Il 2008 e Iron Man hanno segnato l’inizio del Marvel Cinematic Universe. All’epoca nessuno poteva sapere che cosa sarebbe diventato il progetto di Kevin Feige e dei Marvel Studios, ma a dieci anni di distanza sia quell’Iron Man che lo stesso interprete del film, Robert Downey Jr. sono diventati dei simboli di un universo condiviso da oltre 5 miliardi di box office.
Ma sappiamo davvero tutto sull’Iron Man cinematografico e sui suoi seguiti? Ecco 15 curiosità sulla trilogia del Vendicatore con l’Armatura che forse nemmeno i fan Marvel conoscono.
Il ruolo di Tony Stark venne offerto a molti attori
Sebbene adesso ci sembra che nessuno meglio di Robert Downey Jr. possa interpretare Tony Stark e Iron Man, il regista del film Jon Favreau ha dichiarato che lo Studio aveva in mente nomi più importanti per il primo film. Tom Cruise era in lizza dal 2004, prima che la produzione si bloccasse e lui decidesse di procedere con la sua carriera lavorando con Steve Spielberg ne La Guerra dei Mondi. Poi è stato anche considerato Nicolas Cage, ma nel 2006 scelse Ghost Rider.
Tra gli altri attori considerati ci furono Hugh Jackman, Clive Owen e Sam Rockwell, e solo quest’ultimo ha fatto parte poi del franchise nei panni di Justin Hammer, in Iron Man 2. L’unico a volere dall’inizio RDJ era Favreau, che alla fine ebbe la meglio. Accettare il ruolo di Tony Stark nel film preparò all’attore il più grande ritorno sulla scena che un attore abbia mai avuto a Hollywood.
Gli incidenti dal passato di RDJ hanno contribuito a dare forma al personaggio
Non è un segreto che Robert Downye Jr. abbia avuto i suoi momenti bassi nella vita. E’ stato arrestato molte volte tra il 1996 e il 2001, è stato persino condannato alla prigione nel 1999, ma il suo passato turbolento era esattamente ciò di cui aveva bisogno Favreau per dare forma al suo Tony Stark.
Downey Jr. ha abbracciato questa immagine e ha offerto molte delle sue esperienze dalla sua vita. Alcune sue foto da giovane sono state usate per la scena iniziale e Stark che mangia un cheeseburger prima di una conferenza è un’idea nata da un incidente reale del 2003. A quanto pare l’attore mangiò un cheeseburger così cattivo che gli fece ripensare alla sua vita e come conseguenza buttò il resto della sua droga nell’oceano.
L’episodio ha dato origine alla scena in cui Stark ripensa alla natura della sua compagnia e cambia vita.
Molti dei dialoghi di Iron Man furono improvvisati
Data la concentrazione sulla storia e l’azione, una gran parte dei dialoghi in sceneggiatura non erano ancora stati scritti quando cominciarono le riprese e questo ha dato vita a improvvisazioni. Il risultato ha dato al film una certa freschezza, anche perché nessun ciak era uguale all’altro.
A causa di questo aspetto, ricordiamo, Jeff Bridges definì il film un “film di studenti che è costato 200 milioni di dollari”, ma nonostante questo, anche per lui l’esperienza fu divertente.
Originariamente, Iron Man doveva incrociarsi con Spider-Man 2
I piani per Spider-Man 2 di Sam Raimi erano quelli di rivelare che l’armatura del Dottor Otto Octavius era stata costruita da Tony Stark, inventore straordinario. Questa scelta avrebbe abbattuto i problemi di diritti tra MCU e SONY, ancor prima che questi venissero inventati.
Da un punto di vista del marketing, la cosa aveva senso perché un personaggio relativamente poco noto come Iron Man avrebbe avuto un trampolino di lancio notevole, un film di Spider-Man, per far cominciare a conoscere al grande pubblico il suo nome.
L’idea è stata però ostacolata da una questione di diritti, per cui abbiamo dovuto aspettare Captain America: Civil War per vedere Tony Stark e Spider-Man interagire.
Samuel L. Jackson è stato quasi sostituito
Nel 2009, Samuel L. Jackson aveva dichiarato che le trattative con lo studio non stavano andando per il meglio e che forse non sarebbe affatto stato lui a interpretare Nick Fury in Iron Man 2. Il fatto che Fury sarebbe comparso soltanto in un cameo, avrebbe reso l’attori incerto sull’accettare o meno il ruolo. Tuttavia fu presto convinto da un vantaggioso accordo per nove film.
Al momento abbiamo visto Nick Fury in sei film, mentre Infinity War, Captain Marvel e Avengers 4 saranno i prossimi (e ultimi?) tre.
Il Mandarino doveva essere il villain principale della trilogia
Il trattamento del personaggio del Mandarino in Iron Man 3 è stato uno dei momenti più discussi dei Marvel Studios. Qualcuno dice che è una svolta brillante, per altri è oltraggioso, sicuramente si è parlato molto del film e del personaggio interpretato da Ben Kingsley, ma non si sapeva che doveva essere lui a rappresentare il cattivo finale della trilogia. Doveva essere una sorta di Imperatore Palpatine della trilogia di Iron Man.
Erano stati inseriti alcuni indizi nei primi due film per realizzare questo disegno, ma quando Shane Black entrò nel progetto, riscrisse il personaggio.
Shane Black ha lavorato a tutta la trilogia
Mentre tutti sanno che Black ha scritto e diretto il terzo film, non molti sono consapevoli del fatto che il regista e sceneggiatore ha lavorato anche agli altri due film.
Lo stesso Robert Downey Jr. ha dichiarato che Black lo ha aiutato a preparare il personaggio e a provare le scene e le battute del primo film. Stando a quanto ha dichiarato l’attore, per entrambi i film sia lui che Favreau si sono consultati con Shane Black di continuo.
Iron Man è ambientato nello stesso universo di Elf
Nel film compare la Ray’s Pizza, lo stesso marchio che compare anche nella commedia natalizia del 2003, sempre di Jon Favreau.
JARVIS è stato modellato sul maggiordomo di casa Stark: Edwin Jarvis
Anche se Alfred Pennyworth è il maggiordomo dei fumetti più famoso del mondo, anche la Marvel ha il suo: Edwin Jarvis. Era il maggiordomo di casa Stark e Tony, quando ha progettato la sua intelligenza artificiale, l’ha fatto pensando proprio all’amato maggiordomo Jarvis.
Non è un caso, quindi, se la sua intelligenza artificiale si chiama Just A Rather Very Intelligent System. Il personaggio è poi comparso in Agent Carter, interpretato da James D’Arcy. Era il maggiordomo di Howard Stark durante la Seconda Guerra Mondiale.
Iron Man 2 prevedeva un cameo di Bruce Banner
In Iron Man 2 era prevista un’apparizione di Bruce Banner, per cercare di coltivare eccitazione in merito a The Avengers. Ma visto che The Incredible Hulk non era stato ben accolto, lo studio preferì proteggere Iron Man e, vista la volatilità di Edward Norton, che poi ha lasciato il progetto, il cameo fu eliminato.
L’unico riferimento che è rimasto è un programma tv che fa riferimento al Generale Ross che combatte contro Hulk, e Nick Fury che aggiorna in merito Tony Stark e lo SHIELD.
Banner ha poi trovato il suo spazio in una scena post credits di Iron Man, ma solo nel terzo film.
Il tema della serie d’animazione compare in Iron Man
Negli anni ’60 moltissimo supereroi Marvel hanno avuto un adattamento televisivo animato. The Marvel Superheroes era una serie del 1966 in cui ogni episodio aveva come protagonista un Vendicatore: Captain America, The Incredible Hulk, Thor, The Sub-Mariner e Iron Man. Ognuno aveva il suo tema musicale e Jon Favreau ha fatto in modo che il primo film contenesse il tema di Iron Man il maggior numero delle volte possibile.
La musica si sente nella scena del casino, nella camera da letti di Tony e come suoneria del cellulare di Rhodes.
Iron Man è stato anticipato da corti animati
Joe Quesada e Tim Miller furono incaricati dalla Marvel di creare una serie di corti animati per presentare il personaggio ai giovani futuri spettatori. Molti credevano che Iron Man fosse solo un robot, senza un uomo dentro, e così lo Studio decise di prepararsi il terreno in questo modo.
Iron Man 3 doveva introdurre i Guardiani della Galassia
Una prima scena post credits del terzo film doveva vedere l’eroe volare nello spazio e incontrare i Guardiani, molto prima del loro ufficiale debutto. L’idea era che Tony Stark potesse avere un cameo nel film, un collegamento al fatto che nei fumetti diventa anche membro della squadra a un certo punto.
Se questa scelta fosse stata portata avanti, il futuro sarebbe stato completamente diverso, e l’incontro di Thor con i Guardiani nel trailer di Infinity War meno epico.
L’omaggio allo sceneggiatore Warren Ellis
Warren Ellis è stato uno storico sceneggiatore di Iron Man e la sua influenza nella trilogia è innegabile, per chi conosce bene le storie a fumetti del Vendicatore con l’Armatura. In Iron Man 3, la produzione ha deciso di porgere un importante omaggio allo sceneggiatore, chiamando il fittizio Presidente degli Stati Uniti Ellis, in suo onore.
Nel film, il Presidente Matthew Ellis (William Sadler) viene salvato da Iron Man e War Machine. Lo stesso Presidente è comparso in Agents of SHIELD, nel preludio di Captain America: Civil War e in WHiH Newsfront, la web serie virale.
Rimane la trilogia con il più alto incasso del MCU
Nonostante la concorrenza di trilogie come quella di Captain America e di Thor, quella di Iron Man è la più redditizia del MCU. Il primo film incassò 585 milioni per un budget di 140 milioni, e divenne il secondo film con il maggiore incasso dell’anno, secondo solo a Il Cavaliere Oscuro. Iron Man 2 guadagnò 623, a fronte di un budget di 200 milioni, mentre il terzo film ha scioccato la stessa Marvel.


Sul film, la regista scrive: “The Party è una commedia che vira in tragedia, in cui una festa tra amici volge al peggio nell’arco di pochissimo tempo. Sotto pressione, in un ambiente circoscritto, tutto ciò che è nascosto emerge in superficie e la nostra casa, che consideravamo come un rifugio, può rapidamente trasformarsi in prigione. Volevo che si ridesse ma sul filo del rasoio, osservando questo gruppetto di persone che fallisce nel disperato tentativo di mantenersi coerente con la linea di partito su cosa è moralmente giusto e politicamente di sinistra. The Party è stato concepito come un film estremamente essenziale, che trasforma l’isolamento (e tutti i vincoli del tempo reale) in una virtù. In un bianco e nero privo di elaborati effetti speciali o di innaturali cambi di location, elementi all’apparenza semplici assumono funzione narrativa. Ogni cosa è esposta. Non c’è un luogo dove nascondersi durante lo svolgersi della storia. La macchina da presa spia tra le ombre e guarda dritto in faccia questi personaggi nel loro momento di crisi, una crisi che si sviluppa via via che ognuno inizia a dire la verità.È stata una vera e propria benedizione lavorare con un gruppo di grandi attori che si sono assunti il rischio di lanciarsi in questa sfida, con piacere e disciplina,al servizio del potere benefico della risata dolce-amara in un momento storico in cui gli eventi del mondo, invece,ci fanno venir voglia di piangere.”























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La storia del film, un’educazione sentimentale ambientata in una calda estate italiana degli anni ’80, è molto nelle corde del cinema di Guadagnino, che è solito girare storia collettive e familiari. La tematica, ordinaria ma originale allo stesso tempo è riuscita a conquistare il pubblico e la critica.