Andy Serkis ha avuto una carriera lunga e
leggendaria, ma il suo ruolo più popolare è di gran lunga quello di
Gollum nell’iconica trilogia de
Il Signore degli Anelli di Peter
Jackson. Con i
nuovi film in fase di sviluppo precedentemente annunciati,
l’attore i suoi pensieri in merito all’annuncio. Parlando
durante una recente apparizione sul podcast post-credito di
BroBible, Andy Serkis ha notato che il mondo della
Terra di Mezzo non lo ha “mai lasciato” e ha detto che il trio di
Peter Jackson, Fran Walsh e Philippa
Boyens – che ha scritto tutti e tre i i film originali,
così come i tre film della trilogia de
Lo Hobbit, sono una “seconda famiglia” per lui, e gli
piacerebbe lavorare con loro.
“Guarda, [i produttori] Peter
Jackson, Fran Walsh, Philippa Boyens sono una specie di seconda
famiglia di cui sono diventato parte e con cui ho continuato a fare
così tanti film“, ha detto Serkis (via Variety) . “E
– lascia che te lo dica – sono le persone migliori e più
incredibili con cui lavorare. Penso che ci siano così tanti
altri potenziali progetti della Terra di Mezzo che potrebbero
realizzarsi, e se li stanno realizzando, ovviamente coglierei al
volo l’opportunità di riaccendere quella relazione”.
Andy Serkis ha recitato nella trilogia
originale de
Il Signore degli Anelli e nella successiva trilogia
Lo Hobbit nei panni di Gollum, uno hobbit del
popolo del fiume che è stato corrotto dall’Unico Anello. La sua
interpretazione – che è stata possibile grazie al suo lavoro con la
sua voce e al motion capture – ed egli stesso è uno dei massimi
interpreti della tecnica tanto da essere spesso presente in film
dall’alto budget.
Jackson, Walsh e
Boyens hanno scritto e prodotto (con Jackson alla regia)
la trilogia di film originale de Il Signore
degli Anelli , così come la successiva trilogia sequel Lo
Hobbit. Il loro lavoro nella trilogia de Il Signore
degli Anelli è valso loro enormi elogi, con l’ultimo film
della trilogia originale, Il Signore degli Anelli: Il ritorno del re,
che ha vinto tutti gli 11 Academy Awards per i quali è stato
nominato, incluso quello per il miglior film.
All’inizio di quest’anno, Embracer
Group AB, che detiene i diritti de Il Signore
degli Anelli e Lo
Hobbit, ha siglato un accordo pluriennale che consentirà
alla Warner Bros. di realizzare nuovi film basati sugli amati libri
di JRR Tolkien. La notizia è stata rivelata durante l’ultima
chiamata sugli utili della Warner Bros. Discovery e arriva dopo che
Embracer Group ha acquistato i diritti de Il
Signore degli Anelli e Lo
Hobbit lo scorso anno.
Torna con sei nuovi episodi, di cui
viene rilasciato oggi il trailer ufficiale in italiano, HOTEL PORTOFINO, il period drama inglese con
protagonista la star di Californication, Designated Survivor e
HaloNatascha McElhone, ambientato sulle
meravigliose coste della riviera ligure.
Hotel Portofino: quando esce e dove vederla in
streaming
Ambientata in un periodo piuttosto
turbolento, quello degli anni che in Italia videro l’ascesa al
potere di Benito Mussolini, la serie esordirà su Sky e in
streaming su NOW il 29 marzo.
https://youtu.be/U77VI3BYIdk
Cast della seconda stagione di Hotel
Portofino
Creata da Matt Baker e diretta da
Adam Wimpenny, la serie, in sei episodi, segue le avventure di
Bella Ainsworth (Natasha McElhone), figlia di un ricco
industriale, nel suo intento di dirigere e far brillare l’hotel di
famiglia, che inizia a prosperare sotto la sua guida, mentre si
confronta giornalmente con imprevisti, responsabilità e insidie che
la mettono spesso a dura prova.
Hotel
Portofino vanta una scrittura e un mood tipicamente
british e si sviluppa sullo sfondo di splendidi paesaggi italiani
che esaltano le vicende dei personaggi ed entrano a farne parte
attivamente. Nel cast anche Mark Umbers (These
Foolish Things) nei panni dell’affascinante ma pericoloso
marito di Bella, Cecil Ainsworth, e Oliver Dench
(Domina), che interpreta Lucian, suo figlio, che si
troverà a dover affrontare una scelta sentimentale
importante. Fra gli italiani del cast Daniele
Pecci (Cuori) nei panni di un facoltoso avventore
dell’Hotel Portofino e Giorgio Marchesi (I
Medici), new-entry nel cast nei panni di un architetto locale
che metterà in crisi Bella con il suo fascino mediterraneo; con
loro anche Rocco Fasano (Skam Italia),
che anche nei nuovi episodi interpreta un giovane del luogo,
attivista antifascista, Pasquale Esposito e
Carolina Gonelli.
La trama della seconda
stagione di Hotel Portofino
È l’estate del 1927 e Bella si
dedica con tutte le sue energie all’Hotel Portofino, che ha
superato i suoi primi problemi iniziali e sta iniziando a
prosperare, mentre il marito Cecil e il figlio Lucian si trovano in
Inghilterra. Quando però Cecil si presenta senza preavviso a
Portofino, Bella è costretta a confrontarsi con la realtà del suo
rapporto con il marito e a decidere se accettarlo di nuovo nella
sua vita o cedere all’amicizia sempre più forte con l’affascinante
architetto locale Marco Bonacini. Cecil, intanto, trama per rendere
l’hotel parte dei suoi torbidi piani con il dignitario fascista
locale, Vincenzo Danioni, e costringe Bella a stringere accordi con
gli ospiti abituali Claudine Pascal e Carlo Albani per arginare i
danni. Anche i suoi figli devono affrontare scelte difficili:
Lucian lotta per conciliare la sua innegabile attrazione per
Costanza con le sue responsabilità coniugali per l’infelice Rose, e
Alice minaccia di gettare la sua cautela al vento con un
fidanzamento inappropriato. Come ciliegina sulla torta, una visita
anonima da parte di un ispettore potrebbe essere decisiva per il
futuro dell’hotel.
AVVISO SPOILER:
contiene spoiler dal finale della prima stagione di The
Last Of Us, ora in streaming su NOW. The
Last Of Us è stato ufficialmente rinnovato
per una seconda stagione da HBO a gennaio, ma i creatori stanno
pianificando “più di una stagione” per raccontare
la storia molto più ampia del sequel del videogioco, “The
Last of Us: Part II. “
Rilasciato su PlayStation 4
nel 2020, sette anni dopo il debutto del gioco originale, “The
Last of Us: Part II” racconta una storia più ampia e
complessa rispetto al suo predecessore. Ci sono molti più
personaggi, flashback e scene d’azione, e i creatori
dell’adattamento della HBO, Craig Mazin e Neil Druckmann, hanno
confermato a GQ che gli eventi della
“Parte II” dureranno più di una stagione. Quando gli è stato
chiesto se la seconda stagione includerà l’intera storia della
“Parte II”, Mazin ha risposto: “No. Non c’è
modo“. Druckmann ha aggiunto: “Sarà più di
una stagione“. I creatori non hanno rivelato se la storia
della “Parte II” avrebbe avuto due o tre stagioni per raccontarla
completamente, ma Mazin ha detto: “Hai notato correttamente che
non diremo quante ne faremo. Ma più di una è effettivamente
corretto.”
The Last of Us: Part II vede
protagonisti molti dei personaggi principali di “Part I”, tra cui
Joel (interpretato da Pedro Pascal nella serie HBO), Ellie (Bella
Ramsey), Tommy, (Gabriel
Luna), Maria (Rutina Wesley) oltre ad
alcuni personaggi nuovi e importanti che ottengono trame
completamente arricchite. Uno degli attori principali di
“Parte II”, Laura Bailey, che interpreta un
personaggio chiave di nome Abby, ha avuto un sottile cameo
nel finale della prima stagione della HBO domenica
sera. È accreditata come una delle infermiere nella sala
operatoria dell’ospedale di Salt Lake City, dove Ellie
viene preparata per un intervento chirurgico. È raggiunta da
un’altra infermiera e guardano inorriditi mentre
Joel irrompe, uccide il capo chirurgo e fugge con
Ellie a Jackson.
Sebbene HBO non abbia ufficialmente dato il
via libera a nulla oltre a una seconda stagione
per la sua serie “The Last of Us“, Mazin e
Druckmann hanno già anticipato più azione e zombi infettiì nei
futuri episodi. Le anticipazioni sono la risposta ad alcune
lamentele fatte dai fan rispetto alla mancanza di scene d’azione
importanti nella prima stagione. A tal proposito Mazin ha
dichiarato: “C’è altro ‘The Last of Us’ in arrivo. È del tutto
possibile che ci saranno molti più infetti nel prossimo futuro. E
forse qualche infetto ma visto prima.
The Last of
Us racconta una storia che si svolge vent’anni
dopo la distruzione della civiltà moderna. Joel, un sopravvissuto,
viene incaricato di far uscire Ellie, una ragazzina di 14 anni, da
una zona di quarantena sotto stretta sorveglianza. Un compito
all’apparenza facile che si trasforma presto in un viaggio brutale
e straziante, poiché i due si troveranno a dover attraversare gli
Stati Uniti insieme e a dipendere l’uno dall’altra per
sopravvivere.
Nel cast Pedro Pascal nel ruolo di Joel e Bella Ramsey nel ruolo di Ellie. Gabriel Luna è Tommy, Anna Torv interpreta Tess, l’attrice
britannica Nico Parker è Sarah. Murray
Bartlett veste i panni di Frank, Nick
Offerman quelli di Bill, Storm Reid è
Riley, Merle Dandridge è Marlene. Il cast include
anche Jeffrey Pierce nel ruolo di Perry,
Lamar Johnson in quello di Henry, Keivonn
Woodard nel ruolo di Sam, Graham Greene
nel ruolo di Marlon, Elaine Miles nel ruolo di
Florence. E con Ashley Johnson e Troy Baker.
The Last of
Us è scritta da Craig Mazin (Chernobyl) e
Neil Druckmann (il videogioco The Last Of Us) che ne sono
anche i produttori esecutivi. The Last Of Us è una
co-produzione Sony Pictures Television con Carolyn Strauss, Evan
Wells, Asad Qizilbash, Carter Swan, e Rose Lam come produttori
esecutivi. La serie è prodotta da PlayStation Productions, Word
Games, The Mighty Mint, e Naughty Dog.
Nel corso della cerimonia dei premi
Oscar 2023 (qui l’elenco con tutti i
vincitori) un particolare peso ce l’ha il momento conosciuto
come In Memoriam, durante il quale si
ricordano tutti i grandi artisti dell’industria dello spettacolo
scomparsi nell’anno precedente. O meglio, quasi tutti, poiché per
ogni anno si possono indicare alcuni esclusi, per via di mera
dimenticanza o altri eventuali motivi difficili da definire. Quest’
anno tale segmento dello show è stato introdotto da John Travolta,
visibilmente commosso per via della scomparsa, nel mese di agosto,
della sua co-protagonista di Grease, Olivia
Newton-John.
“Ci hanno fatto sorridere e sono
diventati cari amici a cui rimarremo sempre irrimediabilmente
devoti“, ha detto Travolta visibilmente emozionato prima
dell’inizio del montaggio video. Con la sua ultima affermazione,
“who we will
always remain hopelessly devoted to”,è esplicito il
riferimento al brano Hopelessly Devoted to
You, cantato dalla Newto-John
in Grease. Con Lenny Kravitz
intento ad eseguire il brano “Calling All Angels” ha
dunque avuto inizio uno dei momenti preferiti dagli spettatori, ma
le omissioni di alcuni personaggi di alto profilo di Hollywood
hanno suscitato anche stavolta diverse polemiche.
Tra gli assenti, ad esempio, si
annoverano gli attori Anne Heche, la giovanissima
star di Triangle of SadnessCharlbi Dean
e Paul Sorvino. Tuttavia, tutti e tre sono stati
commemorati sul sito web degli Oscar. Tra le altre star non
menzionate sullo schermo c’erano poi gli attori Leslie
Jordan, Gilbert Gottfried, Tom Sizemore e
Cindy Williams. Alcuni si chiedevano se
Sacheen Littlefeather, nota per aver letto il
discorso con cui Marlon Brando rifiutò l’Oscar
1973 e morì in ottobre, sarebbe stata inserita nel segmento, ma
alla fine è stata solo inserita nel sito web degli Oscar.
Dubbi c’erano anche per
Robert Blake, noto attore morto solo tre giorni
prima della cerimonia, la cui carriera è però stata messa in ombra
dal processo per l’omicidio di sua moglie, da cui è però stato
assolto. L’attore, alla fine, non è stato elencato né sullo schermo
né sul sito web degli Oscar. Come reso noto, è possibile aggiungere
voci alla lista dell’In Memoriam fino alla data effettiva
della cerimonia, il che significa che le celebrità incluse sono
decedute tra gli Oscar dello scorso anno, il 27 marzo, e quello di
quest’anno, il 12 marzo. Nonostante ciò, anche quest’anno diverse
sono dunque state le dimenticanze di questi Oscar 2023 a
riguardo.
Se dicessimo che ci siamo
svegliati sorpresi dall’esito degli Oscar 2023,
svoltisi questa notte, diremmo una falsità. Il trionfo di
Everything Everywhere All at Once era atteso e
caldeggiato, il film dei record, che ha battuto persino Il
Signore degli Anelli – Il Ritorno del Re per la quantità di
premi ricevuti, è stata la vera e propria corazzata “proveniente da
Oriente” che ha permesso a Hollywood di raccontarsi che sì,
finalmente, si sta facendo ammenda per decenni di comportamenti
deplorevoli nei confronti delle minoranze.
Dopotutto, di recente
accade con regolarità, l’anno scorso con CODA, con il
riconoscimento della comunità di artisti diversamente abili (al
netto poi delle singole splendide performance da cui il film è
impreziosito), e qualche anno fa, nel 2014, con la vittoria di
12 Anni Schiavo (quando in gara c’erano titoli del calibro
di Gravity e The Wolf of Wall Street) arrivata
dopo un 2013 di proteste per gli #OscarsoWhite.
Insomma, l’Academy,
rappresentazione politico-industriale di maggiore prestigio a
Hollywood, ciclicamente sembra volersi lavare la coscienza per
quello che ha sbagliato in passato, non riuscendo quasi mai a
premiare “il migliore” ma il più adatto ai tempi che corrono. Il
che non è per forza sbagliato, perché bisogna pure avere un
criterio nell’assegnazione di quello che è a tutti gli effetti un
giudizio. E allora vogliamo forse dire che
Michelle Yeohè stata più brava di Cate
Blanchett, quest’anno? Certo che no, ma diremo, meglio, che se
il racconto di Blanchett vincitrice avrebbe visto il trionfo di una
grande performance e il terzo Oscar per l’attrice australiana,
quello di Yeoh è il primo Oscar da protagonista a un’attrice
asiatica, un’icona del cinema pop che viene da 40 anni di carriera,
amatissima dal pubblico e finalmente riconosciuta dall’industria
“alta”. Ecco, quanto si racconta meglio questa storia qui? Stessa
cosa dicasi per il “ritorno” di
Brendan Fraser che, sebbene con The
Whale abbia offerto la sua migliore
interpretazione in carriera, non era certo portatore della migliore
interpretazione in cinquina, quest’anno. Ma quanto è bello
raccontare di un attore di successo che si era perso e si è
ritrovato?
A Hollywood, giustamente,
piace questa narrazione, piacciono le storie, e piace potersi dare
una pacca sulla spalla e dirsi che, non importa con quanto ritardo,
con i premi agli Oscar 2023 a
Everything Everywhere All at Once, anche la sua
comunità asiatica è stata finalmente riconosciuta. E ciò non toglie
che sia giusto, sotto più di un aspetto, che un’associazione come
l’Academy dimostri di guardare al suo contemporaneo attraverso i
film che premia. In fondo, siamo tutti contenti.
E questa narrazione,
questo concetto di “pulirsi la coscienza” si muove nel territorio
del verosimile e dello spiegabile, cosa che invece non accade
quest’anno per alcune categorie, come quella della migliore
sceneggiatura originale, andata ai Daniels, con Martin
McDonagh in gara, oppure come i premi, quattro, assegnati a
Niente di nuovo sul fronte occidentale, che tradisce
la sua anima già dal titolo: terzo adattamento per il cinema
dell’omonimo romanzo, il film non ha davvero niente di nuovo da
dire, eppure, per ragioni insondabili, ha raggiunto un successo
insperato.
Nonostante questa diffusa
stanchezza e pigrizia nell’assegnazione dei premi, ci sono stati
diversi momenti emozionanti, anche se non sorprendenti, a questi
Oscar 2023, e certamente non dobbiamo ringraziare
Jimmy Kimmel che ha condotto la più normale e sicura delle
cerimonie, come non se ne vedevano da diversi decenni. L’emozione
autentica di
Jamie Lee Curtis e
Ke Huy Quan, la commozione di John Travolta
nell’introdurre il momento In Memorian, lui che quest’anno ha
“perso” due delle sue più iconiche co-star, Olivia Newton
John e Kirstie Alley, l’intensità della performance di
Lady Gaga, la vittoria di Natu Natu come migliore
canzone originale, che ha sempre il sapore di contentino ma che
almeno ha regalato un momento di genuina ilarità con il discorso di
ringraziamento di M.M. Keeravani.
Insomma, questi Oscar
2023 verranno dimenticati presto, o forse saranno ricordati
proprio per la peculiarità delle scelte dell’Academy (ricordiamo
tutti l’anno di Shakespeare in Love). Dopotutto il tempo è
il miglior giudice per quello che riguarda l’arte, il tempo
trascorso ci vede ancora testimoni dello strepitoso ritmo e
montaggio di The Wolf of Wall Street, del dolente splendore
de La Sottile Linea Rossa, del valore fondativo di
Psycho, della brutalità di Taxi Driver, tutti titoli
grandiosi, lasciati a bocca asciutta dall’Academy ma premiati dal
tempo.
E quindi aspettiamo e
vediamo cosa lascerà Eveything Everywhere All At Once e cosa
invece rimarrà dei grandi esclusi degli Oscar
2023.
Mantenendo la tradizione del
franchise slasher, l’attrice Melissa Barrera ha
rivelato che Scream VI (qui la recensione)
originariamente aveva una sceneggiatura molto diversa da quella poi
effettivamente utilizzata per il film. L’ultimo capitolo della
serie horror, come noto, vede i sopravvissuti del lungometraggio
del 2022, tra cui la Sam della Barrera e sua sorella Tara,
interpretata da Jenna Ortega,
lasciare Woodsboro per New York City, solo per diventare ancora una
volta il bersaglio di un nuovo Ghostface. Con il ritorno del team
di registi Matt Bettinelli-Olpin e Tyler
Gillett e del duo di sceneggiatori James
Vanderbilt e Guy Busick, Scream
VI, in sala dal 9 marzo, è già diventato un grande successo
commerciale e di critica.
La Barrera ha dunque ora rivelato
che Scream VI originariamente aveva una sceneggiatura
molto diversa, che inizialmente le ha causato qualche
preoccupazione per come gestiva il suo personaggio, portandola
dunque a richiedere un incontro con i registi e gli sceneggiatori
del film. “La sceneggiatura è cambiata rispetto alla prima
versione che ho ricevuto. – ha rivelato l’attrice – Volevo
assicurarmi che si esplorasse di più la psiche di Sam, il che era
una ragione per cui volevo interpretare Sam in primo luogo. Volevo
assicurarmi che nel sesto film vedessimo più sfumature di ciò. Non
è solo una ragazza tosta, la sorella maggiore protettiva con gli
altri e con sé stessa.”
“Non abbiamo avuto la
possibilità di vedere molto a riguardo nel quinto film, quindi
volevo che il sesto esplorasse di più di tutto ciò”. Senza
fare spoiler, nel sesto film vi è infatti modo di avere maggiori
dettagli riguardo la psicologia di Sam e come si sta relazionando
con i suoi traumi passati. Anche proprio per via di questo studio
del personaggio principale, il film è stato molto apprezzato tanto
dalla critica quanto dai fan. Come noto, inoltre, i film della saga
di Scream sono in più occasioni stati oggetto di forti
modifiche nella sceneggiatura e anche questo capitolo si è dunque
allineato a questo trend.
Dal visionario regista Baz
Luhrmann, arriva in prima tv su Sky ELVIS, uno
spettacolare biopic musicale, candidato a otto Oscar alla
95ª edizione degli Academy Awards (Miglior Film, Miglior Attore
Protagonista con Austin Butler, Miglior Montaggio, Migliore
Scenografia, Migliore Fotografia, Migliori Costumi, Miglior Sonoro,
Miglior Trucco e Acconciature), lunedì 13 marzo alle 21.15
su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K (alle 23.00 anche su Sky Cinema
Oscar), in streaming su NOW e disponibile on demand, anche in
qualità 4K (già al termine della cerimonia degli
Oscar).
Protagonisti della pellicola sono
Austin Butler e l’attore due volte premio
Oscar Tom Hanks, nei panni di Elvis e del suo agente
Tom Parker. Con loro anche Olivia DeJonge, che
interpreta Priscilla Presley, Helen Thomson nei
panni della madre di Elvis, Gladys, Richard
Roxburgh in quelli del padre di Elvis, Vernon.
ELVIS
è uno dei tre titoli in concorso quest’anno agli
Oscar che nel mese di marzo sono in prima tv
sui canali Sky Cinema, in attesa della cerimonia
di premiazione della 95ª edizione degli Academy Awards, che
dalle 23.15 della notte tra domenica 12 e lunedì 13
marzo sarà in diretta su Sky e
TV8 e in streaming su
NOW.
La trama di ELVIS
Il film racconta la storia di Elvis
(Austin Butler), attraverso il prisma della complicata relazione
con l’enigmatico manager, il colonnello Tom Parker (Tom Hanks),
approfondendo le complesse dinamiche tra i due nell’arco temporale
di 20 anni, dagli esordi alla fama di Presley, che raggiunse un
livello di celebrità senza precedenti sullo sfondo di un panorama
culturale in evoluzione che segna la perdita dell’innocenza in
America.
The
Last Of Us, l’adattamento HBO del celebre
videogioco di culto firmato Naughty Dog per le piattaforme
PlayStation, è da oggi disponibile per intero in esclusiva su
Sky e in streaming solo su NOW. E adesso inizia il conto alla
rovescia per l’arrivo della seconda stagione della serie creata da
Craig Mazin (Chernobyl) e da Neil Druckmann (già dietro al
successo del videogioco). File interminabili di fan e di curiosi
sabato 11 e domenica 12 marzo a Milano hanno affollato l’area tra
piazza Gae Aulenti, il Bosco Verticale e la BAM, dove NOW, il
servizio streaming di Sky, ha ricreato il mondo post apocalittico
di una delle serie più amate del momento e tra le più celebrate di
sempre: The
Last Of Us.
Per partecipare all’evento, che ha
preso vita assieme al countdown per l’attesissimo nono e ultimo
episodio della serie, migliaia di personesi sono
messe in coda fin dalle prime ore del mattino per immergersi tra
installazioni e i personaggi ormai di culto e per entrare
nell’escape room a tema presso gli spazi di Fondazione Catella, per
l’occasione trasfigurata in un dettagliatissimo scorcio del
desolato e pericoloso mondo di The
Last Of Us.
Tra terrificanti clickers, agenti
della Fedra, figuranti nei panni degli iconici e amatissimi
protagonisti e photo opportunity fra i resti della civiltà
precedente all’epidemia del 2003 che ha sconvolto il mondo di
The Last Of Us, l’ingresso dell’escape
room che ricreava l’ambientazione del secondo episodio (il Museo di
Boston) è stato preso d’assalto per tutto il weekend. L’iniziativa
è stata prodotta da Sky Creative Agency e realizzata in
collaborazione con Us Up & Below the Line, social amplification a
cura di BCube.
La serie tv The Last
Of Us
The
Last Of Us racconta una storia che si svolge
vent’anni dopo la distruzione della civiltà moderna per via di una
epidemia da Cordyceps. Joel, un sopravvissuto, viene incaricato di
far uscire Ellie, una ragazzina di 14 anni, da una zona di
quarantena sotto stretta sorveglianza. Un compito all’apparenza
facile che si trasforma presto in un viaggio brutale e straziante,
poiché i due si troveranno a dover attraversare gli Stati Uniti
insieme e a dipendere l’uno dall’altra per
sopravvivere.
Protagonisti della serie sono Pedro
Pascal nel ruolo di Joel e Bella Ramsey nel ruolo di Ellie. Gabriel
Luna è Tommy, Anna Torv interpreta Tess, l’attrice britannica Nico
Parker è Sarah. Murray Bartlett veste i panni di Frank, Nick
Offerman quelli di Bill, Melanie Lynskey è Kathleen, Storm Reid nei
panni di Riley, Merle Dandridge interpreta Marlene. E ancora,
Jeffrey Pierce è Perry, Lamar Johnson nel ruolo di Henry, Keivonn
Woodard in quello di Sam, Graham Greene è Marlon mentre Elaine
Miles interpreta Florence. E con Ashley Johnson e Troy Baker.
The
Last Of Us è scritta da Craig Mazin e Neil
Druckmann, che ne sono anche i produttori esecutivi. The Last
Of Us è una co-produzione Sony Pictures Television con Carolyn
Strauss, Evan Wells, Asad Qizilbash, Carter Swan, e Rose Lam come
produttori esecutivi. La serie è prodotta da PlayStation
Productions, Word Games, The Mighty Mint, e Naughty Dog.
Disney+ ha svelato le prime
immagini della terza stagione dell’acclamata serie originale comedy
Only Murders in the Building. Il primo
teaser di questa stagione è stato trasmesso ieri durante la
95ª edizione degli Oscar e offre un primo sguardo
sulla
guest star e vincitrice dell’Oscar Meryl Streep che sarà presente nella serie, in
arrivo prossimamente su Disney+.
Dalle menti di Steve
Martin, Dan Fogelman e John Hoffman, Only
Murders In The Building segue tre estranei
(Steve Martin, Martin Short e
Selena Gomez) che condividono la stessa ossessione per
il genere true crime e si trovano improvvisamente coinvolti in un
delitto. Quando si verifica un’orribile morte nell’esclusivo
palazzo dell’Upper West Side in cui vivono, i tre sospettano che si
tratti di un omicidio e utilizzano la loro grande conoscenza del
genere true crime per investigare. Mentre registrano un podcast per
documentare il caso, i tre scoprono i segreti del palazzo, che
riguardano eventi accaduti molti anni prima. Forse, le bugie che i
protagonisti si raccontano a vicenda potrebbero essere ancora più
esplosive. Si rendono presto conto che il killer potrebbe
nascondersi tra loro, mentre cercano di decifrare gli indizi prima
che sia troppo tardi.
I co-creatori e sceneggiatori di
Only Murders in the
Building sono Steve Martin e John Hoffman
(Grace and Frankie, Looking). Martin e Hoffman
sono i produttori esecutivi insieme a Martin Short,
Selena Gomez, il creatore di This
Is UsDan Fogelman e Jess Rosenthal.
La serie è prodotta da 20th Television, parte dei Disney Television
Studios. Un efficace sistema di parental control assicura che
Disney+ rimanga un’esperienza di
visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre al “Profilo
Bambini” già presente sulla piattaforma, gli abbonati possono
impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un pubblico più
adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per garantire
massima tranquillità ai genitori.
Come ormai noto, diversamente da
quanto precedentemente annunciato, Herny Cavill
non riprenderà il ruolo di Superman. Dopo essere comparso con un
cameo nel film DC Black Adam, con
protagonista DwayneJohnson, era infatti stato anticipato un nuovo
film a lui dedicato. Con il subentro di James
Gunn e Peter Safran come nuovi CEO
del DC
Universe, tale progetto è però stato accantonato e, di
conseguenza, anche il ritorno di Cavill. Proprio Johnson,
intervistato a riguardo, ha ora detto la sua sulla decisione dei DC
Studios di abbandonare i piani per un ritorno
di Cavill nei panni di Superman.
“Tutto quello che potevo fare e
che potevamo fare quando stavamo girando Black Adam è stato dare il
meglio di noi stessi, circondarci delle persone migliori e poi
realizzare anche il miglior film che potevamo“, ha detto
l’attore. “Il nostro punteggio di pubblico era negli anni ’90.
I critici hanno preso un paio di colpi – questo è stato il
problema, però. Ma penso che sia quasi come quando hai una squadra
di calcio professionistica e il tuo quarterback vince i campionati,
l’allenatore vince i campionati, e ti ritrovi un nuovo proprietario
che arriva e dice “Non sei il mio allenatore, non sei il mio
quarterback. Andrò avanti con qualcun altro“.
Per Dwayne Johnson, dunque, ci
sarebbe poco da fare rispetto alle decisioni prese dai nuovi CEO
della divisione DC. Anche per quanto riguarda il suo Black Adam non
vi sono certezze che lo si rivedrà sul grande schermo in futuro,
specialmente considerando i risultati tutt’altro che entusiasmanti
del film al box office. Ad ogni modo, ai fan non resta che
attendere e scoprire quale sarà il destino di Superman all’interno
del nuovo DC
Universe, il cui primo capitolo sarà intitolato Gods and
Monsters. Superman: Legacy, il lungometraggio che
proporrà un nuovo interprete nei panni dell’iconico supereroe, è
ora atteso per il 2025.
La star di Creed
3 (qui la recensione) Jonathan Majors
ha dato un piccolo indizio sul suo possibile futuro nell’annunciato universo espanso di
Creed. Majors, che nel terzo film dedicato ad Adonis
Creed è il nuovo temibile avversario del protagonista, è stato
senza ombra di dubbio uno dei motivi del grande successo del film,
che sta ora per raggiungere i 100 milioni di dollari d’incasso a
livello nazionale nel suo secondo fine settimana. Sulla scia di
questo successo e data la volontà di espandere l’universo di
Creed attraverso molteplici film e spin-off, con almeno un
progetto pianificato incentrato sulla figlia di Adonis, Amara,
sembra proprio che anche Majors potrebbe avere un futuro in tale
contesto.
La domanda ora ovviamente è se il
personaggio di Majors in Creed 3,Damian,
sarà effettivamente coinvolto in qualche modo nel futuro universo
di Creed o no ma, almeno per ora Majors, non è pronto ad andare
oltre con i suggerimento sul suo possibile ritorno sul ring.
Parlando con Variety da un evento pre-Oscar, Majors ha infatti
affrontato la questione relativa ai piani di espansione di
Creed di Jordan e Amazon e ha affermato che naturalmente
gli piacerebbe far parte di quei piani, se richiesto.
“So che l’espansione
dell’universo di Creed è sempre stata un’aspirazione per Michael.
Non so fino a che punto lo porterà. Ho visto alcune cose che sono
molto eccitanti. Sarò coinvolto se il fratello Michael me lo
consentirà” ha dichiarato l’attore. Sulla base di quanto
avviene nel finale del nuovo film, è possibile effettivamente
immaginare un futuro per Damian negli ulteriori progetti previsti,
ma se e come questo si concretizzerà è ancora un mistero da
chiarire con il tempo.
Il 14 e 15 marzo
torna ancora una volta sul grande schermo, a 35 anni dalla sua
prima uscita in sala, Akira, il film
campione d’incassi diretto da uno dei maestri indiscussi del cinema
d’animazione e del fumetto giapponese. Il Circuito ha pensato a un
omaggio speciale per gli spettatori che acquisteranno online il
biglietto per assistere alle proiezioni previste nelle sale UCI
Cinemas: la special card del film, una
riproduzione dell’iconico pass utilizzato dai protagonisti, gadget
imperdibile per tutti i veri amanti del capolavoro di Katsuhiro
Ôtomo.
Il 14 marzo l’anime sarà proiettato
in lingua originale con sottotitoli in italiano, mentre il 15 marzo
i fan di questo pezzo di storia del cinema potranno ripercorrere le
vicende di Kaneda con un doppiaggio italiano fedele all’originale.
Entrambe le proiezioni offriranno ai fan la splendida opportunità
di ammirare questo capolavoro in una luce inedita, nella nuova
versione in 4k. Un appuntamento da non perdere con la Stagione
degli Anime al Cinema, distribuita da Nexo Digital in
collaborazione con Dynit, che riporta nelle sale una pietra miliare
nella storia dell’animazione in grado di fondere elementi di
2001: Odissea nello spazio, I guerrieri della
notte, Blade Runner e Il pianeta proibito.
Annoverato da Empire Magazine tra i 100 migliori film in lingua
straniera della storia del cinema e da Wired tra i 30 migliori film
di science fiction di tutti i tempi assieme
Blade Runner,
Gattaca e
Matrix, l’anime è tratto dall’omonimo manga di Ôtomo, che
ha curato la regia e si è occupato dall’elaborazione del layout
alle correzioni dei disegni chiave, sino a quando nel 1988 il film,
con la memorabile colonna sonora di Shoji Yamashiro, è arrivato
finalmente nelle sale conquistando milioni di fan in tutto il mondo
.
Akira
sarà proiettato il 14 marzo in lingua originale (con i
sottotitoli in Italiano) e il 15 marzo doppiato in
italiano in tutte le multisala del Circuito: UCI Bicocca
(MI), UCI Luxe Campi Bisenzio (FI), UCI Casoria (NA), UCI Montano
Lucino, UCI Firenze (FI), UCI Fiumara (GE), UCI Lissone (MB), UCI
Cinepolis Marcianise (CE), UCI Luxe Marcon (VE), UCI Molfetta (BA),
UCI Moncalieri (TO), UCI Orio (BG), UCI Parco Leonardo (RM), UCI
Porta di Roma (RM), UCI Reggio Emilia (RE), UCI Romagna Savignano
sul Rubicone (FC), UCI RomaEst (RM), UCI Torino Lingotto (TO), UCI
Verona (VR), UCI Curno (BG), UCI Ferrara (FR), UCI Fiume Veneto
(PN), UCI MilanoFiori (MI), UCI Perugia (PG), UCI Piacenza (PC),
UCI Sinalunga (SI), UCI Alessandria (AL), UCI Arezzo (AR), UCI
Showville Bari (BA), UCI Bolzano (BZ), UCI Cinemas Meridiana
Bologna (BO), UCI Catania (CT), UCI Certosa (MI), UCI Megalò (CH),
UCI Seven Gioia del Colle (BA), UCI RedCarpet Matera (MT), UCI Luxe
Maximo (RM), UCI Palermo (PA), UCI Pioltello (MI), UCI Luxe
Palladio (VI) e UCI Villesse (GO).
La trama di
AKIRA
Tokyo, 16 luglio 1988. È il luogo
dove il governo in gran segreto sta facendo degli esperimenti su
bambini con particolari percezioni extrasensoriali. L’esperimento
sfugge di mano e costringe il governo ad autorizzare di nascosto il
lancio di una boma atomica sulla città di Tokyo. Negli anni
successivi all’olocausto mondiale, la città di Tokyo è stata
ricostruita in un’immensa megalopoli chiamata Neo-Tokyo. Sono già
passati 31 anni da allora e all’insaputa di tutti, esclusi
pochissimi, l’esperimento psicologico continua. Una gang di
motociclisti, capitanata da Kaneda, si sta avviando verso la
periferia di Neo-Tokyo alla ricerca di guai, quando si imbatte
accidentalmente in un intrigo politico dove il governo compie
azioni che rasentano la fantascienza. Tetsuo, uno dei membri della
gang viene ferito in un incidente causato da un esperimento e a
sorpresa viene arruolato nell’esercito. Kaneda parte alla ricerca
dell’amico scomparso. La sua odissea nei meandri di Neo-Tokyo lo
porta a contatto con rivoluzionari, polizia segreta e il mistero di
Akira. Il risultato finale ci porta un filo di speranza sul futuro
dell’umanità intera. Ma questa possibilità non ci verrà data se non
a caro prezzo…
Dopo il
teaser trailer ecco il trailer completo
di Stranizza
d’amuri, il primo lungometraggio da regista di
Giuseppe Fiorello. Attore, sceneggiatore, produttore,
Giuseppe Fiorello porta sul grande schermo una
storia di un’amicizia e di un amore senza tempo, mai consumato e
per sempre ricordato. Ambientato tra Noto, Marzamemi, Ferla,
Buscemi, Priolo e Pachino, il film è interpretato da
Gabriele Pizzurro e Samuele
Segreto. Al loro fianco Fabrizia
Sacchi e Simona Malato nei ruoli delle
rispettive madri.
Stranizza d’amuri è anche
una canzone di Franco Battiato, il titolo del film è un omaggio al
Maestro siciliano la cui musica è grande protagonista del film.
Stranizza d’amuri è dedicato a Giorgio e Antonio, vittime
del delitto di Giarre, avvenuto nel 1980 in provincia di
Catania.
Stranizza D’Amuri, la trama
Giugno 1982, in una calda Sicilia
che freme per la Nazionale Italiana ai Mondiali di calcio, due
adolescenti, Gianni e Nino, si scontrano con i rispettivi motorini
lungo una strada di campagna. Dallo scontro nasce una profonda
amicizia, ma anche qualcosa di più, qualcosa che non viene visto di
buon occhio dalle famiglie e dai ragazzi del paese. Coraggiosi e
affamati di vita, Gianni e Nino non si curano dei pregiudizi, delle
dicerie e vivono liberamente. Una libertà che gli altri non
comprendono e non sono disposti ad accettare… Stranizza d’amuri è
dedicato a Giorgio e Antonio, vittime del delitto di Giarre,
avvenuto nel 1980 in provincia di Catania.
Ambientato tra una splendida Venezia
ed il confine con la Slovenia, The honeymoon è la
nuova commedia, a tratti più romantica o più d’azione, scritta e
diretta dal regista britannico Dean
Craig. La pellicola è già stata proiettata in alcune
limitate sale statunitensi a partire dal 16 dicembre 2022, mentre è
disponibile nel Regno unito dal 29 dicembre sulla piattaforma
streaming Prime video. Nel cast ritroviamo figure già
recentemente note nel cinema internazionale: l’attore Lucas
Bravo (l’affascinante chef Gabriel nella serie
Emily in Paris) interpreta il boss Giorgio, mentre
Maria Bakalova (Borat
seguito di film) qui è nei panni di Sarah. Ritroviamo anche
Asim Chaudhry(Black
mirror: bandernastch,
Wonder Woman 1984) nel ruolo di Bav e Pico
Alexander (Mike Shubin nel nuovo
Gossip Girl) come Adam.
The honeymoon: una luna di miele
indimenticabile
The honeymoon si
apre con il matrimonio di Adam e Sarah. Bav, migliore amico di Adam
e testimone di nozze, già si denota come un personaggio più che
comico ed impacciato: sembra che abbia perso gli anelli all’inizio,
per poi ritrovarli e farne cadere uno nel lago, fa un discorso per
il brindisi alquanto discutibile.
Giorni dopo, la coppia felice si sta
preparando per la partenza per il loro viaggio di nozze nella
romantica Venezia, quando Adam riceve una chiamata da un Bav molto
depresso ed abbattuto. Per paura che l’amico possa suicidarsi, Adam
lo invita ad unirsi al loro viaggio di nozze. Qui a Venezia la
convivenza tra i tre si dimostra essere da subito insostenibile;
Bav, troppo attaccato all’amico, finisce sempre per mettersi tra i
due innamorati.
Durante la vacanza i tre partecipano
ad una festa organizzata da Giorgio, affascinante nuova conoscenza
di Bav e boss mafioso. Qui Bav, con la sua goffaggine, rompe tutta
una serie di opere d’arte dal valore inestimabile; per ripagare
Giorgio, Bav e Adam diventeranno dei corrieri per la droga,
trasportando cocaina oltre il confine con la Slovenia, lasciando
Sarah come garanzia al boss.
Una action comedy
The honeymoon è
caratterizzato dalla copresenza di scene d’azione, soprattutto
nella seconda metà del film, e da una certa comicità tendente al
demenziale. Emblema di questa comicità è il personaggio di Bav:
amico di vecchia data di Adam, questo sembra non essere in alcun
modo cresciuto e maturato, restando anche ancorato alla relazione
da inseparabili che i due avevano da piccoli. Bav non ha filtri,
non comprende cosa può essere considerato giusto da dire o fare in
certi contesti, e, specialmente durante i primi giorni di luna di
miele di Adam e Sarah, non si rende conto di essere eccessivamente
invadente. Questo porta naturalmente al crearsi di contrasti anche
accentuati tra la sposa ed il migliore amico, ponendo Adam in una
posizione mediana tra i due.
Altro elemento interessante di
The honeymoon è la rappresentazione parzialmente
stereotipata dell’Italia e degli italiani: è generalmente noto come
nel panorama internazionale il bel paese sia noto solo per il cibo,
l’arte e… la mafia! Ciononostante, pur risultando sgradevole per
gli italiani ad essere rappresentati sempre come boss mafiosi, la
presenza di tali stereotipi accentua la comicità della
pellicola.
La rappresentazione di
un’amicizia tossica
Un tema focale in The
honeymoon è l’amicizia tra Bav e Adam: amici da una
vita, i due continuano ad essere come fratelli l’uno per l’altro.
Bav cerca di mantenere tra i due lo stesso rapporto di quando erano
adolescenti, volendo stare sempre col suo migliore amico e non
rendendosi conto dei cambiamenti che ci sono stati nelle loro
vite. Questo crea tra i due quella che si potrebbe definire
un’amicizia tossica: Adam ammette di stare con Bav per proteggerlo,
e perché sono amici da sempre, ma lui stesso critica di continuo
l’amico e ne è effettivamente infastidito. Bav, continuando ad
aggrapparsi al passato, assilla l’amico, e non gli garantisce gli
spazi ormai necessari; anzi, cerca di passare ancora più tempo con
Adam, realizzando che, una volta sposato con Sarah, non sarebbero
più stati amici come prima.
Focale è quindi il principio per cui
anche le amicizie possono tramutarsi in relazioni tossiche e quasi
soffocanti. Ed, inoltre, anche le amicizie stesse sono destinate a
cambiare con il corso del tempo, ma, come afferma anche lo stesso
Adam nel film, ciò non significa che l’affetto verso l’altra
persona venga meno.
Si chiude il racconto della serie
Rai Sei Donne – il mistero di Leila, una
produzione IBC Movie in collaborazione con
Rai Fiction, creata da Ivan
Cotroneo e Monica Rametta, per la regia
di Vincenzo Marra, in onda con l’ultima puntata
martedì 14 marzo in prima visione su Rai1 – Con
Maya Sansa,
Isabella Ferrari, Ivana Lotito e con Denise
Tantucci, Alessio Vassallo e la partecipazione di
Maurizio Lastrico
Un giallo
psicologico nel quale la ricerca della
verità si incrocia con le storie di sei donne di
oggi – Anna, Michela, Alessia, Viola, Aysha,
Leila – ciascuna con un proprio vissuto, ciascuna con
i propri segreti, rappresentative di un universo femminile
contemporaneo, tra determinazione e fragilità, amore e
odio, costrizioni e libertà.
Sei Donne – il mistero di Leila, la trama dell’ultima
puntata
La PM Anna Conti
(Maya Sansa), alla ricerca di qualche indizio, continua a
visionare i video del centro sportivo, sede degli allenamenti di
atletica di Leila (Silvia Dina Pacente),
e si rende conto che la ragazza è molto cambiata dopo l’estate
appena trascorsa. Decide così di interrogare Aysha
(Cristina Parku), la migliore amica di Leila, compagna di
scuola e di atletica della ragazza. Aysha, come aveva fatto nei
primi interrogatori, dice di non sapere nulla. In realtà, quanto
successo al loro primo incontro dopo l’estate emerge nei suoi
ricordi: Leila stava male.
Tutte le verità vengono a galla
durante il sopralluogo di Anna e dell’ispettore
EmanueleLiotta (Alessio
Vassallo) alla villa al mare dove Leila passava le estati con
la sua famiglia. Sarà proprio andando lì che si arriverà a scoprire
cosa è veramente successo a Leila.
https://youtu.be/YXPc2bh3Fn0
https://youtu.be/a9x3AjWf2ro
https://youtu.be/ERoevRKCMZ4
https://youtu.be/ILcPeLLnui0
Realizzata con il contributo di
Apulia Film Fund della Fondazione Apulia
Film Commission, la serie restituisce la fotografia di una
Tarantoinedita e contemporanea,
a fare da cornice a un racconto corale dove le storie dei
protagonisti si intrecciano con un tessuto territoriale lontano da
stereotipi.
“Sei Donne – Il Mistero di Leila” è
una produzione IBC Movie in collaborazione
con Rai Fiction, in onda da martedì 28
febbraio in prima serata su Rai1 per
3puntate (3 episodi da 100
minuti). Creata da Ivan Cotroneo e Monica
Rametta. Prodotta da Beppe Caschetto e
Anastasia Michelagnoli. Produttori Rai
Leonardo Ferrara, Francesca Loiero e Daniela
Troncelliti.
Regia di Vincenzo Marra.
Secondo lo scrittore-produttore
Christopher Miller, Spider-Man: Across
the Spider-Verse (qui il primo trailer), sequel
del film d’animazione vincitore del
premio Oscar, possiede un inatteso legame con il film
L’impero colpisce ancora, secondo capitolo (in ordine di
uscita) della saga di Star
Wars. Parlando con Empire Magazine
dell’atteso film Miller ha infatti dichiarato: “Le persone che
hanno visto il film ci hanno detto che sembra che L’impero colpisce
ancora dello Spider-Verse franchise“, aggiungendo: “Ti
mostra mondi che non hai mai visto, ed è una storia emozionante che
finisce in proprio un momento per cui dovrai vedere il terzo.
Quindi, sì: questo è il nostro L’impero colpisce ancora“.
Come noto, L’impero colpisce
ancora è ancora oggi considerato da molti fan di Star
Wars come il miglior film del franchise, ma quando è uscito
per la prima volta nel 1980 nessuno sapeva se fosse in arrivo un
lieto fine o meno per i loro amati eroi. Il film si interrompe
infatti con una massiccia sconfitta per i protagonisti e con Luke
Skywalker che apprende che suo padre è in realtà Darth Vader. Gli
spettatori hanno poi dovuto aspettare tre anni per sapere
finalmente cosa è successo dopo con Star Wars: Episodio VI – Il
ritorno dello Jedi.
Qualunque siano gli sconvolgenti
eventi alla fine di Across the Spider-Verse, le
persone non dovranno aspettare un simile lasso temporale per
scoprire cosa accadrà nel già annunciato terzo film. Al momento,
Across the Spider-Verse uscirà nelle sale il 2
giugno 2023, mentre il terzo capitolo, Spider-Man: Beyond the
Spider-Verse, è infatti previsto per il 29 marzo
2024. Originariamente, inoltre, è indicativo sottolineare
che i due film erano rispettivamente intitolato Spider-Man:
Across the Spider-Verse – Parte prima e Parte
seconda, proprio a indicare che il primo lo stretto legame che
li unisce a livello narrativo.
Dopo aver stregato la critica
internazionale e aver vinto numerosi premi, tra cui Miglior film
alla Semaine de la Critique del Festival
di Cannes 2021, Gran premio della Giuria al Torino Film
Festival 2021, Miglior film internazionale al Calgary International
Film Festival in Canada e Miglior film ai Roberto Rossellini Awards
del China’s Pingyao International Film Festival, il curioso
lungometraggio Il Capofamiglia (titolo originale
Feathers), nonché promettente esordio alla regia
dell’egiziano Omar El Zohairy, arriverà nei
cinema italiani con
Wanted Cinema dal 16 marzo.
IL CAPOFAMIGLIA di
Omar El Zohairy, in cui magia e realtà si fondono per
raccontare la vita di una famiglia in Egitto oggi, è una favola
nera moderna che non mancherà di colpire lo spettatore, grazie
anche alla straordinaria e pluripremiata interpretazione
dell’attrice esordiente Demyana Nassar. IL
CAPOFAMIGLIA diretto da Omar El Zohairy arriverà nei
cinema italiani con Wanted Cinema dal 16 marzo.
SINOSSI – Durante una festa di
compleanno in casa, un incantesimo va storto e il padre di una
modesta famiglia egiziana, un uomo autoritario e brutale, viene
trasformato in un pollo. Una valanga di assurde conseguenze si
abbatte su tutta la famiglia: la madre, la cui vita era interamente
dedicata a marito e figli, deve prendere in mano la situazione e
provvedere alla famiglia. Mentre muove mari e monti per riportare
il marito indietro e tenerlo al sicuro, la donna attraversa una
trasformazione totale.
In vista dell’imminente inizio
della produzione del film Blade,
continuano a circolare rumor riguardo i motivi dei ritardi a cui il
lungometraggio è andato incontro. Tra questi, vi sarebbero le
frustrazioni dell’attore premio Oscar Mahershala Ali
nei confronti della sceneggiatura. L’insider del settore,
Jeff Sneider, ha affermato che Ali avrebbe
richiesto “continuemodifiche alla
sceneggiatura“, per via della sua volontà di realizzare la
propria visione del personaggio. Questa non è però la prima volta
che il progetto ha subito battute d’arresto durante la sua fase di
pre-produzione.
Un altro motivo del ritardo di
Blade è
stato l’abbandono a sorpresa del suo regista originale
Bassam Tariq, che ha lasciato il film Marvel “a causa dei continui
cambiamenti” nel suo programma di produzione. Ali, come noto,
interpreterà l’omonimo iconico cacciatore di vampiri, un
personaggio che ha già fatto il suo debutto nel Marvel Cinematic Universe nel 2021
attraverso un breve cameo vocale durante la scena post-crediti di
Eternals. È stato anche confermato che Blade
sarà ora diretto da Yann Demange di Lovecraft
Country da una sceneggiatura scritta da Michael
Starrbury, basata sulla prima bozza di Stacy
Osei-Kuffour.
Dopo l’annuncio del coinvolgimento
di Demange, Tariq ha immediatamente espresso il suo sostegno
attraverso i social media, descrivendo il regista francese come un
“caro amico e fratello“. Stando all’attuale sinossi, ad
ogni modo, il film sarà incentrato sulla missione dell’eroe vampiro
liberare il mondo dai suoi simili malvagi, nel tentativo di
vendicare sua madre, che è stata uccisa da un vampiro. Non è però
noto se i cambiamenti richiesti da Ali modificheranno pesantemente
la trama o la lasceranno grossomodo inalterata. Salvo ulteriori
ritardi, le riprese del film dovrebbero ora avere luogo durante la
primavera, con un uscita in sala fissata al 6 settembre 2024, come
parte della Fase Cinque dell’MCU.
Dopo il grande
successo di Trash,
Al-One ha presentato il suo nuovo progetto al
mondo dell’animazione nel corso dell’edizione 2023 del
Cartoon Movie di Bordeaux, uno dei più importanti
appuntamenti internazionali del settore.
Forest, questo è il titolo del nuovo
film, già in fase di sviluppo e ancora diretto da Luca
Della Grotta e Francesco Dafano. Come il precedente, anche
questo film ha un’anima profondamente ambientalista e veicola un
messaggio importante soprattutto per i più giovani, destinati a
preservare nel modo migliore la nostra casa chiamata Terra.
Il CEO di Al-One e
produttore, Alan Vele, e Mario
Lanti, anche lui produttore del film, hanno presentato
Forest nella sessione di pitching del 9
marzo, introducendo al mondo dell’animazione i nuovi personaggi
nati dalla fantasia del team creativo della factory e le avventure
che porteranno sullo schermo. Il riscontro da parte degli operatori
presenti è stato estremamente positivo, con numerose manifestazione
d’interesse per sostenere le prossime fasi di sviluppo del
progetto.
È la quarta
sessione di pitch per Forest, già
raccontato nelle diverse fasi dello sviluppo produttivo al
Cinekid di Amsterdam 2021, al Cartoon
Movie 2022 e al Kids Kino Industry di
Varsavia dello scorso ottobre.
Un ulteriore passo
avanti per un progetto che, come Trash, è
completamente indipendente e che arriverà nelle sale nel 2025, con
l’obiettivo di superare i grandi risultati ottenuti dal film
precedente.
Trash è stato presentato in anteprima
come evento speciale fuori concorso alla Festa del Cinema di Roma
2021 ed è poi uscito nelle sale e venduto in oltre quaranta paesi.
Un mondo ancora in piena espansione che ha vinto premi nei più
importanti festival internazionali: Il Silver Remi al
WorldFest di Houston, il Pulcinella Award per la
migliore regia a Cartoons on the Bay 2021, Miglior
Film al Giffoni Film Festival 2021 nella sezione
School Experience, Premio Mario Verdone al
Festival del cinema europeo di Lecce 2021.
Trash ha avuto la sua premiere mondiale
allo Shangai International Film Festival ed è
stato selezionato dal Locarno Film Festival 2021
nella sezione Kids.
Dal 2012, ovvero a partire dal film
The Avengers, ad interpretare il gigante verde
Hulk nel Marvel Cinematic Universe è
l’attore Mark Ruffalo.
Prima di lui, però, nel film del 2008 L’incredibile Hulk
era stato Edward Norton
ad interpretare tale personaggio. Ruffalo, commentando ora questa
sostituzione, ha descritto il momento in cui ha avuto la sua prima
interazione con Norton con una sola parola:
“imbarazzante“. “No, voglio dire, non gli ho
parlato, ma l’ho contattato, come facciamo ora quando non vogliamo
parlare. E io ero tipo, ‘Ehi, amico’, e lui è tipo, ‘ No, va bene.’
Voglio dire, è stato strano”, ha aggiunto poi l’attore.
Come noto, L’incredibile
Hulk di Norton è stato il secondo film dell’MCU ad essere rilasciato dopo il
successo dell’Iron Man con Robert Downey
Jr.. Mentre il primo film ha dato il via alla Fase Uno
dell’MCU ed è stato un ritorno alla
carriera per Downey, Hulk è invece stato afflitto da una produzione
travagliata, guidata dalle riscritture della sceneggiatura di
Norton e dagli scontri con i produttori. Nonostante le recensioni
decenti e un incasso mondiale di 265 milioni di dollari in tutto il
mondo, L’incredibile Hulk non ha infine soddisfatto
le aspettative della Marvel.
Durante la produzione di Captain
America: Il primo Avenger del 2011, il presidente dei Marvel StudiosKevin Feige ha
poi annunciato un cambio di cast per Hulk, con Ruffalo chiamato a
sostituire Norton. Quest’ultimo, tuttavia, non ha mai espresso
rammarico per aver perso il ruolo. “Ma sai… non credo… non so
quanto Edward ci fosse affezionato. Penso che avesse un’opinione
più del tipo, ‘Oh, grazie a Dio. Lasciate che Ruffalo se ne
occupi.’ Ma è stato bellissimo. Siamo amici. Non è mai venuto fuori
come un problema. Mi ha benedetto”. L’Hulk di Ruffalo è stato
poi molto apprezzato dai fan dell’MCU ed è ancora oggi uno dei
personaggi di punta della saga.
Il sequel di The
Joker di Todd Phillips, Joker:
Folie à Deux, è ancora in fase di riprese a New York,
e queste ultime foto e video dal set ci danno un nuovo sguardo a
Lady Gaga nei panni di Harley
Quinn. Todd Phillips ha già condiviso uno
sguardo ufficiale alla pluripremiata vincitrice di Grammy nel
suo look Harley accanto a Joaquin Phoenix nei panni di Arthur
Fleck, ma questi scatti sembrerebbero indicare la produzione
sta girando ancora le sequenze urbane del film dove il personaggio
è con ogni probabilità ancora nei panni della dottoressa Harleen
Quinzel (ammesso che questa sia l’origine del personaggio). Si dice
che questa interpretazione di Harley
Quinn apparirà come un’altra paziente di Arkham.
Guarda le foto e il video dal seti di Joker:
Folie à Deux ai link di seguito. Nella notte Lady Gaga
è stata protagonista di una performance durante la notte degli
Oscar quando è salita sul palco per cantare la sua. ,
“HoldMy Hand” da Top Gun:
Maverick.
Joker:
Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix mentre riprende il suo ruolo
vincitore dell’Oscar come il cattivo DC JOKER. Il sequel presenterà
anche il ritorno di Sophie di
Zazie Beetz insieme ai nuovi arrivati
Brendan Gleeson, Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry
Lawtey. I dettagli della trama sono ancora per lo più
nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà ad
Arkham Asylum e conterrà significativi “elementi
musicali”.
Rumors recenti inoltre hanno anche suggerito che la
versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di
quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge
interamente dal suo punto di vista.
Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un successo sia
di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1
miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il
maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da
numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden
Globe, sia per il miglior attore che per il miglior suono
originale.
È stato confermato, attraverso un
nuovo spot televisivo, che Wonder Woman, interpretata da Gal Gadot
apparirà nel nuovo film DC Shazam! Furia
degli Dei. Mentre, come noto, un nuovo universo
DC è in arrivo, il DCEU ha ancora alcuni film dalla sua che
usciranno nel corso del 2023. Il primo di questi è Shazam!
Furia degli Dei, con Zachary Levi
pronto a riprendere il ruolo del supereroe del titolo. Il sequel,
stando a quanto già anticipato, vedrà la famiglia Shazam affrontare
l’incombente minaccia delle Figlie di Atlante.
In uscita in Italia il 17
marzo, il film si sta ancora mostrando attraverso alcuni
ultimi spot pubblicitari. Proprio uno di questi lascia ora
intendere che l’Amazzone interpretata dalla Gadot e già
protagonista di due film, sarà in qualche modo coinvolta nel film.
La cosa ha un certo senso, se si considera che i villain del film
saranno alcuni dei dell’olimpo. Non è però dato sapere quanto a
lungo Wonder Woman sarà presente nel film né quali saranno le sue
azioni nel film. Più probabilmente, il suo sarà solo un breve
cameo, cosa che farà ugualmente piacere ai suoi fan.
Come noto, il futuro del personaggio
nel DCU è incerto. Wonder Woman 3 era stato
inizialmente approvato dopo Wonder Woman 1984, ma lo studio ha
abbandonato il progetto sul finire del 2022. Con il sequel che non
si adattava agli attuali piani dei DC Studios, il futuro della
Gadot come Wonder Woman deve dunque ancora essere deciso. C’è
comunque la possibilità che l’attrice possa far parte dell’Universo
DC e lo stesso Gunn ha indicato che Diana sarà una parte importante
del DCU, ma resta da vedere esattamente in che modo.
Magari proprio dopo Shazam! Furia degli Dei si potrebbero
ricevere novità relative a Wonder Woman.
James Gunn,
noto per aver diretto Guardiani della
Galassiae The Suicide Squad, sembrerebbe pronto a
svolgere un doppio compito per il film Superman:
Legacy della DC
Universe. Non solo egli è lo sceneggiatore del film, ma sarebbe
ora pronto per esso a ricoprire anche il ruolo di regista. Come
ormai noto, Gunn e Peter Safran sono i nuovi due
co-CEO del DC
Universe, chiamati a rivitalizzare questo attraverso una serie di nuovi progetti e il
nuovo film dedicato a Superman è proprio uno di questi. La
pellicola, che farà parte del Capitolo 1 del nuovo DCU, chiamato Gods and Monsters, aveva
già dalla sua Gunn come sceneggiatore, mentre rimaneva vacante il
posto per il regista.
Nelle ultime settimane, però, ci
sono state segnalazioni secondo cui Gunn avrebbe ora anche
intenzione di diregere il film. Warner Bros. Discovery e DC Studios
non hanno ancora rilasciato dichiarazioni a riguardo, ma nel
frattempo lo stesso Gunn si è trovato a dover smentire alcuni rumor
emersi nelle ultime ore, ovvero quelli relativi all’inizio dei
casting per il film. Tramite il proprio profilo Twitter, infatti,
Gunn ha risposto ad un commento dove si riportava che egli avesse
iniziato la ricerca del giusto interprete per Superman che abbia
un’età compresa tra i 20 e i 30 anni.
La risposta di Gunn non si è però
fatta attendere, offrendo semplicemente un “No, non abbiamo
neanche ingaggiato un direttore del casting”. Resta però
aperto il dubbio su chi dirigerà il film, con Gunn che a questo
punto diventa il più probabile a ricoprire tale ruolo. Bisognerà ad
ogni modo attendere ancora un po’ per qualche ulteriore
informazione, considerando che il film ha una data di uscita
fissata al 2025. Ad oggi sappiamo unicamente che
il film si concentrerà su un Superman particolarmente più giovane
delle precedenti versioni cinematografiche, ai suoi primi giorni
come supereroe.
In occasione della notte degli
Oscar 2023, è stato diffuso il nuovo trailer de La
Sirenetta, con Halle Bailey protagonista, nei panni, anzi
nella coda della nuova Ariel.
Tutto quello che sappiamo su
La Sirenetta
Non sappiamo ancora molto di questa
interpretazione della storia de La
Sirenetta, ma in base a ciò che abbiamo visto
finora, il regista Rob Marshall non si prenderà
troppe libertà dal classico animato su cui si basa la storia
originale. Halle Bailey recita al fianco di Jonah-Hauer
King nei panni del principe Eric, Melissa McCarthy nei panni di Ursula, Javier Bardem nei panni di Re Tritone,
Jacob Tremblay nei panni di Flounder,
Daveed Diggs nei panni di Sebastian e
Awkwafina nei panni di Scuttle.
La
Sirenetta conterrà la musica del classico animato
e quattro nuove canzoni. Lin-Manuel Miranda, che in precedenza ha
lavorato con Marshall in Il
ritorno diMary
Poppins, comporrà anche la musica originale per
Mermaid insieme ad Alan Menken. La
Sirenetta è l’amata storia di Ariel, una giovane
sirena bella e vivace con una sete di avventura. La più giovane
delle figlie di re Tritone e la più ribelle, Ariel desidera saperne
di più sul mondo al di là del mare e, mentre visita la superficie,
si innamora dell’affascinante principe Eric. Mentre alle
sirene è vietato interagire con gli umani, Ariel deve seguire il
suo cuore. Fa un patto con la malvagia strega del mare,
Ursula, che le dà la possibilità di sperimentare la vita sulla
terraferma, ma alla fine mette a repentaglio la sua vita e la
corona di suo padre. Il film arriverà nelle sale il 26 maggio
2023.
Ecco tutti i vincitori degli
Oscar 2023, la 95° edizione degli Academy Awards.
Con sette statuette portate a casa, tra cui miglior film e miglior
regia,
Everything Everywhere All at Once conquista il tetto di
Hollywood quest’anno. Le sue 11 nomination hanno quindi portato
frutto, come, in misura minore, le 9 di
Niente di nuovo sul fronte occidentale, con 4 premi, ma lo
stesso non si può dire per Gli
Spiriti dell’Isola e The
Fabelmans, che invece vanno a casa a mani vuote.
Mentre manca davvero poco alla
cerimonia degli Oscar 2023, la 95° edizione del premio assegnato
dagli Academy Awards, arrivano i primi scatti dal red carpet, che
mettono sotto i riflettori uno degli aspetti più dibattuti e
“interessanti” della notte delle stelle: abiti, look e glamour.
Film mitico nel modo in cui è
passato alla storia, imponente nella sua durata, libertino e crudo
nelle modalità di racconto,
Grand Prix du Jury al Festival
di Cannes del 1973 dove fece scandalo, e rimasto
invisibile per decenni, arriva dal 13 marzo per la prima volta al
cinema La maman et la putain di Jean
Eustache. Falsa commedia di buone maniere, contrappunto
acido alla Nouvelle Vague, vero diamante nero del cinema
francese, il film di Eustache è tutto incentrato
su un certo modo attento di parlarsi, un certo modo di uomini e
donne di cercarsi, di incontrarsi, di mancarsi e di farsi soffrire,
che risuona con i temi di oggi ma in un modo forse meno codificato,
più ambiguo, più rischioso e quindi più sincero.
La maman et la putain, l’odissea
per arrivare al pubblico
La maman et la
putain racconta alcuni giorni della vita di un giovane
ozioso, Alexandre (Jean-Pierre
Léaud), che passa la maggior parte della sua
quotidianità a chiacchierare nei caffè. Vive con la sua amante
Marie, interpretata da Bernadette
Lafont, mentre cerca di convincere la sua ex fidanzata
Gilberte, interpretata da Isabelle
Weingarten, a tornare da lui. Dall’altro lato, inizia a
frequentare Veronika (Françoise
Lebrun), una giovane infermiera che incontra per
strada.
Il 19 gennaio 2022, Charles
Gillibert, direttore della casa di produzione e
distribuzione Films du
Losange, ha dichiarato a Le Monde che Boris
Eustache, figlio di Jean Eustache, gli
aveva ceduto i diritti di tutti i film del padre. Il film di punta
del regista prematuramente scomparso era praticamente introvabile,
a parte una fuggevole trasmissione sul canale francese Arte nel
2013, un DVD d’importazione giapponese e una pallida copia su
YouTube che nel frattempo è stata rimossa. Boris
Eustache ne ha bloccato i diritti per decenni, per ragioni
che gli sono proprie; i fortunati spettatori che l’avevano visto
formavano una cerchia che condivideva un magnifico segreto.
Grazie all’accordo tra Boris
Eustache e Les Films du Losange (una
delle case di produzione originali del film), l’opera di
Eustache è stata restaurata in 4K, con l’aiuto dei
direttori della fotografia che hanno partecipato alle riprese, come
Jacques Besse o Caroline
Champetier, in collaborazione con il laboratorio di
restauro cinematografico L’Immagine
ritrovata.
France – NB – 3h40 – sortie: 17 mai 1973 – reprise: mai 2022 – V.
restaurée – Réalissateur-Scénariste: Jean Eustache – LEGENDE PHOTO:
Jean-Pierre Léaud – Bernadette Lafont – Françoise Lebrun – AVEC:
Bernadette Lafont: Marie – Jean-Pierre Léaud: Alexandre – Françoise
Lebrun: Veronika –
Un film “mostruoso” per forma e
contenuto
La maman et la
putain è un film “mostruoso” e totalizzante già per la sua
lunghezza – circa tre ore e quaranta di film – ma soprattutto per
il suo contenuto: si configura infatti come un tuffo in un mondo in
bianco e nero dove la parola è sovrana. A dominare questo mondo è
Alexandre, un giovane dandy, senza lavoro né
soldi, che vive con Marie che, letteralmente, lo
mantiene. Alexandre cerca dapprima di riallacciare i rapporti con
Gilberte, ex fidanzata che lo ha lasciato, ma lei
lo respinge. Incontra poi Veronika, un’infermiera,
che inizia a frequentare mentre sta ancora con Marie. Tutto la
trama del film si giocherà tra questi tre individui, in un
triangolo amoroso impossibile, un’equazione matematica
irrisolvibile. Lontano dai personaggi di François
Truffaut, Jean-Pierre Léaud interpreta qui un
Alexandre cupo e compiaciuto, che declama i suoi
monologhi come a teatro, davanti a un pubblico attento e
affettuoso. A poco a poco, scorgiamo, dietro l’intrattenitore
pubblico, un essere privo di empatia per gli altri, terribilmente
egoista e codardo: ascolta solo se stesso, parlare senza rendersi
conto del male che sta facendo a chi lo circonda. Il linguaggio è
come una maschera per quest’uomo che ha difficoltà a fare delle
scelte e che si sottrae ad ogni dovere, nascondendo le proprie
emozioni.
Veronika
(Françoise Lebrun, al suo debutto cinematografico)
incarna il corpo femminile come dono, il sesso e l’amore. “Se
incontro un ragazzo, vado con lui, non ho problemi, posso scopare
con chiunque“, dice. Parla senza mezzi termini, dice le cose
come stanno, affronta la vita pienamente, senza averne paura, a
differenza di Alexandre. Marie
(Bernadette Laffont) è invece la “vecchia
padrona“. È, chiaramente, la madre del titolo, tutto ruota
intorno a lei, tutto si svolge nella sua casa, nel suo letto.
Permette ad Alexandre di andare e venire,
controlla e manipola, mentre si illude dell’amore che lui potrebbe
provare per lei.
Tra film e documentario
Se La maman et la
putain è un film dalla portata epica, è anche perché sfuma
i confini tra fiction e documentario. È un eufemismo dire che il
regista ha basato il suo film sulla propria vita: innanzitutto, ha
avuto una relazione con Françoise Lebrun, che lo
ha lasciato prima delle riprese. Durante la loro relazione aveva
frequentato altre donne, tra cui Marinka
Matuszewski, un’infermiera che appare in una scena
all’inizio del film quando Alexander la scambia
per Veronika. Françoise Lebrun
interpreta Veronika, ma nella vita reale è il
personaggio di Gilberte che lascia Alexandre all’inizio del film
(il regista fece ascoltare alla Lebrun
registrazioni della voce di Marinka per trarne
ispirazione).
Eustache aveva
anche iniziato una frequentazione con Catherine
Garnier, sua costumista e assistente: il film è stato
girato proprio nel suo appartamento e il regista chiese a
Laffont di utilizzarla come ispirazione per il suo
ruolo. Dopo la proiezione del primo montaggio, Catherine
Garnier si suicidò; un atto che prefigurava quello dello
stesso regista, che si sparò al cuore nel novembre 1981. Questo
complicato rapporto tra realtà e finzione mostra chiaramente
l’approccio del regista, che archivia quanti più elementi possibili
della sua vita privata e li inietta nella sua finzione.
La maman et la
putain stato girato come un documentario: audio in presa
diretta, nessuna rimaneggiamento in post-produzione. Si percepisce
davvero la Parigi dell’epoca, con tutti i suoi rumori, che arrivano
addirittura a coprire i dialoghi. Amante del cinema muto e dei
fratelliLumière,
Eustache ha privilegiato un formato quadrato
(1.33:1) e un bianco e nero ad alto contrasto. La Maman et
la putain è anche un film totale, che gli conferisce uno
status particolare nella storia del cinema.
Eustache ha voluto metterci tutto se stesso, come
se fosse il suo primo film: è un film che lascia un’impressione
profonda nello spettatore, che ne esce con la strana sensazione di
aver condiviso spezzoni di vita del regista.
La caduta di Alexandre
La Maman et la
putain inizia quando il protagonista si alza dal letto e
finisce con questo che si mette in ginocchio. Il film di
Jean Eustache segue la traiettoria della caduta di
Alexandre, di cui rimane un’ultima immagine
significativa: il volto deformato da un sorriso fugace. Questa
bocca piena di parole, che non finisce mai di riversale, fa
un’ultima smorfia nervosa, come se subisse l’effetto negativo del
suo stesso traboccare. Improvvisamente ammutolita, non riesce
comunque a smettere di tacere e si apre di nuovo in questa smorfia
per esprimere la sofferenza di un corpo smarrito, disturbato,
stordito per essere caduto così in basso. Ciarlatano disinvolto,
Alexandre credeva di avere il controllo di se
stesso e alla fine si rivela un burattino. La sua facilità di
parola, di cui era dotato grazie a un intellettualismo altezzoso
unito a un dandismo ostinato, ha ingannato il suo stesso mondo:
parlare è mentire. Davanti alla cinepresa impassibile di
Eustache, la carne tradisce l’inganno del
discorso, per passare l’ultima parola al corpo.
La maman et la
putain è una meditazione dolorosa e malinconica sulla vita
appesantita dal peso della morte, una vita che passiamo fingendo di
vivere, fino a quando non siamo esausti e cadiamo. “Non ho una
vocazione per la vita“, dice Alexandre verso
la fine del film, con l’acuta consapevolezza di chi è stato
umiliato dalla morte.
Affermatosi come uno dei più famosi
attori di action movie orientali, Jackie Chan ha
nel corso dei decenni dato vita a veri e propri titoli cult, dove
ha potuto sfoggiare il suo particolare stile di combattimento che
unisce le arti marziali alla mimica del cinema muto. Giunto ad
Hollywood, ha sempre più dato vita ad ibridi contenenti tanto le
sue tradizioni orientali quanto quelle del cinema statunitense.
Dopo il successo di Pallottole cinesi,
l’attore è tornato a recitare nel sequel di questo, intitolato
2 cavalieri a Londra. A dirigerlo vi è
ora David Dobkin, celebre anche per i film comici
2 single a nozze e il recente Eurovision Song Contest – La
storia dei Fire Saga.
Dopo aver ambientato il precedente
nel fervido far west statunitense, la vicenda si sposta ora nella
Londra vittoriana, luogo di contraddizioni sociali ed etichette di
classe. Riconfermata la coppia di protagonisti comici, il film è
arrivato a dotarsi di grandi ricostruzioni scenografiche e di
costumi, che hanno permesso di rendere ulteriormente realistica
l’epoca in cui la vicenda si svolge. Con un budget di 50 milioni di
dollari, 2 cavalieri a Londra ha a sua volta raccolto
successo di critica e pubblico, ottenendo un incasso di circa 90
milioni. Ciò portò i produttori a preparare anche un terzo
capitolo, ad oggi però mai realizzato.
Per tutti i fan dell’attore, come
anche del genere arti marziali, in 2 cavalieri a Londra
sarà possibile ritrovare tutti gli elementi più caratteristici di
questo, il tutto fuso con tanta comicità e avventura. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
2 cavalieri a Londra: la trama del film
La vicenda ha luogo nel 1887, quando
il padre di Chon Wang viene ucciso da un Lord
inglese di nome Nelson Rathbone, il quale ruba poi
anche un prezioso Sigillo imperiale. Tale rarità sarà consegnata
nelle mani di Wu Chon, il fratello invidioso
dell’imperatore cinese. In cambio, egli aiuterà Rathbone a divenire
re d’Inghilterra attraverso un colpo di stato contro tutti i
regnanti inglesi, compresa la regina Vittoria. La sorella di Wang,
Chon Lin, decide allora di partire per Londra, al
fine di vendicare suo padre. Allo stesso tempo, Wang, ora sceriffo
di Carson City, parte alla volta della capitale inglese per lo
stesso motivo, accompagnato dall’amico Roy
O’Bannon.
Arrivati a Londra, questi
scopriranno così del malvagio complotto che mina la sicurezza del
regno della regina. Sarà loro compito fermare Rathbone e Chonprima
che sia troppo tardi. A complicare la situazione vi saranno però
una numerosa serie di comici imprevisti e di incontri con
personaggi particolarmente noti della società inglese.
L’incontro tra Roy, Wan e Lin, porterà inoltre il primo ad
infatuarsi della sorella del suo amico. Nel tentativo di tenerlo
lontano da Lin, Wang farà di tutto per trovare il suo antico rivale
e vendicare il padre.
2 cavalieri a Londra: il cast del film
Come anticipato, ad interpretare
nuovamente il protagonista Chon Wang vi è l’attore Jackie
Chan. Questi, come suo solito, apportò molte delle proprie
capacità fisiche al personaggio, il quale sfoggia tutte le più note
mosse di arti marziali di cui l’attore è capaceGe. Da sempre
particolarmente atletico e intraprendente, Chan eseguì
personalmente tutte le scene più complesse. Ad interpretare il
ruolo di Roy O’Bannon vi è nuovamente il celebre comico Owen Wilson.
Attore di alcune tra le più celebri commedie statunitense degli
ultimi decenni, da Zoolander a 2 single a nozze…,
questi accetto ben lieto di partecipare al sequel, avendo trovato
estremamente divertente il precedente set.
Per il ruolo di Chon Lin, la sorella
del protagonista, il regista faticò non poco a trovare un’attrice
in grado di recitare in inglese ed eseguire i combattimenti
previsti. Egli si imbatté casualmente in alcuni video di
Fann Wong, trovandola perfetta per la parte. Data
la bravura dell’attrice, il personaggio è stato inserito in molte
più scene. Nei panni del malvagio Wu Chon vi è invece il celebre
Donnie Yen, celebre per la saga di Ip
Man. Per la prima volta, l’attore ha qui avuto modo di dar
vita ad un combattimento di arti marziali con Jackie Chan. Nel film
sono poi presenti gli attori Aaron
Taylor-Johnson nei panni di Charlie Chaplin,
Tom Fisher in quelli di Arthur Doyle, e
Oliver Cotton in quelli di Jack Lo Squartatore.
Aidan Gillen è
Lord Nelson Rathbone, mentre Gemma Jones veste i
panni della regina Vittoria.
2 cavalieri a Londra: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di 2
cavalieri a Londra unicamente grazie alla sua
presenza nel palinsesto televisivo di sabato 11
marzo alle ore 21:10 sul canale
TwentySeven. Il film non è infatti attualmente
disponibile su nessuna delle principali piattaforme di streaming
attive in Italia.
Come ogni giorno prima della
cerimonia dei premi Oscar, anche quest’anno i Razzie
Awards, dedicati al peggio del cinema, hanno svelato i
vincitori dei temuti premi. Il film più candidato di quest’anno era
Blonde, dedicato alla
figura di Marilyn Monroe, che si è infine portato
a casa ben 2 premi, quello del Peggior
film e della Peggior sceneggiatura. Altri
candidati particolarmente importanti erano il film Disney
Pinocchio (da non confondere con
il Pinocchio di Guillermo
del Toro, candidato invece agli Oscar) con 6 nomination e
un premio vinto, quello per il Peggior Remake, Rip-Off or
Sequel, Jurassic World: Ildominio, con 5 nomination ma nessuna
vittoria.
Elvis,
il film candidato all’Oscar, era invece presente per via delle
nomination ricevute da Tom Hanks nelle
categorie Peggior attore non protagonista e
Peggior Screen Combo. L’attore premio Oscar ha poi
vinto entrambi i premi. C’è poi stato spazio anche per premiare
anche Morbius, uno dei film più
mal giudicati dell’anno, che può ora vantare le vittorie per il
Peggior attore a Jared Leto e la
Peggior attrice non protagonista a Adria
Arjona. Per quanto riguarda la Peggior attrice
protagonista, invece, i Razzie hanno deciso di premiare sé
stessi dopo le critiche ricevute per aver candidato l’attrice
tredicenne Ryan Kiera Armstrong, protagonista di
Firestarter.
Possono invece tirare un sospiro di
sollievo i registi Robert Zemeckis, Adrew
Dominik, Daniel Espinosa
e Judd Apatow, poiché a vincere
come Peggior regista sono
stati Machine Gun
Kelly e Mod Sun per il
film Good Mourning.
Infine, Colin Farrell, candidato nel 2004
come Peggior attore per Alexander, ha ora vinto
l’ambito Razzie RedeemerAwards, un premio istituito per riconoscere che
vincitori e nominati del passato possono proseguire la loro
carriera e dar vita ad ottime performance. Farrell, infatti, dopo
diversi recenti successi, è quest’anno arrivato ad ottenere la sua
prima candidatura come Miglior attore protagonista ai
Premi Oscar per il film Gli spiritidell’isola.
Di seguito l’elenco con tutti i
nominati e i vincitori dei Razzie 2023:
La giovane Yara
Shahidi recita sin da quando era piccola e ad oggi vanta
partecipazioni ad importanti film e serie TV. Con sempre più
popolarità dalla sua parte, è ora uno dei giovani volti di punta
della recitazione statunitense, anche per merito del suo
camaleontico talento.
Ecco 10 cose che forse non
sai di Yara Shahidi.
Yara Shahidi: i suoi film e le
serie TV
1. Ha preso parte a celebri
film. Il primo film in cui l’attrice ha recitato, all’età
di 9 anni, è stato Immagina che, mentre nel 2010 ha
recitato accanto ad Angelina Jolie in
Salt. Successivamente ha preso parte ai film
Unthinkable (2010), con Samuel L.
Jackson, Butter (2011) e Alex Cross – La
memoria del killer (2012). Torna poi al cinema nel 2019,
recitato in Il sole è anche una stella,
mentre nel 2023 è in Peter Pan & Wendy, film con
Jude Law nel
ruolo di Capitan Uncino.
2. Ha recitato anche in note
serie TV. Oltre ai film per il cinema, l’attrice ha
recitato anche in alcune serie TV, come In the Motherhood
(2009), Lie to Me (2010), Scandal (2013), The
First Family (2012-2013), Bad Teacher (2014) e
The Foster (2014). Ha poi doppiato il personaggio di Darci
nella serie animata Trollhunters: I racconti di Arcadia
(2016-2018) e 3 in mezzo a noi: I racconti di Arcadia
(2018-2019). Dal 2014 al 2022 ha invece recitato nei panni di Zoey
Johnson nella serie Black-ish, che l’ha resa celebre,
mentre dal 2018 al 2023 ha ricoperto lo stesso ruolo anche in
Grown-ish.
3. È anche regista e
produttrice. Oltre a lavorare come attrice davanti la
macchina da presa, la Shahidi ha già compiuto anche il passaggio
dietro di essa, dirigendo un episodio della serie
Shatterbox e uno della serie Growing Up. Ha poi
lavorato anche come produttrice esecutiva di ben 68 episodi della
serie TV Grown-ish, dove è anche una delle
protagoniste.
Yara Shahidi è Trilli in Peter
Pan & Wendy
4. È stata scelta per
interpretare l’iconico personaggio. Per l’imminente film
Disney Peter Pan & Wendy, basato sull’omonimo classico
animato, l’attrice è stata scelta per interpretare l’iconico ruolo
della fatina Trilli. Quando ciò è stato rivelato attraverso il primo trailer, in
molti si sono naturalmente pronunciati contro la scelta
dell’attrice, in quanto Trilli è sempre stata ad oggi raffigurata
come una fata dalla pelle bianca. Non sono però mancate anche le
lodi nei confronti della Shahidi, descritta come assolutamente
idonea alla parte.
5. Si è preparata ascoltando
della musica. Per prepararsi al ruolo di Trilli ed entrare
nel mood e nella psicologia del personaggio, l’attrice ha rivelato
di aver ascoltato delle playlist contenenti canzoni che
rispecchiano l’animo e il carattere di Trilli. Con la musica in
testa, dunque, ha iniziato poi a lavorare sui movimenti “fatati” di
Trilli, trovando il giusto equilibrio per renderla credibile e
affascinante.
Yara Shahidi ha recitato con Eddie
Murphy in Immagina che
6. Ha recitato nei panni
della figlia del noto attore. Il primo film in cui la
Shahidi ha recitato, come già accennato, è stata la commedia
Immagina che, dove ha ricoperto il ruolo di Olivia
Danielson, la figlia del protagonista interpretato da Eddie Murphy.
Il film è infatti basato proprio sullo speciale rapporto tra i loro
due personaggi. Grazie alla sua interpretazione, la Shahidi è poi
stata candidata agli Young Artist Awards come Migliore giovane
attrice.
Yara Shahidi ha un fidanzato?
7. È single. Nel
gennaio del 2023 l’attrice ha rivelato di essere da poco tornata
single dopo una relazione piuttosto seria della durata di tre anni.
Non è noto con chi avesse una relazione, in quanto la Shahidi ha
sempre tenuto privato questo aspetto della propria vita. Ad ogni
modo, attualmente sta vivendo quella che definisce
“selfishseason“, ovvero una stagione da egoista,
concentrandosi primariamente su sé stessa e la propria carriera,
reinventandosi dunque lontana da ogni possibile relazione
sentimentale.
Yara Shahidi e il suo attivismo
8. È un’attivista per
importanti cause sociali. Shahidi ha fondato
Eighteen x 18, una piattaforma per incoraggiare i
coetanei a votare per la prima volta al momento delle elezioni. Le
sue altre organizzazioni includono poi Yara’s
Club, una partnership con Young Women’s Leadership
Network (YWLN) di New York, che fornisce tutoraggio online
nella speranza di porre fine alla povertà attraverso l’istruzione.
Nel 2021, Yara Shahidi ha aderito alla campagna Dior Stand
with Women. L’attivismo dell’attrice è stato notato
dall’ex first lady Michelle Obama, che le ha poi
scritto una lettera di raccomandazione all’Università di
Harvard.
Yara Shahidi è su Instagram
9. È presente sul social
network. L’attrice è presente sul social network
Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 8,1
milioni di persone e dove attualmente si possono ritrovare oltre
3000 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi
lavori da attivista, attrice e modella, spesso inerenti il dietro
le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma
non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha
preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque
rimanere aggiornati su tutte le sue novità.
Yara Shahidi: età e altezza
dell’attrice
10. Yara Shahidi è nata a
Minneapolis, in Minnesota, Stati Uniti, il 10 febbraio del
2000. L’attrice è alta complessivamente 1,68 metri.