Per la
rubrica Cosplay oggi vi segnaliamo alcuni
costumi realizzati con la tecnica del Body Paint,
tra i personaggi anche Spider Man, Iron Man, Due facce,
The
Flash, Mystique, Poison Ivy e molti altri. [nggallery
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Flash (The
Flash) è un personaggio dei fumetti creato
da Gardner Fox e Harry Lampert nel 1940,
pubblicato dalla DC Comics. È un supereroe con il
potere di muoversi a velocità straordinaria, sfidando le leggi
della fisica. La sua prima apparizione è in Flash
Comicsnumero 1 (1940).
Iron Man, il
cui vero nome è Anthony Edward “Tony” Stark, è un
personaggio dei fumetti, pubblicato dalla Marvel Comics. È stato creato dagli
scrittori Stan Lee e Larry Lieber e dal
disegnatore Don Heck. Jack Kirby ha collaborato con
Heck nel design dell’armatura e ha disegnato la copertina
di Tales of Suspense (Vol.1[1]) n. 39
del 1963 (che ospita l’esordio di Iron Man).
L’Uomo
Ragno (Spider-Man), il cui vero nome
è Peter Parker, è
un personaggio dei fumetti, creato da Stan
Lee (testi) e Steve Ditko (disegni) nel 1962,
pubblicato dalla Marvel Comics. La sua prima apparizione avviene
in Amazing Fantasy (prima serie) n. 15.
Mystica (Mystique), è un personaggio
dei fumetti creato da Chris Claremont (testi)
e Jim Mooney (disegni) nel 1978, pubblicato
dalla Marvel Comics. La sua apparizione è
in Ms. Marvel (prima serie) n.
17.
Mystica ha usato
tanti nomi falsi: Raven Darkhölme, Foxx, Helmut Stein, Mallory
Brickman, B. Byron Biggs, Surge, Ronnie Lake, Holt Adler, Leni
Zauber, Raven Wagner, Randy Green.
Poison
Ivy, il cui vero nome
è Pamela Lillian
Isley, è un personaggio
dei fumetti creato
da Robert Kanigher e Sheldon Moldoff nel 1966, pubblicato dalla DC
Comics. Il suo nome significa
letteralmente edera velenosa. È un’ecoterrorista e una delle più letali
avversarie di Batman; il
personaggio ricalca lo stereotipo della femme
fatale.
Dr. Mrs. The Monarch –
Venture Brothers.
Il Body Painting o bodypainting è
una forma di body art in cui a differenza del tatuaggio o di altre
forme di body art, la durata è temporanea. Il tempo di permanenza,
dipendente dai tipi di colori utilizzati, varia da qualche ora a
qualche giorno essendo una forma d’arte in cui, per sua stessa
natura, ogni opera è destinata alla distruzione. Il body painting
trova come suoi partner naturali:
Si è concluso questa domenica 6
Ottobre l’edizione di Ottobre del Romics 2013, e
come accade ogni anno da un po’ di tempo a questa parte molti nerd
sono accorsi alla fiera del fumetto capitolina, e come ogni anno
tanti sono i cosplay che hanno sfilato per gli stand della
Fiera di Roma. Ecco a voi una carrellata di solo
alcuni di essi nelle foto della nostra Stefania
Buccinnà:
Tutti i cosplay nella nostra foto
gallery:
[nggallery id=315]
Romics è una manifestazione
dedicata al fumetto, all’animazione e ai videogiochi. Dal 2013,
oltre alla classica edizione autunnale di fine settembre/inizio
ottobre, la manifestazione raddoppierà, proponendo un’edizione
primaverile, che si terrà in aprile, sempre all’interno del polo
fieristico di Roma. Nella dodicesima edizione gli
organizzatori hanno calcolato un’affluenza di oltre 120.000
persone. Dalla prima edizione fino a quella del 2011 ne è stato
Direttore Artistico Luca Raffaelli.
Arriva l’attesissimo
Cosmopolis, ultimo film nato dalla mente di
David Cronenberg in collaborazione con
Don DeLillo. Infatti il regista de La
Mosca si è ispirato proprio al romanzo di DeLillo,
portando sulla schermo fedelmente la crisi del capitalismo, quando
questa era un utopia, dimostrandosi anticipatore degli eventi
attuali.
Il Presidente degli Stati Uniti è
in visita a New York, e la città è intasata di traffico. Eric
Parker (Robert Pattinson) alto esponente della
finanza, giovane miliardario, vuole a tutti i costi farsi
“aggiustare il taglio” dal suo barbiere di fiducia, ad Hell’s
Kitchen, dall’altro lato della città. Così, pur avendo un brutto
presentimento e temendo per la sua vita, entra in una
limousine bianca e attraversa lentamente la città immersa nel caos
e nei fumi di una rivolta. Durante le 24 ore che impiega per
arrivare dal suo barbiere, Eric incontra molti personaggi che
discutono con lui dei grandi temi che collegano umanità,
tecnologia, denaro, tempo ed economia.
Cosmopolis, il film
L’ultimo film di David
Cronenberg deve necessariamente fare i conti con un
presupposto: il romanzo di DeLillo era una storia quasi impossibile
da trasporre, eppure il film che ne è uscito è esattamente
l’essenza del romanzo stesso. Questo però non vuol dire che sia un
film riuscito, dal momento che il cinema non parla la lingua della
letteratura e viceversa. Cosmopolis, preso come
opera a se stante, presenta in realtà molti punti di domanda e
momenti di stasi che non ne contribuiscono la visione e non ne
facilitano la comprensione sempre tesa a districarsi tra il
miscuglio di concetti più o meno filosofici che si espongono trai
personaggi.
Nessuno dei passanti, in qualche
modo partecipanti alla vita di Eric, viene approfondito come
merita, lasciando tutto su un grado di superficialità che non ci
permette assolutamente di partecipare all’inquietudine del
protagonista. Inquietudini tra l’altro tutta detta e per nulla
mostrata, nella maschera statica che Pattinson mette su per tutto
il film.
Cosmopolis, l’adattamento
impossibile
Il giovane protagonista della
Saga di Twilight si cimenta con un ruolo più
grande di lui che, a onor del vero, sarebbe stato difficile da
rendere credibile anche per un attore più navigato. Tuttavia sul
suo volto sono manifesti la dedizione e l’impegno che Pattinson ha
profuso nella sua performance, probabilmente rendendosi conto che
per un attore che viene da una serie per teenagers, lavorare con
Cronenberg può rappresentare la svolta. Il suo sforzo lo premia nel
dialogo finale con Paul Giamatti: nonostante trai due ci sia un
divario incolmabile, forse la vicinanza con il grande attore
Giamatti ha dato a Pattinson lo stimolo giusto per tirare fuori da
sé il meglio.
La sceneggiatura è completamente
opera di Cronenberg che come al suo solito sguazza
alla grande in paroloni e concetti complicati che si fermano a
riflettere sulla natura umana e sulla sua relazione con il mondo in
evoluzione. La regia si fregia di interessanti piano sequenza che,
non a caso, ci fanno apprezzare l’autore del film e ci ricordano la
sua grandezza. Nel complesso Cosmopolis è un’opera
incompiuta, o meglio riuscita solo a metà, che non risulta incisiva
come avrebbe potuto essere né tantomeno da libero sfogo alla vena
poetica di Cronenberg.
Manca poco al
debutto di Cosmopolis, film di David Cronemberg ispirato
all’omonimo romanzo di Don De Lillo: l’uscita è prevista per il 25
maggio, giorno in cui il film verrà anche presentato al Festival
di Cannes, in concorso nella sezione ufficiale.
La Warner Bros. ha
assunto lo sceneggiatore di Machete
Kills, Kyle Ward, per il prossimo
lavoro/adattamento di Michael Bay, ispirato al
libro del concept artist Daniel Simon, dal titolo
Cosmic motors. Il libro, sottotitolato
‘astronavi, auto e piloti di un’altra galassia’, viene descritto da
Simon in questo modo: “Venite a scoprire i
progetti di veicoli da una lontana galassia, chiamata
Galaxion, dove sono presenti moltissimi concetti
futuristici nella vita di tutti i giorni.”
Ancora,
Simon viene qui descritto come un vulcano di
idee: “Nove differenti astronavi, baccelli, auto da corsa, treni,
navi da guerra giganti e palloncini provenienti da vari pianeti del
sistema Galaxion, vengono mostrati a partire
dall’idea, fino alla loro realizzazione finale. Daniel
Simon è un designer di auto di alto livello, che ha
trascorsi gli ultimi anni a realizzare e progettare concetti
futuristici per marchi automobilistici come
Bugatti e Lamborghini. Nel suo
libro, Cosmic motors, ogni capitolo
illustra il processo di progettazione di un veicolo unico, dai
primi schizzi di ideazione, a modelli incredibilmente
dettagliati.
A oggi non si conoscono ulteriori
informazioni in merito all’adattamento di Cosmic
motors. Quindi, ai patiti di auto e motori, non resta
che attendere ulteriori aggiornamenti. Nel frattempo vi proponiamo
qui di seguito la copertina dell’originale lavoro di Daniel
Simon.
Cosimo e Nicole,
due cuori e una palafitta, ai piedi di Genova, all’alba degli
scontri del G8. Lui, bello e intrepido, lei, una diciassettenne
francese, passionale e avventurosa, pronta a seguirlo ovunque in
sella alla sua moto.
Un amore nato sotto la pioggia di
manganellate dei disordini di Genova, sbocciato nel lampo di uno
sguardo e vissuto con ardente passione, prima in Francia, e poi
nella terra che li aveva resi teneri amanti, in un paesaggio
desolato.
Un film, in cui il regista
Francesco Amato – alla sua seconda opera – segue i
passi di un amore totalizzante, frenetico e altisonante, con un
occhio sempre rivolto alla tragica realtà sociale italiana. Una
storia d’amore, quindi, che il regista utilizza come pretesto
narrativo per dire la sua sulle annose questioni dell’immigrazione
e del lavoro clandestino, la cui cruenta problematicità può
forgiare un’amore e ridurlo in pezzi con la stessa veemenza.
Cosimo e Nicole
Nel dire la sua, il regista fatica
ad armonizzare le sue idee: un film d’amore o un film di denuncia?
Cosimo e Nicole è un’opera dall’identità
sfocata che, nel portare alla luce riferimenti di cronaca attuali,
si pone come l’ennesimo tentativo di denunciare crimini e misfatti
made in Italy, senza la giusta convinzione e radicalità.
Convince un pò di più la visione romantica e dannata dell’amore tra
Cosimo e Nicole, costellata però da qualche cliché di troppo che la
correda di retorica e banalità.
I due interpreti protagonisti,
Riccardo Scamarcio e Clara
Ponsot, si muovono in un universo transitorio, indebolito
dall’inconsistenza della sceneggiatura, che in alcuni punti si
prende delle libertà narrative, che acuiscono la scarsa credibilità
della storia.
La regia cerca di limitare i danni,
fregiandola di spunti audaci fatti di eros e live
concert, che riescono a evocare un’atmosfera seducente e
gagliarda, buia e intensa, grazie ai graffianti brani dei
Marlene Kuntz, Afterhours e
Verdena che si mescolano alle musiche originali di
Francesco Cerasi.
Un film dalla struttura narrativa
analettica, che lascia sgorgare la storia dalle parole dei due
protagonisti, che si raccontano, afferrando i ricordi e rivivendo
il tormento e le intense emozioni di qualche anno prima. Due volti
reduci da un deserto emozionale durato due anni, ma riscaldati
dalla memoria di un passato ancora vibrante.
Quello di Cosimo e
Nicole è un sentimento diventato romanzesco e ruggente
grazie al fascino imponderabile dell’avventura on the
road, cornice del loro inconsulto vagabondaggio. Un guizzo
interessante ma che non riesce comunque a dare vigore ad un
racconto monocorde e incolore.
La Relative Media ha rilasciato un
nuovo red band trailer ufficiale di Cose nostre –
Malavita (The Family), il nuovo film
di Luc Besson che arriverà in
Italia il prossimo 10 ottobre. I protagonisti
di questa commedia criminale sono Robert De Niro,
Michelle Pfeiffer, Tommy Lee Jones, Dianna
Agron e John D’Leo. La
pellicola è l’adattamento cinematografico del
romanzo Malavitadi Tonino
Benacquista. Tra i produttori esecutivi del film
figura Martin Scorsese.
Cose nostre
Malavita red band trailer
Trama:
Il film racconta la storia dei
Manzonis, una nota famiglia di mafiosi costretta a trasferirsi in
Normandia, sotto la tutela del programma protezione testimoni.
Nonostante siano apparentemente fuori pericolo e quindi liberi di
vivere la loro nuova vita, i Manzonis non riescono ad abbandonare
le loro vecchie abitudini e decidono di gestire le cose “a modo
loro”.
Film del 2013, Cose
Nostre – Malavita (qui la recensione) è inedito
gangster movie che mescola toni da thriller a situazioni da
commedia. Girato tra la Francia e gli Stati Uniti, il titolo è
divenuto particolarmente noto grazie alla coppia protagonista
formata dagli attori Robert De
Niro e Michelle
Pfeiffer. Il lungometraggio si basa sul romanzo
Malavita, pubblicato nel 2004 dallo scrittore francese
Tonino Benacquista. Divenuto particolarmente noto
nel suo paese, il libro fu da sempre oggetto di attenzione da parte
di alcune case cinematografiche, ma ad ottenerne i diritti per
l’adattamento fu infine il regista Luc Besson.
Autore di celebri titoli come
Leon e Valerian e la città dei
mille pianeti, Besson desiderava inizialmente soltanto
produrre la pellicola. Non trovando però un regista adeguato, si
convinse a ricoprire lui quel ruolo, desideroso anche di poter
lavorare con il celebre De Niro. Le riprese ebbero così inizio,
senza però avvalersi del coinvolgimento di Benacquista. Lo
scrittore, infatti, preferì non prendere parte al processo di
produzione, pur consapevole che la sceneggiatura scritta seguiva
fedelmente gli eventi da lui raccontati nel romanzo.
Al momento della sua uscita in sala,
il film non riscontrò un particolare favore di critica. Questa
lamentava infatti una mancanza di originalità nella messa in scena,
così come la natura superflua di certi eventi. Al box office il
titolo riuscì comunque ad affermarsi come un buon successo. A
fronte di un budget di circa 30 milioni, Cose Nostre –
Malavita riuscì ad incassarne globalmente poco più di 78. Ad
attirare la curiosità era non solo l’inedita coppia di
protagonisti, ma anche il ritorno di De Niro ad un genere di film
legato alla criminalità. Tipologia di storie di cui è stato un
grande protagonista tra gli anni Settanta e Novanta.
Cose Nostre – Malavita: la
trama del film
Protagonista del film è la famiglia
Manzoni, la quale da tempo è nel programma di
protezione del FBI. Ciò
è dovuto alla testimonianza che l’ex mafioso e capofamiglia
Giovanni ha rilasciato contro il pericoloso
criminale Don Lucchese. Insieme alla moglie
Maggie e ai figli Belle e
Warren, Giovanni si trasferisce sotto copertura
nell’anonimo paesino di Chalong-sur-Avre, in Normandia. L’agente
Stansfield è incaricato di proteggerli, ma
comprende ben presto che il suo è un compito più complesso del
previsto. La famiglia, infatti, sembra non riuscire ad abbandonare
le sue abitudini mafiose, non mancando di attirare l’attenzione dei
concittadini. Compresa la pericolosità delle loro azioni, i quattro
iniziano allora un difficile processo di integrazione.
Il rapporto tra di loro, in realtà,
inizia lentamente a cedere. Complice dei nascenti conflitti tra i
membri della famiglia sono i numerosi spostamenti a cui da sempre
si devono sottoporre per via delle implicazioni mafiose di
Giovanni. I Manzoni, però, si troveranno a dover riunire le loro
forze nel momento in cui Don Lucchese scoprirà il luogo in cui si
nascondono. Con i suoi sicari in viaggio per sterminare i quattro
famigliari, questi dovranno risolvere la crisi che li caratterizza
per poter sopravvivere. Ben presto, la tranquilla cittadina
norvegese si trasforma in un sanguinoso campo di battaglia, come
mai prima di quel momento.
Cose Nostre – Malavita: il
cast del film
Nel dar vita al casting per i
personaggi principali del film, le uniche richieste di Benacquista
furono che per la famiglia Manzoni venissero scelti celebri attori
americani. Per la parte di Giovanni, l’autore del libro aveva
infatti sempre immaginato il premio Oscar Robert De
Niro. Besson mandò dunque una lettera all’attore,
proponendogli il ruolo. Questi accettò con entusiasmo, desideroso
di misurarsi nuovamente con il genere per cui era celebre. Per la
parte, De Niro si documentò sulla malavita italiana, ricercando in
essa figure a cui potersi ispirare. Principale fonte per lui fu
però ovviamente il libro di Benacquista, dove affermò di aver
ritrovato tutto ciò che gli occorreva sapere sul personaggio.
Per il ruolo di Maggie, invece,
venne scelta l’attrice Michelle Pfeiffer. Questa
accettò la parte desiderosa di poter lavorare accanto a De Niro. I
due avevano già recitato insieme nei film Stardust e
Capodanno a New York, senza però condividere alcuna scena.
Questo è infatti il primo film che li ha visti recitare insieme.
Per il personaggio della figlia Belle è invece stata scelta
l’attrice Dianna Agron, celebre per il ruolo di
Quinn Fabray nella serie televisiva Glee. Questa era da
sempre la prima scelta secondo il regista, ma fu comunque chiamata
a sostenere diversi provini prima di ottenere la parte. L’attore
JohnD’Leo, già apparso in
The Wrestler, ha invece ottenuto il ruolo del figlio
Warren. Infine, nei panni dell’agente Robert Stansfield si ritrova
l’attore premio Oscar Tommy Lee
Jones.
Cose Nostre – Malavita: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. Cose Nostre –
Malavita è infatti presente su Chili
Cinema e Apple iTunes. In base alla
piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo
sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio
della qualità video. Il film è inoltre in programma in televisione
per lunedì 2 maggio alle
ore 23:15 sul canale
TV8.
L’ultima fatica di Luc
Besson,Cose nostre – Malavita,
nelle sale dal 17 ottobre, segna il ritorno dietro la macchina da
presa del grande regista e produttore francese che, per
l’occasione, raduna un cast stellare, dirigendo i Premi Oscar
Robert De Niro e Tommy Lee-Jones, una formidabile
Michelle Pfeiffer e la star in erba della
serie tv Glee, Dianna Agron.
Tratto dal libro “Malavita”
di Tonino Benacquista, la pellicola si fregia di
un altro nome importante, quello di Martin
Scorsese come produttore esecutivo. Un ex mafioso
italo-americano di Brooklyn trapiantato nella bucolica e bigotta
Normandia, costretto a vivere sotto protezione dell’FBI,
dopo una scomoda testimonianza. Fin qui nulla di nuovo, un plot
all’apparenza incline al consueto scenario filmico malavitoso e
alle solite “cattive abitudini” dei criminali brooklynesi. Eppure
nulla di più lontano dal quel genere gangster che, pur avendo
consegnato alla storia del cinema alcune tra le più toccanti
pellicole di sempre, oggi forse ha perso un po’ di smalto.
Cose nostre –
Malavita potrebbe essere letto come il personale
omaggio di Besson a un certo tipo di cinema, il tentativo di
riportare alla luce un’atavica realtà vibrante ma con una salsa
originale che combina il noir alla commedia più spassosa.
Un boss mafioso di nome Giovanni
Manzoni (Robert
De Niro) abituato a cambiare identità ogni volta che
le cose si mettono male. Dalle maniere decisamente poco ortodosse
ma dall’aspetto bonario e buffo, soprattutto quando impugna una
polverosa macchina da scrivere per mettere nero su bianco le sue
memorie. La granitica mogliettina dark , Maggie, in cui Michelle Pfeiffer mette un po’ della sua
Elisabeth Collins (Dark
Shadows). Una madre e moglie un po’ svitata, che
appicca fuochi con la stessa facilità e amorevole passione con cui
prepara la pasta, soprattutto se offesa nel suo spirito
americano.
A completare il
quadro, l’avvenente primogenita Belle (Dianna
Agron) alla ricerca del suo perduto amore e di un modo per
sopravvivere alla follia familiare, e il teppistello di casa
Manzoni, Warren (John D’Leo), che tra una
scazzottata e l’altra si conquista la fama e il rispetto di baby
criminale.
Una famiglia balorda, dalle cattive
e strampalate abitudini, dove un uomo ridotto in fin di vita o un
incendio appiccato per futili ragioni, sono solo irrilevanti
scaramucce, nonché il loro naturale modo di vivere la quotidianità.
A cercare di arginare le eccentriche trovate, senza grandi
successi, ci sarà l’agente Stansfield (Tommy
Lee Jones).
Grottesca e un po’ dark come la
famiglia Collins (Dark
Shadows), simpatica e sinistra come i coniugi
Addams, i Manzoni sono un quadretto
familiare che schiva lo stile corleonese (evocato in qualche timido
flashback) per rifugiarsi in una villa buia e polverosa, avulsa da
ogni dimensione spazio-temporale, che riporta alla mente quella di
American Horror Story.
Una pellicola elegantemente
confezionata, con un’originale e preziosa ironia che compensa
benissimo l’iniziale ritmo blando e qualche forzatura narrativa di
troppo.
Proprio dal titolo si potrebbe
cominciare: cosa voglio di più? L’elenco sarebbe lungo: un film che
racconti una storia, 30 minuti in meno, meno banalità, più ritmo,
un montaggio funzionale … e si potrebbe ancora continuare in
riferimento al film di Soldini. Cosa
voglio di più infatti esula dalla categoria di film
di nicchia, andando a collocarsi in un posto tutto suo, nella
sezione dei film che parlano solo a se stessi. E forse è questo
l’intento di Soldini che almeno narrativamente continua un percorso
sulla crisi economica che diventa crisi dei sentimenti e delle
relazioni, cominciato con Giorni e Nuvole, ma che
tuttavia si allontano troppo dai suoi lavori migliori, e mi
riferisco al ben godibile Pane e
Tulipani.
La quotidianità, il realismo (si
potrebbe quasi dire) sono resi perfettamente, aiutati anche da un
apparato tecnico (suono e fotografia) davvero eccellenti. Tuttavia
molto della storia non si giustifica, fino a metà film si aprono
mille trame, molti personaggi che necessitano un approfondimento ma
che ovviamente non possono averlo per permettere alla storia, allo
spettatore di seguire i protagonisti, accomunati da un forte legame
passionale che li proietta in una stanza buia che sembra esaurire
tutto il loro mondo.
Cosa voglio di più, il film di Silvio
Soldini
E’ pur vero che il film punta molto
sull’aspetto emozionale della vicenda, Favino e la Rohrwacher sono imbrigliati nella loro
relazione che per nessuno dei due e costruttiva ma che entrambi non
riescono a lasciar andare anche se non si percepisce la nascita del
forte amore che viene dichiarato. Per quello che riguarda le
interpretazioni, brava Alba in un ruolo ancora diverso dal suo
curriculum, un po’ meno Favino, che dimostra di essere un bravo attore
solo quando storia e sceneggiatura sono brillanti, e non è questo
il caso. Menzione speciale al cast di contorno, che come già detto,
meriterebbe più spazio a dispetto degli insipidi protagonisti, in
particolar modo il personaggio di Giuseppe Battiston, che incarno un compagno
così mite da sembrare stupido seppure a modo suo divertente.
Cosa voglio di più
è un film che punta a smuovere i sentimenti, e che sicuramente in
fase di lavorazione è risultato coinvolgente per gli interpreti
principali, se non altro per le numerose scene di intimità, ma che
rivolto allo spettatore rischia di smuovere soprattutto una grande
noia, causata oltretutto dall’eccessiva lunghezza di una film che
senza troppi danni sarebbe potuto durare 40 minuti in meno.
Distribuito da Warner Bros, Cosa
voglio di più esce in Italia il 30 aprile.
Manca poco all’inizio del mese di
ottobre, ed ecco di seguito tutte le novità dei titoli di film e
serie tv in uscita ad ottobre su Prime Video, il servizio streaming
targato Amazon.
Time dal 17 ottobre in
esclusiva su Prime Video
Fox Rich è una battagliera.
Imprenditrice e madre di sei figli maschi, ha trascorso gli ultimi
vent’anni della sua vita a combattere per ottenere il rilascio del
marito, Rob G. Rich, che sta scontando una condanna a
sessant’anni di prigione per una rapina che, in un momento di
disperazione, commisero insieme agli inizi degli anni novanta.
Accostando i video-diari che Fox ha registrato per Rob
nel corso degli anni
insieme a scorci intimi della vita quotidiana
della donna, la regista Garrett Bradley ha composto un ritratto
della resilienza e dell’amore incrollabile che sono necessari per
riuscire a prevalere sulle infinite separazioni imposte dal sistema
carcerario degli Stati Uniti.
Borat Subsequent Moviefilm
dal 23 ottobre in esclusiva su Prime Video
“Borat – Seguito di
film cinema. Consegna di portentosa bustarella a regime americano
per beneficio di fu gloriosa nazione di
Kazakistan”
Il film, disponibile in esclusiva su Amazon Prime Video in tutto
il mondo a partire dal 23 ottobre, è diretto da Jason Woliner,
scritto da Sacha
Baron Cohen, Anthony Hines, Dan Swimer, Peter Baynham, Erica
Rivinoja, Dan Mazer, Jena Friedman e Lee Kern, prodotto
da Sacha Baron Cohen, Monica Levinson e Anthony Hines.
Gli Executive Producer sono Buddy Enright, Nicholas
Hatton, Peter Baynham, Dan Mazer e Stuart Miller. Interpretato
da Sacha Baron Cohen e Irina Nowak.
BIBI & TINA dal 16 ottobre
in esclusiva su Prime Video
Tornano gli amati personaggi della
serie Bibi & Tina in una serie Amazon Original, con nuove avventure
e nuove canzoni! La giovane strega Bibi e la sua migliore amica
Tina, insieme ai loro cavalli Amadeus e Sabrina e ai loro amici,
sono pronte a vivere un’estate piena di avventure alla tenuta
Martinshof: cavalli smarriti, orsi selvatici, un meteo
imprevedibile ed emozionanti serate di gioco nel fienile. E non è
finita: sono ancora tante le cose nuove da scoprire. Come il
giovane spagnolo che offrirà il suo aiuto alla tenuta in cambio di
un posto dove stare: il ragazzo misterioso ha un segreto che non
darà pace a Bibi e Tina per tutta la durata della stagione.
Ovviamente, anche questa volta la musica avrà un ruolo importante,
e il tempo volerà… La serie Amazon Original sarà disponibile
su Prime Video dal 16 ottobre, con tutte le canzoni doppiate in
Italiano.
Disney+ è la casa dedicata
allo streaming di film e serie di Disney, Pixar, Marvel, Star
Wars, National Geographic e Star, compresi gli
esclusivi Disney+ original. Il 16
ottobre ricorre il 100° anniversario Disney! Da
100 anni la nostra passione è la narrazione. Da una generazione
all’altra,lestoriepiùbellevivonopersempre.Potreterivedere tutti i
vostri classici e personaggi Disney preferiti solo su
Disney+. Inoltre, per
celebrare al meglio l’anniversario, a partire dal 6 ottobre saranno
disponibili sulla piattaforma streaming sette nuovi classici
cortometraggi.
Tutti gli episodi della quinta e
ultima stagione di Mayans
M.C., la serie ambientata nello stesso universo
narrativo di Sons of Anarchy, debutteranno il 18
ottobre su Disney+. Non perdetevi inoltre la serie
completa di Sons of Anarchy già disponibile sulla
piattaforma streaming. A ottobre arrivano i nuovi episodi della
quarta stagione di The Kardashians, disponibili ogni giovedì, e
la terza stagione di The D’Amelio Show, con episodi in arrivo sulla
piattaforma ogni mercoledì.
Tutte le serie tv e i film in
arrivo su Disney+ ad ottobre 2023
I Leoni di Sicilia: la serie
originale italiana Disney+ in arrivo il 25 ottobre con i primi
quattro episodi
Ph. Credit Maria Marin
I Leoni di
Sicilia è l’avvincente storia della famiglia Florio. I fratelli
Paolo e Ignazio sono due piccoli commercianti di spezie fuggiti da
una Calabria ancorata al passato e in cerca di riscatto sociale. In
Sicilia s’inventano un futuro, dove a partire da una bottega
malmessa danno vita a un’attività florida che il giovane figlio di
Paolo, Vincenzo, con le sue idee rivoluzionarie, trasformerà poi in
un impero. Tuttavia, a travolgere la vita di Vincenzo, e quella di
tutta la famiglia, è l’arrivo dirompente di Giulia, una donna forte
e intelligente, in contrasto con le rigide regole della società del
tempo. I Leoni di
Sicilia è un’epopea fatta di amore, famiglia, successi, guerre
e rivoluzioni, che si svolge nella Sicilia dell’Ottocento fino
all’Unità d’Italia del 1861. I Leoni di
Sicilia debutterà il 25 ottobre in esclusiva sulla piattaforma
streaming con i primi quattro episodi, mentre i restanti quattro
saranno disponibili a partire dal 1° novembre.
LOKI:
la seconda stagione della serie Marvel Studios in streaming dal 6
ottobre
La seconda
stagione della serie Marvel StudiosLoki
riprende dopo lo scioccante finale della prima, quando il
protagonista si ritrova a combattere per la salvaguardia dell’anima
della TVA. Insieme a Mobius, al cacciatore B-15 e a una squadra di
nuovi personaggi e ad altri che ritornano, Loki naviga in un
multiverso in continua espansione e sempre più pericoloso alla
ricerca di Sylvie, del Giudice Rensalyer, di Miss Minutes e della
verità su cosa significhi possedere il libero arbitrio e uno scopo
glorioso.
Piccoli brividi:
Serie Originale in streaming dal 13 ottobre
Ispirata alla collana di libri di
R.L. Stine, bestseller in tutto il mondo,
Piccoli Brividi segue un gruppo di cinque liceali che
intraprendono un viaggio difficile per indagare sulla tragica
scomparsa, avvenuta tre decenni prima, di un adolescente di nome
Harold Biddle, portando alla luce anche oscuri segreti del passato
dei loro genitori.
Dear Mama: tutti gli
episodi della serie originale targata FX in streaming dal 4
ottobre
Dal pluripremiato regista Allen
Hughes arriva Dear Mama di FX, una serie in cinque
episodi estremamente coinvolgente che sfida le convenzioni della
narrazione documentaristica tradizionale per condividere una saga
illuminante sulla vita di una madre e di suo figlio, Afeni e Tupac
Shakur. La loro storia racconta le possibilità e le contraddizioni
degli Stati Uniti da un periodo di fervore rivoluzionario al
decennio più ricco della cultura Hip Hop.
Serie, film e speciali da brivido!
in attesa di halloween
Quest’autunno, Disney+ invita il pubblico di
tutte le età a vivere la sua spaventosa line-up di film, serie e
speciali di Halloween. Con un calderone di nuove
storie accattivanti, classici imperdibili e avventure misteriose, a
ottobre Disney+ ha qualcosa da offrire in
streaming a tutti i membri della famiglia.
Lionsgate ha diffuso l’ottavo poster
di Cosa ti aspetti quando aspetti, frizzante commedia a tema
gravidanza tratta dall’omonimo best seller di Heidi Murkoff.
Diretto
L’episodio 1 della
seconda stagione di Squid
Game vede Seong Gi-hun, interpretato da Lee
Jung-jae, usare un apriscatole per tagliarsi l’orecchio e
rimuovere un dispositivo, sollevando la questione di cosa ci fosse
esattamente nel suo orecchio. Mentre la maggior parte della seconda
stagione è ambientata due anni dopo il
finale della prima stagione di Squid Game, “Bread Or Lottery”
inizia proprio dove si era interrotta la prima stagione. Dopo
essersi imbattuto nel venditore in un aeroporto, Gi-hun ha
ricevuto una telefonata dall’uomo di facciata che gli diceva di
salire sull’aereo e non guardarsi più indietro.
Sebbene Gi-hun fosse in
procinto di recarsi negli Stati Uniti per ricongiungersi con la
figlia, il fatto di vedere il venditore che reclutava qualcuno per
giocare gli fece capire che altre persone sarebbero state costrette
a subire i suoi stessi orrori. Gi-hun disse al Front Man
(interpretato da Lee Byung-hun) che li avrebbe seguiti e che
avrebbe fatto fallire la loro operazione. Appena lasciato
l’aeroporto e tornato a Seoul, Gi-hun comprò un apriscatole e si
precipitò in un bagno.
Gi-hun ha rimosso un dispositivo
di localizzazione dall’orecchio in Squid Game – Stagione 2,
Episodio 1
Gi-hun ha usato l’apriscatole per
incidere il suo orecchio e rimuovere un dispositivo di
localizzazione che era stato messo lì da qualche parte durante gli
eventi della stagione 1 di Squid
Game. Gi-hun notò che non era una coincidenza che il Front
Man lo avesse chiamato proprio mentre stava valutando se salire su
quell’aereo e trasferirsi negli Stati Uniti. In qualche modo, il
Front Man sapeva esattamente dove si trovava Gi-hun, anche se era
passato un anno da quando il Giocatore 456 aveva vinto la
precedente competizione.
Probabilmente il personaggio di Lee
Jung-jae aveva già notato qualcosa di strano intorno all’orecchio
sinistro, motivo per cui ha deciso di tagliare lì alla ricerca di
un localizzatore. Gi-hun aveva ragione, e dopotutto aveva un
dispositivo di localizzazione addosso.
Perché gli organizzatori dei
Giochi del Calamaro hanno messo un localizzatore su Gi-hun alla
fine della stagione 1
Ci sono due spiegazioni per quando
e perché gli organizzatori dei giochi hanno messo un localizzatore
su Gi-hun. Il primo è che tutti i giocatori hanno ricevuto un
localizzatore non appena sono stati portati sull’isola. Va notato
che tutti i giocatori sono stati sedati prima di essere portati
sull’isola dove si sarebbero svolti i giochi, il che significa che
gli organizzatori hanno avuto abbastanza tempo per inserire un
localizzatore in ognuno di loro prima ancora che si svolgesse il
primo turno.
Ecco il trailer e il poster di
Cosa
sarà, il nuovo film di Francesco
Bruni che chiuderà la 15° Festa del Cinema di Roma. Nel
cast del film Kim Rossi Stuart, Lorenza
Indovina, Barbara Ronchi, Giuseppe Pambieri,
Raffaella Lebbroni, Fotinì Peluso, Tancredi Galli, Nicola
Nocella.
SINOSSI
La vita di Bruno Salvati è in una
fase di stallo.I suoi film non hanno mai avuto successo e il suo
produttore fatica a mettere in piedi il prossimo progetto. Sua
moglie Anna, dalla quale si è recentemente separato, sembra già
avere qualcun altro accanto.E per i figli Adele e Tito, Bruno non
riesce a essere il padre presente e affidabile che vorrebbe.
Un giorno Bruno scopre di avere una
forma di leucemia. Si affida immediatamente a un’ematologa
competente e tenace, che lo accompagna in quello che sarà un vero
e proprio percorso a ostacoli verso la guarigione. Ilprimo
obiettivo è trovare un donatore di cellule staminali compatibile:
dopo alcuni tentativi falliti, Bruno comincia ad avere seriamente
paura,Cosa sarà di lui?
Suo padre Umberto, rivelandogli un
segreto del suo passato, accende in tutti una nuova speranza.
Bruno e la sua famiglia
intraprendono un inatteso percorso di rinascita, che cambierà i
loro rapporti e insegnerà a Bruno ad alzare gli occhi da sé
stesso e a guardare gli altri.
Così si chiude la Festa del
Cinemadi Roma 2020, con la presentazione
del quarto lavoro da regista di Francesco Bruni,
Cosa sarà. Sceneggiatore tra gli altri di
Paolo Virzì, cui lo lega un lungo sodalizio
artistico e umano, Bruni firma in proprio commedie
francamente divertenti, ma anche acute e non prive di un certo
disincanto, in cui l’elemento fondante attorno a cui ruota tutto
sono i rapporti umani, in special modo quelli familiari, tra mariti
e mogli e ancor più tra genitori e figli. Non per niente, le sue
commedie realistiche, un po’ strampalate e fresche hanno spesso
lanciato giovani talenti. È stato così con il suo esordio Scialla!, che lanciò Filippo
Scicchitano, come con Tutto quello che
vuoi, che fece emergere
Andrea Carpenzano. Oggi è la volta di Fotinì
Peluso, che interpreta ottimamente Adele, la figlia del
protagonista. La sfida è difficile, poiché si tratta di far ridere
o sorridere del dramma di un uomo ancora giovane gravemente malato
e della sua paura di non farcela.
La trama di Cosa
sarà
Bruno Salvati, Kim Rossi Stuart, è un regista di commedie
quasi sconosciuto. Si è separato dalla moglie Anna, Lorenza
Indovina. Facendo dei controlli dopo un banale incidente,
scopre di avere la leucemia. L’unica speranza di guarigione è un
trapianto di cellule staminali. Inizia così il suo percorso da
paziente, guidato da una competente e pragmatica ematologa,
Raffaella Lebboroni, alla ricerca di un
donatore compatibile. Inizia però, anche un viaggio che lo porterà,
ancor prima che tra le corsie dell’ospedale, alla scoperta di un
segreto di famiglia e alla ricerca, assieme ai figli Adele,
Fotinì Peluso, e Tito, Tancredi
Galli e al padre Umberto, Giuseppe
Pambieri, di una persona che può essere la sua unica
speranza. Questo percorso lo porterà anche a ripensare sé stesso e
i suoi rapporti familiari.
Finché c’è vita c’è
speranza, e ironia
E’ lo stesso Francesco
Bruni a spiegare come in questo film – era già accaduto
nei precedenti – vi sia un contenuto autobiografico, opportunamente
arricchito e rivisitato. Soggetto e sceneggiatura sono del regista,
la seconda in collaborazione con Kim Rossi Stuart. Dunque si tratta di una
storia molto personale, dolorosa e delicata. Si percepiva che lo
fosse. Ecco forse perché Bruni ha sentito il
bisogno di tornare nella Livorno in cui è cresciuto per raccontarne
almeno una parte. Per molti versi, dunque, è lui il Bruno Salvati
della storia, che parla della malattia che lo ha colpito e dalla
quale è guarito – si è salvato, appunto, nomen omen – e di
come questa si possa rivelare un’opportunità per ricominciare, per
cambiare.
Il film rispetta in pieno lo stile
di Bruni riuscendo ad essere al tempo stesso
divertente e amaro, poetico e drammatico, doloroso, realistico, ma
anche movimentato e perfino buffo. Del tutto assente la retorica,
come da sana abitudine del regista. Non si scade mai nel
melodramma, ma si stempera, si alleggerisce con la situazione
comica. Kim Rossi Stuart è convincente nei diversi
registri richiesti dal film, bravissimo nel drammatico, ma non meno
efficace nella commedia.
Foto di Paolo Ciriello
Bruni fa di
Salvati un personaggio che, come altri nei suoi film, non è il
padre che vorrebbe essere, un uomo anche fragile, che non nasconde
la paura, ma che attraverso quest’esperienza trova il coraggio e il
modo di cambiare, di scrollarsi di dosso un’immagine di sé che
forse non gli corrisponde più e comincia a dare maggiore ascolto a
chi gli sta intorno. Il sottofinale è emblematico di questo
cambiamento. Il cast ha anche una presenza femminile importante:
brave Lorenza Indovina, Barbara
Ronchi nel ruolo di Fiorella, Raffaella
Lebboroni e la già citata FotinìPeluso. Scelte perfette sono due brani della
colonna sonora: Perfect day, che crea un ossimoro
emozionante in uno dei momenti forse più dolorosi del film, e I
will survive.
Cosa sarà è anche un sentito omaggio a
Mattia Torre, regista e autore di
Boris e La linea
verticale, prematuramente scomparso. In alcune scene
del film, come quella del dibattito mancato, si ritrova proprio un
po’ della sua impronta, quell’umorismo graffiante e dissacrante,
quel voler far ridere a tutti i costi anche della morte, quel
trattare con umorismo qualsiasi cosa succeda nella vita perché
comunque, finché si è vivi e lo si può raccontare, se ne può
sorridere. In Cosa sarà l’ironia, il riso amaro non
esita a trasformarsi in franca risata. Così come il regista non
rinuncia a punteggiare il film di una pungente ironia sul mondo del
cinema, complice anche un cameo di Ninni
Bruschetta (Boris e
La linea verticale), nel ruolo del
produttore cinematografico.
Il quarto lavoro da regista di
Francesco Bruni è dunque una sorta di lungo flirt
con la morte, al termine del quale non si esce incupiti o avviliti
o tristi, ma col sorriso sulle labbra di chi dice: è andata bene!
Il funambolo che cammina sulla ringhiera del balcone è Salvati, ma
è anche il regista, che pur non cadendo per fortuna, né in questa
vicenda umana, né registicamente, riuscendo a tenere il film in
equilibrio tra commedia e dramma, ha ben presente però che c’è chi
cade. Restituisce però anche la consapevolezza che il funambolo può
essere ciascuno di noi, in qualsiasi momento, e che non sempre va
tutto bene.
Cosa sarà avrebbe dovuto iniziare il suo
percorso in sala dal 24 ottobre. La nuova chiusura imposta
dall’ultimo Dpcm costringe ora a trovare altre strade di fruizione,
che si spera non penalizzino troppo un lavoro che merita la
visione.
Cambia nome il nuovo film di
Francesco Bruni che adesso uscirà con il titolo di
Cosa
sarà. Ecco di seguito come il regista e sceneggiatore
ha annunciato la decisione:
“Sono felice di poter annunciare
il nuovo titolo del nostro film. Quello scelto in precedenza – più
di un anno fa – se al principio sembrava profetico (poiché
quell’espressione risuonava ovunque), con l’andare del tempo –
ironia della sorte – ha finito per risultare fuorviante,
soprattutto perché il nostro film non parla affatto – colgo
l’occasione per precisarlo – della pandemia che ha colpito il mondo
intero in questi ultimi mesi. Questo nuovo titolo mi sembra
esprimere molto bene l’incertezza in cui vive il protagonista e in
cui tutti possiamo riconoscerci, ora più che mai. Ringrazio anche
Palomar e Vision che hanno subito condiviso questa sensazione e
questa scelta.”
SINOSSI
La vita di Bruno Salvati è in una
fase di stallo. I suoi film non hanno mai avuto successo e il suo
produttore fatica a mettere in piedi il prossimo progetto. Sua
moglie Anna, dalla quale si è recentemente separato, sembra già
avere qualcun altro accanto. E per i figli Adele e Tito,
Bruno non riesce a essere il padre presente e affidabile che
vorrebbe.
Un giorno Bruno scopre di avere una forma di leucemia. Si affida
immediatamente a un’ematologa competente e tenace, che lo
accompagna in quello che sarà un vero e proprio percorso a ostacoli
verso la guarigione. Il primo obiettivo è trovare un donatore di
cellule staminali compatibile: dopo alcuni tentativi falliti, Bruno
comincia ad avere seriamente paura, Cosa sarà di
lui?
Suo padre Umberto, rivelandogli un
segreto del suo passato, accende in tutti una nuova speranza. Bruno
e la sua famiglia intraprendono un inatteso percorso di rinascita,
che cambierà i loro rapporti e insegnerà a Bruno ad alzare gli
occhi da sé stesso e a guardare gli altri.
Protagonista del film è Kim Rossi Stuart. Il film, prodotto da Palomar
e Vision Distribution, arriverà nelle sale in autunno.
La malattia è un nemico invisibile
che può insidiarsi inaspettatamente nella vita di una persona e
sconvolgere la sua intera esistenza, ma anche quella di chi gli sta
intorno. Film come
Amour, Non è mai troppo tardi, 50 e
50, Uno su due o i più giovanili L’amore che resta e Colpa
delle stelle sono solo alcuni dei tanti esempi di film che
affrontano questa tematica, declinandola sia in toni drammatici che
toni leggeri, grazie ai quali poter affrontare con spensieratezza
quanto si narra e così facendo allegerire il peso della vicenda. Su
questa seconda linea d’azione si pone anche Cosa
sarà (qui
la recensione), il film diretto da Francesco
Bruni nel 2020.
Sceneggiatore di film come La
prima cosa bella e Il capitale umano, ma noto anche
per aver diretto film come Scialla! e Tutto quello che
vuoi, Bruni affronta infatti con leggerezza la malattia di cui
si narra in questo film, senza naturalmente sminuirla. Prende così
forma un racconto agrodolce che a partire dalla scoperta di questa
condizione del protagonista va a raccontare ciò che cambia nella
sua vita personale e come i rapporti possano evolvere in meglio o
in peggio. La malattia diventa dunque quasi un pretesto per
riflettere sull’umanità e sullo spirito con cui si affrontano le
avversità, non rinunciando ad uno sguardo al futuro.
Premiato come Miglior sceneggiatura
ai Nastri d’argento e candidato poi a due David di Donatello
(Sceneggiatura originale e Attore protagonista), il film è dunque
un ottimo titolo per riflettere su queste dinamiche e uscirne
rinvigoriti nell’animo. In questo articolo, approfondiamo dunque
alcune delle principali curiosità relative a Cosa
sarà. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
storia vera a cui si ispira. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Cosa sarà
Protagonista del film è
Bruno Salvati, regista da tempo in una fase di
stallo. I suoi film non hanno mai avuto successo e il suo
produttore fatica a mettere in piedi il prossimo progetto. Sua
moglie Anna, dalla quale si è recentemente
separato, sembra già avere qualcun altro accanto. E per i figli
Adele e Tito, Bruno non riesce a
essere il padre presente e affidabile che vorrebbe. Un giorno, poi,
Bruno scopre di avere una forma di leucemia e intraprende così
percorso a ostacoli verso la guarigione. Il primo obiettivo è
trovare un donatore di cellule staminali compatibile, ricerca che
lo porterà a scoprire di avere una sorella di cui non era a
conoscenza.
Ad interpretare il protagonista
Bruno Salvati, vi è l’attore
Kim Rossi Stuart, mentre Lorenza
Indovina è l’ex moglie di lui, Anna. Gli attori
Fotinì Peluso e Tancredi Galli
interpretano rispettivamente Adele e Tito, i due figli di Bruno.
Giuseppe Pambieri è Umberto, padre del
protagonista, mentre Ninni Bruschetta interpreta
il produttore con cui egli si relaziona. Raffaella
Lebboroni interpreta la dottoressa, mentre l’attore
Nicola Nocella è l’infermiere Nicola. Infine,
l’attrice Barbara Ronchi, vista anche in
Settembre e Rapito,
interpreta Fiorella, la sorella di cui Bruno non era a
conoscenza.
Le location del film: ecco dove è stato girato
Per quanto riguarda le location di
Cosa
sarà, una piccola parte di queste si trova a
Roma, specialmente nella prima parte del film,
mentre il fiume Tevere è protagonista della scena
finale del film. La maggior parte del lungometraggio, però, è stata
girata a Livorno, in Toscana, dove il protagonista
si reca alla ricerca di sua sorella. Questa lavora in un’agenzia
immobiliare nel settecentesco quartiere Venezia
Nuova, così chiamato per i ponticelli, i canali e le
piazzette che ricordano l’atmosfera della Serenissima. Altra
location celebre è invece la terrazza Mascagni,
piazzale che affaccia sul mare riconoscibile dal pavimento a
scacchiera bianco e nero.
La storia vera a cui il film si ispira
Per la storia di Cosa
sarà, Bruni si è basato su un qualcosa conosciuto e
vissuto un prima persona. Il regista ha infatti raccontato che nel
2017, a seguito di esami del sangue, ha scoperto di avere le
piastrine molto basse, risultati che hanno poi portato alla
diagnosi di sindrome mielodisplastica. Si tratta di patologie del
sangue complesse, classificate tra le malattie rare, che colpiscono
prevalentemente persone in età avanzata e si manifestano attraverso
anemia, diminuzione dei globuli bianchi e piastrinopenia. Ad oggi,
l’unica cura – a cui però può accedere solo il 4% dei pazienti – è
il trapianto di cellule staminali, grazie al quale si riesce a
contrastare la malattia.
Bruni ha dunque raccontato di aver
intrapreso questo percorso di cura, in modo molto simile a quanto
fa il protagonista di Cosa
sarà. Nel caso del regista, il donatore si è rivelato
poter essere suo fratello, per cui la scoperta di Bruno Salvati di
avere una sorella di cui ignorava l’esistenza è frutto della
fantasia del regista. Si tratta infatti di un espediente narrativo
attraverso il quale il protagonista riesce a cambiare spostando
l’attenzione da sé stesso a quanti lo circondano, migliorando
dunque i propri rapporti con i suoi famigliari. A partire dal
proprio percorso di cura, ad ogni modo, Bruni ha poi tratto
l’ispirazione per questo suo nuovo film.
Il trailer di Cosa sarà e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire
di Cosa
sarà grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV,
Now e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì
27 marzo alle ore 21:25 sul canale
Rai 1.
In seguito all’ultimo DPCM, che ha
decretato la chiusura delle sale cinematografiche,
Palomar, Vision Distribution
e il regista Francesco Bruni hanno preso la
decisione di rendere disponibile Cosa
Sarà sulle piattaforme on
demand a partire dal 31
ottobre. Il film, scritto e diretto da Francesco Bruni, è
stato appena presentato come evento di chiusura alla
Festa del Cinema di Roma ed è uscito nelle sale
solo per poche ore.
Il regista Francesco
Bruni dichiara a riguardo: “Quella di Cosa Sarà è una storia travagliata. La sua
uscita era inizialmente prevista a marzo, ma per cause di forza
maggiore è stata rimandata all’autunno. Dopo mesi di attesa,
durante i quali l’uscita in streaming non è stata presa in
considerazione per una volontà condivisa con Palomar e Vision,
Cosa Sarà è approdato alla Festa del Cinema di Roma, dove ha
ricevuto un’accoglienza così calda e affettuosa da emozionarmi
profondamente. Purtroppo ancora una volta questo mio film si
scontra con la pandemia e i cinema sono stati nuovamente
chiusi.
Sono comprensibilmente dispiaciuto ma anche orgoglioso di aver
mantenuto la parola data a molti amici esercenti, sia pur per poche
ore; tuttavia sono convinto che sia arrivato il momento che
Cosa Sarà veda la luce e vada incontro al suo
pubblico.
Resta in me forte il desiderio di accompagnarlo al cinema, appena
sarà possibile, perché solo quando potrò incontrare personalmente
gli spettatori delle sale sentirò che il film avrà raggiunto il suo
scopo.”
“Cosa Sarà di Francesco Bruni è
un film importante, sono orgoglioso di averlo
prodotto”, dichiara Carlo Degli
Esposti. “È un film importante per la leggerezza con
cui ci insegna a far tesoro delle complicanze della vita e a
trasformarle in forza. Dentro ai personaggi scritti e diretti da
Bruni ci si ritrova e si ritrova il mondo intorno a noi.Hanno chiuso i cinema ma non vogliamo chiudere il percorso con
il pubblico augurandoci di poter tornare molto presto in sala, vis
a vis! ” – conclude il produttore di
Palomar.
“Vision è orgogliosa di aver
prodotto insieme a Palomar questo bellissimo film di Francesco
Bruni”, commenta così Massimiliano
Orfei, COO di Vision Distribution.
“Proprio nel momento drammatico che stiamo tutti vivendo, Cosa
sarà ci ricorda, con un sorriso lieve, che le difficoltà
che incontriamo, anche quelle più dure da accettare, possono e
devono essere fonte di consapevolezza di quanto è preziosa la
vita.
Siamo ovviamente dispiaciuti di non poter proseguire il percorso
nelle sale che avevamo appena cominciato, ma faremo in modo che già
nei prossimi giorni il film possa raggiungere il pubblico a
casa e riscuotere il successo che merita, in attesa di poter
tornare ad essere visto nel suo luogo di elezione, il grande
schermo delle sale cinematografiche”.
Il film sarà disponibile sulle seguenti
piattaforme: SKY PRIMAFILA, APPLE TV, CHILI,
GOOGLE PLAY, INFINITY, TIMVISION, RAKUTEN TV, THE FILM
CLUB, CG DIGITAL, MIOCINEMA, IO RESTO IN SALA
Arriva il 27 marzo
in prima tv alle 21. 15 su Sky Cinema Due e
in streaming su NOW, Cosa
Sarà. Grande prova attoriale per
Kim Rossi Stuart, protagonista del toccante racconto
autobiografico del regista Francesco Bruni
(Scialla! – Stai sereno). Bruno Salvati è un regista di commedie
che non hanno successo. Da poco si è separato dalla moglie, che ora
sembra frequentare una donna, e ha due figli, Adele e Tito. Nella
sua vita all’improvviso tutto cambia quando gli viene diagnosticata
una forma di leucemia: la mielodisplasia.
Cosa
Sarà, prodotto da Vision Distribution
e Palomar, in collaborazione con
Sky e Amazon Prime Video, sarà in
prima visioneTV e grazie a
extra, il programma fedeltà di Sky, i
clienti Sky da più di 3 anni e con Sky Cinema lo vedranno
prima di tutti on demand nella sezione extra.
Cosa Sarà, la trama
La vita di Bruno Salvati (Kim Rossi
Stuart) è in una fase di stallo. I suoi film non hanno mai avuto
successo e il suo produttore fatica a mettere in piedi il prossimo
progetto. Sua moglie Anna (Lorenza Indovina), dalla quale si è
recentemente separato, sembra già avere qualcun altro accanto. E
per i figli Adele e Tito, Bruno non riesce a essere il padre
presente e affidabile che vorrebbe. Un giorno Bruno scopre di
avere una forma di leucemia. Si affida immediatamente a
un’ematologa competente e tenace, che lo accompagna in quello che
sarà un vero e proprio percorso a ostacoli verso la guarigione. Il
primo obiettivo è trovare un donatore di cellule staminali
compatibile: dopo alcuni tentativi falliti, Bruno comincia ad avere
seriamente paura, Cosa sarà di lui? Suo padre Umberto, rivelandogli
un segreto del suo passato, accende in tutti una nuova
speranza. Bruno e la sua famiglia intraprendono un inatteso
percorso di rinascita, che cambierà i loro rapporti e insegnerà a
Bruno ad alzare gli occhi da sé stesso e a guardare gli altri.
Cosa
Sarà verrà trasmesso su Sky Cinema
Due il 27 marzo alle 21.15 e in streaming su
NOW e sarà disponibile on demand. Con
extra, il programma fedeltà di Sky, per i clienti
Sky da più di 3 anni e con Sky Cinema il film è già disponibile on
demand nella sezione extra.
Dal 17 ottobre in sala
con Eagle Pictures, Smile
2 (Smile Deluxe in originale) inaugura ufficialmente
la stagione cinematografica degli horror, intorno al periodo di
Halloween, così da proporsi come perfette serate a tema per la
“spooky season”.
Il film, diretto da
Parker Finn che torna a raccontare la storia del “sorriso
malefico”, è il sequel diretto del film 2022,
e trai protagonisti
conta anche Kyle Gallner, l’interprete di quel Joel che era stato
l’ultimo “posseduto” dall’entità nel film precedente. Ma cosa è
successo in quella storia horror e come si ricollega al sequel?
Ecco cosa c’è da ricordare per arrivare preparati alla visione di
Smile 2.
La storia di Smile
Il primo film segue la
storia di una terapista, Rose (Sosie Bacon), la quale è
perseguitata da visioni di persone con un sorriso inquietante da
quando lei stessa ha visto quel sorriso sul volto di una ragazza,
Laura (Caitlin Stasey), che si è tolta la vita davanti a lei.
Nonostante la sua formazione scientifica, Rose comincia a
sospettare di essere posseduta da una entità malvagia. Con l’aiuto
del suo ex fidanzato, Joel (Kyle Gallner), scopre che i testimoni
di suicidio tendono a morire suicidi loro stessi dopo pochi giorni.
Questa conclusione appare evidente dopo che i due sono risaliti a
una catena di ben 15 persone. La maledizione non si può
sconfiggere, se non trasmettendola a qualcuno: basta uccidere
brutalmente qualcuno di fronte a un testimone per traumatizzarlo.
Questo diventerà “l’erede” della maledizione.
Chi è Robert
Talley?
Interpretato da Rob
Morgan in Smile del 2022, Robert è una persona che
è sfuggita alla morte uccidendo brutalmente qualcuno di fronte a un
testimone, trasmettendogli la sua maledizione. Di conseguenza però
viene arrestato e sarà da lui che Rose scoprirà la verità: l’unico
modo per sfuggire alla maledizione è quello di diventare
un’assassina.
Inorridita, Rose si
isola nella sua casa d’infanzia in modo da non poter trasmettere la
maledizione. Affronta l’entità che ha preso le sembianze di sua
madre e prova a neutralizzarla con il fuoco. Lascia la casa e torna
dal suo ex fidanzato, credendo di essere così fuggita dalla
malvagia entità. Ma è solo questione di tempo…
Smile: spiegazione del
finale: Rose è morta?
La fuga di Rose era in
realtà solo un’allucinazione provocatale dal demone che ha tenuto
in vita la donna il tempo necessario per far si che Joel la
rintracciasse e la raggiungesse a casa sua. Il giovane si presenta
così nel luogo dove si sta consumando la tragedia, giusto in tempo
per assistere al suicidio di Rose: la donna si dà fuoco davanti a
lui, sorridendogli, e passandogli la maledizione.
Joel muore?
Secondo le regole di
Smile, Joel dovrebbe essere il prossimo destinato a morire. Quindi,
a meno che non uccida qualcuno di fronte a un testimone, possiamo
essere certi che morirà entro una settimana. Tuttavia, l’uomo ha
imparato molte cose sull’entità mentre cercava di proteggere Rose,
e questo lo rende un avversario più difficile da sopraffare per
questa presenza demoniaca. Un ottimo spunto per il sequel,
appunto!
La storia di Smile 2 si
concentra sul personaggio di Skye Riley (Naomi
Scott), una
popstar, che sul punto di cominciare un tour mondiale, inizia a
vivere esperienze sempre più terrificanti e incomprensibili.
Schiacciata dalle crescenti angosce e dalle pressioni della
notorietà, Skye è costretta a confrontarsi con il suo passato
oscuro per riprendere in mano la sua vita prima che vada in pezzi.
Come accennato in precedenza, nel film fa ritorno Kyle Gallner nei
panni di Joel che potrebbe in effetti avere un duplice ruolo. Il
personaggio potrebbe o essere l’innesco per il passaggio della
maledizione, essendo l’ultimo depositario della stessa dal finale
del primo film, oppure diventare l’eroe che ha avuto modo di
conoscere e studiare l’entità demoniaca e ha gli strumenti per
sconfiggerla, aiutando così Skye Riley a sopravvivere.
Lo scopriremo a partire
dal 17 ottobre in sala, quando Smile 2 uscirà al
cinema con Eagle Pictures.
In Cosa piove dal
cielo? Roberto (Ricardo Darín, Il segreto
dei suoi occhi), introverso proprietario di un negozio di
ferramenta, vive da vent’anni quasi senza contatti col mondo dopo
un dramma che l’ha profondamente segnato. Per caso conosce Jun
(Huang Sheng Huang), un cinese appena arrivato in
Argentina senza conoscere una parola di spagnolo, in cerca
dell’unico parente ancora vivo, uno zio. Incapace di abbandonarlo,
Roberto lo accoglie in casa: attraverso la loro singolare e
silenziosa convivenza, Roberto troverà il modo di comunicare con
Jun, muto eppure tenerissimo, svelandola banalità della vita e
delle coincidenze, o forse semplicemente che il caso non esiste e
per ognuno di noi c’è un destino.
Cosa piove dal cielo?, il film
Cosa piove dal
cielo? comincia in maniera silenziosa, e poi, a poco a
poco, con un misto di ironia e malinconia, si addentra nella mente
dello spettatore che guarda interessato e divertito l’avvicendarsi
di sentimenti e situazioni in una storia quasi impossibile da
gestire a livello semplicemente logistico ma anche a livello
emozionale, che coinvolge un mezzo misantropo e un giovane
spaventato e ferito dal mondo. Le due realtà non fanno altro che
collidere generando un big bang che si risolverà con la nascita di
una cosa nuova, una profonda amicizia e la speranza di una vita
serena per entrambi.
Quello che incanta in questo
piccolo film Cosa piove dal cielo? è la scelta dei
toni, non lugubri e tristi, ma allegri, spiritosi e seriamente
divertenti attraverso i quali i due personaggi, uno più timido
dell’altro, riescono a trovare una via di comunicazione decisamente
personale e che alla fine riuscirà a metterli in contatto anche con
se stessi. Il tema di fondo, ovvero lo scontro tra due culture
diverse, passa in secondo piano e l’ostacolo della lingua diventa
da principio insormontabile prima di tutto perché manca la
disposizione all’apertura, al dialogo, allo scambio con l’altro.
Con il tempo Roberto però scoprirà suo malgrado di aver bisogno di
Jun, e il giovane giapponese riuscirà contemporaneamente a mettersi
in connessione con i suo gentile salvatore. L’intercessione
linguistica giusta arriverà nel momento opportuno, quando i due
saranno pronti a condividere le anche a parole vite, sofferenze e
segreti.
Cosa piove dal
cielo? riesce quindi, attraverso linguaggio allegro e
immagini luminose, a raccontare la storia di due solitudini che si
incontrano e in modi inaspettati si fanno compagnia.
Notorious Pictures ha diffuso il
trailer ufficiale di Cosa mi lasci di
te‚ l’emozionante film diretto
da Jon e Andrew Erwin‚ e ispirato alla
vita del cantante statunitense Jeremy
Camp.
La pellicola arriva a marzo nelle
sale italiane.A vestire i panni del
musicista sarà KJ
Apa il giovane attore che ha avuto il suo primo
ruolo nel 2014 con Qua la zampa! e ha ottenuto
fama internazionale con la sua partecipazione nella serie
tv Riverdale, del network The CW.
Cosa mi lasci di
te‚ presentato al CinemaCon di Las Vegas‚ è ispirato ad
una commovente storia vera e racconta dell’amore di Jeremy Camp per
la sua fidanzata Melissa. I due giovanissimi decidono di
sposarsi nonostante le gravi condizioani di salute della ragazza
e da questa esperienza nasce la canzone I Still
Believe, uno dei brani più famosi di Jeremy Camp e colonna
sonora del film.
Jeremy Camp ha
pubblicato undici album. La sua musica, un mix di ballate con
influenze rock, lo ha portato a vincere cinque GMA Dove Awards, a
ricevere tre nomination all’American Music Awards e un Grammy Award
come ‘miglior album Pop/Contemporary Gospel’ nel 2010 per il suo
album, Speaking Louder Than Before.
Nel cast, accanto a
KJ Apa, troviamo Britt Robertson (Tomorrowland) nei
panni di Melissa, Gary Sinise (CSI: New York) sarà Tom Camp il
padre del ragazzo, Shania Twain, Britt Robertson, Melissa
Roxburgh e Nathan Dean Parsons.
Cosa mi lasci di te è diretto dai fratelli Jon
Erwin e Andrew Erwin, da una sceneggiatura di Jon Erwin e Jon
Gunn.
Amore, fede e musica, sono questi
gli ingredienti principali di Cosa mi lasci di
te (titolo originale I
stillbelieve) che sarebbe
dovuto arrivare nelle sale italiane il 19 marzo, ma vista
l’emergenza sanitaria, è disponibile direttamente in streaming su
Prime
Video, dal 17 aprile.
Cosa mi lasci di
te: l’ispirazione del film
Il lavoro racconta la vera storia
del musicista Jeremy Camp, icona americana della
musica cristiana, che a suon di ballate dalle influenze rock
professa la propria fede e la diffonde nel mondo. La sua vita è
contraddistinta da un incontro e da una storia d’amore che lo hanno
segnato per sempre, tanto che l’ha voluta raccontare in un libro –
Cosa mi lasci di te, edito in Italia da
Fabbri Editori. La storia poi è approdata sul
grande schermo grazie ai fratelli Andrew e Jon
Erwin, che l’hanno diretta, scegliendo KJ Apa (Riverdale)
per interpretare il ruolo del protagonista.
La trama
Jeremy (KJ
Apa) arriva all’università con la sua chitarra e il
sogno di diventare un musicista. Mentre questo inizia a
realizzarsi, incontra Melissa (Britt
Robertson), se ne innamora e decide di sposarla.
Nonostante entrambi siano giovanissimi e lei sia affetta da un male
incurabile. Lui compone le sue canzoni, deciso a starle accanto in
qualsiasi circostanza, ma lei rischia di non arrivare neppure al
matrimonio a causa dell’aggravarsi della malattia. Tuttavia, un
evento che ha del miracoloso regala ai due ragazzi un altro
scampolo di vita insieme, consentendo loro di vivere un intenso,
anche se breve, sogno d’amore e felicità, prima dell’inevitabile
epilogo. Senza Melissa Jeremy avrà ancora la forza di credere e di
cantare?
Il romanticismo in
Cosa mi lasci di te
Al netto di una pesante
cappa di retorica – quella per intenderci che fa sì che il padre,
interpretato da Gary Sinise, si rivolga al figlio
chiamandolo “figliolo” con frasi del tipo: “Vai e
scrivi la tua storia”, o “la vita non è piena nonostante
le delusioni, ma grazie ad esse” – condita dal patriottismo di
bandiere a stelle e strisce che sventolano dai portici, il film è
l’emblema dell’amore romantico, una storia per teenager sull’amore
che supera i confini del tempo e dello spazio ed è in grado di
superare anche il confine estremo, la morte. Per dare corpo a
questa vicenda – e riescono a farlo in maniera convincente –
i registi hanno scelto il giovane KJ Apa, noto per essere stato il protagonista
della serie tv Riverdale,
e Britt Robertson, interprete di serie come
Life unexpected e film quale il fantasy
Disney Tomorrowland.
Due attori amati dai teenager, che si ritrovano insieme dopo
Qua la zampa! di Lasse
Hallström.
Tuttavia, il film non è solo un
prodotto per adolescenti innamorati dell’idea stessa dell’amore,
specie se eterno, da tenere incollati allo schermo con una storia
che sembra una favola, anche se non proprio dal lieto fine, con una
congrua scorta di fazzolettini a portata di mano.
Religione e fede in
Cosa mi lasci di te
Perché trarre un libro e poi un
film da una storia così personale, così intima? Inequivocabilmente,
oltre che una storia d’amore, il film è un elogio e una
professione di fede cristiana inattaccabile, che vacilla, ma non
crolla neanche sotto i colpi della prova più dura.
Centrale è l’idea che questa storia possa essere d’esempio per
altri, che possa cambiare la vita di qualcuno, anche solo di una
persona, magari facendola avvicinare alla fede.
Quello che accade alla
protagonista Melissa è una sorta di miracolo. L’altro
“miracolo”,poi, consiste nel vedere tutta la California unita in
preghiera a Jeremy Camp per aiutare Melissa a superare la malattia.
Anche la fama di cantante d iCamp, oltre che essere dovuta al suo
talento musicale, sembra indissolubilmente legata a questa vicenda
personale che pare aver appassionato l’America. Quello stesso
talento, il successo, sono presentati come frutto della fede e
strumento di essa. A suggello di tutto questo, alcune immagini
finali del vero Jeremy Camp e delle sue esibizioni. I still
believe e Walk by faith, tratte dall’album
Still, hanno ottenuto un enorme successo negli Usa. Il
cantante ha vinto molti premi e venduto più di 5 milioni di
album.
Una visione di questo tipo
ha l’evidente limite di risultare poco coinvolgente per quanti non
ne condividano i presupposti, sebbene ponga di fronte a
interrogativi universali. Su tutti, come è possibile
affrontare la morte? Come ci si prepara? Se c’è qualcosa che questo
lavoro lascia anche a chi ha superato l’adolescenza e non è a suo
agio col concetto di fede, è proprio che si può in qualche
maniera trovare il coraggio di affrontare anche la morte – la prova
più difficile, più estrema che un essere umano possa affrontare –
se non si è soli, grazie all’amore o all’affetto incondizionato
delle persone care.
Prodotto da Kingdom
Studios e distribuito in Italia da
Notorious e Prime
Video, il film è visibile in streaming su questa
piattaforma dal 17 aprile.
Probabilmente non tutti conosceranno
Jeremy Camp, cantautore statunitense ed esponente
della cosiddetta musica cristiana contemporanea. All’interno di
questo genere egli è però una vera e propria leggenda, con undici
album pubblicati e numerosi premi vinti nel corso degli anni. Di
lui, in particolare, è celebre la canzone I Still Believe,
dedicata al non perdere la fede nonostante le avversità. Quella
stessa canzone dà anche il titolo ad un film del 2020, in Italia
distribuito come Cosa mi lasci di te
(qui la recensione), incentrato
sulla storia di Camp e su un particolare incontro che ha cambiato
per sempre la sua vita.
Diretto dai fratelli
Andrew e Jon Erwin, divenuti noti
grazie ad un film simile quale Una canzone per mio padre,
Cosa mi lasci di te è basato però non solo sulla canzone
di Camp, ma anche sull’omonimo libro autobiografico da lui scritto,
dove narra dell’amore tra lui e la sua prima moglie. Affermatosi
come un grande successo per la struggente storia raccontata, ma
anche per le emozioni in esso contenute e il forte messaggio di
speranza e fede, il libro è poi stato opzionato per diventare il
film che oggi si può ammirare. Chiamato a sintetizzare tale
racconto, Camp lo ha descritto come la capacità dell’amore di
sopravvivere al dolore.
Passato in sordina a causa della
pandemia di Covid-19, il film è stato distribuito prevalentemente
per l’home video, ottenendo comunque un buon successo. Per tutti
gli appassionati di storie struggenti, meglio ancora se realmente
accadute, Cosa mi lasci di te è decisamente un
titolo da non perdere. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi al
cast di attori al libro e alla
storia vera. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama di Cosa mi lasci di
te
Protagonista del film è il
cantautore di musica cristian Jeremy Camp, il
quale nel pieno della sua popolarità conosce la giovane
Melissa, innamorandosene da subito. La ragazza,
tuttavia, è affetta da una grave malattia che non le lascia molto
da vivere. Nonostante ciò, Jeremy non intende rinunciare al loro
amore e si dice pronto a sposarla e starle accanto nel bene e nel
male. Più la salute di Melissa va peggiorando, però, più la fede
del cantante viene messa a dura prova. Per loro, prima che sia
troppo tardi, sarà importante riflettere sulla loro relazione, su
cosa questa lascia in loro e su come l’amore, una volta destato,
continui a compiere il suo percorso nonostante le difficoltà.
Cosa mi lasci di te: il
libro e la storia vera
Jeremy Camp e sua
moglie Melissa Lynn Henning-Camp si sposarono il
21 ottobre del 2000. Avevano rispettivamente 22 e 21 anni e
sapevano già della malattia che affligeva lei, un cancro ovarico
che non lasciava grandi speranze di vita. Pochi mesi dopo il giorno
più felice della loro vita, il 5 febbraio del 2001, Melissa si
spense, lasciando Jeremy a confrontarsi con un dolore che non
credeva possibile. Il miglior rimedio a questo era scrivere nuove
canzoni e riflettere su quanto accadutogli. Camp compose dunque
I Still Believe, struggente brano attraverso cui racconta
di come nonostante le avversità egli abbia deciso di non perdere la
fede. Nel 2011 Camp ha poi pubblicato il suo primo libro,
l’autobiografia I Still Believe.
In questo egli racconta del rapporto
con Melissa. Pur attenendosi al testo, gli sceneggiatori hanno
naturalmente dovuto dar vita ad alcune modifiche. In primo luogo,
il matrimonio tra Jeremy e Melissa non è avvenuto in spiaggia e la
scoperta della lettera nella chitarra che si vede nel film non è
citata nel libro. Il conflitto che vede contrapposti Jeremy e
Jean-Luc, entrambi innamorati di Melissa è reale ma differisce per
il fatto che nella realtà non era Jean-Luc ad essere interessato
alla ragazza, bensì un amico di lei di nome Jason, non presente nel
film. In ultimo, rispetto a quanto riportato nel libro, il film non
sottolinea il grande legame di Jeremy con la madre.
Cosa mi lasci di te: il
cast del film
Per quanto riguarda il cast del
film, ad interpretare il protagonita Jeremy Camp si ritrova
l’attore KJ Apa. Questi
è noto in particolare per il ruolo di Archie Andrews, protagonista
della popolare serie Riverdale. Nei panni di Melissa, invece, vi è
l’attrice Britt
Robertson, nota per i film La risposta è nelle
stelle e Tomorrowland. La
Robertson aveva già recitato con Apa nel film Qua la
zampa! ed è stato proprio il collega a suggerirla per la parte
di Melissa e contattarla per presentarsi al provino. Sono poi
presenti gli attori Gary Sinise e Shania
Twain nei pani di Tom e Teri Camp, i genitori di Jeremy.
Melissa
Roxburgh, celebre per i film di Diario di una
schiappa, interpreta Heather, sorella di Melissa. Nathan Parsons,
invece, è Jean-Luc, amico comune dei due protagonisti.
Il trailer di Cosa mi lasci di
te e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Cosa mi lasci di te grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 18 gennaio alle ore
21:25 sul canale Rai 1.
La Fase 5 dell’MCU sta per iniziare con il trequel
diretto da Peyton Reed, e il film continuerà
l’esplorazione del Team Ant-Man del Regno Quantico. Questa volta
alla banda si unisce anche Cassie Lang, la figlia di Scott, e la
relazione tra i due è una dinamica centrale nel film.
Mentre il marketing per continua per
vie classiche, Marvel sta tentando anche strade
insolite e un nuovo teaser di Ant-Man and the Wasp: Quantumania è stato
diffuso dalla Marvel Entertainment per rivelare
ciò che Scott ha fatto dai tempi Avengers:
Endgame.
Come dice
Paul Rudd nella clip, il libro intitolato
Look Out For The Little Guy sarà una release tie-in con
Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Questo
racconta che dopo essere diventato una superstar pubblica in
seguito alla sconfitta di Thanos in Avengers:
Endgame, Scott ha dedicato il suo tempo e i suoi
sforzi a raccontare la sua storia attraverso un’autobiografia.
Il nuovo film Marvel Studios Ant-Man and the Wasp: Quantumania, che dà il
via alla Fase 5 del Marvel Cinematic Universe,
arriverà il 15 febbraio nelle sale italiane, distribuito da The
Walt Disney Company Italia. L’epica avventura presenta
l’antagonista più potente del MCU fino ad ora: Kang il
Conquistatore.
Nel film, che dà ufficialmente il
via alla
Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, i Super
Eroi Scott Lang (Paul
Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline
Lilly) tornano per continuare le loro avventure
come
Ant-Man and The Wasp. Insieme ai genitori di Hope,
Hank Pym (Michael
Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle
Pfeiffer), la famiglia si ritrova a esplorare
il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a
intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò
che pensavano fosse possibile. Diretto da Peyton
Reed e prodotto da Kevin Feige, p.g.a. e Stephen Broussard,
p.g.a.,Ant-Man
and the Wasp: Quantumania è interpretato anche da
Jonathan Majors nel ruolo di Kang,
David Dastmalchian nel ruolo di Veb, Katy O’Brian nel ruolo di
Jentorra, William Jackson Harper nel ruolo di Quaz
e Bill Murray in quello di Lord Krylar.
Nell’ultima settimana, la serie
Baby Reindeer di Richard Gadd ha occupato il
primo posto nella classifica degli spettatori di Netflix,
offrendo uno sguardo straziante sull’esperienza personale
dell’attore protagonista, vittima di stalking da parte di
una donna incontrata in un bar. Tuttavia, la serie non è l’unica
storia di vita reale che ha attirato gli abbonati di recente.
Un’altra serie true-crime The Asunta Case creata
da Ramón Campos (l’uomo responsabile del
period drama di NetflixLe ragazze del centralino) è uno dei titoli
più popolari del servizio di streaming. The Asunta
Case segue lo scioccante omicidio di una bambina cinese,
che sarebbe stata uccisa dalla sua famiglia adottiva in Spagna.
Questa vera e propria svolta ha attirato l’attenzione dei media e
della popolazione della Galizia dell’epoca, che ha teorizzato su
chi fosse il colpevole del crimine. Man mano che la polizia
indagava sul caso, venivano trovate altre prove a sostegno della
loro pista sull’identità e il motivo dell’assassino.
Di cosa parla The Asunta
Case?
La miniserie in sei episodi
racconta la storia vera di Rosario Porto (Candela Peña) e Alfonso
Basterra (Tristán Ulloa) che adottano una bambina di origine cinese
di nome Asunta, diventando la prima coppia ad adottare un bambino
dalla Cina a Santiago, in Spagna. Quando iniziano a vivere insieme
come una famiglia, gli amici più stretti li considerano perfetti.
La bambina si distingueva a scuola, saltando persino una classe, e
partecipava a diverse attività extrascolastiche. Non c’era motivo
di sospettare che i genitori non fossero orgogliosi della figlia o
che non sopportassero la decisione di andare avanti con l’adozione.
Eppure, quello che doveva essere un “vissero felici e contenti”
finì in tragedia anni dopo, quando la tredicenne fu trovata morta
sul ciglio di una strada vicino a casa sua.
Con lividi sui polsi e sulle
caviglie, la polizia ha ritenuto che fosse stata legata con le
corde trovate accanto al suo corpo e l’autopsia ha confermato che
la bambina è stata strangolata a morte. All’inizio della serata, la
coppia si era recata dalle autorità per denunciare la scomparsa
della figlia e in seguito era stata informata che era stata uccisa.
Sebbene a prima vista sembrasse che Asunta fosse stata rapita e
uccisa da un estraneo, Rosario e Alfonso divennero presto i
principali sospettati per il crimine a causa delle incongruenze nel
racconto degli eventi che avevano portato alla morte della bambina.
Inoltre, molte prove suggeriscono che potrebbero aver avuto dei
motivi per sbarazzarsi di lei. Il giudice Luis Malvar (Javier
Gutiérrez) e gli agenti Christina Cruces (María Léon) e Javier Rios
(Carlos Blanco) si occupano del caso, decisi a dimostrare che la
colpa è dei genitori adottivi.
Rosario Porto e Alfonso Basterra
erano i principali sospettati per l’omicidio di Asunta
Come nel filmato originale di
Netflix,
la polizia ha trovato un filmato di una stazione di servizio che
mostrava Rosario e sua figlia in macchina mentre si recavano nella
loro casa di campagna la notte dell’omicidio. Questo video è
diventato la prova che la madre ha mentito quando è stata
interrogata la prima volta, il che ha portato presto al suo
arresto. Quando gli scienziati forensi analizzarono il sangue della
ragazza, identificarono che le era stato somministrato un alto
dosaggio di lorazepam (un farmaco che Rosario prendeva
regolarmente).
Mesi prima della sua morte, Asunta
aveva detto a un insegnante di musica che i suoi genitori le
avevano dato una “polvere bianca”, che si rifletteva sulla sua
capacità di concentrarsi in classe o addirittura di stare in piedi.
Inoltre, in una farmacia è stato registrato l’acquisto da parte di
Alfonso di 170 pillole nell’arco di dieci settimane, 27 delle quali
sono state trovate nell’organismo della ragazza al momento della
sua morte. Altre prove hanno fornito ulteriori indizi sul legame
della coppia con l’omicidio, tra cui le immagini trovate sul
computer portatile di Alfonso (che è stato nascosto da casa sua per
settimane prima che la polizia ne entrasse in possesso). Tra i
500.000 file cancellati che sono stati ottenuti, c’erano molte
immagini sessualmente suggestive e scatti della figlia in abiti
provocanti.
Alcuni dei motivi per cui la
polizia e l’opinione pubblica ritenevano che i genitori adottivi
avessero ucciso Asunta erano che stavano puntando all’eredità
lasciatale dai genitori di Rosario. Entrambi sono morti
improvvisamente e hanno lasciato milioni sia alla figlia che al
nipote. Un altro movente potrebbe essere che Rosario era divorziata
da Alfonso, ma non poteva andare avanti con la sua vita o
continuare la sua relazione con Vicente Garcia nonostante la loro
separazione a causa della figlia. Liberarsi della figlia l’avrebbe
liberata per sempre dall’ex marito, il che potrebbe averla spinta a
commettere l’omicidio. L’ultima teoria era che la coppia si fosse
semplicemente pentita di averla adottata e che stesse pianificando
di ucciderla da mesi, drogandola regolarmente e preparando
un’irruzione che per poco non costò la vita ad Asunta (la donna
raccontò a un amico di famiglia che qualcuno aveva cercato di
soffocarla di notte, ma l’incidente non fu mai denunciato alla
polizia da Rosario o Alfonso). Nessuna di queste ipotesi è stata
dimostrata dalla coppia, ma lo show di Netflix ne ripropone alcune nell’episodio 5 per fini
drammatici.
In tribunale, la coppia è stata
dichiarata colpevole e condannata a 18 anni di carcere
La serie di Netflix The
Asunta Case si conclude con la condanna, anche se i titoli
di coda rivelano i dettagli aggiuntivi del periodo trascorso.
Quando le indagini si conclusero e si tenne un processo in Spagna,
la giuria dichiarò che sia Rosario che Alfonso erano responsabili
dell’omicidio di Asunta e furono condannati a 18 anni di carcere.
Dopo aver tentato di uccidersi in più occasioni, Rosario è morta
suicida nel novembre 2020 mentre si trovava in cella. Al momento,
Alfonso ha scontato 11 anni di pena nel carcere di Texeiro, in
Spagna, e continua a dichiararsi innocente. Il verdetto è stato
emesso prima che la legge spagnola prevedesse l’ergastolo per i
colpevoli di omicidio di bambini.
Secondo il Guardian, a seguito di questo caso sono state
aggiunte diverse misure al processo di adozione cinese per gli
abitanti della Galizia. Anche il numero di adozioni è diminuito
significativamente in tutto il mondo rispetto al picco del 2004
(45.288), tre anni dopo che la coppia si era incontrata e aveva
firmato i documenti per diventare i tutori legali di Asunta.
Captain America: Brave New World affronta
finalmente il futuro dei Vendicatori dell’MCU sei anni dopo la loro
ultima riunione in Avengers:
Endgame, anche se Sam Wilson ha espresso dubbi sul fatto di
riportarli insieme dopo tutto quello che è successo. Dato che il
predecessore di Sam Wilson, Steve Rogers, è stato il leader degli
Avengers per tutta la loro permanenza nell’MCU, è logico che Sam sia colui che
affronta la loro assenza ora che detiene il mantello di Capitan
America. Questo è particolarmente vero dopo che altri colleghi
chiave come Thor e Bruce Banner non hanno nemmeno tentato di
riunirsi nelle loro apparizioni più recenti.
Tuttavia, non è Sam Wilson a
lanciare l’idea in Captain
America: Civil War. Al contrario, il presidente Thaddeus
Ross chiede al nuovo Capitan America di riunire la squadra,
nonostante abbia avuto un ruolo chiave nella loro dissoluzione in
Captain America: Civil War, un
punto che non sfugge a Sam. Anche se gli Avengers si sarebbero
riuniti involontariamente in Avengers: Endgame nella battaglia di
importanza cruciale sulla Terra, non ci volle molto perché le
conseguenze si facessero sentire e li vedessero immediatamente
sciogliersi di nuovo. Ora, è solo questione di tempo prima che si
formi una nuova formazione di Avengers.
Perché gli Avengers si sono
sciolti dopo Endgame
La squadra era alla fine senza
una guida prima di andare per la propria strada
Nonostante il titolo del film, gli
Avengers non si sono tecnicamente riformati in Avengers:
Infinity War, e la loro disparità è stata un fattore chiave
nella vittoria di
Thanos. Ciò è dovuto alla spaccatura tra i membri in Captain
America: Civil War, anche se sarebbero stati costretti a
riunirsi in un ultimo disperato tentativo di invertire lo Snap in
Avengers: Endgame. Dopo aver messo in atto con successo il
Time Heist per invertire lo Snap, la più grande iterazione della
squadra si sarebbe poi radunata contro un Thanos
che viaggiava nel tempo nella Battaglia della Terra. In
seguito, varie circostanze li avrebbero separati ancora una
volta.
Status dei Vendicatori dopo
Avengers: Endgame
Steve Rogers/Capitan America – In
pensione
Iron Man – Deceduto
Thor – Viaggia nel cosmo
Hulk intelligente – Ritornato alla
forma umana – Ha incontrato Shang-Chi e ha lavorato con Capitan
Marvel – Ha addestrato sua cugina
Jen Walters come She-Hulk – Ha viaggiato a Sakaar per trovare suo
figlio, Skaar
Vedova Nera – Deceduta
Occhio di Falco – Ritirato
Wanda Maximoff: Scomparsa per
creare magicamente una famiglia e soggiogare Westview – Contorta
dalla Forza Oscura prima di sacrificarsi per distruggerla.
Visione – Deceduta
War Machine – Ha continuato a
lavorare per il governo degli Stati Uniti o forse è stata
sostituita da uno Skrull tra Avengers: Endgame e Secret Invasion.
Sam Wilson/Capitan America – Ha
iniziato a lavorare con il governo degli Stati Uniti.
Spider-Man – Ha continuato i suoi
studi prima di far dimenticare a tutti Peter Parker.
Ant-Man – Ha scritto “Attenti
al piccoletto” – Ha viaggiato nel Regno Quantico prima di
sconfiggere Kang insieme a Wasp, Cassie Lang, Hank Pym e Janet Van
Dyne.
Il team si è avvicinato al
riassemblamento in
Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli, dove Bruce Banner e
Carol Danvers consultano Shang-Chi, Katy e Wong riguardo ai Dieci
Anelli. In definitiva, mentre diversi ex membri dei Vendicatori
hanno continuato a operare dopo Avengers: Endgame,
l‘assenza di un leader dopo il ritiro di Steve Rogers e la morte
di Tony Stark ha lasciato un vuoto che deve ancora essere
colmato. Pertanto, poiché è molto probabile che questa
responsabilità ricada sul nuovo Capitan America, Sam Wilson ha
espresso reticenza quando gli è stato chiesto in Captain America: Brave New World.
Perché Sam Wilson non vuole
riportare in vita i Vendicatori
Sam Wilson è preoccupato per la
supervisione del governo
Dopo aver finalmente abbracciato il
ruolo in The Falcon and the Winter
Soldier, il nuovo Capitan America è tornato in Captain
America: Brave New World come agente di spicco del
governo degli Stati Uniti. Dopo la vittoria presidenziale di
Thaddeus “Thunderbolt” Ross, Sam condivide le preoccupazioni di
lavorare con una figura un tempo decisamente antagonista, anche se
alla fine si rimette all’autorità dell’ufficio. Questo culmina
nel fatto che Sam Wilson si oppone all’idea di riformare i
Vendicatori sotto la giurisdizione del presidente Ross quando
questi fa la sua richiesta subito dopo aver vinto la sua campagna
elettorale.
La reticenza di Sam rispecchia
quella di Steve Rogers, il che spiega ulteriormente perché il suo
predecessore lo abbia scelto per il ruolo. La ribellione di Steve
contro gli Accordi
di Sokovia in Captain America: Civil War è in parte
dovuta alla preoccupazione che i Vendicatori (e altri supereroi)
possano essere limitati dai capricci del governo. Sam affronta
questa preoccupazione con Ross, chiedendogli cosa accadrebbe se
lui e gli Avengers non fossero d’accordo su come affrontare una
situazione, anche se Ross liquida l’eventualità come qualcosa
su cui potrebbero tornare se mai dovesse presentarsi.
Sam si rende conto che il mondo
ha bisogno degli Avengers dopo gli eventi di Captain America:
Brave New World
Il presidente Ross concede a
Capitan America abbastanza tempo per valutare la richiesta prima di
rispondere. La decisione di Sam è poi resa molto più facile dagli
eventi successivi, in cui Samuel Sterns orchestra quasi una guerra
tra Stati Uniti e Giappone e riesce a far sì che il presidente Ross
si trasformi in Hulk Rosso e scateni il caos nella capitale. Sam è
costantemente consapevole dei suoi limiti fisici di fronte a tali
minacce, ribadendo che avrebbe dovuto prendere il siero dei super
soldati prima, per poi decidere che l’aiuto di altri supereroi
sarebbe stato particolarmente utile durante il suo incontro
ravvicinato con Red Hulk.
Sam riconosce che Red Hulk potrebbe
ucciderlo con un solo pugno e che sopravvive al loro incontro solo
grazie alle ali e allo scudo di vibranio, prima di convincere Red
Hulk a desistere.
Fortunatamente, la furia del
presidente Ross gli avrebbe fatto perdere la presidenza e rischiava
l’incarcerazione sulla Zattera, alleviando ulteriormente la
pressione della decisione di Sam. Dopo aver fatto visita a Ross a
bordo della Zattera, Wilson visita Joaquin Torres in ospedale, dove
è ricoverato per le ferite riportate, e gli propone di inserire il
nuovo Falcon tra i primi membri della nuova squadra. Anche se la
sua decisione di riformare i Vendicatori alla
fine di Captain America: Brave New World non elude la
possibile supervisione del governo, sembra che Sam Wilson abbia
deciso di dare priorità alla necessità di fornire al mondo i
Vendicatori.