Secondo quanto riferito, Ezra Miller è stato arrestato alle Hawaii
per condotta disordinata e molestie. Miller è stato scelto per
l’iterazione cinematografica di The
Flash, mentre Grant Gustin ne
interpreta l’incarnazione televisiva su The CW.
Mentre il film è stato annunciato nel lontano 2014, il progetto ha
subito diversi ritardi.
Questa non è la prima volta che
Miller si è messo in situazioni spiacevoli. Nell’aprile 2020, è
uscito un video di Miller che aggrediva una giovane donna a
Reykjavik, in Islanda. Sebbene la clip fosse breve, mostrava Miller
che metteva le mani sulla gola della donna prima di trascinarla a
terra. Dopo il rilascio del video, Miller non è mai stato messo
sotto inchiesta. Quasi due anni dopo l’incidente del 2020, Miller è
finito in un nuovo scandalo a partire dallo scorso fine
settimana.
In un nuovo rapporto di Hawaii News
Now, Ezra Miller è stato arrestato dalla polizia
delle Hawaii in un bar karaoke. TheWrap ha confermato con la
polizia locale l’identità dell’attore. Secondo il loro rapporto,
Miller aveva causato tensione mentre “urlava oscenità e a un
certo punto ha afferrato il microfono di una donna di 23 anni che
cantava al karaoke… e poi si è lanciato contro un uomo di 32 anni
che giocava a freccette”. Secondo la polizia locale, Miller ha
pagato una cauzione di $ 500 dollari ed è stato rilasciato.
Ezra Miller fa
anche perte del cast principale di Animali Fantastici: I
Segreti di Silente. Il film ha già avuto parecchi problemi
e speriamo che questo incidente con Miller non ne causi altri.
Confermata anche la presenza
di Michael
Keaton e Ben
Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di
Batman. Kiersey Clemons tornerà nei
panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack
Snyder’s Justice League (il personaggio era stato
tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche
l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il
labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la
madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha
Calle(Febbre d’amore) che interpreterà
Supergirl.
A circa 24 ore dal fattaccio,
Will Smith ha pubblicato sui suoi canali
social un messaggio di scuse a Chris Rock.
Durante la notte degli Oscar 2022, Chris Rock
è stato chiamato per assegnare il premio al miglior documentario
(andato a Summer of Soul) e durante la presentazione ha fatto una
battuta sulla testa rasata di Jada
Pinkett-Smith.
La battuta, inizialmente presa a
ridere da Will Smith, ha poi scatenato in lui una
reazione assolutamente fuori da ogni ragionevolezza. L’attore si è
infatti alzato e ha dato uno schiaffo a Rock, che ha reagito con
evidente shock, e poi è tornato a posto, dove ha cominciato ad
urlare in direzione del comico.
Pochi minuti dopo, durante il ritiro
del suo Oscar per la migliore interpretazione maschile, Smith ha
fatto le sue scuse all’Academy e ha parlato di difendere la sua
famiglia e le persone che ama. Soltanto adesso arrivano le scuse a
Chris Rock:
La violenza in tutte le sue
forme è velenosa e distruttiva. Il mio comportamento della scorsa
notte agli Oscar è stato inaccettabile e inscusabile. Battute alle
mie spese sono parte del mio lavoro, ma battute sulla condizione
medica di Jada sono state troppo per essere sopportate, e ho
reagito istintivamente.
Vorrei scusarmi pubblicamente
con te, Chris. Ero fuori dai limiti ed ero in errore. Sono
imbarazzato e le mie azioni non sono state indicative dell’uomo che
voglio essere. Non c’è posto per la violenza in un mondo di amore e
gentilezza.
Volevo anche chiedere scusa
all’Academy, ai produttori della serata, a tutti i presenti e a
tutti quelli che hanno guardato la diretta in tutto il mondo.
Vorrei chiedere scusa alla famiglia Williams e alla famiglia di
King Richard. Rimpiango profondamente il fatto che il mio
comportamento abbia macchiato quello che sarebbe dovuto essere un
viaggio meraviglioso per tutti noi.
Claire Danes è una
di quelle attrici che ha fatto la storia del cinema e delle serie
tv grazie al suo talento, alla sua grazia e alla sua bellezza.
L’attrice, che ha iniziato ha lavorare sin da giovanissima, ha
fatto subito breccia nel cuore dei suoi spettatori, rimanendovi per
tutti questi anni.
Ecco dieci cose da sapere su
Claire Danes.
Claire Danes: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in celebri
film. La carriera cinematografica dell’attrice inizia a
quattordici anni, quando debutta sul grande schermo in Piccole donne (1994),
per poi recitare in Gli anni dei ricordi (1995), A
casa per le vacanze (1995), I Love You, I Love You
Not (1996), A Gillian, per il suo compleanno (1996) e
Romeo + Giulietta di William Shakespeare (1996). In
seguito recita in U-Turn – Inversione di marcia (1997) e
L’uomo della pioggia – The Rainmaker (1997), Amori &
segreti (1998), I miserabili (1998), Gli
infiltrati (1999), Bangkok, senza ritorno (1999),
Igby Goes Down (2002), The Hours (2002), Le
forze del destino (2003), Terminator 3 – Le macchine
ribelli (2003) e Stage Beauty (2004). Tra i suoi
ultimi lavori, vi sono Shopgirl (2005), La neve nel
cuore (2005), Stardust (2007), Un amore
senza tempo (2007), Identikit di un delitto (2007),
Me and Orson Welles (2008), As Cool As I Am
(2013), Brigsby Bear (2017) e
A Kid Like Jake (2018).
2. Ha lavorato spesso per il
piccolo schermo. Nel corso della sua carriera, l’attrice
ha avuto modo di recitare anche per il piccolo schermo. Infatti, ha
debuttato nel mondo della recitazione apparendo nella serie Law
& Order – I due volti della giustizia (1992), per poi apparire
in Dudley (1993), Lifestories: Families in Crisis
(1994) e My So-Called Life (1994-1995), con cui ha
ottenuto popolarità. In seguito è apparsa in Master of
None (2015), Portlandia (2017), Homeland: Caccia
alla spia (2011-2019)e The Essex Serpent (2022).
Inoltre, ha preso parte anche ai film tv No Room for Opal
(1993) e Temple Grandin – Una donna straordinaria
(2010).
3. È anche doppiatrice e
produttrice. Oltre alla carriera nel mondo della
recitazione, l’attrice si è prestata a vestire altri panni, come
quella di doppiatrice e produttrice. Infatti, ha prestato la
propria voce per il film d’animazione giapponese Principessa Mononoke
(1997) e per il film tv A Child’s Garden of Poetry (2011),
mentre, in quanto produttrice, ha partecipato alla realizzazione
della serie Homeland: Caccia alla spia.
Claire Danes è Giulietta in
Romeo + Giulietta di William Shakespeare
4. Si emozionata per come ha
recitato DiCaprio. Nel film Romeo + Giulietta di
William Shakespeare, rilettura post-moderna della celebre
opera, la Danes ha interpretato Giulietta, mentre Leonardo DiCaprio era Romeo. Come
noto, il rapporto tra i due non era rose e fiori, ma l’attrice si è
sempre detta affascinata dall’interpretazione data da DiCaprio.
Addirittura, durante il discorso di lui nella scena della presunta
morte di Giulietta, l’attore è stato talmente emozionante che la
Danes si stava per mettere a piangere, quasi rovinando la
scena.
5. La sua prima scena è
stata quella di nudo. La prima scena che l’attrice si è
trovata a girare nei panni di Giulietta, è quella in cui ha appena
trascorso la notte con Romeo. Per la Danes si è dunque trattato di
dover stare a letto senza vestiti, accanto a DiCaprio, che
conosceva ancora poco. L’imbarazzo presente tra i due è però stato
utile per rendere la scena più carica di emozioni, proprio come
previsto dal racconto.
Claire Danes: il marito e i
figli
6. È sposata da alcuni
anni. Nel 2009, l’attrice ha sposato il compagno e collega
Hugh Dancy, con il quale era fidanzata da un paio
di anni. I due, infatti, si erano conosciuti sul set di Un
amore senza tempo nel 2007, per poi fidanzarsi ufficialmente
due anni dopo. La cerimonia, svoltasi in Francia, è stata di tipo
privato, con dunque pochi amici e famigliari presenti accanto a
loro nel lieto momento.
7. È madre di due
figli. Dall’unione con il marito, hanno visto la luce due
figli: Cyrus Michael Christopher, nato il 17
dicembre del 2012, e il secondo figlio, Rowan,
nato il 27 agosto del 2018. Dalla nascita di quest’ultimo l’attrice
ha ridotto le sue attività lavorative, così da potersi concentrare
insieme al marito sui primi anni di vita dei due figli.
Claire Danes e Leonardo
DiCaprio
8. Hanno avuto un rapporto
complesso sul set. A volere che fosse la Danes a ricoprire
il ruolo di Giulietta in Romeo + Giulietta di William
Shakespeare, è stato proprio LeonardoDiCaprio. L’attore,
infatti, era rimasto colpito dal fatto che lei era stata l’unica
attrice ad avere il coraggio di guardarlo negli occhi durante le
audizioni. Una volta giunti sul set, però, i due attori non hanno
avuto da subito un buon rapporto. La Danes accusava infatti
DiCaprio di essere immaturo, mentre lui diceva della collega che
era sempre troppo tesa e seria.
Claire Danes è su Instagram
9. Ha un profilo
personale. L’attrice possiede un proprio account Instagram
che è seguito da 283mila persone in tutto il mondo. Con appena 57
post, la Danes ha dimostrato di non essere particolarmente
interessata a tenere continuamente aggiornato il suo profilo. Su
questo, ad ogni modo, i suoi fan potranno ritrovare foto relative a
suoi progetti lavorativi ma anche post legati a luoghi visitati e
momenti di svago in compagni di amici o colleghi.
Claire Danes: età e altezza
10. Claire Danes è nata il
12 aprile del 1979a Manhattan, New York
City. La sua altezza complessiva corrisponde a 166
centimetri.
Erano almeno due anni che
la stagione dei premi non offriva red carpet così sfarzosi e si
vede che le star di Hollywood hanno sentito la mancanza di questi
grandi eventi, perché la stravaganza vista sul red carpet degli
Oscar
2022 è stata davvero rara e forse persino più
interessante di quanto non lo siano stati i premi in
sé.
A partire dai look
maschili che quest’anno si sono veramente superati. In genere
l’animale maschio sul red carpet tende a sparire dietro completi
scuri più o meno tutti uguali, ma gli Oscar 2022 hanno
definitivamente smentito questa tendenza, dopo diversi esempi negli
anni passati che avevano scalfito la convinzione che l’uomo fosse
destinato al nero o a scale di blu e grigi molto scuri.
Kodi Smit-McPhee e Simu Liu
guidano la carica in azzurrino e rosso sgargiante, seguito dal
vinaccia di Andrew Garfield, arrivando a
Timothee Chalamet, di nero vestito ma con
abbondanza di paillettes, merletti e rigorosamente a petto nudo,
sotto una giacca corta da torero.
Un’altro
trend del red carpet è stata sicuramente l’esuberanza, le
scollature, i tagli sghembi, le gambe in vista, le schiene nude, un
trionfo di sano esibizionismo che non mancherà di far parlare di sé
e di accentrare l’attenzione, come la nominata Kristen
Stewart, che opta per un completo Chanel con calzoncini
corti, giacca e camicia aperta, sotto niente. Come lei nessuna,
anche se la nuova Ariel, a parte forse
Halle Bailey che indossava un costume di scena
più che un abito. Anche Lily James, ormai
testimonial Versace, era molto procace e bellissima, nell’abito
scosciato e scollato di pizzo rosa antico, a differenza della
sempre sexy Zoe Kravitz che ha optato per lo
stesso colore ma per un look alla Audrey Hepburn:
divina, tra le nostre preferite. Splendida dea argentata,
Zendaya ha colpito come al solito per la
ricchezza dell’abito, la particolarità e lo stile con cui questa
giovane interprete riesce a calcare il tappeto rosso, per lei un
Valentino Haute Couture. Altra sirena argentata, ma in Louis
Vuitton, Alana Haim, elegantissima, a differenza
di Renate Reinsve, che con lo stesso marchio ha
avuto le idee un po’ confuse.
Hanno puntato al classico
Penelope Cruz e Vanessa Hudgens,
con abiti neri, ricchissimi ma composti e adatti alla loro età.
Particolarmente felici anche le scelte di abbigliamento delle
sorelle Williams che, Venus in Eli Saab e
Serena in Gucci, hanno conquistato il tappeto
rosso. Discorso a parte meritano invece le nominate Nicole
Kidman e Jessica Chastain: entrambe hanno
fatto tanto, forse troppo, ma mentre Kidman è risultata molto poco
a suo agio nell’abito carta da zucchero rigido firmato da Giorgio
Armani Privè, Chastain tra Rouches, paillettes, sfumature di
arancio e lilla, tulle e abbondanza di strati è riuscita comunque a
mantenere un’armonia tale da meritarsi il nostro pollice
all’insù.
Ma la tendenza più
ricorrente di quest’anno, sul red carpet, è stata questa ridondanza
di rosso. In tutte le sue forme e sfumature, il rosso (e sfumature)
è stato il colore che maggiormente è stato fotografato sul red
carpet: Ariana DeBose in Valentino, Tracee
Ellis Ross in Carolina Herrera, Kirsten
Dunst in Christian Lacroix vintage,
AmelieZilber in Dior,
Liya Kebede in Alaïa, Jennifer Garner in Brandon Maxwell,
Amy Forsyth in Marchesa, Rosie
Perez in Christian Siriano, Molly Sims in
Elie Saab, Luisa Ranieri in Atelier Versace,
Marlee Matlin in Monique Lhuillier, Simu
Liu in Atelier Versace, Sophie Turner in
Louis Vuitton.
Proprio tra questi
troviamo chi si porta a casa il nostro personale trofeo della
meglio vestita agli Oscar 2022. Si tratta di Luisa Ranieri, che facciata nel suo Atelier
Versace, era di una bellezza fuori scala. Sarà perché l’immagine di
zia Patrizia, che interpreta in E’ stata la mano di Dio, è ancora
vivida in noi, sarà per la naturale classe e bellezza dell’attrice
italiana, sarà perché la ricercatezza dell’abito coniugata alla
semplicità del look premia sempre, ma Ranieri è stata davvero la
nostra personale regina del tappeto rosso degli Oscar 2022.
Lo Slap-gate degli Oscar
2022 è sicuramente l’unica cosa che ricorderemo di questa
noiosa e scontata 94° edizione dell’Academy Awards. Chris
Rock che fa una battuta su Jada Pinkett
Smith, Will Smith che la prende male, si
alza, tira un ceffone a Rock, visibilmente disorientato, e torna al
suo posto, urlando al comico che togliersi dalla bocca il nome di
sua moglie, con tanto di “F-word” in diretta
intercontinentale.
Brutta figura per Rock, che si è
confermato un comico dal gusto discutibile. Brutta figura per
l’Academy, che in quella situazione avrebbe dovuto allontanare
Smith, senza mezzi termini, e assegnargli il premio in contumacia.
Brutta figura per Will stesso, che ha poi ritirato il suo premio
consegnandoci un discorso confuso e imbarazzato, che ha preferito
l’uso della violenza per difendere la propria donna, cercando in
questa dinamica una giustificazione.
Tuttavia, anche di fronte a questo
genere di situazioni, l’internet può essere un posto
divertentissimo in cui navigare, e così, da internet e dai fumetti
arriva la “risposta” a Will Smith, per il suo prossimo ruolo! In
Amazing Spider-Man #69, Kingpin picchia violentemente un
malcapitato intimandogli di non nominare mai più sua moglie.
Ebbene, potrebbe essere questo il nuovo ruolo di Smith? Dopotutto
avevamo già avuto in Kingpin di colore, e il multiverso Marvel è aperto a qualsiasi tipo di
possibilità!
La
94a edizione degli Oscar ha regalato al pubblico una
serie di momenti memorabili. Non sono mancati gli attimi
commoventi, come la premiazione dell’attore sordo Troy
Kotsur, le scene imbarazzanti (sì, stiamo pensando anche
noi allo
schiaffo di Will Smith) e le parti noiose
(un’edizione con più canzoni di un film Disney).
Cosa ricorderemo della notte degli Oscar?
Ecco una lista degli aspetti migliori e peggiori della serata.
1Ottimi i momenti di sincera
riflessione
Considerando il momento storico che stiamo
vivendo, a cavallo tra un’ondata pandemica e l’altra e minacciati
da una guerra in Europa, sarebbe stata una pessima decisione non
sfiorare in alcun modo il contesto che circondava la notte degli
Oscar.
Non
sono mancati gli inviti alla pace, all’uguaglianza, alla carità e
l’attenzione agli emarginati. Ci sono state vette emotive forse un
po’ esasperate, come il monologo di Schumer sui
diritti riproduttivi o il discorso commosso di Jessica Chastain (Gli
Occhi di TammyFaye). Infine, ance la vittoria come Miglior film
diCODA
– I segni del cuore, un prodotto per famiglie, emozionante
ma il più convenzionale tra i 10 candidati, rientra nel medesimo
discorso.
Come sempre accade alle
cerimonie degli Academy Awards, anche gli Oscar
2022 hanno riservato delle sorprese (poche) e qualche
illustre snobbato trai nominati per la serata. Mettendo da parte
per un attimo quello di cui tutti parlano, ovvero dell’alterco tra
Will Smith e Chris Rock, la
cerimonia degli Oscar 2022, presentata da Regina Hall, Amy
Schumer e Wanda Sykes, è stata annunciata
come un’opportunità per riflettere e onorare adeguatamente il
cinema nel mezzo della pandemia di coronavirus, dopo un anno che ha
continuato a essere impegnativo per l’industria ma ha visto il
cinema ritrovare una sua nuova normalità.
Agli Oscar 2022, è
stato Dune a ottenere il maggior numero di premi (sei
in totale) mentre CODA ha vinto il primo premio
come miglior film. Altri invece sono andati a casa a mani vuote,
nonostante le molte nomination. Ecco di seguito le sorprese e gli
snobbati, con alcune menzioni speciali e davvero inaspettate:
1Sorpresa: Justice League e Army of the
Dead di Zack Snyder vincono i premi del pubblico
Forse questo non sembra troppo sorprendente,
dal momento che – in particolare sui social media – il fandom di
Zack Snyder ha da tempo dimostrato la sua capacità di mostrare la
sua voce, fare tendenza e così via, e c’era un chiaro movimento che
mostrava quanto i film di Snyder fossero i favoriti a vincere i
premi dei fan. Tuttavia, nonostante questo, si è trattato di una
piccola sorpresa vedere Justice League di Zack Snyder, un film uscito
direttamente in streaming e che altrimenti non sarebbe stato idoneo
per gli Oscar veri e propri, vincere l’#OscarsCheerAward per Flash
che entra nella Speed Force e Army of the Dead
vincere il film #OscarsFanFavorite superando il colosso
Spider-Man: No Way Home del 2021.
Ray Meinerding,
concept artist che ha lavorato anche a Spider-Man:
No Way Home, ha condiviso i concept realizzati per il
film con Doctor Octopus e Spider-man. Nei concept
in questione, l’artista ha scelto di omaggiare il lavoro di
Todd McFarlane con le cover dei fumetti:
Dopo sei anni di assenza, il
prossimo Natale torneranno i Guardiani della
Galassia così come li conosciamo e come non li vedremo mai
più, in
uno speciale festivo per Disney+, sotto l’appassionata guida di
James
Gunn.
Proprio il regista ha dichiarato che
questo Guardiani della Galassia Christmas Special
era la cosa migliore a cui avesse mai lavorato, ma i fan non
perdonano le iperbole che, si sa, si dicono sempre quando si
promuove un lavoro, e hanno ripreso il regista ricordandogli che
aveva detto le stesse cose per The Peacemaker, e
ancora prima per gli altri film di Guardiani della
Galassia.
James
Gunn è così intervenuto nel piccolo dibattito, sedando
gli animi e spiegando che, sì, lui tende a usare delle iperbole e
che spesso il progetto a cui lavora gli sembra, mentre lo fa, la
cosa migliore che abbia mai fatto. Tuttavia il suo amore e il suo
entusiasmo per quello che fa sono autentici e spera che lo speciale
che sta realizzando piaccia molto ai fan.
Leslie Grace
conferma su Instagram che la produzione di Batgirl
si appresta ad entrare nell’ultima settimana di riprese. Ecco di
seguito il posti in cui l’attrice, interprete di Barbara Gordon, dà
la notizia:
Batgirl doveva
essere diretto da Joss Whedon, regista
di The
Avengers e Avengers:
Age of Ultron, nonché della versione cinematografica
di Justice
League. Tuttavia, nel 2018, il regista ha deciso di
abbandonare il progetto, ammettendo di non essere riuscito a
“decifrare la storia”. Il film è diretto da Adil El
Arbi e Bilall Fallah.
Disney ha condiviso un nuovo trailer
di Lightyear,
il film d’animazione che racconta la storia storia “vera” dietro al
giocattolo di Buzz Lightyear, così come lo
abbiamo conosciuto in Toy Story. Il film
racconterà la vicenda di un’astronauta che è stato celebrato con il
giocattolo che ben conosciamo. A doppiare il personaggio è stato
chiamato Chris Evans.
Lightyear
– La vera storia di Buzz, il lungometraggio
originale Disney e Pixar che segue il leggendario Space Ranger in
un’avventura intergalattica, arriverà il 15 giugno nelle sale
italiane. La nuova avventura d’azione racconta le origini di Buzz
Lightyear, l’eroe che ha ispirato il giocattolo di Toy
Story.
Lightyear
– La vera storia di Buzz è diretto da Angus
MacLane, regista vincitore dell’Annie Award e animatore veterano di
Pixar che ha co-diretto Alla
Ricerca di Dory del 2016, ed è prodotto da Galyn Susman
(il corto Toy Story: Tutto un altro mondo).
Il premiato compositore Michael
Giacchino, che ha firmato le musiche di The Batman e Spider-Man: No Way Home, comporrà la colonna sonora di
Lightyear – La vera storia di Buzz. Giacchino ha un
rapporto di lunga data con Pixar: ha vinto un Oscar, un Golden
Globe e un GRAMMY per la colonna sonora originale di Up.
Inoltre, la sua filmografia Pixar include, tra gli altri, Gli
Incredibili – Una “normale” famiglia di supereroi,
Ratatouille, Cars 2, Inside Out,
Coco e Gli Incredibili 2.
Arriva
da Collider un interessante aggiornamento in
merito a Blackhawk, l’annunciato film basato
sull’omonimo fumetto DC Comics, che è attualmente in sviluppo alla
Warner Bros per mano dello sceneggiatore di successo David
Koepp. Ebbene, oggi è lo stesso scrittore ad aggiornare i
fan sullo stato di cose sul film:
“Abbiamo una
sceneggiatura molto buona e pensiamo tutti che sia molto
buona”, ha detto David Koepp
a Collider . “Ci sono
stati molti cambi di gestione alla Warner Bros, quindi penso che
dobbiamo semplicemente aspettare che si stabilisca una linea sul
film e sul loro universo DC”. Koepp ha anche
accennato qualcosa in più rispetto al potenziale coinvolgimento di
Steven Spielberg alla regia della pellicola,
notizia
ufficializzata nel 2018, all’epica dell’annuncio ufficiale ma
mai confermata successivamente.
“Ovviamente,
spero che [Spielberg] lo faccia o se non lo dirige, spero che lo
produca [e] chiami qualcuno di grande
dirigerlo”, ha detto Koepp.“Perché sarebbe molto divertente. Sono molto
affezionato alla sceneggiatura e spero che si
unisca. Ma ancora una volta,
questo è uno di quei film che avranno bisogno di 200 milioni di
dollari, quindi cercare di portare sul grande schermo questo film è
un lungo e grande processo”.
Il film su Blackhawk
Per chi non lo sapesse, i
Blackhawks erano un gruppo di piloti, definiti dei veri e propri
assi dell’aeronautica durante la seconda guerra mondiale che
combattono la tirannia e l’oppressione e che debuttarono in un
numero di Military Comics nell’agosto 1941. Poiché il gruppo opera
in un’area specifica, Koepp confermò l’impossibilità di
ambientare un film diBlackhawk nello
stesso universo di altri progetti DC come Wonder
Woman o Aquaman.
La storia di un film
dei Blackhawks risale
a molto tempo fa, con Spielberg che ha espresso interesse a
dirigere un film basato sul gruppo sin dai primi anni
’80. Tuttavia, il progetto è stato infine cancellato e
Spielberg ha invece direttoI
predatori dell’arca perduta. Nel
2018, il
progetto Blackhawkè stato ripreso e Spielberg è stato nominato regista e
produttore. Mentre la produzione avrebbe dovuto iniziare dopo il
completamento di West Side Story di Spielberg, ora non
è chiaro se il leggendario regista sarà coinvolto in veste di
regista!
Come ogni anno, come
sempre ormai da tempo, anche gli Oscar 2022 si
sono svolti senza troppi scossoni né sorprese, i premi sono stati
assegnati con la confortante pigrizia che regna sovrana
nell’Academy e anche quest’anno proveremo a farci sorprendere il
prossimo anno. Non che la tendenza a premi scontati sia sempre un
male, ad esempio lo scorso anno, seppure Nomadland
e Chloe Zhao erano da tempo dati per vincitori,
quel riconoscimento sembrava un augurio, un messaggio d’amore e di
conforto per un mondo stretto nella morsa dell’incertezza, oltre
che un premio all’eccellenza artistica del film e della regista in
sé.
Oscar 2022 specchio del
mood del Paese
Tuttavia quest’anno
l’Academy ha deciso di assegnare dei premi che sembrano lo specchio
del mood del Paese: si invocano tanto l’amore e la pace,
eppure l’unica cosa che davvero fa parlare il pubblico e gli
addetti ai lavori è il gesto violento di Will
Smith nei confronti di Chris Rock. Il
siparietto, tutt’altro che previsto o programmato, è stato
senz’altro il momento di maggiore sorpresa di una serata scontata,
ma i premi sono invece la migliore cartina di
tornasole dello stato dell’Academy e del senso che questi
riconoscimenti hanno all’interno dell’industria, senza contare poi
il loro valore artistico nella cornice più ampia della settima arte
in quanto linguaggio e specchio della contemporaneità.
La tendenza che viene
confermata quest’anno è che gli Oscar tecnici vengono assegnati in
massa a un solo film che però non arriva mai alle categorie
artistiche, per così dire (dal momento che ogni categoria, secondo
chi scrive, richiede doti tecniche e artistiche notevoli), ed è
quindi come se i film non potessero essere più contemporaneamente
rappresentazioni di grandi capacità tecniche e portatori di arte,
contenuto e cultura. Certamente a registi d’altri tempi, come
James Cameron o Peter
Jackson, questo elemento non piace per niente. E così
Dune è
effettivamente il trionfatore della serata, con sei Oscar su dieci
nomination, tutti premi tecnici, molti dei quali assegnati fuori
onda, nel pre-cerimonia, mentre i vip erano ancora sul red carpet a
sfilare. E questo per risparmiare tempo, per accorciare la
cerimonia, per dare maggiore ritmo alla serata. E così, in una
manifestazione che si fregia di premiare l’eccellenza del cinema,
premi come Migliore montaggio e Migliore colonna sonora vengono
assegnati fuori onda. Il Montaggio considerato come un premio da
relegare ai margini. Il Montaggio.
Lo Slap-gate di fronte a un’Academy
inerme
Poi non ci sorprendiamo
se il miglior film è CODA – I segni de cuore, ma ci arriveremo. E,
attenzione, non si sta dicendo che esistono altri premi che possano
essere lasciati fuori, perché in generale togliere ai premi, a
tutti i premi, lo spazio del palco, degli applausi, togliere loro
la ribalta non è il modo giusto per accorciare i tempi. E quindi se
Dune porta
a casa sei premi, c’è chi come Licorice Pizza (o
anche La fiera delle Illusioni, ma in questo caso
dispiace meno) che torna a casa a mani vuote, e chi, come King Richard – Una famiglia vincente o
Gli occhi di Tammy Faye, vince invece almeno
un Oscar alla performance. Will Smith doveva essere allontanato
dalla sala, dopo l’eccesso d’ira, e questo è indiscusso, il fatto
che abbia passato tutto il suo emozionato discorso di
ringraziamento a giustificare il suo gesto, mescolando vita e arte,
sovrascrivendo la sua persona al personaggio che ha interpretato, è
stato un momento davvero basso per la cerimonia e per tutta la
storia degli Oscar. E se un solo gesto non può cancellare una
carriera costruita con impegno, suscitando sempre simpatia e
rispetto, non si può “lasciar correre” di fronte ad una tale
reazione, in nessuna circostanza.
Di grandi attori in brutti film e
brutte interpretazioni
Dall’altro alto abbiamo
invece Jessica Chastain, attrice straordinaria, tra
le migliori della sua generazione, che vince un Oscar alla
carriera, e non certo per un film pessimo in cui è in overacting in
ogni scena, facendoci rimpiangere persino The 355
o Il cacciatore e la Regina di Ghiaccio. Eppure
stiamo parlando della Salomè di Al
Pacino, della Madre di Terrence Malick,
della Maya di Zero Dark Thirty!
Niente da eccepire invece
sui premi ai migliori attori non protagonisti (Ariana
DeBosee Troy
Kotsur), entrambi scontati e meritatissimi, ed entrambi
portatori di ricchezza, rappresentazione, gioia, amore, ma
soprattutto talento cristallino sul palco del Dolby Theatre di Los
Angeles. Lo stesso vale per il meritato Oscar a Jane
Campion, prima donna a ricevere due nomination in
categoria e qui alla sua seconda statuetta, dopo quella per la
sceneggiatura a Lezioni di Piano.
Come si scrive una sceneggiatura
cinematografica?
Ma parliamo proprio della
sceneggiatura, il premio che in genere si assegna a quei film più
ricercati, che non incontrano il grande pubblico per una questione
di comunicazione, ma che spesso impressionano l’Academy. Era
successo per Spike Jonze, è successo per
Quentin Tarantino, e quest’anno poteva succedere
per Licorice Pizza, a La persona peggiore
del mondo, a La figlia Oscura, e invece
si è scelta la via conciliante, quella che cerca di accontentare
tutti ma che non premia l’eccellenza, e in fin dei conti non
accontenta nessuno: Siân Heder con CODA – I Segni del Cuore batte Gyllenhaal,
Hamaguchi e Oe, Campion, Villeneuve. E non ci sono davvero parole
per questo evento. Ce ne sono invece per Belfast e
per Kenneth Branagh che porta a casa il suo primo
premio Oscar per un film che per lui vale molto, in termini di
peso emotivo, ma che forse poteva essere premiato per altro, e non
proprio per la sceneggiatura, soprattutto nell’anno di
Licorice Pizza e de La persona peggiore
del mondo.
Oscar 2022, fieri dei
“nostri” perdenti
L’Italia torna a mani
vuote dalla sua serata al Dolby: MassimoCantini Parrini battuto dalla corazzata
Jenny Beaver (migliori costumi a Crudelia invece
che a Cyrano), Enrico Casarosa e
il suo Luca messi all’angolo da Encanto
(I Mitchell contro le macchine troveranno la loro
giustizia, in questa vita o nell’altra), Paolo
Sorrentino che si arrende a Ryûsuke
Hamaguchi e al bellissimo Drive My Car, ma da parte del regista resta
l’emozione e la consapevolezza (speriamo) di aver regalato al mondo
la sua opera migliore, la sua testimonianza che l’arte, la tecnica,
il cuore, la vita, il peso dei ricordi e dell’esperienza, lo
spirito altissimo e quello più basso insieme, possono creare
meraviglia.
I segni degli Oscar 2022
Il miglior film dell’anno
è dunque CODA – I Segni del Cuore. Nell’anno in cui
Steven Spielberg compie il miracolo
per porta il nome di West Side
Story, l’Academy sceglie di premiare Siân
Heder e il suo piccolo film, la sua piccola storia che,
sebbene sia socialmente importante per via della sacrosanta
rappresentazione che promuove, non è assolutamente, in nessun modo,
da qualunque lato la si guardi, l’eccellenza della settima arte.
Quella degli Oscar 2022 sarà ricordata forse come
una delle peggiori edizioni del premio, o forse verrà completamente
dimenticata, come accadrà a molti dei film premiati la notte
scorsa.
Coda – I segni del
cuore si presenta come remake del film francese del 2014
“La Famille Bélier” di Éric
Lartigau, di cui riprede, in parte, il soggetto. Tuttavia,
ciò che è nuovo nella versione di Heder – e fa assolutamente la
differenza – è il cast: mentre la famiglia nell’originale era
infatti interpretata da attori udenti (salvo l’eccezione del
fratello, interpretato dall’attore sordo Luca
Gelberg), qui a dare vita alla famiglia Rossi è invece un
cast eccezionale, interamente di attori sordi, composto dal
vincitore Oscar Marlee Matlin, Troy
Kotsur and Daniel Durant.
Coda – I segni del cuore: la sordità
prorompente di un coming-of-age atipico
Emilia Jones
interpreta la diciassettenne Ruby, una studentessa
volenterosa che vive a Gloucester, nel Massachusetts e che, ogni
mattina, all’alba, si alza per aiutare la sua famiglia nella loro
attività di pesca. Heder riesce a fare entrare lo spettatore
velocemente, e in maniera piuttosto efficace, nella routine della
ragazza, che è abituata ad essere l’interprete della famiglia, in
quanto Coda – I segni del cuore: letteralmente,
Child Of Dead Adults, unica udente in una famiglia
di adulti sordi (anche metaforicamente). Il canto è la passione più
grande di Ruby, che si svilupperà nel corso del film assieme alla
sua crescita personale, plasmata dai contrasti e dalle ambizioni
tipiche di ogni adolescenza, sanciti da un affetto famigliare
espressivo, sensoriale e indissolubile.
Coda – I segni del
cuore scardina ogni convinzione con cui lo spettatore
potrebbe approcciarsi alla pellicola, nonostante l’impianto del
tipico e piacevole coming of age, che segue il percorso di una
ragazzina di provincia talentuosa, che sogna di poter studiare in
città. C’è un’insegnante burbero ma idealista, le prove del coro
della scuola e un’audizione importante alle porte. E, naturalmente,
una famiglia riluttante nei confronti delle ambizioni della figlia.
Sia Heder sfrutta a proprio vantaggio un assetto narrativo
convenzionale e confortevole per poterlo impreziosire tramite una
cornice innovativa, dipinta a tutto tondo da un occhio registico
preciso e puntuale. Coda – I segni del
cuore è una piccola storia che scalda il cuore, che
fa credere in un miracoloso umano, nella forza e importanza di un
insegnamento vicendevole, suggerito da più punti di vista.
L’eccezionale Emilia Jones riesce a tratteggiare
perfettamente un carattere in via di formazione, plasmato da
interazioni volte all’estensione e accumulo gestuale e corporeo, un
linguaggio fisico che non è mai stato così comprensibile, caloroso
e affascinante.
Consapevole di un cambiamento nel
suo mondo interiore, portato avanti da una passione sovrastante,
Ruby inizierà ad avvertire dubbi riguardo la sua canonica routine e
il rapporto con i famigliari. Si è sempre messa in prima linea per
loro, quando il mondo “parlante” diventava troppo crudele o
denigratorio, senza però effettivamente costruirsi una propria
autonomia. Ed è proprio quando iniziano a palesarsi stimoli
dall’esterno (un insegnante di canto che nota il suo talento, la
prima cotta…) che Ruby faticherà a trovare una propria dimensione.
Centrale nella riappropriazione di un nuovo sé, aggiornato e
veritiero, è per Ruby il confronto con forme di dialogo aliene al
comune parlato, che trovano nella gestualità, negli sguardi e nella
contemplazione di un silenzio fisico, malleabile, le proprie radici
fondanti. La sordità, apparente o ricercata, è acquisibile o
eludibile a seconda del punto di vista adottato, per reperire un
canale di comunicazione rinnovato e autentico, raggiungibile solo
attraverso un affetto sincero e dimostrabile tramite le passioni
più pure.
La contemplazione di
silenzi assoluti
La sordità intesa come mancanza di
ascolto, soprattutto nei confronti di noi stessi e di chi ci sta
attorno è fulcro narrativo della pellicola; antidoto a questa
condizione disagevole diventa allora l’impiego di un nuovo codice,
atto a rinsavire anime costrette all’interno di convinzioni
falsate. Il confutare la propria posizione all’interno di una
comunità diventa spunto di riflessione non solo per la giovane
Ruby, ma anche per gli adulti attorno a lei, che capiranno come non
sempre ci sia una corrispondenza biunivoca tra i propri precetti e
pregiudizi e il mondo esterno. L’acronimo Coda – I segni
del cuore si configura come un titolo parlante,
condotto da chi vuole manifestare il concetto di sordità in senso
lato, consacrato dalla contemplazione di silenzi interiori
assoluti, come nella notevole pellicola
Sound of Metal.
L’isolazionismo di una famiglia
chiusa per propria volontà all’interno di un sistema a loro
congeniale, con un’unica apertura verso l’esterno (Ruby, per
l’appunto) si trasforma in corso d’opera drasticamente, una volta
che i Rossi capiscono che il desiderio di Ruby non è altro che
comunicare. Ma non comunicare esternamente e in maniera
proibitiva nei confronti di chi non può cogliere le sonorità, bensì
architettare una nuova modalità di scambio di messaggi e di
emozioni, rendendo la disabilità un veicolo di fondamentale
importanza per poter carpire ciò che di più profondo si nasconde in
un cuore animato dalla passione.
Coda – I segni del
cuore sancisce la vittoria di un nuovo metodo
comunicativo, basato sul decodificare le sonorità di un cuore mosso
dalla passione e dall’affetto più sincero. Una direzione sincera,
una sceneggiatura schietta e spigliata, assieme a interpretazioni
attoriali assolutamente encomiabili, sottolineano come Coda
– I segni del cuore azzecchi tutte le note giuste,
componendo una sinfonia dalle sonorità impercettibili, eppure
fortificanti.
Dopo gli innumerevoli premi e
riconoscimenti cinematografici internazionali, Coda – I segni del cuore conquista anche
tre Premi Oscar: al Miglior Film, alla Miglior Sceneggiatura
non originale, a Troy Kotsur Miglior Attore non Protagonista.
Coda – I segni del
cuore diretto da Sian Heder, arriverà al cinema da
giovedì 31 marzo distribuito da Eagle Pictures.
Remake del pluripremiato film
francese La Famiglia Belier, questo rifacimento
emozionante è interpretato da Emilia Jones, e vede nel cast attori
sordi e udenti, tra cui il premio Oscar Marlee Matlin (Figli di
un dio minore) ed il neo premiato Troy Kotsur che ha dedicato
il premio alla Comunità C.O.D.A (Children of Deaf Adults), alla
Comunità Sorda e a tutte le persone con disabilità: “Questo è il
nostro momento” ha detto concludendo un discorso particolarmente
toccante.
Coda – I segni del
cuore, la trama
In Coda – I segni del
cuore, acronimo di Child of Deaf Adults (bambino
in una famiglia di non udenti), la giovane protagonista Ruby è
l’unica persona udente nella sua famiglia. La diciasettenne, prima
di entrare a scuola, nelle prime ore del mattino, lavora sulla
barca di famiglia per aiutare suo fratello e i suoi genitori
nell’attività di pesca sulla costa del Massachusetts. Da quando la
giovane ragazza è entrata a far parte del coro della scuola, scopre
di avere una smodata passione per il canto. Il suo
maestro Bernardo crede ci sia qualcosa di speciale nella
giovane adolescente e la spinge a considerare una prestigiosa
scuola di musica per il suo futuro. Ruby si troverà davanti
a un bivio: abbandonare i suoi adorati genitori per seguire il
suo più grande sogno o continuare ad aiutare la sua
famiglia.
Jodie Foster è una
di quelle attrici che ha fatto la storia del cinema mondiale grazie
alle sue incredibili, quanto incisive interpretazioni. L’attrice,
che ha iniziato a recitare sin dalla più tenera età, è entrata sin
da subito nel cuore degli spettatori e ha dimostrato di essere
molto in gamba anche in altri campi, come la regia e la
produzione.
Ecco dieci cose da sapere su
Jodie Foster.
Jodie Foster: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
film. L’attrice ha iniziato a recitare per il grande
schermo nel 1972, anno di debutto con il film Due ragazzi e un
leone. In seguito, ha preso parte a film come Tom
Sawyer (1973), Alice non abita più qui (1974) e
Taxi Driver (1976), con
cui si consacra. Da quel momento ha recitato in film come Tutto
accadde un venerdì (1976), Casotto (1977), Carny
– un corpo per due uomini (1980), Presunta
assassina (1986), Il sentiero dei ricordi
(1988), Sotto accusa (1988), Ore contate
(1989) e Il silenzio degli innocenti (1991). La sua
carriera, prosegue con i film Maverick (1994),
Contact (1997), Panic Room (2002), Inside
Man (2006), Il buio nell’anima (2007) e Alla
ricerca dell’isola di Nim (2008). Tra le sue ultime
apparizioni cinematografiche, si citano Mr. Beaver (2011),
Carnage (2011),
Elysium (2013),
Hotel Artemis (2018) e
The Mauritanian
(2021).
2. È anche produttrice e
regista. Nel corso della sua carriera, l’attrice si è
distinta anche come produttrice e regista. In quanto produttrice,
ha partecipato alla lavorazione dei film Presunta assassina,
Nell (1994), Una decisione sofferta (1998),
Walking the Dead (2000), The Dangerous Lives of Altar
Boys (2002), Il buio nell’anima (2007) e Be
Natural: The Untold Story of Alice Guy-Blaché (2018). In
qualità di regista, invece, ha lavorato alla regia dei film Il
mio piccolo genio (1991), A casa per le
vacanze (1995), Mr. Beaver (2011) e Money Monster – L’altra faccia
del denaro (2016) e di alcuni episodi delle serie Un
salto nel buio (1988), House of Cards – Gli intrighi del
potere (2014), Orange Is the New Black
(2013-2014) e Black Mirror
(2017).
Jodie Foster in Taxi
Driver
3. Si preparata al ruolo
alternando immaginazione a ricerche sul campo. Per
interpretare la giovane Iris, prostituta dodicenne di Taxi
Driver, l’attrice ha avuto modo di conoscere una vera
prostituta e imparare da lei ciò che c’era da sapere su quel
mestiere, senza scendere nei dettagli. La Foster ha poi dichiarato
che pur essendo molto giovane sapeva bene cosa facesse una
prostituta, lasciandosi dunque guidare anche dall’immaginazione per
interpretare il suo personaggio. Una performance che le ha poi
permesso di ottenere una nomination al premio Oscar.
4. Ha avuto l’aiuto di sua
sorella per alcune scene. L’attrice, al momento di girare
il film, aveva solo dodici anni e non poteva girare le scene più
esplicite. Così, Connie Foster, sua sorella
maggiore che a quel tempo aveva 19 anni, venne scelta per girare
quel tipo di scene al posto di Jodie. La sostituzione, tuttavia,
non è facilmente notabile all’interno del film poiché le due Foster
venno accuratamente acconciate e vestite in modo identico, così da
non far risaltare la differenza tra di loro.
Jodie Foster, Alexandra Hedison e i
figli
5. È sposata da qualche
anno. L’attrice si è sposata per la prima volta a
cinquantadue anni, nel 2014, con l’attrice e fotografa
Alexandra Hedison, conosciuta nel 2013, lo stesso
anno in cui la Foster ha fatto coming out una volta per tutte
durante i Golden Globe. In passato, ha avuto relazioni con
Tina Landau, con cui si è frequentata per un breve
periodo durante il college, e con la produttrice cinematografica
Cydney Bernard: le due anno avuta una lunga
relazione, durata dal 1993 al 2007.
6. È madre di due
figli. L’attrice è diventata madre di due maschi:
Charles, nato nel luglio del 1998, e
Kit, nato nel settembre del 2001. Non è mai stato
rivelato il nome del padre dei due figli, ma sono state molte le
speculazioni che affermavano che il padre fosse Mel Gibson. Le
voci si sono fatti insistenti dato che loro due sono molto amici da
tantissimi anni che l’attore si stato spesso al fianco dei figli di
lei.
Jodie Foster in Il silenzio
degli innocenti
7. È rimasta colpita
dall’improvvisazione di Hopkins. Nel film Il silenzio
degli innocenti la Foster interpreta la detective Clarice
Starling. L’attrice ha affermato che durante il primo incontro tra
Lecter e Starling, la presa in giro del suo accento meridionale da
parte di Anthony Hopkins
è stata improvvisata mentre giravano. La reazione orripilata
dell’attrice era genuina, perché si era sentita personalmente
attaccata. In seguito, ha ringraziato il collega per generato in
lei una reazione così vera.
8. Ha fatto ricerche per
costruire il suo personaggio. L’attrice, oltre a
consultare diversi libri, ha trascorso molto tempo con l’agente
dell’FBI Mary Ann Krause prima delle riprese.
Grazie a lei, infatti, Foster ha potuto osservare i pro e i contro
del loro lavoro, nonché le varie sfumature comprese e le emozioni
suscitate. La sua interpretazione così accurata e intensa, l’ha poi
portata a vincere il suo secondo Oscar come miglior attrice
protagonista.
Jodie Foster: oggi
9. Ha un nuovo progetto in
lavorazione. Negli ultimi anni la Foster si è dedicata in
particolare alla regia, ricoprendo tale ruolo per l’episodio
Arkangel della serie Black Mirror
e l’episodio Home della serie Scenes From the
Loop. Nel 2021, però, è anche tornata sul grande schermo con
il ruolo di Nancy Hollander nel film The Mauritanian.
Attualmente, invece, è impegnata nelle riprese del film
Nyad, film biografico sulla nuotatrice Diana Nyad, che
nuotò da Cuba alla Florida all’età di 64 anni. Nel film la Foster
interpreta Bonnie Stoll.
Jodie Foster: età e altezza
10. Jodie Foster è nata il
19 novembre del 1962a Los Angeles, in
California. La sua altezza complessiva corrisponde a 160
centimetri.
Su Sky Cinema
arriva una programmazione dedicata ai film che hanno trionfato agli
Oscar 2022: dal 29 al 31 marzo saranno
proposte tre grandi prime serate su Sky Cinema
Oscar (canale 303) – un intero canale dedicato ai film
premiati con l’ambita statuetta – con Coda – I Segni del
cuore,Dune e
Drive my car, tutti sempre disponibili anche
in streaming su NOW e on demand su
Sky. Su Sky Primafila sono disponibili on
demand Encanto, miglior film d’animazione,
Una Famiglia Vincente– King
Richard, Oscar per il miglior attore protagonista a
Will Smith, e Summer of Soul, miglior
documentario.
Inoltre, lunedì 28 marzo
dalle14.00 sullo stesso canale sarà
trasmessa la riproposizione integrale della Notte degli
Oscar 2022 e, dalle 21.15 su Sky Cinema Oscar e
Sky Uno “Il meglio della Notte degli Oscar 2022”,
disponibile anche on demand su Sky e NOW, e in
chiaro su TV8 sempre il 28 marzo alle 23.45.
Martedì 29 marzo alle
21.15 la prima serata sarà dedicata al film che ha
dominato alla 94ª edizione degli Academy Awards, Coda – I Segni del
cuore, che ha confermato tutte e tre
le nomination ottenute vincendo il premio per il miglior film,
quello per il miglior attore non protagonista con Troy Kotsur e
quello per la migliore sceneggiatura non originale. L’emozionante
pellicola di Sian Heder, remake del pluripremiato film francese La
Famiglia Belier, narra con delicatezza il tema della disabilità
attraverso la storia dell’adolescente Ruby Rossi, unica persona
udente della sua famiglia, per la quale svolge da sempre il svolge
il ruolo di traduttrice e di interprete. La sua grande passione per
il canto la mette davanti a un bivio: abbandonare i suoi adorati
genitori per seguire il suo più grande sogno o continuare ad
aiutare la sua famiglia.
Mercoledì 30 alle 21.15 sarà la volta di
Dune. Il film campione d’incassi del regista
Denis Villeneuve, forte di dieci nomination, si è aggiudicato il
riconoscimento per la migliore fotografia, la miglior colonna
sonora originale, il miglior suono, il miglior montaggio, i
migliori effetti speciali e la migliore scenografia. Basato
sull’omonimo romanzo di Frank Herber, il film fantascientifico
narra la storia di Paul Atreides, un giovane brillante e
talentuoso, nato con un grande destino che va ben oltre la sua
comprensione, che su Dune,
il pianeta più pericoloso dell’universo, dovrà lottare per
assicurare un futuro alla sua famiglia e alla sua gente.
Giovedì 31 marzo alle
21.15 infine sarà proposto Drive my car, toccante road movie di Ryûsuke
Hamaguchi, vincitore del premio comemiglior film internazionale.
Ispirato alla raccolta di racconti Uomini senza donne di Murakami
Haruki, il film narra la storia di Yûsuke, attore e regista che,
dopo aver perso la moglie, si trasferisce a Hiroshima. Attraverso
il rapporto con la ragazza che gli fa da autista, Yûsuke riuscirà
finalmente a rielaborare il lutto e i traumi del suo passato.
Ecco tutti i vincitori della 94°
edizione degli Oscar 2022. Dune ha
trionfato nelle categorie tecniche, alcune delle quali assegnate
fuori onda, nel pre-cerimonia, mentre a sorpresa, Belfast vince
il premio alla migliore sceneggiatura originale. Jane
Campion porta a casa il premio alla regia, per
Il Potere
del Cane, il suo secondo Oscar in carriera, dopo
quello alla sceneggiatura per Lezioni di
Piano.
Nessuna sorpresa nelle categorie
riservate agli attori: Ariana DeBose, Troy Kotsur,
Will Smith e Jessica Chastain hanno portato a casa i premi;
mentre il premio principale è andato a CODA – I Segni del
Cuore, che in effetti totalizza un successo pieno con il
100% delle nomination andate a segno.
Ecco di seguito tutti i vincitori degli Oscar 2022
Chris Rock e
Will Smith hanno avuto un alterco durante la
trasmissione televisiva degli Oscar 2022. Rock è
apparso sul palco per presentare l’Oscar per il documentario e ha
scherzato sul fatto che Jada Pinkett Smith fosse
in “G.I. Jane” per via della sua testa rasata. Smith è salito sul
palco per prendere a pugni Rock. Anche se all’inizio sembrava uno
scherzo, Smith torna al suo posto e grida a Rock: “Tieni il
nome di mia moglie fuori dalla tua fottuta bocca!”
La pubblicista di
Will Smith, Meredith O. Sullivan, è andata da lui
durante la pausa pubblicitaria della cerimonia per avere parlare
con lui. Sempre durante la pausa, Denzel Washington si è alzato per
parlare con Smith in privato. Pinkett Smith ha annunciato l’anno
scorso di essersi rasata la testa dopo aver lottato con
l’alopecia.
Di seguito il video in diretta
dell’accaduto:
Will Smith just punched Chris Rock and told
him "keep my wife's name out of your f***ing mouth" pic.twitter.com/1f1ytdbMRv
Dopo due anni di eventi sottotono,
gli Oscar 2022 tornano con il grande glamour, il
tappeto rosso, gli abiti e i protagonisti che sfilano. Di seguito,
le immagini dal red carpet:
I premi Oscar sono
stati concepiti come riconoscimenti ai migliori film di ogni anno
ma, sebbene alcune grandiose pellicole si siano portate a casa la
loro giusta quota di premi, ce ne sono alcuni veramente memorabili
che hanno lasciato la cerimonia a mani vuote, come Le ali della libertà, che non è stato premiato
in nessuna categoria, nonostante le sette nomination.
Per quanto questo sia scioccante,
per un film che è considerato uno dei migliori di tutti i tempi,
perlomeno il film in questione ha ricevuto diverse nomination.
Infatti, ci sono stati casi di alcuni film veramente iconici che
sorprendentemente non sono mai stati nominati
nemmeno in una singola categoria dell’Academy Award e, nonostante
questo, sono ancora amati dal pubblico di tutto il mondo.
1Terminator (1984)
È
difficile pensare a qualsiasi personaggio cinematografico che possa
superare questo: Terminator è senza dubbio il miglior film di
James Cameron, già tremendamente
innovativo al momento della sua uscita, prima ancora di diventare
un vero e proprio cult negli anni successivi. Le opinioni sui
sequel sono state differenti e controverse, ma non c’é dubbio che i
due film originali siano stellari.
Terminator 2: Judgment Day del 1991 ha
stabilito un nuovo standard per gli effetti
visivi, categoria per cui si è giustamente portato a casa
l’Oscar. Anche se il film originale non era ancora all’altezza di
quel livello tecnico, meritava comunque di essere considerato nella
stessa categoria nel 1984, ma venne giustamente
escluso.
Mercoledì 30 marzo uscirà su Dinsey+
una nuova serie MCU: Moon Knight. Lo
show ha come protagonista l’omonimo eroe della Marvel. Steven
Grant, impiegato in un negozio di souvenir, soffre di vuoti di
memoria e scopre di avere un disturbo dissociativo dell’identità:
condivide il suo corpo con il mercenario Marc
Spector. Oltre alla trama generale, si sa ancora
molto poco della serie.
Sappiamo però che alcuni personaggi
della Marvel Comics faranno il loro ingresso
nell’MCU grazie allo show. I
nuovi personaggi originali sembrano essere altrettanto
interessanti. Finalmente, abbiamo qualche nome certo. Vista
l’identità mutevole di Moon Knight e la
relazione dell’eroe con l’antico dio egiziano
Khonshu, per ora resta difficile capire chi
saranno i buoni da chi saranno i cattivi nella serie. Ma vediamo
nel dettaglio i vari personaggi.
1Arthur Harrow
In
Moon Knight #2 del 1985 c’è un oscuro e potente cattivo:
Arthur Arrow. Il personaggio, uno scienziato pazzo
che conduceva orribili esperimenti sulle persone, viene ripreso
nella serie: sarà interpretato dall’attore Ethan Hawke.
L’Arthur Harrow
dell’MCU sembra possedere poteri mistici simili a
Moon Knight. Dati i riferimenti al coccodrillo
visti nei trailer, il personaggio potrebbe essere legato a dei come
Ma’at o Ammut.
Nonostante quello dei
“cinecomics” sia ormai il genere
cinematografico più fruttuoso per Hollywood, soprattutto in termini
di successo al botteghino, questa tipologia di film viene
generalmente trascurata dall’Academy, che raramente ne riconosce la
grandezza di alcune performance, premiandole con l’Oscar.
Ecco allora che alcuni fan su
Reddit hanno
evidenziato alcune interpretazioni che ritengono “da
Oscar“, scontrandosi con chi classifica le pellicole
Marvel
e DC come
semplici film-popcorn.
1Hugh Jackman – Logan (2017)
Anche se era ancora un talento relativamente
sconosciuto quando è stato scelto come Wolverine,
Hugh Jackman è diventato un’icona del genere
supereroistico grazie alla sua performance nel corso di nove film
degli X-Men. Tuttavia, Logan è stato il film che ha davvero permesso
a Jackman di esplorare il personaggio
ulteriormente e in maniera davvero approfondita.
Grazie alla libertà dettata dal fatto che il
film fosse vietato ai minori, e alla volontà di spingere il
personaggio all’estremo, Jackman è stato in grado
di mettere davvero in mostra il suo talento e la complessità del
personaggio, al di là della caratterizzazione standard da “duro”.
Il redditor
Cotanak__ ha dichiarato che se un attore in “un film di
supereroi dovesse ricevere un Oscar questo dovrebbe essere
Jackman!”.
Katie Holmes è una
di quelle attrici che ha fatto la storia del cinema e delle serie
tv grazie alla sua classe, al suo talento e alla sua bellezza
eterea. L’attrice, ce ha cominciato questa professione quando era
una ragazza. è entrata nel cuore di milioni di spettatori in tutto,
rimanendoci per tutti questi anni.
Ecco dieci cose da sapere su
Katie Holmes.
Katie Holmes: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in celebri
film. La carriera dell’attrice è iniziata nel 1997, quando
appare per la prima volta sul grande schermo in Tempesta di
ghiaccio, per poi continuare con Generazione perfetta
(1998), Go – Una notte da dimenticare (1999), I
Muppets venuti dallo spazio (1999), Wonder Boys
(2000) e The Gift (2000). In seguito, recita in In
linea con l’assassino (2002), The Singing Detective
(2003), Una teenager alla Casa Bianca (2004), Batman Begins (2005),
Than You for Smoking (2005), 3 donne al verde
(2008), Un perfetto gentiluomo (2010) e Non avere paura del
buio (2011). Tra i suoi ultimi lavori vi sono Miss
Meadows (2014), The Giver – Il mondo di
Jonas (2014), Woman in Gold (2015),
Touched with Fire (2015), La truffa dei Logan
(2017), Caro dittatore (2018), Ocean’s 8 (2018),
The Boy – La maledeizione di Brahms (2020) e The
Secret – La forza di sognare (2020).
2. Ha lavorato in diverse
serie tv. Nel corso della sua carriera, l’attrice non ha
lavorato solo per il grande schermo, ma si è prestata spesso anche
per lavori seriali. Infatti, è conosciuta ai più per aver preso
parte nella serie Dawson’s Creek (1998-2003), oltre che
per aver lavorato in Eli Stone (2008), I Kennedy
(2011), in un episodio di How I Met Your Mother
(2011-2013), Ray Donovan (2015) e The Kennedys After
Camelor (2017), dove ha interpretato proprio Jackie
Kennedy.
3. È anche doppiatrice,
produttrice e regista. L’attrice ha esplorato molto i
diversi ambiti del cinema e del mondo seriale in questi anni di
carriera, tanto da vestire spesso diversi panni. Ad esempio, ha
partecipato al doppiaggio del videogioco Batman Begins
(2005), del film Goool! (2013) e delle serie Robot
Chicken (2018). In quanto produttrice, ha lavorato alla
realizzazione dei film The Romantics (2010) e Touched
with Fire (2015), oltre che della serie The Kennedys After
Camelot. Inoltre, ha partecipato anche alla produzione del suo
primo film da regista, All We Had (2016), e ha diretto
anche il corto documentario Eternal Princess (2015) e un
episodio di The Kennedys After Camelot (2017).
Katie Holmes e Tom Cruise
4. È stata sposata con
Tom
Cruise. L’attrice ha sempre avuto un debole per
Tom Cruise sin
da ragazzina e mai si sarebbe sognata di arrivare a sposarlo. I due
si sono conosciuti nel 2005 e, dopo una frequentazione di appena
due mesi, si sono fidanzati ufficialmente il 17 giugno dello stesso
anno. In seguito, la coppia si è sposata il 18 novembre del 2006
sul lago di Bracciano, di fronte a famiglia e amici. Tuttavia, dopo
cinque anni di matrimonio, la coppia ha divorziato nel giugno del
2012.
5. È madre di una
figlia. Dalla loro unione, nell’aprile del 2006 è nata la
figlia Suri che, però, non vedrebbe il padre da
diversi anni. La causa del divorzio e dell’allontanamento
dall’attore sarebbe sempre dovuta all’influenza di Scientology, la
Chiesa per cui Cruise è uno degli adepti più importanti. Anche se
l’attrice continua a scappare da questa setta, pare che sia
inevitabilmente controllata dalla stessa e che un passo falso
potrebbe compromettere l’affidamento di sua figlia.
Katie Holmes: chi è il suo nuovo
fidanzato
6. È stata fidanzata con
Jamie Foxx. La notizia
della loro frequentazione è uscita allo scoperto solo nel 2017,
anche se i due attori si sono frequentati a partire dal 2013. La
coppia, infatti, ha sempre badato a tenere un profilo basso circa
la loro relazione: pare, inoltre, che firmando le carte del
divorzio, alla ex signora Cruise sarebbero stati imposti ben cinque
anni di riservatezza sulla sua vita privata, ovvero di farsi vedere
sempre single per tutto questo tempo.
7. Ha avuto diversi
fidanzati famosi. Nel corso della sua vita l’attrice ha
frequentato diversi uomini famosi: tra essi vi è l’attore
Chris Klein, con il quale ha avuto una storia
durata dal 2003 al 2005. Pare, inoltre, che abbia avuto dei flirt
con Josh Hartnett,
il cantante, compositore e pianista Peter Cincotti
e il collega Alexander Skarsgård. Nel 2020 inizia
una relazione con lo chef italo-peruviano Emilio
Vitolo proprietario del ristorante di famiglia Emilio’s
Ballato situato a Soho, New York. La relazione è però terminata
dopo circa otto mesi.
Katie Holmes è Instagram
8. Ha un profilo molto
seguito. L’attrice possiede un proprio account Instagram
che è seguito da 2,4 milioni di persone. Sulla sua bacheca, con
quasi duemila post, sono molte le foto che la ritraggono
protagonista tra momenti lavorativi, di svago o nostalgia, e sono
diverse anche le foto dedicate alla sua famiglia e alla piccola
Suri. Seguendola si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue
attività.
Katie Holmes e Joshua Jackson in
Dawson’s Creek
9. Ha avuto una relazione
con il collega. Sul set della popolare serie Dawson’s
Creek, nella quale interpretava Joey Potter, la Holmes ha
conosciuto JoshuaJackson, suo collega che aveva lì il ruolo di
Pacey. I due hanno in seguito intrapreso una breve relazione,
rimanendo poi in buoni rapporti una volta aver deciso di
interrompere il loro legame. Di Dawson’s Creek, inoltre,
la Holmes è l’unica di tutto il cast a comparire in ogni
episodio.
Katie Holmes: età e altezza
10. Katie Holmes è nata il
18 dicembre del 1978a Toledo, in Ohio.
La sua altezza complessiva corrisponde a 175 centimetri.
Una settimana dopo che
l’acquisizione di MGM da parte di Amazon è stata ufficialmente
finalizzata, Amazon Studios ha iniziato a lavorare su potenziali
progetti incentrati sull’ampia libreria di film e programmi TV di
MGM. Ed oggi arriva daVariety
la notizia che uno dei primi progetti attualmente in fase di
sviluppo (007 Road to a Million) è una serie di
gare competitive, incentrata sul franchise diJames
Bond.
Prime Video ha ufficialmente dato un ordine per
la serie 007 Road to a
Million, in cui i concorrenti si sfideranno
per il premio in denaro di $ 1,3 milioni. Questa è la prima
volta che il franchise di spionaggio di lunga data si avventura in
televisione.
Road to a Million di 007, di cosa parlerà la serie
tv?
Road to a Million di
007arriva dai proprietari del franchise
Barbara Broccoli e Michael G. Wilson, che saranno i produttori
esecutivi della serie di otto episodi attraverso il loro marchio
EON Productions. La serie è una produzione 72 Films britannica e
della MGM Television.
007 Road to a
Million che sarà incentrata su competizioni a tema James
Bond sarà girato in diversi luoghi storici che erano presenti nei
precedenti film di Bond. Il team di due membri dovranno superare un
“test di intelligenza e resistenza”, che include “il superamento di
ostacoli fisici e la risposta corretta a domande nascoste in
diverse località del mondo prima di poter passare alla prossima
sfida”.
007 Road to a Million senza sceneggiatura
sarà prodotta da David Glover per 72 Films insieme a Barry Poznick
e Mark Burnett per MGM. Dom Bird supervisionerà il progetto per
conto dello studio.La produzione dovrebbe iniziare
entro la fine dell’anno, con il casting ancora in corso.
La notte più attesa dell’anno da
tutti i cinefili si sta avvicinando: l’appuntamento è per domenica
27 marzo dalle 00.15 su Sky
CinemaOscar (canale 303 di Sky) per la
magica Notte degli Oscar 2022 con il Red
Carpet e tutte le premiazioni dal Dolby Theatre di
Los Angeles. La diretta della cerimonia sarà trasmessa anche su
Sky Uno, in streaming su NOW ein chiaro su
TV8, sempre dalle 00.15. Questi sono giorni di
scommesse, supposizioni e attesa nei riguardi di ogni principale
categoria, prime fra tutti quelle attoriali, che analizziamo
attentamente in questo articolo, valutando i papabili vincitori e
chi, invece, dovrebbe vincere.
1Categorie attoriali: tutti i candidati
all’Oscar 2022
Per questa attesissima
edizione 2022 in programma il prossimo 13/14/15 maggio alla Città
dell’Altra Economia di Roma, ARF! ri-immagina quel modello
di Festival che lo ha reso un evento unico nel suo genere in
Italia.
Cambiano gli spazi, in
questo 2022 post-pandemico, ma il Fumetto resta il centro di
tutto. Tornano gli eventi dal vivo e l’ARF! torna a Testaccio – una
casa che non ha mai lasciato – e porta con sé tante novità nella
proposta al pubblico.
Novità che saranno,
ancora una volta, rivoluzioni.
«A maggio Roma è
bellissima» e quest’anno nell’aria c’è una tale carica, un’energia
esplosiva che è quasi impossibile da raccontare. Quasi.
Perché l’autore scelto
per rappresentare tutto questo – e chi lo ha visto disegnare lo sa
– ha i superpoteri. Come gli eroi che disegna, dalla sua Teramo,
per gli States.
_DECONSTRUCT
/ˌdiːk(ə)nˈstrʌkt/
_DECOSTRUIRE
Reduce (something) to its constituent
parts in order to reinterpret it.
Ricondurre (qualcosa) ai suoi elementi
originari, con l’obiettivo di reinterpretarla.
Il Festival è un organismo in costante
mutamento. Privarlo delle caratteristiche o degli atteggiamenti
abituali e ormai stereotipati, significa farlo crescere e renderlo
più vivo che mai.
_REBUILD
/riːˈbɪld/
_RICOSTRUIRE
To build (something) again after it has
been damaged.
Costruire nuovamente (qualcosa) dopo che è
stata danneggiata.
Due anni di pandemia hanno inflitto un duro
colpo agli eventi dal vivo.
Ripensare strategicamente quanto era già
solido nell’ottica di renderlo nuovamente stabile conduce verso
quel miglioramento che ricerchiamo ogni giorno.
_REBORN
/riːˈbɔːn/
_RINASCERE
Brought back to life or
activity.
Riportare in vita o in
attività.
Nascere di nuovo, germogliare, rifiorire.
Tornare alla vita.
VI DIAMO IL BENVENUTO NEL NOSTRO NUOVO
MONDO.
ALL NEW, ALL DIFFERENT, ARF!
FESTIVAL.
Una nuova realtà intorno. Il fumetto, ancora,
al centro di tutto.
Non è il Festival che conoscevi. È il
Festival che scoprirai.
ARF! Festival 2022 – il poster
«Ho immaginato una
creatura tecno-mitologica» – racconta Carmine – «scomposta in
sezioni rettangolari come vignette, che osserva il Lettore
attraverso un occhio. È l’occhio con cui il creativo cattura
tutte le informazioni dal mondo reale, uno sguardo che gli permette
di cogliere sfumature che nel quotidiano sfuggono.»
«E poi c’è il Tempo. La
frammentazione della scena, dei personaggi, una dattilografia
temporale che scompone e ricompone un momento. Infine le vignette
sullo sfondo, che girano come un orologio, contengono
il Suono. Ecco, per me il Fumetto è questo. Un insieme di
strumenti, ognuno con una funzione precisa, che lavorano in
sincrono. Realizzare il manifesto di ARF! 2022 è stata una gioia
immensa, perché si tratta di un evento unico in Italia, dove il
Fumetto è l’assoluto protagonista.»
Carmine Di
Giandomenico
Carmine Di Giandomenico
(Teramo, 13 Aprile 1973), è considerato un gigante del panorama
fumettistico mondiale. Oltre ad avere collaborato come storyboard
artist per la televisione e per il cinema (con i registi Martin
Scorsese, Tsui Hark e Sergio Rubini), è l’autore
italiano più richiesto dalle due grandi major del fumetto
americano: Marvel e DC Comics, per le quali
realizza storie di Batman, Daredevil (Battlin’ Jack
Murdock), Captain America, Wolverine, X-Men
(Magneto Testament), Spider-man, Iron
man, Fantastic 4, Superman,
Batgirl, Catwoman e Flash, imprimendo indelebilmente
il suo stile e il suo segno su ognuno di questi iconici personaggi
e diventando, ben presto, tra gli autori più amati al mondo.
Per il mercato italiano
viene chiamato da Sergio Bonelli Editore a realizzare il remake di
una delle storie simbolo della lunga saga di Dylan Dog Il Lungo
Addio, e – sempre per il mondo dell’Indagatore dell’incubo – è
il copertinista della serie I colori della Paura, pubblicata
da Gazzetta dello Sport.
Insieme allo
sceneggiatore Alessandro Bilotta inventa il personaggio
di Giulio Maraviglia e la serie distopica vincitrice di
tutti i principali premi di settore La Dottrina.
Realizza il graphic
novel Leone, presentato al Festival del Cinema di
Venezia e firma disegni e regia del videoclip ufficiale del brano
Uomo di varie età di Claudio Baglioni, singolo
promozionale del suo album: In Questa Storia che è la
Mia.
Collabora con ARF!
Festival al progetto collettivo COme VIte Distanti e,
sempre insieme ai fondatori del festival romano rivoluziona il
mondo del calcio italiano, reinventando gli Avatar delle 20 squadre
del Campionato di calcio italiano Serie A TIM e le
animazioni di tutte le 760 sigle di apertura e chiusura di ogni
partita.
Warner Bros.
Pictures presenta una produzione Warner Bros. Entertainment Italia,
Colorado Film Production e Me Contro Te, Me Contro Te Il Film – Persi nel Tempo,
diretto da Gianluca Leuzzi. Disponibile per l’acquisto e il
noleggio su Apple Tv app, Amazon Prime Video, Youtube, Google Play,
TIMVISION, Chili, Rakuten TV, Microsoft Film & TV e a noleggio su
Sky Primafila e Mediaset Infinity
Da un soggetto
di Luigi Calagna e Sofia Scalia, Me Contro Te Il Film – Persi nel Tempo è
scritto da Emanuela Canonico, Andrea Boin, Luigi Calagna e Sofia
Scalia e diretto da Gianluca Leuzzi. La fotografia del film è di
Vito Trecarichi, il montaggio di Davide Cerfeda, la scenografia di
Mario Torre e i costumi di Tecla Turiaco. Le musiche originali del
film sono di Stefano Della Casa.
Ecco i primi 10 minuti del film
La trama di Me Contro Te Il Film – Persi nel Tempo
É un giorno
speciale per Luì, che finalmente sta per ricevere il diploma da
scienziato, e come sempre Sofì è lì al suo fianco a sostenerlo e a
dargli coraggio. All’evento non può poi di certo mancare Pongo, il
loro amico di sempre. Ancora una volta però, il Signor S e la
fedele Perfidia, cercheranno di insidiare i Me Contro Te ma Sofì,
con i suoi poteri di fata, e Luì, con la migliore tecnologia degna
di un vero scienziato, daranno del filo da torcere ai loro nemici.
Qualcosa va storto però e la magia catapulterà tutti in luoghi ed
epoche lontane… persi nel tempo! In questo magico viaggio i Me
Contro Te scopriranno di avere dei nuovi amici e conosceranno una
nuova, agguerritissima nemica. Una fantastica ed emozionante
avventura al cinema per Luì e Sofì, piena di sorprese e con tanto
divertimento per i loro piccoli fan e tutte le famiglie.
Me contro Te
Il Film – Persi nel Tempo è una produzione Warner Bros.
Entertainment Italia, Colorado Film Production e Me Contro Te. Il
film è stato distribuito nelle sale da Warner Bros. Picture
Nella generale ripartenza
dell’industria cinematografica, quest’anno la cerimonia degli
Oscar 2022 sembra essere particolarmente sentita:
le voci e i pronostici sui preferiti e sui possibili vincitori non
si sono fatte attendere. Nell’attesa di scoprire chi saranno i
vincitori della 94a edizione – la cerimonia
si svolgerà domenica 27 marzo – abbiamo
passato al setaccio le varie candidature e tirato le somme. Come
sempre, la concorrenza è alta e ci sono film che sembrano aver già
la vittoria in pugno. Ma chi si merita davvero la statuetta
d’oro?
Tutti candidati agli Oscar 2022:
dal musical, al western, al fantascientifico
Non si riesce ad individuare una
tendenza che guida i dieci titoli candidati agli
Oscar per la categoria Miglior
film: si passa dal remake di un musical della Hollywood
classica (West
Side Story), al racconto biografico e storico (Belfast),
dal western drammatico (Il
potere del cane), al fantascientifico (Dune). In
realtà, molti dei film candidati sono generi ibridi: Don’t Look
Up è un film in parte apocalittico, in parte comico-satirico,
Licorice
Pizza è un coming of age dalle tinte dolce-amare, La fiera
delle illusioni è un thriller (ma non troppo) e un dramma
a tratti ironico, senza dimenticare l’outsider CODA – I Segni del
Cuore.
In questo calderone generale, come
si fa a scegliere? Va detto che sicuramente alcuni titoli risultano
tra i favoriti per il peso del nome del regista e del cast stellare
che li caratterizza. Ma è sufficiente la fama delle star di
Hollywood per accaparrarsi il primo posto agli
Oscar? La tendenza degli ultimi anni, con la
vittoria di Parasite nel 2020 e di Nomadland nel
2021, ha dimostrato un’inversione di rotta rispetto ai grandi nomi
americani. Nella speranza che quest’anno si prosegua sulla stessa
linea, c’è chi vede come già scritta la vittoria del film
giapponese
Drive My Car. Ma è davvero così scontato il premio per
Ryūsuke Hamaguchi?
Proviamo ora a concentrarci
sull’essenza dei film candidati, lasciando da parte tutte quelle
voci che vedono la già premiata Jane Campion e
l’acclamatissimo Il
potere del cane come papabili vincitori.
Chi sono i nostri favoriti. E
perché proprio Belfast?
Tutti i film in gara, per un motivo
o per l’altro, sono ottime produzioni, ma quelli che ci hanno
davvero conquistato sono tre: Belfast,
Don’t
Look Up e Licorice
Pizza. Questi titoli riescono a creare qualcosa di potente
tra lo spettatore e il mondo rappresentato.
Belfast è forse la prima scelta: con 7 nomination agli
Oscar 2022, ha tutte le carte in regola per essere
in grande capolavoro. La mano di un regista come Kenneth
Branagh non può passare inosservata. Le scelte stilistiche
sono forti e ben definite: un bianco e nero quasi integrale, se non
per i momenti di diegesi dentro la diegesi, un racconto che unisce
immagini, parole, musiche e corpi. Belfast potrebbe vincere il premio
Oscar come miglior film perché è completo sotto
ogni aspetto: a livello di trama, di recitazione, di costruzione
scenica.
Ci troviamo di fronte ad un
nuovo-Nuovo Cinema Paradiso. Belfast è la storia di
un bambino diventato grande, delle sue origini e del cinema visto
come rifugio, porto sicuro.
Kenneth Branagh è un forse un papabile
vincitore dell’Oscar alla
Miglior Regia, se riesce a scansare Spielberg
con il costruissimo West Side Story e la già premio OscarJane Campion. Non che i West Side
Story e Il potere del cane siano poca cosa.
Il primo è un’impresa titanica, un musical fatto di ampie troupe di
ballerini, costumi sfarzosi e tanta, tantissima post-produzione.
Il potere del cane è un western all’australiana in cui la
mano di Jane Campion si fa sentire. Entrambi i
film sono mega-produzioni ma sono anche l’emporio
dell’ostentazione: in essi domina la visione del regista, che
sovrasta ogni altro aspetto del film.
Don’t Look Up per guardare
avanti e Licorice Pizza per un tuffo nel passato
Don’t Look Up è il film
dell’attualità, del presente: merita di vincere perché racconta la
storia del nostro tempo, l’aspetto surreale che si cela nella
nostra realtà. Dare un Oscar al film di
Adam McKay significa premiare un modo di
raccontare innovativo, uno specchio della nostra società
interconnessa. L’originalità del film Netflix va riconosciuta anche da coloro che
non amano il genere fantascientifico o apocalittico. La satira, i
personaggi, ma anche la grafica di Don’t Look Up provengono direttamente dal web e
s’inseriscono in un lungometraggio sulla fine del mondo, ampliando
i confini del fare cinema.
Un Leonardo DiCaprio mai visto prima,
nerd e impacciato, affiancato da star come Meryl
Streep e Jennifer Lawrence contribuiscono
alla resa di Don’t Look Up, film sostanzioso anche in
termini di trama. L’originalità del lungometraggio non può e non
deve passare inosservata.
Licorice
Pizza non è una rivelazione, ma è un bel film.
Quanto è difficile trovarne uno oggi? Paul Thomas Anderson non prova a straziare, ad
emozionare, ad avvincere con il suo lungometraggio, non è questa la
sua intenzione. Con Licorice Pizza veniamo catapultati
però negli anni Sessanta visti dalla prospettiva di oggi:
tutto funziona e ricrea quell’atmosfera vintage un po’
naive che associamo a quel periodo. La storia d’amore
strampalata dei due protagonisti, interpretati da Alana
Haim e Cooper Hoffman, non può realmente
esistere, ma nemmeno la storia generale del film. Eppure, ci
conquista. A chi importa del realismo, quando la finzione funziona
così bene?
1 di 10
Rooney Mara e Bradley
Cooper in La fiera delle illusioni - Nightmare Alley
Cosa va premiato alla cerimonia
degli Oscar?
Cosa vorremmo che venisse premiato
quest’anno dall’Academy? La novità. Ecco perché
abbiamo pensato a questi tre titoli. Se a livello di bellezza delle
immagini, di bravura attoriale e registica tutti i film candidati
agli Oscar 2022 sono su un piano altissimo, ce ne
sono alcuni che hanno davvero una marcia in più. Oltre a tutte le
valutazioni tecniche del caso, alla fine dei conti ciò che rende un
film memorabile è l’energia che è in grado di sprigionare per
catalizzare lo spettatore. Al di là dei grandi registi, al di là
delle tecniche all’avanguardia, al di là delle star, ci sono
pellicole che ”arrivano” e altre che non ce la fanno.
Dune dove lo
mettiamo?
Forse il secondo capitolo sarà
quello vincente. Per ora, tanta attesa e poca sostanza per il film
di Denis Villeneuve. Dune
ha dell’incredibile ma non è molto più di un bel film che
s’inserisce in una serie di opere simili attorno allo stesso tema:
c’è già l’opera matrice, il romanzo di Frank
Herbert, il predecessore film di Lynch
del 1984 e un sequel già annunciato. Il nome del grande regista, il
successo già scritto della saga, il cast fatto di grandi nomi –
Oscar Isaac, Timothée Chalamet, Rebecca Ferguson,
Zendaya, hanno costruito un’aspettativa
altissima che però non è stata soddisfatta. Come anche il regista
Villeneuve ha annunciato, questa prima parte serve
come premessa per il
secondo capitolo. È bene dunque aspettare ancora un po’ prima
di premiare agli Oscar il film (e il regista).
Da non sottovalutare il potenziale
di CODA
Coda, o in
italiano I segni del cuore, è considerato da molti il
film rivelazione di quest’edizione degli
Oscar 2022: concorre per la categoria Miglior
film, Miglior sceneggiatura non originale e Miglior attore non
protagonista (Troy Kotsur).
La commedia drammatica di
Sian Heder riprende il film francese del
2014 La famiglia Bélier, ed è ugualmente delicata e
profonda. La scelta di un cast composto da attori non udenti per
interpretare i personaggi sordomuti, rende la pellicola
particolarmente realistica ed emozionante. La giovane
Emilia Jones (One Day, Youth
– La giovinezza), con la sua recitazione ha già
conquistato le giurie dei Critcs Choice Awards e del premio BAFTA. Ma, come nel caso di Dune, ancora una volta stiamo parlando di un remake
che, per quanto validissimo, non è sinonimo di novità e
originalità.
Categoria Miglior film: tutti i
candidati all’Oscar 2022
Liz Tigelaar è
stata scelta per adattare il romanzo bestseller I sette
mariti di Evelyn Hugo per Netflix, come riporta
Deadline. Il progetto sarà adattato in un lungometraggio per la
piattaforma e sarà basato sull’omonimo romanzo di Taylor
Jenkins Reid, il primo dei bestseller dell’autrice.
Il romanzo racconta la storia della
solitaria leggenda di Hollywood Evelyn Hugo, che sceglie una
giornalista altrimenti sconosciuta, Monique Grant, per scrivere un
profilo sulla sua vita. Durante la loro intervista, Evelyn discute
della sua ascesa alla fama e di molti dettagli riguardanti i suoi
sette matrimoni, inclusi molti segreti che in precedenza non erano
stati rivelati. Mentre Evelyn racconta la sua storia a Monique,
tuttavia, emerge una domanda: come mai Evelyn ha assunto proprio
Monique?
Tigelaar ha esperienza di lavoro con
il materiale originale di Reid in altri contesti. Attualmente sta
adattando Malibu Rising, un altro romanzo di Jenkins Reid, per
Hulu, incentrato su una famiglia di surfisti legati dal trauma del
loro passato e dalle gesta del loro famoso padre dissoluto, Mick
Riva. In precedenza, Tigelaar ha adattato il romanzo di Celeste Ng
LittleFires Everywhere in una
serie limitata per Hulu, con Reese Witherspoon e
Kerry Washington come produttori per la serie
limitata. Little Fires Everywhere ha ricevuto una
risposta critica positiva e ha contribuito a rafforzare le vendite
del romanzo di Ng una volta andato in onda.