Robert Eggers è
pronto per tornare a collaborare con la Focus Features dopo il
fenomenale successo di Nosferatu,
diventato il secondo film di maggior incasso dello studio negli
Stati Uniti con 90,5 milioni di dollari dopo Downton Abbey. L’occasione per questa nuova
collaborazione sarà un nuovo film di genere dal titolo
Werwulf. Il film, che Eggers ha co-scritto con
Sjón (già sceneggiatore di The Northman) uscirà in Nord America il giorno
di Natale del 2026. Come riportato da Deadline, Focus
Features ne curererà la produzione e il finanziamento.
Eggers e Sjón produrranno insieme
alla Focus Features, mentre Chris ed
Eleanor Columbus di Maiden Voyage saranno i
produttori esecutivi. Dal titolo del film è chiaro di cosa parlerà
l’ultimo di Eggers, e se anche il progetto è ancora avvolto nel
mistero, ha suscitato grande curiosità per le sue premesse: un
horror che esplorerà il folklore e le leggende legate ai lupi
mannari, mescolando elementi storici e soprannaturali.
Un’operazione apparentemente simile a quanto da Eggers appena
compiuto con Nosferatu e
che gli permetterà dunque di proseguire nel suo percorso tra
leggende e folclore.
Robert Eggers da The Witch a
Nosferatu
Ad oggi, Eggers e Focus hanno
collaborato per tutti i suoi film, compreso The Witch and The
Lighthouse, uscito per A24, di
cui l’etichetta specializzata Uni ha curato la distribuzione
internazionale attraverso Universal International. Nosferatu ha
guadagnato 156,3 milioni di dollari in tutto il mondo e ora si
avvia verso il suo ottavo fine settimana al botteghino. Il film è
stato distribuito in PVOD ieri, con una finestra di 27 giorni nelle
sale rispetto alla finestra standard di 18 giorni che Focus ha
seguito per i suoi film.
Nosferatu è diventato facilmente il
film di Eggers che ha incassato di più con un’apertura di 21,6
milioni di dollari in tre giorni e di 40,8 milioni in cinque
giorni, superando il suo film precedente, The Northman, co-finanziato da Focus e New
Regency, che ha debuttato con 12,2 milioni di dollari in patria e
ha guadagnato 34,2 milioni di dollari negli Stati Uniti e in Canada
e 69,6 milioni di dollari nel mondo. Non resta dunque che attendere
di poter scoprire di più riguardo a questo nuovo progetto del
regista.
L’atteso adattamento cinematografico
del bestseller di Erik Larson, The Devil
in the White City, ha appena ricevuto un importante
aggiornamento: secondo le fonti di Deadline, la 20th Century è
entrata nel progetto con Leonardo DiCaprio in trattative per il ruolo
di protagonista e Martin Scorsese per la regia. DiCaprio e
Scorsese sarebbero anche produttori insieme a Stacey
Sher, Rick Yorn e Jennifer
Davisson, partner di DiCaprio alla Appian Way. Le fonti
aggiungono che al momento non esiste una sceneggiatura per il film,
che si basa sul classico saggistico della Larson, TheDevil in the White City: Murder, Magic and Madness at the Fair
That Changed America, pubblicato per la prima volta nel
2004.
Leonardo DiCaprio e Scorsese stanno
sviluppando il progetto da tempo e le fonti dicono che hanno sempre
pensato che questa fosse una storia che ha risuonato negli anni e
che risuona ancora. DiCaprio ha ottenuto i diritti del libro per la
prima volta nel 2010 e, sebbene il progetto abbia attraversato
varie fasi di sviluppo nel corso degli anni (compreso un
adattamento televisivo su Hulu che non è mai stato realizzato), gli
addetti ai lavori affermano che, in seguito a un incontro con i
dirigenti della 20th Century, tutte le parti erano d’accordo nel
raccontare questa storia.
Questo segna un’altra grande
vittoria per David Greenbaum, che dirige la Disney
Live Action e i 20th Century Studios, e per Steve
Asbell, presidente della 20th, che hanno ottenuto un altro
pacchetto di alto profilo: il film biopic su Bruce Springsteen
Deliver Me From Nowhere con Jeremy Allen White. A questo hanno rapidamente
fatto seguire l’ambito pacchetto The Barrier,
interpretato da Austin Butler e diretto da Edward
Berger. Tutti e tre i progetti sono in linea con ciò che
Greenbaum vuole per la 20th: film che incarnino il commerciale, il
teatrale globale e il prestigio con talenti di prima grandezza e
una regia originale.
Di cosa parla The Devil in the White
City?
La storia segue il dottor HH
Holmes, un astuto serial killer che si ritiene abbia
ucciso da 27 a 200 persone in un periodo in cui la città di Chicago
era entusiasta di ospitare la World’s Columbian Exposition del
1893. Il libro gioca sui contrasti tra le speranzose aspettative e
le meraviglie presentate all’esposizione e le oscure gesta di
Holmes, che ha manovrato nell’ombra e ha costruito una casa degli
orrori accuratamente nascosta. Al momento non è certo se Leonardo DiCaprio sia in lizza proprio per il
ruolo di HH Holmes o di un altro personaggio.
Babygirl è diventato un
successo assoluto per A24. Il
nuovo film dello studio e distributore indipendente è un thriller
erotico scritto e diretto da Halina Reijn di Bodies Bodies, che
segue un’amministratrice delegata (Nicole
Kidman) che inizia una relazione illecita con una stagista
(Harris Dickinson) mentre esplora la sua identità e le sue
inclinazioni sessuali. Baby girl ha
esordito il giorno di Natale negli USA, debuttando al n. 7 della
classifica nazionale, posizione che lo ha reso il terzo migliore
tra risultato uscite del periodo festivo, che comprendeva anche
Nosferatu (n. 3), A Complete Unknown (n. 6) e The Fire Inside (n.
10).
Secondo Deadline, il sabato
successivo Babygirl avrebbe incassato in tre giorni 4,6 milioni di
dollari al botteghino USA alla fine del suo secondo fine settimana
nelle sale. Questo porterà il suo totale nazionale cumulativo a
16,2 milioni di dollari, avvicinandosi al suo budget di 20 milioni
di dollari. Il film supera così il totale di 15,1 milioni di
dollari di MaXXXine e si posiziona al 19° posto della
classifica di The Numbers delle uscite nazionali di A24 con i
maggiori incassi di tutti i tempi. Il film ha un totale di 24
milioni di dollari ed un totale World Wide 32 milioni di
dollari.
Cosa significa per Babygirl
Mentre Babygirl ha già acquisito una
posizione di rilievo nella classifica, il film di Nicole Kidman sul
divario d’età potrebbe continuare a salire. Se il terzo fine
settimana avrà una performance simile, con un incasso di circa 4
milioni di dollari, salirà al 16° posto della classifica dei film
più performanti. Anche se non raggiungerà mai i 77,2 milioni di
dollari incassati dal loro titolo numero 1, il vincitore del premio
per il miglior film nel 2022 Everything Everywhere All At Once, è
un forte concorrente nella Top 20 generale.
Le recensioni
di Babygirl, che hanno fatto guadagnare al film un punteggio
Certified Fresh del 77% su Rotten Tomatoes, potrebbero anche
contribuire a stimolare l’interesse per il film.
La sontuosa storia di fantasmi di
Guillermo del
Toro raccontata nel film Crimson Peak
(qui la recensione), è
un affettuoso ritorno ai classici dell’horror gotico e un omaggio a
titoli come Il presagio, L’esorcista e Shining, con cui l’autore messicano è cresciuto e si è
formato. La sceneggiatura venne da lui scritta successivamente alla
distribuzione di Il labirinto del
fauno, ma per anni la sua realizzazione fu
rimandata per via di altri impegni sopraggiunti.. Sebbene il film
di del Toro utilizzi molti tropi del genere, alza il tono su ogni
aspetto per dare al film un tocco di modernità.
I fantasmi sono estremamente
raccapriccianti in tutta la loro grondante gloria in CGI e la
storia è un racconto contorto di tabù e omicidi, che si svolge
all’interno di un ambiente tanto maestoso quanto suggestivo e
spaventoso. Con il sopraggiungere del finale il mistero si
infittesce sempre di più fino a sciogliersi fornendo allo
spettatore le risposte ricercate lungo tutto il racconto. Eppure
rimangono alcuni dubbi in sospeso, a cui cerchiamo di dare risposta
ora con questa spiegazione del finale del
film.
La trama di Crimson Peak
Protagonista del film è
Edith Cushing (Mia
Wasikowska), una giovane scrittrice che vive a New
York all’inizio del XX secolo e che si innamora di un uomo di nome
Thomas Sharpe (Tom
Hiddleston). Thomas viene dall’Inghilterra, dove vive
nella storica casa di famiglia, Allerdale Hall. La tenuta si trova
in cima a una miniera di argilla rossa, che le ha dato il
soprannome di Crimson Peak. Il padre di Edith non
approva l’unione, ma dopo la sua morte inaspettata, lei decide di
sposare Thomas e di trasferirsi nella sua casa ancestrale.
Edith scopre però subito che la vita
nella tenuta della famiglia Sharpe non è proprio come se l’era
immaginata. Allerdale Hall è fatiscente e sta lentamente
sprofondando nell’argilla sottostante, poiché i proventi della
miniera si sono esauriti da tempo. La sorella di Thomas,
Lucille (Jessica Chastain), è
invece fredda nei confronti di Edith. La ragazza, infine, inizia a
vedere apparizioni notturne. Sebbene i fantasmi siano una visione
terrificante, Edith si rende conto che non vogliono farle del male.
In realtà, stanno cercando di aiutarla a svelare gli orribili
segreti che si celano su Crimson Peak.
Il sospetto di Edith che non tutto
sia come sembra ad Allerdale Hall si fa strada quando trova un
baule pieno di documenti e una scatola di registrazioni su cilindri
di cera che le sono stati mostrati da uno dei fantasmi. I documenti
rivelano che Thomas si era sposato più volte, cosa che aveva tenuto
nascosta a Edith. Ancora più inquietanti sono le registrazioni, che
includono l’audio di una delle ex mogli di Thomas che afferma di
essere stata avvelenata a morte dal marito e da Lucille. È così che
Edith si accorge che da quando è arrivata ad Allerdale Hall,
Lucille le prepara regolarmente il tè.
Quando ha iniziato a sentirsi male e
debole, Edith aveva sospettato che il tè potesse avere qualcosa a
che fare con questo, e la registrazione non fa ora che confermarle
ulteriormente questa teoria. Ma se Lucille non ha mai mostrato
molta gentilezza nei confronti di Edith, la rivelazione che Thomas
è probabilmente coinvolto in questi piani nefasti è straziante.
Mentre il loro matrimonio ha avuto bisogno di tempo per scaldarsi,
una recente notte fuori casa ha portato Edith e Thomas a consumare
finalmente il loro rapporto, in quello che a Edith è sembrato un
vero progresso verso lo sviluppo dell’intimità.
Sfortunatamente per Edith, ha una
concorrenza per l’affetto di Thomas. Più tardi, un fantasma le
appare e la indirizza infatti verso la camera da letto di Lucille.
All’interno, Edith trova Thomas e Lucille a letto insieme. I due
hanno avuto una relazione incestuosa fin dall’infanzia e si sono
aggrappati alla loro casa ancestrale solo facendo sposare a Thomas
donne ricche e poi uccidendole per le eredità. Ora non solo i
fratelli hanno ragioni economiche per volere Edith morta, ma lei
conosce anche il loro segreto più oscuro.
Dopo che gli Sharpe vengono sorpresi
a letto insieme, Lucille getta Edith da uno dei balconi sopra
l’atrio nel tentativo di ucciderla. Per fortuna, il dottor
Alan McMichael (Charlie
Hunnam), amico di Edith, arriva ad Allerdale Hall.
Dopo aver scoperto da alcune ricerche sugli Sharpe che il padre di
Edith aveva ricevuto poco prima di morire misteriosamente, Alan
decide di rintracciare Edith per avvertirla di persona. Il suo
tempismo non potrebbe essere migliore Quando Edith si riprende,
Alan rivela di essere a conoscenza dell’inquietante storia dei
fratelli Sharpe.
Produce un articolo di giornale che
descrive il brutale omicidio della madre di Lucille e Thomas e
insinua che sia stata Lucille a commettere l’omicidio. Invece di
negare le sue accuse, Lucille lo accoltella e afferra Edith,
ordinando a Thomas di finire il dottore. A questo punto della
storia, però, Thomas inizia ad avere un grande conflitto riguardo a
ciò che stanno compiendo. Il matrimonio con Edith comincia a
sembrargli reale a differenza dei precedenti matrimoni fittizi a
cui ha partecipato.
La relazione con Lucille lo lega
alla sua vita sempre più isolata e deprimente ad Allerdale Hall,
mentre Edith rappresenta la possibilità di un nuovo inizio. Decide
quindi di disobbedire agli ordini della sorella. Quando si avvicina
ad Alan per pugnalarlo, chiede tranquillamente al medico di guidare
il coltello in un punto non letale per ingannare Lucille e fargli
credere di essere morto. Di fatto, così facendo, dà compimento alla
sua volontà di tradire sua sorella Lucille, cercando dunque di
rimediare al male fatto fino a quel momento.
Nel frattempo, Lucille accompagna
Edith a firmare i documenti legali che formalizzeranno l’eredità di
lei sul patrimonio del padre e permetteranno di passare il denaro a
Thomas una volta morta. Lucille, a quel punto, rivela inoltre di
essere la persona che ha ucciso il padre di Edith. Inoltre,
chiarisce di aver ucciso la propria madre dopo che lei aveva
scoperto la relazione incestuosa della figlia con il fratello
Thomas, oltre ad altri dettagli inquietanti sulla loro storia
familiare. Il soliloquio di Lucille contestualizza infine il suo
comportamento malvagio.
Lei e Thomas sono cresciuti in una
famiglia estremamente violenta e hanno passato tutta la vita a
cercare di evitare di perdere la loro casa ancestrale, sia per
rovina finanziaria che per decrepitezza generale. Poiché hanno una
relazione incestuosa, sanno che vivere lì in isolamento è l’unico
modo per assicurarsi di non essere scoperti. Hanno sopportato
insieme molte situazioni disperate e di conseguenza condividono un
legame intenso. Questo, ovviamente, non giustifica le loro azioni,
ma offre agli spettatori una comprensione più profonda del motivo
per cui hanno finito per intraprendere un percorso così oscuro.
I terrificanti momenti finali di Crimson Peak
Dopo aver raccontato come hanno
adescato donne con grandi eredità per farle sposare con Thomas,
Lucille dice: “I matrimoni erano per soldi, ovviamente, ma
l’orrore… l’orrore era per amore”. Purtroppo per Lucille,
Thomas non condivide più la sua singolare devozione. Dopo che Edith
riesce a scappare, trova la sorella e la supplica di smettere. Le
dice che possono smettere di lottare per tenersi Crimson Peak e
trasferirsi altrove per iniziare una nuova vita. Tuttavia, quando
lui suggerisce che Edith verrebbe con loro, Lucille pugnala Thomas
a morte, incapace di accettare l’idea che nella sua vita ci sia
qualcun altro che ama quanto lei.
Non avendo più nulla per cui vivere,
Lucille parte per uccidere Edith una volta per tutte. Dopo un lungo
inseguimento, Lucille la mette alle strette, brandendo la stessa
mannaia che aveva usato per uccidere sua madre tanti anni prima. Ma
proprio quando sembra che per Edith sia finita, il fantasma di
Thomas appare alla sorella. L’intervento spettrale dà a Edith
l’opportunità di avere la meglio nella lotta e di uccidere Lucille.
Sconfitto il suo nemico, Edith trova Alan e i due si allontanano
finalmente dal maniero in rovina.
Gli ultimi istanti del film
presentano una voce fuori campo di Edith sulla natura dei fantasmi.
Edith osserva che alcuni fantasmi rimangono legati a luoghi
specifici, ma altri sono legati a emozioni specifiche, come
“perdita, vendetta o amore”. Quando la telecamera si posa
su un pianoforte con il fantasma di Lucille seduto davanti ad esso,
Edith dice che i fantasmi legati a quelle forti emozioni “non
se ne vanno mai”. Il focus finale su Lucille alla fine
illustra quanto sia complessa questa antagonista. È una persona
straordinariamente consapevole di sé, che sa che le sue azioni sono
mostruose.
Ma capisce anche di essere impotente
di fronte all’unica grande forza inamovibile della sua vita:
l’eterna devozione al fratello. È questo il fulcro di tutto
l’orrore di Crimson Peak. È l’amore, non l’odio, a
renderla capace di azioni così efferate. Questa carica emotiva le
conferisce una certa simpatia, ma rende lei, e il film stesso,
ancora più terrificanti. In sostanza, quella raccontata da
Guillermo del Toro è sì una storia di fantasmi, ma
dove questa figura viene proposta sotto nuovi punti di vista,
dettati non dall’orrore ma dall’amore.
Quando Kim Brook
aveva otto anni, il suo mondo cambiò per sempre. Insieme alla sua
famiglia, fu sradicato da Monmouth, nel Galles meridionale, per
trasferirsi in Germania, dove suo padre, il colonnello
Walter Brook, era stato incaricato di aiutare a
ricostruire il paese devastato dopo la Seconda Guerra Mondiale. Al
giovane Kim, insieme ai suoi fratelli maggiori, fu detto di
“non essere amichevole” con i tedeschi, che erano
“diversi”. Ma, ignorando gli ordini, iniziò presto a stringere
amicizia con alcuni di loro, così come i suoi genitori. La storia
di questa famiglia è stata poi raccontata dal figlio di Kim,
Rhidian Brook, nel romanzo The Aftermath,
pubblicato nel 2013 e da cui nel 2019 è stato tratto il film
La Conseguenza (qui
la recensione).
La trama di La conseguenza
La conseguenza vede
l’attrice Keira Knightley nel ruolo di Rachel, un
personaggio liberamente ispirato alla defunta madre di Kim,
Anthea. La donna, nell’inverno del 1946, giunge ad
Amburgo per ricongiungersi con il marito Lewis
(JasonClarke), un alto ufficiale dell’esercito
britannico, incaricato di ricostruire la cittadina in macerie.
Contrariamente alle aspettative della giovane donna, i due coniugi
non prendono un alloggio per conto proprio ma vanno ad abitare in
una lussuosa villa requisita dalla Commissione di Controllo
britannica, dove risiede un vedovo tedesco, Stefan
Lubert (Alexander
Skarsgård).
Ex architetto di prestigio, Stefan è
ora impiegato come operaio alla pressa, insieme alla figlia
quattordicenne Freda (Flora
Thiemann). Da principio la convivenza è molto difficile.
Rachael nutre molti dubbi e non capisce la clemenza del marito nei
confronti di Lubert, a suo avviso responsabile di far parte di una
nazione che ha condotto una guerra folle e sanguinosa e ancora
segnata per un grave lutto subito dalla sua famiglia a causa dei
tedeschi. Con il tempo, però, la donna ad avvicinarsi
inaspettatamente a Stefan, uomo che lei inizialmente disprezza ma
che impara a conoscere, capendo che anche lui è stato una vittima
del conflitto.
Alexander Skarsgård, Jason Clarke e Keira Knightley in La
conseguenza
La storia vera dietro il film
Data questa descrizione della trama,
si evince come il film e il romanzo prendono solo spunto dalla
storia vera, per poi discostarsene in parte. Nella realtà avvenne
che, con una mossa apparentemente senza precedenti, il padre di
Kim, il colonnello Walter Brook, decise di non
estromettere i proprietari tedeschi della casa che aveva requisito
per la sua famiglia, ma di condividerla con loro. Gli era stato
affidato il titolo di governatore di Pinneberg, un distretto a
ovest di Amburgo bombardato, e il compito di ricostruirlo, oltre
che di sfamare, ospitare e “de-nazificare” gli sfollati. Ai
funzionari britannici fu detto di sradicare i cittadini tedeschi e
di mandarli a vivere nelle capanne di Nissen quando il Paese fu
diviso in “zone” tra gli alleati.
Ma lui rifiutò e sua moglie
Anthea e i figli Colin, 17 anni,
Sheila, 15 anni, e Kim, andarono
a vivere nella “zona britannica” tra le stesse mura dei
Ladige – l’uomo d’affari Wilhelm,
sua moglie Erika, i figli Theo,
12 anni, Holger, 5 anni, e la figlia
Heike, 7 anni. Ma Kim non vedeva l’ora di
abbattere le distanze culturali e con l’apertura mentale di un
bambino scongelò i sospetti tra le famiglie, guadagnandosi il
soprannome di “Die Eisbrecher”, il rompighiaccio. Il
soprannome era azzeccato, visto che era arrivato durante un inverno
rigido e che aveva dato vita alla loro prima divertente “battaglia”
sulla neve.
Oggi, a 80 anni, Kim riflette:
“Il clima in Gran Bretagna era di odio assoluto verso i
tedeschi. Avevamo visto le immagini dei campi di concentramento:
c’era un senso di incredulità per le persone che potevano fare cose
del genere. Ma mio padre riteneva che il suo compito fosse la
ricostruzione, la riconciliazione, non la vendetta.
All’inizio però non dovevamo “fraternizzare” e all’inizio i
rapporti in casa erano freddi e distanti. Ma iniziai a giocare con
i bambini e fu l’inizio. Ho scoperto in seguito che mi chiamavano
il Rompighiaccio, e ne sono molto orgoglioso”.
Alexander Skarsgård, Keira Knightley e Flora Li Thiemann in La
conseguenza
Nel film, il personaggio della
Knightle si innamora poi del vedovo tedesco che dorme al
piano di sopra. È un colpo di scena che non si è mai verificato
nella vita reale, assicura Kim, anche se ammette che se fosse
rimasto ci sarebbe stata una storia d’amore tra lui e Heike. Ma il
messaggio di riconciliazione del film è lo stesso.
Rhidian, l’autore del libro, spiega che ad Amburgo
morirono 43.000 persone in un solo fine settimana. Dice: “Sono
state sganciate più bombe su Amburgo in un fine settimana che su
Londra durante l’intera Seconda Guerra Mondiale. Si capisce perché
le famiglie avevano bisogno di un bambino di otto anni per rompere
il ghiaccio”.
Kim, che vive oggi a Brecon Beacons,
ricorda in modo vivido il suo arrivo ad Amburgo. “Potevi
guardare per chilometri e non vedere una casa in piedi. Sulla
maggior parte delle macerie c’erano delle croci nere che indicavano
che sotto c’erano ancora dei corpi”. La grande casa dei Ladige
è ancora in piedi, ma solo per metà. Rhidian ritiene che possa
essere stato l’unico caso in cui un funzionario britannico abbia
permesso ai proprietari tedeschi di rimanere. All’arrivo, le due
famiglie si sono “strette la mano educatamente”. “Poi loro sono
andati nella loro parte della casa e noi nella nostra”,
ricorda Kim.
“Noi avevamo il piano terra e
loro il primo piano. C’era una cucina nel seminterrato che
condividevamo. Loro tenevano una domestica e noi avevamo una nostra
cuoca”. Non potendo frequentare la scuola militare a causa del
maltempo, Kim si trovò a giocare con i figli dei Ladige. Si
affezionò in particolare a Heike, che era più vicina alla sua età.
“Ci arrampicavamo sugli alberi, camminavamo lungo il fiume,
giocavamo a campana. Io ho imparato un po’ di tedesco e lei cercava
di imparare l’inglese. Non parlavamo di politica!”.
Alexander Skarsgård e Keira Knightley in La
conseguenza
Anche se la socializzazione non era
stata incoraggiata, nessuno dei due genitori impediva ai figli di
giocare. Nel Natale del 1947, la svolta avvenne quando sua madre
disse che avrebbero dovuto invitare i Ladige a bere qualcosa.
“Sono venuti e in un modo o nell’altro ci siamo vestiti da
ragazzi e ragazze del coro con le lenzuola intorno alle spalle
cantando la Notte Silenziosa in tedesco”, ricorda Kim.
“Entrambi i genitori avevano le lacrime che scendevano sulle
guance”. Quella primavera, la famiglia iniziò a portare Heike
con sé al mare, anche se non era ufficialmente permesso.
“Doveva nascondersi nel vano dell’auto nel caso in cui avessimo
incontrato la polizia militare”, racconta Kim.
Heike gli disse che
“accompagnare i Brooks al mare ed essere accettati come
uguali” era un ricordo prezioso. Ancora oggi non ha idea di
quale fosse il ruolo dei Ladige nella guerra, anche se non crede
che fossero membri del partito nazista. Alla fine, Kim iniziò a
tornare in Gran Bretagna per il collegio e, all’età di 13 anni, nel
1951, la sua famiglia ripartì per sempre. Lui e Heike si scrissero,
ma passarono 15 anni prima di rivedersi. A quel punto si erano
entrambi sposati e avevano quattro figli propri. Per le sue
ricerche, Rhidian tornò ad Amburgo con Kim e si incontrarono
tutti.
“Mi chiedevano spesso se
avessero del risentimento nei nostri confronti”, racconta Kim.
“Quando glielo chiedevo, erano adorabili ed entusiasti di
quanto fosse stato gentile mio padre. Era chiaro che lo ammiravano
e che ci volevano molto bene”. Non può fare a meno di fare
riferimento al clima politico di oggi. Mi spezza il cuore il fatto
che la visione di mio padre e i suoi passi per ricostruire una pace
duratura in Europa siano messi a repentaglio”, dice Kim. Il
film Laconseguenza, con il suo
racconto ispirato a vicende reali, promuove un senso di fratellanza
e uguaglianza che dovrebbe sempre essere difeso, per evitare il
ritorno di pericolose divisioni.
Yellowjackets – stagione 2, episodio 9
si è conclusa in un modo che quasi nessuno avrebbe potuto
prevedere: ecco cosa è successo nel finale, come si configura la
stagione 3 e cosa significa per i sopravvissuti in futuro. La
seconda stagione di Yellowjackets
è stata ricca di sorprese e di rivelazioni scioccanti, fornendo
risposte a misteri a lungo tenuti nascosti, come il significato del
biglietto di Travis a Natalie, l’idea che la natura selvaggia sia
un’entità influente e molto altro ancora. Il finale è iniziato con
il presupposto che uno dei sopravvissuti adulti dovesse morire per
soddisfare il crescente bisogno della natura selvaggia nella linea
temporale del 2021. Tuttavia, le cose non sono andate
necessariamente secondo i piani.
All’interno di questo mix, altre
trame ad alto rischio si sono svolte e sono giunte a conclusioni
soddisfacenti. La polizia è stata sulle tracce di Shauna adulta per
l’omicidio di Adam Martin per la maggior parte della stagione, è
stato spiegato il vero scopo del “fidanzato” di Misty, Walter
Tattersall, e il rituale ufficiale di cannibalismo sacrificale
descritto nella linea temporale del 1996 è stato finalmente
stabilito in modo completo. Tutte queste cose si sono scontrate
nell’episodio 9 della stagione 2 di Yellowjackets , che ha
visto in egual misura il trionfo e lo strazio dei sopravvissuti
adulti. Alla fine di tutto, una cosa è ancora certa: la natura
selvaggia non ha finito il suo lavoro né nel passato né nel
presente.
Perché Travis ha mangiato il
cuore di Javi
Quando le ragazze tornarono con il
corpo di Javi dopo il suo annegamento in Yellowjackets,
stagione 2, episodio 8, nessuno era più sconvolto di Travis.
Natalie aveva sicuramente il suo senso di colpa da placare dopo
averlo lasciato morire, ma Travis è stato quello che ha sofferto di
più la perdita. Ha cercato di spiegare la portata della distruzione
che stavano causando a Van, il quale, a sua volta, lo ha convinto
che la morte di suo fratello era un sacrificio per salvare gli
altri sopravvissuti e che avrebbe dovuto onorare il sacrificio e la
morte di Javi. Pertanto, Travis prese a cuore questa conversazione
e si dedicò al cannibalismo con il resto del gruppo.
Shauna ha presentato a Travis il
cuore del fratello da mangiare per primo, quasi come un segnale per
il resto del gruppo: se Travis era d’accordo nel consumare Javi,
allora anche gli altri avrebbero dovuto esserlo. Travis mangiò il
cuore di Javi per dimostrare la sua lealtà al gruppo e onorare il
sacrificio del fratello. Questo momento dimostra che Travis si è
pienamente calato nella sua concezione della natura selvaggia come
entità e che questi sacrifici erano necessari e vantaggiosi per la
loro sopravvivenza. Vedeva Javi come un martire piuttosto che come
una tragica vittima e giustificava il fatto di aver mangiato il
fratello gettandosi in questa convinzione.
Come Natalie è diventata la
regina delle corna originale
Uno dei più grandi colpi di scena
della seconda stagione di Yellowjackets è stato che
Natalie era la regina delle corna originale, non Lottie. Sembrava
che l’intera serie stesse suggerendo e costruendo l’idea che Lottie
fosse la leader del titolo, ma quando sarebbe stata rivelata per la
prima volta nelle sue vesti ufficiali, non sarebbe stato poi così
sorprendente. Tuttavia, nella seconda stagione di
Yellowjackets, Lottie ha deciso di dimettersi e di
lasciare il comando a Natalie, lasciando Shauna un po’ gelosa.
Guardando al passato, le insicurezze di Lottie come leader si erano
fatte strada, come dimostrato dalla sua visione di Mall all’inizio,
ma nessuno si aspettava che passasse la mano.
Lottie ha scelto Natalie perché
credeva che Nat fosse sempre la “preferita” della natura. Ha citato
il fatto che la squadra ha cercato di ucciderla quando ha estratto
la Regina di Cuori, ma la natura selvaggia non glielo ha permesso.
Ci sono segni che indicano che la natura selvaggia favorisce
Natalie, come il fatto che sia la cacciatrice principale. Mentre
Lottie è stata la prima a comunicare con la natura selvaggia, i
sopravvissuti hanno imparato a farlo e non hanno più avuto bisogno
della sua guida. È possibile che Natalie, non essendo così
influenzata dal pensiero di gruppo, sia più un leader naturale che
un seguace, e questo potrebbe essere un altro motivo per cui Lottie
si è affidata a lei.
La spiegazione del piano di
Walter per porre fine all’indagine su Adam Martin
Walter ha escogitato un piano
elaborato per salvare Misty e i suoi amici dall’essere scoperti dai
poliziotti, un piano che prevedeva la corruzione della polizia.
Dopo averlo ucciso con il fenobarbital, Walter è riuscito a
ricondurre a Kevyn Tan un gran numero di registrazioni bancarie e
telefoniche relative ad Adam. Poi ha sparato a Kevyn con la pistola
di Saracusa e gli ha proposto di aiutarlo a incastrare Kevyn per
gli omicidi di Adam e Jessica Roberts, usando una narrativa secondo
cui c’era una massiccia corruzione della polizia che Saracusa aveva
“scoperto” e per cui aveva quasi perso la vita. Aggiunse poi che
tutte queste informazioni avrebbero potuto essere collegate anche a
Saracusa se lui non avesse acconsentito.
Il piano di Walter aveva diverse
funzioni importanti in Yellowjackets. In primo luogo, ha
dimostrato la sua fedeltà a Misty, cosa che è stata discutibile per
la maggior parte della stagione, soprattutto quando l’ha paragonata
a Sherlock e lui stesso a Moriarty. In secondo luogo, dimostra che
Walter stesso non è al di sopra dell’omicidio e probabilmente
condivide le tendenze psicopatiche della sua “ragazza”. Infine, si
riferiva alle capacità di Walter come hacker e detective cittadino.
La capacità di alterare le prove in modo tale da farle risalire a
una persona del tutto estranea è stata impressionante.
Il gruppo aveva davvero
intenzione di uccidere Shauna nella nuova caccia?
Shauna è stata abbastanza
sfortunata da scegliere la Regina di Cuori nella linea temporale
2021, ed è possibile che il gruppo si stesse preparando a
ucciderla. Durante le scene culminanti del rituale rivisitato dagli
adulti e dell’inseguimento con maschera che ne è seguito in
Yellowjackets , stagione 2, episodio 9, il tono oscillava
tra il gruppo che vedeva la realtà e quello che cadeva preda della
natura selvaggia. Se inizialmente erano d’accordo sul fatto che
Lottie volesse saziare la natura selvaggia fosse una cattiva idea,
le cose si sono complicate quando Van ha convinto Taissa a
richiamare la squadra di crisi che avrebbe dovuto interrompere il
rituale e portare Lottie al sicuro.
Gli sguardi di fame di Van adulto
durante l’inseguimento erano particolarmente terrificanti, e il suo
richiamo alle autorità ha certamente dipinto le sue intenzioni in
una luce negativa. Lottie era del tutto pronta a sacrificare
Shauna, completamente presa dal compito di nutrire la natura
selvaggia. Misty, Natalie e Taissa, invece, sembravano le più
combattute. Se Lottie avesse raggiunto Shauna per prima, sarebbe
sicuramente morta, ed era possibile che lo stesso valesse per Van,
visto quanto sembrava presa durante l’inseguimento. Se gli altri
l’avrebbero fatto è discutibile, ma Shauna era comunque in serio
pericolo.
La spiegazione delsacrificio e della morte di Natalie
Sfortunatamente, la natura
selvaggia ha fatto la fine di un’altra sopravvissuta adulta, che si
è rivelata essere Natalie. Il momento scioccante ha visto Misty
cercare di pugnalare Lisa con una siringa, ma Natalie si è
sacrificata e si è buttata davanti a lei. Il sacrificio di Natalie
e la reazione straziante di Misty all’uccisione della sua “migliore
amica” (ancora una volta) hanno parlato di diversi momenti chiave
degli Yellowjackets . Natalie si è sacrificata perché
l’ultima colpa che si portava dietro dal periodo trascorso nella
natura selvaggia era quella di essersi fatta da parte per lasciare
morire Javi. Se si fosse sacrificata in Yellowjackets,
stagione 2, episodio 8, non sarebbe mai diventata l’originale
Antler Queen.
Natalie probabilmente si sentiva
molto più in colpa di quanto Yellowjackets lasciasse
intendere inizialmente per essere la Antler Queen e per aver messo
in moto il resto degli eventi della serie. La rivelazione del suo
status elevato nel 1996 e il senso di colpa che ne è seguito hanno
contribuito a spiegare le sue difficoltà nella vita adulta e
l’eventuale tentativo di suicidio. Pertanto, quando ha visto
l’opportunità di salvare una persona che era stata buona con lei,
ha pagato per i suoi peccati passati sacrificandosi per loro. Anche
la reazione di Misty ha parlato della sua devozione nei confronti
di Natalie. È possibile che sia stata così presa e ossessionata da
lei per tutto questo tempo perché Natalie era il suo leader.
Dove hanno mandato Lottie
adulta ?
Lottie è stata mandata in una
struttura di salute mentale nota come Whitmore nella stagione 2,
episodio 9, di Yellowjackets , a causa della sua
convinzione schiacciante che l’entità selvaggia fosse tornata e
volesse uno dei sopravvissuti. Il resto dei sopravvissuti adulti
non ha accettato di buon grado il piano di Lottie con il
fenobarbital ed era comprensibilmente preoccupato per la sua salute
mentale quando ha voluto riproporre il rituale di cannibalismo
sacrificale di Yellowjackets. Lottie ha orchestrato la
caccia e i sopravvissuti hanno chiamato una squadra di crisi per
prenderla, anche se si è rivelato troppo poco e troppo tardi. Molto
probabilmente Lottie trascorrerà la terza stagione di
Yellowjackets in una struttura di salute mentale.
Taissa ha promesso che lei e il
resto dei sopravvissuti sarebbero andati a trovare Lottie alla
Whitmore. Tuttavia, Lottie rimane convinta che il sacrificio di
Natalie abbia alimentato la natura selvaggia e che tutti ne
vedranno i risultati positivi. L’episodio 9 della seconda
stagione di Yellowjackets ha chiarito che i sopravvissuti,
in particolare Van, si sentono colpevoli della diminuzione dello
stato mentale di Lottie. I flashback della linea temporale del
1996, comprese le coercizioni di Misty, la storia di Van sulla
natura selvaggia e il fatto che Lottie non abbia mai voluto che il
rituale venisse istituito hanno evidenziato che le ragazze hanno
contribuito a rendere possibile la psicosi di Lottie e il suo
eventuale crollo da adulta.
Perché l’allenatore Ben ha dato
fuoco alla capanna dei sopravvissuti
Gli ultimi momenti della seconda
stagione di Yellowjackets , l’episodio 9, hanno visto le
ragazze fuggire mentre la loro casa nella natura bruciava, e solo
una persona non era con loro: Ben. Ben ha dato fuoco al capanno
perché era pietrificato da ciò che la squadra era diventata e li
vedeva come mostri a cui era stata tolta l’umanità. La sanità
mentale dell’allenatore Ben stava diminuendo come quella del resto
del gruppo. Tuttavia, ha chiarito fin dall’inizio che non avrebbe
oltrepassato il limite del cannibalismo e ha visto in Natalie uno
spirito affine. Purtroppo, Natalie ha respinto i suoi tentativi di
nascondersi con lui per il resto dell’inverno nella grotta di
Javi.
Tra l’assistere alla dissezione del
cadavere di Javi, il rendersi conto che l’unica persona con cui
aveva trovato un’affinità era passata al lato oscuro, le visioni
ossessionanti della vita che avrebbe potuto avere e il vedere che
la squadra si sta sacrificando l’un l’altra, Ben ne aveva
finalmente abbastanza. Credeva che la squadra fosse ormai troppo
avanti per ragionare e fermare il loro spargimento di sangue, e che
fossero diventati un vero e proprio culto cannibale capace di
violenze estreme. Per la sua sicurezza, ha deciso di bruciare il
loro capanno per impedire che la follia prosegua e presumibilmente
si nasconde nella grotta di Javi.
Il vero significato del finale
di Yellowjackets – stagione 2
L’episodio 9 della stagione 2 di
Yellowjackets è intriso di un significato molto più
profondo degli spaventi in superficie, sebbene sia anche uno
spettacolo horror efficacemente semplice. Il finale della seconda
stagione è stato una sorta di punto di svolta per i personaggi, in
quanto le rivelazioni non solo hanno risposto alle domande, ma
hanno anche posto ulteriori misteri per il futuro. Soprattutto, il
finale ha dimostrato che i giovani sopravvissuti hanno qualcosa di
speciale, che continua a perseguitarli anche nel presente. Se
Yellowjackets ha rivelato qualcosa di sé è che quasi nulla
è ciò che sembra.
Come Yellowjackets – stagione 2
ci prepara alla Stagione 3
L’episodio 9 della seconda stagione
di Yellowjackets ha dato vita a numerosi fili della trama della
terza stagione e a una serie di nuovi misteri. Innanzitutto, i
sopravvissuti adulti dovranno affrontare le conseguenze del
sacrificio e della morte di Natalie. Misty sembrava inconsolabile
per il suo ruolo nella vicenda e, sebbene la terza stagione
dovrebbe vedere lei e Walter in una relazione romantica, dovrà
lottare con qualcosa che non ha mai fatto prima: il senso di colpa.
La
terza stagione vedrà anche Natalie nel passato come nuova
leader del gruppo e la sua discesa per diventare la “Regina delle
corna” degli Yellowjackets. Il finale ha lasciato intendere che
Shauna è gelosa del fatto che Natalie sia diventata la leader,
quindi questo aspetto entrerà sicuramente in gioco.
Il culto di Lottie adulta sarà
probabilmente sciolto ora che si trova in una struttura
psichiatrica e probabilmente riceverà la visita di Taissa, affetta
da sonnambulismo. La
terza stagione di Yellowjackets potrebbe finalmente
vedere un po’ di pace in casa Sadecki, dato che Walter si è
occupato delle indagini su Adam Martin. Tuttavia, le cose si
scalderanno notevolmente nel 1996 con l’incendio della baita. I
sopravvissuti adolescenti potrebbero scoprire che è stato Ben ad
accendere il fuoco, dato che è l’unico a non essere presente, ma
dovranno comunque trovare una nuova casa. Speriamo che non trovino
Ben nascosto nel nascondiglio di Javi, in modo che possa
sopravvivere un altro giorno a
Yellowjackets.
Una vicenda kafkiana è quel tipo
situazione paradossale e in genere angosciante, che viene accettata
come status quo, implicando l’impossibilità di qualunque
reazione tanto sul piano pratico quanto su quello psicologico. Tale
meccanismo si ritrova alla base di tanti film, che giocano proprio
con l’apparente illogicità di alcune vicende da cui sembra non
poterci essere via di fuga. Un film che recentemente ha proposto a
partire da tali basi un racconto thriller con elementi di da
spy movie è Beckett, diretto nel
2021 dall’italiano Ferdinando Cito
Filomarino, qui al suo secondo lungometraggio nonché
il primo girato in lingua inglese.
Partendo da una propria idea
originale, il regista ha infatti sviluppato una storia che,
svolgendosi in mezzo a degli sconvolgimenti politici in Grecia, dà
vita ad una forsennata caccia all’uomo durante la quale continuano
ad emergere realtà impensabili. Un’opera di genere dunque che sa
come intrattenere, stupire e sollevare riflessioni. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla spiegazione del
finale. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama e il cast di Beckett
In Beckett si racconta la
storia di un turista americano che durante una vacanza in Grecia
con la moglie April rimane coinvolto in un
grave incidente. Beckett, questo il nome del
turista, non immagina che questo sinistro diverrà per lui un vero
incubo, perché da questo momento in poi si ritrova nel mirino di
una vera e propria caccia all’uomo. L’unica cosa che può fare è
fuggire per cercare di sopravvivere e tentare di raggiungere
l’ambasciata americana, sita nella parte opposta del paese. Mentre
la tensione sale e i disordini politici aumentano, Beckett si
ritrova sempre più al centro di fitta una rete di cospirazioni.,
dalla quale sembra impossibilitato a uscire.
Ad interpretare il protagonista,
Beckett, vi è l’attore John David
Washington, divenuto celebre grazie al film
BlackKklansman e poi con
Tenet e Malcolm & Marie.
L’attore Boyd Holbrook
interpreta Stephen Tynan, impiegato dell’ambasciata americana ad
Atene, mentre la premio Oscar Alicia Vikander
è April, moglie di Beckett. L’attrice Vicky
Krieps, nota per il film Il filo nascosto, interpreta Lena, un’attivista
politica tedesca in Grecia. È poi presente l’attore Michael
Stuhlbarg nel ruolo del padri di April, mentre
Panos Koronis ricopre il ruolo dell’agente
Xenakis, un ufficiale di polizia greco corrotto e Lena
Kitsopoulou quello di una donna che lavora con Xenakis per
dare la caccia a Beckett.
La spiegazione del finale
Beckett – un nome che non può che
far pensare a quello del drammaturgo premio Nobel Samuel
Beckett, celebre per il suo Teatro dell’Assurdo
(come assurda è la situazione in cui il protagonista del film si
caccia) – si scopre dunque essere finito suo malgrado al centro di
un incubo kafkiano, dal quale non sembra esserci scampo né
possibilità di sapere di cosa realmente egli è accusato. Beckett,
dunque, è l’uomo comune che diventa vittima di una più grande
cospirazione politica. Alla fine del film, infatti, egli è ormai un
eroe tragico, la cui colpa è stata quella di trovarsi nel posto
sbagliato al momento sbagliato. Nel corso della storia si viene
infatti a sapere che le persone che inseguono Beckett sono le
stesse persone che inseguono Karras, il candidato della sinistra
alle elezioni, di cui hanno rapito il nipote.
Quando Beckett scopre che il
rapimento del bambino è politicamente motivato, chiede allora a due
attiviste di essere portato ad Atene dove può fornire informazioni
sul ragazzo scomparso, da lui casualmente incontrato durante
l’incidente. Durante il viaggio, l’auto viene però fermata a un
controllo della polizia, quindi Beckett si ritira e prende un
treno. Riesce così a raggiungere l’ambasciata americana ad Atene,
ma viene fermato all’ultimo minuto da un agente, Steven Tynan. Si
scopre a quel punto che il politico liberale è stato ucciso, e il
ragazzo rimane nelle mani degli estremisti di estrema destra.
Mentre fino ad allora si è creduto che il rapimento fosse
politicamente motivato, si scopre infine che il politico era
profondamente indebitato.
Beckett era dunque solo un capro
espiatorio. Era stato pianificato di incolpare lui del rapimento
per coprire ciò che stava realmente accadendo. Motivato
dall’ingiustizia che si sta perpetrando, Beckett si lancia in
modalità eroe, riuscendo infine a trovare e salvare il bambino.
Riesce così a riportare equilibrio in quella vicenda e riabilitare
la propria persona, venendo dunque lasciato libero di andare dalle
autorità. Il finale ha però un che di profondamente amaro in quanto
Beckett, guardandosi il palmo, nota un cuore che April aveva
disegnato sulla sua mano prima dell’incidente. L’uomo ha dunque
finalmente il tempo di riflettere sull’incidente, sulla perdita
della donna amata e sul fatto che sarebbe dovuto morire lui invece
di lei.
Tuttavia, Beckett ha anche
guadagnato la consapevolezza che può continuare a vivere senza
April. Essendo sopravvissuto a un evento molto più grande di lui,
ha ora trovato un significato nell’essere sopravvissuto
all’incidente. Sebbene convinto che sarebbe dovuto morire lui,
uscendone indenne Beckett è stato in grado di cogliere l’occasione
per salvare qualcun altro. Se fosse morto, probabilmente sarebbe
morto anche il bambino rapito. Dopo essere riuscito in ciò, capisce
che la sua vita può ancora avere uno scopo. Anche se sarà per
sempre sconvolto per la perdita di April, vedere il cuore dal
lei disegnato sul suo palmo, gli permette di sviluppare la
convinzione che, in un modo o nell’altro, lei sarà sempre con
lui.
Il trailer di
Beckett e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di
Beckett grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Netflix e Rai Play. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di mercoledì 22 gennaio alle ore
21:10 sul canale Rai Movie.
Dopo un primo trailer rilasciato a
settembre, ecco finalmente arrivare un secondo trailer ufficiale di
Mickey
17del regista premio
Oscar per ParasiteBong
Joon-ho, che offre un ulteriore sguardo deliziosamente
bizzarro al prossimo film di fantascienza del regista e con
protagonista la star di The
Batman, Robert Pattinson, qui nel ruolo principale di
un impiegato usa e getta che viene ripetutamente ucciso e clonato,
durante uno sforzo per colonizzare un misterioso nuovo mondo di
ghiaccio.
Il film è prodotto da Dede Gardner
(premio Oscar per “Moonlight”, “12 anni schiavo”), Jeremy Kleiner
(premio Oscar per “Moonlight”, “12 anni schiavo”), Bong Joon Ho e
Dooho Choi (“Okja”, “Snowpiercer”). È basato sul romanzo Mickey 7
di Edward Ashton. I produttori esecutivi sono Brad Pitt, Jesse
Ehrman, Peter Dodd e Marianne Jenkins. Il direttore della
fotografia è Darius Khondji (nomination all’Oscar per “Bardo:
Cronaca falsa di una manciata di verità”, ‘Okja’). La production
designer è Fiona Crombie (nomination all’Oscar per “The Favourite”,
“Crudelia”). Il montaggio è affidato a Yang Jinmo (nomination
all’Oscar per “Parasite”,
“Okja”). Il supervisore degli effetti visivi è Dan Glass
(“Fantastic Beasts: I segreti di Silente”, ”Fast & Furious
Presents: Hobbs & Shaw”). La costumista è Catherine George (“Okja”,
“Snowpiercer”).
Prima di trionfare agli Oscar con
La forma
dell’acqua, nel 2015 il regista Guillermo
Del Toro aveva realizzato il film Crimson
Peak (qui la recensione),
ispirato a titoli horror come Il presagio, L’esorcista e Shining, con cui l’autore messicano è cresciuto e si è
formato. La sceneggiatura venne da lui scritta successivamente alla
distribuzione di Il labirinto del
fauno, ma per anni la sua realizzazione fu
rimandata per via di altri impegni sopraggiunti. Ciò permise a Del
Toro di rimaneggiarla continuamente, arrivando fino all’undicesima
riscrittura.
Con l’interessamento della Legendary
Pictures, il film riuscì infine a prendere forma, ottenendo buoni
riscontri di critica e di box office, arrivando ad incassare
complessivamente nel mondo circa 74 milioni di dollari.
Crimson Peak venne in particolare lodato per la
bellezza delle sue cupe scenografie, per le interpretazioni dei
protagonisti e per la regia di Del Toro stesso, capace di
spaventare lo spettatore senza ricorrere a facili trucchi. Del Toro
ha inoltre dichiarato di aver avuto una prima ispirazione per il
film in seguito ad un evento a lui realmente accaduto.
Mentre si trovava in Nuova Zelanda
per visitare le location del film Lo Hobbit, il regista alloggiò in quello che
si diceva essere un hotel infestato. Durante la notte, infatti,
egli giurò di aver sentito delle grida e dei rumori, temendo che
stesse avendo luogo un omicidio. Al mattino, tuttavia, si rese
conto di essere stato l’unico ad udire tutto ciò. Questo evento gli
rimase però talmente impresso da diventare lo spunto per una nuova
storia, e nel film si può ritrovare una sequenza ispirata proprio a
tale situazione.
La storia ha inizio nel 1887, quando
la piccola Edith riceve la visita del fantasma
della madre. Questa intende avvertirla di guardarsi da Crimson
Peak. Quattordici anni dopo, Edith è un aspirante scrittrice senza
particolare successo. La sua quotidianità viene sconvolta nel
momento in cui incontra e si innamora di sir Thomas
Sharpe. La giovane, in seguito anche alla misteriosa morte
del padre, deciderà di seguirlo nella sua magione, denominata
proprio Crimson Peak. Qui vive anche la sorella di lui, lady
Lucille Sharpe, la quale non sembra vedere di buon
occhio la presenza di Edith. Il suo incontro con diversi fantasmi
la convinceranno che nella dimora si aggira qualcosa di
maligno.
A ricoprire i ruoli di Thomas Sharpe
e Edith sono gli attori Tom
Hiddleston e Mia
Wasikowska. Originariamente, tuttavia, i prescelti
erano Benedict
Cumberbatch ed Emma
Stone, i quali però abbandonarono la
produzione per via di altri impegni. Hiddleston rimase
particolarmente entusiasta della sceneggiatura, trovandola
particolarmente spaventosa. Prima di accettare il ruolo, tuttavia,
chiese la benedizione di Cumberbatch, il quale si disse lieto di
poter essere sostituito dall’amico. Crimson Peak ha
inoltre permesso a Hiddleston e alla Wasikowska di lavorare
nuovamente insieme. I due avevano infatti già condiviso la scena
per il film Solo gli amanti
sopravvivono.
Ad interpretare lady Lucille Sharpe
è invece l’attrice Jessica
Chastain, anche lei particolarmente attratta dalla
natura horror e romantica allo stesso tempo del film. Per poter
ricoprire al meglio il proprio ruolo, l’attrice si è sottoposta a
diverse settimane di allenamento fisico, con il fine di
implementare le capacità del proprio corpo e poter dar vita a
quanto richiesto dalla sceneggiatura. Ha inoltre preso lezioni di
pianoforte, così da poter suonare personalmente lo strumento
all’interno del film. Infine, fa parte del cast anche l’attore
Charlie
Hunnam, che tornò a lavorare con Del Toro dopo
l’esperienza di Pacific
Rim.
Uno tra gli elementi più apprezzati
del film è senza ombra di dubbio la gigantesca e spettrale
dimora dei fratelli Sharpe. Essendo questa il cuore del film,
nonché ciò che dà il titolo al film, Del Toro riuscì ad ottenere
che l’edificio venisse costruito da zero. Ciò gli permise di poter
dar vita a quanto da lui previsto per la messa in scena. Fu così
realizzato un imponente lavoro di scenografia, che diede vita alla
gotica magione visibile nel film. Al termine delle riprese,
tuttavia, questa venne abbattuta per far spazio all’interno del
teatro di posa in cui si trovava.
Il libro sul film
Per la promozione del film, vennero
inoltre realizzati due libri ad esso collegati. Il primo si
intitola Crimson Peak: The Art of Darkness, ed è
curato dallo stesso Del Toro in collaborazione con Mark
Salisbury. All’interno di esso sono contenuti i vari
concept art per il film, come anche retroscena, curiosità, lettere
e foto dal set. Grazie a questo è così possibile scoprire le
origini del progetto e la sua evoluzione. Il secondo libro è
Crimson Peak: The Official Movie Novelization,
scritto da Nancy Holder, la quale si è
sostanzialmente occupata di trasporre il film in romanzo,
rendendone così possibile la lettura per gli appassionati.
Il trailer italiano del film e dove
vederlo in streaming e in TV
Per gli amanti del film, o per chi
volesse vederlo per la prima volta, è possibile fruirne grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Crimson Peak è infatti
presente nel catalogo di Apple iTunes e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale, avendo così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 22 gennaio alle ore
21:15 sul canale Italia 2.
Sono ufficialmente aperte in Italia
le prevendite di Captain America: Brave New World, il nuovo
film Marvel Studios interpretato da Anthony Mackie, che torna a impugnare lo
scudo. L’atteso titolo arriverà nelle sale italiane il prossimo 12
febbraio.
Dopo aver incontrato il neoeletto
Presidente degli Stati Uniti Thaddeus Ross, interpretato da
Harrison Ford al suo debutto nel Marvel Cinematic Universe, Sam si
ritrova nel bel mezzo di un incidente internazionale. Deve scoprire
le ragioni di un efferato complotto globale prima che il vero
responsabile faccia scattare un allarme rosso in tutto il
mondo.
Il film Marvel Studios Captain America:
Brave New World è interpretato da Anthony Mackie, Danny
Ramirez, Shira Haas, Carl Lumbly, Xosha Roquemore, con Giancarlo
Esposito, Liv Tyler, Tim Blake Nelson e Harrison Ford.
Il film è diretto da Julius Onah e
prodotto da Kevin Feige e Nate Moore. Louis D’Esposito e Charles
Newirth sono gli executive producer. La sceneggiatura è firmata da
Rob Edwards, Malcolm Spellman & Dalan Musson e da Julius Onah &
Peter Glanz, mentre il soggetto da Rob Edwards, Malcolm Spellman &
Dalan Musson.
Quello che sappiamo sul
film Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New
World riprenderà da dove si è conclusa la
serie Disney+The
Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon
Sam Wilson (Anthony
Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di
Capitan America. Il regista Julius
Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha
descritto il film come un “thriller paranoico” e ha
confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake
Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva
alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreterà la cattiva
Diamondback, mentre Giancarlo Esposito sarà Sidewinder. Harrison Ford, invece, assume qui il ruolo di
Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che a quanto rivelato dal primo
trailer si trasformerà ad un certo punto nel Hulk Rosso. Nonostante
dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film
riporterà il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già
fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America.
Oltre a essere un avvincente
thriller action, Prime Target di Apple TV+
(qui
la nostra recensione) presenta anche alcuni personaggi
memorabili interpretati da talentuosi membri del cast. La serie
Apple
TV+ prodotta da Ridley Scott è una miniserie autoconclusiva di
otto episodi. Nonostante la sua durata limitata, Prime
Target sembra fare un lavoro encomiabile nello sviluppare
i suoi personaggi principali mantenendo gli spettatori agganciati
alla sua avvincente narrazione. Eccoli di seguito:
Leo Woodall nel ruolo di Edward
Brooks
Attore: nato a
Shepherd’s Bush, Londra, Leo Woodall è il
discendente dell’attrice americana Maxine Elliott.
Sebbene volesse intraprendere una carriera nello sport, ha iniziato
ad avere una propensione per la recitazione dopo aver visto
Peaky Blinders. Ha deciso di conseguire una laurea
in arti presso la Arts Educational School. Il suo debutto come
attore è avvenuto nel 2019, quando è apparso brevemente in Holby
City della BBC One. Due anni dopo, ha fatto la sua prima
apparizione cinematografica in Cherry. Da allora,
la carriera di Woodall è cresciuta, ed è ora diventato un nome
familiare per le sue interpretazioni in spettacoli come One
Day e The White Lotus.
Personaggio: il
personaggio di Leo Woodall, Edward, in Prime Target di Apple
TV+, è uno studente di matematica post-laurea. È brillante nel
suo campo di studi e determinato a trovare uno schema tra numeri
primi. Tuttavia, la sua ricerca lo porta nel mezzo di una
pericolosa cospirazione e nel mirino di molte organizzazioni
internazionali.
Quintessa Swindell nel ruolo di
Taylah Sanders
Attrice:Quintessa Swindell si identifica come non binaria
e usa i pronomi they/them. Hanno frequentato la Governor’s School
for the Arts a Norfolk, Virginia, e hanno debuttato come attrice
con la rinomata serie di formazione della HBO, Euphoria. Sebbene sia apparsa solo in un
episodio della serie della HBO, ha ottenuto un ruolo principale in
Trinkets di Netflix. La maggior parte degli spettatori la
riconoscerebbe per la sua interpretazione di Cyclone/Maxine Hunkel
nel film sui supereroi del 2022, Black Adam.
Personaggio:Quintessa Swindell interpreta Taylah Sanders in
Prime Target, che lavora per un’organizzazione chiamata NSA
(National Security Agency). Il suo lavoro come agente della NSA è
tenere d’occhio gli accademici delle migliori università. Sebbene
inizialmente tutto sembri andare bene nel suo lavoro, le cose
prendono una piega oscura quando viene coinvolta in una
cospirazione dopo aver scavato troppo a fondo nella vita personale
di un matematico.
Sidse Babett Knudsen nel ruolo
della professoressa Andrea Lavin
Attrice: nata a
Copenaghen, Sidse Babett Knudsen si è formata come
attrice al Theatre de l’Ombre di Parigi. Ha iniziato il suo
percorso di attrice interpretando ruoli a teatro in Danimarca. Ha
ottenuto il suo primo ruolo da protagonista in un lungometraggio
nella commedia del 1997 Let’s Get Lost. Negli anni
successivi, ha rafforzato il suo portfolio di attrice interpretando
una miriade di ruoli in film, come The One and Only, After the
Wedding e Borgen. Molti spettatori occidentali la riconoscerebbero
per la sua interpretazione di Theresa Cullen in
Westworld della HBO e di Elizabeth
nell’adattamento di Dan Brown del 2016 di Ron Howard,
Inferno.
Personaggio: il
personaggio di Knudsen in Prime Target, Andrea, è la moglie del
professor Mallinder. Nei momenti iniziali dello show, viene
invitata a Baghdad per indagare sulle rovine appena scoperte di
un’antica città sotterranea. Tuttavia, si rifiuta di andarci dopo
che suo marito scompare improvvisamente un giorno dopo aver
lasciato dietro di sé uno strano messaggio vocale.
David Morrissey nel ruolo del
professor Robert Mallinder
Attore: nato
nella zona di Kensington a Liverpool, David Mark Joseph
Morrissey si è appassionato alle arti performative fin da
giovanissimo. Dopo aver recitato in diverse produzioni scolastiche
nei suoi primi anni, Morrissey si è unito a una compagnia teatrale
a Wolverhampton. Sebbene abbia interpretato molti ruoli diversi
quando ha iniziato come attore, ha attirato un’immensa attenzione
per i suoi ruoli in Our Mutual Friend e Hilary and Jackie. Negli
ultimi anni, l’attore è diventato più riconoscibile per le sue
parti in film e serie, come The Walking Dead, Britannia,
Blitz e Centurion.
Personaggio:
Morrissey interpreta il professor Mallinder in Prime Target.
Inizialmente è rappresentato come un matematico affermato che vive
una vita pacifica con la moglie Andrea. È anche una guida per il
personaggio principale, Edward. Tuttavia, la sua improvvisa
scomparsa e le misteriose circostanze che la circondano diventano
un fattore scatenante per l’emozionante dramma di Apple TV+ mentre
Edward si propone di scoprire la verità sulla connessione di
Mallinder.
Cast e personaggi di supporto di
Prime Target
Fra Fee nel ruolo di Adam
Mellor: più noto per i suoi ruoli in Hawkeye e Les Misérables
del 2012, Fra Fee interpreta un barista, Adam
Mellor, che diventa l’interesse romantico di Edward.
Stephen Rea nel ruolo del
professor James Alderman: James Alderman di Stephen Rea è
un altro professore dell’università centrale nella serie. L’attore
ha ottenuto una nomination all’Oscar per il suo ruolo in The Crying
Game e un BAFTA per The Honourable Woman nel 2015.
Joseph Mydell nel ruolo del
professor Raymond Osborne: Joseph Mydell, famoso per The
Eternal Daughter e Homeland, interpreta un altro professore
universitario, Raymond Osborne, in Prime Target.
Tom Stourton nel ruolo di
Ricky Olson: Ricky di Tom Sourton è uno dei colleghi di
Taylah nella NSA. Prima di Prime Target, l’attore è apparso in film
e serie come About Time, The Spy Who Dumped Me e Daddy Issues.
Sofia Barclay nel ruolo di
Safiya Zamil: Sofia Barclay, nota per i suoi ruoli in Love
Again e Ted Lasso, interpreta una figura misteriosa, Safiya, il cui
passato è collegato a quello del professor Mallinder.
La star di Fast X: Part 2Vin Diesel condivide nuove immagini del dietro
le quinte, che rivelano il ritorno di un veicolo originale di
Fast and Furious. Il Dominic Toretto di Diesel e la sua
squadra di piloti hanno fatto molta strada dall’uscita del primo
capitolo del franchise 24 anni fa, tornando di recente in Fast
X del 2023. Ora, il franchise è destinato a
concludersi potenzialmente con l’uscita di Fast and
Furious 11, con Diesel che ha rivelato sui social
media che le riprese del film sono iniziate nel novembre dello
scorso anno.
Ora Diesel torna su
Instagram per condividere immagini e video del dietro le quinte,
apparentemente legati alla produzione di Fast and Furious 11. Il
post mostra una Chevrolet nera del 1970. Il post mostra una
Chevrolet Chevelle SS 454 nera del 1970 che viene lasciata nel
parcheggio della Universal e Diesel che la accoglie,
posando per diverse foto. Nella didascalia, Diesel definisce il
veicolo “la prima auto FAST” e afferma che “si sta
facendo la storia”. Guardate il post di Diesel qui sotto:
“Qualcosa di leggendario è appena arrivato in studio
oggi…La prima auto VELOCE è qui!Si sta facendo la storia…Se lo sapete, lo
sapete”.
Cosa significa il post di
Diesel per Fast and Furious 11
La Chevy Chevelle rossa del 1970 di
Dom appare in primo piano nel film The Fast and the
Furious del 2001, e l’auto ritorna in seguito in Fast and
Furious del 2009, dove Dom la dipinge di grigio. Nel corso del
film, tuttavia, Dom fa esplodere il veicolo per avere la meglio
durante un confronto con Fenix Calderon (Laz Alonso). Alla
fine Dom acquista un’altra Chevelle prima degli eventi di
The Fate of the Furious(2017) e
il veicolo ritorna ancora una volta in Fast X, dove Dom
rivela di aver costruito l’auto con suo figlio.
Dal momento che la Chevelle
originale di Dom è esplosa, le parole di Diesel nel suo post
sollevano alcune domande. È possibile, ad esempio, che Diesel stia
parlando in generale della marca e del modello del veicolo e del
suo legame con la storia del franchise Fast. La riverenza
che riserva al veicolo, tuttavia, suggerisce che si tratti
dell’auto del film del 2001. Ora, questo potrebbe essere per la
promozione di Fast 11, dato che il
franchise chiude il cerchio dopo
il finale di Fast X, ma potrebbe anche
significare che l’auto di Dom è in qualche modo sopravvissuta
all’esplosione.
La seconda stagione della serie
thriller d’azione di successo di NetflixThe
Night Agent arriverà presto sulla piattaforma di
streaming. Dopo la
stagione 1 di The Night Agent, la stagione 2
riprenderà proprio da dove si era interrotta l’azione. Con
Gabriel Basso nel ruolo di Peter Sutherland e Luciane Buchanan in
quello di Rose Larkin, molti dei protagonisti della prima
stagione di The Night Agent torneranno nella seconda.
Shawn Ryan (The Shield, S.W.A.T.) torna come showrunner di The
Night Agent, basato sull’omonimo libro scritto da Matthew
Quirk, autore di bestseller del New York Times.
La stagione 1 di The
Night Agent ha riscosso un enorme successo su Netflix,
entrando nella top 15 delle serie Netflix più viste di
tutti i tempi con oltre 515 milioni di ore di visione nei
primi 28 giorni. La stagione 1 di The Night
Agent arriva quasi due anni dopo il rilascio della
stagione 1 nella sua interezza, il 23 marzo 2023. Netflix ha già
confermato che la
terza stagione di The Night Agent è
in fase di sviluppo, con il ritorno di Basso. Basso, che di recente
è apparso nel dramma legale Juror #2 di Clint Eastwood, è anche impegnato in un
prossimo thriller senza titolo di Kathryn Bigelow ambientato alla
Casa Bianca.
La stagione 2 di
The Night Agent esce alle 12:01 PT di
giovedì 23 gennaio 2025 su Netflix
Uscirà alle 3:01 AM ora
orientale
La stagione 2 di The Night Agent
uscirà su Netflix alle 12:01 ora del Pacifico il 23 gennaio 2025.
Ciò significa che la serie non sarà disponibile in
streaming su Netflix sulla costa orientale fino alle 3:01
dello stesso giorno. Gli spettatori con l’ora centrale degli Stati
Uniti potranno iniziare a guardare la serie in streaming alle 2:01
del 23 gennaio 2025, mentre gli spettatori con l’ora di montagna
potranno iniziare a guardare la serie un’ora prima, all’1:01 del
mattino.
Inoltre, gli spettatori dell’Alaska
potranno accedere alla stagione 2 di The Night Agent su Netflix
alle 23:01 del 22 gennaio 2025, mentre gli spettatori delle Hawaii
potranno guardare la serie a partire dalle 22:01 dello stesso
giorno. Gli spettatori del Regno Unito dovranno aspettare
le 8:01 del 23 gennaio 2025, ora di Greenwich. Come per la
stagione 1 di The Night Agent, tutti gli episodi della stagione
2 di The Night Agent verranno rilasciati nello stesso momento.
Quanti sono gli episodi di The
Night Agent stagione 2?
Ci saranno 10 episodi totali,
proprio come la stagione 1.
Proprio come The Night
Agent stagione 1, The Night Agent stagione 2 sarà
composta da un totale di 10 episodi. Ogni episodio della stagione 1
di The Night Agent durava tra i 45 e i 56 minuti, quindi
aspettatevi una struttura simile per la stagione 2 di The Night
Agent . La durata complessiva di The Night Agent
stagione 1 è di 488 minuti, ovvero 8 ore e 8 minuti. Ogni
episodio ha quindi una durata media di 48 minuti e 48
secondi. Con la terza stagione di The Night Agent
già in lavorazione, la seconda stagione di The Night
Agent dovrebbe rispondere ad alcune domande rimaste
in sospeso nella prima stagione e preparare l’azione che verrà.
Dopo aver lasciato un enorme
cliffhanger nel finale della seconda stagione (chi è incinta?!),
Harlem di
Prime Video tornerà ufficialmente per la terza
stagione. Creata da Tracy Oliver, la serie segue quattro migliori
amiche (interpretate da Meagan Good, Grace Byers, Jerrie
Johnson e Shoniqua Shandai) mentre affrontano storie
d’amore, carriere e complicati rapporti familiari. Questa nuova
stagione promette molto di più, con colpi di scena ancora più
drammatici e momenti da sbellicarsi dalle risate.
Anche se Harlem
tornerà finalmente sui nostri schermi questo mese, l’imminente
terza stagione sarà l’ultima dello show. Oliver ha spiegato come si
è arrivati a questa difficile decisione: “La televisione
continua a evolversi e ci troviamo in un clima diverso da quello
del 2018, quando ho venduto lo show per la prima volta. Siamo stati
colpiti da diversi contrattempi, tra cui l’interruzione di una
pandemia nel bel mezzo della produzione e uno sciopero e,
onestamente, sopravvivere a tutto questo è già una grande
fortuna”, racconta in esclusiva a ELLE.com. “Detto questo, se
fosse per me continuerei per molte altre stagioni. Ma sapendo che
questa era la fine, l’ho affrontata pensando a questo. Volevo che
le storie di tutti fossero soddisfacenti, anche se non era quello
che il pubblico si aspettava”.
Anche se le notizie sul finale sono
sconvolgenti, Oliver esce dalla serie con qualche considerazione
positiva.
“Harlem mi ha
restituito la fiducia in questo settore e ha affermato che è
possibile lavorare in un ambiente positivo e amorevole”, ha
dichiarato via e-mail. “Per i nostri protagonisti è stata
un’esperienza spirituale. Li ho visti pregare l’uno per l’altro nel
corso degli anni, quando tutti noi abbiamo incontrato difficoltà
personali. La loro amicizia, il rispetto che hanno l’uno per
l’altro, per me, sono reali. Voglio molto bene a loro e alla
troupe. E abbiamo sentito l’amore ad Harlem mentre
eravamo lì. È per questo che faccio quello che faccio. Voglio
creare spazi sicuri per le persone che vogliono fare ciò che
amano”.
Per quanto riguarda ciò che i fan
possono aspettarsi dalla prossima stagione, l’attrice aggiunge:
“Spero che vedano la crescita di tutti i nostri personaggi dalla
prima stagione a oggi. Se la si guarda dal pilot al finale, tutto
si ripaga in modo meraviglioso”.
Ecco cosa sappiamo finora della
terza stagione di Harlem, che
porterà anche alcuni volti nuovi nel mix.
Di cosa parlerà la terza stagione
di Harlem?
“La terza stagione è incentrata sul
fatto che le nostre donne sono costrette a crescere e a evolversi
verso la fase successiva della vita, con o senza una mappa su come
farlo”, spiega Oliver. “Si tratta di crescere e di fare scelte
difficili da adulte, mentre si soffre per la versione fantastica
della nostra vita che volevamo quando eravamo più giovani. Volevo
esplorare quelle grandi decisioni che io stessa e molte altre donne
sono costrette ad esplorare, come la maternità, quando si raggiunge
un’età in cui si deve decidere cosa si vuole anche se tutte le
altre cose (carriera, partner, ecc.) non sono ancora esattamente
allineate”.
Il trailer, presentato in esclusiva
qui, ci dà un assaggio di ciò che accadrà. Camille scopre che Ian
bacia una nuova donna, Portia (interpretata da Logan Browning), con
grande sorpresa sua e dei suoi amici. Angie ottiene un ruolo in
Girls Trip: The Musical (un richiamo a uno dei film
di Oliver). Tye sta trovando l’amore, così come Quinn, che si sta
legando a uno dei clienti che sta acconciando.
Foto di Emily V Aragones
Ma non sappiamo
ancora chi sia incinta: un filmato mostra un
ginecologo che dice al gruppo di amici: “State benissimo, e anche
il vostro bambino”. Sembra che dovremo guardare la nuova stagione
per scoprire chi è la futura mamma. Una cosa è certa? Whoopi
Goldberg tornerà.
Oliver lascia intendere con cautela
che tutte e quattro le donne saranno “costrette a prendere una
decisione entro la fine della stagione”.
Quando uscirà la terza stagione di
Harlem ?
La terza stagione di
Harlem sarà trasmessa in anteprima mondiale il 23
gennaio, in esclusiva su Prime Video. I nuovi episodi usciranno
ogni settimana.
Dal 20 febbraio con
Lucky Red e BIM, rappresentante della Germania
agli Oscar 2025 e vincitore del premio speciale della Giuria al
festival
di Cannes 2024, Il Seme del Fico Sacro è il
nuovo film di Mohammad Rasoulof (Il
male non esiste), scappato dall’Iran dopo averlo
girato clandestinamente.
In occasione della presentazione del
film a Roma, il regista ha raccontato la particolare genesi del
film che fotografa, con grande lucidità e precisione, la situazione
sociale e politica dell’Iran contemporaneo. Come Jafar
Panahi, anche Rasoulof ormai è un esperto del “cinema in
remoto”, dal momento che non può fisicamente tornare in Iran ma ha
intenzione di continuare a raccontarne le
difficoltà. Come si continua a raccontare da lontano
il posto che ha lasciato?
Gli ultimi 46 anni della
storia dell’Iran, dall’avvento della Repubblica Iraniana, sono
pieni di eventi difficili che non sono stati ancora raccontati. Per
esempio durante i primi tempi della Repubblica, sono state
brutalmente uccise migliaia di persone e nessuno è ancora riuscito
a raccontarlo, quindi c’è un passato pieno di storie affascinanti e
terribili che è possibile raccontate. Circa 5 anni fa, quando ero
bloccato a Teheran, non avevo il passaporto e non potevo lasciare
il paese né girare per strada ho pensato di fare un film basandomi
su degli archivi con l’animazione.
Oggi, il mondo è
interconnesso grazie ai social e ci sono molti artisti iraniani in
esilio sin dall’inizio della repubblica. Questo mi dà speranza,
penso ci sia la possibilità di raccontare queste storie che possono
essere un punto di incontro la tra vita vera in Iran oggi e
questa realtà interconnessa al passo con il resto del
mondo.
Ci sono progetti concreti
sui suoi prossimi lavori?
Riguardo ai progetti
futuri, ho tre sceneggiature in mano che vorrei trasformare in
film, ma visto che sto promuovendo Il seme del Fico
Sacro e da quando ho lasciato l’Iran non mi sono fermato
un attimo, sto aspettando l’occasione buona e non vedo l’ora di
capire da dove cominciare, quale delle tre realizzare per
prima.
Ci sono state delle
ritorsioni su chi ha realizzato il film ed è rimasto a
Teheran?
Per quanto riguarda i
miei collaboratori, al momento l’unica che è in Iran e l’interprete
della madre, Soheila Golestani, gli altri sono riusciti a scappare
e lasciare il paese. La maggior parte della troupe che è ancora lì.
C’è un processo giudiziale in corso al momento, siamo accusati di
propaganda contro il regime, attentato contro la sicurezza pubblica
e diffusione della prostituzione e della corruzione sulla Terra. Io
verrò processato e giudicato in contumacia. Soheila ha già dovuto
passare dei giorni in prigione all’inizio della rivolta
Donna Vita Libertà, per un video che aveva
condiviso sui social. Quando l’abbiamo approcciata per il ruolo, ci
ha detto subito di sì.
Mohammad Rasoulof
è stato arrestato due volte, e tenuto nello stesso carcere in cui è
stata trattenuta Cecilia Sala.
Innanzitutto vorrei
commendare Cecilia per essersi presa il rischio di andare in Iran
di persona, per raccontare la condizione delle donne oggi. Io ho
passato due periodi nella stessa prigione e posso ben immaginare
cosa sia stato per lei. Penso che per un europeo sia ancora più
complicato, perché non è preparato a quel tipo di dinamiche come
qualcuno che, come me, è nato e cresciuto in Iran.
Nel film, ho provato a
raccontare quello che avviene in prigione di riflesso nella
dimensione della famiglia, portando così a un pubblico più ampio
questa mia esperienza personale.
Il film è
costellato da inserti di video ripresi con il cellulare, video
degli scontri e delle proteste, come le ha inserite e come le ha
raccolte?
Come sapete il
giornalismo in Iran è un mestiere difficile, non è permesso ai
giornalisti documentare le proteste. Così sono i cittadini
manifestanti che diventano testimoni e filmano quello che succede,
per testimoniare a loro volta, e anche per far arrivare all’estero
la violenza del regime su chi si espone.
Io ero in prigione da
vari mesi quando sono cominciate le proteste del movimento
Donna Vita Libertà e provare a capire cosa
succedeva dal carcere era impossibile, così quando sono uscito ho
cercato di recuperare tutto il materiale e i video che non avevo
potuto vedere mentre ero dentro, in questo modo ho avuto la
possibilità di vederne moltissimi. Poi sapevo che avrei fatto un
film clandestino e c’era il problema di dover ricreare le proteste
senza avere i permessi per girare il film, ambientato
principalmente in un piccolo appartamento. Infine, mi pareva
importante anche riconoscere il ruolo dei social nel rendere più
forti e coesi gli attivisti e nel dare loro coraggio e voglia di
scendere in piazza. Ma in un mondo ideale in cui potevo ricreare
quelle scene sapevo che non avrei mai potuto replicare quella
violenza. Così ho pensato di inserire quelle scene riprese dal
vivo.
Cosa pensa che accadrà in
futuro in Iran?
Non credo che la
liberazione passi per la violenza e la caratteristica più
importante della rivolta delle donne è proprio perché rigetta la
violenza. Nel finale del film si può vedere che l’unico violenza
che si verifica è una reazione, è generata dal regime, che si
confronta con persone che non sono certo passive. Credo che alla
fine il regime annegherà, sprofonderà nella tomba che si è scavato
da solo. E l’esempio ce lo dà la cronaca: qualche giorno fa due dei
più famigerati giudici iraniani, che hanno eseguito un sacco di
condanne e hanno messo a morte moltissime persone innocenti, sono
stati uccisi da un ufficiale di basso rango. Lo ha raccontato anche
la tv iraniana, e non possiamo sapere quali siano i fatti reali
perché non c’è mai una narrazione veritiera con la tv di stato, ma
se le cose sono andate davvero così, questo dimostra che chi semina
vento raccoglie tempesta.
C’è differenza tra il modo
di protestare degli uomini e quello delle donne?
La lotta per i diritti
delle donne ha radici molto antiche e questa rivolta nata nel 2022,
Donna Vota Libertà, è solo l’ultimo anello in una lunga catena. Ci
tengo a sottolinearne che questa rivolta non porta avanti solo
richieste per i diritti delle donne, ma richieste per i diritti
umani in senso ampio. E non ci sono solo donne a protestare in
maniera non violenta, ma anche uomini, ci sono anche io. E quello
che sta succedendo adesso è che c’è un movimento civile per
cambiare la situazione a vantaggio dei cittadini, in un modo
assolutamente pacifico, per quanto possibile. Se ne vedono già i
successi. La situazione attuale in Iran vede una guerra quotidiana
che va avanti tra la società civile da una parte e la Repubblica
Iraniana.
Cosa succede quando il folklore
prende vita? Ebbene, questo è più o meno il tema di Bagman.
Per quanto la trama possa sembrare interessante, l’esecuzione è
blanda e il finale è prevedibile. Il genere horror ha così tante
possibilità che è un peccato che non vengano esplorate al massimo
delle loro potenzialità.
Bagman si basa su un
folklore che ha molteplici versioni. Secondo la leggenda, un uomo
con una borsa dava la caccia ai bambini e, mentre la maggior parte
dei portaborse o entità simili rapivano i cattivi, ce n’era uno che
dava la caccia ai bambini buoni. Quando Patrick McKee era piccolo,
suo padre gli raccontò la storia del Bagman. Sebbene Patrick
pensasse che si trattasse solo di una storia di fantasia, il padre
di Patrick gli disse sempre che era quanto di più reale potesse
esistere.
Perché il Bagman perseguitava
Patrick e la sua famiglia?
Patrick ha sempre avuto una mente
creativa. Gli piaceva intagliare giocattoli di legno e, anche da
adulto, aveva progetti di passione che sperava disperatamente
potessero decollare. Purtroppo, però, i progetti si traducevano in
prestiti in sospeso e bollette non pagate. Patrick non aveva altra
scelta che trasferirsi a casa della madre con la moglie e il
figlio. Suo fratello Liam gli aveva consigliato di aiutarlo con
l’attività che aveva ereditato dopo la morte del padre.
Le continue e-mail di rifiuto
tenevano Patrick sveglio di notte e per la frustrazione aveva rotto
il suo piccolo coltello da intaglio. Patrick aveva già sentito
strani rumori dopo essersi trasferito a casa dei suoi genitori, ma
dal momento in cui ha rotto il coltello le cose sono diventate
ancora più strane. Sentì suo figlio Jake parlare con una persona
che chiamava Dolly e poi sentì degli strani rumori proprio fuori
dalla sua finestra, come se qualcuno stesse aprendo e chiudendo un
borsone. Patrick uscì coraggiosamente con una mazza da baseball, ma
non riuscì a trovare il colpevole.
Il giorno dopo, la polizia cercò in
tutta la casa, ma non trovò nulla di significativo, a parte i
vecchi giocattoli di legno che Patrick aveva costruito da bambino.
Patrick fu sorpreso quando trovò nel bidone della spazzatura un
vecchio gufo che aveva fatto da bambino. Patrick ricordava di aver
perso il gufo quando da piccolo aveva visitato la miniera
abbandonata con Liam.
Mentre Liam implorava Patrick di
tornare a casa, lui rimase affascinato nel vedere un albero di
prugne selvatiche e si mise a portarne a casa un ramo. Mentre
Patrick cercava di afferrare un ramo, sentì un uomo arrivare alle
sue spalle e tagliargli una ciocca di capelli. Quel giorno Patrick
aveva con sé il gufo e si ricordava di averlo perso.
Il finale di Bagman rende
estremamente evidente che il Bagman non stava cercando Jake, come
sembrava, ma stava cercando Patrick. Secondo il folklore, il Bagman
non ha mai rinunciato ai bambini che prendeva di mira. Sapeva
sempre dove trovarli e l’unico modo per tenere lontano il Boscaiolo
era aggrapparsi a qualcosa che un bambino amava. Quando la storia
del Bagman teneva Patrick sveglio di notte, suo padre gli
consigliava di tenere vicino a sé qualcosa che amava, perché si
credeva che l’amore di un bambino fosse più forte della sua paura,
e l’amore teneva lontano l’astuto Bagman.
Così, da bambino, Patrick si
aggrappò al suo coltellino da intaglio e, non appena lo ruppe, il
Bagman tornò a perseguitarlo. Il Bagman non ha mai rinunciato a
Patrick; ha semplicemente aspettato il momento giusto. Mentre
all’inizio sembrava che Patrick stesse proiettando i suoi ricordi
d’infanzia su qualcosa di reale – un estraneo che entrava in casa
loro – con il procedere del film abbiamo scoperto che Patrick non
stava sognando o immaginando le cose: era tutto reale.
Patrick ha protetto
Jake?
Le cose sono diventate fin troppo
reali quando Anna, la sorella di Karina, è stata attaccata dal
Bagman. Quella sera si era occupata di Jake, in modo che Patrick e
Karina potessero trascorrere un po’ di tempo da soli. Ma non
immaginava che un uomo dall’aspetto malvagio sarebbe entrato in
casa sua per portarle via Jake. Fortunatamente, il portiere Angelo
è intervenuto e Anna e Jake sono stati salvati. Dopo aver parlato
con il poliziotto che si occupa del caso, Patrick scopre che la
ferita sul viso di Anna è simile a quella su cui la polizia aveva
indagato quattro anni prima. Il padre di una ragazza aveva sofferto
di sintomi simili: paralisi temporanea e perdita della parola.
(Nella primissima scena del film, abbiamo visto l’uomo dall’aspetto
malvagio portare via la ragazza, mentre il padre giaceva sul
pavimento, incapace di muoversi). Patrick sapeva che era opera del
Bagman.
Quella notte, quando Patrick andò a
dormire, sentì un rumore provenire dalla stanza di Jake. Si rese
conto che il Bagman aveva già paralizzato Liam e sua moglie e aveva
infilato Jake nel suo borsone. Patrick seguì il Bagman nella sua
tana. Trovò il borsone, ma sorprendentemente Jake non era dentro.
Invece, ha trovato un giocattolo che riproduceva l’audio della voce
di Jake. Patrick si rese conto che il Bagman non aveva mai dato la
caccia a Jake; era lui l’obiettivo. A casa, quando Karina trovò
Jake addormentato nel suo lettino, capì che il Bagman aveva
attirato Patrick nella sua tana. Patrick era pronto ad affrontare
il Bagman una volta per tutte. Era pronto a sacrificarsi per
rendere l’infanzia di suo figlio facile e felice.
Cosa accadde a
Patrick?
Patrick affrontò il Bagman e rimase
immediatamente paralizzato. Vedendo il Bagman proprio di fronte a
lui, gli tornò in mente quello che gli aveva detto suo padre: il
Bagman avrebbe sempre trovato la sua vittima e non avrebbe avuto
pace finché non l’avesse gettata sulle sue spalle gridando aiuto.
Il Bagman gli mostrò il suo coltello rotto per aiutare Patrick a
capire perché era stato attaccato all’improvviso. Il Bagman gli
mostrò anche il flauto di Jake, suggerendogli che un giorno suo
figlio sarebbe stato portato a forza nella tana perché il Bagman se
ne nutrisse. Patrick sapeva di aver fatto del suo meglio per
proteggere suo figlio e, anche se riusciva a malapena a muoversi,
riuscì ad afferrare il coltello e lo usò per pugnalare il Bagman.
Il Bagman sanguinò e gradualmente scomparve.
Patrick si aggrappò al flauto di
Jake e cercò di strisciare fuori dalla tana. Era quasi in procinto
di uscire e finalmente riusciva a camminare quando il Bagman tornò
all’improvviso. Nel finale del Bagman, Patrick gettò il
flauto all’ingresso dell’edificio, sperando che la sua famiglia lo
trovasse. Poteva già sentire la sirena della polizia e sapeva che
erano in zona. Il Bagman afferrò Patrick e, anche se Patrick
pensava di riuscire a combattere il mostro, il Bagman si rivelò
estremamente potente. Ha attorcigliato Patrick e lo ha costretto a
entrare nel borsone. Anche se Patrick cercò di resistere, alla fine
si arrese. La caccia del Bagman era finalmente terminata, con
Patrick nel suo borsone.
Possiamo aspettarci un
seguito?
Karina sapeva che Patrick era
vicino quando ha trovato il flauto macchiato di sangue. Purtroppo,
però, la polizia non è riuscita ad accedere alla tana e la ricerca
si è conclusa. Karina pensava che il Bagman avesse preso suo marito
e che non sarebbe mai tornato. Credeva che, dopo che Patrick si era
sacrificato per proteggere Jake, fosse sua responsabilità
assicurarsi che Jake rimanesse in un luogo sicuro. Impacchettò
tutte le loro cose e lasciò la casa dei genitori di Jake.
Nel finale di Bagman,
Karina istruisce Jake a tenere sempre il flauto. Gli disse che
l’amore di un bambino era magico e che quindi la cosa che amava di
più lo avrebbe protetto per tutta la vita. Karina credeva
fermamente che il Bagman sarebbe tornato a perseguitare suo figlio.
Jake aveva visto il Bagman troppe volte ed era stato attaccato più
volte. L’unico modo per proteggere Jake era fare in modo che il
flauto rimanesse sempre al suo fianco. Il flauto gli avrebbe anche
ricordato il padre e l’estremo sacrificio che aveva fatto per
proteggere Jake.
Possiamo aspettarci un sequel
incentrato su Karina e Jake o solo su Jake da adulto. Ha perso il
padre a causa di Bagman, quindi è naturale aspettarsi che sia
curioso e che trovi un modo per affrontare il mostro. Bagman come
metafora sarebbe stato interessante, ma il film prende la strada
letterale. Portando via tutti i bravi ragazzi, Bagman voleva forse
costruire un mondo di malvagi e, per il momento, sembra esserci
riuscito. È un po’ strano che Bagman abbia iniziato a perseguitare
Patrick dopo il suo ritorno alla casa dei genitori.
Patrick portava sempre con sé il
suo coltellino ovunque andasse? Mi sembra un po’ troppo
inverosimile. Ma credo che la logica abbia lasciato la stanza molto
tempo fa. Il modo alternativo di interpretare l’attacco improvviso
è che forse Patrick, rinunciando al suo sogno d’infanzia di
costruire un prodotto proprio, si è sentito come se il mostro
dell’infanzia che minacciava di portare via i bambini creativi
fosse tornato per strappargli la scintilla creativa. Ma anche in
questo caso, alla fine tutto ha preso una piega letterale.
Horizon: An American Saga –
Capitolo 2 riceve un aggiornamento sulla release da
Isabelle Fuhrman. Il sequel della serie di film
western epici di
Kevin Costnerera originariamente previsto per
il 16 agosto 2024, prima che la Warner Bros.
lo togliesse dal calendario delle uscite. Dopo il debutto alla
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia, Horizon: An American Saga – Capitolo
2 è stato recensito in maniera negativa, il che non
fa ben sperare dopo gli scarsi risultati al botteghino e la scarsa
accoglienza del primo film.
Parlando con ScreenRant
del suo nuovo film Wish You Were Here,Fuhrman ha
detto di essere convinta che Horizon: An American Saga – Capitolo
2 uscirà presto. Ha chiarito che non
le è stata comunicata una data di uscita confermata e che spesso
gli attori non vengono informati in anticipo di tali informazioni.
Fuhrman ha anche sottolineato quanto sia stato significativo vedere
Horizon: An American Saga – Capitolo 2 alla
Mostra del Cinema di Venezia insieme al pubblico e ha espresso il
suo entusiasmo per l’imminente uscita del film. Guardate i suoi
commenti qui sotto:
Credo che arriverà molto
presto.Credo che stiano facendo un po’ di confusione, ma in
realtà, per ora, non ho ancora sentito nulla.Gli attori di
solito sono gli ultimi a sapere queste cose.Ma sono stato
molto fortunato perché abbiamo avuto l’anteprima a Venezia e
l’abbiamo vista con il pubblico.Era la prima volta che
vedevo il film ed è stato fantastico.Non vedo l’ora che la
gente lo veda, ma questo film, per me, è così eccitante che Wish
You Were Here stia per uscire, perché è un film in cui sento che
tutti noi abbiamo messo così tanto cuore e passione.
Cosa significa per
Horizon: An American Saga – Capitolo 2
Anche se Fuhrman non è a conoscenza
di una data di uscita confermata, il suo è un aggiornamento pieno
di speranza. Nonostante le tre ore di durata del film, il finale di
Horizon: An American Saga – Capitolo 1 è in
gran parte un’anticipazione del secondo capitolo del franchise
western di Costner. Le storie di Diamond Kittredge
(Fuhrman), Hayes Ellison (Costner) e degli altri personaggi devono
ancora essere continuate e richiedono una conclusione che
deve ancora arrivare ma che è attesa in Horizon:Capitolo 2.
L’aggiornamento di Fuhrman
si spera significhi che Horizon: An American Saga –
Capitolo 2 uscirà nel 2025. Dato che
il film è già finito, se non dovesse uscire nel 2025, ciò potrebbe
mettere a rischio l’intero futuro del franchise dopo l’inizio della
produzione del terzo capitolo e lo sviluppo del
quarto. Come dimostrano i commenti entusiasti di Fuhrman,
Costner non è l’unico ad apprezzare l’uscita del franchise nelle
sale cinematografiche, ma la sua visione di un’uscita di tutti e
quattro i film nelle sale rimane incerta.
Lo showrunner di The
Night Agent anticipa una diversa storyline di
Peter e Rose nella seconda stagione, in arrivo giovedì 23 gennaio.
Basata sull’omonimo romanzo di Matthew Quirk, la serie thriller di
Netflix ha seguito il Peter Sutherland di
Gabriel Basso, un agente dell’FBI che
riceve una telefonata angosciante dalla Rose di Luciane Buchanan,
che li spinge entrambi a scoprire la cospirazione che si cela
dietro il terribile evento. Dopo aver trovato con successo il
traditore alla Casa Bianca, Peter diventa un Agente Notturno alla
fine della prima stagione, mentre Rose torna in California per
salvare la sua azienda.
In vista della première della
seconda stagione, lo showrunner Shawn Ryan parla di come la
storyline di Peter e Rose sarà diversa in un’intervista a TVLine. Lo showrunner afferma di non voler ripetere
nulla della prima stagione e che nella seconda voleva che Rose
“cercasse Peter” e “si lasciasse coinvolgere”
invece di metterla in pericolo, il che avrebbe richiesto a Peter di
venire di nuovo in suo soccorso. Ryan ha inoltre anticipato che
il loro ruolo si invertirà nella seconda stagione.
Guardate cosa ha detto qui sotto:
Beh, di certo non volevo fare
qualcosa che si ripetesse in modo troppo evidente.Non
volevo che Peter e Rose si ritrovassero nella stessa identica
situazione con le stesse emozioni.Quindi, avere Rose che
cerca Peter e poi viene coinvolta in questa situazione era meglio
che trovare un’altra cosa che mettesse Rose in pericolo e a cui lui
dovesse rispondere.Quindi, per molti versi, mentre Peter è
venuto a salvarla fisicamente nella Stagione 1, mi sembra che nella
Stagione 2 Rose venga a salvarla spiritualmente.
Cosa significa il commento
dello showrunner per la seconda stagione di The Night
Agent
Nella seconda stagione è Rose a
trovarsi in pericolo dopo l’omicidio della zia e dello zio.
Tuttavia, in base al commento dello showrunner, Peter sembra essere
quello che si troverà in guai seri nella seconda stagione e in
quelle successive. L’arrivo di Rose in suo “soccorso
spirituale” sembra anche affrontare la distanza fisica
tra i due dopo il
finale della stagione 1 di The Night Agent, in cui
Peter è su un volo internazionale mentre Rose si reca in
California. L’assistenza di Rose sarà probabilmente a distanza.
Basso e Buchanan hanno già parlato
di tutte le domande sulla loro relazione ora che i due non sono più
in fuga insieme. Basso ha sottolineato che Rose e Peter
“avevano un po’ di sindrome di
Stoccolma” e nella prima stagione ha
funzionato perché “erano entrambi in fuga”. Tuttavia, la
seconda stagione, che si svolgerà 10 mesi dopo, tornerà alla
“domanda aperta” sulla loro posizione. Buchanan ha
anticipato che Rose scoprirà che “lui non è la stessa persona
che conosceva”.
Torna la Milano
del Blocco, l’imponente complesso edilizio al centro della favola
nera Sky Original ambientata fra le comunità
multietniche del capoluogo lombardo. Come annunciato con il teaser
appena rilasciato, debutta a marzo in esclusiva su
Sky e in streaming solo su NOW la serie Gangs of Milano –
Le nuove storie del Blocco, in-house production Sky
Studios prodotta con TapelessFilm e Red Joint Film.
Otto episodi
diretti da Ciro Visco (Gomorra – La
serie, Blocco 181,Doc – Nelle tue mani),
anche co-sceneggiatore, ancora con il pioniere del rap italiano
Salmo, che torna davanti alla macchina da presa
nei panni di Snake e come supervisore musicale della colonna sonora
della serie.
Nuove storie
all’ombra del Blocco si incroceranno con il racconto di
emancipazione sentimentale, familiare, sessuale e criminale già al
centro di Blocco 181. Di nuovo protagonisti
tre ragazzi provenienti da realtà diverse, legati da
qualcosa di più forte delle rispettive appartenenze: Bea
(Laura Osma, El Chapo),ragazza
sudamericana divisa fra la fedeltà alla Misa, la responsabilità
verso la famiglia e la voglia di una vita diversa; Ludo
(Alessandro Piavani – Blanca, House of Gucci,
La Mafia Uccide Solo d’Estate – La serie), che dopo mesi di
assenza, incapace di mettere a tacere il senso di colpa che lo
divora, tornerà a Milano con un segreto; e Madhi (Andrea
Dodero – The Good Mothers, Non Odiare,
L’Allieva), che improvvisamente a capo del Blocco, nei nuovi
episodi sarà costretto a prendere decisioni difficili, oltre a
dover fare i conti con sentimenti che aveva provato in tutti i modi
a reprimere.
All’ombra del
Blocco si affermerà una nuova realtà, la Kasba, realtà giovane e
caotica come la musica che produce, fra trap, drill e techno. I
suoi giovanissimi membri inseguono un sogno di libertà e amicizia
che si scontrerà con la dura vita del Blocco. Al suo vertice c’è
Zak, interpretato da Fahd Triki. Un ragazzo come
tanti, pieno di sogni, che coltiva il suo talento da trapper
sperando di sfondare, ma deve fare i conti con il Blocco.
Noè Batita interpreta invece Nael, legato a Zak
come a un fratello. Nael è irrequieto, irruento, spesso si lascia
andare ad azioni impulsive che alimentano le tensioni con gli altri
abitanti del Blocco.
Nel cast anche
Salmo nei panni di Snake, che si è lasciato tutto
alle spalle cancellando la sua vecchia identità, ma sente ancora
troppo forte il richiamo di quella vendetta che non è finora
riuscito ad avere. Il rapper sarà il protagonista assoluto del
sesto episodio di Gangs of Milano – Le nuove storie del
Blocco, dal titolo BÈN DÀN, una storia
verticale dedicata interamente al suo personaggio, che vedrà nel
cast anche Elisa Wong e Alessandro Borghi.
Nei nuovi episodi
torna anche il dealer interpretato da Alessandro
Tedeschi (Petra, Curon, Non
Mentire), Lorenzo, ora un uomo nuovo: il suo incontro
ravvicinato con la morte gli ha fatto scoprire una profonda
spiritualità e vorrebbe approfittare della sua seconda chance. Ma
si sa, il lupo perde il pelo ma non il vizio… Nel cast anche
Tommaso Donadoni nei panni di Giacomo, ragazzo
della Milano bene che entrerà nella vita di Ludo, e Anna
Manuelli in quelli di Isabella, sorella di Ludo.
Le sceneggiature
sono di Paolo Vari, Ivano Fachin, Tommaso Matano, Giovanni Galassi,
Ciro Visco.
Il soggetto di
serie è invece firmato da Dario Bonamin, Giuseppe Capotondi,
Fabrizio Cestaro, Ivano Fachin, Laura Grimaldi, Naima Vitale, Paolo
Piccirillo, Stefano Voltaggio, Paolo Vari, Ciro Visco.
Gangs of
Milano – Le nuove storie del Blocco è realizzata con il
sostegno di Film Commission Torino Piemonte ed il contributo del PR
FESR Piemonte 2021-2027 – bando “Piemonte Film TV Fund”.
La trama di
Gangs of Milano – Le nuove storie del Blocco
Il Blocco è
cambiato: gli scontri tra bande hanno lasciato da un lato Bea,
divisa tra il suo ruolo di Segundera e la speranza di una vita
normale, dall’altro Mahdi, che cerca in ogni modo di coprire il
vuoto lasciato da Rizzo.
Il ritorno in
città di Ludo, ferito e perso dopo un evento di cui si addossa le
colpe, porta il trio a dover fare i conti con quel legame che
ognuno, a modo suo, cerca di negare. Ma insieme sono più forti:
così tra vecchi amici e nemici, la pressione delle aspettative e
una vita che sembra giocare con loro come fossero pedine, Bea, Ludo
e Mahdi si uniscono di nuovo in un’avventura senza esclusione di
colpi.
Apple TV+
ha svelato il trailer di Amare da morire –
precedentemente “Love You to Death” (“A muerte”) – la commedia
romantica in lingua spagnola di Atresmedia TV, creata dal regista
nominato al Premio Goya Dani de la Orden (“Casa en
Flames”). La serie, interpretata da Verónica Echegui (“Origini
segrete”) e Joan Amargós (“Show Yourself”), farà il suo debutto su
Apple
TV+ il 5 febbraio con i primi due episodi dei sette
totali, seguiti da un nuovo episodio ogni mercoledì fino al 12
marzo.
Di cosa parla Amare da
morire?
Amare da morire
racconta la storia del cauto Raúl (Amargós), che si riavvicina a
Marta (Echegui), spirito libero e appena rimasta incinta, dopo la
diagnosi di cancro al cuore. I due riprendono un’amicizia iniziata
durante l’infanzia e, in un rapporto unito dal destino, iniziano a
mettere alla prova le loro convinzioni sull’amore. Può Marta, che
ha paura di legarsi a qualcuno, innamorarsi? E Raúl può incontrare
l’amore della sua vita?
Il cast comprende anche Paula Malia (“Valeria”), Cristian
Valencia (“Barcelona Christmas Night”), Claudia Melo (“Love is
Forever”), Roger Coma (“Grand Hotel”), Joan Solé (“Cardo”), Julián
Villagrán (“The Snow Girl”) e David Bagés (“The Last Night at
Tremore Beach”).
La serie è creata e diretta da Dani de la Orden, con Montse
Garcia (”La Ruta“, “Alba”, “L’età della rabbia”), Ana Eiras (”Crazy
About Her“) ed Elena Bort (“Ana Tramel. El juego”) come produttori
esecutivi. La serie è una produzione di Atresmedia TV in
collaborazione con Sábado Películas, DeAPlaneta e Playtime
Movies.
Amare da morire si aggiunge all’ampia offerta
di serie in lingua inglese e spagnola su Apple TV+, tra cui
“Acapulco”, la pluripremiata commedia con il vincitore del SAG
Award Eugenio Derbez; “Las Azules”, l’acclamato crime drama con la
candidata all’Ariel Award Bárbara Mori; “Tierra de Mujeres –
Intrecci di vite”, la serie interpretata e prodotta da Eva Longoria
e ispirata all’omonimo bestseller di Sandra Barneda; “Familia de
medianoche – Emergenze notturne”, il medical drama basato sul documentario “Familia
de Medianoche”, creato per la televisione dai vincitori dell’Ariel
Award Gibrán Portela e Julio Rojas; “Tú También lo Harías – Tacito
accordo”, il nuovo avvincente thriller interpretato da Ana
Polvorosa, Michelle Jenner, Pablo Molinero e José Manuel Poga.
Paramount+ ha annunciato che la
vincitrice del Golden Globe e candidata all’Oscar e agli Emmy
Uma Thurman (Isterical Blindness, Pulp
Fiction, Smash) si unisce al cast della serie drammatica originale
di SHOWTIME Dexter: Resurrection, interpretata dal
vincitore del SAG Awards e del Golden Globe
Michael C. Hall (DEXTER®, Six Feet Under) nel ruolo di Dexter
Morgan.
Thurman
interpreterà il ruolo ricorrente di Charley, il “Capo della
Sicurezza” per il misterioso miliardario Leon Prater. Ex ufficiale
delle Operazioni Speciali, Charley ha ricoperto diversi incarichi
nella sicurezza privata di alto profilo prima di lavorare in
maniera intraprendente e meticolosa per Prater.
La produzione di
Dexter:
Resurrectionè iniziata all’inizio di
questo mese a New York e la serie sarà lanciata prossimamente su
Paramount+ in Italia. Accanto a Hall e Thurman, la serie è
interpretata anche da David Zayas nel ruolo del
detective Angel Batista, James Remar nel ruolo del
padre di Dexter Harry Morgan e Jack
Alcott nel ruolo del figlio di Dexter Harrison Morgan.
Dopo settimane di voci e
speculazioni, si è saputo che il prossimo film di Christopher Nolan sarà The
Odyssey, un adattamento dell’Odissea di Omero.
L’acclamato regista ha messo insieme un cast impressionante di
talenti di prima grandezza, tra cui Matt Damon, Tom Holland, Anne Hathaway, Zendaya, Lupita Nyong’o, Robert Pattinson e Charlize Theron. “Il prossimo film di
Christopher Nolan, The Odyssey, è un’epopea d’azione mitica girata
in tutto il mondo con la nuovissima tecnologia cinematografica
IMAX. Il film porta per la prima volta la saga fondamentale di
Omero sugli schermi IMAX e debutta nelle sale di tutto il mondo il
17 luglio 2026”, ha poi dichiarato la Universal Pictures in un
comunicato in occasione dell’annuncio del progetto.
Le prime notizie di mercato
indicavano che Damon avrebbe dovuto interpretare il personaggio
principale (presumibilmente Odisseo), ma Deadline riporta ora che sarà
invece Tom
Holland a guidare l’ensemble. Non è chiaro se questo
significhi che la star di Spider-Man interpreterà una versione più
giovane di Odisseo, ma c’è sempre la possibilità che la storia si
divida tra l’eroe leggendario e suo figlio,
Telemaco, che ha anche un ruolo significativo nel
racconto originale. L’antico poema greco di Omero, come noto, segue
Odisseo e il suo equipaggio nel loro viaggio di ritorno a casa dopo
la guerra di Troia, incontrando ogni sorta di minaccia lungo la
strada, tra cui il ciclope Polifemo, le Sirene e la dea-strega
Circe.
Il film di Nolan sarà caratterizzato
anche da divinità e mostri? Si presume che il regista voglia
dirigere un adattamento fedele, ma c’è sempre la possibilità che
decida di realizzare una versione della storia più concreta e
dunque lontana dal mito e dal fantastico. Ad ora i dettagli
riguardo al film sono ancora molto pochi. Nelle scorse settimane si
era parlato di un inizio delle riprese per la fine del mese di
gennaio, ma ad ora non è chiaro se ciò è confermato o meno.
Bisognerà dunque attendere ancora un po’ per avere ulteriori
informazioni, che arriveranno però certamente nel corso dei
prossimi mesi.
Christopher Nolan
adatterà l’Odissea di Omero, con Tom
Holland protagonista
L’antico poema epico di Omero
racconta la storia di Odisseo, re di Itaca, e del suo pericoloso
viaggio di ritorno a casa dopo la guerra di Troia, esplorando temi
di eroismo, lealtà, astuzia e la lotta contro la volontà divina. Il
racconto include episodi iconici come l’incontro con il ciclope
Polifemo, le Sirene e la strega-dea Circe, avventure che culminano
con il suo ricongiungimento con la moglie Penelope.
Sebbene questo sarebbe l’adattamento
più ad alto budget del questo testo fino ad oggi, il poema è stato
precedentemente adattato nel film del 1954 Ulisse,
diretto da Mario Camerini e interpretato da
Kirk Douglas, così come nella miniserie del 1997
L’Odissea, diretta da Andrei
Konchalovsky e interpretata da Armand
Assante. Gli ultimi libri dell’Odissea sono stati anche la
fonte principale per The
Return, di Uberto Pasolini, che
uscirà in Italia all’inizio del 2025 e che vede protagonisti
Ralph Fiennes nei panni di Ulisse e Juliette Binoche in quelli di Penelope.
I dettagli sulla trama del film di
Christopher Nolan sono ad ora stati tenuti
nascosti e non è confermato quanto il regista sarà fedele all’opera
di Omero. Considerando i suoi precedenti, c’è da aspettarsi che
apporti una svolta inaspettata alla storia che già presenta tutti i
marchi di fabbrica del suo cinema, in particolare la non linearità
della narrazione.
Prime
Target è il nuovo thriller di Apple TV+
che debutta il 22 gennaio 2025 con i primi due episodi.
Protagonisti assoluti vincitore del SAG Award Leo Woodall
(“The White Lotus”, “One Day”) e da
Quintessa Swindell (“Black Adam”, “In Treatment”), con la
regia di Brady Hood (“Top Boy”, “Great Expectations”) e la
sceneggiatura firmata dal pluripremiato Steve Thompson
(“Sherlock”, “Vienna Blood”). Prodotta da New Regency in
collaborazione con Scott Free Productions di Ridley Scott, la serie vanta un cast
d’eccezione, che include nomi del calibro di Stephen Rea e David
Morrissey.
Di cosa parla
Prime Target?
La trama segue Edward
Brooks (Woodall), un brillante laureato in matematica sul punto di
fare una scoperta rivoluzionaria: la chiave per decifrare tutti i
computer del mondo attraverso uno schema di numeri primi. Tuttavia,
Edward si rende presto conto di essere bersaglio di forze oscure e
viene affiancato da Taylah Sanders (Swindell), un’agente dell’NSA
incaricata di monitorarlo. Insieme, i due cercheranno di svelare
una cospirazione che minaccia la sicurezza globale.
Nonostante il concept di
base possa sembrare già visto abbastanza lineare, Prime Target
riesce a mantenere alta l’attenzione grazie a una narrazione
precisa e ben strutturata. La serie non si discosta molto dalle
classiche storie di cospirazioni governative e tecnologia avanzata,
ma lo fa con un ritmo serrato e sequenze d’azione ben coreografate.
Il tema centrale della moralità nell’ambito della scienza e delle
nuove scoperte scientifiche viene affrontato in maniera diretta,
senza troppe sfumature, mettendo bene in chiaro il contrasto tra il
bene e il male.
Protagonisti molto
capace, Leo Woodall offre un’interpretazione convincente di
un giovane matematico tormentato dai dubbi, ma allo stesso tempo
fermamente convinto dei suoi ideali morali. Le sue espressioni e i
suoi movimenti sono segno di una interpretazione dedicata e non
scontata, realmente capace di dare voce a una persona credibile e
tridimensionale. Anche Quintessa Swindell riesce a dare
profondità al suo personaggio, offrendo una performance solida e
credibile. I due protagonisti dimostrano una buona alchimia e
riescono a coinvolgere lo spettatore nei loro dilemmi morali e
nelle loro fughe ad alta tensione, complice anche una regia solida
e chiara, che li segue e li butta nella mischia con grande
padronanza del linguaggio action e thriller.
Se da un lato la
linearità della trama potrebbe risultare prevedibile per gli
spettatori più avvezzi al genere, dall’altro il livello di
produzione e il carisma del cast contribuiscono a rendere Prime
Target un prodotto di intrattenimento di qualità, un marchio
ormai imprescindibile per i prodotti Apple
TV+. La serie riesce a bilanciare momenti di riflessione con
un’azione avvincente, senza mai perdere di vista il suo intento
principale: interrogarsi sul confine tra etica e progresso
scientifico.
Prime Target è un
thriller solido e ben realizzato, che offre una storia avvincente
nonostante alcuni prevedibili colpi di scena. Gli amanti delle
cospirazioni e della suspense troveranno pane per i loro denti,
mentre chi cerca qualcosa di più innovativo potrebbe rimanere
leggermente deluso dalla sua prevedibilità. Tuttavia, grazie a
interpretazioni convincenti e a una regia efficace, la serie si
lascia guardare con piacere, mantenendo sempre alta la tensione
fino alla risoluzione finale.
Dopo essere stato immaginato dai fan
in diversi ruoli di supereroi/criminali – tra cui il Professor
Charles Xavier – nel corso degli anni, la scorsa estate abbiamo
saputo che Giancarlo Esposito (Breaking Bad, The
Boys, The Mandalorian) era entrato
ufficialmente a far parte del Marvel Cinematic Universe in un
ruolo non rivelato. In seguito è stato confermato che Esposito
avrebbe fatto il suo debutto in Captain America: Brave New
World, ma nonostante le foto del set avessero dato un’idea
piuttosto precisa del suo misterioso personaggio, abbiamo scoperto
che interpreterà il cattivo Seth Voelker, alias
Sidewinder, solo poco prima del debutto del primo
trailer durante il SDCC.
In base a quanto abbiamo visto e
sentito, si tratterà di una versione significativamente diversa del
membro della Serpent Society a cui sono abituati i
fan dei fumetti Marvel, ma Esposito ha ora lasciato
intendere che potremmo vederlo adottare maggiormente il suo
“lato serpentesco” del personaggio nei futuri progetti del
MCU. “Parte dell’incorporazione
dei colori di Sidewinder l’ho portata nel costume che sto
indossando”, ha dichiarato l’attore alla ABC. “Spero che
questo dia loro l’ispirazione per i film a venire che mi
permetteranno di assumere ancora di più il personaggio del
serpente”.
“Non mi avete mai visto
interpretare un personaggio come questo”, ha continuato.
“Questo ragazzo sa usare un fucile, una pistola, coltelli, è
molto, molto fisico, attivo con la sua fisicità, pugni, calci,
tutto questo”. Esposito ha già detto che il suo personaggio di
Sidewinder sarà “uno scienziato [e] una grande mente”,
quindi sembra che manterrà un po’ dell’intelletto della sua
controparte a fumetti per accompagnare la fisicità. È a questo
punto lecito immaginare che il suo ruolo nel MCU non si esaurirà al solo
Captain America: Brave New World e che Giancarlo Esposito avrà modo di tornare ad
interpretarlo anche in futuro.
Quello che sappiamo sul
film Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New
World riprenderà da dove si è conclusa la
serie Disney+The
Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon
Sam Wilson (Anthony
Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di
Capitan America. Il regista Julius
Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha
descritto il film come un “thriller paranoico” e ha
confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake
Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva
alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreterà la cattiva
Diamondback, mentre Giancarlo Esposito sarà Sidewinder. Harrison Ford, invece, assume qui il ruolo di
Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che a quanto rivelato dal primo
trailer si trasformerà ad un certo punto nel Hulk Rosso. Nonostante
dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film
riporterà il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già
fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America.
È di nuovo il periodo dell’anno, in
cui Hollywood celebra i migliori film e spettacoli degli scorsi 12
mesi. È però anche il momento dei Razzie Awards
2025, i premi che si divertono a premiare i grandi
insuccessi o i film più criticati di questo stesso periodo. In
lizza per il peggior film alla 45esima edizione dei Golden
Raspberry Awards ci sono dunque l’adattamento videoludico
Borderlands,
il sequel musical Joker:
Folie à Deux, Madame
Web della Marvel, il progetto di una vita di
Freancis Ford Coppola, Megalopolis,
e il biopic presidenziale Reagan.
Non a caso, tutti e cinque sono a
pari merito con sei nomination ai Razzie. Anche i registi di questi
film sono in lizza per il “premio” alla regia, con Jerry
Seinfeld che si è aggiudicato il quinto posto per la sua
commedia Pop Tarts Unfrosted. L’ex re delle sitcom è in
lizza anche come Peggior attore. Sempre per quanto riguarda gli
attori, tra gli uomini e le donne nominati per i Razzie ci sono i
vincitori dell’Academy Joaquin Phoenix e Lady Gaga (Joker:
Folie à Deux), Cate Blanchett (Borderlands),
Ariana DeBose (Argylle
e Kraven
Il Cacciatore) e Jon Voight (Megalopolis e
Reagan).
I vincitori saranno annunciati il 1° marzo, il giorno prima
degli Oscar.
Di seguito, ecco i candidati alla
45ª edizione dei Razzies, votati da oltre 1.200 appassionati di
cinema, critici cinematografici e giornalisti:
Come riportato da Deadline, la superstar di
Barbie, Ryan
Gosling, è in fase di trattative per partecipare al
film di Shawn Levy su Star
Wars. Levy e Jonathan Tropper stanno lavorando al loro
film legato alla celebre saga da ormai due anni e, ancora senza
titolo, questo progetto è in programma per il 17 dicembre
2027. Il prossimo film di Star Wars è
The
Mandalorian & Grogu, previsto per il 22 maggio
2026, per cui se i piani non dovessero cambiare, il film
successivo della saga sarebbe proprio quello di Levy, che potrebbe
dunque entrare in produzione già quest’anno.
Levy è un regista imprescindibile
per la Disney: con Deadpool &
Wolverine dei Marvel Studios, che ha incassato 1,33 miliardi
di dollari in tutto il mondo, ha realizzato il film con rating R
più alto di tutti i tempi. Sebbene i dettagli sul suo film
di Star Wars siano ancora sconosciuti, pare
che non sia collegato al canone di Luke Skywalker degli Episodi
I-IX e che sarà un film a sé stante. La nuova speranza è che venga
prodotto in autunno. Da notare che quest’anno si terrà la Star Wars
Celebration a Tokyo, quindi è molto probabile che in
quell’occasione verranno forniti maggiori aggiornamenti.
Quali saranno i prossimi progetti della saga di Star
Wars?
Alla Star War Celebration dello
scorso anno, la Lucasfilm ha confermato l’arrivo di tre nuovi film.
Dave Filoni svilupperà un film ambientato durante
la Nuova Repubblica, Sharmeen Obaid-Chinoy un
nuovo film con Rey Skywalker che istituisce un Nuovo Ordine Jedi e
James Mangold un film incentrato sull’Alba dei
Jedi. I primi due film dipendono entrambi da elementi consolidati
della tradizione del franchise, mentre quello di Mangold è
abbastanza lontano dalla saga degli Skywalker da sembrare
un’esperienza del tutto originale.
Jon Favreau sta invece sviluppando
il film The
Mandalorian & Grogu, che si svolge dopo la terza
stagione di The Mandalorian. Sono passati quasi
cinque anni dall’uscita di un film di Star Wars, mentre la
Lucasfilm si è concentrata sulle serie televisive per Disney+. Di tutte le serie uscite fino a questo momento,
solo Star Wars: The Acolyte, ambientata durante l’Alta
Repubblica, si è concentrata su personaggi completamente nuovi, ma
con camei di personaggi come Yoda e Darth Plagueis.
Da Warner Bros. Pictures arriva
The Alto
Knights – I due volti del crimine che vede
protagonista l’attore premio Oscar Robert De Niro in un memorabile doppio ruolo.
Il film è diretto dal regista premio Oscar Barry
Levinson. Ecco il Trailer!
‘The Alto Knights – I due volti
del crimine’ segue le vicende di due dei più noti boss della
criminalità organizzata di New York, Frank Costello (De Niro) e
Vito Genovese (De Niro), intenti a contendersi il controllo delle
strade della città. Un tempo migliori amici, piccole gelosie e una
serie di tradimenti li mettono in una rotta di collisione mortale
che cambierà per sempre la mafia (e l’America).
“The Alto Knights – I due
volti del crimine” è scritto dal candidato all’Oscar
Nicholas Pileggi (”Quei bravi ragazzi”). Il film è
prodotto dal premio Oscar Irwin Winkler (”Rocky”,
‘Quei bravi ragazzi’), Barry Levinson, Jason Sosnoff,
Charles Winkler e David Winkler, con
Mike Drake in veste di produttore esecutivo.
Fanno parte del cast, al fianco di
Robert De Niro, Debra Messing (“Will &
Grace”), Cosmo Jarvis (“Shōgun”), Kathrine
Narducci (“The
Irishman”), Michael Rispoli (“Billions”), Michael Adler
(“Peppermint – L’Angelo della Vendetta”), Ed
Amatrudo (“Till: Il coraggio di una madre”, “Nashville”),
Joe Bacino (“Kick-Ass”), Anthony J.
Gallo (“The Irishman”), Wallace Langham
(“Le Mans ’66 – La grande sfida”), Louis Mustillo
(“Cooper’s Bar”, “Mike & Molly”), Frank Piccirillo, Matt
Servitto (“Billions”) e Robert Uricola
(“Toro scatenato”).
Ad affiancare Levinson (“Rain Man –
L’uomo della pioggia”, “Dopesick – Dichiarazione di dipendenza”)
dietro la macchina da presa, il direttore della fotografia
candidato all’Oscar® Dante Spinotti (“Insider –
Dietro la verità”, “L.A. Confidential”), lo scenografo Neil
Spisak (i film di “Spider-Man”, “Dopesick – Dichiarazione
di dipendenza”), il montatore candidato all’Oscar® Douglas
Crise (“Babel”, “Dopesick – Dichiarazione di dipendenza”),
il costumista candidato all’Oscar Jeffrey Kurland
(“Pallottole su Broadway”, “Tenet”), la pluripremiata responsabile casting
Ellen Chenoweth (“Past Lives”) e il compositore
David Fleming (“Elegia americana”, “Mr. & Mrs.
Smith”).
Warner Bros. Pictures presenta, una
produzione di Irwin Winkler, un film di Barry Levinson,
“The Alto Knights – I due volti del crimine”. Il
film arriverà nelle sale italiane il 20 marzo 2025 distribuito da
Warner Bros. Pictures.
Ormai volto noto del cinema d’azione
statunitense, l’attore Jason Statham ha negli anni preso parte a film
come Parker, Blitz e Death Race. Nel 2012 è
invece stato protagonista di Safe, incentrato su
una bambina molto speciale e un ex agente speciale incaricato di
proteggerla ad ogni costo. Il film è scritto e diretto da
Boaz Yakin, noto per essere stato lo sceneggiatore
di film come La recluta e Now You See Me – I maghi del
crimine. Qui al suo sesto film da regista, dà vita ad
un’opera originale di genere ricca di azione e adrenalina, con
colpi di scena capaci di attrarre e coinvolgere lo spettatore.
Con un budget di 30 milioni di
dollari, le riprese di questo si sono svolte tra le città di
Philadelphia e New York, catturando il meglio di entrambe. Prende
così vita una corsa contro il tempo in cerca di un luogo sicuro, al
riparo dai tanti nemici che i due protagonisti si attirano contro
nel corso delle vicende. Accolto poi da recensioni generalmente
positive, il film è però stato limitato da una ridotta
distribuzione in sala. Safe non è infatti mai arrivato nei
cinema italiani, rimanendo un titolo per molti ancora inedito.
Nonostante ciò è comunque arrivato ad un incasso di circa 40
milioni a livello globale.
Per gli amanti del genere risulta
però essere un titolo da recuperare, che permette di apprezzare
ulteriormente le capacità di Statham, vedendolo coinvolto in una
storia inedita. In questo articolo approfondiamo alcune delle
principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Protagonista del film è Luke
Wright, un ex agente speciale della polizia di New York,
ora combattente di second’ordine che lotta nel circuito delle arti
marziali miste. Egli vive una monotona routine fatta di incontri
senza stimoli o speranze. Le cose cambiano però quando fa saltare
il risultato di un match combinato. La mafia russa, per vendicarsi,
uccide tutta la sua famiglia e lo esclude da ogni circuito di
combattimento, facendone un barbone che vaga per le strade di New
York tormentato dal senso di colpa e dalla paranoia di essere
costantemente sotto controllo, e dalla consapevolezza che chiunque
diventi per lui una persona cara è destinato a morire.
L’occasione per riscattarsi arriva
quando si trova di fronte all’assassino della moglie, ora intento a
tormentare una ragazzina cinese di 12 anni, Mei.
Luke non esita a intervenire, prendendo così parte ad una guerra
più grande di lui. Mei, infatti, non è una ragazzina qualsiasi, ma
un genio della matematica che le Triadi hanno utilizzato per
memorizzare dei codici numerici per cui sia loro che i loro rivali
russi, e persino la polizia, sono disposti a uccidere. Rendendosi
conto di essere l’unico di cui Mei si può fidare, Luke dovrà
combattere duramente per salvare la vita di una giovane innocente e
per riscattare la sua stessa esistenza.
Il cast del film
Dotato di grande carisma, Jason Statham
riesce ad apportare grande fascino ad ognuno dei personaggi da lui
interpretati. Ciò vale anche per il suo Luke Wright, per il quale
si è preparato come suo solito attraverso un rigido allenamento
fisico. Grazie a questo, l’attore ha infatti potuto confermare la
capacità di prendere parte anche alle scene più complesse e
acrobatiche del film, evitando di dover eccessivamente ricorrere a
controfigure. Per l’attore, però, la vera sfida è stata dare vita
agli aspetti più fragili del personaggio. Egli ha infatti
apprezzato questi proprio per il suo passare dall’essere un
emarginato all’essere l’unico in grado di salvare la bambina
protagonista. Attratto da questi elementi, Statham si disse da
subito interessato a ricoprire il ruolo.
Accanto a lui, nel ruolo della
bambina Mei, vi è la giovane attrice Catherine
Chan, qui al suo primo lungometraggio per il cinema.
Questa è stata scelta in seguito a numerosi provini, distinguendosi
per le sue capacità attoriali e di espressione emotiva. L’attore
Robert John Burke, noto per essere stato il
capitano Ed Tucker nella serie Law & Order – Unità vittime
speciali, interpreta qui il poliziotto corrotto
Wolf. L’asiatico James Hong, da
sempre caratterista del cinema statunitense, ricopre invece il
personaggio di Han Jiao, boss della Triade che aspira ad ottenere
grandi poteri grazie a Mei. Facente parte della mafia cinese è
anche Quan Chan, interpretato da Reggie Lee.
Infine, l’attore Anson Mount è presente nei panni
di Alex Rosen, ex collega di Luke.
Nel corso di Safe,
dunque, anche la mafia russa scopre le doti della ragazzina e fa di
tutto per uccidere i cinesi e rapire Mei, che tuttavia riesce a
scappare per poi venire salvata da Luke, a cui Mei
involontariamente ha impedito di togliersi la vita. L’ex agente fa
di tutto per proteggerla, arrivando a dare ad Alex Rosen, suo
rivale, centinaia di migliaia di dollari purché gli riconsegni la
ragazzina salva. Alla fine Luke ed Alex stanno per confrontarsi in
un feroce e cruento scontro, ma Mei spara ad Alex bloccando il
combattimento fra i due e consentendo a Luke di avere la meglio.
Luke riesce quindi ad ucciderlo e può finalmente scappare con la
bambina in un luogo sicuro dove nessuno potrà più trovarli.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile vedere o rivedere il
film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete.Safe è infatti disponibile nel catalogo di
Apple iTunes, Tim Vision e Prime Video. Per vederlo, in base alla
piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo
film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda
visione casalinga. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il
giorno martedì 21 gennaio alle ore
21:20 sul canale Italia
1.
L’indagine indipendente di Peter e
Rose nella prima stagione di The Night
Agent e ciò che ha rivelato hanno fatto da sfondo alla
seconda stagione, per il percorso che ha portato Peter e per ciò
che ha svelato su coloro che sono ai vertici del governo intorno
alla Presidente Michelle Travers. Gli aggiornamenti sulla stagione 2 diThe Night
Agenthanno già mostrato come la maggior
parte dei personaggi sarà nuova per la seconda stagione del
popolare thriller d’azione di Netflix, lasciando che solo Rose, Peter e la
Presidente Travers tornino nei loro ruoli principali.
Anche in questo caso, è necessario ricordare alcuni sviluppi chiave
della
prima stagione di The Night Agent.
Il
finale della prima stagione di The Night
Agent lega brillantemente più eventi che
apparentemente non avevano motivo di essere collegati.
Dall’attentato al treno che Peter si è trovato a fermare un anno
prima, all’uccisione degli zii di Rose, al rapimento della figlia
del Vicepresidente, la stagione 1 di The Night Agent
spiega e collega tutto. Prima dell’uscita della seconda stagione di
The Night Agent, vale comunque la pena ricordare quali
personaggi sono morti nel periodo precedente alla scoperta che ha
finalmente spiegato chi era coinvolto nella cospirazione, in quale
veste, perché e da quando, e come questo abbia spinto Peter a
diventare un agente sul campo.
Peter diventa un agente sul
campo per l’azione notturna nel finale della stagione 1 di
The Night Agent
Diane Farr alla fine ha rivelato in
The Night Agent – stagione 1 come avesse raccomandato
a Peter di occuparsi del telefono di Azione Notturna perché voleva
tenerlo d’occhio dopo che lui aveva fermato unilateralmente
l’attentato alla metropolitana. L’interferenza della Farr
non ha permesso a Peter di partecipare all’azione, ma seguire il
suo istinto non solo ha tenuto in vita lui e Rose, ma ha anche
permesso di salvare il Presidente Travers e di svelare la
cospirazione.
Il Presidente Travers sarebbe morto
senza Rose e la testardaggine di Peter nel voler fermare chi si
celava dietro la cospirazione, ha portato la donna a dargli ciò che
Peter voleva: assumere un ruolo più attivo all’interno
dell’FBI come
parte dell’Azione Notturna. Data l’impresa di Peter e Rose
di mantenersi in vita senza risorse governative nella stagione 1 de
The Night Agent, Peter ha effettivamente dimostrato il suo
valore, rendendo il diventare un agente sul campo il passo
successivo e logico della sua carriera.
Il padre di Peter è stato
ucciso mentre lavorava come agente notturno.
Il presunto passato di
tradimento del padre di Peter ha sempre pesato su Peter,
che credeva nell’innocenza del padre ed era perseguitato da
personaggi come Elliot Rome sia per la sua presenza all’attentato
alla metropolitana che per il fatto che il padre fosse stato
bollato come traditore. La
stagione 1 di The Night Agent ha infine rivelato che
il padre di Peter era un traditore, dimostrando che l’intuizione di
Jim Wilson era giusta anche quando né Peter né Jim volevano
crederci.
Il Presidente Travers ha rivelato
la verità sul padre di Peter su richiesta di quest’ultimo, invece
di una cerimonia per celebrarlo dopo che le aveva salvato la vita.
Il padre di Peter ha effettivamente commesso un tradimento,
essendo responsabile delle fughe di notizie dal Pentagono, ma ha
anche cercato di rimediare iscrivendosi all’Azione Notturna per
diventare un doppio agente. Il padre di Peter morì per
mano di un assassino straniero prima che potesse iniziare il suo
lavoro di doppiogiochista, ma il pubblico non poté mai conoscere la
verità sulla sua morte.
La zia e lo zio di Rose sono
stati uccisi mentre lavoravano come agenti notturni
Rose non riusciva a capire perché
qualcuno avesse preso di mira sua zia Emma e suo zio Henry, né come
si stessero preparando per l’attacco nel momento in cui avevano
capito di cosa si trattava. Il finale della stagione
1di The Night Agentha
finalmente rivelato perché Emma e Henry sono stati presi di
mira da Ellen e Dale e quale missione li ha fatti
diventare bersagli, collegandoli inevitabilmente a Peter
anche prima che Rose chiamasse il telefono dell’Azione
Notturna.
Infatti, Dale ed Ellen hanno ucciso
Emma e Henry perché la loro indagine sull’attentato al treno della
metropolitana era troppo vicina alla verità, e i guardiani
di Rose stavano per svelare come il Vicepresidente Redfield e il
suo donatore Gordon Wick avessero orchestrato l’attentato
in modo che il leader del PIF Omar Zara fosse ucciso nell’attacco
terroristico. Redfield si opponeva al Presidente Travers che voleva
normalizzare le relazioni se Zara avesse vinto le elezioni, e anche
Wick si opponeva perché in questo modo non avrebbe ricevuto denaro
dal nemico di Zara.
Il lavoro di basso livello di
Peter all’FBI ha portato a una cospirazione per l’uccisione di
politici stranieri tramite un attacco terroristico.
Peter non avrebbe mai dovuto
diventare il capro espiatorio per l’attentato alla metropolitana
come la stampa ed Elliot Rome lo hanno fatto credere. La sua
fortunata presenza sul treno ha fatto sì che l’attentato non
avvenisse, in quanto Peter ha evacuato tutti dal treno dopo
averlo fermato, il che significa che è esploso a chilometri di
distanza da dove avrebbe dovuto, non uccidendo Zara come
previsto dal complotto di Wick e Redfield.
Diane Farr ha offerto a
Peter il lavoro di centralinista sulla linea di emergenza
dell’Azione Notturna, in modo da poterlo tenere d’occhio e scoprire
cosa sapeva, dato che non faceva parte del complotto per
uccidere Zadar, ma è stata coinvolta nella pulizia dopo che
Redfield l’ha coinvolta. Questo significa che Farr ha assunto Peter
alla Casa Bianca proprio perché non potesse indagare sull’attentato
alla metropolitana nella stagione 1 di The Night Agent e lei
potesse tenerlo d’occhio per capire se lo stesse facendo o
meno.
Il Vicepresidente Redfield, il
Capo di Gabinetto Farr e Gordon Wick hanno insabbiato la verità
sull’attentato al treno
Gordon Wick e il Vicepresidente
Redfield avevano le loro ragioni per volere la morte di Omar Zadar,
non per fare accordi con il Presidente degli Stati Uniti Travers.
Tuttavia, Diane Farr voleva solo proteggere la sua amica e
Presidente Michelle Travers dalla rivelazione della
verità, poiché se fosse emerso che il Vicepresidente degli
Stati Uniti aveva orchestrato un attacco terroristico sul suolo
americano per uccidere un politico straniero, avrebbe distrutto
l’amministrazione, anche se Travers non ne sapeva nulla.
A prescindere dalle loro
motivazioni, Wick, Redfield e Farr hanno collaborato per
insabbiare la verità sull’attentato alla metropolitana.
Tutti e tre avevano le mani sporche di sangue, poiché avevano
acconsentito a lasciare che i subalterni di Wick, Ellen e Dale,
uccidessero Emma e Henry. Inoltre, l’obiettivo di Wick,
Redfield e Farr ha portato alla morte di Lorna, Jamie Hawkins,
Cisco e, indirettamente, anche di Erik Monks e Ben Almora.
Con la verità finalmente svelata e il Presidente Travers rimasto in
carica, tutte queste morti sono state effettivamente vane.
Rose e Peter hanno ucciso i
cattivi della stagione 1 di The Night Agent, Ellen
e Dale, per proteggersi
I tirapiedi di Gordon Wick
hanno fallito la loro missione di mantenere nascosta la verità
sull’attentato al treno
Da quando Rose ha visto il volto di
Dale mentre si nascondeva nella casa dei vicini dei suoi tutori, è
diventata un bersaglio. Peter, che l’ha tenuta al sicuro, è
diventato anche il bersaglio di Ellen e Dale, rendendo le cose
esponenzialmente difficili: Peter e Rose hanno dovuto
difendersi e sfuggire ai due assassini, indagando al contempo sul
motivo per cui Emma e Henry erano stati presi di mira.
Questo ha portato a vari incontri ravvicinati tra le due coppie,
tra cui quello nella baita di Emma e Henry che ha rivelato che
Ellen e Dale sono dei professionisti.
Dale è stato il primo a morire per
mano di Peter quando, seguendo Rose e Cisco, ha quasi causato
l’uccisione di Rose da parte sua. Lo sforzo congiunto di Peter e
Rose ha permesso ai due di difendersi da Dale, il cui corpo è stato
lasciato sulla riva. La morte di Dale ha spinto Ellen ad
intraprendere un percorso di vendetta che ha complicato
notevolmente le cose e ha portato anche alla morte di Erik Monks
nella sparatoria dopo il salvataggio di Maddie Redfield.
Rose ha neutralizzato Ellen da sola, capendo da dove stava
sparando a Peter, Erik e Chelsea e spingendola da quel punto di
osservazione.
Peter ha perso il suo migliore
amico Cisco a causa delle indagini di lui e Rose.
Cisco, il migliore amico di Peter,
non era un personaggio principale nella prima stagione di The Night
Agent, ma il suo aiuto è stato fondamentale quando Peter ha dovuto
incontrare Diane Farr e voleva tenere Rose al sicuro. Cisco è stato
il primo a controllare la targa del veicolo di Ellen e Dale,
aiutando di fatto Peter e Rose nelle loro indagini. Tuttavia,
Cisco è stato il più utile quando ha annullato il suo
appuntamento per proteggere Rose, dato che Peter doveva incontrare
Diane Farr alla Casa Bianca.
Ellen e Dale hanno infine trovato
la casa di Cisco e Rose seguendo il veicolo di Rose e Peter, dando
vita a un inseguimento in auto attraverso Washington DC in cui
Cisco e Rose hanno dovuto escogitare un piano che permettesse a
Rose di scappare a piedi mentre Cisco li guidava via. Dale
purtroppo ha capito il loro piano e ha seguito Rose, il che ha
portato alla sua morte una volta che Peter li ha trovati, ma
Ellen ha raggiunto Cisco, uccidendolo brutalmente
all’incrocio mentre era ancora nella sua auto.
I membri dei servizi segreti
Ben Almora e Erik Monks muoiono entrambi mentre sono in
servizio
Anche la morte di Ben Almora e Erik
Monks potrebbe essere attribuita al piano di Wick e Redfield. Pur
non sapendo molto delle indagini di Emma e Henry, sono stati
coinvolti nelle indagini per trovare Maddie Redfield e riportarla a
casa. La ricerca di Matteo ha portato Erik e Chelsea a trovare Rose
e Peter e a collaborare, mentre Monks è purtroppo morto
dopo essere stato colpito da Ellen, vittima della sua
furia vendicativa, mentre tutti scappavano dal nascondiglio
dove Matteo teneva Maddie.
Dopo aver saputo di Wick, Redfield
e Farr e aver convinto Chelsea che lui e Rose avevano finalmente
scoperto la verità, Peter aveva bisogno di un incontro con il più
alto in grado dei Servizi Segreti, Ben Almora. Tuttavia,
Almora non si trovava da nessuna parte, essendo già stato
mandato con il Presidente a incontrare Omar Zara a Camp
David. Almora è stato ucciso dai mercenari di Wick e
Redfield che si nascondevano come agenti dei Servizi Segreti a Camp
David, e Peter è arrivato giusto in tempo per vederlo morire senza
avere la possibilità di fare nulla al riguardo nel finale
della prima stagione di di The Night Agent
Matteo ha rapito Maddie per
costringere Ashley Redfield ad ammettere il coinvolgimento
nell’attentato al treno
Anche Matteo Worley è stato
coinvolto nell’attentato alla metropolitana, in quanto ha lasciato
la bomba nella carrozza del treno prima di scappare ed essere
parzialmente catturato da Peter, con il quale ha combattuto.
Sebbene l’attentato sia fallito, Redfield e Wick volevano che le
loro mani sembrassero pulite, ordinando così di colpire Matteo.
Tuttavia, il fratello gemello identico di Matteo è stato
ucciso, inducendolo a prendere il nome del fratello e a pianificare
la sua vendetta contro coloro che hanno ingaggiato
Matteo.
Volendo che Redfield ammettesse il
suo coinvolgimento nell’attentato alla metropolitana e
nell’uccisione del fratello, Matteo seduce Paulo in modo
che, la sera dell’appuntamento tra Paulo e Maddie,
Matteo possa rapire Maddie e minacciare Ashley Redfield di
fare del male a sua figlia. Le minacce non hanno
funzionato, perché Wick e Farr hanno tenuto sotto controllo
Redfield per un tempo sufficiente a far sì che Monks e Chelsea
trovassero Maddie insieme a Rose e Peter, facendo così fallire il
piano di Matteo per vendicarsi.
Peter e Rose salvano Zara e il
Presidente Travers con l’aiuto di Diane Farr
La testardaggine di Peter e
Rose è stata ripagata alla fine, poiché sono riusciti a raggiungere
Camp David entro il finale della stagione 1 diThe Night Agent. La loro collaborazione
ha fatto sì che Rose potesse ripristinare le comunicazioni e Peter
potesse lottare per raggiungere il Presidente, dovendo combattere
sia i mercenari vestiti da Servizi Segreti sia i veri Servizi
Segreti, che erano stati avvisati del fatto che Peter fosse armato
e pericoloso. Tuttavia, senza l’intervento di Diane Farr,
che li ha fatti entrare di nascosto a Camp David per aiutarli a
salvare la vita del Presidente Travers, Peter e Rose non sarebbero
mai riusciti nell’impresa.
Peter è riuscito contro
intuitivamente a salvare la vita del Presidente Travers mettendola
in pericolo. Mentre la bomba in casa è esplosa subito dopo che
Chelsea l’ha sganciata, salvando sia il Presidente che Omar Zara,
la seconda bomba era ancora armata. Minacciando il
Presidente Travers con una pistola, Peter si è assicurato che i
Servizi Segreti lo ascoltassero e che il Presidente non fosse
sull’elicottero quando è esploso. L’impresa di Peter è
stata incredibile, viste le poche risorse a disposizione, e ha
aperto la strada a tutto ciò che la seconda stagione di The
Night Agent gli riserverà quando dovrà trovare una
via d’uscita da situazioni difficili come agente.
Scritto e diretto da Paul Schrader,
Il maestro giardiniere (qui
la recensione) segue il protagonista in una storia che riserva
sorprese e svolte intriganti. Ultimo capitolo della trilogia
spirituale composta anche da First Reformed e Il
collezionista di carte, il film racconta la storia di
Narvel Roth (Joel
Edgerton), un meticoloso orticoltore che cura i
giardini e i terreni della magnifica e storica tenuta di Gracewood
Gardens. Oltre a occuparsi degli esterni della proprietà, l’uomo
cerca anche di assecondare sempre i bisogni della sua datrice di
lavoro, la signora Norma Haverhill (Sigourney
Weaver), una ricca vedova.
Quando quest’ultima gli chiede di
prendere la sua ribelle nipote Maya
(Quintessa Swindell) come nuova apprendista, la
tranquilla e mite esistenza di Narvel precipita nel caos, portando
a galla oscuri segreti provenienti da un passato che sembrava
sepolto per sempre. Nel finale, decidendo di prendere in mano la
situazione, Roth dà la caccia agli spacciatori del passato di Maya,
con l’intenzione di ucciderli. La ragazza si unisce a lui e i due
fanno irruzione nella casa dell’ex fidanzato RG, spaventando gli
uomini all’interno.
Su indicazione di Maya, però, Narvel
non li uccide, ma si limita a terrorizzarli in modo che non si
accaniscano più su Maya. I due, ormai una coppia, tornano a
Gracewood Gardens dopo la sua distruzione. Il maestro
giardiniere si conclude dunque con Narvel che affronta
Norma ottenendo un accordo: lui ripristinerà il giardino botanico
della sua tenuta se lei si tratterrà dal partire per un altro anno
e permetterà a lui e Maya di vivere insieme come coppia sposata
nella proprietà.
Narvel Roth, maestro giardiniere in
fuga dal passato
Narvel è un orticoltore da qualche
anno, ma il motivo per cui lo è diventato non è del tutto spiegato.
Egli è un ex neonazista che ora si trova nel programma di
protezione testimoni dopo aver denunciato i Proud Boys all’FBI.
Sebbene non sia chiaro il motivo per cui si sia dedicato al
giardinaggio, il giardino botanico è una sorta di rifugio per lui,
un luogo dove può stare in pace e nascondersi dal resto del mondo.
Può lavorare in silenzio e senza essere sospettato, ringiovanendo
le piante nello stesso modo in cui il giardino ringiovanisce lui.
Essere un orticoltore è anche, come suggerisce il film, una forma
di redenzione per Narvel, che mantiene in vita le piante, in
contrasto con il suo passato di violenza.
Narvel, dunque, ha un passato
incredibilmente violento e razzista. Come neonazista, ha ucciso
diversi uomini di colore, alimentato dall’odio razziale. Questo
aspetto è particolarmente evidente in un flashback del passato di
Narvel, presumibilmente ambientato poco prima che decidesse di
cambiare rotta. Il flashback racconta di come sia stato incaricato
di uccidere il reverendo Charles, un pastore nero che i Proud Boys
volevano morto. Narvel porta a termine la missione, tuttavia non
uccide la moglie e la figlia del reverendo, che riescono a fuggire,
anche se traumatizzate. In quel momento si ha dunque un cambiamento
per lui, anche se non c’è molta esplorazione delle conseguenze di
questa azione.
Norma non è felice di avere una
nipote birazziale e interagisce a malapena con Maya, avendo
interrotto da tempo i rapporti con sua sorella (la madre di Maya).
Forse Norma si sente in qualche modo in colpa per aver abbandonato
la sua famiglia e pensa che per Maya sarebbe molto meglio dedicarsi
al giardinaggio invece che alla droga. Inoltre, sembra anche voler
mantenere la proprietà nella mani della sua famiglia, ma senza fare
alcun lavoro per conoscere la nipote, dando questa responsabilità a
Narvel. È il minimo indispensabile, ma Norma ha fatto un tentativo,
anche se certamente non nasce da un amore genuino.
Inoltre, a Norma piace chiaramente
avere il potere e il controllo. Il suo disprezzo per il fatto che
la nipote sia birazziale e il fatto che spinga Narvel, un ex
neo-nazista, a farle da mentore sembra un modo contorto per
ricordargli chi comanda. C’è anche il caso di Norma che ha delle
complicazioni mediche, che non condivide nei dettagli, ma che
lascia intendere che si dimetterà dalla gestione della tenuta prima
di passarla a terzi. Norma potrebbe voler mantenere la piantagione
in famiglia, ma mettere Maya nella posizione di lavorare al fianco
di una persona con un passato di violenza razziale è certamente una
scelta che sembra più una punizione.
Come anticipato, poi, Norma licenzia
Narvel come orticoltore dei Gracewood Gardens dopo aver scoperto
che lui e Maya hanno una relazione, ma dopo che il suo giardino
botanico viene abbattuto dai vendicativi conoscenti di Maya, Narvel
sa che Norma si affiderà solo a lui per rimediare ai danni causati
e ripristinare il giardino. Narvel suggerisce dunque a Norma di
occuparsi ancora dell’asta annuale di fiori che lei ospita se gli
concederà un altro anno per riportare in vita il giardino. Narvel
torna in quel luogo anche perché sa che ora le carte sono nelle sue
mani e che le dinamiche di potere tra lui e Norma sono cambiate a
causa di Maya.
Nel corso del film, Narvel comprende
che Maya ha ricominciato a drogarsi e che il suo ragazzo la
picchia. Cerca dunque di farsi aiutare dal suo supervisore, ma
quando si rende conto che non otterrà l’aiuto richiesto, decide di
prendere in mano la situazione. Insegue quindi l’ex fidanzato di
Maya e gli spacciatori perché comincia a tenere molto a lei e non
vuole vederla soffrire. Nella sua mente, sta salvando Maya da un
futuro di abuso di sostanze e da persone che non mettono al primo
posto il suo benessere.
Anche se i loro passati non sono
affatto uguali, Narvel forse intuisce quanto possano andare male le
cose quando ci si sente intrappolati in una situazione in cui gli
altri esercitano il loro controllo. Per lui, l’unico modo per
staccarsi dal proprio passato, soprattutto quando questo continua a
perseguitare, è eliminare completamente il problema. Narvel non
uccide RG o i suoi amici, ma li spaventa abbastanza da tenerli
lontani da Maya. Ucciderli sarebbe stato un passo indietro per il
suo personaggio e non sarebbe stato in linea con il modo in cui ha
scelto di vivere la sua vita dopo essersi lasciato il passato alle
spalle.
Il vero significato del finale di
Il maestro giardiniere
In Il maestro
giardinierePaul Schrader mette al centro
uomini con storie oscure fornendo loro un percorso di redenzione,
come nel caso del personaggio principale. Narvel cerca di compiere
quelle che ritiene essere buone azioni per compensare il fatto di
essere stato un neonazista. Schrader propone l’idea che una persona
come Narvel possa rimediare alle malefatte del suo passato,
indipendentemente dalla quantità di danni e di dolore che ha
causato, a patto di scegliere una strada diversa e di seguirla
attivamente. Centrare la redenzione di Narvel introducendo anche
dinamiche razziali cambia la percezione del suo arco narrativo.
Questo sottolinea le dinamiche di potere e razziali in gioco, sia
tra lui e Maya che tra Norma.