Dopo l’anteprima di
The Black Phone nel 2022, il film horror
della Blumhouse ha continuato a terrorizzare il pubblico in modo
piuttosto rapido, affermandosi rapidamente come
uno dei migliori film horror del decennio finora.
L’offerta della Blumhouse seguiva il maniacale e sadico killer di
Ethan Hawke, il sequestratore, il cui modus
operandi è il rapimento e l’uccisione di bambini. Ora, in vista del
prossimo sequel annunciato da Universal Studios e
Blumhouse,The
Black Phone 2 aggiunge al suo impressionante cast il
veterano dell’horror Demián Bichir (The
Nun).
Secondo Deadline, Bichir si unirà al cast
dell’attesissimo sequel, ma i dettagli sul suo personaggio sono
ancora coperti da segreto. Bichir si unisce a The Black
Phone 2 con un ampio catalogo di esperienze nel
genere horror. Candidato all’Oscar, il portfolio horror di Bichir
include Alien:
Covenantdel 2017, The
Nun del 2018 e la partecipazione a The
Grudge nel 2020. La notizia dell’ingresso di
Bichir in questo possibile franchise horror arriva dopo che la sua
parabola di guerra Senza sangue, interpretata da
Angelina Jolie, è stata presentata in anteprima
mondiale al TIFF. The Black Phone 2 doveva inizialmente
arrivare nelle sale nel giugno 2025. Tuttavia, un recente
cambiamento di calendario ha fatto slittare la data di
uscita al 17 ottobre 2025.
Diretto da Scott
Derrickson e co-scritto da C. Robert
Cargill, The Black Phone ha sfidato le aspettative quando ha
terrorizzato le sale cinematografiche nel 2022. Sviluppato con un
budget ridotto, il film horror è diventato a sorpresa un successo
per la Universal, incassando oltre 161 milioni di
dollari al botteghino mondiale e classificandosi come
uno dei film più redditizi realizzati quell’anno. Con un sequel ora
pronto a ricreare, forse, la stessa impresa, il sequel darà
il benvenuto alla totalità del cast del primo
film. Hawke torna nei panni del misterioso cattivo,
l’Arrapinatore, e tornano anche altri membri del cast come
Mason Thames, Madeleine McGraw,
Jeremy Davies e Miguel Mora.
Di cosa parla The Black
Phone?
Basato su un racconto di Joe
Hill e prodotto da Jason Blumhouse,
The Black Phone segue un tredicenne di nome Finney e sua
sorella minore, Gwen, dotata di forti capacità psichiche. Vivendo
in una città afflitta da una serie di rapimenti e omicidi di
bambini, un giorno Finney diventa un bersaglio dell’Acchiappatore e
viene presto rapito da quest’ultimo. Rinchiusa in uno scantinato,
la sorella di Finney cerca di sfruttare le sue capacità
psichiche per ritrovare il fratello. Finney si rende
presto conto di poter sentire le voci delle precedenti vittime
dell’assassino grazie al telefono staccato nello
scantinato insonorizzato. Deciso a non
permettere che la storia si ripeta con Finney, queste voci aiutano
l’adolescente a fuggire. The Black Phone 2 arriverà nelle
sale il 17 ottobre 2025.
Il finale di
The Americans è stato un finale
emozionante che ha sconvolto la vita dei suoi protagonisti.
Ambientata durante la Guerra Fredda negli anni ’80, Philip
(Matthew Rhys) ed Elizabeth Jennings (Keri
Russell) sono spie russe del KGB che si fingono una
coppia americana sposata con i loro figli americani, la figlia
Paige (Holly Taylor) e il figlio Henry (Keidrich
Sellati). La serie esplorava i conflitti di Elizabeth e
Philip tra il dovere e la famiglia e il nascondere il loro vero
lavoro al loro vicino, l’agente dell’FBI Stan Beeman (Noah
Emmerich).
I finali di stagione di The
Americans sono sempre stati di alto livello, ma “START”,
l’episodio finale della sesta stagione di The Americans, è
particolarmente intenso, un finale superbo per un grande dramma di
spionaggio. Il finale della serie è stato così acclamato da
ottenere due Primetime Emmy: Outstanding Writing for a
Drama Series (assegnato agli showrunner e scrittori Joe Weisberg e
Joel Fields) e Outstanding Lead Actor in a Drama Series per Matthew
Rhys. Ecco un resoconto completo del finale di The
Americans, che è diventato una celebre conclusione per la
serie televisiva di successo.
Perché Paige scende dal treno
nel finale di The Americans
Questo è stato il grande colpo
di scena del finale
Una delle scene più emotivamente
devastanti del finale di The Americans è quella in cui
Paige scende dal treno per lasciare il paese, guardando Elizabeth e
Philip fuori dal finestrino in stato di shock. È una scena
straziante anche senza dialogo. Per quanto riguarda il motivo per
cui Paige ha fatto questa scelta, in parte può essere
attribuito al suo amore per il fratello. Elizabeth e
Philip sono al telefono alla stazione ferroviaria con il figlio
Henry, che hanno deciso di lasciare in America perché non sa che i
suoi genitori sono spie russe.
Philip ed Elizabeth hanno una
conversazione straziante con Henry, dicendogli che gli vogliono
bene, anche se Paige, d’altro canto, non riesce a dirgli addio per
sempre. Paige tiene molto a Henry e non vuole passare il resto
della sua vita senza vedere suo fratello. In un’intervista
rilasciata a Gold Derby, Holly Taylor ha dichiarato che
Paige era probabilmente arrabbiata perché le avevano mentito per
tutta la vita e non avrebbe voluto ricominciare da capo in
un posto dove non conosceva la lingua:
“Credo che pensasse che i suoi
genitori le avessero mentito così tanto e che fosse stata tradita
praticamente per tutta la vita, che cosa avrebbe fatto se si fosse
trasferita con loro in un paese diverso, dove non poteva nemmeno
parlare la lingua e cose del genere?Credo che sapesse che
non c’erano speranze per lei e che non si fidasse più dei suoi
genitori”.
Cosa succederà a Elizabeth e
Philip Jennings in Russia?
La scena finale di The
Americans mostra Elizabeth e Philip fuori a
Mosca. Philip dice che essere tornati “è strano”,
ed Elizabeth risponde in russo che si abitueranno. Dopo oltre due
decenni in America, Philip ed Elizabeth devono riabituarsi alla
vita in Russia. La Russia è molto diversa da quella che era quando
sono partiti, soprattutto con Mikhail Gorbaciov alla guida
dell’Unione Sovietica. Nel giro di pochi anni, l’Unione Sovietica
si dissolverà ed Elizabeth e Philip dovranno affrontare questo
cambiamento.
Philip ed Elizabeth sono nati e
cresciuti in Russia, quindi si abitueranno a viverci di nuovo.
Tuttavia, Philip ha abbracciato le abitudini americane e senza
dubbio gli mancheranno le comodità. Fortunatamente, la
coppia è sotto la protezione di Arkady Zotov, il vicecapo
della Direzione S, quindi dovrebbero essere trattati bene.
Tuttavia, c’è una cosa che Elizabeth e Philip non hanno: i loro
figli. Non hanno modo di contattare Henry e Paige e potrebbero non
rivederli mai più, a meno che Paige e Henry non si rechino in
Russia.
Perché Stan lascia liberi i
Jennings dopo aver scoperto la verità
Lo show è stato costruito per
il loro confronto fin dal primo giorno.
I sospetti di Stan sui Jennings
sono cresciuti nel corso della sesta stagione di The
Americans, culminando in un teso confronto in un parcheggio
durante il finale di The Americans . Stan è furioso,
perché pensava che Phillip fosse uno dei suoi migliori amici. Stan
ha l’opportunità di sparare a Philip o a Elizabeth o di consegnarli
alle autorità. Tuttavia, finisce per lasciare libera la
famiglia dopo aver ascoltato l’appassionata confessione di
Philip sul suo lavoro di spia e su cosa significhi veramente per
lui l’amicizia con Stan.
Sebbene Stan sia arrabbiato e
ferito, ama ancora Philip e la sua famiglia, ed è per questo che
lascia andare via i Jennings. Invece di cogliere l’occasione di
diventare un eroe americano, il sentimentalismo di Stan ha la
meglio e permette a Philip, Elizabeth e Paige di fuggire. Considera
queste persone come una famiglia, soprattutto Henry, e alla fine
non riesce a sopportare di mettere in prigione Elizabeth e Philip.
Si tratta di un gesto straziante, poiché Stan si trova ad
affrontare il fatto che il suo migliore amico lavora per una causa
che Stan ha combattuto a lungo.
Cosa succede a Henry in
America?
Stan gli dirà la
verità?
Mentre Elizabeth, Philip e Paige
fanno piani per fuggire dal Paese, Henry si trova alla St. Edward’s
Academy, un prestigioso collegio nel New Hampshire, dove fa parte
della squadra di hockey. Stan si presenta a una partita di hockey
di Henry e presumibilmente gli dice la verità sui suoi genitori.
Anche se la loro conversazione non è udibile, la reazione
fisica di Henry alla notizia è chiara: è arrabbiato e
deluso e probabilmente sente che la sua vita e la sua famiglia sono
state una menzogna. Stan è l’unica figura adulta affidabile che
Henry ha.
Stan ha imparato a considerare
Henry come un figlio e ha legato con lui per lo sport. Henry si
sente persino abbastanza a suo agio con Stan da parlargli di
ragazze. Non c’è dubbio che Stan si prenderà cura di Henry,
soprattutto perché Paige e Philip lo supplicano di prendersi cura
del loro figlio. Ora che Henry conosce la verità, avrà bisogno di
un sostegno emotivo che Stan potrà fornirgli. Henry dovrebbe
continuare la sua vita normale, anche se dovrà fare i conti con
l’estraneità dei genitori e della sorella, a meno che Paige non
trovi un modo per riallacciare i rapporti con lui.
Renee era una spia in The
Americans?
Potrebbe essere stato solo Stan
ad essere paranoico?
Prima che la famiglia Jennings se
ne vada, Philip rivela a Stan che pensa che Renee sia “una di
noi”, sottintendendo che crede che la seconda moglie di Stan
possa essere una spia del KGB. Philip ha avuto dei sospetti per un
po’, arrivando persino a pedinare la sua auto. Tuttavia,
The Americanslascia lo status di
Renee ambiguo e le parole di Philip creano dubbi nella
mente di Stan, che guarda il suo partner sotto una nuova luce. È
possibile che Renee sia una spia, soprattutto perché è molto
coinvolta nel lavoro di Stan all’FBI. Tuttavia, potrebbe anche
essere semplicemente una persona comune.
Il senso di fiducia di Stan si è
rotto dopo aver scoperto che il suo migliore amico è una spia, ma
quest’ultima ammissione di Philip è una notizia bomba. Dimostra che
Stan non sa di chi fidarsi. O Renee è una spia e la relazione di
Stan è una bugia, oppure Renee non lo è e Stan è inutilmente
paranoico. In ogni caso, Stan non guarderà più alla sua relazione
con Renee nello stesso modo. In un’intervista a The Ringer, Joe Weisberg ha ammesso che il cast e la
troupe non sanno se Renee sia una spia, lasciando che sia il
pubblico a decidere:
“Dicono: ‘Renee era una
spia?’.E ricevono la stessa identica risposta, che non è
nemmeno ‘Non lo diciamo’.È ‘Non lo sappiamo’”.
Il vero significato del finale
di The Americans
Philip ed Elizabeth sono
diventati una vera coppia
Il finale di The Americans
è agrodolce: Philip ed Elizabeth riescono a fuggire, ma a
costo di perdere i loro figli. La coppia ha fatto tanti
sacrifici quando ha lasciato la Russia per l’America, e ora lo show
ha chiuso il cerchio, inducendoli a fare di nuovo sacrifici per
tornare in Russia. Il finale diThe Americans
riflette anche l’evoluzione del matrimonio di Philip ed Elizabeth.
All’inizio, i due non erano vicini, ma solo parte di un matrimonio
di copertura. Nel finale della serie, Philip ed Elizabeth hanno una
vera relazione e si preoccupano più l’uno dell’altra che della loro
missione di spionaggio.
Come è stato accolto il finale
di The Americans
Il finale della serie è stato
divisivo
… era tempo che le maschere
venissero tolte e che il pubblico andasse avanti.
Sebbene il finale di The
Americans sia riuscito a chiudere le questioni in sospeso e a
lasciare gli spettatori con altre domande su cui riflettere,
fornendo un equilibrio nell’approccio al finale di una serie,
l’episodio ha diviso fan e critica. Alcuni l’hanno definito
anticlimatico, mentre altri ritengono che abbia offerto la giusta
quantità di trame emotive e di chiusura per il
pubblico.
La riflessione di NPR sul finale lo ha definito uno show
“sull’identità più che sulla spionaggio”, poiché
l’episodio finale di The Americans ha permesso a ciascuno
dei personaggi di esaminare chi erano, sono o possono essere
veramente. Ha anche riflettuto sul fatto che non c’è stata una vera
punizione per due persone che hanno fatto cose orribili, ma alla
fine hanno perso la famiglia che avevano costruito e che avevano
imparato ad amare, quindi la punizione è stata semplicemente
inaspettata.
Entertainment Weekly, invece, ha trovato il finale
frustrante. Secondo la rivista, alcune parti del finale hanno
funzionato bene, “ma è sembrato zoppicante, poco propenso a
spingere i suoi personaggi troppo in là”. Per molti
che credevano che uno dei due protagonisti o Stan avrebbe potuto
uccidere uno (o entrambi) gli altri, il finale non è sembrato
spingersi abbastanza in là con i personaggi o metterli in
situazioni abbastanza precarie, nonostante Stan abbia catturato e
lasciato andare gli amici che lo avevano tradito.
Vanity Fair ha definito il finale della serie
“sciocco” e “stupefacente”. Il loro punto di
vista è che la serie ha trascorso così tanto tempo a essere sottile
che gran parte dello show è rimasto in un delicato
“limbo”di tifo per i personaggi principali e di
opposizione etica alle loro azioni, in attesa che venissero
smascherati. Vanity Fair osserva che lo show seduce il
pubblico facendogli fare il tifo per queste spie, ed è
efficacemente in grado di “metterci in guardia dai poteri della
seduzione” mentre fa regredire quelle stesse spie a ciò che
erano prima di trascorrere due decenni in America.
Il New Yorker ha elogiato il finale dello spettacolo
definendolo “elegante” e “potente”. La pubblicazione, in
particolare, si è rallegrata per il poco spargimento di sangue del
finale e, come la maggior parte dei recensori
dell’episodio, ha messo in evidenza il confronto di Stan con
Elizabeth, Phillip e Paige. Anche per i recensori
che hanno trovato il finale anticlimatico, quella scena ha offerto
la più grande ricompensa emotiva e il pugno di ferro, in
quanto Phillip è in grado di preservare il suo rapporto con
Elizabeth (anche se assumono di nuovo nuove identità) ma di
rovinare la fiducia di Stan nei confronti della moglie.
Il più grande accordo tra i
critici sul finale è cheThe
Americanssi è concluso al momento
giusto. La serie è stata in grado di insinuare lo
smascheramento delle spie per sei stagioni senza che il pubblico si
stancasse, ma era ora che le maschere venissero tolte e che il
pubblico andasse avanti.
La stagione 7 di The Americans
si farà in qualche modo?
Un revival sembra
improbabile
Il finale diThe
Americans può aver lasciato alcune questioni in sospeso, ma
soprattutto ha risolto le sue storie più importanti.
Al momento non ci sono
piani per la stagione 7 diThe
Americans . Keri Russell è dubbiosa sul ritorno di
The Americans e ha dichiarato a ComicBook.com: “È stato un finale così bello.Non credo che lo stravolgerei”. D’altro canto, Matthew
Rhys sembra più aperto a un possibile revival, affermando al
Rich Eisen Show (via YouTube) che il
finale ha lasciato le cose aperte e che si potrebbero raccontare
altre storie. Nonostante i commenti entusiasti di Rhys, forse
sarebbe meglio lasciare The Americans così com’è.
Il finale di The Americans
può aver lasciato alcune questioni in sospeso, ma soprattutto ha
risolto le sue storie più importanti. Inoltre, c’è sempre la
possibilità che un revival rovini l’impeccabile eredità della
serie. Anche se sarebbe interessante vedere cosa fanno Paige e
Henry, soprattutto ai giorni nostri, non è un male lasciare i
destini dei personaggi aperti. The
Americans ha avuto uno dei migliori finali di serie
televisive degli anni 2010 e sarebbe difficile per un revival
eguagliare o superare una conclusione così superba.
Il finale di Sotto il cielo
delle Hawaii (Aloha) è una dolce conclusione per
il film diretto da Cameron Crowe, con il grande
colpo di scena di Brian e Tracy che non fa che rafforzare i temi
del film. Uscito nel 2015, Sotto il cielo delle
Hawaii (Aloha) si concentra in gran parte su
Brian Gilcrest (Bradley
Cooper), un cinico appaltatore militare che è stato
assunto per aiutare a garantire che un lancio spaziale privato
possa andare avanti alle Hawaii. Per farlo, deve lavorare al fianco
di Allison Ng di Emma Stone, un membro brillante e impegnato
dell’Air Force che sviluppa costantemente una storia d’amore con
Brian. A complicare ulteriormente le cose c’è un inaspettato
incontro tra Brian e la sua ex compagna Tracy (Rachel
McAdams), che si è sposata e ha avuto dei figli.
Mescolando intrighi militari con i
tropi della commedia sentimentale, Sotto il cielo delle
Hawaii (Aloha) non sempre funziona. Il film ha
solo il 20% di voti positivi su Rotten Tomatoes al momento in cui
scriviamo, e Sotto il cielo delle Hawaii
(Aloha) è diventato
tristemente controverso per la decisione di affidare alla caucasica
Emma Stone il ruolo di Allison, per un quarto
hawaiana e per un quarto cinese. Tuttavia, il tentativo del film di
fondere generi molto diversi con un approccio sorprendentemente
progressista ai tropi standard delle commedie romantiche lo rende
un interessante (anche se imperfetto) ingresso nella filmografia di
Crowe.
Un film di Cameron Crowe del 2015
ha uno degli ensemble hollywoodiani più numerosi degli anni 2010,
ma non è riuscito ad avere un impatto sulla critica e sul
botteghino.
Uno dei grandi colpi di scena di
Sotto il cielo delle Hawaii (Aloha) è la
vera identità dei genitori di Grace, che complica ulteriormente il
triangolo amoroso al centro del film. Per gran parte di
Sotto il cielo delle Hawaii (Aloha),
Grace sembra essere la figlia di Tracy e di suo marito Woody, che
si sono messi insieme poco dopo la separazione di Tracy da Brian,
avvenuta anni prima degli eventi del
film. Tuttavia, Brian è il vero padre di
Grace, avendola concepita con Tracy poco prima della loro
rottura. Brian non ne è a conoscenza fino agli eventi del film, il
che sottolinea la natura agrodolce dei piani originali di Tracy per
una vita con Brian.
È interessante notare che
ilfilmdiCameron Crowenon cerca di utilizzare
questa rivelazione per creare un dramma eccessivo rispetto
ad altri colpi di scena. Sebbene tra Tracy e Brian ci sia una forte
tensione romantica, la rivelazione che i due condividono una figlia
non li costringe a tornare insieme. Alla fine del film, i due
rimangono con i loro partner separati. Anche Grace sembra essere
d’accordo con la scoperta, con la scena finale del film incentrata
su lei e Brian che si abbracciano come padre e figlia. È una svolta
tranquillamente progressista nel film.
Cosa succede nel triangolo
amoroso di Brian, Tracy e Allison di Sotto
il cielo delle Hawaii (Aloha)
Il triangolo amoroso tra
Brian, Tracy e Allison è una delle principali attrattive di Sotto
il cielo delle Hawaii (Aloha), che eleva la bontà
della commedia romantica del film. Se prima i due avevano una
storia d’amore, la perdita di fiducia di Brian in se stesso dopo
essere stato espulso dall’aeronautica ha portato alla rottura della
loro storia d’amore. Nel presente di Sotto il cielo delle
Hawaii (Aloha), i due hanno trovato relazioni
diverse. Per Brian, si tratta di Allison Ng, che sviluppa
costantemente un legame di reciproco rispetto e attrazione con
Brian.
Al contrario, i sentimenti
persistenti di Brian per Tracy sono solo l’ultimo colpo di coda
nella relazione travagliata di lei con il benintenzionato Woody. Il
loro matrimonio si sta già logorando all’inizio del film, e
l’arrivo di Brian nelle loro vite rischia di romperlo
definitivamente. Tuttavia, alla fine del film Brian e Tracy
accettano che la loro storia d’amore sia finita, consentendo loro
di impegnarsi pienamente con Woody e Allison. È un approccio
sorprendentemente maturo alle convenzioni del sottogenere delle
commedie romantiche, che permette ai quattro adulti di
andare oltre i loro problemi e di riaffermare il loro
legame reciproco.
La storia d’amore tra Brian e
Allison è all’origine di uno dei più grandi colpi di scena di
Sotto il cielo delle Hawaii (Aloha).
Mentre il triangolo amoroso tra Brian, Allison e Tracy costituisce
l’arco emotivo, il legame tra i primi due è guidato da uno sforzo
congiunto civile/militare per dispiegare un satellite privato di
proprietà di Carton. Inizialmente, Brian è un sostenitore del piano
e uno dei principali responsabili della sua esecuzione,
contribuendo a garantirne la realizzazione. Tuttavia, le
discussioni con Allison e la sua genuina convinzione della libertà
del cielo per tutte le persone influenzano costantemente la
sua visione del mondo e le sue convinzioni.
Quando scopre che il satellite ha
uno scopo ben più nefasto, Brian sabota il lancio e usa una
perturbazione sonica per distruggerlo. Questo momento è
un’affermazione per Brian, sia dei suoi sentimenti per
Allison che della sua rinata fiducia nelle persone. È il
grande punto di svolta di Aloha, che consolida la crescita
e l’evoluzione del personaggio di Brian, da appaltatore stanco a
personaggio più nobile. È anche uno dei momenti visivi più
importanti del film, che eleva la commedia romantica a qualcosa di
diverso.
Chi è il vero cattivo in
Sotto il cielo delle Hawaii
(Aloha)
In una narrazione più semplice,
Sotto il cielo delle Hawaii (Aloha)
avrebbe probabilmente visto Woody o Tracy come antagonisti, in
conflitto con Brian e in grado di ostacolare i suoi tentativi di
riallacciare i rapporti con Tracy o di andare avanti con Allison.
Tuttavia, entrambi sono ritratti come persone genuinamente gentili,
con Brian e Woody che fanno addirittura pace alla fine del film.
Alohatrova invece
il suo cattivo centrale in Carson. Interpretato da
Bill Murry, Carson è inizialmente rappresentato come un miliardario
con buone intenzioni che vuole usare il suo satellite privato per
aiutare i cittadini locali. In realtà, però, il satellite avrà un
carico nucleare.
Si tratta di un importante
cambiamento di tono rispetto agli elementi da commedia romantica
del film, che trasforma Carson in un personaggio più pericoloso. La
scoperta della verità da parte di Allison (e del fatto che Brian ne
fosse apparentemente a conoscenza) ha quasi spezzato la loro storia
d’amore. Tuttavia, Brian decide di distruggere il satellite prima
che diventi pienamente operativo. Questo contribuisce a smascherare
le azioni di Carson, portando al suo arresto alla fine del film.
Carson è la personificazione della prospettiva cinica e
monetaria che Brian ha brevemente abbracciato, e il suo
tradimento di Carson è la grande vittoria morale di Brian nel
film.
Il vero significato del finale
di Sotto il cielo delle Hawaii
(Aloha)
In Sotto il cielo delle
Hawaii (Aloha) si svolgono molte cose, il
che a volte può andare a discapito del film, che cerca di esplorare
diversi temi e morali contemporaneamente. L’arco emotivo di
Brian è incentrato sull’allontanamento dal percorso cinico
che aveva accettato dopo la partenza dall’aeronautica. Allison lo
aiuta a risvegliare il suo amore infantile per la scienza e lo
spazio, creando una storia d’amore tra i due grazie alla passione
condivisa. L’uomo accetta che Tracy sia andata avanti, ma il finale
suggerisce che farà parte della vita di sua figlia, un abbraccio
speranzoso a un’unità familiare non convenzionale.
Anche gli altri personaggi
ottengono affermazioni simili: Woody, Allison e Tracy rifiutano di
cedere al pessimismo e alla sconfitta e alla fine ottengono tutti
ciò che desiderano. L’unico personaggio che vacilla
veramente è Carson, la cui ricchezza e il cui approccio
spietato lo rendono il cattivo del film. Anche i nativi hawaiani
locali ottengono il loro lieto fine con la scoperta dei crimini di
Carson. Sotto il cielo delle Hawaii
(Aloha) tenta di fare molto, ma beneficia di un
finale che regala al cast, in gran parte simpatico, un lieto fine
che premia l’ottimismo e la speranza per il futuro.
La popolarissima serie procedurale
NCIS è una vera e propria istituzione
televisiva, e ora dovrebbe tornare per la sua 22a stagione.
Debuttata nel 2003 come spinoff di JAG, NCIS
segue gli agenti del Naval Criminal Investigative Service che
indagano su casi criminali che riguardano l’esercito americano.
Originariamente guidata da Mark Harmon nel ruolo dell’agente Leroy
Gibbs, la serie è riuscita a cambiare rotta dopo la partenza di
Harmon e a mantenere il suo status di uno dei procedurali più
seguiti.
Durante la sesta stagione dello
show, ha debuttato il primo dei numerosi spinoff di NCIS ,
e NCIS: Los Angeles ha avuto un’impressionante serie di 14
stagioni. Negli anni successivi altri spinoff hanno debuttato con
diversi gradi di successo e il franchise continua ad espandersi con
aggiunte recenti come NCIS: Sydney e Hawaii.
L’universo di NCIS sta facendo il primo passo verso una
nuova direzione con il recente annuncio di NCIS: Origins, che esplorerà i primi giorni
dell’agente Gibbs. Con tutto il clamore che ancora circonda il
franchise, la stagione 22 di NCIS sembrava una conclusione
scontata e la serie è stata rapidamente rinnovata.
Come personaggio principale di
NCIS, il Jimmy Palmer di Brian Dietzen ha vissuto molte esperienze
di cuore, quindi ci sono alcune cose che vorrei per lui nella 22°
stagione.
Le ultime notizie diNCIS 22
La CBS annuncia la data di
uscita della di NCIS 22
Dopo che il popolare procedurale ha
ottenuto un rinnovo anticipato ad aprile 2024, le ultime notizie
confermano la data di uscita della stagione 22 di NCIS.
Ora che condivide la serata con la
nuova serie prequel, NCIS: Origins, lo show di punta
tornerà per la sua storica 22esima stagione lunedì 14
ottobre alle 21.00. La serie prequel incentrata sul
giovane Gibbs seguirà immediatamente e trasmetterà gli episodi ogni
settimana alle 22.00.
NCIS condividerà una serata con
NCIS: Origins
La serie ammiraglia sarà
seguita dagli episodi di Origins, che andranno in onda
alle 22.00.
Inoltrandosi nella sua
impressionante 22esima stagione, NCIS continuerà a essere
uno dei punti di forza della prossima stagione autunnale della CBS.
Condividendo la serata con l’imminente spinoff prequel, NCIS:
Origins, la stagione 22 di NCIS debutterà con il
primo episodio lunedì 14 ottobre alle 21:00. La
serie principale sarà seguita da episodi di NCIS che
andranno in onda alle 22: 00. La
serie ammiraglia sarà seguita dagli episodi di Origins,
che andranno in onda alle 22.00.
Il cast di NCIS è cambiato
molto nel corso dei decenni, ma si prevede che l’ensemble della
stagione 22 assomigli molto a quello della stagione 21. L’unico
cambiamento che riguarda la prossima stagione è il ritorno del cast
completo. L’unico cambiamento che incombe sulla prima stagione è
la potenziale partenza dell’agente Jessica Knight,
interpretata da Katrina Law, che potrebbe essere costretta
a lasciare la squadra dopo che le è stato offerto un nuovo lavoro
altrove. Tuttavia, la partenza della Knight non è ancora
confermata, e potrebbe tornare nei primi episodi della stagione 22.
È previsto il ritorno di Gary Cole nei panni dell’agente
speciale Alden Parker e del suo secondo in comando,
Timothy Mcgee, interpretato da Sean Murray.
La trama di NCIS – Stagione
22
La stagione 21 di NCIS è iniziata con l’esplosiva
storia dell’agente Torres, che si è rivelata un’azione criminale,
ma si è conclusa prima della fine della stagione. Tuttavia, il
finale della stagione 21 non è stato lasciato senza un cliffhanger,
e la composizione della squadra potrebbe cambiare radicalmente con
la partenza dell’agente Knight. Verso la fine della stagione 21,
alla Knight è stato offerto il posto di responsabile
dell’addestramento di REACT a Camp Pendelton e lei ha preso
seriamente in considerazione l’idea di accettare il lavoro. La sua
partenza non è stata chiarita nella stagione 21, quindi la stagione
22 di NCIS dovrà rivelare la decisione
finale della Knight.
Mentre un reboot degli
X-Men è (finalmente)
in fase di sviluppo, i Marvel Studios hanno anche
riportato diversi attori dell’ormai defunto franchise della 20th
Century Fox per riprendere i loro rispettivi ruoli nel MCU.
Di recente, Hugh Jackman è tornato
per Deadpool e Wolverine, e abbiamo anche
visto Sir Patrick Stewart nei panni del Professor Charles Xavier in
Doctor Strange nel Multiverso della
follia e Kelsey Grammar in quelli di Bestia nella
scena post-credits di The Marvels.
Nello stinger, Monica Rambeau
(Teyonah Parris) si risveglia in un laboratorio
medico dopo essere rimasta intrappolata in una realtà alternativa
in seguito alla sua battaglia con Dar-Benn e trova al suo fianco la
defunta madre Maria (Lashana Lynch). Rambeau è
sopraffatta dalla gioia, ma Maria – che in realtà è la Binary di
questo mondo – non ha idea di chi sia.
Mentre la confusione di Monica
aumenta, una voce familiare chiede “come sta il nostro paziente” ed
entra nella stanza un’accurata riproduzione in CGI di Hank McCoy,
alias Bestia.
Grammar ha dichiarato in precedenza
di non aver sentito parlare di un possibile ritorno di Bestia, ma
ora conferma di aver avuto alcune “conversazioni”, anche se non è
riuscito a scendere nei dettagli.
“Non c’è nulla di cui possa
parlare”, dice la star di
Fraiser a ComicBook.com. “Quello che so è che
c’è stata una sorta di enorme sfogo quando sono apparso alla fine
di The Marvels, credo sia stato così.La reazione
è stata davvero quasi… non era inaspettata.Ci
sarebbe stata una certa reazione, ma è stata piuttosto travolgente,
e quindi ci sono state alcune conversazioni”.
Anche se i piani sono sempre
soggetti a cambiamenti nel MCU, la Marvel non avrebbe reintrodotto
Bestia per questa particolare scena se non avesse avuto intenzione
di riportarlo indietro a un certo punto, ma non sappiamo ancora
quando lo rivedremo.
Avengers:Secret Wars
sembra la data più probabile, ma ci sono voci che dicono che si
farà vedere prima di allora.
Cosa è accaduto in The Marvels?
“In
The Marvels dei Marvel Studios, Carol Danvers alias Capitan
Marvel ha recuperato la sua identità dai tirannici Kree e si è
vendicata dell’Intelligenza Suprema. Ma le conseguenze indesiderate
vedono Carol farsi carico del peso di un universo destabilizzato.
Quando i suoi compiti la inviano in un wormhole anomalo collegato a
un rivoluzionario Kree, i suoi poteri si intrecciano con quelli
della super-fan di Jersey City Kamala Khan, alias Ms. Marvel, e
della nipote di Carol, ora astronauta di S.A.B.E.R., il capitano
Monica Rambeau. Insieme, questo improbabile trio deve fare squadra
e imparare a lavorare di concerto per salvare l’universo come The
Marvels”.
Il film è interpretato anche da
Zawe Ashton e Park Seo-joon. La regia è di Nia
DaCosta, mentre Kevin Feige è il produttore. Louis D’Esposito,
Victoria Alonso, Mary Livanos e Matthew Jenkins sono i produttori
esecutivi. La sceneggiatura è di Megan McDonnell, Nia DaCosta,
Elissa Karasik e Zeb Wells.
Le meraviglie è ora disponibile per
il vapore su Disney+ e per l’acquisto in 4K Ultra
HD, Blu-ray e DVD il 13 febbraio.
Il finale della
stagione 21 di NCIS ha avuto enormi
ripercussioni sulla Squadra di Risposta ai Casi Maggiori e sulla
loro storia nella stagione 22. Nel finale della stagione 21
dell’NCIS (episodio 10, “Follia della barriera
corallina”), la squadra indaga sulla scoperta di tre cadaveri su
una nave della Marina in disarmo che dovrebbe essere affondata.
Quando l’Agente Supervisore dell’NCIS Alden Parker (Gary
Cole) e l’Agente Speciale Jessica Knight (Katrina Law) rimangono
bloccati all’interno della nave, si delinea il corso dellastagione 22dell’NCIS.
Jess sta elaborando l’offerta di
lavoro ricevuta dal Direttore dell’NCIS Leon Vance (Rocky Carroll)
e il modo in cui il suo potenziale ruolo di Capo REACT influenzerà
la sua relazione con il dottor Jimmy Palmer (Brian Dietzen). Lei e
Parker rimangono bloccati nella sala macchine della nave e, mentre
Parker perde sangue dopo che un pilastro metallico di sostegno gli
cade sulla gamba, le conversazioni tra Parker e Knight sembrano
stabilire importanti cambiamenti nell’NCISverse. È stata una
stagione cruciale per la serie ammiraglia, che ha reso omaggio al
personaggio del dottor Mallard di David McCallum e ha celebrato
ilmillesimo
episodiodi NCIS su nonostante una stagione
ridotta.
Jessica Knight lascia davvero
l’NCIS?Perché accetta di guidare REACT
L’agente Knight si è imbattuta nel
direttore Leon Vance che conversava con un certo Moondog, il signor
Brian Mooney, che la Knight conosce da REACT e Camp Pendleton.
Vance ha osservato che Moondog “farà il culo all’ufficio
dell’Estremo Oriente”, rivelando che Mooney ha accettato il
posto del vecchio padre di Knight dopo aver rifiutato la posizione.
Quando Knight ha chiesto chi prenderà il posto di Mooney come capo
dell’addestramento REACT (un lavoro per il quale si era candidata
un paio di anni fa), Vance ha rivelato che ora è il
candidato migliore e le ha offerto il lavoro, che alla
fine ha accettato.
Sembra che Jessica Knight lasci
l’MCRT dopo aver accettato il posto di Chief REACT Training Officer
a Camp Pendleton. La Knight accetta la promozione perché è
una posizione che si immaginava di ricoprire da quando ha perso la
sua ex squadra REACT. Quando Parker chiede alla Knight
perché non abbia preso il posto del padre come lui voleva, lei
rivela di essersi sentita programmata per ribellarsi, ma lascia
intendere che c’è dell’altro nella spiegazione. Nel finale, la
Knight dimostra di essere in grado di ricoprire il ruolo per cui è
stata scelta quando va a nuotare per tentare di salvare Parker.
La partenza di Jessica Knight
da NCIS non è confermata
Non è stato confermato che
l’attore di Jessica Knight, Katrina Law, stia lasciando lo
show. Al contrario, la Law ha condiviso un
post su Instagram dopo il finale di stagione con la didascalia
“Immagino che dovremo aspettare l’autunno della CBS”. La
didascalia, che accompagna tre foto stampa (due della Law e una del
cast di NCIS ), suggerisce che il personaggio della Law
avrà ancora molto da fare. Il post è accompagnato dalla canzone
“School’s Out” di Alice Cooper, che recita: “Le scuole sono
finite per l’estate.La scuola è finita per sempre”.
La scelta della canzone alimenta il mistero sul fatto che Law sia
fuori dall’NCIS per sempre o solo per l’estate.
Anche se non è chiaro se Jess
lascerà definitivamente la serie, probabilmente il
personaggio non sarà più un series regular della casa
madre, visto che ha accettato di lavorare a Pendelton,
dall’altra parte del Paese. Detto questo, in un’intervista a
TVLine, Law ha consigliato di “sintonizzarsi per
l’apertura della stagione!” per vedere se il suo personaggio
tornerà nella stagione 22. Nell’intervista è stato citato anche lo
showrunner Steven D. Binder che sembra aver fatto intendere che la
Law potrebbe tornare nella 22esima stagione: “Abbiamo avuto
persone che sembrava stessero per andarsene e poi si è scoperto che
non era così”.
Cosa significa la partenza di
Jess per lei e Jimmy
Quando Jess condivide la
notizia con il suo fidanzato, il dottor Jimmy Palmer, le cose si
fanno difficili. Non è chiaro cosa significhi la partenza
di Jess per lei e Jimmy, ma alcuni accenni nel finale della
stagione 21 danno un contesto a ciò che accadrà in seguito. Quando
Jimmy fa notare a Jess che Pendleton si trova su un’altra costa,
Jess suggerisce di essere aperta a una relazione a distanza,
dicendo che “non è che una relazione a distanza sia la cosa
peggiore che possa capitare”. Jimmy è chiaramente sconvolto e
quando Jess tenta di farlo ragionare, lui la interrompe dicendo che
ha perso tutti.
La conversazione conclusiva tra i
due suggerisce che Jess e Jimmy sono entrambi in grado di
comprendere il punto di vista dell’altro e rivela che, nella
peggiore delle ipotesi, la coppia terminerà la relazione in buoni
rapporti. La separazione amichevole potrebbe significare
che Jimmy e Jess potrebbero esplorare una relazione a
distanza nella stagione 22 di NCIS, e potrebbe
essere un modo per incorporare il personaggio di Knight in futuro.
Detto questo, anche se la conversazione della coppia è stata
aperta, è sembrata conclusiva per la loro relazione. A prescindere
dal futuro, è stata lasciata aperta una porta per una relazione di
cura e rispetto reciproco.
Chi è Lily?Spiegato il
ricordo d’infanzia di Parker
Durante il finale della stagione 21
di NCIS, Parker ha una misteriosa allucinazione di una
ragazza che corre nella sala macchine della nave in cui è
intrappolato e che chiama “Lilly”. La sua visione si trasforma in
un flashback che si incrocia inquietantemente con il suo futuro.
Nella visione, Parker gioca a nascondino con Lilly da bambino sul
ponte di una nave della Marina. La visione dà l’impressione
che Lilly sia la sorella defunta di Alden e che sulla nave
le succeda qualcosa di fatale, il che potrebbe essere il motivo per
cui Parker non ama stare su di essa.
Quando Jess rimane a parlare con
Parker mentre si riprende, gli chiede chi sia Lilly. Parker dice di
non ricordare. La sua risposta può avere diverse spiegazioni. È
molto probabile che Parker abbia represso un ricordo d’infanzia
traumatico della morte della sorella e che non ricordi davvero i
dettagli della sua scomparsa. Potrebbe anche essere che Parker stia
semplicemente mentendo a Knight per evitare l’argomento, ma Parker
non ha mai nascosto nulla alla sua squadra. Un’altra spiegazione
potrebbe essere che, a seguito della ferita, Parker abbia
temporaneamente perso alcuni dei suoi ricordi.
L’importanza che Parker
sopravviva all’infortunio alla gamba
Nel finale della stagione 21 di
NCIS, sembrava che Parker non ce l’avesse fatta, ma
nonostante la sua situazione disastrosa, la sua storia sembra
destinata a continuare nella stagione 22. Alla fine dell’episodio
Parker è stato ricoverato in ospedale e si è ripreso. Grazie allo
sviluppo del personaggio di Parker nel corso del finale,
sembra che Parker sarà al centro dell’attenzione nella
prossima stagione. La stagione 22 diNCIS
vedrà probabilmente un ulteriore sviluppo del personaggio di
Parker, dopo che è stato rivelato che Parker ha avuto un’infanzia
traumatica e che potenzialmente ha vissuto o ha avuto a che fare
con la morte della sorella minore.
La trama del finale della stagione
21 di NCIS suggerisce che il franchise sta iniziando ad
approfondire il passato di Parker e che probabilmente nella
prossima stagione verranno rivelati altri aspetti del suo
personaggio. Nel finale si è anche accennato alla madre di Parker,
ma l’attore si è rifiutato di entrare nei dettagli, anche se è
chiaro dal tono di Parker che c’è dell’altro nella storia.
L’ulteriore sviluppo del personaggio di Parker è fondamentale dopo
la partenza del Leroy Jethro Gibbs di Mark Harmon. Tra
l’esplorazione del passato di Parker e una potenziale relazione nel
suo futuro, NCIS sta dando a Parker la storyline di cui ha
bisogno.
Leon Vance rimane direttore
dell’NCIS
In alcuni momenti della stagione
21, c’erano stati segnali che Leon Vance avrebbe potuto lasciare il
ruolo di direttore dell’NCIS. Nel millesimo episodio
dell’NCIS ha subito uno scioccante colpo di scena quando
gli hanno sparato alla schiena davanti al figlio Jared Vance
(Spence Moore II). Durante la visita alla tomba della moglie, ha
dovuto affidare a Timothy McGee (Sean Murray) il ruolo di direttore
temporaneo dell’NCIS. Sembrava probabile che, dopo 15 stagioni di
NCIS, Leon Vance potesse lasciare il ruolo di direttore
dell ‘NCIS più longevo per passare il testimone a qualcuno
come McGee o Parker.
Al contrario, il
finale della stagione 21dell’NCISha mostrato Vance in
piena attività: ha reclutato Knight per il REACT Chief ed
è apparso in modo prominente all’inizio e alla fine dell’episodio
per prendere una decisione importante. Sebbene nella stagione 21,
episodio 8, Vance sia apparso con il braccio ingessato, suggerendo
che la guarigione e il futuro del regista erano ancora in sospeso,
il finale di stagione lo ha mostrato apparentemente in piena
ripresa. Vance non ha motivo di non rimanere come direttore di NCIS
per la prossima stagione, smentendo probabilmente la teoria secondo
cui Vance avrebbe avuto un’uscita di scena perfetta.
Le conseguenze della partenza
di Knight per l’MCRT: ecco cosa significa
La cosa più eccitante per il
franchise è il modo in cui l’MCRT si evolverà dopo la partenza
dell’agente Knight. Con l’uscita di scena di Jess, è prevedibile
che qualcun altro ricoprirà il suo ruolo all’interno della squadra.
NCIS ha visto una rotazione dei personaggi fin dalle prime
stagioni dello show, a partire da quando Kate Todd (Sasha
Alexander) fu colpita alla nuca e sostituita da Ziva David (Cote de
Pablo). Alla fine, Ziva è stata sostituita da Eleanor Bishop di
Emily Wickersham e quando la Wickersham ha lasciato lo show, il
personaggio di Jessica Knight è stato il suo sostituto.
Un potenziale sostituto del
personaggio della Knight potrebbe essere Curtis Hubley (J.
Claude Deering), un operatore tecnico della squadra che nella
stagione 21 di NCIS ha chiarito di voler diventare un
agente NCIS in prova. Detto questo, è improbabile che il
personaggio di Hubley sostituisca direttamente l’agente Knight,
dato che il ruolo è tradizionalmente passato tra le donne da quando
è stato ricoperto per la prima volta da Kate Todd nella stagione 1,
episodio 1, di NCIS. La partenza della Knight significa che una
tendenza iconica per il franchise continuerà quando il suo ruolo
nell’MCRT verrà tramandato ancora una volta.
Cosa aspettarsi dalla stagione
22 di NCIS
Il finale della stagione 21 di
NCIS ha creato grandi cambiamenti nella prossima stagione.
La partenza dell’agente Knight spezzerà l’attuale MCRT. Anche se
dovesse fare delle apparizioni in futuro, l’abbandono della squadra
da parte dell’agente Knight comporterebbe grandi cambiamenti per i
suoi compagni di squadra rimasti. La stagione 22 diNCIS
può rivisitare la trama dell’episodio 6, “Strani invasori”, che ha
quasi spezzato l’intero universo di NCIS e ha lasciato la
squadra in sospeso con il misterioso killer extraterrestre.
Potrebbe fare il suo ritorno l’ex moglie di Parker, Vivian Kolchak
(Teri Polo), capo della Task Force Fenomeni Aerei Non
Identificati.
Lastagione 22 diNCISpotrebbe incorporare unmembro del cast
diNCIS: Hawai’i, ora che la serie è
stata cancellata dopo la terza stagione. Non è raro che il
franchise sposti i membri del cast, anche tra diversi show. In
particolare, il personaggio di Sam Hanna di LL Cool J si è unito al
cast di NCIS: Hawai’i dopo essere stato un series regular in NCIS:
Los Angeles. Sam Hanna è entrato a far parte del Field Office di
Pearl Harbor dopo che NCIS: Los Angeles è stato cancellato nel 2023
dopo 14 stagioni. Il franchise potrebbe reintrodurre personaggi
simili dopo la cancellazione di NCIS: Hawai’i.
Nella stagione 22 di
NCIS, sembra che i membri principali del
cast Timothy McGee, Jimmy Palmer, Leon Vance, Nick Torres, Alden
Parker e Kasie Hines (Diona Reasonover) manterranno i loro ruoli
attuali nell’NCISverse. Con i personaggi principali al loro posto,
la cosa più importante da vedere nella prossima stagione sarà una
nuova iterazione dell’MCRT con la partenza di Jessica Knight.
Sarebbe interessante vedere la squadra incorporare qualcuno come
Kate Todd o Jacqueline Sloane (Maria Bello) – qualcuno che abbia
esperienza di profiling che potrebbe migliorare le capacità
investigative della squadra e aggiungere profondità alle indagini
in corso.
Disney+ ha diffuso la prima clip “molto
pungente” di Agatha
All Along, l’attesa prossima serie tv targata Marvel Television e in arrivo sulla
piattaforma. La clip conferma che Joe Locke
interpreterà quasi sicuramente Billy Kaplan/Billy
Maximoff/Wiccan
Agatha
All Along ha subito solo un giorno di riprese, il
che suggerisce che i Marvel Studios sono molto soddisfatti di come
è stata realizzata la serie soprannaturale. Come sempre, restate
sintonizzati per ulteriori aggiornamenti – e per la nostra
recensione – molto presto.
Agatha
All Along vedrà il ritorno di molti volti noti di
WandaVision,
tra cui Emma Caulfield Ford (Sarah Proctor),
Debra Jo Rupp (Sharon Davis), David
Payton (John Collins), David Lengel
(Harold Proctor), Asif Ali (Abilash Tandon),
Amos Glick (Dennis), Brian
Brightman (Sceriffo Miller) e Kate Forbes
(Evanora Harkness). Kathryn Hahn guiderà l’ensemble, mentre altre
aggiunte degne di nota sono Aubrey Plaza, Joe Locke, Patti LuPone,
Sasheer Zamata, Ali Ahn, Miles Gutierrez-Riley, Okwui Okpokwasili e
Maria Dizzia.
Pochi dettagli ufficiali sono stati
rivelati sulla trama di Agatha, anche se ci si aspetta che essa
ruoti in gran parte attorno ad Agatha che rintraccia Billy Maximoff
(o viceversa) che, come la sua controparte nei fumetti, si è
“reincarnato” in Billy Kaplan. Diversi scoop hanno affermato che la
storia vedrà anche i discendenti della congrega di Evanora Harkness
– ora noti come i Sette di Salem – tornare per vendicarsi della
donna che ha ucciso le loro madri. Agatha
All Along debutterà su Disney+ il 18
settembre.
Dall’Universo DC,
arriva in prima TV su Sky il sequel del film
DC di maggiore successo di tutti i tempi, Aquaman e il Regno
Perduto, in onda lunedì 16 settembre alle
21:15 su Sky Cinema Uno (e alle 21:45 anche su Sky Cinema
Collection – DC Superheroes), in streaming suNOWe disponibile on demand. Su
Sky il film sarà disponibile on demand anche in
4K.
Diretto da
James Wan e distribuito da Warner Bros. Pictures,
Aquaman e il
Regno Perduto vede le star del primo capitolo
ritornare nei loro ruoli originali: Jason Momoa è ancora Arthur
Curry/Aquaman, ora in bilico tra i suoi doveri di Re di Atlantide e
di nuovo padre; Patrick Wilson è Orm, fratellastro di Aquaman
e sua nemesi, che ora deve affrontare un nuovo ruolo come alleato
riluttante del fratello; Amber Heard è Mera, regina di Atlantide e
madre dell’erede al trono; Yahya Abdul-Mateen II è
Black Manta, impegnato più che mai a vendicare la morte di suo
padre distruggendo Aquaman, la sua famiglia e Atlantide; Nicole Kidman torna nel ruolo di Atlanna, una
leader fiera e madre con il cuore di una guerriera. Riprendono i
loro ruoli anche Dolph Lundgren, che interpreta Re
Nereus e Randall Park che ritorna come Dr. Stephen
Shin.
Non riuscendo a
sconfiggere Aquaman la prima volta, Black Manta, ancora spinto dal
bisogno di vendicare la morte di suo padre, non si fermerà davanti
a nulla pur di annientare Aquaman una volta per tutte. Questa volta
Black Manta, in possesso del potere del mitico Tridente Nero, che
scatena una forza antica e malvagia, è più temibile che mai. Per
sconfiggerlo Aquaman si rivolgerà al fratello imprigionato Orm,
l’ex re di Atlantide, per forgiare un’improbabile alleanza. Insieme
dovranno mettere da parte le loro divergenze per proteggere il loro
regno e salvare la famiglia di Aquaman, e il mondo intero, da una
distruzione irreversibile.
Aquaman e il Regno Perduto
Aquaman e il
Regno Perduto è il film conclusivo dell’era “DCEU”
prima che il franchise venga riavviato. Jason Momoa molto
probabilmente metterà da parte il tridente, ma si dice che sia in
trattative per interpretare un personaggio completamente diverso
nel DCU di James Gunn e Peter
Safran, Lobo.
Non essendo riuscito a
sconfiggere Aquaman la prima volta, Black Manta, ancora spinto dal
bisogno di vendicare la morte di suo padre, non si fermerà davanti
a nulla pur di sconfiggere il Re di Atlantide una volta per tutte.
Questa volta Black Manta è più formidabile che mai, poiché
brandisce il potere del mitico Tridente Nero, che scatena una forza
antica e malevola. Per sconfiggerlo, Aquaman si rivolgerà al
fratello imprigionato Orm, l’ex re di Atlantide, per stringere
un’improbabile alleanza. Insieme, dovranno mettere da parte le loro
differenze per proteggere il loro regno e salvare la famiglia di
Aquaman e il mondo dalla distruzione irreversibile.
Scott Eastwood è
uno di quegli attori che non ha mai sfruttato la fama o la
discendenza per farsi un nome nel mondo del cinema, riuscendo a
cavarsela da solo con le sue capacità e con il suo talento.
Figlio del più celebre Clint (a cui
somiglia tantissimo) ha cominciato la sua carriera a circa
vent’anni per non fermarsi e continuare a camminare con le sue
gambe, riuscendo a partecipare a diversi tipi di film e tutti di
successo.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Scott Eastwood.
1. I film e la carriera di
Scott Eastwood. La carriera dell’attore americano è
iniziata nel 2006 quando, a vent’anni, recita nel film Flags of
Our Fathers, per poi continuare in An American Crime
(2007), Pride (2007), Player 5150 (2008) e
Gran Torino (2008). La sua carriera continua sul grande
schermo grazie ai film Invictus –
L’invincibile (2009), The Lion of Judah (2011),
The Forger (2012), Di nuovo in gioco (2012), Fury (2014) e La risposta è nelle stelle (2015). Tra i suoi ultimi
lavori vi sono Diablo (2015), Snowden (2016), Suicide Squad (2016), La legge della notte (2016), Fast & Furious 8 (2017), Overdrive (2017),
Pacific Rim: La rivolta (2018). Nel 2020 recita in
The Outpost, mentre nel 2021 è nel cast di Wrath of
Man, con Jason
Statham e in Dangerous. Nel 2022 ha
interpretato Noah in I Want you Back, Riggin in 1992 Nel 2023 ha
ripreso il ruolo di Little Nobody in Fast X.
Nel 2024 è Nash nel film Tin Soldier. Il prossimo anno sarà Joe
Travers in Alarum.
2. È anche un
produttore. Nel corso della sua carriera, Scott
Eastwood non si è solo dedicato all’attività di attore, ma
ha esplorato diversi ambiti del cinema, come la produzione.
Infatti, ha vestito i panni del produttore per i film The
Perfect Wave (2014), Stranded (2014) e Walk of
Fame (2017). L’attore, inoltre, è coinvolto nella produzione
del film House of the Holy che, attualmente, è in fase di
pre-produzione.
Chi è la sua fidanzata di Scott
Eastwood?
3. La sua ex fidanzata è
morta in un incidente stradale. Da pochi anni a questa
parte, Scott Eastwood ha rivelato che Jewel
Brangman, una sua ex fidanzata, è morta in un incidente
nel 2014. La sua morte è dovuta allo scoppio dell’airbag dell’auto
in cui si trovata che è gli esploso in faccia come un proiettile,
tanto da spezzarle la spina dorsale. Di questo fatto non è riuscito
a parlarne per diverso tempo perché non riusciva a farsene una
ragione di aver perso così una delle persone con cui aveva
condiviso la propria intimità.
Nell’agosto 2017, Eastwood si è
aperto con i media sulla morte della sua ex fidanzata, Jewel
Brangman, Ha dichiarato: “A volte è un circo incredibile, ma vivere
sulla strada penso che sarebbe dura. Non ho ancora una famiglia, ma
un giorno la desidero, e penso a cosa significherebbe avere dei
figli e stare lontano da loro. Questo mi preoccupa.
4. Attualmente è
fidanzato. Sembra che da un paio di anni a questa parte
l’attore abbia trovato l’amore grazie a Maddie
Serviente. Tuttavia, in passato, ha avuto una vita
sentimentale piuttosto turbolenta: pare, infatti, che abbia
frequentato, tra le altre, Sala Leal, Jana Kramer
e Brittany Brousseau.
Scott Eastwood è su Instagram
5. Ha un profilo ufficiale
Instagram. Anche Eastwood, come la maggior parte dei suoi
colleghi, ha deciso di aprire un proprio account ufficiale
Instagram, seguito da circa 3,2 milioni di persone. La sua bacheca
è un tripudio di fotografie che lo vedono quasi sempre protagonista
insieme alla sua famiglia, soprattutto con suo padre Clint, in
momenti di svago e quotidianità. Sono molte anche le foto che lo
ritraggono in momenti lavorativi, tra set e photoshot.
Scott Eastwood è stato
protagonista di Fury
6. È quasi arrivato alle
mani sul set. Sembra che durante le riprese di
Fury, Eastwood sia quasi arrivato alle mani con Brad Pitt e
Shia LaBeouf.
Il motivo scatenante è che l’attore aveva assunto un atteggiamento
previsto dalla sceneggiatura e di cui i due attori non erano a
conoscenza, tra cui continuare a sputare tabacco. Così, i due si
sono rivolti a Eastwood e gli animi si sono surriscaldati fino a
quando la verità non è venuta a galla.
7. Si è sottoposto ad un
duro allenamento. Come il resto del cast anche Eastwood ha
dovuto sottostare ad un rigido allenamento gestito dalla Navy
SEALs. Lo scopo è stato quello di far aumentare la resistenza e di
poter fare fronte agli sforzi che si sarebbero presentati sul
set.
Scott Eastwood in Gran
Torino
8. Ha recitato con un altro
nome. Per far sì che non si parlasse di nepotismo,
l’attore ha deciso di farsi accreditare con il nome di nascita,
ovvero Scott Reeves. Inoltre, in questo film non è
l’unico della famiglia ad essere presente: infatti, anche
Kyle Eastwood ha lavorato al film, collaborando
alla colonna sonora. Per lui, inoltre, non si trattava della prima
volta che condivideva il set con il padre, avendo già avuto modo di
lavorare con lui in Flags of Our Fathers, Invictus –
L’invincibile e Di nuovo in gioco.
Scott Eastwood in Suicide Squad
9. Ha avuto un ruolo nel
film del 2016. Nel Suicide Squad diretto nel 2016
da David Ayer, Eastwood ha avuto modo di ricoprire
il ruolo di GQ Edwards, un Navy SEAL che aiuta Flag nella sua
missione. Inizialmente, Ayer aveva contattato Shia
LaBeouf per il ruolo, ma l’attore è stato scartato dallo
studio. In seguito, Eastwood ha raccontato di considerare quella
sul set di questo film una delle sue esperienze preferite,
nonostante sia rimasto profondamente inquietato dalla presenza di
Jared Leto, il
quale si divertiva a fare scherzi sulla base della personalità del
Joker.
Scott Eastwood: età e altezza
10. Scott Eastwood è nato
il 21 marzo del 1986 a Carmel, in California, e la sua
altezza complessiva corrisponde a 180 centimetri.
Ogni generazione ha i propri
cartoni animati di riferimento. Titoli con cui è cresciuta e che
hanno saputo insegnare importanti valori attraverso un
intrattenimento il più universale possibile. Questo tipo di opere,
spesso sottovalutate, rimangono però nel cuore degli spettatori,
indicando periodi della propria vita in cui bastava guardare
qualche puntata del proprio cartone preferito per sentirsi felici.
Molti dei protagonisti di questi prodotti sono spesso considerati
veri e propri amici, dai quali è sempre bello tornare. Per chi è
cresciuto nei primi anni Settanta (ma non solo), ecco allora un
elenco dei migliori cartoni animati anni ’70, da
recuperare e riscoprire!
I migliori cartoni animati anni
’70 da vedere
Negli anni ’70 i cartoni animati
hanno iniziato ad avere sempre più spazio e successo in
televisione, permettendo l’arrivo di titoli provenienti da ogni
parte del mondo. Se il Giappone è ovviamente stato in prima linea
in ciò, offrendo alcuni dei cartoni più iconici e popolari di
sempre, anche cartoni provenienti dagli Stati Uniti e dall’Italia
hanno avuto il loro successo. Molti dei titoli mandati in onda in
questo decennio si sono poi affermati come cartoni animati
estremamente popolari ancora a distanza di anni dalla loro
distribuzione. Ecco di seguito i titoli da non perdere!
Serie e personaggi a cartoni animati anni ’70
Negli anni ’70 la Disney non aveva
ancora dato vita alla propria divisione focalizzata sui
cartoni animati per la televisione. A contrapporsi
all’invasione di prodotti giapponesi, dunque, dovettero pensarci
alcuni prodotti statunitensi divenuti poi particolarmente celebri.
In questo decennio, però, si sono affacciate sulla televisione
anche alcuni dei primi cartoni animati italiani. Titoli che sono
ancora oggi dei gioielli in quanto a concezione e realizzazione.
Ecco i titoli da non perdere.
Mio Mao.Mio
Mao, è una serie televisiva in animazione stop motion per
bambini ideata negli anni settanta da Francesco Misseri. Questa
aveva come protagonisti due gattini curiosi, uno rosso e uno
bianco, che giocando in giardino incontravano ogni volta animali
diversi con i quali fare amicizia. Composta da 26 episodi, fu una
delle prime serie animate trasmesse dalla Rai.
Josie e le
Pussycats. È questa una serie televisiva animata prodotta
da Hanna-Barbera dal 1970 al 1971 e basata sull’omonima serie a
fumetti, Josie and the Pussycats, edita dalla Archie Comics.
La storia è quella di una band musicale pop formata da tre ragazze,
la chitarrista Josie, la tamburellista Valerie e la batterista
Melody che, durante le pause dei loro tour, si imbattono in misteri
e strane avventure.
Calimero.Calimero è un anime televisivo italo-giapponese, basato sul
celebre personaggio di Calimero originariamente creato da Nino e
Toni Pagot, composto di due serie realizzate in collaborazione con
la Toei Animation nel 1972. Composta da 47 episodi la serie andò in
onda dal 1972 al 1975, contribuendo a rendere iconico il suo
protagonista.
La famiglia
Addams.La famiglia Addams è una serie animata, con
protagonista la famiglia Addams creata da Charles Addams, prodotta
dalla Hanna-Barbera nel 1973. Composta da appena 16 episodi, questa
è stata la prima serie animata dedicata alla famiglia più
spaventosa di sempre. Un grande successo che ha contribuito alla
realizzazione di tante altre opere dedicate agli Addams.
La linea.La
Linea è il personaggio ideato da Osvaldo Cavandoli,
protagonista di un cartone animato e di fumetti. Il cartone animato
è costituito da un omino che percorre una linea virtualmente
infinita e di cui è anch’esso parte integrante. Il personaggio
incontra nel suo cammino numerosi ostacoli e spesso si rivolge al
disegnatore affinché gli disegni la soluzione ai suoi
problemi.
The Tom & Jerry
Show. Il gatto e il topo più conosciuti di tutti i tempi
tornano in una nuova serie di esilaranti avventure in questa che è
la prima serie televisiva basata sui cortometraggi di cui erano
stati protagonisti. La serie è nota per presentare i due
protagonisti come amici (sebbene spesso in competizione), in modo
da rimuovere la controversa violenza dei corti e adattarsi agli
standard televisivi.
Quaq Quao.Quaq Quao è una serie d’animazione televisiva italiana per
bambini di 26 episodi da 5 minuti ciascuno, che racconta le
avventure di un anatroccolo bianco alla scoperta del mondo e degli
altri animali, ciascuno dei quali si esprime emettendo un proprio
verso peculiare. La serie, una delle prime produzioni italiana, è
realizzata in stop-motion.
The Scooby-Doo
Show.The Scooby-Doo Show è la terza serie
televisiva animata di Scooby-Doo prodotta da Hanna-Barbera. La
serie narra le avventure di quattro adolescenti ed un Alano
parlante che hanno la passione per i misteri e l’occulto. Quando i
ragazzi si allontanano per visitare luoghi come musei, case
abbandonate ecc. vengono coinvolti in un mistero, avendo come
antagonisti fantasmi, mostri, vampiri e molte altre creature.
Le nuove avventure di
Braccio di Ferro. Il marinaio più famoso del mondo,
Braccio di Ferro, la sua amata fidanzata Olivia e il perfido Bruto
vivono mille avventure in cui il bene trionfa grazie ad una
porzione di spinaci in scatola. In onda dal 1978 al 1983 con 65
episodi, questa serie ha portato in televisione l’amato personaggio
dei fumetti.
Flash Gordon.Flash Gordon è una serie televisiva a cartoni animati
prodotta nel 1979 dalla Filmation composta da 32 episodi. È una
serie avventurosa fantascientifica ispirata al personaggio di Flash
Gordon, ideato nel 1934 da Alex Raymond come striscia a fumetti.
Precipitato sul pianeta Mongo in compagnia della bella Dale Arden e
del Dottor Zarkov, Flash Gordon comincia il suo viaggio per terre
aliene e fantastiche. Il suo obiettivo diventerà ben presto quello
di sconfiggere Ming il Crudele, lo spietato tiranno del pianeta
Mongo.
Serie, personaggi e sigle dei
cartoni animati anni ’70 giapponesi
Il Giappone è noto per le sue opere
d’animazione, conosciute con il nome di Anime. Oltre ai tanti
lungometraggi, negli anni sono tantissime le serie anime arrivate
in Italia, contribuendo a formare intere generazioni di spettatori.
Tra titoli estremamente popolari e altri meno noti ma altrettanto
validi, ecco un elenco di cartoni da recuperare assolutamente.
Le avventure di Lupin
III. Si tratta della prima serie televisiva anime basata
sul manga Lupin III di Monkey Punch. Arsenio Lupin III,
nipote del ladro gentiluomo Arsenio Lupin, è un ladro ricercato a
livello internazionale, che insieme a Daisuke Jigen, Fujiko Mine e
Goemon Ishikawa XIII compie numerosi furti di grande valore. La
sigla italiana dal titolo “Planet O” è stata scritta da N.
Cohen, con musica di S.Woods/F, ed è cantata da Daisy Daze and the
Bumble Bees.
Ippotommaso.
Ippotommaso è una serie animata giapponese prodotta da Tatsunoko
per un totale di 300 episodi di soli cinque minuti. Composto da
soli due personaggi, i quali vivono sempre nuove avventure, . La
sigla italiana è Ippo Tommaso, cantata da Corrado Castellari
e Le Mele Verdi. Il testo è di Mitzi Amoroso, la musica di Corrado
Castellari e l’arrangiamento di Silvano D’Auria.
Doraemon. La
trama segue le avventure del giovane e sfortunato Nobita Nobi, il
quale, con l’aiuto di un gatto robot di nome Doraemon, cerca di
cambiare il suo futuro e diventare una persona migliore. Tratto
dall’omonimo manga, è questo uno degli anime più conosciuti di
sempre, divenuto un vero e proprio fenomeno culturale senza tempo.
La sigla italiana “Doraemon” è cantata da Cristina
D’Avena.
Barbapapa.Barbapapa è stato il primo anime giapponese ad arrivare
sulle televisioni italiane. Questa è tratta dai libri per bambini
scritti da Annette Tison e Talus Taylor e per quanto indirizzata ad
un pubblico infantile, le vicende affrontano temi complessi come
quelli della diversità e dell’ecologia. La prima sigla italiana
della serie “La famiglia dei Barbapapà” è interpretata da
Roberto Vecchioni e dal gruppo Le Mele Verdi.
Heidi. Heidi,
bambina orfana di cinque anni, si trasferisce dal nonno nelle
montagne svizzere. Qui conosce Peter, un pastorello che ogni giorno
porta al pascolo le capre degli abitanti e i due diventano subito
grandi amici, vivendo innumerevoli avventure. La sigla italiana,
tra le più conosciute tra tutte quelli dei cartoni animati, è stata
scritta da Franco Migliacci ed interpretata dalla
cantante Elisabetta Viviani.
L’ape Maia. Le
avventure della piccola ape Maia, che lascia l’alveare in cui è
nata per scoprire il mondo in compagnia dei propri simpatici amici
insetti: Will, Flip, Kurt, Tecla e Alessandro. Un altro dei più
popolari cartoni animati giapponesi di sempre, L’ape Maia
è composto da 52 episodi e la sua celebre sigla stata scritta da
Danilo Ciotti (Dancio), con musica di Marcello Marrocchi,
arrangiamento di Gianni Mazza, ed è cantata da Katia Svizzero.
Jeeg Robot
d’acciaio. Durante alcuni scavi archeologici il professor
Shiba riporta alla luce un’antica campana di bronzo, che decide di
nascondere nel petto di suo figlio Hiroshi, divenuto un cyborg in
seguito ad un grave incidente. Quest’ultimo sarà così destinato a
difendere l’umanità dai perfidi mostri Haniwa, trasformandosi nel
robot Jeeg. Della celebre sigla esistono tre versioni: una cantata
dal Mal, una da Fogus e una interpretata dai Superobots.
Ufo Robot
Goldrake.Ufo Robot Goldrake è un anime
giapponese, prodotto dal 1975 al 1977. L’anime si basa sul manga
omonimo di Gō Nagai del 1973. Composto da 74 episodi, è questo
un altro dei più celebri cartoni animati degli anni Settanta, con
protagonista il robot Goldrake. In Italia l’anime ebbe notevole
successo di pubblico e anche le versioni italiane delle sigle
furono fra i singoli più venduti del 1978 con oltre settecentomila
copie il primo e oltre un milione il secondo.
Candy Candy. La
storia è quella di Candy, un’orfana che si vede adottata da una
potente famiglia aristocratica. Tale evento la porterà a
confrontarsi con contesti nuovi, che le offriranno tante sfide
quante gioie. La sigla italiana “Candy Candy” è stata
scritta da Lucio Macchiarella, con musica di Mike Fraiser e Bruno
Tribaldi, con arrangiamento di Douglas Meakin, ed è stata cantata
dai Rocking Horse.
Remì – Le sue
avventure. Composto da 51 episodi, Remì – Le sue
avventure è uno dei più struggenti cartoni animati degli anni
Settanta. La storia è quella di un bambino sottratto alla sua
famiglia, che da quel momento si trova a crescere passando di
tutore in tutore, facendo sempre nuove esperienze e sperando un
giorno di ritrovare i suoi veri genitori. La sigla italiana
“Remì le sue avventure” è stata scritta da Vince Tempera
ed è cantata da “I ragazzi di Remì“.
Yattaman. In
assoluto uno dei cartoni animati giapponesi più celebri degli anni
Settanta. Composto da 108 episodi, Yattaman vede il “Trio
Drombo” seguire le istruzioni del Dottor Dokrobei, con il compito
di ritrovare dei misteriosi frammenti per ottenere il gran filone
d’oro. Ma i tre non hanno fatto i conti con i paladini della
giustizia, gli Yattaman, che scoprono i loro piani e li inseguono
con i loro robot a forma di animali. La celebre sigla italiana è
stata scritta da Riccardo Zara e incisa dal gruppo I Cavalieri
del Re.
Conan il ragazzo del
futuro.Dopo una
catastrofe nucleare, il pianeta è quasi interamente coperto dalle
acque. Il giovane Conan, che vive insieme al nonno su un’isola
sperduta, un giorno trova sulla spiaggia una ragazza svenuta di
nome Lana. Quando i soldati di Indastria la rapiscono, Conan
cercherà di salvarla, dando vita ad un’avventura che cambierà il
destino stesso del mondo. Prodotto nel 1978, Conan – Il ragazzo
del futuro è uno dei primi lavori di
Hayao Miyazaki, leggenda dell’animazione giapponese. La sigla è
cantata da Georgia Lepore, testo di Lucio Macchiarella, musica di
Massimo Buzzi e arragiamenti di Mario Scotti.
Capitan Harlock.
La popolare serie di fantascienza è stata trasmessa in Giappone dal
1978 al 1979, per un totale di 42 episodi. Protagonista è il
capitano Harlock, un militare emarginato diventato pirata,
continuamente in giro per la Galassia in cerca di nuove avventure.
La sigla italiana “Capitan Harlock” è scritta da Luigi
Albertelli, su musica e arrangiamento di Vince Tempera e
interpretata dal gruppo “La banda dei bucanieri”. Ha ricevuto
diversi adattamenti al cinema, il primo film
è datato il 2013.
Anna dai capelli
rossi. Protagonista di questa serie animata, composta da
50 episodi, è Anna, una ragazza caratterizzata dalle tante
lentiggini e i capelli rossi. Rimasta orfana, si trova a dover
affrontare un’infanzia molto dura, vivendo numerose avventure. È
l’adattamento dell’omonimo romanzo per ragazzi della scrittrice
canadese Lucy Maud Montgomery, che ha attinto a piene mani dai
ricordi della propria infanzia. La sigla italiana “Anna dai
capelli rossi” è stata scritta da Luigi Albertelli, con musica
e arrangiamento di Vince Tempera, ed è stata cantata dai Ragazzi
dai Capelli Rossi e da Paola Orlandi. Netflix ha prodotto anche una
serie Originale Netflix dal
titolo Anna dai capelli rossi
Lady Oscar.
Distribuita nel 1979 con un totale di 41 episodi, questo
popolarissimo cartone animato narra la vita della regina Maria
Antonietta dall’arrivo in Francia fino alla sua morte. A lei si
affianca il personaggio immaginario Oscar François de Jarjayes, una
donna cresciuta come un soldato, che stringe una profonda amicizia
con la regina, ma aderirà al popolo nei tumulti antecedenti la
Rivoluzione francese. La celebre sigla italiana “Lady
Oscar” è stata composta da Riccardo Zara e dai Cavalieri del
Re.
Ogni generazione ha i propri
cartoni animati di riferimento. Titoli con cui è cresciuta e che
hanno saputo insegnare importanti valori attraverso un
intrattenimento il più universale possibile. Questo tipo di opere,
spesso sottovalutate, rimangono però nel cuore degli spettatori,
indicando periodi della propria vita in cui bastava guardare
qualche puntata del proprio cartone preferito per sentirsi felici.
Molti dei protagonisti di questi prodotti sono spesso considerati
veri e propri amici, dai quali è sempre bello tornare. Per chi è
cresciuto nei primi anni Ottanta (ma non solo), ecco allora un
elenco dei migliori cartoni animati anni ’80, da
recuperare e riscoprire!
La lista dei migliori Cartoni
animati anni ’80
Negli anni ’80 i cartoni animati in
televisione si sono moltiplicati, permettendo l’arrivo di titoli
provenienti da ogni parte del mondo. Se il Giappone è ovviamente
stato in prima linea in ciò, offrendo alcuni dei cartoni più
iconici e popolari di sempre, anche la Disney ha avuto il suo
ruolo nella diffusione di nuovi cartoni animati. Molti dei titoli
mandati in onda in questo decennio si sono poi affermati come
cartoni animati estremamente popolari ancora a distanza di anni
dalla loro distribuzione. Ecco di seguito i titoli da non
perdere!
Serie e personaggi a cartoni
animati anni ’80 Disney
Nel 1984 viene fondata la
Disney Television Animation, sussidiaria di Disney
Branded Television, divisione del gruppo The Walt Disney Company.
L’obiettivo era quello di sviluppare
cartoni animati Disney per la televisione, che permettessero
alla Disney di espandere la propria attività raggiungendo un più
ampio pubblico. Inizialmente, però, tale sussidiaria non disponeva
dell’autorizzazione a creare contenuti basati sui
principali personaggi dei film d’animazione Disney, come invece
avverrà a partire dagli anni ’90. Nel corso degli anni ’80, dunque,
la divisione diede vita a soli tre cartoni animati. Eccoli qui di
seguito.
I Gummi.
Considerati da molti una fantasia, i Gummi sono degli orsi
antropomorfi gentili e adorabili, che cercano di vivere in armonia
con gli umani, anche se a volte non è proprio facile. Composta da
65 episodi, questa è stata la prima serie a cartoni animati
realizzata dalla Disney Television Animation ed è basata sugli
orsetti gommosi, i quali diventano qui protagonisti di tante
avventure.
I Wuzzles. La
seconda serie animata realizzata dalla Disney Television Animation
è I Wuzzles, che ha come protagoniste delle creature
chiamate Wuzzle (che significa “mescolare”), ognuna delle quali è
un mix di due diverse specie animali realmente esistenti. I Wuzzle
sono dotati di ali e vivono nella terra di Wuz, dove anche le
piante, gli oggetti e gli edifici sono delle mescolanze come i
protagonisti.
DuckTales – Avventure di
paperi. Il primo vero grande successo della Disney
Television Animation è stato DuckTales – Avventure di
paperi, andato in onda dal 1987 al 1990. Sebbene fosse vietato
utilizzare i personaggi principali, a personaggi minori come Zio
Paperone e Qui, Quo e Qua è stata fatta un’eccezione, e la Disney
ha dato la possibilità di fare una breve apparizione a Paperino
nella serie.
Serie e personaggi a cartoni animati anni ’80 giapponesi
Il Giappone è noto per le sue opere
d’animazione, conosciute con il nome di Anime. Oltre ai tanti
lungometraggi, negli anni sono tantissime le serie anime arrivate
in Italia, contribuendo a formare intere generazioni di spettatori.
Tra titoli estremamente popolari e altri meno noti ma altrettanto
validi, ecco un elenco di cartoni da recuperare assolutamente.
Astro Boy. In
un mondo futuristico dove i robot convivono con gli esseri umani,
Astro Boy è un bambino meccanico dai sentimenti e dall’intelligenza
umani, creato dal dottor Tenma. Avendo poteri e capacità superiori
a quelli della media umana, Astro diviene un difensore della
giustizia contro la criminalità e i mali del mondo. Astro
Boy è il remake a colori datato 1980-81 della prima serie
anime del 1963-66 dedicata ad Astro Boy; entrambe sono adattamenti
del manga creato negli anni cinquanta da Osamu Tezuka.
I predatori del
tempo.I predatori del tempo è un anime
giapponese prodotto dalla Tatsunoko, appartenente alle serie Time
Bokan, di cui è la quarta serie. Consiste in 53 episodi trasmessi
in Italia a partire dal 1985. La storia ruota intorno a due squadre
di viaggiatori del tempo, il cui compito è quello di preservare il
corretto andamento della storia. Una delle due squadre, però, opera
in realtà in incognito per un misterioso essere malvagio, il quale
aspira a riscrivere la storia a proprio vantaggio. Spetta alla
squadra buona impedire che ciò avvenga.
Muteking. Il
protagonista è Takoro, un alieno dall’aspetto simile a un polpo
rosa proveniente da un lontano pianeta chiamato Tako.
Arrivato sulla Terra per catturare un gruppo di pericolosi
criminali intergalattici, egli fa la conoscenza di Linn un ragazzo
dodicenne che può aiutarlo nella sua missione. Takoro è infatti in
grado di trasformare il giovane uno straordinario guerriero
intergalattico che combatte su un paio di pattini a rotelle.
Composta da 56 episodi, Muteking è uno dei più celebri
cartoni animati giapponesi degli anni ’80.
Gigi la trottola.
A dir poco iconico, Gigi la trottola è il cartone animato
tratto dall’omonimo manga, composto da 65 episodi. La trama ruota
intorno a Kappei Sakamoto, un ragazzo dotato di grandi capacità
verso qualunque tipo di sport, simpatico, dolce e generoso, ma ha
un unico “difetto”: non raggiunge neanche il metro d’altezza.
Iscrittosi al basket, egli farà di tutto pur di conquistare la
bella Akane, combinandone però di tutti i colori, anche per via
della sua passione per le mutandine bianche.
Hello! Spank.
Tratto dall’omonimo manga, Hello! Spank è composto da 63
episodi e racconta la storia di Aika una giovane ragazza segnata
dalla scomparsa in mare di suo padre. Quando anche il suo cagnolino
rimane vittima di un incidente, si ritrova ad adottare un cane
goffo ma simpatico, capace di parlare con lei. Nel corso della
serie i due vivranno avventure di ogni tipo, senza mai dimenticare
i loro traumi passati.
Holly e Benji, due
fuoriclasse. La trama ruota intorno ad Oliver Atton
(Holly), un giovane che sogna di vincere i Mondiali con il Giappone
e viene aiutato in ciò da Roberto Sedinho, un ex calciatore
brasiliano. Si tratta del primo anime televisivo tratto dal manga
Capitan Tsubasa, composto da 128 episodi e divenuto
estremamente popolare anche a decenni di distanza dalla sua messa
in onda.
Occhi di gatto. La
giovane Hitomi Kisugi gestisce il caffè Cat’s Eye (“Occhi di
gatto”) con la sorella maggiore Rui e quella minore Ai. Il bar è,
però, una copertura: Hitomi e le sue sorelle sono, infatti, una
celebre banda dedita al furto di opere d’arte, anch’essa chiamata
Cat’s Eye. Anche questa popolare serie giapponese, andata in onda
dal 1983 al 1985 per un totale di 73 episodi, è tratta dall’omonimo
manga di successo.
Lupin, l’incorregibile
Lupin. Uno dei più popolari personaggi dei cartoni animati
(e non solo) di sempre, il ladro Lupin, è stato protagonista tra il
1984 e il 1984 di una serie chiamata Lupin, l’incorregibile
Lupin, composta da 50 episodi. Questa è la terza trasposizione
del manga Lupin III, che narra le incredibili avventure di
Lupin, intento in furti di grande valore, aiutato da fedeli amici e
ostacolato da numerosi nemici. Recentemente Netflix ha
lanciato una
serie originale che si ispira liberamente al personaggio.
Dragon Ball. La
Toei Animation ha prodotto una serie televisiva anime basata sui
primi sedici volumi del manga, intitolata semplicemente Dragon Ball. Essa ripercorre la narrazione a partire
dall’incontro fra Bulma e Goku fino alla sconfitta di Piccolo
durante il 23º torneo Tenkaichi. La serie è andata in onda in
Italia dal 1989 al 1999, per un totale di 153 episodi. Ancora oggi
è uno dei cartoni più amati e popolari di sempre.
I cavalieri dello
Zodiaco. È questa una serie televisiva anime tratta dal
manga Saint Seiya –
I Cavalieri dello zodiaco di Masami Kurumada, prodotta
dalla Toei Animation dal 1986 al 1989 per un totale di 114 episodi.
La serie copre la prima e la seconda parte del manga
(Sanctuary e Poseidon) e una saga intermedia
(Asgard) creata appositamente per la versione animata. È un
altro dei cartoni più celebri di sempre.
Sigle e canzoni dei cartoni animati anni ’80
Oltre ai titoli fin qui elencati, i
quali presentano tutti delle sigle particolarmente celebri per
quanto riguarda i cartoni animati degli anni ’80, qui di seguito si
riportano quelle serie divenute celebri proprio grazie alla loro
sigla. Come si potrà notare, la maggior parte di queste sono state
cantate da Cristina D’Avena, vera e propria voce
ammaliatrice di un’intera generazione di giovani spettatori.
Fantazoo.Fantazoo è una serie televisiva a cartoni animati nata da
una co-produzione nippo-olandese basata su una serie olandese di
fumetti a strisce, pubblicata ancora oggi su vari quotidiani dei
Paesi Bassi. La serie è stata trasmessa per la prima volta in
Italia da Oden TV nel marzo del 1989 e successivamente da diverse
reti locali. I protagonisti di questa serie sono Alvaro il bue e
Camilla la tartaruga.
Mila e Shiro due cuori
nella pallavolo. Questo anime è stato trasmesso in
Giappone dal 1984 al 1985 ed arrivato in Italia nel 1986, trasmesso
su Italia 1. La serie narra la storia di Yu Hazuki (Mila Hazuki
nell’edizione italiana) che si trasferisce in città per frequentare
le scuole medie. A scuola viene a contatto con la pallavolo, sport
di cui con il tempo diventerà una campionessa. La sigla italiana
“Mila e Shiro – Due cuori nella pallavolo” è stata scritta
da Alessandra Valeri Manera, con musica di Carmelo “Ninni” Carucci,
ed è stata cantata da Cristina D’Avena.
Sampei. Sampei è
un ragazzo di trecidi anni con la passione per la pesca che
attraverserà il Giappone alla ricerca di nuove avventure. In ogni
episodio, con l’aiuto del nonno e del suo misterioso maestro, cerca
di appendere nuove tecniche e abilità per diventare un perfetto
pescatore. La sigla italiana “Sampei” è stata scritta da
Lucio Macchiarella, su musica e arrangiamento di Mike Fraiser e
Douglas Meakin ed è interpretata dai Rocking Horse.
Tartarughe Ninja alla
riscossa.Tartarughe ninja alla riscossa è una
serie televisiva a cartoni animati del 1987. In Italia viene
trasmessa dal 1988 su varie emittenti locali. Si tratta della prima
di tante serie animate dedicate ai celebri personaggi dei fumetti.
La sigla italiana “Tartarughe ninja alla riscossa” scritta
da Alessandra Valeri Manera e composta da Enzo Draghi, è cantata da
Giampi Daldello.
Ti voglio bene
Denver. È questo un cartone animato di coprodotto tra
Stati Uniti e Francia, in origine trasmesso dal 1988. Ebbe un così
grande successo che fu replicato ogni anno. Protagonista è Denver,
un dinosauro tutto verde, abile skater e chitarrista ghiotto di
patatine fritte che riesce a parlare il linguaggio umano, che
utilizza per comunicare con un gruppo di amici umani. La sigla
italiana “Ti voglio bene Denver” è cantata da Cristina
D’Avena e scritta da Alessandra Valeri Manera e Carmelo
Carucci.
Siamo fatti così –
Esplorando il corpo umano.Siamo fatti così
(titolazione Mediaset) o Esplorando il corpo
umano (titolazione DeAgostini) è una serie televisiva
a disegni animati francese educativa, dedicata al funzionamento del
corpo umano, composta da 26 episodi e trasmessa per la prima volta
in Francia nel 1987. La sigla italiana “Siamo fatti così”
è stata scritta da Alessandra Valeri Manera, con musica di
Massimiliano Pani, ed è stata cantata da Cristina D’Avena.
Pollon. Pollon è’
l’unica figlia del dio Apollo, vive sull’Olimpo e vuole
diventare a tutti i costi una dea a tutti gli effetti. La serie,
tratta dall’omonimo manga, è diventata molto popolare in Italia
dove è stata trasmessa per la prima volta nel 1981 su Italia 1
all’interno del celebre programma Bim Bum Bam. La sigla
italiana è stata scritta da Piero Cassano e da Alessandra Valeri
Manera ed è cantata da Cristina D’Avena.
Lucky Luke.Lucky Luke è una serie animata ispirata alla storia a
fumetti francesi Lucky Luke. La prima serie andò in onda a partire
dal 1984 ed ha per protagonista un cowboy solitario che viaggia
attraverso il Far West. Accompagnato dal suo fedele cavallo Jolly
Jumper e il cane da guarda carcerario Rantanplan, si ritrova a
confrontarsi con vari banditi e teppisti come i Fratelli Dalton,
Billy the Kid, Jesse James e Phil Defer. La sigla italiana è
cantata da Giorgio Vanni.
Ken il guerriero.Ken il guerriero è un manga giapponese del 1983. Dal
manga furono tratte delle serie animate televisive. In Italia
vennero trasmesse due serie animate prodotte dal 1984. Il
protagonista delle serie è il guerriero Kenshiro e
all’interno della serie e del manga si trovano molti stereotipi
della cultura giapponese e dei manga, come le arti marziali,
l’olocausto nucleare e il senso del sacrificio. La sigla italiana
della prima serie “Ken il guerriero” è stata scritta da
Lucio Macchiarella su musica di Claudio Maioli, che ne fu anche
l’interprete con lo pseudonimo Spectra.
Kiss me Licia.Kiss me Licia è manga pubblicato in Giappone dal 1982 al
1984. Questo è stato poi trasportato in un anime televisivo
trasmesso in Giappone dal 1983 con lo stesso titolo. In Italia la
serie è stata messa in onda da Italia 1 nel 1985 ed ebbe un
notevole successo. La sigla italiana “Kiss me Licia” è
stata scritta da Alessandra Valeri Manera su arrangiamenti di
Giordano Bruno Martelli, ed è stata cantata da Cristina
D’Avena.
Mentre attendiamo di sapere
quali attori si caleranno nei ruoli dei co-protagonistiJohn Stewart e Hal Jordan nella
prossima serie Lanterns
della HBO, potrebbe essere stato svelato chi è stato arruolato per
dirigere alcuni degli episodi. Si ritiene che Stephen
Williams (Lost, Watchmen, Westworld) sia in
trattative per dirigere l’episodio pilota, ma secondo Daniel Richtman
anche Lucy Tcherniak è in trattative per dirigere
un numero imprecisato di episodi. La Tcherniak ha già diretto
Sunny (2024), Station Eleven (2021) e The End of the F***ing World (2017). Si attendono
naturalmente conferme riguardo a chi andrà a dirigere gli episodi
della serie.
Cosa sappiamo di Lanterns?
La serie Lanterns
segue due personaggi centrali dell’Universo DC: la nuova recluta
John Stewart e il veterano Hal Jordan. La storia
vede i nostri poliziotti intergalattici coinvolti in un oscuro
mistero terrestre mentre indagano su un omicidio nel cuore
dell’America, una premessa molto intrigante che promette una
miscela di avventure cosmiche e lavoro investigativo concreto, e
qualcosa di nettamente diverso dalla norma DC.
James Gunn e Peter Safran,
Co-Presidenti e Co-CEO dei DC Studios, hanno dichiarato: “Siamo
entusiasti di portare questo titolo fondamentale della DC alla HBO
con Chris, Damon e Tom al timone. John Stewart e Hal Jordan sono
due dei personaggi più avvincenti della DC e Lanterns li porta in
vita in una storia poliziesca originale che è una parte
fondamentale delDCUunificato
che lanceremo la prossima estate con Superman”.
Il creatore di Lost e
Watchmen, vincitore di un Emmy Award, Damon
Lindelof, sta lavorando alla sceneggiatura dell’episodio
pilota insieme allo showrunner di OzarkChris
Mundy e all’acclamato scrittore di fumetti Tom
King. Si dice che anche Justin
Britt-Gibson, Breannah Gibson e
Vanessa Baden Kelly siano a bordo (anche se la
notizia non è ancora stata confermata). La produzione di Lanterns
dovrebbe iniziare nel primo trimestre del 2025 nel Regno Unito, il
che potrebbe portare la serie a un’uscita nel 2026.
Secondo quanto riferito, a Josh Brolin era stato offerto il ruolo di
Jordan, ma recentemente abbiamo appreso che aveva rifiutato.
Secondo le notizie successive, anche Ewan McGregor (Obi-Wan Kenobi, Birds of
Prey), Matthew McConaughey (Deadpool e Wolverine,
Interstellar) e Chris Pine (Star Trek, Wonder Woman)
erano in lizza, con Pine che avrebbe ricevuto l’offerta in caso di
rifiuto di Brolin. Non sappiamo se Pine sia o meno effettivamente
in fase di trattative, ma gli addetti ai lavori ritengono che
McConaughey non sia assolutamente in lizza.
Poco dopo l’annuncio del primo
“capitolo” del nuovo slate del DCU da parte di James Gunn, l’anno scorso, sono iniziate a
circolare voci su un sequel diretto di
Constantine, il
film del 2005, e la Warner Bros. ha poi confermato che il
progetto era effettivamente nelle prime fasi di sviluppo. Da
allora, le notizie sullo stato di Constantine
2 sono state contrastanti e, dal momento che dallo
scorso febbraio è calato il silenzio radio, si è pensato che il
sequel fosse stato abbandonato.
Tuttavia, il produttore
Lorenzo di Bonaventura ha ora rivelato che la
sceneggiatura è stata completata… e deve solo trovare il coraggio
di leggerla! “Sapete, è nella mia casella di posta elettronica
proprio adesso. È buffo, ma ho troppa paura di leggerla”, ha
dichiarato a ComicBook.com. “Voglio così
tanto che sia bello. Probabilmente lo leggerò nei prossimi giorni.
Quando salirò su un aereo”.
Sappiamo che una sceneggiatura
finita non significa necessariamente che un progetto entrerà
effettivamente in produzione, ma di certo lo prendiamo come un
segnale positivo. Per quanto ne sappiamo, Keanu Reeves riprenderà il ruolo
dell’occultista fumatore, mentre il regista Francis
Lawrence tornerà a dirigere il film. Non resta a questo
punto che attendere maggiori aggiornamenti, per scoprire quanto
siamo ancora distanti dal vedere Constantin 2
concretizzarsi.
Come si collocherà Constantin 2 nel DC Universe?
Non sappiamo se il sequel farà parte
del DCU o sarà un progetto “Elseworlds” come i film sul
Joker di Todd Phillips o The Batman –
Parte 2 di Matt Reeves, ma John Constantine è
strettamente legato a Swamp Thing nei fumetti, quindi si ipotizza
che il personaggio possa essere reintrodotto come parte del DCU. Il
primo Constantine, come noto, ha ricevuto critiche contrastanti
quando è uscito nel 2005, ma nonostante un’interpretazione
americanizzata del mago scozzese e alcune libertà rispetto al
materiale di partenza, i fan hanno reagito bene all’interpretazione
di Reeves dell’antieroe e il film ha guadagnato un forte seguito
nel corso degli anni.
L’americana a Parigi più famosa di
Netflix
ritorna con tante nuove avventure in giro per l’Europa. Dopo la
prima parte della quarta stagione di Emily in
Paris, arrivata in piattaforma lo scorso 15 agosto, aveva
portato a degli esiti abbastanza scontati: Emily può vivere la sua
storia d’amore con Gabriel e il lieto fine è sempre dietro
l’angolo. La
seconda parte della quarta stagione, formata da 5 episodi di
circa 30 minuti l’uno, presenta anche nuovi personaggi,
parallelamente alle figure principali, presenti dalle prime
stagioni. Tra questi emergono soprattutto Genevieve, interpretata
da Thalia Besson, figlia del marito di Sylvie da
una relazione con una donna americana, e Marcello Muratori,
interpretato dall’italiano Eugenio Franceschini
(Io
che amo solo te,
sconnessi), nuova affascinante fiamma all’italiana di
Emily.
Emily in Paris: italians do it
better
Il Natale arriva anche nella Parigi
di Emily e tutti sembrano avere grandi piani per le feste: Sylvie
passerà le vacanze con il marito e Genevieve, appena arrivata da
New York, Mindy darà una grande festa di Natale e Emily
tornerà a Chicago dalla sua famiglia. Nonostante i lussi
regalategli da Sylvie con un upgrating in business class, il volo
di Emily è cancellato. Nel passare le vacanze con Gabriel, Camille
e la famiglia di Camille, delle prime tensioni si iniziano a creare
nella coppia, fino a scoppiare proprio sulle vette delle Alpi.
Emily tornerà a Parigi senza Gabriel, ma avendo conosciuto un
misterioso e affascinante italiano venuto in suo soccorso.
Genevieve diviene una new entry
all’agenzia Grateau, divenendo una figura però troppo invadente per
Emily e per tutto il resto del team. Parigi sembra essere bloccata
nelle soliti abitudini e in una certa monotonia: è arrivato il
momento per Emily di esplorare nuovi orizzonti!
Fin dalla prima stagione di
Emily in Paris il tira e molla con lo chef Gabriel è
continuo: prima per via della presenza di Camille e poi per
il patto fatto tra le due amiche, Emily e Gabriel non riescono a
trovare il giusto equilibrio per stare insieme. Ciononostante, la
prima parte della quarta stagione si chiude con i due ancora
insieme, in una relazione che sembrerebbe stabile e promettente.
Peccato però che le storie d’amore impossibili vendano molto di
più, attraendo il grande pubblico.
Lo stesso pattern dei due
innamorati che non riescono a stare insieme continua a ripetersi,
stagione dopo stagione, ogni volta in maniera più assurda e
quasi irrealistica. Nel sesto episodio della quarta stagione
vediamo infatti Gabriel abbandonare Emily, inesperta nello sci,
sulla cima di una montagna per correre dietro a Camille per
accertarsi che lei e il (finto) bambino che porta in grembo
stessero bene.
Nonostante essere abbandonati a
morire congelati sembra abbastanza per chiunque per andarsene
indignati, per Gabriel a quanto pare non è così. Tornati dalle
vacanze di Natale, il tentativo di riconciliazione di Emily viene
anche respinto da Gabriel, il quale la accusa di non essersi mai
sforzata di capirlo. In un vittimismo tutto francese, si chiude
l’ennesimo capitolo tra i due, ma la loro sembra comunque essere
una storia infinita!
Ormai è chiaro: Emily in
Paris non si discosta mai troppo dal format iniziale, ogni
stagione non aggiunge molto di più rispetto alla precedente. In
questo modo la serie si continua a affermare come un prodotto
leggero e scorrevole, ma monotono.
L’unico effettivo elemento di
cambiamento che caratterizza la seconda parte della
quarta stagione di Emily in Paris è proprio la location. Emily
lascia finalmente la sua amata Parigi per ritrovare una nuova vita
e un nuovo amore in un’altra famosa capitale europea: Roma. Qui
Emily scopre un nuovo stile di vita, legato all’importanza
della famiglia, delle tradizioni e della storia.
Il cambio di scenario presente
negli ultimi episodi della
quarta stagione di Emily in Paris porta con se
una nuova cultura, una nuova lingua e… alcuni attori italiani.
Primo fra tutti è proprio Eugenio Franceschini nel
ruolo di Marcello Muratori; a questo però si affianca anche
l’affascinante
Raoul Bova (Immaturi,
scusate se esisto!) nei panni di uno dei tanti amanti di
Sylvie.
La presenza di attori italiani e
dello sviluppo di nuove vicende a Roma amplia ulteriormente il
plurilinguismo della serie. Se già nelle stagioni precedenti
venivano mantenuti i dialoghi in francese con i sottotitoli, ora si
aggiunge anche l’italiano. Nella versione originale in inglese,
Bova e Franceschini recitano direttamente in inglese, così da non
essere doppiati e mantenere un autentico accento italiano.
Emily in Paris
(ora in Rome) continua a mantenere una trama costante, priva di
grandi colpi di scena e cadendo a tratti nella banalità.
Ciononostante, un cambio di città potrebbe effettivamente essere il
preludio di altri cambiamenti, di un nuovo inizio.
I piani originali prevedevano che
Spider-Man 4 fosse una
storia di strada che ruotava intorno a Peter Parker e Daredevil che
si alleavano per combattere il sindaco Wilson Fisk. Si prevedeva
che Ant-Man sarebbe stato coinvolto nella storia e che il film
sarebbe uscito nel 2025, finché gli scioperi dell’anno scorso non
hanno provocato il caos a Hollywood. Ora il film dovrebbe arrivare
nelle sale nel 2026, a cavallo tra Avengers:
Doomsday e Avengers:
Secret Wars.
Il Peter Parker di Tom Holland sarà presumibilmente il
protagonista del primo dei due Avengers, quindi una semplice storia
di strada non funzionerà più, soprattutto se Doomsday si concluderà
con la distruzione della Terra-616 e la creazione di una nuova
realtà simile a Battleworld. Ieri, The Cosmic Circus ha riferito
che il piano prevede che Spider-Man 4 sia
incentrato sulla collaborazione tra Peter e il Venom di
Tom Hardy per combattere Knull, Dio dei
Simbionti, che cerca di avvolgere il Multiverso nell’oscurità.
Il sito ha poi condiviso nuovi
dettagli su ciò che i Marvel Studios stavano considerando
per un film che un tempo sembrava destinato a essere un sequel di
Daredevil: Born Again (che non funziona più a seguito di
una revisione creativa e del fatto che la seconda stagione non
inizierà la produzione prima della fine dell’anno). A quanto pare,
inoltre, per Spider-Man 4 sono stati presi in
considerazione diversi cattivi, tra cui Maggia,
Mister Negative, Spencer Smythe,
Scorpion e Prowler. È
interessante notare che “la Marvel ha ancora intenzione di
raccontare questa storia… ma forse dovremo aspettare ancora un
po’”.
Cosa sappiamo su Spider-Man 4?
Oltre a Tom
Holland,Zendaya dovrebbe
riprendere il suo ruolo di MJ in Spider-Man
4. Si dice che Sydney
Sweeney interpreterà Black Cat,
mentre è stato ampiamente riportato – ma non confermato –
che Charlie
Cox, Vincent
D’OnofrioePaul Rudd appariranno
come Daredevil, The Kingpin e Ant-Man.
Per quanto riguarda chi potrebbe
dirigere Spider-Man 4, sono stati fatti molti
i nomi che circolano in rete. Tra questi, Justin
Lin (Fast & Furious), Drew
Goddard (The Cabin in the Woods) e,
più recentemente,
Adil El Arbi e Bilall Fallah di Ms.
Marvel e Adam Wingard, regista
di Godzilla
x Kong: The New Empire. Attualmente, però, sarebbe il
regista di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli Destin Daniel
Cretton ad essere in trattative per il ruolo.
Spider-Man
4 non ha ancora una data di uscita confermata.
James McAvoy è uno
dei migliori attori degli ultimi anni che ha saputo dimostrare al
mondo intero il suo talento, il suo fascino e il suo trasformismo
unico e inimitabile. L’interprete scozzese ha saputo sempre
scegliere ruoli di prima qualità, a volte anche iconici, riuscendo
ad entrare nell’immaginario collettivo e a farsi apprezzare da un
pubblico di generazioni miste.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su James McAvoy.
2. James McAvoy è anche
doppiatore e produttore. Come è capitato anche a molti
altri suoi colleghi, James McAvoy è riuscito ad esplorare diversi
ambiti dell’intrattenimento, arrivanod a vestire i panni del
doppiatore e anche quelli del produttore, l’attore, infatti, ha
prestato la propria voce per i film Strings (2004),
Gnomeo & Giulietta
(2011), Il figlio di Babbo
Natale (2011) e Sherlock Gnomes (2018).
Inoltre, figura come produttore per il film Filth, del
quale è anche protagonista.
James McAvoy in Le Cronache di Narnia
3. Ha amato molto
interpretare Mr. Tumnus. Quando ha girato LeCronache di Narnia, James McAvoy non avrebbe mai
immaginato che interpretare Mr. Tumnus sarebbe
stata la svolta della sua carriera. Così è stato e l’attore
scozzese ha in seguito rivelato di aver amato molto il fatto di
interpretare uno dei suoi personaggi preferiti della letteratura
per ragazzi. Proprio quel ruolo, inoltre, gli ha permesso di
ottenere maggiore notorietà e di venir chiamato per progetti sempre
più entusiasmanti.
4. È rimasto molto colpito
dalla sceneggiatura del film. Nel 2007 l’attore recita nel
dramma storico Espiazione, al fianco di Keira
Knightley e Saoirse Ronan. Nel film,
McAvoy interpreta Robbie Turner, figlio della governante della
famiglia Tallis e con un’istruzione a Cambridge grazie al datore di
lavoro della madre. L’attore ha in seguito raccontato di
considerare quella di Espiazione la miglior sceneggiatura
che ha avuto modo di leggere nel corso della sua carriera.
James McAvoy nel film horror It
5. Si è infortunato sul set
del film. James McAvoy è un grande fan di Stephen
King e ha letto la maggior parte dei suoi libri, per cui
ha accettato subito di interpretare l’adulto Bill in It –
Capitolo Due. Sul set, tuttavia, si è infortunato durante le
scene di lotta del suo personaggio con Pennywise, riportando un
doppio stiramento alla coscia. A un certo punto, McAvoy ha
condiviso sulla sua pagina Instagram una foto di sacchetti di
ghiaccio sull’infortunio.
James McAvoy ha recitato nella serie Shameless
6. Ha recitato nella celebre
serie. Tra il 2004 e il 2005 McAvoy ha preso parte anche
la popolare serie Shameless, dove ha recitato nel ruolo di
Steven McBride, il fidanzato (e poi marito) di Fiona Gallagher.
Appare nel primissimo episodio, per poi andarsene nella seconda
serie dopo aver partecipato ad un totale di 13 episodi. Steve viene
spesso presentato come l’eroe morale dello show. Pur essendo un
ladro d’auto, afferma con orgoglio di non aver commesso alcun
crimine violento nella sua vita.
James McAvoy torna al cinema nel
2024 con Speak No Evil – Non parlare agli sconosciuti
7. Ha evitato di guardare il
film originale. Nel 2024 torna al cinema con il film
thriller/horror Speak No
Evil – Non parlare con gli sconosciuti, remake
dell’omonimo danese in cui due famiglie decidono di trascorrere una
vacanza insieme solo per scoprire poi terribili realtà. McAvoy ha
dichiarato di non aver guardato l’originale (qui
un approfondimento sul film) prima di iniziare a lavorare a
questo remake, in modo che non influenzasse l’interpretazione del
suo ruolo. L’ha poi guardato entro 24 ore dalla fine delle riprese
ed è rimasto molto colpito.
James McAvoy, sua moglie e il figlio
8. È stato sposato con
Anne-Marie Duff. Della vita amorosa di James McAvoy non si
è mai saputo molto. Ciò che è certo che l’attore scozzese è stato
sposato per dieci anni con la collega Anne-Marie
Duff: i due, infatti, sono conosciuti sul set della serie
televisiva Shameless nel 2004, per poi sposarsi due anni
più tardi. Tuttavia, qualcosa non ha funzionato, tanto da
annunciare, nel maggio del 2016, la loro separazione e il loro
futuro divorzio. I motivi della rottura non sono chiari, ma i due
sono rimasti in ottimi rapporti e lo saranno sempre per il bene di
loro figlio Brendan, nato nel giugno del 2010.
9. Ha una nuova
moglie. Anche se non perde la buona abitudine di tenere
nascosta la sua vita privata, si sa che James McAvoy è attualmente
impegnato. La fortunata è Lisa Liberati: i due si
sono conosciuti più di due anni fa sul set del film Split, dove
la Liberati lavorava come assistente del regista. In ogni caso, la
loro frequentazione è iniziata diversi mesi dopo che McAvoy si era
separato dalla moglie ed è poi culminata in un matrimonio nel 2019
svoltosi in forma privata.
L’età e l’altezza di James McAvoy
10. James McAvoy è nato il
21 aprile del 1979 a Glasgow, in Scozia. L’attore è alto
complessivamente 1.70 metri.
La serie animata per adulti sulla
mitologia norrena di Zack Snyder, Twilight
of the Gods, debutterà su Netflix il 19 settembre e lo
streamer ha ora rilasciato –
dopo un primo teaser – un trailer ufficiale ricco di azione.
Questo promo completo mette in evidenza un sacco di battaglie
sanguinose, mentre una guerriera mortale di nome Sigrid arruola
l’aiuto di Loki (probabilmente non è una grande idea) per fare
guerra a Thor dopo che il vendicativo Dio del Tuono ha ucciso tutta
la sua famiglia.
“In un mondo mitico di grandi
battaglie, grandi imprese e grande disperazione, Leif (Stuart
Martin), un re mortale, viene salvato sul campo di battaglia da
Sigrid (Sylvia Hoeks), una guerriera dalla volontà di ferro di cui
si innamora”, si legge nella sinossi aggiornata. “La prima
notte di nozze, Sigrid e Leif sopravvivono alla furia del terrore
di Thor (Pilou Asbæk), che li spinge – insieme a un gruppo di
crociati – a una spietata missione di vendetta, contro ogni
previsione. Questa eroica storia di amore, perdita e vendetta è un
viaggio all’inferno e oltre… attraverso terre fantastiche, campi di
battaglia feroci e sanguinosi e guerre combattute contro divinità e
demoni”.
Il progetto è stato descritto come
“influenzato dagli anime”, ma a giudicare da questa
anteprima, diremmo che lo stile di animazione è più simile a quello
dello studio irlandese Cartoon Saloon, nominato agli Oscar (The
Secret of Kells, Song of the Sea, The Breadwinner,
Wolfwalkers). I recenti film di Rebel Moon
hanno lasciato molti fan diffidenti nei confronti di qualsiasi cosa
legata a Snyder (se non lo erano già prima), ma questo è un trailer
innegabilmente impressionante.
Il cast di doppiatori di
Twilight of the Gods
L’impressionante cast vocale
comprende Sylvia Hoeks (Blade Runner 2049, The
Girl in the Spider’s Web) nel ruolo di SIGRID, Stuart
Martin (Jamestown, Babylon) nel ruolo di LEIF,
Pilou Asbæk (Game of Thrones, Ghost in the
Shell) nel ruolo di THOR, John Noble
(Fringe,
Il Signore degli Anelli: Il ritorno del re) nel ruolo di ODIN,
Paterson Joseph (Peep Show, The
Leftovers) nel ruolo di LOKI, Rahul Kohli
(iZombie, The Haunting of Bly Manor) nel ruolo di EGILL,
Jamie Clayton (Sense8, The L Word: Generation
Q) nel ruolo di THE SEID-KONA, Kristopher
Hivju (Game of Thrones, The Witcher) nel ruolo di
ANDVARI, Peter Stormare (Fargo, Prison
Break) nel ruolo di ULFR, Jamie Chung (The Hangover Part II, Once
Upon a Time) nel ruolo di HEL, Lauren Cohan (The Walking Dead, Batman v
Superman: Dawn of Justice) nel ruolo di INGE e Corey Stoll (House of Cards, Ant-Man)
nel ruolo di HRAFNKEL.
Stone Quarry Animation
ha sviluppato la serie insieme a Xilam Animation, una società
di produzione parigina che ha prodotto Oggy e gli scarafaggi.
Twilight of the Gods è stato classificato come
TV-MA, con avvisi per linguaggio, nudità, sesso e fumo.
Un nuovo
imperdibile appuntamento per tutta la famiglia al The Space
Cinema! Sabato 21 e domenica 22
settembre, infatti, sarà possibile vedere in anteprima in
tutte le sale del circuito “Transformers
One”, il nuovo film d’animazione della saga con
protagonisti Optimus Prime e Megatron.
Per festeggiare
questa occasione, tutti coloro che acquisteranno il
biglietto online per le proiezioni di sabato 21
settembre riceveranno in regalo delle le
card dedicate alla saga.
Inoltre, fino a
domenica 15 settembre, presso il The Space
Limena, saranno allestite delle statue
con i robot del film con cui grandi e piccoli potranno scattare
delle foto ricordo.
È possibile
acquistare i propri biglietti per assistere alla proiezione
con i saluti in sala sul sito di The Space Cinema oppure
utilizzando l’App ufficiale di The Space
Cinema.
La trama di Transformers One
Tra gli altri membri del
cast, Scarlett
Johansson nel ruolo di
Elita, Keegan-Michael Key nel ruolo di
Bumblebee, Jon Hamm nel ruolo di
Sentinel Prime e Laurence Fishburne nel
ruolo di Alpha Trion.
“Transformers One è la storia
inedita delle origini di Optimus Prime e Megatron, meglio
conosciuti come nemici giurati, ma un tempo amici legati come
fratelli che hanno cambiato per sempre il destino di Cybertron. Nel
primo film dei Transformers completamente animato in computer
grafica, TRANSFORMERS ONE vanta un cast di voci stellare, tra
cui Chris
Hemsworth, Brian Tyree
Henry, Scarlett
Johansson, Keegan-Michael
Key, Steve Buscemi, Laurence
Fishburne e Jon
Hamm.”
Torna il
Cinematographer’s Brunch, domenica 6 ottobre presso
la suggestiva location di Largo Venue a Roma.
Organizzato da
Bladerunner in collaborazione con Fabrique du Cinéma
e giunto alla sua quarta edizione, l’evento porta avanti
l’obiettivo di promuovere la transizione ecologica nell’industria
cinematografica italiana, riunendo professionisti del settore per
discutere e adottare pratiche sostenibili sui set.
Questa edizione si
arricchisce grazie alla presenza di personalità che hanno
affrontato con carisma la lotta per l’ambiente: il Presidente del
Consiglio Generale della Fondazione UniVerde, ex Ministro
dell’Ambiente e dell’Agricoltura Alfonso Pecoraro Scanio; il
Direttore di Teleambiente Stefano Zago; la delegazione
dell’ONG Green Cross Italia fondata da Rita Levi-Montalcini
(filiale nazionale della Green Cross International di Mikhail
Gorbaciov); il Presidente di Retake Roma Cristiano Tancredi
ed il Dirigente di Slow Food Alessandro Ansidoni.
La loro partecipazione
testimonia l’importanza crescente dell’evento: nato nel settembre
2022 durante la 79ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di
Venezia, il Cinematographer’s Brunch si pone sempre più come
anello di congiunzione tra produzioni cinematografiche e
transizione ecologica, anche grazie al dialogo tra realtà di
settore, maestranze e direttori della fotografia determinati ad
esplorare soluzioni innovative per ridurre l’impatto ambientale
delle produzioni audiovisive.
L’urgenza di un
cambiamento è ormai ineludibile, come sottolineato nel corso della
terza edizione dal noto geologo, divulgatore scientifico e saggista
italiano Mario Tozzi. Con l’appuntamento del 6 ottobre 2024
la manifestazione promette di essere ancora più ambiziosa e
fungere da catalizzatore per l’Agenda 2030, affrontando il
tema del cambiamento climatico in modo diretto e concreto.
Il programma di
quest’anno sarà moderato dalla giornalista Chiara Del Zanno
(Rolling Stone, Fabrique du Cinéma) ed includerà
installazioni artistiche – come la scenografia “Il Cubo” realizzata
interamente con materiali riciclati – e performance dal vivo, tra
cui quelle di Paolo Soloperto, del coreografo Michel Fuscaldo e
dell’artista
Francesco Patanè.
Il talk “Eco Set” vedrà
la partecipazione di esperti come Giacomo Spaconi,
Lorenzo Vecchi (Zen2030) e Daniele Marrocu (Green
Manager), che condivideranno le loro esperienze e visioni per un
cinema più verde. Inoltre avrà luogo la premiazione dello
Z-Pitch dell’accademia NABA.
La media partnership
con Teleambiente e Luce Mag consentirà una diffusione più ampia
dei contenuti sviluppati durante l’evento. Tra i partner
enogastronomici: la “Cantina Planeta” e la “Tenuta Le Quinte”. La
giornata si concluderà con un concerto live, offrendo un
momento di svago dopo un’intensa giornata di discussioni e scambi
di idee.
Dal Peacock
Theater di Los Angeles, in esclusiva su Sky e NOW
la diretta della grande notte dei premi al meglio della TV
americana: la cerimonia di consegna dei 76esimi Primetime
Emmy Awards verrà trasmessa su Sky Atlantic (e in
streaming solo su NOW) nella notte fra domenica 15 e
lunedì 16 settembre (dalle 2.00 di mattina italiane, col pre-show
che inizierà già un’ora prima).
Per la
seconda stagione di THE GILDED AGE, nomination
come miglior serie drama, con Carrie Coon in gara
come Miglior attrice protagonista di una serie drammatica.
La serie HBO
firmata da una vera e propria istituzione in tema di drammi in
costume, sir Julian Fellowes, racconta l’età dorata americana di
fine diciannovesimo secolo, proprio al centro del conflitto tra
tradizione e modernità, con la nuova borghesia sempre più alla
ribalta anche grazie all’avanzare delle conquiste tecnologiche che
segnarono quegli anni. Bertha Russell (Carrie Coon), stella
nascente della classe emergente, non ha sicuramente intenzione di
accettare rifiuti e nella nuova stagione continua la sua lotta
contro l’antiquata aristocrazia che cerca invece di mantenere la
propria esclusiva supremazia.
TRUE DETECTIVE: NIGHT COUNTRY
TRUE
DETECTIVE: NIGHT COUNTRY è in gara invece come miglior
miniserie o serie antologica, con Jodie Foster in lizza per il
premio con Miglior attrice protagonista in una miniserie.
La quarta
stagione dell’acclamata serie HBO vede le protagoniste Jodie Foster, premio Oscar per Sotto
Accusa e Il Silenzio degli Innocenti, e Kali Reis
(Catch the Fair One) confrontarsi per risolvere una nuova,
agghiacciante indagine. Siamo in Alaska e quando la lunga notte
invernale cala a Ennis, i sei uomini che gestiscono la Tsalal
Arctic Research Station svaniscono senza lasciare traccia. Per
risolvere il caso, le detective Liz Danvers ed Evangeline Navarro
dovranno affrontare i loro demoni e l’oscurità del posto per
scoprire segreti sepolti e ben custoditi dal ghiaccio.
Fargo – stagione 5
Anche
FARGO conquista la nomination come miglior
miniserie o serie antologica, con i suoi protagonisti Jon Hamm e Juno Temple
nominati rispettivamente come miglior attore e miglior attrice
della categoria. Nella quinta stagione, dopo che una serie di
eventi inaspettati fa finire Dorothy “Dot” Lyon (Juno Temple) nei
guai con le autorità, questa apparentemente tipica casalinga del
Midwest ripiomba improvvisamente in una vita che pensava di essersi
lasciata alle spalle. Lo sceriffo del North Dakota Roy Tillman (Jon
Hamm) sta infatti cercando Dot da molto tempo.
IL SIMPATIZZANTE
Fra i migliori
attori non protagonisti di una miniserie o serie antologica anche
Robert Downey Jr per la sua interpretazione ne
IL SIMPATIZZANTE, avvincente storia di spionaggio
e satira interculturale targata HBO basata sull’omonimo romanzo di
Viet Thanh Nguyen, vincitore del Premio Pulitzer. La serie racconta
delle lotte di una spia comunista metà francese e metà vietnamita
durante gli ultimi giorni della guerra del Vietnam e della sua
nuova vita da rifugiato a Los Angeles, dove scopre che i suoi
giorni da spia non sono finiti. Robert Downey Jr interpreta 4
diversi ruoli.
Oceania
2 è finalmente in arrivo e i fan della Disney non
potrebbero essere più entusiasti di immergersi nuovamente nel mondo
di Vaiana, Maui e Hei Hei nel corso dell’anno. Se da un lato il
cast principale tornerà per un’altra avventura, dall’altro il
sequel si addentrerà in un nuovo territorio con ciascuno di questi
personaggi, e lo stesso vale per il semidio preferito da tutti,
Maui. In un’intervista con Entertainment Weekly, la
co-regista Dana Ledoux Miller e l’interprete del
personaggio Dwayne
Johnson hanno parlato di alcuni aspetti che il film
esplorerà con Maui.
Una delle nuove sfide che il semidio
dovrà affrontare in Oceania
2 sarà quella di mostrarsi vulnerabile e di chiedere
aiuto, un aspetto che Johnson ritiene importante sottolineare in
termini di mascolinità. “Li stiamo mettendo alla prova, li
stiamo sottoponendo a nuove sfide e questo li spinge entrambi in
posti che non abbiamo ancora visto raggiungere”, ha detto
Miller parlando di Moana e Maui. “Questo permette alla loro
amicizia di crescere e a quel rapporto di diventare ancora più
importante per loro. Ma significa anche che Maui, un personaggio
molto più grande della vita, è vulnerabile. Non è facile per
nessuno di noi chiedere aiuto nella propria vita”.
Al D23 Johnson ha approfondito
questa idea: “L’idea di chiedere aiuto è in realtà un
superpotere. Per me la mascolinità non è essere un duro. Non è
essere un duro. La mascolinità potente è avere la fiducia di
guardarsi dentro e dire: “Questo è ciò che sento, e va bene. Ecco
il mio petto. Sarò lieto di aprirlo a qualcuno che può
aiutarmi’”. Johnson ha raccontato di aver imparato a tenere
per sé le proprie emozioni crescendo, e questo lo ha portato a
rimanere solo nel mondo dello sport e del wrestling. Le cose sono
cambiate, però, dopo che ha perso diversi amici per suicidio,
scoprendo il potere di aprirsi, e Johnson ha identificato questa
lotta a Maui.
“Quando sono arrivato a Maui, mi
sono detto: “Ok, so chi è questo”, un ragazzo che è adora
presentarsi a dovere, che fa spettacolo, che ama tenere la corte,
cantare, ballare e far sentire bene la gente”, ha detto
Johnson. “Ma nel profondo c’è molto che bolle in pentola e con
cui, alla fine, dovrà fare i conti, perché è come una palla che
tieni sott’acqua. Alla fine devi lasciarla andare ed
esploderà”.
“È un momento importante per far
capire alle persone che si può essere forti, grandi, indipendenti,
ma che è giusto chiedere aiuto”, ha detto Johnson. “Quando
finalmente chiedete aiuto, l’universo e i vostri cari hanno un modo
per venirvi incontro. Anche le persone più forti hanno bisogno di
aiuto”. Quell’aiuto arriverà da Vaiana, e questa volta la
gerarchia tra loro è cambiata parecchio. “Sono molto più
compagni. Non c’è più tanta gerarchia e potere tra semidio e
umano”, ha detto Cravalho. “Lui si fida di lei per
prendere decisioni importanti e lei si fida di Maui per
ascoltarla”.
Cosa sappiamo su Oceania
2?
Oceania
2, l’epico musical animato dei Walt Disney Animation
Studios, porta il pubblico in un nuovo viaggio con Vaiana, Maui e
un nuovo equipaggio di improbabili marinai. Dopo aver ricevuto
un’inaspettata chiamata dai suoi antenati, Vaiana deve viaggiare
verso i mari lontani dell’Oceania e in acque pericolose e lontane
per un’avventura diversa da qualsiasi altra che abbia mai
affrontato. Diretto da Dave Derrick Jr. con le
musiche dei vincitori del Grammy Abigail Barlow ed
Emily Bear, del candidato al Grammy
Opetaia Foa’i e del tre volte vincitore del Grammy
Mark Mancina (Lin-Manuel Miranda
non tornerà nel ruolo), Oceania
2 uscirà nelle sale il 27 novembre 2024.
Gli attori Auli’i
Cravalho e Dwayne
Johnson riprenderanno i loro ruoli da doppiatori
rispettivamente per Vaiana e Maui. Sappiamo però che inizialmente
la Disney aveva previsto di continuare la storia di
Oceania come
serie in streaming su Disney+. Tuttavia, quando il progetto ha
iniziato a prendere forma e la popolarità dell’originale è
aumentata, la Disney ha deciso di trasformare la serie in un
lungometraggio per le sale cinematografiche. È dunque stato
annunciato che Oceania
2 arriverà nelle sale il 27 novembre,
rispettando la tradizione di distribuire ogni anno un film
d’animazione nel giorno del Ringraziamento.
Il nuovissimo trailer di
Venom:
The Last Dance ha non solo introdotto ulteriori
elementi del film, ma anche gettato una serie di elementi che
potrebbero condurre all’incontro tra Spider-Man ed Eddie
Brock/Venom. Gran parte del trailer è, come si può notare, dedicato
alla presunta fine della collaborazione tra Venom e Brock. Ma
questa separazione significherebbe che Hardy potrebbe vedere il suo
amico sacrificare tutto per salvare il mondo e tenerlo al sicuro
dal divino Knull, desideroso di conquistare la terra.
Se non sarà soddisfatto di questa
fine, Brock potrebbe però trovare un altro modo per riunirsi a
Venom dopo Venom: The
Last Dance. È a questo punto che potrebbe rientrare in
gioco il pezzo del simbionte rimasto nel MCU dagli eventi di Spider-Man:
No Way Home. Anche se Knull riuscirà a impossessarsi di
Venom, non avrà dunque reclamato la totalità del simbionte. Allo
stesso modo, anche Eddie Brock avrà la possibilità di
ricongiungersi con il suo amico, perché nel MCU c’è ancora un po’
della sostanza nera.
Naturalmente, ciò significherebbe
che Brock e Venom potrebbero manifestarsi nel territorio di
Spider-Man, portando idealmente al loro scontro nell’atteso
Spider-Man 4. Da tempo,
infatti, circolano voci secondo qui il quarto film con l’Uomo Ragno
di Tom Holland potrebbe includere Venom o in
generale il simbionte nero e il relativo costume che Spider-Man
ottiene dall’incontro con tale sostanza. Non resta che attendere
per scoprire se queste supposizioni si riveleranno esatte.
La serie di Venom sta anticipando
un crossover con Spider-Man già da tempo
Da quando il primo film di
Venom si è rivelato un successo, i fan si sono
chiesti se fosse in programma un crossover con Spider-Man. Le star
della serie, Tom Hardy e Andy Serkis – regista
di Venom: La furia di Carnage – hanno fatto
ben poco per placare queste domande durante la loro permanenza in
questo universo. Prima che il secondo film arrivasse nelle sale,
Serkis ha infatti parlato con IGN di un possibile
crossover. “Guardate, questa è la domanda sulla bocca di
tutti”, ha spiegato il regista.
“Vogliono sapere se Venom
incontrerà Spider-Man, ma personalmente non succederà mai. Sto solo
scherzando, certo che succederà…”. Ora, a quanto pare, siamo
più vicini che mai a quel fatidico incontro. “Guarda, dipende
da quando vuoi arrivarci e anche da quale sia l’appetito”,
spiega Serkis. “Se la gente vuole altre storie di Venom,
allora, saltando direttamente a Spider-Man, si potrebbero perdere
tanti grandi personaggi supercriminali nel frattempo. Quindi, in un
certo senso, affrettando il passo, si potrebbe chiudere la
porta”.
Naturalmente, Serkis sapeva anche
che il suo film avrebbe avuto una scena post-credits che avrebbe
anticipato direttamente il confronto tra questi due personaggi. Non
si sono incontrati direttamente in Spider-Man:
No Way Home. Quel film ha gettato tutte le basi e ora
sembra che Venom: The
Last Dance stia facendo lo stesso. Quindi, è meglio
che Tom Holland si metta in palestra, perché
Spider-Man 4 potrebbe davvero presentare quella
battaglia da K.O. che i fan stanno aspettando.
Dopo aver debuttato nel MCU con il ruolo di Wanda
Maximoff in
Avengers:Age of
Ultron, Elizabeth Olsen ha avuto un ruolo ricorrente
in un paio di franchise diversi, prima di essere finalmente al
centro della scena in WandaVision.
Lanciata nel 2021, è stata la prima
serie TV Disney+ dei Marvel Studios e, per molti
fan, è ancora tra le migliori. Doctor Strange nel Multiverso della
Follia seguì l’anno successivo, ma risultò
divisivo a causa del suo ritratto malvagio della Scarlet Witch. Corrotta dal Darkhold, Wanda si scatenò
in una furia omicida attraverso il Multiverso prima di togliersi
apparentemente la vita.
“Un sacco di gente mi
mandava messaggi dicendo: ‘Non posso credere a questa cosa di
Downey, lo sapevi?’ e io pensavo: ‘Non ho idea di cosa stiate
parlando’ e sono dovuta andare su internet per scoprirlo”,
ha ammesso l’attore. “C’è un cervello Marvel che
ci fa sapere [quando è in preparazione un nuovo film o una serie
TV]”.
Elizabeth Olsen ha aggiunto:
“Ho adorato Wandavision, che ha aperto un mondo intero per
me e per il personaggio, totalmente diverso da quello in cui ho
firmato per la prima volta 10 anni fa.Poi
Multiverse of Madness è stata una cosa completamente diversa, ma ho
avuto modo di seguire il filo di questa donna e di utilizzarla in
modo diverso e sorprendente”.
Cosa ha detto Elizabeth Olsen su Scarlet
Witch
Alla domanda su quale potrebbe
essere il suo futuro nel MCU, l’attrice di Scarlet Witch ha
risposto: “Nessuno mi sta legando.Sono
scelte per continuare ad andare avanti con loro [Marvel].Ogni volta si tratta di una conversazione: cosa ci
piacerebbe fare?Ed è come tornare in una
famiglia: il mio dialect coach, il mio movement coach, gli stunt,
la troupe, gli operatori di ripresa”.C’è molto da
amare nel farne parte”.
In una conversazione separata con
Happy Sad
Confused, la Olsen ha anche condiviso i suoi pensieri
sull’imminente lancio di Agatha
All Along. Pur non avendo fatto alcun cenno al
suo coinvolgimento nello show (non ci aspettiamo che la Strega
Scarlatta appaia, purtroppo), ha detto: “Sono davvero
entusiasta di Kathryn [Hahn] Quel cast è incredibilmente
divertente, e ho sentito solo dei pezzi di loro… Sono entusiasta
per loro”.
Vedremo cosa succederà, ma anche se
la Olsen non dovesse fare un’apparizione a sorpresa in Agatha
All Along, ci aspettiamo che la serie faccia
qualche grosso accenno – se non una vera e propria conferma – su
cosa ne sia stato della Vendicatrice dopo la distruzione del
Darkhold.
Sono arrivate le prime recensioni
del film prequel animato della Paramount Pictures,
Transformers
One, e sono (per lo più) molto positive, il che
sorprende un po’ viste le reazioni negative e contrastanti ai
trailer.
La storia è incentrata sui
leggendari nemici Optimus Prime (all’epoca conosciuto come Orion
Pax) e Megatron (all’epoca chiamato D-16) prima che diventassero
nemici giurati come leader delle rispettive fazioni di Transformer,
gli Autobot e i Decepticon.
Chris Hemsworth
(Thor) dà la voce a Pax, mentre
Brian Tyree Henry
(Eternals) interpreta D-16. Il film
presenta i due amici di allora come semplici bot operai, incapaci
di trasformarsi nelle loro forme di veicoli e armi. Mentre
riuniscono un gruppo di guerrieri per combattere contro un
misterioso cattivo simile a una pianta, acquisiscono la capacità di
diventare “Robot travestiti”.
Anche se alcuni critici non sono
stati conquistati da questa avventura per famiglie (ci sono un paio
di verdetti negativi), sembra che lo studio sia riuscito a
rivitalizzare questo franchise per una nuova generazione.
Transformers One ha
attualmente un punteggio del 92% su Rotten Tomatoes, basato su 25
recensioni.
Per scoprire alcune delle
recensioni e delle reazioni, consultare i link sottostanti.
#TransformersOne has the TOUCH! Don’t let the trailers fool
you, this is X-Men First Class on Cybertron. @CooleyUrFaceOff
delivers a shock(wave)ingly compelling film about oppressive
systems & how to fight them. The series has never felt more
exciting, action packed, and alive! pic.twitter.com/7iBK8GTOBR
“Transformers One” is a fun and refreshingly
sophisticated retelling of the events that made enemies of Optimus
Prime and Megatron.https://t.co/cv7obqiIoY
#TransformersOne is genuinely the biggest surprise of 2024.
What I thought would be disposable children’s fare turned out to be
a stunningly animated, very funny, surprisingly emotional and
visceral film about the power of belief. Well, shit 😅 Full review
Thursday! pic.twitter.com/HRvhXTaLG1
Tra gli altri membri del cast,
Scarlett Johansson nel ruolo di Elita,
Keegan-Michael Key nel ruolo di Bumblebee,
Jon Hamm nel ruolo di Sentinel Prime e
Laurence Fishburne nel ruolo di Alpha Trion.
“Transformers One è la storia
inedita delle origini di Optimus Prime e Megatron, meglio
conosciuti come nemici giurati, ma un tempo amici legati come
fratelli che hanno cambiato per sempre il destino di Cybertron. Nel
primo film dei Transformers completamente animato in computer
grafica, TRANSFORMERS ONE vanta un cast di voci stellare, tra cui
Chris Hemsworth, Brian Tyree
Henry, Scarlett
Johansson, Keegan-Michael Key,
Steve Buscemi, Laurence Fishburne e Jon Hamm.”.
Abbiamo visto il trailer di
Salem’s Lot, e ora abbiamo un primo sguardo a un
film sui vampiri un po’ meno intenso. La Lionsgate ha pubblicato il
primo trailer di quella che viene descritta come una nuova
“commedia thriller” (noi diremmo più horror) intitolata
The Radleys, diretta da Euros Lyn e
scritta da Talitha Stevenson.
Damian Lewis e
Kelly Macdonald interpretano una coppia sposata con
due figli che nasconde un oscuro segreto: sono tutti mostri non
morti che devono consumare sangue per sopravvivere.
L’apparentemente idilliaca vita di
periferia della famiglia viene messa a soqquadro quando la figlia
Clara cede ai suoi impulsi naturali e uccide un adolescente che la
stava aggredendo sessualmente nel bosco.
Nel tentativo di evitare di essere
scoperto, il patriarca Peter decide di ricorrere all’aiuto del
fratello gemello (anch’egli interpretato da Lewis), anch’egli
vampiro e non altrettanto preoccupato di tenere nascosto questo
fatto come il resto della famiglia.
“È stato davvero divertente
recitare”, ha detto Lewis del suo doppio ruolo in una
recente intervista. “Naturalmente, dovevo
rimanere concentrato e ricordare quale fratello ero da una scena
all’altra, quindi da un punto di vista pratico le cose hanno
richiesto un po’ più di tempo.Penso che tutti
abbiano un senso di dualità in un certo senso, ma con Will (lo
zio), è davvero l’unico che può essere veramente se stesso e dire
‘sì, sono un vampiro, berrò del sangue e mi piacerà!
“Stavo ascoltando la radio
mentre venivo da Glasgow e ho iniziato a pensare che la maggior
parte dei musicisti potrebbe essere un vampiro”, ha
aggiunto Macdonald. “Diana Ross?Vampiro!Annie Lennox?Vampiro!”. Quando le è stato chiesto se qualcuno
dei suoi precedenti mariti sullo schermo potesse essere un vampiro,
ha riso: “Steve Buscemi – sicuramente un
vampiro!”.
Di cosa parla The Radleys?
“I pluripremiati attori
Kelly Macdonald (Non è un paese per vecchi) e
Damian Lewis (”Billions”, ‘C’era una volta… a Hollywood’) sono
i protagonisti di una commedia dark thriller che racconta di una
famiglia di periferia apparentemente normale ma con un succoso
segreto: sono vampiri.Alla luce del sole, i
Radley possono sembrare normali, ma possono astenersi dalle loro
voglie naturali solo per un po’, finché la sanguinosa verità non
viene a galla e mette a soqquadro la loro tranquilla vita di
campagna”.
The Radleys esce in anteprima nelle
sale, in digitale e on-demand il 4 ottobre.
Venom e
Venom:Let There Be Carnage hanno lasciato
solo qualche vago accenno al cattivo, sebbene sia una scelta
naturale per la conclusione di una trilogia. Tuttavia, secondo
The Cosmic Circus, il prossimo threequel sarà solo l’inizio per
Knull.
Secondo Alex Perez, ha saputo per
la prima volta dei piani per Knull all’inizio di quest’anno – a cui
ha accennato sui social media già ad aprile – e ha sentito
all’epoca che non sarebbe stato un personaggio unico. A quanto
pare, ci sono ancora piani per riportare il Re del Nero in un
progetto futuro, il più probabile dei quali
sarà…Spider-Man 4
Questo nuovo rapporto afferma che
il piano prevede che lo Spider-Man di
Tom Holland e il Venom di Tom Hardy
facciano squadra dopo Venom:The Last Dance pone le basi per
il loro atteso incontro.
“Alla fine di
Venom:The Last Dance, potremmo vedere Eddie Brock
entrare nel Marvel Cinematic
Universe“, spiega il sito, ”e alcune fonti
indicano che le recenti riprese a New York di Venom:The Last Dance abbia a che fare con questo”.
E aggiungono: “Non solo, ma
ho sentito dire che il potenziale cattivo di questo film sarebbe
Knull, che sta cercando di avvolgere l’intero multiverso nella sua
oscurità dopo la sua scoperta”.
Cosa potrebbe accadere tra Marvel Studios e Sony per la saga
del Multiverso?
La Sony ha permesso ai Marvel
Studios di utilizzare il wall-crawler, rendendo felici i fan e
producendo alcuni dei loro più grandi successi critici e
commerciali. Tuttavia, ciò significa che Peter Parker è stato
off-limits in film come Venom
e Morbius, una situazione frustrante
per lo studio quando sa che si possono fare soldi con i
crossover.
La Saga del Multiverso apre le
porte a questa possibilità e a Spider-Man e Venom che partono per
una sorta di “missione secondaria” tra gli eventi di Avengers:Doomsday e
Avengers:Secret Wars
ha senso su diversi livelli. E sì, questo significa che la prevista
storia di strada con Daredevil è stata messa da parte.
I Marvel Studios hanno persino
gettato le basi per questo con la scena post-credits di
Spider-Man: No Way Home; un pezzo del Simbionte è
stato lasciato sulla Terra-616, dando a Eddie un collegamento con
quel mondo e una possibile via di ritorno. Speriamo che Destin
Daniel Cretton riesca a farlo funzionare!
Tutto quello che c’è da sapere su Venom:The Last
Dance
In Venom:The Last
Dance, Tom Hardy torna a vestire i panni di Venom,
uno dei personaggi più grandi e complessi della Marvel, per
l’ultimo film della trilogia. Eddie e Venom sono in fuga. Braccati
da entrambi i loro mondi e con la rete che si stringe, il duo è
costretto a prendere una decisione devastante che farà calare il
sipario sull’ultimo ballo di Venom e Eddie.
Il film è interpretato da
Tom Hardy,
Chiwetel Ejiofor,
Juno Temple, Peggy Lu, Alanna Ubach, Stephen Graham e
Rhys Ifans. Kelly Marcel dirige una sceneggiatura da
lei scritta, basata su una storia di Hardy e Marcel. Il film è
prodotto da Avi Arad, Matt Tolmach, Amy Pascal, Kelly Marcel, Tom
Hardy e Hutch Parker.
Venom:The Last Dance uscirà nelle sale il 24
ottobre.
Nel gennaio del 2023, i co-CEO dei
DC Studios James Gunn e Peter
Safran hanno condiviso con il mondo la loro nuova visione
del franchise di intrattenimento della DC quando hanno rivelato il
programma di apertura del nuovo DCU, che comprende film come Superman,
The Brave and the Bold, Swamp
Thing e The
Authority e serie televisive come Lanterns,
Creature
Commandos, Booster Gold, Waller
e Paradise
Lost. Ora, con Creature
Commandos che debutterà il 5 dicembre su Max, i fan
della DC potranno saperne di più sul futuro del DCU grazie al panel
del New York Comic Con.
Giovedì, Gunn ha condiviso sui social media la
notizia che, insieme ai membri del cast di Creature
CommandosFrank Grillo, David Harbour, Zoe Chao,
Sean Gunn, Dean Lorey e
Steve Agee parteciperà a un panel al NYCC il 19
ottobre e in quell’occasione “vi aggiornerà su tutti i dettagli
del nostro esercito di mostri e sui semi del DCU!”. Non resta
dunque che attendere ancora pochi giorni per scoprire quali novità
potrebbero arrivare su questo nuovo universo condiviso ad oggi
ancora piuttosto misterioso.
La serie animata Creature
Commandos, composta da 7 episodi, sarà trasmessa in
streaming su Max e avrà come protagonisti David Harbour nel ruolo di Eric
Frankenstein/Mostro di Frankenstein, Indira Varma
nel ruolo della Sposa, Maria Bakalova di Guardiani della Galassia
Vol. 3 nel ruolo della Principessa Ilana Rostovic, Zoe
Chao nel ruolo della Dott.ssa Nina Mazursky, Alan Tudyk nel ruolo del Dottor Phosphorus,
Sean Gunn nel ruolo di Weasel e Frank Grillo nel ruolo di Rick Flag
Senior.
Steve Agee
riprenderà il suo ruolo di Peacemaker, John Economos. È prevista
anche la partecipazione di Viola Davis nel ruolo di Amanda Waller.
Recentemente James Gunn ha rivelato di considerare La sposa
di Indira Varma come il personaggio principale
della serie. Ha anche aggiunto che non sta dirigendo alcun
episodio, ma ha diretto le sessioni di registrazione di ciascun
attore.
“La nuova serie riprende
direttamente dopo il finale della prima stagione di Peacemaker, che
lascia la Waller con le mani legate dal punto di vista operativo,
il che significa che non è più in grado di farla franca mettendo in
gioco vite umane per portare a termine le sue missioni clandestine
e moralmente discutibili. Al contrario, recluta una banda di
disadattati, non diversamente dalla Suicide Squad e da
Peacemaker“, ha rivelato Gunn.
Aggiunge che i protagonisti di Creature
Commandos “sono dei veri e propri mostri, e
non vedo l’ora di farveli conoscere. Creare questa serie è stata
una delle gioie assolute della mia vita“.
Il film Disney e Pixar
Inside Out
2, il titolo d’animazione con il più alto incasso
di tutti i tempi, arriverà su Disney+ il 25 settembre.
Certified-Fresh on Rotten Tomatoes
e celebrato dalla critica come “perfezione assoluta,
esilarante” (Jazz Tangcay, Variety) e “un’esperienza
indimenticabile” (Landon Johnson, Awards Watch), l’attesissimo e
commovente sequel ha già dimostrato di essere un blockbuster di
successo. Inside Out 2 è il film d’animazione con il più
alto incasso di tutti i tempi, che ha raggiunto più velocemente il
miliardo di dollari a livello globale ed è attualmente l’ottavo
film che ha incassato di più nella storia del box office mondiale,
mentre in Italia è il quarto* film con il più alto
incasso di tutti i tempi (*dati Cinetel).
Iscriviti a Disney+ per
guardare Inside Out 2 e molto altro. Dove vuoi.
Quando vuoi.
Di cosa parla Inside Out 2
Il film Disney e Pixar Inside
Out 2 torna nella mente dell’adolescente Riley proprio
quando il Quartier Generale viene improvvisamente demolito per far
posto a qualcosa di completamente inaspettato: nuove Emozioni!
Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto, che a detta di tutti
gestiscono da tempo un’attività di successo, non sanno come
comportarsi quando arriva Ansia. E sembra che non sia sola.
Nella versione italiana del film, a
prestare le proprie voci sono Stella Musy (Gioia), Melina Martello
(Tristezza), Paolo Marchese (Rabbia), Daniele Giuliani (Paura),
Veronica Puccio (Disgusto), Pilar Fogliati (Ansia), Deva Cassel
(Ennui), Marta Filippi (Invidia), Federico Cesari (Imbarazzo), Sara
Ciocca (Riley) e Stash (Lance Slashblade).
È da qualche anno che si parla di un
film solista su Scarlet Witch con
Elisabeth Olsen e ora, forse, abbiamo
finalmente la conferma che i Marvel Studios stanno
effettivamente sviluppando un film che darà al personaggio i
riflettori che merita. Anche se gli addetti ai lavori non hanno
ancora fatto i conti, un nuovo rapporto di Production Weekly
afferma che un film sulla Strega Scarlatta è in lavorazione e che
si punta a un’uscita nel 2026. Gli scrittori di WandaVision
e Agatha
All AlongJac Schaeffer e
Megan McDonnell starebbero lavorando alla
sceneggiatura.
Production Weekly,
sostanzialmente, è un database di cast e troupe (generalmente)
affidabile, ma i progetti che mette in evidenza sono spesso
soggetti a cambiamenti, quindi anche se è probabile che ci siano i
primi piani in atto per un film su Scarlet Witch,
è ancora presto per poter dare per certo un progetto su di lei in
uscita nel 2026. Come noto, non vediamo Wanda dai tempi di Doctor Strange nel Multiverso della Follia, quando la
potente ex Vendicatrice trovò un po’ di redenzione per le sue
azioni malvagie distruggendo ogni copia del Darkhold e facendo
crollare una montagna su di sé.
Molti fan hanno ritenuto che questo
“heel turn” non fosse meritato e che il passaggio del personaggio a
cattivo a tutti gli effetti tra gli eventi di WandaVision
e il sequel di Doctor Strange non avesse davvero senso.
Questo è certamente discutibile (le azioni di Wanda nella serie
Disney+ erano molto… discutibili, dopo
tutto), ma la stessa Olsen ha condiviso sentimenti simili. In una
recente intervista, all’attrice è infatti stato chiesto se potrebbe
riprendere il ruolo nel MCU e ha risposto come segue.
“È un personaggio a cui amo
tornare quando c’è un modo per usarla bene e credo di essere stata
fortunata, quando ho iniziato sono stata usata bene… e per un
attimo non sapevano cosa fare di me! Se c’è un buon modo per
usarla, sono sempre felice di tornare”. Non è previsto che
Wanda appaia nella prossima serie Agatha
All AlongDisney+, ma probabilmente avremo
qualche aggiornamento sul suo stato che potrebbe darci un’idea più
precisa di se e quando il personaggio farà il suo ritorno nel
MCU.
WandaVision è un
profondo e doloroso ritratto di Wanda
Lodata per la sua struttura
narrativa unica e la profondità emotiva,
WandaVision ha ritratto Wanda come una figura
tragica che deve lottare con la perdita. In effetti, la serie ha
presentato al pubblico la cruda vulnerabilità di Scarlet Witch,
mescolando il suo potere da colosso con il dolore umano in un modo
immediatamente identificabile. Una combinazione così interessante,
la capacità di Wanda di piegare la realtà con fragilità emotiva,
l’ha resa uno dei personaggi più interessanti dell’MCU.
La storia di Scarlet
Witch ha preso una svolta nel sequel di Doctor
Strange
Ma la trama di Wanda ha preso una
piega molto diversa in Doctor Strange nel Multiverso della
Follia. Nel film, diventa la cattiva principale del film,
spinta alla disperazione dal suo bisogno di riunirsi ai bambini che
ha perso nel mondo creato da lei. Si è fatta strada attraverso il
multiverso, diventando sempre più pericolosa e squilibrata; agli
antipodi rispetto al personaggio più sfumato presentato in
WandaVision.
Quel cambiamento nella
caratterizzazione ha fatto storcere il naso a fan e critici. Molti
hanno ritenuto che gli sviluppi nel film andassero contro la
crescita emotiva sperimentata da Wanda in
WandaVision. La stessa Elizabeth Olsen aveva delle preoccupazioni
sulla gestione del suo personaggio, affermando in un’intervista con
Vanity Fair qualche tempo fa che la stanza degli sceneggiatori non
comunicava mai tra i progetti. Per questo motivo, la tragica trama
di Wanda è diventata un po’ ripetitiva e in realtà piuttosto
sconnessa come arco narrativo complessivo del personaggio.
Per quanto frustrante, Elizabeth Olsen ha detto che non esclude di
riprendere il ruolo Scarlet Witch, a patto che il modo in cui il
personaggio verrà raccontato abbia senso.
Kevin Feige aveva assicurato ai fan che un
reboot degli X-Men era in cantiere poco dopo l’acquisizione degli
asset della 20th Century Fox da parte della Disney nel 2019, ma
solo di recente abbiamo iniziato a ricevere alcuni aggiornamenti
ufficiali sul progetto. Michael Lesslie dovrebbe essere l’autore
della sceneggiatura e, sebbene non sia ancora stato annunciato un
regista, si ritiene che lo studio abbia iniziato a incontrare i
registi e che lo sviluppo del film dovrebbe entrare nel vivo
all’inizio del 2025.
Per ora si tratta solo di voci, ma
se queste ultime affermazioni di Daniel Richtman
si riveleranno esatte, i fan potrebbero rimanere molto sorpresi dai
piani della Marvel per gli eroi mutanti e, in
particolare, per Wolverine. Secondo lo scooper, nel reboot degli
X-Men del MCU non ci sarà affatto Wolverine e la squadra sarà
“simile” alla serie animata X-Men ’97 con
l’aggiunta di altri personaggi. A quanto pare, Logan non farà parte
dell’elenco perché Hugh Jackman rimarrà in giro per un bel po’,
forse anche dopo Avengers:
Secret Wars.
I due film dedicati a
Deadpool, del 2016 e del 2018 sono stati
ambientati nello stesso universo della Fox. Ora Deadpool e
Wolverine porterà nel MCU i due eroi del
titolo, e aprirà ufficialmente la strada ai mutanti Marvel verso
l’universo condiviso di Kevin Feige. Ancora non sappiamo quando
arriveranno ufficialmente con il film tutto loro che è stato
annunciato, ma tra alcuni camei, riferimenti e la recente serie
animata X-Men ’97 il
loro debutto potrebbe ormai sempre imminente.