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Shazam!: nuova foto dal set con Zachary Levi in costume

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Soltanto qualche giorno fa era comparsa online la prima foto di Zachary Levi con il costume di Shazam! sul set del film, tuttavia la prospettiva dello scatto pubblicato da un fan non metteva troppo a fuoco i dettagli.

Fortunatamente è arrivata nelle scorse ore questa nuova immagine in cui possiamo dare uno sguardo alla parte frontale del vestito, davvero fedele alla versione di Justice League War (tessuto rosso con al centro un fulmine dorato).

Che ne pensate?

 

Shazam!: Zachary Levi fa chiarezza sulla foto del costume

Vi ricordiamo che il film farà parte dell’Universo Cinematografico DC e seguirà le uscite di Aquaman e Wonder Woman 2, gli altri due attesi titoli di casa DC.

Sinossi: Abbiamo tutti un supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso di Billy Batson, gli basta gridare una sola parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni possa trasformarsi nel Supereroe Shazam per gentile concessione di un antico mago. Ancora bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si diverte nella versione adulta di se stesso facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri: divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi poteri per combattere le forze mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus Sivana.

Nel cast Zachary Levi (Shazam!), Asher Angel (Billy Batson), Mark Strong (Dr. Thaddeus Sivana)Jack Dylan Grazer (Freddy), Grace Fulton (Mary), Faithe Herman (Darla), Ian Chen (Eugene), Jovan Armand (Pedro), Cooper Andrews e Marta Milans (genitori adorrivi di BillyVictor e Rosa Vasquez), Ron Cephas Jones (Il Mago).

Fonte: CBM

Oscar 2018, gli abiti sul red carpet: rosso, bianco e nessun rischio

Messo da parte il total black dei Golden Globes e dei BAFTA (ma conservate le spillette e il mood, durante tutta la cerimonia) che ha caratterizzato l’adesione totale del mondo del cinema americano ed Europeo al movimento Time’s Up, il tappeto rosso degli Oscar 2018 si è concesso il colore e la gloria frivola e maestosa dei magnifici abiti che hanno sfilato davanti al Dolby Theatre, prima che le statuette venissero consegnate.

Oscar 2018i vincitori

A differenza degli altri anni, però, sembra che il movimento Time’s Up sia stato seguito nella parziale sobrietà degli abiti da sera, tutti elegantissimi ma forse un po’ più cauti, con qualche eccezione, nell’ostentare scelte eccentriche. Di seguito una piccola guida a ciò che abbiamo visto sul tappeto, più rosso del solito, di questi 90° Acacdemy Awards.

Oscar 2018, commento: torna il fantasy all’eco di Time’s Up

Un tappeto molto rosso

E partiamo proprio dalla tinta che maggiormente ha catturato la scelta delle attrici che hanno partecipato alla cerimonia. Due delle nominate di punta, Meryl Streep e Allison Janney, hanno scelto di “mimetizzarsi” con il tappeto rosso, e dello stesso avviso sono state moltissime invitate, tra cui Maya Rudolph e Felicity Hoffman. Si tratta prevalentemente di tessuti pesanti e tagli lineari. Un colpo d’occhio vivace e passionale, in linea con le donne che quest’anno ci ha proposto il cinema.

Total White

In netto contrasto con la vivacità del rosso, in moltissime hanno scelto l’abito bianco, colore difficilissimo da indossare ma che è stato proposto in diverse modalità. Straordinaria la scelta di Jane Fonda, che si conferma una donna di grandissima classe, con linee sobrie ed eleganti. Nonostante l’età, le altre giovani colleghe possono solo imparare da tanta classe e sicurezza. Anche le nominate Margot Robbie e Laurie Metcalf hanno scelto in bianco, in due modelli molto diversi, adatti all’età e alla corporatura delle stesse. Tutte scelte sicure, che hanno abbinato all’eleganza, la sobrietà.

Belle in rosa

Quando si pensa al rosa sul tappeto degli Oscar, l’immaginario collettivo va immediatamente al 1999, all’abito che Gwyneth Paltrow scelse per la notte che la incoronò migliore attrice dell’anno (per Shakespeare in Love). Non ha avuto la stessa fortuna Saoirse Ronan, che con un abito molto fine dello stesso colore, che ricorda da lontano lo stile di Grace Kelly, ha scelto di partecipare alla sua terza Notte degli oscar da nominata. Il suo abito si pone in mezzo ad altri due “rosa” molto diversi: da una parte la vincitrice dell’anno scorso per il ruolo da non protagonista, Viola Davis, che ha sfoggiato con sicurezza un abito a sirena rosa shocking; dall’altra un’elegantissima Danai Gurira in rosa pallido. Una delle più belle della serata.

Le principesse

Non passa mai di moda lo stile romantico da fiaba, che alcune delle invitate hanno abbracciato con grande consapevolezza e ottimi risultati. Dalla casta Emily Blunt, alla sensualissima Camila Alves, l’abito voluminoso e ampio, dai colori chiari, è stato una buona scelta, pur incasellandosi bene in un mood collettivo di sobrietà. Certo questa scelta non paga molto al momento di prendere posto in sala, sulle strette sedioline del Dolby, ma quando si ha la possibilità di sedere in prima linea, come Camila, un abito abbondante non dà poi tanto fastidio.

Oro e Argento

Moltissime attrici hanno scelto il look da sirena d’argento (o dorata) e tutte con risultati differenti. Sally Hawkins, per esempio, ha optato per un abito largo, che ricorda vagamente l’estrema eleganza di Isabelle Huppert lo scorso anno, ma con un risultato sicuramente più scarso. Altro discorso invece Jennifer Lawrence, capace sempre di stupire con scelte d’abito che ne esaltano la figura e la femminilità. Ricchissimi gli abiti di Gal Gadot e Lupita Nyong’O, entrambe reduci da un anno straordinario, grazie alla loro partecipazione ai cinecomic di maggiore successo al box office degli ultimi dodici mesi. Nel complesso, quella dell’abito luminoso, una scelta “classica”, molto frequente per questa circostanza.

Nero

Protagonista dei precedenti appuntamenti grazie al Time’s Up, il nero è sempre una buona scelta, alquanto frequente. Basti pensare che era uno dei trend del red carpet degli Oscar dello scorso anno. Per parlare di un classico senza tempo, abbiamo scelto due abiti in particolare, un confronto tra due scelte simili per trasparenze ma con esiti molto molto diversi. Taraji Henson è ancora una volta molto molto sexy, ai limiti del buon gusto a dire il vero, Leslie Bibb invece dimostra classe e gusto, pur giocando sul sicuro e scegliendo un abito che si confà alla sua forma longilinea e slanciata.

Rotondità

Questa “categoria” è particolarmente cara a chi scrive, perché mostra in che modo chi non possiede un fisico propriamente incluso nel canoni classici del cinema hollywoodiano possa affrontare il red carpet con una grande varietà di opportunità. Whoopi Goldberg e Octavia Spencer hanno affrontato la scelta dell’abito con un approccio opposto. La prima si è concessa un variopinto eccesso, con fiori, colori e tante balze, un tocco di vivacità su un red carpet, come dicevamo, alquanto composto. La seconda si conferma una delle meglio vestite degli Oscar 2018, dal momento che riesce quasi sempre a scelgliere odelli e tagli che esaltano la sua forma naturale e le calzano a pennello.

Sfumature di blu (e derivati)

Non è certo un colore che passa inosservato, soprattutto nella tonalità scelta da Jennifer Garner, tuttavia la morbidezza del tessuto ha addolcito il colpo d’occhio, regalando all’attrice una figura e un look molto elegante. Tutt’altro che morbido invece l’abito di Nicole Kidman, che in un anno molto fortunato per lei sembra aver riacquistato la bellezza della giovinezza, prima del botox, e anche un nuovo gusto nel vestire. Splendido il suo blu, così come magnifica è Helen Mirren, praticamente impassibile agli anni e sempre di grande classe.

Gialli diversi

Come il blu elettrico, anche il giallo è un colore che si fa notare, soprattutto sulle forme di Eiza Gonzalez. Altro discorso invece per Greta Gerwing che sceglie un modello semplicissimo, che si sposa con il suo approccio a metà tra i timido e il dimesso, una vera bambolina da red carpet, nonostante l’altezza e le forme. Un po’ gialla e un po’ nera, la meno glamour del tappeto rosso, Frances McDormand, riesce ancora una volta a fare una scelta interessante, senza mai venire meno al suo stile acqua e sapone, più bello ogni anno che passa, e risultando comunque elegante e all’altezza della circostanza. Con un carisma tale, l’abito scende decisamente in secondo piano.

Fiori

Su un tappeto rosso che ha prediletto le tinte unite e i tagli sobri, Agnes Varda e Paz Vega hanno portato la primavera. Fiori su sfondo bianco, scelte diverse e glamour, allo stesso modo, adeguate allo stile, all’età, allo spirito di chi le ha operate.

Menzione speciale 1

Non potevano mancare le voci fuori dal coro: nel 1962 Rita Moreno vinse il suo Oscar per West Side Story. Ieri sera, chiamata a premiare il miglior film straniero dall’Academy, la Moreno si è presentata sul tappeto rosso con lo stesso abito, perfettamente ri-indossato per l’occasione. Un’energia e una simpatia senza tempo.

Menzione speciale 2

La stella più splendente dello scorso anno si merita un posto tutto suo in questa rapida carrellata. Una delle poche, se non l’unica in pantaloni, Emma Stone ha sfoggiato un look castigato, che forse non si adattava molto alla serata. Ma la scelta è sembrata consapevole, come se l’attrice volesse dire che non era la sua serata, quest’anno, e che andava bene così. Non si è sforzata, dunque, eppure è difficile rimanere impassibili di fronte a un tale fascino solare.

Box Office ITA: Red Sparrow vince il weekend

Red Sparrow apre in testa al box office italiano, seguito da A casa tutti bene e Puoi baciare lo sposo.

red sparrow

Fine settimana sottotono al box office italiano, con Red Sparrow che apre in prima posizione con 1,1 milioni di euro incassati in 365 sale a disposizione, registrando una media per sala pari a 3220 euro.

A casa tutti bene scende al secondo posto con 995.000 euro e sfiora il tetto degli 8 milioni di euro.

Puoi baciare lo sposo apre in terza posizione incassando 952.000 euro in 369 sale.

Il filo nascosto conferma la quarta posizione dell’esordio con altri 925.000 euro per un totale di 2,2 milioni.

Fresco vincitore di 4 Oscar, La Forma dell’Acqua incassa altri 799.000 euro arrivando a quota 4,6 milioni.

Black Panther scende al sesto posto con altri 766.000 euro e supera il tetto dei 6 milioni.

Calo per Belle e Sebastien 3 – Amici per sempre che totalizza 1,9 milioni con altri 744.000 euro.

Esordio soddisfacente per Lady Bird in ottava posizione con 557.000 euro incassati in 181 copie, con cui registra una media di 3077 euro per sala.

Segue la new entry E’ arrivato il broncio che debutta con 518.000 euro.

Chiude la top10 La vedova Winchester che arriva a 1,1 milioni complessivi con altri 318.000 euro.

Oscar 2018: Frances McDormand spiega il suo discorso

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In tempi di grandi cambiamenti politici e sociali, in cui Hollywood sta rivalutando se stessa e il proprio sistema, gli Oscar 2018 non si tirano indietro dal parlare dei problemi, e delle soluzioni.

È Frances McDormand che, alla fine del proprio discorso per l’accettazione dell’Oscar 2018 come Miglior attrice protagonista per Tre manifesti a Ebbing, Missouri, ci ricorda che gli strumenti legali per un modo più equo esistono, anche all’interno dell’industria del cinema. L’attrice americana ha parlato pubblicamente più volte dei temi più dibattuti di Hollywood, soprattutto di sessismo, diversità e femminismo.

Il ruolo che le ha vinto l’Oscar, quello di una madre che lotta per la giustizia dopo il brutale assassinio e stupro della figlia, è intenso. È un ruolo che comporta responsabilità, soprattutto in una Hollywood ribaltata dallo scandalo di Weinstein, già espulso dall’Academy. E l’attrice se la assume pienamente e in modo intelligente, invitando tutti a guardarsi intorno. “Abbiamo tutti storie da raccontare e progetti che abbiamo bisogno di finanziare“, annuncia. E dona due parole, ai colleghi così come al mondo che sta guardando: inclusion rider, o clausola di inclusione.

Oscar 2018 – tutti i vincitori

È solo nel backstage, un’ora dopo, che spiega cosa sia: uno strumento legale per garantire maggiore diversità all’interno della produzione di un film. È un provvedimento aggiuntivo che può essere introdotto in un contratto, e che dà la possibilità a chi sta negoziando la produzione di un film di richiedere una diversità almeno del 50%, non solo nel cast, ma anche nella troupe. McDormand compie quello che forse è il passo in più ora necessario, quello dell’offrire e ricordare l’esistenza di possiblità di cambiamento concrete ad una società e ad un’industria che si devono aprire. Devono, perché la verità è che non sono giuste, non sono eque. E, come fa notare l’attrice, quando sappiamo una cosa, non possiamo più ignorarla. Twitter, Facebook, e gli hashtag hanno portato alla luce quanto certi fenomeni siano effettivamente diffusi. Hanno dato molto coraggio. Hanno dato visibilità, e hanno contribuito (o stanno contribuendo) alla formazione di una coscienza.

Ma a questi Oscar 2018, McDormand ci dice che il punto non è la popolarità degli argomenti, non è il trend su twitter. “Le donne non sono un trend. Gli afroamericani non sono un trend”, afferma l’attrice. Il punto è il cambiamento, e il cambiamento comincia ora, con gli strumenti legali che abbiamo, e con l’impegno di tutti.

Fonte: Variety.com

Avengers: Infinity War, i character poster grafici dei protagonisti

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Ecco i character poster grafici dei protagonisti di Avengers: Infinity War. Oltre agli eroi che vedremo nel film c’è anche il poster dedicato a Thanos (Josh Brolin), il Titano Pazzo contro cui i Vendicatori si scontreranno:

Avengers: Infinity War – la trama

Un viaggio cinematografico senza precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta fine all’universo.

Anthony e Joe Russo dirigono il film, che è prodotto da Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Michael Grillo e Stan Lee sono produttori esecutivi. Christopher Markus & Stephen McFeely hanno scritto la sceneggiatura. Avengers: Infinity War arriverà nei cinema USA il 4 maggio, dal 25 aprile in Italia.

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Avengers: Infinity War trailer ufficiale – i Vendicatori contro Thanos

Nel cast torneranno tutti gli eroi protagonisti degli ultimi dieci anni di film ambientati nel Marvel Cinematic Universe, da Iron Man (2008) e Black Panther (2018).

Avengers: Infinity War, chi ha indossato il Guanto dell’Infinito prima di Thanos?

Black Panther: quasi 900 milioni di dollari al box office

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Sono passate solo tre settimane da quando Black Panther è uscito nei cinema di tutto il mondo. Sono passate solo tre settimane, sono bastate per raggiungere incassi internazionali da record, con un totale di 897.7 milioni di dollari al box office.

Diretto da Ryan Coogler, il film ci porta questa volta in un territorio ancora inesplorato dell’universo Marvel: un regno di nome Wakanda, un’Africa distopica e fantascientifica. È una produzione dal valore eccellente, sia dal punto di vista estetico che politico, ed ha suscitato grande entusiasmo e apprezzamento non solo da parte del pubblico e dei fan Marvel, ma anche da parte della critica.

Ma il successo di Black Panther è anche economico: dopo un terzo weekend nelle sale in cui ha visto un’entrata di 56.2 milioni di dollari, il film si appresta a diventare uno di quelli che verranno ricordati anche per aver incassato cifre stellari, che ci fanno impressione anche solo a nominarle: oltre un miliardo di dollari.

Fino ad oggi, sono quattro i film Marvel che hanno superato la fatidica soglia: The Averngers, con 1.56 miliardi di dollari; Avengers: l’era di Ultron con 1.4 miliardi; Iron Man 3 con 1.2 miliardi; e Captain America: Civil War con 1.15 miliardi.

E Black Panther non è campione di incassi solo per Disney-Marvel, ma lo è anche nella storia del cinema: in un periodo di tempo sorprendentemente breve, è entrato nelle classifiche dei film con gli incassi più alti di tutti i tempi: al quarantasettesimo posto su scala mondiale, e al decimo negli Stati Uniti.

Quanto incasserà ancora Black Panther?

Dopo tre settimane, gli incassi cominciano a calare. In Europa, a causa del gelo e della neve che hanno invaso il continente, sono calati del 37% nell’ultimo fine settimana. Ma rimane il primo film nelle classifiche.

Inoltre, una parte del mondo sta ancora aspettando che Black Panther arrivi nelle proprie sale: la Cina, dove i film dell’universo Marvel hanno sempre un successo assicurato. E le aspettative sono alte: nel 2017, Thor: Ragnarok ha incassato 112 milioni di dollari.

Siamo alla fine della stagione degli Oscar, e questo vuol dire una cosa sola: grandi film in tutti i cinema. Film che hanno successo, film che piacciono, film di alta qualità e con alte attrattive. Film che tutti stavamo aspettando da tempo. Ma com’è andata agli altri film? Quanto hanno guadagnato rispetto a Black Panther?

Red Sparrow, il thriller che vede l’amata Jennifer Lawrence nei panni di una ballerina/agente segreto, ha incassato 26.5 milioni di dollari durante il primo weekend nelle sale.

Tre manifesti a Ebbing, Missouri è sicuramente uno dei film più aspettati e più popolari di questa stagione, e fino ad ora ha incassato un totale di 79 milioni di dollari.

La forma dell’acqua, il film di Guillermo del Toro che ha trionfato sia ai BAFTA che ieri notte agli Oscar, al box office ha raggiunto, per ora, i 69 milioni di dollari.

The Greatest Showman, lo sgargiante musical con Hugh Jackman, Zac Efron e Michelle Williams, ha incassato in totale 211.2 milioni di dollari.

Fonte: Variety.com

Red Sparrow: tre nuove clip con Jennifer Lawrence

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Ecco tre clip in italiano di Red Sparrow, il film con Jennifer Lawrence che per la quarta volta viene diretta da Francis Lawrence.

Red Sparrow, il trailer con Jennifer Lawrence

La sceneggiatura di Red Sparrow è firmata da Justin Haythe che ha rimaneggiato uno script precedentemente realizzato di Eric Warren Singer. Il libro è ambientato in Russia ai nostri giorni, dove una giovane donna, che fa parte della sezione burocratica dei servizi segreti, che si sposta nella sezione operativa e diventa un passero (Sparrow del titolo), un’infiltrata nella CIA.

Red Sparrow, recensione del film con Jennifer Lawrence

Completano il cast del film, oltre a Jennifer Lawrence, Joel Edgerton, Jeremy Irons, Matthias Schoenaerts, Sergei Polunin.

Fonte: 20th Century Fox Italia

Avengers: Infinity War, alcuni dettagli su Cap, Thanos e altri personaggi

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Sono stati diffusi nuovi dettagli da Avengers: Infinity War, precisamente relativi ad alcuni personaggi del film, alla loro situazione all’inizio della storia e al compito che ognuno di loro avrà nella battaglia contro Thanos.

Ecco di seguito nuovi dettagli sui protagonisti di Avengers: Infinity War

Steve Rogers

Da quando si è opposto ai trattati di Sokovia, il super soldato è rimasto sotto al raggio dei radar mentre continua a fare quello che crede sia giusto, salvare il mondo, una missione clandestina alla volta.

Thanos

Gli Avengers sono messi faccia a faccia con l’abile, intelligente, fiero signore della guerra, Thanos, una minaccia cosmica, senza scrupoli, consumato dal desiderio di conquista. Per fermarlo, i Vendicatori devono unire le forze con i Guardiani della Galassia, con Doctor Strange e con Spider-Man per abbattere questo villain che non si fermerà davanti a niente per collezionare le Gemme dell’Infinito.

Thor

Mentre ancora di sforza di guadagnarsi la sua dignità in quanto nuovo re di Asgard, Thor verrà messo alla prova quando si vedrà messo a confronto con l’inarrestabile Thanos.

Hulk

Impegnato ancora a combattere con la volatilità del suo alter ego, Bruce Banner ha bisogno fare la pace con chi è davvero se vuole avere anche una sola chance di fermare Thanos dal seminare distruzione attraverso la Galassia.

Vedova Nera

Una delle spie più mortali al mondo si trova di nuovo in fuga dopo che gli Avengers si sono sciolti. Ma il suo istinto da killer dovrà essere al massimo delle sue potenzialità quando la più grande minaccia cosmica mai conosciuta arriverà sulla Terra.

Iron Spider

L’amichevole Spider-man di quartiere dovrà usare il suo spirito, la sua forza e i suoi sensi di ragno per aiutare gli altri eroi a fermare Thanos dal mettere in pratica il suo piano di collezionare tutte le Gemme dell’Infinito.

Auguri per la tua morte in arrivo in dvd e blu-ray

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Universal Pictures Home Entertainment Italia presenta l’horror Auguri per la tua morte in cui una studentessa universitaria deve rivivere in loop il giorno della sua morte finché non riesce a scoprire l’identità del suo assassino.

Perfetto per gli amanti dei film dell’orrore, Auguri per la tua morte è prodotto da Blumhouse (Split, Scappa – Get Out, La note del giudizio) che porta sullo schermo un originale thriller che continuamente si riavvolge: la studentessa Tree (Jessica Rothe – La La Land) è condannata a rivivere il giorno del suo omicidio a meno che non riesca a smascherare l’identità del suo killer e finalmente porre fine alla follia. Se non riuscirà a farlo rimarrà per sempre bloccata in questo terribile incubo. I brividi continueranno con l’inedito finale alternativo!

Auguri per la tua morte è diretto da Christopher Landon (Il Segnato) e scritto da Scott Lobdell. Israel Broussard (Fear The Walking Dead) e Ruby Modine (Shameless) sono i coprotagonisti dell’irrisolvibile mistero che ti farà continuare a porre delle domande.

Auguri per la tua morte CONTENUTI SPECIALI NEL BLU-RAYTM:

  • Finale alternativo e scene tagliate
  • Il compleanno più brutto di sempre!
  • Dietro la maschera: i sospettati
  • Le tante morti di Tree

Auguri per la tua morte CONTENUTI SPECIALI DVD:

  • Finale alternativo e scene tagliate
  • Il compleanno più brutto di sempre!
  • Dietro la maschera: i sospettati
  • Le tante morti di Tree

INFORMAZIONI TECNICHE BLU-RAY:

Genere: Horror
Dischi: 1
Durata: 1 ora e 36 minuti ca.
Video 1080i/p High-Definition Widescreen 2.40:1
Audio: Inglese DTS-HD Master Audio 5.1; Italiano, Francese, Spagnolo, Tedesco DTS Surround 5.1
Sottotitoli: Italiano, Inglese N/U, Francese, Tedesco, Spagnolo, Danese, Finlandese, Norvegese, Svedese, Portoghese, Olandese, Islandese, Arabo, Hindi
Contenuti Speciali: Finale alternativo e scene tagliate – Il compleanno più brutto di sempre! – Dietro la maschera: i sospettati – Le tante morti di Tree

INFORMAZIONI TECNICHE DVD
Genere: Horror
Dischi: 1
Durata: 1 ora e 36 minuti ca.
Audio: Italiano, Inglese Spagnolo – Dolby Digital 5.1
Sottotitoli: Italiano, Inglese N/U, Spagnolo
Contenuti Speciali: Finale alternativo e scene tagliate – Il compleanno più brutto di sempre! – Dietro la maschera: i sospettati – Le tante morti di Tree

E poi c’è Cattelan, ospiti: Silvio Muccino, Caparezza e ..

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Con SILVIO MUCCINO e LEVANTE prende il via, stasera, la settima settimana di programmazione della nuova edizione di E poi c’è Cattelan, il late night show di Sky Uno HD condotto da Alessandro Cattelan. Quattro nuove ed entusiasmanti puntate più il tradizionale best of del venerdì con le interviste, i giochi in studio, le gag e le irriverenti rubriche ormai vero marchio di fabbrica del programma. Ad accompagnare con la loro musica i momenti più divertenti dello show, come sempre, gli Street Clerks.

Martedì il salotto di #EPCC ospiterà uno degli artisti più amati del nostro paese, CAPAREZZA, seguito dal disegnatore di casa Marvel SIMONE BIANCHI. PIO E AMEDEO saranno i mattatori, assieme al padrone di casa Alessandro Cattelan, della puntata di mercoledì.

Gli ospiti di Giovedì saranno la medaglia d’oro nei 500 metri femminili di short track dei giochi olimpici di Pyeongchang, ARIANNA FONTANA, assieme alla conduttrice diItalias’ Got Talent LODOVICA COMELLO. Venerdì sera andrà in onda un Best Of che racchiude tutti i momenti più esilaranti delle puntate in onda da lunedì a giovedì.

E POI C’È CATTELAN va in onda dal lunedì al venerdì in seconda serata su Sky Uno HD

Oscar 2018: le foto dei vincitori

Ecco tutte le foto dei vincitori degli Oscar 2018, assegnati questa notte al Dolby Theatre, durante la cerimonia condotta da Jimmy Kimmel.

Oscar 2018: tutti i vincitori

Oscar 2018, commento: torna il fantasy all’eco di Time’s Up

Logan in streaming su NOW TV: 10 curiosità sul protagonista Hugh Jackman

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Dopo l’apertura al Festival di Berlino 2017, il miglior voto su Rotten Tomatoes per un cinecomic, la prima volta nella storia che un film di supereroi guadagna una nomination per la sceneggiatura non originale, ora Logan – The Wolverine è disponibile in streaming senza contratto su NOW TV.

Arrivato in sala a Febbraio dello scorso anno, il film di James Mangold ha visto tornare sul grande schermo Hugh Jackman nei panni del protagonista. Il film segna la svolta e la fine della sua carriera come Wolverine, e mai prima di lui un attore era stato così rappresentativo per un personaggio dei cinecomic, forse solo i protagonisti originali di The Avengers, ma mai nessuno come l’attore australiano ha interpretato per così tanto tempo lo stesso supereroe, crescendo e invecchiando con lui. Persino Robert Downey Jr. deve cedere la corona di fronte a Hugh Jackman, che vanta ben 17 anni nei panni del mutante dallo scheletro di adamantio.

cinecomic logan

Adesso la sua ultima triste ed eroica avventura, Logan – The Wolverine, è disponibile in streaming senza contratto su NOW TV. Ma quanto bene conoscete Hugh Michael Jackman? Ecco 10 curiosità sull’attore simbolo degli X-Men e interprete di Wolverine.

  1. Ha incontrato sua moglie, Deborra-Lee Furness, mentre recitavano insieme in una serie tv Australiana, Correlli, nel 1995.
  2. È stato scelto da People come uno delle “50 persone più belle del mondo” per cinque anni di seguito, dal 2000 al 2004. Nel 2008 People Magazine lo ha eletto “L’uomo vivente più sexy al mondo”.
  3. Quando aveva otto anni i suoi genitori si sono separati. La madre è tornata in Inghilterra, mentre lui è rimasto con il padre, un contabile, che lo ha cresciuto insieme ai suoi quattro fratelli e sorelle.
  4. Ha ammesso di aver avuto molta difficoltà a trovare la giusta dose di rabbia per interpretare Wolverine in X-Men del 2000. Solo dopo aver lavorato a lungo con il regista, Bryan Singer, è riuscito a calarsi nella parte che è rimasta con lui fino ad ora. Dougray Scott doveva interpretare il personaggio, ma per via della lunghezza delle riprese di “Mission: Impossible II” (2000) ha dovuto rinunciare. La Fox si rivolse quindi a Russell Crowe, che rifiutò il ruolo ma che segnalò il suo caro amico Hugh. In seguito l’attore ha sempre dichiarato la sua gratitudine al collega e amico. Infine, dopo aver vinto le resistenze della moglie, Jackman accettò il ruolo che ha fatto la sua fortuna.
  5. I genitori di Hugh erano immigrati inglesi in Australia. Il suo bisnonno paterno, Nicholas Isidor Bellas, era greco, mentre la nonna materna, Agnes Milroy, aveva origini scozzesi. Pur essendo cresciuto in Australia, ha un fluente accento americano.
  6. Nella vita reale non fuma e odia doverlo fare per lavoro. Ironia della sorte, il suo Wolverine è noto per fumare grossi sigari.
  7. Da giovane, il suo più grande desiderio era diventare un giornalista internazionale freelance. Si è anche laureato in giornalismo, salvo poi dedicarsi alla recitazione.
  8. Si è allenato sempre con grande intensità ogni volta che ha interpretato Wolverine. Si è dimostrato capace non solo di aumentare la sua massa fisica ma anche di diminuirla, come in “Les Misérables”, in cui ha interpretato Jean Valjean. In condizioni fisiche ottimali, può sollevare, sulla panca, anche oltre 130 chili.
  9. Come è normale che sia, ha molti rapporti con colleghi nel mondo dello spettacolo, ma è molto amico di Russell Crowe, Nicole Kidman, Kylie Minogue, Neil Patrick Harris, Eric Bana, Liev Schreiber, Daniel Craig e Kate Winslet. Con alcuni di essi è legato dalla condivisione geografica, con altri per le collaborazioni passate, con altri ancora, come è più normale, per semplice affinità elettiva.
  10. Quando gli è stato chiesto a chi avrebbe volute lasciare il suo ruolo di Wolverine, Hugh Jackman ha designato Tom Hardy come successore dei suoi artigli. La scelta sembra per il momento improbabile, visto che al momento Hardy è il Venom della SONY.

Nominato a un premio Oscar per il suo Jean Valjean in Les Misérables, Hugh Jackman è prevalentemente un uomo di musical e teatro, tanto che sorprende la grandissima interpretazione che ha regalato ai suoi fan nel suo ultimo film nei panni di Logan. L’attore considerato troppo alto e troppo bello per il ruolo del personaggio Marvel è diventato poi un simbolo degli X-Men e, per nove volte, non ha mai perso l’occasione di vestire i panni di Wolverine in un film di questo universo, anche solo per un cameo.

Per chi volesse vedere o rivedere l’eroica conclusione della sua parabola da supereroe, può approfittare: Logan – The Wolverine è disponibile in streaming senza contratto su NOW TV.

Batman v Superman: Zack Snyder conferma un altro easter egg su Robin?

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Un nuovo dettaglio di Batman V Superman: Dawn of Justice potrebbe esser stato portato alla luce da una fan, ricevendo oltretutto una risposta positiva dal regista del film Zack Snyder.

Secondo questa nuova “teoria”, in una scena sarebbe presente un easter egg riferito a Robin, nella fattispecie omaggiato dalla comparsa di una motocicletta al lato dell’inquadratura che ricorda un passaggio dei fumetti (come potete vedere nell’immagine qui sotto).

Batman-V-Superman

Che sia un dettaglio casuale? A quanto pare no, vista la replica di Snyder: “Mi piace pensare che la moto sia di Robin e che Bruce non sappia come sbarazzarsene“.

E sebbene queste parole non risolvano il mistero, è probabile che nella Batcaverna siano rimasti dei cimeli del tempo in cui L’Uomo Pipistrello e Robin combattevano fianco a fianco contro Joker antecedenti agli eventi del film.

Ricordiamo che Batman v Superman Dawn of Justice, è stato scritto da Chris Terrio, da un soggetto di David S. Goyer. In Batman v Superman saranno presenti Henry Cavill nel ruolo di Superman/Clark Kent e Ben Affleck nei panni di Batman/Bruce Wayne.

Batman v Superman Dawn of Justice recensione

Fonte: CBM

Oscar 2018, commento: torna il fantasy all’eco di Time’s Up

Gli Oscar 2018 si sono aperti con il consueto monologo, ma quest’anno, Jimmy Kimmel, presentatore per il secondo anno consecutivo, ha deciso di aprire con un omaggio a Time’s Up. Una parentesi seria, inaugurata dalla descrizione della statuetta dorata: un uomo serio, composto, senza mani e senza pene, “ciò di cui ha bisogno Hollywood”. Lapidario e sicuro, Kimmel passa poi a fare nomi e cognomi, tirando in ballo l’espulsione dall’Academy di Harvey Weinstein.

Nel corso della serata sono state moltissime le battute legate al movimento a tutela e a promozione della parità: da Steven Spielberg che si presenta dicendo: “Sono Steven e sono suo marito” allo spazio dedicato alla storia degli ultimi mesi turbolenti per i poteri forti di Hollywood. Ashley Judd, una delle voce più forti nella promozione del movimento #MeToo, ha presentato il video riassuntivo delle testimonianze più forti di questi ultimi mesi, le testimoni e i testimoni di maggiore spicco.

Elemento inedito, nell’ambito degli Oscar 2018, è stato l’omaggio a quei film di ambientazione militare che hanno elogiato il coraggio delle donne e degli uomini che servono e hanno servito nell’esercito. L’omaggio è stato presentato da Wes Studi ed è stato accolto con un leggero scetticismo da parte della platea che ha applaudito, perplesso.

Non è mancato il momento dedicato alla memoria di coloro che si sono spenti negli ultimi 12 mesi e hanno dato un contributo all’industria cinematografica di Hollywood. Circostanza come sempre toccante e solenne, senza nessun tocco di innovazione: almeno in questi casi la tradizione va rispettata e non dà fastidio a nessuno.

La conduzione di Jimmy Kimmel si è tenuta decisamente sul sicuro, con qualche riferimento alla gaffe dello scorso anno relativa all’”imbroglio della busta”, battutine simpatiche e soltanto una incursione di novità. Se di novità si può parlare: mentre che lo scorso anno l’anchorman aveva portato nel Dolby un gruppo di turisti, quest’anno ha portato le star in un cinema vicino al Dolby, invertendo la gag e diminuendone anche di più l’effetto di intrattenimento, già in partenza scarso.

Oscar 2018: tutti i vincitori

A fronte di una conduzione sicura, ma forse non si poteva fare altrimenti dato il momento che Hollywood sta attraversando, i premi hanno riservato piccole sorprese e qualche anomalia nella struttura sempre ben codificata dell’Academy. Emma Stone, che avrebbe dovuto presentare il migliore attore in quanto migliore attrice in carica, ha assegnato il premio alla regia, data l’assenza volontaria di Casey Affleck. Così i premi agli attori sono stati consegnati da due coppie di altissimo profilo: Jane Fonda e Helen Mirren per il migliore attore e Jennifer Lawrence e Jodie Foster per la migliore attrice.

Un’altra anomalia, se così vogliamo chiamarla, di quest’anno è il ritorno al premio congiunto: miglior regia e miglior film sono andati alla stessa pellicola, The Shape of Water e Guillermo del Toro (il film ha vinto anche per le musiche e la scenografia). Mentre c’è stato ovviamente il titolo “tecnico”, Dunkirk, con tre premi Oscar (peccato per Christopher Nolan) e quelli “di nicchia” che si sono fatti valere nelle categorie delle sceneggiature, ovvero Chiamami col tuo nome (il vincitore più vecchio di sempre, James Ivory, 90 anni) e Scappa – Get Out, forse l’unica vera sorpresa e, immaginiamo, gioia immensa per Jordan Peele.

Un premio è andato a L’Ora più buia per il migliore attore protagonista, Gary Oldman, e un premio a I, Tonya per la migliore non protagonista, la magnifica Allison Janney. Due Oscar, sui quattro preventivati, a Tre Manifesti a Ebbing, Missouri, a Sam Rockwell (non protagonista) e a Frances McDormand (protagonista). Restano a bocca asciutta Lady Bird e The Post, mentre il bellissimo Il filo nascosto porta a casa, ovviamente, i migliori costumi. Nessuna sorpresa sul fronte dell’animazione, in cui Coco porta a casa miglior film e migliore canzone, Remember me.

L’elemento di novità è stata invece la grande commozione dei vincitori. Tutti, ma proprio tutti i vincitori dei premi principali hanno tirato indietro le lacrime, a partire dagli occhioni lucidi e occhialuti di Guillermo del Toro, fino a quelli duri di Frances McDormand, che si è anche aggiudicata il nostro discrezionale premio per il migliore discorso: tutte le donne nominate in piedi per favore, abbiamo storie da raccontare. Questo il succo di un ringraziamento accorato, cominciato rivolgendosi al marito e al figlio e terminato con un abbraccio virtuale alle sua colleghe e compagne di nomination.

Nel complesso, a parte una cerimonia anonima per lo spettacolo ma corposa per l’impegno, l’Academy si è concentrata a distribuire il maggior numero di premi possibili, riportando il genere, il fantasy (con un tocco di horror) sul tetto di Hollywood, per la prima volta dal 2004, anno in cui Il Signore degli Anelli – Il Ritorno del Re segnò la storia con 11 Oscar su 11 nomination, diventando il primo fantasy a vincere il premio al miglior film.

L’assenza della superpotenza Weinstein ha portato alla ribalta del Dolby molto più cinema indipendente, il #MeToo ha riportato una regista in cinquina e per la prima volta una direttrice della fotografia nominata. Se questi ultimi mesi, i black carpet e il Time’s Up non sono una nuvola passeggera, Hollywood è pronto per un cambiamento sostanzioso che si è appena cominciato a mostrare: non più spazio alle donne e alle minoranze etniche in sede di premi, ma pari possibilità di accesso a strumenti per realizzare i propri racconti e portare sul grande schermo i propri punti di vista.

Mary Poppins Returns, il primo trailer dagli Oscar 2018

Ecco il primo trailer di Mary Poppisn Returns, presentato durante la Notte degli Oscar 2018, nel corso della cerimonia di premiazione.

Il Ritorno di Mary Poppins, leggi la recensione

Nel cast del film Emily Blunt, nel ruolo che fu di Julie AndrewsLin-Manuel Miranda, creatore del musical di grandissimo successo Hamilton, e la tre volte premio Oscar Meryl Streep, che interpreterà il ruolo della cugina Topsy. Ben Whishaw (Spectre, The Zero Theorem, Paddington) interpreterà invece Michael Banks da adulto e Emily Mortimer sarà Jane. Infine ci saranno anche Dick Van Dyke e Angela Lansbury.

Il film arriverà in sala il 25 dicembre 2018 e racconta di Jane e Michael Banks oramai diventati adulti che, dopo una grave perdita, accolgono in casa Mary Poppins. Attraverso le sue doti magiche, e con l’aiuto del suo amico Jack, Mary aiuterà la famiglia a riscoprire la gioia e il senso di meraviglia che hanno abbandonato le loro vite.

Mary Poppins Returns: Emily Blunt nel primo motion poster

La sceneggiatura sarà scritta da David Magee; per quanto riguarda la colonna sonora, importantissima per questo progetto, il candidato al premio Oscar Marc Shaiman si occuperà della composizione, mentre il vincitore del Tony Award Scott Wittman scriverà nuove canzoni originali.

A dirigere il film è stato chiamato un esperto di musical, Rob Marshall. L’ambientazione, che nel primo film era di poco precedente alla Prima Guerra Mondiale, in questo film sarà quella della Grande Depressione, mentre la storia sarà basata sulle storie di Pamela Lyndon Travers su Mary Poppins e la famiglia Banks.

Oscar 2018: tutti i vincitori, vince Guillermo del Toro con The Shape of Water

Durante la serata condotta da Jimmy Kimmel, sono stati assegnati i 90° premi degli Academy Awards, gli Oscar 2018 che hanno riconosciuto quello che dovrebbe essere il meglio del cinema dell’industria hollywoodiana degli ultimi 12 mesi.

Oscar 2018: tutti i vincitori

 

Sono già stati annunciati i premi speciali:

  • Oscar onorario
    • Charles Burnett
    • Owen Roizman
    • Donald Sutherland
    • Agnès Varda
  • Oscar Special Achievement Award
    • Alejandro González Iñárritu

Oscar 2018: foto dal red carpet della notte del cinema

Si sono tenuti nella notte gli Oscar 2018, arrivati alla loro 90ª edizione, i premi assegnati dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences. La cerimonia si è tenuta come ogni anno al Dolby Theatre di Los Angeles, e per il secondo anno consecutivo è stata presentata dal conduttore e comico Jimmy Kimmel

Le candidature sono state annunciate il 23 gennaio 2018, alle ore 5:22 PST (13:22 UTC, le 14:22 italiane), presentate dagli attori Tiffany Haddish e Andy Serkis. Il film che ha ricevuto il maggior numero di candidature è stato La forma dell’acqua – The Shape of Water, con tredici totali.

Oscar 2018: streaming dal red carpet

A partire dalla mezza notte tra il 4 e il 5 Marzo, si svolgerà il red carpet degli Oscar 2018, su cui sfileranno tutti i protagonisti della notte delle stelle.

Per vedere il red carpet, ecco il player da EW:

Oscar 2018 nominationecco tutti i candidati ai 90° Academy Awards

Per saperne di più sui nominati a miglior film:

Bella Thorne: intervista alla protagonista di Il sole a Mezzanotte

In occasione dell’uscita di  Il sole a Mezzanotte abbiamo intervista la protagonista Bella Thorne, che è arrivata a Roma per presentare il film. 

Bella Thorne, 5 curiosità

Il Sole a Mezzanotte – Midnight Sun racconta la storia della diciassettenne Katie Price (Bella Thorne), colpita fin dall’infanzia da una rara malattia che rende per lei letale anche la più piccola quantità di luce solare. Durante il giorno è costretta a rimanere in casa, ma è dopo il tramonto che il mondo di Katie prende vita, nel buio, quando si reca alla stazione ferroviaria locale per suonare la sua chitarra davanti ai passanti. Una notte il destino le fa incontrare Charlie (Patrick Schwarzenegger), un ex atleta del liceo, di cui lei è segretamente innamorata da anni. Lei gli nasconde la sua malattia però, proprio quando i due iniziano una travolgente storia d’amore in un’estate quasi perfetta.

La pellicola, diretta da Scott Speer (Step Up Revolution) e sceneggiata da Eric Kirsten, si rifà al giapponese Song to the Sun, conosciuto in Giappone come Taiyo no Uta. Nel film Bella Thorne interpreta anche le canzoni originali della colonna sonora.

Tomb Raider: tante nuove clip dal film con Alicia Vikander

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Ecco tante nuove clip dal film con Alicia Vikander che racconterà di nuovo, sul grande schermo, il personaggio di Lara Croft, protagonista del videogioco Tomb Raider, già portato al cinema da Angelina Jolie.

https://www.youtube.com/watch?v=CPStoLUeXHw

https://www.youtube.com/watch?v=M3aEXK47KMk

https://www.youtube.com/watch?v=nMVAwK83kqY

https://www.youtube.com/watch?v=bLMzsqt6xgg

https://www.youtube.com/watch?v=wMjjGFP7618

https://www.youtube.com/watch?v=BGKKGPnpes8

Di seguito dei b-roll dal film:

https://www.youtube.com/watch?v=5sRvEGPWkjM

https://www.youtube.com/watch?v=kl0t6VP3W-I

https://www.youtube.com/watch?v=mHk57i0vd-0

https://www.youtube.com/watch?v=reFcwJJ5L54

Tomb Raider – il nuovo trailer

La sinossi: “Sette anni dopo la scomparsa del padre, Lara, 21 anni, ha rifiutato di prendere le redini del suo impero di affari. Lavora invece come corriere in bicicletta a Londra, mentre frequenta il college. Dopo un po’ decide di scoprire cosa è accaduto a suo padre e viaggia verso la sua ultima posizione conosciuta: una tomba su un’isola da qualche parte sulla costa del Giappone. D’improvviso, la posta in gioco non può essere più alta per Lara, che, contro gli auspici e armata solo della sua mente affilata, della sua cieca fede e dell’innato spirito testardo, deve imparare a spingersi oltre i suoi stessi limiti nel suo viaggio verso l’ignoto. Se dovesse sopravvivere a questa pericolosa avventura, potrebbe trattarsi della sua realizzazione, e guadagnarsi il nome di tomb raider.”

Alicia Vikander è nota per aver interpretato Ex Machina, The Man From U.N.C.L.E. e ha vinto l’Oscar per The Danish Girl. Nel cast confermato anche Walton Goggins.

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A dirigere il nuovo film  sarà Roar Uthaug (L’onda) e racconterà la storia di una giovane Lara Croft impegnata a sopravvivere dalla sua prima avventura. Il produttore sarà Graham King. La sceneggiatura del film è stata affidata a Geneva Robertson-Dworet che lavorerà anche a Sherlock Holmes 3 e a Gotham City Sirens.

Tomb Raider arriverà al cinema il 16 marzo 2018.

Avengers: Infinity War, una promo art rivela chi possiede la Gemma dell’Anima – spoiler

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All’attesa per Avengers: Infinity War si unisce anche la curiosità di sapere dove si nasconde la Gemma dell’Anima, ultimo prodigioso oggetto che andrà a completare il Guanto dell’Infinito di Thanos.

Sapevamo già che doveva essere sulla Terra e che quindi non poteva essere in possesso di Heimdall, come ipotizzato, e tutto lascia pensare che la Gemma dell’Anima possa essere custodita nel Wakanda.

L’assenza dell’oggetto dalla storia di Black Panther ha rimesso le carte in gioco e una nuova promo art comparsa su Reddit potrebbe dare l’indicazione finale.

ATTENZIONE SEGUONO POSSIBILI SPOILER DA Avengers: Infinity War

Non sappiamo in realtà se si tratti di una promo ufficiale ma, stando a quanto mostra il disegno, la Gemma dell’Anima è nelle mani di Iron Man.

Le Gemme sono accostate, in quattro casi su sei, a personaggi che sono in diretta connessione con le Gemme stesse: Star Lord alla Gemma del Potere, l’Orb visto in Guardiani della Galassia; Doctor Strange alla Gemma del Tempo, che l’eroe custodisce nll’Occhio di Agamotto; Thor alla Gemma della Realtà, tenuta in custodia dal Collezionista ma comparsa in Thor: The Dark World (l’Aether); Visione alla Gemma della Mente, che ovviamente si trova sulla sua fronte ed era nello Scettro di Loki.

Avengers: Infinity War, la Marvel rivela i segreti delle Gemme dell’Infinito

La Gemma dello Spazio è invece accostata a Captain America. Il collegamento potrebbe essere quello ovvio che il Tesseract è comparso per la prima volta in Captain America: Il Primo Vendicatore. Ma qual è il legame tra Iron Man e la Gemma dell’Anima? Ebbene pensiamo proprio che Tony Stark possa custodirla e che Infinity War ci svelerà qualche dettaglio davvero intrigante.

Avengers: Infinity War

Avengers: Infinity War – la trama

Un viaggio cinematografico senza precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta fine all’universo.

Anthony e Joe Russo dirigono il film, che è prodotto da Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Michael Grillo e Stan Lee sono produttori esecutivi. Christopher Markus & Stephen McFeely hanno scritto la sceneggiatura. Avengers: Infinity War arriverà nei cinema USA il 4 maggio, dal 25 aprile in Italia.

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Avengers: Infinity War trailer ufficiale – i Vendicatori contro Thanos

Nel cast torneranno tutti gli eroi protagonisti degli ultimi dieci anni di film ambientati nel Marvel Cinematic Universe, da Iron Man (2008) e Black Panther (2018).

Avengers: Infinity War, chi ha indossato il Guanto dell’Infinito prima di Thanos?

Solo: A Star Wars Story, tre fantastici character poster

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Mentre cresce l’attesa per il debutto al cinema di Solo: A Star Wars Story, oggi la Lucas Film ha diffuso tre fantastici character poster dell’atteso spin-off basato sulla saga di Star Wars.

Solo: A Star Wars Story, ecco a che punto della timeline si colloca

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Vi ricordiamo che Alden Ehrenreich interpreterà il giovane personaggio che fu di Harrison Ford. Nel cast anche Emilia Clarke, Donald Glover e Woody Harrelson.

Solo: A Star Wars Story arriverà nelle sale il 25 maggio 2018, con la regia di Ron Howard e la sceneggiatura di Lawrence Kasdan e di suo figlio Jon Kasdan.

Solo: A Star Wars Story, 5 personaggi che dovrebbero essere nel film

 

Justice League: Lex Luthor nel concept art inedito

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Nella scena post credit della Justice League, abbiamo visto che Lex Luthor ormai fuggito in qualche modo dall’Arkham Asylum, era libero e indisturbato su uno yacht dove ha incontrato Deathstroke per discutere della formazione della lega di ingiustizia. 

Questa è stata l’unica apparizione del noto cattivo della DC Comics nel film, nonostante le numerose voci che lo davano come parte integrante della storia di Justice League, e dato che in buona parte è merito suo l’arrivo Steppenwolf sulla terra, le voci avevano un suo senso. Addirittura si è parlato di un incontro di Lex con Steppenwolf e quella scena potrebbe essere stata girata in effetti da Zack Snyder, ma con ogni probabilità i tagli e le riprese aggiuntive di Joss Whedon hanno compromesso il ruolo del personaggio.  

Ora, sono emersi alcuni concept art che mostrano Luthor dietro le sbarre meditando sul futuro, forse in una scena nel quale progettava come scappare dalla prigione? 

LEGGI ANCHE: Justice League: aperto il crowdfounding per produrre un documentario sulla versione di Zack Snyder

Justice LeagueLEGGI ANCHE: Justice League: Zack Snyder sul significato di una scena eliminata con Superman

Cosa ne pensate di questa concept art di Justice League? Fateci sapere i vostri pensieri sulla nostra pagina facebook. 

Justice League, sarà disponibile dal 21 Marzo nei formati DVD, Blu-ray, Blu-ray 3D e in 4k Ultra HD, distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia.

Diretto da Zack Snyder, il film presenta una invidiabile lineup di SuperEroi DC: Ben Affleck nei panni di Batman, Henry Cavill come Superman, Gal Gadot nel ruolo dell’irresistibile Wonder Woman, Ezra Miller come The Flash, Jason Momoa nei panni di Aquaman e Ray Fisher come Cyborg.

I Contenuti Speciali delle edizioni Blu-ray permetteranno ai fan di scoprire tutti i segreti della Justice League, conoscere meglio i nuovi membri, il loro lavoro di squadra e la tecnologia che dà loro una marcia in più. L’edizione 4k Ultra HD del fim contiene anche il disco Blu-ray, oltre ad una scena inedita non presente nel film al cinema.

The Lodgers, recensione del film di Brian O’Malley

In uscita l’8 marzo, The Lodgers (letteralmente “Gli Inquilini”) è un horror indipendente di origine irlandese. Presentato al Toronto International Film Festival lo scorso settembre, è la prima sceneggiatura di David Turpin ed ha riscosso un discreto successo.

Si apre con un’inquietante ninna nanna, The Lodgers, che scopriamo poi non essere altro che la serie di regole che i due inquilini della casa devono tassativamente rispettare. “Mai andare a letto dopo mezzanotte; mai fare entrare estranei in casa; mai separarsi”La litania getta le basi per le numerose domande che lo spettatore si pone man mano che si dipana la storia. 

Due fratelli gemelli, Rachel (Charlotte Vega) e Edward (Bill Milner), sono ossessivamente legati alla magione di famiglia, un’enorme e decadente dimora di età vittoriana. Soli e isolati dal resto del mondo, subiscono ancora il trauma del suicidio dei propri genitori – affogati nel lago della tenuta – e degli avi prima di loro. L’acqua è un elemento ricorrente: foriera di morte, trasuda continuamente dalle pareti della villa, sfidando persino le leggi gravitazionali. La domanda è: riusciranno i due gemelli a sfuggire alla maledizione che sembra gravare sulla casa?

Il film inscena un’atmosfera gotica vecchio stile davvero eccezionale. Sarà forse merito della location? La troupe infatti ha girato gran parte degli esterni nella Loftus Hall, la casa più infestata di Irlanda, che è circondata da talmente tanti miti e leggende sovrannaturali da contribuire sicuramente all’aria lugubre del film.

Come in ogni gothic drama scricchiolii, porte che sbattono, apparizioni improvvise la fanno da padroni, per non parlare di un’ottima fotografia desaturata che colora le scene degli interni della casa con i toni del bianco e del grigio. 

Tuttavia per quanto visivamente impeccabile, The Lodgers dimostra le sue carenze a livello narrativo: la trama infatti è piuttosto debole. Nonostante non si pretenda mai troppa credibilità da un racconto horror-gotico, la storia di due gemelli sotto la morsa pressante di una maledizione (che arrivati verso il finale si scoprirà essere molto poco originale) non è chiara. 

Le vicende scorrono lente e disarticolate, anche quando vengono immessi i personaggi secondari nel tentativo di dare un nuovo imput al mistero.

Nei panni dei comprimari due vecchie conoscenze per chi segue Il Trono di Spade: David Bradley ed Eugene Simon (rispettivamente Walder Frey e Lancel Lannister), che però non aiutano a risollevare un plot piuttosto piatto e prevedibile. 

È da apprezzare comunque il tentativo del cinema indipendente irlandese di risalire la china, portandosi all’attenzione del pubblico grazie alle sue opere originali (un anno prima di The Lodgers, dall’Irlanda proveniva quel piccolo capolavoro che è Sing Street).

Nome di donna: recensione del film di Marco Tullio Giordana

Arriva in sala l’8 marzo Nome di Donna, il nuovo film di Marco Tullio Giordana con protagonista Cristiana Capotondi.

In Nome di Donna Nina (Cristiana Capotondi) si trasferisce da Milano in un piccolo paese della Brianza per lavorare come assistente in una residenza per anziani facoltosi, con un parroco responsabile del personale che sembra più esperto di aliquote iva che di rosari e un amministratore, Marco Maria Torri, che ha instaurato un sistema di favori alle sue dipendenti con un secondo fine. Quando anche Nina si troverà ad affrontare l’amministratore Torri (Valerio Binasco) si dovrà scontrare con mille avvesità per far rispettare la sua dignità.

Marco Tullio Giordana mancava dagli schermi cinematografici dal 2010, anno di Romanzo di una strage. Dopo alcuni film per la tv, tre anni fa si è imbarcato nella realizzazione di questo film che affronta una tematica taboo per il cinema e la società: la molestia di stampo sessuale sul luogo di lavoro. Il film si sviluppa come un legal drama, che prima di arrivare in tribunale espone il problema in forma quasi di thriller, con alcune scene girate in modo tale da rendere l’idea di come l’abuso di potere perpetuato da Torri fosse diventato, coscientemente o meno, una sorta di rito di passaggio da cui le dipendenti passavano per avere assicurato il posto e anche degli aiuti supplementari.

Nome di donna, il film

In questa “normalità” si inserisce Nina, che ha come priorità il rispetto di se stessa e capisce subito come ci sia qualcosa di storto nel comportamento di colleghe e superiori. La parte più difficile è trovare la forza di sfondare il muro di gomma di omertà e di sfiducia che le si crea intorno. Giordana rende bene chiari quali sono i nemici, quelli più ovvi: il comportamento malato del superiore, la reazione tesa a insabbiare lo scandalo della dirigenza ecclesiale, ma anche quelli inaspettati: i sindacati che vogliono usare Nina per portare l’azienda in tribunale, le colleghe che vogliono che Nina si adegui.

Raggelanti sono due battute; una collega apostrofa Nina dicendole, prima che lei incontri il superiore per la prima volta: “Perchè devi lavorare? Non hai un uomo che lavori per mantenerti?  Allora è l’uomo sbagliato!” e la battuta della formidabile Adriana Asti, che qui interpreta un’anziana attrice ancora in attività che vive nella residenza anziani e  che ricorda l’opinione di Catherine Denevue sulle molestie e sul movimento #metoo: “Molestie? Ai miei tempi si chiamavano complimenti”.

Queste due battute vanno pesate in modo diverso, ma in comune hanno l’opinione che la donna era costretta ad avere di se stessa: una persona passiva, che non poteva partecipare al suo benessere, quindi lavorare, ma che doveva riceverlo da altri, così come doveva accettare, in modo passivo, i “complimenti”, facendo finta di niente su quelli più pesanti.

Per quanto sia essenziale in tutta questa discussione mantenere una lucida distinzione tra molestia, violenza e, per citare nuovamente la Deneuve, la semplice goffagine di qualche uomo incapace di corteggiare in modo galante, il film pone finalmente il riflettore su di una quotidianità comune a molte donne che viene iscritta nella normalità ma che non rientra affatto nella normalità lavorativa, in cui tutti, di qualsiasi sesso, etnia e religione, dovrebbero avere la garanzia di riuscire a lavorare senza subire molestie di alcun tipo.

Marco Tullio Giordana e il cast presentano Nome di donna

All’affollata conferenza stampa che segue la proiezione di Nome di donna, nuovo film di Marco Tullio Giordana, regista, tra gli altri de I cento passi e La meglio gioventù, è impossibile evitare di parlare dell’attualità che questo film affronta. A parlarne per prima è la sceneggiatrice, Cristiana Mainardi: “Ho avuto la prima idea sul soggetto del film tre anni fa, pensando al fatto che in Italia la legge che afferma che lo stupro è un delitto contro la persona e non solo contro la morale è di soli 20 anni fa e come la molestia sul lavoro subita solitamente dalle donne cada in un limbo di omertà e indifferenza in cui la vittima viene criticata e discriminata invece che sostenuta. Quando è esploso il caso Weinstein mi sono detta che era ormai arrivato il tempo giusto per far cambiare le cose anche in questo ambiente.”

Il produttore Lionello Cerri afferma di aver accettato subito di entrare a fare parte del progetto: “Ho trovato interessante questa idea prima di tutto perchè questo tema non era mai stato affrontato da nessuno al cinema, il tempo era quello giusto”.

Il regista Marco Tulli o Giordana afferma che: “Non è un film militante, è piuttosto un’indagine su di una donna coraggiosa che decide di rompere gli schemi e le reazioni delle altre donne intorno a lei, visto che come dicono le statistiche, il 99.7% delle donne non trova il coraggio di denunciare. Il personaggio di Nina rappresenta l’inizio di un ribaltamento culturale, ed era inevitabile che prima o poi accadesse”.

A Cristiana Capotondi viene ricordato come questo sia il secondo film in pochi anni in cui interpreta una donna impegnata a difendere i propri diritti sul lavoro. In precedenza, in 7 minuti di Michele Placido, si trattava di difendere il diritto ad una pausa pranzo umana, in questo film rivendica invece il diritto di poter lavorare senza subire molestie: “Nina, il mio personaggio, vuole solo lavorare, non vuole fare compromessi con altro. Vuole che la sua dignità sul luogo di lavoro venga rispettata. La sua lotta è comune a molte altre donne che si trovano nella stessa situazione tutti i giorni. Il movimento che si è creato in questi mesi è molto importante, ha finalmente fatto luce sul lato oscuro del potere, ma è sempre importante mantenere la giusta distinzione tra la molestia e la violenza, altrimentei si rischia di far diventare l’intera campagna una caccia alle streghe”.

Nome di donna  è in sala a partire dall’8 marzo in 200 copie.

Independent Spirit Awards 2018: i vincitori

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In attesa degli Oscar 2018, i premi assegnati ai film dell’industria hollywoodiana, sono stati assegnati gli Independent Spirit Awards 2018, che invece premiano il cinema indipendente. Mai come quest’anno, i titoli in concorso nelle due macro-categorie coincidono, con Get Out, Lady Bird, Chiamami col tuo nome e Tre Manifesti a Ebbing, Missouri che saranno trai protagonisti anche della notte degli Oscar, tra poche ore.

Di seguito, tutti i vincitori degli Independent Spirit Awards 2018

MIGLIOR FILM
“Get Out” (WINNER)

MIGLIOR FILM D’ESORDIO
“Ingrid Goes West” (WINNER)

JOHN CASSAVETES AWARD
“Life and Nothing More” (WINNER)

MIGLIOR REGISTA
Jordan Peele, “Get Out” (WINNER)

MIGLIOR SCENEGGIATURA
Greta Gerwig, “Lady Bird” (WINNER)

MIGLIORE SCENEGGIATURA D’ESORDIO
Emily V. Gordon, Kumail Nanjiani, “The Big Sick” (WINNER)

MIGLIOR FOTOGRAFIA
Sayombhu Mukdeeprom, “Call Me by Your Name” (WINNER)

MIGLIOR MONTAGGIO
Tatiana S. Riegel, “I, Tonya” (WINNER)

MIGLIORE ATTRICE
Frances McDormand, “Three Billboards Outside Ebbing, Missouri” (WINNER)

MIGLIOR ATTORE
Timothée Chalamet, “Call Me by Your Name” (WINNER)

MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
Allison Janney, “I, Tonya” (WINNER)

MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA
Sam Rockwell, “Three Billboards Outside Ebbing, Missouri” (WINNER)

ROBERT ALTMAN AWARD
“Faces Places,” directed by Agnés Varda, JR, produced by Rosalie Varda (WINNER)MIGLIOR FILM INTERNAZIONALE
“A Fantastic Woman,” Sebastián Lelio, Chile (WINNER)

BONNIE AWARD
Chloé Zhao (WINNER)

JEEP TRUER THAN FICTION AWARD
Jonathan Olshefski, Director of “Quest” (WINNER)

KIEHL’S SOMEONE TO WATCH AWARD
Justin Chon, Director of “Gook” (WINNER)

PIAGET PRODUCERS AWARD

Giulia Caruso & Ki Jin Kim
Ben LeClair
Summer Shelton

Oscar 2018 nominationecco tutti i candidati ai 90° Academy Awards

Per saperne di più sui nominati a miglior film:

Razzie Awards 2018: i vincitori, Emoji: Accendi le emozioni è il peggior film dell’anno

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Si è svolta la cerimonia di premiazione dei Razzie Awards 2018, i “premi” di cinema più irriverenti, divertenti e forse attesi dell’anno. Alla vigilia degli Oscar 2018, il Razzie, il lampone dorato, viene assegnato al peggior cinema dell’industria hollywoodiana.

Quest’anno è stato incoronato peggior film dell’anno Emoji: Accendi le emozioni, mentre il premio al Peggiore attore è andato a Tom Cruise, che aspettiamo al cinema in Mission Impossible: Fallout.

Ecco tutti i vincitori dei Razzie Awards 2018

Peggior film

  • Emoji: Accendi le emozioni

Peggior attrice

  • Tyler Perry / Boo 2! A Madea Halloween

Peggior attore

  • Tom Cruise / La Mummia

Peggior attore non protagonista

Peggior attrice non protagonista

  • Kim Basinger / Cinquanta sfumature di nero 

Peggiore combo sullo schermo

  • Emoji: Accendi le emozioni / Qualunque combinazione di emoji odiose 

Peggior remake o sequel

  • Cinquanta sfumature di nero

Peggior regista

  • Tony Leondis / Emoji: Accendi le emozioni 

Peggior sceneggiatura

  • Emoji: Accendi le emozioni 

Fonte: THR

Benvenuti a casa mia, recensione del film di Philippe de Chauveron

Dopo il successo travolgente di Non sposate le mie figlie, torna nelle sale italiane Philippe de Chauveron con Benvenuti a casa mia e, dopo i neri, gli ebrei, gli arabi e gli asiatici, prende a soggetti del suo nuovo racconto i Rom. Un’altra comunità nella Francia di oggi utilizzata come veicolo narrativo per raccontare una storia che, dietro l’intenzione di voler smascherare vizi e virtù della borghesia francese, sembra virare netamente verso una direzione politica precisa.

Jean-Etienne Fougerole, intellettuale di sinistra, sedicente progressista e di vedute ampie e comunitarie, promuove in televisione il suo ultimo libro (“A braccia aperte”). Durante il dibattito in diretta nazionale, incalzato dalla provocazione del suo rivale, un giovane candidato (anche lui scrittore) di destra, Fougerole afferma che, in linea con le sue ideologie, sarebbe disposto ad accogliere in casa sua una famiglia Rom se questa fosse venuta a bussare. La famiglia di Babik, simpatico Rom con tanto di madre, moglie figli e nipoti, riunita intorno al televisore, raccoglie l’invito e si presenta alla porta della lussuosa villa dell’intellettuale. Questi, per non venir meno alla parola data davanti alla nazione, invita la famiglia Rom ad accomodarsi in giardino, con roulotte, automobili sgangherate e animale domestico, un maiale.

Benvenuti a casa miaPhilippe de Chauveron ha un approccio buonista e divertito, sia nei confronti della borghesia intellettuale di sinistra, aperta ma non troppo all’accoglienza dell’altro, sia nei confronti della rumorosa famiglia Rom. A nessuna delle due parti si risparmiano cliché fastidiosi, come l’esigenza di Fougerole di essere un intellettuale attivo nella vita reale, che si scontra con la naturale avversione nei confronti del diverso e colorito popolo Rom. Dall’altro lato però Babik e famiglia sono un riassunto sgradevole dei luoghi comuni legati ai Rom: misogini, ladri, sporchi, sgradevoli, con denti di metallo e cattive abitudini igieniche.

Insomma, se con Non sposate le mie figlie de Chauveron realizzò una commedia sul pregiudizio “fatta in casa”, pur con le sue implicazioni sociali, con questo film dice male dei Rom, della sinistra intellettuale francese, sembra schierarsi, risolvendo le questioni prettamente narrative e cinematografiche con soluzioni populiste e semplicistiche.

Tuttavia Benvenuti a casa mia riesce a far sorridere, specialmente quando le vicende assumono pieghe surreali ma nel complesso è un lavoro poco ispirato, strutturato su cliché.

MCU: 8 villain che non hanno deluso le aspettative

Molte delle aspettative dei fan del MCU cadono sulla rappresentazione più o meno degna dei villain: da quando l’universo cinematografico dei Marvel Studios ha esordito, sono diversi gli antagonisti che si sono dati il cambio portando aria fresca nei film e talvolta superando addirittura la figura del supereroe “buono”.

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Ma quali, fra tutti i villain finora mostrati, sono realmente i più riusciti? E quali non hanno deluso le aspettative? CBR ha stilato la sua personale lista di 8 candidati:

Avvoltoio

mcuL’Avvoltoio interpretato da Michael Keaton in Spider-Man: Homecoming  viene introdotto sullo schermo come uomo semplice con una famiglia di cui occuparsi. Subito dopo perde il lavoro e viene catapultato in una inedita situazione di malvagità a causa della disperazione: insomma sviluppa un arco narrativo coerente che ci fa comprendere le sue ragioni, senza mai sminuire il ruolo dell’eroe Peter Parker. 

Nebula

mcuComparsa per la prima volta sullo schermo in Guardiani della Galassia, Nebula è la sorella “cattiva” di Gamora e figlia sprezzante di Thanos. Come saprete, il personaggio doveva morire alla fine del film ma è tornata in Guardiani della Galassia Vol.2 ampliando la sua storia e approfondendo le sue ragioni di odio per Gamora.

Loki

mcuI fan del MCU amano Loki, un po’ per l’interpretazione di Tom Hiddleston, un po’ per il modo in cui è stato introdotto e trattato il personaggio dal primo Thor ad Avengers. In questo soggetto sociopatico c’è in realtà un’anima in cerca di appartenenza e affetto, e proprio come molti esseri umani, Loki è emotivamente confuso.

Elektra

mcuLa serie Netflix Daredevil ci ha regalato una degna e fantastica rappresentazione di Elektra, dimostrando che il personaggio poteva essere sia detestabile che affascinante. Elektra Natchios una macchina da guerra che lotta per diventare qualcosa di meglio, versatile e interessante quando interagisce con Murdock.

Kingpin

mcuDefinrie Kingpin come un semplice boss della mafia è riduttivo: fortunatamente nella serie Daredevil il personaggio appare come un villain splendidamente concepito e scritto, forse uno dei più complessi visti nel MCU.

Alexander Pierce

mcuAlexander Pierce potrebbe essere definito uno dei cattivi meno interessanti nel MCU, tuttavia non è così. O almeno, è un ottimo villain per film di spionaggio, come visto in Captan America: The Winter Soldier (che è infatti molto più di un semplice film di supereroi).

Billy Russo

mcu Billy Russo non esordisce nella serie The Punisher come classico villain, ma nel tempo dventa sempre più avido e la sua frustrazione lo porta a sviluppare un altro lato di sé. Inoltre è riuscito ad intavolare una forte discussione su importanti argomenti quali l’assistenza sanitaria mentale e il supporto per i veterani di guerra. Un antieroe perfetto.

Killmonger

mcu È ormai consolidata l’idea che Killmonger sia uno dei migliori villain della storia del MCU. Come antagonista, sfida l’eroe e gli ideali di Black Panther, ma va anche oltre. Ci costringe a riconsiderare i nostri valori in materia dii società e identità. Ecco perché Killmonger è affascinante: il personaggio va oltre una semplice storia di vendetta, ed è era parte integrante della storia di Wakanda.