Disponibile su Netflix dal 6 agosto,
VIVO è la nuova creatura animata con le
canzoni di Lin Manuel Miranda. Ne abbiamo parlato
con il co-regista, Kirk DeMicco, che con
Brandon Jeffords ha portato in vita il film.
Netflix e Sony Pictures Animation
presentano Vivo,
un’emozionante avventura musicale animata in arrivo il 6 agosto su
Netflix con canzoni inedite di Lin-Manuel Miranda, vincitore di
Tony, Grammy e Pulitzer, nonché ideatore di Hamilton e
In the Heights. Il 31 luglio Vivo sarà presentato in
anteprima italiana al Giffoni Film Festival nella sala Alberto
Sordi e nella sala Lumière, davanti al pubblico dei giurati della
sezione Elements +6.
La versione italiana del film sarà
arricchita dalle voci di Stash, frontaman della
band multiplatino The Kolors (voce e chitarra),
cantautore e produttore, interprete di tutte le canzoni
dell’originale protagonista Vivo, e di Massimo
Lopez, attore, doppiatore, show man, conduttore televisivo
e componente del noto trio “Lopez, Marchesini, Solenghi”, che
doppia il personaggio di Andrès nelle canzoni e nei dialoghi.
A fine anni Ottanta nelle mani dei
lettori statunitensi arrivò una serie esplosiva. I protagonisti
erano un gruppo variamente assortito di soldati incaricati di
occuparsi di missioni sotto copertura: azioni militari in cui il
governo non voleva apparire. Una squadra pronta a tutto, perché
senza nulla da perdere: i suoi membri erano infatti supercriminali
carcerati. Quel gruppo è la Suicide Squad, che
torna nelle sale cinematografiche italiane con il film
The Suicide Squad – Missione Suicida, in
uscita il 5 agosto per Warner Bros. Per conoscere
tutti i segreti di Harley Quinn,
Deadshot, Zebra-Man e degli altri
supercriminali in missione suicida, Panini
Comicspropone tre titoli imperdibili da
leggere prima e dopo la visione del film.
In Suicide Squad vol. 1:
Cattivo Sangue, lo sceneggiatore Tom
Taylor e l’artista Bruno Redondo
riuniscono alcuni dei peggiori supercriminali dell’Universo DC – la
folle Harley Quinn, l’infallibile cecchino
Deadshot, Shark,
Cavalier, Magpie e
Zebra-Man – per dare vita alla più sanguinosa
versione della Task Force X! La loro nuova
missione è neutralizzare i super-terroristi internazionali
noti come Rivoluzionari, e non tutti ne usciranno
vivi… da entrambe le parti!
Il primo dei due volumi che
raccolgono la serie che ha già scalato diverse posizioni tra le
preferite degli appassionati.
Le avventure continuano su
Suicide Squad vol. 2: I rivoluzionari. I
membri della squadra sono più che mai assetati di libertà e hanno
messo al centro del mirino l’uomo che li ha tenuti sotto scacco
negli ultimi mesi: Ted Kord, meglio noto come il
supereroe Blue Beetle. Peccato che sulle loro
tracce ci sia nientemeno che il più grande detective del mondo… Una
storia densa di azione, ironia e personaggi carismatici che chiude
con il botto il ciclo di storie dedicato alla Task Force X!
Per chi invece volesse approfondire
la propria conoscenza della Squad delle origini creata da John
Ostrander e Luke McDonnell e ripartire dall’inizio,
Suicide Squad: La Prova del Fuoco è il
volume perfetto per recuperare le avventure classiche. L’agente
federale Amanda Waller è l’artefice del progetto
di impiego di supercriminali carcerati nella squadra chiamata
“Task Force X”. Ma i membri coinvolti potrebbero
essere meno controllabili del previsto… Per la prima volta raccolte
in un volume unico, le storie classiche della serie che ha
rivoluzionato il concetto di “criminale”.
Sembra esserci una sorta di
legame tra Eddie Brock e Cletus Kasady. Quest’ultimo invita Eddie a
fargli visita: presumibilmente, il giornalista spera di ottenere
una qualche esclusiva da uno degli assassini più temuti al mondo.
Sfortunatamente, Kasady sembra aver invitato Eddie al solo scopo di
terrorizzarlo.
Forse Brock ha scritto un articolo
sul serial killer quando lavorava per il Daily Bugle? Se fosse
davvero così, Kasady potrebbe percepire che Eddie è entrato nella
sua testa: tuttavia, è difficile dire se ne risente o se è proprio
a causa di ciò che sente di poter legare con Eddie.
Le origini di Carnage
Carnage coglie l’occasione
per mordere Eddie, ma rimane sorpreso dal sapore del suo sangue,
identificando chiaramente il simbionte dentro di lui. Questa, a
quanto pare, è l’origine di Carnage nel film; un frammento di
simbionte è stato assorbito dal corpo di Kasady quando ha morso
Eddie, e quel simbionte è riuscito a rigenerarsi in qualche
modo.
Tale dinamica è molto diversa dai
fumetti, dove Eddie Brock in realtà condivideva una cella con
Kasady. Quando Venom fa evadere Brock, ha inavvertitamente
rilasciato una “progenie” simbiotica, che si è legata all’assassino
facendolo diventare Carnage.
Carnage fugge da Ravencroft
Come nei fumetti, la furia
di Carnage si scatena non appena evade da Ravencroft. Carnage
dimostra di avere poteri molto diversi da Venom, con proiettili che
passano dritti attraverso il suo corpo e braccia extra che crescono
a dismisura; se dunque Venom è un essere umano legato a un
simbionte, Carnage sembra essersi trasformato in qualcosa di nuovo,
in parte umano e in parte simbionte.
“Può trasformarsi in
nebbia”, aveva spiegato Andy Serkis in un’intervista. “Può
rivolgersi a tutti i tipi di viticci. Può assumere forme diverse.
Può trasformarsi in un’arma, può fare tante cose cose diverse. Come
tutti i simbionti, riflettono la persona che li ospita. Quindi in
Carnage convicono l’oscurità, la giocosità, l’arguzia, la
stranezza. Cletus è molto intelligente e… ha un vero senso
dell’umorismo. Volevamo che tutto ciò si riflettesse nel simbionte
a lui legato.”
Carnage uccide brutalmente una
guardia
Senza dubbio ci saranno
diverse morti brutali nel film, ma il trailer ne mostra una che è
sorprendentemente diversa dal Carnage dei fumetti. Invece di fare a
pezzi una guardia, la lingua di Carnage fuoriesce dalla sua
gola.
Sebbene questo sia molto
probabilmente un modo grossolano di soffocare l’uomo a morte,
risulta essere comunque più sinistro, perché nei fumetti Carnage ha
sviluppato la capacità di controllare gli altri, piegandoli alla
sua volontà. Lo fa piantando frammenti del suo simbionte al loro
interno: dunque, Carnage potrebbe benissimo fare qualcosa di simile
anche nel film.
Carnage domina San Francisco
Nel trailer vediamo Carnage
che si scatena a New York City e che si scontra con lo stesso
Venom. La maggior parte di questi momenti, però, mancano di
contesto nel trailer e servono solo a indicare la vastità del caos
che Carnage intende causare.
Il più interessante in termini
tematici è, tuttavia, un breve scorcio di Carnage che domina la
città di San Francisco come un dio adirato, in perfetto contrasto
con la precedente scena di Venom come Protettore Letale: il breve
frame suggerisce che Carnage ha preso d’assalto la città. È sotto
gli spari di un elicottero, ma riesce a scacciarli attraverso il
cielo con facilità.
Anne è in qualche modo collegata a
Carnage?
Un frame alquanto
inquietante nel trailer mostra Cletus Kasady che guarda una
fotografia di Anne Weying, l’ex moglie di Eddie, interpretata da
Michelle Williams. È chiaro che Anne è diventata l’obiettivo di
Carnage, anche se è difficile dire se il serial killer la stia
prendendo di mira per vendicarsi di Eddie o perché abbia
effettivamente qualche legame oscuro con Anne stessa.
Dato che Anne è un avvocato, è
possibile che abbia lavorato per l’accusa contro Kasady e che forse
sia stata determinante nel mandarlo dietro le sbarre. Speriamo che
Weying riprenda il ruolo di She-Venom anticipato nel primo
film.
“È uno rosso!”
Il trailer include quello
che è chiaramente il primo incontro tra Venom e Carnage, con il
simbionte di Eddie che si ritira scioccato. “È uno rosso!”,
dichiara con orrore Venom. I colori dei simbionti non significano
davvero nulla nei fumetti, con il rosso di Carnage che rappresenta
semplicemente la sua sete di sangue, ma chiaramente nel film il
colore rosso avrà un significato preciso.
Potrebbe anche significare che il
processo di simbiosi non funziona allo stesso modo, cosa che
spiegherebbe anche perché i poteri di Carnage sembrano funzionare
in modo diverso da quelli di Venom.
Il nuovo accordo di Eddie Brock con Venom
Eddie Brock è costretto a
stringere un nuovo accordo con Venom per convincerlo a combattere
Carnage, promettendo che lascerà che il simbionte mangi chiunque.
Mentre l’offerta di Eddie è comprensibile, dato che si trova faccia
a faccia con Carnage, la verità è che potrebbe anche pentirsi di
questa promessa.
Venom accetta con entusiasmo e si
lancia in battaglia. Il difficile status quo stabilito dalle scene
iniziali del trailer si è ormai rotto, e sarà difficile per i due
fidarsi l’uno dell’altro ora.
Shriek usa i suoi poteri
Nel trailer si vede Shriek usare i suoi poteri per frantumare
il parabrezza di un’auto. La scena non ha assolutamente alcun
contesto, il che significa che è difficile dire cosa la porterà
fuori da Ravencroft, anche se comunque la vediamo indossare
l’uniforme dell’istituto.
Potrebbe essere scappata, forse dopo la furia di Carnage che
ha portato proprio alla distruzione di Ravencroft. Se è così, in
realtà non si è schierata subito con Carnage come accade nei
fumetti e quindi potrebbe avere un ruolo più complesso nel
sequel.
Anne Weying si è fidanzata
Il trailer del film termina
con un momento alquanto umoristico. Sembra che l’ex moglie di
Eddie, Anne Weying, sia andata avanti con la sua vita, fidanzandosi
con il dottor Dan Lewis.
Mentre Eddie sembra felice all’idea
e cerca di congratularsi con lei, il simbionte Venom non sembra
essere così contento, e quindi si scaglia contro Dan. “Quei due
hanno bisogno di una terapia di coppia”, osserva Dan.
Torna e compie un
lustroSGARBATELLUM,
la rassegna cinematografica all’aperto nel quartiere romano della
Garbatella, sotto la direzione artistica di Alessandro
Piva.
Giunto alla quinta
edizione,SGARBATELLUMsi conferma un
appuntamento molto atteso tra le attività dell’Estate Romana.
Ancora una volta ospitato all’interno dell’Arena Garbatella (con
capienza ridotta per rispettare le vigenti normative anti Covid),
dal 4 all’8 agosto prevede quest’anno cinque titoli, introdotti da
registi, produttori e attori, tra i qualiValentina Lodovini, Barbara
Ronchi, Francesco Bruni.
SGARBATELLUMè
una rassegna per chi il cinema lo ama, lo fa, lo vuole fare: cinque
interessanti appuntamenti per un’iniziativa realizzata come ogni
anno da Olivud e Seminal Film nello spazio dell’Arena Garbatella,
il cuiprogetto è vincitore
dell’Avviso pubblico dell’Estate Romana 2020-2021-2022 e fa parte
del palinsesto culturale promosso da Roma Capitale e realizzato in
collaborazione con la SIAE. Durante ogni serata si parlerà
di cinema in modo informale, per riportare il pubblico al suo
rapporto originario con il grande schermo e valutare insieme quali
siano le prospettive future dellasettima
arte.
“La pandemia è riuscita in meno
di due anni a cambiare profondamente il mondo del cinema e il suo
rapporto con gli spettatori: nella primavera dello scorso anno il
lockdown, oltre a paralizzare l’Italia, ha anche bloccato tante
produzioni pronte ad essere distribuite nelle sale, le piattaforme
digitali sono spesso diventate i luoghi di lancio dei film in prima
visione assoluta”,
afferma il direttore artistico Alessandro Piva.“Nell’estate
del 2020 l’apertura delle arene aveva dato un piccolo sprazzo di
speranza al comparto cinematografico, subito stemperato dalle
ulteriori chiusure che sono seguite in autunno/inverno. Nonostante
tutto il cinema non si è arreso, questa edizione di Sgarbatellum
vuole ribadire proprio la capacità di adattamento tipica della
settima arte. Mai come quest’anno è importante riportare i film
sugli schermi e riempire di pubblico un luogo evocativo e amato
come l’arena Garbatella, nella fresca cornice del parco di piazza
Brin. Gli incontri con chi del cinema ha fatto oltre che una
passione, il proprio lavoro quotidiano – dai produttori, ai
registi, agli interpreti – diventano così non solo l’occasione di
apprendere motivazioni e visione degli addetti ai lavori, ma anche
un mezzo per riappropriarsi del ‘fattore umano’ del
cinema”.
I FILM IN
PROGRAMMA
Si parte mercoledì4
agostoconNon
odiare,
l’esordio alla regia diMauro
Mancini, presentato lo scorso anno
allaMostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di
Venezia, con un eccezionale Alessandro
Gassman vincitore del Premio Flaiano come Miglior Attore. A
presentare il film ci saranno il regista Mancini e il
produttoreMario
Mazzarotto.
Il5
agostoil registaFrancesco
Bruniintrodurrà il
suoCosa
sarà, l’ispirata tragicommedia
ispirata al vissuto del regista, vincitrice di due Nastri d’Argento
e candidata a due David di Donatello, che vede protagonista Kim
Rossi Stuart.
Per la serata di
venerdì6 agostosarà gradita
ospiteBarbara
Ronchi.
L’attrice presenteràPadre
nostro,
diClaudio Noce, che la vede protagonista accanto
aPierfrancesco
Favino. Il
film, acclamato allaMostra del Cinema di
Venezia,
trae ispirazione dalle vicende connesse all’attentato, realmente
accaduto il 14 dicembre 1976, ai danni del vicequestore Alfonso
Noce, padre del regista.
La serata di sabato7 agostosarà all’insegna
dellavervediValentina
Lodovini,
per la presentazione della commedia cheDa revisionare prima di
rimettere su strada, la vede protagonista assoluta,Cambio tutto!diretta daGuido Chiesa. Un’occasione per godersi questo
film sul grande schermo, dal momento che, a causa della pandemia, è
stato distribuito principalmente su piattaforma digitale. Remake
del cilenoSin
filtro, il
film contempla tra i protagonisti Dino Abbrescia,Neri Marcorèe il
compiantoLibero De
Rienzo.
La rassegna si conclude
domenica8 agostocon18
regali,
film vincitore del David Giovani 2021. Ispirato a una struggente
storia vera, il film vede come protagoniste una
toccanteVittoria
Puccini e la promettente Benedetta Porcaroli. A introdurre il film sarà il
registaFrancesco
Amato.
Come di consueto, gli incontri
saranno moderati dal direttore artistico della
rassegna,Alessandro
Piva, ma
non sono da escludere incursioni non programmate da parte di amici
artisti e addetti ai lavori che frequentano il quartiere della
Garbatella.
Gli incontri avranno inizio alle
ore 21.00
Le proiezioni prenderanno il via
alle 21.30
L’Arena Garbatella si trova nel Parco Maurizio
Arena, con accesso da Piazza Brin.
Ingressi:
intero € 6 ridotto € 5
Per accedere al cinema è necessario portare con
sé la mascherina. I congiunti e familiari conviventi possono
sedersi affiancati, mentre per i non congiunti è obbligatorio
mantenere le distanze previste di almeno un metro all’interno
dell’area. Prenotando il biglietto online si avrà la certezza di
non essere respinti per esaurimento posti
disponibili.
Becoming Led
Zeppelin, diretto da Bernard MacMahon
(American Epic) e co-sceneggiato e prodotto da
Allison McGourty, con Jimmy Page, John
Paul Jones, John Bonham e Robert Plant,
entra a far parte della sezione Fuori Concorso della 78. Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia,
diretta da Alberto Barbera (1 > 11 settembre 2021).
Becoming Led Zeppelin nel
fuori concorso di Venezia 78 –
il programma
Becoming Led
Zeppelin è un documentario che svela il percorso
individuale dei quattro componenti della celebre band attraverso la
scena musicale degli anni ’60: dagli inizi, quando suonavano le hit
dell’epoca in piccoli club inglesi, fino al loro incontro
nell’estate del 1968, per un’esibizione che cambierà per sempre le
loro vite. Le storie dei quattro musicisti diventano presto una
sola, perché i Led Zeppelin si avviano a conquistare gli Stati
Uniti in una corsa inarrestabile che ha il suo apice nel 1970,
quando diventano la più grande rock band del mondo. Prima di
Stairway to Haeven e della chitarra Dragon, prima del successo
planetario, c’erano semplicemente quattro uomini e il loro amore
per la musica.
Il regista Bernard MacMahon dichiara: “Con
Becoming Led Zeppelin il mio obiettivo era quello di realizzare un
documentario che sembrasse un musical. Ho voluto intrecciare le
quattro storie dei componenti della band, prima e dopo la
fondazione del gruppo, con ampie parti nelle quali la storia dei
Led Zeppelin è raccontata solo attraverso l’uso della musica e
delle immagini, in modo da contestualizzare il loro sound nei
luoghi dove è stata creato e nelle situazioni che l’hanno ispirato.
Ho utilizzato solo pellicole e negativi originali, con oltre 70.000
fotogrammi di repertorio restaurati manualmente, nonché sequenze di
fantasia ispirate a Singin’ In The Rain, dove momenti inediti di
esibizioni dal vivo si sovrappongono a immagini di manifesti,
biglietti e viaggi, volendo ricreare quel senso di frenesia che ha
segnato quella fase della loro carriera.”
The Suicide
Squad si appresta finalmente a fare il suo debutto
nelle sale di tutto il mondo (in Italia arriverà questo giovedì) e
i fan non vedono l’ora di conoscere tutti i nuovi personaggi che
James Gunn ha deciso di includere nella sua
versione della celebre Squadra Suicida dei fumetti.
Oltre ad alcuni volti già noti, come
Harley Quinn e Captain Boomerang, il cast di The Suicide
Squad è in larga parte composto da personaggi mai
apparsi prima sul grande schermo, come Weasel e Polka-Dot Man.
Tuttavia, uno dei personaggi che non appariranno nel film – e che
molti fan si aspettavano di vedere – è Condiment
King, uno dei villain più noti dell’universo di
Batman.
In occasione della promozione del
film, il regista e sceneggiatore ha motivato la sua scelta ai
microfoni di
BBC Radio 1 (via
ComicBook), spiegando perché non ha considerato l’idea di
inserire Condiment King nel suo film. “Ecco la differenza.
Polka-Dot Man era un personaggio sincero. È stato creato con
sincerità. Condiment King è una sorta di scherzo, l’hanno creato
per scherzo. Tipo: ‘Oh, ecco un personaggio stupido’. Non mi
interessa Condiment King.”
“Benvenuti all’inferno, ossia a
Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli
Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori
supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi
all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico
del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui
Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2, Savant,
King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita di
tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla
remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova
grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di
guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search
and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del
governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei
sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa
falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un
compagno di squadra o della stessa Waller).”
Disponibile sulle principali
piattaforme dal 23 luglio, O’ Cumpagn Mij è il
film documentario diretto da Matteo Dell’Angelo e Camillo
Cutolo che racconta la parabola atletica di due amici e
compagni: sono Clemente Russo e Mirko
Valentino, pugili iridati che il documentario coglie nel
momento in cui si svolgono le qualificazioni per le Olimpiadi di
Rio 2016.
In questa occasione, la
qualificazione di Clemente Russo per la sua quarta
Olimpiade, alla caccia di quel’Oro che ancora gli mancava dopo due
Argenti, e la squalifica di Mirko Valentino,
costretto a rimanere a casa con il suo rimorso, diventano due facce
della stessa medaglia. Un percorso atletico e umano che dimostra
quanto il vero nemico, molto spesso, non sia l’avversario ma
qualcosa di oscuro e profondo che si nasconde dentro la testa.
Seguendo questo misterioso nemico, Matteo
Dell’Angelo e Camillo Cutolo hanno
seguito i due atleti, uno a Rio e l’altro a Marcianise, raccontando
questo momento della loro storia.
Nell’afa di agosto, abbiamo
raggiunto al telefono Matteo Dell’Angelo che ci ha
raccontato la sua esperienza e la genesi del progetto.
Da dove nasce O’ Cumpagn
Mij
“È il frutto di una serie di
circostanze e incontri fortunati. Il mio primo istinto, da quando
ho cominciato a riprendere, e avevo 17 anni, è stato sempre quello
di conoscere le persone, per cui per me il cinema non è un fine ma
un mezzo, una chiave che mi permette di accedere a delle
realtà – ha raccontato Dell’Angelo –
Avevo appena finito di girare una pubblicità per una piccola
palestra di Caserta. A fine riprese eravamo andati a cena con
Clemente e con la famiglia Maddaloni, e Clemente ci stava
raccontando che si apprestava a partecipare alla sua quarta
Olimpiade e aveva tutta l’intenzione di vincere, perché voleva
l’Oro dopo aver vinto già due Argenti. Noi per scherzo gli abbiamo
detto che sarebbe stato bello se qualcuno avesse documentato questo
viaggio e ci siamo proposti di partecipare, e lui ha accettato con
entusiasmo.”
A questo punto era stato
coinvolto un campione nel progetto, ma come si arriva a
Valentino?
“La settimana dopo c’era il
primo torneo di qualificazione e lì abbiamo assistito alla
qualificazione di Clemente Russo e alla squalifica
di Mirko Valentino, momento che è diventata la
prima scena del film. Quando Mirko ha perso, la tristezza è scesa
nel cuore di tutti, perché abbiamo percepito che si spezzava un
sogno. Quella sera, chi aveva vinto è rimasto in albergo perché il
giorno dopo aveva gli incontri, chi aveva perso, aveva libera
uscita, e così con Mirko siamo andati a cena. Durante quel primo
incontro mi sono affezionato a Mirko, e gli ho detto che sarei
rimasto con lui a Marcianise, allo stesso tempo però volevamo
essere insieme a Clemente alle mitiche Olimpiadi di Rio.
Mi sono organizzato molto
velocemente con un mio amico, che poi è diventato il co-regista del
film, Camillo Cutolo, un videomaker romano che
sapevo appassionato di boxe e gli ho chiesto se voleva partire al
posto mio. Addirittura il biglietto aereo lo abbiamo comprato
promettendo all’agenzia Algymar travel che avremmo
pagato successivamente. Così sono rimasto a Marcianise, mentre
Camillo seguiva Clemente a Rio, e qui ho cominciato a capire che la
vera sfida non era per la vittoria, contro l’avversario, ma con la
propria mente.”
Una breccia nell’intimità del
campione sconfitto
Seguire Valentino a casa sua
è stata una specie di “invasione di campo” che comunque hai
intrapreso con grande delicatezza e tatto. Com’è stato entrare
dentro a questa intimità?
“Per una coincidenza, quando ho
incontrato Valentino, anche io ero reduce da un momento della mia
vita che mi ha portato tanta rabbia, e questa cosa ci ha uniti
parecchio. Quindi prima di tutto è nata l’amicizia, poi lui mi ha
permesso di entrare in casa sua e di conoscere la sua famiglia che
mi ha accolto molto calorosamente. Inoltre il fatto che girassi
praticamente da solo, senza il fonico, con una telecamera molto
piccola, mi ha permesso di essere molto discreto. Così facendo ho
ripreso un sacco di materiale, ore e ore che poi è stato
difficilissimo razionalizzare al montaggio, tanto che abbiamo quasi
20 versioni differenti del film.”
Per quanto riguarda la
produzione, mi hai già detto che avete comprato il biglietto
a credito, quindi immagino che sia stato difficile portare a
termine tutto il progetto. Qual è stato il vostro
iter?
“Siamo un gruppo piccolo, la
Palzom Films, e negli ultimi anni ci eravamo specializzati in video
corporativi business to business, lavoravamo per delle aziende
tessili internazionali che ci mandavano in giro per il mondo a
realizzare video promozionali. Con i soldi di questi lavori, siamo
stati capaci di produrre il film, che è stato il primo progetto
della casa di produzione. La vera chiave però è stata la
collaborazione, abbiamo avuto il supporto di tantissime persone e
insieme abbiamo capito, man mano che si procedeva nel lavoro, quale
dovesse essere il passo successivo, andando avanti fino alla
fine.”
Nel tuo lavoro precedente di
filemaker avevi già palesato un interesse per raccontare le storie
vere. Hai un amino da documentarista o c’è dell’altro?
“Ho l’interesse verso l’essere
umano e la sua mente, per certi versi mi sembra di essere partito
dalla fiction per poi essere approdato al documentario, ma il
lavoro con gli attori mi sembra un punto di arrivo di un processo
che rispetto totalmente, quello che mi interessa è il cinema, non
mi sento un documentarista.”
Le musiche di O’ Cumpagn
Mij firmate da Enzo Avitabile
Il film si fregia della
collaborazione di Enzo Avitabile alle musiche. Come ci siete
arrivati e com’è stato collaborare con un artista di fama tanto
affermata?
“Anche in questo caso sono stati
incontri fortunati. Lavorando al montaggio, stavo appoggiando le
musiche di Avitabile come references, poi, a una festa, un mio
amico Gonzalo Borondo mi ha presentato Giuseppe Grant architetto
del collettivo Orizzontale, anche lui casertano. Gli ho parlato del
film e lui mi ha raccontato che il padre aveva disegnato una
copertina di un disco di Avitabile, da qui ho avuto il contatto del
suo manager. Lui si è dimostrato da subito super interessato e ci
ha dato il permesso di usare le sue musiche. Ci ha ospitati al suo
concerto il 24 luglio, quando c’è stata anche la prima del film, a
Villa Ada, mi ha preso la mano e, mentre io cercavo di
ringraziarlo, era lui che ringraziava me per il film. È stata
un’esperienza incredibile per me.”
In aria di Olimpiadi e di storie
straordinarie, chiediamo a Matteo Dell’Angelo se
il prossimo film si farà su Tamberi e Jacobs, i
due atleti che nella giornata dell’1 Agosto 2021 hanno scritto la
storia dello sport italiano vincendo rispettivamente l’Oro nel
salto in alto e nei 100 metri alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Ma a
quanto pare il prossimo progetto è già pronto, e si presenta
davvero in maniera interessante: “Il prossimo film è già
pronto. Durante la pandemia ci siamo interessati insieme alla
regista romana Karen di Porto alla vita di un gruppo di clochard
che vivono a Roma, tra Trastevere e via della Conciliazione. Questa
volta ho raccontato una sfida con la propria mente, la possibilità
di rialzarsi, davvero difficile; spesso quando si finisce per
strada si subisce uno strappo quasi irrimediabile. Si intitola
‘Tutta mia la città’ e l’ho girato completamente durante la
pandemia.”
È da mesi ormai che si parla del
possibile debutto di Namor il Sub-Mariner in
Black
Panther: Wakanda Forever. Non esistono ancora conferme
ufficiali in merito, ma sembra ormai quasi certo che
nell’attesissimo sequel di Ryan Coogler vedremo la versione di Atlantide
del MCU.
Ora, secondo quanto riportato da
Murphy’s Multiverse, pare che nel film apparirà anche
Namora, la cugina di Namor. La notizia non è
chiaramente ufficiale, ma in base a quanto riporta la fonte, pare
che l’attrice Mitzi Mabel Cadena sia la favorita
dei Marvel Studios per il ruolo. Nel fumetti,
Namora non è soltanto una delle alleate più strette di Namor, ma
anche la fondatrice degli Agents of Atlas, quindi si tratta di un
personaggio che potrebbe giocare un ruolo chiave nel futuro del
MCU.
Ancora non sappiamo nulla in merito
alla trama del sequel di Black
Panther, ma una delle prospettive più eccitanti è quella
di una possibile guerra tra Wakanda e Atlantide per l’eredità del
mantello di T’Challa, guerra che potrebbe coinvolgere proprio il
personaggio di Namor.
Black
Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’8
luglio 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che
T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si
concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri
personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.
Letitia Wright (Shuri), Angela
Bassett (Ramonda), Lupita
Nyong’o (Nakia), Danai
Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin
Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei
rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.
L’attore Tenoch Huerta è in trattative con i
Marvel Studios per interpretare il villain
principale del sequel.
In una recente intervista con
Collider
in occasione della promozione del suo ultimo film, Old, Shyamalan ha parlato infatti di quando incontrò
Steven Spielberg per discutere delle sue idee
in merito al quarto film della celebre saga con protagonista
Harrison Ford. Dalle dichiarazioni del
regista, si evince che la sua versione del film sarebbe stata
drasticamente diversa – decisamente più dark – dalla quella
arrivata in sala nel 2008.
“Oh mio Dio. Voglio dire, è
stata un’esperienza fantastica. I predatori dell’arca perduta è il
mio film preferito di tutti i tempi. È stato un sogno.Da
bambino che andava al cinema a vedere quei film, ritrovarsi ad
avere la possibilità di scriverne uno è stato incredibile. Sarei
potuto svenire. È stato stupefacente”, ha raccontato il
regista.
M. Night Shyamalan e il suo Indiana
Jones dark
“Ho ancora i miei quaderni con
tutte le mie idee per quel film”, ha aggiunto. “All’epoca
ne parlai con tutti quelli che erano coinvolti, ma il progetto era
davvero in uno stato embrionale. E poi ognuno aveva idee diverse su
cosa fare. Diciamo che la mia idea era di realizzare un film più
dark.”
Indiana Jones non è stato né il primo né
l’ultimo franchise di successo proposto ad M. Night Shyamalan. In passato, infatti, al
regista era stata proposta anche la direzione di alcuni cinecomic
sia Marvel che DC. Tuttavia, per stessa
ammissione di Shyamalan,
la sua visione sul mondo dei cinecomics è sempre stata in
conflitto con quella degli studi.
All’inizio di quest’anno aveva fatto
il giro del web la notizia che HBO Max era al lavoro su una serie
tv basata su Harry Potter, ma da allora non ci sono più
stati aggiornamenti in merito. Di recente, invece, il protagonista
della saga cinematografica, Daniel Radcliffe, ha fatto sapere che
una reunion in occasione del ventennale è altamente
improbabile.
Ad oggi nessuno conosce l’eventuale
futuro del franchise sul grande (o piccolo) schermo, ma è probabile
che nulla di nuovo accadrà fino a quando non verrà conclusa la saga
spin-off di Animali
Fantastici (il cui terzo capitolo uscirà nelle sale il
prossimo anno). Tuttavia, è innegabile che molti fan sperano in un
ritorno al cinema degli amati personaggi originali nati dalla mente
di J.K. Rowling, magari attraverso un reboot
che possa far conoscere le storie del mondo magico ad una nuova
generazione di appassionati.
A tal proposito, in una recente
intervista con Josh Horowitz all’interno del suo podcast Happy Sad
Confused (via
The Wrap), è stato proprio Daniel Radcliffe a rivelare quale personaggio
amerebbe interpretare in un eventuale reboot di Harry Potter. E no, non si tratta dello
“sfregiato” che gli ha regalato la fama internazionale.
“Probabilmente
mi piacerebbe interpretare Sirius Black
o Remus Lupin”, ha svelato Radcliffe. “Questi
sono stati i due personaggi che ho sempre ritenuto fantastici.
Anche se mi rendo conto di essere influenzato dalla mia esperienza
nell’avere girato quelle scene con quegli attori. Sono alcuni dei
miei ricordi preferiti legati alla saga.”
Il futuro del franchise di Harry
Potter
Al momento non sappiamo se la Warner
Bros. ha effettivamente in cantiere dei festeggiamenti speciali per
i 20 anni di Harry
Potter, ma i piani in merito alla saga
non si sono di certo esauriti. Nel 2022, infatti, in occasione del
25° anniversario dell’uscita dei romanzi originali, verrà allestita
una mostra virtuale dedicata, e sempre il prossimo anno dovrebbe
tornare in scena lo spettacolo teatrale Harry Potter and
the Cursed Child, ambientato diciannove anni dopo
l’ultimo romanzo della saga.
Inoltre, per il 2022 è prevista
anche l’uscita nelle sale di Animali
Fantastici 3, terzo capitolo della saga
cinematografica spin-off, che vedrà l’ingresso nel cast
di Mads
Mikkelsen, ingaggiato per sostituire Johnny
Depp nel ruolo di Gellert Grindelwald.
L’ascesa dei film di supereroi è
sempre stata accompagnata da una buona dose di critiche, anche se
forse il vero dibattito si è accesso solo in seguito alle
dichiarazioni di Martin Scorsese nel lontano 2019, alimentato
in seguito dai commenti di numerose personalità di spicco
dell’industria che sono state chiamate ad esprimere la loro
opinione in merito.
E mentre la discussione sui film di
supereroi continua ancora oggi (l’ultima
ad aver espresso un suo parere al riguardo è stato Matt Damon),
in una recente intervista con il
New York Times è intervenuto in difesa del genere Jason Momoa, interprete di Aquaman nel DCEU. “È come quando si parla
di musica e si dice che la musica pop non è vera musica, mentre
tutto il resto lo è”, ha esordito Momoa. “Ma sapete quanto
è difficile far ascoltare la propria musica alla gente? È tutto
soggettivo e io cerco sempre di non prendermela. I film di
supereroi saranno anche gomma da masticare, ma ricordano anche
molto la mitologia greca: hanno momenti buoni e cattivi, ma anche
momenti più strazianti.”
“Se smettessimo di fare cinecomics, impediremo anche ad altre forme d’arte
di esistere”, ha aggiunto l’attore. “Non ci sarebbero più
gli effetti visivi o tutte le persone che lavorano al trucco. Non
sono un attore che riceve tantissime proposte, ma essendo in grado
di fare un film di supereroi, posso sfruttare questa possibilità
per fare un film su qualcosa a cui tengo davvero. Ad esempio, mi
piace guardare ad Aquaman nella sua totalità. Possiamo usare la sua
storia per parlare di problemi ambientali. Quindi sì, magari per
alcuni sarà soltanto un popcorn movie, ma per me rappresenta anche
la possibilità di far aprire gli occhi alle persone su argomenti
che ritengo siano importanti per me.”
Jason Momoa sarà ancora Aquaman sul
grande schermo
Jason Momoa è attualmente impegnato nella
produzione di Aquaman and
the Lost Kingdom, sequel di
Aquaman, il film che ha rilanciato in positivo le sorti
dell’universo cinematografico DC. Nel sequel, diretto ancora una
volta da
James Wan(Insidious, The Conjuring),
torneranno anche Patrick
Wilson nei panni di Ocean Master, Amber
Heard nei panni di Mera, Dolph Lundgren sarà ancora una volta Re
Nereus, il padre di Mera, e
Yahya Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta (che
abbiamo visto riapparire nella scena post-credits del primo
film).
David Leslie
Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di
Wan, scriverà la sceneggiatura del film, mentre il
regista e Peter Safran saranno co-produttori. Aquaman and the Lost
Kingdom uscirà nelle sale americane il 16 dicembre
2022.
Per la gioia degli appassionati, il
13 agosto arriva in esclusiva su Prime
VideoEvangelion: 3.0+1.0 Thrice Upon a Time,
ultimo capitolo di “Rebuild of Evangelion”, la saga cinematografica
incentrata sui personaggi della serie che dal 1995
emoziona grandi e piccoli con le sue avventure per salvare la
terra. Nell’attesa, vi proponiamo alcuni titoli dalla vasta
libreria di anime disponibili su Prime Video:
film e serie animate per ripercorrere il meglio dell’animazione
nipponica, dalla prima stagione di “Lupin III” – datata 1972 – al
più recente Demon Slayer – Il treno Mugen, passando per
Bleach, L’attacco dei giganti, Paranoia
Agent, Vinland Saga, e classici di culto come
Akira, Ghost in the Shell, Conan – Il ragazzo
del futuro e Berserk, tutti disponibili, con
tantissimi altri titoli anime, su
Prime Video. Buona visione!
ANIME, i migliori film
EVANGELION
– Su Prime Video sono disponibili tutti i film
dell’acclamata saga cinematografica “Rebuild of
Evangelion”, che ripercorrono gli eventi dell’omonima serie
anime fino all’attesissimo capitolo
finale Evangelion: 3.0+1.0 Thrice Upon a Time (dal 13
agosto su Prime Video). Poche serie hanno avuto lo stesso
successo e impatto culturale di Evangelion, frutto del’estro
creativo del regista Hideaki Anno, e sarà ora possibile
ripercorrerne l’intera storia sino alla sua epica conclusione.
BLEACH – Ichigo Kurosaki ha 15 anni ed è
uno studente delle superiori che possiede la straordinaria capacità
di vedere i fantasmi. Quando incontra Rukia, una Shinigami che
aiuta le anime perdute a trovare la pace, la sua vita non così
normale diventa ancora più speciale… Le prime 3 stagioni di uno
degli anime più seguiti negli anni 2000, entrato numerose volte
nella top ten dei programmi più visti della TV giapponese.
GHOST IN THE SHELL
– Siamo nel 2029 ed il mondo è ormai interconnesso da
un’enorme rete elettronica. La rete stessa è diventata un campo di
battaglia per la squadra di sicurezza Sezione Nove di Tokyo, a cui
è stato assegnato il compito di arrestare il Burattinaio. Le
indagini vengono assegnate al Maggiore Motoko Kusanagi, che da
subito si dimostra molto più potente di quanto non sia la sua
controparte umana. Uno dei capisaldi dell’animazione giapponese,
Ghost in the Shell ha anche un sequel da non
perdere.
AKIRA – Anno 2019: le grandi metropoli sono state spazzate
via dopo la Terza Guerra Mondiale. Tokyo è teatro di scontri tra
bande di motociclisti, e tra queste si distingue la gang dei
giovani Kaneda e Tetsuo. La polizia segreta cerca di mettere un
freno alla minaccia per poter continuare lo sviluppo del
segretissimo progetto Akira. Dal 1988 Akira ha influenzato
registi e scrittori di tutto il mondo grazie al suo immaginario
cyberpunk, riuscendo ad entrare nella classifica dei 500 film più
grandi di tutti i tempi stilata da Empire.
RIDE YOUR WAVE
– Hinako è un’amante del surf che, dopo essere stata
intrappolata nel suo appartamento da un incendio, viene soccorsa da
Minato, un pompiere caratterizzato da un forte desiderio di aiutare
il prossimo. I due si innamorano, tuttavia Minato muore
all’improvviso. La giovane scopre però che, cantando un brano che i
due amavano particolarmente, Minato riappare all’interno
dell’acqua. Ultimo film del geniale regista Masaaki Yuasa, premiato
allo Shanghai International Film Festival come miglior
animazione.
IL GIARDINO DELLE
PAROLE – Takao è un giovane studente che sogna di
diventare un disegnatore di scarpe. Un giorno decide di saltare la
scuola per andare a disegnare in un delizioso e appartato giardino
pubblico. Non immagina che questa decisione cambierà del tutto la
sua vita grazie all’incontro con la misteriosa Yukino…Film perfetto
per chi vuole iniziare a scoprire il mondo degli anime, grazie a
una trama che avanza spedita e alle animazioni di alta qualità.
DEMON SLAYER – IL TRENO
MUGEN – Tanjiro e Nezuko, insieme a Zenitsu e Inosuke, si
uniscono a uno dei più potenti spadaccini della squadra
ammazzademoni, il Pilastro delle Fiamme Rengoku Kyojuro! Il gruppo
si troverà ad affrontare il demone a bordo del treno Mugen,
lanciato a folle velocità sui binari della disperazione più
assoluta, precipitando così in un sogno infinito! L’atteso film con
i personaggi della serie anime di successo è finalmente disponibile
in esclusiva su Prime Video.
Anime: le migliori serie tv
LUPIN III – Lupin
III, Jigen, Goemon e Fujiko: la banda di ladri più famosa
del mondo dell’animazione, creata dal leggendario mangaka Monkey
Punch nel 1967, ha accompagnato con le sue avventure l’infanzia di
più di una generazione ed è ora disponibile con le serie e i
film (animati e live action) per gli affezionati di tutte le
età. Partendo dalla prima serie del 1972 fino al recente film
Lupin III
– The First del 2020.
ATTACCO DEI
GIGANTI – Da ormai cento anni le alte mura che
circondano Shiganshina hanno difeso la cittadina da un pericolo che
gli abitanti si rifiutano persino di nominare. Un giorno un immenso
Gigante apre una breccia nelle mura di protezione. Il giovane Eren
si sente come un animale in cattività e decide di entrare nel Corpo
di Ricerca per eliminare ogni singolo Gigante! Un fenomeno globale
dall’incredibile successo, presentato in tutte e quattro le
sue stagioni.
OCCHI DI GATTO –
Benvenuti al Cat’s Eye, un locale elegante e tranquillo. Venite a
conoscere le tre proprietarie, le belle sorelle Kelly, Sheila e
Tati, e scoprite il loro piccolo segreto: le tre ragazze sono
famosissime e compaiono su tutte le pagine di cronaca con il nome
di “Occhi di Gatto”, la banda specializzata in rocamboleschi furti
di opere d’arte. Entrambe le serie di questo famosissimo e amato
cartone animato del 1984 sono disponibili su Prime Video.
PARANOIA AGENT –
Un bambino di scuola elementare soprannominato “Shonen Bat” gira in
pattini a rotelle e attacca i passanti con la sua mazza d’oro
piegata. Due investigatori avviano le indagini per impedirgli di
portare a termine altri attacchi, ma scopriranno presto che questo
caso nasconde molto più di quanto possano immaginare. Un viaggio
indimenticabile nel sentire comune, unica serie animata del
compianto Satoshi Kon.
HAIKYU! – L’ASSO DEL
VOLLEY – Le avvincenti sfide della squadra del Karasuno e
il sogno del giovane Hinata di poter diventare un asso della
pallavolo, nonostante la sua bassa statura. Tratto dall’omonimo
manga campione di incassi, l’anime si è fatto strada rapidamente
come uno dei cartoni sportivi più apprezzati degli ultimi tempi, ed
è disponibile su Prime Video in tutte e quattro le sue
stagioni.
VINLAND SAGA
– Siamo intorno all’anno 1000 e i vichinghi sono una
potenza violenta e terribile. Thorfinn, il figlio
del guerriero più valoroso, ha vissuto la sua gioventù sul campo di
battaglia in cerca di vendetta per la morte del genitore, con in
testa la terra fantastica chiamata Vinland. Tratto dall’omonimo
apprezzato manga storico, Vinland Saga alla sua prima
serie si è già guadagnato l’attenzione di pubblco e critica grazie
al curato mix di ricostruzione storica e intreccio narrativo.
TORADORA! – Ryuji è un ragazzo
tranquillo, timido e ossessionato dalla pulizia della casa. Il
primo di giorno di scuola nel nuovo liceo si incontra/scontra con
una strana ragazza di nome Taiga: nonostante sia piccola e
carina, Taiga ha un carattere estremamente irascibile e nessuno può
fermarla una volta che inizia a tirare pugni. Tuttavia, Ryuji
scopre un segreto di Taiga che nessun altro conosce.
Toradora!è perfetto per chi vuole imergersi in una storia
adolescenziale divertemte ma anche emotivamente di impatto.
CONAN – IL RAGAZZO DEL
FUTURO – Dopo una catastrofe nucleare, il pianeta è
quasi interamente coperto dalle acque. Il giovane Conan, che vive
insieme al nonno su un’isola sperduta, un giorno trova sulla
spiaggia una ragazza svenuta di nome Lana. Quando i soldati di
Indastria la rapiscono, Conan cercherà di salvarla, dando vita ad
un’avventura che cambierà il destino stesso del mondo. Prodotto nel
1978, Conan – Il ragazzo del futuro è uno dei primi
lavori di
Hayao Miyazaki, leggenda dell’animazione giapponese.
BERSERK – Il regno
di Midland è immerso nel caos e in guerra con i propri vicini. Tra
gli abitanti terrorizzati compare un misterioso guerriero armato di
un’enorme spada: il suo nome è Guts e reca sul proprio corpo un
segno misterioso che ne fa il bersaglio di continui attacchi di
demoni. Guts si trova nelle terre di Midland alla ricerca di Femto,
uno dei demoni appartenenti alla cosiddetta Mano di Dio. Dalla
penna del grande Kentarō Miura, scomparso prematuramente a maggio
scorso, ecco la prima serie tratta dal manga record di incassi, che
quest’anno segna le oltre 50 milioni di copie vendute.
A prima vista, l’irriverente senso
dell’umorismo del regista di Guardiani della Galassia sembrava in netto
contrasto con l’immagine “rassicurante” che la Disney ha sempre
voluto trasmettere attraverso i suoi film, tant’è che per un breve
periodo il regista è stato anche licenziato dalla multinazionale
statunitense (fortunatamente, è stato poi reintegrato e ha avuto la
possibilità di tornare al lavoro su Guardiani
della Galassia Vol. 3).
Nel corso degli anni, sembra che la
Disney abbia progressivamente ammorbidito la sua posizione in
merito ai film vietati ai minori, tant’è che è stato confermato che
Deadpool 3, che farà ufficialmente parte del
MCU dopo l’acquisizione della Fox,
sarà vietato ai minori. In una recente intervista con
IndieWire, Gunn ha affrontato la questione rivelando di essere
quasi sicuro che, prima o poi, i Marvel Studios distribuiranno un film vietato
ai minori.
“Penso che lo faranno. Sono
quasi sicuro che faranno un film del MCU classificato come R”, ha
dichiarato James Gunn. “Chiaramente non sarà
Guardiani, perché quello è un franchise per famiglia, quindi è
diverso. Le persone mi chiedono spesso come potrebbe essere un film
dei Guardiani vietato ai minori. La verità è che potrei fare un
film su Drax classificato come R, cosa che mi piacerebbe molto. Ma
i film sui Guardiani sono come delle favole e non penso a loro in
termini di rating quando li scrivo. È una tipologia diversa di
film… può esserci un po’ di sangue, un pizzico di oscurità e cose
del genere, e va bene… ma siamo lontani anni luce dallo spirito
rock’n’roll di Suicide Squad.”
Questo mese Disney+
e Walt Disney Animation Studios presentano due nuove serie
originali: la seconda stagione dei Corti Sperimentali ‘Corto
Circuito’ che debutterà il 4 agosto 2021.
Corto
Circuito è l’innovativo e sperimentale programma di
cortometraggi dei Walt Disney Animation Studios che permette a ogni
dipendente degli Studios di presentare un’idea, e avere la
possibilità di essere selezionato per creare il proprio corto. In
occasione del quinto anniversario dall’inizio del programma,
debuttano in esclusiva su Disney+
cinque nuovi cortometraggi. Questa nuova selezione di corti,
realizzati da un gruppo di registi provenienti da vari dipartimenti
degli Studios, esplora cinque stili visivi e narrativi davvero
unici. Corti Sperimentali ‘Corto Circuito’ dei Walt Disney
Animation Studios debutterà in streaming su Disney+ il
4 agosto.
“Dinosauro Barbaro” diretto da Kim
Hazel. Per Dinosauro Barbaro combattere il male fa parte del lavoro
di tutti i giorni, ma cosa succede quando si tratta di portare
fuori la spazzatura? A volte anche un supereroe ha bisogno di fare
pulizia.
“Tornare a casa” diretto da Jacob
Frey. Una storia che parla di crescita e del significato di casa e
che vede un giovane adulto tornare ripetutamente nella sua città
natale, ma a ogni nuovo ritorno deve affrontare l’inevitabile: il
cambiamento.
“Attraversamento pedonale” diretto
da Ryan Green. Un cittadino rispettoso della legge deve fare
appello alla sua forza interiore per attraversare la strada a un
semaforo che non cambierà mai colore.
“Canzoni da cantare al buio”
diretto da Riannon Delanoy. Due creature che vivono nelle
profondità di una caverna oscura si scontrano in una battaglia
sonora. Quando le cose si fanno più intense, si rendono conto che
sono molto più forti insieme.
“Il n° 2 per Kettering” diretto da
Liza Rhea In una mattina uggiosa e ordinaria, una ragazza impara
come il potere della risata possa sollevare anche il più scontroso
tra i suoi compagni di autobus lungo il viaggio verso
Kettering.
È con grande onore e soddisfazione
che I Wonder Pictures annuncia la distribuzione nei cinema italiani
di Titane, che sarà da giovedì 30 settembre nelle sale
italiane. Il film, diretto da Julia Ducournau,
seconda donna a vincere il riconoscimento più ambito del concorso
francese, ha segnato profondamente pubblico e critica del
festival.
Titane, la trama del film
Alexia adora le automobili, sin da
quando, bambina, un incidente le ha donato una placca di titanio
nella testa. Facendola rinascere, gonfia di rabbia e amore represso
che la trasformeranno in un essere ibrido e nuovo. Perché la
metamorfosi si completi, dovrà scoprire la forza potente che muove
le cose del mondo: l’essere umani. Titane è un vero manifesto della
nostra contemporaneità fluida e del cinema del futuro, materia
pulsante densa di risonanze. Un film unico, provocatorio,
innovativo, che attraversa l’immaginario techno-rock-pop new
pangender e ha stupito e trionfato al 74. Festival di Cannes
vincendo la Palma d’oro.
L’attore nominato all’Oscar Tom Hardy torna nel ruolo del celebre
antieroe Marvel nel nuovo trailer italiano
di Venom: La furia di Carnage. Diretto da
Andy Serkis tra i protagonisti Michelle Williams, che interpreta nuovamente
il personaggio di Anne Weying, Naomie
Harris e Woody Harrelson nel ruolo del villain Cletus
Kasady/Carnage.
Il film prossimamente solo al
cinema prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner Bros.
Entertainment.
La trama di Venom: La furia
di Carnage
Tom Hardy ritorna sul grande schermo
nel ruolo del ‘protettore letale’ Venom, uno dei personaggi
Marvel più enigmatici e complessi.
Diretto da Andy Serkis, tra i protagonisti anche Michelle Williams,
Naomie Harris e Woody Harrelson, nel ruolo del villain Cletus
Kasady/Carnage.
Sembra che in merito a
Spider-Man:
No Way Home, la Sony Pictures stia adottando un
approccio molto simile a quello adottato dai Marvel Studios per la campagna marketing di
Avengers: Endgame, dal momento che mancano ormai pochi
mesi all’arrivo del film e di materiali ufficiali non c’è ancora
traccia.
Certo, sappiamo quale sarà il titolo
ufficiale del film, abbiamo visto alcune immagini ufficiali, ma
nulla può essere paragonato all’arrivo di un primo trailer, che in
linea di massima riesce sempre anche a fornire importanti dettagli
in merito alla trama. Negli ultimi mesi, però, una cosa che i fan
hanno avuto modo di poter osservare è stato il merchandising
ufficiale legato a No Way
Home, grazie al quale sappiamo, ad esempio,
quali costumi indosserà Peter Parker nel threequel.
Tuttavia, grazie a
Entertainment Earth (via
CBM), abbiamo ora qualche anticipazione in merito a cosa
bisogna aspettarsi dalla storia del film. La descrizione di alcune
nuove action figure, infatti, recita: “Con molte diramazioni e
conseguenze potenzialmente multiversali, ogni figure trae
ispirazione dal film e, potenzialmente, anche da altri film”.
Inoltre, la descrizione sottolinea che il set include anche alcuni
“personaggi sinistri”: che sia un riferimento al tanto
atteso debutto dei Sinistri Sei?
Un’altra descrizione, invece,
aggiunge maggiori dettagli su ciò a cui potrebbe riferirsi il
titolo No Way
Home: “Fatti strada in un altro universo con
Spider-Man: No Way Home Hero Blasters! Questi divertenti blaster ti
permettono di portare a casa tua le avventure del film, a patto che
tu riesca a trovare un modo per tornare indietro”. Intrigante,
non è vero?
Un’ultima descrizione del prodotto,
invece, afferma: “Il futuro della realtà non è mai stato così
incerto come in Spider-Man: No Way Home… Quale follia si scatenerà
quando Peter si troverà faccia a faccia con possibilità
illimitate?”. Insomma, tutte queste descrizioni sembrano
confermare che il simpatico arrampicamuri farà un salto nel
Multiverso, cosa che potrebbe davvero rendere questa nuova
avventura dell’Uomo Ragno la più sorprendente di tutte.
Il film è diretto
da Jon Watts (già regista
di Homecoming e Far
From Home) e prodotto da Kevin
Feige per i Marvel Studios e da Amy
Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà
nelle sale americane il 17 dicembre 2021.
Quando Margot Robbie è stata scelta per il ruolo di
Harley Quinn nel DCEU, nessuno avrebbe mai
scommesso sulla sua incredibile interpretazione, che di fatto ha
reso il personaggio della Mattacchiona uno dei più amati
dell’universo condiviso. In attesa dell’arrivo di The
Suicide Squad di James Gunn, ripercorriamo grazie a
Screen Rant i migliori momenti della folle criminale nel
DCEU:
Harley affronta Batman
Nei fumetti e nelle serie
animate, Harley e Batman interagiscono molto più spesso rispetto a
quanto visto nel DCEU: ad un certo punto, la Mattacchiona si è
persino unita al Crociato Incappucciato nella lotta contro il
crimine. Tuttavia, l’unica volta che li abbiamo visti insieme nel
DCEU è stato all’inizio di
Suicide Squad, quando Batman ha inseguito Harley e il
Joker in fuga.
La loro auto cadde in acqua e Batman
si tuffò per salvare Harley. Anche se in quel momento era
semisvenuta, Harley ha comunque dimostrato tutto il suo coraggio
scagliandosi contro Batman e, in seguito, ridendo di lui quando lo
ha baciato.
Harley affronta la sua guardia
Una delle caratteristiche
del personaggio di Harley è che non si arrende mai, neanche di
fronte alle avversità. Una volta catturata e rinchiusa da Amanda
Waller, Harley cerca di mantenere la calma. La vediamo leggere,
bere tranquillamente una tazza di tè nella sua cella, esercitarsi
sulle altalene.
In un modo che è tipico della vera
Harley, la Mattacchiona affronta la sua guardia e lo minaccia,
senza essere minimamente impressionata dall’omone con la pistola.
Considerando che la guardia Griggs è uno dei personaggi meno
simpatici del film, in quel momento è più facile tifare per
Harley.
Harley incontra i suoi compagni di
squadra
Una volta che Harley fugge
dalla sua cella per lavorare con il resto della Squadra Suicida, si
comporta in modo diverso da alcuni di loro. El Diablo è preoccupato
di usare i suoi poteri, per esempio, e anche Deadshot non sembra
del tutto a suo agio.
Harley, d’altra parte, sembra
entusiasta del suo futuro ed è felice di avere ancora una volta
accesso ai suoi vestiti e alle sue armi. Inoltre, non vede l’ora di
mietere vittime durante la loro missione. Harley è un ottimo
esempio di come trarre il meglio dalle proprie circostanze… non
importa quanto possano sembrare terribili.
Harley uccide il suo nemico in ascensore
Come dimostra
Suicide Squad, Harley è una persona multitasking, molto
brava nell’essere focalizzata su vari obiettivi. Quando prende un
ascensore, legge un messaggio del Joker, ferma il suo nemico che
l’attacca e alla fine riesce anche ad aggiustarsi i capelli in modo
da sentirsi a suo agio.
Il personale senso dello stile di
Harley e la sua calma durante i momenti di crisi l’hanno resa uno
dei personaggi preferiti dai fan: riesce a combattere i suoi nemici
e ad avere comunque un bell’aspetto mentre lo fa.
Harley si ricongiunge al team
Durante il primo
Suicide Squad, Harley pensa ancora che lei e il Joker
avranno il loro lieto fine. Ma alla fine si rende conto che non
sarà così. In uno dei momenti più toccanti del film, una Harley
sconvolta si siede sotto la pioggia, si toglie la collana e la
getta via, a simboleggiare che tra lei e il Joker è tutto
finito.
Accenna poi un sorriso quando vede
il resto della squadra arrivare, decidendo alla fine di
ricongiungersi con il suo team. È questo il momento in cui Harley
si rende conto che può andare avanti anche senza il Joker, per
quanto difficile possa essere per lei all’inizio.
Harley rompe con il Joker
Parlando sempre della
storia d’amore di Harley con il Joker, la Mattacchiona annuncia la
loro rottura in grande stile all’inizio di
Birds of Prey.
Com’è tipico del suo stile
esagerato, decide di far saltare in aria la fabbrica Ace Chemicals
dove Joker l’ha trasformata in Harley Quinn. In questo modo, fa
sapere a tutta Gotham che lei e Joker hanno rotto. E anche se sa
che ciò la metterà in pericolo, Harley si allontana comunque con
una certa dose di orgoglio dal luogo dell’esplosione.
Harley attacca la stazione di polizia
Uno dei motivi per cui
Harley è in definitiva un personaggio simpatico è grazie al fatto
che è in grado di superare molte sfide, come infiltrarsi nella
stazione di polizia e salvare Cassandra senza inutili spargimenti
di sangue. Invece di usare proiettili o granate, Harley mette fuori
combattimento i poliziotti con l’aiuto di sacchetti di fagioli,
coriandoli o fumo.
Riesce a sconfiggerli nonostante
siano in gran numero e a raggiunge il suo obiettivo, che è quello
di arrivare a Cassandra e farla uscire. Solo Harley poteva
escogitare un piano così oltraggioso e riuscire comunque portarlo a
termine.
Harley lega con Cassandra e Black Canary
Nonostante le differenze con gli altri
personaggi, Harley è sorprendentemente abile nel fare amicizia. Lei
e Cassandra finiscono per sembrare due migliori amiche,
divertendosi a mangiare a guardare la tv dopo che Harley la salva
dalla stazione di polizia.
Per quanto riguarda Black Canary, invece,
Harley riesce a convincerla a combattere contro Maschera Nera. Nel
complesso, Harley ha un’influenza positiva sulle persone che
incontra, il che è più di quanto si possa dire di molti altri
personaggi del DCEU.
Harley si taglia i capelli
Una delle scene più bravi
ma estremamente significative che sottolinea la trasformazione di
Harley è quando decide di tagliarsi i capelli. Harley accorcia le
sue code di cavallo come segno della fine della sua storia d’amore
con il Joker, pronta ad andare avanti e ad essere finalmente se
stessa.
Le donne tagliano spesso i capelli
dopo significativi cambiamenti alla loro vita e Harley finisce
davvero per stare in piedi da sola una volta che si libera dal suo
ex fidanzato.
Harley interrompe il discorso di Maschera Nera
Il discorso del cattivo di turno è qualcosa che appare spesso
nei film di supereroi. Nel caso di Harley, però, bisogna ricordarsi
che la Mattacchiona ha poca pazienza. Interrompe, infatti, il
discorso di Roman Sionis, facendogli sapere che è tutt’altro che
impressionata.
Harley non si tira indietro nemmeno quando affronta persone
che vogliono farle del male e, cosa ancora più impressionante,
manipola Sionis per lasciarla andare invece di ucciderla,
dimostrando di essere ancora in grado di poter mettere a frutto la
sua profonda conoscenza della psicologia.
Da quando è apparso nei panni di
Drax nel MCU, Dave
Bautista ha avuto la possibilità di recitare in
moltissimi altri celebri blockbuster di Hollywood. È innegabile,
quindi, che la fama dell’ex wrestler in qualità di attore sia
dovuta essenzialmente al grande successo raggiunto con il franchise
di Guardiani della Galassia.
In una recente intervista con
IGN, Bautista ha parlato proprio di come il ruolo di Drax il
Distruttore abbia stravolto totalmente la sua vita e la sua
carriera, rivelando che prima dell’incredibile svolta ha dovuto
affrontare dei periodi decisamente difficili. “Affinché le
persone capiscano davvero quanto è cambiata la mia vita, devono
sapere da dove vengo, cosa ho passato quando ero un wrestler, cosa
mi sono lasciato alle spalle per avere una possibilità nel mondo
della recitazione”, ha spiegato l’attore.
“Quando ho ottenuto il ruolo di
Drax in Guardiani della Galassia, avevo lavorato a malapena nei tre
anni precedenti. Mi ero lasciato alle spalle il wrestling e sarei
potuto tornarci con la coda tra le gambe, ma sarei rimasto bloccato
in un posto che non mi avrebbe mai permesso di andare oltre, quindi
ho colto l’occasione”, ha aggiunto Bautista. “E poi,
quando sono stato scelto per il ruolo di Drax, tutto è cambiato e
non solo perché ero al verde. La mia casa era stata pignorata, non
avevo più nulla. Ho dovuto vedere tutte le mie cose. Ho dovuto
vendere qualsiasi bene acquistato nel periodo in cui facevo
wrestling. Ho avuto problemi con l’IRS. Mi sentivo completamente
perso.”
Il futuro di Dave Bautista nei panni di Drax
Di recente Dave
Bautista, oltre ad aver specificato di essere ormai
troppo “anziano” per poter continuare ad interpretare Drax, ha
anche espresso la sua delusione per il modo in cui il personaggio è
stato trattato sul grande schermo. Il suo più grande rammarico?
Quello di non aver avuto la possibilità di esplorare il passato di
Drax. La speranza è che Guardiani
della Galassia Vol. 3, in cui ritroveremo Bautista nei
panni del “Distruttore”, riesca a rendere giustizia al personaggio
secondo le volontà del suo interprete…
Quentin Tarantino continua a essere impegnato
nella promozione del romanzo basato su
C’era una volta a Hollywood e in una recente intervista
all’interno del podcast
The Big Picture ha avuto modo di discutere dei progetti che
aveva valutato dopo il flop al box office di
Grindhouse.
Tra questi c’è stato anche un remake
di Rambo, progetto che secondo quanto raccontato
da Tarantino sarebbe stato più fedele al romanzo “Primo sangue” di
David Morrell che al film del 1982 con
protagonista Sylvester Stallone. Tuttavia, il regista
sembra essere ancora interessato alla cosa, e pare che abbia già in
mente gli attori da coinvolgere nell’eventualità: si tratta di
Adam Driver, che vorrebbe nei panni di John
Rambo, e di Kurt Russell, al quale affiderebbe invece il
ruolo del Colonnello Samuel Trautman.
“Se volessi realizzare un buon
film, prenderei il romanzo di David Morrell e proverei a farne un
nuovo adattamento. Non un remake del film con Sylvester Stallone,
ma un nuovo adattamento del romanzo originale”, ha raccontato
Tarantino.
“Kurt Russell interpreterebbe lo
sceriffo Trautman, mentre Adam Driver avrebbe il ruolo Rambo. Ogni
volta che lo leggo, mi rendo conto di quanto siano brillanti i
dialoghi di Morrell e alla fine mi ritrovo sempre a leggerlo ad
alta voce. Sarebbe incredibile. Per adesso, voglio concentrarmi su
qualcosa che sia più di un buon film. Ma se si trattasse solo di
fare un buon film, allora sceglierei di adattare quel
romanzo.”
Per quanto riguarda il romanzo
basato su C’era
una volta a Hollywood, il libro è disponibile in
Italia, in libreria e online, dallo scorso 1 luglio, edito da
La
nave di Teseo. Il romanzo espande la storia dei protagonisti
Cliff Booth e Rick Dalton e include anche diverse scene e
personaggi che non abbiamo visto al cinema.
Negli ultimi anni, è diventato
chiaro che l’industria di Hollywood non sarebbe mai più stata
quella di un tempo, non solo a causa del proliferare del genere
supereroistico (che ha di fatto monopolizzato la corsa al box
office a livello mondiale), ma anche grazie all’esplosione delle
piattaforme di streaming (Netflix su tutte) e di
un nuovo modo di fruire di film e serie tv.
Cambiamenti forse inevitabili,
eppure non tutti pensano che siano vantaggiosi nei riguardi del
cinema. Matt Damon, ad esempio, è convinto che la
combo film di supereroi e servizi di streaming stia in qualche modo
rovinando l’industria. Il celebre attore americano, che vedremo
prossimamente ne La ragazza di Stillwater, ha avuto modo di affrontare
la questione durante una chiacchierata con il
Sunday Times.
Lamentandosi del fatto che i suoi
figli sono più interessati agli smartphone che al cinema, Damon ha
detto: “Il modo in cui guardano oggi i film è diverso da come
lo facevamo noi. Come puoi guardare un film se stai messaggiando?
Da persona che lavora in questo modo, se qualcuno fa una cosa del
genere non posso dire che mi piaccia. I film come li conosciamo non
faranno parte della vita dei nostri figli. E questo mi rende
triste.”
Matt Damon sui film di supereroi:
“Sono più facili per tutti”
Damon ha poi parlato di come il
crollo nelle vendite degli home video di fronte alla sempre più
crescente opzione dello streaming spinga gli studi cinematografici
a realizzare film con un appeal più “internazionale”, scelta che
dal suo punto di vista contribuisce a rendere ancora più enorme il
fenomeno dei cinecomics.
“Puoi realizzare il film più
redditizio, quello che potrebbe arrivare in tutto il mondo. Ma se
vuoi che un film arrivi ovunque e funzioni alla grande, devi
accontentarti della minima confusione culturale”, ha aggiunto
l’attore. “Oggi c’è l’ascesa dei film di supereroi, giusto?
Sono più facili per tutti. Sai chi è la persona buona, chi è la
persona cattiva. Combattono per tre volte e in due occasioni, quasi
sempre, l’eroe di turno vince.”
Creata nel 1934 dall’illustratore
Alex Raymond e dall’autore Don Moore, in origine la serie a fumetti
Flash Gordon era stata concepita per contrastare
il successo di un altro popolare fumetto di fantascienza, ossia
Buck Rogers. La trama ruotava attorno alle avventure del
personaggio del titolo e dei suoi due compagni Dale Arden e il
Dottor Zarro, che viaggiano sul pianeta Mongo grazie ad
un’astronave per affrontare il suo malvagio imperatore, Ming lo
spietato.
Flash Gordon è stato portato sul
grande schermo per la prima volta nel 1980, grazie alla space opera
diretta da Mike Hodges che vantava nel cast anche
il compianto Max von Sydow nei panni dell’imperatore Ming
(oltre alla colonna sonora composta interamente dai leggendari
Queen). Sono ormai diversi anni che la 20th
Century Fox sta cercando di riportare il personaggio al cinema:
finalmente, dopo l’acquisizione dello studio da parte della Disney,
quest’ultima ha affidato a Taika Waititi, regista di Thor: Ragnarok e Jojo
Rabbit, il compito di sviluppare un nuovo film, che
all’epoca venne annunciato come film d’animazione.
Ora, durante una recente intervista
con Collider in occasione della promozione di Jungle Cruise, il produttore John
Davis ha confermato che il Flash Gordon
di Waititi sarà invece un live-action. Davis ha spiegato Waititi
sta attualmente scrivendo il film, ma che non ha ancora firmato per
occuparsi anche della regia. Tuttavia, il produttore è fiducioso di
poter garantire Waititi in qualità di regista, poiché si tratta di
un progetto che gli sta particolarmente a cuore.
“Taika sta scrivendo il
film”, ha dichiarato John Davis. “L’originale degli anni
’80 ha avuto un’enorme influenza sulla sua crescita e formazione. È
uno dei suoi film preferiti. Inizialmente mi ha detto: ‘Facciamo un
film d’animazione’, e io gli ho detto: ‘Va bene’. Poi abbiamo
iniziato a svilupparlo e lui ha detto: ‘No, facciamo un live
action”. E allora gli ho risposto: ‘Ancora meglio’.”
I prossimi progetti di Taika Waititi oltre Flash Gordon
Taika Waititi ha diversi progetti in cantiere
che lo terranno occupato al servizio della Disney per i prossimi
anni. Il suo prossimo film, Next Goal Wins, è
ormai terminato e verrà distribuito prossimamente da Searchlight
Pictures, sussidiario dei Walt Disney Studios. Per quanto riguarda
i Marvel Studios, invece, le riprese di Thor: Love
and Thunder sono terminate lo scorso maggio e il film
è attualmente in fase di post-produzione. Inoltre, Waititi si
occuperà anche di dirigere un nuovo misterioso episodio di Star Wars che co-sceneggerà insieme a
Krysty Wilson-Cairns.
Il finale della prima stagione di
Loki ha cambiato tutto ciò che pensavamo di
sapere sul MCU con la morte di Colui Che
Rimane e la nascita del Multiverso. Questa potente variante di Kang
il Conquistatore ha infatti rivelato che era lui il responsabile di
tutto fino all’incontro con Loki e Sylvie. Tuttavia, non ha idea di
cosa accadrà in seguito… a parte il fatto che ci saranno
innumerevoli varianti del Conquistatore.
Parlando con
The Direct, la regista di
Loki,Kate Herron, ha approfondito il livello di
controllo del personaggio di Kang sul MCU e ha confermato che, per quanto
la riguarda, il cattivo ha praticamente scritto l’intera Saga
dell’Infinito. “Nella serie dice: ‘Io ho spianato la strada,
voi l’avete solo seguita’. Immaginato che, almeno in teoria, sì…
abbia scritto l’intera Saga dell’Infinito, perché alla fine è
proprio quello la serie lascia intendere”, ha spiegato Herron.
“Tutto è stato predeterminato da questo personaggio, anche se
fino a questo punto abbiamo creduto che i personaggi godessero del
libero arbitrio. È come se la serie avesse tirato un brutto scherzo
agli spettatori, giusto?”
“Credo in quel momento, quando
varcano la soglia, stia dicendo la verità. Quando dice: ‘Siamo in
un tempo completamente imprevisto ora. Non so cosa accadrà'”,
ha detto Herron in merito alla creazione del Multiverso.
“Perché c’è una discussione interessante ormai alle
porte”. Nella stessa intervista, la regista ha confermato che
il Custode del Tempo decapitato ha davvero sussurrato “ci
vediamo presto” al Dio dell’Inganno e alla sua variante.
Inoltre, Herron crede che Kang abbia comunque un sentore riguardo
ciò che accadrà in seguito.
Non sappiamo cosa accadrà quando
Kang il Conquistatore inizierà a far sentire davvero la sua
presenza nel MCU, ma quel che è certo è che le
cose non si metteranno bene per gli eroi più potenti della Terra.
Senza dubbio, Kang è un cattivo che ha tutto il potenziale per
diventare il nuovo Thanos dell’universo condiviso, nonché la mente
dietro gli eventi che potrebbero condurre, chissà… forse a Secret
Wars?
Doctor Strange ha fatto il suo debutto nel
MCU nel 2016, ma da allora lo
Stregone Supremo ne ha passate davvero tante all’interno
dell’universo condiviso. Thor: Ragnarok ha chiarito che Stephen aveva ormai il
pieno controllo dei suoi poteri, e infatti abbiamo visto il
personaggio dare il meglio di sé nei successivi Avengers: Infinity War e
Endgame.
Ora, tutti gli occhi sono puntati
sul’attesissimo Doctor
Strange in the Multiverse of Madness, film che
promette di essere un punto di svolta per il personaggio, che
vedremo in azione al fianco di Scarlet Witch e America Chavez,
pronti ad affrontare un viaggio attraverso il Multiverso e – con
molta probabilità – le conseguenze di quanto impostato dal finale
della prima stagione di
Loki.
“Penso che Stephen Strange ne
abbia passate davvero tante da quel primo film ad oggi”, ha
spiegato lo sceneggiatore. “Quel primo film è stata
un’incredibile storia sulle origini del personaggio, su come è
diventato uno stregone, ma ora ne ha passate tante. Ha combattuto
contro Thanos e ora è dall’altra parte… è come se fosse all’apice
dei suoi poteri. Quindi, sarà molto interessante ritrovarlo in
questo preciso momento del suo percorso.”
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America
Chavez).
Doctor Strange in the Multiverse
of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022.
Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo
anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe
apparire in un cameo anche Bruce
Campbell, attore feticcio di Sam
Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in
merito.
Come vi
abbiamo rivelato giovedì, la star
di Black
Widow
Scarlett Johansson ha intentato una causa contro la Walt Disney
Co., reclamando violazioni sul suo contratto, in seguito alla
decisione della Disney di far uscire il film dei Marvel Studios contemporaneamente su
Disney+ e nei cinema. La
Disney ha rilasciato
una risposta poco dopo la diffusione della notizia,
definendo la causa “triste e angosciante nel suo insensibile
disprezzo nei confronti degli orribili e prolungati effetti globali
della pandemia di Covid-19.”
Nel
frattempo le azioni di
Scarlett Johansson sembrano aver ispirato altri talent di
Hollywood a seguire il suo esempio (letteralmente), con le ultime
notizie in merito alla possibilità che anche Emma Stone stia valutando la possibilità di
intraprendere un’azione simile contro la Disney per il film
Crudelia.
È una situazione molto complicata e, sebbene la maggior parte dei
fan e degli addetti abbiamo mostrato supporto per Johansson, alcuni
si sono schierati con la Disney. In questa faida una personalità di
enorme peso nell’industria hollywoodiana sembra abbia preso una
posizione di solidarietà nei confronti dell’attrice. La presa di
posizione poi fa più notizia se a farlo è il presidente dei
Marvel StudiosKevin
Feige.
Cosa pensa Kevin
Feige?
Infatti,
nella newsletter What I’m Hearing ,
l’ex editore di THR Matthew Belloni riporta che Feige ha fatto
pressioni affinché la Disney mantenesse Black
Widow un’uscita sola nelle sale per soddisfare i
desideri dell’attrice. “[Feige è] un uomo d’azienda e
incline a scontri aziendali o scontri in generale. Ma mi hanno
detto che è arrabbiato e imbarazzato”.“Ha
fatto molte pressioni sulla Disney affinché cambiassero idea per
l’uscita di Black Widow, preferendo l’esclusività del grande
schermo e non intaccando così gli accordi presi con il suo
talent”.
A Belloni
è stato anche detto che quando il film ha iniziato a “affondare” al
botteghino, Feige ha cercato di convincere la Disney a
“sistemare le cose con” con la Johansson prima che
minacciasse un’azione legale. Siamo sicuri che la vicenda ci
regalerà altri sviluppi dunque non resta che aspettare ulteriori
sviluppi, ma nel frattempo, fateci sapere cosa ne pensi di questi
sorprendenti sviluppi.
Era una sfida suicida
rimettere mano a un film che era stato massacrato da pubblico e
critica e tentare di farne una storia vincente, eppure James Gunn l’ha accolta a testa alta e cuore
aperto, con tutta l’irriverenza (quanto basta) e il divertimento
(tantissimo) che lo contraddistinguono; ha così confezionato
The Suicide Squad – Missione Suicida, nuovo
cinecomic targato DC Comics / Warner Bros in arrivo sul grande
schermo il 5 agosto, a sfidare il caldo e la pandemia.
The Suicide Squad, un lavoro di recupero
Gunn ha portato avanti
una vera e propria operazione di recupero, dal momento che è
partito dalle cose, poche è vero, che avevano funzionato in
Suicide Squad di David
Ayer, e le ha esaltate, piegandole al suo modo di
raccontare. Vediamo quindi tornare
Margot Robbie nei panni di Harley
Quinn, che dal 2016 a oggi è cambiata tantissimo, sia nei
look che nell’approccio emancipato alla vita, merito anche di una
simbiosi quasi totale tra attrice e personaggio. Harley è cresciuta
con Margot, e questo ha fatto bene sia all’attrice che sembra
continuare a divertirsi un mondo a interpretarla, sia al
personaggio, che ha trovato la sua squilibrata centratura. Torna
anche
Joel Kinnaman a interpretare Rick
Flag, il babysitter di questa squadra scapestrata di
pedine sacrificabili, anche lui evoluto rispetto alla versione
ligia e militaresca di Ayer. Torna soprattutto
Viola Davis con la sua Amanda Waller,
e se c’è un vero e proprio cattivo, nel film, possiamo dire con un
buon margine di certezza che si tratta proprio di lei.
Grande cuore e conoscenza dei fumetti
Intorno a questo nucleo
di partenza, James Gunn costruisce la sua storia e i
suoi personaggi, seguendo due direttive che si rivelano anche le
principali chiavi di lettura del film: da una parte il cuore, gli
amici, quelli con cui ama lavorare e che si porta dietro da sempre.
Michael Rooker, Nathan Fillion,
il fratello Sean Gunn hanno tutti un piccolo
spazio nel film, e si confermano dei veri e proprio portafortuna
per il regista che in The Suicide Squad – Missione
Suicida firma anche la sceneggiatura.
La seconda direttiva è
quella della conoscenza della materia di partenza: Gunn è un nerd
serissimo, studia, conosce, capisce i personaggi che racconta, li
ha incontrati nella loro forma originaria, a fumetti, e per questo
è capace di “lavorarli” e renderli funzionali e funzionanti al
cinema, mantenendone alcune stramberie e alterando ciò che invece
non funziona a schermo.
La squadra suicida più
bizzarra di sempre
Il risultato è una
carrellata assurda e coloratissima di personaggi pronti a far
breccia nel cuore dello spettatore: l’aliena Mongal
(Mailing Ng), lo sbruffone Blackguard
(Pete Davidson), la giovane Ratchatcher 2
(Daniela Melchior), il pazzo Polka Dot-Man
(David
Dastmalchian), il leader Bloodsport (Idris
Elba), l’inquietante Weasle (Sean
Gunn), la vecchia conoscenza Captain Boomerang
(Jai
Courtney), il misterioso Javelin (Flula
Borg), il burbero Savant (Michael
Rooker), l’appariscente Peacemaker (John
Cena), il tenero King Shark (Sylvester
Stallone), il sorprendente TDK (Nathan
Fillion). A questo carrozzone sgangherato si
aggiungono i citati Flag e Quinn per un risultato è esplosivo.
Con The Suicide
Squad – Missione Suicida, James Gunn dà
libero sfogo al suo estro creativo, non fa prigionieri e si lancia
di testa nell’azione, risparmiando allo spettatore la presentazione
dei vari personaggi e gettandoli nel campo di gioco dal minuto 1.
La scelta, che all’inizio lascia perplessi, si rivela vincente
perché ogni tappa della squadra è un momento per conoscerne i
membri, in modo tale che gli spettatori possano simpatizzare per
ognuno di loro, senza che nessuno, per quanto piccolo sia il suo
ruolo nella storia, venga lasciato indietro.
Divertente per l’impianto
linguistico accurato e preciso, cucito su ogni personaggio,
scorretto in ogni modo possibile senza mai risultare sgradevole,
James Gunn si svincola dai binari che gli
aveva imposto la Disney con i suoi Guardiani, ripesca la sua ruvida
libertà espressiva e mette a segno un film che evita ogni tipo di
canone e che forse, per una volta, lascerà davvero soddisfatti i
fan del fumetti DC all’uscita dalla sala.
The Suicide Squad: da
pedine sacrificabili a anti-eroi
A questa selvaggia
anarchia, il regista aggiunge il grande cuore che questi personaggi
hanno già in partenza: sono coloro che possono essere messi a
rischio, sono così poco importanti che possono essere mandati a
morte per cercare di compiere delle missioni suicide, come i ratti
nei bassifondi delle grandi città, disprezzati da tutti,
sacrificabili. E questa intrinseca tragicità li rende
inevitabilmente simpatici, per quanto bizzarri e sgradevoli possano
essere.
Violenza, azione ed
esplosioni fragorose, ma anche divertimento e grande cuore rendono
The Suicide Squad – Missione Suicida un’avventura
imperdibile, James Gunn piega alla sua volontà, con la
massima fedeltà possibile, i personaggi più bizzarri che i fumetti
DC conoscano, li mette insieme, dà loro umanità e carattere e li
sacrifica sull’altare dell’intrattenimento per la gioia dei fan. Un
blockbuster estivo d’autore, ma anche una possibile strada
da percorrere per il cinema di supereroi che, nel mondo post
pandemico sembra avere la necessità di reinventarsi e scrivere
ancora la storia dell’industria.
A novembre dello scorso anno abbiamo
appreso la
notizia che Dan Trachtenberg, regista di
10
Cloverfield Lane, era stato incaricato di dirigere un
nuovo capitolo della saga di Predator. Ora, i
produttori John Davis e John Fox
hanno ora condiviso i primissimi dettagli sul progetto durante
un’intervista con
Collider.
Oltre a confermare che questo nuovo
capitolo sarà un prequel che avrà luogo prima degli eventi
dell’originale uscito nel 1987 e interpretato
da Arnold
Schwarzenegger. Davis
ha annunciato ufficialmente che il film si intitolerà
Skull e ha promesso che ci riporterà alle origini
della storia degli alieni appartenenti alla razza yautja.
“Risale a ciò che ha fatto
funzionare il film originale di Predator”, ha spiegato Davis.
“È l’ingegnosità di un essere umano che non si arrende, che è
in grado di osservare e interpretare, fondamentalmente in grado di
battere una forza più forte, più potente e ben armata.Sento che il primo è stato un film meraviglioso e interessante.
So bene cosa ha funzionato.Sento che non siamo mai più
tornati lì. Siamo finiti in posti diversi. Penso che questo sia un
degno complemento del primo. Funzionerà alla grande”.
Fox ha poi aggiunto: “In
realtà è più simile a The Revenant (il film di Alejandro
González Iñárritu, NdR) di quanto non lo sia qualsiasi film nel
canone di Predator. Saprai cosa intendo una volta che lo
vedrai.”
Una protagonista femminile nel nuovo Predator
La protagonista del film sarà una
donna questa volta (“una donna Comanche che va contro le norme
e le tradizioni di genere per diventare una guerriera”), e di
recente è stato rivelato che l’attrice di LegionAmber Midthunder sarebbe stata scelta per il
ruolo. Tuttavia, manca ancora la conferma ufficiale.
Questa non sarà la prima volta
che il franchise esplora la cultura dei nativi americani, poiché in
passato era già stato fatto dalla serie di fumetti (e dal
romanzo)“Predator: Big Game”. È sicuramente
una premessa interessante ed eccitante per il franchise
cinematografico, soprattutto dopo l’insuccesso del riavvio del
2018, The
Predator, diretto da Shane
Black.
Snake Eyes: G.I. Joe – Le
origini, per la regia di Robert
Schwentke, approda nelle sale italiane a partire dal 21
luglio 2021. Il film è stato concepito come reboot della saga
G.I.
Joe e anche come storia all’origine della rivalità tra
due celebri personaggi targati Hasbro; dunque la narrazione procede
nei primi anni della rivalità tra i G. I. Joe e l’organizzazione
criminale Cobra. Particolare attenzione è
riservata appunto al protagonista della pellicola, Snake
Eyes, interpretato da Henry Golding. L’arcinemico Storm
Shadow è interpretato da Andrew Koji. In aggiunta il cast conta della
partecipazione di Iko Uwais, Ursula Corbero e Samara
Weaving. Premesse interessanti non aprono la strada ad una
sceneggiatura altrettanto avvincente; ne conseguono poche
intuizioni ben delineate e punti salienti del film concentrati
unicamente nelle scene d’azione.
Snake Eyes – G. I. Joe Le Origini: la trama
Ambientato principalmente in
Giappone, il film inizia in modo piuttosto traballante con il
giovane eroe che assiste all’uccisione di suo padre, vicenda che
fornisce una ragione per il suo soprannome. Successivamente lo
ritroviamo cresciuto e viene reclutato per il contrabbando di armi,
incontrando Thomas “Tommy” Arashikage
(Andrew Koji), al quale salverà la vita. Tommy
invita Snake Eyes nella loro cerchia ristretta di clan giapponese,
senza mai sospettare che il suo nuovo amico stia effettivamente
lavorando per la Yakuza, che vuole che rubi un
gioiello con poteri magici che l’Arashikage sta invece proteggendo.
In cambio, Kenta promette di trovare il sicario che ha ucciso il
padre di Snake Eyes. Nel mentre alza la testa anche
l’organizzazione terroristica Cobra, in particolare la sua
temibile Baronessa (Ursula
Corberò, la Tokyo de La Casa di
Carta)
Snake Eyes si
propone di ampliare lo sguardo dello spettatore indagando più
approfonditamente l’universo dei G. I. Joe, introducendo
anche altri personaggi del franchise. Le correlazioni tra questi e
le vicissitudini a cui andranno incontro risultano tuttavia
piuttosto forzate e il cliffhanger conclusivo non investe il
prodotto della carica drammaturgica auspicata.
Henry Golding – from Paramount Pictures, Metro-Goldwyn-Mayer
Pictures and Skydance. – Photo Credit: Ed Araquel
Molti dialoghi in Snake
Eyes: G.I. Joe Origins gonfiano una storia contorta di
personaggi stilizzati che vagano per luoghi esotici – i vicoli
illuminati al neon di Shinjuku, il flessuoso cortile pieno di fiori
di ciliegio di un forte ninja – e parlano a lungo del tradimento
e/o di testarsi a vicenda. Tutti hanno una risposta laboriosa e
sfacciata alle domande degli altri; Inoltre, non c’è molta chimica
tra i protagonisti del film, in parte perché non sembrano
condividere lo schermo per poco più che qualche secondo.
Sfruttata decisamente male, è la
presenza nel cast del migliore martial artist indonesiano, ovvero
Iko Uwais nei panni di Hard
Master, e allo stesso modo Peter Mensah.
Altri ruoli di poco spicco a fronte di talento potenziale di
prim’ordine sono quelli di Scarlet (Samara
Weaving) e della Baronessa. Il cast si
rivela complessivamente troppo ricco per una storia realmente
piuttosto limitata, senza sottotrame o sbocchi narrativi di
rilievo.
Snake Eyes: personaggi deboli e narrazione vacillante
La narrazione di Snake
Eyes è appunto incentrata su uno dei personaggi più
celebri dell’universo G.I.
Joe, che si mobilita nuovamente dopo il fermo dal
2013. Henry Golding non riesce interamente nell’intento di
rilanciare una saga cinematografica che già aveva mostrato qualche
disequilibrio e il suo eroe tenebroso non riesce a convincere
quanto dovrebbe. Snake Eyes punta a configurarsi
come primo capitolo di un nuovo franchise, come suggerito
soprattutto dal finale aperto, eppure non riesce a sfruttare
appieno le molteplici potenzialità di un cast d’eccezione, che
avrebbe potuto condurre le redini dell’intera narrazione.
Combattimenti serrati, arti marziali e katana sono indubbiamente di
effetto, ma non sufficienti ad elevare l’intero prodotto
filmico.
Nella mitologia dei G. I. Joe,
Snake Eyes è un ninja muto il cui volto è
perennemente celato da una maschera nera, tratto distintivo che ne
aumenta l’aura di mistero e glacialità. Parte del fascino del
personaggio risiedeva di conseguenza nel suo retroscena ambiguo:
gran parte del passato di Snake Eyes è oscurato nei suoi file,
anche se è implicito che abbia avuto un vasto addestramento
militare prima di unirsi ai Joe. Il proposito del film
sarebbe quello di spiegare quindi l’evoluzione del personaggio,
tuttavia il regista Robert Schwentke non confeziona un prodotto
memorabile, senza vere minacce o conflitti ad ostacolare il
percorso dei personaggi, che appare un po’ troppo pericoloso di
quanto in realtà non sia. La violenza appena suggerita rende
Snake Eyes un prodotto piuttosto anonimo, che
appesantisce la vicenda del protagonista con un retroscena debole e
più tragico del dovuto, senza conferire incisività o intensità al
suo arco di sviluppo.
Úrsula Corberó- La Baronessa from Paramount Pictures,
Metro-Goldwyn-Mayer Pictures and Skydance. -Photo Credit: Ed
Araquel
Henry Golding non riesce a
infondere molta presenza scenica o carisma all’aspirante guerriero;
una volta che Snake Eyes di unisce all’Arashikage
deve portare a termine tre test per dimostrare la sua integrità e
possenza come guerriero, ma queste sfide non convogliano suspense
né azione; vorrebbero insegnare al personaggio preziose lezioni di
vita, che in realtà è difficile identificare e portare via con sé
dopo la visione.
Snake Eyes avrebbe
potuto giocare di più in termini di rifinitura visiva, specificità
del personaggio e creazione di una narrazione un po’ meno
convenzionale, per non finire a vacillare come un film d’azione.
Neppure la messa in scena risulta impressionante e l’unico fulcro
di attenzione dello spettatore diviene il lavoro acrobatico, i
copiosi combattimenti e gli inseguimenti periodici, pur non
brillando di guizzi registici. Nel complesso, Snake Eyes –
G. I. Joe Le Origini si configura come un discreto
prodotto di intrattenimento, che riesce a soddisfare i fan, senza
tuttavia grossi guizzi registici o sceneggiativi.
Come rivelato anche dai vari trailer
ufficiale, l’antagonista principale di The Suicide
Squad sarà Starro, una gigantesca
stella marina simile a un kaiju che ha avuto un ruolo significativo
nella storia dei fumetti DC. In attesa dell’arrivo del film,
Screen
Rant ha raccolto 10 cose che probabilmente bisogna conoscere su
questo misterioso parassita alieno.
Il primo villain della Justice League
Starro ha la particolarità
di essere il cattivo che ha riunito la Justice League. Ha debuttato
nella primissima apparizione della squadra in “The Brave and the
Bold #28” nel 1960, co-creato dall’autore Gardner Fox e
dall’artista Mike Sekowsky. Starro arrivò dallo spazio e iniziò ad
assorbire l’energia mentale degli scienziati, portando i maggiori
eroi della prima Silver Age a riunirsi per fermarlo.
La Justice League originale
includeva Superman, Batman, Wonder Woman, Flash, Lanterna Verde,
Aquaman e Martian Manhunter. Starro ha avuto anche un’altra
influenza involontaria sulla storia del fumetto. Il successo della
Justice League ha portato la Marvel Comics a creare il proprio superteam,
ossia i Fantastici Quattro, co-creato dalla leggendaria combo Stan
Lee/Jack Kirby.
Starro il Conquistatore
Starro sembra una stella
marina gigante, ma in realtà è un’entità aliena molto intelligente
e potente. Ha origine dagli Star Conquerors, un’antica razza di
esseri alieni che usano poteri di controllo mentale per conquistare
i pianeti.
Starro ha conquistato nove galassie
da solo, ma è stato ostacolato in ogni tentativo di conquistare la
Terra dalla Justice League. Starro ha fatto solo sporadiche
apparizioni nei fumetti fino agli anni ’80, quando è diventato una
minaccia più diffusa per le nuove iterazioni della Justice
League.
Genera spore
L’aspetto più spaventoso di
Starro è il modo in cui riesce a controllare le altre persone.
Starro è una creatura gigantesca (anche se in alcuni casi può
cambiare dimensione) che genera migliaia di minuscole versioni di
se stesso simili a stelle marine.
Questi si attaccano alle persone,
coprono il loro viso – in maniera molto simile alla fase Facehugger
del ciclo di vita del celebre Xenomorfo del franchise di
Alien – e prendono il controllo del loro sistema nervoso
centrale. Starro può controllare milioni e persino miliardi di
persone contemporaneamente attraverso questo terrificante metodo di
attacco.
Poteri cosmici
Oltre alla generazione di
spore, Starro è anche dotato di poteri cosmici. Ha una vasta gamma
di abilità che dovrebbero essere classificate tra quelle più
potenti dei cattivi del DCEU. Gli aspetti più significativi dei
poteri di Starro risiedono nella telepatia e nella telecinesi, cosa
che non dovrebbe sorprendere data la sua stessa natura.
Starro ha anche la capacità di
proiettare raggi di energia, come spesso faceva contro la Justice
League. Può volare nello spazio, è generalmente invulnerabile alla
maggior parte degli attacchi fisici e può cambiare dimensione e
colore a piacimento, a seconda della situazione.
Alla conquista dell’Europa
All’inizio degli anni ’90,
Starro ottenne il suo più grande successo nella sua corsa alla
conquista della Terra. Starro, che era rimasto intrappolato sulla
Terra per qualche tempo, finalmente riesce a fuggire, o almeno così
sembra. Rilascia milioni di spore in tutta Europa, prendendo il
controllo praticamente dell’intera popolazione.
Questo conduce il ramo europeo della
Justice League a cercare di liberare il continente. La storia, che
si è svolta in “Justice League Europe # 24-28” nel 1991, vede
Starro al controllo dell’Europa fino a quando il membro della JL,
Ice, non lo congela, liberando tutti gli umani suoi
prigionieri.
Combattere gli Avengers
Gli Avengers hanno affrontato alcuni cattivi
molto potenti nei fumetti, come il diabolico Mefisto. Uno dei loro
nemici più inaspettati, però, è stato proprio Starro. Il
supercriminale DC ha affrontato gli eroi più potenti della Terra
nel crossover “JLA/Avengers”, che ha riunito le due potenti squadre
di supereroi nel 2003.
La battaglia si verifica a seguito
di una partita a scacchi cosmica tra Krona della DC e il Gran
Maestro della Marvel, che costringe entrambi le
squadre a cercare artefatti di estremo potere.
Sacrificio eroico
Starro è noto per essere cattivo in qualsiasi
universo in cui appare, ma in anni recenti è stato anche una specie
di eroe. Nelle pagine di “Justice League: No Justice” del 2018,
l’eroismo del collega alieno Martian Manhunter ispira Starro ad
agire in modo più utilitaristico. Ciò, alla fine, ha portato a un
eroico sacrificio da parte sua.
Di
fronte alla minaccia cosmica dei Titani Omega, Starro tenta di
controllare mentalmente uno di loro, ma viene fatto a pezzi dal
titanico cattivo. Sebbene tragica per Starro, questa mossa salva
molte vite.
Jarro
Starro era morto, ma la sua
storia ha preso una delle sue svolte più eccentriche quando Batman
coltiva una nuova versione del personaggio da un campione di
tessuto dell’originale. Soprannomina questa versione in miniatura
del personaggio “Jarro”, che ha debuttato in “Justice League #10”
nel 2018.
Jarro conserva tutto il potere e il
potenziale di Starro, ma sembra avere una personalità molto più
disponibile e un’improbabile amicizia con Batman che porta a uno
dei momenti comici più bizzarri della storia recente.
Il nuovo Robin
A Jarro piace molto Batman
e si identifica anche con lui, al punto che vuole diventare la
nuova versione di Robin. E lo fa… o almeno, nella sua testa,
in una divertente e commovente sequenza di “Justice League #29” del
2019.
Nella sua elaborata fantasia, Jarro indossa
un costume da Robin, completo di mantello e vestibilità
personalizzata per consentire al suo occhio singolare di vedere
attraverso di esso. Combatte al fianco del Cavaliere Oscuro
difendendo Gotham. È solo una fantasia, e non diventa mai realtà… o
almeno, non ancora.
Lanterna Rossa
Una delle versioni più
spaventose di Starro nei fumetti è la Lanterna Rossa Starro. Ha
debuttato nell’universo alternativo raffigurato in “Injustice: Gods
Among Us: Year Four Annual #1”. Questa versione del personaggio è
in possesso di un anello delle Lanterne Rosse ed è quindi un membro
del Corpo delle Lanterne Rosse.
Le
Lanterne Rosse sono alimentate dalla rabbia, cosa che conferisce
loro il caratteristico colore cremisi. Le Lanterne Rosse possono
generare Rage Plasma (Plasma della Rabbia), che incenerisce
praticamente qualsiasi cosa. Oltre ai suoi altri poteri cosmici,
questo rese Starro ancora più mortale.
Eagle Pictures e
Paramount hanno diffuso il trailer ufficiale di
House
of Gucci, l’atteso nuovo film diretto da
Ridley Scott ispirato alla sconvolgente storia
vera della famiglia che ha fondato Gucci la casa di alta moda
italiana diventata famosa in tutto il mondo. Il film racconta tre
generazioni di Gucci attraverso tre decenni. Potere, Creatività,
Ambizione, Tradimento, Vendetta e un omicidio. Tutto per il
controllo della Maison che portava il nome della loro famiglia. Nel
cast Adam Driver,Lady
Gaga,Jared
Leto,
Al Pacino e Jeremy Irons.
Tutto quello che sappiamo su House of Gucci
House
of Gucci sarà sceneggiato da Roberto
Bentivegna e sarà basato sul libro
di Sara Gay Forden dal titolo: “The
House of Gucci: A Sensational Story of Murder, Madness, Glamour and
Greed”. Per Ridley
Scott si tratta del secondo progetto sviluppato
dopo la fusione tra Fox e Disney, insieme a The
Last Duel, film che vedrà protagonisti Matt
Damon, Adam
Driver, Jodie Comer e Ben
Affleck.
House
of Gucci segna il ritorno di Scott in Italia, dov’era
stato ambientato anche
Tutti i soldi del mondo, uscito nel 2017. Il cast include
Adam Driver, Lady Gaga, Jared Leto, Al Pacino, Jack Huston,
Reeve Carney, Camille Cottin e Jeremy
Irons. L’uscita nelle sale è fissata per il prossimo
novembre.