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Mr. & Mrs. Smith: la Stagione 2 è stata rinviata indefinitamente

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Sembra che la serie Prime Video acclamata dalla critica Mr. & Mrs. Smith (qui la nostra recensione) stia affrontando un ritardo indefinito. Nata come reboot  del film omonimo con Brad Pitt e Angelina Jolie, la serie vede John (Donald Glover) e Jane (Maya Erskine) che fingono di essere marito e moglie mentre lavorano come agenti segreti. Al suo lancio nel 2024, Mr. & Mrs. Smith ha ottenuto risultati molto migliori rispetto al film, con un punteggio del 90% su Rotten Tomatoes.

La serie ha poi raccolto un enorme numero di spettatori e Prime Video ha annunciato che è stato uno degli show più visti di sempre sulla piattaforma di streaming. Secondo Deadline, tuttavia, Mr. & Mrs. Smith non tornerà in produzione a breve a causa di problemi con il casting per la seconda stagione. Nonostante le numerose voci su varie star che potrebbero essere coinvolte nella serie, tra cui Lily-Rose Depp e Gael Garcia Bernal, non è stato ancora finalizzato alcun contratto prima dell’autunno 2025, quando avrebbe dovuto iniziare la produzione.

Cosa significa il rinvio a tempo indeterminato di Mr. & Mrs. Smith

Questo ritardo nella produzione potrebbe influire negativamente sul credito d’imposta della California Film Commission che Mr. & Mrs. Smith ha ricevuto all’inizio dell’anno e che ha portato lo show da New York alla California. Una volta concesso, il credito d’imposta deve essere utilizzato entro un certo numero di mesi. La serie Prime Video perderà il credito d’imposta, del valore di 22,4 milioni di dollari, oppure dovrà richiederne uno nuovo. Non è stato ancora confermato nulla in merito.

Per la stagione 2 di Mr. & Mrs. Smith era già stato annunciato che Mark Eydelshteyn e Sophie Thatcher avrebbero sostituito Glover ed Erskine nei ruoli principali della seconda stagione. Per quanto riguarda il resto del cast, secondo quanto riferito, poiché i contratti non sono ancora stati firmati, è impossibile per Prime Video andare avanti con Mr. & Mrs. Smith in questo momento. È possibile che la produzione della serie ideata da Glover venga spostata al 2026, supponendo che i produttori e i dirigenti trascorrano l’autunno 2025 completando il processo di casting.

Mia Market torna con l’undicesima edizione, dal 6 al 10 ottobre 2025

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Dopo un’edizione 2024, che ha visto oltre 2800 partecipanti (10% di presenza in più rispetto al 2023), il MIA | Mercato Internazionale Audiovisivo torna a Roma dal 6 al 10 Ottobre 2025 con la sua undicesima edizione nelle storiche sedi di Palazzo Barberini e del Cinema Barberini. Il Mercato – promosso da ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Digitali) presieduta da Alessandro Usai e APA (Associazione Produttori Audiovisivi) presieduta da Chiara Sbarigia, e diretto per il 4° anno da Gaia Tridente – si conferma il principale punto di riferimento italiano per l’industria audiovisiva internazionale.

Il MIA 2025 si presenta con una nuova veste grafica e una campagna di comunicazione, con il claim  “All Stories lead to MIA” (“Tutte le storie portano al MIA”), che reinterpreta creativamente Roma come epicentro creativo dell’industria audiovisiva internazionale. Ispirata all’iconico detto “Tutte le strade portano a Roma”, la campagna propone un immaginario visivo che colloca la città eterna al centro di un mondo illustrato in uno stile contemporaneo, che da Piazza Barberini – dove il MIA si svolge – spazia in tutti i continenti. Il messaggio ci dice che dal MIA nascono le storie, emergono le voci e prendono forma i progetti, rendendo Roma il luogo in cui la comunità audiovisiva internazionale si incontra per dare vita al futuro.

Circa 500 i progetti ricevuti quest’anno da 81 nazioni di tutti i continenti per il Co-Production Market e Pitching Forum. Di questi ne verranno presentati 62 tra opere di Animazione, Documentari, Drama (prodotti seriali) e Film.

Tra le principali novità di quest’anno, il Book Adaptation Forum (BAF) – programma dedicato alla collaborazione tra editoria e industria audiovisiva, realizzato grazie al sostegno della Fondazione Roma Lazio Film Commission – e Apollo Series, il nuovo programma di training sviluppato in collaborazione con Series Mania Institute e Goteborg Film Festival TV Drama Vision. E ancora, UNBOX | Short Film Days, appuntamento industry in collaborazione con Alice nella Città dedicato ai talenti del cortometraggio che da quest’anno entra nel programma ufficiale del MIA; i workshop di Vertical AI, a cura di Largo.ai, piattaforma leader nell’applicazione dell’intelligenza artificiale per l’industria audiovisiva organizzati con il supporto di Creative Europe MEDIA;  l’Industry Insider Bootcamp l’opportunità formativa organizzata dalla United Talent Agency (UTA).

Il programma del MIA 2025, concepito per favorire lo sviluppo, il finanziamento, la co-produzione, la circolazione e la vendita delle opere audiovisive di tutti i formati e generi e la promozione dei talenti, prevede un’ampia gamma di attività: dal mercato di co-produzione ai content showcase, dalle proiezioni di mercato alle sessioni di networking, fino a workshop, tavole rotonde e conferenze su temi chiave per l’industria audiovisiva.

Il MIA rappresenta un unicum tra i mercati dell’audiovisivo, non è infatti legato a un festival ed è il solo appuntamento di settore ad abbracciare tutti i generi dell’audiovisivo. Pensato come evento curatoriale, rappresenta una destinazione strategica e una piattaforma B2B per l’ecosistema globale dell’audiovisivo e offre spazi dedicati a ANIMAZIONE, DOC & FACTUAL, DRAMA (prodotti seriali) e FILM. Pensato per le esigenze di differenti generi e formati, sia per la distribuzione cinematografica che per il consumo televisivo e sulle piattaforme di streaming, il MIA è oggi un punto di riferimento dove scoprire il potenziale di diversi modelli narrativi, produttivi e distributivi, concepiti per pubblici distinti. Attenzione particolare è dedicata alle tecnologie più innovative applicate alla produzione audiovisiva e allo storytelling. Il MIA continua a sostenere la crescita dell’industria audiovisiva, con un’attenzione particolare ai programmi di innovazione per le industrie creative, per favorire lo sviluppo economico delle imprese del settore, aumentarne la competitività internazionale e aprire nuove opportunità di business a livello globale. Il Made in Italy dell’audiovisivo è sempre al centro del MIA che si distingue come piattaforma di eccellenza, capace di valorizzare i talenti e i contenuti italiani e di inserirli al centro delle dinamiche e delle opportunità internazionali.

Avengers: Doomsday, uno spettacolo di luci anticipa il look di Dottor Destino

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Un primo sguardo al Dottor Destino interpretato da Robert Downey Jr. è stato – in un certo senso – rivelato con un nuovo spettacolo di luci dedicato ad Avengers: Doomsday, presentato in anteprima al Walt Disney Studios Marketing Expo di Shanghai, mentre il promo (lo si può vedere qui) è stato pubblicato online, offrendo una prima anteprima di Victor von Doom e di alcuni loghi della squadra. Il teaser offre anche un assaggio dei poteri iconici del nemico Marvel dei fumetti, mentre lo mostra in cima al suo trono.

In questo spettacolo di luci Dottor Destino indossa la maschera già vista nel film I Fantastici Quattro: Gli Inizi. Con Avengers: Doomsday che si avvia a concludere la produzione, è logico che sia iniziata una campagna di marketing, anche se di piccole dimensioni. Il ritorno di Downey Jr. nella timeline dell’MCU è senza dubbio la notizia più importante sul film, quindi è una mossa intelligente quella di stuzzicare la curiosità del pubblico.

Tuttavia, dato che la deformità di Victor è uno degli aspetti più famosi della sua storia a fumetti, è probabile che il pubblico non vedrà il volto di Downey Jr. attraverso il marketing fino all’uscita del film. Ma mostrare un assaggio del suo costume e dei suoi poteri è un primo passo concreto per creare aspettativa per il film. Non resta a questo punto che attendere delle prime immagini ufficiali, che forniscano una visione più completa e dettagliata di come il personaggio apparirà nel film.

Cosa sappiamo di Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars arriveranno in sala rispettivamente il 18 dicembre 2026, e il 17 dicembre 2027. Entrambi i film saranno diretti da Joe e Anthony Russo, che tornano anche nel MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

Sono confermati nel cast del film (per ora): Paul Rudd (Ant-Man), Simu Liu (Shang-Chi), Tom Hiddleston (Loki), Lewis Pullman (Bob/Sentry), Florence Pugh (Yelena), Danny Ramirez (Falcon), Ian McKellen (Magneto), Sebastian Stan (Bucky), Winston Duke (M’Baku), Chris Hemsworth (Thor), Kelsey Grammer Bestia), James Marsden (Ciclope), Channing Tatum (Gambit), Wyatt Russell (U.S. Agent), Vanessa Kirby (Sue Storm), Rebecca Romijn (Mystica), Patrick Stewart (Professor X), Alan Cumming (Nightcrawler), Letitia Wright (Black Panther), Tenoch Huerta Mejia (Namor), Pedro Pascal (Reed Richards), Hannah John-Kamen (Ghost), Joseph Quinn (Johnny Storm), David Harbour (Red Guardian), Robert Downey Jr. (Dottor Destino), Ebon Moss-Bachrach (La Cosa), Anthony Mackie (Captain America).

Diario dei miei due di picche, spiegazione del finale: ci sarà una stagione 2?

Il finale di Diario dei miei due di picche lascia lo spettatore con sentimenti contrastanti: non solo è ambiguo, ma offre ad Amanda, la protagonista, un nuovo motivo di ansia. La serie svedese ruota attorno a una trentenne che, dopo un incontro traumatico in un parco pubblico, decide di rimettersi alla ricerca dell’amore, nonostante fosse “sposata con il cosmo” e dedita alla castità. Circondata da una sorella in una relazione stabile e da amici sicuri di sé, Amanda vive invece nell’insicurezza. L’episodio finale getta luce sul perché dei suoi problemi e apre a scenari futuri.

Perché Amanda fatica a vivere l’amore

Il legame più autentico di Amanda è quello con la sorella Adina, la cui relazione felice con Filip diventa un costante termine di paragone. Amanda si chiede perché non riesca ad avere lo stesso, nonostante un’infanzia simile. La differenza sta nelle personalità: Adina sa contenersi, Amanda no.

Le radici del problema sono familiari. Se Marianne di Normal People soffriva per un padre violento, Amanda ha conosciuto un padre assente e negligente. Questo l’ha resa incapace di gestire l’amore vero. Quando incontra Emil, un vecchio compagno di scuola, dapprima rifiuta l’idea di frequentarlo, poi si lascia coinvolgere, salvo sabotare la relazione con le sue insicurezze.

Emil, a differenza di altri uomini, è rispettoso e attento ai suoi bisogni. Eppure Amanda, non sapendo comunicare a causa del rapporto distorto con il padre, finisce per respingerlo.

Diario dei miei due di picche
Halva Malmö. (L to R) Carla Sehn as Amanda and Malou Marnfeldt as Lilleman in Halva Malmö. Cr. Courtesy of Netflix © 2024

Un padre distante e una madre confusa

Amanda e Adina hanno visto il padre rifarsi una vita con una nuova moglie e un figlio, lasciandole in secondo piano. Durante la festa dei suoi 60 anni, Amanda esplode, accusandolo di preoccuparsi solo del fratellastro e di sfruttarle quando gli serve. Cresciuta con l’idea che per essere amata bisogna sacrificarsi, Amanda si porta dietro questa ferita irrisolta.

Nemmeno la madre offre un modello positivo. È una donna che ripete relazioni sbagliate e che ha trasmesso alle figlie la bizzarra idea del “matrimonio con il cosmo”. Se Adina è riuscita a costruire una vita stabile con Filip, Amanda comprende solo alla fine che i suoi fallimenti sentimentali non derivano da colpe personali, ma dal contesto familiare disfunzionale.

Amanda ed Emil: un lieto fine?

Nonostante le difficoltà, Amanda decide di dare una vera possibilità a Emil. Per la prima volta comunica apertamente le sue paure e lui, uomo sensibile e sincero, la accoglie senza giudizio. Emil stesso mostra fragilità, ma sa chiedere scusa e cerca un confronto sincero.

Il loro rapporto sembra finalmente positivo. Amanda appare felice, come se avesse trovato qualcuno che la ama per ciò che è. Tuttavia, un segreto incombe: Amanda non gli ha confessato di aver passato una notte con il barista dopo che Emil non si era presentato a una festa. Un dettaglio che potrebbe sembrare superabile, dato che non erano ancora ufficialmente una coppia, ma che diventa una bomba a orologeria.

Il finale lo conferma: durante una serata con gli amici, il barista entra nello stesso locale e si avvicina proprio a Emil. Amanda, immobilizzata dal panico, teme che la verità venga rivelata e che tutto crolli di nuovo.

Diario dei miei due di picche
Halva Malmö. Carla Sehn as Amanda in Halva Malmö. Cr. Courtesy of Netflix © 2024

Ci sarà una seconda stagione?

Il cliffhanger finale lascia la porta aperta. Se Emil scoprirà la verità, Amanda rischia di tornare al punto di partenza. Tuttavia, il suo atteggiamento comprensivo fa pensare che potrebbe non abbandonarla per un singolo errore.

La possibile seconda stagione potrebbe esplorare le conseguenze di questa rivelazione, magari con l’introduzione di un triangolo amoroso tra Amanda, Emil e il barista. Oppure nuovi personaggi potrebbero complicare ulteriormente la vita sentimentale della protagonista, come spesso accade nelle commedie romantiche. Non è escluso che la serie approfondisca anche il rapporto con il padre, aprendo a una riconciliazione.

In ogni caso, il filo conduttore rimarrebbe lo stesso: il percorso di Amanda verso la scoperta di sé e di cosa significhi davvero amare ed essere amata.

Il mio amico pinguino, la spiegazione del finale del film con Jean Reno

Il mio amico pinguino di David Schurmann è l’incredibile storia vera di un pescatore di nome João, la cui vita cambiò per sempre quando un pinguino arrivò nella sua casa al mare in un villaggio brasiliano chiamato Ilha Grande. E la parte più straordinaria della storia è che questo pinguino percorse a nuoto 8.000 chilometri per andare a trovare João, e lo fece ogni anno per otto anni consecutivi.

Cosa accadde quando il pinguino arrivò da João?

João e Maria vivevano nel villaggio di Ilha Grande, in Brasile, insieme al figlio Miguel. Nel giorno del compleanno del bambino, Miguel desiderava pescare con il padre come regalo speciale. Nonostante le condizioni del mare fossero pericolose a causa della tempesta, João cedette al desiderio del figlio. Purtroppo, durante l’uscita in barca, le onde travolsero i due e Miguel annegò, mentre João riuscì a salvarsi. Questo evento segnò profondamente la coppia, che da quel momento visse con un vuoto incolmabile e una quotidianità fatta di silenzi e dolore. Maria continuava a occuparsi della casa e João a pescare, ma entrambi erano segnati dall’assenza del figlio.

L’arrivo di Dindim

Molti anni dopo, João trovò un pinguino coperto di petrolio sulla riva vicino a casa sua. L’animale, smarrito dalla Patagonia, era in condizioni precarie. João lo pulì, lo nutrì e gli preparò un rifugio. All’inizio Maria era diffidente, ma il pinguino iniziò presto a mostrare attaccamento alla famiglia. Una bambina del villaggio, Lucia, lo battezzò Dindim, e l’animale divenne parte della comunità. Sorprendentemente, Dindim riconosceva sempre la casa di João e vi tornava dopo le sue escursioni. Per João, la presenza del pinguino riempiva il vuoto lasciato da Miguel: non era solo un animale, ma un amico e quasi un figlio.

Cosa fece Adriana?

In Patagonia, un gruppo di biologi marini studiava i pinguini e notò un esemplare diverso dagli altri: era socievole, intelligente e interagiva con gli esseri umani in modo unico. Era proprio Dindim, che ogni anno percorreva 8.000 chilometri per tornare in Brasile, rimanendo con João da giugno a dicembre. Una biologa, Adriana, venne a conoscenza della sua storia attraverso un notiziario e mandò un giornalista, Paulo, a intervistare João e Maria. Così ebbe conferma che si trattava dello stesso pinguino osservato dai ricercatori.

L’università propose una borsa di studio per studiare Dindim in laboratorio, ma Adriana era combattuta: da un lato c’era la possibilità di avanzare nella ricerca, dall’altro il desiderio di rispettare la libertà dell’animale. Durante il trasferimento, Dindim riuscì a liberarsi dalla gabbia e a fuggire, e Adriana comprese che il pinguino non poteva essere imprigionato. Il suo destino era vivere libero, tra il Brasile e l’Argentina, seguendo il legame speciale che lo univa a João.

Il ritorno e la speranza

Mentre Dindim tornava in mare, João lo attendeva con ansia, insieme al villaggio e alla troupe televisiva. Tuttavia i giorni passavano senza segni del pinguino, e João temette il peggio, ricordando la perdita di Miguel. Gli abitanti del villaggio, mossi dalla sua sofferenza, si unirono a lui in una spedizione per cercare Dindim. Dopo ore di ricerche, lo trovarono esausto in mare, quasi senza vita.

L’equipaggio gli offrì subito pesce per aiutarlo a recuperare le forze. Lentamente, Dindim si riprese e tornò a riva, accolto da un villaggio in festa. Per João fu un momento di rinascita: rivedere il suo amico vivo e al sicuro gli restituì la speranza e la gioia di condividere di nuovo la vita con chi amava.

The Plane: la spiegazione del finale del film

The Plane: la spiegazione del finale del film

Se siete alla ricerca di un altro film divertente e abbastanza prevedibile con Gerard Butler, The Plane (qui la nostra recensione) piacerà sicuramente ai fan di Attacco al potere – Olympus Has Fallen, Greenland, Geostorm e Nella tana dei lupi. Tuttavia, non è sicuramente il tipo di film che si vorrebbe guardare durante un volo, poiché l’azione frenetica non accenna a diminuire fino alla fine. Butler interpreta Brodie Torrance, un pilota commerciale scozzese con base a Hong Kong. Sua moglie è morta tre anni prima degli eventi del film, quindi è ansioso di finire il suo volo oltreoceano per poter trascorrere il Capodanno con sua figlia Daniela (Haleigh Hekking).

L’elenco dei passeggeri è relativamente breve, ma pochi istanti prima dell’inizio del volo, Brodie viene informato che dovrà trasportare Louis Gaspare (Mike Colter), che viene estradato dopo essere stato condannato per omicidio. Quando Brodie inizia il volo, l’aereo entra poi in una zona di forte turbolenza che lo fa tremare violentemente. Brodie dove quindi cercare di mantenere la calma tra l’equipaggio e i passeggeri. Al verificarsi di malfunzionamenti tecnologici, che porteranno ad eventi inaspettati e potenzialmente letali, le cose finiranno però per complicarsi.

Scoppia infatti il caos e alcuni dei presenti rimangono uccisi (tra cui l’agente che sorvegliava Louis). A Brodie viene detto che deve atterrare in mare aperto, ma lui riesce a usare la sua conoscenza dei modelli meteorologici per atterrare con successo su un’isola. Non potendo comunicare la situazione al centro di comando della compagnia aerea, è costretto a far scendere i passeggeri dall’aereo prima che si surriscaldi. Esaminata la zona, Brodi si rende conto che l’aereo è atterrato a Jolo, una zona isolata delle Filippine controllata da un gruppo militare radicale fortificato. Temendo che il tempo a disposizione sia poco, Brodie parte con Louis alla ricerca di un centro di comunicazione.

The Plane film 2022

Brodie fa squadra con Louis

Dopo che Louis ha raccontato a Brodie di essere un ex ufficiale militare condannato per un crimine commesso quando era solo un adolescente, Brodie accetta con riluttanza di togliergli le manette. Inizialmente, teme che Louis lo abbia abbandonato quando questi scompare misteriosamente e parte da solo verso un centro di comando militare. Brodie riesce poi a parlare brevemente al telefono con la linea di emergenza della compagnia aerea, ma l’operatore dall’altra parte non gli crede. Brodie invia quindi un messaggio a Daniela, che riesce a trasmettere l’informazione a Scarsdale (Tony Goldwyn), un ex ufficiale delle forze speciali che sta gestendo l’operazione di salvataggio.

Scarsdale collabora con il proprietario della compagnia aerea, Hampton (Paul Ben-Victor), per organizzare un salvataggio da parte di un gruppo di mercenari guidato da Shellback (Remi Adeleke). Scarsdale si rende conto che stanno affrontando una crisi di pubbliche relazioni potenzialmente disastrosa quando viene informato che Brodie è costretto a effettuare voli poco invidiabili a causa di un incidente avvenuto in passato, in cui ha immobilizzato con la forza un passeggero turbolento. Tuttavia, Scarsdale è più arrabbiato con Hampton, che gli dice che era politica della compagnia aerea far volare l’aereo in condizioni meteorologiche rischiose per risparmiare sui costi della rotta più veloce.

La linea di comunicazione di Brodie viene interrotta quando viene attaccato dai leader della milizia locale e riesce a malapena a fuggire con Louis. Sono costretti ad allearsi quando il capo della milizia Dele (Yoson An) e la sua squadra prendono in ostaggio i passeggeri. Louis insegna allora a Brodie come usare un’arma e scoprono che i passeggeri sono stati portati dall’aereo a un vicino centro militare. Dele ha intenzione di mandarli su delle barche fuori dall’isola, dove potranno essere tenuti in ostaggio per ottenere un riscatto.

The Plane Gerard Butler

Brodie salva la situazione

Dopo che Brodie e Louis si sono uniti a Shellback e agli altri mercenari, conducono un raid che riesce a liberare i passeggeri dalla prigionia. Brodie riesce a raccogliere i rifornimenti necessari per riparare l’aereo, ma sa che qualsiasi operazione di soccorso più ampia non potrà raggiungerli prima di altre 24 ore. Louis insiste sul fatto che non saranno in grado di sopravvivere nella giungla e Brodie decide che potrebbe riuscire a preparare l’aereo per il decollo in breve tempo. Tuttavia, Dele e i suoi uomini, infuriati per la morte di alcuni dei loro compagni durante il raid, sono sulle loro tracce. Brodie riesce a far salire i passeggeri sull’aereo mentre i mercenari combattono la milizia con l’aiuto di Louis.

Dopo aver raggiunto la linea di Scarsdale, Brodie viene informato che potrebbero essere in grado di far atterrare l’aereo su un’isola vicina dove potranno essere raggiunti dalle forze di soccorso filippine. L’aereo subisce gravi danni durante lo scontro a fuoco, ma Louis rimane sull’isola per assicurarsi che tutti salgano a bordo in sicurezza. Dele viene ucciso nella battaglia e Brodie riesce ad atterrare con l’aereo in un aeroporto sicuro. Louis scopre una borsa nascosta con una grossa somma di denaro. Sapendo che, anche se venissero salvati, lui verrebbe comunque rimandato in prigione senza un processo equo, decide di scappare nella giungla.

Brodie riesce così a portare in salvo tutti coloro che erano saliti a bordo del volo. I soccorritori filippini aiutano a scortare i passeggeri in salvo e Brodie ringrazia il suo equipaggio per l’assistenza fornita durante la crisi. Zoppica mentre scende dall’aereo dopo aver riportato una ferita durante il volo, ma si ferma un attimo a guardare i sedili prima di sedersi sulla pista esterna. Brodie chiama poi Daniela e scherza dicendo che potrebbe arrivare un po’ in ritardo per vederla. Indipendentemente da ciò, Daniela è felice che lui sia tornato sano e salvo e entrambi sperano di poter trascorrere molto più tempo insieme in futuro.

Cosa ci lascia The Plane

The Plane non è solo un film d’azione adrenalinico, ma lascia anche spunti tematici che vanno oltre la spettacolarità. Al centro c’è il percorso di Brodie, un uomo segnato da un passato doloroso che ritrova la propria forza interiore nell’atto di proteggere vite innocenti. Il film parla di resilienza, di come anche nelle situazioni più disperate sia possibile aggrapparsi al senso di responsabilità e al coraggio. L’alleanza con Louis introduce inoltre un tema di fiducia e redenzione, suggerendo che le persone non sono definite solo dagli errori del passato ma dalle scelte che compiono nel presente.

Next: la spiegazione del finale del film

Next: la spiegazione del finale del film

Uscito nel 2007, Next rappresenta uno dei titoli più curiosi nella filmografia di Nicolas Cage, un attore che in quegli anni alternava grandi successi commerciali a progetti più rischiosi e sperimentali. Diretto da Lee Tamahori e liberamente ispirato al racconto di Philip K. Dick The Golden Man, il film vede Cage nei panni di un uomo capace di vedere due minuti nel proprio futuro, un dono che diventa allo stesso tempo una maledizione e una chiave narrativa per affrontare un racconto ad alto tasso di adrenalina. Collocato in un periodo in cui l’attore stava consolidando la sua immagine tra action movie e cinema di genere, Next ha contribuito a rafforzare il suo status di interprete versatile e imprevedibile.

Il film si inserisce a pieno titolo nel genere del thriller fantascientifico, mescolando elementi d’azione a riflessioni sul libero arbitrio e sul destino. La capacità di prevedere il futuro introduce inevitabilmente il tema della scelta: se conosciamo ciò che ci attende, siamo davvero liberi o diventiamo prigionieri delle nostre visioni? Questo interrogativo accompagna l’intera trama, che alterna inseguimenti, colpi di scena e dinamiche sentimentali, mantenendo sempre un ritmo serrato. Accanto a Cage troviamo Julianne Moore e Jessica Biel, interpreti che rafforzano il respiro internazionale del progetto e lo legano a una tradizione di blockbuster hollywoodiani a metà strada tra intrattenimento e spunti filosofici.

Nel suo impianto narrativo, Next può essere accostato a film come Minority Report o Déjà Vu, anch’essi costruiti attorno al rapporto tra tempo, destino e scelte umane, pur senza raggiungere la stessa complessità di scrittura. La pellicola di Tamahori punta infatti più sull’efficacia spettacolare e sulla tensione costante che su una vera profondità concettuale, ma rimane un prodotto affascinante proprio per la sua natura ibrida. Nel resto dell’articolo ci soffermeremo sul finale del film, cercando di spiegarne il senso e di comprendere meglio quale messaggio voglia lasciare agli spettatori.

Next cast
Nicolas Cage e Jessica Biel in Next

La trama di Next

Protagonista del film è Chris Johnson, in arte noto come Frank Cadillac, è dotato di una speciale particolarità. Egli può infatti vedere il proprio futuro, ma solo per due minuti in avanti rispetto al presente. Con questa capacità, egli si guadagna da vivere lavorando come mago e medium negli alberghi di Las Vegas. Quando conosce Elizabeth Cooper, donna di cui si innamora subito, scopre però che per lei può vedere il futuro senza alcun limite temporale. Quella che sembrava una vita priva di grandi avventure cambia poi drasticamente per Chris nel momento in cui viene raggiunto dall’agente dell’FBI Callie Ferris.

La donna, scoperta l’abilità di lui, capisce che Chris è l’unico che può aiutarla a portare a termine una delicatissima missione. Un gruppo terroristico ha infatti promesso di far esplodere un ordigno nucleare, non fornendo ovviamente né il giorno né il luogo della detonazione. Con il suo potere Chris potrebbe arrivare a scoprire tali dettagli, salvando la vita di milioni di persone. Egli si troverà dunque a dover fare delle scelte molto rischiose, che metteranno in continuo pericolo sia lui sia l’amata Elizabeth. Ben presto, inoltre, si renderà conto che il futuro e il presente possono spesso confondersi.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto di Next, Cris viene costretto dall’FBI a sfruttare il suo dono per rintracciare i terroristi e la bomba nucleare. Quando scopre che Liz, la donna che ama e che rappresenta un’eccezione alla sua capacità di previsione, è stata rapita e usata come esca, decide di agire, anche a costo di esporsi in prima persona. Grazie al suo potere, riesce a prevedere ogni mossa dei nemici, schivando proiettili e muovendosi in anticipo rispetto agli avversari. L’operazione sembra funzionare: Liz viene salvata e i terroristi abbattuti, ma l’ombra della bomba incombe ancora.

La rivelazione finale ribalta le carte in tavola: nonostante la vittoria apparente, la bomba è già stata spostata e, in un’esplosione devastante, distrugge l’intera città. Proprio in quell’istante, però, la linea temporale si riavvolge fino alla notte trascorsa da Cris e Liz nel motel, un giorno prima. Tutto ciò che abbiamo visto non era reale, bensì una proiezione estesa del futuro, resa possibile dal legame unico tra Cris e Liz. Per la prima volta, infatti, il protagonista riesce a guardare ben oltre i due minuti abituali e ad avere una visione complessiva degli eventi, comprendendo cosa deve fare per cambiare il destino.

Nicolas Cage in Next
Nicolas Cage in Next

Il significato di questo colpo di scena risiede nella natura del potere di Cris: la sua capacità non è tanto quella di vedere un futuro fisso, ma di esplorare molteplici possibilità. La relazione con Liz diventa la chiave che amplia i suoi limiti, permettendogli di anticipare e correggere gli errori prima che accadano davvero. In questo senso, il film suggerisce che l’amore e le connessioni umane possano cambiare radicalmente la percezione del tempo e delle scelte, trasformando una condanna in un’opportunità di salvezza.

Allo stesso tempo, il finale di Next può essere letto come una riflessione sul libero arbitrio: se ogni decisione porta a un futuro diverso, Cris non è più uno spettatore impotente, ma un protagonista in grado di costruire la propria strada. La distruzione della città, vista solo come una possibile linea temporale, diventa un monito su quanto sia fragile l’equilibrio tra caso e scelta, e su quanto ogni gesto, anche il più piccolo, possa cambiare il corso degli eventi.

Cosa ci lascia il film Next

In ultima analisi, il film ci lascia un messaggio ambivalente: da un lato, la consapevolezza che il futuro non è scritto e che ogni decisione può riscriverlo; dall’altro, la constatazione che un dono come quello di Cris comporta un peso enorme, fatto di responsabilità e sacrifici. Next ci ricorda che non possiamo prevedere tutto, ma che sono le relazioni autentiche e i legami affettivi a darci la forza di affrontare l’ignoto, trasformando la paura del futuro in possibilità di cambiamento.

Secret Team 355: la spiegazione del finale e come prepara un sequel

Il finale del film di spionaggio Secret Team 355 (qui la recensione) di Simon Kinberg, uscito nel 2022, lascia diverse domande senza risposta, poiché prima dei titoli di coda ci sono diversi colpi di scena. I colpi di scena sono generalmente prevedibili in un film sugli agenti segreti, ma Secret Team 355 li presenta al pubblico molto rapidamente e con poche spiegazioni. Andando con ordine, il film segue una squadra di agenti donne interpretate da un cast stellare, tra cui Jessica Chastain, Penelope CruzLypita Nyong’o. Ogni super spia internazionale ha un diverso set di abilità che utilizza per recuperare una tecnologia che, se finisse nelle mani sbagliate, potrebbe portare il mondo al caos totale.

Sebbene ciascuna delle donne lavori per un’agenzia di intelligence nazionale diversa, imparano a fidarsi l’una dell’altra nei loro sforzi per ottenere il dispositivo. Il film contiene molti degli elementi tipici dei film di spionaggio/agenti segreti, come morti finte e agenti doppiogiochisti. Secret Team 355 ha ricevuto recensioni largamente negative prima e dopo la sua uscita, che sottolineano questi punti della trama e questi colpi di scena come cliché, insieme alla mancanza di sviluppo dei personaggi principali. Sebbene ci fosse la speranza che questo approccio femminile alla figura di Bond potesse sia stimolare che scuotere la formula, il risultato è stato un gran numero di domande da parte del pubblico alla fine del film.

Secret Team 355 film 2022
Penelope Cruz, Jessica Chastain, Lupita Nyong’o e Diane Kruger in Secret Team 355

Cosa c’era di così speciale in quel Disco?

Nonostante i numerosi colpi di scena che caratterizzano Secret Team 355, la trama continua a ruotare attorno a un misterioso hard disk. Chiamato semplicemente il “Disco” dai personaggi del film, il dispositivo viene introdotto nella prima scena del film e passa più volte di mano tra agenti dei servizi segreti e criminali di alto livello. Gli agenti tentano sia di acquistare che di rubare l’hard disk per le rispettive agenzie, ma alla fine l’uomo dietro le quinte che cerca di impossessarsi dell’hard disk è un uomo potente di nome Elijah Clarke (Jason Flemyng). Ma cosa rende così attraente questo dispositivo apparentemente innocuo?

Come viene spiegato vagamente, l’hard disk contiene uno speciale programma di decrittazione in grado di accedere a qualsiasi sistema, rendendolo un degno rivale di qualsiasi gadget di Bond. A un certo punto del film, quando il dispositivo è nelle mani del nemico, viene utilizzato per causare interruzioni di corrente in tutta la città e incidenti aerei. L’agente della CIA Mace (Chastain) e i suoi colleghi sono terrorizzati da ciò che l’uso di questo dispositivo potrebbe significare, descrivendo un mondo che sta cadendo a pezzi.

Vengono fornite poche spiegazioni sul motivo per cui l’unità è stata creata o su come fornisca effettivamente l’accesso e il controllo su sistemi troppo complicati, come l’elettricità della città che viene gestita attraverso reti elettriche e non sistemi basati su computer. Anche con una mancanza di conoscenza su come funziona l’unità, essa è molto richiesta. La CIA offre inizialmente una grossa somma di denaro a Luis Rojas (Edgar Ramirez), un agente ribelle del DNI colombiano, per acquistare il dispositivo prima che venga rubato, che viene poi venduto all’asta per una cifra esorbitante sul darknet.

Jessica Chastain in Secret Team 355
Jessica Chastain in Secret Team 355

Il tradimento di Nick e Mark

Il fascino dell’unità porta al colpo di scena più grande di The 355, ovvero il tradimento di Mace da parte di Nick Fowler (Sebastian Stan). L’unità è di per sé un classico McGuffin, ovvero un oggetto in un film che esiste realmente come espediente narrativo per guidare la trama (si pensi alla valigetta in Pulp Fiction). Come colleghi, Fowler e Mace hanno iniziato insieme la ricerca dell’hard disk, presumibilmente per conto della CIA. I due iniziano una relazione sentimentale prima di essere separati da un’intensa caccia all’hard disk. Sebbene a Mace venga detto che Nick è morto durante l’inseguimento, lei rimane scioccata quando si ritrova faccia a faccia con lui.

Ciò avviene dopo che il suo superiore della CIA, Larry Marks (John Douglas Thompson), la incoraggia a ribellarsi per recuperare l’hard disk in suo onore. Nick rivela a Mace che ha lavorato per Clarke per tutto il tempo e che è stato mandato all’asta d’arte di Shanghai per fare un’offerta su un’opera d’arte in cui è nascosta la chiavetta. Solo poco dopo si scopre che anche Marks era sul libro paga di Clarke e che Mace è stata ingannata da entrambi. Nick e Marks stavano sfruttando le capacità e la vena ribelle di Mace a loro vantaggio per ottenere l’hard disk per Clarke. Mace è comprensibilmente sconvolta dal tradimento, ma è combattuta dal suo attaccamento a Nick, il che aggiunge una componente emotiva al personaggio centrale di Secret Team 355.

Come ha funzionato l’operazione sotto copertura dell’agente Sheng all’asta d’arte

Il tradimento di Nick viene rivelato nella scena più affascinante di Secret Team 355, una redditizia asta d’arte in una galleria di Shanghai. Dopo aver consegnato l’hard disk a Marks, questo viene rapidamente rubato di nuovo da un agente del MSS cinese (Bingbing Fan). L’ex agente dell’MI6 Khadijah Adiyeme (Nyong’o) rintraccia l’hard disk a Shanghai e informa Mace, l’agente tedesco Marie Schmidt (Diane Kruger) e la psicologa colombiana del DNI Graciela Rivera (Cruz). Con la chiavetta nascosta all’interno di un oggetto d’arte antico, i partecipanti hanno fatto offerte sul vaso e contemporaneamente sulla chiavetta tramite la darknet. Gli agenti elaborano un piano per infiltrarsi nell’asta e recuperare la chiavetta, ma vengono ostacolati.

Vengono quindi portati in un luogo sicuro dall’agente cinese, che rivela di essere Lin Mi Sheng, e dice al gruppo che l’asta era una montatura elaborata. Il colpo di scena finale di Secret Team 355 rivela che Sheng e suo padre facevano parte di un piano del MSS per vedere chi si sarebbe presentato per fare un’offerta per l’hard disk. L’MSS avrebbe usato queste informazioni per cercare di smascherare coloro che erano coinvolti in attività illegali. L’hard disk inserito nell’opera d’arte era falso; Sheng aveva l’hard disk con sé per tutto il tempo. Il piano funziona per un breve periodo, finché Clarke non scopre che Nick ha offerto una somma enorme per un hard disk falso.

Lupita Nyong'o in Secret Team 355
Lupita Nyong’o in Secret Team 355

Come Secret Team 355 prepara il terreno per un potenziale sequel

Nick cerca di rimediare individuando il rifugio di Sheng e minacciando i cari degli agenti fino a quando Sheng non consegna l’hard disk. Khadijah distrugge l’hard disk, ma le donne vengono implicate nei crimini e sono costrette a fuggire. Un paio di mesi dopo, Mace e le altre donne cercano vendetta su Nick, che è stato promosso dalla CIA. Mace inizia a ricordare a Nick la storia che gli è stata raccontata durante l’addestramento dell’agente 355, una donna senza nome che ha servito come spia per le colonie durante la Rivoluzione Americana. Dopo aver avvelenato Nick e averlo lasciato che venisse arrestato per i suoi crimini, le donne si separano, ma sembrano aver capito che probabilmente lavoreranno di nuovo insieme.

Secret Team 355 non annuncia apertamente un sequel come fanno i film Marvel con una scena post-crediti, ma il finale lascia la storia aperta a un seguito. Nonostante il titolo del film, il gruppo di donne non viene mai formalmente chiamato 355. Questo lascia spazio a un possibile seguito della storia; forse Mace potrebbe fondare una nuova agenzia, insieme alle sue compagne internazionali. Oppure il sequel potrebbe concentrarsi sulle cinque donne principali come 355, mentre cercano di indagare sulla corruzione delle loro stesse agenzie di intelligence.

Il vero significato del finale di Secret Team 355

Il finale di Secret Team 355 non è particolarmente profondo, nonostante i numerosi colpi di scena. Il film è essenzialmente un thriller di spionaggio e rinuncia a temi pesanti a favore di azione e intrighi mozzafiato. Nella migliore delle ipotesi, il significato del finale potrebbe essere interpretato come un messaggio che predica l’importanza dell’unità di fronte alla corruzione. La squadra si unisce per abbattere Nick, mettendo da parte le loro ideologie divergenti per vendicarsi di un antagonista che rappresenta tutti coloro che utilizzano le agenzie di sicurezza internazionali per promuovere i propri interessi personali.

Tuttavia, i temi alla base del finale di Secret Team 355 non sono l’elemento centrale. Non è un finale che lascia gli spettatori con molto su cui riflettere. Si tratta di un solido thriller di spionaggio ricco di azione che dà una svolta al panorama tradizionalmente maschile del genere, ma non lo fa con particolari sfumature o significati più profondi, nemmeno durante il climax. Difficile dire se davvero ci sarà un sequel, ad oggi si direbbe fuori discussione, ma in ogni caso si può riflettere su ciò che questo film, a suo modo, ci lascia.

Alien: Pianeta Terra, Noah Hawley anticipa la seconda stagione

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Alien: Pianeta Terra, Noah Hawley anticipa la seconda stagione

Alien: Pianeta Terra (qui la nostra recensione) è giunto al suo sesto episodio e ne mancano due perché il racconto si concluda. Il suo ideatore, Noah Hawley, sta però già guardando oltre. L’acclamata serie ha portato l’iconico Xenomorfo in una nuova direzione e, fortunatamente, Hawley ha già anticipato che una seconda stagione non solo è possibile, ma sa esattamente dove andrà a parare. In una nuova intervista, ha infatti condiviso un importante aggiornamento sulla seconda stagione.

Questa “destinazione” è una grande notizia per i fan, soprattutto perché la prima stagione di Alien: Pianeta Terra sta già preparando il terreno per un enorme scontro tra Weyland-Yutani, Prodigy e gli Xenomorfi in agguato all’interno della struttura di Neverland. Molti si aspettano che il finale scateni le creature in una grande città, una situazione che potrebbe alimentare la seconda stagione più ampia e articolata a cui Hawley accenna.

FX ha poi chiaramente ambizioni a lungo termine per la serie. Il capo della rete John Landgraf ha dichiarato a Variety nel 2024 che il piano è che Hawley si concentri su Alien piuttosto che su Fargo: “Siamo piuttosto ottimisti su Alien: Pianeta Terra e gli abbiamo detto che, supponendo che, come speriamo, sia una serie televisiva che tornerà, vogliamo che si concentri almeno sulla scrittura di due stagioni prima di tornare a una possibile sesta stagione di Fargo”.

Con questi primi otto episodi, la prima stagione approfondisce le debolezze degli Xenomorfi, la creazione dei Synth, degli Ibridi e dei Cyborg, e le cinque mega-corporazioni che lottano per il controllo. Ma il personaggio che tutti stanno osservando con più attenzione è Wendy (Sydney Chandler), un ibrido il cui strano legame con gli Xenomorfi potrebbe suggerire un cambio di rotta nella seconda stagione.

Una seconda stagione potrebbe anche svelare i segreti delle altre tre corporazioni appena accennate nella prima stagione e portare l’arco narrativo di Wendy in direzioni scioccanti. Alcuni ipotizzano addirittura che la sua storia potrebbe virare verso la malvagità, con le sue abilità ibride che la rendono il personaggio più pericoloso della serie. Al momento, però, sappiamo che il viaggio è lungi dall’essere finito.

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La trama di Alien: Pianeta Terra

Ambientata nell’anno 2120, appena due anni prima degli eventi dell’Alien originale di Ridley Scott, la serie TV Alien: Pianeta Terra porta l’orrore sulla Terra per la prima volta nella storia del franchise. La storia si svolge in un futuro noto come “Corporate Era”, in cui cinque mega-corporazioni, Prodigy, Weyland-Yutani, Lynch, Dynamic e Threshold, esercitano la loro influenza su scala globale, funzionando più come nazioni sovrane che come aziende.

In questo mondo dominato dalla tecnologia avanzata, sintetici e cyborg sono parte integrante della vita quotidiana. Ma ora è arrivato un nuovo balzo evolutivo: gli ibridi, esseri che fondono la coscienza umana con la forma robotica. Wendy, la prima della sua specie, è al centro di questa trasformazione.

La tensione esplode in Alien: Pianeta Terra quando una misteriosa nave da ricerca spaziale, la USCSS Maginot, ritenuta legata alla Weyland-Yutani Corporation, atterra inaspettatamente sulla Terra.

Wendy, una sintetica rivoluzionaria interpretata da Sydney Chandler, viene schierata insieme a una squadra tattica eterogenea per indagare. Quella che inizia come una normale operazione di recupero si trasforma rapidamente in un incubo, quando l’equipaggio scopre il mortale carico della nave: terrificanti forme di vita aliene, tra cui i famigerati Xenomorfi. Improvvisamente, la missione si trasforma in una disperata lotta per la sopravvivenza, mentre una nuova ondata di orrore emerge, questa volta sulla Terra stessa.

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Man of Tomorrow: James Gunn conferma il ritorno di Rachel Brosnahan

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Il regista James Gunn sta lentamente rivelando maggiori dettagli della sua prossima avventura dedicata a Superman, Man of Tomorrow. Il cineasta ha infatti ora confermato il terzo membro del cast: Rachel Brosnahan, che riprenderà ufficialmente il ruolo di Lois Lane. La conferma è arrivata durante una casuale sessione di domande e risposte su Threads, quando a Gunn è stato chiesto quale ruolo avrebbe avuto Lois nel prossimo film. La sua risposta è stata breve ma chiara: “È importante”.

Questo è tutto ciò che i fan avevano bisogno di sentire per sapere che Lois tornerà al centro dell’azione e che avrà un ruolo significativo nella storia (non che ci fossero poi molti dubbi sulla sua presenza). Questo ultimo aggiornamento segue però il recente e importante annuncio di Gunn sulla storia del film e sul suo effettivo titolo. Con le riprese previste per l’aprile del 2026, è possibile che nel corso dei prossimi mesi arrivino ulteriori dettagli – come anche rumor più o meno verificati – che forniscano un quadro più chiaro di cosa aspettarsi dal film.

Cosa sappiamo di Man of Tomorrow

Parlando di Man of TomorrowJames Gunn lo ha descritto come: “Una storia in cui Lex Luthor e Superman devono collaborare in una certa misura contro una minaccia molto, molto più grande”, ha rivelato Gunn parlando per la prima volta del sequel. “È più complicato di così, ma questa è una parte importante. È tanto un film su Lex quanto un film su Superman. Mi è piaciuto molto lavorare con Nicholas Hoult. Purtroppo mi identifico con il personaggio di Lex. Volevo davvero creare qualcosa di straordinario con loro due”.

Gunn annunciato Man of Tomorrow sui social media il 3 settembre. Nel suo annuncio, lo sceneggiatore e regista ha incluso un’immagine tratta dal fumetto in cui Superman è in piedi accanto a Lex Luthor nella sua Warsuit. Nei fumetti DC, Lex crea la tuta per eguagliare la forza e le abilità di Superman. Mentre l’immagine teaser suggeriva che Lex e Superman sarebbero stati di nuovo in contrasto, ora sembra che Lex userà la sua Warsuit per poter essere allo stesso livello di Superman per qualsiasi grande minaccia si presenti loro. Al momento, è confermata la presenza della Lois Lane di Rachel Brosnahan.

Come si vede alla fine di Superman, l’Uomo d’Acciaio interpretato da David Corenswet ha visto che c’era del buono dentro Lex, quindi sarebbe disposto a lavorare con lui. Dopo aver quasi distrutto Metropolis nel tentativo di sconfiggere Superman e aver visto il mondo rivoltarglisi contro, Lex Luthor potrebbe essere più disposto a cambiare posizione se questo significasse riportare le persone dalla sua parte.

L’accenno di Gunn a una minaccia più grande che richiede loro di allearsi potrebbe significare che personaggi come Brainiac, Mongul o forse anche Darkseid potrebbero entrare nel nuovo DC Universe. Tuttavia, dato che quello che sembrava essere il concept art di Brainiac DCU è stato visto nel featurette Adventures in the Making of Superman, il cattivo potrebbe finire per essere la minaccia di Man of Tomorrow.

Il film è stato in precedenza descritto come un secondo capitolo della “Saga di Superman”. Ad oggi, Gunn ha affermato unicamente che “Superman conduce direttamente a Peacemaker; va notato che questo è per adulti, non per bambini, ma Superman conduce a questo show e poi abbiamo l’ambientazione di tutto il resto della DCU nella seconda stagione di Peacemaker, è incredibilmente importante”.

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Ratatouille: il doppiatore di Remy rivela le sue condizioni per un sequel

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Il doppiatore di Remy, Patton Oswalt, rivela la condizione che deve essere soddisfatta affinché possa essere realizzato un sequel di Ratatouille (qui la nostra recensione). Diretto da Brad Bird e Jan Pinkava, il film della Pixar è uscito nel 2007, diventando rapidamente uno dei prodotti più amati della società. Il film segue Remy, un topo che sa cucinare, mentre collabora con il ragazzo degli scarichi Alfredo Linguini (Lou Romano) per fare colpo in un famoso ristorante di Parigi. Nonostante il successo di critica e commerciale del film, Ratatouille 2 non è mai stato realizzato.

Durante una recente intervista con Collider, Oswalt ha ora commentato la possibilità di un Ratatouille 2, rivelando che l’unico modo per realizzare un sequel è che Bird abbia un’idea forte. Evidentemente ciò non è ancora avvenuto, e la star dice che per lui va bene lasciare la storia così com’è. “Il mondo in cui questo esiste è quello in cui Brad pensa a un’idea fantastica, e finché non lo fa, non succederà. Quindi sono totalmente felice che non ci sia un sequel, a meno che lui non abbia un’idea straordinaria. E io ho fiducia in Brad”.

Ratatouille gode ancora oggi di un brillante punteggio del 96% da parte della critica su Rotten Tomatoes e di un ottimo punteggio dell’87% su Popcornmeter. Il film della Pixar ha anche incassato oltre 623 milioni di dollari al botteghino, rendendolo un grande successo finanziario, consacrato poi dall’Oscar al Miglior film d’animazione. Per non parlare dell’indubbio successo che il film ha avuto sulle piattaforme di home viewing nei quasi vent’anni dalla sua uscita.

Questo tipo di accoglienza ha sicuramente lasciato la porta aperta a un sequel, ma uno dei punti di forza storici della Pixar è che lo studio non persegue un progetto solo perché l’originale era popolare. I sequel della Pixar tendono ad essere ben accolti, con i film generalmente elogiati come continuazioni degne delle rispettive storie. Basti pensare all’acclamato Inside Out 2 della scorsa estate.

Tuttavia, solo perché Bird non ha ancora avuto un’idea per un sequel di Ratatouille, non significa che non ci sarà mai un seguito. Bird ha anche diretto Gli Incredibili del 2004, ad esempio, un classico moderno della Pixar, e alla fine ci sono voluti 14 anni per realizzare il ben accolto Gli Incredibili 2 (2018).

Sebbene Bird ritenesse evidentemente che ci fosse una storia che valeva la pena di essere raccontata con Gli Incredibili 2, nel 2019 ha espresso a io9 un generale disinteresse nel tornare su storie già raccontate quando gli è stato chiesto della possibilità di un Ratatouille 2. Ha spiegato: “A quanto pare nessuno vuole più nulla di nuovo. Su questo punto sono un po’ in disaccordo con la società. Mi piacerebbe fare qualcosa di nuovo”.

A Big Bold Beautiful Journey – Un Viaggio Straordinario, il trailer italiano con Margot Robbie e Colin Farrell

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Il nuovo trailer di A Big Bold Beautiful Journey – Un Viaggio Straordinario diretto da Kogonada (Columbus, After Yang) con Margot Robbie (Barbie), Colin Farrell (Gli spiriti dell’isola), il premio Oscar® Kevin Kline (Un pesce di nome Wanda, The Good House) e Phoebe Waller-Bridge (Indiana Jones e il quadrante del destino). Il film prodotto da Sony Pictures, scritto da Seth Reiss (The Menu), sarà al cinema dal 2 ottobre distribuito da Eagle Pictures.

La trama A Big Bold Beautiful Journey – Un Viaggio Straordinario

Cosa succederebbe se si potesse aprire una porta e attraversarla per rivivere un momento importante del proprio passato? Sarah (Margot Robbie) e David (Colin Farrell) sono due single che si incontrano per caso al matrimonio di un amico comune. In seguito a un sorprendente colpo del destino, si trovano improvvisamente a intraprendere A Big Bold Beautiful Journey – Un Viaggio Straordinario: un’avventura divertente, fantastica e travolgente in cui Sarah e David hanno l’opportunità di rivivere momenti importanti dei loro rispettivi passati, facendo luce su come sono arrivati al presente… e, forse, ottenendo una chance di cambiare il proprio futuro.

La voce di Hind Rajab: dal 25 settembre al cinema con I Wonder Pictures

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I Wonder Pictures è orgogliosa di annunciare la data di uscita italiana di La voce di Hind Rajab (qui la nostra recensione) di Kaouther Ben Hania: il film che ha segnato l’82esima Mostra del Cinema di Venezia, accolto in Sala Grande con una commossa standing ovation di oltre 24 minuti – la più lunga che si sia mai registrata alla Mostra del Cinema – e vincitore del Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria, sarà al cinema dal 25 settembre.

Tratto da una sconcertante storia vera, il film è stato definito dalla stampa nazionale e internazionale come “un capolavoro”, “il film più importante della Mostra”, “potente, urgente, vitale”. Oltre al Gran Premio della Giuria, a Venezia ha fatto incetta di premi secondari, tra cui il prestigioso Leoncino d’Oro Agiscuola, la Segnalazione Cinema For UNICEF e il Premio Arca Cinemagiovani.

«Gaza non ha più voce, ma Hind ne è una»: Kaouther Ben Hania ci racconta La voce di Hind Rajab, in concorso a Venezia 82

Ben Hania, già celebrata regista di Quattro figlie distribuito in Italia sempre da I Wonder Pictures, racconta la sconvolgente storia di Hind Rajab, sei anni, rimasta intrappolata sotto il fuoco incrociato di una sparatoria a Gaza a Gennaio 2024, e dei tentativi disperati della Mezzaluna Rossa di trarla in salvo. La vicenda è narrata in un film di finzione in cui la realtà irrompe prepotentemente in scena: se quelle tragiche ore negli uffici della Mezzaluna Rossa sono infatti ricostruite con attori professionisti, la voce che sentiamo chiedere aiuto al di là del telefono e che ci accompagna per tutta la durata della pellicola è la registrazione originale della voce di Hind.

«Al centro di questo film c’è qualcosa di molto semplice e molto difficile da tollerare», ha dichiarato la regista. «Non posso accettare un mondo in cui un bambino chiede aiuto e nessuno accorre. Quel dolore, quel fallimento, appartiene a tutti noi. Questa storia non riguarda solo Gaza. Parla di un dolore universale. E credo che la finzione (soprattutto quando attinge a eventi verificati, dolorosi, reali) sia lo strumento più potente del cinema. Più potente del rumore delle ultime notizie o dell’oblio dello scorrimento. Il cinema può conservare una memoria. Il cinema può resistere all’amnesia. Possa la voce di Hind Rajab essere ascoltata”.

La trama di La voce di Hind Rajab

29 gennaio 2024. I volontari della Mezzaluna Rossa ricevono una chiamata d’emergenza: una bambina di sei anni, intrappolata in un’auto sotto il fuoco di una sparatoria a Gaza, implora di essere soccorsa. In costante contatto con lei, aggrappati alla sua voce disperata, faranno tutto il possibile per salvarla. Dalla celebrata regista Kaouther Ben Hania, un film potente e ineludibile, vincitore del Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria alla Mostra del Cinema di Venezia e tratto da una sconcertante storia vera. I protagonisti in scena sono tutti interpretati da attori professionisti. Ma la voce che sentiamo al di là del telefono è la registrazione originale della voce di quella bambina. Il suo nome era Hind Rajab.

Ricky Gervais torna su Netflix con la serie animata per adulti “Alley Cats”

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Ricky Gervais sarà il protagonista di una nuova serie animata per adulti di Netflix che racconta le vicende di un gruppo di gatti randagi dal titolo Alley Cats, di cui Gervais è l’ideatore. La serie vede anche la partecipazione di numerosi comici britannici di fama internazionale, tra cui Diane Morgan, Tom Basden e Kerry Godliman. Completano il cast Andrew Brooke, David Earl, Jo Hartley, Natalie Cassidy e Tony Way.

In uscita il prossimo anno e prodotta dalla Derek Productions di Gervais in collaborazione con Blink Industries, la serie di 6 episodi da 15 minuti segue le vicissitudini di un gruppo di gatti selvatici britannici che cercano compagnia mentre riflettono sulle difficoltà della vita quotidiana. Lo show è “ricco dello stile caratteristico di Gervais, fatto di cuore e commenti sociali”, ha affermato Netflix.

Interpreto una creatura grassa, pigra, maleducata e presuntuosa con le zanne, che non è così intelligente o coraggiosa come crede di essere. Quindi è piuttosto impegnativo”, ha scherzato Gervais, che è anche l’autore della serie di successo di Netflix, After Life. La serie segna così il ritorno di Gervais nel mondo dell’animazione per adulti a 13 anni dalla conclusione di The Ricky Gervais Show, prodotto da HBO e Channel 4, che era una versione animata del popolare podcast di Gervais, Stephen Merchant e Karl Pilkington utilizzando i cartoni animati dell’era Hanna-Barbera.

L’annuncio di Alley Cats arriva nella settimana in cui Netflix ha svelato una nuova serie di un altro importante creativo britannico, Charlie Brooker – celebre ideato di Black Mirror –, che sta realizzando una serie poliziesca comica senza titolo con Paddy Considine e Lena Headey.

Christy: Sydney Sweeney è la pugile Christy Martin nel primo trailer

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Christy, il film biografico sulla rivoluzionaria pugile Christy Martin interpretato da Sydney Sweeney, ha ora un trailer dopo la prima mondiale al Toronto Film Festival. Black Bear, che ha coprodotto il film diretto da David Michôd, lo distribuirà attraverso la sua neonata società di distribuzione. Il film uscirà nelle sale statunitensi il 7 novembre, mentre al momento non è noto quando sarà possibile vederlo in Italia.

Nel film, Sweeney si trasforma per interpretare Martin, una ragazza di una piccola città del West Virginia che alla fine degli anni ’80 è diventata una delle prime pugili donne di successo, raggiungendo lo status di star mondiale (è stata la prima nel suo sport ad apparire sulla copertina di Sports Illustrated) sotto la guida del suo allenatore-manager e futuro marito Jim (Ben Foster). Le battaglie più dure della futura campionessa mondiale dei pesi superwelter e membro della Boxing Hall of Fame si svolgeranno però fuori dal ring, riguardando la famiglia, l’identità e una relazione con Jim che diventa pericolosa e mette a rischio la sua vita.

Il film vede anche la partecipazione di Merritt Wever, Katy O’Brian, Ethan Embry, Jess Gabor, Chad Coleman, Bryan Hibbard, Tony Cavalero e Gilbert Cruz. Michôd ha co-sceneggiato il film con Mirrah Foulkes basandosi su una storia di Katherine Fugate. Il film è stato presentato in anteprima mondiale nella sezione Special Presentations del TIFF la scorsa settimana, quando Sweeney ha raccontato a Deadline il regime che ha seguito per interpretare l’icona della boxe, aumentando di 13 kg per il ruolo.

Mi è piaciuto moltissimo”, ha detto Sweeney. “Ho davvero sentito la forza di Christy mentre mi trasformavo. E mi è piaciuto molto poter allenarmi e lavorare con incredibili allenatori di boxe, preparatori atletici e nutrizionisti che mi hanno aiutato a raggiungere il livello necessario per interpretare Christy”.

Reacher: nuovo aggiornamento di Lee Child promette grandi cose per la serie Prime Video

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Lee Child ha appena rivelato un nuovo aggiornamento sul suo prossimo progetto editoriale, che sembra rendere ancora più promettente il futuro di Reacher di Prime Video. Sebbene la maggior parte dei dettagli sul suo prossimo libro rimangano sconosciuti, ha accennato a come potrebbe collegarsi ai libri di Jack Reacher.

Considerata una delle migliori e più popolari serie poliziesche dei tempi moderni, la saga di Reacher continua a crescere con nuove stagioni e spin-off. Considerando che la serie poliziesca di Prime Video ha ottenuto un incredibile successo sia di critica che di pubblico per tre stagioni consecutive, è difficile non aspettarsi grandi cose da essa nel prossimo futuro.

Solo il tempo dirà come andranno a finire la quarta stagione di Reacher e il prossimo spin-off di Neagley, ma l’autore originale dei libri di Jack Reacher ha reso la serie ancora più emozionante rivelando un dettaglio sul suo prossimo libro. La notizia potrebbe aprire la strada a storie più innovative che espanderanno l’universo di Reacher in una nuova direzione.

Lee Child ha confermato che il suo prossimo libro potrebbe avere un potenziale collegamento con Reacher

In una recente intervista (tramite RNZ), l’autore Lee Child ha rivelato che mentre suo fratello, Andrew Child, sta scrivendo i libri di Jack Reacher, lui sta lavorando a qualcosa di completamente nuovo. Definendo la scrittura “un’abitudine” e qualcosa su cui ha “costruito la sua vita”, l’autore ha dichiarato che non ha intenzione di “dirlo a nessuno in questo momento”.

Tuttavia, quando gli è stato chiesto se il suo nuovo libro avesse qualcosa a che fare con Jack Reacher, ha sottilmente accennato: “Sì, sì, sì, penso che potremmo dirlo… Sebbene sia rimasto sulle sue e si sia rifiutato di dire altro sul progetto, il suo potenziale collegamento con Jack Reacher lo rende ancora più intrigante.

Considerando che Lee Child non ha rivelato quasi nulla, il libro in uscita potrebbe essere uno spin-off, un prequel, una storia crossover o qualcosa di completamente diverso che espande il franchise di Reacher nei modi più inaspettati. Indipendentemente da ciò che sarà, il suo accennato legame con Reacher lo rende già incredibilmente eccitante.

The Walking Dead: Dead City – Stagione 3: un ruolo importante alla star di Lucifer

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The Walking Dead: Dead City – Stagione 3 ha aggiunto una star di Lucifer al suo cast. Dead City segue Negan e Maggie mentre viaggiano in una Manhattan post-apocalittica alla ricerca del figlio rapito di lei, Hershel. The Walking Dead spin-off è stato rinnovato per una terza stagione a luglio.

Dead City si è distinto grazie alla nuova ambientazione e alla presenza di due personaggi molto amati dai fan, che hanno contribuito a rafforzare il franchise, pur evolvendosi come entità a sé stante. Ora, il cast di The Walking Dead: Dead City per la terza stagione si è arricchito con l’aggiunta di una star di Lucifer.

Secondo Deadline, Aimee Garcia, che ha interpretato Ella Lopez nelle stagioni 2-6 di Lucifer, entrerà a far parte del cast di Dead City come personaggio fisso nel ruolo di Renata, una leader affascinante e carismatica. Garcia è nota anche per il ruolo di Jamie Batista nelle stagioni 6-8 del thriller poliziesco Dexter, e ha recitato nel remake del 2014 di RoboCop.

Cosa significa questo per la terza stagione di Dead City

The Walking Dead: Dead City ha già un cast di grande talento, con i protagonisti Jeffrey Dean Morgan e Lauren Cohan, che hanno una chimica eccezionale e una grande presenza scenica. Ha bisogno di un’attrice di alto livello e carismatica che reciti al loro fianco, ed è proprio questo che rende Garcia la scelta perfetta.

Ci si aspetta che lei apporti fascino e simpatia al ruolo e che possa aggiungere un po’ di leggerezza a una serie che può diventare molto cupa. Non è chiaro esattamente come il suo ruolo influenzerà The Walking Dead: Dead City – stagione 3 e se lei sarà più un’alleata o una nemica per Maggie e Negan.

Il personaggio di Garcia potrebbe far parte delle forze d’invasione di New Babylon, ma potrebbe anche essere un leader influente residente a Manhattan, e che potrebbe rivelarsi una risorsa preziosa nella guerra di questa stagione.

Formula per un delitto, la spiegazione del finale del film con Ryan Gosling

Uscito nel 2002 e diretto da Barbet Schroeder, Formula per un delitto (Murder by Numbers in originale) è un thriller psicologico che intreccia indagine poliziesca, ritratto adolescenziale e ossessioni personali. Interpretato da Sandra Bullock, Ryan Gosling e Michael Pitt, il film riprende l’archetipo del “delitto perfetto” – caro a Hitchcock – aggiornandolo alla sensibilità dei primi Duemila: giovani brillanti e disturbati mettono in scena un omicidio per dimostrare di essere più furbi della legge.

Quello che a prima vista sembra il classico “whodunit” è in realtà un racconto sulla manipolazione, la fragilità dell’identità e la ricerca ossessiva di controllo. La sceneggiatura si muove avanti e indietro nel tempo, rivelando gradualmente i legami tra assassini e investigatori e mantenendo viva l’attenzione fino all’epilogo.

In questo approfondimento ripercorriamo la trama di Formula per un delitto in ordine cronologico, analizziamo i temi principali e spieghiamo nel dettaglio il finale, chiarendo le ambiguità che hanno fatto discutere gli spettatori. Attenzione: seguono spoiler sul finale.

Gli assassini e la vittima

Al centro della storia ci sono Richard Haywood (Ryan Gosling) e Justin Pendleton (Michael Pitt), due studenti liceali che architettano un omicidio per dimostrare di essere abbastanza intelligenti da farla franca. Richard è il classico ragazzo ricco, viziato e carismatico, figlio di genitori influenti; Justin è il complice introverso, con velleità intellettuali e un malessere latente. A scuola fingono di detestarsi per depistare eventuali sospetti, ma in realtà sono uniti da un legame di dipendenza reciproca e da un’oscura sfida narcisistica.

La vittima scelta è Olivia, una ragazza senza legami con i due, proprio per evitare qualsiasi traccia che porti agli assassini. Richard e Justin mettono in scena un delitto elaborato, pianificano alibi e cercano di incastrare Ray Feathers, bidello della scuola e loro fornitore di marijuana, disseminando prove nella sua casa.

Gli investigatori

A indagare sull’omicidio sono la detective Cassie Mayweather (Sandra Bullock) e il suo nuovo partner Sam Kennedy (Ben Chaplin), sotto la supervisione del capitano Rod Cody (R.D. Call). Cassie porta con sé un trauma profondo: anni prima, con il nome di Jessica Hudson, era stata quasi uccisa dal marito violento Carl. Sopravvissuta, ha cambiato identità e si è arruolata in polizia, ma continua a vedere l’ombra del suo aggressore in ogni uomo. Questo passato irrisolto alimenta la sua ossessione per i casi di violenza e per la manipolazione del potere maschile.

Formula per un delitto: spiegazione della trama

Ryan Gosling e Michael Pitt in Formula per un delitto (2002)
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Visto in ordine cronologico, Formula per un delitto mostra il meticoloso piano dei due ragazzi. Richard denuncia il furto delle sue scarpe per creare un falso indizio, ruba fibre di moquette e peli di babbuino dalla casa di Ray per poi depositarli sul corpo della vittima. Il giorno del delitto Olivia viene rapita, immobilizzata e uccisa nel seminterrato di Richard. Justin inizialmente esita, ma alla fine infligge lui il colpo mortale per dimostrare di essere all’altezza dell’amico.

Le indagini di Cassie e Sam partono dalle prove forensi: impronte di stivali, fibre, peli, tracce di vomito con caviale digerito. Seguendo la pista dei ristoranti e incrociando gli indizi, Cassie inizia a sospettare di Justin, mentre Sam incastra Ray come possibile colpevole. In realtà Ray è solo un capro espiatorio: manipolato da Richard, finirà ucciso in un finto suicidio.

La tensione cresce man mano che Cassie avvicina i due studenti. Lisa, una compagna di classe invaghita di Justin, diventa inconsapevolmente pedina nelle mani di Richard, che la seduce e la ricatta per umiliare l’amico. Gli indizi scientifici – il vomito con tracce di sangue, il DNA – stringono il cerchio attorno ai due, ma l’avvocato di Richard interrompe ogni confronto ufficiale. Cassie deve allora ricorrere a un gioco psicologico per far emergere la verità.

I temi del film

Il cuore di Formula per un delitto non è solo la cronaca di un omicidio, ma la dinamica di potere tra i personaggi. Richard incarna l’arroganza del privilegio e l’attrazione per il rischio; Justin è il discepolo che cerca emancipazione attraverso l’imitazione. Il loro rapporto – a metà tra amicizia tossica e competizione – richiama celebri casi reali come quello di Leopold e Loeb, studenti di Chicago che negli anni Venti uccisero un ragazzo per il gusto di commettere il delitto perfetto.

Parallelamente, Cassie rappresenta la vittima sopravvissuta che cerca di riappropriarsi del controllo. Il suo trauma la rende lucida e ossessiva, ma anche vulnerabile. Il film gioca continuamente con i ruoli di predatore e preda: gli assassini si credono cacciatori ma finiscono per essere braccati; Cassie sembra in difficoltà ma usa la propria esperienza per smascherarli.

Un altro tema centrale è la manipolazione delle prove e delle percezioni. Richard e Justin orchestrano depistaggi, creano falsi alibi, sfruttano stereotipi (il bidello spacciatore come sospetto perfetto) per sfruttare i pregiudizi della polizia. Schroeder mostra come l’intelligenza senza etica possa trasformarsi in un’arma distruttiva e come il potere possa essere esercitato anche da adolescenti privilegiati.

Il finale di Formula per un delitto spiegato

Nell’atto conclusivo Richard e Justin, ormai scoperti, si danno appuntamento per un ultimo gesto estremo. Richard consegna a Justin una pistola scarica, fingendo un suicidio reciproco, ma in realtà spera che l’amico si uccida lasciandolo libero di scappare come semplice complice. Justin capisce l’inganno e lo minaccia.

Cassie interviene, Justin abbassa l’arma e corre verso di lei. Richard raccoglie la pistola e spara: Justin si frappone e viene ferito. Richard fugge al piano superiore, Cassie lo insegue. Sul balcone rotto nasce una colluttazione: Richard tenta di strangolarla, ma Cassie riesce a spingerlo oltre la balaustra. Il balcone cede e Cassie rimane appesa: è Justin, nonostante tutto, a salvarla.

La detective nota però i segni dello strangolamento sul proprio collo: non coincidono con quelli presenti sul corpo di Olivia. L’anello di Richard non ha lasciato tracce sulla vittima. Cassie intuisce così che è stato Justin a infliggere il colpo mortale. Ricorre allora a uno stratagemma: finge che esista una registrazione video dell’omicidio girata attraverso lo spioncino che Richard usava per spiare Lisa. Justin abbocca e confessa, dichiarando di aver ucciso per provare di essere libero da ogni vincolo morale. La confessione permette di arrestarlo.

Il film si chiude con Cassie – tornata Jessica – che finalmente trova la forza di affrontare Carl all’udienza per la libertà vigilata. È il segno che ha iniziato a superare il trauma e a riprendere il controllo della sua vita, specchio del percorso che ha guidato l’indagine.

Formula per un delitto non è solo un thriller con due giovani assassini: è un racconto sulla seduzione del potere, sull’illusione del controllo e sulla possibilità di riscatto. Richard e Justin volevano dimostrare di essere al di sopra della legge, ma finiscono intrappolati dalle loro stesse menzogne. Cassie, sopravvissuta alla violenza, usa la propria esperienza per smascherare il delitto perfetto e, nel farlo, affronta finalmente il proprio passato.

Il finale ribalta i ruoli: il “gioco” dei due ragazzi si ritorce contro di loro, mentre la detective ritrova se stessa. Pur con qualche incongruenza narrativa (la confessione estorta senza prove concrete), l’epilogo restituisce il senso morale del film: nessuno è davvero intoccabile e il trauma può diventare strumento di verità.

Las Muertas è basato su una storia vera?

Las Muertas è basato su una storia vera?

Con il titolo internazionale The Dead Girls, Las Muertas è una delle serie Netflix più discusse dell’anno. Oscura, cruda e ricca di tensione morale, la produzione racconta la storia di due sorelle che costruiscono un impero criminale sulle spalle di giovani donne sfruttate e corrotte autorità locali. L’intreccio mescola thriller, denuncia sociale e satira politica, offrendo al pubblico un ritratto inquietante del Messico rurale degli anni Sessanta.

A colpire non è solo la violenza mostrata sullo schermo, ma anche il tono grottesco e amaramente ironico con cui vengono messi in scena i rapporti di potere, la collusione tra istituzioni e crimine e l’illusione di impunità dei protagonisti. Un mix che ha spinto molti spettatori a chiedersi quanto ci sia di vero nella storia delle sorelle Baladro e se Las Muertas sia una semplice fiction o un racconto radicato in fatti reali.

In questo articolo analizziamo la trama della serie, il suo rapporto con la realtà storica e il libro da cui è tratta, firmato da Jorge Ibargüengoitia.

La trama di Las Muertas

Al centro della storia ci sono Arcángela (interpretata da Ramírez) e Serafina Baladro (Paulina Gaitán), due sorelle che trasformano un modesto bar di provincia in un redditizio bordello, reclutando e spesso costringendo giovani donne alla prostituzione. Grazie a mazzette e favori, corrompono le autorità locali così da mantenere il loro business nell’ombra.

Il loro “impero” sembra inattaccabile finché una serie di incidenti mortali colpisce le ragazze che lavorano per loro. Nel tentativo di coprire le morti sospette e non attirare l’attenzione della polizia, Arcángela e Serafina coinvolgono Simón (Herrera), amante tossico e complice riluttante di Serafina, incaricandolo di sbarazzarsi dei cadaveri.

Ma la pressione diventa insostenibile: Simón fugge dalla vita marcia in cui si è cacciato, spezzando il cuore di Serafina. Lei, accecata dalla rabbia, decide di vendicarsi e chiede favori pericolosi a clienti influenti pur di colpire chi l’ha tradita. Il caos generato dalle due sorelle è tale che le forze dell’ordine non possono più voltarsi dall’altra parte: un’inchiesta senza precedenti rivela atrocità destinate a sconvolgere il Messico per generazioni.

Las Muertas è basato su una storia vera?

Las Muertas serie tv Netflix
Arcelia Ramírez nel ruolo di Arcángela, Paulina Gaitán nel ruolo di Serafina, Karen Martí nel ruolo di Socorro, Luis Estrada in Las Muertas. Per gentile concessione di © Netflix

Sì. Las Muertas non è solo fiction: la serie si ispira a fatti realmente accaduti. Gli eventi narrati riprendono la vicenda delle “Poquianchis”, un gruppo familiare di sfruttatori e assassini che negli anni Sessanta gestiva bordelli clandestini nel Messico centrale, schiavizzando giovani donne e ragazze provenienti da contesti poverissimi.

Le cronache dell’epoca, riportate in particolare dal tabloid sensazionalista Alarma! nel 1964, raccontavano di omicidi, sparizioni e connivenze con autorità locali. Il processo alle “Poquianchis” divenne un caso mediatico e contribuì a far emergere la realtà brutale della tratta di esseri umani nel Paese. La serie Netflix rielabora questi elementi, cambiando nomi e dettagli ma conservando l’impianto di base.

Questa scelta conferisce alla narrazione un doppio livello: da un lato il thriller a tinte forti, dall’altro la denuncia sociale di un sistema che per anni ha permesso abusi e violenze ai margini della legalità. Non a caso, Las Muertas si svolge in un Messico rurale senza tempo, che sembra sospeso tra passato e presente.

La miniserie è tratta dal romanzo “Las muertas” di Jorge Ibargüengoitia, autore messicano celebre per l’uso di umorismo nero e satira politica. Pubblicato nel 1977, il libro prende spunto proprio dal caso delle “Poquianchis”, trasfigurandolo in letteratura e offrendo uno spaccato impietoso di corruzione, ipocrisia e sessismo.

Ibargüengoitia non si limita a ricostruire i fatti: li piega in chiave grottesca, amplificando le contraddizioni di una società che tollera il male finché le vittime restano invisibili. La serie Netflix eredita questo approccio, alternando registri diversi – dramma, thriller, ironia amara – per rendere più complessa la psicologia dei personaggi.

Nel finale della serie (che abbiamo approfondito nella nostra spiegazione del finale di Las Muertas), le conseguenze delle azioni delle sorelle Baladro esplodono in tutta la loro violenza e la giustizia – tardiva e imperfetta – si abbatte su di loro, ribaltando ruoli e alleanze.

Conclusione

Las Muertas Netflix
Per gentile concessione di © Netflix

Las Muertas è quindi una serie che unisce intrattenimento e memoria storica. Raccontando la parabola delle sorelle Baladro, la produzione Netflix fa rivivere uno dei capitoli più oscuri della cronaca messicana, restituendo dignità narrativa alle vittime e mettendo in discussione le complicità del potere.

Il romanzo di Jorge Ibargüengoitia e l’adattamento televisivo condividono un obiettivo: costringere lo spettatore a riflettere sulla linea sottile tra male sistemico e responsabilità individuale. Chi guarda Las Muertas non assiste solo a un thriller, ma a una riflessione amara su come le società possano trasformare il dolore in spettacolo e, a volte, in business.

Per approfondire ulteriormente, puoi leggere qui la spiegazione del finale di Las Muertas.

Las Muertas, la spiegazione del finale della serie Netflix

Las Muertas, la spiegazione del finale della serie Netflix

Las Muertas (The Dead Girls), una serie Netflix in uscita il 10 settembre, racconta la storia delle sorelle Baladro, Serafina (Paulina Gaitán) e Arcángela (Arcelia Ramírez), che gestiscono una rete di bordelli in Messico negli anni ’60. In sei episodi, The Dead Girls rivela come le sorelle mantengano un impero costruito sullo sfruttamento, la manipolazione e la paura, e cosa succede quando le loro attività criminali attirano l’attenzione sia delle autorità che delle ragazze costrette a lavorare per loro.

La serie storica presenta le sorelle come calcolatrici e strategiche, ma brutali nell’imporre il loro controllo. Serafina si occupa della supervisione e della disciplina nel bordello, mentre Arcángela gestisce le finanze e i rapporti con i funzionari locali. La loro ascesa al potere, guidata dalla pura ambizione e alimentata dalla corruzione che le circonda, finisce per crollare quando la polizia inizia a indagare e scopre la portata delle loro operazioni e l’entità dei loro abusi.

I primi anni dell’impero e le sue sfide

Fin dall’inizio, le sorelle Baladro stabiliscono il controllo sui loro bordelli, che si estendono in molte città del Messico, attraverso regole severe e lo sfruttamento sistematico delle ragazze che lavorano per loro. La serie mette in evidenza come riescono a gestire le pressioni sociali e legali, corrompendo i funzionari quando necessario per mantenere le operazioni. L’ambizione delle sorelle è pari alla loro spietatezza nei confronti delle ragazze del bordello, che hanno trafficato e continuano ad abusare.

Le sorelle sono all’apice del successo, ma presto compaiono le prime crepe nell’impero. Il figlio di Arcángela, Humberto, viene coinvolto in attività criminali e fa una fine tragica, costringendo le sorelle a trasferirsi al Casino Danzón e a investire in un ranch. Questi eventi rivelano quanto siano vulnerabili le attività delle sorelle e segnano l’inizio della loro caduta.

Il tragico destino delle ragazze

Las Muertas Netflix
Per gentile concessione di © Netflix

Blanca, una ragazza venduta alle sorelle, diventa una figura centrale nella serie. Dopo un intervento medico andato male, muore e la sua morte scatena una serie di incidenti mortali che coinvolgono altre ragazze, come Evelia e Feliza, entrambe morte durante una lite per i beni di Blanca, mettendo in evidenza le conseguenze letali della gestione delle sorelle e le condizioni pericolose all’interno dei bordelli.

La serie descrive anche le dure punizioni e le manipolazioni imposte alle ragazze. Esse subiscono reclusione, abusi fisici e abbandono, mentre le sorelle continuano a trarre profitto dal loro lavoro.

Ribellione e conflitti interni

Alla fine del 1963, la tensione tra le ragazze aumenta. Insoddisfatte della reclusione e dei maltrattamenti, alcune tentano di fuggire e arrivano persino ad aggredire le loro compagne. Bedoya, alleato e braccio destro delle sorelle, infligge punizioni che rispecchiano i loro metodi di controllo. Nel frattempo, Teófilo, marito di Eulalia Baladro, una parente delle sorelle che aiuta a gestire il ranch di famiglia, è alle prese con le finanze della proprietà, causando ulteriori disordini e vittime.

Il desiderio di vendetta di Serafina nei confronti di Simón Corona, un fornaio e suo ex amante, riemerge durante questo periodo. Serafina orchestra una sparatoria nella panetteria di Simón dopo che lui la lascia per la terza volta. Le sue azioni sono guidate da una combinazione di ossessione e vendetta, che riflettono gli estremi della sua personalità. Sebbene la sparatoria causi allarme e scateni indagini della polizia, Serafina inizialmente sfugge alle conseguenze dirette nascondendosi.

Indagini e arresti

Paulina Gaitán in Las Muertas
Paulina Gaitán nel ruolo di Serafina in Las Muertas Per gentile concessione di Netflix

Nel gennaio 1964, le forze dell’ordine stringono il cerchio. Serafina viene indagata per la sparatoria al panificio, poiché si scopre che ha orchestrato l’attacco contro Simón. Le sorelle fuggono al ranch per evitare l’arresto, prendendo misure precauzionali per nascondersi. La polizia scopre presto diversi cadaveri nelle loro proprietà, tra cui quelli di Blanca, Evelia e Feliza, insieme ad altre prove che implicano le sorelle e i loro complici.

Le autorità arrestano le sorelle e 17 complici, tra cui Bedoya, Nicolás, Teófilo e Ticho. Durante il processo, alcune ragazze testimoniano di aver subito abusi, negligenza e sfruttamento. Serafina e Arcángela vengono condannate per diversi reati, tra cui omicidio, sequestro di persona, abuso e complicità in aborti clandestini, ricevendo 35 anni di carcere. Gli altri complici ricevono condanne proporzionali al loro coinvolgimento.

Conseguenze ed epilogo di Las Muertas

L’epilogo documenta le conseguenze per le persone coinvolte. Simón Corona apre una nuova panetteria dopo il suo rilascio, mentre Nicolás, Ticho ed Escalera ricostruiscono le loro vite in vari modi. Eulalia riprende a vendere dolci fuori dal carcere e Bedoya mantiene la sua influenza anche dalla prigione. Arcángela e Serafina rimangono nel penitenziario femminile, continuando a gestire attività illecite e ad accumulare ricchezze, ma senza speranza di libertà.

Le ragazze sopravvissute, ora considerate vittime, ricevono un risarcimento, anche se il loro destino individuale rimane in gran parte sconosciuto. La serie si conclude illustrando le conseguenze dell’impero delle sorelle Baladro: ripercussioni legali, denuncia di abusi sistematici e il trauma duraturo inflitto a tutte le persone coinvolte.

Le sorelle Baladro sono ispirate a persone reali?

Le sorelle Baladro sono ispirate a un gruppo realmente esistito noto come Las Poquianchis, quattro sorelle diventate famigerate in Messico per aver gestito una rete criminale di bordelli, traffico di esseri umani e omicidi tra gli anni ’40 e ’60. La serie, sebbene romanzata, attinge ampiamente dai resoconti storici dei loro crimini, tra cui lo sfruttamento e l’uccisione di decine di donne, molte delle quali minorenni.

La storia è tratta dal romanzo del 1977 Las Muertas di Jorge Ibargüengoitia. Ibargüengoitia ha utilizzato gli eventi reali delle Poquianchis come ispirazione, ma ha creato personaggi e trame di fantasia per esplorare il contesto più ampio della prostituzione e del traffico di esseri umani in Messico in quel periodo. Le Poquianchis reclutavano ragazze giovani dai paesi e dalle fattorie vicine, ingannando le famiglie con false promesse di lavoro o rapendo le ragazze quando erano sole. Le vittime erano costrette a prostituirsi, subivano abusi e spesso venivano sepolte in tombe clandestine quando si ammalavano o non potevano più lavorare. La serie cattura questa oscura eredità intrecciando una narrazione fittizia che mette in evidenza la portata e l’impatto dell’impero criminale delle sorelle.

Inspector Zende: la spiegazione del finale del film Netflix

Inspector Zende: la spiegazione del finale del film Netflix

Il film thriller d’azione di Netflix Inspector Zende racconta la storia adrenalinica di una caccia all’uomo per catturare un temibile criminale di nome Carl Bhojraj, evaso dal carcere di Tihar a Delhi. L’ispettore Madhukar Bapurao Zende della polizia di Mumbai riceve l’incarico dal suo superiore, il DGP Purandare, di catturare il fuggitivo e assicurarlo alla giustizia. Il film esamina in modo intricato temi quali l’inganno, la segretezza, le false identità e il coraggio, analizzando al contempo il funzionamento del dipartimento di polizia e le sfide che esso deve affrontare nello svolgimento di missioni pericolose.

Man mano che la narrazione giunge alla sua conclusione, Zende e la sua squadra si trovano di fronte a una grande opportunità per catturare Carl e dimostrare il loro valore al dipartimento. Spinto dalla sua convinzione, il protagonista giura di catturare il criminale a qualsiasi costo e di trasportarlo nel Maharashtra. Il destino di Carl e Zende è in bilico mentre si preparano ad affrontare qualsiasi sfida si presenti loro.

La trama di Inspector Zende

La narrazione inizia con una presentazione della città di Mumbai nell’anno 1986 e della vita quotidiana dell’ispettore Madhukar Bapurao Zende. Si diffonde la notizia che Carl Bhojraj, un famigerato criminale ricercato dall’Interpol, noto anche come “Swimsuit Killer”, è evaso dal carcere di Tihar a Delhi, insieme ad altri detenuti: David Jones, Lalit Khatana, Ratan Tomar e Subhash Tyagi. Alla stazione di polizia di Agripada, Zende riceve una telefonata dal DGP Purandare, dopo di che il protagonista racconta come ha arrestato Carl quindici anni fa. Dimostra inoltre di conoscere molto bene la storia criminale di Carl, compreso il suo altro soprannome “Snake” e le sue origini indiane, francesi e libanesi. Il superiore incarica il poliziotto di trovare e arrestare nuovamente il detenuto evaso.

Dopo numerose indagini in città, Zende ottiene finalmente un indizio: uno straniero sospetto ha preso alloggio all’Hotel Airport Plaza. Tuttavia, Carl riesce a sfuggire a Zende e alla sua squadra in modo fortuito. Il DGP viene rimproverato dal ministro dell’Interno e dal signor Swamy dell’Interpol per non essere riuscito a catturare Carl. Un agente di nome Jacob si unisce al protagonista per aiutarlo nella caccia all’uomo. Alla stazione di polizia ferroviaria di VT, uno dei fuggitivi, Ratan Tomar, viene catturato e afferma che il suo vero nome è Ajay Agarwal. Dopo che Zende lo ha picchiato per ottenere informazioni su Carl, il fuggitivo lo indirizza verso l’Hotel Panchratna a Panvel, dove Subhash Tyagi viene catturato. Dopo essere stato minacciato da Zende e dalla sua squadra, Tyagi rivela che Carl ha acquistato una moto “Rajdoot” di colore blu e che potrebbe essere diretto a Goa.

Carl uccide Lalit a Goa e progetta di fuggire negli Stati Uniti. Il DGP convoca Zende e altri agenti per una missione segreta con l’obiettivo di catturare Carl a Goa. Il protagonista sceglie gli agenti Jacob, Patil, Deshmane, Patekar e Naik come membri della squadra segreta. La squadra si registra in un ostello a Goa usando nomi falsi e inizia a cercare Carl, dopodiché decide di perlustrare hotel e club a cinque stelle, ma senza molto successo. Più tardi, Zende si intrufola a una festa travestito da hippie e sta per individuare il killer in costume da bagno. Carl, con l’aiuto di David, uccide un turista straniero di nome John Miller per usare il suo documento d’identità per ottenere un passaporto. Patil perlustra l’isola di Divar e trova la moto blu Rajdoot, insieme a David e Carl, ma non riesce a seguirli a causa della sua paura, per cui Zende lo rimprovera.

Il protagonista deduce che Carl potrebbe usare le strutture di commutazione telefonica per contattare sua moglie americana, Chantelle, che in realtà possiede la maggior parte del denaro del criminale. La squadra scopre che alcune persone stanno usando illegalmente le strutture di chiamata internazionale dell’O’Coqueiro. La squadra incontra il signor Vyas della polizia di Delhi, che ha una squadra di sedici agenti per catturare il Serpente. Ma il poliziotto di Delhi si rivela un individuo scortese e condiscendente, che non mostra alcun interesse a collaborare. Zende e la sua squadra deducono che Carl potrebbe tentare di fuggire imbarcandosi su una nave chiamata “Seafern” e viaggiando verso gli Stati Uniti. Zende decide di sorvegliare l’O’Coqueiro, convinto che Carl tornerà.

Il finale dell’ispettore Zende: come fa Zende a catturare Carl?

L’ispettore Zende individua finalmente l’O’Coqueiro Hotel & Banquet come il luogo più probabile in cui lui e la sua squadra possono catturare Carl Bhojraj. Continua a sorvegliare il ristorante, dove si svolge un ricevimento di nozze con festeggiamenti sfrenati e musica ad alto volume. Mentre gli altri membri della squadra si preparano a partire per il porto per tenere d’occhio i potenziali tentativi di fuga di Carl, si trovano inaspettatamente alle prese con dei problemi all’auto, che li costringono a rimanere all’O’Coqueiro. In un momento scioccante, Zende individua finalmente il “Killer in costume da bagno” al ristorante, mentre cena tranquillamente con il suo socio, David Jones. Zende si rende conto che il suo obiettivo è a portata di mano e si traveste da cameriere per avvicinarsi ai due fuggitivi. Una volta avvicinatosi, inizia a lottare fisicamente con David e chiama Patil in aiuto.

Carl inizia immediatamente a resistere e a reagire. Mentre Patil impedisce a David di scappare, Zende e Carl si scambiano colpi violenti, mentre intorno a loro continua il ricevimento di nozze. Muovendosi tra gli ospiti, il criminale e il poliziotto continuano a lottare e Zende ha temporaneamente difficoltà a contenere Carl. Tuttavia, la situazione cambia quando gli agenti Jacob, Deshmane, Patekar e Naik arrivano sulla scena. I membri della squadra corrono in aiuto del loro capo, Zende, e collaborano per contenere il temibile criminale. Gli ospiti e il personale dell’hotel sono inizialmente scioccati nel vedere ciò che sta accadendo davanti ai loro occhi, ma alla fine capiscono cosa sta succedendo.

È importante ricordare che se Zende avesse rifiutato di fidarsi del suo istinto e si fosse precipitato al porto, avrebbe potuto inavvertitamente lasciare fuggire Carl ancora una volta. La risolutezza del protagonista, unita ai fortunati problemi alla macchina del resto della squadra, ha fatto sì che il killer dei costumi da bagno fosse catturato appena in tempo. Nonostante il suo fascino e le sue abilità di combattimento, Carl scopre che non può sempre fuggire, soprattutto quando chi lo insegue si rifiuta di mollare.

Come fa Zende a trasferire Carl nel Maharashtra?

Dopo aver catturato Carl Bhojraj, Zende e i suoi uomini affrontano una nuova sfida, ovvero trasportare il criminale fuori dalla giurisdizione della polizia di Goa e nello stato del Maharashtra. Tuttavia, non hanno un veicolo funzionante che possa essere utilizzato per svolgere il compito. Di fronte a questa sfida, trovano aiuto in modo inaspettato. Gli sposi del ricevimento di nozze esprimono la loro felicità per la cattura di Carl durante il loro matrimonio e chiedono di scattare una foto con Zende e la sua squadra. Il protagonista sfrutta abilmente questa opportunità e chiede di poter scattare la foto con loro solo se gli permettono di utilizzare il loro veicolo decorato per il matrimonio per trasportare il criminale.

Dopo aver posato per la macchina fotografica, la squadra di poliziotti prende il furgone “Matador” degli sposi e si dirige verso il confine del Maharashtra. Tuttavia, Fonseca viene informato dal suo superiore che Zende e la sua squadra stanno per allontanarsi dalla giurisdizione di Goa con Carl in custodia. Nonostante Naik e Deshmane abbiano consegnato David Jones, Fonseca insegue il Matador. Mentre la squadra di cattura si avvicina al confine, Carl cerca di fuggire sostenendo di dover urinare sul ciglio della strada, ma Zende non glielo permette. Dopo aver bloccato il criminale, la squadra si dirige verso il confine, ma vede che è barricato.

Patil non trova il coraggio di superare la barricata, quindi la squadra scende e inizia a camminare verso il territorio del Maharashtra. Tuttavia, Fonseca e la sua squadra arrivano proprio in tempo. Zende cerca di correre verso il confine, e lo stesso fa Carl. Nel caos che ne segue, Fonseca ha difficoltà a contenere così tanti uomini, dopodiché il protagonista riesce a raggiungere il territorio del Maharashtra insieme al criminale. Il poliziotto di Goa cerca di minacciare il protagonista, ma fa marcia indietro quando vede arrivare un intero gruppo di poliziotti del Maharashtra, guidati dal DGP Purandare. Una volta confermato che Carl è ora saldamente sotto la sua custodia, il DGP si congratula con Zende e la sua squadra, dopodiché anche il protagonista dà un po’ di merito a Fonseca e alla polizia di Goa. Carl viene quindi portato con successo nel territorio del Maharashtra, dopo che Zende gli ha sarcasticamente detto addio.

Zende si riunisce con Viju? Diventa popolare?

Zende e sua moglie conducono un matrimonio felice con un legame genuino. Tuttavia, la moglie è spinta in uno stato di panico costante dopo che Zende accetta la missione di catturare Carl. In un momento commovente, dopo aver portato a termine con successo la sua missione, il protagonista torna a casa da Viju. Vedendolo, la moglie si precipita verso il poliziotto e lo abbraccia profondamente. Esprime sollievo per il fatto che suo marito sia finalmente tornato a casa sano e salvo. Gli chiede persino se ha avuto modo di mangiare il “Puran Poli”, un dolce che gli ha mandato. Anche Zende esprime gioia dopo essersi riunito con sua moglie, che chiama affettuosamente “Commissario”. Quando la sua partner gli chiede quale sia stata la sorte di Carl, l’ispettore le dice di aspettare la radio. Lei gli porge un cartone di bottiglie vuote e gli chiede di andare a prendere il latte per la giornata.

Le persone al negozio di latte ascoltano la radio, dove scoprono che il loro vicino, Zende, ha catturato uno dei criminali più pericolosi al mondo. Quando vedono Zende avvicinarsi al negozio, lo salutano con orgoglio usando i cartoni del latte pieni come simbolo di rispetto. Il protagonista diventa un uomo popolare grazie alla sua determinazione e alla sua forte moralità, che lo hanno portato al successo nella sua pericolosa missione. Questo momento è anticipato da Carl, che dice a Zende che la caccia all’uomo gli darà fama. Nonostante non desideri la fama o l’attenzione, Zende ottiene il rispetto e la popolarità che merita, il che conclude la narrazione con una nota di ottimismo e speranza.

Love Untangled è una storia vera? La Garam High School esiste davvero?

La commedia romantica coreana di Netflix Love Untangled (il cui titolo originale è “Gobaekui Yeoksa”) racconta la storia commovente di un’adolescente e della sua vena romantica. Park Se-ri è sempre stata alla ricerca del vero amore. Tuttavia, ha collezionato solo una serie di tentativi falliti. Ma questa volta è determinata a cambiare le cose quando Kim Hyeon, il ragazzo più affascinante della scuola, attira la sua attenzione. Di conseguenza, chiede aiuto alle sue amiche per preparare il terreno per una confessione magica.

Allo stesso tempo, lavora alla sua missione personale di trovare un modo per domare i suoi capelli perennemente ricci, che sono stati fonte di complessi per tutta la vita. Tuttavia, lungo il percorso accade qualcosa di inaspettato quando Se-ri stringe amicizia con Han Yun-seok, lo studente trasferitosi da Seul, distaccato e cinico. Il regista Sun Namkoong racconta la storia di una romantica storia d’amore che sicuramente toccherà il cuore nostalgico degli spettatori attraverso temi universali legati al passaggio all’età adulta.

Love Untangled è una storia di fantasia sull’amore adolescenziale e l’accettazione di sé

“Love Untangled” è una storia di fantasia che attinge a elementi realistici dell’adolescenza per portare sullo schermo personaggi con cui è facile identificarsi. Scritto dagli sceneggiatori Ji Chun-hee e Wang Du-ri, il film ha come protagonista Park Se-ri, una giovane donna afflitta da idee romantiche senza speranza e da insicurezze di lunga data su se stessa.

Di conseguenza, la sua storia, ricca di commedia, romanticismo e temi di scoperta di sé, presenta una narrazione con cui molti potranno facilmente identificarsi. In particolare, il complicato rapporto di Se-ri con i suoi capelli ricci diventa un aspetto cruciale della sua caratterizzazione. Ambientato alla fine degli anni ’90, il film attinge agli standard di bellezza ristretti e rigidi dell’epoca, in particolare per quanto riguarda i capelli lisci come spaghetti nella cultura. In quanto tale, la permanente magica coreana rimane parte integrante della narrazione.

Si dice che la permanente coreana Magic Straight Perm, un trattamento di stiratura permanente dei capelli, abbia raggiunto la notorietà negli anni ’90, quando è entrata nel mainstream culturale. Da allora, è diventata una tecnica di stiratura dei capelli molto popolare, utilizzata da molte persone per domare i propri capelli naturalmente ricci.

Nel film, Se-ri interpreta il ruolo di una ragazza di 19 anni con i capelli ricci che desidera disperatamente adattarsi allo standard e acquisire sicurezza nella sua sfortunata vita sentimentale. Tuttavia, nel processo di ricerca dello standard di bellezza, finisce per scoprire un amore vero che supera le insicurezze superficiali. Di conseguenza, data l’universalità delle insicurezze e dei dubbi su se stessi che si riscontrano nell’adolescenza e oltre, la storia della protagonista rimane autenticamente riconoscibile.

In una conferenza stampa, la regista Sun Namkoong ha condiviso la natura dell’approccio del film a questo aspetto della narrazione di Se-ri e ha detto: “La condizione dei suoi capelli (di Se-ri), che lei non può controllare, è il suo più grande complesso e l’origine del suo dolore”. Ha poi aggiunto: “Ho pensato che potessimo almeno sollevare la questione se lei abbia davvero bisogno di cambiarli”.

In alternativa, l’attenzione del film sull’amore adolescenziale e il suo impatto trasformativo sugli individui cerca anche di dare un senso di realismo. Invece di una relazione iper-romantizzata e idealizzata, la storia si concentra in realtà su un amore realistico e graduale che si trova nei luoghi più inaspettati ma confortanti. Così, anche senza un collegamento con la vita reale, la storia immaginaria di Se-ri riesce a colpire alcuni punti realistici.

La Garam High School è un istituto fittizio

Proprio come il film stesso, anche la sua location centrale, la Garam High School, rimane un’opera di finzione. Tuttavia, i fan potrebbero trovare istituti scolastici con un nome simile. Ad esempio, un istituto con lo stesso nome esiste nel webtoon “Tiki-Taka” di Hahayeong. I due luoghi condividono alcune notevoli somiglianze, come i colori, l’ambiente misto e lo status scolastico generale.

Tuttavia, quest’ultima non ha alcun collegamento diretto con la scuola di Se-ri in “Love Untangled”. Pertanto, la scuola superiore sullo schermo rimane confinata all’interno dei limiti fittizi del film. Tuttavia, nonostante la sua finzione, il luogo conserva un notevole senso di realismo. La narrazione di Se-ri cerca sempre di essere autentica, in modo da suscitare la nostalgia del pubblico.

Di conseguenza, la Garam High School di Busan rimane disseminata di elementi che identificano un’esperienza scolastica facilmente riconoscibile. Così, insegnanti di classe scontrosi ma in fondo amichevoli, partite di dodgeball competitive e ricche di drammi, superstizioni intrecciate con storie d’amore e altri elementi riconoscibili caratterizzano l’identità della scuola fittizia.

Inoltre, le sfumature che caratterizzano il rapporto di Se-ri con i suoi amici, tra cui il suo compagno di banco Baek Seong-rae e la sua rivale Ko In-jeong, aggiungono ulteriore realismo al luogo. In definitiva, questi elementi narrativi e visivi finiscono per circondare la Garam High School di un’aria di realismo. Tuttavia, la scuola stessa non ha corrispondenti diretti nella vita reale.

The Runarounds – Stagione 1, spiegazione del finale: I Runarounds si sciolgono?

Creata da Jonas Pate, la serie Prime Video The Runarounds racconta la storia di una band liceale che nel corso di un’estate sboccia in qualcosa di molto più grande. Con Charlie come frontman, Neil e Topher alla chitarra elettrica e Wyatt al basso, mentre Bez infiamma il pubblico con la sua batteria, il palcoscenico sembra pronto per il successo.

Tuttavia, con sfide più grandi arriva la consapevolezza che ritagliarsi un’identità nel settore creativo non è facile. L’amore, la famiglia e i problemi professionali diventano più che semplici ostacoli, ma piuttosto lezioni di vita in questa narrazione di formazione. Il finale di stagione, intitolato “Kill Devil”, intreccia con cura le ansie psicologiche ed emotive di tutti i personaggi, portando il loro destino collettivo a un crescendo.

La trama di The Runarounds

Nel suo ultimo anno di liceo, Charlie Cooper decide di realizzare il suo sogno di formare una band di successo. Come frontman, guida i Futhermuckers, con Neil Crosby, il “Buddha” del gruppo, e Topher Park, il più intelligente, che lo supportano come chitarristi. Tuttavia, incontrano dei problemi a causa del loro batterista, Pete Atuna, che non è all’altezza. Quando il gruppo finisce per rovinare la sua esibizione alla festa a casa di Pete, i membri capiscono che devono ricominciare da zero e cercano nuovi membri per la band. Pete è felice di assumere il ruolo di manager e viene sostituito come batterista dal talentuoso Bez Willis. Il suo amico Wyatt Wysong, che segretamente è anche lui un musicista di talento, entra a far parte della band come bassista e insieme creano i Runarounds.

Sophia Kinney, la cotta di lunga data di Charlie, inizia a rendersi conto di aver forse sprecato anni preziosi inseguendo il successo accademico invece della felicità e trova rifugio nella poesia. Quando il suo diario di poesie finisce accidentalmente nelle mani di Charlie, lui ne rimane ispirato e decide di dedicarle la sua prossima canzone usando le poesie come testo. Tuttavia, questo gli si ritorce contro, poiché la prima esibizione dei Runarounds finisce con Sophia che umilia pubblicamente Charlie per aver rubato le sue parole.

Tuttavia, la band non si arrende e continua a esibirsi a un matrimonio di celebrità, dove l’icona musicale Danny Mace si interessa a Bez. Lei gli offre un lavoro con una band famosa chiamata Lost Teen, ma lui lo rifiuta per stare con i suoi amici, guadagnandosi la sua ira. I concerti sono difficili da ottenere e il gruppo soffoca tra la loro arte e la loro vita personale. L’ispirazione arriva quando Catesby, proprietario di un negozio di musica locale ed ex cantautore, inizia a guidarli.

Catesby porta il gruppo di amici a un concerto di Dext Romweber, un famoso musicista rock underground. Charlie e compagni si sballano ascoltando musica avvincente, e questo a sua volta diventa un esercizio di legame. Tuttavia, le cose si fanno più intense quando un giorno si svegliano e scoprono che tutta la loro attrezzatura è stata rubata. Si scopre che la madre di Wyatt è costretta a vendere tutti gli strumenti per pagare i suoi debiti crescenti, ma questo non impedisce al gruppo di lottare per ciò che è loro.

L’astuto proprietario fa loro una controfferta per esibirsi gratuitamente nel suo club e, sebbene il concerto improvvisato sia un grande successo, gli strumenti non vengono loro restituiti. Il gruppo decide di sporcarsi le mani e rubare la propria attrezzatura, evitando per un soffio di essere uccisi. La loro esibizione, d’altra parte, diventa virale, in gran parte grazie a Ruthie Bender, loro amica e alleata, che ha realizzato un montaggio perfetto.

Il nuovo successo dei Runarounds attira l’attenzione di Izzy Fortini, una promettente talent scout della Galaxy Records. Lei accenna alla possibilità di un contratto, a condizione che il gruppo riesca a diventare virale e a ottenere un nuovo ingaggio entro una settimana. Con il sostegno di Catesby, finiscono per raggiungere entrambi gli obiettivi con un’esibizione all’aperto che viene apprezzata da centinaia di fan presenti sul posto. Izzy ottiene tutti i dati di cui ha bisogno per convincere i suoi superiori a dare loro una possibilità per il loro prossimo concerto.

Mentre sono in corso i preparativi per il loro grande spettacolo al nightclub Kill Show, Charlie viene colpito da una rivelazione che gli cambia la vita. Il suo vero padre non è altro che Catesby, che ha avuto una relazione con sua madre durante gli anni del liceo, ma è scomparso poco dopo. Catesby ha scoperto la verità solo di recente e non è in grado di fornire alcun sostegno al ragazzo, che deve mettere da parte i suoi sentimenti contrastanti e dare il massimo per il concerto imminente.

Il finale di The Runarounds: i Runarounds si sciolgono? Firmano un contratto?

Sebbene i Runarounds siano noti per il loro spirito indomito e l’integrità del gruppo, entrambe queste caratteristiche vengono messe a dura prova nel finale di stagione, con le piccole crepe all’interno della band che vengono alla luce dopo una serie di battute d’arresto. La loro esibizione al Kill Show inizia in modo impeccabile, con il pubblico che balla e la Galaxy Records che mostra con orgoglio la sua nuova scoperta a Danny Mace. Tuttavia, quando Charlie si allontana nel bel mezzo dello spettacolo per parlare con Sophia, questo si riflette negativamente sulla loro professionalità e alla fine diventa un fattore decisivo per il loro rifiuto.

Il CEO li riconosce come diamanti grezzi, ma anche come una band che non è ancora pronta. Le cose peggiorano ulteriormente durante il viaggio di ritorno a casa, quando il rimorchio con tutta la loro attrezzatura si stacca e si schianta a terra. A questo punto, la band raggiunge il punto di rottura e la loro mancanza di fiducia in Charlie viene fuori con tutta la sua forza, portando a un acceso scioglimento.

L’incidente riunisce molti filoni della trama per mostrare come la band abbia cavalcato un’onda di successo non del tutto affidabile. Mentre le loro manovre imprudenti hanno permesso loro di recuperare la loro attrezzatura negli episodi precedenti, questa volta non funziona e ogni membro perde qualcosa di molto prezioso per lui. La persona più colpita da tutto questo è Charlie, la cui fiducia in se stesso è ormai compromessa, apparentemente in modo irreparabile.

Nonostante la crescente distanza, il gruppo ha un’altra possibilità di ricongiungersi grazie alla prima proiezione del film di Wender, che riunisce tutti i personaggi principali insieme alle loro famiglie. Non sorprende che il film sia basato sul viaggio dei The Runaround, che sfrutta tutta la gioia e la nostalgia della loro esperienza estiva e la traspone sul grande schermo. Man mano che lo spettacolo va avanti, Charlie inizia a riflettere sul futuro dei suoi amici, ma non riesce più nemmeno a immaginare la band come parte di esso.

Danny Mace è quella che alla fine viene in loro soccorso, in gran parte grazie all’assistenza dietro le quinte di Izzy Fortini. Anche se in precedenza Mace aveva odiato il gruppo a causa delle azioni di Bez, nemmeno lei può negare il loro talento e il loro potenziale. A tal fine, la musicista esperta non lascia che i suoi sentimenti personali interferiscano e stipula un contratto con i Runarounds, ribaltando il loro destino. Non è mai stata la fiducia della band nelle proprie capacità a essere minata dal susseguirsi di rifiuti, ma la mancanza di prospettive future in questa impresa.

Con una vita di successo ormai all’orizzonte, la band si riorganizza immediatamente, felicissima all’idea di trasformare la propria passione in una professione. Il cortometraggio di Wender è altrettanto importante in questa svolta degli eventi, innescando un reset psicologico nei sentimenti fondamentali e nelle ambizioni condivise del team. La storia non ha mai riguardato il rinunciare alla propria passione, e il finale di stagione si conclude con una lezione di perseveranza.

Charlie e Sophia finiranno insieme? Sophia è ora nella band?

La storia di Charlie non riguarda solo la band, ma anche la sua relazione nascente con Sophia. Tra una serie di alti e bassi, i due sviluppano un legame insostituibile, nato dal loro amore per l’espressione e dai loro turbamenti interiori condivisi. In quanto tale, è logico che il culmine della loro relazione non solo si sovrapponga, ma influenzi profondamente anche l’esibizione decisiva della band al Kill Devil. Notando Sophia, Charlie le dedica una canzone d’amore, riversando tutte le sue emozioni sul ritmo giusto. Tuttavia, questo non ha l’effetto desiderato, poiché un accumulo di emozioni contrastanti la porta a uscire in lacrime dallo spettacolo a metà. Vedendo questo, Charlie non esita a scendere dal palco, poiché la sua musica non è nulla senza l’ascolto di Sophia.

Quando Charlie finalmente raggiunge Sophia, lei lo accoglie con sorpresa, rendendosi conto che lui sta mettendo a rischio il futuro dell’intera band per questa conversazione. Quando lui rifiuta di cedere, lei finalmente rivela la fonte delle sue paure e della sua frustrazione. Charlie avrebbe dovuto accompagnarla al college, ma non solo non l’ha fatto, ma lei lo ha anche visto correre lungo la strada, apparentemente senza curarsi di lei.

L’interpretazione di Sophia di questi eventi dà voce a tutte le sue ansie più profonde, in gran parte legate alla sua paura di essere ignorata in futuro. Si rende conto che Charlie è il tipo di persona che dedica tutto alla musica, ma questo, unito alla sua natura impulsiva, la porta anche a mettere in discussione la sua affidabilità. Tuttavia, tutto questo si basa su un malinteso, e alla fine Charlie trova il tempo di dirle la verità sulla sua discendenza, cosa che ha scoperto solo di recente.

La rivelazione avvicina immediatamente Charlie e Sophie, poiché in quel momento lei può identificarsi con il suo senso di smarrimento e confusione. In un momento di profonda empatia, si rende conto che anche lui è una persona tridimensionale che ha bisogno delle sue cure tanto quanto lei. Inoltre, la decisione di Charlie di rischiare di sacrificare la band solo per parlare con lei rafforza le sue priorità, dissipando ogni falsa convinzione che lei ha mantenuto fino a quel momento.

Con questo, la coppia confessa i propri sentimenti e si scambia un bacio. Ma per Sophia non è finita qui, perché il finale consolida anche la sua importanza per i Runarounds. Durante la firma del contratto con Danny Mace, il gruppo ha anche aggiunto una clausola che include Sophia nell’equazione. L’obiettivo è quello di pubblicare i suoi scritti, e Mace accetta, chiudendo il cerchio dell’arco narrativo di Sophia come artista.

Charlie riavrà la casa? Cosa succederà ai Runarounds?

Sebbene la storia dei Runarounds riguardi principalmente il passaggio all’età adulta dei ragazzi, è costantemente influenzata dalle loro esperienze di vita, dai problemi con i genitori alle aspirazioni professionali. In quanto protagonisti, Charlie e la sua famiglia sono al centro dell’attenzione, con la maggior parte delle loro ansie che si riducono a questioni economiche. Il padre di Charlie è bloccato dal blocco dello scrittore e questo li lascia senza soldi per pagare il mutuo della casa.

Con il passare degli episodi, Charlie deve assistere alla lenta disgregazione della sua famiglia a causa di questo dilemma e alla fine decide di assumersi la responsabilità. Anche se il suo percorso per guadagnare abbastanza inizia con fiducia, perde rapidamente slancio quando si trova di fronte a una serie di vicoli ciechi. Tuttavia, l’ingresso di Danny Mace nella band significa che finalmente possono guadagnare soldi veri, e Charlie fa in modo che il suo primo stipendio sia dedicato al recupero della casa.

La mossa di Charlie non solo lega un filo conduttore della trama, ma completa anche una delle questioni tematiche principali della serie. Tutti i membri della band si trovano ad affrontare la stessa domanda: se la loro arte sia sostenibile come carriera. Spesso, i loro genitori sono dall’altra parte di questa domanda, con alcune preoccupazioni valide. Tuttavia, la storia di successo di Charlie si ripercuote su tutto il gruppo e tutti i membri riescono a riportare la felicità nelle loro vite familiari.

Ci viene mostrato che il padre di Neil è malato, ma ha evitato le cure; tuttavia, grazie alla sua nuova libertà economica, Neil può ottenere le migliori cure possibili per la persona amata. Wyatt si trova in una situazione simile, poiché il suo rapporto con la madre è stato quello più influenzato dalla questione economica. Bez, il cui padre è anche lui un musicista, riesce finalmente a dimostrare il suo valore e la sua fiducia nella band, mentre Topher ha l’ultima parola nella sua lotta con la famiglia.

È importante notare che il denaro è solo un mezzo nella storia, mentre il vero messaggio tematico è quello di credere nella propria passione. Pur essendo consapevole delle difficoltà che comporta intraprendere una carriera nel settore creativo, la serie mostra anche un possibile lieto fine, frutto di perseveranza e duro lavoro. Con la band ufficialmente affiliata a Danny Mace, hanno un compito urgente da svolgere: creare un album completo.

Il loro lavoro finora è stato uno sforzo collettivo non solo dei musicisti della band, ma anche dei loro due manager, Pete e Amanda, del loro regista, Bender, e, soprattutto, della loro paroliera, Sophia. In questo modo, tutti gli amici sono destinati a unirsi alla ricerca del loro prossimo capolavoro, aggiungendo una sana dose di divertimento alla loro espressione creativa. Mace conclude lo spettacolo con una dichiarazione d’intenti: trasformare i Runarounds nella band più grande del mondo, e il team è pronto ad affrontare questa sfida.

Clayface: nuove foto dal set mostrano un’iconica location

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Clayface: nuove foto dal set mostrano un’iconica location

Altre foto dal set di Clayface sono state pubblicate oggi online (le si può vedere qui), con una nuova immagine dell’Amusement Mile di Gotham City. L’iconica location dei fumetti ha fatto da sfondo a molte delle avventure di Batman, ma è spesso il nascondiglio di Joker e Harley Quinn. L’Amusement Mile è infatti già apparso proprio in Birds of Prey e in Joker del 2019. Resta da vedere quanto sarà importante in Clayface. Potrebbe essere il luogo in cui Matt Hagen si rifugia dopo essere diventato il mostruoso “Clayface”, ma con tutti quei riferimenti al Joker sul set, forse incontrerà un certo Principe Clown del Crimine? Non resta che attendere di poterne sapere di più!

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Cosa sappiamo di Clayface

Al momento sono stati rivelati pochi dettagli sulla trama, ma abbiamo appreso che Matt Hagen sarà al centro dell’attenzione. Nei fumetti, era il secondo Clayface, un avventuriero che si è trasformato in un mostro dopo aver incontrato una pozza radioattiva di protoplasma. Questo è cambiato in Batman: The Animated Series, dove è stato ritratto come un attore che usava una crema anti-età per sembrare più giovane. Dopo essersi scontrato con il suo creatore, Roland Daggett, Hagen viene immerso in una vasca di quella sostanza e diventa il “classico” Clayface che tutti conoscete dai fumetti.

Stando ad alcuni rumor emersi online, la storia di Clayface sarà incentrata su un attore in ascesa il cui volto è sfigurato da un gangster. Come ultima risorsa, il divo si rivolge a uno scienziato eccentrico per poter ottenere nuovamente il suo fascino. All’inizio l’esperimento ha successo, ma le cose prenderanno presto una piega inaspettata.

Poiché Clayface sarà ambientato nell’universo DC, i fan dovrebbero aspettarsi molti collegamenti con l’universo più ampio, e saremmo molto sorpresi se Batman apparisse o fosse anche solo menzionato. Il produttore Peter Safran ha condiviso alcuni nuovi dettagli sulla sceneggiatura di Flanagan, sottolineando che il film sarà effettivamente un film horror in piena regola, sulla scia di La mosca di David Cronenberg, ma si dice trarrà anche ispirazione dal successo horror di Coralie Fargeat, The Substance.

Clayface, vedete, è una storia horror hollywoodiana, secondo le nostre fonti, che utilizza l’incarnazione più popolare del cattivo: un attore di film di serie B che si inietta una sostanza per rimanere rilevante, solo per scoprire che può rimodellare il proprio viso e la propria forma, diventando un pezzo di argilla ambulante”, ha dichiarato Safran.

Tom Rhys Harries interpreterà il personaggio principale di Clayface, il film dei DC Studios. Il film vedrà anche la partecipazione di Max Minghella nel ruolo di John, un detective di Gotham City che inizia a nutrire sospetti sulla relazione tra la sua fidanzata Caitlin e Matt Hagen. Naomi Ackie interpreta invece proprio Caitlin Bates, amministratrice delegata di un’azienda biotecnologica che cura Matt dopo che questi è stato sfigurato.

Il film è basato su una storia di Mike Flanagan, attore di La caduta della casa degli Usher (l’ultima bozza è stata firmata da Hossein Amini, sceneggiatore di Drive), con James Watkins, regista di Speak No Evil, alla regia.

Clayface è attualmente previsto per l’arrivo nelle sale l’11 settembre 2026.

BioShock: il produttore aggiorna i fan sul film per Netflix

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BioShock: il produttore aggiorna i fan sul film per Netflix

I film basati su un popolare videogioco stanno vivendo un momento di grande successo. Sembrano finiti i giorni in cui i fan dei giochi citavano la “maledizione dei film tratti dai videogiochi” quando un adattamento veniva accolto male. Ci è voluto un po’ di tempo, ma film come Mortal Kombat, la serie Fallout e, quest’anno, Minecraft, tra gli altri, hanno cambiato la narrativa con le loro immagini all’avanguardia e una buona trama. Quindi, naturalmente, i fan del videogioco BioShock attendono con impazienza l’adattamento di Netflix, e il produttore Roy Lee ha una grande novità per loro.

Sebbene il film diretto da Francis Lawrance abbia subito molti ritardi a causa di numerosi motivi, come gli scioperi di Hollywood, le riscritture della sceneggiatura e un cambiamento significativo nella struttura esecutiva di Netflix, Lee ha confermato che è ancora praticamente in linea con i tempi previsti e ha anticipato: “Netflix vuole che teniamo tutto segreto. Ma sarà sicuramente basato sul primo gioco ‘BioShock’”, mentre parlava con The Direct.

Lee e Lawrence sono attualmente impegnati nella promozione del loro nuovo adattamento di Stephen King, The Long Walk, ma i fan di BioShock non dovrebbero entusiasmarsi troppo, dato che il regista ha altri impegni (e anche importanti) prima di poter iniziare a lavorare all’adattamento del videogioco. Ha inoltre rivelato: “Beh, The Long Walk è diventato realtà perché BioShock ha subito un leggero ritardo e abbiamo dovuto lavorare ancora un po’ alla sceneggiatura”.

E così, mentre si lavorava alla sceneggiatura, abbiamo girato The Long Walk, e lui era già impegnato nel prossimo film di Hunger Games. Quindi stiamo solo aspettando che finisca Hunger Games, e la sceneggiatura è in fase di lavorazione proprio in questo momento”. I fan sono solitamente scettici quando un progetto subisce numerosi ritardi, ma non sembra che BioShock possa finire nel dimenticatoio. I produttori hanno sempre fornito aggiornamenti positivi sul film e ad un esame più attento, si scopre che la maggior parte dei motivi del ritardo sono al di fuori del controllo di chiunque.

Quindi, quando BioShock arriverà, sarà una festa per i fan con la sua ricca tradizione e un mondo ancora più ricco. Lee aveva precedentemente dichiarato a Steve Weintraub di Collider che il film verrà realizzato nonostante il budget sia stato ridotto a causa della ristrutturazione dell’azienda. Ha spiegato: “Inizialmente era stato realizzato con la precedente amministrazione, ma la nuova amministrazione ha ridotto il budget per alcune cose, quindi stiamo realizzando una versione molto più ridotta del film. Ma alla fine verrà realizzato con la regia di Francis Lawrence. Sarà un film più personale, invece che un film grandioso, imponente ed epico“.

The Blacklist, la spiegazione del finale della serie con James Spader

Il finale della serie The Blacklist ha chiuso il capitolo sul genio criminale più ricercato dall’FBI in un episodio in due parti ricco dei classici inseguimenti al gatto e al topo, delle pontificazioni di James Spader e della narrazione moralmente ambigua che i fan hanno imparato ad amare nel corso delle numerose stagioni della serie. Nel corso delle dieci stagioni di The Blacklist, il criminale internazionale Raymond “Red” Reddington (Spader) è riuscito a sfuggire alla cattura grazie alla sua astuzia, al suo fascino e a un’intelligenza superiore che a volte sembra soprannaturale. Dal primo episodio di The Blacklist all’ultimo, Red ha sempre trovato un modo per sfuggire alla cattura.

Tuttavia, con il progredire della serie, le maglie intorno a Red hanno cominciato a stringersi. I posti dove nascondersi sono sempre meno e nella stagione 10, il membro del Congresso Arthur Hudson (Toby Leonard Moore) ha ordinato all’ex task force di Red di catturare l’uomo che tutti avevano imparato a rispettare e persino ad apprezzare. Nel penultimo episodio, il ventesimo della stagione 10, intitolato “Arthur Hudson”, alla task force viene data la possibilità di scegliere tra lo scioglimento e la possibile incriminazione o la caccia a Red. Negli episodi 21 e 22, “Raymond Reddington: Pt. 1 & Good Night”, la caccia ha inizio.

Cosa è successo nel finale della serie The Blacklist

Nel finale della serie in due parti della durata di due ore, Red viene informato della ricerca in suo corso da Dembe Zuma (Hisham Tawfiq) e gioca il classico gioco del gatto e del topo di Blacklist. Man mano che la task force si avvicina alla cattura di Red, la lealtà dei suoi membri comincia a vacillare e ognuno di loro si chiede cosa farebbe se si trovasse faccia a faccia con Red. Hudson si accorge di questa crisi e, invece di mostrarsi comprensivo, li spinge ancora di più. Quando scopre che Zuma era segretamente in contatto con Red, lo porta dentro per interrogarlo.

Non essendo tipo da lasciare che qualcun altro paghi per i suoi errori, alla fine della Pt. 1, Red si schianta contro il convoglio dell’FBI che trasporta Zuma. L’agente Donald Ressler (Diego Klattenhoff), Zuma, Hudson e Red si incontrano in una situazione di stallo tesa, in cui Hudson, sempre più paranoico e instabile, punta una pistola contro Zuma. Una breve colluttazione porta Red a fuggire ancora una volta e in Good Night, la Task Force rintraccia Red in Spagna, con alcune nuove ferite e zoppicante.

Il numero di Red nella Blacklist è “00”.

Dopo aver girato per la città e aver recuperato le forze a casa della sua amica Angela (Paulina Gálvez), Red se ne va, sapendo che la Task Force gli è alle calcagna dopo che il successore di Hudson, Jordan Nixon (Derrick Williams), ha promesso che ucciderà Red in modo extragiudiziale, se necessario. Mentre cammina attraverso un pascolo, Red incontra un toro grande e dall’aspetto minaccioso. Il solito eloquente Raymond Reddington rimane senza parole e sorride semplicemente mentre il toro gli carica contro. Ressler è il primo a trovare il corpo martoriato di Red nel campo e lo comunica via radio: “L’ho trovato”.

Raymond Reddington ha evitato la cattura fino alla fine

Red avrebbe potuto continuare a scappare, ma ha deciso che non voleva farlo

L’intera serie finale in due parti di Blacklist ha visto Red sfuggire all’FBI e alla Task Force usando praticamente ogni trucco possibile: incendi dolosi, camion dei pompieri, taxi, barche e piccoli villaggi nascosti in Spagna. La frase “Puoi scappare, ma non puoi nasconderti” non è una minaccia efficace contro Red, perché Red potrebbe benissimo scappare per sempre. Ma non è una vita degna di essere vissuta, e dopo essere riuscito a salvare il suo amico Zuma, a caro prezzo per sé stesso, decide di porre fine alle cose a modo suo, tra le corna di un animale che ha sempre amato.

Arthur Hudson ottiene la sua meritata punizione

Red salva Zuma e fornisce un alibi a Ressler

Per quanto intenso sia il finale della serie The Blacklist, c’è sorprendentemente poco spargimento di sangue. Solo un uomo viene ucciso, e probabilmente è quello che se lo merita di più. Dopo che Red si è schiantato contro il convoglio dell’FBI per salvare Zuma, Zuma, Hudson, Ressler e Red si trovano in una situazione di stallo. Un rumore in lontananza spaventa l’agitato Hudson, che spara con la sua pistola al collo di Zuma. Red risponde con un proiettile perfettamente piazzato alla tempia di Hudson, ponendo fine alla furia del membro del Congresso. Red spara anche alcuni colpi al giubbotto antiproiettile di Ressler, solo per migliorare la situazione dell’agente al quartier generale.

Il finale della serie The Blacklist ha avuto un’accoglienza mista

Ai critici non è piaciuto che il finale abbia ignorato alcune questioni chiave

Il finale della serie The Blacklist ha avuto un’accoglienza un po’ mista, più che altro perché le ultime stagioni dello show avevano esaurito il loro potenziale. TV Fanatic ha detto:

“Il finale di due ore della serie The Blacklist sembrava dare nuova vita allo show, ma si è tuffato nel traffico in arrivo ed è stato travolto”.

CNN ha detto:

“Come molte cose a Hollywood, ”The Blacklist“ non ha saputo quando smettere, resistendo per due stagioni fiacche dopo l’uscita di Megan Boone nei panni di Liz Keen nel 2021”.

Altri critici hanno contestato la mancanza di risposte nel finale della serie. Il destino della Task Force, i dettagli della relazione di Red con Elizabeth Keen (Megan Boone) e persino la vera identità di Raymond Reddington sono rimasti tutti misteri frustranti senza una conclusione. Tutto sommato, però, la maggior parte dei critici ha convenuto che è stato comunque un degno addio per Red e un finale migliore di quanto molti fan della TV potessero sperare per una serie televisiva di lunga durata.

Non ci sono piani per un sequel di The Blacklist

L’unico spin-off è stato cancellato dopo una stagione

C’è stato un solo spin-off di The Blacklist, The Blacklist: Redemption, che ha debuttato per una stagione nel 2017 ma è stato rapidamente cancellato. Oltre a questo, non sembrano esserci piani per una serie sequel o un altro spin-off di Blacklist. La morte di Red e l’uscita di James Spader dalla serie lasciano un grande vuoto, e sarebbe difficile riempirlo con qualcun altro.

Il vero significato del finale della serie The Blacklist

Red se n’è andato secondo i suoi termini

The Blacklist ha sempre riguardato Raymond “Red” Reddington. È la sua storia. La Task Force e i casi che risolvono sono solo dettagli. Ha avuto una vita movimentata e dolorosa. Era un genio del crimine, un eroe non riconosciuto, un padre terribile e allo stesso tempo fantastico, un amico leale e un feroce rivale. Gli episodi 21 e 22 della stagione 10 sono il suo canto del cigno. Red ha un’ultima possibilità per mostrare la sua genialità criminale, sfuggendo facilmente alla cattura, e poi muore secondo i propri termini, senza essere mai stato catturato (non di sua spontanea volontà), un’eredità incredibile per il concierge del crimine.

La morte di Red rispecchia quella di un famoso torero

Manolete era un famoso torero ucciso da un toro

La morte di Red ha un significato storico. Il modo in cui la Task Force rintraccia Red in Spagna è perché scoprono che il teschio di Islero è scomparso dal nascondiglio di Red a New York City. Questo teschio appartiene a un toro che ha incornato e ucciso il famoso matador Manolete (via Andalucia). Manolete era originario dell’Andalusia, ed è lì che Red va a seppellire il teschio nel pascolo dei tori. Quando Red raggiunge l’Andalusia, è già in fin di vita.

In particolare, dopo che Zuma viene colpito, Red porta il suo vecchio amico in una casa di cura. Non essendo disponibile sangue per una trasfusione, Red offre il proprio, un rischio che il medico gli fa notare. Red dona comunque il suo sangue a Zuma e gli salva la vita a costo della propria. C’è una teoria secondo cui Manolete non morì per le ferite riportate dal toro. Alcuni credono invece che sia morto a causa di una trasfusione di sangue incompatibile che gli fu somministrata nell’arena. È perfettamente logico che nel finale della serie The Blacklist, Red muoia in un’arena simile, affrontando il suo destino a testa alta.

Sydney Sweeney: svelate le prime immagini del nuovo thriller psicologico in arrivo

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Le prime immagini di The Housemaid offrono uno sguardo più da vicino al thriller in uscita, che debutterà nelle sale americano il 19 dicembre. Il film, diretto da Paul Feig, è un adattamento dell’omonimo romanzo di successo di Freida McFadden, che racconta la storia di una donna che ottiene un lavoro come domestica presso una coppia con oscuri segreti.

Il cast del prossimo The Housemaid include la star di Euphoria Sydney Sweeney nel ruolo della domestica protagonista, Millie Calloway, la candidata all’Oscar Amanda Seyfried e la star di 1923 Brandon Sklenar nei panni dei datori di lavoro di Millie, Nina e Andrew Winchester, e Michele Morrone nel ruolo del loro giardiniere, Enzo.

Lionsgate ha ora condiviso una serie di immagini in anteprima da The Housemaid. Esse offrono uno sguardo a tutti e quattro i personaggi principali. Tutte le immagini tranne una (Andrew che sorride a tavola) hanno un che di sinistro, compreso Enzo che guarda con sospetto dal cortile e Millie che sta nervosamente in piedi accanto a una casa delle bambole.

Nina, interpretata da Amanda Seyfried, è presente nella maggior parte delle immagini, che mostrano il suo aspetto brillante diventare sempre più minaccioso, come nell’immagine in cui è in agguato dietro Millie, che l’ha vista nello specchio del bagno. Guarda la galleria completa di immagini qui sotto:

Cosa significa questo per The Housemaid

La presenza travolgente di Amanda Seyfried in queste immagini sottolinea quanto sia importante il personaggio interpretato dalla star di Long Bright River in The Housemaid. Sia Nina che Millie hanno segreti da nascondere, e il loro tête-à-tête è al centro del romanzo originale. Finora sembra che nel film sia stato dato loro lo stesso peso.

Amanda Seyfried è nota anche per i suoi ruoli in Mean Girls, Mamma Mia!, Les Misérables, Mank e altri film.

Finora, sembra che Seyfried stia interpretando il personaggio alla perfezione. Anche se la vita di Nina sembra perfetta all’esterno, lei è una presenza misteriosa che mente a Millie e la tormenta creando intenzionalmente confusione, quindi la presenza fragile e inquietante che Seyfried ha in queste immagini evoca perfettamente quella sensazione.

The Blacklist: la serie ha mai rivelato chi è Raymond Reddington?

The Blacklist si è divertita molto a stuzzicare la risposta all’unica domanda rimasta in sospeso nella serie, ma ha mai rivelato chi è Raymond Reddington? In onda dal 2013, The Blacklist era un thriller della NBC che iniziava con il famigerato criminale ricercato Raymond “Red” Reddington (James Spader) che si consegnava all’FBI. Red si è offerto di aiutarli a rintracciare altri criminali ricercati che aveva inserito nella sua “lista nera”. La condizione piuttosto strana di Reddington era che avrebbe lavorato solo con la novellina Liz Keen (Megan Boone), il cui legame con lui rimaneva misterioso.

The Blacklist è andato in onda per 10 stagioni e si è concluso secondo i propri termini. Quando Liz è morta nella stagione 8, sembrava che il più grande enigma della serie potesse rimanere irrisolto. La domanda principale per gran parte di The Blacklist è stata chi fosse esattamente Raymond Reddington, con gli indizi più importanti che suggerivano che fosse il padre di Liz. Red aveva già portato l’FBI e Liz in un’inutile ricerca, e non è stato diverso quando si è trattato dell’identità del misterioso personaggio. The Blacklist si è divertito a rivelare colpi di scena e rivelazioni scioccanti, e lo stesso è successo nella sua ultima stagione. Nel finale, Red potrebbe aver finalmente risposto a quella grande domanda.

Il padre di Liz è il vero Raymond Reddington

Il personaggio di James Spader ha rubato il nome di Raymond Reddington

La sesta stagione di The Blacklist sembra aver rivelato la verità su chi è Raymond Reddington, rivelando che sì, un uomo di nome Raymond Reddington è il padre di Liz, ma non si tratta del Reddington interpretato da James Spader. Il vero Raymond Reddington di The Blacklist aveva una relazione con la madre di Liz, Katarina Rostova, che in realtà era un’agente del KGB inviata per sedurlo e instaurare una relazione con lui.

Quando Liz aveva solo quattro anni, sparò a Reddington mentre lui stava aggredendo Katarina, e poi scoppiò un incendio. Anche se Katarina e Ilya salvarono Reddington dall’incendio, il Raymond Reddington originale di The Blacklist morì a causa del colpo mortale di Liz, e il misterioso personaggio di James Spader prese il suo posto e il suo nome.

Ilya Koslov è un altro impostore di Raymond Reddington

Ilya, alias Frank Bloom, aveva già impersonato Raymond Reddington in precedenza

The Blacklist ha rivelato che l’amico e occasionale amante di Katarina, Ilya Koslov, un agente del KGB, ha preso il posto di Raymond Reddington dopo la sua morte, cambiando il suo volto con la chirurgia plastica. The Blacklist stagione 6 ha rivelato che anche Katarina è viva dopo che si era presumibilmente tolta la vita gettandosi in mare dopo la morte di Reddington.

Rostova mette ancora una volta in dubbio l’identità di Raymond Reddington, e si scopre che non è nemmeno Ilya. Al contrario, Ilya appare ed è un buon amico dell’“impostore” Reddington. Le speranze di Liz vengono nuovamente deluse quando, nella stagione 8 di The Blacklist, la donna che Liz pensava fosse sua madre rivela di essere in realtà solo una spia di nome Tatiana Petrova.

La vera identità di Reddington interpretato da James Spader: tutte le teorie

E su cosa stava costruendo durante la stagione 10

La stagione 10 di The Blacklist ha portato la serie alla conclusione e molti spettatori speravano di ottenere finalmente una risposta su chi fosse Raymond Reddington. Nel periodo precedente alla fine di The Blacklist, due teorie principali sulla vera identità di Raymond Reddington hanno guadagnato terreno.

La prima è che Red, interpretato da James Spader, è il vero Raymond Reddington che ha finto la propria morte. Non è impossibile che Raymond Reddington sia riuscito a scappare. Le ferite da arma da fuoco non sono sempre mortali ed è possibile che la giovane Liz abbia mancato di un millimetro i suoi organi vitali.

Un’altra teoria su The Blacklist era che Raymond Reddington fosse la madre di Liz, che è sicuramente la più intrigante delle due idee. Questa teoria è sempre stata in circolazione, ma non è diventata popolare fino alla fine della stagione 8 per due motivi. Il primo deriva da una conversazione tra Red e Liz quando lei gli chiede se conosceva sua madre, al che Red risponde che conosceva Katarina “molto bene” con un sorriso complice.

Il secondo indizio è la lettera che Red dà a Liz prima che lei muoia nella stagione 8 di The Blacklist. Red dice a Liz che la nota è stata scritta da Katarina e che “spiegherà tutto”. Considerando che non si sa dove si trovi Katarina Rostov, è del tutto possibile che Raymond Reddington di The Blacklist sia in realtà la madre di Liz.

Così i fan di The Blacklist sono tornati al punto di partenza per quanto riguarda la verità su chi sia Raymond Reddington e quale sia il suo rapporto con Liz. La teoria prevalente era che lui fosse il vero Reddington, sopravvissuto alla sua apparente morte e all’incendio. Inoltre, non si considera il vecchio Raymond e, quindi, non si vede come il vero padre di Liz.

The Blacklist ha rivelato chi era il vero Raymond Reddington

La serie ha suggerito che la teoria più azzardata potrebbe essere corretta

Il finale di Blacklist non ha dato una risposta esplicita alla domanda, ma ha fornito un indizio importante che alimenta le teorie dei fan sulla sua identità. Per molto tempo, i fan hanno ipotizzato che Red non fosse il padre di Liz, ma sua madre. Sebbene gli indizi indicassero che Red fosse suo padre, e Liz potesse essere morta credendo che fosse vero, la verità è che Red era probabilmente Katarina Rostova. Questa teoria è nata nell’episodio in cui Red ha raccontato a Liz quasi tutto, ma ha tenuto segreta la sua vera identità. Tuttavia, le ha detto che non era suo padre.

Questo ha portato al finale di The Blacklist, in cui Red aveva intenzione di porre fine alle cose a modo suo. Prima di partire alla ricerca del suo destino, ha chiamato Agnes per sapere come stava. Era soprattutto preoccupato per lei e Agnes ha scherzato dicendo che “sembra una mamma”. A quel punto Red ha risposto: “Immagino di non poter fare a meno”.

Non era una risposta chiara su chi fosse realmente Raymond Reddington, ma era un riferimento malizioso a ciò che la maggior parte delle persone credeva. Il riferimento all’idea che Red fosse come una “mamma” è in linea con il tono del resto di The Blacklist, che lancia indizi e suggerimenti, lasciando allo spettatore la responsabilità di mettere insieme i pezzi del puzzle. Il finale di The Blacklist ha suggerito che Raymond Reddington è Katarina, la madre di Liv, ma non lo ha confermato in modo esplicito.

Perché The Blacklist non ha mai rivelato completamente la verità su Raymond Reddington

È possibile che l’uscita di scena di Megan Boone abbia sconvolto i piani

Non c’è una ragione concreta per cui The Blacklist non abbia rivelato l’identità di Raymond Reddington al di là di alcuni indizi e anticipazioni. Non c’era mai stata la garanzia che la sua identità sarebbe stata rivelata, ovviamente, anche se molti spettatori pensavano che fosse un mistero che sarebbe stato risolto entro la fine della serie. Il fatto che The Blacklist sia terminata con Raymond Reddington che rimaneva un enigma potrebbe aver deluso alcuni fan, ma c’è un motivo fondamentale per cui potrebbe essere stato mantenuto segreto: l’uscita di scena di Megan Boone.

Megan Boone ha lasciato The Blacklist nella stagione 8, quando Liz è stata uccisa. È stata una decisione reciproca tra l’attrice e gli showrunner, poiché Boone voleva perseguire altre opportunità. Anche se la serie è riuscita a continuare senza Liz, questo ha creato diversi intoppi per quanto riguarda l’identità di Raymond Reddington.

Le storie di Liz e Red erano intrecciate fin dall’inizio di The Blacklist, e una cosa era sempre stata chiara: la sua vera identità era in qualche modo legata al passato di Liz. Senza Megan Boone nel finale, qualsiasi grande rivelazione che confermasse chi fosse Raymond Reddington avrebbe probabilmente perso di efficacia.

Sarebbe stato incredibilmente strano che Raymond confermasse la sua vera identità come qualcuno del passato di Liz senza Liz presente, soprattutto perché la sua morte rappresentava anche un’occasione perfetta, che alla fine della stagione 10 era ormai passata da tempo. Non è ancora stato confermato il motivo per cui l’identità di Raymond Reddington è stata tenuta segreta, ma l’assenza di Megan Boone nel finale della serie sembra certamente una causa plausibile.

Non rivelare chi fosse Raymond è stata una cosa positiva o negativa?

Le reazioni alla decisione sono state contrastanti

Le reazioni al fatto che l’identità di Raymond Reddington fosse ancora un segreto alla fine di The Blacklist sono state contrastanti. Alcuni spettatori sembravano ritenere che fosse una cosa positiva e che consacrare il personaggio come un misterioso enigma dall’inizio alla fine fosse in linea con la sua eredità. Altri, ovviamente, si aspettavano una grande rivelazione entro la stagione 10 di The Blacklist e sono rimasti piuttosto seccati, per usare un eufemismo, quando la serie si è conclusa senza una risposta definitiva.

In definitiva, è una questione di gusti personali se mantenere segreta l’identità di Raymond Reddington sia stata una buona o una cattiva idea. The Blacklist ha lasciato diversi indizi che sembravano suggerire che Reddington fosse la madre di Liz, ma il fatto di non averlo confermato apertamente significa anche che c’è ancora spazio per discussioni e teorie. Va anche notato che, non confermando la sua identità, The Blacklist acquista molto più valore di rivisitazione, perché gli spettatori possono ora rituffarsi nella serie dall’inizio alla fine e cogliere nuovi indizi e teorie.

NCIS: Tony & Ziva: cast, trama e tutto ciò che sappiamo sullo spin-off

Mentre l’universo della popolarissima serie procedurale continua a crescere, Paramount+ sta lavorando a un nuovo spin-off di NCIS, NCIS: Tony & Ziva. Il franchise di NCIS è stato lanciato nel 2003 come episodio pilota di JAG e segue gli agenti del Naval Criminal Investigative Service mentre risolvono casi che si verificano all’interno del sistema militare degli Stati Uniti. Nel corso dei suoi vent’anni di programmazione, NCIS è diventato un vero e proprio fenomeno televisivo con diversi spin-off di successo che seguono lo stesso formato.

Anche se NCIS ha superato la ventesima stagione, il franchise sta entrando in un nuovo periodo di espansione negli anni 2020 con l’annuncio di nuovi spin-off. Invece di limitarsi a replicare il successo della serie originale in una nuova ambientazione, gli ultimi spin-off sono più incentrati sui personaggi e si svolgono addirittura in periodi diversi della linea temporale della serie. Lo spin-off NCIS: Origins racconta le avventure del giovane Leroy Gibbs nei primi anni ’90, mentre la nuova serie su Tony e Ziva riporterà nella storia l’amata coppia di potere, anni dopo la loro uscita dalla serie principale.

Ultime notizie su NCIS: Tony & Ziva

Rivelata la finestra di lancio

Mentre cresce l’attesa per il prossimo spin-off, la finestra di lancio di NCIS: Tony & Ziva era prevista per l’autunno 2025, ma la data di uscita specifica era ancora sconosciuta. Ora, i fan possono aspettarsi la serie in un periodo di tempo molto più ristretto. La Paramount ha organizzato una teleconferenza per gli investitori nel maggio 2025 che includeva informazioni su alcuni dei loro prossimi progetti. Durante la teleconferenza, è stato detto che NCIS: Tony & Ziva avrebbe avuto una data di uscita prevista per agosto 2025, anche se la data esatta non è stata menzionata (via GeekSided).

Non è stato ancora annunciato il calendario delle uscite della serie, quindi non è chiaro se tutti i 10 episodi saranno disponibili contemporaneamente o se saranno trasmessi settimanalmente come una serie televisiva. Se la serie fosse trasmessa settimanalmente, ciò potrebbe consentire un potenziale crossover tra gli episodi finali della stagione e la serie di punta NCIS, che debutterà con la sua prossima stagione sulla CBS questo autunno.

Paramount+ ha anche pubblicato il primo trailer di NCIS: Tony & Ziva. Le prime reazioni al trailer sono state positive, aumentando l’entusiasmo per la serie. Ha ottenuto quasi 100 milioni di visualizzazioni sui social media e durante la messa in onda sulla CBS.

NCIS: Tony & Ziva è confermato

La coppia preferita dai fan torna questo autunno

Poco dopo la rivelazione di NCIS: Origins, è stato annunciato un altro spin-off come parte dell’espansione del franchise procedurale di Paramount+. Il nuovo spin-off di NCIS segue Tony e Ziva, personaggi di lunga data della serie originale che hanno lasciato rispettivamente nella tredicesima e undicesima stagione. L’attore originale di Tony DiNozzo, Michael Weatherly, e l’attrice originale di Ziva David, Cote de Pablo, hanno ripreso i loro ruoli e sono produttori esecutivi insieme a Laurie Lieser, John McNamara, Christina Straina e Shelley Meals.

John McNamara è entrato a far parte del team come showrunner dello spin-off in uscita e ha anche scritto la serie di 10 episodi. Non è chiaro se lo spin-off sarà una serie continuativa o una miniserie che concluderà la storia dei due personaggi principali. La serie era stata provvisoriamente intitolata NCIS: Europe, prima di ottenere il nome ufficiale NCIS: Tony & Ziva. Dall’annuncio iniziale, la serie è entrata in produzione nel 2024 e ora si è guadagnata un posto nella programmazione autunnale di Paramount+ per il 2025. Non è stata ancora annunciata una data di uscita specifica.

NCIS: Origins è stato rinnovato per una seconda stagione nel febbraio 2025.

NCIS Franchise Years On The Air
JAG 1995-2005
NCIS 2003-Present
NCIS: Los Angeles 2009-2023
NCIS: New Orleans 2014-2021
NCIS: Hawai’i 2021-2024
NCIS: Sydney 2023-Present
NCIS: Origins 2024-Present
NCIS: Tony & Ziva 2025

Dettagli sul cast di NCIS: Tony & Ziva

Weatherly e de Pablo riprendono i loro ruoli

Sebbene il cast sia composto da nuovi arrivati nella serie, lo spin-off sarà guidato da Michael Weatherly nel ruolo di Tony DiNozzo e Cote de Pablo nel ruolo di Ziva David, che riprendono i loro ruoli da NCIS. Ad affiancare i genitori in Europa c’è Tali, la figlia dodicenne di Ziva e Tony, interpretata da Isla Gie. Una serie di nuovi nomi completerà il cast, tra cui l’attore di Agent Carter James D’Arcy, che interpreterà Henry, un membro di alto rango dell’Interpol.

Il team di sicurezza di Tony sta prendendo forma con l’aggiunta di Amita Suman nel ruolo di Claudette, il Chief Technical Officer. Allo stesso modo, Maximilian Osinski è stato scritturato per interpretare Boris, un russo espatriato ed esperto hacker. Nassima Benchicou interpreterà l’ex agente dei servizi segreti francesi Martine, mentre il ruolo del terapista del trauma Dr. Lang sarà interpretato da Terence Maynard. Julian Ovenden interpreterà il segretario generale dell’Interpol, Jonah, e Lara Rossi interpreterà la tutrice di Tali, Sophie, che ha un passato militare.

NCIS: dettagli sulla storia di Tony e Ziva

NCIS sbarca in Europa nel nuovo spin-off

Il nuovo spin-off seguirà Tony e Ziva mentre vivono la loro vita da genitori a Parigi, in Francia.

Un aspetto della storia che gli spettatori sono ansiosi di vedere è la dinamica familiare della serie. Paramount+ ha pubblicato le prime immagini ufficiali dello spin-off, che mettono in evidenza le dinamiche familiari di Tony e Ziva. Un’immagine mostra il trio in piedi su una strada che si guarda indietro mentre la giovane Tali si aggrappa alla madre, mentre altre mostrano Tony che lavora a stretto contatto con la sua squadra. Un’immagine particolarmente divertente mostra Tony che fa ridere Tali mentre sono seduti in un caffè all’aperto, mentre un’altra stuzzica il pericolo mostrando Tony che guarda una pistola in un armadietto.

Le immagini potrebbero non svelare molto della trama al pubblico, ma danno un’idea di quanto Tony e Ziva siano devoti alla loro figlia all’inizio della serie.

Ambientato più di un decennio dopo che entrambi i personaggi hanno lasciato NCIS, il nuovo spin-off seguirà Tony e Ziva mentre vivono la loro vita da genitori a Parigi, in Francia. Anche se Ziva è tornata per la stagione 17 di NCIS, se n’è andata rapidamente per ricongiungersi con Tony e crescere la loro figlia Tali. La serie presumibilmente colmerà le lacune spiegando cosa hanno fatto entrambi i personaggi negli anni successivi e cosa hanno fatto mentre vivevano all’estero.

Il conflitto nello spin-off proverrà dalla parte di Tony, poiché la società di sicurezza per cui lavora viene attaccata da una forza sconosciuta. Questo costringe la famiglia a fuggire in tutta Europa e offre la prima storia veramente globetrotter del franchise. Finora sono stati forniti pochi altri dettagli, ma sembra che NCIS: Tony & Ziva si discosterà dal formato procedurale delle altre serie del franchise. Man mano che verranno rivelate ulteriori informazioni, il quadro completo di ciò che accadrà nello spin-off diventerà più chiaro.

Trailer di NCIS: Tony & Ziva

Il trailer ha battuto i record del franchise

Paramount+ ha pubblicato il primo trailer di NCIS: Tony & Ziva nel maggio 2025, e le reazioni al trailer dimostrano che l’interesse per la serie è enorme. Tony e Ziva rimangono personaggi molto popolari per il franchise, quindi non sorprende che il trailer abbia attirato molta attenzione. Tuttavia, è diventato il trailer più visto di qualsiasi serie originale Paramount+ (finora) e il trailer più visto per il franchise NCIS nel suo complesso.

Sebbene non riveli troppo, mostra i personaggi principali in fuga con la loro figlia e impegnati nelle loro tipiche battute reciproche. Tuttavia, accenna anche a dei problemi tra i due, con Ziva che non è particolarmente disponibile a parlare della sua relazione con Tony durante la terapia. Tutti gli indizi sulla loro nuova vita (e sui loro problemi) lontani dal loro precedente lavoro con NCIS, tuttavia, non fanno che aumentare l’attesa per la premiere di NCIS: Tony & Ziva.

Andor: Tony Gilroy rivela il motivo per cui non ha visto The Mandalorian

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Andor è la serie prequel di Rogue One: A Star Wars Story, un film co-sceneggiato da Tony Gilroy, che raccontava la storia di come furono rubati i piani dell’originale Morte Nera. Gilroy ha poi dato vita alla serieche racconta come Cassian Andor sia passato dall’essere un ladro in fuga all’entrare a far parte dell’Alleanza Ribelle.

Prima che si affermasse il consenso sul fatto che Andor sia la migliore serie di Star Wars, The Mandalorian aveva dimostrato che le serie live-action di quel franchise potevano essere fantastiche. Grazie all’incredibile cast di personaggi, la serie sembra un must per chiunque ami il franchise. Tuttavia, sembra che proprio Gilroy non sia riuscito a guardarla.

Durante un’apparizione al podcast The Ringer-Verse, a Gilroy è stato chiesto in che modo il fatto di sapere cosa sarebbe successo nel franchise di Star Wars dopo Andor avesse influenzato il suo modo di gestire la serie. In risposta, Gilroy ha rivelato di aver smesso di guardare The Mandalorian “come meccanismo di difesa” perché sentiva che prestare attenzione ad altre epoche fosse una distrazione.

Era molto disorientante per me uscire dal mio periodo di cinque anni. Se tornavo indietro e guardavo le cose, se andavo avanti e guardavo le cose. Ho iniziato a guardare Mandalorian all’inizio, ma poi non sono più riuscito a guardarlo, perché, per quanto fosse bello, mi piaceva, mi faceva perdere la mia frequenza. Non trovavo utile sapere cosa sarebbe successo dopo così tanto tempo… Ho decisamente isolato il mio periodo per farlo funzionare, come meccanismo di difesa, immagino, più che altro”.

Anche se Andor e The Mandalorian sono usciti più o meno nello stesso periodo, sono ambientati in momenti diversi della cronologia di Star Wars. Essendo un prequel di Rogue One, gli eventi di Andor si svolgono prima di quel film e della trilogia originale. La storia di The Mandalorian, invece, inizia dopo la trilogia originale e diversi anni dopo gli eventi di Andor.

Recentemente, è diventato evidente che il pubblico sta iniziando a stancarsi dei franchise. Anche se alcuni film e serie televisive di franchise continuano ad avere successo, si percepisce chiaramente che gli spettatori sono frustrati dai film o dalle serie che sembrano essere stati creati appositamente per preparare il terreno ad altri film o serie. Forse non è una coincidenza che la serie di Gilroy, costruita per essere un racconto tutto sommato a sé stante, sia diventata uno dei capitoli più amati nella storia del franchise di Star Wars.