Come
molti di voi sapranno
Anthony Mackie tornerà nei panni di Sam
Wilson nell’ancora senza titolo Captain America
4e oggi grazie ad uno
striscione che arriva dall’imminente San Diego Comic-Con 2022
potrebbe averci svelato una prima occhiata ad alcune immagini
promozionali ufficiali del film. The Falcon and the Winter Soldier si è concluso con
Sam che ha finalmente accettato il mantello della Sentinella della
Libertà. Dopo il finale della serie, è stato rivelato che
Captain America 4 era in
lavorazione, co-scritto dagli showrunner della serie Michael
Spellman e Dalan Musson.
Successivamente abbiamo anche ricevuto ulteriori aggiornamenti sul
progetto all’inizio di questo mese, quando è stato riferito che il
regista diThe
Cloverfield Paradox Julius
Onah aveva firmato per dirigere
il film. Ora, con i Marvel Studios che faranno
il loro ritorno al Comic-Con di San Diego il 23 luglio 2022
(essendo assenti dalla convention dal 2019), abbiamo un altro
entusiasmante aggiornamento da condividere. Con l’inizio
dell’SDCC il 21 luglio, un utente di Reddit ha condiviso
l’immagine di un presunto banner dalla sala della convention con
Captain America di Anthony Mackie insieme a Sharon Carter di
Emily VanCamp:
URL Source
https://i.redd.it/wjfdn4gbwrb91.jpg
Il banner
sembra essere legittimo, ma potrebbe non promuovere in modo
specifico Captain America 4 . Detto
questo, ciò che rende possibile che l’artwork provenga dal film in
uscita è l’inclusione della già citata Sharon Carter che sfoggia il
suo abito bianco fedele ai fumetti, un vestito che non si vedeva
nei suoi precedenti progetti MCU. Il personaggio di Carter è stata
introdotta nel 2014 in Captain
America: The Winter Soldier , dopo di che è apparsa
in Captain
America: Civil War. È poi riemersa
in The
Falcon and the Winter Soldier.
È presto
per speculare su potenziali direzioni che potrebbe prendere il
personaggio della Carter, anche se una voce del 2021 dal The
Hashtag Show affermava che i Marvel Studios avevano
pianificato di farla diventare il cattivo principale di Captain America 4. Tuttavia,
come ulteriormente affermato nel rapporto, si dice che lo studios
abbia ridotto la sua parte (presumibilmente dopo il contraccolpo
contro la sua interpretazione in Falcon and the Winter
Soldier) e abbia usato un personaggio diverso come cattivo
principale. Indipendentemente da ciò, sarà interessante
scoprire se l’imminente avventura di Sam Wilson riporterà alla luce
l’ex agente SHIELD, o se si impegnerà nel suo nuovo viaggio da
cattiva!
I Fratelli Russo sono intervenuti sul dibattito
relativo allo scontro tra sala cinematografica e cinema con una
risposta molto netta, definendo “elitaria” l’idea di poter andare
al cinema e affermando che l’idea dell’esperienza cinematografica
concepita come sacra è una “cazzata”. Sostengono che i cinema sono
costosi e che possono ostacolare l’idea di “permettere a tutti di
entrare sotto la tenda”. Si pronunciano anche sulla condivisione di
account, pratica che consente a più persone di vedere più contenuti
senza la spesa aggiuntiva di pagarli “a pezzo”. I filmmaker
rifiutano apertamente l’idea di una guerra culturale tra sala e
streaming, definendola “cavolate”.
“Il cinema d’autore ha ormai 50
anni. È stato concepito negli anni ’70. Siamo cresciuti con questa
idea. Eravamo bambini, per noi era davvero importante. Ma siamo
anche consapevoli che il mondo ha bisogno di cambiare e più
cerchiamo di impedirgli di cambiare, più creiamo caos. Non spetta a
nessuno rifiutare le idee della prossima generazione. Siamo in
crisi in questo momento perché tutti sono in guerra tra loro. È
triste da vedere, dal momento che siamo ragazzi che sono cresciuti
amando il cinema. Una cosa da ricordare, inoltre, è che è un
concetto elitario poter andare al cinema. È fottutamente costoso.
Quindi, questa idea che è stata creata – a cui ci aggrappiamo – che
il cinema sia uno spazio sacro, è una cazzata. E rifiuta l’idea di
far entrare tutti sotto la tenda. Laddove la distribuzione digitale
è preziosa, a parte quanto ho detto prima su come ha contribuito
alla diversificazione dei contenuti, è che le persone possono
condividere account; possono ottenere 40 film al costo di un film.
Ma avere una sorta di guerra culturale sul fatto che ci sia valore
o meno per noi è da pazzi.”
E voi cosa ne pensate di questa
posizione insolita per dei registi?
I Fratelli Russo
sono al cinema con The Gray Man, il prodotto più costoso della
storia di Netflix, che arriverà sulla piattaforma dal 22
luglio.
Disney+ è stato lanciato nel
2019 conThe
Mandalorian, la prima serie
tv di Star Wars in
assoluto. I fan sono rimasti
immediatamente conquistati dalle avventure del cacciatore di
taglie, soprattutto per il finale sbalorditivo con un epico
cliffhanger.
L’obiettivo che Din Djarin era quello di
rintracciare una creatura che i fan hanno immediatamente
soprannominato “Baby Yoda”. In seguito abbiamo appreso che il nome
della creatura era invece Grogu, anche se quel moniker originale è
rimasto. Anche se Grogu non
èun giovane clone di Yoda (come molti fan hanno
inizialmente teorizzato), assomiglia al leggendario Maestro Jedi, e
sembra anche essere ridicolmente carino. Tuttavia, il
regista
di GremlinsJoe
Dante non è un fan. Infatti durante una
recente intervista con il San Francisco
Chronicle, il Dante ha condiviso la sua opinione sulle
somiglianze tra Grogu e il Mogwai Gizmo, chiarendo che crede che il
team che lavora su The Mandalorian abbia rubato il design
visto nel classico del 1984.
“Penso che la longevità [dei film di Gremlins] sia
davvero la chiave per questo personaggio [Gizmo], che è
essenzialmente come un
bambino”, ha detto
Dante. “Il che mi porta, ovviamente,
all’argomento di Baby Yoda, che è stato completamente rubato ed è
stato semplicemente copiato. Senza vergogna,
direi.”
Vale la pena notare che Yoda è apparso per la prima volta in
L’Impero colpisce ancoradel 1980
e Grogu è essenzialmente solo una versione ridotta. Ci sono alcune
somiglianze con Gizmo, ed è certamente possibile che i Mogwai
abbiano attraversato la mente di coloro che hanno disegnato il
personaggio, ma dire che il design sia stato copiato è un po’
una è una forzatura.
Come il franchise di Star
Wars iGremlins presto approderanno sul piccolo schermo con la prossima serie
animata, Gremlins: Secrets of the
Mogwai, su HBO Max.Per quanto
riguarda Grogu, non abbiamo ancora saputo chi lo abbia salvato dal
Tempio Jedi o dove si trovasse durante gli eventi della trilogia
sequel. Dopo The
Book of Boba Fett, è stato ovviamente
confermato che non era all’Accademia di addestramento Jedi di
Luke Skywalker quando è stata attaccata dal leader
supremo Snoke, quindi non ci sono dubbi che ci sono molte altre
storie da raccontare di Grog.Per quanto
riguardaThe
Mandalorian
tornerà con la terza
stagione su Disney+ a febbraio
2023.
Arriva in prima tv
su C’era una volta il crimine, in onda
lunedì 18 luglio alle 21.15 su Sky Cinema Uno (e alle 21.45
anche su Sky Cinema Comedy), in streaming su NOW e disponibile on
demand.
Terzo e ultimo capitolo della saga
dei film diretti da Massimiliano Bruno, preceduto da NON CI
RESTA CHE IL CRIMINE e RITORNO AL
CRIMINE, vede la partecipazione di un grandissimo cast
corale, composto da
Marco Giallini, Gian Marco Tognazzi, Giampaolo Morelli,
Carolina Crescentini, lo stesso Massimiliano
Bruno, Giulia Bevilacqua,
Ilenia Pastorelli e Edoardo Leo.
La trama
Nel terzo capitolo della saga,
l’improbabile banda di criminali viaggia indietro nel tempo fino al
1943 per rubare la Gioconda ai francesi: ad aiutarli nella
difficile impresa Claudio Ranieri (Giampaolo Morelli), professore
di storia pignolo ed iracondo che insieme allo spaccone Moreno
(Marco Giallini) e al timoroso Giuseppe (Gian Marco Tognazzi)
affronterà mille pericoli. Mentre fuggono col quadro i tre sono
costretti a rifugiarsi a casa di Adele (Carolina Crescentini), la
giovane nonna di Moreno, dove l’uomo incontra anche sua madre
Monica da bambina. Quando la piccola finisce nelle mani dei nazisti
la banda è obbligata ad un cambio di programma: se vogliono tornare
nel presente dovranno prima salvarla, attraversando in lungo e
largo un’Italia devastata negli ultimi, caotici giorni della
Seconda guerra mondiale. Un viaggio che li porterà ad incontrare
alcuni dei personaggi che hanno fatto la storia del Paese e
ritrovare molti amici delle avventure precedenti. Sandro Pertini,
Benito Mussolini, il Re Vittorio Emanuele e addirittura Adolf
Hitler sono gli involontari co-protagonisti della nostra
dissacrante armata Brancaleone. In una resa dei conti finale, la
banda della Magliana, capitanata dal mitico Renatino (Edoardo Leo)
e con l’aiuto di Gianfranco (Massimiliano Bruno) e Lorella (Giulia
Bevilacqua) affronterà così il temibile esercito nazista.
C’ERA UNA VOLTA IL CRIMINE
–lunedì 18 luglio alle 21.15 su Sky Cinema Uno (e
alle 21.45 anche su Sky Cinema Comedy), in streaming su NOW e
disponibile on demand.
Inarrestabile proprio come un
Bullet
Train, il “treno proiettile” in cui è ambientato, il
film di David Leitch, al cinema dal 25 agosto, è
un’esperienza davvero unica, per lo spettatore, e sembra lo sia
stata anche per il cast che ne ha parlato in occasione della
conferenza stampa europea.
Per il regista, David
Leitch, l’esperienza è andata “oltre l’eccitazione”, come
ha avuto modo di dichiarare: “Abbiamo girato il film all’inizio
della pandemia, era una situazione insolita, pensavo a quanto ci
saremmo divertiti andando a girare in Giappone, e invece siamo
rimasti dentro a un corridoio dentro a una scatola, in pratica. Una
volta che
Brad Pitt è salito a bordo del film, abbiamo costruito
intorno a lui questo cast spettacolare. A questo punto della mia
carriera ho fatto diversi film, eppure questa esperienza è stata
speciale, perché questi non sono solo grandi attori ma anche grandi
esseri umani”.
La relazione lavorativa, poi
diventata di amicizia, tra
Brad Pitt e David Leitch arriva da
lontano, da quando il secondo faceva lo stuntman. Così ha
raccontato Pitt in conferenza, quando ha raccontato in che modo il
regista lo ha convinto a partecipare: “David è mio amico, ci
siamo incontrati sul set di Fight Club e abbiamo lavorato spesso
insieme, anche con Troy, e altri film. All’epoca faceva gli stunt,
ora era a capo del progetto e questo è stato uno dei motivi per cui
ho accettato, perché era la chiusura di un cerchio. Poi sono
arrivati nel cast tutti gli altri, ed è stato bellissimo, anche
perché non ci sono protagonisti o spalle. Ogni personaggio ha la
sua storia e tutte queste storie si incrociano su questo treno. È
stato bello”.
Ma come si descriverebbe la trama
del film senza fare troppi spoiler? Ci pensa Kelly McCormick, produttrice del film:
“Si tratta di un gruppo di attori non convenzionali, che
salgono su un treno per raccontare una storia molto commerciale,
una commedia. Ma la verità è che la storia racconta principalmente
di destino, del fato e dell’ordine che hanno le cose per svolgersi
in una predeterminata maniera.”
Aaron Taylor-Johnson e Brian Tyree Henry interpretano nel film
Tangerine e Lemon, nomi in codice di una coppia di
assassini/ladri/criminali. Sono come fratelli, e i due interpreti
li hanno dotati di una chimica irresistibile. Aaron Taylor Johnson
conferma questa affermazione: “Non poteva esserci un Tangerine
senza Lemon. Sono stato fortunato a collaborare con Brian. Voglio
dire, è stato bello lavorare con Brad, con Joey, ma con Brian è
nato qualcosa di speciale, non solo la confidenza, il prenderci in
giro, lo scherzo, ma anche l’affetto fraterno, il supporto. Sono
sempre stato suo fan, e abbiamo avuto una chimica istantanea.
Inoltre David ci ha messi in condizione di lavorare benissimo, di
avere poter improvvisare e di prendere decisioni coraggiose, perché
ci ha dato questo spazio sicuro”.
Brian Tyree Henry ha seguito a ruota il
collega: “Con Aaron ho avuto la possibilità di lavorare con un
compagno con il quale sono riuscita a essere completamente e
totalmente stupido, eppure uno su
cui contare, ci vogliamo bene e abbiamo costruito questa relazione
da questo punto di partenza. Il momento storico in cui giravamo era
così pesante (il primo lockdown, ndr) e triste che è stata una
gioia lavorare in questo ambiente così divertente e
vivace.”
Fa parte del cast anche Joey
King, che abbiamo visto da poco nel sorprendente The Princess, e che adesso interpreta un
personaggio davvero singolare, The Prince, quasi a fare da eco a
quanto fatto in precedenza. “Interpretare questo personaggio mi
ha dato la possibilità di costruirla. Ho potuto scegliere che tipo
di psicopatica poteva essere, nel suo completini super eleganti,
con le sue scarpette e quell’aria da bambina innocente. Ho cercato
di darle diverse sfumature, così che David in fase di montaggio
potesse scegliere cosa tenere e quale di quelle potesse andare
meglio per il personaggio che lui aveva in mente.”
Per quanto riguarda
invece il personaggio di
Brad Pitt, sembra una tipologia di carattere che a lui
diverte molto interpretare, sarcastico e sempre alle prese con
qualcosa da mangiare, come dai tempi della trilogia di Ocean. Per
Pitt, il suo Ladybug è un reduce da un esaurimento nervoso, che
adesso, dopo la terapia, cerca di affrontare la vita con un
approccio pacifico, cosa che però non lo terrà fuori dai guai.
Bullet
Train è una commedia, di base, che si sposa alla
perfezione con altri generi, un po’ come accadeva con
Deadpool 2, che per il regista è stata una
palestra. “Lì ho lavorato con Ryan che è una persona molto
divertente ed è il maestro dell’improvvisazione. Ho portato su
questo set tutto quello che ho imparato lì, perché la cosa che più
mi piace è contaminare la commedia, che è il mio genere preferito.
E in Bullet Train attraverso l’azione, ma anche la violenza e
l’umorismo nero si affrontano temi diversi. Come la fratellanza, il
destino, la redenzione, o anche solo il connettersi con persone
così diverse da noi. E solo la commedia mi consente di parlare di
questi argomenti anche alti, dentro a un pacchetto super
commerciale.”
Bullet
Train aprirà la prossima edizione del Locarno Film
Festival. Il 3 agosto in Piazza Grande il film sarà presentato al
pubblico alla presenza di
Aaron Taylor-Johnson.
Riparte l’estate romana e
finalmente possiamo dare il benvenuto al nuovo appuntamento con il
cinema sotto le stelle di San Lorenzo. Questa
volta però il grande schermo avrà la bellissima cornice della città
universitaria più grande di Europa: La Sapienza. Infatti, dal 18 al
29 luglio 2022, l’Università La Sapienza di Roma in collaborazione
con il Municipio II di Roma, ospiterà la nuova arena estiva del
cinema di quartiere: Il Cinema alla Sapienza.
Francesca Del
Bello Presidente Municipio II: “Una iniziativa, voluta
fortemente da Municipio e Sapienza, che si inserisce nel solco di
una rinnovata collaborazione che aprirà, grazie anche al contributo
della Regione Lazio, le porte dell’Ateneo alla programmazione
culturale del Municipio II”.
La programmazione aprirà con un
omaggio a Monica Vitti, poi pellicole d’autore,
cartoni animati, grandi successi internazionali, fino a includere
film che affrontano temi di attualità da dibattere insieme agli
studenti dell’Ateneo. Verranno infatti chiamati a partecipare i
registi Claudio Giovannesi, Susanna Nicchiarelli, Francesco
Bruni e Carlo Sironi, che introdurranno al pubblico i
film.
La direzione artistica è a cura di
Luigi Pinto, producer cinematografico e fondatore
di Fabrique Du Cinéma, la rivista del nuovo cinema italiano.
Luigi Pinto: “Penso che
con la diffusione massiccia delle piattaforme online, oggi più
che mai sia importante promuovere la visione collettiva
e quindiemotiva dei film tra
le nuove generazioni. Poterlo fare nel luogo culturalmente
più importante d’Italia, è ancora più emozionante e
significativo”.
Appuntamento quindi tutte le sere
sotto la Minerva alle 21.00 con un’arena da 250 posti a
ingresso gratuito.
Un evento realizzato da Municipio
II di Roma con Università La Sapienza di Roma, con il sostegno di
Regione Lazio, Banca del Fucino, Agic Technology. In collaborazione
con S.LorenCine. Comunicazione a cura di Frasi Fatte.
Di seguito il
programma dal 18 al 29 luglio:
Lunedì 18 luglio OMAGGIO A MONICA
VITTI Il Tango della Gelosia di Steno
Martedì 19 luglio ESTATE ITALIANA
La Paranza dei Bambini, presenta il regista
Claudio Giovannesi con Pedro Armocida
Mercoledì 20 luglio ESTATE ITALIANA
Sole, presenta il regista Carlo Sironi con Luca
Ottocento
Giovedì 21 luglio ESTATE ITALIANA
Cosa Sarà, presenta il regista Francesco Bruni con
Michela Greco
Venerdì 22 luglio DRIVE IN
Palm Springs di Max Barbakow
23/07/2022 LA SAPIENZA DEI BAMBINI
Monster and Co. di Pete Docter
24/07/2022 LA SAPIENZA DEI BAMBINI
Monster University di Dan Scanlon
25/07/2022 ESTATE ITALIANA
Miss Marx, presenta la regista Susanna
Nicchiarelli con Paola Casella e Cristiana Paternò del
Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI). Verrà
presentato il nuovo numero della rivista di SNCCI CineCritica che
dedica il suo Primo Piano sull’autore a Susanna Nicchiarelli.
Sabato 24 settembre torna
Tudum, l’evento virtuale globale organizzato da
Netflix per i fan, che
lo scorso anno ha raggiunto oltre 25 milioni di visualizzazioni
in 184 paesi in tutto il mondo. Nell’arco di un’entusiasmante
giornata all’insegna di novità esclusive, trailer e anteprime,
oltre a interviste con i principali ideatori e con le più grandi
star di Netflix, si svolgeranno cinque eventi globali. L’evento
virtuale gratuito è un omaggio ai fan di Netflix ed è dedicato alla
condivisione di news su oltre 100 popolari serie TV, film e
speciali da tutto il mondo.
Il 24 settembre Tudum
coprirà quattro continenti con cinque eventi, portando i fan in un
vorticoso viaggio in giro per il mondo:
Il 24 settembre alle 4:00, Tudum
avrà inizio con uno show dalla Corea.
Il 24 settembre alle 7:30, i fan
avranno l’opportunità di vedere alcune anteprime dall’India.
Il 24 settembre alle 19:00, i fan
riceveranno novità esclusive su serie TV e film di prossima uscita
negli Stati Uniti e in Europa e potranno assistere a un evento
aggiuntivo che annuncerà numerosi titoli in arrivo dall’America
Latina.
Il 25 settembre alle 6:00, le star
di Netflix dal Giappone concluderanno Tudum con un evento dedicato
all’intrattenimento giapponese.
Tudum sarà disponibile su
tutti i canali YouTube di Netflix in varie
lingue. Per le ultime novità su questo evento e per ottenere
ulteriori dettagli sull’elenco dei titoli e delle celebrità è
possibile visitare il sito ufficiale Tudum.com/event.
FeST – Il Festival
delle Serie Tv, il primo festival italiano interamente
dedicato alla serialità televisiva all’epoca dei servizi di
streaming, torna con la quarta edizione il
23-24-25 settembre 2022.
FeST – Il Festival
delle Serie Tv è un evento gratuito in collaborazione con
Triennale Milano, il supporto dell’Ufficio a Milano del Parlamento
Europeo e il patrocinio di APA – Associazione Produttori
Audiovisivi.
Tra i protagonisti delle
precedenti edizioni di FeST sono stati alcuni dei più grandi
broadcaster e servizi di intrattenimento nazionali e internazionali
come De Agostini Editore, Warner Bros. Discovery, Disney+, Netflix, Paramount+, Prime Video, Rai Fiction, Rai Kids (in precedenza
Rai Ragazzi), Sky.
La quarta edizione di FeST
è sostenuta anche dalla media partnership con Radio Deejay, Radio
Capital e OnePodcast.
Novità della quarta
edizione è la nascita di FeST Academy – Education & Entertainment,
con una serie di incontri che si terranno nella giornata di venerdì
23 settembre, dedicati al mondo della formazione nel settore della
serialità cinematografica televisiva, in collaborazione con
Accademie, Scuole e Università. FeST crede da sempre
nell’importanza della formazione per far crescere professionisti
qualificati, consapevoli e visionari. Per questo, FeST darà spazio
alle realtà formative impegnate in questo obiettivo. Open lesson,
workshop e incontri per orientarsi tra le numerose offerte
formative presenti sul territorio saranno le attività proposte da
alcune delle Scuole e Accademie più autorevoli e che già hanno
aderito all’iniziativa: Alta Scuola per la Serialità Televisiva
promossa da CNA (Cinema Audiovisivo Lombardia), Luiss Business
School, Come si scrive una grande storia, Anica Academy, IED –
Istituto Europeo di Design, Scuola Belleville, OBE – Osservatorio
Branded Entertainment.
Per questa edizione dei
Serial Awards, Aurora Leone (The Jackal) ed Edoardo Ferrario, già
presentatore della prima edizione 2021, condurranno la cerimonia di
premiazione che si terrà domenica 25 settembre presso il teatro di
Triennale Milano, location di FeST. Per il secondo anno i Serial
Awards, premi attribuiti alle migliori serie tv italiane, sono
stati votati da una ampia giuria presieduta dalla direttrice
artistica Marina Pierri e formata da persone esperte ed esponenti
del settore.
Qui l’elenco completo
delle categorie dei Serial Awards 2022:
Premio Cattiveria “Ha fatto anche
cose buone”
Premio Interprete non
protagonista
Interprete protagonista
Premio Look and Feel
Premio Regia
Premio Serie Kids dell’anno
Premio Serie scripted
dell’anno
Premio Docuserie dell’anno
Serie Entertainment dell’anno
Premio Soundtrack a musiche
originali e non originali
Premio “Writer’s room” a
sceneggiature originali e non originali
Premio al podcast che vorremmo
diventasse una serie scripted
Anche quest’anno FeST si
svolgerà su quattro palchi paralleli:
Il Main stage: come sempre
ospitato all’interno di Triennale Milano Teatro, darà spazio ad
anteprime, interviste e panel di intrattenimento per un confronto
con i grandi protagonisti della serialità.
L’Industry stage: sarà il
luogo dove broadcaster, case di distribuzione e produzione,
personalità legate a tutta la filiera audiovisiva dialogheranno
sullo stato dell’arte della serialità in Italia.
L’Unstage: il palco fuori
dagli schemi ospitato nel giardino di Triennale. In continuità con
ciò che è avvenuto in passato lo stage si occuperà di dare voce
alle nicchie cult con giochi e interazioni inaspettate tra serie tv
e realtà.
Il Kids stage: il sabato è
previsto un palco dedicato ai contenuti per bambini e ragazzi. I
più piccoli potranno così assistere ad anteprime e incontri con i
protagonisti della serie d’animazione e fiction più amate o attese.
Per l’edizione 2022, FeST amplia le attività per bambini e bambine
di tutte le età puntando sull’attenzione all’apprendimento e alle
tematiche trasversali connesse con la serialità, coinvolgendo le
scrittrici bestseller Carolina Capria e Mariella Martucci nella
creazione dei contenuti per le generazioni più giovani. Il giardino
di Triennale ospiterà così dialoghi, anteprime e intrattenimento
interattivo legato al mondo delle serie tv, il tutto presentato e
coordinato dalle due autrici. I contenuti non saranno così solo un
momento di divertimento e gioco per le nuove generazioni, ma anche
di riflessione per i loro genitori.
Rinascimento psichedelico,
nostalgia, meme, non monogamie etiche: sono solo alcuni dei temi
legati alla rappresentazione seriale su cui si rifletterà sui vari
palchi, oltre a tematiche legate ad apocalisse, creature
fantastiche e tutto quello che, per quanto possa sembrare
“distante” e fantastico, ci riguarda da vicino e fa parte,
metaforicamente, anche della nostra realtà. Per raccontare e
presentare al meglio il tema “Reframing Nature” che sarà fil rouge
dei panel dei quattro palchi di FeST, è stato selezionato un team
di autori formato da Vincenzo Ligresti e Ufficio Furore (Tommaso
Naccari, Federico Nejrotti, Giulia Trincardi, Elena Viale).
Il tema della quarta
edizione di FeST sarà Reframing Nature.
«Reframing Nature
accende i riflettori sui significati che attribuiamo alla parola
“natura” e sulle sue declinazioni nelle storie per la tv.
Reframing vuol dire
dare una nuova cornice a un concetto, perché la cornice fa parte
del quadro e ne modifica l’impatto su chi guarda. In gergo
psicologico, implica l’atto di rimettere in prospettiva, ripensare
a un determinato aspetto in molteplici maniere. E, spesso,
trasformarlo.
È questo il primo
passo nella costruzione di una consapevolezza da cui è impossibile
prescindere. Flora, fauna e mondo minerale non sono il fondale di
cartone su cui si muovono i personaggi, ma personaggi esse stesse;
così come l’umanità non solo vive nella natura, ma ne è
integralmente parte. Pensarsi come altro rispetto al pianeta, alle
sue risorse, agli altri suoi abitanti umani e non umani, diviene
impensabile.
Natura è un costrutto
sociale: rappresenta quello che è lecito o illecito essere nella
società a partire dal proprio corpo e dai ruoli che
predetermina.
Natura è raccontare
storie: il gesto più naturale che esiste per l’essere umano, quello
capace di dare un senso alla realtà.
Natura è convivenza
delle differenze, locuzione che restituisce una connotazione
orizzontale alla valorizzazione dell’unicità, chiave per l’accesso
alla pluralità di punti di vista che le serie tv sono capaci di
offrire.»
Marina Pierri – direttrice
artistica di FeST
FeST – Il Festival delle
Serie Tv, il primo grande progetto entertainment culturale firmato
da DUDE, nato nel 2018 per fotografare lo stato dell’arte
della narrativa televisiva contemporanea, è l’ecosistema di
riferimento dell’intrattenimento seriale in Italia. Grazie alla
direzione artistica di Marina Pierri, FeST dà vita a
un festival interamente dedicato alle serie tv e al loro dialogo
con la realtà. Tre giorni di incontri, talk, performance,
experience, formazione e proiezioni dedicati alle serie tv più
seguite. FeST è una società
di DUDE e BDC.
Solo pochi giorni dopo aver
ottenuto una nomination agli Emmy per la serie Apple
TV+Severance, Adam Scott si
unisce al cast del film di supereroi della Sony Madame
Web.
Il film è interpretato da Dakota Johnson nei panni di Madame
Web, una chiaroveggente le cui capacità psichiche le
consentono di vedere all’interno del mondo dei ragni stesso. Il
film sarà una storia delle origini per il personaggio, che è stato
un alleato di Spider-Man nei fumetti Marvel.
Il resto del cast include
Sydney Sweeney, anche lei recentemente nominata
agli Emmy sia per Euphoria che per The
White Lotus, Emma Roberts, Celeste
O’Connor, Isabela Merced, Tahir
Rahim e Mike Epps. SJ
Clarkson dirige lo spinoff dello Spider-Verse Sony, mentre
Matt Sazama e Burk Sharpless
hanno scritto la sceneggiatura.
Nel cast di Madame
Web ci sono Dakota Johnson, Celeste O’Connor,
Tahar Rahim, Emma Roberts e Sydney
Sweeney. Lo studio si trova in una posizione di forza dopo
l’uscita di
Spider-Man: No Way Home, che ha incassato 1,74
miliardi di dollari a livello globale, l’incasso più alto nella
storia della Sony.
Il film arriverà in sala a ottobre
2023. Madame
Web sarà diretto da S.J.
Clarkson (Dexter) e basato su una sceneggiatura
firmata da Matt Sazama e Burk
Sharpless (Morbius).
Sarà l’attrice statunitense Julianne Moore a presiedere la Giuria
internazionale del Concorso della 79. Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica della Biennale di Venezia (31 agosto – 10 settembre
2022)), che assegnerà il Leone d’oro per il miglior film e gli
altri premi ufficiali.
Vincitrice dell’Oscar (Still Alice,
2014), del BAFTA e del premio Emmy, Julianne Moore è célèbre per la
sua versatilità e per le tante memorabili interpretazioni nel
cinema e nella televisione. E’ la prima attrice americana a essere
stata premiata con i massimi premi per l’interpretazione ai
festival di Berlino (The Hours, 2002), Cannes (Maps to the Stars,
2014) e Venezia (Lontano dal paradiso, 2002).
Julianne Moore presiederà la Giuria
Internazionale del Concorso Venezia 79, composta inoltre dalle
seguenti personalità:
· Mariano Cohn (Argentina) regista, sceneggiatore
e produttore
· Leonardo Di Costanzo (Italia) regista e
sceneggiatore
· Audrey Diwan (Francia), regista
· Leila Hatami (Iran) attrice
· Kazuo Ishiguro (Giappone-Gran Bretagna)
scrittore e sceneggiatore
· Rodrigo Sorogoyen (Spagna) regista,
sceneggiatore e produttore
La decisione è stata presa dal Cda della Biennale, che ha fatto
propria la proposta del Direttore artistico del Settore cinema
Alberto Barbera.
La Giuria Venezia 79 assegnerà ai lungometraggi in Concorso i
seguenti premi ufficiali: Leone d’Oro per il miglior film, Leone
d’Argento – Gran Premio della Giuria, Leone d’Argento – Premio per
la migliore regia, Coppa Volpi per la migliore interpretazione
femminile, Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile,
Premio Speciale della Giuria, Premio per la migliore sceneggiatura,
Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice
emergente.
Attraverso quattro diversi film da
solista,
Thor (Chris
Hemsworth) è cambiato molto nell’arco di un
decennio di vita nell’MCU. Quella che nel
film del 2011 sembrava una tragedia shakespeariana per l’eroe, si è
trasformata in un’avventura disastrosa nel seguito Thor: The Dark World. In seguito Ragnarok, film veloce e divertente, ha portato una
ventata d’aria fresca. Infine, Love and Thunder, arrivando dopo gli eventi di
Avengers: Endgame, è servito a riposizionare il dio
tra gli eroi Marvel.
Non dimentichiamo però che il
Dio del Tuono esiste da molto più tempo – la sua prima
apparizione nei fumetti avviene nel 1962 (Journey into
Mystery) – e che, il Thor
dell’MCU, anche con tutti i suoi cambiamenti,
è comunque diverso sotto molti aspetti dalla sua controparte della
Marvel Comics.
La madre di Thor è
Fenice nei fumetti
La prima differenza tra i
fumetti di Thor e l’MCU sono i
legami di parentela. Nella Marvel Comics c’è
una storyline che descrive l’arrivo sulla Terra della
Phoenix Force. La squadra costringe gli eroi a combattere
e, mentre Thor sta cercando di fermare
Fenice insieme ad altri eroi, viene rivelato che
Odino e Fenice hanno un affair in
passato. A quanto pare, il Dio del Tuono è nato dalla
loro unione. Nei fumetti, come anche nei
film, Thor ha sempre creduto che sua madre
fosse Frigga, ma questa storyline svela che (almeno non
sulla carta) non è così.
Thor nei fumetti è
più serio
Nonostante tutte le
disavventure e i momenti tragici, nell’MCU
Thor è un personaggio simpatico e scherzoso, a tratti
sciocco. Ha una personalità goffa ed è spensierato, non come il
Thor dei fumetti. Nella Marvel
Comics, il dio non ha affatto il senso dell’umorismo.
Inoltre, le due versioni di
Thor differiscono anche quando l’eroe alza il
gomito: quando beve nei film il Dio
del Tuono gioca ai videogiochi e si comporta come un
pazzo, mentre nei fumetti non riesce a lasciarsi andare nemmeno da
ubriaco.
Nei fumetti Thor
parla in stile shakespeariano
Nella Marvel
Comics, Thor usa espressioni del dialetto
shakespeariano. Sulla carta stampata, oggi come negli anni
Sessanta, il dio parla ancora come un lord inglese. Questo
aspetto è stato mantenuto solo nel primo film di
Thor, mentre nei capitoli successivi il gergo
dell’eroe si è attualizzato e normalizzato.
Nei fumetti Thor
possiede la Odinforce
La Forza di Odino
(Odinforce) è l’energia mistica che i Re di
Asgard usano per essere onnipotenti, mentre il Sonno di
Odino è necessario per mantenere carica questa energia.
Nell’MCUOdino è morto e, per
qualche strana ragione, Thor non ha ereditato la forza del
padre. Nei fumetti invece, quando Odino rinuncia alla sua
carica e cede il trono a suo figlio, passa a quest’ultimo anche
l’Odinforce. Forse nei film l’ostacolo è
Valchyrie, dal momento che è lei a possedere le chiavi del
regno.
Ci sono più versioni di
Thor nei fumetti
Nei fumetti esiste più di una
versione del Dio del Tuono: oltre a
Throg, la versione rana dell’eroe, c’è ne è una che
condivide il corpo con Eric Masterson. Anche
Storm ha assunto i poteri di Thor
nella Marvel Comics. Con Love
and Thunder viene presentata una variante dell’eroe
anche in live-action: Jane Foster, brandendo il
Mjonir, acquisisce i poteri del Dio
del Tuono e diventa
Mighty Thor.
Donald Blake
Nei fumetti, Donald Blake è
l’identità segreta di Thor. Blake è un medico
zoppo che porta con sé un bastone, ma non solo per camminare:
quando sbatte il bastone a terra si trasforma nell’eroe. Più avanti
nella Marvel Comics si viene a sapere
che è stato Odino ad aver creato Blake
come una falsa persona in un regno parallelo, permettendo a lui e
Thor di scambiarsi di posto da un mondo all’altro
altro. L’MCU ha ripreso questo aspetto solo nel
primo film di Thor con un Easter egg che cita il
nome di Donald Blake.
Il potere del Mjolnir
Se nei fumetti il bastone è
l’emblema di Blake, il Mjolnir è quello di Thor. L’eroe
deve sempre tenere la presa sul martello se non vuole perdere i
suoi poteri. Senza Mjolnir, il Dio del Tuono
torna ad essere Donald Blake. Questo aspetto,
decisamente svantaggioso per l’eroe, non è presente
nell’MCU, dove Thor è un eroe
con o senz’arma.
Thor è più potente
nei fumetti
Nonostante la criticità del Mjolnir, il Thor più potente è
quello dei fumetti. Nella Marvel
Comics, il Dio del Tuono è uno
degli eroi più grandi dell’universo ed è un match perfetto per
Hulk. A causa del suo immenso potere, il dio è stato
addirittura tenuto fuori dalla Guerra Civile. Inoltre,
sulla carta stampata Thor è riuscitoda
solo a sconfiggere Galactus, aspetto che lo rende
infinitamente più forte della sua rappresentazione
cinematografica.
La comicità di Chris Hemsworth
L’interprete live-action del Dio
del Tuono, Chris Hemsworth, è amato dai fan
anche per la sua ilarità. Goffo e auto-ironico, il
Thor dell’MCU sa
come conquistare il pubblico. Niente di tutto ciò si può dire della
versione a fumetti. Il dio è mortalmente serio e, nonostante sia un
eroe leale disposto a sacrificarsi per proteggere i suoi amici, non
è in grado di cogliere gli scherzi ed è noioso anche in situazioni
rilassate.
Le fidanzate dei fumetti che
mancano nell’MCU
L’unica fidanzata di Thor nei film è Jane Foster
(Natalie
Portman) e sembra essere un amore insostituibile. Una
volta finita tra loro, Hemsworth diventa un
inguaribile scapolo. Tuttavia, nei fumetti si sono susseguite
diverse storie d’amore per il Dio del Tuono: dopo
Jane, ci sono state tante altre avventure, la più recente
è quella con She-Hulk.
Chi è Hela nei
fumetti?
In Ragnarok,
Hela si presenta dopo la morte di Odino e rivela
di essere la sorella maggiore di Thor e quindi il legittimo nuovo sovrano di
Asgard. Per questo motivo Hela diventa
una minaccia per il dio e per gli Asgardiani.
A differenza di quanto vediamo
nell’MCU, nei
fumetti Hela non è la sorella di Thor,
bensì la figlia di Loki (e di conseguenza la
nipote del dio). Anche la storia d’origine di Hela è molto
diversa nella Marvel Comics e descrive il personaggio
come il sovrano del mondo sotterraneo di Hel.
Il fratello di
Thor (ma non Loki)
Nei fumetti mancherà anche
Hela, ma Thor ha un fratello
che non si è mai visto nell’MCU: Balder
il Coraggioso. La storia del personaggio è unica e complessa:
stando alla trama di Ragnarok nella Marvel
Comics, la morte di Balder avrebbe messo in
moto la fine dei tempi. Balder ha giocato molti ruoli
nei fumetti, da essere il re di Asgard ad aiutare
nella guerra dei regni. Nonostante ciò, il personaggio è stato
completamente escluso dall’MCU.
Thor nei fumetti è
più intelligente
Il Dio del
Tuono dell’MCU sarà anche simpatico, ma
a volte è davvero sciocco. Fatica a capire le cose e ha bisogno
quasi sempre di una spiegazione aggiuntiva. Fortunatamente conosce
i suoi limiti e sa fare autoironia. Al contrario, nei fumetti
Thor è serio ed estremamente sveglio. Oltre ad
essere uno dei più grandi dei Vendicatori, è un guerriero molto intelligente,
proprio come Iron Man e
Captain America.
Nei fumetti è il re di
Asgard
Inizialmente
nell’MCU, Thor non vedeva
l’ora di assumersi maggiori responsabilità. Tuttavia, quando
Odino è morto, l’eroe ha perso interesse in qualsiasi
cosa. In Avengers: Endgame,
Thor ha rifiutato il suo destino e ha scelto di
non diventare sovrano di Asgard, lasciando il titolo
a Valkyrie.
Nei fumetti
invece, Thor è attualmente il
Re di Asgard, titolo che tra l’altro ha già
ricoperto. Nella Marvel Comics il dio ha messo da
parte i suoi amici per assumere questo ruolo ed è diventato un
sovrano serio e determinato a proteggere la sua patria.
Un dio a tutto tondo
Prima di Love and
Thunder, non si era mai parlato molto della dimensione
divina nell’MCU. Nei primi film, non ci sono
divinità. Ci sono solo umani e alieni e gli dei di Asgard
sono semplicemente creature extraterrestri che vivono in un altro
mondo. Al contrario, Thor nei fumetti è
prima di tutto il Dio del Tuono, uno degli dei più longevi
e più amati. Il dio ha più di 1000 anni e gravita attorno alla
Terra fin dalle origini della storia umana.
Attenzione: questo articolo contiene
spoiler sul finale di stagione di Ms. Marvel!
Dopo lo sconvolgente finale di
Ms. Marvel su Disney+, i
fan si sono già riversati su Reddit per discutere
le loro teorie sul futuro di Kamala nel MCU. Sebbene la
Marvel abbia sfatato le teorie
sulla capacità di Kamala di mutare forma, l’episodio ha lasciato
molti aspetti irrisolti e ha sollevato ancora più domande che
risposte quindi, ai fan della Marvel, non manca sicuramente il
materiale su cui basare le proprie teorie.
Il finale di Ms. Marvel non solo ha rivelato che
Kamala Khan è la prima mutante del MCU, ma ha anche
presentato una scioccante scena mid-credits che ha visto
Brie Larson tornare nei panni di Carol
Danvers dopo essersi apparentemente scambiata con Kamala
nella sua camera da letto da adolescente – e i fan hanno molte idee
su cosa questa svolta possa significare.
Kamala Khan ha un DNA da
Inumano
Sebbene tutti gli indizi
portino a pensare che Kamala Khan sia una mutante,
l’utente di Reddit
avataraurin teorizza che la mutazione riscontrata nel
DNA di Kamala sia in realtà un segno della sua identità di
Inumana: “Penso che il braccialetto abbia attivato
il DNA Inumano [di Kamala], il che ha fatto sì che Kamala avesse
una connessione più forte con il suo DNA Noor”.
La storia di Kamala
Khan è effettivamente legata agli Inumani nei fumetti, ma
sembra che il MCU abbia deciso di
prendere una strada diversa con il personaggio. Tuttavia, se il
MCU
introdurrà gli Inumani a un certo punto, sembra logico che Kamala
avrà qualcosa a che fare con loro.
Kamala è il mutante “zero”
Come e quando il MCU introdurrà i
mutanti (e di conseguenza gli X-Men) è stato un
grande argomento di dibattito per molto tempo, e Ms. Marvel sembra aver finalmente fatto un po’
di luce sulla questione. I fan sanno che è la prima mutante
confermata nel MCU, ma l’utente
420moxxy di
Redditor suggerisce che in realtà dovrebbe essere una delle prime
mutanti del mondo.
Rendere Kamala uno
dei primissimi esseri umani portatori di DNA mutante sarebbe una
trama davvero emozionante e potrebbe essere un ottimo modo per
introdurre le origini degli X-Men. Il redditor ha anche aggiunto:
“Potrebbero introdurre un giovane Charles Xavier
che impara a usare i suoi poteri e a sopravvivere in un mondo in
continua evoluzione pieno di questa nuova specie chiamata
mutanti”.
Namor sarà il prossimo mutante del
MCU
Si vocifera che
Namor apparirà nel prossimo sequel di
Black Panther, e alcuni leak sembrano confermarlo,
ma i dettagli esatti della sua introduzione nel MCU sono ancora
strettamente nascosti. Nei fumetti è uno dei primi mutanti
dell’universo e il Redditor wandadcosmos
ritiene che sarà così anche nel MCU.
Scrivono: “Sono sicuro che
Namor abbia trovato una qualche reliquia
atlantidea/azteca che ha attivato il suo gene X”, proprio come il
braccialetto di Kamala nella serie Ms. Marvel. Se dovesse essere così, sembra che
potrebbe avere un ruolo importante nell’introduzione del
personaggio – una teoria di Black Panther: Wakanda
Forever potrebbe vedere Namor come cattivo o antieroe.
Mutanti e Inumani sono la stessa
cosa
Nei fumetti, Kamala
Khan è un Inumano – ma nel MCU sembra che sia
un mutante, quindi i fan si stanno chiedendo cosa stia esattamente
facendo il MCU con questi due
concetti simili (ma chiaramente diversi). Una teoria del Redditor
gab_knotter
suggerisce che in questo universo “inumano” e “mutante”
significhino la stessa cosa.
La teoria fa riferimento a
un’importante citazione dell’episodio finale di Ms. Marvel, in cui Kamala
dice che, qualunque sia la sua identità, sarà solo un’altra
“etichetta”. Forse questo è il modo in cui il MCU conferma che
“inumano e mutante sono solo etichette diverse che designano la
stessa cosa”.
Carol Danvers ha trovato il secondo
braccialetto
L’apparizione di
Captain Marvel nella scena mid-credits del finale
di Ms. Marvel è stata una grande sorpresa, ma
l’utente di Reddit antonindolohov
ritiene che in realtà abbia completamente senso, se i fan
considerano la precedente apparizione della
Danvers nel MCU.
Ha scritto: “Nella scena post-credit
di Shang-Chi, vediamo Wong che
informa Bruce e Carol dei dieci
anelli e chiede loro se possono identificarli… quindi immagino che
Carol abbia trovato il sentiero dei dieci anelli e abbia trovato il
secondo braccialetto”. I due spiegano poi che il contatto di
Carol con il braccialetto l’ha costretta a
scambiarsi con Kamala, come i fan hanno visto alla
fine di Ms. Marvel.
Monica Rambeau è una mutante
Il termine “mutante” non è mai stato
usato per definire la Rambeau durante il suo
periodo in WandaVision, ma ci sono molte
somiglianze tra MonicaRambeau e
KamalaKhan che non dovrebbero
essere trascurate. Il Redditor homeslixe nota
che i poteri di Kamala “assomigliano di più a
quelli di Monica Rambeau, se ci penso bene”.
La Rambeau ha
scoperto i suoi poteri dopo aver viaggiato attraverso l’Hex in
Wandavision, quindi molti fan suggeriscono che
questo ha risvegliato il suo gene mutante nello stesso modo in cui
il braccialetto ha risvegliato il gene mutante di Kamala e le ha
dato la possibilità di usare i suoi veri poteri.
I Djinn sono una fazione di
Inumani
Per la maggior parte degli
episodi di Ms. Marvel, si è creduto che Kamala
Khan fosse un Djinn, anche se sono state
fornite poche spiegazioni sul significato di questo termine. Alcuni
teorizzano che Djinn sia solo un termine folcloristico usato per
riferirsi agli Inumani o ai mutanti, mentre una teoria del Redditor
blackbird2285
suggerisce che i Djinn siano in realtà un vero e proprio
gruppo di Inumani, affermando: “Sarebbe piuttosto figo se i Djinn
fossero solo una fazione di antichi Inumani“.
Questa teoria prevede un confronto
tra i Djinn e la “Famiglia Reale di
Attilan“, un’altra fazione di Inumani dei fumetti. Forse i
Djinn sono solo Inumani che hanno vissuto nella Dimensione Noor,
proprio come la Famiglia Reale vive ad Attilan. Questo potrebbe
anche essere un modo semplice per reintrodurre Black
Bolt e i suoi amici nel MCU.
Nick Fury sta indagando sui
mutanti
Alla fine di Spider-Man: Far From Home, è stato rivelato
che Nick Fury è in realtà scomparso dal pianeta da
qualche tempo, mentre lui e Maria Hill sono stati
sostituiti sulla Terra dagli Skrull. Il redditor
kostispat257
suggerisce che attualmente stanno “indagando sugli agenti dormienti
Kree” – o, come suggerisce questa teoria, sui
mutanti.
Una dettagliata teoria sul perché il
MCU stia
introducendo i mutanti in questo momento, suggerisce che i mutanti
siano stati effettivamente creati dai Kree e
collocati sulla Terra come gli “agenti dormienti” di cui parla
Talos in Far From Home. Ci sono molte cose su
Nick Fury che non hanno molto senso al momento, ma
questa teoria getta un po’ di luce su di esse.
Captain Marvel introdurrà i
Fantastici Quattro
Sebbene sia già stato rivelato che i
Fantastici Quattro stanno per approdare nel
MCU, non è
ancora chiaro come ciò avverrà esattamente. Molte cose sono in
sospeso, ma l’utente di Reddit hailstate2023
suggerisce che Captain Marvel avrà qualcosa a che
fare con tutto ciò.
Il braccialetto di Ms.
Marvel è stato originariamente trovato al braccio di un
alieno dalla pelle blu che molti ipotizzano essere un
Kree, il che suggerisce che il braccialetto
potrebbe essere in realtà un Nega-Band – un
dispositivo dei fumetti che trasporta chi lo indossa nella
Zona Negativa. Questa teoria suggerisce che la
Danvers potrebbe “fare da tramite” tra la Terra e la Zona Negativa,
dove secondo molti fan sono attualmente intrappolati i
Fantastici Quattro.
I dieci anelli erano un tempo il
secondo braccialetto
Forse una delle teorie più
interessanti che circolano su Reddit è quella di infinite-swordfish60,
che suggerisce che i dieci anelli di
Shang-Chi siano in realtà il gemello del bracciale di
Kamala, ma “scomposto” in dieci pezzi. L’utente fa
riferimento alla scena post-credit di Shang-Chi e
si chiede: “E se [l’anello] stesse cercando di comunicare con il
suo gemello, il braccialetto?”.
Questa teoria non si rifà ai fumetti
in manier tanto accurata quanto altre in questa lista, ma sarebbe
un grande colpo di scena che nemmeno i fan più accaniti dei fumetti
si aspetterebbero mai. Sarebbe anche un’ottima occasione per
integrare uno dei migliori nuovi personaggi della Fase
4, Shang-Chi, nella storia generale del
MCU.
Prima di liquidare il rumor a quello
che potrebbe rivelarsi, ovvero solo un rumor, vale la pena di
notare un paio di cose: diversi scoop affidabili (o
semi-affidabili, comunque) hanno alluso alla storia, e più volte
Kevin Feige ha parlato con Spielberg
della possibilità di dirigere un futuro progetto MCU.
Ovviamente, nulla di tutto ciò
significa che abbia effettivamente accettato di dirigere i
Fantastici Quattro o addirittura che questo report possa essere
veritiero, ma vale sicuramente la pena tenere d’occhio la faccenda.
Dopotutto, i Marvel Studios sono riusciti a arruolare Sam
Raimi con un preavviso abbastanza breve dopo che
Scott Derrickson si è separato dal Dottor
Strange nel Multiverso della follia.
Sappiamo ancora molto poco dei piani
di Feige per la prima famiglia della Marvel, ma John
Krasinski è apparso nei panni di Reed Richards nel sequel
di Doctor Strange. Il personaggio ha incontrato la
sua fine per mano di Scarlet Witch (Elizabeth
Olsen), e
sappiamo che il casting della star/regista era dettato al 90% da un
regalo che Feige ha voluto fare ai fan, che da tempo volevano
proprio Krasinski nei panni di Richards. Inoltre, vale la pena
ricordare il fatto ceh Feige cerca un grande regista per Fantastici
Quattro, e chi c’è al momento di più grande di Steven
Spielberg?
La colonna sonora di
Thor: Love and Thunder è
composta da tantissimi brani di successo, che spaziano da iconici
inni rock a brani pop più contemporanei. Il regista Taika
Waititi ha contribuito a spingere il franchise di Thor in
una nuova direzione quando è subentrato nel MCU con Thor:
Ragnarok. Ha dato alla serie del Marvel Cinematic
Universe un tono comico, colori più vivaci e una grandissima
colonna sonora. Tra queste, il classico dei LedZepplin “Immigrant Song“,
utilizzato per la battaglia finale tra il Thor di
Chris Hemsworth e l’Hela di
Cate Blanchett.
Thor: Love and
Thunder segna il ritorno di Thor per la prima volta da
quando ha lasciato la Terra con i Guardiani della
Galassia in Avengers:
Endgame. Il film della Fase 4 del MCU segue il viaggio
dell’eroe alla scoperta della sua vera identità in questo
vasto universo, che diventa un po’ più complicato quando la sua ex
fidanzata, Jane Foster (Natalie
Portman), acquisisce i suoi poteri grazie a un Mjolnir
ricostruito, divenendo Mighty Thor. Il Dio del
Tuono potrebbe essere geloso all’inizio, ma si rende conto che lei
è proprio ciò che gli mancava nella vita. La svolta da supereroe di
Jane arriva anche nel momento perfetto, dato che
Gorr il Macellatore di Dei (Christian
Bale) inizia a scatenarsi nella galassia uccidendo
ogni dio che trova sulla strada.
Mentre il dramma, la commedia e
l’azione si susseguono, la narrazione di Thor: Love and
Thunder è accompagnata da musiche memorabili. Il
veterano del MCUMichael
Giacchino ha curato la colonna sonora del film, ma
Taika Waititi ha ancora una volta messo da parte
una straordinaria collezione di canzoni famose. Ecco una guida
completa alla colonna sonora di Thor: Love and
Thunder, con indicate le sequenze specifiche che
accompagnano.
“Only Time” di
Enya – La canzone di Enya, tratta dall’album A
Day Without Rain del 2000, dà il via alla colonna sonora di
Thor: Love and
Thunder, mentre l’intera linea temporale del MCU di Thor viene
ripercorsa in un montaggio iniziale narrato da
Korg (Taika Waititi).
“Welcome To The
Jungle” dei Guns N’ Roses – L’iconica
canzone rock del 1987, tratta dall’album Appetite For
Destruction dei Guns N’ Roses, risuona quando Thor si unisce
ai Guardiani della Galassia in battaglia.
“Paradise City”
dei Guns N’ Roses – La seconda canzone dei Guns N’
Roses nella colonna sonora di Thor: Love and
Thunder introduce l’inedito look turistico di New
Asgard.
“Old Spice Sea
Chanty” di Ginger Johnson – Il jingle
dell’Old Spice si sente alla fine della pubblicità
dell’Old Spice di Valchiria.
“Fighting” di
Michael Raphael – La successiva canzone di
Thor: Love and
Thunder accompagna il momento in cui
Thor, Re Valchiria (Tessa
Thompson) e Mighty Thor difendono
Nuova Asgard dall’attacco di Gorr.
“Our Last Summer”
degli ABBA – La canzone degli ABBA del 1980 è
inserita in un montaggio che racconta ciò che è accaduto prima che
Jane e Thor si lasciassero.
“Family Affair” di
Mary J. Blige – La colonna sonora di
Thor: Love and
Thunder include anche Mary J. Blige, quando
Valchiria suona “Family Affair”
per mostrare a Jane il suo altoparlante
portatile.
“Sweet Child O’
Mine” dei Guns N’ Roses – La terza
canzone dei Guns N’ Roses viene riproposta più volte nel film, ma
la prima è quando Thor, Jane e
Valchiria combattono contro Zeus
(Russell Crowe) nella Città Onnipotente.
“Goodies” di
Ciara – il singolo di debutto di Ciara del 2004
viene proposto mentre Thor, Jane
e Valchiria si trovano sulla nave asgardiana in
partenza dalla Città Onnipotente.
“Hey Ninny-Nonny”
di Taika Waititi – canzone originale di
Taika Waititi, cantata da Korg
quando Thor e Jane parlano dei
loro sentimenti sulla nave.
“November Rain”
dei Guns N’ Roses – L’ultima canzone dei Guns N’
Roses nella colonna sonora di Thor: Love and
Thunderaccompagna
il combattimento finale di Thor e Mighty
Thor con Gorr.
“Rainbow In The
Dark” di Dio – Quest’ultima canzone è
stata scelta per i titoli di coda di Thor: Love and
Thunder.
Grazie alla lotta tra Gorr il
macellatore di dei (Christian
Bale),
Thor(Chris
Hemsworth) e i suoi alleati, in Love and Thunder vengono poste le basi
per l’introduzione di personaggi nuovi all’interno
dell’MCU. Sappiamo quanto il
franchise ami creare aspettative nel proprio pubblico sul futuro e
anche Thor: Love and Thunder, come tutti gli altri
film della Fase 4, è
un anello di una catena più ampia.
In particolare, il quarto film da
solista di Thor amplia notevolmente il Marvel
Mythos: se durante la Saga dell’Infinito gli Asgardiani sembravano
essere le uniche divinità mitologiche presenti nell’MCU,
ora sappiamo che gli dei del franchise sono tanti e provengono dai
culti più disparati. Prima lo show Disney+Moon
Knight e poi Thor: Love and
Thunder hanno dimostrato che nella
Marvel ci sono numerosi pantheon. Dopo le divinità
egizie di Moon Knight, Love and
Thunder introduce una città divina, Omnipotent
City, e un’enorme minaccia per gli dei: Gorr.
Proprio a Omnipotent City
si svolge un’enorme battaglia. Al di là dei fini
drammatici, la scena offre al pubblico un piccolo assaggio
delle diverse divinità che popolano l’MCU. Forse
non tutti i personaggi visti in Thor: Love and
Thunder torneranno in futuro, ma alcuni potrebbero
davvero essere i pilastri delle prossime fasi…
Hercules
Probabilmente, il
personaggio più importante introdotto da Thor: Love
and Thunder è Hercules. Interpretato da
Brett Goldstein, il figlio di Zeus è il dulcis
in fundo del film. Fa il suo debutto nella scena a metà dei
titoli di coda, vestito con un abito quasi identico al costume dei
fumetti degli anni Sessanta e Settanta e con in mano la sua iconica
clava. Poco prima di vedere Ercole sulla scena,
nel film si sente Zeus (Russell
Crowe) incaricare il figlio per una missione
contro Thor. Questo dettaglio allude al fatto che
Ercole sarà un cattivo in Thor 5, anche se chi ha
letto i fumetti sa che alla fine Ercole rifiuta gli ordini
di Zeus e si allea con Thor. Detto ciò,
Hercules ha buone possibilità di entrare a far parte del
prossimo team di Avengers della
Marvel.
Hera
In Thor: Love and
Thunder sembra che ci sia Zeus dietro
al conflitto tra Ercole e Thor, quando nei
fumetti è Hera la mente dietro ai problemi del
semidio. Dal momento che sia il marito che il
figliastro di Hera sono parte dell’MCU,
la dea potrebbe facilmente subentrare nel franchise. Sia nella
mitologia che nei fumetti, Hera è la matrigna di
Hercules.
Hera è malvagia
e gelosa dell’affetto che Zeus nutre per il semidio.
I suoi piani causano molte delle tragedie nella vita di
Ercole. Nei fumetti, Hera è un cattivo in
piena regola per il figliastro e i suoi alleati. Lo stesso potrebbe
accadere alla sua controparte MCU, che
probabilmente odierà Ercole anche in
live-action.
Ares
L’arrivo di Zeus e
degli dei greci nell’MCU apre la strada anche
ad Ares. Il personaggio ha tutte le potenzialità
necessarie per diventare un nemico importante sia per
Ercole che per
Thor. D’altronde, nella Marvel Comics il Dio della
Guerra è uno dei più grandi nemici di Ercole ed
è una minaccia ricorrente tra i più potenti eroi della Terra.
Ares è stato anche un membro degli Oscuri
Vendicatori, storia che potrebbe essere inserita
nell’MCU, magari già nella creazione di un squadra
di anti-eroi per il film Thunderbolts.
Quasar
Verso la fine di Thor: Love and
Thunder si vede una statua di
Eon nel tempio di Eternità. Nei fumetti,
Eon è una potente entità cosmica che fa di tutto per
garantire che l’universo sia al sicuro dalle minacce
intergalattiche (come Thanos). Adempie i suoi doveri
scegliendo un campione che lui stesso disegna come Protettore
dell’Universo. I suoi due campioni più noti sono Capitan
Mar-Vell e Quasar, un eroe dotato dei poteri di
Lanterna Verde e un membro poco noto dei
Vendicatori. Nell’MCUMar-Vell è
già stato reinventato con il personaggio femminile Capitan
Marvel, ma non c’è nessun Quasar. Forse la
statua di Eon accenna all’introduzione di Quasar
nell’MCU…
Ra
Thor: Love and Thunder ha
confermato la presenza nell’MCU di Ra.
Nel film, Thor ha inserito la divinità egizia nell’elenco
degli dei che sperava di reclutare a Omnipotent City.
Anche se non è stato nominato in Moon
Knight, nella mitologia Ra è in cima al
pantheon egizio. Ora che Thor ne ha parlato
nell’MCU, Ra (noto anche come
Atum) potrebbe svolgere un ruolo chiave nella prossima
avventura di Marc Spector in
Moon Knight 2…
Warlord Kaa
In Thor: Love and
Thunder viene esplorato il Regno delle
Ombre. Questa linea narrativa crea la possibilità che
Kaa minacci un eroe MCU in una battaglia
futura. Introdotto in un fumetto del 1960, il malvagio padrone del
Regno delle Ombre è un criminale minore della
Marvel Comics.
Kaa ha fatto alcune incursioni sulla Terra, dove si è
scontrato con la squadra di supereroi di Ercole e
con Hulk. Ora che il Regno delle Ombre è
ufficialmente una dimensione dell’MCU, il suo capo
non può essere escluso dal franchise.
Knull
Nello spiegare la storia d’origine
di Gorr, Thor: Love and Thunder parla del
dio Knull. Nei fumetti, Knull è colui che
brandisce la Necrosword prima che venga presa da
Gorr. Ovviamente, non è quello che succede
nell’MCU e, anche se non è ancora chiara la storia
live-action del personaggio, è plausibile che prossimamente
Knull comparirà sulla scena. Anche se privo della sua
spada, Knull potrebbe facilmente diventare uno dei
criminali più pericolosi dell’MCU. Come dio
antico, onnipotente e creatore dei simbionti, Knull
possiede tutto quello che serve per devastare la
Terra.
Venom
Attraverso il Multiverso,
Spider-Man:
No Way Home aveva già introdotto
Venom. Tuttavia, Thor: Love and
Thunder fa un passo in più. Nei fumetti,
la Necrosword di Knull è il primo simbionte,
fatto che chiarisce perché nel film l’arma influisce pesantemente
sulle azioni di Gorr. E, parlando di simbionti, non si può
escludere Venom. Appare chiaro che
l’MCU sta girando attorno al personaggio, forse
per preparare il terreno ad un grande ruolo per il cattivo.
Morte (Lady Morte)
Oltre a Adam
Warlock, Lady Morte è l’altro grande personaggio
legato alla storia di Thanos che ancora manca
nell’MCU. Quando Thanos, ossessionato
dall’incarnazione fisica Morte, cancella metà
dell’universo in Avengers:
Infinity War, il personaggio non viene nemmeno
nominato. Tuttavia, Thor: Love and
Thunder dimostra che Morte esiste da qualche
parte nell’MCU. Come Eon, anche lei
possiede una statua costruita in suo onore nel tempio di
Eternità.
Tribunale Vivente
Un altro personaggio
presente in versione statuaria nel tempio di Eternità è
Tribunale Vivente. Già Doctor Strange 2 aveva fatto cenno
a Living Tribunal, per poi dimenticarsene nel
film successivo. Dopo Thor: Love and
Thunder non sembrano esserci dubbi sull’arrivo del
personaggio nell’MCU. Non a caso, la statua di
Tribunale Vivente è un po’ più prominente rispetto alle
altre. Sicuramente, il livello di potere della misteriosa entità
cosmica nella Marvel Comics pone le basi per
un grande personaggio anche per l’MCU.
Nel corso degli anni la
Marvel ha regalato al
pubblico diverse sorprese sul grande schermo, ma poche eccentriche
come le capre urlanti di Thor: Love and Thunder. Il
secondo film di Taika Waititi sul Dio del Tuono ha
ricevuto recensioni contrastanti da parte della critica, ma ha
comunque battuto Thor:
Ragnarok al botteghino, forse anche grazie al
senso dell’umorismo tipico di Waititi, che qui si conferma
ulteriormente. Resta però da chiedersi se l’aggiunta delle capre
sia stata un’idea originale di Waititi, o provenga
dagli stessi fumetti di Thor.
All’inizio del film,
Thor riceve in dono le capre da Re
Yakan (Stephen Curry) per aver salvato la
popolazione del pianeta Indigarr da una minaccia esterna. Per tutta
la durata di Thor: Love and
Thunder, i destrieri del Dio del Tuono hanno urlato
sullo schermo; mentre Thor (Chris
Hemsworth) lottava per fermare il dio assassino
Gorr il Macellatore di Dei (Christian
Bale), insieme alla sua ex Jane Foster/Mighty
Thor (Natalie
Portman), Valchiria (Tessa
Thompson) e Korg (Taika
Waititi), le capre hanno fatto da spalla e da bizzarro
“mezzo di trasporto” del gruppo.
Le loro urla stridenti ci hanno
fatto morire dal ridere anche se forse, a tratti, sono risultate un
po’ eccessive. Per questo motivo, gli spettatori si sono chiesti se
le capre urlanti, all’interno del film, rappresentino un ulteriore
sollievo comico o una semplice distrazione dal resto della trama di
Thor: Love and
Thunder. La vera origine delle capre va comunque ben
oltre il semplice divertimento e siamo qui per analizzarlo.
Perché le capre di Thor: Love and
Thunder urlano?
Le urla delle capre di
Thor: Love and
Thunder hanno trovato ispirazione in
Taylor Swift e nella sua canzone “I knew you were
Trouble”, rielaborata con dei meme sui social, ma possono essere
ricondotte alla storia della Marvel e, più
specialmente, alla mitologia norrena. Sebbene non abbiano nome in
Love and Thunder, le capre
Toothgrinder e Toothgnasher hanno
fatto diverse apparizioni nei fumetti, con la loro prima entrata in
scena nel 1976. Ma il loro vero e proprio ingresso nella
letteratura è molto più antico e risale alla
“Hymiskviða” dell’Edda in prosa
del XII secolo. Tuttavia, le loro urla sono interamente
un’invenzione di Taika Waititi, un’estensione del
suo stile di commedia bizzarro e talvolta eccessivo.
Le capre di Thor: Love and Thunder
devono a Taylor Swift le loro origini
Come dicevamo, secondo le
interviste di Waititi, le capre urlanti di
Thor 4 possono ringraziare Taylor
Swift e la sua “I Knew You Were Trouble”
del 2012 per la loro origin story nel film. Sebbene
Thor: Love and
Thunder sia approdato al cinema 10 anni dopo
l’uscita della canzone, il meme su Internet di una capra che urla
il ritornello della canzone è stato una costante di tutto il
decennio. A quanto pare, un addetto alla post-produzione ha
riscoperto il meme della capra e ha aggiunto la colonna sonora a
uno degli aggiornamenti dell’animazione delle capre, e Waititi l’ha
apprezzato a tal punto che la gag è stata inserita nel film.
Le capre di Thor: Love and Thunder
sono nei fumetti Marvel?
Sebbene Thor: Love and
Thunder abbia lasciato molte domande senza
risposta, i destrieri del Dio del Tuono non sono una di queste. Le
fedeli capre di Thor sono state al suo fianco fin dalla loro
introduzione nel Thor Annual #5 del 1976. Tra le loro
avventure, ricordiamo l’originale addomesticamento dei due animali
da parte di Thor su suggerimento di Loki in
Journey Into Mystery #623, e un viaggio sia a Hel che a
Heven, il primo in Thor #365 e il secondo in Original
Sin #5.1. Una delle capre, Toothgnasher, ha
persino trascorso del tempo con il Punitore in
Punisher Kill Krew.
Grazie alle sue capre urlanti,
Thor: Love and
Thunder può rivendicare influenze che
attraversano i secoli, dalla poesia antica alla musicalità moderna,
pur essendo del tutto in linea con le sue origini fumettistiche.
Sebbene quest’aggiunta ironica possa risultare fastidiosa per
alcuni spettatori, essa racchiude davvero gli easter egg, i
riferimenti alla Marvel e le influenze eclettiche
che rendono i fumetti, e in particolare Thor, così
stravaganti. È giusto, in questo caso, che lo stesso tono dei
fumetti sia così prevalente nell’ultimo contributo di Waititi alla
serie di film su Thor.
La Disney ha scelto Dean
Fleischer-Camp per dirigere il prossimo remake live-action
di Lilo &
Stitch. Fleisher-Camp sta facendo circolare il suo
nome grazie a Marcel the Shell With Shoes On, il suo ultimo
progetto per la A24. Nel frattempo, Chris Kekaniokalani
Bright è in trattative per scrivere la sceneggiatura di
Lilo &
Stitch, con Dan Lin, Jonathan
Eirich e Ryan Halprin alla produzione. A
parte questo, si sa poco del remake in live action del film.
Come riportato da
Deadline,Dean Fleischer-Camp dirigerà il
prossimo adattamento live-action di Lilo &
Stitch per la Disney. La notizia arriva in mezzo
al successo di critica del suo nuovo film d’animazione, Marcel the
Shell With Shoes On, che è attualmente sulla buona
strada per guadagnare $ 1 milione al botteghino. Al momento, una
data di uscita per Lilo &
Stitch rimane sconosciuta. Il film segnerà il
primo film live-action di Fleischer-Camp in un grande studio.
Il regista Walter
Hill è noto per la sua capacità di contaminare e
ridefinire i generi cinematografici, inserendo nei suoi film
elementi apparentemente contrastanti ma che grazie alla sua
maestria si fondono alla perfezione, dando vita ad opere uniche.
Suoi sono infatti titoli cult come Driver l’imprendibile,I guerrieri della notte, 48 ore e Strade di
fuoco. Si tratta di film “ruvidi”, che mescolano la brutalità
di contesti sociali difficili a personaggi in cerca di rivalsa. Uno
dei suoi ultimi film, Undisputed,
realizzato nel 2002 porta avanti queste caratteristiche, mescolando
elementi da prison movie con quelli dei film sulla
boxe.
Scritto dallo stesso Hill insieme a
David Giler, a partire da una loro storia
originale, Undisputed nasce dal desiderio del regista di
realizzare un film incentrato sulla boxe. Lo spunto per il film si
presentò loro nel 1992, quando il campione dei pesi massimi
Mike Tyson venne condannato ad alcuni anni di
prigione. A partire da quell’evento i due decisero di scrivere la
storia di una celebrità che si ritrova a dover fare i conti con la
sua nuova vita in carcere. Ciò permise loro non solo di raccontare
il declino di un uomo, ma anche la durissima realtà del sistema
penitenziario statunitense.
Al momento del suo arrivo in sala,
Undisputed mancò però di ottenere importanti
riconoscimenti da parte di critica e pubblico. A renderlo
maggiormente popolare è stato però il mercato home-video,
dove ottenne grande successo divenendo un vero e proprio cult.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e alla serie di
sequel. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Undisputed: la trama del film
Protagonista del film è
George “Iceman” Chambers, campione del mondo dei
pesi massimi di pugilato, la cui carriera viene distrutta a causa
del suo arresto con l’accusa di stupro. Arrivato in prigione, egli
è ormai un uomo finito e senza più speranze. Venuto però a sapere
dell’esistenza di un programma di boxe interno al carcere, George
decide immediatamente di iscrivervisi. Campione indiscusso
all’interno della prigione è Monroe Hutchen, il
quale è imbattuto da dieci anni. Mentre si inimica l’intera
comunità carceraria, George decide di prepararsi all’incontro,
desideroso di dimostrare di non essere secondo a nessuno.
Undisputed: il cast del film
Per i due protagonisti del film, il
regista dichiarò di aver sempre pensato a due attori di colore, in
quanto ciò avrebbe conferito maggior credibilità al modo in cui
questi vengono trattati nel film. Il ruolo di George Chambers è
dunque stato assegnato a Ving Rhames,
principalmente noto per essere stato Marsellus Wallace in Pulp Fiction. L’attore
aveva passato due anni a mettersi in forma per un altro film
biografico incentrato su di una leggenda della boxe, ma quando quel
progetto fallì, la sceneggiatura di Undisputed ha
attirato la sua attenzione, spingendolo a riprendere il suo
allenamento per questo film.
Nel ruolo del campione Monroe
Hutchen vi è invece l’attore Wesley Snipes,
celebre per aver recitato nella trilogia di Blade. Desideroso di
mostrarsi al meglio per il personaggio, Snipes ebbe modo di
allenarsi nella boxe con Emanuel Steward, noto per
aver addestrato diversi campioni del mondo. Al momento di dove
girare il loro incontro, i due attori rifiutarono di farsi
sostituire da controfigure e diedero vita ad una coreografia di
lotta estremamente realistica, con colpi molto vicini all’essere
veri. Nel film compare inoltre l’attore Peter
Falk nei panni di Mendy Ripstein, un anziano capo
mafia che organizzerà l’incontro tra i due pugili.
Undisputed: la serie di
sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Divenuto un buon successo grazie
alla sua distribuzione in home-video, il film ebbe poi tre
sequel, anche se con regista e cast diversi rispetto all’originale.
Questi sono Undisputed II: Last Man Standing, uscito nel
2006, Undisputed III: Redemption, uscito nel 2010, e
Undisputed 4 – Il ritorno di Boyka, uscito nel 2016. Nel
primo dei sequel vi è sempre il personaggio di George Chambers,
anche se ad interpretarlo è un diverso attore. Compare qui anche il
personaggio Yuri Boyka, interpretato da ScottAdkins, che diventerà poi il protagonista
principale dei successivi due sequel.
È possibile fruire di
Undisputed grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili
Cinema e Rai Play. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 14 luglio alle ore 21:20
sul canale Rai 4.
Nota come una delle celebrità più
poliedriche del panorama statunitense, Jennifer
Lopez è stata anche protagonista di film di vario genere e
di buon successo. Tra questi si annoverano titoli come Le ragazza di Wall Street,
Ricomincio da me, Il ragazzo della porta
accanto e Shall We Dance?. Prima di
tutti questi vi è però stato il thriller Via
dall’incubo, diretto nel 2002 da
MichaelApted, regista noto per
film come La ragazza di Nashville, Occhi nelle tenebre e
Le cronache di Narnia – Il viaggio del veliero. Scritto da
Nicholas Kazan, il film in questione ha permesso
alla Lopez di affermarsi come attrice drammatica e ricca di
carisma.
Il film è l’adattamento
cinematografico di Black and Blue, un romanzo scritto da
Anna Quindlen nel 1998 e divenuto uno dei best
seller assoluti del momento. All’interno di questo racconto si
sviluppano una serie di temi ancora oggi particolarmente attuali.
Il tutto ruota intorno ad una donna succube che decide di
riprendere in mano la propria vita rispondendo ai soprusi del
marito. Il film si concentra così sugli aspetti peggiori della
figura maschile, comunque non generalizzata. Ne nasce un’opera che
mira all’emancipazione e anche ancora oggi è in grado di insegnare
molto a riguardo.
Forse un po’ dimenticato, si tratta
di un titolo che meriterebbe di essere riportato in auge, anche
alla luce della recente scomparsa del suo regista. Tra colpi di
scena e tanta tensione, non mancherà di attrarre i fan del genere.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Via dall’incubo: la trama del film
Protagonista del film è
Slim, una giovane cameriera in una tavola calda di
Los Angeles. Proprio sul luogo di lavoro, la ragazza incontra un
giorno il ricco e affascinante Mitch, dal quale
rimane subito stregata. In breve i due intraprendono una relazione
che li porta nel giro di breve a sposarsi e a dare alla luce una
figlia Gracie. Gli spensierati anni che Slim ha
passato insieme al marito vengono però irrimediabilmente macchiati
dalla scoperta dei molteplici tradimenti di lui. Nel tentativo di
riaffermare la propria dignità, Slim decide di chiedere il
divorzio, andando però incontro ad una reazione inaspettata.
Mitch, infatti, si dimostra violento
come non mai, arrivando a colpirla e a negarle quanto lei chiede.
Dal suo punto di vista, Slim è di sua proprietà. Da quel momento la
donna si ritrova a vivere un vero e proprio incubo. Nonostante il
suo tentativo di fuga insieme alla figlia, verrà continuamente
rintracciata da Mitch, ormai più folle che mai. Slim comprende
allora che l’unico modo per uscire da quella situazione non è
scappare, ma contrattaccare. Inizia così ad apprendere l’uso delle
arti marziali, in attesa di scontrarsi nuovamente con il suo
inseguitore.
Via dall’incubo: il cast del film
Per il ruolo di Slim era
inizialmente stata considerata l’attrice Sandra
Bullock. Tuttavia, i produttori finirono con lo scegliere
Jennifer Lopez. Il
regista si disse piuttosto preoccupato di questa scelta, essendosi
imbattuto in voci che descrivevano la cantante e attrice come una
diva particolarmente autoritaria. Tali pettegolezzi si rivelarono
però infondati nel momento in cui la Lopez si dimostrò
completamente disponibile al dialogo e pronta a intraprendere anche
azioni complesse per il suo personaggio. L’attrice, inoltre, si
impegnò nell’imparare a praticare l’arte del krav maga. Tali
allenamenti le permisero di sfoggiare poi una buona preparazione
fisica nelle scene che richiedevano scontri fisici.
Nei panni della figlia Gracie vi è
l’attrice Tessa Allen, qui al suo debutto
cinematografico. Oggi la Allen è nota in particolare per le serie
Providence e General Hospital. Billy
Campbell, noto anche per i film Le avventure di
Rocketeer e Dracula di Bram Stoker, interpreta qui il
marito violento Mitch. Juliette Lewis, attrice
affermatasi negli anni Novanta per i film Cape Fear e
Assassini nati – Natural Born Killers, è invece presente
nel ruolo di Ginny, migliore amica di Slim. Dan
Futterman è Joe, ex ragazzo di Slim, mentre Fred
Ward è il padre della protagonista. L’attrice
Janet Carroll compare invece nel ruolo della madre
di Mitch.
Via dall’incubo: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Via
dall’incubo è infatti disponibile nel catalogo
di Rakuten TV e Chili. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite
temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di giovedì 14 luglio
alle ore 21:25 sul canale
Nove.
I cosiddetti legal thriller
sono certamente una delle sottocategorie più affascinanti di quel
vasto e sfaccettato genere che è il thriller. Numerosi sono i
titoli che nel corso degli anni hanno fatto la fortuna di questo,
portando le storie di avvocati, processi o questioni legate al
mondo giudiziario a ritagliarsi il proprio posto di rilievo nel
mercato cinematografico. Titoli come Il rapporto Pelican, Presunto innocente e Il cliente sono solo alcuni dei titoli più famosi.
Negli ultimi anni si possono invece annoverare film come
Michael Clayton, Il caso di Thomas Crawford
e Una doppiaverità
(qui la recensione).
Diretto nel 2016 da Courtney
Hunt, qui alla sua seconda opera dopo l’acclamato
Frozen River, il film si configura come un avvincente
thriller incentrato sul concetto di verità e su quanto questo possa
dimostrarsi ambiguo. Scritto da Nicholas Kazan,
figlio del celebre regista Elia, Una doppia verità si
discosta dai canoni del genere portando avanti una ricerca
introspettiva dei suoi personaggi, costruendo parallelamente una
vicenda quantomai intricata, che gioca con lo spettatore e le sue
aspettative. L’intento conclamato, infatti, era quello di mettere
in scena la forte ambiguità tipica degli avvocati difensori.
Pur non essendosi affermato come un
buon successo, cadendo parzialmente nell’anonimato, Una doppia
verità ha il merito di affrontare in modo interessante tale
concetto, dimostrando quante interpretazioni e versioni di questa
possano davvero esistere. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Una doppia verità: la trama del film
Protagonista del film è l’avvocato
difensore Richard Ramsey, il quale è da sempre
convinto che la verità possa essere modellata a proprio piacimento
nell’aula del tribunale. A metterlo fortemente in crisi a riguardo,
però, si presenta il caso del giovane Mike
Lassiter. Il ragazzo è stato sorpreso sulla scena del
crimine, vicino al corpo senza vita di suo padre e per di più con
un coltello insanguinato in mano. Davanti a queste prove
schiaccianti, il giovane viene accusato di omicidio volontario e
non sembra poterci essere altra versione rispetto a questa verità.
Lassiter, tuttavia, è convinto di poterlo far scagionare.
Il caso si fa però più complesso del
previsto quando Mike decide di chiudersi in un silenzio
impenetrabile, negando ogni possibilità di collaborazione. Ciò
costringe Richard a ricercare da sé prove a sufficienza per
dimostrare l’innocenza del ragazzo, ammesso che egli possa esserlo
davvero. Mentre nuovi elementi emergono a complicare la situazione
e a indebolire la difesa già traballante di Richard, l’avvocato
deve fare i conti con i metodi della nuova collega
Janelle e la reticenza della madre di Mike,
Loretta. Più si addentra nella storia della
famiglia Lassiter, però più una serie di segreti indicibili
verranno alla luce, facendo prendere alla vicenda una piega
inaspettata.
Una doppia verità: il cast del film
Ad interpretare il ruolo del
protagonista, l’avvocato Richard Ramsey, era originariamente stato
contattato l’attore Daniel Craig. Questi, tuttavia,
rinunciò al ruolo pochi giorni prima dell’inizio delle riprese,
costringendo i produttori a trovare un sostituto. Ad ottenere il
ruolo è così stato l’attore Keanu Reeves,
celebre per serie di film action come Matrix e John
Wick. Egli si è trovato qui ad interpretare nuovamente il
ruolo di un avvocato, avendo già ricoperto una simile parte nel
noto film del 1997 L’avvocato del diavolo.
L’esperienza sviluppata per quel film, gli è così stata utile anche
in questo caso, rendendolo credibile nella costruzione del
personaggio.
Nel ruolo di Mike Lassiter, il
giovane accusato dell’omicidio del padre, vi è l’attore
Gabriel Basso, visto anche in Ithaca e il
recente Elegia americana. Nei panni di suo padre, Boone,
vi è l’attore Jim Belushi, celebre per la serie
comedy La vita secondo Jim. La madre di Mike, Loretta, è
invece interpretata dalla due volte premio Oscar Renée
Zellweger. Per lei questo è stato il primo ruolo
cinematografico dopo una pausa di sei anni. Nello stesso anno ha
poi recitato anche in Bridget Jone’sBaby.
Infine, nei panni dell’avvocatessa Janelle, vi è l’attrice
Gugu Mbatha-Raw, celebre per l’episodio San
Junipero di Black Mirror e per essere la giudice
Ravonna nella serie dell’MCULoki.
Una doppia verità: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Una doppia
verità è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili, Google Play e Apple iTunes. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà
soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 14 luglio alle ore 21:10
sul canale Rai Movie.
Ti West parla di
X
– A Sexy Horror Story, il film con protagonista
Mia Goth arriva in sala il 14 luglio distribuito
da Midnight Factory di Koch Media.
Midnight Factory, etichetta di
proprietà di Koch Media, porterà nelle sale cinematografiche a
partire dal prossimo 14 luglioX
– A Sexy Horror Story di Ti West, il
nuovo atteso horror slasher con Mia Goth eJenna
Ortega. Nel 1979, una troupe di ragazzi ambiziosi e affamati di
successo decide di girare un film per adulti nelle zone rurali del
Texas, ma l’anziana coppia che la ospita, in una fattoria isolata e
indisturbata, comincia a nutrire un interesse lascivo per i giovani
attori. Durante la notte, questo interesse morboso esploderà in
tutta la sua violenza e terrore.
Da A24, studio di
produzione di Hereditary – Le Radici del Male, Midsommar – Il Villaggio dei Dannati, The Witch e
The Lighthouse, X
– A Sexy Horror Story promette di intrattenere
con emozioni forti gli amanti dell’horror e non solo. Ti
West, scrittore, regista e montatore pluripremiato già noto per
altri lavori di genere, ricrea l’America rurale della fine degli
anni ’70 e rinnova la tradizione di horror slasher omaggiando film
d’autore, film cult e anche porno.
Girato in Nuova Zelanda, X
– A Sexy Horror Story porta sullo schermo
un’incredibile Mia Goth alle prese con un doppio ruolo – grazie
all’uso di un minuzioso trucco prostetico che la rende
irriconoscibile – e che la porterà a lottare “con se stessa” per la
sopravvivenza. Il film, con un punteggio di 95% Fresh su
RottenTomatoes, ha ottenuto inoltre l’approvazione del
re del terrore Stephen King, che l’ha definito “un film
horror estremamente buono. Spaventoso, intelligente, consapevole.
Ah! E anche divertente”. Dopo aver conquistato il pubblico
americano, in Italia X – A Sexy Horror Story uscirà
al cinema dal 14 luglio, distribuito da Midnight
Factory.
Sinossi: Nel 1979,
un gruppo di giovani e ambiziosi filmmaker decide di realizzare un
film per adulti nel Texas rurale. Ma quando la solitaria coppia
anziana che li ospita scopre la natura del set, il cast si trova a
dover lottare per la propria sopravvivenza.
Nello stesso giorno
dell’uscita in sala in oltre 200 copie, X – A Sexy Horror Story di Ti
West, il nuovo atteso horror slasher con Mia Goth eJenna Ortega, distribuito da Midnight Factory, etichetta di
proprietà di Koch Media, è stato vietato ai minori di 18
anni dalla Commissione per la classificazione delle opere
cinematografiche incaricata dalla Direzione generale Cinema e
audiovisivo del Ministero della Cultura.
Le emozioni forti che il
film promette hanno evidentemente impressionato la Commissione a
tal punto che l’ha reputato non adatto ai minori per “l’insieme
delle scene in cui sono presenti uno o più contenuti sensibili, il
tono e l’impatto potenziale delle stesse nonché il contesto
narrativo, il livello di intensità del contenuto sensibile
rilevato”; l’efficace miscela di horror e porno hanno
conseguentemente portato ad alzare il divieto per la visione ai
maggiorenni. X – A
Sexy Horror Story, quindi, non è un film che passa inosservato, ma
anzi lascia il segno!
Il film – che ha ottenuto
un punteggio di 95% Fresh suRottenTomatoes e l’approvazione
del re del terrore Stephen King che l’ha definito “un film
horror estremamente buono. Spaventoso, intelligente, consapevole.
Ah! E anche divertente” – è ambientato nel 1979, quando una
troupe di ragazzi ambiziosi e affamati di successo decide di girare
un film per adulti nelle zone rurali del Texas, ma l’anziana coppia
che la ospita, in una fattoria isolata e indisturbata, comincia a
nutrire un interesse lascivo per i giovani attori. Durante la
notte, questo interesse morboso esploderà in tutta la sua violenza
e terrore.
Dopo aver conquistato il
pubblico americano, in Italia X – A Sexy Horror
Story esce oggi al cinema, distribuito da Midnight
Factory.
Proiezioni sotto le stelle e
incontri con i protagonisti del cinema italiano a Fara in Sabina,
suggestivo borgo antico alle porte di Roma.
Dal 20 al 24 luglio torna il Fara Film
Festival (www.farafilmfestival.com),
concorso internazionale di cinema, arte e enogastronomia ideato da
Riccardo Martini, prodotto da Martini
Eventi in collaborazione con Alfiere
productions e diretto da Daniele
Urciuolo, che ha l’obiettivo di promuovere il legame tra
il territorio della Sabina e la settima arte, ossia il cinema, sia
dal punto di vista artistico-culturale sia come volano economico
strategico territoriale.
I vicoli del borgo medievale saranno
illuminati come un set cinematografico, e le splendide Piazza Duomo
e Piazza Garibaldi saranno la culla degli eventi in programma.
Serata d’apertura mercoledì 20 luglio con la proiezione alle
ore 21.30 del documentario “La voglia matta di vivere” in occasione
dei cento anni di Ugo Tognazzi, anticipata da un talk con
Ricky Tognazzi e Simona Izzo, Francesco Pegoretti,
Federico Ielapi.
Il programma di giovedì 21 luglio
vedrà sul palco Francesco Pannofino, Eleonora
Giorgi, Emy Bergamo, Andrea Roncato,
Elisabetta Pellini, Maurizio Rigatti, anticipare la proiezione di
“Selfiemania”, mentre venerdì 22 luglio sarà la volta di
Riccardo Scamarcio e Anna
Safroncik prima del film “Io che amo solo te”.
Sarà Giancarlo
Giannini l’ospite d’onore di sabato 23 luglio, insieme
alla storica press agent Paola Comin, con la proiezione di
“Pasqualino Settebellezze”. In chiusura domenica 24 luglio ospiti
Umberto Smaila, Pierluigi Di
Lallo, Giorgia Fiori, Alessandro Gatto e
Virginio, per l’evento di premiazione delle opere
in concorso e la proiezione del film “Troppa famiglia”.
A giudicare le 36 opere in
concorso, suddivise in quattro sezioni (cortometraggi
italiani, internazionali, a tematica sociale, d’animazione) saranno
Eleonora Giorgi, presidente onorario; Chiara Del
Zanno, giornalista; Maurizio Rigatti, regista; Elisabetta Pellini,
attrice; Alessandro Parrello, regista e produttore; Eleonora
Farneti, referente rassegna cinematografica “Parliamo di donne” di
Cantalupo in Sabina, gemellata con il Fara Film festival, Niccolò
Gentili, attore, regista e sceneggiatore; Serena Tateo,
sceneggiatrice. Le opere saranno proiettate nel pomeriggio a
partire dalle ore 17.30 al Palazzo Martini di Fara in Sabina.
Le serate saranno condotte da
Renzo Di Falco, Giorgia Fiori, Andrea Venditti, Emanuele
Rauco, Fabiola Dalla Chiara, Agata Fortis, Ilenia Cavaliere e
Gianluca Chiadroni.
“Dopo il successo della scorsa
edizione abbiamo cercato di regalare al nostro pubblico un sogno,
un grande evento di cinema in piazza, gratuito, con ospiti di
livello nazionale e internazionale, basti pensare agli oltre dieci
David di Donatello vinti tra Giancarlo Giannini, Ricky Tognazzi e
Francesco Pegoretti che saranno presenti a Fara in Sabina tra il 20
e il 24 luglio. Quest’anno ci aspettiamo visitatori dalla provincia
di Rieti, da Roma e anche da altre regioni, a conferma che questi
eventi aiutano la promozione turistica della nostra amata Sabina.
Devo altresì ringraziare l’amministrazione tutta, la provincia, la
regione e tutti gli sponsor che ci stanno sostenendo perché oggi
non è facile organizzare un festival del genere da soli”, così il
presidente e ideatore Riccardo Martini.
“L’indirizzo artistico scelto per il
festival è quello di dare spazio e voce a quel cinema indipendente
che spesso fa fatica ad emergere ma che è il cuore pulsante di
questa industria così affascinante. Porteremo a Fara in Sabina i
maestri del cinema italiano, che hanno reso la nostra nazione
simbolo nel mondo della settima arte”, così il direttore artistico
Daniele Urciuolo.
A completare l’offerta del Fara Film
Festival ci sarà la parte enogastronomica, fiore all’occhiello
della manifestazione, dove sarà data agli ospiti la possibilità di
partecipare a degustazioni a Palazzo Martini, a Piazza Garibaldi
sarà allestito un punto ristoro per tutti mentre le cene di gala
con spettacolo si terranno a piazza Duomo con vista su Roma.
Apple
TV+ ha annunciato oggi Gutsy – Storie di
coraggio, la docuserie in otto parti di Hillary
Rodham Clinton e Chelsea Clinton che
celebra le donne coraggiose divenute fonte di ispirazione, che farà
il suo debutto il 9 settembre.
Basata sul bestseller del New York
Times delle Clinton, “The Book of Gutsy Women”, la docuserie mostra
Hillary e Chelsea intraprendere un viaggio quanto mai stimolante
per incontrare artiste rivoluzionarie, pioniere, attiviste, leader
di varie comunità ed eroine di tutti i giorni per mostrarci cosa
significa veramente essere donne coraggiose al giorno d’oggi.
Hillary e Chelsea, come non le abbiamo mai viste prima, rivelano il
loro speciale legame madre-figlia e il modo unico e
multi-generazionale con cui affrontano le questioni importanti e
attuali evidenziate in ciascuno degli otto episodi.
Ad unirsi a loro ci sono proprio
alcune delle loro eroine personali, donne straordinarie, coraggiose
e resilienti che hanno lasciato un’impronta nella società e nel
mondo, tra cui Kim Kardashian, Megan Thee Stallion, Dr. Jane
Goodall, Gloria Steinem, Wanda Sykes, Amy Schumer, Goldie Hawn,
Kate Hudson e molte altre ancora.
Gusty – Storie di
coraggio è prodotta per Apple da HiddenLight
Productions in associazione con Left/Right LLC, Hillary Clinton e
Chelsea Clinton sono le produttrici esecutive insieme a
Johnny Webb, Siobhan Sinnerton, Roma Khanna, Ken Druckerman, Banks
Tarver e Anna Chai, che funge anche da showrunner, con i produttori
Kevin Vargas e Claire Featherstone e i consulenti di produzione
Huma Abedin e Bari Lurie.
“Gusty – Storie di coraggio”
si unisce alla rosa in espansione di docuserie e
documentari pluripremiati su Apple TV+, tra cui “Boys State”,
vincitore dell’Emmy; “The Velvet Underground”, l’acclamato
documentario del regista Todd Haynes; “Beastie Boys Story”,
vincitore del Critics Choice Award e nominato agli Emmy e ai
Grammy; “They Call Me Magic”, la docuserie del regista Rick
Famuyiwa sulla vita dell’Hall of Famer dell’NBA e icona culturale
Earvin “Magic” Johnson; il documentario di successo “Billie Eilish:
The World’s A Little Blurry”; “Fireball: messaggeri dalle stelle”
di Werner Herzog, candidato al premio per il documentario Critics
Choice; così come le prossime docuserie “The
Supermodels” e “Number One on the Call Sheet”, narrati da Jamie
Foxx, Kevin Hart, Datari Turner e Dan Cogan.
Sarà la regista e
sceneggiatrice Céline
Sciamma a presiedere quest’anno la giuria delle
Giornate degli Autori. Per la regista di Ritratto
della giovane in fiamme (premiato a Cannes per la
migliore sceneggiatura) si tratta di un “ritorno a casa”, dopo
essere stata tra i finalisti del LUX Prize nel 2014 nel quadro del
progetto 27 Times Cinema, organizzato dalle
Giornate degli Autori, il LUX Audience Award del Parlamento europeo
ed Europa Cinemas, in collaborazione con Cineuropa. Saranno infatti
proprio i 27 giovani europei che animano il campus delle Giornate
ad affiancare Céline Sciamma componendo così la speciale giuria
che, con il coordinamento del Direttore del Festival di Karlovy
Vary, Karel Och, assegnerà il GdA Director’s Award, unico
riconoscimento ufficiale della sezione autonoma promossa dagli
autori italiani nell’ambito della Mostra del Cinema.
Per il secondo anno consecutivo è
una donna a presiedere la Giuria, dopo l’inedito duo composto da
Mina Mileva e Vesela Kazakova che un anno fa premiò il rumeno
Imaculat di Monica Stan e George Chiper-Lillemark, poi
vincitore anche del Premio De Laurentiis per la migliore opera
prima di tutta la Mostra. A Céline Sciamma il compito di
accompagnare per dieci giorni i suoi giovani compagni d’avventura
nella ricerca del film che, all’interno della Selezione Ufficiale
delle Giornate, avrà saputo meglio raccogliere il senso del premio:
il coraggio di guardare al mondo con occhi nuovi.
“Sono grata”, ha
commentato Céline Sciamma, “di poter
condividere le mie riflessioni sul cinema contemporaneo con un così
giovane gruppo di spettatori, per di più in un momento tanto
rilevante dal punto di vista politico per il cinema indipendente.
Mi sento vicinissima allo spirito delle Giornate degli Autori e
sono eccitata all’idea di viverlo appieno facendo parte del team di
questa edizione. Non vedo l’ora di vedere come andrà!”
“Scegliere Céline Sciamma come
presidente di giuria”, dichiara la direttrice
artistica Gaia Furrer, “non
significa solo avere alle Giornate degli Autori una delle voci più
intriganti della cinematografia contemporanea ma anche, e
soprattutto, abbracciare la sua visione della realtà. Da sempre
interessata alle questioni dell’identità, Céline Sciamma ha
sovvertito con il suo cinema l’ordine prestabilito, ha rovesciato
le strutture fondamentali della nostra società ed è stata capace di
creare nuove immagini e nuove memorie. Attraverso il suo ultimo
film, Petite Maman, ha inoltre dato ulteriore
dimostrazione che mettere in discussione il modello produttivo
canonico e dominante è possibile. Sono certa che confrontarsi con
un’artista di tale portata sarà per i giovani giurati delle
Giornate degli Autori un’avventura entusiasmante”.
“Non sono solo i suoi film da
regista, accolti ovunque da consensi importanti”, osserva il
delegato delle Giornate Giorgio Gosetti,
“a fare di Céline Sciamma una vera artista. Altrettanto
importante, a mio parere, è il suo lavoro come sceneggiatrice,
capace di sposare il talento con forme espressive diverse, dal
cartone animato alla serialità televisiva, e con autori di
generazioni diverse come André Techiné o Jacques Audiard”.
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere uscirà
il 2 settembre 2022 su Prime Video in 240 territori dove è attivo
il servizio. La serie de
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere ha
riunito un cast enorme, che include: Robert Aramayo, Owain
Arthur, Nazanin Boniadi, Tom Budge, Morfydd Clark, Ismael Cruz
Córdova, Ema Horvath, Markella Kavenagh, Joseph Mawle, Tyroe
Muhafidin, Sophia Nomvete, Megan Richards, Dylan Smith , Charlie
Vickers e Daniel Weyman.
La serie
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è
scritta da J.D. Payne e Patrick McKay. Inoltre,
Bryan Cogman di Game of
Thrones ha firmato come produttore consulente del
progetto con J.A. Bayona che ha diretto più
episodi. Oltre a quelli precedentemente annunciati, il team
creativo completo dello show sarà composto da: i produttori
esecutivi Lindsey Weber, Bruce Richmond, Callum Greene e l’ex capo
della programmazione di genere di Amazon Sharon Tal Yguado; lo
scrittore e produttore esecutivo Gennifer Hutchison; lo scrittore e
produttore esecutivo Jason Cahill; lo scrittore e produttore
esecutivo Justin Doble; produttore consulente Stephany Folsom; il
produttore Ron Ames; la scrittrice e co-produttrice Helen Shang; e
consulente di scrittura Glenise Mullins. Bayona sarà anche
produttore esecutivo insieme alla sua partner Belén Atienza. Chris
Newman è co-produttore.
Thor: Love and Thunder
presenta numerosi cameo e brevi apparizioni di volti molto noti, ma
in almeno tre occasioni abbiamo perso la possibilità di vedere nel
film di Taika Waititi altri personaggi
famosissimi.
A parte l’apparizione dei Guardiani
della Galassia, abbondantemente annunciata, il film vede gli attori
asgardiani interpretati da Matt
Damon, Luke Hemsworth e Sam Neill
tornare insieme alla nuova arrivata Melissa
McCarthy, mentre i figli di Chris Hemsworth, Natalie Portman e
Taika Waititi sono tutti inclusi in vari ruoli nel
film. Ma quali sono i cameo tagliati?
Qui potete trovare tutti i cameo presenti nel film, mentre a
seguire, ecco quelli tagliati:
Eitri di Peter Dinklage
Apparso per la prima volta
in Avengers:
Infinity War, Eitri il Nano è stato il creatore
sia di Mjolnir che della nuova arma di Thor Stormbreaker,
supervisionando la fucina di Nidavellir. Quando Thanos gli ha fatto
visita, Eitri è stato costretto a realizzare il famigerato Guanto
dell’Infinito prima di essere ferito dal Titano Pazzo. Anche se
sarebbe stato interessante vedere Eitri apparire in
Thor: Love and
Thunder, le sue scene nel film sono state tagliate dal
prodotto finale.
In un’intervista, l’attore di Gorr
Christian Bale ha dichiarato di aver
girato scene con Peter Dinklage. Bale ha
continuato dicendo che “non è nel film finale, ma ho avuto modo
di lavorare con lui, è fantastico”. Non è stato rivelato cosa
avrebbe comportato questa scena, tuttavia, vedere Gorr ed Eitri
insieme in Thor: Love and Thunder suggerisce
probabilmente che il Macellatore di Dei avesse preso di mira Eitri
come una delle sue vittime.
Il Gran Maestro di Jeff
Goldblum
Presentato come il leader
carismatico di Sakaar in Thor:
Ragnarok, il Gran Maestro prende vita grazie al
carisma di Goldblum e della sua brillante teatralità. Il destino
del Gran Maestro alla fine di Ragnarok ha lasciato aperta
l’opportunità per il suo ritorno nel futuro del MCU. Il suo status di Anziano
dell’Universo ha sicuramente suggerito che potrebbe tornare di
nuovo in diversi progetti futuri del MCU, e forse potrebbe anche
essere stato preso di mira da Gorr Macellatore di Dei, dal momento
che Bale ha rivelato di aver girato anche scene con Goldblum,
poiché il Gran Maestro è praticamente visto come un Dio.
Tuttavia, l’apparizione del Gran
Maestro in Thor: Love and
Thunder è stata tagliata, tanto che Goldblum
ha ironicamente commentato: “Non mi si vede, visivamente.
Non mi vedi mai. E non mi senti. Né mi riferisco, credo, a nessuna
scena.” Il Gran Maestro si sarebbe adattato perfettamente al
tono di Thor: Love and Thunder, che segue ancora le
trame comiche di Ragnarok. Waititi ha affermato che le scene che
coinvolgono Goldblum e Dinklage sono state tagliate dal film
semplicemente perché non erano abbastanza buone e, nonostante la
durata relativamente breve per un film MCU, la storia non ne aveva
bisogno.
Il ruolo sconosciuto di Lena
Headey
Il secondo attore di Game
of Thrones ad essere anticipato per un ruolo in Thor: Love and Thunder è Lena Headey che aveva filmato scene per il
film, anche se non è stato rivelato nulla sul suo personaggio o su
come si sarebbe adattata alla storia. Il taglio di queste scene è
stato scoperto perché il suo agente le ha fatto causa per via di un
mancato pagamento di percentuale. L’agenzia di talenti britannica
di Headey afferma di avere $ 1,5 milioni di commissioni non pagate
da diversi progetti tra cui Love and Thunder. Circolavano voci
secondo cui Headey avrebbe interpretato una compagna Valchiria nel
film, quindi sebbene queste scene possano aver diluito la narrativa
incentrata su Gorr, sarebbe stato emozionante vedere la Valchiria
di Tessa Thompson interagire con una sorella.
Mentre i fan dell’MCU sono ansiosi
di vedere le scene eliminate che coinvolgono questi attori, Waititi
ha rivelato che non verranno mai rilasciate, il che significa che i
loro cameo saranno presto dimenticati.
Potremmo considerare
questoX – A Sexy Horror Story come un lungo
preambolo, un omaggio agli slasher di una volta certo, ma
soprattutto un grande spoiler di quello che sarà Pearl, il
prossimo film della coppia Ti
West–Mia
Goth (qui in un incredibile doppio ruolo), un prequel
che il regista ha già filmato mentre realizzava l’horror che
vedremo in sala dal 14 luglio, grazie alla Midnight Factory. E che,
pur giocando con gli stilemi del genere e le sue derivazioni, offre
un taglio diverso che sia gli appassionati sia i poco amanti della
violenza nei film potrebbero riconoscere e apprezzare.
X – A Sexy Horror Story, quella casa nel
bosco
Ma prima di tornare al
1918, impariamo a conoscere anche gli altri protagonisti, che
vediamo entrare in scena dopo un incipit anticipatore del finale.
Siamo nel 1979, quando un gruppo di giovani e ambiziosi filmmaker
decide di realizzare un film per adulti nel Texas rurale. Sulla via
per Hollywood, la prima tappa è però la sperduta fattoria di una
coppia di anziani, timorati di dio e ancora molto innamorati.
Ma quando si spegne la
tv, che trasmette ininterrottamente i sermoni di un predicatore
locale, per i due diventa tempo di bilanci, e di tentazioni. Quelle
che offre il set nella dépendance adiacente, dove altre tensioni si
sviluppano e dove sta per scatenarsi una notte da incubo alla quale
non sarà facile sopravvivere, e dalla quale nessuno uscirà indenne,
in un modo o nell’altro.
Sesso,
colpa, punizione
Il film promette di
farci “godere da morire”, giocando sin dal titolo – mutuato sul
successo recente del A Classic Horror Story di Netflix – con il contesto ‘X Rated’ costruito con
generosità nella prima parte del film (grazie anche a Jenna
Ortega, la prossima Mercoledì di Tim Burton
qui arruolata tra le “Figlie del contadino”). Ma
attenzione a considerarlo un porno horror di quelli che giravano
mezzo secolo fa… Quando si spegne la macchina da presa
dell’operatore in scena tutto cambia. Cedere agli istinti ha delle
conseguenze, soprattutto negli horror – come si sa – e per quel che
riguarda l’unità, della troupe e dell’azione. Che inizia a
svilupparsi su più piani, spesso assecondati da Ti
West con split screen interessanti e alternati.
Piano scopriamo che
l’America profonda e puritana, le luci rosse, lo slasher sono solo
scuse per raccontare i “tempi bui” in cui viviamo. Non senza un
evidente gusto per l’allegoria e per la rivisitazione dei tanti
stereotipi legati al Sogno Americano declinato alla californiana.
Dall’X-factor agli stereotipi sulle “tipiche campagnole di mille
film” (che promettono sorprese), ognuno chiede alla vita di essere
speciale, una soluzione alle proprie frustrazioni, ma gli esiti
sono spesso quelli più prevedibili.
È la vita a far davvero
paura
Come anche qui, per
buona parte del film. Comunque allietato nel percorso da venature
metacinematografiche, una divertente citazione di
Shining, una spiazzante assenza di jump
scare unita a momenti a effetto furbescamente non annunciati,
un sottile e ironico senso di rivincita da parte del mondo animale
e una crescente certezza dell’inutilità del pentimento, a
prescindere dalla sua sincerità.
Non è tanto la
dissoluzione a condannare noi peccatori, né l’integralismo
religioso potrà salvarci dalla dannazione, e soprattutto non è la
morte a far paura (a parte un paio di scene che metteranno a dura
provo il vostro stomaco e la vostra incredulità)… Non quanto la
vita. A lungo preparato, il colpo più ‘basso’ Ti
West lo riserva per il finale, nel quale emergono con
forza delusione e insoddisfazione, rancore e rimpianto, nostalgia e
invidia, ma anche l’amore, la compassione e la sofferenza che
deriva dall’impossibilità di essere di più. Fino alla maledizione
definitiva, ineluttabile, inevitabile, con la quale tutti dovremo
fare i conti.
Con la prossima stagione
televisiva, Sky porterà ancora una volta nelle
case degli abbonati una grande varietà di contenuti, nel segno
dell’eccellenza creativa e produttiva di sempre, con la libertà di
fruirne come, quando e dove si preferisce, in modalità lineare, on
demand o, per chi sceglie lo streaming, con
NOW.
Titoli originali
Sky e il meglio dei grandi brand internazionali,
che abbracciano tutti gli ambiti, dalle serie tv ai grandi show,
dal cinema ai documentari, dall’arte ai programmi per tutta la
famiglia.
Sono 100 i titoli Sky
Original, tra italiani e internazionali, di cui 60 solo
italiani, proposti da Sky solo nel 2022: numeri che ne fanno la
prima piattaforma pay per produzione di serie tv in Italia, con 26
titoli originali prodotti negli ultimi 3 anni.
La ricca line-up di contenuti
originali, dopo
Christian,
Il Re, la seconda stagione di
Diavoli e Blocco
181 nei mesi scorsi, vedrà il ritorno di Petra,
il debutto di una novità assoluta come Il Grande
Gioco, i nuovi episodi di Romulus e de I delitti
BarLume, e le attesissime Call My Agent – Italia e
Django. Inoltre, grandi novità in
sviluppo si aggiungono alla lista dei progetti originali, frutto
della forza produttiva e creativa europea di Sky
Studios – da M. Il Figlio del
Secolo e La città dei
vivi, ai nuovi annunci:
L’Arte della Gioia di Valeria
Golino, Hanno ucciso l’Uomo
Ragno, dramedy sulla vera storia degli
883 e Dostoevskij, con
Filippo Timi protagonista diretto dai fratelli
D’Innocenzo, con Sky per la loro prima serie
tv.
A questi si aggiungono le
numerosissime serie d’acquisizione, tra le più attese e premiate
del panorama mondiale – la terza
stagione di Succession e il primo
capitolo del gioiellino HBO The White Lotus hanno appena fatto
incetta di nomination agli Emmy Awards 2022 con addirittura 25 e 20
menzioni rispettivamente, più di qualunque altra serie tv
quest’anno. Un catalogo amplissimo di circa 450 titoli complessivi
l’anno, con 100 prime visioni assolute spalmate sui tre canali
interamente dedicati alle serie tv: Sky Atlantic, Sky Serie
e Sky Investigation. Si può scegliere tra le serie
Sky Original, italiane e di gruppo, il meglio
della serialità internazionale, dai franchise più iconici alle
novità più attese, passando per i grandi classici, i titoli cult
più di nicchia e quelli più mainstream. Un titolo per tutti, in
arrivo il 22 agosto, in esclusiva e in contemporanea con l’America:
House
of the Dragon, attesissimo prequel de Il
Trono di Spade. In attesa delle nuove stagioni di
Succession ed Euphoria,
della Sky Original UK This England sui primi mesi da Premier di
Boris Johnson e l’amatissima Yellowstone
con Kevin Costner, solo per citarne
alcune.
L’offerta di Sky Cinema
L’offerta di Sky Cinema mostra
numeri non meno significativi: oltre 200 prime visioni l’anno e
2500 titoli cinema all’anno, che ne fanno l’offerta più completa
in assoluto. Nei prossimi mesi è atteso l’arrivo di tanti nuovi
titoli internazionali, tra i più grandi blockbuster e i film con
protagonisti i volti più premiati, grazie agli accordi del gruppo
Sky con tutte le grandi major, NBC
Universal, Warner, Sony, Paramount, e con i distributori
nazionali come Vision Distribution e Rai
Cinema, ma anche Lucky Red ed Eagle. In
arrivo, tra gli altri,
Spider – Man: No Way Home,
Belfast, Uncharted,
Matrix Resurrections e Cry Macho –
Ritorno a casa. Protagonista come sempre anche il grande
cinema italiano, tra commedia e film d’autore, con un’offerta
davvero pensata per le più diverse passioni cinematografiche, che
spazia da Il sesso degli angeli di
Leonardo Pieraccioni e Chi ha incastrato Babbo
Natale? di Alessandro Siani a Leonora
addio di Paolo Taviani. Senza dimenticare le collection
come Petra e I delitti del BarLume, i
film italiani targati Sky Original come The Hanging Sun
– Sole di mezzanotte, I Viaggiatori, Rosanero e
Beata te, e gli internazionali
Operation Fortune, Blacklight e On The
Line.
Anche per gli show di Sky è ai
nastri di partenza una nuova eccezionale stagione. Un’annata su Sky
Uno che si preannuncia ricchissima, tra titoli molto amati e ormai
consolidati, le nuove attesissime edizioni dei flagship show X
Factor, che si presenta con una squadra totalmente rinnovata,
MasterChef Italia con i confermatissimi giudici chef, e i
programmi che hanno esordito su Sky lo scorso anno lasciando subito
il segno e diventando presto dei cult per il pubblico come Pechino
Express e Quelle Brave Ragazze. Sky si conferma la casa dei grandi
show italiani e internazionali: una casa che vuole essere inclusiva
e per tutta la famiglia, sorprendente e originale, che parla un
linguaggio mai banale.
Divenuto ormai un punto di
riferimento per il mondo della cultura e per chi è alla ricerca di
un racconto inedito, contemporaneo e autentico, Sky
Arte, che quest’anno compie 10 anni, continua a
valorizzare il patrimonio artistico e culturale nazionale e
internazionale con grandi produzioni originali. Tra i titoli più
iconici ritroviamo 33 Giri – Italian Masters o Grandi Maestri, ma
anche le grandi novità come Napoli Magica, Rosa – Il Canto delle
Sirene o la nuova serie Grand Tour.
E per un’offerta sempre più ricca
e variegata nel factual entertainment, a solo un anno dalla
nascita, due nuovi canali hanno rivelato la loro impronta.
Sky Documentaries continua a essere il luogo
perfetto per i documentari narrativi con storie uniche e originali.
In arrivo grandi epopee sportive come quella tra i due grandi
piloti di Formula 1, Villeneuve Pironi, o il ricordo appassionante
dei Mondiali 2006. Oltre alle grandi biografie come The Princess su
Lady Diana. In evidenza anche un intenso documentario che
ripercorre la vita e la carriera di uno dei registi che hanno fatto
la storia del cinema, Sergio Leone, con il ricordo emozionato di
molti attori e registi italiani e internazionali.
Con la sua programmazione
spettacolare Sky Nature ha aperto una finestra sul mondo della
natura, cercando di sensibilizzare il pubblico su tematiche
ambientali, valore centrale del Gruppo Sky, da sempre impegnato su
questo fronte, oggi con la campagna Sky Zero. E continua a
valorizzare il territorio italiano con titoli come Il Marsicano.
L’Ultimo Orso, documentario sulla specie endemica d’Abruzzo e tra
le 15 al mondo in via di estinzione.
Si rafforza la linea editoriale di
TV8, il canale free to air di Sky, con tante nuove produzioni
originali in palinsesto anche per la prossima stagione televisiva,
che proporrà una ricca offerta tra nuovi programmi e grandi
conferme. Tra gli altri, è atteso per l’autunno 100% Italia, un
nuovissimo game show in access prime time condotto da Nicola
Savino.
Storie potenti, originali, all’insegna del talento, davanti e
dietro la macchina da presa. Dalla cifra distintiva unica e subito
riconoscibile: grandi autori, grandi storie, i volti più amati dal
pubblico e nuovi talenti a interpretarle, e la forza di un grande
valore produttivo e creativo. Le serie Sky Original hanno, nel
corso degli anni, ridefinito gli standard della serialità
italiana, continuando a segnare un percorso fatto di storie forti e
ambiziose.
A cercarle, finanziarle e svilupparle, la forza di Sky Studios,
l’hub pan-europeo di produzione che porta sullo schermo le storie
dei migliori talenti internazionali, intessendo collaborazioni
creative con autori, produttori e interpreti tra i più rilevanti
nel panorama artistico.
Tante sono le novità italiane dei prossimi mesi, a partire
dall’amatissima collection con Paola Cortellesi
dai romanzi di Alicia Giménez-Bartlett, Petra, in
arrivo a settembre con quattro nuove storie ancora dirette da
Maria Sole Tognazzi e con Andrea Pennacchi nel
cast. L’autunno 2022 vedrà poi il debutto di una novità assoluta
– Il Grande Gioco, sul mondo del calciomercato e dei procuratori
sportivi, con Francesco Montanari di nuovo protagonista di una
serie tv Sky a 14 anni da Romanzo Criminale – e il ritorno di
Romulus, la serie di Matteo Rovere che, oltre la leggenda, prima
del mito, ricostruisce la nascita di Roma come non è mai stato
fatto prima.
Se diverse sono le serie tv attualmente sul set, fra cui le
nuove stagioni di Christian e A Casa Tutti Bene – La serie, sono
imminenti le riprese di tutti i nuovi progetti annunciati oggi, che
andranno ad arricchire e a rendere ancora più varia e completa
l’offerta seriale a brand Sky Original delle prossime stagioni:
L’Arte della Gioia, debutto assoluto da
regista di una serie tv di Valeria Golino, dallo
scandaloso romanzo postumo di Goliarda Sapienza ambientato nella
Sicilia rurale dei primi del 1900; Hanno ucciso l’Uomo
Ragno, dramedy sulla storia di Max Pezzali e Mauro
Repetto, gli 883, diretto da Sydney Sibilia
(Smetto quando voglio); Filippo Timi protagonista
della prima serie tv dei Fratelli D’Innocenzo,
Dostoevskij, sviluppata internamente dal team
italiano di Sky Studios. Tutti titoli che vanno ad aggiungersi a
progetti già annunciati in avanzata fase di pre- produzione:
M. Il Figlio del Secolo dal romanzo Premio Strega
di Antonio Scurati (edito da Bompiani), sull’ascesa al potere di
Benito Mussolini, La città dei
vivi dal bestseller di Nicola Lagioia (Einaudi), su uno
dei delitti più efferati che l’Italia ricordi, l’omicidio di
Luca Varani, nonché diversi altri progetti ancora
in fase di sviluppo.
Ma i prossimi mesi saranno
all’insegna anche del cinema a brand Sky Original: da The
Hanging Sun – Sole di mezzanotte di Francesco Carrozzini,
dal bestseller di Jo Nesbø, con Alessandro Borghi,
a I Viaggiatori, film di Ludovico Di
Martino che vede protagonisti un gruppo di ragazzi che
viaggeranno indietro nel tempo fino al 1939, nella Roma fascista di
Benito Mussolini, senza dimenticare i tre nuovi
film de I delitti del BarLume, la collection Sky
Original di Roan Johnson ispirata al mondo dei romanzi di Marco
Malvaldi che arrivata ormai alla decima stagione non smette di
appassionare e divertire foltissime schiere di fan.
Il 2023 sarà l’anno di altre
novità attesissime: da Call My Agent – Italia,
adattamento del cult francese Dix Pour Cent, e
Django, la rilettura in chiave contemporanea del
classico western di Corbucci diretta (fra gli altri) da
Francesca Comencini, a Unwanted,
dal libro inchiesta di Fabrizio Gatti sul suo viaggio lungo le
rotte dei migranti, “Bilal”, adattato da Stefano
Bises. E ancora i graditi ritorni di molte delle apprezzate novità
Sky Original di questi ultimi mesi: il supernatural – crime drama
Christian, con Edoardo Pesce e Claudio Santamaria,
e il family drama di Gabriele Muccino A Casa Tutti Bene, appena
premiato come miglior serie dell’anno ai Nastri d’Argento 2022,
nonché il ritorno de Il Re, il prison drama con Luca Zingaretti a
breve sul set dei nuovi episodi.
Apple TV+ ha annunciato oggi la produzione della
nuova, elettrizzante serie drammatica Ferrari,
ispirata al bestseller di Luca Dal Monte
“Ferrari Rex: Biografia di un grande italiano del
Novecento“, che il New York Times ha definito “la biografia
definitiva” sull’imprenditore visionario Enzo Ferrari.
Ideata e scritta dal candidato all’Oscar Steven
Knight (“See“,
“Piccoli affari sporchi“, “Peaky
Blinders“), la serie è attualmente in pre-produzione a
Roma, in Italia.
Ferrari: quando esce e
dove vederla in streaming
Ferrari in
streaming arriverà nel 2023 su
APPLE TV+
Ferrari: trama e
cast
Cinque anni. Cinque piloti. Cinque
morti. Una prova. In nome della passione, alla ricerca della pura
velocità. Al centro di tutto un uomo titanico, complesso e
poliedrico, che ha dedicato il suo genio alla missione di
progettare l’auto da corsa più veloce della storia. Enzo Ferrari:
il suo nome è diventato un vanto, un’aspirazione e infine una
leggenda. Ma c’era una scia di tragedia e tormento lungo la strada.
Tra il 1956 e il 1961, profondamente ferito dalla tragica morte del
figlio primogenito Dino e da quello che considerava un tradimento
da parte del suo pilota di punta Juan Manuel Fangio, Enzo Ferrari
ricostruisce da zero la sua scuderia, selezionando cinque
promettenti astri nascenti delle corse automobilistiche per puntare
alla vittoria.
Le parole dei protagonisti
“Sono entusiasta di raccontare una storia così evocativa su
questo uomo leggendario e sul suo marchio iconico“, ha
affermato l’ideatore, scrittore e produttore esecutivo Steven
Knight. “La vita assolutamente straordinaria di Enzo Ferrari è
stata definita dal suo drammatico viaggio personale e
professionale, e ‘Ferrari’ è la celebrazione di un essere umano
incredibilmente complesso e affascinante“.
“Come italiano sono onorato di poter raccontare la storia di
Enzo Ferrari, un fulgido esempio di eccellenza italiana“, ha
affermato Stefano Sollima. “Attraverso il suo rapporto con il
Ferrari Spring Team, i cinque piloti che Enzo ha ‘adottato’ nella
sua scuderia dopo la perdita del figlio primogenito, esploreremo le
qualità uniche, il grande genio e l’ossessione oscura che ha
trasformato quest’uomo in una leggenda”.
Ferrari
sarà diretto dal produttore esecutivo
Stefano Sollima
ed è prodotto da
Lorenzo Mieli
per
The Apartment Pictures,
una
Fremantle Company
(“The Young Pope”, “L’amica geniale”, “We Are Who We Are”), in
coproduzione con
Nicola Giuliano
per
Indigo Film
(“La grande bellezza”, “Youth”) e
Fremantle.
I produttori esecutivi sono
Lorenzo Mieli, Nicola Giuliano, Steven Knight,
il premio OscarPaolo
Sorrentino
(“La
mano di Dio“, “La grande bellezza”, “Youth”, “The Young
Pope”),
Giulio Marantonio
(“Kicks”),
Lorenzo De Maio
(“Without Blood”) e
Stefano Sollima.
L’autore di “Ferrari Rex: Biografia di un grande italiano del
Novecento”
Luca Dal Monte
fungerà da consulente storico per la serie.
“Ferrari Rex: Biografia di un grande italiano del Novecento” di
Luca Dal Monte è edito da Giorgio Nada Editore e da
Giunti.