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Black Adam si collegherà al DCEU? Parla il produttore

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Black Adam si collegherà al DCEU? Parla il produttore

Il produttore di Black Adam, Hiram Garcia, ha parlato del possibile collegamento dell’atteso cinecomic con il più ampio DCEU in una nuova intervista. Il personaggio del titolo, interpretato da Dwayne Johnson, servirà da contraltare allo Shazam di Zachary Levi, i cui legami con Justice League, Wonder Woman e tutti gli altri film dell’universo condiviso non sono mai stati del tutto consolidati.

Con l’avvento di un vero e proprio multiverso DC che sarà introdotto in The Flash del 2022, le possibilità di collegare i vari franchise indipendenti sono numerose. Durante il DC FanDome, Johnson ha annunciato che Black Adam introdurrà ufficialmente diversi personaggi della Justice Society of America (JSA), tra cui Cyclone, Dr. Fate, Atom Smasher e Hawkman. L’introduzione di così tanti volti nuovi direttamente dai fumetti ha dato vita a diverse speculazioni da parte dei fan in merito alle eventuali connessioni tra gli universi di Black Adam e di Shazam!; inoltre, sono in molti a chiedersi se esiste il potenziale per una maggiore espansione della JSA in progetti futuri.

Con una squadra di personaggi così numerosa già in fase di assemblaggio, sembra alquanto improbabile come il mondo della JSA possa combinarsi con quello della Justice League. In una nuova intervista con Collider, il produttore Hiram Garcia ha parlato proprio di Black Adam, dei piani relativi all’inizio della produzione del film e quale percorso potrebbero intraprendere i personaggi in futuro. Alla domanda sui legami specifici tra il cinecomic con protagonista “The Rock” e il già consolidato DCEU, Garcia – seppur con la dovuta cautela – ha confermato che ci sono grandi progetti in atto per tutti i nuovi personaggi che verranno introdotti nel film.

“Ci sono state molte conversazioni su come tutto andrà a finire ed è molto eccitante per me in quanto produttore, ma lo è ancora di più in quanto fan. Sfortunatamente, non posso parlarne troppo perché è ancora tutto in una fase preliminare, ma posso dire che siamo tutti estremamente concentrati sulla costruzione di questo mondo che stiamo creando con Black Adam e la JSA. Ovviamente Shazam esiste in quell’universo, insieme a molti altri eroi, e credetemi quando dico che abbiamo grandi ambizioni per tutti questi personaggi e per le avventure che vogliamo far vivere loro.”

Tutto quello che sappiamo su Black Adam

Black Adam, affidato alla regia di Jaume Collet-Serra (Orphan, Paradise Beach – Dentro l’incubo), arriverà nelle sale il 22 Dicembre 2021. Il progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua nemesi, Black Adam, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla sua origin story. E come annunciato nei mesi scorsi, i piani per portare al cinema uno standalone con Dwayne Johnson sono ancora vivi, e a quanto pare il film dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni duemila.

“Questo progetto ha comportato dei rischi, ed è stato una sfida. Anni fa volevamo introdurre due origin story in un’unica sceneggiatura, e chi conosce i fumetti e la mitologia dei fumetti saprà che Shazam è collegato a Black Adam“, aveva raccontato l’attore in un video. “Questo personaggio è un antieroe, o villain, e non vedo l’ora di interpretarlo. Stiamo sviluppando il progetto che è nel mio DNA da oltre dieci anni. Dovremmo iniziare a girare in un anno e non potrei essere più eccitato all’idea.”

Venezia 77 al via con Lacci di Daniele Luchetti

Venezia 77 al via con Lacci di Daniele Luchetti

Lacci, diretto da Daniele Luchetti (La nostra vita, Mio fratello è figlio unicoIl portaborse) e interpretato da Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura Morante, Silvio Orlando, Giovanna Mezzogiorno, Adriano Giannini, Linda Caridi è il film di aperturaFuori concorso, della 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (2 settembre – 12 settembre 2020) diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale di Venezia.

“Negli ultimi tempi abbiamo avuto paura che il cinema potesse estinguersi – ha dichiarato Daniele Luchetti – E invece  durante la quarantena ci ha dato conforto, come una luce accesa in una caverna. Oggi abbiamo una consapevolezza in più: i film, le serie, i romanzi, sono indispensabili nelle nostre vite. Lunga vita ai festival, dunque, che permettono  di  celebrare  tutti assieme il senso vero del nostro lavoro. Se qualcuno ha pensato che potesse essere inutile, ora sa che serve a tutti. Con Lacci sono onorato di aprire le danze del primo grande festival di un tempo imprevisto”.

“Da 11 anni, la Mostra del Cinema non veniva aperta da un film italiano – ha dichiarato Alberto Barbera – La felice opportunità è offerta dal bellissimo film di Daniele Luchetti, anatomia della difficile coesistenza di una coppia, alle prese con tradimenti, ricatti emotivi, sofferenze e sensi di colpa, non senza un piccolo giallo che viene svelato solo nel finale.  Sostenuto da un cast eccezionale, il film è anche il segno del felice momento che sta attraversando il nostro cinema, in continuità con la tendenza positiva delle ultime stagioni che la qualità dei film invitati a Venezia quest’anno non potrà che confermare”.

Lacci, il film

Napoli, primi anni ‘80: il matrimonio di Aldo e Vanda entra in crisi quando Aldo si innamora della giovane Lidia. Trent’anni dopo, Aldo e Vanda sono ancora sposati. Un giallo sui sentimenti, una storia di lealtà ed infedeltà, di rancore e vergogna. Un tradimento, il dolore, una scatola segreta, la casa devastata, un gatto, la voce degli innamorati e quella dei disamorati. Dal romanzo di Domenico Starnone, per il “New York Times” uno dei 100 migliori libri del 2017, il nuovo film di Daniele Luchetti.

Lacci sarà proiettato mercoledì 2 settembre, nella Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido di Venezia, nella serata di apertura della 77. Mostra. Prodotto da IBC Movie con Rai CinemaLacci è scritto da Domenico StarnoneFrancesco Piccolo e Daniele Luchetti.

Daniele Luchetti nasce a Roma nel 1960. La Sacher Film produce il suo primo film da regista, Domani accadrà (1988), che vince il David di Donatello per il miglior regista esordiente. Il successivo Il portaborse (1991) è il suo primo grande successo di critica, ottiene un’ottima accoglienza al festival di Cannes e vince il David di Donatello per la miglior sceneggiatura e per il miglior attore protagonista. Successivamente dirige La scuola (1995), I piccoli maestri (1998) e Mio fratello è figlio unico (2007), protagonisti Elio Germano e Riccardo Scamarcio, che viene presentato a Cannes nella sezione Un Certain Regard e si aggiudica 5 David di Donatello. Luchetti torna a Cannes nel 2010, questa volta in concorso, con il film La nostra vita interpretato da Elio Germano che sulla Croisette si aggiudica il Premio per la migliore interpretazione maschile. Il film ottiene inoltre tre David di Donatello incluso quello per il miglior regista. Il film più recente di Luchetti è Momenti di trascurabile felicità, realizzato nel 2019.

Sedicicorto 2020, un’anteprima d’autore

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Sedicicorto 2020, un’anteprima d’autore

Sedicicorto Forlì International Film Festival, in programma dal 2 all’11 ottobre in edizione ibrida, in streaming su MyMovies.it e dal vivo alla Sala San Luigi e all’Auditorium Intesa San Paolo di Forlì, annuncia il suo evento di preapertura.

L’appuntamento da mettere in agenda è per il 14 e 15 settembre. La location è d’eccezione, l’Arena Musei San Domenico, che per quelle due sere sarà completamente dedicata al mondo del cortometraggio per celebrare la diciassettesima edizione del festival forlivese, diventato ormai una tappa importantissima nel panorama internazionale.

Sarà l’occasione per il direttore artistico Gianluca Castellini, coadiuvato dalla coordinatrice del festival Joana Fresu de Azevedo e il supporto sul palco della giornalista Federica Aliano, di presentare ufficialmente tutte le sezioni competitive, le mostre di questa edizione e di consegnare ufficialmente tutti i premi speciali previsti.

Le mostre: saranno tre. Una dedicata a Federico Fellini, nel centenario della nascita e nella sua regione di nascita, l’Emilia Romagna. Una seconda dedicata al nuovo cinema iraniano, legata a IranFest, e infine una dedicata a Vincent Van Gogh.

I premi alla carriera, come annunciato, saranno consegnati al grande cineasta italiano Giuliano Montaldo e al regista iraniano Jafar Panahi. Entrambi saranno presenti virtualmente, così come i gemelli D’Innocenzo, che riceveranno il premio Amazing Birdmen, e Andrea Lattanzi e Ludovica Martino, che ottengono il Premio Generazione G offerto da Cinematographe. Sará invece presente a Forlí, la sera del 15, per ritirare il Premio Woman in Set, dato da Mymovies, la regista Roberta Torre.

Non mancheranno proiezioni speciali, intermezzi musicali e altre sorprese, per celebrare, più che mai quest’anno, il cinema e il mondo del cortometraggio. Nel rispetto delle disposizioni e misure anto-covid previste, è obbligatoria la prenotazione, da effettuare tramite invio di email a [email protected]

Sedicicorto Forlì International Film Festival 2020 si terrà dal 2 all’11 ottobre ed è realizzato con il contributo di Comune di Forlì, Film Commission Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna, DG Cinema e Audiovisivo – Mibact e Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì la sponsorship di Intesa San Paolo, Daniele Alessandrini Abbigliamento, Cantine DreiDonà e Acquainbrick, con il patrocinio del Parlamento Europeo e FEDIC.

No time to die: il nuovo poster, giovedì il trailer ufficiale

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No time to die: il nuovo poster, giovedì il trailer ufficiale

È stato diffuso un nuovo poster ufficiale di No Time to Die, il prossimo film dedicato al franchise di James Bond che vedrà protagonista Daniel Craig. Il film arriverà in sala a novembre, e giovedì prossimo, 3 settembre, sarà disponibile il trailer ufficiale.

Ecco di seguito il poster del film, decisamente “iconic”:

SINOSSI di No time to Die

In No Time To Die, Bond si gode una vita tranquilla in Giamaica dopo essersi ritirato dal servizio attivo. Il suo quieto vivere viene però bruscamente interrotto quando Felix Leiter, un vecchio amico ed agente della CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La missione per liberare uno scienziato dai suoi sequestratori si rivela essere più insidiosa del previsto, portando Bond sulle tracce di un misterioso villain armato di una nuova e pericolosa tecnologia.

Diretto da Cary Joji Fukunaga, l film vedrà protagonisti un cast d’eccezione composto da Daniel CraigLéa SeydouxRalph FiennesRami MalekNaomie HarrisBen WhishawJeffrey WrightAna De Armas, Rory Kinnear, Dali Benssalah, Billy Magnussen, David Dencik e Lashana Lynch.

La grande scommessa: la storia vera dietro al film

La grande scommessa: la storia vera dietro al film

La crisi finanziaria del 2007-2008 ha gettato un’ombra sull’economia mondiale, segnando l’inizio di un duro periodo di recessione. Tuttavia, non per tutti ciò si rivelò una tragedia. In La grande scommessa, diretto da Adam McKay, viene infatti raccontata la vera storia di un gruppo di investitori che, intuito cosa stesse per accadere, riuscì a trarre guadagno da questa drammatica situazione. Candidato a cinque premi Oscar, tra cui quello per il miglior film, il titolo si è poi aggiudicato la prestigiosa statuetta per la miglior sceneggiatura non originale.

La storia è infatti tratta dal libro di carattere economico Il grande scoperto: la folle scommessa che ha sbancato Wall Street, pubblicato nel 2010 da Michael Lewis e incentrato sulle vere storie poi riportate nel film. La Paramount ne acquistò i diritti nello stesso anno di uscita, e assunse McKay per dirigere il film. Questi si impegnò a trovare un modo originale e anticonvenzionale per narrare le complesse vicende economiche. In particolare, sono noti i cameo di celebrità come Margot Robbie e Selena Gomez, che rompendo la quarta parete spiegano direttamente al pubblico alcune dei concetti presenti nella narrazione.

Così facendo, McKay riuscì nel suo intento di raggiungere un ampio pubblico, conferendo al film un carattere fruibile anche dai non avvezzi alla materia. Costato solo 50 milioni di dollari, il film riuscì ad incassarne oltre 130 in tutto il mondo. Favorevole è stato anche il giudizio della critica, rimasta entusiasta dallo stile narrativo adottato dallo sceneggiatore e dal regista. Il ritmo, la spregiudicatezza e il grande intreccio narrativo del fine ne fanno elementi unici, che gli hanno permesso di affermarsi al di sopra di tanti altri film con argomenti simili.

La grande scommessa: la trama del film

Incentrato nel periodo precedente alla crisi economica del 2008, il film segue le storie simultanee di coloro che riuscirono a prevedere il disastro e trarne guadagno. Il primo di questi è il manager Michael Burry, il quale analizzando la situazione economica americana decise di creare un sistema di credit default swap, che gli consenta di scommettere contro il mercato immobiliare. La sua manovra, in anticipo sui tempi, sembra però essere azzardata, e genera l’ira degli investitori di Burry, i quali credono che egli stia sprecando il loro denaro. Questi trova però fiducia nel dirigente della Deutsche Bank Jared Vennett, il quale comprende l’esattezza dei calcoli del manager e decide di investire nel suo progetto.

Viene in seguito coinvolto anche il trade Mark Baum, e i tre iniziano a gettare le basi per la manovra che gli permetterà poi di arricchirsi. All’operazione partecipano anche Charlie Geller e Jamie Shipley, due giovani investitori che data la loro inesperienza si trovano a richiedere l’aiuto dell’eccentrico banchiere Ben Rickert. Questi però, dopo averli inizialmente sostenuti, critica aspramente il loro guadagno maturato su di un collasso economico. Non passa infatti molto tempo, infatti, e il mercato collassa all’improvviso. Grazie ai suoi calcoli e al sistema brevettato, Burry si ritrova a guadagnare una cifra spropositata di soldi.

La grande scommessa: il cast del film

A ricoprire i ruoli principali del film, vi sono alcuni tra i maggiori interpreti di Hollywood, a partire da Christian Bale, che dà vita al personaggio di Michael Burry. L’attore, nel prepararsi alla parte, ebbe modo di incontrare il manager, rimanendo particolarmente colpito dal suo stile. Bale, infatti, richiese a quel punto di poter indossare gli stessi abiti con cui è diventato celebre Burry, ovvero t-shirt e shorts. La sua interpretazione fu talmente tanto convincente che portò l’attore all’ottenere una nomination al premio Oscar come miglior attore non protagonista. Altro celebre nome presente nel film è quello di Ryan Gosling, che dà vita al personaggio di Jared Vennett, questi soltanto vagamente ispirato ad una delle reali persone della vicenda.

Gosling era da sempre il primo nome considerato per il ruolo, e nell’accettare la parte pose fine alla pausa dalla recitazione che si era preso nel 2013. Inoltre, per dar vita al personaggio, si trovò inoltre a dover sfoggiare un’insolita capigliatura, che rese ancor più caratteristico il suo personaggio. Nel ruolo di Mark Baum vi è invece l’attore Steve Carell, particolarmente apprezzato per la sua interpretazione drammatica e nominato al Golden Globe come miglior attore. Nel film sono poi presenti, in ruoli più o meno di rilievo, gli attori Brad Pitt nei panni di Ben Rickert, Melissa Leo in quelli di Georgia Hale, John Magaro nel ruolo di Charlie Geller, e Marisa Tomei in quello di Cynthia Baum.

La grande scommessa: la vera storia dietro al film

Nel trattare le vicende realmente accadute, il film utilizza un metodo certamente originale ma grossomodo fedele a quanto narrato nel libro di Lewis. I personaggi descritti sono infatti molto fedeli alle fonti di ispirazione originali, a partire da Michael Burry. Questi, oltre ad essere l’unico a cui non viene modificato il nome nel film, viene descritto in modo molto fedele alla realtà. Egli possedeva un proprio stile, composto di magliette e shorts ed era solito aggirarsi per il suo studio totalmente scalzo. Inizialmente, egli era uno specializzando in neurologia, il quale abbandona però gli studi per dedicarsi alla finanza.

Attraverso le sue ricerche questi arrivò realmente a predire l’imminente crisi, decidendo di dar vita ai Credit Default Swap. La sua convinzione si basa sui suoi studi sul mercato dei mutui subprime, i quali sono una tipologia di finanziamento ad alto rischio. Questi vengono concessi dalle banche dietro una garanzia, ovvero se il debitore non riesce a pagare le rate la sua casa viene pignorata. Burry si accorge però che il numero dei debitori insolventi è in forte aumento. Ciò avrebbe portato ad un ingente quantitativo di case pignorate, con la conseguente svalutazione e relativa crisi del mercato immobiliare. Egli arrivò inoltre a stimare che tale situazione si sarebbe verificata nel secondo semestre del 2007.

In risposta a ciò, Burry offre alle banche, con il Credit Deafult Swap, di versare loro un premio assicurativo su un ipotetico evento dannoso. Se tale evento dovesse però verificarsi, le banche dovranno pagare a lui un’adeguata indennità. Convinte della stabilità del mercato, le banche accettarono molto positivamente la proposta, convinte che si rivelerà in un facile ingresso di denaro nelle loro tasche. Sfortunatamente, le intuizioni di Burry si rivelarono esatte, ed è lui ad intascare una fortuna. Il film, per quanto fedele agli eventi, si concentra così in particolare nel formulare accuse contro i banchieri corrotti. Così facendo, però, dimentica di considerare anche gli altri fattori che portarono alla crisi.

La grande scommessa cast

La grande scommessa: dove vedere il film in streaming

Per gli amanti del film, o per chi non l’avesse ancora visto e desidera poter recuperare tale titolo, è possibile fruirne grazie alla sua presenza in alcune tra le principali piattaforme streaming presenti in rete. La grande scommessa è infatti disponibile su Netflix, Rakuten TV, Chili Cinema, Tim Vision, Apple iTunes e Google Play. Per vederlo basterà noleggiare o acquistare il film sulla piattaforma prescelta. Si avrà così poi modo di riprodurlo in modo pratico e al meglio della qualità.

Fonte: IMDb, HistoryVSHollywood

Tenet: la spiegazione delle invenzioni (fanta)scientifiche del film

L’universo di Tenet portato al cinema da Christopher Nolan è senza dubbio un sistema complesso, un cosmo in cui il tempo assume degli andamenti insoliti e le reazioni di causa ed effetto si sovvertono. Ci sono delle regole fisiche, dei principi che vanno contro quello che tutti noi conosciamo, derivato dall’esperienza delle nostre vite, degli aspetti di Tenet che meritano una spiegazione. In questa sede proveremo a spiegare infatti i due grandi concetti (fanta)scientifici che governano il film e che lo rendono così particolare.

Questi due elementi sono l’Inversione e l’Algoritmo, una scoperta scientifica e un’arma che insieme possono essere usati per il bene così come per il male. Il lavoro di Nolan si muove dunque sull’archetipo narrativo apocalittico per eccellenza, ma lo fa percorrendo dei sentieri poco battuti. Cerchiamo insieme di capire qual è la specificità, all’interno della storia del film, di queste due invenzioni alla base di tutto il suo meccanismo narrativo.

L’Inversione, cos’è e come funziona

Christopher Nolan Tenet setL’origine dell’idea di Nolan parte dal presupposto che in futuro si realizzerà una tecnologia che potrà invertire l’entropia degli oggetti, processo che permette loro (ma anche a persone e animali) di tornare indietro nel tempo. Tuttavia non si tratta di viaggio nel tempo, ma di movimento all’indietro nel tempo per sempre, fino a che non si verifica una nuova Inversione.

Nell’Inversione, la relazione tra causa-effetto cambia, così come è spiegato nella scena iniziale di Tenet dalla scienziata interpretata da Clémence Poésy. Infatti la conseguenza diventa la causa degli eventi: il proiettile sul tavolo (conseguenza) e in realtà l’inizio del processo che porta il proiettile nel guanto del protagonista (causa). Questo passaggio ci dà l’indicazione di come capire il comportamento degli oggetti invertiti, per il quale bisogna essere allenati e preparati: ci vuole addestramento.

Quella che viene Invertita è l’entropia, non il tempo, per cui anche per chi subisce l’Inversione il tempo scorre comunque normalmente. Per cui esso non smette mai di scorrere e quindi “i viaggi nel tempo” di Tenet non hanno un vero e proprio costo in fatto di… tempo, appunto.

L’algoritmo: cos’è e a che serve

Nel futuro, una scienziata inventa l’Inversione che modifica l’entropia di persone e oggetti attraverso determinati macchinari (i tornelli). L’algoritmo invece è capace di modificare l’intero concetto del tempo.

Il futuro climatico e ambientale della Terra è disastroso, il pianeta è ormai inabitabile a causa di come noi, nel nostro presente, abbiamo sfruttato le sue risorse. Con l’algoritmo si vuole invertire l’entropia dell’intero pianeta, in modo tale che la popolazione futura possa giovare di una Terra che gli arriverà più pulita grazie alla sparizione dell’umanità nel loro passato, il nostro presente. A uccidere l’umanità sarà l’inversione globale attraverso l’Algoritmo, perché, come abbiamo visto, in inversione non si respira in autonomia. Ma l’organizzazione Tenet vuole scongiurare l’attivazione dell’Algoritmo.

La scienziata, spaventata dall’algoritmo che lei stessa a creato, lo ha diviso in nove parti e le ha spedite indietro nel tempo, nascondendole nei depositi privati di armi nucleari e plutonio di nove diverse potenze mondiali, nel nostro presente. Da questo punto, con la scena all’Opera, parte la storia di Nolan.

Tenet, recensione del film di Christopher Nolan

CORRELATE:

Tenet di Christopher Nolan arriverà al cinema il 03 Agosto. Il cast annovera John David WashingtonRobert PattinsonElizabeth DebickiMichael CaineKenneth Branagh, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson Clémence Poésy. Il film, il primo lungometraggio di Nolan dal 2017, anno di uscita di Dunkirk, viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale.

Star Wars: le 10 migliori storyline della trilogia prequel

Star Wars: le 10 migliori storyline della trilogia prequel

Nonostante all’epoca dell’uscita dei film in sala sia stata letteralmente massacrata tanto dalla critica quanto dal pubblico, è innegabile che oggi la trilogia prequel della saga di Star Wars sia stata sorprendentemente rivalutata, anche alla luce della delusione generata in molti dalla fine della saga degli Skywalker con i film della trilogia sequel. Screen Rant ha voluto sottolineare quanto nei film diretti da George Lucas a cavallo tra il 1999 e il 2005 siamo presenti delle trame decisamente brillanti, raccogliendone le 10 migliori storyline:

La politica

La politica nella trilogia prequel è uno dei argomenti più delicati, e in termini di rappresentazione non è certo una delle migliori trame che i prequel hanno da offrire.

Tuttavia, nella sua idea, e grazie alla raccolta di materiale canonico che la circonda, e anche al supporto dei fan, la politica è diventata qualcosa di incredibilmente interessante. Vedere come era la Repubblica e volta, come funzionava e come si è trasformata nell’Impero Galattico è decisamente affascinante; allo stesso modo, è stato affascinante vedere la democrazia morire con fragorosi applausi.

La Battaglia di Geonosi

La maggior parte dei fan è solita indicare L’Attacco dei Cloni come il film meno riuscito dell’intera saga di Star Wars, pur riconoscendo che la parte finale di quell’episodio è forse una delle cose più belle che l’intero franchise abbia mai regalato.

Vedere una collezione di Jedi combattere contro dei droidi è un autentico spettacolo per gli occhi, così com’è vedere Yoda in azione, con i cloni – che sarebbero diventati uno dei gruppi più amati del franchise – che si precipitano per salvare la situazione. Tutta la sequenza è fantastica: dalla battaglia nell’arena al duello con le spada laser.

Il salvataggio del Cancelliere

Se da un lato L’Attacco dei Cloni è considerato il film meno riuscito della trilogia sequel, dall’altro La Vendetta dei Sith sarà sempre considerato quello più riuscito e, probabilmente, anche uno dei migliori dell’intera saga.

Tra i momenti migliori di quell’episodio non si possono non menzionare la battaglia di Coruscant e il salvataggio del Cancelliere: oltre all’azione fantastica e ai duelli memorabili con le spada laser memorabili, quest’episodio presenta anche alcune delle più grandi manipolazioni di Sidious.

Anakin e Obi-Wan

La trilogia prequel presenta davvero tanti difetti: uno dei più evidenti è sicuramente quando ci racconta delle avventure di Anakin e Obi-Wan, senza mostrarcele.

Tuttavia, c’è qualcosa nella relazione tra quei due personaggi che è stata in grado di suscitare l’ammirazione dei fan. Si tratta indubbiamente di una delle migliori relazioni maestro/allievo dell’intera saga: vederli crescere prima come amici e poi divenrtare nemici è stato sicuramente esaltante. 

Il ruolo di Padmé

Padmé Amidala è uno dei personaggi della trilogia prequel più ampiamente criticati: secondo i più, la scrittura del personaggio e il suo rapporto con Anakin sono alcuni degli aspetti più deboli dell’intera trilogia.

Tuttavia, la storia di Padmé lontana da Anakin è in realtà decisamente interessante, dal momento che si tratta dell’unico personaggio che intralcia continuamente i piani di Palpatine, costringendolo ad adattarsi. Il modo in cui protegge la sua gente e in seguito la Galassia è davvero eccellente, e in questo senso migliora solo con il passare degli anni e il flusso di avvenimenti.

L’eccessiva sicurezza degli Jedi

Vedere i Jedi apparentemente al loro apice è stata una delle cose più eccitanti della trilogia prequel, ma durante i film diventa presto chiaro che non si trovano propriamente in quella condizione: in realtà, sono alquanto problematici.

Ci sarebbero davvero tante cose da dire sull’Ordine e sul Consiglio in relazione ai loro atteggiamenti, alle loro convinzioni e al modo in cui agiscono. Fatta eccezione per un paio di Jedi come Qui-Gon e Yoda, la maggior parte è fin troppo sicura di sé, ed è proprio questo a decretare la loro caduta. Mace Windu e la sua arroganza, così come il suo estremo e ironico attaccamento al Codice Jedi, offrono un ottimo esempio in tal senso.

La caccia di Darth Maul

Se c’è una cosa su cui tutti i fan possono essere d’accordo in merito alla trilogia prequel, è che la scena sulle note di “Duel of the Fates” è la parte migliore de La minaccia fantasma.

Nonostante i dialoghi estremamente limitati, Maul è un punto culminante e altrettanto costante nel film. Incarna ciò che molti fan immaginano che sia un Signore dei Sith, e dal suo primo incontro con Qui-Gon, fino alla sua caccia a Qui-Gon e Obi-Wan e al duello finale, è davvero un personaggio incredibile.

Ordine 66

Ci sono una varietà di momenti strazianti nella saga degli Skywalker, ma ce ne sono pochi, se non nessuno, che sono paragonabili in termini di emozione a quello in cui l’Ordine 66 viene liberato.

Quando Sidious dà l’Ordine a Cody, e i fan continuano a guardare gli amati Jedi come Plo Koon, Aayla Secura e Obi-Wan essere presi di mira dai loro battaglioni: è un momento davvero difficile da guardare, e il momento è reso ancora più drammatico dalla marcia di Anakin sul Tempio Jedi.

I piani di Palpatine

Parlando dei piani di Sidious, i fan ne hanno potuto ammirare l’evoluzione in tutti e tre i film della trilogia prequel, e questo ha contribuito a consolidare l’eredità del personaggio in termini di eccezionale cattivo.

Il modo in cui Palpatine manipola Anakin in ogni film, oltre al modo in cui manovra politicamente e plasma la natura del Senato Galattico e delle Guerre dei Cloni attorno ai suoi piani, è davvero magistrale.

La caduta di Anakin, la nascita di Vader

Le manipolazioni di Sidious non sono l’unico fattore nella tragica caduta di Anakin Skywalker e durante la trilogia i fan hanno intravisto molte delle ragioni che lo spezzano sia emotivamente sia mentalmente.

Anche se molti fan credono che la caduta di Anakin non sia stata sviluppata e approfondita abbastanza, c’è comunque diverso materiale che ha contribuito a renderla una grande storia nel complesso. Anakin che diventa Darth Vader, massacra giovani, combatte suo fratello e tradisce la luce dentro di lui a favore dell’oscurità, è il momento clou nonché la storia centrale della trilogia.

Diabolik: il primo character poster di Luca Marinelli

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Diabolik: il primo character poster di Luca Marinelli

È stato distribuito il primo Character Poster del film Diabolik, che svela il volto del Re del Terrore interpretato da Luca Marinelli. Nel cast Miriam Leone, nei panni dell’affascinante Eva Kant, Valerio Mastandrea, nel ruolo di Ginko, Alessandro RoiaSerena Rossi e Claudia Gerini.

Il film, adattamento cinematografico delle avventure del personaggio creato da Angela e Luciana Giussani, è diretto dai Manetti bros., scritto da Michelangelo La Neve e Manetti bros., che hanno firmato anche il soggetto insieme a Mario Gomboli.

DIABOLIK è una produzione Mompracem con Rai Cinema, prodotto da Carlo Macchitella e Manetti bros., in associazione con Astorina, con il sostegno di Emilia – Romagna Film CommissionFriuli Venezia Giulia Film CommissionFilm Commission Vallee D’Aoste.

Il film uscirà nelle sale italiane il 31 dicembre 2020 distribuito da 01 Distribution.

Chadwick Boseman: la petizione per erigere una statua nella città dell’attore

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È stata ufficialmente lanciata tramite Change.org una petizione online per rimuovere un monumento confederato nella città natale di Chadwick Boseman e sostituirlo con una statua del compianto attore, scomparso lo scorso venerdì all’età di 43 anni. Migliaia di firme sono state raccolte a sostegno dell’idea.

Mentre Hollywood sta ancora cercando di riprendersi dalla scioccante notizia della morte di Boseman (l’attore combatteva da circa quattro anni una battaglia contro il cancro al colon), non si fermano gli omaggi e i tributi all’interprete di Black Panther nel MCU. Boseman non era solo uno dei tanti attori che aveva preso parte all’universo condiviso recitando in uno dei suoi film campioni d’incassi: in realtà, si è sempre contraddistinto per la sua professionalità e per il suo impegno umanitario.

Inoltre, il suo status di modello per la comunità afroamericana ha influenzato persone di tutte le età. Adesso che il mondo si trova a dover fare i conti con questa enorme perdita, è normale che la volontà di onorare la memoria dell’attore scomparso si stia manifestando in maniera sempre più preponderante.

Secondo alcuni, un ottimo modo per rendere omaggio a Chadwick Boseman potrebbe essere quello di onorarlo nella sua città natale, Anderson, nella Carolina del Sud. Una nuova petizione, infatti, mira ad utilizzare l’eredità di Boseman al fine di creare un nuovo tipo di dialogo – sicuramente più aperto – sul tema del razzismo negli Stati Uniti.

DeAndre Weaver, un ex studente della Anderson University, ha creato una petizione su Change.org per sostituire l’attuale monumento confederato della città con una statua di Boseman. L’attuale monumento è in piedi dal 1902; tuttavia, negli ultimi mesi, il dibattito per rimuovere la statua a causa della sua insensibilità razziale nei confronti dei neri americani è aumentato considerevolmente.

L’impegno di Chadwick Boseman nei confronti della sua città natale

La statua rimane al suo posto a causa di una legge della Carolina del Sud che proibisce la rimozione o l’alterazione di qualsiasi monumento confederato. Lo status di Boseman come rispettabile cittadino di Anderson è ben noto, in particolare a causa dei suoi sforzi dopo l’uscita di Black Panther per affittare il cinema locale e proiettare il film gratuitamente. Ciò ha permesso a tutti i residenti, indipendentemente dalla loro situazione economica, di poter vedere il film campione d’incassi di Ryan Coogler.

Mentre le statue raffiguranti coloro che sono coinvolti in pratiche confederate continuano ad essere abbattute in tutto il mondo, non dovrebbe sorprendere il fatto che molti dei residenti di Anderson siano favorevoli a dire addio una volta per tutte al monumento della loro città. Sostituendo l’attuale monumento confederato di Anderson, la città non solo onorerebbe attraverso Boseman un vero e proprio “eroe” natale, ma la cosa potrebbe avere anche un vantaggio sul turismo locale.

Un’operazione del genere ha il potenziale per unire in maniera positiva la comunità, più o meno nello stesso modo in cui Boseman ha vissuto la sua vita e ha costruito la sua  memorabile – seppur breve – carriera.

The Batman: il design della Batmobile riflette l’approccio di Reeves al film

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In una recente intervista, l’attore Jeffrey Wright ha spiegato cosa rende così unica la nuova versione della Batmobile che vedremo nell’attesissimo The Batman in arrivo il prossimo anno. Il film di Matt Reeves segnerà il debutto di Robert Pattinson come nuova iterazione cinematografica dell’iconico vigilante. Al fianco dell’ex star di Twilight (attualmente nelle nostre sale con Tenet di Christopher Nolan), ci saranno anche Zoe Kravitz, Paul Dano, Colin Farrell e naturalmente anche Wright, che avrà il ruolo del Commissario Jim Gordon.

In una recente intervista con Jess Cagle per SiriusXM, è stato proprio Jeffrey Wright a discutere della nuova Batmobile che vedremo nel cinecomic di Reeves, spiegando di esserne stato attratto fin dall’inizio: Uno degli aspetti della sceneggiatura di cui ero davvero entusiasta era la Batmobile e il modo in cui è stata descritta”, ha spiegato l’attore. “Era questo tipo di muscle car retrò. Era solo la cosa più pazza e più bella che avessi mai visto.”

Ancora più interessante, Wright ha parlato del modo in cui il design della Batmobile riflette l’approccio di Reeves all’intero film: “Quello che Matt stava cercando di ottenere, e quello che nei fatti ha ottenuto, era creare un’accessibilità per la nostra Gotham, un mondo tangibile e radicato in una realtà molto familiare. Allo stesso tempo, è ancora fantastica, è ancora ottimizzata. È sempre arcuata, ma è comunque accessibile.”

Le riprese di The Batman, interrotte lo scorso Marzo a causa della pandemia di Covid-19, riprenderanno ufficialmente questo mese. Di recente sono approdate in rete alcune foto dall’aerodromo di Cardington, in Inghilterra, che ci hanno svelato i test drive della Batmobile proprio in vista delle nuove riprese.

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Ryan Reynolds e l’assenza “allarmante” di Deadpool nei film Marvel

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Ryan Reynolds ha ironizzato sulle critiche mosse di recente da diverse personalità del mondo di Hollywood (su tutti, Martin Scorsese) all’Universo Cinematografico Marvel. È trascorso poco più di un anno da quando la Disney ha acquistato ufficialmente la Fox, con i Marvel Studios che avranno finalmente la possibilità di poter introdurre nel loro universo condiviso i personaggi degli X-Men e dei Fantastici Quattro.

Purtroppo, non sappiamo ancora quali siano i piani di Kevin Feige e soci in merito al futuro di questi personaggi. In particolare, i fan si chiedono quale sarà il destino di Deadpool, dal momento che i primi due film con Reynolds realizzati sotto l’egida della Fox erano vietati ai minori. Per adesso sappiamo quali film del MCU arriveranno in sala almeno fino al 2022, quindi potrebbe volerci ancora un bel po’ di tempo prima che questi eroi si uniscano ufficialmente al franchise.

Sappiamo che il personaggio di Deadpool non subirà alcun recasting, quindi la Disney – almeno in teoria – dovrebbe essere pronta, prima o poi, a dare ufficialmente il via libera all’agognato Deadpool 3. Adesso, in una recente intervista con EW, è stato proprio Ryan Reynolds a commentare il fatto che la Marvel non abbia ancora dei piani definiti per l’introduzione degli X-Men nel suo universo.

Attraverso la tipica ironia che lo contraddistingue – e che ha sempre contraddistinto anche il personaggio del Mercenario Chiacchierone -, Reynolds ha ironizzato sulla questione facendo proprio riferimento alle critiche mosse al MCU lo scorso anno da registi come Martin Scorsese e Francis Ford Coppola, dichiarando: “Sono d’accordo con Scorsese e Coppola sul fatto che i film Marvel soffrano di un’allarmante mancanza di Deadpool.”

Neanche Ryan Reynolds conosce il destino di Deadpool

Giusto per contestualizzare, verso la fine dello scorso anno Scorsese aveva definito “non cinema” i film dell’Universo Cinematografico Marvel. Le dichiarazioni del regista diventarono un acceso argomento di discussione a Hollywood, soprattutto perché diversi altri registi avevano condiviso i pensieri di Scorsese (come Coppola appunto, che ha sostenuto il collega italo-americano, riaccendendo la controversia).

È chiaro che Ryan Reynolds abbia usato quell’episodio per evitare di dare una risposta seria in merito al futuro di Deadpool, probabilmente perché neanche lo stesso attore sa cosa stia davvero succedendo in casa Marvel.

Wonder Woman 1984: svelata la durata del film

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Wonder Woman 1984: svelata la durata del film

La performance di The New Mutants al box office americano è stata superiore alle aspettative, così come gli incassi raggiunti da Tenet dopo l’uscita del film in diversi mercati internazionali. Sembra che le cose per l’industria del cinema stiano lentamente migliorando: è quindi possibile che anche Wonder Woman 1984, in arrivo il prossimo Ottobre, possa rivelarsi una gran bella sorpresa per la sala e per gli incassi.

Adesso, veniamo finalmente a conoscenza della durata del cinecomic di Patty Jenkins. Come segnalato da CBM, il Korea Media Rating Board ha segnalato che il film avrà una durata di 150 minuti, ossia 2 ore e 30 minuti, compresi i titoli di cosa. Inoltre, è stato confermato che negli Stati Uniti il film avrà un PG-13, ossia la visione del film da parte dei minori di 13 anni è consigliata con la presenza di un adulto.

Wonder Woman 1984 sarà quindi il terzo film più lungo del DCEU (se si considera l’attesa Snyder Cut di Justice League) e sarà di circa 9 minuti più lungo di Wonder Woman. Di recente, in occasione del DC Fandome, è stato rilasciato il nuovo trailer ufficiale del film che ci ha permesso di dare finalmente un primo sguardo alla trasformazione di Barbara Ann Minerva in Cheetah. A proposito del personaggio interpretato da Kristen Wiig, in una recente intervista con Screen Rant Gal Gadot ha così parlato del lavoro della collega e della sua performance:

“Lavorare con Kristen Wiig è stata un’esperienza straordinaria. È una persona divertente ed è anche molto sensibile. Interpreta il personaggio di Cheetah… È un cattivo che non puoi non amare. Capisci da dove viene e Kristen la interpreta in un modo veramente interessante e affascinante. Ti travolge… mi ha fatto davvero piacere lavorare con lei. È fantastica.”

Wonder Woman 1984 uscirà il 2 ottobre 2020. Il film è stato definito dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale definendolo “la prossima iterazione della supereroina”.

L’ordine cronologico del personaggio di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn of Justice per poi tornare al vecchio secolo con Wonder Woman. Il sequel vedrà ancora Gal Gadot nei panni di Diana Prince opposta a Kristen Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel cast figureranno anche Chris Pine (volto del redivivo Steve Trevor) e Pedro Pascal (nei panni di Maxwell Lord).

Dune: Timothée Chalamet definisce le riprese nel deserto “impressionanti”

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Come anticipato dalle bellissime cover ufficiali, il numero di Settembre della celebre rivista Empire sarà interamente dedicato a Dune, il nuovo attesissimo adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo sci-fi di Frank Herbert che sarà diretto da Denis Villeneuve (Blade Runner 2049) e che arriverà al cinema a Dicembre.

In attesa del primo trailer ufficiale (che arriverà online il prossimo 9 Settembre), il protagonista del nuovo adattamento, ossia Timothée Chalamet (candidato all’Oscar per Chiamami col tuo nome), ha parlato con la rivista del Wadi Rum, la valle desertica in cui sarà ambientata gran parte del film, definendo le riprese “impressionanti”. Il giovane attore ha anche parlato della scelta di girare tutto dal vero, senza l’ausilio del green screen, cosa da lui apprezzata in maniera particolare.

“Non abbiamo usato il green screen”, ha spiegato Chalamet. “Quella era una delle parti più avvincenti del libro e lo sarà anche del film. Avevo degli schizzi a cui fare riferimento. Ho imparato veramente tanto. Con Chiamami col tuo nome e Beautiful Boy poteva essere controproducente vedere prima gli storyboard, perché poteva succedere di sentirti limitato dall’inquadratura e da altre cose. In questo caso è stato l’opposto, perché nella sequenza di un verme della sabbia che ti insegue, ad esempio, non sarei mai riuscito ad immaginare tutto da solo.”

La rivista ha inoltre svelato tre nuove immagini ufficiali del film che ci mostrano, oltre al Paul Atreides Chalamet, anche i personagg di Chani (Zendaya), Gurney Halleck (Josh Brolin), Leto Atreides (Oscar Isaac) e Duncan Idaho (Jason Momoa). Potete ammirarle tutte di seguito:

In DuneTimothée Chalamet interpreterà il protagonista Paul Atreides, nato sul pianeta Caladan dal matrimonio fra il duca Leto Atreides I e la sua concubina Lady Jessica. Nel cast anche Javier BardemZendayaOscar Isaac, Josh Brolin, Rebecca FergusonStellan SkarsgardDave Bautista, Charlotte Rampling Jason Momoa. Ricordiamo che il film arriverà nelle sale americane il 18 Dicembre 2020.

Robert Downey Jr.: “Black Panther è il grande traguardo dei Marvel Studios”

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Mentre ha ricordato il compianto Chadwick Boseman, Robert Downey Jr. ha dichiarato che Black Panther è il risultato più importante che i Marvel Studios abbiano mai raggiunto. Il mondo di Hollywood è ancora sotto shock per la tragica e prematura scomparsa dell’interprete di T’Challa, morto a soli 43 anni dopo aver combattuto per circa quattro anni contro un cancro al colon (malattia che Boseman non aveva mai reso pubblica).

Nonostante la diagnosi, Chadwick Boseman non ha mai smesso di lavorare. Dopo aver debuttato in Captain America: Civil War, ha fatto il suo debutto in Black Panther di Ryan Coogler interpretando il primo supereroe di colore, ruolo che avrebbe poi ripreso sia in Avengers: Infinity War che in Avengers: Endgame. Nonostante sia apparso soltanto in quattro film dell’universo condiviso, l’impatto di Boseman e del personaggio di T’Challa a livello mondiale è stato davvero impressionante, soprattutto per quanto riguarda la comunità afroamericana.

Sulla scia di questa tragica notizia, una valanga di messaggi ha inondato i social media durante il fine settimana, messaggi proveniente non soltanto dalla grande famiglia Marvel, ma da Hollywood in generale, profondamente scossa dalla scomparsa di Boseman. Durante un’intervista rilasciata a Good Morning America, Robert Downey Jr., l’iconico interprete di Tony Stark/Iron Man nel MCU, ha ricordato con affetto il tempo passato a conoscere la star di Black Panther e ha condiviso i dettagli sulla loro ultima conversazione, avvenuta dopo l’orribile omicidio di George Floyd e l’inizio delle proteste legate al movimento #BlackLivesMatter in tutto il paese. Downey ha anche dichiarato che, dei 23 film nell’Universo Cinematografico Marvel, Black Panther è il risultato più importante raggiunto fino ad oggi dai Marvel Studios.

Robert Downey Jr. ricorda Chadwick Boseman: “La sua eredità è davvero significativa.”

“Verso la fine del terzo film dedicato agli Avengers, Infinity War, perdiamo tutti. Ricordo che era uno di quei rari giorni in cui tutti i Vendicatori erano insieme sul set. Ricordo che nonostante l’enorme successo di Black Panther, lui era sempre umile, sempre pronto a lavorare, sempre con il sorriso sulle labbra. Guardando indietro, mi rendo conto di quanto fosse un essere umano davvero incredibile”, ha dichiarato Robert Downey Jr

“Circa sei o otto settimane fa, l’ho contattato durante le proteste a seguito della morte di George Floyd. Abbiamo parlato a lungo”, ha aggiunto l’attore. “Black Panther è, senza dubbio, il più alto traguardo raggiunto dall’Universo Marvel, e lo dico con tutto il rispetto per tutti i film che sono stati girati, compreso i miei. La sua eredità è davvero significativa.”

Peaky Blinders: cast, trama e personaggi

Peaky Blinders: cast, trama e personaggi

Quello delle serie tv è un universo assai competitivo, pieno di contenuti di generi differenti e adatti al pubblico di ogni età. Eppure, nonostante l’abbondanza di prodotti televisivi forniti dai network di tutto il mondo, solo alcune serie tv riescono davvero a incontrare il favore dei telespettatori. Tra queste, negli ultimi anni, c’è sicuramente Peaky Blinders, una serie tv britannica andata in onda sulla BBC.

Creata da Steven Knight, Peaky Blinders è una serie tv in costume, ambientata a Birmingham negli anni del primo dopoguerra, e che racconta delle vicende della famiglia criminale degli Shelby.

Peaky Blinders cast e trama

Ci troviamo a Birmingham nel 1919, in una città distrutta dalla Grande Guerra e dove la popolazione tenta di sopravvivere alla crisi sociale ed economica. Nel quartiere di Small Heath, vive la famiglia degli Shelby, legata al mondo del crimine. Soldato decorato, reduce della Prima Guerra Mondiale, il secondogenito Thomas Shelby (Cillian Murphy) è di fatto il boss della pericolosa gang dei Peaky Blinders. Una delle sue caratteristiche è quella di nascondere delle lamette nel risvolto del cappello così da avere sempre un’arma a portata di mano.

I Peaky Blinders controllano ogni attività criminale della città ma la leadership di Tommy viene messa a dura prova con l’arrivo dell’ispettore di polizia Campbell (Sam Neill), inviato da Winston Churchill con il compito di recuperare un carico di armi rubate, ripulire la città dai criminali e distruggere le pericolose organizzazioni comuniste e sovversive. A collaborare con Campbell c’è anche Grace Burgess (Annabelle Wallis), un’affascinante donna irlandese dal passato assai misterioso. Grace riuscirà per conto dell’ispettore a infiltrarsi nel clan Shelby, creando non pochi problemi ai Peaky Blinders.

Ma Campbell non è il solo problema degli Shelby. Thomas, infatti, deve fare i conti anche con un altro rivale, il boss Billy Kimber (Charlie Creed-Miles), con il quale condivide il mercato delle scommesse clandestine. A complicare ulteriormente la situazione è anche Ada Shelby (Sophie Rundle), sorella di Tommy, John (Joe Cole) e Arthur (Paul Anderson), innamorata di un operaio attivista comunista di nome Freddy Thorne (Iddo Goldberg), del quale resta incinta. Agli Shelby, quindi, non resta altro che allontanare Freddy dalla città perché Ada possa partorire il suo bambino lontano da occhi indiscreti.

Tuttavia, con il clan di Kimber che si fa sempre più invadente e Campbell alle calcagna, Thomas dovrà scendere a patti con famiglie rivali per ristabilire il controllo su Birmingham.

Peaky Blinders personaggi: la famiglia Shelby

In onda dal 2013, la serie tv Peaky Blinders è ormai arrivata alla sua quinta stagione e i personaggi, protagonisti delle avventure dei gangster di Birmingham, sono sempre di più.

Protagonista indiscusso della serie è Thomas Michael Shelby, detto Thommy, interpretato da Cillian Murphy, che è a capo dei terribili Peaky Blinders. Nonostante abbia prestato servizio come sergente maggiore dell’esercito britannico nella Prima Guerra Mondiale e sia stato decorato per il suo coraggio, Thommy è uno spietato criminale che gestisce ogni attività illecita della città insieme alla sua famiglia.

Thommy ha due fratelli e una sorella. Arthur W. Shelby Jr (Paul Anderson), è il maggiore dei fratelli Shelby nonché il più violento. A causa della sua partecipazione alla grande guerra, Arthur soffre di disturbo da stress post traumatico che si manifesta con improvvisi scatti d’ira che sfociano in violenza. Inoltre, a causa dei suoi continui sbalzi d’umore, il primogenito degli Shelby ha tendenze suicide.

John Michael Shelby (Joe Cole), anch’egli veterano di guerra, è il più piccolo dei fratelli ed è anche quello da temperamento meno violento. Vedovo e padre di ben quattro figli, John è attivo nella serie fino alla quarta stagione in cui resta vittima di un attentato da parte di alcuni nemici.

Nella famiglia Shelby, la quota femminile è divisa tra due persone. La prima è Ada Thorne (Sophie Rundle), unica sorella di Athurn, John, e Tommy. Dopo la sua travagliata storia con il sovversivo Freddie Thorne (Iddo Goldberg), relazione che ha generato un bambino, il piccolo Karl, anche Ada entra a far parte attivamente dei Peaky Blinders. Ad aiutare il clan a gestire gli affari illeciti c’è anche Elizabeth Gray, detta Polly (Helen McCrory), zia di Tommy e dei suoi fratelli, che svolge il ruolo di tesoriera.

Peaky Blinders personaggi: i villain della serie

In ognuna delle stagioni di Peaky Blinders, la famiglia degli Shelby si trova a dover combattere contro qualcuno che minaccia il clan e le sue attività illecite.

Nelle prime due stagioni, il villain per eccellenza è Chester Campbell (Sam Neill), poliziotto irlandese inviato da Churchill in persona per raddrizzare la città perduta di Birmingham. Ad aiutarlo nella sua difficile missione c’è la bella Grace Burgess (Annabelle Wallis), che lavora sotto copertura come baristta nel covo dei Peaky Blinders. Tuttavia, il fascino del male e del potere, finirà per corromperla e ben presto Grace passerà, per così dire, al lato oscuro della forza, abbandonando Campbell e la sua missione.

A mettere i bastoni tra le ruote a Tommy e ai Peaky Blinders, nella prima stagione c’è anche Billy Kimber (Charlie Creed-Miles), uno dei tanti boss della città che si occupa di scommesse clandestine sui cavalli e che gli Shelby dovranno neutralizzare. Dalla seconda stagione in poi, Kimber lascia il posto ad altri pericolosi criminali come Alfie Solomons, interpretato da Tom Hardy. Si tratta di un pericolo boss di una gang ebraica che controlla il quartiere di Camden Town, un uomo molto scaltro e intelligente ma anche estremamente violento e imprevedibile.

Ma Camden Town non è controllata solo dal terribile Solomons. Una fetta del territorio spetta, infatti, anche alla mafia italiana, capeggiata dal boss Darby Sabini (Noah Taylor), figlio di immigrati italiani, in guerra contro Alfie e Thomas per il controllo della città di Birmingham.

Nelle ultime stagioni, inoltre, dall’America arriva un altro nemico dei Peaky Blinders, il mafioso newyorkese Luca Changretta (Adrien Brody), trasferitosi in Inghilterra per compiere i suoi piani di vendetta.

Peaky Blinders 5: un finale shock

La quinta stagione di Peaky Blinders, andata in onda nel 2019, è come sempre ambientata nel Regno Unito ma stavolta, gli affari della famiglia Shelby si spingono ben oltre il vecchio continente.

La Shelby Company, attiva negli States già da molti anni, è adesso capeggiata da Ada Thorne, che si occupa degli affari di famiglia oltre oceano. La quinta e per adesso ultima stagione comincia il 29 ottobre del 1929, ovvero durante il cosiddetto ‘martedì nero’, giorno del crollo della borsa di New York. A causa dell’incompetenza di Michael che non non vende le azioni il giorno prima del crollo, la famiglia perde tutti i suoi investimenti costringendo quindi Tommy a trovare fonti di guadagno alternative per arginare i danni.

[SPOILER ALERT]

Tuttavia, il leader dei Peaky Blinders non sembra essere più quello di una volta. Dopo la morte di sua moglie Grace, Tommy inizia a fare uso di oppioidi per mitigare il dolore ma la sua dipendenza diventa sempre più preoccupante. A causa di queste sostanze, il boss è sempre in uno stato psicotico-paranoide, tormentato dalle visioni della sua defunta moglie che lo invita a unirsi a lei nell’aldilà.

Nonostante il suo alterato stato mentale ed emotivo, Tommy continua a occuparsi della gestione del clan ma ci sono nuovi problemi per lui all’orizzonte. Suo cugino, Michael Gray (Finn Cole), figlio di zia Polly, è ormai cresciuto ed è convinto di poter approfittare delle sue debolezze per prendere il comando dei Peaky Blinders. Inoltre, sullo scenario politico britannico si è appena affacciato un nuovo e inquietante personaggio, Oswald Mosley (Sam Claflin), sostenitore di Mussolini e del movimento fascista.

Per evitare l’ascesa di Mosley, gli Shelby dovranno formare nuove alleanze, anche con i clan rivali, e tentare così un colpo di stato.

Peaky Blinders 6 e 7: il futuro della serie

Grazie al successo ottenuto con le prime cinque stagioni, Steven Knight, creatore della serie, ha annunciato il rinnovo di Peaky Blinders per una sesta e una settima nonché ultima stagione. Tuttavia, la loro messa in onda è ancora molto lontana. A causa della pandemia di Corona Virus, ancora in corso, molte produzioni televisive e cinematografiche hanno purtroppo dovuto chiudere i battenti e rimandare le riprese a data da destinarsi.

Al momento dunque non sappiamo quando Peaky Blinders tornerà in onda né tanto meno quale sarà la trama delle stagioni finali. Tuttavia, considerato il finale della quinta stagione, possiamo immaginare quale sarà il naturale futuro della serie.

[SPOILER ALERT]

Nel finale della 5×06, infatti, abbiamo lasciato Tommy in preda alle allucinazioni a causa della morte della moglie, mentre disperato si punta una pistola alla tempia. Tuttavia è assai improbabile che il protagonista della serie alla fine prema il grilletto. Lo stesso Steven Knight ha infatti più volte ricordato che il destino ultimo della serie è sempre stato quello di arrivare a raccontare la storia degli Shelby durante la Seconda Guerra Mondiale.

La quinta stagione si apre con il crollo della borsa di New York nel 1929 e ripercorre in Europa tutte le fasi dell’ascesa del movimento nazi-fascista, soprattutto con l’introduzione del personaggio di Oswald Mosley. Interpretato nella serie da Sam Claflin, Sir Oswald Ernald Mosley è un personaggio realmente esistito e che ha fatto parte del mondo politico inglese, molto attivi negli anni trenta del novecento.

Politico di estrema destra e simpatizzante del movimento fascista italiano e del suo leader, Benito Mussolini, nel 1932 Mosley fonda l’Unione Britannica dei Fascisti. Il partito, che per un certo tempo venne appoggiato dai conservatori, acquisì una certa popolarità perché a favore dell’anticomunismo e del protezionismo.

Peaky Blinders streaming: dove vedere la serie

Le nuove stagioni di Peaky Blinders sono in arrivo anche se bisognerà attendere ancora un po’ prima di poter conoscere il destino di Tommy Shelby e compagni. Inoltre, stando a quanto dichiarato da Steven Knight, alla serie potrebbe anche seguire un film o uno spinoff. Nel frattempo, è possibile rivedere tutte le stagioni di Peaky Blinders in abbonamento sulla piattaforma streaming di Netflix.

Fonte: Wiki, IMDB

Omaggio al Maestro Ennio Morricone alla Cerimonia d’inaugurazione di Venezia 77

La Cerimonia d’inaugurazione della 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, trasmessa in diretta mercoledì 2 settembre su Rai Movie a partire dalle ore 19.00, si aprirà con un omaggio al Maestro Ennio Morricone, recentemente scomparso.

La Roma Sinfonietta, diretta dal Maestro Andrea Morricone, figlio di Ennio, e composta da 3 primi violini, 3 secondi violini, 1 viola, 1 violoncello e 1 contrabbasso, eseguirà sul palco della Sala Grande del Palazzo del Cinema, Il tema di Deborah, composta per la colonna sonora del film C’era una volta in America (1984) di Sergio Leone. La cerimonia d’apertura vedrà la presenza del figlio di Ennio, Marco, e dei famigliari.

Ennio Morricone, già Leone d’Oro alla carriera della Mostra del Cinema del 1995, è stato un musicista e compositore cinematografico tra i più influenti e prolifici della seconda metà del Novecento. In questo modo, la Biennale intende rendere omaggio al suo genio universalmente riconosciuto.

Venezia 77: pre-apertura con Molecole di Andrea Segre

Venezia 77: pre-apertura con Molecole di Andrea Segre

Il nuovo film del regista veneziano Andrea Segre (Io sono LiL’ordine delle coseIl pianeta in mare), il documentario Molecole (71’) realizzato nella Venezia chiusa per il coronavirus, sarà proiettato nella serata di Pre-apertura di martedì 1 settembre della 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, in Sala Darsena (Palazzo del Cinema) e al PalaBiennale al Lido.

Alla speciale serata-omaggio di Pre-apertura, con inizio alle ore 21.00, sarà invitato il pubblico di Venezia attraverso la collaborazione con i quotidiani “Il Gazzettino”“La Nuova di Venezia e Mestre” e il “Corriere del Veneto”.

Tra febbraio e aprile 2020 il regista Andrea Segre, mentre preparava due progetti per il teatro e per il cinema, è rimasto bloccato a Venezia a causa della diffusione del coronavirus e delle conseguenti misure di quarantena nazionale. Venezia è la città che ha ospitato e che ospita molti dei suoi progetti lavorativi, era la città di suo padre, una città complessa sotto molteplici aspetti. Questa pandemia ha “congelato” e svuotato il capoluogo veneto, riconsegnandolo alla sua natura e alla sua storia, ma anche – a livello personale – alle memorie familiari del regista, che in quei giorni ha raccolto appunti visivi e storie nel documentario Molecole. Riemerge così il legame con il padre veneziano, scienziato chimico-fisico e vero protagonista del film, morto dieci anni fa. Si mescolano in questo modo l’isolamento della città e quello più intimo e personale del regista, autore anche della sceneggiatura originale. Il film uscirà nelle sale cinematografiche a partire dal 3 settembre 2020.

“Per fare un film bisogna pensarlo, scriverlo, organizzarlo, girarlo. Per Molecole non c’è stato nulla di tutto ciò. Non mi sono nemmeno accorto di girarlo. L’ho vissuto ed è uscito da solo, in un tempo e una dimensione che non potevo prevedere. Molecole è sgorgato. Come l’acqua. Poterlo presentare come film di pre-apertura della Mostra è per me un grande onore, il modo migliore per ringraziare la città che lo ha fatto nascere.” (Andrea Segre)

Molecole, il film

Regia: Andrea Segre sceneggiatura: Andrea Segre interpreti: Gigi Divari, Elena Almansi, Maurizio Calligaro, Giulia Tagliapietra, Patrizia Zanella musica: Teho Teardo produzione: ZaLab Film con Rai Cinema, in associazione con Vulcano e Istituto Luce Cinecittà, in collaborazione con Teatro Stabile del Veneto Carlo Goldoni distribuzione: ZaLab Film   Italia 2020, 71’

Andrea Segre, il regista

Andrea Segre (Dolo, Italia, 1976) è regista di film e documentari. Il pianeta in mare (2019) è stato presentato Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2019. Il suo primo lungometraggio di finzione, Io sono Li (2011), è stato presentato a Venezia alle Giornate degli Autori, La prima neve (2013) ha partecipato alla sezione competitiva Orizzonti alla Mostra di Venezia, L’ordine delle cose (2017) è stato presentato alla Mostra come Proiezione Speciale. Tra i documentari, ha realizzato Lo sterminio dei popoli zingari (1998, film d’esordio), Marghera Canale Nord (2003, Proiezione Speciale a Venezia), Come un uomo sulla terra (2008), Il sangue verde (2010, presentato alle Giornate degli Autori), Mare Chiuso (co-diretto con Stefano Liberti, 2012, Evento Collaterale del Consiglio d’Europa a Venezia) e I sogni del lago salato (2015, Progetto Speciale alle Giornate degli Autori).

Jurassic World: Dominion, scene d’azione con il cast originale e i nuovi dinosauri

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Jeff Goldblum ha rivelato che Jurassic World: Dominion presenterà una scena d’azione con il trio originale ed un nuovo dinosauro. Dominion sarà l’ultimo film della trilogia di Jurassic World e dovrebbe portare a termine l’intero franchise dedicato ai dinosauri. La produzione del film è iniziata all’inizio di quest’anno, ma a causa della pandemia di Coronavirus le riprese si sono interrotte a metà marzo. Dominion è stata una delle prime produzioni di Hollywood a tornare sul set il mese scorso e, a parte un cambio di location a seguito di un’epidemia a Malta, pare che le riprese stiano procedendo senza intoppi.

Nonostante i dettagli della trama siano alquanto limitati in questo momento, pare che Jurassic World: Dominion segnerà la fine di un’era. Oltre al ritorno della maggior parte delle star di Jurassic World, Dominion ci riporterà ufficialmente alle radici del franchise di Jurassic Park. Per la prima volta dal film originale del 1993, infatti, Jeff Goldblum, Sam Neill e Laura Dern torneranno a lavorare insieme. In realtà, il personaggio di Ian Malcolm interpretato da Goldblum era già apparso in Jurassic World: Il Regno Distrutto, ma in quel caso si era trattato di un breve cameo. Le cose saranno molto diverse in Dominion, dal momento che proprio Neill ha promesso che tutti e tre gli attori avranno dei ruoli sostanziali.

Adesso, in una nuova intervista con Insider (la stessa in cui ha anticipato che presto tornerà a lavorare con Taika Waititi), Jeff Goldblum ha rivelato alcuni dettagli su ciò che i fan dovranno aspettarsi da Dominion. La cosa più eccitante che l’attore ha condiviso è che la prima scena che ha girato per il film di Colin Trevorrow è stata sia con Neill che con Dern, e anche se non ha potuto fornire dettagli concreti, non ha comunque nascosto la sua eccitazione. “La prima scena che abbiamo girato… era una scena con me, Laura e Sam ed eravamo… non posso rivelare troppo, ma siamo stati tutto il giorno rinchiusi un questo spazio ristretto”, ha dichiarato l’attore. “Lo vedrete! Lo scoprirete quando vedrete il film. Eravamo tutti e tre in questo spazio minuscolo ed eravamo minacciati da… non potrei dirlo! Una sorprendente fazione di creature preistoriche che probabilmente non avete mai visto prima.”

Sarà il Pyroraptor la nuova terrificante creatura di Jurassic World: Dominion?

Dalle parole di Goldblum, sembra che Ian, Ellie Sattler (Dern) e Alan Grant (Neill) si ritroveranno al centro dell’azione e che alcuni nuovi dinosauri daranno loro del filo da torcere. Anche se non è chiaro quali saranno questi nuovi dinosauri, potrebbe trattarsi dei Pyroraptor apparsi di recente in alcune foto dal set. I fan hanno già intravisto le varie creature che saranno incluse nel film, ma il Pyroraptor ha senza dubbio il potenziale per essere tra i più spaventosi. A rendere le cose ancora più eccitanti è il fatto che alcuni dinosauri non saranno ricreati attraverso la CGI: Dominion, infatti, utilizzerà l’animatronica, come confermato anche da Goldblum.

Jurassic World: Dominion vedrà sia Chris Pratt che Bryce Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella Pineda, Jake Johnson e Omar SyLaura Dern e Sam Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che avevano in Jurassic Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta in Jurassic World: Il Regno Distrutto.

Sedicicorto 2020: ecco le giurie della nuova edizione

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Sedicicorto 2020: ecco le giurie della nuova edizione

Sedicicorto Forlì International Film Festival, in programma dal 2 all’11 ottobre in edizione ibrida, in streaming su MyMovies.it e dal vivo alla Sala San Luigi e all’Auditorium Intesa San Paolo di Forlì, presenta le giurie delle sezioni competitive.

Animalab: Monica Manganelli, dopo il grande successo di Butterflies in Berlin, cortometraggio animato che ha fatto incetta di premi negli ultimi 12 mesi, torna a Forlì in veste ufficiale. La affiancheranno i colleghi artisti Virgilio Villoresi e la sudcoreana Jooyoung Soheili.

CortItalia: Elena Bouryka, regista e attrice, si dovrà confrontare, per decidere quale cortometraggio vincerà il concorso riservato alle produzioni italiane, con due giornalisti e direttori di festival. Boris Sollazzo, voce di Radio Rock, firma di Rolling Stone e direttore artistico di Linea d’Ombra Festival. E poi Steve Della Casa, uno dei pilastri di Hollywood Party, mitica trasmissione sul cinema alla Radio(3), ex direttore del Torino Film Festival e regista di documentari sulle sue passioni di celluloide, dai musicarelli al cinema horror classico italiano.

IranFest diventa una sezione competitiva a tutti gli effetti, giuria compresa, composta da Giancarlo Zappoli, direttore editoriale di MyMovies.it. Aitor Arenas Suso, direttore del festival di cortometraggi Humor en Corto, ovviamente incentrato su brevi film per far ridere. Infine, in rappresentanza dell’Iran, il regista Milad Tangshir, che con i suoi film è stato selezionato a Venezia, Torino e al Sundance.

Chiudiamo con la sezione Movie. Per il concorso internazionale i giurati saranno: il giornalista britannico e Presidente del board della Short Film Conference Laurence Boyce. Giacomo Manzoli, direttore del dipartimento delle arti dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. Infine, Sandrine Cassidy, produttrice e direttore del dipartimento festival e distribuzione della School of Cinematic Arts di LosAngeles.

A queste si aggiungono la giuria per la sezione sperimentale Experia, composta dal comitato di selezione di Sedicicorto, la giuria della sezione Animare, composta dai bambini iscritti alla newsletter dedicata del festival ai cui voti si aggiungeranno quelli arrivati sulla piattaforma di Il Cinemino, e la giuria per la sezione CortInLoco, composta dagli studenti della Scuola di Cinema di Cesena.

Sedicicorto Forlì International Film Festival 2020 si terrà dal 2 all’11 ottobre ed è realizzato con il contributo di Comune di Forlì, Film Commission Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna, DG Cinema e Audiovisivo – Mibact e Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì la sponsorship di Intesa San Paolo, Daniele Alessandrini Abbigliamento, Cantine DreiDonà e Acquainbrick, con il patrocinio del Parlamento Europeo e FEDIC.

The New Mutants: il cast parla del film arrivato finalmente in sala

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“Non abbiamo fatto un film di supereroi, ma un film in cui delle persone stanno passando un periodo difficile per scoprire qual è il loro posto nel mondo.” In poche parole si riduce a questo il succo di The New Mutants, il film di Josh Boone che è finalmente arrivato nelle sale italiane, dopo aver affrontato una serie di situazioni davvero complicate che ne hanno condizionato la produzione e ritardato l’uscita di quasi due anni.

Il film sui nuovi mutanti è nato in produzione alla Fox, la sua uscita è stata poi posticipata per delle necessità di reshoot, riprese aggiuntive, e poi si è trovato nel bel mezzo dell’acquisizione di Fox da parte di Disney. Successivamente, il film è stato ulteriormente posticipato a causa della pandemia di COVID-19 ancora in corso, per arrivare ad un’uscita in sordina proprio adesso, alla fine di una strana estate, proprio mentre il cinema e l’esperienza in sala si sta riprendendo.

Nessun reshoot per The New Mutants

Uno degli elementi più interessanti emersi nel corso della conferenza stampa con il regista e il cast protagonista, è stato che il film non è effettivamente passato sotto a nessuna ripresa aggiuntiva. Boone ha infatti detto che la produzione di The New Mutants era concluso alla vigilia della fusione e il procedimento che si è avviato di lì a poco ha impedito qualsiasi intervento sul girato, per cui il film è uscito soltanto con una rielaborazione di ciò che era già stato portato a termine durante le riprese ordinarie.

I giovani protagonisti hanno poi girato il film in un vero istituto per salute mentale, scelta che ha conferito molta autenticità alla loro recitazione e alla costruzione di un’ambientazione spettrale ed inquietante.

Per quanto riguarda il lavoro che il regista ha portato avanti in relazione ai fumetti di origine dei personaggi, tutti i protagonisti hanno dichiarato che il lavoro sul personaggio ha previsto una parte di ricerca sui testi, e quindi tutti hanno letto molti fumetti, ma allo stesso tempo, per cercare di realizzare un film che potesse essere capito e apprezzato da tutti, hanno costruito dei personaggi che fossero molto radicati nella realtà e nel momento emotivo che stavano vivendo in quel momento, così da fondere le necessità cinematografiche alle radici fumettistiche.

The New Mutants è un thriller con sfumature horror, originale e ambientato in un ospedale isolato dove un gruppo di giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche. Quando iniziano ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove abilità mutanti e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre cercano di fuggire. Diretto da Josh Boone e scritto da Boone e Knate Lee, il film vede nel cast la presenza di Maisie WilliamsAnya Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu Hunt Henry Zaga.

Lasciami andare: trailer del film con Stefano Accorsi

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Lasciami andare: trailer del film con Stefano Accorsi

Warner Bros ha diffuso il trailer del film Lasciami andare di Stefano Mordino che chiuderà la 77esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Nel cast Stefano Accorsi, Valeria Golino, Serena Rossi, Maya Sansa, Ludovico Benedetti.

Lasciami andare, il film

Marco (Stefano Accorsi) e Anita (Serena Rossi) scoprono di aspettare un figlio. Finalmente un raggio di luce nella vita di Marco, messa duramente alla prova dal dolore per la scomparsa di Leo, il suo primogenito avuto con la prima moglie Clara (Maya Sansa).  Improvvisamente però, nella vita di Marco e della sua ex moglie, irrompe Perla (Valeria Golino), la nuova proprietaria della casa dove la coppia abitava fino al tragico incidente. La misteriosa donna sostiene di sentire costantemente una strana presenza e la voce di un bambino che tormenta sia lei che suo figlio.  Marco si ritrova così combattuto tra i legami del passato e un futuro ancora da scrivere.

Venezia 77: il trailer e il manifesto di Lacci, film d’apertura

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Venezia 77: il trailer e il manifesto di Lacci, film d’apertura

Lacci, diretto da Daniele Luchetti (La nostra vita, Mio fratello è figlio unico, Il portaborse) e interpretato da Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura Morante, Silvio Orlando, Giovanna Mezzogiorno, Adriano Giannini, Linda Caridi è il film di apertura, Fuori concorso, della 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (2 settembre – 12 settembre 2020) diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale di Venezia.

“Negli ultimi tempi abbiamo avuto paura che il cinema potesse estinguersi – ha dichiarato Daniele Luchetti – E invece  durante la quarantena ci ha dato conforto, come una luce accesa in una caverna. Oggi abbiamo una consapevolezza in più: i film, le serie, i romanzi, sono indispensabili nelle nostre vite. Lunga vita ai festival, dunque, che permettono  di  celebrare  tutti assieme il senso vero del nostro lavoro. Se qualcuno ha pensato che potesse essere inutile, ora sa che serve a tutti. Con Lacci sono onorato di aprire le danze del primo grande festival di un tempo imprevisto”.

“Da 11 anni, la Mostra del Cinema non veniva aperta da un film italiano – ha dichiarato Alberto Barbera – La felice opportunità è offerta dal bellissimo film di Daniele Luchetti, anatomia della difficile coesistenza di una coppia, alle prese con tradimenti, ricatti emotivi, sofferenze e sensi di colpa, non senza un piccolo giallo che viene svelato solo nel finale.  Sostenuto da un cast eccezionale, il film è anche il segno del felice momento che sta attraversando il nostro cinema, in continuità con la tendenza positiva delle ultime stagioni che la qualità dei film invitati a Venezia quest’anno non potrà che confermare”.

Napoli, primi anni ‘80: il matrimonio di Aldo e Vanda entra in crisi quando Aldo si innamora della giovane Lidia. Trent’anni dopo, Aldo e Vanda sono ancora sposati. Un giallo sui sentimenti, una storia di lealtà ed infedeltà, di rancore e vergogna. Un tradimento, il dolore, una scatola segreta, la casa devastata, un gatto, la voce degli innamorati e quella dei disamorati. Dal romanzo di Domenico Starnone, per il “New York Times” uno dei 100 migliori libri del 2017, il nuovo film di Daniele Luchetti.

Lacci sarà proiettato mercoledì 2 settembre, nella Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido di Venezia, nella serata di apertura della 77. Mostra. Prodotto da IBC Movie con Rai Cinema, Lacci è scritto da Domenico Starnone, Francesco Piccolo e Daniele Luchetti. 

Daniele Luchetti – Nota biografica

Daniele Luchetti nasce a Roma nel 1960. La Sacher Film produce il suo primo film da regista, Domani accadrà (1988), che vince il David di Donatello per il miglior regista esordiente. Il successivo Il portaborse (1991) è il suo primo grande successo di critica, ottiene un’ottima accoglienza al festival di Cannes e vince il David di Donatello per la miglior sceneggiatura e per il miglior attore protagonista. Successivamente dirige La scuola (1995), I piccoli maestri (1998) e Mio fratello è figlio unico (2007), protagonisti Elio Germano e Riccardo Scamarcio, che viene presentato a Cannes nella sezione Un Certain Regard e si aggiudica 5 David di Donatello. Luchetti torna a Cannes nel 2010, questa volta in concorso, con il film La nostra vita interpretato da Elio Germano che sulla Croisette si aggiudica il Premio per la migliore interpretazione maschile. Il film ottiene inoltre tre David di Donatello incluso quello per il miglior regista. Il film più recente di Luchetti è Momenti di trascurabile felicità, realizzato nel 2019.

Chadwick Boseman: il tributo degli Avengers al compagno caduto

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La ABC ha trasmesso un video tributo dedicato a Chadwick Boseman, attore interprete di Black Panther che si è spento a soli 43 anni a causa di un cancro al colon. A partecipare al video tutti i suoi compagni Vendicatori, che hanno condiviso con occhi lucidi e voce spezzata il loro ricordo del collega di set.

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https://twitter.com/carolwasps/status/1300290525577134081?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1300290525577134081%7Ctwgr%5E&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.badtaste.it%2Fvideo%2Fchadwick-boseman-ecco-il-tributo-dei-marvel-studios-trasmesso-in-tv-negli-stati-uniti%2F444512%2F

Morto Chadwick Boseman, la star di Black Panther

 

 

MCU: 10 grandi opportunità che la Marvel ha perso

MCU: 10 grandi opportunità che la Marvel ha perso

Nel corso degli anni, il MCU è stato elogiato dai fan di tutto il mondo per il modo in cui è riuscito a rappresentare sul grande schermo determinati personaggi (pensiamo a Captain America e Ant-Man) e anche per il modo in cui è riuscito ad adattare storie proveniente dai fumetti considerate molto complesse (come “Civil War” o “Infinity Gauntlet”). Tuttavia, l’universo condiviso non è esente da errori, e spesso si è lasciato sfuggire l’occasione di approfondire personaggi o avvenimenti in modi che avrebbero merito un riguardo maggiore. The Direct ha raccolto le 10 grandi occasioni mancate dell’Universo Cinematografico Marvel:

La morte di Zola

avengers: endgameAnche se i Marvel Studios hanno sempre avuto dei problemi ad uccidere i loro cattivi, come Ronan e Malekith, la distruzione del Dr. Zola in Captain America: The Winter Soldier ha particolarmente colpito i fan, che l’hanno sempre ritenuta uno spreco di potenziale.

Toby Jones ha interpretato in modo avvincente il personaggio ne Il primo vendicatore, per poi dargli una sfumatura più vendicativa ed inquietante in The Winter Soldier. Sfortunatamente, i server che lo tenevano in vita furono completamente distrutti quando Alexander Pierce tentò di uccidere Rogers e Natasha facendo saltare in aria il bunker in cui erano presenti Zola ed i nostri eroi. Tuttavia, le cose sarebbero potute andare diversamente, poiché Zola sarebbe dovuto sopravvivere per portare avanti la sua crociata contro Capitan America.

In uno storyboard che dovrebbe far riferimento ad una delle prime bozze del film, invece di Zola che viene distrutto dopo aver rivelato l’infiltrazione dell’HYDRA nello SHIELD, è lui che spiega quale sia il suo algoritmo. Ma, per un motivo che non scopriremo mai, i Marvel Studios hanno deciso di uccidere il personaggio.

Un nuovo team di Vendicatori

avengers endgameAlla fine di Avengers: Age of Ultron, il pubblico ha potuto godere dell’assaggio di un team completamente nuovo di Vendicatori guidato da Captain America e Black Widow, mentre War Machine, Falcon, Wanda e Vision avrebbero agito come suoi nuovi membri. Tuttavia, l’unica volta in cui i fan li vedono in azione insieme come una squadra è durante l’inizio di Captain America: Civil War, e anche in quel caso, non tutti gli eroi sono presenti. Poco dopo l’incidente provocante con Wanda, la squadra viene sciolta.

Non abbiamo mai visto o sentito parlare di nessuna delle loro altre missioni o di come si sono comportati da soli senza l’aiuto finanziario di Tony Stark e l’assenza di Bruce Banner. All’indomani degli eventi di Civil War, in Spider-Man: Homecoming si parla spesso degli Avengers che non si sono sciolti, anche se il team a cui si fa riferimento in quel film dovrebbe essere composto soltanto da Iron Man, War Machine e Visione, ma anche in questo caso i fan non vedono mai questa squadra in azione.

In effetti, esiste un concept art che mostra Visione e War Machine coinvolti nel salvataggio di alcuni civili su un traghetto, insieme ad Iron Man, ma tale concept non è mai stato utilizzato in sceneggiatura. Farli apparire insieme sarebbe stato molto utile per mostrare al pubblico come ci fosse ancora una squadra attiva di Vendicatori nel mondo, dal momento che Tony invita persino Peter a unirsi a loro alla fine del film.

Gli accordi di Sakovia

Oltre al fatto che i fan non hanno avuto modo di vedere queste temporanee formazioni di Vendicatori in azione, gli effetti degli accordi di Sokovia hanno avuto pochissima risonanza nell’universo condiviso, a parte Tony e Steve che si separano mentre gli altri eroi sono in fuga o agli arresti domiciliari.

Dopo Captain America: Civil War, gli Accordi vengono citati solo tre volte: una volta durante Spider-Man: Homecoming, quando uno degli insegnanti di Peter li menziona brevemente; una seconda volta in Avengers: Infinity War quando Ross ordina a Rhodey di arrestare Steve Rogers; infine in Ant-Man and the Wasp quando l’agente Woo spiega a Cassie perché Scott era agli arresti domiciliari.

In effetti, è davvero strano che questa legge non abbia più importanza nei film, soprattutto in quelli con protagonista di Spider-Man. In effetti, Tony non li menziona nemmeno una volta quando rimprovera Peter per essere andato contro i suoi desideri nel perseguire Avvoltoio. Inoltre, gli Accordi avrebbero potuto essere menzionati anche per il fatto che Tony ha svincolato Peter dall’essere costretto a firmarli, dal momento che fino a quel momento aveva avuto a che fare con crimini non propriamente “degni” di un Vendicatore. 

L’occhio di Nick Fury

Avengers: Infinity WarCaptain Marvel ha rivelato che l’origine del trauma oculare di Nick Fury era opera di un felino alieno. Anche se questo non è stato un enorme passo falso, avrebbe comunque potuto portare ad uno sviluppo del personaggio molto più significativo.

Nei fumetti, ci sono più origini relative all’occhio danneggiato di Fury, a seconda della continuity: tuttavia, fanno più o meno tutte riferimento a quando Fury venne inflitto da una granata vagante o da un’esplosione d’auto. In Captain America: The Winter Soldier, si sono fatti diversi riferimenti al motivo per cui il personaggio indossa una benda sull’occhio.

Nello specifico, Fury dice che il motivo per cui ha perso l’occhio è stato a causa di qualcuno “di cui si era fidato” in passato. Nello stesso film, si è andati anche oltre il mero intrigo, dal momento che Fury ha rivelato la sua ferita tanto a Pierce quanto al pubblico, palesando così dei segni causati da alcuni artigli. Ciò ha dato vita a tutta una serie di speculazioni, con alcuni fan che hanno cominciato a credere che Wolverine o altri importanti personaggi Marvel avessero tradito la fiducia di Fury.

Ecco perché non è difficile immaginare perché molti siano rimasti delusi quando è stato spiegato in Captain Marvel che la ferita di Fury è stata opera di Goose.

Zia May scopre che Peter è Spider-Man

Spider-Man: Far From HomeUna delle più grandi occasioni mancate di Spider-Man: Homecoming è certamente la scena in cui zia May scopre che Peter Parker è Spider-Man. A causa della natura del MCU, dopo la rivelazion non vediamo mai la discussione tra i due personaggi circa la natura da supereroe del ragazzo. Proprio per questo, i fan sono stati lasciati a speculare sulla dinamica tra Peter e zia May fino all’uscita di Spider-Man: Far From Home.

Ci si aspetterebbe che zia May esitasse a lasciare che Peter continuasse a essere Spider-Man. Tuttavia, in Far From Home, a questa rivelazione non viene mai dato il tipo di peso che merita, soprattutto perché nel primo film era implicito che zia May si sarebbe effettivamente opposta al fatto che  Peter fosse invischiato in situazioni tanto pericolose. Questo dovrebbe essere un momento enorme per entrambi i personaggi, ma purtroppo sullo schermo non è stato mai raccontato.

Il debutto di Black Panther e Captain Marvel

A causa all’ex CEO della Marvel Entertainment, Ike Perlmutter, Black Panther e Captain Marvel sono stati relegati nel dimenticatoio per anni, nonostante la passione e il desiderio di Kevin Feige di portarli sullo schermo (come dichiarato dallo stesso nelle varie interviste). Un film su Black Panther era in sviluppo dal 2008, mentre Captain Marvel aveva una sceneggiatura già nel 2013, ma abbiamo visto i rispettivi film soltanto nel 2018 e nel 2019.

Proprio per tali sconcertante sviluppi, entrambi sono arrivati quasi sul finire della “Saga dell’Infinito”, soprattutto Captain Marvel. Se i rispettivi film avessero avuto la possibilità di arrivare prima in sala, i fan avrebbero potuto vedere Black Panther interagire di più con personaggi come Tony Stark, e magari cementare ulteriormente Wakanda come paese nell’universo del MCU.

Edgar Wright e la regia di Ant-Man

Qualunque cosa i fan potessero pensare delle idee e delle intenzioni originali di Edgar Wright per il primo Ant-Man (che si tratti di includere il Regno Quantico o di uccidere Janet senza tante cerimonie), sarebbe stato, senza dubbio, uno dei film miglior film (almeno dal punto di vista registico) di questo gigantesco franchise. Noto essenzialmente per le sue satire di genere, Edgar Wright ha uno stile ben preciso, che quasi sempre fa ricorso ad un montaggio capace di rendere anche le azioni più banali estremamente coinvolgenti e istruttive.

Questo stile si sarebbe sposato alla grande con la personalità e le abilità di un personaggio come Ant-Man, quindi non c’è da meravigliarsi che i Marvel Studios abbiano deciso di assumerlo quando hanno iniziato a pensare al film. Sfortunatamente, come poi sappiamo tutti, Wright ha abbandonato il progetto per alcune “divergenze creative”. 

Ant-Man e Wasp “esclusi” dagli Avengers originali

The Avengers Oscar 2019

In una prima bozza di The Avengers, prima che Scarlett Johansson venisse scelta per il ruolo di Vedova Nera in Iron Man 2, Joss Whedon aveva inizialmente pianificato di includere anche Janet Van Dyne (alias The Wasp) nella squadra. Nel sequel Avengers: Age of Ultron, sempre Whedon aveva brevemente pensato di far apparire Hank Pym come il creatore di Ultron (omaggiando così i fumetti), ma alla fine cambiò idea.

Si tratta di un vero peccato, dal momento che se Ant-Man e The Wasp fossero stati introdotti come membri originali degli Avengers, Hank avrebbe potuto ancora essere il creatore originale di Ultron come lo è nei fumetti. Per non parlare del fatto che Janet, il personaggio letteralmente responsabile della nomina della squadra nei fumetti, avrebbe potuto avere maggiore rilevanza all’interno dell’universo condiviso.

Hulk

Sicuramente non è un segreto a questo punto che i fan non sia rimasti soddisfatti della storyline di Bruce Banner/Hulk in Avengers: Endgame. Alcuni fan hanno persino colto dei segni premonitori di ciò che la Marvel aveva in serbo per il Gigante Verde già in Thor: Ragnarok. Gli elementi della trama del fumetto “Planet Hulk” sono stati usati come mera vetrina per il personaggio, senza alcuna crescita per lo stesso.

D’altra parte, in quello stesso film, era la prima volta che la dinamica tra Hulk e Banner era più vicina ai fumetti, dove Hulk è una persona con desideri e bisogni definiti. Purtroppo, tale elemento viene appena accennato dopo che Hulk si trasforma di nuovo in Banner, mentre il resto del film lo tratta più come qualcosa sul quale poterci scherzare.

L’arco narrativo del personaggio è diventato ancora più confuso in Avengers: Infinity War, quando Hulk viene sconfitto da Thanos e si rifiuta di “uscire” per aiutare Bruce. In effetti, i fan non vedranno mai più Bruce trasformarsi in Hulk. In Endgame, il personaggio si è già sviluppato al di fuori di ciò che viene raccontato nel film, e tutto viene ridotto ad un brevissimo dialogo con Scott Lang.

Team-up che non vedremo mai

avengers infinity warLe interazioni tra personaggi del MCU che non vedremo mai sono forse le più dolorose, ma parte di ciò era comunque fuori dal controllo di Kevin Feige. La causa di determinati team-up che non vedremo mai è ascrivibile a diversi fattori, incluso il fatto che i Marvel Studios che non hanno mai avuto i diritti sui personaggi nella stesso momento.

Come accennato in precedenza nell’articolo, Tony Stark e T’Challa non si scambiano una singola battuta nell’universo condivso, nemmeno in Captain America: Civil War, e adesso non avranno mai più la possibilità di farlo, a causa del finale di Avengers: Endgame. La morte di Tony Stark significa anche che personaggi come gli X-Men e i Fantastici Quattro, che adesso possono finalmente essere introdotti nel MCU, non avranno la possibilità di condividere con lo schermo con determinati personaggi (pensiamo per esempio al Cap interpretato da Chris Evans), a causa della scadenza dei contratti di alcuni attori.

Comedians: al via le riprese del nuovo film di Gabriele Salvatores

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Sono iniziate venerdì  scorso a Trieste le riprese del nuovo film di Gabriele Salvatores Comedians, prodotto da Indiana Production e Rai Cinema in collaborazione con  Friuli Venezia Giulia Film  Commission.  Comedians di Trevor Griffiths è un testo teatrale scritto alla fine degli anni ‘70 ed è stato giudicato dalla critica come una delle più riuscite pièce teatrali del teatro inglese contemporaneo.

La pièce è stata rappresentata in tutto il mondo, la prima americana venne allestita a Broadway per la regia di Mike Nichols.  «Molti anni fa misi in scena Comedians per il Teatro dell’Elfo di Milano. Lo spettacolo, interpretato da giovani attori, che in seguito sono diventati molto famosi, venne replicato per tre anni di seguito e Griffiths ne fu molto contento e quando recentemente gli ho proposto di adattare il testo per lo schermo con grande entusiasmo mi ha risposto “Go ahead with all speed. You’ll do it well”.

Adattare per lo schermo il testo di Griffith dà sicuramente la possibilità di creare un film sulla comicità seppure non si tratti solo di questo.  Infatti, attraverso le varie performance il film ci farà riflettere sia sul significato di comicità che sull’importanza di fare delle scelte nella vita e di rimanere fedeli alle scelte fatte.

Nel cast del film Ale e Franz, Natalino Balasso, Demetra Bellina, Marco Bonadei, Elena Callegari, Aram Kian, Walter Leonardi, Riccardo Maranzana, Giulio Pranno, Vincenzo Zampa e con la partecipazione straordinaria di Christian De Sica.

Venezia 77: un poker di donne per il Premio Kinéo

Venezia 77: un poker di donne per il Premio Kinéo

Poker di donne al Premio Kinéo ideato e diretto da Rosetta Sannelli. Arrivano in Laguna, infatti, quattro splendide donne ad illuminare la 18. edizione dello storico riconoscimento: la ex Bond Girl, Olga Kurylenko, premiata per la sua bella interpretazione in The Room, Katherine Waterston (Animali Fantastici e dove trovarli), Anna Foglietta (Genitori quasi perfetti) e la giovane Sara Serraiocco (In viaggio con Adele, Lo spietato).

Tra gli altri personaggi attesi in Laguna, Oliver Stone, Mads Mikkelsen con la moglie, l’attrice e coreografa danese Hanne Jacobsen, Pierfrancesco Favino, Matteo Garrone, Marco D’Amore e la produttrice Martha De Laurentiis. D’Amore e De Laurentiis riceveranno l’ITTV/Kinéo Award, un premio nato dalla partnership tra il Kinéo e ITTV – The Italian Tv Festival di Los Angeles, ideato da Valentina Martelli, Cristina Scognamillo e Francesca Scorcucchi, dedicato alla migliore Serie televisiva italiana e volto a premiare la produzione TV e i protagonisti che hanno ottenuto maggiori consensi negli Stati Uniti.

Nel settembre del 2021, inoltre, il Kinéo volerà a Los Angeles, durante la II edizione di ITTV Festival dove sarà consegnato l’ITTV/KINEO premiando produzioni e protagonisti più amati.

Ospite d’onore del Premio Kinéo Maria Francesca Spatolisano, Chairman delle Nazioni Unite, Vice del Segretario Generale António Guterres, per il Coordinamento delle Politiche e Inter-Agency nel Dipartimento degli Affari Economici e Sociali. La Spatolisano è stata Ambasciatrice dell’Unione Europea all’ODEC e all’UNESCO.

Tra le sue funzioni anche il perseguimento di obiettivi di sviluppo sostenibile.

Tra le novità di quest’anno anche la sede, con la serata di premiazione all’aperto a Venezia in Campo Santa Sofia, a due passi da Ponte Rialto, e la cena ufficiale degli artisti nella dimora cinquecentesca dei Dogi Morosini: Ca’ Sagredo. Un modo per creare una vera e propria integrazione delle due realtà territoriali della Mostra.

 Con lo stesso spirito, ma guardando al futuro, torna, quindi, il Premio Kinéo, evento speciale collaterale della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dando appuntamento anche in streaming a sabato 5 settembre 2020 alle ore 13.30 per la conferenza stampa all’Italian Pavilion, all’Hotel Excelsior del Lido.

L’Associazione Kinéo, inoltre, promuoverà il convegno coordinato da Carlo Gentile del SNCCI, il 5 Settembre a Cà Sagredo, dalle ore 09.00 alle ore 14.00, durante il Meeting “The Next Present And The Future Of The Audiovisual. How a Video Can Change The World.”

“Qual è lo stato del sistema audiovisivo mondiale, il contributo che cinema, web e televisione possono dare e stanno dando per migliore il nostro mondo, l’ambiente, il clima ed il nostro modo di vivere?

Queste sono alcune domande a cui risponderanno i relatori e promotori rappresentanti delle Nazioni Unite, del CSC, della SIAE, della RAI, del Parlamento Italiano, dell’Istituto Luce-Cinecitta, della Cineteca di Milano, Vision Distribution e CinemAmbiente.

Il Premio Kinéo, si realizza col patrocinio del CSC (Centro Sperimentale di Cinematografia) e in collaborazione con l’AD del CSC Production, Marcello Foti, con SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori), ANEC (Associazione Nazionale Esercenti Cinema), con il SNCCI (Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani), e il sostegno della DGCA (Direzione Generale Cinema e Audiovisivo) del Mibact (Ministero per i Beni e le Attività Culturali). E’, inoltre, in collaborazione con la Giornata Mondiale del Cinema Italiano promossa dall’Intergruppo Cinema della Camera dei Deputati della Repubblica Italiana.

Christopher Nolan: “Nei miei film le emozioni provate col primo Bond visto al cinema”

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È cosa alquanto risaputa che Christopher Nolan sia un’amante del personaggio e della saga di James Bond. In occasione della promozione di Tenet, il regista ha parlato con GamesRadar del fatto che, durante la sua carriera, abbia sempre cercato attraverso i suoi film di ricreare le emozioni che lui stesso provò durante la visione al cinema de La spia che mi amava (The Spy Who Loved Me), decimo film della saga uscito nel 1977, con Roger Moore nei panni di 007.

In merito a ciò, il regista ha spiegato: “Il primo film di James Bond che ricordo di aver visto al cinema è stato La spia che mi amava con Roger Moore. Ancora oggi è uno dei miei preferiti, anche se è un film che cerco di non riguardare troppo spesso. Quando l’ho riguardato di recente, però, l’ho fatto vedere anche ai miei figli e ho rivissuto determinate emozioni”. 

“Credo di aver avuto sette anni quando lo vidi al cinema con mio padre”, ha spiegato Nolan. “Quello che ho sempre cercato di conservare da quella esperienza è la sensazione di avere la possibilità di saltare dentro lo schermo e di viaggiare in ogni angolo del pianeta vedendo cose straordinarie. Aveva una portata spettacolare davvero notevole. Era escapismo allo stato pure con l’aggiunta di una componente fantasy. D’altronde, c’era una macchina che diventava un sottomarino e altre cose del genere.”

Il regista ha poi aggiunto: “Penso di aver speso buona parte della mia carriera alla continua ricerca di quelle sensazioni, cercando di fornire attraverso i miei film un’analoga esperienza al pubblico. Ho sempre voluto riportare le persone a quel senso di meraviglia relativo a ciò che i film possono fare e dove ti possono accompagnare.”

Tenet di Christopher Nolan arriverà al cinema il 03 Agosto. Il cast annovera John David WashingtonRobert PattinsonElizabeth DebickiMichael CaineKenneth Branagh, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson Clémence Poésy. Il film, il primo lungometraggio di Nolan dal 2017, anno di uscita di Dunkirk, viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale.

The Suicide Squad: il personaggio che James Gunn ha preferito non includere

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In occasione del DC FanDome, la Warner Bros. ha finalmente svelato tutti (o quasi) i personaggi che vedremo nell’attesissimo The Suicide Squad che sarà scritto e diretto da James Gunn. Naturalmente, oltre ai personaggi già visti nel cinecomic di David Ayer del 2016, nella nuova iterazione di Gunn in arrivo al cinema il prossimo anno, ci saranno tutta una serie di personaggi mai visti prima sul grande schermo.

Di recente, il regista ha rivelato che la DC non gli ha mai imposto quali personaggi avrebbe potuto usare o meno nel suo film. Piuttosto, è stato lo stesso Gunn ad aver deciso di togliere dal film alcuni particolari villain. Come rivelato via Twitter, infatti, inizialmente nel film sarebbe dovuto apparire anche il personaggio di Dogwelder: alla fine, però, Gunn ha deciso di eliminarlo per una ragione ben precisa.

“Dogwelder è stato ovviamente preso in considerazione”, ha spiegato James Gunn in risposta alla domanda di un fan. “Ma sai… essendo un amante degli animali, non sono sicuro che sia qualcosa che personalmente vorrei vedere espresso attraverso il cinema.”

Dogwelder, un personaggio troppo “controverso” per The Suicide Squad

Nei fumetti, Dogwelder è un membro della Sezione 8. Lavora al fianco di diversi personaggi altrettanto bizzarri, come Flemgem e Shakes. Dogwelder ha un dono particolarmente strano: saldare cani morti su altri cattivi. Anche se The Suicide Squad presenterà scene di violenza, è chiaro dal ragionamento di Gunn che Dogwelder è un personaggio un po’ troppo “controverso” per il suo film, sottolineando quanto le “abilità” dello stesso non siano piacevoli da vedere sul grande schermo. In effetti, includere un personaggio come Dogwelder avrebbe potuto scatenare non poche polemiche…

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

Jeff Goldblum e Taika Waititi di nuovo insieme per un misterioso progetto

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Jeff Goldblum e Taika Waititi potrebbero tornare a lavorare insieme dopo Thor: Ragnarok. Questo è quello che ha lasciato intendere l’attore in una recente intervista con Insider, rivelando di aver parlato con Waititi della possibilità di realizzare qualcos’altro insieme, anche se al momento il progetto in questione sarebbe assolutamente top secret.

In Thor: Ragnarok, Goldblum ha interpretato il personaggio del Gran Maestro, un essere cosmico che governa il pianeta Sakara e che ama manipolare forme di vita inferiori come gli umani. Come dichiarato più volte dallo stesso attore, durante la lavorazione del film Waititi lo ha spesso incoraggiato a improvvisare sul set affinché “facesse suo” il personaggio, che di fatto è diventato molto amato dai fan anche grazie all’interpretazione di Golblum.

Sono un suo fan, ovviamente. Sono un fan di Taika Waititi”, ha dichiarato Jeff Goldbum. “Lo adoro. Lo adoravo anche prima di avere l’occasione di lavorare con lui e forse faremo qualcos’altro insieme. Abbiamo parlato di fare qualcos’altro che deve rimanere segreto al momento. Quel che è certo è che farei di tutto con lui.”

E se Jeff Goldblum apparisse nel nuovo film di Star Wars diretto da Taika Waititi?

In seguito alle dichiarazioni di Jeff Goldbum, in molti hanno cominciato a speculare sul fatto che l’attore e il regista possano tornare a lavorare fianco a fianco nel nuovo annunciato film della saga di Star Wars che sarà diretto e co-sceneggiato proprio da Taika Waititi. Anche la fonte ha ipotizzato che la nuova collaborazione tra i due potesse avere a che fare con la celebre saga fantascientifica. Per questo ha suggerito all’attore un possibile ruolo “alieno” all’interno del franchise, che per tutta risposta ha dichiarato: “Oh, sarebbe divertente. Beh, l’ho già fatto una volta per Taika e la Marvel, con Ragnarok, anche se ero un personaggio un po’ strano, cattivo. Ad ogni modo, posso immaginare di cosa parli.”

In attesa di scoprire nuovi dettagli sulla rinnovata collaborazione tra Goldblum e Waititi, ricordiamo che il film di Star Wars diretto dal regista neozelandese verrà scritto dallo stesso in collaborazione con Krysty Wilson-Cairns. Al momento non sappiamo ancora quando il film arriverà nelle sale.

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