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Uncharted: Tom Holland svela il look del suo Nathan Drake

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Uncharted: Tom Holland svela il look del suo Nathan Drake

Qualche giorno fa vi abbiamo riportato la notizia che Tom Holland si è ufficialmente sottoposto al tampone per il Coronavirus, a testimonianza del fatto che le riprese dell’adattamento cinematografico di Uncharted, la serie di videogiochi action-adventure sviluppata da Naughty Dog, sarebbero finalmente pronte a partire.

Nelle ultime ore, il giovane attore ha condiviso attraverso le sue storie di Instagram alcune immagini in cui non solo ha mostrato il taglio di capelli che sfoggerà nel film, ma anche i risultati del duro allenamento al quale si è sottoposto per meglio prepararsi al ruolo del protagonista Nathan Drake. In particolare, nell’immagine in cui Holland mostra orgoglioso il suo fisico scolpito, l’attore ha scherzato sul fatto che la presenza nel cast di Mark Wahlberg lo ha motivato durante il suo regime di allenamento.

Tutto quello che sappiamo su Uncharted con Tom Holland

In UnchartedTom Holland sarà Nathan Drake, mentre Mark Wahlberg vestirà i panni di Sully Sullivan. Non tutti sanno che, inizialmente, Wahlberg avrebbe dovuto interpretare l’eroe del titolo anni fa quando David O. Russell era coinvolto nel progetto, mentre negli anni la Sony ha deciso di sviluppare il film come una origin story.

La sceneggiatura del film, che arriverà al cinema il 16 luglio 2021, è stata firmata da Art Marcum, Matt Holloway e Rafe Judkins, e racconterà le avventure del protagonista Nathan Drake nei suoi anni giovanili mentre diventa il cacciatore di tesori che tutti conosciamo.

Vi ricordiamo che Uncharted sarà la prima produzione cinematografica di Sony PlayStation Productions, divisione interna della Sony fondata lo scorso anno da Asad Qizilbash e Carter Swan in collaborazione con PlayStation Productions, Chuck Roven, Avi Arad, Alex Gartner e Ari Arad.

Catwoman: 10 cose che non sai sul celebre personaggio DC Comics

Catwoman: 10 cose che non sai sul celebre personaggio DC Comics

All’interno dell’universo supereroistico, uno dei personaggi femminili più noti e seducenti è senza dubbio quello di Catwoman. Ideata originariamente come avversaria di Batman, capace di metterlo in crisi per il loro rapporto ambiguo, questa ha negli anni conosciuto numerose versioni di sé, sfoggiando una complessità psicologica in grado di attrarre sempre più appassionati del genere.

Negli anni il personaggio, passato dal fumetto al cinema, è stato eletto come uno dei migliori villain di tutti i tempi, ma anche come una delle più note icone dell’universo della DC Comics. La sua influenza è tale che ogni trasposizione cinematografica genere dibattiti sulla natura del personaggio, in realtà sempre più malleabile e sfuggente.

Ecco 10 cose che non sai di Catwoman.

Parte delle cose che non sai sul personaggio

Catwoman attrici

Catwoman: i film e le serie TV in cui è comparsa

10. Ha avuto più versioni cinematografiche. Il personaggio è comparso per la prima volta sul grande schermo nel 1966 con il film Batman, lungometraggio tratto dalla popolare serie televisiva di quegli anni. In questa occasione a dar vita al personaggio fu l’attrice Lee Mariwether. Ci vorrà poi il 1992 per rivedere Catwoman al cinema, nel film Batman – Il ritorno, dove è interpretato da Michelle Pfeiffer. Questa versione è ancora oggi la più iconica e la più ricordata. Nel 2004 viene invece realizzato un film interamente a lei dedicato, Catwoman, con protagonista Halle Berry, il quale però si rivelò un flop di critica e botteghino. A riportare il personaggio al cinema fu poi Christopher Nolan in Il cavaliere oscuro – Il ritorno, dove è interpretato dall’attrice Anne Hathaway.

9. Il personaggio tornerà presto al cinema. Per l’atteso film The Batman, che vedrà l’attore Robert Pattinson nei panni del cavaliere oscuro, è stata annunciata anche la presenza di Catwoman. Questa sarà la quinta presenza al cinema per la celebre antieroina, che sarà stavolta interpretata dall’attrice Zoë Kravitz. Al momento, non sono ancora state rilasciate foto sul look del personaggio, e bisognerà probabilmente attendere il trailer per sapere quale aspetto è stato dato stavolta alla celebre donna gatto.

8. È stata protagonista di note serie televisive. Il personaggio fa la sua prima apparizione sul piccolo schermo con la popolare serie del 1966, Batman, dove è interpretato dall’attrice Julie Newmar. Una breve apparizione di Catwoman si ritrova anche all’inizio dell’episodio pilota della serie Birds of Prey, del 2002. È invece presente in modo più completo nella popolare Gotham, con l’attore Benjamin McKenzie. Qui, interpretata da Camren Bicondova, appare prima di subire la trasformazione che le conferirà i suoi poteri, mettendo in scena una vera e propria origin story.

Catwoman: il costume del personaggio

7. Il suo costume è cambiato nel corso degli anni. Catwoman è probabilmente uno dei personaggi dei fumetti il cui costume è cambiato più volte in assoluto. Originariamente, il personaggio non ne possedeva uno, ma ne fu dotata con l’accresciuta popolarità. Nel corso degli anni Sessanta, come era norma per i villain, il colore della tuta era verde, per poi modificarsi nel corso degli anni arrivando al viola. Dopo il film Batman – Il ritorno, tuttavia, questi divenne totalmente di color nero. Ulteriori restyling vennero effettuati anche negli anni seguenti, ma sempre mantenendo tale colorazione.

6. Era molto difficile da indossare. L’attrice Michelle Pfeiffer, la cui versione del costume è diventata particolarmente celebre, ha raccontato che questo era particolarmente complesso e pericoloso da indossare. Dopo che vi era entrata dentro, infatti, questo veniva sigillato sottovuoto per risultare ulteriormente aderente. Ciò richiedeva però che l’attrice girasse rapidamente le sue scene, poiché un esposizione prolungata a tale stato avrebbe potuto portarla allo svenimento.

Parte delle cose che non sai sul personaggio

Catwoman costume

Catwoman: le attrici che l’hanno interpretata

5. Halle Berry ha dovuto fare molta pratica con la frusta. Scelta per interpretare il ruolo nel primo film interamente dedicato al personaggio, l’attrice Halle Berry dovette esercitarsi molto nell’utilizzo della frusta, arma classica di Catwoman. Addestrata da un esperto, l’attrice ha speso diversi fine settimana in sessioni da circa novanta minuti per poter apprendere i segreti dell’arma e il suo corretto utilizzo. Ciò è risultato particolarmente centrale all’interno del film, dove tale azione viene richiesta molteplici volte.

4. Anne Hathaway non sapeva che avrebbe ricoperto questo ruolo. Chiamata a sostenere un provino per il film Il cavaliere oscuro – Il ritorno, l’attrice premio Oscar Anne Hathaway ha raccontato di non essere stata informata riguardo a quale personaggio avrebbe potuto interpretare nel film. Una volta vinta la parte e iniziate le riprese, l’attrice ha descritto il ruolo come il più faticoso della sua carriera. Era infatti costretta a continui allenamenti e sessioni di danza per poter eseguire le complesse acrobazie previste per il film.

Catwoman è Michelle Pfeiffer

3. Non era stata la prima scelta per il ruolo. Oggi appare impensabile immaginare il ruolo di Catwoman in Batman – Il ritorno con un volto diverso da quello della Pfeiffer. Eppure, originariamente, per il ruolo era stata scelta l’attrice Annette Bening. Questa dovette però rinunciare alla parte nel momento in cui rimase incinta, e al suo posto venne allora scelta la Pfeiffer. Questa ha in seguito descritto il ruolo come uno dei più impegnativi e soddisfacenti della sua carriera.

2. Rifiuto di ricoprire nuovamente il personaggio. Nonostante l’attrice riconosca quello di Catwoman con uno dei ruoli di maggior successo della sua carriera, ha più volte rifiutato di riprendere il ruolo anche per altri film. Le era infatti stato proposto di interpretare nuovamente il personaggio per il film interamente dedicato a lei, ma per via dei numerosi problemi e difficoltà avute nel gestire il complesso costume, la Pfeiffer affermò di non voler rivivere nuovamente quella scomodità, preferendo lasciare ad altri il ruolo.

Catwoman: i film in streaming

1. È possibile ritrovare in streaming i film dedicati al personaggio. Per chi desidera vedere, o rivedere, i film citati in cui è presente il personaggio di Catwoman, sarà possibile ritrovarli in alcune delle principali piattaforme streaming oggi presenti in rete. Batman – Il ritorno, Catwoman e Il cavaliere oscuro – Il ritorno, sono infatti presenti su Rakuten TV, Tim Vision, Apple iTunes, Microsoft Store, e Infinity. In base a quale di queste piattaforme si sceglierà, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale, potendo così vedere il titolo in totale comodità.

Fonte: IMDb, ScreenRant

 

 

 

MCU: ci sono già dei piani per il ritorno di Thanos?

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MCU: ci sono già dei piani per il ritorno di Thanos?

Introdotto per la prima volta alla fine di The Avengers del 2012, il personaggio di Thanos è poi apparso brevemente in Guardiani della Galassia e Avengers: Age of Ultron prima di giocare un ruolo chiave in Avengers: Infinity War e Avengers. Endgame. Nel corso di entrambi i film diretti da Anthony e Joe Russo, il Titano Pazzo è morto – per ben due volte -, cosa che sembrerebbe aver confermato la fine dell’arco narrativo del personaggio nel MCU.

Tuttavia, un nuovo rumor condiviso da MCU Cosmic (via The Direct), suggerisce che i Marvel Studios avrebbero dei piani per il ritorno di Thanos in un futuro non troppo lontano. Come spesso accade in questi casi, non sappiamo né quando né dove questo eventuale ritorno potrebbe effettivamente concretizzarsi. Per molto tempo si è parlato della possibilità che una versione più giovane di Thanos facesse il suo debutto ne Gli Eterni, mentre l’introduzione del Multiverso nel sequel di Doctor Strange potrebbe essere sfruttata dalla Marvel per introdurre una versione alternativa del Titano Pazzo.

Sarebbe sicuramente interessante vedere il ritorno di Thanos nell’Universo Cinematografico Marvel: ancora più interessante sarebbe provare a capire in che modo i Marvel Studios potrebbero reintrodurre il personaggio ai fini di un nuovo assetto narrativo che, dopo il gran finale di Endgame, si prepara – a partire dalla Fase 4 – a stravolgere completamente personaggi e dinamiche l’universo condiviso così come abbiamo imparato a conoscerlo fino ad oggi.

Avengers: Endgame, il cinecomic Marvel campione d’incassi

Avengers: Endgame è arrivato nelle nostre sale il 24 aprile 2019. Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris EvansMark RuffaloChris Hemsworth e Scarlett Johansson. Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War, l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Laura Linney: 10 cose che non sai sull’attrice

Laura Linney: 10 cose che non sai sull’attrice

Considerata una delle migliori interpreti della sua generazione, Laura Linney ha negli anni raggiunto importanti riconoscimenti grazie alla sua partecipazione in celebri film per il cinema. Allo stesso tempo, si è sempre distinta anche per i suoi ruoli televisivi, che le hanno permesso di affermare il proprio status all’interno dell’industria. Carismatica e versatile, l’attrice può essere ritrovata in alcuni dei migliori film degli ultimi anni.

Ecco 10 cose che non sai di Laura Linney.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Laura Linney The Truman Show

Laura Linney: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice debutta sul grande schermo con il film L’olio di Lorenzo (1992), per poi distinguersi in pellicole come Schegge di paura (1996), The Truman Show (1998), con Jim Carrey, e Conta su di me (2000). Una volta affermatasi, prende parte a titoli come Mystic River (2003), di Clint Eastwood, The Life of David Gale (2003), Love Actually – L’amore davvero (2003), Kinsey (2004), Il calamaro e la balena (2005), L’uomo dell’anno (2006), con Robin Williams, La famiglia Savage (2007), A Royal Weekend (2013), Mr. Holmes (2015), Genius (2016), Animali notturni (2016), Sully (2016) e Falling (2020), di Viggo Mortensen.

9. Si è distinta grazie ad alcune serie TV. Tra i primi ruoli televisivi dell’attrice si annovera quello nelle miniserie Tales of the City (1993), More Tales of the City (1998) Further Tales of the City (2001). Successivamente si distingue nel film Wild Iris (2001), e nelle serie Frasier (2004), John Adams (2008), con Paul Giamatti, e The Big C (2010-2013). Dal 2017 è protagonista della popolare serie Netflix Ozark, dove recita accanto all’attore Jason Bateman. Nel 2019 riprende nuovamente il ruolo di Mary Ann Singleton per la nuova miniserie dedicata a Tales of the City, dove recita accanto ad Ellen Page.

8. Ha ottenuto importanti riconoscimenti. Dimostrazione del suo essere particolarmente apprezzata all’interno dell’industria, sono anche i numerosi premi a cui l’attrice è stata nominata o ha vinto. La Linney vanta infatti tre nomination all’Oscar, ricevute per i film Conta su di me, Kinsey e La famiglia Savages. Detiene poi sei nomination al premio Golden Globe, dove ha riportato vittorie come miglior attrice per le serie John Adams e The Big C. Ha inoltre ricevuto sei nomination agli Emmy Awards, vincendo il premio ben quattro volte.

Laura Linney ha un figlio

7. Ha avuto un figlio dal nuovo marito. Dal 1995 al 2000 l’attrice è stata sposata con l’attore David Adkins, ma la coppia non ha avuto figli. Nel 2009, invece, dopo cinque anni di fidanzamento, la Linney sposa in seconde nozze l’agente immobiliare Marc Schauer. La coppia, particolarmente riservata, non è solita rilasciare notizie sulla propria vita privata, ma non ha mancato di comunicare la nascita del loro primo figlio, nel 2014.

Laura Linney in The Truman Show

6. Per il suo ruolo si è ispirata a sua madre. Nel film The Truman Show, la Linney ha dato vita al personaggio di Hannah Hart, attrice che recita la parte di Meryl Burbank, moglie del protagonista e infermiera presso l’ospedale locale. Per poter essere realistica nell’interpretazione di una recitazione, la Linney si è ispirata a sua madre, la quale svolgeva la professione di infermiera. Da lei ha potuto infatti acquisire le caratteristiche base per poter affrontare il ruolo.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Laura Linney Ozark

Laura Linney in Mystic River

5. Si è divisa tra due set pur di partecipare al film. Per il film Mystic River l’attrice ha ricoperto il ruolo dell’influente moglie del personaggio interpretato da Sean Penn. La Linney, però, per assumere il ruolo fu costretta a fare alcuni sacrifici. In quello stesso periodo, infatti, era impegnata anche sul set di Love Actually, e pur di prendere parte al film di Eastwood accettò di dividersi tra i due progetti compiendo viaggi aerei dall’Inghilterra agli Stati Uniti.

Laura Linney in Ozark

4. Ha opinioni contastanti sul suo personaggio. Nella serie Ozark, l’attrice interpreta Wendy, moglie del protagonista, la quale finisce con l’assumersi le responsabilità del cartello di droga, divenendo una vera e propria manipolatrice. Parlando del personaggio, la Linney ha affetto di provare grande divertimento nell’interpretare il personaggio, il quale si rivela sempre più complesso e ricco di sfumature. Ha però aggiunto di non pensarla allo stesso modo riguardo all’essere amica di Wendy. L’attrice ha infatti affermato che non vorrebbe mai avere a che fare con una donna come lei.

3. Ha accettato di recitare nella serie per via di Jason Bateman. Sarebbe oggi impensabile immaginare Ozark senza la Linney a dare volto al personaggio di Wendy. Eppure, l’attrice ha raccontato di non essere stata da subito sicura del progetto. Pur trovando la sceneggiatura ottima, la Linney non era alla ricerca di una serie TV in cui recitare, spaventata forse dall’impegno che ciò comporta. A convincerla, tuttavia, fu la presenza dell’attore Jason Bateman, da lei particolarmente ammirato e con il quale desiderava lavorare.

2. Non sa cosa prevede il futuro del suo personaggio. Al termine della terza stagione, il personaggio di Wendy sembra essere diventata la vera mente criminale della serie. Allo stesso tempo, però, questo si trova a vivere una crisi non indifferente, che sarà la base di partenza per l’annunciata quarta stagione. L’attrice, a riguardo, ha affermato di non sapere ancora quali risvolti prenderà il personaggio, né cosa potrebbe capitarvi nei prossimi episodi.

Laura Linney: età e altezza

1. Laura Linney è nata a New York, Stati Uniti, il 5 febbraio 1964. L’attrice è alta complessivamente 170 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Charles Dance: 10 cose che non sai sull’attore

Charles Dance: 10 cose che non sai sull’attore

Attore dalla lunga carriera, Charles Dance ha recitato in celebri film e serie TV, distinguendosi su entrambi gli schermi grazie al suo carisma e alla sua versatilità. Ad oggi rimane estremamente popolare grazie al personaggio di Tywin Lannister nella celebre serie Il Trono di Spade. Ma da grande appassionato di horror, l’attore non si è fatto sfuggire l’occasione di recitare in popolari titoli di questo genere.

Ecco 10 cose che non sai di Charles Dance.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Charles Dance The Crown

Charles Dance: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. Dance debutta al cinema con il film su James Bond Solo per i tuoi occhi (1981), con Roger Moore. Successivamente acquista popolarità grazie a titoli come Plenty (1985), con Meryl Streep, ll bambino d’oro (1986), Good Morning Babilonia (1987), Alien³ (1992), Last Action Hero (1993), con Arnold Schwarzenegger, Space Truckers (1996), Gosford Park (2001), Ali G (2002), con Sacha Baron Cohen, e Scoop (2006). Negli ultimi ani ha invece preso parte a film come Underworld – Il risveglio (2012), con Kate Beckinsale, The Imitation Game (2014), con Benedict Cumberbatch, Dracula Untold (2014), Child 44 (2015), Io prima di te (2016), Ghostbusters (2016), Underworld: Blood Wars (2016), Johnny English colpisce ancora (2018), Godzilla II – King of the Monsters (2019) e The King’s Man – Le origini (2020).

9. Ha recitato in celebri lungometraggi. Sono molti i titoli televisivi a cui l’attore ha preso parte, ma alcuni più di altri hanno contribuito a forgiare la sua popolarità. Tra questi si annoverano Il fantasma dell’opera (1990), Murder Rooms. Gli oscuri indizi di Sherlock Holmes (2000), Henry VIII (2003), Bleak House (2005), Merlin (2009), con Colin Morgan, Trinity (2009), e Neverland – La vera storia di Peter Pan (2011). A dargli vera fama è però Il Trono di Spade, dove dal 2011 al 2015 recita nel ruolo di Tywin Lannister, accanto ad attori come Kit Harington ed Emilia Clarke. Terminato il suo ruolo nella serie, ha poi recitato in Dieci piccoli indiani (2015), The Widow (2019) e The Crown (2019), con Olivia Colman.

8. È anche regista e sceneggiatore. Dopo anni di sola recitazione, nel 2004 Dance debutta come sceneggiatore e regista del suo primo lungometraggio, il drammatico Ladies in Lavender, con protagonista Judi Dench. Per l’occasione, Dance ha inoltre svolto anche il ruolo di produttore esecutivo. Dopo quell’esperienza, riprenderà principalmente a svolgere il ruolo di interprete. Recentemente, tuttavia, ha annunciato il suo ritorno dietro la macchina da presa per The Inn at the Edge of the World, adattamento dell’omonimo romanzo di cui Dance ha nuovamente curato la sceneggiatura. Per l’occasione, sarà anche protagonista del film.

Charles Dance in The Crown

7. Ha interpretato un celebre ammiraglio britannico. A partire della terza stagione di The Crown, l’attore ha ricoperto il ruolo di Louis Mountabatten, celebre ammiraglio e uomo di Stato britannico, imparentato con la regina Elisabetta essendo stato zio del marito Filippo. L’attore ha ereditato il personaggio dall’attore Greg Wise, che dava vita ad una sua versione più giovane nel corso delle prime due stagioni. Ad ora, Dance è apparso nel ruolo per un totale di quattro episodi.

6. Ha studiato a lungo per il ruolo. Per poter dar volto al celebre personaggio storico, l’attore ha raccontato di aver passato molto tempo a documentarsi su di lui, cercando di conoscerne quanto più possibile la vita per poter dar poi vita a quelle particolarità con cui renderlo umano. Per Dance, infatti, era importante non mettere soltanto in scena un fedele ritratto di Mountabatten, ma anche un ritratto che potesse risultare emotivamente convincente.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Charles Dance Il Trono di Spade

Charles Dance in Il Trono di Spade

5. Non sapeva quale fosse la storia dei libri. Spesso, quanto un attore si trova a recitare nell’adattamento di un romanzo, è solito leggere questo per comprendere meglio la storia da affrontare. Nell’accettare il ruolo di Tywin Lannister, padre dei noti Cersei, Jaime e Tyrion, Dance ha invece dichiarato di non sapere quale fosse la storia della serie. L’attore, apparso dalla prima alla quinta stagione, ha infatti dichiarato di non aver mai letto i libri da cui è tratta la storia, e che per tanto non sapeva cosa sarebbe successo, né al suo personaggio né a quello degli altri protagonisti.

4. Ha odiato il suo personaggio. Per Dance non è affatto stato facile calarsi nei panni di Tywin, trovando odioso il modo in cui il personaggio trattava il figlio, interpretato dall’attore Peter Dinklage. Più volte ha infatti raccontato di aver avuto difficoltà nell’essere ostile nei confronti del collega, il quale considera un persona splendida. Dance si sentiva talmente tanto in colpa da chiedergli continuamente di scusarlo dopo ogni ripresa.

3. Ha realmente lavorato la carcassa di un animale. Per la prima scena in cui compare il personaggio di Tywin era previsto che questi fosse intento a lavorare la carcassa di un cervo. Dance si ritrovò così a dover realmente maneggiare il corpo dell’animale, ma per sua fortuna prima delle riprese un macellaio gli mostrò come doveva procedere. Tale scena permise da subito di caratterizzare il personaggio, facendolo diventare uno dei principali nella serie.

Charles Dance in Merlin

2. È stato guest star di un episodio. L’attore è comparso nel ruolo di Aredian nel settimo episodio della seconda stagione di Merlin, intitolato The Witchfinder. Questi, come suggerisce anche il titolo della puntata, è un celebre cacciatore di streghe, il quale viene temuto per la sua infallibilità. Nel corso dell’episodio, tuttavia, si scopriranno lati oscuri del personaggio. Questa piccola parte ha permesso all’attore di fare una prima incursione nel fantasy, ritrovandosi poi a confrontarsi con tale genere a partire dall’anno successivo, con Il Trono di Spade.

Charles Dance: età e altezza

1. Charles Dance è nato a Redditch, in Inghilterra, il 10 ottobre 1946. L’attore è alto complessivamente 191 centimetri.

Fonte: IMDb

P-Valley: recensione della serie di Katori Hall

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P-Valley: recensione della serie di Katori Hall

Katori Hall, famosa drammaturga americana, porta in forma di serie tv, in veste di showrunner e produttore esecutivo, una delle sue pièce più famose, P-Valley, il racconto di un gruppo di spogliarelliste che lavora al Pynk, un locale nel Delta del Mississippi, nel profondo sud degli Stati Uniti. La serie arriverà su StarzPlay dal prossimo 12 luglio.

La storia segue le vite delle ballerine dello strip club, donne che hanno una vita difficile ma combattono ogni giorno per inseguire dei sogni che forse sono un po’ troppo grandi per il luogo e per la situazione sociale in cui si trovano, non certo per le loro forze. C’è la femmina alfa, Mercedes (Brandee Evans), che dopo anni di pole dance e strip ha finalmente messo da parte abbastanza soldi per aprire una palestra e allenare le bambine del suo quartiere. C’è Keyshawn (Shannon Thornton), che invece fa i salti mortali per gestire sua figlia neonata, il suo lavoro al club e un compagno violento, che spesso le lascia segni su quel corpo che le serve per vivere e lavorare. C’è zio Clifford (Nicco Annan), il gestore del locale, protettore, confidente, rappresentante estremo e bellissimo della non appartenenza al gender, che ama giocare con parrucche, trucco e abiti stravaganti come le sue ballerine, dice di conoscere troppi uomini e donne queer uccisi nella Città del Mississippi per sentirsi completamente al sicuro lì. Poi c’è l’attrazione più recente del club, Autumn (Elarica Johnson), l’unica che, nonostante lo spaesamento iniziale, potrebbe essere l’unica ad essere davvero a suo agio su quel palco e attorno a quel palo, nonostante un disturbo post traumatico che la assale improvvisamente, e che lei combatte con un eccesso di alcol.

P-Valley e lo sguardo femminile sui corpi di donna

La storia di P-Valley si dipana lungo dieci episodi da circa un’ora, tutti diretti, raccontati, inquadrati da un occhio femminile eforse proprio per questo la sovraesposizione dei corpi delle protagoniste non è mai serva di pruriginoso voyeurismo ma sempre latore di potenziamento. E si parte dal corpo perché è lo strumento principale con cui queste donne vengono raccontate: corpi così belli da non sembrare di questa Terra eppure tutt’altro che perfetti popolano il Pynk e tutte le notti gli avventori del club sono lì, vittime di questi corpi, di queste donne che esercitano con grande consapevolezza il loro potere. Tuttavia, il potere che viene dal corpo costa fatica, in termini di emozioni, in termini di duro lavoro e anche in termini di energie spese ad allenarsi appese a quel palo, che per pochi minuti, ogni sera, è migliore amico, sostegno e àncora per ognuna di loro.

Nel primo episodio, Mercedes si esibisce, sale sul palco, si arrampica al palo e comincia la sua danza, tra forza e grazie. Sotto di lei volano biglietti da un dollaro o più, uomini eccitati, musica assordante riempie la sala, luci al neon e proiettori illuminano di fucsia e blu l’aria, ma noi siamo nella testa di Mecedes: c’è silenzio, concentrazione, e l’unico suono che sentiamo è il suo respiro, il suo corpo che si sfrega contro il palo a cui è aggrappata, il suo sforzo atletico. Si tratta di una sequenza molto breve ma estremamente significativa, rappresentativa della forza di volontà di questa donna che ha un obbiettivo preciso ed usa coscientemente il suo corpo per realizzarlo.

p-valley recensioneUn’umanità che combatte a denti stretti per un posto al sole

In maniera più dura e drammatica rispetto a The Hustlers, uscito lo scorso inverno, P-Valley mette in scena un’immagine di donna molto estrema, oltre a gettare una luce sull’ambiente degli strip club e su forme di razzismo ed emarginazione tanto radicate quanto feroci. Dall’ecosistema economico al rapporto di sorellanza conflittuale delle protagoniste, P-Valley si fa spaccato di una realtà che fatichiamo a credere sia vera per quanto è difficile.

Visivamente sontuoso ed accattivante, P-Valley ricopre con una patina glamour un discorso sociale, etnico, politico ed economico che altrimenti sarebbe tanto atroce da risultare insostenibile. La bellezza delle immagini e dei corpi è un contraltare necessario a mostrare la realtà, il dolore, i tagli, i lividi sotto al trucco.

Ma la serie non si focalizza soltanto su queste donne, quindi lo sguardo femminile, per quanto fondamentale non è determinante. Dal rapporto con la fluidità di genere alla realtà proibitiva per qualunque tipo di sogno che possa in qualche modo sollevare il singolo dalla miseria in cui si trova, P-Valley è un racconto disincantato e crudo di una umanità che combatte a denti stretti per un posto al sole. Ma di questi posti, sembra chiaro, non ce ne sono abbastanza per tutti.

The Old Guard: recensione del film con Charlize Theron

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The Old Guard: recensione del film con Charlize Theron

Si intitola The Old Guard il nuovo film originale Netflix, disponibile sulla piattaforma dal 10 luglio. Basato sul fumetto in tre volumi omonimo di Greg Rucka, che firma anche la sceneggiatura, il film è diretto da Gina Prince-Bythewood, regista che si sta facendo spazio nel mondo del cinema action, e che vedremo forse al timone dei prossimi progetti SONY su Black Cat e Silver Sable.

Il film racconta di un antico corpo di guerrieri immortali, guidati da Andy, la più anziana tra loro. Sono creature speciali, che una volta morte, si risvegliano investite di questo incredibile potere, l’immortalità. Guariscono da qualsiasi ferita, sono imbattibili nello scontro corpo a corpo, sono delle macchine letali che, nel corso dei secoli, hanno aiutato l’umanità. Accanto a Andy, decennio dopo decennio, sono arrivati altri immortali: Joe e Nicky, soldati che si sono scontrati durante le Crociate, uccidendosi a vicenda, per poi scoprire, in questa nuova vita immortale, di essere anime gemelle; Booker, che ha combattuto nell’esercito di Napoleone, e lì è morto e poi rinato, osservando da lontano tutta la sua famiglia, moglie e tre figli, crescere, invecchiare e morire. Infine arriva Nile, giovane marine in Afghanistan, che dopo una missione finita con la sua gola tranciata, si risveglia viva, vegeta e senza un graffio o una cicatrice, una nuova immortale che si unisce, incredula, alla Vecchia Guardia, che intanto si trova ad affrontare un nemico inedito. Una casa farmaceutica si è messa in testa di studiarli, vivisezionarli ed estirpare dal loro DNA una panacea per tutti i mali del mondo e, forse, un elisir di lunga vita.

Il cast stellare di The Old Guard

Il primo elemento di interesse che va sottolineato nella recensione di The Old Guard è senza dubbio il cast. Inclusivo, variegato, innegabilmente bello e caratterizzato da dosi massicce di talento. La più giovane del gruppo e interprete di Nile, Kiki Layne, l’abbiamo già vista (e ce ne siamo innamorati) in Se la strada potesse parlare, di Barry Jenkins, ma qui sfodera tutta una serie di skill action inedite ed estremamente nelle sue corde. Tocca poi al fascinoso Matthias Schoenaerts, che interpreta Booker, e che alla componente action aggiunge anche quella più introspettiva del gruppo, dal momento che mette sul piatto non il dono dell’immortalità, ma la sua maledizione, ovvero la sopravvivenza a tutti coloro che gli sono stati cari e che non ci sono più. Reduce dal successo di Aladdin in live action, in cui interpreta Jafar, Marwan Kenzari è Joe, il soldato musulmano morto durante le crociate. Il suo destino, nel film, è legato a doppio filo a quello di Nicky, interpretato da Luca Marinelli. Il golden boy del cinema italiano torna qui all’azione pura, dopo la capatina nel genere con Lo chiamavano Jeeg Robot, e dimostra di essere completamente a suo agio nei panni di un soldato cristiano immortale, trapiantato ai nostri giorni e follemente innamorato del suo compagno (è il caso di dirlo) di una vita, Joe.

The Old Guard film 2020Charlize l’immortale

Chiude il gruppo la leader, Charlize Theron, che interpreta Andromaca di Scizia. Che sia la famosa principessa di Tebe andata in sposa a Ettore di Troia, non ne abbiamo certezza, sappiamo però che, dopo la prima morte, si è risvegliata immortale, e decisamente letale. L’attrice premio Oscar ha già dimostrato di essere perfettamente in grado di reggere un film d’azione, Atomica Bionda ne è la prova, ma questa volta, senza poter contare su un personaggio glamour, come quello di Lorraine, né su un look ed un abbigliamento accattivante, come nel caso di Æon Flux, o ancora su un’ambientazione postapocalittica da vera dura, come per Furiosa, Theron riduce all’essenziale la sua performance, dimostrando che il suo flessuoso corpo, allenato alla danza classica e alle movenze seducenti che l’hanno fatta conoscere al mondo (vedi spot Martini), si prestano benissimo alle coreografie acrobatiche e alle botte da orbi che tira giù in The Old Guard. Senza troppi fronzoli, la sua Andy è un personaggio solido, duro, molto severo, sofferente, forse l’elemento più interessante del film, specialmente quando “mena”.

Nonostante questo cast incredibile e una buona dose di azione pura e divertente, The Old Guard mostra il suo limite nella sua natura seriale. È l’adattamento del primo capitolo di una trilogia, ed è scritto come tale, non ha quindi un’autonomia narrativa e lascia aperte troppe strade, accenna troppi personaggi, propone pigramente troppi flashback, abbozza tutta la storia, senza approfondire nessuno degli argomenti toccati, sperando forse in un sequel che non sappiamo se sia ufficiale o meno. Questa mancanza di solidità nella struttura della storia mina tutta la resa del film, che si riduce, appunto, ad una serie di scene d’azione divertenti e nulla più.

Pinocchio di Matteo Garrone su Sky Cinema

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Pinocchio di Matteo Garrone su Sky Cinema

Arriva su Sky a distanza di quasi un anno dall’uscita al cinema Pinocchio, la fiaba diretta da Matteo Garrone, e dopo aver vinto 5 nomination e 5 statuette ai David di Donatello a cui, qualche giorno fa, si sono aggiunti anche 6 Nastri d’Argento tra cui la miglior regia e il migliore attore non protagonista. Pinocchio debutterà Lunedì 13 luglio alle 21.15 su Sky Cinema Uno  e alle 21.45 su Sky Cinema Family  Disponibile anche on demand su Sky e in streaming su NOW TV.

Il film – una coproduzione internazionale Italia/Francia, prodotto da Archimede con Rai Cinema e Le Pacte – vede la presenza di un cast stellare, capitanato dal Premio Oscar Roberto Benigni nei panni di Geppetto e quella di un giovanissimo e bravissimo Federico Ielapi in quelli di Pinocchio. Non mancano i personaggi senza tempo della famosissima fiaba: da Mangiafuoco (interpretato da Gigi Proietti) al Gatto e la Volpe, che hanno le sembianze di Rocco Papaleo e Massimo Ceccherini, e la Fata dai capelli turchini con il volto di Marine Vacht.

Con questo film «ho completato un viaggio, perché ho iniziato 4 anni fa a lavorare a questo progetto partendo dal testo letterario originale»: parla così Matteo Garrone. «Era per me difficile resistere alla tentazione di ripetere questa storia. Disegnavo spesso le storie di Pinocchio quando ero un bambino e poi da grande, rileggendo la storia, ho scoperto cose nuove». L’obiettivo del regista era proprio quello di creare «un film che aiutasse il pubblico a riscoprire un grande classico, però allo stesso tempo anche a divertirsi, a passare due ore in un mondo magico, dove il reale si mescola al soprannaturale. Perché Pinocchio è comunque un testo che parla di noi, non ha epoca, non ha tempo, parla di vizi e virtù degli Italiani. Ha un tempo universale».

Josh Radnor: 10 cose che non sai sull’attore

Josh Radnor: 10 cose che non sai sull’attore

Ha dato vita ad uno dei personaggi più amati della TV americana. È pure regista, attore di teatro e grande amante della musica. Oggi andiamo alla scoperta di Josh Radnor, il protagonista di How I met your mother e simbolo degli anni 2000 sul piccolo schermo. Ecco 10 cose che non sai su Josh Radnor.

Josh Radnor tra la gavetta in tv e film indipendenti

10. La vita prima, durante e dopo “mamma”. Inutile negarlo, appena vediamo il suo volto pensiamo subito a Ted Mosby, il protagonista e narratore di una delle serie più amate di sempre, ovvero How I met your mother. Un lunghissimo ed appassionante flashback in cui Randon interpreta un architetto newyorchese alla ricerca dell’anima gemella. Eppure dietro a quel personaggio così iconico c’è molto di più: c’è una storia di gavetta e comparsate in serie come Law & Order, E.R. e Six Feet Under fino alla chiamata della vita nel 2005. Dopo la fine di How I met your mother, Radnor recita in altre due serie molto più di nicchia: Mercy Street (2016/2017) e Rise (2018).Nel frattempo, oltre al piccolo schermo, si dedica anche al cinema: Josh Radnor è il regista dell’opera prima Happythankyoumoreplease (2010), di cui è anche sceneggiatore e interprete. In coppia con Elizabeth Olsen recita nella sua seconda pellicola diretta e sceneggiata, Liberal Arts (2012); torna in altri due piccoli ruoli in film indipendenti quali Afternoon Delight (2013) e The Seeker (2016), mentre nel 2018 è il coprotagonista della commedia romantica Social Animals. Oggi lo ritroviamo su Amazon PrimeVideo in una serie esclusiva dal titolo Hunters.

Josh Radnor anima “drammatica” e “country”

9. Preferire Broadway a Hollywood. Nella sua carriera Josh Radnor non ha mai nascosto l’amore e la propensione per il teatro, anzi. Dopo aver conseguito un master in arte drammaturgica esordisce a Broadway con l’adattamento de Il Laureato e nel 2004 con l’allora prossimo collega Neil Patrick Harris (Barney di How I met your mother) va in scena con The Paris Letter. È nel 2014 che Radnor calca al momento l’ultima volta i palchi teatrali, recitando nel dramma Disgraced al Lyceum Theatre.

8. La passione per la musica. C’è qualche cosa che Ted Mosby non sappia fare? Per i fan più agguerriti o per chi di voi lo segue su Instagram questa non sarà di certo una sorpresa, ma Radnor sa eccome il fatto suo con in mano una chitarra, tanto che nel 2016, assieme all’amico Ben Lee forma il duo folk Radnor & Lee. Il loro album prende il nome della band e lo trovate tranquillamente su Spotify.

Josh Radnor oggi: il ruolo a sorpresa in Hunters

Josh Radnor Hunters

7. Strane somiglianze. Quando si dice “Non riuscire a scrollarsi di dosso un ruolo”. Abbiamo parlato di come nel corso della sua carriera Josh Radnor sia sempre stato visto come Ted, sempre e solo Ted Mosby. E se How I met your mother non fosse stata l’unica serie in cui ha dato vita ad un personaggio insicuro, emotivo e logorroico? Il suo Lonny Flash dell’ultima serie Hunters è per molti è un chiaro un omaggio all’architetto newyorchese, suo doppio comico, un attore fallito a caccia di nazisti.

6. Alla fine è arrivata mamma? Anni passati alla ricerca dell’anima gemella in tv… Ma in realtà ad oggi Josh Radnor è ancora scapolo. Almeno, stando a quanto lui ha sempre detto. Alcune riviste di gossip però non sono della stessa opinione, tanto che danno per imminente un fidanzamento ufficiale con una donna sconosciuta.

Josh Radnor How I met your mother

5. E a chi racconto la mia storia? Il paragone viene ancora una volta in automatico: Ted nella serie racconta le vicende che lo hanno portato ad innamorarsi di sua moglie ai figli, ormai diventati grandi. Per il momento Radnor non è ancora diventato padre: nessuna delle sue storie amorose hanno dato alla luce un piccolo o una piccola Mosby. Scusate, Radnor!

4. Una serie dalle uova d’oro. È risaputo nel mondo della televisione che recitare nelle sit-com, soprattutto americane, porta sempre lauti guadagni: per How I met your mother, in 9 stagioni, il guadagno netto di Radnor supera i 30 milioni di dollari. Cifre da capogiro, soprattutto se si pensa che lo stipendio medio per singolo episodio, solo nella stagione finale era di 225 mila dollari.

Josh Radnor e gli ultimi difficili anni 

3. Cattivo vicinato. Tutti abbiamo i nostri momenti no e il 2018 è stato un anno parecchio travagliato per Radnor: tutto nasce da una discussione avuta con i vicini di casa che si tramuta subito in azione legale da parte di quest ultimi; l’accusa era che l’attore aveva esteso il terreno di casa sua fino all’altra proprietà, creando uno spiazzo abusivo. I vicini hanno provveduto a fermare immediatamente i lavori, ma Radnor, stando sempre alle loro dichiarazioni, non reagì bene: urla, schiamazzi, prese in giro e intimidazioni hanno portato l’altra famiglia ad indire un ordine restrittivo. Tutto è bene però quel che finisce bene, infatti si è poi scoperto, dopo essere passati dal tribunale, che Radnor è stato vittima di falsa testimonianza come poi ha potuto dimostrare davanti al giudice.

Josh Radnor su Instagram 

2. Nessun progetto all’orizzonte. Radnor non è sicuramente un personaggio che ama molto far parlare di sé. Recentemente ha postato sul suo profilo Instagram una foto con Cobie Smulders, la Robin di How I met your mother, in occasione di una piccola reunion del cast. Calma piatta però sul fronte film e serie tv futuri, senza nulla di ufficiale e di confermato. Toccherà aspettare ancora un po’ per vedere Josh Radnor sui piccoli e i grandi schermi.

1 – Età e altezza. Josh Radnor, il cui nome completo è Joshua Thomas Radnor, è originario di Columbus, nell’Ohio, ed è nato il 29 luglio del 1974. È alto 6 piedi, per l’esattezza 1 metro e 82 centimetri

Jennifer Garner: 10 cose che non sai sull’attrice

Jennifer Garner: 10 cose che non sai sull’attrice

Celebre attrice televisiva e cinematografica, Jennifer Garner vanta grandi successi tanto sul piccolo quanto sul grande schermo, e negli anni è arrivata ad affermarsi come una delle celebrità più influenti dell’industria. Grazie ai suoi ruoli da protagonista, l’attrice ha inoltre potuto dar prova della propria versatilità e del proprio talento, ottenendo alcuni tra i maggiori riconoscimenti e compensi di Hollywood.

Ecco 10 cose che non sai di Jennifer Garner.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Jennifer Garner Instagram

Jennifer Garner: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice debutta al cinema nel 1997 con il film Harry a Pezzi, per poi affermarsi grazie a titoli di successo come Pearl Harbor (2001), Prova a prendermi (2002), con Leonardo DiCaprio, Daredevil (2003), 30 anni in 1 secondo (2004), Elektra (2005), The Kingdom (2007) e Juno (2007), con Ellen Page. Successivamente continua ad affermare la propria popolarità recitando nei film La rivolta delle ex (2009), Il primo dei bugiardi (2009), con Ricky Gervais, Butter (2011), Dallas Buyers Club (2013), con Matthew McConaughey, Mother’s Day (2016), Tuo, Simon (2018) e Peppermint – L’angelo della vendetta (2018).

9. Ha preso parte a serie televisive. L’attrice comincia ad ottenere i suoi primi ruoli in televisione, facendosi poi notare grazie alle serie Significant Others (1998) e Cenerentola a New York (1999-2000). La consacrazione arriva grazie alla serie Alias (2001-2006), dove recita nel ruolo della protagonista Sydney Bristow, ottenendo importanti riconoscimenti, come quattro nomination al Golden Globe. Successivamente, dopo essersi dedicata prevalentemente al cinema, torna in televisione con le serie Camping (2018) e Il piccolo lama (2018-2019).

8. Ha prodotto e diretto la serie che l’ha resa celebre. Grazie alla serie thriller Alias, la Garner ha potuto ottenere grande popolarità all’interno dell’industria. Particolarmente legata a tale titolo, l’attrice ha infatti deciso di sostenerlo arrivando a produrre gli ultimi diciassette episodi, ricoprendo così per la prima volta il ruolo di produttrice. In seguito a tale esperienza, nel 2006, fonda la Vandalia Films, sua casa di produzione. Sempre per Alias l’attrice vanta anche il suo unico credito come regista. Ha infatti diretto nel 2005 l’episodio In Dreams, diciannovesimo della quarta stagione.

Jennifer Garner è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 9,3 milioni di persone. All’interno di questo è solita condividere prevalentemente fotografie contenenti momenti di svago, in compagnia di amici, colleghi o dei suoi tre figli. Non mancano poi anche diverse curiosità a lei legate, come anche video o immagini promozionali dei suoi progetti da interprete. La Garner, infatti, non manca di utilizzare il proprio profilo anche per promuovere il suo lavoro.

Jennifer Garner e John Miller

6. Ha una relazione con un noto imprenditore. A partire dal 2018 l’attrice ha una solida relazione con John Miller, imprenditore e Ceo del Cali Group. La coppia, fotografata più volte insieme, non ha mai rilasciato dichiarazioni in merito al proprio rapporto, lasciando però intendere di come questo sia fonte di gioia per entrambi. Con Miller, inoltre, la Garner è riuscita a superare il divorzio dal precedente marito, e sembra oggi vivere una seconda vita, ricca di amore e spensieratezza.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Jennifer Garner Alias

Jennifer Garner e Ben Affleck

5. Si sono conosciuti sul set. La Garner è nota anche per il matrimonio avuto con il premio Oscar Ben Affleck. I due si conobbero per la prima volta sul set del film bellico Pearl Harbor, ma all’epoca l’attrice era ancora sposata con il primo marito. In seguito, tuttavia, i due si ritrovano a recitare a stretto contatto nel cinecomic Daredevil, e da lì sembra essere iniziata la loro relazione. I due confermano la cosa dopo alcune apparizioni pubbliche, diventando molto popolari sulle riviste di gossip.

4. Hanno avuto tre figli. Il giorno del trentesimo compleanno di lei, Affleck le chiede di sposarlo. Le nozze avverranno nel giugno del 2005, quando la Garner è incinta già da quattro mesi della prima figlia, nata poi nel dicembre del 2005. Successivamente avranno altri due figli, nati rispettivamente nel 2009 e nel 2012. Nel giugno del 2015, tuttavia, la coppia annuncia il divorzio, cercando di non rendere pubbliche le motivazioni. Per il bene dei figli, tuttavia, i due continuano ad intrattenere buoni rapporti.

Jennifer Garner in Alias

3. Ha sostenuto molteplici provini. Per arrivare ad interpretare il ruolo di Sydney Bristow, protagonista della serie Alias, l’attrice si è dovuta sottoporre a ben cinque provini. L’ideatore, J. J. Abrams, voleva infatti essere sicuro di star scegliendo la persona giusta per la parte, e ad ogni nuovo incontro sottoponeva la Garner a nuove prove e richieste, valutando attentamente le reazioni di lei. Alla fine, si convinse che era lei l’interprete giusta, e decise di assegnarle il ruolo senza ulteriori indugi.

Jennifer Garner: il suo patrimonio

2. È un’attrice molto pagata. Grazie ai numerosi ruoli di rilievo da lei interpretati, la Garner è arrivata a raggiungere uno status particolarmente importante all’interno di Hollywood. Nel 2005 viene classifica alla posizione numero 70 delle 100 celebrità più potenti in circolazione. Con compensi a film che si aggirano intorno ad una media di 5 milioni, l’attrice vanta oggi un ricco patrimonio stimato intorno agli 80 milioni di dollari.

Jennifer Garner: età e altezza

1. Jennifer Garner è nata a Houston, in Texas, Stati Uniti, il 17 aprile 1972. L’attrice è alta complessivamente 173 centimetri.

Fonte: IMDb

The Old Guard: da oggi disponibile su Netflix il film con Charlize Theron

ORA DISPONIBILE su Netflix The Old Guard, il film diretto da Gina Prince-Bythewood e scritto da Greg Rucka. Basato sulla serie di graphic novel di Greg Rucka e illustrata da Leandro Fernandez. Prodotto da David Ellison, Dana Goldberg, Don Granger, Charlize Theron, AJ Dix, Beth Kono, Marc Evans.

Protagonisti di The Old Guard sono Charlize Theron, Kiki Layne, Marwan Kenzari, Luca Marinelli, Harry Melling, Van Veronica Ngo con Matthias Schoenaerts e Chiwetel Ejiofor.

 

Da secoli il mondo dei mortali è protetto da un gruppo clandestino guidato da una guerriera di nome Andy (Charlize Theron). Al suo interno ci sono mercenari molto uniti tra loro e che stranamente non possono morire. Durante una missione urgente le straordinarie capacità dei componenti della squadra diventano improvvisamente pubbliche. Ora tocca ad Andy e all’ultima arrivata Nile (Kiki Layne) aiutare il team a scongiurare il pericolo rappresentato da chi, a qualsiasi prezzo, intende replicare e sfruttare economicamente questo dono. Tratto dal celebre fumetto di Greg Rucka e con la regia di Gina Prince-Bythewood (LOVE & BASKETBALL, BEYOND THE LIGHTS – TROVA LA TUA VOCE), THE OLD GUARD racconta una storia cruda, ancorata alla realtà e piena d’azione che dimostra come vivere per sempre non sia così semplice.

Animare Cartoon Film Festival si farà, online dal 16 luglio su IlCinemino@Home

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Sembrava che l’emergenza Covid-19 dovesse bloccare i festeggiamenti per il primo decennale di Animare Cartoon Film Festival, evento cinematografico organizzato da Sedicicorto Forlì International Film Festival, in partnership con la Cooperativa Stabilimenti Balneari di Cesenatico e dedicato ai migliori cortometraggi internazionali di animazione per i più piccoli. Gli organizzatori avevano invano cercato di poter svolgere l’edizione in presenza, nella consueta cornice della città di Cesenatico, location storica di Animare, divenuto ormai uno degli eventi clou dell’estate romagnola.

Il virus aveva bloccato la possibilità di svolgere i festival in sicurezza. L’arrivo di centinaia di lettere di sostegno da parte di genitori i cui figli avevano partecipato alle passate edizione e la preziosa collaborazione di un prestigioso partner come Il Cinemino di Milano hanno convinto Sedicicorto a non rinunciare al suo festival di animazione.

La 10° edizione di Animare Cartoon Film Festival si farà

E durerà un mese, dal 16 luglio al 16 agosto, tutta da vedere sulla piattaforma online de Il Cinemino. I 16 cortometraggi della selezione 2020 sono stati scelti tra 1599 opere provenienti da 106 paesi e dalle migliori scuole di animazione del mondo, che ogni anno vedono nel festival un punto di riferimento per la promozione dei lavori dei propri studenti.

L’appuntamento è per giovedì 16 luglio 2020, su IlCinemino@Home, che renderà visibile l’intera selezione per un mese, con un abbonamento simbolico di 1,99€, necessario per garantire la dovuta tutela ai cortometraggi presentati. Sarà possibile votare il proprio film preferito, andando a decretare con le proprie visualizzazioni il vincitore del 10° Animare Cartoon Film Festival. Al più votato, oltre al premio economico garantito da Sedicicorto Forlì International Film Festival, verrà assegnato anche il Premio CineMini, che prevede la programmazione in sala a Il Cinemino.

Gli Eterni: perché erano assenti da Infinity War ed Endgame

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Gli Eterni: perché erano assenti da Infinity War ed Endgame

Come mai Gli Eterni non sono intervenuti nel MCU durante l’ora più buia della Terra, quando gli Avengers avevano più bisogno di aiuto e Thanos era una minaccia tangibile ed inarrestabile?

Nei fumetti, Gli Eterni sono uno dei gruppi più potenti dell’universo Marvel, e molti di loro arriveranno sul grande schermo nella Fase 4. Diretto da Chloé Zhao, Gli Eterni presenterà al pubblico Ikaris (Richard Madden), Thena (Angelina Jolie), Sersi (Gemma Chan) e altri, in una storia che abbraccia un arco temporale di più di mille anni ed esplora la storia della MCU. Il film potrebbe anche spiegare perché questi personaggi hanno aspettato così tanto tempo per mostrarsi e anche perché non sono intervenuti nello scontro con Thanos.

Nei fumetti, gli Eterni non sono autorizzati a interferire

Gli Eterni, le cui abilità li avvicinano a delle divinità, vivono separati dagli esseri umani, inoltre è un desiderio dei loro creatori che loro evitino di interferire con le questioni umane fino a quando i Celestiali non torneranno sul pianeta. Di conseguenza, Zuras – il capo degli Eterni – fa in modo che il suo popolo rispetti questa regola.

Il giudizio dei Celestiali ha senso perché la non partecipazione degli Eterni ha permesso loro di osservare la naturale progressione dell’evoluzione della cultura umana. Gilgamesh è un ottimo esempio di quanto gli Eterni prendano sul serio le regole che i Celestiali hanno loro imposto.

Zuras non ha proibito tutti i contatti con gli esseri umani poiché gli Eterni come Sersi sono autorizzati a vivere in mezzo a loro, ma Gilgamesh ha preso le cose troppo alla lontana. Ha abusato dei suoi poteri per diventare un eroe. Le sue azioni hanno fatto arrabbiare Zuras, che lo ha prontamente bandito. Anche la menzione del suo nome è stata vietata, quindi Gilgamesh è stato indicato come “Il Dimenticato”.

Gli Eternali del MCU non possono essere coinvolti

Gli Eterni alieni hanno condiviso segretamente la terra per migliaia di anni e la Terra è stata minacciata in numerose occasioni, specialmente dopo l’invasione di Chitauri a New York, vista in The Avengers. La logica è che ci deve essere una ragione per cui gli Eterni non sono altro che un pubblico e non possono intervenire.

Se agli Eterni fosse stato detto di lasciare che l’umanità seguisse il proprio corso, avrebbe senso che gli Eterni siano rimasti in disparte per così tanto tempo. Ecco perché non hanno fatto nulla quando Thanos ha attaccato la Terra. Poiché il film dovrebbe presentare scene dell’antico passato del MCU, potrebbe immergersi in altri scenari in cui si sono scontrati con questa regola, o potrebbe mostrare al pubblico perché questa regola è stata imposta in primo luogo.

Le regole possono cambiare nella Fase 4

Una sinossi ufficiale degli Eternali rivela che il film potrebbe coinvolgere i Devianti, e se così dovesse essere, questo potrebbe rappresentare una buona scusa per vedere infine gli Eterni in azione, visto che qualsiasi Deviante sarebbe una minaccia ben più grande di Thanos per il mondo.

Un’altra possibile spiegazione dell’improvviso cambiamento del comportamenti degli Eterni potrebbe arrivare dai fumetti. Ci si aspettava che la versione a fumetti degli Eterni rispettasse le regole dei Celestiali sul non interferire fino al momento del loro ritorno sulla Terra. Dopo il loro ritorno, gli Eterni decisero di mettere da parte le regole e interagire con gli umani.

Ecco perché gli Eterni come Sersi sono stati in grado di diventare Vendicatori nei primi anni ’90. A quel tempo, gli Eterni si erano già rivelati, quindi nascondersi non era più una priorità. Una situazione simile può manifestarsi nel film, che fornisce una specie di banco di prova per alcuni di questi personaggi che potranno poi essere sfruttati nel futuro del MCU.

Gli Eterni, il film

Gli Eterni, diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina Jolie (Thena), Richard Madden (Ikaris), Kit Harington (Black Knight), Kumail Nanjiani (Kingo), Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak), Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan (Sersi) e Don Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta da Matthew Ryan Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12 febbraio 2021.

Secondo gli ultimi aggiornamenti, il cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.

Star Wars: le migliori e le peggiori morti viste nella saga

Star Wars: le migliori e le peggiori morti viste nella saga

Delle molte influenze creative dell’universo di Star Wars, una delle più importanti è l’epica narrazione di vecchie leggende; non è un caso che la vita di Luke Skywalker, ad esempio, abbia molti punti in comune con la leggenda di Re Artù. La morte è un elemento ricorrente in questo tipo di leggende, quindi non sorprende che tutti e nove i film che compongono la saga degli Skywalker abbiano una buona parte di scene che riguardano la morte di importanti personaggi. CBR ha stilato una lista delle migliori (e delle peggiori) morti che abbiamo visto nella saga di Star Wars:

Luke Skywalker

Dopo aver realizzato una delle più grandi ed eroiche imprese mai viste in un film di Star Wars, proiettando un’illusione di se stesso a metà della galassia per distrarre il Primo Ordine ed aiutare la fuga della Resistenza, Luke Skywalker muore nei minuti finali de Gli Ultimi Jedi.

Il suo viaggio termina nello stesso modo in cui è iniziato, con lui che si affaccia all’orizzonte in un tramonto binario e “Il Tema della Forza” di John Williams che si gonfia come aveva fatto nel primo Star Wars 40 anni prima. Una delle scene più belle in un film pieno di Skywalker; la vita di Luke non avrebbe potuto giungere ad una conclusione più appropriata.

Leia Organa

Sfortunatamente, nel nono capitolo della saga, L’Ascesa di Skywalker, la gemella di Luke , Leia, non è stata altrettanto fortunata. Parte di questo era inevitabile – la scomparsa di Carrie Fisher significava che Leia non avrebbe mai avuto il finale che meritava davvero -, ma sì, la sua morte ne L’Ascesa di Skywalker è parecchio deludente.

Percependo un duello tra il suo apprendista e suo figlio, Leia raggiunge Kylo Ren tramite la Forza, poi muore misteriosamente. È tenuta all’ombra (un effetto collaterale della morte di Fisher) e per lo più fuori dal quadro, contribuendo ad una sensazione generale che spezza la solennità del momento.

Han Solo

Harrison Ford aveva spinto per uccidere Han Solo dai tempi de L’Impero Colpisce Ancora, credendo che il capitano del Millennium Falcon avesse completato il suo arco narrativo nella trilogia originale: l’unico modo per terminare il suo viaggio era attraverso un sacrificio eroico. Quindi, quando Han è tornato ne Il Risveglio della Forza, non è stato così sorprendente il fatto che sia morto, anche se quando è arrivato il momento, è stato comunque straziante.

Tentando di riportare verso la luce suo figlio Ben, adesso il guerriero oscuro Kylo Ren, Han sembra quasi riuscirsi per un momento, ma alla fine tutto ciò che riceve per i suoi sforzi è una spada laser in pieno petto. L’ultimo gesto di Han è di puro affetto e semplice perdono, con lui che mette la mano sulla guancia del figlio prima di sprofondare in un abisso.

Ben Solo

Kylo Ren voleva tanto essere come suo nonno, e certamente muore più o meno allo stesso modo; torna verso la luce per poi rinunciare alla propria vita e salvare così qualcuno che ama. Sfortunatamente, questa volta le cose non hanno funzionato come nella trilogia originale.

Uccidendo Ben, la scena appare fin troppo piena di codardia, non solo riciclando una battuta de Il Ritorno dello Jedi, ma assicurandosi che Ben non debba più convivere con le conseguenze o il senso di colpa delle sue azioni come Kylo Ren, evitando così qualsiasi possibile dilemma morale.

Darth Vader

La rivelazione che Darth Vader era il padre di Luke e il conseguente dramma tra due membri della famiglia che si trovano ai lati opposti del conflitto tra libertà e fascismo, tra il Lato Chiaro e il Lato Oscuro, è ciò che ha elevato Star Wars al di sopra dello storytelling tradizionale: ha dato alla trilogia originale un potente nucleo emotivo. Le scene tra Luke e Vader rimangono facilmente le migliori de Il Ritorno dello Jedi, se non dell’intera trilogia originale.

Gli ultimi momenti di Vader sono i più toccanti di tutti. Smascherato, il pubblico vede finalmente il vecchio triste e dispiaciuto che era stato seppellito all’interno del mostro dei film precedenti; mentre Vader guarda suo figlio per l’ultima volta, il barlume nei suoi occhi regala una sorta di appagamento nonostante tutti gli errori commessi: alla fine, era riuscito a portare del bene nel mondo. 

Padmé

Purtroppo, Padmé è l’ultima ruota del carro ne La Vendetta dei Sith, privata della sua indipendenza rispetto ai due film precedenti e diventata ormai un elemento accessorio rispetto all’arco narrativo di Anakin. Anche il suo gran finale finisce per “oscurare” tutto ciò che di buona aveva caratterizzato il personaggio. Padmé “perde la volontà di vivere” e muore dopo il parto, apparentemente a causa della sua depressione dovuta alla caduta di Anakin.

A parte il fatto che, alla fine, Padme non ha più la volontà di vivere, sembra che la sua morte sia stata pianificata soltanto per collegarsi adeguatamente alla trilogia originale, visto che in quei film il personaggio è assente.

Snoke

Il secondo atto de Gli Ultimi Jedi culmina con una scena tra Rey, Kylo Ren e Snoke nella sala del trono di quest’ultimo. Rian Johnson impiega magistralmente una tecnica tipicamente hitchcockiana, ossia aumentando la suspense quando Kylo usa la Forza per attivare di nascosto la spada laser di Rey, che si accende attraverso il busto del suo padrone.

Qui, il vero scopo di Snoke nella storia viene svelato al pubblico e ai personaggi. Non è mai stato il vero cattivo, ma solo un trampolino di lancio nel lungo viaggio di Kylo Ren.

Darth Maul

Apparso ne La Minaccia Fantasma, Darth Maul ha una sola possibilità di mostrare la sua abilità di combattimento prima di essere diviso in due da Obi-Wan Kenobi, senza che il pubblico apprenda molto su chi sia in reatà. Questa era una scena di morte così deludente, e che sprecava così tanto il potenziale di un personaggio, che alla fine venne rivelato che Maul era effettivamente sopravvissuto.

Ciò gli ha spianato la strada per tornare in The Clone Wars, dove è diventato uno dei personaggi preferiti dai fan, dopo che lo stesso è stato potenziato prima di incontrare finalmente una fine più cupa e adatta in Star Wars Rebels. 

Palpatine (Il ritorno dello Jedi)

Mentre questa dovrebbe essere la scena della morte di Palpatine, in realtà il focus emotivo  è tutto su Luke e Vader, entrambi vittime dell’Imperatore a modo loro, e questa attenzione ai due personaggi è ciò che rende questa scena così memorabile.

Dopo che gli ultimi sei film hanno dimostrato la padronanza di Palpatine nella strategia, qui finalmente scivola via non riuscendo a spiegarsi due variabili: che Luke si sarebbe dimostrato più forte di quanto fosse stato suo padre e che quel padre aveva ancora qualcosa di buono in lui.

Palpatine (L’ascesa di Skywalker)

A differenza della sua scomparsa 35 anni prima, la seconda e presumibilmente definitiva morte di Palpatine ne L’Ascesa di Skywalker si rivela piuttosto deludente.

Dato che non ha una storia con Rey, il suo scontro con il personaggio è molto simile ad una battaglia finale di un videogioco, e l’intera vicenda finisce per apparire come una ricostruzione meno efficace della sua fine ne Il Ritorno dello Jedi

Justice League Snyder Cut: J.K. Simmons disponibile a “completare” il film

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J.K. Simmons non ha mai nascosto di aver amato tantissimo il ruolo del commissario Jim Gordon in Justice League. Ora che la Snyder Cut del film si appresta ad arrivare su HBO Max il prossimo anno, l’attore ha dichiarato di essere pronto a fare tutto il necessario per completare la versione del film ad opera di Zack Snyder, dimostrandosi ancora una volta un grande fan del film e sostenitore del regista.

Tra l’altro, il commissario Jim Gordon è uno di quei personaggi che all’interno della Snyder Cut potrebbero trovare sicuramente più spazio rispetto alla versione cinematografica del 2017. In una recente intervista con Screen Rant, l’attore premio Oscar ha parlato proprio della Snyder Cut: quando gli è stato chiesto se Snyder avrà bisogno di lui per completare i lavori sulla sua versione del film, l’attore ha ammesso di non esserne troppo sicuro, ma ha anche dichiarato di essere pronto a fare qualsiasi cosa se ce ne sarà bisogno.

“Come i fan della DC sanno, la Snyder Cut sta finalmente accadendo. E sono eccitato all’idea di farne parte”, ha spiegato Simmons. “Per quanto ne so, ho già fatto tutto quello che dovevo fare per essere nel taglio di Zack, che sostanzialmente era dirgli: “Sì, voglio far parte della tua versione”. Se ci saranno ulteriori cose da fare, registrazioni di dialoghi o riprese aggiuntive, sarà ben felice di farle.”

Nessun piano confermato per eventuali nuove riprese di Justice League

J.K. Simmons non è l’unico membro del cast di Justice League che è pronto a fare la propria parte per portare a compimento la Snyder Cut. Sia Ray Fisher che Jason Momoa hanno supportato molto Snyder durante questi mesi e sicuramente tornerebbero sul set se fosse necessario. Al momento non ci sono piani confermati per eventuali nuove riprese, anche se in passato era stato lo stesso Snyder ad anticipare alcune scene di Martian Manhunter, Lois Lane, Batman e Superman che vorrebbe completare. Se non dovessero essere confermate nuove riprese, allora il lavoro di Simmons potrebbe già essere completo, a meno che non gli venga chiesto di registrare nuovi dialoghi.

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

The Crown 6 stagione si fa, Netflix allunga la serie

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The Crown 6 stagione si fa, Netflix allunga la serie

Dopo la conferma via Deadline di The Crown 5, la quinta stagione di The Crown oggi arriva la notizia che Netflix ha deciso di allungare la serie è confermare The Crown 6, la sesta di The Crown. Al momento non sappiamo praticamente nulla sulla sesta stagione dunque non resta che aspettare ulteriori notizie.

Vi ricordiamo che in The Crown 5 Imelda Staunton entra nel ruolo della regina Elisabetta II. L’attrice britannica raccoglierà l’eredita lasciata da Claire Foy o Olivia Colman. Il creatore Peter Morgan aveva affermato di aver immaginato La Corona in esecuzione per sei stagioni, ma aveva ammesso che quando ha iniziato a lavorare su storie per la quinta stagione, è diventato “chiaro … che questo è il momento e il posto perfetto per fermarsi.  A quanto pare non sarà esattamente così.

In merito al nuovo ruolo il creatore aveva aggiunto: “Sono assolutamente entusiasta di confermare Imelda Staunton come Sua Maestà la Regina per la quinta e ultima stagione, portando la Corona nel 21 ° secolo. Imelda è un talento sorprendente e sarà un successore fantastico di Claire Foy e Olivia Colman.

Imelda Staunton ha dichiarato:  “Mi è piaciuto guardare The Crown sin dall’inizio. Come attore è stata una gioia vedere come sia Claire Foy che Olivia Colman abbiano portato qualcosa di speciale e unico nelle sceneggiature di Peter Morgan. Sono sinceramente onorato di unirmi a un team creativo così eccezionale e di portare The Crown alla sua conclusione. “

La serie tv

The Crown è una serie tv britannica  creata e scritta da Peter Morgan e prodotta dalla Left Bank Pictures e dalla Sony Pictures Television per Netflix. La serie è incentrata sulla vita di Elisabetta II del Regno Unito e sulla famiglia reale britannica.

La serie è stata acclamata e sono state apprezzate le interpretazioni di Claire Foy e Olivia Colman, che hanno ricoperto il ruolo della protagonista nelle prime quattro stagioni, di John Lithgow nel ruolo di Winston Churchill e di Helena Bonham-Carter che ha vestito i panni della principessa Margaret nella terza e quarta stagione

Sandman: Neil Gaiman aggiorna sul live action e anticipa grandi cambiamenti

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La produzione dell’adattamento Netflix dell’acclamata serie a fumetti Sandman di Neil Gaiman sarebbe dovuta in origine partire il mese scorso, ma ovviamente, a causa della pandemia di Covid-19, le riprese sono state ufficialmente posticipate.

Da quando l’adattamento è stato annunciato, in realtà, ci sono stati pochissimi aggiornamenti sul progetto, ma adesso è stato lo stesso Gaiman ad aggiornare sull’atteso film in una recente intervista con ComicBook. Sapevamo già che l’adattamento targato Netflix avrebbe apportato una serie di modifiche sostanziali al materiale originale, ed ora è stato proprio Gaiman a confermare la cosa, dichiarando che il film aggiornerà la storia ed i personaggi per il XXI secolo.

“Va bene, è il 2020, diciamo che stiamo lavorando a Sandman a partire da quest’anno… cosa faremmo? Come cambieremmo le cose? A che genere apparterrebbe questo personaggio? Chi sarebbe questa persona? Cosa succederebbe?”, ha spiegato Gaiman. Il celebre scrittore e fumettista ha anche spiegato come mai Sandman ha sempre avuto una genesi così travagliata, e come mai tutti i precedenti tentativi di realizzarne un film destinato al cinema non sono mai andati a buon fine.

“Le persone hanno provato a fare film e adattamenti tv di Sandman per circa 30 anni. Hanno provato davvero a realizzarli per circa 25 anni, ma non hanno mai funzionato. E non hanno mai funzionato a causa di tutti gli effetti speciali e di ciò che sarebbe necessario per realizzare quegli effetti speciali. Non hanno mai funzionato perché stavano cercando di realizzare qualcosa che avesse un tono parecchio adulto. La gente scriveva sceneggiature di film basati su Sandman e gli studio dicevano: “Ma è un film vietato ai minori. Non possiamo avere film vietati ai minori da 100 milioni di dollari”. Ecco perché non hanno mai visto la luce. Bisognava aspettare il momento in cui la narrazione seriale sarebbe stata vista come un vantaggio e non come uno svantaggio. E il fatto che abbiamo settantacinque numeri di Sandman – essenzialmente, 13 libri completi – è davvero una cosa buona. Non è uno svantaggio.”

L’incontro tra Neil Gaiman e la Warner Bros. per discutere di un film su Sandman

Sempre nel corso della medesima intervista, Neil Gaiman ha rivelato che all’inizio del 1990 ebbe una discussione con la Warner Bros. circa la possibilità di realizzare un film su Sandman, e che fu proprio a lui a suggerire alla major di non farlo: “Ricordo di aver aver avuto il mio primo incontro riguardo ad un film su Sandman nel 1990. Partecipai ad un incontro con la Warner e loro mi dissero: ‘Cosa ne pensi di un film su Sandman?”, e io risposi: ‘Per favore, non fatelo’. E ricordo che Lisa Henson, dirigente della Warner Bros., mi guardò perplessa e disse: ‘Nessuno è mai entrato nel mio ufficio chiedendomi di non fare un film prima d’ora’. E io gli risposi: “Beh, io ve lo sto chiedendo. Per favore, non fatevo. Sto lavorando al fumetto e un film sarebbe solo una distrazione e creerebbe una grande confusione. Lasciatemi fare le mie cose”.

Sandman (The Sandman) è una serie a fumetti nata dalla penna di Neil Gaiman e pubblicata dalla DC Comics tra il 1989e il 1996. La serie è composta da 75 albi, divisi poi in  10 volumi, nel quale il protagonista è Sogno, la personificazione antropomorfa di tutti i sogni. Di recente Audible, la multinazionale venditrice di programmi di intrattenimento audio distribuiti sul web, ha annunciato che renderà disponibile i primi tre cicli narrativi della serie a fumetti (Preludi e notturni, Casa di bambole, Le terre del sogno) sotto forma di audiolibri.

Lucca Comics & Games 2020 cambia e si fa in quattro

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Lucca Comics & Games 2020 cambia e si fa in quattro

È di aprile l’ultima comunicazione in cui si affermava che l’edizione 2020 sarebbe stata la più sentita, che i mesi di lockdown sarebbero serviti per accelerare alcune attività che sino a pochi mesi prima erano solo in incubazione. Dopo mesi di analisi, ricerca, ascolto, sviluppo e duro lavoro, Lucca Comics & Games è pronto a rimettersi in gioco e rispondere alle avversità con resilienza e creatività: dal 29 ottobre al 1 novembre si rialzerà il sipario sulla città di Lucca per dare vita a una nuova edizione del festival. Inconsueta, a partire dalla data di inizio – posticipata di un giorno rispetto a quanto annunciato a fine 2019 – e perché prevede quattro eventi in uno, sempre ricca di contenuti, nel rispetto della sicurezza e della salute della Community: autori, espositori, visitatori; ma anche cambiata e diversa da come tutti la conosciamo.

“Il dialogo con la community, gli editori, i partner e gli autori, finalizzato a individuare le necessità a cui risponde il festival, è servito a rafforzare l’idea che la sfida è quella con il concept della manifestazione a cui siamo abituati”, racconta Emanuele Vietina, direttore del festival “L’obiettivo è, e sarà, crossmedializzare l’evento crossmediale, offrire quello che Lucca solitamente dava tramite un unico momento, attraverso molteplici piattaforme la cui somma delle parti possa riprodurre l’effetto Lucca”.

Il programma si articolerà su quattro pilastri:

– la città ancora cuore degli eventi. Il luogo fisico non sarà abbandonato, è il simbolo dell’incontro che fa scattare la scintilla della creatività e rende magiche le relazioni in un contesto inconfondibile. In ottemperanza a quanto previsto dalle Linee Guida redatte dalla Conferenza delle Regioni afferenti al DPCM dell’11 giugno vi sarà una dimensione fisica diffusa, contenuta e diversa dal solito: un festival culturale e spettacolare in linea con i protocolli degli eventi statici di sala (cinema, teatri e auditorium). Il progetto relativo alla dimensione espositiva sarà necessariamente scalabile e definito nelle prossime settimane in base ai preziosi riscontri dei nostri espositori; prevederà modalità di partecipazione specifiche e restrizioni coerenti con l’attualità del momento, con l’ordinanza regionale e in linea con i protocolli AEFI. Il tutto per garantire la massima sicurezza del pubblico, degli operatori e dei collaboratori. L’accesso a tutte le attività sarà consentito solo tramite biglietto, ivi incluse le attività cosplay che avranno luogo in alcuni dei palazzi storici più belli di Lucca.
Per gli operatori saranno forniti aggiornamenti tramite i consueti canali professionali, per il pubblico gli aggiornamenti perverranno attraverso i canali di comunicazione ufficiali del festival.

– Il mondo digitale sarà esplorato come mai prima d’ora, per offrire appuntamenti unici anche a chi sarà lontano e con chi sarà lontano: eventi in diretta e on demand, attività su prenotazione con pacchetti premium, anteprime e proiezioni, consigli per gli acquisti, con contenuti sviluppati ad hoc provenienti anche dalla community, che rimane la vera protagonista di tutte le azioni messe in campo.

– La Main Media Partnership con RAI e RAI RADIO2 Radio Ufficiale. La TV e la Radio pubbliche italiane scendono in campo per supportare il grande evento pubblico dedicato al fumetto e al gioco in un momento storico in cui il sostegno per la ripartenza delle manifestazioni culturali diventa un vero e proprio impegno di Servizio Pubblico. Fianco a fianco, come i protagonisti delle nostre saghe preferite, nella sfida del millennio. Dopo lunghi mesi di isolamento in cui Rai Radio2 ha risposto con efficacia al crescente bisogno di intrattenimento e informazione, in questa nuova questa fase di ripresa torna a seguire gli eventi più rilevanti del panorama italiano ripartendo da Lucca Comics & Games.

Insieme a loro altri media partner avranno un ruolo di primo piano mettendosi alla prova per sperimentare e intraprendere nuove strade insieme al festival.

E infine… Campfire! Lucca Comics & Games si trasformerà in un grande festival diffuso sul territorio nazionale grazie al coinvolgimento dei principali negozi specializzati in fumetto, giochi e narrativa fantasy. Questi indispensabili luoghi dove si condividono le passioni diventeranno avamposti distribuiti in tutta Italia per offrire intrattenimento culturale al pubblico più attivo che c’è. 1, 10, 100 Lucca Comics & Games dove gli editori potranno proporre contenuti speciali e le uscite del momento, in filo diretto con le attività svolte a Lucca e negli altri campfire. Una vera e propria chiamata alle armi, soprattutto a supporto di quei posti dove si coltiva il passatempo umanista, perché “alla fine di tutto questo vogliamo avere ancora #unpostodovetornare” (“Negozi in quarantena”, Infoludiche.org).
Chiunque voglia fare parte di questa rete e accendere simbolicamente il falò deve trasmettere la propria manifestazione di interesse compilando il questionario sul sito www.luccacomicsandgames.com/campfire.
I primi avamposti saranno annunciati a fine mese, in occasione del prossimo momento di comunicazione previsto.

L’organizzazione del festival così pensata consentirà di stimolare il contatto tra gli editori, gli autori e la community, offrire momenti identitari, promuovere le iniziative culturali con i grandi media, tentare di far ripartire il settore degli eventi come volano per l’industria creativa; nel contempo consentirà di reagire in modo flessibile e responsabile alle difficoltà in atto o che potranno sopraggiungere anche tra qualche mese, tutelando in primis la salute di ognuno di noi.

Riprende Emanuele Vietina: “Abbiamo voluto rispondere con cautela e intraprendenza a questa grande prova. Perché non è questo il giorno per pensare che il festival possa abbandonare i luoghi che lo ospitano da 54 anni, e svuotare i monumenti di Lucca dei sogni e dei suoi appassionati. Non è questo il giorno per rinunciare a dare supporto a un comparto editoriale che trova nella manifestazione il momento di massima espressione. L’anno scorso Lucca Comics & Games ha celebrato il valore del Becoming Human, diventare umani: e non sarà sicuramente questo il giorno in cui, rinunciando al nostro programma, abbandoneremo l’anima inclusiva del nostro festival e della nostra community”.

“Questa decisione è passata attraverso un durissimo percorso di studio con l’obiettivo di trasformare la sfida in opportunità, con grande consapevolezza dello scenario in cui ci troviamo”, afferma Mario Pardini, presidente di Lucca Crea. “La società, insieme alla Lucca Holding Spa e al Comune di Lucca, sta facendo un grande sforzo per creare nuovi strumenti e segnare un tracciato diverso che integri e renda possibile la crescita del festival con caratteristiche innovative da capitalizzare per il futuroQualcosa che possa durare nel tempo, arricchire quanto è stato fatto sino ad ora”.

Alessandro Tambellini, Sindaco di Lucca, conclude ricordando che “Con il protrarsi dell’emergenza sanitaria l’Amministrazione Comunale ha preso piena consapevolezza di quanto la città e il festival avrebbero risentito degli effetti della pandemia. In questo caso, però, il rischio è molto diverso perché riguarda la possibilità di esistere o non esistere, di esserci o non esserci. L’avvio della fase tre ci ha portati alla decisione di dare un segno di continuità nonostante le difficoltà. Lucca Comics & Games nasce grazie a uno sforzo d’ingegno e di immaginazione che ha portato il nome della città di Lucca ad essere affiancata a quello di metropoli come Tokyo, New York, Londra. Siamo consapevoli di non poter pensare di vendere 271.000 biglietti, che non avremo 700.000 presenze; accoglieremo quindi un numero di persone sufficiente per vivificare una città (ma anche i territori limitrofi che beneficiano di un indotto importante) che attende quell’evento con grande speranza. Per questo penso che Lucca Comics & Games si debba svolgere e debba essere inteso anche come il contributo simbolico della città di Lucca alla rinascita del Paese”.

Parte quindi oggi, a 110 giorni dalla data di inizio, il conto alla rovescia che prevede la prosecuzione di un lavoro straordinario, all’altezza delle migliori imprese, e un percorso a tappe che rimanda a fine mese il prossimo appuntamento con le prime anticipazioni sul programma e sulle modalità di partecipazione, e a settembre le informazioni sull’apertura della biglietteria.

Avengers: Infinity War, guarda la scena eliminata in cui Vedova Nera incontra Smart Hulk

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Avengers: Infinity War ha relegato Hulk a poco più di una comparsa, all’inizio del film, quando Thanos ha la meglio su di lui e lo spedisce sulla Terra. Da quel momento in poi, nel film, vediamo soltanto Bruce Banner, che nella battaglia in Wakanda, combatte dentro all’Hulkbuster. Arriva però ora in rete una scena inedita e non completa secondo la quale i filmmaker avevano pensato di mostrare alla fine di Infinity War Banner trasformato in Smart Hulk. Naturalmente la scena avrebbe visto coinvolta anche Vedova Nera, in nome di quel legame speciale nato in Avengers: Age of Ultron ma poi mai più approfondito.

Di seguito, potete vedere la scena in cui Natasha e Sam Wilson, nei boschi del Wakanda, si imbattono in Smart Hulk e vengono colti di sorpresa quando il bestione verde rivolge loro la parola, spiegando che la sua idea “ha funzionato” e che, sebbene non sia la soluzione migliore, è comunque una condizione “gestibile”. Ecco il video:

https://twitter.com/bork_21/status/1280911128420397056?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1280911128420397056%7Ctwgr%5E&ref_url=https%3A%2F%2Fwegotthiscovered.com%2Fmovies%2Fwatch-black-widow-falcon-meet-professor-hulk-avengers-infinity-war-deleted-scene%2F

Naturalmente la scena non ha gli effetti completi perché non è stata mai inserita nel film e in Avengers: Endgame troviamo per la prima volta Smart Hulk che spiega ai suoi amici come ha fatto a unire il meglio di Hulk e di Banner e a farli coesistere, finalmente.

Avengers: Infinity War, le foto dal backstage mai viste prima

Avengers: Infinity War è il film del 2018 diretto da Joe Russo, Anthony Russo con Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett Johansson. I supereroi Marvel più amati di sempre sono tornati sul grande schermo con una nuova, adrenalinica avventura in Avengers: Infinity War. diretto da Anthony e Joe Russo e prodotto da Kevin Feige., anche in 3D. In un viaggio cinematografico decennale senza precedenti, il nuovo film Marvel Avengers: Infinity War abbraccia l’intero Universo Cinematografico Marvel e porta sul grande schermo la più grande e fatale resa dei conti di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati dovranno essere pronti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo impeto di devastazione e rovina porti alla fine dell’universo.

Fonte

Avengers: Endgame, un fisico ha contribuito alla creazione dei viaggi nel tempo

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I creatori di Avengers: Endgame hanno lavorato a stretto contatto con un fisico professionista per assicurarsi che le scene dei viaggi nel tempo fossero fortemente radicate nella scienza. Il fatto che Endgame sia stato un enorme successo, non ha certamente colto di sorpresa nessuna; l’aspetto che però ha sorpreso i fan è stato il modo in cui il film sia riuscito a gestire la complessa narrativa sui viaggio nel tempo.

Nel cinecomic diretto Anthony e Joe Russo, i Vendicatori si rendono conto che per fermare Thanos, e annullare così lo schiocco delle dita che ha spazzato via metà della vita nell’universo, dovranno mettere in atto una vera e propria “rapina temporale” per rubare le Gemma dell’Infinito e assemblare il proprio guanto. Naturalmente, gran parte del merito delle scene che compongono Endgame può essere attribuito agli sceneggiatori Christopher Markus e Stephen McFeely, nonché ai fratelli Russo. Tuttavia, c’è stata un’altra voce dietro le quinte, rimasta nell’ombra, i cui contribuiti hanno influenzato grande parte della scienza necessaria a rendere credibile la finzione.

Clifford Johnson è il fisico che si è consultato con i fratelli Russo mentre i due stavano lavorando alla sceneggiatura con Markus e McFeely. In una lunga intervista concessa a Indiewire, Johnson ha rivelato come ha influenzato il piano dei Vendicatori, fornendo ai cineasti “molte conoscenze su quali scenari del viaggio nel tempo avrebbero potuto sfruttare”, prima di fare un passo indietro per lasciare loro decidere come volessero implementare quelle conoscenze. “Ho visto molto di ciò che li ho suggerito sul grande schermo”, ha dichiarato Johnson.

I viaggi nel tempo di Avengers: Endgame fortemente radicati nella scienza

“Volevano che questa “rapina temporale” fosse il fulcro del film. Una delle loro domande più frequenti era: ‘Che tipologia di viaggi nel tempo tipica dei film si usa?’. Stavo cercando di aiutarli a parlare di vera scienza e della necessità di una coerenza interna.” Johnson ha anche fatto notare che le sue conversazioni iniziali con i registi hanno contribuito ad ispirare la conversazione tra War Machine e Ant-Man sui viaggi nel tempo, portando Smart Hulk a ridere dell’idea che i viaggi nel tempo possano cambiare il futuro. A Indiewire ha detto: “Ogni fisico che conosco amava Ritorno al futuro, anche se la scienza in quel film viene trattata in maniera ridicola. È un film perfetto da un punto di vista narrativo, ma il concetto di scienza al suo interno è sciocco.”

Avengers: Endgame è arrivato nelle nostre sale il 24 aprile 2019. Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris EvansMark RuffaloChris Hemsworth e Scarlett Johansson. Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War, l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Batman Forever: esiste una versione di 170 minuti molto più dark

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Batman Forever: esiste una versione di 170 minuti molto più dark

Nelle ultime settimane, Batman Forever, il film diretto dal compianto Joel Schumacher nel 1995, è tornato sulla bocca di tutti. Tutto è iniziato quando Marc Bernardin, sceneggiatore della serie Star Trek: Picard, ha svelato su Twitter di aver sentito parlare di una Director’s Cut del film, ossia di un taglio della durata di 170 minuti che la Warner Bros. non ha mai rilasciato.

In seguito alla diffusione della notizia, è stato Variety ad indagare sulla vicenda e adesso, in un nuovo report, la celebre rivista ha confermato che la versione estesa del cinecomic di Schumacher – una sorta di Schumacher Cut, tanto per usare una denominazione molto in voga di recente – esiste davvero. Secondo la fonte, il taglio da 170 minuti avrebbe un tono molto più dark rispetto alla versione cinematografica, e si aprirebbe con una sequenza in cui l’Harvey Dent/Due Facce interpretato da Tommy Lee Jones fuggirebbe dall’Arkham Asylum. La versione estesa conterrebbe anche diverse sequenze inedite con protagonista l’Edward Nygma/Enigmista di Jim Carrey.

Sorprendentemente, apprendiamo che molte di queste scene extra si concentrano sugli aspetti legati all’emotività e alla psicologia del personaggio di Bruce Wayne; la fonte riporta inoltre che è presente anche uno scontro tra Batman e un gigantesco pipistrello di dimensioni umane (Man-Bat, in sostanza).

Prima di iniziare ad esultare circa la possibilità di un’eventuale release di questa versione estesa di Batman Forever, Variety sottolinea che “i rappresentanti dello studio non intendono discutere circa la distribuzione di una Director’s Cut di Batman Forever. Non sanno nemmeno se il materiale inedito per un’eventuale versione estesa sia ancora disponibile 25 anni dopo.”

Batman Forever: la Director’s Cut verrà mai rilasciata?

A tutto ciò va aggiunto che, anche se questi filmati inediti di Batman Forever dovessero essere recuperati, il nuovo assemblaggio del materiale avrebbe comunque bisogno della supervisione di Joel Schumacher, che purtroppo – a causa della scomparsa – non potrà essere in alcun modo coinvolto. Ricordiamo che il regista è scomparso lo scorso 22 giugno all’età di 80. Aveva anche diretto Batman & Robin, uscito nel 1997.

Charlize Theron su The Old Guard: intervista al cast del film Netflix

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Charlize Theron, KiKi Layne, Marwan Kenzari, Chiwetel Ejiofor, Harry Melling e la regista Gina Prince-Bythewood hanno risposto alle domande su The Old Guard, il nuovo film Netflix disponibile dal 10 luglio sulla piattaforma.

The Old Guard, il nuovo film Originale Netflix con Charlize Theron (Atomica Bionda) e il nostro Luca Marinelli (Lo chiamavano Jeeg Robot). Diretto da Gina Prince-Bythewood e scritto da Greg Rucka, il film uscirà il 20 Luglio su piattaforma streaming ed è basato sulla serie di graphic novel di Greg Rucka e illustrata da Leandro Fernandez.

Oltre ai due protagonisti nel cast di The Old Guard anche Kiki Layne, Marwan Kenzari, Harry Melling, Van Veronica Ngo, con Matthias Schoenaerts e Chiwetel Ejiofor. Il film è prodotto da David Ellison, Dana Goldberg, Don Granger, Charlize Theron, AJ Dix, Beth Kono, Marc Evans.

The Old Guard, la trama

Da secoli il mondo dei mortali è protetto da un gruppo clandestino guidato da una guerriera di nome Andy (Charlize Theron). Al suo interno ci sono mercenari molto uniti tra loro e che stranamente non possono morire. Durante una missione urgente le straordinarie capacità dei componenti della squadra diventano improvvisamente pubbliche. Ora tocca ad Andy e all’ultima arrivata Nile (Kiki Layne) aiutare il team a scongiurare il pericolo rappresentato da chi, a qualsiasi prezzo, intende replicare e sfruttare economicamente questo dono. Tratto dal celebre fumetto di Greg Rucka e con la regia di Gina Prince-Bythewood (LOVE & BASKETBALL, BEYOND THE LIGHTS – TROVA LA TUA VOCE), The Old Guard racconta una storia cruda, ancorata alla realtà e piena d’azione che dimostra come vivere per sempre non sia così semplice.

MCU e mancanza di diversità: i Russo rispondono a Anthony Mackie

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MCU e mancanza di diversità: i Russo rispondono a Anthony Mackie

Di recente sono balzate all’attenzione della stampa e dei fan le dichiarazioni di Anthony Mackie circa la mancanza di diversi nel MCU, non solo in riferimento al cast dei film, ma anche e soprattutto alla troupe, quindi a tutte le persone che lavorano sul set.

L’attore aveva dichiarato: “Mi ha sempre irritato l’idea di aver fatto sette film con la Marvel in cui ogni produttore, ogni regista, ogni stuntman, ogni costumista, ogni assistente alla produzione… ogni singola persona era bianca”. E ancora: “Poi hanno fatto Black Panther… con un regista nero, un produttore nero, un costumista nero, un coordinatore degli stunt nero. Se vogliamo, è una cosa ancora più razzista. Perché se assumi i neri soltanto quando si tratta di un film sui neri, allora è come se dicessi che non sono abbastanza degni per un film con un cast composto principalmente da bianchi.” 

Adesso sono stati Anthony e Joe Russo, registi di ben quattro film del MCU – tra cui Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame, a rispondere alle dichiarazioni dell’attore durante un podcast di MovieMaker. I due registi hanno in qualche modo appoggiato il pensiero dell’attore e ammesso che, nonostante tutto l’impegno possibile, si può sempre fare di più quando si tratta di concetti come diversità ed inclusione.

“Penso che possiamo fare tutti sempre di più in termini di diversità, tanto nel nostro settore quanto in ogni altra industria, quindi Anthony non ha affatto torto”, ha dichiarato Joe Russo. “Penso che dobbiamo tutti impegnarci di più per continuare a sostenere la diversità su entrambi i lati della macchina da presa”, ha aggiunto Anthony Russo. “Abbiamo un sacco di rispetto per Anthony Mackie. Non è solo un attore straordinario, ma è anche una persona straordinaria e abbiamo adorato lavorare con lui”. 

Lo scorso anno i fratelli Russo avevano ricevuto alcune critiche in merito ad alcuni momenti in cui Endgame ha provato ad abbracciare maggiormente il concetto di “rappresentanza”, soprattutto in riferimento ai personaggi femminili e alla comunità LGBTQ+. Va detto, comunque, che la Marvel si sta impegnando per cercare di arginare questo “problema”, ma per garantire che la cosa si consideri davvero superata, forse lo studio dovrebbe prestare maggiore attenzione alle parole di Mackie ed essere più attento alla diversificazione dei talenti che operano dietro le quinte.

La diversificazione all’interno del MCU

A partire da Black Panther, i Marvel Studios hanno iniziato ad abbracciare sempre di più il concetto di diversificazione all’interno delle loro produzioni: a tre donne è stata affidata la regia di tre cinecomics (Anna Boden ha co-diretto Captain Marvel, Cate Shortland ha diretto Black Widow e Chloé Zhao ha diretto Gli Eterni), mentre due registi non caucasici hanno diretto due cinecomics (di nuovo Chloé Zhao per Gli Eterni e Destin Daniel Cretton ingaggiato invece per Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings).

Uncharted: in vista delle riprese, Tom Holland si sottopone al tampone

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Sembra che le riprese del travagliatissimo adattamento cinematografico di Uncharted, la serie di videogiochi action-adventure sviluppata da Naughty Dog, siano finalmente pronte a partire. A confermarlo è un video condiviso da Tom Holland, protagonista del film, attraverso le sue storie Instagram.

Sembra che, per assicurarsi un ambiente lavorativo il più sicuro possibile, la Sony abbia predisposto tutta una serie di misure da seguire scrupolosamente. Tra queste ci sarebbe anche il sottoporre Holland al tampone per il Covid-19, come testimoniato proprio dai video condiviso dal giovane attore attraverso il suo profilo IG.

Il video in cui vediamo Tom Holland sottoporsi al tampone è stato accompagnato dalla didascalia “First Day Back”, ossia “Primo giorno di ritorno”: l’attore dovrebbe trovarsi in Germania, e si è sottoposto al tampone in attesa di tornare sul set. A quanto pare, quindi, sembra confermato che Holland girerà prima Uncharted e poi Spider-Man 3, anche se non è escluso che le due produzioni – entrambe Sony – potrebbero sovrapporsi, soprattutto se lo studio confermerà a breve anche l’inizio delle riprese del nuovo film dedicato all’Uomo Ragno.

Tutto quello che sappiamo su Uncharted con Tom Holland

In UnchartedTom Holland sarà Nathan Drake, mentre Mark Wahlberg vestirà i panni di Sully Sullivan. Non tutti sanno che, inizialmente, Wahlberg avrebbe dovuto interpretare l’eroe del titolo anni fa quando David O. Russell era coinvolto nel progetto, mentre negli anni la Sony ha deciso di sviluppare il film come una origin story.

La sceneggiatura del film, che arriverà al cinema il 16 luglio 2021, è stata firmata da Art Marcum, Matt Holloway e Rafe Judkins, e racconterà le avventure del protagonista Nathan Drake nei suoi anni giovanili mentre diventa il cacciatore di tesori che tutti conosciamo.

Vi ricordiamo che Uncharted sarà la prima produzione cinematografica di Sony PlayStation Productions, divisione interna della Sony fondata lo scorso anno da Asad Qizilbash e Carter Swan in collaborazione con PlayStation Productions, Chuck Roven, Avi Arad, Alex Gartner e Ari Arad.

Charlize Theron svela perché non ha mai recitato in un film del MCU

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Charlize Theron è una delle attrici più talentuose dell’odierno panorama cinematografico hollywoodiano. La cosa che ha sempre colpito dell’attrice è stata la continua volontà di mettersi alla prova tanto in pellicole più impegnate (come ad esempio Monster, che le ha fatto vincere il premio Oscar, o il più recente Bombshell) quanto in grandi blockbuster d’azione (si pensi a Mad Max: Fury Road o ad Atomica Bionda). 

Proprio per questo, ancora oggi sono in molti ad essere sorpresi del fatto che l’attrice non abbia mai recitato in un film dell’Universo Cinematografico Marvel. Nonostante i fan della Marvel avrebbero voluto vederla nei panni di Captain Marvel nell’omonimo film, in una recente intervista con Variety in occasione della promozione di The Old Guard, l’attrice ha confermato che non è mai stata contattata dai Marvel Studios, né per quanto riguarda Captain Marvel né per qualsiasi altro tipo di progetto.

“Lo giuro su Dio. Non mi hanno mai chiamato”, ha dichiarato Theron quando le hanno chiesto se avesse mai parlato con i Marvel Studios circa la possibilità di unirsi al cast di un loro film. “No, non sto mentendo. Ma va bene così. Sai una cosa? Mi sto costruendo il mio percorso. Mi sto creando da sole le mie opportunità. Quindi, va bene.”

Onestamente, è abbastanza folle pensare che la Marvel non abbia mai puntato su un’attrice così versatile come Theron, correndo il rischio che la Warner Bros. si approcci di nuovo all’attrice per un eventuale film del DCEU (ricordiamo che la stessa ha avuto la possibilità di interpretare il ruolo di Ippolita in Wonder Woman di Patty Jenkins). 

The Old Guard con Charlize Theron da oggi su Netflix

Per quanto riguarda The Old Guard, il film è disponibile da oggi su Netflix. Si tratta dell’adattamento cinematografico dell’omonima graphic novel scritta da Greg Rucka e illustrata da Leandro Fernandez. Il film è diretto da Gina Prince-Bythewood. Nel cast, oltre a Theron, figura anche Luca Marinelli, Matthias Schoenaerts e Chiwetel Ejiofor.

Martina Stella: tutto quelle che non sai sull’attrice

Martina Stella: tutto quelle che non sai sull’attrice

Vi ricordate di Francesca, la bionda da capogiro che riusciva a strappare un bacio a Stefano Accorsi nel film di Muccino, L’ultimo bacio? Per quei pochi di voi che non sanno di chi stiamo parlando, è Martina Stella, icona pop degli anni 2000 e oggi andremo a scoprire qualcosa in più sulla sua vita, sulla sua carriera ed alcune curiosità.

Ecco 10 cose che non sai su Martina Stella.

Martina Stella: tra film e fiction all’italiana

Martina Stella Netflix 2018

10. I suoi film dopo L’Ultimo Bacio. Esordisce nel nostro cinema nel 2001 ed a dargli la prima parte da protagonista assoluta è Gabriele Muccino: L’ultimo bacio è un successo al botteghino e il pubblico si innamora di lei. Da lì in poi, la carriera di Martina impenna vertiginosamente. Nel 2002 recita in Un amore perfetto, Amnèsia di Salvatores e Nemmeno in un sogno. Iniziano anche le collaborazioni con i registi stranieri, vedi Ripopolare la reggia (2007) di Peter Greenaway e Nine di Rob Marshall (2009). Martina Stella viene notata anche dai fratelli Vanzina, che prima la scritturano per Un’estate ai Caraibi (2009) e poi le offrono una parte in Sapore di te (2014). La commedia diventa ormai casa sua, come lo dimostrano i suoi ultimi lavori: Prima di lunedì (2016), Attesa e cambiamenti (2016) e il primo cinepanettone targato Netflix Natale a 5 stelle (2018) di Marco Risi.

9. Diva del piccolo schermo. Oltre al cinema (ed al teatro), Martina Stella è un volto apprezzatissimo anche nelle serie tv e fiction in cui ha recitato: da Le stagioni del cuore (2004) o L’amore e guerra (2007) degli studi Mediaset è con le produzioni Rai che Martina dà il meglio di sé; recita nella terza stagione di Tutti pazzi per amore (2011), prende parte alla miniserie tv Caruso, la voce dell’amore (2012), ma soprattutto è il ruolo di Ambra Negri della Valle ne L’allieva (2016) ad esaltarla.

8. La Stella al ballo… con le stelle. Tra le passioni coltivate negli anni Martina Stella non ha mai nascosto l’amore per la danza, ereditata dalla madre ballerina. Dopo l’esperienza de L’allieva torna in tv nel 2017 per partecipare al talent show Ballando con le stelle dove raggiunge la puntata finale classificandosi terza.

Martina Stella è su instagram

7. Nuova vita sui social. Oggi, senza grandi progetti cinematografici all’orizzonte, Martina punta fortissimo sui social network ed in particolare su Instagram. È oltre quota 450 mila followers, posta quasi giornalmente e nelle sue storie promuove cosmetici e consigli di fitness.

Martina Stella, la mamma single che trova l’amore

6. Una donna da far girare la testa ai vip. Le sue storie amorose hanno sempre fatto parlare di lei: prima la cotta per Valentino Rossi, poi la relazione con l’imprenditore Lapo Elkann per poi nel 2008 mettersi con l’attore pugliese Primo Reggiani. Ma è dalla storia con l’acconciatore Gabriele Gregorini che Martina rimarrà in dolce attesa.

Martina Stella ha una figlia, 

5. Ginevra e una mamma single. Nell’ottobre del 2012 infatti nasce la prima ed unica figlia dell’attrice romana di adozione, Ginevra. Nel frattempo però Martina decide di comune accordo di interrompere la storia con il suo compagno Gabriele; lei ha sempre dichiarato che crescere sua figlia da sola è stato davvero difficile, ma quel momento della sua vita le ha dato un regalo enorme, l’essere mamma. Oggi, con una foto postata su Instagram, Martina Stella mostra il grande affiatamento che c’è tra le due, oltre ad una impressionante somiglianza.

 

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Caro Babbo Natale 🎅🏻 Per questo Natale vorrei.. 🎁🎄 #guesskids @guesskids @scelsifranco @dominanzadigitale

Un post condiviso da Martina Stella (@therealmartinastella) in data: 6 Dic 2019 alle ore 9:27 PST

 

4. Il nuovo amore. Nel 2015 però, nonostante le numerose delusioni, Martina incontra il procuratore calcistico Andrea Manfredonia, con il quale si sposa l’anno dopo e tutt’ora vive.

Martina Stella ed Elio German

Martina Stella e… Steven Soderbergh!

Un cameo particolare. Gossip e vita privata a parte, pochi di voi si saranno accorti di questo piccola apparizione fugace nella filmografia di Martina Stella: l’attrice è nel cast di Ocean’s Twelve, di Steven Soderbergh. Avete sentito bene! Ad un certo punto del film, si nota una ragazza bionda di nome “Francesca” che porta a Roman Nagel (Eddie Izzard) un telefonino con una serie di numeri. Ecco, quella è Martina. Se non vi fidate vi toccherà rivedere il film.

Martina Stella età e altezza

Età e altezza. Martina Stella è nata il 28 novembre del 1984 a Impruneta in provincia di Firenze. È alta 1 metro e 65 centimetri.

Favolacce da Venerdì su Sky Cinema 2 e Now Tv

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Favolacce da Venerdì su Sky Cinema 2 e Now Tv

Fresco di trionfo ai Nastri d’Argento, dove è stato insignito del premio come miglior film e di altri 4 riconoscimenti (miglior produttore, sceneggiatura, fotografia e costumi), arriva in prima visione su Sky Cinema il secondo film scritto e diretto dai fratelli D’Innocenzo, Favolacce che debutterà venerdì 10 luglio alle 21.15 su Sky Cinema Due, disponibile anche on demand su Sky e in streaming su NOW TV.

Prima della messa in onda del film, alle 20.45 su Sky Cinema Due, sarà riproposta la puntata de Il Cinemaniaco incontra Favolacce – I registi” , dove Gianni Canova ha ospitato nel suo studio ‘virtuale’ i fratelli D’Innocenzo per parlare del loro ultimo lavoro e dei loro progetti futuri. Inoltre, in seconda serata, dalle 23.00 su Sky Cinema Due, sarà programmato “La terra dell’abbastanza”, l’opera prima dei fratelli D’Innocenzo, disponibile anch’essa on demand.

Favolacce – una produzione Pepito Produzioni con Rai Cinema in coproduzione con Vision Distribution in associazione con QMI in coproduzione con Amka Films e Rsi Radiotelevisione Svizzera/Srg Ssr – è stato presentato in concorso lo scorso febbraio alla Berlinaledove ha vinto l’Orso d’argento per miglior sceneggiatura, raccogliendo poi consensi unanimi da critica e pubblico in occasione dell’uscita del film direttamente in digitale durante il lockdown dei mesi scorsi.

Protagonista di Favolacce è Elio Germano, che interpreta Bruno Placido, sposato con Dalila (Barbara Chichiarelli) e padre di due ragazzi adolescenti. La loro vita, tra la scuola e gli amici, all’apparenza priva di problemi, nasconde in realtà un disagio e un’infelicità che serpeggia anche tra i loro coetanei del litorale romano dove vivono. Una piccola comunità di famiglie, i loro figli adolescenti, la scuola: un mondo apparentemente normale dove silente cova il sadismo sottile dei padri, impercettibile ma inesorabile, la passività delle madri, l’indifferenza colpevole degli adulti. Ma soprattutto è la disperazione dei figli, diligenti e crudeli, incapaci di farsi ascoltare, che esplode in una rabbia sopita e scorre veloce verso la sconfitta di tutti.

«Il disagio, la solitudine, l’inquietudine, trovano il principale luogo all’interno delle famiglie di questa storia – descrivono così il loro film i fratelli D’Innocenzo –. La casa, quella che prima era un nido, anche teneramente limitante, ora è il nucleo delle insofferenze, della freddezza, dell’ansia. Vogliamo indagare nel modo più originale possibile le fratture comunicative di queste famiglie, immerse nel flusso stagnante di routine asettiche, dove forse solo le tragedie hanno la possibilità di scuotere».

Favolacce è disponibile on demand su Sky e NOW TV anche nella collezione dedicata ai film vincitori dei “Nastri d’argento”, dove sono presenti alcuni dei film appena premiati come “Figli” (miglior commedia, miglior attore commedia e miglior attrice commedia a Mastandrea e Cortellesi), “L’immortale” (miglior regista esordiente a Marco D’Amore, miglior casting director), “Il signor diavolo” (miglior soggetto), “5 è il numero perfetto” (miglior attrice protagonista a Valeria Golino) e “Ritratto della giovane in fiamme” (miglior attrice non protagonista a Valeria Golino).

A questi si aggiungerà lunedì 13 luglio anche “Pinocchio” di Matteo Garrone, premiato con sei Nastri d’Argento (miglior regia, miglior attore non protagonista a Roberto Benigni, scenografia, montaggio, sonoro e costumi), dal 18 luglio “Aspromonte, la terra degli ultimi”, che ha vinto il Nastro speciale della legalità, e dal 23 luglio anche “Hammamet” di Gianni Amelio, che ha vinto il Nastro d’Argento per il miglior attore protagonista a Pierfrancesco Favino.

Mark Hamill: 10 cose che non sai sull’attore

Mark Hamill: 10 cose che non sai sull’attore

Divenuto iconico nel ruolo del Jedi Luke Skywalker, l’attore Mark Hamill vanta una lunghissima carriera all’interno dell’industria Hollywoodiana, dove si è sempre distinto per la sua versatilità. In particolare, Hamill è diventato celebre come doppiatore, attività divenuta con il tempo la più importante tra quelle da lui svolte. Tutt’oggi Hamill si dimostra particolarmente prolifico, con numerosi progetti che lo attendono nel futuro.

Ecco 10 cose che non sai di Mark Hamill.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Mark Hamill Instagram

Mark Hamill: i suoi film e le serie TV

10. È stato protagonista della celebre saga di Guerre Stellari. Hamill debutta sul grande schermo proprio con il ruolo di Luke Skywalker in Guerre Stellari (1977), dove recita accanto a Harrison Ford. Successivamente riprende il ruolo nei sequel L’impero colpisce ancora (1980) e Il ritorno dello Jedi (1983). Negli anni ha poi preso parte anche a titoli come Il grande uno rosso (1980), Sulla strada, a mezzanotte (1990), Ritorno dal futuro (1993), Villaggio dei dannati (1995), Jay & Silent Bob… Fermate Hollywood (2001) e Brigsby Bear (2017). Nel 2015 riprende il ruolo che lo ha reso celebre nella trilogia Star Wars: Il risveglio della forza, Star Wars: Gli ultimi Jedi (2017) e Star Wars: L’ascesa di Skywalker (2019), con Daisy Ridley, John Boyega e Oscar Isaac.

9. Ha recitato in note serie televisive. Nel corso della sua carriera Hamill ha recitato anche in diversi prodotti televisivi, a partire dalla serie The Texas Wheelers (1974-1975), e proseguendo con noti titoli come Storie incredibili (1986), Alfred Hitchcock presenta (1987), Chuck (2011), Criminal Minds (2013), The Flash (2014), con Grant Gustin, e The Big Bang Theory (2018), con Jim Parsons. Nel 2019 è Talus nella serie Knightfall, mentre nel 2020 ha recitato in un episodio di What We Do in the Shadows, nel ruolo del vampiro Jim.

8. È un noto doppiatore. Da sempre la principale attività di Hamill è quella di doppiatore. Ad oggi sono numerosissimi i personaggi da lui doppiati, sia in film che in serie tv animate. Il ruolo per cui è maggiormente ricordato, tuttavia, è quello del pagliaccio Joker. Hamill ne è infatti divenuto l’iconica voce a partire da Batman (1992-1994), e poi ancora in titoli come Batman: La maschera del fantasma (1993), Batman – Cavaliere della notte (1997-1999), Justice League (2002-2006), Batman: Arkham Asylum (2009), e Batman: The Killing Joke (2016). Ha poi partecipato anche al doppiaggio di serie come Trollhunters (2017-2018) e Dark Crystal – La resistenza (2019).

Mark Hamill è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 5,3 milioni di persone. Qui Hamill è solito condividere numerose immagini relative ai progetti a cui ha partecipato, ma anche diverse curiosità legate al mondo di Star Wars. L’attore ha inoltre conferito al proprio profilo un taglio ironico, pubblicando spesso post comici di vario tipo. Non mancano però anche sue più serie riflessioni sulla società e sul mondo.

Mark Hamill: l’incidente

6. Ebbe un grave incidente che ne compromise la carriera. Nel gennaio del 1977 l’attore era impegnato nelle ultime riprese del suo primo film Guerre Stellari. L’11 di quel mese, tuttavia, rimase coinvolto in brutto incidente d’auto, riportando la frattura del naso e dello zigomo sinistro. L’intervento chirurgico, durato circa sette ore, portò all’inevitabile, ma fortunatamente lieve, trasformazione dei suoi tratti somatici. Per girare le ultime scene venne pertanto utilizzata una controfigura, mentre a partire dai film seguenti è possibile notare delle lievi trasformazioni nel suo volto.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Mark Hamill Joker

Mark Hamill è Joker

5. Non pensava avrebbe mai ottenuto il ruolo. Hamill è la voce ufficiale del celebre Joker da oltre 25 anni a questa parte. Nel 1993, infatti, si propose ai provini pur senza nutrire grandi speranze di ottenere la parte. L’attore era certo che la produzione non avrebbe mai assunto l’interprete di un celebre eroe cinematografico per dar voce ad uno dei più noti villain di sempre. Due settimane la sua audizione, tuttavia, fu richiamato con la notizia che era stato ufficialmente scelto.

4. Lavorò a lungo sulla risata del personaggio. A risultare particolarmente decisiva nella scelta di Hamill per il ruolo fu la risata che egli propose per il Joker. Al tempo delle audizioni, l’attore era impegnato a teatro con lo spettacolo Amadeus, dove sfoggiava una notevole risata. Decise perciò di partire da questa, portandola all’estremo e conferendovi un che di maligno. Ancora oggi, la risata del Joker eseguita Hamill è considerata una delle più iconiche e adatte al personaggio.

3. Ebbe paura di un inevitabile confronto. Fu soltanto dopo aver saputo di essere stato scelto per la parte che l’attore iniziò a nutrire una grande paura nei confronti di questa. Come gli fu fatto notare, infatti, la sua versione del Joker, anche se animata, sarebbe seguita all’interpretazione che ne aveva fatto Jack Nicholson nel film del 1989. Per cercare di non farsi intimorire da tale confronto, l’attore decise di utilizzare la sua paura come motivatore, sperimentando sul personaggio per trovarne una sua versione inedita. Questa fu poi particolarmente apprezzata dai fan, che lodarono il lavoro di Hamill.

Mark Hamill: il suo patrimonio

2. Possiede un ricco patrimonio. Dai primi anni Settanta ad oggi Hamill è sempre stato un interprete particolarmente prolifico. Diviso tra cinema, televisione e doppiaggio, vanta oltre 300 crediti come attore, e la sua partecipazione a progetti di alto profilo lo hanno portato negli anni a possedere un notevole patrimonio, stimato intorno ai 18 milioni di dollari. Tale cifra potrebbe ulteriormente crescere, dati i continui lavori in programma per l’attore.

Mark Hamill: età e altezza

1. Mark Hamill è nato a Oakland, in California, Stati Uniti, il 25 settembre del 1951. L’attore è alto complessivamente 175 centimetri.

Fonte: IMDb

Gli Infedeli: dal 15 luglio su Netflix il film di Stefano Mordini

Remake del fortunato e omonimo film francese, Gli Infedeli è un film a episodi che per stile e toni si ispira alla tradizione della commedia all’italiana. Diretto da Stefano Mordini vede protagonisti Valerio Mastandrea, Riccardo Scamarcio, Laura Chiatti, Valentina Cervi, Marina Foïs. Gli infedeli debutta in streaming dal 15 luglio su Netflix.

Gli infedeli: trama

Attraverso cinque storie brevi, vengono raccontate le peripezie amorose di cinque uomini, ognuno alle prese con mogli, fidanzate, amanti. Uno sguardo irriverente e divertito, ma anche lievemente amaro, sull’amore.

Gli infedeli: trailer

Netflix è il più grande servizio di intrattenimento in streaming del mondo, con oltre 183 milioni di abbonati paganti in oltre 190 paesi che guardano serie televisive, documentari e film in un’ampia varietà di generi e lingue. Gli abbonati possono guardare tutto ciò che vogliono in qualsiasi momento, ovunque e su ogni schermo connesso a Internet. Possono mettere in pausa e riprendere la visione a piacimento, senza interruzioni pubblicitarie e senza impegno.

LEBOWSKI

Lebowski è una nuova produzione cinematografica fondata dall’attore e produttore Riccardo Scamarcio. Gli Infedeli è il primo progetto firmato da Lebowski che è già impegnata in un secondo film L’ultimo Paradiso di Rocco Ricciardulli di cui Scamarcio sarà anche interprete.

INDIGOFILM

Indigo Film è una produzione cinematografica indipendente italiana fondata da Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori. Nel corso degli anni ha prodotto lungometraggi, documentari, serie TV diversificando la produzione con una grande attenzione alla qualità e alla ricerca di nuovi autori. Tra i film prodotti ricordiamo La grande bellezza di Paolo Sorrentino, vincitore del Premio Oscar®, del Golden Globe® e del Bafta come Miglior Film Straniero nel 2014.

HT FILM

HT Film è una produzione cinematografica indipendente italiana fondata da Viola Prestieri. Tra i film prodotti ricordiamo nel 2017 Fortunata di Sergio Castellitto, presentato al Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard che ha premiato l’attrice protagonista Jasmine Trinca per la migliore interpretazione e Euforia secondo film di Valeria Golino anch’esso presentato al Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard nel 2018.

102 DISTRIBUTION

102 DISTRIBUTION è una società italiana di distribuzione, produzione, sviluppo di progetti originali cinema e tv, nell’acquisizione di diritti di remake tra qui Un Fidanzato Per Mia Moglie regia di Davide Marengo, C’est La Vie di Olivier Nakache ed Éric Toledano e adattamenti di libri di successo come Piccoli Crimini Coniugali di Eric-Emmanuel Schmitt, regia di Alex Infascelli con Sergio Castellitto e Margherita Buy, Villetta Con Piscina di Hermann Koch.

Scooby! l’avventura d’animazione arriva in digital

Scooby! l’avventura d’animazione arriva in digital

In risposta alla richiesta senza precedenti di intrattenimento d’altà qualità, da poter gustare direttamente a casa, insieme a tutta la famiglia, Warner Bros. annuncia l’arrivo in Italia di “SCOOBY!”, l’avventura d’animazione sulle origini di Scooby-Doo e la Mystery Inc., in esclusiva anteprima digitale dal 15 luglio, disponibile per l’acquisto premium su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google Play, TIMvision, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV e per il noleggio premium su Sky Primafila e Infinity.

SCOOBY!: la trama e il cast

SCOOBY! ci svela come gli amici di sempre Scooby e Shaggy si siano incontrati e, in seguito, uniti ai giovani investigatori Fred, Velma e Daphne per formare la famosa Mystery Inc. Con centinaia di casi risolti e avventure condivise, Scooby e la banda ora dovranno affrontare il loro mistero più grande e impegnativo di sempre: sventare un piano volto a sguinzagliare il cane fantasma Cerberus nel mondo. Mentre si apprestano a fermare questa “can-apocalisse globale”, i membri della banda scoprono che Scooby ha un retaggio segreto e un destino epico più grande di quanto potessero immaginare.

Nella versione originale di SCOOBY! fanno parte del cast di doppiatori Will Forte (“La rivincita delle sfigate”; la serie TV “The Last Man on Earth”), come voce del migliore amico di Scooby-Doo, Shaggy; l’attore due volte candidato all’Oscar Mark Wahlberg (“The Fighter”; “The Departed – Il bene e il male”) è Blue Falcon; Jason Isaacs (i film di “Harry Potter”; “The OA” in TV) è la voce del famigerato Dick Dastardly; Gina Rodriguez (“Deepwater: Inferno sull’Oceano”; la serie TV “Jane the Virgin”) è la voce di Velma; Zac Efron (“The Greatest Showman”; la saga “Cattivi vicini”) quella di Fred; Amanda Seyfried (i film “Mamma Mia!”; “Ted 2”) è Daphne; Kiersey Clemons (“Cattivi vicini 2”; la serie TV “Angie Tribeca”) nei panni di Dee Dee; Ken Jeong (“Crazy & Rich”; la trilogia di “Una notte da leoni”) nel ruolo di Dynomutt; Tracy Morgan (“What Men Want”; “30 Rock” in TV) nel ruolo di Captain Caveman; mentre Frank Welker (il franchise di “Transformers”) presta la voce a Scooby-Doo. SCOOBY! è diretto da Tony Cervone, candidato all’Annie Award per il film “Space Jam”, e due volte candidato agli Emmy per il suo lavoro su “Duck Dodgers”.

SCOOBY!: teaser trailer

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