Sono 600 i film selezionati al
Social World Film Festival 2021 divisi in 19
sezioni competitive e non, con film da 52 Paesi e 32 in anteprima.
L’undicesima edizione, che si terrà a Vico Equense dall’11 al 18
luglio, si svilupperà quindi in 20.000 minuti di programmazione tra
proiezioni in presenza e ondemand, 90 eventi tra incontri,
dibattiti, masterclass, attività con le giurie.
Tra i lungometraggi del Concorso
Internazionale, sezione competitiva per opere a tematica
sociale, ci sono 3 anteprime italiane che vengono dalla Germania
(“A Handful Of Water” di Jakob Zapf), da Georgia e Ucraina (“Mother
Of Apostles” di Zaza Buadze) e dalla Danimarca “Shorta” di Frederik
Louis Hviid), e 2 anteprime campane: “Buio (Darkness)” di Emanuela
Rossi e “Regina” di Alessandro Grande.
Nella stessa sezione troviamo 20 cortometraggi
tra i quali la Palma d’Oro al Festival
di Cannes nel 2020 “I am afraid to forget your face”
dell’egiziano Sameh Alaa, il francese “Dustin” di Naïla Guiguet in
anteprima italiana dopo essere stato a Cannes e Toronto, e “Finis
Terrae” di Tommaso Frangini già alla Settimana Internazionale della
Critica a Venezia. È in anteprima italiana l’animazione “Pilar”
di Yngwie Boley e J.J. Epping, Diana van Houten già
apprezzata a Toronto, “The Lamb Of God” del portoghese David
Pinheiro Vicente, per la prima volta in Italia dopo la
partecipazione a Cannes, e “The Game” di Roman Hodel visto a
Venezia e Toronto.
Completano il Concorso Internazionale 7
documentari che vengono da Canada, Stati Uniti, Ucraina,
Egitto, Francia, Tunisia e Italia, tre in anteprima italiana, gli
altri per la prima volta in Campania.
Nella sezione “Focus, occhio al Sud”, dedicata
alle opere realizzate nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia con
particolare attenzione alla Campania, sono state selezionati 5
lungometraggi: “Agalma” di Doriana Monaco, “Amare amaro” di Julien
Paolini, “Gelsomina Verde” di Massimiliano Pacifico, “La Vacanza”
di Enrico Iannaccone, e “Sassiwood” di Antonio Vincenzo Andrisani e
Vito Cea. Sono 14 i cortometraggi in gara tra i quali “Le Mosche”
di Edgardo Pistone già a Venezia, “La Napoli di mio padre” di
Alessia Bottone premiato ai Nastri e l’anteprima assoluta di “Quasi
Ora” di Luigi Pane.
Confermate anche in questa nuova edizione le sezioni dedicate
anche a opere in realtà virtuale, verticali,
realizzate con smartphone, serie e webserie,
spot, videoclip, film sperimentali, fotografie e
sceneggiature per film cinema e tv, nonché
quella dedicata al Covid19 per le opere a tema e girate
durante il lockdown.
Torna per il sesto anno consecutivo il Mercato
europeo del cinema giovane, Young Film Market, che
darà spazio e forma ad opere indipendenti di giovani autori, con
professionisti dell’industria cinematografica, produttori,
distributori e registi provenienti da vari paesi, che discuteranno
sulle novità del cinema indipendente, tra coproduzione
internazionale, distribuzione pre e post Covid-19 ma anche
fundrasing e cineturismo.
Le opere saranno proiettate nelle sale del
Museo del Cinema, di Teatro Mio e del complesso monumentale SS
Trinità e Paradiso.
Il regista Chris McKay, noto per
aver diretto LEGO Batman, ha da poco
ultimato il suo nuovo lungometraggio, intitolato The
Tomorrow War, che rappresenta per lui il suo debutto
nel live-action. Si tratta di un’opera di fantascienza
classica nella sua concezione ma ricca di elementi di originalità.
Il film, inizialmente previsto per la sala cinematografica, è
l’ennesimo caso di opera che, a causa della pandemia da Covid-19,
arriverà direttamente in streaming, più precisamente sulla
piattaforma Amazon Prime Video, dove sarà
disponibile dal 2 luglio.
La vicenda del film si apre su un
gruppo di viaggiatori nel tempo che si presenta, dal 2051, al
nostro presente per portare un messaggio urgente: di lì a
trent’anni la razza umana sarà sul punto di perdere una guerra
globale contro una letale specie aliena. L’unica speranza per
sopravvivere è che soldati e civili del presente vengano
trasportati nel futuro e si uniscano alla battaglia. Tra le reclute
vi è l’insegnate di liceo e padre di famiglia Dan Forester
(Chris Pratt).
Determinato a salvare il mondo per la sua giovane figlia, Dan si
unisce alla squadra nella disperata impresa di riscrivere il
destino del pianeta.
The Tomorrow War: la parola agli attori
Protagonista del film è l’attore
Chris Pratt, il quale diviso tra Guardiani della Galassia e
Jurassic World, vive un momento d’oro della sua carriera.
“Il film è semplicemente epico, – afferma Pratt – ma
ciò che mi ha davvero conquistato sono i sentimenti che stanno alla
sua base. Quando ho terminato le riprese, mia figlia non era ancora
nata, ma potevo già avvertire il senso di responsabilità e di
protezione che essere padre comporta, e questo mi ha permesso di
identificarmi profondamente con il mio personaggio.”
Nel film è poi presente anche
l’attrice Yvonne
Strahovski, principalmente nota per i suoi ruoli nelle
serie Dexter e Chuck. In The Tomorrow
War, l’attrice interpreta Vicky Winslow, che dal futuro arriva
nel presente per richiedere aiuto nella guerra contro gli alieni.
“Desideravo da tempo interpretare un ruolo tanto fisico,
– racconta l’attrice – e questo film è stata
l’occasione giusta. Mi sono potuta misurare con aspetti nuovi di
questo mestiere e anche se è stato particolarmente faticoso, ne è
certamente valsa la pena.”
Nel film, infine, sono presenti
anche Betty Gilpin,
attrice nota per la serie GLOW, nei panni di Emmy
Forester, moglie di Dan, e il premio Oscar J. K. Simmons,
in quelli del generale Slade. Entrambi gli attori si sono definiti
entusiasti di quanto offerto dal film. “Lavorare a questo
progetto, – ha dichiarato la Gilpin – mi ha permesso di
cimentarmi con qualcosa di totalmente diverso rispetto a ciò a cui
ero abituata e di dar vita ad un personaggio molto forte”.
“La fantascienza è da sempre tra i miei generi preferiti,
– ha aggiunto Simmons – e l’idea alla base di questo film
mi ha attratto da subito, non ho potuto dire di no”.
The Tomorrow War: dalla sala alla televisione
Il regista Chris McKay ha poi
parlato della sfida di completare la post-produzione del film nel
pieno della pandemia. “Quando abbiamo iniziato il montaggio e
il lavoro sugli effetti speciali, il mondo che ci circondava era
ormai profondamente diverso dal presente che avevamo raccontato nel
film. – spiega il regista – Ciò però non ha tolto nulla al
film, che anzi è per me diventato il racconto di un’umanità che si
unisce per combattere contro un unico nemico, sia questo una specie
aliena o un virus”.
È Pratt a chiudere poi la conferenza
stampa, rassicurando quanti temono che il film su Amazon non sarà
la stessa cosa che vederlo al cinema. “È un dibattito quanto
mai attuale, – afferma Pratt- ma posso garantire che
quando abbiamo saputo che il film sarebbe andato direttamente in
streaming abbiamo rivisto il tutto affinché il risultato fosse
altrettanto grandioso anche su uno schermo più piccolo. Consiglio
naturalmente di alzare al massimo il volume, ma nulla
dell’intrattenimento offerto verrà meno! Si tratta di bel film
pensato per il cinema. Quindi guardalo a casa, ma facendo finta di
essere al cinema!”
La storia di
Taskmaster nei fumetti è lunga e al tempo stesso
assai complicata, ricca di contraddizioni, vittime ed enigmi. In
attesa di scoprire come l’attesissimo Black
Widow reinventerà il personaggio (o se magari proporrà
una versione dello stesso molto simile ai fumetti),
Screen Rant ha raccolto 10 cose che solo i fan dei fumetti
conoscono su Anthony “Tony” Masters:
Poteri unici
Come stabilito nella sua
prima apparizione, il potere principale di Taskmaster sono i suoi
“riflessi fotografici”, che gli consentono di memorizzare e
replicare istantaneamente tutti i movimenti fisici che vede
eseguire, non importa quanto complessi, anche se osservati per
pochi istanti.
Dopo aver studiato le mosse tipiche
e gli stili di combattimento di una pletora di eroi Marvel, Taskmaster vanta un’abilità
di combattimento che include duplicazioni esatte degli arsenali
corpo a corpo di Capitan America, Black Panther, Iron Fist e molti
altri.
I suoi poteri causano l’amnesia
Anche se i suoi poteri gli
hanno permesso di accumulare un ampio catalogo di stili di
combattimento “rubati” da vari eroi e cattivi della Marvel, le abilità uniche di
Taskmaster sono un’arma a doppio taglio. Quando continua ad
accumulare abilità da aggiungere al suo arsenale, parallelamente i
suoi ricordi personali vengono lentamente cancellati.
Ad
ogni nuovo stile di combattimento che registra per una replica
futura, Taskmaster dimentica un pezzo del suo passato, che a questo
punto include la maggior parte della sua vita prima di diventare un
mercenario mascherato, inclusa la sua identità originale, il suo
nome e la sua famiglia.
Era un ex agente dello SHIELD
Anche se Taskmaster è stato
un antagonista per lo più enigmatico per oltre 30 anni dopo il suo
debutto, la miniserie omonima del 2010 a lui dedicata ha finalmente
iniziato a far luce sul suo misterioso passato. È stato rivelato,
infatti, che l’uomo che sarebbe diventato Taskmaster era
originariamente un agente dello SHIELD di nome Tony Masters,
reclutato a causa delle sue doti naturali di memoria eidetica e
replicazione dell’azione fisica.
All’epoca, questa capacità non era ancora
immediata e Tony doveva passare del tempo a studiare le mosse degli
altri prima di poterle eseguire lui stesso. Nel corso di una
particolare missione, tuttavia, Masters avrebbe consumato un siero
sperimentale con conseguente aumento della capacità del suo
cervello di elaborare e conservare le informazioni, rendendo la sua
ritenzione istantanea. Poiché gli effetti collaterali di questo
aggiornamento hanno gradualmente cancellato i suoi ricordi
personali, Tony alla fine avrebbe completamente dimenticato i suoi
anni come agente dello SHIELD, arrivando anche a combattere contro
l’organizzazione, per ironia della sorte, in numerose
occasioni.
Eroe e cattivo
Durante la sua carriera di
mercenario, Taskmaster ha sempre inseguito il denaro. A tal fine,
ha partecipato ad allenamenti e collaborazioni sia con eroi che con
cattivi, totalmente dipendente da ciò che soddisfava i suoi
interessi immediati. Nelle sue prime apparizioni, Taskmaster
gestiva una scuola segreta per scagnozzi, addestrando agenti per
gruppi terroristici come l’Hydra e l’AIM, ed entrando in conflitto
con eroi come Captain America e gli Avengers.
Più di recente, è stato graziato e reclutato
per addestrare le giovani reclute con superpoteri a Camp Hammond,
meglio conosciuta come Avengers Academy. In qualità di istruttore
della scuola, Taskmaster ha combattuto al fianco degli eroi della
Marvel in più occasioni, ma non ha
esitato a cambiare alleanza quando si è presentata una nuova
opportunità redditizia, tradendo senza battere ciglio gli eroi che
lo avevano accolto a braccia aperte.
Ha contribuito alla formazione di US Agent
Quando l’originale Captain
America, Steve Rogers, abbandonò il suo ruolo iconico a causa delle
crescenti pressioni dovute all’operare per conto di un governo con
cui non era d’accordo, la Commissione degli Stati Uniti sulle
Attività Sovrumane cercò rapidamente di sostituirlo con un altro
agente. Quando il soldato John Walker è stato selezionato per
ereditare il ruolo, era chiaro che avrebbe avuto bisogno di un
addestramento extra per gestire le aspettative.
Per questo, la Commissione ha
cercato di assumere il miglior istruttore di combattimento
possibile, indipendentemente dal sordido passato che questi poteva
avere. Sapendo di possedere già un’esatta conoscenza “fotografica”
dello stile di combattimento dell’originale, il CSA ha assunto
Taskmaster per addestrare Walker nell’uso ottimale del leggendario
scudo di Cap. Walker sarebbe stato Captain America per un po’,
prima di diventare US Agent. Tuttavia, la sua eroica carriera non
avrebbe mai avuto successo se non fosse stato per l’addestramento
iniziale di Taskmaster.
Taskmaster era sposato
Come effetto collaterale
delle sue abilità, Taskmaster ha dimenticato la maggior parte dei
dettagli del suo passato prima di indossare la sua identità
attuale, comprese le sue precedenti relazioni interpersonali. Nella
sua vita passata come agente dello SHIELD, tuttavia, Tony Masters
ha eseguito spesso missioni al fianco dell’agente Mercedes Merced,
che era anche sua moglie.
Quando i poteri di Masters hanno iniziato a
sovrascrivere i suoi ricordi personali, l’agente Merced ha assunto
il ruolo del suo misterioso “gestore”, assegnandogli le sue prime
missioni mercenarie mentre prendeva segretamente appunti sulla sua
situazione per le informazioni dello SHIELD. Nonostante si sia
ricordato della sua passata vita coniugale durante le successive
interazioni con Merced, Taskmaster è condannato a dimenticare
inevitabilmente la vita che un tempo
condividevano.
Potrebbe avere un figlio
Mentre operava come
istruttore presso l’Accademia dei Vendicatori, Taskmaster divenne
casualmente responsabile dell’addestramento di uno studente che
possedeva le sue esatte capacità di “riflesso fotografico”. Jeanne
Foucault era una giovane supereroina in formazione proveniente da
una famiglia distrutta, dove era stata sfruttata da sua madre per
la sua naturale capacità di replicare qualsiasi azione avesse
visto.
Non avendo mai conosciuto il suo
padre biologico, e considerando la somiglianza dei loro poteri,
Jeanne alla fine si sarebbe avvicinata al suo insegnante con la
possibilità che potesse essere davvero il suo vero padre.
Consapevole delle enormi lacune nella sua memoria, incluso con
quante donne potrebbe o meno essere stato in intimità, Taskmaster è
arrivato a considerare la possibilità che Foucault potesse davvero
essere sua figlia biologica, anche se questo non è mai stato
confermato ufficialmente.
Il significato della maschera
Durante ognuna delle sue raffigurazioni,
comprese le modifiche occasionali al suo look, Taskmaster ha
costantemente indossato la sua maschera con la faccia da teschio
immediatamente riconoscibile. Sebbene utile per il suo aspetto
intimidatorio, questo iconico pezzo dell’uniforme ha in realtà un
significato molto importante per Tony Masters, anche se
probabilmente non lo ricorda in modo specifico.
Dopo aver deciso di farsi strada come
addestratore di mercenari e furfanti, uno dei primi allievi di
Taskmaster fu il capo del cartello criminale messicano, Don of the
Dead. Nel tentativo di mostrare solidarietà a Don e ai suoi
associati, Taskmaster avrebbe adottato la maschera con la faccia da
teschio che usa ancora oggi, un omaggio alla Santa Muerte, una
personificazione cattolica dell’entità Morte.
Non può “copiare” tutti
Considerata la sua capacità
di replicare i movimenti di qualsiasi persona che incontra,
Taskmaster ha una storia consolidata di utilizzo contro gli eroi
della Marvel dei loro stessi stili di
combattimento. Ci sono stati alcuni casi, tuttavia, in cui non è
stato in grado di utilizzare adeguatamente questa capacità.
Durante uno scontro con il robot
Avenger, Jocasta, Taskmaster ha dimostrato di non essere in grado
di imitare i movimenti di esseri sintetici, poiché la loro mancanza
di movimenti umani prevedibili compensa la sua capacità di emularli
immediatamente. Inoltre, come illustrato nelle storie successive,
Taskmaster non è in grado di copiare le mosse di Deadpool, a causa
del comportamento imprevedibile e irregolare di Wade Wilson e della
mancanza di uno stile di combattimento coerente.
Ha degli amici sorprendenti
Nonostante affronti principalmente i suoi conflitti da solo,
di tanto in tanto Taskmaster non si oppone a una squadra, una
partnership o una vera amicizia. Dopo il suo primo alterco con
Deadpool, sarebbe diventato un frequente socio del nascente gruppo
di mercenari, l’Agenzia X, costruendo un rapporto di lavoro
riluttante ma reciprocamente rispettoso con Deadpool e il suo
duplicato Alex Hayden, mentre iniziava anche una relazione con la
receptionist dell’agenzia, Sandi Brandenberg.
Come
istruttore presso l’Avengers Academy, ha spesso confrontato le sue
storie con quelle del suo collega Constrictor, costruendo con lui
un’amicizia del tutto casuale sul posto di lavoro. Più
recentemente, Taskmaster ha stretto un forte legame con Eric
O’Grady, altrimenti noto come il cattivo potenziato dalla
particella Pym, Black Ant, arrivando persino a fare il doppio gioco
con un datore di lavoro per suo conto, evitando un giorno di paga
garantito per proteggere la sicurezza del suo amico.
I film della saga di Fast and Furious sono cambiati molto da quando
è uscito il primo capitolo nel 2011, con le corse automobilistiche
che sono state messe da parte a favore di acrobazie folli e intense
scene di combattimento.
Sappiamo già che in Fast
and Furious 9 alcuni dei personaggi andranno addirittura
nello spazio, quindi la domanda sorge spontanea: cosa potrebbe
essere di ancora più esaltante nel futuro del franchise? Una
possibilità potrebbe essere quella di un crossover con la saga di
Jurassic Park, magari in un film evento in cui Domic
Toretto e il suo equipaggio sarebbero costretto a schivare i
dinosauri….
Tuttavia, una delle star del
franchise, Tyrese Gibson, ha in mente un altro
grande crossover: Transformers! “Non ne so niente,
amico”, ha detto a
ComicBook quando gli è stato chiesto delle voci su un possibile
Fast and Furious che incontra Jurassic Park.
“Penso che il crossover più giusto sarebbe Transformers e Fast,
e poi magari Fast e Jurassic Park. Auto che diventano robot, e
viceversa. Possiamo farlo all’inizio e poi arrivare ai
dinosauri.”
Le questioni relative ai diritti
rendono alquanto improbabile un incontro tra Dom e Optimus Prime,
ma poiché la Universal Pictures è responsabile sia di
Fast and Furious che di Jurassic Park, nulla esclude che un giorno l’idea –
azzardata?! – possa concretizzarsi.
Quando il regista di Jurassic
World: Dominion,Colin Trevorrow, è stato
interrogato su un possibile crossover all’inizio di questo mese, ha
risposto: “Non voglio dire nulla perché poi i meme si
fermerebbero. La realtà non è così divertente. Voglio dire, ho mai
sentito qualcosa a proposito di un crossover tra franchise? Certo
che no! Mi piace vedere le persone prendere davvero sul serio
queste cose su Twitter? Sì! Quindi, continuiamo a divertirci con i:
‘Cosa succederebbe se?’.”
Il cast di Fast and Furious 9 e il
capitolo finale della saga
UCI Cinemas, il
più importante Circuito cinematografico presente in Italia con 43
strutture multiplex e 440 schermi, estende l’offerta valida tutti i
giorni, fino al 30 giugno, per vedere tutti i film
in programmazione a partire da soli 4,90€.
La promozione lanciata l’8 giugno è
rivolta a tutti i clienti, coinvolge tutti i cinema UCI del
circuito che hanno riaperto al pubblico ed è attiva anche sui
cinema UCI Luxe, questi ultimi con prezzo del biglietto a partire
da 5,90€. Per tutti i possessori di SKIN Family, la carta fedeltà
di UCI dedicata alle famiglie, l’offerta è ancora più vantaggiosa.
Per maggiori dettagli sulla promozione:
www.ucicinemas.it/promosuperprezzo.
UCI Cinemas, biglietti a 4,90€, dove
acquistarli
È possibile acquistare i biglietti
tramite App gratuita di UCI Cinemas e sul sito www.ucicinemas.it
con il vantaggio di evitare la fila alle casse. Il pubblico può
comunque acquistare i biglietti anche tramite le biglietterie
automatiche self-service presenti sul posto, presso le casse delle
multisala aderenti e tramite call center (892.960). Per maggiori
informazioni visitare il sito www.ucicinemas.it o la pagina
ufficiale di Facebook di UCI Cinemas all’indirizzo:
www.facebook.com/ucicinemasitalia.
Ricordiamo che sono già state
riaperte al pubblico le seguenti multisala: UCI Alessandria, UCI
Arezzo, UCI Bicocca, UCI Casoria, UCI Como, UCI Curno, UCI Ferrara,
UCI Firenze, UCI Fiumara Genova, UCI Fiume Veneto, UCI Gioia del
Colle, UCI Lissone, UCI Marcianise, UCI Meridiana Bologna, UCI
Certosa Milano, UCI Milanofiori, UCI Molfetta, UCI Orio, UCI
Palermo, UCI Piacenza, UCI Porta di Roma, UCI Reggio Emilia, UCI
Romaest, UCI Romagna, UCI Sinalunga, UCI Torino Lingotto, UCI
Verona, UCI Villesse, UCI Luxe Palladio Vicenza, UCI Luxe Marcon
Venezia, UCI Luxe Maximo, UCI Luxe Campi Bisenzio, UCI Catania, UCI
Parco Leonardo, UCI Cagliari, UCI Gualtieri, UCI Showville Bari,
UCI Perugia e UCI Bolzano.
L’ultimo
trailer di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli,
arrivato online poche ore fa, ha confermato la presenza nel film di
un personaggio molto noto ai fan del MCU: stiamo parlando di Emil
Blonsky, meglio conosciuto come Abominio.
È la prima volta che il personaggio
appare in un progetto del MCU dal 2008, anno di uscita de
L’incredibile Hulk, e sappiamo che il nemico principale di
Hulk farà il suo ritorno ufficiale nella serie dedicata a She-Hulk,
in arrivo prossimamente su Disney+.
Nello specifico, il secondo trailer
di
Shang-Chi ci concentra maggiormente sulla costruzione
dell’universo in cui si muove il protagonista. Tuttavia, la scena
finale ha lanciato una vera e propria bomba per i fan della
Marvel: mentre Shang-Chi
(Simu Liu) e Katy
(Awkwafina) assistono ad un torneo di
combattimento sotterraneo, Abominio appare a sorpresa come uno dei
combattenti presenti nell’arena, scontrandosi con quello che sembra
essere proprio Wong (Benedict Wong), ossia il
braccio destro di Doctor Strange.
Prima di quest’apparizione, nessuno
sapeva che Abominio sarebbe apparso in
Shang-Chi. Resta da capire se il personaggio avrà
effettivamente un ruolo all’interno della storia e, soprattutto, se
sarà ancora una volta Tim Roth ad interpretarlo. Tuttavia, non
dovrebbe sorprendere se fosse uno stunt ad interpretare il
personaggio, soprattutto se l’apparizione dello stesso sarà
relegata a quest’unica scena.
Vi ricordiamo che nei panni del
protagonista ci sarà l’attore canadese Simu
Liu, visto di recente nella commedia di NetflixKim’s Convenience. Insieme a
lui, nel cast, figureranno anche Tony
LeungChiu-wai nei panni del
Mandarino, e Awkwafina,
che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è
vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci
sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto
i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo
superpotere è l’ipnosi.
Luca è l’ultimo film d’animazione targato
Disney e Pixar disponibile dal 18 giugno su Disney+. Il film, diretto da Enrico Casarosa, è pieno di easter egg e di
riferimenti nascosti all’universo Disney e Pixar, ma non solo.
Scopriamo insieme quali sono:
La palla Luxo
Il primissimo progetto
d’animazione in computer grafica della Pixar è stato
Luxo Jr., un cortometraggio di due minuti scritto e
diretto da John Lasseter nel 1986. Il cortometraggio mostra una
grande lampada da tavolo angolare che osserva una lampada più
piccola mentre gioca con una palla, che accidentalmente si sgonfia
dopo che la lampada più piccola ci è saltata sopra.
Da allora Luxo Jr. è diventata la mascotte della Pixar: la
vediamo, infatti, schiacciare la “i” in Pixar all’inizio di ogni
film prodotto dallo studio di animazione. L’originale palla Luxo è
ormai un tradizionale easter egg nei film Pixar e può essere vista
anche in
Luca, quando il protagonista sta sorpassando altri
corridori, su un tetto, durante la Coppa Portorosso.
A113
Un altro easter egg di
vecchia data, già apparso in molti film Disney e Pixar, è il numero
A113. Questo è un numero di una delle aule del California Institute
of the Arts, dove registi come Tim Burton, John Lasseter e Brad
Bird hanno studiato animazione e progettazione artistica dei
personaggi. Sul biglietto del treno che Alberto regala a Luca alla
fine del film, infatti, c’è scritto proprio “A113”.
Il camion di Pizza Planet
La catena “arcade and food”
Pizza Planet è stata una delle location principali del primo
lungometraggio della Pixar, Toy Story. Da allora, una versione del camion delle
consegne Pizza Planet è stata astutamente nascosta in quasi tutti i
film Pixar.
Includere quest’easter egg è stata
una vera sfida per
Luca, dal momento che il modello di camion Pizza Planet
sarebbe stato un anacronismo negli anni ’50. Per risolvere questo
problema, il camion è stato reinventato come Piaggio Ape, lo
storico veicolo per le consegne a tre ruote realizzato dalla stessa
azienda che produce la Vespa. La Pizza Planet Ape si vede durante
il tratto finale della Coppa Portorosso, dopo che ha iniziato a
piovere, ed è riconoscibile dal razzo in cima.
20.000 leghe sotto i mari
La gente di Portorosso potrà anche odiare i
mostri marini, ma di certo adorano i film a loro dedicati. La
città, infatti, è tappezzata di locandine, tra cui quella di un
film di fantasia dal titoloAttaco del mostro marino che lascia alquanto perplesso il padre
di Luca, perché il mostro sulla locandina assomiglia esattamente
allo zio Ugo.
Tra gli altri poster affissi per la città
figura anche 20.000 leghe sotto i mari, prodotto dalla
Disney nel 1954. Quel film non presenta mostri marini che cambiano
forma e diventano bambini, ma ha comunque una scena con un calamaro
gigante al suo interno.
Coco
Mentre Alberto e Luca
stanno cercando di intrufolarsi a Portorosso via mare, vengono
captati nelle loro forme subacquee da una donna su una barca. La
barca si chiama Elena, che era anche il nome della nonna di Miguel
nel film della Pixar Coco.
Elena è un nome comune sia in
spagnolo che in italiano, quindi potrebbe essere più una
coincidenza che un riferimento volontario. Tuttavia, è divertente
immaginare che Abuelita abbia trascorso un po’ di tempo nella
riviera italiana quando era giovane e che la barca porti il suo
nome.
Pinocchio
I numerosi riferimenti di Luca all’arte e alla
cultura italiana includono anche un easter egg che funge da
crossover con la Disney. Uno dei libri nella stanza di
Giulia è Le avventure di Pinocchio dell’autore italiano
Carlo Collodi, che è stato trasposto sul grande schermo dalla
Disney nel 1940.
Nel
libro, Pinocchio viene ripetutamente ingannato da una coppia di
truffatori: un gatto che finge di essere cieco e una volpe che
finge di essere zoppa. Sulla copertina e nella sequenza onirica di
Luca che dà vita al libro, il gatto somiglia molto al
gatto di Massimo, Machiavelli.
Paperino
Pinocchio non è l’unico
classico personaggio Disney presente nella stanza di Giulia. C’è
anche un giocattolo di Paperino appoggiato ai piedi del suo letto.
Paperino è stato creato dalla Disney nel 1934, quindi sarebbe stato
molto popolare nel periodo in cui è ambientato
Luca. Forse Giulia si identifica in lui perché
entrambi hanno la tendenza a balbettare e a lasciare che il loro
carattere abbia la meglio su di loro…
Federico Fellini
Una delle maggiori
influenze di
Enrico Casarosa durante la realizzazione di
Luca è stata l’acclamato regista italiano
Federico Fellini. In particolare, ci sono diversi accenni in
Luca al film di Fellini del 1954 La
strada.
Nella piazza principale, sullo
stesso tratto di muro in cui è presente la locandina di 20.000
leghe sotto i mari, si vede anche un altro manifesto – quello
de La strada, appunto. Inoltre, il peschereccio all’inizio
del film si chiama Gelsomina, che è proprio il nome della
protagonista del film di Fellini.
Un omaggio a Hayao Miyazaki
Anche se il concept di una
creatura marina che diventa curiosa della vita sulla Terra e si
trasforma in un essere umano ha molto in comune con La
sirenetta della Disney, i fan dei film dello Studio Ghibli
avranno maggiori probabilità di associare
Luca al film Ponyo sulla scogliera di Hayao Miyazaki.
Casarosa, infatti, ha affermato che
Miyazaki è stata un’altra delle sue principali influenze, dal
momento che il co-fondatore dello Studio Ghibli è noto per i suoi
film sui bambini che esplorano mondi magici. Inoltre, il nome
Portorosso è un palese omaggio ad un altro film di Miyazaki, ossia
Porco Rosso del 1992.
Prossima fermata: Pixar
Quando Luca saluta la sua
famiglia e Alberto alla fine del film, il treno su cui salgono lui
e Gina riporta il numero 94608 nella parte anteriore. Questo è il
codice postale dei Pixar Animation Studios di Emeryville, in
California.
È un riferimento particolarmente
toccante, dal momento che Luca sta andando a scuola per inseguire i
suoi sogni, e la Pixar è una destinazione da sogno per tutti coloro
che cercano di perseguire il loro mestiere di animatore, puntando a
lavorare per uno degli studi più acclamati di Hollywood.
Netflix ha diffuso il teaser trailer di
The
Harder They Fall, l’attesto western originale Netflix
in arrivo quest’anno. In questo western, il fuorilegge Nat Love
(Jonathan Majors) viene a sapere che il suo nemico Rufus Buck
(Idris
Elba) sta per essere rilasciato di prigione e riunisce la gang
per rintracciarlo e vendicarsi.
Diretto da Jeymes Samuel con la
sceneggiatura di Samuel e Boaz Yakin e prodotto da Shawn Carter,
James Lassiter, Lawrence Bender e Jeymes Samuel, The
Harder They Fall vanta una colonna sonora
irresistibile e un cast stellare mozzafiato, in cui brillano
Jonathan Majors, Zazie Beetz, Delroy Lindo, LaKeith Stanfield,
Danielle Deadwyler, Edi Gathegi, R.J. Cyler, Damon Wayans Jr., Deon
Cole, Regina King e Idris Elba. Mai come in questo caso, la
vendetta è un piatto da servire freddo!
La Blumhouse è una delle società di maggior
successo dell’odierno panorama hollywoodiano, grazie soprattutto
alla produzione di franchise horror quali Paranormal Activity,
Insidious e The Purge, ma anche di film molto
acclamati dalla critica come Whiplash,
Scappa
– Get Out e BlacKkKlansman.
Tuttavia Jason
Blum, fondatore e amministratore delegato della Blumhouse
Productions, ha rivelato di avere alcuni rimpianti in merito a
The Hunt, il film del 2020 diretto da
Craig Zobel, che generò un’enorme controversia
prima dell’arrivo nelle sale: dopo la strage di
Dayton e la strage di El Paso, infatti, la
campagna promozionale del film venne ufficialmente sospesa e alcuni
giorni dopo il film venne ritirato dal calendario delle uscite
della Universal.
In una recente intervista con
ComicBook, Jason Blum ha parlato di come molte
informazioni sbagliate in merito al film si siano diffuse a macchia
d’olio ancor prima della sua uscita in sala. Blum ha affermato che
la controversia legata all’uscita di The Hunt è stata così accesa e prolungata che
spera che una cosa del genere non accada mai più in futuro.
“La polemica prima dell’uscita
di The Hunt ha rovinato l’intero film. Intendo dire che ha rovinato
l’uscita del film. The Hunt sarebbe potuto essere un film di grande
successo, ma la controversia prima dell’uscita lo ha praticamente
distrutto. Quando mi viene chiesto qual è il mio più grande
rimpianto in relazione alla gestione della mia compagnia, è proprio
questo: che nessuno ha potuto vedere The Hunt a causa di quella
controversia. Quella polemica è stata orribile. È stato davvero
brutto. Era una polemica su un film che nessuno, in realtà, aveva
visto. Le persone stavano inventando cose su un film che non
avevano visto, e spero davvero che una cosa del genere non accada
mai più. Ora mi preoccupo che possa succedere con ogni nuovo film
film. Se ci sono polemiche prima dell’uscita di un film, queste
possono davvero rovinarlo… Tuttavia, cosa puoi farci? Quindi mi
preoccupo il giusto. Sono cose che non posso controllare.”
Di cosa parla The Hunt?
The Hunt è basato su racconto del 1924 “La
partita più pericolosa”, scritto da Richard Connell. Nel film,
dodici sconosciuti si svegliano in una radura. Non sanno dove sono
o come sono arrivati lì. Non sanno di essere stati scelti per uno
scopo molto specifico: La Caccia!
All’ombra di una oscura teoria della
cospirazione di Internet, un gruppo di élite si riunisce per la
prima volta in una casa padronale remota per cacciare gli americani
comuni per lo sport. Ma il piano generale delle élite sta per
essere deragliato perché uno dei The Hunted, Crystal (Betty
Gilpin), conosce il gioco dei Cacciatori meglio di
loro. Gira i tavoli sugli assassini, prendendoli uno per uno,
mentre si fa strada verso la misteriosa donna (Hilary
Swank) al centro di tutto.
Danny
Glover, Samuel
L. Jackson, Elaine May e
Liv Ullmann saranno le personalità del mondo
del cinema che in occasione degli Oscar 2022 saranno insigniti del
riconoscimento alla carriera. Ad annunciarlo è stata
l’Academy.
Il presidente dell’Academy,
David Rubin, ha commentato elogiando la
trasversalità da
Jackson, come un attore che ha attraversato i generi e
l’immaginario di generazioni, le doti di Elaine
May “come sceneggiatrice, regista e attrice”, le doti
interpretative ed emozionali di Liv Ullmann e
l’impegno decennale di Danny Glover per la
giustizia e per i diritti civili.
Dal 2009 l’Oscar alla carriera viene presentato in occasione
della cerimonia dei Governors Awards, anche per snellire la
cerimonia ufficiale degli Oscar.
Tony Hale, Gia Sandhu e
Maame Yaa Boafo, trai protagonisti di La
misteriosa accademia dei giovani geni, raccontano la loro
esperienza sul set della serie Disney+, disponibile dal 25 giugno.
La misteriosa accademia dei giovani
geni (The Mysterious Benedict Society) è
una serie televisiva creata da Matt Manfredi e Phil Hay per
Disney+ basata sul romanzo per ragazzi
La misteriosa accademia per giovani geni di Trenton Lee
Stewart.
Parte del successo del franchise di
Guardiani della Galassia è dovuto sicuramente
alle incredibili canzoni del repertorio anni ’60 e ’70 attraverso
cui James Gunn ha scelto di impreziosire le
colonne sonore dei due “volumi” usciti fino ad oggi.
Tuttavia, esiste un brano assai
famoso che pare il regista e sceneggiatore non sia intenzionato ad
usare. Attraverso le sue storie di Instagram, infatti, Gunn
ha risposto alla domanda di un fan che gli aveva chiesto quale
canzone o artista musicale non userebbe mai all’interno di un suo
film, spiegando che molti fan dei Guardiani amerebbero ascoltare
all’interno di un film dei Marvel Studios la canzone “Dancing
in the Moonlight“ dei King Harvest.
Purtroppo, il diretto interessato ha
spiegato che ciò non accadrà mai: “Un sacco di persone mi hanno
detto che vorrebbero sentire ‘Dancing in the Moonlight’ in un film
dei Guardiani”, ha risposto Gunn. “Per me è una canzone
‘trita e ritrita’, quindi non accadrà.”
Il contributo di James Gunn alle
musiche del MCU oltre Guardiani della Galassia
Il contributo di James Gunn alle colonne sonore è stato molto
rispettato dal resto del MCU: è stato proprio il regista,
infatti, a raccomandare “The Rubberband Man” di The
Spinners per la colonna sonora di Avengers:
Infinity War. Per quanto riguarda, invece, Guardiani
della Galassia Vol. 3, Gunn ha annunciato di aver
terminato i lavori sulla colonna sonora lo scorso maggio, proprio
in vista dell’inizio delle riprese che dovrebbe avvenire entro la
fine dell’anno.
Come annunciato dai social Marvel Studios, ecco il nuovo trailer
ufficiale di
Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli, in cui ci
pare di scorgere nella scena finale quello che sembra essere
Benedict Wong nei panni di Wong. Potrebbe essere
davvero lui?
Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli – il trailer
ufficiale
Vi ricordiamo che nei panni del
protagonista ci sarà l’attore canadese Simu
Liu, visto di recente nella commedia di NetflixKim’s Convenience. Insieme a
lui, nel cast, figureranno anche Tony
LeungChiu-wai nei panni del
Mandarino, e Awkwafina,
che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è
vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci
sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto
i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo
superpotere è l’ipnosi.
È stato già confermato che il
personaggio di Yelena Belova interpretato da Florence
Pugh tornerà nella serie Hawkeye in
arrivo prossimamente su Disney+. Per quanto riguarda il futuro
degli altri personaggi di Black Widow, invece, non ci
sono ancora dettagli in merito.
Durante una recente intervista con
ComicBook, è stato proprio Harbour a rivelare di aver parlato
proprio di questo con la regista di Black Widow, Cate
Shortland, e sembra che entrambi abbiano un’idea ben
precisa. “La cosa divertente di tutta questa storia è che alla
fine noi siamo tornati indietro per costruire la base di qualcosa
di nuovo”, ha spiegato l’attore. “Tutti questi contenuti
aiutano con tutte queste informazioni sui film aiutano a portare
avanti questi nuovi progetti, questa nuova fase. Aiutano ad
introdurre questi nuovi personaggi.”
Poi ha aggiunto: “Cate Shortland
ed io abbiamo parlato a lungo di dove potesse trovarsi Guardiano
Rosso durante gli eventi di Endgame, su cosa gli fosse accaduto.
Abbiamo pensato ad un sacco di idee divertente, anche se non ne ho
mai parlato direttamente con Kevin Feige. Lo farò più
tardi.”
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz. Il film arriverà nelle sale il 7 luglio e
su Disney+ con
Accesso Vip il 9 luglio.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
La Universa Pictures USA ha diffuso
il primo trailer di Halloween
Kills, l’atteso nuovo film del franchise di Halloween
che vedrà il ritorno in scena di Michael Myers e
Jamie Lee Curtis. Halloween
Kills arriverà al cinema ad ottobre 2021.
Scritto da David Gordon
Green, Danny McBride e Scott Teems, basato sui personaggi
creati da John Carpenter e Debra Hill, il film sarà diretto da
David Gordon Green e prodotto da Malek Akkad, Jason Blum e
Bill Block. John Carpenter, Jamie Lee Curtis, Jeanette
Volturno, Couper Samuelson, Danny McBride, David Gordon Green e
Ryan Freimann sono i produttori esecutivi. Ryan Turek sta
supervisionando il progetto per Blumhouse.
I romanzi di Giorgio Faletti sono ancora
oggi degli assoluti best seller, che hanno consegnato al panorama
letterario italiano un talento unico per il genere giallo. Eppure,
nonostante la loro evidente predisposizione per il cinema, a causa
della complessità delle sue storie e le ambientazioni
prevalentemente estere, questi non sono mai stati adattati per il
grande schermo. Con Appunti di un venditore di
donne, finalmente ciò viene a non essere più vero. Il
film diretto da Fabio Resinaro (Mine,
Dolceroma) dà infatti vita
all’omonimo romanzo dello scrittore, un’opera particolarmente cupa
ambientata nella Milano da bere della fine degli anni Settanta.
Con questa pellicola, prodotta da
Luca Barbareschi, si
viene catapultati in un storia che si svolge nel pieno degli
scontri tra lo Stato e le Brigate Rosse. Il rapimento di Aldo Moro
è una questione ancora aperta e la tensione è quanto mai viva nel
Paese. Qui, in una Milano cupa e fredda, si muove Bravo
(Mario Sgueglia), un venditore di donne segnato
nell’anima da una vergognosa mutilazione. La sua storia ha inizio
una mattina come un’altra, quando dopo essere uscito dall’Ascot
Club, dove ha fatto nottata giocando d’azzardo e facendo uso di
droghe, conosce Carla. Nutrendo un conturbante sentimento per lei,
decide di introdurla nel suo giro, non immaginando che quello sarà
il principio della sua rovina.
Nella Milano da bere, tra neon e
nebbia
Il racconto scritto da Faletti nel
2010 è uno dei suoi più complessi, dove vicende e personaggi
diversi si intrecciano in modi spesso insospettabili. Dar vita ad
un adattamento che si propone di essere il più fedele possibile a
tutto ciò è dunque un’impresa non da poco. Risulta però da subito
chiaro che l’elemento da cui partire è la ricostruzione al
dettaglio del periodo protagonista. Quello che si mostra nel film è
un lavoro sbalorditivo, che attraverso luoghi, abiti, automobili,
oggetti, luci e volti costruisce un’atmosfera particolarmente
autentica. Resinaro comprende bene l’importanza di tale elemento,
che diventa un vero e proprio protagonista.
Ancor di più, egli decide di girare
il film proprio come si sarebbe fatto negli anni Settanta. Per
portarci nel mondo di Bravo e dei personaggi, il regista dà vita ad
una composizione delle inquadrature e del ritmo che trae
ispirazione dai grandi film noir di quel periodo. Grazie a ciò si
esalta la natura malsana e scabrosa di certe situazioni e figure,
che risultano ancor più affascinanti proprio per il loro essere
circondate da un ambiente tanto seducente quanto letale. Qui è
impossibile fidarsi degli altri e ognuno sembra fare ben più che il
doppio gioco.
Particolarmente accattivanti a tal
riguardo sono una serie di determinati personaggi. Dal protagonista
Bravo alla femme fatale Carla interpretata da
Miriam Dalmazio, dal bizzarro Daytona di
Paolo Rossi al cieco Lucio di Francesco
Montanari. Unica pecca, per loro, è una parlata sin troppo
pulita in un mondo assai sporco. Fortunatamente, Resinaro rinuncia
invece agli eccessi di forma del suo precedente film, concentrando
tutte le sue attenzioni sul raccontare ciò che serve attraverso le
immagini, consapevole della forza di cui la storia di Appunti
di un venditore di donne è già dotata di suo.
Appunti di un venditore di donne: la recensione
Confezionando un noir come se ne
vedono pochi oggigiorno in Italia, Resinaro unisce grande gusto
visivo ad una riflessione sul confine tra la legalità e
l’illegalità. Temi particolarmente vivi nel cinema politico
italiano degli anni Settanta e che trovarono in capolavori come
Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto e
Cadaveri eccellenti la loro massima espressione. L’intento
non è ovviamente rifare quei film, quanto unire ad un grande
racconto il ricordo di un periodo storico ancora oggi
particolarmente taciuto, violento, complesso, dove qualcosa di
orribile è stato fatto all’Italia, cambiandola per sempre.
Tale volontà risulta chiara anche
nel momento in cui il racconto si fa più intricato, portando in
scena una serie di eventi e dinamiche che, qui compresse nel tempo
cinematografico, potrebbero risultare un po’ caotiche. Bisogna però
dare fiducia fino all’ultimo al film, poiché nel momento in cui
ogni tassello del puzzle andrà al suo posto, ci si potrà ritenere
soddisfatti sotto più punti di vista: per aver visto un film fedele
nel modo giusto al romanzo, per aver goduto di un’opera visivamente
ed esteticamente ricca e per aver ritrovato un mondo e dei
personaggi che ormai non esistono più.
Nelle prossime vacanze di Natale
arriverà Sing 2, nuovo capitolo del franchise animato
di Illumination. Ricco di grandi sogni e spettacolari canzoni di
successo, il film narra le vicende del koala Buster Moon e di altre
grandi star animali, pronte per la loro più abbagliante e
stravagante esibizione sul palco della capitale più glamour
dell’intrattenimento.
C’è solo un intoppo: devono prima
convincere ad unirsi a loro la rock star più solitaria del mondo,
interpretata dalla leggendaria icona della musica Bono, al suo
debutto in un film d’animazione.
Sing 2, il trailer
Sing 2 è scritto e
diretto dall’acclamato regista Garth Jennings e introduce nuovi
personaggi interpretati dalle star della musica Bono, Pharrell
Williams e Halsey, dall’attrice Letitia Wright di Black Panther e
dai comici Eric André e Chelsea Peretti.
Insieme al protagonista Buster (con
la voce del premio Oscar®️ Matthew McConaughey), la maialina Rosita
(con la voce del premio Oscar®️ Reese Witherspoon), il porcospino
rocker Ash (Scarlett Johansson), il giudizioso gorilla
Johnny (Taron Egerton), il timido elefante Meena (Tori Kelly) e,
naturalmente, lo straordinario porcellino provocatore Gunter (Nick
Kroll) hanno trasformato il New Moon Theater in un successo
locale.
L’ambizioso koala, però, ha un sogno
più grande: debuttare con un nuovo spettacolo al Crystal Tower
Theater nell’affascinante Redshore City!
Senza conoscenze, Buster e i suoi
amici devono intrufolarsi di nascosto nei celebri uffici della
Crystal Entertainment, guidata dallo spietato magnate lupo Jimmy
Crystal (il vincitore dell’Emmy Bobby Cannavale).
In un disperato tentativo di
ottenere l’attenzione di Mr. Crystal, Gunter propone un’idea
bizzarra che Buster accetta subito: nel loro nuovo spettacolo ci
sarà una leggenda del rock, il leone Clay Calloway (Bono). Il
problema è che il koala non ha mai incontrato Clay, artista che si
è allontanato dal mondo della musica più di dieci anni prima dopo
la scomparsa della moglie.
Mentre Gunter aiuta Buster a ideare
un capolavoro teatrale, tra le pressioni e le minacce crescenti di
Mr. Crystal, il koala intraprende una ricerca per trovare Clay e
convincerlo a tornare sul palco.
Quello che inizia come il grande
sogno di Buster diventa un emozionante promemoria del grande potere
che ha la musica di guarire anche un cuore infranto.
Ecco la prima foto ufficiale di
Bones and All, il nuovo film di Luca
Guadagnino che torna a dirigere Timothée Chalamet dopo Chiamami col tuo nome. Con il giovane attore,
nella foto, la sua collega e compagna di set Taylor
Russell.
La prima foto di Bones and All con
Timothée Chalamet
Il
primo film che Luca Guadagnino gira in
America, un teen d’autore, tratto dal libro di Camille DeAngelis e
scritto da David Kajganich (“Suspiria”, “A Bigger Splash”), vedrà
protagonisti Timothée Chalamet (che
torna a lavorare con Guadagnino dopo il successo di “Call me by
your name”), Taylor Russell, Mark Rylance, André
Holland, Jessica Harper, Michael Stuhlbarg, David
Gordon-Green, Francesca Scorsese e Chloë
Sevigny.
Una
produzione Frenesy Film Company e Per Capita
Productions. Prodotto, tra gli altri,
da Luca Guadagnino e Marco
Morabito per Frenesy Film
Company, Lorenzo Mieli per The
Apartment Pictures, del
gruppo Fremantle, Francesco Melzi
d’Eril e Gabriele
Moratti per Memo. I
produttori esecutivi sono Giovanni Corrado e Raffaella
Viscardi.
Liaison,
è la nuova serie thriller anglo-francese Apple Original che
vedrà protagonisti il vincitore del César Award Vincent Cassel (“Il cigno nero”, “Westworld”)
e la vincitrice del BAFTA Award Eva Green (“Miss Peregrine – La casa dei
ragazzi speciali”). La serie uscirà in tutto il mondo su AppleTV+ e
segna il primo Apple Original in lingua francese e inglese.
Liaison
è co-prodotto da Ringside Studios e Leonis Productions (gruppo
Newen). I produttori esecutivi sono Gub Neal e Jean Benoit Gillig.
La nuova serie Apple Original è diretta dal vincitore dell’Emmy
Award Stephen Hopkins (“24”), creata e scritta da
Virginie Brac (“Engrenages”). Tra gli altri produttori esecutivi ci
sono Sarada McDermott, Justin Thomson, Stephen Hopkins e Ed Barlow.
Prodotto da Joanie Blaikie ed Eric Jollant
Liaison: trama e cast
Liaison è un thriller contemporaneo
dalla posta in gioco molto alta che esplora come gli errori del
nostro passato hanno il potenziale per distruggere il nostro
futuro. La serie combina l’azione con una trama imprevedibile e che
si sviluppa su più livelli, in cui spionaggio e intrighi politici
intralciano una lunga e appassionata storia di amore. Il cast
include Peter Mullan (“Ozark”), il vincitore del premio César
Gerard Lanvin (“Chiami il mio agente!”), Daniel Francis (“Small
Axe”), Stanislas Merhar (“The Black Book”), Philippine
Leroy-Beaulieu (“Chiami il mio agente!”), Laetitia Eido (“Fauda”),
Eriq Ebouaney (“Rogue City”), l’astro nascente BAFTA Bukky Bakray
(“Rocks”) e il vincitore del premio Emmy Thierry Frémont (“Murder
In Mind”).
Va a Massimo Ghini il
‘Premio Manfredi 2021’ promosso dai Giornalisti
Cinematografici Italiani con la famiglia Manfredi per ricordare il
grande Nino, quest’anno nel centenario della nascita. La consegna
domenica prossima, 27 Giugno sul palcoscenico del Teatro Antico,
nella serata inaugurale della 67.ma edizione del Taormina Film
Fest.
Insieme alla Presidente dei
Giornalisti, Laura Delli Colli sarà Luca
Manfredi, in rappresentanza della famiglia, a consegnare
il riconoscimento, tradizionalmente legato ai Nastri
d’Argento.
“Quest’anno ricorre il centenario
della nascita di mio padre, Saturnino Manfredi, “in arte Nino” ed è
nel suo ricordo che avrò il piacere di consegnare il premio che
porta il suo nome a Massimo Ghini, un attore che
stimo molto e con cui ho condiviso alcune avventure professionali
proprio insieme a mio padre, che affettuosamente lo considerava un
erede del suo “stile”. La cerimonia avrà luogo nella bellissima
Taormina, la città dove è nata mia madre Erminia e dove Nino nel
2003 ha salutato per l’ultima volta il suo pubblico nella
meravigliosa cornice dell’antico “Teatro Greco”.
“Felice di ritirare il ‘Premio
Manfredi”, commenta Massimo Ghini, ”Per me è molto
emozionante ricevere questo riconoscimento che
consolida e rafforza il mio grande rapporto di amicizia con tutta
la grande famiglia Manfredi. Soprattutto mi appassiona e mi
commuove l’idea di passare da spettatore e ammiratore del Maestro
Manfredi ad essere suo “testimonial” per la consegna del primo
Premio in suo nome. Grazie a Laura Delli Colli, al Sindacato dei
giornalisti e alla famiglia Manfredi.”
Nato nell’ambito dei Nastri
d’Argento con una prima edizione celebrativa che ha premiato nel
2009 Giuseppe Fiorello, il Premio viene assegnato stabilmente a
Taormina dal 2014 ed è andato negli anni a Marco Giallini, Paola
Cortellesi, Carlo Verdone e Antonio Albanese, Pierfrancesco Favino
e Kasia Smutniak, Claudia Gerini, Stefano Fresi e lo scorso anno a
Claudio Santamaria.
“E’ un bellissimo palmarès”
commenta Laura Delli Colli a nome del Direttivo dei Giornalisti
Cinematografici “che sigla ancora una volta, quest’anno con Massimo
Ghini, una scelta perfettamente in sintonia con la
storia professionale di un protagonista, come tutti gli attori e le
attrici che hanno ricevuto il Premio, capace di unire alla verve
della commedia l’intensità di toni e sfumature che toccano il cuore
degli spettatori. Proprio come sapeva fare, nel suo tratto
speciale, il grande Nino che tutti continuiamo ad amare”.
È stata annunciata la squadra di
illustri professionisti che accompagneranno il
presidente di giuria, Spike Lee, nella lunga e
importante avventura di premiare i film del concorso ufficiale del
Festival di Cannes 74.
Intorno al presidente Spike
Lee, cinque donne e tre uomini di nazionalità differenti,
da cinque diversi continenti, avranno il privilegio di scoprire i
24 film del Concorso internazionale del 2021. Come riflesso
dell’intera selezione, quasi tutto il mondo sarà rappresentato
durante l’evento che si svolgerà dal 6 al 17 luglio.
La giuria di Cannes 74
Spike Lee – President
Director, producer, screenwriter (United States)
Mati Diop
Director (France, Senegal)
Mylène Farmer
Singer, songwriter (Canada, France)
Maggie Gyllenhaal
Actress, producer, screenwriter, director (États-Unis)
Che ci crediate o no, ci sono molti
fan della DC che sono rimasti sconvolti dalla rivelazione presente
nell’ultimo
trailer di The Suicide
Squad secondo cui Bloodsport ha ferito Superman con un
proiettile di kryptonite, spedendolo in ospedale. In realtà, è una
cosa successa nei fumetti, quindi lungi da James Gunn voler prendersi gioco dell’Uomo
d’Acciaio solo per il gusto di farlo…
Indipendentemente da ciò, ci sono
state molte speculazioni sul fatto che questo potrebbe portare ad
un cameo di Henry Cavill nel film, ma visto che l’attore
sembra aver chiuso ufficialmente con Superman, è una cosa su cui
non vale la pena sperare… In effetti, in una recente intervista con
IGN,
è stato proprio Gunn a rivelare che anche lui non sa quale versione
di Superman sia stata “vittima” di Bloodsport, poiché si tratta di
una scelta narrativa talmente grande (in riferimento, ovviamente,
al più ampio DCEU) da sfuggire anche al suo controllo di regista e
sceneggiatore…
“Sì, Bloodsport è in prigione
per aver spedito Superman in terapia intensiva con un proiettile di
kryptonite”, ha spiegato il regista. “Sì, The Suicide Squad fa parte del DCEU, ma non so
quale Superman sia stato effettivamente colpito, perché non ho
scelto io il prossimo Superman. Quindi potrebbe essere Henry
Cavill, così come potrebbe essere qualcun altro. È chiunque le
persone decideranno… al di là di me.”
“Benvenuti all’inferno, ossia a
Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli
Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori
supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi
all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico
del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui
Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2,
Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita
di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla
remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova
grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di
guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search
and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del
governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei
sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa
falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un
compagno di squadra o della stessa Waller).”
Il terzo episodio della serie
Loki,
dal titolo “Lamentis”, è finalmente disponibile
su Disney+ da
ieri. ComicBookMovie ha
raccolto le più grandi rivelazioni presenti all’interno
dell’episodio che, ora più che mai, continuano a porre le basi per
il futuro del MCU:
ATTENZIONE: L’ARTICOLO
CONTIENE SPOILER SUL TERZO EPISODIO DI LOKI!!!
Il nascondiglio dei Custodi del Tempo
Mobius non ha mai incontrato i Custodi del Tempo. Mentre
sembra che Renslayer abbia una sorta di canale di comunicazione
aperto con loro, le tre creature simili a delle lucertole rimangono
ovviamente nascoste. Ci deve essere una ragione per questo: se da
un lato i membri della TVA credono che sia perché stanno lavorando
duramente per mantenere intatta la sacra linea temporale,
dall’altro qualcosa ci dice che le loro motivazioni potrebbero
essere decisamente più sinistre…
Ad
ogni modo, non sappiamo ancora cosa dia loro il diritto di decidere
come si svolgono le storie di tutti, quindi non c’è da
meravigliarsi che Sylvie voglia distruggerli (come fece una volta
Kang il Conquistatore nei fumetti). Ad ogni modo, ora sappiamo che
sono abbasta vicini e che Loki e Sylvie avranno presto la
possibilità di incontrarli. Inizialmente, in molti credevano che
Richard E. Grant avrebbe interpretato Re Loki, ma ora un’altra
teoria si sta facendo strada, e cioè che l’attore britannico possa,
in realtà, essere proprio uno dei Custodi…
Lamentis-1
Lamentis-1 è una luna adiacente al pianeta Lamentis, ma nel
2077 entrambe sono apparentemente distrutte. Non sappiamo cosa
abbia portata all’apocalisse, ma la versione a fumetti di questo
pianeta si trova ai margini dello spazio controllato da Kree (forse
significa che gli umanoidi che vediamo sul pianeta sono, in
effetti, dei Kree?).
Che
ci crediate o no, il pianeta ha fatto solo un’apparizione sulle
pagine dei fumetti, precisamente in “Annihilation: Conquest
Prologue #1”. In quella run, il pianeta veniva catturato nel
bel mezzo di un conflitto tra l’Onda Annihilation e la specie
Phalanx, quindi è possibile che sia proprio tale conflitto ad aver
generato la massiccia scala di distruzione che vediamo nella
serie. Se è così, l’Onda Annihilation potrebbe essere ancora
lontana decenni, ma sarebbe piuttosto bello se questo fosse
destinato a gettare le basi per il debutto sul grande schermo del
classico cattivo dei Fantastici Quattro, Annihilus…
Nessun TemPad
Alla fine del terzo episodio, il TemPad viene
distrutto e Loki e Sylvie restano intrappolati su una luna che sta
per essere cancellata. Inutile dire che ci aspettiamo che riescano
a salvarsi in qualche modo, ma è chiaro che non sarà grazie all’uso
di uno dei dispositivi che la TVA usa per viaggiare attraverso la
sacra linea temporale.
Ciò non significa necessariamente che il
viaggio nel tempo sia fuori discussione, ma potrebbe essere che i
prossimi due episodi siano ambientati nel futuro del MCU (il che spiegherebbe perché il
Dio dell’Inganno finisce in una versione di New York che è stata
apparentemente decimata da un attacco sconosciuto o da un
disastro). Se qualcuno sta venendo a salvarli, la domanda su chi
potrebbe essere sorge dunque spontanea, e potrebbe essere a questo
punto della storia che apprendiamo che Sylvie sta lavorando per
conto o insieme ad altre varianti di Loki che, come lei, odiano i
Custodi del Tempo…
“Sylvie”
Abbiamo già menzionato
“Sylvie” diverse volte, ed infatti nel terzo episodio apprendiamo
che si tratta dell’alias che la versione femminile di Loki ha
deciso di darsi. È sicuramente una variante, ma una chiara mancanza
di volontà da parte della serie di approfondire il suo passato ci
fa pensare che ci sia ancora dell’altro da scoprire…
Non
le piaceva essere chiamata “Loki”, e la ragione di ciò è destinata
ad essere affrontata in qualche modo. Forse è stata creata da
un’altra versione del Dio dell’Inganno – che si allineerebbe con il
ruolo di Incantatrice nei fumetti… Questo è ciò che la rende una
variante? La decisione della TVA secondo cui Sylvie non merita di
esistere, sarebbe più che sufficiente per spiegare perché odia i
Custodi del Tempo, anche se lo stesso si potrebbe dire se fosse
davvero una Loki. Dobbiamo aspettare e vedere…
La sessualità del Dio dell’Inganno
Uno dei momenti più
importanti del terzo episodio arriva quando Loki rivela di essere
bisessuale, qualcosa che molti fan speravano di vedere nel MCU da diversi anni. Non abbiamo
mai visto il Dio dell’Inganno avere un interesse amoroso in questo
universo condiviso, ma se una seconda stagione della serie si farà,
allora le cose potrebbero ambiare.
Ad ogni modo, nel terzo episodio
apprendiamo che Loki ha amato sia uomini che donne nel suo passato,
e anche se non ha mai trovato la vera felicità con nessuno, pare
che sia comunque ancora aperto alla cosa. I Marvel Studios hanno ancora molta strada da
fare in termini di rappresentanza e inclusione, ma questo è
indubbiamente un passo nella giusta direzione e una rivelazione da
cui speriamo vengano tratti degli spunti interessanti a livello
tematico…
La verità sulla TVA
Una delle più grandi
rivelazioni in questo terzo episodio arriva quando Sylvie menziona
casualmente che gli agenti della TVA sono tutti Varianti. Mentre
Mobius è stato chiaramente portato a credere di essere stato creato
dai Custodi del Tempo, la verità è molto più oscura: sembra che a
queste varianti siano stati tolti i ricordi e, in seguito, che
siano stati sottoposti al lavaggio del cervello per lavorare al
servizio della compagnia.
È tutto un po’ contorto, e lo
diventa ancora di più quando apprendiamo che il giovane agente
rapito dalla variante Loki è stato al loro servizio per centinaia
di anni, nonostante una volta avesse avuto una vita normale sulla
Terra. Il Dio dell’Inganno è visibilmente sconvolto dal fatto che i
membri della TVA non conoscano la verità, e visto che ora ha
formato una specie di legame con Mobius, potrebbe decidere di porsi
come obiettivo della sua missione quello di mettere le cose in
chiaro e abbattere i Custodi del Tempo.
Un Multiverso di varianti
Stiamo iniziando a ricevere
qualche informazione in più su cosa significa essere una variante
nel MCU, e poiché la TVA ne è piena…
beh, questo spiegherebbe perché ci sia un Multiverso pieno di
versioni alternative degli eroi e dei cattivi con cui abbiamo
familiarizzato negli ultimi anni.
Anche se non ci aspettavamo che
personaggio del calibro di Captain Carter o Electro fossero
“varianti”, l’idea apre sicuramente la porta a molte opportunità in
termini di narrazione. Se la TVA può controllare un’intera
organizzazione composta da queste versioni alternative di coloro
che sono usciti dalla sacra linea temporale, è probabile che il
Multiverso non andrà in pezzi se si permetteranno a linee temporali
diverse di coesistere. Ad ogni modo, è chiaro che gli eventi di
Loki prepareranno il terreno per l’introduzione di ciò che
vedremo in relazione a questo concetto in What If?, Spider-Man:
No Way Home e Doctor Strange in the
Multiverse of Madness.
Una storia d’amore tra Loki… e Loki?
Quando Sylvie tenta di
incantare Loki, c’è un momento stranamente toccante che molti fan
hanno già ipotizzato potrebbe portare a una storia d’amore tra le
varianti. È una bella idea e sarebbe divertente da esplorare nei
prossimi episodi. Tuttavia, non possiamo fare a meno di chiederci
se in quella scena ci sia qualcosa di più…
Nei fumetti,
Sylvie è stata creata proprio dal Dio dell’Inganno, quindi cosa
succederebbe se, nella sua linea temporale, fosse anche il suo
padre adottivo? Sarebbe un bel colpo di scena e il motivo per cui
non le piace essere chiamata “Loki” potrebbe essere finalmente
giustificato, perché le riporterebbe alla memoria alcuni ricordi
sconvolgenti circa la sua morte. Potrebbe anche essere stata creata
dalla TVA, e a questo punto sarebbe lecito chiedersi se Richard E.
Grant non possa interpretare un Loki che ha avuto un lieto fine, e
che alla fine è stato spazzato via proprio dai Custodi del
Tempo…
Michael Waldron,
sceneggiatore di Doctor
Strange in the Multiverse of Madness, aveva paragonato
il personaggio di Stephen Strange a quello di Indiana Jones. Ora,
in merito alla questione, è intervenuta Elizabeth Olsen, che nel sequel sarà ancora
una volta Wanda Maximoff.
Parlando con
Vanity Fair, l’attrice ha spiegato che il sequel di
Doctor
Strange sarà più di un classico film patinato di
Indiana Jones, mentre in relazione alla
definizione di Waldron secondo cui Stephen Strange sarebbe un
“Indiana Jones col mantello”, Olsen ha ribadito che il
supereroe Marvel ha cose molto più oscure con
cui dover fare i conti… I commenti dell’attrice tengono ovviamente
conto anche dello stile del regista Sam Raimi, che in passato, ad esempio, aveva
portato una versione molto più cupa di Spider-Man sul grande
schermo rispetto a quella del MCU.
“Penso che sia più spaventoso di
Indiana Jones. Penso che sembri decisamente più un film di Sam
Raimi”, ha spiegato Olsen. “Forse era quello l’obiettivo,
ma credo che sia diventato qualcosa di più oscuro… decisamente. Non
come i lavori western di Raimi… Piuttosto quella sensazione tipica
dei suoi film horror, di costante paura… di come è in grado di
giocare con la macchina da presa per rendere il pubblico ancora più
ansioso. Penso che sia molto più di un classico film patinato di
Indiana Jones. Amo Indiana Jones, ma sento che questo film ha
qualcosa di più oscuro…”
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America
Chavez).
Doctor Strange in the Multiverse
of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022.
Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo
anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe
apparire in un cameo anche Bruce
Campbell, attore feticcio di Sam
Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in
merito.
James Gunn ha rivelato di aver scritto un
pitch per una nuova versione de Il mostro della laguna nera, il celebre
horror/sci-fi del 1954 diretto da Jack Arnold,
girato in bianco e nero in formato stereoscopico e
considerato, oggi, un vero e proprio cult.
Il film originale racconta la storia
di un gruppo di scienziati che si imbatte in una
laguna rimasta immutata sin dalla preistoria, in cui si
nasconde un ibrido metà pesce e metà uomo. La pellicola fu un
grande successo, dando vita a ben due sequel (La vendetta del
mostro del 1955 e Il terrore sul mondo del
1956).
Ora
ComicBook ha riportato una storia Instagram di
James Gunn, in cui il regista e sceneggiatore,
rispondendo alla domanda di un fan, ha rivelato di aver provato a
realizzare un nuovo adattamento de Il mostro della laguna nera. Gunn ha spiegato
di aver provato a lanciare l’idea del remake subito dopo l’uscita
de L’alba dei morti viventi di
Zack Snyder nel 2004 (di cui ha curato la sceneggiatura).
Tuttavia, la Universal rifiutò il suo pitch.
Nel corso degli anni, numerosi sono
stati i tentativi di riportare la storia de Il mostro della laguna nera sul grande
schermo. Da John Landis nel 1982, a John Carpenter nel 1992,
passando per Ivan Reitman nel 1996, fino ad arrivare a Guillermo
del Toro nel 2002, numerosi celebri registi hanno provato a
realizzare nuova versione del classico degli anni ’50. Tuttavia,
nessuno di questi progetti si è mai concretizzato.
In tempi più recenti, quando la
Universal puntava alla realizzazione di un nuovo Monster Universe
(passato brevemente alla storia come Dark Universe), si parlò di un
reboot de
Il mostro della laguna nera ad opera degli sceneggiatori
Jeff Pinkner e Will Beall. Purtroppo, anche questo progetto non ha
mai visto la luce.
Netflix ha diffuso il primo teaser promo di
The
Witcher 2, l’attesa seconda stagione della serie
fantasy The
Witcher, basata sull’omonimo franchise videoludico. La
serie è stata girata in 15 diverse località del Regno Unito e ha
visto il coinvolgimento di 89 membri del cast, circa 1.200 membri
della troupe e tantissimi nuovi mostri.
The
Witcher, serie fantasy basata sull’omonima saga
bestseller, è il racconto epico di una famiglia e del suo destino.
La storia dei destini intrecciati di tre individui nel vasto mondo
de Il Continente, dove umani, elfi, witcher, gnomi e mostri
combattono per sopravvivere e dove il bene e il male non sono
facilmente identificabili.
The Witcher 2, la
trama
Nella seconda stagione di
The
Witcher, convinto che Yennefer sia morta nell’epica
battaglia di Colle Sodden, Geralt di Rivia porta Ciri nel luogo più
sicuro che conosce, la sua casa d’infanzia, Kaer Morhen. Mentre i
re, gli elfi, gli umani e i demoni del Continente lottano per la
supremazia fuori dalle sue mura, Geralt di Rivia deve proteggere la
ragazza da qualcosa di molto più pericoloso: il misterioso potere
dentro di sé.
ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER
SUL TERZO EPISODIO DI LOKI!!!
Il terzo episodio di Loki ha confermato che la variante non è
esattamente la “Lady Loki” dei fumetti. Piuttosto, quel personaggio
è stato in qualche modo “combinato” con un altro, ossia Sylvie
Lushton, la seconda Incantatrice.
Screen Rant ha raccolto tutto quello che c’è da sapere sul
personaggio interpretato da Sophia di Martino:
Alcune precisazioni
Nei fumetti, il personaggio
di Lady Loki è stato creato come parte della run seminale
“Thor” di J. Michael Straczynski e Olivier Coipel,
iniziata nel 2007. In quella serie, Thor ripristinò gli Asgardiani
dopo l’ultimo Ragnarok, scoprendo che gli dei non potevano
veramente morire finché vivevano nei cuori, nelle menti e nelle
anime dei mortali. Sfortunatamente per il Dio del Tuono, lo spirito
di Loki è stato in grado di creare alcune contorte circostanze in
cui si è impossessato del corpo dell’amante di Thor, Sif. Questa
nuova incarnazione di Loki affermò di essersi lasciata alle spalle
le sue intenzioni malvagie, diventando nota, appunto, come Lady
Loki.
Fondamentalmente, Lady Loki era la
stessa anima che possedeva una nuova forma, come dimostrato quando
ha iniziato a minare il dominio di Thor sulla nuova Asgard,
arrivando persino a stringere un’alleanza con il Dottor Destino.
Sebbene Lady Loki non sia durata a lungo, e Sif sia stata
ripristinata nel proprio corpo, da allora il personaggio è tornato
in altre storie che hanno confermato che la versione Marvel Comics di Loki è gender
fluid.
Quando Sophia Di
Martino ha fatto il suo debutto nel secondo episodio di
Loki, è stato subito chiaro che la Marvel stava adottando un approccio
molto diverso. Piuttosto che lo stesso vecchio Loki, si tratta di
una variante proveniente da un’altra linea temporale, una che
sembrava persino possedere un diverso set di poteri rispetto al
cattivo tradizionale. Inoltre, visivamente, non assomigliava per
niente alla Lady Loki dei fumetti: Di Martino ha persino tinto i
suoi capelli di biondo per la parte. Il terzo episodio di Loki ha
confermato ciò che molti sospettavano, e ciò che il personaggio è
una sorta di incrocio tra Lady Loki e Sylvie Lushton, la seconda
Incantatrice.
L’origine dei poteri di Sylvie Lushton
Nei fumetti, l’origine di
Sylvie Lushton è rimasta un mistero per parecchio tempo. Lei stessa
credeva di essere semplicemente una normale ragazza umana che si
era svegliata un giorno con poteri magici, decidendo di usarli per
diventare un supereroe e definendosi la seconda Incantatrice. In
realtà, però, era un essere magico che era stato creato da Loki
come parte dei suoi piani per tendere trappole a tutte le squadre
che si chiamavano “Avengers”.
Il suo piano per Sylvie era che si
sarebbe unita ad una qualsiasi squadra di Giovani Vendicatori,
diventando effettivamente la sua talpa al loro interno, con il Dio
dell’Inganno che avrebbe effettivamente guardato il mondo
attraverso i suoi occhi; nel frattempo, la sua personalità venne
progettata per causare la massima quantità di conflitto all’interno
del gruppo. L’Incantatrice è stata ad un passato dall’unirsi ai
Giovani Vendicatori, ma quando hanno appreso delle sue origini, si
sono rifiutati di lasciarla rimanere nella loro base perché
rappresentava un significativo rischio per la sicurezza. Questo
rifiuto ferì profondamente Sylvie, che tuttavia rimase fedele alla
sua inclinazione eroica, nonostante le continue tentazioni verso
l’oscurità. Attualmente è scomparsa, essendo stata lanciata in un
altro dei Dieci Regni dall’Incantatrice originale per avere
l’opportunità di dimostrarsi degna del suo nome.
L’incantatrice è una maga
straordinariamente potente, che potrebbe rivaleggiare con qualsiasi
abitante di Asgard, originariamente concepita come compagna per
Wiccan, uno dei membri dei Giovani Vendicatori. Le sue abilità
sembravano aumentare di pari passo alla pratica della magia.
Tuttavia, in “Fearless Defenders #9” si è effettivamente trovata
testa a testa con Clea, la migliore allieva di Doctor Strange, anche se all’epoca non era in
grado di gestire sia Clea che Strange contemporaneamente. Sylvie
possiede tutti i tradizionali poteri magici dei fumetti:
incantesimi, teletrasporto, trasmutazione, incantesimi di
evocazione, deviazione di altri attacchi magici e telecinesi.
La versione
di Sylvie in Loki
La Sylvie della serie
Loki sembra essere molto diversa dalla versione a
fumetti; piuttosto che una creazione di Loki, è in realtà una
variante del Dio dell’Inganno proveniente da una linea temporale
ramificata. È stata adottata, proprio come il tradizionale Loki,
anche se ancora non sappiamo da chi; a quanto pare sua madre è
morta quando era giovane, e mentre al Loki della prima timeline è
stata insegnata la magia da sua madre Frigga, Sylvie ha studiato da
autodidatta. Al momento ci sono diverse lacune nella sua storia,
tanto da far sorgere il dubbio che, proprio come nei fumetti,
Sylvie non sia in realtà chi dice di essere; la natura autodidatta
dei suoi poteri desta più di un sospetto, esattamente come la
versione a fumetti di Incantatrice, suggerendo che potrebbe
effettivamente essere una pedina.
La magia di Sylvie sembra essere
diversa da quella del Loki di
Tom Hiddleston, in quanto si concentra sugli incantesimi che
hanno a che fare con la mente. Sylvie, infatti, può possedere i
corpi degli altri e usare la sua magia per sondare le menti delle
persone e persuaderle a rivelarle ciò che vuole sapere.
Quest’ultima tecnica richiede un contatto fisico diretto: le menti
più forti possono resistervi, rendendo necessaria la creazione di
scenari alternativi nelle loro menti per metterle a proprio agio.
Inoltre, questa versione di Sylvie è anche una fenomenale
combattente, che sconfigge senza il minimo sforzo un certo numero
di agenti della Time Variance Authority; la sua abilità superano di
gran lunga quelle del Loki della prima linea temporale.
Apparentemente Sylvie si è dedicata
al rovesciamento sia dei Custodi del Tempo che della TVA. Il
secondo episodio di Loki ha svelato, tramite Sylvie, che la TVA l’aveva
già incontrata prima, cosa che spiegherebbe come è venuta a
conoscenza della loro esistenza e come ha capito di poter saltare
attraverso la linea temporale. Ha passato anni a mettere insieme un
piano sofisticato per abbattere la TVA, solo che il suo piano fallì
a causa dell’intervento di Loki…
Perché il MCU ha “combinato” Lady Loki e Sylvie?
Tutto ciò solleva
naturalmente una domanda lecita: perché i Marvel Studios hanno deciso di “combinare”
Lady Loki e la seconda Incantatrice, Sylvie Lushton, per creare il
personaggio di Sophia Di Martino? La decisione è sorprendente,
perché alla Marvel, in genere, piace usare un
cattivo speculare: i poteri e il background di Sylvie sono molto
diversi da quelli del primo Loki, cosa che potrebbe farla apparire
come non adatta al ruolo di principale villain. La verità è che
Sylvie non dovrebbe essere il vero cattivo di
Loki; è più un personaggio secondario, una sorta di
alleata antagonista, mentre a quanto pare sono la TVA e i suoi
misteriosi Custodi del Tempo che fungono da veri nemici.
Nel frattempo, è ancora possibile
che la Marvel intenda dare l’ennesima
svolta, rivelando che Sylvie è in realtà una pedina creata da un
altro Loki. È noto, infatti, che anche altre varianti del Dio
dell’Inganno appariranno nello show, e considerate le lacune che ci
sono nella sua storia, è molto probabile che Sylvie possa essere
stata usata come uno strumento. Se sarà davvero così, la decisione
della Marvel di usare il personaggio in
questo ruolo si rivelerà ancora più intelligente. Si spera che nel
quarto episodio venga rivelato di più, mentre Loki e Sylvie pensano
a come uscire da Lamentis…
In attesa dell’arrivo di Black
Widow, arriva la notizia che Scarlett Johansson reciterà in Tower
of Terror, film ispirato all’omonima attrazione presente
nei parchi a tema Disney, a sua volta basata sull’idea della torre
a caduta libera. Secondo quanto riportato da
Collider, Johansson interpreterà la protagonista del film e
sarà coinvolta nel progetto anche in qualità di produttrice
attraverso la sua compagnia These Pictures. La sceneggiatura sarà
scritta da Josh Cooley (autore dello script di
Inside
Out), mentre nessun regista è stato ancora ingaggiato
(anche se l’intento della Casa di Topolino sarebbe quello di
affidare il film ad un nome altisonante).
I dettagli sulla trama non sono
stati ancora resi noti, ma in base alle caratteristiche
dell’attrazione originale, è facile intuire che il film sarà
un’avventura divertente con sfumature horror. Già nel 1997 venne
realizzato un film per la tv basato su Tower of Terror, noto in
Italia come Fantasmi da prima pagina e con protagonisti
Steve Guttenberg e una giovanissima Kirsten Dunst.