Gabriele Mainetti è tornato. L’attesa è stata sfibrante: nel 2015 Lo chiamavano Jeeg Robot era stato un successo clamoroso ricevendo valanghe di riconoscimenti, facendo accedere Ilenia Pastorelli al fatato mondo del cinema (e dei David di Donatello), e confermando una volta in più la sacralità folle delle doti attoriali di Luca Marinelli, così come di Claudio Santamaria – per quanto, quest’ultimo, imbolsito e con l’occhio a mezz’asta, sfruttato in chiave positiva, da eroe ruvido ma dal cuore di panna.
Freaks (sono) out!
Freaks Out è una tra le gemme del cinema italiano in Concorso a Venezia alla 78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, e regala uno spettacolo pirotecnico, proprio come il “Circo Mezzapiotta” di Israel (Giorgio Tirabassi), che non si risparmia in luci, colori e bagliori di fuliggine volante.
Avvalendosi, infatti, sempre della scrittura di Nicola Guaglianone, Gabriele Mainetti confeziona un fantasy intensamente nostrano, ma con l’intelligenza e l’acume dell’elaborazione e la mescolanza di una tecnologia decisamente ben utilizzata, che volge lo sguardo anche verso il cinema del resto del mondo.
Freaks Out parla in maniera perfetta e ritmata di un gruppo di scalcagnati – neanche a dirlo – romanacci d.o.c., che fanno parte, appunto, del “Circo Mezzapiotta” di proprietà di Israel. Cencio (Pietro Castellitto), Fulvio (Claudio Santamaria), Matilde (Aurora Giovinazzo) e Mario (Giancarlo Martini) sono quattro adorabili fenomeni da baraccone, amati come figli dal loro presentatore e gestore d’esibizioni itineranti, che possiedono però realmente dei poteri soprannaturali e che diventeranno, loro malgrado, oggetto d’interesse di un malvagio nazista che prevede il futuro (Franz Rogowski), a sua volta a capo di un sanguinario circo tedesco.
L’ambientazione storica di Freaks Out
Perché, a condimento di tutto questo fantastico carrozzone, il contesto scelto dagli autori è il 1943, anno di grande sofferenza e rastrellamenti, che subiranno tutti i protagonisti della nostra storia, soprattutto per le qualità che li contraddistinguono. E in effetti quasi ogni personaggio del film con cui si entra in contatto è caratterizzato da qualcosa per certi aspetti di orrorifico, dunque le persecuzioni naziste, dopotutto, simboleggiano tutto ciò che in assoluto si vorrebbe distruggere, quando non rientra entro i ranghi dell’accettabilità. Ma non è certo solo questo ad interessare al regista.
Tutta l’architettura di Freaks Out rappresenta in realtà lo spasso di un ragazzo che mette insieme i suoi supereroi, inserendoli in un ambiente a lui caro e conferendogli quel giusto senso di “imbranatezza” che soltanto noi, da bravi italiani un po’ malandati, possiamo conoscere. E nel farlo si diverte un mondo.
Mainetti è un creatore che ha colto l’essenza di come unire l’utile al dilettevole: ciò che si desidera fortemente mettere in scena partendo, però, dalla precisa consapevolezza di chi si è personaggi un po’ storti, bucherellati, ma tremendamente geniali, simpatici e passionali.
Personaggi passionali e “storti”
Tant’è che un altro degli elementi che fa perdutamente innamorare del film, è l’ardore traboccante che trasuda sempre dai suoi protagonisti, anche i cattivi. Il desiderio scalpitante, continuo, che muove ogni interprete della storia: partendo dalla voglia di giustizia, d’amore, di conquista del mondo o dell’attenzione del proprio fratello, ognuno freme per arrivare ad agguantare ciò che agogna.
E il regista sa raccontarlo con un’efficacia così fluida, da renderla vera e incredibilmente attraente. Perché se c’è una cosa che questi supereroi conoscono bene, è la difficoltà a convivere con l’ingombro di loro stessi. Ed così perfetto quando nella scrittura di una storia si combinano insieme l’impaccio e la bellezza, l’artista con l’arte, senza rinunciare mai ai difetti, agli aspetti – naturalmente – un po’ freak.
La spettacolarità del cinema italiano incarnato dalla seconda opera di Gabriele Mainetti, racconta la scaltrezza del non rigettare mai quel che sembra malconcio, ma incorniciarlo con attori che siano dei fuoriclasse, una fotografia e dei suoni calibrati e studiati al millimetro, e da lì far iniziare la magia.


La ragazza grazie alle sue capacità riuscirà a scappare dalla struttura in cui è rinchiusa proprio durante la notte di luna piena che il titolo richiama, da lì la sua vicenda prosegue, si arricchisce di particolari, si fa più intrigante a mano a mano che Mona incrocia vari personaggi
Strange 2099, o Jeannie (come era anche conosciuta), è emersa cento anni avanti nel futuro, in una delle linee temporali più oscure della Marvel Comics. La Strega Suprema ha numerosi poteri magici, inclusa l’immunità ai cambiamenti nella linea temporale dovuti ad alcune azioni del passato.
Nell’universo alternativo MC2 di Terra-982, Doctor Strange non era più lo Stregone Supremo, ma era ancora un Maestro delle Arti Mistiche. Ha mantenuto i suoi poteri di Terra-616 e li ha usati quando è uscito dalla pensione e ha riformato i Difensori per affrontare il suo successore, Doc Magus.
Doctor Strange nell’universo Ultimate di Terra-1610 sembra essere, in generale, più potente di suo padre. Stephen Strange Jr. è in grado di esercitare una varietà di poteri senza nemmeno usare la magia, tra cui la proiezione astrale e l’ipnotismo.
Ducktor Strange, il “papero” delle arti mistiche, proviene dalla stessa realtà di Howard il papero. Questa variante di Doctor Strange sembra avere le stesse abilità di quella di Terra-616. Ha anche un’abilità naturale aggiunta, che ovviamente proviene dalla sua fisiologia aviaria.
Ducktor Strange non è l’unica variante antropomorfa di Doctor Strange nei fumetti. Croctor Strange si unisce al rango di una delle migliori varianti di Loki, Alligator Loki, in qualità di versione coccodrillo di Strange.

Il Doctor Strange apparso in What If.. ? si rivolge alla magia oscura per salvare la vita di Christine. Nel numero 18 della serie di fumetti, Stephen Strange segue un percorso altrettanto oscuro. Strange raggiunge un enorme potere in qualità di discepolo di Dormammu, ma soprattutto perde tutti i suoi scrupoli.
Il Dr. Strangefate combina i poteri mistici del Doctor Strange della Marvel Comics e del Dr. Fate della DC Comics. I due personaggi magici presentano molti degli stessi poteri, ma Dr. Fate ha la capacità di viaggiare naturalmente tra mondi paralleli, rendendo questa variante incredibilmente potente.



Il passato riflesso nel futuro
Ultima notte a Soho, un gioco di doppi
