Dopo Il male
non esiste, vincitore dell’Orso d’oro al Festival
internazionale del cinema di Berlino, Rasoulof
racconta una famiglia, che attraverso le sue dinamiche interne,
diventa ritratto di un paese intero, l’Iran, scosso dalle pressioni
politiche e religiose, dalle repressioni, dalle censure e
dall’oppressione nei confronti delle libertà personali. A queste
prevaricazioni, rappresentate nel film dal potere di un padre di
famiglia, si oppongono le donne, ovvero le nuove generazioni, in un
crescendo di tensione.
Il seme
del fico sacro è il simbolo della resistenza artistica e
civile del popolo iraniano, una resistenza guidata innanzitutto dal
coraggio delle donne e dei giovani che si battono per una
rivoluzione culturale, ancora lontana.
La trama di Il seme del
fico sacro
Teheran. I festeggiamenti per la
promozione di Iman a giudice istruttore del Tribunale della Guardia
Rivoluzionaria coincidono con il movimento di protesta popolare a
seguito della morte di una giovane donna.
Iman è alle prese con il peso
psicologico del suo nuovo ruolo. Mentre le sue figlie, Rezvan e
Sana, sono scioccate e, allo stesso tempo, elettrizzate dagli
eventi, la moglie Najmeh cerca di fare del suo meglio per tenere
insieme la famiglia.
Quando Iman scopre che la sua pistola
d’ordinanza è sparita, sospetta delle tre donne. Spaventato dal
rischio di rovinare la sua reputazione e di perdere il
lavoro, diventa sempre più paranoico e inizia, in casa propria,
un’indagine in cui vengono oltrepassati tutti confini, uno dopo
l’altro…
Super
Mâles è l’adattamento francese della popolare serie
spagnola Macho Alfa, una brillante comedy che esplora con
ironia e sensibilità le sfide dell’essere uomini nel mondo
contemporaneo. La serie, disponibile su Netflix a
partire dal 24 gennaio 2025, vede protagonisti Manu
Payet, Guillaume Labbé, Vincent
Heneine e Antoine Gouy nei panni di
quattro quarantenni parigini alle prese con le difficoltà della
vita adulta.
La trama di Super
Mâles
Ambientata a Parigi,
Super Mâles segue le vicende di quattro
amici di lunga data che affrontano le pressioni della società
moderna e il loro ruolo di uomini in continua evoluzione. Tra
problemi sentimentali, crisi di mezza età e sfide lavorative, i
protagonisti si interrogano con umorismo e autoironia su cosa
significhi essere uomini oggi. La serie offre uno sguardo
divertente ma profondo sulle relazioni umane, affrontando tematiche
attuali con dialoghi brillanti e situazioni tragicomiche.
I personaggi principali di
Super Mâles
Ogni protagonista rappresenta un
diverso approccio alla mascolinità e alle difficoltà della vita
quotidiana:
Stéphane (Manu Payet): un uomo divorziato che
cerca di rimettere in piedi la sua vita e trovare un nuovo
equilibrio tra lavoro e relazioni.
Vincent (Guillaume Labbé): un manager
ambizioso alle prese con lo stress lavorativo e la complicata
gestione della sua vita sentimentale.
Paul (Antoine Gouy): il single del gruppo,
determinato a mantenere la sua libertà e riluttante ad assumere
impegni a lungo termine.
Alex (Vincent Heneine): un padre di famiglia
che fatica a bilanciare le responsabilità domestiche con le proprie
ambizioni personali.
Tournage de Burn(es) Out le 22 janvier 2024 à Paris – Gaël Turpo /
NETFLIX, 2024
Una serie di grande
successo
La serie è un adattamento francese
dell’originale Macho Alfa, serie spagnola dal
successo incredibile, tanto che la piattaforma ha deciso di
declinare il concept per altre nazionalità. Netflix
ha rilasciato le prime immagini di Macho Alfa il
21 novembre 2022, annunciandone l’uscita il 30 dicembre dello
stesso anno. Il successo ottenuto ha portato rapidamente al rinnovo
per una seconda stagione, presentata il 9 febbraio 2024. Grazie
alla sua formula vincente, Macho Alfa ha ispirato
adattamenti internazionali. Il primo è appunto Super
Mâles, ma aspettiamo anche:
per l’Italia:Maschi Veri, con
Maurizio Lastrico, Matteo Martari, Francesco Montanari e Pietro
Sermonti.
per l’Olanda:Haantjes, con Jeroen
Spitzenberger, Waldemar Torenstra, André Dongelmans e Benja
Bruijning.
per la Germania: con Tom Beck, Serkan Kaya,
Moritz Führmann e David Rott.
Perché guardare Super
Mâles
Seguendo le tracce dell’originale,
ma parlando a un pubblico nazionale differente, la serie si
distingue per la sua capacità di raccontare con leggerezza e
intelligenza le difficoltà e le contraddizioni della mascolinità
moderna. La serie offre una combinazione irresistibile di risate e
momenti di riflessione, rendendola una visione perfetta per
chiunque voglia esplorare le dinamiche della vita adulta con uno
sguardo ironico e sincero. Super
Mâles è disponibile su Netflix
dal 24 gennaio 2025.
Vin Diesel sta riportando il
franchise di Fast & Furious dove tutto è iniziato: Los
Angeles. L’attore ha condiviso sui social media una
conversazione con la co-star Jordana Brewster sulla possibilità di girare
il resto di Fast X: Parte 2 – anche noto come
Fast
& Furious 11 – a Los Angeles per riportare la
produzione in città dopo i devastanti incendi. “La scorsa
settimana, durante gli incendi che hanno distrutto Los Angeles… mia
sorella Jordana mi ha contattato e mi ha detto… Per favore, fai in
modo che la Universal giri il resto di Fast X: Parte 2 a Los
Angeles”, ha condiviso Diesel su Instagram insieme a una foto di lui e della
Brewster.
E ha continuato: “Los Angeles ne
ha bisogno ora più che mai… Los Angeles è il luogo in cui Fast and
Furious ha iniziato a girare 25 anni fa… e ora Fast tornerà
finalmente a casa. Tutto l’amore…” L’anno scorso, Diesel ha
confermato che il prossimo capitolo del franchise sarebbe stato
l’ultimo, scrivendo su Instagram: “Abbiamo appena terminato la
riunione di fine settimana su Fast con gli sceneggiatori e tutta la
squadra… dire che l’eccitazione per il nostro finale è stata
incredibilmente forte è un eufemismo. Wow. Così
emozionante…”.
Cosa aspettarsi dal futuro della
saga di Fast & Furious
Fast
& Furious 11 è stato posizionato come finale del
franchise, ma Diesel ha lasciato intendere, in occasione
dell’uscita di Fast
X lo scorso anno, che potrebbe trattarsi di un finale in
tre parti anziché in due. Uno dei motivi per cui potrebbe non
essere ancora confermato, in un senso o nell’altro, è che le
recensioni e i risultati al botteghino di Fast
X sono stati meno soddisfacenti del previsto. Il film, che
è stato realizzato con un budget enorme di 340 milioni di dollari,
ha incassato circa 705 milioni di dollari in tutto il mondo, il che
significa che non è stato più di un modesto successo
commerciale.
Se Fast
& Furious 11 e il dodicesimo capitolo potessero essere
realizzati con un budget inferiore, ci sono buone probabilità che
possano essere redditizi, il che potrebbe spiegare perché Comcast
sta spingendo per altri due film invece di uno solo. Con il film
spinoff di Hobbs in lavorazione, potrebbero però esserci altri tre
film del franchise. Un recente commento di Morgan sullo spinoff di
Hobbs ha però dipinto un’immagine incerta del film e del suo status
e, insieme al post di Diesel, sembra che si stia decidendo ancora
molto sul futuro di Fast & Furious.
Non ci sono ancora conferme
ufficiali sul cast, ma il film potrebbe avere una data di uscita in
sala nel marzo 2026.
Mentre una manciata di film del
MCU sono stati datati per una
prossima sconosciuta saga – probabilmente la Saga dei
Mutanti – che seguirà Avengers:
Secret Wars, non si sa ancora esattamente quando
vedremo il reboot degli X-Men dei Marvel Studios nelle sale. Si dice che
Michael Lesslie (Hunger
Games: La ballata dell’usignolo e del serpente) si
occuperà della sceneggiatura, ma a parte questo, gli aggiornamenti
sono stati pochi e sporadici. Nelle ultime settimana sono però
emerse indiscrezioni riguardi gli attori che potrebbero
interpretare alcuni iconici personaggi. La più recente vede
Ayo Edebiri in lizza per il ruolo di
Tempesta.
L’insider @MyTimeToShineH riporta infatti che i
Marvel Studios starebbero prendendo
in seria considerazione di affidare alla star della serie The
Bear questo importante personaggio, già comparso in forma
animata nella recente terza stagione della serie What If…
?. L’attrice, noto anche per Abbott Elementary e
Inside Out 2, era già stata precedentemente
scritturata dai Marvel Studios in Thunderbolts*
per il ruolo di Erin, l’assistente di Valentina Allegra de
Fontaine.
Per problemi di programmazione,
Ayo Edebiri è però stata costretta ad
abbandonare il film, il che permette però ai Marvel Studios di richiamarla per
interpretare uno dei mutanti più potenti degli X-Men. Edebiri ha 29
anni ed è il tipo di stella nascente con cui è facile immaginare
che i Marvel Studios vogliano riempire il
roster della squadra. Per il momento, naturalmente, si tratta solo
di una voce e probabilmente non sarà l’ultimo nome che vedremo
collegato a Tempesta nei prossimi anni (nelle scorse settimana si è parlato
anche di Cynthia Erivo).
I due film dedicati a
Deadpool, del 2016 e del 2018 sono stati
ambientati nello stesso universo della Fox. Ora Deadpool e
Wolverine ha portato nel MCU i due eroi del
titolo, e aprirà ufficialmente la strada ai mutanti Marvel verso
l’universo condiviso di Kevin Feige. Ancora non sappiamo quando
arriveranno ufficialmente con il film tutto loro che è stato
annunciato, ma tra alcuni camei, riferimenti e la recente serie
animata X-Men ’97 il
loro debutto potrebbe ormai sempre imminente.
Le teorie principali sugli X-Men nel MCU
La teoria prevalente tra i fan è che
gli Avengers combatteranno gli X-Men quando le
loro rispettive realtà
si scontreranno in un’Incursione. Sembra proprio che il
palcoscenico sia stato predisposto per uno scontro dopo l’arrivo di
Maria Rambeau nella realtà della squadra (un mondo
che si pensa sia Terra-10005). Vedremo cosa succederà. Tuttavia, è
giusto dire che tutti rimarranno scioccati se la squadra mutante
non farà la sua apparizione – costumi dei fumetti e tutto il resto
– nei prossimi film di Avengers.
Candidato agli Oscar per i Migliori effetti speciali, Alien:
Romulus, si svolge come ormai noto tra gli eventi
dell’Alien
di Ridley Scott e l’Aliens
– Scontro finale di James Cameron, una decisione creativa che ha
aperto la porta a interessanti cammei e opportunità di costruzione
del mondo. Il film ha infatti intelligentemente riportato – tramite
CGI – Ian Holm nel ruolo dell’androide Rook, dopo
che il compianto attore aveva già interpretato Ash nel classico del
1979. Ci sono state alcune polemiche per l’uso della CGI e dell’IA,
ma i fan di lunga data hanno apprezzato il tessuto connettivo con i
film precedenti.
Alien:
Romulus si è poi concluso con una sorta di cliffhanger
e il regista Fede Álvarez è già al lavoro su un
sequel. Proprio guardando a questo nuovo capitolo, secondo
l’insider Daniel Richtman, si starebbe discutendo di riportare
in scena la Ripley di Sigourney Weaver avvalendosi della tecnologia
del de-aging, per ripresentare dunque il personaggio con lo stesso
aspetto che aveva al tempo dei primi due film. La Disney ha già
acquisito la capacità di de-invecchiare gli attori – in gran parte
grazie ai progetti del MCU – quindi non è impensabile che
ciò possa avvenire di nuovo. Al momento, però, la notizia è priva
di conferme ufficiali.
Sigourney Weaver è Ellen Ripley in Aliens – Scontro
finale.
Fede Alvarez pronto a realizzare un
sequel di Alien: Romulus
In una precedente intervista,
Álvarez aveva spiegato perché esiterebbe ad andare avanti con un
sequel fino a quando non avranno trovato una storia degna di essere
raccontata. “Beh, voglio dire, vogliamo assolutamente
farlo”, ha detto il regista a Gizmodo l’anno scorso. “Lo
studio vuole farlo. Io voglio farlo. Credo che con i sequel si
tratti sempre di trovare la storia giusta. Io e Rodo [Sayagues], il
mio co-sceneggiatore, abbiamo alcune idee, ma non è finché non
troviamo qualcosa che ci faccia dire ‘Ok, questo è un film che vale
la pena fare’ che ci imbarchiamo davvero”.
“Quindi è questo il processo in
cui ci troviamo ora, cercare di trovare una storia che sia degna
del tempo di tutti e che sia degna del titolo. Altrimenti, non si
vuole mai cadere nell’errore di fare [un sequel] solo perché il
primo è un grande successo… [fare un sequel] solo perché si può
fare, è sempre una ricetta per il disastro”. Non resta dunque
che attendere per scoprire esattamente quali direzioni prenderà
l’annunciato sequel di Alien: Romulus.
È stata appena rilasciata una nuova
featurette e uno sneak peek di Il Vostro Amichevole
Spider-Man di quartiere che offrono così un’ulteriore
possibilità di approfondimento in attesa di vedere la serie tra
qualche giorno su Disney+. Non solo lo stile di
animazione sembra molto migliore di quello che visto nel trailer, ma vediamo anche il
Daredevil di Charlie Cox, il Doctor
Octopus, Doctor Strange,
Scorpion e altri personaggi ancora. C’è anche
un’intrigante inquadratura della battaglia dell’aeroporto di
Captain
America: Civil War.
Non resta ora che attendere le prime
reazioni sui social media di Il Vostro Amichevole
Spider-Man di quartiere, che arriveranno domani, mentre le
prime recensioni sono previste solo in concomitanza con la presunta
première di tre episodi dello show (si è ancora in attesa di
una conferma ufficiale). Jeff Trammell, lo
sceneggiatore capo della serie, l’anno scorso ha condiviso alcune
informazioni su ciò che i fan possono aspettarsi dall’atteso
ritorno dell’Uomo Ragno nell’animazione.
“Sapete, vorrei rispondere con
un cliché, ‘Aspettatevi l’inaspettato’, ma, onestamente, penso che
possiate aspettarvi il vostro amichevole Spider-Man di
quartiere”, ha stuzzicato. “Si aggira per New York; non è
un’enorme avventura intergalattica”. “È lui alle sue
radici e ci sono molte cose che noi, come fanbase, prendiamo a
prima vista e diciamo: ‘Oh sì, conosco questa parte della storia’.
È stato davvero divertente scavare in questa storia. Ci sono delle
sorprese e non vedo l’ora che i fan scoprano. È stato molto
divertente sovvertire le aspettative che sono state costruite per
così tanto tempo”, ha aggiunto Tramell.
Di seguito, ecco il filmato
condiviso dai Marvel Studios:
La trama e il cast vocale di Il Vostro Amichevole
Spider-Man di quartiere
Il Vostro Amichevole
Spider-Man di quartiere segue Peter Parker nel suo
percorso per diventare un eroe, con un viaggio mai visto prima e
uno stile che celebra le radici del personaggio nei fumetti. Nella
versione originale, il ricco cast vocale comprende Hudson
Thames, Colman Domingo, Eugene Byrd, Grace Song, Zeno Robinson,
Hugh Dancy e Charlie Cox. Head writer è Jeff
Trammell e Mel Zwyer è il supervising
director. Brad Winderbaum, Kevin Feige, Louis D’Esposito,
Dana Vasquez-Eberhardt e Trammell sono gli executive
producer.
Ora su Netflix con il film Back
inAction, Jamie Foxx si è recentemente unito a Vanity
Fair per un’intervista video in cui ha ripensato ad alcuni dei suoi
ruoli più iconici, tra cui quello del protagonista di Django
Unchained di Quentin Tarantino. Uno dei ricordi più
particolari di quel set che l’attore ha voluto condividere è quando
il co-protagonista Leonardo DiCaprio – che nel film interpreta il
ruolo del sociopatico proprietario di schiavi Calvin Candie – ha
interrotto la lettura del copione a causa dell’uso ripetuto della
“N-word” da parte di Tarantino.
“L’argomento. La parola N, nello
specifico. Leo ha avuto difficoltà a dire la parola N”, ha
detto Foxx. “Stiamo facendo una lettura e Leo dice: ‘Ehi,
ragazzi. Tagliate! Non posso farlo. Questo non sono io’. A quel
punto Samuel L. Jackson grida: ‘Di’ quella merda, figlio di
pu***na! È solo un altro martedì. Che si fottano”. “Ho
detto a Leo che nei giorni di schiavitù non ci saremmo mai
parlati”, ha continuato Jamie Foxx.
“Non sono un suo amico. Non sono
Jamie Foxx. Sono Django. E gli ho detto: “Non sarai davvero in
grado di interpretare quel personaggio finché non capirai cosa
significa la schiavitù”. “È stata dura. È stato orribile.
Così il giorno dopo ho visto Leo e gli ho chiesto cosa gli fosse
successo. Non mi voleva parlare, il che significava che era pronto.
A quel punto tutti hanno iniziato a lavorare”.
Jamie Foxx e Samuel L. Jackson
difendono Quentin Tarantino
Per quanto riguarda l’uso di quel
termine dispregiativo, Jamie Foxx ha affermato di non aver mai avuto
problemi e una volta ha detto durante un’intervista a Yahoo Entertainment: “Ho
capito il testo. La parola con la N è stata pronunciata 100 volte,
ma ho capito il testo – è semplicemente così che si faceva
all’epoca, è tristemente accurato”. Come noto, anche Samuel L. Jackson si è schierato in sostegno
del regista, con cui ha collaborato in molteplici occasioni a
partire da Pulp
Fiction.
Jackson ha anche raccontato al
New York Times che lui e
Quentin Tarantino hanno detto personalmente a
DiCaprio che “devi” dire la parola con la N in Django
Unchained anche se lo mette a disagio, aggiungendo:
“Ogni volta che qualcuno vuole un esempio di uso eccessivo
della parola con la N, va da Quentin – è ingiusto. Sta solo
raccontando la storia e i personaggi parlano così. Quando lo fa
Steve McQueen, è arte. È un artista. Quentin invece è solo un
regista da popcorn”.
Jackson ha a lungo difeso l’uso di
insulti razziali da parte di Tarantino nelle sue sceneggiature. Nel
documentario su Tarantino, “QT8: The First Eight”,
l’attore ha affermato che “non c’è disonestà in tutto ciò che
Quentin scrive o nel modo in cui la gente parla nei suoi
film”. “È una stronzata”, ha invece detto una volta
alla rivista Esquire a proposito del
contraccolpo che Tarantino deve affrontare. “Non si può dire a
uno scrittore che non può parlare, scrivere le parole, mettere le
parole in bocca alle persone delle loro etnie nel modo in cui usano
quelle parole. Non si può fare, perché allora diventa una non
verità, non è onesto. Non è onesto e basta”.
Per quanto riguarda Natasha Lyonne, la teoria più diffusa sembra
essere quella di Alicia Masters, l’interesse
amoroso di Ben Grimm (Ebon
Moss-Bachrach), ma alcuni ritengono che potrebbe
fornire la voce del robot H.E.R.B.I.E.. Si
ipotizza anche che possa interpretare una versione live-action del
suo personaggio della terza stagione di What
If…?, ovvero Birdie. Parlando con
Vanity Fair del suo debutto nel MCU, la star di Poker Face ha però
ora lasciato trapelare un indizio piuttosto importante sul suo
personaggio.
“Sono molto commossa dal fatto
che mi vogliano in quel film”, ha dichiarato Lyonne al sito.
“È tutta roba di tipo interstellare, che arriva da direzioni
diverse. Sono anche nel film dei Puffi, e in effetti succedono
delle cose che… Non voglio parlarne, perché mi metterei nei guai.
Ma supponendo che io sia morta entro le 20:45 di stasera e che
debbano montare i due film insieme in un mash-up… ecco credo che il
tutto si sposerebbe bene”.
Lyonne darà infatti la voce a uno
dei Puffi (Puffetta, molto probabilmente) nel nuovo film loro
dedicato, quindi il fatto che stia paragonando entrambi i ruoli
potrebbe suggerire che darà anche la voce a un personaggio
animato/CG ne The Fantastic
Four: First Steps. Naturalmente potrebbero esserci
altre connessioni tra i due film di cui non siamo a conoscenza, ma
questo indizio sembra rafforzare la teoria secondo cui l’attrice
darà voce all’iconico robot dei protagonisti, H.E.R.B.I.E.
Tutto quello che c’è da sapere su
The Fantastic Four: First Steps
Il film The
Fantastic Four: First Steps è atteso al cinema il
25 luglio 2025. Come al solito con
la Marvel, i dettagli
della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti,
i Fantastici Quattro sono astronauti che
vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi
cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il
suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la
fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per
diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il
fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà
la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene
completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi
arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super
forza.
Fanno parte del cast anche
Julia Garner, Paul
Walter Hauser, John
Malkovich, Natasha
Lyonne e Ralph
Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato
da Kevin
Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in
degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di
Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro
protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che
conosciamo. Franklyn e Valeria
Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel
film.
Timothée Chalamet, che ha ottenuto iera una
nomination all’Oscar per l’interpretazione di Bob
Dylan in A Complete Unknown, ha raggiunto
oggi un importante traguardo. Il ventinovenne è infatti il più
giovane attore a ottenere una doppia candidatura all’Oscar come
Miglior attore dai tempi di James Dean, il quale è stato nominato postumo
nel 1956 per La valle dell’Eden e per Il gigante un anno dopo. Dean aveva solo 24 anni al
momento di queste interpretazioni, tragicamente deceduto a seguito
di un incidente stradale nel 1955.
Per quanto riguarda Chalamet, la
prima e fino a ieri uncia nomination risale al 2018 per Chiamami
col tuo nome. Agli Oscar dovrà ora vedersela con Adrien Brody candidato per The
Brutalist,Ralph Fiennes candidato per Conclave, Sebastian
Stan candidato per The
Apprentice e Colman Domingo candidato per Sing
Sing. Se anche non dovesse vincere la statuetta, Chalamet ha
comunque stabilito un importante primato non alla portata di tutti
e che ristabilisce la sua bravura come interprete.
Timothée Chalamet
è Bob Dylan in A Complete
Unknown
Il biopic su Bob
Dylan, intitolato A
Complete Unknown, è diretto da James
Mangold e ha come protagonista Timothée Chalamet nel ruolo della stella del
folk. Il film vanta anche la partecipazione di Elle Fanning nel ruolo dell’artista e
interesse amoroso di Dylan, Sylvie Russo. Edward Norton interpreta invece il ruolo del
musicista Pete Seeger, mentre Monica
Barbaro interpreta Joan Baez. A
Complete Unknown si concentra sui giorni di maggiore
trasformazione della carriera di Dylan, seguendo il giovane
cantante folk e la sua chitarra per le strade e i palcoscenici di
New York nel 1965, quando Dylan sostituì la sua acustica con
un’elettrica e portò un nuovo sound nel settore.
Anche la storia d’amore tra Dylan e
Russo sarà collegata al film, dato che i due erano apparentemente
inseparabili durante questo periodo della loro vita e si servivano
l’un l’altro come muse. Basato sul libro del 2015 di Elijah
Wald “Dylan Goes Electric” e originariamente
intitolato “Going Electric”, A
Complete Unknown prende in prestito una frase da
“Like a Rolling Stone” di Dylan – l’inno folk-rock
plugged-in che ha rivoluzionato la storia della musica.
Mangold ha descritto il Dylan del
suo film come “un vagabondo che arriva dal Minnesota con un
nome nuovo e una nuova visione della vita”. Il suo arrivo a
New York scatena “uno sconvolgimento nella comunità folk e in
quello che pensavano fosse il folk vero e proprio e il folk
illecito”. Il vero Dylan, che ha 83 anni, ha fornito spunti
per la sceneggiatura e ha partecipato a diversi incontri con
Mangold. A Complete Unknown è al cinema dal 23
gennaio.
Il co-capo dei DC Studios James Gunn festeggia l’inizio delle riprese di
Supergirl: Woman of Tomorrow, il film che vede
Milly Alcock nel ruolo di protagonista. Per
l’occasione, il regista ha condiviso sui social media una foto
teaser dell’attrice nei panni di Kara Zor-El.
“Sono entusiasta di vedere le telecamere girare ai Warner Bros.
Studios Leavesden per Supergirl, con Craig Gillespie al timone e la
fenomenale Milly Alcock nei panni di Kara Zor-El”, ha scritto
Gunn nel post (riportato qui sotto). “Craig
porta una sensibilità incredibile a questa storia e Milly è in
tutto e per tutto la #Supergirl unica immaginata da Tom King,
Bilquis Evely e Ana Nogueira”.
Tutto quello che sappiamo su
Supergirl: Woman of Tomorrow
Supergirl: Woman of
Tomorrow è un adattamento dell’omonima miniserie in
otto numeri di Tom King e Bilquis
Evely, che vede l’eroina titolare impegnata in un’odissea
nello spazio insieme a una giovane aliena, Ruthye, che vuole
vendicare la morte della sua famiglia per mano del guerriero Krem
delle Colline Gialle. Milly Alcock di House of the Dragon
indosserà il costume rosso e blu della cugina di Superman, Kara
Zor-El, mentre Eve Ridley (3 Body
Problem) interpreterà Ruthye e Matthias Schoenaerts (The Old
Guard) interpreterà Krem.
A mettere i bastoni tra le ruote a
tutta la faccenda c’è il cacciatore di taglie alieno Lobo, che sarà interpretato
dall’ex star di Aquaman,Jason Momoa. David
Krumholtz ed Emily Beecham
interpreteranno i genitori della Ragazza d’Acciaio, anche se non è
specificato se saranno i genitori biologici o quelli adottivi sulla
terra. Il film sarà diretto da Craig
Gillespie di I, Tonya, da una sceneggiatura
dell’attore e scrittore Ana Nogueira. Le riprese
del progetto sarebbero iniziate questa settimana a Londra, in
Inghilterra.
Supergirl: Woman of
Tomorrow uscirà al cinema il 26 giugno
2026.
Magnolia di
Paul Thomas
Anderson, uscito nel 1999, è un tour de force
cinematografico che sfida la facile categorizzazione. La vasta
epopea melodrammatica intreccia le vite di diversi personaggi nella
San Fernando Valley, esplorando i temi del rimpianto, della
redenzione e dell’interconnessione dell’esperienza umana. Al centro
del film c’è una serie di eventi apparentemente non correlati che
culminano in un climax surreale e indimenticabile: una pioggia di
rane dal cielo. Prima di questo momento, Magnolia
si addentra però dunque nelle vite del suo cast corale di
personaggi, rivelando le loro lotte, i loro traumi e i loro momenti
di grazia inaspettata.
Da un poliziotto tormentato in cerca
di redenzione a un conduttore televisivo morente alla disperata
ricerca di perdono, la storia di ogni personaggio è un riflesso
toccante della condizione umana. Sullo sfondo della pioggia di rane
nel finale – un fenomeno bizzarro e inspiegabile – questi
personaggi affrontano il loro passato, fanno i conti con i loro
demoni e cercano un senso nel caos delle loro vite. Attraverso la
sua audace narrazione, il finale di Magnolia sfida
gli spettatori ad affrontare le incertezze della vita e ad
abbracciare il viaggio disordinato e bellissimo dell’esistenza.
La spiegazione del finale di
Magnolia
La pioggia di rane nel finale di
Magnolia è un evento surreale ed enigmatico che
funge da metafora centrale per l’esplorazione del film
sull’interconnessione, la redenzione e la caotica imprevedibilità
della vita. Il suo significato trascende l’interpretazione
letterale delle rane che cadono dal cielo, racchiudendo una
moltitudine di strati simbolici che risuonano con il viaggio di
ogni personaggio e con i temi generali della narrazione. A livello
letterale, le rane sfidano le spiegazioni razionali e mettono in
discussione la percezione della realtà dei personaggi. Si tratta
dunque di un’interruzione stridente dell’ordine naturale del mondo,
un fenomeno bizzarro che sfida la logica e la razionalità.
Al di là della sua manifestazione
letterale, la pioggia di rane ha però un profondo significato
metaforico. Nelle tradizioni bibliche e mitologiche, le rane sono
state associate a piaghe e interventi divini, simboleggiando il
caos, la trasformazione e la rinascita. In
Magnolia, la doccia di rane può essere invece
interpretata come una simbolica pulizia, un evento dirompente ma
trasformativo, che ha significati diversi per ogni personaggio,
riflettendo le loro lotte, le loro paure e i loro desideri
individuali. Per alcuni rappresenta un momento di resa dei conti e
di catarsi, mentre per altri funge da catalizzatore per
l’introspezione e la scoperta di sé.
Nel corso del film, Frank
T.J. Mackey (uno dei migliori personaggi di Tom Cruise) è ritratto come una figura
sfacciata e carismatica, un guru dell’auto-aiuto che predica una
filosofia iper-maschile di dominio e controllo. Si presenta come un
esempio di sicurezza e successo, insegnando agli uomini come
manipolare e sedurre le donne, mascherando le proprie profonde
insicurezze e ferite emotive. Tuttavia, Frank viene incoraggiato ad
affrontare il padre morente, Earl Partridge
(Jason Robards), da Phil
(Philip Seymour Hoffman). Questa scena culminante
rappresenta un cambiamento profondo per Frank, che si libera della
sua facciata da macho e affronta la vulnerabilità e il dolore che
si nascondono sotto di lui.
La pioggia di rane funge da sfondo
simbolico per il momento della resa dei conti di Frank. Mentre le
rane piovono, Frank si confronta con l’imprevedibilità e
l’impermanenza della vita, spingendolo a rivalutare le sue priorità
e ad affrontare le sue paure e i suoi rimpianti più profondi.
Questo momento rappresenta un’opportunità cruciale per Frank di
riconciliarsi con il padre e, per estensione, con sé stesso. Frank
mette dunque a nudo le sue insicurezze e le sue paure, liberandosi
della corazza difensiva del suo personaggio di macho per rivelare
il bambino ferito che c’è sotto. Entrando in contatto con il padre
a un livello profondamente emotivo, Frank trova un senso di
chiusura e accettazione che gli era sfuggito da tempo.
Le rane fungono da intervento
cosmico per Stanley
Stanley Spector
(Jeremy Blackman) è invece un bambino prodigio del
quiz show What Do Kids Know? La storia di Stanley esplora
le pressioni del suo successo precoce, lo sfruttamento dei genitori
e la ricerca dell’autonomia. È uno sguardo avvincente sul mondo
interiore di un bambino oppresso dalle aspettative. Fin
dall’inizio, Stanley è raffigurato come straordinariamente
intelligente, ma visibilmente a disagio con i riflettori. Le
aspettative riposte su di lui dal padre, Rick
(Michael Bowen), sono immense e soffocanti. Rick
vede Stanley non come un bambino, ma come un mezzo per ottenere
fama e benefici finanziari, spesso ignorando i bisogni emotivi e
sociali del figlio.
La pioggia di rane rappresenta un
punto di svolta cruciale per il bambino. Questo evento bizzarro e
caotico interrompe il normale corso della vita, fornendo a Stanley
una pausa metaforica e letterale dalla pressione incessante di
esibirsi. Per Stanley, le rane rappresentano un momento di
intervento cosmico, che gli dà la possibilità di affermare i propri
bisogni e desideri, cosa che fa affrontando direttamente il padre.
Questo confronto è un momento cruciale di responsabilizzazione per
Stanley, che finalmente dà voce alle sue frustrazioni e chiede di
essere trattato con considerazione e rispetto.
Dopo la doccia di rane, la
narrazione di Stanley si sposta verso una direzione più
introspettiva e autonoma. Torna sul set del quiz show, non per
soddisfare le aspettative del padre o del pubblico, ma per cercare
la comprensione del conduttore del programma, Jimmy
Gator (Philip Baker Hall in uno dei suoi
migliori ruoli). Questa interazione è fondamentale perché
rappresenta il tentativo di Stanley di trovare convalida ed empatia
da parte di un altro adulto, al di fuori del contesto di
sfruttamento del rapporto con il padre.
Jim Kurring
(John
C. Reilly) è un agente di polizia che incarna i temi
dell’onestà, dell’integrità e della semplicità. Si muove nel suo
ruolo di agente di polizia con il sincero desiderio di fare del
bene, nonostante le ambiguità morali che lo sfidano. Tuttavia, Jim
è un po’ ingenuo ed eccessivamente ottimista, un uomo che crede
profondamente nella bontà intrinseca delle persone e nella
chiarezza morale del suo ruolo. Questa visione viene ripetutamente
messa alla prova, prima attraverso le sue interazioni durante i
compiti di polizia e poi attraverso il suo coinvolgimento romantico
con Claudia Gator (Melora
Walters), una donna che lotta con problemi molto
profondi.
Man mano che
Magnolia procede, Jim viene sottoposto a prove che
mettono a nudo le sue vulnerabilità e i suoi limiti. Un momento
cruciale si verifica quando perde la pistola – simbolo della sua
autorità e competenza – evidenziando la sua fallibilità e fragilità
umana. Questo incidente getta le basi per le esperienze successive,
spingendolo a confrontarsi con le proprie imperfezioni e con la
realtà che la vita non sempre si attiene a giudizi morali netti. La
pioggia di rane rappresenta per lui un punto di svolta surreale e
caotico. In questo momento, la natura inspiegabile dell’evento lo
costringe a riconsiderare la sua fede nella comprensione del mondo
attraverso una lente strettamente razionale e ordinata.
Simboleggia una rottura con la sua
precedente visione del mondo, mettendolo di fronte alla pura
imprevedibilità della vita. Per Jim, le rane rappresentano un
momento di intervento divino o cosmico, che lo spinge ad
abbracciare l’ignoto e ad accettare che non tutto può essere
controllato o compreso. All’indomani della pioggia di rane, trova
un senso di risoluzione nel suo rapporto con Claudia. La loro scena
finale insieme, in cui Claudia sorride tra le lacrime, suggerisce
un futuro pieno di speranza. Per Jim, questo momento significa
accettare Claudia – e, per estensione, la vita stessa – con tutte
le sue imperfezioni e incertezze. Impara che l’amore e il legame
richiedono l’accettazione degli altri così come sono, proprio come
lui deve accettare sé stesso.
Jimmy Gator è l’unico personaggio
che non ha una chiara risoluzione
Jimmy Gator è il
carismatico conduttore di successo del quiz show What Do Kids
Know? la cui vita nasconde conflitti personali e oscuri
segreti, ma anche sensi di colpa e rimpianti. Mentre affronta una
diagnosi di cancro terminale, Jimmy è spinto a cercare il perdono
della figlia Claudia, da cui si è allontanato,
mentre si confronta con l’impatto delle sue azioni sulla famiglia e
sulla propria coscienza. I tentativi di Jimmy di raggiungere
Claudia si scontrano con ostilità e rifiuto, illustrando la
profonda frattura che li separa. La surreale pioggia di rane agisce
come manifestazione simbolica del caos interiore di Jimmy. Per lui,
le rane possono essere viste come una piaga biblica, una metafora
appropriata del suo confronto con i propri peccati e le relative
conseguenze.
Questo evento bizzarro sconvolge
l’ordine naturale, proprio come le rivelazioni e le accuse che
sconvolgono la vita e le relazioni di Jimmy. Nei suoi ultimi
momenti, Jimmy affronta un confronto solitario e doloroso con la
sua mortalità e la sua eredità. Il film non fornisce una chiara
risoluzione per lui, ma presenta un ritratto realistico di un uomo
che è allo stesso tempo imperfetto e simpatico. La sua storia
solleva domande sulla possibilità di redenzione e sulla natura
complessa delle relazioni umane. L’ambiguità che circonda le sue
azioni passate con Claudia (anche se il film implica pesantemente
un qualche tipo di abuso) costringe il pubblico a contemplare la
natura della verità e la difficoltà del perdono.
Il significato dell’inquadratura
finale con Claudia che guarda direttamente in camera
L’inquadratura finale di
Claudia che guarda direttamente in camera nel
finale di Magnolia è un momento di profondo
significato che racchiude i temi della vulnerabilità, della
resilienza e della ricerca della guarigione del film. Quando la
macchina da presa fa uno zoom sul volto di Claudia, catturando la
sua espressione piena di lacrime ma piena di speranza, il pubblico
è invitato a entrare nel suo mondo interiore. In questo momento,
Claudia diventa più di un semplice personaggio di una storia;
diventa un tramite per l’esperienza umana condivisa, invitando il
pubblico all’empatia e alla comprensione.
Il sorriso di Claudia tra le sue
lacrime indica un momento fragile ma genuino di speranza e
resilienza, un barlume di luce nell’oscurità dei suoi traumi e
delle sue lotte passate. Nonostante il dolore e l’incertezza che ha
sopportato, il sorriso di Claudia suggerisce la volontà di
abbracciare la possibilità di guarire e crescere, anche di fronte a
sfide mastodontiche. Inoltre, lo sguardo diretto di Claudia verso
lo spettatore funge da atto simbolico di empowerment e agency.
Rompendo la quarta parete e riconoscendo il pubblico, Claudia
afferma la sua presenza e il suo controllo sulla propria
narrazione.
Il finale di
Magnolia rappresenta dunque il culmine dei temi e
dei fili narrativi del film, offrendo una riflessione toccante e
aperta sulla complessità dell’esistenza umana. Sebbene la
conclusione del film sfugga a un’interpretazione univoca, il suo
vero significato risiede nell’esplorazione della redenzione,
dell’interconnessione e del potere duraturo della speranza in mezzo
al caos della vita. In fondo, il finale abbraccia l’ambiguità e
rifiuta di offrire risposte facili. Questo riflette la natura
disordinata e imprevedibile della realtà e la futilità di cercare
conclusioni definitive di fronte ai misteri della vita.
Nonostante la sua ambiguità, il
finale di Magnolia è pervaso da un senso di
redenzione e rinnovamento. Attraverso momenti di catarsi e
riconciliazione, molti dei personaggi trovano un barlume di
speranza in mezzo alle loro lotte e al loro dolore. Che si tratti
del timido sorriso di Claudia, della ritrovata accettazione delle
incertezze della vita da parte di Jim o dell’emozionante
ricongiungimento di Frank con suo padre, il finale suggerisce che
anche nei momenti più bui c’è spazio per la crescita, il perdono e
le seconde possibilità.
Il cinema catastrofico vanta sempre
un certo fascino, proponendo eventi che ci si augura di non dover
mai vedere accadere davvero. Titoli come lo statunitense
The Day After Tomorrow o il coreano Ashfall – The Final Countdown si sono divertiti ad
immaginare la fine del mondo per cause naturali e accanto a questi
titoli si può accostare anche il norvegese The
Wave, diretto nel 2015 dal regista Roar Uthaug.
Dichiaratosi un fan dei disaster movie americani come Twister e Armageddon, Uthaug ha
raccontato di aver girato The Wave con
l’intenzione di combinare gli elementi dei film hollywoodiani con
la realtà norvegese.
“In Norvegia siamo un Paese
molto ricco e socialmente molto sicuro. Il governo si prende cura
di tutti”, ha affermato Uthaug in un’intervista. “Ma
viviamo ancora con lo stress della natura intorno a noi. Questa è
una parte importante della narrazione, che lo spirito della natura,
la terra stessa, sia una minaccia”. Selezionato come candidato
norvegese per l’Oscar al Miglior film internazionale, The
Wave ha ottenuto un successo tale da spingere gli autori a
realizzare anche un sequel, The Quake – Il terremoto del
secolo, uscito nel 2019 e con protagonisti gli stessi
personaggi del precedente disaster movie.
Uno degli aspetti più interessanti
del film, però, è il suo essere basato su eventi realmente accaduti
e che hanno avuto un forte impatto nella società norvegese, proprio
come afferma il regista nella dichiarazione poc’anzi riportata. In
questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali
curiosità relative a The Wave. Proseguendo qui
nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla storia vera dietro il film.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
L’esperto geologo Kristian
Eikjord (Kristoffer Joner) ha appena
accettato un lavoro per una compagnia petrolifera e sta per
trasferirsi a Stavanger con la sua famiglia. Proprio durante una
festicciola di addio con i colleghi, l’uomo viene avvisato che
alcuni indicatori hanno rilevato una diminuzione del livello
dell’acqua sotterranea. La situazione sembra però essere sotto
controllo e il giorno dopo il dottore decide comunque di partire
insieme ai suoi figli Sondre e
Julia. Sua moglie Idun
(Ane Dahl Torp), invece, deve rimanere qualche
giorno in più in città per lavorare presso l’hotel della cittadina,
ancora in piena stagione.
Mentre Kristian sta per imbarcarsi
sul traghetto, tuttavia, capisce che la sparizione delle acque
sotterranee può essere un allarme di pericolo imminente: la
montagna, infatti, potrebbe collassare. Preoccupato per ciò che
potrebbe accadere, l’uomo torna alla stazione di monitoraggio per
avvisare i suoi colleghi. Uno di loro, Arvid
(Fridtjov Såheim), decide di dare l’allerta e
monitorare la frana tutta la notte insieme a un altro impiegato,
Jacob. Tutto precipita solo qualche ora dopo,
quando si crea una frattura nella roccia. Ma ciò che ne seguirà,
sarà ancora più spaventoso.
Per il film, tutti gli attori del
cast hanno girato le proprie scene d’azione personalmente, senza
fare uso di controfigure, quindi dovendo essere fisicamente pronti
a ciò; ad esempio Kristoffer Joner si è allenato
con degli istruttori di apnea per riuscire a trattenere il respiro
per tre minuti nella scena in cui, nelle vesti del protagonista, si
introduce nel rifugio allagato nel sotterraneo dell’hotel per
salvare la moglie e il figlio. Ciò ha permesso di rendere più
convincenti le loro interpretazioni e ancor più appassionanti le
loro scene.
Sebbene la vicenda del film sia una
storia di finzione, le vicende di The Wave
traggono ispirazione dalla vera storia del disastro del
villaggio di Tafjord, dove nel 1934 una frana si staccò
dal monte Langhamaren, cadendo nel
Tafjorden e generando un’onda tsunami che
distrusse il villaggio e uccise 40 persone che si trovavano lungo
le sponde del fiordo. Nel 1905 e nel 1936 episodi simili si
verificarono nel lago Lovatnet, nella contea di
Sogn og Fjordane, dove due frane staccatesi dal
monte Ramnefjell precipitarono nel lago
sottostante causando onde alte decine di metri che uccisero
complessivamente centinaia di persone.
Nello specifico, nel 1905 un grosso
pezzo di roccia si è staccato e ha fatto un salto di 500 metri
nell’acqua. Circa 350.000 m3 di pietra finirono nel lago e crearono
un’onda anomala di 40 metri che colpì sia Bødal
che Nesdal. 61 persone morirono, più di 50 case
furono distrutte e 80 case galleggianti scomparvero nell’onda. I
sopravvissuti ebbero difficoltà a riprendersi dalle ferite e dalle
perdite, ma alla fine furono loro a ricostruire le fattorie, dando
così vita ad un nuovo periodo di tranquillità, caratterizzato anche
da un forte aumento del turismo. Ma tutto questo finì il 13
settembre 1936, quando la natura si abbatté nuovamente sulla
zona.
Un’altra frana colpì la valle di
Lodalen, ma questa volta molto più pesante della precedente. Un
grosso pezzo di roccia, pari a 1.000.000m3, grande quasi due volte
la torre Eiffel, si staccò e finì nel lago, dando vita ad uno
tsunami di dimensioni tali da rendere inutili anche le misure
precauzionali prese dopo il precedente disastro. Tutte le fattorie
furono distrutte e quel giorno morirono altre 74 persone. Centinaia
di ettari furono distrutti e ricoperti di sabbia e pietre. È dunque
proprio a partire da questi che sono i più grandi disastri naturali
della storia norvegese che il film The Wave prende
spunto per il suo racconto.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di The
Wave grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti
disponibile nei cataloghi di Apple
iTunes, Tim Vision e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 23
gennaio alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
A
un giorno dall’annuncio che Werwulf di Focus
Features sarebbe stato il suo prossimo film, Robert
Eggers ha concluso il suo accordo per scrivere e dirigere
un nuovo film di Labyrinth per TriStar
Pictures.
La notizia arriva dopo la
presentazione delle nomination agli Oscar 2025, che hanno sancito
ben quattro nomination per la fotografia, costumi,
scenografia, trucco e acconciatura per il film sul Principe
della Notte, anch’esso distribuito da Focus.
I dettagli della trama di
Labyrinth di Eggers sono ancora segreti, ma ci è
stato detto che il film è un sequel, piuttosto che un remake del
classico del 1986 di Jim Henson. Eggers sta
scrivendo la sceneggiatura con Sjón, il suo collaboratore nel film
d’azione vichingo del 2022 The Northman, con cui
sta anche lavorando a Werwulf. Chris ed
Eleanor Columbus produrranno insieme a Lisa
Henson, con Brian Henson come produttore
esecutivo.
La trama del Labyrinth originale
Un amato fantasy con una giovane
Jennifer Connelly e il defunto David
Bowie, Labyrinth segue la sedicenne Sarah
mentre si muove in un vasto labirinto ultraterreno per salvare il
suo fratellino Toby (Toby Froud), che ha
inavvertitamente voluto nel regno del re dei Goblin Jareth (Bowie).
Durante il suo viaggio, Sarah incontra una varietà di creature
magiche e sfide che mettono alla prova la sua determinazione e
maturità. Nella sua uscita nelle sale tramite TriStar, l’originale
ha avuto un rendimento inferiore alle aspettative, incassando solo
circa 34 milioni di dollari contro un budget dichiarato di 25
milioni di dollari, e ottenendo risultati migliori all’estero che
in patria.
Tuttavia, il film ha ottenuto
nomination a premi come gli Hugo Awards e i British Academy Film
Awards ed è ora apprezzato come un classico di culto. Tra le sue
caratteristiche più memorabili c’è l’innovativo teatro di burattini
emerso per il progetto dal Creature Shop di Jim
Henson. Negli ultimi decenni, la popolarità del film ha
portato alla creazione di romanzi e fumetti, videogiochi,
proiezioni perenni e persino un ballo in maschera annuale per i
fan, considerato uno dei più grandi al mondo.
Gli sforzi per far decollare un
seguito di Labyrinth sono in corso almeno dal
2017, con Scott Derrickson di Doctor Strange che di recente si è
candidato a dirigere una precedente incarnazione da una
sceneggiatura di Maggie Levin.
Ancora in programmazione nei cinema,
la versione di Eggers di Nosferatu è il film con
il
maggior incasso della sua carriera, avendo superato i 156
milioni di dollari in tutto il mondo dal giorno di Natale.
Dirigendosi verso l’ottavo fine settimana al botteghino e di
recente in PVOD, il film è ora anche il secondo titolo con il
maggior incasso della Focus Features negli Stati Uniti dietro
Downton Abbey.
Nightbitch, il nuovo film fantasy con Amy Adams,
in arrivo su Disney+ il 24 gennaio, parte da un’idea
provocatoria: una madre stanca e sopraffatta da tutto ciò che
comporta una maternità affrontata in solitudine, scopre un giorno
che si sta trasformando in un cane. Una metafora delle
trasformazioni che il corpo e la mente di una donna attraversano
durante la gravidanza, dopo il parto e nella nuova vita da madre
oppure la realtà? Il film, scritto e diretto da Marielle
Heller e tratto dal romanzo omonimo di Rachel
Yoder, gioca abilmente su questa ambiguità, regalando
momenti di surrealismo, commedia e introspezione, il tutto con una
chiave insolita.
La trama di
Nightbitch
La protagonista, una
madre senza nome che solo dopo la trasformazione comincia a
chiamarsi Nightbitch, vive in un tipico sobborgo americano
con il marito (Scoot McNairy), che non è quasi mai
a casa per lavoro, il loro figlio di due anni e un gatto
trascurato. Ex artista di successo, ha lasciato la carriera per
dedicarsi alla famiglia, ma la routine della maternità l’ha
risucchiata in un ciclo monotono e alienante.
La ripetizione visiva
utilizzata da Heller sottolinea efficacemente questa monotonia, con
inquadrature ricorrenti delle colazioni e delle letture della
buonanotte, un loop. La madre si sente intrappolata, e il suo
risveglio inizia quando nota che i suoi canini si stanno affilando
e il suo corpo diventa più peloso. Incuriosita e spaventata, scopre
una protuberanza vicino al coccige, ma invece di cercare aiuto
medico, la osserva crescere fino a trasformarsi in una coda.
A differenza della
tragica metamorfosi di Gregor Samsa nel racconto di Kafka, la
trasformazione della protagonista in Nightbitch è
galvanizzante e liberatoria. La madre abbraccia la sua nuova natura
animale, abbandonando le costrizioni della “brava ragazza” per
esplorare una libertà primordiale e feroce. Le sue uscite notturne
diventano momenti di puro istinto. E Amy Adams, nei panni di questa donna/bestia,
offre una performance straordinaria, esplorando con trasparenza
emotiva il delicato equilibrio tra vulnerabilità e forza selvaggia.
Le sue espressioni passano dalla frustrazione repressa alla gioia
animalesca con una naturalezza magnetica. La performance le è valsa
anche una candidatura ai Golden Globe.
Heller adotta un
approccio intimo e claustrofobico, traducendo il flusso di
coscienza del romanzo in voice-over che creano momenti di grande
ironia. Le frasi di circostanza pronunciate dalla protagonista sono
spesso in netto contrasto con i suoi pensieri reali, generando un
umorismo tagliente che evidenzia il suo disagio interiore.
Tuttavia, il film tende ad attenuare la rabbia e la frustrazione
che caratterizzavano il romanzo di Yoder, preferendo smussare gli
angoli più spigolosi con una vena di umorismo che rischia di
indebolire il messaggio.
Un adattamento che addolcisce il
romanzo di partenza
Nonostante la forte
performance di Adams, alcune scelte narrative risultano troppo
compiacenti. La critica alla maternità contemporanea e alle
pressioni sociali che ne derivano è evidente, ma il film si
accontenta di una narrazione di emancipazione individuale, senza
approfondire le implicazioni più sovversive del romanzo. La scelta
di Heller di allontanarsi dal body horror per concentrarsi su una
rappresentazione più leggera e ironica lascia è una chiara presa di
posizione, tanto che tutti i momenti più audaci del romanzo vengono
mitigati da un tono più rassicurante.
Se da un lato il film
coglie con precisione lo stress e la solitudine della
genitorialità, dall’altro le scene più fantasy non riescono a
trasmettere emozioni forti, forse perché la regista sceglie di dare
più peso all’aspetto psicologico che a quello fantastico/horror del
materiale di partenza. La trasformazione canina della protagonista,
con il suo acuirsi dei sensi e la necessità di inseguire prede nel
buio, resta confinata in una dimensione simbolica che non osa mai
spingersi fino in fondo. Anche il culmine della sua crisi, un
crollo nervoso in un ristorante, non porta a reali conseguenze,
confermando l’intenzione del film di restare su un terreno
sicuro.
Nonostante la cautela con
cui viene messo in scena, Nightbitch è un’opera
intrigante, anche se meno audace di quanto avrebbe potuto essere.
Amy Adams brilla nel ruolo della madre
sopraffatta che riscopre la propria natura selvaggia, ma il film,
pur offrendo spunti interessanti sulla femminilità e la maternità,
preferisce addomesticare la sua rabbia piuttosto che lasciarla
esplodere in tutta la sua potenza.
Negli ultimi anni, il cinema
d’animazione ha assunto un ruolo sempre più significativo nel
sensibilizzare i più piccoli a valori fondamentali come la
creatività, l’empatia e la consapevolezza del mondo che li
circonda. Da semplice intrattenimento, l’animazione si è
trasformata in un potente veicolo educativo, capace di
instaurare un dialogo profondo e arricchente con le giovani
generazioni, parlando loro con forza e fiducia. Attraverso storie
di avventure avvincenti e ricche di fantasia, riesce non solo a
catturare l’attenzione dei bambini, ma anche a stimolare
riflessioni importanti su temi di grande attualità.
Un esempio è Ricardito è
uno squalo?, il nuovo film d’animazione diretto da
Alessia Camoirano, che dal 23 gennaio approda nelle sale
italiane portando il pubblico in un viaggio suggestivo sul
fondo del mare. Tratto dall’omonimo libro per bambini dell’autrice
colombiana Evelyn Bruges, il film rappresenta il più recente
progetto di Ahora! Film, la casa di produzione
veronese guidata da Marco Pollini, realizzato in collaborazione con
il Ministero della Cultura.
Ricardito lo squalo? – In foto la famiglia di pesci pappagallo. Per
gentile concessione di AHORA! Film.
Il cast di voci è composto dal
protagonista Gabriele Piancatelli
(Pinocchio di Robert Zemeckis), Marco Leonardi (Nuovo Cinema Paradiso),
Marcello Fonte (Dogman), Pino Ammendola
(Piedipiatti), l’animatore Tommaso Toffolutti, la
cosplayer Giorgia Vecchini, Gaia Carmagnani (Cinque
stanze), Susanna Brunelli (tra i doppiatori di Róise
& Frank di Rachael Moriarty) e Giuseppe Ansaldi (Quo vado?).
Ricardito lo squalo? La storia di un pesciolino che si
convince di essere uno squalo
Ricardito è un buffo e
vivace pesce pappagallo che vive al sicuro nella barriera
corallina insieme alla sua numerosa famiglia. La sua vita è
tranquilla e priva di avventure: mentre i suoi genitori
passano le giornate a rosicchiare alghe e a ripulire la barriera,
lui e i suoi fratellini vanno a scuola serenamente, con i loro
zainetti e i panini preparati dalla mamma, ripieni di noiose
verdure verdognole. Tuttavia, Ricardito è diverso dagli
altri: è nato con una particolarità, una lunga pinna
dorsale morbida e fluttuante che, quando si raddrizza, ricorda
sorprendentemente quella di un temuto squalo.
Ed è proprio per questo motivo che
tutti lo prendono in giro: a scuola, a casa, per strada o al parco,
ovunque vada, gli fanno sentire il peso della sua
diversità, rendendolo solo e inadeguato. Un giorno, dopo
aver sentito suo padre esprimere rabbia e delusione per il suo
comportamento, Ricardito decide di lasciare casa e seguire uno
sconosciuto squalo, spingendosi negli abissi. Inizia così
il suo coraggioso viaggio alla scoperta di sé
stesso, durante il quale, con l’aiuto di nuovi amici
incontrati lungo il cammino, cercherà di ritrovare la strada di
casa.
Ricardito lo squalo? – In foto Ricardito e i suoi nuovi amici. Per
gentile concessione di AHORA! Film.
Ricardito: una storia per bambini su bullismo,
inquinamento e molto altro
Il dolore del bullismo, la
solitudine di sentirsi diversi, le difficoltà relazionali in
famiglia, il desiderio di trovare il proprio posto nel mondo e,
allo stesso tempo, la voglia di migliorarlo: questi sono i temi
centrali di Ricardito. Nonostante l’animazione appaia
semplice e rivolta principalmente a un pubblico infantile,
il film riesce a trasmettere insegnamenti preziosi tanto ai
bambini quanto agli adulti. La storia, scritta da Evelyn
Bruges, è infatti una dolce fiaba che invita il pubblico a
riflettere su esperienze universali e profonde. Tutti, in
un momento o nell’altro, ci siamo sentiti soli e diversi, incapaci
di capire o accettare quanto l’essere unici sia in realtà una
ricchezza, una fonte di forza ineguagliabile. Tutti abbiamo vissuto
momenti difficili con i nostri genitori, trovandoci a desiderare di
“fuggire di casa”, solo per scoprire che l’amore che ci lega a loro
è troppo forte per essere lasciato indietro. Il film, con
delicatezza e poesia, esplora queste tematiche emotivamente
intense, toccando corde che risuonano con chiunque abbia
mai cercato di trovare il proprio posto nel mondo.
Ma Ricardito non si ferma
qui. Oltre agli aspetti personali e relazionali, la storia
si fa portavoce di un messaggio ambientale di grande
importanza. Il mare in cui Ricardito nuota è pieno di pericoli e
creature spaventose, ma ciò che fa davvero paura è ciò che si trova
in superficie. I “camminanti” – così gli umani sono chiamati dai
simpatici e coraggiosi personaggi marini creati da Bruges – stanno
distruggendo l’ecosistema marino, avvelenando e inquinando le
acque, mettendo in pericolo la flora e la fauna che vi abitano.
Cosa possono fare Ricardito e i suoi amici per fermare una
volta per tutte i camminanti?
Ricardito lo squalo? – Per gentile concessione di AHORA!
Film.
Difendere il nostro futuro e il nostro
pianeta
Al di là della semplicità delle
immagini e dei suoi personaggi (una nota simpatica è sicuramente la
famiglia di pesci pappagallo, con i loro dentoni sporgenti e il
carattere teneramente buffo), Ricardito è uno squalo? si
rivela un film d’animazione straordinariamente ricco di
significato. Con apparente leggerezza e una giocosità che
conquista grandi e piccini, la pellicola racconta una storia di
coraggio e scoperta che va ben oltre la superficie. È una
“favola green” che, attraverso l’avventura del
giovane Ricardito, invita il pubblico a riflettere sull’importanza
di prendersi cura del prossimo e del nostro pianeta.
Quello dell’home invasion è
un sottogenere del thriller particolarmente apprezzato al cinema,
anche se sempre profondamente disturbante, in quanto fa leva su
paure proprie di ogni essere umano. Film come Panic Room, Funny
Games,La notte del giudizio o
il particolare Man in the Dark sono
alcuni tra gli esempi più noti di questa tipologia di storie, che
pongono i personaggi dinanzi all’invasione dei propri spazi
privati, costringendoli dunque a tirar fuori tutte le proprie
fragilità. Un altro titolo appartenente a questa tipologia, che
suscitò molto rumore al momento della sua uscita, è The
Strangers (qui la recensione), diretto nel
2008 da Bryan Bertino.
Grande amante degli horror e dei
thriller, Bertino ha raccontato di essere stato fortemente ispirato
dai film di questi due generi usciti nel corso degli anni Settanta.
Il suo obiettivo, con la propria storia, era quella di rifarsi alle
opere di quel contesto storico per attuarle al mondo contemporaneo,
ponendo gli spettatori dalla parte delle vittime e facendo provar
loro le stesse paure. Per riuscire in ciò, il film è stato girato
interamente con telecamere portatiliovideocamere fisse, così da
restituire una certa vicinanza ai personaggi e ulteriore senso di
realismo.
Del film è poi stato realizzato un
sequel, nel 2018, dal titolo The Strangers 2: Prey at
Night, il quale però non riprende i
personaggi del primo film ma si limita a riproporre una medesima
storia con nuovi protagonisti. Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla vera storia a cui si
ispira. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Protagonisti sonoKristen e James, coppia
di fidanzati che, dopo aver festeggiato il matrimonio del
loro amico Mike, decidono sulla via del ritorno,
di fermarsi a passare la notte nella baita estiva della famiglia di
lui. Quella notte è un momento delicato per la loro relazione: lui
le ha chiesto di sposarlo e lei ha tristemente rifiutato. Si crea
così una tensione tra i due, che iniziano ad evitarsi girando per
la casa, ma cercando anche di riavvicinarsi. Verso le quattro del
mattino, però, una misteriosa ragazza bussa alla porta chiedendo di
una certa Tamara, ma in quella casa non c’è
nessuno che si chiama così.
La donna va via, ma quello strano
evento sarà l’inizio di un incubo. James esce alla ricerca di
sigarette, ma la baita è molto isolata e ci mette un bel po’ di
tempo a tornare. Kristen rimane sola e si accorge di strani
avvenimenti: tre figure con indosso inquietanti maschere tentano
infatti di entrare in casa. Terrorizzata, la donna cerca di
nascondersi dove può e quando finalmente torna James e tentano di
scappare, si ritroveranno vittime di un gioco perverso con dei
killer disturbati mentalmente, il cui scopo è torturarli
psicologicamente.
Il cast del film
Ad interpretare Kristen vi è
l’attrice Liv Tyler,
fortemente voluta dal regista e che accettò di partecipare dopo
essere rimasta molto colpita dalla sceneggiatura. L’attore
Scott Speedman, rimasto altrettanto impressionato
dalla sceneggiatura, recita invece nei panni di James. Per il
casting dei tre intrusi mascherati, Bertino ha scelto la modella
australiana Gemma Ward per la parte di Dollface,
poiché aveva l’esatto “look” ricercato. L’Uomo Mascherato è invece
interpretato da Kip Weeks, mentre la Pin-up Girl è
interpretata da Laura Margolis. In tre, in ultima
analisi, vennero scelti per la loro capacità di trasmettere la
natura dei loro personaggi nonostante siano sempre mascherati.
Come precedentemente accennato, il
film è liberamente ispirato ad eventi realmente avvenuti, che hanno
avuto come testimone proprio lo stesso Bertino. Quando era piccolo,
infatti, egli viveva in una casa in una strada in mezzo al nulla.
Una notte, mentre i genitori erano fuori, qualcuno bussò alla porta
principale e la sorellina di Bertino rispose. Alla porta c’erano
alcune persone che chiedevano di qualcuno che però non viveva lì.
In seguito si è scoperto che queste persone bussavano alle porte
della zona e, se nessuno era a casa, irrompevano nelle case.
Secondo molti, ad aver ispirato il
regista nella scrittura della storia, però, sembra essere stato
anche un caso di cronaca nera risalente al 1981, quando in una
località turistica nel nord della California si compì il cosiddetto
“The Keddie Murders“, un quadruplo omicidio
tuttora irrisolto. Vittime di questo sono stati Glenna
Susan Sharp, i figli John e
Tina e Dana Wingate, amico di
John. A ritrovare i cadaveri è stata la
secondogenita di Glenna, Sheila, la quale tornata
a casa dopo una notte fuori si trovò di fronte alla scena del
crimine.
Le autopsie determinarono che le
vittime erano morte per ferite da coltello e traumi da corpo
contundente. Lunghe indagini non hanno però portato a nessuna
soluzione e ancora oggi il caso rimane irrisolto. Allo stesso
tempo, il film è una reinterpretazione di quanto avvenuto la notte
tra l’8 e il 9 agosto 1969 all’attrice Sharon Tate e a quanti erano con lei nella sua
casa quella notte. Come noto, membri della famiglia
Manson si introdussero nell’abitazione, torturando e
uccidendo tutti i presenti. Bertino, infatti, ha affermato di aver
letto il libro Helter Skelter, che parla di tale evento,
per prepararsi al film.
Come anticipato, djel film è poi
stato realizzato un sequel, nel 2018, dal titolo The Strangers 2: Prey at
Night, il quale però non riprende i
personaggi del primo film ma si limita a riproporre una medesima
storia con nuovi protagonisti. Nel 2024 è invece uscito un nuovo
film legato a questo stesso franchise. Si tratta di
The Strangers: Capitolo 1, primo capitolo di una
trilogia di film, che fungerà da sequel standalone della pellicola
originale. Per il 2025 è ora atteso
The Strangers: Capitolo2, mentre non
si hanno ancora notizie riguardo il terzo film. Riproponendo
dinamiche simili a quelle del The Strangers del
2008, i nuovi film si propongono di offrire un maggior
approfondimento su questo mondo narrativo.
Il trailer di The
Stranger e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di The
Strangers grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes
e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì23gennaio alle ore 21:15 sul canale
Italia 2.
È iniziata la produzione
della seconda stagione di BERLINO, lo spin-off de La Casa di
Carta, che continua a essere nella top 10 delle serie non
inglesi più viste nella storia di Netflix.
Pedro Alonso assume
ancora una volta il ruolo dell’iconico “Berlino” e, insieme a lui,
ritorna tutta la sua banda: Michelle Jenner (Isabel) interpreta
Keila, un genio dell’ingegneria elettronica; Tristán Ulloa (Il caso
Asunta) è Damian, un professore filantropo e confidente di Berlino;
Begoña Vargas (Benvenuti a Eden) è Cameron, una ragazza che vive
sempre al limite; Julio Peña Fernández (Attraverso la mia finestra)
interpreta Roi, il fedele scudiero di Berlino; e Joel Sánchez è
Bruce, l’implacabile uomo d’azione della banda.
La trama di questa
seconda stagione si sposta in Spagna e la nuova rapina avrà luogo a
Siviglia. Lì, Berlino e la sua banda incontreranno nuovi personaggi
come Candela, un’imprevedibile e capricciosa donna sivigliana
interpretata da Inma Cuesta (Il caos dopo di te); l’eccentrico ed
edonista Duca di Malaga Álvaro Hermoso de Medina, interpretato da
José Luis García-Pérez (Honor); e la sua misteriosa e raffinata
Duchessa di Malaga Genoveva Dante, interpretata da Marta Nieto
(Madre).
Gli otto episodi della
serie, creata da Álex Pina (La Casa di Carta, Sky Rojo) ed Esther
Martínez Lobato (La Casa di Carta, Sky Rojo), sono scritti proprio
da loro insieme a David Barrocal, Lorena G. Maldonado e Itziar San
Juan, e saranno diretti da Albert Pintó (Nowhere, Sky Rojo), David
Barrocal (Sky Rojo, Il rifugio atomico) e Jose Manuel Cravioto (Il
rifugio atomico, Diablero).
Le riprese di questa
seconda stagione si svolgeranno nell’arco di diverse settimane a
Madrid, Siviglia, San Sebastián e in altre località della
Spagna.
Nella settimana della sua
uscita, la prima stagione di
BERLINO è stata la serie più vista a livello globale e ha
raggiunto la Top 10 in 91 paesi. La serie continua a essere nella
Top 20 delle serie non in lingua inglese più viste nella storia di
Netflix.
Indicato come uno dei più
promettenti e interessanti attori della sua generazione,
Gabriel Basso si è in pochi anni guadagnato
numerose lodi grazie alle sue convincenti interpretazioni.
Destregiandosi tra film di alto profilo e progetti più autoriali,
l’attore si sta smarcando da facili categorizzazioni per dare prova
di un talento multiforme e in continua crescita.
Ecco 10 cose che forse non sai su Gabriel
Basso.
I film e i programmi TV di Gabriel Basso
1. Ha recitato in celebri
film. Basso debutta al cinema con il film Ti presento
Bill (2007), per poi recitare in Alice una vita
sottosopra (2007), Alabama Moon (2009) e Super 8 (2011), regia di J. J. Abrams.
In seguito recita in The Kings of Summer (2013),
Anatomy of the Tide (2013), The Hive (2014),
Barely Lethal – 16 anni e spia (2015), Ithaca –
L’attesa di un ritorno (2015), regia di Meg Ryan, American Wrestler: The
Wizard (2016), Una doppia verità (2016) e Elegia americana (2020), dove recita accanto ad
Amy Adams e Glenn Close e grazie al quale ottiene grande
popolarità. Torna poi a recitare nei film The
Strangers: Capitolo 1 (2024), Trigger Warning (2024) e Giurato
numero 2 (2024), di Clint Eastwood.
2. Ha preso parte a note
serie TV. Oltre ai film per il cinema, Basso si è distinto
anche per la sua partecipazione a celebri serie come
iCarly (2009), Eastwick (2009), The
Middle (2010), The Big C (2010-2013), R. L.
Stine’s The Haunting Hour: The Series (2011),
Perception (2012) e The Red Road (2014). Dal 2023
è protagonista della serie NetflixThe Night
Agent nel ruolo di Peter Sutherland, poi ripreso anche
nella seconda stagione (qui la recensione) e che
riprenderà anche
nella già annunciata terza.
3. È il protagonista della
serie Netflix. In The Night Agent Basso
interpreta l’agente dell’FBI
Peter Sutherland, un ruolo che inizialmente stava però per perdere.
L’attore ha infatti ricordato: “Avevo fatto il provino mentre
stavo girando un altro film,
Trigger Warning, con
Jessica Alba. Avevo la barba. Così, quando ho inviato il mio
nastro, mi hanno rifiutato. Quando ho finito di girare Trigger
Warning, ricordo di aver scritto di nuovo alla mia squadra
chiedendo: “Ehi, cos’è successo con L’agente di notte, perché era
bello. Hanno già fatto il casting?”. Mi hanno risposto di no. Così
ho ripreso con una rasatura pulita e alla fine sono stato
scelto”.
4. Ha eseguito quanti più
stunt possibile. Basso è un grande appassionato di
combattimenti e arti marziali, affermando: “Ho fatto pugilato
per tutta la vita. Da bambino ho praticato il tae kwon do, una
sorta di lotta sportiva. Credo che mi abbia aiutato nei movimenti.
Ho fatto anche kickboxing e Muay Thai“. Proprio per questo,
l’attore ha richiesto di poter interpretare lui stesso i tanti
combattimenti che gli si vedono fare nel corso della serie
The NightAgent e per i quali si è preparato con
alcuni speciali allenatori.
Gabriel Basso ha interpretato J.D.
Vance in Elegia americana
5. Ha interpretato l’attuale
Vice Presidente degli Stati Uniti d’America. Nel 2020,
Basso ha interpretato il ruolo di J.D. Vance nel
film
Elegia americana, che racconta l’infanzia difficile di
Vance e il suo viaggio alla Horatio Alger attraverso la scuola di
legge. Due anni dopo il film, Vance è stato eletto al Senato degli
Stati Uniti, per poi divenire Vice Presidente nel novembre 2024
accanto al presidente Donald Trump. Basso e Vance
si sono anche incontrati prima delle riprese del film. “Abbiamo
parlato un po’. È un tipo a posto. Siamo entrambi del Midwest.
Abbiamo parlato della vita, del crescere nei boschi”.
6. Il film gli fa oggi uno
strano effetto. Proprio a seguito della nomina come Vice
Presidente di Vance, il film è tornato in auge, riportando così
alla luce anche l’interpretazione di Basso. A tal proposito,
l’attore ha dichiarato: “È un po’ strano essere inclusi in
quella linea temporale. Hanno fatto un film del suo libro, e il mio
nome sarà sempre legato al suo”. Basso non si è però lasciato
andare a giudizi di merito, affermando unicamente di non sapere
bene cosa pensare del suo volto associato nel mondo del cinema
all’attuale Vice Presidente.
Gabriel Basso è su Instagram
7.Ha un
profilo sul social network. L’attore è naturalmente
presente sul social network Instagram, con un profilo seguito
attualmente da 346 mila persone. Su tale piattaforma egli ha ad
oggi pubblicato appena una settantina di post, tutti relativi alle
sue attività come attore o modello. Si possono infatti ritrovare
diverse immagini relative a momenti trascorsi sul set ma anche foto
promozionali dei suoi progetti. Seguendolo si può dunque rimanere
aggiornati sulle sue attività.
Amy Adams e Gabriel Basso in Elegia americana
Gabriel Basso ha una fidanzata
8. È molto riservato
riguardo la sua vita privata. Per quanto riguarda la vita
lontana dai set dell’attore, si sa ad oggi molto poco. Basso ci
tiene infatti a far sì che il suo privato rimanga tale e pertanto
non è solito condividere dettagli a riguardo. Ad oggi, dunque, non
è noto se ha una fidanzata o meno, anche se si presume sia
single.
Gabriel Basso ha una figlia
Gabriel Basso non è dunque
attualmente sposato, ma ha però una figlia. Nell’agosto 2020,
l’attore ha infatti annunciato la notizia su Instagram con una foto
e una didascalia che diceva: “C’è un nuovo Basso sulla
fioriera”. Dato che l’attore ha tenuto nascosta la sua
vita privata, non è chiaro chi sia la madre di sua figlia.
Gabriel Basso ha origini italiane
9. Vanta origini italiane da
parte del padre. Come si può intuire dal suo cognome,
l’attore ha origini italiane attraverso il nonno paterno. Tuttavia,
non è noto se Gabriel Basso abbia un qualche legame con l’Italia,
se vi sia mai stato e se parli questa lingua. Non è inoltre noto da
dove provenga il nonno, ma sappiamo che Basso è un cognome diffuso
soprattutto nel Nord Italia, in Veneto, Piemonte, Liguria,
Lombardia e Friuli.
L’età, l’altezza e il fisico di Gabriel Basso
10. Gabriel Basso è nato
l’11 dicembre 1994 a St.
Louis, Missouri, StatiUniti. L’attore è
alto complessivamente 1,83 metri. Basso è poi noto anche per il suo
fisico atletico e muscoloso, per mantenere il quale ha dichiarato:
“Nella vita reale tendo a tenermi in forma, combatto e mi
alleno molto“.
Paramount+ ha presentato il trailer ufficiale (in
Italiano) della terza stagione di Yellowjackets
offre un nuovo sguardo alla terza stagione. La serie di successo
segue la squadra di calcio femminile di un liceo dopo che il loro
aereo si è schiantato nella natura selvaggia, insieme a ciò che
accade ai sopravvissuti circa 25 anni dopo. La storia della terza
stagione di Yellowjackets riprenderà dopo la fine del
brutale inverno nella natura selvaggia e all’inizio dell’estate.
Nella linea temporale attuale, vengono svelati nuovi segreti e
Hilary Swank si unisce al cast, anche se l’identità
del suo personaggio non è ancora stata rivelata.
Ill trailer di
Yellowjackets, che vede le ragazze prosperare
nella natura selvaggia e mettere in discussione la leadership di
Natalie. Questa messa in discussione è motivata dal fatto
che Misty sostiene che Natalie sa dove si trova l’allenatore Scott
e che forse non merita di essere la leader. La Jackie di
Ella Purnell, morta alla fine della prima
stagione, fa la sua comparsa, probabilmente nello stesso modo in
cui è apparsa a Shauna nella seconda stagione. Decenni dopo, Shauna
afferma che qualcuno vuole la sua morte e quella degli altri
sopravvissuti, mentre Misty indaga. Guardate il trailer qui
sotto:
Cosa significa per i Yellowjackets
Dopo averla vista diventare
l’originale Antler Queen nel finale della seconda stagione di
Yellowjackets, la terza stagione vedrà Natalie
potenzialmente perdere il suo potere. È già nota per
essere uno dei personaggi che sopravvive nella natura selvaggia e
riesce a tornare alla civiltà, ma nella terza stagione si troverà
comunque in una situazione precaria. La giovane Natalie di Sophie
Thatcher dovrà portare avanti la storia del personaggio in questa
stagione, ora che la versione più anziana del personaggio
interpretato da Juliette Lewis è morta.
Per quanto riguarda la trama dei
giorni nostri, ci sono nuovi scatti del personaggio insanguinato
della Swank, anche se lo show sta ancora mantenendo il riserbo su
chi sia. Come Van nella seconda stagione, potrebbe essere un’altra
sopravvissuta che non è stata inclusa nella prima stagione. È anche
possibile che interpreti la persona che, secondo Shauna, vuole la
morte dei sopravvissuti. Il personaggio della Swank
dice:“Sei davvero pazzo”, ma
non è chiaro a chi stia dicendo queste parole, anche se ci sono
molti candidati plausibili.
Avvocato di difesa – The Lincoln Lawyer – stagione 4
sarà caratterizzata da un cambiamento di status per un membro
chiave del cast. Il legal drama è stato recentemente rinnovato e la
notizia arriva dopo che la terza puntata è emersa come uno degli
show Netflix più popolari del 2024. La notizia arriva
anche dopo il
finale della terza stagione di The Lincoln Lawyer, in
cui Mickey Haller (Manuel Garcia-Rulfo) sembra essere incastrato
per l’omicidio di un ex cliente e probabilmente costretto a
difendersi da solo.
Insieme alla notizia che Netflix ha
rinnovato il legal drama, Deadline ha confermato che Neve Campbell
tornerà a vestire i panni dell’ex moglie di Mickey, Maggie
McPherson, per tutti i dieci episodi della
quarta stagione di Avvocato di difesa – The Lincoln
Lawyer. Si tratta di un cambio di passo rispetto alla
seconda stagione, in cui la star del franchise di Scream
appariva a intermittenza. Nel frattempo, Maggie è apparsa solo in
due episodi durante l’ultima puntata dello show. È stato inoltre
confermato che Becki Newton, Jazz Raycole e Angus Sampson
riprenderanno i rispettivi ruoli di Lorna, Izzy e Cisco.
Cosa significa il ritorno di
Campbell per Avvocato di difesa – The Lincoln
Lawyer
La maggiore presenza della Campbell
nella quarta stagione di Avvocato di difesa – The Lincoln
Lawyerpotrebbe avere a che fare con il
materiale di partenza. Maggie ha un ruolo relativamente piccolo in
Gods of Guilt di Michael Connelly, da cui è tratta la
terza stagione, ma ha un ruolo più importante inThe Law of Innocence, che funge
da base per i prossimi episodi. Nei romanzi di Connelly,
Maggie si fa avanti in modo importante quando Mickey viene accusato
di omicidio. Inizialmente fornisce un supporto emotivo. Ma quando
sorgono complicazioni, Maggie deve assistere la difesa di
Mickey.
Nelle stagioni 2 e 3, la Campbell è
accreditata come membro del cast principale per gli episodi in cui
appare.
Il ritorno di Maggie, in ogni caso,
fa riemergere la questione della vita sentimentale di Mickey.
L’adattamento introduce la relazione tra Mickey e la formidabile
procuratrice Andrea Freemann (Yaya DaCosta), che non è un elemento
presente nei libri. È una domanda aperta su come la presenza più
completa della Campbell come Maggie nel cast di Avvocato di
difesa – The Lincoln Lawyer avrà un impatto sulla nuova
storia d’amore che Mickey ha instaurato con la sua ex rivale.
La star di The
Night AgentGabriel Basso ha
confermato che le riprese della terza stagione sono già iniziate e
ha parlato di acrobazie che non può credere siano state approvate
da Netflix. La
seconda stagione di
The Night Agent arriverà il 23 gennaio, con un’altra
avvincente trama di 10 episodi che segue Peter Sutherland (Basso) e
Rose Larkin (Luciane Buchanan) mentre indagano su un’altra
cospirazione, che potrebbe portare a un pericoloso attacco a New
York. La prima stagione ha scalato le classifiche del servizio di
streaming diventando la serie in lingua inglese più vista di tutti
i tempi sulla piattaforma, portando a un rinnovo anticipato anche
per la terza stagione.
Parlando con GamesRadar+, Basso ha confermato che la terza
stagione diThe Night Agentha già iniziato le riprese, prima della première
della seconda stagione. L’attore protagonista ha anche esaltato le
acrobazie dell’episodio 1, affermando che si tratta della migliore
apertura di tutte le stagioni finora. Si è anche detto sorpreso
dell’approvazione di Netflix per quanto riguarda le nuove acrobazie
e ha fatto intendere quanto saranno emozionanti gli episodi in
produzione. Scoprite cosa ha detto Basso qui sotto:
Non amo recitare, onestamente,
non sono molto entusiasta di questo lavoro, ma la terza stagione mi
entusiasma molto.Penso che la troupe di Istanbul sia stata
fantastica.Le cose che siamo riusciti a riprendere, non
programmate, sono state pazzesche.Ho fatto delle acrobazie
che non riesco a credere che Netflix abbia approvato.Da
cima a fondo, siamo riusciti a fare qualcosa.Gli attori
hanno tutti spaccato.L’azione è stata pazzesca.Se
devo fare una classifica delle tre stagioni in base alle loro
aperture, questa è la nostra apertura più forte di tutte le
stagioni.E questo solo in un episodio, non abbiamo ancora
finito il secondo – è pazzesco.
Cosa dice l’aggiornamento di
Basso su The Night Agent riguardo alla terza stagione
L’aggiornamento di Basso è una
buona notizia per la
terza stagione diThe Night Agent, con la produzione iniziale della
serie che indica molta fiducia nella longevità della serie per
Netflix. Le sequenze ad alto numero di ottani
dello show sono ciò che lo rende così eccitante, e il teaser delle
riprese è indicativo di come ogni stagione abbia in programma di
superare la precedente in termini di azione acrobatica. La
prima stagione è stata ricca di memorabili inseguimenti in auto,
scontri a fuoco e fughe, cosa che a quanto pare continuerà
a riflettersi nella seconda stagione con lo svolgersi della nuova
indagine di Peter e Rose.
Sebbene al momento non si sappia
molto sulla terza stagione, è stato precedentemente
confermato che la storia della seconda stagione porterà agli
episodi in produzione. Anche se non è chiaro quanto del
cast di The Night Agent tornerà, a parte Basso, è evidente
che la serie manterrà gli elementi di eccitazione che hanno
contribuito a rafforzarne la popolarità. Questo probabilmente
significa che la serie continuerà la sua striscia di successo sulla
piattaforma, attirando potenzialmente ancora una volta un gran
numero di spettatori con alcune delle scene più emozionanti dello
show.
Un nuovo aggiornamento sul casting
della quinta stagione di Emily
in Paris ha confermato che una star tornerà come
series regular, dopo aver ricoperto un ruolo ricorrente per tutta
la quarta stagione.
La quarta stagione di Emily in Paris si è conclusa
rivelando che Emily (Lily
Collins) si trasferirà a Roma, sia per il suo lavoro che per la
sua nuova relazione con Marcello (Eugenio Franceschini). Sebbene
questo abbia apparentemente messo fine alla sua storia d’amore con
Gabriel (Lucas Bravo), quest’ultimo è stato incoraggiato da Alfie
(Lucien Laviscount) ad andare in Italia per seguire il suo
cuore.
Ora, Deadline ha confermato che Lucien Laviscount
tornerà a vestire i panni di Alfie come series regular
nella quinta stagione di Emily in Paris. Questa sarà la prima
volta che la star sarà un series regular della serie dalla terza
stagione, dopo aver ricoperto il ruolo di interesse amoroso
secondario – e talvolta terziario – di Emily nelle stagioni 2 e 4.
Il suo ritorno nel cast principale significa che avrà un ruolo
importante nella storia di Roma della protagonista, sia come
interesse amoroso che nell’ambito degli affari di Antoine (William
Abadie).
Che cosa significa lo status di
series regular di Alfie per la quinta stagione di Emily in
Paris?
A partire dalla quarta stagione,
Alfie ha una relazione con un’altra persona, il che significa che è
improbabile che si faccia vivo per riaccendere la sua fiamma
perduta con Emily. Tuttavia, il suo arrivo a Roma sembra
coincidere con quello di Gabriel, il principale interesse
amoroso della serie, che cerca di riconquistare la protagonista
dopo la loro recente rottura. Mentre i risultati dei suoi sforzi
rimangono poco chiari, sembra che la
quinta stagione di Emily in Paris possa finalmente
offrire una risposta definitiva sulla loro relazione e sulla
possibilità che tornino davvero insieme dopo tante opportunità.
Ma Alfie sarà probabilmente
più di una semplice figura di supporto per Gabriel, avendo
probabilmente una sua storia coincidente che si svolgerà a Roma.
Resta da vedere se altri personaggi
di Emily in Paris saranno coinvolti nel suo viaggio,
ma è chiaro che ha molte possibilità di sviluppo, sia per quanto
riguarda la sua vita privata, sia per quanto riguarda la sua
carriera professionale. Il suo trasferimento in Italia potrebbe
anche comportare nuove sfide, soprattutto se venisse coinvolto in
importanti trame che non sono ancora state rivelate.
Prime Video sta adattando una nuova serie di libri
fantasy che reimmagina la storia della regina cattiva di
Biancaneve. Negli ultimi anni, il servizio di streaming di Amazon è
diventato la casa di diverse serie fantasy di grande richiamo, a
partire dal 2021 con La
Ruota del Tempo, basata sull’omonima serie di libri di
Robert Jordan e Brandon Sanderson. Tuttavia, la serie fantasy più
popolare di Prime Video è Il Signore degli Anelli:Gli anelli del
potere, basato sugli scritti di J.R.R. Tolkien, con la
prima stagione che è la serie originale più vista del servizio di
streaming.
Ora il servizio di streaming sta
adattando un’altra serie di libri fantasy. Secondo Deadline, Prime Video ha ordinato la
serieRise of the Empress,
basata sull’omonima serie di libri di Julie C. Dao. Crystal
Liu e James Wong (American Horror Story) saranno
sceneggiatori, produttori esecutivi e co-showrunner. A bordo ci
sono anche produttori di alto profilo, come gli attori
Gemma Chan,
Viola Davis e Forest Whitaker. Le riprese della serie,
composta da otto episodi, si svolgeranno in Malesia.
Crystal Liu, Viola Davis e Nick Pepper, dirigente
di Amazon, hanno rilasciato le seguenti dichiarazioni:
Pepper:Questa storia,
guidata da un’incredibile eroina femminile, è un racconto
ispiratore di forza e resilienza.Crystal, insieme ai team
di JuVee e Significant, e Gemma, hanno fatto un lavoro
straordinario per catturare la magia creata da Julie e siamo
entusiasti di dare il benvenuto a James per contribuire a dare vita
a questo brillante progetto in un modo che risuonerà con i nostri
clienti Prime Video globali.
Liu: Sono onorato ed entusiasta
di questa opportunità di portare sullo schermo gli straordinari
libri di Julie C. Dao, una storia sontuosa e avvincente di
intrighi, con un’eroina sovversiva per tutti i tempi.[L’adattamento televisivo] costruirà questo nuovo mondo epico e
audace, alimentato dalle cose meravigliose e contorte che facciamo
per amore.
Davis:La serie di libri
di Julie C. Dao non solo costruisce un mondo fantastico di opulenza
e mistero a partire dalla storia asiatica, ma mette al centro un
personaggio che, sfidando ciò che ci si aspetta da lei, trova la
forza che potrebbe darle il potere di cambiare il mondo.
Cosa significa la serie
Rise of the Empress per Prime
Video
La serie Rise of the
Empress è attualmente composta da tre libri –
Forest of a Thousand Lanterns, Kingdom of the Blazing
Phoenix e Song of the Crimson Flower – pubblicati in
tre anni consecutivi dal 2017 al 2019. Descritta come una
“rivisitazione fantasy oscura e mistica
dell’Asia orientale della leggenda della Regina
Cattiva”, la storia è ambientata in
un antico e fantastico impero asiatico sull’orlo del collasso a
causa di profonde rivalità. L’unica speranza per il regno è
l’unione tra un affascinante principe ereditario e una principessa
di una delle fazioni in guerra.
Mentre la competizione per la mano
del principe si intensifica, scoppia il tumulto quando una
splendida contadina, Xifeng, viene spinta nella battaglia per
l’amore e il potere da una vendicativa maga. Questo non
solo pone la questione se Xifeng possa assicurare il proprio
destino, ma anche salvare l’intero impero. Come suggerisce la
sinossi, la serie di libri Rise of the Empress è una
miscela di fantasy e romanticismo per giovani adulti.
Senza troppa sorpresa, Emilia
Pérez si è aggiudicato il maggior numero di
nomination in occasione dell’annuncio delle candidature agli
Oscar 2025. 13 nomination per il film di
Jacques Audiard, seguito a distanza da The
Brutalist e Wicked, entrambi con 10
candidature.
Ma mentre nessuno di questi
riconoscimenti sorprende, dato il livello di apprezzamento di
questi titoli, sono state altre le nomination che hanno destato
sorpresa e altre ancora quelle che definiremmo le nomination
mancate, ovvero i nomi che l’Academy ha in qualche modo
“snobbato”.
Angelina Jolie manca gli Oscar
2025
La star ha ottenuto alcune delle
migliori recensioni della sua carriera al Festival del cinema di
Venezia per la sua interpretazione dell’icona dell’opera
Maria Callas. Il regista Pablo
Larrain ha già garantito nomination agli Oscar a due delle
sue star che interpretavano personaggi storici: Natalie
Portman per “Jackie” nel 2017 e
Kristen Stewart per “Spencer” nel
2022. Ma Jolie non ha ottenuto un cenno di merito, finendo fuori
dalla rosa di una categoria quest’anno molto competitiva.
Nicole Kidman in bianco per
Babygirl
La star di Babygirl
ha vinto il premio come migliore attrice al Festival del cinema di
Venezia e in seguito ha vinto lo stesso premio dal National Board
of Review. Ma dopo non essere stata nominata gli Screen Actors
Guild e ai BAFTA, la performance di Kidman nei panni di una triste
CEO della tecnologia che inizia una relazione clandestina con un
suo stagista ha perso troppo slancio per il riconoscimento agli
Oscar.
Selena Gomez manca come attrice non
protagonista
Emilia Pérez non ha
avuto problemi ad assicurarsi lo status di favorita per i premi con
un numero impressionante di nomination. Ma Gomez, il nome più
famoso nell’audace musical di Jacques Audiard, ha
finito per mancare nella categoria attrice non protagonista. Di
certo l’Academy accoglie con favore le pop star che si lanciano in
film di prestigio, come dimostra il cenno di Ariana
Grande per “Wicked”.
Jeremy Strong ottiene la sua prima
nomination all’Oscar
La star di “Succession” ha ottenuto le migliori
recensioni della sua carriera per un’interpretazione
cinematografica in “The Apprentice“, la storia
delle origini di Donald Trump innescata dal feroce Roy Cohn,
interpretato da Strong. Dopo un debutto clamoroso a Cannes, nessun
grande distributore statunitense sembrava disposto a toccare il
controverso film fino a quando non l’ha preso l’emergente
Briarcliff. Il film è uscito in Italia con BIM. Anche con Trump di
nuovo in carica e i discorsi della stagione dei premi che si sono
mantenuti leggeri sulla politica, l’interpretazione di Strong è
riuscita a ottenere abbastanza supporto da metterlo nella corsa per
l’attore non protagonista.
Il seguito di Ridley
Scott, dopo il premio Oscar come miglior film, ha ottenuto
solo un cenno per i costumi. Verso l’autunno, il blockbuster della
Paramount era visto come un potenziale colosso dei premi, con
alcuni che si aspettavano che Scott fosse un concorrente per il
premio come miglior regista. Nonostante un successo nei cinema e un
forte entusiasmo per Denzel Washington, il sequel
non ha trovato il supporto dell’Academy, e un motivo ci sarà, data
la qualità del film.
The Substance approda al premio
come miglior film
Nonostante Demi
Moore abbia pronunciato un discorso eccezionale accettando
il premio come migliore attrice ai Golden Globes, sembrava
improbabile che il suo film horror potesse trovare un ampio
supporto tra l’Academy. Gli elettori dell’Oscar amano riconoscere
la carriera di una star storica, ma i colpi di fianchi? Le
trasformazioni da goblin? Le idranti di sangue? Beh, a quanto pare
piacciono anche a loro, visto che “The Substance”
è balzato in cima per una nomination come miglior film che sembrava
improbabile anche solo poche settimane fa.
Sebastian Stan balza in cima con
The Apprentice
Nonostante la sua controversa
interpretazione di Donald Trump, la narrazione della stagione dei
premi di Stan ha fatto molto rumore per il film di Ali
Abbasi. La ricerca ben documentata di Stan e il suo
impegno per il ruolo sono stati sufficienti per attirare
l’attenzione dell’Academy.
Denis Villeneuve manca nella
categoria miglior regista
Sebbene abbia mancato una nomination
come regista per il suo primo film nella serie di fantascienza e
azione, Denis Villeneuve è stato ampiamente
considerato un candidato sicuro per un cenno dopo che “Dune:
Parte Due” ha debuttato quasi un anno fa, rimanendo uno dei film
più recensiti (e più commerciali) del 2024 fino alla fine
dell’anno. Ahimè, Villeneuve è stato di nuovo assente.
Fernanda Torres è ancora
qui nella corsa alla migliore attrice
Nonostante si sia scontrata con nomi
favorevoli all’Academy come Nicole Kidman e
Kate Winslet, la star di Io sono ancora qui è riuscita a sfondare
nella corsa ai premi e ha ottenuto una nomination per la
recitazione. Dopo aver sorpreso con una vittoria come migliore
attrice ai Golden Globes, lo slancio di Torres è aumentato. Mentre
gli elettori dell’Academy si sono messi al passo con il dramma
brasiliano, un’ondata di supporto si è scatenata dai fan accaniti
sui social media. Ora, Io sono ancora qui è uno
dei pochi lungometraggi in lingua straniera ad aver ottenuto una
nomination agli Oscar anche come miglior film.
Edward Berger escluso per la regia
di Conclave
La seconda regia del regista di
“Niente di nuovo sul fronte occidentale” ha
ottenuto otto candidature, tra cui quella per il miglior film.
Berger era un favorito, ma non è riuscito a entrare nel gruppo dei
migliori registi.
Io sono ancora qui
sfonda nella corsa al miglior film
Nonostante il forte sostegno a
Fernanda Torres e un candidato sicuro per il
miglior lungometraggio internazionale, non era previsto che
Io sono ancora qui si sarebbe elevato a
uno slot per il miglior film.
Pamela Anderson non è riuscita a
ottenere una candidatura come migliore attrice per Last
Showgirl
Anderson ha fatto scalpore nella
corsa ai premi con la sua interpretazione della showgirl Shelly
Gardner, che ha mostrato un altro lato dell’attrice. Hollywood ama
le storie di ritorno, quindi quando ha ricevuto cenni di assenso ai
Gotham Awards e ai Golden Globes, sembrava che ci fosse una
possibilità per lei di sconvolgere una categoria competitiva.
Daniel Craig non ottiene la
nomination per la recitazione per Queer
Craig ha avuto una forte campagna
per la sua vulnerabile interpretazione nell’adattamento di
Luca Guadagnino dell’opera di William S.
Burroughs. L’interpretazione dell’attore di William Lee è
stata celebrata con una vittoria del National Board of Review come
miglior attore e una nomination ai Golden Globe, ma non è riuscita
a mantenere lo slancio per una nomination all’Oscar.
Il flop Better Man
ottiene un cenno di assenso per i migliori effetti visivi
A causa della sua mancanza di potere
da star americana, questo film biografico su Robbie
Williams è stato un colossale flop al botteghino. Eppure,
a quanto pare, abbastanza elettori hanno visto il film per
celebrare il musical e farlo arrivare a una nomination per i
migliori effetti visivi.
Clarence Maclin escluso da una nomination per la recitazione per
Sing Sing
Nonostante il plauso quasi
universale, “Sing Sing” ha avuto un lungo ciclo di
campagna, data la sua data di uscita a luglio 2024 e i modesti
incassi al botteghino. Eppure il film è riuscito a fare bene agli
Oscar 2025, ottenendo tre nomination.
Clarence Maclin, uno dei preferiti come attore non
protagonista per aver interpretato se stesso, è stato snobbato
nonostante una forte campagna. Eppure ha ricevuto una nomination
per la sceneggiatura non originale del film, che ha co-scritto.
Anche Colman Domingo è stato nominato come attore
protagonista e “Like a Bird” del film ha ricevuto una
nomination per la migliore canzone originale.
Challengers non ottiene la
nomination per la migliore colonna sonora
La colonna sonora propulsiva di
Trent Reznor e Atticus Ross è stata un successo
tra il pubblico e un’aggiunta essenziale alle playlist della
palestra ovunque. Eppure, nonostante i numerosi riconoscimenti
dell’Academy in passato, tra cui la vittoria per la migliore
colonna sonora originale per “Soul” con Jon
Batiste e “The Social Network“, così come una
nomination per “Mank”, la loro colonna sonora per
“Challengers” non è riuscita a ottenere una
nomination.
Margaret Qualley
non è stata nominata come migliore attrice non protagonista per
“The
Substance“
La performance fisicamente
impegnativa di Qualley è stata forse messa in ombra dalla forte
stagione di premi di Demi Moore come suo opposto
nel film.
Wicked non è stato
nominato per la migliore sceneggiatura non originale
Wicked,
il colosso musicale non è riuscito a competere in questa categoria,
ma ha ricevuto molto altro amore dall’Academy con dieci
nomination.
Joe Walker non è
stato nominato per il montaggio di “Dune: Parte
Due“
Walker ha guidato tutte le
principali previsioni ed è stato nominato agli American Cinema
Editors Awards e ai BAFTA Film Awards. Inoltre, ha vinto l’Oscar
per il montaggio del primo “Dune”, rendendo questo
risultato un piccolo shock.
Rachel Sennott e Bowen
Yang hanno reso divertenti gli annunci
La coppia è stata leggera e
divertente in occasione degli annunci delle nomination agli
Oscar 2025, capace di aggiungere un po’ di
personalità e risate agli annunci del mattino presto. Con battute
divertenti sull’essere troppo pieni di caffè, sulla pronuncia
sbagliata dei nomi dei candidati e un grido a Charli XCX, sono
stati capaci di dare movimento e verve a una cerimonia in genere
abbastanza piatta. Forse fin troppo stimolanti per chi doveva
seguire l’evento per lavoro!
Karla Sofía Gascón
è diventata la prima attrice apertamente transgender ad essere
nominata per un Academy Award per la recitazione. La star spagnola
è nota per la sua interpretazione nel ruolo principale del film
poliziesco musicale di Jacques Audiard “Emilia
Pérez”.
Il film Netflix segue Emilia (Gascón), un temuto signore
della droga che cerca l’aiuto di un avvocato, Rita (Zoe
Saldaña), per fingere la sua morte e sottoporsi a un
intervento chirurgico di affermazione di genere.
Karla Sofía Gascón fa la storia degli
Oscar!
Questo non è il primo traguardo
storico di Gascón in questa stagione dei premi: è diventata la
prima donna transgender a vincere il premio come migliore attrice
al Festival
di Cannes (un onore che ha condiviso con le sue co-star
Saldaña, Selena Gomez e Adriana
Paz) ed è stata la prima donna trans nominata per la
recitazione cinematografica ai Golden Globes.
Solo tre persone dichiaratamente
transgender sono state nominate in una qualsiasi categoria agli
Oscar prima d’ora: la compositrice Angela Morley,
il musicista Anohni e il documentarista
Yance Ford. Elliot Page è stato
nominato per il suo lavoro in Juno nel 2007 prima
di dichiararsi uomo transgender nel 2020.
Gli Oscar hanno anche premiato
attori cisgender per aver interpretato personaggi transgender in
precedenti occasioni, tra cui Jared Leto per
“Dallas Buyers Club” e Hilary
Swank per “Boys Don’t Cry“. Anche
Eddie Redmayne ha ottenuto una nomination per
“The Danish Girl”.
Prima di recitare in “Emilia
Pérez”, Karla Sofía Gascón era meglio
conosciuta come star di telenovelas.
In compagnia di Rachel
Sennott e Bowen Yang, l’Academy of
Motion Picture Arts and Sciences ha annunciato le nomination
alla 97° edizione del suo prestigioso premio annuale: gli
Oscar 2025, dopo il ritardo causato dagli incendi
di Los Angeles.
Bocca asciutta per l’Italia che
sperava nella nomination del bellissimo Vermiglio
di Maura Delpero nella categoria Miglior film
Internazionale, in cui comunque spiccano non solo Emilia
Pérez, ma anche Io sono ancora qui, entrambi presenti anche
nella categoria di Miglior Film.
I Wonder Pictures e Unipol
Biografilm Collection sono lieti di diffondere il trailer italiano
di Noi e Loro (titolo originale: Jouer
avec le feu,
The Quiet Son titolo internazionale), il nuovo film
delle acclamate registe Muriel e Delphine Coulin,
nelle sale italiane dal 27 febbraio e presentato in anteprima
mondiale alla 81. Mostra del Cinema di Venezia, e premiato
con la Coppa Volpi per la migliore interpretazione
maschile al protagonista Vincent Lindon. Tra l’8 e l’11 febbraio
gli attori protagonisti faranno un tour delle sale italiane che
toccherà le città di Firenze, Milano e Bologna.
Dramma familiare di grande impatto
emotivo e di stringente attualità, NOI E LORO vede il veterano
Lindon affiancato da due giovani promesse della nuova generazione
del cinema francese, Benjamin Voisin (Estate ’85, Illusioni
Perdute) e Stefan Crepon (Peter von Kant,
Lupin). Lindon interpreta Pierre, un padre vedovo che
alleva da solo i suoi due figli (Voisin e Crepon). Mentre il più
giovane avanza serenamente nella vita e si prepara a trasferirsi a
Parigi per frequentare l’università, il maggiore si avvicina a
movimenti estremisti, violenti e razzisti. Pierre assiste impotente
alla pericolosa piega che sta prendendo la vita del figlio,
tentando con grande difficoltà di gestire il rapporto con lui e a
creare un vero dialogo e confronto all’interno della famiglia.
Sempre a Venezia, oltre alla Coppa
Volpi, Noi e Loro si è aggiudicato uno dei premi
collaterali più importanti, il Leoncino d’oro, premio istituito da
Agiscuola, la cui giuria è composta da giovani da tutta Italia.
Lunedì 10 febbraio Università IULM
Milano attribuirà il “MASTER HONORIS CAUSA IN ARTI DEL RACCONTO” a
Vincent Lindon, che sarà in Italia per la promozione e l’uscita del
film. Noi e Loro di Muriel e Delphine Coulin è
ispirato al pluripremiato romanzo “Quello che serve di notte” di
Laurent Petitmangin, edito in Italia da Mondadori.
La trama di Noi e Loro
Pierre, padre single e strenuo
lavoratore, cresce da solo i suoi due figli. Ma mentre Louis, il
più giovane, avanza facilmente nella vita, Fus, il maggiore, cerca
a fatica il suo posto in un mondo che sembra volerlo rifiutare e si
avvicina a movimenti violenti e razzisti, agli antipodi dei valori
paterni, con conseguenze dirompenti.
Le acclamate registe Delphine e
Muriel Coulin dirigono con affetto e precisione un dramma familiare
intenso, attuale e coinvolgente, un film d’attori e di emozioni
capace di parlare a più generazioni con un monumentale Vincent
Lindon (Coppa Volpi a Venezia 81) e il talento fresco e versatile
di Stefan Crepon (Peter von Kant) e Benjamin Voisin (Illusioni
perdute).
Prime Video ha svelato le prime dieci
immagini della terza stagione de La Ruota del Tempo, che
debutterà in tutto il mondo a partire dal 13 marzo 2025. La
Ruota del Tempo è una co-produzione Sony Pictures Television e
Amazon MGM Studios ed è basata sull’omonima serie
bestseller di libri fantasy di Robert Jordan. In La Ruota del
Tempo, un umile ragazzo di campagna, Rand al’Thor, scopre di
essere il Drago Rinato, una pericolosa figura della storia
destinata a salvare il mondo… o a distruggerlo. La Ruota del Tempo
continua a girare e l’Ultima Battaglia si avvicina.
Cosa succederà in La Ruota del
Tempo – stagione 3?
Dopo aver sconfitto Ishamael alla
fine della
seconda stagione, Rand al’Thor ritrova i suoi amici a Falme e
viene proclamato Drago Rinato. Ma nella terza stagione, le minacce
contro la Luce si moltiplicano: la Torre Bianca è lacerata da
conflitti interni, i seguaci dell’Aja Nera sono a piede libero,
vecchi nemici tornano ai Fiumi Gemelli e i Reietti rimasti sono
all’inseguimento del Drago… inclusa Lanfear, la cui relazione con
Rand comporterà per entrambi il dover fare una scelta cruciale tra
Luce e Oscurità. Mentre i legami con il passato iniziano a
sciogliersi e il suo potere corrotto comincia a rafforzarsi, Rand
diventa sempre più irriconoscibile, anche per Moiraine ed Egwene,
le sue più strette alleate. Queste donne potenti, che all’inizio
della serie erano maestra e allieva, devono ora lavorare insieme
per impedire che il Drago passi all’Oscurità… a qualunque
costo.
1 di 7
La serie La Ruota del
Tempo su Prime Video si è
confermata un monumentale successo per il servizio streaming.
Basata sull’amata serie di libri fantasy di Robert Jordan, lo show
racconta una storia di magia, destino e avventura che ha catturato
l’immaginazione dei fan di tutto il mondo. Al momento dell’uscita,
nel 2021, la prima stagione era stata il più grande debutto di una
serie Original nella storia di Prime Video, con risultati
straordinari sia nel numero di abbonati raggiunti che di nuovi
iscritti. Continua a rimanere tra i primi tre migliori debutti di
sempre di una serie su Prime Video, dopo Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere e
Fallout.
Complessivamente, ha raggiunto oltre 100 milioni di spettatori in
tutto il mondo. Inoltre, sia la prima che la seconda stagione sono
Certified Fresh su Rotten Tomatoes, a ulteriore conferma del
successo di critica della serie. La Ruota del Tempo è la
pietra miliare delle produzioni fantasy di successo e di alta
qualità di Amazon MGM Studios e, insieme, queste serie sottolineano
il primato degli Studios nell’offrire una narrazione di alto
livello a un pubblico globale.
Nel cast de La Ruota del
Tempo figurano
Rosamund Pike (Saltburn, Gone Girl – L’amore bugiardo)
nel ruolo di Moiraine Damodred, Daniel Henney
(Criminal Minds) in quello di al’Lan Mandragoran, Josha
Stradowski (Gran Turismo) nei panni di Rand al’Thor,
Zoë Robins (Power Rangers Ninja Steel)
come Nynaeve al’Meara, Madeleine Madden (Dora
e la città perduta) nel ruolo di Egwene al’Vere,
Marcus Rutherford (Obey) come Perrin
Aybara, Dónal Finn (SAS: Rogue Heroes) nella parte di Mat
Cauthon, Ceara Coveney (Il giovane Wallander) in quella di
Elayne Trakand, Kate Fleetwood (Harlots) come Leandrin
Guirale, Natasha O’Keeffe (Peaky Blinders) nel ruolo di
Lanfear, Ayoola Smart (Killing Eve) come Aviendha, Kae
Alexander (Il Trono di
Spade) come Min Farshaw, Sophie Okenedo (Hotel Rwanda,
Slow Horses) come Siuan Sanche e Shohreh Aghdashloo (Casa
Saddam, The
Penguin) nel ruolo di Elaida do Avriny a’Roihan.
La Ruota del Tempo è stata
adattata a serie tv dall’executive producer e showrunner Rafe
Judkins (Agents of S.H.I.E.L.D., Hemlock Grove). Rick
Selvage e Larry Mondragon di iwot productions (Winter
Dragon), Ted Field di Radar Pictures (Jumanji: The Next
Level, Winter Dragon), Mike Weber (Jumanji: The Next
Level, Beirut), Marigo Kehoe (Outlander, The
Crown), Ciaran Donnelly (Kin), Justine Juel
Gillmer (Harry Haft: Storia di un sopravvissuto, Halo),
Dave Hill (Il Trono di Spade) e Rosamund Pike
(Saltburn, Gone Girl – L’amore bugiardo) sono executive
producer della serie. La Ruota del Tempo è una co-produzione Sony
Pictures Television e Amazon MGM Studios.
Tutti gli episodi delle prime due Stagioni de La Ruota del
Tempo sono disponibili su Prime Video.
Dopo il
successo stellare della prima stagione, che l’ha resa una delle
10 serie TV più viste di sempre su Netflix, era inevitabile che la seconda
stagione di The Night Agent ricevesse il via libera.
La serie, basata sul romanzo omonimo di Matthew Quirk, ha
conquistato il pubblico grazie alla sua narrazione senza fronzoli,
ai colpi di scena mozzafiato e a un protagonista moralmente
incrollabile. La nuova stagione espande il conflitto su scala
globale, con nuove sottotrame e volti interessanti.
La trama di The
Night Agent 2
Ambientata dieci mesi
dopo gli eventi della prima stagione, la storia riprende con Peter
Sutherland (Gabriel Basso) nel suo primo incarico ufficiale
come agente di Night Action a Bangkok. La missione, volta a
recuperare informazioni cruciali da un potenziale informatore
dell’FBI,
prende una piega drammatica quando le informazioni trapelano e
Peter è costretto a sparire dalla circolazione. Nel frattempo, Rose
Larkin (Luciane Buchanan), l’ex CEO della tecnologia e suo
interesse amoroso, riceve una misteriosa chiamata che la spinge a
rintracciarlo. Il loro riavvicinamento dà il via a una nuova
indagine che li porterà da New York a scenari internazionali,
svelando una cospirazione più ampia e intricata.
Uno degli elementi di
forza della serie rimane la sua tensione costante. Le scene di
azione, tra inseguimenti nei vicoli e scontri corpo a corpo, sono
il punto forte dello show, e mantengono lo spettatore con il fiato
sospeso. La seconda stagione
introduce un cast di nuovi personaggi, tra cui Catherine Weaver
(Amanda Warren), una veterana di Night Action con legami
personali con il passato di Peter, e Sami (Marwan Kenzari),
un ex soldato multilingue il cui fascino potrebbe facilmente
sostenere uno spin-off tutto suo. A questi si aggiunge Noor
(Arienne Mandi), un’impiegata della missione iraniana presso
le Nazioni Unite, che rischia la sua vita per ottenere protezione
per la sua famiglia.
Se da un lato The
Night Agent2 si rifiuta di
cedere alle mode di spettacolarizzazione tipiche di altri show di
spionaggio come 007 o Reacher, dall’altro rimane fedele al suo
approccio pragmatico. La storia d’amore tra Peter e Rose resta
esitante e casta, lontana dagli standard audaci delle serie
contemporanee, ma funziona grazie alla loro chimica e alla dinamica
di crescita condivisa.
Tuttavia, questo secondo
ciclo non è privo di difetti. Mentre la prima stagione si
concentrava su un complotto interno a Washington, la nuova trama
introduce una minaccia terroristica internazionale che coinvolge
criminali di guerra europei e agenti iraniani. Questo cambio di
prospettiva, sebbene intrigante, non sempre riesce a mantenere lo
stesso livello di urgenza della stagione precedente. La narrazione
si svolge prevalentemente a New York City, dando alla vicenda un
senso di ripetitività che talvolta smorza il livello di intrigo. La
sensazione di un conflitto globale non emerge pienamente fino agli
episodi finali, lasciando lo spettatore con la percezione di una
portata narrativa più limitata rispetto alle aspettative
iniziali.
The Night Agent 2
è pura adrenalina
Nonostante ciò, lo show
riesce comunque a offrire momenti di pura adrenalina. Un episodio
in cui Peter e Rose si infiltrano in un evento diplomatico
all’ambasciata iraniana è particolarmente teso, con una costruzione
della suspense che ricorda i migliori momenti di
Homeland. Inoltre, le sottotrame personali
aggiungono un ulteriore livello di coinvolgimento emotivo, con Noor
che cerca disperatamente di proteggere la sua famiglia mentre
affronta la minaccia di superiori paranoici e spietati.
Se la seconda stagione
non riesce a raggiungere le vette della prima in termini di
complessità della cospirazione, riesce comunque a mantenere il
pubblico incollato allo schermo grazie a una formula collaudata:
eroi simpatici, cattivi ben delineati e una serie di pericoli
crescenti. Anche gli antagonisti, questa volta, ricevono più
spazio, offrendo una visione più sfumata dei loro motivi e
aumentando la tensione complessiva della storia.
The Night
Agent 2 non vincerà premi per l’originalità, ma
continua a essere un thriller di spionaggio robusto e avvincente,
capace di offrire intrattenimento di qualità. Se sei alla ricerca
di un thriller cospirazionista senza troppi fronzoli ma ricco di
azione, colpi di scena e personaggi ben sviluppati, questa stagione
non deluderà. Non ci resta che aspettare la terza stagione per
scoprire cosa riserverà il futuro a Peter e Rose
Il creatore di Scissione (Severance) Dan Erickson
spiega il ruolo non accreditato di Keanu Reeves
nella première della seconda stagione. Dopo essere uscito per la
prima volta nel 2022, lo show di successo di Apple
TV+ è tornato per la sua seconda uscita la scorsa
settimana, continuando la storia del Mark Scout di Adam Scott e dei
suoi colleghi di Lumon dopo il cliffhanger del finale della
prima stagione. Le recensioni della
seconda stagione di Scissione (Severance) sono
state entusiastiche, e il primo episodio ha suscitato grande
interesse per la sua forte narrazione e le sue interpretazioni,
oltre che per un cameo a sorpresa di Reeves in un ruolo di sola
voce durante una presentazione della Lumon per i dipendenti del
dipartimento Macrodata Refinement.
In una recente intervista con
Collider, Erickson ha spiegato il ruolo di Reeves come
voce di Lumon, confermando che si trattava proprio della star di
John Wick che il pubblico stava sentendo. Secondo il
creatore,
Keanu Reeves non era l’unico attore preso in
considerazione, ma alla fine si è rivelato la scelta
migliore per dare vita all’edificio aziendale che Mark e i suoi
colleghi chiamano casa. Ecco la spiegazione di Erickson qui di
seguito:
“Tutto quello che posso dire è
che abbiamo parlato di un paio di persone diverse per quel
ruolo.Volevamo che fosse una persona con cui la gente
avesse un certo legame, ma anche che fosse una presenza molto
calorosa.L’edificio Lumon è molto amichevole nel contesto
di questo video, e c’è una cordialità e un cuore in quella
voce”.
Che cosa significa il cameo di
Reeves per la seconda stagione di Scissione (Severance)?
Il cameo di Reeves nei panni
dell’edificio Lumon potrebbe essere una tantum, ma potrebbe anche
tornare nei prossimi episodi. La presentazione mostrata a Mark,
Helly (Britt Lower), Dylan (Zach Cherry) e Irving (John Turturro)
ha lo scopo di tranquillizzarli al momento del ritorno al lavoro,
assicurando loro che “Lumon sta ascoltando”. Il
finale dell’episodio 1 della seconda stagione di
Severance suggerisce che i dipendenti del reparto
Macrodata Refinement non sono stati placati dalla presentazione,
con Irving che dichiara che bruceranno Lumon.
È del tutto possibile che siano in
arrivo altre presentazioni “Lumon sta ascoltando”, che affrontano
preoccupazioni più specifiche che Mark e i suoi colleghi nutrono
nei confronti del loro posto di lavoro. Con la posta in gioco in
aumento, tuttavia, sembra che Milchick (Tramell Tillman)
possa ricorrere a metodi più estremi per controllare i suoi
dipendenti rispetto ai video educativi. Mark e i suoi
colleghi sono ora molto motivati nella loro missione e
probabilmente la direzione si renderà conto che i video non sono
sufficienti.