questo è “qualcosa di cui non ho mai parlato” e “non qualcosa a cui mi è stato presentato” nonostante avesse tutto l’interesse a riunirsi con il suo ex collaboratore JJ Abrams.

Quindi, ricapitolando Dillard ha lasciato ben tre franchise, ma siamo sicuri che ha un brillante futuro davanti e magari deciderà di puntare su storie originali. Devotion ha ricevuto ottime recensioni prima della sua uscita il 23 novembre, e sembra che la Disney e la Lucasfilm abbiano commesso l’ennesimo errore nel separarsi da un regista emergente. Ma questo ce lo dirà solo il futuro!

Black Panther 2: il produttore parla di Tempesta e rivela che gli X-MEN sono ancora “lontani”

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Dopo il ritorno di Sir Patrick Stewart come variante del Professor X in Doctor Strange nel multiverso della follia, l’MCU ha ottenuto il suo primo mutante ufficiale con Kamala Khan apparsa nella serie Ms. Marvel. Ebbene sappiamo che anche Black Panther: Wakanda Forever ha il suo mutante in Namor, e sicuramente non passerà molto tempo prima che gli X-Men facciano sentire la loro presenza in questo mondo condiviso.

Al momento non ci sono però parole ufficiali su un riavvio, sfortunatamente, con Deadpool 3 che dovrebbe persino riportarci all’UniversoX-Men della Fox (che lui e Wolverine di Hugh Jackman chiamano casa). Anche se siamo sicuri che il Mercenario con la Bocca larga a un certo punto troverà la sua strada nell’MCU, è diventato abbastanza chiaro che i Marvel Studios non hanno fretta di aggiungere questa iconica squadra di mutanti alla Saga del Multiverso.

Parlando con Screen Rant, il produttore del franchise di Black Panther Nate Moore ha valutato le possibilità che Storm trovasse la sua strada per il Wakanda e ha condiviso un aggiornamento sui piani degli X-Men. “Beh, il rapporto di Storm con Wakanda nei fumetti è piuttosto interessante. Ovviamente, potremmo essere a qualche anno di distanza dagli X-Men, quindi non sono sicuro che siamo ancora arrivati là” , spiega. “Chi altro del Wakanda non abbiamo presentato? Voglio dire, c’è una panchina piuttosto affollata, in realtà.”

“E soprattutto, penso che la corsa di Ta-Nehisi abbia introdotto molti personaggi chiave che sarebbe divertente esportare. Anche personaggi come Vibraxas, che sono più personaggi dei Fantastici Quattro. Ma sì, è una panchina piuttosto affollata. Penso sicuramente  che ci siano molte altre storie da raccontare su Wakanda.”

Se Avengers: Secret Wars riavvierà l’MCU e crea una nuova Terra-616, potrebbe essere che gli X-Men siano solo una parte. In alternativa, i Marvel Studios potrebbero pianificare di prendersi del tempo con questi personaggi, adottando un approccio a combustione lenta per introdurre i mutanti prima che alla fine si riuniscano come una squadra.  Una cosa che sappiamo è che i Marvel Studios farebbero bene a lasciare più respiro possibile tra Dark Phoenix e qualunque cosa abbiano pianificato per il franchise.  Black Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11 novembre.

Indiana Jones: serie tv in sviluppo per Disney+

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Indiana Jones: serie tv in sviluppo per Disney+

Variety riporta che Walt Disney Studios e Lucasfilm sono nelle primissime fasi dello sviluppo di un nuovo programma televisivo di Indiana Jones per Disney+. Al momento non sono disponibili ulteriori dettagli, ma entrambi gli studi stanno cercando di portare il franchise cinematografico sul piccolo schermo da un po’ di tempo e stanno già incontrando gli sceneggiatori. 

Rimane inoltre incerto se la serie sarà un prequel o uno spin-off, o se si legherà potenzialmente all’imminente  Indiana Jones 5 di James Mangold. Una cosa che possiamo presumere con sicurezza, tuttavia, è che è improbabile che Harrison Ford riprenda il suo ruolo iconico di archeologo titolare poiché ha già dichiarato che si ritirerà dall’interpretare il personaggio dopo la quinta puntata del prossimo anno.  Oltre a questa serie, gli studios stanno già esplorando altre strade per continuare il franchise senza il loro protagonista, inclusi nuovi film e altri media.  

Indiana Jones 5, il film

Oltre a Harrison Ford, il cast di Indiana Jones 5  sarà composto dalla vincitrice del Golden Globe Phoebe Waller-Bridge (Solo: A Star Wars Story;  Fleabag), dal candidato al BAFTA Film Award Mads Mikkelsen (Doctor Strange ;  Hannibal), Thomas Kretschmann (Avengers: Age of Ultron;  Penny Dreadful: City of Angels), Boyd Holbrook (Logan ;  The Predator), Shaunette Renée Wilson (Black Panther;  The Resident), Toby Jones (Capitan America: Il Primo VendicatoreWhat If… ?), Antonio Banderas (UnchartedIl gatto con gli stivali: L’ultimo desiderio) e Oliver Richters (Black Widow ; The King’s Man). 

Il due volte candidato all’Oscar James Mangold (Logan; Ford v Ferrari) dirige il prossimo quinto capitolo, raccogliendo l’eredita dal tre volte vincitore dell’Oscar Steven Spielberg  Jurassic Park Ready Player One), che ha diretto tutti e quattro i film precedenti. Jonathan Kasdan (Solo: A Star Wars Story The First Time) – il figlio dello  scrittore Lawrence Kasdan de I predatori dell’arca perduta  – ha recentemente ritoccato la sceneggiatura dopo che lo sceneggiatore originale David Koepp (Jurassic Park ;  Spider-Man) è uscito dal progetto.  Spielberg sarà il produttore esecutivo con Kathleen Kennedy, Frank Marshall e Simon Emanuel come produttori. Indiana Jones 5  uscirà nei cinema il 30 giugno 2023. 

Ballerina: Keanu Reeves e Ian McShane torneranno nello spin-off

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Ballerina: Keanu Reeves e Ian McShane torneranno nello spin-off

Dopo una rapida anticipazione in John Wick: Capitolo 3 – Parabellum, la Lionsgate è pronta per espandere il suo  universo cinematografico di successo di John Wick con l’annunciato spin-off Ballerina, che vedrà la candidata al Golden Globe Ana de Armas (Knives Out;  No Time to Die) nel ruolo principale – e sembra che non sarà sola.  Infatti il noto sito Collider  ha riferito che la star del franchise Keanu Reeves riprenderà il ruolo dell’iconico assassino John Wick (un rapporto confermato anche da Variety), mentre The Hollywood Reporter ha appreso che anche Ian McShane riprenderà il ruolo di Winston, il manager di il continentale.

Anche se lo studio ha deciso di non commentare il coinvolgimento di Keanu Reeves, l’attore preferito dai fan è già stato avvistato sul set a Praga, quindi parteciperà sicuramente alla prima parte delle riprese. Non è chiaro, tuttavia, se avrà un ruolo a tutti gli effetti o solo un cameo, ma scommetteremmo su quest’ultima ipotesi.  McShane è stato annunciato dallo studio, quindi aspettati che sia fortemente coinvolto nel nuovo film mentre incontriamo un nuovo mortale assassino che potrebbe potenzialmente rivaleggiare con Wick. 

Len Wiseman (Underworld ; Lucifer) dirigerà Ballerina, da una sceneggiatura di Shay Hatten (John Wick: Capitolo 3 – Parabellum Army of the Dead).  John Wick: Chapter 4 uscirà nei cinema il 23 marzo 2023; Ballerina dovrebbe arrivare TBD 2023/2024.

Giulia Arena: 10 cose che non sai sull’attrice

Giulia Arena: 10 cose che non sai sull’attrice

Divenuta popolare in seguito alla sua elezione come Miss Italia, Giulia Arena sta oggi perseguendo una promettente carriera da attrice. Tra bellezza e talento, si è già distinta in alcuni lavori di rilievo nel panorama televisivo italiano, aprendosi sempre più le porte ad un futuro roseo in tale ambiente.

Ecco 10 cose che non sai di Giulia Arena.

Giulia Arena: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in diverse serie TV. Ad aver reso popolare come attrice la Arena è stata la soap opera Il paradiso delle signore, dove recita ancora oggi dal 2018. Nel 2020 ha invece poi recitato nella serie Bella da morire, ricoprendo il ruolo di Gioia Scuderi, aspirante showgirl scomparsa nel nulla. Accanto a lei, nel ruolo di protagonista, vi è l’attrice Cristiana Capotondi.

2. Non ha ancora recitato per il cinema. Attualmente l’attrice non ha ancora avuto modo di recitare per il cinema, ma grazie alla popolarità che sta guadagnando è lecito aspettarsi che prima o poi questo debutto arrivi. Non resta dunque che attendere.

3. Ha partecipato a diversi programmi televisivi e ad un videoclip. Oltre ad aver partecipato come concorrente a Miss Italia, la Arena ha avuto modo di lavorare come conduttrice televisiva del programma Mode e modi e, in seguito, di Mode e modi – Food. Nella primavera del 2015 le viene affidata la conduzione del programma culinario Gustibus. Nel settembre 2016 prende invece parte a Miss Italia 2016 come conduttrice delle anteprime sulle semifinali di Miss Italia – A un passo dalla finale. Nella primavera del 2017 passa a Rai 4, dove conduce il programma televisivo Kudos – Tutto passa dal web. Nel 2021 ha inoltre recitato nel videoclip Amarsi è un miracolo, di Alberto Urso.

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Giulia Arena è Miss Italia

4. Ha vinto il celebre concorso. Nel 2013, all’età di 19 anni, la Arena ha partecipato al concorso Miss Italia con la fascia di Miss Cinema Planter’s Sicilia. Dopo aver superato varie selezioni si è infine affermata come vincitrice di quell’edizione. Eletta dunque Miss Italia, la Arena ha potuto guadagnare sempre più popolarità, decidendo poi di proseguire con una carriera nel mondo dello spettacolo.

5. La sua è stata una vittoria particolare. La Arena è stata la prima Miss Italia a essere stata eletta in diretta su LA7, nonché la prima Miss Italia ad essere eletta a Jesolo dopo l’abbandono di Salsomaggiore Terme come sede storica. Giulia Arena, inoltre, è stata la decima Miss Italia proveniente dalla Sicilia.

Giulia Arena è su Instagram

6. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo seguito da 126 mila persone e dove attualmente si possono ritrovare quasi 3000 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice e modella, ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

Giulia Arena e la sua laurea

7. Ha frequentato l’università. Al momento della vittoria del concorso Miss Italia, la Arena era iscritta alla facoltà di Giurisprudenza internazionale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Non è chiaro se abbia poi terminato o meno gli studi, considerando comunque la sua scelta di perseguire una carriera nell’ambito dello spettacolo.

Giulia-Arena-fidanzato

Giulia Arena in Il paradiso delle signore

8. È tra le protagoniste della serie. Dal 2018 la Arena ricopre il ruolo della nobildonna Ludovica Brancia di Montalto nella popolare soap opera Il paradiso delle signore, su Rai 1. Il personaggio, presente dunque dalla terza stagione in poi, si presenta come una ragazza snob e perennemente annoiata, la quale cambierà però profondamente in seguito all’innamoramento con Marcello, nonostante le loro estrazioni sociali molto diverse. Nel tempo, dunque, il personaggio di Ludovica è diventato sempre più centrale, portando la Arena a divenire una vera e propria protagonista.

Giulia Arena: chi è il suo fidanzato

9. È fidanzata. Spulciando sul profilo Instagram dell’attrice si possono ritrovare anche immagini di lei in compagnia del suo fidanzato. Questi è Anton Giuseppe Morra, di cui si sa ben poco. Sul suo profilo ufficiale, egli si descrive come un “siciliano per scelta, milanese per caso” e anche “avvocato per circostanza, chef d’ispirazione”. Il fidanzato della Arena sembra dunque essere estraneo al mondo dello spettacolo e i due pare infatti si siano conosciuti frequentando la facoltà di Giurisprudenza.

Giulia Arena: età e altezza

10. Giulia Arena è nata a Pisa, il 22 aprile del 1994. L’attrice è alta complessivamente 1.70 metri.

Fonte: IMDb, Instagram

Gears of War: Netflix annuncia lo sviluppo di un film e una serie animata!

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Nel 16° anniversario dell’uscita dell’originale Gears of War, Netflix ha annunciato una partnership con The Coalition per adattare il franchise di videogiochi di successo in un film d’azione in live action. Il film sarà quindi seguito da una serie animata per adulti con il servizio di streaming che suggerisce che potrebbe presto diventare un “potenziale inizio per più storie”.

La trilogia di videogiochi Gears of War si concentra sul conflitto tra l’umanità e gli ominidi rettili sotterranei conosciuti come l’Orda delle Locuste nel mondo di Sera. Il primo gioco di Gears of War è stato rilasciato il 7 novembre 2006 per Xbox 360. Seguiva il protagonista Marcus Fenix, un soldato della Coalition of Ordered Governments, mentre guidava un ultimo disperato sforzo per distruggere l’Orda di Locuste e salvare l’umanità. I due sequel successivi hanno aggiunto una terza entità al conflitto: i Lambent, mutanti semi-senzienti costituiti da qualsiasi organismo vivente infettato da Imulsion.

L’annuncio non è stato accompagnato da dettagli specifici come chi dirigerà o reciterà nel progetto. La star di Guardiani della Galassia, Dave Bautista, una volta ha descritto Marcus Fenix ​​come un “ruolo da sogno”, quindi sarà interessante vedere se Netflix esplorerà questa possibilità per un potenziale casting. Non è inoltre chiaro se l’adattamento di Netflix si atterrà strettamente ai videogiochi o se esplorerà altri aspetti del conflitto tra l’umanità e l’Orda di locuste e, forse, introdurrà nuovi personaggi nel mix. Il creatore della serie Cliff Bleszinksi, che non è più coinvolto nel franchise di videogiochi Gears of War, ha avuto una risposta succinta all’annuncio.

Gears of War è stato uno dei franchise di maggior successo di Xbox. Attraverso le sue cinque voci principali e diversi spin-off, il franchise di Gears of War ha venduto più di 40 milioni di copie. Negli ultimi tempi Netflix si è maggiormente orientato agli adattamenti di famosi franchise di videogiochi. Il servizio di streaming ha pubblicato adattamenti di Resident Evil , CastlevaniaCupheadLeague of LegendsCyberpunk e The Witcher, solo per citarne alcuni. Sebbene ci siano stati più tentativi di portare Gears of War sul grande schermo, Netflix potrebbe finalmente portare a compimento questa volontà.

Black Panther: Wakanda Forever, l’inedito spot tv finalmente rivela Riri Williams vestita come Ironheart

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Abbiamo già una lunga lista di motivi per essere entusiasti di Black Panther: Wakanda Forever, ma il debutto nel MCU di Dominique Thorne nei panni di Riri Williams è decisamente in cima a questo. Il suo personaggio sembra destinato ad avere un brillante futuro in questo mondo condiviso, con la serie TV Disney+ Ironheart che debutterà il prossimo anno.

Abbiamo visto le due armature di Ironheart in promo art e in forma di action figure, ma un nuovo e inedito spot tv internazionale per il sequel di Black Panther mostra finalmente entrambe le tute in live-action in azione. La prima versione è stata chiaramente messa insieme da Riri, mentre la seconda sembra avere sicuramente ricevuto un’influenza wakandiana. Resta da vedere che evoluzione avrà poi il personaggio in Ironheart  anche se sembra che in base alle prime anticipazioni la serie racconterà un personaggio che attraversa una sorta di fase di “Macchina da guerra” nella serie tv.

Durante una recente intervista con io9, il produttore di Black Panther: Wakanda Forever Nate Moore ha affrontato la decisione di introdurre Riri in questo film. “Adoriamo l’idea di lei come una donna afroamericana in America, una specie di incontro con il Wakanda. Ha un punto di vista diverso rispetto a Killmonger, ma c’è un’idea simile di vedere qualcosa che forse era andato perso”.

“E amiamo l’idea di una donna che è potenzialmente intelligente come Shuri, ma ha un’esperienza così diversa con quell’intelligenza. E penso che questo l’abbia resa innegabile come parte del tessuto del film”. “La sua avventura in questo film, e il fatto di uscire dall’altra parte con le sue esperienze, la motiva davvero a diventare più un’eroina grazie a ciò che ha visto”, ha  continuato Moore. “Ma scoprirà nello spettacolo, per non rovinare nulla, che è più facile da fare in Wakanda con il Wakanda dietro di te, poi è come uno studente di 20, 21 anni che torna al MIT”. Dai un’occhiata a questo nuovo spot televisivo di Black Panther: Wakanda Forever qui sotto!

Star Wars: Shawn Levy in trattative per dirigere un film misterioso dopo Deadpool 3

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Arriva da Deadline rivela che il regista di Free Guy Shawn Levy è in trattative per sviluppare e dirigere un nuovo film di Star Wars per Lucasfilm. Il report non ha rivelato dettagli sulla trama o su chi scriverà la sceneggiatura, ma il noto sito americano ha appreso che il regista renderà questo progetto una priorità una volta che avrà finito di dirigere Deadpool 3 per i Marvel Studios

Levy ha anche bisogno di dare gli ultimi ritocchi alla stagione finale di Stranger Things, ed è chiaramente un regista in ascesa alla Disney dopo Free Guy e il prossimo trequel  di Deadpool. ​​​​​​​Lucasfilm ha in lavorazione molti progetti per il grande schermo ambientati in questa Galassia molto molto lontana, inclusi i film del regista di Thor: Love and Thunder Taika Waititi e la scrittrice Krysty Wilson-Cairns e il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige e lo scriba di Loki Michael Waldron. Di recente abbiamo anche appreso che Damon Lindelof ha scritto un film che Sharmeen Obaid-Chinoy dirigerà. Oh, e c’è anche il Rogue Squadron di Patty Jenkins (anche se potrebbe essere stato cancellato a causa di differenze creative). 

Non abbiamo un film di Star Wars  da The Rise of Skywalker del 2019 e, sebbene il futuro sia roseo, è difficile sapere con certezza cosa stia pianificando Kathleen Kennedy, presidente della Lucasfilm.  Da un lato, potrebbe essere un’intera lista di film di Star Wars … dall’altro, è possibile che il dirigente stia semplicemente lanciando tutto ciò che può contro il muro per vedere cosa rimane. Il franchise continua ad avere successo in TV, tuttavia, con la prima stagione di Andor che si concluderà tra poche settimane. Il prossimo anno vedrà l’uscita di The MandalorianAhsoka e Skeleton Crew, mentre abbiamo anche The Acolyte all’orizzonte, con il cast annunciato proprio ieri. Disney+ si sta dimostrando una buona casa per questi personaggi, ma al cinema la Disney finora non sta brillando per opere prodotte.

Black Panther: Wakanda Forever, previsto un debutto “impressionante” al box office

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Black Panther: Wakanda Forever uscirà nelle sale questo venerdì e il sequel di Ryan Coogler dovrebbe iniziare alla grande al botteghino mondiale. Deadline riporta che l’ultimo film della Fase 4 dei Marvel Studios sembra destinato a incassare tra $ 175 milioni e $185 milioni negli Stati Uniti in 4.300 sale e altri $180 milioni all’estero per un totale mondiale di $ 355 milioni – $ 365 milioni.

Questo sarebbe un debutto davvero impressionante – soprattutto se si tiene conto del fatto che il botteghino non è completamente tornato al suo antico splendore – ma permetterebbe comunque a Black Panther: Wakanda Forever di diventare la terza apertura più alta dell'”era pandemica” dopo Spider-Man: No Way Home ($ 568 milioni) e l’altra avventura MCU Doctor Strange nel multiverso della follia ($ 429 milioni).

L’embargo sulle recensioni è stato revocato oggi (per leggere la nostra recensione) e Black Panther: Wakanda Forever attualmente si trova al 90% su Rotten Tomatoes. Questo sicuramente aiuterà a portare più pubblico in sala, anche se i film dei Marvel Studios tendono ad essere comunque attrattivi nonostante critiche negative come accaduto in passato. In questo momento, la vendita anticipata dei biglietti fino alla domenica è di $ 45 milioni, che è circa il 20% dietro Doctor Strange nel multiverso della follia nello stesso momento e il 40% in più rispetto a Thor: Love and Thunder.

Black Panther: Wakanda Forever, il film

Il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità del suo personaggio, T’Challa. Black Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11 novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI.

Nel film Marvel Studios Black Panther: Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela Bassett), Shuri (Letitia Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba) lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia (Lupita Nyong’o) e di Everett Ross (Martin Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e Alex Livinalli.

Deadpool 3: un personaggio dalla serie tv Loki avrà un “ruolo importante”?

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Arriva un rumors che se confermato farà la gioia dei fan della serie tv Loki. Come molti di voi già sapranno Owen Wilson tornerà come Mobius M. Mobius, l’agente della Time Variance Authority preferito da tutti, per l’imminente seconda stagione di Loki che arriverà su Disney+, ma una nuova voce emersa rivela che il personaggio farà anche il salto sul grande schermo per Deadpool 3 !

Secondo lo scoop Daniel Richtman (tramite Patreon ), Wilson avrà un “ruolo importante” nel trequel dei Marvel StudiosI fan si sono chiesti quale destino avrebbe avuto Wade Wilson (Ryan Reynolds) nel Marvel Cinematic Universe e, se questo rumors è accurato, sembrerebbe suggerire che il metodo di viaggio nel tempo/realtà della TVA (TemPad, ecc.) influirà sul Merc con una breccia che potrebbe portare i personaggi nella linea temporale della Terra-616.

Ovviamente, abbiamo recentemente appreso che Logan (Hugh Jackman) si unirà a a Deadpool nella sua prossima avventura, quindi sarà interessante vedere se si recheranno insieme al MCU o se Jackman sarà presentato come una variante di Wolverine. Dovremo aspettare e vedere se questa voce avrà una conferma, ma l’insider Daniel Richtman ha un solido passato come informatore, quindi non ci sorprenderà molto scoprire che le sue anticipazioni ad un certo punto verranno confermate con un annuncio legato proprio all’attore Owen Wilson nel film! Non ci resta che aspettare ulteriori sviluppi.

Deadpool 3, quello che sappiamo

Shawn Levy dirigerà Deadpool 3. Rhett Reese e Paul Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul Mercenario Chiacchierone, scriveranno anche Deadpool 3, basandosi sui fumetti creati da Rob Liefeld, confermandosi nella squadra creativa del progetto, dopo che per un breve periodo erano stati sostituiti da Lizzie Molyneux-Loeglin e Wendy Molyneux.

Oltre a Ryan Reynolds non ci sono nomi confermati nel cast del film. In Deadpool 2 c’erano Josh Brolin nel ruolo di Cable e Zazie Beetz in quello di Domino, mentre il primo film vedeva la presenza di Morena Baccarin come Vanessa e T.J. Miller come Weasel. Nel cast è stato anche confermato Hugh Jackman, che torna a rivestire i panni di Wolverine/Logan, dopo la sua gloriosa uscita di scena nel 2017 in Logan, di James Mangold.

Paul Wernick e Rhett Reese hanno dichiarato sul film: “È una meravigliosa opportunità per i pesci fuor d’acqua. Deadpool è un pazzo al centro di un film. Far cadere un pazzo in un mondo molto sano di mente, è oro puro. Sarà davvero divertente.” Deadpool 3 uscirà il 6 settembre 2024.

Dragonero. I Paladini, intervista a Enrico Paolantonio, regista della serie animata Bonelli Entertainment

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Al Lucca Comics and Games 2022 Bonelli Entertainment ha fatto il suo esordio ufficiale nel mondo della produzione audiovisiva, presentando un lungometraggio per il cinema, quel Dampyr di cui tanto si sta parlando tra le community cinefile e “fumettare”, e la serie animata Dragonero. I Paladini, che invece arriverà in tv a dicembre. 

In occasione della fiera, sono stati proiettati i primi quattro episodi della serie, alla presenza della squadra produttiva guidata da Vincenzo Sarno, della stampa, ma soprattutto di una folta platea di bambini, già grandi fan Ian, Myrva e Gmor, che hanno lasciato la sala canticchiando la sigla.

Partendo dal materiale originale di casa Bonelli, opera della mente di Luca Enoch e Stefano Vietti, Dragonero. I Paladini racconta l’adolescenza dei tre protagonisti, mentre vivono la loro avventura per diventare Paladini, i combattenti leggendari che proteggono l’Erondár dalla minaccia dell’Inframondo, sotto la guida del possente e saggio Draiken, l’Ultimo Drago.

Un progetto che è stato una vera e propria sfida per la squadra produttiva che ha visto Bonelli Entertainment lavorare insieme a Rai Kids, PowerKids e NexusTV. Dragonero. I Paladini è composta da 26 episodi per la regia di Enrico Paolantonio e la produzione creativa di Giovanni MasiMauro Uzzeo, che hanno anche firmato le sceneggiature insieme a Federico Rossi Edrighi.

Dragonero. I Paladini, intervista a Enrico Paolantonio

Per raccontare questa avventura, abbiamo incontrato Enrico Paolantonio, che ha firmato la serie in veste di regista e che si occupa di animazione da circa 20 anni. Com’è portare avanti, in Italia, la bandiera dell’animazione?

“Faccio animazione a livello professionale dai primi anni ’90, ho studiato animazione alla scuola di cinema Rossellini e in quel periodo ho mosso i primi passi in ambito professionale. All’epoca non esisteva l’industria dell’animazione come la conosciamo oggi, c’erano solo piccoli studi che lavoravano a progetti piccoli. Solo negli anni ’90, quando la RAI ha cominciato a produrre animazione, si è registrata una crescita del settore con la produzione dei primi cortometraggi fino ad arrivare ai primi veri e propri film d’animazione. Fino a pochi anni fa, solo Bruno Bozzetto era stato capace di girare lungometraggi d’animazione, poi ci è riuscito Enzo D’Alò, ma c’è stato un buco nero di nulla, nel mezzo. In questo momento storico, non siamo certo ancora ai livelli degli studi americani, dove circolano volumi di fondi davvero impressionati, ma ci stiamo avvicinando a passi da gigante alle altre industrie europee. Fino a qualche anno fa ci guardavano tutti dall’alto in basso, e oggi invece partecipiamo a co-produzioni con studi internazionali. Lo dimostra proprio Dragonero, che è una produzione Rai e Bonelli, ma ha anche partner internazionali. Questo tipo di sinergie sono importanti perché fare animazione richiede tantissimo tempo e persone, e perciò tanti soldi, così, unendo le forze, si mettono insieme i capitali necessari. Ad esempio Dragonero. I Paladini ha coinvolto centinaia di persone per tre anni di produzione. Quindi, l’industria si sta formando, ma quello che manca oggi è la mano d’opera. In Italia non si pensa alla formazione di professionalità che possano trovare lavoro in questi ambiti creativi. Il fumetto e l’animazione sono degli spazi dove c’è sempre bisogno di chi fa storyboard o di chi si occupa delle scenografie o delle animazione, sarebbe importante avere un sistema di istruzione che consideri questo tipo di preparazione un elemento importante per i giovani, soprattutto considerate le enormi potenzialità per il mondo del lavoro. Bisognerebbe cambiare l’idea che i più hanno rispetto a animazione e fumetto: non si tratta di linguaggi dedicati ai bambini, sono strumenti espressivi senza limiti, e bisognerebbe cominciare a considerarli tali anche da noi. In Francia, in Giappone esiste una vera e propria industria in questo senso, un’industria che produce opere d’arte. Certo, il termine cartone animato fa sorridere, mi sembra buffo e mi piace molto, ma io quando parlo d’animazione intendo cinema d’animazione.”

Com’è stato però lavorare in una produzione di animazione in celshading 3D quando la tua esperienza ventennale è legata all’animazione 2D? 

La sfida è stata indubbiamente enorme. Sono stato approcciato da Vincenzo Sarno, con cui ho lavorato nell’arco di 16 anni a diversi progetti in 2D, e quando lui ha cominciato a lavorare a questa serie, mi ha coinvolto. Lavorare a una produzione in 2D non è la stessa cosa che lavorare a una produzione in 3D, ci sono tante tecniche differenti, bisogna imparare un linguaggio nuovo, in termini di regia, di movimenti di camera, di modellazione dei personaggi. Quando abbiamo realizzato il primo test video, occasione in cui ho provato per la prima volta questa tecnica che conoscevo poco, ero dubbioso perché mi rendevo conto di tutte le difficoltà che avrei dovuto affrontare. Poi un giorno Mauro (Uzzeo, ndr) è venuto nel mio ufficio, abbiamo parlato a lungo, e mi ha fatto capire che un’esperienza del genere avrebbe aggiunto al mio curriculum una voce importante, e così mi sono lasciato convincere. Non si poteva dire di no a una proposta che, nello stesso pacchetto, offriva la possibilità di lavorare con Bonelli e un corso accelerato di animazione 3D!”

Dragonero. I Paladini è entrato in produzione nel momento in cui il mondo si chiudeva a causa della pandemia. È stato un baluardo di speranza, il segno che si continuava a vivere e a creare da qualche parte, anche se a distanza. Tuttavia questa condizione lavorativa ha anche moltiplicato le difficoltà.

“La pandemia ha avuto una puntualità incredibile. Abbiamo fatto l’ultima riunione a Milano poco prima del primo lockdown, una volta tornati tutti nelle nostre case, ci hanno chiusi. Diciamo che queste produzioni comportano sempre un certo grado di complicazioni e difficoltà, però in genere si prevedono e si conoscono. La pandemia è stata qualcosa di imprevedibile. Ci ha tenuti tutti a distanza per molto tempo e questo non ha aiutato di certo la comunicazione, che è avvenuta solo tramite Skype. È vero che spesso in queste produzioni ci sono tanti collaboratori e forse i disegnatori, in particolare, sono da sempre i più abituati ad affrontare l’isolamento, però il momento in cui eravamo davvero tutti a distanza l’ho sofferto di più, perché sono abituato a lavorare con uno staff interno. Il lavoro quotidiano di confronto è fondamentale perché lavorando a distanza viene a mancare il confronto costante, la contaminazione tra artisti. Quando ci si confronta sul momento si crea un ambiente in cui si creano cose inaspettate, perché c’è uno scambio continuo. A parte questo aspetto, credo che siamo stati bravi a fare di necessità virtù, le lunghe riunioni erano diventate una sorta di abitudine, siamo stati in contatto telematico su base quotidiana. Ma tutto sommato siamo riusciti a lavorare bene, altrimenti non avremmo chiuso la serie!”

I primi quattro episodi della serie hanno offerto uno sguardo abbastanza completo a quello che è il mondo di Dragonero, soprattutto hanno mostrato la ricchezza del prodotto. Qual è l’aspetto che preferisci del lavoro finito?

“Credo che l’aspetto migliore della serie sia l’alchimia che c’è trai tre personaggi principali, come si comportano e come interagiscono tra loro. Si fanno di continuo battute, si prendono in giro, sono sempre sullo stesso livello, è un piacere vederli animati. C’è un momento nella prima stagione che, per varie ragioni che non riveliamo perché sarebbero spoiler, i tre non si trovano insieme nello stesso posto e questa distanza si sente nel tono della narrazione, si avverte il peso del fatto che Ian, Myrva e Gmor sono separati. Un altro elemento che ho amato molto di questa produzione è Arcana, la villain della storia. Mi sono sempre piaciuti i personaggi un po’ tormentati, oltretutto lei sprigiona un’aura potentissima e si capisce quasi subito che è un personaggio che avrà un’evoluzione molto importante man mano che la storia andrà avanti. Il doppiaggio di Stefania Patruno poi ha dato al personaggio una quarta dimensione.”

Creare un cartone animato da una serie a fumetti significa da una parte avere già a disposizione una vastissima gamma di elementi, ambientazioni e personaggi che devono poi essere traslati in un altro linguaggio e animati, ma prevede anche il compito di colmare il famoso “spazio bianco”, ovvero di andare a riempire quei buchi che il fumetto, per la natura del mezzo, lascia fuori dal quadro. Per Dragonero. I Paladini, Enrico e la sua squadra hanno creato un mondo.

“Una parte di questo lavoro che mi diverte tanto è la creazione del mondo. Ovviamente avevamo i volumi di Enoch e Vietti da cui partire, quindi abbiamo preso tantissimo da quel materiale lì, ma abbiamo anche dovuto creare delle situazioni da zero, inventando ambienti e oggetti. Questa per me è la fase più esaltante, perché devi dare vita a elementi che non esistono, ma lo devi fare seguendo le regole del mondo all’interno del quale ti muovi, devi immaginare cose che siano coerenti e abbiano un senso.”

E così è stato fatto, dando vita a un Erondár che esisteva già sulla carta, ma che è stato arricchito e moltiplicato, con luoghi, personaggi e soprattutto con un linguaggio che strizza l’occhio all’animazione giapponese. 

“Abbracciare l’estetica anime è stata la ferma volontà di Sonia Farnesi di RAI Kids e di Vincenzo Sarno, il quale in particolare ha fornito tantissimi riferimenti da altre opere a cui voleva ci ispirassimo. Abbiamo ricreato movimenti e alcuni dettagli dei look dei personaggi tenendo presenti quei modelli, ma l’aspetto definitivo della storia è completamente nostro e originale, direi decisamente europeo. Era importante mantenere l’identità del prodotto, anche perché abbiamo un’immaginario molto diverso da quello giapponese, e il pubblico lo sa.”

Cosa rimane di quest’esperienza così lunga e, per molto versi, anche formativa?

“Mi rimane principalmente il rapporto non sempre facile con la squadra, perché quando si lavora con tante persone non sempre fila tutto liscio. L’animazione è un processo complesso, come un’equazione di matematica, e se fai anche un piccolo errore all’inizio del calcolo, te lo trascini fino alla fine, moltiplicato, per cui a volte ci possono essere anche delle tensioni. Nonostante questo, adesso mi sembra di avere tanti nuovi amici. Il lato umano è forse il bagaglio più importante che mi lascia questa serie. Poi ho fatto una grande esperienza professionale, dopo tre anni, adesso posso dire di essere in grado di affrontare una grande produzione in 3D.”

Dragonero. I Paladini andrà in onda sulla RAI a partire da dicembre.

Il risolutore: trama e cast del film con Vin Diesel

Il risolutore: trama e cast del film con Vin Diesel

L’attore Vin Diesel è universalmente noto per la saga di Fast & Furious, che lo ha reso una celebrità nonché uno dei grandi interpreti del cinema d’azione. Nel corso della sua carriera, però, questi si è distinto anche per altri film e ruoli, alcuni dei quali altrettanto famosi e apprezzati. Dopo Dominic Toretto, uno dei suoi personaggi più noti è quello di Sean Vetter, protagonista di Il risolutore, thriller d’azione diretto nel 2003 da F. Gary Gray, regista che avrebbe poi nuovamente collaborato con Diesel per Fast & Furious 8. In questo primo film insieme i due danno vita ad un avvincente racconto ambientato nel contesto dei cartelli della droga.

Con caratteristiche che lo rendono un vero e proprio revenge movie, Il risolutore presenta diversi elementi affascinanti, tra cui il tema dell’eroe positivo capace di diventare un vendicatore assetato di sangue infinitamente più aggressivo e controverso dei criminali contro cui combatte. A partire da qui il film si configura dunque come un avvincente esplosione di violenza e adrenalina, che ha contribuito a consolidare la fama di Diesel come attore di personaggi caratterialmente duri ed estremamente decisi nei loro obiettivi. Pur non affermatosi da subito come un gran successo, il film guadagnò un notevole seguito negli anni.

Per gli amanti del genere e dell’attore, si tratta infatti di una pellicola cult da non lasciarsi sfuggire, che offre un intrattenimento spensierato e ricco di colpi di scena. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il risolutore: la trama del film

Protagonisti del film sono i due soci Sean Vetter e Demetrius Hicks, un tempo violenti criminali ora entrambi agenti della DEA dopo aver stretto un accordo con il Governo degli Stati Uniti. Provenendo dalla strada, i due si sono infatti da subito rivelati particolarmente dotati come infiltrati per indagini sotto copertura nel mondo del narcotraffico. Da anni pattugliano il confine tra California e Messico, contrastando le organizzazioni criminali che vorrebbero estendere il proprio dominio di illeciti.  La loro attuale missione è quella di combattere il traffico di droga di Memo Lucero. Dopo una lunga indagine, i due riescono infine a catturare il criminale, consegnandolo alla legge.

Vetter è dunque libero ora di riservare le sue attenzioni alla moglie Stacy. Il cartello, ormai senza guida, viene preso in gestione da El Diablo, un trafficante ancor più pericoloso e spietato di Lucero. Come prima cosa, egli invia infatti un gruppo di sicari per uccidere Vetter e il suo collega. Durante lo scontro a fuoco, però, a morire senza colpe è proprio Stacy. Accecato dall’odio, Vetter risveglia il sanguinario criminale che era stato, decidendo di intraprendere una spedizione punitiva del tutto personale. Aiutato da Hicks e da Lucero, egli parte dunque alla ricerca di El Diablo, con l’intenzione di fargli comprendere in malo modo di aver provocato la persona sbagliata.

Il risolutore cast

Il risolutore: il cast del film

Come anticipato, ad interpretare il ruolo dell’agente DEA Sean Vetter vi è l’attore Vin Diesel. Fu proprio il suo ingresso nel cast a consentire al film di ottenere il via libera alla produzione. Dopo il successo di Fast & Furious e xXx, l’attore era infatti diventato una vera e propria icona del genere d’azione. Per prepararsi al ruolo, Diesel si sottopose ad un allenamento intensivo. Così facendo ebbe modo di ottenere la muscolatura necessaria a girare quante più scene possibili senza dover ricorrere a controfigure. Nei panni di Stacy, la moglie del protagonista, vi è invece l’attrice Jacqueline Obradors, celebre per le serie NYPD – New York Police Department e Bosch.

Ad interpretare Demetrius Hicks, collega e compare di vita di Sean, si ritrova l’attore Larenz Tate, ricordato in particolare per le serie televisive Rescue Me, Rush e Power. Nei panni di Memo Lucero vi è invece Geno Silva. L’attore, che ha recitato in diversi celebri film, è in particolare ricordato per essere stato The Skull, il silent killer di Sosa nel film Scarface. Nel film sono poi presenti gli attori Steve Eastin nei panni di Ty Frost, Jeff Kober in quelli di Pomona Joe e Marco Rodriguez come Hondo. Più noto è invece Timothy Olyphant, recentemente visto nelle serie Justified, Santa Clarita Diet e Fargo, e qui presente nei panni di Hollywood Jack.

Il risolutore: il trailer e dove vedere il trailer in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il risolutore è infatti disponibile nei cataloghi di Infinity e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 8 novembre alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

Dc Studios: 5 eccitanti storyline tra le quali James Gunn potrebbe scegliere per il nuovo DCU

Parlando del futuro del DCU sotto i DC Studios, il co-CEO DCU ha detto che lui e Peter Safran si concentreranno inizialmente “sulla storia da portare avanti, sulla definizione del nuovo DCU e sul racconto della più grande storia mai raccontata attraverso più film, spettacoli televisivi e progetti animati“. Sembra proprio che avremo la versione DC del MCU, cosa che sappiamo che il capo della Warner Bros. Discovery David Zaslav ha reso prioritaria per lo studio fin dall’inizio.

Per quanto riguarda la “più grande storia mai raccontata“, al momento è un mistero per noi. Tuttavia, il fatto che sarà raccontata in tutti questi formati diversi suggerisce che ci sono idee potenzialmente interessanti sul tavolo per il DCU, e abbiamo alcune ipotesi su quali storie dei fumetti potrebbero essere l’ispirazione per quello che sembra essere un legittimo rivale della Saga dell’Infinito.

Forever Evil

Zack Snyder voleva mettere gli eroi della DC l’uno contro l’altro, ed è per questo che si potrebbe creare un intero arco narrativo che ruota attorno alla discesa di Superman nella malvagità! Quale modo migliore di affrontare questa fase se non contrapponendo questi personaggi a nemesi multiversali veramente malvagie? In questo modo non solo si accende un riflettore su ciò che rende grandi Superman e Wonder Woman, ma si permette loro di brillare come eroi contro doppelganger sinistri che non hanno qualità redentrici. In Forever Evil, questo è esattamente ciò che è accaduto quando la Terra è stata conquistata da una Justice League malvagia nota come Sindacato del Crimine.

Questo arco narrativo potrebbe essere ampliato e reimmaginato in svariati modi, mettendo alla prova la lealtà di alcuni (siamo sicuri che Black Adam sarebbe aperto a un’alleanza con Ultraman, per esempio) e offrendo il tipo di combattimenti che i fan dei fumetti hanno sempre sognato.

Blackest Night

L’imminente serie televisiva di Lanterna Verde, incentrata su Guy Gardner e Alan Scott, è andata in fumo e il piano prevede di concentrarsi principalmente su John Stewart. Speriamo che questo serva a stabilire che il Corpo delle Lanterne Verdi sia una parte importante del nuovo DCU, perché potrebbe essere fondamentale per impostare un’enorme storyline che, pur essendo oscura, si appoggerebbe al lato horror, unico e divertente, della DC Comics. Sappiamo che Gunn ama questo genere, mentre Safran si è fatto un nome supervisionando l’universo di The Conjuring. Una guerra totale tra gli eroi e i cattivi dell’Universo DC, vivi e morti, è un evento che potrebbe portarci in luoghi davvero stravaganti. Per esempio, immaginate versioni zombificate di alcuni dei nostri personaggi preferiti dell’intero Multiverso che entrano in guerra con Batman e gli altri membri della Justice League. È stato un racconto epico che, sebbene inaspettato, potrebbe essere ciò di cui il DCU ha bisogno per distinguersi.

Flashpoint

The Flash non sarà la storia di Flashpoint che ci aspettavamo, anche se porterà Barry Allen in una linea temporale alternativa in cui il Batman di Michael Keaton è il Crociato Incappucciato e Supergirl sostituisce Superman. Sebbene sia troppo tardi per Gunn e Safran per apportare modifiche sostanziali alla prima uscita in solitaria di Barry Allen, dobbiamo credere che abbiano avuto qualche spunto sui recenti reshoot e che utilizzeranno The Flash per introdurre gli spettatori al Multiverso DC. In questo modo, si potrà preparare il terreno per un vero e proprio blockbuster evento Flashpoint. Dopo aver trascorso gli ultimi anni a redimere il DCU agli occhi dei fan, il passo successivo ideale sarebbe quello di concludere con un film evento massiccio e piacevole per i fan che funga da reboot per l’intera line-up. In questo modo, la Warner Bros. potrà davvero ricominciare da capo, con una mossa che sarà probabilmente apprezzata e accolta con rinnovato entusiasmo. E avrebbe perfettamente senso che Anti-Flash sia il nuovo grande cattivo del DCU, giusto?

Black Panther: Wakanda Forever, la recensione del film Marvel

Black Panther: Wakanda Forever, la recensione del film Marvel

Si fonda sul lutto il film Black Panther: Wakanda Forever. Un lutto tanto esterno quanto interno alla pellicola, legato alla prematura scomparsa di Chadwick Boseman e, di conseguenza, del suo personaggio T’Challa, alias Black Panther. A partire da tale triste e inaspettato risvolto si costruisce dunque il racconto di questo nuovo capitolo del Marvel Cinematic Universe, l’ultimo di questa travagliata Fase 4. Il film diretto da Ryan Coogler, e sequel di quel fortunato Black Panther che nel 2018 conquistò una nomination come miglior film agli Oscar, cerca dunque di riflettere sull’eredità lasciata dall’ormai ex protagonista, di metabolizzare il dolore e di guardare al futuro.

Black Panther: Wakanda Forever trova dunque ora in Shuri (Letitia Wright), la giovane sorella di T’Challa, la sua protagonista. È lei a doversi relazionare con un dolore che sembra insormontabile e a dover garantire il bene del Wakanda insieme alla madre Ramonda (Angela Bassett). Mentre cerca di trovare delle risposte a quanto accaduto e a ritrovare un proprio equilibrio esistenziale, Shuri deve però anche affrontare una nuova minaccia, rappresentata dal mutante Namor (Tenoch Huerta) e il suo esercito degli abissi. C’è qualcosa che questo nemico vuole e Shuri dovrà entrarne in possesso per prima, se vorrà garantire la sopravvivenza della propria nazione.

Mostrare il dolore senza sentirlo

Trentesimo film dell’MCU, Black Panther: Wakanda Forever è anche quello che, per forza di cose, si trova più di tutti gli altri a dover gestire una serie di situazioni e tematiche tutt’altro che liete. In nessun altro film targato Marvel la morte, il dolore e l’elaborazione del lutto hanno un peso simile a quello che posseggono invece qui. Consapevoli di ciò, Coogler e lo sceneggiatore Joe Roberto Cole costruiscono un racconto che non cerca di marginalizzare quanto accaduto, come si temeva potesse avvenire, ma anzi fa di esso una presenza costante, alla base di ogni evento e azione dei nuovi protagonisti.

L’arco narrativo dei personaggi principali appare qui dunque quantomai importante, non solo per farli crescere nel corso del film ma anche per offrire allo spettatore il modo di vivere egli stesso quel processo di elaborazione del lutto necessario a poter proseguire poi il proprio percorso. Solennità è allora la parola d’ordine, senza però dimenticare quella spensieratezza che i Marvel Studios hanno tanto sapientemente coniugato all’azione richiesta da questa tipologia di film. Questo delicato equilibrio, in realtà, si rivela poi il principale punto debole di Black Panther: Wakanda Forever. In mezzo a quanto viene proposto, le emozioni risultano come raffreddate.

La sensazione è dunque quella di un lutto e un dolore più mostrati che sentiti. È certamente lodevole che Coogler scelga di non calcare la mano a riguardo, cosa che al contrario avrebbe fatto cadere il film nella volontà di estorcere allo spettatore lacrime ed emozioni in modo forzato e furbo. Sembrano però mancare quei momenti di sincerità dove si trova il tempo di fermarsi e riflettere su quanto accaduto, potendo così dar vita a momenti realmente coinvolgenti e commoventi. Per un film della durata di due ore e quaranta, non trovare questo tempo evidenzia uno squilibrio tutt’alto che giustificato.

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L’attrice Letitia Wright nei panni di Shuri in una scena di Black Panther: Wakanda Forever.

Black Panther: Wakanda Forever e quelle occasioni sprecate

Non si può negare che Black Panther: Wakanda Forever abbia un suo fascino distintivo, di cui tanti altri film dell’MCU non godono, dato già solo dal fatto di presentare mondi e contesti originali, diversi da quelli degli altri film. In questo caso, sequenze come quella ambientata nel regno di Namor, il Talocan, o gli scontri che si svolgono nel Wakanda, risultano sia avvincenti che affascinanti da vedere. Lo stesso Namor si distingue come un villain ricco di carisma, per quanto le sue motivazioni non siano particolarmente originali e sul finale egli venga sbrigativamente messo da parte. O ancora anche Shuri, che si distingue come un personaggio che trova qui la possibilità di esprimere tutto quel potenziale che nel primo Black Panther lasciava intuire.

Tali elementi di valore sono però contenuti in un film che, come si diceva, appare piuttosto squilibrato. Banalmente, molte sono le scene che risultano ininfluenti ai fini del racconto, come ad esempio tutte quelle che riguardano l’attore Martin Freeman, che torna qui ad interpretare l’agente Everett Ross. Particolarmente sprecato risulta essere anche il personaggio di Riri Williams alias Ironheart, interpretato da Dominique Thorne. Sappiamo che ci sarà una serie interamente dedicata a lei, ma la sua introduzione e il suo ruolo in questo film lascia più dubbi che non aspettative. Ci sono dunque una serie di occasioni perse e altre sfruttate solo in parte, che neanche la regia di Coogler può recuperare.

Questo tempo sprecato avrebbe dunque potuto essere impiegato invece per approfondire meglio il modo in cui il lutto risuona in ognuno dei protagonisti, cosa che avrebbe con buona probabilità permesso al film in sé di dotarsi di un cuore più forte e vivo. Mancando ciò, Black Panther: Wakanda Forever rimane sì un buon blockbuster d’azione con più di un aspetto di valore, ma manca in generale di soddisfare le aspettative generatesi nei suoi confronti, affermandosi come un prodotto Marvel in linea con gli altri di questa Fase 4, ovvero poco incisivo.

Star Wars: 10 momenti essenziali per l’ascesa dell’Impero

Star Wars: 10 momenti essenziali per l’ascesa dell’Impero

Abbiamo sentito parlare per la prima volta dell’Impero Galattico nella trilogia originale di Star Wars. Da allora, l’organizzazione militare d’impronta dittatoriale si è evoluta: è diventata la maggiore potenza della galassia, si dissolta ed è poi riemersa come Primo Ordine. Recentemente, l’Impero è tornato nella serie di Disney+ Star Wars: Andor.

Se si guarda con attenzione al percorso dell’Impero, si possono cogliere una serie di punti di svolta significativi che hanno portato a decisioni sconvolgenti, alcune in grado di consolidare la struttura, altre capaci di portarne la distruzione dell’organismo. Ripercorriamo le dieci tappe più importanti dell’ascesa dell’Impero.

Poteri d’emergenza al Cancelliere

palpatine star warsLa prima svolta fondamentale per il piano d’ascesa di Sheev Palpatine arriva quando il Senato gli concede i poteri di emergenza legati al suo ruolo di Cancelliere. Palpatine stava già orchestrando un’ascesa separatista e gli argomenti politici della Repubblica tornavano utili al suo gioco.

Palpatine utilizza la sua carica per guidare la Repubblica in guerra con i Separatisti, portando alla Guerra dei Cloni. Questa mossa permette al futuro imperatore di accaparrarsi anche un esercito che diventa un elemento essenziale nella trasformazione della Repubblica in Impero.

L’Ordine 66 e la creazione di Vader

obi-wan KenobiCon l’Ordine 66, l’Imperatore mostra per la prima volta la sua forza. L’esercito dei Cloni è controllato con un sistema di chip innescati nelle teste dei cloni. L’Ordine 66 ha il compito di spazzare via l’Ordine Jedi e riesce nella sua missione. Questa è la seconda mossa che permette a Palpatine di prendere il controllo della Repubblica e di creare l’Impero. La creazione di Darth Vader avviene parallelamente a questa operazione a all’omicidio del conte Dooku, evento che trasforma Anakin Skywalker nel Lato Oscuro. Per una fortunata coincidenza, il piano di Palpatine in Star Wars si somma ad altri due eventi che portano all’incoronazione del re e alla nomina della sua mano.

L’attacco di Aldhani

Andor Star WarsIl primo attacco motivato da ragioni politiche che smuove tutto l’Impero è l’incursione di Aldhani. L’evento coinvolge anche Cassian Andor ed è un chiaro messaggio rivolto all’imperatore: le persone non hanno più paura di ribellarsi. Tuttavia, l’incursione porta l’Impero ad adottare un sistema di sicurezza ancora più rigoroso. Alla fine, i ribelli danno all’Imperatore una scusa per rendere l’ambiente di Star Wars ancora più ostile.

I piani della Morte Nera nelle mani sbagliate

Jyn CassianQuando la Ribellione viene a conoscenza dei piani della Morte Nera, lancia una nuova ondata di terrore in tutta la galassia di Star Wars. Ogni volta che si verificava un evento significativo, l’Imperatore risponde con una maggiore violenza e corruzione. Tuttavia, dopo che l’Alleanza Ribelle viene spazzata via e la Morte Nera diventa operativa, il terrore che si genera non è sufficiente a fermare i ribelli. Sicuramente questo periodo crea titubanza all’interno dell’Impero.

La distruzione di Alderaan

Star Wars La disperazione dell’Impero si traduce nella distruzione di Alderaan. Gli Imperiali, che hanno già testato la loro arma mortale su Scarif, decidono di mandare un messaggio chiaro a tutta la galassia di Star Wars. La paura generata dall’uso della stazione spaziale spinge i Ribelli ad un livello di disperazione mai toccato prima: l’Alleanza comprende il costo di opporsi all’Impero. Inoltre, il gesto è una minaccia per tutti coloro che operano all’interno dell’Impero: un grido alla potenza che non lascia spazio per gli errori. Niente può frenare il regime.

La distruzione della Morte Nera

lego Star WarsL’ascesa dell’Impero subisce un duro colpo quando viene annientata la Morte Nera. In risposta a ciò, l’Imperatore commissiona immediatamente una seconda Morte Nera, respingendo nuovamente indietro la Ribellione. Inoltre, con questo evento l’Impero ha una scusa in più per eliminare gli insorti. Dopo la distruzione della Morte Nera, i Ribelli vengono marchiati come terroristi di altissimo livello e inizia ufficialmente la Guerra Civile Galattica.

La battaglia di Hoth

snowtroopers star warsLa battaglia di Hoth è un grande momento per l’Impero perché è essenzialmente un contrattacco all’assalto della Morte Nera. Il colpo indebolisce ulteriormente l’Alleanza Ribelle. L’attacco non solo permette all’Impero di scoprire la base principale dei loro nemici, ma costringe soprattutto i Ribelli a lasciare la propria casa, indebolendoli ancora di più.

La Battaglia di Endor

EndorLa battaglia di Endor rappresenta un punto di svolta per l’Impero ed è uno dei momenti più avvincenti della saga di Star Wars. La costante crescita di cui aveva goduto l’Impero Galattico, le sconfitte che di solito portavano a un’ulteriore rinascita o a misure più severe, sono giunte finalmente al termine: il tempo dell’Impero è finito. Endor annienta completamente lo spirito degli imperiali.

È il tempo per il resto della galassia di salire al potere. In sostanza, Endor serve come un grande avvertimento (per prepararsi alla fuga) per coloro che vogliono la sopravvivenza del regime imperiale.

La morte dell’imperatore

Palpatine Star Wars il ritorno dello JediLa Ribellione avrebbe potuto portare alla caduta dell’Impero fin dall’inizio di Star Wars, ma il punto di svolta è arrivato, non a caso, con la morte dell’imperatore. Darth Vader finalmente decide di rivoltarsi contro il suo padrone.

Non si tratta della vera fine di Palpatine. Guardando al futuro, possiamo dire che la sconfitta porta ad una serie di eventi che, in un certo senso, permettono all’ideologia imperiale di sopravvivere in Star Wars.

Il Primo Ordine

I piani messi in atto portano alla nascita del Primo Ordine, una nuova iterazione dell’Impero costruita sulle ceneri dell’ultimo Regime. Quelli che si sono eclissati dopo Endor e coloro che hanno raccolto gli ordini di Palpatine permettono la nascita del Primo Ordine. L’Ordine, come l’Impero, si rivela essenziale in Star Wars. 

In conclusione, l’Impero si è camuffato ed è sopravvissuta alla guerra, per poi risorgere quando la Repubblica sembrava aver raggiunto una stabilità. La decisione di lasciare un piano di successione in atto si rivela efficace e porta ad una nuova ascesa, quella del movimento della Resistenza.

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