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Ryan Reynolds definisce X-Men Origins: Wolverine “una discarica in fiamme”

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Le battute reciproche tra Hugh Jackman e Ryan Reynolds in seguito all’annuncio di Deadpool 3 sono state molto divertenti, e questo scambio ha riportato alla luce la conversazione su uno dei peggiori adattamenti a fumetti di cui proprio Jackman è stato protagonista: X-Men Origins: Wolverine.

Prima di riscattare il personaggio nei film di Deadpool, Reynolds ha effettivamente interpretato una versione del personaggio nel film, e l’empio abominio che è emerso per combattere il Logan di Jackman alla fine del film rimane uno degli elementi più ridicolizzati di qualsiasi film di fumetti fino ad oggi.

In occasione di una recente apparizione pubblica, Ryan Reynolds ha parlato proprio del film in questione, e mentre ha elogiato il suo co-protagonista per essere così gentile e generoso con i suoi colleghi, non ha potuto resistere all’opportunità per mantenere viva la loro finta faida di lunga data.

“Tutti si aspettano che io sventri Hugh Jackman, ma dirò che è stato una delle prime star del cinema con cui abbia mai lavorato, nel 2007, in una discarica in fiamme chiamato X-Men Origins Wolverine – quello era su di lui”, ha detto Reynolds. “E quello che mi ha colpito di lui è che era così gentile. È stata una delle prime persone che ho visto a quel livello a trattare il ristoratore allo stesso modo del regista, del produttore o del capo dello studio. Trattava tutti allo stesso modo. E sai che quel tipo di impressione si diffonde. E penso che Hugh Jackman sia probabilmente responsabile di molte persone migliori che lavorano nello strano e meraviglioso mondo dello spettacolo. Quindi sì. Anche [frick] quel ragazzo.”

Sebbene Origins abbia avuto alcuni punti salienti (Victor Creed di Liev Schreiber, per esempio), non riusciamo a essere in disaccordo con la valutazione del film di Reynolds.

Deadpool 3, quello che sappiamo

Shawn Levy dirigerà Deadpool 3. Rhett Reese e Paul Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul Mercenario Chiacchierone, scriveranno anche Deadpool 3, basandosi sui fumetti creati da Rob Liefeld, confermandosi nella squadra creativa del progetto, dopo che per un breve periodo erano stati sostituiti da Lizzie Molyneux-Loeglin e Wendy Molyneux.

Oltre a Ryan Reynolds non ci sono nomi confermati nel cast del film. In Deadpool 2 c’erano Josh Brolin nel ruolo di Cable e Zazie Beetz in quello di Domino, mentre il primo film vedeva la presenza di Morena Baccarin come Vanessa e T.J. Miller come Weasel. Nel cast è stato anche confermato Hugh Jackman, che torna a rivestire i panni di Wolverine/Logan, dopo la sua gloriosa uscita di scena nel 2017 in Logan, di James Mangold.

Paul Wernick e Rhett Reese hanno dichiarato sul film: “È una meravigliosa opportunità per i pesci fuor d’acqua. Deadpool è un pazzo al centro di un film. Far cadere un pazzo in un mondo molto sano di mente, è oro puro. Sarà davvero divertente.” Deadpool 3 uscirà il 6 settembre 2024.

Mark Ruffalo su una reunion con Chris Evans e Robert Downey Jr.: “Tutto è possibile”

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Robert Downey Jr. ha salutato il MCU quando Iron Man si è sacrificato in Avengers: Endgame, e mentre Steve Rogers potrebbe essere davvero ancora vivo (per quanto ne sappiamo), il finale di Infinity Saga ha anche segnato l’ultima apparizione di Chris Evans come Capitan America. Ci sono state voci insistenti secondo cui entrambi gli attori riprenderanno i rispettivi ruoli per Avengers: Secret Wars, che è certamente qualcosa che potrebbe succedere data la natura del Multiverso.

Mark Ruffalo (Bruce Banner/The Hulk) è apparso sul palco dell’Emerald City Comic-Con durante il fine settimana e gli è stato chiesto come si sente a rimanere nel MCU senza i suoi co-protagonisti originali degli Avengers. “Triste, ma c’è una macchina del tempo. E ci sono universi e realtà alternative, quindi può succedere di tutto”, ha risposto. Ruffalo è stato ripreso per aver rivelato un po’ troppo durante le interviste in passato, quindi si è affrettato a chiarire che in realtà non si trattava di uno spoiler.

“[Ride, guardando il soffitto] Una di queste assi mi cadrà addosso? Amico, stai cercando di mettermi di nuovo nei guai? Non dirò che non è possibile, ma non lo farò diciamo che lo è”. Molti ritengono che il ritorno di Evans e Downey Jr. – in particolare quest’ultimo – nel MCU offuscherebbe la presenza di eventuali varianti o di altri attori nuovi in ruoli inediti, ma Kevin Feige e co. probabilmente faranno tutto il possibile per garantire che la saga del multiverso esca con il giusto spazio e entusiasmo, quindi potremmo dire che i loro ritorni sono una possibilità concreta.

The Fabelmans: Steven Spielberg ha pianto la prima volta che ha visto i protagonisti del film in costume

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Steven Spielberg rivela la sua reazione emotiva nel vedere gli attori protagonisti di The Fabelmans, Michelle Williams e Paul Dano in costume per la prima volta. Mentre la finzione del film utilizza un cognome diverso, Spielberg ha basato The Fabelmans in gran parte dopo la sua stessa vita e sull’inizio della sua carriera cinematografica, con Williams e Dano che interpretano le versioni semi-romanzate dei veri genitori del regista premio Oscar. Steven Spielberg si è seduto per un’intervista con The Late Show con Stephen Colbert per discutere di The Fabelmans.

Discutendo dell’esperienza di portare sullo schermo la storia della sua famiglia, Spielberg rivela di aver pianto la prima volta che ha visto gli attori di The Fabelmans in costume, perché quella vista ha innescato un flashback emotivo sui suoi veri genitori ed è rimasto sbalordito da quanto gli sembrassero vicini.

“Mark Bridges [il costumista di Fabelmans] è venuto da me e mi ha detto: ‘Ho Paul e Michelle qui con i capelli, il trucco e i costumi. Mi sono girato e c’erano mio padre e mia madre, e sono scoppiato a piangere. Proprio così. Non ci ho nemmeno pensato. È successo e basta. Michelle è corsa da me, mi ha abbracciato. Paul è venuto dietro di me – è davvero alto – mi ha abbracciato per le spalle e mi ha semplicemente tenuto stretto.”

Il film è trai protagonisti della Stagione dei Premi in corso e, sebbene non stia vincendo molte statuette, rimane uno dei migliori film della stagione, un esempio di grande perizia tecnica e di grande cuore nel fare il proprio lavoro.

Diego Luna è grato che “Andor” finirà dopo la seconda stagione: è “davvero importante per la mia salute mentale”

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Quando il tuo lavoro quotidiano viene speso a pianificare una ribellione in una galassia molto, molto lontana, è utile avere qualcosa che possa riportarti sulla Terra, o su qualunque pianeta tu chiami casa. Quando non è il più ricercato dell’Impero in “Andor” di Disney+Diego Luna torna a teatro. È cresciuto insieme al padre, ed è stata la costante della sua carriera.  In un certo senso, mi ha mantenuto sano di mente”, dice l’attore dopo una lunga giornata sul set londinese della seconda stagione di “Andor”. “Il teatro è un ottimo modo per tornare indietro e mettere i piedi per terra e ricordarti cosa questo è tutto.

Tra la produzione delle stagioni 1 e 2, ha trascorso due mesi su un palcoscenico di Madrid dirigendo “Cada vez nos despedimos major“, un monologo che presentava solo se stesso, un musicista e tre lampade. Era molto diverso dai giganteschi set, dalle orde di comparse e dalle altissime aspettative dell’universo di “Star Wars”. 

Quella versatilità nella scala dei suoi progetti ha definito l’intera carriera di Luna, per la quale sarà onorato con un Variety Virtuoso Award il 4 marzo al Miami Film Festival. Da adolescente, la sua incursione nel cinema messicano è arrivata in un momento in cui gli attori hanno prestato i propri vestiti e auto per la parte. Era risaputo che se ti fosse stato chiesto di fare cinema, l’ultima cosa che avresti fatto era pensare di essere pagato“, ammette l’attore. Alla fine ha trovato un progetto che gli è valso il plauso e non richiedeva i suoi effetti personali. Il classico on the road di Alfonso Cuarón del 2001 “Y tu mamá también” è spesso citato come un progressivo balzo in avanti per il cinema messicano e ha lanciato la carriera di Luna.  

Nei 22 anni successivi, l’attore, regista e produttore ha fatto di tutto, da drammi di prestigio (“Frida” e “Milk”), successi animati (“Il libro della vita” e “Maya e i tre“) e diverse serie televisive ( “Narcos: Messico” e “Pan y Circo”). Ma non importa il progetto – con i piedi per terra o tra le stelle – deve esserci un gancio personale per Luna. Questa è la bellezza di questo lavoro“, dice. “Se c’è qualcosa di personale per ogni progetto, diventano come francobolli che ti ricordano dove sei stato.” 

La serie tv ANDOR

ANDOR è stata ampiamente acclamata come la migliore serie TV di Star Wars su Disney+ e ha raccolto un successo che sarà certamente duraturo. Nonostante le notizie secondo cui lo show ha faticato a trovare un pubblico, siamo sicuri che avrà tempo e modo per conquistare tutti e la storia raggiungerà una conclusione adeguata, portandoci direttamente nella storia di Rogue One, ora la seconda stagione sta andando avanti come previsto. ANDOR presenta Star Wars da una prospettiva diversa, concentrandosi sulle persone comuni le cui vite sono influenzate dall’Impero. Le decisioni che prendono hanno conseguenze reali e la posta in gioco per loro e per la Galassia non potrebbe essere più alta.

Diego Luna ritorna nei panni di Cassian Andor ed è affiancato dai membri del cast Genevieve O’Reilly, Stellan Skarsgård, Adria Arjona, Denise Gough, Kyle Soller e Fiona Shaw. I produttori esecutivi sono Kathleen Kennedy, Tony Gilroy, Sanne Wohlenberg, Diego Luna e Michelle Rejwan. Tony Gilroy è anche il creatore e lo showrunner.

La battaglia di Hacksaw Ridge: il film, le curiosità e la vera storia dietro al film

Esistono innumerevoli storie, più o meno note, che si possono raccontare sulla Seconda Guerra Mondiale, offrendo punti di vista sempre nuovi di tale traumatico evento. Per il suo ritorno dietro la macchina da presa, il premio Oscar Mel Gibson ha deciso di raccontare quello di Desmond Doss, primo obiettore di coscienza a ricevere la medaglia d’onore, nel film intitolato La battaglia di Hacksaw Ridge (qui la recensione).

Acclamato dalla critica, che l’ha definito un glorioso film di guerra devoto ai valori fondanti dell’umanità, il film si è rivelato anche un grande successo di pubblico. A fronte di un budget di 40 milioni, l’incasso globale si è infatti assestato intorno ai 175 milioni di dollari. Il film ha inoltre guadagnato sei nomination al premio Oscar, tra cui miglior film, miglior regia e miglio attore protagonista.

Nella rappresentazione della vera storia di Desmond, nonostante alcuni “tradimenti” attuati per fini cinematografici, gli autori si sono assicurati di essere il più accurati possibile. Rendere onore al soldato, come anche ai valori da lui espressi, era per loro il compito più importante. Di seguito, dopo una breve panoramica sulla trama e sul cast, si riporteranno dunque alcune delle principali differenze tra il film e la storia vera.

La trama e il cast di La battaglia di Hacksaw Ridge

Il film si svolge nel corso del 1942. Il giovane Desmond Doss decide di arruolarsi nell’esercito come soccorritore militare. Durante l’addestramento fin da subito eccelle nelle prove fisiche ma al momento di imbracciare le armi, si rifiuta, intenzionato a rimanere fedele ai propri principi pacifici. Ciò lo porta inevitabilmente ad essere guardato con sospetto e disprezzo dai suoi commilitoni. Al momento di partire per la guerra, Doss e il suo plotone vengono condotti alla Battaglia di Okinawa per aiutare la divisione incaricata di sorvegliare la scarpata di Maeda, detta “Hacksaw Ridge”. È qui, in mezzo alla brutalità della guerra, che Doss dimostrerà a tutti il proprio immenso valore.

Per dar volto al celebre soldato, è stato scelto l’attore Andrew Garfield, che ha così avuto modo di dar prova della sua maturità e del suo talento. Per la sua interpretazione, l’attore ha ricevuto la sua prima nomination all’Oscar come miglior attore. Il riconoscimento più grande, tuttavia, sono state le lodi del figlio di Doss, il quale ha ringraziato con commozione l’attore per l’accuratezza con cui ha dato vita sul grande schermo a suo padre. Garfield, infatti, si è preparato facendo lunghe ricerche su Doss e il suo pensiero, cercando di poter riportare sul grande schermo tutta la sua personalità. Allo stesso tempo, si è anche dovuto allenare duramente per poter reggere gli sforzi previsti dalle scene più complesse.

Nel cast sono presenti anche gli attori Hugo Weaving, nel ruolo del padre di Doss, Vince Vaughn, in quelli del sergente Howell, Sam Worthington, in quelli del capitano Glover, e Teresa Palmer nei panni di Dorothy Schutte, moglie di Doss. Nei piani originali anche Gibson avrebbe dovuto comparire sullo schermo, ricoprendo il ruolo del sergente Howell. Egli preferì però rinunciare alla parte così da potersi concentrare meglio sulla regia del film, che considerava incentrato su un vero supereroe senza calzamaglia.

La battaglia di Hacksaw Ridge cast

La battaglia di Hacksaw Ridge: la vera storia dietro al film

Nato in Virginia nel 1919, Desmond Doss non hai mai realmente avuto l’aspetto del tipico soldato da guerra. Come rappresentato nel film, egli era infatti gracile e con un carattere particolarmente pacato. La sua più nota caratteristica è tuttavia quella di non aver mai imbracciato un’arma. Appartenente alla Chiesa Avventista del Settimo Giorno, Doss rifiutava categoricamente la violenza e, come mostra anche il film, considerava il comandamento “non uccidere” il più importante dei dieci. Tale presa di posizione portò realmente Doss a subire attacchi verbali e fisici dai suoi commilitoni, i quali lo vedevano come l’anello debole del gruppo.

Il film di Gibson esplora dunque in maniera piuttosto fedele l’origine delle convinzioni del soldato. Le differenze principali tra il film e la vicenda reale riguardano infatti il rapporto di Doss con l’amata moglie Dorothy. Nella pellicola, i due si incontrano in ospedale, dove lei lavorava come infermiera. Nella realtà, i due si conobbero in chiesa, per poi sposarsi nel 1942 e dare alla luce l’unico figlio nel 1946. Il film di Gibson, inoltre, accentua per fini drammatici il difficile rapporto tra Doss e suo padre. Per necessità, dovuta ai ristretti tempi cinematografici, si è inoltre preferito evitare il periodo della vita di Doss in cui prestò servizio come medico a Guam e nelle Filippine.

Questo avvenne prima della battaglia di Okinawa, che è ovviamente il culmine tanto del film quanto della carriera del soldato. Ad oggi non è stato ancora stabilito quanti uomini Doss abbia effettivamente salvato in quell’occasione. Egli affermò che erano circa cinquanta, ma i suoi compagni sostennero che si trattava di almeno il doppio. Per il film, Gibson trovò una via di mezzo stabilendo il numero a 75. Il film è poi preciso nell’indicare la data in cui a Doss fu consegnata dal presidente Truman la medaglia d’onore, il 12 ottobre del 1945. In quello stesso periodo Doss riportò delle ferite che lo costrinsero a congedarsi dall’esercito. Visse in tranquillità, insieme a sua moglie, fino al 2006, anno della sua morte.

La battaglia di Hacksaw Ridge: dove vederlo in streaming e in TV

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. La battaglia di Hacksaw Ridge è infatti presente su Chili Cinema, Rakuten TV, Infinity, Tim Vision, Apple iTunes e Netflix. Su quest’ultima, il film è attualmente al 4° posto nella Top 10 dei film più visti in Italia. In base alla piattaforma scelta, ad ogni modo, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video.

Fonte: IMDb, History vs Hollywood

Box Office: Creed 3 segna un record per la saga di Creed!

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Box Office: Creed 3 segna un record per la saga di Creed!

Creed 3 ha segnato un debutto vittorioso al botteghino con il suo impressionante incasso di 58,7 milioni di dollari, stabilendo un record per il franchise e detronizzando il due volte campione delle classifiche USA “Ant-Man and the Wasp: Quantumania“. Il film ha preso il via a livello internazionale con 41,8 milioni di dollari, portando il suo bottino globale a 100,4 milioni di dollari. È anche una grande vittoria anche per le sale cinematografiche, che puntano sulla fortuna di continuare a marzo con le prossime uscite “Scream VI“, “Shazam: Furia degli Dei” e “John Wick: Capitolo 4“. Gli incassi complessivi dei biglietti sono superiori del 37% rispetto allo stesso punto del 2022, secondo Comscore.

Nelle previsioni del il fine settimana, “Creed 3” avrebbe dovuto guadagnare una cifra trai 36 e i 40 milioni, il che sarebbe già stato sufficiente per stabilire un nuovo livello massimo per la serie. Il primo “Creed“, che ha rilanciato i film decennali di “Rocky” nel 2015, ha debuttato con 29,6 milioni, mentre il suo sequel del 2018 “Creed II” aprì a $ 35,5 milioni. Ma il terzo capitolo, diretta dalla star della serie Michael B. Jordan al suo debutto come regista, ha ricevuto una spinta da recensioni stellari e ottimi punteggi di pubblico. Gli acquirenti iniziali dei biglietti, che hanno assegnato al film un CinemaScore “A-“, erano per il 63% uomini mentre il 55% aveva un’età compresa tra i 18 e i 34 anni. % erano neri e il 13% erano asiatici, secondo i dati PostTrak.

Creed 3 ha anche beneficiato di biglietti Imax più costosi (un enorme 38% degli incassi proveniva da schermi premium di grande formato), nonché di un’affluenza migliore del previsto venerdì con soli $ 22 milioni. “Michael ha fatto un ottimo lavoro lanciando questo film e, così facendo, offrendo un’ulteriore prova che il botteghino è tornato ed è pronto a supportare la lista forte e diversificata di quest’anno“, afferma il CEO di Imax Rich Gelfond. Creed 3, con un budget di 75 milioni di dollari, è il film più costoso della trilogia (i suoi predecessori sono costati rispettivamente 35 e 50 milioni di dollari), ma gli analisti al botteghino sono ottimisti sulla sua corsa nelle sale.

Kimi – Qualcuno in ascolto di Steven Soderbergh su SKY e NOW

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Kimi – Qualcuno in ascolto di Steven Soderbergh su SKY e NOW

Arriva in prima tv su Sky Kimi – Qualcuno in ascolto, scritto e diretto dal Premio Oscar Steven Soderbergh, lunedì 6 marzo alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K, in streaming su NOW e disponibile on demand, anche in qualità 4K. Un avvincente “tecno-noir” denso di mistero con protagonista Zoë Kravitz.

Con lei anche Byron Bowers, Jaime Camil, Erika Christensen, Derek DelGaudio, Robin Givens, Charles Halford, Devin Ratray, Jacob Vargas, con Rita Wilson. La sceneggiatura è di David Koepp.

La trama di Sky Kimi – Qualcuno in ascolto

Angela Childs è un’analista tecnica che esamina dei flussi di dati per la Amygdala Corporation, azienda fornitrice dell’assistente virtuale ad attivazione vocale KIMI. Il mondo è alle prese con una pandemia e, anche se le restrizioni sono allentate, Angela, che soffre di agorafobia, segue una rigida routine all’interno della sicurezza del suo loft nel centro di Seattle.

Angela comunica con la madre, il suo dentista e il suo terapista tramite chat video e flirta con il suo vicino dall’altra parte della strada, dimostrando che non ha mai bisogno di lasciare le comodità di casa.

Ma le cose cambiano quando sente qualcosa di orribile in uno dei flussi che sta analizzando. Segnalarlo tramite e-mail è troppo rischioso, quindi un collega fidato le consiglia di recarsi presso la loro sede centrale in centro e parlare direttamente con la dirigente Natalie Chowdhury, per avvisarla di quello che Angela è certa sia un crimine grave. Angela non esce di casa da prima della pandemia: anche solo arrivare in ufficio è una grande sfida, ma lei è determinata a fare la cosa giusta. Ma non ha idea di cosa le accadrà realmente quando e se riuscirà a uscire dalla sua zona di comfort.

Ant-Man and the Wasp: Quantumania, il calo lo farà diventare il peggior incasso della saga

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Dopo una forte apertura, Ant-Man and the Wasp: Quantumania (leggi la recensione) dei Marvel Studios ha subito il più grande calo della seconda settimana nella storia del Marvel Cinematic Universe, e il trequel diretto da Peyton Reed continua la sua corsa al ribasso anche nel suo terzo fine settimana.  Il primo film della Fase 5 della Marvel ha incassato 12 milioni di dollari al botteghino nazionale, un calo del 61% rispetto allo scorso fine settimana. Allo stato attuale, Ant-Man 3 potrebbe terminare la sua corsa con un totale globale di poco meno o più di 500 milioni di dollari, il che lo renderebbe il più basso guadagno del franchise.

Alcuni analisti hanno cercato di dare una svolta positiva a questi numeri, ma non si può sfuggire al dato ineluttabile: quanto sia deludente questa performance. Molti grandi successi in studio tendono ad essere a prova di critica, ma questo non si è dimostrato il caso dei film MCU (anche Eternals ha sottoperformato), con recensioni negative e scarso passaparola che hanno avuto chiaramente un impatto sulle vendite dei biglietti.

Un altro trequel invece ha segnato un vero record! Creed III della MGM, si è fatto strada al box office USA, segnando un importante 58,6 milioni di dollari in patria e ha superato i 100 milioni di dollari in tutto il mondo, soffiando il primo posto da Quantumania.

Ant-Man and the Wasp: Quantumaniail trailer

Ant-Man and the Wasp: Quantumania (leggi la recensione) è stato ancora una volta diretto da Peyton Reed da una sceneggiatura scritta da Jeff Loveness. La pellicola è attualmente al cinema! Il nuovo film Marvel Studios Ant-Man and the Wasp: Quantumania, che dà il via alla Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, è distribuito da The Walt Disney Company Italia. L’epica avventura presenta l’antagonista più potente del MCU fino ad ora: Kang il Conquistatore.

Nel film, che dà ufficialmente il via alla Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, i Super Eroi Scott Lang (Paul Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline Lilly) tornano per continuare le loro avventure come Ant-Man and The Wasp. Insieme ai genitori di Hope, Hank Pym (Michael Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle Pfeiffer), la famiglia si ritrova a esplorare il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò che pensavano fosse possibile. Diretto da Peyton Reed e prodotto da Kevin Feige, p.g.a. e Stephen Broussard, p.g.a.,Ant-Man and the Wasp: Quantumania è interpretato anche da Jonathan Majors nel ruolo di Kang, David Dastmalchian nel ruolo di Veb, Katy O’Brian nel ruolo di Jentorra, William Jackson Harper nel ruolo di Quaz e Bill Murray in quello di Lord Krylar.

WGA Awards 2023: inarrestabile Everything Everywhere All At Once

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WGA Awards 2023: inarrestabile Everything Everywhere All At Once

Everything Everywhere All At Once è inarrestabile e continua la sua marcia trionfale verso il Dolby Theatre, dove, a questo punto, è probabile che farà piazza pulita di ogni premio disponibile. Il film dei Daniels ha appena vinto anche il WGA Award per la sceneggiatura.

I WGA Awards sono i premi che il sindacato degli sceneggiatori assegna ogni anno alla categoria e quest’anno, oltre ai Daniels, ha premiato anche Women Talking, per la migliore sceneggiatura adattata. Resta da capire come la scelta della gilda si rispecchierà sull’Academy Awards la prossima domenica, dal momento che per gli Oscar, ineleggibile per la Gilda, c’è anche Gli Spiriti dell’Isola che potrebbe dare fastidio al film dei Daniels. Non resta che aspettare per saperlo.

WGA Awards 2023, tutti i vincitori

ORIGINAL SCREENPLAY
Everything Everywhere All At Once
Written by Daniel Kwan & Daniel Scheinert; A24

COMEDY/VARIETY TALK SERIES
Last Week Tonight with John Oliver
Senior Writers Daniel O’Brien, Owen Parsons, Charlie Redd, Joanna Rothkopf, Seena Vali Writers Johnathan Appel, Ali Barthwell, Tim Carvell, Liz Hynes, Ryan Ken, Mark Kramer, Sofia Manfredi, John Oliver, Taylor Kay Phillips, Chrissy Shackelford; HBO/HBO Max

LIMITED SERIES
The White Lotus
Written by Mike White; HBO/HBO Max

DRAMA SERIES
Severance
Written by Chris Black, Andrew Colville, Kari Drake, Dan Erickson, Mark Friedman, Helen Leigh, Anna Moench, Amanda Overton; Apple TV+

NEWS SCRIPT – ANALYSIS, FEATURE, OR COMMENTARY
“Targeting Americans” (60 Minutes)
Written by Scott Pelley, Oriana Zill de Granados; CBS News

RADIO/AUDIO NEWS SCRIPT – REGULARLY SCHEDULED, BULLETIN, OR BREAKING REPORT
“Hail And Farewell: Saluting 5 Who Made A Difference”
Written by Gail Lee; CBS Radio

QUIZ AND AUDIENCE PARTICIPATION
Baking It
Writers Neil Casey, Chad Carter, Jessica McKenna, Zach Reino; Peacock

DOCUMENTARY SCRIPT – OTHER THAN CURRENT EVENTS
“Episode Two: An American (1775 – 1790)” (Benjamin Franklin)
Written by Dayton Duncan; PBS

ON AIR PROMOTION
 “CBS Celebrates Juneteenth”
Written by Justin DiLauro; CBS News

DOCUMENTARY SCREENPLAY
Moonage Daydream
Written by Brett Morgen; Neon

EPISODIC COMEDY
 “The One, The Only” (Hacks)
Written by Lucia Aniello & Paul W. Downs & Jen Statsky; HBO/HBO Max

EPISODIC DRAMA
“Plan and Execution” (Better Call Saul)
Written by Thomas Schnauz; AMC

RADIO/AUDIO NEWS SCRIPT – ANALYSIS, FEATURE, OR COMMENTARY
 “What I Wish I Knew Before I Started IVF” (The Waves)
Written by Cheyna Roth; Slate

COMEDY SERIES
The Bear
Written by Karen Joseph Adcock, Joanna Calo, Rene Gube, Sofya Levitsky-Weitz, Alex O’Keefe, Catherine Schetina, Christopher Storer; FX Networks

CHILDREN’S EPISODIC, LONG FORM AND SPECIALS
 “Prison or Palace” (Life by Ella)
Written by Hernan Barangan; Apple TV+

DAYTIME DRAMA
Days of Our Lives
Head Writer Ron Carlivati Writers Lorraine Broderick, Jazmen Darnell Brown, Joanna Cohen, Carolyn Culliton, Richard Culliton, Cheryl Davis, Kirk Doering, Christopher Dunn, Jamey Giddens, David Kreizman, Ryan Quan, Dave Ryan, Katherine D. Schock; NBC

NEWS SCRIPT – REGULARLY SCHEDULED, BULLETIN, OR BREAKING REPORT
“The Water Crisis in Jackson, Mississippi” (CBS Evening News with Norah O’Donnell)
Written by James Hutton, Rob Rivielle; CBS News

DIGITAL NEWS
 “How Oregon’s Prison System Retaliated Against Its Most Effective Jailhouse Lawyer”
Written by Jessica Schulberg; HuffPost.com

COMEDY/VARIETY SKETCH SERIES 
Inside Amy Schumer
Writers Georgie Aldaco, Rosebud Baker, Jeremy Beiler, Cazzie David, Tova Diker, Derek Gaines, Jon Glaser, Jaye McBride, Tim Meadows, Christine Nangle, Daniel Powell, Tami Sagher, Amy Schumer, Joe Strazzullo, Sydnee Washington, Ron Weiner; Paramount+

TV & NEW MEDIA MOTION PICTURES
Honor Society
Written by David A. Goodman; Paramount +

NEW SERIES
Severance
Written by Chris Black, Andrew Colville, Kari Drake, Dan Erickson, Mark Friedman, Helen Leigh, Anna Moench, Amanda Overton; Apple TV+

SHORT FORM NEW MEDIA
Three Busy Debras
Written by Sandy Honig, Mitra Jouhari, Sarah Sherman, Alyssa Stonoha, Diana Tay, Evan Waite; Adult Swim

DOCUMENTARY SCRIPT – CURRENT EVENTS
“Lies, Politics and Democracy” (Frontline)
Written by Michael Kirk & Mike Wiser; PBS

ANIMATION
“Rectify” (Undone)
Written by Elijah Aron & Patrick Metcalf; Prime Video

COMEDY/VARIETY SPECIALS
Jerrod Carmichael: Rothaniel
Written by Jerrod Carmichael; HBO/HBO Max

RADIO/AUDIO DOCUMENTARY
“Like a Lion With No Teeth” (Crime Show)
Written by Emma Courtland & Cat Schuknecht; Gimlet Media

ADAPTED SCREENPLAY
Women Talking, Screenplay by Sarah Polley, Based upon the Book by Miriam Toews; Orion Pictures/MGM

The Penguin: Clancy Brown si unisce al cast della serie tv

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The Penguin: Clancy Brown si unisce al cast della serie tv

L’imminente serie The Penguin di HBO Max ha guadagnato un altro grande nome. Il noto sito americano Variety riporta che Clancy Brown si è unito al cast dello spin-off di The Batman. Secondo Variety, Brown interpreterà il ruolo di Salvatore Maroni, il famigerato boss del crimine di Gotham City e qualcuno che ha frequenti scontri con Oswald Cobblepot, alias Il Pinguino (interpretato da Colin Farrell). Sebbene Maroni non sia mai stato visto in The Batman, è stato menzionato più volte, con il suo arresto da parte della polizia corrotta di Gotham che ha permesso all’ascesa dell’organizzazione criminale di Carmine Falcone a discapito della caduta proprio di Maroni.

Clancy Brown non è estraneo al mondo delle proprietà DC, anche se questo sarà il suo primo ruolo live-action nell’Universo DC. In precedenza, ha interpretato il ruolo della voce di Lex Luthor in oltre un decennio di ruoli, spaziando tra vari film d’animazione e serie televisive e persino videogiochi. Tra qualche settimana arriverà al cinema nell’atteso sequel  John Wick: capitolo 4 come “The Harbinger”.

Ambientata nel mondo di The Batman del 2022, la serie HBO Max si concentrerà sul passato di Oswald Cobblepot e mostrerà la sua ascesa al potere nello squallido ventre di Gotham piuttosto che ritrarlo come il boss affermato. Il personaggio ha una ricca storia di apparizioni dal vivo, poiché Danny DeVito ha interpretato il famoso Pinguino in Batman: Il ritorno di Tim Burton mentre Robin Lord Taylor lo ha interpretato nella precedente serie Gotham.

ASC Awards 2023: la migliore fotografia dell’anno è di Elvis

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ASC Awards 2023: la migliore fotografia dell’anno è di Elvis

In attesa degli Oscar 2023, il prossimo 12 marzo, si completa la carrellata dei premi di categoria assegnati dalle gilde di Hollywood. Gli ASC Awards, i premi assegnati ai direttori della fotografia dai direttori della fotografia, hanno incoronato quest’anno Mandy Walker, che ha firmato la fotografia di Elvis di Baz Luhrmann. Walker è la prima donna a vincere in questa categoria, e potrebbe ripetere trionfare anche agli Oscar, dal momento che negli ultimi 36 anni, 17 volte il premio della gilda ha coinciso con quello dell’Academy.

Ecco di seguito tutti i vincitori degli ASC Awards 2023

THEATRICAL FEATURE FILM
Mandy Walker, Elvis (Warner Bros.)

EPISODE OF A ONE-HOUR NON-COMMERCIAL TELEVISION SERIES
M. David Mullen, The Marvelous Mrs. Maisel – “How Do You Get to Carnegie Hall?” (Prime Video)

PILOT, LIMITED SERIES, OR MOTION PICTURE MADE, TELEVISION
Sean Porter, The Old Man – “I” (FX)

SPOTLIGHT AWARD
Sturla Brandth Grøvlen, War Sailor (DCM Film)

EPISODE OF A ONE-HOUR COMMERCIAL TELEVISION SERIES
Jules O’Loughlin, The Old Man – “IV” (FX)

DOCUMENTARY AWARD
Ben Bernhard and Riju Das, All That Breathes (HBO/HBO Max)

EPISODE OF A HALF-HOUR SERIES
Carl Herse, Barry – “Starting Now” (HBO/HBO Max)

Joker: Folie à Deux, foto e video dal set riportano il clown e a Gotham City!

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The Joker del 2019 non è stato il film fedele ai fumetti e ma ci ha regalato un’interpretazione unica e autonoma del Clown Principe del crimine e della sua storia di origine.  Questo si è rivelato tutt’altro che negativo, ovviamente, e mentre il film di Todd Phillips si allontanava dal materiale originale, ha più che compensato con un approccio avvincente e spesso inquietante alla malvagia trasformazione di Arthur Fleck. Questo approccio unico al classico cattivo dei fumetti continuerà in Joker: Folie à Deux , e ora abbiamo foto e filmati dal set di Los Angeles. Nei contenuti qui sotto, vediamo Joaquin Phoenix che può essere visto correre in preda al panico per Gotham City, apparentemente inseguito da imitatori Joker.

Uno sembra esattamente come Fleck nell’atto finale del primo film, e non possiamo fare a meno di chiederci se tutto questo potrebbe essere solo nella testa del cattivo. Dopotutto, da quello che sappiamo sul film la storia dovrebbe rimanere all’interno dei confini dell’Arkham Asylum in questo seguito (dove incontrerà la collega paziente Harley Quinn), anche se sarebbe sicuramente interessante vedere cosa  è successo a Gotham se dovessero scappare!

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Joker: Folie à Deux, il film

Joker: Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix mentre riprende il suo ruolo vincitore dell’Oscar come il cattivo DC JOKER. Il sequel presenterà anche il ritorno di Sophie di Zazie Beetz  insieme ai nuovi arrivati ​​Brendan Gleeson, Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey. I dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà ad Arkham Asylum e conterrà significativi “elementi musicali”. Rumors recenti inoltre hanno anche suggerito che la versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge interamente dal suo punto di vista.

Il film del 2019 è stato un successo sia di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1 miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden Globe, sia per il miglior attore che per il miglior suono originale.

Chris Rock fa a pezzi Will Smith: “Tutti lo chiamavano B—- E chi colpisce? Me”

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Quasi un anno dopo il famigerato schiaffo degli Oscar, il comico Chris Rock ha finalmente affrontato ciò che è accaduto nel suo speciale Netflix dal vivo, “Selective Outrage”. Dopo un’ora di nuovo materiale che alludeva solo al famigerato Slapgate – “Dicono, ‘le parole fanno male.’ Chiunque dica ‘le parole feriscono’ non è mai stato preso a pugni in faccia”, ha scherzato all’inizio della serata — il comico ha finalmente raccontato le conseguenze dello schiaffo sul palco del premio Oscar Will Smith.

Sapete tutti cosa mi è successo, essere schiaffeggiato da Suge Smith. Tutti sanno. Lo sanno tutti, cazzo”, ha detto Rock. “Ho ricevuto uno schiaffo tipo un anno fa… e la gente mi chiede: “Ha fatto male?” Fa ancora male. Ho “Summertime” che mi risuona nelle orecchie.” Nonostante la pressione della stampa per aprirsi su quello che è successo, Chris Rock è stato irremovibile sul fatto che non ne avrebbe parlato in un talk show. “Non sono una vittima, piccola. Non mi vedrai mai piangere su Oprah o Gayle [King]. Non lo vedrai mai… Non accadrà mai. Fanculo quella merda, ho preso quella merda come [Manny] Pacquiao.

Per quanto riguarda il fatto che lo schiaffo abbia fatto male, Chris Rock è stato diretto. “Will Smith è significativamente più grande di me. Non abbiamo le stesse dimensioni. Will Smith fa film senza maglietta. Non mi hai mai visto fare un film senza maglietta. Will Smith ha interpretato Muhammad Ali in un film. Pensi che abbia fatto il provino per quella parte? Ho interpretato Pookie in “New Jack City”. Ho suonato un pezzo di mais in ‘Pootie Tang.‘”

Il comico ha continuato rivelando che anche il titolo del suo spettacolo è stato ispirato dallo schiaffo, “Will Smith pratica ‘Selective Outrage'”, ha spiegato Rock. “Tutti quelli che lo sanno davvero, sanno che non ho avuto niente a che fare con quella merda. Non ho avuto alcun ‘intrico‘”. Per gli spettatori che potrebbero non aver capito, Rock si riferiva al famigerato episodio di “Red Table Talk” con Smith e sua moglie, Jada Pinkett Smith, dove ha ammesso di avere una relazione con un altro uomo. “Sua moglie si stava scopando l’amico di suo figlio. Normalmente non parlerei di questa merda… Non ho idea del perché due persone di talento farebbero qualcosa di così fottutamente basso. Siamo stati tutti traditi. Tutti qui dentro sono stati traditi. Nessuno di noi è mai stato intervistato dalla persona che ci ha tradito… in televisione. Lo ha ferito molto più di quanto lui abbia ferito me.”

Chris Rock ha rivelato di aver cercato di mettersi in contatto con Will Smith dopo la messa in onda dell’episodio. “Tutti nel mondo lo chiamavano puttana. Ho provato a chiamare il figlio di puttana. Ho provato a chiamare quell’uomo e fargli le mie condoglianze. Non ha mai risposto. Il comico ha poi elencato tutte le persone di Hollywood che hanno definito Smith una “cagna” dopo il “Red Table Talk”, tra cui “The View”, “The Talk”, “The Breakfast Club”, “Drink Champs” e Presto. “Tutti lo chiamavano puttana e chi ha picchiato? Me.”

Chris Rock ha anche ricordato che i rapporti non erano positivi tra lui e la famiglia Smith in seguito agli Oscar del 2016, che ha condotto. Quell’anno, Pinkett Smith chiese il boicottaggio a causa della mancanza di diversità nelle nomination. “Ha fottutamente detto che [io] avrei dovuto ritirarmi perché Will non è era stato nominato per ‘Commozione cerebrale’. Che cazzo? Allora ci faccio qualche battuta. Chi se ne frega? Ecco com’è andara! L’ha iniziata lei. L’ho finita io. Nessuno se la prende per questa stronza. Ha iniziato lei questa merda. Nessuno se la prendeva con lei“.

Poi ha cambiato tono, condividendo la sua ammirazione per l’attore. “Amo Will Smith, tutta la mia vita… fa grandi film. Ho tifato per Will Smith per tutta la vita. Tifo per questo figlio di puttana.”Ha ammesso Rock. “E ora guardo ‘Emancipation’ solo per vederlo urlare.” Alla domanda “Perché non ha fatto niente dopo lo schiaffo? “Perché ho dei genitori”, ha spiegato Rock. “Sono cresciuto. E sai cosa mi hanno insegnato i miei genitori? Non litigare davanti ai bianchi”.

Vestito tutto di bianco con indosso una collana Prince, Rock ha dato il via al suo set parlando della cultura del risveglio. Il comico ha detto che era per “wokeness” e sostiene le comunità emarginate, ma è stanco di “indignazione selettiva”. “Una persona fa qualcosa, viene cancellata. Qualcun altro fa esattamente la stessa cosa, e non succede niente“, ha detto. “Sai di cosa sto parlando… il tipo di persone che suonano canzoni di Michael Jackson ma non suonano R. Kelly. Stesso crimine, uno di loro ha appena ottenuto canzoni migliori. Il comico ha toccato una serie di argomenti, tra cui l’attenzione “la più grande dipendenza in America”, l’aborto, Beyoncé, i Kardashian e Meghan Markle, la duchessa del Sussex.

Rock ha messo in dubbio lo shock di Markle durante la sua intervista a “Oprah” sul razzismo nella famiglia reale. “Non hai cercato su Google questi figli di puttana?” ha detto. “Che cazzo sta dicendo che non sapeva ? È la famiglia reale. Sono i razzisti originali. Hanno inventato il colonialismo. Sono gli OG del razzismo. Sono la Sugarhill Gang del razzismo”.

Trasmesso in diretta da Baltimora all’Hippodrome Theatre, la presentazione di Rock è stata introdotta da un pre-spettacolo dal vivo condotto dal comico Ronny Chieng, presentatore dal Comedy Store di Los Angeles. La scaletta includeva comici come Leslie Jones, JB Smoove, David Spade e Dana Carvey, che hanno usato il tempo per condividere storie toccanti sul lavoro con Rock… e per dare ulteriore carico su Will Smith. “Scommetto che Will Smith schiaffeggia la TV stasera“, ha detto Arsenio Halll. (Hall, Spade, Carvey e Smoove sono tornati dopo il set di Rock per una discussione post-spettacolo, alla quale hanno partecipato anche Yvonne Orji e Kareem Abdul-Jabbar.)

Benedetta: recensione del film di Paul Verhoeven

Benedetta: recensione del film di Paul Verhoeven

Il grande regista Paul Verhoeven, autore di RoboCop e Basic Instinct, torna sul grande schermo con il dramma storico Benedetta. Il film è del 2021, ma è arrivato nelle sale italiane solo il 2 marzo 2023. L’attrice belga Virginie Efira (Elle) è la suora al centro del film. In Benedetta troviamo anche il grande volto del cinema Charlotte RamplingLa caduta degli dei, Stardust Memories, Sotto la sabbiaDune.

Benedetta: la trama

Il film Benedetta è un dramma storico e biografico. La vicenda alla base è tratta dal saggio di Judith C. Brown Atti impuri – Vita di una monaca lesbica nell’Italia del Rinascimento. L’opera di Brown s’ispira alla vita di Benedetta Carlini, una suora che nel XVII secolo intraprende una storia d’amore omosessuale con un’altra donna del suo convento.

Benedetta cresce fin da bambina in un convento. Mossa da una grandissima devozione nei confronti della Vergine, la protagonista sembra inizialmente la più rigorosa di tutte le suore. È l’arrivo di Bartolomea, una donna che prende il voto per sfuggire ad un padre violento, a far crollare la rigida moralità di Benedetta. Da subito le due donne percepiscono una forte attrazione, qualcosa che nemmeno l’abito da suora può celare.

Un dramma storico per parlare di omosessualità

Paul Verhoeven film recensioneIl film è essenzialmente la trasposizione dei  sentimenti contrastanti provati dalla protagonista: in lei si alternano e si scontrano pulsioni, fede, istinti incontrollabili, sensi di colpa. L’ambientazione a livello storico e sociale contribuisce a rendere drammatica la storia, che è essenzialmente quella di una donna che scopre la propria omosessualità. Verhoeven, come in altri suoi film, anche in Benedetta lascia ampio spazio alla dimensione carnale più esplicita. Non mancano le scene di sesso che, per il luogo in cui è ambientato il film (un convento), qualcuno potrebbe definire blasfeme. Nonostante tutti gli elementi religiosi che contestualizzano il film, Benedetta si focalizza sulla dimensione sentimentale dei personaggi e sull’aspetto carnale e fisico delle passioni. Il contrasto è forte, non solo a livello narrativo.

Immagini e storia sono in sintonia

Benedetta è appunto un film fatto di contrasti. Castità e sesso, religione e immoralità, annullamento del corpo ed elogio al piacere. Un emporio molto vasto che viene enfatizzato sia dalla recitazione sia dalle immagini. I suoni e i dialoghi sono pieni di accenti espressivi e di volume. Purtroppo, l’enfatizzazione a volte esce dai limiti dell’apprezzabile e diventa molto televisiva, avvicinando i dialoghi (e i sospiri) a quelli delle soap opera. In effetti, il film è ricco di aspetti kitsch, non solo nelle parole e nei fatti.

I dualismi di forze vengono espressi anche dalle immagini: ciò che avviene fuori dal convento è invaso dalla luce e patinato. Al contrario, i chiari scuri, le ombre e le tenebre dominano gli spazi religiosi. In Benedetta, il luogo della luce divina viene completamente messo in discussione. Il convento è uno spazio oscuro per ciò che avviene al suo interno, per i personaggi immorali che lo caratterizzano, per la sporcizia che invade gli armadi e le suore.

Da Benedetta Carlini a Virginie Efira

Probabilmente, Virginie Efira non è la suora settecentesca che il pubblico si potrebbe aspettare. L’attrice belga naturalizzata francese è nota per le sue interpretazioni in film come Elle, Sybil e i più recenti La doppia vita di Madeleine Collins e I figli degli altriI lineamenti e i colori della protagonista rimandano ad una creatura angelica: l’incarnato, i capelli biondi e gli occhi azzurri sono legati all’aspetto religioso che il film riprende per smentirlo. La purezza che caratterizza la Benedetta Carlini bambina viene mantenuta nella donna adulta solo nell’aspetto fisico. Nel corso del film la morale della donna si corrompe e, man mano che la tentazione pervade mente e corpo di Benedetta, la sua bellezza non sembra cambiare. Efira porta con sé una estetica fin troppo patinata e irrealistica per il tempo e stride con il contesto. La recitazione è melodrammatica, sospirata o gridata a seconda delle situazioni, ma in ogni caso adatta a esprimere la folle fede di Benedetta Carlini.

Un parere riassuntivo su Benedetta

In conclusione, Benedetta è un film biografico che guarda al passato per mostrare l’omosessualità in un contesto di per sé discriminatorio, oggi ma ancor più nel passato. Gli elementi narrativi avvincenti sono punteggiati da aspetti registici in parte interessanti in parte ostentati. Sicuramente il lungometraggio merita una visione, se non altro perché mette in luce – con evidenti riferimenti al presente – le contraddizioni umane, i limiti religiosi e morali, troppo spesso barriere inutili che ostacolano la libera espressione dell’animo.

Everything Everywhere All at Once vince tutto agli Independent Spirit Awards 2023

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Everything Everywhere All at Once trionfa agli Independent Spirit Awards 2023, in attesa di replicare il successo anche agli Oscar 2023. Le categorie attoriali, che per gli Independent sono gender neutre, sono state vinte tutte da donne, mentre Aftersun porta a casa il premio come miglior film d’esordio. Si conferma dunque la compenetrazione, che da diversi anni a questa parte si protrae, tra cinema indipendente e cinema delle industry con il secondo che arriva lì dove sembrava che i posti fossero riservati ai progetti con fondi provenienti dalle majors.

FILM

  • Miglior film – Everything Everywhere All at Once” (A24
  • Regista – Daniel Kwan, Daniel Scheinert – “Everything Everywhere All at Once” (A24) 
  • Migliore performance protagonistaMichelle Yeoh – “Everything Everywhere All at Once” (A24) 
  • Migliore performance non protagonista – Ke Huy Quan – “Everything Everywhere All at Once” (A24)
  • Migliore performance esordiente – Stephanie Hsu – “Everything Everywhere All at Once” (A24)
  • Migliore sceneggiatura – Everything Everywhere All at Once” (A24) – Daniel Kwan, Daniel Scheinert
  • Migliore sceneggiatura esordiente – “Emily the Criminal” (Roadside Attractions) – John Patton Ford
  • Miglior film d’esordio – “Aftersun” (A24) 
  • John Cassavetes Award – “The Cathedral” (Mubi)
  • Miglior fotografia – “Tár” (Focus Features) – Florian Hoffmeister
  • Miglior documentario – “All the Beauty and the Bloodshed” (Neon)
  • Miglior Montaggio – Everything Everywhere All at Once” (A24) – Paul Rogers
  • Robert Altman Award – “Women Talking” (MGM/United Artists Releasing) – Sarah Polley (director), John Buchan, Jason Knight (casting directors), Shayla Brown, Jessie Buckley, Claire Foy, Kira Guloien, Kate Hallett, Judith Ivey, Rooney Mara, Sheila McCarthy, Frances McDormand, Michelle McLeod, Liv McNeil, Ben Whishaw, August Winter (ensemble cast)
  • Miglior film Internazionale – “Joyland” (Pakistan/USA) 
  • Producers Award – Tory Lenosky 
  • Someone to Watch Award – Nikyatu Jusu – “Nanny” 
  • The Truer Than Fiction Award – Reid Davenport – “I Didn’t See You There”

TELEVISIONE

  • Miglior serie – “The Bear “ (FX)
  • Migliore performance protagonista in serie – Quinta Brunson, “Abbott Elementary”
  • Migliore performance non protagonista – Ayo Edebiri, “The Bear”
  • Migliore serie documentario – “The Rehearsal”

The Last of Us: Ellie incontra David nelle foto dell’episodio 8

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The Last of Us: Ellie incontra David nelle foto dell’episodio 8

Si intitolerà “When We Are in Need” l’episodio 8 della prima stagione di The Last of Us, l’atteso prossimo episodio che debutterà questa sera negli USA, su HBO e domani in Italia su SKY e in streaming su NOW. Ebbene, HBO ha diffuso le foto dell’episodio nel quale vediamo Ellie incontra David e non solo!

Ellie (Bella Ramsey ) affronta la sua più grande sfida poiché deve continuare a fare del suo meglio per mantenere Joel (Pedro Pascal) al sicuro e in vita, combattendo anche una nuova pericolosa minaccia nel misterioso David (Scott Shepher) e il suo gruppo di sopravvissuti.  Anche se non entreremo in ulteriori dettagli su ciò che ci aspetta nell’episodio otto, nel gioco questo è un capitolo fondamentale per Ellie e, in base al promo e all’ultima serie di immagini, sembra che l’ora imminente sarà un adattamento abbastanza fedele, a parte il suo caratteristico arco e freccia. Di seguito le foto, mentre inizio settimana vi abbiamo svelato il trailer dell’episodio.

La serie tv

The Last of Us racconta una storia che si svolge vent’anni dopo la distruzione della civiltà moderna. Joel, un sopravvissuto, viene incaricato di far uscire Ellie, una ragazzina di 14 anni, da una zona di quarantena sotto stretta sorveglianza. Un compito all’apparenza facile che si trasforma presto in un viaggio brutale e straziante, poiché i due si troveranno a dover attraversare gli Stati Uniti insieme e a dipendere l’uno dall’altra per sopravvivere.

Nel cast Pedro Pascal nel ruolo di Joel e Bella Ramsey nel ruolo di Ellie. Gabriel Luna è Tommy, Anna Torv interpreta Tess, l’attrice britannica Nico Parker è Sarah. Murray Bartlett veste i panni di Frank, Nick Offerman quelli di Bill, Storm Reid è Riley, Merle Dandridge è Marlene. Il cast include anche Jeffrey Pierce nel ruolo di Perry, Lamar Johnson in quello di Henry, Keivonn Woodard nel ruolo di Sam, Graham Greene nel ruolo di Marlon, Elaine Miles nel ruolo di Florence. E con Ashley Johnson e Troy Baker.

The Last of Us è scritta da Craig Mazin (Chernobyl) e Neil Druckmann (il videogioco The Last Of Us) che ne sono anche i produttori esecutivi. The Last Of Us è una co-produzione Sony Pictures Television con Carolyn Strauss, Evan Wells, Asad Qizilbash, Carter Swan, e Rose Lam come produttori esecutivi. La serie è prodotta da PlayStation Productions, Word Games, The Mighty Mint, e Naughty Dog.

The Mandalorian: il trailer “The Way” anticipa i prossimi episodi

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Disney+ ha diffuso un nuovo intenso trailer “The Way” che anticipa i prossimi episodi dell’attesa terza stagione di The Mandalorian, di cui abbiamo recensito il primo episodio! Nel frattempo Dave Filoni ha valutato come la serie si collegherà probabilmente alla trilogia del sequel. The Mandalorian si svolge poco dopo gli eventi de Il ritorno dello Jedi. Il produttore esecutivo Dave Filoni ha affermato che è possibile che questi spettacoli eviteranno del tutto di legarsi direttamente alla trilogia iniziata da JJ Abrams.

“Questa è un’ottima domanda, e parliamo di molte cose diverse”, ha risposto quando gli è stato chiesto se avevano capito cosa stava facendo Grogu in quel periodo. “A proposito, questa è una domanda per un gruppo di personaggi, non solo per Grogu. Dove si trovano durante questi eventi?” “Semmai, avendo realizzato The Clone Wars e intrecciando una storia così intricata tra due film che erano molto più vicini tra loro, ho imparato che c’è un ampio spazio in questa galassia per noi per raccontare storie e avere personaggi che fanno cose”.

“Da bambino, quando Yoda disse a Luke: ‘Quando me ne sarò andato, sarai l’ultimo dei Jedi’, l’ho preso alla lettera. Bene, ora sappiamo che è tutt’altro che vero”, continua Filoni . “Ci sono molte persone diverse che potrebbero esercitare la forza, e forse Luke è l’ultimo Jedi per quanto riguarda quello che Yoda considererebbe un Jedi.” “Quindi dovremo solo aspettare e vedere come si evolve la storia e cosa ha un senso. Ma nella mia esperienza, c’è sicuramente un modo per intrecciare tutto insieme e renderlo eccitante. È possibile che non debba mai incrociarsi con quello che abbiamo visto [nella trilogia del sequel] se la storia ci porta da qualche altra parte”.

Nella terza stagione continuano i viaggi del Mandaloriano nella galassia di Star Wars. Un tempo cacciatore di taglie solitario, Din Djarin si è riunito a Grogu. Nel frattempo, la Nuova Repubblica lotta per allontanare la galassia dal suo passato oscuro. Il Mandaloriano incontrerà vecchi alleati e si farà nuovi nemici mentre lui e Grogu continuano il loro viaggio insieme.

The Mandalorian torna su Disney+ il 1° marzo. La serie è interpretata da Pedro Pascal, Katee Sackhoff, Carl Weathers, Amy Sedaris, Emily Swallow e Giancarlo Esposito. Tra i registi degli otto episodi della terza stagione ci sono Rick Famuyiwa, Rachel Morrison, Lee Isaac Chung, Carl Weathers, Peter Ramsey e Bryce Dallas Howard. Jon Favreau è showrunner/capo sceneggiatore ed executive producer insieme a Dave Filoni, Rick Famuyiwa, Kathleen Kennedy e Colin Wilson. Karen Gilchrist e Carrie Beck sono i co-executive producer.

Road to Oscar 2023: il Miglior attore non protagonista

Road to Oscar 2023: il Miglior attore non protagonista

Siamo ormai quasi agli sgoccioli di questa stagione dei premi cinematografici, che si concluderà nella notte tra il 12 e il 13 marzo con la cerimonia dei Premi Oscar 2023. Giunti alla loro 95esima edizione, i più prestigiosi tra i premi dedicati al cinema hanno anche quest’anno indicato nuove tendenze, scoperto nuove sensibilità artistiche, celebrato grandi nomi e battezzato con la loro prima nomination numerose personalità del cinema, più o meno veterane del settore. La categoria al Miglior attore non protagonista, ad esempio, vanta su cinque nominati ben quattro interpreti qui alla loro prima nomination in assoluto.

Si tratta del celebre Brendan Gleeson, del giovane Barry Keoghan, del camaleontico Brian Tyree Henry e del rinato Ke Huy Quan. Fa loro compagnia Judd Hirsch, popolare caratterista qui alla sua seconda candidatura al premio. Cinque attori profondamente diversi tra loro per cinque interpretazioni altrettanto variegate per toni e generi. In attesa di scoprire chi di loro salirà sul palco del Dolby Theatre per ricevere l’ambita statuetta, scopriamo tutto quello che c’è da sapere su di loro, sull’interpretazione per cui sono candidati, sul percorso da loro compiuto durante questa stagione dei premi e su chi concretamente potrebbe trionfare in questa categoria.

Brendan Gleeson, Gli spiriti dell’isola

Oscar-2023-Miglior-attore-non-protagonista-brendan-gleesonL’irlandese Brendan Gleeson è con buone probabilità il più celebre tra i cinque candidati come miglior attore non protagonista. Diventato popolare presso il grande pubblico per la sua interpretazione di Alastor “Malocchio” Moody nella saga di Harry Potter, Gleeson è ricordato anche per i suoi ruoli in film di particolare rilievo come, per citarne solo alcuni, Braveheart – Cuore impavido, Michael Collins, 28 giorni dopo, Gangs of New York, Troy, In Bruges – La coscienza dell’assassino, Calvario e Paddington 2. Una carriera di tutto rispetto, che gli ha nel tempo fatto ricevere svariati riconoscimenti ma mai presso gli Oscar.

Con Gli spiriti dell’isola, però, egli approda finalmente anche presso questi ultimi. Nel film diretto da Martin McDonagh, Gleeson interpreta Colm Doherty, il quale improvvisamente decide di non voler più essere amico di Pádraic Súilleabháin, interpretato da Colin Farrell. Il motivo sembra essere la presa di consapevolezza da parte di Colm della brevità della vita, la quale va dunque vissuta nel modo più significativo possibile, rifuggendo da ogni sciocchezza. Gleeson dà dunque volto ad un personaggio a suo modo burbero, schivo, capace anche di gesti estremi, con una rinnovata idea di cosa è meritevole della sua attenzione e cosa no.

Un personaggio con cui dunque non è facile empatizzare, ma le cui motivazioni sono quantomeno comprensibili. Gleeson riesce poi a renderlo ricco di fragilità e umanità, con una prova attoriale tanto contenuta quanto emotivamente potente. Ad oggi, per questa sua interpretazione, Gleeson è stato nominato ai Satellite Award, agli Screen Actors Guild Award, ai Critics Choice Awards, ai Bafta Awards e ai Golden Globe, ma in nessuna di queste occasioni ha però riportato una vittoria. Restano dunque in ballo gli Oscar 2023, che potrebbero decidere di premiare un vero e proprio veterano del cinema.

Barry Keoghan, Gli spiriti dell’isola

Oscar-2023-Miglior-attore-non-protagonista-barry-keoghanClasse 1992, l’irlandese Barry Keoghan è un attore che recita ormai da poco più di un decennio e può vantare una filmografia ricca di importanti film e collaborazioni con prestigiosi autori del cinema mondiale. Tra i film per cui è noto si citano ad esempio ’71, Il sacrificio del cervo sacro di Yorgos Lanthimos, Dunkirk di Christopher Nolan, American Animals, Sir Gawain e il Cavaliere Verde, Eternals di Chloé Zhao e The Batman, dove compare brevemente nei panni del Joker. Keoghan ha inoltre un piccolo ruolo anche in due episodi dell’acclamata serie HBO Chernobyl.

Come noto, la storia personale del giovane attore è piuttosto travagliata, essendo cresciuto presso ben tredici famiglie affidatarie diverse, in quanto figlio di una donna dipendente dalle droghe. Nonostante ciò, Keoghan non ha permesso che le difficoltà della vita lo abbattessero e ha perseguito con determinazione la propria passione per la recitazione, fino ad ottenere la sua consacrazione grazie a Gli spiriti dell’isola. Nel film, dove recita proprio accanto a Brendan Gleeson, egli interpreta Dominic Kearney, un ragazzo estremamente sensibile caratterizzato da un ritardo mentale che lo fa passare per lo sciocco del villaggio.

È molto facile, con personaggi affetti da simili patologie, scadere nella macchietta. Una cosa che Keoghan invece riesce brillantemente ad evitare, dando vita ad un personaggio ingenuo ma dotato di un grande cuore, a cui è impossibile non volere bene. Grazie a questa sua delicata interpretazione, l’attore ha ricevuto nomination presso gli Screen Actors Guild Award, i Critics Choice Awards, i Golden Globe e i Bafta Award, trionfando proprio presso questi ultimi. Per questo giovane e talentuoso attore non resta ora che presentarsi agli Oscar 2023, dove chissà che non possa vedersi chiamato sul palco.

Brian Tyree Henry, Causeway

Oscar-2023-Miglior-attore-non-protagonista-brian-tyree-henryL’annuncio di Brian Tyree Henry come candidato al Miglior attore non protagonista è stata decisamente una sorpresa. Ci si aspettava che, invece di lui, ad occupare un posto nella cinquina ci potessero essere attori come Brad Pitt per Babylon, Eddie Redmayne per The Good Nurse o Paul Dano per The Fabelmans. Henry ha invece battuto la forte concorrenza grazie alla sua interpretazione nel film Causeway, un piccolo film indipendente prodotto dalla A24, diretto dall’esordiente Lila Neugebauer e interpretato da Jennifer Lawrence.

Prima di arrivare a questo, Henry non era però certo uno sconosciuto, avendo recitato in film come Hotel Artemis, Widows – Eredità criminale, Joker, La donna alla finestra, Godzilla vs. Kong, Eternals e Bullet Train. In particolare, però, è noto per la sua interpretazione di Alfred “Paper Boi” Miles nella serie Atlanta, grazie alla quale ha ricevuto numerosi riconoscimenti. In Causeway, invece, è James Aucoin, un meccanico segnato da un trauma del passato. Proprio sul tema del trauma ruota il film, esplorando l’argomento attraverso i due personaggi principali, i quali si trovano a stringere un’inaspettata e fragile amicizia.

Quella di Henry in questo film è un’interpretazione molto silenziosa, che lascia parlare la fisicità del personaggio, i suoi sguardi smarriti e il modo in cui parla, più che ciò che effettivamente dice. Candidato per questo ruolo ai Gotham Independent Film Awards, agli Independent Spirit Awards e ai Critics Choice Movie Award, Henry è un po’ l’outsider di turno nella categoria per il Miglior attore non protagonista degli Oscar 2023, ma basta guardare con attenzione la sua interpretazione per comprendere quanto la sua nomination sia meritata.

Ke Huy Quan, Everything Everywhere All at Once

Oscar-2023-Miglior-attore-non-protagonista-ke-huy-quanQuello di Brendan Fraser, candidato per The Whale, non è l’unico ritorno in auge a caratterizzare questa stagione dei premi. Anche l’attore di origine vietnamita Ke Huy Quan è infatti tornato sotto i riflettori dopo una lunga assenza. All’età di tredici anni, egli era divenuto popolarissimo grazie alla sua interpretazione di Short Round nel film Indiana Jones e il tempio maledetto, a cui segue quella di Richard “Data” Wang in I Goonies. Dopo questi due film, però, la sua carriera subisce una forte battuta d’arresto. Quan viene relegato a ruoli minori e il più delle volte viene ingaggiato unicamente come controfigura o coreografo, essendo lui un grande esperto di arti marziali.

Grazie al film Everything Everywhere All at Once, però, egli ha ora messo fine ad un’assenza dalle scene durata quasi vent’anni, ottenendo grazie a questo film un successo strepitoso. In questo, diretto da Daniel Kwan e Daniel Scheinert, Quan interpreta Waymond Wang, il marito della Evelyn interpretata da Michelle Yeoh, che in base alla variante di sé che si manifesta acquista personalità e caratteristiche diverse. Una prova attoriale che ha dunque portato l’attore a dover dar vita a più registri, passando dal dramma alla commedia, non risparmiandosi neanche nel mostrare le sue grandi competenze con le arti marziali.

Per la sua interpretazione di questo folle personaggio, Quan si è ad oggi aggiudicato due Screen Actors Guild Awards, un Gotham Independent Film Awards, un Critics Choice Award e un Golden Globe, sempre come migliore attore non protagonista. È poi stato candidato per la medesima categoria anche al Premio BAFTA, unico premio dove ad oggi non ha riportato la vittoria, andata a Barry Keoghan. A Quan non resta ora che attendere il verdetto degli Oscar 2023, presso i quali si presenta da indiscusso favorito.

Judd Hirsch, The Fabelmans

Oscar-2023-Miglior-attore-non-protagonista-Judd-HirschCome anticipato, l’attore Judd Hirsch è l’unico dei cinque candidati della categoria Miglior attore non protagonista a vantare già una precedente nomination al premio. Questa risale però al lontano 1981, quando venne candidato proprio come attore non protagonista per il film Gente comune. Da quel momento Hirsch si è poi fatto notare in film come Vivere in fuga, Independence Day, Man on the Moon, A Beautiful Mind, This Must Be the Place e Diamanti grezzi. Nel 2022, invece, interpreta Boris Schildkraut nel film The Fabelmans, diretto da Steven Spielberg.

Nel film liberamente ispirato alla giovinezza del regista, Boris è il temuto zio di Mitzi Fabelman, interpretata da Michelle Williams. Tale personaggio, un ex domatore di leoni e cineasta che ha sempre dato la precedenza all’arte invece che alla famiglia, compare in realtà in una sola scena del film. Hirsch è dunque in scena per poco meno di dieci minuti, ma tanto gli è bastato per catalizzare le attenzioni tutte su di sé con un personaggio sopra le righe, larger than life, che mette in guardia il protagonista sul pericoloso contrasto tra arte e famiglia.

Anche la sua candidatura è arrivata un po’ a sorpresa, non essendo stato candidato a nessuno degli altri grandi premi cinematografici ma solo presso alcune associazioni di critici. Hirsch potrà dunque non arrivare da favorito agli Oscar 2023, ma la sua nomination gli ha comunque fatto stabilire due importanti traguardi: da una parte quello per il divario più lungo tra la prima e la seconda nomination, pari a 42 anni, e dall’altra quello come secondo attore più anziano nominato come Miglior attore non protagonista agli Oscar all’età di 87 anni e 315 (al primo posto si trova Christopher Plummer, nominato nel 2018 all’età di 88 anni e 41 giorni).

Miglior attore non protagonista… chi vincerà?

Mancano ormai meno di due settimane ai Premi Oscar 2023, la 95esima edizione del premio, durante la quale verranno svelati tutti i vincitori delle 24 categorie. Per quanto riguarda quella al Miglior attore non protagonista, i cui candidati sono stati qui approfonditi, a trionfare dovrebbe essere, con probabilità molto alte, Ke Huy Quan per il film Everything Everywhere All at Once. L’attore si presenta infatti agli Oscar avendo dalla sua la vittoria a tutti gli altri più importanti premi a cui era candidato. Sul suo trionfo anche agli Oscar sembrano dunque esserci pochi dubbi, ma se c’è qualcuno tra i suoi “sfidanti” che potrebbe rubargli tale onore, quello sembra poter essere Barry Keoghan.

L’attore candidato per Gli spiriti dell’isola ha infatti vinto il Bafta Award, unica occasione dove è riuscito a strappare il premio a Quan. Le statistiche restano certamente a favore di quest’ultimo, ma la vittoria di Keoghan è segno che il giovane attore non è passato inosservato e anzi gode di ampi consensi per la sua struggente interpretazione. Gli altri tre candidati, Brendan Gleeson, Brian Tyree Henry e Judd Hirsch sembrano invece avere poche possibilità di vedersi chiamati sul palco, ma gli Oscar, si sa, possono essere imprevedibili, quindi mai dire mai e solo l’apertura della busta con il nome del vincitore potrà svelare l’arcano.

Dragon Trainer – Il mondo nascosto: trama e personaggi del film

Dragon Trainer – Il mondo nascosto: trama e personaggi del film

Acclamato primo capitolo di una trilogia d’animazione della DreamWorks Animation, Dragon Trainer ha negli anni conquistato generazioni di spettatori da tutto il mondo con le sua storia ricca di magia ed emozioni. Questo è poi diventato un vero e proprio franchise grazie a cortometraggi, serie televisive, fumetti, videogiochi e molto altro. Ciò a conferma di quanto, dal 2010 ad oggi, Dragon Trainer sia ormai entrato a far parte dell’immaginario comune, affermandosi come uno dei migliori prodotti d’animazione degli ultimi anni. Dopo un primo sequel del 2014, nel 2019 è arrivato il capitolo conclusivo, intitolato Dragon Trainer – Il mondo nascosto (qui la recensione), nuovamente diretto dal regista Dean DeBlois.

Il primo film venne tratto dal romanzo Come addestrare un drago, pubblicato nel 2003 da Cressida Cowell. Tuttavia, nell’approcciarsi alla sceneggiatura, i registi Chris Sanders e Dean DeBlois decisero di distaccarsi dalla trama originale per dare al film un tono più maturo. Molto apprezzato, infatti, è stato il processo di crescita che porta il protagonista dall’essere un recalcitrante guerriero ad un valoroso esperto di draghi. Ciò trova compimento proprio con questo terzo capitolo, giudicato altrettanto bene dei predecessori. Merito di ciò è anche l’ingresso di nuovi personaggi, tra cui anche di nuovi affascinanti tipologie di draghi.

A fronte di un budget di 129 milioni di dollari, il film arrivò a guadagnare oltre 522 in tutto il mondo. Un successo stellare che ha così dato prova una volta di più del grande successo che la saga ha presso il grande pubblico. Questo terzo capitolo, inoltre, è anche stato nominato al premio Oscar come miglior film d’animazione. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Dragon Trainer – Il mondo nascosto

Con Dragon Trainer – Il mondo nascosto, il processo di crescita di Hiccup giunge ad un punto decisivo. Egli è ormai capo di Berk, e organizza regolarmente spedizioni con i suoi amici per salvare gli ultimi draghi ancora esistenti. In una di queste missioni, il gruppo si imbatte in una Furia Chiara, di cui Sdentato si innamora perdutamente. Questa si ritrova tuttavia catturata e consegnata al più temibile dei cacciatori, Grimmel il Grifaio. L’uomo aspira ad usare l’esemplare per attirare presso di sé Sdentato e tutti gli altri draghi, con l’intenzione di sterminarli una volta per tutte.

Nel disperato tentativo di ricercare un luogo più sicuro per i draghi e il suo popolo, Hiccup conduce entrambi verso il mondo nascosto da cui provengono di cui suo padre Stoick gli aveva spesso raccontato. Sdentato, tuttavia, avverte la mancanza di Furia Chiara, e Hiccup comprende che è arrivato il momento di lasciar libero l’amico, in modo che possa seguire la compagna e vivere felice con lei. Nel momento in cui verrà però a sapere che l’amico alato è finito a sua volta nelle grinfie dei cacciatori, organizza un esercito per scatenare una battaglia contro di essi, al fine di liberare una volta per tutte i draghi.

Dragon Trainer - Il mondo nascosto personaggi

Dragon Trainer – Il mondo nascosto: il cast, i personaggi e i draghi del film

Per dar voce ai personaggi presenti nella trilogia, la DreamWorks si è affidata negli anni ad alcuni tra gli attori più noti di Hollywood. A dar voce al personaggio di Hiccup, protagonista dei film, è l’attore Jay Baruchel, noto per aver recitato in Million Dollar Baby e Tropic Thunder. Grazie a tale trilogia, egli ha avuto modo di acquisire ulteriore popolarità. Accanto a lui, si ritrovano poi attori come America Ferrera che dà voce ad Astrid Hofferson, Jonah Hill nei panni di Moccioso Jorgenson, Justin Ripple per Testaditufo Thorston, Gerard Butler nel ruolo di Stoick L’Immenso, e Kristen Wiig per Testabruta Thorston. Vi sono poi Craig Ferguson a dar voce a Skaracchio Ruttans e Christopher Mintz-Plasse per Gambedipesce Igergman.

Vi sono poi attori del calibro di Kit Harington nel ruolo di Eret, e Cate Blanchett nei panni di Valka. Quest’ultimo personaggio era stato scritto proprio pensando alla Blanchett, la quale si dichiarò poi entusiasta di poter partecipare, avendo amato il primo film. Nel terzo conclusivo capitolo vi è anche la presenza del premio Oscar F. Murray Abraham, che presta la propria voce al personaggio di Grimmel il Grifaio. Per quanto riguarda il mondo dei draghi invece, oltre a quelli visti nei film precedenti, si aggiunge qui una Furia Chiara, la cui capacità principale è quella di mimetizzarsi in cielo, e i Grondaia Incoronata Magenta, specie dotata di impressionanti corna ma dal carattere gentile.

Dragon Trainer – Il mondo nascosto: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film, o per chi deve ancora vederlo e desidera farlo, è possibile trovare Dragon Trainer – Il mondo nascosto su alcune delle principali piattaforme streaming presenti sul Web. Tra queste si annoverano Amazon Prime Video, Rakuten TV, Tim Vision, Google Play, Chili Cinema e Apple iTunes. Per usufruirne, in base alla piattaforma prescelta, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare semplicemente il singolo film. A questo punto sarà possibile vedere i film in tutta comodità e al meglio della qualità video. Il film verrà inoltre trasmesso in televisione sabato 4 marzo alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

Jason Bourne: trama, cast e sequel del film con Matt Damon

Jason Bourne: trama, cast e sequel del film con Matt Damon

Con l’arrivo al cinema nel 2002 di The Bourne Identity un nuovo agente segreto si impose nei cuori degli spettatori. Si tratta di Jason Bourne, ex membro della CIA che si risveglia improvvisamente senza ricordare nulla del proprio passato. Tutto ciò che sa è che qualcuno gli sta dando la caccia, e prima di scoprire cosa gli è accaduto dovrà prima riuscire a salvarsi la pelle. Dopo The Bourne Ultimatum, uscito nel 2007, la storia del personaggio sembrava conclusa. Dopo lo spin-off The Bourne Legacy, nel 2016 è però arrivato un diretto sequel del terzo film, intitolato semplicemente Jason Bourne (qui la recensione), scritto e diretto da Paul Greengrass, regista già dei precedenti capitoli.

La storia qui narrata è del tutto originale, benché riprenda i personaggi ideati dallo scrittore Robert Ludlum. Greengrass e l’attore protagonista, Matt Damon, avevano infatti dichiarato che la storia del protagonista si era conclusa, e che per realizzare un nuovo film sarebbe servita un’idea originale e forte tanto quelle fino ad ora raccontate. In seguito all’uscita del film spin-off, il desiderio di rivedere al cinema Jason Bourne è cresciuto notevolmente, portando infine alla realizzazione di questo nuovo titolo. Con questo torna anche il personale stile registico di Greengrass, fatto di inquadrature, sporche, concitate, realizzate con camera a mano e unite da un montaggio frenetico.

Un film particolarmente adrenalinico dunque, che non ha mancato di suscitare l’entusiasmo degli appassionati. A fronte di un budget di circa 120 milioni di dollari, Jason Bourne è infatti arrivato a guadagnarne ben 415 a livello globale, divenendo uno dei più redditizi della saga. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo potenziale sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Jason Bourne: la trama del film

La storia si apre a dieci anni di distanza dagli eventi del precedente film. L’ex sicario della CIA Jason Bourne si trova ora in Grecia, dove vive un’anonima esistenza tra incontri clandestini di pugilato e la solitudine più totale. In Islanda, invece, l’hacker Nicky Parsons riesce a recuperare alcuni file segreti riguardanti l’Agenzia e le operazioni della Treadstone, tra cui anche informazioni relative al nuovo progetto Ironhand. Questa è una piattaforma digitale dalla tecnologia particolarmente all’avanguardia, il cui scopo è quello di spiare tutti gli utenti americani. La scoperta di ciò mette in moto le operazioni dell’agente Heather Lee, che cercherà quanto prima di bloccare il programma.

Allo stesso tempo, la Parsons raggiunge Bourne in Grecia per rivelargli lo stretto legame che sembra esserci tra la Treadstone e suo padre, rimasto vittima tempo prima di un attentato terroristico. Desideroso di scoprire di più sul proprio passato, l’ex agente decide pertanto di uscire allo scoperto e riprendere le proprie operazioni di spionaggio. Ad ostacolare il suo percorso vi sarà però un misterioso sicario, inviato dal diretto Robert Dewey, il quale vuole impedire a tutti i costi che ulteriori informazioni sulla sua agenzia vengano rivelate. Ha così nuovamente inizio la caccia nei confronti di Bourne, che dovrà nuovamente risolvere tanto i suoi conflitti personali quanto quelli internazionali.

Jason Bourne cast

Jason Bourne: il cast del film

Da sempre desideroso di riprendere i panni di Jason Bourne, l’attore Matt Damon si sottopose nuovamente ad un addestramento intensivo al fine di raggiungere la forma fisica idonea. Si è infatti esercitato nell’uso delle armi, nel pugilato e nelle arti marziali, intraprendendo anche una ferrea dieta. Un duro allenamento fisico che gli ha infine permesso di eseguire in prima persona una notevole quantità di scene d’azione, come i combattimenti a mani nude, senza il bisogno di ricorrere a controfigure. Damon ha in seguito affermato di aver trovato molto più complesso allenarsi ora rispetto a quando lo fece per il primo film. Accanto a lui, l’unico personaggio dei primi tre film a ricomparire è quello di Nicky Parsons, interpretato nuovamente da Julia Styles.

Ad interpretare l’agente Heather Lee è invece la premio Oscar Alicia Vikander. Questa si trovò a dover scegliere tra il recitare in questo film o in Assassin’s Creed, preferendo infine Jason Bourne poiché grande fan della saga. Tommy Lee Jones, premio Oscar per Il fuggitivo, è invece Robert Dewey, il nuovo direttore della CIA e leader del programma Ironhand. Il francese Vincent Cassel è presente nei panni del sicario noto come The Asset, il quale presenta un passato strettamente legato alla figura di Bourne. Per Cassel si è trattato del secondo film con Matt Damon dopo Ocean’s Thirteen, ed entrambi sono girati a Las Vegas. Riz Ahmed, attualmente noto per Sound of Metal, è Aaron Kalloor, CEO dell’agenzia Deep Dream.

Jason Bourne: il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Questo nuovo film, diretto sequel del terzo, ha dimostrato il grande interesse che il pubblico ancora nutre nei confronti del personaggio. Dato il suo successo al box office, i produttori della Universal Pictures si sono dichiarati interessati a realizzare almeno un altro capitolo, portando così la saga ad un totale di sei film. Ancora una volta, però, Damon si è dichiarato scettico all’idea di rivedere Bourne sul grande schermo, sostenendo che la sua storia è ormai definitivamente conclusa. Ha però come sempre lasciato aperta tale possibilità qualora si presentasse una buona storia per espandere l’universo narrativo. Nel 2019 era stato brevemente confermata la realizzazione di un nuovo film, ma da quel momento non si hanno più avuto notizie in merito.

In attesa di un possibile futuro sequel, è intanto possibile fruire di Jason Bourne grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten Tv, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di domenica 5 marzo alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

Women Talking – Il diritto di scegliere, la recensione del film con Rooney Mara e Claire Foy

La vita nella colonia Monitoba in Bolivia descritta da Miriam Toews nel romanzo Women Talking del 2018 prende vita nel grande schermo grazie a un adattamento di Sarah Polley. Il romanzo, prima, e il film poi mettono in scena fatti realmente accaduto in un tempo non molto distante da quello di oggi. Il romanzo, a eccezione del film, è raccontato dal punto di vista di August (interpretato da Ben Whishaw), l’uomo redige il verbale dell’assemblea. Invece, nel film, tutto viene raccontato dal punto di vista di Autje, interpretata da Kate Hallett.

Jessie Buckley, Rooney Mara, Claire Foy fanno parte di un cast stellare che compone Women Talking – Il diritto di scegliere. Ambientato nel 2010, il racconto della regista su questa colonia senza nome rivela una scioccante verità sugli uomini che gestiscono questa comunità, isolata e senza nome. Ogni protagonista porta con sé un bagaglio emotivo ricco di traumi, paure ma anche speranze per il futuro. Il film, come un’opera teatrale racconta allo spettatore in prima persona i dubbi e le incertezze di questa bolla dove vivono delle giovani donne e i loro bambini, vittime della violenza dei mariti e dei padri. Al cinema dall’8 marzo.

Ona

Women Talking – Il diritto di scegliere, la trama

Una giovane donna si risveglia a letto, da sola, piena di lividi e macchie di sangue. Un’altra l’abbraccia. Se Women Talking – Il diritto di scegliere potesse trasmettere un’emozione sarebbe proprio un abbraccio, caldo e avvolgente nel quale ci rifugiamo per sentirci al sicuro. Sarebbe l’abbraccio di una madre che abbraccia la figlia, di due sorelle, di due amiche che cercano in quell’abbraccio la speranza di andare avanti. Il film ha una durata di 104 minuti che servono a Sarah Polley per raccontare un tempo diegetico della durata di un giorno. In questa colonia isolata e senza nome si svolgono i fatti del film che, come un’opera teatrale, ci mostra un fienile come “unica ambientazione”.

Ambientazione e abiti di scena sembrano portare allo spettatore in un tempo lontano, nel 900 ma ci troviamo nel 2010 in un contesto avulso dalla quotidianità. Salomè (Claire Foy), Ona (Rooney Mara), Mariche (Jessie Buckley), Agata (Judith Ivery), Greta (Sheila McCarthy), Mejal (Michelle McLeod), Autje (Kate Hallett) e Scarface Janz (Frances McDormand) sono le protagoniste di questa opera come donni, madri e sorelle vittime di uomini violenti. Le protagoniste del film hanno scelto questa vita perché non ne conoscono i confini al di fuori di essa, al di fuori di quella proprietà dove sono nate e cresciute subendo abusi fin da piccolissime.

Il compito della generazione di Ona, Salomé e Mariche è quello di sovvertire questo sistema ed entrambe hanno delle motivazioni valide e una rabbia in corpo che le porta a compiere delle scelte difficili durante il loro cammino. La tradizione della colonia di Women Talking – Il diritto di scegliere, che vive in solitudine, vede le donne analfabete e impossibilitate ad avere una istruzione, a prendere decisioni. Una rivelazione importantissima, con cui la regista apre il film, è proprio lo sconvolgimento di quest’ordine. Gli uomini hanno usato anestetici per drogare e violentare le donne e le ragazze di notte, causando talvolta gravidanze indesiderate. Dopo un feroce attacco, tutti gli uomini della colonia vengono arrestati e per la prima volta le donne rimangono da sole: la decisione da prendere, per loro, non è facile.

MaricheNon fare niente. Restare e lottare. Partire.

Come potremo essere perdonate, se non dagli anziani a cui abbiamo disobbedito?

Mariche nel lungo dibattito che dà vita al film: Non fare niente. Restare e lottare. Partire. è quella che incarna la prima scelta. Non fare niente. Mariche è sposata con Klauss con cui ha diversi figli. Il personaggio di Jessie Buckley in Women Talking – Il diritto di scegliere difende la sua posizione con le unghie e con i denti davanti anche all’evidenza più atroce. La decisione messa ai voti, con un sistema davvero obsoleto – ma l’unico che le donne conoscono – consta in queste tre scelte. Il pensiero della donna è netto e consapevole: non vuole abbandonare la colonia. Non vuole farlo perché significherebbe abbandonare la sua famiglia, la quotidianità. Non vuole farlo per paura di ritrovarsi da sola del mondo, ignoto. Spaventata dall’illusione di libertà.

Restare e lottare. Ona, il personaggio di Rooney Mara, è quella che appare stranamente più serena nelle sue convinzioni. La donna è incinta, porta dentro di sé non il frutto dell’amore, ma di un abuso. La storia, infatti, è raccontata da una voce fuori campo (Autje di Kate Halle) che parla a questo futuro bambino proprio sui fatti della colonia, di quelle 24 ore che accompagnano la pellicola. Ona in Women Talking – Il diritto di scegliere è ben consapevole a cosa va in contro restando, ma proprio in nome di quel bambino la sua posizione appare inizialmente ambigua. Prima decide di restare e lottare, ma pian piano Salomé riesce a farle cambiare opinione.

Partire. Salomé, personaggio interpretato da Claire Foy in Women Talking – Il diritto di scegliere, preferirebbe partire, andare via da quella colonia così stretta, così brutale. La sua posizione è quella più schierata perché Salomé è il personaggio più schietto e aperto. Vorrebbe partire perché restare significherebbe compromettere sé stessa, i suoi figli e la sua integrità. Partire per Salomé è l’unica scelta: se non lo farà sarà costretta a uccidere tutti gli uomini, un passo che non si sarebbe mai perdonato perché significherebbe scendere al loro stesso livello. Brucerebbe all’inferno anziché permettere a un altro uomo di toccare lei e le sue figlie.

L’Amore genera Amore

Ci troviamo in aperta campagna, eppure l’atmosfera è chiusa. Ce lo dicono anche i toni e i colori della pellicola totalmente desaturati che si aprono solo alla fine del film, quando la scelta di partire si concretizza. Nonostante questa cupezza realistica, le conversazioni tra le protagoniste sono brillanti e scorrevoli aiutate da un dark humor che le lega. I dialoghi scritti magnificamente dalla Polley in Women Talking – Il diritto di scegliere cercano di essere un inno all’amore. Più volte nel film il tema viene toccato su radici differenti.

L’amore dei genitori per i propri figli: tale al punto da mettere in discussione una vita conosciuta per l’ignoto. L’amore verso Dio: un sacrificio che le sette donne protagoniste di Women Talking – Il diritto di scegliere sono pronte a mettere in gioco pur di reclamare questo legame profondo con la fede. L’amore verso sé stesse: il film è un inno a questo amore che cerca di generare a sua volta la fiducia in questa scelta così difficile: partire per non perdersi, partire per amore verso sé stesse.

Sydney Sweeney: 10 cose che non sai sull’attrice

Sydney Sweeney: 10 cose che non sai sull’attrice

Tra i nuovi interpreti che si affacciano sulla scena cinematografica e televisiva, la giovane Sydney Sweeney è senza ombra di dubbio una dei più promettenti. Attiva già da diversi anni, ma divenuta nota solo in tempi più recenti, la Sweeney ha conquistato tutti non solo grazie alla sua incredibile bellezza, ma anche per via di doti drammatiche particolarmente importanti, che la rendono un’attrice di grande intensità e levatura. Ci si può aspettare molto da lei e il mondo di Hollywood inizia finalmente ad esserne consapevole.

Ecco 10 cose che non sai di Sydney Sweeney.

Sydney Sweeney: i suoi film e le serie TV

1. È nota per alcune serie TV. Tra i primi ruoli televisivi dell’attrice si annoverano quelli svolti per alcuni ruoli di serie come Heroes (2009), Criminal Minds (2009), 90210 (2010), Grey’s Anatomy (2014) e Pretty Little Liars (2017). Ha ottenuto una maggiore popolarità dopo aver recitato nella serie Netflix Everything Sucks! (2018). In seguito ha recitato anche in alcuni episodi di The Handmaid’s Tale (2018), con Elisabeth Moss, e di Sharp Object (2018), con Amy Adams. Ad averla resa particolarmente celebre è però la serie Euphoria (2019-in corso), dove recita accanto a Zendaya. Nel 2021 recita poi nella prima stagione di The White Lotus, con Jennifer Coolidge.

2. Ha recitato in celebri film. Oltre alle serie TV per cui è nota, la Sweeney ha negli anni recitato anche in noti film come The Ward – Il reparto (2010), Spiders 3D (2013), Mai fidarsi di uno sconosciuto (2015), Vikes (2017), Non è mia figlia (2018), Under the Silver Lake (2018), con Andrew Garfield, C’era una volta… Hollywood (2019), di Quentin Tarantino, Nocturne (2021), The Voyeurs (2021), Night Teeth (2021) e Reality (2023).

Sydney Sweeney in Euphoria

3. Non la credevano pronta per il ruolo. In Euphoria, la serie HBO incentrata sulle vicende di un gruppo di adolescenti al liceo alla ricerca di se stessi e della propria identità, la Sweeney interpreta uno dei ruoli di maggior rilievo, ovvero quello di Cassie Howard, una ragazza particolarmente bella ma talvolta ingenua, che tende ad innamorarsi facilmente pur di non rimare sola. Inizialmente, i produttori non credevano che la Sweeney fosse pronta per il ruolo, ma dopo aver visto la sua audizione per intero decisero di ingaggiarla e di credere in lei. Critica e spettatori non hanno poi avuto dubbi: la sua è una delle interpretazioni migliori della serie.

Sydney-Sweeney-Euphoria
Sydney Sweeney in Euphoria

4. Era nervosa ma anche fiera all’idea di dover girare alcune scene di nudo. Nel corso della serie, Cassie è protagonista di diverse scene di nudo, attraverso cui emerge la sua vulnerabilità. Nel doverle interpretare, la Sweeney era particolarmente nervosa ma in seguito ha anche affermato di essersi sentita fiera di far parte di una serie che mostra la nudità in modo tutt’altro che glamour, ma anzi semplicemente per come è nella realtà. Girare tali scene non è ora più un problema, in quanto proprio attraverso queste ha acquisito maggiore confidenza con il proprio corpo.

Sydney Sweeney in C’era una volta a… Hollywood

5. Ha avuto un ruolo nel film. Tra i tanti attori che hanno preso parte a C’era una volta a… Hollywood, c’è anche la Sweeney, che ha interpretato però un piccolo ruolo e non tutti i suoi fan sono riusciti ad individuarla. Il suo personaggio è indicato come “Snake” è una dei membri della famiglia Manson. La si può ritrovare sia nella scena in cui Margaret Qualley chiede un passaggio a Brad Pitt, sia in quella in cui quest’ultimo si reca presso il ranch dove la famiglia Manson soggiorna. In quest’occasione, la Sweeney pronuncia anche alcune battute.

Sydney Sweeney in Night Teeth

6. Ha interpretato una vampira. Nel film horror targato Netflix Night Teeth, l’attrice interpreta il ruolo della vampira Eva, che agisce in combutta con Grace, interpretata da Megan Fox. Le due, tuttavia, compaiono solamente in una scena, per la quale è bastato loro un solo giorno di riprese. Una comparsata dunque molto breve all’interno del film, ma che è bastata a rendere questo un titolo di grande richiamo tra gli appassionati del genere, i quali vorrebbero però ora rivedere la Sweeney nei panni di una vampira con un film tutto incentrato su di lei.

Sydney Sweeeny in un film Marvel

7. Reciterà in un atteso film Marvel. Da ormai qualche tempo è noto che l’attrice reciterà in prossimo film della Sony basato su un noto personaggio della Marvel. La pellicola in questione è Madame Web, sesto film del Sony’s Spider-Man Universe (SSU), la cui protagonista è appunto Madame Web, una mutante chiaroveggente. Tale personaggio sarà interpretato da Dakota Johnson, mentre la Sweeney avrà un ruolo secondario ma di grande importanza. L’arrivo in sala per tale lungometraggio è fissato al 16 febbraio 2024.

Sydney-Sweeney-Instagram
Sydney Sweeney in Night Teeth

Sydney Sweeney ha un fidanzato?

8. È molto riservata. In più occasioni l’attrice ha raccontato di non essere interessata a frequentare colleghi o personalità dello spettacolo, preferendo invece avere un compagno che sia estraneo a tale ambiente e con cui poter dunque vivere una normale vita lontano dai riflettori della celebrità. Tenendo fede a questa dichiarazione, dal 2018 la Sweeney è impegnata in una relazione con Jonathan Davino, appartenente all’ambito della ristorazione. Non si sa come i due si siano conosciuti, ma è certo che tenere privata la loro storia sentimentale, con solo poche apparizioni pubbliche in coppia, stia facendo loro bene. Stando ad alcune fonti, inoltre, dal febbraio del 2022 i due sarebbero ufficialmente fidanzati.

 Sydney Sweeney è su Instagram

9. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 14,5 milioni di persone e dove attualmente si possono ritrovare oltre 300 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità

Sydney Sweeney: età e altezza dell’attrice

10. Sydney Sweeney è nata il 12 settembre del 1997 a Spokane, Washington, Stati Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1,61 metri.

Fonti: IMDb, Instagram, People

Road to Oscar 2023: migliore attrice non protagonista

Road to Oscar 2023: migliore attrice non protagonista

La notte degli Oscar 2023 chiuderà la stagione dei premi più ambiti di Hollywood. Sarà una lunga notte condotta da Jimmy Kimmel, giunto alla quinta conduzione della serata. Si scontreranno tutte le eccellenze del cinema americano e non e mai come quest’anno la competizione è davvero serrata.

Nella categoria migliori attrici non protagoniste Angela Bassett (Black Panther: Wakanda Forever), Kerry Condon (Gli spiriti dell’isola), Jamie Lee Curtis (Everything Everywhere All at Once), Stephanie Hsu (Everything Everywhere All at Once) e Hong Chau (The Whale) si sfidano per l’ambito premio. Lo scorso anno Ariana DeBose (West side story) ha vinto la statuetta per la sua interpretazione nel film di Spielberg. Gli Oscar 2023 saranno visibili anche in contemporanea anche Italia su Sky.

Angela Bassett (Black Panther: Wakanda Forever)

Oscar 2023 - Angela Bassett Black Panther Wakanda Forever

Dopo il successo al botteghino per i Marvel Studios, Angela Bassett e il franchise di Black Panther sono pronti a conquistare anche gli Oscar 2023: la Bassett diventa infatti la prima attrice in un film del MCU a ricevere una nomination agli Oscar per la sua interpretazione da non protagonista in Black Panther: Wakanda Forever.

In questa stagione dei premi la Bassett ha ricevuto il Golden Globe per la migliore attrice non protagonista e più recentemente ha trionfato ai Critics’ Choice Awards sempre nella stessa categoria. Nell’accettare il premio ai Golden Globe, l’attrice ha ricordato Chadwick Boseman sul palco e ha detto: “Siamo stati circondati ogni giorno dalla luce e dallo spirito di Chadwick Boseman“.

Kerry Condon (Gli spiriti dell’Isola)

Oscar 2023 - Kerry Condon Gli spiriti dell'Isola

Per Kerry Condon e Colin Farrell, calarsi nel ruolo di fratelli in Gli spiriti dell’isola di Martin McDonagh è stato un gioco da ragazzi. Dopo tutto, i due attori irlandesi si conoscono da quando erano adolescenti. “È stato piuttosto facile“, ha dichiarato l’attrice che si prepara per la notte degli Oscar 2023.

In questa stagione dei premi, Kerry Condon ha portato a casa il BAFTA come migliore attrice non protagonista, durante una cerimonia in cui Gli spiriti dell’isola ha trionfato anche nella categoria di miglior attore non protagonista, miglior sceneggiatura e miglior film britannico. Il successo del film inizia dal Festival del cinema di Venezia dove è stato proiettato in anteprima.

Jamie Lee Curtis (Everything Everywhere All at Once)

Jamie Lee Curtis Everything Everywhere All at Once

Jamie Lee Curtis si è proprio lasciata andare in Everything Everywhere All at Once. Per interpretare il suo personaggio nel film, Curtis ha scelto di non indossare alcuna protesi per interpretare la “strana” ispettrice del fisco Deirdre Beaubeirdra:

Occultatori. Modellatori del corpo. Riempitivi. Procedure. Abbigliamento. Accessori per capelli. Prodotti per capelli. Tutto per nascondere la realtà di ciò che siamo. E le mie istruzioni per tutti sono state: Non voglio che si nasconda nulla”, ha dichiarato l’attrice. Quella di Jamie Lee Curtis è la prima nomination agli Oscar, anche se il successo la precede. Recentemente, invece, ha vinto il SAG Award come migliore attrice non protagonista.

Stephanie Hsu (Everything Everwhere All at Once)

Stephanie Hsu Everything Everywhere All at Once

Stephanie Hsu è la seconda attrice non protagonista nominata per Everything Everwhere All at Once. Il suo lavoro nel film è stato davvero enorme: ha dovuto gestire le infinite versioni del suo personaggio da Joy, la figlia diseredata di Evelyn (Michelle Yeoh), fino a Jobu Tupaki, supercattiva onniveggente e onnisciente, decisa a distruggere il mondo.

Ho detto a mia madre: ‘Oh, sto lavorando a questo film’, e lei mi ha risposto: ‘Certo, certo, figo, figo’, in modo un po’ sprezzante, e poi le ho detto: ‘Michelle Yeoh interpreta mia madre’“, ha raccontato Hsu. “E lei ha detto: “Cosa? Oh, mio Dio, adoro Michelle. Michelle è fantastica“. Ricordiamo anche che Stephanie Hsu fa parte del cast di The Marvelous Mrs. Maisel dove ha ricevuto il riconoscimento come miglior cast.

Hong Chau (The Whale)

Hong Chau The Whale

Hong Chau è candidata agli Oscar 2023 per la sua interpretazione in The Whale. L’attrice ha rivelato di essere stata “molto esitante” nell’accettare il ruolo, spiegando: “Ero appena diventata madre ed ero molto felice di stare a casa, e non avevo voglia di tornare al lavoro. Ma è stato proprio pensando alla storia e alla lotta di Charlie per riallacciare i rapporti con la figlia [interpretata da Sadie Sink] che ho trovato così straziante“.

Il suo nome in questa stagione dei premi è passato un po’ in sordina, oscurato dalla storia di Charlie e parallelamente a quella del ritorno di Brandan Fraser.

Oscar 2023, chi sarà la migliore attrice non protagonista?

Road to Oscar 2023

C’è un grande entusiasmo per questa cerimonia degli Oscar 2023. Reduci dalla scorsa edizione eclissata dallo schiaffo di Will Smith, la serata più glamour di Hollywood vedrà una competizione davvero forte. Angela Bassett è la favorita per il premio come miglior attrice non protagonista. Nonostante ciò, i recenti SAG Awards hanno confermato un forte interessamento per Jamie Lee Curtis e Everything Everywhere All at Once. Kerry Condon, anche lei tra le favorite per la statuetta, ha visto risalire le sue possibilità dopo i BAFTA. C’è da dire che in questa stagione dei premi più ambiti di Hollywood nella categoria come migliori attrici non protagoniste, tutte le partecipanti sono state omaggiate di un premio per la loro interpretazione. La Condon potrebbe non vincere questi Oscar 2023 a favore invece di altri premi che potrebbe vincere la pellicola di McDonagh.

Jamie Lee Curtis, come abbiamo detto, è la seconda favorita a questa edizione degli Oscar 2023. Giunta alla prima nomination in carriera, sarebbe una bella storia da raccontare, come quelle che piacciono a Hollywood, e che farebbe sicuramente commuovere la platea. Tra le meno favorite di questi Oscar 2023 ma non per i suoi meriti c’è Stephanie Hsu. L’attrice ha dato prova del suo talento e si porta a casa la prima nomination nella cerimonia più attesa di Hollywood. Un volto giovane e dal futuro promettente. Anche Hong Chau arriva alla sua prima nomination agli Oscar 2023 ma non l’ultima. L’attrice non vincerà la statuetta però forse potrà gioire per il protagonista di The Whale, Brandan Fraser.

Nosferatu: al via le riprese, Aaron Taylor-Johnson nel cast

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Nosferatu: al via le riprese, Aaron Taylor-Johnson nel cast

Il rifacimento di Nosferatu per mano di Robert Eggers ha ufficialmente iniziato la produzione mentre un altro importante volto noto si aggiunge al cast. Nel weekend la Focus Features ha annunciato l’inizio della produzione dell’attesissimo film, oltre a dare la notizia che Aaron Taylor-Johnson (Bullet Train, Kick-Ass, Godzilla) si è unito al cast.Taylor-Johnson si unirà dunque al già nutrito cast di talenti di alto profilo, tra cui Bill Skarsgård (Barbarian), Nicholas Hoult (The Menu), Lily-Rose Depp (Wolf), Emma Corrin ( Lady Chatterley’s Lover ), Willem Dafoe (Inside), Simon McBurney (Carnival Row) e Ralph Ineson (Il cavaliere verde).

Annunciato originariamente nel 2015, Nosferatu di Eggers sarà un remake dell’iconico film muto tedesco del 1922 Nosferatu: A Symphony of Horror. Quel film non è solo considerato una delle opere d’arte più influenti nel mondo del cinema e del genere horror, ma ha anche introdotto alcuni stilemi sui vampiri che sono ancora oggi in uso, incluso un vampiro che muore per l’esposizione alla luce solare.  “Nosferatu di Robert Eggers è una storia gotica di ossessione tra una giovane donna perseguitata nella Germania del 19° secolo e l’antico vampiro della Transilvania che la perseguita, portando con sé un orrore indicibile“, recita la sinossi ufficiale del film in uscita. La pellicola è prodotta della Focus Features sarà scritto e diretto da Robert Eggers.

John Wick: Capitolo 4 , clip dal film: “Keanu Reeves negozia con Bill Skarsgård”

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Una nuovissima clip di John Wick: Capitolo 4 dell’attesissimo sequel d’azione di Lionsgate è stata rivelata con Keanu Reeves e Bill Skarsgård. Il film dovrebbe uscire nelle sale il 24 marzo. Il video ci offre uno sguardo dell’incontro tra l’assassino protagonista e il suo antagonista a Parigi. John Wick di Reeves cerca di negoziare la sua libertà sfidando il personaggio di Bill Skarsgård in un duello mortale.

Nel film John Wick (Keanu Reeves) trova una via per sconfiggere la Grand Tavola. Ma prima di guadagnare la libertà, Wick deve affrontare un nuovo nemico che ha potenti alleanze in tutto il mondo e ha mezzi tali da tramutare vecchi amici in nuovi nemici. Dai un’occhiata alla clip di John Wick: Capitolo 4:

John Wick: Capitolo 4

Insieme a Keanu Reeves, Lance Reddick e Ian McShane ci sono le nuove arrivate in franchising, la superstar pop giapponese-britannica Rina Sawayama al suo debutto cinematografico, Shamier Anderson, Bill Skarsgard, Clancy Brown, Hiroyuki Sanada e Donnie Yen, che a quanto si dice interpreterà un vecchio amico di John Stoppino.

John Wick: Chapter 4  è diretto da Chad Stahelski da una sceneggiatura co-scritta da Shay Hatten e Michael Finch, che subentra al creatore del franchise Derek Kolstad. È prodotto da Basil Iwanyk, Erica Lee e Stahelski con Reeves e Louise Rosner come produttori esecutivi.

John Wick 4 è stato annunciato per la prima volta subito dopo il weekend di apertura da record di  John Wick: Capitolo 3 – Parabellum,  che ha incassato oltre 300 milioni di dollari in tutto il mondo. La quarta puntata vedrà il ritorno di Keanu Reeves nei panni dell’omonimo assassino, che è stato visto per l’ultima volta soffrire di ferite multiple dopo essere caduto dall’alto del Continental Hotel.

DC Studios: 10 motivi per essere scettici sui nuovi progetti

DC Studios: 10 motivi per essere scettici sui nuovi progetti

Dopo aver annunciato i nuovi piani per il nuovo DC Studios, James Gunn ha avuto il suo bel da fare. L’universo della DC non ha sempre brillato per la qualità soprattutto se paragonato alla sua controparte, la Marvel. Proprio dal MCU, Gunn e Peter Safran che prendono le rediti degli studios creano le loro nuove fasi di ripartenze che serviranno a gestire i supereori DC. Il primo capitolo, già annunciato, si intitolerà “Dei e Mostri” e prenderà il via nel 2025. I fan hanno motivo di credere che sarà difficile fare bene dato che il mercato dei supereroi è ormai saturo. Questi sono i 10 motivi per essere scettici su i nuovi progetti che arriveranno.

Eliminare alcuni dei vecchi attori del DCEU

Jason Momoa Aquaman

Partendo dalla questione più ovvia, l’eliminazione di tutti gli attori che siamo abituati ad associare a questi personaggi ha già fatto sì che la gente si inacidisse sulla nuova direzione di questo franchise. Ben Affleck, Jason Momoa e Gal Gadot hanno dato buone interpretazioni di questi famosi personaggi dei fumetti, che la gente era entusiasta di vedere ancora. Il colpo più grande, tuttavia, è la partenza di Henry Cavill nel ruolo di Superman. Dopo che il suo ruolo è stato sempre in bilico per molti anni, era stato finalmente confermato il suo ritorno come personaggio in Black Adam. Poi, solo poche settimane dopo, è stato confermato che Cavill non sarebbe tornato nel nuovo universo DC.

La reazione dei fan non è stata a dir poco positiva. Hanno chiesto il licenziamento di Gunn, con l’hashtag #FireJamesGunn in voga su Twitter. È comprensibile il desiderio di Gunn e Safran di liberarsi di tutto il bagaglio del precedente DCEU, ma si tratta comunque di una perdita dolorosa per i fan, che difficilmente riusciranno ad accettare il nuovo reboot.

Tenere altri attori “meno” favoriti

Shazam DC Studios

Al contrario, ci sono già alcuni attori del DCEU che passeranno al DCU. È già stato confermato che Amanda Waller e i personaggi di Peacemaker rimarranno nel film, mentre Zachary Levi ha lasciato intendere che rimarrà nel ruolo di Shazam. Comprensibilmente, questo ha indignato i fan perché sembra che Gunn stia mostrando “favoritismi” nei confronti di alcuni attori, dato che ha diretto Suicide Squad ed è amico di Levi. Questo sarebbe ovviamente frustrante per i fan, ma confonderebbe anche gli spettatori occasionali.

Per non parlare del fatto che questi vecchi attori potrebbero entrare nel DCU come personaggi completamente nuovi. Ad esempio, si vocifera che Jason Momoa potrebbe interpretare Lobo nel DCU, il che confonderà ulteriormente il pubblico. È un modo molto strano per James Gunn e Safran di iniziare le cose. Se volevano davvero fare tabula rasa, avrebbero dovuto optare per un reboot completo con nuovi attori. Non c’è alcun vantaggio nel tenere alcuni attori e sbarazzarsi di altri, perché questo farà arrabbiare i fan e confonderà gli spettatori occasionali.

Cancellare completamente lo Snyderverse

Zack Snyder's Justice League

Come l’eliminazione degli attori, anche l’aver cancellato completamente tutto ciò che riguarda lo Snyderverse è un errore da parte della Warner Bros. La Snyder Cut di Justice League non era perfetta, ma era un miglioramento rispetto a quella uscita nelle sale. Anche i puristi più contrari a Snyder devono ammettere che la sua narrazione è qualcosa che interessa alla gente. Le anticipazioni su Robin e altri easter egg hanno dimostrato che Snyder sa almeno costruire un mondo eccellente. Per non parlare del fatto che la versione di Snyder di Justice League ha preparato i futuri film che la gente voleva vedere.

Ancora una volta, è comprensibile che Gunn e Safran vogliano evitare il bagaglio che deriva dallo Snyderverse. Dopotutto, alcuni “fan” dello Snyderverse sono stati molto tossici e ora avanzano richieste irragionevoli, come quella di continuare il DCEU di Snyder su Netflix. Tuttavia, le idee del regista erano eccitanti e mostravano rispetto per i fumetti. Per lo meno, i nuovi capi dei DC Studios potranno incorporare alcune idee di storia che Snyder aveva pianificato nei film futuri.

Siamo stanchi dei supereroi?

Marvel e DC Studios

Da anni si parla di stanchezza da supereroi, ma negli ultimi anni questa teoria è diventata realtà. E questo non riguarda solo la DC. La Fase Quattro del MCU è stata facilmente la peggiore finora e ha smorzato l’entusiasmo dei fan per il futuro della “Saga del Multiverso”. Certo, nessuno dei film recenti della Marvel è stato brutto, ma c’è stata una notevole incoerenza nella qualità dei film. Con la DC, purtroppo, ci sono state più cose negative che positive. E ora l’intero universo sta ricominciando da capo in un momento in cui la popolarità dei film di supereroi sta cominciando a diminuire.

Questi film continuano a fare soldi, anche con la pandemia che sta devastando i cinema. The Batman ha guadagnato 800 milioni di dollari, e anche film minori del MCU come Doctor Strange e Thor hanno guadagnato rispettivamente 950 e 750 milioni di dollari. Ma a questo si sono aggiunte recensioni peggiori e la sensazione tra i fan che la quantità venga privilegiata rispetto alla qualità. La DC è sempre stata indietro rispetto alla concorrenza quando si trattava di realizzare film di qualità sui suoi personaggi. Ora si trova a partire da zero in un mercato che diventa sempre più saturo. Certo, una buona narrazione può sempre riconquistare l’interesse della gente. Ma con tanti nuovi film tratti da fumetti che non riescono a distinguersi, non sembra che ricominciare da capo porti automaticamente al successo.

Puntare su alcuni personaggi è un rischio

Viola Davis

Se c’è una persona di cui fidarsi quando si tratta di adattare con successo personaggi relativamente sconosciuti, quella è James Gunn. Dopo tutto, ha fatto innamorare il pubblico di un albero e di un procione parlanti. Ma anche i suoi fan più affezionati saranno probabilmente d’accordo sul fatto che sta andando fuori dal seminato con alcune scelte per il cinema e la TV. Paradise Lost, The Authority, Creature Commandos, Swamp-Thing e Booster Gold sono personaggi minori che costituiscono circa la metà dello slate dei DC Studios. I primi tre saranno composti da personaggi che nemmeno i fan più accaniti hanno mai sentito nominare. Anche gli ultimi due, che sono benvoluti dai fan, saranno difficili da vendere al pubblico più occasionale.

Inoltre, sebbene Viola Davis sia un’attrice fantastica, dedicare un’intera serie al suo personaggio è una mossa strana. Paradise Lost è particolarmente bizzarra, se si considera che la maggior parte dei fan della DC vorrebbe solo vedere Wonder Woman in persona, non i suoi personaggi secondari.  Certo, Gunn e Safran stanno mescolando personaggi minori con personaggi di spicco come Batman e Superman, ma nemmeno loro sono una garanzia di successo. Batman Vs. Superman e Justice League hanno avuto un rendimento molto basso al botteghino, pur avendo alcuni dei personaggi più riconoscibili della storia dei fumetti. Se questi grandi nomi non riescono a fare breccia nei botteghini, allora che speranze hanno questi sconosciuti?

Un passo dietro la Marvel

Kevin Feige e James Gunn

Sebbene la DC abbia avuto alcuni successi rispetto alla controparte Marvel, è generalmente accettato che quest’ultima sia stata più costante in termini di quantità e qualità. Certo, la Fase Quattro è stata di gran lunga la più incoerente, ma ci sono stati comunque abbastanza film validi da mantenere vivo l’interesse dei fan. I fan della DC, invece, attendono da tempo una coerenza sia nella narrazione che nella qualità. È bello che James Gunn e la DC vogliano prendersi il tempo necessario per costruire un universo coeso a differenza del suo predecessore, ma sembra che sia troppo tardi.

I fan della DC hanno vissuto così tanti alti e bassi nel corso degli anni che hanno il diritto di essere scettici sul fatto che questo possa accadere di nuovo. Peggio ancora, hanno dovuto guardare i loro rivali dei fumetti passare da un successo all’altro, sia dal punto di vista finanziario che da quello della critica. Per come stanno andando le cose, la Marvel avrà completato SEI fasi coesive prima che la DC ne abbia realizzata una. Questo è incredibilmente imbarazzante e dimostra quanto la Marvel sia lontana dalla sua illustre concorrenza. I due universi saranno sempre paragonati l’uno all’altro, ma è una questione irrilevante quando uno è così avanti rispetto all’altro.

La Warner Bros è troppo invadente

Warner Bros

Sembra che la Warner Bros. abbia un problema con l’intromissione nei film. La manipolazione di Justice League da parte degli studios ha tristemente portato i fan a chiedere alla Warner Bros. di pubblicare la versione di Snyder. La Snyder Cut era ancora un pasticcio, ma indiscutibilmente superiore alla versione teatrale. I fan hanno chiesto a gran voce (anche se non come Snyder) che Ayer realizzasse la sua versione di Suicide Squad. Anche Cathy Yan e Patty Jenkins hanno ammesso che lo studio si è intromesso nei loro rispettivi film. Ad onor del vero, questo non è il caso di tutti quelli con cui hanno lavorato. James Gunn ha diretto Suicide Squad e ha chiaramente apprezzato la sua esperienza.

Lo stesso vale per James Wan e David Sandberg, il che spiega perché i loro personaggi iniziano a sembrare destinati a confluire nei DC Studios. Ma ci sono state abbastanza intromissioni da parte dello studio che sarà difficile per il nuovo regime convincere nuovi registi a partecipare. I Marvel Studios non sono stati perfetti per quanto riguarda i loro registi, ma hanno un curriculum migliore. Gunn dirigerà quasi certamente alcuni di questi film e potrebbero persino riutilizzare alcuni registi del DCEU. Ma convincere nuovi registi a salire a bordo sarà una battaglia in salita quando il marchio è stato così offuscato.

Safran e Gunn: il passo più lungo della gamba?

James Gunn 2023Anche se entrambi gli uomini ai vertici sembrano avere a cuore i personaggi, ciò non toglie che nessuno dei due abbia mai accettato un lavoro di questa portata. Safran è stato coinvolto nel franchise di Shazam, ma si tratta di un piccolo puzzle di una storia molto più grande. Gunn può aver ricevuto qualche consiglio dai Marvel Studios, ma non ha mai avuto una responsabilità così grande da gestire. Kevin Feige è unico nel suo genere perché, nonostante i tanti studios che hanno cercato di copiare la formula Marvel, non hanno ancora avuto qualcuno come Feige a guidare la nave.

Certo, la Fase Quattro è stata la più incoerente finora, ma ciò è stato dovuto principalmente al fatto che il regista è stato sottoposto a un’eccessiva mole di lavoro a causa del passaggio della Marvel agli show di Disney+. Ma ciò che ha reso Feige speciale è che non aveva un modello da seguire e si è preso il suo tempo quando ha creato questo mondo tentacolare. Per Gunn e Safran lanciarsi in un piano decennale nella formazione dei DC Studios senza esperienza è un grosso rischio. Rispetto al passato hanno chiaramente il desiderio di concentrarsi sulla qualità piuttosto che sulla quantità (hanno dichiarato che andranno avanti con un film solo se la sceneggiatura sarà approvata). Tuttavia, si ha la sensazione che per questo mondo condiviso abbiano fatto il passo più lungo della gamba.

Mancano i fondi

Batgirl

Inizialmente, i fan erano entusiasti del cambiamento di rotta della Warner Bros. dopo la fusione con AT&T e Discovery. Avevano persino la speranza che lo Snyderverse potesse essere rivisitato. Queste speranze, tuttavia, sono state presto deluse e sono state seguite dalla rivelazione shock che il film di Batgirl sarebbe stato cancellato. Non era il film più atteso dei DC Studios, ma è stato comunque surreale vedere un film in fase di produzione essere cancellato. I fan sono preoccupati che Zaslav possa cancellare altre proprietà amate, come il “Tomorrowverse” o la serie Young Justice, solo per tagliare i costi.

Non è mai stato confermato al 100% se Batgirl sia stata cancellata dai DC Studios a causa della sua qualità o per motivi fiscali, ma in ogni caso dimostra che Zaslav non ha paura di sbarazzarsi completamente di qualcosa in cui non ha piena fiducia. In tutta onestà, questo studio ha un solo obiettivo: fare più soldi. Certo, Marvel e Disney hanno la stessa idea in mente, ma c’è una devozione nel cercare di portare contenuti di qualità.

Warner Bros ha le idee poco chiare

DC Studios 10 motivi per essere scettici

Nel complesso, l’effettiva rivelazione dello slate è andata bene, nonostante le reazioni dei fan al casting di Superman. Ha mescolato i grandi nomi con personaggi oscuri che hanno suscitato grande interesse nei fan. C’è comunque una certa riserva tra il pubblico a causa dello studio che lo ha ideato.

I film di Batman e Superman sono probabilmente delle scommesse sicure a causa della loro popolarità, ma la Warner Bros. Per confondere ancora di più il pubblico, ci saranno storie “Elseworlds” al di fuori dei DC Studios che includeranno il Batman di Matt Reeves e il Joker di Todd Phillips. Ciò significa che potremmo vedere lo stesso personaggio interpretato da due attori diversi molto vicini tra loro, rendendo difficile per il pubblico distinguere i due.

Ecco perché Sylvester Stallone non è in Creed 3

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Ecco perché Sylvester Stallone non è in Creed 3

Creed 3 di Michael B. Jordan è ora nelle sale cinematografiche, e molti spettatori di fronte al film potrebbero trovarsi a porsi la stessa domanda: dove è Rocky Balboa di Sylvester Stallone? Stallone ha recitato al fianco di B. Jordan in Creed e in Creed 2, guadagnandosi anche una nomination all’Oscar come attore non protagonista grazie al suo ruolo nel primo film del 2015. Ma Sylvester Stallone è del tutto assente da Creed 3, salvo un credit da produttore associato.

Creed 3 segna la prima volta in nove film e 47 anni che un film della serie “Rocky” non presenta il suo iconico personaggio Rocky Balboa. Il motivo dietro l’abbandono di Stallone è duplice: non era il più grande fan della direzione creativa di Creed 3, e il suo scontro con il produttore di franchising di lunga data Irwin Winkler continua da anni.

Creed 3, sceneggiato da Keenan Coogler e Zach Baylin e si basa su una storia che hanno inventato con il regista originale del primo film Ryan Coogler, è una versione molto più cupa dell’edificante franchise di “Rocky“. Come ha osservato il critico cinematografico di Variety Owen Gleiberman nella sua recensione, “Creed 3” è un dramma sportivo che sembra più un thriller ispirato a “Cape Fear” che un film tradizionale di “Rocky“.

“È una situazione che mi rattrista perché so cosa avrebbe potuto essere”, ha detto Sylvester Stallone a THR in merito al disaccordo con il tono del sequel. “È stata presa in una direzione molto diversa da come l’avrei presa io. È una filosofia diversa: quella di Irwin Winkler e Michael B. Jordan. Gli auguro ogni bene, ma sono molto più sentimentale. Mi piace che i miei eroi vengano picchiati, ma non voglio che vadano in quello spazio oscuro. Sento solo che le persone hanno già abbastanza oscurità.”

Michael B. Jordan era anche interessato a realizzare un film di Adonis Creed che parlasse di Adone. Il primo film di “Creed” si è concentrato sulla relazione tra Adonis e Rocky, mentre “Creed 2” ha spinto Adonis sulla sua strada. Per Michael B. Jordan, aveva senso solo che “Creed 3” mostrasse Adonis senza la protezione di Rocky.

Prima di tutto, il DNA di Sly e Rocky è attraverso l’intero franchise“, ha detto Michael B. JordanHOT97 prima dell’apertura del terzo film. “Non puoi avere questi film [senza quello]. Quello spirito perdente, penso, collega il perdente in tutti noi… voglio che Adonis si regga sulle sue gambe. Per farlo, dovevamo andare nel passato. Quali sono stati quegli anni di trasformazione, quei traumi infantili che hanno plasmato [Adonis] oggi? Penso che lo spazio di questa storia riguardasse davvero Adonis Creed che andava avanti con la sua famiglia e lo faceva andare avanti. È così che abbiamo sviluppato la storia per questo film.”

Lo scontro di Stallone con Winkler è una ragione ancora più grande rispetto alla sua assenza in “Creed 3″. Lo scontro è diventato così agguerrito che potrebbe significare che Stallone non interpreterà mai più come Rocky. I due hanno litigato a lungo per i diritti del franchise “Rocky“, che Winkler possiede sin dall’originale del 1976, vincitore dell’Oscar. Sylvester Stallone quando ra un attore in difficoltà e sconosciuto ha ingenuamente venduto a Winkler i diritti sul personaggio, chiaramente ignaro del potenziale di franchising per il personaggio.

Parlando con la conduttrice di SiriusXM Jessica Shaw lo scorso novembre, Stallone ha affermato che è stata “una dura corsa emotiva” tagliare i legami con il franchise di “Rocky” per “Creed 3”. L’attore ha aggiunto che doveva farlo perché “non puoi fare pace con qualcuno che è stato così, così nefasto, secondo me“. Stallone si riferiva a Winkler, ovviamente.

Sylvester Stallone ha parlato per la prima volta del suo risentimento per i diritti di “Rocky” in un’intervista del 2019 con Variety. Sebbene abbia guadagnato sul film originale – che è costato poco più di $ 1 milione per la produzione e ha incassato $ 225 milioni a livello globale – e ha ricevuto il primo dollaro lordo sui primi sequel, Stallone non mantiene i diritti sui personaggi. “Non ho alcuna proprietà di ‘Rocky‘”, ha detto Stallone a Variety all’epoca. “Ogni parola, ogni sillaba, ogni errore grammaticale è stata tutta colpa mia. È stato scioccante che non sia mai successo, ma mi è stato detto: “Ehi, sei stato pagato, quindi di cosa ti lamenti?” Ero furioso.

Lo scontro tra Stallone e Winkler sui diritti di “Rocky” è stato riacceso nel 2022, quando Stallone ha pubblicato un post su Instagram a luglio con un ritratto di Winkler come un serpente dalla lingua di coltello. “Un ritratto molto lusinghiero del grande produttore di ‘Rocky’/’Creed’, Irwin Winkler, da uno dei più grandi del paese“, ha scritto Stallone nella didascalia. “Dopo che Irwin ha controllato ‘Rocky’ per oltre 47 anni, e ora ‘Creed’, mi piacerebbe davvero riavere indietro almeno un po’ [di] WHAT’S LEFT dei miei diritti, prima di passarlo a ONLY YOUR CHILDREN — credo che sarebbe un gesto giusto da parte di questo signore di 93 anni?

Poche settimane dopo, MGM ha annunciato che stava sviluppando un nuovo film spin-off “Rocky” incentrato sulla famiglia Drago. Dolph Lundgren ha interpretato il ruolo del rivale russo di Rocky, Ivan Drago, in “Rocky IV”, mentre Florian Munteanu ha debuttato nel ruolo del figlio di Ivan in “Creed II”. Robert Lawton è stato assunto per scrivere la sceneggiatura. Stallone si è espresso pubblicamente contro lo spin-off e ha affermato di non essere mai stato informato del suo sviluppo. Rispetto al progetto ha così commentato: “Un altro colpo al cuore… L’ho appena scoperto… ANCORA UNA VOLTA, questo PATETICO PRODUTTORE di 94 anni e I SUOI ​​BAMBINI AVVOLTOI MORONICHE E INUTILI, Charles e David, stanno ancora una volta ripulendo LE OSSA di un altro meraviglioso personaggio che ho creato senza nemmeno dirmelo“, ha scritto Stallone. su Instagram. “CHIEDO SCUSA ai FAN, non ho mai voluto che i personaggi ROCKY venissero sfruttati da questi parassiti”. “A proposito, non ho altro che rispetto per Dolph, ma vorrei che mi avesse detto cosa stava succedendo alle mie spalle“, ha aggiunto Stallone all’epoca. “Tieni vicini i tuoi VERI amici.

Jonathan Majors affronta le terribili recensioni di “Quantumania”: “Non cambia il modo in cui mi vedo”

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Ant-Man and the Wasp: Quantumania (leggi la recensione) ha introdotto Jonathan Majors nell’universo cinematografico Marvel nei panni di Kang il Conquistatore, il nuovo cattivo del franchise che eredita il ruolo chiave avuto nella precedente saga da Thanos. Mentre l’attore ha ricevuto recensioni entusiastiche per il suo Kang silenziosamente minaccioso, lo stesso non si può dire del film “Quantumania” che è stato ampiamente stroncato. Il film è uno dei  film Marvel peggio recensiti della storia con un 48% su Rotten Tomatoes, che quasi corrisponde al punteggio record di “Eternals” arrivato al 47% di gradimento. Anche il punteggio di Metacritic del film si attesta a un misero 48 %. Questa settimana Jonathan Majors ha partecipato al podcast “Screen Talk” di IndieWire e ha affrontato il tema e i bassi punteggi collezionati da Ant-Man and the Wasp: Quantumania.

Non cambia il modo in cui mi vedo, punto. Sono tutti dati“, ha detto Majors a proposito delle recensioni negative. “Sono una performance all’interno di una storia. Una cosa che dirò alla mia squadra mentre stiamo lasciando una premiere se stanno leggendo le recensioni, dirò: “Come va il film?” Cerco di pulire il mio piatto e di prendermi cura della mia parte. Mi do una risposta: ‘Sei puro. Sei bravo. A loro piaci.’ E mi parlano del film. A volte anche il film è a quel livello, a volte [non lo è]”.

Sono solo persone“, ha aggiunto Majors a proposito dei critici cinematografici. “Hanno un’opinione. Hai sempre un’opinione. Non sono uno sciocco. So che queste sono persone che lo scrivono. Questi non sono i miei professori di Yale oi miei insegnanti di recitazione. Queste sono persone che hanno figli e hanno una prospettiva, hanno un’educazione religiosa o non ce l’hanno. Vivono in questa città, o vogliono essere visti in questo modo o non vogliono essere visti in questo modo. Guardo l’aggregato e, ok, 47. Ma cosa significa quel 47 quando hai anche ottenuto quel risultato al botteghino? Cosa significano queste cose? Sono informazioni. Sono al corrente. Non cambierò me stesso. Se sei un critico di livello, probabilmente ti conosco e capisco la tua politica.”

Lo sceneggiatore di “Ant-Man and the Wasp: Quantumania” Jeff Loveness ha detto a  The Daily Beast  dopo l’inizio del film che i critici che odiavano il film lo hanno colto di sorpresa, aggiungendo: “Ero in una posizione piuttosto bassa… Quelle non erano buone recensioni, e io era come, ‘Ma che…?‘” – Sono davvero orgoglioso di quello che ho scritto per Jonathan [Majors] e Michelle Pfeiffer [la scienziata Janet Pym]“, ha detto Loveness. “Pensavo fosse roba buona, sai? E quindi ero solo scoraggiato, ed ero davvero triste per questo.

Il suo umore è cambiato dopo che ha deciso di partecipare a una proiezione pubblica di “Quantumania” e ha avuto modo di ascoltare i membri del pubblico ridere delle sue battute. Ha detto: “Sono tipo, ‘Dannazione! No, [le recensioni] sono sbagliate! Ho ragione! MODOK è fantastico!’ Nel complesso sono abbastanza contento e penso di aver imparato a prendere un pugno questa settimana. E ora che ho imparato che non è poi così male, posso semplicemente continuare a fare cose.”

L’arco narrativo di Jonathan Majors nell’MCU continuerà attraverso la stagione 2 di “Loki” e oltre fino al crescendo con “Avenger: The Kang Dynasty” in arrivo nel 2025.

Ant-Man and the Wasp: Quantumaniail trailer

Ant-Man and the Wasp: Quantumania (leggi la recensione) è stato ancora una volta diretto da Peyton Reed da una sceneggiatura scritta da Jeff Loveness. La pellicola è attualmente al cinema! Il nuovo film Marvel Studios Ant-Man and the Wasp: Quantumania, che dà il via alla Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, è distribuito da The Walt Disney Company Italia. L’epica avventura presenta l’antagonista più potente del MCU fino ad ora: Kang il Conquistatore.

Nel film, che dà ufficialmente il via alla Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, i Super Eroi Scott Lang (Paul Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline Lilly) tornano per continuare le loro avventure come Ant-Man and The Wasp. Insieme ai genitori di Hope, Hank Pym (Michael Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle Pfeiffer), la famiglia si ritrova a esplorare il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò che pensavano fosse possibile. Diretto da Peyton Reed e prodotto da Kevin Feige, p.g.a. e Stephen Broussard, p.g.a., Ant-Man and the Wasp: Quantumania è interpretato anche da Jonathan Majors nel ruolo di Kang, David Dastmalchian nel ruolo di Veb, Katy O’Brian nel ruolo di Jentorra, William Jackson Harper nel ruolo di Quaz e Bill Murray in quello di Lord Krylar.

Alien: al via le riprese del nuovo film, ecco la “criptica” sinossi e il cast

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20th Century Studios ha annunciato nuovi dettagli sulla trama, aggiunte al cast e stato di produzione per l’ultimo film di “Alien“. Mentre la premessa per il film ancora da intitolare è stata tenuta nascosta, lo studio ha rivelato che il film seguirà “un gruppo di giovani in un mondo lontano, che si trovano a confrontarsi con la forma di vita più terrificante nell’universo”. Ieri vi abbiamo anticipato  una delle prime interpreti annunciate, Isabela Merced.

Gli attori che dovranno affrontare le forme terrificanti sono David Jonsson (“Industry”), Archie Renaux (“Shadow and Bone”), Isabela Merced (“Rosaline”), Spike Fearn (“The Batman”) e Aileen Wu (“Away from Home”), che si uniranno tutti alla protagonista precedentemente annunciata, Cailee Spaeny (“Mare of Easttown”). Oltre all’annuncio del cast, 20th Century Studios ha annunciato che il nono film della serie inizierà la produzione il 9 marzo a Budapest.

Fede Alvarez, è regista, sceneggiatore e produttore, proseguendo la sua carrier in film horror, dopo aver lavorato a “Millennium – Quello che non uccide”, “Don’t Breathe” e il remake di “Evil Dead. A produrre il film c’è anche la Scott Free, la società del regista originale di “Alien”, Ridley Scott che è produttore esecutivo con Michael Pruss (“Our Friend”). Scott e Pruss sono affiancati dai produttori Brent O’Connor (“Bullet Train”), Elizabeth Cantillon (“Persuasion”) e Tom Moran (“The Donut King”).

Il progetto senza titolo si unisce alla serie prequel, presentata per la prima volta nel 2012, con “Prometheus“, seguito da “Alien: Covenant“. La serie prequel è l’ultima iterazione e segue la serie originale iniziata nel 1979, con “Alien“, seguita da “Aliens“, “Alien 3“, “Alien Resurrection” e poi la serie crossover iniziata nel 2004, con “Alien vs. Predator” e “Aliens vs. Predator: Requiem”. Mentre la data di produzione è stata annunciata per la prossima settimana, il progetto senza titolo deve ancora fissare una data di uscita al cinema!

Tom Sizemore: morto l’attore di “Salvate il soldato Ryan”

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Tom Sizemore: morto l’attore di “Salvate il soldato Ryan”

Morto Tom Sizemore. L’attore 61enne si è spento dopo che il team medico ha scollegato il supporto vitale che lo teneva in vita a cui l’attore era sottoposto dopo aver subito un aneurisma cerebrale il 18 febbraio. A darne notizia a Variety è stato il suo manager Charles Lago.È con grande tristezza e dispiacere che devo annunciare che l’attore Thomas Edward Sizemore (‘Tom Sizemore’) di 61 anni è morto serenamente nel sonno oggi al St Joseph’s Hospital di Burbank“, ha dichiarato Lago in una nota. “Suo fratello Paul e i gemelli Jayden e Jagger (17) erano al suo fianco.” Lago aveva precedentemente affermato il 27 febbraio che “i medici hanno informato la sua famiglia che non ci sono più speranze e hanno raccomandato la decisione di porre fine alla vita”.

Il 18 febbraio, Tom Sizemore è stato colpito da un malore nella sua casa di Los Angeles ed è stato trasportato in ospedale dai paramedici. Lì, i medici hanno stabilito che aveva subito un aneurisma cerebrale a seguito di un ictus. Da allora Sizemore era rimasto in condizioni critiche ed era stato in coma in terapia intensiva. “Sono profondamente rattristato dalla perdita del mio fratello maggiore Tom“, ha detto suo fratello Paul Sizemore in una dichiarazione. “Era più grande della vita. Ha influenzato la mia vita più di chiunque altro io conosca. Era talentuoso, amorevole, generoso e poteva farti divertire all’infinito con la sua arguzia e capacità di narrazione. Sono devastato che se ne sia andato e mi mancherà sempre.

Nato a Detroit il 29 novembre 1961, Tom Sizemore si è trasferito a New York City per dedicarsi alla recitazione negli anni ’80. Uno dei suoi primi crediti è arrivato nel 1989 con un’apparizione nel candidato al miglior film di Oliver Stone “Nato il 04 Luglio”.

Conosciuto per aver interpretato il duro, è diventato famoso negli anni ’90 con film come “Harley Davidson and the Marlboro Man”, “Passenger 57”, “True Romance” e “Natural Born Killers“. Ha avuto la sua grande occasione nel film di guerra di Steven Spielberg del 1998 “Salvate il soldato Ryan”, in cui interpretava il sergente tecnico Mike Horvath. “Salvate il soldato Ryan” ha ottenuto una nomination come miglior film agli Academy Awards. Insieme ai suoi co-protagonisti, tra cui Tom Hanks e Matt Damon, Sizemore ha ricevuto una nomination allo Screen Actors Guild per l’eccezionale interpretazione di un cast in un film. Nel corso della sua carriera, Sizemore ha lavorato con registi come Michael Mann, Martin Scorsese, Peter Hyams, Carl Franklin, Oliver Stone, Ridley Scott e Michael Bay.

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