Ray Porter, che
interpreterà
Darkseid in Justice League Snyder Cut, pensa che
la prima clip rilasciata e le prime foto a bassa risoluzione siano
migliori dell’intera versione cinematografica di Joss
Whedon. Sebbene quel film attribuisca ancora a
Zack Snyder la regia, il montaggio di
Justice League differisce drasticamente dalla
visione originale del regista.
Dopo l’annuncio che HBO Max
diffonderà la Justice League Snyder Cut, Snyder ha
utilizzato i social media per condividere anticipazioni sulla trama
del film e altri elementi, dando nuove informazioni. A giugno,
Snyder ha condiviso la
prima clip ufficiale, che mostra la Wonder Woman di Gal Gadot che trova un dipinto di Darkseid.
Poi, alla Justice Con del mese scorso, il regista ha diffuso un
breve video di Superman (Henry
Cavill) che indossava il suo famigerato costume nero.
E, proprio questo fine settimana, Snyder ha rivelato una versione a
bassa risoluzione di una nuova immagine di Steppenwolf, suggerendo
un aspetto più spaventoso per il personaggio.
Subito dopo la pubblicazione della
foto di Steppenwolf, Porter ha condiviso i suoi pensieri su di essa
e sulla clip precedentemente diffusa, confrontandola con l’intera
versione del film di Whedon. Ecco cosa ha scritto: “Un video di
30 secondi e foto a bassa risoluzione. Già meglio dell’intera altra
versione. Affanculo chi prende in giro. Questo sarà
epico.”
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Colin Trevorrow ha
condiviso una foto del set di Jurassic World:
Dominion che include un riferimento a un luogo familiare.
L’immagine mostra un contenitore di cella frigorifera all’interno
di un laboratorio e il contenitore ha l’etichetta “Sito B Isla
Sorna”. Isla Sorna è la location de Il Mondo Perduto, e
successivamente è stata rivisitata durante Jurassic Park
3. Che questa nuova avventura “giurassica” ci porterà di
nuovo su questo luogo ben noto?
In realtà non sarebbe una sorpresa
troppo grande trovare in questo film molti più elementi del
franchise originale, dato che il film vedrà il ritorno anche di
Ellie Sattler e Alan Grant. Ecco di seguito la
foto condivisa da Trevorrow:
In occasione delle riprese
di Jurassic
World: Dominion, la Universal Pictures ha dovuto
implementare sul set tutta una serie di rigidi
protocolli sanitari per permettere a tutti i membri
coinvolti nella produzione di poter lavorare in sicurezza. Tra i
protocolli che entreranno in vigore, figura anche un’area dedicata
che gestirà tutti i requisiti medici della produzione, inclusi test
sierologici e tamponi.
Jurassic
World: Dominion vedrà sia Chris
Pratt che Bryce
Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a
loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella
Pineda, Jake Johnson e Omar
Sy. Laura
Dern e Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che
avevano in Jurassic
Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan
Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta
nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe
originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff
Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta
in Jurassic World:
Il Regno Distrutto.
Artisti 7607 ricorda Franca
Valeri, tra le prime sostenitrici della collecting dei
diritti connessi al diritto d’autore. Dalla pagina facebook della
collecting le parole dell’attrice vengono lette in video in suo
ricordo, da Urbano Barberini, Claudio Bisio, Paolo
Calabresi, Chiara Colizzi, Cecilia Dazzi, Elio Germano, Carmen
Giardina, Valeria Golino, Caterina Guzzanti, Georgia Lepore, Neri
Marcorè, Cinzia Mascoli, Valerio Mastandrea, Alberto Molinari,
Paco Reconti, Alessandro Riceci e Michele
Riondino, che danno voce ai pensieri scritti e tratti dai
libri della Valeri: ”Bugiarda no, reticente”, “La vacanza
dei superstiti” e “Il secolo della noia”,
di Einaudi Editore.
Nel 2012, partecipando al video di
Artisti 7607 ”Una commedia italiana che non fa
ridere”,Franca Valeri affermava combattiva
<<Abbiamo la forza di ottenere tutto questo. Sapete
perché? Perché abbiamo sufficienti competenze per
farlo>>. Nel giorno della sua scomparsa, arriva
il sentito saluto di Artisti 7607: <<Cara
Franca, le attrici e gli attori italiani non dimenticheranno quanto
hai fatto per i loro diritti sostenendo con coraggio e fiducia il
progetto Artisti 7607, oggi una realtà importante anche grazie a
te. Ciao da noi cretinetti>>.
Proprio come gli atleti possono
avere una stagione di “breakout”, il MCU deve ora affrontare
una carenza di personaggi di rilievo, visto che i principali eroi
hanno archiviato la loro presenza nell’universo condiviso in
Avengers:
Endgame.
Visto però che il MCU continuerà per una Fase 4 e una
Fase 5 ancora nebulose ma annunciate, resta da capire quali sono i
personaggi, inediti o già in corso di presentazione, che potranno
essere sfruttati al meglio per dei cicli narrativi avvincenti.
Yelena Belova
In un primo momento
ritenuta un’apparizione una tantum, la Yelena Belova di Florence
Pugh debutterà in Black
Widow e ora, secondo i nuovi sviluppi, potrebbe
diventare un punto fermo per il nuovo roster MCU. Sappiamo che l’arco narrativo
di Natasha Romanoff è concluso, visti gli eventi di Avengers:
Endgame, ma c’era sempre la probabilità che il suo
film da protagonista potesse servire come punto di partenza per
altri personaggi secondari.
Yelena Belova potrebbe occupare il
vuoto lasciato da Vedova Nera e sarebbe un cambiamento coerente, e
il processo del “passaggio del testimone” potrebbe benissimo avere
luogo dentro al film che vedremo a novembre. L’affiliazione di
Yelena con Thunderbolts, A.I.M e S.H.I.E.L.D. (per citarne
alcuni) nei fumetti lascia immaginare che il personaggio possa
essere sviluppato nel lungo corso.
Ms. Marvel
Nel caso in cui non si
avesse familiarità con Kamala Khan prima, è probabile che presto
tutti conosceranno il personaggio secondario, visto che comparirà
in una serie Disney + già annunciata e avrà un’apparizione nel
prossimo videogioco Marvel’s Avengers. Ms. Marvel si preannuncia come un nome
ricorrente nel futuro del Marvel, e questo era valido anche
prima che arrivasse la notizia di un cameo del personaggio in
Captain
Marvel 2.
Il suo ruolo di supporto riportato
nel sequel di Captain
Marvel è un’ulteriore prova dell’eredità che porta con
sé il personaggio nella fase successiva del MCU. Proprio come Tony Stark ha
fatto da mentore a Peter Parker per il suo ruolo di Vendicatore,
Carol Danvers può fare lo stesso per Kamala Khan. Se i Marvel Studios hanno gli occhi puntati sulla
loro versione dei “Nuovi Vendicatori”, è una scommessa sicura
presumere che Ms. Marvel sarà un volto frequente sul
grande schermo.
Moon Knight
I Marvel Studios hanno risposto alla
chiamata dei fan quando hanno annunciato che Moon
Knight sarebbe stato introdotto nel MCU in una sua serie Disney+. Mentre il processo di casting
ufficiale è ancora in corso, sappiamo che l’introduzione del
personaggio è estremamente importante e significativa per tutto lo
Studio.
Ciò che rende Moon Knight un
potenziale candidato a ruolo ricorrente nella Fase 4 sono gli
attributi che possiede come personaggio. Il suo status di
imprenditore milionario e il suo sfruttamento della ricchezza per
il suo equipaggiamento hanno portato naturalmente a paragoni con
Batman della DC, e ha superpoteri molto simili ad altri eroi, ma ha
anche identità multiple, qualcosa non ancora completamente
esplorato in tutto il MCU.
Se i Marvel Studios esplorassero l’uso
di identità multiple da parte di Marc Spector, oltre al suo passato
da mercenario ed ex agente della CIA, questo darebbe al MCU un personaggio nuovo e
complesso che potrebbe catturare il favore di moltissimi fan e
spettatori.
Valchiria
“Come nuovo re, ha
bisogno di trovare la sua regina. Questo sarà il suo primo ordine
del giorno. Ha delle idee. Tenervi aggiornati.” Sono le parole
che Tessa Thompson ha pronunciato sul palco del Comic Con 2019,
all’annuncio di Thor: Love and Thunder con
Natalie Portman.
Mentre Valchiria è già diventata una
dei personaggi preferiti dalla sua introduzione in Thor:
Ragnarok, la convinzione qui è che la sua presenza
aiuterà i Marvel Studios a creare il prossimo
team-up che può essere protagonista nel futuro del MCU. La sua affiliazione con i
Difensori e in particolare con Misty Knight nei fumetti potrebbe
spingere i Marvel Studios a raccontare le
suddette squadre dopo il precedente adattamento su Netflix.
Nova
Gli eventi di Avengers:
Endgame hanno lasciato la porta spalancata per il
futuro del MCU e hanno permesso ai Marvel Studios di sfruttare il suo
elenco di personaggi per il futuro. Un personaggio a cui potrebbe
finalmente essere dato un volto è Nova, e lo stato attuale
dell’Universo Condiviso rende la sua possibile introduzione più che
logica.
Uno degli ultimi report afferma che
l’idea di portare Nova al cinema è nelle prime fasi di sviluppo, ma
resta da vedere quale versione dell’eroe cosmico sia stata scelta.
L’MCU potrebbe accogliere Richard
Rider o Sam Alexander nel roster. Con i Nova Corps già presentati
in Guardiani della Galassia e lo
spostamento del MCU verso le avventure cosmiche,
l’introduzione di Nova avrebbe molto senso.
Ecco il trailer originale di
I’m Thinking of Ending Things, il nuovo film di
Charlie Kaufman (sceneggiatore di Essere John
Malkovich, Il ladro di orchidee e Se mi lasci, ti
cancello e regista di
Anomalisa) che debutterà su Netflix a partire dal prossimo 4 settembre.
La sceneggiatura del film è tratta
dal romanzo omonimo di Iain Reid, che a sua volta
racconta la storia di Jake, in viaggio per andare a trovare i suoi
genitori nella loro fattoria isolata in compagnia della sua
fidanzata che sta pensando di terminare la loro relazione. Quando
però il ragazzo prende una decisione inaspettata lasciandola senza
prospettiva, la coppia entrerà in uno stato di palpabile tensione,
fragilità psicologica e puro terrore.
Il cast del film annovera
Jesse Plemons (Breaking Bad, Fargo), David
Thewlis (Wonder Woman), Toni Collette (Hereditary – Le Radici del
Male) e Jessie Buckley (Taboo, Chernobyl).
L’universo di Star
Wars è in continua espansione. Per quanto il nuovo
corso Disney del franchise abbia voluto imporre la sua timeline
riducendo l’universo espanso ai film, il marchio continua ad avere
tantissime declinazioni e tra serie tv e fumetti, continua ad
ingrandirsi.
Proprio dai fumetti arriva una nuova
immagine della tomba di Padme Amidala. Si tratta
del volume 4 della nuova storia dedicata a Darth Vader, e nelle
immagini di seguito, vediamo il Lord Sith recarsi sulla tomba
dell’amata, forse per tentare l’ultimo gesto e provare a riportarla
in vita. Ecco le immagini:
Nelle vicende cinematografiche,
l’amore tra Padme e Anakin, prima che diventasse Darth Vader, è
stato raccontato dalla trilogia prequel, che narra proprio della
nascita dei gemelli Skywalker e dell’ascesa del Lord Sith, corrotto
dall’Imperatore. La trilogia sequel non è troppo amata dai fan, se
non nell’ultimo capitolo, che si conclude proprio con la morte di
Padme e la nascita di Darth Vader, mentre i due neonati, Luke e
Leia, vengono separati, uno su Tatooine e l’altra di Alderaan.
La saga degli Skywalker, che vede la
sua origine proprio in Anakin, si è conclusa, al cinema, lo scorso
dicembre, con l’arrivo in sala di Episodio IX, che
ha presentato e sviluppato nuovi poteri Jedi, come la guarigione e
rinascita attraverso l’uso della Forza. Questa idea, che sembra
andare contro il canone, è stata contestualizzata e spiegata in
diversi momenti e
qui ne trovate un assaggio.
Amazon Prime ha condiviso il primo
trailer del prossimo progetto antologico di Steve
McQueen, dal titolo Small Axe che
comprende diversi film, tutti diretti dal regista di
Shame e 12 Anni Schiavo. Il primo
sguardo offerto proviene dalla puntata “Mangrove”. Interpretato da
Letitia Wright, molto amata dal pubblico in Black Panther e
Avengers: Infinity War, “Mangrove” fa
parte della selezione ufficiale del Festival
di Cannes e del Festival di New York. Small
Axe è il primo progetto televisivo di McQueen e “Mangrove”
segna il primo nuovo filmato realizzato da McQueen dopo l’uscita
nel 2018 di Widows.
Secondo la sinossi ufficiale di
Amazon, “Mangrove” racconta la “vera storia dei Mangrove 9, un
gruppo di attivisti neri che si sono scontrati con la polizia di
Londra durante una marcia di protesta nel 1970, e il processo a
grande impatto mediatico che ne è seguito. Il processo è stato il
primo riconoscimento giudiziario di comportamenti motivati
dall’odio razziale all’interno della polizia metropolitana”. Al
fianco di Wright c’è un cast che include Shaun Parkes,
Malachi Kirby, Rochenda Sandall, Jack Lowden, Sam Spruell, Gershwyn
Eustache Jr. e Gary Beadle, tra gli
altri. “Mangrove” è stato scritto insieme da McQueen e
Alastair Siddons.
Indicata come una delle attrici più
promettenti degli anni Sessanta, Sharon Tate è
tristemente ricordata per l’eccidio di Cielo Drive, nel quale perse
la vita. Anche se breve, però, la sua filmografia vanta titoli
particolarmente noti, come anche la collaborazione con importanti
registi e attori. La Tate aveva infatti tutte le qualità per
diventare una delle stelle più splendenti di Hollywood, dotata di
carisma, fascino e talento.
Ecco 10 cose che non sai di
Sharon Tate.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Sharon Tate: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in noti
lungometraggi. All’inizio della sua carriera la Tate ha
recitato piccoli ruoli in alcuni film, senza però venire
accreditata. Tra questi si annoverano Le avventure di un
giovane (1962), Tempo di guerra, tempo d’amore
(1964), e Castelli di sabbia (1965). Ottiene un primo
significativo ruolo in Cerimonia per un delitto (1966),
per poi recitare in Per favore, non mordermi sul collo!
(1967), Piano, piano non t’agitare (1967), La valle
delle bambole (1967), e Missione compiuta stop. Bacioni
Matt Helm (1969), titolo italiano di The Wrecking
Crew. Nel 1969 è poi uscito postumo il suo ultimo film,
Una su 13.
9. Ha preso parte a serie
televisive. Nei suoi primi anni di attività, la Tate ebbe
modo di recitare anche in alcune serie televisive, che la aiutarono
ad ottenere una buona visibilità. La prima di queste è Mister
Ed, il mulo parlante (1963), dove interpreta il ruolo di
un’operatrice telefonica. Successivamente recita nella celebre
Organizzazione U.N.C.L.E., nell’episodio The Girls of
Nazarone Affair (1965), nel ruolo di una terapista. Ottiene
una parte di maggior rilievo in The Beverly Hillbillies,
dove dal 1963 al 1965 recita nel ruolo di Janet Trego.
8. È stata interpretata al
cinema da altre attrici. Negli ultimi anni diversi film
hanno portato al cinema il massacro di Cielo Drive, rendendo la
Tate uno dei personaggi di tali opere. Nel 2016 viene infatti
rilasciato 10050 Cielo Drive, dove l’attrice è
interpretata da Katie
Cassidy. Nel 2018 è invece la volta di Charlie
Says, con Grace Van Dien nei panni della
Tate. Più celebre è Sharon Tate – Tra incubo e realtà, del
2019, dove ad interpretare l’attrice vi è Hilary
Duff. La versione più chiacchierata e nota è però quella
presente nel film C’era una volta a…
Hollywood, diretto nel 2019 da Quentin
Tarantino, dove la Tate è interpretata dall’attrice
Margot
Robbie.
Sharon Tate e Roman Polanski
7. Era sposata con il
celebre regista. Mentre si trovava a Londra per le riprese
di Cerimonia per un delitto, l’attrice conobbe il regista
Roman Polanski. Questi le chiese di interpretare
il ruolo della protagonista femminile nel suo film Per favore,
non mordermi sul collo!. Al termine delle riprese, i due erano
ufficialmente diventati una coppia, e la Tate si trasferì
ufficialmente a Londra per convivere con il
regista. I due si sposarono poi nel quartiere di
Chelsea il 20 gennaio del 1968, suscitando grande attenzione da
parte del pubblico e della stampa.
6. Erano una coppia
anticonvenzionale. A suscitare grande interesse nei loro
confronti erano diversi fattori. I due erano infatti astri nascenti
e sempre più affermati del cinema, continuamente impegnati in
diversi progetti. La coppia si fece anche notare per le differenze
che intercorrevano tra di loro. La Tate era infatti considerata
moderna e anticonvenzionale, con un’idea precisa del matrimonio e
dell’amore. Polanski, al contrario, viveva abbracciando la cultura
hippie, ed era più propenso all’amore libero ed extraconiugale. Da
molti vennero definiti “la coppia imperfetta”.
Parte delle cose che non sai di
Sharon Tate
Sharon Tate e Dean Martin
5. Recitò con il celebre
attore. Nel suo penultimo film, Missione compiuta
stop. Bacioni Matt Helm, l’attrice ebbe modo di recitare
accanto al celebre attore Dean Martin, interprete
di numerosi film comici di grande successo. Il film in questione
era il quarto ed ultimo episodio della serie cinematografica
dedicata all’agente segreto Matt Helm. Qui la Tate interpretava
Freya Carlson, che svolge il ruolo della maldestra ma affascinante
guida di un ufficio turistico della Danimarca, dove Helm si è
recato per risolvere un nuovo caso. La donna, nel corso del film,
si rivelerà particolarmente utili ai fini della buona riuscita
della missione.
Sharon Tate: la sua morte
4. Fu una delle vittime
della famiglia Manson. L’8 agosto del 1969 l’attrice si
trovava nella sua villa a Cielo Drive, in compagnia di alcuni
amici. Era inoltre a sole due settimane dal parto del figlio
concepito con il marito Polanski. Quella notte, le persone presenti
nella villa vennero brutalmente assassinate dai membri della
famiglia Manson, capitanata da Charles Manson. Il
corpo dell’attrice, insieme a quello dei suoi amici, venne
ritrovato il mattino dopo dalla cameriera della villa. La Tate era
stata pugnalata un totale di 16 volte, di cui 5 di queste erano già
di per sé mortali.
3. La sua storia sconvolse
profondamente Hollywood. Non vi erano precedenti, nella
storia di Hollywood, di un simile evento. La morte di Sharon Tate
viene così indicato non solo come uno degli eventi che chiudono il
decennio, ma anche come un vero e proprio momento di passaggio da
un clima di spensieratezza ad uno di paura e tensione sociale. Ci
vollero cinque mesi affinché la polizia riuscì a risalire alla
famiglia Manson, arrestando i membri della banda colpevoli, i quali
vennero da prima condannati a morte e poi all’ergastolo.
Sharon Tate: il documentario su di
lei
2. Diversi documentari
hanno raccontato la vicenda dell’attrice. L’evento colpì
profondamente il mondo del cinema, che da subito cerco di
partecipare allo svelamento della verità con numerose inchieste e
documentari. Il più celebre tra tutti è quello intitolato
Manson, del 1973, che venne candidato al premio Oscar come
miglior documentario. All’interno di questo si ripercorre la storia
della Tate, fino a giungere al suo terribile epilogo. Con filmati
di repertorio e testimonianze, i registi cercarono di ricostruire
l’accaduto e far luce su di esso.
Sharon Tate: età e altezza
1. Sharon Tate a nata a
Dallas, in Texas, Stati Uniti, il 24 gennaio del 1943, ed
è morta a Los Angeles, il 9 agosto del 1969, all’età di 26 anni.
L’attrice era alta 168 centimetri.
Negli anni ottanta Gianni Morandi
cantava “Uno Su Mille Ce La Fa”; ebbene Stefania
Spampinato è proprio una di quei mille fortunati. Nata e
cresciuta nella bella Sicilia, prima dei trent’anni è riuscita a
conquistare gli States, diventato un’attrice amata e affermata.
Scopriamo insieme tutto
quello che c’è da sapere su Stefania Spampinato, sulla sua
vita privata e sulla sua incredibile carriera.
Stefania Spampinato biografia
10. Nata il 17
luglio 1982 a Catania, in Sicilia,
Stefania Spampinato ha subito mostrato interesse
per il mondo dello spettacolo. Da piccola inizia a studiare
danza classica e sviluppa una grande passione per
l’arte, grazie anche agli incoraggiamenti della madre.
9. Studiando al
liceo classico, Stefania è convinta da grande di voler
diventare un avvocato di successo ma i suoi piano
cambiano quando a 15 anni si appassiona al mondo della danza.
Decisa a diventare una ballerina professionista, dopo il diploma si
trasferisce a Milano dove studia danza, recitazione e canto in
accademia, laureandosi a pieni voti.
Grazie all’istruzione ricevuta e al
suo grande talento, comincia a viaggiare per il mondo collaborando
con artisti come Joaquin Cortez, Kylie
Minogue e Leona Lewis e partecipando
anche The Voice UK e X Factor US
e UK.
8. Dopo aver
vissuto per cinque anni a Londra, Stefania compra
un biglietto di sola andata per Los Angeles dove
si trasferisce per lavorare come ballerina. Una
volta arrivata a L.A però la Spampinato si rende conto di non
essere preparata a sufficienza per una realtà così competitiva. Per
poter sfondare nel mondo della danza in California avrebbe dovuto
cominciare la sua istruzione daccapo a 29 anni d’età, età già
avanzata per una ballerina professionista.
Così Stefania cambia direzione alla
sua carriera e comincia a studiare recitazione,
lavorando come cameriera per mantenersi a Los Angeles.
Stefania Spampinato film e serie
tv
7. Negli States,
Stefania Spampinato comincia a lavorare nel mondo dello spettacolo
accettando piccoli ruoli o comparsate in film e serie tv di
successo come La Strana Coppia (2007), Glee
(2017) – episodio 5×09 Frenemies -, Less
is More (2015), Il Buono, Il Brutto e Il
Morto (2015) e Satisfaction (2015).
Stefania Spampinato in Ford vs Ferrari – Fonte: IMDB
Ford vs.
Ferrari, presentato al Telluride Film
Festival e al Toronto International Film
Festival, racconta delle vicende della scuderia Ford e
della grande sfida contro la Ferrari a Le Mans nel 1966. Il
progettista Carroll Shelby (Matt
Damon) e il suo pilota Ken Miles (Christian
Bale), ingaggiati da Henry Ford II (Tracy
Letts) e Lee Iacocca (Jon
Bernthal), sono a capo della scuderia Ford con il
compito di costruire una vettura, la Ford GT40, in grado di
competere e battere la Ferrari sul circuito di Le Mans.
Nel film, che ha ricevuto quattro
candidature agli Oscar 2020, Stefania Spampinato ha un ruolo minore
e interpreta la traduttrice inglese di Enzo Ferrari (Remo
Girone).
Il Giorno Più
Bello del Mondo è invece una divertente commedia
fantastica che ha come protagonista Alessandro Siani. Il film
racconta la storia di Arturo Meraviglia (Alessandro
Siani), un gestore di un teatro ormai sull’orlo della
crisi. Indebitato fino al collo, un giorno Arturo riceve l’eredità
di un lontano zio defunto. Convinto di ricevere fondi per poter
pagare i debiti e riaprire il teatro, Arturo riceve invece in
eredità l’affidamento dei due figli dello zio, Gioele e
Rebecca.
La convivenza dei tre diventa
difficile soprattutto quando Arturo si accorge che Giole è dotato
di poteri sovrannaturali…
Stefania Spampinato Grey’s
Anatony
5. Dopo aver
interpretato tantissimi ruoli minori in film e serie tv di vario
genere, nel 2017 per Stefania arriva la svolta. Il suo agente le
procura infatti un provino per la fortunatissima serie medical dramaGrey’s
Anatomy. Sembra che Shonda
Rhimes, ideatrice e produttrice della serie, fosse
alla ricerca proprio di un’attrice italiana che interpretasse un
nuovo personaggio. Nel giro quindi di ventiquattrore Stefania fa il
provino e viene subito scritturata per la parte della dottoressa Carina
DeLuca.
Per tutti coloro che finora hanno
vissuto rinchiusi in una caverna e non conoscono Grey’s Anatomy, facciamo un piccolo recap.
Creata da Shonda
Rhimes, sua maestà delle serie televisive
statunitensi, Grey’s
Anatomy è un medical drama incentrato sulla
vita della dottoressa Meredith Grey (Ellen
Pompeo), tirocinante di chirurgia al Seattle Grace
Hospital di Seattle. La serie segue la carriera di Meredith e degli
altri specializzandi e delle loro rispettive vite sentimentali.
Dopo il suo debutto nel 2005 sul
canale Fox Life, Grey’s Anatomy oggi è ancora in
produzione e conta 17 stagioni e la bellezza di
364 episodi.
Il ruolo di Stefania
Spampinato in Grey’s Anatomy è quello
della dottoressa Carina
DeLuca, ginecologa e ostetrica, sorella di Andrew
DeLuca, ricercatrice del Grey Sloan Memorial Hospital. Carina è
inoltre la ex fidanzata di Arizona Robbins (Jessica
Capshaw) e attuale compagna di Maya Bishop (Danielle
Savre).
4. Nel 2020, inoltre, Stefania
Spampinato compare in alcuni episodi della serie Station 19,
spinoff di Grey’s
Anatomy e che racconta delle vicende dei vigili del
fuoco di Seattle.
Stefania Spampinato curiosità
3. In più di
un’intervista Stefania Spampinato ha dichiarato di amare molto il
mondo delle serie tv e di essere sempre stata una grande fan di
Grey’s
Anatomy, ancor prima che le venisse offerto il ruolo
di Carina DeLuca. Tuttavia, la serie preferita in assoluto da
Stefania è Friends,
sit-com che guarderebbe all’infinito e che spesso la aiuta a
staccare la spina e a rilassarsi.
2. Oltre alle
serie tv, Stefania ha tanti altri interessi e uno tra questi è
senza dubbio lo sport. La Spampinato, come ogni
siciliana che si rispetti, ama molto il cibo e quindi dedica molto
del suo tempo libero a tenersi in forma. Tuttavia non sembra essere
una grande appassionata di palestra; per Stefania stare chiusa in
una sala piena di attrezzi è abbastanza noioso. E’ per questo
motivo che si è appassionata al Taekwondo.
Si tratta di una particolare arte
marziale coreana, nata tra gli anni quaranta e cinquanta del
novecento, e che unisce tecniche di combattimento e difesa
personale a tecniche del gioco del calcio. Per pratica questo sport
serve forza, disciplina e meditazione.
Stefania utilizza il taekwondo per
tenersi in forma e per scaricare tutto lo stress accumulato con il
lavoro.
1. Oltre al taekwondo, la danza, il
cibo e le serie tv, Stefania si dedica molto a progetti per la
salvaguardia del pianeta. Tempo fa è stata anche ambasciatrice,
insieme a Fiorello, di un progetto del WWF,“Arricugghiemu a
Plastica” che in dialetto siciliano significa “raccogliamo
la plastica”.
Tramite il suo account Instagram, Stefania
Spampinato, lo scorso 3 giugno ha invitato tutti i
suoi follower siciliani e non a dedicare qualche ora del
loro tempo alla raccolta di rifiuti plastici dalle spiagge
siciliane.
Popolare attore di cinema e
televisione, Luke Perry ha nel corso della sua
carriera affrontato sempre con grande naturalezza generi e ruoli
spesso molto diversi tra loro. Si è in particolare distinto grazie
ad alcune serie TV di successo degli anni Novanta, che gli hanno
permesso di ottenere fama e riconoscimenti da parte della critica.
Con la sua scomparsa, Perry ha lasciato un vuoto incolmabile nel
cuore dei suoi fan, che lo ricordano come un interprete brillante e
generoso.
Ecco 10 cose che non sai di
Luke Perry.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Luke Perry: i suoi film e le serie
TV
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attore debutta al cinema con L’ultimo
viaggio (1990), per poi ottenere particolare popolarità grazie
ai film Buffy – L’Ammazza Vampiri (1992), con Donald
Sutherland, Vacanze di Natale ’95 (1995),
Crocevia per l’inferno (1996), Il quinto elemento
(1997), con Bruce
Willis,Partita col destino (1998) e
Impatto letale (1999). Negli anni seguenti, reciterà in
una serie di titoli minori, alternati a film come Alice una
vita sottosopra (2007), The Final Storm (2010),
Un’estate al ranch (2010), Red Wing (2013),
Black Beauty – Una storia di coraggio (2015), e
C’era una volta a…
Hollywood (2019), suo ultimo film, dove recita accanto a
Leonardo
DiCaprio.
9. È noto per i suoi ruoli
televisivi. Perry è ben più noto per i ruoli ricoperti nel
corso degli anni in televisione. La grande popolarità gli è data
dalla serie Beverly Hills 90210, dove recita dal 1990 al
2000 nel ruolo di Dylan McKay. Nel mentre, si divide tra film
televisivi come A casa con i Webber (1993), Invasione
letale (1997), Riot (1997) e Occhi
indiscreti (1998). A partire dal 2000 inizia a recitare in
alcuni episodi di serie come Oz (2001-2002),
Jeremiah (2002-2004), Le cose che amo di te
(2005), Windfall (2006), John from Cincinnati
(2007), Law & Order – Unità vittime speciali (2008),
Criminal Minds (2008), Body of Proof (2012-2013),
Hot in Cleveland (2014) e Detective McLean
(2015). Dal 2017 al 2019 ha poi recitato nel ruolo di Fred Andrews
nella celebre serie teen drama Riverdale,
recitando accanto agli attori Camila Mendes,
Cole Sprouse
e Madelaine
Petsch.
8. È stato anche
produttore. A partire dal nuovo millennio, Perry non ha
più solo ricoperto il ruolo dell’interprete, decidendo di dedicarsi
anche in qualità di produttore ad alcuni progetti per la
televisione. Ha infatti iniziato come produttore esecutivo della
serie Jeremiah, dove ha anche recitato. Ha poi prodotto i
film Goodnight for Justice (2011), Goodnight for
Justice: The Measure of a Man (2012) e Goodnight for
Justice: Queen of Hearts (2013), trilogia western dedicata al
personaggio di John Goodnight, da lui anche interpretato. Nel 2017
è invece stato produttore esecutivo della serie mistery Trouble
Creek.
Luke Perry: la moglie e i figli
Jack e Sophie
7. Era sposato. Nel
novembre del 1993 Perry sposò Rachel Minnie Sharp, con la quale
ebbe poi due figli: Jack, nato nel giugno del 1997, e Sophie, nata
nel giugno del 2000. L’attore era stato sempre molto attento a non
diffondere particolari notizie riguardanti la propria vita privata,
desideroso di tenere questa al riparo dai riflettori del mondo
dello spettacolo. Nel 2003, tuttavia, dopo dieci anni di
matrimonio, annunciò la separazione dalla moglie, con la quale
rimase però in buoni rapporti per poter crescere insieme i figli.
Negli ultimi anni della sua vita, era invece legato alla terapista
Wendy Madison Bauer.
6. Ha condiviso il suo
ultimo set con il figlio. Perry si è sempre impegnato
molto al fine di poter essere un buon padre per i suoi figli Jack e
Sophie. Ha inoltre sostenuto il primogenito quando questi decise di
intraprendere la carriera da lottatore di wrestling, arrivando nel
gennaio del 2019 a debuttare nella neonata federazione All Elite
Wrestling, con il nome di Jungle Boy. Perry ebbe inoltre modo di
condividere anche il suo ultimo set con il figlio. Chiese infatti a
Quentin Tarantino di far avere un cameo a Jack nel
film C’era una volta a… Hollywood, dove egli recitava nel
ruolo di Wayne Maunder.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Luke Perry in Beverly Hills
90210
5. Il suo personaggio era
previsto soltanto per pochi episodi. Al momento di
assumere il ruolo di Dylan nella serie Beverly Hills
90210, all’attore fu fatto sapere che tale personaggio sarebbe
apparso soltanto in sei episodi. Lo studios di produzione, infatti,
non era convinto riguardo al potenziale della parte, né sulle
qualità recitative di Perry. Tuttavia, questi ottenne
un’incredibile risposta positiva da parte del pubblico, che spinse
pertanto i produttori ad ampliare il personaggio facendolo
diventare un membro fisso del cast. Al termine della serie, Perry
aveva recitato in quasi 200 episodi.
4. Ha diretto due episodi
della serie. Particolarmente legato alla serie che gli
diede grande popolarità, Perry decise per questa di compiere le sue
uniche due incursioni dietro la macchina da presa. Ottenne infatti
di poter dirigere due episodi della serie. Questi sono Fortune
Cookie, episodio numero 20 della nona stagione, e Laying
Pipe, episodio numero 7 della decima stagione. L’esperienza fu
per Perry particolarmente entusiasmante, specialmente perché capì
di conoscere estremamente bene quel mondo narrativo e di saper
tirare fuori il meglio di questo.
Luke Perry in Riverdale
3. Era il padre del
protagonista. Dal 2017 l’attore recitava nel ruolo di Fred
Andrews nella serie Riverdale. Questi è il padre di Archie
Andrews, il protagonista principale della storia. All’inizio della
serie, Fred vive un conflitto con il figlio, il quale nutre una
profonda passione per la musica. Il genitore si ricrederà però nel
momento in cui scopre del reale talento del figlio. Il ruolo di
Fred sarà una presenza piuttosto fissa all’interno della serie, e
permetterà a Perry di apparire in ben 52 episodi, dalla prima alla
terza stagione.
2. La serie è dedicata a
lui. A causa della scomparsa di Perry, il personaggio di
Fred viene fatto uscire di scena dalla serie, per poi annunciare
con il primo episodio della quarta stagione della sua morte,
avvenuta per incidente stradale. A partire dall’episodio Capitolo
Quarantanove: Fire Walk with Me, quattordicesimo della
terza stagione e primo andato in onda in seguito alla morte di
Perry, viene annunciato che tutte le puntate della serie saranno
dedicate alla sua memoria.
Luke Perry: età, altezza e la sua
morte
Luke Perry è nato a
Mansfield, in Ohio, Stati Uniti, l’11 ottobre del 1966, ed
è deceduto all’età di 52 anni il 4 marzo del 2019, a Burbank, in
California. La sua morte è stata causata da un grave ictus
ischemico, che lo aveva colpito il 27 febbraio del 2019. L’attore
era alto complessivamente 178 centimetri.
Dopo avervi parlato della bella e
talentuosa Rachel
DiPillo, continuiamo il nostro viaggio dietro le
quinte di Chicago
Med e stavolta indaghiamo su Colin
Donnell.
Venite quindi a scoprire con noi
tutto quello che c’è da sapere su Colin Donnell,
sulla sua vita privata e sulla sua carriera nel mondo dello
spettacolo.
Colin Donnell biografia
10. Nato il 2
ottobre del 1982 a St. Louis, in Missouri, Stati Uniti,
Colin Donnell è il più giovane di tre fratelli.
Sin da piccolo mostra subito una grande passione per il mondo dello
spettacolo e per le arti figurative in generale.
9. All’età di
diciassette anni inizia a prendere lezioni di
canto e si appassiona alla chitarra.
Quello che però sembra solo un hobby, si trasforma poi in un vero e
proprio lavoro.
Dopo aver conseguito la laurea
all’Università dell’indiana nel 2005, Colin comincia a lavorare in
teatro e finisce addirittura a Broadway.
All’età di soli 24 anni, nel 2005,
debutta a Broadway nel musical Jersey Boys come
sostituto di Hank Majewski, Bob Gaudio e Nick Massi. Ma la sua
carriera a Broadway continua e negli anni successivi torna sul
palcoscenico con gli spettacoli Anything Goes
(2011) e Violet (2014).
8. Grazie alla sua
formazione artistica e al suo talento per il canto e la
recitazione, Colin continua per molti anni a esibirsi a teatro e ha
anche l’occasione di partecipare ai National Tour di famosi musical
come Follies e Wicked.
In Wicked, nel
2009, Colin Donnell interpreta il ruolo di Fiyero
uno dei personaggi del mondo immaginario di Oz. Nel musical Wicked,
il personaggio di Fiyero è un giovane principe, svogliato e pigro,
protagonista di un triangolo amorose con le streghe
Glinda e Elphaba.
Colin Donnell film e serie tv
7. Ma se gli
appassionati di musical ricordano Colin Donnell
per la sua incredibile voce, i tv dipendenti lo riconosceranno
grazie ad alcune serie tv di successo. Parallelamente alla sua
carriera teatrale, infatti, negli anni Colin si dedica anche al
cinema e alla televisione.
Il suo debutto cinematografico
risale al 2014 quando partecipa alla realizzazione del film
Ogni Cosa è Segreta, diretto da Emy Berg.
Basato sull’omonimo romando di
Laura Lippman, il film racconta la triste storia di una bambina di
tre anni, scomparsa nel nulla. Mentre la polizia indaga, le prove
raccolte sembrano condurre a due giovani donne, rilasciate da poco
e accusate giù otto anni prima dell’omicidio di un ragazzino.
6. Dopo il suo primo progetto
cinematografico, Colin Donnell inizia a dedicarsi alla televisione.
Inizia quindi con l’accettare piccoli ruoli o comparsate in serie
tv di successo come Pan Am (2011-2012),
Unforgettable (2014), Person of
Interest (2014) e The Mysteries of Laura
(2014).
Nel 2012, tuttavia, arriva per
Colin il primo vero ruolo televisivo importante; viene scelto per
interpretare uno dei personaggi della serie Arrow.
Colin Donnell in Arrow
5. Creata da
Greg Berlanti, Marc Guggenheim e
Andrew Kreisberg, Arrow è una serie della
CW basata sul personaggio di Freccia Verde dei
fumetti della DC Comics. La serie, la prima del cosiddetto universo
televisivo di Arrowverse, ha dato vita negli anni
ad alcuni spinoff di successo come The Flash, Legends of
Tomorrow, Supergirl,Black
Lightining, Batwoman e
Stargirl. A queste
bisogna aggiungere la serie Superman and
Lois, ancora in fase di lavorazione.
La serie è incentrata tutta sul
personaggio di Oliver Queen (Stephen
Amell) che, dopo anni passati da solo su di un’isola
deserta, torna nella sua città natale, Starling City, e comincia
una doppia vita; di giorno è il miliardario Oliver Queen e di notte
si trasforma in Green Arrow, il giustiziere mascherato.
Dopo il suo isolamento forzato,
Oliver adesso è deciso a esaudire esaudire l’ultimo desiderio di
suo padre, ovvero quello di salvare Starling City punendo tutti
coloro che stanno contribuendo al suo declino. Green Arrow seguirà
una lista di nomi lasciatagli dal padre, nemici che dovrà
sconfiggere con l’aiuto di alcuni fidati amici…
Nella serie Colin
Donnell interpreta Tommy Merlyn, il
migliore amico di Oliver Queen. Tommy è un ragazzo viziato che, una
volta finito in disgrazia, inizia a lavorare con Oliver nel suo
night club.
Alla fine della prima stagione, Tommy Merlyn in un incidente
durante un terremoto nel tentativo di salvare la sua ragazza
Laurel. Tuttavia Colin Donnell tornerà nella stagione 6 di Arrow
per interpretare il malvagio Prometheus, il doppelganger di Tommy
Merlyn su Terra X, pianeta di un universo parallelo.
Colin Donnell in Chicago Med
4. Dopo una breve
parentesi nella serie tv The Affair (2014-2015),
arriva per Colin Donnell un nuovo esaltate
progetto televisivo. In quello stesso anno viene scelto per
interpretare uno degli affascinanti dottori di Chicago Med.
Spinoff dell’acclamatissima serie
Chicago
Fire, Chicago Med, prodotta
dal genio televisivo di Dick Wolf, racconta delle
vicissitudini di medici e infermieri dell’ospedale Chicago Medical
Center.
Tra i personaggi principali abbiamo
William Halstead (Nick Gehlfuss) chirurgo e
specializzando anziano in Medicina d’Emergenza; Maggie Lockwood
(Marlyne Barrett), infermiera caporeparto del
Pronto Soccorso; Sharon Goodwin (S. Epatha
Merkerson), Direttore Sanitario del Chicago Medical
Center; April Sexton (Yaya
DaCosta), infermiera; Natalie Manning (Torrey
DeVitto), pediatra e specializzanda in Medicina
d’Emergenza.
Ancora, Sarah Reese (Rachel
DiPillo), una studentessa del quarto anno di medicina;
Ethan Choi (Brian Tee), ex militare e
specializzando del terzo anno di Medicina d’Emergenza; Daniel
Charles (Oliver Platt), Primario del reparto di
Psichiatria; e in ultimo Ava Bekker (Norma
Kuhling), chirurgo cardio-toracico del Chicago Med.
Nella serie Colin
Donnell interpreta Connor Rodhes chirurgo
specializzati in Chirurgia d’Emergenza. E’ uno dei chirurghi più
apprezzati del Chicago Med nonché un
gran rubacuori. Pur essendo un uomo brillante e affascinante, le
sue storie d’amore però tendono sempre a finire e a lasciarlo col
cuore spezzato. La sua ultima fiamma, la chirurga Ava Bekker
(Norma Kuhling), infatti, muore suicida nella
quinta stagione della serie. Distrutto dalla perdita e dai segreti
scoperti connessi al suicidio di Ava, il personaggi di Connor
Rodhes si traferisce altrove.
Al momento Chicago Med è arrivato
alla sua quinta stagione, non senza stravolgimenti di trama e cast,
contando per ora ben 101 episodi. Colin Donnell lascia Chicago
Med purtroppo all’inizio della quinta stagione;
l’attore ha interpretato Connor Rodhes in un arco di 84
episodi che vanno dal
pilot “Derailed” alla 5×01
“Never Going Back to Normal”.
Colin Donnell in Chicago Fire e
Chicago PD: gli episodi crossover
3. L’intero
universo televisivo di Chicago, creato a Dick
Wolf, è molto più intricato di quanto si possa immaginare.
Capita spesso – soprattutto durante le prime due stagioni
di Chicago
Fire – che i personaggi delle tre serie si mixino
in uno stesso episodio. Questo stratagemma è stato ideato dagli
autori per presentare al pubblico di Chicago Fire, alcuni
nuovi personaggi che saranno poi protagonisti
degli spinoff Chicago
PD e Chicago Med.
Quasi tutti i personaggi di ognuna
delle serie è comparso in almeno un paio di episodi delle altre
due. Oltre alle varie ‘comparsate’, utilizzate più che altro per
mantenere una sorta di continuità nell’universo Chicago, ci sono
anche gli episodi crossover. Queste particolari puntate sono
caratterizzate da storie che mettono in comunicazione tra loro le
varie serie e tutti i loro personaggi.
Quel gran burlone
di Dick Wolf, tuttavia, continua a complicare
le cose aggiungendo al già intricato universo televisivo di Chicago
anche alcuni episodi crossover con la famosa e fortunatissima serie
crime Law & Order –
SVU.
Insomma, se volete iniziare a
vedere almeno una di queste serie senza rischiare di perdere pezzi
di trama per strada, vi servirà uno schema. Per capire come
guardare nell’ordine esatto i vari episodi delle serie Chicago Fire,
PD e Med, vi consigliamo di
consultare il validissimo schema de Il Criticatore di
Telefilm.
1. Stare al passo
con le storie d’amore delle star è sempre difficile. Ci sono attori
e attrici che si divertono a cambiare partner andando come le api
di fiore in fiore e poi ci sono i cosiddetti monogami seriali, un
po’ come il nostro Colin.
Nel 2013 Colin
Donnell, mentre lavora all’adattamento musicale di Love’s
Labor’s Lost, conosce l’attrice Patti Murin, molto
attiva come lui in teatro e a Broadway. I due cominciano a
frequentarsi e nel 2014 rendono ufficiale la loro relazione.
Soltanto un anno più tardi, il 19 giugno del 2015, a New York,
Colin e Patti si sposano.
Oltre ad essere una coppia nella
vita privata, i due si trovano a recitare sullo stesso set;
entrambi infatti lavorano alla serie Chicago Med. In
particolare, Patti Murin interpreta la patologa
Nina Shore in un arco complessivo di 18
episodi, dalla puntata 1×10
“Clarity” alla 4×22 “With a
Brave Heart”.
All’inizio di quest’anno, a
febbraio del 2020, la coppia ha annunciato l’arrivo del loro primo
figlio, un bambina nata lo scorso 14 luglio. Per ulteriori
aggiornamenti vi consigliamo di seguire l’account ufficiale
Instagram di Colin
Donnell.
Per alcuni attori e attrici
americane, la televisione è solo un trampolino di lancio, il primo
passaggio obbligato prima di approdare al cinema. Eppure c’è chi si
affeziona alla tv e resta ancorata al piccolo schermo, attrici come
S. Epatha Merkerson, veterana delle serie tv,
diventata famosa grazie a Law and Order.
Scopriamo quindi insieme
tutto quello che c’è da sapere su S. Epatha
Merkerson e la sua lunga carriera tra cinema e
televisione.
S. Epatha Merkerson biografia
10. Nata il 28
novembre del 1952 a Saginaw, in Michigan, Stati Uniti, S. Epatha
Merkerson proviene da una famiglia di umili origini; la madre
lavorava come impiegata in un ufficio postale mentre il padre era
un operaio. I suoi genitori si separano purtroppo quando lei ha
appena cinque anni. Dopo il diploma, conseguito nel 1970 alla
Cooley High School di Detroit, Ephata si iscrive alla Wayne State
University dove si laurea a pieni voti alcuni anni più tardi.
9. La “s” puntata
che precede il suo nome, ha sempre destato molta curiosità tra i
suoi fan che negli anni si sono chiesti cosa significasse. Ebbene,
quella “s” sta per Sharon, primo e vero nome di
battesimo della Merkerson, nome che l’attrice ha deciso di
cancellare e cambiare legalmente con una semplice “s” puntata.
8. Nel 1978 si
trasferisce a New York dove inizia a lavorare in
teatro. Nonostante Ephata sia conosciuta principalmente per i suoi
ruoli televisivi, l’attrice ha avuto una lunga e fruttuosa carriera
teatrale, recitando a Broadway e in spettacoli
off-Broadway. Nel 1995, ottiene una nomination ai
Tony Award, come Miglior Attrice per la sua performance nel film
musicale The Piano Lesson di August
Wilson.
S. Epatha Merkerson film e serie
tv
Tommy Lee Jones and S. Epatha Merkerson in Lincoln – Fonte:
IMDB
7. Dopo i suoi
primi spettacoli teatrali, alla fine degli anni ottanta, Ephata
comincia la sua carriera nel mondo dello spettacolo. La sua prima
apparizione al cinema risale al 1986 quando partecipa alla
realizzazione del film Lola Darling.
Il film, diretto da Spike
Lee, racconta la storia di Lola Darling, una giovane
artista afroamericana che lavoro in campo pubblicitario e vive da
sola a Brooklyn, La ragazza ha una vita sessuale molto libera e
attiva e frequenta tre uomini contemporaneamente, tutti molto
diversi tra loro.
Jamie è un finto moralista che
vorrebbe imporre a Lola la monogamia pur avendo lui stesso un’altra
donna; Mars, immaturo e disoccupato, vorrebbe farsi mantenere dalla
ragazza; e Greer un modello afroamericano di successo, vanitoso e
pieno di sé, confuso dal colore della sua pelle.
Negli anni successivi troviamo
Ephata in altri film come Poliziotti a due zampe
(1990), Navy Seals – Pagati per morire (1990),
Allucinazione perversa (1990) e Terminator
2 – Il giorno del giudizio (1991). Eppure, la vera svolta
nella sua carriera arriva solo nei primi anni novanta, quando
l’attrice si avvicina al mondo televisivo e accetta il suo primo
ruolo importante nella famosa serie di Dick Wolf,
dal titolo Law and Order.
S. Epatha Merkerson in Law and
Order
6. Dopo aver
sondato il terreno con piccolo ruoli televisivi in serie come
I Robinson (1988), nel 1991 la Merkerson approda
alla NBC nella nuova serie Law and Order –
I volti della giustizia.
Creata dal genio televisivo
Dick Wolf, la serie crime segue in ogni episodio
le indagini di una coppia di investigatori della Polizia di New
York, coordinati da un comandante in capo, a proposito di un
omicidio. Una volta concluse le indagini e catturato il colpevole,
la scena si sposa in tribunale dove una coppia di magistrati,
coordinati dal Procuratore capo, si occupa della condanna
dell’imputato.
Jesse L. Martin, S. Epatha Merkerson, and Milena Govich in Law &
Order – Fonte: IMDB
Nei processi americani, è la giuria
a emettere il verdetto, condannando o assolvendo l’imputato. Spesso
nella serie, criminali chiaramente colpevoli, vengono rilasciati
per cavilli giudiziari i mancanza di prove. Questo crea dibattito e
riflessione su di un sistema fallato che non sempre riesce ad
assicurare i criminali alla giustizia. Nella serie, infatti,
vengono trattati argomenti scomodi ma estremamente attuali come il
razzismo, l’antisemitismo, la misoginia, l’omofobia, la violenza
sulle donne e molto altro ancora.
La serie, arriva a ben 20
stagioni per un totale di 456 episodi,
negli anni ha avuto un successo incredibile tra il pubblico,
successo che ha generato una lunga serie di spinoff. Abbiamo
Law and Order: Criminal Intent, Law and
Order – Il Verdetto, Law and Order: LA,
Law and Order: UK, Conviction,
Omicidio a Manhattan (film tv) e il Law and Order –
Special Victim Unit, il più importante e amato dal
pubblico.
Nella serie S. Epatha
Merkerson interpreta il Anita Van
Buren, comandante del 27esimo distretto per quasi
vent’anni. Il suo personaggio è uno dei più longevi della storia
delle televisione americana; S. Epatha Merkerson dice addio
a Law and Order solo nel 2010 con ben
345 episodi al suo attivo.
S. Epatha Merkerson Chicago
Med
5. Dal 2010 al
2015, Ephata si divide tra cinema e televisione. In questo periodo
partecipa a serie tv come Drop Dead Diva (2012),
The Good Wife (2013) e Being Mary
Jane (2015) e a film come Lincoln (2012),
Peoples (2013) e The Challenger
(2015).
4. Nel 2015
S. Ephata Merkerson viene scelta per interpretare
un ruolo molto importante nella nuova serie medical dramaChicago Med.
Spinoff dell’acclamatissima
serie Chicago
Fire, Chicago Med, prodotta
dal genio televisivo di Dick Wolf, racconta delle
vicissitudini di medici e infermieri dell’ospedale Chicago Medical
Center.
Tra i personaggi principali abbiamo
William Halstead (Nick Gehlfuss) chirurgo e
specializzando anziano in Medicina d’Emergenza; Maggie Lockwood
(Marlyne Barrett), infermiera caporeparto del
Pronto Soccorso; Connor Rodhes (Colin Donnell)
chirurgo specializzato in Chirurgia d’Emergenza; April Sexton
(Yaya
DaCosta), infermiera; Natalie Manning (Torrey
DeVitto), pediatra e specializzanda in Medicina
d’Emergenza.
S. Epatha Merkerson in Chicago Med – Fonte: IMDB
Ancora, Sarah Reese (Rachel
DiPillo), una studentessa del quarto anno di medicina;
Ethan Choi (Brian Tee), ex militare e
specializzando del terzo anno di Medicina d’Emergenza; Daniel
Charles (Oliver Platt), Primario del reparto di
Psichiatria; e in ultimo Ava Bekker (Norma
Kuhling), chirurgo cardio-toracico del Chicago Med.
Nella serie S. Epatha
Merkerson interpreta Sharon Goodwin
Direttore Sanitario del Chicago Medical Center. Forte, combattiva e
leale, Sharon è un capo molto vigile e presente, sempre pronto ad
aiutare e proteggere i suoi medici. Ex capo infermiera
dell’ospedale, tende spesso a prendere decisioni impulsive,
comportamento che poco si confà a un direttore sanitario. Sposata
da 32 anni con Bert, alla fine della prima stagione verrà tradita e
lasciata da quest’ultimo.
Al momento Chicago Med è arrivato
alla sua quinta stagione, non senza stravolgimenti di trama e cast,
contando per ora ben 103 episodi.
S. Epatha Merkerson in Chicago
Fire e Chicago PD: gli episodi crossover
3. L’intero
universo televisivo di Chicago, creato a Dick
Wolf, è molto più intricato di quanto si possa immaginare.
Capita spesso – soprattutto durante le prime due stagioni
di Chicago Fire– che i
personaggi delle tre serie si mixino in uno stesso episodio. Questo
stratagemma è stato ideato dagli autori per presentare al pubblico
di Chicago Fire, alcuni nuovi personaggi che saranno poi
protagonisti degli spinoff Chicago
PD e Chicago Med.
Quasi tutti i personaggi di ognuna
delle serie è comparso in almeno un paio di episodi delle altre
due. Oltre alle varie ‘comparsate’, utilizzate più che altro per
mantenere una sorta di continuità nell’universo Chicago, ci sono
anche gli episodi crossover. Queste particolari puntate sono
caratterizzate da storie che mettono in comunicazione tra loro le
varie serie e tutti i loro personaggi.
Quel gran burlone
di Dick Wolf, tuttavia, continua a
complicare le cose aggiungendo all’intricato universo televisivo di
Chicago anche alcuni episodi crossover con la famosa e
fortunatissima serie crimeLaw & Order –
SVU.
Insomma, se volete iniziare a
vedere almeno una di queste serie senza rischiare di perdere pezzi
di trama per strada, vi servirà uno schema. Per capire come
guardare nell’ordine esatto i vari episodi delle
serie Chicago
Fire, PD e Med, vi consigliamo di
consultare il validissimo schema de Il Criticatore di
Telefilm.
1. Molti dei fan
che seguono da anni la carriera di Ephata, hanno notato ad un certo
punto una drastica trasformazione fisica dell’attrice. Più o meno a
metà del suo percorso nella serie Law and Order,
la Merkerson ha cominciato a perdere molto peso e alcuni
telespettatori preoccupati, pensavano si trattasse dell’effetto di
una grave malattia. Ma mentre alcuni ipotizzavano
si trattasse di cancro, la stessa Ephata ha
chiarito la situzione.
Nel 2003, mentre era ospite di una
convention sulla salute e la prevenzione medica, l’attrice ha
scoperto, grazie ad un semplicissimo test del glucosio nel sangue,
di avere il diabete di tipo 2. Nonostante la
sorpresa iniziale, la Merkerson ha poi dichiarato di aver collegato
tra loro diversi sintomi che l’affliggevano da anni come
stanchezza e spossatezza,sete costante e frequente
urinazione e in ultimo, senso di fame
anche dopo aver consumato i pasti.
Dopo la diagnosi, arrivata a
cinquant’anni, l’attrice ha scoperto che il diabete di tipo 2 è in
realtà una malattia che negli hanno ha afflitto varie persone della
sua famiglia, compreso suo padre, morto proprio per complicazioni
legate al diabete. In famiglia non si era mai discusso del diabete
e di come questa malattia potesse essere dannosa a lungo
termine.
Per rimettersi in sesto, quindi,
S. Ephata Merkerson ha dovuto fare dei drastici
cambiamenti nella sua routine, adottando un’alimentazione
più sana e controllata e iniziando a fare regolare
attività fisica. Il diabete di tipo 2, a differenza di
quello di tipo 1, non necessita di iniezioni di insulina ma è
controllabile con l’alimentazione e l’esercizio fisico.
Per essere sempre aggiornato sulla vita privata e professionale
dell’attrice di Chicago Med, segui l’account ufficiale Instagram di S.
Epatha Merkerson.
Il più grande raduno di talent,
annunci e rivelazioni di contenuti nella storia della DC!
ANDREA DELOGU SARÀ LA PRESENTATRICE UFFICIALE PER
L’ITALIA. Per il DC FanDome sono stati chiamati a
raccolta più di 300 star, creatori, membri del cast artistico e
tecnico dell’amatissimo mondo DC che hanno preso parte ai più
grandi film del brand, alle serie live-action, alle serie TV
animate, giochi, fumetti, titoli home entertainment e prodotti
licenziati. Uno schieramento elettrizzante di nomi che
parteciperanno all’evento globale DC FanDome del 22 agosto, che,
ricordiamo, è un’esperienza virtuale senza precedenti e totalmente
gratuita, disponibile solo per 24 ore!
Un post condiviso da Cinefilos.it
(@cinefilos.it) in data:
DC FanDome presenterà oltre 100 ore
di programmazione per celebrare il passato, il presente e il futuro
dei contenuti DC attraverso panel virtuali, accesso dietro le
quinte, esperienze generate dai fan, grandi anticipazioni ed
esclusive della DC.
Include oltre 300 star, membri del cast artistico e tecnico,
creatori della DC.
Un evento globale con personaggi
provenienti da 13 Paesi: Australia, Brasile, Canada, Francia,
Germania, Italia, Giappone, Messico, Filippine, Sudafrica, Spagna,
Stati Uniti, Regno Unito.
Non si può certo negare che la
trilogia di Spider-Man di Sam
Raimi abbia avuto un impatto più che duraturo
sull’industria cinematografica e sui film dedicati ai supereroi. Il
primo film di Spider-Man ha lanciato un intero franchise, ha
infranto numerosi record al botteghino e ha stabilito un nuovo
precedente per il racconto delle storie di supereroi sul grande
schermo. Proprio per questo, l’influenza dei film di Raimi sugli
odierni cinecomics può essere percepita ancora oggi.
Sicuramente, l’Universo Cinematografico Marvel non potrebbe esistere se non
ci fossero stati gli
Spider-Man di Raimi. In molti modi, come portato alla luce da
Screen
Rant, ogni film del MCU riecheggia alcune delle qualità
eroiche che sono state introdotte per la prima volta nella trilogia
originale dedicata all’Uomo Ragno.
Costumi colorati
C’è stato un momento in cui
i luminosi e colorati costumi dei supereroi erano disapprovati
negli adattamenti per il grande schermo. Spesso, i personaggi un
tempo colorati indossavano solo abiti di pelle scura nelle loro
avventure cinematografiche. I primi film degli X-Men ma anche in
Daredevil, ad
esempio, è stato evitata accuratamente la vivacità.
I fan del MCU danno per scontati gli audaci
costumi degli eroi, ignorando che è proprio grazie agli
Spider-Man di Sam Raimi che c’è stato
questo cambiamento. Il primo film della trilogia è senza dubbio il
primo esempio di superroe della Marvel che debutta sul grande
schermo con comici costumi e colori molto fedeli ai fumetti.
Kevin Feige
Oggi, tutti
gli appassionati di cinecomics hanno familiarità con il nome
Kevin Feige,
meglio conosciuto per aver orchestrato il più grande franchise
cinematografico della Marvel (per non parlare di alcuni
degli eventi crossover più ambiziosi di tutti i tempi).
Molto prima di Iron Man del 2008, Feige è stato anche
coinvolto negli
Spider-Man di Raimi.
Prima di dare vita al Marvel Cinematic Universe, Feige ha
lavorato come produttore nella trilogia di Sam Raimi. Più
recentemente, Feige ha espresso il suo totale apprezzamento per il
lavoro svolto dal regista. In un articolo di IndieWire del 2015,
Feige ha dichiarato: “Spider-Man 2 è uno dei migliori film di
supereroi di sempre”.
Lo humor
Un aspetto della trilogia
di Sam Raimi
che regge ancora oggi è il senso dell’umorismo che attraversa tutti
i film. Che si tratti di gag comiche mentre Peter esplora i suoi
poteri o di imbarazzanti consigli d’amore da parte di un padrone di
casa, i film di Raimi mantengono sempre un tono spensierato grazie
al loro umorismo.
Mentre i primi film
di supereroi contenevano ancora battute occasionali, è stato solo
con i film di Raimi che l’umorismo è diventato un aspetto
ampiamente utilizzato dai film di supereroi. Il tono scherzoso è
stato ripreso e in certi casi anche estremizzato dai film MCU.
Commistione di generi
Sebbene la trilogia di
Spider-Man sia adatta a tutte le età, lo stile
tipicamente horror di Sam Raimi traspare in
diversi momenti. In particolare, la scena chirurgica di Dottor
Octopus è particolarmente ricca di omaggi stilistici ai film della
trilogia di Evil Dead.
Raimi usa le sue radici horror per creare tensione e anche per
apportare una dose di freschezza visiva al genere dei
supereroi.
Allo stesso modo, il MCU non è estraneo alle
contaminazioni di genere. Captain America: The Winter Soldier ne è forse
l’esempio più esplicativo, poiché il film fonde l’eroicità dei
fumetti con i toni tipici dei film di spionaggio.
J. Jonah Jameson
J.K. Simmons risulta
dubbio il miglior casting per un personaggio dei fumetti di tutti i
tempi. Tra il suo aspetto, la sua energia e la sua voce squillante,
l’attore è l’immagine sputata del testardo editor del Daily Bugle.
Le sue scene durante la trilogia di Raimi sono alcuni dei più
grandi momenti dell’intera trilogia.
Non c’è da meravigliarsi quindi che
il personaggio sia stato riportato nel MCU in Spider-Man
Far From Home. Piuttosto che evitare di includere il
personaggio o pensare ad un re-casting, il MCU ha semplicemente accettato che
Simmons è la versione definitiva di J. Jonah Jameson e che nessun
altro attore potrà sostituirlo.
I toni salutari dei film
Alcuni sostengono che la
trilogia di Raimi non abbia retto bene a causa della sua
“sdolcinatezza”. Momenti in cui alcuni newyorkesi difendono
Spider-Man nel corso dei film spesso si sono rivelati imbarazzanti.
Tuttavia, questa percezione di irritabilità è probabilmente dovuta
al tono salutare della trilogia, una qualità che in molti modi è
stata trasferita anche nel MCU.
Sebbene non tutte
queste qualità salutari siano invecchiate bene, la maggior parte
possono essere scovate in alcuni momenti salienti del MCU, in particolare nello stesso
personaggio del
Captain America. Il banale videomessaggio di Cap agli
adolescenti in detenzione, ricorda molto Spidey che diceva ai
bambini di mangiare le loro verdure in
Spider-Man 2.
L’ottimismo al posto del cinismo
L’ottimismo in tutta la
trilogia di
Spider-Man è stato come una boccata d’aria fresca se
contrapposto ad altri film di supereroi piuttosto dark
della stessa epoca. All’inizio degli anni 2000, i fan dei film di
supereroi ricevevano solo adattamenti decisamente oscuri, come
Blade e
Batman
Begins. Lo
Spider-Man di Sam Raimi è stato come
un ritorno ai film di Superman di Richard Donner, non solo per i
suoi colori vivaci ma anche per il senso generale di
positività.
L’attuale MCU segue le orme ottimistiche di
Raimi, offrendo film che guardano con gentilezza ai tropi dei
supereroi, piuttosto che alle ciniche decostruzioni dei personaggi.
Per la maggior parte, gli eroi in costume sono descritti come un
bene generale per l’umanità, che sia vero o no.
Fedeltà ai fumetti
In
X-Men del 2000, Ciclope risponde alle lamentele di
Wolverine sui loro costumi interamente in pelle chiedendo
sarcasticamente: “Cosa preferiresti, lo spandex giallo?”.
Questa battuta riassume perfettamente l’atteggiamento generale nei
confronti della fedeltà ai fumetti da parte dei film dedicati ai
supereroi durante quest’era. Il materiale originale era qualcosa di
cui vergognarsi, qualcosa da evitare.
Al contrario, la trilogia di
Spider-Man di Sam Raimi affonda a
piene mani nelle origini fumettistiche del supereroe, per quanto
banali possano essere. Intere pagine vengono prese in prestito e
citate in diversi momenti durante i film. Allo stesso modo, il
MCU ha assunto un atteggiamento
simile nei confronti dei fumetti su cui sono basati i loro
personaggi. Molti momenti, specialmente durante i film dedicati ai
Vendicatori, sembrano una splash page che prende vita.
L’instabilità economica di Peter
Parker
Spider-Man è un personaggio
per il quale tutto va sempre storto. La sua vita è sempre sull’orlo
del disastro, che sia dovuto ad un supercriminale o semplicemente
al pagamento dell’affitto. Le sue lotte economiche sono
perfettamente rappresentate nella trilogia di Raimi, in particolare
nel secondo e nel terzo film in cui è costantemente perseguitato
dal suo padrone di casa, il signor Ditkovich.
Anche nel MCU Peter è raffigurato mentre
lotta con le sue finanze. Ha dimostrato di essere un ragazzino
parsimonioso con un cellulare rotto, che deve tuffarsi nel
cassonetto per i suoi computer. L’enfasi su queste lotte
realistiche non è solo accurata rispetto ai fumetti, ma aiuta anche
a rendere un potente supereroe un personaggio nel quale è facile
riconoscersi.
La struttura dei film di origini
Che piaccia o meno, lo
Spider-Man di Sam Raimi è interamente
responsabile della divulgazione della struttura di un film che
racconta la storia di origini del supereroe. Questa struttura è
presente nel MCU così come in quasi tutti gli
altri film di supereroi dedicati alle prime apparizioni di un
personaggio.
Gran parte della spinta narrativa
nella struttura di un film di origine proviene da un personaggio
che lotta con la propria identità e con i suoi obiettivi nella
prima metà del film. Sfortunatamente, una volta che il nuovo scopo
è stato pienamente realizzato, lo slancio del film e la motivazione
del personaggio spesso si arrestano bruscamente.
Lo
Spider-Man di Sam Raimi è stato il
primo a rendere popolare questa struttura narrativa e,
fortunatamente per gli spettatori, il MCU è stato sempre meno dipendente
da tale struttura dopo più di venti film.
Arriva il 21 agosto sulle principali
piattaforme video on demand Le ragazze del Pandora’s
Box, una divertente commedia che celebra la libertà
dell’essere chi realmente si vuole grazie alla stravagante
emancipazione delle draq queen e al capovolgimento del
tradizionalista animo di una madre che, con qualche difficoltà,
dovrà fare i conti con la vita di un figlio perso troppo
presto.
Diretto da Thom Fitzgerald, regista
e drammaturgo canadese, il film è interpretato tra gli altri anche
da Jacki Weaver (Silver Linings Playbook) e Lucy Liu
(Charlie’s Angels, Chicago), due donne dal
carattere diametralmente opposto che si troveranno a vivere
un’inaspettata avventura che cambierà le loro vite.
Le ragazze del Pandora’s
Box sarà disponibile dal 21 agosto e per quattro settimane
sulle principali piattaforme VOD: SKY, TIMVISION, CHILI, GOOGLE
PLAY, YOU TUBE, RAKUTEN, HUAWEI VIDEO e INFINITY.
Sinossi di Le ragazze del Pandora’s
Box
Maybelline (Jacki Weaver),
direttrice del coro di una chiesa in Texas, eredita
inaspettatamente il Drag Queen Club appartenuto al figlio defunto.
Sorprendendo il marito e gli amici, conservatori come lei, si
trasferisce a San Francisco per salvare il locale dal fallimento.
In questo ambiente tanto burrascoso quanto vivace, trova una nuova
ragione di vita diventando ‘mamma’ per gli artisti eccentrici che
frequentano il club…sino a quando una visita improvvisa non
minaccerà di sconvolgere ancora una volta la sua
esistenza. Nel cast Adrian Grenier, Mya Taylor e Jackie
Beat.
Non odiare, debutto nel
lungometraggio di Mauro Mancini, prodotto da Mario Mazzarotto, è
l’unico film italiano in Concorso (domenica 6 settembre) alla 35.
edizione della Settimana Internazionale della Critica, sezione
autonoma e parallela organizzata dal Sindacato Nazionale Critici
Cinematografici Italiani (SNCCI) nell’ambito della 77. Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
La storia di Non odiare è
ambientata in una città del nord-est, un non-luogo mitteleuropeo,
contaminato e innervato da tante etnie, pulsioni, sedimentazioni e
dalle profonde radici ebraiche.
Qui vive Simone Segre
(Alessandro Gassmann), affermato chirurgo di
origine ebraica: una vita tranquilla, un appartamento elegante e
nessun legame con il passato. Un giorno si trova a soccorrere un
uomo vittima di un pirata della strada, ma quando scopre sul suo
petto un tatuaggio nazista, lo abbandona al suo destino. Preso dai
sensi di colpa, rintraccia la famiglia dell’uomo: Marica
(Sara Serraiocco), la figlia maggiore; Marcello
(Luka Zunic), adolescente contagiato dal seme
dell’odio razziale; il “piccolo” Paolo (Lorenzo
Buonora). Verrà la notte in cui Marica busserà alla
porta di Simone, presentandogli inconsapevolmente il conto da
pagare…
“Né buoni né cattivi, ma
semplicemente esseri umani”: così immagina i personaggi il regista
Mauro Mancini. In definitiva, “Personaggi ordinari alle prese con
situazioni straordinarie”.
E proseguendo, il regista dichiara
apertamente: “Non odiare racconta quello che siamo
sotto la pelle. La pelle bianca, ‘ariana’, che vorrebbero avere
Marcello e i suoi amici neonazisti e quella bianca, ‘non ariana’,
di Simone. La pelle tatuata del padre di Marcello e quella
marchiata del padre di Simone. La pelle ‘scura’ dei migranti
pestati a sangue nei bangla-tour e quella diafana, limpida di
Marica. La pelle scura, spaccata dal sole che picchia sui barconi
delle traversate. Quella ‘sporca’ dei “disperati” ai semafori. La
pelle delle nostre città. E’ il pretesto per riconoscere l’altro
come diverso. È il pretesto per odiare l’altro come diverso.
Non odiare è la nostra pelle”.
Sulla genesi del soggetto e della
sceneggiatura, che ha scritto con Davide Lisino, il regista
afferma: “Abbiamo preso spunto da un fatto di cronaca
avvenuto a Paderborn, in Germania. Un medico ebreo si rifiutò di
operare un paziente a causa del vistoso tatuaggio nazista che aveva
sulla spalla. Il medico, dopo essersi fatto sostituire da un
collega, ha dichiarato: ‘non posso conciliare l’intervento
chirurgico con la mia coscienza’. La stessa coscienza che abbiamo
immaginato impedisca al nostro protagonista di soccorrere lo
sconosciuto dell’incidente”.
Il produttore Mario Mazzarotto, che
ha fortemente voluto questo film, aggiunge: “C’è stata una
gestazione produttiva lunga e complessa, durata 5 anni. In anni in
cui l’Italia e l’Europa sono attraversate da pericolosi e
inquietanti venti nazionalisti, di fronte alle difficoltà ho
perseverato. Il film, senza voler dare risposte, ci aiuta a
interrogarci sulle origini dell’odio razziale e le sue conseguenze.
Ed anche sulle contraddizioni dell’animo umano e la dilagante
xenofobia”.
Il film- le cui riprese sono state
effettuate a Trieste- è una coproduzione tra Italia e Polonia:
Movimento film e Agresywna banda, con Rai Cinema,
in associazione con Notorious Pictures, che distribuirà il film in
Italia dal 10 settembre 2020. E’ realizzato con il sostegno del
Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale
Cinema, Polish Film Institute e in collaborazione con Friuli
Venezia Giulia Film Commission. Le vendite internazionali sono
affidate a Intramovies.
Sarà in
concorso alle Giornate degli AutoriSpaccapietre,
il nuovo film dei fratelliGianluca
eMassimilianoDe
Serio che
sarà in sala da settembre, distribuito da La Sarraz Distribuzione.
Protagonista un inedito e straordinario Salvatore
Esposito, affiancato da Samuele Carrino, Licia Lanera,
Antonella Carone, Giuseppe Loconsole, Vito
Signorile.
Dopo un grave incidente sul lavoro Giuseppe è disoccupato. Suo
figlio Antò sogna di fare l’archeologo e fantastica sull’occhio
vitreo del padre, come se fosse il segno di un superpotere. Sono
rimasti soli da quando Angela, madre e moglie adorata, è morta per
un malore mentre era al lavoro nei campi. Senza più una casa,
costretto a chiedere lavoro e asilo in una tendopoli insieme ad
altri braccianti stagionali, Giuseppe ha ancora la forza di
stringere a sé Antò, la sera, e giocare a raccontarsi una storia.
In questa storia irromperà Rosa, una donna incontrata nei campi che
le sopraffazioni del “padrone” non hanno corrotto, e la cui umanità
sarà per entrambi rifugio, forza e ribellione.
«InSpaccapietre – spiegano i
registi – arte e biografia personale si intrecciano
inseparabilmente. La vicenda al centro del film prende spunto da un
fatto di cronaca di qualche estate fa, la morte sul lavoro della
bracciante pugliese Paola Clemente, e dall’assurda coincidenza con
la morte di nostra nonna paterna, deceduta lavorando negli stessi
campi nel 1958. E, come il padre di Giuseppe nel film, anche nostro
nonno paterno, prima di partire per Torino negli anni ‘60, faceva
lo “spaccapietre”. Il film è innanzitutto il tentativo di
riappropriarci di un’anima, quella di nostra nonna mai conosciuta,
attraverso la storia e il corpo di un’altra donna. Ma è anche un
film in cui affiorano i temi dell’amore tra padri e figli, della
morte, della violenza, della paura, della
vendetta».
Il
film è una produzioneLA SARRAZ
PICTURES con RAI CINEMA in coproduzione
con SHELLAC (Francia), TAKE FIVE (Belgio), prodotto da ALESSANDRO BORRELLI con THOMAS ORDONNEAU / GREGORY ZALCMAN / ALON KNOLL
con il contributo diMIBACT con il sostegno di EUROPA CREATIVA, APULIA FILM
COMMISSION, HOPEFULMONSTER/FONDAZIONE MERZ, CINÉAXE, RÉGION
PROVENCE ALPES CÔTE D’AZUR, CNC, TAX SHELTER (GOUVERNEMENT FÉDÉRAL
DE BELGIQUE)
Regia
/ Soggetto e Sceneggiatura: GIANLUCA
E MASSIMILIANO DE SERIO Fotografia:
ANTOINE HÉBERLÉ Montaggio: STEFANO
CRAVERO Scenografia: GIORGIO BARULLO
Suono: MAXIMILIEN GOBIET Costumi: ANGELA TOMASICCHIO Trucco: SUSAN MELANIE HOWARD Musiche
Originali: GATTO CILIEGIA CONTRO IL GRANDE FREDDO
Durata: 104’
Sulla scia del 20° anniversario
dall’uscita del primo X-Men del
2000, negli ultimi giorni si è tornato spesso a parlare della saga
dedicata ai mutanti realizzata sotto l’egida della 20th Century
Fox. Non sempre i film sono stati all’altezza delle aspettative, ed
è innegabile quante decisione sbagliate da un punto di vista
narrativo siano state prese dalla produzione e dai vari registi che
si sono susseguiti al timone dei vari film. Eppure,
nonostante gli errori commessi, è innegabile quanto la Fox sia
stata in grado di compie anche scelte felici da un punto di vista
narrativo.
ComicBookMovie ha raccolto le 10 migliori cose che lo studio ha
fatto con il franchise, in attesa di scoprire cosa i Marvel Studios hanno in serbo per il futuro
degli iconici mutanti al cinema:
La trasformazione di Hank McCoy in Bestia
Anche se la versione
definitiva di Bestia in X-Men: L’inizio non sembrava così eccezionale, la
scena in cui l’Hank McCoy di Nicholas Hoult si è trasformato nel
mutante di colore blu è stata realizzata in maniera impeccabile da
Matthew Vaughn.
È un momento cruciale per il
personaggio dei fumetti e il regista gli ha sicuramente reso
giustizia attraverso il suo live-action. Il panico di Hank mentre
inizia la trasformazione si manifesta senza alcun tipo di sforzo
grazie alla performance di Hoult, con gli effetti speciali che si
sono rivelati estremamente efficaci nel mostrare come i suoi piedi
e le sue mani vengano drasticamente alterati a causa del siero,
quasi a ricordare la trasforma di Jekyll in Hyde.
Il costume di Wolverine (in una scena tagliata)
Si tratta di una scena
eliminata e presente negli extra di
Wolverine – L’immortale: un gran peccato che non sia stata
inclusa nel montaggio finale del film o magari in
X-Men: Giorni di un futuro passato. Indipendentemente da
ciò, è stato comunque un momento davvero bello che ha lasciato i
fan particolarmente entusiasti.
I film degli
X-Men sono sempre stati carenti in merito alla fedeltà dei
costumi dei fumetti, ma è la mancanza dell’iconico costume giallo e
blu di Wolverine ad aver rappresentato la più grande delusione.
Molti hanno detto che non avrebbe funzionato in un live-action, ma
l’immagine in alto mostra in realtà quanto una maggiore aderenza ai
fumetti sarebbe risultata comunque funzionale, anche sul grande
schermo.
Iceman
X-Men:
Conflitto finale di Brett Ratner è considerato da molti un
film terribile: nonostante i suoi numerosi difetti, però, ha
diversi momenti che possono essere considerati memorabili. Tra
questi, c’è sicuramentre il personaggio di Iceman.
È stato un
personaggio principale nei primi due film, anche se i suoi poteri
non sono mai stati rappresentati come nei fumetti. In effetti, la
sua capacità di sparare ghiaccio dalla punta delle dita appariva
sempre poco interessante. Nel film di Ratner, invece, lo vediamo
completamente ghiacciato quando si scontra con Pyro nella battaglia
finale, sicuramente molto caotica ma innegabilmente piena di
azione.
Il Deadpool di Ryan Reynolds
Ryan
Reynolds è sempre stato la scelta preferita dai fan per il
ruolo di Wade Wilson/Deadpool, soprattutto dopo che il personaggio
era stato massacrato in
X-Men le origini: Wolverine.
L’attore ha interpretato il
Mercenario Chiacchierone nei due film di Deadpool
usciti rispettivamente nel 2016 e nel 2018. Entrambi i film hanno
battuto i record d’incasso, con il franchise che resta ancora oggi
una delle cose migliori che Fox abbia mai fatto sfruttando i
diritti di questi iconici personaggi. Adesso, la speranza è che
Reynolds possa riprendere il ruolo nell’Universo Cinematografico
Marvel…
Le origini di Magneto
Costruire un background
alle motivazioni di Magneto nella saga degli
X-Men è stata una mossa intelligente, così come la decisione di
mostrare che il personaggio stava forse diventando ciò che odiava
di più a mano a mano che la saga proseguiva.
Rivelare che si trattava di un
sopravvissuto ai campo di concentramento non ha necessariamente
reso il cattivo più empatico o un personaggio con il quale potersi
immedesimare, ma sicuramente lo ha reso qualcosa di più di un
semplice villain unidimensionale. È stato anche un modo potente di
aprire il primo
X-Men e ha contribuito a stabilire il tono che i film
tratti dai fumetti avrebbero certamente potuto avere. La decisione
di Matthew
Vaughn di espandere ulteriormente questa origin story
in X-Men: L’inizio è stata particolarmente
apprezzata e ha reso il personaggio di
Michael Fassbender ancora più interessante.
L’attacco di Nightcrawler alla Casa Bianca
Che bel modo di aprire un
film! Nightcrawler è uno dei personaggi preferiti dai fan e questa
sequenza gli ha sicuramente reso giustizia. Splendidamente
costruita, vide il personaggio attraverso la Casa Bianca,
abbattendo chiunque sul suo cammino senza il minimo sforzo grazie
al suo set di poteri davvero unico.
La scena d’apertura
di X-Men 2 ha contribuito molto a stabilire il tono al
sequel, rendendo chiaro fin da subito che sarebbe stato più grande
del film precedente. Per certi aspetti, questa scena è una parte
importante del motivo per cui il film di Bryan Singer è
ancora oggi considerato uno dei migliori adattamenti dei fumetti,
ed è un peccato che il ritorno dell’eroe nei prequel non sia stato
altrettanto memorabile.
Il passato incontra il futuro
Ci sono molte cose
sbagliate in
X-Men: Giorni di un futuro passato (inclusa la
comparsa delle Sentinelle). Tuttavia, vedere il cast più giovane
incrociarsi con i sé del futuro è stato decisamente fantastico, e
quella scena con
James McAvoy e Sir
Patrick Stewart è indimenticabile.
Anche il viaggio di
Hugh Jackman nel passato si è rivelato uno dei momenti salienti
del film, ed è facile capire perché così tanti fan adorano questo
capitolo del 2014, nonostante i suoi difetti. Forse, se Matthew Vaughn
fosse rimasto al comando, il risultato finale sarebbe potuto essere
molto diverso…
L’introduzione di Magneto
X-Men:
L’inizio è stato essenzialmente la storia di Magneto: alla
fine abbiamo assistito alla trasformazione nel cattivo che tutti
conosciamo grazie ai film e ai precedenti film con
Ian McKellen. La colonna sonora di Henry Jackman ha
accompagnato alla perfezione questa scena e quando
Michael Fassbender pronuncia la battuta: “Preferisco…
Magneto”, si tratta di una scena semplicemente geniale.
Con Bryan Singer
di nuovo al comando, Magneto ha perso questo costume basato sulla
versione dei fumetti di Stan Lee e Jack Kirby, e vederlo combattere
contro gli
X-Men in questo abito sarebbe stato certamente un piacere per i
fan. Indipendentemente da ciò, Fassbender si è affermato come il
miglior Magneto grazie a questo film, anche se ciò che è venuto in
seguito è stato un po’ meno memorabile.
Il casting di Hugh Jackman
Mentre quello di
Ryan Reynolds nei panni di Deadpool ha funzionato proprio come
tutti speravano, il casting di
Hugh Jackman nei panni di Wolverine è stato molto più
inaspettato, ed è giusto affermare che nessuno avrebbe mai potuto
immaginare quanto sarebbe stato fantastico l’attore australiano
nella parte.
Sebbene alcuni fan abbiamo sempre
sottolineato quanto l’attore si più alto della versione a fumetti
del personaggio, Jackman è comunque riuscito a dimostrare di essere
un Wolverine quasi perfetto. Anche se Logan
– The Wolverine non è esente da difetti, la maggior parte
concorda su quanto il film di James Mangold
rappresenti l’addio perfetto da parte dell’attore alla sua
iterazione dell’iconico mutante.
Come Charles Xavier perde l’uso delle gambe
Questo è stato forse il
momento più potente dell’intero franchise di
X-Men, ed ha anche risposto ad una domanda che molti fan si
erano posti da tempo: in che modo Charles Xavier ha perso l’uso
delle gambe? A quanto pare, è stata colpa di Magneto e sia
James McAvoy che
Michael Fassbender hanno interpretato perfettamente questa
scena, proprio mentre la loro amicizia si dissolveva davanti agli
occhi dello spettatore.
Tutto ciò ha posto entrambi i
personaggi lungo percorsi separati, con la conseguente formazione
degli X-Men e della Confraternita dei Mutanti Malvagi. Anche il
momento in cui Charles si rende conto di non sentire le sue gambe è
straziante e il regista Matthew
Vaughn ha saputo cogliere al meglio gran parte della
dinamica tra i due personaggi con questa scena.
È in arrivo nelle sale italiane,
distribuito da Vision Distribution e Cloud
9 Film, UNA SIRENA A PARIGI, diretto dal
cantante, musicista e scrittore francese Mathias
Malzieu. Il film è tratto dall’omonimo romanzo dello
stesso Malzieu pubblicato in Italia da Feltrinelli.
Con UNA SIRENA A
PARIGI, Mathias Malzieu dispiega le ali della fantasia,
ricreando atmosfere incantate e personaggi fantastici. Il film è un
omaggio all’amore travolgente e impossibile, irrinunciabile energia
vitale, fonte di creazione ma anche di distruzione.
Il film è interpretato da
Nicolas Duvauchelle,Marilyn Lima, Rossy De Palma, Tchéky Karyo e
Romane Bohringer.
SINOSSI:
Tutto accadde nell’estate del
2016; una pioggia torrenziale inonda le strade di Parigi, la Senna
esonda e la città è immersa in un’atmosfera apocalittica. I
dispersi aumentano di ora in ora mentre il fiume trascina con se
detriti e oggetti di ogni tipo. Gaspard Snow viene attratto da un
canto melodioso e seguendone il suono, scopre il corpo ferito di
una sirena adagiata sotto un ponte.
Decide di condurla a casa sua
per curarla ma nel frattempo lei svela a Gaspard il suo potere
misterioso; chiunque ascolti il suo canto cade vittima del suo
fascino e si innamora perdutamente di lei. É un incantesimo al
quale non può sottrarsi neanche Gaspard, così convinto di essere
immune all’amore.
Insieme troveranno il modo di
superare ogni oggettiva avversità dovuta alle loro diverse “nature”
e non ultimo, riusciranno a mettere in salvo il Floweberger, il
locale di arte e musica creato da Gaspard e situato a bordo di
un’imbarcazione.
Arriva il 21 agosto sulle
principali piattaforme video on demand Le ragazze del
Pandora’s Box, una divertente commedia che celebra la
libertà dell’essere chi realmente si vuole grazie alla stravagante
emancipazione delle draq queen e al capovolgimento del
tradizionalista animo di una madre che, con qualche difficoltà,
dovrà fare i conti con la vita di un figlio perso troppo
presto.
Diretto da Thom
Fitzgerald, regista e drammaturgo canadese, il film è
interpretato tra gli altri anche da Jacki Weaver
(Silver Linings Playbook) e Lucy Liu (Charlie’s Angels,
Chicago), due donne dal carattere diametralmente opposto
che si troveranno a vivere un’inaspettata avventura che cambierà le
loro vite.
Le ragazze del Pandora’s Box: dove vederlo in
streaming
Le ragazze del Pandora’s Box sarà disponibile dal 21
agosto e per quattro settimane sulle principali piattaforme VOD:
SKY, TIMVISION, CHILI, GOOGLE PLAY, YOU TUBE, RAKUTEN, HUAWEI VIDEO
e INFINITY.
Le ragazze del Pandora’s Box: la trama e il
cast
Maybelline (Jacki
Weaver), direttrice del coro di una chiesa in Texas,
eredita inaspettatamente il Drag Queen Club appartenuto al figlio
defunto. Sorprendendo il marito e gli amici, conservatori come lei,
si trasferisce a San Francisco per salvare il locale dal
fallimento. In questo ambiente tanto burrascoso quanto vivace,
trova una nuova ragione di vita diventando ‘mamma’ per gli artisti
eccentrici che frequentano il club…sino a quando una visita
improvvisa non minaccerà di sconvolgere ancora una volta la sua
esistenza. Nel cast Adrian Grenier, Mya Taylor e
Jackie Beat.
Spyglass Media Group ha collaborato
con James Wan e Michael Clear della Atomic Monster
per sviluppare un film basato sulla serie d’azione degli anni ’80
Knight Rider, da noi nota come
Supercar. TJ Fixman, un ex sceneggiatore di
videogiochi, sta adattando la sceneggiatura.
Creato da Glen A.
Larson, Supercar è andato in onda per la
prima volta sulla NBC dal 1982 al 1986 e ha dato inizio alla
carriera di David Hasselhoff. La storia della serie è quella di
un’auto ad alta tecnologia di nome KITT che assiste il
misterioso conducente Michael Knight (Hasselhoff) che combatte il
crimine.
In Italia e in tutto il mondo la
serie è assurta a piccolo cult e ha prodotto spin-off televisivi,
film, videogiochi, libri e ha dato anche il nome a una convention,
nota come la KnightCon. I dettagli della trama di questo film
sono tenuti nascosti, ma si dice che sarà una versione odierna di
quella stessa storia che manterrà il tono anti-istituzione
dell’originale.
La Atomic Monster è al lavoro su
Malignant per Starlight Media e Midas Innovation,
The Conjuring: The Devil Made Me Do It per New
Line Cinema, There’s Someone Inside Your House per
Netflix e Mortal Kombat per New
Line, oltre ad una collaborazione annunciata con Bonelli
Entertainment per una serie su Dylan Dog.
Un sequel di Dirty
Dancing è ufficialmente in sviluppo con Jennifer
Grey, protagonista del film originale del 1987 al fianco
di Patrick Swayze, coinvolta nel progetto.
Diretto da Emile Ardolino, il primo Dirty Dancing è stato
un grandissimo successo di critica e pubblico, incassando al box
office oltre 214 milioni di dollari a fronte di un budget di soli 5
milioni.
Nel corso degli anni, anche grazie
ai numerosi passaggi televisivi, il film è diventato un vero e
proprio cult. Dopo l’uscita del primo film, la Lionsgate ha cercato
più volte di cavalcare l’onda di quell’incredibile successo, prima
realizzando una sorta di rivisitazione dal titolo Dirty
Dancing: Havana Nights (uscito nel 2004) e poi un remake
destinato al piccolo schermo, trasmesso nel 2017 sulla ABC e
interpretato da Abigail Breslin nei panni della protagonista
Franes “Baby” Houseman.
Adesso, come riportato da Deadline
(via
Screen Rant), Jon Feltheimer, CEO di Lionsgate, ha
ufficialmente confermato che Dirty Dancing avrà un
sequel che sarà diretto da Jonathan Levine e Gillian Bohrer e
sceneggiato da Mikki Daughtry e Tobias Iaconis. Inoltre
Jennifer Grey, l’originale “Baby” della pellicola
del 1987, reciterà nel film e sarà coinvolta anche in qualità di
produttore esecutivo.
In una nota ufficiale, lo studio ha
dichiarato: “Sarà esattamente il tipo di film romantico e
nostalgico che i fan del franchise stavano aspettando e che lo ha
trasformato nel film di maggior successo nella storia della nostra
compagnia.”
Il grande successo di Dirty Dancing
Oltre ad essere stato un grandissimo
successo, Dirty Dancing ha ricevuto anche diversi
riconoscimenti importanti. La canzone portante della colonna
sonora, “(I’ve Had) The Time of My Life”, ad esempio, ha ricevuto
l’Oscar e il Golden Globes nel 1988 come miglior canzone originale.
Sempre ai Golden Globes del 1988, sia
Patrick Swayze che Jennifer Grey
ricevettero una nomination a testa come migliori attori, mentre il
film venne candidato come miglior film musicale o commedia.
Sono in molti a chiedersi se
Black Widow dei Marvel Studios seguirà Mulan
della Disney e verrà rilasciato direttamente su Disney+. La realtà è che si tratta di
un caso molto più complicato, come analizzato da un nuovo report di
Screen Rant. Di tutti i prossimi film della Casa di Topolino in
uscita, Black Widow e Mulan sono stati
sicuramente quelli ad essere maggiormente colpiti dalla pandemia di
Coronavirus.
Le campagne marketing di entrambi i
film erano già entrate nel vivo quando a Marzo l’emergenza
sanitaria è peggiorata, costringendo le sale cinematografiche a
chiudere i battenti. Nel caso specifico di Mulan,
mancavano soltanto due settimane all’arrivo del film al cinema, con
diversi giornalisti che avevano già avuto modo di vedere il film
per poterlo recensire.
All’epoca, l’uscita nelle sale di
Mulan
era stata fissata per la fine di Marzo, mentre Black
Widow sarebbe dovuto arrivare al cinema all’inizio di
Maggio. In seguito all’esplosione della pandemia e alla chiusura
delle sale, Mulan è stato inizialmente posticipato a
luglio e poi ad agosto, prima che la Disney lo rimuovesse
ufficialmente dal proprio calendario. Poco dopo, lo studio ha
annunciato che il film diretto da Niki Caro sarà
disponibile engli Stati Uniti direttamente a Disney+ a partire dal prossimo 4
settembre, mentre nei mercati in cui il servizio di streaming non è
disponibile arriverà al cinema. Il film non sarà incluso
nell’abbonamento e avrà un costo extra di 29,99 dollari: una volta
acquistato, però, il film sarà disponibile fino a quando l’utente
resterà iscritto alla piattaforma.
I fattori che impediscono una
release di Black Widow direttamente in VOD
Dato il medesimo destino che ha
investito i due film, è difficile non chiedersi se anche a
Black Widow non verrà riservato lo stesso
trattamento di Mulan.
Il cinecomic Marvel è stato posticipato da
Maggio a Novembre, ma con i casi di Covid-19 ancora in aumento
negli Stati Uniti, è sempre più probabile che possa slittare
nuovamente. La Disney ha sempre cercato di minimizzare l’idea che
Black Widow possa arrivare direttamente su Disney+, ed effettivamente ci molti
fattori che potrebbero impedirne la release diretta in VOD, anche
se lo studio dovesse alla fine optare per un’inversione di
marcia.
Il fattore principale che impedisce
a Black Widow di arrivare direttamente su Disney+ è il MCU. Si tratta di un marchio fin
troppo consolidato, con un appeal internazionale: i film
dell’universo condiviso hanno incassato fino ad 1 miliardo di
dollari (e anche di più!). Anche Mulan
avrebbe potuto arrivare a guadagnare un 1 miliardo grazie alla
distribuzione in sala, ma le cose stavano già iniziano a cambiare
proprio a causa dei numerosi ritardi e del marketing sempre meno
aggressivo. È sicuramente anche il caso di Black Widow, ma
non nella stessa misura.
Inoltre, esiste già un precedente
per quanto riguarda i live action Disney che vengono rilasciati
direttamente su Disney+: basti pensare a Lilli e il
Vagabondo (che ha debuttato quando il servizio è stato lanciato
negli Stati Uniti). Inoltre, non bisogno sottovalutare un altro
fattore importante: Disney+ è a corto di nuovi contenuti
per completare la sua offerta fino alla fine del 2020, e con
l’uscita in VOD di Mulan
andrebbe a riempire un vuoto abbastanza importante. Inoltre,
trattandosi di una produzione interna, la Casa di Topolino
raccoglierà comunque tutti i frutti del sovrapprezzo, rendendo più
facile andare a coprire i costi.
Bisogna anche ricordare che Disney +
ha già diversi contenuti in cantiere legati al MCU, ossia le serie tv The Falcon and the Winter Soldier e
WandaVision. Per questo motivo, è molto più probabile che
la Disney decida di posticipare Black Widow
addirittura al 2021, piuttosto che farlo uscire direttamente in
streaming, magari proprio a Novembre. Infine, c’è tutta una
questione legata al contraccolpo. La decisione dello studio di far
uscire Mulan
su Disney+ è già stata ampiamente
criticati dagli esercenti e dai proprietari delle sale
cinematografiche nel Regno Unito: fare la stessa cosa con Black
Widow non farebbe altro che gettare ulteriore benzina sul
fuoco.
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Zendaya ha parlato del suo ruolo nell’attesissimo
Dune,
il nuovo adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Frank
Herbert ad opera di Denis Villeneuve, rivelando
che nel film la vedremo relativamente poco. Nel corso degli anni,
Zendaya ha dimostrato di essere una delle giovani attrici più
talentuose di Hollywood.
Lo conferma anche la recente
candidatura agli
Emmy ottenuta dall’attrice grazie al suo ruolo nell’acclamata
serie HBO, Euphoria.
Nel blockbuster di Villeneuve, che dovrebbe arrivare nelle sale il
prossimo Dicembre, l’ex star di Disney Channel avrà il ruolo di
Chani, uno dei nativi che si trovano sul pianeta deserto
Arrakis.
In una recente
intervista con InStyle,
Zendaya ha parlato brevemente del suo ruolo in
Dune.
Anche se non ha potuto rivelare molti dettagli sul suo personaggio,
l’attrice ha elogiato l’intera produzione del film, in particolare
la performance di Timothée
Chalamet. La cosa più interessante, però, è che
Zendaya ha ammesso che non sarà molto presente nel film, lasciando
intuire che il suo ruolo sarà effettivamente un ruolo
minore.
“Dune è
stato incredibile”, ha spiegato l’attrice. “Non sono molto
presente nel film, quindi mentre guardavo il trailer ho pensato:
‘Oh mio Dio!’. Ho chiamato Timothée Chalamet e gli ho detto:
‘Amico! Dovresti esserne orgoglioso’. È una grande opportunità
anche solo avere una piccola parte in un film con un cast così
incredibile. E poi adoro la fantascienza. È divertente avere la
possibilità di fuggire in un altro mondo.”
Quanto spazio avrà il personaggio
di Zendaya nel nuovo adattamento di Dune?
Nel romanzo
originale, Chani instaura un profondo legame con Paul Atreides (il
personaggio che interpreterà Chalamet), cosa che spinge a chiedersi
se
Zendaya non avrà un ruolo più importante nella seconda
parte dell’adattamento firmato da Villeneuve. Non è ancora chiaro
quali parti del romanzo adatterà la prima parte di Dune in
arrivo a Dicembre: ad ogni modo, nella seconda parte (che non
sappiamo ancora quando arriverà nelle sale) potrebbe forse esserci
più spazio per il personaggio della concubina.
Doctor Strange in the Multiverse
of Madness, il sequel del cinecomic Marvel con
Benedict Cumberbatch che arriverà nelle sale nel 2022,
si preannuncia come uno dei progetti più ambiziosi dell’Universo
Cinematografico Marvel. Nel film ritroveremo molti
dei personaggi apparsi nel primo episodio: oltre a Cumberbatch nei
panni dell’eroe del titolo, infatti, ci saranno anche
Benedict Wong nei panni di Wong e Chiwetel Ejiofor in quelli del Barone
Mordo.
Tra le new entry, invece, figura
Elizabeth Olsen, che tornerà a vestire i panni
di Scarlet Witch (personaggio già noto ai fan del MCU), anche se ad oggi ancora non
sappiamo in che modo la sua strada e quella di Stephen Strange si
incroceranno. Tuttavia, negli ultimi mesi sono circolate tantissime
voci in merito al fatto che il sequel di Doctor
Strange possa effettivamente introdurre nell’universo
condiviso tutta una caterva di nuovi personaggi.
Tra questi figura anche il
personaggio di America Chavez, alter ego
di Miss America. Come riportato da
The Direct, pare che i Marvel Studios siano ufficialmente alla
ricerca di una giovane attrice portoricana, di età compresa tra i
12 e i 15 anni, per affidarle il ruolo dell’eroina creata da Otto
Binder e Al Gabriele. Il personaggio dovrebbe ricoprire il ruolo di
spalla destra di Stephen Strange: nei fumetti, Miss America
proviene da una dimensione alternativa ed è in grado di viaggiare
attraversi i mondi.
Che ruolo avrà America Chavez in Doctor Strange 2?
È da tempo che si parla della
possibilità che, nel sequel, Doctor Strange esplorerà universi paralleli
come diretta conseguenza della perdita di controllo da parte di
Scarlet Witch/Wanda
Maximoff dei suoi poteri: è probabile, quindi, che lo Stregone
Supremo e Miss America entreranno in azione fianco a fianco,
probabilmente aiutati anche da Wong.
Annunciato ufficialmente questa
estate al Comic-Con di San Diego, Doctor
Strange 2 vedrà Benedict
Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange.
Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche
Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth
Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista
dopo WandaVision.
Secondo Collider, la
produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo
sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non
è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere
firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe
intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro
mani con il regista.
La Lionsgate ha ufficialmente
confermato John Wick 5, che sarà girato
back-to-back con John Wick
4. Nel 2014, grazie al primo film
della saga,
Keanu Reeves ha visto la sua carriera tornare
ufficialmente alla ribalta. All’epoca il film venne elogiato da
pubblico e critica non soltanto per le scene d’azione esilaranti ma
anche per la storia, semplice ma allo stesso tempo
efficace.
Il film si rivelò un grande successo
al botteghino, incassando 86 milioni di dollari a fronte di un
budget di 20 milioni. Il successo del film ha dato vita ad un
redditizio franchise: nel 2017 è uscito John Wick:
Capitolo 2, mentre lo scorso anno è arrivato nelle
sale John Wick
3: Parabellum. Ogni capitolo ha ottenuto ancora più
elogi e successo del predecessore.
Nessuna sorpresa, dunque, quando la
Lionsgate annunciò ufficialmente John Wick
4, che in origine avrebbe dovuto fare il suo debutto
il prossimo anno. Tuttavia, a causa della pandemia di Covid-19,
l’uscita nelle sale del film è stata posticipata al 2022. A quanto
pare, però, il rinvio della produzione del quarto capitolo della
saga si è rivelato vantaggioso per il team creativo di John
Wick, dal momento che un quinto capitolo è stato già messo in
cantiere.
La Lionsgate, infatti, ha annunciato
ufficialmente John Wick 5, che sarà girato in
contemporanea a John Wick
4. John Feltheimer, CEO della compagnia, ha spiegato
che lo studio punto a far partire le riprese di entrambi i film nei
primi mesi del 2021: “Siamo impegnati a preparare le
sceneggiature per le prossime due puntate del nostro franchise
d’azione John Wick, con John Wick 4 in programma nei cinema per il
weekend del Memorial Day 2022. Speriamo di girare entrambi, John
Wick 4 e 5, back-to-back quando Keanu sarà disponibile all’inizio
del prossimo anno.”
Lionsgate pronta a mettere a segno
un altro incredibile successo con John Wick 5
Il franchise di John
Wick è diventato più forte con l’uscita di ogni nuovo
film, quindi non sorprende che la Lionsgate sia interessata a
portarlo avanti il più a lungo possibile. Dal momento che
l’industria cinematografica sta cercando di riprendersi dalle
conseguenze dell’emergenza legata al Coronavirus, fare affidamento
su proprietà consolidate che rappresentano scommesse sicure al
botteghino è una strada logica da percorrere. A meno che John Wick
4 non segni un inversione di marcia nella storia del
franchise (è difficile che accada!), anche John Wick
5 ha tutte le carte in regola per diventare un altro
incredibile successo.
La 20th Century
Studios Italia ha diffuso il trailer italiano di The
New Mutants, il chiacchierato film sui nuovi mutanti
in arrivo al cinema dal 02 settembre.
In questo terrificante film ricco
d’azione basato sui fumetti Marvel, cinque giovani ragazzi
dotati di poteri speciali vengono rinchiusi in un istituto segreto
per essere sottoposti a trattamenti che, viene detto loro, li
curerà dal pericolo che rappresentano per loro stessi e per gli
altri. Sono Danielle Moonstar aka Mirage (Blu Hunt), che crea
illusioni basandosi sulle paure altrui, Rahne Sinclair (Maisie
Williams), che si trasforma nel lupo mannaro Wolfsbane, Sam Guthrie
(Charlie Heaton), che, come Cannonball, può volare alla velocità
del suono protetto da un campo di forza, Roberto da Costa aka
Sunspot (Henry Zaga), che assorbe e incanala il potere del sole, e
Illyana Rasputin aka Magik (Anya Taylor-Joy). Sorella minore di
Colossus, Magik viene protetta da un’armatura a suo piacimento e
può brandire un’arma che amplifica le sue abilità psichiche e
superumane. Invitati dalla dottoressa Cecilia Reyes (Alice Braga) a
condividere le loro storie su quando si sono manifestati per la
prima volta i loro poteri, i cinque “pazienti” si rendono conto di
essere in una classe di persone chiamate mutanti, che storicamente
sono sempre stati marginalizzati e temuti. Nel raccontare le storie
delle loro origini, le loro memorie sembrano tramutarsi in
terrificanti realtà. Presto, si interrogheranno su cosa sia reale e
cosa non lo sia: diventa sempre più chiaro che l’istituto non è ciò
che sembra. Ora la domanda è: perché sono tenuti prigionieri? E chi
sta cercando di distruggerli?
The
New Mutants è un thriller con sfumature horror,
originale e ambientato in un ospedale isolato dove un gruppo di
giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche. Quando iniziano
ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove abilità mutanti
e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre cercano di
fuggire. Diretto da Josh Boone e scritto
da Boone e Knate Lee, il film vede nel
cast la presenza di Maisie
Williams, Anya
Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu
Hunt e Henry Zaga.
Il nuovo film
Disney L’Unico e Insuperabile
Ivan debutterà in Italia l’11 settembre in esclusiva
sulla piattaforma di streaming Disney+ e verrà presentato in
anteprima martedì 18 agosto al Giffoni Film Festival.
Basato sul pluripremiato libro di Katherine Applegate, edito in
Italia da Mondadori, e diretto da Thea Sharrock, il film
racconta la storia di Ivan, un gorilla molto speciale che apprende
che la vita non è definita dal luogo e dalle circostanze, ma dal
potere dell’amicizia e dal coraggio di far sì che avvenga il
cambiamento.
L’Unico e Insuperabile
Ivan, che in precedenza doveva essere distribuito al
cinema dai Walt Disney Studios, è una storia indimenticabile sulla
bellezza dell’amicizia, sul potere dell’immaginazione e sul
significato del luogo chiamato casa. Ivan è un gorilla di 180kg che
condivide la gabbia in un centro commerciale di periferia con
Stella l’elefante, Bob il cane e altri animali. Ha pochi ricordi
della giungla dove è stato catturato, ma quando arriva
un’elefantina di nome Ruby, qualcosa dentro di lui cambia
profondamente. Ruby è stata recentemente separata dalla sua
famiglia allo stato brado e questo porta Ivan a mettere in
discussione la sua vita, il luogo da dove proviene e dove alla fine
vorrebbe essere.
“Il mondo è cambiato in un
attimo. Le persone di tutto il mondo hanno condiviso esperienze
importanti che cambiano la vita in modi che non si vedevano da un
secolo”, ha dichiarato Thea Sharrock. “In risposta a
questo, sono davvero felice di poter condividere con tutto il mondo
la storia deliziosa e originale di Katherine Applegate,
L’Unico e Insuperabile Ivan, su Disney+, portando un po’ di gioia con
questo film unico sulla vera amicizia, basato su una storia
vera”.
L’Unico e Insuperabile Iva, che
arriva sullo schermo con un mix suggestivo tra live-action e CGI, è
basato sul libro di Katherine Applegate che ha vinto numerosi premi
dalla sua pubblicazione nel 2013, inclusa la Medaglia Newbery, ed è
edito in Italia da Mondadori. Il film è interpretato da Bryan
Cranston nel ruolo di Mack, il proprietario del centro commerciale,
mentre Ramon Rodriquez è George, l’impiegato del centro e Ariana
Greenblatt è sua figlia, Julia.
Nella versione italiana fanno invece parte del cast di voci gli
attori Stefano
Fresi, Paola
Minaccioni e Federico
Cesari rispettivamente nel ruolo di Bob il cane,
Henrietta la gallina e Murphy il coniglio.
L’Unico e Insuperabile
Ivan è diretto da Thea Sharrock da una sceneggiatura
di Mike White basata sul romanzo di Applegate ed è prodotto da
Allison Shearmur, Angelina Jolie e Brigham Taylor.
Sue Baden-Powell e Thea Sharrock hanno il ruolo di produttori
esecutivi.
Prosegue in questo weekend – dopo il
successo di pubblico delle prime proiezioni – la rassegna di film
classici restaurati della Biennale di
Venezia intitolata Classici fuori
Mostra, che si tiene ogni venerdì e
sabato fino al 30 agosto alla nuova
Arena Giardini della Biennale.
Venerdì 7 agosto,
alle ore 21, sarà proiettato Miracolo
a Milano (1951, 100’) di Vittorio De
Sica, con Francesco Golisano, Emma Gramatica, Paolo
Stoppa, Guglielmo Barnabò, Brunella Bovo. Restauro curato da
Cineteca di Bologna e Compass Film.
Allevato dalla buona Lolotta (Emma
Gramatica) e poi cresciuto in riformatorio, Totò (Francesco
Golisano) va a vivere con altri barboni in un campo di periferia,
dove un giorno si trova il petrolio. Il proprietario del terreno
manda la polizia per scacciare i vagabondi, ma lo spirito di
Lolotta aiuterà Totò in un modo del tutto inaspettato.
Palma d’Oro al Festival
di Cannes, adattamento del romanzo Totò il
buono di Cesare Zavattini, Miracolo a
Milano è un “racconto utopico che contrappone uno
spazio di umanesimo, di calore e di fantasia alla protervia di una
modernità selvaggia” (Stefania Parigi). All’epoca scontentò sia la
destra per i suoi risvolti ribelli (titolo provvisorio: I poveri
disturbano), sia la sinistra per l’abbandono dei moduli stilistici
del neorealismo.
Sabato 8 agosto,
sempre alle ore 21, verrà presentato
Raining in the Mountain (Pioggia
opportuna sulla montagna vuota, 1979, 120’) di King
Hu, con Hsu Feng, Sun Yueh, Shih Chun; Hong
Kong/Taiwan. Restauro curato dal Taiwan Film Institute.
In un monastero dove si aspetta la
nomina del nuovo abate, due fazioni di ladri si contendono una
preziosa pergamena.
Girato in Corea, Raining
in the Mountain è uno dei capolavori più noti di
King Hu, Maestro del cinema di arti
marziali di Hong Kong, con le inconfondibili e fulminanti
coreografie e il consueto splendore formale. “Bellezza
plastica di scenari e ambienti con la cui topografia coincide la
messa in scena, costumi e arredi arcaici non di rado autentici,
usanze, riti, combattimenti come balletti acrobatici, ispirati
all’Opera di Pechino più che alle arti marziali, e tanti altri
elementi che vengono dall’immaginazione cinese tradizionale e la
ricreano, in una grande sintesi visiva e gestuale” (G.
Volpi).
Il programma dei prossimi
Classici fuori Mostra
Le proiezioni si terranno alle ore
21
14 agosto
THE GO-BETWEEN (Messaggero
d’amore) di Joseph Losey
con Julie Christie, Alan Bates, Margaret
Leighton, Michael Redgrave, Dominic Guard, Michael
Gough, Edward Fox, Richard Gibson; GB, 1971, 110’
Restauro curato da StudioCanal
“Terzo film del sodalizio tra Losey e Harold Pinter, e il
più complesso. Arriva alla semplicità attraverso l’artificio più
raffinato” (M. Morandini). “La sceneggiatura di Pinter è un
meticoloso ritratto dell’educazione all’esistenza e al dolore,
contrappuntato, in un magistrale montaggio sonoro e visivo, dai
ricordi di due vecchi. Incantevoli le scene di vita associata (la
preghiera comune prima di colazione, la partita di cricket, il
taglio della torta di compleanno) che descrivono con inedita
incisività usi e costumi di una un mondo trapassato” (G. Volpi).
Palma d‘Oro al festival di Cannes.
15 agosto
KANAL(I dannati di Varsavia)
di Andrej Wajda
con Teresa Izewska, Tadeusz Janczar, Wienczyslaw
Glinski, Tadeusz Gwiazdowski, Stanislaw Mikulski;
Polonia, 1957, 95’
Restauro curato da Malavida Films
Da uno dei registi più amati da Martin Scorsese, un film che
“non è, come si scrisse, un dramma sull’eroismo inutile della
tradizione polacca. L’originalità di Wajda consiste nel porsi nella
cerniera tra storia personale e storia nazionale dove i dati
esistenziali (l’angoscia morale, il disfacimento della morte, la
paura) si fanno razionali, costantemente visti in una dimensione
politica e civile” (M. Morandini).
21 agosto
DANS LA VILLE BLANCHE (Nella città
bianca) di Alain Tanner
con Bruno Ganz, Teresa Madruga, Julia Vonderlinn, José Carvhalo;
Svizzera/Portogallo, 1982, 107’
Restauro curato dall’Association Alain Tanner e Cinémathèque
Suisse
“All’inizio del film, Ganz fa notare alla cameriera che
l’orologio del bar non segna l’ora giusta. Lei risponde:
“L’orologio è giusto. È il mondo che è sbagliato”. Ed è con questa
sensazione che il mondo sia fuori posto che il protagonista vive la
sua solitudine urbana, usando la sua macchina da presaper
registrare frammenti di realtà che spedisce alla moglie,
gironzolando a caso come se si aspettasse di essere catturato dalla
realtà, di essere assorbito in essa” (Frédéric Bas). “Blues sul
mare e su Lisbona, un film sul tempo e sullo spazio (dunque, sul
cinema) in cadenze di sogno a occhi aperti” (M. Morandini)
22 agosto
DETOUR (Deviazione per
l’inferno) di Edgar G. Ulmer
con Tom Neal, Ann Savage, Claudia Drake, Edmund MacDonald; USA,
1945, 67’
Restauro curato da Academy Film Archive e Film Foundation, in
collaborazione con Cinémathèque Royale de Belgique, Museum of
Modern Art e Cinémathèque Française, con finanziamenti per il
restauro forniti da George Lucas Family Foundation
“Realizzato in 6 giorni, con tutte le scene in strada girate
in trasparente, da un regista viennese, maestro indiscusso del B
movie hollywoodiano a basso costo, divenne il film di culto più
famoso della categoria del cinema povero” (M. Morandini). “Uno di
quei piccoli capolavori che venivano dalla più libera produzione di
serie B, in cui l’assenza di mezzi si fa stile, ricerca di un clima
e di un taglio originale. Nel film di Ulmer, la ricerca
dell’insolito sfocia nell’incubo e nell’onirico, se non
nell’assurdo alle soglie di Kafka” (G. Volpi)
29 agosto
L’APE REGINA – UNA STORIA MODERNA di
Marco Ferreri
con Ugo Tognazzi, Marina Vlady, Walter Giller, Linda Sini,
Riccardo Fellini; Italia/Francia, 1963, 93’
Restauro curato da Cineteca di Bologna
“Denunciato e sequestrato dalla censura che impose tagli,
modifiche ai dialoghi e l’uscita con un titolo diverso, è un
grottesco paradossale sulla famiglia, il matrimonio e l’ideologia
clerical-borghese che impregnano l’Italia. Divertente e quietamente
feroce” (M. Morandini). “Umorismo nerissimo e un agghiacciante
senso di morte – dell’anima, del corpo e dei sensi: uno dei film
più riusciti di Ferreri” (P. Mereghetti).
30 agosto
TONI di Jean
Renoir
con Charles Blavette, Jenny Hélia, Célia Montalvan, Edouard
Delmont; Francia, 1935, 84’
Restauro curato da Gaumont
“Un mondo di patriarchi e di capimastri, un mondo in cui
l’arcaico – il soldo, la roba, la terra – s’intreccia con le forme
di sfruttamento attuali. E il sesso è ossessione, passione, eros a
fior di pelle, in un incrociarsi di destini che spingeranno Toni a
pagare per un delitto che non ha commesso. Quello di Renoir è uno
stupendo mélo proletario, possente e vero” (G. Volpi). Uno dei più
possenti film di Renoir degli anni Trenta.