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One Battle After Another: il trailer del film di Paul Thomas Anderson con Leonardo DiCaprio

È stato diffuso il primo trailer completo di One Battle After Another, il nuovo film di Paul Thomas Anderson dopo il precedente Licorice Pizza. Il film vedrà Leonardo DiCaprio – qui alla sua prima collaborazione con Anderson – nel ruolo di Bob Ferguson, un rivoluzionario stravagante e spettinato che cerca di salvare sua figlia. Il filmato inizia proprio con Bob, in berretto e accappatoio, che usa un telefono pubblico per chiedere aiuto a degli sconosciuti alleati ribelli, ma dimentica quali parole in codice usare.

Benicio Del Toro interpreta invece il sensei di Bob e gli insegna a vivere senza paura – e lo spinge fuori da un’auto in corsa. Il trailer si conclude poi con DiCaprio che urla “Viva la revolución” e lui e del Toro si preparano a combattere contro i loro nemici. Non è stato confermato, ma si ritiene che One Battle After Another sia in qualche modo ispirato al romanzo cult di Thomas Pynchon del 1990 “Vineland”.

Quello che sappiamo di One Battle After Another

Prima che venisse rivelato il teaser, gli unici dettagli sulla trama del film erano che ha un’“ambientazione contemporanea” e che si tratta di un film corale, ma ancora prima che venisse rivelata la storia, circolavano già voci che il film sarebbe stato il più costoso di Anderson. Secondo i primi rapporti di Variety, One Battle After Another sarebbe costato più di 100 milioni di dollari, mentre la cifra più recentemente riportata indicava 140 milioni di dollari.

Il film ha iniziato le riprese principali con il titolo provvisorio “BC Project” nel gennaio 2024 in California, dove si svolge la maggior parte dei film di Anderson. One Battle After Another è stato girato su pellicola da 35 mm con telecamere VistaVision. Oltre alla produzione in California, sono state effettuate altre riprese in loco a El Paso, in Texas.

Il film è inoltre la sesta collaborazione tra Anderson e il compositore Johnny Greenwood, nonché la quinta tra Anderson e il primo assistente alla regia Adam Somner, morto nel novembre 2024. L’uscita del film è prevista per il 26 settembre, distribuito dalla Warner Bros. Pictures. Nel film, DiCaprio sarà affiancato da Sean Penn, Benicio Del Toro, Regina Hall, Chase Infiniti, Alana Haim e Teyana Taylor.

The Odyssey: Ben Affleck elogia le scene d’azione del film

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The Odyssey: Ben Affleck elogia le scene d’azione del film

Ben Affleck ha fatto visita al set di The Odyssey, il film di Christopher Nolan con protagonista l’amico Matt Damon. Dopo aver dunque assistito alle riprese, l’attore ha parlato con GQ delle grandi scene d’azione che sono state eseguite davanti ai suoi occhi, definendole “un territorio alla Bourne Identity”. Affleck ha infatti affermato che Damon sta “facendo molte prove di stunt” per The Odyssey, cosa che non faceva da tempo, paragonando tutto ciò a The Bourne Identity, il thriller d’azione del 2002 con protagonista Matt Damon.

È una delle cose di cui parlavo con Matt – sta andando a fare questo film di Chris Nolan e sta facendo un sacco di prove di stunt, ed era tipo: “Ragazzi, è passato un po’ di tempo, vero? Dove devi davvero imparare i combattimenti – questo è il territorio alla Bourne Identity”.

Cosa significa la preparazione fisica di Matt Damon per The Odyssey

Dopo l’emozionante epopea storica di Oppenheimer, che ha guadagnato quasi un miliardo di dollari al botteghino e ha vinto il premio come miglior film agli Oscar, Christopher Nolan sta tornando al genere d’azione con il suo prossimo film, The Odyssey. La quantità di azione dovrebbe essere paragonabile ad alcuni dei suoi film passati, come Tenet, Dunkirk o anche la trilogia del Cavaliere Oscuro. The Bourne Identity è dunque indubbiamente un interessante punto di riferimento per le scene d’azione del nuovo film di Nolan.

Uscito nel 2002, è considerato uno dei film d’azione più influenti mai realizzati. Ha ridisegnato il modo in cui Hollywood si è avvicinata al cinema di questo genere nel XXI secolo, introducendo uno stile più concreto, realistico e intenso che si allontanava dalle sequenze d’azione esagerate e piene di effetti degli anni Novanta. Nolan, noto per la sua preferenza per gli effetti pratici, insieme all’uso della nuova tecnologia cinematografica IMAX, potrebbe dunque presentare nel film sequenze d’azione altrettanto influenti.

Quello che sappiamo su The Odyssey

L’antico poema epico di Omero racconta la storia di Odisseo, re di Itaca, e del suo pericoloso viaggio di ritorno a casa dopo la guerra di Troia, esplorando temi di eroismo, lealtà, astuzia e la lotta contro la volontà divina. Il racconto include episodi iconici come l’incontro con il ciclope Polifemo, le Sirene e la strega-dea Circe, avventure che culminano con il suo ricongiungimento con la moglie Penelope.

Secondo recenti indiscrezioni, nel film Tom Holland interpreterà il figlio di Odisseo, Telemaco (come già ipotizzato), Zendaya sarà la dea della saggezza Atena, Charlize Theron la maga Circe, Anne Hathaway la moglie di Odisseo, Penelope, Benny Safdie il re di Micene Agamennone e Lupita Nyong’o sua moglie Clitennestra.

I dettagli sulla trama del film The Odyssey di Christopher Nolan sono ad ora stati tenuti nascosti e non è confermato quanto il regista sarà fedele all’opera di Omero. Considerando i suoi precedenti, c’è da aspettarsi che apporti una svolta inaspettata alla storia che già presenta tutti i marchi di fabbrica del suo cinema, in particolare la non linearità della narrazione. Le riprese di Odyssey dovrebbero iniziare il mese prossimo e sarà il secondo film di Nolan per la Universal, dopo Oppenheimer.

Come annunciato in precedenza, l’ultimo film di Christopher Nolan avrà come protagonisti Matt Damon, Tom Holland, Anne Hathaway, Zendaya, Lupita Nyong’o, Robert Pattinson, Charlize Theron, Benny Safdie, John Leguizamo, Elliot Page, Mia Goth e Jon Bernthal. L’uscita è prevista per il luglio 2026.
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Blade: il regista di John Wick sarebbe in lizza per dirigere il film

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Il reboot di Blade potrebbe finalmente essere pronto per andare avanti: secondo quanto riportato, i Marvel Studios starebbero infatti puntando al regista della serie John Wick per dirigere il reboot del Marvel Cinematic Universe. Dal San Diego Comic-Con 2019, i Marvel Studios stanno lavorando attivamente al nuovo reboot di Blade, con Mahershala Ali che interpreterà il personaggio principale nella linea temporale del MCU. Tuttavia, dopo diversi ritardi, il film è attualmente ancora senza un regista e una data di uscita, poiché i Marvel Studios stanno ancora cercando di capire la direzione da dare all’iconico vampiro.

Ad ogni modo, secondo The InSneider, lo stesso regista di John Wick, Chad Stahelski, starebbe pensando di dirigere il reboot di Blade del MCU con Ali. Al momento della pubblicazione, i Marvel Studios non hanno però commentato la notizia, lasciando il destino del film ancora avvolto nel mistero. Tuttavia, l’assunzione del ruolo da parte del regista avrebbe senso sulla base di una precedente intervista rilasciata a The Playlist, in cui Stahelski ha dichiarato che gli piacerebbe lavorare a un film di Blade, affermando che “tra tutte le cose che ci sono là fuori, mi cimenterei con ‘Blade’ in un secondo”.

Cosa potrebbe significare il coinvolgimento di Chad Stahelski per Blade

Anche se solo il tempo ci dirà se Chad Stahelski otterrà il lavoro o meno, se è vero che è nel radar dei Marvel Studios per Blade, significa che stanno chiaramente prendendo la strada giusta per quello che vogliono fare con il personaggio di Ali nel MCU, in quanto Stahelski potrebbe apportare al film tutta l’azione spettacolare di cui ha bisogno. Dato l’enorme talento di cui dispone Ali come protagonista di Blade, la pressione sul progetto è estremamente alta, soprattutto se si considera la popolarità del personaggio nel canone Marvel. Per quanto sia stato frustrante vedere il reboot attraversare i numerosi problemi creativi, è meglio prendersi del tempo piuttosto che cancellare del tutto il film.

La domanda più importante, tuttavia, è se Blade sia destinato a far parte della Saga del Multiverso, o se il suo film da solista possa essere conservato fino alla Fase 7. A questo punto, dato che i Marvel Studios sono impegnati con Avengers: Doomsday – che è uno degli ultimi pezzi grossi per concludere la Saga del Multiverso – potrebbe avere più senso programmare il film per la Fase 7. Dal momento che Avengers: Secret Wars si vocifera che sarà un reboot soft per il MCU, il debutto del film sul vampiro in una nuova iterazione di questo franchise sarebbe probabilmente più utile al personaggio rispetto alla sua collocazione nella Fase 6.

Blade, tutto quello che sappiamo sul film

Del nuovo Blade si sa ancora molto poco se non che esplorerà la natura del personaggio, un vampiro in grado di camminare alla luce del sole che usa i suoi poteri per dare la caccia ai suoi simili malvagi. Il personaggio era già stato raccontato al cinema con i film Blade, Blade II e Blade: Trinity, dove ad interpretare il personaggio vi era l’attore Wesley Snipes. La scelta di Mahershala Ali per assumere ora tale ruolo sembra aver messo d’accordo tutti, con l’attore indicato perfettamente idoneo sia a livello estetico che di carisma.

Il personaggio di Ali, come noto, ha già avuto un suo piccolo ingresso nell’MCU. Sua è infatti la voce che si può ascoltare nella scena post titoli di coda del film Eternals, quella in cui compare anche l’attore Kit Harington e la celebre Lama d’Ebano, che a sua volta sembra comparirà in Blade. Come noto, il film sta però affrontando numerosi problemi produttivi, con Ali che sembra essere stato scontento delle prime versioni della sceneggiatura.

Sarebbe dunque stata attuata una forte fase di riscrittura, che ha però naturalmente portato il progetto a subire ritardi sia sull’inizio delle riprese che sull’uscita in sala, attualmente non ancora ristabilita. Recentemente, inoltre, era stato riportato che Yann Demange ha abbandonato la regia del film, presumibilmente per via di alcuni contrasti con Ali. Blade è dunque ora alla ricerca di un nuovo regista.

Giancarlo Esposito rivela il villain che vorrebbe interpretare nel DCU

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Giancarlo Esposito, l’attore celebre per Breaking Bad, The Mandalorian e recentemente visto in Captain America: Brave New World, ha rivelato nel corso di un’intervista rilasciata a IGN di essere interessato ad unirsi anche all’Universo DC di James Gunn, avendo già in mente quale famoso cattivo gli piacerebbe interpretare. L’attore ha indicato nientemeno che Mr. Freeze, l’iconico personaggio amante del freddo apparso una sola volta in live action con l’interpretazione di Arnold Schwarzenegger.

Il commento di Esposito sul DCU arriva poco dopo il suo debutto nel Marvel Cinematic Universe, dove ha interpretato Seth Voelker, alias Sidewinder. Sebbene si sia detto interessato ad interpretare Mr. Freeze, non ci sono ancora commenti da parte dei DC Studios sulla presenza o meno del personaggio in quello che sarà il film che introdurrà il Batman del DCU, ovvero The Brave and The Bold. Data la bravura di Esposito con i ruoli da villain, non è però escluso che il suo desiderio possa un domani concretizzarsi.

Che cosa significano i commenti di Giancarlo Esposito su Mr. Freeze per il DCU?

Anche se solo il tempo ci dirà se Mr. Freeze sarà presente nel Capitolo 1 del DCU: “Dei e Mostri”, il fatto che Giancarlo Esposito voglia questo specifico ruolo la dice lunga. Nonostante sia già legato al MCU, se Esposito condivide il desiderio di interpretare un personaggio come Mr. Freeze, potrebbe implicare che potrebbe fare entrambe le cose, anche se la DC e la Marvel si sono spesso limitate nel condividere gli attori tra i loro franchise. Per il momento, il futuro di Sidewinder nel MCU non è chiaro, poiché resta da vedere dove apparirà dopo Captain America: Brave New World.

A parte l’imminente film solista di Clayface, non è chiaro nemmeno cosa il DCU abbia intenzione di fare con la maggior parte dei suoi cattivi di Batman. Tuttavia, l’idea di affidare a un talento come quello di Esposito il ruolo di Mr. Freeze rappresenterebbe un’importante scelta di casting per il franchise del DCU, in quanto l’attore – come già affermato – ha un’ottima esperienza nell’interpretare i supercriminali. Mentre i cattivi di Batman nella linea temporale del DCU iniziano ad avere il loro posto nel reboot di Gunn, non resta che attendere di scoprire se anche Giancarlo Esposito apparirà nel radar dei DC Studios.

Adolescence: gli autori parlano di una possibile seconda stagione

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Quando una serie genera un clamore come quello ottenuto da Adolescence in queste settimane, si pensa subito a ripetere il successo con una seconda stagione. Poiché Adolescence è però stata originariamente sviluppata come una miniserie, è poco probabile che Netflix possa essersi già messa in contatto con gli autori per un sequel. Stephen Graham e Hannah Walters, infatti, restano cauti al momento e sottolineano che non c’è assolutamente nulla di ufficiale. “È possibile, attendiamo ulteriori risultati”, dice Graham parlando con Variety. “Ma sì, c’è la possibilità di sviluppare un’altra storia”.

Anche se Walters afferma che sarebbe felice di lavorare di nuovo con Netflix “per tutto il giorno”, aggiunge che “è difficile” dare un seguito a qualcosa che ha avuto un impatto così incredibile“. “Un prequel di Adolescence non si farà di certo”, dice. “Ma c’è così tanto spazio per il piano sequenza e così tanto spazio per investire di nuovo nella natura umana e guardare a qualcos’altro”. Il racconto potrebbe dunque essere espanso, idealmente introducendo nuovi punti di vista sulla vicenda narrata. Al momento, però, non ci sono conferme ufficiali e gli stessi autori sembrano più propensi ad immaginare una collaborazione con Netflix su un progetto del tutto diverso.

La storia di Adolescence

Stephen Graham guida il cast della serie nel ruolo di Eddie Miller, il padre di Jamie Miller, un adolescente apparentemente normale che viene accusato di aver accoltellato a morte la sua compagna di classe, Katie. Adolescence ha ricevuto un raro punteggio del 100% su Rotten Tomatoes, rendendola una delle nuove serie più acclamate dalla critica del 2025. La serie è realizzata in modo brillante e si svolge come una rappresentazione teatrale, con ogni episodio che si sviluppa in modo straordinario attraverso un singolo piano sequenza, portandoci ad un confronto ravvicinato con i personaggi e le loro esperienze.

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Atrapados – In trappola: la spiegazione del finale della serie Netflix

La serie crime spagnola di Netflix, Atrapados – In trappola, traccia un’indagine tesa che finisce per condurre una giornalista su strade inaspettatamente caotiche. In essa si segue la storia di Ema Garay, una giornalista investigativa che si occupa del caso di un predatore che prende di mira giovani ragazze da adescare su piattaforme online. Mentre la giornalista si immerge in un’indagine contro il colpevole, scopre che il primo sospettato è un operatore dei servizi sociali locali, Leo Mercer. Tuttavia, poco dopo questa scoperta, Martina Schulz, un’adolescente, scompare, aprendo un mistero completamente nuovo. Quando Ema si mette in cammino per sviscerare la realtà che si cela dietro la scomparsa di Martina e il suo legame con Leo, sorge un nuovo mistero. La complicata rete di bugie e cospirazioni che circonda il caso infonde un’aria di intrigo intorno alla narrazione, aumentando il mistero che affligge la città argentina di Bariloche.

La trama di Atrapados – In trappola

Ema Garay è nota per le sue operazioni di infiltrazione in diversi casi criminali, che vengono registrati nella sua serie di pubblicazioni online. Nella serie si occupa del caso di un adescatore online e stabilisce persino una corrispondenza con un sospetto, FinalGame05, con un falso ID utente, spacciandosi per una ragazza di 17 anni. Tuttavia, la trappola per incontri che lei e i suoi colleghi hanno organizzato non porta a nessun risultato. Contemporaneamente, Ema cerca di interrogare Isabel e Facundo, i genitori di un’altra adolescente, Camila, che è stata recentemente adescata e abusata da un uomo attraverso la comunicazione online. La sua strada si incrocia così con Leo Mercer, un amico di famiglia che cerca di tenerla lontana, ancora sconvolto per la tragedia degli ultimi eventi.

Anche se lui ed Ema partono con il piede sbagliato, Leo accetta di lavorare con lei per trovare presto il vero l’abusatore. Inoltre, tra i due sembra scoccare la scintilla, nonostante i sentimenti complicati della giornalista per la devastante morte del marito. Poco dopo aver fatto squadra, Ema trova l’opportunità di pianificare un altro incontro con FinalGame05. Così, si ritrova in una casa isolata nel cuore della notte, in attesa di catturare l’uomo che varca la porta, dimostrando la sua colpevolezza. A sorpresa, è però Leo a fare la sua comparsa. Nel confronto che segue, sembra confuso e insiste sul fatto di non essere un predatore. Tuttavia, il fatto che sia entrato in casa per incontrare una minorenne è una prova schiacciante per la giornalista.

Alberto Ammann e Soledad Villamil in Atrapados - In trappola
Alberto Ammann e Soledad Villamil in Atrapados – In trappola. Cr. Berna Rode / Netflix ©2025

Così, mentre Leo riesce a sfuggire alle autorità, Ema lo dichiara latitante e abusatore attraverso i social media. La notizia arriva alla famiglia di Camila e scatena la furia di Facundo, che non riesce a credere che una persona a lui così vicina come Leo possa abusare di sua figlia. Di conseguenza, inizia una caccia alle streghe nei suoi confronti. Sebbene alcuni amici intimi del sospettato, tra cui Marcos Brown, insistano sulla sua innocenza, l’opinione pubblica rimane contraria. Nello stesso periodo, dei ragazzi del liceo locale entrano in una casa sul lago per una festa. Alla fine della serata, una di loro, Martina Schulz, scompare senza lasciare traccia. Nel frattempo, Ema riceve una telefonata criptica da Leo, che le chiede un incontro privato.

Durante questo, Leo rivela che sia lui che Ema sono stati incastrati per usarlo come capro espiatorio per i crimini del vero abusatore. Sebbene le sue affermazioni attirino l’attenzione della giornalista, vengono rese obsolete quando Facundo rintraccia finalmente Leo. Nel teso alterco che segue, il padre spara all’amico, che precipita nel fiume sottostante. In seguito al ritrovamento del cadavere di Martina, Leo viene incolpato della sua morte. Tuttavia, le insistenti indagini di Ema rivelano un legame inquietante tra la giovane e il ricco Fran Briguel, che aveva cercato di iniziare una relazione sessuale con la ragazza. Il caso porta così la giornalista a nuove sorprendenti conclusioni. Tuttavia, una cosa diventa evidente: Leo Mercer non è il colpevole che tutti pensavano fosse. Pertanto, alla fine, Ema non può fare a meno di chiedersi se la fatidica caduta abbia davvero portato l’uomo alla morte.

Leo è davvero morto?

I dettagli di quella notte sono rimasti ambigui fin dalle prime battute del violento litigio tra Facundo e Leo. Sebbene Ema avesse visto il padre sparare al collo dell’altro uomo, quest’ultimo non era effettivamente morto prima di inciampare dalla scogliera e finire nel fiume sottostante. Inoltre, anche mesi dopo l’evento, il suo corpo non è stato trovato da nessuna parte. Sebbene rimanga l’ipotesi che sia stato probabilmente trasportato dalla corrente – e che potrebbe riapparire nei pressi del lago – non si giunge a una conclusione definitiva. Anche se in seguito altri fili narrativi hanno la priorità, l’incertezza sulla morte di Leo rimane.

Soledad Villamil nel ruolo di Ema, Juan Minujin nel ruolo di Marcos in Atrapados - In trappola
Soledad Villamil nel ruolo di Ema, Juan Minujin nel ruolo di Marcos in Atrapados – In trappola. Cr. Berna Rode / Netflix ©2025

Con l’avanzare della trama, Leo si guadagna quindi la colpa della morte di Martina, dopo che il suo cellulare viene trovato tra le sue cose in un campeggio improvvisato. Tuttavia, alla fine, questa colpa viene cancellata quando emerge la verità su ciò che è accaduto alla giovane ragazza. Di conseguenza, Leo e il suo destino diventano l’ultimo mistero che Ema deve risolvere. Questo porta la giornalista da Facundo, che è stato detenuto con l’accusa di omicidio. Tuttavia, tali accuse sono state recentemente modificate in tentato omicidio alla luce della continua assenza del cadavere di Leo. Facundo era incredibilmente vicino all’uomo, che era quasi un fratello maggiore per lui. Pertanto, la sua opinione sulla questione è fondamentale. Crede che se Leo fosse vivo, avrebbe trovato il modo di perdonare Ema e gli altri per aver espresso giudizi avventati su di lui.

Per Facundo, quindi, il fatto che l’uomo non sia tornato a Bariloche suggerisce che sia veramente morto. Tuttavia, la narrazione presenta una risposta alternativa alla domanda. Nella conclusione della stagione, si vede Leo cavalcare un cavallo nel deserto con una nuova mandria di amici come compagnia. Questa scena è un po’ ambigua e invita a porsi ulteriori domande sulla sopravvivenza dell’uomo e sul luogo in cui si trova attualmente, soprattutto per la sua sfumatura onirica. Tuttavia, non c’è alcuna ragione concreta per supporre che Leo non sia effettivamente vivo e vegeto con un cavallo in un luogo misterioso. In effetti, si intravede una cicatrice sul lato del collo che fa sottilmente riferimento alla ferita quasi mortale che Facundo gli ha inferto.

Ciò conferma quasi l’ambientazione della scena all’indomani della presunta morte di Leo. Sembra che l’uomo sia sopravvissuto ai momenti difficili che Bariloche gli ha riservato. Tuttavia, quando emerge dall’altra parte, non è desideroso di dare un’altra possibilità alla città e ai suoi cittadini. Facundo ritiene che Leo sarebbe tornato in città se fosse sopravvissuto e avesse trovato il modo di perdonare tutti per le offese subite. Pertanto, poiché è sopravvissuto ma non è tornato, si può solo supporre che non sia ancora pronto a perdonare e dimenticare. Per questo motivo, si sta godendo una nuova vita lontano dal bagaglio che è destinato ad appesantirlo a Bariloche. Fino alla fine, anche Ema rimane fiduciosa nella sua sopravvivenza, come dimostra la sua presenza al lago, dove si aspetta che il suo corpo venga ritrovato.

Alberto Ammann e Juan Minujin in Atrapados - In trappola
Alberto Ammann e Juan Minujin in Atrapados – In trappola. Cr. Berna Rode / Netflix ©2025

La spiegazione del finale di Atrapados – In trappola: chi ha ucciso Martina?

Lo scagionamento del nome di Leo nella morte di Martina non deriva da alcuna prova che dimostri la sua innocenza. Al contrario, l’ostinata prosecuzione delle indagini di Ema svela ulteriormente il caso, rivelando il vero colpevole della morte della ragazza. Si scopre che Martina aveva un passato molto più complicato di quanto si potesse immaginare. Anche se Leo non la stava adescando, l’adolescente era comunque vittima di avances indesiderate e di manipolazioni da parte di uomini adulti. Come si è scoperto, la ragazza era solita pubblicare contenuti espliciti di auto-piacere su un’app in abbonamento. Alla fine ha attirato l’attenzione di un lucroso uomo d’affari, Fran della famiglia Briguel.

Fran ha fatto volare Martina a Buenos Aires, proponendo un accordo per pagarla profumatamente per una sessione privata dei suoi contenuti. Tuttavia, una volta incontrato l’uomo nella stanza d’albergo, questi tentò di iniziare un rapporto sessuale fisico con lei nonostante le sue proteste. Alla fine è riuscita a chiudersi in bagno per salvarsi da lui, minacciando di denunciarlo come predatore online. Di conseguenza, Fran ha mandato il suo amico e collega Marcos Brown a calmare la ragazza e a rimandarla a casa. Ciò ha finito per aprire la possibilità di una dinamica tra Marcos e Martina. Poiché l’uomo più anziano le aveva offerto una spalla utile nel momento del bisogno, Martina finisce per fidarsi di lui nonostante il suo dubbio consiglio di non denunciare Fran.

Col tempo, Marcos riesce a sfruttare questo legame per utilizzare Martina nei suoi piani futuri. Di conseguenza, la giovane finisce per diventare involontariamente un catalizzatore della morte di Leo. La sera dell’operazione di Ema, Martina partecipa alla festa del liceo, dove la sua strada si incrocia con quella di Armando, un ragazzo che ha un rapporto stretto con Leo. Poiché i due adolescenti vanno d’accordo, finiscono per tornare a casa di lui e per frequentarsi. Più tardi, quella sera, mentre Martina sta cercando di uscire di nascosto, si diffonde la notizia dell’apparente identità di Leo come adescatore di bambini, grazie a Ema. Le ragazze iniziano così a dare di matto, attirando l’attenzione di Armando.

Armando è confuso e frustrato per le notizie che circolano su Leo, e presto rivolge la sua rabbia contro Martina dopo aver capito che lei ha contribuito a incastrare l’amico. Pertanto, in un impeto di rabbia, finisce per spingere la ragazza lontano da lui, facendola inavvertitamente volare giù dalle scale verso la sua inevitabile morte. Quando sua madre, Juliana, torna a casa, Martina è già morta da tempo, costringendo il duo madre-figlio a coprire la sua morte. Dopo aver nascosto il suo cadavere nella foresta, Juliana piazza il telefono della ragazza nel campeggio di Leo per incastrarlo. Anche se lei è la cosa più vicina alla sua famiglia, sceglie di salvare Armando invece di lui, avendo capito che il caso di Leo è ormai una causa persa.

Tutto questo viene rivelato a Ema proprio alla fine, quando ha chiuso il caso di Martina e ha anche tirato le somme del suo giudizio. Tuttavia, la fatidica scoperta di una polaroid che identifica il luogo in cui si trovava la ragazza a casa di Armando dopo la festa funge da catalizzatore per svelare il mistero. Alla fine, anche se Juliana cerca di tenere al sicuro il figlio implorando il silenzio della giornalista, Armando si assume la responsabilità delle sue azioni. La morte di Martina, benché accidentale, è stata per tutto questo tempo un’ossessione per il ragazzo, che è pronto a sopportare le conseguenze delle sue azioni. Alla fine si costituisce alla stazione di polizia, aprendosi a futuri processi e accuse penali. Così facendo, permette alla famiglia di Martina di conoscere la verità sulla morte della figlia.

Matías Recalt in Atrapados - In trappola
Matías Recalt in Atrapados – In trappola. Cr. Berna Rode / Netflix ©2025

Chi ha incastrato Leo?

Alla fine, comincia a diventare chiaro che Leo non è stato semplicemente incastrato come adescatore dall’assassino di Martina, ma la morte della ragazza e le accuse di adescamento sono state usate come strumenti per incastrarlo a causa di una vendetta personale nei suoi confronti. Ema inizia a prendere in considerazione questa prospettiva quando si rende conto che, in assenza dell’uomo, la sua Fondazione si stava dissolvendo, lasciando il suo terreno a disposizione. Secondo lo statuto della Fondazione, se uno dei suoi membri viene accusato di criminalità, l’intera organizzazione verrebbe disintegrata, aprendo la terra al miglior offerente. Tuttavia, uno sguardo più conciso allo statuto rivela che il terreno è in realtà destinato a tornare ai proprietari originali, la famiglia Brown.

La verità, quindi, viene a galla: Marcos, il più caro amico di Leo, lo ha incastrato come pedofilo. Dopo le complicazioni con il suo ultimo studio, Marcos ha lottato per riconquistare la sua reputazione e la sua influenza come erede della famiglia Brown. Inevitabilmente, aveva finito per dover acquisire la proprietà del terreno della Fondazione sul lago. Alla luce dell’irremovibile rifiuto di Leo, Marcos decide quindi di incastrarlo. Per prima cosa, organizza il caso dell’adescatore online per Ema. Poi, usa la sua influenza su Martina per convincerla ad attirare Leo nella casa con la porta rossa, dove finisce per essere creduto come adescatore nell’operazione di Ema. Sebbene non abbia mai pianificato la morte di Martina e Leo, le sue azioni hanno indirettamente portato alla loro scomparsa, un fatto che era disposto ad accettare affinché potesse trarre profitto dai terreni della Fondazione.

Quando Ema scopre la verità sullo statuto della Fondazione, concludendo che Marcos deve aver incastrato Leo, lo affronta coraggiosamente. Di conseguenza, l’uomo impazzisce e colpisce la giornalista alla testa con una pistola. Decide poi di ucciderla per tenere al sicuro il suo segreto. Tuttavia, Ema sventa il suo tentativo di annegarla nel lago e agendo in fretta va in diretta sul suo account social , raccontando i fatti che aveva appena scoperto. Chiede anche aiuto, assicurandosi che Marcos non possa ucciderla senza ottenere prove schiaccianti. Per lo stesso motivo, Marcos fugge dalla zona e cerca di trovare una via d’uscita dall’angolo in cui è stato messo.

Soledad Villamil in Atrapados - In trappola
Soledad Villamil in Atrapados – In trappola. Cr. Berna Rode / Netflix ©2025

Inizialmente chiama la moglie per dissuaderla dal sintonizzarsi sul telegiornale, insistendo sul fatto che stanno diffondendo bugie su di lui. Tuttavia, sa che le riprese in diretta delle sue azioni sono destinate ad aprire un vaso di Pandora che rivelerà la verità su tutte le sue azioni passate. Per questo motivo, si rende conto che non c’è via d’uscita senza affrontare le conseguenze delle sue azioni. Peggio ancora, dovrebbe affrontare la sua famiglia – comprese le sue due bambine – sapendo di aver perso la loro fiducia e il loro rispetto. Così, non volendo vedere la realtà, sfreccia sulla strada e sbatte la sua auto contro un camion in arrivo. Alla fine, Marcos si uccide per sfuggire alla fossa in cui si era cacciato.

Cosa succede a Fran Briguel?

Anche se la conclusione del caso di Martina rivela che Fran Briguel non ha alcun legame diretto con la sua morte, l’uomo rimane comunque colpevole di diverse cose. Aveva trasportato una minorenne in una nuova città con l’intenzione di costringerla a compiere atti sessuali con lui. Anche se i poliziotti erano a conoscenza di questa parte della storia – a parte i suoi tentativi di aggressione a Martina – si erano rifiutati di muoversi contro di lui. Fran proviene da una famiglia potente la cui influenza si è fatta sentire in tutta Bariloche. Di conseguenza, anche le autorità sono disposte a chiudere un occhio sulle sue indiscrezioni dannose e criminali.

Tuttavia, Ema e il suo team non sono dello stesso parere e vogliono smascherare Fran per la sua oscura realtà. Tuttavia, la giornalista si è resa conto che la sua avventurosa avventura ha avuto un prezzo precario. Infatti, Fran si era recato a casa sua e aveva minacciato il figlio, Bruno, per il fatto che la madre avesse ficcato il naso nei suoi affari. Inoltre, la maggiore concentrazione di Ema sul suo lavoro le ha sottratto tempo prezioso dal suo ruolo di madre, soprattutto durante la traumatica assenza del padre di Bruno. Alla fine, quindi, decide di non denunciare Fran. Passa invece il testimone a Vicky, sua compagna e giornalista in erba, altrettanto appassionata al caso. In questo modo, il passaggio della torcia sancisce il completamento del viaggio di Ema e forse l’inizio di una nuova straordinaria giornalista in città.

Gerri, la nuova serie crime in arrivo su Rai 1

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Gerri, la nuova serie crime in arrivo su Rai 1

Gerri, la nuova serie crime con Giulio Beranek e Valentina Romani, prodotta da Cattleya – parte di ITV Studios – in collaborazione con Rai Fiction, in collaborazione con il Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e con il supporto di Regione Puglia, Fondazione Apulia Film Commission e Puglia Promozione, in onda da lunedì 5 maggio per quattro prime serate su Rai 1

La serie è una distribuzione internazionale Rai Com ed è stata già venduta in numerosi paesi, tra cui Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada, Slovacchia, Ungheria, Croazia, Lituania, Bulgaria, Georgia, Spagna e America Latina.

Gerri sarà presentata oggi al Bif&st nella sezione Eventi speciali alla presenza del regista Giuseppe Bonito e del protagonista Giulio Beranek.

La serie, girata interamente in Puglia, è tratta dai romanzi di Giorgia Lepore editi da Edizioni E/O, scritta da Sofia Assirelli e Donatella Diamanti e diretta da Giuseppe Bonito.

La trama della serie Gerri

Il protagonista della storia è Gregorio Esposito, per tutti Gerri. Trent’anni, occhi profondi e malinconici, Gerri (Giulio Beranek) ha l’aria di qualcuno capitato nella storia sbagliata e forse è proprio così. Ispettore di polizia di origine rom, studia con metodo i casi su cui indaga, prende appunti complicati per poi lanciarsi in decisioni avventate a volte risolutive, altre pericolose; è sempre in bilico, tra presente e passato. Innamorato del genere femminile, esercita un grande fascino sulle donne ad eccezione della viceispettrice Lea Coen (Valentina Romani) che sembra invece essere l’unica a non voler avere nulla a che fare con lui, intuendo che è un uomo ancora profondamente irrisolto. Infatti, dietro alla sua corazza di uomo affascinante e risoluto, Gerri nasconde un animo profondamente inquieto e segnato da un passato misterioso da scoprire.

Nel cast, al fianco di Giulio Beranek nel ruolo dell’ispettore Gerri Esposito e Valentina Romani nel ruolo della viceispettrice Lea Coen, troviamo Fabrizio Ferracane, Roberta Caronia, Irene Ferri, Lorenzo Adorni, Lorenzo Aloi, Cristina Pellegrino, Tony Laudadio, Cristina Cappelli, Carlotta Natoli e Massimo Wertmüller.

I Cavalieri dello Zodiaco, il sequel si farà? Tutto quello che sappiamo!

Uscito negli Stati Uniti nel 2023, I Cavalieri dello Zodiaco (Knights of the Zodiac) è l’adattamento live-action del popolarissimo manga Saint Seiya, e grazie anche al buon riscontro di pubblico ottenuto dal suo arrivo su Netflix ci sono oggi diversi aggiornamenti interessanti riguardo a un potenziale I Cavalieri dello Zodiaco 2. Il film racconta la storia di un giovane ragazzo di nome Seiya che ha il compito di sbloccare il suo vero potenziale e di proteggere la reincarnazione umana di una potente dea. Nel tempo ci sono stati diversi adattamenti, ma questo film in livea-ctiion è indubbiamente quello di più alto profilo.

I Cavalieri dello Zodiaco si avvale di un cast eccellente che dà vita a questo audace assortimento di personaggi e, sebbene il film includa diversi cambiamenti rispetto alla storia originale, le complesse relazioni rimangono l’aspetto più emozionante di questa narrazione. Ci sono stati diversi aggiornamenti interessanti sul futuro di questo potenziale franchise, con nuovi dettagli rilasciati costantemente sui piani del cast e della troupe per rendere I Cavalieri dello Zodiaco qualcosa di più di un singolo film e all’altezza dell’eredità di Saint Seiya.

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Come il finale di I Cavalieri dello Zodiaco prepara un sequel

I Cavalieri dello Zodiaco non include il resto dei Bronze Saints, ma solo Seiya e Nero. Per questo motivo, il più grande aggancio per un potenziale sequel di Knights of the Zodiac 2 è la prospettiva di vedere Andromeda Shun, Dragon Shiryu e Cygnus Hyoga in live-action. Alla fine del film, Sienna dice che devono trovare altri guerrieri che combattano per lei nelle guerre a venire, il che significa che un sequel introdurrebbe probabilmente i personaggi mancanti preferiti dai fan. Anche la fuga di Nero e l’introduzione della Tela del Sagittario sono elementi che fanno pensare direttamente a un sequel dei I Cavalieri dello Zodiaco.

I Cavalieri dello Zodiaco spiegazione finale
Cortesia di Toei Animation – © 2023 CTMG, All Rights Reserved.

Le ultime notizie su I Cavalieri dello Zodiaco 2

Dopo quasi un anno di silenzio, le ultime notizie sull’adattamento dell’anime di I Cavalieri dello Zodiaco fanno tendenza grazie a Netflix. Quando il film è uscito nel maggio del 2023, è stato respinto dalla critica e ha incassato un grande flop al botteghino. Tuttavia, il suo improvviso arrivo su Netflix nel novembre di quell’anno ha visto la sua ascesa nel catalogo dello streamer, in gran parte dovuta al successo della serie live-action One Piece. Il film è infatti divenuto in breve uno dei titoli più popolari sulla piattaforma, nonché tra i più visti di quel momento.

Anche se non è stato confermato nulla, il picco di popolarità su Netflix è stato sufficiente a stimolare i discorsi riguardo un sequel, e I Cavalieri dello Zodiaco potrebbe trovare una seconda vita dopo l’insuccesso del suo esordio. L’apparizione di Mackenyu sia nel film che nel già citato One Piece è probabilmente il motivo principale per cui il film ha avuto un’impennata, ma il suo cast all star potrebbe essere un altro fattore utile per far sì che il sequel venga realizzato.

Al momento, anche se non è stato confermato ufficialmente dallo studio, è stato rivelato che i piani per realizzare più di un singolo film sono in corso. In un’intervista a Variety, il produttore internazionale di Toei Animation, Ikezawa Yoshi, ha spiegato che i suoi piani per il franchise includono diversi sequel per coprire l’enorme mole narrativa del manga originale: “Stiamo pensando a sei film come pacchetto”. Tuttavia, il fallimento del primo film ha messo in pericolo questo piano e al momento non ci sono conferme sulle intenzioni dello studio.

I Cavalieri dello Zodiaco

La trama e il cast di I Cavalieri dello Zodiaco 2

Il cast principale de I Cavalieri dello Zodiaco 2 potrebbe essere composto da volti noti: le star Sean Bean e Famke Janssen saranno probabilmente presenti per riprendere i loro ruoli rispettivamente di Alman Kiddo e Guraad. Allo stesso modo, Mackenyu tornerà probabilmente nel ruolo del protagonista della serie Seiya, e sappiamo che la continuità è fondamentale in un franchise in corso. Personaggi come Athena (Madison Iseman), Nero (Diego Tinoco) e Mylock (Mark Dacascos) hanno un ruolo importante nel manga, quindi è probabile che tornino anche loro.

Nella sua intervista, Ikezawa ha rivelato: “Abbiamo realizzato questo film come base per realizzare dei sequel”. Anche se la storia di I Cavalieri dello Zodiaco è a sé stante, il film getta le basi per ciò che avverrà in futuro. I personaggi centrali hanno tutti le loro sottotrame separate, e sono tutte strade che potenziali sequel potrebbero esplorare efficacemente, introducendo nuovi conflitti con la miriade di cattivi del manga.

Il film lascia inoltre irrisolti diversi fili della trama, come l’addestramento e il viaggio di Seiya per diventare un potente cavaliere. Questo aspetto è stato indubbiamente lasciato per i sequel, permettendo al suo sviluppo di non avere fretta. Se alla fine lo studio deciderà di realizzare i sei film previsti, potrebbe volerci un po’ di tempo per vedere Seiya crescere al massimo delle sue potenzialità. Forse ogni storia si concentrerà su un conflitto diverso che gli insegnerà qualcosa in più su se stesso e svilupperà ulteriormente il background dell’universo, adattandosi al tono e alla struttura del manga.

La Lezione: terminate le riprese dle film con Matilda De Angelis

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La Lezione: terminate le riprese dle film con Matilda De Angelis

Sono terminate le riprese de La Lezione, il nuovo film diretto da Stefano Mordini, tratto dall’omonimo romanzo di Marco Franzoso, edito da Mondadori. Nel cast Matilda De Angelis, Stefano Accorsi, Marlon Joubert, Eugenio Franceschini. La sceneggiatura è firmata da Stefano Mordini e Luca Infascelli.

La Lezione è una produzione Picomedia e Vision Distribution, in collaborazione con Sky.
L’opera è stata realizzata con il contributo del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo del MiC Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e con il sostegno di FVG Film Commission – PromoTurismoFVG. Le riprese si sono svolte a Trieste e a Roma.

La trama del film

Una giovane e brillante avvocatessa di Trieste, dopo aver difeso con successo dall’accusa di violenza sessuale un carismatico professore universitario, viene ricontattata da lui per intentare una causa contro l’università che, pur avendolo reintegrato, lo relega a un ruolo marginale. Nello stesso momento, il suo passato torna a cercarla: strani segnali, presenze elusive e un senso di costante minaccia le insinuano il dubbio che il suo ex compagno, violento e ossessionato da lei tanto da essere stato condannato per “stalking”, abbia ripreso a perseguitarla. Mentre il confine tra realtà e immaginazione si fa sempre più labile, Elisabetta si decide a scoprire la verità, in un crescendo di tensione che la porterà a ritrovarsi sola e a mettere in discussione tutto quello che credeva di sapere.

Il film segna una reunion importante per Matilda De Angelis che torna a lavorare con Stefano Accorsi, attore che l’ha affiancata in Veloce come il Vento, il film che l’ha lanciata nell’Olimpo delle star italiane.

I Cavalieri dello Zodiaco: la spiegazione del finale del film

I Cavalieri dello Zodiaco: la spiegazione del finale del film

Il finale di I Cavalieri dello Zodiaco (Knights of the Zodiac) diretto da vede Seiya e Sienna fare delle scelte ridefinitive e allo stesso tempo prepara le storie future incentrate sui personaggi del manga di Saint Seiya. Il film live-action incorpora infatti elementi del manga e dell’anime originali e del reboot animato del 2019 in una storia che apporta cambiamenti significativi al materiale di partenza. Invece delle Guerre di Galaxian, I Cavalieri dello Zodiaco si conclude con una battaglia tra Pegasus Seiya e Phoenix Nero, seguita dal tentativo del primo di salvare Sienna dai suoi stessi poteri.

La maggior parte dei personaggi non faceva parte del cast di I Cavalieri dello Zodiaco, quindi il film si è concentrato interamente su Seiya. La battaglia tra Seiya e Nero non ha avuto una vera e propria conclusione, poiché è stata interrotta dalla trasformazione di Sienna. La forma reincarnata di Atena aveva perso il controllo dei suoi poteri e stava lentamente abbracciando tutto il Cosmo di Atena. Fortunatamente, con l’aiuto di Seiya, Sienna è riuscita a recuperare la sua coscienza e a controllare il suo Cosmo. Sebbene il cattivo principale sia stato sconfitto e persino redento, il finale ha lasciato spazio a un potenziale I Cavalieri dello Zodiaco 2.

La spiegazione del cliffhanger de I Cavalieri dello Zodiaco: Seiya troverà mai sua sorella?

La ricerca della sorella da parte di Seiya è il punto di partenza di I Cavalieri dello Zodiaco. Sebbene questa trama faccia parte anche del manga, ciò che è accaduto alla sorella di Seiya nel film di Saint Seiya differisce dal materiale di partenza. Nel manga, Seika scompare quando Seiya si sta allenando in Grecia, mentre nel film viene portata via dalla loro casa da Guraad e Kido. Verso la fine del film, Seiya scopre che sua sorella è molto probabilmente viva e che ha evitato di riunirsi a lui per proteggerlo. La sorella di Seiya non ha mai avuto Cosmo, il che significa che Guraad ha preso il bambino sbagliato.

Anche se Guraad ha lasciato andare la sorella di Seiya, la ragazza era ancora seguita dai suoi agenti. Pertanto, se Seika si fosse mai riunita a Seiya, Guraad avrebbe avuto la sua esatta posizione. Ora che Guraad e la sua organizzazione sono stati sconfitti, Seiya e sua sorella dovrebbero, in teoria, potersi riunire dopo diversi anni. Se Marin, il guerriero che ha addestrato Seiya, fosse sua sorella fin dall’inizio, è una domanda su cui Saint Seiya ha giocato per diversi anni. Tuttavia, nel manga viene successivamente confermato che Marin non è la sorella di Seiya. Seika appare di nuovo nella Saga dell’Ade, dove appare chiaro che lei e Marin sono due persone diverse.

I Cavalieri dello Zodiaco

La spiegazione della trasformazione di Sienna in Cosmo: ora è Athena?

La storia di I Cavalieri dello Zodiaco è incentrata sul crescente potere di Sienna, che la porta a diventare Atena, la dea della guerra. Il film live-action di Saint Seiya ritrae il Cosmo di Atena come qualcosa di estremamente pericoloso che mette a rischio la vita di Sienna e del pianeta. Kido ha sviluppato una tecnologia speciale per impedire a Sienna di risvegliare il Cosmo di Atena, ma ha funzionato solo all’interno della loro casa. Una volta che Sienna è uscita dalla villa ed è stata esposta alla macchina di Guraad, è entrata rapidamente in uno stato di trasformazione. La scena d’azione finale di I Cavalieri dello Zodiaco vede Seiya cercare di impedire a Sienna di trasformarsi completamente in Atena e di distruggere il mondo.

Grazie a Seiya, Sienna è riuscita a fermare la trasformazione prima che fosse completa. In breve, il personaggio aveva il classico aspetto di Atena, compresi i lunghi capelli viola, il vestito bianco e il bastone. Sebbene Sienna sia riuscita a mantenere il controllo del suo corpo e a non bruciare tutto il Cosmo di Atena, alcuni dei cambiamenti sono stati permanenti. Ecco perché Sienna aveva i capelli viola alla fine del film. La versione reincarnata di Atena ora ha anche un migliore controllo dei suoi poteri, ed è per questo che è stata in grado di usare il suo Cosmo per curare le ferite della madre e ricostruire le sue braccia.

Qual era il vero piano di Nero ne I Cavalieri dello Zodiaco?

Ikki, che nel 2019 è stato rinominato “Nero” per la versione inglese, era uno dei cattivi del film live-action I Cavalieri dello Zodiaco. Nero è stato inizialmente presentato come uno degli scagnozzi di Guraad, ma il film ha offerto diversi indizi sul fatto che fosse in realtà il Cavaliere della Fenice. Il ritratto e il ruolo di Nero nella storia sono molto diversi dal materiale di partenza e il film non rivela molto della sua storia o dei suoi obiettivi. È solo durante il finale che Nero attiva il suo Phoenix Cloth e combatte Seiya dopo aver tradito Guraad.

Oltre a uccidere Sienna per proteggere il mondo da Atena, Nero voleva anche rubare la Tela del Saggitario. Per qualche motivo, Guraad possedeva una delle Stoffe d’oro, anche se non viene spiegato quando o come sia riuscita ad acquisirla. In ogni caso, Nero non riesce a sconfiggere Seiya e a uccidere Sienna, ma sopravvive agli eventi del film. Un eventuale I Cavalieri dello Zodiaco 2 avrebbe molto da esplorare sul personaggio, soprattutto se introducesse il resto dei personaggi. Nonostante le modifiche apportate alla sua storia, vedere Phoenix Ikki – o Phoenix Nero – con l’armatura completa è stato un punto di forza del film.

I Cavalieri dello Zodiaco

Perché Guraad rinuncia al suo piano di rubare il Cosmo di Atena

Vander Guraad, un personaggio che non esiste nel manga e che è basato sull’antagonista di Saint Seiya: Knights of the Zodiac, era il cattivo principale di I Cavalieri dello Zodiaco. Guraad temeva che i poteri della figlia adottiva sarebbero diventati troppo pericolosi, soprattutto dopo che la “maledizione di Atena” aveva distrutto le sue braccia e l’aveva resa dipendente da Cosmo per sopravvivere. Guraad progettava di estrarre il Cosmo di Sienna e di ucciderla nel processo, ma alla fine la cattiva si è pentita della sua decisione e ha cercato di fermare il processo. La redenzione di Guraad è stata confermata quando Sienna ha usato i suoi poteri per guarire la madre.

Il vero significato del finale di I Cavalieri dello Zodiaco

Prima di sconfiggere Phoenix Nero e impedire a Sienna di diventare pienamente Athena, Seiya ha avuto una classica “sequenza di ispirazione” prima di avere un power-up, un classico tropo degli anime. Seiya ha finalmente capito che si stava incolpando per quello che era successo a sua sorella e che doveva lasciar andare il senso di colpa se voleva accedere al suo pieno potere. Una cosa simile è accaduta a Sienna che, dopo aver capito di essere padrona del proprio destino, ha potuto utilizzare maggiormente il Cosmo di Athena senza diventare una minaccia per l’umanità. Seiya e Sienna sono ora pronti per i prossimi capitoli del loro viaggio.

Étoile: il trailer della nuova serie di Amy Sherman-Palladino

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Étoile: il trailer della nuova serie di Amy Sherman-Palladino

Prime Video ha rilasciato l’atteso trailer e il poster ufficiali di Étoile, la nuova serie comedy ambientata nel mondo della danza, creata dagli amati Amy Sherman-Palladino e Daniel Palladino.

Ambientata fra New York e Parigi, la nuova serie Original segue i ballerini e lo staff artistico di due compagnie di danza di fama mondiale, che, per salvare le loro storiche istituzioni, tenteranno una mossa ambiziosa: scambiarsi gli allievi di maggior talento. Étoile debutterà con tutti gli otto episodi il 24 aprile, in oltre 240 Paesi e territori nel mondo, in esclusiva su Prime Video.

Il cast di Étoile include il vincitore dell’Emmy Award Luke Kirby (La fantastica signora Maisel), Charlotte Gainsbourg (The Pale Blue Eye – I delitti di West Point, Antichrist, Nymphomaniac), Lou de Laâge (The Innocents), Gideon Glick (La fantastica signora Maisel, Maestro), David Alvarez (West Side Story), Ivan du Pontavice (Rupture), Taïs Vinolo (The Show Must Go On), David Haig (Quattro matrimoni e un funerale), LaMay Zhang, insieme a Simon Callow (Outlander) e Yanic Truesdale (Una mamma per amica) in ruoli ricorrenti.

Prodotta da Amazon MGM Studios, Étoile ha come executive producer Amy Sherman-Palladino, Daniel Palladino e Dhana Rivera Gilbert. Scott Ellis è co-executive producer della serie.

Romanticismo a fuoco lento: 8 film che vi conquisteranno senza che ve ne accorgiate

Siete tra coloro che non possono resistere a storie basate su “da nemici a amanti” o su storie d’amore slow burn? Indubbiamente, ci sono film che non hanno bisogno di scene esplicite per farci perdere il fiato. Perché la magia sta nelle atmosfere, negli sguardi sostenuti o nei silenzi significativi. 

Se siete amanti dei film che giocano con l’insinuazione, il desiderio trattenuto e l’intensità emotiva, fino ad avvolgervi in una sorta di trance morbida e ipnotica, ecco otto titoli in cui la tensione va oltre… e voi siete intrappolati senza sapere esattamente perché.

Il potere dell’allusione nel cinema

Al di là di Pretty Woman e dei cliché delle escort italiane con i tacchi alti e del lieto fine tipici del cinema romantico, esiste un universo in cui la tensione non ha bisogno di nomi e il provocatorio non viene detto ad alta voce. È il regno dei dettagli sottili, come l’urto involontario in ascensore o la porta che non si chiude del tutto. I film che vi consigliamo di seguito non cercano di mostrare tutto, ma di invitarvi a immaginare fino a rimanere incollati allo schermo senza nemmeno accorgervene. Prendete nota:

La piscine (1969, Jacques Deray)

Jean-Paul e Marianne si godono una vacanza in una villa nel sud della Francia. La tranquillità viene sconvolta dall’arrivo di un vecchio amico di lui, accompagnato dalla figlia adolescente. La tensione cresce, la gelosia e le vecchie ferite cominciano a emergere.

È un thriller sensuale in cui tutto accade con apparente calma. Romy Schneider e Alain Delon riempiono lo schermo di sguardi carichi e silenzi scomodi. È un cinema che trascina lentamente verso il fondo della piscina.

Eyes wide shut (1999, Stanley Kubrick)

Un medico di New York entra in una spirale di dubbi dopo una confessione inaspettata della moglie. La sua reazione lo porta a vivere una lunga notte, in cui esplora un mondo sconosciuto di desideri e segreti. Tutto sembra un sogno da cui è difficile risvegliarsi.

Kubrick mescola erotismo, senso di colpa e potere in un film lento ma magnetico. Non è solo visivamente provocatorio: l’atmosfera, il ritmo e l’ambiguità costruiscono un labirinto emotivo. È un’esperienza da guardare senza distrazioni.

In the mood for love (2000, Wong Kar-Wai)

Nella Hong Kong degli anni ’60, due vicini di casa scoprono che i rispettivi partner sono infedeli. Invece di vendicarsi, iniziano a passare del tempo insieme e a ricreare, quasi per gioco, le possibili scene di questi tradimenti. Senza cercarlo, finiscono per sviluppare un legame profondo, silenzioso e difficile da classificare.

In the mood for love è una storia di desiderio contenuto, dove ogni gesto pesa più di una dichiarazione. La messa in scena è curata all’estremo, con colori, movimenti e musiche che accompagnano il tono emotivo. Non è un film per chi cerca l’azione, ma per chi apprezza il cinema lento.

Soñadores (The dreamers, 2003, Bernardo Bertolucci)

Parigi, 1968. Un giovane americano incontra due fratelli francesi durante uno sciopero studentesco. Si chiudono insieme in un appartamento, isolati dal mondo esterno, e iniziano a condividere film, idee… e qualcosa di più. Tra loro si forma un legame tanto intenso quanto ambiguo.

Il film unisce sensualità, politica e riferimenti cinematografici. Il suo ritmo lento e la sua costante carica emotiva lo rendono ipnotico. È provocatorio, ma anche una riflessione sulla gioventù e sui suoi limiti.

Match point (2005, Woody Allen)

Chris, un ex giocatore di tennis squattrinato, si integra nell’alta società londinese grazie al suo matrimonio. Tutto sembra andare bene finché non diventa ossessionato da Nola, l’ex di suo cognato. Da quel momento in poi, la sua vita si complica sempre di più con decisioni sempre più pericolose.

Allen abbandona l’umorismo a favore della suspense e della tensione emotiva. Scarlett Johansson brilla in un ruolo pieno di magnetismo. È una storia di desiderio, ambizione e colpa, raccontata con una freddezza inquietante.

Youth (2015, Paolo Sorrentino)

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Fred, un compositore in pensione, trascorre una vacanza in un hotel di lusso sulle Alpi con il suo migliore amico. Qui vive con artisti, celebrità e personaggi eccentrici, tra cui una giovane compagna che ha una strana relazione con un attore decadente. Il film è un mosaico di personaggi che esplorano il desiderio, la vecchiaia e il passare del tempo.

Sorrentino ritrae il corpo femminile attraverso la contemplazione piuttosto che la provocazione. La figura del presunto escort a Roma è trattata con rispetto, mistero e una certa poesia visiva. Non è il centro della storia, ma la sua presenza dà vita a una delle scene più memorabili, carica di silenziosa tensione.

7. Call me by your name (2017, Luca Guadagnino)

Durante un’estate nel nord Italia, Elio, un adolescente sensibile e brillante, incontra Oliver, un giovane invitato dal padre. Il loro rapporto cresce lentamente e ciò che inizia come curiosità si trasforma in un legame profondo difficile da dimenticare.

È una storia nostalgica sul primo amore. La fotografia, i paesaggi e la musica accompagnano questa scoperta emotiva senza drammi forzati. Un film sincero, delicato e completamente lento.

8. Sanctuary (2022, Zachary Wigon)

Hal, un giovane erede, incontra una donna che lo guida in dinamiche di potere non convenzionali. Quello che inizia come un incontro combinato si trasforma in un intenso duello psicologico. I ruoli di vittima e dominante si spostano costantemente tra i due.

Il film si svolge quasi in tempo reale, all’interno di un’unica stanza. Tuttavia, riesce a creare una tensione crescente e avvincente. Margaret Qualley eccelle in un personaggio complesso, sicuro e seducente, senza bisogno di etichette.

Ciò che non viene detto, seduce anche nel cinema

A volte basta uno sguardo per accendere un intero film. Queste otto proposte mostrano come il cinema possa essere provocatorio e coinvolgente senza dover mostrare tutto. Il ritmo lento, la tensione emotiva e i personaggi enigmatici sono più potenti di qualsiasi scena esplicita. Perché il suggestivo, quando è ben raccontato, rimane molto più a lungo nella memoria.

E questo non accade solo nel cinema. C’è chi continua a cercare questo tipo di esperienza anche fuori dallo schermo, in scenari dove il gioco dell’insinuazione continua.

Avetrana – Qui non è Hollywood torna al titolo originale

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Avetrana – Qui non è Hollywood torna al titolo originale

Il titolo della serie Disney+ torna a essere Avetrana – Qui non è Hollywood (qui la nostra recensione), a seguito della decisione del Tribunale di Taranto di revocare il decreto emesso precedentemente che aveva impedito l’utilizzo del nome Avetrana nel titolo della serie.

La serie si riappropria finalmente di uno dei suoi elementi fondanti”, ha dichiarato il regista Pippo Mezzapesa. “È, a tutti gli effetti, una restituzione. Per noi autori il titolo non poteva prescindere dal nome del paese in cui i fatti sono avvenuti. Avetrana è parte della storia e protagonista della serie.

Daniel Frigo, Country Manager, The Walt Disney Company Italia, ha aggiunto: “Per l’industria audiovisiva si tratta di una decisione di estrema importanza in quanto riafferma con forza il principio della libertà di espressione artistica quale principio cardine del nostro ordinamento giuridico.”

Dopo essere stata acclamata dalla critica e dal pubblico italiano, la serie ha debuttato il 20 novembre su Disney+ in EMEA e l’11 dicembre su Hulu negli Stati Uniti, diventando, al debutto, la serie di general entertainment più vista su Disney+ in Italia dal lancio della piattaforma nel 2020 in base alle visualizzazioni dei primi 7 giorni di streaming.

Federica Pala e Giulia Perulli in Avetrana – Qui non è Hollywood
Federica Pala e Giulia Perulli in Avetrana – Qui non è Hollywood – Ph Credits Lorenzo Pesce

La serie originale Disney+, composta da 4 episodi, è stata presentata in anteprima alla diciannovesima edizione della Festa del Cinema di Roma lo scorso ottobre. Diretta dal regista Pippo Mezzapesa, che ne ha scritto anche la sceneggiatura insieme ad Antonella W. Gaeta, Davide Serino, (episodio 1 in collaborazione con Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni), Avetrana – Qui non è Hollywood è prodotta da Matteo Rovere, una produzione Groenlandia, ed è basata sul libro “Sarah la ragazza di Avetrana”, scritto da Carmine Gazzanni e Flavia Piccinni ed edito da Fandango Libri.

La serie originale è interpretata da Vanessa Scalera, nel ruolo di Cosima Misseri, Paolo De Vita in quello di Michele Misseri, Giulia Perulli nei panni di Sabrina Misseri, Imma Villa in quelli di Concetta Serrano, Federica Pala nel ruolo di Sarah Scazzi; Anna Ferzetti è invece la giornalista Daniela, Giancarlo Commare è Ivano, Geno Diana è Giove e Antonio Gerardi interpreta il Maresciallo Persichella. Marracash è autore e interprete de “La Banalità del Male”, end credit song nata dalla collaborazione tra Marracash e il produttore Marz, che ne ha creato la musica.

Un efficace sistema di parental control assicura che Disney+ rimanga un’esperienza di visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre alla “Modalità Junior” già presente sulla piattaforma, gli abbonati possono impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un pubblico più adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per garantire massima tranquillità ai genitori.

Nonostante: recensione del film di e con Valerio Mastandrea – Venezia 81

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Scelto come apertura della sezione Orizzonti della ottantunesima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, Nonostante vede il ritorno alla regia di Valerio Mastandrea, che ancora una volta torna a elaborare il concetto di morte, il suo valore e la sua percezione, come aveva già fatto, con diversi approcci e da diversi punti di vista, nelle sue regie precedenti. Dall’uomo in attesa di morire (Trevirgolaottantasette), alla moglie vedova che elabora il lutto per la perdita del marito (Ride), ora Mastandrea si rifugia in un’idea originale e inaspettatamente fantastica.

Nonostante, la trama

Siamo cortile di un ospedale, si sta svolgendo un rito funebre, una bara deposta in un carro, i familiari stretti tra loro. Assistono alla scena i personaggi di Mastandrea stesso, Lino Musella e Laura Morante (nessuno di loro è identificato con un nome proprio). Poi il protagonista (Mastandrea) si avvia verso la sua camera d’ospedale e subito il realismo tranquillo del film assume sfumature surreali prima di rivelare la sua natura squisitamente fantastica. I protagonisti del film sono in un limbo, bloccati in ospedale, mentre i loro corpi sono costretti in stato comatoso, a letto. Cosa succede all’anima mentre si aspetta di vivere o morire? Cosa si pensa? Cosa si vive nell’attesa che destino, medicina o chi per loro decida della nostra sorte su questa Terra?

DOLORES FONZI E VALERIO MASTANDREA in Nonostante
Foto di Matteo Graia

Una premessa tanto stuzzicante si schianta subito contro la necessità di Valerio Mastandrea e di Enrico Audenino (che ha lavorato con lui già in Ride) di approcciarsi a Nonostante con un linguaggio classico, senza lasciarsi andare a strappi alle regole, mantenendo un tono costantemente prevedibile e scolastico, proponendo una metafora di grana grossa fin troppo leggibile e immediata. L’introduzione di un personaggio femminile che altera gli equilibri del protagonista sembra addirittura pretestuoso perché non apporta alla riflessione del regista un vero contributo, ma appare come un passaggio obbligato che serve a mandare avanti la storia. Così come la presenza del misterioso personaggio che, in un modo non meglio specificato, riesce a percepire le presenza di queste anime nel limbo, a parlare con loro, diventandone poi il tramite, senza una vera e propria motivazione specifica.

VALERIO MASTANDREA in Nonostante
Foto di Matteo Graia

Un mondo interiore che fatica a tramutarsi in film

Nonostante si prende molto sul serio, rivelando invece la sua natura più pura e vincente nei pochi momenti che lasciano spazio alla goliardia e al sorriso, squarci di ilarità grottesca che si sposano alla perfezione con il Mastandrea attore ma che il Mastandrea regista non sembra ancora in grado di approfondire e sfruttare al meglio. L’impressione è che pur avendo un punto di vista interessante e profondo, con un gusto per l’immagine preciso e visibile, anche se non ancora identificativo, il regista e attore non sia ancora capace di metterlo in scena in maniera convincente.

“Amo essere un pessimo attore”. Jack Quaid racconta il suo Mr. Morfina

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Dopo essersi fatto amare dal pubblico di tutto il mondo in The Boys, Jack Quaid è pronto a farsi prendere a pugni in Mr. Morfina (qui la recensione), dal 27 marzo al cinema. Distribuito da Eagle Pictures, il film racconta di un giovane uomo affetto da insensibilità congenita al dolore con anidrosi (CIPA) e che, una volta che vede la sua fidanzata rapita da una banda di svaligiatori di banche, si mette in viaggio per liberarla, risultando incredibilmente adatto a subire qualunque cosa lungo la strada che lo porterà a compiere la sua missione.

Screenrant lo ha intervistato alla premiere del film a Austin, e Jack Quaid ha colto l’occasione per raccontare com’è andata durante le scene in cui il suo Nathan Caine, il protagonista, rischia la vita. Il fulcro del film è rappresentato da una scena di tortura, che Quaid ha definito “divertente” (e in effetti lo è!).

“È così divertente… Per coloro che non l’hanno ancora visto, dico semplicemente “La scena della tortura? Così divertente!” È così strano. Ma sì, so cosa intendi. perché questa scena si fonda sul punto di partenza del film e lo racconta bene. Non riesco a immaginare nessuno che non si sbellichi dalle risate. Il nostro cinema ha reagito così durante quella scena. Quando ho letto quella scena in sceneggiatura ho pensato, “Sì, mi divertirò un mondo con questo”. E hai ragione, è un punto di ancoraggio del concetto. Ma è anche il momento in cui il film capovolge il concetto stesso e fa la cosa opposta. Per tutto il tempo non riesco davvero a provare dolore, e ora è tipo, “Sai, questo tizio non riesce a provare dolore. Ora finge di provare dolore”, il che è così interessante.”

Jack Quaid in Mr. Morfina
Jack Quaid in Mr. Morfina

Per Jack Quaid è stato il momento perfetto, nel corso delle riprese di Mr. Morfina, per essere un pessimo attore e fingere di provare dolore. “‘Adoro essere un pessimo attore!’ dice Jack Quaid.“Adoro quando cerchi di essere un attore decente nella tua vita, e poi hai la libertà di essere pessimo quanto vuoi.

Sembra una grande scena di improvvisazione. È possibile che ce ne sia molta che non vediamo?

“Sì, sicuramente. Come ho detto, è stata una delle mie scene preferite quando l’ho letto. E, ovviamente, era divertente sulla pagina, non voglio sminuire questo aspetto, ma avere il permesso di Dan e Bobby di giocarci è stato un tale… è tanta la fiducia che danno a un attore, quindi l’ho apprezzato molto.”

E il fatto che io faccia un sacco di sketch comici, e che improvviso sicuramente negli sketch che faccio, lo facciamo sempre dal vivo. In realtà, Dan e Bobby sono venuti a vedere uno dei nostri spettacoli di sketch dal vivo [come Sasquatch Comedy] prima che andassimo a girare il film, il che è stato fantastico. Ma quella scena è stata un sogno che si è avverato. È il permesso di divertirti il ​​più possibile mentre guardi la cosa più orribile che tu abbia mai visto. È folle.”

Interrogato sulla sua co-star Amber Midthunder, Jack Quaid ha detto: “È semplicemente incredibile nel film. Quando ho scoperto che era stata scelta per il ruolo di Sherry, sono andato fuori di testa. Dan e Bobby mi hanno scritto, tipo, “Abbiamo Amber Midthunder per Sherry!” Ho pensato, cosa!? Ero così incredibilmente felice. Lavorare con lei è stata una delle più grandi gioie che abbia mai provato. Penso che sia semplicemente, come hai detto, un talento generazionale. Il fatto di poter avere una scena con lei è stata una gioia. L’ho adorato.”

La trama di Mr. Morfina

Nate (Jack Quaid) è un uomo comune con un dono unico: non sente dolore. Quando la ragazza dei suoi sogni (Amber Midthunder) viene rapita, questa peculiarità diventa la sua arma più potente per salvarla. Nel 2025 solo al cinema.

Mr. Morfina vede protagonisti Jack Quaid, Amber Midthunder, Ray Nicholson, Betty Gabriel, Matt Walsh, Lou Beatty Jr., Van Hengst, Conrad Kemp e Jacob Batalon.

Produttori esecutivi Paul Barbeau, Glen Basner, Josh Adler, Lars Jacobson, Alison Cohen Prodotto da Drew Simon, Tory Tunnell, Joby Harold, Sam Speiser, Matt Schwartz, Julian Rosenberg. Scritto da Lars Jacobson Diretto da Dan Berk & Robert Olsen.

Zendaya e Matt Damon fotografati sul set di The Odyssey

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Zendaya e Matt Damon fotografati sul set di The Odyssey

Zendaya e Matt Damon sono stati fotografati sul set di The Odyssey, mentre le riprese del film sono in corso a Favignana. Mentre Damon interpreterà il protagonista del film, Zendaya sarà con ogni probabilità la Dea della Saggezza, Atena in persona, che nel poema epico di Omero, è una grande sostenitrice dell’eroe protagonista.

Staremo a vedere in che modo il regista britannico adatterà e racconterà la componente mitologica e magica del poema, aspetto che sembra allontanarsi dalle sue corde e che rappresenta da sempre una delle principali difficoltà di comprensione e adattamento del testo in età contemporanea, soprattutto da parte di culture non mediterranee.

Ecco di seguito gli scatti:

Quello che sappiamo su The Odyssey

L’antico poema epico di Omero racconta la storia di Odisseo, re di Itaca, e del suo pericoloso viaggio di ritorno a casa dopo la guerra di Troia, esplorando temi di eroismo, lealtà, astuzia e la lotta contro la volontà divina. Il racconto include episodi iconici come l’incontro con il ciclope Polifemo, le Sirene e la strega-dea Circe, avventure che culminano con il suo ricongiungimento con la moglie Penelope.

Secondo recenti indiscrezioni, nel film Tom Holland interpreterà il figlio di Odisseo, Telemaco (come già ipotizzato), Zendaya sarà la dea della saggezza Atena, Charlize Theron la maga Circe, Anne Hathaway la moglie di Odisseo, Penelope, Benny Safdie il re di Micene Agamennone e Lupita Nyong’o sua moglie Clitennestra.

I dettagli sulla trama del film The Odyssey di Christopher Nolan sono ad ora stati tenuti nascosti e non è confermato quanto il regista sarà fedele all’opera di Omero. Considerando i suoi precedenti, c’è da aspettarsi che apporti una svolta inaspettata alla storia che già presenta tutti i marchi di fabbrica del suo cinema, in particolare la non linearità della narrazione. Sarà il secondo film di Nolan per la Universal, dopo Oppenheimer.

Come annunciato in precedenza, l’ultimo film di Christopher Nolan avrà come protagonisti Matt Damon, Tom Holland, Anne Hathaway, Zendaya, Lupita Nyong’o, Robert Pattinson, Charlize Theron, Benny Safdie, John Leguizamo, Elliot Page, Mia Goth e Jon Bernthal. L’uscita è prevista per il luglio 2026.

X-Men: tutti i personaggi CONFERMATI in Avengers: Doomsday

X-Men: tutti i personaggi CONFERMATI in Avengers: Doomsday

Il Marvel Cinematic Universe avrà finalmente la sua forte dose di X-Men originali del grande schermo. Durante la lunga rivelazione del cast della Marvel per il suo prossimo film di punta Avengers: Doomsday, è stato rivelato che molti attori della serie originale di film della Fox torneranno nell’universo dei fumetti. Tra questi, Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier, Ian McKellen nel ruolo di Magneto, James Marsden nel ruolo di Ciclope e Rebecca Romijn nel ruolo di Mystica. Tutti e quattro gli attori hanno debuttato come protagonisti del franchise del 2000. Tuttavia, secondo le regole del multiverso Marvel, rimane possibile che questi attori possano interpretare versioni diverse dei loro personaggi, o addirittura personaggi completamente diversi.

Torna per la gioia dei fan della Marvel anche Channing Tatum nel ruolo di “Gambit”. L’attore ha trascorso anni cercando di realizzare un film per la Fox e solo nel 2024 con Deadpool e Wolverine ha avuto il suo momento. Ecco di seguito l’elenco di tutti gli attori “mutanti” che torneranno per Avengers: Doomsday, nelle sale il 1° maggio 2026.

Channing Tatum come Gambit

gambit channing tatum

Channing Tatum ha aspettato anni per portare finalmente Gambit sul grande schermo, e il suo desiderio si è avverato nel blockbuster del 2024 Deadpool & Wolverine. Ora rimarrà nel Marvel Cinematic Universe in Avengers: Doomsday. Tatum ha provato con tutte le sue forze a far decollare un film di Gambit alla Fox, ma il progetto è stato di fatto annullato quando la Disney ha completato l’acquisto dello studio nel 2019.

Patrick Stewart nei panni di Charles Xavier

Patrick StewartPatrick Stewart è tornato dopo aver interpretato il ruolo di Charles Xavier sul grande schermo nel film “X-Men” del 2000. Ha ripreso il personaggio dei fumetti in “X2“, “Conflitto Finale“, “Giorni di un futuro passato“, “Logan – The Wolverine“, “X-Men Origins: Wolverine“, “Wolverine – L’immortale” e nel film MCUDoctor Strange nel Multiverso della Follia“.

Ian McKellen nei panni di Magneto

Ian McKellenIan McKellen ha interpretato Magneto in “X-Men“, “X2“, “Conflitto Finale“, “Giorni di un futuro passato” e “Wolverine – L’immortale“.

Kelsey Grammer nei panni di Bestia

Kelsey Grammer Bestia MCUKelsey Grammer ha debuttato nei panni del mutante Bestia in “Conflitto Finale” e ha sorpreso molti tornando nei panni del personaggio degli X-Men nella scena dei titoli di coda di “The Marvels. È apparso anche brevemente in “Giorni di un futuro passato“.

Alan Cumming come Nightcrawler

Alan Cumming X-Men 2Alan Cumming ha debuttato come Nightcrawler in “X2“, ma è stato il periodo in cui ha interpretato il mutante. L’attore ha fatto notizia l’anno scorso per aver definito “X2” il “film più gay” a cui abbia mai lavorato.

Rebecca Romijn come Mystique

Rebecca Romijn era blu dalla testa ai piedi nei panni di Mystique nella trilogia originale di film “X-Men” che comprendeva “X-Men“, “X2” e “Conflitto finale“. Ha avuto un cameo non accreditato in “X-Men: L’Inizio“.

James Marsden come Ciclope

james marsden
James Marsden è Ciclope in X-Men

James Marsden ha dato origine al ruolo di Scott Summers / Ciclope in “X-Men” e ha ripreso il ruolo del supereroe in “X2“, “Conflitto Finale” e “Giorni di un futuro passato“.

Il video annuncio dell’inizio della produzione di Avengers: Doomsday

Tutto quello che sappiamo su Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday arriverà nelle sale il 1° maggio 2026, mentre Avengers: Secret Wars è previsto per il 7 maggio 2027.

Entrambi i film saranno diretti da Joe Russo e Anthony Russo, che faranno anche il loro ritorno nell’MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame. Al momento non si hanno certezze sugli attori che comporranno il cast del film, né su precisi elementi di trama.

I Marvel Studio hanno per ora confermato il seguente cast in Avengers: Doomsday: Chris Hemsworth (Thor), Vanessa Kirby (Susan Storm/Donna Invisibile), Anthony Mackie (Sam Wilson/Captain America), Sebastian Stan (Bucky Barnes/Soldato d’Inverno), Letitia Wright (Shuri/Black Panther), Paul Rudd (Scott Lang/Ant-Man), Wyatt Russell (John Walker/U.S. Agent), Tenoch Huerta Mejia (Namor), Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm/The Thing), Simu Liu (Shang-Chi), Florence Pugh (Yelena Belova/Black Widow), Kelsey Grammer (Hank McCoy/Bestia), Lewis Pullman (Sentry), Danny Ramirez (Joaquin Torres/Falcon), Joseph Quinn (Johnny Storm/Torcia Umana), David Harbour (Alexei Shostakov/Red Guardian), Winston Duke (M’Baku), Hannah John-Kamen (Ava Starr/Ghost), Tom Hiddleston (Loki), Patrick Stewart (Charles Xavier/Professor X), Ian McKellen (Erik Lehnsherr/Magneto), Alan Cumming (Kurt Wagner/Nightcrawler), Rebecca Romijn (Raven Darkhölme/Mystica), James Marsden (Scott Summers/Ciclope), Channing Tatum (Remy LeBeau/Gambit), Pedro Pascal (Reed Richards/Mister Fantastic), Robert Downey Jr. (Victor von Doom/Dottor Destino).

Avengers: Doomsday, i Marvel Studios rivelano il cast del film con una live sui social

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I Marvel Studios hanno fatto un annuncio a sorpresa del cast di Avengers: Doomsday tramite i propri canali social. Era un momento estremamente atteso da parte dei fan, che possono così scoprire quali attori del MCU saranno presenti nel prossimo film dedicato ai vendicatori. Sebbene manchi ancora poco più di un anno all’arrivo in sala del film, sono già iniziati i lavori per la sua realizzazione e con questo nuovo annuncio sappiamo che i seguenti attori e personaggi saranno presenti nel film:

Alla fine del video, Downey Jr. ha camminato lungo la fila di sedie con i nomi del cast, ha preso posto, ha chiesto il silenzio del pubblico, ha ripresentato le sedie e se n’è andato. Una scheda di testo ha poi rivelato che Avengers: Doomsday è ufficialmente entrato in produzione. Questo include anche un logo del film leggermente modificato, con un design meno in rilievo e una tonalità verde attenuata.

Tutto quello che sappiamo su Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday sarà l’inizio del culmine della Saga del Multiverso, che comprende le fasi 4-6 del MCU (ovvero tutto ciò che è uscito tra il 2021 e il 2027). Il film arriverà nelle sale il 1° maggio 2026 e sarà seguito da Avengers: Secret Wars il 7 maggio 2027. Entrambi i film saranno diretti da Joe Russo e Anthony Russo, che faranno anche il loro ritorno nell’MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame. Non si sa molto della trama, ma la portata del racconto è evidente vista l’ampiezza del cast.

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Black Hawk Down: le differenze tra il film di Ridley Scott e la storia vera

Trent’anni fa, il 3 ottobre 1993, si svolse la battaglia di Mogadiscio. È nota anche come “Battaglia del Mar Nero” dai veterani statunitensi che vi presero parte, o “Giorno dei Rangers” dai somali, ed è stata resa popolare come “Black Hawk Down”. Otto anni dopo, Ridley Scott ha diretto un film intitolato proprio Black Hawk Down, adattamento dell’omonimo libro di Mark Bowden. Questo nome deriva dalla chiamata radio che segue l’abbattimento e la caduta definitiva dell’aereo da guerra statunitense chiamato “Black Hawk”.

Venerato film di guerra basato su un vero evento storico, Black Hawk Down si è poi guadagnato due Oscar, ma sfortunatamente per Scott, non è riuscito a vincere il premio per la miglior regia per la seconda volta consecutiva (era stato nominato l’anno prima per Il Gladiatore). Tuttavia, sebbene Black Hawk Down sia stato acclamato per aver cambiato le carte in tavola nella rappresentazione della guerra al cinema, presenta numerose inesattezze storiche. Scopriamole in questo approfondimento.

Black Hawk Down non offre il giusto contesto sulla battaglia di Mogadiscio

Raccontare la storia di una guerra che si è svolta nell’arco di 24 ore nel corso di un film non è una passeggiata. Ridley Scott è stato elogiato, anche da esperti militari, per come ha mostrato il realismo della guerra urbana in Black Hawk Down e il film rimane in gran parte fedele alla ricostruzione degli eventi fatta da Bowden nel suo libro. Tuttavia, mentre il film tenta di contestualizzare gli eventi che hanno portato alla battaglia utilizzando schede di testo all’inizio, manca di alcuni fatti significativi. Ad esempio, il film tralascia il raid del Lunedì di Sangue, noto anche come Operazione Michigan, che ebbe luogo il 12 luglio 1993 e che ebbe un’influenza significativa sulla battaglia di Mogadiscio.

Durante il raid, l’Operazione delle Nazioni Unite in Somalia (UNOSOM) attaccò i partecipanti a una riunione che si stava tenendo nella villa di Mogadiscio del Ministro della Difesa di Mohammed Farrah Aidid, Abdi Hassan Awale. Nel suo libro Bowden afferma che le vittime del raid furono più di 70, come confermato dalle interviste a vari testimoni. Questa cifra è però stata contestata. L’ONU le valuta in 13. Secondo il libro di Bowden, i funzionari americani e dell’UNOSOM hanno insistito sul fatto che l’operazione era necessaria per sbarazzarsi degli strenui sostenitori di Aidid.

Sam Shepard in Black Hawk Down
Sam Shepard in Black Hawk Down

Bowden, molti giornalisti locali e stranieri, tra cui il corrispondente di guerra americano Scott Peterson e organizzazioni di giustizia come Human Rights Watch hanno contestato le affermazioni, affermando che l’incontro era stato organizzato dagli anziani del clan per convincere il partito politico di Aidid a fare la pace con l’UNOSOM. Il significato di questo raid sarebbe dunque stato quello di mettere i somali contro gli americani e gli stranieri. Nel film, la rabbia dei locali nei confronti delle truppe americane è vivida e i loro sentimenti vengono mostrati nella scena in cui il “Black Hawk” viene abbattuto.

Questa problematica mancanza di contesto per gli eventi di Black Hawk Down dà l’impressione che i somali fossero contro gli americani che erano andati ad aiutarli senza un motivo apparente. Un’altra rappresentazione errata del contesto nel film è l’uccisione di soldati pakistani da parte della milizia di Aidid, come viene mostrato nei testi all’inizio del film. Sebbene il film annoti che “a giugno, la milizia di Aidid tende un’imboscata e massacra 24 soldati pakistani”, non ne fornisce il contesto. I soldati pakistani si erano recati a Radio Mogadiscio, popolare in città e portavoce di Aidid contro l’UNOSOM, per ispezionare un deposito di armi situato nella stazione.

In precedenza erano circolate notizie secondo cui le Nazioni Unite stavano progettando di sequestrare le infrastrutture di trasmissione di Aidid. L’attacco ai soldati pakistani da parte dei miliziani di Aidid è scaturito da questa paura. Se Aidid era effettivamente un signore della guerra temuto e spietato, era un signore della guerra tra molti altri. La rappresentazione dell’omicidio dei soldati pakistani senza questo contesto demonizza Aidid come l’unico cattivo responsabile dei problemi somali e mostra i suoi uomini come selvaggi che uccidono per niente. Ciò è ulteriormente accentuato nella sequenza di apertura del film, che mostra la milizia di Aidid sparare ai benefattori degli aiuti alimentari.

All’epoca di Black Hawk Down, il personale statunitense autorizzato dal Presidente George Bush aveva già contribuito ad alleviare il problema della fame e consegnato il programma alle Nazioni Unite. Quest’ultimo nel film, in particolare, trae in inganno sul fatto che la missione del soldato americano che ha portato alla battaglia di Mogadiscio aveva lo scopo di impedire ad Aidid di interferire con gli aiuti alimentari per i cittadini affamati, mentre l’obiettivo della missione era quello di arrestare o uccidere Aidid in seguito al suo coinvolgimento nell’attacco alle forze di pace delle Nazioni Unite. È questo travisamento dei fatti che ha portato alcuni a criticare il film come una riscrittura della storia unilaterale e di stampo americano.

George Harris in Black Hawk Down
George Harris in Black Hawk Down

Il film sminuisce il ruolo dei soldati malesi e pakistani

Black Hawk Down non dà poi credito ai soldati pakistani e malesi che hanno avuto un ruolo significativo nella battaglia. Secondo il maggiore Jeff Struecker, quando i soldati americani hanno esaurito le risorse necessarie per la battaglia, hanno chiesto l’aiuto delle Nazioni Unite e diversi Paesi, in particolare Pakistan e Malesia, sono venuti in loro soccorso. Struecker ha espresso parole gentili per i soldati malesi, affermando che, insieme ai soldati pakistani, hanno fornito loro armature e carri armati che sono stati fondamentali per la loro sopravvivenza nella battaglia. L’ex presidente pakistano, il defunto Pervez Musharaff, è quindi rimasto sconcertato dal mancato riconoscimento del ruolo dei suoi compatrioti nella battaglia nel film.

Osman Ali Atto contesta il ritratto che si fa di lui nel film

Osman Ali Atto era il finanziatore di Aidid e una delle risorse chiave che i soldati americani catturarono e interrogarono per condurli ad Aidid. In Black Hawk Down, Atto viene arrestato mentre è in transito quando i soldati, sulla base di informazioni di intelligence, immobilizzano le sue tre auto. Anche nel film, la cattura di Atto è in gran parte pacifica, poiché si arrende quando viene messo alle strette. In un’intervista alla BBC, Atto contesta però questa rappresentazione. Afferma che l’arresto è stato cruento. “Viaggiavo con una sola Fiat 124, non con tre veicoli come si vede nel film”, ha dichiarato, aggiungendo che la sua auto è stata colpita almeno 50 volte e che ci sono state delle vittime.

In Black Hawk Down, Atto è un omone che fuma il sigaro, arrogante, sarcastico e con gli orecchini, un tropo comune nella rappresentazione hollywoodiana della guerra e dei signori della droga. Ma nella realtà è ben lontano dal personaggio che viene rappresentato nel film. La BBC ha descritto Atto come “niente di simile nella vita reale”, riferendo che non fuma sigari e non indossa orecchini, il che non solo è un travisamento ma rischia anche di essere un’appropriazione culturale, dato che tradizionalmente solo le donne somale indossano orecchini, e un uomo nella sua posizione di leader di una società conservatrice come la sua non andrebbe contro tale tradizione. Tuttavia, con il film Atto concorda sul fatto che non ha fornito ai suoi interrogatori alcuna informazione su Aidid.

Non è però solo Atto a sollevare critiche nei confronti di Black Hawk Dawn. La rappresentazione generale dei somali e di Mogadiscio è infatti molto lontana dalla realtà. I somali hanno caratteristiche fisiche cuspidate uniche e gli attori che interpretano i somali nel film non li rappresentano adeguatamente. Il film è stato infatti criticato proprio per la mancanza di attori somali. Anche la lingua parlata nel film non è quella parlata nel Paese del Corno d’Africa. Infine, la Mogadiscio dell’epoca, come descritta nel libro di Bowden, era colorata e vivace, mentre in Black Hawk Down è ritratta come una città devastata e spenta.

 

Ewan McGregor in Black Hawk Down
Ewan McGregor in Black Hawk Down

 

Il nome del personaggio di Ewan McGregor in Black Hawk Down è stato cambiato

In Black Hawk Down, Ewan McGregor interpreta il ranger John Grimes. Grimes, come la persona reale che rappresenta, è ritratto come un eroe. Ma il vero soldato che il personaggio di Grimes rappresenta è il ranger John “Stebby” Stebbins. Come riporta il Guardian, Mark Browden, lo sceneggiatore del film e del libro da cui è tratto, ha dichiarato di aver ricevuto pressioni dal Pentagono per cambiare il nome di Stebby dopo che il ranger era stato deferito al tribunale e riconosciuto colpevole di aggressione e stupro di una minorenne.

Nell’articolo del Guardian, la moglie di Stebby, Nora Stebbins, ha scritto al New York Post lamentandosi della rappresentazione eroica del suo ex marito. Ha scritto in parte: “Il mio ex marito viene dipinto come un eroe americano, mentre la verità è che non lo è”. Black Hawk Down di Ridley Scott è dunque un film visivamente e tecnicamente impressionante, in cui il realismo della guerra e gli aspetti umani positivi del sacrificio, della collaborazione e del coraggio sono ben presenti. È anche uno dei migliori lavori di Scott, un film che si può rivedere più volte e, a più di trent’anni dall’evento reale su cui si basa, forse è giunto il momento di rivederlo.

Tuttavia, in un mondo in cui il cinema ha un’influenza così forte, le inesattezze storiche di Black Hawk Down, soprattutto se si fregiano della dicitura “basato su eventi reali”, possono avere un impatto significativo sulla comprensione della storia da parte del pubblico. Gli elementi che il film trascura, dunque, pur sembrando eventi minori, sono evidentemente importanti per la cultura somala, per la percezione che la gente ha della battaglia di Mogadiscio e per il contesto in cui essa si è svolta.

Io capitano: la storia vera dietro il film di Matteo Garrone

Io capitano: la storia vera dietro il film di Matteo Garrone

Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, il film Io capitano (qui la recensione) di Matteo Garrone è stato un grande caso cinematografico italiano per l’anno 2023. Dopo la partecipazione a tale evento, dove ha vinto poi il Leone d’argento alla regia, il film ha infatti intrapreso un percorso che lo ha portato in tutto il mondo, arrivando anche ad essere nominato ai Golden Globe e agli Oscar (prima volta in assoluto per Garrone) come Miglior film internazionale. In patria, ha invece ottenuto quindici nomination ai David di Donatello, vincendone poi sette, tra cui Miglior film e Miglior regia.

Un grande successo per un film che mescola dramma sociale e favola, andando a raccontare un controcampo del viaggio che i migranti africani intraprendono per arrivare in Europa. Dopo anni di tentennamenti, Garrone si è infatti deciso con Io capitano a portare sul grande schermo una storia difficile, basata su reali testimonianze e nella quale si affrontano tante problematiche di questi episodi di emigrazione che troppo spesso vengono invece banalizzati o di cui a noi, dall’altra parte del mare, arriva solo il finale. Ma prima di esso c’è tutto un lungo e doloroso viaggio, che è proprio ciò che Garrone va ad esplorare con il suo film.

La trama e il cast di Io capitano

In Io Capitano si racconta il viaggio avventuroso di Seydou (Seydou Sarr) e Moussa (Moustapha Fall), due giovani cugini che decidono segretamente di lasciare Dakar, capitale del Senegal, per raggiungere l’Europa, con l’obiettivo di poter inseguire il sogno di diventare celebrità nel campo della musica. Lasciandosi alle spalle le proprie famiglie, per i due ha così inizio un’Odissea contemporanea attraverso le insidie del deserto, gli orrori dei centri di detenzione in Libia e i pericoli del mare. Quando ormai sarà troppo tardi per tornare indietro, i due ragazzi si troveranno a dover proseguire il percorso, scoprendo quanto quel viaggio sia ben diverso da come previsto.

Foto di Greta De Lazzaris

La storia vera dietro il film

“La storia mi è venuta in mente diversi anni fa, quando mi fu raccontato di questo adolescente che da solo aveva guidato un’imbarcazione con circa 250 persone a bordo. – ha raccontato Matteo GarroneUna volta arrivato a destinazione, travolto dall’emozione di aver portato tutti in salvo ha iniziato a gridare “io capitano, io capitano”. Però mi sentivo in imbarazzo, da borghese, a pensare di raccontare quella storia e i suoi retroscena. Poi, qualche anno dopo, ho incontrato il ragazzo che quel finale lo ha vissuto, il cui nome è Fofanà Amara, e quell’incontro mi ha riavvicinato a quel racconto, motivandomi a riprenderlo in mano”.

La storia di Fofanà Amara è comune a quella di tanti ragazzi come lui in cerca di una vita migliore. Partito da una Guinea sconvolta da scontri politici, Fofanà decide di emigrare verso l’Europa e inizia così ad attraversare il deserto fino a Tripoli, in Libia. Qui gli viene fatto capire che il barcone con duecentocinquanta persone a bordo arriverà in Italia solo se qualcuno si offre di guidarlo e quel qualcuno è lui. Così, a soli quindici anni, Fofanà intraprende questo viaggio di due giorni in mare. Al suo arrivo, viene arrestato e accusato di essere uno scafista, salvo poi essere rilasciato. Oggi vive e lavora in Belgio.

Sulla base di questa testimonianza, Garrone ha aggiunto che: “A quel punto abbiamo deciso di costruire questo film seguendo i canoni del racconto d’avventura e del viaggio dell’eroe. Bisogna infatti sapere che ci sono tanti tipi di immigrazione, quella raccontata in Io capitano è legata al fatto che il 70% della popolazione africana è composta da giovani e questi giovani sono influenzati dalla globalizzazione occidentale, di cui penso sia importante raccontare gli effetti sulle popolazioni.”. Fondamentale però è stato anche il lavoro di ricerca sul campo, necessario affinché si potesse raccontare la verità su ciò che avviene durante questo viaggio verso l’Europa.

Seydou Sarr in Io capitano
Seydou Sarr in Io capitano. Cortesia di 01 Distribution

“Abbiamo fatto un grosso lavoro di documentazione, durato qualche anno, e poi per cercare di raccontare questa storia ci siamo affidati a chi queste vicende le ha vissute in prima persona. – racconta Garrone – È stato un lavoro assolutamente collettivo, reso possibile grazie a persone come Mamadou Kouassi, che mi hanno raccontato le loro storie al servizio delle quali io ho potuto mettere le mie conoscenze tecniche“. Mamadou Kouassi Pli Adama è un altro dei tanti giovani che hanno vissuto sulla loro pelle “l’esperienza di quel viaggio, delle prigioni libiche, della paura e degli orrori che vengono perpetrati”. “Sono stato venduto come schiavo – ha raccontato – e ho passato mesi e mesi a lavorare in condizioni terribili per comprare la mia libertà”. 

Alla fine, è riuscito ad imbarcarsi da Zuwara verso l’Italia, ma lungo la traversata il gommone su cui viaggiava s’è spezzato in due e altre persone sono morte sotto i suoi occhi. Grazie a un peschereccio di Mazara del Vallo è però riuscito a sopravvivere e ad arrivare a terra. Oggi, Mamadou è vicepresidente del Movimento migranti e rifugiati di Caserta e lavora come mediatore interculturale presso il Centro Sociale Ex-Canapificio dove aiuta persone arrivate in Italia come lui, nel riconoscimento dei propri diritti e nella conoscenza degli strumenti sociali e formativi. Con Io capitano ha dunque avuto modo di offrire la propria testimonianza, che purtroppo è comune a quella vissuta quotidianamente di tantissimi altri ragazzi (e non solo).

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Io capitano grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunesRakuten TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 26 marzo alle ore 21:30 sul canale Rai 1.

Jack Ryan – L’iniziazione: la spiegazione del finale del film

Jack Ryan – L’iniziazione: la spiegazione del finale del film

Jack Ryan – L’iniziazione, come il precedente adattamento Al vertice della tensione (dove il personaggio era interpretato da Ben Affleck), presenta intenzionalmente un Jack Ryan più giovane, interpretato stavolta da Chris Pine, senza però l’esperienza e la gravitas sale e pepe di Alec Baldwin o Harrison Ford, primi interpreti del personaggio al cinema. Nel film, Ryan è un agente della CIA di basso livello che, dopo aver scoperto una cospirazione terroristica guidata dal miliardario russo Viktor Cherevin (Kenneth Branagh, che ha curato anche la regia del film), si trova a schivare assassini, a visitare Mosca e a inseguire minacce di bombe.

Ma a differenza dei precedenti lungometraggi dedicati al personaggio dei romanzi di Tom Clancy, questo thriller di spionaggio del 2014 doveva essere un vero e proprio reboot della popolare serie cinematografica. Si tratta infatti della prima pellicola dedicata al personaggio ad essere basata su un sceneggiatura originale, firmata da David Koepp, e non tratta dai romanzi di Clancy. Tale novità era giustificata proprio dal fatto che il film era stato pensato come un vero e proprio riavvio che esplora le origini del personaggio e la sua evoluzione come agente dei servizi segreti. Ciò ha così permesso di dar vita ad una storia nuova, come anche all’inserimento di nuovi personaggi.

A questo capitolo, tuttavia, non sono seguiti ulteriori capitoli e alla fine il personaggio è stato riproposto come protagonista dell’omonima serie di Prime Video, dove ad interpretarlo è subentrato John Krasinski. Nonostante le ovvie intenzioni di lanciare una nuova serie, infatti, i deludenti risultati al botteghino e le reazioni contrastanti della critica hanno fatto sì che Jack Ryan – L’iniziazione non ottenesse alcun seguito. In questo articolo, analizziamo però come il finale del film ha risolto la sua trama terroristica, preparando al contempo dei sequel che, però, non sono mai stati realizzati.

Jack Ryan cast
Chris Pine e Keira Knightley in Jack Ryan – L’iniziazione

Jack Ryan sventa il complotto di Cherevin per distruggere l’economia

Nel finale, Jack Ryan entra nei file di Cherevin e scopre che l’oligarca sta usando suo figlio, Aleksandr, come agente dormiente per distruggere l’economia statunitense, già vulnerabile a causa delle sue manovre finanziarie con Cina e Giappone. Il piano è dunque quello di colpire Wall Street con un ordigno esplosivo e mettere in ginocchio l’America. L’agente della CIA si precipita dunque a New York e individua Aleksandr. Dopo un violento inseguimento e uno scontro fisico, Ryan riesce infine a dirottare l’auto contenente la bomba e la fa precipitare nell’East River.

La detonazione nel fiume uccide Aleksandr, mentre Ryan riesce a fuggire, senza riportare danni, come accade nella maggior parte dei film di Jack Ryan. Di conseguenza, Cherevin viene giustiziato dai suoi cospiratori per il suo fallimento e Jack Ryan è libero di sposarsi con la sua fidanzata Cathy (Kiera Knightley) e viene elevato di livello all’interno dell’agenzia. Le scene finali del film vedono Ryan alla Casa Bianca con il suo superiore Harper (Kevin Costner), che si presenta ufficialmente al Presidente. A tutti gli effetti l’inizio di una promettente carriera dunque, che avrebbe dovuto essere esplorata con ulteriori film.

Jack Ryan L'iniziazione
Chris Pine è Jack Ryan e Kevin Costner è Harper in Jack Ryan – L’iniziazione. Cortesia di Paramount Pictures e Skydance Productions.

I sequel mai realizzati di Jack Ryan – L’iniziazione

In definitiva, il finale di Jack Ryan – L’iniziazione doveva aprire la porta a ulteriori sequel con Chris Pine. Non solo il giovane agente si sposa e si confida con Cathy, cambiando il suo status nella vita privata, ma le azioni eroiche di Ryan hanno cambiato il corso della sua carriera e lo hanno portato alla Casa Bianca. All’inizio, Harper gli dice che “non sei più solo un analista. Ora sei operativo”, e parte dell’arco narrativo di Ryan nel film consiste proprio nell’abbracciare pienamente questa realtà. Quando dà il suo nome al Presidente, è sulla buona strada per diventare la figura sicura ed eroica che abbiamo conosciuto in film come Caccia a Ottobre Rosso.

Nei romanzi, Ryan si fa strada fino a diventare vicedirettore della CIA, poi fa parte del gabinetto e infine diventa addirittura presidente. Poiché solo alcuni dei libri di Clancy sono stati adattati allo schermo, i produttori di Jack Ryan – L’iniziazione avevano molto materiale su cui lavorare per realizzare altri film sul personaggio. Purtroppo, i risultati deludenti al botteghino  hanno fatto venir meno la richiesta di altri film con la versione di Pine di Ryan. Ma il personaggio, come anticipato, è tornato in televisione in streaming qualche anno dopo, con la star di The Office e regista di A Quiet Place John Krasinski che attualmente è impegnato nelle riprese del film-sequel della serie.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

Jack Ryan – L’iniziazione è disponibile su alcune delle più popolari piattaforme streaming oggi disponibili. Lo si può infatti ritrovare su Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision, Paramount+, Now, Infinity+ e Prime Video. Per poter usufruire del film, sarà necessario sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. In questo modo sarà poi possibile vedere il titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre in programma in televisione per mercoledì 26 marzo alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Renée Zellweger si unisce alla quinta stagione di Only Murders in the Building

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La serie di successo Only Murders In The Building si arricchisce di nuove star per la sua quinta stagione. Come riportato da Deadline, dopo il due volte premio Oscar Christoph Waltz, anche la due volte premio Oscar Renée Zellweger si è unita al cast. Come di consueto, i dettagli sulle trame e sui nuovi personaggi non sono stati resi noti. Sappiamo però che la produzione della nuova stagione, che si occuperà di risolvere l’omicidio di Lester, è iniziata all’inizio di questa settimana a New York con il ritorno dei quattro personaggi fissi della serie: le star/produttori esecutivi Steve Martin, Martin Short e Selena Gomez e Michael Cyril Creighton.

Per quanto riguarda Renée Zellweger, nota soprattutto per i suoi ruoli da Oscar in Ritorno a Cold Mountain e Judy, è stata vista di recente al cinema con attualmente protagonista di Bridget Jones – Un amore di ragazzo, quarto capitolo della serie Bridget Jones. Ad oggi, il film ha incassato oltre 120 milioni di dollari al botteghino internazionale. Nel 2001, la Zellweger ha recitato ne Il diario di Bridget Jones, per il quale ha ottenuto la sua prima nomination agli Oscar, ottenendo anche candidature ai Golden Globe, ai SAG e ai BAFTA. Nel complesso, il franchise ha accumulato oltre 850 milioni di dollari in tutto il mondo.

Il cast di Only Murders in the Building

Only Murders in the Building ha rilasciato la sua quarta stagione nel 2024. Oltre ai protagonisti Steve Martin, Martin Short e Selena Gomez, il cast della quarta stagione comprendeva Meryl Streep, Eugene Levy, Zach Galifianakis, Eva Longoria, Jane Lynch, Richard Kind, Melissa McCarthy, Kumail Nanjiani e Molly Shannon. Lo show ha ottenuto 21 nomination agli Emmy per la sua terza stagione, il massimo che abbia mai ricevuto per una singola stagione. Martin e John Hoffman hanno co-creato la serie e Hoffman è anche showrunner. Entrambi sono produttori esecutivi insieme a Short, Gomez, Dan Fogelman e Jess Rosenthal.

LEGGI ANCHE: Only Murders in the Building 4, la spiegazione del finale: un matrimonio e un nuovo omicidio

Scooby-Doo, Netflix conferma l’arrivo della serie live-action

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Scooby-Doo, Netflix conferma l’arrivo della serie live-action

Una serie live-action di Scooby-Doo è ufficialmente in fase di sviluppo per Netflix, che l’ha acquistata per otto episodi. Secondo quanto riferito per la prima volta da Netflix nell’aprile del 2024, la serie si occuperà di come la Mystery Inc. e il loro amato alano si siano uniti per la prima volta. Come riportato in precedenza, Josh Appelbaum e Scott Rosenberg sono gli sceneggiatori e gli showrunner e saranno anche produttori esecutivi insieme ad André Nemec e Jeff Pinkner sotto la loro insegna Midnight Radio.

Mystery, Inc. è di nuovo in attività! Siamo entusiasti di portare Scooby-Doo in TV come serie live-action per la prima volta”, ha dichiarato Peter Friedlander, vicepresidente delle serie di Netflix. “L’amato franchise ha avuto un impatto innegabile sulla cultura pop ed è ricco di temi universali sull’amicizia che generazioni di fan hanno abbracciato da tempo. Insieme ai centri creativi Berlanti Productions e Midnight Radio, siamo impegnati a deliziare i fan di lunga data e ad aprire un mondo di avventure groovy per una nuova era di bambini impiccioni.

Il logline ufficiale dello show lo descrive come una rivisitazione in chiave moderna della popolare serie di cartoni animati. “Durante la loro ultima estate in campeggio, i vecchi amici Shaggy e Daphne vengono coinvolti in un mistero inquietante che riguarda un cucciolo di alano smarrito e solitario che potrebbe essere stato testimone di un omicidio soprannaturale”, si legge nella logline. “Insieme alla pragmatica e scientifica Velma e allo strano, ma sempre affascinante, Freddy, i due si mettono a risolvere il caso che li trascina in un incubo inquietante che minaccia di svelare tutti i loro segreti”.

Uno dei miei primi e preferiti lavori a Hollywood è stato sedermi con Bill Hanna e Joe Barbera mentre firmavano le cellule di animazione”, ha detto Berlanti. “Josh e Scott e tutti quelli di Midnight Radio hanno realizzato una storia che cattura i loro incredibili spiriti e la loro geniale creazione. Siamo grati a loro e a tutti quelli della Warners e di Netflix per la partnership nel contribuire a portare in vita questa iterazione di Scooby-Doo!”.

Scooby-Doo dal cinema alla televisione

Questo non sarà il primo progetto di Scooby-Doo in live-action ad arrivare sullo schermo. Il più famoso è il film uscito nel 2002 e interpretato da Freddie Prinze Jr., Sarah Michelle Gellar, Matthew Lillard e Linda Cardellini, con Neil Fanning che dava la voce a Scooby. Il film è stato un successo al botteghino, con oltre 250 milioni di dollari in tutto il mondo. Un sequel con lo stesso cast, Scooby-Doo: Mostri scatenati, uscito nel 2004, ha incassato oltre 180 milioni di dollari. C’è stato anche il film TV in live-action Scooby-Doo! Il mistero ha inizio e il suo sequel, usciti nel 2009 e nel 2010.

Nel corso degli anni sono stati realizzati anche numerosi progetti animati di Scooby-Doo, a partire dalla serie originale di cartoni animati alla fine degli anni Sessanta. Nel corso degli anni si sono susseguite varie incarnazioni, con diverse serie animate e film. Più recentemente, il film d’animazione Scoob! Holiday Haunt avrebbe dovuto essere distribuito su Max, ma è stato eliminato per ridurre i costi. In precedenza Max aveva trasmesso la serie animata Velma, con Mindy Kaling che dava la voce all’occhialuto membro della banda di Mystery Inc. ma la serie è stata cancellata dopo due stagioni.

Peacemaker – Stagione 2: Brey Noelle conferma che interpreterà la villain White Rabbit

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La cantante/attrice Brey Noelle ha confermato che interpreterà White Rabbit nella seconda stagione di Peacemaker di James Gunn. La stessa Noelle ha condiviso la notizia sulle sue storie di Instagram dopo che l’indiscrezione del suo casting era spuntata online grazie a un elenco su IMDb. Ha anche commentato diversi altri post che le davano il benvenuto nel DCU.

Nei fumetti, il White Rabbit originale ha debuttato negli anni ’90 sulle pagine di Adventures of Superman #500, ma l’incarnazione più nota del personaggio è quella di uno dei cattivi di Batman creato da David Finch e Paul Jenkins nell’ambito dei New 52 della DC. Jaina Hudson, questo il suo vero nome, è figlia di un diplomatico americano e di un’attrice indiana di Bollywood e ha la capacità di duplicarsi in due esseri distinti. È possibile che Noelle interpreti solo uno di questi personaggi, anche se c’è sempre la possibilità che nello show abbia un set di poteri completamente diverso.

Peacemaker, cosa sappiamo sulla seconda stagione

Peacemaker esplora la storia del personaggio che John Cena riprende all’indomani del film del 2021 del produttore esecutivo James Gunn, Suicide Squad – un uomo irresistibilmente vanaglorioso che crede nella pace ad ogni costo, non importa quante persone debba uccidere per ottenerla!”. I dettagli sulla trama della seconda stagione sono ancora per lo più nascosti, ma probabilmente ruoterà intorno al tentativo di Rick Flag Sr. di vendicarsi per l’uccisione da parte di Peacemaker di suo figlio Rick Jr. (Joel Kinnaman) avvenuta in The Suicide Squad.

Si vocifera poi che tra i cambiamenti apportati nel seguire Smith in una nuova realtà, ci sarà il fatto che suo padre e suo fratello sono di nuovo vivi. “In Creature Commandos, li sentirete parlare di cose che sono accadute in [The] Suicide Squad o Peacemaker”, ha detto di recente Gunn a proposito della collocazione della seconda stagione di Peacemaker nel canone del DCU. “Beh, allora quelle cose diventano automaticamente canon”.

La verità è che quasi tutto Peacemaker è canonico, con l’eccezione di Justice League”, ha aggiunto, riferendosi ai camei del finale della prima stagione da parte dell’Aquaman di Jason Momoa e del Flash di Ezra Miller. “Di cui ci occuperemo nella prossima stagione di Peacemaker”.

Questa seconda serie di episodi ha riunito un cast impressionante che comprende John Cena, Danielle Brooks, Freddie Stroma, Jennifer Holland, Steve Agee, Frank Grillo, Sol Rodríguez, David Denman e Tim Meadows. Si vocifera anche la presenza di Joel Kinnaman. La seconda stagione di Peacemaker è prevista per l’agosto 2025 sulla HBO.

Jonathan Majors protagonista del film d’azione True Threat

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Jonathan Majors protagonista del film d’azione True Threat

Jonathan Majors è stato scelto come protagonista del film d’azione True Threat di Gerard McMurray. La notizia arriva dopo che Majors è stato anche scritturato per il prossimo revenge movie Merciless, diretto da Martin Villeneuve. Per quanto riguarda True Threat, come riportato da Deadline, segue l’agente delle Forze Speciali Vernon Threat (Majors) mentre si imbarca in un’implacabile ricerca di giustizia dopo che suo figlio adolescente è stato ucciso da una gang di Harlem nota come The Apollo Kids.

Determinato a vendicarsi, Threat si infiltra nel Carter, un imponente edificio di 20 piani che funge da roccaforte per la banda, lottando fino all’ultimo piano per affrontare il loro leader nonché suo ex mentore, “Shallow”. Combinando l’azione avvincente con i temi profondi della paternità, della fratellanza e della responsabilità della comunità, True Threat promette di “offrire un’esperienza culturalmente urgente e implacabilmente cinetica“.

McMurray dirige una sceneggiatura scritta insieme a Hodge K. Johnson, mentre il candidato al SAG Award Larnell Stovall supervisiona il design del film. In True Threat, stando sempre a quanto riportato, sarà presente il 52 Blocks, uno stile di arti marziali dei neri d’America, e sarà il primo grande film a presentare questa disciplina. Non resta dunque che attendere novità su questo film, il cui annuncio sembra in ogni caso confermare il ritorno di Jonathan Majors dopo i processi giudiziari che lo hanno coinvolto.

Il ritorno di Jonathan Major

L’interpretazione di Jonathan Majors in The Last Black Man in San Francisco è stata acclamata dalla critica e l’attore ha poi recitato in Lovecraft Country della HBO, The Harder They Fall di Netflix e Devotion. Il ruolo di Majors in Creed III, al fianco di Michael B. Jordan, ha contribuito a realizzare un’apertura nazionale da record per il franchise e la più grande uscita nazionale di sempre per un film sportivo. Majors è però meglio noto per aver interpretato il villain Kang il Conquistatore nei progetti del MCU Loki e Ant-Man and the Wasp: Quantumania.

Tuttavia, l’attore è stato licenziato dal ruolo dopo la condanna per aggressione di terzo grado e molestie di secondo grado nei confronti della sua ex fidanzata, Grace Jabbari. Da quel momento l’attore ha dovuto prendersi una pausa per difendersi dalle accuse, pur consapevole di aver perso la sua occasione con i Marvel Studios. Con la ritrattazione della Jabbari, l’attore si sta ora impegnando in nuovi progetti, di cui True Threat è solo l’ultimo ad ora annunciato.

Vin Diesel fornisce un misterioso aggiornamento sulla saga di Fast & Furious

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Il franchise di Fast & Furious riceve un nuovo aggiornamento da Vin Diesel, il quale sembra annunciare che è in lavorazione un “precursore” di Fast and Furious 11. Dopo l’uscita del primo capitolo del franchise nel 2001, il Dominic Toretto di Diesel è tornato in quasi dieci sequel e cortometraggi. Il personaggio è poi stato visto di recente in Fast X del 2023 contro il Dante di Jason Momoa, e da allora è stato confermato che l’undicesimo capitolo è in lavorazione e dovrebbe uscire nel 2026, portando potenzialmente alla fine dell’intera saga.

Ora Diesel ha condiviso su Instagram una nuova immagine di se stesso con l’attrice di Letty, Michelle Rodriguez, lasciando intendere che un altro progetto di Fast & Furious potrebbe arrivare prima di Fast and Furious 11. Diesel paragona il progetto a Los Bandoleros, il cortometraggio da lui diretto nel 2009, e lo definisce un “precursore”, rivelando anche che lo studio gli ha anche chiesto di tornare a dirigere. Sebbene non condivida i dettagli della storia, lascia intendere che vorrebbe girarlo in un luogo “veramente esotico”, citando le location del deserto mediorientale utilizzate per le riprese di Fast & Furious 7 (2015).

Mi viene in mente quel momento critico del franchise di Fast, quando avevamo appena terminato il quarto film…” – scrive Vin DieselLo studio mi chiese di dirigere un precursore della saga, per spiegare dove era stato Dom tra il primo e il quarto film. Si chiamava Los Bandoleros. Ora, a distanza di tanti anni, mi è stato chiesto di nuovo di dirigere il precursore, il finale. Dato che ora è la saga di tutto il mondo, sono stato incoraggiato a girare in un altro posto, veramente esotico… Uno dei luoghi in cui abbiamo avuto la fortuna di girare per Fast 7 è stato il Medio Oriente. Alla fine è stato il nostro film più globale, con un incasso di poco inferiore ai due miliardi di dollari. Il mio unico rimpianto è che non siamo mai riusciti a girare nel deserto“.

Cosa significa il post di Vin Diesel per Fast and Furious

Il post di Vin Diesel solleva ovviamente diverse domande. Los Bandoleros dura circa 20 minuti ed è stato incluso nel Blu-ray di Fast & Furious – Solo parti originali (2009). Il film aiutava a spiegare cosa stava facendo Dom tra gli eventi del primo e del quarto film, raccontando la sua pianificazione di un furto di carburante nella Repubblica Dominicana. I cortometraggi direct-to-video che fungono da prequel ai grandi blockbuster non sono più molto comuni, tuttavia, e non è chiaro se questo “precursore” adotterà la stessa strategia di distribuzione di Los Bandoleros o se verrà invece rilasciato direttamente su YouTube.

La seconda grande domanda è su cosa verterà questo progetto precursore. La storia di Dom dopo il finale di Fast X, infatti, sarà apparentemente risolta in Fast and Furious 11. Vale la pena notare, tuttavia, che Diesel ha usato il termine “finale” per riferirsi non solo al film finale, ma all’intero gruppo di Fast X e Fast and Furious 11. Questo significa che un “precursore del finale” potrebbe essere in realtà un prequel del decimo film, magari spiegando cosa stava facendo Luke Hobbs (Dwayne Johnson) prima della sua apparizione a sorpresa nella scena post-credits dell’ultimo film attualmente visto in sala.

Ahsoka – Stagione 2: Eman Esfandi lascia intendere che le riprese sono iniziate

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Eman Esfandi, l’attore di Ezra Bridger, ha appena lanciato un grosso indizio sulla seconda stagione di Ahsoka sui suoi account social. Quella con protagonista Rosario Dawson nel ruolo della celebre Jedi è una delle tre serie di Star Wars – insieme a The Mandalorian e Andor – a poter vantare più di una stagione. In parte a causa del numero esiguo di show attualmente confermati, è quindi stata data molta attenzione ad Ahsoka, compresi i personaggi che potrebbero apparire nella seconda stagione. Ezra Bridger potrebbe ora non essere più un punto interrogativo, visto il recente post di Esfandi, ma l’attore sembra suggerire anche qualcosa di molto più sorprendente.

Sulla storia Instagram di Eman Esfandi, che non è più disponibile per la visualizzazione (a causa della natura temporanea di tutte le storie di Instagram), Esfandi ha infatti condiviso un’immagine in cui si suggerisce che le riprese della seconda stagione di Ahsoka sarebbero ufficialmente iniziate. Questa sarebbe un’ottima notizia per i fan, dato che questo momento non era previsto prima di quest’estate. Il ritorno di Ezra Bridger nella seconda stagione di Ahsoka non è in realtà stato confermato ufficialmente, ma questo recente post suggerisce certamente che l’annuncio è più una questione di quando che di se.

Ciò ha senso se si considera la storia che il finale della prima stagione di Ahsoka ha impostato per Ezra Bridger. Nella prima stagione, Ahsoka Tano e Sabine Wren sono finite entrambe su Peridea e hanno scoperto che questo è il pianeta dove sono finiti sia il Grand’Ammiraglio Thrawn che Ezra dopo il finale di Star Wars Rebels. Le scene finali della stagione 1 di Ahsoka hanno anche confermato che Ezra è atterrato sano e salvo nella galassia principale di Star Wars e ha già riallacciato i rapporti con Hera Syndulla. Alla luce di ciò, sembrava già sicuro che Ezra sarebbe tornato per la seconda stagione dello show, anche se tecnicamente è ancora tutto da vedere.

Cosa significherebbe il ritorno di Ezra Bridger per Ahsoka – Stagione 2

A questo punto sarà interessante capire se si trattava davvero di un annuncio di Esfandi (e quanto fosse lecito un annuncio del genere). In ogni caso, questo potenziale annuncio ha una serie di implicazioni per la seconda stagione di Ahsoka. Per prima cosa, questo significherebbe che la seconda stagione si svolgerà in due luoghi distinti: uno è la galassia principale di Star Wars, dove ora si trovano Ezra Bridger e Thrawn, e l’altro è Peridea, dove Ahsoka e Sabine rimangono intrappolate. Questo presumibilmente significa anche che la storia di Thrawn, in particolare i suoi tentativi di riunire i resti imperiali, continuerà nella seconda stagione.

La cosa è particolarmente interessante visto che il film The Mandalorian & Grogu è proprio dietro l’angolo, con una data di uscita fissata al 22 maggio 2026. La seconda stagione di Ahsoka uscirà dopo quel film, il che potrebbe significare una linea narrativa sia in quel film che nello serie riguardante Thrawn e la sua presa di potere. Anche se questo post di Eman Esfandi non è un annuncio ufficiale della Disney, sembra che Ezra Bridger tornerà nella seconda stagione, per cui non resta che attendere maggiori conferme e notizie.

Suicide Squad: David Ayer spera ancora nel rilascio della Ayer’s Cut

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Nonostante l’ultima volta si fosse detto scettico, David Ayer è ora tornato a parlare della sua director’s cut di Suicide Squad che non ha mai visto la luce. Tuttavia, questa volta i sentimenti di Ayer sembrano essere un po’ meno feriti, dato che i suoi commenti sono molto più comprensivi e meno esigenti di quanto non siano di solito quando parla dell’Ayer Cut.

In un’intervista rilasciata a The Hollywood Reporter, Ayer sembra infatti accettare che ci sono poche possibilità di ottenere l’Ayer Cut di Suicide Squad mentre James Gunn e la DC stanno appena iniziando un nuovo universo. “Quando ho parlato con James [Gunn], lui voleva [prima] ottenere dei punteggi sulla lavagna. La DC ha la sua storia e la sua eredità, e ci vuole un po’ di lavoro per ristabilire l’IP e farla andare nella direzione che vogliono. Quindi è assolutamente giusto che lo facciano”.

Come ha detto lui stesso, Gunn, Peter Safran e David Zaslav non vorranno tornare al vecchio terreno della DC quando quello nuovo è stato a malapena visto. In questo momento non farebbe altro che riaccendere il fuoco di coloro che vogliono il ritorno dello Snyderverse, un fuoco che non sembra mai del tutto spento. Ayer comprende quindi la delicatezza di questa situazione. “Forse con il tempo sarà visto come una cosa più nostalgica. Ma per il bene di tutti coloro che hanno lavorato a [Suicide Squad] del 2016, merita davvero di essere visto”, afferma il regista.

Quindi capisco assolutamente quello che James sta facendo, e penso che avrà dei veri successi con le corsie che sta percorrendo”. In poche parole, David Ayer spera che, una volta che il nuovo DC Universe avrà gettato delle solide basi, potendo a partire da esse intraprendere il suo percorso, possa esserci a quel punto l’occasione per tornare su vecchi progetti rimasti in sospeso, tra cui la sua Ayer’s Cut di Suicide Squad.

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Zendaya protagonista di Be My Baby per Barry Jenkins

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Zendaya protagonista di Be My Baby per Barry Jenkins

Il premio Oscar Barry Jenkins dirigerà “Be My Baby” di A24, un dramma biografico su Ronnie Spector. Zendaya, che è legata al progetto dal 2020, interpreterà ufficialmente l’icona della musica degli anni ’60. Prima che la cantante morisse nel 2022, era produttrice esecutiva del film e aveva chiesto che fosse proprio l’attrice recentemente vista in Challengers per interpretarla sullo schermo.

Be My Baby” sarà adattato dal libro di memorie del 1990 ‘Be My Baby: How I Survived Mascara, Miniskirts, and Madness, or, My Life as a Fabulous Ronette’, scritto dalla Spector insieme a Vince Waldron. Secondo Deadline, che per primo ha riportato la notizia del coinvolgimento di Jenkins, il film dovrebbe concentrarsi sulla vita della cantante con il tormentato produttore Phil Spector. Dave Kajganich (“Bones and All”, “Suspiria”) è stato incaricato di scrivere la sceneggiatura originale.

La Spector, nata Veronica Bennett, è diventata famosa negli anni ’60 come leader del gruppo femminile delle Ronettes, noto per successi come “Be My Baby”, “Baby I Love You” e “Walking in the Rain”. Come suggerisce il sottotitolo del suo libro di memorie, spesso sfoggiava una pettinatura ad alveare, mascara per occhi di gatto e abiti aderenti. Sposò il produttore musicale Phil Spector nel 1968 (e prese il suo nome professionale), ma nella sua autobiografia racconta che lui la tenne praticamente prigioniera in casa durante il loro tumultuoso matrimonio.

Durante questo periodo, ha ricordato di essere caduta nell’alcolismo, che ha avuto un impatto sulla sua vita professionale. Nel 2009 Phil Spector è stato condannato a 19 anni di carcere per l’omicidio dell’attrice Lana Clarkson ed è poi morto all’età di 81 anni nel 2021. Ronnie Spector, che è stata inserita nella Rock & Roll Hall of Fame nel 2007, è invece morta dopo “una breve battaglia contro il cancro” all’età di 78 anni.

Al momento, la tempistica sulla realizzazion di “Be My Baby” non è chiara, dato che Jenkins ha recentemente firmato per dirigere anche “The Natural Order, un thriller fantascientifico con Glen Powell. Zendaya, invece, ha all’orizzonte l’epico “The Odyssey” di Christopher Nolan, “Shrek 5” della Universal e “Spider Man 4” della Marvel. Non resta dunque che attendere maggiori informazioni sullo sviluppo di questo progetto, per poter capire quando indicativamente potrebbe arrivare in sala.

Mare Fuori 5: disponibile la colonna sonora

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Mare Fuori 5: disponibile la colonna sonora

La serie televisiva Mare Fuori 5 non ha bisogno di presentazione: è il fenomeno che a pochi minuti dalla sua uscita, manda in crash la piattaforma RaiPlay. L’enorme numero spettatori l’ha resa uno dei maggiori successi della produzione seriale italiana. Prodotta da Picomedia e Rai Fiction, con le musiche originali di Stefano Lentini, a un mese dalla sua release ha già collezionato 35 milioni di streaming per un totale di 14 milioni di ore di visione (*dati: Sensemakers, Auditel).

La quinta stagione, diretta da Ludovico Di Martino, è disponibile su RaiPlay dal 12 Marzo e in onda su Rai Due dal 26 Marzo. A partire dal 20 Aprile, le prime quattro stagioni saranno distribuite in tutto il mondo su Netflix con il titolo internazionale The Sea Beyond.  La colonna sonora, motore e protagonista della serie, ha collezionato numeri straordinari, con oltre 100 milioni di streaming sulle piattaforme online. Stefano Lentini è stato premiato con due dischi d’oro e un doppio platino.

LA COLONNA SONORA

MAIN STREAM | INDIPENDENZA | SUCCESSO ASPETTATIVE | ECLETTISMO | SLOW MUSIC

È piuttosto diffusa l’idea che il mondo della musica sia diviso in due grandi ambiti: il mainstream, semplice e di largo consumo, destinato in qualche modo all’oblio dopo il fervore del momento, e la musica di nicchia, più profonda, elegante e complessa, seguita da un pubblico esiguo. Avendo sempre avuto una visione trasversale su cosa sia classico e cosa sia pop, cosa sia “di consumo” e cosa “di qualità”, non mi sono mai preoccupato seriamente di questa distinzione. Quando ho iniziato a lavorare nel campo delle colonne sonore per la serialità, non ho mai pensato di orientare la mia produzione musicale verso una semplificazione per soddisfare la richiesta di un pubblico che spesso viene descritto come meno esigente.

Il confine tra mainstream e underground è instabile e può essere ridefinito nel tempo in modo radicale. Come posizionare, ad esempio, i Nirvana, i Metallica, Mumford & Sons, o Bon Iver? Artisti e gruppi nati in contesti alternativi e diventati pionieri di nuove tendenze musicali. E cosa dire degli psichedelici, raffinati e complessi Pink Floyd? Possiamo davvero non considerarli una band mainstream?

Queste riflessioni mi hanno sempre spinto ad affrontare i progetti musicali con una certa spregiudicatezza, senza tener conto degli stilemi dei generi, né delle le sotterranee e presunte “aspettative del pubblico”. Ritengo che nulla sia più depotenziante e soffocante per la creatività di questa logica invisibile, che finisce per standardizzare e appiattire lespressione artistica. Al contrario, credo fermamente nellindipendenza di chi crea e di chi ascolta, e sono certo che esista un desiderio profondo di suoni nuovi e voci autentiche.

Mare Fuori 5 rappresenta per me la conferma di una concezione rinnovata del pubblico: la visione di un ascoltatore libero, aperto, intelligente, che è il modo in cui ciascuno di noi dovrebbe essere trattato. Una prospettiva che è anche nutrimento e incentivo per una discografia visionaria, creativa, rivitalizzata.

La musica di Mare Fuori 5 è lenta, sottile, avanza piano, non è alla moda, non segue gli schemi della musica teen. Questa musica vuole arrivare in un luogo sconosciuto, dove ciascuno può trovarvi la propria frequenza. È stato il pubblico di Mare Fuori a rendere possibile questa rivitalizzazione, a rendere mainstream qualcosa di profondamente indipendente, e a concedermi il privilegio di poter dialogare su questo livello di comunicazione.

LA TRACKLIST della colonna sonora di Mare Fuori 5

1. Accussì (ft. Raiz, Maria Esposito)

2. Frontiera

3. Premonizione di Splendore Parte 1

4. Po Abbastà (Feat. Raiz)

5. Passi Senza Orma

6. Fish Eye

7. Niro (ft. Raiz, Domenico Cuomo)

8. Il Mondo Antico

9. Tutto Canta

10. Provenienza

11. Crescere Ancora

12. Premonizione di Splendore Parte 2

13. Giochi Interrotti

14. LArte di Amare

15. Versus

16. Illuminare

17. Essere o Avere

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