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Rupert Goold, regista di Judy: “Renée è stata autentica” #RomaFF14

Come si può raccontare una leggenda ai mortali? Semplicemente prendendo quell’icona e “abbassandola” al livello umano. È quello che ha tentato di fare Rupert Goold in Judy, il suo nuovo film presentato alla Festa del Cinema di Roma 2019 e che vede protagonista una straordinaria Renée Zellweger.

Conosciuta da tutti come la ragazzina de Il Mago di Oz, la dolce Dorothy, dal Kansas, Judy Garland è in realtà, soprattutto per gli americani, una vera e propria stella, un’icona incredibile che ha avuto una vita complicata, traumatizzata dal lavoro continuo in tenera età, e funestata da una serie di vicende personali che ne hanno minato la sicurezza, fisica, mentale e anche economica.

Renée Zellweger ha restituito lo spirito di Judy

A portare l’enorme perso di questo personaggio è la Zellweger, che si dimostra perfettamente all’altezza di portare il mito di nuovo in mezzo a noi e sullo schermo. “Ho chiesto a Renée Zellweger di non essere Judy Garland, ma di essere Renèe che faceva Judy Garland, una differenza sottile ma molto importante per me – ha spiegato il regista in conferenza stampa – So che non poteva essere perfetta come Judy, ma autentica. Non avrebbe mai avuto la sua voce, certo, ma poteva replicarne lo spirito, ed è quanto ha fatto”.

La scelta di Renée è stata quasi naturale, dal momento che il ruolo richiedeva un’attrice che potesse dare diverse sfumature drammatiche al personaggio, ma che fosse anche in grado di cantare e di essere comica: “Renée era la persona giusta. Lei si è presa 6 anni di pausa dal cinema, perché sentiva troppo il peso di Hollywood, ha fatto tutto un suo percorso sulla fama e questo, di lei, mi ha conquistato”.

Sugli inizi di Judy Garland da star bambina, Rupert Goold ha raccontato: “Judy e Shirley Temple sono state le prime bambine ad avere fama, con tutte le conseguenze che per entrambe ci sono state. Oggi invece c’è un sistema che protegge molto di più i bambini che si proiettano nel mondo del cinema e dell’intrattenimento. Lei è stata la bambina di tutti, ma non ha avuto un’infanzia per sé“.

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Francis Ford Coppola ha amato Spider-Man: Un Nuovo Universo

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Francis Ford Coppola ha amato Spider-Man: Un Nuovo Universo

Avrete sicuramente letto o seguito i recenti commenti di Martin Scorsese e Francis Ford Coppola (con tanto di repliche da parte di James Gunn e Sebastian Stan) riguardo i cinecomic, ritenuti quanto di più culturalmente e produttivamente lontano dalla loro idea di cinema. In particolare ha fatto discutere la dichiarazione di Coppola che definisce i film di supereroi come “spregevoli”, motivandone le ragioni, lasciando intendere che qualsiasi prodotto del genere nell’industria abbia in qualche modo deluso le sue aspettative.

Ma a quanto pare non è così, come suggerito da uno dei registi di Spider-Man: Un Nuovo Universo, Peter Ramsey, su Twitter. È qui infatti che fa sapere che l’autore de Il Padrino ha in realtà apprezzato molto il progetto complimentandosi per il risultato finale.

Francis l’ha visto e ci ha fatto tantissimi complimenti per l’animazione innovativa e le performance animate. Quindi non tutto è sbagliato…

Forse questa notizia dovrebbe spingere il pubblico a riconsiderare il senso delle affermazioni di Coppola e ad interpretarle correttamente.

https://twitter.com/pramsey342/status/1186178185358200832?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1186178185358200832&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.cinemablend.com%2Fnews%2F2482794%2Fspider-man-into-the-spider-verse-co-director-says-francis-ford-coppola-liked-his-superhero-movie

Spider-Man: Un nuovo universo, in arrivo sequel e spin off al femminile

Spider-Man: Un Nuovo Universo racconta le vicende del teenager Miles Morales e delle infinite possibilità dello Ragno-Verso, dove più di una persona può indossare la maschera. Una visione fresca di un nuovo Universo Spider-Man con uno stile visivo innovativo e unico nel suo genere. Il film è stato diretto da Bob Persichetti, Peter Ramsey, Rodney Rothman, con Shameik Moore e Jake Johnson. Uscita al cinema il 25 dicembre 2018. Durata 117 minuti. Distribuito da Warner Bros. Italia.

Il cast di doppiatori americano comprendere gli attori Shameik Moore, Jake Johnson, Mahershala Ali, Brian Tyree Henry, Lily Tomlin, Liev Schreiber, Luna Lauren Velez, Zoë Kravitz, Nicolas Cage.

Spider-Man: Un nuovo universo, la recensione

Festa del Cinema di Roma 2019, red carpet: John Travolta

Festa del Cinema di Roma 2019, red carpet: John Travolta

È stato John Travolta il protagonista assoluto della giornata di martedì alla Festa del Cinema di Roma 2019. Cordiale con i fan e disponibile con la stampa, l’attore ha ritirato il premio alla carriera e presenziato ad un incontro con il pubblico.

John Travolta alla Festa del Cinema di Roma. “Ho spezzato il cuore a Terrence Malick” 

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, Carrie Fisher è il primo nome nel poster

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Insieme al trailer finale è arrivato anche il nuovo poster di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker in cui, se fate attenzione, noterete il nome di Carrie Fisher davanti a tutti gli altri membri del cast. L’attrice è tornata ad interpretare la la Principessa Leia in Il Risveglio della Forza e Gli Ultimi Jedi, ma la sua tragica scomparsa le ha impedito di essere “fisicamente” sul set del capitolo conclusivo della trilogia, costringendo la produzione ad usare materiale d’archivio per riportare in vita il personaggio.

Ma a quanto pare si tratterebbe dell’ennesimo omaggio all’attrice, vero cuore del film come già dichiarato da J.J.Abrams nei mesi scorsi, voluto dall’amico e collega Mark Hamill. Di norma l’ordine del cast di Star Wars prevedeva Hamill in testa e prima della Fisher a causa di clausole contrattuali, mentre stavolta, secondo alcune indiscrezioni, l’interprete di Luke Skywalker avrebbe insistito per il cambio nel poster di Episodio IX.

C’è un altro dettaglio che non è sfuggito ai fan della saga, ovvero la data di pubblicazione del trailer che coincide con il compleanno dell’attrice, di cui sentiamo la voce nel footage dicendo “La Forza sarà sempre con te“.

Leggi anche – Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, tutti i segreti del trailer finale

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Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nelle sale a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant.

Il ruolo di Leia Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della Forza“Tutti noi amiamo disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio VII.”

Fonte: StarWars.com

Chris Hemsworth vorrebbe lavorare in un film di Star Wars

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L’interprete di Thor, Chris Hemsworth, vorrebbe avere la possibilità di partecipare ad un film di Star Wars, ad un certo punto della sua carriera. Per alcuni un solo franchise non basta, ma è chiaro che nel caso dell’attore australiano, l’idea di partecipare a un film della Lucasfilm è legata a fattori sentimentali.

Oltre al franchise Marvel, Chris Hemsworth ha partecipato anche a Star Trek e a Men in Black. Nel futuro di Hemsworth c’è confermato Thor: Love and Thunder previsto per la fine del 2021, ma l’attore è in trattative anche per un biopic sul famoso wrestler Hulk Hogan, che è trai prossimi progetti di Todd Phillips.

Secondo il Comic Book, durante il suo panel all’ACE Comic Con West lo scorso fine settimana, a Hemsworth è stato chiesto se gli sarebbe piaciuto far parte del franchise di Star Wars e lui ha dichiarato che avrebbe “adorato” partecipare in qualche modo ai film. Ha poi aggiunto di essere cresciuto con quei film e di esserne sempre stato un grande fan.

Dal momento che Chris fa già parte della famiglia Marvel, non dovrebbe essere complicato per la Lucasfilm scritturarlo, visto che sono tutti sotto l’ala protettiva di mamma Disney e quindi il passaggio da un franchise a l’altro potrebbe essere semplice da mettere a punto, da un punto di vista contrattuale.

Certo con l’arrivo di Episodio IX e la chiusura della saga degli Skywalker, potrebbe passare un po’ di tempo prima che ci sia un nuovo film di Star Wars, ma magari la Lucasfilm riprenderà in mano i progetti per gli spin off e lì ci sarà spazio per l’attore che interpreta Thor.

Adam Driver in trattative per Last Duel di Ridley Scott

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Adam Driver in trattative per Last Duel di Ridley Scott

Come riportato da Variety, Adam Driver si troverebbe in trattative per unirsi al cast di Last Duel, il nuovo film di Ridley Scott, sostituendo nella parte Ben Affleck, che invece comparirà in un ruolo secondario. Già confermati Matt Damon e la star di Killing Eve Jodie Comer.

Vi ricordiamo che questo sarà l’adattamento cinematografico del romanzo di Eric Jager The Last Duel: A True Story of Trial by Combat in Medieval France e che la storia segue le vicende di due migliori amici e di una vendetta, con gli attori che interpreteranno rispettivamente il cavaliere normanno Jean de Carrouges e lo scudiero Jacques Le Gris, separati da una guerra e dalle accuse ai danni del secondo di aver violentato sua moglie Margerite de Carrouges. Nessuno però crede alla donna e il soldato farà appello al re di Francia per annullare la sentenza emessa dal conte Pierre d’Anencon. I due uomini dovranno combattere in un duello mortale il cui vincitore sarà sancito dalla volontà di Dio.

Nicole Holofcener (Can You Never Forgive Me?, Enough Said) scriverà la sceneggiatura insieme a Damon e Affleck. Per quanto riguarda Driver, lo rivedremo presto in Marriage Story di Noah Baumbach al fianco di Scarlett Johansson e in Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise.

Fonte: Variety

John Travolta alla Festa di Roma: “Ho spezzato il cuore a Terrence Malick” #RomaFF14

Ballare mi diverte di più. E mi manca farlo“. John Travolta saluta il pubblico della Festa del cinema di Roma tra gli applausi a tempo delle note inconfondibili de La febbre del sabato sera, il musical di John Badham che nel 1977 lo lanciò come vera star dell’industria hollywoodiana. “Prima di ottenere quella parte sostenni il provino per Jesus Christ Superstar. Avevo 17 anni, e ovviamente provai per il ruolo di Gesù“, confessa l’attore ridendo. “Ero ancora troppo giovane, ma il produttore si accorse di me e scrisse un biglietto in cui diceva di tenermi d’occhio e che sarei diventato grande. Diversi anni dopo me lo mostrò offrendomi la parte in La febbre del sabato sera e Grease…Non puoi mai prevedere il futuro, e quando pianti un seme potrebbe germogliare in qualcosa di straordinario.”

Il racconto di Travolta parte dalle origini, e da un’infanzia trascorsa ad osservare una madre regista e due sorelle attrici. “Vengo da una famiglia di artisti. Da piccolo guardavamo vecchi film insieme, La Strada di Federico Fellini, Ieri oggi e domani con Sofia Loren, quindi è come se lo spirito dell’intrattenimento mi fosse stato inculcato da subito spingendomi a voler intraprendere quella carriera. Nessuno ha opposto resistenza, ma ha accolto la mia scelta con tanta felicità.” La stessa famiglia che gli ha insegnato  “fiducia, certezze, e un approccio al lavoro sempre professionale, dove la costruzione del personaggio ricorda il rituale del seguire una ricetta.

La serata prosegue mostrando al pubblico alcune clip selezionate tra i tanti successi di Travolta, compreso Blow Out di Brian De Palma (1981), “un’esperienza piacevole, con lo stesso regista che mi diede il mio primo ruolo in Carrie. Brian aveva fiducia in me e sul set di Blow Out mi lasciò carta bianca“. E che dire invece delle opportunità mancate e delle offerte rifiutate? “Dissi di no a I giorni del cielo di Terrence Malick per obblighi contrattuali, ad American Gigolo perché discussi con Paul Schrader e chiesi di andare via, e Ufficiale e Gentiluomo perché preferii la vita al cinema e diventai un vero pilota di jet. E poi c’è Chicago, che rifiutai tre volte. Avevo un’idea del musical in cui le donne odiavano gli uomini…soltanto vedendo il film mi resi conto che sbagliavo, e che amavo profondamente quei personaggi femminili e capivo le loro motivazioni“.

Travolta torna su Malick, con il quale ha avuto modo di collaborare in La sottile linea rossa, riguardo un aneddoto sul rifiuto de I giorni del cielo: “Terrence è l’uomo più sensibile che abbia mai conosciuto, è davvero un senziente, nel senso che sente e percepisce le cose ad un livello più profondo. Quando chiese di me per I giorni del cielo non accettai a causa di obblighi contrattuali, ma lui era convinto che fossi l’unico a poter interpretare quel ruolo. Per 17 anni non ha più lavorato e qualcuno mi disse che fu proprio a causa del mio rifiuto. Quando lo rincontrai gli chiesi se fosse vero…e lui mi confessò che era così. Gli avevo spezzato il cuore, perché ero la chiave per poter rappresentare la sua visione sullo schermo. Incolpava me come specchio del sistema hollywoodiano […]

[…] Ricordo che da piccolo, guardando il finale di La strada di Fellini, chiesi a mio padre perché il personaggio di Giulietta Masina moriva, e lui mi disse che aveva il cuore spezzato. Era possibile che le persone morissero così? In quell’istante promisi a me stesso che non avrei mai spezzato il cuore a qualcuno con i miei sentimenti…e ironia della sorte, inavvertitamente feci lo stesso con Terrence Malick.

C’è tempo per parlare anche di Pulp Fiction e dell’iconico look di Vincent Vega: “In realtà fu una mia idea. Era già un personaggio unico e nella sceneggiatura si diceva che aveva trascorso un anno ad Amsterdam. Ci ero stato di recente e avevo visto dei ragazzi con un taglio di capelli simile e l’orecchino, quindi suggerii questa opzione a Quentin. All’inizio non era d’accordo ma dopo le prove si convinse che era la soluzione perfetta“. In conclusione  il direttore artistico Antonio Monda consegna il premio speciale a John Travolta per la sua interpretazione in The Fanatic.

Fast and Furious 9: anche Cardi B nel cast del film

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Sembra che Cardi B sia entrata a far parte del cast di Fast and Furious 9, il nuovo capitolo del franchise di Toretto e compagnia. Dopo che si era parlato di una possibile partecipazione di Keanu Reeves al film e di un ritorno del personaggio di Paul Walker, sempre grazie al coinvolgimento del fratello Cody, adesso arriva la conferma che l’attrice, che a breve vedremo in Le ragazze di Wall Street, sarà nel cast.

In Fast and Furious 9 reciteranno i veterani del franchise Vin Diesel, Charlize Theron, John Cena, Michelle Rodriguez, Jordana Brewster, Ludacris, Tyrese Gibson e Helen Mirren. Nel cast anche Michael Rooker e Cardi B.

Vi ricordiamo che la release del film stata spostata al 22 maggio 2020, e che la regia sarà firmata da Justin Lin. Non sono state fornite spiegazioni ufficiali che hanno motivato questa scelta, ma è evidente che nei piani della Universal Pictures ci sia la volontà di garantire alla saga il miglior posizionamento al box office possibile in una stagione già ricchissima di blockbuster molto attesi.

Per quanto riguarda il film, tempo fa era stato lo stesso Vin Diesel a spiegare che Lin sarebbe tornato anche per la regia dell’episodio 10, cosa che faceva pensare che i due episodi venissero girati in contemporanea. Il rumor non è stato confermato e, visti i numerosi impegni degli attori, non sembra un’ipotesi facilmente realizzabile.

Thor: Love and Thunder parlerà del cancro al seno di Jane?

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Thor: Love and Thunder parlerà del cancro al seno di Jane?

Nella generale sorpresa, date le passate divergenze, Natalie Portman tornerà nel franchise dei Marvel Studios per Thor: Love and Thunder, ovvero il quarto capitolo dedicato al dio del tuono, dove però sembra che sarà Jane Foster a impugnare il Mjöllnir.

Dopo aver abbondantemente spiegato e giustificato le ragioni del suo ritorno al personaggio (non che ce ne fosse bisogno), Natalie Portman ha parlato con Variety di questo impegno futuro, ed ha specificato che non sa niente della trama del film, per ora, ma che potrebbe essere senza dubbio una possibilità concreta il fatto che il film affronti la malattia di Jane, come nei fumetti.

Ha poi aggiunto: “È molto raro che questo tipo di film di grande intrattenimento trattino materie così serie. Non so davvero niente del film, non ho ancora visto niente ma ho sentito i rumors, ed è eccitante pensare che si parlerà di quello.”

Natalie Portman è da sempre stata sostenitrice di storie che dessero più importanza al ruolo femminile e questa occasione, all’interno di un franchise che sta lavorando nella stessa direzione, potrebbe essere davvero un’occasione speciale.

Dopo aver accolto Captain Marvel, il MCU sta facendo più spazio per le donne: arriverà a breve Vedova Nera e sicuramente da qualche parte c’è un progetto che parla della A Force. Inoltre, non dimentichiamo che nella Fase 4 del MCU sono previste le serie tv su Wanda Maximoff (Elizabeth Olsen), She-Hulk e Ms. Marvel.

Thor: Love And Thunder, spiegati i motivi del ritorno di Natalie Portman

Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con.

Taika Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarok, così come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: EndgameL’ispirazione del progetto arriva dal fumetto The Mighty Thor, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

L’uscita nelle sale è fissata invece al 5 novembre 2021.

Thor: Love and Thunder, le domande sul MCU a cui il film potrebbe rispondere

Festa del Cinema di Roma: oggi Lorene Scafaria presenta Hustlers

Festa del Cinema di Roma: oggi Lorene Scafaria presenta Hustlers

La Selezione Ufficiale della quattordicesima edizione della Festa del Cinema di Roma ospiterà oggi, mercoledì 23 ottobre, tre film: Hustlers di Lorene Scafaria, storia di spogliarelliste fra poliziesco e dramma, Where’s My Roy Cohn? di Matt Tyrnauer, viaggio nelle arti oscure della politica americana e 438 Days di Jesper Ganslandt, profonda riflessione sulla libertà di parola e di stampa.

Alle ore 19.30 (Sala Sinopoli) si terrà Hustlers di Lorene Scafaria. “Presentiamo un mondo che magari si è già visto in tanti film e tante serie tv, ma lo facciamo da una prospettiva diversa, quella delle ballerine – ha spiegato la regista – È un’epica combinazione di un poliziesco, un film drammatico e una storia di spogliarelliste, nonché un’esplorazione della crisi economica che ha sconvolto le vite di tante persone, comprese quelle dei nostri personaggi”.

In Hustlers, Destiny fa la spogliarellista per provvedere a sé stessa e alla nonna. La sua vita cambia quando fa amicizia con Ramona, la stella del locale. Destiny impara da Ramona come conquistare il pubblico maschile, soprattutto la clientela di Wall Street, e che, quando si fa parte di un sistema corrotto, bisogna sfruttare piuttosto che farsi sfruttare. Destiny, Ramona e altre ballerine che si uniscono a loro, escogitano un piano per cambiare le regole del gioco, ma la situazione sfuggirà al loro controllo.

NOTE DI REGIA: Presentiamo un mondo che magari si è già visto in tanti film e tante serie tv, ma lo facciamo da una prospettiva diversa, quella delle ballerine. È un’epica combinazione di un poliziesco, un film drammatico e una storia di spogliarelliste, nonché un’esplorazione della crisi economica che ha sconvolto le vite di tante persone, comprese quelle dei nostri personaggi. L’articolo di Jessica Pressler raccontava efficacemente la storia di queste affascinanti protagoniste, sempre sotto giudizio e stigmatizzate per la loro professione, e delle amicizie profonde che a volte fanno finire nei guai. Mi sono immedesimata in tutto ciò che affrontano, comprese la lotta contro la solitudine e la ricerca dell’indipendenza. Sono mamme, amiche, sorelle e figlie in grado di creare legami importanti che vanno oltre le loro differenze.

Non scrivo i personaggi con attori specifici in mente, ma appena ho finito la sceneggiatura, mi è sembrato subito evidente che la voce di Jennifer Lopez era presente nelle pagine ancora prima che la immaginassi nei panni di Ramona. Era destino. Jennifer è Ramona in carne e ossa, fa quasi paura. Dà al personaggio un tono irriverente e allusivo, ma anche un concreto realismo. Non volevo biasimare nessun lavoro e nessun genere. Anche se le ragazze lavorano in un sistema di valori che può essere insidioso, mi dispiace anche per i personaggi maschili, che sono considerati soprattutto per la loro ricchezza e il loro potere, proprio come le donne sono considerate per la loro bellezza. Il sistema è malato per entrambi i generi.

Descendants 3: il terzo capitolo dal 26 ottobre

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Descendants 3: il terzo capitolo dal 26 ottobre

Descendants 3, l’attesissimo terzo capitolo della saga che vede protagonisti i figli dei cattivi Disney più famosi, sta per arrivare in Italia! Sabato 26 ottobre alle 14.00 su Disney Channel (Sky, canale 613) i giovani e celebri personaggi già amatissimi dal pubblico si ritroveranno ad affrontare emozionanti avventure, intrighi e colpi di scena al fianco di nuovi protagonisti.

Descendants 3 continua il racconto della saga contemporanea tra il bene e il male: le figlie e i figli adolescenti dei Cattivi Disney più famosi — Mal (Dove Cameron), Evie (Sofia Carson), Carlos (Cameron Boyce) e Jay (Booboo Stewart) — ritornano sull’Isola degli Sperduti per reclutare un nuovo gruppo di discendenti che si uniscano a loro ad Auradon Prep. Quando una violazione della barriera metterà a repentaglio la sicurezza di Auradon, Mal farà di tutto per proteggere il regno dalla minaccia dei suoi nemici Uma (China Anne McClain) e Hades (Cheyenne Jackson). Ma nuovi pericoli si nascondono fra le mura di Auradon…

Il nuovo Disney Channel Original Movie vede alla regia Kenny Ortega (High School Musical), già regista dei primi due capitoli della saga, che ne ha curato anche le coreografie ed è uno dei produttori esecutivi.

“Good To Be Bad”, la canzone numero d’apertura di Descendants 3 interpretata dal cast al completo ha anticipato l’uscita in digitale della colonna sonora del film, disponibile dallo scorso 2 agosto.

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, tutti i segreti del trailer finale

Come promesso, è arrivato stanotte il trailer finale di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, capitolo conclusivo della saga iniziata nel 1977 da Una Nuova Speranza atteso nelle sale a dicembre 2019. Ma quali sono i punti salienti del footage e quali informazioni ci offre sulla trama del film?

Ecco 10 indizi:

Il personaggio di Dominic Monaghan

Fa parte del cast di Episodio IX anche Dominic Monaghan, che ritrova J.J. Abrams dopo l’esperienza televisiva di Lost, e grazie al trailer finale siamo finalmente in grado di dare uno sguardo al suo misterioso personaggio. Sappiamo che è un membro della Resistenza, ma non il modo in cui verrà introdotto nella trama.

Il pianeta di ghiaccio

Sempre nel trailer viene mostrato lo scorcio di un pianeta di ghiaccio sopra il quale sta volando una flotta di caccia stellari (a quanto pare nuovi TIE Fighter del Primo Ordine). Forse è qui che Kylo Ren convocherà il suo esercito?

Il trono dell’imperatore

Una delle immagini più inquietanti del trailer è il trono sinistro e circondato da bordi frastagliati basato sui disegni del concept artist di Star Wars Ralph McQuarrie realizzati per la sala del trono dell’Imperatore Palpatine in Il Ritorno dello Jedi. Fuori campo sentiamo la voce inconfondibile di Ian McDiarmid che dice “Ho aspettato a lungo”…forse il pianeta di ghiaccio è la sede del suo nuovo regno?

L’ Imperial Star Destroyer emerge dal ghiaccio

Un altro dettaglio incredibile del trailer ci mostra lo Star Destroyer imperiale che emerge dal ghiaccio, probabilmente il primo di una serie di veicoli di una vasta flotta che sfrutta la tecnologia della Morte Nera integrata nei loro sistemi. Presumibilmente sono stati nascosti sotto le lastre e ora è Palpatine a “risvegliarli”…

Il sacrificio di C-3PO

Questo passaggio non è molto chiaro, tuttavia suggerisce che C-3PO potrebbe lasciarci nel corso del film. Alcuni sostengono che sia stato hackerato e che un alieno sta cercando di entrare nella sua matrice di elaborazione (il che confermerebbe la teoria sugli occhi rossi generati da Threepio).

Rey e Kylo Ren nella sala del trono

La trama di Episodio IX è ancora avvolta nel mistero, eppure sembra chiaro che ad un certo punto del film vedremo Rey e Kylo Ren diretti veros il relitto della Morte Nera su Endor. Questa inquadratura li mostra nel cuore della vecchia base dell’Impero, ovvero la Sala del Trono dell’Imperatore.

Rey e Kylo distruggono la maschera di Darth Vader

Ancora Rey e Kylo Ren sono protagonisti di un momento entusiasmante, con i due che si scagliano contro quello che sembra un manichino di Darth Vader e distruggono la maschera a colpi di spada laser. Forse è questa la chiave dei piani dell’Imperatore Palpatine? cosa significa e a cosa porterà questo gesto?

Rey si confronta con Palpatine

Chiudiamo con l’immagine finale del trailer, dove vediamo Rey al cospetto dell’Imperatore Palpatine. Diverse speculazioni sostengono che il villain sia tornato come una sorta di spirito Sith e non in forma umana, ma di fatto non abbiamo ancora avuto un’anteprima del suo volto…quale sarà la verità?

Leggi anche – Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, 5 teorie che potrebbero avverarsi

Fonte: Screenrant

The Irishman: recensione del film di Martin Scorsese

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The Irishman: recensione del film di Martin Scorsese

È l’evento cinematografico dell’anno, il nuovo film di Martin Scorsese, vecchio maestro della settima arte, che però si rivolge a Netflix, simbolo della modernità del cinema, per realizzare la sua visione: The Irishman è attesissimo, e a buon diritto!

La storia tocca il mondo della mafia italo-americana, ambiente caro allo Scorsese cinematografico, e si concentra sulla vita di Frank Sheeran (a sua volta raccontata nel libro I Heard You Paint Houses scritto da Charles Brandt). Frank è un veterano di guerra, che ha imparato ad uccidere nella campagna in Italia e che riesce ad entrare nelle grazie dei vertici della mafia, diventando “l’uomo che imbianca case”, ovvero il killer deputato a fare pulizia. Efficace, preciso, servizievole, Frank è l’impiegato modello, che esegue gli ordini e non fa domande, un vero soldato.

Leale e rispettoso del codice “d’onore” che vige tra quella gente, Frank viene nominato guardia del corpo di Jimmy Hoffa, carismatico leader sindacale, con il quale stringe una fraterna amicizia. Ma il mondo degli adulti, e quello della mafia, non è posto per i sentimenti e la lealtà assume forme inaspettate. E poi, che senso ha tutto questo, quando diventa solo una storia che nessuno ricorda, raccontata da un vecchio solo in una stanza di un ospizio?

The Irishman, un film con gli amici

Martin Scorsese ha fatto un film con i suoi amici, ha scelto  Robert De Niro per il ruolo principale, ha regalato un’altra grande parte a Joe Pesci, ha ingaggiato per la prima volta Al Pacino, regalandoci finalmente quel confronto tanto agognato (e un paio di volte sfiorato) tra gli attori più grandi e rappresentativi degli anni ’50. È tornato nel mondo della mafia, a raccontare le gesta di quei bravi ragazzi, solo che adesso non sono più ragazzi. Sono rallentati, invecchiati, resi goffi nei movimenti dall’età e dall’artrite.

Scorsese ha scelto la strada più lunga e difficile per realizzare questo film, la strada che attraverso la tecnologia del de-aging gli ha permesso di lavorare per tutto l’arco della storia con De Niro e compagnia, senza ricorrere ad un attore più giovane, perché per lui non avrebbe avuto senso, ora, raccontare quella storia senza Bob. Voleva un film con e per i suoi amici, e Netflix gli ha dato questa possibilità (e i fondi necessari).

Il senso di The Irishman potrebbe essere rintracciato tutto nelle motivazioni del regista: è un film senile ma non vecchio, malinconico ma non triste. Racconta la fine di una storia personale, quella di Frank, la fine di un impero mafioso in cui i boss erano guardati come un mito (nel film i bambini non sono quelli che ne Il Padrino facevano da sfondo, ma sono i primi giudici severi dei genitori), la fine di un periodo storico negli Usa che ha ferito profondamente il Paese e che adesso a stento si ricorda.

The IrishmanLa presa di coscienza della nostra mortalità

The Irishman è la presa di coscienza della nostra mortalità e del fatto che il tempo, con il suo fluire, priva di significato ogni gesto, ogni avvenimento, lasciando soltanto spazio a una profonda e meditabonda solitudine, dove non c’è spazio nemmeno per il pentimento. Pentirsi di cosa, poi? È passato così tanto tempo che le brutture sono state dimenticate, e la nostalgia, quasi confortevole, del passato si trasforma in un sollievo perché davanti a noi c’è solo un’altra cosa da fare: morire.

The Irishman ha la stessa potenza narrativa e trascinante di C’era Una Volta in America, è a suo modo un’epopea meno romantica ma altrettanto emozionante sulla vita di un uomo che ha sempre agito. I mafiosi, gli assassini, i criminali raccontati da Sergio Leone hanno avuto dei figli, che sono diventati questi mafiosi di Scorsese, molto diversi da quelli che raccontava negli anni ’70. Questi personaggi sono riflessivi, quasi paterni, non hanno più quella rabbia e frenesia, e nel raccontare questa sorta di distorta dolcezza degli ultimi di una stirpe, Scorsese fa un grande regalo al suo pubblico: dà a Joe Pesci un ruolo inedito, delicato, affettuoso, così in contrasto con quanto aveva fatto con i suoi film del passato. E così l’attore diventa l’emblema perfetto del senso della storia.

Scorsese realizza una lettera d’amore a un tempo che non c’è più, a un cinema che non c’è più, un film per molti versi testamentario, che mette fine a una parte della sua carriera e che sembra inaugurarne un’altra, pervasa dalla malinconia di un mondo scomparso, ma anche dalla consapevolezza che il tempo “guarisce” e che la morte fa parte della vita. Lo stile si appiana, il montaggio si “calma”, lo spettacolo è lasciato fuori campo, Scorsese mette al centro i suoi attori e il loro talento e nient’altro gli interessa se non raccontare la sua storia con i suoi amici. E il suo mestiere, il suo occhio, la sua sensibilità danno vita alla meraviglia di The Irishman.

Festa del Cinema di Roma: il giorno di John Travolta

Domani, martedì 22 ottobre, John Travolta sarà protagonista di un Incontro Ravvicinato alla quattordicesima edizione della Festa del Cinema di Roma: alle ore 17.30 presso la Sala Sinopoli, l’attore statunitense, uno dei più amati e versatili della sua generazione ripercorrerà le tappe principali della sua carriera che attraversa quasi cinquanta anni di cinema, teatro e televisione.

Travolta raggiunge nel 1977 il successo planetario nei panni di Tony Manero ne La febbre del sabato sera: per la sua interpretazione riceve una nomination agli Oscar e una ai Golden Globe come Miglior attore. Il successo è ribadito da Grease di Randal Kleiser. Nel 1994, è protagonista di Pulp Fiction di Quentin Tarantino: il memorabile ruolo di Vince Vega gli vale la seconda nomination all’Oscar. Nel corso dei decenni, Travolta ha lavorato con alcuni dei maggiori registi contemporanei fra i quali Oliver Stone, Terrence Malick, Brian De Palma, Mike Nichols e John Woo. In occasione dell’Incontro Ravvicinato con il pubblico, Travolta riceverà il Premio Speciale assegnato dalla Festa del Cinema di Roma.

La quattordicesima edizione della Festa del Cinema di Roma che si terrà fino al 27 ottobre con la direzione artistica di Antonio Monda, prodotta dalla Fondazione Cinema per Roma, Presidente Laura Delli Colli, Direttore Generale Francesca Via. L’Auditorium Parco della Musica sarà il fulcro dell’evento, con le sue sale di proiezione e il red carpet. Come ogni anno, la Festa coinvolgerà numerosi altri luoghi della Capitale, dal centro alla periferia.

Festa del Cinema di Roma 2019, red carpet: Martin Scorsese

Festa del Cinema di Roma 2019, red carpet: Martin Scorsese

Martin Scorsese ha monopolizzato la serata del lunedì della Festa del Cinema di Roma 2019, dove ha presentato il suo ultimo grande film, prodotto e distribuito da Netflix: The Irishman. Nel film torna a dirigere Robert De Niro, e per la prima volta in carriera, Al Pacino.

Sul tappeto rosso con lui, la famiglia Scorsese:

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, il trailer finale

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Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, il trailer finale

È stato diffuso il trailer finale di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, in cui vediamo i nostri eroi alle prese con il Lato Oscuro, e più in particolare Rey, che concluderà il suo viaggio e compierà il suo destino di Jedi.

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nelle sale a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant.

Il ruolo di Leia Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della Forza“Tutti noi amiamo disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio VII.”

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, diffusi nuovi rumor su Rey e Palpatine

Thor: 10 cose che non sapevate sul franchise

Thor: 10 cose che non sapevate sul franchise

Dopo quasi dieci anni e tre capitoli finora prodotti (il quarto arriverà alla fine del 2021), c’è ancora qualcosa che non sappiamo sul franchise di Thor? Quali segreti si celano dietro le quinte delle avventure del Dio del Tuono al cinema?

Ecco 10 curiosità che non tutti sanno:

Stan Lee voleva interpretare Odino

stan lee

Stan Lee ha affermato che avrebbe voluto interpretare Odino in un film sin da quando ha iniziato a scrivere del personaggio sui fumetti Marvel. E in vista dell’arrivo del primo Thor di Kenneth Branagh, Lee aveva scherzato dicendo di essere deluso del mancato casting.

Ragnarok si è ispirato a Flash Gordon

Taika Waititi ha dichiarato che il tono e il genere a cui si ispirava Thor: Ragnarok derivavano dal cinema di fantascienza degli anni ’70 e ’80, e in particolare Flash Gordon, avventura intergalattica di culto che non disdegnava trame romantiche e un senso dell’umorismo peculiare con personaggi irriverenti e immagini surreali…proprio come Ragnarok.

Chris Hemsworth ha fatto crescere i capelli per un anno prima di The Dark World

Thor: the Dark World

C’è un motivo se i capelli di Thor vi sembravano più autentici in The Dark World: nel primo film Chris Hemsworth ha indossato una parrucca, mentre per il secondo capitolo l’attore si fece crescere la chioma bionda a tal punto da non averne più bisogno. Per farlo è stato necessario un anno intero lontano dal parrucchiere…

Zachary Levi era la prima scelta per Fandral

Thor: Ragnarok

Zachary Levi è apparso nel MCU come uno dei Tre Guerrieri, ovvero Fandral, sostituendo in The Dark World il collega Josh Dallas. Tuttavia sembra che l’attore fosse la prima scelta dei Marvel Studios per il ruolo, ma all’epoca delle riprese del film di Kenneth Branagh non era disponibile a causa di altri impegni lavorativi.

La battuta di Hulk in Ragnarok suggerita da un bambino

Hulk

Una delle battute più memorabili di Thor: Ragnarok viene pronunciata dal Dio del Tuono prima di combattere contro Hulk nell’arena dei guerrieri del Granmaestro: “È un amico del lavoro!” esclama l’eroe, e a quanto pare la frase è stata suggerita da un bambino della Fondazione Make-A-Wish durante una visita sul set.

Natalie Portman doveva salire su una scatola per baciare Hemsworth

È evidente a tutti che Chris Hemsworth è molto più alto di Natalie Portman, ma in pochi sanno che ogni volta che i due dovevano baciarsi sul set, l’attrice aveva bisogno di stare su un piedistallo per raggiungere il collega!

La visione di Taika Waititi ha convinto Anthony Hopkins a tornare

Dopo Thor: The Dark World, Anthony Hopkins aveva deciso di non interpretare più Odino nel MCU, consapevole che il personaggio aveva concluso il suo arco narrativo. A convincerlo a tornare in Ragnarok fu però la visione unica di Taika Waititi, anche se brevemente e solo in una scena del primo atto e in una visione del terzo.

Loki non era previsto in The Dark World

loki

Originariamente Loki non era stato incluso nella trama di The Dark World, con il film che si sarebbe concentrato su Malekith e gli Elfi Oscuri. Tuttavia, il successo scatenatosi dopo The Avengers del 2012 rese il Dio dell’Inganno uno dei personaggi più richiesti, a tal punto da convincere lo studio a inserirlo nel film.

Una scena eliminata di Ragnarok conferma l’orientamento sessuale di Valchiria

Tessa Thompson ha confermato che Valchiria è il primo personaggio apertamente bisessuali del MCU, e quanto pare la prova risiede in una scena eliminata di Thor: Ragnarok in cui si vede una donna che lascia la stanza della guerriera.

Guerra tra fratelli Hemsworth

Chris Hemsworth

Non tutti sanno che la ricerca dei Marvel Studios per trovare il perfetto Thor si ridusse a due nomi: Chris Hemsworth e Liam Hemsworth, ovvero i fratelli australiani più famosi e richiesti a Hollywood. La scelta ricadde sul maggiore della famiglia Hemsworth, anche se Liam è riuscito a costruirsi una carriera altrettanto solida.

Leggi anche – Thor e Asgard: 10 differenze tra film e fumetti

Fonte: Screenrant

The Batman: ecco a chi si ispirerà la voce di Robert Pattinson

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The Batman: ecco a chi si ispirerà la voce di Robert Pattinson

Uno dei tratti che contraddistingue da sempre l’immagine di Batman al cinema è la sua voce, nascosta grazie ad una serie di tecniche intelligenti per proteggere l’identità segreta di Bruce Wayne. In Batman v Superman: Dawn of Justice e Justice League, il crociato di Gotham interpretato da Ben Affleck usava la tecnologia di alterazione della voce inserita nel costume, mentre nella trilogia di Christopher Nolan Christian Bale faceva ricorso ad un suono più naturale e aggressivo, spesso preso in giro dai fan, ma cosa potremo aspettarci dal nuovo eroe di Robert Pattinson in The Batman?

Parlando con Access Hollywood, l’attore ha dichiarato che una delle sue maggiori fonti di ispirazione sarà nientemeno che Willem Dafoe, con il quale ha condivido il set di The Lighthouse: “La voce di Willem è così stimolante e risulta sempre sincera. È abbastanza simile alla voce che farò nel film…Perché penso che Batman abbia una specie di voce che ricorda quella di un pirata…

Pronti per una versione di Batman con una leggera inflessione di Norman Osborn?

The Batman: nel film ci saranno anche Batgirl e Nightwing?

Vi ricordiamo che nel cinecomic di Matt Reeves Zoe Kravitz sarà Catwoman, Paul Dano l’Enigmista e Jeffrey Wright il commissario Jim Gordon. Come già dichiarato, il cinecomic riavvierà le sorti del crociato di Gotham al cinema e vedrà Pattinson nei panni del protagonista, ma sembra che i piani del regista per il franchise si estenderanno ad una trilogia, introducendo sullo schermo altri supereroi e villain dei fumetti.

HN Entertainment ha suggerito che le riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche di Batman v Superman: Dawn of Justice, Justice League, Wonder Woman e del sequel Wonder Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata al 25 giugno 2021.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Fonte: Access Hollywood (via CBM)

Sebastian Stan difende i film Marvel: “Hanno aiutato tante persone”

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I film Marvel sono spregevoli? Ad affermarlo è stato Francis Ford Coppola replicando al commento espresso dal collega e amico Martin Scorsese sui cinecomic e su come questo genere stia monopolizzando sempre di più la distribuzione e l’industria in generale. Qualcuno però, come confermano le parole di James Gunn e di altre personalità hollywoodiane coinvolte nel grande progetto dei Marvel Studios, non è d’accordo con quanto dichiarato dal regista de Il Padrino, o almeno è pronto ad esprimere un diverso punto di vista sulla questione.

Tra questi c’è anche Sebastian Stan, dal 2011 nella famiglia del MCU dove interpreta Bucky Barnes aka il Soldato d’Inverno, che ospite del Fandemic Tour Houston ha confessato:

Coppola è uno dei miei eroi e ho ascoltato cosa ha detto sui film Marvel. Nel frattempo ho trascorso una giornata con tutti voi fan, e le persone venivano da me ringraziandomi per il personaggio, per averle aiutate, o ispirate, per averle fatte sentire meglio e meno sole. Quindi come puoi dire che questi film non aiutano le persone?“.

Stan si riferisce ad un passaggio specifico della dichiarazione di Coppola in cui si rimprovera ai cinecomic di “non fornire al pubblico nessuna ispirazione, illuminazione o conoscenza“. È evidente che, secondo la sua esperienza, le cose sono andate diversamente…

L’attore tornerà presto nei panni del supereroe in The Falcon and The Winter Soldier, serie tv destinata a Disney + che vedrà protagonisti Sam Wilson e Bucky Barnes e in cui reciteranno anche Anthony Mackie, Daniel Bruhl e Emily VanCamp.

Fonte: Comicbook

La belle époque, recensione del film di Nicolas Bedos #RomaFF14

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La belle époque, recensione del film di Nicolas Bedos #RomaFF14

Dopo il delizioso esordio con Un amore sopra le righe, Nicolas Bedos torna a dirigere (e scrivere) per il cinema e realizza La belle époque, una commedia nostalgica e tanto romantica, interpretata da Daniel Auteuil, Fanny Ardant, Guillaume Canet e Doria Tillier.

La storia è quella di Victor, un uomo all’antica che odia la tecnologia, il digitale, il presente, l’innovazione. Sua moglie, Marianne, non potrebbe essere più diversa: ancora molto affascinante, è curiosa di ogni novità, e questo suo atteggiamento la allontana dal marito. Quando un eccentrico imprenditore propone a Victor di rivivere un giorno del passato, l’uomo non ha dubbi, sceglia di rivivere il giorno in cui ha conosciuto la donna della sua vita: proprio Marianne. Una troupe cinematografica, una scenografia, un regista, costumi, comparse e musiche, Victor verrà trasportato al 16 maggio 1974, in quel cafè di Lione. È qui che ha incontrato e si è innamorato della donna che poi ha sposato, ma che ora sembra lontana anni luce, ed è qui che realtà e finzione cominciano a intrecciarsi e la vita dell’uomo ad assumere una piega surreale.

Bedos si conferma interessato a raccontare gli amori che attraversano il tempo (come fatto anche nel suo primo lungometraggio), ma questa volta si confronta anche con l’ambizione di un meta-testo che racconta la messa in scena dentro alla messa in scena, con l’avanzare della nostalgia che permea tutto il racconto, e anche con un divertimento molto elegante e sottile, oltre che con una dose di romanticismo perfettamente stemperata dall’umorismo caustico dei suoi protagonisti.

La belle époque, tra nostalgia e romanticismo

Se Auteuil e Ardant sono dei perfetti coniugi che cercano di trovare di nuovo se stessi, Doria Tillier, già protagonista nel primo lungo di Bedos e sua compagna nella vita reale, brilla per freschezza di interpretazione, luminosità e bellezza, un carisma femminile e vitale che conferisce al suo personaggio la caratura di ruolo intorno al quale si muovono tutti gli umori della storia. In questo equilibrio romantico, a Canet viene affidato il ruolo del regista, dell’artefice della messa in scena del ricordo, una sorta di surrogato del regista stesso, a cui Bedos regala il ruolo più razionale, paradossalmente.

Bedos è un giovane “tutto fare” ma a differenza di chi si cimenta in tanti campi non eccellendo mai in nessuno, sta consolidando il suo talento facendo aumentare sempre più l’ambizione delle sue storie. E alla luce di questo, La belle époque è davvero l’epoca bella, sicura, affascinante e romantica della nostalgia, che però non rimane tenero ricordo velato di tristezza, ma fervida memoria, che ravviva anche il presente.

In questo delicato equilibrio, Nicolas Bedos realizza un film delizioso, divertente, di grande classe e molto romantico, con uno sguardo al passato alla ricerca del meglio che è stato, con la ferma intenzione di declinarlo verso il presente e il futuro.

Akira: Taika Waititi parla del ritardo della produzione

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Akira: Taika Waititi parla del ritardo della produzione

Al contrario di quanto ufficializzato a maggio dalla Warner Bros., la produzione di Akira, progetto ora nelle mani di Taika Waititi, è rimandata a data da definirsi e la cause di questo slittamento sono state rivelate proprio dal regista neozelandese in una recente intervista con IGN:

Sfortunatamente i tempi con Akira si sono allungati, visto che abbiamo lavorato molto duramente sulla sceneggiatura rimandando la data di inizio delle riprese. Alla fine ci siamo spinti un paio di settimane troppo in là, il che in realtà ha portato a far coincidere il progetto con il nuovo Thor…Quindi è stato rimandato ancora e ancora, e adesso è arrivato troppo lontano rispetto alle riprese di Thor. Il mio primo impegno è stato con la Marvel , quindi sono stato costretto a prendere Akira e spostare le riprese di un paio d’anni.

Vi ricordiamo che questa nuova versione in live-action di Akira, ovviamente tratta dai sei volumi di Katsuhiro Otomo, arriverà al cinema dopo l’anime giapponese del 1988 diretto da Otomo. Per quanto riguarda Waititi, il regista è salito ufficialmente a bordo della produzione dopo aver abbandonato nei mesi scorsi i lavori sul film d’animazione che avrebbe reso protagonista il celebre scimpanzé di Michael Jackson, Bubbles.

Nel frattempo Waititi ha recitato in Free Guy, action comedy che sarà diretta da Shawn Levy e interpretata da Ryan Reynolds. La star di Deadpool vestirà i panni del protagonista Guy, un funzionario della banca che scopre di vivere all’interno di un videogioco dove – insieme ad un avatar – cercherà di impedire agli sviluppatori di chiudere il loro mondo. Insieme a loro Jodie Comer (Killing Eve), Joe Keery (Stranger Things), Lil Rel Howery, e Utkarsh Ambudkar.

Prossimamente dirigerà Thor: Love and Thunder, quarto capitolo del franchise sul Dio del Tuono con Natalie Portman, Chris Hemsworth e Tessa Thompson già confermati nel cast.

Fonte: IGN

Paul Rudd ha “convinto” Leonardo DiCaprio ad accettare il ruolo in Titanic

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Essere il protagonista di uno dei più grandi e importanti blockbuster della storia del cinema ha cambiato drasticamente il corso della carriera di Leonardo DiCaprio, giovane attore ch all’inizio degli anni Novanta contava apparizioni in tv con la serie Growing Pains e sul grande schermo in pellicole come Voglia di ricominciare e Buon compleanno Mr.Grape. Sul set di Romeo + Giulietta incontra poi Paul Rudd, che a quanto pare potrebbe averlo convinto ad accettare il ruolo di Jack Dawson in Titanic, kolossal di James Cameron, come dichiarato dalla star di Ant-Man durante il Graham Norton Show l’altra sera:

All’epoca, mio ​​padre era un esperto del Titanic ed era solito parlare alle persone di tutto il mondo della nave, perfino nelle università…Ricordo che era il mio ultimo giorno di riprese di Romeo + Juliet, e quella sera uscimmo a bere una cosa al bar con il cast. Mi trovavo nella stessa auto con Leo che mi disse ‘Mi hanno offerto questo film, ed è un film grosso’. Fino ad allora aveva recitato solo in film indipendenti, quindi era preoccupato dal fatto che Titanic fosse prodotto da uno studio…Risposi che mi sembrava incredibile, visto che sapevo tutto della nave grazie a mio padre, e quando mi confidò di non sapere cosa fare io gli dissi che avrebbe dovuto!“.

Sappiamo benissimo com’è andata: DiCaprio si è unito al cast del film di Cameron lavorando con attori del calibro di Kate Winslet, Billy Zane e molti altri, eppure ascoltare questo aneddoto di Rudd, seppur divertente e poco “attendibile”, ci fa credere quel consiglio abbia funzionato…

Paul Rudd: 10 cose che non sai sull’attore

Fonte: The Graham Norton Show

Il giorno più bello del mondo: anteprima gratuita con Cinefilos.it, cerca la tua città!

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Siamo lieti di invitarvi all’anteprima del film IL GIORNO PIU’ BELLO DEL MONDO il 28 ottobre. Il film sarà in sala dal 31 ottobre distribuito da Vision Distribution. Nel cast del film Alessandro Siani, Stefania Spampinato, Giovanni Esposito e i piccoli Sara Ciocca e Leone Riva.

Cinefilos.it offre la possibilità a pochi fortunati di vedere il film gratis, in anteprima il 28 ottobre! Ci sono a disposizione tanti inviti gratuiti validi per l’ingresso di 2 persone, per ognuna delle città.

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IL GIORNO PIU’ BELLO DEL MONDO – la sinossi

Arturo Meraviglia è l’impresario di un piccolo teatro di avanspettacolo ormai in declino. Un inaspettato lascito da parte di un lontano zio gli accende la speranza di risolvere i problemi con i debitori, ma quando scopre che l’eredità sono due bambini, Rebecca e Gioele, cade nello sconforto. Dopo i primi momenti di convivenza burrascosa, un bel giorno scopre che Gioele ha un potere sorprendente!!!

Le magie che il bambino è in grado di compiere sembrano essere la chiave per risolvere i problemi di Arturo e risollevarlo dal vicinissimo tracollo. Il talento del piccolo illusionista non sfugge però a un team di loschi scienziati che vogliono scoprire cosa si cela dietro queste grandi doti. Con l’aiuto di buffi e sconclusionati amici e di una bella ricercatrice, tra colpi di scena e avventurose situazioni, Arturo farà di tutto per proteggere Gioele e per rimettere in piedi il suo teatro e vivere così il giorno più bello del mondo.

IL GIORNO PIU’ BELLO DEL MONDO – il trailer

Martin Scorsese su The Irishman, Netflix, la produzione a Hollywood e i cinecomic #RomaFF14

Dopo la presentazione in anteprima al New York Film Festival, Martin Scorsese ha finalmente cominciato a portare in giro per il mondo The Irishman, il film che lo vede riunito con Robert De Niro, a 23 anni da Casino e in cui dirige per la prima volta Al Pacino. Un vero e proprio evento per gli amanti del grande cinema, un appuntamento imperdibile nelle sale italiane dal 4 al 6 novembre, in attesa di vederlo poi su Netflix a partire dal 27 novembre.

Ma da dove parte il desiderio di fare questo film? Martin Scorsese non ha esitazione: “Credo che abbia a che fare con la volontà mia e di Robert De Niro di fare un altro film. L’ultima volta che abbiamo lavorato insieme è stato con Casino, nel 1995 e negli anni abbiamo sempre cercato il soggetto e il personaggio giusto. Poi gli è stato dato questo libro, intitolato I Heard You Paint Houses e, dopo averlo letto, quando mi ha descritto questo personaggio e l’emozione che ha esibito descrivendolo era sufficientemente articolata per suggerirmi che si trattava di qualcosa di speciale. Dalla sua reazione al personaggio ho sentito che doveva essere qualcosa su cui potevamo lavorare, avevamo la possibilità di lavorare sull’intero arco di una vita, sull’amore, il tradimento, il rimorso e infine il senso di mortalità di tutti noi.”

La chiave di lettura del film ci è data, secondo Scorsese, dal fatto che le storie sono attuali se lo sono i sentimenti che esse raccontano: “I film non devono essere ambientati oggi per essere contemporanei, perché la cosa che è davvero contemporanea è la condizione umana, il conflitto morale. Si mette in atto nel passato, qualunque esso sia, ma riguarda l’esperienza umana e credo che alcuni aspetti di esso si connettano con le persone, soprattutto dei particolari conflitti di questo personaggio, in bilico tra moralità e immoralità, che potrebbero renderlo accessibile alle persone.”

A dispetto dell’ambientazione mafiosa, The Irishman ha come sentimento dominante la malinconia: “È tutta lì, ma è una malinconia confortevole. Il personaggio di Frank allontana la famiglia, viene lasciato solo, tutti i conflitti, tutta la violenza della sua vita sono scivolati via, nessuno li ricorda più. La malinconia è nell’accettare che morire fa parte del vivere.”

Reunion con Bob De Niro, prima volta con Al Pacino

Uno degli aspetti che più interessa ai fan del grande maestro newyorkese è senza dubbio il fatto che sia tornato a lavorare con De Niro e Joe Pesci, e che questa sia la prima volta, nel corso di una lunga carriera, che dirige Al Pacino. “Bob e Al Pacino hanno lavorato insieme con grande sintonia, tra loro si è sviluppata una magia che deve nascere dalla loro conoscenza reciproca. Volevano essere sempre presenti alle riprese, e non accettavano di fermarsi e andare a riposare, anche se erano stanchi.” e il film invero restituisce quella grande complicità.

In molti sono rimasti sorpresi alla notizia che sarebbe stato Netflix a produrre The Irishman, visto che Scorsese ha più volte difeso l’importanza della sala rispetto allo streaming e alla visione domestica, ma sembra che le circostanze e il nuovo sistema produttivo a Hollywood abbiano letteralmente spinto il regista tra le braccia dell’azienda: “Il film non ha richiesto molto tempo per le riprese, ma molto per gli effetti, è un esperimento ed era l’unico modo di fare il film, per noi, perché altrimenti avrei dovuto girare metà film con attori più giovani, e non volevo questo. Se fossi stato 20 anni più giovane, forse lo avrei fatto, ma ora avevo voglia di fare un film con i miei amici. Così, è entrato in gioco Netflix. A Hollywood non avrei mai potuto trovare i soldi per fare un film del genere, ma Netflix mi ha supportato finanziariamente, incluso questo esperimento, le riprese, la post produzione, e tutta la libertà creativa di cui avevo bisogno. Oltre i sei mesi di post produzione per la CGI, sono sei mesi in ritardo per tutto.”

E poi rincara la dose, scagliandosi contro lo stesso sistema produttivo americano che sembra non voler più sostenere il cinema di determinati autori: “Prima di poter vedere un film al cinema, bisogna poter vedere il film, cioè il film deve essere realizzato. Poi, che lo vediate al cinema, in streaming, in tv, i ragazzini lo guardano sull’ipad o sul telefono, non so. Per poterli vedere, devono essere realizzati. Per i film che ho fatto nella mia carriera, c’era sempre una variabile che mi permetteva di farli, poteva essere il potere di una star, De Niro o DiCaprio. Ma i tipi di film che io faccio non si possono fare più, se avessi 30 anni di meno non sarei capace di fare un film a Hollywood.

Gli ultimi 10 anni fare film per me è diventato difficilissimo, anche in questo caso, con Bob è stato complicato realizzare qualcosa che volevamo fare dal 1970. Nessuno ci dava i soldi e poi Netflix si è fatto avanti e ci ha finanziati completamente. Sarà trasmesso in streaming, certo, ma sarà anche nei cinema. A New York, molti dei miei film sono stati proiettati per sole due settimane, questo rimarrà in sala quattro settimane, anche in contemporanea al servizio di streaming. Io faccio i film solo per il grande schermo e per un pubblico che sta seduto in sala, ma molti dei miei film, negli anni, sono stati visti in modi diversissimi. Alla fine non hai controllo su come il pubblico guarda i tuoi film, ma quello che penso ora è che le possibilità del cinema sono infinite, in termini di come un film può essere visto e in termini di cosa può essere considerato un film. È sempre meglio vederlo al cinema, però il film deve essere prima fatto, per essere visto.”

Martin Scorsese sul ruolo della sala e dei cinecomic Marvel

E senza nessun input, ma parlando liberamente di quello che è un vero e proprio problema per il cosiddetto cinema narrativo, Martin Scorsese torna sulla polemica mal compresa dalla stampa contro i cinecomic Marvel: “Al di sopra di tutto io spero che le sale continuino a supportare i film narrativi, come questo, fatti da grandi narratori, come Wes Anderson o Paul Thomas Anderson. Spero che questi film abbiano sale in cui li puoi vedere, dove vengano supportati. Ma adesso, i cinema sembrano supportare principalmente i film da parco a tema, i film tratti dai fumetti, che si stanno impossessando delle sale. E penso che vada bene avere quei film, ma non dovrebbero diventare quello che i giovani pensano sia il cinema.”

Un problema di produzione, di distribuzione del cinema narrativo che rischia di essere spazzato via dalla sala, che è invece il suo luogo deputato.

Quello che però davvero è interessante in The Irishman è la sua natura di esperimento tecnico, con il massiccio uso della tecnica del de-aging, che ha coinvolto il film in una fase di post produzione che è durata sei mesi: “Quando dico che The Irishman è un film sperimentale è perché abbiamo fatto davvero un esperimento e con noi la tecnologia si è evoluta, c’è stato un vero e proprio processo magico. Sul set avevamo la macchina da presa con la sua lente e poi due lenti ulteriori che servivano a registrare tutti i movimenti per utilizzare il de-aging. E la prima volta che parlammo di queste riprese e sapevamo che questo era l’unico modo di fare il film perché non volevo usare attori più giovani, ci è stato detto che dovevamo adottare i caschetti con i sensori e il green screen, e ho pensato che nessuno di loro lo avrebbe mai fatto. E l’ho detto a quelli della Industrial Light and Magic e dopo un po’ sono venuti da me con una soluzione, e abbiamo fatto un test su De Niro che ci ha restituito il 30% del risultato finale, non era perfetto ma abbiamo capito che poteva funzionare.”

Uno sforzo produttivo enorme, dunque, a cui si è sottoposta Netflix, per sue logiche aziendali, e che ha permesso a The Irishman di vedere la luce e a Martin Scorsese di realizzare il suo film con i suoi amici.

Avengers: Infinity War, l’omaggio ai fumetti dei Guardiani che non avete notato

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Dopo quella che molti considerano come la scena iniziale più tragica e dura del MCU, Avengers: Infinity War prosegue il viaggio di Thor “orfano” della sua famiglia e del suo popolo sterminati da Thanos e disperso nello spazio prima di essere ritrovato dal Benatar dei Guardiani della Galassia. Una volta a bordo dell’astronave, il Dio del Tuono viene steso su un lettino e scrutato dalla squadra, riunita intorno al corpo inerme dell’eroe.

Ma a quanto pare, come suggerito da un utente del forum Reddit, quel particolare momento del film è un evidente omaggio ai fumetti dei Guardiani, e nello specifico alle pagine della saga di Korvac, classico racconto cosmico in cui i Vendicatori e i supereroi della galassia del 31° secolo affrontano insieme il cattivo cosmico Michael Korvac. La prova grafica viene fornita dall’immagine che trovate qui sotto.

Vi ricordiamo che dopo la battaglia finale di Avengers: Endgame, Thor decide di lasciare il trono di Asgard a Valchiria e di unirsi ai Guardiani della Galassia, con i quali presumibilmente attraverserà lo spazio in cerca di qualche avventurosa missione, diventando ciò che era destinato a essere.

Reading my nephews mini comic and Thor gets rescued by the GOTG (all be it, different ones) just like Infinity War
byu/marcasmith8 inmarvelstudios

Leggi anche – Avengers: Endgame, scovato un riferimento al primo Iron Man

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Un anno dopo la folle corsa agli Oscar di Black Panther (il primo cinecomic della storia ad essere candidato nella categoria Miglior Film capace di conquistare ben tre statuette) Disney e Marvel Studios lanciano ufficialmente la campagna a sostegno di Avengers: Endgame.

Film evento del decennio, Avengers: Endgame è riuscito in un’impresa che sembrava impossibile: ricapitolare un discorso narrativo iniziato nel 2008 da Iron Man riunendo sul grande schermo tutti i personaggi del Marvel Universe. Gli incassi hanno premiato lo studio di Kevin Feige, raggiungendo e superando in cima alla classifica Avatar di James Cameron.

Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Guardiani della Galassia Vol.3 sarà l’ultimo del franchise diretto da James Gunn

Fonte: Reddit

Spider-Man: Far From Home, ecco come Mysterio ha manipolato Peter

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Il vero colpo di scena di Spider-Man: Far From Home (se escludiamo la rivelazione delle scene post credits) è l’inganno perpetrato da Quentin Beck, aka Mysterio, ai danni del povero Peter Parker, grazie ad una serie di manipolazioni mentali che hanno permesso al villain di ottenere gli occhiali “speciali” di Tony Stark avendo così accesso a tutti i droni. Ma come spiegato dal regista del film in più occasioni, gli indizi sulle reali intenzioni di Beck sono disseminati ovunque, e tra questi c’è anche un momento chiave in grado di mostrare quanto sia profonda e architettata la truffa.

Stiamo parlando della scena in cui Peter consegna gli occhiali a colui che credeva il prossimo Iron Man, a quanto pare moralmente guidato verso questo gesto da alcuni dettagli presenti sullo sfondo. Infatti l’intera sequenza viene creata da Beck come proiezione e sulle pareti alle spalle del personaggio, ben visibili da Spidey, sono appesi quadri e fotografie con un significato particolare:

Potresti non averlo capito, ma tutte le cose sul muro dietro Quentin nella scena del bar sono cose che alimentano l’idea di Peter di consegnargli gli occhiali“, ha dichiarato Jon Watts. “Quindi anche la direzione artistica fa parte della truffa. Ci sono medaglie militari esposte, e questo tipo di immagine aiuta Peter nel ricordare cosa gli ha detto Quentin sull’essere un eroe e soldato. C’è poi una foto di occhiali che incorporano quell’idea. Quindi ci sono tutte queste cose sullo sfondo del bar che incrociano direttamente lo sguardo di Peter e che inconsciamente lo motiveranno a consegnare il dispositivo a Mysterio.

Quanti di voi l’avevano notato?

Spider-Man: Far From Home, ecco il dettaglio che smentisce la morte di [SPOILER]

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Come annunciato nelle scorse settimane, Spider-Man rimarrà nell’Universo Cinematografico Marvel grazie all’accordo siglato da Sony e Marvel Studios dopo che pochi mesi fa era stata confermata la rottura del contratto di co-produzione, e tornerà protagonista di un terzo standalone (uscita prevista il 16 luglio 2021) comparendo poi in un altro cinecomic del franchise.

Di Spider-Man 3 sappiamo davvero poco, tranne che gli sceneggiatori di Homecoming e Far From Home torneranno nel team e che il regista Jon Watts si trova ora in trattative per dirigere anche questo nuovo capitolo. Ovviamente è atteso Tom Holland nei panni di Spidey insieme a tutto il cast “giovane”, da Zendaya a Jacob Batalon.

Kevin Feige ha però dichiarato che il personaggio “attraverserà universi cinematografici”, il che suggerisce che non sono esclusi futuri incontri con le proprietà Sony come Venom, Morbius, Madame Web o gli eroi dello Spider-Verse animato..

Di seguito la sinossi ufficiale di Far From Home:

In seguito agli eventi di Avengers: Endgame, Spider-Man deve rafforzarsi per affrontare nuove minacce in un mondo che non è più quello di prima. ‘Il nostro amichevole Spider-Man di quartiere’ decide di partire per una vacanza in Europa con i suoi migliori amici Ned, MJ e con il resto del gruppo. I propositi di Peter di non indossare i panni del supereroe per alcune settimane vengono meno quando decide, a malincuore, di aiutare Nick Fury a svelare il mistero degli attacchi di creature elementali che stanno creando scompiglio in tutto il continente.

Spider-Man: Far From Home, 5 incredibili easter egg che nessuno ha notato!

Fonte: Insider

Joker: Jared Leto ha cercato di sabotare il film?

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Joker: Jared Leto ha cercato di sabotare il film?

Nelle scorse settimane si era diffusa la notizia sulla reazione “infastidita e alienata” di Jared Leto una volta scoperto che la Warner Bros. avrebbe riavviato il personaggio di Joker al cinema con un altro attore (Joaquin Phoenix, protagonista del film di Todd Phillips campione di incassi) e ora, grazie a diverse fonti che hanno riferito all’Hollywood Reporter, sembra che la frustrazione dell’attore fosse sfociata addirittura nel tentativo di sabotare il progetto.

A quanto pare quando Leto è venuto a conoscenza dell’idea di Phillips, non soltanto si sarebbe lamentato amaramente con i suoi agenti (che tra l’altro rappresentano anche il regista), ma avrebbe chiesto al suo direttore musicale, Irving Azoff, di chiamare il capo dello studio (forse Jeff Bewkes di Time Warner o Randall Stephenson di AT&T) con l’obiettivo di convincerli a non realizzare il film.

L’Hollywood Reporter aveva già riportato l’indiscrezione secondo cui la Warner Bros. avrebbe contattato Leto promettendogli uno standalone su Joker salvo poi escluderlo per dare il via libera alla versione di Phillips con Phoenix. Il caso vuole che lo studio aveva immaginato quel film come un piccolo indie dalle basse aspettative e dal budget ridotto, senza prevedere il successo che si è rivelato al box office di tutto il mondo.

Terzo Joker cinematografico dopo le versioni di Jack Nicholson e Heath Ledger, Jared Leto ha vestito i panni del clown principe del crimine in Suicide Squad. “A sua difesa, Suicide Squad non è mai stato davvero il suo film, e il suo tentativo di inventare un posto per se stesso è fallito”, afferma una fonte coinvolta nella situazione.

Vi ricordiamo che Leto ha da poco terminato le riprese di Morbius, dove vestirà i panni del villain proveniente dall’universo di Spider-Man, Michael Morbius, meglio conosciuto dai lettori dei fumetti come “il vampiro vivente”, un brillante scienziato affetto da leucemia a cui viene iniettato il sangue di un pipistrello per sopravvivere.

Leggi anche – 6 villain DC che meriterebbero uno standalone dopo Joker

Fonte: THR

James Gunn risponde al commento di Coppola sui cinecomic

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Il commento di Francis Ford Coppola sui cinecomic, giudicati dal regista quanto di più lontano dal cinema e prodotti “spregevoli” affiancando la sua opinione a quella di Martin Scorsese, non è stato ben accolto da James Gunn, che aveva già replicato alla dichiarazione dell’autore di Taxi Driver nelle scorse settimane.

Questo il messaggio diffuso via social:

Molti dei nostri nonni pensavano che tutti i gangster movie fossero uguali, spesso definendoli “spregevoli”. Alcuni dei nostri bisnonni pensavano lo stesso dei western e credevano che i film di John Ford, Sam Peckinpah e Sergio Leone fossero tutti esattamente uguali. Ricordo uno dei miei zii a cui stavo esprimendo il mio amore per Star Wars che mi disse ‘Ho visto quella cosa quando si chiamava 2001, e ho pensato…che noia!’ I supereroi sono semplicemente i gangster/cowboy/avventurieri dello spazio di oggi. Alcuni film di supereroi sono orribili, altri sono belli. Come i film western e gangster (e prima ancora, solo i FILM), non tutti saranno in grado di apprezzarli, anche alcuni geni. E va bene così“.

Ovviamente il discorso di Gunn non si riferisce esplicitamente a Coppola, o alla critica dei registi della New Hollywood ad un sistema produttivo che è cambiato nel corso degli anni monopolizzando l’attenzione su questa tipologia di film, ma invita il pubblico a leggere i cinecomic come opere degne di essere giudicate a seconda della propria sensibilità e della generazione a cui si appartiene. Una riflessione sacrosanta ma che ha poco a che fare con la tesi di Scorsese e del collega.

Patrick Stewart tra gli ospiti del Lucca Comics & Games

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Sir Patrick Stewart, insieme ad altri attori del cast delle nuova serie Amazon Original, Star Trek: Picard, sarà tra gli ospiti principali della 53°edizione di Lucca Comics & Games. Venerdì 1 Novembre il celebre attore britannico, accompagnato da alcuni colleghi dal cast, tra cui Isa Briones, Santiago Cabrera, Michelle Hurd e Evan Evagora, salirà sul palco per annunciare il ritorno di Picard ai fan di Star Trek di tutto il mondo, svelando in anteprima alcuni dettagli sulla nuova serie. Star Trek: Picard debutterà su Amazon Prime Video il 24 gennaio 2020.

Inoltre, per rendere omaggio a una tra le più amate e talentuose star del teatro, del cinema e della televisione, Lucca Comics & Games assegnerà a Stewart un posto d’onore nella “Walk of Fame” del festival, dove hanno lasciato le proprie impronte alcuni tra i più celebri artisti del mondo del cinema, dei fumetti e dei videogiochi. Gli altri attori del cast si uniranno a Sir Patrick Stewart nell’evento dell’area Movie di Lucca Comics & Games, a cura di QMI-Stardust.

Star Trek: Picard, la serie tv

In Star Trek: Picard Sir Patrick Stewart indosserà nuovamente l’uniforme del leggendario Jean-Luc Picard, iconico ruolo che ha interpretato nelle sette stagioni di Star Trek: The Next Generation. La nuova serie seguirà le vicende del celebre capitano in un nuovo capitolo della sua vita. Nel cast di Star Trek: Picard, Stewart sarà affiancato da Isa Briones, Santiago Cabrera, Michelle Hurd, Allison Pill, Harry Treadaway e Evan Evagora.

La serie è prodotta da CBS Television Studios in collaborazione con Secret Hideout e Roddenberry Entertainment. Alex Kurtzman, Michael Chabon, Akiva Goldsman, James Duff, Patrick Stewart, Heather Kadin, Rod Roddenberry e Trevor Roth sono i produttori esecutivi, Aaron Baiers (Secret Hideout) è co-produttore esecutivo e Kirsten Beyer supervising producer. La regia dei primi tre episodi è di Hanelle Culpepper.

Star Trek Picard sarà disponibile in streaming su Amazon Prime Video in più di 200 paesi in tutto il mondo. Negli Stati Uniti la serie sarà disponibile in esclusiva su CBS All Access, mentre in Canada sul canale CTV Sci-fi di Bell Media e su OTT Service Crave. La serie sarà distribuita a livello internazionale da CBS Studios International.
 

Grey’s Anatomy 16: Richard Flood nel cast

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Grey’s Anatomy 16: Richard Flood nel cast

Cresce il cast di guest star di Grey’s Anatomy 16, e oggi arriva la notizia dell’ingresso di Richard Flood, nuovo volto della serie Grey’s Anatomy.

Richard Flood (Shameless) è stato scelto per entrare a far parte del cast della serie drammatica di punta della ABC. Come è consuetudine per Grey’s, Flood sarà presentato come ricorrente alla fine della stagione. L’attore interpreterà un nuovo personaggio chiave, il Dr. Cormac Hayes, il nuovo responsabile della Chirurgia Pediatrica presso Grey Sloan.

Hayes occuperà la posizione lasciata vacante dopo che Karev, interpretato dal membro del cast originale di Grey’s Anatomy, Justin Chambers, è stato licenziato dopo il finale della scorsa stagione e ora lavora al Pacific Northwest General Hospital.

Grey’s Anatomy 16

Grey’s Anatomy 16 è la sedicesima stagione della serie Grey’s Anatomy creata da creata da Shonda Rhimes per la ABC Studios.

Nella sedicesima stagione di Grey’s Anatomy ritorneranno i personaggi Meredith Grey (stagioni 1-in corso), interpretata da Ellen Pompeo, Alexander “Alex” Michael Karev (stagioni 1-in corso), interpretato da Justin Chambers, Miranda Bailey (stagioni 1-in corso), interpretata da Chandra Wilson, Richard Webber (stagioni 1-in corso), interpretato da James Pickens, Jr., Owen Hunt (stagioni 5-in corso), interpretato da Kevin McKidd, Teddy Altman (stagioni 6-8, 15-in corso, ricorrente 14), interpretata da Kim Raver, Jackson Avery (stagione 7-in corso, ricorrente 6), interpretato da Jesse Williams, Josephine “Jo” Alice Wilson (stagione 10-in corso, ricorrente 9), interpretata da Camilla Luddington, Margaret “Maggie” Pierce (stagione 11-in corso, guest 10), interpretata da Kelly McCreary, Greg Germann come Tom Koracick, Benjamin Warren (stagioni 12-14, ricorrente 6-in corso, guest 7), interpretato da Jason George,  Andrew DeLuca (stagione 12-in corso, guest 11), interpretato da Giacomo Gianniotti e Caterina Scorsone nei panni di Amelia Shepherd.

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