“Ogni anno che vivi, quel mondo
diventerà più grande e luminoso. E più dettagliato e complesso. Tu
lo riempirai tutto. Sarà un universo.” Dopo un breve teaser,
un poster e alcune immagini promozionali, NEON ci ha finalmente
offerto uno sguardo approfondito all’ultimo adattamento di Stephen King di Mike
Flanagan (Doctor Sleep, Gerald’s Game), The Life
of Chuck, che vede Tom Hiddleston (Loki, Avengers: Doomsday) nel ruolo
principale.
Sebbene King sia (ovviamente) più
noto per il suo lavoro nel genere horror, ha scritto alcune
notevoli storie di fantascienza, fantasy e persino semplici storie
drammatiche (Rita Hayworth e Le ali della
libertà, per esempio). The Life of Chuck
è basato sul racconto del leggendario autore del 2020 e, sebbene
contenga alcuni elementi fantascientifici, non è sicuramente un
racconto horror.
Il film è stato presentato in
anteprima al Toronto International Film Festival il 6 settembre
2024, dove ha vinto il People’s Choice Award. Sono seguite
recensioni positive e il film attualmente ha un punteggio dell’87%
su Rotten Tomatoes.
The Life of Chuck è
stato descritto come “Una storia che afferma la vita e che
rompe gli schemi dei generi, raccontata in tre capitoli della vita
di un uomo comune di nome Charles Krantz”.
Dopo un finale esplosivo che ha
preparato il terreno per una guerra tra Matt Murdock e Wilson Fisk,
la scena post-credit di
Daredevil: Rinascita serve a preparare non
solo la seconda stagione, ma anche un altro progetto MCU in arrivo. All’inizio
dell’episodio 9, Matt è vulnerabile dopo essere stato colpito da
una pallottola per difendere il sindaco Fisk, ma sfugge a un
tentativo di omicidio da parte del braccio destro di Fisk, Buck
Cashman. Nel suo appartamento, Matt si riunisce con Frank Castle,
alias il Punitore, che lo aiuta a sfuggire alla Task Force
Anti-Vigilante.
Alla fine, i due si separano, Frank
che lascia Matt e Karen Page a indagare sul caso a cui stava
lavorando Foggy Nelson quando è stato ucciso da Bullseye, un
omicidio ordinato dalla moglie di Fisk, Vanessa. Mentre Matt scopre
perché Vanessa ha fatto uccidere Foggy e come questo sia legato al
progetto di riqualificazione di Red Hook del sindaco, Frank
affronta i poliziotti corrotti dell’AVTF, eliminandone un buon
numero prima di essere fermato.
Il
finale della prima stagione di Daredevil: Rinascita si
conclude con Kingpin che ha il controllo completo di New York,
istituendo la legge marziale, mettendo ufficialmente al bando i
vigilanti e introducendo un coprifuoco alle 20:00. Nel frattempo,
Daredevil sta radunando un esercito per affrontare la task force di
Fisk, che include Karen Page, Angie Kim e Cherry, tra gli altri.
Sebbene il Punitore e Jack Duquesne, alias Spadaccino, possano
sembrare i candidati ideali per l’esercito di Daredevil, una delle
scene finali li mostra rinchiusi in gabbie nella prigione di Fisk,
insieme ad altri che si sono rifiutati di allearsi con Kingpin.
Tuttavia, non è l’ultima volta che vediamo il Punitore, dato che
riappare durante la scena post-credits.
La scena post-credits di Daredevil:
Rinascita prepara lo spin-off di The Punisher
Jon Bernthal tornerà nei panni di
Frank Castle in una presentazione speciale
Invece di concentrarsi su
Daredevil, Kingpin o Bullseye, la scena post-credits di
Daredevil: Rinascita ci mostra
il Punitore, rinchiuso in una gabbia nella prigione di Kingpin. Lì,
Frank fa appello al suo fascino e conversa amichevolmente con una
delle guardie, un uomo di nome Anthony Petruccio (che non ha alcun
legame con la Marvel Comics). Frank attira la guardia vicino
alla gabbia per stringergli la mano, poi gli rompe violentemente la
mano e il braccio. Lo schermo diventa nero, ma si sente un suono
come se la gabbia venisse aperta, il che implica che Frank stia
usando la guardia per liberarsi.
Dato che la scena finisce prima
ancora di vedere il Punitore fuggire, è impossibile sapere
esattamente cosa faccia dopo. Libera gli altri personaggi in
gabbia? Se lo fa, questo potrebbe potenzialmente preparare il
terreno per un ritorno di Spadaccino nel MCU, magari anche in una possibile
seconda stagione di Hawkeye, anche se la Marvel non lo ha ancora confermato.
Oppure, dato che Frank Castle è spesso un personaggio più
concentrato sulla propria missione, abbandona gli altri e fugge da
solo dalla prigione di Kingpin? Questo sembra lo scenario più
probabile, data la storia del personaggio, e prepara il terreno per
uno spin-off.
All’inizio di quest’anno, è stato
confermato che i Marvel Studios stanno sviluppando The Punisher
Special Presentation, con l’attore di Frank Castle Jon
Bernthal alla sceneggiatura insieme a Reinaldo
Marcus Green, che sarà il regista. Notizie successive
hanno confermato che lo speciale andrà in onda nel 2026, insieme a
Daredevil: Rinascita Stagione 2. Si sa poco altro
sullo spin-off di The Punisher, dato che i dettagli della trama
sono stati tenuti segreti, ma è probabile che seguirà le azioni di
Frank dopo essere fuggito dalla prigione di Kingpin nella scena
post-credit di Daredevil: Rinascita.
The Punisher tornerà in
Daredevil: Rinascita Stagione 2?
Il ritorno di Jon Bernthal non è
ancora stato confermato
Dato che Daredevil sta
radunando un esercito per affrontare Kingpin e la sua task force,
avrebbe sicuramente senso il ritorno di The Punisher; dopotutto,
Frank Castle è un esercito composto da un solo uomo. Ha anche senso
perché Frank e Matt sembrano avere rapporti molto migliori in
Daredevil: Rinascita rispetto a quando si sono
incontrati per la prima volta nella seconda stagione di Daredevil,
quando Matt giurò di non smettere mai di dare la caccia a Frank
finché avesse continuato a uccidere i cattivi. Le loro posizioni
diametralmente opposte in materia di uccisioni sono sempre state
ciò che ha separato Daredevil e il Punitore, e questo potrebbe
continuare a ostacolare la loro alleanza.
Certo, potrebbe anche essere che il
Punitore lavori per sconfiggere Kingpin e l’AVTF a modo suo, ed è
proprio di questo che parla il suo spin-off. Sarebbe intelligente
per la Marvel raccontare la storia della
guerra anti-vigilanti di Kingpin in diverse serie TV dell’MCU, soprattutto perché alcune di
esse sono ambientate a New York o nelle vicinanze. Ms.
Marvel è ambientata
proprio dall’altra parte del fiume, a Jersey City, mentre
Hawkeye di Kate Bishop è a New York, quindi le
seconde stagioni di queste serie potrebbero approfondire questa
trama, ovviamente se dovessero concretizzarsi.
Come riportato da
Deadline, Sam Neill – celebre per il franchise di
Jurassic Park – si è unito al cast del prossimo film
del Monsterverse della Legendary, ovvero
l’annunciato sequel di Godzilla e Kong – Il nuovo
impero (qui
la recensione). Al momento non si sa quale ruolo ricoprirà
l’attore, ma sarà divertente vederlo alla presa con nuove
gigantesche creature dopo i dinosauri di Jurassic Park. Sappiamo inoltre che Sam Neill si unisce a un cast che comprende
Kaitlyn Dever, Jack O’Connell, Delroy Lindo,
Matthew Modine, Alycia
Debnam-Carey e Dan Stevens, che riprende il ruolo del
veterinario Trapper Beasley dal precedente film, affermatosi come
il capitolo di maggior incasso del franchise.
Cosa sappiamo del sequel di Godzilla x
Kong
Si dice che il film metterà diversi
nuovi personaggi umani al fianco dei titani Godzilla e Kong, che si
troveranno ad affrontare una minaccia cataclismatica di portata
mondiale. Grant Sputore (I Am Mother)
dirige da una sceneggiatura di Dave Callaham,
autore di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, che prende
il posto di Adam Wingard dopo il suo lavoro su
Godzilla e Kong – Il nuovo impero e il precedente
Godzilla
vs Kong.
Attenzione! Questo articolo
contiene SPOILER sull’episodio 9 della prima stagione di
Daredevil: Rinascita, “Dritto all’Inferno”
La prima stagione di
Daredevil: Rinascita si è conclusa con un
episodio scioccante che promette di cambiare lo
street-level del Marvel Cinematic Universe in modi
entusiasmanti. I primi nove episodi della serie hanno raccontato
il viaggio di Matt Murdock per tornare a essere
Daredevil dopo aver perso Foggy. L’episodio 8 di
Daredevil: Rinascita ha fatto
luce sugli eventi che circondano la morte del suo amico: Matt
scopre che Bullseye stava agendo su ordine di Vanessa Fisk. Il
finale di stagione della serie TV MCU approfondisce questa
rivelazione, mostrando perché Foggy è stato ucciso e come Vanessa
ha contattato Bullseye.
Sebbene fosse necessario fare
chiarezza sugli eventi passati, il finale della prima
stagione di Daredevil: Rinascita si è concentrato
principalmente sulla preparazione di nuovi eventi per la seconda
stagione della serie e sul futuro del MCU. Per farlo, i Marvel Studios hanno riportato in scena un
paio di personaggi chiave. Inoltre, le trame del sindaco Fisk e
della Task Force Anti-Vigilante hanno raggiunto il loro punto di
rottura, con Kingpin che torna in sé e diventa più potente
che mai.
Spoiler e spunti chiave della trama
dell’episodio 9 di Daredevil: Rinascita
Un flashback di un anno prima, in cui Vanessa e Dex parlano, si
spiega come lei lo abbia convinto a uccidere Foggy Nelson.
Voleva che Bullseye uccidesse Benjamin Cafaro e Foggy perché
l’avvocato avrebbe fatto luce sulle attività criminali di Vanessa,
quindi doveva morire entro due giorni.
Wilson Fisk non sapeva che Vanessa avesse fatto rilasciare Dex
per uccidere Foggy, ma ora dice alla moglie di aver scoperto cosa
ha fatto.
Matt dice a Kirsten che è stata Vanessa a ordinare l’omicidio
di Foggy.
Fisk ordina a Buck di uccidere Matt e di trasformarlo in un
martire.
Frank Castle è di nuovo all’appartamento di Matt quando arriva,
poiché il Punitore ha ricevuto una chiamata per tirarlo fuori sano
e salvo.
La Task Force Anti-Vigilante di Fisk entra nell’appartamento di
Matt e il Punitore uccide molti di loro mentre Daredevil li
stordisce.
Si scopre che l’agente Cole North, con un giubbotto
antiproiettile del Punitore, ha ucciso White Tiger.
Una granata esplode nell’appartamento di Matt, ma Daredevil e
il Punitore riescono a fuggire.
Karen Page ritorna e si scopre che è stata lei a chiamare Frank
per aiutare Matt.
Daniel e Buck minacciano i membri del consiglio per conto di
Fisk.
Matt è geloso di Frank mentre si riallaccia i rapporti con
Karen.
Red Hook si rivela essere un porto franco.
Il Punitore uccide brutalmente poliziotti corrotti prima di
essere immobilizzato. Rifiuta l’invito di Powell a unirsi alla task
force, il che porta i membri dell’AVTF a schierarsi per colpire il
Punitore.
Kingpin uccide il Commissario Gallo con le mani.
Daredevil afferma che riprenderà la città e che ha bisogno di
un esercito per farlo. Radunano una squadra da Josie.
Fisk nomina Heather Commissario per la Salute Mentale della sua
amministrazione.
Kingpin dichiara illegali tutte le attività di vigilantes e
mette New York sotto la legge marziale.
Jack Duquesne, Frank Castle e altri sono in gabbia,
intrappolati da Kingpin.
Bullseye riappare in un appartamento con vetri rotti.
La scena post-credits mostra Frank che convince una guardia ad
avvicinarsi per stringergli la mano, poi gliela rompe ed è pronto a
scappare.
Il piano generale di Kingpin
svelato: qual è il vero scopo di Red Hook?
Il sindaco Fisk non aveva le
migliori intenzioni della città
Wilson Fisk ha cercato di
non rivelare nulla riguardo a Red Hook. Tuttavia, alcuni dei piani
del sindaco sono finiti a trapelare alla stampa dopo che Daniel,
ubriaco, non si è reso conto di aver dato l’informazione a BB
Urich. Kingpin non ha reagito bene alla fuga di notizie,
dimostrando quanto Red Hook fosse importante per lui. Il finale di
stagione ha confermato che c’era molto di più dietro a quel luogo
che riparare quello che lui sosteneva essere un occhio nero sul
volto della città.
Negli ultimi due episodi, Matt si è
reso conto che Foggy sapeva qualcosa, ed è per questo che è stato
ucciso. Il suo caso avrebbe potuto danneggiare l’impero criminale
di Fisk, il che ha portato Vanessa a ordinare a Bullseye di
ucciderlo. Durante le sue indagini con Karen sul caso a cui stava
lavorando Foggy, hanno scoperto che Red Hook è un porto franco, il
che significa che è considerato al di fuori della giurisdizione
degli Stati Uniti e di New York. In quanto tale, Wilson e Vanessa
Fisk potrebbero usarlo per riciclare denaro legalmente. Questo è il
vero motivo per cui Kingpin ha investito così tanta energia nella
rivitalizzazione di Red Hook.
Tutto ciò che abbiamo imparato sul
ruolo di Vanessa nella morte di Foggy
La morte più importante di
Daredevil: Rinascita è ora completamente spiegata
Quando Bullseye ha ucciso
Foggy nel primo episodio della serie, le sue motivazioni sono state
messe in discussione. Dopotutto, aveva problemi più grandi con
Karen Page, non con Foggy. Tuttavia, tutti i motivi per cui ha
ucciso Foggy sono stati ora esposti dopo il finale della prima
stagione di
Daredevil: Rinascita.
Nell’episodio 8, Matt si è reso conto che Vanessa aveva deciso che
Bullseye avrebbe ucciso Foggy, e così l’episodio 9 inizia con
un flashback di lei che incontra Poindexter e gli chiede di
uccidere Benjamin Cafaro e Foggy.
Dex non era chiaramente di buon
umore. Wilson Fisk non aveva idea che sua moglie avesse intenzione
di liberare Bullseye per permettergli di uccidere Foggy, quindi
onora il suo accordo con Matt Murdock di non fare del male ai suoi
amici. Il motivo per cui Vanessa fa uccidere Foggy era semplice.
Mentre si occupava del caso di “Dumb Benny”, Foggy si imbatte nei
segreti di Vanessa, di cui non aveva idea. Se il suo piano per la
difesa di Benny fosse arrivato in tribunale, le sue argomentazioni
avrebbero portato alla luce l’uso di Red Hook da parte di Vanessa,
quindi avrebbe dovuto morire entro due giorni.
Perché Kingpin tiene le persone in
gabbia: chi sono quelli che ha imprigionato
Wilson Fisk ha la meglio entro la
fine della stagione
Wilson Fisk è il principale
vincitore della prima stagione di Daredevil:
Rinascita. Nonostante ci siano oppositori, Kingpin è
riuscito non solo a diventare sindaco di New York, ma anche a
realizzare il suo sogno di una Task Force Anti-Vigilante, prima di
intensificarlo ulteriormente nel finale. Alla fine della prima
stagione, la serie MCU ha visto Fisk tornare ai suoi
modi da Kingpin. Il cattivo Marvel interpretato da Vincent D’Onofrio ha schiacciato brutalmente
la testa del Commissario Gallo a mani nude. Fisk ha anche ampliato
il suo controllo sulla città, annunciando che New York era sotto
legge marziale per contenere la minaccia dei vigilanti.
Kingpin ha una soluzione facile per
coloro che si oppongono a lui: metterli in gabbia. I personaggi più
famosi mostrati in tali condizioni sono lo Spadaccino di
Tony Dalton e il Punitore di Jon Bernthal. Il metodo di Kingpin per
affrontare chi gli si oppone ha alcuni collegamenti con il mondo
reale.
Il ritorno di Karen Page e il
nuovo esercito di Daredevil, la spiegazione
Karen Page,
interpretata da Deborah Ann Woll, è apparsa nel primo episodio
di Daredevil: Rinascita, scomparendo dopo il
processo a Bullseye, poiché lei e Matt si erano allontanati dopo la
morte di Foggy. Karen ritorna finalmente nell’episodio finale di
stagione, rivelandosi colei che ha chiamato il Punitore per aiutare
Daredevil a sfuggire alla task force anti-vigilanti di Fisk.
In seguito, Karen aiuta Matt a
scoprire perché Red Hook è così importante, al punto che Vanessa ha
fatto uccidere Foggy per questo. Ora, al fianco di Daredevil, Karen
dovrebbe avere un ruolo importante nella seconda stagione,
diventando parte dell’esercito di Daredevil che si raduna da Josie,
che include anche Cherry, Angie Kim e la stessa Josie.
Che fine ha fatto Bullseye?
Il cattivo Marvel di Wilson Bethel
è ancora vivo
Wilson Bethel è Bullseye in Daredevil: Rinascita
Bullseye ha avuto un ruolo
importante nell’episodio
8. Lì, è evaso di prigione e ha cercato di uccidere Kingpin, ma
è rimasto scioccato nel vedere Matt Murdock prendersi un proiettile
per salvare la vita del suo peggior nemico. Sorprendentemente,
Benjamin Poindexter è apparso a malapena nel finale di stagione.
Bullseye appare brevemente con aria triste in un vecchio
appartamento con una finestra rotta alla fine, il che conferma la
sua presenza. Dopo aver tentato di uccidere il sindaco ed essere
stato uno dei vigilanti di New York City, Bullseye probabilmente si
nasconderà dalla Task Force Anti-Vigilante.
Spiegazione della scena post-credit
di The Punisher e del futuro dell’MCU
Frank Castle è pronto per un anno
importante nel 2026
Frank Castle ha un ruolo
chiave nel finale della prima stagione di Daredevil:
Rinascita. Dopo aver salvato Matt, The Punisher uccide
molti poliziotti corrotti prima di essere catturato da loro.
L’episodio si conclude con Frank che è uno dei personaggi gettati
in gabbia dal sindaco Fisk. Tuttavia, una scena post-credit mostra
il suo piano di fuga in azione, con The Punisher che usa la sua
influenza su un poliziotto corrotto per convincerlo ad avvicinarsi
alla sua gabbia, consentendo a Frank di scappare dopo essersi rotto
un braccio per prendere le chiavi.
Il personaggio tornerà nel 2026 con
una presentazione speciale di The Punisher su Disney+, che sarà co-scritta da
Jon Bernthal. Il progetto potrebbe coprire
entrambe le stagioni di Daredevil:
Rinascita, consentendo al Punitore di tornare nella
serie dopo essere partito per una missione in solitaria, che
potrebbe includere il resto della sua fuga e l’antieroe che libera
lo Spadaccino e gli altri. Il legame di Frank Castle con Karen e
Matt lo rende la recluta perfetta per il nuovo esercito di
Daredevil in Daredevil:
RinascitaStagione 2.
Il film italiano
più visto al cinema nel 2024. Il ritorno di Ferzan
Ozpetek. Un firmamento di stelle nel cast. Tutto questo è
Diamanti, il film Sky
Exclusive in arrivo in prima TV a Pasqua in esclusiva
su Sky
Cinema e NOW, in
onda domenica 20 aprile alle 21:15 su Sky Cinema Uno,
in streaming suNOW e
disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on
demand anche in 4K.
DIAMANTI ha
incantato milioni di spettatori in sala grazie a un racconto intimo
ed emozionante messo in scena con il tocco inconfondibile e
ammaliante di Ferzan Ozpetek che ha radunato un imponente cast di
sue attrici-muse, che regalano interpretazioni magistrali.
Scritto da Ferzan
Ozpetek, Carlotta Corradi ed Elisa Casseri, DIAMANTI pone al centro
della narrazione una sartoria specializzata in costumi per il
cinema e il teatro gestita da due sorelle, Alberta e Gabriella
Canova, interpretate rispettivamente da Luisa
Ranieri e Jasmine Trinca. Intorno a
loro si intrecciano le storie di tutte le maestranze che lavorano
nell’atelier e quelle dei clienti, come un filo che, danzando tra
un pezzo di stoffa e un altro, lega indissolubilmente e crea
qualcosa di più grande e meraviglioso: Lunetta
Savino è la ricamatrice Eleonora, Paola
Minaccioni è la capo sarta Nina; Milena
Mancini e Geppi Cucciari le
sarte Nicoletta e Fausta; Anna Ferzetti è la
modista e madre single Paolina, Vanessa Scalera è
la costumista Bianca Vega; Carla Signoris è
l’attrice di teatro Alida Borghese, mentre Kasia
Smutniak è l’attrice di cinema Sofia Volpi. Ma
ancora, Mara Venier interpreta il ruolo della
cuoca Silvana e Milena Vukotic quello di Olga, zia
delle sorelle Canova. Al loro fianco un cast maschile d’eccezione
capitanato da Stefano Accorsi nel ruolo del
regista Lorenzo, Vinicio Marchioni in quello di
Bruno, marito di Nicoletta, e Luca
Barbarossa in quello di Lucio, marito di
Gabriella.
DIAMANTI è una
produzione
Greenboo Production, Faros
Film e Vision Distribution in
collaborazione con Sky.
La trama
di Diamanti
Un regista
convoca le sue attrici preferite, quelle con cui ha lavorato e
quelle che ha amato. Vuole fare un film sulle donne ma non svela
molto: le osserva, prende spunto, si fa ispirare, finché il suo
immaginario non le catapulta in un’altra epoca, in un passato dove
il rumore delle macchine da cucire riempie un luogo di lavoro
gestito e popolato da donne, dove gli uomini hanno piccoli ruoli
marginali e il cinema può essere raccontato da un altro punto di
vista: quello del costume. Tra solitudini, passioni, ansie,
mancanze strazianti e legami indissolubili, realtà e finzione si
compenetrano, così come la vita delle attrici con quella dei
personaggi, la competizione con la sorellanza, il visibile con
l’invisibile.
Il cinema e la televisione sono
pieni di racconti dedicati a casi di bambini o bambine scomparsi,
presumibilmente rapiti. Titoli come The Captive – Scomparsa, Kidnape The Silencing – Senza voce. A questi si
unisce ora la miniserie di genere thriller
psicologico The Stolen Girl, che segue la
storia straziante di una coppia, Fred ed
Elisa, la cui figlia di 9 anni,
Lucia, viene rapita durante un pigiama party con
la sua nuova migliore amica. La serie, in cinque episodi e basata
sul romanzo bestseller Playdate di Alex
Dahl, porta dunque a confrontarsi con l’orrore di Fred ed
Elisa.
Nel mentre, segreti e bugie vengono
rivelati nei giorni successivi alla scomparsa della bambina. I
colpi di scena si susseguono mentre la polizia cerca di capire come
Lucia sia stata rapita e perché. Nel corso della serie, tuttavia,
si alza il sospetto se Lucia fosse davvero la figlia della
rapitrice Rebecca, che in seguito si è rivelata
essere Nina. Quest’avvincente thriller tiene
indubbiamente sulle spine fino alla fine, offrendo una conclusione
decisamente inaspettabile.
Cosa è successo nell’episodio finale di The Stolen
Girl?
The Stolen Girl ha
introdotto Elisa Blix, una donna che ha permesso in modo piuttosto
avventato a sua figlia Lucia di fare un pigiama party con una sua
nuova compagna di scuola appena conosciuta. Quando il giorno
dopo cerca di andare a riprenderla, la mamma – che si fa chiamare
Rebecca – è sparita da tempo, insieme alla figlia. E, cosa
fondamentale, anche Lucia, la figlia di Elisa, era sparita. Si
scopre che la casa in cui alloggiavano era un appartamento in
affitto e che Rebecca e i bambini sono quindi spariti senza
lasciare traccia.
Quello che era iniziato come il
primo pigiama party di Lucia si era trasformato in un rapimento. Ma
perché? Questa era la domanda cruciale. Nell’ultimo episodio di
The Stolen Girl, tutti i pezzi sono andati al loro
posto. Abbiamo scoperto che Rebecca, che in realtà si chiamava
Nina Thibault, era in cerca di vendetta per un
crimine piuttosto efferato commesso in passato. La trama si fa a
questo punto intricata, senza eroi e cattivi evidenti. Sia Elisa
che Nina sono infatti vittime a modo loro.
La spiegazione del finale di
The Stolen Girl: Perché Rebecca – alias Nina – ha
rapito Lucia?
Per evitare confusione, chiamiamola
Nina e non Rebecca. Era felicemente sposata con Nicolas
Thibault e avevano due adorate figlie,
Josephine e Rose. Finché la
tragedia non si è abbattuta su di loro. Nel 2021, Nicolas e Rose
furono uccisi in un devastante incidente, lasciando Nina e la
figlia maggiore Josephine con il cuore spezzato. L’intera vita di
Nina “fu rovinata in un istante”. Ed è qui che entra in gioco
Elisa. Era lei l’autista, che si è allontanata piuttosto che
affrontare le conseguenze della terribile tragedia. Ancora peggio,
ha permesso che il suo amante si prendesse la colpa.
Elisa Blix,
assistente di volo di un jet privato, aveva tradito il marito
Fred con il suo ricco amante Marcus
Turner, conosciuto al lavoro. Disperatamente innamorato di
Elisa, Marcus si è preso la colpa dell’incidente una volta che la
polizia ha rintracciato l’auto. Durante tutta la serie, dunque,
Marcus è stato in prigione per questo motivo. Mentre Marcus era
dentro per omicidio colposo ed Elisa “viveva la sua vita perfetta”
con il marito e i figli, Nina osservava e tramava. Progettò la sua
vendetta decidendo di rapire Lucia, la figlia di Elisa, e di
rivendicarla come sua.
Chi era Marcus Turner e come era coinvolto?
Marcus Turner era un ricco uomo
d’affari, proprietario di una catena di lussuosi hotel termali.
Mentre viaggiava con un jet privato, incontrò Elisa e i due si
innamorarono. O, perlomeno, si sono imbarcati in una relazione. In
un’inversione di tendenza rispetto alle norme sociali, Marcus
credeva che Elisa avrebbe lasciato il marito. Anche perché portava
in grembo il figlio di Marcus. Si resta dunque scioccati nello
scoprire che il piccolo Georgie – il fratello
minore di Lucia – non era in realtà di Fred ma di Marcus, l’amante
di Elisa ora in carcere. Un altro segreto che Elisa aveva nascosto
per anni.
Oltre a portare in grembo il figlio
di Marcus, a far credere a Fred che fosse suo e a permettere a
Marcus di marcire in prigione, Elisa si rifiutava di scrivere al
suo ex amante o di fargli visita in carcere. Diventa dunque
difficile provare simpatia per Elisa, sapendo che aveva dato vita a
tutta questa messa in scena. Tuttavia, quando si viene a conoscenza
del suo tragico passato, il suo comportamento ha iniziato a essere
più chiaro, incluso il suo rapporto con il padre.
C’era un motivo per cui Elisa si
allontanava dallo Yorkshire a una velocità tale da schiantarsi
contro l’auto di Thibault. Si scopre – grazie alla giornalista
Selma, a volte irritantemente tenace – che Elisa
era cresciuta in una comune religiosa. Ma se ne era andata a 16
anni. Il motivo è che Elisa ha subito abusi sessuali dal padre fin
dall’età di nove anni – l’età di Lucia quando fu rapita. È ancor
più terribile scoprire che la madre di Elisa sapesse cosa stava
accadendo e non sia intervenuta. Elisa ha infatti spiegato che:
“Mio padre ha abusato sessualmente di me dall’età di nove anni.
Mia madre lo lasciava fare. Lo proteggeva“.
Il giorno dell’incidente, Elisa
aveva visitato la comune con l’amante Marcus. Abbiamo appreso che
il padre di Elisa stava morendo di cancro e lei era andata ad
assicurarsi che fosse così. Non si trattava di una felice riunione
di famiglia. Ma non è stato il cancro a ucciderlo. Quando Elisa ha
sorpreso il padre pedofilo a controllare una Lucia addormentata al
piano di sopra, non ci ha visto più. I due litigano e, durante una
colluttazione sul pianerottolo, Elisa spinge il padre giù dalle
scale, uccidendolo e non prestandogli soccorso.
Elisa ha riavuto Lucia?
L’episodio finale di The
Stolen Girl ha visto Elisa e la giornalista di Dash
VoiceSelma rintracciare Nina a Tolone, in
Francia. Dopo aver scoperto chi c’era dietro il rapimento grazie
alle capacità investigative di Selma, sono riuscite a trovare il
suo legame con la Francia, attraverso la famiglia del suo defunto
marito. Nel frattempo, anche la giovane Lucia stava facendo delle
indagini per conto suo. Dopo aver curiosato tra le cose di Nina, ha
scoperto di non essere sua figlia. Sappiamo che Nina aveva detto a
Lucia – ora ribattezzata Lulu Rose – di essere sua
madre. Aveva persino falsificato le foto di sua figlia Rose da
piccola per farle vedere la voglia di fragola di Lucia sulla
spalla.
Tuttavia, quando Lucia trova la
scatola delle foto falsificate, scopre la verità e scappa. Proprio
in quel momento, Elisa arriva al casale. E si scatena la resa dei
conti tra le due donne. In una scena brillante tra le due donne,
Elisa ha confessato di essere stata lei a guidare l’auto che ha
ucciso Nicolas e Rose. Ha anche ammesso di aver subito abusi da
parte del padre, motivo per cui si è allontanata così velocemente
dallo Yorkshire. Rendendosi conto di essersi “distrutte a vicenda”,
le due donne hanno trovato una sorta di accordo. Elisa si è riunita
a Lucia, mentre Nina e Josephine sono fuggite.
Nel finale di The Stolen
Girl viene dunque detto che “Nina è completamente
scomparsa”. Il finale ambiguo lasciava allo spettatore il compito
di decidere se sia riuscita a fuggire e a iniziare una nuova vita
altrove. Per quanto riguarda il destino di Elisa, invece, il finale
della serie riserva una sorpresa inaspettata: Elisa non si è
riunita a lungo con sua figlia Lucia. Infatti, alla fine ha deciso
di fare la cosa giusta e ha ammesso il suo ruolo nella morte di
Nicolas e Rose Thibault. Alla fine dell’episodio, dunque, Elisa è
sotto la custodia della polizia, dopo aver confessato di aver
causato l’incidente.
Ha detto al marito Fred, avvocato,
che “non avrebbe combattuto”. Elisa è stata così poi formalmente
accusata di aver causato la morte per guida pericolosa e di aver
intralciato il corso della giustizia. Una sentenza che le ha fatto
ottenere sei anni di carcere. Fred sceglie di aspettarla, anche se
aveva scoperto tutta la verità su sua moglie, compreso il vero
padre di Georgie. A suo modo, è una sorta di lieto fine, con Lucia
sana e salva a casa con il padre e il fratello.
La miniserie Il
Turco, con protagonista Can Yaman, arriva in esclusiva
streaming su Mediaset Infinity.
Dopo il passaggio su Canale 5,
infatti, tutti gli episodi della miniserie saranno
disponibili da oggi fino al 29
aprile. Un’occasione per poter vivere o rivivere ancora
una volta la potente storia di Hasan e Gloria in qualsiasi momento,
comodamente in streaming.
Ambientata nel 1683, Il Turco
racconta la storia di Hasan (Can Yaman),
un giannizzero ottomano che sfugge da una condanna a morte durante
l’assedio di Vienna e trova rifugio a Moena, dove intreccia una
passione travolgente con Gloria, interpretata da
Greta Ferro. La serie è un coinvolgente
period-drama che intreccia amore, lotta e coraggio in un
contesto storico ricco di emozioni.
Il Turco
– di Kerem Deren e Çişil Hazal Tenim, diretto da Uluç Bayraktar – è
distribuito dalla maggiore casa di produzione turca,
Madd Entertainment
e vanta un cast internazionale di alto livello: Will Kemp
(Girlfriends’
Guide to Divorce);
Kieran O’Reilly (Vikings),
David Nykl (Stargate:
Atlantis);
Slavko Sobin (Django,
Kaos);
Magnus Samuelsson (The
Last Kingdom).
Hasan Balaban è tornato per la
seconda e ultima volta sugli schermi (qui
la recensione della prima parte). La parabola del giannizzero
rifugiatosi a Moena ha trovato la sua conclusione in una puntata
decisamente più esplosiva rispetto alla prima. Il
Turco, come sappiamo, prende spunto da un romanzo che
affonda le radici in eventi storici del Seicento, e ancora oggi,
nel cuore del Trentino, si celebra la Festa del Rione Turchia:
un’occasione che intreccia storia e leggenda, ispirata per
l’appunto a un soldato ottomano ferito durante il Secondo Assedio
di Vienna.
Nonostante la serie abbia
attraversato rallentamenti e modifiche di programma, il suo arrivo
sulla rete generalista – ormai sempre più vicina alle produzioni
turche – ha portato una boccata d’aria fresca. Il Turcoha lasciato il segno, e possiamo dirlo senza mezzi
termini: è una delle produzioni più riuscite della
stagione, pur con qualche sbavatura nella trama.
Il turco, la trama delle ultime 3
puntate
Hasan Balaban si prepara a difendere
Moena insieme agli altri giannizzeri. Ma, prima di poter scatenare
una vera e propria guerra, decide di incontrare Marco per sfidarlo
a duello. Quello che un tempo era uno dei suoi più cari fratelli,
però, pur avendo accettato, ha in serbo una sorpresa. Nel luogo in
cui i due si sarebbero dovuti incontrare, manda Skelettwolf,
incaricato di ucciderlo e di strappargli dal petto il tatuaggio
dell’artiglio, che un tempo rappresentava loro due, Decibal, Yedder
e Guido. Il piano di Marco, però, non è solo vendicarsi. Lui vuole
diventare un cavaliere valoroso agli occhi del principe vescovo
Francesco di Paolo, per poter sposare la figlia. Ed è proprio con
lei che organizza un piano studiato: convincere Gloria ad andare
con loro a Trento per essere processata come strega, fingendo che
lui abbia conquistato Moena.
Can Yaman: il suo Hasan Balaban è
credibile e magnetico
Lo abbiamo detto e lo ribadiamo:
anche nei nuovi episodi,
Can Yaman non delude. Scattante e perfettamente a tempo
in ogni scena d’azione, riesce a tenere alta la tensione,
dimostrando quanto abbia lavorato per dare al suo Hasan Balaban
spessore e intensità. Il giannizzero è uno dei ruoli che gli si
cuciono addosso meglio: impavido, passionale, energico. Ma anche
segnato da ferite profonde. Il suo è un personaggio stratificato,
in bilico fra la fedeltà alla patria, il desiderio di vendetta
verso chi l’ha tradito, e un amore travolgente per Gloria, che lo
spinge a scelte impensabili. Can calibra ogni
emozione con attenzione, rendendo visibile tutto il caos
interiore che Balaban vive. E sì, possiamo confermarlo: alla sua
prima vera prova drammatica, Can Yaman convince fino in fondo.
Due culture che si incontrano
Gli ultimi episodi
de Il Turco alzano poi ulteriormente il ritmo:
sono più frenetici, più serrati, più d’impatto.
Merito anche delle battaglie, numerose e orchestrate con efficacia,
che permettono un coinvolgimento maggiore. Certo, la parte finale,
pur carica di pathos, a tratti si perde in passaggi narrativi un
po’ confusi, ma nonostante qualche smagliatura di sceneggiatura,
questi episodi risultano più incisivi dei primi.
Perché vanno dritti al cuore del
racconto: ci sono due popoli, due visioni del mondo, che da nemici
imparano a guardarsi con occhi diversi. I turchi e gli italiani, ma
ancor prima i cristiani e i musulmani. Si sa, quando entra in gioco
la religione, le fratture sembrano inevitabili. Eppure
questa storia ci mostra un’altra via:
quella in cui anche i popoli più diffidenti riescono a
trovare un terreno comune. Perché quando c’è da combattere
un nemico più grande – come in questo caso l’oppressione – anche i
più lontani riescono a stringersi fianco a fianco.
Quello che perciò viene trasmesso è
un messaggio potente, che parla ai popoli di oggi: a chi ancora si
scontra per il potere, per ideologia, per paura. Il Turco
ci ricorda che, oltre i confini e le bandiere, siamo esseri umani.
E che in fondo, più di ogni principio terreno, è il cuore a
guidarci davvero.
Come quelli che abbiamo visto
nei giorni scorsi, il nuovo video rubato dal set di
Supergirl: Woman of Tomorrow è ripreso da una distanza
considerevole, ma si possono distinguere alcuni dettagli e si
vedono diverse comparse in costume (non c’è traccia di Milly Alcock nei panni di Kara
Zorl-El). Si ipotizza che si tratti dell’interno di un’astronave
kryptoniana (o di un altro alieno) o di una sorta di stazione
spaziale.
Nel fumetto Woman of
Tomorrow di Tom King, la
Ragazza d’Acciaio e la sua compagna, Ruthye, si prendono una breve
pausa dalla loro missione di vendetta e si recano in un bar
spaziale per un drink. Qui, Kara viene affrontata da un alieno che
la incolpa del fatto che suo cugino Superman abbia imprigionato i
suoi fratelli nella Zona Fantasma. Come prevedibile, lo scontro non
finisce bene per la responsabile. A questo link potete vedere
il nuovo video dal set.
Il fatto che, nelle ultime
condivisioni social, James
Gunn si sia riferito al film come
Supergirl e che gli operatori abbiano seguito
l’esempio nella loro copertura ha portato a ipotizzare che il
sottotitolo “Woman of Tomorrow” sia stato
eliminato. Il regista non lo ha ancora confermato, ma avrebbe un
certo senso dopo che “Superman: Legacy” è stato
rinominato Superman.
Tutto quello che sappiamo su
Supergirl: Woman of Tomorrow
Supergirl: Woman of Tomorrow è un adattamento
dell’omonima miniserie in otto numeri di Tom King
e Bilquis Evely, che vede l’eroina titolare
impegnata in un’odissea nello spazio insieme a una giovane aliena,
Ruthye, che vuole vendicare la morte della sua famiglia per mano
del guerriero Krem delle Colline Gialle. Milly Alcock di House of the Dragon
indosserà il costume rosso e blu della cugina di Superman, Kara
Zor-El, mentre Eve Ridley (3 Body
Problem) interpreterà Ruthye e Matthias Schoenaerts (The Old
Guard) interpreterà Krem. JasonMomoa, invece,
interpreterà Lobo.
A mettere i bastoni tra le ruote a
tutta la faccenda c’è il cacciatore di taglie alieno Lobo, che sarà interpretato
dall’ex star di Aquaman,Jason Momoa. David
Krumholtz ed Emily Beecham
interpreteranno i genitori della Ragazza d’Acciaio, anche se non è
specificato se saranno i genitori biologici o quelli adottivi sulla
terra. Il film sarà diretto da Craig
Gillespie di I, Tonya, da una sceneggiatura
dell’attore e scrittore Ana Nogueira. Le riprese
del progetto sarebbero iniziate questa settimana a Londra, in
Inghilterra.
The Hill, ora
disponibile su Netflix,
è un dramma sportivo di grande ispirazione che ha un impatto ancora
maggiore se si considera che l’incredibile storia di Rickey
Hill è basata su una storia vera. Il film
è interpretato da Colin Ford nel ruolo di Rickey
Hill, un giovane uomo affetto da una malattia degenerativa della
colonna vertebrale che allo stesso tempo insegue il suo sogno di
giocatore di baseball. È il tipo di storia poco conosciuta di un
eroe sportivo che può raggiungere un pubblico più ampio. Con
The Hill, che riporta in vita l’incredibile storia
di Rickey Hill, altri potranno infatti trovare ispirazione nel suo
percorso di determinazione e perseveranza.
Oltre a Ford che interpreta il ruolo
principale, il cast del film comprende attori come Dennis Quaid e Scott Glenn,
che danno vita ad alcune delle figure reali della storia di Hill.
Il film bilancia così l’emozione di vedere la carriera di Rickey
Hill nel baseball diventare realtà con le profonde difficoltà
legate ai suoi problemi di salute. Alla fine si tratta di una
storia avvincente ed edificante, ma la vera storia di Rickey Hill è
ancora più affascinante di quella che si vede nel film.
Rickey Hill è nato con un disturbo
degenerativo della colonna vertebrale
Oltre a essere un film sul baseball,
The Hill è anche la storia del disturbo
degenerativo della colonna vertebrale di Rickey
Hill, che è nato con un disco mancante dalla spina
dorsale. Dalla nascita all’età di 4 anni, Hill è stato sottoposto a
innumerevoli interventi chirurgici per permettergli di camminare.
All’età di 5 anni, Hill ha iniziato a indossare tutori per le gambe
che gli hanno permesso di camminare, anche se non del tutto
normalmente. Questo lo ha portato a dover ovviamente affrontare i
bulli e il giudizio dei suoi coetanei.
Purtroppo, all’epoca della diagnosi
di Rickey Hill, alla fine degli anni Cinquanta, non si poteva fare
molto di più per lui, che continuò quindi a portare i tutori per le
gambe, riuscendo però a crescere giocando come tutti gli altri
bambini. Secondo Hill, la sua infanzia è stata caratterizzata da
difficoltà e povertà, anche a prescindere dai suoi problemi di
salute. È infatti cresciuto nella zona di Fort Worth, in Texas,
figlio di un povero predicatore battista.
Hill ha raccontato a The
Athletic che la sua famiglia era talmente in difficoltà che a
volte mangiava “cibo per cani dalla lattina”. Nonostante
le difficoltà, Hill ha fatto il possibile per vivere come un
bambino normale. Secondo un’intervista rilasciata a Risen
Magazine, Hill colpiva i sassi tutto il giorno, esercitando il
suo caratteristico swing da baseball. Alla fine, questo fu l’inizio
del suo viaggio nel baseball professionistico.
Rickey Hill è stato un giocatore di
baseball della Minor League
Sebbene Rickey Hill abbia affrontato
ostacoli come la sua malattia degenerativa della colonna
vertebrale, la povertà della sua famiglia e i dubbi di chi lo
circondava, alla fine è riuscito a diventare un giocatore di
baseball della Minor League. La prima squadra in cui Hill giocò a
baseball da professionista furono i Montreal
Expos, con cui firmò nel 1975, all’età di 19 anni, e con
cui disputò un totale di quattro stagioni nelle leghe minori.
Secondo Hill, avrebbe effettuato 500 battute al giorno dall’età di
12 anni fino alla fine della sua carriera, intorno ai 22 anni.
Sorprendentemente, Rickey Hill non
ha giocato con l’apparecchio per le gambe, ma ha trascorso tutta la
sua carriera nelle leghe minori senza di esso. Nel corso di 201
partite, Hill ha avuto una media battuta di .298 con 26 fuoricampo
e 116 RBI. Ha giocato per i Lethbridge Expos, i
Rio Grande Valley White Wings, i Texas
City Stars e i Grays Harbor Loggers.
Inoltre, Hill era noto per il suo swing unico. Sebbene Hill abbia
giocato a baseball da professionista solo per circa tre anni, il
suo impatto è stato comunque ampiamente percepito grazie alla sua
incredibile storia.
I sogni di Rickey Hill nel baseball si avverano
Alla fine, i sogni di Rickey Hill di
diventare un giocatore di baseball professionista si sono dunque
avverati, anche se per poco. Hill è passato dall’essere un bambino
poverissimo del Texas, che secondo i medici non avrebbe mai
camminato normalmente in vita sua, a calcare il campo da baseball
professionistico per quattro intere stagioni. Inoltre, Hill non era
solo un membro medio della squadra di baseball. Si è distinto in
tutte le squadre in cui ha giocato per il suo talento e la sua
propensione ai fuoricampo. In definitiva, Rickey Hill è diventato
un personaggio di spicco della storia dello sport.
Il successo di Hill è impressionante
per la sua condizione medica, ma soprattutto per il modo in cui ha
dimostrato che i suoi coetanei si sbagliavano. Hill aveva molti
detrattori che credevano che il suo sogno fosse impossibile,
compresi i bulli della scuola e i professionisti del baseball.
Anche suo padre, interpretato da Dennis Quaid, riteneva che il figlio non
sarebbe mai diventato un giocatore di baseball professionista e lo
spinse invece a diventare un predicatore. Pertanto, il
raggiungimento dell’obiettivo da parte di Hill è ancora più
soddisfacente perché dimostra che ogni dubbio, soprattutto quello
del padre, era sbagliato.
Il disturbo alla colonna vertebrale
di Rickey Hill ha accorciato la sua carriera nel baseball
Nonostante Rickey Hill abbia
superato il suo disturbo alla colonna vertebrale per diventare un
giocatore di baseball di serie B, la sua condizione alla fine ha
avuto la meglio. Il fatto che Hill abbia smesso di giocare è una
testimonianza di quanto la sua salute dovesse essere cagionevole
all’epoca perché Hill era dell’idea: “Non esiste la parola
smettere, non l’ho mai sentita nominare“. Nonostante ciò,
sembrava che anche quando Hill giocava a baseball soffrisse
costantemente. Durante la stagione di baseball del 1978, Hill
giocava per i Grays Harbor Loggers, quando il suo
corpo finì per cedere a causa dello stress del baseball.
Cosa è successo a Rickey Hill dopo
il baseball
Dopo il ritiro dal baseball, Rickey
Hill si è dedicato alla condivisione della sua storia. Il fratello
di Hill documentò il viaggio di Rickey e da lì, molti narratori e
registi diversi cercarono di occuparsi della storia di Rickey.
Tuttavia, Rickey e suo fratello sono stati severi nel decidere a
chi affidare la storia e, dopo molte ricerche, hanno scelto
Jeff Celentano,
il regista di The Hill. Per quasi 20 anni, gli
Hill hanno lavorato con Celentano per rappresentare perfettamente
il trionfo di Rickey, portandola infine sullo schermo nel 2023. Il
film si è poi affermato come un grande successo in streaming, e
tutto il duro lavoro di Rickey Hil è stato nuovamente
apprezzato.
C’è un film recente del premio Oscar
Ben Kingsley poco noto ma che è una piacevole
sorpresa. Si tratta di Jules, diretto da Marc
Turtletaub, film perfettamente sentimentale e
punteggiato da un tocco fantascientifico che lo rende coinvolgente
e unico, ma comunque toccante. Il film segue
Milton, un anziano dall’aspetto triste che vive da
solo. La piccola città di Milton, in Pennsylvania, ha uno slogan
che non approva perché sembra che si possa chiamare la città con un
telefono piuttosto che “chiamare” casa. Il secondo grande problema
di Milton con la città è che l’incrocio che porta a casa sua è
un’area a rischio di incidenti.
L’anziano ritiene pertanto che il
consiglio comunare dovrebbe fare qualcosa per risolverlo. Ogni
settimana, dunque, gli abitanti della città si riuniscono e Milton
si ripete alle riunioni del consiglio su questi due grandi
problemi. In realtà, egli non ha nient’altro che lo tenga occupato.
Sua figlia è veterinaria e non ha tempo da dedicare a lui e si è
allontanato dal figlio. Milton è semplicemente un vecchio solitario
finché, un giorno, un’astronave atterra nel suo giardino e da quel
momento la sua quotidianità prende una piega inaspettata.
Milton incontra un alieno
Milton chiama immediatamente la
polizia perché l’astronave è atterrata sulle sue azalee. Le piante
che ha fatto crescere con fatica sono state schiacciate in pochi
secondi. L’operatore pensa però che stia facendo uno scherzo e gli
riattacca il telefono. Milton non ha altro da fare se non tornare a
dormire. Alla riunione successiva, parla però dell’alieno e della
sua astronave, delle strisce pedonali e dello slogan della città.
Anche in questo caso, nessuno gli crede e Joyce,
un’altra anziana della città, gli dice di smetterla di dire
sciocchezze o il consiglio non prenderà sul serio le loro
richieste.
Ben Kingsley in Jules
Quella notte, però, Milton trova un
alieno disteso sul suo patio. All’inizio ha paura, ma poi diventa
piuttosto disinvolto perché l’alieno non gli fa alcun male. Milton
fa entrare l’alieno in casa sua e gli dà cibo e acqua. L’alieno
trova una predilezione per le mele e Milton corre quindi al negozio
di alimentari per comprarne altre. Dice all’aiutante che si trova
lì esattamente quello che sta facendo. In cambio, l’aiutante decide
di riferire la notizia a sua figlia, per preoccupazione.
Dopo qualche giorno,
Sandy, un’altra anziana del quartiere, si presenta
alla porta di Milton per prendere alcune stampe. Milton la fa
entrare senza alcuna remora, del tutto non preoccupato che possa
vedere l’alieno. Sandy all’inizio rimane infatti stupita, ma
capisce che non può perdere l’occasione della sua vita. Ma c’è un
problema: Milton ha lasciato le cose in casa nel posto sbagliato e
l’incontro con il fruttivendolo lo ha messo in crisi con la figlia
Denise. Lei gli fa quindi promettere di andare a una visita
medica.
Sembra infatti che Milton stia
perdendo lentamente la memoria e si stia avviando verso la demenza
o l’Alzheimer di qualche tipo. Il medico gli suggerisce di iniziare
a cercare delle opzioni di vita assistita e lui si infuria,
definendo l’intero piano di Denise una montatura. Milton chiede a
Sandy di fare da babysitter all’alieno durante il suo appuntamento
e lei apre allora il suo cuore a questo alieno che non parla una
sola parola. Trova i suoi occhi molto comprensivi e ha persino un
crollo emotivo. Ben presto, Sandy inizia così a frequentare
l’alieno e Milton. Anche Milton trova qualcosa con cui riempire le
sue giornate vuote e diventa molto più gioviale del solito.
Tornato a casa, un Milton frustrato
dice quindi a Sandy che a livello di salute è tutto a posto, ma
fuori ha una conversazione a cuore aperto con l’alieno mentre
lavora per riparare la sua astronave. In tutto questo tempo,
l’alieno disegna gatti e li regala a Milton, che pensa siano un
dono. Tutto va bene e Sandy decide di dare all’alieno un nome e una
maglietta. Il nome deciso è Jules e un giorno,
mentre stanno cenando con Jules, arriva Joyce. Con tutto quello che
si dice al telegiornale su un incidente satellitare, sa che c’è
qualcosa di strano e crede improvvisamente a Milton. A questo
punto, i tre si uniscono per Jules perché è un tesoro e non possono
permettere che qualcuno o qualcosa gli faccia del male.
Ben Kingsley, Harriet Sansom Harris e Jane Curtin in
Jules
La spiegazione del finale di Jules
Un giorno fatidico, Sandy riceve la
visita di un ragazzo. Si presenta come membro di un’associazione di
giovani che parlano di conversazioni con gli anziani, come lei. È
un esperimento che sta provando, in cui i giovani possono
incontrare gli anziani e fare un tuffo nel loro bagaglio di
saggezza ed esperienza. Questo ragazzo, però, ha altre intenzioni e
cerca di rubare alcuni gioielli di Sandy. La donna lo trova e dice
che chiamerà la polizia. Il ragazzo tenta allora di soffocarla a
morte, ma Jules capisce che Sandy è in pericolo e finisce per far
esplodere la testa dell’aggressore. Sandy viene poi interrogata
dalla polizia, ma non ci sono prove di nulla. Torna a casa di
Milton e ringrazia Jules per averle salvato la vita, raccontando
agli altri quello che è successo.
Come aveva previsto Joyce, Jules
disegna gatti perché ne ha bisogno per la sua astronave. Ma questi
gatti devono essere morti, così quando la casa inizia a puzzare, i
tre vedono un gatto morto fuori. Milton e Sandy vanno poi a cercare
altri gatti morti per le strade, che vengono pattugliate da un’auto
della polizia. Dopo l’incidente, si sospetta infatti che Sandy
abbia avuto contatti con l’alieno. Anche Joyce trova alcuni gatti,
ma alla fine gliene manca uno. La donna possiede un gatto suo che è
vecchio, cieco e sordo. All’inizio, quando Milton suggerisce di
uccidere il gatto di Joyce, lei rifiuta l’idea, ma poi capisce che
sarebbe meglio per il gatto. Jules, tuttavia, non fa esplodere la
testa del gatto, ma gli mostra pietà.
Jules torna a casa sua?
I gatti si rivelano dunque essere il
carburante per l’astronave di Jules e, grazie a un tessuto di
paillettes argentate che l’alieno usa per coprire i gatti,
diventano una capsula di carburante. Jules sta per partire, ma
offre loro un posto sull’astronave. Milton decide di andare con
Jules perché non vuole che sua figlia lo veda peggiorare sempre
più. D’altra parte, ha anche cercato di riallacciare i rapporti con
il figlio, che però non l’ha mai richiamato.
Denise, tuttavia, lo chiama e gli dice che vuole
passare del tempo con suo padre e che gli vuole bene. Non voleva
farlo sentire come se stesse impazzendo, ma era solo preoccupata.
Milton ripensa a quello che sta facendo, ma ormai ha deciso.
Prima che gli altri due possano
terminare i loro saluti, gli agenti dell’FBI si
presentano alla porta. Tutti salgono sull’astronave e Jules li
porta in un punto sicuro della Terra per poter poi tornare a casa.
Durante il breve tragitto, Milton decide di rimanere indietro,
probabilmente a causa delle parole di Denise, e saluta l’amico
Jules. L’alieno osserva i tre amici da una finestra della sua
astronave. Rivediamo poi Milton qualche tempo dopo – potrebbero
essere giorni o mesi – e le sue condizioni sono profondamente
peggiorate. Tuttavia, si ricorda di Jules, come capiamo dalla sua
conversazione con Sandy e Joyce.
La presenza di Jules ha creato una
bella amicizia tra queste tre persone, che ora si sostengono a
vicenda nei momenti difficili. Alla luce di questo finale,
Jules può dunque essere interpretato in diversi
modi. L’interpretazione più positiva potrebbe essere che alla fine,
quando Milton è solo a casa, Jules viene di tanto in tanto a
trovarlo. Ma la visione più cinica potrebbe essere che il tempo di
Milton è scaduto e, mentre sta lasciando il suo corpo, pensa che le
luci lampeggianti siano l’astronave di Jules e che dunque tutto
quello che ne è seguito non è che un sogno.
In definitiva, il messaggio di
Jules riguarda la solitudine e la mente degli
anziani. A volte possiamo dire una cosa o due ai nostri genitori
per preoccupazione, ma in realtà li feriamo. D’altra parte, la
presenza di Jules nella vita di Milton è quasi un miracolo per lui.
Ottiene una famiglia, qualcosa da fare e qualcuno di cui occuparsi
invece di sprecare sé stesso senza fare nulla. Anche dopo la
scomparsa di Jules, Milton ha ancora amici che si prendono cura di
lui e che lo capiscono profondamente.
Non è un segreto che il ruolo di
Wonder Woman sia uno dei più ambiti di
Hollywood, e sembra che un’altra talentuosa attrice si sia offerta
(o forse si sia lanciata con la sua tiara?). Sembra che l’attrice
egiziano-palestinese May Calamawy possa essere
annoverata tra le tante star di Hollywood che probabilmente
coglierebbero al volo l’occasione di indossare i leggendari
Braccialetti della Sottomissione forgiati dagli dei.
La rivelazione è arrivata di recente
al Comic-Con Francia, dove May Calamawy
era ospite speciale. Durante una sessione di domande e risposte con
i fan, le è stato chiesto direttamente del suo interesse
nell’interpretare la Principessa di Themyscira. “Se vogliono
che interpreti Wonder Woman, interpreterò Wonder Woman”, ha
dichiarato Calamawy.
Ha anche aggiunto di non aver visto
l’interpretazione di Gal Gadot, avendo visto solo
qualche spezzone di Wonder Woman 1984. “Non vorrei
farmi influenzare dalla sua interpretazione, o da quella di
chiunque altro”, ha detto. “…non lo so nemmeno, non ho
ancora pensato a cosa farei nei panni di Wonder Woman.”
Calamawy è nota soprattutto per aver
interpretato Layla El-Faouly, alias Scarlet
Scarab, in Moon Knight. È apparsa anche in Il
Gladiatore II e ha recentemente firmato per recitare nel
prossimo reboot de La Mummia.
A meno che Gunn non abbia un asso
nella manica in Superman
o Supergirl: Woman of Tomorrow, il posto più probabile
in cui Wonder Woman apparirà è nella serie TV Paradise Lost per la HBO, che si dice sia
fortemente ispirata a Game of Thrones. James Gunn ha
annunciato questo progetto nel gennaio 2023, quando ha presentato
l’intera serie del DCUChapter One: Gods and
Monsters. Durante l’annuncio della serie, Gunn ha
dichiarato: “Paradise Lost è la storia di Paradise Island,
comunemente conosciuta come Themyscira, che è il luogo di nascita
di Wonder Woman. È quasi come Game of Thrones, con Westeros, ma con
tutti gli abitanti di Paradise Island”.
Non ci sono molti dettagli, ma
l’ultima rivelazione di Gunn su Wonder Woman è
stata un post sui social media in cui ha espresso il suo desiderio
di vedere Diana apparire in più progetti animati. “Stiamo
lavorando per inserire Wonder Woman in più animazioni. Concordo sul
fatto che non ce ne sia stata abbastanza in quell’ambito ed è stata
una delle prime cose che ho proposto al team di animazione”,
ha detto Gunn via Twitter.
Tuttavia, si dice che la serie sia
una storia delle origini dell’isola di Themyscira, quindi potrebbe
essere ambientata molto prima della nascita di Diana. Paradise Lost trarrà ispirazione anche da
tre fumetti: Wonder Woman Historia: The Amazons,
Wonder Woman: Paradise Lost (New Edition) e
Wonder Woman: Paradise Found (New Edition).
Good American
Family, la nuova serie disponibile su Disney+,
è basata su una storia vera, ma questo show di cronaca nera è solo
una parte della complicata realtà. Si presentata come una serie
true-crime piuttosto intensa e insolita, in cui si segue una
famiglia che adotta una bambina, per poi scoprire che in realtà si
tratta di un’adulta che sta cercando di truffarli. Sembra una
storia troppo assurda per essere vera, ma – come anticipato – è
basato su una vicenda reale, che è anche più straziante di quanto
mostrato in questo adattamento.
Good American
Family si basa infatti sulla storia di Natalia
Grace (interpretata da Imogen Faith Reid) e
della sua adozione da parte della famiglia
Barnett, ma non è la prima volta che questa storia
viene portata sullo schermo. Il film prequel
Orphan: First Kill è stato infatti apparentemente
ispirato alla stessa Grace, e anche la docuserie The Curious
Case of Natalia Grace ha cercato di portare alla luce la
verità su eventi controversi e procedimenti legali. Questa serie,
tuttavia, è la prima drammatizzazione diretta di questi eventi e
potrebbe discostarsi un po’ dai fatti del caso.
Good American Family si ispira al
vero caso di Natalie Grace Barnett
La serie si ispira a “molteplici
storie, prospettive, minacce, interpretazioni e accuse” relative
all’adozione di Natalia Grace da parte di
Kristine e Michael Barnett. Per
questo motivo, la maggior parte dei membri del cast interpreta
persone reali nella drammatizzazione. Ellen Pompeo, ad esempio, interpreta Kristine
Barnett, mentre Imogen Faith Reid interpreta
Natalia Grace. Ma la vera storia del periodo trascorso da Natalia
Grace con la famiglia Barnett è oscurata da controversie,
testimonianze contrastanti e bugie, tra chi accusa Natalia Grace di
essersi spacciata per una bambina per truffare e uccidere la sua
famiglia adottiva, e chi descrive i Barnett come una famiglia
violenta e negligente.
La vita di Natalia Grace prima di
essere adottata dalla famiglia Barnett
Natalia Grace è nata in Ucraina con
una displasia spondiloepifisaria congenita, una
rara forma di nanismo. Secondo il certificato di nascita ucraino,
Natalia è nata nel 2003, quindi avrebbe avuto circa sette anni
quando i Barnett l’hanno adottata nel 2010. La bambina è stata poi
affidata a un orfanotrofio ucraino a un certo punto della sua vita
e alla fine è stata portata negli Stati Uniti per essere adottata.
Prima dei Barnett, Natalia era stata adottata anche da un’altra
famiglia, i Ciccones, ma questa famiglia del New
England l’ha poi data via, secondo quanto riportato da The
Curious Case of Natalia Grace.
La famiglia Barnett sosteneva che
Natalia Grace era violenta e mentiva sulla sua età per
truffarla
Poco dopo l’adozione di Natalia
Grace da parte dei Barnett, sono però iniziati i problemi. Secondo
alcune fonti e secondo i Barnett, Natalia soffriva di una sorta di
malattia mentale – le è stato diagnosticato un disturbo reattivo
dell’attaccamento – e aveva tendenze violente. Secondo diverse
testimonianze, Natalia avrebbe minacciato i fratelli adottivi e i
genitori con dei coltelli, avrebbe urinato e defecato addosso alla
sorella minore e avrebbe tentato di avvelenare Kristine. I Barnett
sostengono inoltre che un professionista abbia diagnosticato
Natalia come “sociopatica”, sebbene la diretta interessata abbia
negato queste affermazioni.
Contemporaneamente ai presunti
episodi di violenza, i Barnett hanno iniziato a sospettare che
Natalia Grace fosse in realtà più grande di quanto dichiarato nei
documenti di nascita. Kristine Barnett ha affermato che Natalia
aveva peli pubici e aveva le mestruazioni, entrambe caratteristiche
sessuali secondarie che le ragazze di solito manifestano per la
prima volta intorno ai 12 anni. I Barnett sostengono inoltre che
Natalia sembrava più grande di un’altra bambina affetta da
displasia spondiloepifisaria congenita e che aveva un vocabolario
troppo avanzato per una bambina di sette anni. La famiglia credeva
che Natalia fosse in realtà un’adulta o un’adolescente e che stesse
usando il suo nanismo per truffarli.
I Barnett hanno presentato una
petizione per cambiare legalmente l’anno di nascita di Natalia
Grace
Due anni dopo l’adozione di Natalia
Grace, i Barnett sono riusciti a farle cambiare l’età in un
processo giudiziario. Il certificato di nascita ucraino di Natalia
indicava originariamente che era nata nel 2003, ma i Barnett hanno
chiesto con successo a un giudice di modificare i documenti di
nascita per dire che era nata nel 1989. Tuttavia, un ospedale
pediatrico locale ha condotto un’indagine sullo scheletro e ha
stabilito che Natalia aveva circa 11 anni all’epoca. La modifica
dei registri di nascita di Natalia ha permesso ai Barnett di
trattarla come un’adulta e ha fatto sì che Natalia non fosse più
legalmente la loro bambina.
Dopo aver dichiarato Natalia Grace
legalmente adulta, i Barnett l’hanno di fatto abbandonata. Hanno
affittato un appartamento a Lafayette, nell’Indiana, e hanno dato a
Natalia un sussidio federale prima di trasferirsi con il resto
della famiglia in Canada. Tuttavia, a causa della condizione
genetica di Natalia Grace, nel 2019 i procuratori della contea di
Tippecanoe hanno accusato Kristine e Michael Barnett di negligenza
nei confronti di una persona dipendente. Michael Barnett è stato
assolto dalle accuse nell’ottobre 2022, mentre le accuse contro
Kristine sono state archiviate nel marzo 2023.
Dove sono Natalia Grace e i Barnett
oggi
Ora, un decennio e mezzo dopo
l’adozione iniziale, Kristine e Michael Barnett e Natalia Grace
hanno vite molto diverse. Michael e Kristine si sono separati nel
2013 e hanno divorziato nel 2014. Nel 2013 Kristine ha scritto un
romanzo sulla crescita del figlio Jacob, affetto
da autismo, ma da allora non ha più scritto libri sulla
genitorialità. Michael ha invece affermato pubblicamente che
Kristine è stata violenta con Natalie e ha avuto tutta la colpa
della controversia sull’età di lei.
Dopo aver lasciato la famiglia
Barnett, Natalia ha invece avuto altri problemi di adozione. È
stata adottata dalla famiglia Mans, che però
avrebbe abusato di lei per dieci anni. La situazione era talmente
grave che Natalia ha dovuto inscenare una “fuga” e ora vive con la
famiglia DePaul. Stando a quanto riportato, sta
anche studiando per i test di sviluppo educativo generale, sperando
di diventare insegnante, e sta pianificando interventi chirurgici
legati al suo nanismo. Ha anche un fidanzato,
Neil, e ha dunque fatto molta strada dagli eventi
raccontati da Good American Family.
Fra nuovi amori,
sesso e l’amicizia di sempre, tornano le iconiche avventure, al
sole di una torrida estate newyorkese, delle protagoniste di
And
Just Like That…, in esclusiva su Sky e in
streaming solo su NOW con la terza stagione dal 30 maggio
in contemporanea con gli Stati Uniti.
La serie andrà
con un nuovo episodio a settimana tutti i venerdì su Sky Serie in
prima serata fino al 15 agosto, e sarà ovviamente disponibile on
demand su Sky e in streaming solo su NOW.
La trama e il
cast di And Just Like That – stagione 3
I dodici nuovi episodi della serie
Max Original e Sky Exclusive di Michael
Patrick King, di cui viene rilasciato oggi il teaser
trailer, seguono Carrie, Miranda, Charlotte, Seema e Lisa mentre si
concentrano sulle loro carriere e le loro famiglie, e le vedono
affrontare storie d’amore, di sesso, e la grande amicizia che le
lega, ormai 50enni, in una New York brulicante di vita.
Nel cast le
protagoniste Sarah Jessica Parker, Cynthia
Nixon, Kristin Davis, Sarita
Choudhury, Nicole Ari Parker, insieme a
Cathy Ang, Mehcad Brooks, Jonathan Cake, Mario Cantone, Niall
Cunningham, David Eigenberg, Evan Handler, Christopher Jackson,
Logan Marshall-Green, Sebastiano Pigazzi, Alexa Swinton e Dolly
Wells. E con John Corbett.
Crediti della
terza stagione: AND JUST LIKE THAT… è creata da
Michael Patrick King, anche produttore esecutivo insieme a John
Melfi, Sarah Jessica Parker, Kristin Davis, Cynthia Nixon, Julie
Rottenberg, Elisa Zuritsky e Susan Fales-Hill. La serie HBO “Sex
and the City” è creata da Darren Star e basata sul best-seller “Sex
and the City” di Candace Bushnell.
Manca pochissimo al finale della
prima stagione di Daredevil:
Rinascita su Disney+. Come l’episodio
pilota e l’ottavo, l’ultimo episodio è stato scritto, diretto e
prodotto dal nuovo team creativo della serie, il che significa che
avrà un’atmosfera molto diversa dai capitoli centrali. Tuttavia,
questo non è un male e “Straight to Hell” è una
conclusione epica che vi promettiamo vi lascerà a bocca aperta.
A differenza dei film dei Marvel Studios, non tutte le serie TV
dell’MCU hanno incluso una scena
post-credit. Secret Invasion, ad esempio, non ha
nemmeno anticipato The
Marvels, ma dato che quel blockbuster ha ampiamente
ignorato la serie, alla fine non è stata una decisione poi così
sorprendente.
La produzione della seconda stagione
di Daredevil:
Rinascita è già in corso, quindi il finale della prima
stagione includerà un’anticipazione di ciò che accadrà all’Uomo
Senza Paura? Anche se non possiamo ancora rivelare spoiler,
possiamo
confermare che, sì, Daredevil:
Rinascita ha UNA scena post-credit. Con le
riprese della seconda stagione in corso, questa non è una grande
sorpresa.
Secondo un rapporto di The Cosmic Circus dello scorso
dicembre, “Si stanno già discutendo idee per Daredevil dopo
Secret Wars, non solo per una terza stagione, ma anche per la sua
futura inclusione nei film”. Non si sa ancora quali saranno
questi film, ma potremmo essere in grado di escludere almeno un
prossimo blockbuster.
Matt Murdock (Charlie
Cox), un avvocato cieco con abilità elevate, lotta per
la giustizia attraverso il suo vivace studio legale, mentre l’ex
boss della mafia Wilson Fisk (Vincent
D’Onofrio) persegue i suoi sforzi politici a New York.
Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli
uomini si ritrovano su un’inevitabile rotta di collisione.
La serie Daredevil:
Rinascita vede la partecipazione anche di
Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Zabryna
Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson,
Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e
Jon Bernthal. Dario Scardapane è
lo showrunner.
Gli episodi sono diretti da
Justin Benson e Aaron Moorhead,
Michael Cuesta, Jeffrey
Nachmanoff e David Boyd; e i produttori
esecutivi sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad
Winderbaum, Sana Amanat, Chris Gary, Dario Scardapane, Christopher
Ord e Matthew Corman, e Justin Benson e Aaron
Moorhead.
Presencias è un film messicano del 2022
diretto da Luis
Mandoki, autore noto per il suo lavoro tanto nel
cinema internazionale (Message in a Bottle, Innocent Voices) quanto in quello
latinoamericano. Con questo film, Mandoki torna dietro la macchina
da presa per firmare un thriller che si muove con intelligenza ai
confini tra l’horror
psicologico e il dramma investigativo, mescolando suggestioni
di genere con una riflessione più profonda sulla colpa, il trauma e
la verità repressa.
Mandoki costruisce infatti una narrazione densa di atmosfera
e tensione, utilizzando gli stilemi del thriller per esplorare temi
come il confine tra sogno e realtà, il trauma, il senso di colpa e
la responsabilità individuale. Il risultato è un’opera che, pur
inscrivendosi nel genere del mystery-horror, si distingue per il
suo sottotesto sociale e la sua carica emotiva, mantenendo un
equilibrio tra inquietudine visiva e introspezione narrativa.
Proprio per ciò, in questo articolo, proponiamo una spiegazione del
finale di Presencias e del suo significato
più propofondo.
La trama di
Presencias
Protagonista del film è un attore di
nome Victor (Alberto Ammann) che,
accompagnato dalla moglie Alicia (Andrea
Santibañez), ritorna nella sua casa di famiglia con
l’intenzione di venderla. Il soggiorno, però, lo costringe a
confrontarsi non solo con i ricordi felici della sua infanzia in
quel posto, ma anche con il trauma della morte della sorella,
annegata nel lago. Durante la loro prima notte nella casa, infatti,
poco prima che Alicia annunci a Victor di essere incinta, una
presenza misteriosa li attacca brutalmente. Alicia viene uccisa,
mentre Victor si risveglia in ospedale senza alcun ricordo di
quanto accaduto.
Alberto Ammann in Presencias
Le indagini vengono però presto
archiviate per la mancanza di prove e di testimoni, ma il dolore e
la disperazione spingono Victor a scappare dall’ospedale per
tornare nella casa, deciso a scoprire la verità sulla morte di
Alicia. Le uniche disposte ad aiutarlo sono la giovane
Paulina (Yalitza Aparicio,
attrice candidata all’Oscar per il film
Roma) e la sua vecchia tata Maria
(Angelina Peláez). I tre, tuttavia, si troveranno
ad avere a che fare con qualcosa di assolutamente inaspettato e
sconvolgente.
La spiegazione del finale del
film
Nel finale del film Presencias, Víctor
giunge a una scoperta devastante: è lui l’autore dell’omicidio
della moglie Alicia, avvenuto nella casa di famiglia dove i due si
erano ritirati in attesa della nascita del loro primo figlio. Dopo
essersi risvegliato in ospedale, Víctor è convinto che l’assassinio
sia opera di qualcun altro e comincia a credere che forze
sovrannaturali infestino il bosco e l’abitazione. Tuttavia, a poco
a poco, ricordi rimossi e frammenti di memoria riaffiorano, fino a
riportargli l’immagine nitida del momento in cui lui stesso ha
tolto la vita ad Alicia.
Nel corso della narrazione, Víctor si lascia consumare dai
sospetti verso il fratello Manolo e alcuni vicini,
ma la verità si rivela ben più inquietante. Scopre di essere
affetto da episodi di sonnambulismo violento, una condizione di cui
non era pienamente consapevole e che in passato aveva già causato
la morte accidentale della sorellina. La medesima condizione ha
portato, inconsciamente, all’uccisione di Alicia. L’ultimo colpo di
scena del film rivela infine che anche Manolo è stato vittima di
Víctor, eliminato in uno stato di incoscienza durante un nuovo
episodio, completando così il tragico cerchio della sua colpa.
Yalitza Aparicio in Presencias
Il film si conclude così con Víctor
schiacciato dal peso della colpa e dell’orrore per le sue azioni:
sopraffatto dal dolore, sceglie infine di porre fine alla propria
esistenza. Il suo gesto segna così la chiusura di una spirale di
violenza innescata da traumi irrisolti e da una condizione
patologica che lo aveva reso, senza saperlo, artefice di tragedie
irreparabili. Un finale indubbiamente cupo, anticipato
silenziosamente da diversi elementi presenti nel corso della
narrazione.
Il significato del film
Presencias
Alla luce di questo finale, in
Presencias la casa di famiglia si svela essere simbolo del trauma
sepolto. La dimora in montagna, che doveva rappresentare un luogo
di pace e riconciliazione col passato, è invece un luogo di memoria
corrotta. Ogni scricchiolio, ogni ombra, rappresenta un frammento
del dolore di Victor, ma anche le colpe invisibili di una comunità
complice nel tacere. La casa è un vero e proprio personaggio in sé:
un luogo che custodisce verità scomode sotto il velo del tempo.
Alberto Ammann e Yalitza Aparicio in Presencias
Per quanto riguarda le misteriose presenze, esse sono la metafora
della verità repressa. Il titolo Presencias si
carica infatti di ambiguità: le presenze che inquietano Victor non
sono spettri, ma verità che rifiuta di vedere. Sono i ricordi
negati, le colpe dimenticate, le complicità taciute. Quando
finalmente affronta il colpevole e svela l’inganno, Victor non sta
solo risolvendo un caso, ma sta compiendo un atto di liberazione
personale: vedere davvero ciò che era sempre stato lì, ma nascosto
sotto la paura e la rimozione.
Il finale, però, pur segnato dalla violenza, è anche
catartico. Non ci sono fantasmi da esorcizzare, ma colpe da
svelare. La verità, una volta portata alla luce, libera Victor,
seppur non nel modo in cui egli credeva. In questo senso,
Presencias si propone come una riflessione
sull’importanza del riconoscere dove si annida il male reale, non
quello immaginato, e del potere della verità come strumento di
giustizia e guarigione.
Lo sceneggiatore e regista di
Superman,
James Gunn, ha
celebrato un altro anniversario, questa volta di Jimmy
Olsen – il suo debutto nella serie radiofonica “Le
avventure di Superman” il 15 aprile 1940 – con un nuovo sguardo
all’interpretazione di Skyler Gisondo del
coraggioso fotografo. L’attore sembra proprio all’altezza della
parte, se questa anteprima è indicativa. Ricordiamo che Gisondo è
noto soprattutto per i ruoli in “Licorice Pizza“,
“Booksmart”, “Vacance”, “The Righteous Gemstones”
e “Santa Clarita Diet“.
È passato un po’ di tempo
dall’ultima volta che abbiamo visto l’amicizia tra Clark Kent e
Jimmy esplorata sullo schermo. Con Gunn – grande appassionato di
fumetti – alla guida del DCU, le cose sembrano finalmente destinate a
cambiare. Tuttavia, è stato recentemente riportato che il co-CEO
dei DC Studios ha in mente dei piani piuttosto originali per questa
versione di Jimmy. Staremo a vedere come ha deciso di raccontarlo
al cinema.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
Con la sua solita cifra stilistica,James Gunn
trasporta il supereroe originale nel nuovo immaginario mondo della
DC, con una singolare miscela di racconto epico, azione, ironia e
sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e
dall’innato convincimento nel bene del genere umano.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo è una
parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi
preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film
precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante
l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale il 10 luglio
2025.
Gretel
e Hansel di Oz Perkins (Longlegs,
The
Monkey) è un film tanto bello quanto strano, che dà una
svolta ancora più cupa a una fiaba di 200 anni fa. Questo è il
terzo film del regista, dopo February – L’innocenza del
male del 2015 e Sono la bella creatura che vive in
questa casa del 2016. Il film, a ritmo lento, è interpretato da
Sophia Lillis nel ruolo di Gretel,
Sammy Leakey in quello di Hansel e Alice
Krige in quello di Holda/la strega.
Come i due film precedenti di
Perkins, Gretel e Hansel è ricco di
atmosfera. C’è un uso brillante del colore in tutto il film, che
dimostra che ogni scena è stata girata con un look specifico in
mente. Il film si insinua con un terrore inquietante che a volte
può sembrare melassa, ma è difficile non ammirare il mondo che è
stato creato. Si tratta di un’opera d’arte inquietante che fa
sentire il pubblico come se fosse all’interno di una fiaba.
La sinossi del film è abbastanza
simile alla storia originale. Due fratelli si perdono nel bosco e
si imbattono in una casa che profuma di cibo delizioso. All’interno
della casa c’è un banchetto e una vecchia donna di nome Holda con
dita e denti neri, che invita i bambini a rimanere a mangiare.
Naturalmente, Holda è in realtà una strega divoratrice di bambini
che ha dei piani per Gretel e Hansel.
Dopo aver fallito nel tentativo di
avvelenarla, Gretel viene portata nella stanza sottostante la casa
e il piano di Holda viene rivelato. Per far crescere i suoi poteri,
la strega intende cucinare e dare in pasto Hansel a Gretel. La
ragazza viene quindi legata a un tavolo da pranzo e costretta ad
assistere alla morte del fratello. La strega fa salire Hansel su
una scala con una gabbia in cima, dove verrà arrostito vivo sul
fuoco. Gretel usa però le sue capacità psicocinetiche appena
acquisite per far volare in aria il bastone di legno di Holda e
bloccarla sopra il pozzo del fuoco, dove muore bruciata. Questo
libera Hansel dal suo stato di trance.
Con la strega morta e i suoi nuovi
poteri, Gretel incanta un cavallo e rimanda Hansel a casa con una
borsa piena di pietre preziose e gioielli. Lei intende rimanere
alla capanna per utilizzare i libri di Holda e accrescere i suoi
poteri a favore delle forze del bene. In seguito si reca nel bosco
che circonda la capanna dove vede le anime dei bambini uccisi dalla
strega e li libera. Tuttavia, subito dopo, le dita di Gretel
diventano nere, proprio come quelle di Holda. Il marchio del male
indica a Gretel che la scelta di usare i suoi poteri solo per il
bene potrebbe essere più difficile di quanto si aspetti.
Gretel diventerà la nuova strega
cattiva?
Nonostante le sue intenzioni di
sviluppare i suoi poteri a fin di bene, Gretel dovrà affrontare gli
innati impulsi malvagi che le derivano da queste capacità. In un
momento in cui si sta facendo strada e sta diventando una donna,
deve trovare la sua strada, rendendo questo film un coming-of-age
per il personaggio tanto quanto un film horror per tutti gli altri.
Infatti, potrebbe diventare una divoratrice di bambini come la
strega cattiva se non tiene sotto controllo il suo lato oscuro.
Basta vedere come Holda stessa sia diventata la creatura malvagia
che è.
Sophia Lillis in Gretel e Hansel
Scopriamo che Holda ha mangiato due
dei suoi figli per diventare più potente, ma non prima di essere
stata corteggiata da un’oscurità tentatrice. Era una donna buona
che alla fine ha ceduto al male e questa lotta per il potere è
qualcosa con cui Gretel dovrà inevitabilmente confrontarsi. Anche
la possibilità di una continuazione della storia di Gretel non è
del tutto esclusa. In un’intervista in podcast con The Boo
Crew, Oz Perkins ha dichiarato che l’idea era
quella di creare un universo fiabesco, un luogo in cui più storie
potessero condividere lo stesso mondo.
In particolare, ha dichiarato:
“L’idea è che Gretel potrebbe certamente uscire da questo film
e cacciarsi in altri guai”. È chiaro che Perkins ha investito
nella storia e ha in mente di farne altre, se giustificate.
Tuttavia, ad oggi non ci sono state notizie riguardo un possibile
sequel, e con Perkins dedicatosi ad altri progetti sembra proprio
che il racconto su Gretel sia concluso.
Gretel e Hansel
parla del ricevere doni
Il tema principale del film, citato
più di una volta, riguarda i doni. O al fatto di riceverli. Ciò che
Holda vuole dai bambini viene messo in dubbio quando permette loro
di stare nella sua capanna e di mangiare tutto il cibo che
vogliono. Anche la faccia che Gretel lascia al pubblico quando le
sue dita si anneriscono riecheggia il fatto che nessun dono è
davvero gratuito. La lezione è semplice. Se sembra troppo bello per
essere vero, probabilmente lo è. C’è sempre una fregatura.
La stessa fiaba del film all’interno
della fiaba mette in scena fin dall’inizio, e volutamente, le
potenziali conseguenze del ricevere un regalo. Una famiglia
disperata, che in seguito si scoprirà essere quella di Holda, si
reca da un’incantatrice per guarire il proprio figlio malato.
L’incantatrice toglie la malattia al bambino, ma la sostituisce con
un seme di oscurità sotto forma di dono magico. Alla fine, il costo
del dono era molto peggiore della malattia che affliggeva il
bambino e fu il motivo per cui Holda si trasformò nella strega
cattiva che poi divenne in Gretel e Hansel.
Uscito originariamente nel 2010 e
con un cast all-star che comprende Idris Elba,
Jeffrey Dean
Morgan, Zoe Saldana e
un Chris Evans
pre-Capitan America, la commedia d’azione The
Losers (qui la recensione) – diretto dal
regista francese Sylvain White – aveva il
potenziale per essere un grande successo. Invece, ha finito per
essere un gioiello per lo più dimenticato. Col tempo, però, il film
ha trovato una nuova legione di spettatori che, a distanza di oltre
dieci anni, stanno riscoprendo per la prima volta questa frenetica
storia di tradimento e vendetta.
Il titolo del film si riferisce a un
gruppo di agenti speciali delle operazioni segrete –
Clay (Morgan), Roque (Elba),
Jensen (Evans), Pooch
(Columbus Short) e Cougar
(Óscar Jaenada) – che iniziano la narrazione con
una missione per distruggere il complesso di un signore della droga
boliviano. Dopo che il raid va storto, però, l’elicottero di
estrazione su cui dovevano trovarsi viene fatto esplodere dalla
persona che dà loro gli ordini, un uomo misterioso conosciuto solo
come Max (Jason Patric). Non solo
i The Losers sono inorriditi dal fatto che uno dei loro superiori
abbia cercato di ucciderli, ma l’elicottero era anche pieno di
bambini che la squadra aveva salvato dal complesso.
Tradita e data per morta, la squadra
decide che la mossa migliore è quella di nascondersi fino a quando
non avrà la possibilità di recuperare la propria identità e
vendicarsi. Ben presto scoprono di non essere gli unici a dare la
caccia a Max. Mentre si trovano in Bolivia, incontrano
Aisha (Saldana), che ha le sue ragioni per volere
la morte del loro ex superiore. Con le risorse di Aisha riescono a
rientrare di nascosto negli Stati Uniti e a rintracciare il loro
obiettivo grazie a un losco affare di armi da un miliardo di
dollari che lui sta orchestrando. Tuttavia, prima che il gruppo
riesca a catturare il loro uomo, devono superare diversi ostacoli
al loro piano.
I The Losers fanno un grande passo
avanti nella loro ricerca quando Jensen ottiene un hard disk rubato
a Max. Non solo scoprono che contiene 400 milioni di dollari
destinati a un affare nucleare sul mercato nero, ma apprendono
anche che l’intera operazione in Bolivia era una montatura di Max.
Aveva sempre avuto intenzione di usare il gruppo per uccidere lo
spacciatore e poi eliminarli per coprire le sue tracce. Lo
spacciatore, si apprende, era venuto a conoscenza dell’affare della
bomba atomica di Max e rappresentava un potenziale ostacolo.
Questa sarebbe una rivelazione
abbastanza sorprendente, ma non è nulla in confronto a ciò che
Jensen scopre quando scava più a fondo nei file della chiavetta.
Contiene informazioni sulle finanze dello spacciatore, tra cui
l’identità del suo parente più prossimo: la figlia Aisha. Questa
notizia è una sorpresa per la squadra, soprattutto per il
caposquadra Clay, che ha instaurato un rapporto fisico piuttosto
intenso con Aisha. Sebbene la squadra non si sia mai fidata
completamente di lei, è chiaro che non si aspettavano di ritrovarsi
come pedine nel suo gioco.
La rivelazione chiarisce anche al
pubblico che tipo di persona è Aisha. L’unico obiettivo del
personaggio è vendicarsi dell’omicidio del padre e tutto il resto –
i The Losers, la sua nascente storia d’amore con Clay, qualsiasi
parvenza di moralità – per lei non è altro che un mezzo per
raggiungere un fine. Quando Clay le fa notare che suo padre era un
uomo terribile, lei risponde semplicemente: “Non importa”. In un
film pieno di personaggi moralmente discutibili, Aisha è forse
quella che si trova più saldamente nella zona grigia. Tuttavia, il
suo tradimento non è l’ultimo, né il più estremo, che la squadra
deve affrontare.
Dopo la fuga di Aisha, la squadra si
dirige verso il luogo dell’affare di Max con l’intenzione di porre
fine ai suoi nefasti piani una volta per tutte. Ma quasi subito
dopo l’arrivo, la squadra si rende conto di essere stata incastrata
e Roque si rivela un traditore. “Dopo il fiasco di Miami, ho
fatto un accordo, Clay”, dice, riferendosi al tentativo della
squadra di dirottare un furgone blindato che credevano contenesse
Max. Tuttavia, quando hanno aperto il furgone, hanno scoperto che
Aisha aveva mentito e che conteneva solo un disco rigido.
All’epoca, Roque era furioso e invitò Clay a uccidere Aisha e ad
abbandonare la loro missione di vendetta.
Quando Clay lo implora di ricordare
la loro vendetta contro Max, Roque risponde: “No, non voglio
che paghi, rivoglio la mia vita. Ok? Rivoglio la mia vita“.
Clay gli disse che se voleva andarsene, poteva farlo. Tuttavia,
Roque non aveva modo di farlo legittimamente. La squadra è
ufficialmente morta e ha dovuto attraversare di nascosto il confine
per rientrare negli Stati Uniti. Sebbene Roque volesse chiaramente
abbandonare tutto, senza soldi e senza un’identità ufficiale, le
sue opzioni erano limitate.
Il fiasco di Miami ha anche messo in
luce una grossa frattura tra Clay e Roque. Mentre Clay, nel
profondo, è guidato dalla sua moralità, Roque è spinto
dall’autoconservazione. Quando Clay si è rifiutato di bruciare
Aisha e di abbandonare la missione di vendetta contro Max, Roque è
andato nel posto che aveva più senso: direttamente da Max per
scambiare i suoi ex compagni di squadra con denaro e un posto nella
sua operazione.
Dopo il tradimento di Roque, le cose
sembrano particolarmente difficili per i Perdenti rimasti. Max è in
procinto di acquistare le sue bombe atomiche sul mercato nero e le
sue forze di sicurezza hanno schierato la squadra pronta per essere
giustiziata. Tuttavia, all’ultimo momento, ricevono un importante
aiuto da Aisha e dal suo lanciarazzi. Può sembrare uno sviluppo
strano, visto che l’ultima volta che la squadra l’ha vista si sono
scambiati colpi di pistola, ma come dice il vecchio detto: “Il
nemico del mio nemico è mio amico”. Aisha rafforza
ulteriormente la sua determinazione nella penultima scena del
film.
Dopo essere stati liberati, i
Perdenti uccidono il traditore Roque e disarmano la bomba atomica
che Max minacciava di far esplodere. Tuttavia, l’uomo stesso riesce
a sfuggire alla cattura. Quando le acque si calmano, Clay riceve
una telefonata dalla mente criminale, che termina dicendo: “Ci
vediamo presto, Max”. Clay invita Aisha a unirsi a loro per
continuare la ricerca dell’uomo che tutti vogliono morto. Anche se
non dice esplicitamente che spera che si riaccenda anche la loro
relazione, lei sembra cogliere questa speranza e gli dice:
“Quando tutto questo sarà finito e lui sarà morto, io e te
finiremo quel ballo”.
Sebbene Aisha abbia mentito al
gruppo in diverse occasioni, alla fine sembrano aver raggiunto una
distensione. Finché tutti hanno in mente gli stessi obiettivi, le
motivazioni personali di ognuno sono un po’ irrilevanti. L’attrice
si dimostra persino disposta a collaborare con loro, aiutando Pooch
a ricongiungersi con la moglie incinta nei momenti finali del film.
Questa nota finale e la dinamica che si instaura costituiscono
un’ottima premessa per un sequel. Sfortunatamente, questo non si è
mai concretizzato.
Ci sarà mai un sequel di
The Losers?
Considerando la natura irrisolta del
finale e il fatto che The Losers è stato adattato
dai primi due volumi di una serie a fumetti in più volumi, sembra
molto probabile che il film sia stato originariamente prodotto con
l’intenzione di realizzare un sequel. Quindi, cosa è successo? In
un’intervista del 2018 di Fandom a Morgan, l’attore ha rivelato:
“Ci sono storie di ogni tipo su ciò che è andato storto con
quel film e sono per lo più cose di studio/produttori, e niente a
che fare con il film stesso”.
Sebbene Morgan non abbia chiarito
con esattezza il motivo per cui un sequel non si è mai
concretizzato, questi problemi dietro le quinte, uniti al fatto che
il film ha guadagnato poco più di 29 milioni di dollari al
botteghino a fronte di un budget di 25 milioni, sono molto
probabilmente la risposta. Morgan ha persino osservato: “Non è
stato promosso come avrebbe dovuto, ad essere onesti”. C’è la
possibilità di avere un sequel ora che il film sta trovando un
nuovo pubblico? Anche se Morgan ha detto che sarebbe disposto a
interpretare di nuovo Clay durante la sua intervista a Fandom, la
prospettiva sembra piuttosto improbabile.
La quarta edizione
di Best Movie Comics and Games, fiera
dedicata alla cultura pop in programma sabato 7 e
domenica 8 giugno presso gli spazi di Superstudio Più nel
cuore di Milano, si arricchisce con una line-up di ospiti
d’eccezione.
L’evento, organizzato e prodotto da
Duesse Media Network, casa editrice della rivista Best
Movie, con la direzione artistica di Giorgio Viaro
(responsabile editoriale di Best Movie) e Paolo
Sinopoli, si preannuncia uno degli appuntamenti più attesi per
tutti gli appassionati di fumetti, cinema, serie tv, cosplay,
videogames, giochi da tavolo, anime e collezionismo.
Dopo gli annunci delle scorse
settimane, tra cui Elia Nuzzolo, l’indimenticabile
Max Pezzali della serie Sky Hanno ucciso l’uomo ragno – La
leggendaria storia degli 883 che sarà premiato con
il Best Movie Award Miglior
Attore, Zerocalcare, Giovanni Vernia, Federico
Buffa e Bruno Bozzetto, si
aggiungono ora nuovi protagonisti al ricchissimo cast di ospiti, a
partire da una delle più grandi rivelazioni cinematografiche
dell’anno, Celeste Dalla Porta, acclamata
protagonista del film di Paolo
Sorrentino Parthenope, che sarà premiata con
il Best Movie Award Miglior Attrice.
Il Best Movie Award Miglior
Film sarà invece assegnato a Il ragazzo
dai pantaloni rosa, pellicola diretta
da Margherita Ferri sul tema del
bullismo e ispirata alla storia vera di Andrea Spezzacatena.
Campione d’incassi della scorsa stagione cinematografica, il film
sarà premiato alla presenza della regista insieme al
protagonista Samuele Carrino e al
produttore e sceneggiatore del film Roberto
Proia.
Come Miglior
Serie sarà poi premiata Storia della mia
famiglia, la dramedy, prodotta
da Palomar (a Mediawan Company) e disponibile su Netflix, che racconta di Fausto e del suo ultimo
desiderio, quello di creare un nucleo familiare alternativo che
possa prendersi cura dei suoi bambini una volta che lui non ci sarà
più.A ritirare il premio sul palco di Best Movie Comics and Games
saranno presenti due dei protagonisti Eduardo
Scarpetta (La legge di Lidia
Poët) e Cristiana
Dell’Anna (Gomorra – La serie).
Si parlerà di nuova comicità
italiana con un focus curato da Luigi Di
Capua (The Pills), in dialogo
con Valerio Lundini, autore e conduttore
dallo stile surreale, ma anche interprete versatile, come
dimostrato in Il più bel secolo della mia vita.
Lundini segue Maccio Capatonda, ospite di Di Capua nell’edizione
2024, nella serie del quale – Sconfort Zone – è in
queste settimane co-protagonista.
Si celebreranno inoltre i 50 anni di
Mister No, storico personaggio creato da Guido Nolitta e pubblicato
da Sergio Bonelli Editore, alla presenza dell’attore e regista
Neri Marcorè.
Direttamente dal podcast di successo
Pulp Podcast, in cui ogni
lunedì dialogano con personaggi dell’attualità, cultura e
politica italiana, arrivano sul palco di Best Movie Comics and
Games Fedez e Mr.
Marra, che riceveranno il Best Movie Award
Miglior Podcast. Un premio fortemente voluto dalla direzione
artistica per la capacità del duo di unire temi leggeri e questioni
sociali importanti, con un linguaggio fresco e accessibile.
Zerocalcare, Roberto
Recchioni, Giacomo Bevilacqua, Sara Pichelli, Maicol & Mirco, Rita
Petruccioli e Leo Ortolani saranno protagonisti di un
panel dedicato a Generazione
Fumetto, il nuovo documentario diretto
daOmar Rashid che verrà
presentato con una proiezione speciale e che esplora la rivoluzione
delle nuvole parlanti avvenuta negli ultimi 15 anni all’interno
della società italiana e in particolare del mondo dell’editoria. Il
film, prodotto e distribuito da Valmyn, arriverà nei cinema di
tutta Italia da Settembre.
Torna per il quarto anno consecutivo
in veste di presentatrice, Himorta, al secolo
Antonella Arpa, tra le cosplayer più amate e note a livello
nazionale e internazionale. Con oltre un milione di follower su
Instagram e più di 200 personaggi interpretati, si è affermata come
figura di spicco nella community di appassionati di cinema, serie
tv, anime e manga, collaborando con realtà quali Warner Bros
Discovery e Disney, ed è anche conduttrice di eventi di rilievo nel
mondo del gaming, tech e dei cinecomic.
Fra nuovi amori, sesso e l’amicizia
di sempre, tornano le iconiche avventure, al sole di una torrida
estate newyorkese, delle protagoniste di
And Just Like That…, in esclusiva su Sky e in
streaming solo su NOW con la terza stagione dal 30 maggio in
contemporanea con gli Stati Uniti.
I dodici nuovi
episodi della serie Max Original e Sky Exclusive
di Michael Patrick King, di cui viene rilasciato
oggi il teaser trailer, seguono Carrie, Miranda, Charlotte, Seema e
Lisa mentre si concentrano sulle loro carriere e le loro famiglie,
e le vedono affrontare storie d’amore, di sesso, e la grande
amicizia che le lega, ormai 50enni, in una New York brulicante di
vita.
Nel cast le
protagoniste Sarah Jessica Parker, Cynthia
Nixon, Kristin Davis, Sarita
Choudhury,Nicole Ari Parker, insieme a
Cathy Ang, Mehcad Brooks, Jonathan Cake, Mario Cantone, Niall
Cunningham, David Eigenberg, Evan Handler, Christopher Jackson,
Logan Marshall-Green, Sebastiano Pigazzi, Alexa Swinton e Dolly
Wells. E con John Corbett.
Crediti della terza
stagione: AND JUST LIKE THAT… è creata da Michael
Patrick King, anche produttore esecutivo insieme a John Melfi,
Sarah Jessica Parker, Kristin Davis, Cynthia Nixon, Julie
Rottenberg, Elisa Zuritsky e Susan Fales-Hill. La serie HBO “Sex
and the City” è creata da Darren Star e basata sul best-seller “Sex
and the City” di Candace Bushnell.
La serie andrà con
un nuovo episodio a settimana tutti i venerdì su Sky Serie in prima
serata fino al 15 agosto, e sarà ovviamente disponibile on demand
su Sky e in streaming solo su NOW.
AND JUST LIKE THAT… | Dal 30
maggio la terza stagione in esclusiva su Sky e in streaming solo su
NOW
Christspiracy è un’affascinante indagine che
sfida il modo tradizionale di pensare alla fede, all’etica e al
nostro rapporto con gli animali. La ricerca dei registi è partita
da una domanda non semplice: esiste un modo spirituale o etico per
uccidere un animale?
Questo quesito li ha condotti in
giro per il mondo ad intervistare teologi, archeologi, contadini e
sciamani di diverse fedi religiose in un viaggio che dura ben sette
anni. Al cinema il 14, 15 e 16 aprile con Mescalito Film.
I raggi del sole filtrano dalle
finestre delle case dai tetti colorati. Una donna dal sorriso dolce
e lo sguardo tenero e accogliente si aggira nelle abitazioni dove
un tempo c’era un forte vissuto. Siamo a
Marsiglia, e quella che seguiamo sin dalla seconda
scena è Maria, badante che assiste diverse persone anziane che per
lei sono diventate una seconda famiglia.
La gazza
ladra, nuovo film di Robert
Guédiguian, porta ancora una volta sullo schermo il
sodalizio artistico tra il regista e sua moglie, l’attrice
Ariane Ascaride, sua musa dal 1980, quando la
scelse per L’ultima estate. Con lei, torna anche la città
preferita di Guédiguian, Marsiglia, sfondo e personaggio non fisico
che accompagna le storie dei suoi film come una madre protettiva e
calorosa.
Il film prende il nome
dall’opera di Gioachino Rossini, su libretto di Giovanni
Gherardini, a sua volta ispirata al dramma La Pie voleuse ou La
Servante de Palaiseau di Théodore Badouin d’Aubigny e
Louis-Charles Caigniez. Presentato alla 19esima edizione
della Festa del Cinema di Roma, nella sezione Grand
Public, arriva al cinema dal 17 aprile distribuito
da Officine UBU.
La gazza ladra, la trama
Marsiglia. Maria è una donna buona e
semplice, che da molti anni lavora come badante, dedicandosi con
cura e affetto agli anziani di un quartiere popolare della città.
Pur conducendo una vita modesta, custodisce un sogno che non riesce
a chiudere nel cassetto: vedere suo nipote, che è dotato di talento
musicale, diventare un pianista di successo. Spinta da questo
desiderio incontrollabile, Maria decide di aiutarlo, ma per
sostenere le spese del maestro e del pianoforte, inizia a sottrarre
piccole somme di denaro ai suoi assistiti, convinta che il fine
giustifichi i mezzi.
Le sue azioni vengono ben presto
scoperte, e quando questo accade, la donna si ritrova a dover
affrontare le conseguenze delle sue scelte, mettendo a rischio la
fiducia di chi le sta intorno. Eppure, quel che avrà davanti non è
ciò che si aspettava: scoprirà infatti che chi le sta attorno è
molto più solidale e umano di quanto lei si aspettasse.
Una precarietà che diventa
resistenza
Guardando La gazza ladra,
ciò che salta all’occhio, evidenziato dal tocco delicato e
gentile della macchina da presa che esalta la poetica
ottimista e positiva del regista, sono due cose. La prima è la
condizione di precarietà lavorativa in cui vivono molte persone
come Maria, che per tenersi a galla e non affondare arrivano anche
a compiere piccoli illeciti, come sottrarre qualche soldo ai propri
assistiti. Il suo vissuto si muove tra la paura di non poter
realizzare un sogno – quello di vedere il nipote affermarsi nella
musica – e una passione, una speranza indomabile, che la spinge a
compiere certi gesti quasi inconsapevolmente.
Rivedersi in lei, a qualsiasi età ci
si confronti con la pellicola, è tutt’altro che raro. Il tessuto
sociale raccontato da Guédiguian non è difficile da riconoscere
nella propria quotidianità, o appena si volge lo sguardo altrove.
Le difficoltà sono sempre più presenti, ma il
regista, pur consapevole, crede nell’umanità e nel
senso di unione. E proprio per questo ci mostra uno
spaccato di vita con leggerezza, senza mai cadere nel dramma
pieno.
La forza dell’empatia e della
comprensione
Ed è qui che emerge la seconda cosa:
la bellezza della collettività e l’augurio
di un futuro migliore. Pur essendo Maria una “gazza
ladra”, attorno a lei ci sono solo affetto e compassione. C’è
comprensione, riconoscenza prima del suo errore, ancor prima del
suo lavoro. Questo è rappresentato in modo esemplare dal signor
Moreau, che alla fine guarda oltre le sue azioni scorrette. Lui la
vede per quella donna che ogni mattina va al banco del pesce per
scegliere il branzino migliore, per quella che arriva con il suo
carrellino portando un sorriso, una battuta, uno sguardo pieno
d’amore. Maria costruisce legami profondi, e ci fa desiderare di
avere più persone come lei attorno. Perché così bisognerebbe
essere.
Una protagonista luminosa
Se La gazza ladra funziona
così bene, non è solo merito del calore che riesce a trasmettere il
regista e di una fotografia così luminosa da oscurare anche le
ombre metaforiche. È anche, e soprattutto, merito di Ariane
Ascaride, cuore pulsante del film.
Donna fragile e forte, madre,
moglie, nonna devota e presente. Un personaggio singolare, che
mangia ostriche ascoltando Liszt, spinta da una forza interiore che
si riflette nel talento del nipote, per il quale lei ha
effettivamente rubato. Maria rappresenta tutti noi, con i nostri
dubbi, ostacoli, difficoltà. Ma incarna anche la voglia di lottare
per ciò in cui si crede, senza lasciarsi abbattere, soprattutto
quando attorno a sé, grazie alla sua essenza pura, ha persone che
le sono solidali.
Apple TV+
ha presentato oggi le prime immagini di Smoke – Tracce di
fumo il nuovo crime drama interpretato e
prodotto da Taron Egerton e creato da Dennis
Lehane. La serie limitata farà il suo debutto su Apple
TV+ il 27 giugno con i primi due episodi dei nove totali,
seguiti da nuovi episodi ogni venerdì fino all’8 agosto.
Ispirata a fatti realmente
accaduti, Smoke – Tracce di fumo segue le
vicende di un detective tormentato e un enigmatico investigatore
che indaga su una serie di incendi dolosi mettersi insieme sulle
tracce di due piromani seriali.
Nel cast della serie figurano anche Rafe Spall, Ntare
Guma Mbaho Mwine, Hannah Emily Anderson, la candidata
all’Emmy Anna Chlumsky, Adina Porter, il candidato
all’Oscar e all’Emmy Greg Kinnear e il vincitore
dell’Emmy John Leguizamo.
Realizzata dagli Apple Studios, Smoke – Tracce di
fumo è stata creata da Lehane, che ne è anche
sceneggiatore e produttore esecutivo. Egerton è produttore
esecutivo insieme a Richard Plepler per conto di EDEN Productions e
Bradley Thomas e Dan Friedkin per Imperative Entertainment, oltre a
Kari Skogland, Joe Chappelle e Jane Bartelme. La serie fittizia è
ispirata all’acclamato podcast “Firebug” di truth.media, condotto
dal premio Oscar® e Emmy Kary Antholis, che produce esecutivamente
per Crime Story Media, LLC. Marc Smerling, vincitore di un Emmy
Award, è produttore esecutivo per Truth Podcasting Corp. Tra i
registi della serie figurano Skogland, Chappelle e Jim McKay.
La serie Rai Fuochi d’artificio, diretta da
Susanna Nicchiarelli (autrice di Nico,
1988,
Miss Marxe Chiara)
e tratta dal romanzo omonimo di Andrea Bouchard, è
ambientata nel 1944 sulle Alpi piemontesi e narra la storia di
quattro adolescenti – Marta,
Davide, Sara e
Marco – che, sfruttando la loro giovane età per
evitare sospetti, decidono di aiutare i partigiani durante la
Resistenza.
Inventano l’identità collettiva di “Sandokan”, un ribelle
immaginario che diventa un simbolo della lotta contro l’occupazione
nazifascista.
Nel
cast si ritrovano giovani attori emergenti come Anna
Losano, Luca Charles Brucini, Carlotta Dosi e Lorenzo
Enrico, affiancati però da interpreti noti come
Carla Signoris, Bebo Storti, Paolo Briguglia
eBarbara
Ronchi. Attraverso le loro interpretazioni, prendono
dunque vita personaggi che ci raccontano di coraggio,
amicizia e crescita. Fuochi d’artificio
rappresenta così un tributo ai valori della Resistenza,
evidenziando l’importanza della memoria storica e del
coinvolgimento delle nuove generazioni nella conservazione di tali
valori. In questo articolo, però, esploriamo ulteriormente la
storia vera dietro la serie e il libro da cui è
tratta.
La storia vera dietro di
Fuochi d’artificio
Sebbene la trama sia frutto di finzione narrativa, essa si ispira a
testimonianze, documenti e dinamiche autentiche dell’epoca, dando
voce a quei ragazzi che, con coraggio e astuzia, contribuirono
davvero alla liberazione dell’Italia. L’autore del
libro da cui è tratta la serie, Andrea Bouchard, è
nato a Milano nel 1963 da genitori originari delle valli
Pellice e Germanasca, luoghi che furono
teatro di una Resistenza particolarmente intensa. Fin da bambino,
Bouchard ha infatti ascoltato i racconti dei protagonisti di quel
periodo, tra cui quelli sullo zio Willy Jervis,
medaglia d’oro al valor militare, torturato e fucilato dalle SS nel
1944.
Queste testimonianze hanno profondamente influenzato la sua
scrittura, rendendo Fuochi d’artificio un omaggio
sentito e autentico alla memoria della Resistenza. In particolare,
però, Bouchard si è concentrato sul raccontare quel preciso evento
storico dal punto di vista dei più giovani, di cui spesso poco si
parla ma che contribuirono a loro volta nella resistenza contro gli
invasori (come anche alcuni altri film italiani sull’argomento
ribadiscono). In
occasione dell’80º anniversario della Liberazione, la serie offre
quindi una prospettiva unica sulla guerra, vista attraverso gli
occhi di chi stava ancora costruendo il proprio futuro ma ha scelto
di combattere per la libertà di tutti.
Foto di Emanuela Scarpa
Il libro da cui è tratta la
serie
Il romanzo Fuochi d’artificio.
Il piano segreto di quattro giovanissimi partigiani di
Andrea Bouchard, pubblicato da Salani
Editore, è un’opera di narrativa storica rivolta
principalmente a un pubblico giovane, ma capace di coinvolgere
lettori di tutte le età. Ambientato tra il 1943 e il 1945 nelle
Alpi piemontesi, il libro – come già riportato per la serie –
racconta la storia di quattro adolescenti che, nonostante la loro
giovane età, decidono di contribuire attivamente alla Resistenza
contro l’occupazione nazifascista.
La protagonista, Marta, è una
ragazza di tredici anni che vive con i nonni e il fratello Davide,
mentre i genitori sono impegnati in attività antifasciste. Quando
Davide le propone di unirsi a lui e all’amico Marco in un piano
segreto per aiutare i partigiani, Marta accetta, coinvolgendo anche
la sua amica Sara. I quattro ragazzi creano l’identità collettiva
di “Sandokan”, un ribelle immaginario che diventa un simbolo della
lotta contro gli oppressori. Sfruttando la loro età per passare
inosservati, i giovani protagonisti compiono azioni di sabotaggio e
raccolta di informazioni, dimostrando coraggio, intelligenza e
determinazione.
Il romanzo si distingue per la sua
capacità di raccontare la Resistenza attraverso gli occhi di
giovani protagonisti, offrendo una prospettiva unica e
coinvolgente. La narrazione in prima persona di Marta permette in
particolare al lettore di immedesimarsi nelle emozioni e nelle
sfide affrontate dai ragazzi, evidenziando come anche i più giovani
possano fare la differenza in momenti cruciali della storia. Il
libro trasmette così valori fondamentali come il coraggio,
l’amicizia, la solidarietà e l’importanza della memoria storica.
Fuochi d’artificio non è solo un romanzo di formazione, ma anche un
potente strumento educativo che invita i giovani lettori a
riflettere sul passato per comprendere meglio il presente e
costruire un futuro più consapevole.
Dove vedere in streaming e in TV la serie
Fuochi
d’artificio sarà trasmessa su Rai 1
il 15, 22 e 25 aprile 2025 alle ore 21:30. La
serie si potrà ritrovare anche sulla piattaforma
streaming Rai Play, completamente gratuita, a
cui basterà accedere per poter ritrovare il titolo e
riprodurlo.
Dopo il programma della Semaine de la Critique, anche la
Quinzaine des Réalisateurs ha annunciato la sua
line-up per il prossimo Festival di Cannes 2025. La sezione, lanciata
nel 1969 e supervisionata dalla Gilda dei registi francesi,
presenterà 21 lungometraggi e 10 cortometraggi. “In un mondo
turbolento, assediato su tutti i fronti da atteggiamenti
reazionari, dove i valori repubblicani e universalistici sono sotto
attacco, il ruolo sovversivo dell’arte è minacciato e le grandi
opere vengono cancellate, i cineasti di tutti i continenti si
oppongono ferocemente a queste tendenze“, è quanto si legge
nel comunicato della presentazione del programma dell’edizione
2025.
“La ricchezza e il dinamismo del
cinema della giovane generazione sono intatti. I film – alcuni dei
quali provengono da Paesi in guerra o da regioni in cui prevalgono
oscurantismo e populismo – evitano discorsi altisonanti, preferendo
mostrarci un’altra realtà. Come sempre, il cinema è un passo avanti
rispetto alla società. Invece di giudicare, complica.Invece di condannare, interroga. Piuttosto che fare
affermazioni generali, presta attenzione alle storie su piccola
scala, quelle degli individui che vivono gli eventi. Lo fa con
rabbia o umorismo, e sempre con una buona dose di poesia”.
“La 57a edizione della Quinzaine
è pluralista, mista, ricca di scoperte. Celebra una vivacità
cinematografica che è inestimabile e più che mai essenziale, anche
se registi e produttori hanno sempre più difficoltà a finanziare i
loro progetti. È al fianco dei registi di tutto il mondo nella
lotta contro l’omogeneizzazione, la mercificazione e quindi la
neutralizzazione del cinema. Siamo lieti di condividere con voi un
programma che onora l’arte della messa in scena e la volontà e la
generosità degli autori“, si afferma infine.
La selezione ufficiale di
Quinzaine des Réalisateurs2025
LUNGOMETRAGGI
ENZO (Film d’apertura)
Un film di Laurent Cantet
diretto da Robin Campillo
AMOUR APOCALYPSE
(Peak Everything)
di Anne Émond
BRAND NEW LANDSCAPE (opera prima)
(見はらし世代)
di Yuiga Danzuka
CLASSE MOYENNE
(Middle Class)
di Anthony Cordier
DANGEROUS ANIMALS
di Sean Byrne
LA DANSE DES RENARDS (opera prima)
(The Foxes Round)
di Valéry Carnoy
L’ENGLOUTIE (opera prima)
(The Girl in the Snow)
di Louise Hémon
LES FILLES DÉSIR (opera prima)
(The Girls We Want)
di Prïncia Car
GIRL ON EDGE (opera prima)
(Hua yang shao nv sha ren shi jian)
di Jinghao Zhou
INDOMPTABLES
di Thomas Ngijol
KOKUHO
di Lee Sang-il
LUCKY LU (opera prima)
di Lloyd Lee Choi
MILITANTROPOS
di Yelizaveta Smith, Alina Gorlova & Simon Mozgovyi
MIROIRS No. 3
(Mirrors No.3)
di Christian Petzold
LA MORT N’EXISTE PAS
(Death Does Not Exist)
di Félix Dufour-Laperrière
THE PRESIDENT’S CAKE (opera prima)
(Mamlaket al-Qasab)
di Hasan Hadi
QUE MA VOLONTÉ SOIT FAITE
di Julia Kowalski
SORRY, BABY (Film di chiusura)
di Eva Victor
CORTOMETRAGGI
+10K
di Gala Hernández López
BEFORE THE SEA FORGETS
di Ngọc Duy Lê
THE BODY
di Louris van de Geer
BREAD WILL WALK
(Le pain se lève)
di Alex Boya
CŒUR BLEU
(Blue Heart)
di Samuel Suffren
KARMASH
(کرمش)
di Aleem Bukhari
LOYNES
di Dorian Jespers
LA MORT DU POISSON
(Death of the Fish)
di Eva Lusbaronian
20th Century Studios ha annunciato
che Predator: Killer of Killers, un film
animato originale d’azione e avventura, ambientato nell’universo di
Predator, debutterà il 6 giugno in esclusiva su Disney+ in Italia.
La trama e il cast di Predator: Killer of
Killers
La storia antologica segue tre dei
guerrieri più feroci della storia umana: una razziatrice vichinga
che guida il suo giovane figlio in una sanguinosa missione in cerca
di vendetta, un ninja nel Giappone feudale che si ribella al
fratello samurai in una brutale lotta per la successione, e un
pilota della Seconda Guerra Mondiale che decolla per indagare su
una minaccia ultraterrena che incombe sulla causa degli Alleati.
Tuttavia, sebbene questi guerrieri siano assassini a pieno titolo,
sono solo prede per il loro nuovo avversario: il killer dei killer
per eccellenza.
Predator: Killer of
Killers è diretto da Dan Trachtenberg con Josh Wassung, dello
studio di animazione The Third Floor, in veste di co-regista. Il
film è scritto daMicho Robert Rutare,
con una storia di Trachtenberg e Rutare basata sui personaggi
creati da Jim Thomas & John Thomas. I produttori sono John Davis,
Dan Trachtenberg, p.g.a., Marc Toberoff, Ben Rosenblatt, p.g.a.,
mentre Lawrence Gordon, James E. Thomas, John C. Thomas e Stefan
Grube sono gli executive producer.
Da quando la classica serie di
fantascienza britannica è stata rilanciata nel 2005, Doctor Whoha continuato a guadagnare popolarità in tutto il
mondo e la quindicesima stagione, in arrivo, si preannuncia già
come la più grande di sempre. La serie, che ha debuttato nel 1963
sulla BBC, racconta le avventure di un misterioso alieno noto solo
come Il Dottore, che viaggia nel tempo e nello spazio con vari
compagni umani a bordo della loro nave, il TARDIS. Con avventure
che spaziano dal kitsch al terrificante, Doctor Who ha continuato ad affascinare il
pubblico con storie emozionanti tra le stelle, nel passato e
persino in dimensioni alternative.
La serie originale di Doctor
Who andò in onda dal 1963 fino alla sua cancellazione nel 1989
e, sebbene un pilot non ufficiale nel 1996 non andò da nessuna
parte, la serie fu riavviata correttamente nel 2005. L’era
affettuosamente conosciuta come “New Who” è ora diventata un vero e
proprio colosso televisivo e ha aggiunto sette nuovi Dottori
all’equazione negli anni successivi al suo debutto. Ncuti Gatwa è
l’ultimo attore ad aver interpretato il ruolo e, con la partnership
di Doctor Who con Disney+, l’era del 15° Dottore è un
altro nuovo inizio per il franchise di fantascienza più longevo di
tutti i tempi.
Ultime notizie su Doctor Who –
Stagione 15
Un nuovo trailer e i titoli
degli episodi
Mentre lo show si prepara a tornare
per la sua quindicesima (o seconda) stagione, le ultime notizie
arrivano sotto forma di un nuovo trailer di Doctor Who.
L’ultimo trailer completo non solo riassume un po’ della storia di
Doctor Who, ma fa luce sul rapporto tra il Dottore e la
nuova compagna, Belinda Chandra. Anticipando una trama generale
in cui il Dottore cerca di riportare Belinda sulla Terra nel suo
tempo, il trailer anticipa le varie avventure che il duo
intraprenderà. Da sciocche a spaventose, la stagione 15 si
preannuncia come un viaggio esilarante, se il trailer è
indicativo.
Insieme al nuovo trailer, la BBC ha
anche rivelato i titoli di ogni episodio della stagione 15 di
Doctor Who. La stagione di 8 episodi è già stata anticipata
da vari trailer, ma i titoli aiutano a mettere alcune delle storie
in una prospettiva più ampia. I titoli degli episodi sono “The
Robot Revolution”, “LUX”, “The Well”, “Lucky Day”, “The Story & The
Engine”, “The Interstellar Song Contest”, “Wish World” e “The
Reality War”. Mentre alcuni sono chiaramente storie a sé
stanti, come “The Interstellar Song Contest”, altri come “The
Reality War” accennano a una trama molto più ampia.
Gli episodi includono:
“The Robot Revolution”
“LUX”
“The Well”
“Lucky Day”
“The Story & The Engine”
“The Interstellar Song Contest”
“Wish World”
“The Reality War”
La stagione 15 di Doctor Who è
tecnicamente la stagione 2
L’era Disney+ azzera i numeri
delle stagioni
Probabilmente la decisione è
stata presa per cercare di attirare nuovi spettatori che potrebbero
essere stati spaventati da 13 stagioni di TV che potrebbero dover
recuperare
Uno dei maggiori cambiamenti
apportati con l’inizio ufficiale dell’era Disney+ di Doctor Who è che la
numerazione delle stagioni è stata ufficialmente azzerata. Sebbene
il canone della storia sia ancora intatto, la stagione 14 di
Doctor Who è stata tecnicamente la stagione 1, rendendo
la stagione 15 tecnicamente la stagione 2. Probabilmente la
decisione è stata presa per cercare di attirare nuovi spettatori
che potrebbero essere stati spaventati da 13 stagioni di TV che
potrebbero dover recuperare, ma ha anche creato confusione.
Doctor Who ora ha tre stagioni 1 separate, creando punti
di partenza abbondanti per i Whoviani in erba.
Data di uscita di Doctor Who –
stagione 15
Sebbene la prossima stagione fosse
originariamente prevista per maggio 2025, la serie di fantascienza
di lunga durata arriverà in realtà prima del previsto. Disney e la
BBC hanno confermato che la stagione 15 di Doctor Who
debutterà il 12 aprile 2025.
Lo speciale di Natale, “Joy to the
World”, è l’inizio non ufficiale della stagione 15 e andrà in onda
il giorno di Natale 2024.
Il cast della stagione 15 di
Doctor Who
Il cast della quindicesima stagione
di Doctor Who è stato oggetto di molte speculazioni da
quando sono circolate voci secondo cui la nuova compagna del
Dottore, Ruby Sunday (Millie Gibson), avrebbe lasciato la serie
dopo la quattordicesima stagione. Anche se altre notizie
suggeriscono che Ruby apparirà nella quindicesima stagione, la
nuova arrivata Varada Sethu è stata scelta per diventare la nuova
compagna del Dottore nella quindicesima stagione. Per
controbilanciare la confusione che circonda i compagni, l’attore
che interpreterà il quindicesimo Dottore, Ncuti Gatwa, ha già
confermato che riprenderà il ruolo nella stagione 15.
È stato confermato anche il ritorno
della signora Flood (interpretata da Anita Dobson), che avrà un
ruolo più importante dopo alcune anticipazioni scioccanti nella
stagione 14. Jonah Hauer-King (La
sirenetta) si è unito al cast della stagione 15, ma non si
sa ancora nulla del suo ruolo. Allo stesso modo, la nuova arrivata
Archie Panjabi (The Good Wife) interpreterà un cattivo
ancora senza nome nei prossimi episodi. Susan Twist tornerà nei
panni della misteriosa Susan Triad, anche se al momento non si
conosce la portata del suo ruolo. Alan Cumming (The
Traitors) si unisce al cast nei panni del personaggio dei
cartoni animati senziente Mr. Ring-A-Ding.
Storia della quindicesima
stagione di Doctor Who
Altre avventure nel tempo e
nello spazio
A questo punto, è impossibile
sapere esattamente cosa accadrà nella quindicesima stagione di
Doctor Who. Le avventure del Dottore sono migliori quando
sono inaspettate e ogni episodio è di solito una storia a sé stante
che può toccare temi generali. Le migliori storie di Doctor
Who in genere coinvolgono molti dei nemici più riconoscibili
del Dottore, come i Dalek o i Cyberman, ma possono anche essere
incentrate sui personaggi. La stagione 14 ha già dato il tono
dell’era Ncuti Gatwa, e questo probabilmente influenzerà il
tipo di avventure che il Dottore affronterà nella stagione 15.
Nell’episodio finale della stagione
14, il Dottore e Ruby sono riusciti a sconfiggere Suketh
liberandolo in un vortice temporale. Ciò significa che la prossima
stagione dovrà introdurre nuovi conflitti, soprattutto se abbinati
alla rivelazione della normale parentela di Ruby. Anche se questo
potrebbe aver deluso alcuni spettatori, lascia aperta la
possibilità che la stagione 15 di Doctor Whosia la vera tabula rasa che l’era Disney aveva
immaginato.
Chandra diventa passeggera
sul TARDIS e spetta al Dottore riportarla sulla Terra sana e
salva.
Il primo teaser della stagione 15
ha svelato alcuni indizi su ciò che accadrà nella prossima
stagione, inclusa la nuova compagna Belinda Chandra. Sebbene non si
conoscano ancora tutti i dettagli, Chandra diventa passeggera sul
TARDIS e spetta al Dottore riportarla sulla Terra sana e salva. Il
teaser mostra anche il ritorno di Ruby Sunday, ma non è chiaro come
sarà coinvolta nella stagione.
Trailer della stagione 15 di
Doctor Who
Guarda i trailer qui
sotto
Pubblicato il giorno di Natale del
2024, il primo teaser
trailer della quindicesima stagione di Doctor Whoè uscito subito dopo l’episodio natalizio “Joy to the
World”. Il breve trailer presenta la nuova compagna Belinda
Chandra, che si ritrova sul TARDIS e chiede al Dottore di
riportarla a casa. Nel frattempo, il Dottore incontra strani robot,
fa un viaggio nello spazio e si trova di fronte a un cartone
animato vivente che scende da uno schermo cinematografico.
Diversi mesi dopo la pubblicazione
del primo teaser, nel marzo 2025 è arrivato il trailer completo della
quindicesima stagione di Doctor Who. Il
trailer completo mette in evidenza soprattutto la nuova relazione
tra il Dottore e Belinda, ma dedica anche molto tempo alle varie
missioni della prossima stagione. Il Dottore parla di minacce più
grandi del tempo e dello spazio stesso, oltre che di una discreta
quantità di mostri terrificanti. Viene anticipato un concorso
canoro in stile Eurovision su scala universale, e qualcosa minaccia
Ruby sulla Terra.
Un altro trailer completo della
quindicesima stagione di Doctor Who è uscito a marzo
2025 e offre qualche altro assaggio della trama generale della
stagione. Dopo una panoramica tradizionale del Dottore e di come
funziona il TARDIS, il trailer introduce Belinda e la sua ricerca
per tornare a casa sulla Terra nel momento giusto. Lungo il
percorso, la nuova coppia si trova coinvolta in ogni sorta di
pericolose avventure, ma un’importante interruzione nella realtà
sembra essere alla base dell’intera stagione.
La seconda stagione di Surface
su Apple
TV+ ha avuto diversi episodi emozionanti, con il
finale di stagione che ha risposto alla maggior parte delle domande
presentate durante la serie. La seconda stagione di Surface,
interpretata da Gugu Mbatha-Raw, è iniziata con Sophie che si
trasferisce in Inghilterra per scoprire cosa è successo a sua
madre. Mentre è lì, Sophie si ricollega con la sua amica
d’infanzia, Eliza Huntley, che è l’unica persona che può
presentarla alla famiglia segreta. Ma con il procedere della serie,
la relazione tra Eliza e Sophie ha dovuto affrontare molte sfide
che hanno reso l’obiettivo di quest’ultima molto più difficile.
Sophie ha anche contattato Callum
Walsh, nel thriller, un giornalista che cerca di svelare i segreti
degli Huntley. Proprio quando sta per dirgli quali informazioni ha
sulla potente famiglia, l’informatrice di Callum, Phoebe, viene
misteriosamente assassinata, facendo cambiare idea a Sophie sul
parlare con il giornalista. Mentre Sophie continua le sue indagini
sulla morte di Emma, scopre di essere la figlia di Henry Huntley.
Così lei e James si ritrovano coinvolti in altri guai fino a quando
un incidente, che fa ricordare a Sophie come è morta Emma, la porta
a costituirsi alla polizia.
Le molteplici identità di
Sophie si svelano dopo essersi consegnata alla polizia
Tess Caldwell non è l’unico
altro nome di Sophie
Dopo aver lasciato l’America, dove
ha trovato alcune informazioni riguardanti sua madre, Sophie è
andata in Inghilterra, il suo paese natale, con la speranza di
risolvere il mistero che circonda la morte di sua madre. Si scopre
che gli Huntley hanno qualcosa a che fare con quello che è successo
a Emma. Con grande sorpresa di Sophie, scopre di essere la
figlia di Henry Huntley e che la sua famiglia le ha cambiato il
nome in Tess Caldwell e l’ha mandata in un orfanotrofio dove è
cresciuta.
Quando qualcuno entra nel suo
appartamento, chiama Callum, che la porta in un appartamento
segreto. James, invece, continua a cercare di risolvere l’omicidio
di Emma e viene rapito ancora una volta dagli uomini di Quinn
Huntley, che gli fanno chiamare Sophie per sbarazzarsi di lei.
Quando Sophie e Callum arrivano al luogo in cui si trova James,
vengono seguiti da uno degli uomini di Quinn e il marito di
Sophie lo uccide per legittima difesa. Dopo che la polizia
arriva sul luogo dell’incidente, trova il corpo dell’uomo morto e
arresta Callum.
Dato che Sophie non ricorda
tutto del suo passato, non sorprende che le informazioni sulle sue
altre identità siano state uno shock.
James e Sophie diventano i
principali sospettati dell’omicidio e pensano di fuggire. Ma
proprio mentre arrivano all’aeroporto, Sophie cambia idea e si
consegna alla polizia. Mentre viene interrogata, il detective
rivela che Sophie ha in realtà molteplici identità ed è ricercata
da diverse persone. Dato che Sophie non ricorda tutto del suo
passato, non sorprende che le informazioni sulle sue altre identità
siano state uno shock.
Perché Sophie e James non
stanno insieme nel finale della seconda stagione di
Surface
Fin dalla prima stagione di
Surface, era chiaro che James e Sophie avessero una
relazione complicata. La cosa si è fatta ancora più interessante
quando James è riapparso nella vita di Sophie alla fine del secondo
episodio della seconda stagione di Surface. Dato che
Sophie e suo marito si sono riavvicinati mentre lui era in
Inghilterra e che lui l’ha aiutata nelle indagini sull’omicidio
di Emma, sembrava che i due sarebbero finiti insieme alla fine
della serie.
Poiché James ha deciso di non
consegnarsi alle forze dell’ordine e spiegare perché ha ucciso
l’uomo di Quinn, la coppia non può stare insieme perché lui è in
fuga. Anche se Sophie ha lasciato James all’aeroporto, non è chiaro
se abbia effettivamente lasciato l’Inghilterra. James di solito
viene in aiuto della moglie ogni volta che è nei guai, quindi
c’è ancora la possibilità che non se ne vada per aiutarla nel
momento del bisogno.
Chi ha ucciso davvero Emma in
Surface e perché
Nella prima stagione di
Surface, il mistero più grande riguardava la causa che
aveva spinto Sophie a fingere la propria morte. La seconda
stagione di Surface, invece, ha approfondito ciò che è
realmente accaduto a Emma. Nel corso degli episodi della serie,
sono stati rivelati indizi su Emma. Inizialmente, Sophie credeva
che fosse stato suo padre ad uccidere Emma, in modo che il mondo
non scoprisse che aveva un’altra figlia. Tuttavia, non era andata
così.
Nel terzo atto della seconda
stagione di Surface, episodio 8, Olivia spiega a Eliza che non
sapeva chi fosse Emma e che la sua morte fu
accidentale.
Quando Sophie era bambina, lei e
sua madre andarono alla tenuta degli Huntley nel cuore della notte.
Olivia Huntley, la madre di Eliza, sparò a Emma, pensando
che fosse un’intrusa. Nel terzo atto della seconda stagione di
Surface, episodio 8, Olivia spiega a Eliza che non sapeva
chi fosse Emma e che la sua morte fu un incidente. Se è vero che la
morte di Emma non fu pianificata, il fatto che gli Huntley
continuarono e mantennero segreto ciò che era accaduto indica il
tipo di persone che sono e fino a che punto sarebbero arrivati per
evitare qualsiasi tipo di scandalo.
Perché Henry uccide suo padre,
William Huntley, nel finale della seconda stagione di
Surface
Per gli Huntley, mantenere i
segreti era una seconda natura. Anche se questa necessità di
mantenere un’immagine impeccabile non è iniziata con William
Huntley, lui l’ha trasmessa a suo figlio Henry, che a sua volta ha
insegnato ai suoi figli a fare lo stesso. Durante il matrimonio di
Quinn e Grace, Henry chiese a suo padre perché gli avesse
portato via Sophie. William aveva tenuto Sophie lontana dalla
sua famiglia perché non voleva che nessuno scoprisse che Henry
aveva avuto un figlio con una donna con cui non era sposato.
È la confessione di William su ciò
che prova davvero per Sophie che spinge Henry al limite. Soffoca il
padre con un cuscino e se ne va. È chiaro che i Huntley hanno un
rapporto complicato e Henry ha avuto difficoltà a perdonare suo
padre per le cose che ha fatto in nome della protezione della
sua famiglia. Ma alla fine, Henry è diventato il tipo di persona
che non avrebbe mai voluto essere, lasciando che la rabbia avesse
la meglio su di lui e uccidendo senza pietà il suo fragile
padre.
Come il finale della seconda
stagione di Surface prepara la terza
Anche se la seconda stagione di
Surface ha risolto il più grande mistero della serie, ci
sono diverse altre domande che non hanno trovato risposta nella
serie di Apple
TV+. Ad esempio, le molteplici identità di Sophie o il motivo
per cui le possiede rimangono un segreto. Dato che Henry ha ucciso
suo padre nel finale di stagione di Surface, non è chiaro se
dovrà affrontare delle ripercussioni per le sue azioni. Anche Eliza
ha scoperto cosa Henry e Olivia hanno fatto a Emma, quindi rimane
la domanda se li smaschererà. Tutte queste domande, e altre ancora,
hanno dato il via a un’altra stagione di Surface che
potrebbe cercare di rispondere.
Apple
TV+ ha annunciato oggi di aver acquisito i diritti di
“Come See Me in the Good Light”, il documentario
vincitore del Festival Favorite Award al Sundance 2025. Dopo la sua
premiere mondiale al festival, il film è stato ampiamente elogiato
dalla critica come un’opera “splendidamente realizzata” e un
“documentario eccezionale” che offre uno “sguardo toccante sulla
fragilità della vita umana”.
Il
documentario ha inoltre conquistato il Premio del Pubblico al
Boulder International Film Festival, al Cleveland International
Film Festival e al Full Frame Documentary Film Festival. “Come See
Me in the Good Light” debutterà in streaming su Apple
TV+ nell’autunno 2025.
“Come See Me in the Good Light” è una storia d’amore commovente e
sorprendentemente ironica che racconta il legame tra le poetesse
Andrea Gibson e Megan Falley, alle prese con una diagnosi di cancro
incurabile affrontata con gioia, intelligenza e un’inossidabile
complicità. Tra risate e amore incondizionato, trasformano il
dolore in uno scopo più grande e la mortalità in una toccante
celebrazione della resilienza umana.
Il film è diretto da Ryan White (“Pamela, A Love Story,” “The
Keepers,” “Visible: Out on Television”), anche produttore insieme a
Jessica Hargrave, Tig Notaro (“The Morning Show,” “Star Trek,” “Am
I OK?”) e Stef Willen (“Em,” “Have Tig at Your Party”).
La colonna sonora include un brano originale interpretato dalla
vincitrice di un Grammy e candidata agli Emmy Sara Bareilles, e
dalla vincitrice di Grammy, Emmy e candidata all’Oscar Brandi
Carlile, scritto da Andrea Gibson, Bareilles e Carlile.
Tra i produttori esecutivi figurano Glennon Doyle, Abby Wambach,
Lauren Haber, Joe Lewis, Rachel Eggebeen, Colin King Miller,
Catherine Carlile, Brandi Carlile, Susan Yeagley, Kevin Nealon,
Galia Gichon, Sara Bareilles, Amanda Doyle, Christi Offutt, Soraida
Bedoya, Melony Lewis e Adam Lewis.
Il successo della line-up di Apple Original Films continua a
crescere costantemente sin dal debutto di Apple TV+ cinque anni fa.
Oltre ad essere stata la prima piattaforma di streaming a
conquistare l’Oscar per il Miglior Film con “CODA”, Apple ha
recentemente ottenuto l’Oscar per il Miglior Cortometraggio
d’Animazione con “Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo”,
mentre “Killers of the Flower Moon” ha
ricevuto 10 storiche candidature agli Oscar, inclusa quella per il
Miglior Film.
Apple TV+ ha inoltre recentemente lanciato in streaming
“Misteri dal profondo”, con Miles Teller e Anya Taylor-Joy; “Wolfs
– Lupi solitari”, con George Clooney e Brad Pitt; e “The
Instigators”, con Matt Damon e Casey Affleck.
Tra le ultime uscite di Apple Original Films anche “Blitz”, il
nuovo film del regista premio Oscar® Steve McQueen, ora disponibile
in streaming su Apple TV+ dopo il debutto in sale selezionate.
Tra i titoli più attesi in arrivo: “F1”, con protagonista Brad
Pitt, diretto da Joseph Kosinski e prodotto da Jerry Bruckheimer,
al cinema dal 27 giugno 2025; e “Fountain of Youth – L’eterna
giovinezza”, il nuovo film di Guy Ritchie con Natalie Portman e
John Krasinski.