La lineup dei Marvel Studios, dopo Avengers:
Endgame e la conclusione della Fase 3, ha per ora
confermato soltanto tre titoli “ufficiali”, ovvero Spider-Man: Far
From Home (che uscirà il prossimo Luglio), lo
standalone su Vedova Nera (le cui riprese
partiranno in estate) e il capitolo dedicato agli Eterni (attualmente in
sviluppo, che includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori dei fumetti insieme ai mostruosi
Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti
come Celestiali). Ma tra i progetti futuri
c’è anche Doctor
Strange 2, sequel promesso da Kevin
Feige che a quanto pare potrebbe arrivare nelle sale già
nel 2020.
A suggerirlo è un report di
Deadline relativo alla presentazione del panel Disney esposto
durante il recente CinemaCon di Las
Vegas, dove sebbene non siano stati rivelati i nomi dei film
Marvel che saranno distribuiti nel
2020 (quindi dopo la fusione con la Fox), le novità verranno
annunciate soltanto in seguito alla release di Avengers: Endgame, dunque a fine
mese, ma diverse voci credono che i titoli in arrivo siano
Vedova Nera e Doctor
Strange2.
Altre fonti spiegano che la
sceneggiatura del sequel è praticamente pronta, e che per quanto
riguarda il discorso sugli Eterni, il sostanzioso utilizzo di CGI e
post-produzione potrebbe costringere lo studio ad allungare i
tempi, considerando anche la scelta del cast che è appena iniziata,
così da essere concluso entro il 2021.
Per ora non abbiamo ulteriori
aggiornamenti sulla trama, né tantomeno conferme ufficiali da parte
di Kevin Feige e co., ma solo sul possibile
ritorno in scena di Cumberbatch insieme a Rachel
McAdams, sempre nei panni della collega e interesse
amoroso di Stephen Strange, Christine Palmer,
e Benedict Wong, visto di recente
in Avengers:
Infinity War, in quelli di Wong.
Intanto vi ricordiamo che Doctor Strange sarà in Avengers:
Endgame, in arrivo al cinema ad Aprile 2019,
diretto da Anthony e Joe Russo.
Nel cast del
film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo,
Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch,
Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth
Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave
Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner,
Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.
Torna dal 5 aprile su Netflix
la seconda parte della serie Le terrificanti avventure
di Sabrina. Tratta dai fumetti di Roberto
Aguirre-Sacasa, che rivisitano in chiave dark horror
lo storico personaggio, la serie va a completare con i nuovi dieci
episodi quanto già avviato dai primi dieci già disponibili. Non una
seconda stagione dunque, ma un unicum inscindibile. Con
protagonista Kiernan
Shipka nel ruolo della celebre strega, i nuovi episodi
promettono di ripetere quanto visto fino ad ora, trovando in questa
volontà ora un pregio ora un carenza.
Al centro della vicenda c’è Sabrina
Spellman, all’apparenza normale quindicenne con una vita
abitudinaria, ma che nasconde in realtà un’altra parte di sé:
Sabrina è infatti per metà umana e per metà strega, dovendo dunque
conciliare la sua duplice natura e combattere le forze del male che
la minacciano. Al termine della prima parte di stagione, Sabrina
aveva preso una scelta, accettando la sua natura e aderendo al
culto della Chiesa della notte. Dopo aver firmato il libro della
bestia, aveva deciso di mettere in pausa quella che era la sua vita
da umana, allontanandosi di colpo dai suoi amici e dal suo ex
fidanzato.
La serie riparte proprio da qui,
mostrandoci la nuova vita di Sabrina all’interno dell’Accademia
delle Arti Occulte. Qui si scontra con le regole e le tradizioni di
una realtà con la quale fatica ad entrare in sintonia.
Contemporaneamente alla scoperta di questo nuovo contesto, Sabrina
si trova nuovamente a dover affrontare pericolosi demoni. Si mostra
così la volontà di proseguire con una doppia linea narrativa: una
dalla proiezione orizzontale, dove si segue la lotta di Sabrina nei
confronti dell’autorità vigente; e una maggiormente verticale, dove
la giovane strega si ritrova alle prese con un susseguirsi di
nemici da sconfiggere e problematiche da superare.
La riproposizione di questa
struttura può da una parte consolidare e fidelizzare lo spettatore,
ma dall’altra il ripresentarsi di situazioni ed eventi tra loro
simili può far correre il rischio di perdere l’entusiasmo generato
dai primi episodi. Sfortunatamente è quest’ultima possibilità a
prevalere, facendo così risultare i nuovi episodi piuttosto privi
di fascino, se non per i percorsi di alcuni personaggi, che si
spera possano trovare maggior spazio nel futuro della serie.
A spiccare sono ovviamente le
vicende legate al mondo delle streghe, che non quelle del mondo
umano. Fattore fondamentale a tal fine è certamente il look dark,
all’interno del quale è possibile una maggior sperimentazione
estetica e contenutistica. Tuttavia, ciò che realmente permette a
questa seconda parte de Le terrificanti avventure di
Sabrina di far progredire l’interesse per la serie,
nonostante la sue ripetitività, è il giusto equilibrio tra gli
elementi paranormali e quelli tipici della commedia sentimentale.
Equilibrio che permette così modo di coinvolgere un vasto
pubblico.
Le riprese di
Morbius sono in corso a Manchester con
Jared Leto di nuovo nei panni di un antieroe (dopo
il Joker di Suicide Squad), stavolta proveniente
dall’universo di Spider-Man: si tratta infatti di Michael Morbius,
meglio conosciuto dai lettori dei fumetti come “il vampiro
vivente”, un brillante scienziato affetto da leucemia a cui viene
iniettato il sangue di un pipistrello per sopravvivere.
Ed è l’attore a fornirci un altro
sguardo ravvicinato al personaggio pubblicando una breve clip su
Instagram che mostra il solitario e tormentato villain nel bel
mezzo di una strada trafficata mentre i passanti non sembrano
curarsi troppo della sua presenza. Accompagna il filmato una frase,
al solito molto criptica, scritta da Leto che dice:
“Perché nessun altro percorrerà
questo sentiero…questo luogo di ombre, dove facciamo ciò che deve
essere fatto, indipendentemente dal costo.“
Cosa avrà voluto suggerire?
Qualche giorno fa l’attore era stato
visto sul set con la
classica divisa arancione delle prigioni americane, dettaglio
che ci porta a pensare che il personaggio arrivi a compiere qualche
“impresa” criminale in pubblico finendo tra le sbarre. Forse la
clip qui sotto è un’anticipazione di ciò che accadrà nel film?
Vi ricordiamo inoltre che lo
spin-off vedrà Tyrese Gibbs (star del
franchise di Fast & Furious) nei panni di un
agente dell’FBI
e Adria Arjona, vista recentemente
in Pacific Rim: Uprising e nella
serie Good Omens, che invece darà il volto a
Martine Bancroft, l’interesse amoroso del protagonista Morbius.
Con Morbius continua il piano della
Sony per espandere un universo parallelo a quello dei Marvel Studios, inaugurato quest’anno
da Venom di Ruben
Fleischer, mentre la produzione
di Morbius è iniziata da poche settimane
con la regia di Daniel Espinosa.
La sceneggiatura del film è stata
firmata da Matt Sazama e Burk Sharpless, che vantano nel proprio
curriculum titoli comePower
Rangers, Dracula
Untold, The Last Witch
Hunter– L’Ultimo Cacciatore di
Streghe e Gods of
Egypt.
Fury, il
film con Brad Pitt, è quel film di guerra che non
ci aspetta. Non ha niente a che vedere con i suoi predecessori e si
rende unico per l’aspetto umano analizzato, il contesto storico
considerato e la preparazione e la ricerca alla
verosimiglianza.
Forte di un cast ricco, prestante e
capace, il film di David Ayer cerca di coinvolgere il pubblico e di
raccontargli la condizione psico-fisica di chi ha dovuto
condividere un carro armato durante la Seconda Guerra Mondiale e ha
dovuto guidarlo.
Ecco, allora, dieci cose
che forse non sapevate su Fury con Brad Pitt.
Fury film
1. Durante le riprese è
quasi scoppiata una rissa. Durante le riprese del film,
Brad Pitt e Shia LaBeouf sono quasi arrivati alla mani con
Scott Eastwood. Sembra che Eastwood avesse assunto un
atteggiamento previsto dalla sceneggiatura di cui gli altri due
attori non erano a conoscenza, continuando a sputare del tabacco.
Così, i due ignari attori, si sono rivolti a Eastwood pensando che
fosse fuori di testa e gli animi si sono surriscaldati fino a
quando è venuta fuori la verità.
2. Il regista ha voluto far
incontrare attori e veterani di guerra.David Ayer non era nuovo a realizzare film
basati su una profonda amicizia maschile, come in End of Watch – Tolleranza zero. E, anche in
Fury, ha voluto che prima di tutto uscisse la storia
dell’amicizia fraterna tra uomini che cerano di sopravvivere e
superare gli orrori. È così che, per dare un senso il più
realistico possibile, il regista ha voluto che si organizzassero
diversi incontri con dei veterani di guerra, sopravvissuti alle
atrocità di quegli anni.
3. Il film ha subito un
attacco hacker. In America, Fury era già uscito
da circa un mese, ma nel dicembre del 2014 la Sony Pictures ha
rivelato di essere stata vittima di un attacco hacker non di poco
conto. Tra i vari film leakati, risultava anche Fury,
scaricato quasi 900 mila volte in maniera del tutto illegale. Il
film, risultato come uno dei più scaricati nella storia della
pirateria dalla sua prima comparsa sui siti peer-to-peer alla fine
di novembre, doveva ancora uscire in Italia (infatti, il film è
uscito nel giugno del 2015).
Fury streaming
4. Fury è disponibile in
streaming. Chi volesse rivedere il film Fury per
rivedere e riscoprire alcuni particolari o alcune scene importanti,
o per chi volesse approcciarsi per la prima volta con questo film,
è possibile recuperarlo in streaming. Grazie alle piattaforme
legali digitali, vi è la possibilità di recuperare il film su
Rakuten Tv, Google Play, Infinity, Chili, iTunes e Netflix.
Fury storia vera
5. Fury non si basa su una
storia vera. Sebbene il film di David Ayer sia ambientato
durante la Seconda Guerra Mondiale e sembra raccontare una realtà
vera, più di quanto sembri, in realtà non si basa su una storia
realmente accaduta. Più che altro, il lavoro di Fury è stato quello
di non basarsi su una singola storia, ma su una raccolta di
racconti narrati dai veterani di questa atroce guerra che hanno
vissuto, per gran parte del tempo, nei carri armati, diventando un
tutto con essi.
6. Fury è stato realizzato
grazie a delle ricerche. Per poter dare vita a un film
come Fury, che potesse rappresentare dei fatti reali senza
cadere in incongruenze storiche o rappresentando fatti o contesti
dubbi, ci si è dovuti basare su attente ricerche che riguardavano i
soldati che erano davvero stati all’interno dei carri armati
durante la guerra. Queste ricerche hanno condotto la produzione
anche a considerare di utilizzare dei veri carri armati: dopo
estenuanti negoziazioni, è stato possibile ottenere dei carri
armati realmente usati in passato dal Bovington Tank Museum.
7. È stato utilizzato un
carro armato vero. Tra i tanti carri armati, è stato
specialmente utilizzato un carro tedesco, il Tiger 131, l’unico
modello ancora pienamente funzionante al mondo, catturato dai
tedeschi su ordine di Winston Churchill (e reso
disponibile dal Bovington Museum). Di fatto, la storia reale ha
fatto davvero parte del film, dando un’impronta di realismo davvero
unica ed inimitabile, riuscita grazie anche all’assenza di utilizzo
di CGI, tranne che per alcune piccole eccezioni.
Fury cast
8. Il cast si è sottoposto
ad un duro allenamento. Per interpretare i rispettivi
personaggi, tutti i membri del cast sono dovuto sottostare ad un
duro addestramento gestito addirittura dalla Navy SEALs. Ciò è
servito per aumentare la propria resistenza ed incrementare la
massa muscolare, nonché il fatto di poter sottostare agli sforzi
che si sarebbero presentati durante le riprese. Infine, questo
addestramento è stato utile per potersi calare meglio nei panni dei
rispettivi personaggi.
9. Logan Lerman era
l’ultimo arrivato. In Fury è presente nel cast anche il
giovane Logan Lerman, che era l’ultimo arrivato e, per
lui, questo film era la prima produzione ad alto budget a cui
partecipava. Rispetto agli altri suoi colleghi, il giovane attore è
quello che forse ha sentito di più la pressione ed il nervosismo
dettato dalle condizioni psicofisiche e dai cinque mesi di
addestramento precedenti, tanto da arrivare ad avere quasi un
esaurimento nervoso.
10. Brad Pitt era l’attore
protagonista più vecchio. Tra tutti i vari membri del cast
principale, Brad Pitt era il più vecchio: nonostante il fatto che,
in realtà, i soldati rappresentati nel film avrebbero dovuto avere
tra i 20 e i 30 anni, è plausibile che vi sia anche un sergente di
età matura. Nonostante l’età, Pitt non è stato da meno e ha seguito
tutti i programmi di addestramento conseguendo ottimi
risultati.
È un video dal backstage di
Terminator: Dark Fate la fonte che ci offre il
primo sguardo a Arnold Schwarzenegger nel film che
lo vedrà ritornare nel leggendario personaggio del T-800, al fianco
di Linda Hamilton che torna a interpretare Sarah
Connor.
Ecco il video:
Il film “fingerà”
che Terminator 3, 4 e 5 non siano mai
esistiti e continuerà la storia da Terminator 2: Il
Giorno del Giudizio.
Nel cast di
Terminator: Destino Oscuro tornano Arnold
Schwarzenegger e Linda
Hamilton. Completano il cast Mackenzie
Davis, Diego Boneta e Gabriel
Luna. Alla regia di Terminator: Dark
Fate è stato confermato Tim
Miller. Il film sarà un sequel del secondo capitolo e
vedrà Linda Hamilton tornare nei panni dell’eroica Sarah
Connor.
“Questa è una continuazione
della storia di Terminator 1 e Terminator 2. E stiamo facendo finta
che gli altri film siano stati un brutto sogno – ha dichiarato
Cameron in precedenza – O una timeline alternativa, possibile
nel nostro multi-verso.”
Vin Diesel ha
condiviso sul suo account Instagram un video in
cui compare accanto a James Cameron e in cui dice
di essere sul set dei sequel di Avatar.
Lo sfondo è quello di un capannone
qualsiasi, ma possiamo immaginare con una buona approssimazione
della realtà che si tratta proprio di quel set super segreto su cui
Cameron sta portando in vita la sua grande visione del 4 sequel
previsti per il suo film che ancora detiene, dal 2009, il recordo
per il più alto incasso della storia del cinema.
A quanto pare, Diesel, che già fa
parte del franchise multimiliardario dei Marvel Studios in cui doppia
Groot, si è unito a quest’altra grande saga
cinematografica.
La storia nei sequel di
Avatarracconterà dunque di Jake Sully
(Sam Worthington) e Neytiri (Zoe
Saldana) e dei loro figli che sono impegnati a vivere la
loro vita su Pandora e ad affrontare i conflitti con l’umanità.
Avatar
2debutterà il 18 dicembre
2020, seguito dal terzo capitolo il 17
dicembre 2021. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si
dovrà attendere ancora qualche anno: 20 dicembre
2024 e 19 dicembre 2025.
Dagli ideatori della premiata serie
Pianeta Terra nasce un nuovo progetto
documentario in otto episodi: Il nostro pianeta,
narrato da Sir David Attenborough e
disponibile su Netflix a partire da venerdì 5 aprile.
All’interno della serie si esplorano le meraviglie uniche e
preziose delle bellezze naturali. Protagoniste assolute sono la
ricchezza e la varietà degli habitat di tutto il mondo. Una
fotografia e tecnologia sorprendenti si abbinano all’esplorazione
delle zone selvagge rimanenti del pianeta, mai filmate prima d’ora,
e degli animali che le abitano.
La registrazione di questo
ambizioso progetto è durata quattro anni e si è svolta in 50 paesi
diversi di tutti i continenti. Oltre 600 membri della troupe hanno
collezionato più di 3.500 giornate di riprese. Si va dalla natura
più remota dell’Artico alle misteriose profondità oceaniche,
passando per i maestosi paesaggi africani e le ricchissime foreste
del Sud America. L’intenzione della serie è quella di consentire
agli spettatori di sperimentare la bellezza del pianeta Terra, e di
apprendere l’impatto negativo che i cambiamenti climatici stanno
portando all’intero ecosistema.
L’intento della docu-serie è
esplicito, e quanto mai attuale: esplorare gli habitat più
importanti del pianeta e celebrare la vita che ancora supportano.
Ogni episodio è un vero e proprio viaggio nei luoghi più sacri e
ricchi di meraviglie presenti sul pianeta. Ogni episodio, permette,
attraverso immagini mozzafiato di conoscere lo svolgersi della vita
in questi ambienti, filmando l’infinita varietà delle specie
presenti e i loro straordinari modi di agire, molti dei quali sono
di sostegno al progredire dell’ecosistema. Ciò che la serie ci
trasmette con maggior forza infatti, è quanto ci sia un’incredibile
connessione tra i diversi ambienti naturali e le loro pratiche.
Queste connessioni ci appaiono come precisi incastri tra ingranaggi
che la natura ha sviluppato per permettere la sua stessa
salvaguardia.
Ogni episodio si caratterizza per
la compresenza di immagini contenenti bellezze rare, contrapposte
alla drammaticità degli effetti che il cambiamento climatico ha su
queste. Cambiamenti che in brevissimo tempo stanno letteralmente
distruggendo quello che è il nostro pianeta. Le connessioni
cruciali stanno venendo interrotte, perdendo così la stabilità su
cui l’intera vita fa affidamento. Il messaggio appare ben chiaro
sin dal primo degli otto episodi, dove ci viene ricordato che ciò
che verrà fatto nei prossimi venti anni sarà determinante per
l’intera vita del pianeta Terra.
Sostenuta da un ritmo incalzante e
da un taglio narrativo particolarmente accattivante e coinvolgente,
Il nostro pianeta non scade mai nella
sterile didattica. Al contrario, si dimostra provocante, puntando a
far nascere nello spettatore una sensazione di rabbia per le
bellezze che potrebbero essere perse per sempre a causa del nostro
stile di vita. Nella serie si svelerà dunque ciò che deve essere
preservato, se si vuole garantire un futuro in cui uomini e natura
prosperano insieme.
La Grande Bellezza raccontava di una Roma
magnifica eppure morta dentro, una donna bellissima che promette
piacere e regala abbandono e crepuscolo, un sogno che non si
realizza mai. Alla stessa donna, bellissima e ingannevole, sembrano
rivolgersi Fabio Resinaro, Fausto Brizzi e
Luca Barbareschi che, con
Dolceroma, realizzano la loro versione del film di
Sorrentino, in scala ridotta e con dei toni pop che sicuramente
incontreranno il gusto del pubblico.
Prodotto e interpretato da
Barbareschi, diretto e scritto da Resinaro che firma il soggetto e
la sceneggiatura con il sostegno di Brizzi, il film è ambientato
nel mondo del cinema romano, che non ne esce assolutamente bene. Un
mondo di feste e di decadenza, di sotterfugi e di ambizioni deluse,
di attricette senza talento, produttori senza scrupoli e aspiranti
artisti che imparano a rimanere a galla nella melma o che affogano
nel tentativo.
Con queste idee ben chiare in
mente, Resinaro realizza un film che mescola i generi e che mostra
tutti i difetti di un’industria che comunque affascina e intorno
alla quale gravitano sogni, speranze e ambizioni. In tanti si
riconosceranno nel giovane scrittore (auto-pubblicato) e
nell’attricetta di fiction con velleità da grande diva. In molti
riconosceranno in Oscar Martello la personificazione di quel mondo
vischioso e appiccicoso, come il miele prodotto dal personaggio di
Claudia Gerini, anche lei sensualissima
personificazione di quello stesso ambiente, allettante e
respingente allo stesso tempo.
Resinaro (e con lui Brizzi e
Barbareschi) non esita a prendersi gioco di tutti, dalla fiction
tv, ai premi dell’Accademia, dalla città di Roma, al mondo del
cinema in generale, fino a puntare il dito contro la stessa
ambizione del protagonista, interpretato da un Lorenzo Richelmy che cambia completamente
pelle rispetto a Ride (in cui aveva già lavorato
con Resinaro) e mette in scena il dimesso ed apparentemente ingenuo
protagonista.
Mattatore assoluto della storia è
però Barbareschi, il produttore che interpreta il produttore:
personaggio greve, cafone, volgare, ignorante, vittima dei suoi
vizi e delle sue voglie, ma parimenti appassionato e viscerale,
pronto a tutto senza risparmiare mai nulla, nemmeno se stesso, e al
quale vengono affidate alcune delle battute più divertenti e
taglienti di tutto il film. Un personaggio incredibile che corre il
rischio di essere oscurato soltanto dal camorrista interpretato da
Libero De Rienzo.
Tra citazioni cinefile e momenti
che sfiorano il pulp, Dolceroma è un divertente
carrozzone su cui si sale consapevoli di assistere a una storia
sopra le righe che però non riesce a prendersi abbastanza alla
leggera in più di un’occasione. Nonostante una parte centrale che
risente di un rallentamento del ritmo, Dolceroma
diverte, sorprende, intrattiene e a ben ascoltare sembra permettere
ai suoi autori di togliersi più di un sassolino dalla scarpa.
Dopo le prime congetture, è
IMDb a confermare ufficialmente la presenza di
Bruce Wayne in Joker, il film con
Joaquin Phoenix in cui l’attore interpreta il
Clown Principe del Crimine.
La pagina ufficiale del famoso database on
line che in giovane Dante
Pereira-Olson interpreta effettivamente il giovane Bruce, che
nella scena del trailer diffuso ieri, vediamo dietro a delle sbarre
di quello che potrebbe essere il cancello della Wayne Manor. Nella
scena, Arthur gli disegna un sorriso sul viso, in un modo che
rievoca in maniera inquietante il sorriso del Joker, così come lo
conosciamo dalla sua iconografia più famosa.
La faccenda in sé non sorprende
troppo, visto che il film è ambientato a Gotham ed è normale che
possano esserci altri personaggi dei fumetti legati al Joker e alla
sua origine, quello che però sembra interessare di più sono le
eventuali implicazioni che il film potrebbe avere nell’ottica di un
agognato universo condiviso realizzato con maggiore cura per il
personaggi della DC Comics.
Vi ricordiamo
che Joker vede nel cast
anche Zazie Beetz, Frances
Conroy, Brett
Cullen, Dante
Pereira-Olson, Douglas
Hodge e Josh Pais e che
arriverà nelle sale il 4 ottobre 2019, come
ufficializzato nelle ultime settimane dalla Warner Bros.
Contrariamente alle altre
apparizioni del personaggio
nei Batman di Tim
Burton, nella trilogia del Cavaliero
Oscuro di Christopher
Nolan e in Suicide
Squad, Joker sarà
ambientato nel 1980 e racconterà l’evoluzione di un uomo ordinario
e la sua trasformazione nel criminale che tutti conosciamo.
Di seguito la prima sinossi ufficiale:
Joker ruota attorno all’iconico
arcinemico di Batman ed è una storia originale e autonoma mai vista
sul grande schermo. L’esplorazione di Arthur Fleck (Joaquin
Phoenix), un uomo trascurato dalla società, non sarà solo lo studio
di un personaggio grintoso, ma anche il racconto di un tema molto
più ampio.
Prima di essere disponibile sulla
piattaforma streaming di Netflix, a partire dal 19 aprile, il film
Lo
Spietato sarà al cinema in qualità di evento speciale
dal 7 al 9 aprile. Diretto da Renato De Maria,
regista che ha costruito la sua carriera sulle serie
Distretto di polizia e
Squadra antimafia, e interpretato da
Riccardo
Scamarcio, l’opera è un viaggio lungo un quarto di
secolo nel mondo della malavita italiana, raccontato attraverso gli
occhi di Santo Russo, gangster che si muove nella realtà
caleidoscopica e vertiginosa della Milano da bere. Il film è un
originale di Netflix, prodotto dalla Bibi Film con
Rai Cinema.
Ad aprire la conferenza stampa di
presentazione del film, è il regista De Maria, che inizia ad
illustrare le basi da cui nasce l’idea per il lungometraggio.
“L’idea è nata anni fa dopo aver letto il libro “Manager
Calibro 9”, di Luca Fazzo e Piero Colaprico. È una storia nella
quale si intrecciavano tre caratteristiche che mi sembravano
un’occasione imperdibile per esprimere la mia voglia di
cinema.”
“La prima, – continua De
Maria – è la crime story con il classico andamento di ascesa e
discesa di un gangster completamente fuori dagli schemi. La seconda
è l’ambientazione nella Milano da bere degli anni ’80. Un’epoca e
un luogo che mi appartengono per ragioni autobiografiche e
generazionali. E infine il tono comedy del racconto, di un
personaggio che non riesce a prendere sul serio nessuno, tantomeno
sé stesso.”
A prendere la parola è poi
Riccardo Scamarcio, che nel film da voce e corpo
al gangster Santo Russo. “Con De Maria ci siamo incontrati
circa un anno prima dell’inizio delle riprese.” – ricorda
Scamarcio – Renato mi ha dato il copione, spiegandomi il tipo
di film che voleva fare, e indicandomi “Quei bravi ragazzi” come
esempio di riferimento ideale. Ho letto la sceneggiatura e ho
subito voluto farlo. E tutto il film è stato girato con quello
slancio, e quell’entusiasmo”
“Il mio personaggio, Santo
Russo, – continua Scamarcio – insegue la ricchezza ma
anche un riconoscimento sociale che non ha mai avuto. Lo fa alla
sua maniera, da gangster che si sente un come un manager, alla pari
di Agnelli, il suo mito. Per Santo non è semplicemente una
questione di ricchezza, ma anche e soprattutto di stile. Si pensa e
si vive uomo raffinato. I mezzi scelti per raggiungere i suoi
obietti sono solo un dettaglio, scelte tattiche. Tutto
qui.”
La parola passa poi al produttore
Angelo Barbagallo, che racconta del rapporto produttivo con
Netflix. “E’ entrata nel progetto sul finire delle riprese. Non
ci sono state richieste creative di alcun tipo da parte loro. Io,
che in carriera ho prodotto solitamente film di tipo diverso da
questo, questo progetto lo ho affrontato con la voglia di fare un
film per il pubblico, senza farmi troppe domande, e con la
convinzione che si sarebbe giocato col genere in maniera ironica. E
quindi per me è fantastico pensare che dal 190 aprile Lo spietato
sarà disponibile a un pubblico potenziale di 150 milioni di
abbonati in 190 paesi.”
“Affinché nel film rivivesse
un’atmosfera da anni ’80 era necessario impiegare tutto il rigore
possibile nella ricostruzione dell’epoca e dei suoi costumi. –
conclude il regista, parlando dell’atmosfera del lungometraggio –
Inoltre, il film vive sostanzialmente di tre colori: il giallo,
il blu e il rosso. Ovvero i colori della furbizia, della potenza e
della violenza. Volevo fosse un film colorato, non solo nelle
immagini ma specialmente nella costruzione dei
personaggi.”
Il travolgente successo della sua
opera prima, con tanto di Oscar alla sceneggiatura
originale, ha proiettato Jordan Peele nel cono
di interesse dei cinefili e di coloro che hanno apprezzato Scappa – Get
Out, ma anche di quelli che, scettici, lo stanno
aspettando “al varco”. Con Noi, in sala dal 4
aprile, il regista, sceneggiatore e produttore si mette di nuovo
alla prova, allargando i suoi orizzonti e quelli della sua storia,
uscendo dai confini che aveva dimostrato di padroneggiare e
allungando il getto della sua ambizione.
Noi racconta la
storia di una giovane donna, Adelaide, che, tornata nella casa
delle vacanze della sua infanzia, con il marito e i suoi due
bambini, si trova a fronteggiare una circostanza spaventosa: delle
persone li prendono in ostaggio e li minacciano, persone che sono
le loro copie, un po’ più rozze, feroci e selvagge, ma esattamente
come loro… come noi.
Non si può dire altro del film di
Peele senza rovinare la trama allo spettatore che va al cinema per
farsi sorprendere e spaventare, e in verità il regista riesce
benissimo a fare entrambe le cose. La sua storia sorprende per i
colpi di scena e per le trovate tecniche di regia, che mantengono
sempre altissima l’attenzione, e spaventa, in alcuni momenti più
che in altri, proprio per la capacità di giocare con gli spazi, le
ombre e il linguaggio di genere, tenendo la tensione del racconto
tesa fino alla rivelazione finale.
Perché il finale di
Noi è tutto da scoprire, o forse lo si intuisce
già nei primi 15 minuti, ma non è comunque un’intuizione esaustiva
di fronte alla conferma e allo svelamento conclusivo. Il nervo
scoperto su cui agisce Peele è una ferita che gli Stati Uniti
vedono sanguinare ogni giorno con maggiore forza, una paura che si
trasforma sempre di più in violenza senza deterrente, senza
punizione.
Alla luce di Scappa – Get
Out, dunque, viene naturale aspettarsi da Jordan
Peele non solo un thriller/horror, ma anche una
riflessione sulla società contemporanea, dopotutto nella storia del
cinema, dagli esordi fino a oggi, questo genere è sempre stato un
linguaggio sfruttato per fare satira, critica sociale e politica,
per dare una lettura della contemporaneità.
E con Noi,Jordan Peele fotografa la sua società, con una
metafora cannibale che nasce dagli anni ’80 e si snoda fino a oggi,
a domani, in un finale spiazzante e spaventoso, forse non
pienamente esaustivo per quanto riguarda le pieghe del racconto e
le giustificazioni narrative, ma di grande efficacia da un punto di
vista allegorico ed emotivo. A questo punto lo spettatore,
accettato il patto di credibilità con il regista, può solo prendere
atto di ciò che sta accadendo.
Noi è meno preciso
di Scappa – Get Out, meno coeso e solido nella
trama, ma ha un respiro più ampio, un’ambizione più vasta, una
portata più importante. Peele ci dice dall’inizio (dal titolo) chi
è “il cattivo” di questa storia, peccato che “questa storia” non
finisca con i titoli di coda, ma continui fuori dalla sala, nel
mondo. Noi siamo noi, e facciamo davvero tanta
paura.
Carol, Diane, Jane, Sharon, 4 donne
alle prese con gli eterni problemi sentimentali, fanno parte di un
book club. La loro vita scorre piuttosto noiosa
fino a quando la lettura di
Cinquanta Sfumature di Grigio la cambierà
irrimediabilmente. Ispirandosi allo scandaloso romanzo, vivranno
nuovi amori, vecchi ritorni di fiamma, situazioni esilaranti e
sconvenienti.
Con l’uscita in sala, lo scorso
anno, dell’ultimo capitolo della saga cinematografica tratta dalla
trilogia di EL James, pensavamo di aver chiuso il capitolo
Cinquanta sfumature di grigio. Il film di Bill
Holderman invece parte da uno spin-off che potremmo chiamare “Gli
effetti di Cinquanta sfumature sulla gente”.
Book Club, il film
Il libro è però (o per fortuna)
solo il pretesto per mettere in scena un cast di quattro
divine della commedia: Jane Fonda, che già su Netflix
è protagonista di una serie con protagoniste due donne
inossidabili,
Diane Keaton, Candice Bergen e Mary
Steenburgen alle prese con la loro non più giovane età e
la loro non sopita voglia di essere innamorate. Le quattro
protagoniste sono donne indipendenti, acculturate e con una
discreta voglia di vivere, che verrà rivitalizzata dalla lettura
della trilogia di Christian Grey. Nello sviluppo della storia le
quattro dovranno affrontare gli ostacoli che sembrano
bloccarle.
Book Club si
aggiunge ai titoli che ormai Hollywood dedica alle nuove
possibilità della terza età: dopo i due gangster fuori tempo
massimo di Clint Eastwood (corriere per un cartello della
droga in Il Corriere – The Mule) e Robert Redford (rapinatore gentiluomo in
The Old man and the gun), ora abbiamo un gruppo di
donne ultrasessantenni, che, e qui è il tabù abbattuto, parlano
ancora di sesso. A completare il cast di questa commedia leggera e
ottimista, ci sono Don Johnson e Andy Garcia, in un ruolo che conferma una
nuova piega della sua carriera, che lo vede impegnato in ruoli da
maturo seduttore. C’è chi sceglie i film d’azione per la sua
carriera oltre i 50, chi di sedurre Diane Keaton.
Entrambe le scelte sono degne di rispetto. Il film è in sala dal 4
aprile.
Chi temeva che il franchise di
Deadpool venisse riavviato dalla
Disney dopo aver concluso l’accordo di fusione con
la 20th Century Fox (che ha assicurato alla
casa di Topolino i diritti cinematografici su tutti i personaggi
Marvel) dovrà non soltanto
ricredersi, come riportato qualche giorno fa, ma anche prepararsi
ad un futuro sempre più roseo per il Mercenario Chiacchierone sul
grande schermo.
A confermarlo è stato Alan Horn, presidente di
Walt Disney Studios, durante il CinemaCon di Las Vegas,
rassicurando il pubblico accorso al panel che presto arriverà un
altro capitolo della serie di film con Ryan
Reynolds con lo scopo di “guidare verso casa” il
supereroe mantenendo il cast esistente.
“Vedrete ancora più Deadpool negli anni a venire“, ha
dichiarato Horn, lui che nei mesi scorsi si era rivelato
determinante nel licenziamento di James
Gunn dalla regia di Guardiani della
Galassia Vol.3. Ma è evidente che sia negli interessi
dell’azienda garantirsi l’affetto degli spettatori anche in base al
prodotto proposto e ai nomi coinvolti (Gunn è molto amato dai fan,
come Reynolds e tutto il marchio Deadpool).
Ora il vero interrogativo rimane a livello creativo e distributivo:
il franchise continuerà a stare in piedi da solo come produzione di
Fox vietata ai minori ma sotto l’etichetta Disney, oppure il
personaggio verrà integrato alle storie del MCU insieme al resto dei
Mutanti?
In merito alla questione era
intervenuto il CEO della Disney Bob Iger,
spiegando che lo studio “continuerà il franchise nello stesso
modo in cui l’abbiamo conosciuto, e pensiamo ci sia spazio per
dell’altro”. Questo significa che non sarà attuato alcun
cambiamento di linguaggio e che Deadpool 3 rimarrà R-rated? Molto
più che probabile stando alle sue parole.
La promessa, fa sapere Iger, è non
intervenire sulle caratteristiche che rendono unico il personaggio
all’interno del panorama dei cinecomic, e in tale senso la Disney
avrebbe già ideato un modo per “brandizzare” attentamente
sia Deadpool che gli altri film R-rated
(come Alien) evitando di confondere lo spettatore.
Arriverà in sala il 1° maggio 2019,
distribuito da Lukcy Red, Stanlio e
Ollio, il film diretto da Jon S.
Baird con Steve
Coogan e John C.
Reilly che celebra il profondo legame che ha
unito per tutta la vita il duo comico più amato al mondo.
Ecco di seguito un video per
celebrare l’arrivo del film e che mette a confronto gli originali
comici, maestri della slapstick, e i due attori che li
interpreteranno sullo schermo:
Presentato alla Festa del
cinema di Roma, accolto con un’ovazione del pubblico e
molto apprezzato dalla critica, Stanlio & Ollio di
Jon S. Baird interpretato da Steve
Coogan e John C. Reilly (candidato al
Golden Globe e all’Oscar come miglior attore protagonista) celebra
il profondo legame che ha unito per tutta la vita il duo comico più
amato al mondo.
Scritto da Jeff
Pope, sceneggiatore di Philomena, Stanlio &
Ollio racconta molto più del sodalizio artistico di due icone
della comicità. Linfa del film è la storia di due grandi amici che
hanno vissuto insieme qualcosa di molto speciale riuscendo a
creare, in più di 30 anni di carriera, una vera e propria magia per
cui ancora oggi sono apprezzati da un pubblico di tutte le età.
Un omaggio che mette in luce la
personalità dei due uomini fino a svelare il segreto del loro
immenso e imperituro successo: l’essersi voluti molto bene.
Il Ritorno di Mary
Poppins, l’irresistibile sequel senza tempo basato sui
libri omonimi della scrittrice P. L. Travers, ha
ottenuto il plauso di pubblico e critica aggiudicandosi quattro
nomination agli Academy Award per “Miglior Canzone Originale”,
“Miglior Colonna Sonora”, “Migliori costumi” e “Miglior
Scenografia”.
Diretto dal regista premio Oscar
Rob Marshall che ha portato sul grande
schermo gli adattamenti dei musical Chicago, Nine
e Into the Woods e interpretato dall’attrice nominata ai
Golden Globe Emily Blunt nel ruolo della tata
“praticamente perfetta sotto ogni aspetto”, il lungometraggio vanta
nel cast anche il pluripremiato compositore, autore e
performer Lin-Manuel Miranda nel ruolo dell’affascinante
lampionaio Jack.
I contenuti extra mostrano il
making of de Il
Ritorno di Mary Poppins andando dietro le quinte
per conoscere meglio il cast costellato di star e la crew che hanno
reso possibile l’impossibile. Non mancherà un tour lungo Viale dei
Ciliegi con l’attore del primo Mary Poppins Dick Van
Dyke presente anche nel sequel, una versione sing-along del
film che include l’emozionante brano nominato all’Oscar “Il Posto
Dove Si Nasconde”, blooper, i commenti del regista e scene e
canzoni tagliate.Grazie ai contenuti extra si potrà apprezzare
tutta la magia e il coraggio necessari a ideare e realizzare scene
da musical su così grande scala come “Puoi Illuminare Il Mondo A
Festa”, un incalzante numero di canto e ballo che ha per proganisti
Jack e i suoi colleghi lampionai. Se “Royal Doulton Music Hall” e
“L’Abito Non Fa Il Monaco” mostrano l’incredibile talento dei
protagonisti Emily Blunt e Lin-Manuel Miranda, “Sopra-sotto” è una
sequenza upside-down con Maryl Streep nel ruolo di Topsy,
l’eccentrica cugina di Mary Poppins e “Che Stupendosa Idea!”
racconta invece un’avventura subacquea di Mary Poppins con i
piccoli Banks.
Il Ritorno di Mary
Poppins, la trama
Il Ritorno di Mary Poppins è ambientato a Londra
durante la Grande Depressione degli anni ‘30, ventiquattro anni
dopo gli eventi del film originale. Michael Banks lavora nella
stessa banca in cui lavorava suo padre e vive ancora al numero 17
di Viale dei Ciliegi con i suoi tre figli Annabel, Georgie e John e
la domestica Ellen. Proseguendo la tradizione inaugurata dalla loro
madre, Jane Banks combatte per i diritti dei lavoratori e aiuta la
famiglia di Michael. Quando la famiglia subisce una perdita
personale, Mary Poppins ritorna magicamente nella vita dei Banks e,
con l’aiuto di Jack, li aiuta a ritrovare la gioia di vivere e il
senso della meraviglia.
Prodotto dallo stesso Marshall insieme a John DeLuca
(Chicago) e Marc Platt (La La Land), il film
vanta la presenza nel cast di Ben Whishaw (Spectre) nel
ruolo di Michael Banks, Emily Mortimer (Hugo Cabret) nei
panni di Jane Banks, Julie Walters (i film di Harry
Potter) nel ruolo di Ellen, la domestica dei Banks. Al loro
fianco anche l’attore premio OscarâColin Firth (Il Discorso del
Re) nei panni di William Weatherall Wilkins, direttore della
Banca di Credito, Risparmio e Sicurtà, e l’attrice premiata con tre
Academy AwardsâMeryl Streep (Florence) nel ruolo di Topsy,
l’eccentrica cugina di Mary. Nel film il pubblico incontra dunque
tre nuovi bambini Banks, interpretati da Pixie Davies (Miss
Peregrine – La Casa dei Ragazzi Speciali), da Nathanael Saleh
(Il Trono di
Spade) e dall’esordiente Joel Dawson. Angela Lansbury è la
Signora dei Palloncini, un personaggio amatissimo presente nei
romanzi di P.L. Travers, e Dick Van Dyke presta il volto a Mr.
Dawes figlio, direttore ormai in pensione della banca che ora è
gestita dal personaggio di Firth.
Il Ritorno di Mary Poppins Contenuti extra,
BLU-RAY:
Canzone eliminata – “Lo zoo
antropomorfo”; – In questa sequenza musicale, Mary
Poppins e i piccoli Banks visitano uno zoo molto speciale dove
umani e animali si scambiano di posto.
La realizzazione praticamente perfetta de Il Ritorno di
Mary Poppins– Un viaggio insieme ai creatori e agli attori
del film alla scoperta della magica eredità del film originale
durante le riprese del sequel.
Introduzione – I creatori e
gli attori del film ricordano il primo “Mary Poppins” e
condividono l’emozione di lavorare a “Il Ritorno di Mary
Poppins”.
“Il Cielo su di Noi”– Qui si scopre
come il team che ha lavorato al film abbia davvero scavato a fondo
nei libri di P. L. Travers per trovare nuove chiavi di lettura nel
racconto di un perosnaggio così amato e conosciuto. In più,
conosciamo più da vicino i piccoli Banks!
“Che Stupendosa Idea!”– Sul set
nell’iconico momento dell’entrata in scena di Mary Poppins dal
cielo con le musiche originali del film ispirate dai Fratelli
Sherman.
“Fin Dove Potrà Portarmi?” –Sul set
insieme a Dick Van Dyke e Angela Lansbury alle prese con la magica
scelta del palloncino giusto.
“Vedendo le cose da un nuovo punto di vista”: i
numeri musicali de Il Ritorno di Mary Poppins –
Dietro le quinte per ammirare i numeri musicali da una nuova
angolazione.
“Puoi illuminare il mondo a
festa” – Guidato da Lin-Manuel Miranda, il cast
interpreta il numero musicale più emozionante con lampionai
danzanti, interpret in bicicletta e molto altro ancora!
“Royal Doulton Music Hall / L’abito non fa il
monaco” – Tutto quello che serve per creare due
grandiosi numeri musicali all’interno di un mondo animato con tanto
di pinguini danzanti!
“Sopra-sotto”– Topsy, l’eccentrica
cugina di Mary Poppins interpretata da Meryl Streep, vive in una
casa insolita che “mette sottosopra” l’intero numero musicale.
“Che stupendosa idea!” – Qui
ci si tuffa sotto le bolle con il cast e I creratori del film per
scoprire come sia stato realizzato questo incredibile numero
musicale.
Di nuovo in Viale dei Ciliegi: il ritorno di Dick
Van Dyke – Dick Van Dyke, che interpretava lo
spazzacamino Bert nel primo film, torna 54 anni dopo in Viale dei
Ciliegi nei panni di Mr. Dawes Jr.
Papere praticamente perfette – Si
può solo andare sempre più in alto con il cast del film e questa
selezione di errori, gaffe e veri e propri piccolo disastri sul
set.
Scene eliminate
Salutando Topsy – Dopo aver fatto
visita alla cugina Topsy, Mary Poppins e i piccoli Banks fanno una
piccola sosta per ripercorrere insieme il passato.
“Puoi illuminare il mondo a
festa” – Una versione estesa del più grande
numero musicale del film.
Modalità Sing-Along– La versione
sing-along del film per cantare tutti insieme durante la
visione.
Il Ritorno di Mary Poppins ESCLUSIVA DIGITALE:
Guarda il film con il Commento Audio– È
possibile guardare il film con il commenti alle scene del regista
Rob Mashall e del produttore John DeLuca.
Una versione alternativa (che potete
vedere alla fine dell’articolo) del nuovo spot di
Avengers: Endgame diffuso pochi giorni fa dai
Marvel Studios sembra aver confermato la morte
di un altro personaggio del MCU, protagonista nel franchise di
Thor. Forse avrete già capito di chi stiamo
parlando, e l’immagine qui sotto ne è la prova schiacciante.
Come vedete di seguito, i
Vendicatori sopravvissuti alla Decimazione (più Captain
Marvel, accorsa dopo aver ricevuto l’sos di Nick Fury
alla fine di Infinity
War) si sono radunati al loro quartier generale per
studiare un piano di attacco. Nel mentre studiano il numero delle
vittime dello schiocco, fra cui figurano Hope Van
Dyne/Wasp, Wanda Maximoff/Scarlet Witch,
Sam Wilson/Falcon e, a sorpresa, anche il
Dottor Erik Selvig, il personaggio interpretato da
Stellan Skarsgård in Thor (2011),
The
Avengers (2012), Thor: The Dark
World (2013) e Avengers: Age Of
Ultron.
Questo significa che Solvig sarà nel
film? Tornerà in una sequenza di flashback relativa a passato del
Dio del Tuono, oppure all’intervento dei Vendicatori nella
battaglia di New York contro Loki
(dove aveva avuto un ruolo determinante)? Che ne pensate?
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
Diversamente dalle altre apparizioni
del personaggio nei
Batman di Tim Burton,
nella trilogia
del Cavaliero
Oscuro di Christopher
Nolan e in Suicide
Squad, il nuovo Joker di Todd
Phillips sarà ambientato nel 1980 e racconterà
l’evoluzione di un uomo ordinario e la sua trasformazione nel
criminale che tutti conosciamo. E se da una parte si sprecano i
paragoni con il celebre fumetto di Alan Moore The Killing
Joke, dove il villain viene mostrato come un comico
fallito che inizia a commettere atti violenti dopo che è entrato in
contatto con sostanze chimiche nocive, nel film con Joaquin
Phoenix sembra esserci un chiaro parallelismo con una
pellicola chiave di quell’epoca.
Diretto da Martin
Scorsese (che figura tra i produttori di Joker),
Re per una notte esce nel 1983 e vede protagonista
Robert De Niro nei panni di Rupert Pupkin, un uomo
sui trent’anni che sogna di diventare uno stand-up comedian
affermato e che vive ancora con sua madre, scapolo. E a vedere le
prime immagini del teaser trailer del cinecomic ci pare obbligato
uno studio comparato delle due opere in cui il personaggio
principale coincide.
Questo omaggio è stato inoltre
confermato da De Niro in un’intervista, spiegando che “C’è una
connessione, ovviamente, ma non diretta. Il personaggio che
interpreto non è Rupert. […] Certo, se me l’avessero proposto avrei
detto che era interessante e che si poteva provare a intraprendere
quella strada. Vedrete insomma in che modo hanno collegato i due
film“.
Come riportato nei mesi
scorsi, Re per una notte di Martin
Scorsese è stata una delle maggiori ispirazioni per
Todd Phillips nel concepimento
di Joker, che porta al cinema la storia di un
comico fallito che farebbe qualsiasi cosa pur di avere il suo
momento di celebrità. Sullo schermo De Niro interpreta invece un
conduttore televisivo che farà “impazzire” Arthur.
Vi ricordiamo
che Joker vede nel cast
anche Zazie Beetz, Frances
Conroy, Brett
Cullen, Dante
Pereira-Olson, Douglas
Hodge e Josh Pais e che
arriverà nelle sale il 4 ottobre 2019, come
ufficializzato nelle ultime settimane dalla Warner Bros.
Contrariamente alle altre
apparizioni del personaggio
nei Batman di Tim
Burton, nella trilogia del Cavaliero
Oscuro di Christopher
Nolan e in Suicide
Squad, Joker sarà
ambientato nel 1980 e racconterà l’evoluzione di un uomo ordinario
e la sua trasformazione nel criminale che tutti conosciamo.
Di seguito la prima sinossi ufficiale:
Joker ruota attorno all’iconico
arcinemico di Batman ed è una storia originale e autonoma mai vista
sul grande schermo. L’esplorazione di Arthur Fleck (Joaquin
Phoenix), un uomo trascurato dalla società, non sarà solo lo studio
di un personaggio grintoso, ma anche il racconto di un tema molto
più ampio.
Captain Marvel appartiene adesso al
“club del miliardo”. Il film Marvel Studios ha superato la cifra
con gli incassi degli ultimi giorni, a quattro settimane
dall’uscita, arrivando a $ 358 milioni a livello nazionale e a $
645 milioni a livello internazionale.
Il film è ancora in programmazione,
quindi probabilmente guadagnerà ancora un po’ di più prima di
chiudere definitivamente la sua corsa e spianare la strada a
Avengers: Endgame che invece è un
film che si proietta tranquillamente verso i due miliardi di
incasso.
Captain Marvel si è unito quindi agli altri
sei film dei Marvel Studios che hanno superato
la cifra e che sono Avengers: Infinity War ($
2,068 miliardi), The Avengers ($ 1,518 miliardi),
Avengers: Age of Ultron ($
1,405 miliardi), Black Panther ($ 1,346 miliardi),
Iron
Man 3 ($ 1,214 miliardi) , Capitan America:
Civil War ($ 1.153 miliardi), oltre ai cinecomic della
DC/Warner che completano la classifica dei primi 10 film di
supereroi ad aver raggiunto tale cifra: Aquaman ($ 1.147 miliardi), Il
Cavaliere Oscuro il Ritorno ($ 1,084 miliardi), Il
Cavaliere Oscuro ($ 1,004 miliardi). Captain Marvel è ora a $ 1,003
miliardi.
Captain Marvel è nelle nostre sale
dal 6 marzo 2019.
Il cast ufficiale: Brie
Larson, Samuel L.
Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
Basato sul
personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta
nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi
più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una
guerra galattica tra due razze aliene, è lì che l’eroina
interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura
tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia
dell’universo cinematografico Marvel.
Arrivare preparati all’uscita di
Avengers:
Endgame dovrebbe essere facile per i fan dell’universo
cinematografico Marvel, tuttavia ci sono due film
che rappresentano una tappa obbligata da ripercorrere prima
dell’arrivo in sala del quarto capitolo sui Vendicatori e
dell’imminente conclusione della Fase 3.
A suggerirlo sono Anthony e
Joe Russo, registi di quattro cinecomic dello studio, in
una lunga intervista concessa a Fandango in occasione dell’apertura
delle prevendite di Endgame (che tra l’altro ha
già paralizzato ogni circuito internazionale):
“È una bella domanda, e abbiamo
sempre lavorato sodo per assicurarci che la storia funzionasse
indipendentemente dai film precedenti, così da poter essere
apprezzato anche dalle persone che non hanno visto nulla del
MCU. Riteniamo sia una cosa molto
importante…Certo, se arrivi a Endgame dopo aver guardato in ordine
tutti i capitoli, puoi crescere insieme a loro […]
La sfida allora è parlare ad un
pubblico che forse sta vedendo queste storie per la prima volta.
Detto questo, c’è sicuramente una connessione con il passato, e i
percorsi degli eroi sono legati, quindi senza dubbio Civil
War e Infinity
War sono probabilmente i due più importanti
protagonisti di questo film. D’altronde Civil War ha creato la
divisione tra i Vendicatori che ha avuto delle ripercussioni su
Infinity War…“
Parlando di “eventi” cinematografici
degli ultimi dieci anni, i due titoli citati dai Russo hanno
segnato profondamente la storia del cinefumetto, riunendo
incredibili cast e tessendo le fila di un racconto che poggia le
basi su vari tentativi di condivisione in forma seriale. Un
progetto che i Marvel Studios stanno costruendo dal 2008, con
Iron Man, e che in Endgame
troverà (si spera, ma le premesse sembrano ottime) la sua massima
espressione artistica.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
Mentre cresce l’attesa di scoprire
di più riguardo a American Horror Story 9,
l’annunciata nona stagione della serie firmata Ryan
Murphy, oggi arriva una brutta notizia per i fan. Infatti
secondo quanto apprendiamo dal WonderCon Evan Peters ha rivelato
che non apparirà nei nuovi episodi.
L’attore era presente all’evento
per promuovere il nuovo film sugli X-Men, Dark Proenix che durante
un’intervista ha ammesso che la non prenderà parte alla nona
stagione.
Richiamando caratteristiche delle
serie antologiche, la fiction venne concepita in modo che ogni
stagione avesse trama, ambientazione e personaggi diversi. Al suo
debutto, la serie raccolse un’accoglienza positiva dalla critica e
un ottimo riscontro di pubblico; la première risultò la più vista
di sempre sulla rete FX.
In Italia il primo episodio è stato
distribuito il 31 ottobre 2011 sul sito internet di Fox, canale
televisivo della piattaforma pay satellitare Sky, che trasmette la
serie dall’8 novembre 2011. In chiaro, la serie va in onda a
partire dal 3 febbraio 2013 su Deejay TV.
La serie vanta 15 Emmy Awards, 4
Critics’ Choice Television Awards e 2 Golden Globe, questi ultimi
vinti da Jessica Lange e Lady Gaga.
Il ritorno di James
Gunn alla regia di Guardiani della Galassia
vol.3 è stato accolto con gioia ed entusiasmo non soltanto
dai fan, ma anche dal cast e altre personalità legate
ai Marvel Studios come Zoe Saldana,
Karen Gillan, Taika Waititi e il
fratello Sean Gunn. All’appello mancava uno dei
suoi più grandi sostenitori, anche dopo l’improvviso licenziamento
avvenuto in estate, ovvero Dave Bautista, che nei
mesi scorsi aveva minacciato di voler abbandonare la produzione del
film se non fosse stata confermata la presenza di Gunn.
“Sono sempre stato onesto sulla
faccenda e sul modo in cui mi ero sentito” ha dichiarato
l’attore in una recente intervista, “Pensavo che il trattamento
fosse stato troppo duro, una cattiveria nei suoi confronti, oltre
che una cattiva decisione […] Questi ragazzi sono come una famiglia
per me e volevo essere coinvolto nel terzo film. Volevo che
usassero la sceneggiatura di James perché è bellissima e andare
avanti senza di lui sarebbe stato un vero problema personale per
me.“
Nella conversazione con Variety
Bautista ha inoltre confermato di essere “contrattualmente
obbligato a comparire in Guardiani della Galassia 3,
ma credo che sia la Marvel che la Disney – se fossi
rimasto convinto della mia posizione, che non volevo farlo senza
James – avrebbero potuto essere abbastanza cortesi da
permettermi di uscire dal mio contratto.“
Queste invece erano state le parole Bautista a settembre:
“Sarà quel che sarà, se ci
rimetterò il lavoro andrà bene comunque. Non si può minacciare
con la povertà un uomo che è già povero. Sono cresciuto povero e so
cosa significa. Non mi preoccupa perdere dei soldi, non valgono
niente per me. Sono disposto a tornare a fare wrestler nei cortili
davanti a 10 persone se costretto a fare qualcosa per vivere. Non
ho intenzione di piagare la mia integrità“.
Per quanto
riguarda Guardiani della Galassia Vol. 3, la
produzione è momentaneamente sospesa per permettere a Gunn di
concludere i lavori su Suicide Squad 2.
La
sceneggiatura è pronta da diversi mesi e si prospetta il
ritorno nel cast della stessa Saldana insieme al resto del team.
Tutto dipende dagli eventi di Avengers: Endgame e da quali
personaggi verranno “resuscitati” per continuare il loro viaggio
nel MCU.
Al momento il nucleo dei Guardiani
rimasti in vita si riduce al solo Rocket, che ha visto
polverizzarsi tra le sue braccia il giovane Groot, mentre Gamora è
stata uccisa da Thanos per entrare in possesso della Gemma
dell’Anima su Vormir, mentre gli altri membri della squadra si sono
polverizzati su Titano. Rimasta in vita anche Nebula, che come
abbiamo visto dal trailer
di Avengers: Endgame, si schiererà
ufficialmente dalla parte dei Vendicatori.
Il primo teaser trailer
di Joker diffuso ieri dalla
Warner Bros. ha impostato quello che dovrebbe essere il tono
tragicomico del film, l’atmosfera cupa e mostrato le varie
sfumature del protagonista interpretato da Joaquin
Phoenix.
Ma quali altri dettagli ci sono sfuggiti? Eccone 8 davvero
intriganti:
Il bambino dietro le sbarre è Bruce Wayne?
La presenza della famiglia Wayne in
Joker è un mistero che
verrà risolto soltanto dopo la visione del film, tuttavia c’è un
particolare che sembra suggerire la veridicità di questa teoria
nella scena in cui Arthur si confronta con un bambino dall’altra
parte delle sbarre di un cancello (forse proprio quello che
delimita la proprietà dei Wayne?).
E se quello fosse
Bruce (aka futuro Batman), interpretato
dal giovanissimo Dante Pereira-Olson? Arthur cerca
di farlo sorridere in un modo inquietante, e questa strana amicizia
potrebbe evolversi nel corso del film…
Re per una notte
Come riportato nei mesi scorsi,
Re per una notte di Martin Scorsese è
stato una delle maggiori ispirazioni per Todd
Phillips nel concepimento di Joker, che
porta al cinema la storia di un comico fallito che farebbe
qualsiasi cosa pur di avere il suo momento di celebrità.
E come se non bastasse l’omaggio
evidente, il protagonista del film di Scorsese, Robert De
Niro, comparirà anche in Joker nei panni di un conduttore
televisivo che fa “impazzire” Arthur (mentre nell’originale
interpretava Rupert Pupkin, un uomo di trentaquattro anni che sogna
di diventare un comico affermato, sebbene viva ancora con sua madre
e non abbia trovato moglie).
The Killing Joke
L’obiettivo di Arthur è affermarsi
come stand-up comedian, e questo elemento sembra essere
fondamentale nella trama del film, o almeno in partenza, visto che
poi la situazione evolverà in uno scenario molto più complesso e
psicologicamente instabile.
Tuttavia le scene di Phoenix che si
reca al Comedy Club di Pogo, le risate e la comparsa sul palco
principale ci portano alla mente alcune sequenze di The Killing
Joke, fumetto scritto da Alan Moore
nel 1988 che esamina il rapporto tra Batman e la sua nemesi
Joker.
In quella storia il protagonista è
un comico frustrato e determinato a diventare un professionista del
settore per prendersi cura della moglie incinta. Qui non c’è lei,
ma sua madre malata, e i punti di contatto con il fumetto sembrano
essere diversi…
Un nuovo Arkham Asylum
Il manicomio dell’Arkham
Asylum è tra le location che meglio caratterizza
l’immaginario DC e le storie di Batman, e se solitamente viene
raffigurato come una struttura iper-sviluppata dallo stile gotico,
la versione di Joker non viene nemmeno etichettata
come ospedale psichiatrico, ma semplicemente come Arkham State
Hospital.
Un elemento di maggiore realismo che
si unisce al tono del film voluto dal regista Todd Phillips.
Thomas Wayne in politica
Torniamo a parlare della famiglia
Wayne con quello che sembra essere a tutti gli effetti il
capostipite, Thomas Wayne, apparso brevemente nel
teaser trailer: prima sotto forma di voce fuori campo, poi in carne
e ossa con il volto dell’attore Brett Cullen.
Il politico (?) manifesta la sua
preoccupazione per lo stato attuale in cui vive Gotham City, forse
a seguito di un atto criminale compiuto da Arthur…
Tempi moderni
Durante la scena che mostra la
facciata della Wayne Hall compaiono due manifesti del classico di
Charlie ChaplinTempi Moderni, forse
proiettato in occasione dell’inaugurazione dell’edificio.
Un dettaglio doppiamente
interessante, innanzitutto perché l’Arthur di Joaquin
Phoenix ha le movenze di Chaplin e poi perché l’artista
sembra essere stata una delle sue più grandi ispirazioni. Senza
contare che il film è una feroce satira sulle difficoltà economiche
dell’operaio della Grande Depressione, qualcosa di simile alle
contraddizioni della famiglia Wayne con il popolo…
Wayne Hall
Può esistere un film ambientato a
Gotham senza nemmeno un riferimento alla famiglia più ricca e
celebre della città? Certo che no, e alcuni indizi sulla trama di
Joker sembrano confermare i Wayne
come personaggi cruciali.
A partire dal trailer, dove vediamo
la “Wayne Hall” marchiata da lettere d’oro e illuminata dai
riflettori.
Il tributo a Bob Kane
Bob Kane, scomparso
nel 1988, è stato il creatore di Batman e uno dei
fumettisti più importanti della storia americana. Tra le sue
creazioni c’è anche il suo leggendario nemico, Joker, quindi non
sorprenderà scoprire qualche easter egg che omaggi la sua
memoria.
Come quello inserito nel teaser, nel
badge dell’assistente sociale che sta parlando con Arthur, il cui
nome è Debra Kane.
Si è svolta nella serata del 3
aprile, a New York, la premiere di Game of Thrones
8, la stagione conclusiva dello show targato HBO che si è
rivelato un vero e proprio evento e che riunirà, lungo tutto il
globo terracqueo, i fan che non vedono l’ora di scoprire come
finisce la saga televisiva basta (a questo punto, liberamente) sui
romanzi di George R. R. Martin, anche lui invitato alla
premiere.
All’evento sono stati invitati non
solo i protagonisti rimasti in vita nello show, ma anche tutti gli
altri, i grandi attori che la serie ha perso nel corso delle
stagioni, a causa della sua natura violenta e qualche volta
politicamente scorretta.
Così, sul tappeto rosso costeggiato
dalle fiamme sono stati visti sfilare Charles
Dance e Jack Gleeson, i non tanto
compianti Tywin e Joffrey, ma anche Jason
Momoa/Khal Drogo, Aidan Gillen/Petyr
Baelish, Natalie Dormer/Margaery Tyrell, la bella
Rose Leslie, che fu Ygritte, mano nella mano con
suo marito nella vita reale… proprio Kit
Harington, il nostro Jon Snow, o dovremmo dire Aegon
Targaryen?
Si fa notare l’assenza di
Lena Headey, interprete di Cersei, e quella di
Richard Madden, fu Robb Stark, ma il cuore di ogni
fan non può non avere un sussulto quando sul tappeto rosso compare
lui, Ned Stark in persona, interpretato per la prima intensa
stagione da Sean Bean!
Ecco a questo link le immagini,
mentre per l’inizio dello show dovremo aspettare ancora 10 giorni,
visto che il primo episodio andrà in onda il prossimo 14 aprile su
HBO!
Una scena inedita di Avengers:
Endgame è stata mostrata in anteprima durante il panel
di Disney al CinemaCon di Las Vegas, e sebbene non ci siano state
rivelazioni importanti sulla trama, alcuni dubbi sono stati risolti
(come l’assenza di Captain
Marvel negli anni che precedono il suo arrivo alla
sede dei Vendicatori, l’attuale posizione di Thanos, e parte del
piano degli eroi per sconfiggerlo).
Il footage inizia proprio da Carol
Danvers, tornata sulla Terra per rispondere al messaggio di
soccorso inviatole da Nick Fury alla fine di Infinity
War. È lei a promettere agli Avengers che abbatterà il
Titano Pazzo da sola, anche se i colleghi supereroi non sembrano
convinti che basti a fermarlo.
Subito dopo sentiamo Natasha
Romanoff dire che nessuno sa dove si trovi al momento
Thanos, mentre Nebula interviene spiegando che suo
padre le ha raccontato di un pianeta e di un giardino dove voleva
ritirarsi una volta completato il suo piano (la Decimazione), e
come mostrato dalla chiusura di Infinity War, è
stata esattamente quella la destinazione del villain dopo lo
schiocco. A questo punto Rocket attiva un
ologramma per mostrare le coordinate di un pianeta in cui è stata
registrata un’enorme forza energetica due giorni prima, e quanto
pare a scatenarla è stato l’uso del Guanto dell’Infinito.
In molti hanno ipotizzato che i
Vendicatori vogliano usare il Guanto ancora funzionante per
invertire gli effetti della Decimazione una volta che avranno
sconfitto Thanos, ma sebbene non ne abbiamo ancora la conferma, la
frase pronunciata da Carol sembra suggerire uno scenario del
genere: “Usiamo le gemme per riportare tutti indietro“,
dice l’eroina. Forse il primo tentativo fallirà e i protagonisti
ricorreranno alle tute bianche per calarsi nel Regno
Quantico insieme ad Ant-Man?
Sappiamo inoltre, grazie ai trailer,
che Tony Stark tornerà a casa con Nebula e che
potrà riabbracciare Pepper Potts, tuttavia nella
scena del CinemaCon non c’è traccia di lui né di Scott
Lang. È probabile che i due stiano lavorando ad un altro
modo per invertire gli effetti dello schiocco, oppure che Tony
nutra ancora qualche risentimento per ciò che è successo tra lui e
Cap in Civil War…
Più tardi nel footage Rhodey chiede
a Carol dove sia stata per tutto questo tempo, con l’eroina che
risponde: “Ci sono molti pianeti che non sono così fortunati ad
averci“. Si riferirà alle guerre aliene fra Skrull e Kree
sulle quali ha vegliato dagli anni Novanta ad oggi? Evidentemente
si, ma staremo a vedere in Endgame.
Il filmato si chiude con il team che
sale sul Benatar per dirigersi verso il pianeta di
Thanos e tentare di abbatterlo. Prima di salire a bordo però, Steve
Rogers raduna il gruppo con un insolito verso d’incitamento:
“Andiamo a prendere questo figlio di puttana“. Rocket poi
chiede al suo nuovo equipaggio se qualcuno di loro non è mai stato
nello spazio, e Cap, Natasha e Rhodey alzano tutti le mani, con il
procione che dice che non vuole che qualcuno vomiti sulla sua
nave.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
Prende forma il cast di
Vedova Nera, standalone dedicato alle origini
dell’eroina interpretata nel MCU da Scarlett Johansson e affidato
alla regista Cate Shortland, e come confermato
dall’Hollywood Reporter, David Harbour (la star di
Stranger Things) è ufficialmente nel
film insieme a Florence Pugh, con le riprese che
partiranno a Londra il prossimo giugno.
Ma non finisce qui, perché secondo
Variety anche Rachel Weisz potrebbe unirsi al
cinecomic se le trattative con i Marvel Studios andranno a buon fine. Vi
ricordiamo che il suo nome era già emerso da una shortlist di
attori qualche giorno fa, in cui si parlava anche di Andre
Holland, visto nella serie The Knick e
in Moonlight
(premio oscar nel 2017), come perfetto villain, e di un’interprete
femminile da affiancare alla protagonista.
Al momento non ci sono ulteriori
aggiornamenti sul film, né sui panni che Harbour e Weisz potrebbero
vestire. Lo studio è invece determinato a mantenere la massima
segretezza intorno al progetto che, come saprete, rivedrà la
Johansson in quelli della spia sovietica Natasha Romanoff
presumibilmente prima degli eventi che l’hanno portata a diventare
un membro del team dei Vendicatori.
Prossimamente Harbour sarà al
cinema con il reboot di Hellboy, terzo adattamento
del demone che arriva a dieci anni dalla versione
di Guillermo Del Toro. Insieme all’attore,
nel cast, figurano Milla
Jovovich (Resident Evil, Zoolander
2), Ian McShane (John Wick 1, 2), Sasha Lane
(American Honey) e Daniel Dae Kim (The Divergent
Series: Allegiant).
Hellboy sarà
distribuito in Italia da M2 Pictures,
in anteprima mondiale, dall’11
aprile.
La nascita di Vedova Nera
(alias di Natasha Romanova) dipende dal KGB, un’organizzazione che
la spingerà a diventare il suo ultimo soldato: quando l’URSS cade a
pezzi, il governo cerca di uccidere l’agente segreto a New York,
dove lavora come freelance operativa. È lì che ritroveremo Natasha,
emigrata da quindici anni dopo la caduta dell’Unione
Sovietica.
Vedova Nera sarà a tutti gli
effetti un viaggio nel “passato” del MCU (come Captain
Marvel, ambientato in un’epoca mai esplorata
all’interno dell’universo condiviso). Lo
standalone riprenderà quindi le sorti
di Natasha Romanoff quindici anni dopo
la caduta dell’Unione Sovietica negli Stati Uniti ed è evidente che
si piazzerà in un momento della timeline antecedente
a Iron Man 2.
Il cinema ha sempre puntato
sulla danza per poter rappresentare al meglio i sentimenti
dei personaggi altrimenti inesprimibili solo con le parole.
La danza nel cinema ha una lunga
storia che risale al teatro e ai numeri dapprima separati e poi
facenti parte, con un filo logico, delle riviste e degli spettacoli
di varietà, fino ad arrivare ai musical che vanno dagli anni ’30
agli anni ’50.
Tuttavia, di incentrati solo sulla
danza, su un personaggio che supera ostacoli di ogni tipo per poter
diventare un ballerino affermato, hanno avuto particolare rilievo
negli ultimi 30 anni.
Ecco tutto quello che c’è
sapere sui film sulla danza che hanno fatto la storia del cinema,
sia che si tratti di danza classica o hip hop.
Film sulla danza classica
La danza classica è sempre
stata considerata come un tipo di espressione molto misteriosa,
affascinante e coinvolgente, tanto da essere rappresentata
e portata più volte sullo schermo. Inizialmente, questa forma di
danza era usata come espediente per comporre dei numeri musicali
coreografici e come motivo di espressioni dei sentimenti dei
protagonisti, grazie alla realizzazione del ballo a due.
Basti pensare alle sequenze di film
come Papà Gambalunga (1955), Spettacolo di
varietà (1953) o la sequenza finale di Un americano a
Parigi (1951), ma, più semplicemente, ai diversi film
realizzati da duo Fred Astaire e Ginger
Roger. Film, però, che erano più musical, in cui le
componenti di ballo, canto e recitazione si eguagliavano sullo
stesso piano, intersecandosi e raccontando storie sia individuali,
come per i film già citati, o collettive, come in West Side
Story (1961).
In anni più recenti, si è deciso di
focalizzare l’attenzione più sulla realizzazione di questa danza,
sulle difficoltà che essa comporta, con quasi sempre un provino
all’orizzonte pronto a decidere le sorti della/del protagonista. In
questo senso, sono esemplari film come Billy Elliot (2000) – che racconta la storia,
ambientata nell’Inghilterra del 1984, di Billy, un ragazzino di 10
anni, che scopre la sua passione per la danza classica, andando
contro il padre e il fratello che lo vorrebbero pugile – e Il cigno nero (2010), con protagonista Nina Sayers,
ballerina talentuosa ma instabile mentalmente.
Tra gli altri titoli, si cita anche
A time for dancing (2000), con protagonista Jules che, a
causa di una malattia, si trova a dover fare i conti con il
destino, le sue paure e i suoi desideri di continuare ad essere una
ballerina.
Frasi film sulla danza
Chi non ha mai citato la frase di
un film per esprimere un sentimento o per il solo gusto di farlo,
alzi la mano. Anche i film sulla danza hanno le loro frasi ad
effetto indimenticabili, tanto che a volte, riguardando i film, ci
si può sorprendere di quanto esse siano scolpite in mente.
Esaminatrice: Posso chiederti, Billy, che genere di sensazioni
hai quando danzi? Billy: Non lo so… una bella sensazione… Sto lì,
tutto rigido, ma dopo che ho iniziato, allora, dimentico qualunque
cosa. E… è come se sparissi. Come se sparissi. Cioè, sento che
tutto il corpo cambia, ed è come se dentro avessi un fuoco, come
se… volassi. Sono un uccello. Sono elettricità. Sì, sono
elettricità. (Billy Elliot)
Nessuno può mettere Baby in un angolo. (Dirty
Dancing)
Si va in scena! (All That Jazz)
State parlando del ballo come se fosse il lancio di una capsula
spaziale. (Step Up)
Chi rinuncia ai propri sogni è costretto a morire.
(Flashdance)
L’unico vero ostacolo al tuo successo sei tu: liberati da te
stessa. Perditi, Nina. (Il cigno
nero)
A certe persone nella vita va tutto per il verso giusto ad
altre va tutto storto… è così che va il mondo!
(Honey)
Il futuro non si fa fottere, il futuro casomai fotte te! Quello
c’è sempre e se non sei preparato, ti fotte! (La febbre
del sabato sera)
Film sulla danza hip hop
Uno dei tipi di danza più recenti e
su cui il cinema si è focalizzato molto è l’hip hop. Tra i vari
film realizzati e con questo tipologia di ballo, che sono molti, si
segnalano sicuramente Step Up (2006) – storia di due
ragazzi che imparano l’uno dall’altro stili diversi di danza -,
Save the Last Dance (2001) e Honey (2003).
Da questi film sono nati diversi
sequel, come Ballare per un sogno 2 (2006), Step Up 2
– La strada per il successo (2008), Step Up 3D
(2010). Tra gli altri film che includono questo tipo di ballo, si
segnalano anche Ti va di ballare? (2006) e Ballare per
un sogno (2008).
Film sulla danza recenti
Negli ultimi anni non si è dato
molto risalto a film che riguardassero il mondo della danza, per il
semplice fatto che non ne sono stati prodotti parecchi.
Tra gli ultimi film di questa
tipologia, si citano New York Academy (2016)– racconta la storia di
una ballerina di danza classica che incontra un violinista di
talento (che si basa sul film Scarpette Rosse del 1948) e tra i due
nasce un’intensa passione – e New York Aademy – Freedance
(2018) che una storia che si avvicina al primo film, ma ben più
articolata.
In aggiunta a questi, si segnalano
anche il film d’animazione Ballerina (2016) e gli ultimi
sequel di Step Up, ovvero Step Up Revolution (2012) e Step Up All In (2014).
Film belli sulla danza
Decidere quale sia il film più
bello sulla danza è un fatto parecchio complicato. Nel mondo del
cinema ne sono stati realizzati diversi e tutti molto particolari,
tanto da non avere metri di paragone l’uno con l’altro.
In ogni caso, tra i migliori film
che riguardano il mondo della danza si possono certamente segnalare
titoli come il romantico Dirty Dancing (1987), il
coinvolgente Footlose (1983), l’energico
Flashdance (1983) o il magnetismo di Cabaret
(1972). E come non dimenticare La febbre del sabato sera
(1977) sulla note dei Bee Gees, le coreografie briose di
Chrous Line (1985) e quelle adrenaliniche di Saranno
Famosi (1980) e All That Jazz (1979)?
In occasione della premiere di
Londra, abbiamo intervistato Zachary Levi e
Mark Strong, rispettivamente il protagonista e il
villain di Shazam!,
nuovo film Warner Bros in sala dal 3 Aprile.
Alla regia c’è David
Sandberg, mentre nel cast compariranno Zachary
Levi, Asher Angel, Mark Strong, Jack Dylan Grazer, Grace Fulton,
Faithe Herman, Ian Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews, Marta
Milans, Djimon Hounsou.
Sinossi: Abbiamo tutti un
supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo
fuori. Nel caso di Billy Batson, basterà gridare una sola parola –
SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni
si trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico
mago. Ancora bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si
diverte nella versione adulta di se stesso facendo ciò che
qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri: divertirsi!
Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole
testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un
bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi poteri per
combattere le forze mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus
Sivana.
Pet
Sematary, tra i film più attesi dell’anno, arriva in
anteprima nazionale a COMICON. L’horror movie,
basato sull’omonimo romanzo e best seller internazionale di
Stephen King, sarà mostrato al pubblico del
Comicon il 25 aprile, alle 15:30, presso l’Auditorium del
Teatro Mediterraneo della Mostra d’Oltremare di Napoli, grazie alla
collaborazione con 20th Century Fox.
Ad aprire la proiezione del film, la
preview del documentario Stephen King – Maestro
dell’horror, che sarà poi in onda in prima TV
assoluta su Paramount Network, canale 27 del digitale terrestre e
tivusat, il 1° maggio, giornata dedicata dal canale al maestro
dell’horror.
A introdurre la proiezione della
pellicola, in sala dal 9 maggio, e del documentario, in TV il 1°
maggio, ospiti d’eccezione due registi e un autore di
fumetti: i Manetti bros. e Tito Faraci, appassionati ed
estimatori del genere.
Diretto da Kevin Kölsch e Dennis
Widmyer, Pet Sematary è interpretato da Jason Clarke, Amy
Seimetz, Jeté Laurence, Hugo and Lucas Lavoie, e John Lithgow.
Pet Sematary segue le
vicende del Dr. Louis Creed (Jason Clarke) che, dopo aver
traslocato insieme alla moglie Rachel (Amy Seimetz) e i loro due
figli da Boston in una località rurale del Maine, scopre un
misterioso cimitero vicino alla sua nuova casa. Quando una tragedia
colpisce la sua famiglia, Louis si rivolge al suo bizzarro vicino,
Jud Crandall (John Lithgow), scatenando una pericolosa reazione a
catena dalle conseguenze terribili.
Il documentario Stephen King –
Maestro dell’horror racconta gli esordi della carriera del più
grande esponente letterario del genere horror.
La difficile infanzia,
caratterizzata dall’abbandono del padre e il precoce interesse per
lettura sono idue elementi che lo hanno maggiormente
caratterizzato. Le difficoltà di gestire la pressione e le
aspettative che si erano create intorno a lui dopo i primi successi
letterari, lo spinsero a rifugiarsi nell’abuso di alcool e di
droghe, ma la vicinanza della sua famiglia lo aiuta a
disintossicarsi ed a concentrarsi sulla sua grande passione per la
scrittura. Nel documentario compaiono anche i registi di Pet
Sematary oltre al biografo di Stephen King (George Beahm) e critici
cinematografici.
La voce di
Naomi Rivieccio sarà nella versione
italiana del nuovo film Disney live
action Aladdin che arriverà nelle
sale italiane il 22 maggio.
La giovane artista, finalista a X
Factor 2018, interpreterà le canzoni della Principessa
Jasmine offrendo al pubblico una nuova versione degli
indimenticabili brani inclusi nella celebre colonna sonora del film
originale, tra cui la canzone premiata con l’Oscar “Il Mondo È Mio”
(“A Whole New World”). “Come tutti, anche io sono cresciuta con
i film d’animazione Disney”, racconta
Naomi, “e Aladdin è sempre stato uno
dei miei preferiti. È una storia ricca di azione, comicità, magia e
amore. Ha delle sonorità a dir poco travolgenti. Un mondo
incredibile. È un vero onore poter interpretare le canzoni di una
delle Principesse Disney che amo di più e in cui più mi identifico
perché Jasmine, come me, è una ragazza indipendente, ironica e
tenace. Inoltre l’attrice che la interpreta nel film si chiama come
me: Naomi! Forse era destino…”
Rivisitazione in chiave live action del classico d’animazione
del 1992, Aladdin è diretto da Guy
Ritchie e vede Mena Massoud nel ruolo
dell’affascinante furfante Aladdin, Naomi
Scott nel ruolo della bellissima e indipendente
principessa Jasmine e Will Smith nei panni
dell’incredibile Genio con il potere di esaudire tre desideri per
chiunque entri in possesso della sua lampada magica.
Aladdin
vanta una colonna sonora composta dall’otto volte Premio Oscar
Alan Menken (La Bella e la
Bestia, La
Sirenetta), che comprende nuove versioni dei brani
originali scritti da Menken e dai parolieri, vincitori dell’Oscar,
Howard Ashman (La Piccola Bottega degli
Orrori) e Tim Rice (Il Re Leone),
oltre a due brani inediti realizzati dallo stesso Menken e dai
compositori vincitori dell’Oscar e del Tony Benj Pasek e
Justin Paul (La
La Land, Dear Evan Hansen).
Il cast del
film vede inoltre la presenza di Marwan
Kenzari nel ruolo del potente stregone Jafar, mentre
Navid Negahban veste i panni del Sultano,
preoccupato per il futuro di sua figlia; Nasim
Pedrad è Dalia, la migliore amica e confidente della
principessa Jasmine, Billy Magnussen
interpreta il principe Anders, il bellissimo e arrogante
pretendente di Jasmine, e Numan Acar è Hakim,
braccio destro di Jafar e capitano delle guardie del palazzo.
Come promesso, ecco arrivare il
primo teaser trailer ufficiale di Joker, il film
che vede protagonista Joaquin
Phoenix e che racconterà le origini del noto
antagonista di Batman e la sua trasformazione nel clown principe
del crimine che tutti conosciamo.
In basso trovate anche la locandina e la versione originale del
teaser.
Vi ricordiamo
che Joker vede nel cast
anche Zazie Beetz, Frances
Conroy, Brett
Cullen, Dante
Pereira-Olson, Douglas
Hodge e Josh Pais e che
arriverà nelle sale il 4 ottobre 2019, come
ufficializzato nelle ultime settimane dalla Warner Bros.
Contrariamente alle altre
apparizioni del personaggio
nei Batman di Tim
Burton, nella trilogia del Cavaliero
Oscuro di Christopher
Nolan e in Suicide
Squad, Joker sarà
ambientato nel 1980 e racconterà l’evoluzione di un uomo ordinario
e la sua trasformazione nel criminale che tutti conosciamo.
Di seguito la prima sinossi ufficiale:
Joker ruota attorno all’iconico
arcinemico di Batman ed è una storia originale e autonoma mai vista
sul grande schermo. L’esplorazione di Arthur Fleck (Joaquin
Phoenix), un uomo trascurato dalla società, non sarà solo lo studio
di un personaggio grintoso, ma anche il racconto di un tema molto
più ampio.