Talvolta il grande pubblico,
pensando ai film di animazione, tende a considerarli solo come
infantili, adatti solo ai più piccoli. Tuttavia, anche un cartone
può divenire un ottimo strumento per comunicare messaggi più
profondi: questo è il caso di Nina e il segreto del
riccio. La pellicola, diretta da Alain
Gagnol e da Jean-Loup Felicioli
(candidati al premio Oscar per miglior film d’animazione per Un
gatto a Parigi), racconta le avventure di Nina alle prese con una
realtà sempre più ingiusta. Tra i doppiatori dei vari personaggi si
ritrovano attori francesi già ben noti nel panorama cinematografico
internazionale: prima fra tutti, l’attrice Audrey Tautou (Il
favoloso mondo di Amelie,
Il codice Da Vinci) doppia Camille, madre di Nina, e
Guillaume Canet (The Beach,
Asterix & Obelix: il regno di mezzo) dona la sua voce a
Vincent, padre di Nina.
Nina e il segreto del riccio: un
rifugio di fantasia
Nina è una bambina con una fervida
immaginazione, alimentata dalle tante storielle che il padre le
racconta prima di andare a dormire. Il protagonista delle favole
della buonanotte però è sempre un riccio, un animaletto piccolo e
determinato nel voler trovare il suo posto nel mondo, capace di
rialzarsi dopo ogni sconfitta. Gli anni passano per Nina, ma la
tradizione della storia resta, finché una sera il padre,
demoralizzato dalle ingiustizie della propria vita, smette di
inventare favole per Nina.
Questo sembra essere solo un piccolo
preludio dei cambiamenti che caratterizzeranno la vita della
bambina da quel momento in poi: il padre ha perso il lavoro e non
sa più come badare alla propria famiglia. Nel vedere il proprio
padre in un tale stato di tristezza e sconforto, Nina, grazie
all’aiuto dell’amico Mehdi e del riccio, cerca di fare reagire per
aiutare la sua famiglia. La fabbrica in cui lavorava il padre di
Nina è stata chiusa per problemi economici e frodi da parte del
proprietario; ciononostante, la polizia ancora non ha trovato dei
soldi che il proprietario aveva nascosto. Nina e Mehdi sono
determinati a trovare il tesoro per salvare le famiglie di tutti i
lavoratori lasciati a casa.
Nel compiere questa impresa, però, i
due giovani dovranno superare l’occhio vigile del guardiano della
fabbrica e del suo cane.
Le ingiustizie che fanno
diventare grandi
Tema focale di Nina e il
segreto del riccio sono proprio le ingiustizie di natura
economica e sociale che vivono la famiglia di Nina e tutte le
altre famiglie di lavoratori lasciati a casa di punto in
bianco. Si tratta purtroppo anche di vicende non così distanti
dalla realtà: fabbriche che chiudono per via della delocalizzazione
della produzione in paesi emergenti, con manodopera più economica,
o imprese chiuse per frodi attuate ai “piani alti”. Coloro che
finiscono però a pagarne maggiormente le spese sono proprio i
lavoratori.
Un esempio simile a queste
vicende che ha animato il dibattito pubblico per molto tempo è
stata proprio la chiusura dell’Ilva a Taranto, un acciaieria
centenaria che ha rischiato la chiusura negli ultimi anni, salvata
infine dall’intervento statale. Può cambiare la produzione della
fabbrica, ma il risultato è sempre lo stesso: la perdita del
proprio lavoro e della propria stabilità per i molti per delle
decisioni prese dai pochi.
Nina e il segreto del riccio: la
realtà si fonde con la natura
Il bosco, l’atmosfera bucolica
diventano fin da subito parte integrante di questa storia, sia per
la presenza di un riccio che guida l’avventura, ma anche per tante
piccole interferenze che arrivano da altri animali selvatici. Un
esempio è il gattino che salva Mehdi dall’essere scoperto dal cane
da guardia, o il corvo che sorvola la fabbrica mentre i due giovani
stanno cercando di entrare.
Perfino nel gran finale la natura
gioca un ruolo da protagonista: senza fare spoiler, si aggiunge
solamente che il tesoro tanto agognato da tutti farà ritorno a una
natura che gli è indifferente.
Il riccio nei panni del nuovo
Topolino
E’ impossibile non notare una certa
familiarità nel disegno del riccio: le sue avventure, raccontate
dal padre di Nina, sono rappresentate in bianco e nero, in maniera
molto simile ai primissimi cartoni di Topolino. Altro elemento che
sembra ricordare il noto personaggio di Walt Disney è anche
la scena, all’inizio del film, in cui il padre di Nina
disegna il riccio su un blocco di fogli e, sfogliandolo, questo
sembra muoversi, come avveniva nei primi cartoni animati.
Nina e il segreto del
riccio affronta tante tematiche interessanti, e talvolta
anche di una certa rilevanza nella realtà di oggi. Di conseguenza è
un cartone certamente adatto ad adulti, ma, proprio perché racconta
di ingiustizie sociali, potrebbe risultare un po’ troppo pesante
per un bambino troppo piccolo.
La premessa esilarante di
Kinda Pregnant è messa in pratica da un cast
altrettanto esilarante di geni della commedia. Il film Netflix,
che è arrivato sul servizio di streaming il 5 febbraio 2025, vede
Amy Schumer in un altro ruolo da commedia
romantica, questa volta come una donna che indossa un finto bambino
incinta per fingere di essere incinta.
Kinda Pregnant
segue Lainy, che sogna di diventare madre fin da quando era una
bambina. Sfortunatamente, a 40 anni, Lainy è ben lontana dal
realizzare il suo sogno. Quando la sua migliore amica rimane
incinta, Lainy prova una finta pancia da gravidanza, e questa
scelta la porterà ad attraversare un territorio insidioso. È una
premessa ridicola e divertente che richiede un cast altrettanto
ridicolo e divertente.
Attrice: nata e
cresciuta a New York City, la comica, attrice, scrittrice e
produttrice Amy Schumer ha iniziato come
concorrente nella stagione 5 di Last Comic Standing. La sua
carriera di stand-up è decollata da lì, portando ad altre
apparizioni televisive. Nel 2013, ha creato la serie comica di
sketch Inside Amy Schumer, andata in onda fino al 2016. Il
debutto cinematografico di Schumer è avvenuto con
Trainwreck del 2015, che ha portato ad altri ruoli
da protagonista in film comici come Snatched
(2017), Come ti divento bella (2019).
Personaggio:
Schumer interpreta Lainy in Kinda Pregnant,
un’insegnante che non desidera altro che rimanere incinta e avere
un bambino. Quando la relazione a lungo termine di Lainy finisce
più o meno nello stesso periodo in cui la sua migliore amica rimane
incinta, inizia ad avere un piccolo crollo emotivo. Come
compromesso per i suoi sogni, Lainy finge semplicemente di essere
incinta.
Attore: l’attore,
scrittore e comico nato in California Will Forte è
salito alla ribalta come membro del cast di Saturday Night Live a
partire dal 2002 fino al 2010. Ciò ha portato al film del 2010
MacGruber (e al franchise esteso), basato su uno dei personaggi
ricorrenti di Forte nella serie comica di sketch. Nel 2015, Forte
ha creato e recitato in The Last Man on Earth, che
si è concluso nel 2018. Oltre a recitare come guest star in decine
di sitcom televisive, Forte ha recitato in progetti recenti come
Strays (2023) e Bodkin
(2024).
Personaggio: Forte
interpreta Josh in Kinda Pregnant, che Lainy
incontra in una caffetteria. Josh e Lainy vanno subito d’accordo,
ma lui non ha idea che lei stia fingendo la sua gravidanza. Per
mantenere viva la promettente relazione il più a lungo possibile,
Lainy deve continuare con lo stratagemma.
Attrice:Jillian Bell, nata e cresciuta a Las Vegas,
Nevada, ha iniziato la sua carriera televisiva nel 2006 con le
serie Crossbows and Mustaches e Preppy
Hippies (2007-2008). Nel 2009, Bell è diventata scrittrice
per Saturday Night Live e ha fatto alcune apparizioni nel cast fino
al 2010. Da lì, ha assunto un ruolo principale nella serie
Workaholics del 2011, andata in onda fino al 2017.
Altri progetti importanti di Bell includono Brittany Runs a
Marathon (2019), I’m Totally Fine (2022) e Candy Cane Lane
(2023).
Personaggio: Bell
interpreta la migliore amica di Lainy, Kate, in Kinda
Pregnant. Queste due dipendevano l’una dall’altra fin da
bambine, quando entrambe persero la madre. Da allora, il sogno di
Lainy è sempre stato diventare madre, anche se Kate ne è meno
convinta. Tuttavia, Kate finisce per rimanere incinta per prima,
portando la sua amica in una crisi materna.
Attrice: Brianne
Howey, originaria della California, ha iniziato la sua
carriera apparendo in programmi TV come 90210,
NCIS, The Middle e altri. La sua carriera è
decollata quando ha interpretato Kat Rance in The
Exorcist del 2016. Da lì, Howey ha continuato il suo
viaggio sotto i riflettori con The Passage del
2019 e un ruolo ricorrente in Dollface
(2019-2022). Howey è ora meglio conosciuta per aver interpretato
Georgia Miller nella serie TV in corso Ginny &
Georgia, iniziata nel 2021.
Personaggio: il
personaggio di Howey in Kinda Pregnant, Megan, è
una donna incinta che Lainy incontra a un corso di yoga per la
maternità. Megan aspetta il suo secondo figlio e muore dalla voglia
di entrare in contatto con altre madri che stanno attraversando lo
stesso tipo di trauma. Ovviamente, non sa che Lainy non è affatto
incinta.
Lizze Broadway nel ruolo di
Shirley: Lizzie Broadway, meglio conosciuta per
American Pie Presents: Girls’ Rule (2020) e
Gen V (2023 – presente), interpreta Shirly, la
collega di Lainy che disprezza.
Urzila Carlson nel ruolo di
Fallon: la comica Urzils Carson si unisce al cast di
Kinda Pregnant nel ruolo di Fallon, una bizzarra e
stravagante collega della scuola di Lainy.
Chris Geere nel ruolo di
Steve: il marito di Megan, Steve, è interpretato da Chris
Geere, meglio conosciuto per This is Us
(2021-2022) e Hot Mess Holiday (2021).
Damon Wayans Jr. nel ruolo
di Dave: il fidanzato storico di Lainy, Dave, è
interpretato da Damon Wayans Jr., meglio conosciuto per
NewGirl (2011-2018),
Let’s Be Cops (2014) e Poppa’s House
(2024-presente).
Alex Moffat nel ruolo di
Rawn – Alex Moffat, che interpreta Rawn in Kinda
Pregnant, è noto soprattutto per i suoi ruoli in
The Bear (2022 – presente) e Bad
Monkey (2024 – presente).
Joel David Moore nel ruolo
di Mark – Il marito di Kate, Mark, è interpretato da Joel
David Moore in Kinda Pregnant, noto soprattutto
per Grandma’s Boy (2006), Avatar
(2009) e Some Other Woman (2003).
La Universal
Pictures ha svelato il primo trailer ufficiale di
Jurassic
World – La rinascita, il nuovo capitolo del celebre
franchise dedicato ai dinosauri, le cui vicende si baseranno su
quanto scatenato dal finale di
Jurassic World – Il Dominio, uscito nel 2022. Un
capitolo che introdurrà però nuovi personaggi e nuovi dinosauri,
alcuni dei quali presentati già da questo avvincente trailer. È
stato detto che il film
porterà il franchise verso risvolti più horror, con i
protagonisti di questo
nuovo capitolo ricco di azione in corsa per assicurarsi i campioni
di DNA delle tre creature più colossali tra terra, mare ed
aria.
La sinossi di Jurassic
World – La rinascita recita: Cinque anni dopo gli
eventi di
Jurassic World – Il Dominio, l’ecologia del pianeta si è
dimostrata in gran parte inospitale per i dinosauri.Quelli rimasti vivono in ambienti equatoriali isolati con climi
simili a quelli in cui un tempo prosperavano.Le tre
creature più colossali di quella biosfera tropicale possiedono la
chiave per un farmaco che porterà miracolosi benefici salvavita
all’umanità.
Il film Jurassic
World – La rinascita è diretto dal vincitore del BAFTA
Gareth Edwards
(Godzilla,
The
Creator) da una sceneggiatura di David
Koepp (autore dell’originale Jurassic Park), basata sui personaggi creati da
Michael Crichton. Il film è prodotto da
Frank Marshall e Patrick Crowley ed è prodotto
esecutivamente da
Steven Spielberg, Denis L. Stewart e Jim Spencer.
Il cast del film è guidato da
Scarlett Johansson nel ruolo di Zora Bennet,
,
incaricata di guidare una squadra specializzata in una missione
top-secret per ottenere materiale genetico dai tre dinosauri più
imponenti del mondo. Quando l’operazione di Zora si incrocia con
una famiglia la cui spedizione in barca è stata travolta da
predatori acquatici preistorici, si ritrovano tutti bloccati su
un’isola dove si troveranno faccia a faccia con una sinistra e
scioccante scoperta che è stata nascosta al mondo per
decenni.
Mahershala Ali è Duncan Kincaid,
il più fidato leader della squadra di Zora; il candidato all’Emmy e
vincitore dell’Olivier Award
Jonathan Bailey (Wicked, Bridgerton) interpreta il paleontologo Dr.
Henry Loomis; il candidato all’Emmy Rupert Friend
(Homeland, Obi-Wan Kenobi) appare come il
rappresentante di Big Pharma Martin Krebs e Manuel
Garcia-Rulfo (The Lincoln Lawyer, Assassinio sull’Orient
Express) interpreta Reuben Delgado, il padre della
famiglia dei civili naufraghi.
Il cast
comprende Luna Blaise (Manifest),
David Iacono (L’estate nei tuoi occhi) e
Audrina Miranda (Lopez vs. Lopez) nel
ruolo della famiglia di Reuben. Nel film compaiono anche, come
membri delle squadre di Zora e Krebs, Philippine
Velge (Station Eleven), Bechir
Sylvain (BMF) e
Ed Skrein (Deadpool).
Florence Pugh si è
fatta notare grazie alla sua partecipazione a film di grande
rilievo, acquisendo sempre più notorietà e arrivando a collaborare
con importanti registi e attori. Tra le nuove promesse della sua
generazione, l’attrice si è distinta recitando tanto in film
drammatici quanto in thriller e horror, dimostrando una versatilità
che può essere il suo punto di forza per il futuro. La carriera
dell’attrice appare infatti promettente, e punta a maturare con il
tempo.
Ecco 10 cose che forse non
sai di Florence Pugh.
I film e le serie TV in cui ha
recitato Florence Pugh
2. Ha avuto poco tempo per
imparare il suo monologo. Il grande discorso di Amy sul
matrimonio non era nella sceneggiatura iniziale, ma è stato
suggerito da Meryl Streep. L’attrice ha affermato che nel
film doveva esserci un momento che permettesse al pubblico moderno
di comprendere la vera impotenza delle donne in quel periodo. Non
solo non potevano votare o lavorare, ma con il matrimonio perdevano
la proprietà del denaro, dei beni e dei figli. Secondo
Florence Pugh, le battute le furono date pochi
minuti prima di girare la scena ed erano scritte a mano su un pezzo
di carta straccia.
Florence Pugh protagonista di
Midsommar – Il Villaggio dei Dannati
3. Si è sentita in colpa nei
confronti del suo personaggio. Riguardo all’ultimo giorno
di riprese, Florence Pugh ha dichiarato in
un’intervista rilasciata qualche anno dopo l’uscita del film:
“Ho creato una persona così triste e poi mi sono sentita in
colpa per averla creata e poi abbandonata (…) Non mi era mai
successo prima. Ho sempre pensato che tutti i miei personaggi, una
volta che li lasciavo, si sarebbero ripresi (…) Lei non è in grado
di badare a se stessa, quasi come se avessi creato questa persona e
poi l’avessi abbandonata quando sono dovuto andare a fare un altro
film”.
4. Ha vissuto un momento
imbarazzante sul set. Durante un panel
di Oppenheimer
con Cillian Murphy, Emily Blunt, Florence Pugh e Jamie Dornan come moderatore, Pugh ha rivelato
che la cinepresa si è rotta durante la scena di sesso tra lei e
Murphy, e che i due hanno dovuto giacere a letto tenendosi nudi
mentre la troupe cercava di ripararla. Cercando di ignorare
l’imbarazzo del momento, ha iniziato una conversazione con la
troupe su quello che stavano facendo perché era interessata a
saperne di più sulla macchina da presa e sulla produzione.
Florence Pugh e Andrew Garfield
protagonisti di We Live in Time
5. Hanno dato vita ad una
discussa scena di sesso. Nel 2024 l’attrice recita accanto
ad Andrew Garfield nel romantico We Live in
Time. A quanto riportato, durante le riprese i due si sono
spinti più in là del dovuto con una scena di sesso. “Facemmo la
prima ripresa di questa scena di sesso davvero molto intima. Nella
stanza c’eravamo solo io e Florence e l’operatore. La scena
comincia e diventa subito molto passionale grazie alla nostra
coreografia. Ci siamo sentiti così coinvolti che ci siamo spinti
probabilmente un po’ più in là di quanto avremmo dovuto perché non
abbiamo sentito dire ‘stop’“, ha raccontato Garfield.
Florence Pugh in Dune – Parte Due
6. Ha interpretato una
principessa nel secondo capitolo del franchise. Pugh fa la
sua comparsa in Dune – Parte
Due nel ruolo della principessa Irulan, figlia
dell’imperatore e promessa sposa di Paul Atreides. Non sono molte
le scene in cui compare, ma l’importanza del personaggio ha fatto
sì che l’attrice venisse considerata come una delle protagoniste
del film. Il suo ruolo, ad ogni modo, dovrebbe essere molto più
ampio in un ancora non confermato terzo lungometraggio.
Florence Pugh fa parte della
famiglia Marvel
7. Ha un ruolo importanto
nel MCU. Nel 2021 l’attrice ha
debuttato nel Marvel Cinematic Universe con il
ruolo di Yelena Belova, presentata per la prima volta in Black
Widow. L’attrice ha poi ripreso il ruolo in alcuni episodi
della serie Hawkeye,
per poi venire confermata come principale protagonista di Thunderbolts*,
film Marvel in arrivo nel 2025 dove
Yelena si ritroverà a far parte di un gruppo di improbabili eroi
chiamati a risolvere una minaccia ad oggi non ancora svelata.
8. Ha avuto una relazione
con l’attore e regista. Nel 2019 l’attrice è stata
fotografata in compagnia dell’attore e regista Zach Braff, di 21 anni più grande di lei, con
il quale ha poi confermato di avere una relazione sentimentale.
Braff è noto per essere stato JD nella serie comedy Scrubs
(2001-2010) e per aver diretto i film La mia vita a Garden
State (2004) e Insospettabili
sospetti (2017). I due sono stati insieme fino al 2022, ma
nel 2023 è uscito il film A Good
Person, diretto da Braff e interpretato e prodotto da
Pugh.
Florence Pugh ha un nuovo fidanzato
Florence Pugh ha conferma di avere
una nuova relazione a British Vogue: “Sì. Stiamo capendo cosa
siamo veramente. E penso che per la prima volta non mi sto
permettendo di andare sulle montagne russe“. In
quell’occasione non ha però confermato pubblicamente con chi sta
uscendo, ma il popolo di internet l’ha scoperto grazie a una
combinazione di indagini e foto dei paparazzi. Il nuovo compagno
sarebbe dunque Finn Cole, noto per aver
interpretato Michael Gray in Peaky Blinders.
Florence Pugh è su Instagram
9. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo personale, dove è seguita da 10
milioni di persone. All’interno di questo l’attrice è solita
condividere fotografie scattate in momenti di svago, con amici o
colleghi, ma numerose sono anche le foto realizzate per promuovere
i propri progetti da interprete, nonché immagini tratte dalle
premiere a cui ha preso parte.
L’età e l’altezza di Florence
Pugh
10. Florence Pugh è nata ad
Oxford, Inghilterra, il 3 gennaio 1996. L’altezza
complessiva dell’attrice è di 162 centimetri.
In una giornata particolarmente
ricca di nuove uscite al cinema, arriva in sala il 6 febbraio con
Eagle Pictures anche Fatti
Vedere, il nuovo film con Matilde Gioli alla
guida del cast diretto da Tiziano
Russo (qui
la nostra recensione). Commedia leggera che cerca di
non prendersi troppo sul serio, il film ha in realtà dei risvolti
molto interessanti, soprattutto per quanto riguarda le relazioni
tra le persone e le storie d’amore che finiscono
improvvisamente.
La trama di Fatti Vedere
Sandra (Matilde
Gioli), laureata in Psicologia, è appena stata assunta
dal celebre sito di psicoterapia online
fattivedere.com. Tornando a casa per raccontare
tutto a Stefano (Francesco Centorame), il
fidanzato con il quale convive felicemente da 10 anni, lo trova con
le valigie in mano: la sta mollando senza darle spiegazioni. Sandra
va in crisi totale perché pretende di sapere perché sia
stata lasciata.
Paradossalmente, durante il suo primo giorno
di lavoro si rende conto non solo che un bug del sito le assegna
erroneamente l’identità e la foto di una arzilla settantenne, ma
anche che uno dei suoi primi pazienti è proprio il suo ex. Fa in
tempo a spegnere la webcam per non farsi riconoscere e, camuffando
la voce, si finge l’anziana psicoterapeuta. Non curante della
deontologia, Sandra, per le sedute successive, decide con l’aiuto
dell’investigatore privato Marco (Pierpaolo
Spollon) di improvvisarsi novella Mrs. Doubtfire vestendo
i panni della persona di cui ha involontariamente rubato l’identità
online pur di avere la risposta alla domanda che la
ossessiona: perché mi hai lasciata?
Mentre le sedute di psicoterapia proseguono
senza grande successo, arriva il matrimonio della migliore amica di
Sandra, Benedetta (Asia Argento) durante il quale
salteranno le coperture e tutti i personaggi saranno costretti a…
farsi vedere.
Perché Fatti Vedere
merita una possibilità?
Nonostante una sceneggiatura che a
volte scivola in cliché e dinamiche un po’ forzate, Fatti
Vedere tenta di costruire un
raccontoantropologico,
concentrandosi su come le persone si relazionano in una società che
sempre più spesso ci impedisce di essere vulnerabili e sinceri. Con
toni leggeri e momenti divertenti, il film invita lo spettatore a
fermarsi, riflettere sulla propria vita e chiedersi se ci sia
qualcosa da migliorare, senza fingere che non esista.
Un merito particolare va agli
interpreti: è evidente che abbiano colto le sfumature dei loro
personaggi e che si siano divertiti sul set. Da sottolineare anche
il trucco prostetico di Matilde Gioli, realizzato con maestria, che le
permette di esprimere tutto il suo talento. La sua “altra sé” è
davvero unica e dimostra quanto l’attrice sia versatile e
professionalmente matura. Un personaggio che Gioli ha interpretato
con gusto, trovando il giusto equilibrio tra sperimentazione e
profondità.
I Marvel Studios hanno rilasciato ieri il
primo trailer di I Fantastici Quattro: Gli
Inizi e la prima occhiata ad alcune immagini del
reboot del MCU sembra essere stata accolta
molto bene dai fan della Prima Famiglia Marvel. Poco dopo la pubblicazione
del teaser, uno degli artisti che ha lavorato al film,
Jeremy Simser, ha condiviso su Instagram alcuni
dei suoi storyboard ufficiali. L’artwork mette in evidenza tre
momenti visti nel trailer, ma si noterà che nel disegno a lei
dedicato Sue Storm (Vanessa
Kirby) sembra sottoposta ad uno sforzo considerevole,
forse indicando che il piano originale prevedeva che la Donna
Invisibile lottasse per utilizzare i suoi poteri in questa scena.
Ad ogni modo, ecco qui di seguito il post di Simser:
Il film I
Fantastici Quattro: Gli Inizi è atteso al cinema il
25 luglio 2025. Come al solito con
la Marvel, i dettagli
della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti,
i Fantastici Quattro sono astronauti che
vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi
cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il
suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la
fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per
diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il
fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà
la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene
completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi
arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super
forza.
Fanno parte del cast anche
Julia Garner, Paul
Walter Hauser, John
Malkovich, Natasha
Lyonne e Ralph
Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato
da Kevin
Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in
degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di
Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro
protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che
conosciamo. Franklyn e Valeria
Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero inoltre
comparire nel film.
Scarlett Johansson ha dichiarato in un’intervista a Vanity Fair di
aver trascorso anni a inoltrare ai suoi agenti i resoconti
commerciali dei nuovi film di Jurassic Park e
Jurassic World perché desiderava ardentemente
entrare a far parte della longeva serie. Finalmente ha avuto la sua
occasione con Jurassic
World Rebirth in uscita quest’estate e con anche
Jonathan Bailey e Mahershala Ali. “Ero davvero pazza del
film [originale] e per un anno ho dormito in una tenda da cucciolo
di ‘Jurassic Park’ nella camera da letto che condividevo con mia
sorella”, ha detto la Johansson a proposito del suo amore
duraturo per il franchise.
“Ogni volta che i giornali
segnalavano un nuovo film di ‘Jurassic’, inviavo ai miei agenti un
messaggio del tipo: ‘Ehi, sono disponibile’”. Quando la
Johansson stava girando le riprese del suo film MarvelBlack Widow nel 2020 presso i Pinewood
Studio in Gran Bretagna, Chris Pratt e Bryce Dallas Howard erano lì in un set accanto
a girare Jurassic World – Il Dominio. L’attrice ricorda quindi
di aver detto alla sua squadra: “Fatemi vedere i set! Voglio
partecipare!”. Alla fine la Johansson ha ottenuto un incontro
con Steven Spielberg, che ha diretto il film
originale Jurassic Park e il suo sequel del 1997, Il mondo perduto: Jurassic Park.
I due si sono incontrati per
discutere di potenziali progetti futuri, ma la Johansson aveva in
mente solo il franchise di Jurassic World.
“Non mi ero mai seduta con lui a parlare di lavoro, e abbiamo
passato ore a chiacchierare, e poi a un certo punto, dopo molte
ore, mi ha detto: “Aspetta, dobbiamo parlare di ‘Jurassic’. Ho
sentito che sei un grande superfan?”. Johansson ha ricordato.
“Ho detto: ‘È vero. Confermo. Sono una grande superfan‘”.
L’attrice ha chiarito di non aver però detto a Spielberg di aver
dormito in una tenda di Jurassic Park per un anno intero
perché non voleva che lui pensasse che fosse una “strana
stalker”, ma ora se ne pente.
“Ovviamente con tutte le vicende
di ‘Avengers’ si incontrano così tanti fan che sono profondamente
commossi dai personaggi e dal mondo di cui si fa parte”, ha
detto Johansson. “Lo capisco. È sempre meraviglioso incontrare
persone così. Probabilmente avrei dovuto dirglielo. Ma mi sono
detta: ‘Sii professionale. Non sembrare disperata. Non parlare
della tenda‘”. Ciò che conta è che il sogno di Scarlett Johansson si sia ora avverato e da
luglio sarà possibile vederla al cinema da protagonista assoluta in
Jurassic
World Rebirth.
La Johansson nel film ricopre il nel
ruolo di Zora Bennet, un’ex mercenaria ora a capo di un gruppo di
scienziati in missione per recuperare il sangue di dinosauro che
potrebbe portare alla cura delle malattie cardiache. Già in
precedenza aveva dichiarato a ComicBook.com di aver passato 10 anni
a cercare di entrare nel franchise dei dinosauri, dicendo persino
ai suoi agenti che le sarebbe andato bene morire nei “primi
cinque minuti”. Fortunatamente, non sembra questo il destino
del suo personaggio nel nuovo film.
Tutto quello che c’è da sapere su
Jurassic World Rebirth
Cinque anni dopo gli eventi di
Jurassic World – Il Dominio, l’ecologia del pianeta si è
dimostrata in gran parte inospitale per i dinosauri.Quelli rimasti vivono in ambienti equatoriali isolati con climi
simili a quelli in cui un tempo prosperavano.Le tre
creature più colossali di quella biosfera tropicale possiedono la
chiave per un farmaco che porterà miracolosi benefici salvavita
all’umanità.
Il film Jurassic
World Rebirth è diretto dal vincitore del BAFTA
Gareth Edwards da una sceneggiatura di
David Koepp (La guerra dei mondi), basata
sui personaggi creati da Michael Crichton. Il film
è prodotto da Frank Marshall e Patrick Crowley ed
è prodotto esecutivamente da Steven Spielberg, Denis L. Stewart e Jim
Spencer.
Il cast del film comprende
Scarlett
Johansson, Jonathan
Bailey, Mahershala
Ali, Rupert Friend, Manuel Garcia-Rulfo, Luna Blaise,
David Iacono, Audrina Miranda, Philippine Velge, Bechier Sylvain
e Ed
Skrein. Jurassic World Rebirth
arriverà nelle sale il 2 luglio 2025.
Con Jurassic
World Rebirth, non sono solo i dinosauri che si sono
evoluti, ma anche la consapevolezza del franchise di sé stesso. Il
produttore Frank Marshall ha infatti affermato
durante un’intervista a Vanity Fair che: “La gente
ora si annoia con i dinosauri“. Una dichiarazione audace per
un franchise che si è imposto come uno dei più importanti degli
ultimi trent’anni, ovvero sin dall’uscita nel 1993 del Jurassic
Park diretto da Steven Spielberg. Tuttavia,
sembra che il film si appoggerà proprio su quest’idea piuttosto che
fingere che non sia così, e userà la suggestione della fatica del
franchise come qualcosa che può promuovere la storia.
Marshall attribuisce allo
sceneggiatore DavidKoepp
l’aver proposto questa idea all’inizio dello sviluppo, dicendo:
“È venuto fuori con questa idea che i dinosauri fossero ormai
superati. La gente era stanca di loro. Erano un inconveniente. E il
clima non era favorevole alla loro sopravvivenza, così cominciavano
a morire e a ammalarsi. Ma c’era una zona intorno all’equatore che
aveva il clima perfetto, la temperatura e l’ambiente per
loro.” Ma a partire da questo concetto Jurassic World
Rebirth punterà a proporre un rinnovato splendore per
queste gigantesche creature.
Marshall ha infatti affermato che il
regista Gareth Edwards ha lavorato per
riportare il franchise ad una dimensione orrorifica.
“Immaginate la versione incubo delle lucertole giganti che si
sono evolute naturalmente milioni di anni fa. C’è qualche mutazione
in loro. Sono tutti basati su ricerche reali sui dinosauri, ma
hanno un aspetto leggermente diverso.” Jurassic World
Rebirth, dunque, rivolgerà l’attenzione agli esperimenti
falliti, agli errori genetici e ai vicoli ciechi evolutivi che sono
stati lasciati indietro fino ad ora, proponendo dunque qualcosa di
completamente nuovo.
Tutto quello che c’è da sapere su
Jurassic World Rebirth
Cinque anni dopo gli eventi di
Jurassic World – Il Dominio, l’ecologia del pianeta si è
dimostrata in gran parte inospitale per i dinosauri.Quelli rimasti vivono in ambienti equatoriali isolati con climi
simili a quelli in cui un tempo prosperavano.Le tre
creature più colossali di quella biosfera tropicale possiedono la
chiave per un farmaco che porterà miracolosi benefici salvavita
all’umanità.
Il film Jurassic
World Rebirth è diretto dal vincitore del BAFTA
Gareth Edwards da una sceneggiatura di
David Koepp (La guerra dei mondi), basata
sui personaggi creati da Michael Crichton. Il film
è prodotto da Frank Marshall e Patrick Crowley ed
è prodotto esecutivamente da Steven Spielberg, Denis L.
Stewart e Jim Spencer.
Il cast del film comprende
Scarlett
Johansson, Jonathan
Bailey, Mahershala
Ali, Rupert Friend, Manuel Garcia-Rulfo, Luna Blaise,
David Iacono, Audrina Miranda, Philippine Velge, Bechier Sylvain
e Ed
Skrein. Jurassic World Rebirth
arriverà nelle sale il 2 luglio 2025.
Da quando un decimo capitolo della
saga di Star
Wars è stato annunciato per la prima volta a Star Wars
Celebration nel 2023, è diventato sempre più difficile tenere
traccia degli sceneggiatori che si sono alternati nel lavorare a
questo nuovo capitolo incentrato sulla Rey di Daisy Ridley. Il mese scorso è infine arrivata
la notizia che George Nolfi (I
Guardiani del Destino) ha firmato per dare alla regista
Sharmeen Obaid-Chinoy
un’altra riscrittura del racconto.
Parlando ora con Film Stories, Nolfi ha
confermato il suo coinvolgimento nel prossimo film di Star Wars e
ha dettagliato il suo approccio per dirigersi nella galassia
lontano, lontano. “Il modo in cui mi approccio è, si guarda a
ciò che è venuto prima di voi, si guardano le idee generali di
quello che vogliono fare. Significato: Lucasfilm, Disney, Sharmeen
[Obaid-Chinoy], la regista, e poi fai quello che fa uno scrittore,
e cercare di mettere insieme i beat di una storia“, ha
spiegato.
“Prova a immaginare personaggi,
e poi presentalo con una comprensione che deve onorare, ovviamente,
una lunga, incredibile tradizione.” Per quanto riguarda le
sfide che un film di Star Wars presenta, Nolfi ha
affrontato la nozione di potenzialmente scavare nella politica
della galassia come fatto George Lucas prima di
lui. “Se pensate a George Lucas, ai sei film che ha fatto e
all’universo che ha creato, è in realtà molto permeato da ampie
nozioni di politica“, ha detto lo scrittore. “Non si parla
di oggi, ma c’è il nazismo e l’Impero romano.“
“La democrazia dell’impero
romano che crolla e diventa un impero, e la perenne storia di
esseri umani che si organizzano contro il caos, e poi gli strumenti
che aiutano le società umane a reprimere il caos diventano
oppressione“. “Quindi questo è davvero molto centrale
rispetto a quello di cui George Lucas parlava,” Nofli ha
continuato. “E una delle cose meravigliose della fantascienza e
di Star Wars – che è quasi fantascienza o opera spaziale – è che
puoi sollevare le questioni più profonde senza sentirti come in una
classe di filosofia, o in una classe di scienze politiche, o
qualcosa che ho letto sul giornale oggi.“
Cosa sappiamo del nuovo film di Star Wars
Abbiamo già sentito che il film
ruoterà intorno a Rey, ora Maestro Jedi, che cerca di creare un
nuovo ordine Jedi mentre tenta di combattere le forze oscure che si
ergono per fermarla. Sharmeen Obaid-Chinoy rimane
attaccata a dirigere questo film fino ad oggi nominato come
“New Jedi Order” che è, per tutti gli scopi e le
intenzioni, Episodio X. Si prevede che servirà da epilogo alla
trilogia del sequel, che potrebbe in qualche modo redimere le
discutibili decisioni creative prese in quei film. Ad oggi, non vi
sono però maggiori informazioni sul progetto.
Il regista di Dune
e Dune
– Parte Due, Denis Villeneuve, ha
spiegato di non volersi più prendersi una pausa dal franchise prima
di dirigere Dune: Messiah (anche noto come
Dune –
Parte Tre). Durante una sessione di domande e risposte
ai Saturn Awards (riportata da Collider), il regista ha parlato
dei suoi piani per il prossimo adattamento e del perché le cose
sono cambiate nel corso del precedente anno. “Il cuore di Chani
è spezzato, è l’inizio della Guerra Santa ed è lì che ci siamo
lasciati, quindi in un certo senso direi che è abbastanza
simile”, ha detto Villeneuve quando gli è stato chiesto quanto
tempo sarà passato tra Dune – Parte
Due e Dune: Messiah.
“Mi aspettavo di fare
qualcos’altro prima, ma francamente questa è l’ispirazione che mi è
venuta in mente quando mi sono preso una pausa quest’estate e stavo
tornando indietro per finire la storia”, ha aggiunto
Villeneuve. Villeneuve ha anche attribuito alla risposta
entusiastica a Dune – Parte
Due il suo interesse a realizzare Dune:
Messiah il prima possibile. “Sono stato davvero
commosso dal modo in cui la Seconda Parte è stata accolta dai
cinefili di tutto il mondo, e ho sentito l’appetito e il desiderio
di vedere di più e la responsabilità di finire quella storia”,
ha dichiarato.
Nonostante Dune – Parte
Due abbia riscosso ampi consensi e sia diventato un
successo al botteghino, non è sempre stato garantito che Villeneuve
sarebbe tornato per un altro capitolo. Poco dopo l’uscita del film,
Villeneuve ha dichiarato di ritenere “salutare fare un piccolo
passo indietro” dopo aver trascorso sei anni consecutivi nel
franchise di Dune. Ha anche dichiarato che sarebbe tornato a girare
Messiah solo se
avesse saputo che sarebbe stato “migliore della seconda
parte”. Tuttavia, nell’aprile del 2024, è stato riferito
che Dune: Messiah era in fase di sviluppo
iniziale,
con Villeneuve che stava scrivendo la sceneggiatura.
Denis Villeneuve sul set di Dune
Denis Villeneuve pronto a dirigere Dune: Messiah
Prima di procedere con Dune:
Messiah, Villeneuve
è stato ingaggiato per dirigere Nuclear War: A
Scenario. Nel giugno 2024, la Warner Bros. ha fissato
una data di uscita per il dicembre 2026 per un “film evento”
diretto da Villeneuve. Al momento dell’annuncio, il progetto era
ancora senza titolo, il che ha fatto sorgere la domanda su cosa
avrebbe fatto il regista in seguito. Proprio il mese scorso,
Villeneuve ha lasciato intendere che Dune: Messiah
sarà il suo prossimo progetto, esprimendo il desiderio di tornare
al franchise. È una prospettiva eccitante che, a quanto pare, non
ci sarà da aspettare troppo a lungo prima che il nuovo film arrivi
nelle sale.
Dune – Parte
Due è stato uno dei maggiori successi del 2024,
ottenendo una nomination come Miglior film agli Oscar e 714,6
milioni di dollari al botteghino mondiale. Il franchise è diventato
una delle serie di blockbuster più importanti di quest’epoca,
affascinando il pubblico con il suo grande spettacolo e l’ambiziosa
visione di Villeneuve. Visto il successo dei primi due film, la WB
è molto probabilmente entusiasta di battere il ferro finché è
caldo, accelerando l’uscita di Dune: Messiah. È
ancora meglio che questo sembri derivare dall’entusiasmo personale
di Villeneuve piuttosto che dallo studio che lo ha costretto a
tornare.
Anche se non è ancora ufficiale,
sembra molto probabile che Dune: Messiah si
assicurerà la già citata data del dicembre 2026, mettendolo in
condizione di avere un buon successo al botteghino durante le
festività natalizie. Se questo è il piano, significa che il film
dovrà iniziare le riprese a un certo punto di quest’anno. Con
Villeneuve che si sta rapidamente preparando per un altro viaggio
di ritorno ad Arrakis, è probabilmente solo questione di tempo
prima che altri dettagli su Dune: Messiah, come
gli annunci di casting, siano confermati. E poiché il regista ha
confermato che Messiah sarà il suo ultimo film su Dune, forse
questa volta avrà più fortuna nell’ottenere l’elusiva nomination
all’Oscar.
La star di Captain America: Brave New World, Anthony Mackie ha condiviso il modo in cui il
film in uscita getta le basi per Avengers:
Doomsday. In un’intervista con ComicBook.com, all’attore è
stato infatti chiesto del futuro di Sam Wilson nel Marvel Cinematic Universe, dato che
il personaggio è pronto a diventare uno dei leader della prossima
squadra dei Vendicatori. “Quando [Thaddeus] Ross va da Sam, gli
dice: ‘Voglio che tu riporti indietro i Vendicatori’”, ha
detto Mackie. “Alla fine del film vediamo che Sam è diventato
definitivamente Capitan America al 100%. Non ci sono
dubbi”.
“Dopo aver visto questo film, la
sua abilità, la sua compassione e tutto ciò che riguarda la sua
leadership… tutto in lui grida Capitan America”, ha aggiunto
Anthony Mackie, spiegando come l’arco
narrativo di Sam in Brave New World porti alle fasi successive del
viaggio del personaggio. Dopo che all’inizio Sam era in dubbio se
volesse o meno assumere il mantello di Capitan America, sembra che
alla fine di Brave New World si troverà saldamente a suo agio nel
ruolo. “Così, quando arriverete a Doomsday, avrete Sam nel suo
momento migliore e nella sua ora migliore, dopo questa battaglia in
cui ha praticamente salvato il mondo da Red Hulk”, ha detto
Mackie.
Recentemente, Anthony Mackie ha confermato che riprenderà il
ruolo di Capitan America sia in Avengers:
Doomsday che Avengers:
Secret Wars, che arriveranno nelle sale
rispettivamente nel 2026 e nel 2027. Questi sono solo due dei
progetti Marvel in cui l’attore ha
intenzione di apparire per il resto del suo mandato nel MCU; ha espresso la speranza di un
altro film da solista di Captain America, oltre a ruoli di supporto
con altri supereroi. Al momento, non resta quindi che attendere di
scoprire cosa accadrà di preciso al personaggio all’interno del
film, impostandone dunque il futuro.
Quello che sappiamo sul
film Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New
World riprenderà da dove si è conclusa la
serie Disney+The
Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon
Sam Wilson (Anthony
Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di
Capitan America. Il regista Julius
Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha
descritto il film come un “thriller paranoico” e ha
confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake
Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva
alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreterà la cattiva
Diamondback, mentre Giancarlo Esposito sarà Sidewinder. Harrison Ford, invece, assume qui il ruolo di
Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che a quanto rivelato dal primo
trailer si trasformerà ad un certo punto nel Hulk Rosso. Nonostante
dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film
riporterà il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già
fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Il film
è al cinema dal 13 febbraio.
Alex Perez di The
Cosmic Circus ha condiviso oggi alcune informazioni interne,
confermando di aver sentito che Toussaint prenderà il comando di
Black Panther 3. Riconosce inoltre che questo
“non elimina la possibilità che altre varianti di Black Panther
appaiano prima nei film degli Avengers”. È interessante notare
che Perez aggiunge: “Ho sentito dire che, rispetto ai film
precedenti, Ryan Coogler è interessato a dare a questo film un tono
più horror/supernaturale/thriller”.
Questo è in linea con quanto abbiamo
sentito di recente sul villain del threequel e indica che il
franchise avrà un nuovo look e una nuova atmosfera da abbinare al
suo prossimo protagonista. Naturalmente, a contraddire in qualche
modo questo e tutto il resto che abbiamo sentito su Black
Panther 3 ci sono i commenti del produttore esecutivo Nate
Moore, che come già riportato ha negato ogni teoria in quanto,
semplicemente, i lavori sul film non sono ancora iniziati. non
resta dunque che attendere di scoprire se queste voci troveranno o
meno conferma in futuro.
Black Panther 3 è ancora una
priorità per i Marvel Studios
I Marvel Studios hanno
molti progetti chiave in fase di sviluppo e produzione, tra cui
The Fantastic Four, Spider-Man 4,
Avengers: Doomsday e
Avengers: Secret
Wars. Tuttavia, la Marvel sta lavorando
ad altri film e show che non hanno ricevuto molti aggiornamenti da
un po’. Una volta che il finale di Black Panther: Wakanda
Forever ha suggerito il passaggio di testimone da
Shuri a Toussaint, Black Panther 3 è diventato una
forte possibilità. E ora, la conferma di Black Panther
3 da parte dei Marvel Studios
colloca il sequel nell’elenco dei prossimi progetti, anche se non
ha ancora una data di uscita ufficiale.
Considerando che
Avengers: Doomsday e Avengers:Secret Wars sono programmati per uscire
rispettivamente nel 2026 e nel 2027, è improbabile che la Marvel distribuisca
molti film nel frattempo. Quindi, la trama di Black Panther
3 potrebbe incentrarsi sul multiverso se uscisse a fine
2026 o inizio 2027, oppure potrebbe occuparsi delle conseguenze di
Avengers: Secret
Wars a fine 2027 o 2028.
Chadwick Boseman ha interpretato per la prima
volta il ruolo di T’Challa, apparendo nel 2016 in Captain
America: Civil War, seguito dal film Black Panther nel 2018. L’attore ha ripreso il ruolo
del supereroe in Avengers: Infinity War del 2018 e Avengers: Endgame. A Boseman è poi stato diagnosticato
un cancro al colon al terzo stadio nel 2016 ed è deceduto
nell’agosto del 2020. Il sequel Black Panther: Wakanda Forever, che racconta eventi
successivi alla morte di T’Challa, è uscito nel 2022 ed è stato
dedicato alla memoria dell’attore.
La prima stagione di The
Last of Us è stata un adattamento piuttosto fedele del
primo gioco di Naughty Dog ed è logico che lo
stesso varrà per la prossima serie di episodi, quando la serie
tornerà sulla HBO ad aprile. Tuttavia, ci sono stati alcuni grandi
cambiamenti nella prima stagione – l’evoluzione di Bill ha portato
probabilmente al miglior episodio della serie – e il casting di
Kaitlyn Dever nel ruolo di Abby è uno dei
principali per la seconda stagione. La versione videoludica di
questo personaggio è molto più imponente fisicamente e quindi molto
più grande di Ellie.
Tuttavia, la Dever e Bella Ramsey sono essenzialmente della stessa
taglia, un allontanamento dalle versioni originali di Abby ed Ellie
che ad ora ha deluso molti fan. Entertainment Weekly ha
recentemente incontrato il creatore Neil
Druckmann, che ha spiegato perché la fisicità di Abby non
è così importante per questa storia. “Non c’è tanta azione
violenta momento per momento. È più incentrato sul dramma”, ha
esordito Druckman. Non sto dicendo che non c’è azione qui. È
solo che, ancora una volta, le priorità e il modo in cui ci si
approccia sono diversi”.
“Kaitlyn ha lo spirito del
gioco”, ha continuato. “Quello che ho sempre amato dell’idea è che
sarete continuamente messi alla prova come nella prima stagione.
Quando si cerca di scegliere un eroe, è difficile perché siamo
esseri umani, non siamo eroi. Per ogni atto eroico, c’è qualcuno
che soffre dall’altra parte e che potrebbe vederti ragionevolmente
come un cattivo”. “Quando si guarda Kaitlyn, c’è qualcosa
nei suoi occhi per cui, anche a prescindere da ciò che sta vivendo,
si entra in sintonia.
Era importante trovare qualcuno
con cui potessimo entrare in sintonia nel modo in cui entriamo in
sintonia con Bella”, ha concluso Druckmann, che l’ha elogiata
come ‘un’attrice incredibile’. Lo showrunner Craig
Mazin ha aggiunto: “Personalmente penso che ci sia
un’opportunità straordinaria di approfondire una persona che forse
è fisicamente più vulnerabile della Abby del gioco, ma il cui
spirito è più forte“. “E poi la domanda è: “Da dove viene
la sua natura formidabile e come si manifesta?”. Questo è un
aspetto che verrà esplorato ora e in seguito”.
In precedenza è stato riferito che
The Last of Us adatterà la Parte II
in più stagioni. Due al massimo saranno sicuramente sufficienti, ma
Mazin sembra fiducioso che ci sia più storia da raccontare,
presumibilmente anche oltre la fine dell’ultimo gioco. “Penso
che sia abbastanza probabile che la nostra storia si estenda oltre
la terza stagione”, ha detto. “Quanto oltre? Non posso
dirlo. E questo non vuol dire che non ci siano altre storie che
potrebbero essere raccontate, ma questa storia è quella che stiamo
raccontando io e Neil”.
In questo secondo capitolo della
serie, cinque anni dopo gli eventi della prima stagione Joel
(Pedro
Pascal) ed Ellie (Bella
Ramsey) saranno trascinati in un conflitto fra di loro
e contro un mondo persino più pericoloso e imprevedibile di quello
che si erano lasciati alle spalle.
La seconda stagione, in sette nuovi
episodi, vede di nuovo protagonisti Pedro Pascal e Bella Ramsey nei panni, rispettivamente, di
Joel ed Ellie, insieme a Gabriel Luna che interpreta Tommy e
Rutina Wesley nel ruolo di Maria. Le già
annunciate new-entry nel cast sono invece Kaitlyn Dever che vestirà i panni di Abby,
Isabela Merced nel ruolo di Dina,
Young Mazino in quello di Jesse, Ariela
Barer interpreterà Mel, Tati Gabrielle
sarà Nora, Spencer Lord vestirà i panni di Owen,
Danny Ramirez sarà Manny e Jeffrey Wright interpreterà invece Isaac.
Catherine O’Hara è guest star della nuova
stagione.
Basata sull’acclamato franchise
videoludico sviluppato da Naughty Dog per le console PlayStation®,
The Last of Us è scritta e prodotta esecutivamente
da Craig Mazin e Neil Druckmann.
La serie è una co-produzione con Sony Pictures Television ed è
prodotta esecutivamente anche da Carolyn Strauss, Jacqueline Lesko,
Cecil O’Connor, Asad Qizilbash, Carter Swan ed Evan Wells. Società
di produzione: PlayStation Productions, Word Games, Mighty Mint e
Naughty Dog.
Al cinema dal 6 febbraio con Eagle
Pictures, Fatti Vedere (qui
la nostra recensione) è la nuova commedia con Matilde Gioli diretta da Tiziano
Russo. Il film segue le avventure di Sandra, che va in
crisi quando il suo fidanzato la lascia su due piedi senza darle
spiegazioni. Ma chi sono i volti del film? Ecco una guida al cast
di Fatti Vedere:
Matilde Gioli – Sandra
Sandra è un’aspirante
psicologa con un sogno: fare carriera e raggiungere la stabilità
economica. Sul fronte sentimentale, la sua vita sembra perfetta:
una relazione decennale con Stefano, che considera l’uomo della sua
vita, e la certezza che, una volta sistemata professionalmente, i
due si sposeranno. Ma il destino le riserva una doppia sorpresa.
Dopo aver finalmente ottenuto un lavoro in un sito di psicoterapia
online, chiamato fattivedere.com, la ragazza torna a casa per
festeggiare con Stefano, solo per essere lasciata senza
spiegazioni.
“Quello che io ho trovato molto
interessante mentre lo giravo è che spesso per essere autentici ci
serve metterci una maschera, che è paradossale se ci
pensi.” Il tema del doppio e della maschera è centrale
per l’interpretazione di Gioli che, affidandosi al trucco
prostetico, mette in scena un personaggio che ricorda Mrs.
Doubtfire, con le dovute differenze.
Francesco Centorame – Stefano
Stefano, fidanzato di Sandra che
lascia su due piedi, è in un certo senso a sua volta vittima di un
inganno. Crede di avere una psicoterapeuta con la quale cerca di
fare un percorso, ma che in realtà è Sandra, la sua novella ex, che
lo inganna per trovare la risposta a una domanda che la tortura:
perché è stata lasciata?
Centorame si è costruito in pochi
anni un curriculum davvero solido, approfittando della notorietà
che gli ha regalato Skam ma anche della qualità
del lavoro svolto nella serie Netflix, elemento fondamentale per lo sbocciare della
sua carriera. Trai titoli più importanti a cui ha partecipato,
citiamo C’è Ancora Domani, in cui interpreta il
fidanzato della figlia maggiore della Cortellesi, un piccolo
prototipo di maschio tossico, messo fuori gioco da una madre dalla
volontà di ferro.
Pierpaolo Spollon – Marco
L’inganno che Sandra
perpetra ai danni di Stefano non è un “crimine solitario”, in
quando la giovane donna si fa aiutare da Marco, investigatore
privato che la guiderà nel suo percorso di travestimento.
Meno noto di Centorame e Gioli al
pubblico cinematografico, Pierpaolo Spollon è un
volto che però gli italiani amano tantissimo, grazie alla sua
partecipazione a numerose fiction e serie tv, tra queste citiamo le
seguitissime DOC – Nelle tue mani, in cui recita
sempre al fianco di Matilde Gioli, e Che Dio ci
Aiuti, arrivata con successo alla settima stagione
(l’ottava è in arrivo).
Asia Argento – Benedetta
A far saltare coperture e… maschere
(è il caso di dirlo) ci pensa Benedetta, amica di Sandra, che si
sposa. In quella occasione i personaggi saranno costretti a “farsi
vedere”! A interpretare Benedetta c’è Asia
Argento, vera e propria superstar internazionale che torna
alla commedia leggera.
Attrice internazionale, vincitrice
di David di Donatello e di Nastro d’Argento, regista, musicista e
cantante, e, sì, anche figlia d’arte, Asia Argento è uno dei volti
più noti del cinema italiano all’estero. Parlando del film e del
suo personaggio, ha raccontato: “Anche io ho un doppio e non
sono esattamente quello che sembra. Ed è un tema che riguarda tutti
nella vita, perché il falso lo si crea per proteggere quelle parti
più fragili.”
Netflix sta prendendo le distanze dalla star
di Emilia
PérezKarla
Sofía Gascón nel tentativo di salvare le possibilità
del film agli
Oscar 2025. E mentre l’attrice spagnola cerca di
disinnescare il contraccolpo subito per i suoi vecchi post sui
social media, in cui ha condiviso opinioni offensive che sono state
considerate islamofobe e razziste, la sua campagna di scuse sta
procedendo in autonomia, senza la guida del gigante dello streaming
o del suo team di pubbliche relazioni.
Gascón, che
ha fatto la storia come prima attrice apertamente transgender a
essere nominata come migliore attrice agli Academy Awards, avrebbe
dovuto viaggiare dalla Spagna a Los Angeles per la seconda
fondamentale fase per la campagna
degli Oscar. Il suo itinerario pianificato includeva importanti
eventi come il pranzo degli AFI Awards giovedì, i Critics Choice
Awards venerdì, i Directors Guild of America Awards e i Producers
Guild of America Awards sabato e il Santa Barbara International
Film Festival domenica. Tuttavia, non è più prevista la
partecipazione di Gascón a nessuno di questi.
Karla Sofía Gascón non parteciperà
all’ultima fase di promozione per gli Oscar 2025
La sua assenza ha ulteriormente
complicato gli sforzi della campagna per Netflix e il team dei
premi del film. Ad aumentare la tensione, Gascón e la sua
co-protagonista Zoe Saldaña condividono la stessa
società di pubbliche relazioni, The Lede Company. Variety riporta che Netflix e
l’agenzia di pubbliche relazioni hanno smesso di parlare
direttamente con Karla Sofía Gascón e stanno comunicando solo
tramite il suo rappresentante della United Talent Agency, Jeremy
Barber. Sembra anche che lo streamer non copra più le spese per il
suo viaggio ai vari show di premiazione o il suo styling per
qualsiasi apparizione a questi eventi.
Se intende fare queste tappe,
spetterebbe a Gascón pagare tutto, dal biglietto aereo al suo
alloggio. L’attrice era relativamente sconosciuta quando ha
ottenuto il ruolo che le ha cambiato la vita in Emilia
Pérez, quindi né la sua paga per il film né la sua
precedente condizione economica le permetterebbero di partecipare a
tutto il circo degli Oscar e delle cerimonie precedenti come le
convenzioni richiedono.
Un nuovo spot For Your Consideration
che ha debuttato lunedì mette in evidenza le 13 nomination agli
Oscar di Emilia
Pérez, tra quelle per miglior film, miglior
lungometraggio internazionale, regista (Jacques
Audiard), attrice non protagonista
(Saldaña) e canzone originale (“El Mal“).
Tuttavia, il titolo del film e qualsiasi immagine di Gascón
sono stati cancellati da gran parte del materiale della
campagna. Invece, il marketing mette in primo piano
Saldaña e le co-star Selena Gomez e
Adriana Paz, nessuna delle quali è stata nominata.
Il cambiamento suggerisce che Netflix sta cercando di minimizzare i
contributi di Gascón in modo che la controversia sulle sue
osservazioni non oscuri il film o il lavoro delle sue co-star e
collaboratori. La pagina FYC ufficiale del film presenta una foto
in primo piano di Saldaña ma nessuna immagine di Gascón.
La corsa agli Oscar è ora entrata
nella fase post-nomination. È un periodo in cui spesso il marketing
diventa più mirato alle categorie che le campagne ritengono abbiano
le migliori possibilità di portare a vere e proprie vittorie.
Saldaña e il film erano visti come candidati più forti per i premi
più importanti rispetto a Gascón, che si prevedeva avrebbe perso il
premio come migliore attrice a favore di Demi
Moore (The Substance) anche prima che
scoppiasse lo scandalo. Tuttavia, l’omissione dell’attrice
protagonista e del titolo del film dai materiali promozionali ha
fatto storcere il naso.
Gascón, che ha rilasciato delle
scuse poche ore dopo che la notizia dei suoi post è stata diffusa e
poi ha rilasciato un’intervista con CNN en Español nel fine
settimana che ha organizzato senza il coinvolgimento di Netflix, ha
affrontato la situazione (ancora una volta) in un post su
Instagram. In esso, ha taggato diverse pubblicazioni, dicendo:
“Vogliono sottopormi alla ‘cultura della cancellazione'”,
ha scritto. “Chiedo agli esperti di Hollywood, ai giornalisti
che mi conoscono e hanno seguito la mia carriera: come posso andare
avanti?”
Ma alcuni elettori degli Oscar, che
hanno chiesto di rimanere anonimi, hanno affermato che nonostante
le scuse e le suppliche di Gascón, si stanno allontanando da lei e
dal film che l’ha messa sotto i loro radar.
Resta da vedere cosa farà Netflix in
occasione della cerimonia degli Oscar 2025. L’attrice è invitata in
quanto nominata, ma non si sa a questo punto se parteciperà o meno
alla serata più importante di Hollywood. Resta anche da capire se
questo sfortunato evento possa mettere in pericolo tutte le altre
nomination del film, comprese quelle che quasi certamente si
sarebbero trasformate in premi, come quello al miglior film
Internazionale e alla migliore attrice non protagonista,
Zoe Saldana.
C’è un momento, quando siamo ancora
all’inizio di Matt andMara, in
cui la macchina da presa perde per un istante il focus sulla
protagonista, la Mara del titolo. Potrebbe sembrare un errore
sfuggito durante la ripresa eppure, considerando la storia che
Kazik Radwanski vuole raccontarci, è pressoché
indubbio che sia uno stratagemma assolutamente voluto per
sottolineare l’essere fuori fuoco rispetto alla sua vita di questa
donna. Nel corso della sua durata di 80 minuti, il film della
regista canadese si concentra proprio su questo e sulla ricerca di
quella definizione di sé, che passa attraverso Matt.
Con Matt and Mara –
disponibile su MUBI – Radwanski racconta
infatti delle forme ambigue che può assumere l’amore e di come
questo sentimento sia alla base di un percorso che porta a mettersi
in discussione, riscoprire sé stessi e volersi più bene. Il suo è
però anche un film su quel delicato confine tra amicizia e amore al
centro di tante storie, similmente a come visto ad esempio nel
recente Past
Lives, a cui per ovvi motivi Matt and
Mara è stato accostato. I due film sembrano però puntare
verso obiettivi parzialmente diversi, con l’opera di Radwanski
concentrata sul raccontare la riscoperta del proprio presente
attraverso il passato.
Deragh Campbell e Mounir Al Shami in Matt and Mara
La trama di Matt and Mara
Protagonista del film è dunque
l’insegnante di scrittura creativa Mara
(Deragh Campbell), che incontra dopo tempo
Matt (Matt Johnson), che ha
conosciuto anni prima al college ed è ora diventato uno scrittore
di discreto successo a New York. Uniti da interessi comuni, i due
si riavvicinano, mentre Mara deve gestire lavoro, maternità e
soprattutto un matrimonio con il musicista Samir
(Mounir Al Shami) che non sembra più darle alcuno
stimolo. Quando si ritrovano a dover partire insieme per un breve
viaggio, per Matt e Mara sarà l’occasione per venire a capo di
questa loro relazione indefinita.
L’incessante ragionare sulla caoticità della vita
Siamo, con Matt and
Mara, dalle parti della commedia cervellotica, tra
Woody Allen e Noah Baumbach, in
quel genere chiamato mumblecore in cui i personaggi
parlano di continuo ragionando su sé stessi, la propria vita e la
propria visione del mondo. Ed è a punto quello che fanno i due
protagonisti del film, che da quando si ritrovano nella prima scena
del film non smettono mai di riflettere sul loro rapporto, su come
questo li definisca e sugli sviluppi di esso non verificatisi.
Un’intesa così forte che sembrava inevitabile diventasse il
fondamento di una storia d’amore, solo che così non è stato.
Ed è anche per cercare di capire,
senza dirselo, perché quello scarto in più non c’è stato che Matt e
Mara passano dunque il tempo a parlare, parlare, parlare. Un
parlare ricco però di spunti di riflessione, che riesce a non
risultare noioso ma anzi a lasciar intravedere quella serie di
spiragli di vita che sono poi ciò che al regista interessa
catturare e restituirci. Si ha così un ritratto sincero e non
idealizzato di questi due personaggi così umani in quanto prima di
tutto imperfetti. E nel seguire il loro ragionare e il loro
dubitare, ci si ritrova così a propria volta a riflettere sulle
proprie tappe di vita e su quella che attualmente si ricopre.
Deragh Campbell e Matt Johnson in Matt and Mara
Matt and Mara, due amabili protagonisti
Sta tutto qui Matt and
Mara, nel suo far accadere (volutamente) ben poco di
concreto ma trovando per l’appunto il proprio valore in
quella non eccezionalità della vita di tutti i giorni. È proprio da
episodi quotidiani che, senza che venga gridato, viene raccontato
tutto il disagio di Mara, il suo sentirsi fuori posto e con il peso
di scelte sbagliate sulle spalle. Certo, per alcuni aspetti il
racconto sembra rimanere anche troppo sull’astratto, lasciando
forse al non detto quel più del necessario che frena un completo
coinvolgimento e trasporto emotivo.
Di certo, la bravura dei due
interpreti è sufficiente per trovare facilmente la voglia di
arrivare fino in fondo alla visione. Deragh
Campbell è particolarmente convincente nel raccontare con
sguardi e gesti il disagio e i dubbi della sua Mara, mentre
Matt Johnson è vulcanico nella sua interpretazione
dell’irrefrenabile e narcisistico Matt. Con loro come protagonisti,
la riflessione di Radwanski sulle nevrosi e le difficoltà emotive
di una generazione sempre più smarrita e priva di punti di
riferimento. Difficile non riconoscere un po’ di sé stessi in
Matt and Mara, difficile non volere almeno un po’
di bene ai suoi protagonisti, specialmente quando sbagliano.
Adattamento dell’omonimo romanzo di
Javier Castillo, La ragazza di neve (La
chica de nieve) è stato uno degli originali spagnoli di
maggior successo di Netflix,
raggiungendo la Top 10 in 60 territori alla sua uscita nel
2023.
Fortunatamente, per coloro che sono
rimasti affascinati dal suo scioccante epilogo, è arrivato un
secondo episodio del crimine di Malaga, che risolve le questioni in
sospeso e, naturalmente, ne svela altre.
Se nella scorsa stagione il
rapimento di bambini era al centro della crociata della giornalista
investigativa Miren (Milena Smit), questa volta si
tratta di una crocifissione di adolescenti, di una serie di prove
di sopravvivenza e del loro possibile legame con un caso irrisolto
di scomparsa. Ecco uno sguardo a ciò che è successo
nell’emozionante finale.
Il finale della seconda stagione
di La Ragazza di Neve
Chi c’è dietro al Gioco
delle Anime in La ragazza di neve?
Lo scioccante quinto episodio ha
rivelato che il mite Nacho (Hugo Welzel) era la presenza
simile a Jigsaw che si celava dietro il Gioco delle
Anime, un macabro test di fede e lealtà basato sul
web, responsabile dell’uccisione di diversi adolescenti della zona.
Sfortunatamente, Miren ha scoperto questa verità nel modo più duro:
è stata quasi soffocata a morte da Borja, complice di Nacho, ed è
stata impacchettata nel bagagliaio della loro auto per la fuga.
La scena iniziale del finale mostra
la giornalista portata in un magazzino abbandonato e appesa al muro
in una posa da Cristo. È così che è stata trovata morta anche la
povera Allison, ovviamente, e Nacho dice a Miren che probabilmente
avrà lo stesso destino quando tornerà sul posto 24 ore dopo.
In un’utile esposizione, lo
psicopatico dal viso fresco ricorda a Borja che è stato il primo
giocatore del Gioco dell’Anima (una sfida in moto finita male gli
ha provocato una cicatrice facciale). Inoltre, Nacho ricorda al suo
compagno che durante la convalescenza in ospedale gli ha detto la
verità: che lui è il “Corvo di Dio”.
Più tardi, però, Borja inizia a
sospettare che il suo compagno di scuola possa non essere la
presenza divina che credeva. E mentre cerca di liberarsi della
responsabilità per l’imminente morte di Miren, Nacho pugnala
fatalmente Borja al collo.
Perché ha scelto
Miren?
Il burattinaio fa poi una visita
imprevista a Miren, ormai esausta, per spiegarle il suo motivo. In
realtà lui stesso non ha un forte credo religioso. Lo fa
semplicemente per divertimento e, in questo caso particolare, per
vendicarsi dello scarso interesse dei media per la sorella
scomparsa.
Avendo visto Miren interpretare la
giornalista in cerca di un’altra ragazza scomparsa nella prima
stagione, Nacho si è infuriato perché la sorella non ha ricevuto lo
stesso trattamento. In seguito legge il best-seller di
Miren per scoprire le sue paure più profonde e oscure e le sfrutta
per vendicarsi, anche iniettando una dose letale di
insulina all’amato vecchio collega Eduardo (Jose Coronado).
In La ragazza di neve –
stagione 2 Miren sembra svenire, ma quando Nacho la
sgancia mentre cerca di svegliarla, lei lo attacca e scappa. I due
ingaggiano quindi una battaglia all’ultimo sangue sulla spiaggia
nel cuore della notte. Sembra che il gioco sia finito quando Nacho
affonda per due volte un coltello nello stomaco della sua ultima
vittima.
Ma ancora una volta, dando prova
delle sue capacità apparentemente sovrumane, Miren riesce a trovare
la forza di pugnalarlo ripetutamente prima che la polizia, che
aveva rintracciato la loro posizione tramite il telefono di Borja,
arrivi in soccorso. In qualche modo, riesce a sopravvivere alla
colluttazione, ma Nacho è morto stecchito.
Cosa è successo a
Laura?
Mentre la povera Miren veniva
torturata, il suo collega Jaime (Miki Esparbe) era impegnato a
scoprire l’altro grande mistero della serie. In primo luogo,
convince l’ex fidanzato di Laura – e in passato principale
sospettato – Tomas a incontrarsi. Quest’ultimo era diretto
all’aeroporto per ricevere cure psichiatriche a Londra, dopo che il
padre Alberto (Luis Bermejo) gli aveva fatto credere che le sue
teorie su Laura fossero un segno di follia. È quindi
comprensibilmente scioccato, e inizialmente scettico, quando Jaime
gli dice che il suo stesso padre è coinvolto nella sua
scomparsa.
Tuttavia, Alberto aveva avuto una
relazione illecita con Laura all’insaputa del figlio, portandola
regolarmente in una remota casa di campagna nota come La Casa
Verde, compreso il giorno in cui è stata vista per l’ultima volta.
Dopo aver fatto un esame di coscienza, Tomas dà a Jaime l’indirizzo
per aiutarlo a determinare se c’è qualcosa di vero in questa
notizia bomba.
Al suo arrivo, Jaime viene accolto
da un guardiano del terreno che, dopo alcuni convenevoli, brandisce
un fucile e lo porta fuori da un Alberto in attesa. Sembra che per
l’intrepido reporter si stia per aprire il sipario, ma dopo aver
sentito le sirene della polizia in lontananza, Alberto preme il
grilletto sulla propria testa.
Mentre si allontana dalla macabra
scena, Jaime scorge un’altra proprietà nascosta nella campagna di
Malaga. Potrebbe essere questo il luogo in cui si trova il corpo di
Laura? Beh, sì, come si scopre. Ma, contro ogni previsione, è anche
ancora viva e con un figlio piccolo al seguito. E, cosa ancora più
sorprendente, rifiuta anche l’aiuto.
Durante una visita alla tomba di
Nacho, Laura spiega a Jaime che, dopo essere rimasta
incinta di suo figlio, Alberto le ha suggerito di nascondersi alla
Casa Verde. Non volendo mettere a repentaglio la
carriera del padre tornando a casa, è rimasta lì da allora. Laura
insiste anche sul fatto che non soffre di una forma di sindrome di
Stoccolma. Ai suoi occhi, innamorarsi di Alberto era un peccato e
voleva passare il resto della sua vita a pentirsi in
solitudine.
Dove si trova ora Miren
in La ragazza di neve – stagione 2?
Milena Smit nel ruolo di Miren ne La ragazza di neve, al telefono,
con aria molto preoccupata Julio Vergne/NETFLIX
Dopo aver risolto tutti i suoi
misteri a due minuti dalla fine, la serie ne inserisce uno
all’ultimo minuto. E questa volta è il turno di Miren di
assentarsi. Dopo essersi ripresa dalle ferite, la
reporter ha comprensibilmente deciso di abbandonare la sua attività
di risolutrice di crimini, ma da allora è apparentemente scomparsa
nel nulla, scatenando un hashtag sui social media
“Where is Miren”.
La trama di La ragazza di
neve – stagione 2 si infittisce quando, nella scena
finale, si vede un gruppo di poliziotti armati fare irruzione in
una lavanderia di Madrid e, durante la ricerca di una stanza
nascosta, scoprono un nastro con la scritta “Miren 2009”. Speriamo
che Netflix dia il via libera a una terza stagione per avere una
spiegazione.
9-1-1:
Lone Star si è ufficialmente conclusa dopo cinque anni di
salvataggi ad alto rischio e sviluppo emotivo dei personaggi. La
serie texana spin-off di 9-1-1 è
iniziata nel 2020 come primo spinoff del franchise, ma ha
rapidamente consolidato la propria identità grazie a personaggi
diversi e a trame uniche. La cancellazione di 9-1-1: Lone
Star ha purtroppo confermato che la quinta stagione sarà
l’ultima per i vigili del fuoco di Austin, ma il finale della serie
ha trattato bene la maggior parte dei suoi personaggi.
Rob Lowe ha guidato il cast di 9-1-1:
Lone Star nel ruolo di Owen Strand, il capitano
trapiantato del 126 dopo una catastrofe che ha lasciato Judson
“Judd” Ryder (Jim Parrack) come unico sopravvissuto. Owen recluta
Marjan Marwani (Natacha Karam), Paul Strickland (Brian Michael
Smith) e Mateo Chavez (Julian Works) per unirsi a lui e a suo
figlio TK (Ronen Rubinstein) nella ricostruzione della 126. La
seconda stagione di 9-1-1: Lone Star ha introdotto
Tommy Vega (Gina Torres), il nuovo capitano paramedico che ha
portato alla ribalta se stessa e Nancy Gillian (Brianna Baker). Il
talentuoso ensemble ha aggiunto trame avvincenti a 9-1-1: Lone
Star, fino al finale.
Owen muore nel finale di 9-1-1:
Lone Star?
Dopo essere collassato più volte,
Owen riesce a spegnere il reattore. Quando i rinforzi accorrono per
aiutarlo, 9-1-1: Lone Star sfuma su un paramedico che guarda
scioccato il corpo incosciente di Owen, lasciando intendere che il
capitano dei pompieri è morto mentre salvava il mondo.
Dopo aver ricostruito le vite
dell’ensemble dopo un salto temporale di cinque mesi, 9-1-1: Lone
Star toglie il tappeto da sotto i piedi agli spettatori nei suoi
momenti finali. Owen sopravvive al finale di 9-1-1: Lone
Star e finisce addirittura per diventare il capo dei pompieri
di New York. Il finale della serie lascia che il pubblico creda che
Owen sia morto fino alla scena conclusiva, preparando una
conclusione scioccante e piena di speranza.
Come Carlos e TK hanno ottenuto
l’affidamento di Jonah nel finale di 9-1-1: Lone Star
TK e Carlos Reyes (Rafael L. Silva)
si sono messi insieme per la prima volta nella stagione 1 di 9-1-1:
Lone Star, ma la loro relazione è durata per tutta la serie (salvo
una temporanea rottura nella stagione 3). Dopo essersi sposati alla
fine della quarta stagione di 9-1-1: Lone Star, TK e Carlos hanno
trascorso l’ultima stagione a gestire i conflitti come mariti, fino
a quando il fratellastro di TK, Jonah, è stato trasferito in
seguito all’incarcerazione del padre. TK ha voluto subito adottare
Jonah, ma Carlos si è dovuto convincere. Anche dopo che i due si
sono messi d’accordo, l’adozione non è stata un’impresa
semplice.
TK e Carlos sono considerati una
delle coppie più affiatate della serie 9-1-1, ma come ha
sottolineato l’assistente sociale durante la visita a casa,
entrambi svolgevano lavori pericolosi per la vita, rispettivamente
come paramedico e Texas Ranger. Sebbene entrambi amassero il loro
lavoro, la coppia ha trovato una soluzione difficile ma adeguata.
TK lascia il suo lavoro nel finale di 9-1-1: Lone Star per
diventare il custode di Jonah. Il salto temporale li mostra come
un’unità familiare felice, con Jonah che chiama TK “papà
fratello”.
Tommy ha sconfitto il cancro nel
finale di 9-1-1: Lone Star?
Il destino di Tommy in
9-1-1: Lone Star ha subito una brusca svolta nel
penultimo episodio (“Impact”), lasciando intendere che
l’infallibile Gina Torres sarebbe morta nel finale
di 9-1-1: Lone Star. Dopo che un’improvvisa diagnosi di cancro al
seno ha scosso il mondo di Tommy in 9-1-1: Lone Star, stagione 5, episodio 6, la
trama di Tommy si è incentrata sulla sua emergenza sanitaria, con
la 126 che lottava per ottenere un finanziamento speciale per il
suo trattamento sperimentale. Anche dopo l’inizio del trattamento,
il medico di Tommy l’ha avvertita che poteva avere meno di
settimane di vita, incoraggiandola a mettere in ordine i suoi
affari.
Durante il finale di 9-1-1:
Lone Star, Tommy si è unito ai 126 in chiamata al Travis
State, insistendo sul fatto che avrebbe preferito morire nel dolore
mentre aiutava gli altri piuttosto che andarsene in pace a casa
sua. Tommy esegue persino una rischiosa craniostomia sul campo per
salvare la vita di un professore e scoprire la posizione del
pulsante di spegnimento. Dopo aver contribuito a evitare una
fusione nucleare, il suo medico ha notizie miracolose dopo il salto
temporale: I tumori cancerosi di Tommy scompaiono nel finale di
9-1-1: Lone Star e lei torna al lavoro come capitano paramedico
della 126.
Charles era davvero lì? Le visioni
di Tommy nel finale di 9-1-1: Lone Star, spiegate
Tommy è entrato nella serie insieme
al marito Charles (Derek Webster) nella première della seconda
stagione di 9-1-1: Lone Star. I due erano una coppia felice e
consolidata, vecchi amici di Judd e Grace. Alla fine della
stagione, Tommy trova improvvisamente Charles senza reagire nella
scena finale dell’episodio 12 della stagione 2 di 9-1-1: Lone Star.
Charles morì a causa di un aneurisma, lasciando Tommy e le sue due
figlie gemelle senza un soldo. Anni dopo, Charles è apparso dopo la
prognosi fatale di Tommy in 9-1-1: Lone Star, stagione 5, episodio
11, presumibilmente per aiutarlo a guidare Tommy nell’aldilà.
9-1-1: Lone Star ha giocato con il
soprannaturale nel corso della serie, mostrando in particolare il
potere dei curanderas (guaritori spirituali) applicato a Tommy e al
capitano paramedico originale, Michelle Blake (Liv
Tyler). 9-1-1: Lone Star ha anche suggerito che i fantasmi sono
reali quando le candele si sono accese da sole durante
l’anniversario di Charles e Tommy, facendo credere a quest’ultimo
che fosse un segno da parte sua. Per questo motivo, è altrettanto
possibile che 9-1-1: Lone Star stesse fornendo una prova
dell’esistenza dell’aldilà o che Charles fosse solo un frutto
dell’immaginazione di Tommy, ma la sua presenza è stata comunque
una nota agrodolce con cui concludere.
Come 9-1-1: Lone Star ha creato un
possibile spinoff a New York
Anche se nel frattempo sono
cambiate molte cose, Owen termina la serie nello stesso luogo in
cui l’ha iniziata: New York. Il trauma dell’attacco dell’11
settembre lo ha perseguitato per tutta la durata di 9-1-1: Lone
Star, ma Owen ha sempre usato il suo dolore per motivare se stesso
e i suoi subordinati durante i salvataggi ad alto rischio. Ora che
è cresciuto e ha imparato un’infinità di lezioni di vita dal
periodo trascorso in Texas, la posizione di Owen come capo dei
pompieri apre la porta a uno spinoff di 9-1-1 a New York.
Il secondo spinoff di 9-1-1 ha
ispirato una lunga discussione su quali città sarebbero adatte a un
procedurale sui primi soccorritori, ma il finale di 9-1-1: Lone
Star prevede un’opzione sempreverde. Con Owen che supervisiona un
carico di lavoro molto più ampio, il suo lavoro e il dipartimento
che gestisce potrebbero facilmente costituire un nuovo show.
Sarebbe difficile avere una serie di 9-1-1 con Owen e senza il
resto dei 126, ma c’è sempre la possibilità di avere guest star o
cammei.
Chi è il nuovo capitano della 126
in 9-1-1: Lone Star?
Dal pilota di 9-1-1: Lone Star,
Judd aveva un conto in sospeso con la 126. Era l’unico
sopravvissuto a un evento di massa che lo aveva lasciato in lutto.
Era l’unico sopravvissuto a un evento di massa che lo aveva
lasciato in lutto per i vigili del fuoco caduti, e naturalmente
aveva reagito negativamente all’arrivo di Owen per rinnovare
completamente la caserma. Dopo essersi unito alla nuova 126, ha
servito Owen come un leale tenente fino a quando suo figlio Wyatt
(Jackson Pace) ha avuto un incidente. Judd si è ritirato prima per
prendersi cura di Wyatt, ma gli mancava essere un pompiere. Dopo
che Wyatt è diventato il nuovo centralinista del 9-1-1: Lone Star,
Judd è stato libero di tornare come “pivello” (vigile del fuoco in
prova).
Judd ha accettato il suo ruolo
accanto a Wyatt e a sua figlia Charlie. Grace è rimasta all’estero,
ma è stata menzionata di sfuggita.
9-1-1: Lone Star regala il lieto
fine a Marjan e Mateo
Mateo ha dovuto affrontare
improvvisamente l’espulsione dopo un breve combattimento in 9-1-1:
Lone Star, stagione 5, episodio 11, lasciando uno dei personaggi
preferiti dai fan sull’orlo di dover lasciare il Paese.
Incoraggiato dal periodo trascorso con la 126, Mateo si è
rappresentato da solo all’udienza per l’espulsione e ha convinto il
giudice ad accelerare la sua cittadinanza.
Nel frattempo, Marjan ha messo
radici in Texas. Il “Firefox” virale aveva inizialmente pianificato
di tornare a Miami per mettere su famiglia, ma Marjan ha finito per
trovare l’amore ad Austin. Dopo essersi sposato in “All Who
Wander”, Marjan si è messo in disparte. Il finale di 9-1-1: Lone
Star l’ha riportata a fuoco un’ultima volta per rivelare che Marjan
è incinta. Anche se lo show non sarà mai in grado di esplorare
tutti i personaggi e di vederne pienamente il potenziale, il finale
di 9-1-1: Lone Star ha fornito un senso di chiusura per la maggior
parte del suo grande cast.
Il vero significato del finale di
9-1-1: Lone Star
9-1-1: Lone Star è soprattutto una
questione di famiglia. I primi soccorritori chiamano i loro
colleghi fratelli e sorelle, ma 9-1-1: Lone Star ha dimostrato che
va ben oltre le parole. La 126 era un gruppo di personaggi diversi
e unici che, nel caos del loro lavoro, hanno trovato una famiglia
l’uno nell’altro. 9-1-1: Lone Star ha mostrato la complessità del
lavoro di un primo soccorritore e i sacrifici che deve fare, il
pericolo che deve affrontare e le conseguenze che deve affrontare
ogni giorno.
9-1-1: Lone Star aveva una
missione chiara: insieme, sono più forti. Il procedurale ha offerto
un piccolo scorcio del puro coraggio che i primi soccorritori
mostrano di fronte alle avversità, e l’eredità lasciata dimostra
che 9-1-1: Lone Star continuerà a vivere per gli anni a
venire.
Chicago
Fire ha lanciato la serie di successo One
Chicago per la NBC, ed è stata ora rinnovata per una
tredicesima stagione. Debuttata nel 2012, la serie segue i vigili
del fuoco e i paramedici della fittizia caserma 51 di Chicago, che
rispondono ad alcune delle emergenze più pericolose che scuotono la
città. Come molti dei migliori procedurali, Chicago
Fire brilla perché si concentra tanto sulle
strazianti avventure quanto sulle complicate vite personali dei
personaggi.
Naturalmente, il successo immediato
di Chicago Fire ha spinto la NBC a
lanciare una miriade di spinoff ambientati nello stesso universo, e
alla fine il genio televisivo Dick Wolf è salito a bordo per
dirigere l’intera serie One Chicago . Nonostante la sua
rapida espansione, Chicago Fire è rimasta fedele alla sua
forma e continua a offrire un dramma avvincente stagione dopo
stagione. Anche se la stagione 12 è stata ritardata a causa degli
scioperi di Hollywood del 2023, nulla ha intaccato la popolarità
della serie o del franchise, e la serie di punta non mostra segni
di arresto a breve.
Chicago Fire – Stagione 13:
ultime notizie
In vista del ritorno di One Chicago
il mercoledì a settembre, la NBC ha rivelato un teaser che
rappresenta il primo assaggio della nuova stagione. Rivelato
sull’account ufficiale Instagram di One Chicago, il teaser presenta
prevalentemente Chicago Fire e mette in evidenza
l’arrivo del nuovo capo, Dom Pascal. Nonostante
all’esterno sembri affabile, il nuovo stile di comando di Pascal
mette chiaramente in difficoltà gli altri personaggi, e la tensione
sarà alta nella stagione 13.
Chicago Fire – Stagione 13 –
Data di uscita
Chicago Fire è stata
rapidamente rinnovata per la 13ª stagione insieme al resto degli
show di One Chicago, e ora la NBC ha rimesso in palinsesto la
serie. I mercoledì di One Chicago tornano il 25
settembre, e lo show di punta sarà ancora una volta la
serie più giovane, Chicago Med. Lo show di punta,
Chicago Fire, andrà in onda con
la sua tredicesima stagione alle 21.00 del mercoledì.
Chicago Fire in streaming
è disponibile sulle seguenti piattaforme:
Chicago Fire Stagione 13
Cast
Anche se la lista completa del cast
è ancora lontana, non è difficile fare ipotesi su chi riprenderà il
proprio ruolo nella 13ª stagione. Spettacoli come Chicago
Fire hanno ensemble piuttosto coerenti, ma i tumultuosi
cambiamenti avvenuti prima della stagione 12 si stanno ripetendo
anche per la stagione 13. Ciononostante, i fan possono
aspettarsi di rivedere molti volti familiari, tra cui il
Severide di Taylor Kinney, che ha fatto il suo grande ritorno nella
12ª stagione. Sebbene si sia unito alla serie solo all’inizio della
12ª stagione, Rome Flynn non tornerà nel ruolo di Derrick Gibson
nella 13ª stagione.
Altre due importanti partenze hanno
scosso la stagione 12, anche se una era molto più attesa
dell’altra. In primo luogo, Kara Killmer ha lasciato la serie dopo
10 stagioni nel ruolo di Sylvie Brett, e la stagione si è conclusa
con le dimissioni del capo del distretto Wallace Boden,
interpretato da Eamonn Walker. Dermot Mulroney è stato
scelto per interpretare il nuovo capo Dom Pascal, che si
dice abbia uno stile di leadership diverso. La paramedica Lyla
Novak, interpretata da Jocelyn Hudon, sarà un personaggio
ricorrente per riempire il vuoto lasciato dalla partenza di
Brett.
Chicago Fire Stagione 13 –
Storia
La storia della 13a stagione di
Chicago Fire sarà caratterizzata dalla conclusione della
12a stagione, che ha visto Boden ritirarsi dal suo ruolo di capo e
scegliere il suo successore, Christopher Hermann. Tuttavia, è stato
rivelato che il capo sarà un nuovo personaggio di nome Dom Pascal
(interpretato da Dermot Mulroney), lasciando intendere che il
cambio della guardia potrebbe essere tumultuoso. Anche se prevedere
la trama generale è impossibile in questo momento, è
garantito che la tredicesima stagione vedrà una nuova serie di
emergenze cittadine che metteranno a dura prova i limiti della
squadra della caserma 51.
Trailer diChicago Fire
– Stagione 13
La NBC ha iniziato a pubblicizzare
le nuove stagioni della serie One Chicago condividendo un promo su
Instagram che accenna a tutti e tre gli show che
ritornano. Lastagione 13di Chicago
Fire è al centro della scena, quando l’arrivo del
capo Dom Pascal non è accolto così calorosamente dal team della
caserma 51. Anche se di breve durata, il teaser suggerisce che le
tensioni rimarranno alte per tutta la prossima stagione.
Presentato alle
Giornate degli Autori di Venezia 2023, Vampira
umanista cerca suicida consenziente (qui
la recensione) di Ariane Louis-Seize ha
finalmente trovato un modo per arrivare al pubblico italiano,
grazie a IWONDERFULL.
In occasione dell’uscita del film
sulla piattaforma il 4 febbraio, abbiamo raggiunto la regista
Ariane Louis-Seize, che ha risposto alle nostre
curiosità sul film:
-Il film è palesemente
figlio di influenze ben precise, il genere vampirismo e quello del
teen movie. È un connubio già visto ma che assume una declinazione
completamente nuova, come avete lavorato per costruire
l’originalità di questa storia e del suo tono?
L’originalità deriva
dalla prospettiva: affrontare il vampirismo non attraverso l’orrore
o la seduzione, ma attraverso il conflitto morale e la comicità
impassibile. Volevo eliminare la grandiosità spesso associata ai
vampiri e concentrarmi invece sull’imbarazzo, la moderazione e il
peso della tradizione. Allo stesso tempo, gli elementi del
passaggio all’età adulta non sono romanticizzati, ma affrontano
questioni esistenziali più profonde: alienazione, scopo e cosa
significhi appartenere. Penso che l’equilibrio tra umorismo nero,
malinconia e momenti surreali mi abbia aiutato a dare forma a un
tono che sembra distinto.
-Per il suo
Nosferatu, Eggers si è ovviamente ispirato a Muranu,
all’espressionismo tedesco e a un cinema molto alto, il risultato è
un horror raffinato con tracce importanti di modernità. Inserendo
“Vampira Umanista” nella tradizione del cinema di vampiri, il film
mi sembra molto più debitore di Herzog e della sua visione dolente
e nostalgica del mondo. Con le dovute differenze, cosa pensa di
questo paragone?
Adoro questo paragone. Nosferatu
di Herzog è un film che si sofferma sul dolore, sul tempo e sulla
natura ineluttabile dell’esistenza. Penso che Vampira
umanista cerca suicida consenziente condivida una
sensibilità simile nel modo in cui rappresenta l’isolamento e
l’esaurimento morale. Sasha è intrappolata, non in senso fisico, ma
in un limbo psicologico ed emotivo, lottando per esistere alle sue
condizioni. Come i vampiri di Herzog, porta con sé un profondo
desiderio, ma invece di essere romantico o esistenzialmente
tragico, è intriso di uno strano umorismo impassibile. C’è qualcosa
di assurdo nel sentirsi così fuori posto nella propria natura, e
questa assurdità è, forse, un punto in cui il mio film diverge
dalla visione di Herzog.
Vampira umanista cerca suicida consenziente – Foto Credits Pavlin
Shawn
-Sara Montpetit e Félix-Antoine
Bénard sono irresistibili, come si è svolto il processo di casting?
Hanno contribuito a creare i loro personaggi con le rispettive
personalità o si sono affidati solo alla scrittura?
Conoscevo già Sara
Montpetit dai suoi ruoli precedenti e ho sentito
istintivamente che sarebbe stata una vampira perfetta. Ha un’aura
di mistero ma anche un’incredibile profondità nel suo sguardo.
Domina lo schermo con una performance precisa e minimalista, ed era
esattamente ciò che volevo esplorare.
Félix-Antoine è stato una scoperta completa
durante il casting. Non lo conoscevo prima, ma dalla sua prima
audizione, ho avuto la sensazione di incontrare il mio personaggio.
In quel momento mi sono tolto un peso enorme dalle spalle.
Poi, quando lui e Sara hanno
fatto l’audizione insieme, la magia è avvenuta completamente. Ho
visto il tono del mio film, questo mix di umorismo imbarazzante e
tenerezza, prendere vita proprio davanti ai miei occhi. Sembravano
due strane piccole creature che si conoscevano con cautela, e mi
hanno completamente sciolto il cuore. Entrambi hanno un incredibile
senso del tempismo e sono stati dei partner creativi straordinari
nel creare questa delicata danza tra commedia e tragedia.
-Cosa c’è di tanto affascinante
nella creatura del Vampiro che lo rende un soggetto sempre attuale
e interessante da indagare con storie e generi sempre
diversi?
Il mito del vampiro è
infinitamente adattabile perché parla dei più fondamentali dilemmi
umani: mortalità, potere, isolamento, desiderio. Ogni epoca lo
reinventa per riflettere le proprie ansie. Per me, l’aspetto più
interessante è stato esplorare i vampiri attraverso la colpa e la
paralisi etica. Cosa succede quando un predatore si rifiuta di
predare? Cosa significa vivere per sempre quando ci si sente
emotivamente distaccati dalla vita? Eliminando le solite dinamiche
di potere del vampirismo, volevo esplorare qualcosa di più fragile:
una crisi esistenziale avvolta in zanne.
– Oltre all’espressionismo
tedesco, i teen movie, i film di Vampiri nello specifico, ci sono
in “Vampira Umanista” delle ispirazioni più specifiche e ricercate
che magari non sono state ancora portare alla luce?
Oltre alle evidenti influenze di
genere, sono stato profondamente ispirato da un mix di musica,
fotografia e film di formazione non convenzionali. L’immobilità e
la malinconia poetica di Wings of Desire di
Wim Wenders sono stati un riferimento chiave, così
come Under the Skin di Jonathan
Glazer: entrambi i film esplorano figure soprannaturali
che osservano il mondo con profondo desiderio ma senza
appartenergli veramente.
Per l’umorismo impassibile, sono
stato influenzato dal minimalismo di Roy
Andersson, in cui i personaggi provano emozioni profonde
ma lo esprimono in modi sobri, a volte assurdi. Ho anche guardato
lavori fotografici di artisti come Gregory
Crewdson, le cui immagini di periferia catturano
un’inquietante, sospesa immobilità. La musica, tuttavia, gioca un
ruolo importante nel mio processo creativo dalla scrittura alla
post-produzione. Sono attratto dalla musica che evoca
immediatamente un senso di nostalgia e romanticismo in modo
giocoso. Amo anche mescolare suoni di epoche diverse, musica che
parla sia al mio istinto che al mio cuore, creando un contrasto
emotivo che rispecchia il tono del film.
Vampira umanista cerca
suicida consenziente è disponibile sulla piattaforma
IWONDERFULL dal 4 febbraio.
Presentato a Venezia nella sezione
Giornate degli Autori 2023, Vampira umanista cerca
suicida consenziente arriva sulla piattaforma
IWONDERFULLdal 4 febbraio.
L’immaginario del vampiro sorge dall’incubo, ma da decenni è ormai
diventato anche sinonimo di bellezza e fascino. I più cool di
sempre sono i protagonisti di
Solo gli amanti sopravvivono di
Jim Jarmusch:
raffinati, si cibano di surrogati e sembrano divi da tappeto rosso.
In qualche modo hanno fatto scuola, alimentando la deriva
adolescenziale che ha come capostipite la saga di
Twilight.
in cui il racconto di vampiri si fonde con il coming of
age.
La trama di Vampira
umanista cerca suicida consenziente
È il caso di
Vampira umanista cerca suicida
consenziente (titolo tra i più creativi dell’anno) di
Ariane Louis-Seize. Potrebbe essere un film di
Tim Burton o una nuova puntata della famiglia
Addams. Sasha, la giovane protagonista, si rifiuta di uccidere per
ottenere la sua dose di emoglobina quotidiana, ed è subito
scandalo. La madre va su tutte le furie, il padre cerca di
aiutarla, la sorella le impone un’educazione siberiana. Sembra che
la situazione non si possa risolvere, finché non entra in scena
Paul, un ragazzo eccentrico che susciterà in Sasha emozioni
inaspettate.
Vampira umanista
cerca suicida consenziente si muove in quella zona grigia
tra commedia e brivido, senza mai virare del tutto verso l’horror o
il dramma puro. Non ha la forza perturbante di Lasciami
entrare (la versione svedese di Tomas
Alfredson, ovviamente), ma si distingue per la leggerezza
e la simpatia con cui affronta una cronaca giovanile dai toni
dark.
Vampira umanista cerca suicida consenziente – Foto Credits Pavlin
Shawn
La “vampira umanista” e il “suicida
consenziente”
La vera intuizione non è
però la “vampira umanista”, bensì il “suicida consenziente”. Dietro
il personaggio di Paul si avverte un disagio esistenziale profondo,
una difficoltà nello stare al mondo che lo porta a esplorare nuove
strade per rivendicare il proprio posto. Il film si rivela così una
parabola sulla sensibilità, sul mettersi nei panni dell’altro,
sulla negazione della violenza. Essere gentili non è una colpa, ma
anzi diventa il motore che trasforma i dannati in santi. Un cinema
non moralista, ma morale, che rispetta gli stilemi del genere e
cerca di strappare un sorriso in mezzo alla tragedia.
Louis-Seize firma
un’opera che si nutre di suggestioni pop e gothic, con un’estetica
che richiama i lavori di Tim Burton e la
malinconia disincantata di Ghost World. L’ironia e
il tono leggero convivono con tematiche più profonde, regalando
un’esperienza che sa intrattenere e far riflettere.
Due traumi che si incontrano
Il film si apre con un
flashback che spiega la fobia di Sasha per il sangue: da bambina, i
suoi genitori avevano pensato di “offrirle” un clown per il suo
compleanno, con la sorpresa finale che sarebbe stata lei a morderlo
e nutrirsene. Il trauma di quell’evento segna la sua crescita:
dieci anni dopo, le sue zanne non si sono ancora sviluppate e si
accontenta del sangue delle prede dei suoi genitori, tra la
frustrazione della madre. Poi, l’incontro con Paul cambia tutto: un
ragazzo emarginato, vittima di bullismo, deciso a togliersi la vita
e che si offre a lei come pasto consenziente. La
loro relazione, più dolce che sensuale, si sviluppa con
naturalezza, portando Sasha a riconsiderare il suo ruolo nel
mondo.
Vampira umanista cerca suicida consenziente – Foto Credits Pavlin
Shawn
Nonostante il tema
macabro, Vampira umanista cerca suicida
consenziente evita il melodramma, preferendo un registro
ironico e distaccato. La regia di Louis-Seize è elegante e
misurata, capace di bilanciare i toni senza mai cadere
nell’eccesso. La colonna sonora sottolinea i momenti chiave con un
mix di malinconia e vivacità, accompagnando il viaggio interiore
dei protagonisti.
Sara
Montpetit nei panni di Sasha è perfetta: il suo volto
esprime tutta l’insicurezza e il desiderio di trovare una strada
diversa da quella imposta dalla sua natura. Félix-Antoine
Bénard offre un’interpretazione toccante di Paul, dando
vita a un personaggio fragile ma determinato.
Un piccolo inno alla
gentilezza, al ribaltamento degli sguardi e delle prospettive,
capace di far sorridere mentre affronta tematiche profonde.
Una storia di formazione diversa dal solito, con
un tocco di umorismo dark e una sensibilità inaspettata.
John Malkovich si unisce al MCU in I
Fantastici Quattro: Gli Inizi e, come molti dei suoi
ruoli precedenti, il personaggio dell’attore è molto misterioso. Il
primo trailer del film ha debuttato di recente e ha mostrato
brevi scorci dell’incredibile cast del film, tra cui Reed Richards
di Pedro Pascal e Sue Storm di Vanessa Kirby. Mentre si concentra sugli eroi
principali del film, insieme a una rapida inquadratura di Galactus
di Ralph Ineson, il trailer include anche una
breve inquadratura di un Malkovich barbuto che emerge dalle
ombre.
L’attore di Con Air è stato
annunciato come parte del cast a maggio 2024, ma potrebbe comunque
sorprendere il pubblico occasionale vedere Malkovich apparire in
questo trailer. La Marvel è brava a scovare talenti e
Malkovich è uno degli attori più versatili e rinomati in attività
oggi.
Il personaggio MCU di John
Malkovich non è ancora confermato
L’identità Marvel di Malkovich è
sconosciuta nonostante la sua apparizione nel trailer
Il
trailer di I
Fantastici Quattro: Gli Inizi ha rivelato la maggior
parte del cast principale del film. Oltre ai personaggi di Pascal e
Kirby, il trailer include sguardi a Ben Grimm di
Ebon Moss-Bachrach e Johnny Storm di Joseph Quinn. Il trailer ha anche rivelato
l’aspetto di questi personaggi nelle loro forme CGI. Ci sono ancora
molti segreti che la Marvel ha nascosto, tra cui il
volto di Galactus e l’aspetto di Silver Surfer di Julia
Garner, che interpreta Shalla-Bal, piuttosto che il Norrin
Radd / Silver Surfer a cui è abituato il pubblico, quindi la
Marvel probabilmente non vuole
rovinare il suo design.
Diversi membri del cast interpretano
personaggi non confermati, tra cui Malkovich, che appare nel
trailer con una lunga barba bianca e ispida. Altri membri del cast
le cui identità sono nascoste includono Paul Walter
Hauser e Natasha Lyonne. Si vocifera che
Hauser potrebbe dare la voce a H.E.R.B.I.E., il robot nel trailer,
mentre Lyonne interpreta Alicia Masters, un’artista cieca che è un
frequente interesse amoroso per La Cosa. Internet ha già sviluppato
molte teorie su chi potrebbe interpretare Malkovich, e la sua
apparizione nel trailer probabilmente farà esplodere queste
teorie.
Malkovich potrebbe interpretare un
personaggio inaspettato che nessuno ha ancora previsto. Tuttavia,
ci sono diverse teorie valide su Internet. La prima è Mole Man, che
si vocifera apparirà nel film. Mole Man è apparso in The Fantastic
Four #1 del 1961 ed è il primo cattivo che la Prima Famiglia
Marvel abbia mai incontrato. Mole
Man, originariamente noto come Harvery Rupert Elder, era un
ingegnere nucleare rifiutato dai suoi pari a causa del suo fascino
per la teoria della Terra Cava.
Un personaggio Marvel a cui Malkovich assomiglia
di più è Ivan Kragoff, alias The Red Ghost. Ivan è
uno scienziato sovietico che era determinato a battere gli
americani sulla luna. Dopo aver appreso dei Fantastici Quattro e
delle loro abilità, reclutò una squadra di scimmie ben addestrate e
usò i raggi cosmici per dare alla sua squadra dei superpoteri. The
Red Ghost è un personaggio più probabile per Malkovich,
specialmente con i suoi legami con la corsa allo spazio. Il trailer
mostra molte scene di razzi in partenza e dei Fantastici Quattro in
tute spaziali.
Un’altra opzione popolare è
Nathaniel Richards, il padre di
Reed. Nei fumetti Marvel, Nathaniel ottiene la
capacità di viaggiare nel tempo ma scompare dalla vita di Reed dopo
aver incontrato molte versioni alternative di se stesso che cercano
di ucciderlo. Entra in un’altra dimensione, dove sposa una donna
assetata di potere di nome Cassandra che usa la sua tecnologia per
governare l’umanità. Dopo essere stato salvato dai Fantastici
Quattro, Nathaniel è rimasto nella dimensione alternativa, ma alla
fine è tornato per rapire il figlio di Reed e Sue, Franklin.
Questa teoria ha buone probabilità
di essere vera, considerando l’impatto che il multiverso avrà su
questo film. Sebbene non mostrato nel trailer, I
Fantastici Quattro: Gli Inizi è ambientato in una
realtà alternativa, il che significa che la squadra avrà bisogno di
un modo per attraversare Terra-616. L’idea del multiverso potrebbe
essere introdotta loro da Nathaniel Richards, che è tornato di
recente da una dimensione alternativa, spiegando il suo aspetto
trasandato. Il cast di I
Fantastici Quattro: Gli Inizi apparirà
Avengers: Doomsday, quindi
Nathaniel Richards di Malkovich potrebbe essere la chiave per farli
entrare nella linea temporale principale dell’MCU.
Il sequel di Un piccolo
favore (qui la recensione), il
thriller comico del 2018 diretto da Paul Feig e
interpretato da Blake
Lively e Anna Kendrick,
ha ottenuto un titolo ufficiale ed è stato fissato come première
della serata di apertura dell’SXSW.
In originale si intitolerà
Another Simple Favor, e in italiano sarà
Un altro piccolo favore. Nella storia, Stephanie
Smothers (Kendrick) e Emily Nelson (Lively) si recano a Capri, in
Italia, per il matrimonio di Emily con un ricco uomo d’affari
italiano dove, come rivela la sinossi, si verificano “omicidi e
tradimenti”. Il cast include anche Andrew Rannells, Bashir
Salahuddin e Henry Golding, che hanno
recitato nel film originale, più Elizabeth Perkins, Michele
Morrone, Alex Newell e Allison Janney. La
première è un ritorno all’SXSW per Feig, i cui film Le
amiche della sposa e Spy sono stati
presentati in anteprima al festival rispettivamente nel 2011 e nel
2015.
Un piccolo favore 2 si intitolerà
Another Simple Favor
Another Simple
Favor è stato scritto da Jessica Sharzer
e Laeta Kalogridis basandosi sui personaggi di
Darcey Bell. Feig produce con Laura Fischer tramite Feigco
Entertainment, mentre i produttori esecutivi includono Jennifer
Booth, Jessica Sharzer e Marco Valerio Pugini. Lo studio è
Lionsgate.
“Quando abbiamo visto questo
film lo scorso autunno, abbiamo capito subito che doveva aprire
SXSW: ci ha dato quella sensazione elettrica per cui viviamo come
programmatori”, ha affermato Claudette
Godfrey, vicepresidente di cinema e televisione di
SXSW. “Paul Feig e SXSW condividono un amore
ineguagliabile per la commedia audace e senza paura. Da
quell’indimenticabile proiezione notturna di “Bridesmaids” alla
rumorosa prima mondiale di “Spy”, i suoi film catturano esattamente
ciò che rende speciale il nostro festival: progetti incredibilmente
divertenti che superano i confini. Siamo più che entusiasti di
riunirci a Paul e dare il via al festival con un film che ha fatto
ridere, applaudire e desiderare immediatamente di
rivederlo!”
Un altro piccolo favore debutterà il 1° maggio
in Italia su Prime Video.
Il Galactus del MCU ha un aspetto incredibilmente
fedele al materiale originale da quello che abbiamo visto nel
primo trailer ufficiale di I
Fantastici Quattro: Gli Inizi, ma non è certamente
grande quanto un pianeta. Il filmato rivela vari dettagli
chiave sul film, tra cui i poteri dei personaggi principali e la
premessa del film, non mostra alcun filmato di Silver Surfer di
Julia Garner, ma rivela il misterioso personaggio
MCU di John
Malkovich, la cui identità rimane un mistero.
Una delle rivelazioni più
emozionanti del primo trailer ufficiale di I
Fantastici Quattro: Gli Inizi è Galactus. È
solitamente considerato uno dei personaggi Marvel più potenti di sempre,
eppure è apparso solo una volta in un live-action. Diciotto anni
dopo l’adattamento di Galactus di Fantastic Four: Rise of
the Silver Surfer, mal accolto, il Divoratore di Mondi fa
finalmente il suo debutto ufficiale nel MCU in questo film, dove adotta la
sua iconica forma antropomorfa per visitare la Terra. A differenza
dell’iterazione senza voce del personaggio del film del 2007, il
Galactus dell’MCU sarà
interpretato da un attore, Ralph Ineson.
Il primo sguardo a Galactus lo fa
sembrare minuscolo
Il primo trailer ufficiale di I
Fantastici Quattro: Gli Inizi non rivela il volto di
Galactus, poiché il cattivo è mostrato solo di spalle. Tuttavia, è
abbastanza chiaro che Galactus è grande una frazione delle sue
dimensioni solite. La prima inquadratura con Galactus mostra
un’ombra che incombe su New York City. A giudicare dalle dimensioni
della testa dell’ombra in questa inquadratura, Galactus sembra
essere grande quanto Manhattan. Tuttavia, nell’inquadratura
successiva, Galactus sembra essere appena più alto della Statua
della Libertà, ovvero centinaia di volte più piccolo di quanto non
appaia nell’inquadratura precedente.
Il trailer mostrato
al Comic-Con di San Diego del 2024 si è concluso con una breve
inquadratura di Galactus che si avvicina al Baxter Building. Quella
scena specifica non appare nel primo trailer ufficiale di I
Fantastici Quattro: Gli Inizi, ma probabilmente sarà
inclusa in materiale promozionale futuro e nel film. In quella
scena particolare, le dimensioni di Galactus sembrano essere a metà
strada tra le due scene incluse nel primo trailer ufficiale.
Tuttavia, i cambiamenti di dimensioni di Galactus probabilmente non
sono un errore.
Quanto è grande Galactus nei
fumetti
Le dimensioni di Galactus fluttuano
nel materiale originale
Le dimensioni più piccole
di Galactus nel trailer sono in realtà fedeli ai fumetti, poiché il
villain possiede la capacità di cambiare le sue dimensioni e il suo
aspetto a piacimento. Galactus è apparso per la prima volta nel
Fantastic Four #48 del 1968, dove sembra essere
più piccolo di un grattacielo di New York. Nelle sue successive
apparizioni nei fumetti, le dimensioni di Galactus sono cambiate,
da circa sei volte le dimensioni della Cosa a metà delle dimensioni
delle città che ha invaso. Nel corso degli anni, le dimensioni di
Galactus sono aumentate, al punto che spesso sembra essere molte
volte più grande della Terra quando rivela la sua presenza.
La Marvel ha ripetutamente chiarito
che Galactus è in grado di aumentare e ridurre le dimensioni del
suo corpo. Galactus tende a rimpicciolirsi per combattere e
interagire con gli abitanti dei pianeti che attacca, e aumenta le
sue dimensioni per consumare quei pianeti. Il corpo di Galactus può
anche rimpicciolirsi quando è a corto di energia, il che lo porta a
un livello di forza simile ad altri cattivi di dimensioni
gigantesche come Fin Fang Foom. Oltre alle dimensioni, anche
l’aspetto fisico di Galactus cambia a seconda delle persone che lo
vedono: gli umani lo vedono come una creatura umanoide, mentre gli
scoiattoli di Squirrel Girl lo vedono come uno scoiattolo gigante,
per esempio.
Una versione di Galactus accurata
rispetto ai fumetti assolve la Marvel da un grave crimine
live-action
L’MCU ha trovato un modo migliore
per rendere Galactus un cattivo pratico senza trasformarlo in una
forza della natura inanimata
Galactus di
Fantastic Four: Rise of the Silver Surfer è famoso
per il suo aspetto. Invece di un gigante umanoide con un’armatura
aliena e un elmo cornuto, questa versione del Divoratore di Mondi è
stata raffigurata come una nuvola cosmica rotante con un buco nel
mezzo, come una combinazione di un enorme uragano e un buco nero.
La riprogettazione di Galactus del 2007 sembrava e un chiaro
tentativo di modernizzare il cattivo in modo realistico. Tuttavia,
questo approccio si è ritorto contro il film.
Introdurre un cattivo molte volte
più grande della Terra rappresenta una sfida unica. Non solo è
quasi impossibile per gli eroi sconfiggere un nemico così grande e
intrinsecamente potente, ma sarebbe anche estremamente difficile
per un tale cattivo interagire con gli eroi. Similmente alla sua
controparte dei fumetti, Galactus di I
Fantastici Quattro: Gli Inizi non è bloccato su una
scala cosmica, ma mantiene il suo aspetto iconico e la sua capacità
di interagire con altri personaggi.
Uno dei volti più riconoscibili del
nostro cinema, Matilde Gioli, classe 1989, ha destato
l’attenzione del pubblico sin dal suo esordio, e non soltanto per i
suoi enormi occhi blu. L’attrice, dotata di presenza scenica e
talento, ha costruito una solida carriera nel panorama
cinematografico e ora, con Fatti Vedere, diretta
da Tiziano Russo, mostra un altro aspetto del suo
essere un’attrice senza limiti.
Mentre per vederla nel film dobbiamo
aspettare il 6 febbraio grazie a Eagle Pictures, ecco i cinque
migliori ruoli di Matilde Gioli.
Fatti Vedere (2025)
Sandra, laureata in psicologia, è
appena stata assunta dal famoso sito di psicoterapia
FATTIVEDERE.COM. Appena torna a casa per raccontare la notizia al
suo fidanzato Stefano vede quest’ultimo con le valigie pronto a
lasciarla senza darle spiegazioni dopo dieci anni di convivenza.
Sandra va in crisi e cercherà di capire perché sia stata
lasciata.
Protagonista assoluta e sdoppiata in
un doppio ruolo, Gioli mostra tutto il suo talento poliedrico come
mai le era stata data la possibilità di fare. Nel film al suo
fianco ci sono anche Francesco Centorame, Pierpaolo Spollon e
la superstar Asia Argento.
Runner (2024)
Quando la sua amante
Sonja viene uccisa, Lisa viene incastrata per l’omicidio ed è
costretta a scappare e a raccogliere le prove della sua innocenza
per essere scagionata.
Un action thriller apparentemente
lontano dalle sue corde, Runner di Nicola Barnaba
mette alla prova Gioli con stunt e una grande intensità emotiva.
Lei si fa trovare preparata e pronta all’azione.
Moschettieri del Re – La Penultima
Missione (2018)
La regina di Francia, Anna
d’Asburgo, viaggia per convocare nuovamente, dopo molti anni, i tre
moschettieri per una missione contro Mazzarino. Incontra quindi
D’Artagnan, che è diventato un allevatore di maiali, e lo convince
a contattare i vecchi compagni. D’Artagnan si reca dunque da Athos,
che ormai vive dedito solo al sesso, benché malato di sifilide, per
poi andare a rintracciare insieme Aramis, che vive come un frate
per sfuggire ai debiti di gioco. Infine vanno da Porthos, ormai
dedito all’alcool e all’oppio.
Sebbene non sia la protagonista del
film, Matilde Gioli interpreta un ruolo fondamentale che mette in
luce anche la sua capacità di lasciare il segno pur comparendo poco
a schermo. La commedia di avventura di Giovanni Veronesi è anche
uno dei film con Gioli con un incasso importante e quindi una delle
occasioni che l’attrice ha avuto per farsi conoscere da molto più
spettatori.
DOC – Nelle Tue Mani (2020-in
corso)
Foto di Virginia Bottoja
Ma se c’è un prodotto che ha davvero
portato Matilde Gioli “dentro le case degli italiani” è senza
dubbio la fiction medical drama DOC – Nelle Tue Mani. Il suo
personaggio, la dottoressa Giulia Giordano è un medico strutturato,
del reparto di medicina interna, collega di Andrea (Luca
Argentero) e sua assistente o meglio braccio destro, ai
tempi in cui egli era primario. I due hanno avuto anche una storia
d’amore clandestina, cancellata dall’amnesia di lui. Ha una madre
ex tossicodipendente, e un fratello minore, Fabio, che dalla prima
stagione combatte con la sclerosi multipla.
Al momento, la serie è ferma alla
terza, nel corso della quale abbiamo intercettato un avvicinamento
tra il personaggio di Gioli e quello di Argentero, segno che forse
la quarta stagione li vedrà di nuovo insieme.
Il capitale umano (2013)
Il pluripremiato film di
Paolo Virzì, Il capitale
umano, ha segnato l’esordio folgorante di Matilde
Gioli al cinema. Liberamente ispirato al romanzo di
Stephen Amidon, il film racconta
i destini di due famiglie si uniscono e si scontrano
tragicamente nel giorno della vigilia di Natale. Un ciclista viene
coinvolto in un incidente stradale per colpa di un fuoristrada,
alla cui guida vi è un uomo misterioso. Tra splendore e miseria, il
racconto di una provincia italiana che offre un ritratto della
società odierna.
Con il film di Virzì,
Matilde Gioli è entrata nell’immaginario
cinematografico italiano, per non lasciarlo mai più. E dal 6
febbraio tornerà al cinema con Fatti Vedere,
distribuito da Eagle Pictures.
Nel corso degli anni Novanta
l’attrice Julia Roberts si è affermata come un’icona
delle commedie romantiche grazie a titoli come Pretty Woman,
Notting Hill e Se scappi ti sposo. Un altro fortunato titolo di
questo genere è Il matrimonio del mio migliore
amico, diretto nel 1997 dal regista P. J.
Hogan, già autore di una commedia sul matrimonio quale
Le nozze di Muriel e in seguito del popolare I Love Shopping. Anche questa nuova pellicola con
protagonista la Roberts si è affermata come un grande successo, con
un incasso di circa 300 milioni a livello globale. Il merito è
anche di una storia animata da personaggi a cui ci si affeziona
subito e da colpi di scena particolarmente divertenti.
Rispetto alle altre commedie
“simili” interpretate dalla Roberts, Il matrimonio del mio
migliore amico si distingue però il suo collocarla in una
posizione quasi da antagonista, disposta a tutto pur di ottenere
ciò che vuole. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori, ma
anche alla sua colonna sonora e alla scena
finale. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama di Il matrimonio del mio migliore
amico
Protagonista del film è
Julianne Potter, la cui vita viene improvvisamente
stravolta da una chiamata del suo storico amico Michael
O’Neal. I due, un tempo amanti, avevano stretto un patto:
se al compimento dei ventotto anni entrambi fossero stati ancora
single, si sarebbero sposati. Ma Michael ha una novità: si è
innamorato di Kimberly Wallace ed ha intenzione di
sposarla al più presto. È a quel punto che Julianne si rende conto
di amare ancora l’amico, ed è decisa a sabotare la nuova arrivata
pur di riaverlo. L’occasione le si presenta quando Kimberly le
chiede di farle da damigella d’onore. Julianne farà di tutto per
mettere in ridicolo la rivale, ma imparerà presto un’amara
lezione.
Il cast del film e la colonna
sonora
Ad interpretare Julianne Potter vi è
l’attrice Julia Roberts, subentrata a Sarah Jessica Parker impossibilitata a
recitare nel film per via delle riprese della serie Sex and the
City. L’attrice ha poi suggerito alla produzione di scegliere
l’attore Dermot Mulroney nel ruolo di Michael
O’Neal e l’attrice Cameron Diaz in quello di Kimberly Wallace,
ruolo per il quale era stata considerata anche l’attrice Drew Barrymore. Recitano poi nel film
Rupert Everett nel ruolo di George Downes,
Philip Bosco in quello di Walter Wallace e
M. Emmet Walsh in quello di Joe O’Neal. Completano
il cast Susan Sullivan nel ruolo di Isabelle
Wallace e Paul Giamatti in quello di Richard.
Per quanto riguarda la colonna
sonora del film, questa comprende diverse cover di note canzoni,
come “You Don’t Know Me” eseguita da Jann
Arden, “The Way You Look Tonight” eseguita da
Tony Bennett e “I Say a Little Prayer”
eseguita dall’intero cast di Il matrimonio del mio migliore
amico. Proprio quest’ultima canzone, tuttavia, più nota
all’interno del film per la reinterpretazione che ne dà la cantante
Diana King. Il brano ha poi fortemente
caratterizzato il film, divenendo poi una hit della Billboard Top
100. Per quanto riguarda le musiche originali, queste sono state
composte da James Newton Howard, il quale è poi
stato candidato agli Oscar per la Miglior colonna sonora.
La scena finale di Il matrimonio del mio migliore
amico
Nel finale del film, dopo aver fatto
fuggire Kimberly dall’altare avendo baciato Michael, Julianne
capisce i propri errori e rintraccia la sposa, in lacrime e furiosa
con lei. Julianne, tuttavia, si scusa e spiega a Kimberly che
Michael non ha affatto contraccambiato il bacio che si sono dati,
perché non l’ama. Julianne conclude dunque dicendole che accetta la
decisione di Michael. Le due donne, dunque, si riconciliano con un
abbraccio e le nozze possono finalmente avere luogo. Dopo la
cerimonia, Julianne “autorizza” Michael a ballare la loro canzone
speciale con la sua sposa fino a quando la coppia non ne avrà una
propria. A quel punto, i due si augurano il meglio e sono pronti ad
andare avanti con le loro vite, anche se separatamente.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di Il
matrimonio del mio migliore amico grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple
iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto di martedì 4
febbraio alle ore 21:30 sul canale
TV8.
Fin dall’antichità, letteratura e
teatro hanno fatto del concetto di maschera uno dei loro pilastri
portanti. Le maschere rappresentavano il “velo” che separava
l’individuo reale dal resto del mondo, offrendo di sé una versione
alterata. Un velo che in Fatti Vedere,
nuova commedia romantica firmata da Tiziano Russo
(Noi
anni luce, Skam Italia), indossa la protagonista Sandra,
interpretata da Matilde Gioli. Già dalla locandina, il
richiamo a Mrs. Doubtfire è evidente. L’attrice – una
delle più talentuose del panorama italiano – incarna due versioni
di Sandra: quella fittizia, con una protesi massiccia a coprirle il
viso, e quella autentica, che fatica a emergere.
Il titolo Fatti Vedere è
emblematico: racchiude in sé il significato della storia. Non si
riferisce solo al sito online dove i pazienti abbandonano le loro
maschere per mostrarsi nudi, ma è anche un invito diretto al
pubblico a rivelarsi per ciò che realmente si è. Senza nascondersi.
Scritta da Roberto Proia (Il
ragazzo dai pantaloni rosa, Sul più bello) e Giulio Carrieri, la pellicola vanta
un cast ben assortito, con Asia Argento,
Pierpaolo Spollon – già compagno di schermo di
Gioli in Doc –
Nelle tue mani – e Francesco Centorame.
Distribuito da Eagle Pictures, il film arriva nelle sale dal 6
febbraio.
Fatti Vedere, la trama
Roma. Sandra è un’aspirante
psicologa con un sogno: fare carriera e raggiungere la stabilità
economica. Sul fronte sentimentale, la sua vita sembra perfetta:
una relazione decennale con Stefano, che considera l’uomo della sua
vita, e la certezza che, una volta sistemata professionalmente, i
due si sposeranno. Ma il destino le riserva una doppia sorpresa.
Dopo aver finalmente ottenuto un lavoro in un sito di psicoterapia
online, chiamato fattivedere.com, la ragazza torna a casa per
festeggiare con Stefano, solo per essere lasciata senza
spiegazioni.
Il colpo che deve incassare è duro,
ma peggio deve ancora arrivare. Infatti, il primo giorno di lavoro,
Sandra scopre che a causa di un bug nel sistema, il suo profilo è
stato sostituito con quello di una donna anziana che porta il suo
stesso nome. Quando, però, si accorge che tra i pazienti del sito
c’è proprio Stefano, decide di assumere l’identità di quella donna.
Con l’aiuto di Marco, un investigatore privato incontrato per caso,
Sandra si trasformerà in lei, grazie a una maschera prostetica che
le permetterà di interpretare il ruolo della signora a cui ha
“rubato” l’identità.
Quando cadono le maschere…
Le maschere sono un velo, uno strato
di separazione che, se da un lato nasconde fragilità, desideri e
paure, dall’altro relega in secondo piano la nostra vera identità.
Quanto e come decidiamo di mostrarci agli altri dipende da noi e
dal coraggio che, se non stimolato, fatica a emergere. Ma quando
scegliamo di non essere pienamente noi stessi, rinunciamo anche
alla possibilità di crescere. Il confronto con sé stessi è la
chiave che apre il lucchetto della nostra evoluzione personale.
Mettersi a nudo, accettare le proprie debolezze, non è semplice, ma
è il primo passo verso una piena consapevolezza di sé.
Nonostante una sceneggiatura che a
volte scivola in cliché e dinamiche un po’ forzate, Fatti
Vedere tenta di costruire un racconto quasi
antropologico, concentrandosi su come le persone
si relazionano in una società che sempre più spesso ci impedisce di
essere vulnerabili e sinceri. Con toni leggeri e momenti
divertenti, il film invita lo spettatore a fermarsi, riflettere
sulla propria vita e chiedersi se ci sia qualcosa da migliorare,
senza fingere che non esista. Sandra, che in dieci anni di
relazione non si accorge di avere accanto la persona sbagliata,
deve affrontare un trauma profondo per rimettere in prospettiva se
stessa e la sua vita. All’inizio prova a farlo indossando una
maschera, strumento che la aiuta a conoscersi davvero, pur
nascondendosi agli altri, per poi abbandonarla quando si rende
conto che non è quella la via giusta per ritrovare il proprio
equilibrio.
La bravura di Matilde Gioli
Rispetto al deludente Noi anni
luce, dove la tematica forte della malattia non riusciva a
tradursi in uno spessore narrativo convincente, Fatti
Vedere si dimostra più efficace sia nei temi
che nell’intreccio. Un merito particolare va agli interpreti: è
evidente che abbiano colto le sfumature dei loro personaggi e che
si siano divertiti sul set. Da sottolineare anche il trucco
prostetico di Matilde Gioli, realizzato con maestria, che le
permette di esprimere tutto il suo talento. La sua “altra sé” è
davvero unica e dimostra quanto l’attrice sia versatile e
professionalmente matura. Un personaggio che Gioli ha interpretato
con gusto, trovando il giusto equilibrio tra sperimentazione e
profondità.
Premio
Coup de cœur du jury nella sezione Un
certain regard del Festival
di Cannes, il film Rodeo (qui
la recensione)segna
l’esordio alla regia di Lola
Quivoron, fresca del successo al botteghino americano,
dove gli spettatori sono stati stregati dal personaggio della
ribelle e appassionata Julia (la cui interprete, Julie
Ledru, ha ricevuto il premio Migliore Attrice al Torino
Film Festival 2022). Descritto come un incrocio
tra
Titane e Fast & Furious, Rodeo è una corsa
forsennata in moto, un mix altamente infiammabile con una
protagonista travolgente e impossibile da
dimenticare.
L’uscita del film non è stata priva
di polemiche, in quanto durante un’intervista al Festival di
Cannes, la regista ha suscitato una polemica sostenendo che la
maggior parte delle morti legate alla pratica dei rodei urbani sono
dovute alla polizia che agisce pericolosamente quando cerca di
farli smettere. In reazione, molti politici hanno reso noto il loro
disaccordo rispetto alle parole della regista e a quanto narrato
nel film. Di certo, le dinamiche raccontate dalla regista in
Rodeo traggono a loro modo ispirazione da eventi
reali, cosa che rende il film ancor più intrigante.
Per tutti gli appassionati di moto
ma anche di film a metà tra coming of age, avventura e noir, è
dunque questo un titolo da non lasciarsi sfuggire.
In questo articolo,
approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a
Rodeo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e ad
altro ancora. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Julia e la sua gang in una scena di Rodeo
La trama di Rodeo
Il film ha per protagonista Julia,
una giovane donna che vive in un alloggio sociale e ha un cattivo
rapporto con la madre. Appassionata di motocross, Julia
non riesce a immaginare la sua vita senza una moto,
il vento
tra i capelli, il rombo del motore, l’asfalto caldo che scorre
sotto le ruote e l’adrenalina che percorre tutto il tuo corpo, come
una scarica elettrica. Fiera e indipendente, frequenta il
giro dei “rodei” urbani, corse clandestine di motociclisti. Il suo
obiettivo è però quello di partecipare ad un torneo più
professionale.
Cercherà di ottenere questa
opportunità fingendosi acquirente su siti web di shopping in modo
da poter portare le moto a fare dei giri di prova. Man mano che si
immerge nella scena del motocross urbano, però, un
incontro casuale la porta a unirsi a una banda di centauri,
iniziando poi a partecipare a un giro di furti di
motociclette. In una
successione di furti e colpi sempre più pericolosi, per riuscire a
dimostrare il suo valore la ragazza dovrà essere disposta a
rischiare tutto.
Il cast del film
La maggior parte degli attori non
sono professionisti, compresa ovviamente la protagonista, Julia,
interpretata da Julie Ledru. Recitano poi in
Rodeo anche Yannis Lafki nel
ruolo di Kaïs, Antonia Buresi in quello di
Ophélie, Cody Schroeder in quello di Kylian e
Louis Sotton nel ruolo di Ben. Completano il cast
Junior Correia nel ruolo di Manel, Ahmed
Hamdi in quello di Mous e Dave Nsaman in
quello di Abra. La regista ha preferito affidarsi ad attori non
professionisti e ai loro volti tutt’altro che noti per restituire
la spontaneità e la verità degli ambienti narrati.
Julia e Abra in una scena di Rodeo
Rodeo è ispirato ad una storia vera?
Come raccontato dalla regista
Lola Quivoron, quella di Rodeo
non è una storia vera, ma è ispirata ad alcune dinamiche realmente
esistenti e in generale all’intero contesto legato alle moto da
cross. Prima di dare vita a questa storia, la regista si è infatti
immersa nel mondo del rodeo urbano per un po’ di tempo, al fine di
apprenderne le regole e lo stile di vita. Si è così resa conto che
tutti coloro che praticando questa attività sono uomini. Da tempo
stava cercando la sua protagonista e si è imbattuta nell’account di
Julie Ledru su Instagram. Quando l’ha incontrata, si è resa conto
che la sua vita era molto simile a quella del suo personaggio,
tanto che alcuni dettagli della sua vita sono poi finiti nel
film.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
Sfortunatamente il film non è
presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive
in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di
martedì 4 febbraio alle ore 21:20
sul canale Rai 4. Di conseguenza, per un limitato
periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai
Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il
momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma,
completamente gratuita, per trovare il film e far partire la
visione.
Il primo trailer di I
Fantastici Quattro: Gli Inizi è uscito (puoi
vederlo qui), anche se i poteri di Reed Richards di
Pedro Pascal non sono stati mostrati nel video.
Dotato di una mente brillante e patriarca della Prima Famiglia
Marvel, Mister
Fantastic ha anche ricevuto abilità uniche insieme ai
membri della sua famiglia durante la loro missione spaziale.
Tuttavia, Reed non li sfoggia nel primo trailer del film.
Nel nuovo trailer di I
Fantastici Quattro: Gli Inizi, ogni membro del nuovo
team MCU mostra brevemente i propri
impressionanti poteri. Johnny Storm appare mentre vola attraverso
la città e nell’atmosfera come la Torcia Umana. Ben Grimm è la
Cosa, incredibilmente forte. Sue Storm diventa invisibile e la
vediamo mentre crea campi di forza. Tuttavia, il trailer MCU di I
Fantastici Quattro: Gli Inizi non mostra le abilità di
Mister Fantastic (anche se forse per una buona ragione).
La spiegazione dei poteri di Mr
Fantastic nei fumetti
Nei fumetti originali, Reed Richards
è noto come l’uomo più intelligente della Terra. Tuttavia,
Mister Fantastic ottiene anche l’incredibile
potere di allungare e modellare il suo corpo con incredibile
elasticità a piacimento dopo che lui e la sua famiglia sono stati
esposti ai raggi cosmici durante una missione nello spazio.
Estremamente resistente, Reed può rendere la sua intera struttura
molecolare malleabile quanto necessario e può anche allungarsi e
raggiungere lunghezze incredibili.
Tuttavia, il nuovo Reed Richards del
MCU non ha la possibilità di
mostrare i suoi incredibili poteri nel nuovo trailer. Vale anche la
pena notare che la precedente variante di Mister Fantastic
dell’MCU interpretata da John
Krasinski in Doctor Strange in the
Multiverse of Madness non ha quasi potuto usare i suoi
poteri. Detto questo, i poteri simili di Ms. Marvel nei fumetti sono stati
sostituiti per l’MCU con una variante luminosa e
solida, non solo dandole migliori connessioni con Captain Marvel e Monica Rambeau, ma
probabilmente rendendo i suoi set di poteri e quelli di Reed più
distinti l’uno dall’altro.
Omettere i poteri di Mr Fantastic
potrebbe essere una scelta intelligente
Assicurarsi che i poteri siano il
meglio possibile
Potrebbe essere necessario più tempo
in post-produzione prima che i poteri di Reed possano essere
mostrati completamente in I
Fantastici Quattro: Gli Inizi. Dopotutto, la sua
elasticità apparirebbe senza dubbio piuttosto scarsa con effetti
visivi incompiuti, e i suoi poteri sono probabilmente i più
divisivi dei quattro. Si può anche immaginare che la priorità più
grande per il bene della promozione fosse mostrare di aver trovato
la chiave giusta per mettere in scena l’aspetto di Ben Grimm.
Tuttavia, è anche possibile che la
Marvel voglia semplicemente
preservare un po’ della magia per il film stesso, anche se potrebbe
esserci facilmente anche una ragione narrativa. Forse Reed è più
cauto nell’usare i suoi poteri a causa di alcuni sensi di colpa per
ciò che è successo alla sua famiglia (anche se al momento è solo
una congettura). In ogni caso, sarà molto emozionante vedere il
nuovo Mister Fantastic dell’MCU quando finalmente si
sforzerà e salverà la situazione con il resto della First
Family.
Il film I
Fantastici Quattro: Gli Inizi è atteso al cinema il
25 luglio 2025. Come al solito con
la Marvel, i dettagli
della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti,
i Fantastici Quattro sono astronauti che
vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi
cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il
suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la
fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per
diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il
fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà
la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene
completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi
arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super
forza.
Fanno parte del cast anche
Julia Garner, Paul
Walter Hauser, John
Malkovich, Natasha
Lyonne e Ralph
Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato
da Kevin
Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in
degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di
Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro
protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che
conosciamo. Franklyn e Valeria
Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero inoltre
comparire nel film.
Tratta dalla serie manga più
venduta della storia del Giappone e scritta da Eiichiro Oda, ONE
PIECE è un’impareggiabile avventura leggendaria ambientata in alto
mare. Monkey D. Luffy è un giovane avventuriero da sempre alla
ricerca di una vita libera. Luffy abbandona il suo villaggio per
intraprendere un viaggio pericoloso alla ricerca del leggendario
tesoro ONE PIECE e diventare il re dei pirati! Tuttavia, per
trovare l’inestimabile premio Luffy dovrà assoldare la ciurma dei
suoi sogni, trovare una nave, scandagliare in lungo e in largo il
vasto mare azzurro, seminare i Marine e farla in barba a temibili
rivali.
Nella serie troviamo il cast
della prima stagione: Iñaki Godoy (Monkey D. Luffy), Mackenyu
(Zoro), Emily Rudd (Nami), Jacob Romero (Usopp), Taz Skylar
(Sanji), Ilia Isorelys Paulino (Alvida), Jeff Ward (Buggy) e
Michael Dorman (Gold Roger), insieme ai nuovi membri del cast già
annunciati Charithra Chandran (Miss Wednesday),
Joe Manganiello (Mr 0), Katey Sagal (Dr. Kureha), Lera Abova
(Miss All Sunday), Mark Harelik (Dr. Hiriluk), Sophia Anne Caruso
(Miss Goldenweek), Sendhil Ramamurthy (Nefertari Cobra), Brendan
Sean Murray (Broggy), Callum Kerr (Smoker), Camrus Johnson (Mr 5),
Clive Russell (Crocus), Daniel Lasker (Mr 9), David Dastmalchian
(Mr 3), Jazzara Jaslyn (Miss Valentine), Julia Rehwald (Tashigi),
Rob Colletti (Wapol), Ty Keogh (Dalton), Werner Coetser (Dorry),
Mark Penwill (Chess), Anton David Jeftha (K.M.), Rigo Sanchez
(Dragon), Yonda Thomas (Igaram), James Hiroyuki Liao
(Ipponmatsu)